mAXImagazine n. 13 - 2016

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n.13 04 maggio 11 maggio 2016 assoluti d’italia 2016 terzo round a pievebovigliana Dakar 2017 Paraguay-Bolivia-Argentina

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n.1304 maggio11 maggio

2016assoluti d’italia 2016

terzo round a pievebovigliana

Dakar 2017Paraguay-Bolivia-Argentina

04 maggio - 11 maggioSommario n.13 2016

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di Elisabetta Caracciololente

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24di Fabio Mossini

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Rubrica

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terzo round a pievebovigliana

la fmi esprime dissensocontro lo spot rai sul giro d’italia

Dakar 2017Paraguay-Bolivia-Argentina

Sunderland al suo secondo successo Mondiale

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matteo bresolin

Ciao ragazzi!

Quello appena trascorso è stato un mese dav-vero no per me! Ci eravamo lasciati che ero in Marocco, pronto per l’inizio del Mondiale En-duroGP 2016. Un inizio che però non è andato come speravo. Partiamo dall’aspetto tecnico: ad Agadir, splen-dida cittadina sull’Oceano Atlantico, c’erano tre prove speciali da affrontare una linea, un cross e un’estrema, tutte molto polverose. La gara era bella, ma non troppo impegnativa. Per quanto mi riguardo, il feeling con la gara e con la moto non è stato il massimo: cercavo di spingere in ogni speciale per attenere qualche tempo buono… ma è stato un disastro!

Dal caldo e polveroso Marocco ci siamo spo-stati in un freddo e bagnato Portogallo. A Gou-veia è andata in scena la seconda tappa En-duroGP sotto una pioggia incredibile. Il fango la faceva da padrona, tanto da costringere gli organizzatori ad annullare un passaggio e ap-portare molte modifiche alle varie prove. Pur-troppo anche qui non ho mai trovato il ritmo giusto e per questo motivo ho deciso di darci dentro con gli allenamenti una volta rientrato in Italia e così…

Rubrica

Foto: Beta Boano

Foto: Beta Boano

Foto: Beta Boano

Data di nascita: 26/01/1994Nazionalità: Italiana

Numero Gara: 79Ranking: 29,45

Moto: Beta 300 2tTeam: Beta Boano

Motoclub: Granozzo con Monticello

Foto: Beta Boano

Venerdì scorso sono andato in una pista di cross vicino a casa. Stavo cercando di dare il massimo, alla ricerca di quel feeling mai trovato in Marocco e Portogallo ma pur-troppo sono incappato in una brutta caduta dalle conse-guenze poco piacevoli: frattura scomposta di radio e ulna sono stati gli esiti degli accertamenti. Ora dovrò passare 35 giorni con il gesso, ma per fortuna non dovrò sottopormi a nessuna operazione.

Non vedo l’ora che passi questo periodo nero… Saranno due mesi lunghi ma una cosa è certa: tonerò 200%!

Ho già voglia di risalire in sella! ;)

@matteobresolin

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assoluti d’italia/coppa italia08 maggio - pievebovigliana

assoluti d’italia 2016 terzo round a pievebovigliana

campionato italiano enduroassoluti d’italia/coppa italia

L’Enduro italiano torna a tingersi dei colori degli Assoluti d’Ita-lia, il massimo campionato di specialità che ospita al suo interno numerosi campioni delle due ruote artigliate e che domenica 8 maggio torneranno a sfidarsi nella lotta per la conquista dell’am-bito titolo Assoluto.Ad ospitare la kermesse nazionale Pievebovigliana, a sette anni dall’ultimo appuntamento con gli Assoluti d’Italia, svolti il 22/23 maggio 2009. Divario che poteva essere minore se nel 2012 non si fosse messa di mezzo… la neve! Il motoclub Amatori Fuo-ristrada Sibillini e la FMI furono costretti in quell’occasione ad annullare la tappa marchigiana in programma ad inizio marzo a causa di una forte nevicata che colpì la zona.

campionato italiano enduroassoluti d’italia/coppa italia

Sono passati quattro anni, durante i quali però Pievebovigliana non è stata lontana dai motori: la cittadina maceratese ha infatti ospitato una prova del tricolore Under23/Senior e una del tricolore Major, rispettivamente nel 2013 e nel 2014 prima di giungere agli ambiti Assoluti d’Ita-lia, di scena questo weekend. La prova si svolgerà su una giornata, domenica 8 maggio e sarà davvero intensa. Il percorso e le prove disegnate dal Motoclub si presentano toste e i nostri atleti dovranno rimboccarsi per bene le maniche!

