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NOTIZIARIO MENSILE MARZO 2010 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO ISSN 1590-7716 Numero 3 - Marzo 2010 - Mensile - Poste Italiane S.p.a – Sped. in A.P. – D. L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n°46) art. 1 comma 1 DCB Milano - La Rivista del Club Alpino Italiano - Lo Scarpone ALLE SORGENTI DEL CLUB ALPINO Mentre il CAI supera l’ambito traguardo di 315 mila iscritti, rivolgiamo un doveroso omaggio all’operosità dei padri fondatori Un folto gruppo di soci alle sorgenti del Po (Crissolo, Pian del Re) il 12 agosto 1874 in occasione del VII Congresso del Club Alpino Italiano organizzato dalla Sezione di Torino (Archivio Museomontagna).

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ALLE SORGENTI DEL CLUB ALPINO

Mentre il CAI supera l’ambitotraguardo di 315 mila iscritti,rivolgiamo un doveroso omaggioall’operosità dei padri fondatori

Un folto gruppo di soci alle sorgenti del Po (Crissolo,Pian del Re) il 12 agosto 1874 in occasione del VIICongresso del Club Alpino Italiano organizzato dallaSezione di Torino (Archivio Museomontagna).

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LO SCARPONE, MARZO 2010 - 3

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 184 del 2.7.1948 - Iscrizione al Registro

Nazionale della Stampa con il n.01188 vol. 12, foglio 697 in data 10.5.1984

Lo Scarpone è stato fondato nel 1931 da Gaspare Pasini

La redazione accetta articoli, possibilmente succinti, compatibilmente con lo

spazio, riservandosi ogni decisione sul momento e la forma della pubblicazione.

Il materiale da pubblicare deve essere in redazione, possibilmente per posta

elettronica o con supporti informatici, entro l’ultimo giorno del mese.

Club Alpino Italiano fondato nel 1863

315.032 soci (fine dicembre 2009)

Presidente generale: Annibale Salsa

Vicepresidenti generali: Valeriano Bistoletti, Goffredo Sottile, Vincenzo Torti

Componenti del Comitato direttivo centrale: Lucio Calderone, Francesco Carrer, Gianfranco Garuzzo

Consiglieri centrali:Alberto Alliaud, Flaminio Benetti, Ettore Borsetti, Sergio Chiappin, Antonio

Colleoni, Enzo Cori, Massimo Doglioni, Luca Frezzini, Franco Giacomoni, Ugo

Griva, Luigi Grossi, Aldo Larice, Claudio Malanchini, Lorenzo Maritan, Vittorio

Pacati, Giovanni Maria Polloniato, Elio Protto, Luigi Trentini, Sergio Viatori

Revisori nazionali dei conti: Mirella Zanetti, Vincenzo Greco (in rappresentanza del Ministero dell’Economia e

Finanze), Luigi Brusadin, Roberto Ferrero (supplente)

Probiviri nazionali:Silvio Beorchia, Vincenzo Scarnati, Tullio Buzzelli, Tino Palestra, Lucia Foppoli.

Past president:Gabriele Bianchi, Leonardo Bramanti, Roberto De Martin

Direttore: Paola Peila

Il Club Alpino Italiano è membro e socio fondatore di:

4 Scuole di alpinismo8° Congresso nazionaledi Giancarlo Del Zotto

5 DolomitiIl convegno di Auronzodi Sara Anifowose

IscrittiSuperata quota 315 mila!di Vinicio Vatteroni

6 SocietàLe nostre sezioni storicheIdentità figlia della storiadi Annibale Salsa

9 Mondo giovanileBergamo, intesa CAI-Comune

12 Materiali e tecnicheIl primo corso formativo

13 Sicuri con la neveLa Giornata nazionale

14 StrategieLe scuole di montagnadi Massimo Doglioni

15 MontagnaterapiaSui sentieri della salutedi Sandro Carpineta

20 TestimonianzeIn alto i cuoridi Marco & Mirella Conti

21 Scrittori di montagnaDavide Chiesadi Lino Pogliaghi

22 SolidarietàIl CAI per l’Abruzzo

23 I nostri cariRicordo di Priottodi Silvana Rovis

24 MediaMountain blog e il CAIdi Andrea Bianchi

25 DossierEnte pubblico o libera associazione nazionale?a cura di Luca Calzolari

34 Scuole del CAIConoscere per preveniredi Maurizio Dalla Libera

35 EscursionismoNuovo sentiero Frassatidi Umberto Bernabei

SommarioFondato nel 1931 - Numero 3 - Marzo 2010

Direttore editoriale: Vinicio Vatteroni

Direttore responsabile: Luca Calzolari

Coordinamento redazionale: Roberto Serafin

e-mail: [email protected]

CAI Sede Sociale 10131 Torino, Monte dei Cappuccini.

CAI Sede Legale 20124 Milano, Via Errico Petrella, 19

casella postale 10001 - 20110 Milano

Tel. 02.205723.1 (ric. aut.) - Fax 02.205723.201

CAI su Internet www.cai.it

Teleg. CENTRALCAI MILANO

C/c post. 15200207, intestato a: CAI

Club Alpino Italiano Servizio Tesoreria

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Segnalazioni di mancato ricevimento vanno indirizzate alla propria Sezione.

Indirizzate tutta la corrispondenza e il materiale a: Club Alpino Italiano - Ufficio

Redazione - Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano. Originali e illustrazioni di regola

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Impaginazione: Adda Officine Grafiche SpA - Filago (BG)

Carta: bimestrale: 90 gr/mq patinata senza legno; mensile: 60 gr/mq riciclata

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Rubriche10 CIRCOLARI 16 CAI REGIONI 18

BOOKSHOP 19 ALPINISMO GIOVANILE 24

EDICOLA 36 NEWS DALLE AZIENDE 37 QUI

CAI 43 VITA DELLE SEZIONI 45 PICCOLI

ANNUNCI 46 BACHECA

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Una partecipazione ampia e intensa eun plauso corale hanno gratificato il14 e 15 novembre l’impegno organiz-zativo della Scuola di alpinismo “Val

Montanaia” e della Sezione di Pordenone,protrattosi per più mesi per garantire all’8°Congresso nazionale degli istruttori di alpi-nismo, sci alpinismo e arrampicata liberal’esito positivo che ha conseguito.

Un’ospitalità cordiale e viva ha coinvoltol’intera città e le sue istituzioni sempre vici-ne al mondo della montagna. Oltre trecen-tocinquanta gli istruttori arrivati da ogniregione con la partecipazione dei rappre-sentanti del Comitato centrale d’indirizzo econtrollo del Club Alpino Italiano e del suopresidente generale Annibale Salsa.Pordenone si è così allineata alle città stori-che dell’alpinismo italiano, come Aosta,Torino, Trento, Lecco che avevano ospitatole precedenti edizioni del congresso. E, perfelice coincidenza, proprio nell’anno in cuiPordenone è stata ricompresa nelle cinqueprovince che detengono nel loro territorio

quelle straordinarie Dolomiti proclamatePatrimonio dell’Umanità.

Per la sezione e per la scuola che ha cura-to tutti i dettagli della manifestazione, un’e-sperienza irripetibile e una seria verificadelle proprie capacità organizzative.Prezioso il sostegno delle istituzioni:l’Amministrazione comunale con il sindacoSergio Bolzonello che è intervenuto perso-nalmente ai lavori, l’Ente Fiera che ha ospi-tato il congresso, con il suo presidenteAlvaro Cardin già consigliere della Sezionedi Pordenone, la Camera di Commercio conil presidente Giovanni Pavan, che ha fornitol’assistenza logistica, la Provincia con il pre-sidente Alessandro Ciriani, la Regione congli assessori Luca Ciriani ed Elio De Anna.

Una compartecipazione pronta e sponta-nea che comprova l’attenzione e la vicinan-za delle istituzioni pubbliche alla montagnae ai suoi problemi.

È in questo mondo montagna che gliistruttori nazionali e le 192 scuole di alpini-smo del Club Alpino Italiano operano daquasi un secolo in tutta Italia per promuo-vere la conoscenza dell’ambiente alpino edei suoi rischi, per approfondire le cono-scenze tecniche e culturali, per contempe-rare passione ed entusiasmo con le regoledella prudenza e della sicurezza, come hasottolineato il presidente della Commis-

sione nazionale Maurizio Dalla Libera nellasua relazione introduttiva

È su questi temi che si sono svolti i lavoridel congresso monitorando con grande con-cretezza le esperienze acquisite e i possibilisviluppi di un alpinismo in piena evoluzio-ne, mentre i direttori delle scuole centralidelle diverse specialità dell’alpinismo, dellosci alpinismo e dell’arrampicata hannoesposto gli aggiornamenti tecnici e didatticidei vari corsi di formazione.

Intenso e partecipato è stato il dibattito sulruolo dell’istruttore in un contesto sociale inprofonda trasformazione. Particolarmentesignificativa la compatta e unanime presa diposizione degli istruttori a tutela della loroidentità e del loro ruolo a fronte di prospet-tate ipotesi di accorpamento in nuove strut-ture generaliste di non chiara definizione.

Il prestigioso premio triennale Gilardoni-Della Torre è stato assegnato (vedere loScarpone di febbraio, Ndr) con unanimeconsenso a Giuliano Bressan, instancabileanimatore della ricerca scientifica dedicataai materiali e all’evoluzione degli aspetti tec-nici dell’alpinismo.

I lavori si sono conclusi con l’elezione deicomponenti della Commissione nazionaleche governerà per il prossimo triennio l’in-tero settore delle scuole di alpinismo.

Giancarlo Del Zotto

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Scuole di alpinismo L’ottavo Congresso nazionale

Un’esperienza irripetibileUn’ospitalità cordiale e viva ha coinvolto Pordenone e lesue istituzioni sempre vicine al mondo della montagna

Oltre 60 mila presenze al Monte dei Cappuccini, più di 20mila nella sede distaccata del Forte di Exilles nonostantela chiusura invernale: il bilancio del Museo nazionale

della montagna del CAI Torino, contenuto in una brochuregentilmente recapitata in redazione, non potrebbe essere piùlieto. Di mese in mese al Monte dei Cappuccini si sonosuccedute senza interruzione una serie di mostre temporanee,dai meravigliosi presepi di Krakovia alle ammiccanti etichettedelle “montagne della frutta”, dalla magia dei Tatraall’appassionante incontro con le guide alpine che si raccontanoin una serie d’immagini storiche e in un documentario-verità.

Nell’area documentazione il museo si è aperto a studiosi,ricercatori e semplici appassionati con le sue raccolte uniche almondo, mentre l’area incontri ha ospitato sotto le volte dellastorica sala degli stemmi incontri con protagonisti della culturaalpina, convegni, dibattiti.

A ciò si aggiungano le rassegne video-film che si sonosusseguite senza interruzione. E sempre con il conforto,occorre aggiungere, di una cucina prelibata chenell’annesso ristorante ha richiamato folle di amanti dellabuona tavola.

Queste poche righe offrono comunque un’immagine

solo parziale dell’intensa attività, davvero a 360 gradi, delMuseomontagna. Fuori sede, all’estero, il museo ha viaggiatoparecchio esportando rari cimeli, immagini, materiale filmato:come è avvenuto ad Albertville (Francia) dove la Maison desJeux Olympiques d’Hiver ha ospitato a lungo la bella mostradedicata alle stelle olimpiche, assai apprezzata in particolare

dall’indimenticabile campione Jean Claude Killy(nella foto con la Rivista del CAI), ora alto dirigente

del Comitato olimpico internazionale.

Museomontagna

Nuove emozioni e vecchie glorie

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Dolomiti Il convegno del CAI ad Auronzo

Quale futuro per i Monti Pallidi

“Dolomiti patrimonio dell’umanità: qualeoccasione per il futuro?”. A questa domandasi è cercato di rispondere ad Auronzo diCadore (Belluno) il 19 dicembre nel corso delpubblico incontro organizzato dalla SezioneCadorina e dal Gruppo regionale del Venetoin collaborazione con il Comune della riden-te località dolomitica. Unesco, Iucn(Internatio-nal union for conservation ofnature), Ministero dell’ambiente, Provinciadi Belluno, Uncem, Mountain Wilderness,Cipra, Fondazione Angelini e Guide alpineerano presenti con i loro rappresentanti.Preceduto da un documentario sulla storiadelle Dolomiti, il sindaco di Auronzo BrunoZandegiacomo Orsolina ha aperto il conve-gno coordinato dal giornalista della Rai BepiCasagrande. Dopo gli interventi di MatteoToscani assessore provinciale al turismodella Provincia di Belluno, Tommaso DelBosco direttore generale Uncem, MassimoCasagrande presidente della Sezione diAuronzo e Mariano Bruno sindaco di Lipari,il dibattito si è aperto con la registrazione deldiscorso del Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano pronunciato il 25 agostoad Auronzo durante la cerimonia per l’an-nuncio ufficiale del riconoscimento.

Gli studiosi Sandro Furlanis e PieroGianolla hanno spiegato le procedure della

candidatura e le motivazioni e le azioni spe-cifiche a breve, medio e lungo termine. LeDolomiti, hanno sottolineato, sono diventatepatrimonio dell’umanità in base a due criteri,geologico e paesaggistico: dal punto di vistapaesaggistico le Dolomiti rappresentano l’ar-chetipo del paesaggio dolomitico, dal puntodi vista geologico rappresentano un “libro” dipietra, ogni strato racconta infatti parte dellanostra storia. Poiché entro il 2011 deve esse-re creata la Fondazione “Dolomiti -Dolomiten - Dolomites - Dolomits Unesco”, èstata ribadita la necessità di elaborare unpiano di gestione attivando strategie per unturismo sostenibile e incentivando la parteci-pazione attiva degli operatori interessati edella popolazione residente. E a questo pro-posito il presidente generale del CAIAnnibale Salsa ha rivendicato il ruolo delClub alpino: “Al Congresso nazionale diPredazzo, quindi in area dolomitica”, haosservato, “è stato ribadito il ruolo del CAIcome associazione aperta allo spazio sociale,intendendosi sia la dimensione culturale siala dimensione demografica della gente chevive in montagna. Ora vogliamo essere parte-cipi in una dialettica intersoggettiva per arri-vare con le carte in regola all’appuntamentodella verifica tra 18 mesi”. Anche GeorgSimeoni, presidente dell’AlpenvereinSüdtirol, ha sottolineato l’importanza di rag-giungere gli obiettivi prefissati per il 2011 e ildovere delle associazioni alpinistiche di farvalere la propria posizione. A conclusionedel dibattito il presidente del Rotary Cadore -Cortina d’Ampezzo Fabrizio Toscani ha volu-to mettere in luce l’importanza del “marchioDolomiti” per il mercato del turismo nazio-nale e internazionale, certamente superioreal marchio Unesco che però, a suo dire, sen-sibilizza maggiormente gli stranieri.

Prima dell’apertura del dibattito il presiden-te del Gruppo regionale CAI Veneto EmilioBertan ha letto la bozza del documento stila-to durante l’incontro preliminare del 18dicembre tra i vertici delle associazioni alpi-nistiche (CAI Veneto, SAT, CAI Alto Adige,Alpenverein Sudtirol e CAI Friuli VeneziaGiulia). “La cosa più importante”, ha dettoBertan, “è far conoscere alla popolazione, ein particolare ai ragazzi che vivono in monta-gna, come si è arrivati a questo riconosci-mento”.

Sara Anifowose

[email protected]

Continua il dibattito sulle prospettivedel riconoscimento dell’Unesco alleDolomiti “patrimonio dell’umanità”.Un documento elaborato dai cinqueclub alpini della regione dolomitica èstato portato all’attenzione deipartecipanti a un convegno pubblicosvoltosi il 19 dicembre ad Auronzo diCadore, di cui si riferisce in questepagine. Il testo ribadisce la fermavolontà di tali associazioni di esserericonosciute per le loro competenzetecnico-scientifiche e territoriali; dipartecipare attivamente alla gestionecon le proprie sezioni che lavorano dadecenni sul territorio e che desideranoessere coinvolte dagli enti fondatorinelle scelte di programmazione e dicontrollo; di essere coinvolte nei variorgani di gestione, anche con lemodifiche allo statuto che sidovessero rendere necessarie. L

a notevole capacità di attrazione edi aggregazione del Club AlpinoItaliano nei confronti di tutti coloroche sono interessati alla frequenta-

zione delle terre alte - in particolar modoallo sviluppo della conoscenza, allo studiodella montagna e della sua cultura - trovala conferma nella sostanziale crescita delnumero dei soci. Il numero complessivodegli aderenti è costantemente in aumen-to. Dal numero di 308.339 soci registratoalla fine del mese di dicembre 2008, si èpassati a 315.032 al 31 dicembre 2009.

Un sostanziale incremento di 6.693 unitàche conferma la longevità di un’associazio-ne di robusta costituzione - con alle spalleil valore di una storia di oltre 145 anni -che si appresta a celebrare il suo 150°genetliaco.

Il presidente generale Annibale Salsa,dichiarandosi molto soddisfatto di questopiù che positivo risultato, ha sottolineato:“L’auspicio è che la quantità non vada maia discapito della qualità. Essere soci delClub Alpino Italiano vuol dire non disgiun-gere l’aspetto tecnico da quello culturale,l’impegno etico da quello associativo”.

Vinicio Vatteroni

[email protected]

Responsabile della Comunicazione

Direttore editoriale

de Lo Scarpone e La Rivista

Superata la soglia dei 315.000 soci!

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Idati riportati nellatabella, realizzata conla collaborazione della

Biblioteca nazionale delCAI, sono desunti dallaRelazione annuale 2008e da altre fonti, quali“Cronaca del Club AlpinoItaliano dal 1863 al 1888”(Torino 1889), “L’operadel CAI nel suo primocinquantennio 1863 –1913” (Torino 1913),“Cento anni del CAI”(Torino 1963). Nel portaleinformatico (www.cai.it) èpossibile prenderevisione degli indirizzidelle varie sedi eassumere informazionisulla storia e l’attivitàdelle sezioni quiriportate.

LIGURIAGENOVA-LIGURE 1880 L. M. D’Albertis 140 2.198 Gianni CarravieriSAVONA 1884 G. Brignoni 866 Patrizia DianiPIEMONTE / VALLE D’AOSTAAOSTA 1866 Giorgio Carrel 58 928 Renzo Alberto CarazzoBIELLA 1873 T. Lamarmora 116 1.873 Wilmer AquadroCUNEO 1874 I. Sanguinetti 2.667 Alberto GianolaDOMODOSSOLA 1869 Gian Domenico Protasi 14 679 Armando Bonzani IVREA 1875 Lucio Rossi 120 1.030 Luigi BedinMONDOVI’ 1881 F. Garelli 982 Giorgio AimoPINEROLO 1872 Giorgio Davico 120 821 Alessandro LazzariTORINO 1863 F. Perrone di S. Martino 72 3.542 Osvaldo MarengoVARALLO 1867 C. Montanaro 2.672 Carlo RaiteriVERBANIA 1874 Carlo Franzosini 58 698 Enrico ColomboLOMBARDIABERGAMO 1873 Antonio Curò 28 9.811 Paolo ValotiBRESCIA 1875 Giuseppe Ragazzoni 8 5.123 Guido Carpani GlisentiCOMO 1875 G. Rubini 2.022 Vittorio GelpiCREMONA 1888 Guglielmo Calderoni 878 Clara GeneraliLECCO 1874 Giovanni Pozzi 19 3.590 Mario BonacinaMILANO 1873 Antonio Stoppani 50 7.623 Carlo LucioniMONZA 1899 C. Casati 75 1.069 Mario CossaSONDRIO 1872 Luigi Torelli 38 1.649 Gianluca BonazziVENETOAGORDO 1868 N. Pellati 1.519 Antonello CibienAURONZO 1874 Luigi Rizzardi 54 590 Massimo CasagrandeBASSANO 1882 Luigi Vinanti 43 1.683 Antonio Caregaro NegrinBELLUNO 1891 Feliciano Vinanti 60 1.643 Alessandro FarinazzoCORTINA 1882 Giuseppe Ghedina Tomà 49 926 Federico MajoniSCHIO 1896 E. Larsimont Pergameni 2.032 Giovanni FontanaVENEZIA 1890 Lorenzo Tiepolo 1.321 Giulio GidoniVERONA 1875 A. Goiran 107 2.772 Piero BresaolaVICENZA 1875 Francesco Molon 75 2.405 Franco PavanFRIULI VENEZIA GIULIAFIUME 1885 Ferdinando Brodbeck 30 294 Tomaso MillevoiGORIZIA 1883 Lorenzo de Reya 40 1.303 Fabio AlgadeniTRIESTE 1883 Lorenzo de Reya 2.124 Mario PrivileggiUDINE 1874 Torquato Taramelli 82 2.397 Giovanni DurattiTRENTINO ALTO ADIGESAT 1872 Prospero Marchetti 27 25.350 Piergiorgio MotterEMILIABOLOGNA 1875 A. Araldi 1.695 Giorgio ColombariMODENA 1875 C. Boni 1.326 Giuliano CavazzutiPARMA 1875 Giovanni Passerini 77 1.447 Guiduberto GalloniREGGIO EMILIA 1875 Giovanni Passerini 136 1.816 Gianni Riccò PanciroliTOSCANACARRARA 1888 Domenico Zaccagna 590 Pier Luigi RiboliniFIRENZE 1868 I. Cocchi 2.373 Aldo TerreniLIVORNO 1888 A. Chun 41 482 Roberto GallettiPRATO 1895 Giuseppe Moro 26 1.594 Angelo D’OnisiITALIA CENTRALEANCONA 1875 Non identificato 51 395 Arnaldo PiacenzaASCOLI PICENO 1893 E. Valentini 407 Franco LaganàPERUGIA 1875 G. Bellucci 51 719 Angelo PecettiROMA 1873 G. Ponzi 50 3.131 Roberto NioluSPOLETO 1884 Adolfo Ferretti 51 760 Paolo VandoneITALIA MERIDIONALECATANIA 1875 G. A. Boltshauser 34 359 Blasco ScamaccaCHIETI 1872 Gaetano Bassi 58 276 Rossano D’IntinoL’ AQUILA 1874 G. Lanino 797 Bruno MarconiNAPOLI 1871 Vincenzo Cesati 55 509 Ernesto SparanoPALERMO 1877 T. Zona 375 Ermanno PetroniciPOTENZA 1878 Francesco Lo Monaco 173 123 Vincenzo De Palma

SEZIONE ANNO DI PRIMO SOCI ALLA SOCI ATTUALEFONDAZIONE PRESIDENTE FONDAZIONE ATTUALI PRESIDENTELe sezioni

storicheregione perregione

Società Il ruolo delle sezioni fondate nell’800. Ricostruiamo l’opera di questi nostri pr

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Un particolare del castello delValentino a Torino, sede dellaprima assemblea dei socifondatori. Nell’altra pagina unaillustrazione tratta da un anticobollettino della SezIone diBassano del Grappa (VI).

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Sono 53 le “sezioni storiche” del Club Alpino Italiano il cuicertificato di nascita risale all’Ottocento, pilastri portantinell’evoluzione della nostra associazione nata nel 1863. Conalterne vicende, che qui cerchiamo di ricostruire con l’aiuto

della Biblioteca nazionale mettendo in pratica una cortese propostadel presidente generale Annibale Salsa (che sull’argomento si espri-me con una nota in questa pagina), queste sezioni sono cresciutenel tempo e oggi restano con la loro operosità degli ineludibili puntidi riferimento nella vita del CAI. Diverse sono state le pubblicazio-ni consultate al Monte dei Cappuccini, tra gli scaffali “tecnologici”della BN, per risalire alle radici di questi prestigiosi sodalizi. Laricerca non può dirsi certo esaustiva, ma sarà possibile integrarlacon ulteriori approfondimenti in vista delle celebrazioni per il cen-tocinquantenario del CAI in programma nel 2013.

IL CLIMA DELL’EPOCAL’intento è per ora di fare un po’ di luce sulla storia di queste sezio-

ni, mettendone anche in evidenza il ruolo nell’incerto (e ancora, sidirebbe, incompiuto) percorso di costruzione di una coscienza

nazionale. Un piccolo contributo storico,dunque, anche in vista delle celebrazioniper i 150 anni dell’Unità d’Italia che sipreannunciano l’anno prossimo.

Il Club alpino, nato una trentina di mesidopo la costituzione del Regno d’Italia, si èposto fin dall’inizio l’intento di coltivare uninteresse collettivo – fatta l’Italia occorre-va fare gli italiani - con una particolareattenzione al “progresso civile” quale risul-tava evidente dai propositi dei fondatoriQuintino Sella e Bartolomeo Gastaldi. È inquesto clima che sorgono le “succursali” diTorino, all’inizio sede unica del club.Occorre però aspettare il 1867 perché l’as-sociazione prenda il nome attuale di ClubAlpino Italiano, allorché a Varallo inValsesia si tiene, il 28 agosto 1869, il primocongresso nazionale. Sarà proprio laSezione di Varallo a consolidare il sodali-zio con i valsesiani Orazio Spanna,Antonio Grober e Basilio Calderini, elettialla carica di presidenti generali, GiuseppeFarinetti vice presidente e CostantinoPerazzi, stretto collaboratore di QuintinoSella nel CAI come in Parlamento.

Il seme gettato da Sella, ministro dellefinanze nei governi Rattazzi, La

ri progenitori appassionati di montagna e attenti al “progresso civile”

Nato una trentina di mesi dopo che si ècostituito il Regno d’Italia, il Club AlpinoItaliano ha avuto fin dall’inizio, attraverso lesue “succursali”, l’intento di coltivare uncollettivo interesse. Agli amici delle sezionistoriche l’invito a custodire un inestimabilepatrimonio di pensiero e azione

Identità figlia della storiaI nostri tempi della cosiddetta “modernità liquida” sono semprepiù attraversati da una profonda ambiguità. Da un lato, l’oblio ela voglia di rimozione del passato percepito alla stregua dipesante fardello da rimuovere per non fare i conti con la Storia,dall’altro la paura di smarrire un’identità spesso enfatizzata madai risvolti rassicuranti.Nel corso del mio mandato presidenziale, che sta volgendo altermine, ho spesso richiamato l’attenzione dei Socisull’importanza di riflettere sulle origini del nostro Sodalizio. Ilmio intento non è finalizzato ad evocare in chiave passatista il“mito delle origini”, piuttosto a richiamare la tradizione alloscopo di ripensare il presente per progettare il futuro o, meglio,l’avvenire. Ci stiamo avvicinando rapidamente alle celebrazioni del 150°anniversario di fondazione del Club Alpino Italiano. Esseseguiranno, di pochi anni, quelle relative alla nascita dell’Italiacome Stato unitario. La nostra Libera Associazione ha avuto unruolo decisivo nella diffusione del sentimento di appartenenzadella borghesia e delle aristocrazie dei vecchi Stati pre-unitariad un disegno comune che doveva essere non soltantoamministrativo ma, soprattutto, etico, civile e sociale. Ecco allora lo spirito profondo che animava la tensione moraledei nostri Padri fondatori e che si ritrova condensatonell’articolo 2 del primo Statuto del 1863: “Il Club Alpino ha periscopo di far conoscere le montagne, soprattutto Italiane, e diagevolarvi le escursioni, le salite e le esplorazioni scientifiche”. I nostri predecessori imparavano, così, a conoscere lemontagne vicine facendosiaccompagnare dalle Guide valligianeentrate, nel frattempo, a far parteintegrante del Sodalizio (AGAI). Unesempio paradigmatico di “mediazioneculturale” fra nativi e Touristes (glialpinisti), molto prima che il Sodalizio -a partire dal secolo successivo -costruisse le figure dei titolati (gliIstruttori) e le figure degli Alpinistisenza guida dell’Accademico. Tutto ciòche segue fa parte del passatoprossimo, nel bene e nel male.Ricordare le vecchie Succursali delClub Alpino Torino (CAT) diventate, nelfrattempo, Sezioni del Club AlpinoItaliano fa bene alla salute delSodalizio ed aiuta ad accrescere laconsapevolezza di far parte di unacomunità di uomini che vuole essereanche una “comunità di destino”.Excelsior, Amici delle Sezioni storiche,custodite con orgoglio un patrimonio diidee, di pensiero e di azioniconseguenti!

Annibale SalsaPresidente generale

del Club Alpino Italiano

I pilastri del Club alpino

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Marmora e Lanza, germoglia rapidamente. Il respiro diventasubito nazionale. Non senza qualche trambusto. Alcune “succursa-li” domandano attraverso i loro delegati autonomia ed eguaglianza.Un esempio? A Bassano nel 1892 43 soci si “svincolano” dallaSezione di Vicenza e fondano un autonomo Club Alpino Bassaneseil quale ha “per iscopo lo studio delle montagne e più specialmentequelle della provincia, facendole conoscere sotto l’aspetto materia-le, scientifico, artistico, promuovendo ogni miglioramento possibi-le nelle condizioni degli alpigiani, promuovendo e favorendo leindustrie, i rimboschimenti e i rifugi alpini”. In altri casi si assiste afenomeni di spontanea aggregazione. Il 6 maggio 1875 si costituiscein Emilia la Sezione dell’Enza a opera di 136 soci fondatori: 81 diParma, 50 di Reggio Emilia e 5 di altre località. La sezione tieneaperti due uffici, uno a Parma e l’altro a Reggio e la presidenzaviene affidata alternativamente, ogni tre anni, a un socio dell’una odell’altra città. Occorre aspettare il 1933 perché si costituisca lasezione autonoma di Reggio.

FERVORE ASSOCIATIVOCambiando scenario, la biblioteca civica di Pinerolo ci offre oggi

un ghiotto reperto: una copia del Regolamento discusso ed appro-vato dall’Assemblea dei soci il 15 settembre 1877, un opuscolo disette pagine dove si legge tra l’altro che lo scopo della sezione è“promuovere lo studio delle montagne, specialmente di quelle esi-stenti nel circondario, e farle conoscere”.

Alcune sezioni hanno vita breve. A Ivrea la sezione viene fondatanel 1875 e nel 1883 cessa di esistere. Di questo fervore associativoè oggi testimonianza al Monte dei Cappuccini il Salone degliStemmi che, inserito nel moderno contesto del rinnovato Museonazionale della montagna, ospita riunioni e iniziative ufficiali.Affrescata nel 1893, la sala comprende gli stemmi riguardanti 37città in cui il CAI aveva in quell’epoca già innalzato il suo vessillocon l’aquila ad ali spiegate, dalle Alpi agli Appennini, dal Nord alCentro come al Sud. Particolare importante. La “conquista” delMeridione si compie nel 1871 con la nascita della Sezione di Napoli(settima nata dopo quelle di Aosta, Varallo Sesia, Agordo, Firenze eDomodossola). Nel 1872 ai napoletani tocca di organizzare il VCongresso nazionale che si svolge a Chieti, all’ombra della Maiella(con escursione sociale sul Monte Amaro), primo ritrovo alpinisti-co nell’Italia meridionale.

Studiosi e naturalisti sono in genere i padri fondatori. È il 1873,anno di scioperi, cataclismi e inondazioni, quando un gruppo dinaturalisti capeggiato dall’ingegner Antonio Curò fonda la Sezionedi Bergamo. Nello stesso anno il CAI mette radici a Milano, dove dapoco circolano i tram a cavalli con le rotaie, presidente l’abateAntonio Stoppani, proprio lui, l’autore del celeberrimo “Bel Paese”,gran divulgatore delle bellezze naturali. A Milano l’Esposizione

nazionale è una grande vetrina per il CAI che dispone di un propriopadiglione: il più visitato, secondo le cronache dell’epoca.

In questo costante aprirsi dell’associazione verso la società civileva segnalata nel 1872 la nascita a Madonna di Campiglio, in territo-rio austriaco, della Società degli Alpinisti Tridentini (SAT) fondatacon il nome di Società Alpina del Trentino. I soci fondatori inten-dono promuovere la conoscenza delle montagne, lo sviluppo turi-stico delle vallate e “l’italianità” del Trentino costruendo rifugi, rea-lizzando sentieri, pubblicando scritti geografici e alpinistici. Nel1920 la SAT diverrà sezione del Club Alpino Italiano (CAI), mante-nendo caratteristiche di autonomia. Un anno prima, nel 1919, ilCongresso generale del CAI sanziona l’adesione del Club AlpinoFiumano, costituito nel 1885 da 30 soci fondatori tra i quali l’archi-tetto viennese Ferdinando Brodbeck eletto presidente. Ma dovràtrascorrere ancora un anno perché la città dell’Istria venga annessaal Regno d’Italia. Nel 1947, in base al trattato di pace, Fiume passaalla Jugoslavia, ma il sodalizio è oggi vivo e operante (in Italia) con294 soci effettivi ai quali sono da aggiungere 81 soci aggregati perun totale di 375, presidente Tomaso Millevoi, e possiede anche unrifugio nel magico scenario del Pelmo.

