Notiziario 251 - Frati Minori di Lombardia

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 Anno XXXVII – n 251 – Febbraio 2015 NOTIZIARIO Provincia di Lombardia “S Carlo Borromeo” dei Frati Minori

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Notiziario della Provincia dei Frati Minori di Lombardia S. Carlo Borromeo: Anno XXXVIII - n. 251 - Febbraio 2015

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  • Anno XXXVII n. 251 Febbraio 2015

    NOTIZIARIO

    Provincia di Lombardia S. Carlo Borromeo dei Frati Minori

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    Ges servito dagli angeli dopo le tentazioni Anonimo - Sec. XVII - Olio su tela Convento S. Pietro apostolo, Rezzato (BS) La tela, custodita in un corridoio del convento di Rezzato, era stata realizzata per essere sovrapposta allaffresco del refettorio di cui abbiamo parlato il mese scorso. In questa tela, la cui pellicola pittorica molto ammalorata, si pu vedere la figura di Ges servito dagli angeli dopo i quaranta giorni di digiuno nel deserto. Ges si ritirato in solitudine; la citt, visibile nellangolo in alto a destra, lontana. Ges seduto al centro della scena si staglia luminoso sul fondale scuro, poco leggibile, che sembra ricordare una selva. Per fattezze e contrasto luminoso questo Ges ci avvicina pi alla tradizione veneta del Tintoretto o del Veronese. Vestito di unampia tunica rosacea, tiene sulle gambe il mantello blu, che sembra quasi unenorme tovagliolo. Con la mano destra benedice le pietanze che gli sono poste innanzi, la sinistra poggiata sulla tavola. I due angeli che stanno di fianco a lui gli porgono rispettivamente un raffinato bacile e una brocca per lavarsi le mani e un salvietta per potersele asciugare; se il gesto allude alle abluzioni di purificazione della tradizione ebraica, gli oggetti ricordano il vasellame liturgico della tradizione cristiana. Di fronte a Ges altri due angeli stanno imbandendo su unimprovvisata tavola un pasto ricco ma quaresimale; vengono serviti infatti due portate di pesce, lumache, un bel pane. Vi sono inoltre sulla tavola anche unarancia tagliata (simbolo come la mela del peccato originale) e una zucca (simbolo di prosperit ma anche della brevit della vita). Nella semplicit dellapparecchiatura non mancano un bianco tovagliolo con frangia elegantemente ripiegato e disposta verso colui che prender il cibo e delle ampie coppe. Possiamo ipotizzare che sia per la scelta del passo evangelico che per le pietanze raffigurate, la tela venisse esposta in refettorio durante il periodo quaresimale.

    Fr. Carlo Cavallari

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    Indice

    Penitenzieria Apostolica 4

    Decreto del Ministro generale 5 Comunicazione della Segreteria generale 6 Consiglio di Cooperazione Provincie Nord Italia 7 Milano 20-21 febbraio

    Dal Definitorio 10

    Testimonianze di Vita Fraterna 12 Festa della Presentazione del Signore - Pavia 12

    Festeggiamenti Compleanno fr. Anacleto Mosconi 17 Corso nazionale assistenti OFS e Gifra 19

    Curriculum vitae fr. Venanzio Tresoldi 22 Omelia funerale fr. Venanzio Tresoldi 23 Saluto a Suor Maria Emmanuela Vietti 25

    FilmiAmo 27 Hungry hearts

    Notizie di Casa 30

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    Presiede lincontro Fr. Massimo Fusarelli. I Ministri sono tutti presenti: fr. Bruno Bartolini, fr. Francesco Bravi, fr. Francesco Patton, fr. Antonio Scabio, fr. Maggiorino Stoppa, fr. Mario Vaccari.

    Iniziamo alle 9.45 con la preghiera iniziale.

    Incontro con i Segretari di Evangelizzazione e di Formazione e Studi,

    lAnimatore Missioni ad Gentes, il Delegato per gli Studi, e due Economi provinciali

    in vista della preparazione del Capitolo Unitario 2016. Vengono accolti fr. Alberto Tosini (Segretario Missioni-Evangelizzazione), fr. Lorenzo Raniero (Segretario F&S), fr. Guido Ravaglia (animatore Missioni Ad Gentes), fr. Roberto Ranieri (Delegato per gli Studi), fr. Marco Fossati e fr. Mario Favretto (per gli Economi provinciali). Fr. Stefano Dallarda, presidente della Commissione per litinerario di preparazione al Capitolo provinciale, espone la bozza delle Schede per il lavoro dei Settori, prima tappa dellItinerario di preparazione al Capitolo, preparata dalla Commissione. Segue il dibattito e confronto, nel quale vengono suggerite modifiche e idee utili per impostare la prima fase del lavoro in preparazione al Capitolo provinciale, affidato ai Settori che fanno capo ai Segretariati Formazione e Studi, Evangelizzazione-Missione e agli Economi. I settori GPIC, Ecumenismo-Dialogo, Commissari Terra Santa, Docenti, verranno consultati nella seconda fase del lavoro di preparazione. Si concorda infine che ogni Segretario dei Segretariati valuti ed armonizzi i contributi che i Settori elaboreranno, ed invii il tutto alla Segreteria OFM Nord. Come termine ultimo si decide il 15 giugno. Si concorda inoltre che il testo delle Schede, rivisto dopo queste osservazioni, venga inviato ai Segretari dei Segretariati, che li invieranno ai singoli Settori. Fr. Massimo Fusarelli comunica che fr. Stefano Dallarda per i mesi di marzo e aprile sollevato dallimpegno della Visita canonica, per permettergli di curare la preparazione del Capitolo: fra Stefano si rende disponibile anche a partecipare agli incontri dei Settori. Pranzo ore 13.00

    Milano 20-21 Febbraio 2015

    Consiglio di Cooperazione Province Nord Italia

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    ore 14.30: incontro con il Segretario Formazione e Studi e il Delegato per gli studi. Fr. Massimo Fusarelli introduce lo scambio del CdC con fr. Roberto Ranieri, fr. Guido Ravaglia e fr. Lorenzo Raniero sugli studi. Lo scambio parte dal prendere in considerazione la riflessione che fr. Roberto ha elaborato, su lo studio della teologia nella Provincia di s. Antonio. Fr. Roberto apre la discussione partendo dal suo testo. Segue un confronto sulla realt degli studi nelle nostre Province e sui Centri di studio. Vengono salutati e ringraziati fr. Guido, fr. Lorenzo e fr. Roberto.

