Notiziario 258 - Frati Minori di Lombardia

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    Anno XXXVII ● N. 255 ● Settembre-Novembre 2015

    Anno XXXIX – n. 258 – Gennaio e Febbraio 2016

    NOTIZIARIO

    Provincia di Lombardia “ S. Carlo Bor romeo”dei Frati Minor i

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    Indice

    Consiglio di Cooperazione

    Milano – 8 e 9 gennaio 2016 5

    Milano – 11 e 12 febbraio 2016 6

    Dal DefinitorioMilano – 19 gennaio 2016 8

    Rezzato – 16 febbraio 2016 10XXIV Giornata mondale del Malato 12

    Testimonianze di vita fraternaCommissione Pastorale giovanile e vocazionale 14XDonati XDonare 16

    Come piedi di cerva sulle alte vette 18

    Diploma di fraternità 19CROCE: albero della speranza, luogo della misericordia 20

    Ciò che si vede, è… 23

    Non mi rompete 24

    Il messaggio della misericordia – Sec onda parte 26

    Le opere di misericordia 32

    FilmiAmo 36

    Notizie di Casa 38

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    Milano11-12febbraio

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    di circa 2 ore; in questo modo sarebbe possibileriuscire a trovare un luogo comune ad 1 ora distrada da percorrere. Sono state inserite anchele Case affidate ad altre Province perchéintegrate con il nostro cammino. Seguonoalcune riflessioni suscitate dallo schema, cheviene accolto con apprezzamento e verràpresentato al nuovo Governo. Placet omnibus.

    Uffici Economato:Fr. Massimo Fusarelli presenta la proposta degliUffici dell’Economato provinciale rivista da fr.Roberto Bongianni. Segue spazio di discussionee di modifica.

    Preparazione del Capitolo provinciale:Fr. Stefano Dallarda, Segretario del Capitolo,presenta la bozza di agenda dei lavori delCapitolo con le ultime modifiche. Stante la brevitàdel tempo a disposizione, viene affrontata insiemela scelta dei relatori, lasciando al prossimo CdC laanalisi dei Gruppi di lavoro.Bozzetto Sigillo:Viene presa in esame la proposta di Sigillo dellanuova Provincia. La proposta viene accolta,con alcune modifiche. Inoltre verrà preparata laimmagine più grande per lo svelamentodurante la cerimonia del 16 maggio a Padova.

    Sito Web nuova Provincia:Si concorda che il Sito Web della nuovaProvincia sia operativo per il Capitolo

    provinciale, in modo che la sezione informativasul Capitolo possa essere ospitata da sitomedesimo.

    Proposta caritativa ATS per la Quaresima:Viene preso in esame il progetto caritativo richiestaad ATS come proposta caritativa per la quaresima,a beneficio delle opere educative in Siria ePalestina. La proposta viene accettata e verrà

    presentata al più presto ai frati mediante unalettera per la quaresima come lo scorso anno.

    Spoglio seconda votazione orientativa Ministroprovinciale:Fr. Massimo Fusarelli ricorda ai Ministri che nelpomeriggio verrà fatto lo spoglio delle schededella seconda votazione orientativa per ilMinistro provinciale, il cui risultato rimarrà segretoe verrà consegnato direttamente al Ministrogenerale.Fr. Massimo ricorda ai Ministri che - dopo averascoltato da ciascun candidato le propriemotivazioni - si entra ormai con questo atto nelvivo della preparazione immediata al Capitoloed alla nascita della nuova Provincia e delGoverno. Sarà quindi il Ministro generale acontattare direttamente i candidati. Fr. Massimoinvita i Ministri ad entrare in questa ultima fasecon spirito di discernimento e di disponibilità allaobbedienza.Il Prossimo CdC viene spostato al 11 e 12febbraio. L’incontro si conclude con il

    tradizionale Agimus alle ore 12.48.

    Fr. Massimo Fusarelli dà inizio alle 9.30 all’incontro del Consiglio dicooperazione tenuto a Milano nella Curia provinciale, in via CarloFarini 10. I Ministri sono tutti presenti.La prima unità di lavoro è dedicata alla preghiera, nella cappellinadella Curia: come inizio del tempo di quaresima si dedica un tempopiù prolungato ad un Lectio divina sul Vangelo della prima domenicadi Quaresima, presentato da fr. Stefano; segue un esteso spazio disilenzio e di condivisione.

    Preparazione del Capitolo provinciale:Fr. Stefano Dallarda, Segretario del Capitolo, presenta al Consiglio laproposta di struttura per l’Instrumentum Laboris preparata dellaCommissione, che si è riunita a Verona s. Bernardino il 9 febbraio dopoaver preso visione delle proposte giunte dai Capitoli locali delle

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    fraternità programmati per i mesi di dicembre2015 e gennaio 2016. Vengono quindiformulate alcune osservazioni e variazioni, cheverranno successivamente prese in esamedalla Commissione e da fr. Matteo Giuliani,metodologo del Capitolo.Viene presa in esame la Agenda del Capitoloprovinciale con le ultime modifiche propostedalla Commissione liturgica.Si concorda che per il prossimo CdC vengapreparata una bozza del Regolamento delCapitolo provinciale che verrà esaminata inquella oc casione.. Si rimanda al prossimoCdC anche la nomina di moderatori, verbalistie scrutatori, dopo lo spoglio delle schededella elezione dei Deputati al Capitolo.

    Mappatura:Viene presa in esame la bozza di documentoper la mappatura delle Case già abbozzato

    nell’ultimo incontro CdC, e viene lasciato unampio spazio di intervento in vista delladefinizione del testo che andrà inseritonell’Instrumentum laboris del C apitolo.Viene innanzitutto ricordato che il frutto dellavoro della apposita Commissione capitolaresarà la elaborazione dei criteri su cui ilDefinitorio potrà lavorare, non una decisionesui conventi da tenere o da lasciare.

    Organigramma Uffici:Regolarizzazione dei contratti dei dipendenti:è necessario regolarizzare l’assunzione di moltitra i dipendenti dei conventi, in accordo con iconsulenti per studiare la modalità piùopportuna.Nel processo di fusione per incorporazioneinfatti i contratti vengono trasferitiautomaticamente, ma i dipendenti godono diuna tutela particolare. Viene studiata con iconsulenti la procedura più adatta.

    Alcune questioni concrete in merito allafusione:La seguente unità di lavoro viene impiegataper la presa visione di un preventivo diadeguamento dei locali della Curiaprovinciale in preparazione alla nascita dellanuova Provincia. Inoltre, vengono affrontatealcune questioni concrete in merito alle qualigli Economi e Legali Rappresentanti diciascuna Provincia si stanno interrogando.

    Bozza preghiera Assemblee provinciali:Viene presa in esame la bozza con lo schemadell’incontro preparata da fr. Massimo e fr.Stefano.Come schema generale per l’incontro siconcorda su quanto segue: preghiera inizialee richiesta di perdono, intervento delVisitatore, contributo sulla storia dellaProvincia, intervento del Ministro provinciale,interventi liberi, Eucaristia e rendimento digrazie.Luoghi e date:7 marzo - Torino s. Bernardino,14 marzo - Motta,15 marzo - Arco,12 aprile - Sabbioncello,18 aprile - Genova NS Monte o Voltri,19 aprile - Bologna s. Antonio.Lo schema viene approvato.Incontro PG-CPV:

    Fr. Massimo relaziona sull’incontro del 26gennaio scorso a Verona con gli animatoriPG-CPV ed i frati operanti nel settore dellapastorale giovanile. L’intento dell’incontro eradi rendere edotti gli addetti ai lavori delprogetto unitario PG-CPV: la risposta è statabuona e la partecipazione piena e numerosa.E’ stata ampiamente sottolineata la priorità dirimettere al centro della nostra vita la personadel frate. Ne è seguita una condivisione moltosentita, che attestava che questa esigenzaera davvero percepita come forte priorità. Siattende la elaborazione della relazione delsettore per il Capitolo.

    Necrologio provinciale:Viene presa in esame la bozza del necrologiopreparata da fr. Stefano sul modello di quelloin uso nel Noviziato di Baccanello e vengonofatti alcuni rilievi ed alcune ipotesi per lapreparazione e la stampa del volume.Viene infine confermato che il prossimoincontro CdC sarà l’11 e 12 marzo a Milano s.Antonio, con visita “giubilare” a S. Ambrogionel pomeriggio di sabato 12.L’incontro termina con il tradizionale Agimusalle ore 13.

    Il se g re ta riofr. Stefa no Da lla rd a

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    Milano19 gennaio2016CuriaProvinciale

    Dal Definitorio

    I lavori iniziano alle ore 9.00 con una breve preghiera ecumenica,segue l’approvazione unanime del verbale del XXVIII Congressodefinitoriale. Fr. Giampaolo Possenti è assente a causa di un forte maldi schiena.Il Ministro informa circa le condizioni dei fratelli ammalati ricoveratipresso l’Infermeria di Sabbioncello, non ci sono situazioni di particolaregravità.Il Ministro comunica che: fr. Enzo Maggioni è stato nominato Visitatoregenerale della Provincia OFM S. Michele Arcangelo in Puglia-Molise; fr.Ernesto Dezza è stato nominato Assistente centrale dell’Istituto delleMissionarie della Regalità di Cristo.Il Ministro riferisce circa le decisioni del Consiglio di Cooperazione del18-19 dicembre 2015 a Bologna e dell’8-9 gennaio 2016 a Milano (cfr.appositi verbali). Si sofferma in particolare su quanto discusso in meritoal progetto-fraternità per l’Evangelizzazione missionaria e per lapastorale dei migranti. Presenta inoltre lo stato attuale dellamappatura, integrato con l’ipotesi delle zone di animazione dellafutura Provincia.Fr. Francesco Bravi presenta la proposta di organizzazione dell’UfficioEconomico della nuova Provincia elaborato dal Coordinamento degliEconomi provinciali e integrato dai Ministri provinciali. Il Definitorioapprova nel complesso, pur facendo alcune precisazioni sullaproposta di costituire un ufficio di Fund Raising.Fr. Giambattista Delpozzo, Animatore Vocazionale del Nord Italia,comunica che il 18 gennaio 2016 altri due giovani hanno iniziatol’accoglienza nella FAV. Sono: Daniele del Veneto e Alessandro dellaLombardia, essi si aggiungono a Cristian della Lombardia che hainiziato l’accoglienza nel mese di ottobre. Altri segni incoraggianti

    vengono dal percorso di discernimento vocazionale “Vieni e vedi”, cisono infatti 6 giovani in cammino (2 veneti, 3 lombardi, 1 piemontese).Fr. Marco Fossati, Economo provinciale, riferisce circa gli incontri diformazione per gli economi locali tenutisi a novembre (informazionesulle attività commerciali della nuova Provincia, presentazione delnuovo modello di fondo comune, presentazione del bilanciopreventivo) e a dicembre (esercitazione pratica sulla redazione delbilancio preventivo e presentazione dell’apposito strumentoinformatico legato al CO.GE.). La partecipazione è stata corale e glieconomi si sono dimostrati interessati agli argomenti discussi. In

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    qualche fraternità è stato fatto l’incontro sui temi economici, a cura del CAE, secondo quanto erastato preventivato.

