SENATODELLA REPUBBLICA · prezziamo le dichiarazioni del Presidente delConsiglio secondo...

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SENATO DELLA REPUBBLICA VIII LEGISLATURA lIsa SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO MARTEDì 15 APRILE 1980 (Antimeridiana ) Presidenza del presidente FANFANI, indi del vice presidente OSSICINI INDICE COMUNICAZIONI DEL GOVERNO Discussione: PRESIDENTE .... BONIFACIO(DC) o. CHIARaMoNTE (PCI) GoZZINI (Sin. Ind.) Pozzo (MSI-DN) SCAMARCIO (PSI) o Pago 6107 e passim 6107 6121 6142 6132 6114 CONGEDI . ... 6107 DISEGNI DI LEGGE Deferimento a Commissioni permanenti in sede referente o . . . . . o. . oo 6107 TIPOGRAFIA DEL SENATl' (l2lJO) ~ 4

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SENATO DELLA REPUBBLICAVIII LEGISLATURA

lIsa SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

MARTEDì 15 APRILE 1980(Antimeridiana )

Presidenza del presidente FANFANI,indi del vice presidente OSSICINI

INDICE

COMUNICAZIONI DEL GOVERNO

Discussione:

PRESIDENTE . . . .BONIFACIO(DC) o .CHIARaMoNTE (PCI)GoZZINI (Sin. Ind.)Pozzo (MSI-DN)SCAMARCIO (PSI)

o Pago 6107 e passim61076121614261326114

CONGEDI . . . . 6107

DISEGNI DI LEGGE

Deferimento a Commissioni permanenti insede referente o . . . . . o . . o o 6107

TIPOGRAFIA DEL SENATl' (l2lJO) ~ 4

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Senato della Repubblica ~ 6107 ~ VIII Legislatura

15 APRILE 1980lIsa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RE..~NTO STENOGRAFICO

Presidenza del presidentf: F A N F A N I

P RES I D E N T E. La seduta è aper-t'a (ore 10).

Si dia lettura del processo verbale.

G I O V A N N E T T I, segretario, dàlettura del processo verbale della seduta an.timeridiana del 27 marzo.

P RES I D E N T E. Non essendovi os-servazioni, il processo verbale è approvato.

Congedi

P RES I D E N T E. Ha chiesto con-gedo per giorni 5 il senatore Marchetti.

Annunzio di deferimento di disegni di leggea Commissioni permanenti in sede refe-rente

P RES I D E N T E. I seguenti disegnidi legge sono stati deferiti in sede referente:

alla 2a Commissione permanente (Giu-stizia) :

DMv1AGIO. ~ «Istituzione del tribunalepenale e civile di Gela» (660), previ pareridella l a e della sa Commissione;

alla ]]a Cornmissione permanente (Lavoro,emigrazione, previdenza sociale):

DA}\1AGlOed altri. ~~ « Interpretazione au-tentica delJ'articolo 41 del regio decreto-legge 4 ottobre 1935, n. 1827, convertito, con.rnodificazioni, nella legge 6 aprile 1936,n. 115~, e deJl'articolo 18 del decreto-legge30 agosto 1968, n. 918, convertito, con mo-dificazioni, nella legge 25 ottobre 1968, nu-mero 1089, in materia di assicurazione con-tro la disoccupazione involontaria}} (684),previ pareri della 1a, della Sa e della 6a Com-missione.

Discussione sulle comunicazioni del Governo

P RES I D E N T E. L'ordine del gior-no reca: «Discussione sulle comunicazionidel Governo}}. La dichiaro aperta.

:r:.iscr~tto a paI1lare n senatore Bonifacio.Ne ha facoltà.

B O N ] F A C I O. Signor Presidente,signor Presidente del Consiglio, onorevolicolleghi, in questo mio intervento mi occu-però degli aspetti istituzionali del program-ma di Governo, con particolare riguardo aldifficile e rovente tema dell'amministrazionedella giustizia.. La grave crisi del tempo presente sugge-risce l'esigenza di concentrare l'attenzione suquelle misure che abbiano la capacità e laforza di spiegare immediati effetti risanato-ri delle più rilevanti cause della crisi stessa.Onorevoli colleghi, cadremmo in un graveerrore se non collocassimo i provvedimentiurgenti in una logica che sia coerente con uncomplessivo programma di rinnovamentodi più ampio respiro.

L'esperienza viva di questi anni ci ha di-mostrato, infatti, che il ricorso a misureparziali e settoriali, giustificate certo daesigenze immediate, ma non coordinate conun più generale disegno rinnovatore, ha pro-dotto risultati non soddisfacenti, talvoltaeffetti indesiderati. Perciò tutto quello chedirò in questo mio intervento si riferirà, sì,ad un discorso sulle cose da fare con urgen-za, ma vorrà qualificarsi anche come il pri-mo e coerente capitolo di un libro che ètutto da scrivere, come inizio e fondamentodi un più vasto programma che mi auguropossa essere compiutamente realizzato nelcorso di questa stessa legislatura.

Pensiamo all' oggi, ma senza perdere divista il domani. Cerchiamo di radicare in noie negli altri la ferma convinzione che, senzala strategia, anche la tattica è priva di va.lore. Solo se riusciremo a realizzare inter-

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Senato della Repubblic~1 VIII Legislatura~ 6108 ~

15 APRILE 1980

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usa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO

venti immediati, ma inquadrati in una piùampia visione, solo allora potremo evitaredi ritrovarci domani in una situazione di rin-novata emergenza, di rinnovata drammati-cità.

Affrontando il merito di questa difficileproblematica, dobbiamo chiederci se oggic'è speranza che sulle cose da fare si possaaprire un discorso che non sia destinato soloagli archivi delle nostre Assemblee legislati-ve: io credo di sì, io ho questa speranza. Laesperienza drammatica dei nostri tempi hafatto emergere con forza, con prepotenza,una verità che fino ad ora molti si eranorifiutati di riconoscere, ed è questa: i pro-blemi istituzionali, e particolarmente quellidella giustizia, non riguardano solo gli ope-ratori giuridici e politici, ma l'intera coRet-tività nazionale. L'opinione pubblica delpaese, con matura consapevolezza, avverteormai che il grado di effettività del diritto,vale a dire la sua capacità di essere non nor-ma astratta ma norma effettivamente rispet-tata e da rispettare, condiziona strettamentel'ordine democratico e quindi ogni manife-stazione della vita civile. Il mondo della po-litica, a sua volta, sottolinéa con forza cre-scente in tutte le sedi la scala prioritaria deiproblemi della giustizia, delle istituzioni; ilmondo della cultura giuridica significativa-mente ammaina ormai il cartello preclusivodei non addetti ai lavori, si apre alla so-cietà.

Finalmente sembra aver successo l'azioneda tempo intrapresa dalla magistratura peruscire dal suo isolamento, per creare nellarealtà esterna, nelle forze politiche e nelleformazioni sociali, nella pubbLica opinione,quella solidarietà che è necessaria per risol-vere problemi che non riguardano solo l'or-dine giudiziario, ma tutti i cittadini dellaRepubblica.

Tutto ciò ha fatto maturare il convinci-mento, quanto mai prezioso, che intorno aitemi dei quali ci occupiamo può formarsi,se non viene meno la buona volontà, unamaggioranza che, nell'opera di risanamento edi rinnovamento veda associate tutte le for-ze politiche che credono nella Costituzionee nei suoi princìpi di fondo. Una cosa è cer-ta: oggi non ci potrebbe essere chi, alla ri-chiesta di maggiori fondi, possa opporre la

assurda ed infelice risposta che le spese dellagiustizia non appartengono aJ1J prioritario ca-pitolo delle spese produttive. Talvolta ciòè accaduto. Oggi tutti si accorgono invececome il difetto di adeguati investimenti nelsettore giuridico rappresenti una rilevanteconcausa di quella inefficienza che poi pa-ghiamo in termini di civilità giuridica e, ag-giungo, anche in termini economici, non po-tendosi da alcuno contestare che alto è ilcontributo che la giustizia e la giurisdizionepossono dare ad una ordinata vita civile cheè premessa indispensabile anche per la pro-duttività dell'intero sistema.

Sottolineiamo perciò eon vigore e con sod-disfazione quella parte del discorso dell'ono-revole Presidente del Consiglio che ha prean-nunciato una apprezzabile disponibilità delGoverno ad arriccmre il bilancio del compè-tente Ministero. Ma va subito detto che com-metteremmo un errore assai grave se rite-nessimo che la destinazione di maggiori mez-zi finanziari, pur urgenti e necessari, possadi per sè recare un grande contributo allarisoluzione della crisi. Ben più gravi sono iproblemi sostanziali che investono l'interosettore giudiziario. E se per offI1ire nuovifondi basta un atto di buona volontà, peraffron tare gli altri aspetti della difficile te-matica occorre ben altro, occorre freddadeterminazione, occorre grande impegno po-litico, occorre ~ dobbiamo dido ~ anche

ferma volontà di rompere, anche a costo diimpopolarità, la rete degli interessi settoria-li e talvolta corporativi che sempre, anchenel settore di cui ci occupiamo, si oppongo-no ad ogni opera di vero e necessario rinno-vamento.

Onorevoli senatori, parlando di necessariorinnovamento, il mio pensiero corre ad unapreoccupante constatazione: stiamo vivendo,noi ed il mondo intero, un tempo di pro-fonde e repentine trasformazioni. V,iviamouna crisi della quale noi contemporanei nonsappiamo intravvedere nè le dimensioni nè10 sbocco, una crisi della quale stiamo pa-gando un duro costo, così come un durocosto l'umanità ha sempre pagato nei mo-menti di svolta della sua stona.

Lo storico di domani, con il necessario di-stacco che solo il trascorrere del tempo as-sicura, potrà valutare il significato vero del

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VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 6109 ~

llsa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLBA - RESOCONTO STENOGRAFICO

nostro difficile tempo e potrà verificare se,come tutti ci auguriamo, dalla crisi stessasia stata colta l'occasione per la costruzionedi una società nuova, più giusta e per ciòstesso più libera. Frattanto non possiamo enon dobbiamo limitarci ad essere semplicispettatori. È nostro obbligo intervenire perevitare il danno incalcolabile che derivereb-be dal chiudere gli occhi di fronte alla real-tà, che deriverebbe dal credere che esigenzedel tutto nuove ed inedite possano esseresoddisfatte con strumenti arcaici ed obsole-ti, elaborati, creati in funzione di una realtàaffatto diversa da quella di oggi.

H rinnovamento, onorevoli colleghi, è ne-cessario per sopravvivere e noi, che credia-mo nella Costituzione e neJhla democrazia,vogliamo che il nostro sistema non solo so-pravviva alla tempesta della crisi e dell'emer-genza ma, riuscendo a dominare l'una e l'al-tra, si rafforzi attraverso la predisposizionedi strumenti adeguati a quelle novità che fa-ticosamente stanno emergendo dalla storia.

Questo è il significato del rinnovamentoche noi auspichiamo: non l'avventura di in-novazioni avveniristiche che ancor più cigetterebbero in balìa della storia, ma il fer-mo coraggio della pur difficile marcia di av-vicinamento all'ambizioso traguardo di am-modernamento del diritto e delle sue strut-ture operative. Si tratta, onorevoli senatori,di fare anzitutto un bilancio di quanto finqui si è realizzato per il diritto e per la giu-stizia e si tratta sopratttuto di tracciare unitinerario strategico nel quale possano collo-carsi anche le misure più urgenti.

Ma dobbiamo percorrere queste vie, ono-revoli senatori, senza nascondere il divarioche si è creato tra diritto e società e nel con-tempo senza indulgere alla retorica polemi-ca che travisa la realtà quando parla di unimmobilismo assoluto e totale.

Nel dire ciò, penso ai nostri codici e pensoalla ricorrente affermazione secondo la qua-le saremmo venuti meno al dovere di un loroadeguamento alla Costituzione e ai tempinuovi: affermazione che talvolta giunge per-fino alla conclusione che oggi, nel 1980, sa-remmo disciplinati ancora da codici di mar-ca fascista. L'accusa, se fosse fondata, sareb-be assai grave. Ma fondata essa non è. Ed è

15 APRILE 1980

dovere di tutti i democratici dimostrarlatale, perchè tutti i democratici ~ non certoi nostalgici del passato ~ hanno generosa-mente concorso in un'opera di rinnovamen-to che sostanzialmente ha travolto i vecchicodici, ormai da relegare nell'archivio di unaepoca che non vogliamo mai più rivivere.

È vero, non abbiamo codici formalmenterinnovati; ma ciò è accaduto ~ parlo spe-cialmente dei codici di diritto sostanziale~ perchè si è seguita la via meno appari-scente, ma certo più efficace, della legisla-zione novellistica. Ed è stato un bene: senzaripercorrere le vie dell'antica polemica in-torno alle codificazioni alimentata dallagrande personalità del Savigny, non possia-mo tranquillamente affermare che i codiciappartengono ad epoche nelle quali si è rag-giunto un equilibrio stabile nell'assetto dellasocietà. Sarebbe grave codificare quello checodificare non si può quando la società e lasua cultura sono in profondo movimento.

La nostra ~ l'ho già detto ~ è un'epocadi repentine trasformazioni ed è preferibilela via della legislazione settoriale, in certamisura anche della legislazione sperimenta-le. Le codificazioni, onorevoli colleghi, nonreggerebbero all'urto violento della storia incammino. Lascio a voi immaginare qualemodesta dimensione sarebbe stata ricono-sciuta alla tutela del lavoro, quale restritti-va interpretazione sarebbe stata data allaparità dei coniugi se le rispettive disciplinefossero state emanate non già, come è acca-duto nel 1970, con lo statuto dei diritti deilavoratori e, nel 1975, con il nuovo diritto difamiglia, ma nell'ambito di un codice civilerinnovato all'indomani della proclamazionedella Costituzione e con la cultura del tempo.

Non si possono avere dubbi. Il nuovo co-dice sarebbe divenuto subito obsoleto perl'urto contro la successiva, rapida, prorom-pente evoluzione della cultura giuridica e ci-vile del nostro paese.

Queste due esemplificazioni ~ perchè diciò si tratta ~ ci aiutano a convalidare quan-to poc'anzi detto. Le innovaziond, sia puresettoriali e parziali, deliberate dal legislato-re, gli interventi della Corte costituzionale,il nuovo modello interpretativo fanno sì chealmeno nelle parti più rilevanti. viviamo oggi

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Senato della Repubblica ~ 6110 ~

lIsa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

VII I Legislatura

15 APRILE 1980

sotto il vigore di un codice civile ben diver-so da quello del lontano 1942.

A più forte ragione, onorevoli senatori,ciò è vero per il codice di procedura pena-le. È del tutto falso che nei nostri tribunalisi celebri oggi lo stesso processo autorita-riamente costruito dal codice Rocca. È verol'opposto: i princìpi informatori 'sono statiçapovolti dalle nuove leggi e dagli incisiviinterventi della Corte costituzionale. Nel co-dice Rocca il conflitto tra autorità e libertà,coessenziale allo scenario del processo pena-le, veniva risolto coerentemente con la conce-zione totalitaria del fascismo. Nel dirittoprocessuale oggi vigente, nel diritto proces-suale che si applica .oggi nei nostri tribuna-li, quel conflitto viene invece disciplinatosecondo canoni coerenti con il regime demo-cratico.

Gli spazi oggi riconosciuti al diritto di di-fesa corrispondono a fondamentaJ.i princìpidella Costituzione. Noi abbiamo difeso que-sti spazi anche in anni duri e difficili, quan-do sotto la spinta della emotività da più par-ti ci si chiedeva quasi un processo somma-rio e speciale contro i terroristi. Abbiamodifeso e difenderemo quegli spazi perchè sia-mo conVlÌl1tidi due cose fondamentali (ed ap-prezziamo le dichiarazioni del Presidentedel Consiglio secondo le quali non c'è biso-gno di ricorso ad altre leggi): 1) la democra-zia deve difendersi e deve vincere il terro-rismo con le armi proprie della democra-zia, armi che possono essere e sono efficacicome i successi di questi ultimi tempi stannoa dimostrare; 2) se ai problemi dell'eversio-ne noi dessimo risposta autoritaria, onore-voli senatori, daremmo partita vinta al ter-rorismo perchè l'azione dei ter.roristi, col-pendo gli uomini piÙ aperti al rinnovamen-to, attaccando uomini e sedi di quel baluar-do della libertà costituito da una forte De-mocrazia cristiana, tende palesemente a spin-gere la democrazia al suicidio.

Onorevoli colleghi, nel dire queste cosenon voglìo affatto sostenere che non ci siabisogno di un nuovo codice di procedurapenale; al contrario, il bisogno c'è ed è or-mai non dilazionabile. Un sistema proces-suale deve essere in sè coerente: è accadutoinvece che gli interventi della Corte costi-

tuzionale e del legislatore hanno introdottoinnovazioni profonde e democratiche, ma inuna architettura complessivamente ispirataa ben diversi princìpi.

Bisogna restituire coerenza al sistema ebene ha fatto il legislatore del 1974 a indi-care, nel momento della delega, criteri diret-tivi tendenzialmente diretti a eliminare i ca-ratteri inquisitori del processo. Anche se unamatura e sofferta riflessione ci induce a ri-considerare alcuni princìpi della legge-dele-ga, dobbiamo conservare l'architettura fon-damentale ed è in questa direzione che simuovono gli emendamenti presentati dal Go-verno.

Nel programma dell'onorevole Presidentedel Consiglio si accenna alla esigenza di au-

. mentare la competenza penale del pretore.A mio avviso questo problema potrà essererisolto, solo quando preliminarmente saràstato risolto un problema di più ampio re-spiro, cioè la realizzazione di un ordinamen-to giudiziario in cui non ci siano magistratiche in sè assommano il potere di promuo-vere l'azione penale e quello di giudicaresulla promossa azione penale.

Tornando al nostro discorso sul codice,direi che ormai non dobbiamo perdere piùtempo. Disponiamo, del resto, del testo cheebbi l'onore di elaborare con la collabora-zione di qualificati giuristi e dunque sap-piamo quale sarebbe il codice se si applicas-sero puntualmente i criteri ed i prinçìpi di-rettivi della delega del 1974. Questo testocostituisce dunque un punto di riferimentoanche per l'opera di revisione di quei prin-cìpi e di quei criteri, pur nel rispetto dell'ar-chitettura fondamentale voluta dal legisla-tore nel 1974.

Nel contempo, onorevoli senatori, dispo-niamo del prezioso complesso di osservazio-ni, di suggerimenti e di proposte provenien-ti dal mondo della magistratura, dal foro,dalle università. Non abbiamo bisogno di al-tre superflue istruttorie: è il momento dellescelte definitive, è il momento di chiuderefinalmente il discorso sulla riforma del co-dice. Ho detto «finalmente », onorevoli col-leghi, e con questo avverbio richiamo allenostre menti il ritardo nell'emanazione delnuovo codice rispetto ai tempi originaria-

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Senato della Repubblica VIII Legislatura~ 6111 ~

15 ApRILE 1980lIsa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

mente fissati dalla delega. Dobbiamo avereil coraggio della verità. Due fattori spieganoe giustificano il ritardo. In questi anni ab~biamo dovuto affrontare il triste e dram~matico fenomeno del terrorismo e nell'adem~pimento del dovere di difendere la Repub~blica abbiamo dovuto far ricorso ad incisi~vi interventi legislativi, i quali, pur muo-vendosi negli spazi consentiti dalla Costi~tuzione, per necessità di cose, almeno incerta misura, non del tutto rispondono allalogica dell'emanando nuovo codice. Mentreci auguriamo, signor Presidente, che glievemi consentano di rispettare i limiti tem~porali, talvolta espressamente indicati dalleultime leggi, segnaliamo la necessità di unpuntuale raccordo col nuovo codice che, sen~za far venir meno il nucleo di fondo dellenorme necessarie per la difesa della Repub~blica, tenda alla coerenza dell'intero si-stema.

Onorevoli senatori, del ritardo c'è peròuna seconda e forse più importante spiega-zione Che cosa ci aspettiamo dal nuovo co-dice? Ci aspettiamo una giustizia più effica~ce, più rapida nell'interesse della società, nel-l'interesse degli stessi imputati che devonoavere la possibilità di essere in grado di di-mostrare in tempi brevi la loro innocenza.

Ebbene, onorevoli senatori, la preoccupan~te verità è questa: se non preceduta da ade~guati interventi strutturali, l'entrata in vi~gare del nuovo codice, lungi dal raggiunge-re l'auspicato obiettivo, renderebbe più inef~ficiente la giustizia penale.

Questa verità ~ io la chiamo verità per~chè tale è ~ ci deve certo preoccupare; nonci deve, però, amareggiare.

Sol che lo vogliamo, abbiamo a disposi-zione una serie di provvedimenti di prontis-sima adozione ed attuazione, già predispo~sti dal penultimo governo Andreotti, già asuo tempo elaborati e presentati al Parla~mento, alcuni ripresentati dallo stesso pri-mo governo Cossiga: un complesso di prov-vedimenti che costituiscono un vero pianodella giustizia e che noi leggiamo nelle pa-gine dell'esposizione programmatica del~l'onorevole Presidente del Consiglio.

Tutti questi provvedimenti, dei quali bre~vemente parlerò, sono infatti inquadrati in

una complessiva strategia di rinnovamentostrutturale, un rinnovamento al quale, ono-revoli senatori, conseguirà direttamente o in-direttamente l'effetto di poter destinare almagistero penale, come la situazione richie-de e come il nuovo codice imporrà, un mag~gior numero di magistrati e una maggioredovizia di mezzi.

Provo ora ad elencare sinteticamentetali provvedimenti. Primo: si tratta delprovvedimento, già compiutamente elabo~rata in piena collaborazione con il Consigliosuperiore della magistratura, che opera unanuova distribuzione degli organici dei ma~gistrati secondo le effettive esigenze degliuffici giudiziari. Il rinnovamento degli orga-nici avviene con atto amministrativo che,essendo stato già compiutamente elaboratonel dicembre del 1978, può essere adottatocon assoluta immediatezza.

Secondo: un provvedimento legislativoche, prendendo atto finalmente della persi-no ovvia constatazione che la rete degli uffi-ci giudiziari, disegnata decenni or sono, nonrisponde alle esigenze attuaJ.i di un paeseprofondamente mutato, adegui a tali muta-menti le attuali circoscrizioni, così come hadetto nel suo intervento l'onorevole Presi-dente del Consiglio, e cioè adegui le attualicircoscrizioni alle necessità preminenti delpaese senza tentennamenti campanilistici esulla base del fermo convincimento che l'abo-Hzione deglli uffici giudiziari inutlili, finaliz-zata al rafforzamento degH uffici giudiziarisovraccarichi di lavoro, ha sì un tempora-neo costo di popolarità ma, onorevoli se-natori, un costo irrisoI1Ìo rispetto agli effettibenefici per l'intera collettività nazionale.