Aldilà dei confini della patria, ben prima di essere strappata nel1916 all’Austria anche a Gorizia nasce nel 1883 una sezione del Clubalpino. Nove anni dopo, nel 1892, viene creata a Cortina la SezioneAmpezzo del Club alpino tedesco e austriaco, che diventerà delClub Alpino Italiano con il passaggio della località all’Italia nel 1920.Come osserva il presidente generale Salsa in queste pagine, in que-gli anni le sezioni offrono ai soci e alla cittadinanza occasioni pre-

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I pilastri del CAI

La cordata di QuintinoTorino è stata la culla del ClubAlpino. All’una del pomeriggio del23 ottobre 1863, al Castello delValentino, sulla riva sinistra del Po,72 soci fondatori, su impulso diQuintino Sella e Bartolomeo Gastaldi,danno vita al Club Alpino Torino. Ilprimo presidente è il baroneFerdinando Perrone di San Martino.In poco tempo, nella flemmaticaTorino non ancora privata del titolodi Capitale del Regno, scoppiaquella che un disegnatore satiricodell’epoca, Casimiro Teja,argutamente definisce la“Monvisomania”. Come dimostra l’immagine pubblicata nella copertina diquesto fascicolo dello Scarpone, gli iscritti amano ritrovarsi alle sorgenti del Po,alle falde del Monviso. La denominazione “sezione” anziché “succursale” entrain vigore nel 1873 e nello stesso anno la Sezione di Torino si conferma Sedecentrale mentre il Sodalizio ha ormai assunto l’attuale denominazione di ClubAlpino Italiano. Nelle immagini tre dei padri fondatori: da sinistra Quintino Sellae Bartolomeo Gastaldi; sotto, Ferdinando Perrone di San Martino.

“...E mi pare che non ci debba voler molto per indurre i nostrigiovani che seppero d’un tratto passare dalle mollezze del lussoalla vita del soldato, a dar di piglio al bastone ferrato e procurarsila maschia soddisfazione di solcare in varie direzioni e sino allepiù alte cime queste meravigliose Alpi che ogni popolo ci invidia.Col crescere di questo gusto crescerà pure l’amore per lo studiodelle scienze naturali, e non ci occorrerà più di veder le cosenostre talvolta studiate più dagli stranieri che non dagli italiani”.

Quintino Sella(dalla lettera a Bartolomeo Gastaldi, 15 agosto 1863)

“Una maschia soddisfazione”

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ziose di conoscenza del territorio. Non a caso nel 1877 il Congressonazionale è organizzato in Cadore dalla Sezione di Auronzo, nata treanni prima, che vede nell’alpinismo una via di promozione e diemancipazione della montagna in uno scenario dolomitico tra i piùaccattivanti, a quel tempo ancora quasi inesplorato.

Con questo nobile scopo nasce nel 1868 anche la Sezione Agordinamentre Belluno scende in campo più tardi, nel 1891. “Se c’è una cittàin cui abbia ragion d’essere una sezione del Club alpino questa èBelluno”, osserva appena eletto il presidente Feliciano Vinanti, “laquale è situata alle porte di una delle più stupende e variate catenemontuose, che forma l’ammirazione di tutti gli scienziati e turisti delmondo”.

NATURALISTI IN PRIMA LINEAFar conoscere le montagne e agevolarvi le escursioni, le salite, le

esplorazioni, ma anche gli studi e le ricerche in tutti i campi delloscibile: il progetto del fondatore Quintino Sella ispira inevitabil-mente anche le linee guida, nel 1868, della sezione fiorentina. Ne sta-bilisce la nascita presso il Museo di storia naturale della Specola ungruppo di naturalisti toscani guidati dal geologo Igino Cocchi.

A Roma nel 1873 Vittorio Emanuele II inaugura la terza sessionedella XI legislatura alla Camera dei Deputati con un “forte” discorso(“l’Italia ha mostrato che Roma poteva diventare la capitale delRegno senza che fosse menomata l’indipendenza del Pontefice nel-l’esercizio del suo ministero spirituale...”). E a Roma il 20 giugno diquell’anno si svolge il primo incontro ufficiale dei 50 promotori dellasezione capitolina, tredicesima in Italia. Primo presidente èGiuseppe Ponzi, professore di zoologia e anatomia comparata.

Procedendo per sommi capi in questa rievocazione, il 14 marzo1884 la morte di Quintino Sella getta nel lutto il Sodalizio. “Il cultodella sua memoria, il sapere a che cosa egli tendeva, il proposito ditenerci sempre rivolti a quella meta, saranno sempre i sostegni piùsaldi del Club Alpino Italiano”, annoterà Silvio Saglio nel ricostruirela storia del CAI nel volume del centenario.

Due mesi prima della scomparsa dello statista, è Spoleto a vederenascere una sezione per volontà di 24 soci, molti dei quali, come diprammatica, studiosi e appassionati di storia naturale. È lo stessofertile humus in cui si sviluppa nel 1875 la “Sezione Alpina” diCatania dove determinante è la presenza del grande vulcano alleporte della città, perenne, continua fonte di attrazione, di stimolo, divoglia di cimentarsi e di conoscere. Presidente onorario a Catania èil professor Andrea Aradas, insigne naturalista, mentre il primo pre-sidente Giovanni Boltshauser è direttore dell’Osservatorio meteoro-logico dell’Università.

UNO SPRONE ALLA COSCIENZA NAZIONALEL’Ottocento si chiude con il XXXI Congresso organizzato in set-

tembre a Bologna e con l’Assemblea dei delegati ospitata a Torino indicembre. Nella società civile del diciannovesimo secolo il CAIoccupa ormai una posizione di tutto rispetto. L’operatività di questipadri fondatori prosegue inarrestabile, attraversa il ventesimo seco-lo e nel nuovo millennio si riverbera nei 53 sodalizi che meritano ladenominazione di “Sezione storica del CAI”.

E ancora una volta va ribadito che l’esempio offerto da queste sto-riche sezioni è stato ed è anche di sprone per una coscienza nazio-nale: chi entra nel Club Alpino Italiano ha passione per la montagna,rispetto per l’ambiente, attenzione per la natura, e trova un mondoricco di storia, di cultura, di tradizioni. Ieri come oggi.

Maser

Ha collaborato Consolata Tizzani

(Biblioteca nazionale del Club Alpino Italiano)

Èdedicato al mondo giovanile il protocollo d’intesa firmato il20 gennaio dalla Sezione di Bergamo e dall’Assessoratoall’Istruzione, alle politiche giovanili, allo sport e al tempo

libero del Comune. Nel documento emerge la volontà ditrasmettere i valori tipici della montagna alle nuove generazioni,spesso in cerca di forti emozioni. Via libera dunque a una serie diiniziative preparatorie per la Giornata dei sentieri il 19-20 giugnoche coinvolgerà i giovani nella manutenzione degli itinerari dimontagna. Tra queste iniziative anche un concorso per stimolarei giovani ad avvicinarsi alla montagna attraverso l’arte e la musicae una campagna promozionale sul sentiero delle Orobie,comprensiva di una guida “fatta dai giovani per i giovani”, comeha sottolineato il presidente del CAI di Bergamo Paolo Valoti.

Spetterà a un comitato tecnico-scientifico paritetico individuaree organizzare le iniziative che verranno ogni anno proposte e chemirano a porre un’attenzione particolare, all’interno delle attivitànormalmente previste dall’Assessorato alle Politiche giovanili, atutto ciò che attiene la montagna.

L’impegno del Comune riguarda in particolare un piano diiniziative mirate e progetti finalizzati alle attività motorie, culturalie artistiche per gli studenti, che abbiano come campo disviluppo lamontagna. IlComune si impegnaaltresì ad attuaretutte le iniziative chesi riterranno coerentiad accrescere laconoscenza direttadel patrimoniomontanobergamasco e lasperimentazionedella vita inmontagna per lenuove generazioni; adocumentare epromuovere, laddovepossibile, iniziative eprogetti dedicati allamontagna,utilizzando le abilitàgiovanili. Infinel’impegno delComune riguarda “ladivulgazione nelmondo della scuola dei percorsi di informazione e formazione, inrelazione all’ecosistema e agli apparati culturali del mondoalpino, organizzati e realizzati dal CAI Bergamo”.

Il CAI Bergamo s’impegna a sua volta a realizzare con ilconcorso delle istituzioni locali corsi di aggiornamento perdocenti della scuola pubblica di ogni ordine e grado; apredisporre progetti formativi con l’obiettivo di avvicinare i giovanialla montagna, coinvolgendo studenti, docenti e famiglie anchenell’organizzazione di escursioni e trekking, che abbiano comecontenuto didattico aspetti scientifici, geografici e storico-antropologici; a promuovere interventi informativi e formativirivolti ai genitori. ■

Intesa a Bergamo

“Avvicinare i giovani alla montagna”

L’incontro con il sindacoL’incontro a Bergamo per la firma del protocollod’intesa tra il CAI e il Comune: da sinistra ilpresidente Paolo Valoti, il sindaco Franco Tentorioe l’assessore Alessio Saltarelli. Il documento èbasato sull’ulteriore valorizzazione di un connubio,quello tra giovani e montagna, che nel capoluogoorobico si basa su radici già estremamente solide.

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Abbiamo il piacere di comunicarVi che laprossima Assemblea dei Delegati si terrà aRiva del Garda sabato 22 e domenica 23maggio 2010. In questa pagina è riportato ilprospetto con il numero dei delegati di dirit-to ed elettivi spettante a ogni Sezione calco-lato in base alla consistenza numerica deisoci al 31.12.2009. Le sezioni come di consueto dovranno: 1. Trasmettere alla Sede centrale –

Direzione - entro e non oltre il 7.04.2010, inominativi dei Delegati eletti dalleAssemblee sezionali per l’anno 2010 alloscopo di consentire la precisa compilazio-ne degli appositi registri e quindi semplifi-care e velocizzare le funzioni di verifica il

giorno dell’Assemblea; 2. Compilare regolarmente e chiaramente il

modulo per i Delegati e per eventuali dele-ghe che l’Organizzazione centrale provve-derà, come di consueto, a trasmettere allesingole sezioni nel quantitativo corrispon-dente al numero dei Delegati;

3. Consegnare i moduli di cui al punto 2 allaconvalida della Commissione per la verifi-ca dei poteri i giorni dell’Assemblea.

Per ogni informazione rivolgersi allaSegreteria di presidenza Signora GiovannaMassini tel. 02/205723221 [email protected]

Il Direttore CAI, Paola Peila

EmittenteDirezione - Segreteria diPresidenzaOggetto ASSEMBLEA DELEGATI 2010DestinatariSezioni e Sottosezioni CAI, DataMilano, 28 gennaio 2010FirmatoIl Direttore CAI, Paola Peila

CircolariComunicazioni dalla Sede centrale

Circolare n. 03/2010

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Area Ligure Piemontese Valdostana ACQUI TERME 1ALA DI STURA 1ALBA 2ALBENGA 2ALESSANDRIA 2ALMESE 2ALPIGNANO 2ALTARE 2AOSTA 3ARONA 2ASTI 2BARDONECCHIA 1BARGE 2BAVENO 2BIELLA 5BOLZANETO 3BORDIGHERA 2BORGOMANERO 2BRA 2BUSSOLENO 2CASALE MONFERRATO 2CASELLE TORINESE 1CAVOUR 1CERVASCA 2CEVA 2CHATILLON 2CHIAVARI 3CHIOMONTE 1CHIVASSO 4CIRIE’ 2COAZZE 2CUMIANA 2CUNEO 6CUORGNÈ 2DOMODOSSOLA 2FINALE LIGURE 1FORMAZZA 2

FORNO CANAVESE 1FOSSANO 3GARESSIO 2GENOVA-LIGURE 5GIAVENO 2GOZZANO 2GRAVELLONA TOCE 2GRESSONEY 1IMPERIA 2IVREA 3LA SPEZIA 2LANZO TORINESE 3LEINÌ 2LOANO 2MACUGNAGA 3MONCALIERI 2MONDOVÌ 3MOSSO S.MARIA 2NOVARA 4NOVI LIGURE 2OMEGNA 2ORBASSANO 2ORMEA 1OVADA 1PALLANZA 2PEVERAGNO 2PIANEZZA 2PIEDIMULERA 2PINASCA 2PINEROLO 3PINO TORINESE 1RACCONIGI 1RAPALLO 2RIVAROLO CANAVESE 2RIVOLI 2SALUZZO 3SAMPIERDARENA 2SANREMO 2SARZANA 3

SAVIGLIANO 2SAVONA 3S.SALVATOREMONFERRATO 1STRESA 2SUSA 2TORINO 8TORRE PELLICE 3TORTONA 2TRIVERO 2UGET TORINO 7U.L.E. GENOVA 4VAL DELLA TORRE 1VALENZA 2VALGERMANASCA 2VALLE VIGEZZO 2VALSESSERA 2VARALLO SESIA 6VARAZZE 2VARZO 1VENARIA REALE 2VENTIMIGLIA 1VERBANIA 2VERCELLI 2VERRES 2VIGONE 2VILLADOSSOLA 4VOLPIANO 1

Area LombardaABBIATEGRASSO 2ALBIATE 1APRICA 1ASSO 1BARLASSINA 1BARZANÒ 2BELLANO 1BERGAMO 21BESANA BRIANZA 2

BESOZZO SUPERIORE 2BOFFALORA S. TICINO 2BOLLATE 2BORMIO 1BORNO 1BOVEGNO 1BOVISIO MASCIAGO 2BOZZOLO 2BRENO 2BRESCIA 11BRUGHERIO 1BUSTO ARSIZIO 2CABIATE 1CALCO 2CALOLZIOCORTE 3CANTÙ 2CANZO 2CAPIAGO INTIMIANO 2CARATE BRIANZA 2CARNAGO 1CASLINO D’ERBA 1CASSANO D’ADDA 2CASTELLANZA 2CASTIGLIONE STIVIERE 1CEDEGOLO 3CERMENATE 1CERNUSCO S. N. 2CESANO MADERNO 1CHIARI 2CHIAVENNA 3CINISELLO BALSAMO 2CLUSONE 3COCCAGLIO 1CODOGNO 2COLICO 2COLOGNO MONZESE 2COMO 5CONCOREZZO 2CORSICO 2

I DELEGATI SEZIONE PER SEZIONE

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CREMA 3CREMONA 3DERVIO 2DESENZANO 2DESIO 2DONGO 2EDOLO 2ERBA 2FINO MORNASCO 1GALLARATE 3GARBAGNATE MIL. 1GARDONE VAL TROMPIA 2GAVIRATE 2GERMIGNAGA 2GIUSSANO 2GORGONZOLA 1GORLA MINORE 1INTROBIO 2INVERIGO 2INVERUNO 1INZAGO 1LAVENO MOMBELLO 2LECCO 8LEGNANO 2LISSONE 2LIVIGNO 1LODI 2LOVERE 3LUINO 2LUMEZZANE 2MACHERIO 1MADESIMO 1MAGENTA 1MALNATE 2MANDELLO LARIO 3MANTOVA 3MARIANO COMENSE 2MEDA 2MELEGNANO 2MELZO 2MENAGGIO 2MERATE 2MERONE 2MILANO 16MOLTENO 2MOLTRASIO 2MONTEVECCHIA 2MONZA 3MORBEGNO 2MORTARA 1MUGGIO’ 2NERVIANO 2NOVATE MEZZOLA 2NOVATE MIL. 1OGGIONO 1OLGIATE OLONA 2OSTIGLIA 1PADERNO DUGNANO 2PALAZZOLO S. O. 2PARABIAGO 1PAVIA 2PEZZO PONTEDILEGNO 2PIAZZA BREMBANA 2PREMANA 2RHO 2ROMANO DI LOMBARDIA 2ROVAGNATE 2ROVATO 2

ROVELLASCA 1SALÒ 2SARONNO 3S.E.M. 3SEREGNO 2SESTO CALENDE 2SESTO S. GIOVANNI 2SEVESO S. PIETRO 2SOMMA LOMBARDO 2SONDALO 1SONDRIO 4SOVICO 1TRADATE 2TREVIGLIO 2VALFURVA 2VALLE INTELVI 1VALMADRERA 2VALMALENCO 2VARESE 6VEDANO AL LAMBRO 2VEDANO OLONA 1VIGEVANO 2VILLA CARCINA 2VILLASANTA 2VIMERCATE 4VITTUONE 1VOGHERA 2

Area Trentino Alto AdigeAPPIANO C.A.I. A.A. 2BOLZANO C.A.I. A.A. 5BRENNERO C.A.I. A.A. 1BRESSANONE C.A.I. A.A. 2BRONZOLO C.A.I. A.A. 1BRUNICO C.A.I. A.A. 2CHIUSA C.A.I A.A. 2EGNA C.A.I. A.A. 1FORTEZZA CAI A.A. 1LAIVES C.A.I. A.A. 2MERANO C.A.I. A.A. 2SALORNO C.A.I. A.A. 1S.A.T. 52VAL BADIA C.A.I. A.A. 2VAL GARDENA C.A.I.A.A. 2VIPITENO C.A.I. A.A. 2

Area Veneta Friuliana GiulianaAGORDO 4ALPAGO 1ARZIGNANO 2ASIAGO 2AURONZO DI CADORE 2BASSANO DEL GRAPPA 4BELLUNO 4BOSCO CHIESANUOVA 2CALALZO DI CADORE 2CAMPOSAMPIERO 2CASTELFRANCO V. 3CERVIGNANO D. FRIULI 2CESARE BATTISTI 4CHIOGGIA 2CIMOLAIS 1CITTADELLA 3CIVIDALE DEL FRIULI 3CLAUT 2CODROIPO 2CONEGLIANO 4

CORTINA D’AMPEZZO 3DOLO 2DOMEGGE DI CADORE 1DUEVILLE 2ESTE 2FELTRE 6FIAMME GIALLE 1FIUME 2FORNI AVOLTRI 2FORNI DI SOPRA 2GEMONA DEL FRIULI 2GORIZIA 4LEGNAGO 1LIVINALLONGO 1LONGARONE 2LONIGO 2LORENZAGO 1LOZZO DI CADORE 1MALO 2MANIAGO 2MANZANO 2MAROSTICA 3MESTRE 5MIRANO 3MOGGIO UDINESE 2MONFALCONE 2MONTEBELLO V. 1MONTEBELLUNA 4MONTECCHIO M. 3MOTTA DI LIVENZA 2ODERZO 2PADOVA 7PIEVE DI CADORE 2PIEVE DI SOLIGO 2P.TE PIAVE SALGAREDA 2PONTEBBA 1PORDENONE 4PORTOGRUARO 2RAVASCLETTO 2RECOARO TERME 2ROVIGO 2SACILE 2SAPPADA 2S. BONIFACIO 2SCHIO 5S. DONÀ DI PIAVE 3S. PIETRO CARIANO 2SPILIMBERGO 2SPRESIANO 2S. VITO AL TAGLIAMENTO 2

S. VITO DI CADORE 1TARVISIO 2THIENE 4TOLMEZZO 2TRECENTA 1TREGNAGO 2TREVISO 4TRIESTE 5UDINE 6VALCOMELICO 2VALDAGNO 4VALLE ZOLDANA 2VENEZIA 4VERONA 7VICENZA 6VIGO DI CADORE 1VITTORIO VENETO 4XXX OTTOBRE 5

Area Tosco Emiliana RomagnolaAREZZO 2ARGENTA 1BARGA 1BOLOGNA 4CARPI 2CARRARA 2CASTELFRANCO E. 2CASTELNOVO NE’ MONTI 1CASTELNUOVOGARFAGNANA 2CESENA 2FAENZA 2FERRARA 4FIRENZE 6FIVIZZANO 1FORLÌ 2FORTE DEI MARMI 2GROSSETO 1IMOLA 3LIVORNO 2LUCCA 2LUGO 2MARESCA 2MASSA 2MODENA 4PARMA 4PIACENZA 3PIETRASANTA 2

L’Assemblea dei delegati 2010 si terrà a Riva del Garda neigiorni di sabato 22 e domenica 23 maggio 2010. LaSezione SAT, che ospita l’importante evento, per i delegati

e gli accompagnatori ha stipulato una particolare convenzionecon l’agenzia Rivatour che gestisce il servizio di prenotazionialberghiere: Tel 0464 570370 Fax 0464 555184 skype rivatour e-mail: [email protected]. Le prenotazioni potranno essere fatterivolgendosi direttamente a questa agenzia con laraccomandazione di affrettarsi considerando che questo ridentecomune di 15.808 abitanti della provincia di Trento è meta diconsistenti flussi turistici provenienti dall’Italia e dall’estero.Informazioni più complete e dettagliate sul sitowww.satrivadelgarda.it.

Il soggiorno a Riva del Garda

Prenotarsi per tempo!

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12 - LO SCARPONE, MARZO 2010

PISA 2PISTOIA 2PONTEDERA 1PONTREMOLI 2PORRETTA TERME 1PRATO 4RAVENNA 2REGGIO EMILIA 5RIMINI 2SANSEPOLCRO 1SASSUOLO 2SESTO FIORENTINO 2SIENA 2VALDARNO INF. 1VALDARNO SUP. 2VIAREGGIO 2

Area Centro Meridionale InsulareACIREALE 1ALATRI 1AMANDOLA 1AMATRICE 1ANCONA 2ANTRODOCO 1ASCOLI PICENO 2ATESSA 1AVELLINO 1AVEZZANO 2BARI 2BELPASSO 1BENEVENTO 1BRONTE 1CAGLIARI 2CAMERINO 1CAMPOBASSO 2CARSOLI 2CASERTA 1CASSINO 2CASTEL DI SANGRO 1

CASTELLAMMARE DI S. 1CASTELLI 1CASTROVILLARI 1CATANIA 2CATANZARO 1CAVA DEI TIRRENI 1CEFALÙ 1CHIETI 2CITTÀ DI CASTELLO 2CIVITELLA ROVETO 1COLLEFERRO 1COSENZA 2ESPERIA 1FABRIANO 1FARA S.MARTINO 1FARINDOLA 1FERMO 2FOLIGNO 2FRASCATI 2FROSINONE 1GALLINARO 1GIARRE 1GIOIA DEL COLLE 1GUALDO TADINO 1GUARDIAGRELE 2GUBBIO 1ISERNIA 1ISOLA DEL GRAN SASSO 1JESI 2LAGONEGRO 1LANCIANO 1L’AQUILA 3LATINA 2LINGUAGLOSSA 1LONGI 1LORETO APRUTINO 1MACERATA 2MESSINA 1NAPOLI 2NUORO 2

ORTONA 1PALERMO 2PALESTRINA 1PEDARA 1PENNE 2PERUGIA 2PESARO 2PESCARA 2PETRALIA SOTTANA 1PIEDIMONTE MATESE 1POLIZZI GENEROSA 1POPOLI 1POTENZA 1POTENZA PICENA 1RAGUSA 1REGGIO CALABRIA 1RIETI 3ROMA 7SALERNO 2

SARNANO 1SASSARI 1S. BENEDETTO D. T. 1SENIGALLIA 1SIRACUSA 1SORA 1SPOLETO 3S. SEVERINO MARCHE 1SULMONA 2TERAMO 1TERNI 2TIVOLI 2VASTO 2VITERBO 2

Sezioni Nazionali EsteroA.G.A.I. 4C.A.A.I. 2LIMA 1

Quarantanove sono stati ipartecipanti al I° Corso speri-mentale formativo materiali e

tecniche, organizzato dal Centro studi epromosso dalla Commissione Scuole VFG.

Il corso si è svolto a Padova, presso laTorre e il Laboratorio del CAI in due distintesessioni: dal 28 febbraio al 1 marzo(direttore INA Giuliano Bressan) e dal 12 al13 dicembre (direttore INA GiacomoCesca). Inizialmente aperto a tutti i titolati,istruttori o accompagnatori del ConvegnoVFG, il corso ha visto invece lapartecipazione di candidati appartenentianche ad altri convegni (Emilia Romagna,Lazio, Lombardia, Liguria e Marche);inoltre ha registrato la presenza di istruttorie accompagnatori nazionali e regionali edi istruttori sezionali. Un gruppo quindi dipersone che, fino a ieri didatticamenteeterogeneo per formazione, ha trovato

partecipando a questo corso un punto diinteresse comune. I partecipanti hannoascoltato con grande attenzione la nutritaserie di lezioni specifiche. Le varierelazioni sono state presentate daFederico Bernardin, Giuliano Bressan,Renzo Mingardo, Cecilia Tebaldi e GigiSignoretti (CSMT e CIMT VFG) che hannoanalizzato i seguenti argomenti: direttivaeuropea e norme, richiami di fisica ecatena di assicurazione, corde (norme,caratteristiche costruttive, usura, effettoacqua-ghiaccio-UV); materiali nonsoggetti a norme; sicurezza sulle ferrate;materiali per l’alpinismo e l’arrampicata;soste e confronto tra le tecniche diassicurazione. Il programma prevedevaanche un’area pratica che ha visto lapartecipazione degli INA GianniBavaresco e Massimo Bazzolo e deltecnico Sando Bavaresco. La prima parte

si è svolta presso il laboratorio del Centrostudi materiali e tecniche con lapresentazione dei test possibili con i varimacchinari presenti (test Dodero, norme eanalisi materiali; test rottura materiali).

Durante la seconda parte presso la Torredi Padova è stato svolto un lavoro teorico-pratico (presentazione dell’impianto, provestatiche con corda bloccata), provedinamiche con confronto torre/parete, altrifreni); prove rottura moschettoni con levachiusa e leva aperta; prove su materialivari con cordini, fettucce, preparati,dissipatori, ecc.; prove dinamiche conassicurazione in vita; confronto tecniche diassicurazione). Nonostante il programmaintenso, notevoli sono stati l’entusiasmo eil grado di attenzione da parte deipartecipanti che hanno subissato di quesitie opinioni i vari relatori. A tutti è statoconsegnato un attestato. ■

Padova, il primo corso sperimentale materiali e tecniche

I DELEGATI SEZIONE PER SEZIONE

Vi rammentiamo che la prossima Assemblea dei delegati siterrà a Riva del Garda il 22 e 23 maggio 2010. Ai sensidell’art. III.I.2 comma 5 del Regolamento generale, la

Convocazione sarà spedita almeno 15 giorni prima dellariunione. La spedizione avverrà tramite il servizio di Posta Celeredi Poste Italiane. Precisiamo che detto servizio postale consegnasolo durante le ore diurne dal lunedì al venerdì (sabato edomenica esclusi). Invitiamo le Sezioni che gli anni precedentihanno avuto problemi nel ricevere la convocazionedell’Assemblea dei Delegati, di segnalare per scritto entro il 16marzo 2010 al Signor Paolo Merati fax. 02/205723201 [email protected] un eventuale indirizzo alternativo al qualespedire la convocazione. Precisiamo che l’indirizzo alternativoeventualmente segnalato sarà utilizzato solo per l’invio dellaconvocazione dell’Assemblea dei delegati.

Milano, 4 febbraio 2010Il Direttore

(f.to dott.ssa Paola Peila)

Avviso alle sezioni➔

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LO SCARPONE, MARZO 2010 - 13

Pieno successo domenica 17gennaio per la giornata“Sicuri con la neve”.L’iniziativa, nata nel 2003 ai

Piani di Bobbio grazie alla sottose-zione milanese Falc, ha coinvoltoquest’anno diverse altre località intutta Italia: Passo del Tonale,Schilpario, Chiesa Valmalenco,Livigno e Madesimo (Lombardia),Alpe Devero, Caldirola, Forno diCozze, Oropa e Alpe Colombino(Piemonte), Frontignano (Marche),Campitello (Molise), Fonte Moscosae Monte Terminillo (Lazio), MonteSirino (Basilicata), Corno alle Scale eCerreto Laghi (Emilia Romagna),Santo Stefano D’Aveto (Liguria),Abetone (Toscana). Vivo apprezza-mento ha espresso il direttore delCAI Paola Peila, presente ai Piani diBobbio, per l’immagine del Club alpi-no che emerge da un evento come questo,sapientemente organizzato e mediatizzatocon positivi riscontri sui teleschermi regio-nali e su testate giornalistiche generalisti-che. Promosso dal Corpo NazionaleSoccorso Alpino e Speleologico del ClubAlpino Italiano, nell’ambito del progetto“Sicuri in montagna”, l’evento ha assunto ingennaio un particolare significato a fronte diuna serie preoccupante di drammatici episo-di valanghivi.

“Nata proprio ai piani di Bobbio, questagiornata di studio prese vita concretamentein seguito a un grave incidente in cui perse lavita Patrizia Pagani, socia, amica e compa-gna”, spiega Enrico Volpe, INSA e “tutor”della giornata sulla neve. Dal 2007 l’iniziativaviene gestita in collaborazione con ilCNSAS, la Scuola regionale lombarda discialpinismo e il Servizio Valanghe Italiano.Lo scopo è di sperimentare e far toccare conmano, a chi frequenta la montagna inverna-le, tecniche e materiali, simulare ricerchecon unità cinofile, far comprendere megliola procedura di elisoccorso.

Ma quanto sta a cuore alla gente che fre-quenta la montagna invernale riportare acasa la pelle? Stando a un’inchiesta compiu-ta dal CNSAS nel 2009 su un campione di1000 intervistati di cui il 68% sci alpinisti,solo il 47% legge il bollettino valanghe e soloil 38% dichiara di aver preparato la gita; soloil 65% circa degli sci alpinisti usa infinel’ARTVa e la percentuale diminuisce per glisci escursionisti e per i ciaspolatori. “Maancora più grave è il fatto che su questo cam-pione solo il 25%, quasi tutti scialpinisti, dia

prova di portare con se la pala e solo il 12%la sonda”, spiega Elio Guastalli, coordinato-re del progetto “Sicuri in montagna”.

Se queste cifre danno la misura di unanotevole leggerezza, al limite dell’incoscien-za, nella frequentazione della montagnainvernale, decisamente in positivo sonoquelle che denotano l’impegno del CAI e delCNSAS. Solo ai piani di Bobbio 140 parteci-panti oltre a 40 istruttori hanno effettuato“campi di lavoro” nelle vicinanze della Casadel CAI Barzio, e altrettanto incoraggiantisono i dati pervenuti dalle altre realtà chehanno operato a livello nazionale: un ulte-

riore passo importante in direzione di unamaggiore consapevolezza di tutto il corposociale del CAI sul tema della sicurezza.

Studiate per consentire la sensibilizzazione– a tutti i livelli – della ricerca con ARTVa,oltre che per l’autosoccorso, fino alle pre-scrizioni effettuate dall’equipaggio del 118(assieme all’unità cinofila) sulle modalità dichiamata e di assistenza, queste giornatesono destinate a implementarsi per far fron-te a una crescente richiesta dei soci. E unriflesso positivo riguarda i discesisti presen-ti in massa nella frequentatissima localitàdel Lecchese che i sabati e le domenichevede punte di oltre 5000 sciatori con un’altamedia di interventi, 25 al giorno: un impegnogravoso per i tecnici del Soccorso alpino, haspiegato Gianni Beltrami, delegato del XIXCNSAS. Proprio in questa località, ha annun-ciato il presidente del CNSAS lombardoDanilo Barbisotti, sorgerà un centro di for-mazione permanente per la prevenzionedegli incidenti in montagna.

Significative infine le cifre riguardanti isoccorsi effettuati nel 2009: il CNSAS lom-bardo, con un organico di 1010 iscritti, ne hacompiuti 911. (L.S.) ■

Sicuri con la neve La Giornata nazionale

Il CAI per la sicurezzaTempestività ed efficienzaProve di salvataggio ai Pianidi Bobbio (Lecco): qui è lagiornalista del Corriere dellasera Laura Guardini a metterealla prova, fingendosi sepolta,la tempestività e l’efficienzadi un’unità cinofila. Nell’altra foto, a colloquiocon Elio Guastalli,coordinatore del progetto“Sicuri in montagna”, il direttore del Club AlpinoItaliano Paola Peila, istruttoredi sci alpinismo, iscritta allaSottosezione Falc di Milano.Sullo sfondo le Grigne.

Valanghe

Tragica contabilità

Negli ultimi dieci anni lo scialpinismo e lo sci fuori pistarisultano le pratiche invernali con

il maggior numero di vittime da valanga.Secondo l’Associazione interregionaleneve e valanghe (AINEVA), dal 1967 al2009 in Italia le valanghe hanno ucciso827 persone con una media di 19 vittimeper stagione. L’inverno che ci lasciamoalle spalle sembra avere registratotuttavia una tragica impennata.

Sei sono state le vittime nel primoweek end di febbraio e il Consiglio deiministri ha annunciato un inasprimentodelle pene per chi provoca valangheignorando i bollettini e le eventualidisposizioni emanate sul posto.

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14 - LO SCARPONE, MARZO 2010

Strategie Nuove prospettive in sezione

Scuole di montagna,un salto di qualitàRaccogliere sotto un’unica regia tutte le attività tecnico-didattiche: questo l’esempio suggerito da tre sezioni del Veneto. Con innegabili vantaggi sia in terminiorganizzativi e amministrativi per la sezione, sia intermini qualitativi e aggregativi per la scuola stessa

Recentemente un gruppo di lavorodel Comitato centrale di indirizzo econtrollo del CAI, di cui sono parte,ha presentato una proposta di pro-

getto per il riassetto degli organi tecnici cen-trali operativi (Otco). Diversi i motivi chehanno suggerito questo lavoro iniziato nel2007: sostanzialmente il desiderio di pro-porre un Club più collegato tra apparatipolitici e strutture tecniche, più flessibilenelle proposte formative, dove le strutturetecniche che lo compongono siano menolitigiose nella difesa di ambiti operativisovrapposti tra loro e più coerenti e unifor-mi nei programmi e nelle tecniche che ven-gono insegnate ai soci per affrontare in sicu-rezza la montagna.

Tralasciando commenti e opinioni sullapregiudiziale levata di scudi alla proposta,che troveranno adeguato spazio prossima-mente sulle riviste ufficiali (immagino conscritti di “penne” più autorevoli della mia)desidero invece estrapolare uno dei punti diquesto progetto che trovo di enorme impor-tanza strategica: la proposta di costituire lescuole di montagna.