    Incontro con il Ministro generale del prossimo 21 marzo: Nel prossimo incontro CdC del 21 marzo sar presente il Ministro generale: vengono concordati i temi dellincontro ed il programma della giornata. Verr anche preparato un breve momento di preghiera in preparazione al Capitolo generale con la fraternit di Milano s. Antonio, prima di pranzo.

    Programma Capitolo Stuoie: Vengono definiti gli ultimi dettagli del programma di lavoro del Capitolo delle Stuoie, che si terr a Camposampiero (PD) dal 7 al 9 aprile.

    Programma Assemblea Guardiani: Viene presa visione della bozza di programma preparata dal Consiglio FoPe per la prossima Assemblea Guardiani di settembre a Castelletto di Brenzone. Si concorda che la Assemblea inizier con il pranzo di luned 28, e terminer con il pranzo di mercoled 30 settembre. Eucaristia e Vespri vengono celebrati alle ore 18.45 nella cappellina della Curia provinciale.

    Sabato 21 febbraio

    ore 7.30: Eucaristia e Lodi nella cappellina della Curia provinciale. ore 9.00 inizio lavori:

    Unit di lavoro circa i Centri di Studio In questa unit di lavoro il CdC, dopo ampio spazio di confronto, prende alcune decisioni riguardanti i Centri di Studio che saranno comunicate in seguito mediante una apposita Lettera.

    Calendario liturgico Appena sar ultimato il lavoro di revisione della bozza di Calendario liturgico per la nuova Provincia, sar inviato alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti per la necessaria approvazione, quindi si lavorer alla nuova agenda liturgica.

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    Varie ed eventuali. Contributo F&S sulla prospettiva qualificante: il Segretariato F&S ha inviato al CdC un proprio contributo relativo alla prospettiva qualificante, che stato preso in considerazione ed inserito tra i contributi utili. Segue uno spazio di comunicazione sulle Case formative di Arco di Trento e Baccanello. Fr. Antonio Scabio infine relaziona sulla Visita canonica e sul Capitolo nella Custodia di Guinea Bissau che ha di recente presieduto come Visitatore assistente.

    I lavori si concludono alle 12.53 con il tradizionale Agimus.

    Pranzo alle ore 13 e partenze.

    fr. Stefano Dallarda

    Segretario

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    Dongo 17 febbraio 2015

    Dal Definitorio

    Alle ore 10.00, si iniziano i lavori recitando una preghiera alla

    Madonna delle Lacrime. Si prosegue con lapprovazione del verbale del XVIII Congresso definitoriale. Il Ministro informa circa le condizioni dei fratelli ammalati e ricoverati in infermeria. Fr. Anacleto Mosconi, il 15 febbraio 2015, ha festeggiato il 100 compleanno circondato da partenti e da alcuni frati di s. Antonio e s. Angelo. Il giorno successivo stato ulteriormente festeggiato da una nutrita rappresentanza di frati delle comunit di s. Antonio e di s. Angelo. Il Ministro, l11 febbraio, ha ricevuto il sacramento dellunzione degli infermi insieme ai malati ricoverati in infermeria. Fr. Francesco Bravi si poi soffermato per brevi incontri con i fratelli ammalati ed ha preso visione dellavanzamento dei lavori di ristrutturazione di parte dellinfermeria. Dal 9 al 13 febbraio, ad Assisi, si tenuto il Convegno-Laboratorio nazionale del Segretariato COMPI delle Missioni e dellEvangelizzazione; per la Provincia ha partecipato fr. Almiro Modonesi, Vicario provinciale, che esprime un generale parere positivo. Lobiettivo era quello di ripensare insieme (Segretari provinciali delle Missioni e dellEvangelizzazione e Ministri) la struttura e le finalit del Segretariato. Sono stati proposti due momenti formativi: il primo ha ripercorso sinteticamente i documenti magisteriali sul tema dellevangelizzazione dal Concilio fino a papa Francesco, il secondo -proposto da fr. Vincenzo Brocanelli- ha ripercorso lo stesso itinerario a partire dai documenti dellOrdine. Fr. Almiro sottolinea la bellezza e lintensit dei momenti celebrativi vissuti nei luoghi significativi della storia francescana. Si riprende la riflessione sui Centri di studio della nuova Provincia del Nord Italia. Il Definitorio, dopo ampia discussione, giunge alla definizione unanime di una proposizione che sar presentata a fr. Massimo Fusarelli, affinch nel prossimo Consiglio di Cooperazione si giunga ad una decisione in merito ai Centri di Studio. Il Ministro provinciale comunica che al prossimo Consiglio di Cooperazione parteciperanno i Segretari della Formazione e dellEvangelizzazione, i rappresentanti dei Centri di Studio e due rappresentanti del gruppo degli Economi provinciali (fr. Marco Fossati e fr. Mario Favretto). Largomento allordine del giorno per cui chiesta tale collaborazione la preparazione dei Lineamenta per il Capitolo di Unione.

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    Il Ministro generale parteciper ai lavori del prossimo Consiglio di Cooperazione, a Milano il 21 marzo 2015. LInstrumentum laboris e la relazione del Ministro per il Capitolo generale saranno prossimamente inviati a tutti i capitolari, si ricorda poi che, con linizio della quaresima, le fraternit dovranno incominciare la preghiera in preparazione al Capitolo. Il Ministro chiede la verifica dellincontro Fo.Pe. frati-clarisse tenutosi ad Armeno dal 26 al 28 gennaio. Fr. Almiro Modonesi dice che stata unesperienza interessante. Stimolante lo scambio di idee anche se non si giunti a decisioni concrete-operative. Fr. Giampaolo Possenti sottolinea la libert, sia dei frati che delle suore, nel parlare e nellesprimere le proprie idee e ribadisce il generale apprezzamento suo e dei frati partecipanti. Si passa alla programmazione della prossima Assemblea Economica della Provincia. LEconomo provinciale consegna una scheda con la proposta formulata dal CAE. Lo schema dellincontro viene sostanzialmente accolto. Fr. Marco Fossati presenta sinteticamente il bilancio consultivo dellEconomato provinciale e la situazione dei fondi, ne conseguono alcune considerazioni. I lavori del Congresso definitoriale si concludono alle ore 16.30 circa. A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen!