    Fr. Michele Cafagna viene ammesso al Congresso per riferire circa il lavoro dellaCommissione per le Attività Commerciali della nuova Provincia. Il Definitorio presenterà a fr.Massimo Fusarelli la richiesta di informazioni aggiuntive al fine di ottenere un quadro più completo.Dopo aver congedato fr. Michele, si passa alla valutazione delle due attività commerciali dellaProvincia: ac coglienza presso C onvento di Gargnano e Edizioni Bibliotec a Francescana.

    Fr. Paolo Canali, Responsabile EBF e Biblioteca Francescana, viene ammesso al Congressoper presentare l’attività. Innanzitutto ringrazia il Definitorio per avergli affidato un servizio che loappassiona. Spiega la distinzione tra EBF e Biblioteca, e auspica che la suddivisione diventi semprepiù chiara anche dal punto di vista amministrativo e contabile. Spera che anche la futuraProvincia continui a finanziare la Bibliotec a che è molto ricca e apprezzata per la sua particolarità.Auspica il coinvolgimento di altri frati, perché la Provincia consideri le EBF e la Biblioteca comeproprie attività e non come un “hortus conclusus”. Fr. Paolo poi presenta i Bilanci delle attività, lecollane e i libri pubblicati nel 2015. Si evince che le EBF producono utile, mentre la Biblioteca è solouna fonte di costi. L’Economo provinciale esorta fr. Paolo a continuare sulla via della separazione

    contabile-amministrativa tra EBF e Biblioteca per ragioni di chiarezza e di trasparenza. Prima dilasciare il Congresso fr. Paolo lamenta la ristrettezza degli spazi a disposizione delle EBF (ritieneinvece adeguati quelli della Biblioteca).

    Si affrontano alcune questioni di economia e di legale rappresentanza. Si aggiorna ilDefinitorio circa la questione giudiziaria in corso e tutte le problematiche connesse.

    Fr. Francesco Ielpo viene ammesso al Congresso definitoriale per relazionare circa il recenteincontro dei Commissari di Terra Santa delle Province OFM del Nord Italia con il Consiglio diCooperazione. Fr. Francesco vede il rischio di concentrare eccessivamente l’attenzione sullascelta della sede del Commissariato di Terra Santa della nuova Provincia, mentre le problematichesono più ampie e questa fase storica potrebbe essere una buona occasione per ripensare ilservizio a lla Custodia.

    Attualmente 5 Province hanno nominato il Commissario, ciascuna con una impostazionemolto diversa. Solo la Provincia lombarda organizza e realizza in modo sistematico pellegrinaggi in

    Terra Santa. La C ustodia, da tempo, è consapevole che i Commissari sono in via di estinzione, perquesto ha costituito l’Associazione ATS. Fr. Francesco Ielpo ritiene che il nuovo Commissario delNord Italia debba collaborare con ATS e con le Edizioni ETS. Compito precipuo del Commissariosarà quello di sviluppare l’aspetto dell’evangelizzazione e del primo annuncio attraversol’organizzazione di pellegrinaggi. Dovrebbe poi investire sull’aspetto culturale e inventare nuoveproposte per portare l’esperienza del pellegrinaggio nella quotidianità della vita di fede (ad es.giornate bibliche…). Fr. Francesco Ielpo ricorda inoltre l’importanza per la Custodia della Collettadel Venerdì Santo. Essa è infatti la prima entrata della Custodia, ma negli ultimi anni èdrasticamente calata fino a dimezzarsi. Per questo si dovrà intensificare il rapporto con i vescovi, esarà necessaria una segreteria per mantenere i contatti e rivitalizzare lo strumento della collettadel venerdì santo. Infine ricorda l’importanza della collaborazione con l’agenzia viaggi “FrateSole” di Bologna.

    Il Ministro provinciale conferirà il Diploma di fraternità alla sig.a Anna Cremonesi (fraternità diRezzato – BRESCIA) il prossimo 31 gennaio 2016.

    Si decide che il prossimo Congresso Definitoriale si terrà il 16 febbraio 2016 presso la Curiaprovinciale. I lavori del Congresso Definitoriale si concludono alle ore 18.15 circa. A laude di Cristoe del Poverello Francesco. Amen!

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    Rezzato16 febbraio2016

    Dal Definitorio

    I lavori iniziano alle ore 9.20 con una breve preghiera, seguel’approvazione unanime del verbale del XXIX Congresso definitoriale.Fr. Massimo Fusarelli partec ipa ai lavori del Congresso.Il Ministro informa circa le condizioni dei fratelli ammalati ricoveratipresso l’Infermeria di Sabbioncello. L’11 febbraio, memoria dellaB.V.M. di Lourdes, è stata celebrata la giornata mondiale degliammalati; quest’anno il Ministro non ha potuto visitare i fratelli diSabbioncello perché impegnato con Il Consiglio di Cooperazione, maha mandato ai malati un messaggio scritto.Il Ministro informa circa l’esito del Capitolo elettivo delle sorelleClarisse del Monastero di Milano. Fr. Almiro Modonesi ha concluso lavisita canonica del Monastero delle sorelle clarisse di Lovere; il 25febbraio mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia e Ordinario delMonastero, presiederà il Capitolo elettivo. A Cademario, il 3 aprile, sr.Paola emetterà la prima professione. Il Ministro e fr. Marco Fossatihanno visitato il Monastero delle sorelle clarisse di Bienno.Il 1 febbraio u.s. fr. Italo Maria Palleschi ha festeggiato l’80°compleanno coronato da tutta la fraternità e dalla presenza del

    Ministro provinciale. Il 7 febbraio, a Virle, mons. Giorgio Bertin hacelebrato l’eucarestia in occasione del XXV anniversariodell’assassinio di fr. Pietro Turati.Fr. Massimo Fusarelli, Visitatore generale, comunica che è statoconcluso l’iter per la designazione dei deputati al Capitolo dicostituzione della nuova Provincia.Il Ministro riferisce circa le decisioni del Consiglio di Cooperazione dell’11 e 12 febbraio 2016 a Milano. Il Ministro si sofferma in particolaresul lavoro di prepa razione dell’Instrumentum Laboris per il Capitolo esull’aggiornamento della mappatura. A tal proposito fr. MassimoFusarelli ricorda che si è discusso non solo delle chiusure ma anchesulla “filosofia di fondo”, per far maturare una sensibilità matura daconsegnare al Capitolo. Egli ritiene che la nuova Provincia non possanascere solo per mantenere l’esistente. Fr. Massimo ribadiscel’importanza di mantenere viva la riflessione su quali presenzeriqualificare ed eventualmente su quali nuove presenze promuovere erealizzare. Ritiene che non si possa disattendere quel desideriotrasversale di novità che ha colto nel corso della visita canonica .Il Ministro poi comunica che il Consiglio di Cooperazione ha deciso diporre il fundraising tra gli argomenti da discutere al Capitolo. Fr

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    Massimo Fusarelli ribadisce che l’attività di fundraising sottende la logica del dono e della gratuitàa sostegno della missione dei frati, e che tale attività non sostituisce in alcun modo le iniziativelocali di raccolta fondi. Si propone una forma di sinergia per coadiuvare e migliorare le tradizionaliforme di raccolta. Si pensa di implementare un unico ufficio a Bologna con un dipendentededicato alla raccolta di fondi per la Provincia (distinto da quello che già lavora per la raccoltafondi dell’Antoniano). Il Consiglio di C ooperazione ha ritenuto di sottoporre questo argomento alladiscussione capitolare, dal momento c he è una realtà nuova per molte Province.Il Consiglio di Cooperazione ha preso visione dei locali a disposizione della nuova Curiaprovinciale: al primo piano si insedierà l’ufficio ec onomico mentre al secondo piano ci saranno gliuffici del Ministro provinciale, del Vicario provinciale e della Segreteria.Si affrontano alcune questioni di Economia e di Legale rappresentanza, soffermandosi a lungosulla vicenda giudiziaria in cui è coinvolta la Provincia. Si discute di alcune situazioni personali.Si passa poi alla programmazione della Assemblea economica (11 aprile a Monza). Si incarica ilCAE di presentare una proposta organizzativa da sottoporre al prossimo Congresso, tenendoconto c he oltre a lla presentazione del bilancio consolida to, si dovrà riservare uno spazio adeguatoper l’informazione circa la situazione economica-finanziaria della Provincia. Si pensa che sia

    importante offrire una opportunità di riflessione e di un confronto sugli effetti ingenerati nella vita enel “sentire comune” dei frati.Il Ministro presenta poi la bozza preparata dal Consiglio di Cooperazione per la Festa dellaFraternità Provinciale (12 aprile a Sabbioncello). Si affida alla fraternità di Pavia l’incarico dipreparare una proposta da sottoporre al prossimo Congresso, tenendo conto che sarebbe belloripercorre la storia recente della Provincia evidenziando luci e ombre a partire dalla iconaevangelica del grano della zizzania.Fr. Francesco Bravi comunica che nei prossimi mesi visiterà le fraternità della Provincia per unincontro fraterno di preghiera, condivisione, rendimento di grazie… Contatterà i guardiani perconcordare tale inziativa.Si decide che il prossimo Congresso Definitoriale si terrà il 15 marzo 2016 presso la Cappellania

    degli Speda li Civili di Brescia. I lavori del Congresso Definitoriale si concludono alle ore 16.10 circa.A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen!

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    Saluto ai fratelli dell'infermeria e della fraternità di Sabbioncello

    Giornata mondiale del malato 11 febbraio 2016

    Ai carissimi fratelli della fraternità di Sabbioncello e, in particolare, ai frati residenti ininfermeria giunga il mio più cordiale e fraterno saluto ed augurio: il Signore vi dia Pace.

    Quest’anno non posso essere con voi (e mi dispiace sinceramente) per l’ormai tradizionaleappuntamento dell’11 febbraio che ci ha visti in questi anni vivere insieme la Giornata mondialedel Malato, celebrando l’eucaristia e l’Unzione degli Infermi. I giorni 11 e 12 febbraio si riuniscono aMilano i Ministri provinciali del Nord Italia insieme al Visitatore generale, fr. Massimo Fusarelli, perverificare, programmare e organizzare tutte le cose necessarie per l’ormai imminente Capitolo di

    unione e di nascita della nuova Provincia; seguite i nostri lavori con la vostra preghiera.San Giovanni Paolo II nella lettera istitutiva della giornata ha espresso il senso di questaricorrenza: “ Tale giornata è per i malati, per gli operatori sanitari, per i fedeli cristiani e per tutte lepersone di buona volontà momento forte di preghiera, di condivisione, di offerta della sofferenzaper il bene della Chiesa e di richiamo per tutti a riconoscere nel volto del fratello infermo il SantoVolto di Cristo che, soffrendo, morendo e risorgendo ha operato la salvezza dell'umanità ”.Facciamo nostre queste intenzioni e uniamoci spiritualmente alla solenne celebrazione mondialeche quest’anno si tiene nella nostra Basilica dell’annunciazione a Nazareth.

