Notiziario 237 - Frati Minori di Lombardia

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Anno XXXV – n. 237 – Settembre/Ottobre 2013 NOTIZIARIO Provincia di Lombardia “S. Carlo Borromeo” dei Frati Minori

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Notiziario della Provinca dei Frati Minori di Lombardia S. Carlo Borromeo: Anno XXXV - Numero 237 - Settembre-Ottobre 2013

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Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Anno XXXV – n. 237 – Settembre/Ottobre 2013

NOTIZIARIO

Provincia di Lombardia “S. Carlo Borromeo” dei Frati Minori

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

In copertina:

Foto della Visita pastorale

Papa Francesco ad Assisi

4 ottobre 2013

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Indice

Omelia di papa Francesco ad Assisi il 4 ottobre 2013 1

COMPI – Elezione Consiglio di Presidenza 3

Collegio dei Ministri del Nord Italia

Milano – 8 luglio 2013 4

Milano – 29 luglio 2013 5

Baccanello – 7 settembre 2013 7

Assisi/Castelletto di Brenzone – 8 ottobre 2013 10

Cronaca Assemblea Definitòri Nord Italia 12

Dal Definitorio

Pavia – 24 settembre 2013 17

Castelletto di Brenzone – 16 ottobre 2013 18

Testimonianze di vita fraterna

Congedo dalla Parrocchia di s. Antonio alla Brunella 21

Professione solenne – fr. Celestino Pagani 23

Professione solenne – fr. Enrico Russotto 25

Professione solenne – fr. Enzo Imbimbo 27

Chi crede cammina – Marcia francescana 2013 28

Cammino di Francesco: degli inizi e del termine… 31

Dai Monasteri 33

Alcune riflessioni sulla fraternità nel Primo Testamento

Prima Parte 38

FilmiAmo 43

Notizie di Casa 45

In memoria – fr. Fortunato Vitali 48

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OMELIA DI PAPA FRANCESCO

Assisi, 4 OTTOBRE 2013

«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste

cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25).

Pace e bene a tutti! Con questo saluto francescano vi ringrazio per essere venuti

qui, in questa Piazza, carica di storia e di fede, a pregare insieme.

Oggi anch’io, come tanti pellegrini, sono venuto per rendere lode al Padre di

tutto ciò che ha voluto rivelare a uno di questi “piccoli” di cui ci parla il Vangelo:

Francesco, figlio di un ricco commerciante di Assisi. L’incontro con Gesù lo portò a

spogliarsi di una vita agiata e spensierata, per sposare “Madonna Povertà” e vivere da

vero figlio del Padre che è nei cieli. Questa scelta, da parte di san Francesco,

rappresentava un modo radicale di imitare Cristo, di rivestirsi di Colui che, da ricco che

era, si è fatto povero per arricchire noi per mezzo della sua povertà (cfr 2 Cor 8,9). In

tutta la vita di Francesco l’amore per i poveri e l’imitazione di Cristo povero sono due

elementi uniti in modo inscindibile, le due facce di una stessa medaglia.

Che cosa testimonia san Francesco a noi, oggi? Che cosa ci dice, non con le

parole – questo è facile – ma con la vita?

1. La prima cosa che ci dice, la realtà fondamentale che ci testimonia è questa:

essere cristiani è un rapporto vitale con la Persona di Gesù, è rivestirsi di Lui, è

assimilazione a Lui.

Da dove parte il cammino di Francesco verso Cristo? Parte dallo sguardo di

Gesù sulla croce. Lasciarsi guardare da Lui nel momento in cui dona la vita per noi e ci

attira a Lui. Francesco ha fatto questa esperienza in modo particolare nella chiesetta di

san Damiano, pregando davanti al crocifisso, che anch’io oggi potrò venerare. In quel

crocifisso Gesù non appare morto, ma vivo! Il sangue scende dalle ferite delle mani,

dei piedi e del costato, ma quel sangue esprime vita. Gesù non ha gli occhi chiusi, ma

aperti, spalancati: uno sguardo che parla al cuore. E il Crocifisso non ci parla di

sconfitta, di fallimento; paradossalmente ci parla di una morte che è vita, che genera

vita, perché ci parla di amore, perché è l’Amore di Dio incarnato, e l’Amore non

muore, anzi, sconfigge il male e la morte. Chi si lascia guardare da Gesù crocifisso

viene ri-creato, diventa una «nuova creatura». Da qui parte tutto: è l’esperienza della

Grazia che trasforma, l’essere amati senza merito, pur essendo peccatori. Per questo

Francesco può dire, come san Paolo: «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella

croce del Signore nostro Gesù Cristo» (Gal 6,14).

Ci rivolgiamo a te, Francesco, e ti chiediamo: insegnaci a rimanere davanti al

Crocifisso, a lasciarci guardare da Lui, a lasciarci perdonare, ricreare dal suo amore.

2. Nel Vangelo abbiamo ascoltato queste parole: «Venite a me, voi tutti, che

siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e

imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,28-29).

Questa è la seconda cosa che Francesco ci testimonia: chi segue Cristo, riceve

la vera pace, quella che solo Lui, e non il mondo, ci può dare. San Francesco viene

associato da molti alla pace, ed è giusto, ma pochi vanno in profondità. Qual è la

pace che Francesco ha accolto e vissuto e ci trasmette? Quella di Cristo, passata

attraverso l’amore più grande, quello della Croce. E’ la pace che Gesù Risorto donò ai

discepoli quando apparve in mezzo a loro (cfr Gv 20,19.20).

La pace francescana non è un sentimento sdolcinato. Per favore: questo san

Francesco non esiste! E neppure è una specie di armonia panteistica con le energie

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del cosmo… Anche questo non è francescano! Anche questo non è francescano, ma

è un’idea che alcuni hanno costruito! La pace di san Francesco è quella di Cristo, e la

trova chi “prende su di sé” il suo “giogo”, cioè il suo comandamento: Amatevi gli uni gli

altri come io vi ho amato (cfr Gv 13,34; 15,12). E questo giogo non si può portare con

arroganza, con presunzione, con superbia, ma solo si può portare con mitezza e umiltà

di cuore.

Ci rivolgiamo a te, Francesco, e ti chiediamo: insegnaci ad essere “strumenti

della pace”, della pace che ha la sua sorgente in Dio, la pace che ci ha portato il

Signore Gesù.

3. Francesco inizia il Cantico così: “Altissimo, onnipotente, bon Signore… Laudato

sie… cun tutte le tue creature” (FF, 1820). L’amore per tutta la creazione, per la sua

armonia! Il Santo d’Assisi testimonia il rispetto per tutto ciò che Dio ha creato e come

Lui lo ha creato, senza sperimentare sul creato per distruggerlo; aiutarlo a crescere, a

essere più bello e più simile a quello che Dio ha creato. E soprattutto san Francesco

testimonia il rispetto per tutto, testimonia che l’uomo è chiamato a custodire l’uomo,

che l’uomo sia al centro della creazione, al posto dove Dio - il Creatore - lo ha voluto.

Non strumento degli idoli che noi creiamo! L’armonia e la pace! Francesco è stato

uomo di armonia, uomo di pace. Da questa Città della Pace, ripeto con la forza e la

mitezza dell’amore: rispettiamo la creazione, non siamo strumenti di distruzione!

Rispettiamo ogni essere umano: cessino i conflitti armati che insanguinano la terra,

tacciano le armi e dovunque l’odio ceda il posto all’amore, l’offesa al perdono e la

discordia all’unione. Sentiamo il grido di coloro che piangono, soffrono e muoiono a

causa della violenza, del terrorismo o della guerra, in Terra Santa, tanto amata da san

Francesco, in Siria, nell’intero Medio Oriente, in tutto il mondo.

Ci rivolgiamo a te, Francesco, e ti chiediamo: ottienici da Dio il dono che in

questo nostro mondo ci sia armonia, pace e rispetto per il Creato!

Non posso dimenticare, infine, che oggi l’Italia celebra san Francesco quale suo

Patrono. E do gli auguri a tutti gli italiani, nella persona del Capo del governo, qui

presente. Lo esprime anche il tradizionale gesto dell’offerta dell’olio per la lampada

votiva, che quest’anno spetta proprio alla Regione Umbria. Preghiamo per la Nazione

italiana, perché ciascuno lavori sempre per il bene comune, guardando a ciò che

unisce più che a ciò che divide.

Faccio mia la preghiera di san Francesco per Assisi, per l’Italia, per il mondo: «Ti

prego dunque, o Signore Gesù Cristo, padre delle misericordie, di non voler guardare

alla nostra ingratitudine, ma di ricordarti sempre della sovrabbondante pietà che in

[questa città] hai mostrato, affinché sia sempre il luogo e la dimora di quelli che

veramente ti conoscono e glorificano il tuo nome benedetto e gloriosissimo nei secoli

dei secoli. Amen» (Specchio di perfezione, 124: FF, 1824).

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Elezione

Consiglio

di Presidenza

C.O.M.P.I.

Frati Mi

C.O.M.P.I.

CONFERENZA MINISTRI PROVINCIALI D’ITALIA E D’ALBANIA ORDINE DEI FRATI MINORI

C O M U N I C A T O

Nel nome del Signore. Amen.

Il giorno 11 ottobre 2013, presso la Casa religiosa “Aristide

Leonori” sede della COMPI l’Assemblea generale dei Ministri,

riunita in seduta ordinaria, ha proceduto, ai sensi degli artt.

12.13.14.17.20. degli Statuti COMPI, alla elezione del Consiglio

di Presidenza per il triennio 2013/2016.

Dall’esito della votazione si è avuto il seguente risultato:

IANNUZZI FRA SABINO Presidente

SCABIO FRA ANTONIO Vice Presidente

SERRI FRA CARLO Consigliere

ESPOSITO FRA AGOSTINO Consigliere

Inoltre, ai sensi dell’art.24 degli Statuti COMPI, l’Assemblea

generale ha confermato

SARDELLA FRA DONATO Segretario/Economo

In questa stessa seduta l’Assemblea ha

deliberato di confermare nel loro incarico,

fino a nuova nomina, tutti i responsabili

degli Uffici COMPI.

In fede,

Roma, 11 ottobre 2013

fra Donato Sardella, ofm

segretario COMPI

3

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Curia

Provinciale

8 Luglio

2013

Milano

Collegio dei Ministri del Nord Italia

Presiede l’incontro fr. Francesco Bravi, presenti fr. Mario

Vaccari, fr. Bruno Bartolini, fr. Antonio Scabio, fr. Maggiorino Stoppa e

fr. Francesco Patton. Alla prima parte della riunione è presente anche

fr. Giuseppe Maffeis Segretario della Provincia Milanese per la

preparazione dell’Assemblea dei Definitòri, sono presenti infine Enrico

Delama e Maurizio Serofilli di Diathesis.

Alle 9.30 si inizia con la colletta dei Ss. Martiri cinesi Gregorio

Grassi, Antonino Fantosati e compagni e il Gloria al Padre. Si inizia

quindi a sviluppare l’OdG partendo da:

1. Verifica dei Capitoli provinciali

Si concorda di fare immediatamente la richiesta del Delegato

super partes, citando il voto unanime dei Capitoli e allegando la

precedente lettera informale inviata un anno fa. Nel pomeriggio

viene letto, approvato e sottoscritto da tutti e sei i Ministri, il testo

preparato in mattinata da fr. Giuseppe Maffeis.

Si passa poi a uno scambio di impressioni generali sui Capitoli

provinciali appena terminati. I pareri dei Ministri sono concordemente

positivi, il clima si è rivelato franco e fraterno, è stato prezioso,

soprattutto in alcuni Capitoli lo spazio ampio di discussione dato

prima di votare l’adesione alla nuova Provincia, che è stata votata

con una maggioranza larghissima e perlopiù unanime in tutte le 6

Province del Nord.

Alcuni Capitoli si sono conclusi con un momento a carattere

celebrativo sotto forma di festa della Provincia. Ora occorre prendere

in mano quanto è emerso nei Capitoli, specie i contenuti che sono

stati riformulati e quelli che sono stati integrati nella II e III parte

dell’Instrumentum Laboris. Questo lavoro sarà compito della prossima

Assemblea dei Definitòri.

2. Mandati affidati all'assemblea e al CM

Si passa poi ad esaminare rapidamente i mandati affidati dai

Capitoli all’Assemblea dei Definitòri, raccolti in una serie di documenti

che vengono presentati. Questi testi richiedono ulteriori integrazioni,

precisazioni e armonizzazioni per poter pervenire a una sintesi, si

decide perciò di pervenire a una nuova redazione e di concordare la

stesura finale in un prossimo incontro che viene fissato per il 29 luglio a

Milano-S. Antonio.

3. Preparazione Assemblea dei Definitòri

Si approva di mantenere il Regolamento dell’anno scorso, con

le modifiche approntate allora. Si continuerà a lavorare per gruppi

misti e per Definitòri. Per l’articolazione dei giorni:

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Curia

Provinciale

29 Luglio

2013

Milano

Arrivo il 5 agosto per il pranzo

5 pomeriggio presentazione del

quadro d’insieme e del progetto FoPe

6-7 lavoro secondo l’IL

8-9 Congressi definitoriali

10 parte conclusiva

Viene nominato come Segretario

dell’Assemblea fr. Giuseppe Maffeis

all’unanimità, aiuteranno in Segreteria fr. Marco

Fossati e fr. Gabriele Onofri Hote. Vengono

proposti anche alcuni frati per svolgere il

compito di Moderatori dei momenti assembleari

e alcuni altri frati per presiedere i gruppi di

lavoro, saranno contattati per chiedere la loro

disponibilità e verranno poi nominati.

Dopo la preghiera dell’Angelus ci si reca

a pranzo con la fraternità.

Si riprende alle 14.30 con l’Ave Maria e

l’invocazione a Maria Sede della Sapienza.

5

4. Fraternità interprovinciali costituite

e da costituire

Vengono passate in rassegna le fraternità

interprovinciali e viene fatta una prima ipotesi sui

frati che le comporranno e sui servizi che saranno

loro affidati. Si concorda anche di arrivare entro

fine 2013 a decidere il futuro collocamento delle

case formative in modo da mantenere un

equilibrio delle presenze interprovinciali sul

territorio delle attuali Province, dopodiché si

potrà e si dovrà procedere alla realizzazione dei

progetti approvati.

5. Scambio del personale

Si fanno infine presenti alcune situazioni di

sofferenza presenti in alcune Province e il

bisogno di interscambio o di aiuto in termini di

personale per poter sostenere alcune presenze.

6. Varie ed eventuali

Concordando di rivedersi il 29 luglio per

prendere visione della stesura migliorata dei testi

per il lavoro dell'Assemblea, si conclude alle

16.50 con l’Agimus tibi gratias.

Presiede l’incontro fr. Francesco Bravi, presenti fr. Mario Vaccari,

fr. Bruno Bartolini, fr. Antonio Scabio, fr. Maggiorino Stoppa e fr.

Francesco Patton. Alla prima parte della riunione è presente anche fr.

Giuseppe Maffeis Segretario della Provincia Milanese per la

preparazione dell’Assemblea dei Definitòri, è presente infine Enrico

Delama di Diathesis.

Alle 9.40 si inizia con l’Ave Maria e l’invocazione di s. Marta della

quale ricorre la memoria liturgica. Si passa quindi a sviluppare l’OdG

che riprende e completa quello del precedente incontro dell’8 luglio.

1. Comunicazione sul Delegato per il triennio

Fr. Francesco Bravi presenta la lettera inviata dal Ministro

generale in risposta alla nostra richiesta che venga nominato il

Delegato del Ministro generale per accompagnare questo triennio che

porterà alla nascita della nuova Provincia OFM del Nord Italia. In

sostanza il Ministro generale chiede di poter prima approfondire gli

Statuti di Cooperazione tra le sei Province .

2. Instrumentum Laboris (IL) per l’Assemblea dei Definitòri

Fr. Francesco Bravi introduce il tema e passa poi la parola al

Dott. Delama che presenta l’IL nei suoi vari paragrafi. Con alcune

precisazioni si approva e si conferma lo schema.

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Si passa poi alla lettura e revisione degli

Statuti di Cooperazione nella versione sintetica

frutto della lettura sinottica delle osservazioni

pervenute dai Capitoli provinciali che

avevano il compito di esaminare gli Statuti.

Si concorda che gli Statuti di

Cooperazione vanno presentati all’Assemblea

ricordando l’iter percorso e la maturità del

testo di sintesi elaborato dal CM recependo

tutto quello che era possibile recepire delle

osservazioni fatte dai Capitoli; questo testo va

approvato dai singoli Definitòri dopo aver dato

gli opportuni chiarimenti in Assemblea, ma

senza ulteriori modifiche.

Si concorda quindi l’agenda

dell’Assemblea dei Definitòri aggiustando i

tempi delle varie unità di lavoro.

3. Progetto Fo.Pe.

Per quanto riguarda il Progetto Fope

per il triennio, si chiede che tutta la questione

del Progetto di Vita Fraterna (i materiali

elaborati dai vari Capitoli provinciali in materia

di PVF e Fope) venga affidata al Consiglio

Fope perché elabori le schede per il PVF entro

fine ottobre 2013, di modo da poter poi

cominciare a far lavorare le Fraternità su

questo ambito.