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    Pavia

    2 febbraio 2015

    Testimonianze di vita fraterna

    Festa della Presentazione del Signore

    Omelia tenuta da fr. Giampaolo Possenti alla celebrazione diocesana di ringraziamento per il dono della Vita Consacrata a Pavia Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore Che strano modo di presentarsi quello del Signore! Si presenta dentro la fragilit di un bambino e grazie alle parole di una vecchietta, che probabilmente tutti pensavano un po fuori di testa, perch Anna di sicuro non era la pi affidabile testimone dellarrivo del Messia. Eppure, dentro questa fragilit e questa piccolezza, il Signore entra nella nostra storia, entrando nel tempio del Padre Suo. E il Signore. E la prima cosa che fa essere obbediente alla Legge. Anzi, la prima cosa che fa - addirittura - essere offerto. Gi facciamo fatica a sopportare lidea che Lui si offra; in questo caso avviene di peggio: viene offerto. Viene offerto dai genitori, che lo offrono a Dio. Ma al tempo stesso, in realt, noi sappiamo che Dio che sta offrendo a noi il Suo Figlio, in quel medesimo evento. Quindi, il primo atto pubblico del Signore rispetto a noi - nelloffrirsi alla Sua Chiesa, nel venire allincontro con la Sua sposa - quello di essere donato. Questo fatto, anzitutto, ci ricorda un elemento essenziale della nostra vocazione: noi non ci siamo consacrati; noi siamo stati consacrati; da Dio, dalla Chiesa - che ha visto nella nostra volont la verit di una richiesta e di una vocazione da parte di Dio e ci ha consacrati, per un servizio, per una vita, a imitazione del Signore Ges. Di questo ogni tanto ci dobbiamo ricordare. Anche se, in alcuni momenti, fatichiamo a tenerlo a mente. Poi, il Signore Ges arriver fino al dono di S nella morte di croce. Non terr niente per S; Lui si offrir al Padre e a noi in un modo incredibile, unico, che noi neanche riusciamo mai a capire totalmente. Anche l noi saremo invitati a seguirlo, a cercarlo, a muoverci nella stessa direzione. Tutte le cose che ha detto e fatto - i miracoli stessi, la Resurrezione stessa - sono dentro questa logica: si sta regalando a noi, non sta trattenendo niente per S, donando interamente tutto quello che e che ha.

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    A Gerusalemme cera un uomo di nome Simeone Questa logica quella che tiene in piedi ogni nostra possibilit di risposta. Noi rispondiamo a un Signore cos. E lo sappiamo, teoricamente. Nel senso: un paio danni di vita religiosa molti dei presenti li hanno maturati e ci accorgiamo che questa cosa labbiamo sentita un sacco di volte; eppure dentro di noi tutte le volte trova, da una parte, una resistenza, perch malgrado tutto fatichiamo a convertirci a un Dio che si presenta a noi cos. Dallaltra parte, invece, qualcosa ci dice: E vero! E bello! Prova a fare un passo oltre! Fdati un po di pi!. Quello che ci viene chiesto di imparare dal Signore e dai personaggi che sono in campo. Io guardo in particolare a Simeone questa sera - bisogna scegliere qualcuno perch non possiamo dire tutto. Ci accontentiamo di guardare solo qualche aspetto di questo Mistero. Il nome Simeone significa docile allascolto. E la sua prima caratteristica: un uomo docile allascolto. Cos come, vorrei dire siamo noi, ma temo che serva il condizionale dobbligo dovremmo essere noi: uomini e donne dellascolto. Capaci di mettersi di fronte alla Parola di Dio disponibili a lasciare interagire quella Parola con il nostro terreno per dare frutti, diversi secondo i tempi e le possibilit. Diciamo che non accade sempre cos. Sappiamo bene che la vita di perfezione, in realt, sostanzialmente accettare la nostra imperfezione. E questa lunica possibilit che abbiamo. Ma, dentro questa accettazione, noi ci muoviamo riconoscendo la possibilit e la bellezza di un passo in avanti nellascolto. Certo, questo richiede da noi conversione, come singoli e come comunit. Pensate a quanto poco riusciamo ad ascoltare la Parola insieme. Facciamo le nostre brave lectio, i nostri incontri, in cui ascoltiamo la Parola di Dio e tutti insieme teniamo il predichino o diciamo che cosa ha evocato in noi. Ma poi quasi mai siamo capaci di trasformare quellascolto comune in scelte comuni. Resta tutto affidato al singolo. Credo che sia uno dei grandi problemi che noi abbiamo come religiosi: la nostra incapacit di metterci insieme di fronte alla Parola, per rispondere insieme. Poi, certo, io risponder per me, per quello che sono capace di fare, per come sono capace di muovermi. Ma, come comunit, come fratelli e sorelle, abbiamo questo grande compito che ci viene affidato e che potremmo svolgere, se solo ci fidassimo un po di pi di quella Parola: ascoltare, essere docili allascolto. Lo Spirito Santo era su di lui Se volete, questo riguarderebbe anche tutto il grande discorso dellobbedienza, che un tema assai complesso. E difficile per noi tenere insieme la docilit al carisma, lobbedienza ai superiori o alle superiore, e la creativit che lo Spirito Santo sembra richiedere tutti i momenti. E difficile, perch spesso si trovano uomini e donne un po sbalestrati, che fanno scelte strane e dicono che lo Spirito Santo che gliele suggerisce. E dallaltra parte, invece, ci sono uomini e donne che amano non decidere pi nulla della loro vita e fanno finta di chiamarla obbedienza, ma in realt non stanno pi prendendo in mano le situazioni, assumendosi le proprie responsabilit. Ci sar una via di mezzo tra questi due estremi? Presumibilmente s, perch la santit della Chiesa dice che molti nostri fratelli e sorelle ce lhanno fatta. Per dovremmo chiederci perch non accade di frequente. Ed un peccato. Perch siamo capaci solo di continuare le cose che abbiamo. E invece dovremmo essere docili alla Parola.

