Notiziario 254 - Frati Minori di Lombardia

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Anno XXXVIII – n. 254 – Maggio 2015 NOTIZIARIO Provincia di Lombardia “S. Carlo Borromeo” dei Frati Minori

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Notiziario della Provincia dei Frati Minori di Lombardia S. Carlo Borromeo: Anno XXXVIII - n. 254 - Maggio 2015

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  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015

    NOTIZIARIO

    Provincia di Lombardia S. Carlo Borromeo dei Frati Minori

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    S.Antonio, Angelo Biancini, 1952 , ceramica smaltata, Convento S.Angelo Milano Restiamo nel refettorio di SantAngelo e dallo stesso ciclo ci soffermiamo in questo mese su SantAntonio. Il santo, ritratto di profilo, in punta di piedi circondato da una stellata che fa da contrappunto a un variegato gruppo di pesci che emerge dalle onde. Linsolito punto di vista e la fantasiosa realizzazione del mare e dei suoi silenziosi abitanti capace di rinnovare la tradizionale iconografia del miracolo della predica ai pesci conferendo una nota di modernit.

    Fr. Carlo Cavallari

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    Indice

    Capitolo genarale OFM 4 Assisi 10 maggio 7 giugno 2015

    Elezione Ministro generale 5 Elezione Vicario generale 6 Elezione Definitorio generale 7 Udienza da Papa Francesco 11 Solennit di Pentecoste Omelia del Ministro generale 14 Expo Messaggio di Papa Francesco 19 1 maggio 2015 Dal Definitorio 21 Peschiera del Garda - 6 maggio 2015

    Testimonianze di Vita Fraterna 23 Fr. Floriano Scodeggio 23

    Suor Maria Ermanna Ghezi 26 Una vocazione che viene da lontano 28

    FilmiAmo 30 Mia madre

    Notizie di Casa 33

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    FR. MICHAEL PERRY OFM RIELETTO MINISTRO GENERALE

    Fr. Michael Anthony Perry, OFM, nato il 7 giugno 1954 a Indianapolis (Indiana, Stati Uniti dAmerica), nella diocesi di Indianapolis, da James Richard e da Agnes J. Coffey, entrambi di origini irlandesi. Nel 1976 intraprende il cammino di Postulato nella Provincia del Sacratissimo Cuore di Ges, negli Stati Uniti (St. Louis). Il 25 giugno 1977, vestito labito francescano, inizia il noviziato, al termine del quale emette la Professione temporanea dei voti il giorno della Festa di Santa Chiara di Assisi, l11 agosto 1978. Dopo aver emesso la Professione solenne il 10 ottobre 1981, viene ordinato sacerdote il 2 giugno 1984.

    Il suo curriculum accademico formato da due Bachelor of Arts in storia e filosofia, un Master Divinity in formazione sacerdotale, un Master in missiologia e il Dottorato in antropologia religiosa, conseguito presso lUniversit di Birmingham nel Regno Unito.

    Il suo spiccato interesse per la missione ad gentes lo ha portato a vivere come missionario per circa dieci anni nella Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire).

    Ha servito nel campo della formazione religiosa e teologica e nel settore di Giustizia, Pace e Integrit del Creato. Rientrato dallAfrica negli Stati Uniti dAmerica ha collaborato con lONG Franciscans International, con Catholic Relief Services e con la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti dAmerica.

    Eletto Ministro provinciale della Provincia del Sacratissimo Cuore di Ges (St. Louis, USA), nel Capitolo generale 2009 stato chiamato a servire lOrdine dei Frati Minori come Vicario generale. Il 22 maggio 2013 ha assunto il servizio di Ministro generale ad complendum sexennium. Il 21 maggio 2015 il Capitolo generale ordinario, riunito a Santa Maria degli Angeli-Assisi (PG, Italia), lo ha eletto come 120 successore di San Francesco.

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    JULIO CSAR BUNADER - RIELETTO VICARIO GENERALE

    Il giorno 22 maggio 215, presso la Domus Pacis in Santa Maria degli Angeli-Assisi (Perugia, Italia), il Capitolo generale ordinario ha eletto Fr. Julio Csar Bunader a Vicario generale dellOrdine Frati Minori, confermandolo nellincarico che gli era gi stato affidato nel luglio 2013 ad complendum sexennium.

    Fr. Julio Csar nato a Mendoza (Argentina), diocesi di Mendoza, il 9 gennaio 1961, da Miguel Csar e Luisa Jalil. entrato nellOrdine dei Frati Minori, nella Provincia dellAssunzione della Beata Vergine Maria, in Argentina, nel 1983 e, dopo il cammino di Postulato, ha vestito labito francescano il 5 marzo 1984. A conclusione del Noviziato ha emesso la Professione temporanea dei voti il 27 febbraio 1985 e quella solenne il 12 marzo 1988. stato ordinato sacerdote il 1 maggio 1992.

    professore in filosofia e ha ottenuto il bacellierato in teologia. Inoltre ha compiuto gli studi di teologia morale presso la Pontifica Accademia Alfonsiana in Roma, conseguendo la Licenza.

    La sua vita francescana costellata dal servizio: oltre ad aver lavorato nella pastorale parrocchiale, ha prestato servizi in alcuni centri educativi. stato formatore nella Provincia e Rettore dellIstituto Teologico Francescano di Buenos Aires, oltre che Decano della Facolt

    Francescana affiliata allUniversit Cattolica Argentina (UCA) di Mendoza. Professore di Teologia Morale. Ha svolto anche il servizio di Visitatore generale, Definitore provinciale e dal 2004 al 2009 ha ricoperto la responsabilit di Ministro provinciale. Nel frattempo stato anche presidente della Conferenza dei Ministri provinciali del Cono Sur come pure dellUCLAF. Nel Capitolo generale 2009 stato eletto Definitore generale dellOrdine, servizio che ha svolto fino alla sua nomina, il 9 luglio 2013, a Vicario generale ad complendum sexennium.

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    ELETTO NUOVO DEFINITORIO

    EUROPA UFME

    Fr. Antonio Scabio OFM Provincia: Veneta di SantAntonio di Padova

    Nato: 05/04/1965 Professione temporanea: 08/09/1993

    Professione solenne: 21/09/1997 Sacerdote: 19/06/1999

    Incarichi attuali: Ministro provinciale (dal 7 aprile 2010); Vice Presidente della COMPI (2013-2016)

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    EUROPA UFME

    Fr. Ivan Sesar OFM Provincia: B.V.M. in Coelum Assumptae in Hercegovina (Mostar),

    Bosnia-Hercegovina Nato: 07.10.1967

    Professione temporanea: 15.07.1988 Professione solenne: 19.09.1992

    Sacerdote: 10.07.1994

    Incarichi attuali: Professore di diritto canonico alla Facolt teologica cattolica a Sarajevo (Bosnia ed Erzegovina): dal settembre 2013, (in carica); Promotore di giustizia nella Causa diocesana

    del processo per la beatificazione di fra Lovro Milanovi, OFM (della Provincia francescana della Bosnia Argentina); dal 9 gennaio 2015, (in carica).

    EUROPA UFME

    Fr. Lrnt Orosz OFM

    Provincia: A Magna Domina Hungarorum (Budapest, Hungaria) Nato: 04.09.1961,

    Professione temporanea: 04.09.1988 Professione solenne: 21.09.1991

    Sacerdote: 28.05.2005 Incarichi attuali: Mtraverebly-Szentkt, definitor,

    professor (Sapientia), priest of the Shrine.