Dal 1999 al 2009, per conto dellaCommissione nazionale scuole di alpini-smo, sci alpinismo e arrampicata libera, horicoperto l’incarico di presidente della peri-ferica Commissione interregionale delVeneto e Friuli Venezia Giulia. Dieci anni neiquali ho partecipato alla maturazione ditante esperienze, spesso pilota per tutto l’or-ganismo nazionale. Tra queste, la collabora-zione trasversale con gli altri organi tecniciregionali o interregionali è stata certamentela più interessante e costruttiva.

Questa esperienza da una parte ci ha fattocomprendere le problematiche di disallinea-mento tra le realtà didattiche del CAI pre-senti sul territorio; dall’altra ci ha reso piùconsapevoli del divario potenziale positivodella nostra struttura e delle nostre scuole.

Tutto nasce da un’iniziativa delle sezioni di

Valdagno, Recoaro e Arzignano nel 2003: laloro scuola intersezionale, dedicata succes-sivamente a Gino Soldà, chiede alla nostracommissione di usare la denominazionescuola di montagna lasciando intendere dinon voler essere limitata alle sole disciplinedi alpinismo, sci alpinismo e arrampicatalibera.

La richiesta fu motivata proprio dal ruoloche la scuola stessa ricopriva all’internodelle sezioni, cioè punto di riferimento ditutte le attività: alpinismo giovanile, escur-sionismo, sci fondo ecc.; ciò principalmentedal punto di vista formativo con attivitàcostanti di aggiornamento e perfezionamen-to rivolte a istruttori e accompagnatori.

Cos’è la scuola di montagna? È l’evoluzio-ne delle attuali scuole, unite alle altre attivi-tà disciplinari che attualmente sono presen-ti nelle nostre sezioni. Queste oggi svolgonoseparatamente il principale ruolo aggregati-vo che il CAI esprime: soci e non soci hannola possibilità di seguire corsi specifici, atti-vità di perfezionamento, lezioni teoriche epratiche su singole tematiche, ecc.; il tuttocomunque con tre finalità comuni: 1) farconoscere l’ambiente montano; 2) trasferireil patrimonio culturale del Club; 3) formaretecnicamente i soci per prevenire gli inci-denti in montagna. Si distingue tra questel’attività dell’Alpinismo giovanile che imple-menta il tutto con un “progetto educativo”studiato appositamente per i giovani dagliotto anni in su.

Oggi le attività si esprimono in autonomia,sia nell’esercizio dei propri programmi sianella formazione dei propri docenti; ognunadipende tecnicamente dal proprio Otpo(Organo tecnico periferico operativo) enaturalmente dalla propria sezione.

Da una analisi effettuata da UniCai è risul-tato che, allineando alcune competenzecomuni espresse dai docenti dei vari gruppi,i pre-requisiti richiesti e i successivi iter for-mativi che conducono all’ottenimento dei

titoli sono troppo diversi tra loro, tanto daalimentare profondi dubbi sulle possibilitàche il Club sia garante delle attività in ter-mini di sicurezza.

Da una parte alcune soluzioni al problemasono sul tavolo del Consiglio che, come giàaccennato, sta lavorando, suggerendo pro-poste al vaglio dei raggruppamenti regiona-li e degli organi tecnici centrali, dall’altra,invece, sarebbe già possibile una soluzionepartendo dalla base con le scuole di monta-gna nelle sezioni.

La scuola di montagna è un organismoche:1. raccoglie sotto una unica regia formativa

tutte le attività tecnico-didattiche presen-ti in sezione;

2. individua le migliori risorse tecnico-cultu-rali tra i gruppi e le mette a disposizionedi tutti;

3. organizza periodicamente incontri diaggiornamento e perfezionamento sutematiche di competenza comune;

4. rende possibile l’integrazione tra le varieattività attraverso collaborazioni effettivenei corsi;

5. garantisce l’originale indipendenza didat-tica di ogni organico nell’espletamentodei programmi formativi rivolti ai soci e

Maggior collegamento tra apparati politici e strutture tecnicheNuove strategie sono al centro dell’attenzione delClub Alpino Italiano perché l’associazione sia piùcollegata tra apparati politici e strutture tecniche, piùflessibile nelle proposte formative. Con l’intesa direndere, come spiega il consigliere Doglioni inqueste pagine, le strutture tecniche che locompongono “meno litigiose nella difesa di ambitioperativi sovrapposti tra loro e più coerenti euniformi nei programmi e nelle tecniche chevengono insegnate ai soci”.

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non soci.I vantaggi dell’esistenza di un’unica strut-

tura didattica sono innumerevoli sia in ter-mini organizzativi e amministrativi per lasezione, sia in termini qualitativi e aggrega-tivi per la scuola stessa. A regime una scuo-la, oltre a dare maggiori certezze di unifor-mità didattica e conseguentemente di sicu-rezza sul “campo”, offre maggiori opportu-nità di organizzare attività complementaritra loro, non sovrapposte in termini tempo-rali, in modo da offrire agli allievi un per-corso formativo logico e lineare nel tempo;permette di individuare e coltivare più facil-mente allievi talentuosi, alimentando possi-bili vocazioni al ricambio nella scuola; dioffrire un giudizio non di “parte” ma obietti-vo sui pre-requisiti di “partenza” a chi chie-de di iniziare un percorso formativo con ilCAI; sarà pure maggiore il senso di apparte-nenza al Club e minori gli scontri interni trale attività; inoltre tutte le competenze cultu-rali e professionali saranno a disposizionedi ogni disciplina e non privilegio del sologruppo a cui appartiene l’esperto. Sarà cer-tamente una sezione più unita.

Oggettivamente sembra semplice attuare

questo riassetto nelle sezioni, suggerito piùdalla logica che dall’ingegno. Invece non ècosì. Il tessuto su cui costruiamo idee e pro-getti è delicato. Molto delicato. È costituitoda fibre di “volontariato” che si alimentanoprincipalmente della soddisfazione di ciòche fanno e dal ruolo che ricoprono nelsodalizio. La soddisfazione è il motore dellanostra attività, è la moneta di scambio con ilnostro impegno, con la nostra disponibilitàall’interno delle attività.

Nel passato, la costituzione spontanea escoordinata di gruppi di lavoro nel CAIspesso ha trovato solide fondamenta neidesideri, nelle capacità e anche nei limiti deifondatori stessi. L’entusiasmo e il rapportoumano hanno spesso sovrastato gli aspettidi responsabilità che caratterizzano indiscu-tibilmente tutte le discipline che si sviluppa-no in montagna.

Purtroppo l’evoluzione delle attività e ilruolo stesso del CAI nel panorama naziona-le della formazione alla montagna non puòimperniarsi sul dilettantismo. Chiunque siaa sbagliare, paga istituzionalmente il CAI;quindi che senso ha fregiarsi dell’eccellenzadel proprio settore se poi veniamo giudicati

nell’insieme? Avrà molto più senso, per ilbene e l’immagine comune, condividere leproprie “ricchezze” per prevenire qualsiasigiudizio negativo.

In conclusione, il prezzo di un cambia-mento è e sarà sempre in rotta di collisionecon chi attualmente opera nelle strutture darinnovare perché ciò spesso comporta laperdita di ruoli, competenze o mansioni. Maecco però che in soccorso alle situazioniche prospettano uno “stallo morale” arriva iltempo: ogni novità ha bisogno di un periodoper la sua comprensione e valutazione.Assimilare e digerire in tempi lunghi è fisio-logico nel CAI ed è, il più delle volte, ilricambio generazionale a risolvere effettiva-mente il problema.

Quindi con pazienza e tenacia si potrà farequesto salto di qualità e forse, per la primavolta, con un cambiamento radicale prove-niente dalla base.

Che siano i vertici questa volta a non com-prendere questi cambiamenti “calati dalbasso”?

Massimo Doglioni

Consigliere centrale

del Club Alpino Italiano

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Montagnaterapia ultimissime

Sui sentieri della salute

Decentrare il lavoro affidando ai vari gruppi sul territorio,nelle diverse regioni del Paese, il compito di sviluppare ideee iniziative; tutto, secondo uno stile ormai consolidato,

all’insegna di un’autonomia segnata da un costante confronto eintegrazione tra le varie iniziative. Questo era stato deciso l’annoscorso al Palamonti di Bergamo a proposito del progetto“Montagnaterapia” sostenuto dal Club Alpino Italiano.

A che punto stanno le cose? Da un po’ di tempo in effettimancano nella nostra stampa associativa notizie dei progetti. Unsilenzio, una assenza solo apparente però, perché il progettoprosegue e continua in tante forme.

Il 20 novembre, sempre al Palamonti di Bergamo, i referentiprovenienti dalle varie regioni d’Italia si sono ritrovati (foto) peraggiornare la situazione sui progetti in atto e tracciare le linee per ilprossimo futuro. Oltre ai sempre accoglienti padroni di casa eranopresenti i referenti della macrozona Liguria-Piemonte-Val d’Aosta,della Lombardia, del Trentino-Alto Adige, della Toscana-Emilia eRomagna e del Lazio-Abruzzo-Marche-Umbria.

Come sempre in queste occasioni il “giro di tavolo” iniziale perfare il punto della situazione ha riservato non poche piacevolisorprese. A cominciare dalla ricerca in ambito psicologico iniziataalcuni mesi or sono, che si sta concludendo e i cui risultativerranno ben presto presentatati, oltre che al mondo scientifico,anche sulle pagine delle nostre riviste: un lavoro condotto in settegruppi sparsi in tutta Italia, molto interessante per la sua originalitàe anche perché probabilmente primo e unico in questo settore.

Su un piano più operativo da segnalare la costante nascita dinuovi gruppi e in particolare la formazione di alcuni, come quellidel Piemonte e del Lazio, rivolti a ragazzi e adolescenti, concoinvolgimento degli operatori sanitari della neuropsichiatria

infantile. E poi la nascita dell’Ami (Associazione montagnaterapiaitaliana), prima onlus del settore istituita a Roma, la cui intensaattività può essere seguita sul sito www.montagnaterapia.it.

L’argomento centrale rimane comunque la presentazione e ilconfronto sui temi su cui i vari gruppi hanno lavorato negli ultimimesi. Come deciso a Bergamo, ogni gruppo di lavoro haapprofondito un tema esplorando le varie dimensioni presenti nellanostra azione, dall’influenza dell’ambiente alle dinamiche internedel gruppo, dal ruolo dell’accompagnatore alla cosìddetta multi-problematicità: tutti argomenti che, nell’intenzione dei presenti,rappresenteranno l’ossatura di un prossimo incontro che in unpercorso ideale continuerà l’esperienza del convegno “Sentieri disalute” tenutosi a Riva del Garda alla fine del 2008.

Nei prossimi mesi il lavoro sarà centrato sulla organizzazione –realizzazione di questo evento. Tenete d’occhio la nostra rivista e ilsito www.sopraimille.it che vi informerà sulle evoluzioni delprogetto.

Sandro CarpinetaCommissione medica centrale

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TOSCANA Sei comuni per la Francigena

Un “accordo dei 6 Comuni” èstato sottoscritto a Monteriggioni(Siena) il 12 dicembre “per laprogettazione e la gestioneintegrata delle attività di promo-zione del percorso storico dellaVia Francigena all’interno deirispettivi territori comunali”. Ilprotocollo è stato firmato allapresenza del presidente gene-rale del CAI Annibale Salsa, inoccasione di un convegno sullaVia Francigena.

Nel contesto del convegno, alquale hanno partecipato asso-ciazioni e gruppi interessati avari titoli alla Via Francigena, si ètenuta l’assemblea generalestraordinaria della Aetv(Associazione Europea ViaFrancigena, di cui è membro ilCAI) condotta dal suo presiden-te, onorevole Massimo Tedeschi,progetto fortemente voluto dalsindaco di Monteriggioni BrunoValentini. Il protocollo di intesa èstato stipulato fra i comuni diCastelfiorentino, Colle Vald’Elsa, Gambassi Terme,Montaione, San Gimignano e,appunto, Monteriggioni comecoordinatore. I sei comuni hannorecuperato, con paziente opera

di ricerca, circa 80 chilometri dipercorso e il Gruppo regionale siè impegnato, tramite le sezioniCAI di Siena e Firenze, a curar-ne nel tempo la manutenzione.

Il testo dell’accordo è statoquindi firmato dai sindaci dei seicomuni e dal presidente del GRToscana. L’importanza dellaconvenzione va ben oltre il fattodell’accordo per il mantenimen-to degli 80 chilometri di percor-so, in quanto la Toscana è laregione capofila nel progetto ViaFrancigena in Italia (in quantoattraversata dal tratto più lungo,circa 400 km).

Per coordinare le varie iniziati-ve è stata costituital’Associazione toscana VieFrancigene (Atvf) della quale ilGR Toscana è fra i soci fondato-ri. Si tratta di un accordo pilota”,un esempio da seguire sia inToscana sia in altre regioni.

La firma deve essere conside-rata un successo per il Clubalpino: fra le molte associazioniin gara è stato infatti proprio ilCAI a essere preferito. Come silegge significativamente nelprotocollo “i comuni firmatarihanno individuato nel CAI -Regione Toscana l’associazionecompetente al monitoraggio edalla manutenzione dei sentieridella Via Francigena”.

Manfredo MagnaniPresidente GR Toscana

GR Toscana c/o Sez. CAI Firenze via del Mezzetta, 2/m50135 Firenze (FI) tel 3382012726 - fax055.6123126 E-mail: [email protected] web: www.caitoscana.it

CALABRIA Workshop per l’ambiente

La trasparenza e la semplifi-cazione degli atti amministrativie contabili per rendere più effi-caci e comunicativi i progettifinanziati dal Club AlpinoItaliano: di questo si è discussonelle tre giornate del workshop“I progetti del CAI per l’ambien-

te” svoltosi a Reggio Calabriadal 4 al 6 dicembre, organizzato,per conto del Gruppo regionale,dal presidente AntoninoFalcomatà.

Il primo incontro, coordinato daAlessandro Travia presidentedella Sezione Aspromonte, si èsvolto nella biblioteca di PalazzoFoti sede dell’Amministrazioneprovinciale. Simone Guidettidell’Ufficio tecnico centrale perl’ambiente ha illustrato alcuni frai più innovativi progetti del CAI;Falcomatà ha raccontato gliinterventi delle sezioni calabre-si; Filippo Di Donato, rappre-sentante del CAI in Federparchi,ha posto l’accento sull’impor-tanza del programma d’azionedi APE (Appennino Parcod’Europa) nell’ambito del pro-getto “Sentieri, rifugi e aree pro-tette, in una montagna viva percultura e natura”; il presidentedel Gruppo regionale SiciliaMario Vaccarella ha spiegatocome il CAI siciliano gestisce trearee protette regionali; NuccioBarillà del direttivo nazionale diLegambiente ha auspicato unmaggiore impegno nell’inces-sante lotta all’inquinamento ealle “ecomafie”. È intervenutoanche Leo Autelitano presiden-te dell’Ente parco nazionaledell’Aspromonte riconoscendol’impegno del CAI, mentre unmessaggio è stato inviato daDomenico Pappaterra presi-dente del Parco del Pollino.

Erano presenti MirandaBacchiani, presidente dellaCommissione centrale TAM,presidenti e consiglieri dellesezioni calabresi, del Direttivoregionale, il presidente delGruppo regionale del CNSASAldo Rizzo con il capo squadradella stazione AspromonteGiuseppe Trovato. GoffredoSottile, vice presidente genera-le, dopo avere salutato ilProcuratore generale dellaRepubblica Salvatore Di Ladro,ha ringraziato il CAI calabreseper l’impegno e ha evidenziatole notevoli possibilità di ulteriorecrescita che il sodalizio hanell’Appennino.

Il secondo incontro, nella sededella Sezione di ReggioCalabria, ha visto la valutazionee il confronto di esperienze pra-tiche del CAI in regioni e realtàdiverse. Falcomatà ha presen-tato il proprio bagaglio di espe-rienze sia professionali nel set-tore ambientale sia attuatecome coordinatore del progettoche ha consentito alle sezionicalabresi di realizzare interventinei parchi nazionali calabresi;Guidetti ha precisato fasi e crite-ri per ogni progetto sottolinean-do l’importanza della pianifica-zione e della rendicontazioneconsiderando la tracciabilità deipagamenti; Vaccarella ha rile-vato che gli interventi devonoessere pensati per durare neltempo con soluzioni innovative,utilizzando fonti rinnovabili,facendo riferimento a diverseleggi nazionali tra cui il decreto460/97; Bacchiani ha illustrato lefinalità della commissione ricor-dando le competenze; DiDonato ha invitato a inquadrare iprogetti regionali in una visionenazionale, dando respiro alleazioni locali e all’educazioneambientale: il CAI può avvalersidi eventi come la Giornatanazionale dei sentieri e laGiornata internazionale dellamontagna da promuovere inogni sezione, ed è auspicabileun centro nazionale di raccoltadati per le schede catasto emanutenzione, compilate perogni escursione.

E’ stata decisa la costituzionedi quattro gruppi operativi coin-volgendo tutte le sezioni dellaCalabria come referenti per: 1)raccogliere e organizzare mate-riali, norme e utilizzi; 2) consi-derare tutti gli aspetti fiscali, diorganizzazione, gestione e ren-dicontazione, tra volontariato eprofessionismo; 3) definire i cri-teri base per la progettazione el’uniformità delle proposte, conriferimento alle fonti di finanzia-mento locali, nazionali ed euro-pee; 4) attivare le reti escursio-nistiche regionali, rapportate aquella di tutta l’Italia, con leschede catasto, di manutenzio-

CAI REGIONI Notizie dai gruppi regionali

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ne e gli applicativi da rilevazioniGPS e WEBGIS.

Il 6 dicembre il workshop si èconcluso in Aspromonte. Dopo larisalita nel bacino della fiumaraMelito con i fertili suoli, le pendici auliveto e la pastorizia, la giornata ètrascorsa nel bacino della fiumaraAmedolea, tra le più note. E i par-tecipanti si sono ripromessi di tor-nare in Calabria per studiare afondo gli argomenti del workshop,sensibili al richiamo di una terragenerosa.

Antonino FalcomatàFilippo Di Donato

GR Calabriavia S. Francesco da Paola, 106 89100 Reggio Calabria (RC) E-mail: [email protected] web: www.caicalabria.it

LOMBARDIA Rifugi, regolamento della Regione

I rifugi escursionistici ed alpini-stici della Lombardia (vedi l.r.16/07/2007 n. 15) possono orasvilupparsi in condizioni di mag-gior chiarezza normativa dopoche, il 28 gennaio, laCommissione attività produttivedella Regione Lombardia haapprovato il necessario regola-mento “Requisiti strutturali e igie-nico sanitari”. I rifugi dovrannoadeguarsi agli standard previstientro cinque anni, e a loro dispo-sizione, nel prossimo triennio cisono tre milioni di euro.

Al regolamento appena licen-ziato hanno collaborato il CAILombardia, Assorifugi e Guidealpine. Per il CAI lombardo si ètrattato di un intenso lavoro di rac-cordo tra le sezioni proprietarie dei95 rifugi e la commissione rifugi,retta da Carlo Alfredo Pessina,che ne ha sollecitato le osserva-zioni successivamente concor-date con presidenza regionale(Guido Bellesini avvicendato poida Renata Viviani, coadiuvata dalvice presidente Renato Aggio,referente rifugi del CDR).

Le osservazioni proposte nellesedi tecniche e politiche sonostate accolte quasi tutte e hannocontribuito a creare uno stru-mento adeguato ai tempi (vediaccessibilità ai disabili per i rifugi

raggiunti dalla viabilità ordinaria)ma che considera le situazionipeculiari.

Renata Viviani Presidente CAI Lombardia

GR Lombardiavia S. Pellico, 620121 Milano (MI) web: www.cailombardia.it

EMILIA ROMAGNA Accordo per la sentieristica

È stato firmato il 15 gennaio aBologna il protocollo CAI-Regione Emilia Romagna con cuiil Club Alpino Italiano conferma erinnova il suo impegno nellamanutenzione e nell’ammoder-namento delle rete sentieristicaregionale.

La stipula è stata siglata dall’as-sessore regionale alla program-mazione e allo sviluppo GianCarlo Muzzarelli e dal presidentedel Gruppo regionale CAI PaoloBorciani.

Nel testo è illustrato il progetto“Alta via dei parchi”: un itinerariodi oltre 450 km di grande interes-se naturalistico e storico, che saràpercorribile a partire dal 2011. Daquest’anno invece prenderanno ilvia i lavori di ripristino e ammo-dernamento della segnaleticaverticale e orizzontale, per cui èprevisto dalla Regione uno stan-ziamento di 1.300.000 euro, cui siaggiungono altri 200.000 euro daparte dei Parchi coinvolti.

Con la firma il Sodalizio si impe-gna inoltre a sensibilizzare i socisull’utilità di usare la base dati“Sentieri” e il relativo sito internet“Sentieriweb”. “È una giornatastorica per i 15 mila soci del CAIregionale e per gli oltre 300 milanazionali. Con questa convenzio-ne si recupera e si promuove l’i-dentità dell’Appennino e delle suegenti; allo stesso tempo si sottoli-nea l’importanza del volontariatodel CAI, da sempre impegnato –tra l’altro – nella manutenzionedella rete sentieristica e nella dif-fusione dei valori della monta-gna”.

Queste le parole di Borciani cuihanno fatto seguito quelle dell’as-sessore Muzzarelli: “È interessecomune poter disporre di un’effi-

ciente rete escursionistica al finedi favorire la sicurezza delle per-sone e incrementare lo sviluppo diun turismo a basso impattoambientale in zone consideratesvantaggiate.

L’accordo – ha ricordato l’as-sessore – mette nero su biancol’importanza del ruolo del CAI”. IlProtocollo Regione EmiliaRomagna – CAI segue l’appositadelibera di Giunta regionale e hadurata triennale.

GR Emilia Romagna Via Fratelli Tondelli, 11 42122 Reggio Emilia (RE) web: www.caiemiliaromagna.org

UMBRIA Convenzione con Coldiretti

Una convenzione è stata stipu-lata tra Coldiretti-TerranostraUmbria e il Club Alpino Italianodell’Umbria. L’iniziativa intendevalorizzare il lavoro di tantiimprenditori attivi nella venditadiretta, consentita loro dalle nuovenormative, e far scoprire più davicino ai soci CAI il mondo agrico-lo e la multifunzionalità dellemoderne imprese, impegnate tral’altro nell’attività agrituristica, cheriveste un ruolo qualificante perl’agricoltura regionale e per lo svi-luppo del turismo ambientale.

L’accordo, in particolare, per-metterà a ogni associato del CAI alivello nazionale, di usufruire diagevolazioni rispetto ai già “com-petitivi” prezzi praticati presso leaziende agricole di vendita direttadella regione che hanno aderitoall’iniziativa e per il soggiornonegli agriturismi di TerranostraUmbria, l’associazione per l’agri-turismo, l’ambiente e il territoriodella Coldiretti, pronti a ospitare isoci CAI in accoglienti struttureimmerse nella natura.

Per conoscere l’elenco degliagriturismi e aziende umbre divendita diretta di prodotti agricoli a“km 0” aderenti, visitare il sito webdel Gruppo regionale Umbria:www.caiumbria.it.

GR Umbria - via Fratelli Cervi 3105100 - Terni (TR) - Tel0744286500 - fax 0744286500 E-mail: [email protected]

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SAGGIMONTAGNA VENETA IERI, OGGI, DOMANINel centenario della Sezione diTreviso del CAI una raccolta disaggi su vari aspetti della culturaalpina affidati a studiosi e testimonirappresentativi. Presentazione diAnnibale SalsaA cura di Aldo Solimbergo.Sezione di Treviso(www.caitreviso.it),

Consiglio regionale del Veneto,Provincia di Treviso, Comune diTreviso, Fondazione Cassamarca,239 pagine

CIVETTA PER LE VIE DEL PASSATORiedizione aggiornata di unfondamentale volume per laconoscenza in forma antologicanon solo del Monte Civetta, maanche dell’intera Val di Zoldo e

della Val Cordevoledi Giovanni Angelini. FondazioneAngelini (www.angelini-fondazione.it), 421 pagine

ORCHIDEE REGINE DEI FIORIDi sentiero in sentiero, alla ricercadelle orchidee spontanee in Umbriaimpeccabilmente “raccontate” efotografate: un’iniziativa editorialedella Sezione di Spoletodi Pino Ratini, Porzi Editoriali,Perugia, 189 pagine, 12 euro

I GRIGIONI NELLA STORIAStoria di una regione cruciale nelcuore delle Alpi attraverso gli scrittidell’americano William AugustusBrevoort Coolidge (1850-1926),giurista, bibliofilo, alpinista. Consaggi di Luigi Zanzi ed Enrico Rizzi Fondazione Enrico Monti,Fondazione Maria GiussaniBernasconi, 239 pagine

LA GUERRA BIANCAVita e morte sul fronte italiano1915-19 (cinquemila caduti permetro quadrato di battaglia) sullabase delle ricerche di uno storicoinglesedi Mark Thompson, Il Saggiatore,502 pagine, 22 euro

LE ALPI SOTTO SERRAGli effetti del riscaldamento globalein un piccolo paese delle Alpidi Martine Rebetez, Casagrandeeditore, 128 pagine, 18 euro

TESTIMONIANZEINSIEME VERSO LA LUCE...Testamento spirituale di un fertile

scrittore di montagna al suo 23°libro. Un’occasione per rimettereaffettuosamente a fuoco le figuredei figli, dei genitori e di uncagnolino prendendo spunto dafatti sovrannaturali di Lodovico Marchisio, Arti Grafiche San Rocco (tel 011.783.3000,[email protected]), 60 pagine, 10 euro

MANUALIMANUALE OPERATIVO PER LA LOTTA CONTO GLI INCENDI BOSCHIVIDescrizione dei fenomeni,organizzazione delle squadre e schemi operatividi Pier Luca Domenichini e Benito Castiglia. Erga Edizioni, distr CDA Bologna tel 051.969312,360 pagine, 40 euro

GUIDE FREERIDE NELLE DOLOMITICento itinerari fuoripista corredatida esaurienti schede con tracciatidelle salite e discese e immaginiadeguatedi Francesco Tremolada, Versante Sud (02.7490163), 448 pagine, 31,50 euro

SAN LUCA E POLSIIn Aspromonte lungo la via dellaMadonna, tra giganti di arenaria,fiumare e frequentate mete dipellegrinaggidi Alfonso Picone Chiodo eDomenico Raso, Città del Sole(www.cittadelsoleedizioni.it), 80 pagine, 14 euro ■

BOOKSHOPCosa c’è di nuovo

La Libreria Sistina di Rovellasca (Como), nata nel 1996 come libreriaspecializzata per ragazzi e insegnanti, nel 2009 ha ricevuto il lusinghieroPremio Andersen. Il 13 giugno 2007 (come ha riferito Lo Scarpone) hainaugurato, per passione sia personale che familiare, un settore dedicatoalla narrativa, alla saggistica e alle guide di montagna. Come riferisce latitolare Sistina Rovelli, la libreria ospita di frequente personalità dell’alpi-nismo e della cultura alpina. La guida di arrampicata più venduta risulta“Solo granito. Masino, Bregaglia, Disgrazia” (Versante Sud) mentre intesta ai best seller c’è l’alpinista e scrittore valtellinese Marco Confortola.La libreria apre le sue vetrine nel piccolo centro lombardo in via Carugo7 (tel 0296740422 -348 8730848 - fax 0296341315 - [email protected], www.libreriasistina.it).

PPiiùù vveenndduuttii1) Marco Confortola, Giorni di ghiaccio (Baldini e Castoldi Dalai)2) Enrico Camanni, La sciatrice (Cda&Vivalda)3) Jon Krakauer, Nelle terre estreme (Corbaccio)

CCoonnssiigglliiaattii1) Riccardo Cassin, Capocordata (Cda&Vivalda)2) Erri De Luca, Sulla traccia di Nives (Mondadori) 3) Enrico Camanni L’ultima Camel Blu (Cda&Vivalda)

HITPARADELa montagna in libreria

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“Protagonisti i giovani” è il filo conduttore del IXCongresso nazionale degli accompagnatori di alpini-smo giovanile che si terrà il 13 e 14 marzo a Piacenza acura della Commissione centrale di AG con la collabo-razione della Sezione di Piacenza del CAI (Scuola diAG “I Ghiri”) e delle ditte Haglöfs e ClimbingTecnology. Tutti gli accompagnatori sono invitati a par-tecipare (ASAG e aggregati saranno ammessi in base aiposti disponibili). Il congresso si svolgerà presso lasala congressi della struttura “La Volta del Vescovo”dalle ore 14 di sabato. Le registrazioni avverranno dalle18 alle 20 di venerdì 12 presso il Park Hotel e dalle ore11 di sabato 13 presso la sala congressi. I lavori termi-neranno verso le ore 17 di domenica. Il telefono dellasegreteria (333.9683927) sarà attivo durante il congres-so da venerdì a domenica.

IL PROGRAMMA E IL TEMA GENERALEDue saranno i momenti tematici. Il sabato sarà dedi-

cato alle relazioni istituzionali di fine mandato e a unbilancio dell’operato della commissione e dello statodell’AG. Sarà anche il momento per discutere i temiforti che all’interno e all’esterno del CAI coinvolgonol’alpinismo giovanile: le riorganizzazioni e le linee diindirizzo più importanti che vengono proposte nonpossono che passare da questa assemblea e dare spun-to a eventuali mozioni per il nuovo OTC. La domenicasarà invece dedicata al giovane che continua a essereil “protagonista” dell’AG. Una serie di relazioni affron-teranno alcuni dei temi forti della pedagogia e dell’uni-verso giovanile. I relatori sono appassionati professio-nisti che hanno saputo dedicare ai giovani la loroattenzione ben oltre i doveri professionali e sicura-mente sapranno coinvolgere e motivare gli accompa-gnatori presenti. La mattinata dedicata ai ragazzi siconcluderà mettendo alcuni di loro al centro del palco:i giovani partecipanti alle esperienze UIAA sarannopresenti con le loro immagini, pronti a riportarci final-mente in montagna. Infine nel pomeriggio ascolteremoquattro racconti di esperienze con giovani in difficoltàche, grazie all’AG e nell’AG hanno trovato amicizia,prima ancora che un aiuto fisico e psicologico, per fareinsieme un “pezzo di strada” in modo migliore.

LA GIACCA/DIVISA DEI TITOLATI Alcuni stand riguarderanno le pubblicazioni del CAI

e di alcuni privati, i materiali di alcuni sponsor istitu-zionali e la giacca/divisa dei titolati del CAI. La nuovaed esclusiva giacca (su base del modello MassifJacket della ditta Haglöfs) è il capo scelto da tutti gliOTCO per i propri titolati e dovrà diventare l’elemen-to principale per l’immagine comune dei tecnici delClub alpino. Sarà possibile provare i capi, prenotarli ecompatibilmente con le disponibilità a magazzino,acquistarli direttamente al congresso.

IL CONCORSO FOTOGRAFICOLa Commissione centrale alpinismo giovanile indice

il 4° concorso fotografico nazionale sul tema“Immagini dell’alpinismo giovanile”. La partecipazio-ne è gratuita. Le opere dovranno rappresentare esclu-sivamente le attività di alpinismo giovanile e quindicontenere immagini di giovani e accompagnatori inambiente montano. Il concorso è aperto a ragazzi eaccompagnatori dei gruppi giovanili ed è diviso in duesezioni: giovani e accompagnatori. È ammesso l’inviodi un massimo di tre stampe a colori che dovrannoavere i lati compresi fra un minimo di 18 e un massi-mo di 30 centimetri. Le foto dovranno riportare sulretro il numero progressivo della scheda, nome ecognome dell’autore, età, qualifica, luogo rappresen-tato e titolo dell’opera. Dovranno pervenire, assiemeal modulo di iscrizione, entro e non oltre l’8 marzo alseguente indirizzo: Club Alpino Italiano -Commissione centrale alpinismo giovanile - Concorsofotografico nazionale - via Petrella 19 - 20124 Milano.

La premiazione avverrà a Piacenza il 14 marzo inoccasione del Congresso nazionale.

DESIGNAZIONE DEI CANDIDATINel corso del congresso si procederà alle votazioni

per la designazione dei candidati da presentare per ilrinnovo della CCAG. Hanno titolo all’elettorato attivoe passivo gli AAG e gli ANAG in attività (non sospesi).

IL PROGRAMMAVenerdi 12 marzo ore 18 - 20 registrazione con-

gressisti (Hotel Park) e riunione operativa CCAG.Sabato 13 ore 11 inizio registrazione congressisti,ore 14 inizio dei lavori con l’intervento (14.30) del pre-sidente generale Annibale Salsa, successivamenterelazioni del presidente CCAG, del direttore SCAG,della Segreteria; ore 16,30 l’AG all’interno del CAI(riordino OTC, ambiti operativi, MIUR, Scout, ...),17.30 Interventi e dibattito sulle relazioni. Domenica

14 ore 8.30 inizio lavori, nomina commissione eletto-rale, introduzione del tema principale del congresso;ore 9 “Il giovane DI montagna e il giovane IN monta-gna” (Annibale Salsa, antropologo); 9.45 “Lo spiritod’avventura nell’età evolutiva” (Marina Nelli, inse-gnante); 11 Litigare per crescere: il conflitto comerisorsa (Daniele Novara, pedagogista); 11,45 L’amicoè... (Massimo Guerreschi, pedagogista); 12,30 relazio-ne consuntiva UIAA-YC con filmati e saluto ai ragazzipartecipanti; 14 chiusura operazioni di voto e iniziospoglio; 14,30 I ragazzi “in difficoltà”: superare il dis-agio fisico e psicologico con gli amici dell’AG.Esperienze a confronto con l’intervento dei protago-nisti; 16 comunicazione risultati concorso fotograficoe comunicazione risultati designazione candidati rin-novo OTC. Conclusioni. ■

AGALPINISMO GIOVANILE

IX Congressonazionale Piacenza, 13 e 14 marzo

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VISTA DA LUIDa quando ci conosciamo (sono 30 anni!) i

week-end passati a casa si contano sulle ditadi una mano, compresi quelli con il bruttotempo. Eh si, anche quelli. Perché quando la“malattia” si condivide, tutto diventa piùfacile: il problema del compagno con cuicombinare la gita non esiste e svanisce la

possibilità di litigate con la moglie o il mari-to che restano a casa ad aspettare.