Il via ufficiale della manifestazione è fissato per le ore 8.30; lasciato il palco partenza i riders si dirigeranno verso l’Enduro Test, contraddistinto da sassi, pietre, mulattiere e diversi tornanti in salita. Sei chilometri di prova che impegneranno gli atleti tra i boschi di Pievebovigliana. Terminata la speciale, tre chilometri separeranno gli atleti dal C.O. assistenza, dopo il quale partirà il “tirato”, sviluppato sul greto di un fiume in secca. A se-guire un fettucciato di 3000 metri disegnato su un fondo sconnesso, farà da anticamera alla prova estrema, breve ma ricca di ostacoli con pietraia e passaggi tecnici. Terminata la speciale, che sarà valevole per l’X-CUP Maxxis-Honda Redmoto, si percorreranno altri 15 km prima di giungere al paddock. Il tutto sarà ripetuto per quattro volte, per un totale di 180 km.A supportare il Motoclub Amatori Fuoristrada Sibillini ci saranno anche il Motoclub Cameri-no, organizzatore degli Assoluti d’Italia nel 2013, e il Motoclub Artiglio, che ospitare la tappa italiano del Mondiale EnduroGP in programma il prossimo 16-17 luglio a Fabriano – AN.

Non è solo ciò che provi nelmomento in cui sei al massimo dellaforma, la cosa veramente importanteè la passione che ti ha spinto amangiare polvere per anni per viverequesti momenti

Sempre movimentata la classifica di campiona-to, con l’Assoluta che vede al comando il poliziotto Manuel Monni con 58 punti. Alle sue spalle con 48 punti ben tre piloti: Nathan Watson, Johnny Aubert e l’azzurro leader del Mondiale Junior e capolista della medesima categoria nel campionato italiano, Giaco-mo Redondi (Honda Redmoto). Junior che non ve-drà al via Matteo Bresolin (Beta Boano), infortunato-si la scorsa settimana durante un allenamento che gli ha procurato la frattura di radio e ulna; per Matteo stop di almeno un mese e mezzo che lo costringerà a saltare ben due prove degli Assoluti d’Italia.

Nella E1 inizio di campionato molto positivo per Rudy Moroni (KTM Farioli) che equivale alla leadership della categoria davanti a Alessandro Battig (Honda Redmoto) e Gianluca Martini (KL Kawasaki), protagonista nel GP del Marocco con un brillante secondo posto di classe e quarto assoluto nel Day 2 della prova d’apertura del Mondiale EnduroGP. Prima prova che corrispondeva anche al debutto iridato per le new entry della specialità Nathan Watson (KTM Factory) e Pascal Rauchenecker (Husqvarna Rockstar), rispettivamente al primo e terzo posto della classifica Stranieri; in mezzo ai due il france-se Johnny Aubert su Beta 300 2t. Nella E2 sarà di nuovo sfida tra Davide Guarneri e Alex Salvini (Beta Factory): i due si trovano distaccati di quattro punti a favore del bresciano della Honda Redmoto Guarneri. Terzo posto per Deny Philippaerts (Beta Boano).

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Con un punteggio di 80 punti, conquistati grazie alle quattro vittorie nei primi due round della stagione, in testa alla E3 troviamo Manuel Monni, seguito dai com-pagni Fiamme Oro Thomas Oldrati (BBM Husqvarna) e Maurizio Micheluz (Husqvarna). Tra i giovanissimi del-la Youth primo posto per Emanuele Facchetti su KTM davanti a Matteo Pavoni (KTM) e Lorenzo Macoritto (KTM).Il G.S. Fiamme Oro Milano è la squadra che conduce la classifica riservata ai Club, mentre il Team Diligenti è al comando tra i Team Indipendenti. Nella Coppa Ita-lia prima posizione per Silvestro Silvi (Cadetti), Andrea Giubettini (Junior), Ivan Boezi (Senior) e Marco Luvi-setto (Major).

