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SENATO DELLA REPUBBLICA VII LEGISLATURA 316a SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO GIOVEDÌ 5 OTTOBRE 1978 Presidenza del presidente FANFANI, indi del vice presidente CARRARO e del vice presidente VALORI INDICE CALENDARIO DEI LAVORI DELL'ASSE1\'{ BLEA (28 settembre -13 ottobre 1978) Variazione: PRESIDENTE MURMURA (DC) Pago 13696 . . . 13696 COMMISSIONE PARLAMENTARE D'IN. CHIESTA SULL'ATTUAZIONE DEGLI IN- TERVENTI PER LA RICOSTRUZIONE E LA RIPRESA SOCIO-ECONOMICA DEJ TERRITORI DELLA VALLE DEL BELICE COLPITI DAI TERREMOTI DEL GEN. NAIO 1968 Costituzione ... 13695 DISEGNI DI LEGGE Annunzio di presentazione . . . . . . 13695 Approvazione da parte di Commissione permanente 13696 Deferimento a Commissione permanente in sede deliberante 13695 Deferimento a Commissione permanente in sede referente . . . .. 13696 Trasmissione dalla Camera dei deputati 13695 ENTI PUBBLICI Annunzio di richiesta di parere parlamen- tare su proposta di nomina . . . . . . 13696 MOZIONI, INTERPELLANZE E INTERRO. GAZIONI Annunzio di mozioni e interrogazioni . Pago 13717, 13718 Interrogazioni da svolgere in Commissione 13724 Discus~ione della mozione 1- 00019 dei sena- tori Fabbri, Cipellinl ed altri, concernente i problemi dell'artigianato e della piccola industria, e svolgimento della connessa in- terpellanza 2 - 00227: PRESIDENTE .... BASADONNA (DN-CD) CARBONI (DC) DONAT-CATTIN, ministro dell'industria, commercio e dell'artigianato FABBRI (PSI) POLLASTRELLI (PCI) VETTORI (DC) .. . 13697 e passim .. 13709 . 13706 del . 13717 . 13700 . 13703 . 13713 ORDINE DEL GIORNO PER LA SEDUTA DI VENERDI' 6 OTTOBRE 1978 ..... 13724 PARLAMENTO Convocazione in seduta comune . . . . 13696 PETIZIONI Annunzio ........... 13696 TIPOGRAFIA DEL SENAn (1200) ~ 4

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SENATO DELLA REPUBBLICAVII LEGISLATURA

316a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

GIOVEDÌ 5 OTTOBRE 1978

Presidenza del presidente FANFANI,indi del vice presidente CARRARO

e del vice presidente VALORI

INDICE

CALENDARIO DEI LAVORI DELL'ASSE1\'{BLEA (28 settembre -13 ottobre 1978)

Variazione:

PRESIDENTE

MURMURA (DC)Pago 13696

. . . 13696

COMMISSIONE PARLAMENTARE D'IN.CHIESTA SULL'ATTUAZIONE DEGLI IN-TERVENTI PER LA RICOSTRUZIONE ELA RIPRESA SOCIO-ECONOMICA DEJTERRITORI DELLA VALLE DEL BELICECOLPITI DAI TERREMOTI DEL GEN.NAIO 1968

Costituzione . . . 13695

DISEGNI DI LEGGE

Annunzio di presentazione . . . . . . 13695

Approvazione da parte di Commissionepermanente 13696

Deferimento a Commissione permanente insede deliberante 13695

Deferimento a Commissione permanente insede referente . . . .. 13696Trasmissione dalla Camera dei deputati 13695

ENTI PUBBLICI

Annunzio di richiesta di parere parlamen-tare su proposta di nomina . . . . . . 13696

MOZIONI, INTERPELLANZE E INTERRO.GAZIONI

Annunzio di mozioni e interrogazioni . Pago13717, 13718

Interrogazioni da svolgere in Commissione 13724

Discus~ione della mozione 1- 00019 dei sena-tori Fabbri, Cipellinl ed altri, concernentei problemi dell'artigianato e della piccolaindustria, e svolgimento della connessa in-terpellanza 2 -00227:

PRESIDENTE . . . .BASADONNA (DN-CD)

CARBONI (DC)

DONAT-CATTIN, ministro dell'industria,commercio e dell'artigianatoFABBRI (PSI)POLLASTRELLI (PCI)VETTORI (DC) . .

. 13697 e passim. . 13709

. 13706del

. 13717

. 13700

. 13703

. 13713

ORDINE DEL GIORNO PER LA SEDUTA DIVENERDI' 6 OTTOBRE 1978 . . . . . 13724

PARLAMENTO

Convocazione in seduta comune . . . . 13696

PETIZIONI

Annunzio . . . . . . . . . . . 13696

TIPOGRAFIA DEL SENAn (1200) ~ 4

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Senato della Repubblica VII Legislatura

316" SEDUTA

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5 OTTOBRE 1978

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ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del presidente F A N F A N I

P RES I D E N T E. La seduta è aper-ta (ore 17).

Si dia lettura del processo verbale.

MAFAI DE PASQUALE SI-M O N A , segretario, dà lettura del pro-cesso verbale della seduta del 3 ottobre.

P RES I D E N T E. Non essendovi os-&ervaziom, il processo verbale è approvato.

Annunzio di costituzione della Commissioneparlamentare d'inchiesta sull'attuazionedegli interventi per la ricostruzione e laripresa socio-economica dei territori dellaVaIle del Belice colpiti dai terremoti delgennaio 1968

P RES I D E N T E . In data 4 ottobre1978, la Commissione parlamentare di in-chiesta sull'attuazione degli interventi per laricostruzione e la ripresa socio-economicadei territori deHa Valle del Belice colpiti daiterremoti del gennaio 1968, di cui a1la legge30 marzo 1978, n. 96, ha proceduto alla pro-pria costituzione. Sono risultati eletti: Pre-sidente il deputato Ascari Raccagni, Vice Pre-sidenti i senatori Lugnano e Rizzo, Segreta-ri il deputato Vizzini e il senatore Segreto.

Annunzio di disegno di leggetrasmesso dalla Camera dei deputati

P RES I D E N T E . In data 3 ottobre1978,il Presidente del,la Camera dei deputatiha trasmesso il seguente disegno di legge:

C. 2169. ~ « Finanziamento della quota dipartecipazione italiana al negoziato per la ri-duzione deJle forze in Europa centrale(MBFR) » (1395).

Annunzio di presentazionedi disegni di legge

P RES I D E N T E. In data 3 otto-bre 1978, è stato presentato il seguentedisegno di legge:

dal Ministro del tesoro:

«ConvalidazlOne del decreto del Presi-dente della Repubblica 5 agosto 1978,n. 512, emanato ai sensi dell'articolo 42 delregio decreto 18 novembre 1923, n. 2440,sull'amministrazione del patrimonio e sul-la contabilità generale dello Stato per pre-levamento dal fondo di riserva per le speseimpreviste per l'anno finanziario 1978»(1396).

In data 4 ottobre 1978, è stato presentatoil seguente disegno di legge d'iniziativa deisenatori:

FINESSI, FABBRI, LUZZATO CARPI. ~ «Ade-guamento delle tasse sulle concessioni re-gionali» (1397).

hnnunzio di deferimento di disegno di leggea Commissione permanente in sede deli-berante

P RES I D E N T E. Il seguente dise-gno di legge è stato deferito in sede deli-berante:

alla 12a Commissione permanente (Igie-ne e sanità):

«Limitazione del contenuto massimo diacido eruclco negli oli e nei grassi destinatitali e qualI al consumo umano, nonchè ne-gli alimentI con aggiunta di oli e grassi»(1386) (Approvato dalla 14aCommissione per-

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5 OTTOBRE 1978316a SEDUTA p.~~;2:\rBLFA -RESOCO~TO STENOGRAFICO

manente della Camera dei deputati), previparen della 2a, della 9a e della 10° Commis-S10ne.

Annunzio di deferimento di disegno di leggea Commissione permanente in sede refe.rente

P RES I D E N T E. Il seguente dise-gno di legge è stato deferito in sede refe-rente:

alta sa Commtssione permanente (LavoripubblIci, comunicazioni):

«UlteriOlc stanziamento per la ricostru-zione della linea Cuneo-Breil-Ventimiglia»(t368), previo parere della sa Commissione.

Annunzio di approvazione di disegno di leggeda parte di Commissione permanente

P RES I D E N T E. Nella seduta del4ottobre 1978, la lOa Commissione permanen-te (Industria, commercio, turismo) ha appro-vato il dIsegno di legge: «Liquidazione delFondo autonomo per l'assegnazione di borsedi pratica commerciale all'estero (FAB)>>(1269).

Annunzio di petizione

II

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I,iIIS I -

I

II

I

IIII

P RES I D E N T E. Invito il senatoresegretario a dare lettura del sunto della pe.tizione pervenuta al Senato.

MAFAI DE PASQUALEM O N A, segretario:

Il signor Vito Orazio Luca chiede la rego-lamentazione del diritto di sciopero. (Peti-zione n. 154).

P RES I D E N T E. A norma del Re-golamento, questa petizione è stata trasmes-sa alla Commissione competente.

Annunzio di richiesta di parere parlamen-tare su proposta di nomina in ente pub-blico

P RES I D E N T E. Il Ministro del la-voro e della previdenza sociale ha inviato,ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio1978, n. 14, la richiesta di parere parlamen-tare s~lla proposta di nomina del dottor Ga-briele De Bartolomeis a Presidente dell'Isti-tuto nazionale di previdenza dei dirigenti diaziend~ industriali (INPDAI).

T'aIe richiesta, ai sensi dell'articolo 139-bisdel Regolamento, è stata deferita alla 11aCommissione permanente (Lavoro, emigra-zione, previdenza sociale).

An.'1unzio di convocazione del Parlamentoin seduta comune

P RES I D E N T E . Il Parlamento inseduta comune è convocato per giovedì 12

I ottobre 1978, alle ore 10, con il seguente or-dine del giorno:

ElezlOne di un membro del Consiglio su-periore della magistratura.

Variazione alI calendario dei lavori

M U R M U R A. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

M U R M U R A. A nome della 1a Com-Jnissione permanente chiedo che, stante lacomplessità della materia, la discUlssione inAssemblea sul disegno di legge n. 78, recan-te modifiche dell'ordinamento dell'Avvoca-tura dello Stato, già prevista in calendarioper la seduta di domani, venga rinviata allaprossima settimana.

P RES I D E N T E. Non facendosi os-servazioni, la richiesta è accolta. Il disegnodi legge in questione sarà inserito al primopunto deli'ordine del giorno della seduta po-meridiana di mercoledì Il ottobre.

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VII Legislatura

316" SEDUTA ASS:E.:Y1BLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO

Discussione della mozione 1 -00019 dei sena-tori Fabbri, Cipellini ed altri, concernentei problemi dell'artigianato e dena piccolaindustria, e svolgimento della connessa in-terpellanza 2 - 00227

P RES I D E N T E. L'ordine del gior-no reca la discussione deJla mozione nu.mero 1-00019 dei senatori Fabbri, Cipelli-ni ed altri, concernente i problemi dell'arti.gianato e della piccola industria, e lo svol-gimento della connessa interpellanza nu-mero 2 -00227.

Si dia lettura della mozione e dell'inter-pellanza.

MAFAI DE PASQUALE SI-1\1O N A, segretarlO:

FABBRI, CIPELLINI, FERRALASCO, FI-NESSI, SIGNORI, AJELLO, COLOMBO Re-nato, FOSSA, SCAMARCIO. SEGRETO, TA-LAMONA, VIGNOLA, CATELLANI, POLLI,LUZZATO CARPI, MARAVALLE, CAMPO-PIANO, DALLE MURA, MINNOCCI, LABOR,RUFINO. ~ Il Senato,

considerato il contributo di primariaimportanza che ~ neH'ambito di una nuo-va, incisiva politica economica volta al su-peramento della crisi in atto con l'allarga-mento delJa base produttiva e la dIfesa del-l'occupazione ~ può essere recato dall'ar-tigianato e daJIa minore impresa, riassumenelle proposizioni che seguono le valuta2jio-ni, i problemI e gli orientamenti di più ri-levante interesse per tale comparto:

1) la grave recessione non è riuscita apiegare la vitalità dell'impresa artigiana, nèad arrestare la propensione di tale settoreall'espansione; infatti, i titolari delle azien-de artigiane iscritte ai 314 mestieri dellecasse mutue sono aumentati secondo que-sta progressione: 1 milione e 240.000 nel1968, 1 milione 266.000 nel 1971, 1 milione297.000 nel 1973, 1 milione 410.000 nel 1976;non è dunque giustificata, anzi è profonda-mente errata, la sottovalutazione del ruolodel setwre artigiano rispetto alla grande in-dustria, pubblica e privata; la crisi dellanostra economia comcide, per contro, in lar-

ga misura con la crisi del gigantismo indu-striale; tutto c:ò postula un'inversione ditendenza rispetto agli indirizzi del passato,caratterizzatr da una sorta di « protezione»privIlegiata accordata alla maggIOre indu-stria;

2) la crescita del comparto artigiano edella minore impresa si è verificata mal-grado gli innumerevoli e sempre più pesantiostacoli: basca ~'icordare le resistenze dellebanche a concedere il credIto di impianto,gli alti tassi di interesse e le discrimina-zionl del sistema creditizio, specialmente perquan!:o nguarda le garanzie, le difficoltà nel-l'acquisizione della innovazione tecnologica,il carico sproporzionato degli oneri socialie fiscali, le posizioni egemoniche che favo~riscono le grandi cor;.centrazioni negli ap-provvigionamenti dei materiali e nell'acqui-sizione deJle commesse e degli appalti; è pe-rò evidente che, nel caso in cui tale quadronegatIvo non venga superato, anche il dina-mismo deUe imprese artigIane non potrà nonaffievolirsi;

3) la necessità di operare per il raffor-zamento del settore artigianale discende in-vece da1l'autonoma funzione propulsiva chedeve ad esso riconoscersi; infatti: gli inve-stimentI III campo artigiano incrementanofortemente l'occupa?ione (Ja media è di unoccupato ogni 15 milioni di investimento,secondo l dati del 1976), eon particolare ri-guardo al lavoro giovanile e femminile; losviluppo della minore impresa è indispensa-bile per realizzare gli obiettivi di riequili-brio della programmazione democratica, conil sostegno delle regioni e degli enti localisecondo il disposto dell'articolo 11 del de-creto del Presidente della Repubblica n. 616e avendo di mira 1'esigenza prioritaria dellarinascIta del Mezzogiorno e della rivitalizza-zione ~ fondata appunto sulla promozionedell'artigian2.to, sul rilancio dell'agricolturae sul superamento della diseguale distribu-zione degli insediamenti produttivi sul ter-ritorio ~ delle zoneinterne e di quelle emar-ginate;

4) tali indirizZJi di politica economicasi armonizzano, altresì, con le indicazion,'della risoluzione votata dal Parlamento eu-ropeo il 6 febbraio 1978, con la quale, dopo

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316<\ SEDUTA I"SSEMBLEA" RESOCONTO STENOGRAFICO

aver ricordato che le minori imprese sonodotate di alto potenziale occupazionale, fa~cilitano i processi di riconversione, sonosensibIli alle reali esigenze del mercato estimolano la diffusione deHa imprendito~rialità, si sostiene che~« gli Stati membri ele istItuzioni comumtarie debbono praticareuna politica rivolta, non ad assicurare artifi-ciosi privilegi alle piccole e medie imprese,llè a mantenere in vita imprese non redditi-zie, ma a realizzare l'uguaglianza di possi~bilità ed a mettere le pIccole e medie im~prese in grado di superare le loro specifichedebolezze strutturali ».