Si diventa irrimediabilmente “egoisti” eforse ci si isola anche un po’ dagli altri, mal’insieme di sensazioni che ne deriva non haeguali, lasciando ben poco spazio a tutti que-gli aspetti negativi che caratterizzano l’attivi-tà di un certo livello vissuta in coppia.

Motivi di apprensione? Quelli si demanda-no ai propri genitori, consapevoli e a volteillusi che un’attività così pericolosa vissutainsieme sia esente dalle ordinarie insidie. Sidiventa più prudenti, questo si, più vigili. Siprendono precauzioni su cui solitamente sisorvola. Ma il rischio è solo apparentementepiù lontano, ingabbiato dalla forza e dall’u-nione che caratterizzano questo condividereinsieme forti emozioni.

Ecco in queste pagine il breve riassuntodella nostra storia. Chissà che non mi vengaun giorno l’ispirazione e che non riesca a rac-cogliere fra le pagine di un libro una piccolabiografia di tutti questi anni, raccontando deinostri compagni, quelli che hanno condivisole nostre piccole e grandi avventure e quelliche ci hanno lasciato per sempre, che sonotanti. Sono volati più di 25 anni, e insieme aloro i ricordi di tanti sogni realizzati.Qualcuno è ancora lì nel cassetto, altri reste-ranno per sempre come tali, irrealizzati; d’al-tra parte cominciano a farsi sentire i primiacciacchi: vent’anni e più di fabbrica perMirella si sommano alle fatiche di questanostra passione, e la libera professionem’impone ritmi lavorativi estenuanti senza

Raccontarsi, parlare di se è sempreimbarazzante. E sicuramente Marco eMirella Conti avrebbero preferito farsiintervistare, quando la redazione unpaio d’anni fa chiese alla coppia diraccontarsi. “Raccontarsi da soli ècome guardarsi allo specchio eandare indietro nel tempo, fra lepieghe della memoria, nei ricordi diuna vita passata insieme”, spiegaMarco, accademico del Club AlpinoItaliano. “Un’altalena di emozioni”,aggiunge. “Tanto alpinismo earrampicate d’ogni genere, masoprattutto la vita e i problemi di tuttii giorni, da quelli lavorativi a quelli dicoppia. Con il rischio, comunquesempre presente, di cadere nellaretorica o nell’autocelebrazione”.Ecco come “si” racconta una coppia“ammalatasi” insieme di amore per lamontagna e per le scalate “in ogniloro espressione”.

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mai poter veramente “staccare”. È bello pen-sare a certe “coppie” della storia, a George eSonia Livanos, a Boccalatte e NinìPietrasanta. È a loro che vorremmo ispirarci,e come loro magari essere ricordati.

Marco

VISTO DA LEIConosco Mark dalle medie (una vita!). Poi

alle superiori l’amore si è rafforzato.Lui era già piuttosto bravino; scalava con il

lusernese Marco Demarchi, a quei tempi unfuoriclasse. Ricordo ancora una delle loroavventure più chiacchierate di quegli anni.Erano giovanissimi: 16 anni lui e 17 l’altro.Sulla nord del Viso m’impressionò tantissi-mo...14 ore di ghiaccio nero e quei due pun-tini piccolissimi, sfiniti, che alle 15 del pome-riggio dovevano ancora uscire dalla “cordamolle”. Robe da pazzi. A me piaceva correrele maratone, e la fatica nello sport mi entu-siasmava.

Poi, come quasi tutti a Pinerolo, sono pas-sata anch’io attraverso la scuola di alpini-smo Guido Bosco del CAI, dove oltre agliscalatori con cui Marco arrampicava abi-tualmente c’erano già alcune figure mitichedi quegli anni, come gli accademici GiorgioGriva e Michelino Ghirardi. Ma io oramainon avevo più bisogno di cercare compagni.Per me c’era Marco e non m’importava dinessun’altro. Non c’è voluto molto ad appas-sionarmi profondamente, grazie anche al suocarattere e alla sua infinita fantasia nello sce-gliere luoghi e montagne dove andare insie-me a scalare, dalla vicina Sbarua alle meravi-gliose Calanques di Marsiglia, dal miticoVerdon alle infinite placche della Val diMello. Ma sarebbero centinaia i luoghi daelencare. Marco è diventato dapprima istrut-tore nazionale nel 1989, militando nella scuo-la interregionale per molti anni e dirigendoper quasi venti quella sezionale; poi nel ‘91, a27 anni, entra nell’Accademico. Devo esseresincera. Con me ha compiuto circa il 90% del-l’attività e spesso c’erano anche terzi in cor-data con noi. Ma fin dall’inizio io mi sonosempre accontentata di “seguirlo” da secon-da pur non disdegnando qualche bel tiro intesta.

Lui non mi ha mai forzata e a me è semprepiaciuto così. M’interessava fondamental-mente esserci e vivere insieme, assoluta-mente uniti, qualsiasi tipo di avventura pos-sibile. Consapevole di essere la causa di certirallentamenti, soprattutto in discesa doveMarco non mi ha mai slegata, e felice peròall’inverosimile di raggiungere l’obbiettivo.

Vi posso garantire che anche da “secondi”si provano emozioni incredibili, soprattuttoquando si è la moglie del primo di cordata.Sensazioni che restano indelebili nel tempo,

Più di un quarto di secolodi vita e scalate nelracconto di una coppia di alpinisti piemontesi

Testimonianze Marco e Mirella Conti

In alto i cuori

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LO SCARPONE, MARZO 2010 - 21

come il ricordo di certi bivacchi in parete.Mi viene in mente come fosse ieri. Era il

1987. In cima all’Olan dopo essere uscitidalla nord-ovest, 30 e più tiri di rocciaccia escariche di sassi, il sole che cala e noi duecompletamente soli in cima, avvinghiati unocon l’altro al riparo dal nulla.

E come dimenticare il bivacco sul diedroPhilipp in Civetta nel 2004? Uno dei più stres-santi mai sopportati, dove poco oltre la metàsiamo rimasti in tre rannicchiati uno control’altro in un esigua nicchia maleodorante,sempre svegli, tutta la notte martellati da unafitta e continua sassaiola proveniente dagliimbuti terminali.

Sarebbero centinaia i momenti e le saliteche mi vengono in mente, e tantissime le lun-ghezze di corda stampate per sempre nellamemoria. Momenti di pura angoscia, non mivergogno a dirlo, come i temuti “traversi”sulla via dei Fachiri alla Scotoni: ricordoancora quei due soli chiodi di protezione insessanta metri di traverso su di un vuoto davoltastomaco, o ancora le tre notti col mal-tempo sulla Noire e tanti altri momenti perfortuna di gioia immensa. Bivacchi che maipiù potrò dimenticare, come quelli in cimaalla Marmolada, in discesa dalla TorreTrieste o sul Cozzolino al Mangart, quarantae più arrivi in vetta oltre i 4000.

Poi ancora il ghiaccio, una passionesenza confini, dalle cascate di fondovallealle “goulotte” d’alta quota: in 20 anni neabbiamo salite oltre 350 e senza nessunincidente, a parte quell’incredibile scivola-ta di oltre 500 metri sui Bans dove nel ‘94negli oltre due mesi di “fermo” ci trovam-mo finalmente a casa. Poi alcune magnifi-che esperienze fuori dall’Italia: il Ben Nevisin Scozia, due spedizioni extraeuropee, unain Gahrwal e, l’altra in Perù con la salita didue cime oltre i 6000 metri.

Mirella

Malati di montagnaAccademico dal ‘91, istruttore nazionale dal ‘89, ilpinerolese Marco Conti condivide da trent’anni legioie e i problemi di tutti i giorni, in montagna comea casa, con la compagna Mirella. Nell’altra pagina lacoppia in vetta al Monte Bianco.

Se è vero che l’alpinismo è unfenomeno culturale i tempidovrebbero essere maturi percolmare una certa carenza di

letteratura su ordinarie storie dimontagna. A quanto pare invece l’e-ditoria di montagna è cresciuta neirecenti anni da un lato sui volumiillustrati e la saggistica e dall’altrosulla narrativa alpinistica in primapersona, ma sempre ad opera diautori già affermati. Qualche moscabianca si individua qua e là, ma è laclassica eccezione che conferma laregola.

“Montagne da raccontare” con sottotitolo“Storie di ghiaccio, di avventure, di uomini”di Davide Chiesa (224 pagine di cui 64 difoto a colori, con prefazione di KurtDiemberger) narra di cose di montagna edè scritto da un alpinista come tanti. È editoda Idea Montagna di Francesco Cappellari,piccolo editore a sua volta alpinista e com-pilatore di guide. Chiesa, quarantenne pia-centino, articolista, documentarista e con-ferenziere, collaboratore della Rivista delCAI, è alpinista moderno capace di supera-re alte difficoltà, ma non disdegna affattol’alpinismo classico, prediligendolo sia per icontenuti poetici, sia per la forte carica arti-stica delle vie-capolavoro e la sobrietà delleavventure esplorative.

Come ti è venuta l’idea?

“Avevo delle cose da dire che non hoancora letto sui libri. Noi alpinisti normaliqueste storie ce le raccontiamo nelle seratein sezione. Ad esempio, quando uscendodalla parete nord dell’Adamello in inverno,oltre il buco della cornice, sono rimastostregato dal sole che tramontava sulle valligià immerse nel buio azzurrino, con il cuoreche batteva forte, e mi sono chiesto se siagiusto tenere queste emozioni solo per me.Noi alpinisti viviamo grandi esperienze econ esse un groviglio di emozioni e sensa-zioni. Abbiamo dentro di noi molte cose dadire, da trasmettere agli altri, suscitandoanaloghe emozioni. Esserne capaci, però,non è da tutti”.

Scrivere un libro, sembra facile...

“Mi sono impegnato per scriver questolibro più che non a scalare una parete nord!Nove mesi per scriverlo, un parto! Ho scel-to un editore di mia fiducia. Ed è stata una

esperienza fantastica vedere il libro nascerea poco a poco”.

Chi è uno scrittore di montagna?

“È soprattutto uno che crede che l’alpini-smo - e la frequentazione della montagna ingenere – sia un’attività umana prevalente-mente di tipo artistico-culturale. Esserescrittore poi per me è stata una scommessa:dimostrare che non è necessario essere eroio famosi per poter scrivere. Come il grandeKurt Diemberger osserva nella prefazione,per comprendere tutto ciò non occorre sca-lare la Nord dell’Eiger”.

Ma qual è il tuo alpinismo?

“Beh, non è solo l’alpinismo della domeni-ca. Va dalla passeggiata alla scalata, dalclassico al moderno, dall’estivo all’inverna-le, con scarpette o con scarponi e ramponio con gli sci. È un alpinismo classico conbrio, come lo si respira nelle nostre sezioni.Non per nulla ho dedicato il libro ai compa-gni di cordata e agli amici. Ma nel libro rin-grazio anche la redazione della Rivista delCAI perché ha sempre apprezzato i mieiscritti indirizzandomi verso uno stile piùculturale, più poetico. Infatti, pur avendocollaborato in passato con altre testate,quando vedo i miei testi pubblicati sullaRivista capisco che quello è il posto dovedevono stare”.

Lino Pogliaghi

Gruppo italiano scrittori di montagna

Scrittori di montagna Davide Chiesa

Arrampico e mi ispiro

Dedicato ai compagni di cordata“Un alpinismo classico con brio, l’alpinismo che sirespira nelle nostre sezioni, è quello che prediligo”,spiega Davide Chiesa, qui con Kurt Diemberger chegli ha dedicato la presentazione. “Non per nulla hodedicato il libro ai compagni di cordata e agli amicidelle sezioni che ho frequentato”.

“Non sarebbe sensato tenere tante emozioni egoisticamentesolo per me”, dice a proposito del suo primo libro “Montagne da raccontare”

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22 - LO SCARPONE, MARZO 2010

L’evento sismico che ha colpito l’Abruzzo provocando morte,distruzione ed enormi disagi alla popolazione, che in un atti-mo ha visto cancellati gli affetti più cari e i risultati del lavo-ro di una vita, tra i tantissimi aspetti negativi ne ha mostrato

anche uno positivo: l’importante segnale di solidarietà per la terrad’Abruzzo a cui il Club Alpino Italiano Abruzzo vuole risponderecon un grande grazie.

Grazie: ai tanti cittadini che con il loro contributo hanno dato forzaalla macchina della ricostruzione; ai volontari del TerzoRaggruppamento dell’Associazione Nazionale Alpini, ai Gruppi regio-nali, alle Sezioni CAI e agli oltre duecento soci CAI che hanno per-messo con il loro apporto la gestione dei dieci campi tenda nella loca-lità di Sassa; al vice presidente della Sezione de L’Aquila Felice Flatie al vice presidente del CAI Abruzzo Gaetano Falcone che, pur viven-do da aquilani il disagio legato alla inagibilità delle proprie case, sonostati i punti di riferimento sul territorio per tutte le attività del CAIAbruzzo nella gestione dei campi tenda.

Grazie ai presidenti delle commissioni centrali CAI (Escursionismo,Alpinismo giovanile, Tutela Ambiente Montano, Commissione cine-matografica, Comitato Scientifico Centrale) per aver accolto ilnostro invito a realizzare in Abruzzo importanti eventi nazionali einternazionali, che hanno permesso ai tantissimi partecipanti di unire

alla vicinanza affettiva da tutti espressa verso l’Abruzzo, anche quel-la umana, che tanto si realizza attraverso l’escursionismo e le altreattività del nostro Club.

Grazie ai presidenti delle sezioni e degli organi tec-nici abruzzesi che con grande forza di volontàhanno realizzato tutte le iniziative in programma,anche con realtà di alcune sedi dichiarate inagibili,dimostrando la tenace volontà di andare avanti e diadoperarsi affinché la nostra regione e il suo patri-monio storico-culturale tornino ad essere più belli diprima e punto di riferimento di un turismo eco-com-patibile legato alle bellezze del nostro ambientemontano. Grazie al nostro presidente generale e agliorgani dirigenziali del Sodalizio, che hanno volutoesprimere la propria vicinanza alla popolazioneabruzzese, soci CAI e non, con la loro presenza aL’Aquila, culminata con un grande incontro con gli“abitanti” del campo tenda di Sassa Scalo, con l’im-mediata attivazione di una raccolta di fondi da desti-nare in favore della popolazione colpita e con l’averdeliberato un notevole contributo CAI in favore dellesezioni appartenenti all’area del cratere; grazie allaSAT e alla Sezione di Folgaria per la grande disponi-bilità dimostrata ospitando per quindici giorni, nelmese di luglio, ottanta cittadini dell’area del cratere.

I ringraziamenti, rivolti anche a coloro che per bre-vità di spazio non sono citati, non devono essere sen-titi come il momento finale di un rapporto ma comel’inizio di un più lungo cammino finalizzato a far rina-scere l’Abruzzo e a far tornare, nelle persone colpitedall’evento del 6 aprile 2009, la serenità necessariaper pensare ad un futuro migliore ottenibile solo conl’impegno di tutti e non con le polemiche.

In ultimo, colgo l’occasione per precisare che in

Solidarietà L’Abruzzo e il contributo del Club alpino

Al Comitato direttivo regionale Abruzzo spettadeliberare per il progetto che maggiormenterispecchia le finalità della raccolta fondi

Un malinteso da chiarire

Per quanto riguarda la raccolta fondi per il terremoto d’Abruzzo occorredistinguere tra l’atto di solidarietà a favore della popolazione civile dell’areainteressata dal terremoto, per la quale tutti, soci e non soci, hanno raccolto

l’invito ad esprimere il proprio atto di solidarietà, da quello che è invece il dirittodovere del Sodalizio che interviene a favore delle proprie strutture che hannosubito danni sul territorio. Queste due cose vanno distinte perché altrimenti sigenerano equivoci e malintesi che portano a trasformare un atto di solidarietà inqualcosa che fa cadere i presupposti etici che stanno alla base di questadecisione. La raccolta solidaristica per la quale il Club Alpino Italiano ha fattoanche da collettore nei confronti di Uncem e Federbim è destinata alla popolazionecivile e non alle strutture del Sodalizio e la scelta delle iniziative da intraprendere afavore della popolazione terremotata è stata demandata al Gruppo RegionaleAbruzzo. Per quanto riguarda invece le strutture CAI danneggiate il ComitatoDirettivo Centrale ha messo a disposizione delle risorse dell’ente, pari a circa40.000 euro, che andranno proprio a favore delle quattro sezioni interessate dalcratere sismico: L’Aquila, Isola del Gran Sasso, Popoli, Sulmona e Castelli. Ancheil contributo straordinario alle sezioni verrà affidato al GR Abruzzo perl’assegnazione specifica. Ribadisco quindi che non si devono in alcun modo“mescolare” le due scelte, che hanno natura e finalità completamente diverse.

Annibale SalsaPresidente generale del Club Alpino Italiano

A seguito della pubblicazione sull’ultimo numero de Lo Scarpone dellalettera di Bruno Marconi, presidente della Sezione CAI de L’Aquila, ilpresidente generale del Annibale Salsa intende chiarire ogni equivocoe malinteso riguardo la destinazione dei fondi raccolti dal Sodalizio inoccasione del terremoto che ha colpito l’Abruzzo.

Con l’impegno di tutti verso un f

Il contributo alle sezioni del “cratere”Un impressionante aspetto dell’Aquila dopo il sisma che in Abruzzo ha provocatol’anno scorso in aprile morte, distruzione ed enormi disagi alla popolazione. Perquanto riguarda le strutture del CAI danneggiate il Comitato Direttivo Centrale hamesso a disposizione delle risorse dell’ente, pari a circa 40.000 euro, cheandranno a favore delle quattro sezioni interessate dal cratere sismico: L’Aquila,Isola del Gran Sasso, Popoli, Sulmona e Castelli.

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LO SCARPONE, MARZO 2010 - 23

una riunione avuta a Trento, alla presenza del presidente generaleprofessor Annibale Salsa e del presidente della SAT PiergiorgioMotter, si è presa in considerazione la possibilità di unire le forze inun unico progetto per ottenere un maggiore risultato in favore dellapopolazione colpita dal sisma: tra i probabili interventi è stata avan-zata l’ipotesi della ristrutturazione di asili nido, ma nessuna decisioneè stata presa in quanto questa e altre possibilità sono ancora in fase divalutazione.

Sicuro che il Comitato direttivo regionale Abruzzo al termine di tuttele valutazioni delibererà per il progetto che maggiormente rispecchiale finalità della raccolta fondi, saluto e ringrazio.

Eugenio Di Marzio

Presidente CAI Abruzzo

Il presidente della Sezione dell’Aquila Bruno Marconi firmauna lettera pubblicata su Lo Scarpone in merito ai fondi CAI proAbruzzo e al progetto SAT “Una Scuola per l’Abruzzo” ricca di

affermazioni non veritiere. Riteniamo sia doveroso nei confrontisoprattutto di soci ed amici, che si sono prodigati con energia,entusiasmo, tempo e denaro in favore del nostro progetto, illu-strare la realtà secondo SAT.

Il progetto “Una Scuola per l’Abruzzo” è nato e cresciuto in SATe condiviso dai suoi massimi organi: Presidenza, Giunta eConsiglio. Relativamente ai “presunti accordi intercorsi”, il 3 otto-bre 2009 presso la sede SAT sono convenuti: il presidente del CAIprofessor Annibale Salsa ed il vice presidente Valeriano Bistoletti,il presidente del CAI Abruzzo Eugenio Di Marzio e per la SAT ilpresidente Piergiorgio Motter, la giunta al completo, alcuni com-ponenti del Consiglio, il direttore Bruno Angelini ed i referentioperativi del progetto. Nel corso dell’incontro è stata presa in con-siderazione la collaborazione tra CAI e SAT per la gestione unita-ria dei fondi che erano in corso di raccolta, vista anche la disponi-bilità della Provincia Autonoma di Trento, tramite il proprio TavoloTrentino per l’Abruzzo, di curare direttamente la realizzazionedella scuola. Ora la prima fase della raccolta fondi presso la SAT(74.000 euro raccolti) è conclusa ed è già concordato un incontroper con i vertici del CAI centrale, del CAI Abruzzo e SAT per sta-bilire la destinazione dei fondi raccolti. La raccolta fondi SAT, chela stessa può gestire anche autonomamente, è stata voluta, cosìcome quella del CAI, con l’obiettivo ben chiaro di realizzare un’o-pera a sostegno dei bambini abruzzesi, immaginando loro impe-gnati in prima linea nel futuro dell’Abruzzo.

Per questo, mai la SAT ha pensato di destinare i fondi ad usodelle Sezioni CAI abruzzesi. Il presidente della Sezione dell’AquilaBruno Marconi conosce bene e fin dall’inizio le finalità del nostroprogetto. E’ stato infatti ospitato dalla SAT a Folgaria la scorsaestate assieme a 80 suoi conterranei. Ciò precisato, la SAT garan-tisce che impegno ed entusiasmo, nonché l’attenzione in ognisingola fase progettuale non muterà certo a seguito di quest’in-crescioso passaggio. Il sorriso dei bambini abruzzesi che vivran-no il nuovo asilo diventerà il positivo risultato finale di un progettodi cui SAT va orgogliosa e che ha evidenziato l’aspetto solidaleinnato nel nostro sodalizio.

Piergiorgio MotterPresidente della Società degli Alpinisti Tridentini

n futuro miglioreCronaca di una giornata di festa

al rifugio Città di Fiume, nelmagico scenario delle Dolomiti.

Domenica 4 ottobre: ancora una voltail rifugio è cornice impareggiabile perdue cerimonie che coinvolgonol’alpinismo italiano. Vengono ricordatiGiacomo Priotto a un anno dallamorte, avvenuta l’8 ottobre 2008 equindi, a cent’anni dalla nascita,Arturo Dalmartello che della Sezionedi Fiume fu a lungo presidente.Moltissimi i presenti, complice una diquelle splendide e calde giornate chel’autunno sa regalare. Ne ricordiamoalcuni: Emilio Bertan con icomponenti del CAI veneto quasi al completo; rappresentantidel CAI friulano giuliano, presidenti di varie sezioni. E ancora:Umberto Martini, Francesco e Mariuccia Bianchi, SilvioBeorchia, Gigi Brusadin. Altri affezionati della Sezione di Fiumecome Guido Chierego e naturalmente i tre relatori: Roberto DeMartin, Aldo Innocente e Dino Gigante. Ma soprattutto ifamiliari: Lalla Priotto con i due figli Tiziana e Gabriele, e PaoloDalmartello, che per onorare l’illustre padre ha voluto ricordarlocon un libro che ne illustrasse e documentasse la grandepassione per la montagna e l’alpinismo: “Arturo Dalmartello –Le montagne di un alpinista fiumano”, affidandone la stesura aBepi Pellegrinon e alla sottoscritta (Nuovi Sentieri editore).

Si è cominciato con una messa officiata dal salesiano donDuilio Peretti, alpinista del Gruppo Gransi del CAI lagunare.Particolarmente sentita e affettuosa la sua omelia. Sullo sfondogli armoniosi canti del Coro Improvvisando di Conegliano.Dopo il saluto del presidente della Sezione di Fiume TomasoMillevoi, De Martin delinea la figura carismatica di Priotto,medaglia d’oro del CAI. Lungo e attivo infatti fu il legame diPriotto con il Sodalizio che lo indusse già nel 1948 - giovanealpinista entusiasta - a fondare una sezione, quella diGravellona Toce (VB).

Nel 1980 diventa presidente generale, carica che manterràfino al 1986. Ebbe oltre sessanta bollini sulla tessera: una lungastrada nel Sodalizio, ma un cammino ancora più lungo sullemontagne di casa. Perché Priotto è stato alpinista di discretolivello, appassionato sciatore e scialpinista. Sarà anche perquesta passione che le sue cure – pur distribuite nei vari settoridel CAI – si sono rivolte particolarmente alle scuole dialpinismo e scialpinismo.

“La sua vicinanza”, ha spiegato Aldo Innocente, presidente diquesto sodalizio dal 1976 al 1993, amico e collega di Priotto, “èstata determinante per la riuscita del nostro centenario,celebrato nel 1985. Di più e meglio non avrebbe potuto fare”.

Dino Gigante, presidente della sezione dal 1999 al 2005, hasottolineato infine come determinante sia stato l’appoggio diPriotto allorquando si decisero i lavori di restauro e dirinnovamento del rifugio Città di Fiume, per ridargli l’inizialesmalto e vitalità in modo che i fiumani, d’estrazione ed’elezione, potessero tornare a trovarsi e magari a “risentire”oltre alla voce del tricolore italiano, anche quella dell’altrotricolore (carminio, giallo dorato e blù oltremare) che li avevaaccompagnati sui monti che cingono Fiume.

Silvana RovisSezione di Fiume

I nostri cari

Priotto, così gli amici lo ricordano

La SAT e la destinazione dei fondi

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24 - LO SCARPONE, MARZO 2010

Il 20 maggio 2006 nasceva Mountain Blog, da un’idea dello studiodi comunicazione Etymo e dalla sensibilità del Club AlpinoItaliano nei confronti dei cambiamenti culturali del nostrotempo. Queste le parole del presidente generale Annibale Salsa

tratte dall’editoriale pubblicato all’inaugurazione del progetto:“Riproporre [il CAI] in una forma più snella ed accattivante onde farconoscere i valori che hanno innervato la propria storia attraversol’utilizzo di contenitori più giovani e più consoni ai nuovi linguaggi”.

Sono passati più di tre anni dal primo post, e numerosi sono statigli sviluppi editoriali di un progetto che per la natura stessa del suomezzo di comunicazione è stato un continuo “work in progress”:con la creazione dei blog d’autore - tra cui anche quelli dello stes-so presidente generale e del direttore Paola Peila, all’insegna diuna comunicazione istituzionale sempre più diretta e “informale”.

La dimensione della partecipazione è stata fin da subito strategicaper un sito che è innanzitutto un blog: uno dei contributi più recen-ti e importanti che MountainBlog ha fornito al dibattito associativoè stato proprio quello relativo al cosiddetto “Decreto enti inutili” e alfuturo del CAI tra le prospettive di ente pubblico o privato.

Forse proprio quella del confronto è stata a volte la frontiera piùcritica del progetto, dati gli evidenti aspetti delicati che ciò com-porta per un’istituzione. Ma crediamo che l’esperimento abbiadimostrato anche da questo punto di vista che il confine tra comu-

nicazione istituzionale e forme di comunica-zione più agile e diretta può sicuramenteessere spostato, perlomeno su determinatetematiche.

E come tutte le sperimentazioni, era previ-sto ed è giusto che anche quella della colla-borazione MountainBlog - Club AlpinoItaliano avesse un termine, e la conclusionedel progetto è stata decisa di comune accor-do con la fine del 2009.

Da adesso in poi quindi MountainBlog pro-seguirà autonomamente il suo percorso. Ilrapporto con il Club Alpino Italiano rimarrànaturalmente privilegiato, soprattutto ogniqual volta il CAI riterrà opportuno potersiavvalere di questo tipo di canale per diffon-dere verso un pubblico ampio tematiche diproprio interesse strategico.

Al termine di questo felice periodo di colla-borazione con il CAI, desidero in particolareringraziare il presidente generale per la sualungimiranza e sensibilità nell’adottare inuovi mezzi di comunicazione, il direttore etutti i collaboratori della Sede sentrale per ilvalido supporto e il confronto continuo, uni-tamente al responsabile della comunicazionee direttore editoriale della stampa socialeVinicio Vatteroni.

A tutti i lettori di MountainBlog diamoappuntamento ogni giorno sul web, per pro-seguire insieme questo appassionante rac-conto della montagna!

Andrea Bianchi

Presidente della Etymo s.r.l.

Responsabile editoriale

di MountainBlog

Media Mountain Blog e il Club Alpino Italiano

Nell’evoluzione della comunicazione del Club AlpinoItaliano passi decisivi sono stati compiuti negli ultimi anni,in particolare nel settore informatico con il rinnovamentonel 2007 del portale internet (www.cai.it), vitalissimocontenitore e fonte inesauribile d’informazioni. Rilevante èstata anche la collaborazione con MountainBlog(www.mountainblog.it), una scelta indubbiamente al passocon i tempi. “Il CAI ha voluto raccogliere la sfida dei nuovilinguaggi in nome del pluralismo d’identità che lodistingue”, ha infatti puntualizzato il presidente generale(LS 11/2008) partecipando a Riva del Garda alla rassegnaBlogFest. E Lo Scarpone ha dato in vari casi visibilitàall’iniziativa, avviando ogni possibile sinergia. Più direcente si è tuttavia constatato che “il linguaggio di rete”innescato dalla blogosfera ha rivelato talvolta qualcheindelicatezza e criticità. Un problema, quello del confronto“con numerosi e diversificati punti di vista”, che emergeanche da questa testimonianza di Andrea Bianchi,responsabile editoriale di MountainBlog.

Conclusa la partnership

Edicola

L’inverno in copertina■ Meridiani Montagne (Editoriale Domus,148 pagine più il

supplemento “Dalle montagne” e una cartina topografica,7,50 euro) dedica sotto la direzione di Marco Albino Ferrari ilfascicolo di gennaio al Gran Paradiso invernale affrontandoanche, con lievità, temi sociali: come nel bel servizio dedica-

to alla pluricasse di Ceresole Reale ol’incontro con Valerio Bertoglio, guidaalpina e guardiaparco.■ Alp+ nel fascicolo di dicembre/gen-naio (Vivalda editori, 112 pagine, 6,50euro) offre un illustratissimo dossier suneve e ghiaccio con vari reportage aPila, nello Stubai, nelle Gole di Gondo ein Valle dell’Orco. Un solo disappuntoper i fedeli lettori. La brava direttriceLinda Cottino annuncia di essere giuntaal termine del suo mandato. ■ Orobie, “mensile all’aria aperta”(Edizioni Oros, 112 pagine, 4,90 euro)continua con rinnovato ardore, sotto laguida di Pino Capellini, il suo camminoiniziato una ventina d’anni fa. La grafica ora è più semplice elineare. In copertina la Presolana invernale è magistralmenteripresa da Mauro Lanfranchi, un asso della fotografia di montagna.■ Free, periodico di sci diretto da Matteo Calcamuggi (Vivalda, 98pagine, 6,50 euro), vanta ancora una volta nel fascicolo 32/2009un repertorio d’immagini mozzafiato e un ventaglio di servizitagliati su misura per gli appassionati della “polvere”.

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DOSSIER

LO SCARPONE, MARZO 2010 - 25

Ente pubblico o libera associazione nazionale?

Una stagione di grandi impegniMolto spazio negli ultimi tempi ha occupato un dibattito che

investe in profondità le radici stesse del Sodalizio; sempre piùassillante si è posto il quesito che, in sintesi, recita: il Club Alpinoitaliano deve rimanere ente pubblico non economico, come attual-mente si configura, o è preferibile perseguire la sua trasformazio-ne in associazione privata?

La domanda non è nuova; in passato più volte i dirigenti centra-li e i delegati si sono impegnati in complessi dibattiti che toccaro-no, direttamente o indirettamente, la questione. Poiché come tuttiben sanno nulla accade fortuitamente, è opportuno chiarire che,in tempi più recenti, la querelle si è posta con maggior forza aseguito delle normative emanate dalloStato in materia di enti pubblici,diventate via via più stringenti, sugliequilibri del bilancio, sui limiti dispesa, sulla gestione del personale,sulla riduzione dei finanziamenti sta-tali. Da ultimo il decreto legge n. 11del 2008 (il famoso “tagliaenti”) sem-brava imporre il cambiamento dall’al-to e in maniera ineludibile: o la tra-sformazione tramite riordino (conriduzione del 30% dei componenti gliorgani centrali), o la trasformazionetramite privatizzazione. Poi tutto si èrisolto con piccoli aggiustamenti, mail problema rimane pendente.

Il soffocante gravame e l’incomben-za mai risolta delle disposizioni mini-steriali, rinvigorite ad ogni finanziaria,impegna la presidenza e la direzionein un interminabile tour de force. Daconsiderare la notevole atipicità delCAI, quasi sempre inglobato nell’elen-co degli enti assoggettati alla normadel momento, perchè di fatto entepubblico, ma difficilmente adattabile per l’alto tasso di autonomiafinanziaria, per le peculiarità del volontariato, per la gracilità dellasua struttura pubblica in realtà limitata alla sola Sede centrale, evia di questo passo.