Terzo: un provvedimento legislativo che,già presentato dal governo Andreotti nellascorsa legislatura e ripresentato in questadal governo Cossiga, ridia vigore alla presen-za nell' ordinamento della magistratura or~dinaria con una riforma che, senza pregiu-dicare una più ampia strategia, si collochi inesso come primo passo (mi riferisco al di-segno di legge che aumenta congruamente lacompetenza del conciliatore e che ridisegnaanche la figura del vice pretore onorario).

Quarto: un provvedimento legislativoche introduca il giudice monocratico di tri~

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Senato della Repubblica ~ 6112 ~ VIII Legislatura

15 APRILE 1980llsa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

bunale in materia civile, cosa che mi sem-bra di leggere nello stesso programma del-l'onorevole Presidente del Consiglio, con lacontestuale riforma del rito civile già predi-sposta dalla commissione Liebman, a suotempo da me nominata, una riforma elabo-rata appunto, signor Presidente del Consi-glio, sul presupposto del giudice monocra-tico e secondo le linee di fondo della giàsperimentata riforma del diritto del lavoro.

Infine, segnalo il disegno di legge sulladepenalizzazione e sulle pene alternative, giànella scorsa legislatura approvato all'una-nimità dalla Camera dei deputati e già d-presentato dal Governo. Si tratta, onorevolisenatori, di un'ampia dforma del sistemasanzionatono penale e, dopo decenni, dellaprima vera riforma di una de1!l.epiù rilevantiparti del codice penale.

A questi provvedimenti vanno aggiuntiquelli concernenti le strutture materiali, at-traverso l'approvazione della parte dellalegge finanziaria relativa all' edilizia giudi-ziaria e carceraria e attraverso il decentra-mento alle corti d'appello della potestà dispesa per gli uffici giudiziari con il conte-stuale potenziamento dei mezzi finanziari.Il complesso di queste misure può, a mioparere, essere realizzato in tempi brevissimi,anche nell'arco di due mesi, con effetti alta-mente benefici sull'intera giustizia. L'emer-genza ci impone di rinunciare ai programmipalingenetici, ma le linee innanzi indicate,onorevoli senatori, si muovono in una di-rezione coerente con una più ampia e signi-ficativa strategia di rinnovamento.

Tuttavia il discorso non può chiudersi aquesto punto. Occorre volgere il nostrosguardo al mondo inquieto della magistra-tura per trarre, anche qui, dalla crisi l'oc-casione non di una marcia a ritroso, bensìdi innovazioni che rispondano a obiettivenecessità del paese.

Credo, onorevoli colleghi, che alla magi-stratura dobbiamo chiedere alcune cose enel contempo dobbiamo garantire alcunecose. Ed io mi provo a farIo con un discorsobreve, pacato, che però in quest'Aula potràtrovare certamente occasione per un piùampio e approfondito dibattito. Ai magistra-ti, signor Presidente, onorevoli colleghi, dob-

biamo anzitutto chiedere di non vedere nelpotere politico un potere contrapposto aquello giurisdizionale. Serviamo tutti la Re-pubblica e, secondo la legge fondamentaledella Repubblica, spetta agli organi rappre-sentativi l'elaborazione dell'indirizzo che,trasfuso nelle leggi, deve trovare puntualee fedele applicazione anche nel momentogiurisdizionale. Ciò nulla toglie al poteredella magistratura di concorrere con i mezziprevisti dall'ordinamento a mantenere vivie operanti i princìpi costituzionali.

Ai magistrati, onorevoli senatori, dobbia-mo chiedere di rinunciare alle facili e fre-quenti polemiche secondo le quali il mondodella politica riverserebbe sui magistrati legravi tensioni del nostro tempo. Occorre direcon chiarezza che in una società come lanostra, ricca di problemi e di contraddizio-ni, non c'è nessun potere dello Stato chepossa rifugiarsi in un'oasi di tranquillità.Occorre anche dire con chiarezza che, perridurre le tensioni che si riversano sul giu-dice, dovremmo optare per una legislazioneche riduca o annulli gli spazi di discreziona-lità di chi deve giudicare. Dovremmo cioèoptare per un sistema giuridico arcaico, con-trastante con il ruolo nuovo che la storiaoggi impone al diritto.

Ai magistrati dobbiamo chiedere infine disecondare quel disegno riformatore imme-

. diato al quale innanzi ho fatto cenno, conl'abbandono al Joro destino deLle sedi co-mode e prive di serio carico di lavoro, perdare maggiore forza ai magistrati impegna-ti nei grandi uffici della Repubblica. Chiedia-mo anche la disponibilità a privilegiare neitrasferimenti ~ il discorso è rivolto al Con-siglio superiore della magistratura ~ gli in-teressi degli uffici e soprattutto le attitudinispecifiche alla gestione di determinate, deli-cate funzioni. Ma, onorevoli colleghi, al mon-do della magistratura non dobbiamo solochiedere alcune cose, dobbiamo anche garan-tire alcune cose. Dobbiamo anzitutto, in os-servanza di un dovere che discende dallaCostituzione, offrire quei servizi strumen-tali che sono essenziali al corretto eserciziodella funzione 'giurisdizionale. Tra questi inprimo luogo, signor Presidente del Consi-glio, nuclei di polizia giudiziaria che siano

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VIII Legislatura:'; z;c~ dei/t? ;~~:.~"ibhl:c, ~ 6113 ~

usa SEDUTA (antimerid.) A3SH,JBl.EA -RESOCONTO STENOGRAFICO 15 APRILE 1980

adeguati alla dura lotta per la salvezza dellaRepubblica, come ella ha promesso ieri. Madobbiamo sopratutto dare ai magistrati ~

anche a quelli del pubblico ministero ~ lagaranzia assoluta e certa che saranno sbar-rati, che non avranno successo i pur ricor-renti tentativi di riduzione della. sfera di in-dipendenza del giudice. Su ciò occorre fareun discorso onesto, chiaro, non equivoco,perchè in questo discorso entra in gioco unodei princìpi fondamentali del nostro. ordi-namento e, direi, del nostro sistema costitu-zionale. Poche e precise parole: eventualiprovvedimenti abnormi della magistratura,o che tali appaiano, devono trovare il lorocorrettivo entro il processo e non fuori di es-so. Ad esempio, si introduca a tempi brevissi-mi il tribunale della libertà, organo collegialedi convalida delle misure restrittive della li-bertà personale. Ecco un modo attraversoil quale si può reagire a provvedimentiabnormi, non fuori del processo, ma nelprocesso, non fuori dell'ordine giudiziario,ma dentro di esso.

La maggiore responsabiLizzazione del giu-dice deve tradursi solo nell'auspicata e nonrinviabile riforma della materia disciplina-re, una riforma che aHe attuali previsionielastiche, e perciò suscettibili di qualsiasicontenuto o di nessun contenuto, sostituiscafatti specie sufficientemente specificate.

Infine occorre, onorevoli senatori, anchepensare aHa riforma dei consigJi giudiziari,attraveJ so la quale si potrà realizzare unamaggiore collegjalità e rappresentatività de-gli organi preposti alla gestione degli uffici,nel contempo istituzionalizzando quelle for-me di colìaborazione con le autonomie localiche, 'sema incidere sull'indipendenza dellafunzione, hanno una rilevante importanzaper il concreto funzionamento della giu-stizia.

Signor Presidente, signor Presidente delConsiglio, onorevoli senatori, ho cercato didelineare in questo mio intervento !l qua-dro eli alcune misure amministrative e legi-slative che possono essere adottate con gran-de immediatezza e che ~tra loro si colleganocome primo e coerente capitolo di una stra-tegia della giustizia, articolate in un pro-gramma che dovrà conoscere altre e signifi-

cative tappe. Tali misure, ripeto, adottabilìnel giro di pochi mesi, già consentiranno diaggredire le cause piÙ rilevanti di una crisicui è nostro dovere porre urgente rimedio.

Devo peraltro aggiungere che anche i pro-blemi deHa giustizia vanno visti in un oriz-zonte piÙ ampio, che abbracci tutta la pro--blematica istituzionale. Nonostante la diffi-coltà e complessità del tema, ragioni di tem-po mi inducono ad un'estrema sintesi e inciò sono aiutato anche dalla circostanza cheil discorso fatto in questa Assemblea, signorPresidente, in occasione dell'approvazionedel bilancio del Senato ha già offerto medi-tati contributi di idee e di proposte.

Di recente, onorevoli colleghi, si è apertonel paese a livello politico, giuridico e dipubblica opinione un agguerrito dibattitosu ipotesi di revisione costituzionale. Facen-done il bilancio complessivo, possiamo direche è stata sconfitta la' tesi che punterebbead una semplificazione del sistema costitu-zionale, a spese di quel pluralismo che èconnaturale alla nostra non omogenea so-eletà. Viceversa, è stata convalidata l'opi-nione di quanti tra noi hanno creduto ecredono che gli interventi sulla Costituzionepossano essere utili se contenuti in settoriparticolari e determinati: accenno alla pro-posta di legge presentata dal presidente delnostro Gruppo per l'abolizione del semestrebianco e alla proposta dell'amico Martinaz-zoli per una riforma della disciplina deireati ministeriali. Sono problemi del tuttoparticolari. Ma in generale il vero tema èquello di un coraggioso ed ulteriore cam-mino sulla via non della riforma della Co-stituzione, ma dell'attuazione della Costitu.zione stessa che peraltro offre ampi spazia coerenti ed efficaci interventi attraversofonti sub-costituzionali.

Mi sia consentito, pur nella fretta di con-cludere questo mio discorso, di ricordareche, accanto alla già deliberata proposta diuna ristrutturazione dell'organizzazione del-la giustizia amministrativa, la P Commis-sione, della quale mi onoro far parte, hagià portato il suo esame sulle misure chedevono restituire credibilità ai partiti e agliuomini politici, attraverso rigorosi controllisui finanziamenti ai partiti e la specchia-

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15 APRILE 1980115a SEDUTA (antimerid.) Assm..fBLEA - RESOCONTOSTENOGRAFICO

tezza dei redditi di quanti sono investiti dipubbliche funzioni. La stessa Commissionesi avvia ormai a concludere, dopo appro-fondite discussioni, !'importante riformadelle autonomie locali. Mi soffermo breve-mente su quest'ultimo tema, sul quale mipare che i consensi siano molto più signi-ficativi dei residui dissensi.

Mi sembra che tutte le forze che si richia-mano alla Costituzione e che ad essa die-dero vita convengono su almeno tre puntifondamentali: primo, convengono sul ruoloche le autonomie possono svolgere per avvi-cinare democraticamente il potere ai citta-dini e per colmare il distacco che si è ve-nuto a creare tra istituzioni e società; se-condo, convengono che questo ruolo puòessere svolto solo se le autonomie vedonoriconosciute competenze organiche che nonappaiono contrapposte a quelle statali, macome insieme di poteri collegati ai problemivivi delle collettività territoriali; terzo, con-vengono sulla necessità che il decentramen-to non significhi atomizzazione della Repub-blica, ma, al contrario, rappresenti il recu-pero di efficienti canali partecipativi cheinsieme concorrano a realizzare l'unità del-la Repubblica. Sulla base di questi tre con-vincimenti dobbiamo fondare i nostri co-muni sforzi per la fase finale di elabora-zione di una proposta che" tradotta in legge,rappresenti una pagina nuqva del nostro si-stema democratico.

Signor Presidente, signor Presidente delConsiglio, onorevoli senatori, su tutti.i pro-blemi dei quali ho parlato il Gruppo dellaDemocrazia cristiana darà il suo pieno con-tributo ed esprime la certezza che il Go-verno, fedele interprete del programma sulquale chiede la fiducia, farà la sua doverosaparte. Questa certezza, signor Presidente delConsiglio, si fonda anche sulla sua perso-nale, comprovata sensibilità alle esigenze diuna nuova democrazia aperta al futuro.

Mi sia consentito, infine, esprimere l'au-spicio che sui problemi trattati ~ che sonotutti problemi istituzionali ~ ci sia la con-vergenza di tutte le forze democratiche chesi richiamano alla Costituzione e che già neigiorni bui della Repubblica diedero un ge-neroso contributo a difesa del comune pa-trimonio di libertà e di democrazia.

La Democrazia cristiana, che nella Costi-tuzione vede un sicuro, permanente puntodi riferimento, siatene certi, farà la sua parte.(Vivi applausi dal centro. Congratulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a paT-lare il senatore Scamardo. Ne ha facoltà.

S C A M A R C I O. Onorevole Presiden-te, onorevole Presidente del Consiglio, ono-revoH colleghi, il secondo Governo dell'VIIIlegislatura, coincidente con il secondo Go-verno dell'onorevole Cossiga, nasce da unulteriore atto di responsabilità di cui si èfatto oarico ancora una volta il Partito so-cialista. Questo Governo nasce da un preci-so impegno sodaMsta assunto nei caldi gior-ni della campagna elettorale dell'anno scor-so di assicurare al paese un periodo di sta- 'bilità e di govemabilità perchè potesse at-tendere alla soluzione di quei problemi chenel frattempo e purtroppo sono venuti sem-pre piÙ aggravandosi con una carica dirom-pente ed una tensione lievitante fino al li-mite di un non ritorno.

Fu proprio quell'impegno, ritenuto a tor-to solo un espediente elettorale, ma che talenon era, a responsabilizzare il comportamen-to socialista nel varo del primo governoCossiga, quando la nostra non contrattataastensione parlamentare valse a fare uscireil paese da una crisi che ormai diventavapatologica ed offriva a qualcuno motivo espazio per reclamare soluzioni autoritari'e o,comunque, solu1Jioni che fossero sottrattealla gestione pur travagliata dei partiti de-mocratici. In quella occasione H Partito so-cialista si astenne, tramite i suoi Gruppi par-lamentari, consentendo al paese di avere ilsuo pI1imo Governo dell'VIII legislatura do-po quasi tre mesi di ballett1 televisivi e didefatiganti trattative, dimenticando respon-sabilmente quello che fu un vero e proprioatteggiamento ingiurioso, oltremodo ingiu-stificato ed illogico, riservato al tentativo delcompagno Craxi di formare il Governo inadempimento del mandato concessogH dalPresidente della Repubblica.

Quel «no» opposto all'onorevole Craxinon trovava alcuna giustificazione politica,tant'è che a distanza di pochissimi mesi, inun quadro di positiva evoluzione politica,

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VIII LegislaturaSenaio della Repubblica ~ 6115 ~

15 APRILE 1980lIsa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

si è riconosciuto quel diritto di alternanzache fa cadere ogni veto pregiudiziale a chein futuro a dirigere il paese ci possano esseree ci siano uomini non di certo espressionedel partito di maggioranza relativa. :È que~sto un risultato politico che giova all'inte~ro quadro e che deve essere ascritto allachTarezza ed aHa decisione con le quali ilPartito socialista si muove da un po' di tem-po a questa parte. Ed è nntero paese a gio~varsi della chi:arezza di tali deci'sioni. Eccoperchè ci troviamo a dare il nostro consen-so ad un Governo che segna una svolta Ti~spetto al passato. Esso nasce da una rapidasoluzione della crisi solo per volontà ed ade-sione del mio partito ad uscire dal quadrodi una crisi che i peS'sim1sti ad ogni costopronosticavano logorante, estenuante, para-lizzante.

II Partito socialista anzi venne gratificato,venne accusato di compromettere la stabilitàdel paese, quando per volontà socialista digiungere ad un chiarimento politico il primogoverno Cossiga rassegnò le dimissioni. Daparte di molti, non certo slegati ad interessidi non chiara estrazione, si preferiva trasci~nare UDGoverno, privo ormai di maggioranmparlamentare e di credibilità nel paese, purdi allontanare nel tempo un chiarimento cheva Jesse a togliere di mezzo quella paralisipolitica e quella ingovernabiHtà che ormaioffuscavano 10 stesso orizzonte democratico,le stesse strutture democratiche.

I fatti poi hanno offerto ragione ai socia-listi. La loro fermezza e la loro chiarezzasono valse, non ad un aggravamento dellacrisi politica ed istituzionale, da molti pa-ventata, da qualcuno desiderato, tin cui sidibatteva il paese, ma ad un recupero dicredibilItà con la sollecita definizione dellacrisi, con la formazione di un Governo par,lamentarmente forte, con una prospettivanon più di diluvio universale, ma di unaragionevole attesa ottimistica.

A noi socialisti va questo merito: dove~te permettere di accreditaTcelo. Lo d1ciamosenza iattanza, senza superbi'a intellettualeche è fuor di luogo, ma lo confermvamo con-vintj di meritarci questo titolo di credito.La « poHtica di intervento» del compàgnoCraxi ha reso possibile e praticabile l'im-

pegno per la governabilità del paese, impe-gno contratto con la pubblica opinione du~rante la scorsa campagna elettorale. All'in~tuizione ed al prepotente coraggio di que-sto uomo politico si deve se il paese puòora attendere con serena fiducia alla solu~zione dei molti problemi che la Democraziacristiana ed i suoi a:lleati di ieri non sonoriusciti a recuperare in positiva conclusione.

È un Governo che nasce non in contrap-posizione a schemi politici di cui tutti av-vertiamo l'esigenza attuativa; anche, se nonper nostra responsabilità, ma per altrui in-disponibilità, il traguardo della solidarietànazionale deve essere riferito a tempi piùlunghi, a tempi la cui maturazione spetta anoi stimolare e provocare. 'È un Governo,quello odierno, che nasce e si deve muoverein una cornice politica i cui elementi costi~tutivi e i cui indirizzi si collocano in unaprospettiva di « strategia democratiea di rin-novamento » e soprattutto ~ ciò che premea noi socialisti chiarire di più ~ di ripresadella solidarietà nazionale attraverso l'inte-sa con le forze politiche che a quella espri-mano esplicita disponibilità e adesione.

È la prospettiva della sol,idarietà na:lJionaletra tutte le forze democratiche a costituireil motivo conduttore di questo Governo, 01-tretutto consapevole del valore di essa. Delresto, ed a giusta ragione, da questo Gover-no sono rimasti esclusi due partiti che, purcon diverse tonalità, si sano ad essa con-trapposti.

Certamente, è stato autorevolmente detto,non ci troviamo al cospetto di svolte stori~che, per cui con cautela rifuggiamo da quel-la roboante fraseologia che ingenuamentenel passato fece capolino nel nostro parti-to: ci troviamo però di fronte ad una svol~ta politica positiva che, se proprio non cifa ritenere «più liberi» (davvero ingenuoquel socialista che pronunciò quella frase),ci induce però ad essere più fiducioS'i, piùtranquilli, più sereni.

È una svolta politica, questa sì, che ci po-ne di fronte ad un Governo a maggioranzaorganica, autosufficiente, con indicazioniprogrammatiche semplici e chiare. E nonè poco essere piusci1:i a questo. Non è cer-to di parvo mepito aver contribuito in ma-

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S.mata della Repubblica VIII Legislatura~ 6116 ~

15 APRILE 1980

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niera determinante a cancludere questa ri-sultata che sino. apache settimwe addietro.sembrava addirittura chimerico..

La gavernabHità del paese, la stabilità del-le sue strutture ci hanno. tenuta per mano.;la gavernabilità del paese è stata una cam-biale firmata agli elettari itaJiani, che è sta-ta ritualmente onorata di pagamento. daisocialisti. Il nastro impegna per la gaver~nabilità del paese la abbiamo. mantenuta.Certa, nan ci facciamo illusioni, nè patrem-ma farcene: la serietà dei nostri camparta-menti e la gravità deHa situazione italiananan ce la consentirebbero..

Di una cosa dabbiama essere certi, unacosa della quale noi sacialisti dobbiamo. me-nar vanto: abbiamo. preso un impegna canil paes'e, in un difficile momento. elettarale;a quell'impegna abbiamo. fatta eco. cantri-buenda a dare vita ad un Gaverna stabile,casì allantanando nel tempo. la minaccia diun nuava scioglimento. anticipata dene Ca-mere, con tutta quella che di negativa ciòavrebbe comportato: calnfusione accresciutanel paese, fiato. alle forze eversive, ulterio-re perdita di credibilità (ormai ci travia-mo al livella di guardia) delle forze paliti-che, coJpevoli ritardi. rinvii, piccale astuzie,maliziosi giochi di palazzo, caos, mentre sol-leciti ostetrÌ'ci erano pronti a far nascere laseconda Repubblica ed a!trett~l1to saIJecitipadrini erano pronti a tenerla a battesimo..

Tutto questa è saltato: questa disegno èstato fatta saltare dal caraggiasa impegnadel Partita sociaHsta, con il recupero di unamaggiaranza parlamentare, can la formazio-ne di un Gaverna che, se non si presenta(non patrebbe farla) carne veicala di radi-cali trasfarmaziani di alcuni aspetti dellanastra sacietà, armai decrepiti e fatiscenti,ha intenti di buana amministraziane, nandisgiunti dalJa confermata volontà di affron-tare quei tre a quattro temi sui quali nansala questa Governa ma la stessa primaRepubblica sona chiamati ad interlaouire inmaniera chiara e 'risalutrice: latta al terrar,i-sma, infh;\.ziane, disoccupazione giavanile, in-vestimenti. maralizzaziane della vi1a pubbIi-ra, in una al tema palitica di fonda, chepoi rappresenta il vera contenziosa nella si-tuaziane palitica itaHana, e ciaè la callaba-

razione can il mavimenta sindacale e il ca-struttiva dialaga can la stessa oppasizionecomunista.

È questa il data principale per nai sacia-listi. Prendiamo. atta della «vigorosa appo-siziane » e del « ferma impegna» di presen-za can cui il Partita camuni,sta annuncia ilsuo giudizio. su questa Gaverna tripartita,ma, nel cantempo, nan passiamo. nan pren-dere atto dell'impegna unitaria espressa daicamunisti nel lara rappartacon nai sa-dalisti e dell'auspicio. che gli stessi camuni-sti traggono. che la pur diversa cal1acazia~ne poHtka e parlamentare dei due partiti,nan valga in tensiani a frontali cantrappa-sizioni a tutta discapito. di quella callabara-ziane unitaria dei due partiti privilegiata esuggelJata neJl'jncontra del settembre scor-so e vissuta agni giorno. a cantatta di gomi-to nel mavimenta sindacale, nelle ammini-straziani comunali e pravinciali, neUe peri-ferie regianali.

Insomma, la continuaziane del dialogo.can il pill farte e gros'sa partita di oppasi~zione deve essere salvaguardata anche daparte del Gaverna già dichiaratasi dispani-bile ad un « canfronta seria e chiara per laricerca di canvergenze ».

Noi socialisti staremo. attenti a questaaspetta: lavarerema per alIargare ~ ripetale parole del campagna Martelli ~

({ gli spi-ragli di camprensiane, di diala{?:a e di colla-boraziane, sperando. che vi sia anala~a di-spanibiHtà da parte camunista -at centrae aUa periferia, ai vertici e alla base ».

