Mensile Valori n.65 2008

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valori Anno 8 numero 65. Dicembre 2008 Gennaio 2009. € 4,00 FABIO CUTTICA / CONTRASTO Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento - Contiene I.R. Internazionale > La mappa dei paesi coinvolti dalla crisi da debito creativo Finanza > Banca Etica: la voce dei fondatori alla vigilia del decennale Economia solidale > Le Green Idea americane dopo lo tsunami finanziario Dossier > Free economy: il sapere di tutti a disposizione di tutti crea beni comuni Economia condivisa Mensile di economia sociale, finanza etica e sostenibilità Fotoreportage > La Rete Scopri il Natale di valori a pag.40

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Mensile di finanza etica, economia sociale e sostenibilità

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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento - Contiene I.R.

Internazionale > La mappa dei paesi coinvolti dalla crisi da debito creativoFinanza > Banca Etica: la voce dei fondatori alla vigilia del decennale

Economia solidale > Le Green Idea americane dopo lo tsunami finanziario

Dossier > Free economy: il sapere di tutti a disposizione di tutti crea beni comuni

Economiacondivisa

Mensile di economia sociale, finanza etica e sostenibilità

Fotoreportage > La Rete

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| editoriale |

Contro la crisiinformarsi e capire

di Ugo Biggeri

È DICEMBRE ED È UN MOMENTO CRITICO, in cui verrà misurata la profondità della crisi economica in baseall'andamento dei nostri consumi. A pensarci bene questa cosa mette tristezza, sia per il Natale che per noi cittadini. Però è molto indicativa: direi che è il bilancio di un anno in cui l'informazioneed il potere hanno negato quanto possibile una crisi che non solo era inevitabile, ma già in corso.Facendo il bilancio della nostra rivista sfoglio le copertine, da gennaio ad oggi: le fotografie, i titoli,le interviste, i dati, le inchieste. Salta agli occhi l'indipendenza di Valori, l'originalità delle notizie,l'uso della lente della finanza etica e della sostenibilità che mostra un informazione diversa. E viene voglia di dire “l'avevamo scritto” (già dal 2007 e potete rileggerci anche su www.valori.it).

Le notizie sono di quelle che si fa fatica a trovare nella stampa tradizionale. I racconti di quelloche non funziona, dal modello di “consumo a tutti i costi” degli ipermercati, alla ricchezza di un Paese misurata con un indicatore limitato come il Prodotto interno lordo; dalla spintaall’indebitamento folle delle famiglie americane, al welfare italiano che spesso i soldi li ha, ma li spreca; dai paradisi fiscali che proteggono traffici illeciti sotto lo sguardo incurante dei governiinternazionali, alla crisi finanziaria che travolge tutto e tutti, ma che potrebbe anche essereun’opportunità per ripartire in modo diverso e migliore. E poi le proposte concrete: nuove regole per la finanza mondiale, nuovi indicatori del benessere di uno Stato, più lavoro e meno speculazione,una tassazione più equa, un rapporto differente con la terra per un’agricoltura che non sia vittimadella finanza. E le storie positive, di chi è riuscito a creare un’economia diversa, come quella basatasulla responsabilità, sulla condivisione delle conoscenze, sulla rete, sulla mutualità, sulla relazione e anche sul baratto, di cui parliamo nel dossier di copertina di questo numero.

Quest'indipendenza di Valori, di cui siamo orgogliosi, esiste grazie al sostegno della CooperativaEditoriale Etica, con i suoi soci, di Banca Etica e di Circom, la cooperativa di giornalisti che, conpassione, indipendenza e professionalità lo realizza. Ma, sempre più, Valori esiste grazie ai suoilettori e abbonati, in crescita, vera garanzia di indipendenza anche per il futuro.

Oggi c'è un motivo ancora più importante per leggere e promuovere Valori. La crisi che stiamovivendo mostra senza pietà un analfabetismo finanziario che ci colpisce tutti, dai cittadini ai dirigenti pubblici, agli stessi esperti di finanza. Addirittura chi vende e chi compra alcuni prodottifinanziari non sa che cosa sta facendo (e finanziando) fino in fondo: derivati, hedge fund,obbligazioni strutturate, fondi di investimento, fondi pensione... E arriviamo all'assurdo in cui chi detta le regole liberiste e non riconosce la funzione innovativa e sociale della finanza etica, oggi chiede aiuti di Stato per salvare chi è stato causa o complice del disastro.

La finanza è sicuramente complessa, ma oggi è il fulcro del sistema. E Don Milani quarant’anni fa ci insegnava che è la padronanza della parola che ci da la possibilità di essere uguali. Dobbiamoquindi avere un nostro punto di vista sulla finanza, capire come funziona, capire come possiamointervenire e agire. Se vogliamo un mondo più giusto, oggi è più che mai il momento di far sentirela nostra voce per cambiare le regole.

Occorre informarsi e capire. Leggiamo Valori. .

NOVAMONT

L’AUTORE

Ugo BiggeriLaureato in fisica, dal 1982 ha operatonel volontariato con l’associazione Mani Tese di cui è stato presidente fino al 2000. È stato presidentedell’associazioneFinanza Etica, revisoredella cooperativa versola Banca Etica di cui è socio fondatore, e, dal 1998, consigliered’amministrazione della Banca PopolareEtica. Dall’aprile 2003 è presidente della Fondazioneresponsabilità etica.

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| sommario |

valoridicembre 2008 / gennaio 2009mensilewww.valori.itanno 8 numero 65Registro Stampa del Tribunale di Milano n. 304 del 15.04.2005editoreSocietà Cooperativa Editoriale EticaVia Copernico, 1 - 20125 Milanopromossa da Banca EticasociFondazione Culturale Responsabilità Etica, Arci, TransFair Italia, Mag 2, Editrice Monti, Fiba Cisl Nazionale, Cooperativa Sermis, Ecor, Cnca, Fiba Cisl Brianza, Federazione AutonomaBancari Italiani, Publistampa, Federazione Trentina delle Cooperative, Rodrigo Vergara, Circom soc. coop., Donato Dall’Avaconsiglio di amministrazioneUgo Biggeri, Stefano Biondi, Pino Di Francesco Fabio Silva ([email protected]), Sergio Slavazzadirezione generaleGiancarlo Roncaglioni ([email protected])collegio dei sindaciGiuseppe Chiacchio (presidente), Danilo Guberti, Mario Caizzonedirettore editorialeUgo Biggeri ([email protected])direttore responsabileAndrea Di Stefano ([email protected])redazione ([email protected])Via Copernico, 1 - 20125 MilanoPaola Baiocchi, Andrea Barolini, FrancescoCarcano, Matteo Cavallito, Emanuele Isonio,Michele Mancino, Mauro Meggiolaro, AndreaMontella, Jason Nardi, Elisabetta Tramontoprogetto grafico e impaginazioneFrancesco Camagna ([email protected])Simona Corvaia ([email protected])fotografieFabio Cuttica, Jonas Bendiksen (Contrasto,Magnum Photos), Eduardo Castaldo (Acs)stampaPublistampa Arti graficheVia Dolomiti 12, Pergine Valsugana (Trento)abbonamento annuale ˜ 10 numeriEuro 35,00 ˜ scuole, enti non profit, privatiEuro 45,00 ˜ enti pubblici, aziendeEuro 60,00 ˜ sostenitoreabbonamento biennale ˜ 20 numeriEuro 75,00 ˜ scuole, enti non profit, privatiEuro 85,00 ˜ enti pubblici, aziendecome abbonarsiI bollettino postale

c/c n° 28027324 Intestato a: Società Cooperativa Editoriale Etica, via Copernico 1 - 20125 Milano Causale: abbonamento/Rinnovo Valori

I bonifico bancarioc/c n°108836 - Abi 05018 - Cab 01600 - Cin ZIban: IT29Z 05018 01600 000000108836della Banca Popolare Etica Intestato a: Società Cooperativa Editoriale Etica, via Copernico 1 - 20125 MilanoCausale: abbonamento/Rinnovo Valori +Cognome Nome e indirizzo dell’abbonato

I carta di creditosul sito www.valori.itsezione come abbonarsiCausale: abbonamento/Rinnovo Valori

È consentita la riproduzione totale o parziale dei soli articoli purché venga citata la fonte. Per le fotografie di cui, nonostante le ricercheeseguite, non è stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara pienamentedisponibile ad adempiere ai propri doveri.Carta ecologica FSC Misto, sbiancata senza cloro, con cellulosa proveniente da foreste certificate in conformità alle norme FSC. Il Forest StewardshipCouncil (FSC) garantisce tra l’altro che legno e derivati non provengano da foreste ad alto valore di conservazione. Publistampa Arti grafiche è certificata FSC Chain of Custody CQ-COC-000016.

Dal questo mese il prezzo di Valori aumenta:4 euro a numero, 35 per l’abbonamento annuale, 65 per il biennale. Fino a metà febbraio si può usufruire della promozione di Natale, con regali e abbonamenti scontati (a pag. 40).

Anche la rete, per quanto virtuale, ha un’anima materiale. Un operatore all'interno della sala server di Virgilio.it è immerso nei cavi di un computer.Milano, 2001FA

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CONCESSIONARIA PER LA PUBBLICITÀSisifo italia srlVia Don Soldà 8, 36061 Bassano del Grappa

tel. 0424.505218fax 0424.508136e-mail [email protected] www.sisifo.eu

LETTERE, CONTRIBUTI, ABBONAMENTICOMUNICAZIONE E AMMINISTRAZIONE Società Cooperativa Editoriale EticaVia Copernico 1, 20125 Milano

tel. 02.67199099fax 02.67491691e-mail [email protected] ˜ [email protected]@valori.it ˜[email protected]

globalvision 7

fotoreportage. La Rete 8

dossier. Free economy 16Il sapere di ognuno a disposizione di tutti 18Bikesharing: mobilità pulita sulle due ruote 20Condividere il viaggio, nuova vita per l’autostop 21Baratto graffetta rossa con una casa 22Dall’Arizona la community mondiale per il riuso 22Banche del tempo: i conti correnti che non falliscono mai 24Le nuove reti collaborative 24Zoes: Zona Equo Sostenibile 26

finanzaetica 28In Terrasanta la pace ha bisogno di credito 30Buon compleanno Banca Etica: i primi 10 anni dalla voce dei fondatori 32Legalità: armi di istruzione di massa 35Cantone: “Il culto del denaro nella camorra borghese” 37

economiasolidale 42Paul Hawken: “Il bello della crisi, costruire un mondo nuovo” 44Green Festival: “Change or die” 46Rifiuti zero: la differenza che fa la differenza 48Le suore all’attacco delle carte di credito tossiche 51

finanzaislamica 55

internazionale 56Islanda, Ucraina, Pakistan: storie di default 58Argentina, il giallo dei fondi pensione 59La Troika del gas spaventa l’Europa 61Se dieci rigassificatori vi sembrano pochi 63

lavanderia 65

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Per diffondere la ricchezza

La leva della domanda| globalvision |

di Alberto Berrini

COME ERA INEVITABILE L’AGGRAVARSI NELLE DIMENSIONI e nel tempo della crisi finanziaria ha condotto l’economiamondiale a un deciso rallentamento in alcune aree e a una vera e propria recessione in altre. Del resto, a prescindere dalla tempesta finanziaria, il rallentamento era già in atto, per lo meno dai primi mesi del 2008,e la crisi era “di domanda”. Questa si compone di consumi e investimenti che vivono essenzialmente di aspettative. E la crisi finanziaria le ha decisamente indirizzate in senso negativo. Ma il dato strutturale è l’iniqua distribuzione del reddito a livello mondiale che negli ultimi decenni ha premiato profitti e renditea discapito del lavoro. Si veda in proposito il recente rapporto Ocse “Growing Unequal?: Income Distributionand Poverty in OECD Countries”, che ha drammaticamente fotografato questa situazione in cui si allarga la forbice dei redditi. Salari in discesa e riduzioni fiscali non selettive, dunque a vantaggio dei ceti più ricchi,e il parallelo calo delle prestazioni fornite dallo Stato sociale sono le “vere” cause della recessione in atto.L’indebitamento delle famiglie, in primo luogo quelle americane ma non solo, è stato un modo per non affrontare il problema distributivo ma anzi per trasformarlo in un’ulteriore occasione di profitto per il sistema economico, in particolare per i mercati creditizi. Il rischio è che la crisi si avviti, cioè che crisifinanziaria e rallentamento economico si alimentino vicendevolmente. “Le economie del G7 non sono state travolte da un collasso sistemico della finanza, ma occorre che si riprendano rapidamente dal contagiofinanziario – scriveva Giangiacomo Nardozzi su Il Sole 24 Ore del 25 ottobre –. Altrimenti c’è il rischio

che il circolo vizioso ricominci dalle banche, questa volta colpite non dal crollo del castello di carte da loro stesse costruito, ma dalla caduta a catena anche della sana attività produttiva cui hanno fatto credito”. A quel punto non si parlerebbe più di recessione o di crisi finanziaria ma di depressione. Uno scenario improbabile vista la dimensione degli interventi messi in atto dai governi e dalle autorità monetarie. Ma tali interventi hanno per ora riguardato la crisi finanziaria e non

il grave rallentamento dell’economia mondiale. La partita della politica economica è ancora tutta da giocare.Come se ne esce? Non è più il tempo di “leve finanziarie”. “Non c’è molto che Ben Bernanke (foto) possa fare per l’economia. Potrà e dovrà tagliare i tassi di interesse ancora di più, ma nessuno si aspetta che talemossa possa incidere in modo considerevole oltre a fornire un modesto impulso economico” (Krugmann, La Repubblica, 19 ottobre 2008). Dunque non è più il momento della politica monetaria, ma piuttosto di quella fiscale. Ciò che più serve è la “leva della domanda” che in una fase di aspettative negative puòessere più efficace in mano pubblica che privata. In effetti gli incentivi fiscali diretti (in particolare negli Usa)non sono stati efficaci nel rilanciare consumi e investimenti. E questo perché quando lo scenario è troppoincerto, come diceva Keynes, “il cavallo non beve”. È necessario che lo stimolo fiscale avvenga attraverso la modalità della spesa diretta dello Stato. Innanzitutto in investimenti, a partire da quelli in favore dellasostenibilità ambientale della crescita economica, ma anche in trasferimenti ai ceti più deboli, sotto le varieforme di ammortizzatori sociali, al fine di garantire loro un reddito che, peraltro, sicuramente spenderanno!Ma la vera politica economica di lungo termine che serve è un maggior equilibrio nella distribuzione dei redditi. In Usa lo hanno chiamato “spread the wealth” (diffondere la ricchezza) secondo il principio citato da Barack Obama nel famoso dialogo con Joe l’idraulico. Se ne parla da molto, è ora di attuarlo. .

I salari bassi, le riduzionifiscali a vantaggio solo dei ceti più ricchi e il calodelle prestazioni fornite dal welfare sono le verecause della crisi in atto

ProvinciaMI

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nternet di oggi non è la stessa internet di quindici anni fa. La rete primigenia,dopo essersi riconvertita dal militare al civile, era legata al mondo accademico,mentre il suo sviluppo più recente e «democratico» è quello associato ai socialnetwork. La connessione permanente, conseguenza dell’evoluzione tecnologicae dell’abbattimento dei costi delle telecomunicazioni, ha scatenato la febbredella socializzazione in rete.

Facebook, ad esempio, con i suoi 110 milioni di utenti nel mondo, sta vivendo un vero boom a ogni latitudine. Non poteva mancare l’Italia tra i Paesi più attiviin questo social network: siamo decimi in graduatoria con 1,6 milioni di utenti registrati e un incremento negli ultimi sei mesi di oltre un milione di iscritti.Questo successo non significa che internet in Italia sia una certezza acquisita,«un diritto», come invece viene inteso in altri Paesi, soprattutto del Nord Europa,data l’ineguale diffusione del collegamento in banda larga nel nostro Paese. Non è un caso, infatti, che i social network facciano registrare la loro maggiorediffusione in Olanda e in Inghilterra, anziché negli Stati Uniti. I Paesi Bassi hanno3,7 milioni di utenti registrati, pari al 36,4% della popolazione, il Regno Unitovanta 10,6 milioni di utenti (29,1% della popolazione), contro i 43 milioni degliUsa (il 23,4% della popolazione).

Un dato interessante dei social network è la loro diffusione discontinua anchetra Paesi che hanno caratteristiche di sviluppo similari. In Europa sono circa 178 milioni gli utenti on line ogni settimana, il 55% dei navigatori si collegaquotidianamente. La motivazione principale (73%) è tenersi in contatto con amicie parenti (Fonte: EIAA).

Nel futuro prossimo venturo si prevede che il traffico in internet aumenteràdi 100 volte e rischierà di far collassare la rete. Gli esperti prevedono che entro il 2015 gli utenti connessi saranno cinque miliardi, un incremento che porrà dei problemi di costi e di lentezza, il che significherà dire addio alla banda larga per trovare altre soluzioni, come la trasmissione ottica delle informazioni a ultravelocità. Le ragioni di questa crescita prevista sonodovute all’accesso di India e Cina, ma anche a piattaforme come You Tube, il cinema digitale e il Voip. Una start up tecnologica finlandese ha già la risposta:il web fotonico. Questa soluzione, che usa la fotonica al posto dei circuitielettrici, eliminerebbeil costo della conversione da segnale elettrico a impulsofotonico che pesa sugli attuali sistemi ottici, garantendo una velocità illimitata, almeno sulla carta.

foto di Fabio Cuttica / Contrasto

Splendido esempio di riconversione da militare a civile, l’ultimo sviluppo di internet è oggi quello dei social network, spazi interattivi in rete dove incontrarsi e condividere esperienze. In attesa delle nuove trasformazioni della rete, legate alle prossime tecnologie.

> La Rete

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> La Rete

L’AUTORE

Fabio Cuttica è nato a Roma nel 1973. Per due anni ha portatoavanti un progetto sull’“emergenzaabitativa” in Italia. Il lavoro, “La primacasa”, è stato successivamentepremiato come miglior progetto al premio “Canon giovani fotografi2005”. Attualmente Cuttica si dividetra Roma e il Sudamerica (Bogotà,Colombia e Caracas, Venezuela),documentando tanto l’aspettopolitico quanto quello sociale.

In Venezuela la sua ricerca lo ha portato a fotografarel’addestramento militare di molticivili, a fronte di una probabileinvasione statunitense.I suoi “Guardiani della Rivoluzione”,tuttavia, sono ben lontani dal rappresentare l’ideale di guerrieroche l’arte classica ci ha consegnato.Più simili a eroi ed eroine virtuali dei videogames, ciò che emerge nel reportage di Cuttica è proprio la distruzione di quell’ideale e la totale inadeguatezza dell’uomo

contemporaneo di poterlo incarnare.In Colombia il giovane fotografoe il giornalista Fernando Cardenashanno seguito per mesi i “desplazados”, realizzandoun’ampia documentazione sui contadini sfollati costretti a lasciare case e terre, vittime degli squadroni paramilitari dei latifondisti. Collaboratore del progetto Redattore sociale,recentemente Fabio Cuttica è stato premiato per il reportage “Super-abili”, sui disabili e lo sport.

Un bambino guardaincuriositoun’installazione alla “Fabbrica del gas” della Bovisa.Milano, 2001

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Sopra, visitatori allo Smau.A sinistra, dall’alto in basso, un corso di internet riservato agli anziani;il bagno del campus di “Webb 2001”, primo megaraduno italiano di internet; “Italian Party 2001”, dove si sono sfidati più di mille appassionati di videogiochi.Milano / Padova / Firenze, 2001

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Alcuni momenti di “Italian Party 2001”, l’arena multiplayer all’interno del Palasportdove 1.200 appassionati si sono sfidation line ai giochi più diffusi.Firenze, 2001

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> La ReteSopra, il video “Goodnight Moon” di Shivareetrasmesso all’“Italian Party 2001”. A sinistra, dall’alto in basso: una coppiaosserva uno schermo in una stanza imbottitadel “Webb 2001”; installazione video digitaleal Palaexpo durante la “Mostra multimediale”;il laboratorio multimediale “Medialab”. Firenze / Padova / Roma, 2001

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a cura di Paola Baiocchi, Andrea Barolini, Emanuele Isonio, Ezio Manzini e Jason Nardi

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Un laboratorio multimedialeal Palexpo “Media Lab”.Roma, 2001

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Le innumerevoli forme collaborative già realizzate sul web dimostrano che uscire dall’individualismoè facile e anche molto produttivo se tutti lavorano per un progetto considerato un bene comune

Il sapere di ognuno a disposizione di tutti >18Bike sharing, mobilità pulita sulle due ruote >20In viaggio insieme, nuova vita per l’autostop >21Dall’Arizona la community mondiale per il ri-uso >22Banche del tempo: i conti correnti che non falliscono mai >24Le nuove reti collaborative >24Zoes: Zona Equo Sostenibile >26

Condividereè possibile

Free economy

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è qualcosa di molto umano e molto rivoluzionario che circola in quello

che viene chiamato web 2.0: è la possibilità di interagire e di condividere.

Comunicare, interscambiare e cooperare sono azioni molto umane: siamo esseri sociali

e, in modo collaborativo, riusciamo a raggiungere più facilmente grandi obiettivi. Ma è

rivoluzionario che on line si riesca a dare nuova evidenza a questo modo di essere “scon-

veniente”. Chiariamoci, sconveniente solo perché potenzialmente non consumistico e

quindi da tenere in sordina, come tutta un’altra serie di “bestemmie” tipo: il denaro non

è necessario, la concorrenza non fa vincere il migliore (ma solo il più forte) e l’unione

Il saperedi ognunoa disposizionedi tutti

fa la forza. La rete è piena di esempi di collaborazione gratuita, chenavigatori sconosciuti tra di loro prestano, senza nessun ritorno eco-nomico, ma solo perché vogliono dare il proprio contributo ad un“bene comune”, per un interesse più generale. Mettendo la propriaconoscenza in un “fondo cassa” a cui chiunque può attingere e puòcontribuire, come nel caso dell’enciclopedia online Wikipedia, si co-struiscono formidabili giacimenti di informazione o efficienti mo-tori di ricerca come Mozilla (vedi ). Allo stesso tempo l’interatti-vità del web 2.0 permette a persone lontane, ma vicine per interessi,di scambiare ospitalità, conoscenze e oggetti, che acquisiscono unvalore d’uso, diverso dall’essere merci.

In questo dossier abbiamo selezionato alcuni di questi mondi pa-ralleli, in cui la condivisione e la disponibilità verso gli altri sono re-gola, che crea anche servizi mai inventati prima. Ne abbiamo rap-presentato una parte, indicativa di questa forma di collaborazioneorizzontale. Che sta anche interessando le scienze sociali.

Sociologia delle reti telematicheDella rete vediamo solo la parte che ci riflette. Se oltrepassiamo, co-me Alice, lo specchio ed entriamo nella sua parte tecnica, troviamouna dimensione grande come le radici di un albero: almeno il dop-

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di Paola Baiocchi

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pio della parte fuori dal suolo. Nell’organizzazione dei dati messi adisposizione dagli internauti, si sviluppa la competizione commer-ciale che le reti collaborative hanno messo in moto come indotto edi cui il web 3, che sarà semantico e basato sulla presentazione di da-ti associati, sarà sicuramente un’accentuazione.

Mariella Berra, docente all’Università di Torino, nel libro Sociolo-gia delle reti telematiche, analizza il rapporto tra reti sociali e reti digi-tali a partire dalla teoria del “capitale sociale”. Le reti telematiche so-no in grado di generare sia un capitale sociale “cattivo” perchéorientato opportunisticamente, sia un capitale “buono” perchéorientato alla produzione di beni comuni in una logica non mer-cantile del dono, allo stesso tempo capace di produzioni altamentecompetitive sul mercato. Per l’autrice le reti telematiche si caratte-rizzano per la valorizzazione delle libertà individuali e la creativitàdei singoli, in una sorta di nuova frontiera democratica.

Eppure le competizioni a colpi di milioni di dollari per acquista-re piattaforme nate come blog (vedi Murdoch con Myspace) o mo-tori come Yahoo, rimettono al centro dell’attenzione la straordina-ria massa di informazioni, anche personali, che affidiamo in formafiduciaria alla rete e su cui non esercitiamo alcun controllo. Mentresono in molti a volerli gestire. .

L’«E-NCICLOPEDIA» CONDIVISA: WIKIPEDIA

WIKIPEDIA NACQUE COME IL PRIMO ESPERIMENTO di documentario online «opencontent», ovvero accessibile (e implementabile) da tutti. In breve, si è trasformato nel più grande progetto mondiale (anch’esso «free») di condivisione di informazioni.Wikipedia è l’enciclopedia del web. Nata nel 2001 da un’idea dell’imprenditoreamericano Jimmy Donal Wales, è l’unica a «contenuto libero» del mondo, gestita ed organizzata cioè da volontari, senza fini di lucro e alla quale tutti possonocontribuire aggiungendo articoli, correggendo quelli presenti o inserendo nuove voci.

Un successo planetario: Wikipedia è oggi pubblicata in oltre 200 lingue, consultata60 milioni di volte al giorno e contiene circa un milione e 800 mila voci (la versioneitaliana supera le 130 mila). Più di qualsiasi enciclopedia cartacea. Non solo: su Wikipedia sono consultabili anche un archivio di immagini, suoni e filmati con più di 200 mila file (Wikimedia Commons), una collezione di libri di testo (Wikibooks), un dizionario (Wikizionario), un notiziario redatto da giornalisti-utenti volontari di tutto il mondo (Wikinews), un servizio per tradurre gratuitamente documenti e testi (Wikisource)e una collezione di citazioni (Wikiquote). E ovviamente è tutto, rigorosamente, gratis.

Insomma, con il contributo di tutti, la condivisione della conoscenza è pressoché infinita sul web. A proposito! Creare un sito internet con un forum è ormai facilissimo,anche per i neofiti del web. Uno dei modi più semplici è usare Altervista (it.altervista.org), piattaforma che offregratuitamente ai membri della sua comunità un servizio di “hosting” avanzato, completo di tutte le caratteristiche di cui un utente medio ha bisogno.

Qui sotto, un’immagine tratta da “Se vogliamo lo si fa” (01/Quaderni di design dei servizi)idee di servizio basate sulla collaborazione attiva dei cittadini, per il quartiere milanese di Quarto Oggiaro. A cura di Ezio Manzini,Giordana Ferri, Giovanna Vitale. Nella pagina a fianco, uno stand dello Smau 2001 a Milano.

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«NON CAPISCO GRANCHÉ DI INFORMATICA: come posso creare un sitoweb con un forum al quale partecipi un gruppo di utenti registrandosi?».Immaginate di aver posto voi questa domanda. Cosa fate per ottenere unarisposta? Facile: chiamate un vostro amico che «al computer è un mago».Certo, anche nell’epoca di internet il mondo reale può essere unasoluzione efficace. Ma c’è un’altra possibilità. Questa, infatti, è una dellecentinaia di migliaia di domande che, ogni giorno, vengono “postate”(scritte su un forum) su internet. Vantaggi? Innumerevoli: potete porlaquando volete (senza il rischio di svegliare il vostro amico); poteteottenere una risposta in pochi minuti (a leggere il vostro quesito sonomigliaia di “internauti” contemporaneamente); potete ottenere molterisposte (e quindi non un solo punto di vista). E, in più, potete chiederequalsiasi cosa vi passi per la mente. Certo, non tutto quello che vi risponderanno gli altri internauti deve essere preso come oro colato(ma d’altra parte anche il vostro amico può sbagliare). Avventurarsi,quindi, con un po’ di prudenza nella condivisione del sapere sul websignifica aprirsi una porta sul mondo. Anzi: milioni di porte. La creazionedi innumerevoli comunità online garantisce l’accesso ad una quantitàpotenzialmente infinita di informazioni e conoscenza. Si può leggere il saggio di uno scienziato, ascoltare la musica di una band cilena, vederein diretta una tv indiana o scaricare un software creato con il contributodi tutti gli utenti. Il tutto ad un unico patto: occorre essere in tanti.E più si è, migliore sarà il risultato. Intanto la risposta all’utente che aveva chiesto aiuto è arrivata in sei minuti. Avete amici più veloci?

Ecco, nelle schede che seguono (pag. 19 e 20), qualche via per accedere al sapere digitale. Andrea Barolini

UTENTI DI TUTTO IL MONDO,UNITEVI!

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N PRINCIPIO ERA L’AUTOSTOP. Poi vennero il car sharing, il car poo-ling, il mobility manager e l’organizzazione di politiche azien-dali e pubbliche per la “mobilità sostenibile”, come l’incen-

tivazione a viaggiare in vetture “a pienocarico” adottate negli Sati Uniti, la high-occu-pancy vehicles (H.O.V.) che riserva corsie pre-

ferenziali alle auto con più di due passeggeri. Le politiche pubbliche in Italia per spostare il trasporto priva-

to e individuale su quello collettivo e pubblico sono ancora debo-li e contraddittorie: le nostre città sono sempre più congestionatedal traffico urbano, con conseguenze non solo ambientali, ma an-

che sulla salute pubblica (non a caso alcuni sindaci, come quellodi Firenze, sono sotto processo perché non avrebbero preso i prov-vedimenti necessari contro lo smog a tutela della salute dei citta-dini). L’Italia continua ad essere il Paese con il più alto rapportoautomobili /abitanti: 60 auto ogni 100 abitanti. Non solo: ogni au-to trasporta in media 1,2 persone. Basterebbe passare a 1,5 perso-ne per auto e il numero delle vetture circolanti si ridurrebbe del20%, liberando strade, diminuendo il traffico, smog e i tempi dipercorrenza. Ma la nostra classe politica è notoriamente sorda daquesto punto di vista, per cui i cittadini si auto-organizzano (spe-rando che il buon esempio sia contagioso).

Spostarsi insieme per risparmiare e inquinare menoMutuati dai social network negli ultimi due anni sono spuntatinuovi sistemi di “matching” (accoppiamento) tra persone dispostea ospitare passeggeri e viaggiatori che lasciano a casa l’auto o han-no scelto di non possederla. Si parla infatti di ride sharing, ossia diun sistema che facilita l’incontro, stabilito anche poco prima dellapartenza, tra conducente e passeggero per un unico viaggio, chepuò essere occasionale o costituire un tragitto ricorrente, locale oanche di lunga percorrenza. Questo sistema è al tempo stesso sem-

Viaggi condivisi e passaggi metropolitani al “salto”. La mobilità 2.0 unisce tecnologia e fantasia.

SOFTWARE AGGREGATORI:E SUL WEB VA IN ONDA TELE PIANETA TERRA

ANNI FA SOCIOLOGI E STUDIOSI che indagano il fenomeno delle nuove tecnologie indicarono una frontiera. Quella della “convergenza digitale”. Immaginarono che, in un futuro prossimo, un unico pc potesse racchiudere in sé tutti gli strumenti multimediali che oggi conosciamo. Forse per arrivare a questo livello manca ancora un po’. Ma molte di queste cose già si possono fare con un normale computer.

Grazie al peer-to-peer, sono infatti moltissimi i canali televisivi visibili scaricando (gratis) uno dei tanti software “aggregatori” distribuiti in internet (tra i più popolari ci sono TvAnts,Coolstraming e StreamerOne). Alla loro base c’è il concetto di condivisione tra tutti gli utenti del flusso di dati. Ciascun utilizzatore, infatti, riceve dagli altri una parte dei dati audio e video, e a sua volta ne immette in rete un piccolo segmento. La somma di tutte le connessioni garantisce la visione di praticamente qualsiasi programma trasmesso nel mondo (alle volte anche in modoillegale, come nel caso degli eventi coperti da copyright).

Non solo: se poi proprio non potete aspettare la messa in onda, sui canali italiani, delle nuovepuntate della vostra serie tv preferita, un’organizzatissima comunità online (www.italiansubs.net)viene in aiuto dei meno abili con l’inglese. È sufficiente iscriversi al forum e scaricare i sottotitoli - in italiano - in un formato che permette di aggiungerli ai video (attraverso programmi appositicome VLC Mediaplayer). Insomma: se avete un computer in casa, una tv con decine di migliaia di canali - e infiniti servizi aggiuntivi - è a vostra disposizione.

di Jason Nardi

I

IL RIDE SHARING IN RETE

viaggioeconomico.org (versione italiana di ride4cents.com)viaconme.itmuoversi.net/ticketonecodacons.net/carpool carpooling.itzimride.com (anche su Facebook)goloco.com (anche su Facebook)Piggyback.com (per Android, la piattaforma per cellulari open source di Google)[email protected] oppure tel 02 33001001 dal lunedì al venerdì dalle 13.00 alle 14.00

SITI BIKE SHARING

Romawww.roma-n-bike.comBarcellonawww.bicing.com Berlinowww.bahn.de New Yorkwww.nybikeshare.org Parigiwww.velib.paris.fr

Condividere il viaggio Nuova vita per l’autostop

L FENOMENO HA CONTAGIATO ORMAI MOLTE CITTÀ IN EUROPA.Ci si iscrive, si prende la bici dalla rastrelliera e, per i pri-mi trenta minuti, si viaggia completamente gratis. Sen-

za emettere nemmeno un grammo di anidride car-bonica e buttando giù pure qualche etto di pancia.Nei centri urbani sempre più intasati di auto e con-

dannati al traffico perenne, tutte le iniziative di condi-visione (o sharing) dei mezzi di trasporto è meritorio.Quando lo “sharing” riguarda però le biciclette, è dop-piamente benedetto. Un tipo di mobilità, questo, asso-lutamente ecologico, sostenibile e a costo zero (o quasi)per il cittadino, che, dopo le tradizionali città “pioniere”(come Amsterdam e Berlino) sta ormai contagiandomolti centri europei, medi e grandi (tra gli altri, Parigi,Lione, Barcellona, Roma e in futuro Londra e Milano).Non cambia, almeno nelle grandi linee, il principio difunzionamento: ci si iscrive al servizio, si riceve una tes-sera magnetica o un codice, si prende una bicicletta inuna delle rastrelliere sparse per la città, si paga una som-ma irrisoria per ogni ora di utilizzo (circa un euro). Mol-to spesso, proprio per incentivare utilizzi brevi e facili-tare lo scambio delle bici, la prima mezz’ora è gratuita e

la tariffa aumenta col passare delle ore. Quello che cam-bia è invece la portata del bike sharing. Il servizio a Ro-ma e Parigi è partito a pochi mesi di distanza: ma se nel-la Capitale francese il piano Vèlib ha potuto subitocontare su dieci mila bici (oggi arrivate a quota 24 mila)su 1.400 stazioni in tutto il territorio cittadino, a Romasi è partiti più “cauti” con 250 bici per 19 postazioni nelcentro storico (ma l’obiettivo finale è venti mila due-ruote e l’estensione del servizio a tutti i quartieri).