4. Progetto Fraternità

per le Missioni al Popolo

Ci si interroga su cosa far discutere e

cosa approvare. Si concorda che il progetto

va presentato all’Assemblea dei Definitòri da

uno dei Definitori che hanno partecipato alla

sua elaborazione, e che è bene dare

un’approvazione a questo progetto e fissarne i

tempi di attuazione.

5. Progetto Fraternità per

l’evangelizzazione missionaria

e i migranti

Si decide di incaricare fr. Guido

Ravaglia (BO) di presentare il Progetto

elaborato. L’ipotesi è di chiedere che venga

ulteriormente specificato e approfondito

attraverso un cantiere in cui inserire anche

qualcuno dei Parroci e dell’ISE di Venezia,

dando loro un tempo entro cui presentare un

Progetto approfondito e maturo tenendo

conto dello schema elaborato per il loro

rispettivo progetto dal Coordinamento Missioni

6

al Popolo. Si ritiene opportuno anche fissare un

tempo di sperimentazione.

Dopo la preghiera dell’Angelus ci si reca

a pranzo con la fraternità.

Si riprende alle 14.30 con il Gloria al

Padre…

6. Circa le relazioni di SFS

Si ribadisce che al SFS va affidato quel

che è lo studio della revisione della formazione

ma deve rimanere compito del CM quello che

è il governo del processo e la “linea politica”

da seguire.

7. Nomina degli ufficiali

per l’Assemblea dei Definitòri

Viene nominato come Segretario

dell’Assemblea fr. Giuseppe Maffeis

all’unanimità, aiuteranno in Segreteria fr. Marco

Fossati e fr. Gabriele Onofri Hote. Vengono

nominati come Moderatori dell’Assemblea fr.

Saverio Biasi; fr. Giampaolo Cavalli; fr. Marco

Zanotti. Vengono nominati come Presidenti dei

gruppi di lavoro: fr. Fedele Pradella; fr. Franco

Mirri; fr. Gilberto Soracchi; fr. Almiro Modonesi.

8. Fraternità interprovinciali

e scambio del personale

Si fanno una serie di ipotesi sulle case e sullo

scambio di personale dopo aver avuto la

possibilità di contattare i frati interessati.

9. Varie ed eventuali

7 settembre a Baccanello

Vestizione alle 12.00: presiede fr.

Maggiorino Stoppa

Professione alle 16.00: presiede fr.

Francesco Patton

14 settembre a Villa Verrucchio ore 10.00,

rinnovo voti temporanei: presiede fr. Bruno

Bartolini

5 ottobre a S. Bernardino ore 11.00, Professione

solenne: presiede fr. Antonio Scabio

Seguono alcune comunicazione su situazioni di

frati in patria e in missione.

Ci si rivedrà ad Assisi il 5 agosto per il pranzo alle

12.30 e inizio lavori alle 15.00.

Si conclude alle 16.25 con l’Agimus tibi gratias.

Il verbalista

fr. Francesco Patton

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Baccanello

7 Settembre

2013

Collegio dei Ministri del Nord Italia

7

Presiede l’incontro fr. Francesco Bravi, presenti fr. Mario Vaccari,

fr. Bruno Bartolini, fr. Antonio Scabio, fr. Maggiorino Stoppa e fr.

Francesco Patton. Alle 9.20 si inizia con l’invocazione allo Spirito Santo

e la preghiera per la pace secondo le intenzioni del S. Padre. Si passa

quindi a sviluppare l’OdG:

1. Verifica Assemblea di Assisi, Documento finale,

compiti affidati al Collegio

Si pospone la verifica dell’Assemblea di Assisi e si passa a

prendere visione del Documento finale. L’introduzione è stata

leggermente variata e viene approvata, placet omnibus il testo

corretto. Fr. Francesco Bravi presenta anche l’elenco dei compiti

affidati al CM e il promemoria del lavoro per il triennio. Era stato

proposto di fare un incontro con il Ministro generale per presentargli la

questione relativa al Delegato per il triennio, sentito il Ministro generale,

l’ipotesi su cui si converge è di incontralo a Roma venerdì 20

settembre.

2. Nomine Uffici, Segretariati e Commissioni

Si confermano le ipotesi di coetus delle varie case formative (cfr.

verbale precedente)

Arco (TN) – Postulato

Il Coetus formatorum è così composto:

fr. Giuseppe Bonato Maestro

fr. Michele Passamani Vice-Maestro

fr. Saverio Biasi Guardiano

fr. Enzo Pellegatta

Baccanello (BG) – Noviziato

Il Coetus formatorum è così composto

fr. Lorenzo Roncareggi Maestro

fr. Pio Prandina Vice-Maestro

fr. Marco Tomasi Guardiano

fr. Luigi Dima

fr. Ivan Dalpiaz

Verona S. Bernardino – Professi temporanei

Il Coetus formatorum è così composto

fr. Almiro Modonesi Maestro

fr. Andrea Contini Vice-Maestro

fr. Giampaolo Cavalli Guardiano

fr. Lorenzo Raniero Prefetto STISB

fr. Tecle Vetrali

fr. Matteo Salvadori

fr. Maurizio Brunelli

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Segretariati e commissioni

Il Consiglio CPV risulta così composto:

fr. Devis Rutigliano Animatore CPV Nord Italia

fr. Giambattista Delpozzo Consigliere

fr. Juri Leoni Consigliere

fr. Gabriele Cadorin Consigliere

fr. Michele Passamani Consigliere

fr. Gabriele Onofri Consigliere Placet

Andrà chiarita la funzione

dell’Animatore vocazionale unico e il compito

di chi fa parte del Consiglio. Si concorda che

occorre che il Consiglio cominci a trovarsi e ad

approfondire il senso della CPV a partire dalle

fonti (CCGG, RFF, RFI, Documento dell’Ordine

sulla CPV) e da quanto vien fatto nelle varie

Province per giungere a un progetto di CPV

per il Nord Italia.

Consiglio FoPe è nominato, va inserito il

responsabile U5

Fr. Fabio Piasentin (VE) Moderatore Nord Italia

Fr. Giampaolo Possenti (MI)

Fr. Giovanni Patton (TN)

Fr. Maggiorino Stoppa (TO)

Fr. Maurizio Piazza (BO)

Fr. Maurizio Conti (GE)

Fr. Enzo Maggioni responsabile U5 Placet

Segretariato FS

Fr. Lorenzo Raniero Segretario FS

Fr. Giuseppe Bonato Maestro Postulanti

Fr. Lorenzo Roncareggi Maestro Novizi

Fr. Almiro Modonesi Maestro Professi temporanei

Fr. Fabio Piasentin Moderatore fope

Fr. Devis Rutigliano Animatore CPV

Fr. Roberto Ranieri Delegato per gli Studi

Fr. Andrea Contini Vice-Maestro Prof.temporanei

Fr. Antonio Scabio Ministro delegato Placet

Segretariato ME

Fr. Alberto Tosini Segretario ME

Fr. Guido Ravaglia Coordinatore ad gentes

Fr. Francesco Mazzon Coordinatore PG

Fr. Alessandro Caspoli Coordinatore carità

Fr. Federico Righetti Coordinatore Miss. popolo

Fr. Alfonso Cracco Coordinatore santuari

Fr. Mauro Galesini Coordinatore parroci

Fr. Valerio Berloffa Nominato dal CM

Fr. Marco Ferrario Nominato dal CM

Fr. Bruno Bartolini Ministro delegato Placet

8

Commissione U5

Fr. Enzo Maggioni Responsabile, nominato dal

CM

Il gruppo degli U5 sceglierà poi i suoi due

delegati Placet

Commissione GPIC

Fr. Antonio Pedrina Coordinatore

Fr. Bruno Monfardini

Fr. Silvestro Arosio Placet

Commissione ecumenismo e dialogo

Fr. Tecle Vetrali Coordinatore

Fr. Fiorenzo Reati

Fr. Sereno Lovera Placet

Gruppi di lavoro

Economi

Fr. Marco Fossati

Fr. Pio Fontanari

Fr. Marco Zanotti

Fr. Fedele Pradella

Fr. Gianluigi Amelio

Fr. Mario Favretto

Fr. Mario Vaccari Ministro delegato

Il gruppo proporrà al proprio interno il

Coordinatore che sarà poi nominato dal

Consiglio di Cooperazione secondo gli Statuti di

Cooperazione Art. 12.1 Placet

Bibliotecari

Si conferma il gruppo, è importante che i

bibliotecari continuino a trovarsi coordinati da

fr. Rino Sgarbossa.

Segretari provinciali

Bisognerà fare in modo che si trovino per

cominciare a uniformare le burocrazie

provinciali.

Commissari TS

Fr. Adriano Contran (VE)

Fr. Francesco Ielpo (MI)

Fr. Bruno Bartolini (BO)

Fr. Piero Di Luca (GE)

Responsabile formazione ai ministeri

Fr. Giampaolo Cavalli Placet

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Elezione del Presidente del CM

Il Presidente e il Segretario del Consiglio di

Cooperazione saranno nominati dopo

l’incontro con il Ministro generale.

3. Preparazione Assemblea Guardiani

Fr. Fabio Piasentin ha mandato il

programma delle giornate formative.

L’assemblea dei Guardiani 14-16 ottobre va

organizzata con fr. Fabio:

Lettura orante della Parola il 14

pomeriggio, sarà introdotta da fr. Antonio

Scabio su testo biblico o francescano, il

pomeriggio si concluderà con la Messa

Parte informativa (documento finale

dell’Assemblea dei Definitòri, spazio alla

condivisione, presentazione schede,

informazioni sulle fraternità nuove o

interprovinciali o dalle Province,

questione della prospettiva qualificante

la nuova Provincia, suggerimenti per il

nome della nuova Provincia)

Incontro coi propri Guardiani (16

mattina).

4. Pro-memoria per il triennio

e calendario del Collegio

Viene consegnato l’allegato contenente il

promemoria degli impegni da portare a

compimento nel triennio in base alle decisioni

capitolari.

Calendario CM

7-12/10 Assisi COMPI

14-16/10 Guardiani, ipotizzare incontro il 15

pomeriggio o sera

5

21-26/10 UFME

15/11 CM a MI

13/12 CM a VR o a MI

10/01/2014 CM a

14/02/ CM

14/3 CM

17-22/3 Unione 4 Famiglie

15/04 CM a Baccanello

16/05 ad Arco

20/06 CM

5. Statuti di Cooperazione

e incontro con il Ministro generale

In occasione dell’incontro con il Ministro

generale gli verranno presentati anche gli

statuti di Cooperazione per il triennio approvati

dai Capitoli e dall’Assemblea dei Definitòri.

6. Varie ed eventuali

Si conclude con una breve

presentazione dei Postulanti che inizieranno il 1°

ottobre ad Arco il loro cammino di Postulato.

Saranno complessivamente 5: due della

Provincia Veneta, 1 di quella Lombarda, 1 del

Trentino e 1 di Bologna.

Alle 11.45 si conclude l’incontro con

l’agimus tibi gratias e ad ore 12.00 ci si reca in

chiesa dove fr. Maggiorino Stoppa presiede il

rito di inizio del noviziato con la consegna dei

“panni della prova” ai nuovi Novizi.

Al pomeriggio nel chiostro viene

celebrata l’Eucaristia all’interno della quale

fanno la prima professione fr. Tiziano Pugliese, fr.

Francesco Velluto, fr. Andrea Maset e fr.

Andrea Korai Ylmaz. Presiede la celebrazione fr.

Francesco Patton.

Il verbalista

fr. Francesco Patton

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Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Assisi -

Castelletto

di Brenzone

8 Ottobre

2013

10

L’incontro del CM è articolato in tre momenti, i primi due avvenuti

ad Assisi durante l’Assemblea COMPI, con la presenza di tutti e sei i

Ministri provinciali del Nord Italia e sotto la presidenza di fr. Francesco

Bravi, il terzo momento a Castelletto di Brenzone (VR), durante

l’Assemblea dei Guardiani.

I. MOMENTO Si inizia l’incontro alle 21.15 dell’8 ottobre con una breve preghiera

e l’introduzione dell’OdG da parte di fr. Francesco Bravi.

1. Programma Assemblea dei Guardiani a Castelletto

Si conferma il programma dell’Assemblea dei Guardiani inviato da

fr. Fabio Piasentin e si suddividono i compiti per presiedere le

celebrazioni e moderare le sessioni. Verranno presentati i Segretariati, le

case interprovinciali e i frati a servizio dell’interprovincialità.

Si ricorda infine che occorre anche ricordare le date degli incontri

formativi e distribuire i frati e i Guardiani sui tre turni di Fope riservati a

loro.

4. Nomine

Viene nominato il coordinamento di Pastorale giovanile, che potrà

essere integrato ulteriormente.

Viene chiesto a fr. Francesco Patton di continuare a seguire la

fraternità di TO-S. Antonio per la parte progettuale.

Le altre fraternità saranno accompagnate dai Ministri del luogo.

Si fa presente l’esigenza che i Maestri presentino il programma

formativo al CM per poterne parlare (cfr. RFI) e anche che per

l’avvenire il CM possa parlare della destinazione e dei servizi dei

professi temporanei.

Fr. Bruno Bartolini presenta il libretto “Presenza francescana in Emilia

Romagna” preparato in occasione del Festival Francescano, cercherà

di recuperarne alcune copie per farlo conoscere ai Ministri.

Alle 22.00 si termina con l’agimus tibi gratias.

II. MOMENTO 5. Incontro con il Ministro generale fr. Michael A. Perry

Il giorno 9 alle 15.30 il CM si ritrova a Casa Leonori con il Ministro

generale (MG) fr. Michael A. Perry. I Ministri presentano il lavoro e le

principali decisioni dei Capitoli provinciali e affrontano il tema

dell’approvazione degli Statuti di Cooperazione per il triennio 2013-

2016 e del Delegato del MG che accompagni il processo.

Il MG accoglie favorevolmente le proposte del CM e garantisce

che ai primi di novembre, quando il Definitorio generale si radunerà,

farà presenti le ragioni che gli abbiamo espresso.

Il CM ha anche preso visione dell’impianto generale per il PVF

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

inviato da fr. Fabio Piasentin e della prima

scheda e dà il proprio placet.

Alle 16.00 l’incontro termina per riprendere i

lavori con la COMPI

III. MOMENTO 15 ottobre 2013, a Castelletto di Brenzone

(VR) si riprende l’OdG all’interno

dell’Assemblea dei Guardiani, ci si ritrova ad

ore 21.00.

Presenti tutti e sei i Ministri, è presente

anche il Dott. Enrico Delama di Diathesis,

introduce i lavori fr. Francesco Bravi con una

breve preghiera.

6. Verifica dell’Assemblea dei Definitòri

con l’aiuto di Diathesis

Si passa quindi a toccare il tema della

verifica dell’Assemblea dei Definitòri dal punto

di vista della consulenza.

Enrico Delama presenta l’allegato “Note

per la verifica dell’Assemblea Definitòri 2013”.

Segue un confronto tra i Ministri e alcune

considerazioni sull’allegato presentato da

Diathesis. La valutazione dell’Assemblea è

complessivamente positiva, pur notando le

fatiche dovute a un’estate intensa per via dei

Capitoli e dei Congressi capitolari.

Per il prossimo anno si ritiene utile dedicare

un giorno allo stare insieme in modalità diversa

e distesa.

Come periodo si è orientati sulla seconda

metà di luglio o sull’ultima settimana di agosto,

possibilmente a Bardonecchia (TO).

7. Programmazione del lavoro del CM

Si passa quindi alla programmazione del

lavoro del CM a partire dalla scaletta

presentata precedentemente da fr. Francesco

11

Bravi. Si prendono in considerazione tutti i punti

presentati, su alcuni si precisa quanto segue.

Commissione per l’elaborazione degli

SSPP della nuova Provincia: vanno

identificati i membri della commissione, il

percorso e la tempistica.

Scelta del nome: il CM approva la

procedura, indicata dalla Assemblea dei

Guardiani. Si farà una consultazione

orientativa, dalla quale saranno

selezionati i primi 10 e su questi si farà la

seconda consultazione; i primi 5 nomi

verranno poi presentati all’Assemblea

dei Definitòri che deciderà il nome.

Prima dell’Assemblea occorrerà chiarire

in che modo l’Assemblea esprimerà il

proprio voto sul nome, se per singoli

Definitòri o con voto individuale.

Vengono date alcune indicazioni per far

proseguire il lavoro del Segretariato ME

che ora ha come Segretario fr. Alberto

Tosini.

Gruppo economi: viene chiesto di

identificare un coordinatore che poi il

CM nominerà.

Libretto preghiere comuni per le sei

province: verranno identificati i criteri e

2/3 frati che lo elaborino.

8. Varie ed eventuali

I lavori di gruppo contenenti le proposte dei

Guardiani vanno ripresi, sintetizzati e anche fatti

conoscere: sia per quel che riguarda la

prospettiva qualificante, sia le proposte sul

coinvolgimento dei frati e per far conoscere i

frati del Nord Italia (schematismus OFM del

Nord Italia, dotato di fotografie dei frati).