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    Certo sarebbe bello, per riuscire a mettere insieme queste cose, che arrivasse la provinciale, o il provinciale, e dicesse: Mi sono alzato stamattina, ho pregato e lo Spirito Santo mi ha detto: Manda quella sorella e quel fratello a fare una cosa completamente nuova, che nessuno ha mai fatto prima e d loro: inventati questa nuova forma di vita!. Io credo che nelluniverso non si sia mai sentito un episodio di questo genere, perch solitamente i poveri superiori e le superiore corrono dietro ai pezzi da tenere insieme, e danno incarichi relativi alla comunit da chiudere, il buco da coprire, lemergenza da risolvere. Mosso dallo Spirito, si rec al tempio Possibile che non riusciamo a trovare un modo perch lo Spirito Santo possa lavorare in tutti noi e indicarci qualcosa di nuovo, che necessario? Mi rendo conto, certo, che let media di chi mi ascolta non esattamente quella della fascia giovanile. Daccordo. Ma per caso lo Spirito Santo ha limiti det? Ha la data di scadenza? Credo di no! Perci, come successo per Simeone e Anna, che, molto avanti nel loro percorso, hanno incontrato il Signore, si sono aperti alla novit di qualcosa che era totalmente inaspettato in quella forma, cos ciascuno di noi pu e deve muoversi in questa direzione. Dobbiamo avere pi coraggio; dobbiamo osare; non dobbiamo temere. Certo, dobbiamo imparare a farlo insieme. Io non so da voi, ma da noi quando uno si mette in testa che lo Spirito Santo gli ha detto una cosa nuova, qualunque cosa gli dici, va avanti imperterrito per conto suo, come se nulla fosse. Invece, dobbiamo imparare a costruire insieme. Se lo Spirito Santo dice a me una cosa io, che sono dentro una famiglia, ho il dovere di raccontare a tutti gli altri ci che lo Spirito Santo mi ha ispirato e cercare di capire, insieme con loro, che cosa si pu fare per rispondere a quella chiamata dello Spirito. Insieme, non da soli. Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola Allora, se noi ritroviamo questa voglia di camminare insieme, questa capacit di ascoltare insieme la Parola, di non pensare che abbiamo la data di scadenza e che ormai lunica cosa che possiamo fare aspettare la morte, forse riusciremo a trovare qualcosa di nuovo, che sta alla portata della vita di ciascuno di noi. Perch non si tratta di fare cose. Si tratta di pensare in un modo diverso; di sentire la nostra vita in un modo nuovo. Come, in fondo, in tanti momenti siamo riusciti a fare. Fidiamoci dello Spirito Santo e osiamo! Soprattutto, osiamo convertirci unaltra volta. E difficile? S. Chi non lo sa? Pensate a Simeone, poveretto. Noi abbiamo una traduzione che non rende esattamente lidea giusta del testo. Perch, in realt, Simeone esprime s una benedizione, ma in forma di domanda. Cio: Proprio adesso il tuo servo deve andarsene? Adesso che il Cristo arrivato? Lo ho aspettato fino adesso e adesso mi tocca morire?. Simeone non capisce tanto questa circostanza: la manifesta al Signore, perch si rende conto che c dentro qualcosa che fa male. Proprio ora che ti sembra di essere arrivato, tutto ti viene tolto. Non facile. Ma alla fine questa la nostra vita. Questo ci che siamo chiamati a fare. Uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione dIsraele Il secondo aspetto che Simeone ci ricorda che siamo persone che aspettano, che sanno aspettare. Letteralmente lui sarebbe laspettante: il concetto espresso con una forma verbale che dice una connotazione stabile, continuativa, che fa parte della persona.

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    E laspettante; anzi, colui che in movimento per accogliere. Non lattesa passiva del tipo sto qua e spero che succeda qualcosa; ma lattesa di uno che si muove, mentre certo che arrivi qualcuno dallaltra parte. Anche in questo, noi dobbiamo ritrovare lorizzonte giusto, lorizzonte delleternit. Non solo perch la morte si avvicina. Ma, di pi, perch noi siamo convinti che la vita eterna si avvicina e la vita eterna il nostro orizzonte. Noi ci crediamo cos tanto che siamo stati disposti ad abbandonare tutto per questa vita eterna. Come mai ogni tanto lo dimentichiamo? Come mai non riusciamo a tenere dentro il cuore questa forza, questa potenza, che ci fa dire: Anche se magari adesso non sono felice di fare questa cosa, non mi riesce bene, le prendo su da tutti, sono in un posto in cui nessuno mi riconosce, alla fine io vivo per la vita eterna, sono gi in quella vita!. Quante volte lo diciamo agli altri! Tutte le volte che ci capita di accompagnare i genitori nel percorso battesimale dei figli, siamo bravissimi a dire che l inizia la vita eterna. Ma ne siamo davvero convinti? Perch i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli Si sente poca speranza, dentro le nostre comunit. Troppa poca speranza. E non solo il fatto di sentirsi in pena perch i nostri Istituti stanno morendo, perch non ci sono pi vocazioni. Ci manca proprio la speranza in un altro senso, pi profondo. Probabilmente questo il motivo per cui nessuno viene pi da noi. Perch qualcuno dovrebbe scegliere una forma di vita nella quale rinunci a un sacco di cose vista dallesterno e in pi ti trovi in mezzo a gente senza speranza? Capirai che ricchezza e che voglia di entrarci! Noi dobbiamo tornare a essere uomini e donne di speranza, capaci di dire che la vita eterna la cosa pi bella che abbiamo e che gi viviamo in quella vita e che vogliamo andare in quella direzione, pieni di una speranza vera, profonda, autentica. Se saremo capaci di fare questo, allora tutto cambier e forse in noi verranno meno una serie di paturnie. Ad esempio, per essere gente che ha fatto voto di castit, noi abbiamo unansia da riproduzione che ne basta la met! Siamo tutti preoccupati a tentare di capire come tirare dentro la nostra comunit vocazioni nuove. Tutti agitati perch, se non ci riusciamo, moriremo. Moriremo? E va bene! E allora? Chi se ne frega! Ma, scusate, noi non stiamo seguendo un Signore che muore sulla croce? Non stiamo seguendo uno che ha avuto successo in tutto! Noi siamo i seguaci del Crocifisso. Il nostro cammino va verso la morte. Sar anche la morte dei nostri Istituti? Va bene; vorr dire che il Padre Eterno in questo momento ha bisogno di altre forze e di altre situazioni. Che problema c? Il nostro problema non riprodurci; il nostro problema essere noi stessi. Essere contenti di quello che siamo - anche di morire, se necessario. Tanto poi credo che, una volta che accettiamo questa cosa, in realt il Padre Eterno interviene e ci manda un mare vocazioni, se solo impariamo a fidarci di Lui. Ma dobbiamo fare questo passo, che ci rende uomini e donne che sperano, che non stanno a rimuginare su un futuro che costruiamo noi, perch il nostro futuro entrare in quella vita, non ce n un altro che ci interessi. Luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele Allora, fratelli e sorelle, noi dobbiamo tornare a guardare questo Signore, che si offre a noi in questo modo, imparando che cosa vuol dire essere uomini e donne di speranza, che imparano ad ascoltare.

