N 6 2016 inter chievoweb

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mercoledi 3 febbraio 2016 anno 6 numero 6 www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO Inter INDIFENDIBILE Sport & Spettacolo Chievo

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mercoledi 3 febbraio 2016 anno 6 numero 6 www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO

Inter

indifendibile

Sport & Spettacolo

Chievo

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INTER (4-3-3)

Arbitro: Paolo Mazzoleni di Bergamo

STADIO

CHIEVO (4-3-1-2)

BizzarriCacciatore, Dainelli, Cesar, Gobbi;

Castro, Radovanovic, N. Rigoni;Birsa;

Mpoku, Inglese

MEAZZA ORE 20.45

Inter

Allenatore Allenatore

Sandro Mazzola

HandanovicD’ambrosio, Miranda, MurilloTelles;

Melo, Medel, Kondogbia;Eder, Icardi, Perisic

Chievo

RobertoMancini

RolandoMaran

Parola al Baffo Rischio di cRisi peR la beneamataE mercoledì sera lasagna,

no Bacca, anzi il Chievo. Eravamo rimasti al derby, che ha vinto il Milan, distruggen-do i resti di un’Inter assoluta-mente ai minimi termini, di testa e motivazioni. Cosa da non credere se riavvolgiamo il nastro degli ultimi quaran-ta giorni. Poi la Lazio. Una picchiata inarrestabile, con la parentesi felice di Empoli e Na-poli. Questo dissesto ha un’ori-gine ben precisa: identità mai dichiarata e confusione tecni-ca, di cui Mancini è il grande responsabile. In un mese bru-ciato il grande lavoro fatto, testa della classifica lontana 9 punti, ma soprattutto il ter-zo posto lasciato alla Fioren-tina. Dietro intanto, risale la Roma, che è la più accreditata se dovesse arrivare a maggio ancora con dei colpi in canna. E poi c’è il Milan. I rossoneri sono stati bravi a ritrovarsi, Mihajlovic, una volta trovata la fiducia di Berlusconi, ha risposto alla grande, vincen-do contro Fiorentina e Inter e pareggiando a Empoli, campo notoriamente ostico per chiun-que. Ora sono a 5 punti dai cu-gini, ma se il trend è questo, fra poco potremmo avere le due squadre appaiate e, siccome questo campionato continua a riservare sorprese, chissà mai che alla fine l’allievo sorpassi il maestro. Tornando ai giorni nostri, l’Inter non può più per-dere punti in casa, soprattutto con squadre di seconda fascia. Nel calcio non s’improvvisa nulla e, se Mancini non riesce a ricompattare il gruppo, è fa-cile immaginare i nerazzurri a fine campionato, fuori per il secondo anno consecutivo dall’Europa, fosse anche quel-la che conta di meno. Il mer-cato appena passato, nulla ha modificato tatticamente nello scacchiere in campo. Eder è un ottimo giocatore, ma non era la necessità primaria. E’ strano che nel derby abbia gio-cato Santon, un ex giocatore da quello che si è visto, dopo molto tempo, è preoccupante che Brozovic stia percorrendo la strada della piena involu-zione, che Ljajic è il lontano parente di quello visto fino a qualche settimana fa, che Jove-tic sia ormai il mistero del cal-cio. E nella combriccola met-tiamo anche il Mancio. Dal giorno del “finocchio” ha preso solo sberle. Forse solo una in-digestione. Che si riprenda in fretta. La “zona Champions” non è scappata, l’importante è non prenderla a calci.

Rischio di crisi per la Benea-mata

Il colpo del KO è arrivato nel derby.Non è che pensassi ad una vitto-ria con il Milan, però un risulta-to positivo alla vigilia di questa sfida poteva essere ipotizzato. C’era da cancellare il 3-0 di Cop-pa Italia con la Juventus, invece è arrivata questa altra botta, che ridimensiona tutti i programmi nerazzurri in prospettiva della lotta per lo scudetto. Ora siamo quarti in classifica, alle spalle della Fiorentina che questa sera sicuramente non avrà vita facile con il Carpi, che contro il Pa-lermo ha dato prova di solidità, soprattutto difensiva. Non sarà facile neanche per noi, dal mo-mento che a San Siro, in questo turno infrasettimanale dovremo affrontare il Chievo. che arriva

dal pesante poker incassato dalla Juventus, squadra che, per con-to mio, ha le carte in regola per rivincere lo scudetto, indipen-dentemente dalla bella risposta data dal capolista Napoli con il 5-1 al san Paolo, con l’Empo-li. I partenopei, vincendo con i toscani, hanno operato subito il contro sorpasso dei bianconeri, ma oggi potrebbe succedere un nuovo rovesciamento di fronte perchè il Napoli dovrà vedersela all’Olimpico con la Lazio, men-tre la squadra di Allegri ospiterà il Genoa, avversario sicuramente

più abbordabile rispetto alla La-zio, soprattutto dopo la partenza di Perotti alla Roma.Resta il fatto che noi con il Chie-vo non dobbiamo assolutamente fallire l’obbiettivo dei tre punti, se vogliamo mantenere un lumi-cino di speranza per restare in zona-Champions. I nostri cugi-ni, malgrado la vittoria del der-by, non sono tanto tranquilli dal momento che il Palermo, davan-ti ai propri tifosi, giocherà alla morte per uscire vittorioso dallo scontro con i rossoneri.Stasera sono curioso di vedere quali saranno le mosse tattiche di Mancini, dal momento che nel derby la coppia Eder- Jovetic non ha risposto, come ci si at-tendeva, alle aspettative. Icardi, però, dopo il rigore calciato con-tro il palo nel derby, penso non sia psicologicamente tranquillo e di conseguenza ci sarà un pro-blema in più per Mancini.

