Notiziario 240 - Frati Minori di Lombardia
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7/27/2019 Notiziario 240 - Frati Minori di Lombardia
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Anno XXXVI n 240 Gennaio 2014
NOTIZIARIO
Provincia di Lombardia S Carlo Borromeodei Frati Minori
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 1
In copertina:
Dolce riposo
Fr. Costantino Ruggeri
1944
Questanno le immagini delle copertine del Notiziario saranno dedicate a una serie di opere di fr. Costantino
Ruggeri. Un modo per riscoprire e ammirare le doti artistiche del nostro confratello.
Iniziamo con un dipinto considerato dallautore la sua prima vera opera. Un frate adagiato su un tavolo riposa, la
forma evoca una montagna, luogo che nella tradizione biblica destinato allincontro con Dio. Questo un soggetto
che fr. Costantino riprender pi volte in altre raffigurazioni utilizzando tecniche diverse.
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 2
Indice
Consiglio Cooperazione Province Nord Italia
10 gennaio 2014 3
Dal Definitorio
Milano Convento S. Antonio
7 gennaio 2014 8
Testimonianze di vita fraterna
Cardinal Loris Capovilla 12
Alcune riflessioni sulla fraternit
Le dinamiche pasquali della fraternit cristiana
Seconda Parte 14
Giovent FrancescanaMonza 22
Bibliodramma
Rezzato 23
Novit da Monza 26
FilmiAmo 27
LeggiAmo 30
Fr. Emanuele Pedrini 32
Notizie di Casa 37
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Milano
S. Antonio10 gennaio
2014
Consiglio di Cooperazione Province Nord Italia
Lincontro del Consiglio di Cooperazione convocato a Milano
S. Antonio, presenti tutti e sei i Ministri, presiede lincontro il Delegato
del Ministro generale fr. Massimo Fusarelli.
LOdG il seguente:
1. Incontro con il Delegato del Ministro generale per laprogrammazione del cammino;
2. Consiglio Fope: riflessioni e proposte (fr. Fabio Piasentin);3. considerazioni e proposte sulla collocazione delle case
formative (vedi traccia inviata);
4. varie ed eventuali.
Si inizia alle 9.40 con la lettura di Evangelii Gaudium234, la preghiera
dellAve Maria e linvocazione a Maria sede della Sapienza.
Fr. Francesco Bravi introduce lOdG e saluta il Delegato del Ministro
generale fr. Massimo Fusarelli, che da oggi in poi presieder ilConsiglio di Cooperazione (CdC). A una parte dellincontro sono
presenti anche il Moderatore Fope fr. Fabio Piasentin e la consulenza.
Alle 12.45 si sospende per il pranzo, si riprende poi alle 14.30.
1) Incontro con il Delegato del Ministro generale per laprogrammazione del camminoFr. Massimo Fusarelli, della Provincia Romana dei SS. ApostoliPietro e Paolo, recentemente nominato Delegato del Ministro
generaleper accompagnare le nostre sei Province nel cammino
di unione, presenta i contenuti del proprio mandato a partire dal
Decreto di nomina inviato dal Ministro generale (prot. 104303/S
470-13 del 20/12/2013) che formalizza la decisione del
Definitorio generale del 19/12/2013 in risposta alla richiesta che
avevamo avanzato, in obbedienza a quanto richiesto e decisodai Capitoli provinciali delle sei Province OFM del Nord Italia.
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Presidente del Collegio e presenta il lavoro che chiamato a svolgere. Riconosce il
lavoro svolto e in atto e si auspica lapertura verso il futuro, chiede anche di essere
aiutato nello svolgimento del proprio servizio. Si tratta anche di capire lo stile e il modo
con cui procedere come garante di un lavoro di comunione e per dare impulso a questo
cammino. Anche se non scritto nel Decreto ritiene importante riferire periodicamente al
Ministro generale sul procedere del cammino.
Segue uno scambio tra i Ministri e il Delegato.
2) Consiglio Fope: riflessioni e proposte (fr. Fabio Piasentin)Il Moderatore Fope del Nord Italia presenta una serie di riflessioni e proposte emerse
allinterno del Consiglio Fope del Nord Italia tenuto il 12/12/2013. I punti toccati sono:
- Verifica giornate di formazione per i Guardiani del 2-5 dicembre- Informazioni dal Convegno formatori COMPI- Aggiornamento settore U5- Programmazione giornate zonali di maggio 2014- Rielaborazione delle proposte emerse dallAssemblea dei Guardiani- Varie ed eventuali
Ci si sofferma sulle giornate interprovinciali. I punti sui quali articolarle sono:
- Momento fraterno- Momento celebrativo- Riflessione sulle provocazioni che ci vengono da papa Francesco: momento di
testimonianza e scambio a gruppi tra i frati
Titolo della giornata: Provocati da papa Francesco: le pecore con lodore del pastore
Luoghi: Torino, Lonigo, Bologna.Sar inserita una presentazione e un saluto da parte del Delegato che poi presieder
lEucaristia.
Segue uno scambio tra il CdC e fr. Fabio
Fr. Fabio presenta poi il punto 5 del verbale riguardante le proposte emerse
dallAssemblea dei Guardiani.
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Si valuta positivamente lidea delle settimane di inserimento in fraternit di altre Province
(lobbedienza settimanale), da lanciare alle giornate interprovinciali di maggio,
raccogliendo entro giugno le adesioni. Ogni Provincia indicher almeno un paio di
fraternit presso le quali si pu fare lobbedienza settimanale. Va fatta una breve
descrizione dellambito in cui ci si pu inserire (es. Santuario, Parrocchia, ecc.) e del
periodo in cui meglio inserirsi.
Il pellegrinaggio di alcuni giorni in una delle Province del Nord piace a tutti e va
organizzato; cos pure gli Esercizi spirituali in Terra Santa che possono essere inseriti nel
calendario annuale. bene anche distribuire nel tempo le varie iniziative.
Andr anche organizzato il Capitolo delle stuoie nel 2015.
Si chiede perci al Consiglio Fope di fare una proposta di calendario con le varie
iniziative.
Questione della prospettiva qualificante: si pone laccento sullidea emersa che la
prospettiva qualificante non fosse unattivit specifica ma qualcosa di trasversale che
tocca lincarnazione del carisma su tutto il territorio, ad es. attraverso il PVF nelle
Fraternit per far crescere la qualit della nostra vita e missione, anche attraverso un
Progetto di Vita che riguardi la nuova Provincia e nel quale si identificano gli aspetti che
sono rilevanti per lincarnazione del nostro carisma oggi.
Si evidenzia limportanza di distinguere tra lAssemblea dei Guardiani e le sessioni
formative per i Guardiani, valorizzando lAssemblea per un coinvolgimento dei Guardiani
nel cammino interprovinciale e le sessioni formative per seguire una linea formativa
progressiva tenendo conto di quanto emerso nella verifica delle stesse (es. il tema
della frustrazione e dellaccettazione del limite nel servizio di Guardiano).
Per la comunicazione, al momento si ritenga che vada ulteriormente incrementata e
qualificata la NewsLetter.
Si riprende alle 14.30 e si concorda di eleggere Segretario interprovinciale fr. Stefano
Dallarda della Provincia Lombarda di S. Carlo Borromeo. Placet omnibus.
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3) Considerazioni e proposte sulla collocazione delle case formative (cfr. traccia inviata)Fr. Francesco Bravi presenta la traccia di riflessione elaborata insieme a Diathesis dopo
il precedente incontro del CM, nella quale si tenta di fare una sintesi delle posizioni
emerse in seno ai Definitri provinciali e nella discussione dellultima riunione del CM.
Seguono una serie di precisazioni e unampia discussione da parte degli stessi Ministri
per aiutare anche il Delegato del MG a capire lo stato della situazione.
Fr. Massimo Fusarelli conclude dicendo che entro giugno fare una visita fraterna alle
Case interprovinciali di servizio e di formazione. Per la prossima volta preparer anche
una bozza che raccolga gli orientamenti emersi in questa riunione del CdC per arrivare a
una decisione sulle Case di formazione. Gli altri passi andranno fatti un po alla volta. Il
Delegato ha chiesto del tempo per ponderare la questione, lasciar maturare la materia
ed arrivare a una scelta frutto di adeguato discernimento.
4) Varie ed eventualia) Fraternit di Torino S. Antonio
Fr.. Francesco Patton riferisce sullincontro avuto a Torino con il Guardiano e la
fraternit di S. Antonio in data 8-9/1/2014. Ha avuto modo di stare un paio di giorni
con la fraternit partecipando alla preghiera, ai pasti e ai momenti di fraternit,incontrando il Ministro provinciale fr. Maggiorino nel pomeriggio dell8/1, il Guardiano
fr. Pietro Pagliarini al mattino del 9/1 e la fraternit al pomeriggio del 9/1.
Nel complesso lincontro con la fraternit stato positivo e le potenzialit per ripartire
con un progetto significativo e di qualit ci sono, sar importante che come CM
continuiamo a far sentire la nostra vicinanza, il nostro appoggio e il nostro
incoraggiamento.
b) EconomiFr. Mario Vaccari riferisce sullincontro con gli Economi dello scorso 20 dicembre a
Milano. Per la prossima riunione del CdC sar possibile anche eleggere il
Coordinatore.
c) Assemblea DefinitriSar celebrata in agosto da luned 25 a venerd 29 a Bardonecchia (TO).
d) Incontri Delegato - Definitri e Visita canonica
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Da marzo in poi fr. Massimo disponibile ad incontrare i singoli Definitri; pensa di
fare la Visita in una modalit trasversale e non Provincia per Provincia. A questo fine
sar importante riflettere nel CdC per offrirgli suggerimenti sulla modalit migliore di
svolgere la Visita canonica.