Questa è J'auguria, questa è e sarà il no-stro impegna, questa sarà la tracda di uncompha che nai svalgerema R"iarna per giar-no. nena nostra realtà di gaverno, di partita,di sindacato, di massa.

n ritarna del Partita sociaHsta italianoal Governa avrà questa sala significato: con-tribuire a realizzare un intervento. di urgen-za che dia ricettività alle più impellenti esi-venze del paese e del manda del lavaro esaneciti iJ quadra palitica versa Ja ripre-sa delIa solidarietà nazionale.

Il primo aspetto non più pracrastinabHeè l'appuntamento. con la latta al terrorismo.e can !'-inflaziane, l'impegna per l'occupazia~ne, per una incisiva presenza nel Mezzagiar-

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VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 6117 ~

lIsa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 15 APRILE 1980

no, lì dove più allignano miseria e arretra-tezza, una più agile presenza della burocra-zia che metta al servizio del paese la suaesperienza e la sua competenza, frenare lacorsa ai privilegi settoriali, rispondere seria-mente alla domanda di lavoro che si levarabbiosa dai giovani, creando un'agenzia dilavoro espressamente reclamata da noi socia-listi, amministrare la giustizia con spiritoequilibratore senza privillegi per nessuno, masenza preconcetti e intenti punitivi, tutelaree sah'aguardare l'incolumità dei magistratiche sono e restano uno dei riferimenti piùprestigiosi nella realtà itaHana, creare lecondizioni di un'Italia che si affacci aHasoglia del 2000 con la prospettiva di un pae-se aperto alla collaborazione internazionale,in un ruolo autonomamente prestigioso eproiettato all'interno verso un regime demo-cratico, ancor più intenso di contenuti so-ciali, nel quale la convivenza sooiale nonpassi più attraverso lasciti di casta o strut-ture ormai lise dal tempo, ma sia assicura-ta dal rispetto delle più elementari esigenzeumane, da un soddisfacimento degH interes-si delle classi più diseredate, più indifese,più fragili.

Così si l:)resentano i socialisti nel secondoGoverno dell'onorevole Cossiga. Sono soloquesti ilJ1tendimenti e questi propositi che!!iu<;tifkano e legittimano la svolta politicaimpressa dai socialisti con il loro ritornoalle!.diretta collaborazione governativa. Que-st'ultima ha coinciso con un travaglio inter-no del mio partito, travaglio che continuain un dialogo civile e democratico, lontanodalla rissa, ricco di positivi spunti polemi-c!, quotidianamente assorbito da un recu-pero uidtario che vede quasi tutte le istan-ze di p,3rtito rappresentate in questo nuovocorso, in questa nuova presenza del Par-tito socialista italiano nel contesto poHticodel paese.

È una distorsione polemica ingiusta e in-giuriosa coniugare iJ ritorno del Partito so-cialista al Governo con un novello centro-sinistra. rinnovato solo nella veste e nei suoipropositi forma1i. Continuare in questa ot-tica, calcare questo terreno polemico signi-fiea desiderare ancora raccogliere ortaggine! campo del vicino.

Non siamo più disponibili a subire inva-sioni di campo perchè i soci:alistJ non sonopiù disponihili a commettere quegli erroriche caratterizzarono in alcuni aspetti la loropresenza nei dieci anni del centro-sinistra.

Il nostro ritorno al Governo non può co-niugarsi con un centro-sinistra in formatomatrimoniale. Non ci sono più ora le con-dizioni politiche che legittimarono quel pe-riodo che ha pur dei risvolti positivi da con-segnare alla storia.

Le condizioni interne ed esterne sono di-verse e per alcuni versi contrappos.te a quel-le di aHara. Vi è la conHgurazione di unquadro politico oppOsto a quello della deli-mitazione della maggioranza verso il Parti-to comunista, voluto ed imposto dalla De-mocrazia cristiana negli ultimi centro-sini-stra degli anni '70, vi è la constatazione og-gettiva di un positivo revisionismo comuni-sta che colloca il Partito comunista sullasoglia di una sua integrazione con la sini-stra europea, lungo la quale strada c'è an-che il Parti,to sociaHsta, oggi più che mai conaccresciuta incidenza operativa e con mag-giore autorità. Le attuali condizioni sonodiverse e contrapposte a queUe di allora. Cisono quasi dieci anni di evoluzione politi-ca, durante i quali sono venute maturandosituazioni che portano, sia pure a fatica, al-la configurazione della prospettiva di dia-logo unitario, di collaborazione unitaria. Nonpiù centro-sinistra e quindi non più precon-cetta opposizione ad un~esperimento gover-nativo che porta al suo attivo la soluzionedi una crisi che si trascinava con una para-lisi, con una vera e propria necrosi delle isti-tuzioni che noi tutti vogliamo salvaguardaree tutelare.

La mutata p~sizione parlamentare del Par-tito socialista, che ha prodotto una chiarifi-cazione politica ed ha reso possibile l'avviodell'VIII legislatura sulla prospettiva di unafisiologica e istituzionale compiutezza, devematurare anche altre conclusioni per un con-creto rinnovamento. E di questo cogliamoun evidente segno giuntoci dalla Democra-zia cristiana, quello cioè di ~aver accettatola caduta di ogni pregiudiziale rispetto ad uncorretto principio di alternanza nella dire-zione del paese. Forse è da sottovalutare que-

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VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 6118 ~

lIsa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 15 APRILE 1980

sto concreto e tangibHe risultato consegui-to dal mio partito nelle trattative condottecon il partito di maggioranza relativa? Nonci sembra poco aver acquisito esplicitamen-te elementi di garanzia che giustificano elegittimano la nastra dedsione favorevolead un .impegno diretto e qua1ificato: garan-zia di ripristinare la stabilità poNtica, didifendere l'autarevolezza deHe istUtuzioni, didare ai sfudacati un iDJterlocutore affidabileche li interpelli preventivamente suHe scel-te di fondo, di affrontare reaHsticamente ifattori che determinanO' la crisi economica,di concorrere a fare dell'Italia un partnercredibHe per J.a I1ipresa deHa distem,ione sulpiano internazionale. Vi sembra poco? Que-sto è il consuntivo che nai socialisti presen-tiamo a conclusione di una chiarificazionepolitica che mette fine ad una fase di incer-tezza e di provvisorietà. È questo il consun-tivo che offriamo alla valutazione del pae-se suHa estinzione di una fase politica ca-ratterizzata dalla precarietà, dalla insuffi-cienza, dalla incapacità, daltla mancata vo-lantà di intervenire nelle ,difficoltà del mo-mento con coraggio e fantasia.

A quel quadro abbiamo contribuito a so-stituirne un altro, che può e deve risponde-re alle esigenze ed alle attese di tutti. Abbia-mo contribuito con determinante decisionea formare un Governo che nan ha, però, trai suoi compiH anche quello di farei trovareuno spicchio di luna in un pozzo di cam-pagna: pO'chi compiti da assalvere, ma inmaniera chiara e decisa. È essenziale che ilGoverno metta mano ~ ciò del resto è nel-

l'accordo politico che abbiamO' tenuto a bat-tesimO' ~ ad un rapporto di nuovo coniocon i sindacati, con la loro preventiva con-sultazione sui problemi più salienti e piùpreoccupanti, quali quelli dell'occupazione edella produzione.

Ma ci sona altri spazi di intervento dacopdre e li legga proprio dall'intervenutoaccordo tra i partiti: recuperare le' molte-plici aziende in crisi che nel Mezzogiornosfornana disoccupati; portare a termine ilcontratto dei pubblioi dipendenti recando intal campo una quiete sindacale della qualeusufruirebbero molti servizi sociali, realiz-zare la riforma delle pensioni in maniera

tale da svuotare di qualsiasi contenuto de-magogico alcune prese di posizione di qual-che partito che con malto ritardo si è ricor-dato di questa categoria di ex lavaratori.Di questo problema non vogliamo vagliaretutti gli aspetti in particolare, perchè ciòci porterebbe lontano dall'oggetto del nostrointervento. Vogliamo solo dire a tale propo-sito che è doveroso fornke dell'indispensa-bile dignitoso per la vita di ogni giornochi ha speso una intera esistenza svolgendoun lavoro onesto e non può vedersi, alla finenaturale di ogni suo sforzo produttivo, trat-tato come un relitto da uno Stato impegna-to altrove a spendere e a spandere denaroper fini che molte volte sfuggono agli interes-si della collettività.

Tutto questo non può continuare a per-petuarsi se non a scapito della efficienza del-lo Stato che deve essere chiamato a tutelaresoprattutto i poveri, gli indifesi e chi è sprov-visto ormai di qualsiasi potere cantrattuale.

Mettere in cammino la riforma sanitaria,che anche per alcune defioienze regionali siè arenata, nella legittima speranza di giun-gere quanto prima ad un compiuto serviziosanitario nazionale ad evasione di bisogniper il cui soddisfadmento nel passato sonoandate al macero tante ricchezze della col-lettività. Aumentare le detrazioni nella dichia-razione dei redditi per le categorie meno ab-bienti, a favore dei lavoratori dipendenti:queste sono le cose da fare e da fare su-bito di modo che si abbiano a conseguirerisultati concreti in alcuni comparti di real-tà sociali lì dove più urgente si avverte lapresenza e !'intervento di un Governo effi-ciente.

Sono queste poche cose che si hanno damettere a fuoco in un vivace impatto conl'incipiente pratica di questo Governo, sic~chè positive conclusioni possano rappresen-tare il benvenuto e l'augurio di buon lavoroad una compagine che ha suffidente forzanel Parlamento per poter, poi, ambire a co-prire altrettanto spaZJio di credibilità nelpaese.

Su questi interventi e sul contenuto diessi dovrà verificarsi quell'ampio confron-to con le organizzazioni dei lavoratori, cosìcome del resto è auspicato dal Governo: sin-

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usa SEDUTA(antimerid.) ASSEMBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO

dacati da consultare in quelle forme che fa-cilmente possono essere tratte ad esempiodi un corretto metodo democratico di gover-nare. Un nuovo modello di convivenza par-lamentare bisogna anche ({ inventare », checollochi tutti i partiti, di governo e di oppo-sizione, in una posizione di reciproca re.-sponsabilità e di produttiva collaborazione.Di qui le consultazioni con i partiti dell'op-posizione su questioni attinenti !'interessenazionale, anticipateci dal presidente Cossi-ga nella sua relazione.

Sì, è questione di come stare al gover~no da parte dei socialisti che richiama an-che il dirimpettaio modo di come stareall' opposizione da parte dei comunisti. Èsolo quest'ultimo concetto che noi 'Prendia~mo dall'analisi, ingcnerosamente antisociali-sta, fatta da un politologo che pecca di sche~matismo intellettuale e di acidità di criti-ca preconcetta. Chi predica o chi predice larottura di quelle azioni comu11'Ì delle qua-li si parlò, e sull~ quali si convenne nell'in-contro tra i due partiti della classe operaianel settembre scorso, non rende un servizionè alla causa dei lavoratori, nè alla demo-crazia repubblicana. Chi auspica, poi, que-sta rottura non può che affidare la risolu~zione del contenzioso ad una inevitabile scon-fitta dell'uno e dell'altro partito con le con-seguenze sull'intero quadro politico facil-mente da immaginare e con la caduta diogni prospettiva di progresso per l'interaclasse lavoratrice.

È questo che si vuole? Non credo, lo esclu-do. L'appuntamento è nelle cose nelle qualici imbatteremo giorno dopo giorno, nelledifficoltà che incontreremo nell'affrontare iproblemi difficili di per sè, negli ostacoliinsormontabili sui quali potremmo inciam-pare in una pratica quotidiana di governo,dal quale esame noi socialisti attendiamouna serena valutazione di giudizio e non unpreconcetto, astioso atteggiamento di revoca.

Questo chiediamo noi socialisti: compren-sione per questo nuovo corso politico im~presso dal Partito socialista in un contestodi negative realtà, al cospetto delle quali erapiù facile la fuga che non un coraggioso attodi diretta responsabilità gestionale; compren-sione per questa decisione del Pàrtito socia-

lista che ha voluto soprattutto salvare ilpaese dal caos, dalla inefficienza, dalla pa-ralisi, da una crisi che incominciava già arodere i lembi del tessuto democratico dellanostra Repubblica; comprensione per le dif-ficoltà che questo avventuroso viaggio com-porta e non solo per noi socialisti. '

Reputiamo d'averla trovata nelle respon-sabili parole del segretario nazionale delPartito comunista, piuttosto che nelle ana-lisi di qualche politologo, svegliatosi indi-pendente di s'ilnistra dopo tanti anni di mi-lizia socialista.

Attendiamo che questa politica di « colla-borazione continui anche nella discussionesu determinati punti deI programma gover-nativo ». Questo ha detto il compagno Ber-linguer: è qui che ci deve essere il dialogo,il confronto, la corresponsabilità, la media~zione, la sintesi, 10 scontro eventuale. Solosu questo terreno vogliamo essere attesi; soloalla risultanza dei fatti è lecito esprimere levalutazioni politiche, sulle conclusioni sol~lecitiamo i dovuti giudizi.

Non altro chiediamo. Chìediamo di po~ter lavorare per la ripresa della politica disolidarietà nazionale come l'obiettivo da rag-giungere, una volta caduta l'indisporribilitàattuale, vigente, della Democrazia cristiana.Sulle cose concrete, sui comportamenti, su-gli interventi governativi noi attendiamo inostri interlocutori; sulle linee del program-ma esposte dal presidente Cossiga attendia-mo lo sviluppo del dibattito in questa sedeed in altre, nel paese. Lontano da esso, fatti,avvenimenti, pettegolezzi, riferimenti ingiu-riosi in nulla incidono sullo stesso dibat-tito politico, se nOl11inquinando10 e por-tandolo sul melmoso terreno della calun-nia, dove il piede di ognuno di noi potreb~be essere imprigionato. Sarebbe auspicabi~le che il dibattito sulla fiducia al Governosi sviluppasse lungo le linee di una analisicritica del programma espostoci ieri pome-riggio: ma se così non fosse, se si voless'e-ro introdurre elementi e note di disturbonel presente dibattito, preferiremmo premet-tere, non in un giuoco di anticipo, ma soloper chiarezza circa l'atteggiamento ufficialedel nostro partito, una sola cosa: il Partitosocialista italiano rassegna la sua ampia, to-

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VIII LegislaturaSenato de.!la Repubblica ~ 6120 ~

lIsa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ :RESOCONTO STENOGRAFICO IS APRILE 1980

tale e convinta solidarietà al ministro deitrasporti, compagno e collega Formica. Tut~ti quanti noi siamo convinti della sua estra~neità alla cotlfezione di avvenimenti menche corretti, _ siamo convinti di trovarci alcospetto di gratuite affermazioni calunnio~se che, ovatta te di maliziosi e studiati silen~zi, stimolano ancor vieppiù quel venticellodi america memoria dal quale tutti quantipossono essere toccati, tutti noi possiamoessere vittime. Solidarietà di compagni dipartito, ma solidarietà soprattutto di ordineumano. A questa aggressione calunniosa noisocialisti rispondiamo con una compatta so-lidarietà e con una chiara condarrma, espres~sa anche qui ad alta voce, nei confronti dichi di tali metodi si serve per coprire di unapatina calunniosa i galantuomini; verso chi,ancor peggio se nel passato responsabile diprestigiosi incarichi, avrebbe dovuto, pro-prio in ricordo di quegli antichi onori, te-nersi lontano da simili comportamenti.

Quindi, fuori da quest'Aula il maliziosoventicello della calunnia, se non ci si vuoleporre al riparo di una malintesa immunitàper un atteggiamento coscientemente calun~nioso, chiaramente delittuoso!

Tacito, quando si accinse a scrivere lastoria di R?ma, premise che approdava atale compito sine ira et studio: senza pre-venzione e senza partigianeria; in tale ma~niera possiamo parlarne, ma nella sede op~portuna, dove ognuno si colloca nel suo po-sto di responsabilità e dove ad ognuno, ve~tusto o meno di antichi orpelli, può esserechiesta contezza delle sue parole o dei suoiscritti. In quella sede, davanti al magi'stra~to, il gioco delle parti è fatto salvo nella tu~tela di un principio di civile convivenza chetenga lontano l'homo homini lupus.

Questo e solo questo poniamo a solidarie-tà del compagno Formica, non altro. E nonfu amar che ci mosse a parlare in sua di-fesa, ma solo la razionale convinzione del~la limpidezza del suo comportamento e l'al~trettanto convinto diniego per questo me~todo di lotta che attinge linfa da una ingo~vernabilità di sentimenti o forse a obietti~vi politici che non potrebbero essere diversa~mente perseguiti e confessati.

Disprezzo violento, onorevole Presidente,contro quei tentativi tendenti, vista nnuti-

lità della fatica calunniatrice contro il com~pagno Formica, a dirottare sul Partito so~ciaIista italiano questa campagna diffama-toria che sempre più si chiarisce nei suoifini e nelle sue fonti battesimali.

Non è in tale maniera che si può averela meglio sul Partito socialista, sul suo nuovocorso, su un suo attuale gruppo dirigente.Mettere il Partito socialis,ta italiano nel fuocodi una campagna di denigrazione a due me~si di distanza da un appuntamento eletto~rale è un fatto che troverà tutto il partitoschierato contro chi ormai della sua profes-sione di giornalista o di uomo politico siserve solo per attestarsi su astiose e pre-concette contrapposizioni alla linea politicadel Partito socialista e dei suoi dirigenti. Btde hoc satis.

Noi socialisti approviamo le dichiarazioniprogrammatiche del Governo letteci dal pre-sidente Cossiga perchè le riteniamo in unocon gli ~ accordi raggiunti in sede di trattati~ve per la soluzione della crisi e perchè inesse riscontriamo un diverso modo di por~re l'azione del Governo dinanzi ai partiti del~l'opposizione, ai sindacati e alle forze socia~li. Il programma governativo annunciatocicontiene i presupposti per un interventoenergico e risofutore su tutti ,i più scottan~ti problemi del momento. Troviamo sul tap-peto !'inflazione, la disoccupazione, il ter~rorismo, gli investimenti. Le intenzioni ascol~tate e le terapie esposte ci fanno ragionevol-mente certi che ci si accinge finalmente adare soluzione a questi problemi.

Non ci potevano essere ulteriori ritardi.Le soluzioni programmate dal Governo nonpossono che essere dibattute attraverso unpermanente dialogo con le forze sociali. Atale riguardo vi è il formale intendimentogovernativo di rendere attuale ed operantequel dialogo che non potrà non giovare alnuovo moda di stare al Governo e al nuo-vo modo di stare all'opposizione. I risulta~ti dell'azione governativa sono legati anchea questo dialogo, a questa nuova maniera-di dialogare con i sindacati, con le forzesociali, con i partiti dell'opposizione. Biso-gna evitare ~ e ne traiamo buon auspiciodalla lettura delle dichiarazioni governative

~ soluzioni prefabbricate, non preoccupatedel giudizio dei sindacati, non proiettate ver-

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VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 6121 ~

1S APRILE 1980llsa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

so la coevità degli interventi. La politica dei« due tempi}}, di centro~sinistra memoria, ètramontata per noi socialisti: «prima i sa-crifici, poi le riforme, poi l'occupazione}} èuna formula del tutto estranea alla nostrapresenza di governo. Chi la vuole riesuma-re sappia che ci dissocieremo da qualsiasiincipiente tentativo di richiamarla in vita edil programma di questo Governo ci fa rite-nere lontani da questa vecchia logica di go-verno.

Insomma, noi socialisti riscontriamo nelprogramma governativo e nella sua strutturaelementi che ci confortano e sono proprioquesti elementi che ci collocano nella fidu~ciosa speranza, nella certezza che il secondogoverno Cossiga riuscirà a dare al paesequelle risposte concrete che l'opinione pub-blica attende con paziente ansia e con lie-vitante preoccupazione. La partecipazione so-cialista ci mette al riparo da eventuali ten-tativi devianti dal concordato programma,dagli itineranti impegni, dalla sua rituale,conseguente applicazione. Il Gruppo socia-lista del Senato, per tutte queste considera-zioni, esprimerà voto favorevole, nella spe-ranza che il secondo Governo dell'VIII legi-slatura repubblicana trovi nel paese quel-l'ampio spaz1Ìo di consenso popolare, unavolta acquisito quello parlamentare. (Applau~si dalla sinistra).

P RES I D E N T E. È iscritto a par-lare il senatore Chiaramonte. Ne ha facoltà.

C H I A R O M O N T E. Signor Presi-dente del Senato, il nostro giudizio comples-sivo sulle vicende politiche che hanno por-tato alla formazione di questo Governo, sul-la sua struttura e composizione e sul suoprogramma e un giudizio fortemente negati-vo. L'esposizione che l'onorevole Cossiga ciha fatto qui ieri ha aggravato questo nostrogiudizio. Ci sembra ancora più evidente, do-po il discorso del Presidente del Consiglio,1'inadeguatezza di questo Governo di fronteai drammatici problemi che urgono, di fron-te alla crisi della nostra società, di frontead una situazione internazionale sempre piùpericolosa e preoccupante. Ci sarebbe biso-gno, oggi, più che mai, di uno sforzo soli-dale di tutti i democratici del nostro pae-

se. Ci sarebbe bisogno di una tensione mo-rale e civile eccezionale, capace di coinvol-gere i lavoratori, gli intellettuali, le giovanigenerazioni in uno sforzo di lavoro e di in-telligenza senza precedenti. Ci sarebbe biso-gn..o dell'unità delle forze democratiche. Èinutile che si ripeta, da parte dell'onorevoleCossiga o di altri, che questo Governo in-tenderebbe muoversi nella direzione della po-litica di unità democratica. Non nego che,da parte di alcuni, e forse anche dello stessoPresidente del Consiglio, queste affermazio-ni siano fatte in buona fede. Ad ogni modo,esse dimostrano due cose, cioè che non solo

. noi constatiamo che questo Governo non èadeguato alla situazione e che non solo noisentiaILlo questa esigenza di unità della nazio-ne. lVIa questo Governo è un'altra cosa, an-che se è bene che sia stata scartata unasoluzione pentapartitica o che siano stati al-lontanati dal Governo i rappresentanti delPartito socialdemocratico e di quello libe-rale.

Non facciamo un processo alle intenzionidi nessuno. Ma il Governo da lei presieduto,onorevole Cossiga, contiene in sè un'ambi-guità di fondo per quel che riguarda i suoiobiettivi politici, e contiene anche, a nostroparere, una carica di divisione delle forzedemocratiche, una carica che deriva, in granparte, dai disegni politici degli uomini e deigruppi che hanno vinto nel congresso dellaDemocrazia cristiana. Dicevo prima che ilpaese avrebbe più che mai bisogno, oggi,dell'unità e della solidarietà delle forze de-mocratiche. Questo Governo non risponde atale esigenza primordiale.