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Partita

Inter...Parliamone

1 partita in più

*

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su la testa! oRa devi batteRe il chievo

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19

1012

Éder Citadin MartinsGonzalo Higuain Josip IlicicLeonardo PavolettiPaulo Dybala Nikola Kalinic

10

*

In casa Inter piove sul bagnato. Dopo la delusione di coppa Ita-lia, arriva l’ennesima e pesante sconfitta anche in campionato e per giunta in un derby. Per i tifo-si, la società e i giocatori, certa-mente, questo stop è un bocco-ne amaro e difficile da digerire, anche perchè tutto quello che di buono si è costruito o meglio si è ottenuto in precedenza si è di-sciolto stranamente già a genna-io, periodo in cui le squadre di rango di solito ripartono con il piede sull’acceleratore e non con il freno tirato, come del resto sta succedendo alla “beneamata,” che nelle ultime quattro gare è

riuscita a conquistare soltanto due punti. La brutta prestazio-ne, e la pesante sconfitta contro il Milan, potrebbe subito essere dimenticata, a patto che questa sera i nerazzurri vincano contro il Chievo; squadra da non sotto-valutare e che certamente vorrà riscattarsi dopo il pesante ko su-bito nell’ultimo turno di campio-nato dalla Juve. L’Inter non vince in casa dal 6 dicembre (15esima giornata 1-0 contro il Genoa). Nella disfatta derby nessun gio-catore si è salvato. Fa eccezione forse il neo acquisto Eder che, buttato subito nella mischia da Mancini e pur senza un vero

bomber di ruolo, si è dato da fare per creare problemi alla difesa del Milan. Peccato che Icardi non ha giocato dall’inizio. Contro i clivensi, questa sera il Mancio non sarà presente in panchina. Per il tecnico marchigiano, che ha mostrato il dito medio per di-fendersi maleducatamente dagli insulti di un gruppo di tifosi ros-soneri, è arrivata una giornata di squalifica con una sostanziale multa. La partita con il Chievo dovrà quindi essere preparata da Mancini dietro le quinte. Occor-re però serenità da parte di tut-ti. Ad incominciare dal tecnico nerazzurro che avrà soprattut-

to il compito di compattare un gruppo che disgraziatamente lui stesso ha sfilacciato in breve tempo, creando dissapori, malu-mori dovuti soprattutto ad alcu-ni suoi non felici comportamenti che potrebbero aver destato la suscettibilità di alcuni compo-nenti della squadra, all’interno dello spogliatoio, dopo le con-tinue scelte di moduli e uomini operati dal tecnico, senza alcuna logica. Sarà forse un caso, ma l’u-nico giocatore che il tecnico jesi-no non ha quasi mai utilizzato e che forse potrebbe risolvere mo-mentaneamente i problemi del Mancio è Gnoukouri, elemento

giovane, ma forse unico cen-trocampista della squadra che, nonostante l’età, ha una discreta personalità in campo, un’ottima visione di gioco e certamente qualcosa di più di un giocatore tutto muscoli come Melo e che è stato fortemente voluto dallo stesso allenatore nerazzurro e che, invece, fino ad ora, non ha pienamente convinto.

Al Chievo basterà un gol per fare sua la partita ora che la

difesa nerazzura non è più la mi-gliore del campionato. Le tre reti rimediate nel derby l’hanno giu-stamente riportata nella posizio-ne che merita, dopo la Juventus che ne ha subite due in meno. Forse i precedenti salveranno la banda di Mancini, che questa sera assisterà alla partita dalla tribuna grazie alla squalifica ri-mediata domenica sera contro i rossoneri, sulla caduta di stile

Si ricomincia ancora una volta da tredel mister nerazzurro preferi-sco sorvolare. Torniamo ad ag-grapparci al passato per sperare nel presente. Contro i clivensi, l’Inter, almeno negli ultimi tre incontri, non ha subito reti vin-cendone due e pareggiandone 1 per 0-0. E per ritrovare l’ultima vittoria dei gialloblu a San Siro bisogna tornare al 2001, sete di riscatto della squadra veneta? Speriamo di no. Possiamo dire

contro il Chievo, dopo la disfatta di domenica, non sarà così scon-tata la vittoria. Maran venderà cara la pelle conoscendo bene i limiti di questa Inter. Roberto Mancini non ha ancora le idee chiare e, ancora una volta, rivo-luziona la formazione, rispetto al derby, che scenderà in campo questa sera. In castigo Santon, Juan Jesus e Jovetic, rei della di-sfatta contro il Milan, in com-pagnia di Brozovic, lontano cu-gino di quello visto nelle prime partite, e Ljajic. Jovetic rischia di diventare il vero caso della fa-miglia Inter. Prova di maturità, almeno ci spera il tecnico iesino, per D’Ambrosio e Telles schiera-ti in difesa, Felipe Melo e Kon-dogbia a centrocampo, Icardi in attacco con la speranza che non scenda in campo con il fantasma del rigore sbagliato nel derby. La formazione pensata da Mancini, nella speranza di vincere almeno questa partita, dovrebbe essere la seguente (4-3-3): 1 Handano-vic; 33 D’Ambrosio, 25 Miranda, 24 Murillo, 12 Telles; 83 Felipe Melo, 17 Medel, 7 Kondogbia; 23 Eder, 9 Icardi (C), 44 Perisic. Il treno Champions non è anco-ra perso, ma i minuti passano e i punti vengono regolarmente persi per strada senza fare dif-ferenze tra squadre cosiddette piccole o grandi. La Roma ieri sera, nell’anticipo del Mapei Stadium contro il Sassuolo, ha fatto il suo dovere e con un sec-co 0-2 (gol di Salah e del figliol prodigo Stephan El Shaarawy) si è portata a 41 punti in compa-gnia dell’Inter. A rischio anche la quarta piazza per i nerazzurri che iniziano a sentire anche odo-re di Milan nelle vicinanze

che l’incontro di questa sera si giocherà tra due formazioni alla pari, non per la posizione in clas-sifica, ma per i meriti sul campo. Entrambe nelle ultime sei partite di campionato hanno racimola-to cinque punti, se non fossimo già al giro di boa, i numeri sono quelli da retrocessione. All’Inter manca la vittoria in casa dallo scorso dicembre e sarebbe anche ora provare a vincerne una, ma

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Rieccoci

Mercato

“L’abbonamento a 3 è da disdire!” Questo deve es-

sere la frase d’ordine della ban-da Mancini per la partita con il Chievo. Dopo aver affrontato

