n. 5 Maggio 2009 PolieCo Magazine

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n. 5 - Maggio 2009 M A G A Z I N E Free Service srl Edizioni - Falconara M. (AN) - Supplemento n. 1 al n. 5 Maggio 2009 di Regioni&Ambiente - Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DGB Ancona periodico Omologato

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EDITORIALE

SOMMARIOTavola Rotonda: Il diritto penale comunitario in materia di tutela dell’ambiente TUTELA PENALE DELL’AMBIENTE: ISTITUZIONI E IMPRESE NE DISCUTONO A ROMAFondazione Santa Chiara, PolieCo e Diritto all’Ambiente hanno promosso a Roma una Tavola Rotondacon tutti gli stakeholders in vista del recepimento da parte dello Stato italiano della Direttiva 2008/99/CE

di Alberto Piastrellini p. 3

Acquisti VerdiIL RITARDO DELL’ITALIA COMPROMETTE LA FILIERA DEL RICICLOUrgono provvedimenti ed azioni per snellire l’accesso al Repertorio del Riciclaggio, nonché dinamiche di dialogo conl’Osservatorio Nazionale dei Rifiuti e la Commissione Tecnica del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

di Claudia Salvestrini p. 5

Novatex Italia spa, numero uno nel mondo nella produzione di reti per l’agricolturaDA OLTRE TRENT’ANNI ALLA RICERCA DELL’ECCELLENZALa ricetta? Innovazione, qualità e servizio

di Silvia Barchiesi p. 6

Recupero e riciclo dei rifiuti plastici da demolizionePOLIECO IN PRIMA LINEA IN ABRUZZOSul progetto vigila il WWF Italia

di Alberto Piastrellini p. 7

Mentre l’anno in corso si appresta a doppiare la boa del primo semestre e la crisi economica sembra allentare i propri lacci (anche se i suoi effetti sul mercato continuano e continueranno ad avere un peso notevole nelle scelte imprenditoriali dei prossimi mesi), il mondo dell’ambiente ha vissuto l’im-portante introduzione, da parte dell’UE, del Diritto Penale nelle norme a tutela dell’ambiente (Direttiva 2008/99/CE del Parlamento Europeo e del Con-siglio).La Direttiva, che dovrà obbligatoria-mente essere recepita nell’ordinamento nazionale di tutti gli Stati membri, è stata salutata, in Italia, con approcci diversi.A questo proposito abbiamo ritenu-to doveroso, nel rispetto della nostra mission, organizzare un evento nazio-nale che riunisse attorno ad un tavolo tutti i portatori di interesse: dalle Isti-tuzioni, al Legislatore, dal Governo

ne, è quello relativo all’attuazione del programma nazionale di Green Public Procurement, più noto come: “Acquisti Verdi”, una strategia che consentireb-be, se adeguatamente applicata, di offrire i giusti sbocchi di mercato per i materiali da riciclo. Il tutto nell’ottica di ottimizzare le risor-se nazionali, di minimizzare gli impatti ambientali e di far sopravvivere le im-prese del riciclo che, nel loro insieme, costituiscono un aspetto d’eccellenza dell’imprenditoria italiana.Conclude il Magazine un piccolo aggiornamento sulle proposte che il PolieCo sta valutando onde offrire il proprio aiuto e le proprie capacità or-ganizzative, alla Regione Abruzzo e alle sue imprese, recentemente fune-state dal sisma.A tutti una buona lettura!

agli Organi di controllo, dal mondo dell’associazionismo ambientale a quello dell’impresa.Di quanto emerso durante la conven-tion, offriamo al lettore una sintesi, sottolineando le tante testimonianze che ancora ci pervengono circa la bon-tà e la necessità dell’iniziativa.Altro argomento che trova adeguato spazio di approfondimento e che sta particolarmente a cuore del nostro Consorzio, al punto da essere oggetto di costante monitoraggio ed attenzio-