Il 23 ottobre 1863 Quintino Sella ha fondato il Club alpino; lacostituzione è dovuta al brillante esponente di una delle più pre-stigiose famiglie dell’imprenditoria piemontese, che un annoprima, all’età di 35 anni, aveva già ricoperto la carica di ministrodelle Finanze del Regno d’Italia. Impresa privata e amministrazio-ne pubblica quindi nel suo orizzonte, assieme al Monviso. Il grup-po di 184 accoliti che, nella storica giornata, si riunirono intorno alui nelle sale del Valentino contava tra le figure di primo piano 7marchesi, 12 conti, 7 baroni, 67 cavalieri, 11 commendatori, 12professori, 10 avvocati, un generale, un prefetto, 9 deputati e duesenatori; se l’estrazione dei soci fondatori si può definire alto-bor-ghese e aristocratica, ciò che univa queste persone era la comunepassione per la frequentazione e la conoscenza dell’ambiente

montano e gli intendimenti post-risorgimentali che miravano insenso più ampio al perfezionamento dell’individuo e al migliora-mento della collettività. Di tutto, se vogliamo, fuorché l’idea dicostituire un ente pubblico: del resto il Regno d’Italia era natoneanche 30 mesi prima e il neocostituito Stato italiano era alleprese con ben altri problemi. Se il Club alpino venne costituitocome un’associazione privata, le finalità però tendevano ad inqua-drare un pubblico e collettivo interesse, un misto di filantropismo,di progresso civile e di positivistica conquista.

Si dice che solamente cent’anni più tardi, in uno scenario socia-le, istituzionale ed economico completamente diverso, per festeg-giare il suo centenario, la Repubblica Italiana promosse il CAI alrango di ente pubblico. Ciò è vero solo in parte: in realtà la sua

pubblicizzazione va retrodata di alme-no trent’anni, frutto un po’ acerbo eforzato del ventennio. Furono i gerar-chi del regime, subito dopo la Grandeguerra, ad intuire per primi le poten-zialità del Sodalizio e ad imporne,anche per ovvie ragioni di controllo,la sua trasformazione trasportando lapratica dell’alpinismo nel contestosociale di uno Stato italiano che,come tutti i regimi, perseguiva unalinea politica dirigista e totalitaria.

Nel marzo del 1926 Benito Mussoliniottenne la nomina a socio onorario;nell’ottobre dello stesso anno venneapprovata l’ultima modifica delloStatuto che precedeva però di pochimesi l’annessione del CAI nel Coni,avvenuta coattivamente nel febbraiodel ‘27. “Amando la montagna si serveil Duce” ma intanto il CAI perdeva, siapure temporaneamente, l’impiantodemocratico ed elettivo che avevasviluppato nei decenni precedenti eassumeva, suo malgrado, la vocazio-

ne formativa in un alpinismo interpretato come pratica sportivache temprava gli animi, in particolare dei giovani, alla resistenza eall’ardimento. Del 1929 è lo spostamento della Sede centrale daTorino a Roma “per assicurare prestigio, preminenza e sviluppo alSodalizio”, del 1938 il cambio di denominazione, ma non di acro-nimo, in Centro Alpinistico italiano.

Se quindi consideriamo la metà degli anni venti del Novecentocome primo spartiacque tra la configurazione privata originaria equella pubblica, prima imposta dal regime poi mantenuta per scel-ta consapevole, si può calcolare che più della metà, circa il 60%,del suo imminente sesquicentenario il CAI l’ha trascorso in unacollocazione di evidenza pubblica. Ciò non vuol dire che oggi nonsi possa cambiare, né che si debba necessariamente cambiare.

La “vera” legge di pubblicizzazione del CAI è la n. 91 del26.01.1963; esordisce all’art. 1 con la solenne dichiarazione (tardi-va di vent’anni, se vogliamo) “Il Centro Alpinistico italiano riassu-me la denominazione di Club Alpino italiano”. Al rinnovellato

Care Socie, cari Soci,il dibattito sul tema ente pubblico olibera associazione nazionale continuaad appassionare il Sodalizio. Dall’ultimoappuntamento di dicembre a oggi sonovia via arrivati altri dieci contributi, tracui quello di Francesco Carrercomponente del Comitato direttivocentrale, quello del Consiglio centraleSAT, e la mozione del Gruppo regionaleSicilia. Li abbiamo raccolti perpubblicarli tutti insieme in questo quintoappuntamento. Buona lettura!

Luca Calzolari

Direttore responsabile

Lo Scarpone La Rivista

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ente lo Stato affida importanti competenze, parziale ereditàdel ventennio, che verranno ribadite e meglio illustrate nelle suc-cessive rivisitazioni legislative, in particolare nella legge n. 776 del24 dicembre 1985. Tra le disposizioni, si dice che l’associazioneprovvede, a favore sia dei propri soci sia di altri, al tracciamento,alla realizzazione ed alla manutenzione di sentieri, opere alpine eattrezzature alpinistiche; alla realizzazione, alla manutenzione ealla gestione dei rifugi alpini e dei bivacchi d’alta quota; alla diffu-sione della frequentazione della montagna e all’organizzazione diiniziative alpinistiche, escursionistiche e speleologiche; all’organiz-zazione e alla gestione di corsi d’addestramento per le attività alpi-nistiche, sci-alpinistiche, escur-sionistiche, speleologiche, natu-ralistiche volti a promuovereuna sicura frequentazione dellamontagna; alla formazione dellediverse figure di titolati (22 traistruttori, accompagnatori e ope-ratori di primo e secondo livello); all’organizzazione, tramite ilCorpo nazionale soccorso alpinoe speleologico (CNSAS), di ido-nee iniziative di vigilanza e pre-venzione degli infortuni, per ilsoccorso degli infortunati o deipericolanti; alla promozione diattività scientifiche e didatticheper la conoscenza dell’ambientemontano e di ogni iniziativa ido-nea alla sua protezione ed allasua valorizzazione; alla promo-zione di studi dedicati alla diffu-sione della conoscenza dell’am-biente montano e delle sue gentinei suoi molteplici aspetti.

Dagli anni ‘60 è iniziato per ilCAI un vigoroso trend di crescitache lo ha portato nell’arco dimezzo secolo a quadruplicare ilcorpo sociale, diventando unodei giganti dell’associazionismovolontaristico. Anni totale sociCAI: 1961 - 77.797; 1966 - 106.912;1971 - 115.051; 1975 - 146.519;1982 - 198.767; 1988 - 273.495;1993 - 298.452; 1998 - 314.270;2002 - 302.987; 2009 - 314.960(*parziale).

Bontà della legge 91? No, oalmeno non solo. L’Italia deldopoguerra, passata la stagionedei ladri di biciclette, era appro-data alla Vespa ed alla Fiat 500,all’industrializzazione, al benes-sere economico, al mito di unwelfare che tutto poteva soste-nere; l’ingresso dei ceti popolarinell’esperienza turistica o nellavilleggiatura di massa aprì ancheil mondo della montagna chedivenne accessibile a tutte le

fasce sociali, con le vacanze estive e le settimane bianche. Un intri-gante mix di consumo e conoscenza che forse avrebbe fatto inorri-dire il buon Quintino sul piano dello stile, un po’ meno su quellodegli affari. La vacanza divenne un’industria che investì il mondodella montagna, travolgendone le abitudini, gli equilibri e gli stili divita. Ma questo è un altro problema che forse non disdegnerebbequalche scampolo d’attenzione.

Tornando alle sorti del CAI, è innegabile che il cambiamento neicomportamenti degli italiani ha prodotto a partire dagli anni ‘60, eproprio in concomitanza con il varo della L. 91, un forte aumentodella domanda di formazione e di conduzione per accedere al

DOSSIER

Nell’ambito nel dibattito pubblico-privato che sta investendo il Club Alpino Italiano, in particolarela Sede centrale quale ente pubblico non economico, i delegati del GR Sicilia e il Cdr riuniti aRagusa il 17 ottobre 2009, a margine dell’Ard d’autunno, durante lo svolgimento del seminariotematico hanno votato all’unanimità la mozione di seguito riportata (14 presenti su 17 assegnati):

- avendo analizzato parte dei contributi ad oggi pervenuti, compreso alcuni pareri autorevolirichiesti dalla Sede centrale in merito, apprezzando quanti stanno contribuendo in manierapropositiva, esprimendosi nella direzione futura sia di ente pubblico che privato;

- prendendo atto di quanto svolto dalla sede centrale in questi decenni di vita di ente pubblico(dal 1963), in particolare negli ultimi anni, dopo le riforme di I e II livello, in linea con una maggioreefficienza ed efficacia dei procedimenti e nell’organizzazione lavorativa presso la sede di Milano,nonché nei rapporti con le strutture del territorio, le quali pur avendo lo status giuridico di tipoprivatistico, in particolare dopo le ultime riforme di decentramento, possono svolgere anchefunzioni pubbliche trasferite dagli enti pubblici in regime convenzionale;

- certi che la natura pubblica dia più ampie garanzie in termini di autorevolezza nei rapportiesterni all’Associazione, sia con altri enti pubblici che con enti privati, e che quest’ultimo aspettopossa mantenere più forte lo spirito unitario e nazionale del Sodalizio, sicuri che un “eccessivofederalismo” di stampo regionalistico possa far perdere alcuni valori e la “mission” prevalente;

- che le attività svolte dal CAI - scuole, rifugi, sentieristica, CNSAS, etc.. - così come previstedalla l. 91/63 e s. m.i., possano essere svolte con maggiore efficienza mantenendo lo statusgiuridico pubblico, sottolineando che il ruolo assunto e rappresentato dal CAI nella società attualein parte lo si deve anche a questa posizione di natura pubblica della sede centrale, oltrenaturalmente alla qualità, preparazione, disponibilità della gente impegnata in montagna e nellestrutture centrali e periferiche;

- che la selezione di una classe dirigente preparata, qualificata e motivata, sia a livello centraleche periferico, per il raggiungimento di scopi e obiettivi prefissati, ad ogni buon fine, è requisitoindispensabile sia per il mantenimento del ruolo pubblico, che per la trasformazione in ente didiritto privato, confermando anche che i dipendenti con contratto di tipo professionale - a tempodeterminato o indeterminato - sono indispensabili per il funzionamento delle strutture e peressere “competitivi e visibili” nella società di oggi;

- che sicuramente il dibattito attuale, nell’attesa di future determinazioni, deve svolgersi inmaniera serena e tranquilla, prendendo in esame tutti gli aspetti dell’una e/o dell’altra realtà, con iloro punti di forza e di debolezza, cercando di pervenire a una soluzione che possa soddisfaremeglio il corpo sociale, in direzione di una migliore ed efficiente organizzazione, con la miglioretradizione della nostra Associazione, che conservando la memoria storica e la democraticità neirapporti interni, punti di forza fra i più rilevanti, potrà riuscire a mantenere la nostra missionestatutaria;

- che senza dubbio è stata notata una maggiore produzione di contributi in direzione di unaimpostazione di stampo privatistico, poiché il cambiamento è sempre guidato da una maggioreincisività e attivismo, ma che in ogni caso si è certi che la natura attuale pubblica prevarrà fra idelegati, che nel futuro potranno essere chiamati a pronunciarsi in tal senso.

Per quanto sopra, i delegati del Gr Sicilia, il Cdr e la Presidenza regionale si esprimono per ilmantenimento dello status giuridico pubblico della Sede Centrale del Club Alpino Italiano, pur conil previsto riordino dato dall’indirizzo normativo e ministeriale, in linea con uno stile quanto piùsobrio, apprezzando lo spirito di abnegazione e l’impegno profuso dal Presidente generale, dagliOrgani centrali e dalla Direzione nell’affrontare tali tematiche.

Mario VaccarellaPresidente Gruppo regionale Sicilia

Una mozione del GR Sicilia

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mondo della montagna e/o per praticare le diverse forme dell’alpi-nismo. Non cambiò solo il numero dei soci o il contorno dello stem-ma: il CAI da associazione elitaria divenne un ente di erogazione diservizi, di attività sociali e di percorsi di formazione tecnica. Vale lapena di riflettere sull’immagine consolidata di un Club Alpino ita-liano organizzato in sezioni, e sul rapporto che queste sezionihanno instaurato con la società “esterna” e col territorio in cui sitrovano ad operare, a cui rivolgono le proprie attività e le proprieiniziative. La sostanza di una sezione del CAI passa indubbiamenteattraverso la qualità della sua offerta e attraverso l’attivismo deisuoi organismi interni (gruppi, scuole, titolati, responsabili, orga-nizzatori) che influiscono sulla capacità d’attrazione.

Così aumenta, di anno in anno, di programma in programma, lacapacità di fidelizzare i vecchi soci e di attrarne di nuovi. Cosìaumentano le tessere e s’incrementa il corpo sociale. E aumente-rebbero ancor di più se il bollino potesse offrire vantaggi ulteriori,anche modesti ma significativi per i bilanci familiari; eppure, non-ostante il fondatore discendesse da una stirpe di imprenditori ebanchieri, il CAI ha sempre ripudiato una impostazione di marke-ting. Restano comunque evidenti da un lato le relazioni tra le fun-zioni d’interesse pubblico affidate dalla legge all’Associazione, inparticolare quelle formative per la sicurezza e quelle gestionali inmateria di sentieri e rifugi, e la crescita del corpo sociale dall’altro.Grazie all’impegno dei suoi volontari e delle proprie figure tecni-che, all’affinamento continuo delle competenze professionali che acascata, dalle commissioni e dalle scuole centrali, hanno interes-sato le singole sezioni, il CAI è cresciuto.

Eppure, al florido stato di “salute sociale” corrispondono croni-che difficoltà interne e anomalie strutturali, a cominciare dal fattoche la Sede centrale rappresenta l’esile testa di un ente pubblicopoggiato su un gigantesco corpo sociale organizzato in sezioni eraggruppamenti regionali, tutti soggetti di diritto privato.

L’insoddisfazione latente, non risolta (anzi, in alcuni casi inaspri-ta!) con le riforme di secondo livello, è alimentata da palesi critici-tà, ben visibili in particolare a chi opera in una qualsiasi posizionedi responsabilità: il peso della burocrazia interna, imposta in partedagli obblighi ministeriali (le fatiche di Sisifo) e in parte dallesovrastratturazioni nate nel tempo, la ricerca di un ideale equilibriotra accuse di eccessivo centralismo, d’inefficienza gestionale, diamministrazione asburgica o borbonica (a seconda delle latitudi-ni), la proliferazione maniacale di regolamenti, gli scricchiolii nellatenuta della coesione nazionale, la tendenza alla frantumazioneregionalista e al localismo, la crisi d’identità, la mancanza di pro-gettualità forte, d’intraprendenza e di competitività, il ritardo ende-mico nelle decisioni importanti, e chi più ne ha...

Sognare è lecito. Al di là dell’infatuazione ispirata dal prato delvicino, è anche un preciso dovere etico, per chi s’impegna in ruolidi primo piano della gestione dell’ente, perseguire le soluzionimigliorative che più sembrano razionali e opportune. Ma l’orizzon-te rimane nebuloso: fin troppo ovvio pensare che nessuna delle duecondizioni, di pubblico o di privato, sia perfetta, che in entrambe lecollocazioni esistano pro e contro, limiti e criticità. In realtà, se leidee rimangono confuse e l’incertezza ancor oggi regna sovrana, lacausa è dovuta anche al fatto che un chiaro raffronto, con gli attua-li strumenti, è impraticabile: esiste e ben si conosce il CAI ente pub-blico, con le sue luci e le sue ombre, mentre il CAI privato è soloun’idea astratta che nessuno ha pensato di materializzate in unmodello sia pur teorico ma preciso.

Molti eminenti soci si sono spesi sulla stampa sociale per perora-re la prospettiva di un CAI rinnovellato attraverso la privatizzazio-ne, molti si sono presentati come alfieri del risanamento, attraver-

so il cambiamento di status, molti si sono riempiti la bocca in pub-blici dibattiti sui benefici della nuova dimensione, una vera e pro-pria rinascita. Nella realtà non esiste, se non per sommi capi, unprogetto di strutturazione e organizzazione di un Club alpino pri-vatizzato; nessuno si è preso la briga di definirlo e certamente, vistala complessità crescente del CAI, la nuova costruzione richiederàun grande architetto. In ogni caso questo è un lavoro che va fatto,altrimenti si continuerà a perdere tempo in oziosi astrattismi: lariflessione si deve poter fare tra due, o più, precisi modelli di rife-rimento, non tra due concezioni, di cui solo una rispondente al pre-ciso sistema che ben conosciamo, mentre l’altra rimane una eva-nescente ipotesi. E modelli di CAI privato se ne possono senz’altroelaborare più d’uno.

Certo resta il fatto che la privatizzazione comporterebbe la rimo-zione dello status giuridico di ente pubblico; già questo non è unpassaggio semplice: va concordato col ministro vigilante, con i par-lamentari del GAM. Una legge si modifica con un’altra legge, quin-di la strada dev’essere preparata con pazienza, senza salti nel buio.Va però soprattutto considerata la delicata questione delle funzio-ni fino ad oggi assegnate dalla legge al CAI, che si possono consi-derare pubbliche o quantomeno d’interesse pubblico e sulle quali siè fondata la crescita dell’immagine e delle adesioni registrata degliultimi decenni. Nel concordare con lo Stato l’eventuale privatizza-zione del CAI andrebbe considerato anche il futuro dei sentieri edei rifugi, materia però diventata di competenza delle regioni, esoprattutto il futuro delle migliaia di titolati delle diverse disciplineche oggi operano nelle sezioni. Questioni complesse, infinite trat-tative e interminabili mediazioni, nuove, enormi fatiche, forsesuperiori a quelle di Sisifo. In cambio di quali benefici? Se poi allar-ghiamo le valutazioni al Soccorso alpino il quadro si fa ancor piùintricato.

Il dibattito ha iniziato a riscaldare gli animi e ad occupare spazisempre più significativi, anche sull’informazione sociale. Come suicasi di cronaca rimasti irrisolti l’opinione pubblica finisce per spac-carsi nelle due classiche fazioni degli innocentisti e dei colpevoli-sti, così la radicalizzazione del dibattito comporta al nostro internodei rischi di partigianeria precostituita, sempre meno incline all’a-nalisi e al ragionamento.

Può diventare pregiudiziale per il futuro del Sodalizio sognare ilritorno al privato per pura infatuazione di un’ipotesi, per la diffi-coltà di riformare in maniera incisiva l’attuale struttura, per l’em-passe segnata delle riforme di primo e secondo livello, per il desi-derio di libertà e di evasione dai malanni del CAI-sistema in unadimensione immaginata migliore e taumaturgica, guaritrice di tuttele odierne aberrazioni.

Allo stesso modo può risultare pericoloso per l’Associazione l’at-teggiamento di chi ostacola la trasformazione per paura del nuovo,di chi abbandona la ricerca di diverse soluzioni organizzative e ope-rative, di chi rifiuta un’alternativa valorizzazione delle risorse delvolontariato, fondata su un diverso posizionamento e sul ripensa-mento della strutturazione complessiva attraverso i grandi obietti-vi futuri di lungo periodo.

Entrambe le posizioni sono deleterie e devono essere superate,iniziando un percorso di confronto e di riflessione aperto e corag-gioso. Saggezza vuole, comunque, che prima di pensare a unanuova edificazione si compia un’attenta valutazione dello stato disalute della struttura esistente e sulle concrete possibilità di recu-perarla al livello di efficienza ottimale per i bisogni espressi dalcorpo dei soci e delle sezioni. A chiunque risulterà senz’altro piùfacile o gradito il primo lavoro che non il secondo, ma non sarebbecertamente decoroso andare ad abbracciare la privatizzazio- ➔

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ne per pigrizia o per mancanza di determinazione nel mettermano a riforme incisive sulle storture dell’esistente.

La momentanea soluzione di ripiego che ha attenuato l’incisivitàdel decreto tagliaenti non può essere ritenuta in nessun caso unpunto di arrivo. Non è più il tempo dei pannicelli caldi. Si preparaper chi reggerà il futuro del Club Alpino Italiano una stagione digrandi impegni con importanti implicazioni sulla mission futura esulle migliori strategie adatte a perseguirla.

Francesco Carrer

Componente Comitato direttivo centrale

Pubblico ma agileLa situazione attuale è molto chiara, infatti lo Statuto all’art. I. 4

comma 4 stabilisce che il Club Alpino Italiano è dotato di persona-lità giuridica di diritto pubblico, come stabilito dalla legge 26 gen-naio 1963 n° 91, mentre tutte le sue strutture periferiche sono sog-getti di diritto privato.

Per molti anni non si sono levate voci per modificare tale situa-zione anche perché il contributo economico dello Stato rappresen-tava una parte rilevante del bilancio del sodalizio, fino ad arrivareagli anni ‘90 quando, complice l’inflazione a due cifre, il contributodello Stato, mai aggiornato, era venuto a rappresentare una per-centuale sempre più piccola del nostro bilancio. Ricordo che inquegli anni, sotto la presidenza di Roberto De Martin, da più partisi era iniziato sommessamente a ventilare la possibilità di rinun-ciare appunto al contributo e liberarci dei vincoli con lo Stato, perarrivare a trasformare il CAI in un’associazione di diritto privatoriconosciuta.

Ma la cosa è rimasta circoscritta alle stanze del potere e il venti-cello del privato si è andato spegnendo, risvegliandosi prepotente-mente negli ultimi due anni a causa prevalentemente delle recentinormative sul riordino degli enti pubblici, con minacce di commis-sariamento o addirittura di scioglimento.

A grande merito dei nostri amministratori centrali, in primis delpresidente generale, tutto alla fine si è ridotto a una bolla di sapo-ne e per il momento il CAI, come ente pubblico, naviga in acqueabbastanza tranquille.

Ma l’idea di trasformare il CAI in ente privato, proprio anche perqueste vicende, ha ripreso a correre e con il Congresso di Predazzodell’ottobre 2008 è uscita dalle stanze del potere per diventare dipubblico dibattito.

Ma siamo proprio sicuri che agli oltre trecentomila soci e allequasi cinquecento sezioni sparse su tutto il territorio interessimolto sapere se la Sede centrale è un ente pubblico o se è oppor-tuno che diventi un’associazione di diritto privato? Personalmentesono propenso a credere che ai soci e alle sezioni interessa che laSede centrale funzioni bene e soddisfi le esigenze e i bisogni chenascono dal territorio. Infatti nel dibattito che si è aperto, prima inmodo un poco sopra le righe sul Mountainblog, e poi sui tre ultiminumeri dello Scarpone, tutte le voci a favore della privatizzazioneportavano come motivazioni vincenti la troppa burocrazia, la pre-sunta inefficienza degli uffici centrali, la miriade di regolamenti cheingessano l’attività sul territorio, la dotazione e efficienza informa-tica primordiale, Statuto e Regolamento generale come pachidermisulla via del cimitero e non strumenti snelli ed efficaci, una catenadi comando troppo lunga e legata a schemi e procedure lunghe efarraginose, imputando tutto ciò al rapporto con lo Stato quandoinvece i mali sopra esposti vanno ricercati all’interno della struttu-ra, certamente gloriosa e piena di meriti, ma che risente dei 150anni di storia.

Non è certamente con il passaggio ad associazione di diritto pri-vato che questi mali verrebbero risolti, anzi a questi se ne aggiun-gerebbero ben altri quali la necessità di rinegoziare ogni volta larichiesta di contributi non solo nei confronti dello Stato ma soprat-tutto nei confronti degli enti pubblici territoriali verso i quali inostri GR, proprio perché emanazione dell’ente pubblico, oggi sipresentano come un interlocutore privilegiato. Ma anche la neces-sità di rivedere in toto la disciplina che oggi tutela i nostri titolatiche se non fossero più protetti dal disposto della legge n° 91 del1963 sarebbero in balia di tutte quelle categorie che operano inmontagna professionalmente, con grave perdita per la nostra fon-damentale attività sezionale.

Probabilmente questo dibattito pubblico/privato, se giustamenteincanalato, potrà portare a una rivisitazione a tutto campo dellanostra struttura, in particolare di quella centrale, in modo che ilCAI si trasformi da quel pachiderma che oggi è in una veloce gaz-zella. Per fare ciò è necessario che sia accorciata la catena dicomando stabilizzandola per almeno un triennio se non un qua-driennio, liberandola dagli adempimenti burocratici (regolamenti,nomine, ecc), che potrebbero essere svolti dal personale della sedecentrale se ben diretto. Va studiato in che modo possa essere gesti-ta la commercializzazione di tutto quello, e non dovrebbe esserepoco, che il CAI produce con il proprio marchio (pubblicazioni,magliette, divise, felpe, cartoline, distintivi, ecc.); non è infatti pen-sabile che un socio per acquistare un prodotto CAI debba passareattraverso una sezione, che trasmette l’ordine alla sede centrale laquale invia l’oggetto e la fattura alla sezione che poi deve provve-dere ad avvertire l’acquirente (probabilmente nessuno ha spiegatoche esiste la spedizione in contrassegno direttamente all’acquiren-te finale!).

Per sburocratizzare il CAI potrebbe essere utile por mano allariforma dello Statuto, tutto il resto verrebbe a cascata E questo è ilcompito che si era prefisso il gruppo di lavoro costituito da presi-denti di Gr, consiglieri centrali e componenti del Cdc, “il CAI chevorremmo”, che dovrebbe in tempi brevi riprendere i lavori.

Il CAI privato garantisce la reale risoluzione di tutti i problemi?Domani, da privati, ci dovremo accodare, con l’aspettativa di poter

restare a mani vuote, a tutte le altre associazioni che operano in eper la montagna e alla prima revisione normativa, sotto la spintaappunto di tante altre associazioni, ogni regione cercherà di cancel-lare le varie leggi che ora ci riconoscono. Le forze centrifughe si atti-veranno, iniziando da Valle d’Aosta, Provincia di Bolzano, SAT eSicilia, fino forse ad arrivare ad avere 21 club alpini regionali.

La perdita di immagine comporterà subito una perdita di pesopolitico. Quando si parla di finanziamento pubblico, giocando sullecifre, si arriva a farlo vedere al di sotto del 10%, ma si trascura quelmassiccio finanziamento pubblico che deriva dai contributi regio-nali, indispensabili per il funzionamento degli organismi regionali eper la manutenzione dei rifugi; questi risultati li abbiamo ottenutiperché rappresentavamo il CAI, ente di diritto pubblico, i cui bilan-ci erano analizzati dal Governo e dalla Corte dei conti, con unadirezione generale presso la Presidenza del Consiglio o presso altroministero.

Anche il Soccorso alpino, fiore all’occhiello del CAI unitamentealle scuole, probabilmente perderebbe tutti i diversi provvedimen-ti di legge che nel tempo ne hanno definito e riconosciuto il ruolo,andando inesorabilmente sulla strada, diversa da quella del CAI,della Protezione civile.

Per concludere vale le pena ricordare che, come per il matrimo-nio bisogna essere d’accordo in due, così anche per il divorzio biso-gna essere, se non d’accordo, almeno consenzienti in due e quindi

DOSSIER ➔

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una eventuale futura scelta per il privato dovrebbe trovare consen-ziente lo Stato, che dovrebbe cedere a un’associazione di dirittoprivato tutti i beni che sono del CAI, ma che fanno parte del patri-monio dello Stato, e accollarsi tutto il personale della Sede centra-le che non volesse essere privatizzato.

Chiediamo quindi a gran voce che in tempi molto più brevi diquelli biblici usuali per il CAI si ponga mano alle riforme della strut-tura centrale rimanendo saldamente ancorati alla struttura di Entepubblico, cercando di convincere i ministri competenti e in parti-colare quello del Turismo, che è appunto il ministro vigilante, adaccordarci tutte quelle autonomie che erano già previste dallalegge Bassanini, che ci permetterebbero di eliminare tanti proble-mi di gestione, anche in considerazione che siamo sì un ente pub-blico ma il nostro bilancio è per oltre il 90% non a carico delloStato.

Francesco Romussi

Componente CDR Veneto

Continuiamo cosìSono convinto che il CAI debba mantenere l’attuale personalità

giuridica, anche se qualche correttivo è opportuno. Una voltadiventati soggetto “privato”, il processo è facilmente reversibile?

Io credo di no.Da “pubblico” a privato il percorso non credo sia difficile, ma lo è

sicuramente il contrario.Ritengo che sia opportuno continuare sulla strada del rinnova-

mento e delle correzioni. È opportuno mettere in atto tutte le ener-gie per continuare a far funzionare ciò che funziona, a migliorareciò che è migliorabile, ad andare di più e in sicurezza in montagna,mantenendo l’attuale personalità giuridica.

Antonino Falcomatà

Presidente del Club Alpino Italiano Regione Calabria

Un passaggio possibileIo non mi iscrissi a un ente pubblico, ma alla sezione (di

Grosseto) di una libera associazione che opera per la conoscenza,lo studio, la tutela e la frequentazione consapevole della montagna.Pubblico non è travisamento, però neanche un destino. E non dob-biamo caricare la scelta di valenze e drammaticità che non ha,tanto più che non stiamo discutendo dell’identità, ma del regimegiuridico. E solo del regime giuridico della Sede centrale, non dellesezioni che costituiscono il nostro patrimonio vero, ben radicatonella società nazionale e nei territori, specialmente quelli montani.

Ci sono istituzioni, servizi e comparti economici strategici daiquali molto dipendiamo: hanno per questo un ruolo comunitario epuò esserne doverosa e conveniente l’amministrazione pubblica,sebbene esistano non pochi casi in cui la loro gestione appaiainsopportabilmente inefficiente. Accade però anche l’incontrario,cioè che il privato non sia sempre sinonimo di efficacia e di virtù.Tuttavia un CAI che ha alle spalle 146 anni di storia e di impegnosociale (dei quali metà in regime totalmente privatistico), un’asso-ciazione che conta sulla forza e la partecipazione di 314 mila ade-renti, può superare i limiti della pubblica amministrazione e puòessere in grado, senza bisogno di vestirsi da ente pubblico, di con-trastare – ove si presentino - vizi o diaspore di un privato corpora-tivo e aristocratico.

Il principale rischio dell’ente di diritto pubblico – nonostantequalche lacciolo sciolto nell’ultimo decennio – ce lo hanno mostra-to prima la riforma del 2000, poi soprattutto i decreti del 2008 e2009. Essi hanno imposto al CAI vincoli dettati dai partiti che legit-timamente, ma temporaneamente, reggono il governo nazionale;vincoli coi quali la politica ha preteso e pretende di modulare l’i-dentità non transitoria di un club che di questa politica è prece-dente e che ad essa sopravvivrà. E che per questo è rigorosamen-te autonomo e orgogliosamente libero, come lo costruirono ipadri, come vogliono i soci di oggi e come deve essere con-

Via Petrella: una riunione del Comitato centrale di indirizzo e controllo.

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segnato a quelli che verranno. L’altra manifesta difficoltà l’ha ben descritta Piero Carlesi nel suo

intervento corredato da esperienze dirette: riguarda i rapporti ope-rativi fra la rete delle sezioni e la Sede centrale, cioè fra le diverseculture che in periferia guidano il volontariato e al centro le proce-dure e i contratti di lavoro desunti dalla pubblica amministrazione.Sono difficoltà che hanno impegnato e impegnano fortemente gliorgani centrali per evitare il sorgere di conflitti; e che tuttavia pro-ducono non di rado incomprensioni e mugugni.

A quanti credono che un ente di diritto pubblico abbia maggioreautorevolezza verso le strutture dello Stato e nei confronti delmondo esterno, vorrei ricordare che la vera forza del CAI è quella

che deriva dalla sua storia simultanea all’Unità nazionale, dalvolontariato impegnato nel Soccorso, dalla rete dei rifugi, deibivacchi e dei sentieri, dalla cultura delle scuole e delle strutturetecniche, dalla retta conduzione sociale e da una radicata presenzache dalle Alpi sempre più si estende agli Appennini. E dall’essere,in tal modo, vera sentinella della montagna.

Stiamo conquistando e sperimentando per questo - proprio alivello territoriale con le sezioni, coi gruppi regionali e cioè con lanostra dimensione privatistica - solidi e diffusi rapporti con regio-ni, province, comuni, comunità montane, parchi nazionali e regio-nali. Tali esperienze e le convenzioni che le regolano - come ha giu-stamente ricordato Stefano Tirinzoni - dimostrano la possibilità di

andare ben oltre i contributi che oggi,nonostante la “fatica di Sisifo”, sempremeno ci riconoscono le finanziarie. Ebasterebbe il ruolo che svolgiamo con irifugi, i bivacchi, il catasto e la manu-tenzione dei sentieri (finora pressochéignorati dallo Stato), col Soccorso alpi-no e speleologico (soltanto parzialmen-te riconosciuto) e con la Protezionecivile (nella mia provincia, unico casonella regione Toscana) per autorizzarerapporti ben più consistenti coi mini-steri, poiché noi offriamo alla collettivi-tà servizi che, appaltati a valore di mer-cato, produrrebbero all’erario costi diben altra dimensione, come dimostra-no esperienze controllabili oltre confi-ne. Senza contare che, unitamente aiClub alpini europei - tutti in regimerigorosamente privatistico, come ci haricordato puntualmente Silvio Calvi –potremo (dovremo) anche metterci insintonia coi programmi europei chefinanziano progetti di valorizzazione,promozione e tutela del territorio mon-tano.

Insomma, io credo che proprio lacoerenza con la nostra identità, oggiper il futuro, ci obblighi ad affrontare ilpassaggio verso la privatizzazione: pas-saggio non facile, da costruire con sag-gezza, ma possibile e conveniente,come ha indicato nel suo parere tecni-co-giuridico il professor Onida. E credoinoltre che questo sia il percorso chemeglio interpreta una diffusa domandadei soci, il cui numero è significativa-mente tornato a crescere perché lanostra dignità sta nella forza del volon-tariato, nella sua orgogliosa autonomiae - come ha recentemente scritto il pre-sidente Salsa con la consueta luciditàche usa alla guida il CAI - “nell’esserenoi portatori non di poteri, ma di unaidentità forte di passioni, competenze esaperi codificati e sperimentati”.