    Papa Francesco, nel messaggio per questa giornata, ci chiede di sostenere la nostrapreghiera e la nostra meditazione, rileggendo il testo evangelico delle nozze di Cana (Gv 2, 1s) e

    di soffermarci in particolare sul versetto 5, dove la Vergine rivolgendosi ai servi e indicando suoFiglio li esorta: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela ”. Nella sollecitudine di Maria, che rimanda al suoFiglio, - afferma il santo padre – “ si rispecchia la tenerezza di Dio ”. Il mio augurio e la mia preghierasi fa invocazione ardente perché siamo capaci, gli uni per gli altri, di avere lo stesso cuore, lastessa attenzione, la stessa premura della Vergine, per indicare sempre, con le parole e con latestimonianza di una vita coerente, Colui che solo può riempire l’esistenza di speranza e di

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    serenità.Certo è che vivere la malattia non è né semplice né facile; lo sto sperimentando anch’io

    sulla mia pelle. Ho trovato profondo conforto nelle parole che papa Francesco ha scritto nelmessaggio per la Giornata Mondiale del Malato di quest’anno. Le voglio condividere con voi: “ In

    queste situazioni, la fede in Dio è, da una parte, messa alla prova, ma nello stesso tempo rivelatutta la sua potenzialità positiva. Non perché la fede faccia sparire la malattia, il dolore, o ledomande che ne derivano; ma perché offre una chiave con cui possiamo scoprire il senso piùprofondo di ciò che stiamo vivendo; una chiave che ci aiuta a vedere come la malattia puòessere la via per arrivare ad una più stretta vicinanza con Gesù, che cammina al nostro fianco,caricato della Croce. E questa chiave ce la consegna la Madre, Maria, esperta di questa via ”.

    Nella comune e reciproca preghiera affidiamoci l’un l’altro alla grazia e alla forza delloSpirito perché il Signore ci sostenga e ci benedica. Affidiamo al Signore tutti i malati e gli infermi,specialmente quelli più soli ed abbandonati.

    È poi doveroso da parte mia, e di tutta la fraternità provinciale, ringraziare la fraternità di

    Sabbioncello per l’accoglienza e la cura che offre a i fratelli dell’infermeria. Ringrazio di cuore iconfratelli più specificamente incaricati di questo servizio per la loro dedizione e abnegazione;con loro ringrazio anche il personale addetto. “ A tutti coloro che sono al servizio dei malati e deisofferenti – scrive papa Francesco - auguro di essere animati dallo spirito di Maria, madre dellaMisericordia ”.

    Con il desiderio nel cuore di essere con voia celebrare questa giornata, con il rinnovatoaugurio di ogni pace e bene nel Signore, con lapromessa di incontrarci presto, salutopersonalmente ciascuno di voi e tutti voi insieme.

    Concludo queste semplici parole,ascoltando con voi la conclusione del messaggiopontificio per questa circostanza: “ Affidiamoall’intercessione della Vergine le ansie e letribolazioni, insieme alle gioie e alle consolazioni,e rivolgiamo a lei la nostra preghiera, perchérivolga a noi i suoi occhi misericordiosi,specialmente nei momenti di dolore, e ci rendadegni di contemplare oggi e per sempre il Voltodella misericordia, il suo Figlio Gesù ”.

    Fraternamente,

    fr. Franc esc o Bra vi o fmM inistro p rovinc iale

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    “UNLABORATORIODIFRATERNITA’ ”

    CommissionePastoralegiovanile e vocazionale

    Testimonianze di vita Fraterna Tra le diverse iniziative di comunione tra il Primo e il

    Secondo Ordine che hanno arricchito il cammino dell’ultimotriennio ha trovato posto una singolare esperienza vissuta da unpiccolo gruppo di frati e sorelle coinvolti a vario titolo nellapastorale giovanile e vocazionale.

    La proposta, nata nell’ambito dell’ultima AssembleaFederale delle sorelle (giugno 2013), era stata favorevolmenteaccolta dal Definitorio Provinciale della Lombardia e dalleAbbadesse dei quattro monasteri lombardi, riuniti a Milano il 12novembre 2013. Si trattava di dare l’avvio ad un percorso ineditodi confronto e di scambio, limitato nel tempo, di creare una sortadi “laboratorio di fraternità” caratterizzato dal piccolo numero deipartecipanti e dall’assenza di particolari finalità pratiche legate

    ad eventuali collaborazioni sul campo, uno spazio gratuito in cuisperimentarci nella reciprocità, crescere nella conoscenza eformarci insieme nel servizio di annuncio e accompagnamentodei giovani.

    La nostra piccola commissione, composta dai responsabilidi Pastorale Giovanile e Animazione Voc azionale (fr. GiambattistaDelpozzo, fr. Matteo Della Torre, fr. Enrico Russotto) e da unasorella per ogni monastero lombardo (sr. Chiara Amata Tognali,sr. Chiara Gioia Valsecchi, sr. Emanuela Roberta Coppetti, sr.Chiara Beatrice Calvi) ha raccolto la sfida, incontrandosi cinquevolte lungo il triennio. Ospitati di volta in volta in una delle nostrefraternità di appartenenza (i quattro monasteri e il convento diRezzato), abbiamo sempre dedicato l’intera mattinata al lavorotra noi, condividendo poi l’Ora Media e il pranzo con le nostrecomunità.

    Dopo un incontro dedicato ad una prima indispensabileconoscenza reciproca, in cui ciascuno si è raccontato,presentando la propria fraternità soprattutto in relazione alservizio offerto ai giovani, ci siamo fatti guidare in un secondoincontro nell’esperienza, familiare ai frati e pressoché sconosciutaalle sorelle, del “bibliodramma”. I tre incontri successivi sono stati

    dedicati al confronto su alcuni temi concordati insieme: l’attualitàe i punti di forza del nostro comune carisma,l’accompagnamento personale dei giovani, la problematica dellinguaggio con il quale annunciare loro il Vangelo, el’introduzione dei giovani alla vita di preghiera.

    Abbiamo cercato di mantenere sempre nello scambio untaglio esperienziale, privilegiando la consegna reciproca dirisorse, fatiche, interrogativi e gioie. L’aspetto più fecondo del

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    percorso fatto insieme è stato senza dubbio il fatto che fosse tuttoda inventare. Lungo la strada abbiamo dovuto comprenderemeglio il senso del nostro incontrarci, ridefinendone obiettivi emodalità. L’abbiamo fatto con uno stile franco e aperto, nonnascondendo le fatiche e sostenendoci reciprocamente neldesiderio, in tutti sincero, di crescere nella comunione facendo

    anche delle nostre differenze un’opportunità. Ci siamo sentitirealmente accompagnati dallo Spirito, che sa fare armoniagiocando con le differenze, valorizzando le diverse sensibilità, ipunti di vista, le conoscenze acquisite… Siamo certi che anchequesta piccola esperienza di fraternità porterà frutti buoni nelcammino futuro, contribuendo a farci crescere nella comunevocazione e facendo di noi quel segno di vita evangelica cheDio desidera per la Chiesa, per il mondo e per i giovani cheincontrano le nostre forme di vita.

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    XDonatiXDonare

    Rezzato20-22novembree12-13dicembre2015

    Monza5-7febbraio2016

    Testimonianze di vita FraternaFORZA, SPERANZA, FOLLIA:

    TRE MODI DI VIVERE L'AMORE

    Forza, speranza, follia... certo l'Amore non si esaurisce con questeparole, bensì ne esprimono alcune delle migliori qualità.

    E' una FORZA che muove tutte le dimensioni della nostra vita,facendo luce e verità su chi siamo e sulla nostra storia. Una forza chenon possiede ma ci invita a diventarle simili entrando in relazione econsegnandoci totalmente. Infatti è negli altri che ci riflettiamo ed essici permettono di accorgerci dei nostri difetti e mancanze. Essa ci vienedonata fin dalla nascita e non si ferma mai, è dentro di noi, ciappartiene. L'Amore è ciò che unisce il corpo all'anima, e senza la suaforza potrebbe decadere tutto.

    Una SPERANZA che passa attraverso il dialogo nato da un cuoretotalmente fedele, capace di plasmarne il più intimo desiderio digeneratività. E' una cordicella di filo scarlatto, appesa al balcone dellanostra vita, alla quale ci aggrappiamo, perché sappiamo che il capodel filo rosso della storia è saldamente nelle mani di Dio. Una storia, ilpassato, che non va rimosso: è parte della nostra esperienza di vita.

    Infine una FOLLIA che conduce al sacrificio di sé e al perdonototale. Una follia generativa: la FOLLIA DELLA CROCE. Alla luce di tuttoquesto nessun uomo può dirsi capace di amare, se non attingendo aColui che solo è Amore.

    A nulla servono le chiacchiere sull'innamoramento se alla basenon vi è un'adesione libera e totale al progetto d'amore pensato per

    noi. A volte capita di non amarci perché c 'è qualcosa dentro e fuori dinoi che nega la nostra bellezza, ma se noi siamo il Suo specchio comepossiamo non amarci? Non lo facciamo perché in quanto uomini ilnostro cuore è fragile, ferito dal peccato e da tutto ciò che essocomporta: la forza diventa possessione; la speranza di generatività simuta in meschino e sterile ripiegamento su di sé; la follia, invece,diventa disperazione. Ovviamente nessuno è escluso da queste logichedi peccato. Tutto sta al modo di ognuno di approcciarsi alla logica diDio: accettando il suo "folle" atto d'Amore e di perdono quale è laCroce accettiamo le nostre fragilità per abbandonarci al dolcissimoabbraccio paterno della sua misericordia.

    Fuori da questa logica di Fede, il suo sacrificio è pura pazzia. Alcentro di esso ci stanno tutte le nostre gioie, i dolori e siamo presenticon tutto noi stessi, anima e corpo, per lasciare che Dio realizzi in noi lesue promesse senza voler fare tutto di testa nostra. Sta a noi metterci ingioco e lavorare sulla nostra identità, sul nostro carattere, sui lati bui e idubbi che sentiamo nel nostro cuore.