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n. 5 - Maggio 2009Eventi

di Alberto Piastrellini

TUTELA PENALE DELL’AMBIENTE:ISTITUZIONI E IMPRESE NE DISCUTONO A ROMA

L’introduzione del Diritto Penale nel contesto normativo a tutela dell’ambiente, rappresenta un notevole passo in avanti nella politica comunitaria e apre a scenari futuri di non facile interpretazione e recepimento, sia per quanto riguarda le novità formali, che sostanziali.Del resto l’allargamento a livello internazionale dei reati am-bientali, soprattutto per quanto concerne il settore dei rifiuti, un tema, quest’ultimo che negli ultimi anni s’è trasformato da problema locale dei singoli Paesi membri a diffuso fenomeno transnazionale che nasconde dinamiche malavitose, ha spinto l’UE e i suoi organi di Governo, ad adottare una precisa Diret-tiva (2008/99) che ha l’obiettivo di elevare il livello di tutela dell’ambiente in tutto l’ambito comunitario, onde contenere il depauperamento dell’ambiente e proteggere la conservazione delle specie, ivi compresa quella umana, dall’inquinamento derivante dalla dispersione illecita di sostanze ed elementi nocivi nel terreno, nelle falde acquifere e nei corsi d’acqua.La nuova normativa dà mandato agli Stati membri di prevedere, nella legislazione nazionale, nuove sanzioni penali più efficaci e dissuasive (ancorché proporzionate alla gravità del delitto commes-so), in presenza di violazioni delle regole del diritto dell’Unione. La novità, che non ha mancato di destare l’interesse maggiore negli operatori, è determinata dal fatto che la Direttiva introduce l’obbligo di individuare la responsabilità in diversi soggetti, comprese le persone giuridiche, e contempla azioni preven-tive e repressive secondo le logiche del diritto penale, laddove, finora ci si era limitati ad applicare sanzioni amministrative e meccanismi di risarcimento tipici del Diritto Civile.Orbene, onde approfondire l’argomento, promuovere un dibatti-to libero da censure e fornire gli adeguati strumenti conoscitivi ed informativi sulla tematica in oggetto, Fondazione Santa Chiara per lo studio del Diritto e dell’Economia dell’Ambiente; Consorzio PolieCo (Consorzio Nazionale per il riciclaggio dei rifiuti dei beni a base di polietilene); e Diritto all’Ambiente

- Rivista on-line, hanno promosso nella giornata di mercoledì 25 marzo una Tavola Rotonda dal titolo: “Il diritto penale co-munitario in materia di tutela dell’ambiente”, alla presenza di importanti esponenti del Governo, del mondo dell’impresa e della giurisprudenza, riuniti per l’occasione, in Roma, presso la Sala delle Conferenze di Piazza Montecitorio.Grande è stata l’affluenza di pubblico, convenuto non solo dalla Capitale ma anche da diverse Regioni italiane e, a con-ferma del notevole interesse suscitato dall’argomento e dal parterre dei relatori, si è registrata una cospicua presenza degli Organi di controllo: Guardia di Finanza, Carabinieri e Corpo Forestale dello Stato.L’evento si inserisce nel solco delle tante iniziative - compreso il Ciclo di Formazione 2009 - che il PolieCo e la Fondazione Santa Chiara, hanno deciso di proporre, ai Soci del Consorzio e alle Pubbliche Amministrazioni, nella precisa convinzione che la sensibilità ambientale e le singole “buone pratiche” non bastano a formare un comparto industriale e produttivo che giornalmente si confronta con le tematiche dell’ambiente e che non cerca di eludere, pur misurandosi con norme stratificate e di difficile interpretazione, anche per gli addetti ai lavori e dagli stessi Organi di controllo.Di qui la necessità di informare e comunicare puntualmente le novità normative del settore, confrontandosi con le esi-genze della base imprenditoriale del comparto del riciclo e promuovendo, all’occasione, tavoli di confronto fra gli stessi operatori e i rappresentanti delle Istituzioni, nella certezza che solo una dialettica comune potrà portare all’applicazione seria e condivisa delle regole a tutela dell’ambiente.“Questo meeting è nato a seguito di diversi incontri con le Autorità competenti - ha dichiarato in apertura il Presidente di PolieCo, Enrico Bobbio, ricordando alcuni eventi che hanno contribuito alla genesi dell’iniziativa - le quali, all’in-domani dell’uscita della Direttiva sollecitavano un momento