Manfredo Magnani

Presidente GR Toscana

DOSSIER

La SAT, nelle sezioni e nel proprio Consiglio centrale, ha affrontato con molta attenzionee con mente sgombra da plausibili pregiudizi il problema della collocazione del CAI(pubblico o privato) all’interno della società italiana. Non sembrino esagerate le parole“società italiana”; per la sua importanza organizzativa, distribuzione territoriale, impegnovolontario oltre che per la sua dimensione numerica, il CAI è, o dovrebbe essere, unprotagonista assoluto delle politiche sociali, del territorio, turistiche e ambientali.Purtroppo alle volte non è così e, oltre alla nostra difficoltà ad imporci nell’opinionepubblica e nel mondo della politica, può essere che il nostro essere “bicefali” cioè CAIpubblico (la Sede centrale) e CAI privato (le sezioni), non ci permetta di esprimere a pienoogni nostra potenzialità.

Pur scontando una posizione che nella SAT è praticamente unanime su di un CAIprivato, la discussione e l’approfondimento non hanno tralasciato quanto sulla questione siè discusso a partire dalla relazione del presidente generale all’Assemblea di Lecco, dallarelazione del prof. Onida e dai numerosi e qualificati interventi apparsi sulla stampasociale.

Non è stato nemmeno tralasciato di considerare che, per molte sezioni del Centro e delSud, l’appartenere al CAI ente pubblico non è assolutamente un fatto di millantatoprestigio ma uno dei “punti di forza” che permette di non uscire perdenti a fronte dellapreoccupante concorrenza di altre realtà che operano in concorrenza con le attività delSodalizio.

Ciò nonostante è sembrato a tutti opportuno suggerire, da parte della SAT, di prendereposizione a favore del ritorno ai “lungimiranti intendimenti dei padri fondatori”, comediceva Salsa, e cioè a una libera associazione, ente di diritto privato.

La nostra posizione prende avvio da una prima considerazione: per un lungo periodo lamontagna in Italia è stata considerata, nel suo complesso, un dato secondario. Diconseguenza anche il CAI sarà sempre, al di là delle dichiarazioni di governi eparlamentari amici della montagna, una presenza marginale. Di conseguenza il CAI, dasubito, deve favorire una vera regionalizzazione trasferendo a gruppi regionali e sezioni, aivari livelli, poteri e risorse. E non si abbia tema di perdere il carattere nazionale del CAI: secosì fosse significherebbe che la nostra attuale coesione è ben poca cosa!

In secondo luogo, al di là del nostro essere pubblico o privato, non dobbiamo averetimore di far sentire, forte e chiara (usando qualche volta, come detto a Predazzo, gliscarponi), la nostra voce non escludendo opportune iniziative pubbliche quali raccolte difirme, mobilitazioni coordinate sul territorio, coinvolgimento dei parlamentari locali, in unaccorto equilibrio tra la nostra assoluta autonomia, che non può essere acquiescenza, euna forte iniziativa politica che dia autorevolezza e rappresentatività al CAIindipendentemente dal suo essere pubblico o privato.

Dentro questo quadro, che è peculiare della SAT, la privatizzazione non diventerebbe piùun problema ma un’opportunità.

A fronte della perdita del beneficio economico (ora meno del 15% delle entratecomplessive del CAI, senza considerare il contributo CNSAS), si prospettano perl’associazione una maggiore libertà nel confronto dialettico con lo Stato, la liberazione daimolti lacci e laccioli in tema di personale e di spesa e soprattutto un’accresciutamotivazione dei soci volontari nella loro attività a favore della montagna.

Il Consiglio centrale della Società degli Alpinisti Tridentii

La posizione della SAT

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Fieri della nostra unicitàL’interessante dibattito che pervade da alcuni numeri le pagine di

questo giornale mi suscita alcune riflessioni sul presente e sul futu-ro del nostro – beneamato – CAI.

Pubblico o privato? Di primo acchito la risposta alla domanda mifa propendere per la seconda opzione in base a quell’aura di effi-cienza che, di per sé, promana dall’aggettivo. Poi, a ben riflettere,una volta individuati le prerogative e gli obiettivi che ci si proponedi, rispettivamente, conservare e raggiungere pare del tutto indiffe-rente la veste che s’andrà ad assumere, la cui scelta – in base allegaranzie, agli oneri e alle opportunità che si ravviseranno nell’unao nell’altra soluzione – andrà senz’altro fiduciosamente rimessaagli organi direttivi centrali.

I presupposti Qualunque socio abbia a cuore il nostro Club vuol difendere le

specificità e l’assoluta unicità del CAI: il solo sodalizio al quale unalegge dello Stato riconosce prerogative, competenze e facoltà – tracui la possibilità di nominare e formare ufficialmente istruttori inmolteplici discipline – che non hanno eguali nell’associazionismo dimontagna. Non è certo un riconoscimento casuale ma il frutto diquasi un secolo e mezzo di storia e di seria frequentazione dell’am-biente montano. Occorre, credo, difendere ad ogni costo e rafforza-re simili peculiarità anche a fronte della crescente “concorrenza” dialtre associazioni, di ben minor pregio, serietà e tradizione, che tal-volta trovano spunti di forza nei momenti di debolezza del nostrosodalizio. Sul punto, discutendone con altri soci, è diffuso il timoreche un eventuale abbandono della natura di ente pubblico dellaSede centrale possa favorire il superamento di siffatta – meritatae… motivata – unicità ordinamentale.

Credo anche fondamentale conservare entro i nostri confini untassello, un’anima fondamentale del nostro Club: il Soccorso alpino.Altro timore che infatti serpeggia tra i soci – certo, più volte fugatodalle parole dei vertici del nostro Club e dello stesso CNSAS – è cheuna scelta non adeguatamente ponderata possa determinare loscorporo del Soccorso e la sua attrazione nella sfera dellaProtezione civile. E soprattutto è fondamentale conservare la (talo-ra… negletta) base volontaria a fondamento della nostra associa-zione, il cui vero motore è costituito dall’entusiasmo e dall’energiache chiunque di noi dedica gratuitamente, per mera passione ealtruismo, alle attività sociali.

Gli obiettivi A maggior ragione credo che il nocciolo non sia (solo) nella scel-

ta tra pubblico o privato ma nell’immaginare o nell’interpretare atutto tondo il CAI in cui vogliamo vivere e operare domani.Personalmente ritengo che vada proseguita con convinzione la via(fin qui già efficacemente intrapresa) del dialogo con l’esterno, dellacomunicazione delle molte preziose anime che costituiscono ilnostro Club per farne emergere e apprezzare, anche presso i più gio-vani, il plusvalore che ben differenzia il nostro sodalizio dai “nume-rosi tentativi di imitazione”. Occorre smitizzare – per far conoscere– la nostra tradizione e la nostra storia, proponendola e facendoneconcretamente partecipe il maggior numero possibile di persone.

Va poi sempre più valorizzato e promosso il ruolo e l’attività dellasezione - quale fulcro e cellula vitale del Club – implementando lariorganizzazione e lo snellimento delle strutture centrali. Che questesiano, cioè, sempre più funzionali alle necessità della sezione: puntodi raccordo e sinapsi rispetto alle esigenze locali. Volàno – in un’ot-tica d’insieme e in uno spirito di squadra – e non già, in alcun modo,drenaggio talora immotivato delle già scarse risorse per la preziosa

attività sul territorio. Altro obiettivo, che parte da un presupposto che ho già detto fon-

damentale: che sia valorizzato, sottolineato e propugnato lo spiritoassolutamente volontario dell’attività svolta dai soci CAI. Occorre,con ciò, guardarsi dall’eccesso di professionalizzazione che s’osser-va, talora, nei percorsi formativi interni: se è giusta l’ottica di preve-nire – anche in forza della crescente responsabilizzazione (vieppiùdall’esterno) delle funzioni sociali – occorre non dissuadere, il chenell’esperienza di tutti sovente capita, l’avvio ai percorsi formativiparticolarmente nei più giovani che, già impegnati a faticosamentetrovare una collocazione lavorativa, non sono disposti a confron-tarsi – nello scarsissimo tempo libero – con un’attività paralavorati-va e con percorsi eccessivamente complessi e/o dilatati nel tempo.Parimenti si rifugga dall’autoreferenzialità che talora si osserva inchi assume cariche sociali, tanto più irragionevole e immotivatatrattandosi di attività svolta volontariamente, nel tempo libero,senza compenso e in un contesto associativo!

Nessuna pretesa di soluzione, dunque, in queste poche righe. Ma,spero, qualche ulteriore spunto di riflessione e discussione per lenumerose e importanti scelte che accompagneranno nel prossimofuturo il nostro beneamato Club.

Alessandro Lazzari

Presidente della Sezione di Pinerolo

Meglio un... piatto di lenticchiePer me il problema non dovrebbe nemmeno porsi. E il fatto stes-

so che il presidente generale Annibale Salsa - “molto opportuna-mente”, come scrive il professor Luigi Zanzi - abbia scelto di pro-porre la questione in un dibattito aperto a tutti i soci, e non di affi-dare la decisione al Comitato centrale o al Consiglio centrale, sta giàad indicare la via da seguire: quella della libertà e non dell’ “ukase”preso dall’alto. Luigi Zanzi nel suo qualificato intervento pubblicatosullo Scarpone” chiarisce i motivi culturali, e costituzionali per cuinon ci possono essere dubbi sulla necessità che il nostro sodalizioritorni ad “essere un’associazione di diritto privato”.

Per conto mio voglio ritornare al concetto prima accennato: parloda alpinista, perché proprio per essere alpinista mi sono iscritto alCAI. E come alpinista che cosa ho cercato andando per libera scel-ta in montagna? La libertà che l’alpinismo ha sempre affermato conla gratuità, l’amore per la natura, la ricerca ideale di elevazione. Equesti sono stati i concetti affermati nel nostro statuto e seguiti ini-zialmente, come di dovere, dalla direzione del sodalizio. Un esem-pio? Cosa ci riporta la storia in merito all’attività del primo presi-dente e fondatore dell’ associazione? Il suo interesse vivo e fattivoper la conquista prima del Monviso, poi del Cervino.

Cosa ci ha portato invece eticamente la statizzazione, con imposi-zioni sempre più numerose e pesanti? Un seguito di obblighi, di vin-coli, di necessaria burocratizzazione che per forza di cose assorbesempre più l’attenzione e l’attività del comitato e del consiglio cen-trali. Quanti dirigenti direzionali abbiamo sentito lagnarsi per losforzo continuo necessario per seguire le direttive pubbliche. Connaturalmente per conseguenza la progressiva disattenzione verso iproblemi alpinistici. Con il rischio non solo teorico, che un’ asso-ciazione, trascurando lo scopo per cui è stato fondata non abbia piùsenso di esistere. Chi è favorevole alla statizzazione del sodaliziocontrobatte che scegliendo la privatizzazione si verrebbe a perdereil finanziamento statale. Anche qui il professor Zanzi – che comealpinista non ringrazierò mai abbastanza per la sua decisa e ada-mantina presa di posizione – ribatte che “... la rilevanza delle risor-se finanziarie che si possono ottenere con la forma di “ente di ➔

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diritto pubblico” è di scarsissima incidenza (...) sull’attualeequilibrio di bilancio del CAI. “ E che “... alcune contribuzioni finan-ziarie di rilievo possono comunque ottenersi dallo stato e dalleregioni a fronte dei servizi che comunque il CAI continuerebbe aprestare anche quale “ associazione di diritto privato...”

Per conto mio sento di essere ancora più drastico: in un mondooggi soffocato da burocrazia, regolamenti, disposizioni, per quantoriguarda il rapporto dell’uomo con la montagna, penso sia megliopreferire il piatto di lenticchie che garantisce appunto la libertà inconfronto alla possibile opulenza caratterizzata da lacci ed impedi-menti tendenti a soffocare questa libertà.

Spiro Dalla Porta-Xydias

Socio onorario e accademico del CAI,

presidente del Gruppo italiano scrittori di montagna

Prima che ci cancellinoDopo aver letto con attenzione quanto pubblicato sullo Scarpone

in merito all’argomento, vorrei aggiungere alcuni punti che ritengosiano rimasti marginali rispetto al contesto, se pure di estremaimportanza. Siamo da anni nell’elenco degli enti inutili, e continuia-mo ad ogni ciclica richiesta da parte dei ministeri interessati a modi-ficare, tagliare, ridurre attività e bilanci, aumentando la burocraziache ci sta paralizzando. A fronte di quanto sopra, prima che ci can-cellino d’ufficio ritengo più dignitoso decidere autonomamente diritornare per propria scelta ad essere ente di diritto privato. In meri-to al contributo statale, vista l’entità, penso che sarebbe facilmenterecuperabile contrattando con l’ente pubblico il costo dei serviziche il sodalizio svolge a favore dell’intera comunità. Grave e inspie-gabile invece, soprattutto in riferimento allo statuto, la mancataconvocazione di assemblea generale solo organo deputato a deci-dere in merito ad una questione di vitale importanza per la soprav-vivenza del sodalizio. Qualcuno dovrà spiegarlo ai soci.

Le sezioni, sul territorio nella loro attività sono già di fatto in libe-ra concorrenza con tutte le altre associazioni, e se il numero dei socigiovani negli ultimi anni è aumentato, significa che le attività pro-poste sono apprezzate per il loro contenuto e, non perché il CAI èun ente di diritto pubblico. Oltre a ciò le competenze dell’ente pub-blico sono passate in maggioranza alle regioni, quindi i finanzia-menti sulle varie attività/progetti vengono erogati dalle medesime.

Piero Corda

Sezione di Verres, rappresentante CAI nell’organizzazione

internazionale Pro Mont Blanc

Questione di orgoglio? Non soloDai dossier apparsi sugli ultimi numeri dello Scarpone appare evi-

dente che la grande maggioranza dei soci intervenuti sulla questio-ne libera associazione o ente pubblico è favorevole alla prima solu-zione. Capisco l’orgoglio di appartenere ad un Club che ha quasi 150anni di storia ed è comprensibile il desiderio di autonomia, di sot-trarsi cioè a vincoli e condizionamenti. Tuttavia credo che la sceltadebba essere fatta mettendo in primo piano il futuro che si pro-spetta per le nostre montagne e il ruolo che in questo scenario sivuole assegnare al CAI.

Ci sono forze formidabili che spingono in una direzione che por-terà inevitabilmente a un grave degrado delle montagne che noiamiamo. In primo luogo la pressione del turismo di massa, un feno-meno macroscopico. La crescita economica del paese, il migliora-mento del tenore di vita, ha portato in montagna centinaia dimigliaia di persone che giustamente reclamano per sé quello che

prima era privilegio di pochi. La conseguenza è stata la crescitaabnorme di località che da piccoli paesi sono diventate grandi cen-tri turistici, sempre più simili alle città di pianura. Vedi Cervinia,Cortina, Ponte di Legno, Moena ecc. La vecchia montagna con lesue tradizioni, costumi, stili di vita, sta scomparendo, trasformata inun grande parco divertimenti. In secondo luogo l’abbandono delleattività tradizionali e la ricerca di uno stile di vita più comodo e“moderno” da parte dei giovani, a cui non può essere negato il dirit-to di aspirare a un futuro fatto di minore fatica e di maggiori con-fort. In terzo luogo la ricerca di un reddito immediato da parte delleamministrazioni locali, che con scarsa lungimiranza non si rendonoconto che stanno uccidendo la gallina dalle uova d’oro.

Queste tendenze appaiono oggi inarrestabili e fuori controllo. Nonbisogna illudersi, sopravvalutando fenomeni limitati di neorurali-smo o contando su culture specializzate di nicchia. Tanto meno sideve puntare su una agricoltura assistita (che in termini economiciè un controsenso).

Che fare dunque? Rassegnarsi a una azione di piccolo cabotaggiooppure tentare un’operazione più difficile, ma affascinante, affron-tando il mare aperto dei grandi orizzonti, delle grandi prospettive?Nel primo caso, a mio parere, è sufficiente costituirsi in associazio-ne privata. Basta ripetere il passato senza fantasia, aggiungendomagari qualche altro convegno, qualche conferenza, qualche artico-lo sui giornali. Nel secondo caso è conveniente rimanere ente pub-blico e restare agganciati allo Stato. Non si tratta dei quattro soldidel finanziamento statale; è una questione di autorevolezza. I pro-blemi della montagna sono di tali dimensioni da richiedere decisio-ni ad alto livello. Non possono essere discussi e affrontati solo alivello locale. Appare insufficiente persino il livello nazionale (non-ostante la legge che si sta preparando) dato che sul sistema alpinogravitano nazioni di grande peso come Francia, Svizzera, Austria,Slovenia, con cui si dovrebbero coordinare le iniziative. La questio-ne andrebbe trasferita all’attenzione di organi sopranazionali e dis-cussa a livello di istituzioni europee.

Può una associazione privata di volontari misurarsi con similicompiti? Dall’interno dello Stato si può fare di più. Qualcuno pen-serà che questo sia volare troppo in alto ma anche se abbassiamo losguardo su questioni più modeste, più vicine all’ordinario, dovrebbeapparire chiaro qual è la scelta giusta da fare. Come associazioneprivata bisognerebbe contrattare il proprio ruolo e le proprie fun-zioni con gli enti locali e, come è stato fatto osservare, se nelle regio-ni come la Lombardia, dove il numero dei soci è molto alto, saràfacile trovare ascolto, in altre zone, dove il CAI è scarsamente pre-sente, potrà facilmente essere ignorato. Bisognerà scontrarsi con leambizioni politiche locali e con quelle associazioni agganciate aipartiti (che non cito ma che sono facilmente riconoscibili) chehanno alle spalle forti sostegni, anche finanziari, e vasta esperienza.Nel confronto, con ogni probabilità, saremmo perdenti. Come entepubblico non potremmo essere ignorati. Saremmo presenti nellesedi decisionali. Potremmo esercitare tutta la pressione che ci con-sentono gli oltre 300 mila soci, una storia secolare e il prestigioacquisito operando con efficienza al servizio del paese in un settoredove la nostra competenza non può essere messa in dubbio.

Vi sono certo molte ragioni per sostenere la scelta privatistica esono state esposte con ampiezza e precisione da soci esperti chehanno ricoperto e ricoprono incarichi importanti nel Club, io credoperò che tutto sommato convenga restare parte dello Stato. Ne sare-mo una parte piccola, magari piccolissima, ma quale sia la nostradimensione dipenderà anche da noi.

Odino Marmiroli

Sezione di Mantova

DOSSIER

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Allegato a Meridiani Montagne N° 43 - Direttore Responsabile Marco Albino Ferrari - Errestampa (Orio al Serio - BG)

▲ Il Trekking della Valle Spluga in otto tappe, l’Anello della Mesolcina in due tappe, e altri sentieri▲ Cinque gite di scialpinismo▲ I percorsi di mountain bike▲ Tutti i rifugi e i numeri utili

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Sicuri in montagna Istruzioni per l’uso

Conoscere per prevenire

La CNSASA rileva un aumento dirichieste rivolte alle proprie scuole daparte di sezioni, associazioni varie eappassionati di montagna non soci del

CAI, per una formazione che permetta di fre-quentare con maggior sicurezza ambientiinnevati, soprattutto con racchette da neve esnowboard. L’attività svolta su neve rivesteper noi particolare attenzione, pertanto conil presente articolo si vogliono ribadire alcu-ni aspetti che fanno riferimento alla necessi-tà di una reale formazione per prevenire ilpericolo, alle condizioni per il distacco diuna valanga e all’impiego dell’Artva. In Italiasono attive 192 scuole in cui operano circa700 istruttori nazionali, 1600 istruttori regio-nali e 3000 istruttori sezionali. Nel 2009 sonostati organizzati 470 corsi che hanno coin-volto circa 8200 allievi impegnando gli istrut-tori per 23.700 giornate.

Attività di prevenzione dei pericoli svolta nelle scuole

Le scuole pongono in primo piano le tema-tiche della sicurezza e della prevenzionenella frequentazione della montagna estiva einvernale, insegnandole nei corsi a tutti ilivelli, con particolare riguardo alla cono-scenza dell’ambiente, allo studio della nivo-logia e delle valanghe, alla valutazione deirelativi pericoli, alla corretta scelta e con-dotta di gita, all’autosoccorso con Artva,pala e sonda, all’equipaggiamento, alle tecni-che di progressione, alle manovre di corda.

Per ridurre il rischio di incidenti da valan-ga molta cura viene dedicata alla pianifica-zione della gita: si interpreta il bollettinometeorologico e il bollettino valanghe conparticolare attenzione alla scala del pericolo,si studia il percorso e si individuano i pendiiripidi, si organizza il gruppo dei partecipantiin modo da formare piccoli gruppi autono-mi. Una volta giunti sul posto si ripete ilmonitoraggio delle condizioni nivometeo,del terreno e del gruppo; nel corso dell’e-

scursione questo controllo continua e lavalutazione locale dei vari fattori di rischio siapprofondisce quando si tratta di percorrerependii ripidi potenzialmente valanghivi.Sono queste le fasi in cui si svolge la veraopera di educazione e di prevenzione: for-mazione in aula, progressione ed esercita-zioni sul terreno, osservazione attenta e con-tinua dell’ambiente, adozione di comporta-menti prudenti del gruppo richiedono cheun corso comprenda 9-10 lezioni teoriche e7-8 uscite pratiche.

Nel campo della sicurezza il CAI deveperaltro mantenersi costantemente aggior-nato sulle regole tecniche e di comporta-mento attuali. L’obiettivo è di adottare tuttele misure precauzionali affinché nella fre-quentazione di pendii innevati si operi con ilmaggior grado di sicurezza possibile. Poichétuttavia nella pratica di montagna un rischioresiduo è sempre presente, secondo l’espe-rienza maturata nelle scuole, si raccomandaa tutti coloro che praticano scialpinismo,snowboard alpinismo e sci escursionismo didotarsi di Artva, pala e sonda allo scopo diaumentare le probabilità di trovare ancora invita un compagno sepolto da valanga.L’impiego del set di sicurezza viene ancheraccomandato a chi svolge attività su terre-no ripido innevato (inclinazione uguale osuperiore a 25°) durante le stagioni inverna-li e primaverili come nel caso di itinerariseguiti per raggiungere le cascate di ghiacciooppure nella progressione con racchette daneve.

A questo proposito vale la pena di rimarca-re che percorrere gli itinerari estivi in inver-no non è da considerarsi una pratica sicurase non si tiene conto della pendenza del ter-reno, in quanto potenzialmente esposto alpericolo di valanghe.

Condizioni per il distacco di una valanga

Il rischio di valanghe varia in funzione dellecondizioni meteorologiche, della neve, delterreno e del comportamento di chi praticagli sport sulla neve.

In particolare il distacco di un lastrone dineve è legato a tre condizioni necessarie esufficienti: 1) il pendio deve avere una inclinazione di

almeno 25° per la neve bagnata e 30° perla neve asciutta.

2) lo strato superficiale deve presentareneve con coesione

3) all’interno del manto nevoso deve esi-stere un piano di slittamento e tra questo

e lo strato superficiale deve esserci unoscarso legame. Se viene a mancare unasola di queste condizioni la rottura non èpossibile.

La valutazione della stabilità del mantonevoso per quanto riguarda le condizioni 2 e3 non è praticabile con sistemi semplici,come per la misura dell’inclinazione del pen-dio; persone poco esperte non sono affattoin grado di stabilire se la neve abbia coesio-ne e se vi sia la presenza di un piano di slit-tamento e quanto questo sia legato al lastro-ne soprastante

Pertanto la condizione più importante, manon sufficiente, perché ci possa essere il dis-tacco di un lastrone di neve è costituita dal-l’inclinazione del terreno: il pendio deveavere una inclinazione di almeno 25° per laneve bagnata e di almeno 30° per la neveasciutta.

Un itinerario che si articola su un pendioavente inclinazione inferiore a 25° e che sisviluppa lontano da pendii ripidi si può con-siderare esente da valanghe.

Con l’uso di due bastoncini da sci è possi-bile stimare l’inclinazione del pendio: in par-ticolare se il bastoncino orizzontale interse-ca quello verticale esattamente a metà signi-fica che il pendio presenta circa 24° di incli-nazione. Se invece il bastoncino orizzontaleinterseca quello verticale più in alto significache la pendenza è superiore

Possibilità di sopravvivenza nel caso di seppellimento e uso dell’Artva

Va ricordato che è praticamente impossibi-le muovere gli arti sepolti una volta che lavalanga si è arrestata e che le possibilità disopravvivenza di un travolto da valanga cherimanga sepolto con le vie respiratorieostruite diminuiscono in maniera drammati-ca con il passare del tempo. I dati che ven-gono di seguito riportati sono il risultati diapprofondite indagini condotte da HermannBrugger, medico del soccorso alpino BRDAlpenverein Südtirol e presidente dellaCommissione internazionale di medicinad’urgenza in montagna.

Entro i primi 18 minuti dal seppellimentole probabilità di trovare persone in vita sonodel 91%. Su 100 travolti dunque 9 personenon sopravvivono, a causa delle lesioni mor-tali subite durante il travolgimento stesso.Tra i 18 e i 35 minuti si osserva un forte calodelle probabilità di sopravvivenza che passa-no dal 91% al 34 % circa: durante tale perio-do subentra la morte per asfissia acuta per

Sulla necessità di una realeformazione per prevenire ilpericolo, sulle condizioni per il distacco di una valanga e sul corretto impiego dell’Artva(apparecchio di ricerca invalanga) si esprime MaurizioDalla Libera, presidente delleScuole del CAI

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tutti i sepolti che non dispongano di unacavità d’aria in prossimità delle vie aereesuperiori. Tra i 35 e i 90 minuti dal seppelli-mento la percentuale di superstiti si abbassaal 20% e la persona può sopravvivere se dis-pone di una certa quantità d’aria ed ha suffi-ciente libertà toracica per i movimenti respi-ratori. Tra i 90 e i 130 minuti la percentualecala ulteriormente al 7% e in seguito simuore per ipotermia.

Resta perciò fondamentale trovare e dis-seppellire la persona sepolta entro i primi 18minuti per avere una ragionevole speranzadi salvare il travolto.

Nel caso che la valanga coinvolga un grup-po di escursionisti sono pertanto i compagnidi gita in possesso di esperienza sull’usodegli apparecchi che possono ottenere irisultati più efficaci.

Impiego dell’ArtvaSi sottolinea che l’apparecchio elettronico

di ricerca resta comunque una “cura” a undanno che si è già verificato e le cui conse-guenze sono sempre traumatiche; ecco quin-di l’importanza in primo luogo di impararead evitare le valanghe. Nonostante gli ultimimodelli di Artva siano più facili da usarerispetto ai modelli precedenti, va comunquesottolineato che, per ottenere successo nel-l’intervento di soccorso, si devono conosce-re le caratteristiche del proprio apparecchio,imparare le modalità di ricerca e svolgereadeguate esercitazioni. Il fatto di possedereun apparecchio non significa necessaria-mente che lo si sappia adoperare corretta-mente. La Commissione nazionale scuole dialpinismo, scialpinismo e arrampicata libe-ra, grazie al lavoro svolto dalla Scuola cen-trale di scialpinismo, ha pubblicato nelnumero di gennaio - febbraio 2009 dellaRivista un’analisi delle prestazioni degliapparecchi Artva digitali di ultima genera-zione (Mammut PULSE, Ortovox S1, PIEPSDSP) con le versioni del software in quelmomento disponibili sul mercato, alloscopo di raccogliere una serie di informa-zioni utili per informare i soci del sodalizioe di mantenere aggiornate le proprie strut-ture didattiche sulle caratteristiche di questinuovi apparecchi. Si voleva verificare lefunzionalità proposte quali la facilità dilocalizzazione del sepolto, la precisione incaso di seppellimenti profondi e la gestionedella ricerca di più travolti dotati di ARTVAche trasmettono contemporaneamente.

Cogliamo l’occasione per informare chesul numero della rivista di marzo -aprile saràpubblicato un secondo articolo che illustrale differenze che sono state riscontratetestando i tre apparecchi dotati delle versio-ni di software messe a punto dalle case pro-duttrici nel 2009.

Impiego di sonda e palaIl problema attuale non consiste tanto nel-

l’individuare un Artva sepolto (3 – 7 minuti)bensì quello di ridurre i tempi dello scavo.L’uso della sonda consente di individuarecon precisione la posizione del travolto equindi di decidere le modalità dello scavo.

Le statistiche dicono che mediamente unapersona travolta si trova sepolta sotto circaun metro di neve. Va fatto notare che perspostare un metro cubo di neve di mediadensità con le mani guantate sono richiesti90 minuti mentre con una buona pala servo-no almeno 10 minuti.

Ecco quindi l’assoluta necessità di esseredotati del kit di sicurezza composto daArtva, pala e sonda.

Proposte in corso di valutazione • Aumentare la formazione in tema di neve e

valanghe nei corsi classici• Organizzare a livello sezionale un corso

monotematico che sviluppi gli argomentineve, valanghe, prevenzione e autosoccor-so per tutti coloro che frequentano l’am-biente innevato, sia in inverno che in esta-te, a piedi, con racchette da neve, con scidi vario tipo, oppure con snowboard.

• Potenziare forme di divulgazione che inte-ressano gli appassionati di montagna.

Maurizio Dalla Libera

Presidente Commissione nazionale

scuole di alpinismo, scialpinismo

e arrampicata libera

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Escursionismo

Lazio, il nuovo Sentiero Frassati

Il Lazio è entrato a far parte della rete dei “Sentieri Frassati con una traversataaffascinante e spettacolare attraverso le vette più alte di un comprensorio fra i più intattie attraenti dal punto di vista naturalistico e religioso del Lazio. Nel percorso sono

compresi il Parco regionale dei Monti Simbruini con le sorgenti dell’Aniene, del Simbrivioe del Cosa, le superbe faggete della Riserva integrale di Faito e di Fiumata, le crestesommitali dei Cantàri, il Santuario della SS Trinità, l’eremo di Sant’Agnello, di San Luca ela Certosa di Trisulti.

L’ inaugurazione, organizzata dal Grupporegionale Lazio del Club Alpino Italiano edalla Sezione di Colleferro, ha visto il 29agosto tre momenti distinti: una cerimoniareligiosa con la benedizione delle acqueprovenienti dalle altre regioni Italiane e iltaglio del nastro di partenza del sentiero; iltrekking lungo l’intero sentiero nei tre giornisuccessivi; la qualifica di due percorsi perdiversamente abili, da percorrere conl’ausilio della joelette, lungo lo stesso sentiero.

Durante la cerimonia nel Santuario della SS Trinità, uno dei luoghi cardine dellareligiosità popolare ciociara-laziale, gli escursionisti sono stati ricevuti dal rettore delsantuario don Alberto Ponzi. Dopo il saluto di benvenuto del presidente del CAI LazioLuigi Scerrato e la messa celebrata dal vescovo della Diocesi di Anagni-Alatri monsignorLorenzo Loppa, di grande suggestione è stato il momento in cui tutte le acque deiSentieri Frassati di 16 regioni d’Italia sono state deposte ai piedi dell’altare divenendo“una sola”, sotto la regia del coordinatore nazionale della rete di sentieri Antonello Sica.Per il Sentiero Frassati del Lazio tre sono state le acque deposte, una per ogni sorgenteche caratterizza ciascuna tappa, portate simbolicamente da chi questo sentiero hasognato, voluto e realizzato: il responsabile del sentiero Nicola Caruso con l’acqua delSantuario della SS. Trinità, il presidente del CAI regionale Scerrato con l’acqua dell’Eremo di San Luca, il presidente della Sezione di Colleferro - Sottosezione di AnagniUmberto Bernabei con l’acqua della Certosa di Trisulti.

Hanno partecipato alla cerimonia le nipoti del beato Frassati Wanda, Nella e AnnaGawronska, le autorità religiose, le autorità provinciali di Frosinone (ad affermare lavicinanza del presidente Iannarilli alla manifestazione), le autorità locali (sindaco diVallepietra in testa), il Comando dei Carabinieri e della Forestale, Il vicepresidentegenerale del CAI Goffredo Sottile, le rappresentanze del Gruppo regionale, ilcoordinatore nazionale dei Sentieri Frassati Sica, i presidenti delle sezioni di Colleferro,Tivoli e Alatri, i presidenti della Giovane Montagna, della FIE, del Cammino possibile, irappresentanti delle regioni che già dispongono di un Sentiero Frassati.

Umberto BernabeiPresidente Sezione di Colleferro

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36 - LO SCARPONE, MARZO 2010

NASCE LA COLLABORAZIONETRA SALMOIRAGHI&VIGANÒ

E ZIEL ITALIA.