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A Pievebovigliana rivivremo lo spettacolo dell’X-CUP Maxxis-Honda Redmoto che vede al primo posto Johnny Aubert con 48 punti, seguito da Matthew Phillips e Manuel Monni, entrambi secondi con 36 punti, e da Giacomo Redondi terzo a 35 lunghezze.

Nella Coppa Italia, quinto appuntamento con il Trofeo Fiat Professio-nal Six Days dove attualmente al comando c’è Ivan Boezi grazie ai 74 punti conquistati nei precedenti round. Alle sue spalle raggruppati in soli tre punti ci sono Pietro Collovigh, Carlo Ziber e Damiano Lullo.

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Sesti: “Danneggia l’immagine di piloti e appassionati”

Da pochi giorni sui canali RAI sta passando uno spot relativo al grande impegno della stessa RAI nei con-fronti del Giro d’Italia di ciclismo che partirà prossimamente. Nello spot televisivo, oltre a definire il ciclismo come il “vero sport su due ruote”, si intuisce palesemente un parallelismo fra lo stesso ciclismo e il moto-ciclismo. Esaltando il primo e penalizzando il mondo delle due ruote a motore.

La Federazione Motociclistica Italiana si unisce alle molte proteste che sono spontaneamente emerse dal nostro settore contro lo spot televisivo che esalta il ciclismo in contrapposizione al motociclismo.

la fmi esprime dissenso contro lo spot rai sul giro d’italia

Il Presidente FMI, Paolo Sesti a questo proposito ha dichiarato: “Sono rimasto negativamente colpito da quello spot non solo perché il ciclismo viene definito come il vero sport su due ruote, ma soprattutto per la metodologia della contrapposizione: l’esaltazione di una specialità sminuendo, con continui riferimenti, il valore di un’altra è operazione superficiale e non corretta, forse realizzata da chi non conosce davvero bene né il ciclismo né il motociclismo. Due mondi preziosi e gloriosi per lo sport italiano che hanno, en-trambi, scritto pagine epiche a livello internazionale. Motociclismo e ciclismo non si sono mai contrapposti perché nati dalla passione comune per quei valori che solo lo sport al più alto livello può esprimere. In definitiva uno spot che non rende merito a nessuno, ma che soprattutto danneggia l’immagine dei nostri piloti ed appassionati. Una caduta di stile inaspettata, soprattutto dalla RAI!”.

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Santiago - Milano, andata e ritorno.

Ciao amici di mAXImagazine, no non sto tornan-do, almeno per ora. Pero mi piace stare connesso con la mia terra madre.

Anche in questo appuntamento torniamo a parla-re non solo di quello che succede all’estremo sud del mondo, condividendo con voi alcuna riflessio-ni sulle ultime notizie, che riguardano il mondo delle due ruote.

Per quanto riguarda le notizie nazionali, qui non ci sono grosse novità.Siamo in attesa dell’inizio del campionato enduro fim, che porterà un’aria nuova grazie anche all’im-pegno della nuova produzione che ha in progetto grandi cose per rilanciare l’immagine di questa di-sciplina molto amata dai sudamericani.Infatti si vocifera que se tutto andrà bene, nel prossimo futuro si vedrà il ritorno di competizioni di importanza internazionale sul territorio cileno.

di Fabio Mossini

Ma non posso anticipare niente di più, perciò torniamo al nostro campionato en-duro metropolitano che sta prendendo sempre più piede, non solo con la parte-cipazione dei top rider, se non che con la grande affluenza di pubblico che ha supe-rato notevolmente i 200 inscritti all’ultimo appuntamento, svoltosi con la formula di due speciali, un cross e un enduro, ma ancora con una carenza in quello che è il trasferimento tra una speciale e l`altra, che faccia di questo campionato qualcosa di un po più pro.

Ma intanto per allenamento è perfetto in vi-sta del campionato maggiore che inizierà il prossimo 28 di Maggio. Questo periodo si sta rivelando perfetto per gli allenamenti finalmente il grip sta cam-biando e grazie alle abbondanti piogge de-gli ultimi giorni, il paesaggio è diventato più verde e il terreno, ideale per poter divertirsi in moto.Spesso si dimentica cuanto possa essere “godoso” guidare la moto nel “pongo”, qui è tanto raro, che si mangia la polvere quasi tutto l’anno.