Fondazione Santa Chiara, PolieCo e Diritto all’Ambiente hanno promosso a Roma una Tavola Rotondacon tutti gli stakeholders in vista del recepimento da parte dello Stato italiano della Direttiva 2008/99/CE

Tavola Rotonda: Il diritto penale comunitario in materia di tutela dell’ambiente

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di particolare approfondimento. È per questo che abbiamo voluto promuovere questo incontro, riunendo tanti esperti che analizzassero le prospettive future dal loro punto di vista”.A rimarcare le istanze che hanno mosso il Legislatore europeo alla scrittura della Direttiva, è stato il Prof. Crescenzo Fiore, antropologo, qui in veste di moderatore, che nell’introdurre i lavori ha precisato come “il sentimento di minaccia e pre-occupazione che l’Europa avverte nei confronti della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, accanto ad una rinnovata sensibilità ambientale e ad un corpus di leggi, spesso insufficiente, ha spinto l’UE nella direzione di colmare alcuni deficit normativi locali nella convinzione che, quando si tratta di ambiente, la dimensione nazionale non basta più”.Qualche preoccupazione nei confronti del mondo dell’im-presa, già in difficoltà per la crisi economica in atto e per lo stratificarsi di una normativa nazionale sull’ambiente piuttosto confusa, l’ha espressa l’On. Francesco Paolo Sisto, membro della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, il qua-le, pur plaudendo all’iniziativa comunitaria tesa alla maggior tutela dell’ambiente, ha ribadito che il mondo dell’impresa ha bisogno di norme che accompagnino l’esercizio in tutte le sue fasi e che il diritto penale andrebbe considerato un valore aggiunto e non una barriera allo sviluppo.A cura della Dott.ssa Mariella Maffini, Responsabile della missione tecnico operativa della raccolta differenziata nell’am-bito della struttura del Sottosegretario Guido Bertolaso, c’è stata una disamina della gestione del sistema-ambiente, con particolare riferimento a quanto accaduto nella Regione Cam-pania, nel quadro della normativa nazionale e comunitaria.Un’altra preoccupazione è emersa dall’intervento dell’On. Angelo Alessandri, Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, il quale ha stigmatizzato il pericolo derivante da approcci estremistici nei confronti dello sviluppo industriale tout court e dell’ambientalismo.A gettare acqua sul fuoco è intervenuto l’On. Rocco Buttiglione, ricordando come: “il diritto comunitario è diritto vigente in Italia, con l’esclusione dei principi fondanti della Costituzione”.Anche l’eurodeputato Marcello Vernola, relatore-ombra della Direttiva, ha preferito puntare l’indice sugli effetti benefici che la Direttiva stessa produrrà nei confronti degli inquinamenti derivanti dalle imprese dei Paesi emergenti che si affacciano

sull’Europa, piuttosto che sulle possibili conseguenze per gli imprenditori italiani.Importante il contributo scientifico del Prof. Matteo Benoz-zo, Docente di diritto ambientale all’Università di Macerata e autore, insieme al Prof. Francesco Bruno (presente anch’egli al Convegno), del Commentario al Codice dell’Ambiente.Puntuale ed esauriente, poi, la disamina dell’evoluzione dei crimini ambientali, tra regole normative nazionali, prassi giu-risprudenziali e direttive UE, compiuta dal Magistrato diCassazione, Maurizio Santoloci, mentre il punto di vista degli organi deputati al controllo dei processi industriali è stato a cura del Tenente Colonnello della Guardia di Finanza, Amedeo Antonucci, Comandante Reparto Operativo Aero-navale - Comando Regionale “Puglia”.A concludere la Tavola Rotonda è stato il doppio intervento WWF Italia, ad opera del Presidente Onorario, Fulco Pratesi che ha stigmatizzato la falsa convinzione che sia conflittuale il rapporto fra sviluppo e ambiente e del Direttore Gaetano Benedetto, il quale ha focalizzato l’attuazione del diritto co-munitario ambientale nel nostro Paese, sottolineando la gravità di ben 200 procedure di infrazione comminate all’Italia, di cui ben 64 relative a questioni ambientali.“L’importanza della tematica in oggetto - ha dichiarato il Pre-sidente PolieCo - imporrebbe ben altri tempi di riflessione”.“Come operatori dell’ambiente - ha concluso - siamo preoccupati della corretta informazione delle nostre imprese e del rapporto fra queste, legislatore e Organi di controllo, pertanto ci impegneremo affinché le riflessioni che sono scaturite oggi non rimangano isolate ed improduttive, bensì promuoveremo altre occasioni di confronto onde contribuire a stimolare nel Paese una cultura dell’ambiente intesa come più responsabile e consapevole parte-cipazione dei cittadini ai problemi della tutela del territorio”.A seguito dell’iniziativa, come anticipato dallo stesso Presi-dente Bobbio in occasione del termine dei lavori, il Consorzio PolieCo si è attivato per produrre e pubblicare gli Atti del Convegno, testimonianza dell’impegno profuso nella veico-lazione di idee, suggerimenti, sollecitazioni sull’ambiente da parte di tutti gli attori della filiera.