Sulla base di queste premesse e conside~razIOni, il Senato impegna il Governo a pro-muovere e realizzare scelte di politica econo-mica idonee a sviluppare il settore dell'arti-gianato e delle minori imprese, operando, Inparticolare e in vi.a prioritaria ~ con azionipro grammatiche e provvedimenti legislati-vi ~ onde raggiungere gli obiettivi seguenti:

a) approvazione della nuova legge~qua-dro destinata a definire il ruolo e 10 statusdell'impresa minore ed artigiana, elevando,fra l'altro, da 10 a 25 dipendenti il numeromassimo degli occupati nell'impresa arti-giana;

b) rifinanzmmento della Cassa per ilcredito alle imprese artigiane (Artigiancas-sa), onde consentire il finanziamento deinuovi investimenti, per i quali esistono ri~chieste per un totale di 1 600 mjJiardI, e lacontemporanea elevazione del fIdo-limite da~gli attuali 25 a 70 milioni;

c) nuova politica del credito ordina-rio (abbandono delle discriminazioni a dan~no delle piccole imprese, revisione del si~stema delle garanzie reali, riduzione deitassi di interesse, oggi particolarmente ele~vati), da concretarsi soprattutto riservandoun'aliquota dei flussi creditizi erogabili al-l'artigianato e all'impresa minore;

d) trasferImento dall'ENAPI all'Arti-giancassa delle funzioni e dei fondi, finorainutilizzati, già assegnati all'ENAPI stessoper il finanziamento di operazioni di creditoagevolato a medio termine per le imprese ar~tigiane ubicate nell'area della Cassa per ilMezzogiorno;

e) attenzione preferenziale all'artigiana-to nell'applicazione della legge per l'occu~pazione giovanile e della legge sulla ricon~versione mdustriale, soprattutto con l'inse-rimento delle impres1e artigiane nei pro-grammI di settore, nonchè nei programmiintegrati, con particolare riferimento a quel~li rdativi al settore agro-industriale, assicu~rando, comunque, la più sollecita utilizza~ZIOne dell'aliquota di finanziamento riser~vata agli interventi in campo artigianale dal~la legge n. 675 del 1977;

f) rifinanziamento della « legge Minnoc~ci» n. 374 del 30 aprile 1976, per il sostegnoai consorz,i ed alle società consortili fra leimprese artigiane;

g) creazione dell'agenzia per la promo-zione industrIale, da impiegare soprattuttoa sostegno dell'impresa minore e di quellaartigianale, nel campo della ricerca e dellainnovazione tecnologica, in quello della pro~mOZIone dell' export e delle indagini del mer-cato: a ciò deve accompagnarsi un adeguatosostegno in favore delle imprese artigianee delle imprese minori da parte degli orga~nisilll promozIOnaLi esistenti (ICE), anchein vista della ri.forma deJle Camere di com~mercio;

h) nuovo assetto previdenziale e pen-sionistico in favore degli artigiani, avendopresente la disponibilità manifestata dalleorganizzazioni di categoria per una elevazio~ne delle aliquote contributive volta a risa-nare il defied della gestione ed a consentireun più adeguato trattamento pensionistico;

l) estensione dell'equo canone ai labo-ratori e alle botteghe artigiane;

l) promozione, per l'approfondimentodi tali problemi, d'intesa con le Regioni,della preannundata conferenza nazionalesull 'artigianato.

(1 ~00019)

POLLASTRELLJ, VANZAN, BERTONE,BONDI, FERRUCCI, POLLIDORO, ROSSIRaffaele, VILLI. ~ Al Presidente del Con~siglio del ministri ed al Ministro dell'indu-stria, del commercio e dell'artigianato. ~

Il Gruppo comunista ha più volte espressola convinzione che, nello sforzo che il pae-se deve compiere per uscire dalla crisi eco-

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316a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCO}JTO STENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1978

nomica, deve essere attentamente conside~rato il ruolo dell'artigianato italiano e del~la piccola impresa, al fine di utHizzarne ilmassimo delle risorse e le potenzialItà perla riconversione e l'allargamento della baseproduttiva e per l'ampliamento della occu~paZIOne soprattutto nel Mezzogiorno.

Gli artigiani italiani e le loro Confedera~ziom hanno dimostrato, con l'Impegno el'miziativa imprenditoriale e democratica,nnnovando le imprese ed associandole informe consortili e cooperative per assicu~rarne il necessario livello competitivo, laconsapevolezza dell'urgenza di portare ilpaese fuori dalla crisi su una linea di pro~fondo rinnovamento della sodetà civl1e.

GH interpellanti, consapevoli che esistonodunque tutte le condIzioni essenziali per~chè in tale d1ffidle compito si possa fareaffidamento anche sull'artigianato e sullapkcola impresa, ritengono necessario so~stenere !'impegno della categoria, con unapolitica che tenda a rafforzare e sviLupparela struttura del comparto, predisponendoidonei strumenti legislativi, chiedono al Go~verno di venficare la effettiva e concretavolontà politica, più volte affermata, in piùcircostanze, non ultima quella delle dichia~razioni programmatiche del Presidente delConsiglio, e di conoscere i tempi ed i modidi come il Governo ed il Ministro dell'in~dustria promuoveranno scelte concrete dipolitica economica e programmatica, attra~verso idonei provvedimenti legislativi atti araggiungere le seguenti finalItà e scopi:

1) l'adeguamento costituzionale della le~gislazione dello Stato alla sua nuova realtàistituzionale, abrogando la vecchia legge nu~mero 860 del 25 luglio 1956 ed emanandouna legge di princìpi che metta le Regioni incondizioni di intervenire con pienezza dipotestà;

2) il rifinanz<Ìamento della cassa per ilcredIto alle imprese artigiane, sollecitandol'aer parlamentare del disegno di legge indiscussione alla Camera dei deputati e per~mettendo l'elevamento del fido massimodagli attuali 25 a 200 milioni, ed inserendoanche per l'artigianato il meccanismo delprefinanziamento a tasso agevolato così co~

me è OggI previsto per la pIccola e mediamdustria;

3) il trasferimento, dall'ENAPI all'Arti~giancassa, delle funzioni e dei fondi di cuiè stato dotato l'ENAPI per il credito agevo~lato per l'artigianato operante nel Mezzo~giorno;

4) la riforma legislativa della coopera-zione con il riconoscimento giuridico dellaforma cooperativa ai Consorzi fra impreseartigiane già costituiti o da costituire; il ri~finanziamento e l'opportuno aggiornamentodella legge n. 374 del 30 aprile 1976, per ilsostegno e !'incentivazione a!Ìconsorzi ed allesocietà consortHi deH'artigianato;

5) una diversa politica delle imprese apartecipazione statale per l'approvvigiona~mento delle materie prime e l'assegnazionedegli appalti di lavori e servizi alle impreseartigiane e alle lara forme associate;

6) l'applicazione concreta delle normedella legge di riconversione industriale, con!'inserimento effettivo dell'artigianato neiprogrammi di settore e con l'utilizzo dellaquota parte dei finanziamenti riservati dallalegge n. 675 al comparto artigiano, semplifi~cando quanto più è possibile le proceduredi presentazione delle relative domande e illoro iter, sia per il credito agevolato con ilcontributo in conto interessi che per il « ri~sconto »;

7) l'applicazione concreta delle disposi-zioni di legge per assicurare il credito allaesportazione per le imprese artigiane e leloro forme associate, attraverso l'Artigianocassa;

8) la sollecita riforma del catasto perpermettere l'estensione dell' equo canone ailaboratori artigiani;

9) una più incisiva fiscalizzazione deglioneri sociali che tenga conto, oltre che dellaforza lavoro impiegata, anche dell'incidenzadel capitale investito e del profitto di im~presa;

10) una riforma pensionistica che pre~veda l'elevazione contributiva volta al risa~namento del deficit della gestione specialeartigiana contemporanea ad un migliore trat~tamento pensionisti'Co;

Il) la concreta e sollecita reaLizzazione,di intesa con le Regioni, della più volte an~

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316a SEDUTA

V11 Legislatura

ASSEMDLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

nunciata Conferenza nazionale dell'artigia-

nato.(2 ~ 00227)

P RES I D E N T E. Dichiaro aperta ladiscussione sulla mozione 1 - 00019. È iscrit~to a parlare il senatore Fabbri. Ne ha fa-coltà.

F A B B R I. Signor Presidente, signorMinistro, onorevoli colleghi, senza compiereuna inutile perifrasi del testo della mozio-ne, desIdero, in apertura di questo dibatti-to, rendere ragione dei motivi che hannospinto il Gruppo socialista ad assumere que-sta iniziativa.

Siamo convinti che il Parlamento s,ia lasede pIÙ adeguata per dibattere e definirei grandI indirizzi di politica economica esiamo altrettanto convintI che il ruolo del-l'artigianato e della minore impresa sia fon-damentale per promuovere lo sviluppo delnostro sistema produttivo ed il superameu-to della crisi economica.

Siamo anche convinti che si compia unerrore di sottovalutazione quando s'ignoral'importanza dell'artigianato e della piccolaimpresa. Senza nessuna ombra di polemica,vorrei dire che questa sottovalutazione, an-che di carattere culturale se volete, è mar-cata e resa più evidente dalla odierna di-serzione degli economisti maggiori, che puresono presenti in Senato, quelli che possonoessere iscritti nell'almanacco di Gotha degI~economisti, i colleghi dell'AREL e così via.Quando si affrontano i temi dell'agricoltu-ra, dell'artigianato, dell'impresa minore, c'èuna disattenzione preoccupante; una disat-tenzione che troviamo, purtroppo, anche nelcomportamento del Governo: scarse sonole proposizioni dedicate a questo argomen-to, non assenti però, nelle dichiarazioni pro-grammatiche. Si è discusso dei piani di set-tore, alcuni dei quali, come quello per ilsettore tessile, non possono non fare rife-rimento ad una funzione decisiva delle azien-de artigiane, senza che, a quanto ci risulti,le organizzazioni professionali degli artigia-m siano state ascoltate.

Eguale sottovalutazione riscontriamo an-che nella relazione del governatore dellaBanca d'Italia Baffi. E neppure neUa rela-zione previsionaJe troviamo il riconoscimen-to della funzione dell'artigianato e della mi-nore impresa soprattutto per attivare gliinvestImenti e per garantire i livelli occu-pazionali.

Lo stesso rilievo si può muovere anche neiconfronti del piano Pandolfi, che indica giu-stamente la necessità di passare da una eco-nomia di trasferimenti ad una economia dicrescita che abbia come obiettivo fondamen-tale quello della occupazione; ma se si vuo-le passare da una economia dI trasferimen-ti ad una economia di crescita occorre sti~molare gli investimenti. Manca nel pianoPandolh questa strategia del rilancio degliinvestimenti, non essendo evidentemente suf-fIciente, per farei uscire dalla crisi, il du-plice obiettivo della riduzione ~ che purenoi condividiamo ~ del deficit della finan-za pubblica e del contemmento del costodel lavoro.

Annota giustamente Sylos Labini, riguar-dando in questa ottica Il piano Pandolfi, chele condizioni perchè si raggiunga l'obiettivodi tale piano, cioè l'aumento di 600.000 oc-cupati nel triennia, sono tre: la riduzionedell'esodo agricolo, lo sviluppo dell'occupa-zior:>.enelle piccole unità produttive e nelleimprese di servizi e assunzioni selettivenella pubblica amministrazione. Sottolineagiustamente Sylos Labini che le piccole im-prese industriali e artigiane sono le grandiassenti sia nel documento Pandolfi che neipiani di settore. Eppure l'occupazione indu-striale tiene, in una certa misura, soprat~tutto grazie alle piccole imprese, non graziealle grandi, nelle quali l'occupazione è indeclino.

In sostanza si sta creando, non soltantoin Italia, uno spazio economico, per ragionitecnologicamente e socialmente valide, perle piccole imprese, le quali sono ~ comeormai è universalmente dimostrato ~ la-bour intenslve, come dicono gli economistianglosassoni, perchè è provato, secondo idati del 1976, che sono sufficienti 15 milio-ni di investimento per garantire un posto dilavoro in più.

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"eI1QlO delTa Repubblica ~ 13701 ~ VII Legistatuflt

5 OTTOBRE197831611 SEDUTA ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente C A R R A R O

(Segue F A B B R I ). Sottolineata que~sta importanza, in un quadro più generaledi politica economica, dell'apporto dell'ar~tigianato e della piccola e media impresa,e quindi la necessità di compiere una sceltadi cambiamento nell'allocazione delle risor-se e nell'erogazione dei flussi finanziari, vo~gliamo subito evidenziare che il Gruppo sogIiamo subito evidenziare che il Gruppo so-zione, non ha scoperto improvvisamente ilvalore della piccola dimensione: non inten~diamo mitizzare la piccola dimensione, an-che se abbiamo letto il pregevole volume diSchumacker « Piccolo è bello ».

Sappiamo però che il gigantismo industria-le è in crisi. Ci rendiamo conto che il siste-ma economico è complesso e che in essole interrelazioni tra le piccole e le grandiunità produttive, comprese le multinaziona~li, dovranno permanere; ma rifiutiamo lafilosofia di chi vede l'artigianato come sa~tellite nei confronti della grande industria.È quest'a filosofia dell'artigianato come sa~tellite l'impostazione fondamentale emersadal convegno recente della fondazione Agnel-li a Torino, dove si è presentato l'artigiana-to come il completamento dell'industrra. Piùil liberismo economico è sfrenato, più spa-zio c'è per l'artigianato, sembrano dire glistudiosi e i sociologi della fondazione Agnel-li. Il falso spontaneismo delle forze econo~miche ha prodotto la protezione della gran-de industria e l'economia assistita, rispon-diamo noi; l'artigianato è riuscito a soprav-vivere non grazie alla mancanza di program-mazione, ma malgrado la mancanza di pro-grammazione.

Noi siamo invece convinti che esista unlargo spazio per l'artigianato e per l'impre~sa minore proprio nel contesto di una poli-tica economica programmata.

Non accettiamo quindi la visione di chivuole rappresentare l'artigianato come unacostellazione di piccole commissionarie sa-telliti. Riteniamo che la programmazione

reale, il governo dell'economia non debbanomortificare ma possano stimolare e valorizza.re la vitalità e la creatività dell'impresa arti.giana, facendo dell'artigianato il punto diforza di una ripresa economica meno squili-brata, fondata su un riparto più giusto nel-le allocazioni delle risorse e meno squilibra-to in favore dei giganti delle grandi concen~trazioni economiche.

Desiderramo anche ricordare che quandosottolineiamo con forza l'apporto che puòessere recato alla ripresa della nostra econo~mia da un sostegno (non da un protezio-nismo cioè ma da una promozione) del com-parto della minore impresa, noi non pecchia~mo di provincialismo. Del resto l'indicazionepiù valida a questo riguardo ci viene pro~prio da un autorevolissimo consesso inter-nazionale, dal Parlamento europeo, che re~centemente ha votato una risoluzione concui si raccomanda ai governi nazionali dioperare per sostenere la piccola e la mediaimpresa, garantendo l'eguaglianza delle pos~sibHità ~ così si dice ~ e non assicurandoprivilegi alle imprese che dal punto di vistaeconomico non meritino di essere aiutate.

Questa attenzione particolare che il Par-lamento europeo raccomanda nei confrontidell'impresa minore è giustificata da unaserie di motivazioni che si leggono nella mo-zione appro\tata a Strasburgo, in cui si ri-corda che le imprese minori utilizzano ab~bondanza di mano d'opera (30 milioni diaddetti nell'area comunitaria), contribuisco-no alla ripartizione del potere, delle respon-sabilità, delle fortune, assicurano il perma~nere dello spirito dI concorrenza, si conver-tono con relativa facilità ad altre attività,facilitano cioè i processi di riconversionee offrono a ciascun capo di impresa la pos-sibilità di esprimere e sviluppare le doti chelo caratterizzano.

Se questa è l'impostazione di caratteregenerale, ben si comprendono le indicazio~ni e le direttrici che vengono riassunte nel-

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-:'8,'I{";Odella Repubblica VI1 Legislatura~ 13702 ~

5 OTTOBRE 1978=====:::=:o

316a SEDUTA ASSEMBLEA. RESOCONTO STENOGRAFICO

la nostra mozione. Si affronta in essa il rap~pO'rto tra Io sviluppo dell'artigianato e laprogrammazione, sottolineando in particola~re che la crescita delle minori imprese e del~le imprese artigiane può servire soprattuttoa favorire lo sviluppo del Mezzogiorno e del.le zone interne pedemontane e montane,creando quell'armatura urbana intermediadi cui è riferimento nel piano per 1'Appen~nino in via di elaborazione da parte delministro Stammati. In sostanza, se voglia~ma promuovere negli anni 1979-80 un proces-so dI decentramento del nostro apparato pro~duttivo, un processo di riequilibrio accom~pagnato anche da un processo di deconge-stionamenLo delle aree urbane ipersvilup-pate, l'artigianato è una componente econo-mica fondamentale, insieme ad una miglio-re va:lorizzazione dell'''',gricoltura, del terzia~rio e del settore turistico.

Proprio avendo presenti i poteri e le fun-ziom che in questo settore appartengonoalle regioni, anche in virtù del decreto delPresidente della Repubblica n. 616, sottoli-neiamo che le regIOni possono, particolar-mente in questo campo, concorrere alle scel~te deUa programmazione nazionale, comeprevede l'articolo 11 del richiamato decre-to. La loro azione sarà decisiva per svilup-pare questo comparto, a condizione che sia-no rimosse alcune remare specialmente perquanto riguarda il funzionamento del siste-ma credItizio.