A proposito di piogge, mi viene in mente l’ul-tima gara di mondiale enduro in Portogallo, questo gp io da sempre lo ricordo tra una delle gare più dure dell’anno, vuoi perché essendo sempre all’inizio della stagione non si è ancora in forma, ma le prove specia-li sono lunghe e insidiose, e i trasferimenti altrettanto impegnativi e se poi ci si mette la pioggia tutto è ancor più complicato, ma così è l’enduro!

Foto MOTOTEMÁTICOS

A proposito di gare dure e discipline sulle due ruo-te, e lo spot della RAI sul giro d’Italia?Credo che tutti voi la pensiate come me…..??? Come tanti hanno già commentato, provo tutto il rispetto sul duro lavoro e la tenacia di un ciclista, senza nulla togliere però ai motociclisti. Chi ha studiato quella pubblicità, e dico studiato, proba-bilmente in moto non ci va! Non capisco con quale scopo hanno voluto promuovere una disciplina a discapito di un altra!Ogni sport ha il suo formato gara, un regolamento che impone tra tutte le norme anche vari standard di sicurezza, e il contorno aggiunto per creare lo show non ha niente a che vedere con i rischi e i sacrifici di tutti quei sognatori che hanno avuto la caparbietà di diventare ciò che sempre hanno desiderato. Cosa ne sanno loro che sotto i para-sole ci sono ragazzi che nemmeno le guardano le ombrelline, perché quando ogni sportivo indossa la sua “uniforme”, è tanta la concentrazione nel-la visualizzazione del proprio obiettivo, che non hanno nemmeno il tempo di preoccuparsi di chi o cosa hanno affianco. Per questo mi viene da pensare, e se dietro a questo format ci fosse ben altro? Spesso purtroppo, gli sport di alto livello sono in-fluenzati da interessi economici che non possia-mo immaginarci, che rovinano la parte sana e ro-mantica dello sport.Ma di questo forse è meglio parlarne un’altra vol-ta.

Colgo l’occasione di augurare un in bocca al lupo a tutti i partecipanti al giro d’Italia, e che possa essere una bella gara!

Noi, ci aggiorniamo presto

Ciao

Moss #21

di Fabio Mossini

Ormai è inevitabile non parlarne e anche noi vorremmo dire la nostra, semplicemente il nostro punto di vista sull’enduro test della recente gara di Campionato Italiano svoltasi a Custonaci(TP).

L’argomento è « spinoso » ed il nostro è, ovviamente, solo un pensiero, condiviso dalla maggior parte del nostro gruppo, anche se non da tutti.Ci sono innanzitutto da fare i complimenti al Custonaci Enduro Club il quale è stato in grado di realizzare secondo il parere di molti una delle più belle gare degli ultimi anni, sia per quanto riguarda il tracciato e le prove speciali, sia per quanto riguarda l’organizzazione e l’impegno del personale e a Mario Rinaldi, che ha svolto un lavoro ammirevole sotto tutti i punti di vista.

seccati’s

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Se però da una parte il Cross Test era, a parere di tutti, molto bello perchè tecnico ed insidioso, dall’altra l’Enduro Test ha diviso i piloti creando qualche diverbio (forse di troppo) sui social network : una prova da molti definita troppo pericolo-sa, tracciata male ed eccessivamente veloce per quel ter-reno molto insidioso e con poco personale lungo la stessa.Confermato il fatto che lungo il percorso era presente il giu-sto e necessario numero di marhall ci troviamo a disquisi-re sul fatto che una prova speciale fosse TROPPO lunga, TROPPO faticosa e TROPPO pericolosa, nonostante non ci fossero alberi pericolosi in traiettoria o scarpate killer a 10cm dal passaggio.Beh, che dire... l’enduro è uno sport particolare : duro e se-lettivo sin dalla sua nascita. I grandi campioni (Mario Rinaldi compreso) ci hanno sempre insegnato che per vincere biso-gna soffrire e molte volte rischiare (senza superare i limiti del buon senso), ma sembra che ormai quello di lamentarsi sia diventato un vizio, forse un pò troppo italiano. Si polemizza quando le gare sono troppo facili, quando non c’è abbastan-za fuoristrada, quando il percorso non è come lo vogliamo, quando le prove sono troppo veloci, lente, strette, e da oggi anche quando le gare sono troppo dure.