Anche Londra si voterà ben presto al bike sharing: seimila bici dal 2010, 700 milioni d’investimento per qua-druplicare i cittadini sui pedali e abbattere del 60% en-tro quindici anni la CO2 prodotta. A Milano, invece, ilpiano di fattibilità del servizio è stato realizzato un an-no fa dalla Fondazione Cariplo. La proposta è di partirecon 120 biciclette in ottanta stazioni per arrivare poi auna flotta di dieci mila mezzi. Nello studio sono indica-ti anche i “segreti” per garantire il successo al servizio:stazioni capillari, integrate con la rete del trasporto pub-blico, manutenzione attenta e frequente, periodica rial-locazione delle bici perché siano sempre reperibili, saladi controllo per monitorare il servizio. .

Fanno calare la pancia e la CO2 le biciclette messe a disposizione dei cittadini, per integrare i trasporti pubblici.

di Emanuele Isonio

I

Bike sharing: a due ruote la mobilitàèpulita

PEER-TO-PEER: DAL FILE SHARING ALLE TELEFONATE ONLINE

PEER-TO-PEER, LETTERALMENTE, SIGNIFICA NODO-A-NODO. È, soprattutto, la nuovafrontiera del file sharing, utilizzata da centinaia di milioni di utenti in tutto il mondo.Si tratta della possibilità di condividere i propri file (musica, film, e-books, giochi o qualsiasi altra cosa: basta fare attenzione ai contenuti protetti da copyright) con tutti gli internauti attraverso un software. Ne esistono moltissimi: eMule, Azureus, BitTorrent…

Il funzionamento è tanto semplice quanto geniale: ogni volta che un utente di questiprogrammi richiede un file, il software cerca tra tutti i navigatori in linea quel particolare

documento, ma ne preleverà solo una piccola parte da ciascuno (così da non intasare la connessione di un solocomputer). E, se si è in tanti, bastano pochi dati da ciascunoper “ricostruire” in fretta l’originale. Sulla tecnologia peer-to-peer si basano anche i VoIP (Voice over InternetProtocol), come il celebre Skype, che consentono di telefonare con il pc senza pagare nulla a chiunqueabbia installato il programma sul proprio computer.

L’OPEN SOURCE: L’«UFFICIO SVILUPPATORI» GLOBALE

ALTRO ESEMPIO DELLE POTENZIALITÀ della condivisione del sapere online è l’opensource. Si tratta di un sistema destinato ai più esperti, ma dei cui frutti giovano tutti gli utenti. Prende piede quando un’azienda informatica – o anche un singolo –elabora un software in versione “base”, e decide di rilasciare il “codice sorgente”,attraverso il quale chiunque può modificare e arricchire il programma. Il risultato è che migliaia di persone, da tutto il mondo, possono lavorare, insieme, allo stessoprogetto: un’enorme catena di montaggio virtuale.

L’esempio più eclatante del funzionamento dell’open source è certamenteMozilla, nome in codice del vecchio browser Navigator. Nel 1998 l’azienda proprietaria del software, la Netscape Communication, rilasciò i “sorgenti”.Nacque il Progetto Mozilla, seguito dalla comunitàonline Mozilla Organization. In breve, grazie al lavoro di gruppo di decine di migliaia di sviluppatori, il browserfu sviluppato sempre di più, tanto da arrivare, oggi, ad essere l’unico vero concorrente di Explorer.

LINK UTILI

azureus.sourceforge.netwww.livestation.comwww.italiansubs.netwww.wikipedia.itwww.mozilla.orgwww.emule-project.net

www.kazaa.comwww.coolstreaming.ustvants.en.softonic.comwww.toolbank.org www.livemocha.comwww.babelteka.org

Qui a fianco, alcuniesempi di bike sharing.Da sinistra a destra:Barcellona, Roma e Berlino. Ci si iscriveal servizio, si riceve una tessera magneticao un codice e si puòprendere una bici da una delle rastrellieresparse per la città.

Con software aggregatori, scaricabiligratuitamente dalla rete, è possibile vederecon il computer qualsiasi programmatrasmesso al mondo.

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BARATTO GRAFFETTA ROSSA CON UN’ABITAZIONE

È DIVENTATO L’ICONA DEL BARATTO VIA WEB perché in poco più di dieci mesi è riuscito, partendo da una graffetta rossa, a conquistare - di scambio in scambio - una casa in affitto gratis per un anno. KyleMacDonald è il nome del giovane canadese che ha perseguito contenacia la sua idea “quello che a me non serve può essere fondamentaleper te” . E ha utilizzato al massimo le possibilità del web e del sitocaliforniano craigslist.org. Nato come newsletter nel 1995 per scambiareall’interno di una community eventi e manifestazioni, il sito è poi diventatouna bacheca gratuita di annunci ed è letteralmente esploso. Ma non è l’unico: in Italia dal 2006 c’è zerorelativo.it, sito dove barattare, prestare,regalare o offrire servizi; inventato da un gruppo di pesaresi ha ora 2.550iscritti. Oppure c’è scambiamoci.it, vetrina virtuale in cui gli interessaticoncordano direttamente modalità di scambio e di spedizione.

Ma esistono anche siti per il baratto impresariale, dove cioè sono le imprese che si scambiano beni o servizi senza utilizzare denaro, comesul sito incambiodi.it, attivo anche in molti paesi del Sudamerica.www.zerorelativo.it - www.scambiamoci.it www.craiglist.org - www.incambiodi.it

SCAMBIAMOCI DI TETTODA UN CAPO ALL’ALTRO DEL MONDO

GIRARE IL MONDO DA UNA CASA ALL’ALTRA SENZA PAGARE L’AFFITTO.È possibile attraverso i siti dove si scambiano le case. Molto “frequentati”all’estero, stanno decollando anche da noi. Il meccanismo è semplice:“vorrei visitare il tuo Paese: se tu vuoi visitare il mio ti metto a disposizione la casa, oppure l’automobile, il camper o la barca”.Attraverso un sito internet si conoscono le offerte e sul sito vengonoregistrati i feedback negativi o positivi, per cui chi non è corretto vieneescluso. Si possono scambiare abitazioni oppure offrire ospitalità, che sarà ricambiata. Un mezzo straordinario per fare vacanze-studiosostenibili. C’è anche un altro modo di viaggiare, per cui bisogna avere dotidi condivisione e voglia di confronto: è il couchsurfing (letteralmente saltareda un divano all’altro), un servizio di ospitalità gratuita che dal 2004 ha formato una rete di 600 mila viaggiatori in 231 Paesi. Partecipare è facile:da una parte c’è chi mette a disposizione una stanza, un divano o un angolodel giardino dove piantare una tenda e dall’altra ci sono i viaggiatori. Ogni iscritto ha un profilo sul sito che riporta interessi e dati anagrafici. www.scambiocasa.it - www.homeexchange.comwww.homeforexchange.com - www.couchsurfing.com

LA CASA COME LABORATORIO DI CONDIVISIONE

NON POTEVAMO TRASCURARE chi sceglie la condivisione proprionell’abitare: le esperienze di cohousing si stanno diffondendo in Italia,anche se la partecipazione nel momento del progetto è quasi semprelimitata solo agli spazi comuni.

Per conoscere soluzioni molto “spinte” di co-progettazione vale la pena di guardare il sito di design dei servizi sustainable-everyday.net.Ma c’è anche chi sceglie di condividere scopi e visione della vita, oltreche spazi comuni: ci sono le comunità e gli eco-villaggi. Di questi ultimise ne contano circa una cinquantina in Italia, organizzati nella Rive (Rete Italiana Ecovillaggi) ospitata sul sito ww.sostenibile.org. A livellointernazionale la più diffusa rete è Gen, Global Ecovillage Network.www.cohousing-italy.com - www.coabitare.orgwww.cohousing.it- www.cohousing.orgwww.sustainable-everyday.netwww.gen.ecovillage.org

LIVEMOCHA, NELLA RETE (SOCIALE) PER IMPARARE LE LINGUE

SE AVETE BISOGNO DI IMPARARE UNA LINGUA, iscriversi ad un corso non è la sola soluzione possibile. Internet ne offre un’altra. Immediata, innovativa e gratuita. Si chiamaLiveMocha ed è un social-network: una sorta di Facebook, messo a punto da una società di Seattle, (Usa), interamente dedicato all’apprendimento delle lingue straniere. C’è anche una chat-line in cui si può parlare con i propricompagni di studio. Un’altra nuova frontiera del web 2.0, applicata al sapere.www.livemocha.com

L’idea (ma non il copyright, che non c’è…) vienedella California. E inizialmente si chiamavaDistributed Library Project: un progetto «free-software» per favorire il prestito di libri,musica e video. BabelTeka è il passaggio successivo (italiano): chiunque voglia, puòiscriversi e mettere a disposizione la propria collezione privata, chiedere in prestitoromanzi, cd o dvd. Sarete voi stessi ad accordarvi con gli altri utenti per le modalitàdegli scambi.www.babelteka.org

BABELTEKA, LA BIBLIOTECA DISTRIBUTIVA IN ITALIA

plice, conveniente e flessibile e si avvale di tecnologie ormai larga-mente accessibili, come il GPS, la telefonia mobile, internet, isoftware liberi. In alcuni casi “riassunti” negli strumenti di comu-nicazione mobile per eccellenza: gli smartphone.

In altre parole, si tratta dell’autostop. 2.0: il “passaggio virtuale”è concordato, per cui non occorre stare con il pollice alzato sul bor-do della strada, ma si è sicuri di ottenere il passaggio (per i passeg-geri) e di condividere le spese (per i conducenti). Nel mondo sonoormai centinaia di migliaia gli utenti, soprattutto in Germania e ne-gli Stati Uniti, ma anche nei Paesi dell’Est, in particolare in Polonia.

Il ride sharing in ItaliaIn Italia siamo agli inizi. Oltre a Passatel, trasmissione storica di Ra-dio Popolare di Milano, che dal 1993 scambia “passaggi e messag-gi”, lo scorso luglio è nato Roadsharing.com, erede di Viavai, che

vantava più di 20 mila iscritti e 35 mila viaggi condivisi. Realizzatodalla fiorentina WebDev.it, utilizza un motore di ricerca geograficaper facilitare gli incontri tra gli utenti. Stabilito il contatto, la trat-tativa avviene via mail o per telefono. L’iscrizione è gratuita. Il con-ducente dell’auto può chiedere di dividere le spese di viaggio, mamolti si accontentano solo di un cambio alla guida. In Trentino daun anno è in fase sperimentale “Jungo, la strategia della pulce” ba-sato su un sistema di affiliazione (con una tessera dopo essersi regi-strati su jungo.it), che non richiede né un appuntamento, né unaprogrammazione, né un vincolo di tratta, né un parcheggio inizia-le e finale. L’esperimento pilota condotto su 750 “imbarchi” nel gi-ro di 2 mesi ha visto scendere il tempo medio di attesa (TMA) pre-visto per ciascun passaggio su strade di traffico medio-alto a 6minuti. Il movimento conta quasi mille aderenti, e ha referenti lo-cali in 11 città del Nord Italia. .

In Italia i gruppi finora attivi sonodiciassette. Il più grande è quellodi Roma con oltre mille iscritti,seguito da Milano e Torino

DaTucson inArizonaunaretemondialeper il ri-usoL’organizzazione Freecycle Network ha evitato che miliardi di oggetti finissero nelle discariche o negli inceneritori. Per partecipare va rispettata una sola regola: ogni scambio deve essere gratuito.

A SE INVECE DI BUTTARE CIÒ CHE NON USO PIÙ, lo donassi a chi,magari, lo può trovare ancora utile?». Dev’esserselo chie-sto Deron Beal, un ambientalista statunitense di Tucson(Arizona), quando il 1° maggio del 2003 decise di invia-re a una quarantina di amici una mail che annunciava lanascita del Freecycle Network. Da quel momento è nataun’organizzazione dedicata a chi preferisce riutilizzareun oggetto anziché buttarlo via. Al progetto sono am-messe anche le organizzazioni senza scopo di lucro. Il

modo per partecipare è semplice: ci si iscrive al gruppodella propria città e, da quel momento, si possono invia-re messaggi per oggetti di ogni tipo: vecchi mobili, libri,abiti, le ruote di una bicicletta. Insomma, tutto ciò chepotrebbe essere utile a qualcun altro. Va rispettata solouna regola: tutti gli oggetti presentati sul sito di Freecyclevanno offerti gratuitamente. L’idea è dilagata rapida-mente: in un quinquennio la rete ha visto l’adesione dioltre 6 milioni di persone distribuite in 4618 gruppi in 85

Paesi. Inutile dire quanto ciò abbia giovato, oltre che al-le tasche dei partecipanti, anche all’ambiente mondiale,visto che l’iniziativa ha sottratto miliardi di oggetti allediscariche e diffuso la (sana) filosofia dello scambio. InItalia i gruppi finora attivi sono diciassette (il più grandeè quello di Roma con oltre mille iscritti, seguito da Mila-no e Torino). Per iscriversi o per avere tutte le informa-zioni sull’associazione e sui gruppi basta cliccare suwww.freecycle.org. .

di Emanuele Isonio «M

Dai Quaderni di design dei servizi. Qui sopra il progetto di cucinacondivisa Cucilab, riutilizzo di spazi ex scolastici a Quarto Oggiaro (Mi).Sotto: YouForMe, “banca del tempo” creata con Sms tra giovani.

LE BANCHE DEGLI ATTREZZI

C’È CHI HA PENSATO di estendere il concetto del prestito dei libri agli attrezzi e così sono natele attrezzoteche: martelli pneumatici, betoniere, trapani a percussione vanno forte tra i bricoleur che si scambiano anche informazioni e tecniche costruttive. In Italiaancora non esiste un sito attraverso il quale scambiare attrezzature da lavoro.www.toolbank.org - www.atlanta.toolbank.orgwww.kk.org/cooltools/archives/000469.php

Mariella BerraSociologia delle retitelematicheLaterza, 2007

LIBRI

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GRUPPI DI AUTO-AIUTO:LE PROPRIE DIFFICOLTÀ SI VINCONO INSIEME

INUTILE NASCONDERSELO. È nei momenti più difficili, quando la vita ci pone di fronte a sfide inattese e spesso terribili che ci si sente più soli,più spaesati e molto spesso non si ha la lucidità per sapere comeuscirne: un problema di alcool, tossicodipendenza o anoressia, un figliodisabile, un parente colpito da una malattia cronica o degenerativa, unostato di depressione, la difficoltà di elaborare un lutto. Situazioni che, senon prese in tempo, possono provocare gravi conseguenze. Per superarle,sono nati i gruppi di “auto-aiuto”: reti di persone che stanno vivendosituazioni di vita e difficoltà simili o che condividono gli stessi obiettivi. In America sono una realtà consolidata, in Italia sono invece un fenomenoancora piuttosto sconosciuto, anche se già oggi coinvolgono oltre 30 milapersone. La filosofia di questo strumento è piuttosto semplice: “auto-

aiuto” significa “aiutarsi l’un l’altro”. Poter conoscere, in un climainformale, chi sta attraversando (o è riuscito a risolvere) gli stessi nostriproblemi fa sentire meno soli e ci fa capire che le nostre emozioni o paure non sono né singolari né folli. Confrontandosi con gli altri si assume un ruolo attivo e si apprendono informazioni e soluzioni pratiche.Qualche esempio di associazione di “auto-aiuto”: gli Alcolisti anonimi, la Al-anon (per i parenti di alcolisti), Automutuoaiuto (per affrontare un lutto), la Aism (per aiutare chi è colpito da sclerosi multipla), l’Antea hospice (per le cure palliative ai malati terminali di tumore). Fare un censimento completo di questi gruppi e associazioni è forseimpossibile. Un elenco piuttosto ampio è comunque disponibile suwww.autoaiutotoscana.org Em. Is.

la passività, uscire dalla logica dell’individualismo e mettersi in reteper arrivare, assieme, a dei risultati che abbiano valore “per sé e pertutti”. Cioè per ciascuno degli attori impegnati e per la collettività.

In questo modo di fare c’è il carattere profondamente creativodei casi d’innovazione sociale cui qui facciamo riferimento. Essi so-no infatti delle attività volontarie, ma non sono il volontariato in-teso come il darsi da fare per altri che sono in grave difficoltà. Que-ste attività di volontariato tradizionale sono certamente importanti

e vanno promosse. Ma non è di queste che ci occupiamo ora: ci ri-feriamo ad attività in cui “ci si dà da fare” per un problema che sen-tiamo come nostro e che per essere risolto richiede collaborazionecon altri. E che, nel risolverlo, produce un bene comune. Una qua-lità ambientale e sociale che è un bene di tutti.

Reti sociali per il bene comuneCertamente queste iniziative (che tecnicamente sono da vedere co-

Le nuove reti collaborative Migliorare la qualità della vita utilizzando le risorse esistenti. Uscire dalla logica dell’individualismo è facile se alle persone si offrono attività in cui “ci si dà da fare” per risolvere i problemi in collaborazione con gli altri.

IN NEGOZIO E SENZA APPUNTAMENTO: LA NUOVA ERA DELLA TUTELA LEGALE

TUTTI DEVONO POTER FAR VALERE I PROPRI DIRITTI:è un principio cardine del nostro ordinamento, ma spesso svuotatodi significato. Chi deve risolvere una controversia, grande o piccola,è infatti costretto a pagare salate parcelle solo per ricevere un parere da un avvocato. Da oggi, può però essere sufficiente una passeggiata e fare un salto al “negozio giuridico”. Sono statiaperti a Milano e a Roma (e prossimamente a Napoli, Catanzaro e Olbia) gli sportelli di A.L.T. (Assistenza legale per tutti),un’iniziativa nata dalla mente di due giovani avvocati (CristianoCominotto e Francesca Passerini). Una sfida, resa possibile dalleliberalizzazioni contenute nella prima “lenzuolata Bersani”.

I negozi sono in sostanza degli studi legali ma a livello strada. Ci sono però due differenze sostanziali: si riceve senzaappuntamento e la prima consulenza è gratuita e, nei casi più banali, sufficiente a risolvere il problema. Se è poi necessarioandare avanti, vengono prospettati gli eventuali costi, che sonorateizzabili e collegati al risultato raggiunto.www.assistenzalegalepertutti.it

di Ezio Manzini

Politecnico di Milano, Unità di Ricerca DIS-Design e Innovazione per la Sostenibilità, Dipartimento INDACO

a fare le dichiarazioni dei redditi, chi può riparare i pc.Aderendo a una Banca del Tempo, si diviene corren-

tisti (“tempo-correntisti”, per la precisione). Nel proprioconto-corrente finiscono le ore impiegate a realizzare at-tività in favore di altri correntisti e si accumulano così cre-diti di pari valore da spendere nelle prestazioni che più cioccorrono. Altra particolarità di queste banche è che l’u-nica unità di misura del valore di una prestazione è l’ora:un’ora di pulizia delle verdure vale come un’ora di ripeti-zioni di diritto pubblico. «Questo tipo di iniziativa crea re-lazioni interpersonali non esclusive, come quelle familia-ri, ma aperte a nuove conoscenze. Costruisce legami disolidarietà allargata, basati sulla fiducia, sulla reciprocità,sul rapporto attivo di ogni membro della comunità», spie-

ga Maria Luisa Petrucci, presidente del coordinamento ro-mano (www.banchedeltempodiroma.it).

Che il fenomeno si stia allargando lo dimostrano idati. Nella Capitale, ad esempio, l’ultima rilevazione(aprile 2008) segnala 7918 iscritti (69%donne), che si sono scambiati 88.539 ore dilavori. «A fronte di 250 mila euro di finan-ziamenti annuali, le casse comunali rispar-miano oltre 1 milione di euro in servizi ero-gati. Ma siamo preoccupati per il futuro: daquando la giunta capitolina è cambiata –denuncia la Petrucci - il Comune è scom-parso. Non è stato nemmeno nominato ildelegato del Sindaco per i tempi e gli orari.

Non abbiamo quindi nessuno con cui parlare. Buttarealle ortiche quanto costruito con fatica in 12 anni sa-rebbe delittuoso e dannoso per il tessuto sociale». Tra leattività scambiate, al primo posto, le lezioni di lingue

straniere, d’informatica e le visite guidate.Subito dopo, vengono le “facilitazioni allavita quotidiana” (aiuto agli anziani, babysitting, cucito, giardinaggio), «che sono inaumento da quando la crisi economica si èacuita». La lista dei lavori da scambiarsi èpotenzialmente infinita. L’unico elementoessenziale è la volontà di aprirsi al prossi-mo, traendone tra l’altro un vantaggio per-sonale. Anche economico. .

IN TEMPO DI CRISI FINANZIARIE e istituti di credito a rischiobancarotta, c’è un tipo di conti correnti che è al ripa-ro da qualsiasi rischio di crollo. È quello delle Banche

del Tempo, un’esperienza affermatasi in Ita-lia negli Anni 90 e ormai diffusa più o menoin tutte le regioni.

La parola d’ordine è “reciprocità”. Un concetto an-cora nuovo nella cultura italica. Gli scambi in questocaso non consistono in beni e prodotti ma in attività.Ognuno di noi ha una specializzazione o un hobby:c’è chi ha le “mani d’oro” per le riparazioni domesti-che, chi ama impartire lezioni di musica, chi fa la spe-sa per sé e non trova nulla di strano a farla anche peraltri, chi adora portare a spasso gli animali, chi è un asso

di Emanuele Isonio

Il tempo èdenaro:ecco iconti correntiche non falliscono mai

LINK UTILI

OsservatorioNazionale sulleBanche del Tempowww.tempomat.it Associazionenazionale Banche del Tempowww.bdtitalia.altervista.org

Aderendo a una Banca del Tempo si scambiano ore di “lavoro” con gli altri correntisti. Si risparmia denaro (un milione di euro annui solo a Roma) e si vede l’altro come una risorsa e non come una minaccia.

Marcel MaussSaggio sul dono. Formae motivo dello scambionelle società arcaicheEinaudi, 2002

Judith LevineIo non compro: un anno senza acquisti,un’esperienza perriflettere sul potere del mercatoPonte alle Grazie, 2006

Chris AndersonLa coda lunga. Da un mercato di massa a unamassa di mercatiCodice Edizioni, 2007

Alfredo Salsano Il dono nel mondo dell’utile Bollati Boringhieri, 2008

LIBRI

Nella pagina a fianco,dai Quaderni di designdei servizi, il progettoOrtoinsieme. Come far conoscere ai bambini di QuartoOggiaro i ritmi dellestagioni e la culturadel verde sfruttandole risorse e gli spazidisponibili?

RUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE, feste di vicinato, nonni baby sitter, condi-visione di cose e spazi esistenti, ristorante in casa, verde di quartiereautogestito, negozi multifunzionali. Questi e tanti altri casi comequesti, ci dicono che è possibile migliorare la qualità della vita quo-tidiana utilizzando prioritariamente le risorse esistenti: risorse uma-ne (gli abitanti, le loro capacità e conoscenze) e quelle fisiche (le co-se e gli spazi, le infrastrutture che già ci sono). Ci dicono che,contrariamente ai più diffusi stereotipi, le persone possono rompere

Sono iniziative sostenibiliperché non richiedono nuovimateriali o nuovi spazi, ma producono nuova socialità

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chi, nei confronti di questa crisi globale – come diquella permanente di un’economia scollegata dallarealtà – sta già trovando soluzioni e pratiche creativee innovative (magari basate su tradizioni popolari, ri-viste alla luce del nostro tempo) che non sono affet-te dall’andamento della borsa e che migliorano il be-nessere materiale di chi le vive. Questo strumento èZoes.it – il nuovo social media dell’economia solida-le e sostenibile.

Un facebook dalla faccia diversaSe vi siete fatti prendere da Facebook negli ultimi me-si e avete una vostra community di centinaia di amici“virtuali” su Internet, allora Zoes vi piacerà ancora dipiù, dal momento che aggiunge altre dimensioni –quello di comunità geografica e di attivismo, per esem-pio – agli scambi da social network. Se invece non visiete mai affacciati nel mondo di Facebook, perchénon avete tempo da perdere e state lavorando a salva-re il mondo (o almeno a rendere migliore la comunitàin cui vivete), allora... Zoes fa per voi: questo nuovo si-stema di relazioni online ha un approccio finalizzato acollegare in rete chi pratica stili di vita equosostenibi-li. In altre parole, a favorire l’incontro tra quanti ma-gari vivono nella stessa città e fanno cose simili, ma

non lo sanno – oppure a intensificare ed estendere irapporti tra organizzazioni diverse, che potrebbero tro-vare terreni comuni di lavoro, o a interagire con que-gli enti locali “virtuosi”, che riescono a mettere in mo-to reali politiche di sostenibilità sul territorio.

Le reti sociali incontranoil social networkZoes nasce per fornire una piattaforma al servizio del-le realtà dell’economia solidale e della sostenibilitàpresenti sul territorio, per la formazione di una gran-de rete di comunicazione e scambio, legata ai princi-pi e alle pratiche di sostenibilità ambientale, econo-miche e sociali. E così facendo, crea una mappavirtuale e in continuo divenire delle “zone equososte-nibili” territoriali esistenti o in potenza, visualizzabi-le a partire da quello che c’è “intorno a te”, fino alladimensione nazionale. L’approccio è rivolto ai diversiattori coinvolti: uno spazio - piazza - mercato d’in-contro tra individui, associazioni, gruppi d’acquistosolidale, imprese/produttori e istituzioni/enti pubbli-ci. Ovvero, tra consumatori e produttori, ma anche traproduttori stessi – all’interno di una stessa filiera (pos-sibilmente “corta”) – e così via. Questo approccio “or-ganico” di Internet è rafforzato da un altro aspetto im-portante di Zoes: il contenuto generato dagli utenti.

L E COMUNITÀ DI PRATICA SOSTENIBILI e l’economia solidalehanno finalmente un nuovo strumento al loro servi-zio per amplificare e rendere visibile il loro lavoro ecoinvolgere molti più cittadini. I quali, a loro volta,possono scoprire un mondo ricchissimo abitato dadi Jason Nardi

Zoes: oltre la Rete, la Zona Equo SostenibileIl nuovo social media al servizio delle realtà dell’economia solidale e della sostenibilità, per formare una grande comunità di condivisione.

INFO

me dei servizi e/o delle attività di dinamizzazione so-ciale) non risolvono ogni problema della vita di unquartiere o di una città. Ci sono problemi che non pos-sono essere affrontati solo con la buona volontà e la ca-pacità di collaborazione dei cittadini (se mancano stra-de, ospedali, scuole, … occorre che qualcuno li realizzi).Però, ciò che queste iniziative leggere producono non èmarginale. La loro esistenza, e quella delle reti socialiche le sorreggono, risolvono una serie importante diproblemi. Ma non solo. Rafforzano il tessuto sociale delquartiere e gli restituiscono un identità percepibile. Pre-parano la componente umana alle iniziative di inter-vento sulle strutture fisiche, che eventualmente do-vrebbero essere attuate. Queste iniziative sono intrinsecamentesostenibili: lo sono perché non richiedono di usare (quasi) nulla dipiù di quello che già c’è in termini di materiali usati e spazi occupa-ti, mentre producono nuova socialità. Lo sono perché, spesso, por-tano a rigenerare l’ambiente fisico (condivisione di oggetti e spazi origenerazione del verde, …) e perché, sempre, hanno come effetto –

diretto o indiretto – la rigenerazione del tessuto sociale.Introdotto questo interessante fenomeno, possia-

mo chiederci quali siano le sue possibilità di sviluppo.Per rispondere a questa domanda, occorre osservarlo inun quadro più generale.

Una convergenza possibileIl fatto che la società contemporanea sia caratterizzatada grandi problemi sociali ed ambientali è un dato difatto oggi fin troppo evidente. Ciò che invece è assaimeno in evidenza sono le sue possibilità. Che ci sonoe sono altrettanto notevoli. Nella società contempora-nea, infatti, vi è anche un enorme patrimonio di risor-

se sociali e tecnologiche che, se opportunamente valorizzate, po-trebbero dare soluzioni efficaci e sostenibili a molti dei problemiche oggi dobbiamo affrontare.

La prima di queste risorse è l’insieme delle capacità e delle com-petenze diffuse tra coloro che si confrontano tutti i giorni con que-sti problemi: in un mondo che cambia in fretta, solo chi è a diret-

to contatto con i problemi generati da tale cambiamento li cono-sce davvero e può dare utili idee su come affrontarli. Ed è su que-sto terreno fertile che nascono le reti collaborative cui si è accen-nato nel paragrafo precedente (e che questo dossier intendepresentare).

La seconda risorsa, ancora ampiamente sottoutilizzata è datadalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Malgra-do tanto se ne sia parlato, la loro potenzialità come strumenti perla soluzione dei problemi con cui la società contemporanea si con-fronta non è ancora stata veramente espressa. Vi sono però dei se-gnali promettenti che indicano come queste tecnologie possanoessere oggi intese come sistemi abilitanti per inedite forme di ser-vizio e di organizzazione sociale basate sulla capacità e la vogliadelle persone di cooperare. Si apre dunque l’eccezionale possibilitàdi connettere tra loro le due grandi risorse: le capacità delle perso-ne stesse e le opportunità offerte dalle tecnologie. E, così facendo,di rendere pensabile e praticabile una nuova generazione di servi-zi e di sistemi produttivi basati sulle capacità culturali, sociali e va-loriali di cui le persone diffusamente dispongono. .

Questo testo è l’adattamento delle introduzioni di due pubblicazioni in fase di stampa:

Ezio Manzini, Giordana Ferri, Giovanna VitaleIdee di servizio basate sulla collaborazione attiva dei cittadini: se vogliamo lo si fa!Quaderni de Design dei Servizi N1, Milano 2008

Ezio Manzini, Margherita Pillan, Tommaso Buganza, Giordana Ferri Telefoni mobili, servizi digitali e dinamizzazione socioculturale mobili e collaborativiQuaderni de Design dei Servizi N2, Polidesign, Milano 2008

Le pubblicazioni sono il risultato di due laboratori svolti alla Facoltà del Design del Politecnicodi Milano, in collaborazione con Milano Metropoli, Telecom Italia e Provincia di Milano.

Nella pagina accanto,dai Quaderni di designdei servizi, il progettoSMSkate per creareuno skatepark,realizzato dai ragazzidel quartiere e gestito dagli utenti,che funzioni comecentro di aggregazionegiovanile. Sopra,sempre dai Quadernidi design dei servizi,un’iniziativa percondividere prodottiper neonati tra le famiglie. A sinistra,l’immagine del social network Zoes.

Sono infatti gli stessi membri di Zoes – ognuno “esper-to” e competente per il suo campo d’azione – a inse-rire e condividere le informazioni sui diversi temi esulle “buone pratiche” di sostenibilità, attraverso unsistema di parole chiave che permette poi di ricercaree correlare i contenuti in maniera pratica ed efficien-te. I 10 canali tematici di Zoes (Abitare e costruire, Ci-bo e agricoltura, Finanza e risparmio, Energia edecoefficienza, Politica e partecipazione, Salute e Be-nessere, Diritti e Reti sociali, Saperi e comunicazione,Viaggio e ospitalità, Produzione e responsabilità) sonoalimentati anche da accordi con le maggiori testate dimedia indipendenti che seguono costantemente que-sti temi, a partire da Valori.

L’aspetto veramente innovativo del progetto è il mo-do in cui tutti i diversi componenti sono combinati in-sieme: il network sociale con la mappatura territoriale econ l’e-commerce (chiamato “Buonmercato”), i canalitematici con gli strumenti di partecipazione (come Zoesin azione: gli strumenti per fare campagne di sensibiliz-zazione a massa critica; lo scambio di risorse e compe-tenze, ecc.) il tutto “condito” con una forte connessio-ne e partenariato con le comunità di pratica esistenti ele organizzazioni nazionali e locali.

Non resta che un invito ad “entrare” in www.zoes.it,la zona equosostenibile intorno a te. .

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Attraverso un sistema di parole chiavesono gli stessi membri di Zoes a inserire e condividere le informazionisui diversi temi e sulle “buonepratiche” di sostenibilità

ZOES È PROMOSSAdalla FondazioneCulturaleResponsabilità Eticae dalla FondazioneSistema Toscana, in collaborazione con Terra Futura, Fa la Cosa Giusta,Valore Sociale,Banca Etica, Valori,Altreconomia, Aam Terranuova e molte altreorganizzazioni che stannodiventando partnerdel progetto. Per informazioni e adesioni:[email protected]

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| inbreve || inbreve |

finanzaeticaIn Terrasanta la pace ha bisogno di credito >30 Buon compleanno Banca Etica. I pionieri raccontano >32Legalità: Raffaele Cantone racconta la camorra borghese >37

PIÙ POTERE AL SUD CON IL NUOVOMASTERDI ETIMOS

Si chiama “F4E-Finance for empowerment” il nuovo master di Etimos e Fondazione Choros: una proposta di formazionespecialistica sui temi dello sviluppoumano e il ruolo della finanza nel definire e accrescere poteri (e quindi i diritti) della popolazionea basso reddito del Pianeta. Il corso,che partirà a gennaio, rappresentaun’evoluzione e un ampliamento del master in Finanza per lo sviluppo,organizzato con successo per treanni da Etimos in collaborazionecon l'Università di Parma. Le novitàprincipali sono rappresentatedall'ingresso, come partner, di Gtz (l'Agenzia tedesca per la cooperazione tecnica), una delle sigle leader nel mondodella cooperazione allo sviluppo.Nuova anche l’impostazionedidattica, che propone un percorsoparallelo di riflessione ed esperienzaconcreta sul campo. Sono previstesei settimane di attività nell’arco di un anno, divise in moduli da unasettimana ciascuno organizzati, ognibimestre, in Italia (Roma, Padova e Palermo) e all'estero (Argentina,Sri Lanka e Namibia). È possibileanche l'iscrizione a singoli moduli.Al di là delle nozioni tecniche,giocherà un ruolo importante anche la comprensione degli aspetti umani e della dimensione multiculturalenelle problematiche di sviluppolocale e nella microfinanza. Previstetre borse di studio per i partecipantierogate dalla Fondazione Choros.Per informazioni: 049 8755116.