Alle 16.51 il Delegato ringrazia per laccoglienza e per il lavoro svolto e termina la sessione
odierna con lAgimus tibi gratias,augurando un lavoro proficuo e un buon viaggio.
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Milano
S. Antonio
7 gennaio
2014
Dal Definitorio
Dopo la condivisione della mensa della Parola e del Pane
eucaristico, alle ore 10.00, si iniziano i lavori con lapprovazioneunanime del verbale del IV Congresso definitoriale.
Il Ministro provinciale informa circa le condizioni dei fratelli
ammalati. I frati ricoverati a Sabbioncello stanno abbastanza bene. Fr.
Nazareno Panzeri ancora ricoverato in terapia intensiva ma le
condizioni generali sono migliorate. Potr essere dimesso dalla terapia
intensiva quando riuscir a respirare autonomamente.
Il Ministro provinciale ricorda poi i principali eventi della vita
della Provincia e delle fraternit. Il 27 dicembre 2013, a Varese,
stato sottoscritto il contratto di vendita alla Fondazione Piatti di una
parte dellimmobile sito tra via Crispi e via Marzorati - Varese. Si
rimane in attesa della convocazione da parte della Diocesi di Milano
per sottoscrivere la donazione della Chiesa, delloratorio e di parte
dellex-convento.
Il 2 gennaio 2014 stata sottoscritta una dichiarazione dintenti
tra la Provincia e ling. Marco Bonometti. Con questo atto si formalizza
limpegno della Provincia a cedere il ramo dazienda dellIstituto
Luzzago allerigenda Fondazione Simpliciano Olgiati.
Fr. Giambattista Delpozzo riferisce circa due recenti attivit
della Pastorale giovanile: liniziativa Come piedi di cerva sulle alte
cime vissuta a Bormio dal 20 al 22 dicembre 2013 con 15 giovani
(catechesi itinerante sui sentieri innevati) e liniziativa Biblio-dramma
a Rezzato con 6 giovani (corso intensivo per la lettura della Parola di
Dio con tecniche psico-dinamiche che coinvolgono i sentimenti, gli
affetti, la corporeit). Fr. Giambattista si dice soddisfatto dellesito
delle due iniziative e auspica che nel futuro si possano coinvolgere i
giovani che hanno partecipato a Biblio-dramma in alcune attivit di
evangelizzazione.
Il Ministro ricorda inoltre che nel convento di Milano s. Antonio,
dal 3 al 6 gennaio 2014, stata organizzata una raccolta di generi
organizzata la tradizionale mostra di icone russe per la raccolta di
fondi per la Fondazione.
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alimentari per il Centro S. Antonioe che nella Chiesa di S. Angeloe in alcuni locali dellattiguaFondazione Fratelli di S. Francesco stata
Fr. Marco Fossati ricorda che il 13 dicembre 2013, nel convento di Sabbioncello, stata
organizzata lAssemblea degli economi locali. Lincontro, cui erano presenti tutti gli economi, stata una bella occasione di condivisione e di formazione, soprattutto per quanti hanno da poco
iniziato il servizio. Nellincontro sono stati presentati i criteri per la redazione del commento al
bilancio, si insistito su questo strumento per aiutare le fraternit nellanalisi critica della
dimensione economica della propria vita. Fr. Marco conclude dicendo che tutti gli economi locali
sembrano essere nella parte e svolgono il servizio con fedelt e serenit.
Fr. Francesco Bravi riprende la comunicazione recentemente inviata a tutti i frati della
Provincia ove notifica la nomina di fr. Massimo Fusarelliquale Delegato del Ministro generaleper il cammino verso unione delle sei Province OFM del Nord Italia. Fr. Francesco Bravi legge ildecreto di nomina, soffermandosi in particolare sui compiti e sui poteri che sono stati attribuiti al
Delegato. Si convinti che la sua presenza aiuter tutti a procedere in armonia verso la
costituzione della Nuova Provincia.
Fr. Francesco Bravi riferisce circa gli argomenti discussi nel corso dellultimo incontro del
Collegio dei Ministri, tenutosi a Milano il 13 dicembre 2013. Fr. Francesco ricorda che a partiredal prossimo incontro, presieduto dal Delegato, il consesso avr il nome di Consiglio diCooperazione, cos come indicato nel Regolamento di cooperazione tra le sei Provinceapprovato dal Definitorio generale.
Fr. Francesco ricorda le decisioni del recente CPO, in particolare la decisione di ridurre
ad 8 il numero dei Definitori generali, di questi 3 saranno espressione delle conferenze
europee. Presto sar pubblicato e distribuito a tutti i frati il Documento finale: Vino nuovo in otri
nuovi (Lc 5, 39).
Il Ministro riferisce poi che nel corso dellultimo incontro si continuata la riflessione sulla
collocazione delle case formative, in quelloccasione sono stati riportati i pareri dei sei Definitri
e, di comune accordo, si deciso di concludere la riflessione avvalendosi della mediazione del
Delegato del Ministro generale. Il Ministro poi informa che stata costituita la Commissione
giuridica per la stesura degli Statuti particolari della Nuova provincia.
Fr. Marco Fossati relaziona circa lincontro degli Economi provinciali, tenutosi a Milano il
20 dicembre 2013. Nel corso dellincontro sono stati definiti alcuni obiettivi per il lavoro
dellanno: 1) definizione di un piano dei conti e di un programma comune per la contabilit degli
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economati provinciali, 2) continuare il lavoro per la definizione del Fondo comune (lipotesi che
si sta delineando quella di una tassazione percentuale; il metodo di contribuzione in uso nella
Provincia lombarda non attuabile in quanto chiede un senso di appartenenza forte alla
Provincia, che maturer solo con il tempo), 3) chiarire con precisione le competenze degli uffici
amministrativi (Genova-Brescia-Bologna), 4) Enti con personalit giuridica (Ente ex-novo per la
Nuova Provincia, Trentino: ogni convento avr personalit giuridica cos come richiesto dalla
Regione a statuto speciale, le attuali Province che hanno pi enti dovranno accorparli cos da
giungere al 2016 con un solo Ente per Provincia).
Il Coordinatore del settore carit, fr. Alessandro Caspoli, ha chiesto al Ministro il
nominativo di un frate lombardo come referente per il settore. Fr. Francesco ha incaricato fr.
Carlo Cavallari.
Fr. Giampaolo Possenti, membro del Consiglio interprovinciale Fo.Pe., riferisce quanto
deciso nellultimo incontro: 1) gli incontri Fo.Pe. interprovinciali si terranno il 5 maggio a Torino,
il 6 maggio a Lonigo (VI), il 7 maggio a Bologna e avranno come tema: Provocati da papa
Francesco (in particolare si rifletter sul metodo comunicativo e sullo stile del santo Padre
come occasioni per convertire la nostra evangelizzazione e la nostra vita cristiana), gli incontri
si concluderanno con la celebrazione eucaristica alle ore 15.00. 2) lincontro con le clarisse
proposto dalla Federazione Liguria-Lombardia-Piemonte si celebrer a gennaio-febbraio del
2015, sar una proposta estesa a tutti i frati del Nord Italia, anche se la partecipazione sar dei
frati delle tre Province su cui insiste la Federazione.
Il Ministro provinciale ha intenzione di inviare a tutti i frati della Provincia una lettera in
occasione della Quaresima, tempo privilegiato per i frati minori per la penitenza e lascesi (cfr.
Regola, CC.GG. e SS.GG.). Il Ministro chiede al Definitorio suggerimenti circa i temi da trattare.
Il Ministro presenta la situazione dei frati in missione o in servizio ad altre entit, si
affrontano poi alcuni casi personali.
Si stabilisce che il prossimo Congresso definitoriale si terr l11 febbraio presso il
convento di Sabbioncello di Merate (LC). Ricorrendo la memoria della B.V.M. di Lourdes,
giornata mondiale dellammalato, si celebrer leucarestia con i fratelli dellinfermeria e si
amministrer il sacramento dellunzione degli infermi.
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I lavori del Congresso Capitolare si concludono alle ore 15.35 circa.
A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen!