Riscossanel giro di una settimana Juven-tus in Coppa Italia e Milan in campionato l’Inter deve innanzi-tutto calibrare la difesa per non prendere altri 3 gol e ripartire con una vittoria per centrare il terzo posto. Due partite e 6 gol subiti, le certezze granitiche del-la coppia centrale sgretolate e un attacco in continua sofferenza di palloni da buttare dentro: una caduta non del tutto inaspettata per i tifosi interisti ma dall’invo-luzione tattica e fisica preoccu-pante. Con il mercato d’inver-no è arrivato Eder e sulla carta

la coppia d’attacco con Maurito Icardi sembra molto ben assor-tita. Il mister non deve far altro che schierarli e mettere alle loro spalle un centrocampo che svi-luppi quantità e qualità. I nomi ci sono, le personalità anche ma dopo la pausa natalizia sembra che sia scomparsa la voglia di vincere, di imporsi e la sicurez-za autunnale. Il Chievo arriva a San Siro dopo aver perso le ulti-me due partite incassando 8 gol segnandone 1: non certo un bel biglietto da visita ma un lapalis-siano avviso di come imposterà

Acquisti:El Shaarawy (Monaco)

Zukanovic (Samp)

Perotti (Genoa)

Cessioni:Iturbe (Bournemouth)

Cole (Los Angeles)

Gervinho (Hebei Cina)

Vince la Roma che rafforza l’attacco con El Shaarawy e PerottiLa sessione invernale ha

chiuso i battenti. Grandis-simi colpi non ce ne sono stati. A cambiare maglie sono stati soprattutto gli attaccanti. Tra i nomi di un certo rilievo ci sono: Eder passato dalla Samp all’In-ter, El Shaarawy, nuovo attaccan-te della Roma e autore già di un spettacolare gol di tacco la setti-mana scorsa contro il Frosinone davanti al pubblico giallorosso, Ranocchia e Dodò alla Sampdo-ria, Guarin che ha salutato l’Inter per trasferirsi allo Shangai Shen-hua, Quagliarella ceduto dal To-rino alla Samp, Tello ingaggiato dalla Fiorentina in prestito dal Barcellona, Zarate che torna in Italia, in maglia viola e Cerci che tenta il rilancio con la maglia del Genoa, Floro Flores dal Sassuolo al Chievo, Tino Costa dalla Ge-noa alla Fiorentina, Kone dall’U-dinese alla Fiorentina, Immobile dal Siviglia al Torino.

Le squadre che hanno meglio operato sono: Roma che ha raf-forzato molto l’attacco, il Napoli che ha lavorato in prospettiva. Non benissimo la Samp che ha venduto il pezzo pregiato Eder e che il prossimo anno saluterà an-che Soriano. Ferrero comunque spera che i rinforzi in difesa pos-sano far risalire la sua squadra in classifica e allontanarla dalle zone pericolose.

Ecco comunque i trasferimenti nelle squadre più attese della Serie A

InterAcquisti:Eder ( dalla Samp)

Cessioni: Vidic ( risoluzione contratto),

Ranocchia (Samp)

Guarin (Shangai Shenhua)

Montoya (Betis Siviglia)

De La Fuente (Atletico Madrid)

Acquisti:Boateng (Schalke 04)

Cessioni:Cerci (Genoa)

De Jong (Los Angeles Ga-laxy)

MilanAcquisti:Grassi (Atalanta)

Regini (Empoli)

Cessioni:Henrique (Fluminense)

Zuniga (Bologna)

NapoliRoma

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Campionato

Giù alNord Mentre il Napoli vola, l’Italia oltraggia i simboli delle Due Sicilie

Diciamola tutta, la Juve è di un’altra categoria, per com-

petere con loro ce ne vuole, noi come Napoli stiamo andando ol-tre ogni più rosea previsione ed essere ancora in cors con loro e addirittura con due punti sopra, è davvero mirabolante; finora la stagione del Napoli può essere considerata miracolosa, nessu-no di noi a giugno del 2015 si sarebbe neanche minimamente immaginato ciò che stiamo vi-vendo.Il Napoli gioca bene e vince da 6 turni consecutivi, ed ha segnato 22 gol dei 50 finora fatti in cam-pionato, mantiene la testa addi-rittura da 4 turni di seguito, la squadra in questo momento sta bene e esprime un gran gioco di squadra, a Napoli era dai tempi di Vinicio che non si vedeva gio-care così. Ma bisogna restare con i piedi per terra, perché solo il la-voro e la concentrazione ci potrà aiutare da qui alla fine, per pro-seguire a sognare, anche se tutti noi tifosi degli azzurri siamo già orgogliosi di questi ragazzi e del-la loro disponibilità, della loro abnegazione, del loro sacrificIo, sono dei professionisti veri: umi-li e di qualità.Sarri sta ottenendo da loro il 101%. Auguriamoci che il Napo-li continui così.

Botta e risposta in campio-nato fra la Juventus e Na-poli. I bianconeri di Alle-

gri rifilano un poker al Chievo a Verona, ma l’undici di Sarri repli-ca sommergendo con cinque gol, al san Paolo, l’Empoli che non è sicuramente l’ultimo arrivato. La Vecchia Signora per un’oretta era passata al comando della classifi-ca e però il sogno dei tifosi pie-montesi è durato molto poco, vi-sta la reazione di Higuain e dopo il pareggio dei toscani con il gol di Paredes . Nell’infrasettimana-le i campioni d’Italia ci riprovano con il sorpasso, ospitando il Ge-noa, reduce dal pareggio con la Fiorentina che orfano di Perotti, finito alla Roma. La squadra di Gasperini, però, non è nuova ai colpacci contro i bianconeri, ne dimostra il fatto del successo conquistato a Marassi nella par-tita di andata, che aveva aperto