    Una vita vissuta per Amore è rischiosa e San Francesco ce loinsegna bene: egli aveva un desiderio preciso, diventare cavaliere, eimpiegò anima e corpo per questo desiderio. Tuttavia era autocentrato

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    e Dio lo trasfigura decentrandolo. Questa trasfigurazione avviene attraverso un momento dipreghiera profondo nel quale poi San Francesco verrà condotto da Dio all’incontro con i lebbrosi.Ecco il ͞setaccio  ͟ privilegiato per discernere i i desideri più profondi: la preghiera, la quale li purifica.Ora il passo grande da fare è dare continuità a questo percorso di coscienza, per arrivare altestamento di ciò che voglio essere, di ciò che voglio donare agli altri. Per quanto difficile possaessere, allora, pensiamo valga la pena mettersi in gioco, accogliendo riconoscente giorno per

    giorno quel dono gratuito, l'Amore, senza il quale la vita non vale la pena d'essere vissutaprofondamente. E con questa consapevolezza il nostro viaggio si è concluso per aprirsi allaQuaresima: tempo di grazia per accogliere concretamente l’Amore totale donatoci da Cristo sullacroce e per imparare ad amare in questa unica e possibile modalità!

    Anna, Angelo, Radha, Federica, Eleonora

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    Comepiedi dicervasulle alte vette

    Bormio26-28febbraio2016

    Testimonianze di vita FraternaNel fare memoria prima di tutto viene la gratitudine.Gratitudine a Dio: “ mio Dio, Signore, nulla è pari a te… ”, Tu

    mi chiami sulle alte vette e accarezzi il mio volto con lieve neve etutto è silenzio e bellezza ed è facile sentirti vicino.Il grido di tutti i miei dubbi, delle mie paure, della sera prima

    è lontano, Ti riconosco e non posso non vederTi. Ti ringrazio per il senso fraterno dello stare insieme in

    semplicità, ricchezza che san Francesco ci tramanda da secoli.Grazie poi a chi, dicendo il suo piccolo sì , rende possibiliesperienze di vera e profonda condivisione, il giocars i nella vitanon è tanto diverso da questi giorni vissuti insieme, chiede ladisponibilità di un cuore aperto e di mani che lavorano.

    Perché è stata una bella esperienza di fraternità? Per meperché ognuno, a modo suo, si è speso senza pretese,preparando il pasto con cura, gli spunti di riflessione, ascoltandol’altro e donando un pezzo di sé e della propria storia. Tutte storiecon ferite e bellezze, tanto uniche quanto diverse mariconoscendoci fratelli perché figli dello stesso Amore.

    Tornare, scendere da i monti, richiede la faticadell’impegno concreto di portare frutto. Non è facile.

    Quanto tempo bisogna aspettare perché il fic o p o rtifrutto … Nel frattempo, magari, il terreno sarà stato annaffiato daabbondanti lacrime prima di essere esauditi al momento

    favorevole.In tutte le mie povertà l’ in f in ito m i ha g ua rd a ta e io hocreduto a lla sua promessa di bene per la mia vita.

    Quando mi accontento della tristezza, per comodità,dimentico quello sguardo e quella promessa, divento immobile,la mia vita non decolla.

    Quello chemaggiormente mihanno dato questigiorni è statodecidermi per lasperanza , unica viaper una vita felice esanta come figlia,sposa, moglie.

    Sara

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    Diploma difraternità

    ANNACREMONESI

    Rezzato31 gennaio2016

    Testimonianze di vita FraternaCarissimi tutti, fratelli conosciuti e non, quelli passati da

    Rezzato sono tutti presenti nelle mie preghiere e affetto per i

    ricordi di iniziative vissute insieme. Tanti anni ho esercitato il servizio di Ministra dell'O.F.S., ho

    conosciuto tanti Guardiani, con i quali ho condiviso il lungocammino (nel 1960 ho fatto la mia Professione), ma anche primasalivo al Convento e non mi sona mai pentita della mia scelta.Ora che ho lasciato incarico di Ministra e Delegata Regionale,per lasciare spazio ai più giovani, cerco ancora di rendermi utilenel fare quello che le mie "forze" mi permettono per il bene dellamia Fraternità, per il Convento sicura che il Signore della Vita e

    San Francesco mi aiutano.Quando il Guardiano mi disse che non dovevo prendere

    impegni per il 31 Gennaio, io e i miei famigliari, ho subito rifiutatoperché non mi sentivo degna di tanto riconoscimento, perchénon meritavo tanto... dopo un po' di riflessione e preghieradavanti al Signore ho accettato!

    E' stata una giornata indimenticabile: la presenza di tantifrati, quasi tutti i miei cari familiari. La Santa Messa è stato un

    momento molto emozionante e il pranzo gioioso e fraterno chemi hanno fatto sentire a casa perché mi sono sentita circondatada tutti. Per tutto questo, che non merito, non so, comeringraziare quelli che hanno voluto questo evento e quelli chehanno preparato la giornata... affido tutto al Buon Dio, sia Lui aricompensarvi, Lui che sa fare bene ogni cosa. Il servizio cheancora offrirò, sempre secondo le mie possibilità, è la risposta allaChiamata che il Signore con San Francesco mi hanno rivolto perla realizzazione piena della mia vita. Ancora grazie, vi assicuro la

    mia preghiera per valorizzare il mio grazie per quello che mi avetedonato. Con affetto e riconoscenza,

    Anna Cremonesi

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    “CROCE:albero dellasperanza,luogo dellamisericordia ”

    di fr.Celeste Vecchi

    Testimonianze di vita FraternaIl segno che ci accompagna da sempre è la Croce e che

    offre un tracciato unico d'amore, albero di vita che si riconoscedal frutto e linfa scaturita dal sacrificio e dal dono. Possiamosempre accostare e portare la croce, il simbolo intrinseco dellastoria, sempre memoria viva del Signore Gesù. All'inizio dellaQuaresima abbiamo innalzato l'albero, dove il Figlio di Dio è statocrocifisso, all'aprirsi della settimana santa questa storia si faintensa "coinvolgimento e fiducia" e nei tre giorni della Pasqua lavera vita raggiunge il vertice: il sacrificio della croce èpienamente espresso e nella gioia della Risurrezione rifulge la lucenello stupore più grande.

    In questo spazio di tempo viene delineato il fatto piùimportante e siamo chiamati a viverlo con-passione. Il Figlio di Dio

    ha operato in nostro favore con la sua originale presentazione alPadre come Figlio dell'Uomo. Egli nella notte del Getsemani siimmerge nella notte mortale della più alta angoscia econtemporaneamente della più grande speranza: " Ora l'animamia è turbata... ma per questo sono giunto a quest'ora! " (Gv12,27). E' l'affermazione dell'amore folle del Dio-Uomo, è il suoamore al massimo del limite per la salvezza. Gesù è sceso al buiodella morte e il Padre della tenerezza ha operato lo splendoredella Risurrezione. Il Padre dona il calice amaro al Figlio colmodelle iniquità della nostra umanità e sembra che l'Amore vengacrocifisso, ma la potenza invincibile del Figlio pur mantenendo lecaratteristiche della sofferenza, incontra la storia vissuta e cipermette di vivere il mistero di questo amore trasformandolo indono gioioso di vita.

    Con la croce di Gesù la vita non è più abbandonata, tantoda poter affermare che Dio ha talmente amato la vita del Figlioda donarla al mondo, a ogni uomo amato che vive in questoterreno l'esperienza della misericordia. La croce vivificante è larisposta di Dio all'uomo, è il segno della debolezza che fortifica lacreatura e che permette di avere in dono la salvezza. Lacrocifissione e la morte del Cristo ci permettono di sentire evedere la nostra vita continuamente attraversata dall'amore. Ilmiracolo si realizza proprio perché il nostro essere è trafitto coninsistenza dall' Amore.

    Il Padre ci chiede di "alzarci", di "intraprendere" il camminobuono, di vivere sempre con il coraggio rinnovato, di cercaresempre il benessere della sua compagnia nel profondo del cuore.Il Venerdì Santo di Gesù è già Pasqua per noi, la sua potenzadissipa la tristezza della solitudine, le tenebre situate nel cuore si

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    rivestono di armoniosa luce e il regno della morte non ha piùnessun spazio, perché colmato dalla misericordia. All'uomo cheabbraccia il discepolato, lo Spirito Santo infonde ogni genere diforza e permette l'apertura al tesoro della vita con i fatti realidegli accadimenti. L'arte orientale presenta il Cristo in abito daRe anche sulla croce, egli è il Signore, il suo potere regale è

    l'amore crocifisso e risorto, strappa dagli inferi Adamo ed Eva chesi sono smarriti: " Adamo dove sei? "(Gn 3,9). Lui scende negli inferidicendo: " Vieni dunque, mia immagine e mia somiglianza " (Innodi s. Efrem). Di conseguenza nessun uomo muore in solitudine,perché il Cristo muore con lui per risuscitarlo c on lui.

    Stando sotto la croce, a quell'albero nobile che porta ilSignore, venuto a morire e salvare, scopriamo il tempo della vitatrascorso nella comunione con il Padre, i giorni dell'ubbidienzadella fede. " Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano inabbondanza " (Gv 10,10). La croce di Gesù viene a noi ecomincia con il dono della sua vita, con il suo modo di nascere,di condividere, di amare, è tutto sommato la forma dellamisericordia che molte volte ci sfugge. Lì incomincia il travaglio diriconoscere Dio, che si è fatto uno di noi e che vuol farsiriconoscere con la sua infinita bontà: la vera sua immagine è lamisericordia. Alla tomba di Gesù le donne si sentono dire " Non èqui, è risorto ". La tomba non è più abitata, rimangono le bendeche avvolgevano il corpo, richiamano le fasce del bambino dellaNatività. Tutta la vita è fasciata, avvolta dalla dolcezza eaffettività che solo Dio può dare al Figlio. Il sepolcro è diventatola "tenda dell'incontro" dove si è compiuto il Mistero della salvezza

    e sempre quelle donne se ne andarono rallegrate.In una omelia di San Giovanni Crisostomo, alla mattina diPasqua dice: " il Signore è generoso, egli riceve l'ultimo come ilprimo, egli rimette l'operaio dell'undicesima ora come quello cheha lavorato fin dalla prima ora... Entrate dunque tutti nella gioiadel vostro Signore: ricevete la ricompensa, i primi come gli ultimi;ricchi e poveri, giubilate insieme; astinenti e pigri, onorate tuttiquesto giorno; voi che avete digiunato e voi che non avetedigiunato, rallegratevi oggi... Tutti si dilettino al banchetto dellagioia... ” La più grande armonia avviene nei tre giorni dellaPasqua dove il Mistero viene cantato in ogni dettaglio nel cuoredella Chiesa: l'alfa e l'omega si congiungono. La storia cambiaper davvero con la venuta di Gesù, nel suo volto deposto dallacroce risplende una luce nuova, non è il volto di un vinto, ma diun vincitore. Mentre il suo corpo scende dalla croce, tuttal'umanità ascende verso nuove possibilità. I cieli nuovi e la terranuova scaturiscono come sorgente dal vecchio mondoconsunto.

    di fr.Celeste Vecchi

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    "E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra diprima infatti erano scomparsi e il mare non c'era più... Ecco latenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi sarannosuoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugheràogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto nélamento né affanno, perché le cose di prima sono passate " (Ap

    21,1.3-4). La tenda di Dio con gli uomini è l'abitazione dellamisericordia che abbraccia, accoglie, spiega e perdona e vuoldire "starci dentro". Etimologicamente, misericordia significa aprireil cuore al mistero e lasciare che il mistero ci avvolga. Dio ci amain questo modo con compassione e misericordia come ci ricordacon insistenza Papa Francesco. Di questa compassione c'èbisogno oggi, per vincere la globalizzazione dell'indifferenza. Diquesto dolce sguardo c 'è bisogno quando c i troviamo di fronte aun povero, a un emarginato, a un uomo peccatore.