A proposIto del sistema creditizio, in ag-giunta a quanto è detto nella mozione, oc-corre sottolmeare 1'esIgenza di raggiungereun maggiore equilibrio nell'offerta dI cre~dito aUe varie categorie. I dati sulla uti~lizzazione del credito a nostra disposizione~ono illuminanti. Le imprese di maggiori di~mensiom non hanno utilIzzato tutta la quo~ta di credito loro concessa, dimostrando unapropensione 2.H'utIlizzazIOne di credito in va-luta. Al contrario, gli impieghi in lire conerogazione infenore al plafond di 30 milio-ni sono aumentati del 30 per cento. Questosta a sIgnificare ~ come del resto confer-ma il volume di investimenti che le impreseartigiane sono pronte ad eseguire e per iqualI mancano j finanziamenti ~ che in que~sto periodo di ristagno degli investimenti

(il presidente deUa Confindustria Carli pre-vede che questa stasi continuerà fino allaprimavera del 1979) la vitalità della piccolae media impresa è confermata dalla pro-pensione e dalla volontà di compiere investi-menti; volontà alla quale deve corrisponde-re una disponibilità del sistema creditizio,il quale invece si dimostra estremamente ri-gido quando, per esempio, come avvie-ne in molte regioni, rifiuta di accettare ilprincipio di destinare un'aliquota fissa diinvestimenti al comparto artigiano o agliinvestimenti in questo settore in qualchearea sottosviluppata del territorio regionale.

Nella mozione avanziamo anche una pro-posta specifica per favorire uno sviluppoaccelerato del comparto dell'impresa mino~re ed artigiana: la creazione dell'agenzia perla promozione industriale; tale proposta nonavveniristica, che ricavi<amo dal « Progetto&ocialista )), è contenuta nel cosiddetto pia~no del lavoro, che è costituito da un com-plesso di indirizzi di politica economica al-l'interno dei qua1i sono previste azioni pro~grammatiche dirette, quelle delle impresepubbliche, o promozionali. Fino ad oggi lanostra esperienza nel campo della promozio~ne industriale è rappresentata dal sl'stemadegli incentivi, cioè di decisioni nella ero-gazione del credito a tasso agevolato. Noinon chiediamo l'estensione di questo siste~ma nei confronti dell'artigianato e della pic-cola impresa; proponiamo invece la crea-zione dell'agenzia per la promOZIOne indu-striale articolata regionalmente, collegataguanto al funzionamento con l'istituzione diun fondo per gli investlmenti industriali.Questi strumenti debbono offrire all'impre~sa minore, a quella artigiana, alla piccolaindustria e anche alle cooperative, capitalidi rischio, incentivi finanziari, assistenzatecnica e organizzativa, strutture di commer-cializzazione, servizi informativi e di ricerca.

Chiediamo dunque più promozione e nonpiù protezione parassitaria. Non ci interes~sa, come ha avuto occasione di dire Ruffolo,uno Stato impiccione, che si « impicci)) an~cara di più nel settore dell'artigianato; noivogliamo garantire invece libertà di movi~mento e vogHamo risuscitare tutte le poten-

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Senato della Repubblica ~ 13703 ~ V11 Legislatura

5 OTTOBRE 1978ASSEMBLEA R1:S0CONTO S'fENOGRAFfCO316" SEDUTA

zialità imprenditoriali che sono presenti nelcomparto dell' artigianato.

Questa agenzia per la promozione indu-striale e un diverso funzionamento, una di-versa attenzione degli organismi esistenti,dalle camere di commercio (anche nella pro-spettiva della riforma) all'I CE, nei confron-ti dell'impresa minore, possono dis,piegareun benefico effetto, se non esclusivamente,soprattutto per quanto riguarda la promo-zione della esportazione verso l'estero. Inquest'ottica si coHoca anche la nostra richie-sta di rifinanziare in modo adeguato la leg-ge Minnocci, che prevede appunto finanzia-menti e provvidenze in favore dei consorzitra le imprese artigiane e delle società con-sortili operanti sui mercati esteri.

Promuovendo questo dibattito, onorevolicolleghi, crediamo di aver obbedito a quellache Giorgio Amendola ha recentemente chia-mato la scelta per la produttività e per l'oc-cupazione. Ma siamo anche convinti che dan-do all'artigianato ed alle minori imprese ilruolo che ad esse compete nel nostro siste-ma economico-sociale si concorre anche al&uperamento degli squi1libri e ad invertire laallarmante tendenza alla degradazione an-tropologica.

Voglio, a questo proposito, terminare conuna notazione particolare. Nella nostra mo-zione si chiede di appHcare l'equo canoneanche alle botteghe artigiane. È un'indica-zione che la nuova legge dell' equo canoneha disatteso. Ebbene, credo che sarà oppor-tuno fare una riflessione su questo aspettoche sembra secondario, ma che non lo è.Sottrarre i laboratori e le botteghe artigia-ne alla disciplina dell'equo canone equivalea favorire un processo di espulsione degliartigiani dai centri storicI delle nostre cit-tà, che pertanto cambieranno volto: e an-che questo non sarà segno di progresso, madi imbarbarimento.

Auspichiamo perciò che questo dibattitoserva ad invertire 1a tendenza, a far cessa-re la sottovalutazione che abbiamo denun-dato e che a nostro modo di vedere costi-tuisce anche una carenza dal punto di vistadella cultura economica. Siamo infatti con-vinti che se si continuerà nei fatti a favori-re il primato della grande impresa a danno

del comparto agricolo e di quello delle pic-cole e medie imprese, allora gli obiettivi delpiano Pandolfi ed anche l'obiettivo di fon-do indicato l'anno passato nella relazioneprevisionale al bilancio, cioè la ripresa senzainflazione, che non può non essere l'obietti-vo anche di quest'anno, rimarranno desi-deri non realizzati. (Applausi dalla sinistra).

P RES I D E N T E. È iscritto a parla-re il senatore Pollastrelli, il quale, nel cor-so del suo intervento, svolgerà anche !'in-terpellanza da lui presentata insieme ad al-tri senatori e di cui già è stata data lettura.

Il senatore Pollastrelli ha facoltà di par-lare.

P O L L A S T R E L L I. Signor Presi-dente, onorevole Ministro, onorevoli colle-ghi, con !'interpellanza nvolta al Presiden-te del Consiglio e al Ministro dell'industria,concernente i problemi dell'artigianato e del-la minore impresa, abbiamo voluto verifica-re l'effettiva e concreta volontà del Gover-no, sulla base delle dichiarazioni program-matiche del Presidente del Consiglio e delprogramma concordato tra i partiti dellamaggioranza che sostengono questo Gover-no, di concretizzare e mettere in atto unapolitica che tenda a rafforzare e svilupparel'artigianato e la minore impresa, nello sfor-zo che il paese deve compiere per uscire dal-la crisi economica su una linea di profondorinnovamento della società cIVile, utilizzan-do il massimo delle risorse disponibili e,tra queste, il ruolo essenziale e la potenzia-lità dell'artigianato italiano per la riconver-sione, la ristrutturazione, l'allargamento del-la base produttiva e, per l'ampliamento del-l'occupazione soprattutto nel Mezzogiorno.

Abbiamo nel contempo voluto riconoscere con l'interpellanza, come credo sia dove-roso ed opportuno, agli artigiani italiani edalle loro confederazioni l'impegno e la lot-ta profusi, con la loro partecipazione attiva,la loro dichiarata e completa disponibilita,per battere la crisi che attanaglia il paese,per superare l'emergenza, soprattutto per lastrenua difesa dell'ordine democratico e del-le istituzioni repubblicane dagli attacchimossi da forze eversive che, nel malessere

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Senato della Repubblica

ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGHAFICO316a SEDUTA

generale, vorrebbero ricacciare indietro ilpaese e mettere in pericolo le sue istituzio-ni democratiche.

Contro queste forze e queste spinte disgre-gatrici si è levata comp~tta e potente la ri-sposta unitaria del lavoratori e della partesana ed operosa del paese, tra cui non ulti-ma la categoria degli artigiani.

Occorre, du;}que, tenere nel debito contoquesto ruolo importante dell'artigianato ita-liano, sostenendo l'impegno che la categoriamette al servizio del paese, con una politicaprogrammatoria capace di offrire soluzioniradicali e non saltuarie e momentanee perrafforzare e sviluppare la struttura di que-sto settore, affmchè i sacrifici, l'austeritàche si debbono imporre ai ceti lavoratori edaglI artigiani, che oltre che imprenditorisono pane integrante del mondo del lavoro,siano finalizzati ad una svolta reale e distruttura.

Entrando nel merito dei problemi solle-vati con l'mterpellanza, una prima conside-razione s'impone e la vogliamo esprimere:cosa si aspetta ancora, ad esempio, ad adem-piere a quell'adeguamento costituzionale del-la legislazione dello Stato alla sua nuovarealtà istituzionale, tenendo conto dell'evo-luzione giuridica dell'artigianato, abrogandola vecchia e sDrpassata legge n. 860 del 1956ed emanando una nuova legge di princìpiper l'artigianato che metta le regioni in con-dizioni di intervemre con pienezza di po-testà?

Le ragioni formali di questa inderogabileesigenza sono di ordine costituzionale, giu-ridIco e storico; le ragIOni sostanziali sonodI ordine economico, sociale e politico. Diordine costituzionale per l'attuazione pienadegli articoli 117 e 45 della Costituzione edel decreto n. 616 di attuazione della leggen. 382, storico per il doveroso passaggio daun DI'mai superato ordinamento centralizza-to alla nuova realtà dello Stato regionale;e:::;onorr..icoin q:lanto l'artigianato, insiemealla piccola industria, è la terza componentedell'apparato produttivo industriale del no-stro paese; sociale per il ruolo che l'artigia-nalO svolge sotto il profilo dell'occupazione(oltre 4 milioni di addetti nel settore), per16. dIffusione del suo apparato produttivo

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a livello territDriale nell'intero paese, pergli stessi processi di formazione professio-nale, per il contributo che il settore dà peril ripiano deUa bilancia dei pagamenti conoltre 2.000 miliardi di valuta estera per kesportazioni; e infine di ordine politico perla collocazione che l'artigianato ha, per PIO-pria fisionomia autonoma, nel campo dellavoro anzichè del capitale.

Cosa dobbiamo dire a proposito del fat-to che a tutt'oggi, pur essendo iniziata d2.più di due anni la discussione alla CommIs-sione industria della Camera su vari disegnidi legge d'iniziativa parlamentare presentatida più parti politiche, per una nuova leggedi princìpi per l'artigianato, manca ancorala tante volte annunciata e promessa propo-sta di legge del Governo?

Casa dobbiamo dire dell'atteggiamentoquanto meno passivo assunto a questo pro-posito dal Ministro dell'industria? Credo chenon riusciremmo a trovare parole e valuta-zioni adeguate per esprimere lo sdegno e lavivace protesta, che pure gli artigiani hannomanifestato più volte per questo ritardo, neiconfronti appunto di una pervicace resisten-za ad adempiere a precisi impegni che il Go-verno ed il Ministro dell'industria, ed anchevari sottosegretari di questo Dicastero, inpiù occasioni e circostanze anche di frontealle Commissioni parlamentari, hanno presosolennemente; impegni ribaditi soprattuttodi fronte alle categorie stesse in occasionedei congressi confederali che si sono succedu.ti negli ultimi due anni.

VogHo qui soltanto ricordare l'ultima frale tante occasioni nelle quali il Ministro del-!'industria ha assicurato e garantito !'immi-nente presentazione di quell'« araba fenice»come potrebbe essere definita e che è ormaidivenuta, la proposta gDvernativa della nuo-va legge-quadro. Era il 6 lugliO' ultimo scor-so, in occasione dell'assemblea nazionale della Confederazione generale dell'artigianato,quando il Mmistro, alla presenza abbastan-za vasta ed importante di altri ministri esottosegretari di vari dicasteri (quattro mi-nistri e undici sottosegretari erano presentia questa assemblea nazionale), del presidentedel CNEL,' del presidente della Commissio-ne industria del Senato, di 25 senatori e

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Senato' della Repubblica VII Legislarura~ 13705 ~

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316a SEDUTA Assm.fBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

dcputa-vi, tra i quali ero anch'io in rappre~sentanza del mio partito, di fronte a innu~merevoli personalità del mondo economi~co e ~ quel che più importa, io credo ~

di fronte agli artigiani delegati aderenti aquella Confederazione, prese l'ulteriore so~lenne impegno di presentare subito ~ dis~

se ~ al Consiglio dei ministri questa bene~detta proposta di legge.

Ma già il 31 marzo del 1977 l'allora sot-tosegretario Erminero, al congresso dellaConfederazione nazionale dell'artigianato(quindi più di un anno e mezzo fa) fece ana-loga promessa e assunse lo stesso rmpegnosolenne, quella volta di fronte ad una salaveramente gremitissima di oltre 500 delegatiartigiani provenienti da tutta Italia e forsecon una meno numerosa presenza di mini-stri e di autorità di governo.

Credo che possiamo solo dire: basta conquesto modo di agire, di promettere e dinon mantenere, basta con questi immobilismi, con questi rinvii ingiustificati e inspie-gabiIi! VogHamo invece riaffermare con for~za 1'esigenza inderogabile che l'impegno as-sunto dall'onorevole Andreotti nelle dichia-razioni programmatiche, contenuto nel pro-gramma concordato e più volte ribadito dalMmistro dell'industria, sia adempiuto im-mediatamente, se si vuole essere coerenti,rispettosi del Parlamento e non deludentinei confronti di oltre 1 milione e 400.000aziende artigiane italiane.

Occorre anche procedere con sollecitudi~ne al rifinanziamento dell'Artigiancassa, ele~vando il fido massimo da 25 a 200 milioni,permettendo aJ?che per l'artigianato il mec-canisnlo del prefinanziamento a tasso agevo~Jato da parte degli istituti di credito. Anchequi non è alta la cifra (;he noi chiediamoper elevare il massimale dei fidi permessi,se teniamo conto che si tratta, così come sipresume prevederà la legge quadro, di azien~de con 25 dipendenti. Si tratta infatti di indi~vJduare un meccanismo selettivo per garanti-re iJ fido di 200 milioni a una parte dell'ar-tigianato, al comparto produttivo e manifat~turiero, tenendo conto degli investimenti chequeste imprese a questi livelli potranno ef-fettuare nei loro piani di ristrutturazione ericonversione.

Il fido massimo per l'artigianato di 200 mi-lioni è già stato deciso, fra l'altro, dal Parla-mento per gli interventi già approvati con lalegge n. 902 per l'artigIanato del M~zzogior~no e con la legge per mterventi straordinaria favore dell'artigianato delle zone terremo-tate del Friuli. Si tratta quindi di tener con-to delle effettive esigenze del settore, dellosforzo che esso compie per la ristrutturazio-ne e la riconversione delle proprie aziende,per meglio adeguarle alle naove esigenze de]moderno progresso tecnologico.

Lo stesso si dica per il trasferimento dal-l'ENAPI all'Ar1Jigiancassa delle funzioni e dei[oadi per il credito artigiano nel Mezzogior~no, per il sostegno all'assocIazionismo nel-l'artigianato, aggiornando e rifinanziando lalegge n. 374 e sollecitando l'iter della rifar.ma legislativa della cooperazione.

Una diversf'. politica delle partecipazionistatalI a favore dell'artigianato, per l'approv-vigionamento delle materie prime, per l'as~segnazione di appalti di opere e servizi alleforme aSSOCIate del settore, potrà aprireuna strada nuova dI feconda collabora-zione tra l'artigiana lo e il sistema dell~I,;artecipazJOni statalI qualI strutture pub~bliche che svolgano funzioni di diffusio-ne delle nuove tecnologie e nella ricercaapplicata specifica, atte ad elevare il li.vello tecnologico delle piccole imprese. Leimprese artigiane S01::0 direttamente in-teressate a questo problema ed a questa col-laborazione, come lo sono ad acquisire letecniche gestionali ed organizzative moder~ne, in cui si può riconoscere uno dei loropunti debolli. Occorrono la puntuale, concre-ta applicazione della legge di rÌconverSlOneindustriale per la parte relativa al compar~to manifatturiero con il pieno inserimentodi questo nei programmi settoria1i, facendoattenzione a snelJire e semplifIcare al massi-mo, per queste piccole imprese, l'Iter p1:'O-cedurale deUe domande e consentendo lorosia il contributo interessi che Il nscontocome espressamente richiesto dalle confe-derazioni artigiane in modo unitario; il so~stegno all' export delle produzionI artigiane;la sollecita riforma del catasto urbano perpoter soddisfare veramente, noi crediamo,quella che è l'esigenza posta daLle catego~

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Senato della Repubblica ~ 13706 ~ VIl Legislatura

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316a SEDUTA ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO

rie artigiane e più volte anche sollevata inParlamento dal nO'stra Gruppo e dal Grupposocialista, cioè l'estensione dell'equo canoneai laboratori artigiani e quindi un passaggiodefinitivO' e non più transitorio all'equo ca.none stesso.

Sono del pari necessarie una fiscalizzazio-ne degli oneri sociali, oggi troppo onerosi,per la piccola impresa, che 'tenga conto anchedell'incidenza del capitale impiegato e delprofitto dell'impresa più che della sola forzadi lavoro impegnata, e una riforma pensio~nistica, infine, che, insieme al pareggia deldeflcit della speoiale gestiane INPS, preve~da anche un miglior trattamentO' pensi ani-stiea.