    AMERICA LATINA UCLAF

    Fr.Valmir Ramos OFM

    Custodia: Sagrado Corao de Jesus, Brasil Nato: 31.05.1965

    Professione temporanea: 02.02.1990 Professione solenne: 30.04.1993

    Sacerdote: 28.01.1994

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    Incarichi attuali: Supervisor/Diretor Franciscano da Casa de Santa Clara, Bebedouro, SP; Proco da Parquia do Sagrado Corao de Jesus, Bebedouro, SP; aulas de espiritualidade no

    Seminrio da Diocese de Jaboticabal; Docente no Curso de Teologia da Diocese de So Jos do Rio Preto, SP; aulas de Introduo Sagrada Escritura postulantado Olmpia, SP

    AMERICA LATINA UCLAF

    Fr. Ignacio Ceja OFM

    Provincia: Ss. Francisci et Iacobi (Zapopan) Mexico Nato: 31.08.1961

    Professione temporanea: 15.08.1982 Professione solenne: 10.04.1988

    Sacerdote: 06.07.1991 Incarichi attuali: Ministro Provinciale

    CONFERENTIA ANGLOPHONA ESC

    Fr. Kevin Caoimhn Laoide OFM

    Provincia: Hibernia Nato: 17.11.1961

    Professione temporanea: 1980 Sacerdote: 1989

    Incarichi attuali: Member of the permanent council of UFME

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 10

    CONFERENTIA AFRICANA

    Fr. Nicodme Kibuzehose OFM

    Provincia: Saint Francis of Assisi, Nairobi Kenya (Africa) Nato: 09/10/1954

    Professione temporanea: 07/10/1984 Professione solenne: 27/12/1987

    Sacerdote: 31/07/1982 Incarichi attuali: Definitore Generale

    FACO

    Fr. Lino Gregorio Redoblado OFM Provincia: Philippinae S. Petri Baptistae (Quezon City)

    Nato: 25.05.1966 Professione temporanea: 31.05.1988

    Professione solenne: 23.05.1992 Sacerdote: 22.10.1994

    Incarichi attuali: Ministro Provinciale

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    UDIENZA DA PAPA FRANCESCO 26 MAGGIO

    La sedicesima giornata del Capitolo generale rimarr, senza dubbio, profondamente incisa nel ricordo dei Frati che lhanno vissuta; con un fuori programma rispetto alle normali giornate, ma vivendo certamente uno dei momenti pi intensi di questo Capitolo, abbiamo infatti avuto la grazia di essere ricevuti in udienza privata da papa Francesco. La giornata cominciata prima del solito, dal momento che alle 7.30 era prevista la partenza per Roma. Dopo un viaggio tranquillo, alle 10.45 stavamo gi camminando per via della Concicliazione verso il Portone di Bronzo, dove eravamo attesi per le 11.30, e lemozione di tutti si faceva via via pi percepibile, mentre aspettavamo di essere ammessi alla Sala Clementina per ludienza. Dopo unattesa un po pi lunga del previsto, ci siamo incamminati per i cortili e gli scaloni del Palazzo Apostolico per arrivare alla Sala Clementina. Qui, appena sistemati, ci ha raggiunti papa Francesco, accolto dagli applausi di tutti. Alludienza ha partecipato anche Mons. Jos Rodrguez Carballo, Arcivescovo Segretario della CIVCSVA e gi Ministro generale. Fr. Michael Perry ha salutato papa Francesco, presentandogli i lavori che in questi giorni stiamo portando avanti in Capitolo. Il papa, da parte sua, ha rivolto un discorso ai Capitolari in cui ha ricordato la considerazione di cui lOrdine gode, e di cui ha sempre goduto tra la gente lungo i secoli, affermando che questa deve costituire un incentivo per continuare ad impegnarsi nellevangelizzazione nel pi genuino spirito della tradizione francescana. Ha poi rivolto un invito particolare a continuare a crescere nella fiducia reciproca nelle relazioni fraterne, perch questa la condizione necessaria per superare qualsiasi difficolt, e ha insistito sullimportanza della minorit come segno distintivo della nostra vita. Concluso il suo discorso, papa Francesco ha salutato uno per uno tutti i Capitolari e questo stato veramente un momento particolarmente intenso ed emozionante per ciascuno di noi. Terminata ludienza, felici per lincontro vissuto, ci si incamminati verso il Santuario del Divino Amore dove, dopo il pranzo, c stata la possibilit di visitare la chiesa del Santuario pi importante della citt di Roma e di tutta la sua provincia. Abbiamo quindi ripreso il viaggio di ritorno a Santa Maria degli Angeli, stanchi ma ancora ancora emozionati per la giornata trascorsa e pronti a riprendere il normale ritmo del nostro Capitolo.

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    DISCORSO DI PAPA FRANCESCO Cari Frati Minori, Siate i benvenuti! Ringrazio il Ministro Generale, Padre Michael Perry, per le sue cordiali parole e gli auguro ogni bene per il compito nel quale stato confermato. Estendo il mio saluto allintero Ordine, specialmente ai confratelli malati e anziani, che sono la memoria dellOrdine e sono la presenza di Cristo crocifisso nellOrdine. In queste giornate di riflessione e di preghiera, voi vi siete lasciati guidare in particolare da due elementi essenziali della vostra identit: la minorit e la fraternit. Io ho chiesto consiglio a due francescani amici, giovani, dellArgentina: Devo dire qualcosa su questo, sulla minorit, dammi un consiglio. Uno mi ha risposto: Dio me la conceda ogni giorno. Laltro mi ha detto: E quello che cerco di fare tutti i giorni. Questa la definizione di minorit che questi due amici, giovani francescani, della mia terra, mi hanno dato. La minorit chiama ad essere e sentirsi piccoli davanti a Dio, affidandosi totalmente alla sua infinita misericordia. La prospettiva della misericordia incomprensibile per quanti non si riconoscono minori, cio piccoli, bisognosi e peccatori davanti a Dio. Quanto pi siamo consapevoli di questo, tanto pi siamo vicini alla salvezza; quanto pi siamo convinti di essere peccatori, tanto pi siamo disposti ad essere salvati. Cos accade nel Vangelo: le persone che si riconoscono povere davanti a Ges vengono salvate; chi invece ritiene di non averne bisogno non riceve la salvezza, non perch non gli sia stata offerta, ma perch non lha accolta. Minorit significa anche uscire da s stessi, dai propri schemi e vedute personali; significa andare oltre le strutture che pure sono utili se usate saggiamente , andare oltre le abitudini e le sicurezze, per testimoniare concreta vicinanza ai poveri, ai bisognosi, agli emarginati, in un autentico atteggiamento di condivisione e di servizio. Anche la dimensione della fraternit appartiene in maniera essenziale alla testimonianza evangelica. Nella Chiesa delle origini, i cristiani vivevano a tal punto la comunione fraterna da costituire un segno eloquente e attraente di unit e di carit. La gente era stupita nel vedere i cristiani cos uniti nellamore, cos disponibili nel dono e nel perdono vicendevole, cos solidali nella misericordia, nella benevolenza, nellaiuto reciproco, unanimi nel condividere le gioie, le sofferenze e le esperienze della vita. La vostra famiglia religiosa chiamata ad esprimere questa fraternit concreta, mediante un recupero di fiducia reciproca e sottolineo questo: recupero di fiducia reciproca - nelle relazioni interpersonali, affinch il mondo veda e creda, riconoscendo che lamore di Cristo guarisce le ferite e rende una cosa sola. In questa prospettiva, importante che venga recuperata la coscienza di essere portatori di misericordia, di riconciliazione e di pace. Realizzerete con frutto questa vocazione e missione se sarete sempre pi una congregazione in uscita.