    La croce del Signore ci mettein questa ottica, ci orienta nel verocammino di vita e ci aiuta a capirela sovrabbondanza dellamisericordia, la logica di Dio. Misembra che non ci sia molto daspiegare se serviamo Gesù crocifissoinnanzitutto con la nostratestimonianza povera oabbondante che sia. Anche questiintensi quaranta giorni che ciapprestiamo a vivere sono un invitoad amare nella verità Lui, le sueParole, che rimangono sempredono squisito.

  • 8/20/2019 Notiziario 258 - Frati Minori di Lombardia

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    “CIÒCHE SI VEDE, È…”

    di fr. FrancoNaldi

    Testimonianze di vita FraternaPossiamo chiedere a Dio di conoscere il suo significato ultimo?

    Possiamo avere un’idea, seppur vaga, di Dio, signore e padrone deltempo? Cos’è la verità? La domanda che Pilato, ironicamente,rivolgeva a Gesù il condannato può diventare la “misura” di ogni nostro

    dubbio. Secoli e secoli di storia pare che non vogliano distaccarci dallanostra pretesa autonomia. Anche nei testi dei poeti cosiddetti“contemporanei” è presente l’idea che l’uomo possa bastare a séstesso, relegando Dio stesso entro certi limiti che altro non dicono senon una sua incompiutezza:

    “Lascia lente le briglie del tuo ippogrifo, o Astolfo,e sfrena il tuo volo dove più ferve l'opera dell'uomo.

    Però non ingannarmi con false immagini ma lascia che io veda la veritàe possa poi toccare il giusto. Da qui, messere, si domina la valle.

    C IÒ C HE SI V EDE, È.

    Ma se l'imago è scarna al vostro occhio,scendiamo a rimirarla da più in basso e planeremo in un galoppo alatoentro il cratere ove gorgoglia il tempo”

    Franc esco Di Giac om o

    Secondo questi testi, il Signore “è” ciò che si vede, anche agliocchi più sprovveduti, limitandone di fatto l’operatività alle cose che,sensorialmente, riusciamo a misurare. Tutto ciò che riusciamo ariconoscere è esistente, tutto ciò che si nasconde è inesistente. Come sipercepisce, il discorso sulla fede (Eb 11,1) mostra qui tutta la suairrealtà, non gli si lascia nemmeno il fiato di una sua possibile presenza,di un suo possibile valore. La finitudine di Dio viene innalzata a simbolo;tutto il resto non viene riconosciuto e perciò non considerato. E siaarriva addirittura a negare l’esistenza di un qualcosa che sta “al di là”della nostra povera esperienza umana. C’è qualcosa di più “oltre”?Riusciamo a credere e ad avere la certezza in ciò che non vediamo?Va da sé che questi calcoli li “risolve” definitivamente Dio. Solo Diostesso ne c onosce i confini. È una lunga storia, che tuttavia non si misuracome fossimo a l mercato, pesando il prodotto desiderato.

    Il cristiano, lo sappiamo bene, “pretende” da sé l’impossibile,spera contro ogni speranza, vede più in là del proprio naso, a garanziadi quella credibilità che Dio offre a tutti. Tutto ciò perché egli stesso hala “presunzione” orgogliosa di dare valore ad un qualcosa che non

    riesce a riconoscere, né a vedere e né a controllare, ma non ne negala possibilità reale; anzi, questa realtà diventa la sua forza, diventaintuizione e chiarezza assoluta. Trasformiamo allora una esperienza“autoreferenziata” in possibilità di vedere “oltre”, anche se ciògarantisce tempo mal speso e fatica per sé, dove la certezza dellecose “al di là” (leggi: la fede) diventano fondamento delle cose che sisperano e prova di quelle che non si vedono.

    In altre parole: diamo la possibilità alla fede di diventare tempo,

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    di essere verità, di calarsi nella nostra vita, allontanandoci da ogni de-riconoscenza. A queste condizioni faremo una straordinaria esperienza:fede e realtà umana si accompagneranno, andranno a braccetto,indispensabili una all’altra. Si guarderanno negli occhi e nel cuore: e sipiaceranno!

    Tutti gli avvenimenti che precedono immediatamente la

    Risurrezione non sono da leggersi non come un’arida cronaca diepisodi successi molto tempo fa, bensì come scene dell’avvenimentocentrale della nostra salvezza. In altre parole: cosa ha da dire a noi,oggi, il palcoscenico, meraviglioso e drammatico, di Gesù che entra aGerusalemme salutato come un re dai suoi concittadini? Ci sporchiamole mani con Lui? Entriamo a pieno titolo nella sua vita, con tutte leconseguenze del caso, coinvolgendoci personalmente e comecomunità, o ci limitiamo a stendere i nostri mantelli e ad agitarequalche frasca, rimanendo comunque fuori dalla scena? Checammino stiamo iniziando/proseguendo? Se ci pensiamo bene, lanostra riflessione può portarci molto lontano, su strade impensabili.Magari partendo da episodi avvenuti dopo la croce e la risurrezione. Iltutto per leggere in modo corretto il nostro passato di “persone fatte dicarne ed ossa e non di ferro”, creature sensibili che sanno scegliere intutta libertà. Perché la libertà è dono di Dio e come tale va usata. Così,per contemplare gli avvenimenti della passione e risurrezione,dobbiamo considerare tutta la Scrittura, liberando mente e cuore datutte le ragnatele che c i impediscono di muoverci nella storia terrena diCristo, che passa alla gloria affrontando la morte in croce. Unpassaggio “obbligato”, uno spartiacque da superare solo se si

    “NONMIROMPETE ”

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    “NONMIROMPETE ”

    di fr. FrancoNaldi

    Testimonianze di vita Fraternaconsidera questa scomparsa affogata nella delusione come il primopasso verso l’intimità eterna con Dio.

    Non mi rompete… Non mi svegliate ve ne prego,ma lasciate che io dorma questo sonno...

    perché volete disturbarmi...c'è ancora tempo per il giorno...quando gli occhi si imbevono di pianto, i miei occhi... di pianto…

    Così si cantava, molto tempo fa, nel furore e nella passione deglianni giovanili, quando tutto sembrava inginocchiarsi davanti a noi,quando la verità era lì, a portata di mano, e niente poteva farci paura;quando si aveva la c ertezza di campare mille anni e, per i più fortunati,anche di più; quando la morte, pur essendo di fatto libera da tutti e datutto, non era un problema per nessuno. Un sonno che non deve esseredisturbato, perché è segno di un compimento che sconvolgerà vita,

    tempi, mode, modi. Un sonno che è un atto di ribellione contro lamorte, intesa come la fine di tutto. Un sonno che ha un’unicafotografia: un sepolcro vuoto e le bende ripiegate. Un unico sforzo: lapietra rotolata. Un unico futuro: la morte non c’è più, ha perso i suoiartigli. Un sonno che sconfigge il pianto. Un sonno che mostrerà achiare lettere che il buio è scappato davanti alla luce e che nontornerà mai più. E’ il tempo del giorno infinito, senza età, senza termine,pieno di senso: la vita torna a vivere, e questa volta per sempre! Il legnomaledetto è rifiorito ed è diventato benedetto. Un sonno che non è piùsolo buio, tenebra, riposo, ma una battaglia vinta. Un sonno contro lamorte, contro il pec cato, contro l’assurda pretesa di essere come Dio oaddirittura di sostituirlo. Ricordiamoci dell’esperienza di San Francesco,che chiama la morte con il titolo familiare e intimo di “sorella”. Non cisarà quindi delusione o turbamento nell’incontrare oggi lo spettacolodel dolore; non dovremo scappare di fronte alla “declamazione” dellacroce e al terrore del sepolcro; il Cristo cammina con noi, allora comeoggi. E allora come oggi ci mostra segni, gesti e parole “per la nostrasalvezza”. Non sarà più il tempo del pianto, il tempo della supplicaangosciata fine a se stessa, il tempo della disperazione infinita; la gioiasenza tempo invaderà di fatto i nostri percorsi più di quanto riusciamo apensarli e a viverli.

    Sapremo riconoscerlo anche negli avvenimenti ordinari dellanostra vita, e non solo nelle scene straordinarie, nelle scelte per il futuro,il nostro futuro, anche se non è immediatamente percettibile?Leggiamo dunque la nostra storia con questo spirito: non ci vogliamofermare ad acclamare qualcuno che “chiacchiera”, non rispondiamoalle domande dell’imbonitore di turno, non vogliamo vedere lo svolgersidelle varie scene da lontano, senza impegnarci in prima persona;vogliamo essere davvero protagonisti, fino in fondo, costi quel checosti, a partire dal tempo e dalla fatica che riserveremo a questoimpegno.

  • 8/20/2019 Notiziario 258 - Frati Minori di Lombardia

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    …co nt inua da l n . 257

    5. Mise rico rd ia , il nom e d el no stro DioInnanzitutto, come abbiamo visto già all’inizio, la misericordia tocca laquestione di Dio. La questione di Dio riguarda la crisi più profonda di oggi,ed è anche la questione oggi più importante. Sebbene già in passato sianostati prevalenti l’ateismo e l’agnosticismo di alcuni filosofi, l’ateismo el’agnosticismo delle masse sono un fenomeno recente della civiltàoccidentale secolarizzata, mentre in tutta la storia più antica dell’umanitànon è mai esistita alcuna cultura senza religione. Il Concilio Vaticano II haaffermato che l’ateismo nelle sue diverse forme è uno dei problemi più seri,

    ma il Concilio ha anche aggiunto che di esso i Cristiani hanno una colpa(GS 19-21). Infatti, come dice il Concilio, spesso abbiamo oscuratol’immagine di Dio. Spesso abbiamo annunciato unilateralmente il Dio giustoche punisce e talvolta abbiamo disegnato l’immagine di un Dio dellavendetta, e abbiamo piuttosto sottovalutato il messaggio di un Diomisericordioso, che nella sua misericordia non vuole la morte delpeccatore, ma la vita. Abbiamo sovraccaricato l’immagine del Diovivente, che cammina con il suo popolo ed è presente in ogni situazione,con idee speculative sull’immobilità di Dio, che non sono sbagliate, ma,intese unilateralmente, hanno allontanato Dio da lla vita.La Bibbia ci dice: « Dio è amore » (1 Gv 4,8), cioè comunicazione di se stesso.Prima di tutto, Dio è comunicazione di se stesso nella Trinità. Dio non è unDio solitario, il Dio trinitario è comunione. L’aspetto esteriore di quest’amoree di questa comunicazione in se stessa è la misericordia . Essa è la fedeltàdi Dio a se stesso, che è amore. Poiché Dio è fedele a se stesso, Egli vuolecomunicare il suo essere prima nella creazione, poi nella storia dellasalvezza; Egli non può fare altrimenti che perdonare e dare una nuovachance a ogni peccatore che si pente e si converte. La misericordiadiventa così lo specchio della Trinità e, secondo San Tommaso d’Aquino,essa è la prima proprietà di Dio. Nella sua misericordia Dio apre il suo cuoree ci lascia guardare nel suo cuore. Così Papa Francesco, quando gli hodato il libro sulla misericordia solo qualche giorno dopo che era statopubblicato in traduzione spagnola, mi ha detto: « Misericordia, questo è ilnome del nostro Dio! ».L’affermazione: « Dio èmisericordia » significa cheDio ha un cuore per imiseri. Egli non è un Dio,per così dire, sopra lenuvole, disinteressato aldestino degli uomini, mapiuttosto si lasciacommuovere e toccare