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 12
Monsignor Loris Capovilla
Tra Giovanni XXIII e san Carlo da Sezze
Un telegramma particolare al neo cardinale
dai concittadini di san Carlo
Il beato Giovanni XXIII ebbe una particolare devozione al
santo francescano Carlo da Sezze (1613-1670) essendo
stata la sua prima canonizzazione, presieduta domenica 12
aprile 1959 nella Basilica di San Pietro. Infatti il successivo
gioved 16 aprile, nella Basilica Lateranense in occasione del
750 anniversario della Regola francescana, dopo aver ricordato ai frati che anche lui era
francescano in quanto Terziario, nato nelle vicinanze del convento dei frati Minori di Baccanello,
disse parlando in terza persona: La scorsa domenica in San Pietro gustava una ebbrezza
spirituale ineffabile nell'esaltare il nuovo Santo della Chiesa del Signore: San Carlo da Sezze,
modestissimo fratello laico dei Frati Minori, a cui la grazia, la purezza, la semplicit, la
ispirazione maturarono una corona cos fulgida di doni celesti quaggi e di gloria sovrumana ad
incanto nostro, a nostro esempio, a nostra protezione. Tal conventino ancora agreste, ma tanto
caro di Baccanello, ad evocazione di rimembranze dolcissime di tutta la Nostra vita, che
vogliamo inviare quale dono Papale il reliquiario prezioso, che l'Ordine Serafico si compiaciuto
di offrirCi a ricordo perenne del glorioso avvenimento. Come il grande Patriarca Francesco, cos
il suo ultimo frate minore glorificato, San Carlo da Sezze, pauper et humilis, coelum dives
ingreditur, nymnis coelestibus honoratur, alleluia, alleluia.
Per questi motivi, appena avuta notizia che il prossimo 22 febbraio papa Francesco creer
cardinale monsignor Loris Capovilla, stato inviato da Sezze al gi segretario di papa Giovanni
XXIII i seguenti telegrammi: Il Centro Studi San Carlo da Sezze apprende con grande gioia la
sua nomina a cardinale e, nellinviare i pi sinceri auguri e congratulazioni, invoca su di lei
lintercessione di san Carlo da Sezze o.f.m. nel 400esimo anniversario della nascita di san
Carlo da Sezze, canonizzato il 12 aprile 1959 da papa Giovanni XXIII, di cui lei instancabile
custode del pensiero e dellinsegnamento, assicuriamo vive preghiere al Signore. Il
Presidente, Antonella Bruschi. E ancora: Sinceri auguri e vive congratulazioni per la nomina
cardinalizia che onora la sua figura di grande levatura morale.
Testimonianze di vita fraterna
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7/27/2019 Notiziario 240 - Frati Minori di Lombardia
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 13
Nellumilt e nella semplicit, operando al fianco di papa Giovanni XXIII, lei contribu alla
canonizzazione, avvenuta per mano del papa buono il 12 aprile 1959, di san Carlo da Sezze
o.f.m. di cui ricorre il 400esimo anniversario della nascita, le assicuro le mie preghiere al
Signore. Dott. Ernesto Carlo Di Pastina, consigliere comunale di Sezze.
San Carlo da Sezze 1613 - 1670
Per un approfondimentoSan Carlo da Sezze, La mia vita, Edizioni Porziuncola, Assisi 2011.
Marco Roncalli, Giovanni XXIII. Angelo Giuseppe Roncalli, una vita nella storia, Ed. Lindau, Torino 2012.
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7/27/2019 Notiziario 240 - Frati Minori di Lombardia
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 14
Relazione di
Fratel Luca
Monaco di
Dumenza
14 aprile
2013
Ome (BS)
Seconda
Parte
Alcuen
TRE DIMENSIONI DELLA COMUNITCostruire non dallalto, ma dal basso, significa anche riconoscere
che il nostro vivere comune attraversato da alcune dimensioni, che sono
le stesse dimensioni dellamore che Paolo ricorda nel celebre passo di
Efesini3,17-19:
17Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri
cuori, e cos, radicati e fondati nella carit, 18siate in gradodi comprendere con tutti i santi quale sia lampiezza, la
lunghezza, laltezza e la profondit, 19e di conoscere
lamore di Cristo che supera ogni conoscenza, perch
siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
a) Laltezza della fraternit.La fraternit conosce unaltezza, viene generata dallalto, dallarelazione con il Padre.Tutto il capitolo 18 ruota attorno a due domande dei
discepoli. La prima posta al v. 1
Chi dunque pi grande nel regno dei cieli?
La seconda quella di Pietro al v. 21:
Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovr
perdonargli? Fino a sette volte?.
A queste due domande Ges risponde come sempre andando ben oltre la
domanda e correggendola. Comunque, a partire dalle due domande, la sua
risposta pu essere divisa in due grandi parti, la prima centrata sul tema
dei piccoli, la seconda sul tema del dover perdonare sempre. Entrambe
queste due parti si concludono con il racconto di una parabola: quella della
pecora smarrita nei vv. 12-14; quella pi lunga del servo spietato che
perdonato non sa a sua volta perdonare nei vv. 21-35. Di solito
certamente in questo caso Ges ricorre alle parabole per narrare del
modo di essere e di agire del Padre, che trasforma il modo stesso di agire
delluomo, quando questi si apre ad accogliere la logica diversa e
paradossale del Regno.
Alcune riflessioni sulla fraternit
LE DINAMICHE PASQUALI DELLA FRATERNIT CRISTIANA
Lectio di Matteo 18
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7/27/2019 Notiziario 240 - Frati Minori di Lombardia
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 15
Entrambe le due parabole di Mt 18 si concludono infatti con unaffermazione esplicita relativa allagire
del Padre.
Al di l del contenuto delle parabole, interessante osservare il modo con cui Ges risponde. Ai
discepoli che gli pongono interrogativi su alcune dinamiche relazionali, Ges distoglie lo sguardo daquesto livello orizzontale, per alzarlo verticalmente e fissarlo sul modo stesso di essere e di agire di Dio.Per rispondere occorre guardare al Padre.
Questa dimensione verticale la incontriamo
anche nella direzione opposta: non soltanto la comunit
deve guardare verso il Padre, ma essa stessa deve
sapersi sotto lo sguardo del Padre. I piccoli nella
comunit sono coloro i cui angeli nel cielo vedono
sempre la faccia del Padre, afferma il v. 10. E
unespressione simbolica che forse conosce pi
significati, ma indubbiamente sta anche a dire che i
piccoli sono coloro che, esposti al disprezzo, alla
violenza, alla marginalit nelle relazioni interpersonali,
vengono comunque custoditi dallo sguardo di Dio. Tutto
ci ci aiuta a comprendere che linvito di Ges non
soltanto a guardare il Padre, ma anche a configurare ilproprio sguardo sul modo stesso che il Padre ha diguardare e di giudicare.Quel modo di guardare che poi si incarna in Ges di Nazareth che venuto acercare, a chiamare, a salvare tutto ci che era perduto (v. 11: questo versetto con ogni probabilit da
considerare uninterpolazione da Lc 19, 10, ma certamente il suo significato non affatto estraneo alla
prospettiva complessiva di Mt 18). Linvito in negativo a non disprezzare i piccoli; in positivo esige diguardarli con i criteri stessi di Dio, il cui sguardo appunto si posa con benevolenza su di loro e in loro sicompiace. La stima reciproca che essenziale perch ci siano delle relazioni fraterne, deve trovare il
proprio fondamento in questo modo di guardare del Padre. Dunque vi anzitutto unattitudinecontemplativa alla radice della fraternit. Contemplare a mio avviso implica almeno due atteggiamentiessenziali: fissare lo sguardo del cuore e della mente in Dio come amava ripetere Paolo VI e nello
stesso tempo sapersi sotto lo sguardo con cui il Padre ci guarda.
b) La profondit della fraternitOltre a unaltezza, la fraternit conosce una profondit, una dimensione cio che scende nella vita di
ciascuno.In Mt 18 questa dimensione mi pare emerga proprio dallinvito iniziale di Ges :Se non vi convertirete e non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli(v. 3).
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7/27/2019 Notiziario 240 - Frati Minori di Lombardia
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 16
La fraternit ha bisogno di questo movimento personale di conversione, che consente di impostare inmodo evangelico le relazioni con gli altri. Tutto ci che viene richiesto (lattenzione ai piccoli, lacorrezione, il perdono, la ricerca degli smarriti) diviene possibile solo se si disposti a questo continuo
incessante cammino di conversione personale.
Sottolineo soltanto un aspetto: al v. 7 Ges afferma:E inevitabile che vengano scandali, ma guai alluomo a causa del quale viene lo scandalo!.
In queste parole continua a trasparire una visione realistica: dopo la Pasqua il mondo, la storia, la vita
stessa della comunit continuano a essere segnate dellesperienza del male, che spesso non pu
essere estirpato subito come accade per la zizzania della parabola del capitolo 13. Tuttavia, se ildiscepolo non pu pretendere di eliminare la zizzania attorno a s e negli altri, deve al contrario vigilaresu se stesso,per non diventare personalmente fonte di scandalo.Mt 18 estremamente misericordiosonei confronti del peccato del fratello, mentre invita ad essere radicali ed esigenti verso se stessi:
Se la tua mano o il tuo piede ti motivo di scandalo, taglialo e gettalo via da te.
Ges cita tre coppie di membra: gli occhi, le mani, i piedi. Sono gli organi corporei con i quali
maggiormente ci relazioniamo con gli altri e con la realt nel suo insieme. Gli occhi sono lorgano del
guardare, del comprendere, del desiderio, del giudizio stesso: nel mio pu esserci la trave con cui
pretendo di giudicare la pagliuzza che c nellocchio del fratello (cfr Mt7, 3). Le mani sono lorgano
dellagire umano; i piedi quello del camminare, dellincontrarsi e del relazionarsi con gli altri, andando
luno verso laltro. Luomo realizza se stesso attraverso queste relazioni: vedendo, agendo,camminando.Ebbene, dice Ges, meglio mutilare i propri occhi, le proprie mani, i propri piedi, se sonodi ostacolo, di scandalo alla fede di qualcun altro, o al nostro stesso personale cammino di fede.