A parere nostro la prova speciale era quasi PERFETTA, una linea vera, che ha premiato i piloti che hanno avuto la velocità ed il coraggio di tene-re aperto, perchè dopo tutto è solo questo che fa di un pilota un campio-ne : velocità e coraggio.Noi enduristi seccati (anche se non in maggioranza assoluta) ci siamo divertiti a provare qualcosa di diverso, fuori dagli schemi e lontano dalle solite prove speciali che ormai tutti sono abituati a fare. C’è chi è andato meglio del solito, chi peggio, chi è caduto e chi, saggiamente, quando non se l’è sentita ha chiuso il gas, cosa che probabilmente molti non sono in grado di fare.

Vorremmo concludere con la frase che secondo noi racchiude in poche parole l’epilogo di una polemica futile e chiarisce tutti i dubbi che qualcu-no di voi potrebbe ancora avere :

Cercate di essere onesti con voi stessi e non usare la parola “Pericolo” a giustificazione del vostro risultato.

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sotto la

di Elisabetta CaraccioloFoto ASO - Caracciolo

Dakar 2017: Paraguay-Bolivia-Argentina

lente

ASO organizza una conferenza stampa a Parigi dove dice poco e nulla, ma tre giorni dopo in Paraguay svela tutti gli ingredienti della 39. edizione della competizione.

Ci sono sinceramente molte cose che mi lascia-no perplessa sulla prossima Dakar 2017. Prima di tutto la presentazione, avvenuta a Parigi la scorsa settimana. Una conferenza stampa diversa da tutte le altre che l’hanno preceduta, e che sinceramente suscita più di qualche dubbio.Con discreto ritardo rispetto agli anni precedenti, la presentazione è stata fatta a fine aprile, in centro, nella zona delle Ambasciate, a pochi passi dall’Ar-co di Trionfo, in una sede particolarmente prestigio-sa, l’Aero-Club, in una saletta piccola che ha ospi-tato una quarantina di persone. Diciamo che venti erano giornalisti, altri 10 facevano parte dello staff ASO, almeno 5 persone erano i responsabili stam-pa dei principali team coinvolti nella Dakar. La presentazione, con il solo Etienne Lavigne, e questo significa niente direttore sportivo, che in particolare dallo scorso anno vuol dire Marc Coma, è durata non più di 25 minuti, con l’annuncio del percorso solo a livello di Paesi: Paraguay-Bolivia-Argentina. Nulla di più, a parte l’esposizione dei dati di diffu-sione mediatica e pubblicitaria dell’edizione 2016 e qualche altra nozione sul percorso che prevedono lungo circa 9000 chilometri con un 50 per cento di tracciato inedito. Inoltre il percorso, è stato detto il 26 aprile, passerà dalle tre capitali: Asuncion per il Paraguay, La Paz per la Bolivia e Buenos Aires per l’Argentina.Brevi interviste, qualche stretta di mano e la confe-renza stampa alle 11 di mattina era già finita.

Toby Price

Pablo Quintanilla

Alessandro Botturi

Nemmeno tre giorni dopo, il 29 aprile, in Paraguay, veniva annunciato il percorso definitivo, in termini di città sedi di tap-pa, con dettagli e nomi precisi. Non pos-so fare a meno di chiedermi, ma perchè in Paraguay e non a Parigi? Quanto sta cambiando questa gara e quanto i france-si stanno, incredibilmente, concedendo al Sud America. I giornalisti che si sono spo-stati in Europa per andare a Parigi hanno letteralmente perso del tempo perchè una conferenza del genere si poteva seguire anche telefonicamente, senza spendere per una trasferta pressochè inutile.

Oppure bastava fare la conferenza a Parigi due giorni dopo e dare le stesse informazioni, che erano poi la cosa più preziosa di tutte. Insomma, fra mille interrogativi ecco la Dakar del 2017 che non potendo più transitare da Cile e Perù e neanche dalla sola Argentina, vista l’edizione scarsissima di interesse del 2016, è andata a cercare qualche cosa di nuovo. E lo ha trovato nel Paraguay e nella Bo-livia che faceva già parte della famiglia della Dakar, è vero, ma solo con un paio di tappe, oltre che con il giorno di riposo, mentre ora con cinque tappe diventa uno dei passaggi essenziali della competizione. Alla presentazione di Parigi non c’erano – per la prima volta dopo tanti anni – le massime autorità dei Paesi coinvolti, ma solo degli ambasciatori annoiati e intervenuti senza diritto di parola. In Paraguay c’erano la ministra del turismo locale, Marcela Bacigalupo e il pre-sidente della Bolivia, Evo Morales, che avevano disertato Parigi. E così, tornati a casa a mani semivuote dalla capitale francese, ecco che dal Paraguay arrivano le vere notizie.Il percorso, giorno per giorno, disegnato con partenza dal Paraguay, con un piccolo pas-saggio in Argentina, e poi la Bolivia che riaccompagnerà la carovana del rally in Argentina.