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    Non c niente di nuovo? Certo! E ovvio che non c niente di nuovo. Ma c la novit nostra di poter dire di s. Altrimenti, continueremo in una forma di vita che rischia davvero di soffocare se stessa. Gi difficile fuori; noi siamo molto stimati, di solito, ma quasi mai capiti. E la norma di tutte le specie in via destinzione! Voglio dire: ti guardano e dicono: Che bello! - come il panda, bello batuffoloso: subito dopo, per, va via tranquillo e non ti interessa pi di tanto. Noi invece siamo gente che dovrebbe essere contenta di vivere quello che ha, nella situazione nella quale , e camminare nella giusta direzione. Non ci capiscono? Amen. Noi dobbiamo costruire, creare, inventarci cose nuove, perch questo serve alla Chiesa. Guardate le parrocchie, la loro fatica nel trovare forme nuove per vivere la vita cristiana. Noi dovremmo essere capaci di insegnare che cosa vuol dire non ragionare secondo i criteri del territorio, ma del dono. Noi avremmo tutti i numeri per poter dire e suggerire percorsi ai nostri fratelli e sorelle che fanno fatica in questo momento ad andare avanti. Ne hanno davvero bisogno! I preti della diocesi di Pavia sono uneccezione, ve lo dico francamente, nel senso che guardano i religiosi e ci stimano sul serio. Ma fuori dalla diocesi ho trovato delle situazioni che non stanno n in cielo n in terra: in una parrocchia, dove siamo come convento, il parroco ha detto ai suoi parrocchiani che la Messa dai frati non vale! Qui per fortuna non cos. E una grazia del Cielo. Ma, se non siamo capiti, non dobbiamo per forza buttarci dentro, per cercare di farci accettare cos come ci vogliono. Il nostro scopo non questo. Il nostro scopo rispondere allo Spirito Santo facendo casino. Perch questa la nostra vita e la nostra vocazione. Noi dobbiamo dar fastidio, mica essere accondiscendenti a tutte le richieste di tutti i generi per tappare tutti i buchi delluniverso. La nostra vita una vita dello Spirito perch dice anche: No, fratello mio, io capisco che debba tamponare tutti i buchi della tua parrocchia, ma, scusami, il mio carisma mi dice che devo fare unaltra cosa e faccio unaltra cosa. Con buona pace di tutti. Se io far cos, quel buco si riempir. Perch qualcuno capir il Vangelo attraverso il mio carisma e andr a coprire anche quella necessit. Immagino che il Vicario Generale in questo momento si stia stracciando le vesti, per fa niente. Noi dobbiamo in qualche modo essere gente che rompe le scatole, perch se no la nostra vita non serve. Chiediamo la grazia del Signore di farlo cercando la comunione, di essere gente che sta sempre in mezzo ai piedi, dicendo e facendo cose strane, ma per linteresse della comunit e per amore, non per voglia di distinguersi. Gente che si dona vivendo il proprio carisma; non gente che porta a s, ma gente che va verso laltro, donando se stessa. Se riusciremo a fare anche solo un passettino, faremo moltissimo per la Chiesa di Dio e riusciremo a cambiare molto del mondo che ci circonda. Dobbiamo fidarci e consegnarci.

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    Sabbioncello di Merate

    16 febbraio 2015

    Festeggiamenti per i 100 anni di fr. Anacleto Mosconi

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  • Anno XXXVII n. 251 Febbraio 2015 19

    Santa Maria degli Angeli Assisi

    22-29 gennaio 2015

    Corso nazionale assistenti OFS e Gifra

    Damme Speranza certa"

    Assistente e assistenza: ponte di speranza

    Nella societ in cui viviamo, soprattutto noi giovani sperimentano, ogni giorno di pi, situazioni di precariet (in ambito lavorativo, sociale, affettivo) e queste insicurezze spesso minano alla serenit e alla tranquillit di persone che in continuo divenire, avrebbero bisogno, invece, di sicurezza. Oggi pi che mai i giovani aspettano quel messaggio di Speranza che possa ridare vigore alla propria esistenza. Nel provare a sintetizzare il pensiero di tutti i giovani francescani dItalia, oggi, prover a esporre i bisogni e le necessit che nelle fraternit regionali e locali emergono. Nel contesto sociale precedentemente accennato, il cammino dei giovani allinterno delle fraternit Gi.Fra. assume un carattere particolare: da sempre stato unopportunit per poter discernere la propria vocazione, oggi pi che mai, la Gi.Fra. rappresenta un luogo spirituale in cui i giovani hanno loccasione di poter incontrare Ges, sperimentare la Fraternit e intraprendere un cammino di discernimento che porti alla piena conoscenza di se e dei fratelli e in particolar modo a saper fare quotidianamente scelte coraggiose che portino alla piena realizzazione della propria esistenza. Come voi Frati Assistenti potete accompagnarci lungo il cammino? Noi giovani, sentiamo forte il bisogno di avere accanto figure di riferimento, testimoni, non maestri, che ci accompagnino con Amore allincontro con Lui. Assistenti spirituali, non Presidenti locali o bravi organizzatori di eventi. Troppo spesso noi giovani corriamo il rischio di alienare il vostro servizio chiedendovi aiuto per cose che potremmo tranquillamente fare da soli, trascurando il vero servizio a cui, in quanto Assistenti spirituali, siete stati chiamati. Noi giovani abbiamo bisogno di religiosi e sacerdoti accoglienti, presenti, che sanno ascoltare. Non c bisogno di manuali per imparare ad essere Assistenti, basta esserci e mettersi in gioco soprattutto nelle semplici relazioni che costituiscono la base del dialogo e del camminare insieme. Vi chiesto, in semplicit, di lavorare per la costruzione del regno di Dio.

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    Nel pensare a voi Assistenti penso alla figura di Abramo, chiamato da Dio a diventare Padre di una moltitudine di generazioni. Non dimentichiamo che Abramo nel dire il suo s ha accettato di intraprendere un cammino verso se stesso. Il suo poter essere Padre di questo popolo strettamente legato ad un cammino personale. Dio non dice ad Abramo Esci dalla tua terra, letteralmente gli rivolge questa parola: cammina verso di te. Durante il cammino Dio chiede ad Abramo di conoscere se stesso, prima di essere Padre del suo popolo. Prima di essere Assistenti, vi chiedo, con umilt, di essere persone in cammino insieme a noi giovani, sempre capaci di rimettersi in discussione, di interrogarsi e se necessario, ricominciare. Siate giorno dopo giorno, nelle modalit che voi stessi nel relazionarvi con noi, imparerete ad individuare, ponti di Speranza. Domande: Frate Cappuccino Lazio (Latina) Nel momento in cui i ragazzi non ascoltano consigli, non si fidano, cosa poter fare? Noi giovani a volte, purtroppo, sappiamo essere molto testardi. A voi Assistenti forse chiesto di esercitare senza stancarvi, il dono della Pazienza. Cercare sempre lincontro certamente la strada migliore per starci accanto. Fra Alberto Vaccaneo (Piemonte) Che tipo di rapporti vivete nel Consiglio Nazionale Gi.Fra. con i fratelli del Consiglio Nazionale OFS. Quanto questo rapporto vi stato di sostegno nelle scelte fatte durante il cammino? Ringraziando Dio, gi da qualche anno il rapporto tra i due Consigli nazionali si approfondito. Oggi, molto bello poter testimoniare che riusciamo, nonostante le differenze che ovviamente ci caratterizzano, a camminare insieme. Questa straordinaria esperienza di condivisione fonda le sue radici nella Relazione e nellIncontro. Come consigli nazionali abbiamo scelto di dedicare del tempo a noi, per poterci conoscere, per poterci incontrare e questa scelta, ci rendiamo conto, ha fatto la differenza. I fratelli del consiglio nazionale OFS, in passato, alcune volte, sono stati visti da noi giovani come coloro che volevano esercitare potere. Oggi la conoscenza ci permette, invece, di fidarci gli uni degli altri nel rispetto reciproco. Questo ci ha portati, durante questultimo anno, a fare anche scelte condivise, a sognare progetti comuni, come Famiglia in cammino.