Fuor di metafora, questa parola di Ges ricorda una cosa fondamentale per lesperienza della
fraternit: ci che davvero di ostacolo la pretesa di affermare se stessi e la propria integrit sopraogni altra cosa. Si tratta sempre del desiderio di diventare grandi. Lo scandalo maggiore cheprovochiamo e che finiamo poi per subire noi stessi viene proprio dal nostro io quando vuole prevalere,
primeggiare, farsi grande, come ricorda il v. 1, realizzarsi cio in unautosufficienza con cui poi in
definitiva crea il proprio inferno, la propria Geenna. E invece, dice Ges, meglio entrare nella vitazoppo, che essere nella Geenna con tutti e due i piedi. E meglio cio separarsi dal proprio piede,
anzich dividersi da un fratello perch si fa fatica a camminare insieme con lui; meglio separarsi dalproprio occhio anzich imporre il proprio giudizio, o giudicare laltro con uno sguardo tagliente, duro,esigente, cos diverso dallo sguardo di benevolenza del Padre; meglio separarsi dalla propria mano,quando attraverso di essa si manifesta una volont di potere, di dominio, anzich la disponibilit di
servire e accogliere i bisogni.
Si entra nella vita, e dunque anche nella fraternit, non con una pretesa di autosufficienza, diintegrit a tutti i costi, di affermazione di s, ma sempre un po mutili, o quanto meno potati, come i tralci
della vite (cf. Gv15, 1-11), nella disponibilit anche a lasciarci portare via qualcosa, a lasciarci strappare
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 17
a noi stessi, perch il bene del fratello pu valere pi del mio stesso occhio.Allora se ti portano via latunica offri anche il mantello, se ti schiaffeggiano, puoi offrire anche laltra guancia, se ti consegnano alla
morte, puoi tornare a dire, nella grazia di Ges, il mio corpo per voi. Indubbiamente questo ferisce,
mutila la nostra integrit, ma fa entrare nella vita. Alla base della fraternit non pu che esserci questoatteggiamento di consegna di s.Una consegna alla bellezza delle relazioni ma che nello stesso tempoespone sempre a dei rischi, a dei fraintendimenti, perch il fratello anche colui che pu peccare controdi te, che non ti ascolta quando lo correggi, che si scandalizza di te o che a sua volta ti causa scandalo.
E dunque necessaria la consegna di s. Per il vangelo questa la logica pasquale della appartenenza.Si appartiene se e nella misura in cui ci si consegna. Le relazioni autentiche nascono, vivono e non
muoiono solo nellorizzonte di questa consegna. E anche la logica pasquale dellEucarestia: nel
momento in cui Ges si consegna che crea la nuova alleanza, la nuova comunione.
Anche il discepolo, ogni volta che celebra leucarestia, si impegna a rivivere esistenzialmente, non sololiturgicamente, questa consegna che crea la comunit.
In questa consegna a volte c bisogno di perdere un occhio, una mano, un piede, di rinunciare a
qualcosa di noi, che poi significa anche giungere a una pi profonda unificazione della propria vita. Noi
diamo scandalo, e subiamo scandalo quando abbiamo una vita doppia, quando viviamo in una duplicit
del desiderio o in una doppiezza degli atteggiamenti. Occorre allora unificare la vita, ricondurla asemplicit e a unit, a una monotropa, come dicevano i padri greci, a una unificazione profonda.La prima sorgente di comunione e di unit, anche allinterno della fraternit ecclesiale, un cuore,
unesistenza che sanno unificarsi interiormente.
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c) Lampiezza o la larghezza della fraternit.Occorre infine ricordare lampiezza come quarta dimensione pasquale della fraternit. La dinamica
pasquale che pone continuamente al centro proprio coloro che rischiano di rimanere ai suoi margini,
comporta sempre per la comunit un movimento dinamico che la conduce costantemente a oltrepassaree a trascendere i propri confini.Ogni volta che ci che sul confine viene portato al centro, la comunitvive un movimento continuo di allargamento di s e di espansione tale da divenire anche un dinamismo
missionario.
La comunit conosce unaltra ampiezza, che quella che amo definire lo spazio di un respiro lungo.Nella parabola sul servo spietato che perdonato non sa perdonare, con la quale il capitolo 18 si
conclude, il verbo greco makrotymein ricorre due volte per indicare la magnanimit, la grandezza
danimo.
Abbi piet di me risuona nella parabola due volte: al v. 26, nelle parole con cui il servo malvagiosupplica il suo padrone, e poi al v. 29, nelle parole identiche che si sente rivolgere dellaltro servo. La
versione della CEI traduce abbi pazienza con me,ma pi esattamente il testo greco dice mostra verso
di me la grandezza del tuo animo, la tua magnanimit, la tua macrothima.
In alcuni casi la Bibbia greca dei LXX, usa questo termine macrothima per tradurre
unespressione ebraica pi caratteristica, secondo la quale il mite, largo di animo, viene definito come
luomo che ha narici larghe. Nella visione ebraica luomo paziente ha narici larghe, in quanto sa
controllare il suo soffio, il suo respiro. Invece chi ha narici strette, il collerico, lirascibile, si accendepresto dira e scoppia soffiando, sbuffando. Luomo dalle narici larghe invece luomo lento allira. Il
greco, traducendo questo termine ebraico, trasferisce lorgano dellira o della mitezza dalle narici al
cuore. Il paziente, il mite, il lento allira il makrothyms , il magnanimo. Ma in questa espressioneascoltiamo anche leco di un significato diverso, che la rende pi vicina alla stessa immagine ebraica.
Thyms in greco significa anima, cuore, con una sfumatura che ci ricorda che questo cuore sempre
tentato allira. Thymsin greco significa anche ira. In modo analogo conosciamo anche in italiano questa
vicinanza di immagini, quando parliamo di animo e di animosit. Dunque, letteralmente il makrthymos
un uomo che ha unira lunga, nel senso che ci vuole molto tempo perch la sua ira si accenda.
E luomo lento allira, che sa controllare il suo respiro, e con esso anche le sue pulsioni, le sue passioni; un uomo che sa attendere, che sa pazientare.La comunit ha bisogno anche di questa ampiezza di un respiro lungo. Ci significa ad esempio
pazientare, attendere i tempi di maturazione dellaltroche sono diversi dai propri, sollecita la capacit difar respirare gli altri, di essere persone riposanti, accoglienti, in grado di concedere ristoro, sul modello
della umile mitezza di Ges che pu accogliere affaticati e oppressi per offrire loro ristoro (cfr Mt11, 28-
20).
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CONCLUDENDOPi che sintetizzare il discorso in qualche punto conclusivo, desidero offrire tre domande puntuali che
possono orientare la meditazione e la preghiera personale:
a)La dimensione pasquale consente alla comunit di lasciarsi edificare non ignorando o fuggendo leproprie debolezze e fragilit,ma ponendole in qualche modo al centro del proprio cammino, come luogoin cui possiamo consentire alla grazia di Dio di manifestare la sua potenza di risurrezione. importante
perci interrogarsi: con quale atteggiamento le viviamo?Ci potrebbe essere la tentazione della sfiducia,dello scoraggiamento, ma anche della pigrizia. Occorre per vigilanza, per non perdere la vivacit di un
desiderio e di una tensione spirituale.
b) Secondo Matteo, due luoghi pi di altri diventano ambiti di presenza dellEmmanuele; quando lacomunit radunata nel suo nome (18,20) e quando sempre nel suo nome mandata a fare discepoli
tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (28,19-20). La dimensionecomunitaria non pu essere scissa da quella missionaria. Non possiamo dimenticare che non siamochiamati a vivere insieme per noi stessi, ma per il mondo intero. Quale pu essere in questo momentoper noi il modo in cui il Signore ci chiede di vivere questa tensione tra la nostra vita fraterna e la suaapertura al mondo?c)Matteo ci ha anche ricordato che la misericordia verso gli altri (fino a perdonare settanta volte sette)chiede di essere esigenti verso se stessi (fino a separarsi dalla propria mano se d scandalo), in unperseverante cammino di conversione. Ognuno di noi potrebbe interrogarsi: quale limite, debolezza opeccato vedo negli altri e nella comunit nel suo insieme, che anzich bloccarlo nel giudizio, lo sollecitaa una conversione personale? Quale impegno di conversione mi sento particolarmente sollecitato avivere in questo momento, per non cedere alla tentazione della mormorazione o del giudizio senza
misericordia? Quale limite riconosco nel cammino fraterno che mi chiama a cambiare qualcosa nel mio
atteggiamento e nel mio impegno quotidiano?
d) Infine vorrei ricordare come la dimensione della fraternit ha bisogno di un respiro che sappiaarticolare bene insieme la dimensione della gratuit e la dimensione della reciprocit nelle relazioni. Vorrei esprimere tutto questo con unimmagine che traggo non dal vangelo di Matteo, ma da quello di
Giovanni. Durante la cena, al capitolo 13, il IV Vangelo ci presenta la figura del Discepolo Amato mentre
con il capo reclinato sul senso di Ges. Durante il discorso Ges annuncia che c qualcuno nel
gruppo che lo tradir. Pietro allora chiede al discepolo amato che stava al fianco di Ges di domandare il
nome del traditore:
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 20
Ed egli reclinandosi cos sul petto di Ges, gli disse: Signore, chi ?. Rispose
allora Ges: colui per il quale intinger un boccone e glielo dar. E intinto il
boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone(13,25-26).