OBAMACHIEDE UN CODICEETICO

Fuori le lobby, i gruppi di pressione e le corporations. Parte sotto i miglioriauspici, almeno per ora, il complessopiano di rinnovamento delle agenziegovernative promosso dal neopresidente Barack Obama. Lo ha riferitoa novembre il Wall Street Journal.Al centro della nuova regolamentazione,ha spiegato il braccio destro del presidente John Podesta, c’è il delicato tema del fund raising.A Obama spetta un budget di 8,5milioni di dollari dei contribuenti cuisi aggiungono altri 3 milioni e mezzo

provenienti dalledonazioni. E proprio su questi ultimi siconcentrano le maggiorinovità: le donazioniindividuali, ha precisatoPodesta, non possonosuperare i 5 mila dollari,i lobbisti abituali sonoesclusi dalle attività

dell’amministrazione mentre i membridello staff saranno obbligati ad astenersidalle attività di lobbying per i prossimi12 mesi. Per i collaboratori più strettidell’amministrazione il divieto varrà invece per due anni. Sempresecondo Podesta (che ha sottolineatocome fosse costume abituale delleprecedenti amministrazioni utilizzare le donazioni delle corporation per finanziare i grandi eventiinaugurali) il cosiddetto TransitionTeam si compone di circa 450 persone e avrà un costocomplessivo di 12 milioni di dollari.

LA CRISI FA BENEAI FONDI ETICIIN UN ANNO IN EUROPA CRESCIUTI DEL 23%

La crisi che da tempo colpisce il settore del risparmiogestito europeo non intacca i fondi d’investimentosocialmente responsabili che, al contrario dei colleghi“ordinari”, hanno evidenziato una crescita di notevoliproporzioni. È il risultato dell’ultima ricerca presentatada Vigeo, una delle principali agenzie di rating sociale ed ambientale in Europa. L’indagine, che si è concentrata nell’arco di un anno (giugno2007 - giugno 2008) ha portato alla luce datiinequivocabili: i fondi di investimento responsabilisono aumentati di numero raggiungendo un totale di 537 con un incremento del 23%. Il patrimoniorimane stabile a 48 miliardi di euro mentre la quotaSri sul totale del capitale gestito passa dallo 0,75%allo 0,87%. Tra i mercati protagonisti della crescita si segnala soprattutto la Francia, dove il patrimonioSri è aumentato del 20%.

«Il consolidamento e il processo di diversificazionein atto nei fondi SRI riflettono il grado di maturità del mercato che esprime nuovi bisogni in termini di ricerca» ha dichiarato Nicole Notat, Presidente e Direttore Generale di Vigeo. Proprio la diversificazionerappresenta oggi un elemento in forte espansione.Secondo quanto emerso dalla ricerca il mercatoeuropeo si caratterizzerebbe per l’aumento dei criteridi selezione degli investimenti. Al centro dell’interessedei gestori, in modo particolare, si segnalano nuovi screening etici e tematici che implicano una valorizzazione del capitale umano e degli stili di vita sostenibili ma anche una nuova attenzione per i mercati emergenti del Vecchio Continente.

I MISTERI DELLA SOSTENIBILITÀSHELL E NESTLÈPRIMI DELLA CLASSE

Da tempo alcune delle più discusse corporationeuropee svettano misteriosamente ai vertici delleclassifiche continentali di sostenibilità. È la denunciapresentata dall’agenzia britannica di consulenza sugli investimenti responsabili Salter Baxter e ripresadal quotidiano londinese Guardian. La notizia, già di per sé sorprendente, assume toni grotteschi alla lettura dei nomi altisonanti delle protagoniste di queste scelte anomale: British American Tobacco,Royal Dutch Shell, Royal Bank of Scotland, Nestlé e i colossi minerari BHP Billiton e Xstrata. Queste seicorporation, divenute celebri negli anni per essere stateal centro di critiche e iniziative di boicottaggio da partedegli attivisti per i diritti umani e per la protezionedell’ambiente (nella foto, un’azione di protesta di Greenpeace nel 2002 nel quartier generale della Nestlé

a Vevey, in Svizzera), sarebberostate inserite in un’incredibile Top 50 delle migliori compagnieeuropee nel campo dellaresponsabilità d’impresa. La rivelazione ha contribuito ad accendere il dibattitosull’attendibilità di alcuni

sistemi di valutazione della corporate responsabilityche, alla luce di una serie di clamorose anomalie, rischianel peggiore dei casi di assumere il tono farsesco dellaclassica operazione di “greenwashing”. In riferimentoalla sorprendente Top 50, Salter Baxter ha sottolineatonel suo ultimo rapporto come i 4/5 delle compagnieinserite in graduatoria avessero effettivamenteintegrato la sostenibilità all’interno della loro strategiaaziendale. Solo 11 compagnie, tuttavia, erano state in grado di superare il test completo di sostenibilitàelaborato dagli analisti e comprendente tre criteri:l’impegno con gli azionisti, le strategie di lungo periodoe la capacità di integrare i principi della responsabilitàsociale a prescindere dalle pressioni esterne degli attivisti o dell’opinione pubblica. Tra le aziende in grado di rispettare i tre criteri chiave Volkswagen,BASF, Vodafone e Telefónica.

ETHOS: LA PAGADEI MANAGER DECISA DAGLIAZIONISTI

Agli azionisti delle compagnie non deve essere concesso soltantodi poter votare sul tariffario del CdAma anche di esprimersi sul sistemaretributivo dell’intero management.È l’opinione espressa di recente da Ethos, l’ente ginevrino che gestisceassets “etici” per 1,4 miliardi di euro.Ethos, che da tempo conduce unacampagna contro i maxi-compensiai manager, ha scelto di alzare la voce sulla decisione del governosvizzero di proporre una legge chegarantisca agli azionisti un controllosulla remunerazione del Cda. «Le politiche remunerative spessonon seguono le linee guidainternazionali – avevano affermato a Ethos –. In molti casi la variabilitàdel compenso non è determinata da criteri legati alla performance e gli eventi recenti hanno dimostratoche una cattiva struttura di compensopuò avere conseguenze negative».Pur lodando la decisione del governo,l’ente svizzero giudica la propostanon sufficiente a risolvere i problemidel sistema di incentivi. Il diritto di votare su quest’ultimo elemento,sottolinea in particolare Ethos,costituisce un principio raccomandatoda tempo dall’OECD e già in vigorein Paesi come Stati Uniti, RegnoUnito, Francia e Olanda. A settembreEthos aveva annunciato iniziative di sensibilizzazione sulla campagnaper i giusti sistemi retributivi in occasione delle assembleeannuali 2009 dei grandi gruppielvetici come ABB, Credit Suisse,Nestlé, Novartis e UBS.

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DALL’EUROPA ALLA PUGLIAPER CREARELAVORO

C’è la cooperativa Artesan, creata a Bari da un gruppo di Rom. Si occupa di verde pubblico,sgomberi e altri servizi nel quartieredove sono insediati. Ci sono le 4 giovani donne che si occupavanodi babysitting, animazione perbambini, feste tutto pagato in nero,che sono riuscite a costituire unacooperativa e aprire una ludoteca in provincia di Foggia. Sono solo duedegli oltre 300 progetti finanziatidalla Regione Puglia grazie ai fondieuropei del progetto SovvenzioneGlobale. 9,6 milioni di euro stanziatinel 2006 per sostenere l’avvio di nuove imprese o il consolidamentodi imprese già costituite. Obiettivo:l’inserimento lavorativo di soggettisvantaggiati, una categoria quelladefinita dalle leggi europee più ampiadella legge 381: donne in zoneeconomicamente svantaggiate,giovani, disoccupati di lunga data.Circa 30 mila euro per ogni progettoper iniziative di formazione, per l’acquisto di attrezzature, la costituzione delle cooperative.Gestire i fondi e coordinare il progetto è stato compito di Ape (agenzia per lo sviluppodell’economia sociale), formata da Banca Etica e dal Fondo sviluppo (Confcooperative), e di Coop fond (Legacoop).www.piccolisussidipuglia.it

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L FUTURO APPARTIENE A CHI CREDE alla bellezza dei propri so-gni» ripeteva Eleanor Roosevelt. Un’idea che ha guidato lesue attività a sostegno dei diritti delle donne e che an-

drebbe tenuta a mente da chi lavora in contestidifficili, anche nel settore delle istituzioni finan-ziarie. Se poi il loro intervento punta a sostenere

il lavoro di centinaia di donne in una delle terre storica-mente più piagate dai conflitti come la Palestina, quellafrase assume i contorni di un appello. Quello che stiamoper raccontarvi è l’intervento di Banca Etica in Terra San-ta: azioni concrete e la speranza di realizzare un sogno. Nel-la consapevolezza che - come dice il vicedirettore dellabanca, Gabriele Giuglietti, citando il giudice Rosario Liva-tino - «di fronte all’Onnipotente non ci sarà chiesto quan-to siamo stati credenti ma quanto siamo stati credibili».

Uno tsunami socialeBanca Etica è già stata impegnata in situazioni d’emergen-za. Dopo il maremoto nel Sud-est asiatico nel 2004 ha ge-stito cinque milioni di euro per attività di credito, capita-lizzazioni e assistenza tecnica alle istituzioni dimicrofinanza e alle banche di sviluppo locali. Ma quando

le emergenze sono dovute a conflitti decennali è diverso:«Nello Sri Lanka si era verificato un fenomeno naturale. InPalestina invece ci siamo trovati di fronte a uno “tsunamisociale”, con effetti di lungo periodo - spiega Giuglietti -.In un simile contesto servono risposte d’emergenza maanche ricostruire le relazioni per riportare la fiducia».

La situazione è peggiorata dopo la vittoria elettorale diHamas nel 2006: l’affermazione del partito fondamentali-sta ha provocato il blocco dei trasferimenti alla ANP (l’Au-torità nazionale palestinese) dalla comunità internaziona-le e da Israele. In una realtà in cui tutte le famigliepalestinesi hanno almeno un familiare dipendente del-l’ANP, le conseguenze sono intuibili. Il 95% delle attivitàcommerciali di Gaza ha chiuso per l’impossibilità di ap-provvigionarsi. Oltre 75 mila lavoratori sono rimasti senzalavoro. Il tasso di povertà ha superato il 60% (e raggiungel’85 nella Striscia di Gaza), il 30% è sotto la soglia di povertàestrema. E l’assenza di entrate certe ha messo in ginocchiole istituzioni di microfinanza che operano nelle zone rura-li attorno a Gaza e in Cisgiordania: nove organizzazioniche da anni finanziano piccole attività agricole dell’area.

Proprio qui si colloca l’intervento di Banca Etica. Su ri-

«I

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| finanzaetica | finanza etica nel mondo/3 |

In Terrasantala pace

ha bisognodi credito

chiesta del direttore di Acad (Arab Center for AgriculturalDevelopment) Samir Barghouti, nel luglio 2007 ha orga-nizzato una “missione valutativa” a Gerico, Tulkarem,Qalqilya. Luoghi noti per attentati, dove però esistono ger-mogli di speranza che vanno aiutati. «Volevamo verifica-re direttamente la reale condizione delle istituzioni di mi-crofinanza palestinesi - prosegue Giuglietti -. È statoessenziale il contributo del Patriarcato di Gerusalemme edel locale movimento dei focolarini, dei preti missionari diVerona, di una fondazione laica veneta e di altre Ong. Adesse si sono aggiunti organismi cooperativi e di ricerca israe-liani che ci hanno chiesto di agire da “ambasciatori” in queldifficile contesto». Una rete di contatti che ha permesso diindividuare due istituzioni che meritavano sostegno: Reef(finanziaria della Ong Parc, Palestinian Agricultural RuralDevelopement) e Acad (vedi ). È stato deliberato un pri-mo finanziamento di 75 mila euro a Reef che ha permessodi sostenere alcune cooperative di donne nella produzionedi prodotti alimentari non deperibili (mais, cous cous,mandorle, datteri), commercializzati con il marchio Fair-trade. Presto sarà erogato anche il secondo finanziamento(di pari importo) in favore di Acad. «Le motivazioni del no-stro intervento sono state ovviamente collegate all’emer-genza in atto. Ma abbiamo valutato la credibilità delle pro-poste e la capacità delle due organizzazioni di controllare icrediti e la loro solidità organizzativa».

Un sogno di bancaGli interventi in Medio Oriente di Banca Etica non si esau-riscono con Reef e Acad. In Palestina sono stati garantiti431 mila euro in fidejussioni per le attività di quattro Ongitaliane (Acs, Ucodep, Progetto sviluppo e Gvc). In Libano,dopo l’emergenza scoppiata nel 2006, hanno ricevuto ga-ranzie (per 4,5 milioni) le undici organizzazioni del no-stro Paese, che hanno potuto sviluppare ventitré progetti(vedi ). Accanto a tali iniziative, un’altra, ancora piùambiziosa: aiutare la nascita di due banche di credito coo-perativo, una in ciascun lato del muro che divide Palesti-na e Israele. In Palestina, il percorso prevede di utilizzare lafinanziaria della Ong Parc come “nucleo” per il futuro isti-tuto bancario. In Israele, l’idea arriva da Yehudah Paz, pre-sidente del Negev Institute for Strategies of Peace and De-velopment (NISPED) e membro del board dell’unione deikibbutzim (che riunisce 120 mila persone, realizza il 40%della produzione agricola e il 10% di quella industriale per2 miliardi di fatturato). «Nel giugno 2007 ci ha chiesto diavviare un percorso per giungere alla creazione di una ban-ca cooperativa nel suo Stato in cui finora esistono solo isti-tuti commerciali», spiega Giuglietti. Un percorso bicefaloperché al momento non si può creare una banca che vedatra i propri soci, insieme, israeliani e palestinesi. «In pro-spettiva però – spiega Fabio Salviato, presidente di BancaEtica - le due banche potranno collaborare tra loro, asso-ciandosi alla futura banca etica europea. Per ora è un so-gno che in tre anni potrebbe diventare realtà». .

TABELLE

BOX

di Emanuele Isonio

ONG & BANCA ETICA: LE FIDEIUSSIONI IN PALESTINA

A.C.S. 1 2 3.000,0075.000,00

G.V.C. 1 2 4.600,00115.000,00

UCODEP 1 2 4.000,00100.000,00

PROGETTO SVILUPPO 1 2 124.852,504.994,10

TOTALI € 431.446,60

BENEFICIARIO NUMERO CREDITI CREDITIPROGETTI DI FIRMA DI FIRMA

DELIBERATI CONSEGNATI

FON

TE: U

FFIC

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RED

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ICA

–AG

G.G

IUG

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2008

EDU

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SVILUPPO RURALE, PROTEZIONE AMBIENTALEe rafforzamento del ruolo femminile: sono gli obiettivi della Parc, fondata nel 1983 da un gruppo di agronomi per il deterioramentodell’attività agricola nella valle del Giordano e nella West Bank, occupate dall’esercito israeliano.Dal 1990 ha lanciato un programma rivolto alledonne per la vendita locale di prodotti agricoli tipici. Il progetto ha coinvolto il circuito del commercioequo per le esportazioni. In collaborazione con CtmAltromercato, esportano cous-cous, mandorle, oliod’oliva e datteri prodotti a Gerico e nella Striscia di Gaza. Gli agricoltori coinvolti sono 1300.

PARC PALESTINIAN AGRICULTURAL RELIEF COMMITTEES

ACAD È UN’ORGANIZZAZIONE PER LO SVILUPPO,nata nel 1988 che opera con le microimprese nelle aree rurali e più depresse della Palestina.L’obiettivo è garantire l’indipendenza economica e la sicurezza alimentare per le fasce povere della popolazione e di promuovere una loro partecipazione attiva nelle sfere politiche, economiche e sociali del Paese. Dal 2003 ha esteso l’attività creditiziaanche a tutti i settori economici, con esclusione dell’edilizia. Tre i tipi di prodotti: micro finanziamenti biennali fino a 3 mila dollari, prestiti quadriennali tra i 5 mila e i 15 mila dollari e coperture finanziarieper le cooperative operanti nelle aree rurali.

ACAD ARAB CENTER FOR AGRICULTURALDEVELOPMENT

Arab Center for AgriculturalDevelopmentwww.acad.ps

Palestinian AgriculturalRural Developementwww.pal-arc.org

Negev Institute for Strategies of Peaceand Developmentwww.nisped.org.il

LINK UTILI

ONG & BANCA ETICA: LE FIDEIUSSIONI IN LIBANO

UCODEP 3 6 7.759,91193.997,76

9.610,58240.264,56

2.045,2051.130,00

R&C 2 4 9.013,37225.334,25

9.724,32243.108,00

ARCS 3 6 8.460,00211.500,00

7.692,96192.324,00

1386,0034650,00

GVC 4 8 8.814,10220.352,50

9.338,34233.458,50

1.212,2030.305,005.995,24

149.880,89CISP 2 4 7.968,00

7.340,00183.500,00199.200,00

CTM Lecce 1 2 9.290,66232.266,50

INTERSOS 2 4 9.258,08231.452,00

7.725,74193.143,50

CRIC 1 2 9.175,46229.386,50

MOVIMONDO 2 4 9.510,208.132,40

237.755,06203.310,16

PROGETTO SVILUPPO 1 9.242,90231.072,50

COSV 3 6 185.636,121.880,00

41.500,007.467,06

186.676,43TOTALI 23 € 4.538.246,95

BENEFICIARIO NUMERO CREDITI CREDITIPROGETTI DI FIRMA DI FIRMA

DELIBERATI CONSEGNATI

FON

TE: U

FFIC

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008

Dopo la vittoriaelettorale di Hamasdel 2006, i fondiinternazionali sonostati bloccati. In Palestina, il tasso di povertàha superato il 60%con punte dell’85%

Un progetto realizzatoda ACS-Associazione di cooperazione allo Sviluppo con BancaEtica e il Consolatoitalianoa Gerusalemme.Palestina, 2007

Per un’istituzione finanziaria operare in un’area di conflitti è peggio di un maremoto. In Medio Oriente, Banca Etica ha scelto di sostenere i progetti di Ong italiane.

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| finanzaetica || finanzaetica | 1999-2009 |

quati, allora presidente della Mag 2 di Milano. «Il mondo accademicovalutava l’operazione con toni scettici. L’unico che ci diede fiducia ful’economista Stefano Zamagni», racconta Fabio Salviato, presidente diBanca Etica. E Fabio Silva, all’epoca segretario di Fiba Brianza, oggi vi-cepresidente di Banca Etica, ammette che «anche gran parte del mon-do sindacale era convinto che nel confronto con i giganti bancari ita-liani ed esteri avremmo perso in partenza». Eppure attorno all’idea dicontribuire alla nascita di un istituto bancario per il Terzo settore c’eracaparbietà e passione. «Un humus favorevole» lo definisce Salviato.

Cooperative sociali, Ong e associazioni non profit avevano diffi-coltà a ricevere credito dai canali finanziari tradizionali e questo ne im-pediva lo sviluppo. La vita delle Mag (le Mutue di Auto Gestione, nateper raccogliere e utilizzare capitale privato in progetti cooperativi) ven-ne invece resa più difficile da una legge del ‘91 (la 197), dalla successi-va decisione di Bankitalia e da un decreto legislativo del 94: impone-vano un capitale sociale minimo di un miliardo di lire, l’iscrizioneall’ufficio italiano cambi e vietavano alle cooperative finanziarie la rac-colta di capitale attraverso depositi sociali. Alcune Mag sospesero le at-tività. Altre chiusero del tutto. «È arrivato il momento di pensare a una

banca vera e propria» si dissero i responsabili di varie Mag. E infatti al-la fondazione della Banca Etica presero parte cinque di queste realtà.

Motivazioni pratiche e necessità di superare problemi contin-genti si unirono poi a questioni ideali, forse ancor più rilevanti. «Nel1995 – ricorda Ugo Biggeri, dieci anni fa presidente di Manitese, og-gi presidente della Fondazione Culturale Responsabilità Etica – uscìil primo rapporto sulle transazioni di armi, imposto dalla legge185/90. Scoprimmo così che la banca in cui tenevamo i soldi per lacampagna anti-mine (la Bnl, ndr) era tra le più coinvolte nel settore

degli armamenti. Capimmo che non si può essere neutrali a quantoaccade nel mondo della finanza». Si innescò un immenso cortocir-cuito che percorse tutto il Terzo settore. «Bisognava occuparsi di fi-nanza etica. Serviva uno strumento per sostenere le iniziative in fa-vore dell’ambiente, della solidarietà, dell’eticità delle azioni», spiegaFranco Zecchinato, ex presidente dell’Aiab, oggi Presidente dellaCooperativa agricola El Tamiso.

Un’utopia su binari concretiMa a dieci anni di distanza da quella scelta, che valutazione dare delpercorso fatto? «Banca Etica – commenta l’attuale presidente delleAcli, Andrea Olivero – nacque per dare forza al mondo della finan-za etica e, se oggi il tema si è diffuso tra i consumatori, molto del me-rito è suo. Già solo per questo la sua esperienza è positiva. Non a ca-so oggi molte altre banche hanno lanciato iniziative di tipo etico».L’entusiasmo per quella scelta non sembra scemato e nessuno si èpentito: «Per noi che vedevamo le banche come il Regno del demo-nio, occuparci di un istituto di credito è stato un salto importante»,dichiara Franco Zecchinato. «Siamo riusciti a superare l’idea dellabanca tradizionale interessata solo ai profitti, creandone una che sipreoccupa di dove finiscono gli investimenti», aggiunge Luigi Bob-ba, ex presidente di Acli, oggi deputato del Partito Democratico. «Haindirizzato l’utopia verso binari assai più concreti», sottolinea Ugo

Buon compleannoBanca EticaI primi 10 anni dalla voce dei pionieri

È nata nel 1999 tra lo scetticismo generale, per rispondere alle esigenze del Terzo settore e per proporre una finanzaalternativa. I fondatori raccontano: da dove si è partiti, dove si è arrivati e quali sono oggi le sfide.

UANDO JACK NICHOLSON RITIRÒ L’OSCAR appena vinto per“Qualcuno volò sul nido del cuculo” disse sarcastica-mente: «Lo dedico a tutti quelli che mi dicevano che

tentare la carriera d’attore sarebbe statoun pessimo affare». Quando Papa Gio-vanni XXIII lanciò l’idea di aprire il Con-

cilio Vaticano II che rivoluzionò la vita della Chiesa, in Curia si solle-varono ondate di dubbi. La nascita di Banca Etica non fu accolta tantodiversamente: lo scetticismo aleggiava anche sopra di lei. Molti eco-nomisti ed esperti dubitavano dell’iniziativa. Costruire dal basso unabanca suonava assurdo: «Non c’è molto denaro circolante», «Non sia-mo in una fase di espansione economica», «Non potete competere coni colossi del credito», dicevano. Era il 1999. A distanza di un decennio,quella che ai più appariva la scelta azzardata e velleitaria di ventuno fol-li, ha messo radici sane e robuste e si è rivelata opportuna e vincente.

Un humus favorevoleLo scetticismo avvolgeva il progetto. «Tutti gli esperti a cui avevamochiesto pareri dubitavano della nostra iniziativa», ricorda Giovanni Ac-

Qdi Emanuele Isonio

I FONDATORI DELLA BANCA UNO PER UNO

ACLI (ASSOCIAZIONICRISTIANE LAVORATORIITALIANI)www.acli.itCircoli, servizi, imprese,associazioni per il lavoro e la cittadinanza attiva, control’emarginazione e l’esclusionesociale. 3,5 milioni di utenti,980 mila iscritti, 4 milacircoli, 105 sedi provinciali,21 regionali.

AGESCI (ASSOCIAZIONE GUIDE E SCOUT CATTOLICI ITALIANI) www.agesci.org“Vedere i giovani comeprotagonisti autentici dellapropria crescita civile” è il suoprincipio fondante. Nata nel1974 conta più di 177 milasoci dagli 8 anni in su: lupetti,coccinelle, esploratori e capi.

ARCI (ASSOCIAZIONIRICREATIVE CULTURALI ITALIANE)www.arci.itLa più grande associazionesociale europea (1,2 milionidi soci e 6500 circoli) ha compiuto mezzo secolo nel 2007. Finanza etica,attività ricreative, diritti civili e integrazione culturale.

ASSOCIAZIONE BOTTEGHEDEL COMMERCIO EQUO SOLIDALEwww.assobdm.itDal 1991 coordina le cooperative e le bottegheequo-solidali. 126 organizzazioni non profit e 220 punti vendita. Molte le campagne di informazionesul commercio alternativo.

ASSOCIAZIONE ITALIANAAGRICOLTURA BIOLOGICAwww.aiab.itSe oggi i valori dell’agricolturabiologica non sono più per pochi eletti il merito è anche di Aiab, che da 20anni lavora per la conversione ecologica dell’ambiente rurale,attraverso attività di ricerca,formazione e divulgazione.

CONSORZIO GINOMATTERELLI (CGM)www.cgm.coopUn’organizzazione cheriunisce 81 consorzi e 1200cooperative, che danno lavoroa 35 mila persone di cui 9 mila soggetti svantaggiati.Obiettivi: servizi di qualità,prezzi accessibili, promozionedel benessere collettivo.

COOPERATIVA OLTREMAREwww.coopoltremare.itRaccogliere il risparmio tra le famiglie per sostenere il commercio equo e i meccanismi produttivirispettosi dell’ambiente e dell’uomo. È la filosofia con la quale la cooperativa,nata nel 1991, ha contribuitoalla nascita di Banca Etica.

COOPERAZIONE TERZO MONDO (CTM-ALTROMERCATO)www.altromercato.it130 cooperative impegnatenello sviluppo dell’economiasolidale nel Sud del mondo.Ctm è sinonimo di prodottiequosolidali, diffusi in 350Botteghe, supermercati,negozi bio e mense.

CONSORZIO ETIMOS (EX CTM-MAG)www.etimos.itNato nel 1999 dall’ex CtmMag, volta pagina, guardandoall’ambito internazionale.Raccoglie risparmio in Italia e lo investe in progetti di microfinanza e in favore di cooperative di produttoridei Paesi in via di sviluppo.

EMMAUS ITALIAwww.emmaus.itMolti conoscono l’Abbè Pierre, religioso e partigianofrancese. Fu lui a fondare nel 1949 il movimentoEmmaus, per aiutare poveri e senza tetto. Oggi sono 306 i gruppi ufficiali in 35 Paesidel mondo. Emmaus Italia ne conta 13 in 7 regioni.

FIBA - CISL BRIANZAwww.fiba.itI suoi 83 mila iscritti tra i lavoratori di banche,assicurazioni e settoreparabancario fanno di FibaCisl il sindacato piùrappresentativo nel settorefinanziario, che da mezzosecolo si rivolge a tutto il mondo della finanza.

GRUPPO ABELEwww.gruppoabele.orgDroghe, aids, alcolismo,immigrazione, carcere,prostituzione, emarginazione,malattie mentali sono i drammi che cerca di contrastare fin dal 1965con servizi d’accoglienza e promuovendo la culturadella solidarietà.

Tenevamo i soldi della campagna per il disarmoin un conto Bnl, una delle più coinvolte nei finanziamenti delle armi.Capimmo allora che non si poteva essere neutrali verso i temi della finanza

”L’assemblea nazionale della Cooperativa Verso la Banca Etica a Brescia il 16 novembre 1996. La cooperativa era stata costituita dalle associazionifondatrici per raccogliere il capitale e preparare la nascita vera e propria della banca.Brescia, 1996

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I SONO MOLTI MODI PER COMBATTERE L’ILLEGALITÀ. C’è la viagiudiziaria, imprescindibile ma spesso lenta, farraginosae, per questo, vulnerabile. C’è il lavoro delle forze del-

l’ordine. Ci sono le scuole, che dovrebberoeducare al rispetto delle regole. Ci sono le as-sociazioni, che svolgono un ruolo sempre

più importante, in prima linea. Ma in un Paese in cuiquattro regioni su venti hanno ancora buona parte delloro territorio nella mani di una criminalità che si è fat-ta ormai Stato nello Stato, evidentemente, non basta.Quello che ancora oggi deve cambiare, in Italia, è lamentalità. È questa la vera sfida: combattere la culturaomertosa e familista con quella della solidarietà. La di-fesa del “privilegio” di un posto di lavoro al servizio diun boss con un’alternativa concreta. Il degrado con losviluppo. E, soprattutto, la superficialità con l’impegno.

Vanno in questa direzione le tante iniziative che neiprossimi mesi terranno alta la guardia in tutta Italia. Evanno in questa direzione anche due eventi che vedonocome protagoniste la Toscana e la Campania. Due re-gioni molto diverse tra loro, ma entrambe alle prese conproblemi annosi e complessi.

In Campania «facciamo arrabbiare la gente»Qualche settimana fa, nel cuore di Napoli, la parte sa-na della città si è stretta attorno a Raffaele Cantone,

Cdi Andrea Barolini

| contro l’illegalità | finanzaetica |

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| finanzaetica |

magistrato da anni in prima linea nella lotta alla ca-morra. Centinaia di persone: uomini e donne, giovanie anziani, che hanno scelto di passare una domenicamattina nel cinema American Hall, ascoltando quelloche aveva da dire chi la criminalità l’ha vista con i pro-pri occhi. E la vive sulla propria pelle. L’incontro, or-ganizzato da Antonio D’Antonio della Fiba-Cisl, era«un modo per dire che non vogliamo rassegnarci aquesta situazione, né accettarla come normale», spiegaEmma Marra, segretario regionale del sindacato.

Si parla di rifiuti. Francesco Pirozzi, docente di Inge-gneria sanitaria e ambientale presso l’università Federi-co II di Napoli, spiega – in termini tecnici – cosa accadeda anni in Campania. Una regione che non produce piùimmondizia delle altre: ciascun abitante accumula ognianno 550 chilogrammi di rifiuti. La media nazionale èdi 500. Il problema nasce piuttosto dal fatto che il terri-torio “ospita” anche migliaia e migliaia di tonnellate dirifiuti prodotti altrove. E troppe volte lo fa in modo ille-gale, senza controlli, con gravissimi rischi per l’ambien-te e per la salute dei cittadini. «Spesso le aziende che la-sciano partire i loro rifiuti per la Campania, sannobenissimo che fine faranno…», accusa Cantone.

I dati sono impietosi: la raccolta differenziata, nel2006, ha raggiunto il 25% in Italia. Una quota sfiora-ta in Campania solo nella provincia di Salerno (21%).Napoli non ha superato il 9%. E il trend della città è

Usura, pizzo, appalti truccati, traffico di rifiuti, infiltrazioni mafiose. Per combatterle lo Stato deve essere al fianco dei cittadini.Le armi: giustizia, presenza sul territorio, un’alternativa sociale. Ma, soprattutto, cultura della legalità.

Armi di istruzionedi massa

2-3 dicembrePontedera

4-5 dicembrePoggibonsi

10-11 dicembre Figline Valdarno

13 dicembre Bucine

16 e 17 dicembrePratoIn occasione della Festa della Legalitàpromossa da Regione Toscana

INFOwww.media.unisi.it/viverearate

VIVERE A RATELE PROSSIME DATE

I FONDATORI DELLA BANCA UNO PER UNO

MAG2 FINANCE MILANOwww.mag2.itNegli Anni 80, mentre loyuppismo imperava, siconcentrava sugli ambiti delsociale, dell’ecologia, delconsumo consapevole. Erogafinanziamenti per i progettidel mondo “non profit” disolito esclusi dal creditotradizionale.

MAG VENEZIAwww.magvenezia.itDal 1992 finanzia le attivitàculturali nel territorio diVenezia e provincia,raccogliendo il risparmio deipropri soci. I progetti piùnumerosi riguardano lacooperazione sociale, ilvolontariato e la promozionedella cultura.

MANI TESEwww.manitese.itNata nel 1964, Manitese hafinanziato oltre 2100 progettiin tutto il mondo perincentivare l’autosufficienzae l’autodeterminazione dellecomunità locali. Nuovirapporti tra i popoli, giustiziae solidarietà sono le sueparole d’ordine.

OVERSEASwww.overseas-onlus.orgSierra Leone, India, Cile,Brasile: tutti teatri nei qualidal 1971 realizza progetti disviluppo nei settori agricolo-artigianale, dell’educazionesanitaria di base e dellasolidarietà a distanza,collaborando con gruppi eOng locali.

UNIONE ITALIANA SPORT PER TUTTIwww.uisp.itI legami tra il diritto allosport e salute, qualità dellavita, educazione, socialitàsono più stretti di quanto sipensi. Uisp ne è convinta. Econ lei il suo milione di socie le 14 mila società sportivee circoli ad essa associati.

UNIONE SINDACALETERRITORIALE CISL BRIANZAwww.cislbrianza.itIl secondo sindacatoconfederale per numero diiscritti: oltre 4 milioni. I suoistrumenti: contrattazione,concertazione, tutelaindividuale, partecipazione.In Brianza conta 12 sedi

Biggeri. «Ha permesso al Terzo settore di confrontarsi col mercato ele sue regole», dice Andrea Olivero, attuale presidente Acli. «Si è fat-ta portatrice di una critica verso i meccanismi perversi della finan-za. “L’interesse più alto è quello di tutti” dicevamo. Oggi la crisi deimercati dimostra che il problema era reale e chi diceva il contrarioci sbatte il muso», aggiunge Fabio Silva.

Le sfide aperte Nonostante le lodi non è scomparsa la capacità di evidenziare i pro-blemi e di sviluppare riflessioni per rafforzarsi. «Banca Etica non de-ve assolutamente farsi attanagliare dal conservatorismo come altriistituti di credito – consiglia Ferrante, attuale presidente di Aiab (As-sociazione Italiana Agricoltura Biologica) –. Deve saper prevedere co-sa avverrà fra cinque anni e predisporre gli strumenti finanziari adat-ti ai vari settori dell’economia solidale. Prendiamo l’agricolturabiologica, dove gli investimenti sono irrisori». E Franco Zecchinato,attuale presidente di Aiab Veneto, aggiunge: «Per intercettare le pro-poste di progetti e finanziamenti in quel settore dovrebbe predispor-re offerte e servizi come per le energie rinnovabili».