Per la più valte annunciata canferenza na~zianale dell'artigianatO', vagliamO' invitare ilGaverno ~ e questo è stato l'intenta anchedella interpellanza ~ a predisparre subita,altrechè la fissaziane della data della can~ferenza, anche i mO'di, i cantenuti e 1efinalitàche can essa si voglianO' raggiungere, cainval~genda sin dalla fase preparataria, e quindi su-bito, le regiani in prima luaga, le farze po~liriche, le farze sindacali, i Gruppi parlamen~tari, affinchè tale canferenza castituisca unpunta di incantra e di anentamenta per daredefinizione ad una cancreta palitica per l'ar-tigianatO', spaziO' e rilievO' alle capacità delsettare di pradurre redditO', mantenere e svi-luppare i livelli accupazianali, sastenere lecorrenti di espartaziane, pramuovere !'inte-graziane sociale dei giavani, difendere i vala-ri tradIzianali artitstici e culturali, parsi comemomento di crescita civile e materiale dellecascienze della nastra sO'cietà.

Queste davrebbera essere le finalità dellacanferenza nazianale dell'artigianatO', unacanferenza che sia promO'ssa quindi cangiun~tamente da Gaverna e regiani, ossi'a da quel-le articalaziani dello Stato che hanno la re~spansabilità del settore davanti all'interacamunità nazianale, e che assaoi nella fasepreparataria tutte le farze sadali che pas-sanO' esprimere un ruala nella determina-ziane delle decisi ani e delle scelte.

La canferenza nazionale dell'artigianatO'deve essere un'inizIativa quindi di più ampiarespira che nan potrà mancare di taccare tut-ti i temi rilevanti per l'econamia dell'artigia-

nata e su tutti gli argamenti patranna esse~re presentate memarie scritte che dovran-nO' castituire materia di riflessiane per leparti interessate, per il Parlamenta, per ilGaverno. Il dibattitO' davrà essere concen-trato intarna a tre grandi problemi di fan-da che condizianana il gaverna del set-tore: la legge dei princìpi sull'artigianato,la callocaziane del settare nell'ordinamentO'istituzionale determinata dal decreta del Pre-sidente della Repubblica n. 616, l'avvia in~fine di una palitica di programmaziane de-gli interventi per l'artigianatO' e la mina-re impresa. (Applausi dall' estrema sinistra).

P RES I D E N T E. :E. iscritta a par-lare il senatore Carbani. Ne ha facaltà.

C ARB O N I. Signor Presidente, signarMinistrO', anO'revali calleghi, riteniamO' anchenai appartuna questo dibattitO'. La ritenia~ma opportuna anche perchè se da malti an-ni si vanno maltiplicanda le propO'ste diinterventO' legislativa in materia di artigia~nato, creda di pater affermare, senza troppitimari di smentita, che nessuna si è finaraadeguatamente impegnata, sia a livella difarze paHtiche, sia a livella delle arganizza-ziani sindacali, ad aggiarnare e chiarire gliobiettivi e le premesse dell'aziane legislativache va avviata.

Mi sembra che si passa dire che tutti aquasi tutt'i i temi deUa maziane che stiamO'discutendO', in sè per la maggior parte can~divisibili, saffrona anch'essi nella lara im-pastaziane di questa carenza.

:E. ancara lecita guardare all'artigianatonegli stessi termini degli anni cinquanta, qua-si che essa sia più numerosa sì, ma con lastessa camposizione? L'artigianatO' che nelcarsa dell'ultima decenniO' cresce di nume-ro è in realtà un artigianatO' diversa, cheha selezianato i mestieri campatibili canla prevalente arganizzaziane industriale; nanè più un artigianatO' preindustriale di sartie calzolai, perchè questa, ad onta di ogniretarica sulla minima dimensiane, ha cedu.to il passa a pracessi produttivi diversi.

Egualmente, mentre richiamo i valari chela Democrazia cristiana ha sempre ricono-sciuta ndla dimensione artigiana (l'unità

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del capitale e del lavoro, la diretta respon-sabilità dell'operatore), credo si debba ri-conoscere che il fatto dimensionale presoa sè non dà elementi per una nuova e cor-retta politica artigiana. Un cospicuo rifinan-ziamento dell'Artigiancassa è all'esame delParlamento, si discuterà se esso vada ulte-rIormente incrementato, ma in ogni casoesso denota una sensibilità ad operare versoil settore che dovrebbe bastare ad adeguarele disponibilità dell'Artigiancassa al volumedeUe domande.

Tuttavia, se il reale motivo di questa at-tenzione politica per l'artigianato è il suopossIbile contributo aU'economia nel suocomplesso, mi chiedo se non si debba stabi-lire una certa selettività tm l'artigianato diservizi, che per taluni mestieri opera in unmercato protetto senza nessuna concorrenzadi altre forme aziendali, e l'artigianato diproduzione di beni. È noto infatti che alcu-ne categorie di artigianato di servizi son<;>tra quelle che as'sorbono il credito dell'Arti~giancassa in quota più cbe proporzionalerIspetto ana loro consistenza sul totale del-le imprese ammissibili. Non so dunque se,rispetto alla disciplina del 1956, si possa, nel-la nuova legge quadro che va ormai ema-nata urgentemente, limitarsi all'incrementodel limiti numerici. Questo, come fattore iso-lato, unito al pur necessario aumento dellimite di fido dell'Artigiancassa, spostereb-be la mira delle agevolazioni verso una fa-scia più aIta scoprendo quelle imprese piùpiccole dove il modello artigiano si presentanella sua forma più pura, mentre in ognicaso si deve garantire quella peculiarità del-!'impresa artigiana dovuta alla presenza de-gli apprendIsti, proprio mentre si tenta diriscoprire connessioni più efficaci tra for-mazione e lavoro.

Credo che non tanto sui limiti numericidebba spostarsi la nostra attenzione, quan-to sui requisiti qualitativi di facile identi-ficazione che dicano se in un'~mpresa esi-ste di fatto un processo produttivo artigia-no e non industriale, che tengano conto deldiverso signifIcato e ruolo che oggi ha l'ar-tigianato come tipicità di mestieri artisticie tradizionali, oppure come primo passo neisettori ad organizzazione industriale.

Sulla novità dell'artigianato su cui oggici confrontiamo dovrebbe fard riflettere Ilfatto che esso è fra i settori di lavoro auto-nomo quello in cui è più giovane l'età me-dia dei lavoratori, che prevalentemente pro-vengono da ceti operai, indkando un ricam-bio che non è solo di uomini e sul qualeoccorre soffermarsi L'immagine di un arti-gianato che non fa inflazione perchè non hapotere dI mercato, ehe è esente da assen-teismo per la sua organizzazione di impre-sa e dimensione, che è per l'equilibrio e10 sviluppo del territorio, perchè in esso èintegrato, che giova all'occupazione giovani-le per il basso rapporto tra capitali investi-ti e nuovi co:;ti di lavoro, è sicuramente vera,ma occorre vedere in quali comparti essapossa essere più genuinamente nconosciu-ta. L'artIgianato manufatturiero delle pelli,dell'abbigHamento, del legno, della carta edella stampa, del tessile, che raggruppa qua~si la metà delle imprese iscritte agli albi, èquello più propenso anche ad aumentare laoccupazione in presenza di agevolazioni ere.ditizie.

A questo scavo conoscItivo nel settore nonè posslbHe oggi sottrarsi se la premessa èdI considerare l'artigianato settore in espan~sione, capace di compensare il malessere del-l'industna, come ceto medio urbano con unapropria fisionomia e non solo mondo stru-mentale delle subforniture oppure classe di-mensIOnale assistita. Infatti, in direzione diun'economia assIstita andrebbero alcune af-fermazioni sulle quali nella mozione ancorasi indugiava e che il collega Fabbri ha ri-preso, come quella relativa all'equo cano-ne per le botteghe e i laboratori artigiani,perchè una cosa è agevolare lo sviluppo diquesta categoria d'impresa, altra cosa è sot-trar1a alla logica di mercato radicalizzandoun dualismo tra piccole e grandi impreseche renderebbe più rigidi il ricambio im"prenditoriale e la dinamica della base pro-duttiva e attenuerebbe quella funzione divivaio di imziative più consistenti che l'ar-tIgianato deve pure svolgere.

Vi è contraddizione tra il voler valorizza-re l'artigianato e la minore impresa per laloro efficienza, che si manifesta in termi.ni di resistenza alla crisi, e il volerli inse-

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riI'e in un'area di economia assistita. Se que-ste realtà sono, come mi pare tutti concor-dino, fisiologicamente sane, ad esse occorrenon di essere messe al riparo dai rischi delmercato, ma di essere rese fatti promozio-nali, per così dire, di parificazione alle op-portunità delle imprese maggiori per ciò cheriguarda ricerca, tecnologie, commercializ-zazione, acquisti di materie prime, comple-tando il sistema di agevolazioni agli orga-nismi consortili.

Rimanere nell'area delle economie occi-dentali comporta queste scelte di princìpie di metodo, operando con l'artigianato apresidio della operatività del mercato e nonrecintandolo fuori dal sIstema dell'economiapiù ampia. Le scelte sull'ENAPI, sull'Arti-giancassa, vanno affrontate dunque senzatroppa rigidità, come pure va affrontata agil-mente la questione dell'operatività della leg-ge di riconversione e ristrutturazione perla parte che riguarda appunto le imprese ar-tigiane. Non dovrebbe essere fonte di parti-colari difficoltà o incontrare ostacoli tuttociò che è rivolto a portare maggiore coeren-za nell' ordinamento creditizio e soprattuttorapidità neJIe procedure e sufficiente orga-nicrtà di gestione delle agevolazioni. È cer-to invece che per ciò che riguarda una mag-giore disponibilità di creditp ordinario ildiscorso si amplia all'intero sistema del cre-dito e alla sua gestione, non essendo reali-stico o corretto affrontare in termini sub-settoriali questo problema.

Sempre in termini di agevolazioni, di fron-te all'obiettivo di avere !'impresa minore nonpiù assistita ma più forte, va rafforzata lapromozione dell'associazionismo. Si ponequi la questione della legge Minnocci sullaquale le difficoltà non sono al momento quel-le dei fondi, pur esigui, ma della scarsa ope-ratività dovuta al limitatIssimo numero del-le domande di finanziamento. La legge eracertamente inadeguata a sostenere le fina-lità dei consorzi, che esigono che, accantoagli investimenti fissi, debbano essere fi-nanziate anche le iniziative e le attivitàche contraddistinguono questi organismi, intutto o in parte quelli che lo stesso articolo6 della legge n. 374 richiamava. Così pureun più elevato limite di finanziamento e

il massimo snellimento delle procedure so-no essenziali. Ma occorre anche dire cheprovvedimenti di questo genere sono effi-caci quando vi sono organizzazioni sinda-caH che premono con azioni di sensibilizza-zione per costituire quelle iniziative consor-tili ammesse al finanziamento.

A parte la necessità di rendere questalegge più congrua aJle finalità che essa sipropone, vi è questa scarsa spinta delle or-ganizzazioni artigiane, questo non essersicollocate ancora su un versante di contri-buto alla ripresa lungo obiettivi-guida. Daparte nostra credo che questo richieda unrinnovato impulso politico, una diretta ca-pacità e volontà di elaborazione e propostaculturale e politica sul futuro dell'artigia-nato.

Non dimentichiamo che a questa catego-ria, come ad altre, viene a mancare lo spa-zio di partecipazione delle casse mutue auto-gestite, mentre non è ancora chiaro qualinuovi spazi potranno aprirsi. Questo temasi innesta ad altri che stiamo esaminandoin questi giorni, come ad esempio il riordi-namento delle Camere di commercio; vo-glio in ogni caso osservare che non si trat-ta di dar luogo ad impostazioni assisten-ziali o per altro verso collateralistiche, mail problema è invece di stabilire nuove for-me di corresponsabilità alle istituzioni, nuo-vi spazi di auto governo e partecipazione perla categoria artigiana. Non mi pare del re-sto che le regioni si muovano ancora in unalogica nuova: esse, fin dai primi interven-ti verso l'artigianato all'inizio degli anni '60,presero piuttosto la strada di provvedimentidi spesa che talora duplicavano o amplia-vano le forme di intervento fino allora pre-viste senza particolarmente innovare.

Non entro nei particolari di questi temi,su alcuni dei qualI il collega senatore Vetto-ri tenterà un maggiore approfondimento, madesidero aggiungere qualche considerazionesul senso che in questa prospettiva assumela legge-quadro, come occasione per dare aquesto ripensamento una corretta imposta-zione: che sia in primo luogo effettivamen-te una legge-quadro, vale a dire che, al dilà di alcune preoccupazioni garantiste e ne-cessarie, deve soprattutto mirare non al re-

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cupero dI segmenti di disciplina rispetto aJcomplesso che in base al decreto del Presi-dente della Repubblica n. 616 si trova nellacompetenza delle regioni, ma a dare con-creta espressione a quelle funzioni di indi-rizzo e di coordinamento rivolte a dare unpreciso senso economico e sociale al rappor-to della categoria artis:1:ianacon !'insieme del-l'economia e al rapporto tra ciascun settoreproduttivo c le fasce di impresa artigianache operano al suo interno.

Di programmazione in senso proprio èdifficile parlare per l'artjgianato essendo es~so ovviamente non un settore, ma un com-plesso di presenze in settori diversi. Ma que-sta difficoltà va affrontata con un sistemaflessibile, che quanto meno CO;2senta orien-tamenti conoscitivi in un coordinamento an-che intersettoriale che giustifica la presen~za incisiva, ma corretta, di eventuali organicentrali. La specificità dE'l1'Impresa élrtigia-na produttrice, il suo operare per una do-manda a sua volta tipica vanno riscopertie valorizzati; così come il radicamento nelterrItorIo, cui accennavo, la tipicità anchelocale delle produzioni artigiane va inseritain circuitl economici integrati ad altri set-tori, risolvendo ad esempio taJuni problemidi commercializzazione, nel contesto di op-portunità più ampie dovute aHa presenzadi altre attività. Non è dunque, a mio avvi-so, di un attivismo legislativo che l'artip'ia-

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'"nato ha bisogno, ma del coerente aggiorna-mento, secondo finalità chiare, degli strumenti e del1'ordinamento, che in aspetti es-senziali corrispondono però a tradizioni edesigenze tuttora vitali.

Tutti questi temi vanno posti al1'ordinedel giorno della conferenza nazionale, allaquale mancano ormai pochi mesi secondola scadenza preannunciata. Credo sia ormaiurgente che il Ministero apra un più largodibattito sull'impostazione della conferenzastessa, prevedendo anche a breve terminecoasultazioni con i partiti e le organizzazio-ni ar'tigiane. Non vedo dove, altrimenti, senon in sede di conferenza si possano corre-sponsabilizzare i diversi soggetti interessatia maturare insieme una visione aggiornatadell'artigianato alla quale accennavo, nè ve-do quale utilità avrebbe la conferenza se vo-Jesse eludere questi temi fondamentali.

Onorevoli colleghi, come dIcevo prima, alsenatore Vettori toccherà entrare ph~lconcre-tamente nel merito dell']'mpegno operativo.Concludendo vorrei però esprimere il pen-siero delìa Democrazia cristiana sul modo dIconcludere questo nostro dibattito. Ci tro-viamo di fronte ad una mozione dei colleghidel Partito socialista, a degli emendamentidi sostanza fatti dal Partito comunista, adun ordine del giorno della Democrazia cri-&tÌ'ana. A noi sembra che vi siano le condi-zioni per arrivare unitariamente all'appro-vazione dI un ordine del giorao impegnativoper il Governo e che rappresenti una validasintesi deJl'attenzione, dell'azione e dell'im-pegno concreto che sempre più debbono es-sere riservati all'artigianato. Credo che vi siaanche il tempo sufficiente, se si concorda suquesta ipotesI, per tro'Jare Il momento di&tendere l'ordme del giorno da sottoporre al-l'approvazIOne dell'Assemblea al termine deinostri lavon. (Applausi dal centro).

P RES I D E N T E. È iscritto a parlareil senatore Basadonna. Ne ha facoltà.

BAS A D O N N A. SIgnor Presidente,onorevole Ministro, onorevoli colleghi, a mioavviso può giudicarsi senz'altro utile ed op-portuna questa iniziativa del Gruppo socia-lista volta a richiamare l'attenzione dell'Ese-cutivo c l'mteresse del paese, attraverso lamozione sottoposta all'esame delJ'Assemblea,sui problemi antichI e m parte irrisolti delleimprese artigiane e delle piccole industrie.Non vi è dubbIO che gli obiettivi verso i qua-li può vahdamente puntare questa fascia diattività, se adeguatamente sorretta (occupa-zione, esportazione, impegno imprenditoria-le e Mezzogiorno), la rendono partIcolarmen-te prezIosa per concorrere al riequihbriodella nostra economia. Infatti dove ha rea-lizzato un soddisfacente sviluppo ha potutoanche riassorbire, almeno in parte, la mano-dopera che si è resa esuberante nelle indu-stne rr,aggiori. Non è azzardato affermareche se la disoccupazione in alcune zone nonh:1 raggiunto livelli più gravi ciò si deve an-che alla capacità dI tenuta e dI ripresa delleimprese artigiane ed industrIe mmori chestanno confermando la validità della loro

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funzione in questo momento di grave crisinel sistema produttivo del paese.