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    Sabbioncello di Merate

    4 marzo 2015

    Curriculum vitae fr. Venanzio Tresoldi

    Nellinfermeria di Sabbioncello di Merate, provato da lunghi anni di malattia, frate Venanzio Tresoldi , il 4 marzo scorso rendeva la sua anima a Dio, concludendo cos la sua lunga esistenza. stato questo il suo ultimo e prezioso ministero: la partecipazione alle sofferenze di Cristo per il bene del mondo intero. Un ministero vissuto in una austera dignit impreziosita e sostenuta da una fede autentica animata da una preghiera continua e fervente. Era facile trovarlo nella cappella dellinfermeria e con la corona del santo rosario tra le mani. Oggi nella chiesa dove stato battezzato con il nome di Alessandro lo affidiamo alla misericordia del Signore perch dopo aver presieduto la liturgia terrena come sacerdote venga ora ammesso nella gloria della liturgia celeste. Frate Venanzio entrato tra i frati minori di Lombardia nel 1930 allet di 10 anni, era nato infatti il 2 Novembre del 1920 a Gropello dAdda da Arcangelo e Adele Viscardi. Nel 1936 ammesso allanno della prova da Mons. Arcangelo Mazzotti e il 14 settembre dellanno successivo emette la prima professione. Prosegue il suo cammino di formazione in diversi conventi della Provincia di Lombardia fino ad emettere la professione solenne a Busto Arsizio il 22 aprile del 1942 nelle mani di fr. Ireneo Mazzotti. Il Cardinale Ildefonso Schuster lo ordina nei mesi di marzo e di aprile del 1944 diacono e presbitero. Dopo i primi anni di servizio pastorale a Milano, sia a S. Angelo che a S. Antonio nel 1948 viene inviato a Napoli presso lIstituto superiore S. Chiara per il corso in scienze naturali. Il 27 novembre del 1952 ottiene il titolo di Lettore generale e rientra in Provincia. Fino al 1971 insegner matematica e scienze naturali alle nuove generazioni di frati minori unendo anche allinsegnamento il delicato servizio della formazione come maestro e rettore. Questo prezioso servizio lo vede presente nelle fraternit di Cividino, di Monza, di Sabbioncello e di Varese. Il 16 novembre del 1971 inizia una nuova pagina della sua lunga vita: parte missionario per la Somalia nel momento in cui la missione sta vivendo un delicato momento di transizione nella revisione delle modalit di presenza e di animazione. Anche in missione continuer la sua attivit di insegnante; ricoprir anche lufficio di Superiore regolare della Missione e responsabile della Parrocchia della Cattedrale. Nel 1990 nominato Vicario generale della Diocesi di Mogadiscio. Dopo i dolorosi e luttuosi fatti del 1989 con la morte di Mons. Salvatore Colombo e fr. Pietro Turati la situazione politica e sociale degenera fino al forzato e fortunoso rientro di tutti i missionari e la distruzione della cattedrale e della casa dei frati. Rientrato in Provincia viene dapprima assegnato alla fraternit di Monza e successivamente, fino al 2003, alla fraternit di Milano S. Antonio dove ricopre anche lufficio di Vicario locale. Nel 2003 viene trasferito a Sabbioncello. La sua vita e la sua testimonianza sostengano noi frati minori e tutto il popolo cristiano nella fedelt quotidiana ad una vita sempre pi evangelica. A laude di Cristo e del suo servo Francesco. Amen.

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    Groppello DAdda

    6 febbraio 2015

    Omelia del funerale di fr. Venanzio Tresoldi

    Carissimi fratelli e sorelle della comunit di Groppello dAdda,

    carissimi confratelli, oggi accompagniamo alleterna dimora il nostro fratello frate Venanzio, frate minore, sacerdote e missionario. Queste tre parole dicono in sintesi una vita totalmente consacrata alla lode del Signore, al servizio degli uomini e allannuncio del regno di Dio. Frate Venanzio ha accolto linvito del Signore Risorto che risuonato nella nostra assemblea: Come il padre ha mandato me anche io mando voi. Oggi dunque, in questo suo passaggio dalla terra al cielo, il nostro confratello ci viene ridonato come un esempio vivo di passione missionaria, di desiderio profondo che ogni uomo possa incontrare il Salvatore. La sua lunga esistenza come abbiamo sentito - ci appare cos, proprio nel momento del passaggio alla pienezza della vita, una vita spesa nellumile servizio evangelico della testimonianza e dellannuncio nonch come sacerdote di colui che presiedendo i divini misteri rende attuale la salvezza che si opera nei santi segni sacramentali. Scrivendo al Ministro provinciale nellagosto del 1971 per chiedere lobbedienza di partire per la Somalia nella profonda convinzione di compiere, come dice Lui nella lettera, unopera buona e migliore di molte altre, frate Venanzio motiva questa scelta come una risposta alla Parola di Dio che sente particolarmente rivolta a se; scrive infatti: La parabola dei lavoratori invitati a lavorare nella vigna del Signore anche allultima ora mi da fiducia, anzi sicurezza. In una confidenziale lettera del novembre del 1971, che comunicava a frate Venanzio il giorno della sospirata partenza, il Ministro provinciale, quasi aprendo il suo cuore, scriveva: Non so se sar capace, in un modo o nellaltro e in qualche momento, di esprimerti i miei sentimenti di profonda e fraterna ammirazione, di gioia sincera e quasi, direi, di santa invidia per la decisione che hai preso. Non so neppure se il Signore mi dar il dono e la grazia di poterti, fra non molto, seguire. Ti chiedo per, intanto di rendermi almeno un pochino partecipe della grazia che il Signore ti ha fatto. Credo che questa possa essere oggi anche la nostra richiesta; la profonda consapevolezza del mistero della comunione dei santi se da una parte ci fa pregare per il nostro fratello Venanzio, dallaltra gli chiediamo di essere per noi intercessore presso il Signore perch la grazia che lo ha sostenuto nellesperienza missionaria diventi in noi passione e desiderio ardente di vivere, testimoniare e annunciare il Vangelo dove e come il Signore stesso vorr.