Éappena statadefinita la colla-borazione tra le due

aziende per la distribuzio-ne del binocolo contrasse-gnato dallo stemma del Club alpino italiano.Da oggi i binocoli Z-CAI potranno essereacquistati in uno dei numerosi punti venditaSalmoiraghi& Viganò, l’azienda che segna iltrend dell’ottica italiana da oltre 150 anni.Strategica e oculata la scelta del partner daparte della Ziel Italia: con 900 professionistial servizio del cliente e oltre 320 puntivendita, Salmoiraghi & Viganò conferma ilproprio ruolo di leader del mercato erappresenta per il 70% degli italiani ilnegozio di ottica per antonomasia. Un partner di successo per un prodottoaltamente affidabile: la cura esecutiva, lascelta di materiali, l’uso di tecnologiemirate alle esigenze di chi va per montihanno permesso di ottenerel’approvazione del Club Alpino Italiano. I binocoli Z-CAI presenti nei negozi S&Vsono progettati per un uso severo in condi-zioni climatiche particolari e per questoadottano uno speciale trattamento sullelenti. Si tratta di speciali interventi a stratimultipli, ottenuti sovrapponendo dodicistrati invece dei tre-cinque tradizionali. È noto che le lenti producono una perditadi luminosità. Il trattamento migliora invecele prestazioni, consentendo un transitopressoché totale della luce. Questo ottimorisultato è ottenuto applicando alla superfi-cie della lente uno strato sottilissimo dicomposti chimici a base di fluoruro dicerio, biossido di zirconio e fluoruro dimagnesio.Un’altra caratteristica decisiva del prodottoè la leggerezza. I due modelli più piccolipesano solo 270 g e sono di dimensioni

molto compatte (120x70 mm), grazie alloschema ottico adottato. Sono forniti in unpratico astuccio che li protegge una voltainfilati nello zaino. Il design è compatto el’ingombro può essere ulteriormente ridottoripiegando il binocolo lungo l’asse centrale,soluzione che permette anche di adattare glioculari a diverse anatomie. La superficieesterna è gradevole al tatto e realizzata inmateriale antiscivolo. La messa a fuoco ècentrale con scorrimento interno della cre-magliera e una comoda ghiera manipolabileanche con guanti. Ben afferrabile è anche laghiera della

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LA SPORTIVA FC ECO 3.0 GTXSI AGGIUDICA IL PREMIO BACKPACKEREDITORS’ CHOICE GREEN AWARD 2010

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più autorevole nel mondo outdoor, premiacon il backpacker editors’ choice award, unoscarponcino da hiking de La Sportivaappartenete alla serie hiking FC (FlexControl). FC Eco 3.0 Gore-Tex è stato insignito delprestigioso “Green Award” 2010, premioche viene assegnato al prodotto outdoorche più si contraddistingue sul mercato perl’utilizzo di materiali ecologici o di processiproduttivi eco-friendly, tema sul quale LaSportiva ha da sempre posto moltaattenzione come dimostra la certificazioneper il rispetto ambientale ISO 14001

ottenuta già nel 2003. FC Eco 3.0 GTX è uno scarponcino di tagliomedio ideale per camminate su sentieristerrati e boschi, caratterizzato dall’utilizzodi componenti quali suola, intersuola e lacci,realizzati in materiali eco-compatibili.L’intersuola è in EVA ottenuta utilizzandomateriali riciclati derivati dal cicloproduttivo, evitando in questo modo laproduzione di scarti di lavorazione. La suolaVibram Eco-step compound con ImpactBrake System, utilizza anch’essa il 30% dimateriali riciclati, riducendo l’impattoambientale a parità di prestazioni. I laccisono in poliestere riciclato al 100%. I backpacker editors’ choice awards sonoassegnati dal 1993 e da allorarappresentano il premio più ambito dalleaziende del settore outdoor. Una garanziadi qualità a 360 gradi quindi, che premial’impegno de la Sportiva nella produzione diprodotti eco-compatibili.

APPROACH, IL BASTONCINOCHE NON INGOMBRA

Il bastoncino Approach rappresenta un’otti-ma combinazione tra ingombro ridotto(chiuso misura 35 cm) e peso minimo (237g) e per questo soddisfa le esigenze degliescursionisti. Approach nonè soltanto ideale per l’avvi-cinamento alle pareti diarrampicata, ma ancheper lo snowboard o perl’escursionismo estre-mo, dove il bastonci-no viene talvoltasostituto dalla pic-cozza. La strutturapieghevole permettedi riporlo agevolmentesia sullo zaino che all’inter-no di esso, mentre il tuboanti-corrosione ad alta den-sità Titanal HF permettegrande facilità di assemblag-gio, grazie al meccanismoEasy Lock, che garantiscesicurezza di tenuta al 100%.Fornito di impugnatura leggerissima, consistema presa-sicura, è regolabile nellaparte inferiore. Il comodo contenitore e illaccio in neoprene completano la dotazionedel bastoncino. Disponibile dal prossimoautunno in 3 diverse misure. Per informazioni: www.komperdell.com

QNews dalle aziende A cura di Susanna Gazzola (Servizio pubblicità)

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Milano Ghiacciai, summit europeoIl 25-26 marzo si terrà Milano presso l’Università degli Studi il 14°

Alpine Glaciology Meeting, il più prestigioso incontro europeo sulletematiche glaciologiche. È un convegno che si svolge annualmente inun diverso paese alpino: il 2010 è la volta dell’Italia e permetterà difare il punto sull’attuale situazione di crisi dei ghiacciai del mondo. Èorganizzato dal Dipartimento di scienze della Terra dell’Università diMilano e dal Comitato glaciologico italiano. Per informazioni e iscri-zioni: http://users.unimi.it/glaciol

Lecco L’addio dei Ragni a CortiA 81 anni è morto il 3 febbraio a Lecco

Claudio Corti, illustre alpinista e prota-gonista nel 1957 di uno dei più tragici ediscussi tentativi di salita alla paretenord dell’Eiger in cui perse la vita il com-pagno di cordata Stefano Longhi. Facevaparte dei Ragni della Grignetta. All’EigerCorti fu salvato in extremis da una gran-diosa operazione di soccorso e poi venneindicato come colpevole della morte diLonghi e di due tedeschi casualmenteincontrati in parete. La sua immagine èstata completamente riabilitata anche grazie al libro “Prigionierodell’Eiger” scritto da Giorgio Spreafico, recente vincitore in Friuli diun riconoscimento del concorso “Leggimontagna”. La sciagura del1957 è stata accuratamente descritta a suo tempo nel libro“Arrampicarsi all’inferno” di Jack Olsen e in “Soccorsi in montagna”edito in occasione dei cinquant’anni del CNSAS.

Valle Brembana 18° Raduno “Anna Clozza”La Commissione soci seniores Lombardia comunica che il 18°

Raduno “Anna Clozza” è confermato per mercoledì 26 maggio in AltaValle Brembana, al rifugio Madonna delle Nevi (1350 m, Mezzoldo(BG). Sono in corso le attività di preparazione e i contatti con le auto-rità locali e i vari enti, la cui collaborazione può contribuire allamigliore riuscita dell’evento. L’invito è esteso a tutte le sezioni congruppi seniores costituiti. Per ragioni organizzative e data la maggiorlontananza di molte sezioni, si prega di comunicare entro e non oltreil 15 marzo 2010 l’adesione e una stima dei partecipanti. Con succes-siva comunicazione seguiranno, entro la metà del mese di aprile, det-tagliate informazioni e istruzioni, in particolare la locandina col pro-gramma definitivo della giornata che si prega di fotocopiare e distri-buire ai partecipanti del gruppo sezionale. Per avere un’idea prelimi-nare ma dettagliata dell’evento, si potrà accedere alla presentazione

sulla piantina Alta Val Brembana visitando il sito web del CAIEscursionismo. Dino Marcandalli e Aurelio Vascelli, rispettivamentepresidente e segretario della Commissione seniores della Lombardia,contano sin d’ora sul contributo dei presidenti delle sezioni e dei refe-renti dei gruppi seniores perché il raduno sia evento di successo

QUICAIAttività, idee, proposte

Sezioni di montagna, rinnovate prospettive

Sui recenti sviluppi di una vertenza tra la Sede centrale ele sezioni bellunesi (oltre 11 mila soci provinciali) di cuiha ampiamente riferito in febbraio La Rivista è stato dif-fuso il 1° febbraio un comunicato da parte del coordina-

mento di tal sodalizi del CAI che in più riprese avevano espres-so “malessere diffuso tra le fila del volontariato della montagna,per le norme restrittive e le incombenze (specialmente per leopere alpine) che regolamentano la vita associativa in favore diun centralismo fortemente accentuato”.

Dopo avere ricordato che in seguito a un’azione di protestaera stato posto in atto il pagamento alla Sede centrale del solo50% delle quote annuali, si prende atto che si sono acceleratealcune valutazioni della stessa Sede centrale e ne è scaturital’organizzazione di un tavolo di confronto tra le parti svoltosi aMilano l’11 novembre. In questo incontro, fra la delegazionedelle Sezioni bellunesi (Roberto De Rocco, presidente diZoldo, e Giorgio Fontanive, vicepresidente di Agordo) e laPresidenza del CAI centrale, è stato sottoscritto un protocolloper il “riconoscimento unanime delle peculiarità delle Sezioni dimontagna e delle criticità che affrontano quotidianamente”.

Nel documento si concorda di aprire sulla stampa sociale ildibattito sulle criticità che vivono le sezioni di montagna. A taleproposito va ricordato che l’inchiesta sulle piccole sezioni dimontagna iniziata in febbraio sulla Rivista continuerà nel pros-simo fascicolo con le testimonianze offerte dal sodalizio pie-montese di Garessio e da quello abruzzese di Castelli.

Sempre nel protocollo citato viene espresso il proposito diindividuare nuovi criteri per l’utilizzo del “Fondo stabile rifugi”(strumento d’intervento già attivo e annualmente finanziato dalCAI centrale) in modo da favorire le piccole sezioni di monta-gna; di costituire un gruppo di concertazione che nel breve ter-mine proponga i criteri di lavoro; di attivare un tavolo per levalutazioni di carattere generale con l’obiettivo di individuareprospettive strutturali di lungo termine sul ruolo del CAI.

Avviso della Commissione per la tutela dell’ambiente montanoSi invitano caldamente i soci, le sezioni, le Commissioni TAM e i Comitati direttivi regionali a voler segnalare i

nominativi ed i recapiti di soci inseriti in organismi di gestione venatoria o membri di consulte o comitati tecnicivenatori (zonali, provinciali o regionali) inviando i dati utili per un contatto, finalizzato ad una eventuale convocazione,

all’Ufficio Tecnico Ambiente della Sede centrale (tel 02 205723 233, e-mail: [email protected]). La Commissione centrale TAM

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sottolineato da una significativa partecipazione e tengano contodell’iniziativa nella programmazione delle loro attività. Le e-mailvanno mandate direttamente a [email protected] o [email protected] oppure si prega di telefonare in ore serali allo02.33610385 (segreteria telefonica) o allo 031.607226 - 333.1203654.

Pietracamela (TE) Alte vie di una vitaPresentato il 29 dicembre presso il Comune di Pietracamela (TE), il

libro “Le alte vie di una vita” (Verdone editore) ripercorre la vita diLino D’Angelo guida alpina emerita e aquilotto del Gran Sasso, non-ché socio benemerito della Sotto-sezione di Pietracamela: una vita

trascorsa a strapparegiornate libere per scalaremontagne, dopo anni diguerra in Nord Africa e laprigionia dopo la disfattadi El Alamein. Una lietasorpresa è stata, alla pre-sentazione, la presenza diLuigi “Gigino” Muzii, sto-rico compagno di cordatadi Lino nell’epico e sfortu-nato tentativo di ripetizio-ne invernale della parete

nord del Monte Camicia, il piccolo Eiger dell’Appennino. La serata,come cortesemente informa Luca Mazzoleni, reggente della sottose-zione, si è svolta in un’atmosfera amichevole e affettuosa: tra i pre-senti il sindaco Antonio Di Giustino e i membri del Consiglio comu-nale, i rappresentanti di varie sezioni, l’associazione Vecchie gloriedel Gran Sasso, gli alpinisti Giampiero Di Federico, MassimoMarcheggiani, Pasquale Iannetti, Roberto Iannilli.

Roma Sulle tracce dei ghiacciaiÈ aperta fino al 23 marzo a Roma, alla Sala Santa Rita via Montanara

8, la mostra “Sulle tracce dei ghiacciai. 1909-2009: un secolo di cam-biamenti climatici sui ghiacciai del Karakorum”, rassegna fotograficadi Fabiano Ventura promossa dall’Assessorato alle Politiche cultura-

li e della comunicazione del Comune di Roma e organizzatadall’Associazione Macromicro in collaborazione con Enel GreenPower e Zètema Progetto Cultura, e patrocinata anche dal ClubAlpino Italiano. La mostra espone i risultati della prima spedizionedel progetto fotografico-scientifico di Ventura tra le montagne del K2,Karakorum, in Pakistan.

Si tratta di un confronto fotografico e scientifico di immagini stori-che e moderne dei ghiacciai del Karakorum, per studiare ed eviden-ziare le variazioni negli ultimi 100 anni di questi sensibili indicatoridei cambiamenti climatici in atto sul nostro pianeta.

Milano Film storici alla SEMLa Biblioteca della Società Escursionisti Milanesi ha recuperato dal

proprio archivio storico alcuni filmati della prima metà delNovecento girati da Mario Zappa in 8 mm. Ora li presenta agli appas-sionati giovedì 18 marzo alle ore 21 (ingresso libero) presso la sededi via Volta 22. Sono pellicole a colori e in b/n di complessivi 60’ checi riporteranno al tempo in cui si andava in montagna con la ferroviaa vapore, si arrampicava con le corde di canapa e si sciava con gli scidi legno. Potremo vedere rifugi che oggi non ci sono più e ricono-scerne altri oggi cambiati. Magari rivedremo qualche amico di untempo e qualche antico maestro. Di sicuro ritroveremo negli alpinistie sciatori di allora lo stesso entusiasmo per la montagna che abbia-mo oggi. Il tempo passa, le emozioni della montagna restano.

Napoli Appuntamenti con la preistoria“La salvaguardia dell’ ambiente come monito per il futuro” è il tema

centrale di questo 36° anno di attività didattica del Museo diEtnopreistoria ([email protected]) a Castel dell’Ovo della Sezione

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Concorsi

Il Premio “Antonio Berti” 2010

Istituito dalla Fondazione A. Berti, il premio letterario annuale“Antonio Berti” promuove l’interesse per la conoscenza e lostudio della montagna triveneta nello spirito e nei valori insiti

nell’alpinismo di Antonio Berti. Il premio indivisibile è dotato di1.500 euro che saranno assegnati all’autore/curatore di un’operastorico-alpinistica o biografica riguardante la montagnatriveneta. Le opere dovranno essere edite per la prima volta insenso assoluto e dovranno essere pubblicate nel periodo 1gennaio 2009 – 25 giugno 2010 entro e non oltre, e comunquepervenute agli indirizzi di tutti i membri della giuria entro e nonoltre il 30 giugno. Una copia dovrà anche pervenire entro glistessi termini alla segreteria del premio c/o Armando Scandellari,Via Abruzzo 12, 30174 Mestre (VE). Le opere sono inviate a titologratuito e non saranno restituite. Non possono essereripresentate opere che hanno concorso alla precedente edizione“Premio Antonio Berti” 2009. La giuria è composta da AntonioBerti jr (Pra’ della Valle 109, 35100 Padova), Riccardo De Carli(c/o Biblioteca della Montagna SAT, Via Manci 57, 38100 Trento),Ernesto Majoni (Corso Italia 43, 32043 Cortina d’Ampezzo, BL),Melania Lunazzi (Via Teobaldo Ciconi 18 b, 33100 Udine), DiegoStivella (Via 4 Novembre 34, 33074 Fontanafredda, PN).

QUI CAI Attività, idee, proposte

Il Comitato Scientifico Centrale, in collaborazione con laCommissione centrale Tutela Ambiente Montano e laCommissione centrale Alpinismo Giovanile, organizza dal 22

al 25 aprile a Bomerano di Agerola (NA) un corso diaggiornamento per docenti di Scuola secondaria di 1° e 2°grado. Il corso è riconosciuto dal Ministero della Pubblicaistruzione con decreto del 20 luglio 2009 e dà diritto per i docentipartecipanti all’esonero dal servizio.

Al termine sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Tema èla lettura del paesaggio montano in Campania nei suoi aspettinaturalistici ed ecologici, sia in quanto patrimonio da difendere evalorizzare, sia in quanto sorgente di rischi geo-ambientali cuiadeguare gli usi antropici del territorio. Sono previste lezionifrontali, momenti di dibattito e lavori di gruppo, escursionididattiche nei territori del Parco regionale dei Monti Lattari e delParco nazionale del Vesuvio. I partecipanti alloggerannoall’Hotel Le Rocce nella cittadina di Agerola, alla PuntaBomerano. La quota è di 160 euro comprensiva dipernottamento, pensione completa, trasporti locali durante ilcorso per le attività in ambiente, materiale didattico.

Per partecipare occorre versare un anticipo di 50 euromediante bonifico presso la Banca di Credito Popolare – Torredel Greco , filiale di Agerola, viale della Vittoria, 80 - 80051Agerola. IBAN: IT 28 F 05142 39700 119571031036. La causaledovrà essere indicata come: “Acconto quota di partecipazione alCorso CAI per docenti 22-25 aprile 2010”. Il programma èdisponibile sul web del Club Alpino Italiano. Per informazionirivolgersi al direttore organizzativo Giuliana Alessio(339.6545655, e-mail: [email protected]), o al direttore tecnicoGiuliano De Menech (340.5532611, e-mail:[email protected]).

Comitato scientifico

Aggiornamento per docenti➔

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di Napoli, a quanto annuncia in un comunicato il direttore VincenzoDi Gironimo. Anche quest’anno vi sarà un approfondimento sulle“culture megalitiche con particolare riguardo a quelle italiane” nel-l’ambito del più ampio programma di “studio e diffusione delle scien-ze naturali” che attraverso la didattica e il laboratorio di archeologiasperimentale, vuol mostrare come i cambiamenti climatici abbianoinfluito sulla storia dell’ umanità, determinando comportamenti,forme di vita e di pensiero, usi, costumi. Ecco i laboratori proposti:ceramica “Dall’argilla al vaso”; pittura “La nascita dell’arte”;Laboratorio “Preistorico per un giorno” con simulazione dei modi divita preistorici. Info: per gli aspetti didattici Pietro Martignetti3389265248; per il laboratorio Luigia Salino 3389652288; [email protected], aperto solo su prenotazione 0817645343.

Lecco Incontro con la reginettaGiovedì 25 marzo appuntamento

(da non perdere) a Lecco conStéphanie Bodet, reginetta francesedell’arrampicata che ha salito intera-mente in libera e da capocordata“Free Rider” a El Capitan. È possibileascoltarla alle 21 alla Sala Ticozzi.

La serata è organizzata dal Gruppoalpinistico Gamma con l’UOEIInternet: www.gamma-lecco.eu

Dolo (VE) Montagne d’acqua“Vivere l’ambiente”, un’attività organizzata sotto il patrocinio delle

Commissioni nazionale e regionale del Veneto per la Tutela AmbienteMontano dagli operatori TAM Maria Grazia Brusegan, Guido Furlane Maria Rosa Rebeschini con la collaborazione degli operatoriMassimo Baldan, Giorgio Dalla Costa, Lia Favaro, Andrea Grigolo,Alberto Iogna Pratt e Simone Papuzzi, propone un ciclo di incontridal titolo “Montagne d’acqua”. Il tema della difesa e del corretto uti-lizzo dell’acqua (elemento che l’uomo moderno ha ritenuto e ritienesuo diritto bistrattare, depredare, supponendo la sua infinita abbon-danza, deve riprendere quella sacralità che per l’uomo antico erafonte di culto) è sviluppato attraverso un fitto programma con la col-laborazione delle sezioni di Dolo, Mestre, Gemona, Rovigo, Schio,San Donà di Piave e l’associazione ARCAM di Mirano. Il primoappuntamento è a Dolo venerdì 26 marzo al Cinema Italia, dove vienepresentato “H2Oro, l’acqua un diritto dell’umanità”, uno spettacoloteatrale della Compagnia Itineraria. Il ricco calendario fino a settem-bre è online su www.viverelambiente.it, [email protected]

Fermo (AP) Piceno sotterraneoIl Gruppo cavità artificiali di speleologia archeologica della Sezione

di Fermo, considerata l’importanza dei patrimoni nascosti sotterra-nei delle antiche città, conduce fin dal 1995 una campagna di ricerchedelle cavità artificiali di Firmum Picenum e di tutte le fortezze roma-ne e medievali del territorio. Cunicoli scavati nell’arenaria, in argilleplioceniche e rivestiti in cotto percorrono infatti il ventre di castelli ecittà murate: una intricata maglia di budelli, pozzi, cisterne utilizzatidagli antichi Piceni e dai romani per raccogliere le acque di falda,complessi sistemi di drenaggio e di approvvigionamento che sonoentrati nel mito, un mondo sotterraneo ricco di leggende e di misteri.Dalle esplorazioni è nata una pubblicazione patrocinata dalla Sezionedi Fermo “Pozzi e cunicoli romani e medievali di Firmum Picenum”,che raccoglie tutte le ricerche delle opere idrauliche sotterranee dellacittà romana. Attualmente il gruppo sta conducendo una esplorazio-ne con relativi rilievi delle leggendarie “Grotte di Santità” inRipatransone, antico centro della civiltà Picena, con vastissime

caverne e labirinti sotterranei scavati in banchi di arenaria delle qualisi narrano molteplici fantastiche storie. Da tempo si erano perse letracce dell’ingresso del sistema ipogeo costruito da una antica civiltàitalica. Informazioni: Massimo Spagnoli tel 338.4458782, e-mail: spe-leo.massimo @alice.it

Milano L’invenzione delle cimeCi fu un alpinismo prima della conquista del Monte Bianco da

parte di Paccard e Balmat, l’8 agosto 1786? Su questo argomentointerverrà Mattia Sella del Comitato scientifico centrale del CAImercoledì 10 marzo alle ore 21 alla Società Escursionisti Milanesi.Quali erano le motivazioni che spingevano gli uomini verso le cime?Desiderio di salire spiritualmente verso l’alto per avvicinarsi

QUI CAI Attività, idee, proposte

Domenica 7 marzo è stata indetta da CoMoDo(Confederazione per la Mobilità Dolce) la terza Giornatanazionale delle ferrovie dimenticate

(www.ferroviedimenticate.it/) allo scopo di mantenere vivanell’opinione pubblica e aprire alle nuove generazioni lamemoria e la conoscenza del patrimonio ferroviario come vettoredella mobilità dolce, recuperare e trasformare in greenways perpedoni, ciclisti, cavalieri, disabili, bambini, anziani ecc. leferrovie definitivamente dismesse. Tra le numerose iniziativerealizzate con la collaborazione del Club Alpino Italiano vasegnalata, a cura della Sezione di Salerno la passeggiata lungoun tratto della “Sicignano-Lagonegro”. Lo scorso anno gliescursionisti camminarono felicemente lungo questo percorsoda Polla al Viadotto Lontrano di Auletta; quest’anno verrà fattauna più breve camminata all’incontrario dalla stazione di Aulettaalla stazione di Pertosa con un ampio programma culturale... egastronomico, a quanto annuncia Antonello Sica, veterano deipercorsi verdi (è coordinatore nazionale dei celebri SentieriFrassati), precisando che il Club Alpino Italiano di Salerno è unantesignano in questo genere di manifestazioni avendoorganizzato fin dal 1995 “trekking ferroviari” lungo i tracciati diferrovie dimenticate. L’emozione di questa particolarissimapasseggiata (che fu riproposta qualche anno fa anche in unTrenotrekking nazionale organizzato da Gianfranco Garuzzo) èstata dallo stesso Sica espressa in un racconto che apparirà ilprossimo mese sulla Rivista.

Escursionismo

Ferrovie dimenticate

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agli dei? Curiosità esplorativa e volontà di conquista?Necessità di sopravvivenza che li spingevano a seguire le predeanche nei luoghi abitati dai draghi e dai mostri? Innumerevoli sonostate nell’uomo le motivazioni ad affrontare, a volte anche temera-riamente, l’ignoto. Anche i Romani e i Greci avevano avuto occa-sione di affrontare le montagne, non sempre per raggiungere levette, ma più spesso per attraversarle.

Troviamo testimonianze in Senofonte, Sallustio, Strabone. Poi le“ascensioni” nel Medio Evo come quella del Petrarca sul MontVentoux (1336), di Bonifacio Rosario d’Asti sul Rocciamelone(1358), di Antoine de Ville sul Mont Aiguille (1492), di Leonardo daVinci sul Momboso (1511) E via, via sempre più in alto come pos-siamo leggere in numerosi libri (commentari, descrizioni di viaggi,dissertazioni scientifiche, ecc.) a partire dal 1500. E non solo nelleAlpi ma anche in altri continenti.

Alta Brianza Corso di alpinismoLa Scuola Alta Brianza (http://scuolaalpinismoaltabrianza.word-

press.com/) organizza il 50°corso di alpinismo con la collaborazionedelle sezioni di Caslino d’Erba, Inverigo, Merone, Molteno, Erba,Arosio, Barzanò, Besana Brianza, Figino Serenza, Merate, Rovagnate.Apertura giovedì 25/3 ore 20.30 presso il CAI di Caslino d’Erba.Iscrizione al CAI obbligatoria. La quota di 250 euro è comprensiva diassicurazione infortuni, uso del materiale della scuola e delle dispen-se tecniche e culturali. Direttore del corso Romano Cattaneo (INA,INSA), direttore della scuola Vanni Santambrogio (INA – INSA –Accademico). Info e iscrizioni: Elena Masciadri 031.681590 oppurepresso le sezioni CAI collaboratrici.

Torino “Muntagne noste” pensa alla saluteL’Intersezionale CAI valle di Susa e val Sangone (TO) pubblica il

venticinquesimo numero della sua rivista annuale Muntagne noste.La foto di copertina - uno scialpinista ultrasettantenne che sale almonte Niblè, in alta valle di Susa - simboleggia il tema conduttore, ilrapporto montagna-salute. Gli articoli affrontano da differenti puntidi vista la valenza positiva dell’andar per monti in ogni sua dimensio-

QUI CAI Attività, idee, proposte

Accompagnamento in ambiente innevato

Sulla base delle nuove normeregolamentari dell’AE, l’OTPORegionale di escursionismo del GR

Marche, la Sezione di Macerata, laCommissione centrale per l’escursionismoe la Scuola del servizio valanghe italianoorganizzano dall’11 al 14 marzo aFrontignano (Marche) il 7° corso EAI peraccompagnatori di escursionismo titolatidel CAI riservato a un numero massimo di30 partecipanti. Le lezioniteoriche/pratiche sono tenute da docentiINV della CCE e della Scuola centraledello SVI e si svolgono presso l’albergoDomus Laetitiae (tel. e fax 0737.90140 –0737.90292; e-mail:info@domuslaetitiae). Il programma vienesvolto in osservanza del nuovoregolamento degli AE approvato nel 2009.A seguito di verifica positiva di fine corso, ipartecipanti conseguiranno ilriconoscimento della qualifica, contrascrizione sul libretto personale dellaspecializzazione di “EAI” abilitatoall’accompagnamento in ambienteinnevato. Si ricorda ai partecipanti diportare il libretto personale per il timbro diconvalida. Negli ultimi due anni, l’AE deve

attestare sul modulo di iscrizione di aver giàsvolto tale tipo di attività diaccompagnamento con racchette da neveper conto della sezione, oppure di averfrequentato un corso base di sci alpinismo,o di sci fondo escursionismo firmato dalpresidente della sezione e dal presidentedell’OTPO di appartenenza.

La quota dovrà essere versata conbonifico bancario precedentemente alcorso intestato a: Sezione CAI Macerata,Via Bartolini 37- 62100 Macerata. CodiceIBAN – IT03D0605513402000000012102con la causale “Corso EAI “. Le iscrizioni sichiudono al completamento del numeroprescritto entro il 6 marzo.

Il modulo d’iscrizione va mandato confotocopia dell’avvenuto bonifico bancarioal direttore del corso Carlo Diodati, viaGramsci - Rione INA, 65026 Popoli (PE), tel. 085.98599, cell 348.7058837, e-mail: [email protected]

I partecipanti dovranno essere muniti diequipaggiamento invernale adeguato e diattrezzatura tecnica: un paio di racchetteda neve, bastoncini, Artva, pala e sondapersonale. Si raccomanda, sempre sepossibile, che l’apparecchio Artva sia digenerazione abbastanza nuova.

Operatori naturalistici e TAM

Un Corso di formazione regionaleper Operatori naturalistici eculturali e Operatori tutela

dell’ambiente montano è organizzato dal17 aprile al 10 ottobre dal Grupporegionale delle sezioni dell’EmiliaRomagna, dal Comitato scientificoregionale e dalla Commissione regionaleER per la tutela dell’ambiente montano.

È aperto ai soci che abbiano passioneper la natura e interessi culturali storici eantropologici e che siano disposti adoperare, per conto delle sezioni, sulterritorio regionale. Il corso è apertoanche ai soci di altre regioni qualora visia disponibilità di posti. Siarticolerà in 5week-end, in sedi diverse marappresentative della montagnaappenninica. Le iscrizioni richiedonocompilazione del modulo fornito dagliorganizzatori, entro il 15 marzo e ilversamento di 100 euro di caparra. Ilcosto complessivo è di 220 euro esclusiviaggi. Info Milena Merlo Pich 3472453980 - [email protected],direttore Giorgio Maresi Telefono333.8060769 [email protected]

Corsi

Precisazioni

Trieste e la scuola di roccia

Nella didascalia relativa all’articolo su ambiente e qualitàdella vita a Trieste (LS 2/10, a pagina 4) non è specificatoche Emilio Comici istituì la Scuola di roccia in Val

Rosandra nel 1929 quale espressione del GARS (GruppoAlpinisti, Rocciatori e Sciatori) dell’Alpina delle Giulie, Sezione diTrieste. Il distintivo pubblicato inoltre fa parte della Scuolanazionale del Club Alpino Italiano del tempo, non della Scuolanazionale della XXX Ottobre (la XXX Ottobre, allora, non eraancora diventata sezione autonoma).

Famiglie numerose

Come specificato nella circolare numero 1/2010 pubblicatain febbraio a pagina 22, il Comitato centrale di indirizzo econtrollo ha deciso di agevolare i soci giovani

appartenenti a famiglie numerose di iscritti. La notizia apparsanello stesso numero a pagina 29, pur facendo correttamenteriferimento alla circolare, conteneva un’inesattezza: il nucleofamiliare, per fruire dell’agevolazione, non deve essere formatoda “più di due” figli, deve contare “almeno” due figli.

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ne: la montagna come luogo di rigenerazione non solo fisica masoprattutto spirituale, in un mosaico le cui tessere sono costituite dairacconti di vari protagonisti (alpinisti, medici, membri del Soccorsoalpino, naturalisti, escursionisti di ogni età, normodotati o disabili,meisinor- reboutex e semplici turisti) che presentano le loro gratifi-canti esperienze. Un’opportunità per un bilancio e una riflessione suun gruppo di sezioni che da un quarto di secolo tentano di costruireuno spazio condiviso pur conservando le loro peculiarità specifiche.

Bergamo Gli atti del convegno alpinisticoIl periodico Magliazzurra, organo dell’Associazione atleti olimpici e

azzurri d’Italia, pubblica gli atti del Convegno nazionale “Alpinismo,avventura, sport, sfida” svoltosi il 5 dicembre al Palamonti, come haampiamemente riferito Lo Scarpone di febbraio. Presentazioni diGianfranco Baraldi e Paolo Valoti

Castelfranco V. Incontri con la natura“I magici mondi della natura” è il tema degli incontri a Castelfranco

Veneto a cura di Marco Squizzato e Luca Berdusco presso la sala con-ferenze “Pacifico Guidolin” della Biblioteca comunale (iscrizionipresso Erboristeria Giorgione Vicolo Cappuccini, 7). In programma:mercoledì 3/3 “Cos’è l’orto e perché farlo”, mercoledì 10/3 “Il terreno,l’acqua e l’aria: conoscere l’habitat delle piante coltivate”, mercoledì17/3 “Le piante e l’ecologia: caratteristiche ed esigenze degli ortaggi”,martedì 23/3 “Relazioni tra piante e habitat”, martedì 30/3 “Tecnichecolturali”, domenica 4/4 visita guidata a un orto condotto con tecni-che di agricoltura sostenibile. Info: [email protected]

Mira (VE) Omaggio a Rigoni SternAll’oratorio Villa dei Leoni a Mira (VE) s’inaugura ) il 28/3 la mostra

fotografica “I grandi animali delle montagne italiane, omaggio aMario Rigoni Stern”, che rimane aperta fino al 18/4. Il catalogo com-prende le 125 foto in concorso ed è acquistabile a un prezzo di 10euro (compresa spedizione). Lo si può richiedere al Comitato scien-tifico VFG c/o Libreria Riviera, via Antonio Gramsci, 57 a Mira (VE)(10-20% di sconto per acquisti multipli). È possibile ospitare la mostraa livello sezionale. Sul sito www.caicsvfg.it si possono votare le fotomigliori.