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    Questo del resto corrisponde al vostro carisma, attestato anche nel Sacrum Commercium. In questo racconto sulle vostre origini si narra che ai primi frati fu chiesto di mostrare quale fosse il loro chiostro. Per rispondere, essi salirono su un colle e mostrando tuttintorno la terra fin dove giungeva lo sguardo dissero: Questo il nostro chiostro (63: FF 2022). Cari fratelli, in questo chiostro, che il mondo intero, andate ancora oggi spinti dallamore di Cristo, come vi invita a fare san Francesco, che nella Regola bollata dice: Consiglio, ammonisco ed esorto i miei frati nel Signore Ges Cristo, che quando vanno per il mondo, non litighino ed evitino le dispute di parole e non giudichino gli altri; ma siano miti, pacifici e modesti, mansueti e umili, parlando onestamente con tutti. In qualunque casa entreranno, dicano prima di tutto: Pace a questa casa; e sia loro lecito mangiare di tutti i cibi che saranno loro messi davanti (III, 10-14: FF 85-86). Questultima cosa buona! Queste esortazioni sono di grande attualit; sono profezia di fraternit e di minorit anche per il nostro mondo di oggi. Quanto importante vivere unesistenza cristiana e religiosa senza perdersi in dispute e chiacchiere, coltivando un dialogo sereno con tutti, con mitezza, mansuetudine e umilt, con mezzi poveri, annunciando la pace e vivendo sobriamente, contenti di quanto ci offerto! Ci richiede anche un impegno deciso nella trasparenza, nelluso etico e solidale dei beni, in uno stile di sobriet e di spogliazione. Se, invece, siete attaccati ai beni e alle ricchezze del mondo, e ponete l la vostra sicurezza, sar proprio il Signore a spogliarvi da questo spirito di mondanit al fine di preservare il prezioso patrimonio di minorit e di povert a cui vi ha chiamato per mezzo di san Francesco. O siete voi liberamente poveri e minori, o finirete spogliati. Lo Spirito Santo animatore della vita religiosa. Pi gli diamo spazio, pi Egli lanimatore dei nostri rapporti e della nostra missione nella Chiesa e nel mondo. Quando le persone consacrate vivono lasciandosi illuminare e guidare dallo Spirito, scoprono in questa visione soprannaturale il segreto della loro fraternit, lispirazione del loro servizio ai fratelli, la forza della loro presenza profetica nella Chiesa e nel mondo. La luce e la forza dello Spirito vi aiuteranno anche ad affrontare le sfide che sono davanti a voi, in particolare il calo numerico, linvecchiamento e la diminuzione delle nuove vocazioni. E una sfida, questa. Poi vi dico: il popolo di Dio vi ama. Il Cardinale Quarracino una volta mi ha detto pi o meno queste parole: Nelle nostre citt ci sono gruppi o persone un po mangiapreti, e quando passa un sacerdote gli dicono certe cose: Corvo - in Argentina gli dicono questo -; lo insultano, non fortemente, ma qualcosa gli dicono. Mai, mai, mai - mi diceva Quarracino - dicono queste cose ad un abito francescano. E perch? Voi avete ereditato unautorevolezza nel popolo di Dio con la minorit, con la fratellanza, con la mitezza, con lumilt, con la povert. Per favore, conservatela! Non perdetela! Il popolo vi vuole bene, vi ama. Vi sia di incoraggiamento nel vostro cammino la stima di questa tanta buona gente, come pure laffetto e lapprezzamento dei Pastori. Affido lintero Ordine alla materna protezione della Vergine Maria, da voi venerata come speciale Patrona con il titolo di Immacolata. Vi accompagni anche la mia Benedizione che di cuore vi imparto; e, per favore, non dimenticatevi di pregare per me, ne ho bisogno. Grazie!

    Papa Francesco

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    SOLENNIT DI PENTECOSTE - 24 MAGGIO OMELIA DEL MINISTRO GENERALE, FR. MICHAEL A. PERRY

    Proprio nella stanza al piano superiore, il Cenacolo, gli apostoli, alcuni parenti di Ges e un gruppo di donne si erano radunati per evitare di essere scoperti dalle guardie del Tempio che li stavano cercando. Forse si trattava proprio delle stesse guardie che avevano arrestato Ges e lo avevano portato al processo, alla sentenza e allesecuzione della condanna a morte. Negli Atti degli Apostoli, Luca sottolinea che la paura che tiene in ostaggio coloro che si erano chiusi nella stanza al primo piano per mettersi al sicuro, stando tutti insieme con le porte sprangate. Ma non tutti quelli che si trovavano l, nella stanza al piano superiore, avevano le stesse idee. Prima di tutto sappiamo che erano tre gruppi ben distinti: gli Apostoli, i parenti di Ges e il gruppo delle donne, tra le quali si trovava Maria, la Madre di Ges. Secondo: non avevano n condividevano la stessa opinione sullidentit di Ges. Inoltre non tutti erano convinti che egli fosse risuscitato dai morti, come alcune delle donne e degli Apostoli sostenevano. La tomba vuota, il discorso di Maria Maddalena, che diceva di aver incontrato Ges che sembrava un giardiniere, e il racconto dei due di Emmaus, che affermavano di averlo riconosciuto allo spezzar del pane, non erano elementi sufficienti a convincere tutti quelli che erano radunati nel Cenacolo che il loro Maestro e Signore crocifisso era davvero vivo. Ancora, cerano delle rivalit tra i parenti di Ges e gli Apostoli: ognuno di loro, infatti, cercava un posto donore; e questo, lo sappiamo, si traduceva in una forte sete di potere. Una cosa, per, che certamente li accomunava era questa: la ferma convinzione che le porte ben sprangate li avrebbero mantenuti al sicuro, almeno temporaneamente, e li avrebbero salvati da quelle forze negative e distruttive da cui si sentivano minacciati. E, ancora una volta, proprio in questa situazione di paura, di tensione, di divisione e di confusione Dio arriva, si fa presente e va incontro agli Apostoli, ai parenti di Ges, a Maria e al gruppo delle donne che lo avevano seguito. Un rumore acuto e penetrante si fa strada nel loro cuore chiuso e pieno di paure. il rumore dellamore, della misericordia e del perdono di Dio che irrompe nella loro vita. Il fuoco, simbolo di potenza e di luce, che scende su ognuno di loro li sottrae alle tenebre del dubbio che li consuma e apre la loro mente ancora una volta alla verit dellamore inarrestabile e del perdono accanito di Dio per ciascuno di loro. Liberati dalla paura e dal dubbio, possono percepire la gioia travolgente che nasce dal riconoscere il loro status di figli amati da Dio, chiamati a vivere una vita di verit e di santit.