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    Lesperienza missionaria di frate Venanzio stata segnata fin dallinizio da una situazione politica e sociale di grandi e tragici cambiamenti mentre la stessa missione era chiamata ad un delicato momento di transizione nella revisione delle modalit di presenza e di animazione. I tragici ultimi giorni vissuti da frate Venanzio in terra somala, in mezzo a violenze e insicurezza e nel vedere distrutto tutto quello che era stato edificato per il bene della popolazione con tanto sacrificio e tanto amore, ci offrono loccasione per raccogliere un altro grande insegnamento sul come annunciare oggi il vangelo nella povert e nella minorit. Il Ministro generale John Vaughn, rispondendo ad una lettera di frate Venanzio che lo informava dei fatti successi a Mogadiscio, cos rifletteva e cos sembra suggerire in particolare a noi frati minori di oggi. La nostra vocazione di minori, infatti, proprio nella sofferenza trova la conferma della sua autenticit; il sangue sparso e lo zelo col quale sono stati affrontati rischi di ogni genere sono la testimonianza pi vera dellamore che dona tutto, compresa la vita: questo il segno che caratterizza i veri seguaci di Ges e il seme evangelico per un futuro che nasce da solide radici. Mentre preghiamo per frate Venanzio e per la pace nella sua amata terra somala, chiediamo a lui che chieda al Signore che i suoi confratelli di oggi sappiano essere testimoni liberi e poveri per scrivere ancora pagine autentiche di vangelo.

    Lattuale vescovo di Mogadiscio, il nostro confratello fr. Giorgio Bertin, mentre partecipa al nostro dolore e alla preghiera, ci offre loccasione di ricordare altri tratti caratteristici della vita di frate Venanzio: Mi unisco scrive Mons. Bertin - a tutti i confratelli che saranno presenti alla veglia e al funerale. Frate Venanzio stato missionario in Somalia e in seguito mio vicario generale per la Diocesi di Mogadiscio. Per me prima ancora era stato anche professore di scienze naturali. Lo ricordo come un caro confratello che fino a che ha potuto rimasto vivace grazie alla sua "curiosit" e desiderio di servire il Signore nella missione tra i mussulmani della Somalia. Con affetto fraterno unisco le mie preghiere perch il Signore lo accolga nel suo regno di giovinezza perenne aperta all'incontro con Lui e con tutti i popoli della terra. Ecco un'altra cosa che vorremmo imparare da frate Venanzio e che attraverso lui chiediamo al Signore, la vivacit e la sana curiosit che ci permettono di restare aperti al futuro in una conoscenza sempre rinnovata e approfondita della vita e della ricchezza della diversit.

    Lultima cosa che questo frate minore, sacerdote e missionario ci ha insegnato con lesempio stata la partecipazione alla passione di Cristo nei lunghi anni trascorsi da ammalato nella infermeria di Sabbioncello curato amorevolmente dai confratelli e da tutto il personale che ringrazio di vero cuore. Laustera dignit e la grande fede, sostenuta da una fervente preghiera, con cui ha affrontato il venire meno delle forze e la malattia sono lultima e preziosa testimonianza di un missionario che non smette mai di annunciare il Vangelo. Il Vangelo della passione del Signore proclamato nella nostra assemblea ci viene cos ridonato da una testimonianza di vita che nella fede si apre alla luce della risurrezione e diventa segno e anticipo della vita beata a cui tutti siamo chiamati.

    Ringrazio di cuore Lei signor parroco per la disponibilit e la fraterna accoglienza. Mentre rendiamo grazie al Signore per il dono di frate Venanzio e lo affidiamo alla sua misericordia, chiediamo per noi tutti fedelt creativa perch le nostre esistenze sappiano ancora oggi scrivere pagine di vita di sapore evangelico.

    Fr. Francesco Bravi Ministro provinciale

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    Monastero S. Chiara Milano

    9 febbraio 2015

    Saluto a Suor Maria Emmanuela Vietti

    La mattina di luned 9 febbraio la nostra sorella sr. Maria Emmanuela ha terminato il suo pellegrinaggio terreno.

    La sua lunga vita e la sua consegna finale ci parlano della cura che

    il Padre delle misericordie nutre per i suoi piccoli. Una piccolezza, quella di sr. Maria Emmanuela, forgiata dalla

    misericordia di Dio, di passaggio in passaggio: dallesperienza iniziale con le suore Passioniste, tra le quali ha impresso profondamente nel suo cuore lamore per la passione e morte di Ges, allingresso in questo Monastero, ai tempi trascorsi in altre Comunit con una disponibilit operosa nel rendersi utile in tante piccole attivit. Acuta nelle osservazioni, ingegnosa nella creativit, era intraprendente nel perseguire i suoi intenti costruendo relazioni di stima e amicizia.

    Nei periodi di convalescenza, conseguenti alla sua salute precaria,

    ha saputo intessere una rete di benevolenza con molte persone di ogni condizione, mostrando sempre il suo tratto dolce, attento ai bisogni e sensibile alle sofferenze altrui, offrendo con sollecitudine la sua parola consolatrice e il suo consiglio.

    Un affetto speciale alla sua famiglia di origine e agli innumerevoli

    nipoti ha abitato il suo cuore e la sua preghiera. La passione di Cristo crocifisso era al centro della sua devozione,

    accompagnata sempre dalla presenza di Maria, Madre di Ges. Come non ricordare le sue visite alla grotta di Lourdes, in fondo al giardino, anche nei giorni freddi e di brutto tempo, e la sua cura amorosa per i fiori che coltivava per offrire poi a Maria? Ci piace quindi leggere come provvidenziale la coincidenza che ha visto celebrare il suo funerale proprio nel giorno liturgico della Madonna di Lourdes.

    Con laggravarsi dellinfermit ha saputo consegnarsi pian piano nelle mani prima delle Sorelle e poi delle suore Adoratrici di Rivolta dAdda che lhanno accompagnata, con delicatezza e affetto, nellultimo tratto della sua vita.

    E cos, nella sua piccolezza, suscitante simpatia e tenerezza, sr.