Etienne Lavigne

Toby Price

Questo il percorso dunque, nel dettaglio:

02/01: Asunción (Par)-Resistencia (Arg)03/01: Resistencia-San Miguel de Tucuman (Arg)04/01: San Miguel de Tucumán-San Salvador de Jujuy (Arg)05/01: San Salvador de Jujuy-Tupiza (Bol)06/01: Tupiza-Oruro (Bol)07/01: Oruro-La Paz (Bol)08/01: Giorno di riposo La Paz09/01: La Paz-Uyuni (Bol)10/01: Uyuni-Salta (Arg)11/01: Salta-Chilecito (Arg)12/01: Chilecito-San Juan (Arg)13/01: San Juan-Río Cuarto (Arg)14/01: Río Cuarto-Buenos Aires (Arg)

La partenza della 39. edizione della Dakar avverrà il 2 gennaio da Asuncion e il Paraguay ospite-rà – oltre alla partenza - una tappa della gara 2017, entrando a far parte della grande famiglia dei Paesi attraversati dalla competizione, 29 ad oggi. Cinque invece le tappe in Bolivia e sei quelle in Argentina, con l’arrivo previsto a Buenos Aires il 14 gennaio.Giornata di riposo nella capitale boliviana, La Paz, il giorno 8 gennaio, che è anche la capitale più alta del mondo, con i suoi 3600 metri.In Paraguay Aso aveva già organizzato negli anni passati il Desafio Guarany, all’interno del calen-dario delle Dakar Series, e quindi conosce già la realtà di questo Paese che ospiterà uno dei mo-menti più delicati della gara: verifiche dal 30 dicembre e partenza, con un briefing il primo gennaio, podio in centro città, e il via ufficiale all’alba del 2 gennaio. Una sola tappa in Paraguay e poi un tracciato inedito in Bolivia dove la competizione transiterà a nord di Uyuni ma sempre in altitudine. E a questo proposito saranno ben sei le tappe che quest’anno sfioreranno e passeranno in alcuni casi i 4000 metri di altitudine.

Stephan Peterhansel

Sam Sunderland (Ktm) ha conquistato in Qatar la sua seconda vittoria in una gara di Mondiale ma, soprattutto, ha regalato alla Ktm la quinta vittoria su sei edizioni del rally. Poco più di 9 minuti il suo margine di vantaggio sul cileno Pablo Quintanilla che ha vinto l’ultima speciale e ha portato la sua Husqvarna sul secondo gradino del podio mentre Helder Rodrigues ha assicurato alla Yamaha il terzo posto assoluto, davanti a Chavo Salvatierra e ‘Pela’ Renet. Ignacio Casale ha vinto la classifica dei quad, battendo il suo rivale Rafal Sonik che aveva sofferto per una debacle meccanica all’inizio della prova. Sunderland ora guida la classifica del Campionato del Mondo con 52 punti contro i 46 del secondo, Quintanilla e i 33 di Toby Price. Come sempre accade il Sealine Cross Country rally, che quest’anno era alla sua sesta edizione, seconda prova del Mondiale FIM Rally Tout Terrain, non vanta lo stesso numero di iscritti del suo ‘collega’ l’Abu Dhabi Desert Challenge che si corre quindici giorni prima e che conta oltre vent’anni di esperienza: al via in questa edizione in Qatar c’erano 19 moto e quad e 42 vetture. Cinque le tappe in programma con il circuito di Losail a Doha a fare da centro logistico ed anche da bivacco visto che il percorso a margherita riportava i piloti al circuito tutte le sere. Oltre 1600 i chilometri da percorrere, in parte su dune, ma in larga parte su sterrati e sassi che sono una delle caratteristiche di questa competizione.