Basti pensare al modo come si è giuntialla sua formazione. Su questo punto saròmolto breve perchè se ne è parlato moltis-simo nei giorni scorsi, sia in relazione alcongresso della Democrazia cristiana, sia inrelazione alle vicende interne del Partito so-cialista. L'onorevole Cossiga ha voluto ieritracciare una ricostruzione delle vicende dal-le quali è nato il suo Governo. Curiosa ri-costruzione, onorevole Presidente del Con-siglio! Tornerò più avanti su alcuni aspettidi questa ricostruzione, ma voglio subitosottolineare alcune omissioni clamorose. El-la ha trascurato, onorevole Cossiga, in que-

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Senato della Repubblica ~ 6122 ~ V111 Legislatura

usa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 15 APRILE 1980

sta sua ricostruzione, un piccolo particola-re: il congresso della Democrazia cristiana.Nella Democrazia cristiana sono stati scon-fitti ~ questo è il punto ~ uomini e grup-pi più legati alla tormentata esperienza dellapolitica di solidarietà democratica e più sen-sibili ~ questo è il nostro giudizio ~ all'in-

segnamento politico di Aldo Moro. Uomini egruppi che non proponevano e non propon-gono certo di fare un governo con il Partitocomunista, ma che, a certe condizioni, non loescludono e che sembrano in ogni caso pen-sosi dei pericoJi che corre oggi il nostro re-gime democratico e persuasi della necessità,per il movimento cattolico democratico, difavorire l'accesso del movimento operaio nelsuo insieme, nel quadro della politica diunità democratica, alla direzione del paese,proprio per far fronte a quei pericoli peril regime democratico. Anche la gravità dellasituazione internazionale imporrebbe di se-guire questa via: questo mi sembra anzi ilpunto più interessante di alcuni discorsi cheho ascoltato nel congresso della DemocraziacristiaJIla. In questo congresso hanno vintoaltri, quelli del ({preambolo», senza esserein grado tuttavia di indicare una prospetti-va politica chiara. Questo sbocco è stato inparte facilitato anche dagli atteggiamenti delPartito socialista italiano, o almeno di al-cuni dei suoi massimi dirigenti, che hannofatto giungere ai democristiani voci diverse,contrastanti in parte con le decisioni dello-ro comitato centrale, secondo le quali nonpotevano esservi alternative o subordinatead un governo di unità democratica.

F. dunque, in parte, una logica di divisio-ne quella da cui trae origine la formazionedi questo Governo. Anche per questo votiamocontro: per far arretrare questa logica didivisione, e par far avanzare, nell'interessedel paese, una logica diversa, una logica diunità.

Esprimiamo, in secondo luogo, un giudiziofortemente negativo per quel che riguardala struttura e la composizione del Governo.Nè si tratta, come ha ,affermato pochi gior-ni fa l'onorevole Piccoli in un'intervista, dicose secondarie, di poco conto. Naturalmen-te, anche qui, vediamo le eccezioni, e sap-piamo distinguere fra gli stessi uomini che

compongono il Governo. Ma siamo di fronte,nel complesso, ad uno spettacolo ,squallido.C'è da chiedersi persino, onorevole Cossiga,se lei si renda conto, in pieno, del momen-to che attraversiamo, di quello che c'è nelpaese, del grado di logoramento cui è giun-to, nella coscienza di masse larghe di popoloe di una parte importante dell'opinione pub-blIca, il prestigio delle istituzioni democra-tiche.

Di questo stato della coscienza pubblicaabbiamo molte testimonianze, e vi rispar-mio gli esempi che potrebbero essere nume-rosi. Permettetemi un solo esempio. L'altrogiorno ero in Sicilia, in questa regione chela Democrazia cristiana, che dispone all'as-semblea regionale di 40 seggi su 90, mantienesenza governo da più di quattro mesi, dopola morte di Piersanti Mattarella. Leggevosui giornali locali le cronache dei fatti diPalagonia, di questo paese della provinciadi Catania i cui abitanti non hanno acquaper bere e dove una sommossa popolare,con le donne ed i giovani in testa, ha incen-diato la sede del municipio, quella dell'esat-toria e quelle di tutti i partiti democratioi,compresa la sede del Partito comunista. Misembrava di rileggere vecchie cronache sici-liane o meridionali della fine del secolo scor-so o deWinizio di questo secolo, cronache dirabbia impotente e di sfiducia nella demo-crazia. Il mio pensiero andava anche a fattipiù recenti, a Reggia Calabria, a Battipaglia,a L'Aquila. Ma qual è il messaggio politicoe morale che la Democrazia cristiana del({ preambolo » è in grado di inviare a quellepopolazioni esasperate o alle giovani gene-razioni di tutto il paese? Lo spettacolo inde-gno delle elezioni-farsa a Palazzo dei Nor-manni, o quello che lei, onorevole Cossiga,offre con la composizione del' suo Governoe con le manovre che stanno alla sua base?

Ma è possibile ~ mi domando ~ dopoanni ed anni di discussione suna necessitàdello snellimento dell'Esecutivo, sulla rifor-ma della Presidenza del Consiglio (ieri abbia-mo ascoltato per dieci minuti il presidenteCossiga parlarci di questo fatto come se fos-se una novità), sulla opportunità di un nuovomodo di governare l'economia, che le unichecuse che lei, onorevole Cossiga, e i dirigenti

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Senato della Repubblica ~ 6123 ~ VIII Legislatura

115a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO 15 APRILE 1980

della Democrazia cristiana, abbiate saputofare sono state quelle di aumentare il nu-mera di ministri e sottosegretari, sdoppiaresenza ragione alcuni ministeri come quellodegli affari esteri, inventare funzioni e in-carichi incomprensibili come quello, su cuile chiediamo chiarimenti, affidato al senatoreAndreatta? E perchè sono stati rimossi dal 10-ro posto ministri che avevano dato buonaprova nel loro lavoro? Forse per fare postoad uomini legati ai vincitori del congressodella Democrazia cristiana? E che cos'è quelpasticcio di gabinetti che ieri ci ha descrit-to, onorevole Cossiga, nel suo discorso? Loripeto. Lo spettacolo complessivo è veramen-te squalJido. Sono state seguite le regolepiù viete del cosiddetto «manuale Celncel-li }}, cioè della distribuzione dei posti frale correnti della Democrazia cristiana, conaggravanti di vario tipo, forse dovute allaparticolare arroganza di alcuni fra i pream-bolis ti.

Onorevole Cossiga, non le sorge il dubbio,e non sorge all'onorevole Piccoli, che l'opi-nione pubblica non sopporta più questa pra-tica di governo e che tutto ciò accresce ildistacco fra una parte dei cittadini e le isti~tuzioni:> E non vede il pericolo di tutto que-sto?

Dobbiamo constatare ~ lo dico con ram-marico ~ che i compagni socialisti e gliamici repubblicani non sono stati in gradodi opporsi a questa pratica avvilente. Cidispiace anzi di dover dire che ,sembra avergiocato, in alcune scelte compiute dal Par~tito socialista italiano per gli incarichi digoverno, più che la competenza o la capacità,un rapporto stretto con il segretario di quelpartito.

Ma mi si consenta, onorevole Presidentedel Senato, di sollevare due casi (senza farescandalismo, compagno Scamarcio: siamoqui per fare il nostro dovere), due casi cherivestono, a mio parere, sia pure in modoassai diverso fra loro, una particolare gra-vità: intendo fare riferimento alla nominadell'onorevole Leccisi a sottosegretario al Mi-nistero delle poste e alla nomina del senato~re Formica a ministro dei trasporti.

Si tratta ~ ripeto ~ di due casi assaidiversi tra loro. Per l'onorevole Leccisi vor~

rei rivolgere una domanda al Presidente delConsiglio: si tratta o no dello stesso uomoche fu accusato qualche tempo fa pubblica-mente da un esponente democristiano, cherisponde al nome di Marotta. di aver avuto1 miliardo e 200 milioni da Caltagirone e diaverli versati alla sua corrente che, se nonvado errato, è quella che fa capo al senatoreDonat-Cattin? È lo stesso addebito che fufatto all'onorevole Evangelisti e che ci in-dusse tutti a obbligarlo alle dimissioni. Ono-revole Cossiga, lei ha accertato, prima diproporre la nomina dell' onorevole Leccisi asottosegretario, tutti gli elementi che posso-no far luce su questo episodio? Aspetto unarisposta.

Per il senatore Formica la questione èdiversa. Noi riteniamo inopportuna politica-mente la scelta del senatore Formica a mi~nistro, ma non per i motivi che sono statiscritti in questi giorni, anche dal senatoreMerzagora, per il fatto cioè che egli è statoamministratore di un partito: non ci sembraquesto un motivo nè valido nè serio. Rite-niamo la nomina inopportuna per il fatto cheil senatore Formica era stato coinvolto neimesi sC0rsi, e su sua iniziativa, in vicendeche sono rimaste non del tutto chiarite esul cui svolgimento sono state avanzate opi-nioni diverse anche nell'ambito del partitocui appartiene il senatore Formica. Ripeto:sto parlando di inopportunità politica, e diniente altro. A questo si è aggiunto l'inter-vento del senatore Merzagora con l'articolosu « La Repubblica », con altre dichiarazionialla stampa, con una lettera che ieri seraè stata inviata a tutti i capigruppo del Se-nato e che stamattina è stata pubblicata dal-la stampa. Mi dispiace veramente, onorevolePresidente del Senato, che il senatore Merza-gara non sia in grado di essere presente edi partecipare a questo nostro dibattito.

D' A M E L I O. Non viene mai, peròva a Parigi...

P RES I D E N T E. Possiamo asso-darei all'augurio che si rimetta presto.

D' A M E L I O. Getta la pietra nellostagno e poi se ne vaI

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VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 6124 ~

llSa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO SfENOGRAFICO

C H I A R O M O N T E. Posso ancheconcordare con il suo apprezzamento, ono~revole collega. A questo punto, però, comela mettiamo? Io penso che il Presidente delConsiglio, cui spetta costituzionalmente ilcompito della scelta dei ministri, non possacontinuare a tacere sull'argomento e che nel~la replica debba esprimere la sua responsa~bile opinione.

C O S S I G A, presidente del Consigliodei ministri. Lo farò senz'altro, senatoreChiaramonte, anche per non dare spazio allacreazione surrettizia di altre forme di giu~risdizione penale nel nostro paese.

C H I A R O M O N T E. Onorevoli col~leghi, se passiamo ad esaminare il program~ma del nuovo Governo, il panorama non di~venta meno desolante. Ci voleva proprio l'in~gresso nella compagine governativa dei di-scepoli di Ugo La Malfa perchè il program~ma di un governo raggiungesse, soprattuttonel campo della politica economica, punte as~sai gravi di genericità, di approssimazione,di fumosità. Anche questa non è una consta~tazione allegra, nè la faccio a cuor leggero.

Onorevoli colleghi, io mi occuperò soltan~to di alcuni punti della politica economicae di quella internazionale. Parlerà ancora,per il nostro Gruppo, il senatore BoJdriniche approfondirà altri aspetti della situazio-ne del paese, in particolare per quel che siriferisce alla lotta contro il terrorismo. Maanche sul terrorismo debbo dirle una cosa,onorevole Cossiga. Conosco la sua sensibili-tà per la gravità di questi problemi. Tutta-via la parte del suo discorso su questo puntomi è sembrata anch'essa un po' di maniera,nella sostanza superficiale, non legata, a IJ).ioparere, alla fase attuale della nostra lottadifficile, della battaglia democratica del po-polo italiano contro il terrorismo. Ma di que~sto, ripeto, parlerà più a lungo il compagnoBoldrini.

Permetietemi di dare qualche esemplifi-cazione sull'affermazione che ho fatto primacirca il grado di approssimazione e di fu~mosità del programma che ci è stato espo-sto.

L'onorevole Cossig,,!-ha parlato di un pia~no della giustizia. Io non sono molto com-

15 APRILE 1980

peLente in materia. Ho chiesto ai compagni,agli amici che seguono queste questioni, hoascoltato questa mattina !'intervento del se-natore Bonifacio. Dove sia questo piano perla giustizia non si capisce bene, nessuno losa dire, forse è solo nelle parole sempre unpo' abbondanti del Ministro della giustizia.

Altro esempio. La Corte costituzionale hadichiarato illegittimi alcuni articoli della leg-ge Bucalossi sulle aree fabbricabili. E trop-po chiedere qual è il parere della maggio-ranza su questo problema e che cosa inten~dono fare il Governo e la maggioranza suquesta questione che è aperta?

L'onorevole Cossiga ha parlato di riformadelle pensioni. Benissimo: ma a quale testola ill:-1ggioranza si riferisce? Il Partito co-munista ha un suo testo, presentato da tem-po; la maggioranza a quale testo si richia~ma, o, se non si richiama a nessun testo,quali proposte avanza? Anche questo non ciè dato conoscere dall'esposizione program-matica del Presidente del Co~siglio.

Così per i patti agrari. Onorevole Presiden-te del Senato, qui, nella nostra Assemblea,ci sono stati dibattiti, discussioni, punti divista diversi. L'onorevole Presidente del Con-siglio dice che bisogna approvare la riformadei patti agrari. Ma quale riforma?

E così per la politica fiscale che tuttaviarappresenta, bisogna dirIo, un'eccezione nel-!'insieme del programma, perchè è la partepiù dettagliata, più precisata, dove si parlafinalmente di revisione delle aliquote. Ma inche senso, in che direzione? Anche qui c'èuna discussione in corso, con pareri diversi,come risulta anche a chi legge i giornali.La maggioranza, su questo, che posizioneha? Non ci è dato saperlo.

Potrei continuare a lungo a fare esempi diquesto tipo, ma non voglio tediare l'Assem-blea. Le confesserò, onorevole Presidente delSenato, che nei giorni scorsi venivo rifletten~do su quello che avrei dovuto dire in questointervento del quale ero stato incaricato dalwio GrupDO. rv:J:ibasavo, in questa riflessio-ne, su quello che sapevo circa le opinioni,poniamo, òel senatore Andreatta, o dell'ono~revole Giorgio La Malfa, o dell'onorevolePa:!1dolfi, o di altri. E così soffermavo lamia attenzione sui problemi della fiscalizza~zione, sul modo come affrontare le questio-

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Senato della Repubblica VIII Lef!,islatura~ 6125 ~

15 APRILE 1980usa SEDUTA (antimerid.) ASSE.;\IBLEA RESOCO''lTOSTENOGR-AFICa

ni della scala mobile, dell'energia, della pro~grammazione industriale. Interpellavo amicieconomisti o dirigenti. sindacali, e discutevocon loro. Fatica sprecata, onorevole Presiden~te del Senato, la mia. Questi temi o non sononemmeno evocati nella relazione del Presi~dente del Consiglio o vengono affrontati confrasi generiche e, se me lo consentite, a volteperfino banali. L'impressione che ne rica~viamo è desolante. Il tutto viene di fatto rin~viato all'elaborazione futura di un documen-to programmatico da presentare in Parla~mento e da discutere con le parti sociali(sindacati, Confindustria).

La verità, secondo me, è che non c'è unaccordo programmatico in questa maggioran~za. Ma è legittimo anche un altro sospettoche voglio esprimere chiaramente: si vuoleforse aspettare che passino le elezioni senzacompromettersi in un senso o nell'altro sutemi scottanti come le centrali nucleari, lepensioni, il fisco? Se questo sospetto avessequalche elemento di verità, ne dovremmoricavare conseguenze assai tristi anche perquel che riguarda la responsabilità democra-tica del Presidente del Consiglio.

Ma c'è un'altra considerazione da fare. Noisiamo molto contenti delle intenzioni manife-state dal Governo di riprendere un rappor-to positivo con il movimento sindacale. Que~sta intenzione dovrebbe forse suonare perlei, onorevole Cossiga, come autocritica perquanto è successo nei mesi passati, per leresponsabilità che, anche lei personalmenteha avuto per il deterioramento dei rapporticon il movimento sindacale, deterioramentoche ha portato a due scioperi generali. Oggiproclamate una intenzione diversa: benissi~mo, re prendiamo atto. Si tratta di vederecon quali intenzioni e quali piattaforme an-drete a questi incontri con i sindacati, sesarete capaci di esprimere, in quella sede,posizioni univoche come Governo e comemaggioranza, o se invece i sindacati non sitroveranno, ancora una volta, di fronte allasituazione di sentire voci diverse a secon-da dei ministri che incontrano. Voglio dirviperò un'altra cosa a proposito degli incon-tri con i sindacati. Non pensiate in alcunElOdo di mettere da parte il Parlamento.Noi vogliamo discutere qui la piattaforma o

almeno le linee con le quali vi presentatealla discussione con il movimento sindaca~le. Intendo riferirmi proprio alle questionidella fiscalizzazione, della scala mobile, del-la spesa pubblica, del fisco, degli investi~menti.

Onorevole Cossiga, non ho compreso, inverità, dalla sua esposizione, cosa sia questodocumento programmatico di cui lei ha par-lato. Mi auguro soltanto che l'onorevoleGiorgio La Malfa abbia il buon gusto dinon scrivere una seconda nota aggiuntiva; ètroppo grande il rispetto che abbiamo perla prima, che rappresentò un moment? im-portante del dibattito politico e culturale delnostro paese.

S P A D O L I N I. E infatti allora larespingeste!

C H I A R O M O N T E. Noi apprez~zammo, allora, l'ispirazione complessiva e loindirizzo generale della nota; criticammo ilmodo come quel Governo, di cui faceva par~te Ugo La Malfa, operava in materia di po-litica economica. ~

S P A D O L I N I. Avete scoperto quin-dici anni dopo queste cose!

C H I A R O M O N T E. Senatore Spa~dolini, lei sa benissimo che ciò non è vero!Ma mi faccia continuare. Voglio anche spe-rare, onorevole Presidente del Consiglio, cheil tutto non si risolva con qualche rispol~vera tura o messa a nuovo del piano trien-naIe Pandolfi. Forse non è il caso qui didiscutere oggi di cose di cui il Presidentedel Consiglio non ha parlato. ma il rilanciodella programmazione, pur indispensabile,è cosa assai difficile. Non solo per fatti og-gettivi, ma anche perchè è in corso unaoffensiva neoliberista (così viene chiamata,forse impropriamente) contro la program-mazione e contro le specifiche leggi di pro~grammazione che sono state approvate nelperiodo dal 1976 al 1979, leggi certo mo~dificabili e che noi non difendiamo in toto,ma che possono e debbono costituire la baseper un rilancio della politica di programma-zione.

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')enato della Repubbhca ~ 6126 ~ VII I Legislatura

15 APRILE 1980lisa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO

L'inflazione è questione estremamentecomplessa: ed è bene, tutto sommato, cheil Presidente del Consiglio non abbia ripe-tuto qui i soliti ritornelli. Chi pensa di af-frontare e vincere l'inHazione agendo solo,come pure è indispensabile agire, sulla spe-sa pubblica e sul costo del lavoro ~ cosìfaceva in gran parte il piano Pandolfi ~ èfuori strada. È fuori strada anche chi pensadi risolvere il problema rivolgendo un ap-pello ad industriali e Javoratori, come hafatto ieri il Presidente del Consiglio, senzaun'analisi, senza una precisazione di obiet-tivi politici e programmatici. Che senso ha,onorevoli colleghi, l'appello agli industrialiper i prezzi dei prodotti industriali se poiil Governo nOn delinea nessuna politica inmateria di controllo dei prezzi? Nessun cal-miere, per carità: ma necessità di abbando-nare un atteggiamento di assoluta passivitàin questo campo e di lavorare perchè ilprocesso di formazione dei prezzi diventi ilpiù trasparente possibile. Ma soprattutto chesenso ha l'appello ai lavoratori nel modocome l'ha fatto il Presidente del Consiglioieri? I lavoratori stanno moderando le lororichieste salariali. Lei sa, onorevole Cossiga,che in moltissime aziende industriali delNord, e non soltanto del Nord, gli industria-li dannG ai lavoratori somme di denaro digran lunga superiori alle richieste sindacali?Lo sa questo o no?

Il problema è a:llora politico; il problemaè ,che ci sono forze che lavorano per l'au-mento dell'inflazione e per la svalutazionedella lira. A queste forze innanzitutto il Go-verno deve avere la capacità di rivolgersicon energia e decisione e non deve soltantofare appelli, ma proporre politiche che aiu-tino anche le forze imprenditoriali a supe-rare momenti difficili. Deve mettere in attocioè l'unica politica capace di combattere lainflazione, quella del rilancio produttivo qua-lificato, quella della programmazione, quelladel rigore basato sulla giustizia sociale, quel-la della produttività e dell'efficienza, a co-minciare dalla pubblica amministrazione.L'inflazione ha origini internaziona:li ed an-che su queste, in una certa misura, pur nonfacendoci illusioni, possiamo agire: bastipensare alla politica comunitaria, alla batta-

glia che noi comunisti abbiamo intrapreso aStrasburgo sui prezzi agricoli, e ad altri fat-ti di questo genere. Ma ci sono origini strut-turali nazionali dell'inflazione sulle quali ènecessario agire con decisione. Non so quan-do presenterete questo documento program-matico e che cosa sarà. Non so come por-rete il problema decisivo del lavoro per igiovani e della qualità e dei tempi di questolavoro. Non so come prospetterete la que-stione dell'intervento nel Mezzogiorno per ilquale noi insistiamo, anche dopo le confusedichiarazioni che abbiamo ascoltato ieri, peril superamento dell'intervento straordinarioe per lo scioglimento della Cassa per il Mez-zogiorno. Non so come porrete nel concretola questione del piano energetico, sulla qualeè noto il dissenso che esiste all'interno dellamaggioranza e che ha portato alle inconclu-denti e fumose affermazioni fatte ieri suquesta questione tanto importante. Non socome porrete il problema delle partecipazio-ni statali, de110ro riassetto e dei programmid'investimento. Non so come porrete la que-stione della tutela dell'ambiente. Posso dire,onorevoli colleghi, che su queste questioni(lavoro per i giovani, Mezzogiorno, energia,partecipazioni statali, ambiente) i Gruppiparlamentari del Partito comunista prende-ranno iniziative opportune nelle prossimesettimane, obbligheranno ad una discussione.Cercheremo così di riparare ai vostri silen-zi, alla vostra desolante mancanza di pro-poste, alla vostra chiara mancanza di volon-tà politica.

Ma, detto questo, io le chiedo, onorevoleCossiga, di darci una risposta precisa, nellasua replica, su alcune, poche, questioni cheurgono e che non possono aspettare nem-meno un giorno.