    Maria Emmanuela ha compiuto anche lultimo passaggio, dalla terra a quel Cielo di luce e di pace da lei sempre atteso e invocato.

    le sorelle clarisse

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    Nata a Massino Visconti (NO) il 13.04.1921 Entrata in Monastero: 2.07.1959 Vestizione: 19.03.1960 Professione temporanea: 9.04.1961 Professione solenne: 7.05.1964 Morta a Rivolta dAdda il 9.02.2015

  • Anno XXXVII n. 251 Febbraio 2015 27

    FilmiAmo Scheda a cura di Fr. Davide Sironi Hungry hearts di Saverio Costanzo Drammatico Durata 109 min. Italia 2014

    Hungry hearts In una New York periferica Mina e Jude vivono in un piccolo appartamento la loro relazione damore, nata in maniera insolita in una asfissiante toilette di un ristorante cinese. Diventano genitori di un bambino che la madre considera speciale e che cresce pensando di preservarlo da ogni tipo di impurit ambientale, alimentare e anche umana. Il padre cercher di opporsi a questa delirante convinzione, di nutrire normalmente il figlio e di uscire da una situazione di vita familiare senza aria e luce. Ma la sfiducia, il sospetto, la rabbia, la violenza prenderanno il sopravvento. Cuori affamati di affetto e verit che scelgono di rinchiudersi in mondo alienante.

    Saverio Costanzo un regista attento alle dinamiche del cuore umano, al sentire profondo, ai conflitti interiori ed esteriori che luomo vive. Le sue precedenti pellicole ci hanno consegnato storie capaci di scavare in profondit temi centrali per lesistenza: la convivenza con il nemico Private , la ricerca della propria tormentata vocazione In memoria di me -, la sopravvivenza alle ferite del passato e alla solitudine La solitudine dei numeri primi -. Anche questo film intenso, duro, a tratti urtante, offre una visione acuta sul problema della genitorialit, sul rapporto di coppia, sul legame che si vive con laltro, sulle proprie convinzioni e propri deliri. Tratto dal romanzo Il bambino indaco di Marco Franzoso, presentato con successo di critica allultima Mostra del Cinema di Venezia e al Festival di Tokio, Hungry hearts narra la storia di Mina una convincente Alba Rohrwacher - e Jude Adam Driver, una sorpresa - che si conoscono in una situazione imbarazzante, si amano, concepiscono un figlio e si sposano. Diventano genitori Mina tra le lacrime, una scelta subita? e inizia la loro deriva affettiva ed esistenziale. Mina emotivamente fragile ha perso la madre a due anni e con padre non ha pi contatti -, con un rapporto problematico con il cibo, si convince, grazie allincontro con una veggente e a teorie apprese da libri su alimentazione naturalista e vegana, che il proprio figlio speciale, proveniente da un altra dimensione, da far crescere nella purezza. Evita cos tutti i cibi comuni che avvelenano il figlio e la sua famiglia. Nutre il bambino solo con verdure da lei coltivate e olii essenziali.

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    Saverio Costanzo scrive e realizza un film intenso con riprese ricercate, con una macchina da presa che nella prima parte sta sempre addosso ai personaggi creando un senso di restringimento della realt. I protagonisti occupano tutto lo spazio visivo. Sono al centro di un mondo, il loro, che sembra altro da ci che li circonda. Lo spettatore imprigionato con questa famiglia in spazi angusti e chiusi, dove non entra il sole e non c aria, dove proliferano germi di non vita. Il soffocamento e limprigionamento della scena iniziale punteggiano tutto il film: manca unapertura allesterno, allaltro, si chiusi nei propri confini di allucinante sicurezza, chiusi nel proprio cuore affamato di affetto. Un cuore che si attacca morbosamente al figlio, unico cibo. La fame simbolo di unaltra fame, il malsano rapporto con il cibo epifania del deviato rapporto con laltro. Il rapporto di Mina con il figlio di compensazione, di dipendenza patologica. Il delirio restituito dal regista con inquadrature deformate, con scene che evocano ambientazioni e atmosfere hitchcockiane. Il film un crescendo di tensione fino ad assumere i canoni del thriller, grazie anche alle musiche di Nicola Piovani. E la casa, lambiente familiare, da luogo di cura e sicurezza diventa luogo minaccioso e pericoloso. La storia pone lattenzione su una umanit sempre pi tecnicizzata eppure in balia ancora di veggenti e santoni. Una realt ossessionata dal benessere, dove lindividuo rimane solo perch ostinatamente chiuso nel suo sentire, nelle sue radicate e disumanizzanti emozioni e pseudo ragioni. Anche se a volte i sogni sembrano compiersi drammaticamente. Perfino un figlio pu diventare oggetto da contendersi per godere di unarmonia senza contattato con la verit di s e del mondo. Perfino un amore sincero pu trasformarsi in ricatto affettivo, in una prigione senza vita se la fiducia invocata ma vicendevolmente tradita, se non c ascolto e accoglienza dellaltro. Se si sceglie la rabbia, il cinismo e la violenza. Se non ci si libera da voci interiori che ripetono: so io cosa bene. E tutti ne escono sconfitti.

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    Notizie di Casa

    A cura di fr. Enzo Pellegatta

    9-13 Assisi 11 Milano 15 Sabbioncello di Merate (LC) 17 Fino Mornasco (CO) 25 Sabbioncello di Merate (LC)

    Febbraio

    Fr. Almiro Modonesi, Vicario provinciale, partecipa al Convegno-Laboratorio nazionale del Segretariato COMPI delle Missioni e dellEvangelizzazione. Monastero S. Chiara: in mattinata si celebrano i funerali di sr. Maria Emmanuela Vietti, di anni 94, deceduta il 9 febbraio. Riposa nel cimitero di Massino Visconti (NO), suo paese natale. Infermeria: fr. Anacleto Mosconi festeggia il 100 compleanno circondato da parenti e da alcuni frati di s. Antonio e di s. Angelo. Nellambito degli incontri interreligiosi organizzati assieme al Forum delle Religioni in Brianza si svolge nel pomeriggio una Conferenza di rappresentanti del Co.re.is (Coordinamento religioso islamico) di Milano sul tema: "I fatti di Parigi e la posizione dei musulmani italiani. L'Islam una religione di pace?" Nella chiesa parrocchiale si celebra nel pomeriggio il funerale della signora Altea, mamma di sr. Chiara Francesca del Monastero di Bergamo. 25, Sabbioncello: sempre nellambito degli incontri religiosi suddetti ha luogo una lettura comparata dalle sacre scritture buddhiste, induiste e musulmane dal titolo il percorso spirituale del credente".