Alla domanda del discepolo Ges risponde:
colui per il quale intinger il boccone e glielo dar. E intinto il boccone, lo prese e lo
diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone.
Ges risponde con il gesto delloffrire a Giuda il boccone, gesto che viene colto solo dal discepolo
amato, che chinato sul suo petto.
Il boccone, che segno della vita che Ges liberamente offre per i propri amici, offerto anche a Giuda.
Il Discepolo Amato chiede a Ges Signore, chi ?(Gv 13,25), intendendo domandare chi colui che
ti tradisce?. Con il segno del boccone offerto Ges non solo gli indica chi il traditore, ma rivela in
profondit la sua identit: grazie alla consegna che Ges fa di se stesso, simboleggiata proprio in quel
boccone offerto, colui che tradisce diviene colui che Ges ama e al quale si consegna, purnellesperienza drammatica del patire il suo tradimento. E in questo modo Ges rivela anche se stesso:
egli non colui che viene tradito, ma colui che offre la propria vita nellamore persino a colui che lotradisce. Il Discepolo Amato diviene cos il testimone della gratuit di un amore che si consegna persinoa chi lo tradisce.
Rimanendo nel seno di Ges, come fa il Discepolo Amato, si giunge a capire questa qualitdellamore di Dio per ogni uomo. E nello stesso tempo si pu dimorare nel suo seno, in relazione diamicizia e di intimit con il suo mistero, solo se ci si lascia afferrare e trasformare da questo stesso
amore.
Dunque, il Discepolo Amato colui che dimora nel grembo intimo di unamicizia ma percomprendere il senso e aderire alla qualit di un amore gratuito e oblativo per tutti, anche per il nemico. Egli gode, fruisce, della reciprocit dellamicizia ( adagiato sul seno di Ges), ma non come di uno
spazio chiuso ed esclusivo, ma come spazio estremamente aperto, persino al nemico e a colui che
tradisce, rinnega lamicizia. La relazione con il Signore questo spazio di reciprocit in cui si impara,perch vi matura e vi diviene possibile, la gratuit estrema.Il Discepolo Amato, proprio nel momento in cui scopre il massimo dellintimit reciproca con il suo
Signore, chiamato anche a scoprire il massimo della gratuit. Lamicizia questo: un grembo direciprocit che ci fa maturare nella gratuit oblativa del donare la vita anche per il proprio nemico. Tantopi per il proprio fratello.
Se viviamo soltanto la dimensione della gratuit, le batterie (per cos dire) della nostra vita si
scaricano. Abbiamo bisogno di ricaricarle in un grembo di reciprocit, il quale per non deve chiuderci inse stesso, ma deve tornare a consegnarci anche a quelle relazioni pi faticose, meno facili, nelle quali
non riceviamo reciprocit, o possiamo addirittura incontrare il rifiuto, lincomprensione, il tradimento.
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 21
Fatte le giuste proporzioni, credo che questa dinamica sia stata vera anche per Ges, nello
spessore umano della sua incarnazione, che lo ha reso uomo che vive tutto ci che noi viviamo.
Anche Ges stato capace di vivere un amore cos gratuito, da consegnare la propria vita anche perGiuda, che pure lo tradisce, perch aveva un grembo di reciprocit nellamicizia corrisposta con ilDiscepolo Amato. Pi precisamente, questo grembo di reciprocit Ges lo ha vissuto anzitutto nellarelazione con il Padre, ma questa relazione ha dovuto poi anche incarnarsi in relazioni pi orizzontali,umane, come quella che egli vive con il Discepolo Amato, che per figura simbolica di tutti i discepoli
di Ges che sanno accogliere il suo amore, dimorano in esso e vi corrispondono.
Tant vero che levangelista Giovanni, per descrivere il gesto con cui durante la cena il Discepolo
Amato sul seno di Ges, una in greco unespressione del tutto simile a quella con cui, alla conclusione
del Prologo, afferma che il Figlio sempre rivolto, proteso verso il seno del Padre (cfr. Gv 13,23 e 1,18).
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 22
Giovent FrancescanaMonza
Dieci giovani della fraternit GiFra di Monza hanno promesso di seguire il Vangelo sull'esempio
di Francesco d'Assisi durante la celebrazione eucaristica delle ore 12 di Domenica 26 gennaio nelsantuario della Madonna delle Grazie. La Promessa nella Giovent Francescana ha anche coronato una
settimana di condivisione (dal 20 al 26 gennaio) che i gifrini di Monza hanno vissuto nell'accoglienza del
convento. La "Condivisione" per il tempo consentito dagli impegni di ciascuno, di lavoro o studio, stata
una occasione per vivere in modo pi intenso la relazione con Dio e con i fratelli ed ha ulteriormente
contribuito al cammino di discernimento vocazionale anche di chi per ora non ha promesso. Dopo la
celebrazione i gifrini di Monza hanno fatto festa insieme ai giovani delle altre fraternit di Milano S.
Francesco e Milano S. Antonio e ai fratelli dell'OFS locale.
Signore Ges,
Come con i primi discepoli tu sei
passato, sei passato nella mia
vita, quel giorno mi hai guardato:
mi hai guardato con quell'Amore,
lo stesso amore che mostrasti al
giovane ricco.
Ebbene, da quel giorno mi hai
attratto, la tua attrattiva mi ha
contagiato, il tuo sguardo mi ha
sedotto. Ultimamente, in maniera
altrettanto straordinaria mi hai
portato qui, mi hai posto dinanzi tanti tesori, tanti volti; compagni di cammino verso di Te.
Donami la Grazia di guardare, ogni giorno a questa fraternit per ci che veramente : uno dei pi bei
doni che tu mi abbia mai donato. Donami di poter sempre ricordare che ciascuno di loro dono tuo, untesoro da custodire, modalit speciale per incontrarti.
Fai che possa sempre ricordare che in tutto sei Tu che fai, tu che ci conduci. E se presto o tardi sar
stanco, affaticato da mille problemi come da tante mie paturnie possa trovare in questo luogo quello
sguardo, quel abbraccio, il Tuo abbraccio, che rinfranca nel cammino.
Signore, alle mie e alle nostre mancanze supplisca il tuo Amore!
Sono pronto per iniziare il cammino: insieme a ciascuna di queste perle preziose che mi hai messo e
che mi metterai accanto e formare una collana degna della promessa che tu per primo hai fatto a noi!
Perch chi ci veda insieme possa dire...questi sono di Cristo. Amen.
Veglia di preparazione alla Promessa 25/01/2014
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 23
Un gruppo di giovani, provenienti da diversi paesi del Nord Italia, in risposta ad un invito
o mossi da un desiderio, ha scelto di passare alcuni giorni delle proprie vacanze invernali
presso il convento dei frati minori di Rezzato (Bs) partecipando ad una esperienza nuova:incontrare la Parola attraverso un metodo in cui tutti erano chiamati a mettersi in gioco, a
scendere nel proprio animo, a entrare in relazione con gli altri senza porsi barriere.
La bellezza della fraternit abitata
insieme, in questi giorni, ci ha permesso
di vivere in un clima familiare dentro e
fuori il corso. Tutto ci stato importante
per sentirci davvero accolti e liberi di
poter esprimere ci che siamo.
Quattro giorni intensi tra Vita e Parola.
Dal titolo proposto mi aspettavo un ritiroo una lectio ma proseguendo nella
lettura della proposta capisco che qualcosa di differente: un percorso di formazione per
giovani che desiderano approfondire e vivere la dimensione dellannuncio. Viene chiesto ai
giovani di essere parte attiva nellannuncio del Vangelo.
Questo, per me, stato laspetto che mi ha fatto aderire alla proposta.
Troppo spesso rimaniamo spettatori, in attesa che qualcuno ci desti dal torpore, non ci
sentiamo mai abbastanza pronti, mai abbastanza capaci, senza competenze.Lincontro con Cristo non ci pu lasciare fermi, in silenzio, deve sempre porci in continua ricerca
dellaltro, attraverso i modi che pi sappiano parlargli, che pi lo coinvolgano, che pi lo
facciano sentire dentro una relazione pi grande.
E allora eccomi qui, partecipo al corso di formazione al bibliodramma!
Annunciare al mattino il tuo amore,la fedelt lungo la notte
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7/27/2019 Notiziario 240 - Frati Minori di Lombardia
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 24
Bibliodramma? ?La metodologia del bibliodramma favorisce lincontro profondo tra la Parola di Dio e la vita
concreta di ogni persona.
una modalit di confronto biblico di gruppo basata sullesperienza umana di ognuno,
espressa e condivisa nel qui ed ora di un incontro, con vari linguaggi: per esempio attraverso
lespressione verbale emozionale, quella grafico pittorica, quella del foto-linguaggio o
mediante rappresentazioni corporee.
Vengono chiarite fin da subito le indicazioni da seguire: porsi in un atteggiamento di ascolto,
non giudicarsi e non giudicare e ricordarsi che ci che viene condiviso e comunicato sar
custodito dagli altri.
Si comincia facendo affiorare il bisogno che
ciascuno di noi porta nel cuore. Un bisogno
che a volte inaspettato, indesiderato o
rifiutato, ma c e per questo va guardato e
non giudicato.