Primo: che intende fare il Governo perl'industria chimica? Dovete intervenire subi-to. Siamo aHa sfascio. Stiamo raccogliendoi cocci di un «patatrac» clamoroso, fattoanche di cose assai losche e di lotte furibon-de, all'interno del sistema di potere della De-mocrazia cristiana. La nostra opinione è chebisogna raggruppare e coordinare tutta laparte pubblica dell'industria chimica, facen-dole assolvere una funzione di guida per la

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~';efW[G della Repubblica VIII Legislatura~ 6127 ~

15 APRILE 1980usa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

salvezza e ,lo sviluppo programmato di que-sto decisivo settore industriale.

Secondo: cosa intende fare il Governo perla questione Alfa~Nissan? Anche qui è ne~cessario decidere. Certo, sarebbe stato prefe-ribile un accordo fra le industrie automobi-listiche nazionali. Noi avremmo voluto que~sto, ma la FIAT non è stata in grado diavanzare proposte adeguate per una colla~borazione alla pari con l'industria automo~bilistica pubblica. Allora perchè non ci sidecide a consentire l'accordo Alfa-Nissan?Anche su questo aspettiamo una risposta.

Terzo: cosa intende fare il Governo peril Mezzogiorno? Non parlo della scadenzadel 31 dicembre 1980: vi ho già ripetuto,su questo, la nostra opinione. Parlo di ades~so. Chiedo come il Governo intende muover-si, nei prossimi giorni, per le crisi aperte intante industrie meridionali (l'ultima è queHadella Snia~Viscosa di Napoli), per coordi~nare e realizzare interventi adeguati nellezone più esplosive del Mezzogiorno, nell'areametropolitana di Napoli, in Calabria? Nonè forse necessario muoversi immediatamen-te? Anche su questo vorremmo sentire nel-la replica l'opinione del Presidente del Con-siglio. (Interruzione del senatore Perna).

Quarto: le nomine. Lei ne ha parlato,onorevole Cossiga, per quanto riguarda lebanche. Abbiamo bene inteso le sue parole.Ma non ci fidiamo. A parte il fatto cheesprimiamo una sfiducia in lei e nel suoGoverno, non ci fidiamo perchè troppe vol-te, negli ultimi tempi, gli impegni presi suquesta questione non sono stati mantenuti.Ad esempio, l'onorevole Pandolfi si era im~pegnato a fare le nomine entro il 31 marzo,ma questa data è passata inutilmente. Oc~corre essere chiari.

C O S S I G A, presidente del Consigliodei ministri. Lei è sempre d'accordo?

C H I A R O M O N T E. Non creda cheio non affronti il problema cui lei allude.Riteniamo che occorra fare ,le nomine secon~do le decisioni prese dalla Commissione fi~nanze e tesoro della Camera, cioè basan~dosi sulle indicazioni fornite dalla Bancad'Italia. Certo questo metodo non può essere

ritenuto il migliore, da adottare in eterno,ma ritengo che riaprire la questione in que~sto momento, cioè riaprire una discussionetra i partiti della maggioranza, sarebbe unaperdita di tempo e aggraverebbe la situa-zione.

C O S S I G A, presidente del Consigliodei ministri. La ringrazio della precisa-zione.~:;. ':'" ,

C H I A R O M O N T E. Ciò non esau-risce il problema bancario, oggi assai acu-to. Anche su questo presenteremo, al più pre-sto, nostre proposte che naturalmente nonsignifichino una sanatoria per i reati com~messi, ma che affrontino in modo giusto ilproblema dell'autonomia e della responsabi-lità dei dirigenti bancari per evitare che nelfuturo si ripetano episodi come quello del~l'assalto alla Banca d'Italia che ha coinvol~to anche, purtroppo, il governatore Baffie altri.

Vorrei dire un'altra cosa sulla questionedelle nomine: attenzione alle partecipazionistatali e all'ENI. Vi raccomandiamo saggez~za perchè non prevalga una logica di ven-detta e perchè non si adottino misure cheaumenterebbero il disagio oggi fortissimo frai dirigenti e i tecnici dell'ENI. E attenzioneanche alle nomine nella RAI-TV. Anche aquesto proposito raccomandiamo di non fa-re nessuna lottizzazione ma di dare spazioalla competenza e alla capacità.

Quinto: la pubblica amministrazione. Quioccorre muoversi con rapidità, completan~do la stipula dei contratti ancora in sospeso(come quello degli ospedalieri) approvan-do, in Senato, la legge che recepisce i con~tratti del pubblico impiego, abolendo perògli emendamenti approvati dalla Camera chestravdlgerebbero la trattativa sindacale, ade-rendo finalmente alle richieste dei sindacatiper la riforma dell'azienda ferroviaria, appro-vando la legge quadro, discutendo in Parla~mento il documento Giannini.

C O S S I G A, presidente del Consigliodei ministri. Forse sull'Azienda ferroviariaè meglio una preliminare discussione dellaCamera per sapere se la Camera ritiene che

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Senato della Repubblica ~ 6128 ~ VIII Legislatura

115a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTO STENOGRAFICO 15 APRILE 1980

il bilancio delle ferrovie debba essere o noapprovato dal Parlamento.

C H I A R O M O N T E. Ma noi vole-vamo sapere proprio l'orientamento del Go-verno sul futuro della gestione dell'Aziendaferroviaria.

C O S S I G A, presidente del Consigliodei rninistri. Sciolto questo nodo, se spettial Parlamento di approvare o meno il bilan-cio dell'Azienda ferroviaria, credo che tuttoil resto possa procedere scorrevolmente.

C H I A R O M O N T E. Temo che visiate messi in un vicolo cieco! Nelle prossi-me settimane avremo una serie di scioperi,e ntlli dei sindacati autonomi, ma di quelliaderenti alla federazione CGIL-CISL-UIL, elei sta ancora in questo stadio di ricerca!Anche su ciò il Governo quindi non ha unasua opinione!

C O S S I G A, presidente del Consigliodei ministri. Mi sembra che lei non sia be-ne informato.

C H I A R O M O N T E. Onorevoli coUe-ghi, ho sollevato questioni urgenti di ca-rattere produttivo, di spinta agli investimen-ti, di intervento nelle situazioni più gravi;di funzionamento del sistema economico, fi-nanziario, amministrativo. Affrontando que-sti problemi, si combatte contro l'inflazione,e si lotta perchè si possa realizzare quell'au-mento di. produttività, che resta il nostroobietti'lo fondamentale, anche neHe aziendeindustriali. nel Mezzogiorno, nella pubblicaamminis trazione.

Onorevole Presidente del Consiglio, miconsenta, a questo punto, che io faccia qual-che ossep:azione sulla parte della politicaint~rnazionale del programma che ella ci haesposto. E, prima di tutto, mi sia consen-tita un'osservazione di carattere generale.Non ci è sembrato di cogliere dalle sue pa-role, Ol"òorevoleCossiga, una consapevolezzapiena della gravità della situazione e dei ri-schi gravissimi che stanno di fronte al nostropaese e cJ mondo intero. In verità, è in peri-colo la pace mondiale. Si può considerare,

il suo discorso all'altezza dei compiti checi derivano da questo pericolo? Sinceramen-te ritengo di no. Tutti sapete come noi co-munisti stiamo affrontando, da alcuni mesi,i grandi e drammatici temi della situazioneinternazionale: dalla questione dei missilialla condanna dell'intervento sovietico nel-l'Afghanistan e alla richiesta del ritiro delletruppe sovietiche da quel paese; dalla no-stra iniziativa nel Parlamento europeo ainostri contatti con i partiti socialisti e so-cialdemocratici dell'Europa occidentale; dainostri contatti con i movimenti di liberazio-ne del Terzo mondo alla ripresa dei contatticon il Partito comunista cinese. C'è chi mi-sura questi nostri atteggiamenti, queste no-stre posizioni, sempre con il vecchio e stuc-chevole metro dell' esame permanente sulgrado di autonomia del Partito comunistaitaliano, o chi, come il segretario del Par-tito socialista italiano, fa finta di non accor-gersi di nulla. Tuttavia nessuno, mi sembra,ha osservato come tutti questi nostri atteg-giamenti, tutte queste nostre posizioni, com-pI esi quelli di condanna di ogni episodio diviolazione del principio di non intervento,derivino e siano legati al nostro assillo perla gravità della situazione internazionale, al-la nostra volontà di intensificare ogni sforzonella lotta per la pace, per la distensione,per il disarmo. Avete anche voi, colleghi del-12.Democrazia cristiana, uguale assillo, ugua-le preoccupazione? Mi auguro di sÌ, anchese debbo constatare, ripeto, che il Presiden-te del Consiglio non ha saputo trovare gliaccenti adatti, le parole adeguate, in unasit'.:azione tanto grave.

Le questioni che intendo porre sono po-che. In primo luogo, quella dell'Iran. Certo,non si puo negare che il Presidente del Con-siglio abbia usato, su questa questione, argo-mentazioni prudenti; non ha usato toni 01-tranzistici, nOl1 si è schierato a corpo mortocon Je posizioni attmlli del Governo america-no. E tuttavia sembra a me che il discorsodel Presidente del Consiglio sia, in un certomodo, arretrato rispetto agli ultimi dramma-tid sviluppi dellz. situazione. Non tiene ;:;on-to, cioè, delle richieste che in queste orevengor:o avar:zate da parte americana ai go-verni 'c alle nazioni dell'Europa occidentale,

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;';enato della Repubblica ~ 6129 ~

15 APRILE 1980

VIII Legislatura

115a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO

e all'Italia. Si parla di uso delle basi militari,dei porti, degli aeroporti europei per laNATO e é'.nche per l'esercito americano. Siparla di un intervento della stessa NATOfuori dell'Europa. Si parla di una richiestapressante perchè entro una certa data le po-tenze europee decidano la rottura delle rela-zioni diplomatiche con l'Iran e l'adozione disanzioni economiche contro quel paese.

Intendiamoci. Abbiamo detto più volte ~

ma forse vale la pena di ripeterlo ~ checondanniamo senza esitazione la detenzioneillegale degli americani a Teheran, e com-prendiamo lo stato d'animo di indignazionedel popolo americano. Ma il problema po-litico non è questo. Siamo di fronte ad untumultuoso processo rivoluzionario, che vuo-le cancellare un passato di servaggio e dicolonialismo e vuole conquistare la pienaindipendenza e sovranità. È un aspetto diun processo rivoluzionario mondiale, gran-dioso e inarrestabile. Di fronte a questo pro-cesso, i paesi dell'Occidente devono riusciread avere un atteggiamento nuovo e positivo:questo è il problema decisivo per la pacemondiale e per il rrostro stesso progresso.Bisogna agire con saggezza, bisogna con pa-zienza disinnescare le mine. Per questo, enon solo per la difesa dei nostri interessinazionali, per la nostra stessa sicurezza, di-ciamo essere nell'interesse della pace mon-diale una posizione dell'Europa occidentalee dell'Italia che si mantenga autonoma e cheagisca per trovare soluzioni ragionevoli.

Chiediamo al Presidente del Consiglio diprecisare nella replica la posizione del Go-verno italiano in relazione alle richieste as-si1bnti che in queste ore ci vengono rivoltecl3-1Governo americano. L'Italia non deve,non può imboccare la via delle sanzioni eco-nomiche (che tra l'altro si ritorcerebberoC'ontro di noi) e delle minacce militari, madeve proseguire con tenacia, insieme agli al-tri paesi europei, la ricerca di qualche acco-l1lodamento, di qualche compromesso chealleggerisca la situazione. .

Così per la crisi del Medio Oriente. Ancheq~~idobbiamo contribuire a disinnescare unamina pericolosa. Ma su questo punto siamocostretti a constatare un qualche cambiamen-to delle posizioni del Presidente del Consi-

glio rispetto al discorso pronunciato alla Ca-mera il 19 marzo scorso. Allora l'onorevoleCossiga parlò dell'OLP in termini che face-vano prevedere passi in avanti molto ravvi-cinati, se non qualche riconoscimento poli-tico da parte dell'Italia: per esempio, siparlava dell'apertura di un agenzia a Romadell'OLP. Queste voci di un atteggiamentodell'Italia sono corse anche quando la crisigovernativa era già aperta, soprattutto dopola visita del Presidente della Repubblicafrancese nel Medio Oriente. Nel discorso diieri, mi sembra ci sia una attenuazione suquesto punto e vorrei chiedere qualche chia-rimento al Presidente del Consiglio. A checosa si deve questa attenuazione? Alla pre-senza dell'onorevole Spadolini nella maggio-ranza?

S P A D O L I N I Sarebbe onorevoleper il Partito repubblicano.

C H I A R O M O N T E. Mi auguro dino, senatore Spadolini. Mi auguro che il Pre-sidente del Consiglio sappia ribadire unalinea che è nell'interesse dell'Italia, della pa-ce nel Medio Oriente e in Europa, una lineache era stata già espressa e che in parte èstata ancora ripetuta ieri dall'onorevoleCossiga.

Mi sembra infine necessario fare un cen-no alla questione delle iniziative del Gover-no italiano e dei governi europei per unatrattativa tra NATO e Patto di Varsavia sul-la situazione degli armamenti missilistici inEuropa. Il Presidente del Consiglio ha fattoqui ieri un'affermazione abbastanza impe-gnativa, quando ha parlato, appunto, dellaricerca di un accordo limitativo e riduttivoal più basso livello possibile degli armamentimissiUstici in Europa e quando ha dettoche da parte del Governo si conferma l'im-pegno a svolgere ogni possibile, utile azione,anche al più alto Hvello politico, come giàconcordato in sede parlamentare. Un solochi.::trimento, onorevole Cossiga: si riferisceall'hnpegno da lei assunto quando ci fu lacì.iscmsione sui missili in Senato e quandoil sen8.tore Granelli fece una proposta poli-tice. di grande interesse, quella di una ini-ziativ? del Governo italiano e sua personale

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VIII Lef;islaturaSenato della Repubblica ~ 6130 ~

usa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 15 APRILE 1980

per una presa di contatto con il Governo so-vietico? Capisco che dopo di allora ci sonostati fatti gravi come !'invasione dell'Atghani-stan. Credo però che su questa strada sidebba andare avanti. Le chiedo, perciò, sel'accenno da Iei fatto ieri intende ribadirequesto impegno preso in Senato.

Infine, ancora sulla politica internazio-nale, riteniamo del tutto insoddisfacenti gliaccenni alla politica dell'Italia per quello checoncerne la Comunità europea (bHaneio del-la Comunità, politiche settoriali, sistema ma--netario) e per quel che concerne i rapportiNord-Sud. Invece in questi campi dovrebbeesercitarsi il massimo della nostra attenzio-ne: sia per affrontare, anche per questa via,i problemi della nostra eéonomia, sia peraffrontare, ma in modo serio e non con con-cessioni strumentali a Pannella ed al Parti-lo radicale, i problemi della fame e del sot-tosviluppo.

Onorevole Presidente del Senato, vengoora all'ultima parte del mio intervento. Cre-do che, a questo punto, risultino chiari imotivi della nostra opposizione ed anche ilmodo come intendiamo muoverei in questabattagìia di opposizione. Si è sottolineato neigiorni scorsi ~ ella, onorevole Presidente delSenato, è un antico fautore di questa tesi ~

che finalmente, con questo Governo, siamotornati alla normalità parlamentare: unamaggioranza ed una opposizione. Si è uscitifuori cioè da un periodo di confusione e diincertezza in cui non si capiva bene chi eramaggioranza e chi opposizione (anche per-chè, dobbiamo dirIo, fungevano da opposi-zione :mche alcuni partiti che pur facevanoparte di quella maggioranza). Si tornerebbecioè, oggi, ad una normale dialettica parla-mentare. Bene, vedremo come andranno lecose. La vedremo all'opera, in questa Assem-blea, nelle Commissioni, questa maggioranza.

P RES I D E N T E. Il principio èyalido, resta da vedere come lo sanno usare.

C H I A R O M O N T E. Noi espDi-miamo qualche dubbio circa la solidità ela sicurezza di questa maggioranza. Bada-te che non penso solo alle contraddizio-ni politiche e programmatilche e arlle cre-

pe che sono già evidenti e che si faranno piùgrandi nel corso delle prossime settimane.Penso a fatti, se volete, più elementari, piùminuti, più modesti, come, ad esempio, lapresenza in Aula e nelle Commissioni deisenatori e dei deputati della maggioranzaquando si tratterà e di discutere e di appro-vare le leggi.

P RES I D E N T E. Può immaginarese non ci penso io.

C H I A R O M O N T E. Lei, onorevolePresidente del Senato, e tutti i colleghi han-no esperienza di quanto il problema chesto sonevando sia un problema politico diprima grandezza. Ad ogni modo vedremo.Tra l'altro questa presenza sarà difficile an-che per l'elevatissimo numero di ministri edi sottosegretari che questa maggioranzaesprime, per cui una grande parte di questicolleghi, impegnati giustamente nel loro la-voro, non potranno sempre partecipare ailavori del Parlamento.

Ad ogni modo, vedremo. Quello che pos-siamo dir,vi fin d'ora è che, come al solito,noi saremo presenti, come opposizione, nel-l'Assemblea e nelle Commissioni, con la no-stra forza e con le nostre proposte.

Ma, a proposito di dialettica parlamenta-re, non posso passare sotto silenzio, onore-vole Cossiga, una sua argomentazione cheritengo del tutto assurda. Lei ieri ha par-lato, in termini quasi di giustificazione, deidecreti-legge che il Governo è costretto ademanare. Ha detto che il Governo è costret-to a comportarsi così perchè il Parlamentonon riesce a legiferare. Ma perchè il Parla-mento non riesce a legiferare? Perchè leinon ha detto una parola sul fatto che inun ramo del Parlamento, alla Camera deideputati, è da gran tempo praticato unostruzionismo che in sostanza mina alla ra-dice il funzionamento stesso del Parlamen-to? No. Lei su questo non ha detto unaparola. Però, più avanti, nel suo discorso,ella ha trovato il modo di elogiare il Par-tito radicale per la sensibilità che questopartito avrebbe ~ sentite le parole! ~ sulcorretto atteggiarsi dei rapporti fra gli or-gani costituzionali. Questa, onorevole Cossi-

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Senato della Repubblica ~ 6131 ~ VIII Legislatura

lIsa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

ga, se la poteva veramente risparmiare! (Ila-rità) .

La nostra opposizione ~ è bene che iosappiate in partenza ~ sarà una opposizio-ne severa: non tollereremo le cose che lamaggior parte della opinione pubblica nontollera più, soprattutto in materia di mora-lità pubblica, di rispetto delle competenze edelle capacità, di rifiuto della lottizzazione.

S P A D A C C I A. Fin adesso invecele potevate tollerare!

C H I A R O M O N T E. Taccia, senatoreSpadaccia. Lotteremo per la soluzione deiproblemi, avanzeremo proposte, ci batteremoperchè esse vengano accolte, eserciteremoquesta nostra funzione qui, nelle Aule parla-mentari, ma anche e soprattutto nel paese,tra le masse operaie e lavoratrici, nel corpodella società, con un incessante sforzo diorganizzazione, di promozione della pressio-ne popolare e del movimento di massa.

Non cavalcheremo nessuna tigre. Il nostroprogramma, le nostre proposte non mutano:sia che facessimo parte della maggioranza,sia che fossimo al Governo, sia che lottiamo,come oggi, dall'opposizione. Ci guidano gliinteressi della nazione, dei lavoratori, delregime democratico. Non abbiamo esitato enon esitiamo a criticare e a entrare in po-lemica anche con il movimento sindacale,o con parti di esso, quando questo ci sembraessenziale per il rigore e la coerenza dellanostra politica.

In questa lotta di opposizione, contiamodi far avanzare le convergenze, !'intesa, l'uni-tà tra le masse ,lavoratrici e popolari, di su-perare contraddizioni e lacerazioni che sisono venute accumulando nel popolo e chela crisi aumenta ed esaspera, di influire, co-sì, anche con spostamenti nei rapporti diforza, sull'orientamento di partiti, di grup-pi, di uomini politici, e di creare le condi-zioni per un Governo di unità democratica,per quel Governo di cui ha bisogno l'Italia.Non rinunciamo a questo obiettivo. Lo rite-niamo anzi più che mai necessario per con-sentire al paese di superare una crisi pro-fonda e per aprire al nostro popolo ,la via diun rinnovamento profondo.

15 APRILE 1980

Abbiamo compiuto, dopo il 1976, un ten-tativo generoso che guardava agli interessidel paese, e che ha giovato al paese. Non cene pentiamo: anche se le forze, interne edinternazionali, della conservazione e dellareazione sono riuscite a ricacciarci indietro,anche se noi stessi abbiamo commesso er-rori, a volte gravi, di cui abbiamo pagatoil prezzo.

Onorevole Cossiga, torno un momento al-la sua ricostruzione dei fatti degli ultimianni. Ella ha voluto fare una ricostruzionedel periodo della maggioranza di unità de-mocratica. Ha detto anche cose giuste, rico-noscendo il nostro ruolo, la nostra funzionein quel periodo; ma ha dato, della fine diquella esperienza, una rappresentazione fal-sa, non rispondente al vero, come se tuttosi fosse interrotto, onorevoli colleghi, perla nostra decisione di porre ultimatum o al-ternative secche (o al governo o all'opposizio-ne). Non è andata così, onorevoli colleghi.Tutti sanno che noi siamo stati leali finoall'ultimo, fino a quando siamo stati co-stretti a constatare che la solidarietà frai partiti democratici non esisteva più, nènel Parlamento nè nel paese. Sin dai giornisuccessivi all'esito tragico della dolorosissi-ma vicenda di Aldo Moro, siamo stati costret-ti a constatare che gli impegni programma-tici assunti non venivano attuati, che tuttoveniva rinviato e insabbiato, che si perse-guiva l'obiettivo politico del nostro logo-ramento. Così ebbe termine quel tentativogeneroso che allora perseguimmo. La respon-sabilità principale è della Democrazia cri-stiana, ma anche altri partiti hanno pesantiresponsabilità.

Noi pensiamo che, ancora oggi, l'obiettivodebba essere quello di costruire un'ampiaunità democratica e popolare, sociale e po-litica, per isolare e battere i nemici dellademocrazia e del progresso. A questo ci por-ta la riflessione su tutta l'esperienza storicaitaliana ed europea. Questo pensiamo sial'unico modo realistico per avanzare, nellademocrazia politica, verso trasformazioniprofonde. Aggiungo qualcosa di più: questoci sembra anche l'unico modo realistico perfar scoppiare le contraddizioni all'internodella Democrazia cristiana, e per intaccare

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Senato della Repubblica VIII Legislatura~ 6132 ~

15 APRILE 1980lIsa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

e alla fine superare un sistema di potere qualè quello costruito da questo partito.

Non ci ritiriamo perciò sotto nessuna ten-da, onorevoli colleghi. Cercheremo sempreil confronto, la convergenza: anche e soprat-tutto sui grandi temi della politica interna-zionale e sui temi della lotta contro il terro-rismo.