Alle 22.27 si termina con l’Agimus tibi gratias.

Il verbalista

fr. Francesco Patton

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

fr. Gabriele Onofri

Cronaca Assemblea Definitòri

Nord Italia – Assisi, 5 10agosto2013

5 agosto 2013 "Incipiamus fratres": con questo invito del padre San Francesco, che al

termine della sua vita non credeva di aver conquistato il traguardo, ma sperava

sempre di poter ricominciare da capo, lunedì 5 agosto 2013 ad Assisi, presso la casa

Leonori della COMPI, con il pranzo e agli arrivi, iniziamo l'Assemblea dei Definitori del

Nord Italia. In un clima di caldo afoso, leggermente lenito dall'aria condizionata, ci

disponiamo a rendere operative le decisioni prese dai sei Capitoli Provinciali, che

hanno appena votato all'unanimità la nascita della nuova Provincia del Nord Italia

nel 2016. Nell'introdurre i lavori del pomeriggio il Presidente del Collegio dei Ministri fra

Francesco Bravi ricorda le ragioni profonde di questo lungo e articolato percorso: il

santo rinnovamento della qualità della

nostra vita francescana per meglio servire

il Signore.

Nelle due unità di lavoro

assembleare vengono presentati

l'Instrumentum Laboris, da parte dei due

consulenti Diathesis dottor Enrico Delama

e Maurizio Serofilli, e gli Statuti di

cooperazione da fra Francesco Patton.

Nell'omelia della celebrazione eucaristica,

che conclude il pomeriggio, fra Francesco

Bravi, facendo eco al Vangelo della

moltiplicazione dei pani, ricorda che nella

condivisione del poco che ciascuno ha è

racchiuso il segreto perché tutti mangino

a sazietà. La giornata si conclude con una

inaspettata e gradita cena all'aperto, con

grigliata mista, preparata dallo staff di

casa Leonori sotto i gazebo.

6 agosto 2013 Il secondo giorno comincia con la

salita al Tabor: è la festa della

Trasfigurazione del Signore e fra Antonio

Scabio, ministro provinciale del Veneto,

nel presiedere la messa mattutina, ricorda

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Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

che ciascuno di noi, come frate chiamato, ha vissuto un'esperienza d'incontro

luminoso con il Signore e la luce e la bellezza che ne abbiamo ricevuto non è

appena per noi ma per donarla e parteciparla al nostro prossimo.

Scendendo dal monte, troviamo un banchetto di grasse vivande e di cibi

succulenti, come colazione: toast, uova al bacon ed ogni ben di Dio per sostenerci

nell'impegnativa giornata di lavori assembleari che ci aspetta.

Nella prima parte della mattinata fra Gabriele Onofri Hote, come membro

del coordinamento del settore delle Missioni al popolo, ha presentato in aula il

progetto della Fraternità per l'evangelizzazione e le missioni al popolo; fra Guido

Ravaglia, membro del coordinamento del settore per le missioni ad gentes e i

migranti, ha presentato il progetto relativo alla fraternità per l'animazione missionaria

delle Province del Nord Italia. Dopo entrambe le relazioni si è svolto un vivace

dialogo in assemblea.

Nella seconda unità di lavoro del mattino si sono riuniti per la prima volta i 4

gruppi misti di definitori delle sei Province del Nord, con l'obiettivo di raccogliere

suggerimenti, osservazioni e rielaborare le proposizioni concernenti i due progetti di

fraternità interprovinciali esposti, che confluiranno nel documento finale da votare

l'ultimo giorno.

Nel pomeriggio ci ritroviamo in aula per il resoconto dei lavori di gruppo e per

la presentazione delle proposte dei Capitoli relative ai Segretariati Formazione e

Studi e Missioni ed Evangelizzazione; segue sempre un tempo dedicato agli interventi

e al dialogo in assemblea. Anche il secondo giorno, come tutte le sere seguenti,

termina con la cena apparecchiata in giardino, con bei momenti di fraternità

condivisa.

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Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

7 agosto 2013 Mercoledì 7 agosto, terzo giorno della nostra Assemblea, la Messa e le lodi

mattutine sono presiedute da fr. Bruno Bartolini, Ministro provinciale dell'Emilia

Romagna; egli, meditando sulle letture della Parola di Dio offerteci dalla liturgia

(tratte dal libro dei Numeri e dal Vangelo secondo Matteo), sottolinea che l'ingresso

nella terra di Canaan - metafora del cammino che stiamo percorrendo come

Province del Nord - non va realizzato solo con le analisi, le disamine

particolareggiate e le commissioni di studio, ma anche e soprattutto con la fiducia

della donna cananea tipica dei piccoli e degli ultimi (minores).

Nella prima unità di lavoro del mattino prosegue e si conclude il compito,

assegnato i gruppi misti, di confrontarsi e proporre osservazioni e integrazioni sui

segretariati SFE e SME. La presentazione in aula e la discussione su quanto elaborato

dai gruppi concludono la mattinata.

A pranzo, il presidente del collegio dei Ministri, fr. Francesco Bravi, ci

comunica un cambiamento di programma: il lavoro del pomeriggio non sarà in

assemblea ma si anticipano i Congressi Capitolari dei sei Definitori provinciali. Le due

unità di lavoro assembleari previste per questo pomeriggio sono rimandate alle ore

15 di venerdì 9 agosto. Ci ritroviamo così ai vespri e a cena, dopo aver iniziato a

mettere mano alle ‘tavole di famiglia’.

Nei momenti di pausa e particolarmente la sera dopo cena, mentre l'ufficio

di segreteria lavora alacremente e il Consiglio di Presidenza s'incontra per

coordinare e facilitare l'avanzamento scorrevole di tutti i lavori, i frati delle diverse

province approfondiscono la conoscenza reciproca (da rilevare che parecchi

definitori sono new entry, appena eletti dei Capitoli).

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Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

8 agosto 2013 "Contemplata aliis tradere": con questo motto dell'Ordine domenicano,

ricordato del ministro provinciale della Liguria fra Mario Vaccari, durante l'Eucaristia

mattutina nella festa di San Domenico, si apre il quarto giorno di lavoro. Il contributo

all'opera di evangelizzazione, anche per noi Frati Minori, scaturisce dall'incontro con

Gesù e dal contatto reale con la vita della gente per condividere quel sapore e

quella luce che ci sono gratuitamente donati.

Tutta la giornata di giovedì 8 agosto è dedicata alla prosecuzione dei

Congressi capitolari e alla messa a punto definitiva delle "tavole di famiglia". In questi

giorni, al mattino presto o alla sera, i frati colgono l'occasione e la grazia di essere

d'Assisi, per brevi passeggiate alla Porziuncola, a San Damiano, a San Masseo o in

città e per consegnare al padre San Francesco, a Santa Chiara e a Santa Maria

degli Angeli le tante intenzioni di preghiera che ciascuno porta in cuore per sé e per

i propri fratelli rimasti a casa.

9 agosto 2013 Venerdì 9 agosto si apre con la festa di Santa Teresa Benedetta della Croce,

martire e compatrona d'Europa. Fra Maggiorino Stoppa, ministro provinciale del

Piemonte, nel presiedere la Messa che apre la mattinata, ricorda questa frase di

Edith Stein: "Nessuna opera spirituale viene alla luce senza grandi travagli". L'opera

spirituale fondamentale è quella di custodire la nostra vocazione e quella dei nostri

fratelli che ci hanno affidato questa responsabilità.

Dopo la consueta lauta colazione, i Definitori provinciali che devono

completare il lavoro, si riuniscono ancora. Alle 11.30 il Collegio dei Ministri si ritrova per

alcune decisioni comuni e finalmente nel primo pomeriggio torniamo tutti in aula per

ascoltare dal Presidente del Collegio, fra Francesco Bravi, la lettura della bozza del

documento finale, che comprende anche gli Statuti di Cooperazione nella loro

versione definitiva. Quindi ci ritiriamo nuovamente, divisi per Definitori provinciali, per

una valutazione complessiva del documento e per apportare eventuali integrazioni

o modifiche.

Alle 17.30, prima di ritrovarci in Assemblea, ci mettiamo in posa nel piazzale

antistante a casa Leonori per una fotografia corale. In aula vengono presentate le

correzioni alla bozza del documento finale da parte dei sei segretari provinciali. Alla

sera lo staff della Casa ci ha preparato una sorpresa: uno stuzzicante aperitivo,

un'ottima grigliata di pesce e una super torta dedicata alla COMPI, la cui prima fetta

è tagliata a due mani da Francesco Bravi e fra Francesco Patton. Il cartello BYE BYE

(allestito dal personale e collocato in giardino) viene acceso col fuoco e illumina

l’ultima serata per salutarci e congedarci. Ringraziamo per la bella accoglienza

ricevuta, la cordialità e lo stile della nuova gestione della Casa.

10 agosto 2013 "E fu sera e fu mattina sesto giorno". La festa del diacono e martire San

Lorenzo apre l'ultima giornata dell'Assemblea dei Definitori: nell'omelia, fra Francesco

Patton, ministro provinciale del Trentino, meditando sulla Parola di Dio ascoltata, ci

rammenta il nocciolo del Vangelo: siamo chiamati a donare la vita e non ha

preservarla; ma questo va fatto, sull'esempio di San Lorenzo, anche con una certa

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Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

leggerezza e sense of humour, "perché Dio ama chi dona con gioia".

Giunti in assemblea ascoltiamo, da parte di Francesco Bravi, la lettura della

bozza revisionata del documento finale. Ci dividiamo per l'ultima volta nei sei

Definitori provinciali per la votazione definitiva e torniamo in aula per comunicare i

risultati. Il documento finale è approvato alla unanimità e l'assemblea prorompe in

un fragoroso applauso.

Il presidente del Collegio dei Ministri ringrazia tutti per il lavoro svolto e in

modo particolare la segreteria, i moderatori, i consulenti della Diathesis, tutto il

personale di Casa Leonori. Fra Giampaolo Cavalli, moderatore del giorno, ringrazia a

nome di tutti i sei Ministri provinciali: altro applauso. Seguono alcune comunicazioni

sulle fraternità interprovinciali da parte di fra Francesco Bravi ed alcune informazioni

sulla COMPI da parte di fra Francesco Patton. Il pranzo conclude l'assemblea dei

definitori del 2013.

A laude di Cristo e del Poverello Francesco

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Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Pavia 24 settembre

2013

Dal Definitorio

Dopo aver consumato la colazione con i frati e le suore che si

stanno adoperando per la buona riuscita della Missione giovani in

corso a Pavia (22 settembre – 2 ottobre), alle ore 9.00, si iniziano i lavori

con una preghiera di invocazione allo Spirito Santo. Segue

l’approvazione unanime del verbale della seconda parte del

Congresso capitolare. Il Ministro informa circa i principali eventi

riguardanti la vita della Provincia e del cammino verso l’unione. Il 30

agosto, presso la Curia provinciale, fr. Celestino Pagani, fr. Enrico

Russotto e fr. Enzo Imbimbo hanno rinnovato i voti, in attesa di

emettere la professione solenne. Il 7 settembre, nel chiostro del

convento di Baccanello, alla presenza di un discreto numero di frati

provenienti dalle Province del Nord Italia, hanno emesso la loro prima

professione fr. Andrea Koray Yilmaz (Fond. Palestrina), fr. Andrea Maset

(Prov. Veneto), fr. Tiziano Pugliese e fr. Francesco Velluto (Prov. Emilia);

nella mattina dello stesso giorno hanno vestito i panni della prova

Matteo Rizzo e Francesco Bogoni (Prov. Veneto). Gli stessi vivranno

l’anno di noviziato insieme a tre frati albanesi (fr. Eduard Ulay, f.

Kastriot Demaj e fr. Jak Kolgjerai). Il 14 settembre, a conclusione della

settimana di esercizi spirituali guidati da fr. Andrea Borsin, i professi

temporanei hanno rinnovato i voti nella mani di fr. Bruno Bartolini,

Ministro provinciale dell’Emilia Romagna. All’inizio del prossimo mese di

ottobre inizieranno l’anno di probandato cinque giovani, tra questi c’è

anche Francesco, un ragazzo milanese che per diversi mesi si è

adoperato come volontario al Centro s. Antonio.

Nel corso della prima settimana di settembre fr. Francesco Bravi

ha concluso la visita canonica al monastero Ss. Francesco e Chiara di

Cademario (CH), quindi, in un clima di cordiale fraternità, il 6

settembre è stato celebrato il capitolo elettivo ove sono risultate elette

sr. Maria Maddalena Pradelli, Abbadessa, sr. Maria Rita Silini, Vicaria, e

sr. Chiara Myriam Polito, Discreta.

L’8 settembre, in occasione della festa patronale della

Madonna delle Lacrime di Dongo, il Ministro ha presieduto la

celebrazione eucaristica con la quale si è inaugurato l’anno di

celebrazioni per i 400 anni della presenza dei frati minori a Dongo. Per

questa ragione si ipotizza di celebrare la Festa della Provincia del 2014

nel convento di Dongo.

Domenica 22 settembre i frati, assenti da Varese sin dagli inizi

del mese, hanno celebrato la messa di saluto ai fedeli della

parrocchia di S. Antonio alla Brunella. La celebrazione, vissuta in un

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Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Castelletto

di Brenzone 16 ottobre

2013

Definitorio allargato

ai guardiani

clima di riconoscenza e di rammarico per la partenza degli amati frati, si è conclusa con la

benedizione di una targa commemorativa della presenza dei frati minori a Varese. Alla s. Messa,

presieduta da mons. Agnesi, Vicario episcopale di Varese, erano presenti il Ministro provinciale, gli

ultimi parroci e alcuni altri confratelli. I fedeli sono amareggiati per la partenza dei frati, ma

consapevoli che il cammino di comunione continua in forme diverse.

Fr. Francesco Bravi riferisce l’esito dei lavori degli ultimi due incontri del Collegio dei Ministri.

Sono stati costituiti i Segretariati e le Commissioni interprovinciali e si è provveduto alla nomina di

alcuni uffici e incarichi interprovinciali (verranno comunicati in occasione dell’Assemblea dei

guardiani di Ottobre). Il Collegio dei Ministri ha inoltrato gli Statuti di cooperazione tra le sei

Province per il triennio 2013-2016 al Ministro generale, chiedendone l’approvazione.

Si dedica un congruo lasso di tempo per la verifica della vita della Provincia dopo i

trasferimenti dei frati nelle fraternità e dopo i cambiamenti degli uffici provinciali.

Si passa alla programmazione dei prossimi appuntamenti: giornate di formazione con i

guardiani del Nord Italia, definitorio allargato ai guardiani e festa della Provincia (presto sarà

inviato un programma dettagliato per ciascuno di questi eventi).

Si affrontano alcune questioni economiche e di legale rappresentanza. Si riflette a lungo

sulle problematiche legate alla cessione dell’attività scolastica “Istituto Ven. Luzzago”, sulla

chiusura del Franciscanum e del convento di s. Gaetano. Si stanno valutando diverse possibili

soluzioni.

Il Ministro provinciale, con il consenso del Definitorio (SS.PP. art.92), autorizza alcune

amministrazioni personali. I lavori si concludono alle ore 17.00 circa.

A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen!

I lavori del II Congresso concludono l’annuale Assemblea dei

guardiani delle fraternità OFM del Nord Italia, hanno inizio alle ore 9.10

con la lettura breve di Ora Terza; il Ministro commentando la Parola di

Dio augura a ciascuno di operare per il bene dei fratelli, ricercando

sempre la gloria del Signore e non quella degli uomini. Il Ministro

provinciale, dopo aver esplicitato le ragioni dell’incontro, ricorda ai

presenti che si tratta di un vero e proprio definitorio, è dunque un

momento di condivisione della responsabilità del governo della

fraternità provinciale. Ricorda poi i compiti del guardiano, così come

sono descritti nelle CC.GG.: favorire il bene della fraternità e dei singoli

frati, vigilare con premura sulla vita e sulla disciplina dei frati, guidare

le attività e promuovere l’obbedienza in un clima di fraternità.

Il Ministro provinciale informa circa le condizioni dei fratelli

ammalati e ricorda i principali eventi della vita della Provincia. Il 30

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Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

settembre nella Chiesa parrocchiale di Busto Arsizio è stato conferito il Ministero dell’accolitato

a fr. Simone Menoni. Il 2 ottobre si è conclusa a Pavia la missione giovani, che ha visto

impegnati diversi frati. La valutazione dell’esperienza è complessivamente positiva, visto il buon

coinvolgimento dei giovani universitari. Gli eventi organizzati in piazza e nelle strade sono stati

molto frequentati e anche la ricaduta post-missione dà segnali incoraggianti (nel primo

incontro di “Pizza e vangelo” dei frati di Canepanova c’erano ben 63 giovani!!). Anche gli

studenti di Verona, che hanno partecipato con entusiasmo alla missione, hanno fatto una

valutazione molto positiva dell’esperienza.

Dal 7 all’11 ottobre ad Assisi si è tenuta l’annuale Assemblea COMPI. E’ stato eletto il

nuovo Consiglio di presidenza (fr. Sabino Iannuzzi, presidente; fr. Antonio Scabio, vice-

presidente; fr. Agostino Esposito e fr. Carlo Serri, consiglieri) e si sono definite le linee

programmatiche per il prossimo triennio.