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 15

    Per questa ragione la loro bocca si scioglie e prorompe in un canto che proclama tutte le opere che Dio aveva compiuto e stava ancora compiendo nella loro vita e in quella di chi li circondava. Le diverse lingue in cui si esprimono sono una manifestazione dei molti modi in cui Ges ha toccato e segnato la loro vita. proprio questa diversit di esperienze che crea in loro la consapevolezza dellarmonia e dellunit cui sono chiamati. Questa diversit non pu mai essere ridotta a uniformit, ma deve essere espressa da ogni credente che, nella sua personale maniera, si scopre capace di annunciare che Dio vivo nel suo cuore e continua a operare miracoli di grazia e di pace. Ci che accomuna tutti coloro che sono riuniti nel Cenacolo, allora, non pi la paura, ma lesperienza della grazia di Dio, una grazia sperimentata in un preciso incontro personale con il Signore Ges, che ognuno di loro aveva vissuto nel proprio cammino esistenziale. Quellincontro personale con Ges li aveva spinti ad accogliere la misericordia e lamore di Dio e a seguire le orme del loro Maestro e Signore. Ma successo anche qualcosaltro nel cuore di ciascuno di loro: non si sentono pi prigionieri del passato, n dei loro fallimenti, sperimentati nel tentativo di seguire il Signore Ges. Non sono pi ingabbiati dalla paura di essere rifiutati. E nemmeno hanno pi timore di ricominciare ancora una volta a fidarsi di Dio e luno dellaltro. Lo Spirito di Dio li ha resi liberi di uscire dalle porte sprangate della stanza del Cenacolo, di uscire dalla paura che ciascuno nutriva nei confronti dellaltro e di liberarsi dal timore di essere rifiutati dal mondo. A motivo di questa libert ritrovata nello Spirito, hanno potuto aprirsi ancora una volta la mistero della grazia di Dio, che li chiamava a seguire senza riserve il loro Signore e Maestro e a condividere con tutti quelli che incontravano lungo la via la loro personale storia damore, di misericordia, di pace, di gioia e di speranza. Questa libert ritrovata, questa libert radicata nellamore e nella misericordia stata compresa dalle folle numerose provenienti dalla Mesopotamia, dalla Giudea, dalla Cappadocia, dal Ponto, dallAsia e da tutte le altre parti del mondo. Quelli che erano radunati nel Cenacolo ormai parlavano il linguaggio profondo del cuore, il linguaggio della fame e sete di senso, di perdono e damore. Ciascuno li udiva parlare nella propria lingua (At 2,6). In questo modo ognuno dei presenti ha sperimentato una santa novit di vita. NellOmelia della Messa di Pentecoste nel 2013, Papa Francesco ci invita a aprire il nostro cuore alle tre dimensioni dello Spirito che emergono nella grande festa di oggi. Primo: siamo chiamati a diventare persone aperte alla novit dello Spirito, che ci invita a guardare al futuro con uno sguardo di fede. Siamo cio chiamati a essere persone che pensano dinamicamente e proiettati nel futuro, non congelati n paralizzati dal nostro passato o dal nostro presente. Secondo: siamo chiamati a condividere la ricca diversit di esperienze della nostra vita in Dio e della nostra vita insieme agli altri, senza mai ridurre il desiderio di comunione fraterna ad un mero conformismo, solo per compiacere gli altri. Questo vale anche per le famiglie. Larmonia cui siamo chiamati il risultato della diversit vitale in ognuno di noi ed frutto dello Spirito di Dio, non dei nostri sforzi di ridurre tutto allidenticit e alla conformit. Le battaglie e le difficolt che sperimentiamo possono essere momenti di grazia, se le interpretiamo con uno sguardo di fede. E terzo: sperimentare la libert ci abilita e quindi ci obbliga a prorompere in canti di gioia, dando testimonianza alla gloria di Dio che opera in noi, nelle nostre fraternit, nelle nostre famiglie, nellOrdine e nella Chiesa. Ma perch ci accada, dobbiamo permettere a Dio di compiere la sua opera di restauro dentro di noi e tra di noi. Se permettiamo che questo accada, diventeremo il popolo della Pentecoste.

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    Possa lo Spirito bruciare in ciascuno di noi, possa liberarci da ogni paura e possa permetterci di andare per il mondo con lo slancio della fede ad annunciare con gioia la verit che Ges ha promesso a tutta lumanit e a tutto il creato. Veni, Sancte Spiritus! Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore!

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 17

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 18

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 19

    Messaggio del Santo Padre Francesco in occasione dellinaugurazione di Expo

    Venerd, 1 maggio 2015

    Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Sono grato per la possibilit di unire la mia voce a quelle di quanti siete convenuti per questa inaugurazione. E la voce del Vescovo di Roma, che parla a nome del popolo di Dio pellegrino nel mondo intero; la voce di tanti poveri che fanno parte di questo popolo e con dignit cercano di guadagnarsi il pane col sudore della fronte. Vorrei farmi portavoce di tutti questi nostri fratelli e sorelle, cristiani e anche non cristiani, che Dio ama come figli e per i quali ha dato la vita, ha spezzato il pane che la carne del suo Figlio fatto uomo. Lui ci ha insegnato a chiedere a Dio Padre: Dacci oggi il nostro pane quotidiano. La Expo unoccasione propizia per globalizzare la solidariet. Cerchiamo di non sprecarla ma di valorizzarla pienamente! In particolare, ci riunisce il tema: Nutrire il pianeta, energia per la vita. Anche di questo dobbiamo ringraziare il Signore: per la scelta di un tema cos importante, cos essenziale purch non resti solo un tema, purch sia sempre accompagnato dalla coscienza dei volti: i volti di milioni di persone che oggi hanno fame, che oggi non mangeranno in modo degno di un essere umano. Vorrei che ogni persona a partire da oggi , ogni persona che passer a visitare la Expo di Milano, attraversando quei meravigliosi padiglioni, possa percepire la presenza di quei volti. Una presenza nascosta, ma che in realt devessere la vera protagonista dellevento: i volti degli uomini e delle donne che hanno fame, e che si ammalano, e persino muoiono, per unalimentazione troppo carente o nociva. Il paradosso dellabbondanza espressione usata da san Giovanni Paolo II parlando proprio alla FAO (Discorso alla I Conferenza sulla Nutrizione, 1992) persiste ancora, malgrado gli sforzi fatti e alcuni buoni risultati. Anche la Expo, per certi aspetti, fa parte di questo paradosso dellabbondanza, se obbedisce alla cultura dello spreco, dello scarto, e non contribuisce ad un modello di sviluppo equo e sostenibile. Dunque, facciamo in modo che questa Expo sia occasione di un cambiamento di mentalit, per smettere di pensare che le nostre azioni quotidiane ad ogni grado di responsabilit non abbiano un impatto sulla vita di chi, vicino o lontano, soffre la fame.

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 20

    Penso a tanti uomini e donne che patiscono la fame, e specialmente alla moltitudine di bambini che muoiono di fame nel mondo. E ci sono altri volti che avranno un ruolo importante nellEsposizione Universale: quelli di tanti operatori e ricercatori del settore alimentare. Il Signore conceda ad ognuno di essi saggezza e coraggio, perch grande la loro responsabilit. Il mio auspicio che questa esperienza permetta agli imprenditori, ai commercianti, agli studiosi, di sentirsi coinvolti in un grande progetto di solidariet: quello di nutrire il pianeta nel rispetto di ogni uomo e donna che vi abita e nel rispetto dellambiente naturale. Questa una grande sfida alla quale Dio chiama lumanit del secolo ventunesimo: smettere finalmente di abusare del giardino che Dio ci ha affidato, perch tutti possano mangiare dei frutti di questo giardino. Assumere tale grande progetto d piena dignit al lavoro di chi produce e di chi ricerca nel campo alimentare. Ma tutto parte da l: dalla percezione dei volti. E allora non voglio dimenticare i volti di tutti i lavoratori che hanno faticato per la Expo di Milano, specialmente dei pi anonimi, dei pi nascosti, che anche grazie a Expo hanno guadagnato il pane da portare a casa. Che nessuno sia privato di questa dignit! E che nessun pane sia frutto di un lavoro indegno delluomo! Il Signore ci aiuti a cogliere con responsabilit questa grande occasione. Ci doni Lui, che Amore, la vera energia per la vita: lamore per condividere il pane, il nostro pane quotidiano, in pace e fraternit. E che non manchi il pane e la dignit del lavoro ad ogni uomo e donna. Grazie.