Di questo sforzo unitario una parte fon-damentale e decisiva è l'unità a sinistra, tracomunisti e socialisti, in Italia come in Eu-ropa occidentale. Voglio riprendere qui leparole pronunciate poc'anzi dal collega ecompagno Scamarcio. Non ho mancato, nelcorso del mio intervento, di rilevare critica-mente, a volte vivacemente, posizioni e at-teggiamenti del Partito socialista italiano chemi sembrano sbagliati e pericolosi. Tornoa dido: c'è una sottile logica di divisionenel modo come a questo Governo si è giunti.E tuttavia noi non pensiamo che questa lo-gica sia destinata a vincere. Non lo pensam-mo nemmeno agli inizi degli anni '60, agliinizi, cioè, della politica di centro-sinistra.I fatti ti hanno dato ragione. Figuriamocise possiamo pensarlo adesso! La situazionenel Partito socialista è profondamente di-versa da allora. B diversa soprattutto la si-tuazione del paese. Siamo, per tanti aspetti,diversi anche noi. Vent'anni non sono pas-sati invano! 11 paese è cresciuto, si è spo-stato a sinistra. La nostra democrazia, purminacciata oggi da pericoli mortali, è diven-tata più robusta.

Noi lavoreremo ~ sono d'accordo con ilcompagno Scamarcio ~ perchè prevalganosui segni di divisione i segni dell'unità. Pro-fondi e larghi sono i legami tra noi e icompagni socialisti: nel movimento sindaca-le, nelle altre organizzazioni di massa, intante regioni, province e comuni. Condur-remo in modo unitario la prossima campa-gna elettorale per confermare ed estenderele amministrazioni di sinistra. Ci sforzeremoanche, con ogni mezzo, per portare avanti,con il Partito socialista italiano, nel Parla-mento e fuori del Parlamento, un confrontosui programmi, per trovare soluzioni giustee ragionevoli ai problemi, per avanzare in-sieme suDa via del rinnovamento, per defini-re in comune iniziative di massa, movimenti,

pressioni popolari. Cercheremo di aHargarecon i compagni socialisti la discussione suigrandi temi della strategia del movimentooperaio per l'avanzata al socialismo in Italiae nell'Europa occidentale nel pieno rispettodella democrazia pO'litica e della libertà, eper delineare la società socialista e democra-t.ica che vogliamo costruire.

I segni dell'unità prevarranno sui segnidella divisione: sia tra le forze della sini-stra, sia, più in generale, tra le forze demo-cratiche. Questo è nell'interesse dell'Italia.Per questo noi lotteremo.

Onorevole Presidente del Senato, ho fini-to. Chiedo scusa per la lunghezza del miointervento. Mi auguro di essere riuscito afare intendere i motivi di fondo, oltre quelliimmediati, che sono alla base del nostrovoto di sfiducia a questo Governo.

Mi auguro che le forze di sinistra e quelledemocratiche sappiano trovare <la strada del-l'unità.

Questa è la speranza, questa è la certezzache ci anima in questo momento difficilee aspro per il nostro paese e per il mondointero. (Vivissimi applausi dall'estrema sini-stra. Congratulaziom).

P RES I D E N T E. B iscritto a par-lare il senatore Pozzo. Ne ha facoltà.

P O Z Z O. Signor Presidente, onorevolePresidènte del Consiglio, colleghi, crediamoserenamente e fermamente che i fatti inter-ni ed internazionali abbiano pienamente giu-stificato da parte nostra l'opposizione serra-ta, dura, intransigente riservata al primo go-verno Cossiga. L'abbiamo contestato conimpegno e serietà qui e fuori di qui, per~chè lo abbiamo ritenuto fin dall'inizio peri-coloso ed inidoneo, in quanto Governo ditregua, ad affrontare una somma di situazio-ni di estrema gravità, urgenza e portata, cheinfatti non hanno dato tregua nè potevanooffrire diversioni compromissorie, dilatorieed equivoche tanto sul piano interno quantosu quello internazionale dinanzi all'incalza-re inesorabile e drammatico degli eventi.

A darci ragione però è stata soprattutto lasua dichiarazione programmatica, di questosuo secondo Governo ~ onorevole Cossiga

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VIII LegislaturaSenù.to della Repubblica ~ 6133 ~

15 APRILE 1980lIsa SEDUTA (antimerid.) ASSEl\!IBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

~ che abbiamo ascoltato in quest'Aula, conla consapevolezza certa da parte nostra chesi r,pre una fase ambigua, oscura, avventuri-stica di apertura verso disegni del Partitocomunista in Italia e ~ quello che è ancorapiù grave ~ di concorsò a più vasti disegni

dell'imperialismo cpmunista a livello mon-diale: il tutto all'insegna di una nuova gran-de ammucchiata di regime, detta anche soli-darietà democratica.

Che sia mancato nel discorso del Presi-dente del Consiglio un qualsiasi riferimento,anche negativo, alla esistenza di questaopposizione, che pure rappresenta la sceltadi due milioni di elettori ~ lo dico avendo

l'onore di aprire gli interventi dei miei colle-ghi di Gruppo ~ non ci offende, sia ben chia-ro, ma ci rasserena del tutto. VuoI dire cheil suo Governo, onorevole Cossiga, ha dise-gnato la prefigurazione di un regime che nonprevede, che non consente e che reprime laopposizione quando esista sul serio, cioè unregime comunista comunque mimetizzato,anche come Governo di solidarietà democra-tica.

Contro tale disegno noi da oggi abbiamoun motivo di più per batterci con ancor mag-giore intrasigenza: questo motivo ce lo hadato proprio l'onorevole Cossiga con queltanto di arroganza e di protervia che eramancato in precedenza, con quel tanto dispirito provocatorio, sprezzante che noi re-spingiamo con fermezza nelle dichiarazioniche interpretiamo ~ lo ripeto ~ comeespressione di ura posizione politica profon-damente lesiva dei corretti rapporti tra Go-verno e Parl2.mento. Semmai avessimo avu.to bisogno di testimonianza autorevole del-l'autorità e del significato della nostra pre-senza in un impegno di libertà e di rivoltapolitica e moraIe contro la violenza, la re-pressione, la discriminazione, il terrorismodi, regime, questa testimonianza l'ha fornita

l' ollorevole Cossiga con il suo discorso edalme;}o di questo 10 ringraziamo. Anzi, signorPresidente, visto che l'interlocutore è assen-te, vorrei pregarlo di intervenire. Non credonemmeno che questa sia una testimonianzadi correttezza, anche se non è offensiva af-fatto.

P RES I D E N T E . Non ci sono stru-menti segreti per individuare le ragioni del-l'assenza. Voglio supporre che sia plausibilee quindi abbia pazienza lei.

P O Z Z O . Ascriviamo allora anche que-sto tipo di comportamento ad un modo digestire il potere nei confronti del quale noiribadiamo non solo la nostra opposizione,ma anche la nostra rivolta e la nostra in-dignazione morale. (Commenti dall'estremadestra).

L'onorevole Cossiga, però, non s'illuda;l'opposizione invece c'è e si farà sentire. Sia-mo qui ben vivi, ostinati, presenti, decisi afare il nostro dovere anche perchè l'insegna-mento nobilissimo di uomini, come il sena-tore Araldo di Crollalanza, ci arricchisce divalori, di forze morali che avete rinnegatoe disperso. Mi riferisco al senso dello Statoe ad una concezione della vita pubblica e delmandato parlamentare che fa del nostro pre-sidente una personalità profondamente ri-spettata da tutte le parti politiche. Per que-sto noi rivolgiamo, al momento di compiereil nostro dovere, con il senso lucidissimo deinostri personali limiti, l'espressione di grati-tudine a uomini come Crollalanza e come ~

se mi consentite ~ il nostro segretario AI-mirante, il quale concluderà, da par suo, al-la Camera questo dibattito, perchè essi sonauna garanzia verso il popolo italiano e versotutti noi che il disegno dell'onorevole Cossi-ga ~ che è ancora latitante ~ non passerà!

P RES I D E N T E . Onorevole Ministrodi grazia e giustizia, la invito a prendere po-sto accanto al Ministro del turismo e dellospettacolo, sui banchi del Governo, rimastiquasi deserti.

P O Z Z O . Dicevo che questi uomini so-no una garanzia che il disegno oscuro ed im-prudente dell'onorevole Cossiga non passerà,almeno per quanto dipende da noi. È perquesto che con profonda serenità e fermezzadi giudizio, a conclusione della trentanovesi-ma crisi di Governo, ci apprestiamo a con-solidare il ruolo di opposizione globale edautentica anche nei confronti del secondogoverno Cossiga. Rispetto al clima pesante,

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VI Il LegislaturaSenato della Repubblica ~ 6134 ~

15 APRILE 1980lIsa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

sfiduciato, sgomento di quel non ancora lon-tano agosto dell'anno scorso in cui la Repub-blica consacrò nelle mani di un Governo sen-za maggioranza una sorta di patto armisti-ziale tra le forze politiche di potere, noi ri-leviamO' oggi con allarme l'acceleraziO'ne delprocesso di deterioramento dei rapporti trai cittadini e la pubblica amministrazione, tral'uomo della strada ed i poteri dello Statoche è quanto dire un solco sempre più pro-fondo, fatto di sconcerto, di sO'spetto, di col-lera, di sfiducia, di disgusto che si apre tra ilpaese reale ed il paese legale.

Sullo sfondo di tale voragine che si apretra i problemi della gente comune, nell'ango-scia che afferra alla gola soprattutto i gio-vani, ed i retroscena della trentanovesima cri-si di Governo con la sua liturgia fatta di for-mule rimasticate ed astratte, sale dal paeseuna sovta di amaro sarcasmo generalizzato.

La classe politica di regime scade nellasatira popolare. La gente ha cominciato aridere dei potenti. È una reazione al piantoper le proprie sventure: l'inflazione, l'incer-to avvenire, l'ingiustizia, l'impoverimento, laviolenza, le rapine di potere, il sangue deipropri figli nelle strade, la mancanza di case,il lavoro precario, lo scherno feroce di mortedel partito armato, cresciuto e pasciuto sot-to protezione dei potenti.

Ma noi non ne faremo ~ non ne faròneppure io personalmente ~ motivo di com-piacimento, anche se sarebbe pienamente le-gittimato; non lo faremo neanche come uni-ci oppositori integrali di questo regime an.che perchè non ci piace dover rronizzare sulmalcostume che determina il crescere nelpaese di una sorta di rancore rabbioso neiconfronti di chiunque rappresenti i poteridello Stato, quale presunto proHttatore diregime, usurpatore di prerogative di gover-no, privilegiato o parassita di Stato e gesto-re di sordidi affari clientela-ri. Eppure que-sto Gabinetto nasce all'insegna non solo del-la polemica e della invettiva, ma anche delsarcasmo popolare, .il peggiore dei sintomidi precarietà di un Governo, più temibileanche dell'opera destabilizzante di una dnte-ra armata di terroristi. Ed è un segno pre-monitore.

Signor- Presidente, interrompo, se mi con-sente, il mio intervento chiedendo l'accerta-

mento del numero legale ed il rinvio dellaseduta.

P RES I D E N T E. Adesso lei termi-ni il suo rntervento. Poi decideremo. È proi-bito dal Regolamento interrompere i di-scorsi.

P O Z Z O. Dove sta scritto?

P RES I D E N T E. Del resto ho giàdetto il mio pensiero sulla situazione, siapure in forma allusiva. Mi permetto però diricordare che la presenza del Governo è as-skurata da un solo membro.

P O Z Z O. Continueremo questo collo-quio a tre. Signor Presidente, le cose cheintendo dire credo che assumano rilievo an-che maggiore per questa forma di diserzio-ne che il Governo dimostra nei confrontidel Parlamento. Non è una offesa ad unaparte politica; è un sistema di lavoro. Faparte della metodologia e del coSitume poli-tico che per l'appunto noi denunziamo.

P RES I D E N T E. Senatore Pozzo,proprio all'inizio ho detto ~ e ritengo dipoterlo ripetere ~ che, date le qualità di-mostrate dal Presidente del Consiglio, il pri-mo pensiero sulla sua assenza non può es-sere quello malizioso della volontar1età dilasciarci senza la sua presenza. Date le re-sponsabilità del Presidente del Consiglio inquesti particolari momenti, il primo pensie-ro può essere anche quello per cui sia statochiamato da doveri del suo ufficio. Quandoverrà ~ ]'ho fatto avvertire ~ sentiremo. . .

P O Z Z O. La ringrazio molto, prendoatto e continuo.

P RES I D E N T E. Mi si conferma}'jpotesi per cui il Presidente del Consiglioè al telefono.

P O Z Z O. Speriamo che non sia unateldonata dntercontinentale.

P RES I D E N T E. Appena avrà fini-to questa telefonata, verrà. Anzi, sta arri-vando.

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Swat o della Repubblica VIII Legislatura~ 6135 ~

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11Sa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO

Onorevole Presidente, stavamo dialogandosulla sua assenza.

C O S S I G A, presidente del Consigliodei ministri. Assenza della quale non si puòparlare in quest'Aula.

P RES I D E N T E. Interpretavo lasua assenza come giustificata in virtù dellequaLità che tuai le riconosciamo.

C O S S I G A, presidente del Consigliodei ministri. Qualità essenziali alla naturapropria dell'uomo.

P RES I D E N T E. Senatore Pozzo,è soddisfatto?

p O Z Z O. Sono contento che 010 siaaccaduto dopo l'intervento del senatore Chia~romonte . . .!

P RES I D E N T E. Ha davanti a sèuna triade molto espressiva dell'intero Go~verno.

p O Z Z O Dicevo, onorevole CossiÌga,che questo Gabinetto nasce all'insegna nonsolo della polemica politica e della invetti~va, ma anche all'insegna del sarcarsm~ po~polare. Dicevo anche che il sintomo peggio~re di precarietà di un Governo è proprio que~sto, più temibile anche dell'opera destabiÌliz~zante di una intera armata di terrorislti. Edè un segno premonitore di scelte elettoralie politiche attraverso le quali il cittadinopretenderà a breve scadenza ~ e giustamen~

te ~ di riappropriarsi del diritto di cost'rin~gere tutti voi entro i limiti del rispetto dellaCostituzione, delle leggi ordinarie, delle leg-gi di convivenza civile e morale che stannopoi alla base del rispetto delle regole delgioco cui tut,ti noi, ma in primo luogo ilGoverno, siamo tenuti. Il mio compito oraè quello di tentare un discorso in cui avan-zare interrogativi, chiedere as,s:icurazioni,proporre chiarimenti su argomenti di poH~dca estera, ma lasciartemi annotare il sensodi profondo fastidio con cui si affrontano igrandi temi della crisi mondiale e le turbo~lenze di guerra, nel momento stesso in cui

si avverte nell'aria questa ondata di sfidu~cia sarcastica che accompagna il ritorno, do~po sette allll1i di astinenza, dei socialiÌsti alGoverno.

Esiste certo una inrterdipendenza tra i te-mi di politica interna e quelli di politica in-ternazionale e dunque a livello internaziona~le esiste un problema di caduta di oredibi~lità dell'Italia. Purtroppo, affrontare il te-ma della TIostra credibilità politica e moralea livdlo internazionale non è solo fastidio-so, ma più complesso e difficile. Ecco perchèsperavamo almeno che con il 'suo secondoGabmetto, proprio per esigenze di credibiIi~tà internazionale, la fialange di ministri evice ministri fosse drasticamente ridotta nelnumero alla essenzialità, :mzionaLità ed effi-cienza delle funzioni e responsabHità. Noncredo che l'aver invece ulteriormente aumen-tato le poltrone del Governo rispetto al pre~cedente Gabinetto, che pure deteneva il pri~mato rispetto a tutti i governi precedentiin fatto di mini'std e sottosegretaJ1Ì, rispon-da in questo momento neanche a norme dibuon gusto verso l'opinione pubblica inter-na ed <internazionale, che aspettava in que-sto momento particolare un certo repulistinel cosiddetto palazzo. Credo che non lodovrebbe pensare nemmeno lei, viste leespressioni pesantemente ironiche, vagamen-te sprezzanvi con cui ebbe a commentare lanotte --dei lunghi coltelli dedicata alla no~mina dei sottosegretari, durante la, quale

~ per citarla testualmente ~ «<il sangueschizzò fino al soffitto», e per sangue proba-hilmente lei intendeva qualche cos'altro. Cisi aspettava quindi almeno questo, onorevo-le Cossiga, propI1io ritenendo di apprezzarecerte sue indubbie capacità e qualità perso~nali, che le abbdamo lealmente riconosciuto,ci si aspettava che ella, rotta la tregua delcompromesso, dell'attendismo, dell'equivoco,desse, in nome del preambolo o contro ilpreambolo, finalmente una dimostrazione disobrietà, di austerità, di misura soprattut~to a noi oppositori, magari dimezzando questi banchi del Governo che durante i dibat-titi parlamentari ~ e quindi anche in que-SIto~ siamo abituati a contemplare del tut-to malinconicamente deserti.

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Senato della Repubblica VIII Legislatura~ 6136 ~

15 APRILE 1980115a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA. RESOCONTO STENOGRAFICO

Poss,iamo comprendere però il suo imba-razzo, seguito aHa raccomandazione del Pre-sidente della Repubblica a proposito dei re-quisiti necessari di competen2'Ja e di onestàper accedere al Governo; sicchè, se lei aves-se J.imitato o diminuito gli incarichi, la gen-te poteva anche sospettare che lei non aves-se abbastanza candidati dabbene e compe-tenti a portata di mano! Così ha finito in-vece con l'aumentare i posti, giusto i para-digmi ~del Cameade CenceUi . . .

C O S S I G A, presidente del Consigliodei ministri. Riconosca che almeno non èpiù Carneade! (Ilarità).

P O Z Z O. Per noi 10 era. Fatte le do-vute ricerche abbiamo appreso che è un il-lustre funzionario della Democrazia cristia-na, ma per la generalità del popolo italianoresta un oscuro Carneade.

P RES I D E N T E. Senatore Pozzo,la voglio confortare: io non l'ho mai visto!(Tlarità).

P O Z Z O È una consolazione! Eccodunque che il ritorno dei socialisti al Go-verno, dopo sette anni di astinenza, a'V"ien~sotto il segno dell'abbondanza, della prooi-galità, e del codice CencelJi! Il che non èesattamente quello che .il President~ deHaRepubblica aveva raccomandato; si vede chealmeno su un punto il Partito socialista ètotalmente d'accordo con l'onorevole Manci-ni, quando cioè raccomanda, in un prezio-so decalogo di comportamento ministeriale,di non rispondere mai al telefono al Presi-dente della Repubblica.

La proHferazione degli incarichi di Gover-no nel secondo gabinetto CosSiÌga privilegia,come conseguenza, lo sport nazionale emer-gente della sa1ira di costume e anche certepolemiche abbastanza pesanti suHe quali siattarderanno altri miei colleghi. Io mi aster-rò perfino dal commentare il pellegrinag-gio intorno al Ministero dei trasporti del-l'onorevole Formica e battute, nemmeno tan-to originali, a proposito dell'attaccamentoal Governo del ministro Giannini, che, di-"entato famoso per aver dichiarato irrecu-

perabile il nostro paese e quindi deciso adandarsene all'estero, ostenta un inspiegabileattaccame1nto devozionale ad un MinisterodeLla riforma burocrati'Ca dimostratosi, dopododid Gabinetti, di fatto assolutamente rino-perante, inesistente ed inutile.

Oi sarebbe da dire qualche cosa sul contodel ministro Balzamo e del ministro Lago-rio alla difesa; di quest'ultimo ci diconoche in questo momento di crisi internazio-nale, in cui la rappresentanza delle forzearmate ha un suo preciso significato politi-co e morale, è profondamente geloso e at-taccato ai problemi di potenziamento del bi-lancio delle forze armate. Mri si consentadi ironizzare su questo!

Il discorso sulla struttura del Gabinettosi farebbe estremamente comples,so, vistoche neanche abbiamo elementi sufficiente-mente chiari di giudizio intorno al ben più'importante problema del programma in po-litica estera, per esempio. In compenso ~ma non è una consolazione ~ abbiamo perla prima volta due ministri degli esteri: ilministro Colombo, ritenuto ,in Europa, pergli incarichi ricoperti in campo imernazio-naIe, un autorevole esperto di politica comu-nitaria, e il ministro Scotti, che inauguraa sua volta un dicastero del tutto improprio,detto per l'appunto della politica comunita-ria. Può anche darsi che due ministri chesi occupano di affari esteri possano insie-me, unendo magari le forze, affrontare d pro-"blemj immani del momento, facendo insie-me uscire l'Italia dalla posizione di ambi-guità, di incertezza, quella che il senatoreChiaromonte diceva «sollecitata ed ispi-rata da argomentazioni prudenti» 'riferen-dosj a!le dichiarazioni dell'onorevole Cossiga.

Può darsi che da questa posizione ~ chedenunciamo come legata a una tradkdonedi consolidata latitanza politica a N'Vello in-ternazionale negli ultimi anni ~ due mini-stri degli esteri servano a qualche cosa, maci sembra che anche questo sia un volercorrere dntorno ai problemi della sicurezza,della cooperazione economica europea, dellarisposta puntuale da dare, in quanto naliio-ne libera del sistema occidentale, alle ter-ribili insidie incombenti sulla pace mondiale,senza 'Che vi sia da parte del Governo la vo~

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Senato della Repubblica VIII Legislatura~

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15 APRILE 1980

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115a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO

lontà politica di definire mai, a livello di po~litica estera così come a livello di politicainterna, i limiti invalicabili e immodrl.ficabi-J.i dei rapporti o, se volete, del confrontocon il mondo comunista. Tutto ciò vuoI di~re enfatizzare in termini di propaganda con-senziente la questione comunista, perchè que-sta alla fine è la contestazione di fondo dal~la quale prende le mosse la nostra opposi~zione.

Che poi la statura media della compaginegovernativa non stimoli a vedere dall'altogli orizzonti interni ed internazionali 10 harilevato anche il senatore Donat-Cattin, con~statando ~ supponiamo con una certa ama-rezza ~ che in questo Gabinetto non c'èCavour e non c'è nemmeno Bismarck. Nonso se abbia parlato come piemontese, allu-dendo al vuoto incolmabile lasciato da Za-none, oppure come leader della polHica dipotenza detta del preambolo. Comunque èvero: non c'è Cavour.

~ E mi consenta, si-gnor Pres,idente, una battuta anche per al-leggerire il discorso: non c'è nemmeno lacontessa Castiglione. Non si sa se in nomede) codice CenceIli oppure in nome delpreambolo, manca una donna ministro inquesto Governo ed è sommamente ingiustoche le famose raccomandazioni presidenzia-ìi abbiano dato questo risultato.