Tali Atti sono disponibili in consultazione sul Sito del PolieCo: www.polieco.it

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di Claudia Salvestrini - Direttore PolieCo

IL RITARDO DELL’ITALIACOMPROMETTE LA FILIERA DEL RICICLOUrgono provvedimenti ed azioni per snellire l’accesso al Repertorio del Riciclaggio, nonché dinamiche di dialogo conl’Osservatorio Nazionale dei Rifiuti e la Commissione Tecnica del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Acquisti Verdi

È cosa nota, ormai, che le Pubbliche Amministrazioni e le pubbliche auto-rità debbano essere soggetti attivi nella promozione della sostenibilità e, per quanto concerne le loro azioni quotidia-ne, stanno provando ad orientare la rotta

del mercato verso direzioni più “verdi”, solo apparentemen-te meno apprezzabili nel breve periodo dal punto di vista economico.Uno degli strumenti principali di questa inversione di tendenza è proprio il Green Public Procurement (GPP), che prevede precise considerazioni di carattere ambientale nelle procedure di acquisto di beni e servizi da parte delle PP. AA, al fine di individuare quei prodotti e quei servizi che per la loro “storia produttiva” hanno un impatto minore sulla salute umana e sull’ambiente in generale rispetto ad analoghi prodotti e servizi normalmente utilizzati.Secondo la Commissione europea il GPP è “l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incorag-giando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”.Si tenga presente, per questa breve riflessione, che gli acquisti pubblici rappresentano circa il 17% del PIL italiano e il 14% di quello europeo.Introdotto nell’ordinamento europeo dalla Direttiva del Par-lamento Europeo e del Consiglio 18/CE del 31 marzo 2004 relativa al “coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi”, il GPP è stato lungamente “corteggiato” da varie norme italiane (D. Lgs 22/97; D. M. del 27/03/1998; L. 448/01, sino al D. M. 203 dell’8 maggio 2003) che ne sollecitavano l’introduzione.Purtroppo ancorché sia stato emanato il D. M. 203/03 ed il conseguente Decreto interministeriale 11/04/2008 n. 135 “Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione”, il sistema non è pienamente decollato e questo costituisce un serio problema per tutto il comparto del riciclo.