Napoli alla prova del noveall’Olimpico con la Lazio

la crisi di Morata e compagni. Da Torino, sempre sponda bianconera, c’è un occhio di riguardo per la Lazio, chiamata all’Olimpico a respingere l’assalto del lanciatissimo Napoli, rinfrancato dalle cinque sberle rifilate all’Em-poli. Le due partite, cioè quelle di Torino e Roma, corrono sulla stessa lunghezza d’onda e faranno tenere le antenne alzate alle due ti-foserie, mentre sicuramente con risultati in-certi fine alla fine. Se i sostenitori di Juventus e Napoli sorridono soddisfatti, la stessa cosa non accade per quelli dell’Inter, catapultati nuovamente nello spettrale san Siro, diventa-to tabù per loro dopo la sconfitta interna con la Lazio. Alzi la mano chi afferma che l’Inter non è in crisi. I nerazzurri, Coppa Italia com-presa, in sei partite hanno rimediato quattro sconfitte e due pareggi, restando all’asciutto di vittorie. I gol segnati sono tre, quelli in-cassati dieci. Se questa non è crisi, che cosa è? Stasera la squadra di Mancini proverà a tamponare questa emorragia, affrontando un Chievo che scende a San Siro, sotto choc per i quattro gol presi dalla Juve, ma sicuramen-te motivato per dar fastidio alla Beneamata. Non sarà facile neanche per il Milan a Paler-mo e la stessa Fiorentina chiamata al Franchi contro un Carpi che lotta con il coltello fra i denti per togliersi dalla palude della retro-cessione. Stesso discorso per l’Hellas Verona, chiamata al Bentegodi con l’Atalanta rinfran-cata dal pareggio con il Sassuolo, impegna-to ieri sera contro la Roma. Aprirà le ostilità odierne la gara delle 18,30 del Matusa fra il Frosinone ed il Bologna, ormai salvo con l’av-vento di Donadoni.

Contro l’Empoli siamo andati in svantaggio casualmente, anche se l’ex squadra di Maurizio Sarri è molto forte in trasferta, prima del 5-1 subito al San Paolo, Mar-co Giampaolo aveva raccolto in trasferta ben 15 punti, quasi la metà dei punti (32), che i toscani hanno finora raccolto in cam-pionato. Non era facile ribaltare l’1-0 . I partenopei così come con  il Sassuolo, hanno comun-que continuato a giocare come se non fosse accaduto nulla, questo è uno dei segreti di questa sta-gione straordinaria, oltre al cam-pionato esorbitante che stanno giocando Gonzalo Higuain e

Lorenzo Insigne che è uno dei migliori talenti del calcio italia-no, il gruppo è consapevole di se e di ciò che vuole. La torcida napoletana è contenta di Insigne, che rappresenta la napoletanità che un tempo era rappresentata da Mistone, Juliano, Bruscolotti,

Celestini, Taglialatela, Cannava-ro, e che oggi lui rappresenta in maniera egregia, abbinando una talento naturale a una grande di-sponibilità; in campo è sempre pronto a sacrificarsi, finora ha realizzato 10 reti (2 in meno di Dybala) e 9 assist, stratosferico.A Roma giocheremo senza El-seid Hysaj e Allan che erano dif-fidati e che il vergognoso arbitro, cui è stata affidata la direzione di Napoli-Empoli, Davide Massa, ha rincorso per tutto il tempo calmandosi appena li ha potuti ammonire; sarà dura contro la Lazio, ma quale partita per noi non lo è?

La Lazio di Stefano Pioli è piena di talenti, come  Felipe Ander-son, Keita Baldé Diao, e dispone di calciatori esperti e molto forti come Antonio Candreva, Mi-roslav Klose, e su tutti uno che spesso con noi ha fatto gol come Alessandro Matri.

I capitolini l’anno scorso ci han-no tra l’altro buttato fuori dalla Champions e dalla Coppa Ita-lia, in entrambe le volte in casa nostra, a Fuorigrotta. Speriamo non ripetano l’impresa, sarebbe davvero brutto perdere la testa della classifica ancora una volta al cospetto di Claudio Lotito.Anche contro l’Empoli si è ri-presentata la questione  delle bandiere delle Due Sicilie allo stadio. Dopo i sequestri, perché di sequestri si tratta, anche se gli addetti alla sicurezza si guarda-no bene dal verbalizzare il tutto, di bandiere e sciarpe verificatisi in diverse occasioni, dopo l’in-

terrogazione parlamentare per la quale siamo ancora in attesa di risposta, dopo la risposta alla richiesta del Movimento Neo-borbonico al GOS (organismo preposto all’ordine pubblico allo stadio) che concedeva, per ora, l’utilizzo di bandiere e sciarpe con simbologia delle Due Sici-lie purché “associata ai colori e ai simboli del Napoli”, mentre sugli stadi di mezza Italia cori e striscioni razzisti continuano impuniti a offendere Napoli e i Napoletani, allo stadio San Pao-lo continuano vergognosamen-te e illegalmente a sequestrare sciarpe e bandiere gigliate anche

a donne e bambini e a detta di numerosi testimoni addirittura perché quei simboli di storia, cultura, identità e orgoglio, sa-rebbero “offensivi”. La “battaglia” continuerà in ogni sede (gior-nali, tv, radio, siti, gruppi social, altre imminenti interrogazio-ni parlamentari, azioni legali) per capire se si tratta di abusi o inadempienze di funzionari locali o di precise volontà poli-tiche evidentemente condizio-nate dalla preoccupazione della diffusione dilagante di quella simbologia,ancora più dilagante dopo questi episodi! Saboia chi molla.

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Giovanni Labanca

inteR club acQuaviva d’iseRniaVita di CLUB

Pubblichiamo, ancora, foto delle trascorse festività

natalizie per far piacere, nei nostri limiti di spazio, a più Inter Club possibili.Questo paesino di appena 464 abitanti, a 730 metri sul livello del mare, nel cuore del Molise, merita tutta la nostra attenzione. E’ nato da un ini-ziale agglomerato di Sanniti, con l’economia basata sull’a-gricoltura e la pastorizia, dei cui prelibati prodotti va mol-to fiero. La festa più impor-tante è quella religiosa, che si celebra il 21 gennaio, in onore del santo patrono Anastasio, giorno in cui si svolge la Fo-cata, grande falò, auspicio di benessere, che richiama an-che tanti turisti.Qui si tratta della bella tom-

bolata che l’Inter Club Acqua-viva di Isernia ha organizzato tra i suoi soci e le rispettive fa-miglie, per trascorrere insie-me una serata diversa,anche se con il pensiero rivolto alla Beneamata ed alle sue alterne fortune.Il successo ha dato ancora una volta ragione al volitivo presidente ed al direttivo che, oltre agli scontati appunta-menti sportivi legati al tifo per la squadra, organizzano tante iniziative a sfondo so-ciale, per favorire, sempre in modo più incisivo, l’integra-zione tra i ragazzi ed anche il rapporto tra il sodalizio ne-razzurro e la stessa cittadina, che, come sempre è accaduto, segue con grande simpatia e partecipazione le attività dell’Inter Club.Stadio5 si associa ai compli-menti che anche il Centro Coordinamento di Milano ha fatto pervenire ai dirigen-ti dell’Inter Club Acquaviva d’Isernia, che come è facile intuire, fa davvero i salti mor-tali per mantenere in vita una struttura che comporta, come ogni cosa, un discreto impe-gno anche finanziario.

