Notiziario Cimop luglio 2008

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Anno VI numero 3/4 - bimestrale - Poste Italiane Spa - Sped. in abb. post. art. 2, comma 20/c - L. 662/96 - Roma luglio 2008 www.cimop.it Le offerte dell’ospedalità privata vengono giudicate inaccettabili: così dopo oltre un anno di trattative, la Cimop abbandona il tavolo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro “LASCIATECI FARE I MEDICI”: ARRIVA UN GRIDO D’ALLARME DAL CONVEGNO FNOMCEO DI FIUGGI REPORTAGE

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Notiziario Cimop luglio 2008

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Anno VI numero 3/4 - bimestrale - Poste Italiane Spa - Sped. in abb. post. art. 2, comma 20/c - L. 662/96 - Roma luglio 2008

www.cimop.it

Le offerte dell’ospedalità privata vengono giudicate inaccettabili:così dopo oltre un anno di trattative, la Cimop abbandona il tavolo

per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro

“LASCIATECI FARE I MEDICI”: ARRIVA UN GRIDOD’ALLARME DAL CONVEGNO FNOMCEO DI FIUGGIREPORTAGE

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L’ESECUTIVO NAZIONALE CIMOP

PRESIDENTE ONORARIODott. BIANCO SPERANZAVia S. Maria Assunta, 28-C24022 Alzano Lombardo (BG)Tel. 06 5004063email: [email protected]

PRESIDENTE NAZIONALEDott. UMBERTO PIGNATIELLO DIMATTEOVia M.ri di Cefalonia, 424121 Bergamo Tel. 333 8483356email: [email protected]

SEGRETARIO NAZIONALEDott. FAUSTO CAMPANOZZI

Via Cardinale Mimmì, 15-A70124 BARITel. 06 5004063email: [email protected]

V. SEGRETARIO NORD ITALIADott. MARCO ALIBERTIC.so Vittorio Emanuele, 6410121 TORINOemail: [email protected]. 011 724769 / 338 4027440

V. SEGRETARIO CENTRO ITALIADott. STEFANO NERIVia Roma Libera, 10tel. 338 2634975

00153 ROMAemail: [email protected]

V. SEGRETARIO SUD ITALIADott. NICOLA CACCAVELLAVia S. Domenico, 380127 NAPOLITEL 0835 23204email: [email protected]

SEGRETARIO AMMINISTRATIVODott. LUCA PUTIGNANOVia Principe Amedeo, 770121 BARITel. 06 5004063email: [email protected]

SEZIONE MARCHESegretario Protempore: dott. ALBERTO GIATTINIVia Verdi, 22 – 62017 PORTO RECANATIE-mail: [email protected]

SEZIONE LAZIOSegretario Regionale: dott. STEFANO NERIVia Roma Libera, 10 – 00153 ROMATel. 338/2634975 – E-mail: [email protected]

SEZIONE ABRUZZOSegretario Regionale: dott. ALBERTO CERASOLIV.le Nettuno, 200 – 66023 FRANCAVILLA AL MARE (CH)Tel. 085.815420 – E-mail: [email protected]

SEZIONE MOLISESegretario Regionale: dott. NICOLA MODUGNOVia Rufo, 42 – 00136 ROMATel. 085.815420 - E-mail: [email protected]

SEZIONE CAMPANIASegretario Regionale: dott. PIETRO OTTOMANOVia P. Giannone, 33/a – 80141 NAPOLITel. 081 294488 – E-mail: [email protected]

SEZIONE PUGLIASegretario Regionale: dott. SAVERIO CARABELLESEVia Lippolis, 19 – 70050 BARI-Santo SpiritoTel. 080.5303589 – E-mail: [email protected]

SEZIONE CALABRIASegretario Regionale: dott. FRANCESCO MARINOVia Vetticello, 334 – 87020 BELVEDERE MARIT. (CS)Tel. 0985. 82861 – E-mail: [email protected]

SEZIONE SICILIASegretario Regionale: dott. CARMELO MAIOVia Palermo, 435 – 98121 MESSINATel.328 8476638 – E-mail: [email protected]

SEZIONE SARDEGNASegretario Protempore: dott. MICHELE VENTURO Presso sede nazionale CIMOP - Tel. 06 500.40.63

L’ORGANIZZAZIONE REGIONALE CIMOP Nominativi, indirizzi e numeri telefonici dei Segretari regionali della CIMOP, ai quali i medici interessati possono fare riferimento:

SEZIONE PIEMONTESegretario Regionale: dott. RICCARDO IULIANIc/o ospedale Cottolengo, 9 – 10126 TORINOTel. 336 549652 – E-mail: [email protected]

SEZIONE LIGURIASegretario Regionale: dott. LORENZO PAITAc/o Fondazione Don Gnocchi, v. Cisa, 9 – 19038 SARZANA(SP) - Tel. 335 7745985 – E-mail: [email protected]

SEZIONE LOMBARDIASegr. Reg.: dott.GIOVANNI PERRUCCHINIVia Cesare Battisti, 21 – 24030 BREMBATE DI SOPRA (BG)Tel. 335 8152393 – E-mail: [email protected]

SEZIONE VENETOSegretario Regionale: dott. ANTONIO MAESTRIVia Olivi, 2 – 30173 MESTRETel. 06.5004063 – E-mail: [email protected]

SEZIONE FRIULI VENEZIA GIULIASegretario Regionale: dott. PETROS PAPANIKOLAUVia delle Ginestre, 12 – 33077 SACILE (PN)Tel. 0434 70946 – E-mail: [email protected]

SEZIONE EMILIA ROMAGNASegretario Regionale: dott. GIORDANO AMBIVERIC/o Casa di Cura S. Giacomo – Via San Bono, 5629028 PONTE DELL’OLIO (PC)Tel. 0523.875117 – E-mail: [email protected]

SEZIONE TOSCANASegretario Regionale: dott. GIUSEPPE BONGIOVANNIVia Uguccione della Faggiola, 6 – 50126 FIRENZETel. 055.6811900 – E-mail: [email protected]

SEZIONE UMBRIASegretario Protempore: dott. STEFANO CUSCOStrada Olmovalle, 1/Q – 06132 PERUGIATel. 348 9021583 – E-mai: [email protected]

CIMOP – SEDE NAZIONALE: VIA CESARE PAVESE, 360 – 00144 ROMA – TEL. 06.500.40.63; FAX 06.502.21.90

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L’EDITORIALE

Cari colleghi,all’indomani dell’avvio della trattativa per il rinnovo del CCNL dei medici a rapporto didipendenza ebbi a dire che avevo la netta impressione che non si sarebbe trattato di una pas-seggiata, che i tempi erano difficili anche in virtù di uno scenario politico incerto e di una eco-nomia vacillante, e che la spaccatura tra AIOP, ARIS e Fondazione Don Gnocchi avrebbe cer-tamente reso tutto più complicato.Le cose sono andate proprio così e dopo oltre un anno di estenuanti riunioni, su tre tavoli sepa-rati, che hanno fruttato solo l’accordo con la Fondazione Don Gnocchi sulle anticipazioni con-

trattuali, che si è dimostrata (al contrario diAIOP ed ARIS che non hanno accettato laproposta) sensibile ai problemi anche econo-mici dei proprio medici, la CIMOP si è vistacostretta ad interrompere la trattativa. L’A-RIS da parte sua ha tentato di proporre uninnovativo contratto di tipo dirigenziale chenei fatti minava il sistema delle tutele e che ilConsiglio Direttivo Nazionale ha bocciato,per cui si è ritirata ben presto dichiarandoche non c’erano le condizioni per il rinnovo.L’AIOP ha imposto una trattativa all’inse-

gna della continua provocazione, con il ten-tativo di fare dietrofront su alcuni istitutinormativi oggetto di conquista dei contrattiprecedenti, quali l’aggiornamento professio-nale, la responsabilità civile, i diritti sinda-cali, ecc.Superati questi ostacoli, la rottura è statainevitabile quando da parte AIOP è stata for-mulata una proposta indecente e come taleinaccettabile: contratto triennale 2008-2010con aumento complessivo del sei per cento, dicui un uno per cento da distribuire solo aquei medici che attuano comportamenti vir-tuosi, biennio 2006-2007 compensato con unforfait irrisorio.A queste condizioni non è restato che abban-donare il tavolo della trattativa, dichiarare lostato di agitazione della categoria, chiamarealla mobilitazione tutti i medici e pensare adazioni di protesta, anche insieme a CGIL,CISL e UIL che per loro parte sono già sul

piede di guerra perché non hanno ancora aperto un confronto sul rinnovo del CCNL del per-sonale non medico, da esse rappresentato, e sono ancora nella fase della costituzione del tavo-lo di trattativa.E’ del tutto evidente che l’azione della CIMOP non si fermerà qui ma sarà orientata a richia-mare alle proprie responsabilità anche il Governo centrale e le Regioni affinché intervengano,anche con un’azione di mediazione, a riportare serenità in un settore estremamente importan-te della sanità del nostro paese.

La 1a Conferenza della Professione di Fiuggi del 12-14 giugno u.s., ci ha visti impegnati inprima fila al fianco della FNOM e del Presidente Amedeo Bianco a sostenere la necessità chei medici siano nuovamente protagonisti nella programmazione della sanità nel nostro Paese.

Cosa ci dà la forzaper chiedere nuoveregole del gioco

Fausto Campanozzisegretario nazionale della Cimop

Organo ufficiale d’informazionedella Confederazione Italiana Medici

Ospedalità PrivataPeriodico bimestrale

Direttore: Fausto Campanozzi

Direttore responsabile:Raffaele Antonio Bernardini

Vice direttore:Pietro Picerni

Redattore capo:Luca Putignano

Editore:Confederazione Italiana Medici Ospedalità

Privata (C.I.M.O.P.) via C. Pavese, 360 - Roma

Redazione:via C. Pavese, 360 - Roma

Progetto grafico, videoimpaginazione etitolazione:

Società Editrice Nicholausvia Dante 277/a 70122 Bari

tel-fax 080 5275879 [email protected]

Tipografia:Mediatipo srl - Via delle Margherite 26 - Z.I.