    Il messaggiodella Misericordia

    L e c t i o

    M a g i st r a l i s

    S. E . Ca r d .W A LT ERK A S P E R

    Innaugurazione Anno Accademico2014-2015

    SECONDAPARTE

  • 8/20/2019 Notiziario 258 - Frati Minori di Lombardia

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    dalla miseria dell’uomo. Egli è un Dio compassionevole, un Dio ‘simpatico’ (nel senso originaledi questa parola). Tali e altri argomenti hanno portato la teologia recente a una nuovariflessione sull’immutabilità e l’impassibilità di Dio. Certo è e resta vero che Dio è sempre lostesso e che non c’è sviluppo in Dio. Dio non è, in un senso passivo, toccato dal male; in questosenso non ci sono né passione né sofferenza in Dio. A causa della sua perfezione assoluta Dionon si commuove, ma a causa della sua sovranità nella carità in un senso attivo e libero silascia commuovere e toccare dalla miseria dell’uomo. Non c’è passione, ma c’è compassionein Dio.

    A questo punto arriviamo ai problemi più profondi della teologia: Dio e il male, Dio e lasofferenza innocente, Dio e l’ingiustizia e la cattiveria nel mondo – problemi che ci sfidano,come la Shoà nel ventesimo secolo o le inedite brutalità cui siamo sottoposti nel nostroventunesimo secolo. Una risposta teorica nel senso della teodicea tradizionale, ossia nel sensodella giustificazione di Dio, come ha tentato Leibniz, mi pare impossibile. Non possiamoimmaginare una teoria che trascenda e superi i misteri di Dio e il mistero della personasofferente, che non può essere strumentalizzata da una teoria né da un’ideologia astratta. Larisposta non può essere teorica, ma deve essere pratica. La domanda è una sfida per la nostramisericordia. Noi dobbiamo portare almeno un debole raggio della misericordia divina nel buiodel mondo.

    6. M ise ric o rd ia, c hiav e d e ll’e sistenza c ristia na ne lla so c ietàCredere in questo Dio della misericordia non vuol dire credere che un Dio in qualche modeesista, forse da qualche parte sopra le nuvole. No, se Dio misericordioso esiste, questo cambiatutta la mia vita. Il principio fondamentale della Bibbia per la vita del cristiano suona: « Essereimitatore di Dio » (Ef 5,1). Siamo chiamati a imitare Dio. In questo senso Gesù dice: « Siate perfetti

    sul modello di Dio » (Mt 5,48). L’evangelista Luca presenta probabilmente il testo originale:«Siate misericordiosi sul modello di Dio » (Lc 6,36).In questo senso, nel primo e più grande comandamento l’amore con Dio e l’amore con ilnostro prossimo sono inscindibilmente connessi (Mt 22,34-40). Nessuno può amare Dio senzaanche amare il suo prossimo (1 Gv 4,20; cfr. 3,10-18). Ecco la centralità del Discorso sullaMontagna: « Beati i misericordiosi » (Mt 5,7). Nel suo discorso sull’ultimo giudizio, Gesù conoscesolo un criterio: il nostro comportamento con gli affamati, gli assetati, gli ignudi, gli ammalati, iprigionieri ... Gesù non ci domanderà se avremo rispettato il sesto comandamento. Certo,anche quello è importante, perché anche quello fa riferimento al rispetto degli altri, cioè alvero amore, c he è altra cosa dal piacere e soddisfare i propri desideri. Eppure, dec isivi sarannosolo l’amore e la misericordia. Solo l’amore e la misericordia saranno l’unica cosa che potremo

    portare con noi e presentare al giudizio di Gesù. Perché nei poveri incontriamo Gesù stesso, elui ci riconoscerà quando lo incontreremo (Mt 25,31-46).La tradizione cristiana elenca sette opere di misericordia corporale e sette opere dimisericordia spirituale. Le opere di misericordia corporale sono: dare da mangiare agliaffamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, ospitare i forestieri, visitare gli ammalati,liberare i prigionieri, seppellire i morti. Alcune di queste opere sono molto attuali: dare damangiare e bere c i chiama alla giustizia in un mondo in cui le risorse della vita sono distribuite inun modo molto ingiusto; ospitare i forestieri diventa una questione di coscienza di fronte amilioni di rifugiati, questione che oggi è un segno dei tempi; visitare i malati e gli anziani diventasempre più importante in una soc ietà in cui conta spesso solo chi è giovane, chi è sano e forte

    “ Egli è un Dio compassionevole, un Dio «simpatico» ”

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    e chi ha successo, mentre nella nostra società aumenta il numero degli anziani che spessorimangono da soli; liberare i prigionieri significa migliorare e umanizzare la situazione deiprigionieri e impegnarsi per coloro che ingiustamente sono in prigione (prigionieri politici,prigionieri a causa della religione, per non dimenticare i cristiani perseguitati, ecc.).

    Tutto il realismo cristiano viene alla luce quando ci rivolgiamo alle opere della misericordiaspirituale. Infatti, non esiste solo la povertà materiale, ma anche la povertà culturale, quellapovertà di coloro che non hanno accesso alla cultura (veniamo al problemadell’analfabetismo), la povertà relazionale, cioè la povertà di comunicazione di chi è insolitudine, non ultima la povertà spirituale, il vuoto e sempre crescente deserto interiore, la

    mancanza e lo smarrimento di orientamento nella vita. In questo senso, le opere dellamisericordia spirituale diventano di nuovo molto attuali: istruire gli ignoranti, consigliare idubbiosi, confortare gli afflitti, correggere i peccatori, perdonare chi ci ha offeso, sopportare gliantipa tici (il che è la cosa più difficile), pregare per tutti.Queste opere della misericordia corporale e spirituale non sostituiscono affatto l’ordine di unasocietà giusta. L’idea di uno stato sociale, che preveda una vita umana degna dell’essereumano, è esistita sin da ll’Ottocento, perché la povertà non è solo un problema individuale, maanche un male e una disfunzione sociale. Abbiamo ogni ragione di conservare e migliorare ilnostro sistema sociale.Eppure, si devono anche riconoscere i limiti di questo nostro sistema soc iale. Il bisogno ha moltefacce, e il bisogno spesso cambia molto velocemente. Non è possibile regolare e prevedereogni situazione individuale e chi prova a farlo finisce col creare un sistema buroc ratico pieno diregole, e anche lì sempre si sguscerà tra le maglie di questo sistema, cosicché – come già gliantichi Romani dicevano – sum m um ius d iven terà sum m a iniuria . La burocratizzazionedell’ambito sociale e sanitario, fino a un certo grado inevitabile, crea nuovi problemi e finiscespesso con un sistema freddo, impersonale e anonimo. Per esempio, una malattia non è soloun problema di un particolare organo dell’uomo, ma un problema della stessa persona, unproblema emozionale ed esistenziale. Il malato ha bisogno di aiuto professionale, ma anche diempatia e di simpatia nel senso originale della parola: egli ha bisogno di misericordia, cioè diun cuore per i miseri. Infatti, spesso una parola confortante e incoraggiante sostituisce lamedicina e, anzi, proprio a causa del sistema e dell’unità psicosomatica dell’uomo, risulta la

    “ Il malato ha bisogno di misericordia,cioè di un cuore per i miseri ”

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    migliore medicina.Il problema si aggrava sempre di più in ragione di una crescente economicizzazione ecommercializzazione dei servizi sanitari e sociali. Detto questo, non ho ancora parlato di moltidei problemi futuri, tra cui quello riguardante l’ambito demografico. Come potrà un numerosempre più basso di giovani prendersi cura personalmente ed ec onomicamente di un numerosempre più alto di anziani che oggi, a confronto con il passato, grazie al progresso dellamedicina, hanno una vita più lunga e hanno bisogno di cure sempre più lunghe e sempre piùcostose?

    Di fronte a tali e molti altri problemi la misericordia e le opere di misericordia rivelano la loroattualità non solo in situazioni particolari, ma anche in un senso più generale. L’ordine socialenon può sopravvivere senza l’iniziativa e l’impegno personale e privato nell’ambito dellafamiglia, del vicinato e del volontariato.

    Tuttavia, per fare questo ci vuole motivazione, ci vuole misericordia, ci vuole cioè un c uore(cor) per i miseri, un cuore aperto che tiene le mani aperte e mette in moto le nostre gambeper aiutare chi ha bisogno. La misericordia individuale non vuole e non può sostituire la giustiziasociale, ma può essere l’ispirazione e la motivazione a darsi da fare.Sono necessarie delle persone che percepiscano il bisogno che spesso sorgeinaspettatamente, e che si lascino commuovere da esso, delle persone che abbiano un cuore,che si prendano a cuore gli altri e che nel caso concreto cerchino di aiutare meglio chepossono. Senza una simile misericordia la base motivazionale per un ulteriore sviluppo dellalegislazione soc iale si perde.Pertanto, la nostra società non può cavarsela senza la misericordia. Oggi, davanti agli enormiproblemi cui dobbiamo far fronte, senza una base religiosa, viene a mancare l’impulso emotivonec essario per impegnarsi per un mondo migliore. Senza la misericordia rischiamo che la nostra

    società si trasformi in un deserto. Possiamo, perciò, intendere la misericordia come ilfondamento e la fonte innovativa e motivazionale della giustizia soc iale. La misericordia, che èuna virtù soprannaturale, ha la sua razionalità e la sua urgenza naturali.Quest’affermazione dev’essere confrontata con il comandamento più forte di Gesù. Egli dice:«Come Dio ci perdona settanta volte sette, così dobbiamo anche noi perdonare ed amarefinanche i nostri nemici » (Mt 4,43s; 18,21s).Sigmund Freud ha detto che il comandamento di amare il proprio nemico è uncomandamento assurdo perché è impossibile. Certo non è facile, e spesso ci vuole un lungocamino per arrivare a perdonare e amare il nemico. Però, Dio ha fatto così con noi. E solo cosìha chiuso quel circolo vizioso secondo cui ogni ingiustizia causa vendetta e la vendetta causanuova ingiustizia e così via.