A questi risultati ha concorso l'azione delcredito nelle varie forme, sebbene abbia solom parte soddisfatto la domanda delle impre-se favorendo, attraverso la npresa degli in-vestimentl, l'aumento della manodopera oc-cupata, ma ciò prevalentemente nelle regionidel Centro-Nord. Il processo ha interessatoquest'anno in maniera assai limItata le areedepresse del Sud: mfatti i nuovi posti dilavoro sorti m Campania sono soltanto unquarto di quelli realizzatl in Emilia-Roma-gna ed un quinto dI quelli realizzati nelVeneto. Il limite agli investlmenti e quindialla crescita dell'occupazione nel Mezzogior-no è da imputarsi soprattutto alla madegua-ta dispombIhtà degli istituti di credIto adaccordare fmanziamenti, mentre nel Centro-Nord tale Imllte è derivato dalla dimensio-ne delle nsorse stanziate. E così Il sistemacredItizio non ha risposto adeguatamente al-la domanda e qumdi alla esigenza di aggior-namcnto tecnologico, che è mdispensabile al-le Imprese per spuntare costi economica-mente vaJidi, costi gIà pesantemente gravatida oneri fiscali e tariffari eccessivi.

È prevalentemente m rapporto a questaeSIgenza che è stata avanzata nella mozionela proposta di un adeguato aumento delledimensioni degli interventi, quando fu con-sentIta l'elevazione del tetto a 25 miliom,l'aumento servì soltanto a compensare gli ef-fettI della svalutazione nel frattempo inter-venuta; l'aumento, ora proposto nella mozio-ne socialista, a 70 milIoni è diretto a conside-rare altre esigenze connesse al progresso tec-nologico ed all'attuale realtà economica cheyjguardano particolarmente le imprese arti-giane operanti in soglia all'industria, quellealle qualI è affidata, come è stato detto daqualcuno, la funzione di matrice dell'impresaindustnale, di preparazione delle impreseartIgiane ad attIvità di più alto livello e cioèquelle che, senza perdere i loro requisiti ori-ginan, possono compensare il dIsimpegnodegh operatod dell'mdustna e cioè allevia-re il fenomeno più grave che la crisi staproducendo nel Mezzogiorno d'Italia.

Un più alto liveHo per i finanziamenti ol-tre i 70 milioni, proposto nell'interpellanza

comunista, trova giustificazione nel limitegià previsto per gh interventI con la legge183, ma implica disponibilità finanziarie ade"guate onde evitare che a giovarsi dell'incen-tivazione SIano soltanto le imprese di mag-gioTi dimensioni che non comprendono certole imprese artIgianali più tipiche e tradizio-nali alle qualI è affidata una msostituibilefunzione. Per tutto quello che ha fatto sulpIano economico, culturale e sociale l'arti-gianato, esaltato a parole m ogm occaSIOne,costituisce indubbiamente un patrimonioprezioso da dIfendere e coltIvare. Ma ancheper questo gli artigiani meritano fiduciamaggiore, in modo particolare dal sistemacredltizio che non può non tenere conto delnumero oltremodo lImitato delle insolvenzerelative ai fmanzIamenti agevolati per i qua-II è mtervenuta la garanzia sussidiaria del-l'Artigiancassa. E questo significa tra l'altroun trattamento dI tassi pIÙ favorevoli per ilcredIto ordinario, in considerazIOne del mi-nor rischio dei finanziamentl m questo set-tore; questo sigl1l'fIca, come è stato detto,una porzione di credito ben determmata daattribuire al settore artigianale. Ed è anchenecessario che Il credIto a medio terminenon sia strettamente subordinato a garanzIereah, sulle quali SI continua a far calcolo inmamera priori tana, anche in presenza dispIccate capacItà Imprenditonali.

Questo è un problema che riguarda la fa-scia non soltanto delle imprese artigianalI,ma anche queIJa superiore relativa alle pic-cole e medie mdustrie, per troppo tempotrascurate da parte delle banche a favoredelle grandi unità ritenute immortali primache clamorosi crolli non coinvolgessero pe-santemente il sistema credItizio. Ci si è reSIconto allora che per sorreggere le grandiimprese era necessario alimentare le indu-strie minori e con esse le imprese artigiane,per le quali l'assistenza cl'editizia è statasempre inadeguata, perchè queste potesseroforzare il ritmo dei loro sviluppo e concor-rere meglIo a consolidare l'apparato produt-tivo, mtensificando l'azione promozionale earginando Il disimpegno imprenditoriale.

Occorre a questo proposito considerareche m mamera particolare nel Sud le impre-se artigiane e le piccole industrie sono sprov-

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viste di una adeguata organizzazione ammi-nistratIVa dalla quale sia possibile all' occor-renza desumere gli elementi necessari perun giudizio fondato sulle prospettive azien-dalI. Ora, quando un istituto di credito nonsi trova in condizione di procedere ad inda-gini sufficienti, il risultato può essere che ven-gano richieste garanzie cosiddette reali in ma-niera esuberante o che si contengano gli inter-ventl in limiti troppo angusti in rapporto alfabbisogno dell'impresa. Per evitare che ciòé'ccada si rende necessaria una struttura diindagine dell'istituto finanziato re (e ciò non&oltanto per l'artigianato, ma per tutte leindustrie) in grado di formulare le prospet-tive economiche di una azienda e quindi leeffettive garanzie che è in grado di offrireanche in base ad altri fattori come la capa-cità managenale, l'organizzazione tecnicadegli impianti, la qualità e le possibIlità dicoliocamento della produzione e così via.

Da queste dIfficoltà derivano due esigen-ze. quella di affidare l'esercizio del creditoa medio termine agevolato ad istituti ade-guatamente attrezzati a questo fine e quelladella costItuzione di fondi di garanzia sus-siJdiari, come accade per l'artigianato conl'Artigi ancassa.

Se gli istituti di credIto non tengono con-to del fondo istituito presso l'Artigiancassaè perchè non lo ritengono sufficiente, almenoalcuni, ad assicurare un adeguato presidioal rischio bancario, sia perchè pone a cari-co degli istituti il trenta per cento dellaeventuale perdIta che essi dimostrano diaver sofferto dopo l'esperimento delle pro-cedure esecutive inerenti ana riscossionecoattiva, sia perchè l'attivazione della garan-ZIa sussidIaria arriva troppo tardi a causadel tempI lunghi richiesti dalla anzi dettaprocedura.

Pertanto anche questo meccanismo dellagaranzia andrebbe adeguatamente modifica-to per favorire 10 sviluppo dell'assistenzacreditlzIa specie nelle aree depresse del Suddove gli investimenti segnano il passo anchenel settore artIgIanale. E bisognerebbe an-che, come richiesto nell'interpellanza delGruppo comunista, che fosse esteso al set-tore artigianale il meccanismo del prefinan-ZIamento a tasso agevolato che la legge pre-

vede per le piccole e medie industrie, maohe gli istituti non hanno mai applicato.

A proposito dell'accesso al credito la mo-ZIOne npropone l'esigenza del rifinanziamen-to dell'Artlgiancassa che dovrebbe soddisfa-re una domanda di agevolazioni prevista permiIlecinquecento milIardi, determinare in-vestimentI per duemiIacmquecento mi-liardI e nUOVIpOstI di lavoro per centocin-quantamila unità secondo le previsioni con-tenute nell'apposito disegno di legge in di-scussione nell'altro ramo del ParJamento ea cui molti oratori hanno fatto cenno. Magià le integrazioni previste delle attuali di-sponibilità per Il fondo di dotazione dellacassa, per il fondo relativo al contributo nelpagamento degli mteressi e per il fondo cen-trale dI garanzia vengono giudicati insuffi-cienti delle categorie interessate m rappor-to agli obiettIvI da conseguire: su questafondamentale questione Il Parlamento avràoccasione di pronunziarsi, spenamo al piùpresto.

Un altro strumento operaTivo Ilguarda l'ap-plicazIOne degli incentivi prevIsti dalla leggen. 183 alle imprese industrialI ed artigianaliche realIzzano investimenti fIssi fino a 200milioni. A questo fine l'ENAPI dispone difondi del tutto inadeguati m rapporto alle fi-nalità deHa legge e dI cui attende l'integra-zione con fondi IegIOnali per organizzareun'utilIzzazione razionale e proficua dI que-ste disponibilità: questi fondI, secondo laproposta contenuta nella mozione, dovreb-bero essere trasferiti, come è confermatonnche dall'interpellanza, aH'Artigiancassa conle medesime finalItà. Tutto questo però com-porta uno svuotamento nell'ENAPI e cioèdi una struttura specmlIzzata che può assol-vere un compIto proficuo nell'ambito delleattivItà mdustnali minon pur nel rispettodella legge che dispone il trasferimento alleregiol1l di alcune competenze nel settore del-l'artigIanato.

Ho considerato soltanto alcuni dei nume-rosi problemi dell'artigianato, quelli connes-si al settore creditizIO che penso abbianopnoritana importanza, ma ve ne sono anchealtri, che sono stati elencati nella mozionee nell'imerpelìanza e che sono stati ancheIllustratI e svolti dai colleghi che mi hanno

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preceduto, e che comprendono l'annosa que-fo'jone di una legge-quadro, che superi lanormativa della legge n. 860 e che costitui-sca un quadro di riferimento preciso, datempo atteso, per l'attività legislativa delleregioni; il concorso al riequilibrio delle ge-stioni previdenzialì attraverso un aumentod~i contributi che gli artigiani sono di~postja so-pportare, sempre che sia garantita la pie-na percquazlOne e funzionalità deUe gestionistesse; il potenziamento delle provvidenzelegislative a sostegno dei consorzi e dellesocietà consortih dell'artigianato e per in-centivare il credito aH'esporta2Jione; J'ade-guamento degli oneri fiscali e degli inaspri-menti tanffari alla dimensione economicadell'impresa artigiana; l'estensione dell'equocanone agli impianti e alle botteghe artigia-ne, su CUI SI è particolarmente intrattenutoil senatore Pollastrelli. Ad essi vanno poi ag-giunti tutti gli altri problemi affidati allainiziativa delle regioni, che ne affrontano lasoluzione spesso con politiche diverse e consoluzioni dlfformi. Ma a questi si aggiungeanche la proposta dI un'agenzia per la pro-mozione industriale nel campo della ricercae della mnovaZlone tecnologica e m queiJodella promozione dell'export e delle inda-gini di mercato. Ne abbiamo tante di agen-zie che non credo sia necessario cl'carneun'altra, comunque è un'mizmtiva che vaesaminata e approfondita, ma sulla qualenon è possibIle in questo momento espnme-re un parere.

VorreI ntornare, concludendo, all'anda-mento del settore nelle aree depresse del Suddrammaticamente impegnate con i proble-mi della dI'soccupazione, specie quelJa gio-val1lle e anche inteMettuale, che nell'artigia-nato potrebbero trovare spazi, sia pure li-mit~~ti, di impiego. Ma qUI gli investimentiristagnano anche nel settore delle impreseartigianali e delle mdustrie minori, esclu-dendo propno le economie maggiormentecolpite dalla crisi dai vantaggi che uno svi-luppo di questa fascia di attività può com-portare in posti di lavoro, m promozione im-prenditoriale, in consolidamento dell'appa-rato produttivo. Si parla di 150 mila nuoviposti di lavoro se le proposte di nuovi in-vc"timenti potranno essere accolte. ma di

questI un'aliquota assai modesta purtroppoè destinata al Sud se adeguate iniziative nonverranno adottate e soprattutto se gli stru-menti disponibili non verranno perfezionatied impiegati, come è stato già richiesto dachi mi ha preceduto in questo dibattito. ]\,1iriferisco all'esigenza di facilitare l'accessoal credito per promuovere l'mvestimento, al~l'lltiJizzazione sollecIta e razionale delle pos-sibihtà operative offerte dalle leggi nn. 183e 675, al coordinamento delle iniziative diassistenza alle imprese e ai consorzi artigia~nali in t~tte le forme e soprattutto ad unaformazione professionale che tenga contodelle prospettive di sviluppo del settore eche coinvolga adeguatamente anche la scuo-la, dalla quale si attende un aggiornamentoadeguato del metodi, delle strutture, deiprogrammi.

In conclusione, non posso non concordarealmcI10 con lo spinto dI questa mozione ri-volta a nchiedere un impegno maggiore perquesto benemerito settore che si è dimo-strato in questo difficile momento una delleforze più vali0.c del tessuto produttivo, conl'auspicio che, adeguatamente sorretto, pos~,>aanche riuscire utile al Mezzogiorno e con-

I correre ad affrettarne la ripresa. (Applausidalla destra).

P RES I D E N T E. È iscritto a parlareil senatore Vettori il quale, nel corso delsuo intervento, svolgerà anche l'ordine delgiorno da lui presentato insieme ad altrisenatori. Si dia lettura dell'ordine del giorno.

MAFAJ DE PASQUALE SIMO~N A, segretario:

Il Senato,

riconoscendo il ruolo dell'artigianatonella crescita dell'economia, sia quale ma-trice di imprenditorialità di maggiore dimen-sione, sia quale realtà permanente nella lo-gica del mercato, sia quale forza determinan-te per 11superamento di crisi temporanee edi struttura, ~ia quaLe idoneo terreno dri in-contro tra lavoratori-produttori e fruitori dibeni e di servizi;

ravvisando la necessità che !'impegno ci-vico del passato e del presente dell'artigia-

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Senato della Repubblica 13713 VII Legislatura

5 OTTOBRE 1978316" SEDUTA ASSE::<'1BLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO

nato abbiano esemplare apprezzamento an-che plesso le giovam generazIoni per i valori I

di libertà, di indipendenza, di realismo crea-tivo, dI sensibilità solidaristica che gli ap-partengono, in contrapposizione all'egoi'smoed al disimpegno;

esprimendo soddisfazione per la coraleconvergenza su princìpi da tempo rivendica-ti dall'intera categoria, da molte parD poli-tiche, dai conoscitori del settore ed ora anchedalla risoluzione sui problemi della piccolae media impresa assunta dal Parlamento eu-ropeo nella seduta del 16 febbraio 1978;

impegna Il Governo

alla più attenta considerazione dei pro-blemi dell'artigianato colmando annose la~cune e ritardi per quanto attiene lo statogIUridico, la tutela e la formazione profes-sionale in Italia e nella Comumtà, il rac-cordo con le potestà regionali;

alla presentazIOne di una legge-quadrosull'artigianato, sostitutiva della n. 860 del25 luglio 1956, per la fissazione dei princìpidella materia e dei parametri economico-dimensionali delle Imprese artigiane; cherisponda a princìpi di programmazione erifletta una visione aggiornata e reale dellacomposizione e del ruolo dell'artigianato;

a soilecitare adeguati finanziamenti del-la Cassa dI credito per le imprese artigiane,della legge n. 374 del 30 apnle 1976 per ilsostegno delle miziatlve consortili, di ognialtro organismo di incentivazione, adeguan-do la mdividuazione delle spese finanziabi-

li e snellendo le procedure, in attesa dellacompleta operativilà della legge n. 675 del13 agosto 1977;

all'applicazione pratica e semplificataall'artigianato dei provvedimenti riguardan~ti i piani di settore e gli aiuti all'esporta-zione e la promozione economico-imprendi-toriale del Mezzogiorno;

alla organizzazione, per la data già an~nunciata de] 19~22 aprile 1979, delLa Confe-renza nazionale dell'artigianato, con imme-diato avvio di consultazioni dei partiti edelle organizzazioni artigiane, preparandonel frattempo gli strumenti da tempo indi-viduati e reclamati per una politica di pro~fessionalità, di certezza giuridica ed econo~mica, di produttività, di sviluppo e di tu~tela del settore.

9. 1-00019. 1 VETTORI, CARBONI, DE' COCCI,ROSSI Gian Pietro Emilio, Co-LOMBO VitJtorino (V), VITALEAntonio, ANDREATTA, DELPONTE

P RES I D E N T E. Il senatore Vettoriha facoltà dI parlare.

V E T T O R I. Signor Presidente, onore-vole Ministro, colleghI senatori, è per me gra-dito, ma la considero una doverosa attenzio-ne, l'intervento nell'odierna discussione,quanto meno per compensare il ritardo concui per ragioni varie viene trattata la mo~zione.