I facilitatori (coloro che conducono lattivit)
accompagnano il gruppo dentro la Parola
che lentamente sana e guarisce il bisogno
emerso.
Stimolato dal brano biblico meditato, ogni partecipante liberamente esprime e rappresenta ci
che sente o associa interiormente. Tutto ci fa s che si approfondiscano il testo biblico e
lesperienza del gruppo, esprimendosi ed ascoltandosi a vicenda.
Partecipare ad un laboratorio di bibliodramma permette di vivere da dentro un brano biblico,
talvolta vestendo i panni e i sentimenti di un personaggio, altre volte osservando da fuori il
brano messo in scena. In questo modo possibile cogliere in maniera differente tutti i suoi
aspetti, compresi quelli emozionali.
Per poter comprendere tutto ci, non abbiamo fatto altro che immergerci dentro le attivit che ci
venivano proposte ritrovandoci nel brano della Pesca Miracolosa e, successivamente,
ascoltando la voce di Zaccheo.
Abbiamo cos incontrato i protagonisti del brano, abbiamo visto il comportamento, abbiamo
ascoltato cosa avevano da dirci vivendo le loro emozioni, le loro paure e le loro gioie.
Dopo aver appreso teoria e pratica, ci stata data lopportunit di costruire e condurre un
bibliodramma: abbiamo attraversato una tempesta sedata (Mc 4,35-41), chiedendoci chi fosse
Ges (Mc 8,27-29), per arrivare assieme ai Re Magi a Betlemme (Mt 2,1-12) portando i nostri
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 25
doni: cos le nostre emozioni, i nostri bisogni, i nostri desideri sono diventati preghiera davanti a
Ges Bambino.
Nella preparazione di tutto ci, e grazie ai suggerimenti dei facilitatori, abbiamo compreso
quanto sia importante avere dimestichezza delle tecniche e possedere il lessico appropriato.
Il bibliodramma si rivela cos un approccio versatile, adattabile ai bambini, ai giovani e agli
adulti.
Da vivere perch? /Consigliarlo perch?
E una possibilit concreta di percepire come la Parola incontra la nostra specifica esistenza un modo creativo, autentico e profondo per mettersi in relazione con la Parola che parte di
te poich ti abita.
Basta solo fare spazio per incontrarla e ne vale proprio la pena!
La senti davvero viva, feconda e ti trasfigura.
Un ringraziamento speciale va a Cinzia, Daniele, Frida e Monica che ci hanno supportato e
sopportato, guidandoci con cura ed attenzione,
e ai frati che ci hanno accolto, condividendo con noi questa splendida esperienza!
Silvia, Daniela e Simona
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Novit da Monza
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FilmiAmo
Scheda
a cura di
Fr. Davide
Sironi
Blue Jasminedi Woody Allen
Drammatico
Durata 98 min.
USA 2013
Blue Jasmine
Una elegantissima e raffinata donna newyorchese, Jasmine, si
trasferisce dalla sorella Ginger a San Francisco in preda allansia e
alla confusione dopo che la sua incantata vita si dissolta. Tutto il suo
mondo milionario, luccicante, favolistico e perbenista, stato colpito
dalla crisi finanziaria, o meglio si rivelato costruito sulla truffa,
architettata dal suo spregiudicato e menzognero marito Hal.
Jasmine cerca di ricominciare, ma il passato invade il presente: i
ricordi la imprigionano nella nostalgia, nel delirio. La realt troppo
squallida per essere guardata, la verit di s troppo dolorosa, meglio
nascondersi dietro abiti, sogni e menzogne cesellati come gioielli
dorati.
Un artista geniale ed esperto come Woody Allen pu
commettere un passo falso To Rome With Love ma non due di
seguito: il suo ultimo film ci riconsegna la sua innata vena creativa,
una sceneggiatura magistrale, una riflessione tragicomica e affilata sul
vivere contemporaneo, sulla societ, sulle relazione umane.
Dopo le scorribande cinematografiche europee, Allen torna a girare in
America: nellamata New York, qui luogo dei desideri realizzati, e a
San Francisco, citt meno vertiginosa e magica, ma luogo di rifugio
per nascondersi e condurre unaltra vita. Almeno cos vive queste citt
la protagonista, Jasmine una straordinaria Cate Blanchett - donna
che, prima di cadere in disgrazia per le frodi finanziarie del rampante e
fedifrago marito Hal, conduceva unesistenza nel lusso.
Un lusso fatto di buon gusto e di buone maniere, dove tutto
possibile, dove non si immagina che le cose possano andare
diversamente, dove gli altri sono un pubblico di ammiratori della
propria fiabesca casa, degli abiti rigorosamente griffati, delle sfarzose
cene.
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7/27/2019 Notiziario 240 - Frati Minori di Lombardia
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 28
Jasmine vive in un mondo dorato - dove chiamarsi Jean o Jeanette sconveniente che abita
voluttuosamente. Si ricamata una immagine di s cos luccicante che tutto oscura, impedendo
di vedere la verit: di s e degli altri.
Jasmine vive in un mondo irreale, ma cos affascinante. E questo mondo finisce quando il
marito viene arrestato e il fisco si appropria di tutti i loro beni. La donna crolla in uno stato
depressivo, ansioso e delirante che la spinge a trasferirsi dalla sorella Ginger che, appunto, vive
a San Francisco.
La convivenza non facile e
Jasmine cerca di convince Ginger
a cambiare la sua esistenza
sciatta, a non accontentarsi di un
uomo rozzo e a puntare in alto. Da
parte sua cerca di realizzare il
sogno di essere unarredatrice,
dato il suo indiscutibile buon
gusto. Ma la vita nel mondo vero troppo assurda: lansia non la lascia mai sola, ma soprattutto
il suo passato a ritornare vivo in ogni istante. Un passato dal quale ha eliminato le ombre, i
fallimenti, i plurimi tradimenti subiti, i dolori, e che ora ricorda solo nella sua magnificenza.
Persino il marito stato sublimato.
Jasmine incapace di guardarsi, di
affrontare il presente, di perdonare e
perdonarsi. Non vuole e non pu lasciare la
sua meravigliosa vita passata e continua a
parlare con chi ormai non c pi, a parlare
solo con se stessa. E quando inizia una
nuova relazione con un uomo facoltoso e si
prospetta la possibilit di tornare a una vita agiata, non in grado di liberarsi della illusoria
immagine di s che continua a tenere in vita con i suoi solipsistici sproloqui, non riesce ad
essere trasparente e continua a mentire prima di tutto a se stessa. Ma la vita reale non si pu
ingannare.
Allen entra nel tema della prolungata crisi che ha colpito ogni Paese e che non esclude neppure
i ricchi newyorchesi. Lo fa con il suo inconfondibile stile arguto, sofisticato, sarcastico, ma
questa volta la commedia sconfina nel dramma amaro. La vera crisi quella delluomo, privato
della sua verit e identit, un uomo che stato disgregato dal vortice della mondanit cheprometteva unesistenza facile, un uomo che oggi si ritrova a misurarsi con le cose quotidiane.
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7/27/2019 Notiziario 240 - Frati Minori di Lombardia
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 29
Jasmine incapace a rinunciare alle comodit gustate, alla gloria terrena; per conquistarsi
quello status stata disposta a passare su tutto, a non vedere, a non sentire. Ma piuttosto che
abbandonare tutta quella ricchezza perch abbandonata dal marito, in preda alla follia della
perdita di prestigio personale, distrugge ogni cosa. Laffascinante e splendente fiore jasmine,
appunto diventa oscuro come il blu della notte.
Con un epilogo sorprendente e uno stupefacente gioco narrativo che incastra in continuit
presente e passato, Allen ci invita a riflettere sulle conseguenze della crisi economica che
diventa crisi affettiva, relazionale, umana, quando non c il coraggio di fare verit e di ritornare
al senso originario del vivere.
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7/27/2019 Notiziario 240 - Frati Minori di Lombardia
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 30
LeggiAmo
Scheda
a cura di
Fr. Paolo
Canali
Celebriamola divina
Bellezza
di fr. Tarcisio
Colombotti
Storia e
teologia
dellesperienza
spirituale di
Francesco
dAssisi
di fr. Cesare
Vaiani
Cose di casa nostra...
Di casa nostra si parla, quando parliamo delle Edizioni
Biblioteca Francescana; ma soprattutto in questo caso ci sentiamo
doppiamente in casa nostra grazie a due fratelli della nostra
Provincia (fra Tarcisio Colombotti e fra Cesare Vaiani), che hanno
messo in cantiere due opere decisamente consistenti, quasi una
summa delle rispettive competenze.
Celebriamo la divina Bellezza, si intitola il libro di p. Tarcisio, scrittocon lintento di tirar fuori cose nuove e cose antiche dal tesoro
della spiritualit liturgica della Chiesa, da quella santa e divina
Liturgia che ci trasmette il cuore pulsante della fede. La prima
parte indaga sul tema della divina bellezza, colta e sperimentata
nella celebrazione (eucaristia e Liturgia delle Ore) e nel fluire
dellanno liturgico. La seconda e la terza parte, invece, si
soffermano sullanalisi approfondita dei testi delle celebrazioni per
mettere in risalto il significato dei diversi tempi dellanno liturgico
e di alcune celebrazioni particolari. Segue unappendice con
lanalisi di qualche testo proprio della liturgia ambrosiana.