70026 Modugno - BariRegistrazione Trib. di Roman. 531/2001 del 4/12/2001

In tipografia: 7 luglio 2008 segue a pagina 5

L’azione della CIMOPnon si fermerà qui masarà orientata arichiamare alle proprieresponsabilità anche ilGoverno centrale e leRegioni affinchéintervengano, anche conun’azione di mediazione

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CONTRATTO

Cronaca di una crisi annunciata. ”Una tratta-tiva nata male – afferma FaustoCampanozzi, Segretario Nazionale Cimop -

proseguita peggio su tre tavoli separati (Aiop, Aris,Fdg) e conclusa sbattendo le porte”. Oggetto della discordia l’adeguamento salariale deisettemila medici dipendenti dell’Ospedalità Privatain attesa da oltre due anni del rinnovo contrattuale.“Di crisi annunciata si è trattato – continuaCampanozzi - perché era intenzione della parte dato-riale formulare una proposta inaccettabile”. “Una propostaindecente – spiega - , contratto triennale (2008-1010), aumentocomplessivo del sei per cento, di cui un uno per cento da distri-buire solo a quei medici che attuano “comportamenti virtuosi”(sic!), biennio trascorso senza contratto 2006-2007 compensatocon un forfait irrisorio”.La Cimop, il sindacato rappresentativo dei medicidell’Ospedalità Privata, abbandona così il tavolo delle trattativee chiama in causa le istituzioni. Saranno Governo e Regioni adare una risposta ad una questione improcrastinabile, che è eco-nomica ma che soprattutto investe la sfera della dignità profes-sionale. “E’ evidente che la trattativa si trasforma in protesta –annuncia il Segretario Cimop - cambia il linguaggio da quelloaccomodante delle trattative a quello spinoso della contesa sin-dacale”. La Cimop, chiamando alla mobilitazione tutti i medici del setto-re, intende rispondere in maniera ferma e decisa alla evidenteprovocazione dei “padroni delle cliniche” con un composto edeterminato stato di agitazione, che negli auspici del sindacatopossa portare ad un esito soddisfacente per i medici, richiaman-

do parti datoriali e poli-tici alle loro responsabilità.E pensare che i pressuposti peruna conclusione positiva dellavertenza erano stati posti a margi-

ne di un convegno organizzato proprio dallaCimop, a Roma, sul tema “Precariato dei medici nell’ospedalitàprivata accreditata”, alla presenza dei più rappresentativi espo-nenti del mondo sanitario, pubblico, privato e imprenditoriale..Sebbene insidiata dalle vicissitudini della politica nazionale

(all’incontro dovevano esserci un sottosegretario e altri rappre-sentanti del ministero della Salute) la manifestazione tenutanello splendido scenario dello Sheraton è stata un successosoprattutto per la qualità degli interventi dei relatori e degliospiti. La brillante conduzione di Roberto Rosseti, vicedirettoredel TG1 ha reso fruibile a tutti un argomento tanto attuale quan-to rovente. A confrontarsi Giovanni Costantino (Aris), EnricoMambretti (F. Don Gnocchi), Fausto Campanozzi (Cimop),Amedeo Bianco (FnommCeO), G. Di Piero (ministero dellaSalute), Gaetano Veneto (Diritto del Lavoro, Università di Bari).Proprio nel dibattito con il pubblico presente in sala (fra cuiMax Paganini ed Emanuel Miraglia, presidente uscentedell’Aiop, fu più volte toccato il problema del rinnovo contrat-tuale. Rimandando la discussione ad altre sedi. Chi poteva immaginare che, visti questi presupposti, si sarebbegiunti ad una così clamorosa rottura.

Cronaca di una crisiannunciataUna trattativa nata malee conclusa peggio, sbattendola porta.Eppure, dopo la tavola rotondadi Roma sul precariato...

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Maurizio Sacconi, 58 anni, ministro per il welfa-re, laurea in Giurisprudenza, docente a contrat-to di Economia del lavoro presso la facolta' dieconomia della Universita' degli studi di Romaa Tor Vergata.Dal 1979 al 1994: deputato al Parlamento italia-no per quattro legislature, ha svolto l'attivita'parlamentare nella commissione Industria (pre-sidente del comitato per l'innovazione indu-striale) e successivamente nella commissioneBilancio (relatore della legge finanziaria per glianni 1983 - 1984 - 1987).Dal 1987 al 1994: Sottosegretario di Stato alMinistero del Tesoro, incaricato della riformadelle normative relative agli intermediari banca-ri e al mercato mobiliare (1987-1992 e 1993-1994). Dal 1992 al 1993: Sottosegretario delegato alministero della Funzione pubblica (primogoverno Amato), ha curato la riforma delleamministrazioni pubbliche e del pubblicoimpiego definita dal decreto legislativo n. 29/93.Dal 2001 al 2006: Sottosegretario al Ministerodel Lavoro e delle Politiche Sociali. Ha collabo-rato con il prof. Marco Biagi nella stesura delleriforme sul lavoro.

CONTRATTO

Il ministro si è assunto l’onere di ridefinirein un contesto unico tutte le problematiche

Il lungo lavoro, durato mesi, presso la FNOM ha portato alla ste-sura ed alla condivisione di un documento che tocca i temi fonda-mentali della nostra professione, oltre le aree di appartenenza, che èstato consegnato al Ministro del welfare Sacconi il quale si è assun-to l’onere di ridefinire in un contesto unico tutte le problematichetoccate.Uno dei temi fondamentali, oggetto anche di una mia relazione alWorkshop “Integrazioni possibili per una sanità vicina ai bisognidei cittadini”, è stato il “rapporto pubblico-privato” che mi ha vistoimpegnato a far emergere le problematiche mediche all’interne del-l’ospedalità privata, dal ruolo medico, ancora non definito, all’ec-cessivo ricorso al lavoro precario dei medici.Le nostre proposte sono state accettate e condivise dalla FNOM edagli altri sindacati e come tali riportate nel Documento.Per finire consentitemi un riferimento ai recenti fatti di cronaca che

hanno visto come protagonista la Santa Rita di Milano.Premesso che da questa vicenda non è esce sconfitta soltanto lasanità privata, ma l’intero Servizio Sanitario Nazionale, va sottoli-neato che si tratta di fatti delittuosi le cui responsabilità dovrannoessere accertate dalla magistratura inquirente, e che comunque essimettono in luce, a mio avviso, una falla dell’intero sistema, rappre-sentata dalle forti spinte produttive imposte dalle proprietà attra-verso la produzione dei “drg”, e dal difficile controllo da parte delsistema stesso sulle professionalità mediche che non operano inregime di dipendenza ma molto spesso, per lo più in area chirurgi-ca, stipulano contratti individuali con remunerazioni legate alla“produzione di drg”.E questo ci dà ancora più forza e ragione a chiedere un nuovo siste-ma di regole per l’inquadramento del personale medico.

Fausto Campanozzi

Editoriale/ Continua da pagina 3

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A trent’anni dalla riforma sanitaria a Fiuggi una sorta di “Stati Generali”con l’obiettivo di affrontare molti temi “caldi”, dai nodi etici allacreazione di un codice di trasparenza per definire i rapporti traprofessionisti e industrie del settore

Questa volta i medici la prescrizione l’hanno fatta alla loroprofessione. Al capezzale della Sanità italiana, l’imma-gine è forte ma la sintomatologia non consente perifrasi

attenuanti, sono accorsi in tanti, potremmo dire tutti, per atteg-giare una cura in grado di affrontare la sfida della sostenibilitàdel sistema come ha sagacemente affermato Amedeo Bianco,presidente nazionale FnomCeo, in una recente intervista rila-

sciata alla collega Eva Antoniotti, dell’ufficio stampa dell’ordi-ne.A Fiuggi, nel corso della conferenza nazionale tenuta a giugno(“I MEDICI PER UNA BUONA SANITA’”), si è voluto dar con-cretezza a un elemento di discontinuità a trent’anni dalla rifor-ma sanitaria con una sorta di “Stati Generali” di fatto precedutida un anno di lavori caratterizzati dall’obiettivo di affrontare

di Roberto Violante

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molti temi “caldi”, dai nodi etici alla creazione di un codice ditrasparenza per definire i rapporti tra professionisti e industriedel settore.Ordini, sindacati medici, Società scientifiche, politici riuniti perindividuare un orientamento comune su sei temi chiave: unita-rietà e universalità del Ssn, rapporti con la politica, integrazio-ne tra segmenti della professione e del sistema sanitario

(Ospedali/territorio; Università/aziende ospedaliere; pubbli-co/privato; professione medica/professioni sanitarie); rischioprofessionale; promozione della qualità; professione medica alfemminile.Un ministro (Maurizio Sacconi, Lavoro, Salute e PoliticheSociali: “Nel nostro progetto c’è una buona vita)), due ex LiviaTurco e Elio Guzzanti, due sottosegretari (Francesca Martini

REPORTAGE SU FIUGGI

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REPORTAGE SU FIUGGI

A sinistra il presidente nazionale Fnomceo Amedeo Bianco. A destra laplatea della conferenza nazionale di Fiuggi.In basso tra i partecipanti ai lavori, Luca Putignano (Cimop) e MicheleVenturo (Caimop).