Il Ministro generale è intervenuto all’Assemblea per presentare, in collaborazione con il

prof. Mion, una interessante sintesi del lavoro della “Commissione fedeltà e perseveranza” per

lo studio degli abbandoni. L’Assemblea ha poi dato alcune indicazioni a fr. Francesco Patton

e fr. Sabino Iannuzzi che rappresenteranno la COMPI al prossimo Consiglio Plenario dell’Ordine.

In quella sede si decideranno la composizione e la modalità di elezione del Definitorio

generale; norme che, secondo il mandato dell’ultimo Capitolo generale, diventeranno

immediatamente operative.

Il Ministro ricorda poi i prossimi appuntamenti: il 20 ottobre l’auditorium del Comune di

Cermenate verrà intitolato a fr. Arcangelo Zucchi, nell’occasione verrà presentato il libro,

redatto da fr. Andrea Bizzozero, sulla vita di fr. Arcangelo; fr. Almiro Modonesi, Vicario

provinciale, parteciperà in vece del Ministro al prossimo incontro dell’UFME che si terrà a

Roma; vengono poi distribuiti gli inviti alla Festa della Provincia che si terrà il 4 novembre 2013 a

Sabbioncello.

Il Ministro chiede a ciascuno dei guardiani partecipanti (fr. Paolo Ferrario – Milano

CRETA, unico guardiano assente all’Asssemblea) di esprimere un parere sui lavori

dell’Assemblea. Tutti sottolineano la positività dell’incontro come un’opportunità di

conoscenza tra i frati del Nord Italia, anche se qualcuno rileva che l’incontro è stato a tratti

dispersivo, si è trattato prevalentemente di un incontro informativo. Si auspica per il futuro di

tornare a contenuti formativi.

I guardiani espongono sinteticamente la situazione delle fraternità dopo i recenti

cambiamenti, richiesti con le Carte di famiglia 2013-2014. L’inizio è generalmente positivo e i

numerosi trasferimenti hanno creato un positivo desiderio di ricominciare, si dovrà attendere

ancora qualche tempo per una valutazione più realistica della situazione.

A fronte di un generale clima di serenità vengono segnalate alcune fatiche personali o

di relazioni fraterne.

Viene poi affrontato il tema della vicinanza del Ministro e del Definitorio alle fraternità. Il

Ministro manifesta il desiderio di incontrare personalmente, nel corso del mese di novembre,

tutti i guardiani della Provincia per un momento di verifica; per questo propone di recarsi in

Curia per un momento di preghiera e per la successiva condivisione sulla vita delle fraternità.

Tutti apprezzano la proposta.

La fraternità di Baccanello ha invitato i Definitori per l’animazione del ritiro mensile, si

pensa che questo possa essere uno strumento utile per l’incontro e la vicinanza del Definitorio.

Si suggerisce anche di riunire il Definitorio di volta in volta in luoghi diversi, con un momento di

incontro con la fraternità. Diversi guardiani sottolineano l’importanza della visita “informale”

del Ministro alla fraternità, è importante che si creino opportunità non troppo strutturate per

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Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Castelletto

di Brenzone 16 ottobre

2013

l’incontro confidenziale tra il Ministro e i frati. Qualcuno auspica che

anche i definitori visitino le fraternità. Dopo un fraterno confronto si

sottolinea che la presenza dei Definitori appare meglio collocata se è

legata a qualche circostanza che motivi la presenza. Si sottolinea

infatti che i frati preferiscono confidarsi direttamente con il Ministro

piuttosto che con i Definitori.

Il Ministro conviene circa l’importanza della sua presenza e

vicinanza, ma allo stesso tempo rimarca la personale responsabilità

dei guardiani nell’animazione della vita della fraternità, ricordando il

principio della sussidiarietà e il ruolo del Capitolo locale.

Qualcuno dubita che i frati avvertano una reale esigenza di

vicinanza del Ministro. Crede che si tratti di una necessità più teorica

che reale. La distanza è in un certo senso conservata per comodità e

convenienza, anche se pubblicamente si dice che sarebbe meglio il

contrario. Altri auspicano la presenza del Ministro nei momenti di

verifica del PVF o del progetto che è stato affidato alla fraternità. Il

Ministro dovrebbe farsi vicino anche nei momenti di difficoltà

personale o della fraternità, in queste circostanze infatti ci si aspetta

qualcuno che chiede: “come va?” Se non avviene, si ingenera un

senso di delusione perché l’aspettativa di aiuto -sebbene non

espressa- non è stata soddisfatta. Il Ministro esorta a rendere manifeste

le necessità, perché tutte siano note. Si deve crescere anche nella

comunicazione fraterna di questi aspetti.

Fr. Giampaolo Possenti, Coordinatore provinciale della

pastorale over 35 anni, chiede di far conoscere le iniziative per questa

fascia di età che sono già organizzate nei diversi conventi e che si

pensa possano essere estese a livello provinciale. Dopo aver raccolto i

dati, pensa di formulare alcune proposte ad esempio la marcia per le

famiglie (cfr. esperienza analoga in Toscana e Lazio), pellegrinaggi,

ritiri di avvento, percorsi di lectio con tematiche ad hoc… Le iniziative

saranno poche per non creare un eccesso di offerta. La diffusione

delle attività avverrà prevalentemente via internet.

Fr. Giambattita Delpozzo, Animatore vocazionale, ricorda a tutti

i guardiani l’opportunità di organizzare una giornata vocazionale

francescana. Fr. Giambattista ribadisce la sua disponibilità e attende

l’invito delle fraternità.

L’incontro si conclude alle ore 12.20 circa, segue la

condivisione della mensa.

I lavori del II Congresso continuano nel pomeriggio per il

solo Definitorio. Si riprende alle ore 14.30 con l’approvazione del

verbale del I Congresso e con la verifica del Definitorio allargato ai

guardiani. Si affrontano alcune questioni personali e di legale

rappresentanza. A norma SS.PP. art 92 §1 il Ministro chiede ed ottiene il

consenso per autorizzare alcune amministrazioni personali.

I lavori del Congresso Capitolare si concludono alle ore 16.45

circa.

A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen!

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Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

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Testimonianze di vita Fraterna

S. Messa di saluto dei frati 22 settembre 2013

fr.

Francesco Ielpo

CONGEDO DALLA PARROCCHIA

DI S. ANTONIO ALLA BRUNELLA Sono passati 75 anni da quando, in quel lontano marzo 1938, dal

Convento di Busto Arsizio, arrivarono a piedi padre Domenico e frate

Leandro alla cascina “Brunella”.

Un inizio umile, una cappellina e un “micro-convento” in una casa

colonica da ristrutturare. Nel tempo, poi, grazie anche alla collaborazione

dell’architetto Muzio, il complesso conventuale e la Basilica (modello

della Basilica di Nazareth) dedicata a S. Antonio di Padova, così come la

conosciamo.

Solo nel 1968 l’erezione della Parrocchia, a completamento degli

innumerevoli servizi ai fedeli di Varese e provincia che i frati minori hanno

sempre, con dedizione e generosità, svolto.

Ma la presenza francescana in terra varesina risale a tempi ben più

lontani. Insieme ai Cappuccini, dopo la cacciata al tempo della

Repubblica Cisalpina (nel 1797) fummo osteggiati sino al 1840. Ma a

Varese rientrammo solo dopo cento anni.

Noi, frati minori, alla Brunella e i Cappuccini in viale Borri, abbiamo

contribuito alla crescita spirituale e culturale di una città che, grazie a s.

Antonio, Bernardino da Siena e padre Aguggiari, ha respirato un genuino

francescanesimo attraverso la predicazione, la confessione, il servizio ai

poveri e il culto mariano al Sacro Monte.

Ora, con grande sofferenza, abbiamo lasciato questa terra

consapevoli che il carisma francescano non verrà meno, nonostante la

diminuzione numerica. Ai fratelli Cappuccini la responsabilità di dare

continuità e sostanza a questa lunga e ricca storia.

Non solo la Parrocchia ma l’intera popolazione varesina ha voluto,

così, salutare e ringraziare i frati minori domenica 22 settembre. Durante la

celebrazione eucaristica delle 11.15, presieduta dal Vicario episcopale

mons. Franco Agnesi, sono state diverse le voci di ricordo, gratitudine e

commozione. A partire dal nuovo parroco don Marco Casale, che ha

affermato la volontà di proseguire nell’opera caritativa da sempre

esercitata con passione da noi frati.

Anche mons. Gilberto Donnini,

prevosto di S. Vittore e decano della

città, si è unito ai ringraziamenti e al ruolo

svolto dai minori non solo per la città.

Era presente il Ministro provinciale

fr. Francesco Bravi che, prima di ricevere

un omaggio simbolico da parte della

comunità cristiana, ha “restituito” i

ringraziamenti trasformandoli in lode al

Datore di ogni bene.

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

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Testimonianze di vita Fraterna

Insieme al Ministro, gli ultimi quattro parroci viventi fr. Tarcisio, fr.

Valeriano, fr. Giampaolo e fr. Francesco, insieme a fr. Albert e fr. Simone.

A perenne memoria i frati minori di Lombardia hanno lasciato in Chiesa

una targa in marmo con la seguente frase:

I FRATI MINORI

SULL’ESEMPIO DI SAN FRANCESCO E DI SANT’ANTONIO

HANNO CONDIVISO CON VARESE UN LUNGO CAMMINO

DONANDO ALLA CHIESA E A QUESTA CITTÀ

I BEATI SAMUELE MARZORATI E GASPARE DAVERIO

MARTIRI DELLA FEDE.

COME PELLEGRINI E FORESTIERI

LASCIANO QUESTA TERRA

AMATA E SERVITA

AFFIDANDOLA

ALL’ALTISSIMO ONNIPOTENTE BON SIGNORE.

1 settembre 2013

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

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Testimonianze di vita Fraterna

Professione solenne 5 ottobre 2013

fr.

Celestino Pagani

Quando mi hanno detto che è prassi che un nuovo professo

solenne dopo la sua professione dovrebbe scrivere due parole da

mettere sul Notiziario delle provincia, mi sono chiesto: ed ora? cosa

scrivo? Allora ci ho pensato e mi è venuto in mente da condividere

con voi, ciò che ho vissuto in questi anni di cammino tra i frati

accompagnato da Gesù e sabato 5 Ottobre nella chiesa di san

Bernardino a Verona.

E’ normale che prima di entrare in chiesa e durante la

celebrazione ci sia un po’ di timore ed ansia, lo sappiamo tutti

perché ci siamo passati in questo passaggio importante della

nostra vita e credo lo sia stato per tutti.

Comincio da qui. Il Signore mi ha cercato e chiamato il 22

Novembre 2003, quando nella chiesa di san Damiano ad Assisi,

dopo che x l’intercessione di san Francesco mi è stato fatto un

primo “regalo”, ho udito come successe a Francesco, una voce

che mi ha detto: “Molla tutto e seguimi che ho bisogno di te!”. Da

allora la mia vita è cambiata, ciò che prima mi provocava ribrezzo

si è trasformato nella visione di Gesù negli altri. In quel periodo

frequentavo una casa di riposo, vicino al mio paese, perché

conoscevo una persona della mia parrocchia, ma niente più. Non

mi andava di stare con gli anziani, di aiutarli a mangiare, di star loro

vicini per ovvi motivi, ma il Signore dopo la chiamata, mi ha dato la

gioia di vedere Lui in ogni persona che soffre, tanto che mi sono

avvicinato a loro cercando di alleviare le loro sofferenze, aiutandoli

dove potevo perché in loro lo Vedevo.

Contemporaneamente cresceva in me il

desiderio della preghiera sempre più forte, ho

lasciato la ragazza ed ho cercato di capire

attraverso l’aiuto di un sacerdote che cosa

volessero dire per me quelle parole. Quindi ho

cercato i frati e sono giunto a Rezzato e li dal

primo momento mi sono sentito subito a casa. Il

cammino è stato un cammino di alti e bassi, gioie

e dolori, prima e dopo essere entrato nel

cammino di formazione, specialmente per il rifiuto

dei miei genitori.

Uno in modo particolare che mi ha segnato

profondamente è stata la perdita di papà Paolo

ormai quasi tre anni fa. Lì, dopo la sua morte ho

ricevuto il secondo “regalo” che è stata la morte

di papà senza la sofferenza, in sostanza il Signore

ha ascoltato la mia preghiera ed ha

accompagniato il mio papà prendendolo per

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

21

Testimonianze di vita Fraterna

mano. Questo fatto, la certezza che la sua anima sia stata accolta tra

le mani di Dio che lui ora vive nella gioia eterna e la vicinanza di Lui,

mi hanno tenuto saldo nella fede e sicuro nella mia ricerca nella

donazione totale a Lui.

Sono caduto, mi sono rialzato, grazie anche a persone che Dio

mi ha messo dinnanzi e per questo lo ringrazio.

Giunto al traguardo desiderato della professione, dopo un

periodo di preparazione, di volti, di condivisioni con gli uomini, di

lettura e ascolto della Parola fatta carne, ma soprattutto attraverso

un dialogo con Dio e la preghiera, pilastro importante della mia vita,

Egli mi ha accolto tra le sue braccia e mi ha detto: “quel giorno,

quando ti ho chiesto di mollare tutto e di seguirmi che avevo bisogno

di te, NON SCERZAVO! Ed oggi che ti consacri a me, io ti faccio un

gran dono per ricambiare il tuo si!”.

Sentito questo, sabato 5 Ottobre, ho vissuto durante la

prostrazione e l’invocazione dei santi, che sopra di me non c’era il

tetto della chiesa, ma il vuoto, il cielo, con il coro degli angeli e dei

santi e la vergine Maria che pregavano per me, per noi, e

contemporaneamente delle mani appoggiate sulla mia schiena in

modo paterno e di protezione. Mani che mi hanno infuso pace,

serenità, calore e gioia, confermandomi che quello che stavo per

fare e cioè donare la mia vita a colui che mi ha creato e ha creduto

in me fosse ciò che volevo. Nella mia piccolezza di servo inutile,

cercherò di servire il Signore in povertà e letizia, collocando i miei

occhi su quello specchio che ha dato la vita per amore a tutti noi.

Pax.

fra Celestino Pagani

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Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Testimonianze di vita Fraterna

Professione solenne 5 ottobre 2013

fr. Enrico Russotto

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UNA SCELTA PER LA VITA

Per raccontare quanto vissuto in questi ultimi giorni della mia vita,

mi piace ripercorrere la formula di professione con la quale ho scelto di

seguire più da vicino i passi del Signore Gesù. Si tratta di una scelta per

la vita: questo è vero per me e per quanti si sono fatti compagni di

viaggio in questi ultimi anni.

A lode e gloria della Santissima Trinità

È questo l’incipit della formula di professione, che fa da sfondo a

tutto il rito e che dovrà essere per sempre il punto di riferimento

costante della mia vita.

Io frate Enrico Russotto

Sì, io e non un altro. Il buon Dio mi ha chiamato per nome, mi ha

rivolto il suo sguardo, mi ha guarito, mi ha rivestito di fiducia

chiamandomi ad essere frate minore per sempre.

Poiché il Signore mi ha ispirato

È Lui il vero protagonista di tutta questa vicenda; è Lui che mi ha

messo nel cuore come un piccolo seme il desiderio di essere tutto e solo

suo; è Lui che mi ha guidato per mano facendomi gradualmente

maturare a livello umano, cristiano e francescano.

Pertanto mi affido con tutto il cuore a questa fraternità

Il pronunciare queste parole ha comportato una donazione

previa di grazia da parte del Signore, il quale mi ha pazientemente

accompagnato, rispettando i miei tempi di maturazione, affinché

potessi pronunciare a cuore aperto queste parole.

Nel servizio di Dio, della Chiesa e degli uomini

È questo il campo d’azione del “sì per sempre” che ho

pronunciato sabato 5 ottobre. E anche in questo il buon Dio ha

lavorato tanto nella mia vita per farmi passare da una vita ripiegata

suoi miei bisogni, ad una indirizzata verso un fine più grande, vero e

bello.

Davvero posso esclamare con tutto il cuore: “ha fatto bene ogni

cosa”. Il Signore è un perfetto pedagogo, Egli mi ha guidato in un

modo che a me, tante volte, è risultato oscuro e misterioso, per

donarmi vita in abbondanza. Seguire Gesù ha comportato fare un

cammino di verità, di presa di consapevolezza di chi sono veramente e,

quindi, di conversione per diventare quello che sono chiamato ad

essere.

È chiaro che il giorno della professione solenne è anche

l’inizio di una nuova tappa del cammino, che mi vede più

responsabile e coinvolto nel cammino di vita francescana che il

buon Dio mi ha dato la grazia di intraprendere per sua sola

misericordia. Chiudo con un grazie di vero cuore a tutti coloro che

continuano a sostenermi, custodirmi e amarmi.

Frate Enrico Russotto

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Testimonianze di vita Fraterna

Professione solenne 5 ottobre 2013

fr. Enzo Imbimbo

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A pochi giorni dalla professione solenne desidero ringraziare tutta

la fraternità provinciale e interprovinciale per la vicinanza, la presenza e

le preghiere.