C O S S I G A, presidente del Consigliodei ministri. La contessa Castiglione ebbegrandi meriti, ma non tali da suggerirne uninserimento nel Governo.

P O Z Z O. È una assenza comunque darimpiangere almeno quanto l'assenza di Bi-smarck; meno male che quest'ultima rispar-mia a tutti noi, con l'aria che tira, severirichiami ad una politica di potenza nellastagione dei giri di valzer. Però anche in as-senza del cancelliere prussiano i:l senatoreDonat~Cattin sa, come sappiamo noi, che,sia pure con un acrobatica salto di qualitàin basso da una politica di potenza ad unapolitica di ~mpotenza, o meglio ancora diindolenza, non manca certamente al re diPrussia degli anni '80, ossia all'imperatoredi turno al Cremlino, chi lavori per la suacausa dentro questo Governo, dentro que-

sta maggioranza e ~ j} leader del preambo~lo lo sa benissimo ~ anche dentro la Demo~'crazia cristiana.

Per 10 anni una politica di impotenza alivello interno ha aperto il varco alla sovver-sione, al terrorismo nelle fabbriche, nel sin~dacato, nelle scuole, neUe università, nei sa-lotti bene della cosiddetta borghesia mumi~nata che si è trastullata con i suoi giorn<alidi lusso e con i suoi soldi corrompendo l'ani~ma dei minorenni del '68 e vel1icando neipeggiori di loro il basso istinto anarcoidenella vita, spingendoIi alla mne all'imbarba~rimento sanguinario della lotta politica.

Oggi che finalmente qualcuno si è deci-so ad attaccare e vuotare i covi del terrori~sma vi l1itrova il campionario sociale, tenu-to fino a ieri al di sopra di ogni sospetto.Non è certamente un caso che in tasca amolti di questi distinti signori vengano tro~vate le tessere della CISL, della CGIL e delPartito comunista. Quindi !'invito è a cer-care di risalire ancora più in alto e proba-bilmente troverete H bandolo della matas~sa cominciando a setacciare quegLi ambienti,nell'ambito non solo interno ma anche in:ter~nazionale, che abbiano avuto o abbiano tut~tara una posizione di contiguità con le cen-trali del terrorismo. Una cont:iguità di affa-ri, per esempio.

La questione comunista non può infattiprescindere da una analisi in profondità de~gli interessi e degli obiettivi politici ed eco~nomid interni ed esteri di quel processo didestabilizzazione del nostro paese dinanzial quale la questione comunista diventa, inprospettiva, una operazione ancora più red-ditizia di quanto non lo sia già adesso. Laquestione comunista di fatto viene acoresC!Ìu-ta a dismisura secondo un'ottica deforman~te dei problemi interni ed internazionali chesi rifà ad una politica ufficiale filocomuni-sta ad oltranza. Il suo discorso di presenta-zione del Governo, onorevole Cosstga, ne èuna riprova.

Tutto ciò è tanto vero che perfino un gran~de organo di sinistra è arrivato ad invÌ<tareperentoriamente ,il suo pubblico a smetterladì fantasticare. L'Unione Sovietica ben dif~ficilmente farà errori di percorso e consen~tirà a Berlinguer di farne, fuori di un as~

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VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~. 6138 ~.

usa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA, RESOCONTOSTENOGRAFICO 15 APRILE 1980

setto di potere che induce a considerarel'Italia un remota pulce geograf&ea ed il suocamunismo una sia pur non trascurabilemalecola perifel1ica. Quindi nessuna ipote-

si di rattura e, di conseguenza, nessuna scon-fessione. Il giaca delle parti cansalida :H sli-sterna camunista ed aumenta i1 suo giradi affari.

Presidenza del vice presidente O S S I C I N I

(Segue P O Z Z O ). A questa punto, si-gnor Presidente, anorevole P'resiÌdente delConsigLio, mi si consenta di riferirmd a treinterpeHanze che figurano nel resocontO' sam-maria di aggi e che costituiscono concretamateria per urgenti chiarimenti da parte delGoverno. La prima I1iguarda il problema del-le tangenti che finiscano neHe casse del Par-tito camunista e la questione collegata delcandizionamento della nastra iniziativa inpal'itica estera determinato da tali mpporticommerciaLi.

La denunzia si rifà a documenti prodattic pubbJ,icati integralmente dal nastro quo-tidiano di partita sulla base di interventi par-Jamentari e di dichiarazioni confermate uf-ficialmente in sede di trasmissione aHa RAT-TV circa il finanziamento del Partito comu-nista per circa 150 miliardi annThi, ottenu-to attraverso aperazioni di affari con i pae-si dell'area comunista, con ben 588 socie-tà, tutte descritte e denaminate dettagliata-mente nei nastri interventi, e 'Più precisa-mente classificate in 129 sacietà direttamen-te controllate dal Partito comunista, 80 so-cietà multinazionali m+ste a capitale italia-no e di un paese comunista, 17 sacietà mi-ste a capitale italiano, a capitale di un pae-se comunista e 'a capitale di un paese oc-cidentale e in 362 società che hanno coope-rato can il Partito camunista in affari coni paesi deH'Bst.

Noi chiediamo al Governo, praprio nelmomento in cui si presenta aDe Camere perottenere la fiducia, in relazione all'urgenzaessenziale di maralizzazione della vita pub-blica e delle attività finanziarie dei gruppipolitici e dei partiti, nonchè alle più eJemen-tari esigenze di giustizia tI1ibutaria e fiscale,quaIi informazioni intenda farnire circa tale

imponente forma di arricchimento di un par-tito attraverso il meccanismo di tangenti pri-vilegiate estorte in relaziani econamiche ecammerciali e :in operaziani comprese entrol'area di influenza den'Unione Savietica.

In stretta 'riferimento a questo pI1imo in-terragativo, di per sè inquietante, ne nasceuno subardinata: cioè in concreto noi chie-diamo al Gaverna quali misure, dinanzi al-la gravità della congiuntura internazionale,,intende adattare per affrancare la sua lineadi indirizzo in palitica estera da tal,i formedi affarismo e di candizionamenta politrica,riaffermando pertanto la necessità urgentedi subardinare i traffici commerciali canl'Est: aHa tas'sativa eliminazione di favori.ti'smi e di tangenti pagate direttamente eindirettamente al Partito comunista; al l'i.pristino delle condiziani di pacifico e reci-proca dspetto tra i papali, nella piena riaf-fermazione del lara diritto alla libertà, allasicurezza, aHa indipendenza e alla sovrani-tà; al rispetto, da parte dell'Unione Sovie-tica e dei paesi del Patto di VarsaVlia, dellerisoluzioni votate alle Nazioni Unite, al Par-lamento d'Europa ed al Cansiglio d'Europaper il superamenta della crisi mondirule pro-vocata dall'invasione aIl'Afghanistan.

La seconda interpellanza, alla quale mirichiamo, riguarda. una materia della qualeanche l'onorevale Accame si occupa in undocumento presentata alla Camera, trattan-do di forniture di mezzi mHitari e navalialla Libia. Prendendo spunta dalla tragediadell'elicottero in forza alla nostra aV1Ìazionemilitare precipitato ad Abu Dhabi, can lamorte di dieci nostri m1<litari e tre nostritecnici in missiane promozianale per con-to della società Agusta, noi vagliamo anchesapere che cosa ai va a fare la nostra avia-

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VII I LegislaturaSenato della Repubblica ~ 6139 ~

115" SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 15 APRILE 1980

zione militare in uno scacchiere medti.a-orien-taJ:e pericolasamente impegnato nella guer-ra del petralia.

È da tutta questa intricata rete di trafficidi materiale strategico can i paesi arahi delMedio Oriente che scaturiscano ulteriariS'concertanti intcJ1rogativi, contenuti anche inun' aLtra linterpel1anza rimasta senza rispo-sta. NOlivag1iamo sapere, entro questo qua-dro, se e quale parte abbia l'ENI in forni-ture di mezzi militari e armamenti, se ven~gono negoziate contropartite in petralia econ quali Governi, se e quali t8JIlgenti ven-gono, pagate e a chi nel quadra eLita1i ano-male relamani cammerciaili.

Imine abbiamo presentato U!Il'i11Jterpellan-lJa ohe riguarda e chi'adsce il rualo della« amica}) Libia di Gheddafi nell'allestimen-to di centraLi operative e di oampi di adde-stramento nel territorio libico ,per guerri-glieri e terroristi europei e italiani. Ne ah-biamo indicata la dislooaziane,abbiama f.at-ta nomi, abbiamo tratto queste informazio-ni da pubbLicaziani peraltra non esclusive,informaziani a disposizione soprattutto delGoverna per altri canali, per la dovuta ve-rifica. Chiediamo, allora che cosa questo Go-verna intenda fare per scangiurare il rlilan-cia del terrorismo in grande stile nel Me-dio Oriente e nel Meditel1raneo, previsto dafanti internazionali per i prasgjmi mesi, can-siderata l'eventuaLità che si vagLiIa fare del-l'It3ilia l'epicentro di tale piano.

È in un quadro inquietante di questo ge-nere che si va a collocare il rapporta callil mando politico legata direttamente o in-direttamente agJ,i interessi strategici del-l'Uniane Savietica. Ed è in un quadro sii-fatto che le reiterate prafessiani di amici-zia e di callaboraziane del Governa nei con-fronti di paesi per lo mena sospetti di servi-re tali interessi assumono un significato al-larmante.

A questo punto si approfondiscano gli in-terrogati'V\i a proposito della questione co-munista in tutte le sue variegate articolazio-ni, dal trasformismo disinvolto e autocriti-co allo stalinismo più sfrontata, al tenta-tivo interno di rimescolare le carte in ma-teria di conflittualità sindacale e quindi diipotecare il rilancio della produttività inciu-

striale propagandanda la svalta nei rappor-ti all'interno e al vertice della grande fabbri-ca, come se nell'ultimo decennio niente fas-se accaduto per responsabiLità del Pamitocomunista, a proposito della crescita dellaviolenza, del terrovismo alla FIAT, aU'AlfaRomeo e neUe grandi fabbriche del triango~lo industriale. Abbiamo letto le analisi diAmendola e abbiamo ascoltato ancora oggigli accenni a quel prablema da parte del se-natare Chiaramonte. E siccome le elezioni'si avvicinana, abbiamo avuto le dichiaraZìÌo~ni ambigue sull' Afghanistan e il voto di unaparte dei deputati comunisti su una mozionedemocrist~ana di poLitica estera. E adessoBerlinguer è in Cina lasoiando intendere cheil viaggio rientra in un più vasto sgancia-mento dal Crem1Ìno in termini di promoZiÌo-ne di una nuova strategia di aUeanza dellasinistra europea, che si propone di bilancia-re la pressione ,savietica nel nostro conti-nente.

Con testualmente a tutto ciò H Parmto co-munista si mabilita per il rilancio della di-stensione. Vediamo a questo proposito comedue attenti e non saspetti studiosi della que-stione comunista, il professor Strada, di'Te;-tore dell'Istituto di lingua e letteratura rus~sa dell'università' di Venezia, e il professarLuciano PelI ica:ìli, docente di socialogia po-litica nell'università di Napoli, giudicano lemasse del Partito comul1lÌsta. Il primo, a pro-pasito degli slanci comun'Ìisti a favore del-la distensione, ricorda giustamente e conestrema competenza che il signÌificato dellaparola distensione è molto scaduto negli ul-t1mi tempi nel Linguaggio internazionale.Sostiene che si è fatto un feticcio, di unadefinizione intesa in maniera prafondamentediversa dalle varue parte in gioco e contra-stanti. E conclude chiarendo: «Credo peròche ad intenderla nel modo più realistìÌCosia stata l'Unione Sovietica per la quale ladistensione è stata la continuazione dellaguerra fredda con 'altri mezzi ». Quanto allealtre mosse, e in particalare alla decisionedi BerHnguer di nan partecipare alla confe-renza dei partiti comunisti organizzata inFrancia, il professar Pellicani, che è un col-laboratare di « Mando operaio» e qUJindi unquaHficato dntellettuale dell'ambiente socia-

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VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 6140 ~

15 APRILE 1980115a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRt\FICO

lista ~ non sappiamo se dopo la chisura di« Mondo operaio}} anche lui venga epuratoe licenziato da Craxi ~ sostiene che si trat-

ta pratkamente di un lli:nbroglio perchè nelPartito comunista ci sono almeno cinquepartiti: si va dal revisionismo di NapolitanoaHa intransigenza di Cossutta; in generaleperò la base è più SitaIini'sta del vertice, esi sente legata all'Unione Sovietica come adun punto di riferimento per la realizzazionedel socialismo.

Il vertice del comunismo italiano Sf preoc-cupa di mediare le posizioni senza mai per-dere di vista una strategia di conquista delpotere. Pellicani dice anche molte aIrtre cosecirca i rapporti del Partito comunista conMosca ed aiuta a comprendere da posizionidi sinistra il fatto che la posizione comuni-sta viene interamente gestita in Europa dal-l'interno del Cremlino.

Come poi una tesi siffatta conseplta la con-vivenza nell'area del socialismo sedicente fi-lo--occidentale ed atlantico con le tesi dellaevoluzione democratica del Parti'to comuni-sta rientra nelle esercitazioni dialettiche delmandsmo. Resta comunque chiaro che dipura esperienza dialettica si tratta quandoBerlinguer ostenta una svolta tattica di al-lontanamento dall'Unione Sovietica che ser-ve con puntualità e rigore ideologico gli [n-teressi strategici di Mosca in Europa.

Del resto, per citare ancora il senatore Do-nat-Cattin, riferendosi alla convergenza dimetà dei deputatci: comunisti alla Camera sul-la mozione di politica estera democristiana,il leader del preambolo ,ha dichiarato teStual-mente che si è trattato di una mozione « perla verità -':l0n chiarissima}); il che testimo-nia più che autorevolmente almeno due fat-ti, onorevole Presidente del Consiglio: cheil Partito comunista converge su questionigenerali di politica estera con la Democra-zia cristiana all'insegna dell'equivoco; cheda questo e da altri punti di vista, se esi-ste una questione comunista come nodo delnostro immobiLismo, esiste parimenti unaquestione democristiana che mantiene la no-stra economia ed i nostri problemi di sicurez~ze interì1a, le nostre relazioni internazionali,in condizione subalterna e sostanzialmen-te condizionata rispetto agli interessi del Par-

tHo comunista e quindi dell'Unione Sovie-tica.

A questo punto, in che cosa consiste la vo-stra linea di politica estera? Già in altraoccasione ebbi modo di dichiararle, onore.vale Presidente del Consiglio, che la politi-ca estera del Governo dinanzi all'incalzaredegli avvenimenti mondiali è presa da unasorta di avvitamento su se stessa e rischiadi continuo la crisi di stalla. Ella ha respin-to questa immagine, ma la verità è che dal26 dicembre ultimo scorso, dopo più di tremesi dall'invasione sovietica dell'Afghanistane dopo una intollerabile evoluzione della cri-si iraniana in termini di inaudita violenza,di violazione del dilritto jnternazionale, ilGoverno itaLiano ha assunto nei confronti

.di atti di terrorismo internazionale, qualil'occupazione dell'ambasciata americana aTeheran, il sequestro del personale diploma-tico, l'invasione in armi delI'Afghanistan, ilgenocidio del popolo afghano compiuto me~diante impiego di micidiali gas nervini, na-palm, nuovi mezzi di sterminio, una posizio-ne di inerzia e di indifferenza, la stessa iner-zia, la stessa dndifferenza, lo stesso lassismoche sul piano interno avevano concesso tan-to spazio al dirlagare della strategi::t del ter-rore.

Ora, ciò che sta accadendo an Medio Orien-te fin sulle sponde del Golfo Persico dimo-stra che gli equilibri decisi daLla logica diYalta stanno saltando per lo meno nel sen-so che l'Unione Sovietica innesca focohvi diguerra nel Medio Odente e tiene continua-mente sotto il tiro dei suoi SS-20 le basid~fensive europee. Tutte le forze politichedell'Ocoidente 'stanno quindi reagendo, siapure tardivamente, con una presa di coscien-za dei due dati essenZJiali della minaccia al-l'equilibrio e alla pace mondiale: la insta-bilità e polveJ1izzazione del Terzo mondo, laglobalizzazione della sfida militare sovieti-ca. Siamo in un momento di generale rifles-sione circa il riassetto delle alleanze per ga-rantire la sicurezza del mondo Hbero. Infat-ti, mentre gH Stati Uniti avevano interpre-tato la distensione i'il termini ottimistici,annullando i progetti suHa bomba al neu-trone, i sovi'etici l'hanno utilizzata come unasorta ,di paradossale forma di assistenza

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:;:..,),1/ù delta i'<epubbltr(, VIII Legislatura~ 6141 ~

15 APRILE 1980

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l1sa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

tecnologica e finanzial1ia dell'Oooidente postaa disposizione del ,loro bilancio militare,facendolo salire 'ad oltre il 13 per cento delprodotto lordo.

Pertanto, mentre gli Stati Umti perdeva~no velocità e potenza in circonlocuzjioni pa-cifiste e neo-isolazioniste, lo ,stato maggioresovietico dispiegava in Mrica 50.000 guerri-glieru oubani ari suoi ordini d1retti.

Questa è la dis,tensione: oggi i camionssui quali viaggiano le truppe sov,ietiche inAfghanistan escono da fonderie ed officineinteramente costruite oon licenza e tecnolo.gia occidentali.

n famoso raggio della morte, un'arma to-tare, è stato costruito da una équipe ameri-cano--sovietica. I sovietici hanno anche co~struito il motore aereo a reazione RB 211,grazie ad un contributo di 300 miLiOI1Jididollari versati da Washington, cioè dalla dit-ta Lockheed che ha girato il credi,to a Mosca.

Non so se ~ berretti azzuI'11Ì dell'armatarossa calati a Kabul volassero con questiaerei; comunque la distensione anche que-sto ha significato.

Per non rompere il patto della coesisten-za e della distensione il Dipartimento di Sta-to ha seguito, senza voler intervenire, m~tra quadrato per metro quadrato, momentoper momento quello che ha preceduto i mo~v,imenti dell'armata rossa in Afghanistan epoi l'invasione e la repressione nel sangueo con la ferocia dei mezzi sofi.sticati di an-nientamento, come il gas nervino, della re-sistenza del popolo afghano. Pentagono, CIA,NORAD, le centrali strategiche sprofondatenel ventre delle montagne del Colorado v~dono oggi attraverso l'occhio del satellitebig bird i particolari in dettagld.o persino diuna fucilazione dn piazza dei patrioti afghani.Con gli stessi mezzi gli Stati Uniti ave-vano le prove che l'Unione Sovietica si pre-parava da un anno all'invasione dell' Mgha-nistan aspettando ill momento giusto.

Era il rispetto unilateralmente inteso del-la distensdone che ispirava questo comporta-mento degLi Stati Uniti. Ebbene, il momen-to giusto è venuto quando c'è stato lo scon-volgimento dell'Iran. In quel momento laUnione Sovietica si è gettata sull'Afghani-stan: una buona occasione per punire, sia

pure con un a11lllodi ritardo, i cinesi colpe-voli di aver osteggiato !'invasione della Cam-bogia da parte del Vietnam.

Da più parti, in Italia, in Europa, in Oc-cidente, con estremo senso di responsabi-Lità ~ e se lo dicessimo noi soltanto avreb-be una ben scarsa importanza ~ viene ri-

voJto l'invito alla riflessione al Governo ita-liah'1o: è impensabile che, così come i cinesiriescano a far sloggiare adesso i vietnamdtidalla Cambogia, i russi sloggino da Kabul.

Dinanzi ad una svolta così drammaticadella situazione, voi, signori del Governo,continuate, d'accordo con i comunisti, a pri-vilegi'are la filosofia della distensione rispet-to all'urgenza di una politica della sticurez.za, il che significa rendere irreversibile lastrategia del fatto compiuto dell'imperiali-smo sav-ietico, ben al di là di quella sparti-zione aberrante del mondo in zone d'ifl.fluen-za che è stata la logica degli accordi di Yalta.

Ci troviamo di fronte allo stravolgimentodegli equilibri di pace nel mondo; ma la cosaviene trattata nelle dichiaJ:1azioni programma-tiche di questo Governo con una certa affetta-zione di noncuranza. La parola d'ordine sem-bra essere quella di non drammatizzare; an-che Breznev la pensa così: ma è la sola com-pagnia che le resta, onorevole Cossiga. Persi-no la sconfitta diplomatica all'ONU rientravanel rischio calcolato nelle imprese di guerradel regime sovietico. Breznev non ha certoun'opinione pubblica interna con la qualefare i conti. Ha già dichiarato che niente enessuno riusciranno a far tornare i soldatirussi sui loro passi. La sola diplomazia nellaquale Mosca ha sempre creduto è quella chesi muove sui cingoli dei carri a:rmati. L'Un-gheria e la Cecoslovacchia non hanno inse--gnato niente! E poi non è il caso, neanchesul passato, di drammatizzare! Sacharov,lui sì, avrebbe espresso un parere diverso,ma è arrivato prima il KGB e adesso è silen-zio shakespeariano. È stato un atto di sfidaal mondo libero: Sacharov arrestato dalKGB, privato delle onorificenze, degradato,umiJliato, in questo momento condannato amorte civile e forse, purtroppo, non solo aillamorte civile. Il mondo libero è sembrato im-potente, ma il Governo italiano più di tuttiè stato incapace di dare una risposta in ter-

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Senato della Repubblica

usa SEDUTA(antimerid.)

VIII Legislatura~ 6142 ~

15 APRILE 1980ASSE::.:1BLbA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO'

mini di iniziativa politica e democratica.Come Governo vi siete comportati in lineacon la dottrina della sovranità limitata.

In questa terribile sV(jlta di crisi, la sicu~rezza del mondo occidentale, dell'Europa edell'Italia non può essere garantita purtrop~po dalle missioni diplomatiche itineranti, osoltanto da quelle, nè dalle petizioni di con-danna.

Quando ill Partito comunista sottoscrive larichiesta di ritiro delle truppe sovietiche dal-l'Afghanistan, lo fa perchè non serve assolu-tamente a niente. I comunisti italiani sannoaltrettanto bene quanto il loro compagno ju-goslavo Gilas che i sovietici non possono fer-mare la loro macchina militare, altrimentiaffonderebbero come !'impero turco. Il pros~simo obiettivo dunque potrebbe essere laJugoslavia. Le incognite del «dopo Tito»certamente sono allarmanti. I russi potreb~bero fare nei Balcani ciò ohe hanno fatto inCambogia.