Sunderland al suo secondo successo Mondiale

Sum Sunderland - Foto Sealine Cross Country Press

sotto la

di Elisabetta Caracciololente

Il britannico vince in Qatar e conquista la testa della classifica di Campionato FIM 2016 dopo due gare davanti al cileno Quintanilla e all’australiano Price.

Al via, come già detto, un numero inferiore di pi-loti rispetto ad Abu Dhabi ma fra loro oltre a Sun-derland anche Toby Price (Ktm), vincitore ad Abu Dhabi, Pablo Quintanilla e Pela Renet (Husqvarna), le due Yamaha di Helder Rodrigues e Adrien Van Beveren, Laia Sanz (Ktm), il pilota di Dubai Al Ba-looshi, il boliviano Chavo Salvatierra e il cileno Igna-cio Cornejo che si era già messo in luce negli Emirati Arabi e che qui in Qatar ha anche vinto una tappa.La gara ha preso il via con una prima prova speciale che aveva visto al traguardo, per qualche inghip-po nel sistema delle classifiche, tre piloti con lo stesso identico tempo: così c’era voluta la riunione di giuria alla sera per definire in base all’ordine di partenza della mattina anche l’ordine di arrivo e di ripartenza per il giorno dopo. La direzione gara aveva dunque decretato la vittoria di Quintanilla su Sunderland, in ritardo di un secondo, e su Price, in ritardo di tre, e il giorno dopo il cileno aveva aperto la strada. Par-tire davanti però non aveva portato molta fortuna a Quintanilla che alla fine della seconda tappa, di 504 km di cui 340 di speciale, aveva chiuso ottavo, precipitando in classifica generale al quinto posto, dietro Price, Salvatierra, Renet e Sunderland. Nel-la terza tappa però Quintanilla si era rifatto, visto che partiva ottavo ed il cileno della Husqvarna ave-va trovato il suo riscatto vincendo la tappa - con speciale di 355 km e mezzo - e portandosi in testa alla generale, con lo stesso identico tempo comples-sivo di Sunderland: 10 ore, 58’38”, anche questo, un particolare davvero curioso dopo 900 km di gara ! Alle loro spalle nell’ordine Salvatierra, Rodrigues su Yamaha e il compagno di squadra di Pablo, Pela Renet, quinto.Nella quarta tappa del rally in Qatar, Quintanilla era nuovamente partito davanti a tutti, alla ricerca di una velocità che gli consentisse anche una buo-na navigazione: obiettivo fallito visto che non solo si è perso, ma ha anche gettato al vento una buo-na possibilità di vittoria. Al traguardo del 4° gior-no Quintanilla era in ritardo di poco meno di venti minuti rispetto a Sunderland che in quel modo si è portato in testa all’assoluta dopo aver vinto la tap-pa – l’unica che ha conquistato in tutto il rally – e si è soprattutto garantito un vantaggio importante.

Pablo Quintanilla - Foto Husqvarna Press

Il giorno dopo, l’ultimo, Sunderland non ha dovuto far altro che gestire: ha lasciato che Quintanilla vincesse la tappa ed è arrivato secondo con 9 minuti di ritardo, ma sicuro di un vantaggio di dieci nella classifica generale. Nell’ultima tappa il portoghese della Yamaha, Helder Rodrigues con il suo terzo posto ha confermato anche il podio del Rally Raid con un notevole vantaggio, oltre 23 minuti sul boliviano Chavo Salvatierra su Ktm, quarto. Notevole il sesto posto assoluto nella classifica finale di Ignacio Casale che è anche il primo quad e per questo vincitore della categoria: il suo distacco dal primo parla di 2ore e 48 minuti di ritardo, rispetto a Sunderland. Al traguardo, dei 19 partenti, sono arrivati solo in dieci. Fra i ritirati anche Laia Sanz e Toby Price che nella terza tappa, la più lunga dell’intera gara – per la quale erano partite 12 moto, 2 quad e 31 vetture – ha deciso di ritirarsi per un forte dolore alla schiena. L’australiano ha prefe-rito non rischiare ed è rientrato al circuito di Losail. Il suo prossimo impegno mondiale dovrebbe essere in Sarde-gna, ad inizio giugno al Sardegna Rally Race.