Presidenza de] vice presidente V A L O R I

(Segue V E T T O R I). Molte osserva-zioni ed anche talune delle richieste conte~nute nella mozione stessa e nell'assai piùrecente interpellanza connessa sembranoscontate e superate. Per la parte che sem-bra scontata viene spontanea la considera-zione che vi sia necessità di un solleci~to, quindi ampia giustificazione della mo-zione stessa, per la dovuta azione organica

a tutti i livelli; per le richieste che appaionosuperate, a parte la risposta del Governo,ritengo utile qualche considerazione quantomeno di ordine aggiuntivo sui contenuti deidocumenti e sulle esaurienti illustrazioni fat-te dagli autorevoli colleghi che mi hanno pre.ceduto: mi riferisco in modo particolare al-l'intervento del senatore Carboni oltre chea quelli degli illustratori della mozione e

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5 OTTOBRE1978316a SEDUTA ASSEMBLEA' RESOCO'iJ:TOSTENOGRAFICO

dell'interpelianza. Purtroppo, in queste con-dILlOnI c'e il nsclllo dI npetersI anche se-mantIcamente oLtre che con I 'Concetti.

.c:nlrambI I rdmI del Parlamento si sonopiÙ volle occupatI deil'artigianato III questopnmo bIennIO della V11 legislatura ma an-che prima, 111 occaSiOne del nnnovo deHecommissIOnI prOVUlCIal1 e III occaSIOne del.l'ammanmmento dI tondI per le attIvità eglI ll1vestlmenti del settore: 111tan occasIOnila temallca generale dell'artigianato è stataaffrontata con calore, con conv111zione, an-che con appellI e speranze e certezze che ilsettore, così regolamentato ed aiutato, po-tesse decollare. In effetti, l'estrema etero-geneItà e l'indivlduaÌ1smo del settore, chesembrano connotazIOni negative ma che pos-sono ventre interpretati alI positivo, comeduttilItà, capacità di adattamento e gustoe senso del nschio, scelta dI hbertà e di au-tonomia, hanno permes~o all'artlgIanato diprogremre nei termim quantitatIvi e nume-nCI, riportati anche dalla mozione, e nel ter-mini qualitativI ben presenti ad un osser-vatore attento.

Non c'è qumdi fase di decollo ma conso-lidamento di un volo SIcuro, di una via in-trapresa nella convinzione che l'aiuto e loonentamento pubblico sono gradIti e taloradetermmantI, ma la vera ;moLla è la fiducianel proprIO lavoro, nel proprio avvenire, nel-la hbera scelta dI una attivItà sempre piùprofessionahzzata, sempre pIÙ di dimensio-ni dinamiohe, e non la ,rassegnazione del sot-toimpiego. Un fatto nuovo, emblematico èstato l'inserimento del settore artigiano nel-la legge n 675 del 12 agosto 1977, sulla co-sIddetta riconverslOne industriale, che pur-troppo stenta a dare l frutti sperati, comela stessa legge n. 183 del 1976 sul Mezzo-giorno.

Con la risooperta della « centralità dell'im-presa}), come poteva non ottenere la dovutaattenzione l'artigiano che, uomo ,libero pri-ma, vero Imprenditore di razza poi, orga-nizzatore della propria crescIta, è generosodistributore di conoscenze pratiche e di sa-pere a colleghi, a soci, a collaboratori edallievi e produttore di reddito e di occupa-zione? Quanto tempo è passato daLl'epocain cui le quattrocento e più pagine del pro-

getto '80 contenevano, nel censimento dellepossibiìità italiane e nella volemerosa indi.cazione delle vie di sviluppo ulteriore delpaese (che i parametri internazionali delmomento indicavano come l'ottava potenzaindustnale del mondo), due sole volte laparola artigianato, con l'aggiunta dell'agget-tivo «artistico})!

Il mito del gigantismo, specie industriale,ailimentato da presunte e mai verificate eiCo-nomie di scala, negatore dell' equilibrio ter-ritoriale per logiche di verticalizzazione, pernon scritte o anche scritte supremazie dellafinanza sull'mdustria, per ambizioni dei purvalidi self-made men, negava o quanto menoignorava l'artigianato, la sua forza insostitui-bIle, la sua ore1Scita collaterwle a quella del-l'industna, la sua sostituzione specialisticaall'industria stessa. Mentre tale specializza-zione veniva accettata almeno a livello diesercitazione mtellettuale per il negozio com-mercIale tradizIOnale di fronte all'invaden-za economica e finanziaria dei supermercati,poche voci e la scoraggiata categoria arti-gi.ana non avevano ascolto a nessun livello.Come lamentarsi ora dell'indifferenza o del-la lontananza dei gIOvani dall'artigianato?Il mutamento degli orientamenti prevalentiriempie di soddisfazione, purchè la partepolitica non deluda ancora una volta la par-ie produttlva che è ed è stata sempre vivae vItale. Mi Sia consentito riportare uno stral-cia delle brevi considerazioni svolte alle pa-gme 4 e 5 nel rapporto della lOa Commis-sione del Senato quasi un anno fa sul bi-lancio 1978 dello Stato per il Ministero del-l'industria, commercio e artigianato. Cito te-stualmente: «Mai come in questo momentosi è potuto quindi verif.icare come il Mini-stero dell'indus,tria sia .ill Min!i1sterodella pilC-cola e media impresa piuttosto che quellodella grande impresa, abbastanza autonomae abbastanza fuori di ogni controllo imme-diato, come dimostrano situazioni già citateed il moltiplicarsi dei punti di crisi, alcunidei quali peculiari della congiuntura e del-la struttura italiana nell'ambito della più va-sta crisi eurOlPea iniziata nel 1974. Non èestranea aJ.la discussione del bHancio ta-le considerazione, in rapporto alle docu-mentazioni raçcolte per la legge n. 675 e

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Senato d-ella Repubblica ~ 13715 ~ VII Legislatura.

316" SEDUTA ASS"CMnLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO 5 OTTOBRE 1978

per quella a favore del Mezzogiorno, non an-cora interamente esplorate e certo non anco-ra apportatrici di un rilancio produttivo, diun miglioramento tecnologico, dI un raffor-zamento della fragile struttura dell'industrianazionale, dI un'indicazione di spazio per isettori, di una mIgliorata competitività ge-nerale.

Se per la grande industria occorrono sfor-zi di nstrutturazione fmanziana, apporto ditecnologie attraverso ricerca ,tenace .o know-how di rapida acquiSli~1one, coordinamell1toe rinnovamento produttivo per conseguente.continua prelSlenza nel mercati mondialI, perla piccola e media impresa e in parte perl'artigianato di produzione e dei servizi oc-conre prioritariamente un p.reciso riconosci-mento della identità e della entità per vo-lume di produzIOne, numero cll aziende, nu-mero di addetti; un riconoscimento de[ ruo-lo permanoote di creatrice di lavoro, di ric-chezza, di profeSslOnalità, con diffusione geo-grafica che tenda all'equilIbrio dd territorio,rid~lca il pendolarismo, utilizzi ogni risorsa,stlmoli ogl11 energia, ind1chi un'alternativaanche alle giovani generazioni in un climadi certezza politica, socJale ed economica.

La formazione p,rofessionale, il generalizza-to uso di strutture cons.ortliili per produZÌiOl1lee commercializzazione, la fil:essibilità produt-tiva m adattamento a mercalti mutevoli deb-bono legittimare Il ruo~o della impresa mino-re alla quale è stato 'spesso affidato illcompi-to di ammortizzatore deHe avverse congiun-ture, senza compensi tranne quote ridot:te dicredito agevolato, già di per sè fattore disquilibri se distribuito a pioggia. Una moder-na impresa minore non è una piccola attlilVità,nè per la fadlità di conduzione ne pèr i oa(]Ji-tali di nschio che richiede per la gestionee per un'adeguata dotazlOne di impianti. UnaproduzIOne decentrata non è economicamen-te marginale se ha efficienza, mercato, mana-gement. Le economie di scala e di verticaliz-zazione non hanno pIÙ valore se S1 raggiun-gono dimensioni incontrollabili, burocratlZ-zate, ingovernabih perchè lontéme da misureumane pnma che da parametri scientifici. Lalegge n. 374 (la Minnocci citata), agevolativadei consorzi di piccoE e medi produttoI1Ì,sembra riconoscere una delle necessità es-

senziali del settore; a tale legge è riservata lasomma dI 3 miliardi sul capItolo 7544.

Questa dIgressIOne è fOI1se abbondante-mente scontata nelle enunciazioni, ma nonè pratIcata nella realtà quotidiana italiana,che mortifica il gusto del rischio, l'orgogliodel costruire, la soddisfazione dell' mventa-re e del produrre beni e seirViZÌper un'interaIsocietà. L'osservazione suLl'impresa minoreinduce all'esame della sItuazione dell'artigia-nato, in larga parte già competenza delleregioni, e still!91a a sollecitare ancora unavolta l'atteso provvedimento quadro in ma-teria di ordinamento dell'artigianato, per laregolamentazione di un'attività tanto vitalequanto composita e non omogenea da postu-lare indagini conoscitive. Su ciò dovrà espri-mersi il Governo in presenza di proposteparlamentari, pOlchè la semplice soppressio-ne della direzione generale dell'artigianatopresso il Ministero e il passaggio delle com-petenze alle regioni non risolvono il p.roble-ma, che vede sdltanto l'Italia priva di unaregolamentazione paragonabile alle pur va-ne norme europee e valida quindi agli ef-fetti del diritto di stabilimento.

Sei anni di vIta regionale hanno portatoincentIvi alla formazione, all'mvestimento,alla promozione, alla commercializzazioneartigiana, ma rimane l'esIgenza di un coordiunamento e di una legge-quadro. Il ruo~lo del-l'ENAPI, già spogliato per legge di compe-tenze m materia artigiana, dovrà vemre rie-saminato insieme ad un comitato centraleper l'alrtigia:nato.

Se per l'impresa artigiana si vuoI seguirela via di una riqualificazione del lavoro edella professionalità, si dovrà abbandonarel'unico parametro dimensionale degli addet-ti, dipendenti e nOln, fissato dallla Legge nu-mero 860 dell 25 luglio 1956.

Se leggi di particolare incentivazione, an-che rivolte ai giovani, si dovranno fare perl'artigianato, occorrerà chiarezza nella di-stinzione tra settori, eliminazione di ambi-gui inquadramentÌJ, fissazione di obiettivilegati anche alla formazione e all'addestra-mento dei lavoratori, titolari e dipendenti.

Forse il futuro potrà vedere una regola-mentazione della piccola impresa anche perl'industria ed il commercio: COillpunti di ri-

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5 OTTOBRE 1978316a SEDUTA ASSr:MBLEA- RESOCONTO STENOGRAFICO

ferimento motivati e non equivoci, più age-vo:le e più agile potrebbe essere anche unaimposizIOne fiscale differenziata ».

Termino di citare me stesso perchè nonesiste per queste racili indIcazioni una ri.vendicazione dI priorità, neppure temporale,anche se sono stato facile profeta, confel'-mato poi dalla risoluzione del Parlamentoeuropeo del 16 febbraio 1978.

C'è solo la soddisfazione per l'evidenzaunitaria dI una realtà non più negabile, nonpiù ignorabile. La classe dirigente non puòeludere Il risanamento finanziano delle im-prese; non può rallentare con dispute sottiliil processo di sopravvivenza della strutturamdustriale italiana, dIversificata su 90.000unità dI piccole dImensioni, nel recente pas-sato avversate pIÙ pSIcologicamente e politi-camente che aggredite economicamente e sin-dacalmente; ma ancora meno può non rico-noscere il ruolo che l'artigiano ha e si èconqUIstato, sia pure in modo diversificatogeografIcamente, ma spesso con chiara so-stltuzione anche in termini occupazionalidell'mdustna, localmente Impossibile, inade-guata, imprepara::a o scoraggiata.

La nstrutturaZlOne finanziaria riguardanon pIÙ di 1.000 imprese; si potrebbe direche riguarda dIeci gruppi finanziari. La ri-cOl17crsione industnale del1a piccola e me-dia industria è possibile se troviamo Il fa-moso cavallo che già alcuni anni orsono nonbeveva Il numero delle nuove domande dicre~hto per nuove iniziative industriah nonsup:::ra la decina per regione. Vediamo orainvece quanti sono i cavalli assetatI dell'ar-tigianato: 48.000 erano le domande artigianepresso 1'Artigiancassa al 31 agosto 1978 per640 miliardi, ma al1tl'e domande si prevedo-no per fme anno capaci di attivare, se ac-colte, con intervento di 1.000 miliardi, circa1.700 miliardi di investimenti e quasi 100.000nuovi posti di lavoro.

Si tratta di investimenti in corso, di as-,>unzioni possibili, di attività in cui si rischia,si dà tutto quanto c'è in garanzia, si impe-gna l'intera famiglia. Questa realtà non èstrumentale decentramento produttivo e tan-to meno lavoro nero.

Altre esigenze per un artigianato all'altez-za dei tempi europei sono illustrate nella

mozione e negli interventi già sentiti in que-st'Aula ed hanno bisogno dell'attenzione delGoverno, del consenso dell'opinione del pae-se, dell'efficienza dei servizi amministrativi.Citerò solamente l'assistenza tecnica, la for-mazione professionale, il sostegno all'espor-tazione e lo stesso credito di esercizio. Nel-l'ambito di una visione globale ed omoge-nea le regioni hanno ampio spazio per darerisposta a tali richieste. Talune l'hanno fat-to abbondantemente.

Distinguere le imprese artigiane soltantoper il numero dei dipendenti o degli addettinon può che costituire un ulteriore anacro-nistico motivo di conflittualità tra le istitu-zioni. La categoria ha mostrato di conoscerela propria forza, di accettare e quindi di pre-tendere il riconoscimento del ruolo: ha mo-strato pazienza ed adattamento; sa fare sa-crifici, se necessari e comprensibili.

Non me ne vogliano i colleghi se il miointervento volutamente fa grazia di cifre,dati, indicazioni particolari, del resto in pos-sesso di tutti; mi consentano di rivendicarequanto meno una conferma di una linea po-litica per l'a'I1tigianato che non si fermi aisingoli interventi, importanti, ma relativa-mente facili da affrontare specialmente fuo-ri da una disouss:ione generale a liveHo pada-mentare; una linea politdca di non recenteinvenzione ~ è un~ parola UlSat:ada:!senato-re Fabbri ~ della mia parte politica e dellamia persona, per la provenienza da una re-gione a statuto s.pecia1e avoo:te competenzaprimaria esdusiva il11materia di artigdanato,abbondal1ltemente esercitata ~ direi ~ in25 anni.

Chiediamo un impegno, vista !'identità diobiettivi apparsa nella discussione, attraver-so la votazione di un ordine del giorno chealcuni senatori democristiani hanno presen-tato e che io come primo firmatario ritengodi avere già illustrato nell'intervento, per lomeno come linee politiche. Sulle premesse esulle indicazioni di impegno di tale ordinedel giorno aHendiamo una voce del GoVeIrll10e dichiariamo la massima disponibilità aconvergenze che salvino e rafforzino la so-stanza del documento parlamentare. La so-stanza della I1ea1tà artigi'all1a non ha bisognodi salvataggio o di rafforzamento e neppure

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di ulteriori mterventi di tipo assistenzlalisti~co, ha solo dIritto di riconoscimento senzaequivocI, SE:nza ricorrentI lamentazioni o di~scriminazioni.

Oirca questa dIsponibilità più leale e piùproduttiva per un documento largamente eunimriamente condiviso dall'Assemblea, pos-so anticipare una valutazIOne sulla mozione19 e sui nove emendamenti pre3entati: sia-mo sostanzialmente d'accordo sugh obiettivi,siamo d'accordo sull'amplIamento del no-stro ordine del giorno; abbiamo qualche per~plessità su alcum punti di eccessivo detta~gho operativo, pur compatibilI con il quadrogenerale qui apparso deUa realtà artigiana,da riconoscere, valorizzare, far parteciparecon tutto jJ suo potenziale umano, sociale,CIVICOe poi anche tecnico-finanziario al pro~gl'esso Italiano.

P RES I D E N T E . Dichiaro chiusa ladiscussione sulla mozione. Ha facoltà di par-lare Il Miaistro dell'mdustria, del commer-cio e dell'artigianato.

D O N A T -C A T T I N, ministro dell'in-dustna, del commercio e dell' artigianato.Chiedo di poter svolgere la mia replica inaltra seduta.

P RES I D E N T E. D'accordo. Rinvio al~lara il seguito della discussione alla pros~sima seduta.

Annunzio di mozioni

P RES I D E N T E. Invito il senatore se~gretario a dare annunzio della mozione per~venuta alla Presidenza.