Un momento decisivo per la mia vita, un momento di inizio non

di arrivo. E’ un tempo sentito e maturato dopo anni di formazione e di

invocazione a Dio nel discernere la sua volontà. E’ per me una gioia

immensa aver detto “sì” alla chiamata di Cristo e mettersi alla sua

sequela sulle orme del poverello di Assisi.

Sono stati anni che ho amato quelli vissuti finora, anni di grandi

gioie ma non sono mancate le sofferenze specie a livello fisico. Ma

credo che li sia stato il punto massimo di incontro col Risorto. Francesco,

ormai senza vista fu capace di scrivere il Cantico delle Creature, una

delle più belle lodi a Dio e a quanto ci circonda che sia mai stata

composta.

Credo che non servano tanto gli occhi per vedere nostro Signore

ma un cuore disposto ad accogliere e a mettere in pratica con

impegno, costanza e perseveranza la Buona Novella che con amore io

e gli altri cinque miei confratelli che abbiamo fatto la professione

cerchiamo di mettere in pratica.

E allora quel “mi affido con tutto il cuore a questa fraternità” non

vogliono essere solo parole ma il credere realmente che Cristo passa

tra le nostre povertà. Sicuro di questa parola allora, desidero ringraziare

tutti voi fratelli, desidero ringraziare i miei genitori che anche loro con

gioia hanno accolto il mio “sì”.

Grazie a tutte quelle splendide persone che in questi anni il

Signore mi ha messo davanti. Grazie delle gioie e delle difficoltà e che il

Signore possa continuare in me e in tutti noi l’opera da Lui iniziata,

memori delle parole di San Francesco che alla fine della vita ci

esortava a iniziare a fare il volere di Cristo.

Fra Enzo Imbimbo

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

MARCIA FRANCESCANA

25 LUGLIO - 4 AGOSTO 2013 di Diana Sorrentino

Testimonianze di vita Fraterna

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“CHI CREDE CAMMINA”

UN CAMMINO VERSO IL PERDONO…

Negli ultimi mesi mi sono chiesta in continuazione: “Cosa farò

durante questa estate? Sicuramente qualcosa per me”. Ed ecco che

tra le varie iniziative spunta una particolare locandina: marcia

francescana con le regioni del nord nelle vette del Trentino e arrivo ad

Assisi il 2 agosto per la festa del Perdono. Mi soffermo e penso: “Si, che

bello! Montagna, camminare, persone nuove, Assisi, il tema “chi crede

cammina”… tutte cose belle e giuste per me, peccato che capitano

proprio nella settimana del campo scuola a cui ho dato la mia

disponibilità!”. Ma nulla viene a caso…dopo tre giorni mi viene detto

che il campo scuola non viene più fatto e allora ho subito pensato:

“Accidenti allora questa marcia è proprio per me! Così mi sono messa

subito in moto e tra mail varie mi sono iscritta!”.

Mattino del 25 luglio: parti da casa senza sapere cosa ti aspetta

con una gran voglia di metterti in gioco fin da subito! Ed ecco che arrivi

nella stazione di Trento e già inizia la tua marcia…ogni persona che

vedi con lo zaino lo chiami e con un po’ di imbarazzo inizi a chiedere:

“Ehi, anche tu vai alla marcia!?”. Questo è stato l’inizio della marcia

francescana, un cammino di 6 giorni nelle vette del Trentino per poi

giungere assieme a tanti altri giovani d’Italia il 2 agosto in piazza Santa

Maria degli Angeli per la festa del Perdono di Assisi. Noi delle regioni del

nord abbiamo marciato lungo diversi sentieri, ruscelli, fiumi, cascate,

malghe e paesini del Trentino facendo come tappe gli accoglienti

paesi di Monte S. Pietro, Nova Levante, Pozza di Fassa, Predazzo, San

Martino di Castrozza e Fiera di Primiero. Eravamo in tutto 80, 65 giovani

tra i 18 e i 33 anni accompagnati da altre 15 persone composte da

frati, suore e logistici.

Partire per un pellegrinaggio a piedi durato una settimana, vuol

dire portare con sé tutte le fatiche, fisiche e spirituali, con cui ti metti in

discussione alla scoperta di tutte quelle cose belle, ma anche fastidiose

della propria vita! Una sfida in cui Dio ci chiedeva di superare i nostri

limiti, le nostre paure, le nostre morti e valicare le nostre porte per poter

scoprire ciò che di bello e prezioso ha posto nelle nostre vite. Ogni

giorno nella prima mezz’ora del nostro cammino si marciava in silenzio

per poter riflettere alla provocazione proposta da un frate all’inizio di

ogni giornata. Era bello marciare ascoltando il silenzio della natura e il

silenzio che abitava dentro di te, ti faceva respirare qualcosa che nella

vita quotidiana quasi ti dà fastidio, perché non hai tempo, perché hai

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Testimonianze di vita Fraterna

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paura o perché è troppo difficile. Un altro momento importante

durante il tratto di cammino era fermarsi attorno alle montagne, o ad

un lago a fare le lodi, un modo significativo per ringraziare Dio di tutte le

meraviglie che ci circondavano e di aiutarci durante le difficoltà di

ogni giornata.

Imprevisti, stanchezza, vesciche ai piedi, ginocchia e spalle

doloranti, affaticamento, erano “compagni” del nostro camminare e ci

hanno dato la possibilità di poterci fermare a riflettere sulla Vita e sulle

domande che viviamo tutti i giorni e che spesso non ne scorgiamo la

vera bellezza. Le lunghe camminate, infatti, ci hanno permesso di

conoscerci tra di noi fin da subito, di scoprire nuovi fratelli e sorelle con

cui potersi interrogare a vicenda, formando una vera famiglia dove

tutti porgevano una mano per aiutarti a non scivolare, a non

inciampare e a non finire in un torrente ghiacciato, ma anche per

aiutarti nei momenti di sconforto e di gioia per un abbraccio, per una

spalla su cui piangere e per dirci ad ogni arrivo di tappa: “Siamo forti,

ce l’abbiamo fatta!”. Già, l’arrivo ad ogni tappa era sempre una

grande festa. I nostri logistici ci accoglievano sempre con tanta musica

e tanti sorrisi che ci riempivano il cuore e ci facevano dimenticare la

stanchezza, e non solo, in alcune tappe ci accoglievano a braccia

aperte anche tante altre persone dei paesi, animavamo le messe dove

ci ospitavano e la gente era davvero felice di accogliere così tanti

giovani. In una tappa siamo stati accolti da un gruppo di ex marciatori

del ’93 che ci hanno portato con gioia la loro preziosa testimonianza.

Alcune sere abbiamo animato anche le serate in piazza, con balli,

scenette, ma anche con momenti di preghiera dove si poteva vedere

la vera bellezza dello stare insieme anche non conoscendoci con la

consapevolezza che ci univa un unico grande Papà!

Passo dopo passo ci si conosceva sempre di più, scoprivamo

che quello che ci sembrava solo un nostro problema, un nostro

pensiero o un nostro disagio, apparteneva anche a chi marciava con

te. Più ci si raccontava, ascoltava e più ci si rendeva conto delle paure,

delle insicurezze e delle fragilità comuni. Questo ci permetteva di dare

meno spazio al tormento e più spazio alla condivisione di pensieri e

fatiche quotidiane. Il momento più faticoso/intenso, ma anche quello in

cui abbiamo ricevuto una carica immensa per ripartire, è stato il giorno

del deserto. Una fatica spirituale che ci ha messo alla prova di fronte

alle nostre porte, quelle porte che oggi difficilmente sappiamo

scegliere e passare per fare esperienze vere che ci portano al

cambiamento. La sfida di oggi è fare esperienza di Gesù, voler essere

cristiani sul serio e decidere come esserlo sul serio! Perciò scegliere e

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Testimonianze di vita Fraterna

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non subire, non prendere la vita così come viene.

Una delle tappe più significative è stata quella a La Verna, lì

abbiamo vissuto attimi particolari, siamo saliti sul monte a piedi nudi,

abbiamo pregato e cantato assieme e concluso con la consegna del

Tau, segno di salvezza, con il quale siamo stati segnati il giorno del

nostro Battesimo. In ultimo, ma il più importante, è stato il nostro arrivo a

Santa Maria degli Angeli. Siamo partiti da Rivotorto marciando in

silenzio senza sapere cosa ci attendeva, nelle nostre teste ritornavano

le immagini e i momenti vissuti nei giorni precedenti. Arrivati in piazza,

davanti a così tanta gente che ti applaudiva, i nostri cuori hanno

iniziato a battere velocemente fino a quando non ci siamo

inginocchiati e come San Francesco abbiamo baciato la Terra, quella

Terra Benedetta. Un momento davvero emozionante accompagnato

poi da un altro gesto significativo, il passaggio in Porziuncola, Sua ma

diventata anche nostra dimora! La nostra ultima “fatica” è stata

nell’ultimo giorno, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli dove alla

mattina abbiamo animato la messa di chiusura della marcia per poi

ricevere il mandato e tornare nelle nostre comunità a portare la nostra

gioia, una gioia che viene da Dio.

Insomma la marcia è stata un’esperienza che ci ha fatto capire

quale montagna della nostra Vita stiamo scalando e attraverso quale

luce possiamo vederla. Saperla vedere come Dio testimoniando la

nostra Vita in maniera vera, autentica e luminosa. Possiamo scegliere se

passare la porta o restare dall’altra parte e continuare a fare collezioni

di esperienze oppure possiamo scegliere di essere torta. Sono tanti i

talenti, tanti i doni, tanti gli ingredienti della vita, se messi insieme danno

il risultato migliore, la torta. Non basta solo metterli insieme, ma bisogna

mescolarli, bisogna avere la volontà di “sporcarsi le mani”, e per farlo

bisogna sacrificare tempo e avere pazienza. Alla fine però qualcosa di

sicuro sarà cambiato e saprà essere solo più “gustoso”!

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

CAMMINO di FRANCESCO: degli inizi e del termine… (con qualche annotazione su quanto sta in mezzo)

8 – 26 settembre 2013

fr. Enzo Maggioni

Testimonianze di vita Fraterna

31

Dopo essere stati accompagnati alla Verna domenica 8

settembre ed aver trascorso il giorno seguente in preghiera,

ritrovandoci solo per le celebrazioni comunitarie e per i pasti nel grande

refettorio, è stato bello partire con Mario (appartenente alla fraternità

OFS di Baccanello) la mattina di martedì 9, uscendo quasi di soppiatto

dal cortile della foresteria, dato il nostro abbigliamento non

propriamente da pellegrini.

Lasciato il santuario passando attraverso il grande e rigoglioso

bosco che ne affianca il viale di accesso, ci siamo trovati subito in

difficoltà ad imboccare il sentiero giusto! Il dilemma che ci faceva un

po’ ridere e un po’ arrabbiare, si sarebbe riproposto diverse volte

anche nei giorni seguenti: eravamo noi dei “super imbranati”, oppure

l’autrice della guida non era chiarissima con le sue indicazioni più

romantiche che pertinenti? Alla fine, in quella tragicomica partenza,

sotto lo sguardo tra il divertito e il compassionevole del gestore del

piccolo bar in legno che sta preso il parcheggio dei pullman, siamo

stati finalmente indirizzati all’imbocco del giusto sentiero!

Dopo un’ora di cammino ci siamo accorti di avere di nuovo

sbagliato per mancanza di indicazioni chiare, prendendo un bivio al

contrario. A quel punto qualche accidente all’autrice della guida non

l’abbiamo proprio risparmiato… Anche i segnali (tau o frecce di colore

giallo) in quel primo tratto erano scarsi o scarsamente visibili perché non

riverniciati da anni. Poi, grazie al panorama stupendo che si godeva

dal crinale dei monti, i nostri animi si sono addolciti...

Perso ormai il sentiero canonico, solo grazie al telefono satellitare

di Mario, fornito di programma tracciante i sentieri di montagna, siamo

giunti verso sera a Pieve Santo Stefano, sbucando provvidenzialmente

da un sentiero che ci ha condotto proprio di fronte al B&B che

avevamo contattato per la sosta notturna. Ma dietro il nome àulico del

casolare (“Il castellare”) si celava la dura realtà di una notte passata

respirando non proprio a pieni polmoni…

Appena entrati nella stanza, allarmati da un odore acre e

persistente, abbiamo finalmente trovato il coraggio di aprire

velocemente le finestre facendo la drammatica scoperta: sotto di noi,

appoggiati alla parete della casa e a non più di un paio di metri dal

davanzale della finestra, abbiamo scorto due grossi maiali mollemente

sdraiati. Immediato e divertito è stato il commento: “due porci sotto e

due porci sopra”?... Questi gli inizi…

Dal giorno seguente è

stato bello percorrere in

assoluta solitudine il tragitto fino

a Montecasale, pernottando al

Passo di Viamaggio dopo una

puntata all’eremo del

Cerbaiolo e mantenendoci ad

una quota variabile dagli 800 ai

1000 metri di quota.

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Testimonianze di vita Fraterna I sentieri immersi nel verde si aprivano a tratti su panorami stupendi, in un silenzio rotto solo dal

rumore dei passi e da qualche condivisione fatta di tanto in tanto. Bellissimo!

In tutto il cammino le varie tappe ci hanno portato a dare notevole spazio alla

riflessione, alla preghiera personale e a quella vissuta insieme: dall’Eucaristia sempre

celebrata nelle chiese che incontravamo (tranne le due volte nelle quali ci siamo adattati

alle circostanze celebrando in agriturismo) alla liturgia delle ore, al rosario…

Dall’eremo di Montecasale che custodisce il ricordo dell’incontro di Francesco con i

tre “ladroni” siamo scesi a Sansepolcro, sempre più avvolti da uno scenario che, lasciati alle

spalle i sentieri irti e sassosi di montagna, ci faceva percorrere piccoli tratti di strada asfaltata

o sentieri erbosi dentro un quadro incorniciato da dolci colline.

Era il giorno precedente la Festa dell’esaltazione della Croce quando siamo giunti al

monastero delle anziane ma vivacissime sorelle clarisse di Sansepolcro. Loro avevano

scomodato anche un vescovo emerito (ospite in una piccola dependance del monastero)

dubitando della nostra vera identità, a motivo di esperienze poco belle vissute in passato…

Grande è stata però la loro sorpresa quando io ne ho riconosciuta una che aveva

partecipato ad un corso per le clarisse della Toscana, che avevo tenuto anni or sono proprio

alla Verna. Bello, il mattino seguente, celebrare da loro la festa liturgica!

Ripartiti alla volta di Montevarchi e di altre località della zona, sotto i nostri occhi si

alternavano campi coltivati a tabacco o a girasoli, in uno scenario sempre più ampio e

pianeggiante, interrotto di tanto in tanto da elevazioni collinari che portavano alla sommità

veri e propri scrigni di storia, arte e cultura quali Anghiari, Citerna e tanti altri piccoli centri di

origine romana o medioevale, solitamente circondati da mura e dominati da piccole

fortezze.

Giunti alla fine della prima settimana, Mario ha approfittato della possibilità di tornare a

casa entro la domenica sera raggiungendo da Monterchi la stazione ferroviaria di Arezzo,

mentre il sottoscritto ha continuato da solo verso il nostro convento di Città di Castello dove,

quasi contemporaneamente, giungevano in auto Giovanna, sorella di suor Giovanna Paola

clarissa a Lovere, ed Emilia, nostra comune amica.

Iniziava così la seconda settimana che ci ha portato a gustare le bellezze

paesaggistiche artistiche e storiche, che accompagnano lo sconfinamento dalla Toscana

all’Umbria. Ho ancora negli occhi le forme dolci e variopinte delle colline toscane, con le loro

pezze di terreno a diversi toni di verde, di giallo e di marrone, che spiccavano con grande

contrasto sul fondo di un cielo blu cobalto. Un cielo spesso attraversato da nubi veloci,

che sembravano batuffoli bianchissimi di cotone o fiocchi di panna, o che potevano

disegnare infinite e volubili immagini evocate da quell’efficace test proiettivo che da sempre

è il cielo…

Si camminava avendo davanti agli occhi una continua ma variabile metafora della

vita con la sua insuperabile compresenza di luce e di ombra, di dato di realtà e di mistero:

sotto i nostri piedi e fin dove giungeva lo sguardo un patchwork umano frutto del faticoso

lavoro contadino sulla crosta della paziente “madre terra”; sopra di noi, dove lo sguardo si

perdeva, quel cielo variabile nelle sue infinite e imprevedibili forme di bellezza!

Davanti al creato, cantato da san Francesco e definito “prima Bibbia” da san

Bonaventura, come non andare alla triste credenza di chi tutto riconduce al “dio” del caso e

al suo speculare “anti-dio” del caos? O al rischio dell’uomo tecnologico, ultimo epigono

dell’homo faber, di ritenersi l’unico “creatore” che si specchia narcisisticamente nei suoi

prodotti?

Quante volte abbiamo avuto la bella sorpresa di imbatterci in piante di fichi dolcissimi

32

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Testimonianze di vita Fraterna

33

o di piccole mele asprigne, oppure di trovare accanto a casolari abbandonati e semidiroccati

qualche vite quasi soffocata da altre piante, che si ostinava a produrre un’uva dolcissima.