Altro tema “caldo”, la necessità di aumentare la capacità dell’isti-tuto di offrire credito. Una limitata capacità d’intervento è da più par-ti giudicata un freno allo sviluppo della banca. Ma come risolvere ilproblema? «Serve una rete finanziaria tra soggetti equosolidali, comele Mag – propone Acquati – sul modello della Cassa dell’economia so-lidale del Quebec (www.desjardins.com ndr)». C’è chi invece ipotiz-za scelte più ardite. Secondo Bobba «è il momento di pensare ad al-leanze con gruppi bancari tradizionali, come banca Prossima delgruppo Intesa. Dobbiamo accettare le sfide impegnative. I rischi ci so-no ma con le dovute precauzioni la scommessa può essere vincente».Molte le perplessità su tale proposta: «Attenzione ad annullare le spe-cificità di Banca Etica», ammonisce Andrea Olivero. Mentre Fabio Sil-va sottolinea la necessità di «fare alleanze tra pari e con soggetti omo-genei». Ed ecco che la realtà si intreccia nuovamente con il sogno: «Il28 Novembre – spiega Salviato – abbiamo svolto un incontro per lan-ciare il progetto della Banca Etica Europea da compiere entro un an-no. Un progetto a trazione mediterranea, perché il gruppo dei pio-nieri sarà composto da Italia, Francia e Spagna. Ma si aggregherannopoi altre realtà. Può essere questa la nuova utopia del XXI secolo». .

Il fermento degli anni ‘90 ha dato forza a diverse esperienzedell’associazionismo. Prodromi di una banca etica?

Quando nel 1995 si è costituito il Forum del Terzo Settore era matura la consapevolezza di dover creare le sinergie per essere una vera forzaalternativa. Mancava uno strumento finanziario che permettesse di operare con maggiore indipendenza al settore.

Una banca non fu una scommessa un po’ azzardata? La nascita di Banca Etica segna l’apertura di mondi considerati di solasolidarietà, negli anni in cui il Terzo Settore decise di professionalizzarsi.La finanza etica era uno strumento per le migliaia di imprese socialmenteresponsabili non bancabili. Abbiamo risposto a una necessità.

I numeri della crescita parlano chiaro. Scommessa vinta? In questi 10 anni si è affinato lo strumento utilizzato. Siamo passati da un istituto che faceva riferimento a 4 universi (cooperazione internazionale,sociale, ambiente e cultura) al sostegno di un’economia civile, anche il biologico, le energie rinnovabili e la responsabilità sociale d’impresa.Oggi siamo anche la banca del cittadino socialmente responsabile, con un’attenzione alle fasce deboli. Se fossimo rimasti fermi sugli obiettiviche ci eravamo dati all’inizio saremmo forse già scomparsi o imprigionatiin un’esperienza di nicchia, senza futuro ma con un glorioso passato.

E invece c’è un futuro. Come sarà? Siamo alla vigilia della creazione della prima banca etica europea. Ce lo chiedono le reti sociali europee di cui facciamo parte e siamol’unica realtà che può ambire a trasformarsi in esperienza internazionale.L’evoluzione del pensiero che in questi anni ci ha distinto – l’eticanell’economia, la finanza al servizio dell’economia reale, la trasparenzadelle attività - oggi premia il nostro progetto. La crisi in atto dà ragione al nostro percorso e ai valori che abbiamo declinato in concrete praticheeconomiche. Una ragione che ci chiede ancora maggiori responsabilitànell’affermazione di un modello di sviluppo sostenibile.

DAL PASSATO AL FUTURO: PARLA FABIOSALVIATO, PRESIDENTE DI BANCA ETICA

La pagoda moderna di Al-Bab: sede e simbolo del progetto di riqualificazionedell’area Tribunali-Castellammare,nel centro di Palermo, dellacooperativa ALI e del consorzioSALI. A metà novembre hanno subito un atto intimidatorio.

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addirittura negativo. «Occorre rendere partecipi i cit-tadini – ha spiegato Pirozzi –: è l’unica strada per su-perare il problema». Bisogna parlare con le persone,spiegare cosa rischiano, creare i presupposti per un va-sto movimento d’opinione: «Dobbiamo fare arrabbia-re la gente», riassume Emma Marra.

Toscana, un tour per non vivere a rateE ad essere arrabbiati ci sono anche tutti quei cittadi-ni (e sono sempre di più) che vivono il fenomeno del

sovra-indebitamento. Per questo nasce l’iniziativa“Vivere a rate”: «Oltre il 40% delle famiglie italiane vi-ve costantemente con problemi finanziari: ritardo neipagamenti di bollette e utenze, rate di mutui o picco-li prestiti, indebitamento crescente e difficoltà di arri-vare a fine mese e a far fronte agli impegni assunti. Enon si tratta solo di anziani o famiglie monoreddito,ma di fasce sempre più consistenti del ceto medio»,spiega la Fiba presentando il progetto. Si stima che lefamiglie italiane non più in grado di far fronte alla ra-ta del mutuo siano circa l’8%: oltre 500 mila. E molte

mondo dell’usura attraverso lo sguardo delle vittime. Anche in questo caso il risvolto culturale ha un pe-

so determinante: «Pubblicità, media, istituti di creditoe finanziari sono impegnati costantemente a sollecita-re la corsa ai consumi, spesso semplicemente voluttua-ri, favorendo così il ricorso all’indebitamento e lo svi-lupparsi di fenomeni di usura», sottolinea RobertoPistonina, segretario toscano di Fiba. Il tour di “Viverea rate” si concluderà il 19 Dicembre durante la Festadella Legalità promossa dalla Regione Toscana (al Pa-lazzo dei Congressi di Firenze). .

di loro finiscono per rivolgersi agli usurai. Per questoi promotori di “Vivere a rate” (oltre al sindacato deibancari, tra gli altri, anche la Regione Toscana, Lega-coop e l’Arci) hanno voluto contribuire a diffondere lacultura della legalità e sensibilizzare sul fenomeno delsovra-indebitamento delle famiglie. Il progetto, checoinvolge diciotto comuni della Toscana, è costituitoda uno spettacolo teatrale (“Un matrimonio quasi fe-lice”, di Nicola Zavagli), dalla distribuzione di un librodivulgativo e dalla proiezione in giro per la regione delfilm “Vite strozzate” di Ricki Tognazzi, che racconta il

AFFAELE CANTONE È LA PRIMA LINEA del fronte di Gomor-ra. Magistrato, otto anni alla Direzione DistrettualeAntimafia napoletana, numero uno dell’anticamor-

ra, ora alla Cassazione di Roma. Da die-ci anni sotto scorta. Con lui moglie e fi-gli. Spirito di servizio: «Certe cose si

fanno perché si devono fare». Al servizio di uno Stato che, però,troppo spesso latita tra i latitanti. Ha scritto un libro il cui titolo,“Solo per la giustizia”, porta con sé un doppio significato che do-vrebbe pesare come un macigno su molte (troppe) coscienze.

Comprese quelle di alcuni politici?La Campania è la Regione con il più alto numero di Comuni com-missariati per infiltrazione mafiosa. La camorra è in grado di parla-re con i politici locali, ma anche con quelli del Centro-Nord. E inalcuni casi la politica ha sfruttato in modo indecente ciò che av-viene in alcuni territori della Campania. Mostrando, tra l’altro, cla-

morose (e trasversali) insipienze, se non vere e proprie connivenze.

Ovvero?Ci sono stati, ad esempio per quanto riguarda la questione rifiuti, ca-si di siti di stoccaggio provvisori allestiti nell’area del giuglianese, suterreni che erano stati acquistati a 50 mila euro tre giorni prima chefossero destinati a deposito di rifiuti. Subito dopo sono stati affitta-ti allo Stato a 900 mila euro all’anno. Immense distese di rifiuti. Esenza che nessun cittadino abbia mai protestato.

Connivenza?La camorra non è solo un problema di ordine pubblico. È un siste-ma che riempie vuoti sociali, che dà lavoro, che sa anche portare ric-chezza. Finta, ma sempre ricchezza.

Pecunia non olet…È il principio cardine della camorra.

«Il culto del denaro della camorra borghese»

di Andrea Barolini

Raffaele Cantone racconta la camorra. Non solo scippi, rapine e droga, ma consulenti, imprenditori. E politica.

R

ANCHE QUESTO È FARE SCUOLA. Il liceo Jacopo Sannazaro di Napoli ha messo in piedi la prima web-tv interamente gestita dagli studenti. Una sperimentazione che vale molto di più del prodotto finale dei ragazzi. Qui si insegna a conoscere il mondo attraverso un lavoro giornalistico. Negli studi televisivi del liceo c’è chi fa il tecnico delle luci, chi il cronista, chi il responsabile audio, chi cura la segreteria di redazione. Il centroaudiovisivo è nato molti anni fa ed è stato trasformato in tv il 21 novembre2005, giorno della prima trasmissione. «Un modo per lottare contro la dispersione scolastica, la noia e l’indifferenza che dilagano tra i giovani»,spiega Massimo Albin, insegnante del Sannazaro, ideatore e coordinatore della web-tv. Oggi, sul sito internet della tv online ci sono inchieste,approfondimenti, rubriche. E un telegiornale quindicinale (basta cliccare su www.cpvs.it) che occupa quasi quotidianamente gli studenti. Il sogno del futuro? «La diretta», spiegano ambiziosamente i ragazzi. A.Ba.

NAPOLI, LA TELEVISIONE CHE FA SCUOLA

LA PIÙ GRANDE FORZA per chi lotta contro le organizzazioni mafiose è nonperdere il sorriso. Reagire con rabbia alle intimidazioni trasformando questosentimento in voglia di fare. In forza per spaccare un sistema fatto di connivenze,silenzi, collusioni. Don Marcello Cozzi è un prete, è il responsabile di Libera in Basilicata. Nelle settimane scorse ha ricevuto una lettera. Conteneva dueproiettili. Era la prima volta che accadeva. «Sarà per la nostra fondazioneantiusura nata nel 2002 che toglie ai mafiosi fette di mercato. Sarà perchécerchiamo di accendere i riflettori sui legami tra poteri forti e infiltrazionimafiose in una regione dimenticata dai media nazionali. Oppure per la manifestazione di ottobre in Lucania in cui protestavamo con sindaci,vescovi e il presidente della Provincia di Potenza per l’escalation di omicidi (5 in un anno). Non so ovviamente il motivo esatto dell’intimidazione. Ma la mia risposta è semplice: continuare nella nostra opera quotidiana.Contro gli usurai, il disagio sociale, le droghe». Em.Is.

DON MARCELLO COZZI: CONTRO I PROIETTILI IL SORRISO

ARRIVARE LA MATTINA AL LAVORO e trovare la porta d’ingressosprangata con tanto di corona funeraria, fiori in terra e fossa scavatascoraggerebbe molti tra quelli che non respirano ogni giorno la realtàopprimente del giogo mafioso. Per chi vive e lavora nel mondodell’economia sociale in Sicilia è diverso. Quell’intimidazione è un incentivo ad andare avanti. Una paradossale dimostrazione dellaqualità del proprio lavoro. Un motivo di vanto per ogni cittadino onesto.«Significa che stiamo lavorando bene e che offriamo un’alternativacredibile per il futuro della nostra isola», ci spiega con orgoglio ConnieMaldonado. Lei e altre ragazzi di Palermo gestiscono la cooperativa Ali (www.alicooperativa.com) da anni impegnata nel settore del turismoresponsabile. Vogliono far scoprire il lato migliore della Sicilia, con visiteguidate nei terreni confiscati alle cosche e in luoghi simbolo comePortella della Ginestra. Da qualche mese stanno poi affiancando un

progetto (Al Bab) del consorzio Sali. Per un motivo nobile e – almenoapparentemente – privo di connotatiantimafia: riqualificare il quartiere di Castello a mare, realizzare servizi per la fruizione dell’area archeologicadegli Schiavoni e strutture per l’accoglienzaturistica: «Forse il gesto è legato a qualche nostra iniziativa sul territorio o perché il consorzio utilizza un’area che i mafiosi vorrebbero controllare. Non è sempre facile capire il mododi ragionare mafioso. Una cosa è certa: andremo avanti. Ancora piùmotivati. Se vogliono fermarci ci devono ammazzare. Ma devono far fuorimigliaia di persone. Il tempo degli eroi isolati è finito». Em.Is.

ALI: «CI VOGLIONO INTIMIDIRE?LAVOREREMO ANCORA DI PIÙ»

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Lo Stato è presente a fasi alterne e il territorio è in mano aiclan. Il tessuto sociale riesce a fare la sua parte?

Le organizzazioni criminali sono in grado di scavalcarlo. E di infiltrarsiin tutti i gangli della società. Ad esempio nel sistema bancario: tempofa scoprimmo che un esponente di spicco del clan dei casalesi avevaa disposizione una carta di credito, grazie alla quale manteneva un al-tissimo tenore di vita. Eppure alla stessa persona non risultava inte-stato neppure un conto corrente. A quanti di noi avrebbero accorda-to una carta, per giunta con fido illimitato, senza un conto in banca?

Quindi la camorra non è solo bassa manovalanza criminale,ignoranza al servizio dei soldi facili.

Dobbiamo distinguere la camorra delle città, che effettivamente èun fenomeno “popolare” da quella di provincia, che invece è pret-

tamente borghese. Fatta di imprenditori, affaristi. Gente che maga-ri non ha un elevatissimo livello culturale ma che si avvale di con-sulenti di altissimo livello. E che così riesce ad introdursi anche inmolti affari leciti, nel campo della grande distribuzione, dell’edilizia.

Uscendo così anche dal territorio campano…La camorra ha importanti colonie in Emilia e in Toscana, poco in-teressate alla criminalità fatta di furti e rapine, e molto agli affari.

Come la ‘ndrangheta, anche la camorra si prepara al saltointernazionale?

I clan campani sono già presenti in Scozia, in Germania e soprat-tutto nell’Europa dell’est. E puntano ad espandere i loro affari an-che altrove. .

INIZIATIVE PER LA LEGALITÀ

Raffaele CantoneSolo per Giustizia

Mondadori 2008

LIBRI

La camorra si infiltra in tuttii gangli dellasocietà, anchenel sistemabancario. Un esponente di spiccodelclan dei Casalesiusava una carta di credito,senza avere un conto in banca

”Una mappa dell’Italia della legalità. Le prossime iniziative, lungo tutta la penisola,di sensibilizzazione, informazione e protesta su tematiche come l’usura, gli assassini di mafia, la criminalità organizzata.Sopra, Raffaele Cantone.

Fino al 19 dicembreTOSCANAVIVERE A RATE

Inziativa congiunta di istituzioni,associazioni e cittadini persensibilizzare sul tema dell’usura.www.media.unisi.it/viverearate

1 marzo 2009CROTONE (DA CONFERMARE)MANIFESTAZIONE NAZIONALE

Si sposterà probabilmente da Locri a Crotone, quest’anno, la manifestazioneorganizzata dal Consorzio Goel, da anni in prima lineacontro la ‘ndrangheta. www.consorziosociale.coop

In corsoITALIACAROVANA ANTIMAFIEDedicata quest’anno al 60° anniversario della Costituzione e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la Carovana sta viaggiando su due direttrici, nord e sud. Organizzata da Libera, Arci e Avviso Pubblico con la partecipazionedi Banca Etica, Unipol e Cgil.www.carovanaantimafia.it

21 marzo 2009NAPOLIXIV GIORNATA DELLA MEMORIA

È la Giornata in ricordo delle vittime delle mafie organizzata da Libera e Avviso Pubblico. «L’etica LIBERA la bellezza. Riscattarela bellezza, liberarsi dalle mafie», è lo slogan scelto quest’anno.www.libera.it

19 marzo 2009CASAL DI PRINCIPEMANIFESTAZIONE IN RICORDO DI DON DIANA

La manifestazione si terrà nel territorio “difficile” di Casal di Principe, con la partecipazionedegli studenti e degli scoutdell’Agesci, in occasione del quindicesimo anniversario della morte di Don Peppe Diana. www.libera.it

APPUNTAMENTI DICEMBRE>FEBBRAIO PER SEGNALARE UN EVENTO SCRIVETE A [email protected]

| A N N O 8 N . 6 5 | D I C E M B R E 2 0 0 8 / G E N N A I O 2 0 0 9 | valori | 39 |

Organizzato da Datamatix, l’eventotratterà gli ultimi sviluppi della crisifinanziaria, il ruolo del petrolio e il futuro del mercato mondiale. www.datamatixgroup.com/conferences/conference.asp?id=389

2 – 4 febbraioLONDRA (UK)THE UK ANTI-CORRUPTION SUMMIT

Dibattito tra esperti del settore per laseconda edizione del summit londinesein programma presso l’Hilton Tower Bridge.www.ethicalcorp.com/ukethics

3 – 4 febbraioNEW YORK (USA)ETHICAL SUPPLY CHAIN SUMMIT USAAppuntamento a New York City per il seguito ideale del convegnoannuale “European Ethical Supply ChainSummit”, la due giorni di conferenze già ospitata a Parigi (2006),Amsterdam (2007) e Berlino (2008).www.supplychainusa.com

17 – 18 febbraioLONDRA (UK)3RD ANNUAL CLIMATE CHANGE UK SUMMIT

Come gestire l’impatto ambientale,creare nuovi prodotti e comunicareefficacemente il proprio messaggio agli azionisti. Se ne discute al RegentsPark Marriott di Londra per la terzaedizione del convegno.www.ethicalcorp.com/climate

22 – 26 febbraioDUBAI (EMIRATI ARABI UNITI)7TH GCC GOVERNMENT AND BUSINESSCUSTOMER CARE CONFERENCE Già conosciuto come GCC GovernmentOrganizations Customer Care ExcellenceConference, l’evento, giunto alla settimaedizione, metterà a confronto le diverseesperienze degli operatori del settorepubblico e di quello privato.www.datamatixgroup.com/conferences/conference.asp?id=451

24 – 26 febbraioHONG KONG (CINA)ANTI-MONOPOLY AND COMPETITIONLAW ASIA FORUMUno sguardo sul problema della tuteladella concorrenza e un approfondimentodella nuova legislazione cinese in materia. Organizza Beacon Events.www.competitionlawasia.com

1 – 13 dicembreTAMIL NADU (INDIA)6TH INTERNATIONAL ADVANCED REFLECTIVE EDUCATIONAND TRAINING (ART) COURSE ON DEVELOPMENT FINANCE Diviso in tre segmenti (Microfinance as Development Finance, Social Securityfor Poverty Reduction e BusinessPromotion for Poverty Reduction) il corso intende presentare modelli di economia sostenibile testati in diverse condizioni sociali e culturali. www.dhan.org/tda/art.php

3 – 4 dicembreMILANO (ITALIA)EUROPEAN FORUM OF ISLAMIC FINANCE

Al centro del dibattito l’integrazionedella finanza islamica nel sistemaeconomico europeo. Organizza Financial Events International.www.financial-events.ch/EB-Islamic-Finance-Milan2008.html

5 dicembrePARIGI (FRANCIA)NOVETHIC’S FIRST ANNUAL CONFERENCE FOR INSTITUTIONAL INVESTORS Si discute dei benefici degli investimentiresponsabili (SRI) con un occhio al caso francese. Nel 2007, spiegano i promotori, il totale degli assets SRI gestiti dagli investitori francesiammontava a 22,1 miliardi di euro. Il rendimento medio è stato pari al 30%.www.novethic.com/novethic/v3_uk /sri-conference.jsp

9 dicembreLONDRA (UK)EDHEC ALTERNATIVE INVESTMENT DAYS

L’incontro è dedicato alla presentazionedei risultati dell’ultima indaginedell’EDHEC Risk and Asset ManagementResearch Centre. Tema della ricerca sono i fondi pensione.www.edhec-risk.com/events/edhec_conferences /EAID_2008/index_html

9 dicembreLONDRA (UK)10TH ANNUAL MULTI PENSIONS

Una delle più importanti conferenzeeuropee dedicate ai fondi pensione. La partecipazione è gratuita per gli operatori del settore.www.iir-events.com/IIR-conf/Finance/EventView.aspx?EventID=1886

17 dicembreIN VIDEOCONFERENZACLIMATE CHANGE: OPTIONS AND OPPORTUNITIES Organizzato da Restructuring Today,l’evento, pensato per essere seguito in videoconferenza, affronterà il tema del cambio climatico e del suo impattopolitico, economico, tecnologico e regolamentare sulle industrie del settoreenergetico. Partecipano l’Ad di Exelon John Rowe, e gli esponenti di Resources for the Future Phil Sharp e Raymond Kopp.www.csrwire.com/event/904.html

12 – 13 gennaioNEW YORK (USA)3RD ANNUAL FORUM ON RESPONSIBLE INVESTINGRealizzato in collaborazione con Foundation & Endowment MoneyManagement, Money Management Lettere Social Investment Forum, l’eventoriunisce esperti di vari settori. Gli assetstotali gestiti nel mercato mondialesecondo i criteri dell’investimentoresponsabili, spiegano gli organizzatori,ammonterebbero a 2,7 trilioni di dollari.www.iievents.com

12 – 13 gennaioBANGKOK (THAILANDIA)THE 1st UNIVERSITY

SOCIAL RESPONSIBILITY INTERNATIONALCONFERENCE 2009 (USRIC 2009) Evento dedicato al ruolo dell’universitànel campo della responsabilità sociale.Organizza la Sripatum University.www.usralliance.org

19 – 22 gennaioHONG KONG (CINA)2ND ANNUAL

ANTI-CORRUPTION ASIA CONGRESS Si discute di strategie e programmiaziendali anti-corruzione attraverso il confronto delle diverse esperienze e lo studio comparato dei casi.Organizza Beacon Events.www.anticorruptioncongress.com

21 – 23 gennaioPUDUCHERRY (INDIA)INTERNATIONAL

CONFERENCE ON MICROFINANCEConferenza sul microcredito organizzatadalla School of Management della Pondicherry University. Sponsorizzala National Bank for Agriculture and Rural Development – NABARD. www.pondiuni.edu.in/icomfi2009

25 – 26 gennaioDUBAI (EMIRATI ARABI UNITI)5TH GCC ECONOMIC FORUM

9-11 dicembreMIAMI (USA)SUSTAINABLE BRANDS INTERNATIONALAllo studio lo sviluppo del concetto di “marchio sostenibile” e i trend del mercato mondiale con il contributodi centri di ricerca privati come HavasMedia, GlobeScan, Cohn & Wolfe.www.sustainablebrandsinternational.com

12 dicembrePARIGI (FRANCIA)INSTITUTIONAL INVESTORS AND SRI:HOW TO INTEGRATE ESG FACTORS INYOUR INVESTMENT CHOICES Si discute di investimento responsabile,corporate governance e misurazionedell’impatto ambientale e sociale delle scelte strategiche alla base degli investimenti. Organizza Novethic.www.novethic.fr

13 dicembreBARIFILIALE IN FESTAINAUGURAZIONE DELLA NUOVA FILIALE DI BANCA ETICA A BARIUn’intera giornata per festeggiarel’apertura delle dodicesima filiale di Banca Etica, la terza nel Mezzogiornodopo Napoli e Palermo. La mattina un convegno a cui parteciperanno il sindaco di Bari, Michele Emiliano, il presidente della Regione Puglia, NichiVendola, Francuccio Gesualdi, fondatoredel Centro Nuovo Modello di Sviluppo,Fabio Salviato e Mario Crosta, presidentee direttore generale di Banca Etica. Nelpomeriggio esibizioni di musicisti e attoriprofessionisti, soci e clienti di Banca Etica, che lavorano sui temi del recuperodelle tradizioni locali, del riuso, dellasostenibilita e dei diritti umani. E unadegustazione di vini biologici pugliesi.Via Ottavio Serena 30 - tel. 0805640887 [email protected] www.bancaetica.it

16 dicembreONLINEINTRODUCTION TO SOCIAL AUDITING - WEBINARSeminario online sulla gestione dei diritti umani e della sostenibilitànelle operazioni di outsourcing della produzione organizzato da STR-Responsible Sourcing. Sponsorizzal’evento CSCC (Cal-Safety ComplianceCorporation). Costo: 75 dollari.www1.gotomeeting.com/register/182028699

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leggo io e regalo a te

3Per ogni abbonamento, il secondo a metà prezzo

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nuovo abbonato rinnovo privato ente/azienda * obbligatorio

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scelgo l’offerta numero 1 2 3 4

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ho scelto il libro dal titolo e per il mio amico

autorizzo il trattamento dei dati personali ai sensi del D. lgs. 196/2003, per l’abbonamento e per la gestione della promozione (l’informativa completa è disponibile sul sito www.valori.it)

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COME EFFETTUARE IL VERSAMENTOonline con carta di credito, modulo freccia o modello RID ˜ info su www.valori.itcon bonifico bancario sul C/C EU IBAN: IT29 Z 05018 01600 000000108836 della Banca Popolare Etica, intestato a: Società Cooperativa Editoriale Etica, via Copernico 1, 20125 Milanocon bollettino postale sul C/C 28027324 intestato a: Società Cooperativa Editoriale Etica, Via Copernico 1, 20125 Milano

Nella causale inserire nome e cognome, indirizzo ed e-mail del destinatario, specificando “Abbonamento annuale” e il riferimento alla promozione

ABBONAMENTO ANNUALE 10 NUMERI + INSERTI: scuole, enti non profit, privati 35,00 euro ˜ enti pubblici, aziende 45,00 euro ˜ sostenitore 60,00 euro

Per ulteriori informazioni, telefona dalle ore 9.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.00 al numero 02.67199099, scrivi a [email protected] o entra nel sito www.valori.itLa promozione scade il 15 febbraio 2009

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Contro il panico da regali di Natale arriva una cura...

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1per ogni abbonamento, in omaggio un libro a scelta tra i 5 che proponiamo

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Jean-Louis Laville L’economiasolidaleBollati Boringhieri 1998

Guido VialeVita e mortedell’automobileBollati Boringhieri2007

Christian Marazzi Il posto dei calzini La svolta linguisticadell’economia e i suoi effettisulla politicaBollati Boringhieri1999

il mensile di economia sociale, finanza etica e sostenibilitàPer attivare l’abbonamento basta andare sul sito www.valori.it, scaricare il modulo che trovate on line, compilarlo e rispedirlo via e-mail a [email protected],

allegando la copia dell’avvenuto pagamento (a meno che si usi la carta di credito). Oppure compilare il modulo qui sotto e inviarlo via fax alla Società Cooperativa Editoriale Etica [02 67491691], sempre allegando la copia dell’avvenuto pagamento.

Si chiama HappyMais®, è il gioco ecologico, realizzato con un derivato del mais. Basta bagnarne un pezzetto per attaccarlo a un altro e costruire quello che si vuole.

I LIBRI TRA CUI SCEGLIERE

Vanni Codeluppi Il potere del consumoViaggio nei processi di mercificazionedella societàBollati Boringhieri 2003

Elvio Dal Bosco La leggenda dellaglobalizzazioneL’evoluzionedell’economiainternazionalenegli anni novantadel NovecentoBollati Boringhieri2004

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| inbreve || inbreve |

economiasolidalePaul Hawken: dalla crisi a un nuovo mondo >44La differenziata che fa la differenza >48Suore all’attacco delle carte di credito tossiche >51

INTESASAN PAOLO CONFERMALA MEGA-TORRETORINESENel bel mezzo di una crisi finanziariamondiale che colpisce anche il sistemabancario italiano, e con la recessionealle porte, ci si aspetterebbe da unabanca un uso morigerato delleproprie risorse. Ma evidentemente non è tempo di vacche magre per tutti: il cda del gruppo Intesa San Paolo ha infatti confermato i finanziamenti per la realizzazionedel grattacielo di Porta Susa. Unatorre alta 200 metri, adibita a uffici,già in passato al centro di moltecritiche dentro e fuori Torino. «L’unicabanca che nell’autunno 2008 stanzia400 milioni di euro per farsi un monumento», tuona il comitato“Non grattiamo il cielo di Torino”, che si batte per bloccare l’opera e chiede invece di utilizzare le numerose aree dismesse della città.«Non ci aspettavamo che Intesa SanPaolo confermasse il finanziamento.Fino a qualche mese fa ritenevamoquesta operazione negativa per il paesaggio e l’ambiente, oggi apparesempre più evidente che si trattaanche di un’operazione azzardata e rischiosissima dal punto di vistaeconomico», spiegano l’ex assessorecomunale all’Ambiente, Paolo Hutter e l’urbanista Guido Montanari, membri del comitato. «Se fino a qualche mese fa si poteva obiettare che si tratta di fondi privati, ora le risorse delle banche sono un problema di tutti».L’appello del Comitato si può firmare sul sitowww.nongrattiamoilcielo.org.

APPROVATOALLA CAMERAIL RITORNOAL NUCLEARE

AI primi di novembre Montecitorio ha approvato il disegno di legge sullo sviluppo che contiene il “pacchetto energia” e la delegaistitutiva dell’Agenzia per la sicurezzadel nucleare. L’Agenzia non eraprevista nel testo originario del provvedimento, è stata inseritadalla Commissione per le attivitàproduttive. Questo pacchetto energiacontiene una serie di novitàgravissime: i territori su cui dovrannosorgere le centrali sarannomilitarizzati e potranno addiritturaessere commissariati, se non sitroverà l’assenso delle popolazionilocali. L’Agenzia per il nuclearedipenderà direttamente dalla Presidenza del consiglio, anche se l’ultima parola in meritoalle nomine dipenderà dal Presidentedella Repubblica. La Sogin, la discussa società che si occupadello smantellamento dei sitinucleari, sarà commissariata in vista di una sua privatizzazione.Previsto anche l’azzeramentodell’Enea, l’Ente per le nuovetecnologie, l’energia e l’ambiente.

Anche dal resto del mondo non arrivano notizie tranquillizzanti:The Guardian annuncia che il governo statunitense ha ceduto la licenza per la fabbricazione di minicentralinucleari alla Hyperion, compagniacon sede del Nuovo Messico. Avrebbe già ordini per cento unità e l’obiettivo di fabbricarne 4 mila tra il 2013 e il 2023. Anche la giapponese Toshiba starebbeprogettando reattori simili.

IL PIANO PER LE ENERGIERINNOVABILI DI GREENPEACEPER FAR VINCERE ECONOMIA,SICUREZZA E CLIMA

Una rivoluzione energetica incentrata sulle energierinnovabili farebbe risparmiare circa 14 mila miliardi di euro nella spesa in combustibili fossili, oltre a sostenere l’occupazione mondiale e salvare il pianetadai catastrofici effetti del climate change. Il calcolo è contenuto nel nuovo rapporto “Energy [R]evolution: A Sustainable World Energy Outlook” realizzato da Greenpeace International ed Erec (EuropeanRenewable Energy Council). Il documento delinea un sistema energetico mondiale in grado di fermare la crescita delle emissioni di gas serra nel 2015.Investire nelle tecnologie rinnovabili per Greenpeace

è una strategia “win-win-win”: vincenteper la sicurezza energetica dell’Europa,vincente per l’economia, vincente perfronteggiare i cambiamenti climatici. Lo scenario prospettato stima in 15.900 miliardi di dollari i costiaddizionali per l’utilizzo del carbone nel mondo, da oggi al 2030. «Più di quanto necessario per avviareuna rivoluzione energetica pulita»,

riferiscono dall’organizzazione. Per Oliver Scefer,direttore di Erec, «il mercato globale delle fontirinnovabili può continuare a crescere a tassi con due cifre fino al 2050, superando le dimensioniattuali del mercato delle fonti fossili. Oggi - ha aggiunto -il mercato delle rinnovabili vale 70 miliardi di dollaril’anno e raddoppia ogni tre anni». La nuova strategiasostenibile, per gli ambientalisti, dimostra «come siapossibile supportare la crescita economica ed evitareallo stesso tempo una crisi climatica catastrofica».Confutando, tra l’altro, la posizione di quegli Stati comeItalia e Polonia che, nella Ue, ritengono necessariorivedere al ribasso gli impegni per il pacchetto “energiae clima” a causa della crisi economica.

AIUTA IL BIOLOGICO,FAI ILPASSAPAROLA

Hai trovato un’offerta davveroconveniente su un prodotto bio? Fai arrivare la notizia anche agli altri consumatori con un sms (al 320 204 30 40) o un’email. Il passaparola raggiungeràrapidamente migliaia di persone.L’informazione sarà infattipubblicata dai sitiwww.lanuovaecologia.it, www.aiab.ite www.helpconsumatori.it cheraccoglieranno le segnalazioni e leorganizzeranno per città e prodotto,per informare i consumatori suiprezzi più economici del biologico. È l’obiettivo di “Passaparola Bio”,l’iniziativa di Legambiente, Aiab e Help Consumatori, per combattereil caro-prezzi e fornire le miglioriopportunità d’acquisto a chi vuolecomprare prodotti bio. L’iniziativavuole agevolare le scelte di chi è giàconvinto delle proprietà dei prodottibio e incentivare chi si accosta al biologico solo occasionalmente o è indifferente e si preoccupa(legittimamente) di risparmiaredenaro. Una categoria, quest’ultima,che pare sempre più in diminuzione.Un’indagine pubblicata sul mensiledi Legambiente evidenzia come il consumo responsabile cresca dal 2003. La ricerca, svolta dallaLorien Consultino, traccia un profilodegli italiani rispetto ai consumi del bio, suddividendoli tra convinti(26%), responsabili (27%),occasionali (30%) e indifferenti(17%). L’avanzamento del settore“bio” sembra ormai diventato un fenomeno culturale…

VIA LIBERAALLA PRIVATIZZAZIONEDELL’ACQUA

Se ne è accorto padre Alex Zanotelli,che ha subito inviato una lettera di disperata denuncia ai fan di Beppe Grillo a Mantova, per il resto la notizia è passata sotto silenzio. La privatizzazione di servizi pubblici essenziali è diventatalegge, all’interno del decreto 112,votato ad agosto, contenentedisposizioni urgenti per lo sviluppoeconomico, per la stabilizzazione dellafinanza pubblica e la perequazionetributaria. Con un decreto legge, in piena estate, si è dato il via liberaalla privatizzazione di servizi comel’acqua In nome della semplificazionee “al fine di favorire la più ampiadiffusione dei principi dellaconcorrenza”. Stravolto il ruolo dello Stato e degli Enti locali, non più custodi di un bene comune,ma soggetti proprietari di benicompetitivi in una logica di interessiprivati, il cui primo dovere è garantireche i dividendi dell’impresa siano i più elevati nell’interesse delle finanzecomunali. L’approvazione è avvenutacon il consenso dell’opposizione,come scrive Zanotelli: «In particolaredel PD, nella persona del suocorrispettivo ministro-ombraLanzillotta. Così il governo Berlusconi,con l’assenso dell’opposizione, hadecretato che l’Italia è oggi tra i paesiper i quali l’acqua è una merce».Eppure le esperienze di privatizzazionedell’acqua sono molte in Italia e moltonegative, come ad Aprilia, dove l’acquaè amministrata da Veolia, e i rincarisono stati anche del 300 per cento.

CHI È SOLIDALESI VEDE A NATALE:I PACCHI DI LIBERAE ALTRE IDEE PER I REGALI“GIUSTI”“A Natale siamo tutti più buoni”. Giustissimo. E allora, nella scelta dei regali ricordiamoci di privilegiare i prodotti di chi combatte tutto l’anno per fare più bello e meno ingiusto il nostro mondo.