(“Autonomia e responsabilità dei medici:ecco il progetto per la Sanità”) e EugeniaRoccella (“possiamo rinunciare a unamedicina che metta al centro il rapportomedico-paziente?”), tutti pezzi da novan-ta della politica, chiamati a giudicare ildocumento programmatico di Fiuggi(pubblichiamo il testo integrale).Molti mea culpa in quel documento maanche qualche rigurgito d’orgoglio. Cipiace ricordare l’intervento di EoloParodi (presidente Enpam, per sedicianni presidente FnomCeo) che da schiet-to genovese ha gridato alla platea consen-ziente di Fiuggi: “Non rompeteci le scato-le, lasciateci fare il medico”, per dire chela professione è un impegno morale enor-me (“paghiamo il fatto di essere servizio,la politica deve capire il nostro ruolo,nonostante le macchie della professio-ne”).Lunghi minuti di applausi per ElioGuzzanti (“Non sono Vasco Rossi ma hofatto una vita spericolata per migliorarela professione medica”) fino al 1996

Ministro della Sanità, nel Governo diLamberto Dini, e fu proprio lui, da pro-fessore ed esperto ai massimi livelli disistemi sanitari, a introdurre in Italia iDRG. La raccomandazione ricorrente diGuzzanti all’epoca era: “Attenti a nonfare il dumping con i malati”.“Dopo 64 anni di laurea mi sento soddi-sfatto” ha detto l’ottantottenne professo-re romano, giudicando “importantissi-mo” il documento di Fiuggi.“Importantissimo sotto il suo significatoetico, un progetto unico sulla professionedel medico, un documento propositivodella centralità della persona assistita”.“L’incompiuta del Ssn – ha dettoGuzzanti – è la medicina del territorio(assistenza domiciliare per anziani, nonautosufficienti e disabili)”.Di analogo parere l’altro ex ministro dellaSanità , Livia Turco, ministro della Sanitàper i due anni del Governo Prodi II, sena-trice della XV legislatura: “Nella foto digruppo di Fiuggi c’è il senso della squa-dra che rende credibile questo documen-

to, questa proposta”.“Un’alleanza straordinaria – ha detto laTurco – ognuno deve dare il meglio di sé,anche la politica, bisogna andare oltre lelogiche di schieramento. Lavorerò inParlamento per dare un contributo inpositivo”.

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REPORTAGE SU FIUGGI

All’incirca un anno fa, insieme ai colleghi degli altri sin-dacati medici abbiamo raccolto l’invito del Presidentedella FNOM Amedeo Bianco, a superare le differenze

esistenti in relazione alle diverse identità professionali e a rac-coglierci intorno ad alcuni temi fondamentali della nostra pro-fessione, dotati di forte trasversalità, nell’intento di riportarel’intera classe medica ad una discussione unitaria sulla sanitànel nostro paese, sulle distonie e discrasie esistenti nel sistema,ma anche con l’ambizione di proporre dei possibili rimedi.L’idea di Amedeo Bianco, Presidente dotato di una non comu-ne intelligenza politica, ma anche di una notevole sensibilità,con un lavoro collegiale durato mesi si è trasformato in un pro-getto fortemente sentito, che qui a Fiuggi, con questa 1^Conferenza della Professione Medica diventa una splendidarealtà.L’obbiettivo di questo Gruppo di Lavoro è quello di fare delleriflessioni sulle possibili integrazioni per una sanità vicina aibisogni dei cittadini in un contesto di sottosistemi dell’organiz-zazione sanitaria che nel corso degli anni hanno sempre piùassunto connotazioni autonome, scarsamente integrate, moltospesso conflittuali.Basti pensare ai rapporti tra Stato e Regioni, tra i Medici e lealtre Professioni Sanitarie, tra Servizio Sanitario Nazionale eUniversità, tra Ospedale e Territorio, al delicato rapporto traPubblico e Privato.A me è stato affidato il compito di introdurre questa parte deilavori con una relazione sul rapporto Pubblico – Privato, argo-

mento estremamente complesso e ancor più drammaticamenteattuale alla luce degli ultimi avvenimenti di Milano.Per ovvi motivi di tempo, mi limiterò ad alcune riflessioni econsiderazioni che riguardano l’integrazione pubblico – priva-to nell’ambito dell’accreditamento istituzionale ospedaliero,pertanto mi scuserete se sarò costretto a fare riferimento adalcuni aspetti di tipo normativo che risultano fondamentali percomprendere il fenomeno. L’accreditamento istituzionale rappresenta uno dei capisaldidella Legge di Riordino del Servizio Sanitario Nazionale, avvia-ta con il D.L. 502 del 1992, proseguito con integrazioni successi-ve fino ai giorni nostri e non ancora concluso.

Pubblico & Privatocoppia di fatto

LA RELAZIONE DEL SEGRETARIO CIMOP

di Fausto CampanozziSegretario nazionale Cimop

Occorre superare le differenze esistentiin relazione alle diverse identitàprofessionali e raccoglierci intorno adalcuni temi fondamentali

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REPORTAGE SU FIUGGI

“Siamo per una doverosa rivalutazione del medicopersonale, della medicina generale, in un progettosanitario in cui ci sia la massima attenzione per l’assi-stito, a partire dalla culla fino alla vecchiaia, settegiorni su sette, riducendo grazie all’assistenza domici-liare la pressione sull’ospedalità, sul pronto soccorso.La riunione di Fiuggi è di straordinaria importanza.Per la prima volta tutti gli aspetti della professionemedica sono affrontati in questi “Stati Generali”.Questo impone alle istituzioni il riconoscimento dellacentralità della professione medica, anche per l’appro-priatezza nell’erogazione dei servizi socio-sanitari, intermini ovviamente compatibili con i vincoli dellaspesa ma tali da garantire in modo equo una buonaqualità dei servizi. Su tutto il territorio nazionale.Il nuovo Ministro del Lavoro, della Salute e dellePolitiche sociali Maurizio Sacconi, è nato aConegliano (Treviso) il 13 luglio 1950, sposato e padredi un figlio, laureato in giurisprudenza, è elettoSenatore nel Pdl alle elezioni politiche di quest’anno,

e l’8 maggio ha ricevuto il nuovo mandato governativo.Il Ministro Sacconi vanta una lunga carriera politica e parla-mentare, prima nel Psi poi in Forza Italia. Negli ultimi anni,ha legato il suo nome in particolare alle politiche per il lavoro,collaborando con Marco Biagi alla stesura del Libro biancodel 2001, e poi impegnandosi per l’approvazione di quei pro-getti di riforma dopo l’assassinio del giurista bolognese.Tra il 1987 e il 1994 è più volte sottosegretario. Dopo un’espe-rienza all’Organizzazione internazionale del lavoro a Ginevra,torna in politica nelle fila di Forza Italia e diventa sottosegre-tario al lavoro dal 2001 al 2006.

“Siamo per una doverosarivalutazione del medicoe della medicina generale”

SACCONI DIXIT

Tutto il processo sin dal primo momentoè stato orientato a perseguire degliobbiettivi espliciti e strategici che posso-no essere riassunti come segue: garantire a tutti i cittadini, in condizionidi uniformità su tutto il territorio nazio-nale, l’accessibilità alle prestazioni defini-te dai livelli di assistenza;razionalizzare l’impiego delle risorse adisposizione;migliorare la qualità dell’assistenza ero-gata;porre il cittadino al centro del sistemaconsentendogli la libera scelta del luogodi cura.In questo contesto assume notevoleimportanza l’obbiettivo di incrementarela produttività del sistema ospedalierosia per il ruolo che esso esercita nella ero-gazione delle cure ai cittadini e sia per ivolumi di risorse finanziarie e tecnologi-che che esso impiega, migliorando i livel-li di efficienza e qualità.

Tutti i tentativi di razionalizzazione delServizio Sanitario hanno finito inevitabil-mente con l’imbattersi nell’annosa, e mairisolta, questione del rapporto tra pubbli-co e privato.La contemporanea presenza di questedue componenti costituisce ormai un ele-mento che caratterizza il sistema, tantoda non potersi immaginare una sanitàcompletamente pubblica, né una sanitàaffidata interamente al privato.Quindi non vi è alcun dubbio che la reteospedaliera del S.S.N. trova il suo equili-brio in queste due componenti, e che larete ospedaliera privata sia chiamata asvolgere una funzione di reale integrazio-ne con quella pubblica.In realtà ancora oggi vi sono una serie diincongruenze e di problemi che impedi-scono una corretta integrazione tra sanitàpubblica e sanità privata, perché lenorme vengano applicate in maniera dif-ferente e distorta nei due settori, soprat-

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tuttoper quanto riguarda

la sfera professionale medica, cheattiene in particolare alla nostra discus-sione.Come già detto, le attuali norme costitu-zionali e legislative consentono ai cittadi-ni del Servizio Sanitario Nazionale diesercitare il diritto di scelta del luogo dicura, mentre le strutture sanitarie pubbli-che e private prescelte hanno l’obbligo dioffrire una prestazione di livello qualita-tivo “uniforme sul territorio nazionaleper omogeneità di risorse”. Il controllo di qualità sulla prestazioneerogata rappresenta il cardine della valu-tazione standard assistenziale, mentre laremunerazione a tariffa predeterminatadella prestazione erogata secondo il crite-

rio dei “drg” è l’elemento amministrativocentrale della riforma.Da questa premessa, che nasce dall’anali-si delle norme vigenti, non possono chescaturire alcune considerazioni:le strutture accreditate pubbliche e priva-te, per erogare analoghe prestazioni conuguali standard qualitativi, devono pos-sedere risorse analoghe sul piano tecno-logico, strutturale ed organizzativo;sul piano organizzativo, particolare

attenzione dovrebbe essere posta allerisorse umane e, nello specifico, al perso-nale medico sia dal punto di vista dellaspecificità professionale che della dota-zione organica predeterminata, almenoin rapporto ai livelli minimi assistenziali;il personale medico in organico nellestrutture pubbliche e private deve avereun unico rapporto di lavoro nell’ambitodel Sistema Sanitario Nazionale, possibil-mente con investimento professionale nel

REPORTAGE SU FIUGGI

FAX URGENTEChiesto un incontro con il sottosegretario Fazio

Chiar.mo Prof. Ferruccio FazioSottosegretario di Stato al Lavoro, Salute e Politiche Sociali,

A nome del Consiglio Direttivo Nazionale e dell’interaConfederazione, da me rappresentata, Le esprimo le più vive congratulazioniper l’alto incarico al quale è stato chiamato, in un momento di particolare deli-catezza per la Sanità nel nostro Paese.