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Giovanni Labanca

Vita di CLUB

Nicola Berti, ambasciatore per gli Inter Club

C’era una volta il Libano, si po-trebbe dire se il pensiero ci ri-porta agli anni d’oro di questo lembo di terra affacciato sull’e-stremo angolo del Mediterraneo, terra dei Fenici e dei cedri, che ne caratterizzano la storia. Quel-la odierna, è una storia che parla di guerra e distruzioni, ma anche in tutto questo desolante quadro, un fiorellino di speranza e di gio-ia si può trovare nel campo spor-tivo e del tifo. Esiste, infatti, un Inter Club, a dimostrazione della grande forza che esercita la pas-sione per una delle squadre più famose al mondo, l’Inter, appun-to. I tifosi si danno appuntamen-

Inter Club Lebanon

to a Lebanon per organizzarsi nel migliore dei modi per seguire la squadra del cuore, come hanno fatto ultimamente per il Torneo di FIFA 2016, un appassionante appuntamento che i tifosi hanno deciso di organizzare ogni anno.Altre occasioni di ritrovo sono, ovviamente, le partite dell’Inter, che vengono seguite per televi-

sione, con un tifo che rassomiglia tanto, nelle dovute proporzioni, a quello di San Siro. La grande famiglia degli Inter Club, come è dimostrato,  non conosce di-stanze e supera ogni confine, per essere sempre pronta a ritrovar-si e celebrare, con la più grande passione, la propria Beneamata.

Nicola Berti, vecchia gloria nerazzurra, è stato nominato dalla Società “ambasciatore” presso gli Inter Club. Il suo compito, accettato con immenso piacere e salutato con

entusiasmo dai soci della Famiglia nerazzurra, è quello di tenere sempre più vivo il già caldo rapporto tra la Società, il Centro Coordinamento e la vasta tifoseria interista. Questa avrà sempre più modo di dialogare con la Dirigenza e proporre idee, atte al miglioramento, già ottimale, della funzione del Centro Coordinamento Inter Club, che, ricordiamo per inciso, è il primo nato in Italia ed il più importante per numero di affiliati.Berti visiterà tutti gli Inter Club, previa una logica programmazione, che andrà, di volta in volta, messa a punto in collaborazione con i coordinatori regionali.Questa nuova figura, fortemente voluta dal presidente Thohir, costituisce una ulteriore prova di attenzione e di rispetto della F.C. Internazionale nei confronti della appassionata tifoseria, che, apprezzando molto la nomina di un simpatico interista, si sentirà sempre più ben disposta nei confronti del Biscione o della Beneamata. Scegliete voi il nome, senza dimenticarvi, però, che si tratta sempre della grande, intramontabile Inter.Stadio5, sempre vicino agli Inter Club, cui dedica più pagine ogni settimana, saluta con favore questa ulteriore bella iniziativa, dai sempre più brillanti colori nerazzurri ed augura all’amico Berti buon un proficuo lavoro.

Nell’ambito del programma che mira ad avvicinare sempre più direttamente la tifoseria alla squadra, il Centro Coordina-mento ha ospitato, in occasione di Inter-Carpi, i rappresentanti dell’Inter Club Velletri, premia-ti da Nazzareno Canuti, per il maggior numero di iscritti del Lazio. Sei soci Junior dell’Inter Club hanno potuto visitare lo stadio e, cosa più emozionan-te, “calpestare” il magico ter-reno di San Siro, come fanno i loro campioni, che questi baldi giovanotti, vorrebbero vedere sempre vittoriosi.

Inter Forever

In occasione della partita Atalanta-Inter, numerosi

soci rappresentanti degli In-ter Club della provincia ber-gamasca hanno potuto far visita ai giocatori nerazzurri,

inteR club beRGamo

direttamente nell’albergo che ha ospitato la squadra. Questa è una ulteriore prova della grande considerazione che il Centro Coordinamen-to ha per i Club, nello spiri-

to sempre più costruttivo di collaborazione, segnale di grande sensibilità della So-cietà nerazzurra verso i suoi sostenitori.

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11mercoledi 3 febbraio 2016 www.stadio5.it

pagine 284 - ill. - prezzo € 16,00isbn 978-88-6218-242-3

Nell’ottobre del 1908, curio-samente a Chiasso, si di-

sputava il primo Inter-Milan, la sfida che sarebbe diventata il derby italiano per eccellenza, il più giocato, il più prestigioso. Il derby della Madonnina ne ce-lebra la storia ripercorrendo in sessantuno storie la sua gloriosa epopea attraverso partite famose e incontri che pochi conoscono. Un lungo, intenso e vivace rac-conto, ricchissimo di aneddoti, interviste, personaggi: dai fratelli Cevenini all’immenso Meazza che segnò con entrambe le ma-glie, dai fuoriclasse come Nyers e il Gre-No-Li, Rivera e Mazzola, Matthaeus e van Basten, Ibra e Kaká, a giocatori magari meno celebri ma che un’impronta, nel-la stracittadina, l’hanno lasciata: Smerzi, Bonizzoni, Cappellini, Belli, De Vecchi, Minaudo e tan-ti altri. Calcio, dunque, ma non solo. Poesia, musica, fatti di cro-naca si inseriscono spesso e vo-lentieri nei racconti, al pari delle vicende di una città fortunata a possedere il derby. Perché la stracittadina, oltre a essere emo-zione allo stato puro, è anche de-

Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro RaimondiIL DERBY DELLA MADONNINA

mocrazia: una sorta di bipolari-smo calcistico, l’esaltazione della dialettica, della libertà. Questo libro rappresenta un sincero, ap-passionato atto d’amore nei suoi confronti.Alberto Figliolia è giornali-sta pubblicista. Collabora con il «Gazetin», periodico indi-pendente di cronaca civile, e «tellusfolio», rivista telematica “glocal”. Allenatore di basket, ha provato a coniugare la passione dell’insegnamento con i concetti di agonismo, democrazia e soli-darietà. Collabora con Silvana Ceruti alla conduzione del Labo-ratorio di Scrittura creativa nella Casa di Reclusione di Milano-Opera. Ha scritto numerosi libri navigando fra poesia e sport. Condivide con Çlirim Muça la vocazione alla divulgazione del-lo haiku e crede con fermezza nel martello libertario e gandhiano della poesia.Davide Grassi, giornalista pub-blicista, ha collaborato con diver-si quotidiani nazionali – tra cui il «Corriere della Sera» – prima di approdare agli uffici stampa. Ha pubblicato Inter? No, grazie! (Li-mina, 2002), Rossoneri comun-que (Limina, 2003) – antologia curata con Andrea Scanzi –, La palla è rotonda? (Limina, 2003),

Rossoneri. Il manuale del perfet-to casciavit (Fratelli Frilli Editori, 2008). Nel 2013, ha curato il Dia-rio della mia guerra (Segni e Pa-role), scritto da suo padre Paolo, e nel 2014 ha partecipato all’an-tologia 33 Racconti rock (QuiE-dit). Il suo sito è www.davideg.it, il blog www.fuorigiocoblog.com. Mauro Raimondi, milanese, ha esordito nel 2003 con Invasione di campo. Una vita in rossonero (Limina), partecipando all’an-tologia Rossoneri comunque (Limina, 2003). Insegnante di Storia di Milano, ha curato la biografia del poeta Franco Loi in Da bambino il cielo (Garzanti, 2010). Della sua città ha raccon-tato il cinema in Milano Films 1896/2009 (Frilli, 2009, coautore M. Palazzini), le testimonianze dei viaggiatori stranieri in Dal tetto del Duomo (Touring Club, 2007) e i libri in CentoMilano (Frilli, 2006). I tre autori hanno pubblicato insieme Centonovan-tesimi (Sep, 2005), Eravamo in centomila (Frilli, 2008) e Portieri d’Italia (A.Car, 2010). Nel 2010, Figliolia e Grassi hanno inol-tre scritto La sua Africa. Storia di Samuel Eto’o (Limina), e nel 2012 Grassi e Raimondi hanno pubblicato Milano è rossonera (Bradipolibri).

Christopher Nasso

Suoni eSapori

n o n s o l o c a l c i o

antichi mestieri

Il pianino fu inventato nel 1700 da un modenese, Giovanni

Barberi. Il cilindro del pianino, o organetto, funzionava in ma-niera molto simile al cilindro di un carillon, quando ruotava su se stesso le sue punte rialza-te determinavano la vibrazione di piccole leve e il movimento delle corde ad esse collegate pro-ducendo le più varie melodie. Il pianino prosperò soprattutto in Italia, in Francia, in Belgio e in Olanda, ma il suo maggior splendore lo ebbe a Napoli. “trainato da un cavallo o spinto dallo stesso suonatore, scandi-va lo scorrere della vita di una folcloristica Napoli. La gente gli

Il pianino napoletano fu inventato da un modenesesi affollava intorno richiamata dalle melodie che si diffonde-vano tra i vicoli, acquistava per tre soldi le “copielle” e si univa al canto. Il pianino portava le canzoni nei vicoli, nelle case, nel cuore” Napoli divenne la capitale dei pianini e il suonatore non fu mai considerato “questuante” ma “venditore” di musica, ed era te-nuto in massima stima da autori ed editori, per la preziosissima collaborazione divulgativa che compiva. Con il passare del tem-

po, lentamente veniva sceman-do la sua funzione che passava successivamente alle ribalte del café-chantant, al cinema, al di-sco, alla radio e alla televisione. Il declino dei pianini ambulanti iniziò esattamente nel mese di maggio del 1938 quando il fa-moso suonatore del rione Ponti Rossi, Carluccio ‘o Calamaio, commise l’imprudenza di inse-rire nel suo bellissimo pianino un rullo con l’inno di Garibaldi proprio mentre Hitler visitava

Napoli, il 3 maggio di quell’anno. Sospettato di antinazismo, Car-luccio ‘o Calamaio fu arrestato e, solo il provvidenziale interven-to di un grande avvocato Nino Talarico, gli evitò un processo e altre gravi conseguenze. Durante la seconda guerra mondiale, un incendio distrusse il deposito in Via Foria, ove si trovavano più di cento pianini. Qualche tempo dopo Raffaele Esposito Sansone, un lungimirante commerciante napoletano, apprese che alla pe-riferia di Pavia un certo signore Fabio Bonino, svendeva ben cen-todieci pianini a milleseicento lire ciascuno. Il commerciante affittò un camion di fortuna e

partì. Dopo più di una settima-na fu di ritorno a Napoli aven-do concluso l’acquisto di tutti i centodieci pianini che poi riuscì a vendere a undicimila lire cia-scuno. L’ultimo suonatore di pia-nini a Napoli fu Ciro Pantolese, il quale, all’età di ottantadue anni nel 1959 , dovette smettere la sua attività perché a Napoli non c’e-rano più fabbricanti di rulli. In quel periodo esistevano a Napoli solo ventuno suonatori ambu-lanti, troppo pochi per consen-tire all’unico incisore di rulli ri-masto in città, Pasquale Barbato, di provvedere a se stesso, alla moglie e sei figli. Pasquale Bar-bato, nato il 29 giugno a Napoli

del 1915, è rimasto nella storia del costume locale. Ma nel 1959 si trasferì a Milano e di pianini, a Napoli, non si sentì più parlare.Anche se Napoli è cambiata, in alcuni angoli di questa magica città, sarebbe bello poter vedere spuntare da un angolo un piani-no, pronto a riproporre, con le sue note martellate, le canzoni più belle, come se Carluccio ‘o Calamaio, o Ciro Pantolese lo portassero ancora per le vie e i vicoli delle contrade.