Anche quest’anno, ad esempio, l’associazioneantimafia Libera propone il suo cesto natalizio di prodotti alimentari provenienti dai terrenifaticosamente confiscati alle cosche: la pasta della cooperativa Placido Rizzotto, i legumi e i cecilessi di Libera Terra, il vino Cento Passi, la passata della coop Lavoro e Non Solo, il pesto di peperoncino e l’olio extravergine della cooperativa Valle del Marroche coltiva terreni confiscati nella piana di Gioia Tauro. E ancora, i taralli pugliesi e i pomodori secchi della cooperativa Terre di Puglia che lotta per contrastare la Sacra Corona Unita. Due le confezioni disponibili: da 30 e da 45 euro. Le ordinazioni si possono effettuare via mail([email protected]) o presso le sedi sparse in tutta Italia. Chi ama regalare calendari, può optareper quello di Greenpeace (“Standing up of the Earth”)stampato su carta riciclata e sbiancata senza cloro: 12 immagini mozzafiato del nostro meravigliosopianeta. Oppure può scegliere quello di Unicef per aiutare i bambini del sud del mondo. O, ancora, quello di Emergency, i cui fondi saranno

destinati al programma di pediatria e cardiochirurgia in Sudan. L’associazione di Gino Strada propone anche le decorazioni del vostro albero e i biglietti d’auguri. Ha fatto le cose in grande il WWF: l’Ong ambientalista ha realizzato un intero catalogo di idee regalo e decorazioninatalizie, scaricabile dal suo sito internet(www.wwf.it).

Un’ultima cosa: per impacchettare i vostriregali, privilegiate i sacchetti di stoffa.Renderete il vostro dono più originale e contribuirete a risparmiare tonnellate di carta. Una volta scartati i regali,comunque, fate la raccolta differenziata. E buon Natale a tutti!

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| A N N O 8 N . 6 5 | D I C E M B R E 2 0 0 8 / G E N N A I O 2 0 0 9 | valori | 45 || 44 | valori | A N N O 8 N . 6 5 | D I C E M B R E 2 0 0 8 / G E N N A I O 2 0 0 9 |

| economiasolidale | prospettive |

Paul, la prima domanda è inevitabile in questi giorni: cosane pensi della attuale crisi finanziaria?

Le crisi sono cicliche e si possono distinguere in crisi a ciclo breve ea lungo periodo. La disponibilità decrescente di petrolio è un ciclolungo che ovviamente avrà effetti decisivi sul nostro modo di pro-durre e gestire l’energia. In questo ciclo si inserisce il ciclo breve del-le variazioni di prezzo del greggio che non cambieranno il trend dilungo periodo. La stessa cosa si sta verificando con la crisi finanzia-ria: siamo alla fine di un ciclo finanziario di lungo periodo, di fattova in crisi il modello economico e quindi la crisi continuerà ad es-sere presente ed ad avere effetti negli anni a venire. Ma devo direche, secondo me, siamo in un ottimo periodo. Certo non voglio chenessuno soffra troppo, ma questa crisi rappresenta un’opportunitàeccezionale per innescare un ciclo economico positivo, che risolvaanche le altre crisi correlate: la crisi ecologica e la crisi sociale.

Come credi possa essere vissuta positivamente questa crisi?Emergeranno le idee che il movimento ha prodotto in questi anni:responsabilità di impresa, produttività delle risorse, energie rinno-vabili, ecoefficienza, differenti modelli di consumo, diversi metri divalutazione della propria soddisfazione personale, basati sulla rela-zione e non solo su consumo e denaro. La voglia di cambiamentosta contagiando anche i semplici cittadini. Chi ha fiuto per gli affa-ri avrà opportunità eccezionali e si potranno creare milioni di postidi lavoro, c’è da reinventare tutto.

Le piccole imprese che hanno maggiore flessibilità, saranno av-vantaggiate. Occorre essere rapidi, innovativi nella direzione di un’e-conomia verde, capaci di relazioni con i consumatori e con la società.

L’Italia dovrebbe riscoprire e valorizzare il suo tessuto di piccoleimprese interconnesse a discapito dell’attenzione per le grandi im-prese che non reggeranno la crisi.

Sei ottimista quindi? Sì, decisamente, ma lo sono perché vedo già soluzioni ed opportu-nità che crescono. Nel 1787 a Londra una dozzina di attivisti iniziòad incontrarsi da un piccolo editore per chiedere l’abolizione delcommercio di schiavi. Politici ed imprenditori li denigrarono per an-ni affermando che erano richieste assurde fatte da incompetenti, gen-te che non conosceva il mondo dell’impresa e non aveva esperienza.Si dava per certo che l’abolizione della schiavitù avrebbe messo in cri-si l’economia inglese, distrutto la crescita e i posti di lavoro, abbassa-to gli standard di vita degli inglesi. Sessanta anni dopo la schiavitùera abolita. Oggi ci troviamo di fronte a problematiche molto piùcomplesse e pericolose dell’abolizione della schiavitù, ma i gruppi diattivisti e innovatori sono disseminati in tutto il mondo. Siamo pron-ti, ci sono le opportunità per cambiare.

Ti abbiamo conosciuto come un innovatore e un divulgatoredi un modo nuovo di fare impresa (in Capitalismo naturale).Da dove nasce il tuo interesse per il movimento e per l’in-quietudine (che definisci benedetta) che spinge tanti cittadi-ni nel mondo all’attivismo?

Negli ultimi quindici anni ho fatto conferenze in tutto il mondo.Ovunque ho trovato alla fine dei dibattiti gente impegnata, attiva,dedicata alla soluzione di problemi locali e globali con passione: cam-biamento climatico, povertà, pace, deforestazione, rifiuti, acqua, fa-me, diritti umani, natura, lobbing sulle istituzioni locali ed interna-zionali. Un movimento internazionale difficile da definire, ma contre radici di fondo: attivismo ambientale, iniziative per la giustizia so-ciale, culture indigene.

È un movimento che non si incasella in nessuna delle categorieattuali e per questo è quasi invisibile. I media lo ignorano tranne cheper denigrarlo, ridicolizzarlo o cercare la notizia dello “scontro” du-

NCONTRO PAUL HAWKEN AL NATURAL CAPITAL INSTITUTE A SAUSALI-TO vicino a San Francisco, dall’altra parte del Golden GateBridge. Un edificio che non si fa notare: case in legno basse,

quattro o cinque uffici dell’i-stituto e tre o quattro impre-se satellite. Vi lavorano unadecina di persone. L’ambien-te è carino soprattutto per la

vicinanza dei moli sulla baia a cui sono ancorate centinaia di casegalleggianti variopinte.

Siamo sulla terra ferma ma sembra di poter partire lentamen-te, verso il largo. Paul spiega che è un effetto voluto è uno slow of-fice in cui ci deve essere spazio per stare bene, per fare una pausagiocando all’aperto. Le ristrutturazioni sono state realizzate se-guendo il principio del riutilizzo: legname, porte, finestre, arredidi recupero, anche quando il restauro fa costare il tutto un po’ dipiù del nuovo. Paul è nel comitato consultivo di Terra Futura dal2004, le sue idee hanno ispirato la parola chiave “produrre” del-l’evento e speriamo partecipi ad una delle prossime edizioni. Pri-ma di incontrarmi era alla Silicon Valley dove lavora come con-sulente per diverse imprese.

da Sausalito (California) Ugo Biggeri

Presidente della Fondazione Culturale Responsabilità Etica

I

Il bello della crisiCostruire un mondo nuovo

Ambientalista, imprenditore, giornalista, autore di numerosi libri sulla tutela dell’ambiente e dei diritti umani. Durante unachiacchierata con Ugo Biggeri, Paul Hawken propone la sua visione positiva del futuro, verso il cambiamento.

La crisi: una grandeoppportunità.Anche per fareaffari. Si potrannocreare milioni di posti di lavoro

”Paul Hawken: il guru, negli Usa e non solo,della tutela dell’ambiente e dei diritti umani.

Le case galleggiantiancorate nella baia di Sausalito, in California.Di fronte sorge l’edificioche ospita il NaturalCapital Institute creato da Paul Hawken.

rante le manifestazioni (succedeva la stessa cosa con le donne chechiedevano il diritto di voto). Abbiamo difficoltà a leggerlo oggi, per-ché non sappiamo dove stiamo andando: sarà la storia con il sennodi poi a farci vedere tutto più chiaro. Ecco allora che ho voluto ve-derci più chiaro, cercare di capire meglio.

È un movimento di idee e non di ideologie. Gli ideologismi so-no per loro natura più semplici da definire: giustificano, spiegano edettano la linea. Oggi osserviamo il rifiuto di una grande idea a fa-vore di migliaia di pratiche e utili idee. Invece di “-ismi”, processi,impegno, compassione. È qui, in questo movimento, la chiave peruna “terra futura” per tutti.

Il libro presenta un’ampia e interessante appendice sui te-mi del movimento e il numero di organizzazioni che lo com-pongono e una proposta che è complementare a Zoes, lapiattaforma internet per l’economia solidale che sta na-scendo in Italia (vedi a pag. 27).

Quando ho iniziato a pensare al libro ho iniziato a studiare quantefossero le realtà impegnate connesse nel movimento. È un’opera-zione complessa e che non era stata fatta prima, perché, appunto,mancano definizioni univoche. Le prime stime sono salite rapida-mente da 100 mila organizzazioni a 250 mila. Ora sono convintoche siamo almeno nell’ordine di 1 o 2 milioni di organizzazioni nelmondo che si impegnano su ambiente, giustizia, diritti culturali.

Facendo questo studio mi sono reso conto che manca una rete,manca la percezione di essere in ottima compagnia nel mondo è na-to quindi www.wiserearth.org: un database ed un social networkmondiale generato dagli utenti. Ad oggi ci sono 243 Paesi censiti conun totale di oltre 100 mila organizzazioni. È un’esperienza assoluta-mente innovativa e se vi sarà modo di collaborare con Zoes questosarà assolutamente positivo. .

ARTICOLO

WISEREARTH: LA RETE DELLA SOSTENIBILITÀ

UN SOCIAL NETWORK MONDIALE, un database delle esperienze di sostenibilità, una community.WiserEarth è tutto questo. 110 mila organizzazioni in 243 Paesiche condividono gli stessi obiettivi: la lotta ai cambiamenti climatici, alla povertà, alla deforestazione, alla fame. Che combattono per la pacee per la difesa dei diritti umani.WiserEarth è un terreno di confronto e di scambio di informazioni, permettedi collaborare e di condividere risorse.www.wiserearth.org

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Due giorni prima del Greenfestival ho partecipato allaGreenbusiness Conference, organizzata da Co-op Ameri-ca. Un momento di riflessione (sempre a pagamento: 400dollari) tra imprenditori verdi o aspiranti tali. Il marchio“verde” Honest Tee, che ha venduto il 40% a Coca Colaper allargare il suo mercato, è presentato come un caso disuccesso, si discute di come sia positivo allargare il busi-ness. Ho seri dubbi sulla sostenibilità di un mercato dellebevande in bottiglia, ma questo non pare un problema vi-sto che Honest Tee almeno non riempie di schifezze e zuc-cheri la pancia degli americani. Si discute di guerrilla marke-ting e di come si debbano preparare le richieste per trova-re investitori. Si fanno sezioni di "problem solving" per aiu-tarsi vicendevolmente a trovare buone idee. Ci sono alcu-ni punti in comune interessanti con l’economia sosteni-bile italiana, la responsabilità di impresa, la necessità di fa-re rete, l’importanza delle relazioni (che qui si manifestacon l’idea che per l’impresa responsabile è meglio il blogdel sito web), la passione con cui si lavora e il mettersi per-sonalmente in gioco. Ma sull’approccio all’innovazione eal mercato gli americani sono molto più spinti di noi.

E la crisi finanziaria?La crisi si sente. Si sente nelle strade, dove la gente sa chec’è, ma spera non li riguardi. Si sente per il fatto che arri-vano i licenziamenti (ognuno conosce un licenziato re-cente a lui vicino). Si vede dai giornali, traspare dalla pau-ra di una grande Ong che fa il 75% delle sue entrate perprogetti sotto Natale. Il prossimo Natale consumista chegià monta il suo gigantesco albero in Union Square sem-bra veramente la cartina di tornasole che mostrerà quantoalla crisi sia arrivata all’economia reale. Ma oltre al crisi c’èqualcosa di nuovo e di entusiasmante, probabilmente le-gato anche al fatto che San Francisco è, tra le grandi città,

la più progressista d’America. “Change”: cambiamento. Èuna parola che significa molto oggi, qui. Ci si crede e mol-to. È come una chiave per leggere il futuro. L’elezione diObama dimostra che tutto è possibile, anche avere un pre-sidente che non andrà contro le corporation, ma almenosa leggere e crede nella scienza. “Change” è come un man-tra a cui attaccarsi: senza molta razionalità per la gente co-mune, con una grande speranza per il mondo del GreenFestival . Cambiamento e innovazione. Tutti alla Green Bu-

siness Conference sono convinti che se sei un imprendito-re, di fronte alla crisi hai due possibilità: Change or Die e“change” significa green economy, messaggi positivi da co-municare ai consumatori, investimenti. Kevin Danaher di-rettore di Global Exchange ha ben riassunto il sentimentocomune: «Dobbiamo fare sentire ora la nostra voce, urlia-mo più forte, impegnamoci di più. Il tempo del cambia-mento è ora. Obama è la vela, ma noi, il popolo, siamo ilvento. Facciamolo soffiare nella giusta direzione». .

SDal Greenfestival alla Greenbusiness Conference, gli Stati Uniti “scoprono” le “green ideas”. Si parla di cambiamento proprio a pochi giorni dall’elezione di Barack Obama, che ha ricordato come tutto sia possibile.“Change or die”, sostenibilità all’americana

ONO A SAN FRANCISCO PER ASSISTERE AL GREEN FESTIVAL, un even-to molto simile a Terrafutura (vedi ) e con cui è inizia-ta una collaborazione. Il festival è organizzato da Global

Exchange e Co-op America (vedi ),ci sono 400 espositori che hanno pro-dotti o idee “green” (che qui significa

sia ambiente che sociale). Sembra veramente di essere a Fi-renze a maggio anche se le differenze ci sono: mancano glienti locali, si paga il biglietto (15 dollari), ci sono menoOng, c’e più vendita e molti meno incontri auto organiz-zati. La differenza maggiore riguarda lo stile delle confe-renze: non convegni, ma veloci workshop di massimo un’o-ra con tre, quattro speakers. Ci son anche sezioni di musicahip-hop intervallate da oratori molto coinvolgenti con unostile da animatori di villaggio vacanze: «Respirate calmate-vi, il cambiamento del mondo non dipende solo da voi,ma da come sapremo condividere le responsabilità con glialtri, lasciando che ognuno trovi la sua strada… Respirate,siate positivi, yeah!!!». Incredibile per noi europei.

Sono contento di essere qui, si sta bene, si percepisceun movimento delle buone pratiche che si espande si in-terroga, mostra le sue contraddizioni, ma non si ferma.

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da San Francisco (California) Ugo Biggeri

La settima edizione del Greenfestival si è tenuta a San Francisco dal 14 al 16 novembre.

È UNA REALTÀ ASSOCIATIVA NON PROFITche da vent’anni promuove campagne dilobbing sui diritti umani. Le loro principali attività sono i reality tours,ovvero oltre 40 destinazioni per migliaia di turisti (nel maggio 2009saranno anche in Italia per Terrafutura); il commercio equo, con progettiin una dozzina di Paesi; la formazione per preparare studenti dellesuperiori e universitari a carriere green; le campagne di pressione sulleimprese per introdurre il commercio equo e la riduzione di emissioni di CO2; la diffusione delle idee e delle voci critiche di tutto il mondoignorate dai media; l’organizzazione di eventi culturali ed educativi.www.globalexchange.org

GLOBAL EXCHANGE

Si è svolta a San Francisco, dal 14 al 16 novembre, la settima edizione del Green Festival. 150 relatori e oltre 400 imprese “verdi”, per discutere e confrontarsi su come mettere in pratica un’economia attenta all’ambiente, alle persone, alla sostenibilità.www.greenfestivals.org

…E IN ITALIA: TERRA FUTURASi terrà a Firenze, dal 29 al 31 maggio 2009, la 6a edizione di Terra Futura, un momento di incontro e di confronto per l’economia sostenibile. Complessivamente 94 mila visitatori, 550 espositori, 5 mila realtà rappresentate, 220appuntamenti culturali, 850 relatori, 160 momenti fra animazioni e laboratori di buone prassi. Sono i numeri della quintaedizione. Un’iniziativa promossa dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica (per il sistema Banca Etica), Regione Toscanae Adescoop, con partner come Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete, Legambiente. www.terrafutura.it

IN AMERICA: IL GREEN FESTIVAL…IN AMERICA: IL GREEN FESTIVAL…

DA GENNAIO 2009 CAMBIERÀ e si chiamerà GreenAmerica. È un associazione non profit che, da oltre 25anni, si concentra su strategie e azioni economiche per risolvere i problemiambientali e sociali. Spinge le persone ad attivarsi per un mondo più giusto, attraverso il loro ruolo economico: consumatori, investitori,lavoratori e imprenditori. Crea quindi reti per favorire la green economy che è intesa come un economia “salutare” sia per l’ambiente che per il sociale. Attiva meccanismi di consumo critico, fa pressioni sulle impreseirresponsabili. Promuove il Co-op America’s Green Business Network, che vede migliaia di imprese in rete, “certificate” da Co-op America stessa.www.coopamerica.org

CO-OP AMERICA

Paul HawkenAmory LovinsHunter LovinsCapitalismo naturale

Edizioni Ambiente 2007

Paul HawkenBlessed Unrest: How the Largest Social Movementin History Is Restoring Grace,Justice, and Beauty to the World

Penguin Booksmaggio 2008

In arrivo la versioneitaliana nella primavera 2009, per Edizioni Ambientedal titolo Benedettainquietudinewww.blessedunrest.com

LIBRI

IN RETE

www.greenfestivals.org www.naturalcapital.org www.paulhawken.com www.wiserearth.orgwww.terrafutura.it

AVETE PROGETTI PER IL FUTURO?

AMBIENTE

ARTE E CULTURA

RICERCA SCIENTIFICA

SERVIZI ALLA PERSONA

I bandi non hanno scadenza

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La strategia del passo dopo passoQuesto è solo uno degli aspetti dell’articolata strategia di gestione deirifiuti che Capannori ha messo in atto a partire dal 2005, con una rac-colta differenziata porta a porta di qualità, che ha già raggiunto pa-recchi successi e che può servire da esempio a chi vuole affrontare inmodo risolutivo il problema dei rifiuti. «Abbiamo cominciato da una

frazione di soli 600 abitanti – ci spiega Alessio Ciacci at-tuale assessore all’Ambiente – eliminando totalmente icassonetti dalla strada e facendo sei ritiri alla settimana,casa per casa. La raccolta è stata preceduta da assembleein cui abbiamo incontrato i cittadini, rispondendo a tut-ti i loro dubbi, anche con viaggi organizzati in pullmanper controllare dove finiva il materiale differenziato. Sia-mo andati agli impianti – continua l’assessore – ed è sta-to molto importante vedere l’effetto del consumo di ac-que minerali: centinaia di cubi di bottiglie di plastica pres-sate, che ci hanno permesso di spiegare bene il perché del-l’eliminazione delle acque imbottigliate dalle mense sco-lastiche. Ora sul territorio, oltre alla Via del vino c’è quel-

la della Buona acqua, con 15 fonti recuperate e dotate di una tecno-logia ai raggi ultravioletti che elimina la carica batterica». A distanzadi tre anni e con ormai 36 mila abitanti serviti (su 45 mila) sono i cit-tadini a chiedere: quando arriverà la differenziata anche da noi?

Coinvolgimento, informazione, feedbackLe linee guida usate da Capannori sono state il coinvolgimento dellapopolazione attraverso una rete di informazione capillare, messa apunto dalle associazioni locali di volontariato che hanno distribuitole istruzioni e i bidoncini per la raccolta, dietro un piccolo compenso.È stato fondamentale per la riuscita anche l’assetto completamentepubblico dell’Ascit, la società che gestisce la raccolta e che reinveste i

risparmi ottenuti su nuovi mezzi più piccoli a Gpl e assumendo nuo-vo personale (circa 30 nuovi posti di lavoro dall’inizio della raccolta).

E poi il feedback continuo con i cittadini, per condividere i risul-tati raggiunti, per sondare nuove esigenze e lanciare nuovi obiettivi.Perché dopo aver raggiunto, dove è già attiva, l’82% di differenziata(che fa il 65% a livello comunale e il miglior risultato della Toscana)dal 2007 Capannori, con l’allora assessore all’Ambiente Eugenio Ba-ronti, ha aderito alla campagna internazionale Rifiuti zero e sta fa-cendo un lavoro scientifico con Paul Connett, professore di chimicaalla St. Lawrence University di New York e Rossano Ercolini, storicorappresentante dei comitati di lotta contro gli inceneritori.

Come si diventa un Comune a rifiuti zeroÈ stato istituito l’Osservatorio verso rifiuti zero, che ha messo a pun-to una road map di “sottrazione dalle discariche” partendo dall’ana-lisi dell’indifferenziato. e così visto che il 14% di quello che va in di-scarica sono pannolini e pannoloni, è partita la consegna in via spe-rimentale a 30 famiglie dei pannolini da lavare.

Il Comune ha già avviato una politica di acquisti verdi di pro-

ABATO MATTINA ALL’ISOLA ECOLOGICA DI COLLE DI COMPITO,frazione del Comune di Capannori, nella lucchesia:c’è un traffico da centro commerciale. Solo che i cit-

tadini che arrivano con il loro tesserinomagnetico non sono lì per fare la spesasettimanale, ma per “conferire” rifiuti

differenziati. C’è l’olivicoltore con le potature: passa con il camion-cino sopra la pesa a pieno carico e dopo aver scaricato.Il peso dei rami tagliati si trasforma in punti sul “ban-comat dei rifiuti” e il nostro “conferitore” se ne va viacon un sorriso da un orecchio all’altro.

Sì, perché al raggiungimento di un certo punteggiosi vedrà recapitare a casa un piccolo assegno dall’Ascit,l’azienda consortile pubblica che gestisce i rifiuti nel Co-mune di Capannori e in altri cinque Comuni della Pia-na di Lucca (Porcari, Montecarlo, Altopascio, Villa Basi-lica, Pescaglia). La proverbiale parsimonia dei lucchesi,insomma, sarà gratificata, ma soprattutto quelle potatu-re non finiranno in discarica o bruciate nel campo, madiventeranno “compost”.

| economiasolidale | rifiuti zero |

La differenziatache fa la differenza

S

L’INCENERITORE DI FALASCAIA È UNA SPINA NEL FIANCO degli abitanti di Pietrasanta che gli hanno sempre fatto la guerra cercando di impedirnela costruzione. Alla fine, dopo aver anche subito le cariche della polizia e gli arresti durante le manifestazioni, l’impianto è stato imposto da un commissario regionale, e i Comuni della Piana lucchese si trovanocostretti - fino al 2019 - a conferirgli una quota fissa dei propri rifiuti. E senon raggiungono il quantitativo di rifiuti da bruciare, le tariffe aumentanovorticosamente. È l’effetto del Contratto Daviddi, dal nome del commissarioregionale che lo ha ideato e che mette i Comuni nella scomoda posizione di dover ad un tempo raggiungere le percentuali di differenziata di legge per non essere multati ed essere costretti a conferire all’inceneritore i propri rifiuti, con costi quasi doppi rispetto alla discarica. E sempre più altiquanto più diminuiscono i quantitativi. Un vero disincentivo per la raccoltadifferenziata. La questione ora è anche complicata da una vicendagiudiziaria avviata per presunte manomissioni del software di rilevazione

delle emissioni, a seguito della denuncia presentata da Veolia dopo unalettera anonima. Veolia, uno dei leader mondiali dei servizi ambientali, ha rilevato l’impianto di Falascaia, con quelli di Gioia Tauro, Taranto, Piacenzae Vercelli (dove ha fatto partire un’indagine simile, denunciando la precedentegestione). L’inceneritore al momento è chiuso per lavori di manutenzione,ma resta una mina vagante da disattivare, perché le somme stanziate da Veolia per la manutenzione non sembrano sufficienti a risolvere i problemi di malfunzionamento che le emissioni rivelano.

E poi perché l’ipotesi di far arrivare tonnellate di rifiuti da bruciaredall’area di Firenze, che è sfornita di inceneritori, è in rotta di collisione con il protocollo sulla prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti,sottoscritto da 28 comuni sui 35 componenti l’Ato Due. Insomma che la politica faccia chiarezza: non si può volere la riduzione della produzionedei rifiuti e contemporaneamente l’importazione della “monnezza” dalla provincia confinante. Pa.Bai.

LA BRUTTA STORIA DELL’INCENERITOREDELLA VERSILIA E DEL CONTRATTO DAVIDDI

Nella pagina a fianco, l’assessoreall’ambiente AlessioCiacci e il sindacodi Capannori GiorgioDel Ghingaro. Qui a fianco,l’inaugurazione del distributore di latte a Lammari.

Capannori, in provincia di Lucca, primo Comune italiano ad aver aderito alla campagna internazionale Rifiuti Zero, lancia un appello perché azzerare i rifiuti è possibile. Anche organizzando pullman per chi vuole controllare dove va a finire la spazzatura.

Partiti con un servizio per 600abitanti, ora la raccolta neraggiunge 36 mila. Il risultato:57 mila tonnellate di rifiuti inmeno in tre anni e un risparmiodi 2 milioni e 348 mila euro

di Paola Baiocchi

Manifesto del Meetinginternazionale rifiutizero entro il 2020,dell’aprile 2008.

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| (dis)servizi finanziari | economiasolidale |

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| economiasolidale |

Le suore all’attacco delle carte di credito tossiche

gressivo ai clienti più vulnerabili, ai poveri, a chi ha giàstorie creditizie difficili o è sommerso dai debiti. A quel-la fascia subprime della popolazione già pesantementecolpita dai mutui sulla prima casa. «Le banche voglionoraschiare il fondo del barile - aggiunge Mark Regier, delMennonite Mutual Aid, responsabile della Campagna sul-le Abusive Credit Card Practices -, il debito revolving comepercentuale del debito totale delle famiglie americane èin crescita costante. Siamo ormai al 40% e i ritardi nei pa-gamenti sono al loro massimo dal 1993». Revolve, come“girare”, ribaltare il debito che si legge nel saldo a finemese delle carte di credito sui mesi successivi, in como-de rate, con tassi annui che in molti casi superano il 20%.«E’ una nuova bomba pronta a scoppiare nei mercati»,continua suor Susan, «anche perché i debiti collegati al-le carte di credito subprime sono stati cartolarizzati e col-legati a titoli obbligazionari, con lo stesso sistema con cuisi sono stati impacchettati i mutui casa. Un numero sem-pre maggiore di famiglie non riuscirà più a pagare le ratedelle carte revolving, i titoli collegati si svaluteranno pe-santemente e per chi li avrà in pancia saranno dolori».

Le ricette contro la nuova usura Meglio prevenire, quindi. Ma come? I membri del gruppodi lavoro sulle Credit Card Practices pensano di presentaremozioni alle assemblee degli azionisti delle prime diecibanche che, negli USA, emettono e vendono carte di cre-dito. I primi candidati saranno Bank of America, JP Mor-gan, Citigroup, seguiti da Capital One, Discover, AmericanExpress, Wells Fargo. «Con le nostre mozioni chiederemoalle banche di pubblicare un rapporto sulle politiche di

Prestiti predatori e superpaghe dei manager. Sono questi i temi più caldi per gli “azionisti attivi”statunitensi nel 2009. A intervenire in assemblea saranno sorelle, pastori, missionari, membri della coalizione ICCR.

DAL 2003 CHE NE PARLIAMO, MA NESSUNO CI ASCOLTA. Forseadesso è arrivato il momento buono», spiega suor SusanMika, del monastero benedettino di Boerne, in Texas. «Ci

siamo incontrati con Bank of Americae con altre banche. Molte dichiarazionidi intenti, impegni formali, ma alla fi-

ne niente di concreto. È arrivato il momento di far sen-tire la nostra voce in assemblea». Siamo a New York al-l’incontro autunnale di ICCR, la maggiore coalizione diazionisti religiosi al mondo, e si parla di carte di credito.Di come vengano vendute ormai da anni in modo ag-

«È

dotti ottenuti dal riciclaggio (Gpp), ma è la grande distribuzione,rappresentata in zona soprattutto da Esselunga che per il momentofa orecchie da mercante nella promozione di confezioni e di stili divita che riducano la produzione di rifiuti. Non così Confesercenti eConfcommercio che hanno dato la disponibilità all’installazione inalcuni loro negozi di bidoncini d’alluminio per l’erogazione di de-tersivi ecologici alla spina.

Risultato: 56.861 tonnellate di rifiuti in meno conferiti in disca-rica nel periodo 2005/2007; con un risparmio economico di2.348.000 euro per il 2007, che significa uno sconto del 20% della

Tia (Tariffa igiene ambientale) pagata dai cit-tadini, con un ulteriore sconto del 10% a chipratica il compostaggio casalingo.

Scoraggiare l’incenerimento dei rifiutiCapannori, nonostante abbia impedito intutti i modi che si costruissero inceneritorisul suo territorio e nonostante l’impegno perarrivare a rifiuti zero scoraggiando l’inceneri-mento dei rifiuti, si trova fra i piedi un in-gombrante ostacolo al raggiungimento deisuoi obiettivi: una parte dei suoi rifiuti deve

essere destinato, all’interno di un piano provinciale, all’inceneritoredi Pietrasanta (vedi ). Mentre si preannuncia una battaglia legaleper rescindere il contratto con l’inceneritore, vanno avanti le inizia-tive di riduzione dei rifiuti, come il bollino di Ecosagra: a chi orga-nizza sagre senza usare stoviglie usa e getta di plastica viene ricono-sciuto un sostegno economico e la pubblicizzazione da parte del Co-mune. E quest’anno si sono risparmiati 41 mila coperti. .

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di Mauro Meggiolaro

Ogni giorno 600 litri di latte alta qualitàa un euro e un risparmio per l’ambiente di 400bottiglie di plastica.

DALLA STALLA AL DISTRIBUTORE CI SONO CIRCA 200 METRI:a Lammari, frazione di Capannori, la filiera del latte non è corta, è cortissima. E l’allevatore apre le porte della sua stalla alle scuole e ai curiosi che, dopo aver riempito la bottiglia, vogliono sapere tuttodi come viene prodotto il latte.

Nell’ottica della riduzione dei rifiuti di plastica, il Comune di Capannoriha acquistato un distributore automatico di latte

spendendo 15 mila euro. In accordo conl’Associazione degli allevatori della Provinciaè stato scelto di collocarlo nel parcheggio di una scuola elementare ed è stato subitoun successo: dalle previsioni iniziali di 150 litri di consumo quotidiano, in menodi una settimana si è arrivati a erogare 300 litri al giorno, anche grazie al lavoro

di promozione sul territorio attraverso i Gruppi di acquisto solidali. Dopo quattro o cinque mesi l’allevatore ha dovuto comprare altre

30 vacche, perché le 20 che aveva non bastavano per soddisfare la richiesta di circa 600 litri al giorno.

Il distributore viene riempito più volte al giorno con latte appenamunto di alta qualità e sottoposto a controlli igienico-sanitari strettissimi,perché non ha subito alcun tipo di trattamento termico. Costa 1 euro al litro (almeno 30 centesimi in meno di quello confezionato) e farisparmiare il consumo di circa 400 contenitori di plastica al giorno.Pa.Bai.

ANCHE LA “VIA LATTEA” PORTA ALLA RIDUZIONE DEI RIFIUTI

INTERFAITH CENTER ON CORPORATE RESPONSIBILITY (Centro Interreligioso per la Responsabilità d’Impresa). È una coalizione internazionale di 275 investitoriistituzionali religiosi che comprende congregazioni, ma anche società di gestionedel risparmio, fondi pensione, fondazioni e diocesi. Messi insieme gestiscono un patrimonio di oltre 100 miliardi di dollari. Da più di 30 anni ICCR, che ha sedea New York, utilizza gli investimenti degli enti religiosi per influenzare le strategie di gestione delle imprese e promuovere la giustizia sociale nelle assemblee degli azionisti. La prima mozione presentata a un assemblea risale al 1971 ed è considerata anche la prima vera iniziativa di azionariato attivo nel mondo. «Al posto di vendere le azioni delle imprese che si comportano in modoirresponsabile preferiamo dialogare per stimolare il cambiamento», ha dichiaratoLaura Berry, direttore generale di ICCR. Nel 2007 ICCR, a cui aderisce Etica Sgr,società di gestione del risparmio di Banca Etica, ha fatto votare mozioni nelle assemblee di oltre 150 società americane. Per informazioni: www.iccr.org

ICCR: AZIONARIATO ATTIVO DAL 1971

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vendita delle carte e sull’impatto che queste possono ave-re sui debitori e sul tasso di insolvenza», spiega Mark Re-gier. «Faremo leva sul fatto che, se si continuano ad in-trappolare i consumatori in formule di finanziamento cherendono praticamente impossibile il pagamento regolaredelle rate, ne risentiranno non solo i debitori, ma anche leprospettive di crescita di lungo termine delle stesse istitu-zioni finanziarie». Le ricette degli azionisti religiosi per un“credito più sostenibile” sono elencate come Best Practices,in un documento di 15 punti che sarà consegnato alle ban-che oggetto della campagna. «Chiediamo, per esempio, cisia un preavviso minimo di 45 giorni quando si aumenta-no i tassi», spiega suor Mika, «oppure che i tassi non pos-sano essere aumentati retroattivamente o che, per i giova-

ni, siano previsti programmi per la prevenzione dell’iper-indebitamento e, infine, che venga spiegato in modo chia-ro e trasparente il costo effettivo del debito, usando un lin-guaggio semplice, accessibile a tutti». Niente di straordi-nario, ma niente di più difficile: nonostante la grave crisidi fiducia in cui sono precipitate, le grandi banche nonsembrano disposte ad arretrare di un millimetro. Anzi,proprio in questo periodo, stanno cercando in tutti i mo-di di spremere i clienti più a rischio, aumentando le com-missioni e i tassi di interesse sugli scoperti o sui ritardi neipagamenti. Secondo quanto riporta il quotidiano Usa to-day, dal gennaio 2003 al dicembre 2007, la commissionemedia di mora sui pagamenti sarebbe salita del 17% a35,24 $, mentre il tasso per chi supera i limiti di creditopuo’ arrivare anche al 32%.