Nel manifestare tutta la nostra disponibilità a collaborare con il SuoDicastero, sono a chiederle un incontro con la finalità di porre alla Sua atten-zione alcune problematiche peculiari del settore dell’Ospedalità Privata accre-ditata e dei medici che in essa operano.

Certo dell’attenzione che vorrà accordarci, colgo l’occasione per invia-re cordiali saluti

Roma 6.06.2008Il Segretario Nazionale

Dr. Fausto Campanozzi

Nella pagina di sinistra (in alto), ilministro Sacconi durante il suo inter-vento; in basso Eolo Parodi, presiden-te Enpam.A destra in basso, tra i partecipanti:Carlo Lusenti (Anao)terzo da sinistra.A seguire: Giuseppe Garraffo (CislMedici) e Stefano Biasioli (Cimo), ulti-mo a destra.

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REPORTAGE SU FIUGGI

Fausto Campanozzi (Cimop) con l’exministro della sanita’ Elio Guzzanti,autore di un brillante intervento cheha riscosso un lungo e appassionanteapplauso dalla platea di Fiuggi.

Amedeo Bianco, presidente naziona-le dell’Ordine dei Medici, in una fasedella manifestazione con una dele-gata.Nella pagina di destra, da sinistra, idelegati Cimop al congresso diFiuggi: Antonio Occhioni (Toscana),Saverio Carabellese (Puglia),Giuseppe Bongiovanni (Toscana),Nicola Rossini (Puglia).

lavoro a tempo pieno, comunque regola-mentato da Contratti Collettivi Nazionalidi Lavoro;la parte Istituzionale dovrebbe richiedereal medico che opera nell’OspedalitàPrivata accreditata dei requisiti di ido-neità e riconoscerne lo stato giuridico conprevisione di percorsi di carriera interna,valutazione degli anni di anzianità lavo-rativa nel comparto al fine della parteci-pazione ai concorsi pubblici ospedalieri;è inaccettabile che ancora oggi le normedi legge ignorino completamente la con-dizione medica nell’Ospedalità Privataaccreditata, dove vige una molteplicità ditipologie nei rapporti di lavoro: dipendenza, normalmente in regime ditempo orario definito o part-time, rele-gando il tempo pieno non ad una scelta

professionale ma ad una mera concessio-ne della proprietà;prevalente ricorso a rapporti di lavorocosiddetti libero-professionali masche-ranti, di fatto, rapporti di para-subordi-nazione, con remunerazioni professionaliper lo più di tipo “forfettario”, moltospesso al di sotto delle tariffe contrattualie deontologiche; figura del medico di guardia, definitoanche “medico ad hoc”, sicuramente incontrasto con il concetto di continuità

terapeutica e assistenziale.Le stime del settore confermano la pre-senza di circa 7000 medici a rapporto didipendenza, a fronte di circa 9000 a rap-porto cosiddetto libero-professionale,senza tutele e garanzie per il futuro, con-figurando da un canto una realtà di pre-cariato medico di enorme dimensione,ma anche un sistema che attraverso unrapporto di lavoro non regolamentato,quale è quello libero professionale, sfug-ge a qualsiasi controllo.

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REPORTAGE SU FIUGGI

LE DICHIARAZIONI DI CONSENSO

Medici sempre più piccoliin una sanità elefantiacaE’ora di voltar pagina

Le seguenti Dichiarazioni di Consenso che concludono ilavori della 1° Conferenza Nazionale della Professione Medica,intendono proporre soluzioni ad alcune criticità del nostro sistemasanitario, riconfermando l’impegno dei medici italiani nel miglio-ramento continuo della efficacia e qualità e sicurezza dei servizi resiai cittadini. Rappresentano altresì la prima fase di un progetto dipolitica professionale che si propone di dare risposte forti e concretenon solo ai medici che manifestano segni, sempre più diffusi eprofondi, di disagio professionale e disaffezione verso le istituzionisanitarie, ma anche ai cittadini che lanciano preoccupanti segnali disfiducia verso la sanità pubblica e privata ed i suoi professionisti.

Vogliamo contrastare questi fenomeni che parados-salmente accompagnano i grandi successi della medicina edella sanità, in quanto capaci di determinare un inarrestabi-le declino civile e sociale della nostra professione, relegan-dola ai margini di un sistema salute nel quale diventa piùfacile confondere i bisogni veri con i desideri impossibili, l’uso appropriato con il consumo delle risorse definite, i dirit-ti autentici con le false libertà, la tutela della salute con iltrionfo del consumismo salutista.

Il paradosso di un medico sempre più piccolo in quan-to confinato al rango di anonimo ed eterodiretto prestatored’opera in una medicina ed una sanità sempre più grandi ecomplesse, è superabile solo attraverso una più attualeed incisiva rinegoziazione con i cittadini e con le istitu-zioni di nuovi ruoli e compiti .

Proponiamo un nuovo patto, una nuova alleanza, tecni-ca, civile e sociale fondata sul riconoscimento di una com-piuta autonomia professionale, quale condizione permissivaper un’assunzione piena di nuove responsabilità, per restitui-re dignità all’impegno professionale, per ridare slancio allasolidarietà ed equità per quei diversi e quei diseguali che losviluppo economico e sociale immancabilmente produce edimentica, per irrobustire la fiducia dei professionisti e deicittadini nelle istituzioni democratiche e nei valori costitu-

zionali che esse custodiscono.Ci riconosciamo nel comune disegno di una

Professione Medica vicina alle Istituzioni , a supporto dei lorocompiti di tutela della salute e prossima ai cittadini soprat-tutto dove e quando sono oltraggiati da disinformazione, dasilenzi omissivi, da incapacità amministrative, da colpevolied inescusabili negligenze ed imperizie tecnico-.professiona-li e colpiti nei loro diritti fondamentali da una devastazionedei territori, degli ambienti di vita e di lavoro.

Questa prossimità ai cittadini, ai loro bisogni, alle loroinquietudini è oggi più che mai indispensabile per darerisposte chiare ed equilibrate, ai dubbi. e alle incertezze tec-niche, civili, etiche che il travolgente sviluppo della medicinainevitabilmente propone soprattutto sulle questioni bioetichedi inizio e fine vita che il nostro Codice di Deontologiaricompone in una matrice comune di doveri, rispettosi ditutti i valori etici in campo.

Vogliamo migliorare il presente e costruire il futurodella professione tutelando i nostri giovani, garantendonel’ottimale formazione di base e specialistica, favorendo il loroingresso nella professione, assicurando la libertà ed indipen-denza dell’ esercizio professionale, proteggendo lo sviluppodelle conoscenze e delle competenze in medicina con fontiautorevoli e libere da conflitti di interesse.

Riteniamo che il futuro sempre più donna della nostraprofessione debba essere sempre più ricco di opportunitàinclusive sul piano della formazione ed aggiornamento,dell’ organizzazione dei servizi, del pieno riconoscimento deimeriti e delle competenze nello sviluppo delle carriere, perpromuovere in altre parole le nuove opportunità di vita e dilavoro oltre le pari opportunità.

Vogliamo contribuire a rendere il sistema sanitario affi-dabile per i cittadini e a vincere la sfida della sua sostenibi-lità economica assumendoci la responsabilità civile e tecnico

E’ opportuno che l’accreditamento defi-nitivo delle strutture sanitarie, ormai indirittura d’arrivo, non avalli le sperequa-zioni ancora esistenti tra i due settori delsistema ospedaliero, ma li renda quantopiù omogenei possibile, soprattutto nel-l’interesse dei cittadini utenti che si rivol-gono al Servizio Sanitario Nazionale conrichieste di salute.Non può essere tollerato un modello diaccreditamento che chiuda un occhio sul

privato all’insegna della riduzione deicosti di gestione, passando attraverso lapenalizzazione professionale degli opera-tori. Crediamo che vada combattuta condecisione, con l’Ordine dei Medici inprima fila, una battaglia di contrasto alprecariato medico che sta assumendodimensioni allarmanti non solo nel priva-to, ma anche nel pubblico.Riteniamo che di questo problema debba-no farsi carico le istituzioni e la politica,

anche prevedendo tra i criteri di accredi-tamento istituzionale, uguali per le strut-ture pubbliche e quelle private, l’assenzao la marginale presenza di precariatomedico affinché i medici abbiano la pos-sibilità di lavorare in tutta sicurezza, eche le strutture dove si lavora siano certi-ficate in maniera analoga non soltantosotto il profilo strutturale, ma anche esoprattutto sul piano dell’organizzazionedel lavoro.

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REPORTAGE SU FIUGGI

EQUITÀ E SOLIDARIETÀ

“Una Grande Opera per avvicinare Nord e Sud della sanità”professionale dell’uso appropriato delle risorse disponibili.

Intendiamo custodire e rinnovare anche all’internodella professione il prezioso valore della solidarietà , nellamoderna accezione di sussidiarietà, irrobustendo il ruolodelle Fondazioni autonome Prevido-Assistenziali, ENPAMed ONAOSI, preposte ad un sistema compiuto di tutele postlavorative e di presa in carico delle fragilità dei professionistie delle loro famiglie, anche quando intervenute durante lafase lavorativa.

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PER UN BUON SERVIZIO

SANITARIO, UNITARIO, EQUO, SOLIDALEE DI QUALITÀ.

Siamo convinti che la tutela della salu-te, garantita da un SSN universale esolidale, equo ed accessibile rappresentiuna delle più forti espressioni dell’iden-tità civile e morale di una comunità eduno strumento formidabile di coesione trastrati sociali, generazioni e culture, disviluppo dei diritti e delle libertà dei singoli e delle colletti-vità.