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 21

    Peschiera del Garda 6 maggio 2015

    Dal Definitorio

    I lavori iniziano alle ore 9.30 alla presenza di fr. Massimo Fusarelli, Delegato-Visitatore generale. Il Ministro ringrazia fr. Massimo per la sua disponibilit e per la dedizione con cui svolge il suo ministero, conclude il saluto leggendo un brano delle fonti francescane (FF 760) ove si narra della premura di s. Francesco per i suoi frati. Segue lapprovazione unanime del verbale del XXII Congresso definitoriale. Il Ministro informa circa le condizioni dei fratelli ammalati e ricoverati in infermeria e ricorda la celebrazione della Pasqua di fr. Floriano Scodeggio. Il Ministro riferisce sinteticamente circa i lavori e le decisioni del Consiglio di Cooperazione (cfr. apposito verbale) del 23-24 aprile a Milano. E stata visionata la bozza degli Statuti particolari della nuova Provincia, ora saranno rivisti dai Definitri provinciali. E stato presentato il progetto del Centro Missionario unico presso il Convento dellOsservanza a Bologna. Si decide di celebrare lultima Festa della Provincia il giorno 12 aprile 2016. Nellassemblea, aperta a tutti i frati, si far memoria della storia della Provincia, si innalzer al Padre un rendimento di grazie per il bene ricevuto e per quello operato, si chieder anche perdono per gli errori e per i peccati commessi, si chieder infine il dono della comunione e della riconciliazione fraterna per guarire dalle ferite che ci separano gli uni dagli altri. LAssemblea offrir loccasione al Visitatore generale per restituire alla Provincia quanto sar emerso nel corso della visita canonica. Si pensa inoltre di celebrare anche gli anniversari di professione e di ordinazione che ricorrono nel 2015 e nel 2016. Fr. Giampaolo Possenti organizzer levento avvalendosi dellaiuto di altri frati che verranno successivamente nominati. Si decide inoltre che nel pomeriggio del giorno precedente, l11 aprile, si terr lannuale Assemblea economica. Anche questa Assemblea sar aperta alla libera partecipazione di tutti i frati che lo desiderano, saranno obbligatoriamente convocati i guardiani, gli economi e i titolari di amministrazioni particolari e autorizzate. Fr. Massimo Fusarelli riferisce sinteticamente quanto sta emergendo nel corso della Visita canonica alla Provincia. Il cammino verso la costituzione della nuova Provincia consolidato e appartiene al vissuto dei frati della Provincia, qualcuno ha manifestato la sofferenza per le chiusure dei conventi operate nel processo di ridimensionamento.

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 22

    Fr. Massimo rileva limportanza dellaccompagnamento e della vicinanza del Ministro e del Definitorio alle fraternit. Ritiene che sia importante accompagnare i frati anche nellassunzione di una nuova mentalit in materia di economia e di vita povera. A tal proposito si decide che nella stesura del calendario pastorale del prossimo anno (2015-2016) si programmeranno le visite del Ministro e/o del Definitorio alle fraternit, si cercher -per quanto possibile- di riunire il Definitorio nelle diverse comunit della Provincia. Ci si sofferma infine su alcune questioni personali. Si inizia la riflessione in vista della stesura delle prossime Carte di Famiglia. Alle ore 16.00 circa fr. Massimo Fusarelli lascia il Congresso per dedicarsi alla Visita canonica della fraternit di Peschiera che, per loccasione, ha accolto il Definitorio. Facendo seguito a quanto emerso nellultima Assemblea economica si rivedono alcune Amministrazioni personali autorizzate. I lavori del Congresso definitoriale si concludono alle ore 17.00 circa. A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen!

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    Testimonianze di vita fraterna

    Fr. Floriano Scodeggio

    Fr. Floriano (Giancarlo) nasce a Cremona il 10 ottobre 1937 e dopo qualche giorno viene battezzato con il nome di Giancarlo. Dopo una breve esperienza presso la Casa degli Oblatini del Seminario Arcivescovile di S. Pietro a Seveso (1954-1956), attratto dalla semplicit del carisma francescano, ormai ventenne, chiede di sperimentare la vita e la Regola dei frati minori. Per questo, nel febbraio del 1957, viene accolto come postulante nel Convento di Sabbioncello, dove incomincia ad apprendere larte del cuoco. Dopo pochi mesi riceve il saio della prova da fr. Remigio Mancini, Delegato del Ministro provinciale, e trascorre lanno di noviziato a Rezzato (BS). Il 16 agosto 1958, emette la Professione temporanea nelle mani di fr. Pancrazio Chiodini, Delegato del Ministro provinciale. Prosegue la formazione iniziale a Sabbioncello (1958) come cuoco; quindi a Dongo, per qualche mese, in qualit di aiuto questuante. Lanno successivo (1959) a Monza come sacrestano, poi a Gargnano (BS) come aiuto in infermeria ed infine a Saiano come cuoco. Continua tale servizio anche nel convento di Busto Arsizio dove si trova per completare il percorso formativo. Qui, il 20 maggio 1962 emette la professione solenne nelle mani di fr. Benedetto Marengoni, Delegato del Ministro provinciale. Viene quindi trasferito a Milano, nel convento di s. Angelo, dove continua il suo servizio di cuoco e con cura materna nutre la locale fraternit. Nel 1968 viene trasferito a Bergamo dove si adopera come sacrestano e come questuante per raccogliere fondi per la costruzione del convento e della Chiesa parrocchiale di s. Antonio in Valtesse. Il manifestarsi di alcuni problemi fisici lo costringono a dimorare in una casa di esercizi a Diano Castello (Imperia) per circa tre anni (1969-1971), in questo luogo fr. Floriano ha la possibilit di curarsi e di meditare rinsaldando il corpo e lo spirito. Rientrato in provincia, nel 1971 a Varese come portinaio e come foresterario, lanno successivo a Rezzato come responsabile della Casa di esercizi. Il nuovo aggravarsi della condizione fisica porta fr. Floriano a sottoporsi ad un importante intervento chirurgico, cui segue un lungo periodo di riposo a Recco. Dal 1973, per un anno, nel Convento di s. Gaetano a Brescia come portinaio e sacrestano. Dal 1974 vive nel convento di s. Antonio dove si prodiga come portinaio e come assistente ai poveri. Qui diventa per molti fratelli bisognosi un prezioso strumento della bont e della provvidenza divina.

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 24

    In questi anni viene anche eletto Vicario della fraternit, primo frate non sacerdote a ricoprire tale incarico nella Provincia. Nel 1986 viene trasferito nel Convento di s. Angelo, dove svolge anche il servizio di Economo. Nel 1988 viene trasferito a Sabbioncello dove per ben 13 anni si prende cura dei fratelli malati, in qualit di responsabile dellInfermeria provinciale. Dal 2001 risiede nel Convento di s. Antonio in Milano, dove per due trienni anche Vicario della casa. In questo ultimo tratto della vita, se pur accompagnato dal progressivo indebolimento di frate corpo, si dedica con generosit allascolto e alla consolazione di quanti in visita al Santuario di s. Antonio ricercano una benedizione o una parola speciale per affrontare le difficolt della vita. Assistito dalle amorevoli cure dei familiari, nella sera del 2 maggio, fr. Floriano restituisce la sua vita al Padre di misericordia. A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen.