«La possibilità di cartolarizzare i debiti connessi allecarte ha dato una spinta notevole all’aumento dei tassi edelle commissioni», ha dichiarato Adam Levitin dellaGeorgetown University. «Le banche hanno ben poco daperdere se chi usa le carte non riesce più a ripagare il debi-to. Il rischio di insolvenza l’hanno infatti già cartolarizza-to e ceduto ad altri. E quindi cercano di estrarre dai clientimaggiore liquidità possibile, fino a quando scoppiano».

Un tetto alle paghe Se la campagna sulle pratiche di credito predatorie dovràpassare al banco di prova della stagione assembleare 2009,l’iniziativa “say on pay” (“dì la tua sulle paghe”), ha giàottenuto notevoli risultati negli ultimi due anni.

«Le remunerazioni degli amministratori delle grandicorporation hanno raggiunto livelli incredibilmente alti»,spiega Timothy Smith, di Walden Asset Management, unasocietà di investimenti specializzata nella promozione difondi etici. «Dal 2007 chiediamo alle imprese in assembleache i piani di remunerazione dei manager siano sottopo-sti al voto consultivo degli azionisti, come già succede inGran Bretagna, o in Australia». Timothy è un veterano tragli azionisti religiosi. Rappresentante della Chiesa Metodi-sta, è stato direttore di ICCR per quasi trent’anni. Ora gui-da il gruppo sul controllo delle remunerazioni e, al mee-ting della coalizione, mostra i risultati raggiunti: «nel 2008abbiamo presentato mozioni say on pay alle assemblee diquasi 100 imprese americane. In media abbiamo ottenutoil 43% dei voti a favore. In dieci casi abbiamo superato il50%: è un risultato enorme», spiega.

Per ora le società che hanno accolto le richieste degliazionisti sono una decina, tra cui il colosso delle teleco-municazioni Verizon, Tech Data, Blockbuster e Motorola.Ma il loro numero potrebbe presto crescere, anche graziea un possibile intervento politico. Un progetto di legge sulsay on pay è già passato alla Camera dei RappresentantiUSA, su iniziativa del partito democratico, nell’aprile del2007. Presto passerà sul tavolo di Barack Obama che, se-condo la rivista Forbes, potrebbe firmarlo già nei primicento giorni di presidenza. .

Le carte di credito “revolving” hanno creato debiti che rischiano ora di esplodere: è la storia dei mutuisubprime si ripete. Gli azionistireligiosi: «Regole nuove»

LE PRINCIPALI INIZIATIVE PROGRAMMATE DA ICCR PER LA STAGIONE ASSEMBLEARE 2009

AT&T Assicurazione sanitaria dei lavoratori Presentazione di una mozioneAbbot Laboratories Accesso ai farmaci nei paesi poveri DialogoAltria Group Salute e sicurezza dei lavoratori Presentazione di una mozione American Express Say on pay Presentazione di una mozioneApple Computer Assicurazione sanitaria dei lavoratori Presentazione di una mozione Bank of America Crediti subprime DialogoBank of New York Say on pay Presentazione di una mozione Boeing Company Vendita di armamenti a paesi stranieri Presentazione di una mozione Bristol Myers Squibb Accesso ai farmaci nei paesi poveri DialogoBurger King Politiche sui diritti umani DialogoCaterpillar Vendita di armamenti a paesi stranieri Presentazione di una mozione Chevron Estrazione di petrolio dalle sabbie Presentazione di una mozione

bituminose Citigroup Carte di credito Presentazione di una mozione Coca Cola Sfruttamento dell’acqua DialogoDell Riciclo dei rifiuti elettronici DialogoDisney Violenza nei video game DialogoDow Chemical Say on pay Presentazione di una mozione Exxon Trivellazioni nell’artico Presentazione di una mozione Ford Riduzione delle emissioni dei veicoli DialogoGeneral Electric Vendita di armamenti a paesi stranieri DialogoGoldman Sachs Trasparenza sulle operazioni Presentazione di una mozione

di Credit Default Swap Intel Say on pay Presentazione di una mozione JP Morgan Carte di credito Presentazione di una mozione Lockheed Martin Militarizzazione dello spazio Presentazione di una mozione MC Donald’s Say on pay Presentazione di una mozione Morgan Stanley Say on pay Presentazione di una mozione Pepsi Riciclo dei contenitori per bevande DialogoProcter & Gamble OGM DialogoPhilips International Riciclo dei rifiuti elettronici DialogoStarbucks Riciclo dei contenitori per bevande DialogoTimberland Report sulla catena di approvvigionamento DialogoWachovia Carte di credito e mutui subprime DialogoWal Mart Report sulla catena di approvvigionamento DialogoWells Fargo Carte di credito Presentazione di una mozione

NOME DELL’IMPRESA TEMA AZIONE

FON

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APPUNTAMENTI DICEMBRE>FEBBRAIO PER SEGNALARE UN EVENTO SCRIVERE A [email protected]

29 novembre – 8 dicembreMILANO FIERACASA ENERGIA EXPO 2008Giunta alla sua terza edizione, riunisce in un unico spazio fieristico tutti gli operatori che si occupano di sistemidi produzione energetica da fontirinnovabili per la casa, di risparmioenergetico, bioedilizia, sicurezza e domotica per promuovere un nuovomodello abitativo che coniuga comfort, benessere, sicurezza e sostenibilità ambientale.www.casaenergia.com

1 – 24 dicembreGENOVAMACONDO, FIERA DEL COMMERCIOEQUO E SOLIDALEAnche quest’anno la fiera di Macondoscende in piazza con il suo carico di prodotti e progetti made in dignityprovenienti da piccole organizzazioni di produttori di Asia, Africa ed AmericaLatina. Il tutto accompagnato da “Cibo per la Mente 2008”, la rassegna di eventi culturali che quest’anno avrà come filoconduttore il diritto al cibo e all’acqua. Piazza Matteottiwww.bottegasolidale.it

6 – 8 dicembreANCONAECO&ECQUOLa fiera sull’attenzione sociale,ambientale e sull’economia solidalecompie cinque anni e continua sulla strada dell’educazione alla tuteladel Pianeta, all’uguaglianza fra i popoli,alla solidarietà e al rispetto dei dirittiumani. Coinvolti anche quest’annopersonalità internazionali della cultura e dello spettacolo. Uomini e donne che parlano di diritti umani e ambiente,premi Nobel, vittime o testimoni di iniquità e occasioni di riscatto.www.ecoandequo.it

9 – 10 Dicembre BRESSANONE (BZ) 3° ENERGY FORUML’architettura e l’edilizia solare rientrano in un approccio integrale della progettazione di edifici basato

sull’interazione fra energia, luce, aria e nuovi materiali. Particolare attenzioneverrà dedicata alle più recenti evoluzioninel settore dei componenti integrati per l’edilizia sotto il profilo dell’impiegodelle energie rinnovabili e dell’utilizzomultifunzionale nell’involucro degli edifici.www.energy-forum.it

10 – 11 dicembre ROMABIENNALE INTERNAZIONALECOMUNICAZIONE AMBIENTALEPromossa da Federambiente, Bica 08 rappresenta una delle più importanti iniziative a livellonazionale e mondiale per analizzare il ruolo attuale e gli scenari futuri della comunicazione ambientale nel rapporto fra i servizi di pubblicautilità e il cittadino utente. Casa dell’Architettura, P.zza M.Fanti, 47.www.bicaonline.it

11 dicembre ALBIOLO (CO)PIÙ RAGNATELE: ATTREZZI IN COMUNEUltimo appuntamento con il ciclo di laboratori per imparare i segreti del riuso, del riciclo e del recupero.In collaborazione con il circolo comascodel Movimento della Decrescita felice.ore 21, Sala Consiliare.www.lisolachece.org

12 dicembre FIRENZEIL LAVORO. LEGALITÀ,QUALITÀ, SICUREZZAUltima giornata di studio organizzatadalla Regione Toscana e dall’AnciToscana per approfondire i temi connessi agli appalti e alla legalità del lavoro. È prevista la partecipazionedel vicepresidente della Regione,Federico Gelli. La partecipazione alle giornate di studio è gratuita mal’iscrizione è obbligatoria e può esserefatta via internet ai seguenti siti.www.ancitoscana.itwww.e.toscana.it

14 dicembre CALTANISSETTADAI GAS ALLA TUA VITA PRIMA FESTA REGIONALE DEI GAS SICILIANIStand dei gruppi d’acquisto solidali e di molte associazioni che sostengono

l’idea di un consumo intelligente. Previsti inoltre degustazioni offerte dai produttori che forniscono i Gas, un villaggio del consumo responsabileper i più piccoli, laboratori del gusto a cura di Slow Food Sicilia, visite guidatealla Maccalube e alla miniera di Trabonella a cura di Legambiente e lezioni sulla liberazione dalle mafieattraverso i consumi.Centro culturale Michele Abbate, via Niscemi.www.retegas.org

22 dicembre MILANOBABBO NATALE A CASA TUA Per i volontari un modo per vivere lo spirito del Natale con solidarietà. Per i bambini un momento magico alla vigilia di Natale. Per l’UILDM (UnioneItaliana Lotta alla Distrofia muscolare) la possibilità di raccogliere fondi.“Babbo Natale a casa tua” è un classico dell’associazione: le famiglie con bambini della provinciadi Milano possono prenotare la visita di un Babbo Natale la notte della Vigilia,che distribuirà i doni lasciati fuori dalla porta dai genitori.02-84.800.276 - [email protected] www.babbonataleacasatua.it e www.uildmmilano.it

31 dicembre SCADENZA BANDO PROGETTI PER L’ECONOMIA SOCIALELa Fondazione Culturale ResponsabilitàEtica ha pubblicato un bando per l’erogazione di contributi per progettitesi a rafforzare una cultura dell’usoresponsabile del denaro e di formeeconomiche che abbiano un impattosociale ed ambientale positivo sulla comunità. Possono richiedere il contributo: Organizzazioni di Volontariato, Associazioni di Promozione Sociale, Terzo settore,ONG, Enti Pubblici e altri soggetti. Il bando completo sul sito della banca.www.bancaetica.com

12 – 17 gennaio MONACO DI BAVIERA (GERMANIA)BAU 2009Il principale salone europeo per il futurodell’edilizia. Presenta architetture,materiali e sistemi per l’edilizia

industriale e commerciale, l’ediliziaresidenziale e l’arredamento interno, con progettisti, architetti e ingegneri che esporranno facciate intelligenti,edilizia ad alta efficienza energetica,metodi di ristrutturazione edilizia.www.bau-muenchen.de

23 gennaio – 1 febbraioVERONAVIVI LA CASASalone nazionale del biologico e dell’ecosostenibile allestito presso la Fiera di Verona. La manifestazionemette in contatto i piccoli e mediproduttori biologici con i consumatori, i gruppi d’acquisto ed i negozianti.Durante i 6 giorni espositivi è previstaanche la vendita diretta dei prodotti.www.vivilacasaweb.it

22 – 25 gennaio BOLZANOKLIMAHOUSE 2009Fiera internazionale specializzata per l’efficienza energetica e l’ediliziasostenibile.www.fierabolzano.it/klimahouse2009

1 – 15 febbraio MAL’ARIA 2009Smog e stress da traffico? Inquinamentoacustico e città poco pedonalizzate?Tematiche che anche quest’annosaranno al centro di Mal’Aria, la storicacampagna antismog che Legambienteorganizza in numerosi comuni italiani. www.legambiente.eu

16 – 23 febbraio ITALIASETTIMANA AMICA DEL CLIMAUna settimana di mobilitazionenazionale per celebrare l’entrata in vigore del protocollo di Kyoto.Banchetti, manifestazioni, blitz, convegni, tutto per promuovere azioniquotidiane, buone pratiche che ognunodi noi può seguire per contribuire a un risparmio energetico globale.www.legambiente.eu

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| finanzaislamica |

| A N N O 8 N . 6 5 | D I C E M B R E 2 0 0 8 / G E N N A I O 2 0 0 9 | valori | 55 |

Vendere ciò che non si ha

Salam e Istisna’

di Federica Miglietta*

ER IL CORANO, AFFINCHÉ UN CONTRATTO DI VENDITA DI BENI REALI SIA LECITO, devono sussistere due requisiti:l’esistenza del bene e il suo possesso da parte del venditore. Ci sono però due eccezioni, previste dal Corano, salam e istisna’, che sono particolari tipologie di vendita.

Salam è un contratto nel quale il venditore accetta di fornire al compratore alcuni beni specifici che saranno consegnati a una data futura, previo pagamento di un prezzo saldato contestualmente alla stipulazione del contratto. Rappresentando la vendita di un bene non ancora esistente, Salam sarebbe vietato dalla Shari’ah: in realtà, invece, è consentita perché permette ai piccoli agricoltoridi ottenere un finanziamento per sostenere le spese sino al raccolto. Parallelamente al finanziamentodell’agricoltura, questo contratto è stato utilizzato per finanziare le importazioni. Al fine di evitare abusi,esso è soggetto a regole molto severe: il prezzo pattuito deve essere pagato interamente al momentodella stipulazione del contratto e la qualità e la quantità dei beni devono essere identificate con precisione.

In campo bancario, il salam è utilizzabile per il credito fondiario e al commercio. Il prezzo del benepuò essere fissato in misura inferiore rispetto al valore effettivo in modo che la differenza rappresenti il profitto per la banca. La banca, inoltre, può richiedere garanzie e ipoteche per assicurare il propriocredito. Vi è però un problema di non poco conto e cioè la banca, alla scadenza, riceve fisicamente i beni finanziati, siano essi grano, frutta o altro ancora e questo pone difficoltà di ordine pratico.

Le banche islamiche, allora, ovviano a questo problemastipulando un salam parallelo sugli stessi beni, e firmandocioè con un terzo soggetto un contratto uguale e contrario e in questo modo chiudono l’operazione.

Il salam parallelo è però permesso solo a condizione che sia stipulato con una terza parte e non invece con il contraente originario.

Nel caso di istisna’ la transazione avviene prima che il bene sia costruito; in questo caso, quindi, ci si riferisce principalmente a beni che devono essere costruiti su misura. Si ordina cioè al costruttore di produrre un certo manufatto, ma non è necessario che il prezzo sia pagato interamente alla stipula del contratto (cosa necessaria, invece, nel salam). Il contratto di istisna’, in questo modo, può essereimpiegato per finanziare l’acquisto di un certo bene e viene usato principalmente per acquistareabitazioni in costruzione (sostituendo dunque il mutuo immobiliare).

Il finanziatore, secondo il contratto di istisna’, può costruire l’immobile oppure può, stipulando un contratto di istisna’ parallelo, ordinare a una terza parte di costruire un dato immobile. In questocaso il cliente “ordina” alla banca l’immobile e la banca lo acquista, a sua volta, dal costruttore, dopoaver aggiunto un margine di profitto. Una volta stipulato il contratto, il cliente inizia a pagare le rate del proprio debito alla banca, finché l’immobile non sarà ultimato e consegnato alla parte acquirente.

In entrambi i contratti la proprietà si trasferisce quando avviene la consegna del bene. Sino a quelmomento i rischi permangono in capo al venditore. .

Niente future nella finanzaislamica. Vietato venderequello che ancora non esiste.Solo due eccezioni, per aiutareagricoltori e artigiani. Ma le regole sono molto severe

P

* Docente di finanza allo IEMIF, Istituto di Economia dei Mercatie degli IntermediariFinanziari, dell’universitàBocconi di Milano.

PALM

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| internazionale |

| A N N O 8 N . 6 5 | D I C E M B R E 2 0 0 8 / G E N N A I O 2 0 0 9 | valori | 57 |

iinternazionale| inbreve |

Islanda, Ucraina, Pakistan e altre storie di default >58Argentina: il giallo dei fondi pensione >59La Troika del gas spaventa l’Europa >61

L’AFRICAMETTE AL BANDOLE CLUSTERBOMB

“Tutti i Paesi africani, senza alcunaeccezione, firmeranno il trattato sul bando delle cluster bomb, cheverrà siglato il prossimo 3 dicembread Oslo”, si legge nel documentofinale approvato dai rappresentantidei governi del continente africano e noto come Kampala Action Plan.Lo ha riferito l’agenzia di stampaPeace Reporter citando il testo della dichiarazione conclusiva del vertice svoltosi a Kampala, in Uganda. La posizione unitariadell’Africa non rappresenta solo una buona notizia per i Paesipromotori della campagna ma evidenzia anche un forte valoresimbolico. ‹‹Per lungo tempo l’Africaè stata una discarica per armipericolose, comprese le bombe a grappolo, che hanno causato la perdita di migliaia di vite umane››,ha affermato nell’occasione il capodi Stato ugandese Yoweri Musevenisottolineando come la convenzionecontro l’uso di questi ordigni potràconsolidare la pace e la sicurezza in Africa. A maggio 111 Paesiavevano garantito il loro impegnoper la firma del Trattato di Oslo. Tra questi mancano tuttora nazionicome Stati Uniti, India, Israele, Cina,Brasile, Pakistan, Russia e Georgia. Queste ultime due, ha denunciato di recente l’Ong Human Rights Watch,avrebbero fatto ampio uso di questiordigni in occasione del conflittocaucasico dell’agosto scorso.

AUMENTANO IN COLOMBIALE ESECUZIONIEXTRAGIUDIZIARIE DI INNOCENTI

Il numero delle esecuzioni illegali e degli abusicommessi dalle milizie colombiane nel corso degli ultimi anni sarebbe aumentato a dismisura. È la denuncia del network umanitario CCEEU(Coordinamento Colombia Europa Stati Uniti) di cuifanno diverse Ong impegnate da tempo nell’indaginesugli abusi connessi alla cosiddetta politica dellaSeguridad Democrática. Promosso nel 2002dall’allora neo-eletto presidente Álvaro Uribe,il programma di Sicurezza Democratica prevedevail rafforzamento della lotta contro la guerriglia delle Farc (Fuerzas Armadas Revolucionarias

de Colombia) attraverso un maggiorcoinvolgimento della popolazione e degli aspiranti “collaboratori”.

Al centro di questo programmavenne così a collocarsi quel sistema di incentivi fatto di ricompense e vere e proprie taglie sulla testa dei guerriglieriche avrebbe determinato un’escalationdelle esecuzioni. È pressoché certo che molti dei 955 individui giustiziati

dall’esercito tra il giugno 2002 e il giugno 2007 (il 68%in più rispetto al quinquennio precedente) fossero vittimeinnocenti, non diversamente da molti dei 235desaparacidos registrati come tali nello stesso periodo.Dal gennaio 2007 al luglio 2008, inoltre, le esecuzionisommarie sarebbero state 535. Ormai noto con il nomedi “scandalo dei falsi positivi”, dove con questaespressione “clinica” vengono indicati gli innocentiuccisi e fatti passare per terroristi, il terremoto politicoha coinvolto i vertici dell’esercito provocando una valanga di epurazioni e dimissioni anche ai massimi livelli. All’inizio di novembre a rinunciareall’incarico è stato, tra gli altri, niente meno che comandante in capo dell’esercito colombiano, il generale Mario Montoya.

| inbreve |

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RIPRENDE LA GUERRACIVILE IN CONGO:ACCUSE ALL’ONU

Le timide speranza di pace cheavevano caratterizzato nell’ultimoanno la Repubblica Democratica del Congo sono state rapidamentespazzate via dall’escalation dei combattimenti tra le fazioni in lotta nell’infinita guerra civile.Campo di battaglia principale è la regione orientale del Kivu, area di colossale importanzastrategica tanto per la presenzadelle risorse naturali quanto per la vicinanza con il Ruanda,centro di smistamento sul mercatointernazionale dei traffici illegali che da più di un decenniodepredano le ricchezze del Paese.

A fronteggiarsi sono le miliziefilogovernative dei mayi-mayi e i ribelli del Congresso nazionaleper la difesa del popolo (Cndp) del famigerato generale LaurentNkunda, signore assoluto della regione. Mentre le agenzie non governative lanciano l’allarmesulla catastrofe umanitaria, la missione di pace delle NazioniUnite (Monuc) è sotto accusa a causadella sua conclamata impotenza.Attivata nel 2000, la Monuc è, con i suoi 16 mila uomini e 1,3 miliardidi dollari di budget annuo, la missioneOnu più imponente del pianeta. I 6 mila caschi blu di stanza nel Kivunon sono stati in grado di disturbarei traffici illeciti di Nkunda né di restare immuni dagli scandali. In passato alcuni alti ufficiali della missione sono stati accusati di complicità in un traffico illegaledi armi e diamanti.

LIBERTÀ IN INTERNET:IL CODICE DI CONDOTTA DI GOOGLE, YAHOO E MICROSOFT NON CONVINCE

I colossi del settore informatico Google, Yahoo e Microsofthanno pubblicato il testo integrale del codice di condotta per la tutela della libertà in internet e della privacy degli utenti del web. Lo ha reso noto il portale RSI News citando il comunicato pubblicatodalle tre corporation sul sito specializzato GlobalNetwork Initiative. L’operazione dovrebbe costituire un impegno per il futuro nelle relazioni tra le impresedel settore e i regimi autoritari del mondo, quello cinesein primis. Elaborato in collaborazione con importantiesponenti del mondo accademico e dei media (tra cuiRebecca Mackinnon, ex corrispondente da Pechino

della CNN e docente presso il Journalism and Media StudiesCentre della Hong KongUniversity) il codice di condottanon sembra soddisfare in pienogli attivisti per i diritti umani.Inizialmente coinvolte nel progetto, le Ong Amnesty

International e Reporters sans frontières (Rsf) hanno preferito abbandonare l’iniziativa giudicando il testo eccessivamente ambiguo e pieno di scappatoiein grado di giustificare comportamenti inadeguati da parte delle multinazionali della rete. Polemizzandoapertamente con le tre major, Rsf ha chiamatopubblicamente in causa il tristemente noto caso del dissidente cinese Shi Tao, condannato a dieci annidi reclusione dalle autorità di Pechino per aver diffusouna mail contenente le direttive inviate dal governo ai giornali locali in occasione del quindicesimoanniversario della repressione della rivolta studentescadi piazza Tienanmen. Fu solo grazie alla collaborazionedi Yahoo che gli inquirenti cinesi furono in grado di risalire all’identità di Shi Tao.

TRA CINA E TAIWAN SCATTAL’ORA DELLADISTENSIONE

È ancora presto per parlare di amicizia ma intanto, a 60 anni di distanza dalla rivoluzione maoista,l’intesa siglata a novembre tra la Repubblica Popolare Cinese e la Cina Nazionalista (Taiwan) puòdefinirsi autenticamente “storica”.Lasciando diplomaticamente da parte qualsiasi considerazionerelativa alle questioni di sovranità, i governi di Pechino e Taipei hanno raggiunto un’intesa su quattroprogrammi di cooperazioneeconomica dal valore di diversimiliardi di dollari. Tra le inteseraggiunte anche quelle sulleagevolazioni per il turismo e l’aumentodei collegamenti aerei tra i duePaesi. Il buon fine dei negoziatisancisce una nuova tappa di quelprocesso di riavvicinamento tra le due nazioni ben rappresentatodai dati sugli scambi economici e commerciali. Secondo quanto reso noto nel più recente rapportodell’Amministrazione della doganacinese, nel mese di agosto l’ammontarecomplessivo dello scambio tra le due nazioni (ovvero la somma di import ed export) è stato pari a 12,2 miliardi di dollari che hannoportato il valore dei primi 8 mesi del 2008 a superare quota 93miliardi (+7% rispetto all’agosto2007, addirittura +20% rispetto ai primi due quadrimestri dell’annopassato). Dal 1949, anno dellaproclamazione della RepubblicaPopolare, le due Cine non hannomai raggiunto un vero accordo di riconoscimento reciproco.

DOPO 40 ANNI SMINATOIL CONFINECILE-PERÙ

Un passo avanti storico nel processodi normalizzazione delle relazioniinternazionali tra il Cile e il Perù.Dopo decenni di tensioni, le autoritàdi Santiago hanno dato il via liberaalle operazioni di sminamento della frontiera settentrionale del Paese che, a partire dagli anni70, era stata minata con l’inserimentodi circa 23 mila ordigni antiuomo e anticarro. L’opera di bonifica,iniziata ufficialmente a novembre, è stata resa possibile agli accordicongiunti realizzati attraverso il cosiddetto Trattato di Ottawa,un’intesa che, a partire dal 2002, ha permesso lo sminamento della frontiera cilena con i Paesivicini (tra cui Bolivia e Argentina).Secondo quanto reso noto dalla stampa locale, la bonificaterritoriale renderà possibile i successivi lavori di ampliamentodella strada che collega la cittàcilena di Arica con il centroperuviano di Tacna. Un obiettivo che dovrebbe essere raggiunto nel 2011 con una spesa complessivadi circa 12 milioni di dollari. Per favorire le operazioni non sonomancate le iniziative internazionali.Gli Stati Uniti hanno messo a disposizione delle autorità cileneil più avanzato modello di macchinascavatrice utilizzata nelle operazionidi sminamento mentre la Germaniaha promesso la consegna di macchinari specifici per un valoredi diverse centinaia di migliaia di euroa partire dai primi mesi del 2009.

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| internazionale |

| A N N O 8 N . 6 5 | D I C E M B R E 2 0 0 8 / G E N N A I O 2 0 0 9 | valori | 59 |

| internazionale | economie in bilico |

| 58 | valori | A N N O 8 N . 6 5 | D I C E M B R E 2 0 0 8 / G E N N A I O 2 0 0 9 |

no britannico, le fa il mercato, come a dire che ormai gli analisti di tut-to il mondo sono tendenzialmente concordi nel recitare il requiemislandese. Una sonata che, nelle sue diverse varianti, potrebbe ac-compagnare presto altri “infelici del debito” come Argentina, Ucrainae Pakistan, per il quale le probabilità di default sarebbero addirittura 9su 10. Negli ultimi mesi l’allarme sul rischio bancarotta si è diffuso atal punto che, per la prima volta nella storia, la società di analisi Markitha annunciato di essere pronta a pubblicare nel web i dati sui Sove-reign Credit Default Swaps, i derivati anti-fallimento sui debiti nazio-nali. In passato quasi nessun osservatore sembrava curarsi del loro an-damento anche perché le probabilità di default apparivano trascura-bili. Ma la crisi, si sa, ha cambiato le carte in tavola. E se l’Argentinavede schizzare a quattromila punti base l’interesse sui suoi CDS so-vrani (servono quattro milioni di dollari per assicurarne 10 su basequinquennale), l’Ucraina sfiora i 2.800 punti, il Pakistan sfonda quo-ta tremila e i russi la soglia psicologica del 10%, significa che, eviden-

L’isolachenonc’èpiù E altre storie di default

Esposizione dissennata al mercato finanziario, sistemi bancari inesperti, debiti e tensioni politiche hanno esposto Argentina, Islanda, Pakistan e Ucraina (e non solo) al rischio bancarotta.temente, gli investitori hanno paura (vedi ). Quando e se que-st’ultima si trasformerà in panico, trascinando sul fondo i sistemi na-zionali, non è dato saperlo. Ma ripercorrere quello che resta il più as-surdo e impensabile dramma finanziario nazionale può già essere unimportante spunto di riflessione generale soprattutto per chi, nei pros-simi, mesi sarà chiamato a prendere decisioni cruciali non tanto per igrandi investitori quanto per i semplici cittadini.

L’Islanda, prima invasa dalla Californiapoi bollata come Stato canagliaIl mercato finanziario islandese è stato liberalizzato pienamente nel2003 quando le tre principali banche del Paese, Kaupthing, Landsbankie Glitnir, sono state privatizzate. All’alba del XXI secolo gli istituti del-l’isola si sono così lanciati sulle piazze internazionali portando a ter-mine investimenti apparentemente redditizi mentre l’economia na-zionale, tradizionalmente chiusa, iniziava a fare i conti con i rischi del

BOX

cambio flessibile e del deficit con l’estero. Quando il mercato si espan-de le banche islandesi cercano e trovano una rapida crescita, com-prando e, soprattutto, indebitandosi. Apparentemente tutto sembra fi-lare liscio ma, nell’estate del 2007, nella lontana e soleggiata Californiaun numero crescente di aspiranti padroni di casa viene travolto dallaparabola ascendente dei tassi sui mutui. È l’inizio della crisi del creditoe l’Islanda si scopre esposta visto che i suoi istituti, al pari di molti altri,hanno benedetto la cartolarizzazione selvaggia acquistando titoli tos-sici in quantità industriale. Siamo alla fine del 2007 e qualcuno, a co-minciare dagli hedge funds, inizia a sospettare che forse quell’ipertrofi-co sistema bancario islandese non sia più in grado di adempiere ai suoiobblighi di debitore. Prende così il via la speculazione al ribasso e i da-ti macroeconomici impazziscono letteralmente: tra gennaio e aprile2008 il principale indice di borsa locale perde il 40%, l'inflazione saleal 6,8% e i tassi di interesse schizzano al 15,5%. È arrivata, per dirla conJón Ormur Halldórsson, docente della Business School dell’Universitàdi Reykjavik, “la tempesta perfetta”. «La causa principale di tutto que-sto - spiega Halldórsson - è costituita paradossalmente dal successo del-le tre banche principali. Queste sono cresciute così tanto da superare di12 volte l’economia nazionale. Questa dimensione sfalsata significavache non c’era più nessun garante credibile dei debiti a cui fare ricorso».In assenza di un garante ultimo la situazione non può che peggiorare.Gli istituti islandesi, Landesbanki e Kaupthing in primis, hanno ormaiuna discreta presenza in Gran Bretagna. Per evitare che i correntisti disua Maestà si ritrovino privati dei loro risparmi il governo londinesesceglie di far ricorso niente meno che alle leggi speciali antiterrorismodel 2001 congelando i conti amministrati nel regno dalle banche islan-desi. A proposito di ipertrofia: i correntisti britannici interessati dalprovvedimento sono 300 mila, tanti quanti gli abitanti dell’Islanda.

Il resto viene da sé. La fiducia nel sistema Paese dell’isola crolla. Lacorona va a picco anche se la banca centrale cerca in tutti i modi di so-stenerla (a fine ottobre i tassi d’interesse toccano quota 18%). Servenuova liquidità, non importa se in mezzo ci finiscano i rubli russi o lecorone danesi delle isole Far Oer. Si comincia così ad aprire un dialogocon il Fondo Monetario Internazionale e si inizia, soprattutto, a pren-dere in considerazione un’idea un tempo giudicata folle: l’adesione al-l’euro. «Se l’Islanda avesse aderito all’Unione Europea e avesse adotta-to l’euro, come vorrebbe oggi il 70% dei cittadini, i nostri problemi sa-

E TI METTONO IN VENDITA SU EBAY ad un prezzo di partenzadi 99 centesimi è probabile che tu ti senta umiliato. Mase, per aiutarti con un prestito da quaranta milioni di

euro, si muove niente meno che il go-verno autonomo dell’arcipelago dane-se delle Isole Far Oer vuol dire che sei

davvero messo male. Sarà stato forse questo, sul finire di ottobre, ilpensiero del primo ministro islandese Geir H. Haarde, un uomo chia-mato a governare 100 mila chilometri quadrati di terra, ghiaccio e gei-ser, ormai prossimi al collasso. La crisi finanziaria globale ha toccatouna nuova fase, quella della devastazione dei sistemi economici na-zionali. A spiegarlo senza mezzi termini sono stati gli analisti del Fi-nancial Times che, raccogliendo i dati sui derivati di credito e combi-nandoli con le variabili macroeconomiche, hanno reso nota la piùsintetica e tremenda delle conclusioni: l’Islanda avrebbe oggi l’80% diprobabilità di dichiarare bancarotta. Le stime, spiegano dal quotidia-

di Matteo Cavallito

Bagnanti nelle acque caldedella Laguna Blu.La geotermia, che in fornisceenergiain grande quantitàa costi ridottisimi,ha attirato i serverdelle grandisocietàdell’InformationTechnology e le industrietrasformatricidell’alluminio.Islanda, 2000

S

DEI GUAI DEL DEBITO ESTERO ARGENTINO (130 miliardi di dollari circa) credevamo di saperegià tutto ma che Buenos Aires fosse pronta a nazionalizzare i fondi pensione privati nessuno se lo aspettava. Così, quando alla fine di ottobre il presidente Cristina Fernández Kirchner ha annunciato la statalizzazione del sistema pensionistico privato gli analisti sono andati nel panico e nel giro di 24 ore il differenziale tra i tassi dei bond Usa e quelli argentini è aumentato del 20%. Secondo l’opposizione l’obiettivo del governo sarebbe chiaro: mettere le mani su 30 miliardi di dollari di entrate allo scopo di coprire le scadenze debitorie del biennio2009-10 (25 miliardi). La maggioranza nega ma molti investitori sospettano che la situazione dei conti sia disperata e che il governo argentino stia ormai raschiando il fondo del barile. Comese non bastasse le previsioni sul futuro del subcontinente latinoamericano non sono incoraggianti.Per il 2009 si prevede un tasso di crescita regionale non superiore all’1,5%. M.Cav.

ARGENTINA, IL GIALLO DEI FONDI PENSIONE

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| scenari energetici | internazionale |

| A N N O 8 N . 6 5 | D I C E M B R E 2 0 0 8 / G E N N A I O 2 0 0 9 | valori | 61 |

| internazionale |

mente attraverso la rete dei gasdotti. I contratti di for-nitura sono pluriennali (solitamente di trent’anni) espesso anche poco trasparenti.

«Un cartello di prezzo determinato da Russia, Irane Qatar sarebbe teoricamente possibile, ma nella realtàdei fatti è piuttosto difficile sganciare il prezzo del gasda quello del petrolio – spiega Goffredo Galeazzi, di-rettore del quotidiano d’informazione sull’energia LaStaffetta Quotidiana –. Il vero problema è però un al-tro, e cioè che non tutte le clausole dei contratti take-or-pay sono note. Noi non sappiamo, ad esempio,quanto paghi esattamente Eni a Gazprom secondo icontratti trentennali che hanno stipulato». Un proble-ma non da poco anche perché la Russia, il fornitore nu-mero uno dell’Europa, evidenzia una capacità produt-tiva insufficiente. Chiamati a svolgere il ruolo disubfornitori, le repubbliche meridionali dell’ex URSSsarebbero pronte a vendere il gas a prezzi “europei”(500 dollari per mille metri cubi) invece che alle cifrepiù basse che caratterizzano tipicamente le aree orien-tali della rete dei gas dotti (100-200 dollari).