Il libro esigente, oltre che corposo (520 pagine!), ma dispensa a
piene mani la sapienza e la scienza dellautore, cresciute con lo
studio, la pratica celebrativa e la condivisione generosa attraverso
lezioni, esercizi, ritiri. Chi ha avuto la fortuna di assistere a qualche
lezione, conferenza, meditazione tenuta da frate Tarcisio, ritrover
sicuramente in queste pagine quanto largamente ricevuto...
Storia e teologia dellesperienza spirituale di Francesco dAssisi invece il titolo della pubblicazione di fra Cesare Vaiani: si tratta
della rielaborazione della tesi per il conseguimento del Dottorato in
Teologia spirituale, ottenuto presso la Facolt Teologica dellItalia
settentrionale a Milano.
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7/27/2019 Notiziario 240 - Frati Minori di Lombardia
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 31
Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un libro di grande mole (500 pagine), che raccoglie
i frutti di una ricerca assidua e scrupolosa. Si tratta di una lettura in parallelo degli Scritti di san
Francesco e della sua vita, partendo dalla convinzione che esiste un circolo virtuoso: le
vicende della vita ci aiutano a capire meglio gli Scritti, e al tempo stesso gli Scritti gettano nuova
luce sulla vita di Francesco e sul senso della sua esperienza.
Anche in questo caso lo studio diviso in tre parti: nella prima si offrono dati essenziali sulle
fonti e viene proposta una cronologia della vita di Francesco, con una divisione ragionata in
diversi momenti. La seconda ripercorre i diversi periodi della vita di Francesco leggendo gli
Scritti che vi appartengono, lasciando che sia la voce stessa di Francesco a raccontare il suo
percorso spirituale. La terza parte ritorna sulla biografia del santo, per far emergere, alla luce
dellanalisi svolta, le caratteristiche essenziali della sua esperienza spirituale.
certamente una lettura non scontata, ma che non riservata agli specialisti della materia:
pu interessare tutti coloro che sono interessati a capire in profondit i contenuti essenziali
dellesperienza cristiana di Francesco dAssisi, in primo luogo quanti a quella esperienza si
richiamano per la loro scelta di vita.
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Anno XXXVI n. 240 - Gennaio 32
Fr. Emanuele (Daniele) Pedrini
Fr. Emanuele nasce a Telgate (BG), il 29 settembre 1927 e viene battezzato nella Parrocchia di
s. Giovanni Battista il 2 ottobre con il nome di Daniele.
Nel 1941 entra nel seminario minore a Saiano (BS), dove frequenta la scuola media e il
Ginnasio, che conclude nella scuola interna presso il convento di Cividino nel 1945.
Il 27 Agosto 1946, a Rezzato (BS), con il nome di fr. Igino, riceve il saio della prova da
fr. Camillo Merazzi, Ministro provinciale. Qui trascorre lanno di noviziato, al termine del quale,
l8 settembre 1947, emette la Professione temporanea nelle mani di fr. Teodoro Locatelli,
Delegato del Ministro provinciale. Dal 1947 al 1950 attende agli studi liceali presso il Convento
di Sabbioncello di Merate, per completare la formazione teologica nei conventi di Busto Arsizio
(VA) (1950-1952) e di Milano S. Antonio (1952-54).
Il 4 Ottobre 1951, a Varese, emette la Professione solenne nelle mani di fr. Innocenzo Gorlani,
Ministro provinciale, ottenendo, per concessione del Ministro generale, di cambiare il nome di fr.
Igino in quello di fr. Emanuele.
Il 3 Aprile 1954, a Milano, viene ordinato diacono da S. Em.za il beato Card. Ildefonso Schuster,
Arcivescovo di Milano, che lo consacra presbitero il 27 Giugno dello stesso anno nel Duomo di
Milano.
Dopo lordinazione sacerdotale , per un anno, Superiore del Convento del Passo del Tonale
(BS), quindi si trasferisce a Brescia nel Convento di s. Gaetano (1955-1956). Qui, mentre
assistente allIstituto Luzzago, consegue la maturit classica presso un Istituto paritario. Questo
titolo gli permette di iscriversi allUniverist di Pavia, ove nel 1959 ottiene un Diploma
universitario in Erboristeria. In seguito, nel 1960, si laurea con il massimo dei voti in Scienze
Naturali, e lanno successivo consegue una seconda laurea in Scienze Biologiche.
Instancabile studioso e assetato di conoscenza, avrebbe desiderato dedicarsi alla carriera
accademica universitaria ma, in spirito di obbedienza, dal 1960 al 1966, mette a disposizione la
sua competenza nella formazione dei giovani frati come insegnante di diverse discipline
scientifiche nelle scuole interne di Busto Arsizio e di Saiano. Per un anno anche Preside
dellIstituto di Ragioneria e delle Medie allIstituto Luzzago.
Nel frattempo consegue numerosi Diplomi di idoneit che lo abilitarono allinsegnamento di
molte materie scientifiche e tecniche per le scuole statali sia medie inferiori che superiori.
Dal 1966 al 1997 vive a Varese ove si prodiga come insegnante apprezzato e qualificato nelle
scuole statali, dapprima in una ragioneria, poi in un istituto magistrale. Dal 1969 insegna al liceo
classico di Varese ove rimase fino al pensionamento, svolgendo anche lincarico di preside. In
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questi anni pubblica alcuni testi didattici in uso nelle scuole superiori e collabora
significativamente con il Ministero dellIstruzione per lammodernamento dei metodi e dei
programmi di insegnamento di diverse materie scientifiche. Per diversi anni ricopre anche
lincarico di Presidente della Commissione per lesame di maturit.
Concluso il servizio alluomo nel delicato compito della formazione nella scuola, con il
pensionamento, viene trasferito nel Convento di Pavia ove rimane, in qualit di guardiano, dal
1997 al 2007. Dal 2007 risiede nel Convento di s. Gaetano in Brescia; ricordando il lavoro
svolto nel campo della formazione, cos scrive al Ministro provinciale: ricordo con nostalgia i 40
anni di insegnamento e la soddisfazione di aver diffuso con passione lidea che allo studio
teorico delle scienze doveva essere unita lapplicazione pratica di laboratorio, mi sento ancora
in forma e voglioso di sentirmi ancora utile e giovanile.
Nel corso dellultimo anno limprovviso manifestarsi della malattia lo costringe dapprima al
ricovero ospedaliero e, di seguito, alla degenza nellInfermeria provinciale di Sabbioncello. Qui
nelle ultime ore del 24 gennaio 2014, fr. Emanuele ha chiuso gli occhi a questa vita terrena. A
laude di Cristo e del poverello Francesco.
Funerale di fr. Emanuele PedriniOmelia del Ministro provinciale fr. Francesco Bravi
Sabbioncello 27 Gennaio 2014Letture del venerd della seconda settimana per annum anno pari )
Mentre i frati concludevano la loro giornata con la preghiera di compieta, le parole del
cantico di Simeone, ora lascia che il tuo servo vada in pace, si univano a quelle di frate
Emanuele che concludeva la sua vita terrena e passava da questo mondo al Padre. Un suo
confratello, fr. Angelico Martinoli anche lui gi passato alla vita eterna, nel giorno delcinquantesimo di sacerdozio di fr. Emanuele, scrivendo, come era suo solito, una poesia per la
speciale ricorrenza, lo definiva cos:
Scienza e fede coniugando
nell'apprendere e insegnare
da Maestro e Testimone
hai vissuto ed impegnato
i talenti ricevuti
nella duplice ricerca
dell'amata verit.
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La vita del nostro fratello, che oggi presentiamo al Padre delle misericordie, ben
espressa in queste parole: una vita spesa, come abbiamo sentito all'inizio di questa liturgia
funebre, nello studio e nell'insegnamento. Frate Emanuele stato, ed nella memoria collettiva
della nostra fraternit, di tanti docenti e studenti, il Professor Pedrini. La divina provvidenza poi
ha voluto che ci ritrovassimo a celebrare questo rito esequiale nel giorno della memoria della
grande santa bresciana S. Angela Merici che nel suo testamento spirituale ci ricorda: Se tutte
le vostre opere saranno cos radicate in questa duplice carit ( l'amore di Dio e lo zelo per la
salute delle anime ), non potranno portare se non buoni e salutiferi frutti. quello che noi
speriamo per il nostro fratello Emanuele per il suo impegno nello studio e nell'insegnamento e
nell'aver vissuto in questi ultimi anni l'impegnativa grazia della malattia. Affidandolo alla
misericordia del Signore preghiamo per lui perch, pur segnato dalla fragilit umana e dal
peccato, sia accolto dal divino maestro nella pace dei santi.
La Parola del Signore che accompagna il transito di frate Emanuele, quella proclamata
nella comunit ecclesiale il giorno della sua morte, ci apre ad orizzonti colmi di speranza, nella
certezza che, come dice la liturgia se ci rattrista la certezza di dover morire, ci consola la
promessa dell'immortalit futura ( prefazio defunti ). E' alla luce di questa Parola che siamo
chiamati a nutrire la nostra fede, a sostenere la nostra speranza e a vivere la carit che si fa
ardente preghiera di suffragio. alla luce di questa Parola che siamo invitati tutti, parenti, amici
e confratelli, a rileggere l'intera esistenza di frate Emanuele, quasi immergendo nella forza
illuminante e liberante di questa Parola, tutte le domande che la morte di una persona cara, nel
bene e nel male, porta con se, nella consapevolezza che come ci ha ricordato l'apostolo
Giacomo nella lettura breve delle Lodi di questa mattina - la misericordia....ha sempre la
meglio nel giudizio ( Gc 2,13) .