Infatti, non solo non si sono implementate azioni virtuose per il raggiungimento della sostenibilità, ma si è persa an-che un’altra occasione per aiutare le aziende che nel settore del riciclo/recupero e stampaggio non stanno vivendo un momento roseo né, ad oggi, si riesce ad intravedere uno spiraglio di luce.Il Decreto succitato prevede che tutti gli Enti Pubblici e le Società a prevalente capitale pubblico acquistino manufatti e beni realizzati con materiale riciclato pari almeno al 30% del proprio fabbisogno annuale.L’obiettivo è anche quello di ampliare il mercato di utilizzo del rigenerato.Purtroppo, come si accennava poc’anzi, in Italia siamo ad un punto fermo sugli Acquisti Verdi perché recepire la Direttiva, emanare il provvedimento di attuazione, istituire la Commis-sione preposta è costato parecchio in termini di tempo.Non solo, i vari cambi al vertice del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, han fatto sì che lo stato di avanzamento dei lavori fosse più volte sospeso.Il Consorzio PolieCo, da par suo, ha recentemente scritto una nota al Ministero competente per riattivare l’attenzione su questa problematica e per sollecitare la ripresa dei lavori, al fine di consentire alle proprie aziende consorziate che avevano intrapreso l’iscrizione al Repertorio del Riciclaggio, di poter terminare l’iter; alle altre di iniziarlo e quindi di entrare nel Repertorio al fine di poter avere accesso ai bandi di acquisti pubblici.L’inserimento nel Repertorio del Riciclaggio richiede un’attenta analisi dell’iter documentale richiesto dalle norme (D. M. 8 maggio 2003, n. 203 e Circolare Ministeriale del 4 agosto 2004), dalle quali sono emersi diversi punti di criticità in relazione ai quali il Consorzio Polieco già a suo tempo, confermando il suo ruolo di supporto alle aziende, aveva intrapreso un percorso di dialogo con i rappresentanti dell’Osservatorio Nazionale dei Rifiuti e con la Commissione Tecnica allora preposta, per cercare di risolvere e snellire le difficoltà burocratiche incontrate dai propri Associati. Oggi, come allora, il Consorzio PolieCo è impegnato a so-stenere tutte le iniziative atte a far ripartire i lavori della Commissione e dello stesso Ministero affinché si possa, in tempi brevissimi, permettere alle aziende di ottemperare a ciò che impone l’Unione Europea e la stessa normativa italiana di riferimento, conseguendo, da un lato, la sostenibilità dell’azio-ne pubblica, dall’altro, l’economia di una filiera virtuosa la cui sussistenza è di per sé garanzia del rispetto delle istanze ambientali dei cittadini.

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di Silvia Barchiesi

DA OLTRE TRENT’ANNIALLA RICERCA DELL’ECCELLENZALa ricetta? Innovazione, qualità e servizio

Novatex Italia spa, numero uno nel mondo nella produzione di reti per l’agricoltura

Non si direbbe, eppure nei balloni di fieno e di paglia che d’estate vediamo disseminati nei campi di grano si gioca una leadership: è quella di Novatex Italia spa, azienda di riferimento nel mercato italiano ed estero nella produzione di reti per rotopresse.Nata a Sirtori (LC) nel 1977 dalla geniale intuizione di un imprenditore innovativo e “coraggioso”, Novatex, forte di un know how tecnologico acquisito in anni di esperienza e ricerca, ha saputo raccogliere le sfide provenienti dal mer-cato, trasformandosi presto da impresa product oriented a impresa market oriented e divenendo, ben presto, azienda leader nel mercato delle reti agricole.Con i suoi 225 collaboratori, le sue 2 unità produttive, i suoi 35 mila m2 di superficie coperta, i suoi 2 stabilimenti di Oggiano (Lecco) e Ferrandina (Matera) e grazie, soprattut-to, ad accordi commerciali e joint venture con due industrie estere, l’azienda, con un fatturato di 51 milioni, ed export pari al 70% del fatturato, è leader del mercato mondiale.Ma al di là dei numeri da record, sono altre le caratteristiche che contraddistinguono il marchio “Novatex”: innovazione, qualità e servizio. Quattro sono, invece, i fattori del suo successo aziendale e del suo vantaggio competitivo sul mercato: impiego di tecnologia esclusiva, ricerca e sviluppo, flessibilità e investimenti. Sono questi gli ingredienti del mix alla base della sua global vision e di una mission volta alla “ricerca dell’eccellenza”, un obiettivo questo che permea ogni fase del processo produttivo (dalle operazioni di estrusione, alla tessitura, al confezionamento) e della vita aziendale. La volontà di migliorarsi e di affermarsi ha caratterizzato fin da subito l’attività di Novatex Italia spa. Specializzatasi inizialmente nella produzione di rete elastica per alimenti, Novatex ha colto fin dagli inizi le opportunità provenienti da nuovi mercati. Così dalle reti elastiche per alimenti, alle reti sacchi, a quelle pallet, o ombreggiante, o per rotopresse, il passo è stato breve. L’azienda amplia la gamma dei pro-dotti offerti e specializzazione e diversificazione produttiva diventano due priorità su cui investire.