La geopolitica trionfaDalle reti sotto il controllo di Mosca passa la stragrandemaggioranza del gas chiamato a riscaldare le case degli eu-ropei. È una situazione di semi-monopolio che non paredestinata a cambiare nel prossimo futuro. I giacimenti eu-ropei del Mare del Nord sono in via di esaurimento e i duepiù importanti progetti di gasdotti, ancora sulla carta, ve-dono i russi in prima fila con Gazprom il colosso nume-ro uno del mercato, mentre le vie alternative sembrano al

NA TROIKA DEL GAS CAPACE DI COORDINARE le attività di espor-tazione nel mercato mondiale con una inevitabile atten-zione per l’Europa. Potrebbe essere questa la grande no-

vità dei prossimi anni all’interno delcomplicato mercato dell’oro azzurro, lamateria prima più importante dopo il

petrolio nell’intero settore energetico. L’idea, sostenutain particolare da Mosca e oggetto di discussione alla riu-nione del Gas Exporting Countries Forum (GECF) a metànovembre, è piuttosto semplice: realizzare un organismodi gestione comune delle attività di export del gas tra i tremaggiori detentori della risorsa: Russia, Iran e Qatar, checompensano da soli il 60% del gas del pianeta. Si tratte-rebbe, hanno fatto notare quasi tutti gli analisti, di un ve-ro e proprio alter ego dell’Opec. Un autentico cartello, so-stiene il partito degli allarmisti, in grado di dare un ulte-riore spinta al rialzo al prezzo del gas sfavorendo il prin-cipale compratore dell’area: l’Unione Europea. Ma è dav-vero solo una questione di prezzo?

Un mercato sui generisIl valore del gas segue quello di mercato del petrolio (cuisi lega attraverso una formula matematica) con unoscarto temporale variabile tra i sei e i nove mesi. Proprioquest’ultimo dato andrebbe a sostegno della tesi del car-tello: siccome l’oro nero ha raggiunto il suo picco all’i-nizio dell’estate per poi crollare, è probabile che il gasinizi a perdere valore all’inizio del 2009 e solo una mos-sa in stile Opec potrebbe frenare la tendenza.

La questione non appare però così semplice. A dif-ferenza del petrolio, il gas è trasportato quasi intera-

La Troika del gas spaventa l’Europa

di Matteo Cavallito

U

Russia, Iran e Qatar potrebbero dar vita a un’OPEC del gas. Un’ipotesi che allarma il Vecchio Continentee che lascia aperti molti scenari geopolitici e di mercato.

rebbero stati di portata molto inferiore», spiega ancora Halldórssonsottolineando come la richiesta formale di adesione all’Ue rappresentioggi il punto chiave del programma di risanamento.

A Est spira un vento gelidoQuali sono gli altri Paesi a rischio? Gli osservatori non sembrano ave-re dubbi puntando verso Est. La combinazione “mercato depresso-sva-lutazione-sfiducia-debito” sta interessando almeno tre ex Paesi sociali-sti: Russia, Ungheria e Kazakhstan. Il passato di economia chiusa (cheha caratterizzato almeno in parte la stessa Islanda), è un dato decisa-mente da non sottovalutare. A far riflettere, infatti, è la probabile ine-sperienza del settore finanziario già combinatasi con una transizioneall’economia di mercato piena di promesse di rapida modernizzazio-ne. È come se gli ex Paesi socialisti avessero vissuto quella frenesia fi-nanziaria che nelle economie di mercato colpisce ciclicamente gli ope-ratori nei periodi di cieco ottimismo. Solo che tutto è accaduto in unambiente finanziario sottodimensionato e privo del sostegno di unavaluta forte. L’esito è stato l’indebitamento sul mercato internaziona-le, che, come noto è diventato ultimamente estremamente costoso edi fatto impraticabile. Per evitare un collasso generale si muoverà il FMIche però, è bene ricordarlo, non è certo un ente caritatevole. I prestitidel Fondo, in altre parole, sono sempre soggetti a importanti condizio-ni ed è proprio su questo, probabilmente, che si gioca ora la partita piùimportante. In passato, quando nessuno in Occidente metteva in dub-bio la fede nel liberismo, il trade-off dei prestiti era costituito da quegliadeguamenti strutturali che esponevano le nazioni emergenti alle in-sidie del mercato mondiale. Oggi, con gli Stati Uniti impegnati a iniet-tare mille milioni di dollari “statali” nel sistema finanziario privato, loscenario dovrà necessariamente essere diverso. È l’occasione per pun-tare finalmente sulle regole. Un’opportunità da non sprecare. .

IL DRAMMA ISLANDESE NON È UN FENOMENO ISOLATO. A passarsela malissimo, tra gli altri, c’è anche l’Ucraina. Tra settembre e ottobre la valuta locale ha perso il 12% sul dollaro, il deficit di bilancioè salito al 7,9% portando il debito estero a quota 100 miliardi di dollari,il prezzo della principale commodity nazionale (l’acciaio) è calatoriducendo di riflesso le entrate mentre il gas importato dalla Russiadovrebbe aumentare di valore. Le agenzie di rating abbassano la valutazione non diversamente da quanto fatto con un altro martoriatoPaese: il Pakistan. Nella repubblica islamica la crescita economica viveuna brusca frenata e l’inflazione va alle stelle. Dall’inizio del 2008 ad oggi la rupia ha perso il 30% mentre il mercato azionario ha ceduto40 punti percentuali nell’ultimo semestre. Crisi economica mondiale,certo, ma non solo. Ad accomunare i due Paesi c’è infatti un altroelemento destabilizzante: la precaria situazione politica. In Ucraina gli ex alleati Viktor Yuschenko (attuale presidente) e Yulia Timoshenko(premier) sono ormai ai ferri corti. Quest’ultima ha invocato l’intervento del Fondo Monetario prospettando però il rinvio delleelezioni anticipate. Gli investitori si sono spaventati e la situazione si è aggravata. In Pakistan è accaduto qualcosa di simile ma la tendenzapotrebbe cambiare. I ribassi hanno infatti solleticato la fantasia degli investitori cinesi e dei loro colleghi di Abu Dabi. I primi pensano di trasferire 7 miliardi di dollari nel Paese (che dal FMI dovrebbericeverne da 10 a 15), i secondi hanno iniziato a investiremassicciamente sui terreni agricoli locali. M.Cav.

UCRAINA E PAKISTAN, LA POLITICA NON AIUTA

TOP 10 RISERVEMONDIALI [ 2006 ]

Germania 90,23Italia 75,60Ucraina 50,24Francia 47,85Spagna 37,48Turchia 30,03Regno Unito 22,53Olanda 21,53Bielorussia 20,79Belgio 16,78

TOP 10 IMPORTAZIONIEUROPEE [ 2008 ]

Russia 47.814Iran 26.845Qatar 25.490Arabia Saudita 7.546USA 6.173Emir. Arabi Uniti 6.111Venezuela 5.565Nigeria 5.275Algeria 4.428Iraq 3.170

Totale 138.415Resto mondo 43.531Tot. mondo 181.945

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SAPERI E SAPORIIdee e pratiche per umanizzarele organizzazioni

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Sergio Paronetto

LA NONVIOLENZADEI VOLTIForza di liberazione

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LA TERRA E LA GENTELa speranza in cui credo

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Una guida pratica e semplice, ricca disuggerimenti su come investire in mo-do etico i propri risparmi, su come ef-fettuare acquisti “attenti”, su comepraticare la giustizia e la nonviolenza,su come adottare comportamenti eco-logici e rispettosi dell’ambiente.

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NORD STREAMArea: Mar BalticoDirezione: da Russia a GermaniaIl gasdotto dovrebbe attraversare il Mar Baltico per collegare la città russa di Vyborg con il centrotedesco di Greifswald. Il progetto è affidato a un consorzio di imprese denominato NordStream AG di cui fanno parte il gigante russo Gazprom (51% delle azioni) le tedesche Wintershall ed E.ONRuhrgas (entrambe con il 20%) e l’olandese N.V. Nederlandse Gasunie (9%). I critici hanno sollevatoperplessità sui rischi di impatto ambientale chiamando in causa soprattutto I danni alla fauna itticalocale. La data di completamento dell’opera non è ancora stata ipotizzata ufficialmente.www.nordstream.com

SOUTH STREAMArea: Mar Nero, BalcaniDirezione: da Russia a Italia, da Russia a UngheriaL’opera intende svilupparsi lungo due direzioni. La prima seguirebbe la traiettoria Russia-Grecia-Italia mentre la seconda coinvolgerebbe il tratto originariamente pensato per il vecchio Blue Stream(Bulgaria, Romania, Serbia, Ungheria, Slovenia, Austria). Partecipano ai lavori, che dovrebberocondurre il gasdotto all’operatività nel 2013, la russa Gazprom e l’italiana Eni.www.eni.itwww.gaazprom.ru

NABUCCOArea: Turchia, Est EuropaDirezione: dalla Turchia all’Austria attraverso l’Europa orientale8 miliardi di euro di spesa prevista per la costruzione di 3.300 chilometri di gasdotto tra la reteturca e il centro di smistamento austriaco di Baumgarten (per metà sotto il controllo di Gazprom). Il progetto resta per ora sulla carta tanto che non è ancora stato chiarito quale sarà il puntod’origine dell’immissione (aree candidate: il confine turco-georgiano e quello turco-iraniano). L’opera garantirebbe all’Europa una fornitura indipendente dal circuito russo e proprio per questo è osteggiata da Mosca. I lavori dovrebbero essere affidati a un consorzio di 5 imprese in rappresentanza di altrettante nazioni attraversate dall’impianto: Botas (Turchia), Bulgargaz (Bulgaria), Transgas (Romania), Mol (Ungheria) e OMV (Austria)www.nabucco-pipeline.com

WHITE STREAMArea: Caspio, Europa centrale e orientaleDirezione: da Ucraina a PoloniaÈ il progetto di più difficile realizzazione. Promosso dalle autorità di Kiev, che vorrebbero cosìtagliare fuori la Russia, il gasdotto dovrebbe attraversare l’Europa orientale per allacciarsi alla retepolacca. A rendere tuttora irrealizzabile il progetto c’è l’assenza di un accordo sulla fornitura iniziale.L’Ucraina non possiede un quantitativo di gas sufficiente ed è per questo chiamata ad acquistare il necessario surplus da un cliente dell’Asia centrale. Le autorità ucraine hanno ipotizzato un allacciamento con la rete dell’Azerbaijan che, però, ha negato la disponibilità. Un’alternativa possibile è costituita dal Turkmenistan. Il progetto è stato promosso dalla societàbritannica GUEU-White Stream Pipeline Company Limited (GUEU).www.energy-community.org/pls/portal/docs/91811.PDF

GALSIArea: MediterraneoDirezione: Da Algeria a ItaliaAppena 284 chilometri ma un’enorme importanza strategica. Sono le caratteristiche salienti del Gasdotto Algeria Sardegna Italia, meglio conosciuto come GALSI. Il progetto prevede un collegamentosottomarino Algeria-Sardegna con successivo tratto di fornitura capace di allacciare l’isola con la reteitaliana presso il comune toscano di Piombino. Si tratterebbe del gasdotto più profondo mairealizzato (-2885 metri nel tratto di maggiore depressione). A gestire il progetto, che dovrebbe esserecompletato nel 2012, un consorzio formato dall’algerina Sonatrach (41.6% delle azioni), e dalleitaliane Edison (20.8%), Enel (15,6%), Hera Trading (10,4%) e Sfirs (la finanziaria della RegioneSardegna detentrice dell’11,6% del capitale). Nel progetto, cui collabora anche Snam Rete Gas,potrebbe entrare l’onnipresente Gazprom che ha già siglato un accordo di massima con Sonatrach.www.galsi.it

PERSIAN PIPELINEArea: Medio Oriente, Europa meridionaleDirezione: Da Iran a Italia via Turchia e GreciaÈ l’ultimo progetto ad essere stato lanciato e, va da sé, quello di cui si sa meno. Ad annunciarlo è stato a fine ottobre il direttore della National Iranian Gas ExportCompany (NIGEC) Reza Kasaizadeh (nella foto - www.shana.ir) secondo cui la lineadovrebbe essere completata entro il 2014. Il tratto, che partendo dai depositi della Repubblica Islamicadovrebbe attraversare Turchia, Grecia e Italia, potrebbe costituire un’ottima risorsa tanto per un’Europaalla ricerca di alternative al gas russo quanto per lo stesso Iran, la cui presenza nel mercato mondialedel gas appare ancora sottodimensionata. È probabile che gli Stati Uniti guardino con sfavore al progettoper ovvie ragioni geopolitiche.www.presstv.ir/detail.aspx?id=73621&sectionid=351020103

SCHEDA: I PRINCIPALI EURO-GASDOTTI IN PROGETTO IL SISTEMA DEI GASDOTTI EUROPEI

*costituiti da diversi gasdotti

Brindisi, bloccato dasequestro giudiziarioper tangenti e per larichiesta della Via (Bp)Taranto (progetto dellaspagnola Gas Natural)Porto Empedocle(Nuove Energie e Enel)Priolo (Erg e Shell) Gioia Tauro (consorzioCrossGas- Italpetroli)Trieste, no dei Comuni(Endesa)Zaule, no dei Comuni(Gas Natural)Livorno, iniziati i lavori,ma non concluso l’iterautorizzativo (Olt,Endesa, municipalizzatedi Torino, Livorno e Genova)Rosignano (consorzioEdison-Bp-Solvay)Mare Adriatico (l’Eni ipotizza un riuso di sue strutture al largodelle coste dell’Abruzzoo delle Marche)

Gasdotti esistenti*

In costruzione*

Principali giacimenti

I PROGETTI

SONO DEI TERMINALI DOVE NAVI GASIERE scaricano il gas liquefatto a – 160°, che viene poi riportato allo stato gassoso con vaporizzatori a fiamma sommersa e quindi immesso nella rete del gas. Ma i rigassificatori non piacciono, suscitano nelle popolazioni reazioni negative come gli inceneritori, perché vanno a insistere su territori già molto sfruttati da insediamenti petrolchimiciche, invece, vorrebbero mettere la parola fine a quel tipo di esperienza e passare a produzioni più sostenibili. E non piacciono anche perché per i rigassificatori il marerappresenta un nuovo territorio da colonizzare e magaridesertificare con il loro impatto.

Tanto che al momento della decina di rigassificatori che dovrebbero spuntare dal mare tutto attorno all’Italia o essere ospitati nelle aree portuali, ce n’è uno solo attivo,quello storico dell’Eni a Panigaglia (La Spezia) da 4 miliardidi mc l’anno, che ha ricevuto nel 2007 il no della Regione al suo raddoppio. Dal 2009, invece, dovrebbe cominciare a distribuire 8 miliardi di mc di gas proveniente dal Qatar,

l’impianto offshore di Rovigo, un gigantesco monolito di cemento fabbricato nei cantieri spagnoli di Algeciras,arrivato in agosto a 15 km al largo del Delta del Po, dopo esserstato rimorchiato per 1700 miglia attraverso il Mediterraneo.

Il progetto è una joint venture tra Qatar Petroleum,Exxon Mobil (con il 90 per cento delle quote) e Edison con il 10 per cento. È stato fortemente avversato dallepopolazioni locali, da anni alle prese con i problemi legatialla presenza dell’industria petrolchimica ed estrattiva, ma l’impianto ha ricevuto quattro valutazioni favorevoli di impatto ambientale.

Bloccati i lavori per il terminale galleggiante di Livorno,tra ricorsi al Tar dei comitati “No offshore” e colpi di manodella Olt, la controllata di Endesa che con le municipalizzaredi Torino, Livorno e Genova porta avanti il progetto. L’unicoimpianto che al momento avrebbe il sostegno del territorio è il siciliano Porto Empedocle. Tutti gli altri progetti sono in fase di stallo, sospesi tra la crisi finanziaria e l’attesadella “rinascita” nucleare dell’Italia.

SE DIECI RIGASSIFICATORI VI SEMBRANO POCHI

momento poco percorribili (vedi ). Il tentativo eu-ropeo di diversificare le sue fonti trova sulla sua strada al-meno due ostacoli: il primo è rappresentato dalla man-canza di una politica strategica comune cui si sostituiscel’iniziativa individuale dei singoli Paesi (vedi il caso NordStream); la seconda è data dalle pressioni della Russia e de-gli Stati Uniti. Se Mosca vuole continuare a garantirsi ilpredominio di mercato, infatti, Washington non vuoleche i suoi piani di isolamento del regime di Teheran sia-no messi a rischio dalla sete di gas degli europei.

Gazprom, prima nell’energiaA garantire la leadership russa non ci sono solo i fattorigeologici e di rete. Con 270 miliardi di dollari capitaliz-zazione la Gazovaya Promyshlennost, meglio conosciu-ta come Gazprom, è la terza multinazionale del pianeta,la prima del mercato energetico. Con l’obiettivo dichia-rato di quadruplicare il proprio capitale nei prossimi an-ni, la corporation vede come azionista di maggioranza loStato russo con il quale ha storicamente rapporti strettis-simi (l’attuale premier Dimitri Medvedev è stato per an-ni al vertice del CdA) e ha ormai una posizione di mo-nopolio puro o di fatto con dodici Paesi europei, impo-nendosi come fornitore leader dell’area UE con il 25% delmercato. La sua presenza ridondante ha permesso a Mo-sca di giocare un ruolo determinante anche in quei pro-getti che mirerebbero a diversificare le forniture europee.La compagnia ha acquisito per metà il controllo del cen-tro di smistamento di Baumgarten, in Austria, che do-vrebbe (o per meglio dire “avrebbe dovuto”) essere losnodo finale del gasdotto Nabucco. Secondo i rumors dimercato l’impresa potrebbe inoltre entrare nel progettoGALSI (vedi schede), il piano di fornitura Algeria-Italia.

Il futuro della TroikaQuale sarà allo stato attuale il futuro della troika? I dub-bi restano. L’intesa a tre potrebbe garantire alla Russia uncontrollo per lo meno parziale sulle alternative europeedi fornitura ma al tempo stesso potrebbe dare una spin-ta al settore del gas nei due Paesi mediorientali. L’Iran stu-dia un paio di progetti di rete: il primo, denominato Per-sian Pipeline (vedi schede) interesserà l’Europa, il secon-do, ribattezzato Peace Pipeline dovrebbe alimentare ladomanda di India e Cina. Il Qatar potrà puntare invecesul segmento del gas liquido (che è caratterizzato da mi-nori vincoli di mobilità) di cui è leader mondiale. A quelpunto le ambizioni di crescita delle due nazioni potran-no forse sminuire il potere di Mosca a patto, però, chel’Europa sappia svincolarsi dalle pressioni americaneaprendo un canale commerciale con Teheran. «L’Irannon è un Paese strumentalizzabile e per questo gli ira-niani tenderanno a fare i loro interessi – sottolinea il di-rettore de La Staffetta –. E se gli europei offriranno ga-ranzie migliori allora è probabile che l’Iran scelga di fareaffari con loro piuttosto che con la Russia». .

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Svolta alla Ubs

Banche in crisi

di Paolo Fusi

EZZO MILIARDO DI DEBITI UFFICIALI. Più quelli non ufficiali, nascosti nelle pieghe dei bilanci, nei complessirapporti con le società offshore dei clienti e dei propri dipendenti, una fuga di capitali verso le piccole bancheregionali. Perché i clienti avevano capito che alla Ubs c’era solo la possibilità di perdere tutto, certamentenon di guadagnare cifre miracolose come si era sperato. Un quadro desolante, che per giunta si ripete a distanza di pochi anni: non ne sono passati ancora dieci da quando la Ubs, tecnicamente fallita, venivafusa con la Società di Banca Svizzera (ancora sana) per salvare posti di lavoro, soldi dei clienti e l’immaginedella piazza finanziaria elvetica. In questi dieci anni i dirigenti venuti dalla banca di Basilea hanno distruttonuovamente la Ubs. Un colosso che aveva sfidato dalla piccola Confederazione le banche di tutto il mondodiventando quella che aveva più soldi investiti di tutte – ridotta ad un cumulo di macerie fumanti. Per giunta avendo perso tutte le caratteristiche che l’avevano fatta grande: l’organizzazione interna, il controllo totale sui movimenti dei dipendenti, una sezione informazione (la Awp) in grado di sapere tuttosu tutti per poter operare in borsa. Ma la disgrazia dei derivati, la malattia che ha colpito bancari e banchieriper un quarto di secolo, ha messo in ginocchio, dopo la Swissair, anche il secondo dei quattro pilastri della Svizzera. Mancano solo la Nestlé e la chimica a Basilea, che comunque stanno bene, anzi benissimo. Il Governo svizzero ha regalato alla Ubs 64 miliardi di franchi per evitarne il fallimento. Sono oltre 40 miliardidi euro. Il presidente dell’istituto, Peter Kurer, ha detto che senza quei soldi avrebbe chiuso in una settimana.

E il governo ha detto sì. Non solo: quei soldi li ha prestati senzagaranzie. Ed ora si sa che quei 64 miliardi sono già stati polverizzati.Gli azionisti più importanti di Ubs hanno imposto la svolta: alla guidadella banca c’è ora una nuova squadra: Bruno Gehrig, William Parrett,Sally Bott e Rainer-Marc Frey. Sono nomi che in Italia non conoscenessuno. Bruno Gehrig ha cominciato la sua carriera come professore,

poi è andato alla Ubs, ne è scappato alla fine degli anni 80 quando si è accorto di quanto rischiassero coi derivati, ha lavorato per l’industria chimica, poi è stato eletto nel Direttorio della Banca Nazionale ed ha guidato i controlli sulle banche. Gehrig l’ha detto subito: basta con le porcate elettroniche, dobbiamotornare alla vecchia Ubs. Buon vecchio Conto Protezione, i tuoi bei tempi tornano. William Parrett ha lavorato tutta la vita alla Kpmg ed è andato in pensione con la convinzione che i controlli delle società di auditing siano una presa per i fondelli e che lui in 40 anni di professione non ha mai saputo nulla di cosaaccadesse davvero in una banca. Sally Bott invece ha lavorato una vita alla Bp e si occupa di materie prime,mai vista una banca dal di dentro. Rainer-Marc Frey, infine, è uno scommettitore da casinò finanziario. Un “mago dei derivati”. La sua strategia: scommettere solo sulle piccole vincite sicure, aumentare il volumedegli affari della tua società acquisendo nuovi clienti, vendere tutto ad una grossa banca che fa fallire tutto e ricominciare da zero altrove. Cosa vuol dire? Che Gehrig ed il suo team faranno secchi tutti coloro che hanno fatto la Ubs negli ultimi 15 anni, riducendo quasi a zero le scommesse ed investendo sulle materie prime, che sono il nuovo grande ricatto del Pianeta. Non so come vi sentite voi, ma io sono confuso: è una buona notizia o no? E noi della cosidetta sinistra nostalgica e sentimentalista, che ricorda di quando c’erano un piano ed un traguardo, cosa facciamo adesso? Basterà il CommissarioMontalbano per farci sentire più sicuri? .

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Ecco chi sono gli uomini del nuovo board del colossosvizzero. Che nel frattempoha bruciato i 40 miliardi dieuro di prestito governativo...

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APPUNTAMENTI DICEMBRE>FEBBRAIO PER SEGNALARE UN EVENTO SCRIVERE A [email protected]

3 – 6 dicembreHYDERABAD (INDIA) INTERNET GOVERNANCE FORUM (IGF)Il terzo incontro del Forum delle NazioniUnite sulla Governance di Internet avrà come tema principale l’inclusionedel prossimo miliardo di utenti, la transizione dal IPv4 al IPv6, le risorsecritiche, la privacy.www.isoc.it

7 dicembreGHANA ELEZIONI DEL PARLAMENTO E DEL PRESIDENTE

1 – 12 dicembrePOZNAN (POLONIA)CONFERENZA DELLE NAZIONI UNITESUI CAMBIAMENTI CLIMATICILa conferenza polacca è la continuazione delle trattativeinternazionali che sono stati avviate nel quadro del Bali Road Map.(http://unfccc.int/2860.php)Negli stessi giorni della conferenza sono previste numerose manifestazioniper richiamare i governi all’urgenza delle azioni per limitare gli effetti dei cambiamenti climatici.www.globalclimatecampaign.org

7 dicembreUCRAINAELEZIONI PARLAMENTARIDopo lo sfaldamento della coalizione di governo l’Ucraina è di nuove alle urne.

7 – 10 dicembreATENE (GRECIA)GLOBAL FORUM FOR MEDIADEVELOPMENTCirca 500 esperti provenienti da oltre 100 Paesi sono stati invitati alla seconda edizione del Forum. Gli argomenti discussi saranno le potenzialità dei nuovi media nello sviluppo di strategie comuni per il pluralismo e l’indipendenza dei mezzi di informazione.www.gfmd-athensconference.com

9 – 12 dicembreQUEBEC (CANADA)ARCTIC CHANGE 2008QUEBEC CITY CONVENTION CENTRE Cambiamenti climatici e problemi

e informazione ambientale nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto asiatici e africani, nella conferenza internazionale organizzata dall’Asian Institute of Technology. www.ait.ac.th

5 – 12 gennaioHANOI (VIETNAM)ASEAN TOURISM FORUMGrande fiera del turismo dei Paesiasiatici aderenti all’Asean (Associazionedelle Nazioni dell'Asia Sud-Orientale) a cui partecipano ministri, operatorituristici e imprenditori.www.atf2009vietnam.com

11 – 15 gennaio NEW DELHI (INDIA)PETROTECH 2009

Ottava conferenza biennale dell’industriaenergetica, organizzata sotto l’egida del ministero per l’Energia, dal governoindiano, dall’Indian Oil Corporation Ltd e da Petrotech Society (organizzazioneche raccoglie i rappresentanti di tutta la filiera produttiva degli idrocarburi).L’edizione del 2007 aveva raccolto 4000delegazioni da 60 Paesi e le adesioni per questa edizione sono in crescita.www.petrotech2009.org

14 – 17 gennaioPORTO (PORTOGALLO)HEALTHINF 2009Conferenza internazionale sullo statodell’utilizzo delle tecnologie informatichenella pratica e nella diagnosi medica,organizzata da INSTICC (Institute forSystems and Technologies of Information,Control and Communication).www.healthinf.org

19 – 20 gennaioIL CAIRO (EGITTO)CHILD POVERTY AND DISPARITIES:PUBLIC POLICIES FOR SOCIAL JUSTICEPrima conferenza internazionale di un ciclo biennale di incontri sottol’egida dell’Egypt National Observatoryfor Child Rights, il National Council ofChildhood and Motherhood (NCCM) e l’United Nations Children’s Fund in Egypt (Unicef), in cui verrannoelaborate nuove piattaforme sul temadei diritti dei minori.www.unicef.org

25 gennaio BOLIVIAREFERENDUM COSTITUZIONALE Finalmente il 25 gennaio la Bolivia andrà

al referendum di ratifica della nuovaCostituzione. La Carta costituzionale èstata modificata dopo la prima stesura e contiene ora concessioni alle oligarchie locali, ampia autonomiaamministrativa ai dipartimenti e il riconoscimento delle minoranzeindigene. Frutto di una lunga mediazionefra governo e opposizione, l’accordosulla data del voto è arrivato dopo che il presidente Morales (nella foto)

ha accettato di cancellaredal testo la possibilità di due elezioni consecutivedi un candidato alla massima

carica dello Stato, rimandando di fattouna sua rielezione al 2014.

27 gennaio – 1° febbraioBELEM (BRASILE)WORLD SOCIAL FORUM 2009L’edizione 2009 del World Social Forumsi svolgerà in Amazzonia, nella regione di Para, non a caso in concomitanza con il meeting di Davos. Per un cambiamento culturale verso una nuova giustizia sociale.www.fsm2009amazonia.org.br

28 gennaio – 1° febbraioDAVOS (SVIZZERA)WORLS ECONOMIC ANNUAL MEETINGUn progetto per il mondo dopo la crisi, è l’argomento dell’incontro annualedell’esclusivo “forum” dei decisorimondiale. I partecipanti provengono dai consigli d’amministrazione delle compagnie strategiche mondialidella produzione, della creatività, del sociale e del Web. Invitati anchemembri della Comunità dei giovanileader mondiali, che rappresentano la voce del futuro nel mondo degli affari. Presenti i rappresentanti delle organizzazioni mondiali come BancaMondiale, Nazioni Unite, FMI, e poi ministridell’economia, dell’ambiente, dell’energia,degli affari sociali oltre ad ONG,sindacati, accademici, sportivi e religiosi.www.weforum.org

20 – 21 febbraioROMA (ITALIA)ASPEN INSTITUTE ITALIAConferenza Internazionale dal titolo:Aspen, per un capitalismo finanziariosostenibile dei G8, materie prime e benecomune. In collaborazione con il WorldFood Program.www.aspeninstitute.it

della Regione Artica verranno affrontatinelle giornate di dicembre organizzateda ArcticNet, rete di centri di eccellenzadel Canada. In concomitanza con la conclusione dell’Anno PolareInternazionale e del 400mo anniversariodi Quebec City, per Artic Change 2008 si aspettano 600 tra ricercatori, studenti e politici da tutto il mondo.www.arctic-change2008.com

10 dicembre 2008TORINO (ITALIA)FORUM INTERNAZIONALE DONNE DEL MEDITERRANEOIncontro Internazionale “Palestina e Israele: Donne e OrganizzazioniInternazionali insieme per il dialogo e la Pace”.www.centrounesco.to.it

12 dicembreADDIS ABÉBA (ETIOPIA)

LES VENDREDIS DE LA COMMISSIONDibattito organizzato dalla Commissionedell’Unione africana (UA) sugli effettidella crisi finanziaria sulle economiedell’Africa, sulle eventuali misure atte a prevenire crisi analoghe, sull’istituzionedella Banca centrale e del Fondomonetario africani. (nella foto il presidente della Commissione, Jean Ping, riceve l’ambasciatore degli Stati Uniti presso l’UA, John Simon).www.africa-union.org

18 dicembreTURKMENISTANELEZIONI PARLAMENTARI

24 dicembreISOLE PITCAIRN ELEZIONI GENERALILe quattro isole vulcaniche (di cui una sola abitata) nell’Oceano Pacificomeridionale sono territori britannicid’oltremare. Abitate dai discendenti degli ammutinati del Bounty sposati con polinesiane, oggi con solo 48 abitantiPitcairn è lo Stato meno popolato delmondo. Recentemente è salita alla ribaltadella cronaca per un una sconvolgentestoria di pedofilia e violenze sessualiperpetrate nell’arco di decenni dalla metà dei maschi adulti dell’isola. Un tribunale speciale, composto da giudicigiunti apposta dalla Gran Bretagna e dalla Nuova Zelanda, ha condannatosei uomini – tra cui l’allora sindaco SteveChristian – con sentenze fino a sei anni di carcere, dichiarandoli colpevoli di abusisessuali sulle donne e i minori dell’isola.

5 – 7 gennaio 2009BANGKOK (THAILANDIA)ENVIRONMENTAL & WATER RESOURCESGestione delle risorse idriche

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altrevoci| narrativa |

L’AMORE DI HASNA CORREVELOCE

Lei si chiama Hasna, è nata in Italia da genitorimarocchini e cresciuta nella babele di via della Maddalena, nel centrostorico di Genova. Hasna in casa parla arabo, ma ha l'accento zeneize e si dibatte fra due stili di vita:quello della cultura africana e islamica che permea il suo contesto familiare, e quello occidentale che contraddistingue le sue compagne di liceo. Hasna deve combatterecontro i pregiudizi e il razzismo strisciante.Hasna è riservata, ma anchegenerosa. Corre veloce, fino a scoprirsi campionessadi atletica. Lui si chiamaLamberto è genoanonell'anima, stravagante e determinato. Di famigliabenestante, vive ad Albaro ma il suo carattere ribelle lo porta a distaccarsi dal solco ideologico e culturale tracciato dai suoi genitori. Grazie alle nuove amicizie del liceo e al suo modo “francescano”di interpretare la religionecattolica, Lamberto si scopredi sinistra.

TOMMASO GIANIOSTINATAMENTEFratelli Frilli Editori, 2007

IMPRESASOCIALE E SFIDAGLOBALE

George Bernard Shaw una volta disse: «Le personeragionevoli adattano se stesseal mondo; quelle irragionevolipersistono nel voler adattare il mondo a se stesse. Dunquetutti i progressi dipendonodalle persone irragionevoli». Lo ha dimostrato il PremioNobel Muhammad Yunus con il microcredito della suaGrameen Bank. Nel mondo ci sono una grande quantità di imprenditori “dissennati”che hanno dato vita a impresecapaci di soddisfare bisognisociali e ambientali di varianatura e, al tempo stesso,solide e redditizie. Sono proprio questiimprenditori irragionevoli a essere spesso il perno delle svolte importanti,soprattutto di fronte a problemi e sfide epocali:guerre, terrorismo, povertà,cambiamenti climatici,epidemie globali. Gli imprenditori irragionevolisono quelli che vinceranno la sfida della globalizzazione.

JOHN ELKINGTON PAMELA HARTIGAN FUORI DAGLI SCHEMI GLI IMPRENDITORI SOCIALI CHE CAMBIANO IL MONDOEtas, 2008

PRECARI E FLESSIBILI PER IL MERCATO:UN’ANALISI DELMODERNO CAPITALISMO

I nuovi assetti del capitalismo europeo si accompagnano ad un inasprimento degli squilibri distributivi e ad un progressivopeggioramento delle condizioni del lavoro.Sono gli effetti delle politiche neoliberiste che scaricano sul lavoro il peso degliaggiustamenti macroeconomici: imponendoprecarietà, bassi salari, emigrazioni, nuoveforme di patriarcato e vanificando le conquistesociali del passato. In Italia le cose non vannomeglio, a causa delle politiche di restrizionedell'intervento pubblico e della ricerca di unacrescente flessibilità del mercato del lavoro.Questo libro raccoglie i materiali del Convegno“L’economia della precarietà”, promosso dal quotidiano il manifesto, a cui hannopartecipato noti economisti e leader politici e sindacali della sinistra. Propone un’analisidella struttura del capitalismo e delle attualicondizioni del lavoro, oltre a fare il punto sulle necessarie riforme sociali. Al fine di contribuire alla definizione di una credibileiniziativa unitaria della sinistra nell'ambito della politica economica.