    Omelia funerale fr. Floriano Scodeggio Milano S. Antonio 5 Maggio 2015 Letture domenica V di Pasqua anno B

    O Padre che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo, guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione, perch a tutti i credenti in Cristo sia data la vera libert e leredita eterna. Mentre noi, suoi confratelli, terminavamo con queste parole la celebrazione dei primi vespri della quinta domenica di Pasqua, frate Floriano partecipava alla liturgia del cielo, lasciando questa terra e ricevendo in premio quella eredit eterna, frutto del sacrificio pasquale del Signore Ges. in questa luce, la luce della Pasqua, che ormai ci piace vederlo e ricordarlo, accolto anche da sua sorella Nadia scomparsa di recente. in questa luce, la luce del Risorto, che lo pensiamo insieme ai tanti confratelli che ha servito con dedizione e amore. in questa luce, la luce della vita eterna, che vogliamo affidarlo alla misericordia del Padre perch lo accolga nel suo regno concedendogli il perdono di tutti i peccati commessi per lumana fragilit. Anche se la fede ci sorregge e ci aiuta a vivere il momento del distacco dai nostri cari, pur tuttavia la nostra umanit resta lacerata e ferita. Noi che vogliamo spiegarci tutto, capire tutto, davanti alla realt della morte ci sentiamo piccoli e impotenti, non abbiamo molte parole; le uniche cose che ci restano sono spesso solo le lacrime. Eppure proprio qui, di fronte a questa triste realt noi scopriamo chi siamo veramente: la morte una grande maestra. Di fronte ad essa ci scopriamo della gente con dentro una nostalgia, la nostalgia dellinfinito, dellassoluto. listinto del cuore che ci fa parlare cos e ci fa ritenere che tutto non finito, che c qualcosa che continua. A questa nostra nostalgia di eternit Cristo ha dato concretezza: Lui il solo giusto ha accettato la morte, ha accettato di realizzare, di provare a far diventare realt il sogno delluomo. In Lui la nostalgia non pi solo un sogno, unutopia: realt. Cristo distruggendo la morte ha dato a noi la certezza che questa realt cos dura, cos tragica non lultima parola sulla vita delluomo. Questo momento, quello della morte, diventa il passaggio a quella comunione piena e duratura con Dio che gi qui abbiamo cominciato a vivere. La Parola di Dio, quella che la liturgia ci ha proposto proprio la sera della morte di frate Floriano, nutre e da forza alla nostra speranza e diventa, se cos possiamo dire, criterio per rileggere lintera esistenza del nostro fratello, aprendoci a percorsi nuovi per imparare a vivere con sapienza e per arrivare a gustare in ogni attimo la bellezza del dono della vita, vita che si colora cos di eternit. Il segreto della vita del credente sta tutto nelle parole di Ges:

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 25

    Rimanete in me e io in voiSenza di me non potete fare nulla. Il credente proprio colui che prende sul serio queste parole e vive di esse. Il credente colui che sa che questo rimanere non statico ma un cammino continuo; un percorso che richiede potature, un cammino che prevede tagli dolorosi per crescere in una consegna totale di se allamore. E come sappiamo, e come ci ha ripetuto San Giovanni, non siamo chiamati ad amare a parole n con la lingua ma con i fatti e nella verit. Dentro lumana contraddizione frate Floriano ha cercato di rimanere unito al Signore; dentro il peccato che ha segnato anche la sua esistenza ha camminato nella vita con questo desiderio nel cuore servendo i suoi fratelli negli umili servizi della cucina, della portineria, della sacrestia, del dare da mangiare ai poveri, della cura dei frati infermi, dellaccoglienza dei fedeli di questo santuario. Cercare di camminare nella via del Signore per restare sempre unito a Lui saper sapientemente togliere da noi ci che ci impedisce di amare i fratelli perch, come ci ha ricordato San Giovanni, credere nel nome del Figlio suo Ges Cristo vuol dire poi amarci gli uni gli altri. Per noi frati minori il vivere senza nulla di proprio vuol dire innanzitutto vivere di questo amore, vuol dire far vivere questo amore che solo riempie lesistenza. Restare uniti al Figlio di Dio in una vita che porta frutto vuol dire anche assumere come ci ha ricordato il testo degli Atti degli Apostoli - lo stesso atteggiamento di Barnaba nella difesa del fratello Paolo. Barnaba colui che dice bene di Paolo, colui che testimonia che Paolo ha davvero incontrato il Signore. Non sempre facile benedire il fratello, dire bene di chi magari vive con noi nella comunit. Anche per il nostro fratello Floriano ci sono stati momenti di benedizione dei fratelli e momenti di fatica e di umana incomprensione, dove il limite umano e il peccato, non hanno espresso parole e gesti di benedizione. Oggi noi, mentre presentiamo al Signore il nostro confratello, vogliamo solo dire bene di lui davanti a tutti e soprattutto davanti a Dio per imparare ad essere sempre coloro che guardano la vita e la storia di ogni persona convinti che imparare a benedire una grossa sfida che misura fino in fondo la nostra speranza. Se noi per primi, frati minori, siamo una comunit di benedetti, una fraternit che dice bene di ogni fratello, possiamo offrire un segno credibile e tangibile del nostro portare frutto in Cristo. Che frate Floriano interceda per noi presso il Signore e che il Signore accolga la preghiera di suffragio che noi innalziamo per lui. Che San Floriano, di cui ieri abbiamo fatto memoria e suo celeste patrono, lo accolga nel cielo nella comunione beata dei santi. Ed proprio con le parole di un santo, il nostro SantAntonio e tra laltro proprio di marted giorno a lui dedicato dalla piet popolare - che voglio concludere queste riflessioni, pensando che sia proprio frate Floriano a riconsegnarcele, lui che ha vissuto gli ultimi anni proprio in questo santuario dedicato al santo di Padova e nellaccoglienza dei tanti fedeli che hanno bisogno di ascolto e consolazione, di parole buone e piene di fede per vivere nella pace e nella serenit. Dice santAntonio che nellancora ( della nave ) simboleggiato il pensiero della morte. Come lancora trattiene la barca perch non affondi tra gli scogli, cos il pensiero della morte trattiene la nostra vita perch non precipiti nei peccatiPerci chi desidera passare dalla riva di questa vita mortale alla riva dellimmortalit, cio alla citt della Gerusalemme celeste, salga sulla barca della penitenza ( Sermone Domenica XIX dopo Pentecoste 6 ). proprio accogliendo linvito di Antonio che, pur nella umana fatica del distacco, possiamo unire la nostra voce a quella del serafico padre Francesco e, siamo certi, anche a quella di frate Floriano, e dire nella verit della fede: Laudato sii mi Signore per sora nostra morte corporale.

    Fr. Francesco Bravi Ministro provinciale

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 26

    r n a e s a n t a P a s q u a !