È così che Novatex, da piccola impresa di riferimento per la produzione di reti elastiche per confezionare salumi diventa la realtà industriale numero uno al mondo per la realizza-zione dei suoi attuali prodotti di punta: • la rete per rotopresse che garantisce notevoli risparmi

di tempo e maggiore qualità nelle operazioni di raccolta, avvolgimento e legatura di fieno, paglia, mais e riso;

• la rete pallet, ideata per garantire la massima stabilità nell’imballaggio meccanico e manuale, che consente la traspirazione e la ventilazione, ma anche, se necessario, l’essiccazione, il raffreddamento e il congelamento del contenuto;

• le reti Microclima e Tunnet, che una volta stese sulle colture sono in grado di riprodurre l’effetto climatico di una serra, creando le condizioni ideali per la germinazione e la crescita delle piante.

Frutto di un know how tecnologico esclusivo, i prodotti Novatex sono il risultato di una costante ricerca nell’ambito dell’estrusione e della tessitura e nello sviluppo di nuovi impianti di taglio e tessitura, tutti progettati e realizzati in-ternamente all’azienda.Ma se la capacità di sviluppare in proprio una tecnologia esclusiva, è parte integrante di una filosofia aziendale pronta ad investire in innovazione, qualità e tecnologia, tra i fattori chiave del suo successo internazionale si rilevano, anche la flessibilità e l’ottimizzazione delle risorse, grazie alla realiz-zazione di significative sinergie di know-how tecnologico tra i due stabilimenti di Oggiano e Ferrandina. Anche al rapporto con il cliente è dedicata particolare atten-zione. Assistenza, consulenza tecnica, customer relashionship management, formazione e aggiornamento del personale, sono infatti per Novatex attività da non sottovalutare, parti integranti del processo produttivo. Attenta alla clientela, Novatex, è ancora più attenta ai suoi dipendenti. Attraverso una gestione del personale basata sull’abbattimento delle barriere formali di natura gerarchica, la collaborazione, la conoscenza reciproca, la comunicazione, e grazie ad una politica di incentivazione basata su premi aziendali, Novatex è portavoce di una vera e propria cultura della partecipazione e della responsabilità.E se l’identificazione del personale con l’azienda e i suoi obiettivi si gioca soprattutto nel campo dei rapporti inter-personali e inter-aziendali, altrettanta importanza assumono le condizioni e l’ambiente di lavoro che puntano a creare un’immagine aziendale la più familiare e accogliente possibi-le. Tutto è finalizzato a promuovere e incentivare il lavoro in team e la collaborazione in un’ottica produttiva, sintetizzabile in sole tre parole chiave: “Lavoro, passione, senso della sfida”. Questa è per Natale Castagna , Managing Director di No-vatex Italia spa, nonché vicepresidente PolieCo, la “ricetta” del successo di Novatex e della sua leadership nel mondo nel campo della produzione di reti per l’agricoltura.