Gustare buoni frutti raccolti per strada è stato piacevolissimo!

Ogni mattina, alla partenza, ci portavamo un panino o poco più per pranzo, riservandoci

una maggiore abbondanza per la cena e per la colazione del giorno successivo. Quando non

abbiamo avuto la possibilità di essere ospitati in case religiose, abbiamo trovato alloggio in B&B

o in agriturismi che praticavano un prezzo di favore presentando la credenziale del Cammino.

Abbiamo trovato di tutto: dagli ambienti più sporchi e meno ordinati a quelli più belli ed

accoglienti, magari dotati anche di cucina autonoma.

Pensavamo di incontrare animali, dal momento che ci avevano detto che la zona

attorno al Passo di Viamaggio (subito dopo la Verna) era abitata da lupi… Ci avevano messi in

guardia dalle femmine di cinghiale che quando hanno i piccoli possono rivelarsi

particolarmente aggressive… In realtà abbiamo incontrato solo mucche e cavalli al pascolo, un

capriolo, due scoiattoli, due piccole vipere (10-15 cm.) che non mi sono sentito di uccidere…

Poi diversi bei cani pastori maremmani, grandi e dal pelo bianco, oppure cagnetti vari che si

scatenavano nei loro “concerti” abbaiando (ma senza avvicinarsi troppo) al nostro passaggio,

presso le poche case abitate o i piccoli centri che attraversavamo.

Le “ragazze” che erano con me sono state davvero brave e tenaci nel camminare a

conferma di una convinzione che mi accompagna da sempre: il “sesso debole” non è affatto

quello femminile (rimango, nonostante i tempi che corrono, ad una sana e granitica distinzione

tra uomini e donne, osannando alla differenza!).

E veniamo alla conclusione, cioè all’interruzione del cammino resasi necessaria il fatidico

lunedì 23! Dopo aver percorso due tappe particolarmente pesanti che hanno comportato

ciascuna 7-8 ore di cammino anche in tratti con saliscendi piuttosto ripidi (le tappe da Gubbio a

Biscina e da Biscina ad Assisi), sono giunto ad Assisi con un “dolorino” alla coscia sinistra, proprio

all’altezza dell’anca. Il giorno seguente siamo partiti dalle Carceri alla volta di Spello, passando

sul monte Subasio, perché dopo l’avvio un po’ faticoso mi sentivo di camminare. Ma, trascorsa

la notte a Spello, la mattina seguente il dolore era ancora aumentato e faticavo anche solo nel

poggiare il piede a terra.

Al pronto soccorso mi sono sorbito un predicozzo dal medico di turno al quale non

pareva vero di poter redarguire un frate (aveva visto la carta d’identità) riferendosi al fatto che

gli antichi pellegrinaggi erano affrontati proprio perché comportavano la stessa penitenza che

stavo facendo io… Ogni tentativo di difesa è stato vano! La diagnosi scritta nero si bianco era

inequivocabile: “Mialgia da sforzo muscolare arto inferiore sx”. Alla fine mi ha fatto somministrare

un’iniezione di antidolorifico e mi ha prescritto la tachipirina mattina e sera, consigliandomi

caldamente di interrompere il cammino per non aggravare la situazione.

A quel punto non potevamo continuare ma, al

tempo stesso, mi spiaceva non portare Emilia e

Giovanna in valle reatina, dal momento che non

c’erano mai state. Abbiamo così deciso di arrivarci in

treno, trascorrendo due bei giorni a Greccio e a

Fontecolombo.

Rientrati a Città di castello nella mattinata di

giovedì 26, dopo aver pernottato presso quella

aristocratica dimora che è la “Villa La quiete” dei

dehoniani di Foligno, abbiamo ripreso l’autovettura

lasciata in convento e siamo ritornati a casa… Così è

andata! Pace!

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

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…dai Monasteri

Risonanza dalla giornata Conlusiva del Capitolo provinciale

22 giugno

2013 Assemblea intermedia della Federazione Clarisse Liguria-Lombardia-Piemonte

2-8 giugno

2013

IL CENTUPLO IN FRATELLI

E’ stato bello poter condividere la mattinata dell’ultimo giorno del

capitolo dei nostri fratelli a Baccanello. Bello questo tempo di fraternità

semplice e spontanea.

Mentre li guardavo nei vari momenti della giornata pensavo: tanti

volti di uomini, di storie, sconosciuti, ma che sono diventati miei fratelli,

per dono, per grazia.

Che bello!

Davvero il centuplo del Vangelo!

Mi ha allargato il cuore e mi ha commosso questo pensiero,

soprattutto durante la celebrazione eucaristica, in cui tutti eravamo e

siamo famiglia: frati minori, sorelle povere, fratelli e sorelle dell’OFS. Il

segno della benedizione finale ci ha ricordato tutto questo e ce l’ha

ridonato nella semplicità di quel gesto di consegna e di affidamento.

Una fraternità semplice che ho respirato ancora di più durante il

momento conviviale del pranzo, nell’intrecciarsi di parole, di sguardi, di

scambi, di battute fraterne.

Proprio come avviene in famiglia, in cui con spontaneità e

scioltezza si sta insieme, ci si può consegnare gli uni agli altri anche

attraverso una battuta, una risata, che rende lo stare insieme molto più

semplice, più umano e perciò più evangelico.

Che bello!

Grazie fratelli e buon cammino insieme!

sr. Chiara Benedetta

VINO NUOVO IN OTRI NUOVI

NELLA VIA DELLA COMUNIONE

Con questo tema ci siamo incamminate nella nostra assemblea

federale intermedia svoltasi ad Albino nei giorni dal 2 all’8 giugno.

Presenti: le madri, una sorella delegata per ciascuna delle 11 comunità

della federazione, il consiglio federale e il nostro nuovo assistente, fra

Emilio Amadeo.

Il primo giorno la lectio introduttiva di fra Emilio sul Vangelo di Luca

5, 33-39 ci ha offerto spunti e provocazioni per il nostro cammino

federale, con l’invito ad essere aperte al futuro di Dio, ai suoi nuovi

interventi, superando l’ovvio, il ripetitivo, evitando gli aggiustamenti, gli

strappi, per vivere e crescere sempre più nella comunione.

A partire dal suo invito a vivere l’assemblea come possibilità di

ricerca, di scambio fraterno, di ascolto reciproco a servizio della vita,

abbiamo percorso le diverse giornate, partendo dalla realtà di ciascuna

comunità e dall’attuale configurazione della federazione, per affrontare

le sfide del presente e del futuro, mosse dal desiderio di osare passi nuovi

ma anche frenate da paure e resistenze.

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

35

…dai Monasteri

Assemblea Clarisse Italiane

23-29 giugno

2013

Il confronto tra noi ha fatto emergere le diversità ma anche il

desiderio e la ricerca nel rafforzare la comunione attraverso tutti quei

passi e quelle possibilità di conoscenza, di condivisione, di formazione che

aprono strade e percorsi.

’incontro avuto con i due Ministri provinciali, fra Francesco e fra

Mario, ci ha aiutato a riflettere ancora di più sul nostro cammino di

federazione, ci ha reso ancora più partecipi del cammino di

interprovincialità, ci ha rinsaldato nel legame e nella ricerca di una

maggiore vicinanza e reciprocità con i nostri fratelli.

Anche la presenza del vescovo di Bergamo, mons. Francesco

Beschi, ci ha fatto sentire dentro quel respiro ecclesiale in cui siamo

inserite e in cui ci muoviamo e desideriamo vivere.

Le scelte concrete che abbiamo individuato attraverso le mozioni

finali dicono la ricerca e l’impegno per il cammino che ci sta davanti

perché, aperto allo Spirito, possa aiutarci sempre più a riqualificare

evangelicamente il nostro quotidiano.

ASSEMBLEA NAZIONALE

Dal 23 al 29 giugno si è celebrata a S. Maria degli Angeli

l’assemblea nazionale delle presidenti e dei consigli federali d’Italia, che si

svolge ogni tre anni. L’assemblea, alla quale hanno partecipato 41

sorelle, si è articolata in momenti e fasi diverse.

I primi giorni sono stati dedicati al tema centrale dell’assemblea:

“La forza si manifesta pienamente nella debolezza. Le nostre comunità

nell’esperienza della debolezza: tempo degli inizi, della perseveranza, del

compimento. Luoghi e percorsi”.

Su questo tema il primo giorno erano previste una lectio di Luciano

Manicardi e una relazione di fra Massimo Reschiglian. A partire da queste

due relazioni e dall’Instrumentum laboris nei giorni seguenti c’è stato un

confronto prima nei diversi gruppi e poi in assemblea con la sintesi dei vari

gruppi e il dibattito-confronto tra le sorelle.

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

36

Capitolo elettivo sorelle Clarisse Cademario 6 Settembre 2013

…dai Monasteri Il tema, molto concreto e reale, ha avuto uno scambio intenso

e vitale, anche per le situazioni che tutte le comunità vivono riguardo

l’esperienza della debolezza e fragilità nelle varie fasi della vita.

Sono poi seguiti due incontri:

Il primo con fra José Carballo, segretario della CIVCSVA, con il

quale abbiamo vissuto prima un ascolto di una sua breve relazione e

poi un confronto con domande, problematiche e situazioni concrete

che si vivono nelle comunità.

Il secondo con p. Sebastiano Paciolla, sottosegretario della

CIVCSVA, che ci ha presentato il nuovo decreto della Congregazione

per gli assistenti, rispondendo a diverse nostre domande di

chiarificazione.

In assemblea sono state elette per questo triennio la

coordinatrice, Madre Angela Emanuela Scandella (federazione

Umbria-Sardegna) e la vice-coordinatrice, madre Maria Paola Bentini

(federazione Veneto-Emilia Romagna).

All’interno di queste giornate un momento intenso è stato il tempo di

preghiera presso il corpo della M.S. Chiara e l’incontro con le sorelle

del Protomonastero.

All’intercessione della nostra sorella e madre Chiara affidiamo il

cammino di tutte le sorelle povere d’Italia perché sia sempre più un

cammino di comunione nella fedeltà al carisma che abbiamo

ricevuto.

Lo scorso 6 settembre abbiamo celebrato, assieme a P.

Francesco Bravi e a P. Giuseppe Maffeis, il terzo capitolo elettivo della

nostra giovane fraternità. Era il secondo capitolo celebrato sotto la

guida dei frati della provincia lombarda e il primo dopo il rientro a

Cademario, nel nostro monastero rinnovato.

La novità della casa, che abbiamo iniziato ad abitare

esattamente un anno fa, il 27 ottobre 2012, ha avuto un

prolungamento con la novità che ci ha portato il capitolo: dopo 16

anni di fedele servizio, madre Chiara Myriam ha chiesto di lasciare la

guida della comunità e noi abbiamo chiesto allo Spirito Santo la luce

per scegliere la nuova madre. Così, con sorpresa e trepidazione

grande, mi son trovata in mano il “testimone”! Sì, ogni passaggio nella

vita della Chiesa e della nostra fede - come ci ha detto papa

Francesco di recente - avviene sempre da persona a persona, proprio

come accade quando, da mano a mano, ci si passa il testimone in

un gioco di squadra.

La presenza di Padre Francesco è stata determinante in questo

passaggio e nel cammino di discernimento fatto nei giorni precedenti

il Capitolo: ci siamo sinceramente meravigliate di noi stesse, della

capacità di lavoro fraterno che egli ha saputo animare in noi,

accompagnandoci con sapienza e discrezione.

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

37

Capitolo elettivo sorelle Clarisse Cademario 6 Settembre 2013

Madre

sr. Maria Maddalena Pradelli

Vicaria

sr. Maria Rita Silini

Discreta

sr. Chiara Myriam Polito

…dai Monasteri

A dire il vero, in questo passaggio dall’antico al nuovo, in una

continuità tra il prima e il dopo della nostra storia, è stata

determinante anche la Parola spezzataci da fr. Giuseppe in un giorno

di ritiro pre-capitolare, sul Libro di Rut. L’interpretazione delle figure di

Noemi e di Rut, rispettivamente come la madre della prima

generazione e la madre della nuova, ci ha dato luce per scoprire

nella nostra piccola comunità di sei sorelle capitolari la presenza di tre

“Noemi” e tre “Rut”, chiamate le une ad un compito di memoria e

custodia delle radici, le altre all’audacia e al rischio del nuovo, in

un’amicizia e solidarietà feconde di unità e di amore. Ringraziamo di

cuore i nostri frati che son stati per noi canali della grazia del Signore

in questa esperienza e assicuriamo la nostra preghiera a tutti, in

questo nuovo triennio che è iniziato in concomitanza per noi e per

loro. Il Signore sia sempre con noi ed Egli faccia che noi siamo sempre

con Lui!

Sr. Maria Maddalena e

Sorelle

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Alcune riflessioni sulla fraternità nel Primo Testamento

Relazione di fratel Luca Monaco di Dumenza

13 aprile 2013 Ome (BS)

PRIMA PARTE

38

PREMESSA Nei due incontri che ci attendono vorrei proporre alcune riflessioni

sulla fraternità facendo attenzione prima alla riflessione che incontriamo

nel Primo Testamento, sul quale ci soffermeremo oggi pomeriggio; poi

all’annuncio del Nuovo Testamento, al quale dedicheremo la mattinata

di domani. Il discorso, ovviamente, è molto ampio e complesso, quindi

dovrò necessariamente fare delle scelte molto selettive. Vorrei partire

da una premessa, che fa riferimento a tre piccoli passi biblici che

possono introdurci bene nella nostra riflessione.

«Dov’è Abele, tuo fratello?» (Gen 4,9), domanda Dio a Caino,

facendo eco al primo interrogativo posto all’Adam: «Dove sei?». «Sono

in cerca dei miei fratelli» (Gen 37,16), risponde Giuseppe a chi gli chiede

«cosa cerchi?». «Ecco, com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano

insieme!», esclama il Salmo 133. Tre passi biblici, tre luoghi simbolici in cui

raccogliere la riflessione del Primo Testamento sulla fraternità Ci

ricordano che secondo le Scritture la fraternità può essere celebrata

nella sua bellezza, come fa il Salmo 133, soltanto al termine di un

paziente e faticoso cammino di ricerca, che da una parte viene

sollecitato dall’interrogativo di Dio, il quale ci chiede conto del nostro

fratello e di dove egli sia (per poter rispondere anche alla domanda

‘dove sei tu?’); dall’altra si scontra continuamente con l’inadeguatezza

umana e il suo peccato. Giuseppe cerca i suoi fratelli ma, anziché la

gioia della fraternità, trova l’esclusione dalle relazioni fraterne. Del resto,

la prima pagina biblica sulla fraternità è proprio quella in cui Caino

uccide Abele. Non c’è pertanto nessuna visione idealizzata o idilliaca

dei rapporti fraterni. Anzi, essi sono spesso segnati da gelosie, invidie,

incomprensioni, persino dalla violenza del sangue versato. Le Scritture,

insomma, non ci propongono dei modelli astratti di fraternità; né si

limitano a un insegnamento teorico o ad affermare valori; piuttosto

colgono le relazioni fraterne nel loro faticoso intessersi, sia storico sia

esistenziale. Oltre ad affermare il bene della fraternità, cercano di

individuare quali siano le resistenze, gli atteggiamenti inadeguati, le

colpe e i peccati che sempre la minacciano e così spesso ne

infrangono il sogno. Sarà il Nuovo Testamento a svelarlo pienamente,

ma lo sguardo è già pasquale: come Dio resuscita la vita dalla morte,

così la relazione fraterna matura dentro i fallimenti umani.

TRE PECCATI CONTRO L’ALTERITÀ A questo riguardo è particolarmente illuminante la riflessione alla

quale ci provoca il libro della Genesi. Noi siamo abituati a pensare al

racconto di Genesi e al peccato originale, quello di Adamo ed Eva. Ma

più precisamente i primi undici capitoli della Genesi ci parlano di tre

peccati, in un certo senso tutti ‘originali’, in quanto colgono l’uomo

nella relazione con la sua origine, da cui dipende e riceve vita. Questa

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

39

relazione viene poi declinata in modalità diverse: nel rapporto con Dio (il peccato di

Adamo); nel rapporto con il fratello (il peccato di Caino); nel rapporto più ampio con la

dimensione sociale e politica (il peccato di Babele). Non abbiamo ora il tempo e il

modo di soffermarci su questo aspetto, ma potremmo dire in sintesi che in tutti e tre i

peccati si manifesta una medesima radice: l’incapacità di accogliere e di custodire la

differenza vivendola come spazio dell’incontro e del dono, anziché fraintenderla come

spazio dell’invidia e della gelosia. Ciò è tanto più evidente se ricordiamo come il verbo

fondamentale con cui la Genesi descrive la creazione è il verbo ‘separare’. Creare

significa per Dio separare la luce dalle tenebre, le acque al di sopra dalle acque al di

sotto, il firmamento dalla terra, il giorno dalla notte, e così via, fino a giungere all’ultima e

definitiva separazione: l’uomo dalla donna. Dio crea rendendo ‘altro’, ponendo

un’alterità, una differenza, come spazio del dialogo e dell’incontro, perché per Dio

creare non significa semplicemente far sussistere le cose, ma consentire loro di essere in

relazione. L’atto creatore mira non soltanto all’esistenza, ma all’essere in relazione, al

creare relazione. È nella relazione che la creazione giunge a compimento. Anche per

questo la creazione si compie nel sabato, giorno che celebra il respiro e il riposo della

comunione.