Chiediamo quindi scelte politiche autorevoli e rigoroseper riagganciare ad una sanità moderna, efficace ed accessi-bile, quelle parti del paese, prevalentemente il nostro sud ele nostre isole, oggi ancora segnate da storiche disuguaglian-ze sociali ed economiche

Proponiamo una “ grande opera “ per la sanità dellearee svantaggiate del nostro paese e cioè interventi in struttu-re ed infrastrutture ospedaliere e territoriali, in tecnologiesanitarie e della comunicazione, in reti di servizi sanitari esocio-sanitari che valorizzino la continuità, l’umanizzazionee la domiciliarità delle cure .

Riteniamo che ogni progetto di Federalismo Fiscaledebba misurarsi con tali differenze non solo adottandomisure efficaci di perequazione delle capacità fiscali ( fede-ralismo equo e solidale ) ma anche intervenendo con rigore efermezza sulle profonde diversità nei livelli di efficienza etrasparenza nell’uso delle risorse, dando così risposte concre-te, nel segno dell’unitarietà, solidarietà ed equa accessibilitàal diritto costituzionale alla tutela della salute.

E’ necessario ricondurre la mobilità sanitaria neilimiti fisiologici di attrazione della domanda determinata daipoli multispecialistici ad alta qualificazione professionale,tecnologica formativa e di ricerca nell’ambito di modellicooperativi e partecipativi, evitando logiche di mera con-correnza sulla stessa domanda e sulle stesse risorse, dimo-stratesi inefficienti nell’ambito di sistemi sanitari pubblici afinanziamento definito .

Va invece riassorbita attraverso il potenziamentoquali-quantitativo dell’offerta quella quota non indifferente

di mobilità sanitaria che origina da una offerta insufficientedi servizi affidabili per un profilo di domanda standard.

Riteniamo che le liste d’attesa, spesso erroneamenteassunte come indicatori dell’inefficienza produttiva deisistemi sanitari pubblici, vadano governate evitando rispo-ste fondate prevalentemente sul potenziamento dell’offertadi prestazioni privilegiando invece la pratica della appropria-tezza, coniugando cioè, ad ogni livello di responsabilità ,

domanda/ risposta/ bisogni . Una sanità moderna deve altresì

fare spazio nelle risorse dedicate, nellacultura del sistema e nei servizi resi all’educazione alla salute, all’attenzione aglistili di vita, alla tutela dei luoghi e degliambienti di vita e di lavoro quali nuovideterminanti della salute del singolo edella collettività.

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PER UNA BUONA POLITICA IN

SANITÀ CHE RISPETTIL’AUTONOMIA DELLA GESTIONE E DEI

PROFESSIONISTI

E’ necessario ed indifferibile ridefinire nel governo dellasanità i rapporti tra i ruoli e compiti della politica , quellidella gestione e quelli delle professioni affinché siano ine-quivocabilmente separati e distinti ma fortemente sinergicisugli obiettivi da conseguire.

Va innanzitutto ridefinito e riconosciuto più spazio e piùpeso ai governi dei territori ( municipalità, comuni, consorzidi comuni) nella programmazione e valutazione degli obiet-tivi e dei risultati di salute conseguiti nelle comunità.

Proponiamo di modificare le modalità di scelta delDirettore Generale delle Aziende sanitarie, dando evidenzapubblica ai termini, alle procedure di selezione e ai curricu-la dei candidati, affidando ad una Commissione tecnica,autorevole e terza, la valutazione dei profili di competenzein riferimento a quelli ritenuti necessari al ruolo specifico daricoprire, che indica al decisore una rosa ristretta.

Nelle procedure pubbliche di attribuzione degli incari-chi di direzione delle strutture complesse, la totale discrezio-nalità di scelta del DG, oggi vigente va commisurata e resacompatibile con il riconoscimento del merito e delle capacitàtecnico-professionali prevedendo una selezione sul profi-lo delle competenze , correlate alle caratteristiche dell’inca-rico da attribuire, operata da una Commissione di pari, auto-revole e terza, che individua una rosa ristretta di candidati,con la quale si confronta ed integra la discrezionalità, moti-vata e ponderata del D.G.

Parimenti l’individuazione del Direttore diDipartimento dovrà essere una scelta motivata del DG effet-tuata all’interno di una rosa ristretta di candidati proposta dal

Lusenti, Biasioli e Campanozzi

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REPORTAGE SU FIUGGI

Comitato di Dipartimento.Proponiamo che il Collegio di Direzione assuma il ruolo

di “ Organo dell’azienda “ con precise attribuzioni diresponsabilità in materia di progettazione e valutazionedelle attività tecnico sanitarie e di quelle sociali ad alta inte-grazione sanitaria.

Riteniamo che queste correttivi siano la premessa indi-spensabile affinché possa svilupparsi nei servizi aziendaliuna rete diffusa di autonomie e responsabilità, capace di pro-durre ad ogni livello del sistema sintesi e sinergie di compe-tenze e valori comuni, in altre parole l’ humus dellaGovernance clinica.

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PER UNA BUONA QUALITÀ PROFESSIONALE E DEI

SERVIZI DI TUTELA DELLA SALUTE

I “ fondamentali “ di un professionista di qualità si costrui-scono nel lungo iter formativo pre e post laurea, competenzaesclusiva dell’Università con la quale riteniamo necessarioproseguire in una incisiva collaborazione per avvicinaresempre più e sempre meglio la formazione alle innovazionied alla complessità del moderno esercizio professionale.

Riteniamo necessario mantenere la programmazionedegli accessi allaFacoltà di Medicina,migliorandone i cri-teri di selezione, alfine di commisuraree modulare l’offertaquantitativa dimedici ad unadomanda che origi-na da sistemi orga-nizzativi e tecnicoprofessionali , siaospedalieri che terri-toriali, in rapidocambiamento, portando correttivi all’ anomalia italiana diuna pletora medica, prestando però particolare attenzionealla necessità di programmare le tipologie di specialisti daformare, in ragione dei bisogni emergenti.

Tale complessità richiede una revisione delle attua-li procedure di programmazione di laureati e specialisti , chetroppo spesso si traducono in contrattazioni tra soggetti (Regioni-Ministero Salute-Università-FNOMCeO ) che espri-mono esigenze diverse ma che devono convergere nei confi-ni oggettivi di un sistema formativo che , nonostante pre-gevoli sforzi, resta poco flessibile.

L’Esame di Stato, abilitante all’esercizio della pro-fessione , ancorché recentemente modificato, presenta illimite di operare in una sorta di parziale conflitto di interes-si, prevedendo ancora il diretto coinvolgimento delle Facoltà

di Medicina nel compito di valutare e certificare che illoro prodotto formativo ( i laureati in Medicina e Chirurgia)possa esercitare la professione medica .

Nel merito vanno superati gli ostacoli verso unmodello formativo che efficacemente coniughi il “ sapere” al“ saper esser e saper fare”; l’imparare facendo deve assume-re più peso nei curricula formativi dei medici così comevanno rapidamente estese le iniziative di inserire in questi lenuove scienze umane ( la comunicazione, la deontologia, l’e-tica, l’antropologia, il management ) quali elementi costitu-tivi il moderno esercizio della professione medica.

La formazione specialistica è il paradigma di que-sto modello formativo al di sotto delle sue potenzialità: l’uti-lizzo delle reti formative regionali con l’affiancamento pienodei professionisti del SSN nel ruolo di docenza e tutoraggio el’offerta delle attività preventive ed assistenziali quale enor-me laboratorio del saper fare e saper essere restano infattiprevisioni legislative a tutt’oggi largamente disattese.

Riteniamo dunque che la formazione specialistica,fermo restando gli obblighi di apprendimento teorico, possae debba completarsi con un inserimento pieno e protetto datutors nelle attività di prevenzione, diagnosi e cura delle retiformative regionali .

Crediamo che la medicina generale si ponga comeuna disciplina specifica, caratterizzata da una metodologiaed un campo di ricerca clinica proprio da trasmettere attra-verso forme e contenuti di apprendimento altrettanto pecu-liari e sostanzialmente assenti nel tradizionale insegnamentouniversitario e che sia dunque necessario formalizzare unavera e propria “Scuola di Medicina Generale“, da svilupparein piena autonomia all’interno della categoria stessa, in mododa garantire una vera formazione sul campo.

Il rischio di un impoverimento professionale e socialeè altresì correlato alla effettiva capacità di incidere sui proces-si di produzione, trasmissione, sviluppo e valutazione delleconoscenze e competenze innovative e del loro trasferimen-to nella pratica clinico assistenziale chiamando in causa oltreche l’Università, anche gli Istituti di Ricerca e Cura pubblici eprivati , le stesse Aziende Sanitarie, il ruolo moderno delleSocietà Medico Scientifiche.

Riteniamo necessario definire un sistema diAccreditamento “Istituzionale “delle Società Scientifiche daporre in capo ad un soggetto terzo, autorevole, fortementerappresentativo delle istituzioni sanitarie di riferimento e,sulla base delle indicazioni già poste dalla FederazioneNazionale delle Società Medico Scientifiche ( FISM ), fondatesul possesso di requisiti di rappresentatività per aree specia-listiche, organizzativi, gestionali, di trasparenza sui conflittidi ‘interesse e di competenze tecnico-scientifiche posseduteed esercitate.

L’Accreditamento Istituzionale legittima il coinvolgi-mento a tutti i livelli in attività di consulenza e supporto tec-nico-scientifico alle istituzioni sanitarie pubbliche e privatein materia di progettazione , produzione e valutazione dei

QUALITÀ NELLA PROFESSIONE

“Più sinergia con l’Università per migliorare nei fondamentali”

Campanozzi e G. Milillo (Fimmg)

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REPORTAGE SU FIUGGI

PREVENZIONE DEL RISCHIO CLINICO

“Un osservatorio nazionale sugli episodi di malasanità”servizi per la salute e nelle politiche di HTA ed a collaborarealla costituzione ed al buon funzionamento di un sistemaefficace di produzione-diffusione-valutazione delle linee-guida, oggi debole ed inadeguato.