Cosa rappresenta dunque, nell'attuale fasestrategica del Cremlino e nei disegni di espan-sione sovietica in Europa, il Partito comuni~sta? Questo è !'interrogativo più inquietante.Finita 1a sceneggiata dell'eurocomunismo, ècominciata quella dell'eurosinistra. Nel giocodelle parti in commedia, il Partito comunistaè sicuramente al passo con le scadenze dellastrategia sovietica. Per questo le chiediamo,onorevole Presidente del Consiglio ~ e insi-stiamo su questo punto ~ quanto delle 30mila tangenti all'anno dichiarate finisce ned.-le casse del Partito comunista, nel quadrodegli affari stipulati con i paesi del Pattodi Varsavia.

Riteniamo che, dinanzi alla gravità del qua-dro internazionale, il Governo italiano nonsi possa limitare a solenni e scontate pero-razioni in difesa della pace, ma debba affret~tare un processo di chiarimenti interno, tesoa 'scongiurare il pericolo esterno e immediatodi una pesante interferenza sovietica, qualegià si è manifestata in occasione del dibattitosui missili, attraverso la disponibilità offertadai comunisti per spezzare l'alleanza atlan-tica e finlandizzare l'Itailiia. Considerata l'im-portanza strategica del nostro paese nel Me-diterraneo, il Governo dovrebbe cogliere l'oc~casione offerta dalla crisi internazionale, de~terminata dall'invasione sovietica a Kabul,

per rivedere in termini economici le proprieposizioni nei confronti degli interessi russinel Mediterraneo e in Europa, rafforzandoi propri vincoli di amicizia e di solidarietàconcreta e operante con gli ,alleati dellaNATO, restituendo alle nostre forze armatedignità ed efficienza nella piena consapevo~lezza dei doveri verso la difesa e la sicurezzainterna ed esterna della nazione, rivedendole proporzioni fra le rappresentanze dipilo.

,matiche italiane e quelle sovietiche, quelledei paesi del Patto di Varsavia e dei paesidel Medio Oriente e rivierasohi del Mediter~raneo, al riparo deHe quali spesso si muoveil disegno di destabilizzazione pd1itlica ed eco-nomica dell'Italia, promuovendo una indagi~ne conoscitiva de visu e in loco con i par-lamentari di .tutte le parti politiche, sui cri-mini di guerra posti in essere daIJ'invasionesovietica in Afghanistan.

Nelle sue dichiarazioni, onorevole Presi-dente del Consiglio, non c'è traccia di con-senso aille richieste di solidarietà da partedegli Stati Uniti su misure economiche e po~litiche idonee a contenere e a fronteggiarela crisi internazionale, sia per quanto riguar~da il problema dell'Afghanistan, sia per quan-to riguarda la questione degli ostaggi tuttoratrattenuti a TeheraU.'1.Riteniamo, dall'insiemedi tali dichiarazioni, che il Governo da leipresieduto non tenga nella considerazioneche gli eventi richiedono i grandi problemi difondo su cui si sviluppa a Jdvello internazio~naIe l'iniziativa dei governi occidentali se-riamente decisi a tutelare la loro autonomiaeconomica, la loro sovranità nazionale, la lo-ro indipendenza politica e quindi la difesadella pace mondiale nel suo insieme, nelquadro di un riassetto delle alleanze chiama-te a garantire la sicurezza del mondo libero.

Per questi motivi e per i motivi politici, diordine ,interno, economico, sociale e morale,che gli altri colleghi del mio Gruppo il1ustre~ranno a loro volta, questa parte politica lerinnova l'espressione della più totale sfidu-cia. (Applausi dall' estrema destra).

P RES I D E N T E. 'È iscritto a par-lare i'1 senatore Gozzini. Ne ha facoltà.

G° Z Z I N I. Signor Presidente, signor

Presidente del Consiglio, rari colleghi pre-

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Senato della RepubbliC'4'j VIII Legislatura~ 6143 ~.

15 APRILE 1980

~.,.,

usa SEDUTA(antimerid.) ASSEMBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO

senti a cui va il mio ringraziamento, affron-terò una sola questione: oil modo .in cui ilGoverno, una volta raggiunto l'accordo dimaggioranza, è stato formato, un modo giàlargamente criticato dalla stampa, un modoche non ci piace affatto.

Ella, signor Presidente del Consiglio ~ alquale rinnovo le espressioni di stima e difiducia personale che ebbi l'occasione diesprimere nel dibattito sulla fiducia al pre-cedente Governo ~ ha dovuto accettare, inpratica, che si scaricassero sul Governo ietensioni, i dissensi, gli equHibri di potereinterni ai due partiti maggiori che 10 com-pongono; ha dovuto creare nuovi ministrida1!lecompetenze vaghe e imprecisate, fonte,in pratica, di nuovi conflitti e quindi di ul-teriori inerzie o impotenze.

Le rivolgerò alcune domande e vorrei dal-la sua cortesia, nella rep}ica, una rispostaper quanto possibile ~ alI di là della sua

volontà personalle ~ non elusiva e non rasse-gnata. In che misura questo modo dd forma-re:il Governo corrisponde a criteri eli.funzio-nalità e di efficienza, e dunque agld.interessidella collettività o, al contrario, in che misu-ra disattende tal,i criteri e dunque obbediscesolo a interessi di parte? Può essere consi-derato, questo modo di formare .tI Governo,perfettamente conforme agLi articoli 49 e 92de1l1a Costituzione, o, ail contrario, 10 si deveritenere espressione di una prassi, certo con-solidata, consolidatissima da un Governo al-l'altro, ma alquanto dubbia e in ultima an.>lisi nè insopprimibile nè insostituibile? La'l'iduzione delila libertà d"az,ione del Presiden-te del Consiglio entro la griglia ferrea di co-dici o manuali ohe hanno assunto quasi unafisionomia mitizzata, è un aspetto necessa-rio, per così dire fatale, della democrazia onon diventa, al contrario, da un lato retroces-sione della democrazia a forme feudali dispartizione del potere e, .daLI'altro, degene-razione dell'autorità ~ come valore ~ po-

litica e morale del Presidente del Consi-glio? Non si agevola in questo mooo l'irre-sponsabilità politica dei ministri scelti ~ nonsempre, con grandi eccezioni, senza dub-bio ~ non in base alla loro capacità e al lorooperato ma in base all'appoggio e al pesodel feudo, della corrente, della fazione cheli sostiene?

Nella sua risposta al~a Camera, signor Pre-sidente del Consiglio, sul caso che va sottoil nome Evangelisti, il 7 marzo scorso, elladefinì le correnti «mere realtà di fatto ».Dobbiamo proprio rassegnarci a che tali real-tà di fatto detengano una quota proporzio-nale del Governo, amministrata a loro insin-dacabile piacimento come 'Una proprietà pri-vata, sacra ed inviolabile, o non dobbiamoreagire, riconoscendo propTiio qui uno deiguasti più gravi della Repubblica?

Il problema ~ questi interrogativi hannoavuto tanta eco sulla stampa nei giorni scor-si ~ non è sfuggito nemmeno al segretariodel par.tito della Democrazia cristiana, il qua-le ha scritto, nell'articolo già ricordato dalsenatore Chiaromonte: «~ nostro doverecercare di rendere più limpide » ~ vuoI diredunque che sono torbide ~ « le proceduredi formazione dei governi, nell'interesse ditutti, di ogni partito e del paese ». Vorreipermettermi di citare un altro membro delsuo partito, un collega della nostra Assem-blea, il senatore Grane1!1i,che ha scritto: «Siva affermando, insieme ad una soffocante oli-garchia di gruppi più potenti degJi stessi par-titi, un'inammissibile concezione "privata"della funzione pubblica: V1Ìsono stati :mini-stri che pretendevano d~ scegliere [ loro suc-cessori e ve ne sono di quelli che si ritengo-no intoccabili, che pensano di poter deciderecome e quando lasciare i loro incarichi (edin cambio di che cosa), che sono disponibilicon assoluta indifferenza per governi di di-versa qualificazione politica. Non c'è da stu-pirsi allora che la discussione si restringaai poem che possono essere sacrificati e chei risultati si riducano a marginali cooptazio-ni, a spostamenti privi di logica, ad ,inven-zioni di funzioni ministeriali indefinite e de-stinate a complicare gli stessi rapporti al-l'interno dell'Esecutivo. Tutto ciò è s.intomodi un grave deterioramento del costume po-litico che risparmia pochissimi ».

~ una diagnosi grave, pesante, che provie-ne dal maggior partito del paese, asse dellamaggioranza governativa che si è formata.t? una diagnosi per noi del tutto esatta, chenon può essere considerata ~ come vorreb-be l'onorevole Piccoli ~ un aspetto minore;si tratta invece per noi di un aspetto mag-giore. preLiminare, determinante, fondamen-

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Senato della Repubblica ~ 6144 ~ VIII Legislatura

15 APRILE 1980115a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO

tale, sul quale siamo tutti chiamati a riflet.tere seriamente per cambiario, se vogliamodifendere le istituzioni con i fatti e non aparole, se vogliamo non portare acqua, an-che al di là dalle intenzioni, al mulino delladisaffezione, della sfiducia, che poi gira finoalla disperazione e porta certi giovani al di-simpegno della droga o all'impegno perversonel cosiddetto partito armato.

A quanto pare, contro quel deterioramen-to del costume politico di cui! parla Granelli,non valgono nè le buone intenzioni ~ di cui

le facciamo credito, signor Presidente delConsiglio ~ nè i richiami più autorevoli, co~me, quelli del Presidente della Repubblica,

~ al quale va!nnosenza riserve la nostra ricono-scenza e il nostro appoggio, pur se dobbia-mo riconoscere che la sua iniziativa non haavuto la fortuna che meritava.

Noi siamo convinti che i partiti costitui-scono il fondamento insostituibile e vitaledella nostra democrazia. Nessuna indulgenzada parte nostra al qualunquismo nazionalealimentato da molti. Ma proprio la nostracondizione di non iscritti ad alcun partito ela nostra assoluta libertà dal professionismopolitico ci permettono piena serenità di giu-dizio su due punti: primo, quello di criticarea fondo il comportamento di certi partiti chetendono ad occupare il masslimo possibile dispazio pubblico con il metodo che va sottoil nome di lottizzazione, metodo che tra l'al-tro esolude, salvo rare, avarissime eccezioni,presenti senza dubbio anche nel Governo at~tuale, l'impiego' di energie e competenze re.frattarie a lasciarg,i lottizzare e quindi noninfeudabili; secondo, ci permette di ricono-scere la diversità del partito che ci ha fattoeleggere come una riserva politica e moraledi grande valore, una diversità da conservaree da sviluppare perchè il rifiuto delle sparti-zioni feudalli al suo interno prima di tutto staalla base dell'apertura all'esterno, verso lasocietà, di cui il nostro Gruppo è espressio-ne qui in Parlamento; in secondo luogo co-stituisce, quel rifiuto delle spartiztioni feuda.li, una indicazione ed un riferimento non tra.scurabili per il rinnovamento del costumepolitico. E bisognerebbe smettere di liquida-re a priori, o di tentare di liquidare, questorifiuto delle spartizioni con l'etichetta, per

molti versi arcaica ed impropria, certamenteinadeguata alla realtà vissuta dei comunistiitaliani, di leninismo.

Credo che occorra liberarsi da~1aostinazio-ne mentale di considerare i feudi delle cor-renti come insuperabile espTessione di de-mocrazia e renderei disponibili ad un rinno-vamento reale. Non a caso il senatore Gra-nelli, nell'articolo che ho già ampiamentecitato, aggiunge: «Chi non cambia nei me-todi e nel costume aH"interno dei partiti nonè in grado, anche se lo vuole, di contmbuireal cambiamento nella vita delle istituziond..Senza svolte radicali anche all'interno deipartiti c'è dunque il rischio che, pur cam-biando formule, la correttezza democratica,lo slancio politico, la normalità costituziona-le si riducano a desiderate e lontane utopie ».

Mi domando se, senza una svolta di questogenere, senza un taglio netto all'onnipotenza,alla sovranità illimitata deli partiti nella for-mazione del Govelino, considerato come uninsieme di feudi da spartire con geloso acca-nimento, sarà mai possibile dare attuazionereale alla Costituzione per quel che riguardala riserva di legge de] terzo comma dell'arti-colo 95 sui poteri, sulla struttura e sull'ordi-namento della Presidenza del Consiglio e sulnumero e la funzione dei Ministeri. Lei lo haposto nel programma di Governo ed ha fat.to benissimo, signor Presidente, ma restiamoabbastanza increduli che ci possa riuscire.

Non a caso ricorre sempre più frequenteriella pubblicistica l'immagine della monar-chia polacca con i feudatari, cioè i partitidella maggioranza, che ingabbiano e riduco~no il re, il capo del Governo, all'impotenza.Senza la svollta indicata da Granelli temo chel'eventuale legge, che auspichiamo il Governopossa varare e portare all'approvazione delleCamere, abbia a confermare quella imma-gine.

C O S S I G A, presidente del Consigliodei ministri. Se mi consente una annotazio-ne storica, anche per distenderei, vorrei os-servare che alla moralizzazione della confu-sione polacca pensarono rapidamente l'impe-ratore d'Austria, l'imperatore di Russia e ilre di Prussia. Mi scuso per questa annota-zione.

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VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 6145 ~

lIsa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO 15 APRILE 1980

G O Z Z I N I. NO',anzi la ringrazia per-chè è esattissima. Indubbiamente quegli in-terventi partarono alla rovina il paese palac-co che fu oggetto delle spartizioni che cono-sciamo. Questo argomenta dovrebbe tantopiù richiamare la nastra coscienza su que..sto punto, che ho definito guasto, fra ~ piùgravi della nostra Repubblica. Infatti fu lacausa della perdita di quella Repubblica, inquel casa la monarchia pO'lacca.

Non è un caso che la casiddetta pari di-gnità (una delle tante formule del nostra ger-go palitica) tra la Democrazia cristiana e gliaLtri partiti sia rimasta nel limbO' dei pii de..sideri, nanastante il ritorna dei socialisti alGoverno. Mi pare questo un segnale abba-stanza esplicita che il Partito socialista ita-liano da sala non sia in grado di ramperequella che si chiama il sistema di patere de-mocristiano.

Mi rendo canto, quando si usa questaespressione, che intantO', se la Democraziacristiana ne è il pratatipa, non mancanO' af.fatto gli imitatori che talvdlta riescanO' a su-perare anche il mO'dello. Vi è pO'i da asserva-re che, per quanto irritante possa risultarequella dizione {( sistema di potere democri-stiana », nan si tratta purtroppo di una in-venzione propagandistica: si tratta di unarealtà sgradevale e rischiosa, anzi ormai ri-schiasissima, che si è sviluppata, che ha pro-liferata all'ombra di quel blocco nel ricam-bio tra chi sta al gaverna e chi sta all'oppo-siziane che castituisce tuttora l'impedimen-to più grave al torretta, pasitivo, fecondafunzianamento della democrazia in Italia.

Chi governa da 35 anni sa che continueràa fado, dunque non importa malta se gover-na bene a meno bene o pessimamente; chisi oppone è spinto ad organizzare il malcon-tento e la protesta piuttasto che a proporremodelli di gaverno alternativi, sapendO' chenon verranno messi alla prava. La forza mo-rale e politica dei camunisti ,:italiani sta pro-pria nel resistere a questa spinta, che certoagevalerebbe la raccalta del consensO'.

Dicevo: realtà rischiosissima ill sistema dipot~re democristiana. Abbiamo forse dimen-ticato i segnali del 3 giugno con l'aumento

delle astensiani e delle schede bianche? Ab-biamo farse dimenticato che oltre il 43 percento degli italiani votò per l'abrogazione del-la legge sur!£inanziamento dei partiti? E quel-lo non era un voto contro il sistema dei par-titi, direi, ma era un voto contro il compor-tamento dei partiti che stanno al governo.

Vengo all'argomento della moralizzazione,signor Presidente. Credo che gli scandali nonbastino e forse nemmeno servanO', visti glieffetti che producono, viste le capacità di in-sabbiamento, vistd i ricatti e i salvataggi in-crociati che si operano. Certo, sta bene ~amaralizzazione; certa, questo paese ha granbisagno di pulizia e di onestà: ma credo cheil problema nan sia tanto di persone disone-ste, alle quali, sì, deve certamente provve-dere il giudice, 11tribunale, ma sia problemadi sistema che investe la natura stessa delpartito democristiano, investe il suo rappor-to con le istituziani e con la sacietà.

Intendiamaci bene: accusando ill sistemadi potere demacristiana noi nan diciamO' af-fatto, come usa certa palemica superficialee grossolana, che la Democrazia cristiana èun partito di ladri e che va processata sullepubbliche piazze. La Democrazia cristiana èanche il partito di Vittorio Bachelet e ditante persone pulite e oneste, anche se ce nesono malte altre sporche e disoneste. Noi ac-cusiamo un sistema che è più forte della buo-na volantà deUe persone, un sistema che por-ta alla identificaziane perniciasa tra partitoe Stato, porta alla disgregazione sociale deicarporativismi, porta a farme di arbitriO' edi devianza, di carruziane e di omertà, unsistema incapace di reagire con l'emargina-ziane e con la morte poLitica degli uaminiche hanno fallito e che non mmtana fidu-cia, non fosse altra, in certi casi, perchè han-no mostrato scarso discernimentO' nel colti-vare certe amicizie, servizievali e generose maindubbiamente pericolase. Creda che !'istitu-to della marte politica sia utilissimo per lasalute delle repubbliche, ma nai abbiamo tut-ti il tarto di averlo lasciata cadere in disuso.

È il sistema che emargina e rigetta perso-ne oneste e competenti ma libere e non in-feudabi1i, nan dispaste a fare il partatore

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Se;zato della Repubblica VIII Legislatura~ 6146 ~

15 APRILE 1980

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llsa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

d'acqua al capo corrente. 1:. il s-istema checostituisce anche, mi pare, il punto di mag-giore frizione con il retro terra cattolico, quelretroterra cattolico che il padre Sorge diceessere oggi più avanzato della Democr~acristiana; penso a voci insospettabi1i, comequella di Giuseppe Lazzati, quando questevoci si levano ad accusare o quanto menoad avanzare il dubbio che la Democrazia cri-stiana si fondi oggi su una conservazione euna spartizione feudale del potere più chepreoccuparsi effettivamente dell'ispir-azionecristiana.

Direi ~ e ohiudo ~ che è il sistema cheporta di necessità, di là dell'ones.tà o diso-nestà delle persone, alla ricerca affannosa didenaro con le relative manovre oscure (neabbiamo avuta l'eco precisa anche stamanein quest'Aula) e con gli scandali più o menointeressati, con l'accumulo di reciproci dos-sier. Coloro che nelle polemiche delle ultimesettimane hanno sostenuto che i peculati, ildenaro procurato comunque alle correnti oai feudi sono una prova di Libertà e di de-mocrazia vanno richiamati alla responsabili-tà di siffatte affermazioni. La teoria che ilclientelismo è lo strumento ordinario perfavorire il consenso ed è, lo hanno detto, unsegno indispensabile di libertà e che in defi-nitiva quindi il clientelismo, con la questionedel denaro connessa, sarebbe un sostegno po-sitivo alle istit~oni democratiche è quantomeno una teoria inquietante, preoccupante,per non dire molto di più: è certamente unasemina di sfiducia, una semina di cinismo.Una tesi siffatta ha un suono estr-emamentesospetto: è infatti simile a quelle degli av-versari deil:la democrazia, dei fautori di regi-mi autoritari d'altri tempi, secondo i qualidemocra2ia significa domindo del denaro;cioè la ,democrazia sarebbe il regime nel qua-le tutto e tutti possono essere comprati.

Io credo che molti poLitici di oggi pensinoin questo modo, purtroppo. Purtroppo que-sta è una convinzione diffusa nell'Italia di og-gi. Sarebbe compito di tutti opporsi con ognienergia, con i fatti e non soltanto a parole.

Ma noi crediamo che non sia realistlica-mente possibile impostare e asso~vere uncompito del genere senza il contributo di

quella diversità dei comunisti italiani cui fa-cevo meI1imento. Viene da pensare ormaiche il rifiuto della collaborazione con loronel Governo non abbia più la motivazioneessenziale nel~'ideologia. Anche i nuovi diri-genti della Democrazia cristiana hanno rico-nosciuto, dopo il recente congresso, che tut-te le pregiudiziali ideologiche sono tolte dimezzo. Nemmeno ha fondamento, quel ri-fiuto, nellle prospettive politiche interne edesterne. Forse il fondamento inconfessato diquel rifiuto è proprio la conVli.nzAonee 1Jlrti-more conseguente che la partecip~one deicomunisti italiani al Governo della Repubbli-ca implicherebbe di necessità un cambiamen-to nel sistema della gestione della cosa pub-blica, dal Governo ai vaI1i enti deUo Stato:implicherebbe il dover rinunciare ai feudie alle lottizzazioni, impHcherebbe .il doverassumere davvero il criterio del bene comu-ne al di sopra del critePio del bene di partedei feudi e delle correnti.

AttenziQlne, dunque, colleghi tutti! Non èin crisi, come sono tentati di dire anche com-mentatori lucidissimi come Gorresio o au-torevoli nostri colleghi come il senatoce Mer-zagara, il regime, il sistema dei partiti, quellacrisi che farebbe dire a molti sfiduciati efrustrati: «tanto sono tutti eguali ». No, nonsono tutti eguali i partiti. È in crisi, in crisidi fiducia e di consenso, il modo nel qualecerti partiti si organizzano, sd comportano,concepiscono e gestiscono i loro rapporti con110Stato e con .la società. Si tmtta di un modoal quale ~ ne siamo convinti e lo speria-mo ~ il Partito comunista italiano non potràmai essere ridotto, un modo al quale dI no-stro Gruppo non potrà fare che la più duradelle opposizioni qui e fuori di qui, in Par-lamento e nel paese, perchè è un modo chenon solo costituisce in partenza un ostacolooggettivo ad avere un buon Governo, un Go.verno da1la struttura ristretta, concentrata,agile ma è anche e soprattutto un fattore diinstabilità, di minaccia permanente, di crisidel Governo quale ne sia la maggioranza.Perchè i gruppi di potere, i feudi, le correntiche si ritengono delusi o comunque insuffi~cientemente forniti di posti ministeri ali ten-deranno per natura, per motiv.i intrinseci

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VIII LegislaturaSenato della Repubblica ~ 6147 ~

l1sa SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFlCO

alla loro struttura, a cercare alla prima oc-casione di provocare la caduta del Governoper avere un altro Governo a loro più favo-revole. E ancora una volta l'interesse del feu-do avrà la meglio sull'interesse generale.(Applausi dall' estrema sinistra. Congratula-zioni).

P RES I D E N T E. Rinvio il seguitodella discussione alla prossima seduta.

15 APRILE 1980

Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pub-blica oggi, alle ore 17, con lo stesso ordinedel giorno.

La seduta è tolta (ore 13,45).

Dott. ADOLFO TROISIDIrettore Generale

Incaricato ad interim della direzione delSerVIZIO dei reSocOntI parlamentari