    Suor Maria Ermanna Gheza

    Chiunque vive e crede in me, non morir in eterno. (Gv 11, 26). Chi crede nel Figlio ha la vita eterna (Gv 3,36). Questa Parola del Signore ci stata donata nella celebrazione Eucaristica di gioved 16 aprile, dies natalis della nostra suor Ermanna. S, suor Ermanna ha creduto in Ges, con la fede dei piccoli e dei semplici. Nata a Piamborno il 13 marzo 1923, cresciuta in una famiglia ricca di fede, dove sono maturate ben tre particolari chiamate: alla vita consacrata secolare della sorella Alice, alla vita religiosa di suor Ermanna e al sacerdozio del fratello don Fausto. Con determinazione, a 15 anni, suor Ermanna entrava dalle suore Dorotee da Cemmo, dedicandosi alleducazione dei bambini e allapostolato in parrocchia fino a 49 anni. Con altrettanta decisione e coraggio chiese e ottenne di essere accolta nella nostra fraternit di clarisse per continuare la sua consacrazione al Signore e il suo servizio dei fratelli nella preghiera, nel ritiro, nellumile offerta quotidiana della sua vita. Il suo nome: sr. Ermanna di Ges crocifisso, esprime bene quale stata la sua vocazione e la sua missione. Soprattutto durante i circa 16 anni di infermit, causata da un grave ictus, ha trovato concretezza anche nel suo corpo il desiderio di condividere la Passione di Ges. In mezzo a noi e per tutti stata una sorella che sapeva gioire dellaltro quale dono di Dio e che partecipava teneramente alle sofferenze di chiunque, persone e creature. La preghiera semplice, vocale stata la sua diuturna attivit e la corona del rosario larma per combattere ogni battaglia, ricevendo per s e per altri la grazia di un abbandono confidente. Non perdeva occasione di promettere, a chiunque incontrasse, il suo ricordo nella preghiera. La pena principale di sr. Ermanna era il timore di non rispondere adeguatamente allamore del Signore: poi per, ricordandosi della sua misericordia, ritrovava pace. Con tanto affetto e impegno ha sempre accompagnato il ministero sacerdotale di don Fausto e il cammino dei suoi fratelli e nipoti, dai quali sempre stata premurosamente ricambiata di attenzione e di stima. Fiera delle origini camune, non ha mai dimenticato il suo Piamborno, i paesi della valle dove aveva svolto il suo impegno apostolico come suora Dorotea, come pure la congregazione dove aveva iniziato la sua vita religiosa.

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 27

    Vigile fino agli ultimi istanti, Ermanna ha mantenuto lo sguardo vivace e il sorriso luminoso testimoniandoci la sua gratitudine e la sua serenit, godendo per ogni pi piccolo gesto di affetto ricevuto e donato. Soprattutto nei lunghi anni di infermit suor Ermanna ha goduto della presenza assidua e amica di suor Fedele; insieme pregavano, cantavano, si facevano compagnia. Cos ci venuto spontaneo pensare che, lass nella Casa del Padre, le sar andata incontro proprio la sua carissima Fedele, dicendole: Finalmente sei arrivata! un po che ti aspetto! A / Piaborno (BS) 13 marzo 1923 W / Lovere (BG) 16 aprile 2015

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 28

    Rezzato

    Fr. Enrico Russotto

    Una chiamata che viene da lontano

    Parlare della chiamata che mi ha portato a seguire il Signore Ges, attraverso lesempio di S. Francesco dAssisi, significa andare indietro di ben 40 anni. Posso dire di essere nato allombra del campanile del convento dei frati francescani di Cammarata (AG): l ho mosso i primi passi del mio cammino di fede ricevendo i sacramenti delliniziazione cristiana. Figura di riferimento di questi primi anni stato Padre Mariano; con la sua semplicit, il suo sorriso e la sua accoglienza conquistava grandi e piccoli.

    Con larrivo delladolescenza subentrato un periodo di ribellione e di rifiuto di tutto quello che mi veniva calato dallalto; tutto questo mi spingeva a cercare il senso delle cose che vivevo e le ragioni di quella fede che mi era stata inculcata fino a quel momento; lo studio della filosofia e labitudine a viaggiare nei labirinti della mia mente non mi aiutavano a spiegare quanto stavo vivendo. Mi piace precisare che di carattere sono sempre stato molto timido; ma quello che allora consideravo un problema, adesso la considero risorsa per meglio pormi a servizio degli altri.

    Lincontro con un frate venuto dallEst mi ha permesso di riprendere, in modo pi consapevole, il mio personale cammino di fede e di vivere lesperienza dellaccompagnamento spirituale che mi ha portato ad iniziare a discernere quale fosse la volont di Dio per la mia vita.

    Venne il tempo dellUniversit; la iniziai con la testa abitata dal pensiero di farmi frate, infatti dopo meno di due anni la abbandonai per iniziare liter formativo allinterno dei frati minori di Sicilia. Ricordo come ero innamorato della scelta di vita che avevo fatto e come leggevo e rileggevo le biografie che raccontavano la vita di S. Francesco; ricordo anche come ero tormentato ed inquieto non riuscendo a gustare fino in fondo la scelta fatta (solo da qualche tempo ho compreso che il fare una scelta vocazionale sia di consacrazione che matrimoniale presuppone una certa maturit umana).

    Non erano trascorsi due anni che decisi di tornare a casa, intuendo che quella scelta in quel momento della mia vita non poteva darmi quella pienezza di vita che il mio cuore desiderava.

    Mi iscrissi alla facolt di Economia di Milano, vivendo un periodo molto intenso e ricco di esperienze significative che hanno lasciato in me un segno indelebile: il servizio civile con la Caritas Ambrosiana; un lungo periodo di fidanzamento; il lavoro come cameriere nei fine settimana; il servizio come volontario presso una comunit di accoglienza per stranieri.

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 29

    Tutte queste esperienze hanno scavato un solco profondo dentro di me e mi hanno indirizzato a riprendere in mano le redini della mia vita, chiedendomi con forza: Signore, cosa vuoi che io faccia?. Cos il cammino francescano lasciato nel suo cominciare, fu ripreso con delle varianti importanti:

    io non ero lo stesso di prima, in quanto la Vita mi aveva portato a diventare pi docile e disponibile a lasciarmi modellare dalla mano di Dio;

    non ero stato io a scegliere di seguire il Signore Ges per la via della consacrazione religiosa ma Dio stesso, il quale gradualmente mi aveva modellato perch diventassi sempre pi capace di accogliere il dono damore della vocazione francescana.

    Sono passati ben nove anni da quel nuovo inizio e benedico il buon Dio perch offre sempre una seconda possibilit per ritornare a Lui e perch mi ha guidato per un cammino pi lungo e tortuoso; sono felice di essere consacrato sacerdote a 40 anni, in quanto avevo bisogno di questi tempi lunghi di maturazione umana-cristiana-francescana. Questo non significa che bisogna attendere di avere una certa et adulta per fare una scelta di vita, ma che Dio attende con pazienza i nostri tempi di maturazione facendo il tifo per noi.

    Pensando e ripensando a questo tempo che intercorre tra il Diaconato e il Presbiterato quasi nove mesi mi spesso ritornata, alla mente e al cuore, limmagine della gravidanza; questa la condizione che mi trovo a vivere: Dio desidera che io non viva per me stesso, ma impari ogni giorno a donare la mia vita attraverso il ministero sacerdotale che Egli desidera donarmi.

    certo che Dio vuole il nostro bene e ci affianca nel nostro quotidiano cammino, perch noi possiamo realizzare la chiamata personale ad una vita piena, felice e feconda.

    certo anche che Dio scrive dritto nelle righe storte degli uomini; questo molto consolante e apre alla speranza, in quanto Dio opera in noi, con noi e oltre noi. Un chiaro richiamo allumilt e alla confidenza in Lui che tutto pu e vuole, secondo il suo disegno di bene che ha pensato per ognuno di noi.