Consideriamo opportuna l’individuazione di unaistituzione Nazionale preposta all’accreditamento dellelinee guida e alla loro diffusione e valutazione d’impatto chedeve caratterizzarsi per una forte terzietà nei confrontidelle amministrazioni sanitarieresponsabili, assumendo un ruolo digaranzia tecnica dei cittadini nelvalutare le prove di efficacia e l’eco-nomicità degli interventi sanitari.

L’Accreditamento “Formativo“, quale provider di formazioneECM , fa invece riferimento ai criterie procedure allo scopo previstedalla Commissione Nazionale ECM,anche relativamente agli accredita-menti regionali ed è finalizzato agarantire quella vasta offerta for-mativa specialistica che caratterizzalo sviluppo dei saperi e delle com-petenze della moderna medicina.

Intendiamo adoperarci per l’adozione di un sistemaautogovernato, efficace ed affidabile di promozione e valuta-zione della Qualità Professionale orientato verso il modellodello Sviluppo Continuo Professionale configurando indi-catori e standards di conoscenze e competenze; in altreparole quei portfoli di attività di formazione ( ECM), diaggiornamento, di prevenzione, clinico assistenziali, di inse-gnamento, di ricerca, ai quali, dopo una verifica e valutazio-ne positiva, far corrispondere livelli crescenti di accredita-mento professionale.

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PER UNA BUONA PREVENZIONE E GESTIONE DEL

RISCHIO CLINICO

Riteniamo urgente dare piena attuazione all’Intesa raggiun-ta nella Conferenza Permanente Stato-Regioni del marzoscorso in materia di prevenzione e gestione del rischio clinicoin ragione dei suoi devastanti riflessi sui comportamentiprofessionali, sempre più prigionieri di atteggiamenti difen-sivistici che gravano il sistema sanitario di inutili costi eco-nomici e sociali. * Vanno individuati ed attivati in ogni struttura sanitaria

funzioni dedicate alla prevenzione e gestione del rischio cli-nico, favorendo lo sviluppo di una cultura basata sulla colla-borazione di più competenze e della valutazione dell’errore (incident reporting confidenziali, mappe del rischio, etc )come strumento per migliorare la qualità dei professionisti edelle organizzazioni ;

* Va reso operativo l’obbligo in capo a tutte le strutture sani-tarie e sociosanitarie , pubbliche, private accreditate e privateautorizzate della copertura economica del risarcimento daresponsabilità professionale per tutti i professionisti,dipendenti e convenzionati, e per tutte le attività svolte inconto e per conto delle strutture stesse; per i liberi professio-nisti l’obbligo è in capo agli stessi con previsione di agevo-lazioni fiscali.

* E’ necessario sviluppare e consoli-dare gli strumenti e le procedure dirisarcimento mediante risoluzionestragiudiziale dei contenziosi scorag-giando il ricorso inappropriato ai pro-cedimenti civili e penali, affidandoagli ordini professionali un ruolo digaranzia tecnico professionale nell’in-dividuazione degli esperti terzi,all’uopo selezionati e indicati in appo-siti registri sulla base delle esperienzee delle competenze dimostrate e docu-mentate* Vanno sperimentati sistemi diriconoscimento, quantificazione eliquidazione di tipologie di danno

mediante indennizzi che non necessitano della dimostrazionedi un profilo di colpa professionale ma di un nesso di causa-lità dimostrato tra prestazione sanitaria effettuata e danno (sistemi no-fault )* Fermo restando il diritto dei cittadini ad un giusto ricono-scimento per un danno ingiusto, proponiamo l’ introduzionedi alcune innovazioni nelle disposizioni giuridiche inmateria di responsabilità professionale in ambito civilisticoe di colpa medica in ambito penale anche in riferimento aduna più efficace definizione degli ambiti di azione del con-senso informato,* Riteniamo indispensabile l’ individuazione ed attivazionedi un Osservatorio Nazionale, avente il compito di raccoglie-re tutti i dati regionali sul fenomeno malpractice.

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PER UNA BUONA INTEGRAZIONE DELLE COMPETENZEPROFESSIONALI, DELLE ISTITUZIONI E DEI SERVIZI

Vogliamo superare alcune consolidate antinomie di sotto-sistemi che, nel corso degli anni si sono sviluppate nelnostro SSN secondo direttrici autonome, autoreferenziali,spesso dichiaratamente conflittuali e concorrenti sulle risorse,con l’obiettivo non solo di migliorare l’efficienza, l’efficaciadei processi e degli esiti ma anche di costruire un comunesenso di appartenenza e promuovere una condivisa assunzio-ne di responsabilità che metta al centro le sorti del nostrosistema sanitario ed il patrimonio di valori che esso custodi-sce.

Campanozzi e Bianco (Fnomceo)

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REPORTAGE SU FIUGGI

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STATO- REGIONI

Va attuato e potenziato in questa sanità federale, il ruolomoderno dello Stato nel regolare e tutelare l’accesso alle pre-stazioni garantite perchè appare insufficiente limitarsi allasola individuazione dei L.E.A. che rischiano di diventareun mero elenco di prestazioni più o meno disponibili ai cit-tadini senza una contestuale definizione dei LivelliEssenziali di qualità , appropriatezza ed efficacia delle presta-zioni, di organizzazione ,di sicurezza delle strutture e delletecnologie, di formazione e aggiornamento dei professionisti, di monitoraggio e valutazione degli obiettivi di salute, diefficienza nelle procedure di spesa e di utilizzo delle risorseumane.

Riteniamo quindi opportuna una ridefinizione norma-tiva nazionale delle funzioni di valutazione delle attivitàsanitarie e sociosanitarie oggi eccessivamente parcellizzate inpiù soggetti e procedure che perseguono obiettivi diversi, perricondurle invece ad una compiuta funzione di monitoraggioe valutazione dei processi e degli esiti degli interventi sanita-ri secondo indicatori comuni ed appropriati alle tipologie diprestazioni.

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MEDICI E PROFESSIONI SANITARIE

Vanno riconsiderati i principi che a partire dalla legge502/92, hanno prodotto fino ad oggi 22 diversi profili sani-tari in parte storici, in parte nuovi, stanno evidenziandopreoccupanti difficoltà nel regolare un sovrapporsi, spessocaotico, di competenze riservate, di autonomie e responsabi-lità a cui va aggiunta la manifesta incapacità di contenerele spinte a nuove professioni.

Non ci sfugge lo straordinario valore dello sviluppodelle conoscenze e delle competenze in atto in ambito sanita-rio ma tali cambiamenti hanno bisogno di una nuova cor-nice giuridica che si esprima sulle seguenti questioni.* Una definizione condivisa di atti e procedure medicheche ne tracci le potestà e i limiti al fine di meglio definire lepotestà ed i limiti degli atti e delle procedure da riservaread altre professioni sanitarie e figure tecniche di supportoprevedendo altresì una nuova tassonomia giuridica delleprofessioni e dei relativi profili da correlare ai percorsi forma-tivi. * Prendere atto che il processo di sviluppo di nuove compe-tenze settoriali e di supporto nel campo della prevenzione,diagnosi, cura e riabilitazione non può più tradursi nell’indi-viduazione di ulteriori “professioni” sanitarie, recuperan-do e valorizzando invece la funzione formativa delle struttu-re e dei professionisti del Servizio Sanitario Nazionale ricono-sciuta ed accreditata sulla base di requisiti e criteri validi eunici su tutto il territorio nazionale, ed abilitate a rilasciaretitoli;

* Prevedere l’accesso delle professioni sanitarie alla dirigen-za del SSN esclusivamente e limitatamente a ruoli e funzionicoerenti con il biennio specialistico (3 + 2) previsto solo perle attività di formazione e organizzazione, su posizioni daindividuarsi su scala aziendale.* Prevedere che l’autonomia e la responsabilità tecnico pro-fessionale ed organizzativo-gestionale del medico manten-gano un indiscusso ruolo di garanzia della continuità eunitarietà. dei processi di prevenzione, diagnosi, cura e riabi-litazione.

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ASSISTENZA, FORMAZIONE E RICERCA

Crediamo necessario migliorare lo schema di rapporti isti-tuzionali tra Servizi Sanitari Regionali e Facoltà di Medicina,oggi più contrattuale che cooperativo, nello spirito e nella let-tera del DLgs n°517/99.

L’azienda integrata disegnata in quella legge devedunque compiutamente realizzarsi per superare incertezzeapplicative che sono spesso fonte di opportunismi, di con-correnza tra professionisti che si contendono spazi di assi-stenza e di carriera, di bassa efficienza ed efficacia dei percor-si formativi. .

Va altresì irrobustita e meglio qualificata nelle partitefinanziarie, la spesa pubblica in ricerca biomedica attraversol’individuazione di una specifica Agenzia, autorevole, terza,affidabile verso la committenza ed i provider di ricerca, chesappia mettere in rete tutti i soggetti pubblici, compreso ilSSN e i privati coinvolti attraendo in tali contesti, risorseprivate “ libere “ da conflitti di interesse, oggi indispensabi-li allo sviluppo della ricerca.

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OSPEDALE E TERRITORIO

Pensiamo ad una sinergia di progetti di cura e di modelliorganizzativi dei servizi al cui centro devono restare i bisognidel paziente, in un processo di assunzione e dismissionearmonica e condivisa di responsabilità, di funzioni e compiti

RAPPORTO STATO-REGIONI

“Una riforma sanitaria che accorpi le competenze”

Luca Putignano, Fausto Campanozzi, Giuseppe Musolino

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REPORTAGE SU FIUGGI

PUBBLICO E PRIVATO ACCREDITATO“Deve essere garantita la libera scelta del luogo di cura”che non abbandoni nessuno in unaterra di nessuno.

L’Ospedale si deve caratterizzaresempre più quale luogo di terapie com-plesse per pazienti acuti, ricco di pro-fessionalità sofisticate e moderne tecno-logie, che vede nel prossimo futuro l’or-ganizzazione dei servizi secondomodelli dipartimentali articolati in fun-zioni per intensità di cura e lo svilup-po di ospedali pubblici e privati in retiintegrate regionali.