Di fronte a questo disegno di Dio, i tre peccati della Genesi manifestano

l’incapacità di accogliere lo spazio della differenza come spazio dell’incontro e della

comunione.

Adamo è incapace di comprendere il senso del divieto che Dio gli impone:

«Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del

bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai,

certamente dovrai morire» (Gen 2,16-17). Questo ‘no’ è per far capire che tutto il resto è

un ‘sì’. Un solo frutto viene proibito perché Adamo possa comprendere che tutto il resto

viene donato. E donato due volte: una prima volta perché è stato creato, una seconda

volta perché non viene proibito. Ripeto: l’unico ‘no’ viene detto perché l’uomo possa

comprendere il sì di Dio alla sua vita. In secondo luogo, è un ‘no’ che custodisce lo

spazio della differenza, dell’alterità, perché sia vissuto come spazio della condivisione e

della comunione. La comunione è possibile solo quando ci sono delle differenze.

Quando io non ho tutto ciò che voi avete, quando io ho qualcosa che voi ancora non

avete. É questa differenza, è questa mancanza a rendere possibile l’incontro perché

consente, e nello stesso tempo esige, che mettiamo in comune sia i nostri beni, sia le

nostre mancanze o i nostri bisogni.

Una dinamica simile si ripresenta nella vicenda di Caino e Abele. Anche tra

loro c’è un’alterità, una differenza, che può essere accolta come lo spazio del dono,

oppure venire fraintesa, e allora diventa luogo di invidia, di gelosia, di concorrenza, e

dunque di tentazione e di peccato. Questa seconda possibilità dell’ambivalenza è

quella percorsa da Caino. Caino soffre e non accetta la predilezione di Dio per Abele,

ma in questo atteggiamento si cela la sua incapacità di accettare la diversità di Abele.

La libertà di Dio non è arbitraria e Dio non concede privilegi, ma di fatto il suo amore si

manifesta sempre come una predilezione, perché davvero egli ci ama in modo

singolare, personale, unico – ciascuno come un figlio unico – e di conseguenza il suo

modo di amare l’altro sarà sempre diverso dal modo altrettanto unico e singolare con il

quale ama me. Caino non accetta questa predilezione di Dio perché non accetta in

radice la diversità di Abele. Lo vorrebbe come un altro se stesso. Ma questo significa

uccidere Abele perché resti soltanto Caino. Questa è la philautìa, l’amore di se stessi

“Questo NO per far capire che tutto il resto è SI”

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

40

che uccide ogni altro amore, ogni altra relazione, perché non accetta la diversità

dell’altro e lo vorrebbe come un altro se stesso.

Una terza radice di peccato, una terza tentazione è la philarchìa, che collego

a un terzo peccato, quello della torre di Babele. È l’amore per il primato, il desiderio di

primeggiare, di diventare grandi, sacrificando a questo nostro progetto di realizzazione

di noi stessi ogni altra relazione.

Di fronte a questo disegno di Dio, Babele rappresenta dunque una terza

disobbedienza radicale, dopo il peccato di Adamo e quello di Caino. Potremmo

affermare che la sua torre non può non crollare, perché nel suo tentativo si manifesta

ancora una volta un progetto de-creante: se creare è porre in essere l’alterità, Babele,

con la sua artificiosa univocità, in cui le differenze sono ridotte a uniformità nella pretesa

di parlare tutti la stessa lingua, non può che crollare, degenerando nel caos uniforme,

primordiale, che precede il gesto creatore di Dio. Anche se non va dimenticato che il

racconto di Babele solleva comunque un interrogativo giusto e necessario, che non è

possibile eludere: come l’alterità, o la diversità, anziché degenerare nella confusione e

nella dispersione, nell’incomprensione e nella conflittualità, possono divenire spazio di

incontro e di comunione? Come può l’uomo abitare Babele per rispondere anche in

essa alla sua vocazione originaria di essere ponte di comunione che fa incontrare le

differenze?

Non dobbiamo peraltro dimenticare che secondo la Bibbia il primo fondatore

di una città è proprio Caino (cfr. Gen 4,17). È come se l’autore biblico volesse in tal

modo ricordarci due realtà: la prima, che la città nasce da sempre segnata da una

violenza, quella del sangue del fratello versato; la seconda, che la città viene sempre

cercata dall’uomo come luogo in cui imparare ad accogliersi e a vivere nella pace,

cercando di vincere la tentazione della violenza e del conflitto.

La tradizione ebraica si è a lungo interrogata sul perché Dio impedisca la

realizzazione di un progetto animato da un giusto desiderio, quello di ‘non disperdersi su

tutta la terra’ (cfr. Gen 4,4), ed è giunta a dare una prima risposta in un suggestivo

racconto, che possiamo leggere nella raccolta di leggende ebraiche curata da Louis

Ginzberg. Narra la leggenda che a un certo punto la torre divenne così alta che, per

salire fino alla cima, occorreva un anno intero (e quindi occorreva un altro anno per

scendere a terra a prendere un altro mattone) e «agli occhi dei costruttori un mattone

divenne allora più prezioso di un essere umano. Perché se un uomo precipitava e moriva

nel salire verso la torre, nessuno vi badava, ma se cadeva un mattone tutti piangevano,

perché per sostituirlo sarebbe occorso un anno. Passò allora di là il Signore e vide che gli

uomini che cadevano dall’impalcatura non erano pianti, ma il mattone cotto trovava

grande pianto, e allora li maledisse e li disperse su tutta la terra» (L. GINZBERG, Le leggende

degli ebrei. I. Dalla creazione al diluvio, Adelphi, Milano 1995 (= Biblioteca Adelphi, 314), 170).

Possiamo ampliare ulteriormente questo racconto per capirlo meglio: giunge

il giorno in cui la torre è diventata così alta che occorre un anno per salire e un anno per

tornare indietro. Quando, dopo due anni, si scende in basso, cosa succede? Non ci si

riconosce più, si diviene incapaci di parlare la medesima lingua, perché si è persa quella

prossimità familiare che è il grembo fecondo per ogni relazione. In due anni possono

essere successe tante cose: un bambino è nato, qualcun altro è morto, della gente si è

sposata, altri hanno litigato o si sono riconciliati. Un intero mondo umano si è mosso, ma

non c’è stato tempo per porvi attenzione, perché tutto era fagocitato dalla costruzione

della torre. In questo modo, lentamente ma inesorabilmente, un mattone diviene più

“agli occhi dei costruttori un mattone divenne più prezioso di un essere umano”

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

41

importante della vita umana e il progetto della

torre si sostituisce, diventa più centrale di quelle

relazioni umane che pure inizialmente intendeva

servire, desiderava onorare. Ed è a questo punto

che Dio scende a confondere le lingue ma, di

fatto, porta alla luce qualcosa che già si era

verificato, un’incapacità di parlare insieme la

stessa lingua, di comunicare, perché tutti

parlavano ormai non più la lingua delle relazioni,

ma la lingua artificiosa del proprio progetto,

della torre, del mattone. Gli uomini di Babele

erano di fatto diventati incapaci di parlare il

linguaggio della gratuità delle relazioni, della prossimità amicale; il linguaggio della

parola, dello sguardo, dell’incontro che custodisce il giardino custodendo le differenze

come luogo di relazione.

Il peccato di Babele, secondo il racconto di Genesi, sembra tuttavia essere

generato da una tentazione più radicale, che viene subito ricordata dal primo versetto

del capitolo 11, in cui l’autore biblico narra che «emigrando da oriente gli uomini

capitarono in una pianura nella regione di Sinar e vi si stabilirono». L’oriente è il luogo di

Dio, ed è anche il luogo di un sorgere del sole riguardo al quale non puoi fare nulla

perché si affretti a rischiarare la tua notte. Puoi solo attendere, confidando in una

promessa, custodendo una speranza. Gli uomini di Babele, al contrario, emigrano da

oriente, volgono le spalle a tutto questo. Sono in preda al disorientamento più radicale e

la loro stessa impresa fallimentare lo dimostrerà (Cfr. P. DE BENEDETTI, Globalizzazione, al negativo e

al positivo, nel pensiero biblico, in RTM 34 (2002/135), 335-338).

Per comprendere più a fondo il senso di questo orientamento, o in negativo la

tentazione di questo disorientamento, occorre qui ricordare che l’uomo biblico abita la

terra collocandosi in essa in una posizione assai diversa, addirittura capovolta, rispetto a

quella in cui spontaneamente ci collochiamo noi, soprattutto noi uomini e donne

occidentali. In ebraico uno stesso termine indica ‘dietro’ e ‘dopo’. Per noi è impensabile,

perché il ‘dopo’ lo immaginiamo sempre come qualcosa che ci sta ‘davanti’, non

‘dietro’, alle spalle. Siamo appunto rivolti a occidente, e guardiamo al futuro come un

tempo che ci sta davanti, da progettare, costruire, dominare. L’uomo biblico abita

invece la terra ‘orientato’, rivolto cioè a oriente, verso l’origine, e il ‘dopo’ lo immagina

‘dietro’, alle spalle, come un mistero che si rivela, o una promessa che si offre, che non

può essere dominata, ma va accolta, con la stessa sorpresa con cui si accoglie ogni

giorno un’alba che, senza che tu debba o possa fare qualcosa per essa, torna a sorgere

gratuitamente sulla tua vita, con il suo carico di novità e di promessa. Ritrovare il proprio

orientamento significa comprendere che la vita non è solo progetto, ma è frutto di una

promessa. Il progetto è ciò che tu getti-pro, prendi e getti davanti ai tuoi passi

guardando a occidente, innalzandolo come una torre; la promessa al contrario è ciò

che un altro, ancora un’alterità!, ti mette-pro, davanti ai tuoi passi, e che puoi

riconoscere solo volgendoti a oriente, non più solo verso ciò che devi fare, ma verso ciò

che devi attendere e puoi sperare. Abitare la terra e custodire il giardino, edificare una

città per non disperdersi su tutta la terra, significa anche ricordare che le relazioni non si

progettano in modo ideologico o utopico, imponendo l’unica lingua della propria torre,

ma le si accolgono riconoscendo quella promessa di Dio che è iscritta, in modo

nascosto e pure reale, in ogni esistenza umana, nella diversità della lingua che ciascuno

singolarmente parla.

“La vita non è solo progetto, ma frutto di una promessa”

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

42

LA RISPOSTA DI DIO Come Dio risponde al peccato?

Al capitolo 12 si apre la seconda parte della

Genesi, con la chiamata di Abramo: dentro la storia

umana, esplorata nelle sue strutture universali e

permanenti, ecco che gradualmente matura il progetto

salvifico di Dio.

Al principio tutto era buono e la totalità era

molto buona. Venne il peccato e il bene diventò male:

la terra fertile dà cardi e spine, la fecondità è dolorosa,

l’amore è passione e sottomissione. La prima fraternità

termina in un fratricidio e Lamec proclama il principio

della vendetta, che è il trionfo del male moltiplicato.

Lamec ha potuto dire al male: «Cresci e moltiplicati».

Dio interviene, staccando dal corso della

storia un uomo eletto, Abramo. A partire da questo

momento, benché continui l’«ostilità» e la lotta tra male

e bene, il bene seppur faticosamente incomincia a trionfare. Le divisioni per interessi dei

fratelli, Abramo e Lot, si compongono pacificamente, la rottura di Giacobbe e di Esaù

viene risanata. Nel finale della storia di Giuseppe e dei suoi fratelli, anche il male si pone

al servizio del bene, per l’azione di Dio (L. ALONSO SCHÖKEL, Dov’è tuo fratello? Pagine di fraternità

nel libro della Genesi, Paideia, Brescia 1987, p. 381).

Nella prima parte della Genesi incontriamo il racconto di Caino e Abele, che

evidenzia le dinamiche del peccato che minacciano la fraternità; nella seconda parte

ecco la storia dei figli di Giacobbe, con il disegno di Dio – del quale Giuseppe diviene

sapiente interprete – che ritesse la fraternità lacerata. Val la pena riflettere su queste

due pagine che nel loro accostamento ci rivelano alcuni tratti fondamentali della

relazione fraterna.

C’è un versetto celebre nel ciclo di Giuseppe, che viene scelto da molti

commentatori come cifra emblematica dell’intera sua vicenda. L’ho già citato nella

premessa a questa riflessione e ora vi torno sopra: Lo leggiamo nel capitolo iniziale, in

37,16. Giacobbe invia Giuseppe a domandare notizie sui suoi fratelli, che stanno

pascolando il gregge lontano da Ebron, a Sichem. Giuseppe va, non trova

immediatamente i fratelli e, mentre sta vagando nella campagna, è lui a essere trovato

da un tale che gli chiede: «Che cosa cerchi?». E Giuseppe risponde: «Sono in cerca dei

miei fratelli». Parole essenziali nelle quali si manifesta simbolicamente la ricerca, ma

potremmo dire anche la ‘speranza’ di Giuseppe: la speranza e la ricerca di una

fraternità, che per la Bibbia è sempre, a partire dalla vicenda dei primi due fratelli, Caino

e Abele, terreno minato, pieno di insidie, di tentazioni, di inganni e di violenze. Tale sarà

anche la vicenda di Giuseppe: inviato dal padre a cercare i suoi fratelli, a informarsi su

come stanno, o più esattamente a domandare circa la loro ‘pace’, il loro shalom (come

recita il testo ebraico), anziché la pace e la fraternità, troverà il rifiuto e la violenza.

Per la Genesi Giuseppe è anche l’uomo dei sogni. Ricordiamo tutti come i

suoi sogni abbiamo un’importanza decisiva nella sua vicenda, e dovremo prestare a essi

qualche attenzione. Il sogno ha a che fare con la speranza. Sperare significa un po’

sognare, nello stesso tempo sognare rischia di falsificare la vera speranza, o quanto

meno di alterarla, di comprometterla. Vedremo come per Giuseppe diventare capace

di speranza significherà dare una interpretazione diversa ai propri sogni.

“Che cosa cerchi? …Sono in cerca dei miei fratelli”

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Scheda a cura di

fr. Davide Sironi

LE NEVI DEL

KILIMANGIARO di Robert Guédiguian

Con Ariane Ascaride,

Jean-Pierre Darroussin,

Gérard Meylan,

Maryline Canto,

Grégoire Leprince-

Ringuet

Drammatico

durata 107 min.

Francia

2011

LE NEVI DEL KILIMANGIARO

FilmiAmo…

34

Michel, operaio dei cantieri navali di Marsiglia e rappresentante

sindacale nella sua fabbrica, finisce in cassa integrazione insieme ad

altri colleghi. La fatica di accettare la nuova condizione di vita è

attutita dall’affetto dolce e ironico della moglie Marie-Claire e dalla

presenza vitale di figli e nipoti. Ma una rapina subita in casa da due

malviventi che rubano soldi e i biglietti per un viaggio in Africa alle

falde del Kilimangiaro regalati da amici e colleghi, apre a una revisione

di vita. Idee, scelte e convinzioni vengono rimesse in discussione.

L’incontro e scontro con chi vive un’esistenza difficile, segnata da

abbandoni, povertà e rabbia, conduce i due coniugi e i loro familiari

alla riscoperta di una solidarietà meno ideologica.

Apriamo questa nuova stagione di FilmiAmo con una pellicola

non recente, ma uscita nelle sale nel 2011. Liberamente ispirato al

poema di Victor Hugo “La povera gente”, il regista Robert Guédiguian

realizza un film attuale che unisce dramma sociale e la delicatezza

degli affetti familiari che offrono calore, comprensione, speranza.

La crisi colpisce i cantieri navali di Marsiglia e venti operai

perdono il lavoro. Si tira a sorte perché sembra la forma più

democratica e giusta proposta dal sindacalista Michel - Jean-Pierre

Darroussin - che risulta alla fine tra i sorteggiati. Potrebbe iniziare per lui

un periodo di frustrazione, di vuoto, di rassegnazione, invece grazie alla

vicinanza amorevole della moglie e alla possibilità di dedicarsi ai nipoti,

Michel riesce ad assaporare anche la bellezza di una assolata giornata

al mare.

Amici e colleghi organizzano per Michel e Marie-Claire - Ariane

Ascaride - una festa per i loro trent’anni di matrimonio e regalano loro

due biglietti per un viaggio in Africa nel paese dei Masai ai piedi del

Kilimangiaro e una considerevole quantità di soldi. Sembra che si possa

realizzare un sogno, ma presto si infrange contro la rabbia e la

disperazione di chi, colpito dalla crisi economica ma soprattutto dagli

affetti traditi, cerca di sopravvivere. Christophe - Grégoire Leprince-

Ringuet - è un giovane licenziato anch’egli dai cantieri navali che

tenta di accudire i due fratelli più piccoli e di sopperire all’assenza di

una madre non ancora diventata adulta. Presente alla festa di Michel

e di sua moglie vede nei soldi regalati alla coppia un piccolo tesoro

per tirare avanti. Con un complice rapina la coppia e i cognati una

sera facendo irruzione nella loro casa con una violenza smisurata.