    La misericordia frantuma questo circolo vizioso e permette un nuovo inizio, una nuova viacomune verso il futuro. La misericordia fino a l perdono del nemico – certo non è fac ile, eppurenon è assurdo, ma ragionevole. Solo per mezzo della misericordia e del perdono possiamoessere operatori di pace (Mt 5,9).Questa era la saggezza dei grandi politici italiani, francesi e tedeschi dopo il disastro dellaSeconda Guerra Mondiale; da popoli nemici sono divenuti popoli amici. Così furono fondati lapace e il futuro dell’Europa, e speriamo che oggi non prevalgano di nuovo l’egoismonazionale e i risentimenti irrazionali del passato, affinché la pace e il futuro dell’Europa esistanoper sempre.

    “ Sono necessarie delle persone che percepiscano il bisogno che spessosorge inaspettatamente, e che si lascino commuovere da esso,

    delle persone che abbiano un cuore ”

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    7. La C hie sa , sa c ra m en to d ella m iseric o rd ia

    Per concludere, parliamo adesso in un ultimo capitolo della dimensione ecclesiale dellamisericordia. Il Concilio Vaticano II ha definito la Chiesa quasi come un sacramento di Cristo,cioè segno e strumento di Cristo (LG 1). Così la Chiesa è anche sacramento, ossia segno estrumento della misericordia di Cristo. Essa nella sua dimensione visibile, sociale e istituzionaledeve rappresentare e rendere visibile il Cristo misericordioso. In questa prospettiva si capiscequal è lo scandalo per cui la Chiesa spesso viene considerata, talvolta anche denunciata, non

    misericordiosa, ma piuttosto dura e severa.Fu in ragione della sua genialità spirituale che Papa Giovanni XXIII disse nel suo famoso discorsoall’inizio del Concilio Vaticano II: « Non c’è nessun tempo in cui la Chiesa non si sia opposta aquesti errori; spesso li ha anche condannati, e talvolta con la massima severità. Quanto altempo presente, la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece diimbracciare le armi del rigore; pensa che si debba andare incontro alle necessità odierne,esponendo più chiaramente il valore del suo insegnamento piuttosto che condannando ».Con queste parole il Papa diede inizio non solo al Concilio, ma anche all’orientamentopastorale postconciliare. Papa Paolo VI ha confermato questa scelta e ha continuato suquesta scia. Nella sua ultima allocuzione al Concilio ha detto che il comportamento del buonsamaritano è la spiritualità del Concilio. Papa Giovanni Paolo II ha pubblicato la sua secondaenciclica sulla misericordia. Così Papa Francesco, con l’Evangelii gaudium, è in ottimacontinuità con il Concilio e i suoi predecessori. ‘Misericordia’ è il termine-chiave del suoPontificato.C’è una triplice missione della Chiesa riguardo alla misericordia. La Chiesa deve predicare lamisericordia, deve celebrare la misericordia nella liturgia dei sacramenti, soprattutto nelsacramento della misericordia, nel sacramento della penitenza e nella liturgia eucaristica, e

    deve praticare la misericordia nella sua prassi pastorale. La pastorale misericordiosa non vaconfusa con una pseudo-misericordia, cioè con una prassi pastorale di compiacimento e di uncristianesimo light e a buon mercato.La stessa misericordia è la verità fondamentale della fede cristiana. Perciò, essa non può esserecontrapposta alla testimonianza della verità. È teologicamente del tutto insensato metterla incontrapposizione alla verità, ovvero sospettare che essa indebolisca le altre verità e icomandamenti di Dio, o dispensi dalla conversione. Anzi, come verità fondamentale secondola gerarchia delle verità, la misericordia deve essere intesa come il principio ermeneutico perl’interpretazione e l’applicazione delle verità di fede e per l’interpretazione e l’applicazione deldiritto canonico, la cui legge suprema è la salvezza delle anime. Così la misericordia fa brillaresempre di nuovo la bellezza del Vangelo e della fede, che non è mai fuori moda, bensì sempreattuale, sempre nuova e sempre sorprendente.Nella misericordia la Chiesa si presenta come Madre misericordiosa, la cui casa è sempreaperta ai suoi figli, una Chiesa dalle porte aperte e non dai ponti levatoi chiusi. In questocontesto non voglio entrare in problemi pastorali concreti e in situazioni complesse, come, adesempio, il problema dei divorziati risposati, che è stato discusso in modo controverso durante ilSinodo straordinario nell’Ottobre scorso. Sono convinto che nel Sinodo ordinario previsto perl’Ottobre di quest’anno si raggiungerà un largo consenso, come è stato fatto dal ConcilioVaticano II, il cui cinquantesimo anniversario della chiusura commemoriamo quest’anno.Anche in quel Concilio ci furono molti lunghi dibattiti e controversie, ma alla fine si è sempreraggiunto un largo consenso ben oltre i due terzi dei voti. Lo stesso avverrà questa volta.

    “ La Chiesa deve predicare la misericordia, deve celebrarela misericordia…, deve praticare la misericordia… ”

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    In questo contesto voglio indicare solo la dimensione più profonda della misericordia. Essa nonha solo una dimensione soc iale ed ecclesiale, ma una dimensione cristologica e mistica. Gesùè venuto per predicare il Vangelo, la lieta novella per i poveri (Lc 4,18).Lui che era ricco si è abbassato e si è fatto povero e debole fino alla croce (2 Cor 8,9). Questakénosis, cioè questo auto-abbassamento, questa auto-spoliazione ed auto-umiliazionecontinua nel suo corpo mistico che è la Chiesa, continua nei poveri. Papa Francesco spessoripete che nelle piaghe dei lacerati e dei poveri possiamo toccare Gesù. Ciò che abbiamofatto ai poveri e ai miseri, lo abbiamo fatto a Lui stesso (Mt 25,40).

    Questo aspetto cristologico e mistico della misericordia è molto caro a Papa Francesco. Il suoprogramma è profondamente radicato nella tradizione della Bibbia e nella tradizioneagiografica. San Benedetto ammonisce i monaci di accogliere uno straniero come Cristo. SanFrancesco d’Assisi, all’inizio del suo c ammino spirituale, ha abbracciato e baciato un lebbroso.Madre Teresa ha ricevuto la sua vocazione originale quando sulle strade di Calcutta ha trovatoun moribondo, lo ha portato nel suo monastero e ha avuto la sensazione di portare tra le suemani Cristo in persona.L’ultimo Concilio ha riscoperto questa dimensione nella Lumen gentium (LG 8,3). Con il suoinsegnamento Papa Francesco segue un’antichissima tradizione e inizia una nuova fase dellaricezione del Concilio Vaticano II.D’altra parte, questo insegnamento corrisponde benissimo alla situazione attuale del mondo,dove più di due terzi degli uomini e anche dei cristiani vivono in povertà e miseria, mentre noinel mondo occidentale viviamo in una società di abbondanza. Così aumenta l’abisso socialefra benestanti e poveri, e soprattutto aumenta il deserto spirituale, nel quale molti sidomandano: Come posso, in questo mondo profondamente secolarizzato, trovare eincontrare Cristo?In questa situazione la misericordia e la sua spiritualità diventano chiave dell’esistenza c ristiana.La sua mistica non è quella degli occhi chiusi, ma degli occhi aperti, occhi che ci portano aicuori aperti, alle mani aperte, alle gambe veloci per venire incontro a coloro che sono nelbisogno e nella miseria. Cosìla misericordia diventafondamentale per unaspiritualità e una mistica nonsolo monastiche e clericali,ma per una mistica laica inmezzo a l mondo.Questa è la spiritualità di SanRaffaele, uno degli setteangeli, il cui nome significa:‘Dio guarisce’, ‘Dio si mostracome medico’. Come tale,San Raffaele è messaggerodi Dio e compagno diviaggio nella vita, esperto di

    salute e rivelatore del pianosalvifico e misericordioso diDio.Pertanto San Raffaele,patrono di questa Universitàci sia un messaggero dellamisericordia, di cui abbiamobisogno tutti noi.

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    “È mio vivodesiderio che ilpopolo cristianorifletta durante ilGiubileo sulleopere dimisericordiacorporale espirituale.Sarà un modo perrisvegliare la nostracoscienza spessoassopita davanti aldramma dellapovertà e perentrare sempre di

    più nel cuore delVangelo, dove ipoveri sono iprivilegiati dellamisericordiadivina.La predicazione diGesù ci presentaqueste opere dimisericordiaperché possiamocapire se viviamoo no come suoidiscepoli.”

    papa Francesco

    LE OPERE DI MISERICORDIA:Insegnare agli ignorantie consigliare i dubbiosi

    Insegnare agli ignorantiQualcuno sostiene che forse questa opera di misericordia sia unpo’ fuori corso nel tempo che viviamo, il tempo di Internet, iltempo in cui quasi ogni forma di sapere parrebbe a portata dimouse. Non ci sono dubbi che nell’epoca di Google l’accesso alleinformazioni abbia raggiunto un livello di facilità mai sperimentatoprima nella storia dell’umanità (almeno di quella cosiddetta“connessa”), ma intuiamo tutti che una cosa è avere informazioni,altro è conoscere, cioè cambiare il nostro modo di vedere einteragire con il mondo. Un’esperienza, quella del conoscere, cheil grande Agostino di Ippona legava all’amore, per dire che senzauna qualche forma di attrazione, di passione, di trasporto, dimutamento, non può esistere una vera c onoscenza.Detto ciò, per entrare nello specifico di questa opera dimisericordia che potrebbe essere la traduzione di quella cheRosmini chiamava la “ carità intellettuale ”, abbiamo bisogno dianalizzare i due termini del nome: l’ignoranza e l’insegnamento.Chi sono oggi gli ignoranti, dunque i destinatari di questa opera dimisericordia spirituale? O meglio, si può ancora parlare diignoranza in questo tempo in cui Wikipedia ci ha illuso di potertrovare tutte le informazioni che vogliamo, a condizione di avereun PC e una connessione Internet? La risposta a questa domandadipende dal fatto che la conoscenza vera non è solo un insiemedi informazioni accumulate una sull’altra, ma dalla capacità dipassare da un sapere le cose ad un vivere in modo diverso, ad unguardare il mondo e le persone con altri occhi, a partire da quelsapere. Dunque un sapere che dia alla vita un sapore differente.Ecco perché ciascuno di noi sarà sempre un po’ ignorante:proprio perché le tante cose che impariamo, sappiamo,immagazziniamo, ... non diventano subito e automaticamentesapienza di vita. Se non attraverso l’aiuto di qualcuno che ciinsegni.

    Ed eccoci allora al secondo termine del nome di questa opere dimisericordia: l’insegnamento.