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buco NERO

Luigi Sada

finestra sul mondo e dintorni

Siamo nel 2016 ed ancora c’è gente in circolazione chi etichetta di nazismo

due partiti che stanno difenden-do la libertà del proprio Paese dall’assalto di due milioni di finti profughi, provenienti dal medio oriente.Ad attaccare l’incontro di Milano tra Salvini e Le Pen sono stati i soliti centri sociali, pron-ti a contestare qualsiasi mossa e iniziativa della Lega Nord e del Front National francese, per proteggere dall’invasione islami-ca l’intera Europa. Il guaio è che sono proprio loro i nazifascisti, cioè i centri sociali capaci di ag-gredire i poliziotti e distruggere i centri delle città, senza che al-cun politico di sinistra prenda le distanze da loro, punendo i colpevoli, tra l’altro, associati ai

salvini, patto d’acciaio con la le pennoglobal, specialisti in qualità di vandali specializzati nelle distru-zioni delle città europee.Salvini e la Le Pen, insieme ad altri rappresentanti del entro de-stra dell’UE, nell’evento promos-so a Milano presso il palazzo dei congressi del Portello. non hanno fatto altro che ribadire la linea promossa a Bruxelles in merito all’arrivo indiscriminato dei migranti da ogni parte del mondo.In Australia c’è una legge che re-spinge i clandestini se non han-no i requisiti fissati dal governo di Sidney dove questi ultimi vengono rispediti al loro paese con voli charter. La Svezia, la Finlandia e la Da-nimarca stanno facendo la stessa cosa. In Italia, no, Alfano dice che è tutto sotto controllo, ma la verità è che c’è in atto una vera invasione, dal momento che le richieste di asilo politico per chi fugge dalla guerra è solo il 20% sul totale. Ogni giorno, in questa situazione, si moltiplicano gli assalti alle abitazioni e attacchi a negozi, creando il panico alla po-

polazione, costretta a difendersi come può. Non bastasse c’è pure una legge infame italiana che di-fende ladri e delinquenti, visto che , l’altro giorno, un cittadino che aveva ucciso un ladro entra-to di notte sella sua tabaccheria è stato condannato a due anni e mezzo di carcere e costretto a pagare 350 mila euro, quale ri-sarcimento ai parenti della vitti-ma. Ma dove hanno la capoccia questi giudici e magistrati? Lo sanno qual è il valore di questa cifra chiesta al tabaccaio? Così, al di là della rovina della perso-na morale, si colpisce l’aggredito, rovinandolo per tutta la vita, vi-sto che 350 mila euro non sono noccioline, ma siamo in Italia e in Italia non c’è giustizia, visto che quattro gatti (senza offesa per i gatti) di centri sociali si per-mettono di stampare manifesti con le foto di Salvini e la Le Pen con la scritta “Ecco i nuovi nazi-sti”. Pensate un po’. Dalla caduta del fascismo-nazismo, sono pas-sati 72 anni e la testa di questa gente è rimasta ferma, congelata, al 1945.

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13mercoledi 3 febbraio 2016 www.stadio5.it

RiccardoSada

Libri

L’estate del 2015 è stata ca-ratterizzata dall’ennesimo

allarme sociale indirizzato ai giovani, alle droghe e al mondo della notte in generale. Il 19 lu-glio a seguito della scomparsa di un ragazzo minorenne deceduto dopo una serata passata nella discoteca più famosa d’Italia, il Cocoricò di Riccione, moltissi-mi media nazionali hanno con-tribuito alla creazione di un di-battito intenso quanto, in molti casi, superficiale riproponendo per l’ennesima volta a distanza di anni l’associazione: giovani-discoteca-sballo-droga.Pierfrancesco Pacoda torna così con un interessante libro, un viaggio nel mondo della notte tra giovani, droghe, eccessi e divieti: “Rischio e Desiderio” (collana: NFC Edizioni; formato: 14x21 cm; pagine: 132; € 11,90 ISBN: 9788867260737). L’intervento di Pacoda è quasi in tempo reale, nel dibattito in corso, e dà voce diretta ad alcuni protagonisti del mondo della notte. Giovani, club culture, droghe, musica, pro-spettive e stato delle cose sono

Rischio e desideRio

state le linee guida per un lavoro che intende creare un’opportuni-tà di confronto in grado di allar-gare il campo e coinvolgere più voci possibili in una questione perennemente attuale.Il libro contiene interventi di: Luca Agnelli, Stefano Bertoletti, Renato Bricolo, Lucia Chiavari, Claudio Cippitelli, Fabrizio De Meis, Marie Di Blasi, Federica Gamberale, Nicola Lagioia, Mi-chele Marangi, Principe Mauri-ce, Leonardo Montecchi, Mauri-zio Pasca, Pier Pierucci, Edoardo Polidori, Micaela Zanni, Cristia-no Zuccher.Pierfrancesco, perché “Rischio e Desiderio” e perché questo titolo?“‘Rischio e desiderio’ perché sono a mio avviso i due poli tra i quali si sviluppa il rapporto che i ragaz-zi oggi hanno con il clubbing. Da un lato l’aspirazione a consumare voracemente la notte, a viverne le passioni, il suo senso del mistero, il suo essere, ogni volta, l’occasio-ne per un ‘viaggio’, dall’altro la voglia di accettarne i rischi, di sfi-dare la ‘normalità’, di avere una