Per una serie di coincidenze Michel riesce a risalire all’identità

del suo ex collega improvvisatosi rapinatore per poter pagare l’affitto e

sfamare i due fratellini. In nome della giustizia, decide di denunciarlo e

43

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

farlo arrestare. Ma due incontri con Christophe e la conoscenza delle miseria affettiva ed

economica in cui si trova, iniziano a scavare nella coscienza di Michel facendo emergere

dubbi sulle sue convinzioni ideologiche, politiche, sociali che lo hanno accompagnato per tutta

la vita.

Inizia un viaggio non verso l’Africa ma dentro la propria esistenza, le proprie relazioni,

anche familiari. Il confronto con chi è diverso per cultura, formazione, età, per condizioni di vita,

richiede di rimettere in discussione le proprie categorie interpretative, la valutazione del

concetto di classe sociale e di chi oggi può essere considerato proletario o borghese.

Così come l’andare in un paese straniero richiede di imparare una nuova lingua, di

conoscere l’humus, così Michel è chiamato ad apprendere un nuovo linguaggio esistenziale:

quello di chi è estraneo a elaborate teorie socio-economiche, lontano da un benessere

dignitoso, privato di un ambiente familiare dove potere sperimentare la presenza di persone

adulte in grado di accudire e essere un punto di riferimento. Michel si pone domande, che

condivide con la moglie, per guardare a ciò che è e a ciò che si guadagnato con la fatica del

lavoro e dell’impegno civile. Inizia ad assumere il punto di vista anche dell’altro, di chi

appartiene a un paese lontano - abita tra le nevi del Kilimangiaro - pur vivendo nella stessa

città.

Dopo una vita spesa a costruire navi imponenti, ora Michel è chiamato a costruire, con

l’arte del vivere appresa in tanti anni e con l’aiuto di chi lo ama, una imbarcazione più piccola

che non deve solcare i grandi mari, ma percorre i rigagnoli che scorrono tra le case che lo

circondano. Come un barchetta di carta sospinta dallo scorrere delle acque.

Questo il viaggio: navigare verso gli estranei, così lontani eppur così vicini, anch’essi

desiderosi di avere una vita più umana. Spesso chi sta ai margini sbaglia, diventa violento e

incivile, ma resta un uomo da incontrare. Michel con la vicinanza della moglie, una donna

pratica che agisce mossa dalla vera carità e dalla grazia femminile, riuscirà a compiere questo

viaggio accogliendo in casa i due fratelli di Christophe e aprendosi a una nuova visione della

realtà. Stando in riva al mare della propria città si può vedere ciò che forse neppure l’Africa è in

grado di offrire.

Il regista Robert Guédiguian realizza un film tutt’altro che drammatico, cupo e senza

speranza, riesce a dipingere a tinte tenui e luminose un quadro contemporaneo dove si rivela

che il cuore dell’uomo non è ancora totalmente chiuso, indifferente. Dove l’ideologia può

lasciare il passo alle idee che diventano vita concreta condivisa. Non è richiesto di abdicare

alla giustizia in nome della carità: diverrebbe buonismo, assistenzialismo immaturo. Ma di non

separare la verità dalla carità: quella incarnata che sa fare comunione.

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Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

LUGLIO 2011

A cura di

fr. Enzo Pellegatta

09-12

Monte Mesma (NO)

20 -

Chieve (CR)

05 - 10

Assisi (PG)

07 -

Calusco d’Adda (BG)

17 - 24

Tremosine (BS)

30 -

Milano

LUGLIO 2013

NOTIZIE di CASA

Nel locale Convento il Definitorio si riunisce per la prima parte del

Congresso Capitolare.

Nella chiesa parrocchiale si celebrano in mattinata i funerali del

sig. Vincenzo Naldi, papà di fr. Franco.

Casa Leonori: si riuniscono i Definitòri del Nord Italia. Nell’ambito

dell’incontro i Definitòri celebrano la seconda parte del

Congresso Capitolare.

Nella chiesa parrocchiale, con partenza del corteo funebre dal

convento di Baccanello, si celebrano i funerali di fr. Fortunato

Vitali, di anni 90 appena compiuti. Era ricoverato da pochi giorni

nell’infermeria di Sabbioncello, dopo un lunga vita religiosa spesa

nell’esercizio della questua e in molteplici attività conventuali.

Riposa nel cimitero di Calusco d’Adda.

Fr. Giambattista e fr. Carlo animano la settimana itinerante

vocazionale “Quale amore?”, con la partecipazione di sei

giovani.

Presso la Curia provinciale fr. Celestino Pagani, fr. Enrico Russotto

e fr. Enzo Imbimbo rinnovano i voti in vista della professione

solenne.

AGOSTO 2013

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Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

NOTIZIE di CASA

06 -

Cademario (CH)

07 -

Baccanello

08 -

Dongo (CO)

09 -

Calusco d’Adda (BG)

09 -

Turate (CO)

09 -14

Villa Verucchio (RN)

SETTEMBRE 2013

Nel monastero delle sorelle Clarisse si celebra il Capitolo elettivo,

sotto la presidenza di fr. Francesco Bravi.

Nel Convento s. Maria Assunta: in mattinata si riunisce il Collegio

dei Ministri provinciali del Nord Italia. Al termine della loro

riunione, alle ore 12.00 si celebra il rito della Vestizione. Vestono i

panni della prova Matteo Rizzo e Francesco Bogoni della

Provincia del Veneto. Presiede il Ministro del Piemonte fr.

Maggiorino Stoppa, assieme al Ministro del Veneto fr. Antonio

Scabio, al Ministro della Lombardia fr. Francesco Bravi, al Ministro

della Liguria fr. Mario Vaccari, al Ministro di Emilia-Romagna fr.

Bruno Bartolini, al Ministro del Trentino fr. Francesco Patton. I due

neo-novizi iniziano il periodo di Noviziato assieme a fr. Jak

Kolgjeraj, fr. Kastriot Demaj e fr. Eduard Ulaj della provincia di

Albania, la cui vestizione era stata celebrata in precedenza nella

loro terra d’origine. Nel pomeriggio alle ore 16.00 concludono il

Noviziato con la Professione temporanea fr. Francesco Velluto e

fr. Tiziano Pugliese della Provincia di Emilia-Romagna, fr. Andrea

Maset della Provincia del Veneto e fr. Andrea Koray Yilmaz della

Fondazione Beato Egidio di Assisi (Palestrina). L’Eucaristia è

presieduta dal Ministro del Trentino fr. Francesco Patton.

Nel locale Convento, in occasione della festa patronale della

Madonna delle Lacrime, il Ministro fr. Francesco Bravi presiede la

celebrazione eucaristica con la quale si è inaugurato l’anno di

celebrazioni per i 400 anni della presenza dei frati minori a

Dongo.

Nella chiesa parrocchiale si celebrano in mattinata i funerali del

sig. Luigi Vitali, di anni 84, fratello di fr. Fortunato

Alle ore 21.00, presso la chiesa parrocchiale si celebra l’annuale

commemorazione di fr. Angelo Radaelli.

Nel locale convento di Santa Croce i professi temporanei vivono

gli esercizi spirituali guidati da fr. Andrea Borsin, concludendoli

con la rinnovazione dei voti nelle mani del Ministro provinciale fr.

Bruno Bartolini.

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Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

NOTIZIE di CASA

10 -

Sabbioncello (LC)

13 - 14

Triuggio (MI)

13-15

Caprino Veronese

16 - 19

Verona

17 -

Milano

20 sett. – 2 ott.

Pavia

22 -

Varese

24 -

Pavia

30 -

Busto Arsizio (VA)

SETTEMBRE 2013

Torna alla Casa del Padre fr. Gioacchino Uberti, della provincia

piemontese, da qualche tempo ricoverato nell’Infermeria

provinciale. I funerali sono celebrati giovedì 12 settembre alle ore

11.00 nella chiesa di s. Andrea in Novara (NO).

Il Ministro provinciale partecipa all’Assemblea CISM della

Lombardia.

Presso la Parrocchia di Santa Maria Maggiore ha luogo il

tradizionale incontro di lavoro e preghiera per giovani “Nella

vigna del Signore”.

Nel convento di s. Bernardino si svolge il Convegno degli Istituti

affiliati alla Pontificia Università Antonianum.

Nella Chiesa dei Cappuccini p.zza Velasquez: alle ore 21 si

celebra la Veglia delle Stimmate, organizzata dal MOFRA di

Lombardia.

Si celebra, con grande successo, la Missione Giovani.

Parrocchia della Brunella: nel giorno domenicale i frati, assenti da

Varese sin dagli inizi del mese, celebrano la messa di saluto ai

fedeli della parrocchia di S. Antonio alla Brunella. La

celebrazione si conclude con la benedizione di una targa

commemorativa della presenza dei frati minori a Varese. Alla s.

Messa, presieduta da mons. Agnesi, Vicario episcopale di Varese,

erano presenti il Ministro provinciale, gli ultimi parroci e alcuni altri

confratelli.

Nel locale convento il Definitorio si riunisce per il I° Congresso.

Nella chiesa del Sacro Cuore, in mattinata, viene conferito il

Ministero istituito dell’Accolitato a fr. Simone Menoni

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Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

“L’elemosina

è l’eredità

e la giustizia

che è dovuta

ai poveri;

l’ha acquistata

per noi

il Signore

nostro Gesù

Cristo.

E i frati che si

affaticano

per procurarla

avranno una

grande

ricompensa

e la fanno

guadagnare e

acquistare

a quelli che

fanno

l’elemosina” Rnb IX

Fr. FORTUNATO VITALI

Fr. Fortunato nasce ad Endenna di Zogno (BG) il 5 Agosto

1923 da Pietro e Giuseppina Zanchi e viene battezzato il giorno

stesso nella Parrocchia di S. Maria Assunta con i nomi di Andrea

Pietro.

Ancora bambino, segue i genitori che si trasferiscono a

Vanzone di Calusco d'Adda. Da qui, all'età di tredici anni,

decide di entrare nel Seminario minore di Saiano (BS) il 23

Agosto 1936, dove frequenta la scuola media.

Dopo tre anni come postulante laico a Saiano, il 24

Ottobre 1942 inizia l'anno di noviziato a Rezzato (BS), alla fine

del quale emette la Professione temporanea nelle mani di fr.

Giovanni Chiodini, Ministro provinciale, il 28 Ottobre 1943.

Torna a Saiano con l'incarico di calzolaio e questuante,

servizi che svolgerà in quegli anni anche a Sabbioncello di

Merate (LC) e Milano, presso il Commissariato di Terra Santa in

via Gherardini.

Il 19 Gennaio 1947 emette la Professione solenne nelle

mani di fr. Camillo Merazzi, Ministro provinciale, nel convento di

Baccanello di Calusco d'Adda (BG).

Continua a svolgere l'incarico di questuante a Milano S.

Antonio e Milano S. Angelo. Nel 1954 viene ricoverato in

ospedale perché colpito da tubercolosi e dopo un mese di

cura a Garbagnate viene trasferito presso il sanatorio di

Sondalo (SO), dove trascorre un anno in cura. Rientra nella

primavera del 1955 in convento, a Gargnano (BS), dove

prosegue la convalescenza, fino all'autunno di quell'anno,

quando viene destinato a Milano S. Angelo per riprendere il suo

servizio di questuante.

Svolgerà per tutta la vita, finché le forze glielo

consentiranno, tale incarico presso i conventi di Lodi, Bergamo,

Saiano e, infine, Baccanello, spesso accompagnato

dall'inseparabile cagnolino, il “Ciccino”. La questua fu per fr.

Fortunato una vera e propria missione, importante per portare

generi alimentari e offerte alle fraternità, spesso numerose

come quelle di formazione di S. Angelo, Saiano e Baccanello,

ma ancor più per incontrare moltissime persone nelle loro

situazioni ordinarie di vita, nelle case e nelle cascine di mezza

Lombardia, portando loro la consolazione di una parola buona

e la testimonianza di una vita totalmente affidata a Dio.

Eppure, durante il tempo della formazione iniziale, il giovane fr.

Fortunato aveva scritto al Ministro provinciale, il 30 Settembre

1945, implorandolo di esonerarlo dall'incarico della questua, a

causa del quale doveva trascurare molto la preghiera e,

29 48

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Carissimi fratelli Frati e Sacerdoti, parenti ed amici,

il Signore vi dia pace.

Il Signore Gesu’ ha condotto con se sul monte della Trasfigurazione, il

nostro Fr. Fortunato - di lui abbiamo seguito il cammino fatto nella lettura del

“curriculum” all’inizio della celebrazione - per mostrargli definitivamente il suo

Volto di gloria e farlo partecipe della sua luce, facendolo diventare anche per

noi *segno e anticipo” perché dove è lui saremo anche noi, nella “terra dei

viventi”.

SEGNO, perché come ci ha ricordato la lettura del libro dei Numeri (13

passim) anche per noi, è per la nostra comunità la Terra promessa, la terra del

Signore, è vicina ma va esplorata e poi conquistata.

Mi piace pensare a Fr. Fortunato come a Caleb, il figlio di Iefunne, che

con Giosué – che sarà l’erede di Mosé - si mette in cammino - lo ha fatto con

la professione ben settanta anni fa - e scopre la bellezza e la ricchezza del

dono offerto nella terra ma anche la difficoltà per la conquista. Al ritorno, gli

esploratori non sono creduti, anzi diventano segno di contraddizione, perché si

preferisce quanto dà sicurezza al momento, a quanto si è sempre fatto, di

fronte alla avventura della promessa del Signore.

Perciò Fr. Fortunato è per noi segno del cammino – e quanto ne ha fatto

nella salute e nella malattia, negli anni di ricorso alla “mensa del Signore”. Così

S. Francesco chiama la questua con lo stesso nome della Eucaristia perché essa

è cibo per tutti… E’ il segno di una ricerca che è sempre nuova e imprevedibile.

Fr. FORTUNATO VITALI

affaticandosi parecchio, si era ritrovato più volte in pericolo perché si era

addormentato sul carro in viaggio. Avrebbe preferito fare il cuoco: l'obbedienza

gli chiese per tutta la vita di piegare la sua volontà a quella dei superiori.

Per diversi anni accompagnò il pellegrinaggio dei malati dell'UNITALSI a

Lourdes, facendosi fratello di tanti infermi e pregando con loro la Vergine Maria,

per la quale ebbe sempre una grande devozione.

Da pochi giorni ricoverato presso l'Infermeria provinciale di Sabbioncello di

Merate (LC), al compiersi del novantesimo anno di età, la notte tra la

Dedicazione di S. Maria Maggiore e la Trasfigurazione, fr. Fortunato rendeva

l'anima a Dio, scortato da Maria verso la luce della piena trasformazione della

nostra vita in Cristo.

A laude di Cristo e del poverello Francesco.

49

Omelia di fr. Pierantonio Norcini

al funerale di fr. Fortunato Vitali

Calusco d’Adda (BG), 7 Agosto 2013

Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013

Che obbliga sempre a soluzioni

nuove, magari con “macchine

vecchie” e squassate – quelle

usate da Fr. Fortunato per cose

nuove.

E’ segno di assiduità al

lavoro come S. Francesco ci ha

insegnato: io lavoravo con le mie

mani; ciascuno lavori di onesto

lavoro per fuggire l’ozio e dare il

buon esempio… E’ la nostra madre

terra che produce frutti, che ci

nutre e ci dona cose belle - come

la terra esplorata e vista…

Oltre ad essere “segno” Fr.

Fortunato è stato per noi un

ANTICIPO, l’anticipo della

“comunione dei Santi”, a cui

aneliamo – non è la

Trasfigurazione? - e sulla quale

costruiamo la nostra vita spesso

così incerta e talvolta sedotta dalle

“cose che non sono”, le cose che

passano…

Fr. FORTUNATO VITALI

29 50

Fr. Fortunato, come Mosè, intercede per noi, per la nostra debolezza, per

tutto il popolo che mormora, perché resistiamo alla fatica, perché siamo costanti e

trasparenti - siamo noi stessi secondo la nostra chiamata anche con i nostri limiti…

L’intercessione, la preghiera continua - quanto pregava Fr. Fortunato, e noi

l’abbiamo visto! - è la stessa domanda dei discepoli perché Gesù ascolti la

cananea, perché la sua compassione, che sembra lontana, si manifesti, perché “la

tua fede è grande”.

E mi apre significativo il richiamo ai cagnolini: non è un tratto di Fr. Fortunato

quasi a dare lui le briciole, a comprendere un amore sempre più attento?

Come per il nostro Padre S. Francesco possiamo allo dire con “noi che

siamo stati con lui (che) rendiamo testimonianza che in tutto il corso della sua vita

egli fu verso i fratelli discreto e moderato, in modo però che essi non deviassero mai

dalla povertà e dallo spirito della nostra religione” (FF 1713).

Celebrando i divini misteri riconosciamo e rendiamo grazie per il dono di Fr.

Fortunato, e per lui preghiamo perché splenda della luce di Cristo nella “terra dei

viventi”.

A laude di Cristo e del poverello Francesco. Amen.