PAOLO LEON RICCARDO REALFONZO L’ECONOMIA DELLA PRECARIETÀManifestoLibri, 2008

UN NUOVOCONTRATTO CONTRO ISALARIBASSI

La disoccupazione è calatanegli ultimi dieci anni, ma gli italiani sonoinsoddisfatti: i loro salari sono più bassi della mediaeuropea ed è sempre piùdifficile entrare nel mercatodel lavoro dalla portaprincipale. Soltanto uno su dieci riesce a trasformare il contratto a tempo definito in un'assunzione a tempoindeterminato. Se poi perdi il lavoro nessuno ti aiuta. E allora, cosa fare contro la precarietà? I rimedi ci sono:contratto unico senzascadenza per tutti i lavoratorie con tutele gradualmentecrescenti. Occorre anche un salario minimo e riformaregli ammortizzatori sociali. Sarà così possibile rilanciare il lavoro e aiutare i giovani, le donne e i disoccupati di tutte le età, smettendo di sostenere solo chi è dentroil mercato. A costo zero per il contribuente. Ma perché nessun governofinora lo ha fatto?

TITO BOERI PIETRO GARIBALDI UN NUOVO CONTRATTO PER TUTTI Chiarelettere, 2008

ROMANZOGIALLO AL PONTEDELL’ORTICA

Sandro Micuzzi, commissariodella questura di Milano, riceve una telefonata anonima:«Se vieni a mezzanotte al ponte dell’Ortica,ti dirò tutto sul serial killer dei travestiti». Micuzzi si presenta all’appuntamento. Un tossico gli punta addossouna pistola, spara e scappa. Il commissario risponde al fuoco e lo uccide. Lo scandalo è inevitabile, i giornali attaccano la “poliziaviolenta”. Il libro di Cassani è dunque un romanzo gialloalla milanese i cui ingredientisono: una città disincantata e senza nebbia, un commissariocontro corrente e affascinante a sua insaputa, una sparatoriasul ponte dell’Ortica un cadavere nel Naviglio, due donne pericolose,collaboratori fidati q.b, grappaNardini e toscanelli a volontà .Tempo di lettura: una notte.

MASSIMO CASSANISOTTOTRACCIASironi editori, 2008

PHILIP, IL RAGAZZINOCHE CERCALA VENDETTA

Philip ha tutte le tristezze, le allegrie, le paure di un ragazzino che si affacciaall'adolescenza. E ora il padresostiene che la sua morte non sia stata un incidente, ma c'entra lo zio Alan, che vuole la mamma di Philipe il pub di famiglia. E continuaa tormentare Philip con la storiadel Club dei Padri estinti, una sgangherata congrega di spettri che si ritrova davantial pub. Improbabile Amleto del XXI secolo, Philip cercheràdi portare a termine la vendettadel padre fantasma in un crescendo di avventure,disavventure ed episodiesilaranti fino alla tragediafinale. Un libro toccante e profondo sulla necessità di trovare un senso a un luttoincomprensibile, sulladifficoltà di diventare grandi,sul ribaltamento dei ruoli nel rapporto padri-figli,sull'ineluttabilità del propriodestino.

MATT HAIGIL CLUB DEI PADRI ESTINTIEinaudi, 2008

LA GIUNGLA DEGLIASPIRANTI SCRITTORITRA «BUFALE» E EDITORIA PAGAMENTO

«Trovati un lavoro, scrittore del cazzo». Chi da grande volesse fare lo scrittore senzacorrere il rischio di sentirsi ripetere questafrase, dovrebbe leggere il libro di NicolaPezzoli. Che il mondo sia pieno di scrittorinarcisisti e di case editrici a pagamento, sul modello delle edizioni del Taglione di malausseniana memoria, lo si sapeva già. La storia che racconta Pezzoli va però ben al di là della solita rappresentazione di quelmondo di frustrati che sono gli aspirantiscrittori. Lui entra nel cuore del sistema, ne diventa prima vittima e poi vendicatoretutt'altro che mascherato. Svela il giocodell'editoria che conta, dove si muovono grandicritici, consulenti e soprattutto affermatigiornalisti che consacrano bufale travestite da grandi autori e tracciano su prestigiosiquotidiani nazionali le nuove tendenzeletterarie affidandosi a pseudointellettualiisterici e autoreferenziali. Pezzoli, rispetto ai suoi colleghi aspiranti scrittori, ha unamaledizione in più: assomiglia in modoimpressionante a Pier Vittorio Tondelli, quello di “Altri libertini” e “Rimini”, autore culto degli Anni 80, morto di Aids ad appena 36 anni.

NICOLA PEZZOLITUTTA COLPA DI TONDELLIKaos Edizioni, 2008

IL PRINCIPE (MAFIOSO) È LA FACCIADELL’ITALIA

Qual è il vero volto dellamafia? È quella che si vede in tv? I corrotti e i criminalisono una malattia della nostrasocietà, elementi costitutividel potere, a parte pocheeccezioni (la Costituente, Manipulite, il maxiprocesso a Cosanostra). Ricordate il “Principe”di Machiavelli? In politicaqualsiasi mezzo è lecito. C'è un braccio armato (anche le stragi sono utili alla politica del Principe), ci sono i volti impresentabili di Riina, Provenzano, Lo Piccolo, e poi c’è la borghesia mafiosa e presentabile che frequenta i salotti buoni e riesce a piazzare i suoi uomini in parlamento. Ma il potere è lo stesso, la mano è la stessa. II libro è questo:racconta il fuori scena del potere, quello che non si vede e non è mai statoraccontato ma che decide, fa politica e piega le leggi ai propri interessi. Ci avviamoverso una democraziamafiosa? Gli italiani possonoreagire, è già successo.

SAVERIO LODATO ROBERTO SCARPINATO IL RITORNO DEL PRINCIPEChiarelettere, 2008

| economiaefinanza |

a cura di Michele Mancino

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FOTOGRAFIA,UNAQUESTIONE DI METODO

In questo volume non si troveràuna storia per correnti artisticheo settori d’attività, e nemmenoracconti agiografici o un focusparticolare su gruppi di fotografiche contribuirebbero a una storiaper compartimenti difficile da concepire nella dinamica di un’epoca. Si è preferito, invece, scegliere grandi assiinterpretativi, ossia vere e proprienarrazioni che permettono di attraversare il tempo, ciascunaa suo modo. Il lettore può dunque,per la maggior parte delle sezioni,partire dall’inizio del periodo per arrivare fino a oggi.

Una panoramica ricca e inedita nelle modalità, che alterna gli approfondimentitestuali di autori francesi tra i piùaccreditati e album iconografici,accompagna il lettore dalle primeeliografie di Nicéphore Niépcenegli anni Venti dell’Ottocentofino alle più recenti ricerche diAndreas Gursky e Barbara Kruger.

L’opera afferma comunque un punto di vista e un metodo:l’apertura verso tutti gli aspettidella creatività dell’immagine e delle condizioni stesse di talecreatività, privilegiando lo sguardostorico, che riunisce gli aspettitecnici, sociali ed estetici, senza dogmatismi.

ANDRÈ GUNTHERT MICHEL POIVERTSTORIA DELLA FOTOGRAFIAElecta, 2008

STILEBURLESQUEDI LISAKERESZI

Prima personale italiana della fotografa americana Lisa Kereszi, con una selezionedi 22 scatti tratti dalla serieFantasies, progetto che si sviluppa tra il il 1999 e il 2005. Nella sua ricercasugli interni vuoti dei localinotturni, una notte la fotografaapproda allo Show World, uno strip club di Times Squarenel cuore di New York, dove assiste a uno spettacolo di new burlesque.

Quella notte la Keresziscatta la fotografia di unaballerina, Dirty Martini, dando così inizio al suo lavorofotografico sul burlesque, uno stile che fa rivivere l’artedello strip-tease come giocoprovocatorio: le ballerineritratte sono spogliarelliste sui generis, performer vicineall’immaginario delle pin-upche danno vita a uno spettacolofatto di piume, lustrini e trucchidi scena. Alle immaginivibranti e vitali delle showgirlfanno da contrappunto quelle degli interni vuoti, che raccontano di tappetilogori, neon colorati, sagomefemminili nude ritratte a manosulle pareti e mozziconi di sigarette.

Fino al 17 gennaio 2009 METRONOM DI MODENAwww.metronom.it

RITI, TRADIZIONI,PAESAGGI E NUDI:È IL MESSICO DI BRAVO.IN UNO SCATTO

La prima grande retrospettiva del lavoro di Manuel Alvarez Bravo, non solo l’autore più significativo della fotografia messicana, ma uno dei maggiori artisti del ventesimosecolo. 370 fotografie, riprodotte in ordinecronologico, mostrano gli ottanta anni di sorprendente carriera di Bravo.

La collezione include sia immaginidiventate icone sia capolavori sconosciuti,oltre a più di venti fotografie inedite.Estremamente vario nei soggetti, il volumeinclude paesaggi, scene urbane e rurali, nudi, still life, soggetti religiosi e popolari, così come ritratti di personalità da DiegoRivera a Frida Kahlo da Carlos Fuentes a Sergej Eisenstein e Octavio Paz.

Soprattutto, il lavoro celebra l’amatoMessico, con i suoi rituali indigeni e le suetradizioni antiche che trascendono il tempo e lo spazio nella pura bellezza della fotografia.Oltre a una prefazione di Colette AlvarezUrbajtel, vedova di Bravo, il libro contiene tre saggi di John Banville, Jean-Claude Lemagnye Carlos Fuentes, un esaustivo materiale di documentazione, una cronologia cheripercorre la storia espositiva, una bibliografia,una lista delle immagini e un indice dei titoli.

JOHN BANVILLEJEAN-CLAUDE LEMAGNYCARLOS FUENTES MANUEL ALVAREZ BRAVOContrasto Due, 2008

IL MITO DEL NANGAPARBAT, RE DEGLI 8000

Il Nanga Parbat è il piùimpervio tra gli ottomiladell’Himalaya. Il suo nomesignifica letteralmente“Montagna Nuda”, per via delle pareti di roccia tropporipide per essere ricopertedalla neve. È anche chiamatoDiamir, ovvero ”Re delleMontagne“, dal nome di uno dei suoi versanti. È la “Montagna del Destino”per i migliori alpinisti di tutti i tempi e, soprattutto, per Reinhold Messner.

È il luogo della tragicascomparsa del fratello Günthere del suo ritrovamento moltianni dopo. Messner racconta in questo volume l’epopeadella conquista del NangaParbat a partire dal XIX secolo.Le immagini aeree del fotografopakistano Pervez Khanrestituiscono intatta la bellezzamaestosa di questa montagna,simbolo dell’eterno misurarsidell’uomo con se stesso.

REINHOLD MESSNER NANGA PARBAT LA MONTAGNA DEL DESTINOMondadori, 2008

| fotografia |

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| A N N O 8 N . 6 5 | D I C E M B R E 2 0 0 8 / G E N N A I O 2 0 0 9 | valori | 71 |

I DISPLAYDINAMICI CHEDANNO VOCE AI DISABILI

Chi non può parlare ha ora a disposizione un traduttoreistantaneo portatile. Un tabletpc con display dinamici che facilità la comunicazioneper i disabili. Per chi non può parlare, dunque, questatecnologia consente la sintesivocale e la compattazionesemantica attraverso softwarespeciali. I recenti progressi di questa tecnologia sono stati presentati a Montreal nella conferenza dell’Isaac,società internazionale per la comunicazione aumentativae alternativa. I progressi della tecnologia e dei softwareaumentano l’accessibilitàdella Rete per i disabili. Tra i programmi di navigazioneè da segnalare la piattaformaNavigAbile, un progettosviluppato dalla FondazioneAccenture, che dà una serie di servizi, tra cui: postaelettronica, un compositore di frasi e un dizionario.

www.isaacitaly.it

QUANDO LABLOGOSFERA DIVENTALA GRANDE ALLEATA DELLA DEMOCRAZIA

Una mamma porta il proprio figlio in un supermercato, il Carrefour di Assago. Lì, per il piccolo, c’è un evento imperdibile: la possibilità di farsi fotografare con Saetta,una macchina a grandezza naturale del film“Cars”. Il fotografo gli dice di guardarenell’obiettivo ma lui non vuole e per questoviene allontanato. Il bambino è autistico,piange, per lui quello era l’appuntamento tanto desiderato. La madre racconta questastoria in un post sul suo blog e scrive una mail al direttore di Carrefour, che a suavolta risponde. Nel frattempo, il popolo dellablogosfera, venuto a conoscenza della storia,si scatena dando vita a un tam tam sulla Rete.In pochi giorni una grande quantità di commenti indignati e commossi vengonoinviati alla direzione del supermercato. Ma il messaggio di scuse del direttore vieneritenuto troppo formale. Nasce un forum di discussione sul caso. I partecipanti non si accontentano e intensificano la loroazione a favore della donna. A quel punto la madre del bambino, ricontattata dalla direzione del supermercato, fa una richiesta precisa che viene accolta:organizzare una raccolta fondi per la ricercasull’autismo. La blogosfera ha vinto.

blackcat.bloggy.biz

IGNAZIO,LA POLITICAE IL MONDOCHE CAMBIA

«Ignazio era il nome di miononno. I veri protagonisti del film sono due paesi: Sanza al Sud e Piadena al Nord. Un’esperienza tutta di politica militante la prima,mentre la seconda tutta di politica culturale continuaancora oggi, dall’inizio degli anni 70, grazie alla Legadi Cultura di Piadena. Il film è un tentativo di raccontare a mio figlio quante energiesono state spese per cambiare,se non il mondo, almenoquesto paese, e quantaricchezza siamo stati capaci di sperperare in poco meno di 40 anni». Il mitico autoredella canzone culto“Contessa” racconta storie,esperienze, incontri e sogni.Un viaggio fatto con l’aiuto di grandi amici e interpreti:Ettore Scola, BernardoBertolucci, Giovanna Marini,Daniele Silvestri, AscanioCelestini, Francesco Guccini,Giuseppe Morandi.

PAOLO PIETRANGELIIGNAZIO01 Distribution, 2008

LA ZONA OFF-LIMITS,IL LIMITEDELLA VITA

A Città del Messico esiste un regno del benessere e della serenità. Un regno di vialetti lindi e villettelussuose, un quartiereresidenziale cintato da unospesso muro di cemento e protetto da guardie private,sorvegliato dall’oculareelettronico delle videocameredi sicurezza. Lo chiamano la Zona, e fuori dai suoi confinisi allunga a perdita d’occhiola città vera, immersa nella miseria. Dalla cittàprovengono i tre ragazzi che un sera superano il murocon l’intenzione di farebottino. La rapina però finiscemale, un’anziana muore, e le guardie della Zonauccidono due dei rapinatori. Il terzo, Miguel, si nasconde in uno scantinato, ma i residenti cominciano a dargli la caccia. A trovarlo è però Alejandro, adolescenteche dialogando con Miguelcomincia a riconoscerel’atrocità limitante del muro.

RODRIGO PLÀLA ZONA Morena Films, 2007

| multimedia |

CISL

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A UN ITALIANOSU TRE PIACE EQUO E SOLIDALE

Un italiano su tre, pari al 32%,consuma almeno qualche voltaprodotti alimentari del commercioequo e solidale. La ricerca,condotta dalla Coldiretti-Swg, è stata presentata in occasionedel salone del Gusto e di TerraMadre, gli eventi promossi a Torino da Slow food. Si tratta di dati indicativi di un settore che rappresenta una realtàimportante anche in Italia, anche se il 29% degli italianidichiara di non consumare maiprodotti cosiddetti equo solidalied una percentuale analoga dicedi farlo solo raramente. Secondola Coldiretti dietro questa sceltac’è la volontà di dare un valoreetico ai propri acquisti, anche in condizioni di crisi economica,che comunque ha determinatouna contrazione nei consumiequosolidali. Questa propensionesi riscontra anche nella curiositàdesiderio di conoscere in etichetta il luogo di originedella componente agricolacontenuta negli alimentiespresso dal 98 per cento dei cittadini italiani.

www.coldiretti.it

A TERRAFUTURA IL GREENMEETING

Il premio “Green Meeting” è stato assegnato alla 5a edizione di Terra Futura, la mostra-convegno internazionale dellebuone pratiche di sostenibilitàambientale, economica e sociale, che si è svolta dal 23al 25 maggio alla Fortezza daBasso di Firenze. Italia For Events(IFE), il network che valorizza le eccellenze in ambito di eventie proposte congressuali attraversoil concorso Italia for Excellence,ha così motivato la scelta: «Terra Futura 2008 è stata capacedi far convergere sulla cittàdi Firenze l’attenzione di tutto il sistema dell’ecosostenibilità,affrontando un ampio parco di temi legati alla compatibilitàsociale, economica e ambientale».Terra Futura è promossa e organizzata da FondazioneCulturale Responsabilità EticaOnlus per conto del sistemaBanca Etica (Banca Etica,Consorzio Etimos, Etica SGR,Rivista “Valori”), Regione Toscanae Adescoop-Agenzia dell’EconomiaSociale s.c., in partnership con Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete,Legambiente, in collaborazionecon Provincia e Comune di Firenze, Firenze Fiera spa. La candidatura al concorso è stata fatta da FirenzeConvention Bureau comeprogetto “green” di eccellenza.

www.terrafutura.it

VENEZIA DIVENTA ECO E SOSTENIBILEGRAZIE A RESE ALTRA ECONOMIA

A Venezia è nata l’associazione AEres, compostada 27 soggetti tra attori economici e gruppi di cittadini. La sigla unisce gli acronimi AE di Altra Economia e Res, che individua la Retedell’economia solidale. Si tratta di un’evoluzionedel progetto Altraeconomia, nato alla fine di dueanni fa su iniziativa degli assessorati comunalialle Attività produttive, Politiche sociali e Ambiente. L’obiettivo è la valorizzazionedell’economia etica e dei valori ad essa collegaticome la solidarietà, la tutela e il rispettodell'ambiente, l’annullamento delle sperequazionisociali. Il nuovo progetto sarà dunque portatoavanti da quegli stessi soggetti che partecipavanoad Altraeconomia in collaborazione con le istituzioni che lo avevano originato.L’associazione offrirà sul territorio comunalealcuni servizi tra cui: il latte alla spina,proveniente direttamente dalle aziende di allevatori locali, venduto ad un euro al litro, i prodotti biologici, messi in vendita in un appositomercatino, i gruppi di acquisto solidale. Oltre alle iniziative di economia solidale ci sonouna serie di appuntamenti rivolti ai cittadini per favorire il consumo consapevole, come la gestione dei rifiuti e dell’acqua, i risparmi delle famiglie, le banche del tempo. Nei programmifuturi dell’associazione c’è anche la costituzionedi un gruppo di acquisto solidale per l’energia.

www.comune.venezia.it

TIMESSQUAREBRILLA AL SOLE

Il 4 dicembre si accenderà a Times Square, centralissimapiazza di New York posta tra la settima e la quarantaduesimastrada, la prima insegnapubblicitaria che sfrutta energiapulita. Times Square, illuminatagiorno e notte, è considerata il simbolo dello spreco energeticoe dunque un valido punto di partenza per una campagna di energia pulita ed ecosostenibile.L’idea è venuta a Ron Potesky,vicepresidente della RicohAmericas corporation, una dellepiù grandi aziende d’informaticaal mondo. Il progetto, costatocirca 3 milioni di dollari, consistein un enorme pannello luminosodi circa 16 tonnellate alimentatoesclusivamente da 64 pannellifotovoltaici e 16 turbine eoliche,per un totale di 16.3 kW di potenza. Il costo di gestionedell’impianto si aggira intorno ai 200 mila dollari al mese, che sono al di sotto di quanto si spende per l’illuminazionedell’insegna. In ogni caso il beneficio ambientale in materiadi risparmio di emissioni di CO2è pari a 18 tonnellate annue.

www.timessquare.com

| terrafutura |

Suntek

Page 38: Mensile Valori n.65 2008

| future |

| A N N O 8 N . 6 5 | D I C E M B R E 2 0 0 8 / G E N N A I O 2 0 0 9 | valori | 75 |

TECNOWARGAMENEL FUTURODEGLI USA

Un elmetto in grado di farcomunicare soldati impegnati in operazioni occulte tramiteconnessioni sensoriali. Terapieper cancellare i ricorditraumatizzanti delle azioni di guerra. Scenari hollywoodianiche sono allo studio nei laboratoridella Difesa Usa. I primi studicompiuti su felini domesticisembrano aver incoraggiato gli avanzati e eticamente opinabilistudi della Difesa. SecondoParmentola «sarebbe grandiosoeliminare i brutti ricordi, in mododa non doverne più subire alcuncondizionamento. Ci sono moltisoldati nell'esercito che soffronodi questo problema, vittime dellacosiddetta nevrosi da guerra». Tra le altre attività di studio in corso, la medicina rigenerativa,in particolare di parte degli artimaggiormente esposti al rischiodi amputazione nei conflitti a bassa intensità. Non mancanogli effetti speciali, per esempiooleogrammi che, preceduti da lanci di fumogeni ad elevatapersistenza, creano «mirror» di veri soldati che creanoscompiglio tra le file del nemico.La sperimentazione prevedeinfine la catalogazione di dati.Tramite simulazioni interattive di guerra tra soldati veri, reducida missioni di guerra, ed elaboratoriin grado di codificare le emozionie le reazioni dei militari, verrannoelaborati comportamenti reattividi maggiore intensità offensiva.

AGGREGAZIONIVIA WEBVERSO EXPO

Fermento in Rete per la metropoliche cambia e sperimentazioni di esperienze sociali condivise.Incentivato da Expo 2015, il percorso virtuoso di confrontotra Milano e le principaliesperienze internazionali è avviato. Se sul frontearchitettonico e urbanistico la città sta già vivendo il suoavvicinamento all’appuntamentointernazionale, sul fronte delle pratiche quotidiane Milanoresta un luogo in perenne attesadi trasformazione. Riflessioni e principi di organizzazione si ritrovano così sul web,anticipatore di nuove pratiche di condivisione socialefortemente deconnaturateideologicamente. Poco permeabile ai flash-mob e resistente a pratiche diffuse di condivisione, l’animus della città esprime delleavanguardie. www.criticalcity.orgè un esperimento che mixa gli ingredienti del gioco urbano e dell’Alternative Reality Game.Tra visite agli orti cittadini e agli scheletri di architettureabbandonate, gli utenti del sitopartecipativo promuovonopratiche condivise di azionediretta per la conoscenza della città, come il criticalgardening che viene lanciato e quindi monitorato per vedernela rispondenza da parte dei cittadini.

RESPONSABILITÀSOCIALE E TECNOLOGIA:IL DESIGN SENSIBILE PER TUTTI

Interazione, esperienza sensoriale e responsabilità collettiva. Il tema della mostra “Universal Design: Designing our future”, in programma a Berlino fino al 9 gennaio prossimo allo spazio IDZ,sensibilizza i visitatori sulle modalità di fruizione di oggetti quotidiani perché gli stessi siano accessibili a tutte le età e indipendentemente dallo status socialedell’utente. Obiettivo della ricerca di Universal Design, che si richiama agli studidell’architetto statunitense Ronald L. Mace, è stimolare il connubio attivo tra responsabilitàsociale e nuove tecnologie. «Universal Designè il design di prodotti che possano essereusati da tutti gli uomini» spiegava alla finedegli anni Ottanta l’architetto, introducendo la necessità di creare oggetti che nonrichiedano per l’utilizzo complesse spiegazionio modalità di fruizione. Nella stessa direzionesi muovono numerosi progetti in ambito hi-tech, tra cui la recente nuova release del progetto di Nicholas Negroponte “One laptop per child”. La nuova versione, dal costo finale inferiore ai cento dollari,prevede un laptop dotato di touch screen e dal consumo energetico estremamenteridotto. Design e funzioni lo rendonoassimilabile ad un e-book evoluto, destinatoprincipalmente a progetti di istruzione.

NEGLI STATES WI-FIPUBBLICODIFFICILE

Tempi difficili per la connettivitàWi-Fi gratuita negli Usa.L’operatore Earthlink ha dovutopagare una penale di cinquemilioni di dollari alla municipalitàdi Houston per aver fallito gli obiettivi del progetto di connessione della città. Con il provento della penaleverrà allesito e garantito un servizio ad accesso gratuitoper scuole, biblioteche e istituzionipubbliche oltre ad una dotazionedi personal computer per i menoabbienti. I privati, tuttavia, dopo l’illusione di un accessogratuito a banda larga dovrannorassegnarsi a mantenere un abbonamento ad un operatoretradizionale. Dopo alcunesettimane di sperimentazionedella condivisione di retegratuita, in particolare verso le zone della città maggiormenteescluse dalla avanzatatecnologica, la municipalità ha dovuto trasformare il progettoin una campagna a favoredell’utilizzo del pc anche verso le fasce povere della popolazione.Il Wi-Fi di Houston voleva essereun progetto di promozione della qualità della vita cittadinache ha incontrato una prima fasedi difficoltà a causa dellacarenza di banda disponibile. Il progetto tuttavia non verràabbandonato ma orientato versopolitiche contro il digital-dividenell’accesso a conoscenze e tecnologie informatiche di base.

Acli

Page 39: Mensile Valori n.65 2008

| A N N O 8 N . 6 5 | D I C E M B R E 2 0 0 8 / G E N N A I O 2 0 0 9 | valori | 77 |

| indiceverde |

VALORI SOLAR ENERGY INDEX

RIMO MESE IN NEGATIVO. Il nuovo indice solare di Valori parte con il piede sbagliato.-3,95% contro il +0,95% del Dow Jones Eurostoxx 50. Molti titoli del solare hannobeneficiato dei rialzi collegati all’elezione di Barack Obama. Negli USA l’elettricità

prodotta da fonti rinnovabili potrebbe arrivare al 10% del totale entro il 2012, con investimentipari a 150 miliardi di dollari da parte del nuovo governo. Il nuovo clima politico americano po-trebbe ridare ossigeno a un settore pesantementecolpito dalla crisi finanziaria. Ma i contributi pub-blici non bastano. L’andamento delle energie rin-novabili in borsa è infatti legato al prezzo del pe-trolio. Più il barile è caro, più le rinnovabilidiventano relativamente convenienti. Dopo avertoccato i 147 dollari, il greggio è ora intorno ai 70dollari e potrebbe rimanere a questi livelli per tut-ta la durata della crisi economica. In un rapportoanticipato dal Financial Times, l’IEA, InternationalEnergy Agency, prevede però che il prezzo del pe-trolio tornerà rapidamente sopra i 100 dollari aiprimi segnali di recupero dell’economia, mentreci si aspetta un calo della produzione di greggio del9% all’anno fino al 2030. Per i titoli del solare sipotrebbe aprire un lungo sentiero di crescita. .

Il solare in attesadi Obama

NOME TITOLO ATTIVITÀ PAESE CORSO DELL’AZIONE RENDIMENTO7.11.2008 DAL 15.10.08 AL 7.11.2008

Conergy Sistemi fotovoltaici GermaniaCentrotherm Photovoltaics Linee produttive per pannelli solari Germania Evergreen Solar Celle e moduli fotovoltaici USAFirst Solar Moduli fotovoltaici (film sottile) USAGT Solar Linee produttive per pannelli solari USAManz Automation Linee produttive per pannelli solari Germania Meyer Burger Seghe speciali per lavorazione pannelli Svizzera Phoenix Solar Costruzione di centrali solari GermaniaPV Crystalox Solar Silicio policristrallino Gran Bretagna Q-Cells Celle fotovoltaiche GermaniaRenewable Energy Corporation Silicio, celle, moduli fotovoltaici Norvegia Roth & Rau Linee produttive per pannelli solari Germania SMA Solar Technologies Inverter solari GermaniaSolar Millennium Solare termico Germania Solaria Moduli fotovoltaici Spagna Solarworld Celle e moduli fotovoltaici Germania Solon Moduli e sistemi fotovoltaici Germania Sunpower Celle e moduli fotovoltaici USASuntech Power Celle e moduli fotovoltaici Cina Sunways Celle e inverter solari Germania

-3,95%

40,57%-25,13%34,64%29,51%-6,05%-2,40%2,35%

-24,73%15,35%-26,39%-23,13%-14,18%-18,19%-26,30%-20,72%-8,23%3,14%

-14,31%-25,13%30,36%

UN’IM

PRES

A AL

MES

E

€ = euro, $ = dollari Usa, £= sterline inglesi, CHF = franchi svizzeri, NOK = corone norvegesi. Fonte dei dati: Thomson Financial. Sono presi in considerazione i prezzi di chiusura “aggiustati” per eventuali dividendi e split. Nota: Le imprese presenti nel Valori Solar Energy Index non sono necessariamente in linea con i criteri socio-ambientali utilizzati da Etica Sgr. La rubrica “indice etico” ha natura puramente informativa e non rappresenta in alcun

modo una sollecitazione all’investimento in strumenti finanziari. L’utilizzo dei dati e delle informazioni come supporto di scelte di investimento personale è a completo rischio dell’utente.

Pdi Mauro Meggiolaro

Ricavi [Milioni di euro]

682

Utile [Milioni di euro] 2006

2007

-1

1.365

-248

2.632

in collaborazione con www.eticasgr.it

Conergy www.conergy.de Sede Amburgo - Germania Borsa FSE – Francoforte sul Meno

Rendimento dal 15.10.2008 al 07.11.2008: +40,57%

Attività Conergy AG è un’impresa tedesca fondata nel 1998. Leader nel mercato dell’energia solare in Europa,è attiva anche nell’eolico. Dal marzo 2005 è quotata alla borsa di Francoforte. Conergy è in fase di ristrutturazione e sta cercando di uscire da una difficile crisi finanziaria, iniziata nel 2007.

25,05%

706

Numero dipendenti

5,96 €22,11 €4,42 $

149,67 $$4,49

73,52 €163,60 CHF

22,95 €148,50 £26,56 €64,80 kr 16,46 €36,60 €12,08 €2,41 €

18,28 €25,27 €27,85 $14,60 $3,65 €

Rendimenti dal 15.10.2008 al 07.11.2008

Eurostoxx 50

Valori Solar Energy Index-3,95%

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In questo numero:

Le elezioni negli Stati Uniti

La situazione della scuola italiana

Cosa succede a Bologna

Intervista e poesie di Zanzotto

Gianni Mura e il Tour de France

i n rr e g a l o pp e r tt u t t i

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Page 40: Mensile Valori n.65 2008

L’Italia resta a guardare

Fiumi in piena

di Massimiliano Pontillo

UI NOSTRI TELEGIORNALI SI RIPETONO SOVENTE SCENE DI ORDINARIA APOCALISSE, con migliaia di sfollati, qualche disperso, i gommoni dei vigili del fuoco che vanno a recuperare gruppi di famiglie arrampicate sui tetti con i salotti delle loro case trasformati in acquari. È la nuova immagine della nostra Penisola tropicalizzata, in cui pochi giorni di maltempo prendono subito la piega maligna dell’allagamento se non peggio dell’alluvione o della frana.Cosa fare affinché queste tragedie non si ripetano? Il territorio italiano può prepararsi alle alluvioni annunciate,e inevitabili, per arginarne gli effetti? A sentire gli esperti non c’è da stare tanto tranquilli. Correre ai ripari saràsempre più difficile, e costoso. Colpa del cemento che ha paralizzato in mezza Italia gli alvei dei fiumi. Colpadella fuga dalle campagne appenniniche che ha lasciato fossi e rogge senza le cure quotidiane degli agricoltori.Colpa di un territorio ingessato dall’incuria e incapace di assorbire elasticamente i cambiamenti climatici. Il clima, sicuramente, peggiora una situazione già molto compromessa e modifica in parte anche il tipo di disastri naturali che ci dovremo aspettare sempre di più in futuro. A causa dell’effetto serra, nell’ultimo secoloabbiamo registrato una diminuzione del 20% delle giornate di pioggia e al contempo un aumento del 5% della loro intensità. La prospettiva è un modello meteorologico caratterizzato da pochi ma intensi nubifragi. E questa è una bella falla, per rimanere in tema, perché la pioggia intensa fa tanto più disastri quanto piùasciutto è il terreno. L’acqua corre via veloce, forma colate rapide di fango che si abbattono sugli abitati a trentae più chilometri all’ora, spazza via tutto quello che trova, travolge e uccide. Il cambio climatico non è più reversibile

e non resta che cercare di adattarsi con sistemi di monitoraggio e previsionesofisticati e tempestivi. Con meno pioggia le alluvioni non dovrebberopiù essere quelle tipiche di fondovalle che hanno segnato la nostramemoria storica: il Po nel 1951, l’Arno nel 1966, l’Adda nel 1987.Piuttosto ci dobbiamo aspettare frane rapide e alluvioni torrentizie,come a Sarno, Vibo Valentia o in Versilia. Secondo le stime più recentidel ministero dell’Ambiente le aree a rischio molto elevato di alluvioni,

frane e valanghe sarebbero addirittura tredici mila, pari a circa il 10% del territorio nazionale per tre miliardi di euro di danni l’anno. I comuni interessati dal dissesto sono l’80% del totale, cioè più di seimila. La maggiorparte ha costruito abusivamente su pendii malfermi o dentro le golene dei fiumi, godendo dei reiterati condoni.La prima cosa da fare è spostare migliaia di case e fabbriche abusive dalle aree a rischio. All’esordio del governoProdi l’allora ministro dell’Ambiente aveva detto che la prima grande opera era la manutenzione del territorio.Costo preventivato 44 miliardi di euro, ma dal 1998 al 2005 ne sono stati spesi appena uno e mezzo, per finanziare circa due mila interventi delle situazioni più a rischio. Secondo il rapporto di Legambiente “La difesa del suolo in Italia”, molti di questi interventi si muovono come elefanti in una cristalliera, riempiendoinutilmente i fiumi di altro cemento, con sponde e briglie e bacini artificiali dove far sfogare i fiumi in caso di piena. La realtà dei fatti è che l’Italia è stata la prima in Europa a istituire nel 1989 le sei Autorità di bacinonazionali, con lo scopo di governare i fiumi per unità geografica e non seguendo i confini amministrativi; ma orale vuole smantellare, al punto che queste agenzie non hanno nemmeno i fondi per pagare gli affitti degli uffici.E tutti i fondi che fino al 2003 andavano alle Autorità adesso vanno alle Regioni. L’Italia è stata all’avanguardianel decidere di gestire i fiumi dalla sorgente alla foce, senza frammentarli in artificiali confini regionali. E il belloè che l’Europa ci ha seguito con una Direttiva comunitaria che a questo punto solo noi non rispettiamo. .

S

Allagamenti, alluvioni, frane. In Italia è a rischio il 10% del territorio: 13 mila aree che interessano 6 mila comuni.Eppure le opere di messa in sicurezza segnano il passo...

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