MAFAI DE PASQUALE SIMO~N A, segretarw:

SIGNORI, FERRALASCO, FINESSI, FAB-BRI, SEGRETO, CAMPOPIANO, AJELLO,MARAVALLE, FOSSA, DE MATTEIS, LA~BOR, TALAMONA. ~ Il Senato,

premesso che la Commissione parla~mentare d'inchiesta sul fenomeno della ma-fia in Sicilia, istituita con legge n. 1720 del20 dicembre 1962, ha da tempo esaurito Ilsuo compito, giungendo, al termine di tre

dici anni di lavoro complesso e tormentato,caratterizzato comunque da una va.sta ed in-tensa attività di studio e di indagine, allastesura della relazIOne conclusiva comuni-cata alla Presidenza deIJe Camere il 4 feb-braio 1976 unitamente alla relazione setto~riale sul traffico mafIoso dei tabacchi e stupefacenti nonchè sui rapporti fra mafia egangsterismo italo-americano;

rilevato che Hno ad oggi risultano pub-blicati, secondo i criteI1i di selezione del-l'imponente materiale custodito nell'archi-vio della Commissione fissati dalla Commis-sione medesima nella seduta del 15 gennaio1976:

1) Il volume primo della documentazioneallegata alla relazione conclusiva (Documen~to XXIII n. 1 - VII legislatura) che contiene,tra l'altro, cil testo stenografico delle audi-zIoni effettuate dalla Commissione nel cor~so dei sopralluoghi conoscitivi a Milano (lu-glio 1974) e a Palermo (dicembre 1974), il~esto predisposto da alcuni commissari aifini dell'orientamento del dibattito per ladefinizione delle proposte da formulare alParlamento per reprimere le manifestazionidel fenomeno mafioso ed eliminarne le cau~se, nonchè l'estratto dei resoconti stenogra~fici delle sedute in cui si è svolto il dibat-tito per la definizione delle suddette pro~poste da formulare al Parlamento;

2) il volume secondo della documenta-zione allegata alla reJazione conclusiva (Doc.XXIII n. 2 ~ VII legislatura) recante i pro~cessi verbali di tutte le sedute della Com-missione e delle sedute dell'Ufficio di Presi-denza tenute nel corso della IV e V legisla-tura;

3) il tomo primo del terzo volume delladocumentazione allegata ana relazione con-clusiva (Doc. XXIII n. 3 - VII legislatura) checomprende il testo delle dichi.arazioni reseda terzi alla Commissione e a1ì'Ufficio di Pre-sidcnza nel periodo 1963-1969;

4) iJ tomo secondo del terzo volume del-l? documentazione allegata alla relazioneconclusiva (Doc. XXIII n. 3-bis - VII legis1a-tura) che comprende il testo delle dichiara-zioni rese da terzi alla Commissione e all'Uf-ficio di Presidenza nel periodo 1969-1972;

osservato che tale documentazione co-stituisce, insieme alle summenzionate rela-

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')CUeltO della Rcpubblicc. VII Legislatura~ 13718 ~

5 OTTOBRE 1978316a SEDUTA ASSEMl'! ::<,,\ ~ RES(K~OYro STE~,joGrPd'JC')

zioni finali, una fonte di informazione cospi~cua e per di più destinata ad arricchirsi ulte~riormente di altri ponderosi volumi;

nella convinzione che alla sensibilità del-le forze politiche si impongano fin d'orauna seria riflessione, un'approfondita valu~tazione e un aperto confronto sulle indica~zioni fornite al Parlamento dalla Commissio~ne parlamentare di inchiesta sul fenomenodella mafia in Sicilia, le cui conclusioni, lun~gi dal porre fine ad un doloroso capitolo del~la vita nazionale, soHecitano il più ampiodibattito e aprono necessadamente una nuo-va fase di impegno operativo che recuperi econsolidi nei cittadini la fiducia nelle isti~tuzioni repubblicane,

invita il Governo a presentare al Parla~mento, anche a seguito dI opportune inte-se con la Regione sicilIana, articolati, atti:

a) ad incidere sulle strutture socio~eco-nomlche (assetto agricolo ed industriale,mercati, credito, esattorie, urbamstica, scuo-Ia) storicamente indlviduate quali condizionidella nascita e dell'evoluzione del fenomenomafioso;

b) a concretare un ventaglio di misurepreventive e repressive rispetto ai compor~tamenti deJittuosi di stampo mafioso, sin~tomo estremo di una specifica criminalitàcausata ed alimentata dalle distorsioni diun particolare tipo di sviluppo sociale edella conseguente, errata impostazione delrapporto fra Stato e società.

(1 ~ 00020)

Annunzio di interrogazioni

P RES I D E N T E Invito il senatore se~gJetario a dare annunzio delle interrogazio-ni pervenute alla Presidenza.

MAFAI DE PASQUALE SIMO~N A, segretarw:

SCHIANO. ~ Al Ministro della pubblicaistruzione. ~ Premesso:

che nell'ex sezione staccata di Via Ca-nestrini del liceo scientifico «Nievo}} diPadova (attualmente costituita in liceo au~tonomo) è in atto dal 1974-75 una sperimen-tazione ai sensi dell'articolo 3 del decretodel Presidente della Repubblica 419/1974;

che c;odesto Ministero non ha concessoper il 1978~79l'autorizzazione al rinnovo delbiennio condi:zJionando quella del trienniaad una revisione del progetto sulla base dispecifiche indicazioni,

l'mterrogante chiede di conoscere secorrisponde a verità:

a) che il preside incaricato, professarAntonio Moreno, avendo diretto ed anima~to la suddetta sperimentazione nel trien~nio 1974~77,ha dichiarato pubblicamente diaVde lasciato l'incarico di fronte alla diffi.~coltà di continuare a coordinare una speri-mentazione che si era deteriorata anche aseguito di uno slittamento verso una dema~gogica gestione assembleare, non sentendo~si di condividere ulteriormente la respon~sabilità del decadimento degli studi;

b) che lo stesso professar Moreno è sta~to percosso;

c) che il vice preside incaricato del coor~dinamento delle cJassi speciali, professarMassimo Magna, che ha seguito la sperimen~tazione nell'anno 1977-78, ha declinato !'in-carico per il corrente anno sostanzialmenteper le stesse ragioni rese note dal profes-sar Moreno;

d) che l'abitazione del professar Magnaè stata oggetto di lancio di bottiglie mo~fuw~ ,

e) che nel predetto liceo durante i pri-mi mesi dell'anno scolastico 1977-78 sonostati arrecati danni alle strutture per oltre10.000.000 di lire al nuovo edificio di viaCanestrini consegnato dall' Amministrazioneprovinciale all'inizio dello stesso anno sco-lastico;

f) che il Comitato tecnico scientificonazionale per la sperimentazione ha deli-berato all'unanimità le 1imitazIOni alla spe-rimentazione di cui alla premessa della pre-sente interrogazione sulla base di una at-tenta valutazione della proposta di spenmentazione e delle relazioni ad essa connes-se; dei verbali del Collegio dei docenti e delConsliglio d'Istituto; delle relazioni delle vi-site ispettive.

Per conoscere infine se corrisponde a ve-rità che docenti delle facoltà di scienze ma-tematiche, fisiche e naturali, di lettere e fi-losofia e di magistero dell'Univer~tà di Pa-dova abbiano collaborato con le classi spe-

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Senato della Repubblica ~ 13719 ~ VI I Legislatura

5 OTTOBRE 1978316a SEDUTA ASSEMBLEA" RESOCONTO STENOGRAFICO

rimentali del liceo «Nievo)} e, in caso af-fermativo:

1) se a titolo personale ed informal~mente o attraverso forme di partecipazio-ne agli organi collegi aLI o comunque prepo-sti alla sperimentazione o, infme, quali rap-presentanti ufficiali dell'Università;

2) quali valutazioni i docenti stessli ab-biano espresso in ordine alla validità ed al-l'efficacia della sperimentazione

(3 -01082)

DI MARINO. ~ Al Ministro senza porta-fogllO per le regioni. ~ Per conoscere se visono obiezioni, e di quale natura, da partedel Governo nei confronti della legge n. 482approvata il 20 luglio 1978 dal Consiglio re-gionale della Campania, nella quale, in con-formità alla lettera ed allo spirito della leggen. 382 e del decreto del Presidente della Re-pubblica n. 616, viene affermata la compe-tenza della RegJOne in materia di attivitàformativa per la professione di ostetrica.

(3 - 01083)

SIGNORI, FERRALASCO, DALLE MURA.~ Ai Mmistri delle partecipaZlOni statali edell' industria, del commerclO e dell' artlgia-nato. ~ Per sapere se rispondono a verità,le grwissime notizÌie, diffusesi in queste ulti-me ore, circa ,la diohiarata volontà dell'ENI,e per esso della SAMIN, di procedere iITcon~cepibilmoote aHa definitiva liquidazione delpatrimonio minerario ex EGAM (mercuriodel Monte Amiata, miniere di piombo e zincotos'cane e sarde, antimonio di Manciano, ecc.).

Farebbero eccezione a questa ondata dismantellamenti, che non conosce precedenrtiin nessun settore dell'attività economica delnostro Paese e che contraddice gli impegni ele assicurazioni ripetute nel tempo dai Mi-nisteri competenti, :]eS'aIe due miniere di piri-te di Niccialeta e Campiano pelI"Chèla ,loro at-tiviltà produttiva è ritenuta sicuramente eco-nomica in termini strettamente aziendali.

Per s,apere inoItre come il Mill1istro del'I'in-dustria possa conciliare questi programmiliquidatori dell'ENI con il proprio disegno di'legge n. 1086 ail quale affida, al di là deglieffettivi contenuti di esso, il vrnlore di attua-zione della politica mineraria.

(3 -01084)

FERMARIELLO, VALENZA, MOLA. ~ AlMinlstro dell'mterno. ~ Considerando chedebba costituire impegno priotritario degliiapparati statali competenti individuare e col.pire nel modo pIÙ fermo gli spietati sicariche a Napoli hanno ripreso la loro attivitàdelinquenziaJe, aggredendo selvaggiamentepacifici cittadini, minacciando uomini podi-tici e rappresentanti deHe istituzioni elettivee delle o,rganizzazioni sindacali, oolpendospietatamente giovani democratici e di sini-stra come è avvenuto durante il raid de:! 30settembre 1978, nel corso del quale al venten-ne Claudio Miccoli è stato fracassato il cra-nio, SI chiede di sapere quali misure sonostate prese, preventive e repressive, per stron-care ogni barbaro rigurgito di fascismo e,in concreto, se sono stati peI1segUÌiti i covidel cnminah, setacciati i loro noti punti dirifenmento, fermati e interrogati i sospetti,indlViduatl e arrestatl i colpevoli e qualiiniziative si pensa di adottare <per dimostra-re ai cittadmI che lo Stato è in grado di ga-rantire il libero svolgImento della vita civile.

(3 - 01085)

BOLDRINI Arrigo, DONELLI, IANNARO~NE, MARGOTTO, PECCHIOLI, PELUSO, TO.LOMELLI, VANIA. ~ Al Ministro della dife-sa. ~ Per s~pere, in base alla 1egge 26 luglio1978, n. 417, che stabilisce «l'adeguamentodel trattamento economico di missione e ditrasferimento dei dipendenti statalI », se nonritenga urgente precisare, per alcune catego-rie di militari, come i gruppi di artiglieriamissili contraerea (gruppi Hawk) in servizionel nostro territorio nazionale nelle basi con-Lraeree, la loro stessa base di servizio secon-do la lettera delJ'articolo 1 che recita come<, l2. sede di servizio si mtenda il centro abi-tato o la località isolata in cui hanno sedel'ufficio o l'1mpianto presso il quale il dipen-dente presta abitualmente servizio ». Nonprocedendo a tale definizione della base gliinteressati SI trovano nelle condizioni di nonpotere beneficiare dell'adeguamento econo-Ti.1icodI missIOne previsto dall'articolo 1, nèdi quello specificato dall'articolo 4.

Detta anomalia di interpretazione pone gliinteressati ne1Ja situazione per cui la leggenon viene applicata pur stabHendo i tratta-menti previsti. (3 - 01086)

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5 OTTOBRE 1978

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ASSEMBLEA - RESOCO:-JTO STENOC,H -: ~')316a SEDUTA

BOLDRINI Arrigo, DONELLI, IANNARO-NE, MARGOTTO, PECCHIOLI, PELUSO, TO-LOMELLI, VANIA. ~ Al Ministro della dife-sa. ~ Per conoscere le ragioni per cui nonviene integralmente applicato l'articolo 15della legge 5 maggio 1976, n. 187, sulle inden-nità supplementari per servizio presso poli-goni permanenti, stazioni radio e radar concompiti tecnico-operativi militari di caratte-re speciale.

Fra l'altro Il comma terzo del suddetto ar-ticolo così recita: « stazioni radio e radar concompiti tecnico-operativi militari di caratterespeciale dislocate nel territorio nazionale inlocalità non collegate da regolari servizi ditrasporto pubblico collettivo» per cui nonsi comprende come mai la indennità previstanon venga concessa a tutti gli ufficiali, sot-Ì!ufficiali e militari di truppa delle tre anniche si trovino in queste specifiche condizio-ni. La mancata applicazione di queste dispo-sIZioni ha determinato ragionevolmente par-ticolari richieste degli interessati che mai so-no state prese nella dovuta considerazionedall'Amministrazione creando disagi moralied economici per quanti devono per legge be-neficiare di tale indennità.

Gli interroganti domandano di sapere qua-li provvedimenti il Ministro intende prendereper Il pieno rispetto della legge nelle sue par-ti specifiche e chiaramente motivate comel'articolo 15.

(3 - 01087)

BOLDRINI Arrigo, DONELLI, IANNARO-NE, MARGOTTO, PELUSO, TOLOMELLI,VANIA. ~ Al Mmtstro della dlfesa. ~ Persapere se non ritenga opportuno provve-dere perchè la bonifica da ordigni belliciper la quale si chiede l'intervento del Ge-nio militare sia a carico dell'Amministra-zione militare come già era stato stabilitoin precedenza nei bilanci stessi.

Con il provvedimento di legge n 417 (Gaz-zetta Ufftciale n. 219 dell'agosto 1978) è sta-to disposto il rimborso alla Direzione delGemo da parte di cittadini e di enti solle-vando giuste proteste da parte degli inte-ressati che rivendicano la bonifica da ordi-gni bellici un compito funzionale degli or-gani militari competenti.

(3 -01088)

MURMURA. ~ Al Mimstro dell'agricoltu-ra e delle foreste. ~ Per conoscere qualiconcretI provvedimenti intende il Governoassumere per aderire alla richiesta dellaRegione Calabna per l'assunzione da partedei poteri centrali degli oneri di rimborsodelle spese per il periodo 1972-75, affronta-te dali'Ente di sviluppo agricolo di quellaRegione.

L'auspicata soluzione positiva, nascenteanche da specifici voti parlamentari in ma-teria, non dovrebbe trovare il dissenso delGoverno, la cui sensibilità per i problemidel Mezzogiorno è ben nota.

(3 - 01089)

MURMURA. ~ Al Ml1listro di graZIa eglUstizla. ~ Per conoscere il fondamentodella notizia secondo la quale si vorrebbe

I modifIcare, con un provvedimento lampo,Il punteggio minimo delle prove scritte deiconcorsi notarili, iniziando dal concorsonotarile in corso.

Un provvedimento del genere non solosconvolgerebbe il concorso del quale sonoiniziate le prove orali, ma costituirebbe unaInconcepibile lesione di diritti maturati eeh aspettative legittime e potrebbe dare laimpressione di volontà ripescatrice nei con-

, fronti di alcuni.Su tale circostanza si chiede di conoscere

il fondamento della notizia ed il parere delGoverno.

(3 - 01090)

CIPELLINJ, LABOR, FERRALASCO, FI-NESSI, SIGNORI. ~ Al Mmistro degli alfa-n esten. ~ L'opinione pubblica democra-tica in Italia è in questi giorni colpita dallecondanne a morte richieste a Tunisi per 30leaders sindacali.

Per aver adempiuto ai loro doveri di sin-dacalisti e di democratici essi vengono oggiaccusati di tradimento, sommossa, tentati-vo di colpo di Stato, complotto, danneggia-mento della comunità.

Gli avvocati degli imputati sono stati espul-si dal processo, gli avvocati della difesa.per protesta contro le condizioni loro impo-ste, hanno rinunciato al mandato.

Gli interroganti chiedono quali interven-ti urgenti il Governo italiano intenda assu-mere per evitare che tale grave violazione

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Senato della Repubblica VII Legislatura~ 13721 ~

5 OTTOBRE 1978~o--:---=--~~:,:::" ~~OC-:C'.~,,","~~~==---: '.~~-".~~7 ~~.:::..:c~~=:.::;-,,==~~.,.

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ASSE~~HLEf' . RESOCCKIO STENO('RAFTCt)316" SEDUTA

dei diritti umani e civili venga perpetratanella amica nazione tunisma.

(3 ~ 01091)

Interrogazionicon richiesta di rzsposta scrztta

CHIELLL ~ Al Mmistro de,zza difesa.Risulta che in data 15 giugno 1978 alcunedecine di giovani laureati e laureandi inscienze agrarie e diplomati ad indirizzo agra-rio residenti nella città di Grosseto, dopùessersi legalmente costituiti in cooperativadenominata «Sviluppo agricolo », hannochiesto al Mimstero della difesa l'assegna-zione in affitto di n. 287 ettari di terra del de-manio militare sitl nel comune di Grosseto,denominato «Posto raccolta quadrupedI ».