    Viene da chiedermi che cosa sta cambiando concretamente nella mia vita? Il Signore mi sta decentrando gradualmente da me stesso e dalla mia visione della vita,

    tanto incentrata su me stesso, per aprirmi ad uno sguardo pi ampio che sappia mettere al centro Lui e il suo progetto damore cos come lo troviamo descritto nel Vangelo per il bene di ogni uomo di questo tempo.

    Laugurio che mi faccio e faccio a tutti e ciascuno quello di continuare a camminare durante il breve o lungo viaggio di questa vita terrena non scoraggiandoci di alcuni momenti di sosta forzata o di cadute che potranno esserci, in quanto il buon Dio offre sempre a tutti una possibilit di rialzarsi e di riprendere il cammino: dietro le nuvole della nostra esistenza il sole splende radiante cum grande splendore.

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 30

    Mia madre Regista di film politicamente impegnati Margherita sta girando la sua ultima opera sulla drammatica situazione dei lavoratori di una fabbrica che si oppongono ai licenziamenti imposti dal nuovo padrone americano. Ma la finzione del set invasa dalla realt, dalla sua vita personale che deve affrontare la malattia terminale della madre. Una realt che non si riesce pi ad interpretare, che sfugge perch imprevedibile, dove i sentimenti non possono essere anestetizzati. E lora della conoscenza di s e dellaltro. Ora della verit.

    Mia madre forse il film meno morettiano del regista romano. Si avvicina per densit e profondit, per modalit narrativa e rappresentativa a La stanza del figlio, e anche la tematica sembra la medesima. In realt qui si presenta la vicenda umana, interiore, di una donna che deve affrontare la fine della vita della madre e si scopre inadeguata, insicura, fragile. Mia madre pi in continuit con Habemus Papa: un film sullinadeguatezza di fronte a una chiamata inaspettata, a un mistero che supera luomo e il suo bisogno di decidere e predeterminare tutto. Ma qui non vi sono evasioni ironiche e surreali tipiche dello stile di Moretti, qui si sorride per le manie della regista e leccentricit del divo americano Barry Huggins un camaleontico John Turturro -, ma la narrazione sobria e lucida mantiene lo spettatore dentro lorizzonte dei sentimenti originari, ultimi e dolorosi. Margherita una sempre brava e soave Margherita Buy sta girando un altro dei suoi film di taglio politico e sociale, questa volta mettendo in scena le proteste dei lavoratori di una fabbrica che stanno rischiando il posto di lavoro perch il nuovo proprietario americano vuole ridurre il personale. Dirige attori e scene con la consueta determinazione di chi sa che la decisione ultima sua, che le sue piccole ossessioni sono devotamente assecondate dai suoi collaboratori, che i cambi dumore e di sceneggiatura fanno parte del ruolo di regista carismatica. Ma Margherita ha fatto della sua professione uno stile di vita, del suo personaggio una persona affettivamente spigolosa, evasiva. Separata dal marito ha appena troncato una relazione con un attore, il rapporto con la figlia adolescente non sembra particolarmente confidenziale.

    Scheda a cura di Fr. Davide Sironi Mia madre di Nanni Moretti Drammatico Durata 106 min. Italia, Francia, Germania 2015

    FilmiAmo

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 31

    Ma ora la malattia della madre Ada la straordinaria Giulia Lazzarini -, una professoressa di latino in pensione, la costringere a riprendere contatto con la parte profonda di s, con i suoi affetti veri. Le sta accanto in questa dolorosa esperienza il fratello Giovanni un misurato e intenso Nanni Moretti -, ingegnere che si messo in aspettativa per curare la madre. Uomo di poche parole, pacato ed estremamente concreto, che aiuta Margherita ad accettare la realt: la morte ormai prossima della madre. Il suo alterego. Il conflitto sociale rappresentato dal film di Margherita e la trasposizione del conflitto interiore: si lotta per non perdere qualcosa di importante, qualcuno di insostituibile. La precariet odierna epifania della precariet degli affetti, del cuore. Lincertezza del futuro linsicurezza che si prova di fronte alla morte che non si pu dominare. La protagonista deve fare i conti con questa verit: la vita non un film che si pu dirigere come si vuole, le scene non si posso riscrivere, rigirare, modificare. Stare accanto alla propria madre in ospedale e vederla spegnersi, vivere nella sua casa, toccare i numerosi libri letti e dischiusi ai tanti studenti incontrati, riapre i sensi, le emozioni, ridona il senso del vivere, allarga lorizzonte esistenziale, fa riappropriare delle proprie origini, toglie la polvere dal gi conosciuto e dato per scontato. Perch nelle parole degli ex allievi Margherita e Giovanni scoprono un nuovo volto della propria madre. Mia madre. E non solo. Un mistero da accogliere, dono unico da tenere vivo. E un film nel film, uno scambio di ruoli, vita reale nella vita di finzione. Margherita lalterego di Moretti, regista dai tratti simili alla protagonista, forse rapito dal suo mondo immaginato, ideologico, utopistico ma veritiero, che riflette sulla propria esistenza, sul senso del suo lavoro, sui suoi rapporti affettivi a partire dalla morte della madre avvenuta tre anni fa. Un Moretti che si mette a nudo, che senza fronzoli e retorica condivide unesperienza dolorosa e cruciale, ineluttabile come la perdita di chi ti ha generato alla vita. Che tra le righe afferma che la denuncia politica non tutto. Un film intenso e delicato, essenziale e universale che parla a ogni uomo perch racconta unesperienza radicale e radicata nella vita di tutti. Un film che scava le ragioni dellessere e del cuore.

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 32

  • Anno XXXVIII n. 254 Maggio 2015 33

    Notizie di Casa

    A cura di fr. Enzo Pellegatta

    5 Milano 6 Peschiera del Garda (VR) 8-9 Milano 10 Assisi 21 Assisi 27 Milano

    Maggio

    Convento S. Antonio: alle ore 11.00 nella Basilica si celebrano i funerali di fr. Floriano Scodeggio, di anni 77, di Cremona, deceduto il giorno 02 presso lHospice Vidas dove era ricoverato da qualche giorno. Con dedizione e giovialit ha servito il Signore e i fratelli come cuoco, responsabile dellInfermeria e addetto alla Basilica di s. Antonio. Alla presenza del Visitatore fr. Massimo Fusarelli il Definitorio si riunisce per il XXIII Congresso. Curia provinciale: si svolge lAssemblea Economi provinciali e Legali Rappresentanti del Nord Italia. Presso la Domus Pacis si apre il Capitolo Generale che si concluder il 7 giugno. I frati riuniti in Capitolo eleggono fr. Michael Anthony Perry (Stati Uniti dAmerica) Ministro generale dellOrdine. Il giorno seguente viene eletto Vicario generale fr. Julio Csar Bunader (Argentina). Chiesa di s. Angelo: in mattinata si celebrano i funerali del sig. Fulgenzio Farak, che per lunghi anni ha prestato il suo servizio di sagrestano nella chiesa di s. Angelo.

    Fr. Michael Perry ofm rieletto Ministro generaleJulio Csar Bunader - rieletto Vicario Generale