rapporto dinamico e non formale con gli eccessi. È naturale, è l’es-senza stessa delle cosiddette cul-ture giovanili”.Tutto è nato da quello che è suc-cesso al Cocoricò o lo avresti scritto ugualmente? “Il libro nasce dopo i fatti estivi e la consueta ondata di parole che si è abbattuta sui club, come sem-pre avviene quando le discoteche finiscono al centro della cronaca: e, come sempre, le generalizzazio-ni hanno trionfato, come il luogo comune, sostenuto dalla quasi totalità dei media, dei club come luoghi del disagio morale. Il libro è stato pensato come un contribu-to, spero utile, al tema. Volevo far ascoltare le voci di operatori che, a titolo diverso, lavorano nell’u-niverso giovanile, con passione e competenza, e quindi hanno gli strumenti per meglio analizzare, senza preclusioni, il fenomeno. Ci pensavo da tempo, in realtà vo-levo scrivere un libro sulla figura del dj oggi. Poi, vista la bruciante attualità, ho pensato a ‘Rischio e Desiderio’”.Mai pensato di fare una disa-mina anche sulle condizioni all’estero?“Per fare un lavoro simile sull’e-stero ci vorrebbe una competenza e una conoscenze di quello che avviene nei diversi paesi che solo chi vive e lavora lì può avere. In realtà volevamo, e avevamo chie-sto, dei contributi dall’estero, in particolare alle organizzazioni che lavorano sulla riduzione del danno alla Parade di Zurigo, ma non c’erano i tempi. Sarà per un nuovo volume”.Perché i media associano i gio-vani e le loro droghe alla club culture? “Perché i club sono i luoghi di aggregazione per eccellenza per i ragazzi oggi, e quando parlo di club faccio riferimento non solo alle discoteche, ma a tutti gli spazi dove si balla, dai disco bar ai rave. Non dimentichiamo che i primi rave in Inghilterra furono i luoghi più amati dai pusher per testare sul mercato l’appena arrivata in

Europa extasy. Certo questo non ha aiutato nella percezione gene-rale del fenomeno. Ma sarebbe sin troppo facile dire che le discoteche valgono qualsiasi altro posto dove i giovani si incontrano per quel che riguarda la diffusione delle droghe”.Perché la musica da discoteca deve fare sempre i conti con una cultura antigiovanile?“Perché la cultura dominante è di per se antigiovanile. Perché i club sono luoghi dove si è sviluppata, dalla disco in poi, quella che i so-ciologi definiscono una ‘subcultu-ra’, che ha in se tensioni opposte a quelle dominanti. I club sono nati come spazi di ribellione, di inno-vazione sociale”.Ogni musica, o almeno ogni genere musicale, ha una sua droga? È vero questo?“Secondo me è una generalizza-zione, diciamo che, nel corso degli anni c’è stata una diffusione mag-giore di un tipo di droga legato a un periodo determinato delle culture giovanili. Oggi, anche nel-le droghe, come nel resto, è tutto mescolato. Quello che è cambia-to, purtroppo, è l’approccio dei più giovani alle droghe. Oggi le sostanze, specie quelle chimiche, si assumono con preoccupante leggerezza. Come se fossero par-te dell’intrattenimento. In questo senso il marketing criminale ha funzionato benissimo. E la per-cezione che i ragazzi hanno delle pastiglie, così carine e colorate, è come di un oggetto innocuo, che fa parte dl ‘kit’ del divertimento serale. Ed è questa mentalità che bisogna combattere”.Su che base hai scelto i nomi per gli interventi inclusi nel li-bro? “L’idea era quella di affiancare saggi più ponderosi di carattere scientifico, realizzato da sociologi e psicologi che da anni lavorano sul campo sostenendo la neces-sità della riduzione del danno, a interventi di gestori di club, dj, persone che lavorano nei luoghi della notte e hanno un punto di osservazione privilegiato. Credo

che il libro offra una panoramica unica su quello che succede nelle notti dei ragazzi italiani”.Quali collegamenti ci sono con “Riviera Club Culture”, il tuo precedente libro?“’Riviera Club Culture’ era un li-bro diverso. Lì volevo raccontare e storicizzare un periodo, dalla se-conda metà degli anni ‘70 ai ‘90, durante i quali la riviera roma-gnola era il centro assoluto della

stare il problema, ad allontanarlo di qualche chilometro, Sono con-vinto che l’unica via possibile sia la conoscenza e l’informazione: In questo bisognerebbe imparare da esperienze pilota come quelle olandesi o tedesche, dove nei rave ci sono esperti che danno tutte le

Pierfrancesco Pacoda è studioso, giornalista e si occupa principalmente di stili di vita e cul-ture giovanili. È autore di numerosi libri tra cui “Riviera Club Culture” (NdA press 2012).

nighclubbing internazionale, gra-zie a una serie di fortunati acca-dimenti, non ultima la presenza sulla scena notturna di una me-ravigliosa generazione di impren-ditori illuminati, tra quali è dove-roso ricordare Gianni Fabbri del Paradiso. Allora i club diedero carta bianca a tanti ragazzi ap-passionati di musica e di arte che trovarono nelle discoteche i posti dove sviluppare il loro linguaggio. Il libro era un omaggio a una sta-gione meravigliosa della quale si stava perdendo la memoria”.Perché in Italia non esiste la (paradossale) cultura del saper-si drogare (bene)? Impressio-ne? Leggenda metropolitana? Festival e club non sembrano così segnati da decessi e attac-chi dei media.“Intanto non credo che esista un sapersi drogare bene. Non sono un moralista, ma penso che si possa godere magari della musi-ca senza fare ricorso a sostanze che alterano la percezione. Det-to questo, sicuramente la risposta non è la repressione, chiudere i club è un atto che serve solo a spo-

informazioni sulle sostanze e in alcuni casi le analizzano per ve-rificare la presenza di veleni che potrebbero comunque avere ef-fetti letali. Ecco, il moralismo sta nel far finta di niente e gridare additando le discoteche quando avvengono fatti drammatici”.Ma i giovani perché prediligo-no i raduni techno come luoghi dove drogarsi?“I raduni techno valgono secondo me quanto un concerto rock, ripe-to, non credo che ci sia un legame tra generi musicali e consumo di sostanze. Naturalmente è un pun-to di vista personale, nel libro c’è chi la pensa diversamente”.Quale responsabilità hanno i dj? Potrebbero sensibilizzare il proprio pubblico? “Sicuramente i dj dovrebbero im-pegnarsi in prima persona, sono dei ‘role model’ per i ragazzi e co-noscono queste situazioni meglio di tutti. Quello che io auspico è una stretta collaborazione tra le istituzioni e chi lavora nei club, i gestori e i dj. E spero che il libro possa favorire questa relazione”.

Pierfrancesco Pacoda

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Registrazione del Tribunale di Milano: n° 446 del 3 agosto 2011