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    di donRobertoDavanzo DirettoreCaritas Ambrosiana

    LE OPERE DI MISERICORDIA:Insegnare agli ignorantie consigliare i dubbiosi

    In un recente saggio ho trovato questo splendido detto attribuitoa Plutarco, filosofo greco vissuto all’inizio dell’era cristiana: “ ilmaestro non è uno che riempie un sacco, ma uno che accendedelle fiamme ”, a dire che insegnare non è certo predeterminare ildestino di qualcuno, ma allargare i suoi orizzonti, sprigionare in luiimmensi interessi, spalancare i suoi occhi sulla bellezza sconfinatadella realtà. E perché questo avvenga è necessario chel’insegnamento passi attraverso l’istruzione che è un po’ costruire

    una struttura ordinata fatta secondo una logica precisa esequenziale. E dopo l’istruzione anche l’ac quisizione di un metodoattraverso il quale determinati contenuti vengono acquisiti e“saputi”.Un sapere che diventa capace di orientare, cioè di far volgere losguardo verso la luce, l’oriente da dove sorge il sole, senza averpaura del buio della non conoscenza, visto che è di notte che lestelle si vedono meglio. Per arrivare ad addomesticare, cioè a farsì che la persona si senta a casa nel mondo che abita, sentendoloaffidabile e attendibile. Ed infine per abituare, cioè a far sì che ciòche si è imparato e conosciuto divenga gesto ripetuto – habitus inlatino – e dunque abitudine che rivela chi noi siamo, agli altri e anoi stessi. Il tutto per dire che insegnare è dare tempo perchéciascuno possa scoprire le proprie inclinazioni e lavorarci sopra inmodo costante e regolare. Papa Francesco nella bolla di indizionedel giubileo ha scritto che al termine della nostra vita ci verràchiesto “ se saremo stati capaci di vincere l’ignoranza in cui vivonomilioni di persone, soprattutto i bambini privati dell’aiutonecessario per essere riscattati dalla povertà ” e perché possanotrovarsi bene nella grande casa del mondo, capaci di orientarsinel cammino verso la loro pienezza di vita.

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    “È determinanteper la Chiesae per la credibilitàdel suo annuncioche essa viva etestimoni in primapersona lamisericordia.

    Il suo linguaggioe i suoi gestidevonotrasmetteremisericordia perpenetrare nelcuore dellepersone eprovocarle aritrovare la stradaper ritornareal Padre.”

    papa Francesco

    LE OPERE DI MISERICORDIA:Insegnare agli ignorantie consigliare i dubbiosi

    Consigliare i dubbiosiNon so se possiamo parlare dell’opera più “difficile”, ma certamenteconsigliare i dubbiosi si pone come un’opera di misericordia spiritualeper nulla scontata, tanto preziosa quanto coinvolgente per colui cheè chiamato ad offrire consiglio. Da leggersi assieme a quelle cheprevedono di ammonire i peccatori e insegnare agli ignoranti.Possiamo pensarla come un’opera che domanda una carità che siesercita nel servizio della verità, nel sostenere la difficoltà di coluiche è incerto rispetto alle scelte da fare, ai passi da compiere .Ma una parola va detta a proposito del dubbio e degli equivoci chequesto termine può portare con sé. Il modo corretto di pensarloriguarda il fatto che la condizione dell’uomo è intermedia, né di solaluce, né di totale oscurità. In bilico tra il rischio di un dubbio radicaleche alla fine ti impedisce di vivere (che ne sappiamo che gli edifici incui viviamo siano ben costruiti o che l’aereo sul quale voliamo siapilotato da una persona competente e sana di mente?) e lasicumera arrogante di chi non si mette mai in discussione, di chi non

    sa dove stia di casa l’umiltà, di chi giudica il mondo e gli altri condogmatismi che sfociano facilmente nell’intolleranza e nellaviolenza.Qui noi parliamo di quel dubbio benefico che ti fa sentire sempre incammino, mai appagato, sempre prudente, consapevole dellacomplessità e per questo capace di apprezzare il contributo altrui.Nella fede come nella vita. È a questo punto che possiamo parlaredi consiglio e dunque dell’arte di consigliare. Chi pretende certezzeassolute non chiederà mai consiglio. Solo chi parte da una fiduciaoriginaria in qualcosa riconosciuto come fondamento sentirà ilbisogno di ulteriori valutazioni e decisioni che possono essere offertesolo da una persona altra da sé. Persona che non si improvvisacapace di consiglio, dal momento che come minimo dovràriscuotere fiducia dalla persona nell’incertezza e dunque dovràsapersi mostrare umile e consapevole rispetto alle proprie areecritiche su cui sentirsi bisognosi di soccorso. Guai al consigliere chedovesse presumere troppo di sé, guai al consigliere che non dovesseconoscere il dubbio, guai al consigliere che dovesse ritenersi miglioredegli altri. Non si è buoni consiglieri senza coltivare virtù come lapurezza di cuore, la

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    di donRobertoDavanzo DirettoreCaritas

    Ambrosiana

    LE OPERE DI MISERICORDIA:Insegnare agli ignorantie consigliare i dubbiosi

    trasparenza e la docilità, la misericordia e la prudenza. Senzasapere rispettare la responsabilità del dubbioso che, lui solo, dovràtrovare la risposta al suo quesito, alla sua incertezza.Ecco dunque che possiamo meglio entrare nel senso di questaopera di misericordia che si giustifica ancora di più nell’attualesocietà complessa e senza apparenti punti di riferimento. Unasoc ietà nella quale il dubbio svolge un ruolo positivo in quanto aiutaa fare chiarezza, mettendo in discussione presupposti, modi dipensare, abitudini date per scontate. Senza scordare che l’atto delconsigliare non sarà mai una specie di oracolo costringente, nontoglierà mai spazio alla libertà di colui che è nel dubbio e chedunque potrà anche rifiutare il responso, il suggerimento, il consiglio.Così si esprimeva il Card. Martini: “Il dono del consiglio ci consentedi vivere pacificamente questa situazione conflittuale e ambigua,di viverla senza angosce ... Il dono del consiglio non c onsiste in unaluce chiarissima ... Esso ci viene in aiuto quando la situazione èincerta per permetterci di andare avanti con fiducia, scegliendoragionevolmente – dopo aver pregato, pensato, riflettuto, essersi

    consigliati – la via che sembra al momento migliore, pronti acorreggerla”.Dunque un’opera di misericordia che non si esaurisce nel dialogocol dubbioso, ma che ha bisogno del tempo successivo, dellaverifica nella vita concreta della possibile bontà del suggerimento

    offerto. Un tempo successivo in cui ildubbioso è chiamato ad esercitare unaqualche determinazione con continuità eperseveranza. L’indeciso e il titubante,trovandosi sempre inquieti, restanodestabilizzati, incapaci di portare a terminela buona impresa.Senza temere la complessità, maaccettando la sfida che rende la vitabella, degna di essere vissuta, e checonsente – al contrario della generazioneche resta a guardare, rimproverata daGesù – di esercitare nella maniera migliorele proprie capacità.

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    LA CORRISPONDENZAFilmiAmo…

    Scheda a cura di

    fr. Davide Sironi

    Lacorrispondenzadi Giuseppe

    Tornatore

    con J eremy Irons,Olga Kurylenko,Simon Anthony

    J ohns, J amesWarren, ShaunaMacdonald

    Drammat ico 116 m in

    Italia2015 01 Distrib ut io n

    Due amanti si cercano, si parlano, si guardano, sono connessigrazie alla tecnologia nonostante la distanza e le vite diverse. Sono Ed,un affermato professore di astrofisica orami sessantenne, e la suagiovane ex allieva Amy, languida e irrisolta. C’è uno spazio che lisepara, c’è il corso drammatico della vita che impedisce di esserci. Ec’è il tentativo di Ed di oltrepassare il tempo e rendere eterno il suoamore. Ma le stelle, anche le più luminose, si spengono.

    Il nuovo film di Giuseppe Tornatore sonda ancora lamisteriosa esperienza dell’amore. Dopo le drammatiche illusionidel cuore che derubano la vita, presentate in La miglior offerta,in questo racconto il regista siciliano offre una riflessione suldesiderio viscerale di vincere le limitazioni spazio temporali dellerelazioni umane.

    Ed - J eremy Irons – è un astrofisico di fama internazionaleche ha studiato e divulgato l’affascinate e infinita vita dellestelle. Sposato con due figli, si innamora perdutamente di unasua ex allieva Amy - Olga Kurylenko – stuntwoman per pagarsi glistudi e per esorcizzare il passato. La loro relazione è coltivatasoprattutto attraverso la mediazione tecnologica.

    L’unico contatto fisico presentato avviene in una camerad’albergo dove i due amanti si salutano prima di separarsi con

    un affetto tenero e struggente, che lascia presagire ombrefuture.La giovane donna è costantemente raggiunta dai

    messaggi di Ed, ma durante una conferenza scientifica sulmondo celeste, scopre che la realtà è drammaticamentediversa dalla virtualità. Sconvolta e incredula cerca di capirecome possa continuare a ricevere parole e affetto da parte diEd, nonostante Ed non ci sia più. L’uomo ha escogitato unsofisticato e ingegnoso sistema per mantenersi in vita e noninterrompere la corrispondenza del cuore con Amy. La donna siaggrapperà alle cose e ai ricordi, a una presenza consolante maben presto irritante. Cercherà poi di recuperare il legame etereo:di ricevere tutti i messaggi, i video, le lettere che Ed avevapreparato per lei.

    Tra luoghi familiari e luoghi dell’anima, tra una realtà maiaffrontata – la famiglia di Ed - e i sensi di colpa irrisolti del passato,tra l’immobilità soffocante e la voglia di vivere, Amy giungerà aconcludere il suo percorso di studi grazie all’aiuto dell’amato,previdente fin oltre la morte. Giungerà anche a una

    http://www.mymovies.it/film/drammatici/http://www.mymovies.it/film/drammatici/http://www.mymovies.it/film/2011/http://www.mymovies.it/film/2011/http://www.mymovies.it/film/2011/http://www.mymovies.it/film/drammatici/

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    riconc iliazione con la sua esistenza segnata da ferite dolorose. Giungerà alla libertà. Tornatore realizza un film a tratti commovente, con ambientazioni suggestive ed

    evocative, un film curato nella messa in scena. Il tocco di qualità del regista traspare,ma la storia presenta punti deboli: una trama un po’ contorta, qualche lentezza, risvoltipsicologici dei personaggi un po’ scontati - come affrontare la morte nella finzionecinematografica per non affrontare la morte reale. Certamente tematizzaun’esperienza umana cruciale: il limite dello spazio, del tempo e della morte. E lapossibilità di varcarlo per non far svanire nel nulla la bellezza delle relazioni affettive.

    Continuare ad essere presente con la propria luce, come le stelle che vediamonel loro splendore quando ormai si sono spente, sfruttando la tecnologia ecompassione umana non è una via percorribile a lungo. I leg