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di Alberto Piastrellini

Recupero e riciclo dei rifiuti plastici da demolizione

POLIECO IN PRIMA LINEA IN ABRUZZOSul progetto vigila il WWF Italia

Il devastante sisma che ha colpito l’Abruzzo nei mesi scorsi, accanendosi particolarmente lungo la dorsale appenninica e mettendo in ginocchio la Provincia de L’Aquila e i suoi centri abitati, non ha recato solo lutti e tragedie, ma, come in tutte le occasioni di calamità naturali, ha provocato una enorme produzione di rifiuti, diretta conseguenza dei crolli e delle inevitabili demolizioni. Stante la situazione di emergenza in cui versano le popo-lazioni locali (la cui qualità della vita merita sicuramente la precedenza rispetto ad altre urgenze), è pur vero che, partita la fase di ricostruzione, occorre demolire e mettere in sicurezza gli edifici lesionati, recuperando il più possibile i materiali riciclabili al fine di ottimizzare l’intervento e di procedere nel rispetto delle norme a tutela dell’ambiente.Lo stesso Governo si è impegnato con un apposito Decreto Legislativo (D. Lgs. n. 39/2009), il quale dispone numerose deroghe alla Parte IV del D. Lgs. 152/2006, a partire da quelle relative alla rimozione e al trasporto dei materiali crollati (deroga all’articolo 242 sulla bonifica dei siti e alla normativa sui rifiuti pericolosi). Anche l’attività degli impianti finalizzati alla gestione dei materiali può avvenire in deroga all’articolo 208, comma 15 (impianti mobili) e all’articolo 216 (operazioni di recupero). La Regione, nell’individuare i nuovi siti per le discariche, può derogare al D. Lgs. 36/2003.In questo contesto il Consorzio PolieCo ha diramato un comunicato alla Protezione Civile esprimendo la propria disponibilità a contribuire al recupero e riciclo delle materie plastiche derivanti dai crolli e dalle demolizioni a seguito del sisma.La notizia assume particolare rilievo, mentre già sono attivate tutte le dinamiche che porteranno alla ricostruzione delle zone colpite dalla calamità naturale.È giocoforza che prima di ricostruire si dovrà intervenire con i necessari sgomberi e messa in sicurezza degli edifici, ed accanto a queste attività ci si dovrà occupare dei materiali di risulta delle demolizioni, i quali non sono costituiti solo da inerti cementizi o metallici, una buona percentuale è rappresentata da svariate materie plastiche, il cui auspicabile riciclo è condizionato dalla preventiva selezione.Il Consorzio PolieCo ha comunicato formalmente la dispo-nibilità delle proprie aziende consorziate a collaborare in questa fase del processo di ricostruzione.È di pochi giorni fa la notizia che la Provincia de L’Aquila ha riunito tutti i Consorzi di recupero/riciclo per capire

come quest’ultimi possano intervenire positivamente nella fase di recupero/riciclo e smaltimento dei rifiuti derivanti dalla demolizione.Alla riunione era presente anche una delegazione del PolieCo che, in quella sede, ha ribadito la disponibilità a mettere in gioco le proprie conoscenze e professionalità in materia (soprattutto nella fase di cernita dei materiali) per il suc-cessivo avvio al riciclo. Non solo, il Consorzio ha messo a disposizione la propria struttura per l’avvio all’effettivo riciclo dei rifiuti stessi, con un evidente sgravio degli oneri a carico del Comune de L’aquila che, è considerato come produttore dei rifiuti e deve considerare il raggiungimento della quota di riciclo prevista dalla legge.Tra l’altro il PolieCo, grazie alle aziende associate, leader del settore, è in grado di offrire le migliori tecnologie e mezzi sul mercato, in grado di prelevare i detriti tal quali e pro-cedere ad una selezione meccanica dei materiali (plastica, ferro ed inerti).Anche il WWF Italia è interessato all’iniziativa e, avendo apprezzato gli interventi svolti in passato da PolieCo, seguirà con attenzione i lavori auspicando che l’impegno profuso dal Polieco, possa essere un valido contributo al recupero/riutilizzo affinché non vada tutto allo smaltimento, con evi-denti conseguenze ambientali.“La partita sul corretto smaltimento, recupero e riciclo dei rifiuti da demolizione in Abruzzo è ancora aperta e tutta da giocare - dichiara l’Avv. Lucia Ambrogi, Responsabile Rela-zioni Territorioriali WWF Italia - tuttavia, pur considerando l’emergenza e quindi la necessità di agire in una situazione particolare e molto delicata, l’auspicio è che vengano rispet-tati i criteri di tutela ambientale stabiliti dalla legge e proprio per questo abbiamo guardato con favore alla disponibilità espressa dal PolieCo”“È proprio grazie a queste disponibilità gratuite e spontanee - ha proseguito l’Avv. Ambrogi – che si raggiungono quegli obiettivi di qualità ambientale che sono fondamentali, anche nei contesti emergenziali”.“Purtroppo, non si può essere altrettanto soddisfatti della situazione in cui versa il riciclo in generale nel nostro Paese - ha concluso la responsabile WWF - anche se in questo set-tore si sono fatti passi avanti rispetto al passato, occorrerebbe spendere maggiore impegno nella prevenzione dei rifiuti, anche attraverso una modifica degli usi dei prodotti stessi, come ad esempio gli imballaggi”.

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