Il brano evangelico appena proclamato ci ha riproposto la scelta, da parte di Ges, dei
dodici apostoli. Il Signore, come ci ha ricordato Marco chiam a se quelli che voleva...perch
stessero con lui e per mandarli a predicare. In questa insindacabile scelta divina rivediamo la
vita e la storia di fr. Emanuele scelto dal Signore fin dalla sua giovane et per mettersi alla Sua
sequela sulle orme di Francesco d'Assisi. La chiamata del Signore ci mostra volti precisi, storie
concrete e a volte contraddittorie, che pur nella loro originalit liberamente e generosamente
rispondono prontamente: ed essi andarono da lui. Cos stato per frate Emmanuele che
iscriviamo a pieno titolo nell'ormai lungo elenco dei discepoli del Maestro che lungo la storia dei
secoli hanno seguito il Signore e lo hanno testimoniato e annunciato con le parole e la vita. Afrate Emanuele come dice la liturgia il Signore, nel tempo della sua dimora tra noi ha
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affidato il ministero ordinato per annunciare e servire il mistero di salvezza attraverso l'annuncio
della Parola e la celebrazione dei sacramenti . Ora lo stare con il Signore per fr. Emanuele
diventa permanente e noi, pregando per lui sempre con le parole della liturgia, chiediamo che il
nostro fratello sacerdote possa godere della visione dei misteri di cui fu dispensatore nella tua
Chiesa ( cf. orazioni per un defunto sacerdote ).
La prima lettura, tratta dal primo libro di Samuele, presentandoci la magnanimit di
Davide che risparmia la vita di Saul che lo cercava per ucciderlo, ci svela un tratto del volto di
Dio: di colui che salva e risparmia, di colui che perdona ed sempre pronto a ricominciare, di
colui che nel Figlio Ges, senza peccato, si consegnato agli uomini per amore. a questo Dio
che affidiamo il consacrato del Signore, il nostro fratello Emanuele; al Dio della misericordia
e del perdono che presentiamo l'intera esistenza di colui a cui stato affidato il ministero della
riconciliazione. In una intervista rilasciata ad un giornale di Pavia qualche anno fa, rispondendo
ad una domanda, frate Emanuele diceva di se: Mi dicono che nelle occasioni ufficiali e nelle
celebrazioni religiose sembro ieratico, austero, metto soggezione. Per fortuna chi mi conosce
sa che sono anche spiritoso, allegro, gioviale. Lo trovi cos aggiungiamo noi - quel Signore
che pieno di amore e di bont lo accoglie oggi nel suo regno dove potr dire, con le parole del
salmo responsoriale che anche noi abbiamo pregato: Piet di me, o Dio, piet di me, in te si
rifugia l'anima mia. Lo trovi cos quel Dio bont e tenerezza infinita, che ascolter la preghiera
che fr. Emanuele, citando il salmo 6, ha voluto lasciare scritto: Signore, non punirmi nella tua
ira; non castigarmi nel tuo furore.
Il professor Pedrini offre poi a noi frati, con la sua vita dedita allo studio e
all'insegnamento, l'occasione per una riflessione che raccogliamo quasi fosse la sua ultima
lezione. I nostri grandi maestri, Antonio, Bonaventura, Scoto, ci aiutano a capire che gli studi
non sono un ostacolo alle scelte evangeliche, ma un aiuto a queste. necessario, allora, un
impegno serio e continuo per evangelizzare gli studi, facendo di questo servizio intellettuale
un cammino di contemplazione e di conversione, come voleva Francesco e come ci insegna
San Bonaventura: Non credere che basti la lettura senza amore, la speculazione senza
devozione, la ricerca senza capacit di meravigliarsi, la prudenza senza gioia, labilit senza
piet, la scienza senza carit, lintelligenza senza umilt, lo studio senza grazia divina, lo
specchio senza sapienza divinamente ispirata (Itin., Prologo 4). Non bisogna mai separare la
scienza dalla santit di vita, le due colonne sulle quali si deve costruire ledificio dellOrdine (cf.
Tommaso da Eccleston, De adventu Fratrum Minorum in Angliam, 90). E' importante che lostudio conduca a raggiungere la sapienza dello Spirito, a lasciarsi possedere dalla Verit e del
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Bene, per amare a lodare il Signore e per servire i fratelli nella carit del Cristo (Ratio
Studiorum OFM, Introduzione 4). Ma frate Emanuele ci offre anche altre lezioni e, pur nella sua
caparbia ostinazione, ci invita ad essere capaci nella vita di fare i conti con il venir meno delle
forze e delle capacit; ad imparare a lasciarsi aiutare e a lasciarsi fare dagli altri nei momenti
del bisogno; a convivere con la malattia; a prepararci all'incontro con sorella morte.
Sento il dovere di ringraziare pubblicamente e di vero cuore i confratelli di S. Gaetano e
di Sabbioncello per tutte le attenzioni che hanno dimostrato verso fr. Emanuele; ringrazio in
particolare tutto il personale dell'infermeria provinciale. Mentre esprimiamo le nostre sentite
condoglianze ai famigliari, che in questi giorni sono stati particolarmente vicini a fr. Emanuele,
vorrei che ricordassimo nella preghiera in modo particolare la sorella, suor Caterina, da anni
inferma e seriamente ammalata.
Con le parole della poesia di fr. Angelico salutiamo ora frate Emanuele e immaginandocelo
correre, con i sandali e i piedi nudi, verso il Signore gli diciamo:
Ora avanzi con la corsa
di destriero galoppante,
la criniera al vento sciolta
nella gioia di sapere
che tu corri verso il Regno
dove luce piena avremo
da Colui che Verit,
ci fu Via di Libert,
sar nostra eterna Vita.
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Notizie di CasaA cura di
fr. Enzo
Pellegatta
02
Brescia
07
Milano
Curia Provinciale
10
Milano
Curia Provinciale
13-18
Chiampo (VI)
18
Monza
Gennaio
Viene sottoscritta una dichiarazione dintenti tra la Provincia e ling. Marco
Bonometti formalizzando limpegno della Provincia a cedere il ramo
dazienda dellIstituto Luzzago allerigenda Fondazione Simpliciano
Olgiati.
Il Definitorio si raduna per il suo V Congresso.
Si svolge il primo incontro del Delegato generale fr. Massimo Fusarelli con i
Ministri del Nord Italia (Consiglio di Cooperazione).
13-18, Chiampo (VI): fr. Renato Beretta guida il corso di Esercizi spirituali
per i Frati del Nord Italia, presentando il Testamento di s. Francesco. Circa
venticinque i frati partecipanti, tra cui fr. Mario Florioli e fr. Enzo Pellegatta.
Santuario delle Grazie: si celebra una santa Messa per la Associazione
nazionale Alpini - sezione di Monza: Presiede il guardiano fra Roberto
Ferrari e concelebrano fra Fabio Comelli e fra Giambattista Silini, ambedue
con cappello da alpino.
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20
Angone-Darfo
Boario Terme (BS)
21
Baccanello
Calusco DAdda (BG)
22
Monza
20-26
Monza
24
Monza
27
Sabbioncello
di Merate (LC)
27-30
Peschiera del Garda
30
Monza
Nella parrocchia di s. Matteo si celebrano in mattinata i funerali della
mamma di suor Elisabetta Maria, del Monastero di Bienno.
Nel locale convento si svolge lincontro del Segretariato Formazione e
Studi del Nord Italia.
Presso la Caritas monzese fra Sergio Cazzaniga presenta lattivit
caritativa del Convento delle Grazie: si consegnano pi di un centinaio di
pacchi viveri, ogni venerd.
Nel Convento delle Grazie la Giovent Francescana locale vive una
settimana di vita comune nella zona dell accoglienza, in preparazionealla loro Promessa di Vita, celebrata domenica 26 da 10 giovani.
Convento delle Grazie: in serata incontro organizzato dall'OFS con il
cappellano del carcere di Monza, sulla realt del carcere e dei detenuti.
Alle ore 14.00 nella Chiesa conventuale di S. Maria Nascente si
celebrano i funerali di fr. Emanuele (Daniele) Pedrini, sacerdote, di anni
86. Nato a Telgate (BG) e traferitosi con la famiglia a Dairago (MI),
laureatosi in Scienze naturali, spese gran parte della sua vita
nellinsegnamento delle materie scientifiche, apprezzato docente nelle
scuole pubbliche. Negli ultimi mesi era ricoverato nellInfermeria
provinciale, dove deceduto il giorno 25. Riposa nel cimitero di Brescia.
Ha luogo la seconda settimana di Formazione Permanente per i
guardiani del Nord Italia. Partecipano: fr. Cesare Vaiani, fr. Giambattista
Delpozzo, fr. Marco Ferrario, fr. Giampaolo Possenti. E presente anche
il Ministro provinciale del Trentino fr. Francesco Patton.
Nel Convento delle Grazie frati, OFS e GiFra si trovano insieme per
vedere e commentare il film "Sette km da Gerusalemme".