Tali modelli spostano l’attenzionedalla singola prestazione all’intero per-corso assistenziale con l’obiettivo chequesto si svolga in modo unitario e ciòrisulta utile per:· garantire la continuità assistenzialeospedale/ospedale e ospedale/territo-rio,· evitare inefficaci ed inefficienti duplicazioni di servizi,· ricomporre due esigenze: la razionalizzazione dei servizi el’accessibilità agli stessi.

E’ necessario investire risorse sul territorio per pro-muovere e sostenere quei modelli organizzativi che megliogarantiscono continuità assistenziale, pratiche assistenzialipluriprofessionali e pluridisciplinari ed un sistema di conti-nua reciproca comunicazione usufruendo delle nuove tecno-logie, implementando gli strumenti di sinergia, quali il pianodi dimissione, la partecipazione dei MMG e PLS e SpecialistiConvenzionati ai Collegi di Direzione, agli incontri di dipar-timento e di audit clinico, nell’ambito di norme contrattualie convenzionali tra loro coordinate e coerenti sugli obiettivicomuni.

Le attività di prevenzione, diagnosi, follow-up e le tera-pie che non necessitano di ricovero devono essere effettuatesul territorio ed in vicinanza con la aree residenziali deipazienti, utilizzando anche , in modo integrato, le grandi pro-fessionalità espresse dal mondo ospedaliero.

In definitiva il moderno processo assistenziale richiedeuna presa in carico globale del paziente, attraverso una forteintegrazione tra risorse territoriali ed ospedaliere: sviluppodelle cure primarie e dell’integrazioni socio sanitarie a livellodistrettuale, assistenza domiciliare integrata, ricoveri ospe-dalieri limitati alle fasi critiche e di instabilità clinica, svilup-po di modelli low-care, day–hospital, ambulatori dedicati peril follow-up .

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PUBBLICO E PRIVATO ACCREDITATO

Siamo convinti che tutto il processo di integrazione pubbli-co-privato debba essere fortemente orientato a perseguire i

seguenti obbiettivi strategici* l’accessibilità alle prestazioni definitedai livelli di assistenza consentendo lalibera scelta del luogo di cura* la razionalizzazione dell’impiego delle

risorse a disposizione;* il miglioramento della qualità dell’as-

sistenza erogata;La questione centrale è rappre-

sentata dalla individuazione di un rigo-roso sistema di regolazione dei rapporti eda una piena condivisione degli obiet-tivi propri dei SSR da realizzarsi attra-verso l’utilizzo di un appropriato edefficace sistema di AccreditamentoIstituzionale e di Accordi Contrattuali,cui aggiungere continue ed articolate atti-vità di valutazione dei processi e degliesiti delle prestazioni erogate.

Riteniamo che le strutture accreditate pubbliche e pri-vate, per erogare analoghe prestazioni con uguali standardqualitativi, debbano possedere risorse analoghe sul piano tec-nologico, strutturale, organizzativo e professionale e comuniindicatori di valutazione.- Crediamo che nei criteri di accreditamento e nella defini-zione dei volumi prestazionali vada posta particolare atten-zione alle risorse umane e, nello specifico, al personalemedico in riferimento alle qualificazioni professionali e alladotazione organica predeterminata.- Riteniamo che tra i requisiti di accreditamento debba esse-re previsto che il personale, quello medico in particolare, inorganico nelle strutture pubbliche e private debba avere ununico rapporto di lavoro nell’ambito del Sistema SanitarioNazionale, regolamentato da Contratti Collettivi Nazionalidi Lavoro, vietando rapporti contrattuali prevalentementefondati su incentivi economici a prestazione.

Crediamo dunque che vada decisamente combattuta evinta una battaglia di contrasto al precariato professionale ingenere e medico in particolare che ha assunto dimensioniallarmanti negli ultimi anni invadendo settori di attività nonmarginali dei servizi sanitari pubblici e privati accreditatiperché minaccia la qualità e la sicurezza dei servizi.

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ORDINI PROFESSIONALI, CITTADINI, ISTITUZIONI

Non ci riconosciamo in alcune rappresentazioni care aisostenitori del libero mercato perchè riteniamo che i nostriservizi professionali ed il cittadino utente interagiscono in unmercato imperfetto in ragione del persistere di forti asimme-trie informative.

Gli Ordini che vogliamo sono enti pubblici non econo-mici totalmente autofinanziati dagli iscritti agli Albi, con fun-zioni sussidiarie dello Stato, gestiti da organi direttivi agili,

Carlo Lusenti (Anao) salutal’ex sottosegretario Ignazio Marino

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REPORTAGE SU FIUGGI

eletti con procedure accessibili di voto ed in base ai principidella democrazia rappresentativa, secondo criteri di propor-zionalità e rispetto delle minoranze qualificate.

Riteniamo che i nostri Ordini debbano configurarsicome soggetti terzi di garanzia, dell’affidabilità tecnica edeontologica dei professionisti nei confronti dei cittadini;Enti autonomi e distinti rispetto ad ogni altro soggetto pro-fessionale da realizzare anche attraverso criteri condivisi dicompatibilità nelle cariche direttive.

Riteniamo che le competenze disciplinari sugli iscrittiagli albi vadano meglio definite rispetto a quelle ammini-strative, civili e penali , modernizzando le procedure secondoi principi del giusto processo e prevedendo nel meccanismosanzionatorio forme di recupero e di compensazione rispettoalle violazioni commesse.

Gli Ordini sono i custodi della Deontologia Medica,tesi a sollecitare la professione al perseguimento dei grandiprincipi fondanti l’etica medica, di beneficialità, di giustizia edi rispetto dell’autodeterminazione del cittadino, e ne sanzio-nano le violazioni.

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PER LE NUOVE OPPORTUNITÀ DI UNA PROFESSIONEMEDICA AL FEMMINILE

La presenza sempre più numerosa delle donne nella profes-sione medica può essere sostenuta da un’idea di pari oppor-tunità non come teoria di interesse esclusivo di genere, macome diritto che, se applicato, genera un tessuto sociale piùsolidale, equo e vivibile.

Far attraversare da questa consapevolezza le poli-tiche sociali e istituzionali e le pratiche della vita quotidianaè elemento chiave per l’affermazione della democrazia edella qualità del lavoro.

E’ opportuno promuovere la cultura partecipativa econsapevole di genere, graduando gli interventi per indivi-duare le discriminazione dirette e indirette e realizzare i

necessari correttivi, tenuto conto che - entro un decennio -l’aumento dell’occupazione femminile sarà elemento deter-minante per l’equilibrio economico del paese. E’ necessariovalorizzare le specificità e i contributi individuali, certi chele differenze apportano ricchezza nella alleanza e nella rela-zione terapeutica, e che l’approccio della sensibilità di generepuò orientare e favorire una rinnovata responsabilità socialeed etica.

Le buone prassi, già consolidate, diventeranno siste-ma in sanità; attiveranno azioni positive all’ingresso nellaprofessione, nella sua progressione, generando benesserelavorativo. E’ indispensabile favorire la partecipazione attivadelle donne nei luoghi decisionali in equilibrio di rappresen-tanza istituzionale, coinvolgendole concretamente nel con-fronto continuo e produttivo all’interno della professione e

con uno sguardo verso il mondo della scienza, della ricerca edella formazione universitaria .

Quanto sopra è in linea con i quattro punti strate-gici dell’Unione Europea, sui quali operare per favorirel’inserimento delle donne nel mondo del lavoro:- la segregazione orizzontale e verticale,- la differenza salariale,- la progressione di carriera,- la conciliazione tra vita lavorativa e vita privata.

Mettiamo queste Dichiarazioni di Consenso a disposi-zione dei cittadini, delle istituzioni, della politica , dei professioni-sti, pronti ad ascoltare, correggere ed integrare, nella consapevo-lezza e nell’orgoglio di assolvere ad un dovere di partecipazione edi impegno tecnico-professionale, civile ed etico, in un rapportocontinuo e coerente con la società civile, dialettico con i decisori edintransigente contro la cattiva politica la cattiva gestione e la cat-tiva pratica professionale.

PARI OPPORTUNITÀ

“Più donne medico generano un tessuto sociale più solidale”

L’ex ministro Livia Turco in due momenti del Congresso

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RIFLESSIONI

Il ruolo ed il modello organizzativoespressioni di una sanità sana sonostati oggetto di un intenso dibattito

presso la sala conferenze della ClinicaSanatrix a Napoli..Il diretto confronto propositivo dellecomponenti di un processo lavorativoche vede al centro il paziente, ma chetrova nella soddisfazione quotidiana diprofessionisti ed operatori del settore lagiusta propulsione per un’offerta qualifi-cata ed efficiente si è offerto come stru-mento di crescita di un modello “sanitàprivata” riconosciuto per la sua validità.L’incontro promosso dalla SICOP(Società Italiana di Chirurgia dell’Ospedalità Privata) Campania si è co-struito sugli interventi di qualificati rela-tori che hanno saputo misurarsi,costruendo, dai diversi punti di vista, unmodello funzionale che ottimizza le pre-stazioni a fronte di un interlocutore pub-blico che compra prestazioni dal settoreprivato-classificato con scarsa program-

mazione ed ancor meno rispetto dei cor-rispettivi economici dovuti.Una puntuale introduzione del Prof.Rodolfo Vincenti, Primario dell’Osp.Fatebenefratelli di Napoli e Presidente inComing dell’Associazione Italiana deiChirurgi Ospedalieri ha stressato il valo-re e la responsabilità dell’operato sanita-rio e la necessità del confronto scientificoe di una formazione continua. Un forte

impegno e una costante dedizione passa-no necessariamente attraverso una possi-bilità di crescita professionale e di carrie-ra che vengono offerti solo da un sistemameritocratico che possa riconoscere edincentivare le personalità, attraversoorganizzazioni locali e regionali, che for-niscono strumenti e professionalità disupporto. Tali semplici concetti, lontani dalla realtà