Dalla richiesta si evidenzia che la super~ficie complessiva aziendale ammonta ad et~tari 559 e viene utilizzata per l'allevamentodi cavalli ad uso militare. Dei 559 ettani dIterra, n. 100 risultano incolti e le produzionidelle colture foraggere effettuate nel rima-nente terreno risulterebbero superiori alfabbisogno alimentare deglI animali, nono-stante che i criteri produttivi adottati nonsiano corrispondenti alle moderne ed effi.cienti tecniche.

I giovani cooperatori, tra l'altro, iscrittinelle liste speciali per il collocamento ai sen~si della legge n 285, hanno formulato, con-testualmente alla richiesta di concessionedel terreno, una ipotesi di piano di sviluppoaziendale prevedendo l'utilizzo dei 287 ettaria coltura zootecnica, destinando una partedell'attività aHa ricerca e sperimentazioneagronomica, offrendo così ai Circa 900 gio.vani grossetani iscritti attualmente agli Isti-tutl ed alle Università ad indirizzo agrario,un concreto sbocco occupazionale mediantel'acquisizione di esperienze tecniche, che po~tranno favorevolmente incidere nell'attivitàagricola della provincIa Nella proposta dipiano, pur riducendo l'area attualmente col-tIVata a foraggera, risulterebbe un aumentodi due terzi della quantità di foraggio a disposizione delle esigenze equine in forza al«Posto raccolta quadrupedi ».

Per conoscere pertanto se, ritenendo l'ini-ziativa dei giovani grossetani meritevole sot~

to ogni profilo, politico, morale ed occupa-zionale, intende operare per rispondere af-fermativamente alla richiesta, rendendo co-sì conciliablli le esigenze dei giovani grosse-tani con quelle del Ministero della difesa edin particolare con quelle delJ'Esercito ita-liano.

(4 - 02155)

VENANZETTI. ~ Al Ministro del tesoro.~ Il signor Arnera Stefano, residente a Stre~vi (Alessandria) in via IV Novembre 16, natoa Strevi il 13 dicembre 1915, è titolare dipensione di reversibilità ordinaria di guerraeli 6" categoria, quale 'superstite inabile di mi-litare deceduto, per l'articolo 69 della legge10 agosto 1950, n. 648.

I diritti dell'Arnera sono stati riconosciutidal Ministero ~ Pensioni di guerra ~ connota 654385~Z del 23 gennaio 1976, posizionedi pagamento 3302703.

L'interes,>ato è in possesso di libretto dipensione~certificato di iscrizione n. 7374460del 23 gennaio 1976, ma a tutt'oggi non glisono stati corrisposti i ratei correnti matu-rati nè gli arretrati spettantigli con la decor-renza della pensione stessa allo giugno 1972malgrado i ripetuti solleciti fatti alla Dire-zione provinciale del tesoro di Alessandria.

Si chiede, pertanto, di conoscere i motiviche non hanno permesso fino ad oggi di po-ter far corrispondere all'Arnera quanto disua '>pettanza.

(4 -02156)

MURMURA. ~ Al Ministro della pubblicaistruzione. ~ L'ordinanza ministeriale 28marzo 1978, all'articolo 2, contenente normeper gli incarichi di presidenza negli istitutie nelle scuole di istruzione secondaria, con-cretizza in maniera patente una violazionedell'articolo 27 del decreto del Presidentedella Repubblica 31 maggio 1974, n. 417, non~chè dell'ultimo comma dell'articolo 133 delmedesimo provvedimento, in quanto, privile-giando gli abilitati rispetto ai vincitori diconcorso relativamente agli incarichi di pre-sidenza negli istituti professionali, lede i di-ritti dei docenti nominati in ruolo a seguitodi regolari concorsi a cattedre.

Siffatta situazione, che pone in essere unpalese eccesso di potere certamente annulla~

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Senato della Repubblica ~ 13722 ~

5 OTTOBRE 1978

VII Legislatura

316a SEDUT1\ ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO

bile in sede di giurisdizione amministrativa,suggensce al Mimstro o una soluzione dI ac-coglimento dei ricorsi proposti da parte degliinteressati ovvero la modifica dell'ordinanzaministeriale onde renderla pienamente legit-tima, così evitando il formarsi di un conten-zioso certamente non rasserenante e nonproducente.

Si chiede, pertanto, di conoscere il pare-re del Ministro su tale questione.

(4 - 02157)

TEDESCHI. ~ Al Presidente del ConSl-gilO dei mmlstri ed ai Ministn dell'interno edelle parteclpaZlOni statah. ~ Per conosce-re un elenco numerico e nominativo delle;alte cariche dello Stato, gli uomini poLiticI,gli alti burocrati, i militan e i managers sia-tali e parastatali, che sono dotati di unaautomobile blindata (costo minimo lure30 milioni) a spese del bilancio dello Stato,o dei bilanci degli Enti penfericI, o delleaziende statali e parasiatah, autonome o no,e per conoscere altresì se esrrstono criteriparticolari per fornire ai singoli interessa-ti questo tipo di vettura, e, III caso affel-mativo, quali siano tali criten.

(4 -02158)

SPARANO. ~ Al Ministro della sanità. ~

Premesso:che il 26 gennaio 1976 il Medico provin-

ciale di Salerno decretava !'indizione di con-corso pubblico per titoli ed esami per confe-irire la titolarità per 64 sedi farmaceuticheurbane e rurali vacanti o di nuova istituzio-ne nel territorio della steE.sa provincia;

che a distanza di oltre due anni ta1e con-corso non è stato ancora espletaio violandogli interessi legittimi dei concorrenti e so-prattutto non garantendo, nel rispetto dellalegge, un servizio pubblico di farmacia chedeve offtrire le necessarie garanzie agli utentievitando in ogni caso che le farmacie, gestiteda personale non idoneo, si t'fasformino inbotteghe di merci alla stregua di tutti g:li al-tri negozi,

per sapere se non si ritiene di richiama-re il Medico provinciale di Sw1emo rulrispet-to della legge, invitandolo nel con tempo al-!'immediato espletamento del concorso pertitoli ed esami già indetto, e di disporre unaimmediata indagine per verificare la rego-

larità delle attuali gestioni provvisorie deHe64 sedi vacanti.

(4 - 02159)

FABBRI. ~ Al Mmistro deUe poste e delletelecomunicazioni. ~ Per sapere se e quando]a RAI intende far seguire alle parole i fatti,provvedendo, come assicurato dal Ministrocompetente in risposta a reiterate interroga-.lÌoni, all'installazione dei ripetitori, e co-munque all'adozione delle misure tecnichenecessarie onde consentire la ricezione com-,pleta dello e del 2° canale nelle zone dell'Ap-penino parmense (con particolare riguardoall'Alta e media VaI Parma, all'Alta VaI Ce-dm, alla VaI d'Enza e all'Alta Valle del Taroe del Ceno), dove la ricezione è pessima, an-corchè le popolazioni del luogo, già penaliz-zate da uno sviluppo economico distorto edemarginante, continuano a corrispondere al-la RAI-TV il canone, senza riceverne il servi-zio quale controprestazione.

L'interrogante chiede una risposta con-creta e specifIca, dal momento che la gene-rica assicurazione dell'inserimento di inter-venti destinati a vemre incontro a questa esi-genza nei programmi di riorganizzazione del-la RAI non farebbe che ripetere le promes-se del passato, rimaste fino ad ora letteramorta.

(4 - 02160)

FABBRI. ~ Ai Ministri di grazia e giustlziae del tesoro. ~ Per sapere se non si ritengadi dovere urgentemente emanare, dando se-guito ad assicurazioni più volte fornite, iprovvedimenti legIslativi e finanziari neces-sari per l'applicazione, in favore degli ap-puntati del Corpo degli agenti di custodiache hanno rivestito il grado di sottufficialedelle Forze armate o delle formazioni parti-giane, della norma prevista dall'articolo 10della legge n. 496 dellO ottobre 1974, che hadisposto la ncostruzione di carriera in favo-re degli appuntati di cui si è detto.

Risulta, infatti, all'interrogante che sianostati posti in essere, anche con l'accertamen-to del numero degli appuntati del Corpo de-gH agenti di custodia che hanno nvestito igradi di sottufficiale, tutti gli atti preparatoriper la predisposizione del provvedimento, lacui emanaZIone risponde ad esigenze di giu-stizia e di equità. (4 - 02161)

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Senato della Repubblica ~ 13723 ~ VIl Legislatura

316" SEDUTA ASSEMBLEA - RESOCON10 STENOGRAFJCO

FABBRI. ~ A.iMinistri della sanità, del la-varo e della previdenza sociale e del tesoro.~ Per sapere quali provvedimentI si inten-dano adottare per assicurame una doverosacertezza di posizione previdenzia<le e assisten-ziale ai veterinari coadiutori che opera11iOor-mai da tempo su tutto il territorio nazionalesecondo la previsrone normativa di cui all'ar-ticolo 6 del decreto del Presidente de1la Re-pubblica 11 febbraio 1961, n. 264. La defini-zione di tale posizione con un intervento chia-rificatore da parte dei Ministeri competentisi rende infwì1Ì indispensabile se si conside-ra che:

a) la direzione generale degli Istituti diprevidenza, la Cassa pensioni sanitari del Mi-nistero del tesoro e la direzione generale del-l'INADEL hanno negato la legittimità dellaiscrizione ai predetti Istituti dei coadiutoo:"i, iquali pertanto non potranno godere di assi-stenza sanitaria e del trattamento pensioni-stico con una evidente discriminazione ri-spetto a tutti gli altri lavoratori;

b) in contrasto con quanto precede, icoadiutori svolgono attività che istituzional-mente competono al veterinario comunale esono investiti di responsabilità specifiche neiconfronti dell'autorità comunale, confermatedalla circostanza che la nomina e la retlribu-zione avvengono direttamente da parte delleAmministrazioni comunali.

L'interrogante fa presente che il problemadel trattamento previdenziale :ed assistenzialeai veterinari coadiutori è già stato soJJev81todal sindacato di categoria, senza che a tut-t'oggi SI sia pervenuti ad una soddisfacentesoluzilOne.

(4 - 02162)

FABBRI. ~ Al Ministro dei beni culturalie ambientali. ~ Per sapere se rispondono alvero le notizie, riportate con giusta evidenzadalla stampa locale, relative ai propositi, chestarebbero per maturare in sede regionaleo ministeriale, di procedere alla soppressio-ne della Soprintendenza ai beni ambientalie architettonici (già Soprintendenza ai mo-numenti) di Parma (ufficio staccato della So-printendenza di Bologna).

Nel caso in cui taH notizie non risultasseroinfondate, si chiede se il Ministro non riten-ga di dovere immediatamente intervenire per

5 OTTOBRE 1978

bloccare sul nascere questa assurda deci-sione.

InfattI, la soppressione dell'ufficio di Par-ma e il suo assorbimento nella Soprintenden-za ai monumenti di Bologna non trovano al-cuna valida giustificazione se si conside-ra che:

a) l'ufficio di Parma è stato costituitoper rispondere al1e esigenze di tutela del pa-trimonio artistico-monumentale del1'interaEmilia occidentale e, in questo senso, è omo-logo alla Soprintendenza istituita a Ravenna;

b) l'accentramento degli uffici a Bolognacomporterebbe un incremento di spese peril personale e un notevole disagio per le po-polazioni den'Emilia occidentale: esso si in-,-!uadrerebbe comunque in un'ottica di neo-centralismo regionale, sarebbe contrario adogni criterio di decentramento e si risolve-rebbe in una ingiusta penalizzazione dellearee periferiche;

c) la necessità di mantenere l'ufficio di

£'arma è confermata dalla circostanza che,per la tutela del patrimonio artistico del-l'Ermiia occidentale, è stata istituita ed èoperante la « Soprintendenza alle gallerie diParma e di Piacenza ».

L'interrogante chiede infine se non si ri-tenga di dover adottare subito le misure ne-cessarie perchè abbia a cessare l'attuale pras-si, contraria non solo ai princìpi di funziona-lità degli uffici ma anche al più elementarebuon senso, secondo la quale si costringonoquanti hanno necessità di contatti con la So-printendenza ai monumenti di Parma a ri-volgersi ad un architetto che lavora negli uf-fioi di Bologna, soffocando per di più l'au-tonomia deJla sede di Parma con l'abolizionedel protocollo e con il conseguente, incredi-bile andirivieni della corrispondenza da Par-ma a Bologna e viceversa.

(4 -02163)

PISANO. ~ Al Ministro di grazia e giu-stizia. ~ Per conoscere quali conseguenze ab-bia avuto l'episodio segnalato dal procurato-re generale della RepubblIca di Trento, DeMarco, e dall'ispettore generale del Ministe-ro di grazia e giustizia, Paolicelli, nel corsodi due inchieste disciplinari disposte dagliorgani competenti, secondo cui il 18 aprile1975 la polizia di Bolzano, durante una per-

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5 OTTOBRE 1978

VII Legislatura

ASSEMBLEA ~ RESo( ON fa STE'J\JGR/,nC0316a SEDUTA

quisizione eseguita nell'abitazione di un notospacciatore di droga, rinveniva, nella borsadella di lui convivente, dieci dosi di eroinae, anzichè procedere all'arresto e alla denun~cia di entrambi, si limitò ad arrestare e de-nunciare soltanto il primo, avendo la donnadichiarato di essere nipote di un sostitutoprocuratore della Repubblica di Balzano efacendo intendere ~ secondo l'inquirente ~

che ne era protetta.Per conoscere altresì quale esito abbia avu-

to il procedimento disciplinare promosso acarico del predetto magistrato, formalmenteinquisito per aver rilasciato alla predetta per-sona, da lui stesso riconosciuta come amicadi famiglia, permessi di colloquio col suoconvivente durante il periodo di carcerazio~"ne preventiva di costui, senza che ne ricor-ressero, da parte sua, le facoltà, perchè!'istruttoria era affidata ad altro magistrato.

Per conoscere infine se sia vero che con-tro il predetto magistrato sia stata recen~temente presentata alla Procura della Repub-blica di Balzano una denuncia penale pergravi fatti commessi nell'eseroizio delle suefunzioni nel corso di un'istruttoria a lui af-fIdata e se si riten3a ~ alla luce dei fattisuesposti, di quelJi vagliati dal Consiglio giu-diziario di Trenta nel parere negativo espres-so alla sua promozione al grado superiore(parere pubblicato sulla rivista « Quale Giu-stizia », n. 38-39, 1977, pagg. 462 e segg.), diquelli oggetto delle interrogazioni del sena-tore Mario Tedeschi (Resoconto sommariodel Senato n. 533 del14 gennaio 1976) e del~l'onorevole Cotecchia (Atti parlamentari Ca~mera deputati, pago 25699, del 21 gennaio1976), rimaste entrambe senza risposta perscadenza di legislatura e dei gravi addebitimossigli nella requisitoria dell'ex procura-tore generale della Repubblica di Trenta,dott. De Marco, nel processo contro ParonLuciano e altri (dicembre J975), la cui istrut~toria, affidata al magistrato in questione, do~vette essere revocata dal procuratore gene~rale, per l'atteggiamento di parzialità da luidirr:ostrato a favore di un gruppo di imputa-ti ~ che la permanenza del magistrato sud-detto nell'ufficio della Procura della Repub-blica di Bolzano sia compatibile con le esi-genze di prestigio, decoro e dignità dell'uf~ficio stesso. (4 - 02164) I

interrogazioni da svolgere in Commissione

P RES I D TI N T E. A norma dell'ar-ticolo J47 del Regolamento, le seguenti inter~rogazioni Saral1110 svolte presso le Commis-sioni permanenti:

r CommIssione permanente (Affari dellaPresidenz.a del Consiglio e dell'interno, ordi-J~a1Eento generale dello Stato e della pubbli-ca amministrazione):

n. 3 ~ 01083 del senatore Di Marino;

4a Cornmlssione permanente (Difesa):

n. 3 ~01086 dei senatori Boldrini Arrigoed altri;

n. 3 ~ 01087 dei senatori Boldrini Arrigoed altri;

n. 3 ~01088 dei senatori Boldrini Arrigoed altri.

Ordine del giornoper la seduta di venerdì 6 ottobre 1978

P RES I D E N T E. Il Senato torneràa riunirsi in seduta pubblIca domam, venerdì6 ottobre, alle ore 10, con il seguente ordinedel giorno:

1. Seguito della discussione della mozionen. 1 ~ 00019 dei senatori Fabbri, Cipellinied altri, concernente i problemi dell'arti~gianato e della piccola industria, e svolgi~mento della connessa interpellanza nu~mero 2 - 00227.

II. Discussione dei disegni di legge:

1. DEL PONTE ed altri. ~ Tutela deltitolo e della professione di « esperto» dineve e di valanghe (860).

2. PALA ed altri. ~ Modifiche all'arti~colo 1 della legge 24 giugno 1974, n. 271:Facilitazioni di viaggio in favore dei con-nazionali che rimpatriano temporanea-mente nelle isole del territorio nazionale(836) .

La sedma è tolta (ore 18,45).

Dott. PAOLO NALDINI

ConsIglIere VIcarIO del ServIzIO del resocontI parlamentan