Insiemeper collaborazione

e produttività

SICOP - CIMOP- AIOP

C’è la necessità di un ripensamento sulla posizione contrattualeda un punto di vista carrieristico anche in confronto al pubblico

di Roberto ReaSegretario nazionale Sicop

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italiana, impongono sempre di più aglioperatori stessi di essere corresponsabilidella loro crescita e del loro futuro, attra-verso iniziative singole e societarie. Ha,espresso quindi, in conclusione, il forteimpegno della ACOI ad identificare esupportare un sistema incentivante chepremi modelli funzionanti e ne promuo-va la divulgazione.Un propositivo confronto tra il dr. Fausto

Campanozzi, segretario naziona-le della CIMOP, e il dr. VincenzoSchiavone, Presidente dell’AIOPCampania, ha portato a ricono-scere nel modello sanità privataun meccanismo premiante che siarena su regole rigide imposte daritardati pagamenti e progettua-lità regionali spesso carenti.La fluidità e incentivabilità del modellosanità privata si arena così contro con-tratti e prospettive carrieristiche ridotterispetto al pubblico, ove convivono centridi eccellenza e realtà fatiscenti.Il sistema sanitario attuale non promuo-ve lo sviluppo della migliore sanità macerca di far sopravvivere le diverse istitu-zioni per tamponare interessi diversi:tutto ciò paralizza il sistema e ne aumen-ta i rischi di produttività.Rimane frenata, in sostanza, la capacitàimprenditoriale, seppur le proiezionianche verso l’urgenza e l’alta specialitàdella sanità accreditata hanno dato dimo-strazione di efficienza e di efficacia.La necessità di un ripensamento sullaposizione contrattuale da un punto divista carrieristico anche in confronto alpubblico è stata sottolineata dal

Segretario nazionale della SICOP, dr.Roberto Rea. Il sistema sanità privata cosìrallentato nelle sue potenzialità risultameno accattivante per le più giovani pro-fessionalità. Ed, ancora, un maggiorecoinvolgimento dei centri specialisticiprivati nei percorsi di formazione,soprattutto post-laurea, arricchirebbe diesperienza e di casistica la maturazioneprofessionale degli specializzandi – neo-specialisti.Il dibattito si è arrichito del contributodei Proff. F. Rendano, F. Salzano de Luna,A. Tartaglia, Direttori Sanitari ed altriesponenti sindacali, con voci concordantisulla necessità di una maggiore conver-genza delle parti per la salvaguardia delbene comune, rappresentato da unmodello di sanità più efficiente e conmaggiore propensione alla ottimizzazio-ne dei risultati e della crescita professio-nale.

RIFLESSIONI

IL LIBRO DI ANGELO RECCHIA LUCIANI

Viaggio di lavoro dentro la Coscienza

Cos’è la coscienza? Pochi dilemmi nella storia del pensiero hannosuscitato dibattiti appassionanti come quello sulla coscienza. Fino aqualche decennio fa non erano molti gli studiosi che riconoscevano

dignità scientifica al problema della coscienza, forse a causa della sua inti-ma natura soggettiva, della scarsa attendibilità scientifica dell’introspezio-ne, della artificiosa contrapposizione tra conscio ed inconscio.Il mio amico Angelo Recchia Luciani, valente neuroradiologo, abbando-nando l’inevitabile tecnicismo della propria attività professionale, e parten-do dalla premessa che “non si possiede ciò che non si comprende”, ciaccompagna in un viaggio estremamente affascinante, ma altrettanto com-plesso, nella nostra mente attraverso la biologia della coscienza.

La Coscienza, come la biologia inventa la cultura. Maldonato, Mininni,Montuosi, Recchia Luciani. Ed. Guida, Napoli

Fausto Campanozzi

Nella pagina di sinistra, primo dadestra il segretario nazionale SicopRoberto Rea con alcuni relatori dell’in-contro napoletano. In basso il prof.Rodolfo Vincenti, presidente Acoi(Chirurghi Ospedalieri)

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RIFLESSIONI

Quando nel nostro Paese accado-no,purtroppo, casi di cosiddetta“malasanità”, i media ( giornali e

radiotelevisioni) cercano subito di “sco-prire” se tali casi riguardano l’area priva-ta e se questo accade s’impostano le soli-te “dietrologie ideologiche” dei “privile-gi” del privato rispetto al pubblico. E viadicendo…

Non si considera minimamente il fattoche quella che con un termine “politica-mente corretto” viene definita “malprac-tice” può coinvolgere sia l’area sanitariapubblica sia quella privata e che talesituazione è ascrivibile ad una serie dielementi clinici ed organizzativi di com-plessa e difficile valutazione.

Il caso drammatico e più eclatante, quel-

lo più recente, ha coinvolto una strutturaprivata di Milano,accreditata col serviziosanitario della Regione Lombardia, e sutale caso si è sviluppato un processomediatico, nel quale sono stati coinvoltimedici ed operatori non medici e sulquale è in corso una doverosa e necessa-ria inchiesta giudiziaria. Ma ha anche“fatto notizia” la circostanza che quellaera una struttura privata e quindi si sonoscatenate polemiche che non hanno nullaa che fare con i fatti di “malasanità” o di“malpractice” che sono stati rilevati.

Certamente la “malasanità” è un aspet-to deteriore e del tutto negativo dellaMedicina e delle connesse attività profes-sionali, pur dovendo considerare che ilrischio clinico è sempre in agguato e chenon sempre interventi o prestazioni sani-

tarie vengano fatte con la consapevolezzadi dover applicare , nella sua concretezza,il principio ippocratico della scienza edella coscienza. Ed è proprio su questoprincipio fondamentale della professionemedica che dev’ essere fatta chiarezzanell’interesse specifico di tutti i medici,che lavorino sia nel pubblico o nel priva-to,e nei rapporti con i pazienti, che sono idestinatari dell’attività professionale deimedici e delle strutture sanitarie. Se non

Secondoscienzae coscienza

MALASANITÀ E DINTORNI

Non sempre interventi o prestazioni sanitarievengono fatte con la consapevolezza di doverapplicare, nella sua concretezza, il principio delgiuramento di Ippocrate

di Raffaele Bernardinidirettore Notiziario Cimop

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RIFLESSIONI

si fa chiarezza sulla “scienza e sullacoscienza”, queste parole diventano unaspecie di comodo eufemismo, per celareo sottovalutare la “malpractice” di alcunioperatori sanitari, in buona o cattiva fedeche siano.

Sta di fatto che in ogni deprecabile casodi “malasanità”, la prima linea di difesadel medico accusato è quella di “trince-rarsi” col dire di avere agito “secondoscienza e coscienza”, senza che sostan-zialmente si sappia che cosa significhiuna tale affermazione. Nella interpreta-zione “formale” può significare tutto,giustificare tutto, ma anche il suo esattocontrario, quando non vi sia una inter-pretazione che precisi l’esatto significatodelle due parole e le rena concrete nellapratica professionale.

E’ noto ed è assolutamente vero che laMedicina non è una scienza esatta e che ilmedico, ogni medico, non può avere enon ha “obbligo di risultato” nei confron-ti del paziente ed inoltre non si possono

né si debbono fare distinzioni tra mediciche lavorano nel pubblico ed altri chelavorano nel privato, accreditato o menoche sia col servizio sanitario nazionale.Per tutti i medici vanno precisati i com-portamenti da seguire,oggettivamenteindividuati, le caratteristiche etiche del-l’attività professionale per fini diagnosti-ci e terapeutici, l’eliminazione di “inten-ti” di business nell’attività sanitaria, siase si opera individualmente sia se si lavo-ra in una struttura privata. A qualcunopotrebbero sembrare “banali” le nostreriflessioni, ma il ripetersi di fatti e situa-zioni di “malpractice” e di rischio cliniconon giova né alle strutture sanitarie, pub-bliche o private che siano, né ai medici,néai pazienti. E spesso diventa un meroeufemismo dire che si è agito “secondoscienza e coscienza”.

Va dunque delineata con precisione l’a-rea di confine della scienza e dellacoscienza, evitando che queste duemagnifiche parole diventino una speciedi alibi e che vengano artefatte e mescola-

te con un groviglio di interessi economicie per giustificare casi di malasanità.

Riteniamo che debba essere laFederazione nazionale degli Ordini deimedici e degli odontoiatri a fare la neces-saria chiarezza interpretativa sulla scien-za e sulla coscienza nell’attività profes-sionale e tracciarne gli esatti contenutinel rapporto medico-paziente, soprattut-to nei casi di gravi patologie e di conse-guenti e necessari interventi medico-chi-rurgici.

Il recente caso dell’ Istituto clinico SantaRita di Milano deve fare riflettere senzacommistioni strumentali nell’area delconsolidato rapporto pubblico-privatonel servizio sanitario nazionale e nellaconsapevolezza che la scienza e lacoscienza, razionalmente interpretate eprecisate, riguardano i comportamenti ditutti i professionisti medici. Per evitareche agire secondo scienza e coscienza siaun equivoco od un “comodo paravento”per giustificare carenze e “malpractice”.

INCONTRO CON I RESPONSABILI DI SEZIONE

Trasferta molisana alla Neuromed

Il 18 aprile u.s. il Segretario Nazionale Fausto Campanozzi ha incon-trato i medici della Sezione molisana della Cimop presso laNeuromed di Pozzilli (Isernia).

L'incontro sollecitato dai responsabili regionali del sindacato ha rap-presentato l'occasione per fare il punto sullo stato della trattativa dirinnovo del CCNL dei medici dipendenti, ma anche per analizzare ed

affrontare alcune questioniirrisolte legate all'organiz-zazione del lavoro all'inter-no della struttura ospitantela riunione. Il dibattito,arricchito dalla partecipa-zione di tutti i presenti, hafornito molteplici spunti diriflessione.

Nelle foto, alcuni momenti del-l’incontro di lavoro.

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