Seregno (MI) Nuovi progetti educativiIn questi ultimi quattro anni i ragazzi della scuola Don Milani, grazie

a una collaborazione con il CAI di Seregno e con il gruppo “ICamosci”, hanno ascoltato di notte gli allocchi del Parco del Lambro,visto le trincee del rifugio Bozzi, letto le tracce degli animali nellaneve ad Artavaggio, a Campra e in Val Varrone, hanno visto la lavo-razione delle castagne in Val Codera e in Val Bregaglia, osservato ilpaesaggio e la geomorfologia in Val di Fex, sul Resegone, in ValMalenco, conosciuto i Goti e gli uccelli del Barro. Hanno provatocacce al tesoro, raccolta dei rifiuti, birdwatching, il gioco del silenzio.Hanno sperimentato il pernottamento in rifugio, la pioggia, la fatica,il gioco, il divertimento, il vento, i grandi paesaggi. Il corso è aperto atutti, facoltativo, e si svolge fuori dall’orario scolastico. Non di radosi sono iscritti negli anni anche alunni con problemi anche gravi disalute, comportamentali o disabili, che nella natura e in un contattodiverso con i compagni sperimentano nuove esperienze e trovanouna dimensione alternativa per socializzare e vivere, come spiegaMichela Ivancich, una delle artefici dell’iniziativa, operatore naturali-stico nazionale del CAI Seregno.

Milano Il raid di due sociDue soci lombardi, Pierluigi Bellavite, 55 anni (CAI Legnano) e

Valentina Scaglia, 47 (SEM Milano) sono tra i primi italiani ad aver

affrontato in piena autonomia il lunghissimo Israel National Trail, ilsentiero di 940 km che attraversa Israele. Un viaggio a piedi affasci-nante e impegnativo, durato 40 giorni, lungo il sentiero aperto nel1991 che attraversa l’intero stato da nord a sud con partenza da Dan,vicino al confine con il Libano. Le contese alture del Golan, la valledel Giordano, le soste nei kibbutz, l’arrivo a Gerusalemme, il desertodel Negev, lo spettacolare arrivo al Mar Rosso, per gli israeliani,

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Fabio GiacomelliL’alpinista trentino Fabio Giacomelli, 51

anni, due figli, è morto il 1° gennaio inPatagonia travolto da una valanga allabase della parete est del Cerro Torre.Stava scendendo dalla montagna con ilcompagno di spedizione Elio Orlandi,guida alpina. I due erano saliti sul miticopicco patagonico per completare unanuova via iniziata in precedenza e per disperdere le ceneri diCesarino Fava, compagno della spedizione di Cesare Maestrinel 1959, scomparso l’anno scorso. Dopo la sciagura, Orlandi haammirevolmente scavato nella neve, da solo, per 46 ore, finchénon ha ritrovato il corpo del suo compagno.

Luca Vuerich Dopo essere salito sulla vetta di cinque ottomila (Lhotse,

Manaslu, Broad Peak, Gasherbrum I e II), il tarvisiano LucaVuerich ha perso la vita il 22 gennaio a pochi chilometri da casa.

Lo ha travolto una valanga mentre scalava una cascata dighiaccio a Kraniska Gora, al confine tra Friuli Venezia Giulia eSlovenia, a un passo da Tarvisio dove abitava. Guida alpina, a 34

anni era considerato un alpinista di puntanel panorama internazionale, masoprattutto un ghiacciatore impeccabile.Compagno di cordata in diverse spedizionihimalayane di Nives Meroi e del maritoRomano Benet, poteva vantare circa 600salite sulle Alpi. Era un bel ragazzo Luca,intelligente e scrupoloso, con il suolimpido sorriso, la sua capacità disocializzare, una naturale schiettezza.Impossibile dimenticarlo.

Daniele ZaganiUn sentiero ciclopedonale nel Parco

del Delta del Po è stato dedicato aDaniele Zagani, già presidente dellaSezione di Argenta (FE), per la cuirealizzazione il suo contributo fudeterminante. Zagani si è spento il 14luglio dopo una lunga e dolorosamalattia affrontata con coraggio edignità. Gli amici del CAI Argentaricordano la passione e l’instancabileenergia che ha dedicato al sodaliziofinché le forze lo hanno sorretto. Lacomunità argentana, memore e gratadel suo impegno civile qualeresponsabile tecnico del Comune, ha partecipato al dolore deifamiliari e degli amici per rendere omaggio alla generosità, allaonestà e alla lealtà dell’uomo e del pubblico funzionario. “Il SuoSpirito e la Sua memoria saranno sempre con noi che vogliamoricordarlo con questa immagine di un momento felice”, scrivonogli amici allegando cortesemente la foto qui riprodotta.

I nostri cari

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soprattutto giovani, è una sorta di viaggio di formazione. Per glistranieri - pochissimi - che lo percorrono è luogo di incontri sorpren-denti, di paesaggi mutevoli tra canyon, tavolati aridi, ma anche costesabbiose e foreste. La parte tecnicamente più dura è stata la traver-sata del deserto del Negev, di oltre 400 km, che pone molti problemidi approvvigionamento. I due camminatori sono ora disponibili perserate, proiezioni e interviste (info: Valentina Scaglia, [email protected], tel 02.89400237).

Spoleto L’Umbria accoglie i consiglieri

Il pittoresco chiostro di SanNicolò a Spoleto ha ospitato il 5e 6 febbraio i lavori delComitato centrale d’indirizzo econtrollo nel corso di un’ecce-zionale trasferta nel cuore verdedell’Italia sapientemente orga-nizzata dallo storico sodaliziospoletino che ha recentementesuperato il traguardo dei 125anni dalla fondazione. Terminatii lavori, l’intera comunità umbra

del Club Alpino Italiano con le sue sette sezioni, ha riservato lieteaccoglienze ai rappresentanti del Comitato centrale d’indirizzo e con-

trollo e del Comitato direttivocentrale. In perfetto stile alpino,con la semplicità e il tocco diclasse del presidente del GRumbro Stefano Notari e del pre-sidente spoletino PaoloVandone, l’incontro è culminatocon la consegna, a nome deiconsiglieri centrali, di un signifi-cativo riconoscimento. “Allasezione di Spoleto del ClubAlpino Italiano”, si legge nellatarga, “dinamica ed entusiastainterprete dei valori fondanti delSodalizio”. Ai consiglieri impegnati neilavori ha portato i saluti dellacittadinanza il giovane sindacodi Spoleto Daniele Benedettisottolineando lo stretto legamedella città con il Club AlpinoItaliano che conta 750 iscritti esvolge un intenso programma diescursioni e iniziative culturali.Tra queste spicca, dal 15 al 17 aprile, la rassegna cinematografica“Nuvole, montagne, preghiere” diretta dallo stesso presidenteVandone e organizzata d’intesa con il Trentofilmfestival. A sua volta il presidente del GR Notari ha posto l’accento sulle mol-teplici attività del CAI nella regione: dal recente accordo con laColdiretti al rilancio della sentieristica che d’ora in poi dovrà adotta-re ufficialmente, nella segnaletica, le modalità del Club alpino.All’incontro conviviale che ha concluso il soggiorno spoletino sonointervenuti, con Vandone, Nobili e il segretario del GR Luigi Virili, ipast presidenti della sezione spoletina Enzo Cori (attuale consiglierecentrale), Ubaldo Santi, Gilberto Giasprini e Sergio Maturi.All’incontro hanno partecipato anche i presidenti dei sodalizi umbriAngelo Pecetti (Perugia), Paola Mariotti (Gubbio), AdrianoVinciarelli (Terni), Franco Palazzoni (Gualdo Tadino), AngeloVenturucci (Città di Castello) e Fausto Mariotti (Foligno). ■

QUI CAI Attività, idee, proposte

Presso il Museo nazionale della montagna a Torino si èsvolta il 19 gennaio la riunione costitutiva del nuovogruppo di lavoro della Convenzione delle Alpi dedicato ai

temi della demografia e occupazione. Il museo ospiterà anche ifuturi lavori del gruppo di esperti. Presidente è Paolo Viazzo,studioso di antropologia alpina e docente nell’Università diTorino. La riunione, a cui hanno partecipato delegati ed espertiprovenienti da Italia, Francia, Austria, Svizzera e Slovenia, hapermesso di delineare il mandato dei lavori sui seguenti temi:analisi dei cambiamenti nella struttura e composizione dellapopolazione, con particolare attenzione per i “nuovi montanari”(nuovi abitanti delle Alpi) e il loro contributo alle comunità locali;dinamiche occupazionali e pendolarismi (di diversa natura);ruolo dei sistemi educativi e di formazione e relazioni con laconservazione della cultura locale; identificazione di areeparticolarmente vulnerabili; condivisione di buone pratiche eintensificazione delle relazioni con la comunità scientifica al finedi meglio comprendere le dinamiche di cui sopra.

Convenzione delle Alpi

Un gruppo di lavoro su demografia e occupazione

Il GISM, Gruppo italiano scrittori di montagna - Delegazionedel Piemonte e della Valle d’Aosta, bandisce la secondaedizione del “Premio d’alpinismo Paolo Armando” per

ricordare la figura dell’alpinista torinese scomparso con AndreaCenerini sul Greuvetta (Gruppo del Monte Bianco) nel 1970.Armando fu una delle più fulgide meteore dell’alpinismo“occidentale” nella seconda metà degli anni ‘60, un’alpinista percerti versi “visionario” e fuori dagli schemi.

Tra le sue ascensioni più importanti, la prima invernale della viaCassin sulla parete nordest del Badile con Gogna, Calcagno,Darbellay, Bournissen, Troillet, la prima invernale allo SpigoloAbram del Piz Ciavazes e la prima salita della parete nord delloScarason (Gruppo del Marguareis). Il bando è rivolto a tutti glialpinisti che si siano particolarmente distinti nell’attivitàalpinistico – esplorativa di una zona delle Alpi Occidentali.Saranno tenute in particolare considerazione etica d’apertura ecaratteristiche delle nuove salite. Il premio, che consisterà inun’artistica targa offerta dalla delegazione, sarà consegnato alvincitore in occasione del convegno annuale GISM aMacugnaga. Le segnalazioni, corredate di un accuratocurriculum alpinistico del candidato, dovranno pervenire allasegreteria del premio presso Marco Blatto Via Perotto 4 10070Cantoira entro e non oltre il 30 aprile.

Scrittori di montagna

Il Premio “Paolo Armando”

Due giorni d’incontriIl presidente del CAI di Spoleto PaoloVandone riceve il riconoscimento delComitato d’indirizzo e controllo dallemani del presidente generale AnnibaleSalsa che, nell’altra pagina, incontra ilsindaco Daniele Benedetti. Sotto il titolo,la riunione nel chiostro di San Nicolò.

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LO SCARPONE, MARZO 2010 - 43

■ MONTI DI SPOLETO E DELLA VALNERINACarta dei sentieri, scala 1:25.000. Societàeditrice Ricerche (www.edisioniser.com),in collaborazione con la sezione di Spoletodel CAI.

■ ANNUARIO DI RIVA DEL GARDAL’annuario dei ragazzi, ricco di spunti e didisegni, apre come sempre la prestigiosapubblicazione satina. FerdinandoMartinella intervista l’accademico TelloFerrari, figura mitica di Riva.

■ I NOSTRI ALPINISTI SULLE MONTAGNE DEL MONDOCon questo volume di 187 pagine ricca-mente illustrato la Sezione di Pordenoneracconta la storia degli alpinisti concittadi-ni di ieri e di quelli che ancora oggi salgo-no i monti “con la tecnica dei tempi nuovinelle mani e nei piedi e con lo spirito deivecchi tempi nel cervello e nel cuore”. Itesti sono di Roberto Baratto e GianniFurlanetto.

■ BOLLETTINO GEATLa pubblicazione della Sottosezione diTorino dedica l’apertura ai trent’anni delrifugio Pocchiola-Meneghello, ricavato dauna cabina elettrica dll’AEM, molto caro aisoci torinesi.

■ QUOTA 864Il quaderno di vita di montagna dellaSezione Cadorina “Luigi Rizzardi” diAuronzo (BL) compie dieci anni, un lungocammino rievocato dalla direttrice PaolaDe Filippo Roia. Da segnalare lo spartito(parole e musica) dell’inno della sezione inversione originale (Evviva il CAI, ohilà!).

■ COLICO E IL MONTE LEGNONESENTIERI E STORIAIn 130 pagine, con cartina toponomasticaallegata, il bel volume di Giovanni DelTredici e Elena Fattarelli ci conduce alla

scoperta delle meraviglie dell’Alto Lario inLombardia. Il volume è pubblicato dallaSezione di Colico del CAI di cui Del Tredici,infaticabile escursionista, è da dieci annipresidente.

■ CÒL DEI PASSIn occasione dell’Adunanza 2008 al rifugioCarestiato nel cinquantennale dellaSezione Agordina, la pubblicazione riper-corre la storia della struttura con contributidi Giorgio Fontanive, Arvedo Decima,Stefano Santomaso, Ennio Da Roit eRenato Da Ronch.

■ ANNUARIO DI GENOVA BOLZANETODa segnalare, tra i vari argomenti, un inte-ressante ritratto di Marco Schenone, alpi-nista “selvaggio” vincitore del premio CAIBolzaneto.

■ ANNUARIO DI BERGAMO285 pagine e una settantina di saggi affi-dati a penne illustri dell’alpinismo e dellacultura alpina: questo il biglietto da visita diuna pubblicazione che spicca nel riccopianeta della stampa sezionale del Clubalpino.

■ VERTICEL’annuario della Sezione di Valmadrera(Lecco), come sempre affidato alle cureassidue del past presidente GianniMagistris, è intessuto di molti fili: unamatassa multicolore che dalle domesticheGrigne si dipana sulle montagne delmondo. Una lettura appassionante.

■ VENT’ANNI DI STORIALa Sezione di Brescia propone, a cura diGiulio Franceschini, vent’anni di storia(1987-2007) del Gruppo pensionatiescursionisti con un’istruttiva cronistoriadelle tante escursioni. Un’esperienza utilmente esportabile acui molte altre sezioni del CAI possonoispirarsi.

■ PIANTE SPONTANEE MANGERECCEStampato con il contributo della Sezione diOrtona del CAI, il volume (64 pagine) pre-senta oltre venti piante da cogliere per fareminestre e insalate, con un prezioso ricet-tario. Il volume è di Tino Neri, autoreanche dei disegni, con la collaborazione diMimmo Bernabeo.

■ 50 ANNI DI SPELEOLOGIA DELLA SCUOLA DEL CAICurata da Pino Guidi, Francesco Salvatorie Totò Sammataro, la pubblicazione rac-coglie testimonianze e immagini dell’in-tensa attività della scuola. Alla realizzazione ha collaborato il Gruppospeleologico del CAI di Palermo. Il patro-cinio è del Comitato centrale d’indirizzo econtrollo.

■ TRACCEA cura delle sezioni e sottosezioni diVallecamonica e Sebino, l’annuario cele-bra il decimo anniversario con un numerospeciale e il saluto del presidente genera-le Annibale Salsa. ■

Cai, si stampi!

Notiziari, saggi, annuari

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MILANOVia Silvio Pellico, 6(M1 e M3 Duomo)Tel. 0236515700/01 02.86463516 Fax [email protected] Lu Ma Gv 14-19Me Ve 10-19 Sa e festivi chiusoApertura serale: Ma 21-22,30Biblioteca Ma Gv 10-12,30 e 14-19 ■ CAMPAGNA ASSOCIATIVA 2010.Speciale agevolazione sulla quota“Ordinario” fascia 18-30; quote:ordinario >30 anni €48,50; tra 18e 30 anni €37,00; famigliare€27,50; giovane €18,50; vitalizio€13,70.■ ASSEMBLEA. 31/3 ore 21.■ SETT. NATURALISTICA. 18-21/7a Chiareggio in alta Val Malenco.■ GITE SCIENTIFICHE. 28/3 parcodi Montevecchia, dir G. Ceffali, P.Carlesi; 25/4 parco delle Capanne diMarcarolo, dir F. Michelotto, M.Majrani; 16/5 La via dei torchi e deimulini, dir M. Righini, P. Carlesi; 5/6Val di Scalve, passo dei Campelli, dirG. Ceffali, S. Perego.■ SCUOLA PARRAVICINI. 9/3 ore21 pres. XXVIII Corso di Alpinismo.■ ESCURSIONISMO. 7/3 Moneglia-Framura (Appennino Ligure); 14/3Monte Colmenacco (TriangoloLariano); 21/3 Monte Borgna(Paniga); 28/3 Monte Bronzone(Sarnico); 11/4 Monte Musinè(Caselette); 18/4 Sentiero deiContrabbandieri (Schignano).

■ SCI DISCESA. 6-7/3 Andalo; 14/3Tonale; 21/3 Laax (CH); 28/3Corvatsch (CH); 11/4 Valtournanche;18/4 Diavolezza (CH).■ SCI FONDO ESCURSIONISTICO.7/3 Val di Fex (Engadina); 14/3Translessinia (Veneto), 20-21/3 wee-kend in Val Sarentino e Alpe di Siusi(Alto Adige), 28/3 Trenino Rosso delBernina.■ GINNASTICA PRESCIISTICA.Centro Sportivo Saini, direzioneistruttore Isef, mar. e giov. 19-20 e20-21 sino ad aprile; info cell. 3469471459.■ ATTIVITÀ GIOVANILI.■ ALPES. 7/3 Sentiero delle Vasche(Triangolo Lariano); 18/04 MontePrasanto (Triangolo Lariano).■ FAMILY. 13/3 PresentazioneAttività al Bosco in Città; aprileRifugio Terz’Alpe (Triangolo Lariano).■ GRUPPO ANZIANI. Ritrovo insede mar. h14,30-17; 3/3 Ortanella(L. di Como); 6/3 Gita “lenta”; 10/3Monte Nuvolone (Triangolo lariano);17/3 Pian Cavallo (Prealpi Biellesi);24/3 da ossuccio ad Abbazia di SanBenedetto(Val Perlana); 23-26/3Trekking: Les Calanques (Marsiglia);27/3 gita “lenta”; 31/3 ViaMercatorum (Val Seriana); 7/4Manico del Lume da Ruta (levanteligure); 14/4 Monte Carza (lagoMaggiore).■ PARLANDO DI MONTAGNA... Insede il martedì dalle 21: 9/3Giancarlo Corbellini “Sentiero Italia:realtà o sogno spezzato; 23/3 MattiaSella “Studi geologici, geofisici e

cartografici nelle spedizioni italianeall’inizio del 1900 in Karakorum”;6/4 Gianni Pasinetti K2 da Nord: tradeserto e Karakorum”.■ OROBIE FILM FESTIVAL 2010. Imigliori film, in sede il 2/3 h 20,30.

EDELWEISSVia Perugino, 13/1520135 MilanoTel e fax: 02/55191581 Lu 18-20 - Mer 18-22,30www.edelweisscai.itinfo@edelweisscai.itwww.escursionismo-edelweisscai.it recapiti telefonici: 02/89072380■ GITE FONDO ESCURSIONISMO.28/2 Val di Fex; 6-7/3 Davos; 7/3Brusson; 14/3 ST Barthelemy; 20-21/3 Bonneval Sur Arc; 21/3 Val diRhemes; 28/3 Pont; 3-5/4 Alpe diSiusi; 9-11/4 Passo Rolle.■ RACCHETTE DA NEVE. 27/2Lombardia Notturna PrealpiOrobiche; 14/3 Svizzera MonteSchenadui; 21/3 Val D’Aosta BonneChalet de L’Epee; 28/3 SvizzeraSempione-Staffelgrat.■ SCIALPINISMO. 28/2 Val D’AostaGran Cima; 14/3 Svizzera Piz Alv;27-28/3 Svizzera Poncione di Braga;10-11/4 Blinnenhorn; 24-25/4 ValD’Aosta Gran Vaudala; 8-9/5Gressoney Punta Giordani.■ TREKKING. 17-25/4 Isole CanarieTenerife; 29/4-2/5 Francia leCalanques; 8-15/5 Gargano e IsoleTremiti; 15-23/5 Sardegna dal Sinisall’Asinara; 22-26/5 Slovenia ViaAlpina 1a parte; 28/5-2/6 Monti

Sibillini Marche-Umbria; 2-6/6 CostaAzzurra; 3-12/6 Spagna Andalusia;25/6 4/7 Islanda.■ ESCURSIONISMO AVANZATO.4/3 h21 pres. e iscr., inizio 23/3, Infowww.escursionismo-edelweisscai.it.■ ESCURSIONISMO. 7/3 LiguriaDeiva-Riva Trigoso.

GAMVia C.G. Merlo, 320122 MilanoTel./fax 02.799178e-mail: [email protected] e Gio 21-23■ SCIALPINISMO. Info Franco Perin3472628747, [email protected]; 14/3 Champorcher, BS;20-21/3 Sassopiatto (2958 m), OSA;28/3 Cima della Sancia (2718m),MS.■ SCI DI DISCESA. 5-8/3 Tour inDolomiti, da Cortina alla Val Badia,info E. Colombo 0247711194, P.Vinci 3332925784; 21/3 Champor-cher, sci ciaspole e fondo info D.Guarducci 026682466, [email protected]; 3-5/4 Lenzer-heide, info D. Guarducci. ■ ESCURSIONISMO. 28/3 Torre delSigname, a Gordona, avv. alla mon-tagna con il FAI, disl. 340 m. [email protected],cell. 3479508354; 11/4 5 Cime daParzanica a Vigolo, [email protected], cell 3336134242.

GESAvia Kant 8 - 20151 MilanoMartedì 21 - [email protected] www.gesacai.it0238008844; 0238008663■ ESCURSIONISMO. 14/3 MontePaglietta mt.2472 (Gran s.Bernardo) sci/ciaspole; 28/3 MonteFaié mt. 1352 (Valgrande) escursio-nistica; 18/4 Groppo delle Ali(Appennino ligure) escursionistica.

SEMSocietà Escursionisti MilanesiVia A. Volta 22, MilanoTel. 02653842 Fax. 0262066639C.Post. 1166 20101 [email protected]://www.caisem.orgmerc. 15-19 gio. 21-23.Seg. e Biblioteca giov. 21-22,30.■ IN SEDE. 18/3 h.21.00 Filmati

QUI CAI Vita delle sezioni

Trenotrekking 2010

Marzo per sentieri e binariContinua per sentieri e binari il progetto Trenotrekking 2010.Segnaliamo le escursioni di marzo.■ 7/3 LINEA CUNEO-VENTIMIGLIA-MONACO. PROMONTORIO DICAP D’AIL. CAI Valle Grana Cervasca. A. Turco 0171.403477-■ 7/3 LINEA TERNI – SULMONA. ROCCA DI CORNO-RIF. CAGNANO-ANTRODOCO. Escursione con racchette da neve. CAI Antrodoco. AE E. Boccacci 338.8836700, M.Teofili 348.7072467.■ 7/3 LINEA MESSINA-PALERMO (tratta dismessa). FALCONE-TINDARI. Giornata nazionaledelle ferrovie dimenticate. CAI Novara di Sicilia. AE L. Chillè 340.3540886.■ 21/3 LINEA GENOVA-MILANO-TIRANO. LIERNA. Sentiero del Viandante. CAI Novi Ligure. AEA. Oliveri 0143.342321, G. Merlo 329.8565321.■ 28/3 LINEA ROMA-FOLIGNO-TERONTOLA. SPELLO-ASSISI. CAI Roma. R. Ortolani329.5426915.■ 1-5/4 TRENO + BUS. TRIESTE E DINTORNI. Trieste Città-Collina di S. Giusto-CarsoTriestino-Val Rosandra. CAI Roma. AE F. Nicolini 330.540571, S. Ciavaglia 339.7834345.■ 2-5/4 FRIULI-VENEZIA GIULIA TRENO + BUS. TRIESTE E DINTORNI. Centro Storico-VillaOpicina-Grotta Gigante-Val Rosandra-Castello di Miramare. CAI Fossano. AE B. Rulfo338.8703377.

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LO SCARPONE, MARZO 2010 - 45

d’Alpinismo d’anteguerra girati daMario Zappa in 8mm; 25/3 h.21Assemblea Ordinaria.■ PRESENTAZIONE CORSI. 2/3h.21 Alpinismo; 17/3 h.21 Roccia;1/3 h.21 Escursionismo “N. Acqui-stapace”; 12/3 h. 21 inizio Corso perOperatori Glaciologici.■ GITE SOCIALI. 6/3 Sci FondoEscursionistico SFE; 7/3 ciaspolatain Val d’Arigna, racchette da neve eARTVA al rifugio Pesciola 2004 m EI;14/3 gita Culturale a CasaleMonferrato e al Santuario di Crea;20/3 Sci Fondo Escursionistico SFE;28/3 via Regia 2° tratto (m.450)nelle Prealpi Lariane E.■ NEWSLETTER. Richiederla a [email protected].

BOVISIO MASCIAGOVia Venezia, 33 tel. e Fax 0362. 593163Merc. e ven. 21-23www.clubalpino.nete-mail: [email protected]■ ALPINISMO GIOVANILE. 5/3 pre-sentazione e iscrizioni; 21/3 Liguria.■ ASSEMBLEA. 26/3 h21.■ SCI ALPINO. 14/3 41° camp. scialpino a Cervinia; 7/3 Monterosasky; 28/3 Corvatsch (CH).■ PREMIAZIONI. 9/4, premiazionecamp. sci alpino e gara fine corso.■ ASTROCAI. 19/3 “Comete,Meteoriti & Co.” relatore Ivan Farina.

CARATE BRIANZAVia Cusani, 220048 Carate Brianza (MI)tel/fax [email protected]://caicarateb.netsons.orgVen 21-22,30■ ESCURSIONISMO. 21/3 “Giocoorientamento” in Val Vertova.■ SCIALPINISMO. 14/3 PuntaMarani (Alpe Devero); 28/3 MonteColmet (Valle d’Aosta).■ SCUOLA DI ALPINISMO. 1/3 e3/3 nodi ed assicurazioni; 11/3 tec-nica individuale l’arramp. su roccia;24/3 prep. di una salita e meteoro-logia; aperte a tutti i soci.

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tel. 0290964544 - fax 1782283900martedì e giovedì ore 21-23www.caitrezzo.it - [email protected]■ SCI DI FONDO. Pullman: 27/2 tra-versata Engadina Maloja-Zernez; 7/3Millegrobbe; 13/3 Savognin; 21/3Andermatt; iscr e info 3464739516.■ ASSEMBLEA. Giovedì 4/3.■ BOLLINO 2010. Ord. € 37; famig.€ 19; giov. € 13; dal 2° figlio gio-vane € 6; nuovi soci €+4; entro il25/3.

■ ESCURSIONISMO. 15-23/5 “trek-king a Tenerife – I parchi delle isoleCanarie Pico del Teide m 3718” M.T. Gaspani 355216470; 30/4-3/5Raid Alta Val Curone in MTB o trek-king, R. Martucciello 3474400340.■ SICUREZZA IN MONTAGNA. 25/2h 21 manovre e tecniche di assicu-razione; 28/3 uscita pratica.■ SCI ALPINISMO. 25/3-27/5 4°corso SA2.■ ALPINISMO. 14/4-23/6 corso A1.

CINISELLO BALSAMOVia G. Marconi, 5020092 Cinisello Balsamo (MI)Merc. e Ven. 21 - 23Tel e fax 02 66594376Mobile 3383708523direzione@caicinisello-balsamo.itwww.caicinisello-balsamo.it■ ESCURSIONI. 14/3 MonteCapenardo (GE) A cura della Comm.Sez. TAM; 28/3 Mont’Isola L. d’Iseo(BS); 11/04 Monte Barro (LC); ➔

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2/5 - Oberland Bernese facile; 29-2/5 - I 4000 dell’Oberland BerneseMaggio 9-10 e 22-23 Nordend; 15-16 e 29-30 Monte BiancoSpedizioni Giugno 7-29 Baltoro:CB K2, ascensione Pastore Peak

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sarà effettuata a incasso avvenuto.

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sotto questa voce devono dichiarare, sotto

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appartenenza loro personale o della

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LO SCARPONE 03 10-02-2010 19:37 Pagina 45

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46 - LO SCARPONE, MARZO 2010

25/4 Val Bodengo (SO); 9/5Rif. Carate (SO); 22-23/5 RifugioPorro (SO); 6/6 Traversata Rif.Tonolini - Rif. Gnutti (BS); 20/6Sentiero dei Fiori - Castel-laccio(BS); 3-4/7 Rif. V. Sella - P. N. GranParadiso (AO); 17-18/7 BreithornOcc. (AO); 4-5/9 Altopiano dei Tartari- Dolomiti (TN); 18-19/9 LaghiGemelli (BG); 3/10 Rif. Longo (BG);17/10 Val Verzasca (CH).■ SCIALPINISMO 2010. 7/3 PizzoUccello (CH).■ SCUOLA DI ALPINISMO “BRUNO& GUALTIERO”. 33° Corso di Roccia(AR1), inizio 1/4, info: www.bruno-gualtiero.it■ SERATE IN SEDE. 17/3, ore 21,GR20 – Selvaggio Trek.

CORSICOVia 24 Maggio, 51 - Corsico (Mi)Tel. 02 45101500Fax 02 [email protected] Gio. 21-23■ RINNOVI 2010. Ord. €38, fam.€21, giov. €13, nuovi soci +€4,00.■ PULLMAN. 21/3 Via JuliaAugusta-Alassio (SV) esc Casé0226148787; 18/4 Cinque Terre (SP)esc D’Ilio 0245101500. ■ IN SETTIMANA. 17/3 Rif.Barbustel (Parco M. Avic) mp fondoesc ciaspole, Concardi 3393336000. ■ NEVE. 6-7/3 Chamois (AO) fondodiscesa ciaspole D’Ilio 0245101500;14/3 Rif. Gattascosa (Val Bognanco)fondo esc mp Concardi. ■ TRENOTREKKING. 11/4 I 5 Pontidella Val Ponci (Liguria) Casé0226148787. CAIBICI. 28/3 ParcoGroane (MI): 25/4 Spartivento-Ticino(Parco Ticino) mp Fornaroli3409880096. ■ 4000 DEL 35°. 10-11/7 Cap.Margherita (Monte Rosa) mpConcardi 0248402472 posti limitati.■ PRIMATREK. 3-5/4 Canyon Val diNon (TN), esc. cult. mp Bergama-schini 3288523090; 23-26/4 Deltadel Po (Polesine) cicloesc culturalemp Concardi 0248402472. ■ BUONI SCONTO. In sede scontiper impianti di risalita. ■ PIANETA TERRA. 12/3 Santiagode Compostela, un cammino lungomille anni (Ermanno Nerini); 26/3Namibia, un viaggio tra deserti chefiniscono in mare, la skeleton coast,i parchi nazionali (Pippo Failla) h21

Saloncino La Pianta via Leopardi 7 osede CAI (news sul web); 16/4 h21in sede Viaggiare con il CAI Corsico(proposte primavera-estate). ■ SCUOLA DI ALPINISMO. 28°Corso AR1 (roccia) dal 23/3 al 1/6,iscr. entro il 23/3 info INA GianMario Piazza 024405846. ■ ASSEMBLEA. 10/3 h21 sede.

CALCOvia S. Carlo 5 - (Lc)tel. 039 [email protected]. e Ve. 21 - 23■ GITE SEZIONALI. 14/3 Capo Noli- Varigotti; 18/04 Sacra di SanMichele, ferrata/sentiero.■ ETÀ D’ORO. 11/3 Monte Marenzo;24/3 Venezia in bici; 7/4 Bocca diMagra - Lerici.■ ALPINISMO GIOVANILE. 1/3 pre-sentaz. corso; 27/3 inauguraz.corso; 11/4 corso A, Campo deiFiori, parco regionale; 11/4 corso B,Campo dei fiori, Linea Cadorna.■ CORSO ESCURSIONISMO. 10/3presentaz. corso; 7/4 lez. teorica insede; 11/4 Valcava, geologia.

DESIOVia Lampugnani, 7820033 DESIO (MI)Tel. e Fax 0362 621668Merc. 21 - 22.30Gruppo MaltrainsemMar. 17.30www.caidesio.nete-mail: [email protected]■ TESSERAMENTO. Ord. € 40,fam. € 20, giovani € 14.■ GITE SCIISTICHE. 21/3 trofeoApegalli a Medesimo-Alpe Motta.

■ CORSO DI ESC. GIOVANILE. Daaprile, info e iscr. in sezione.■ GRUPPO “MALTRAINSEM”. 3/3ciaspolata in Val Fex; 10/3 monteSan Primo; 17/3 rifugio MonteMagnodeno; 24/3 Cima Colletta;31/3 rifugio Prabello; 7/4 bivaccoManavello; 14/4 Rocca di Vignola oCastello di Racconigi; 21/4 Coldell’Orsa-Monte Creò; 28/4 RifugioConsiglieri con i ragazzi del ‘SEME’.■ PALESTRA DI ARRAMPICATA.Tutti i martedì e i giovedì dalle 19.30alle 22 presso ITIS “E. Fermi” in viaAgnesi a Desio.

SEREGNOVia S.Carlo, 47–CP n.27Seregno(MB)Tel/Fax 0362 [email protected] e Ve 21-23Sa 16-18■ GRUPPO TEMPO LIBERO. 10/3Escursione Riva Trigoso Moneglia.■ ESCURSIONISMO. Con sez.Mariano C. 21/3 Traversata Lerici-Tellaro-Lerici, Riviera di Levante■ ASSEMBLEA ORDINARIA SOCI.26/3 ore 21 in sede, rinnovo dellecariche sociali.■ XXXV CORSO DI ALPINISMO.19/3 ore 21 presentaz. e iscrizioni.

VIMERCATEVia Terraggio Pace, 7Tel/Fax 039/6854119Merc. e Ven. 21 - 23www.caivimercate.ite-mail: [email protected]■ DISCESA. 7/3 Champoluc; 21/3Bormio; 11/4 Flims Laaxs (CH).

■ FONDO. 7/3 Santa CaterinaValfurva; 21/3 Pontresina■ SCIALPINISMO. 7/3 Chamberton(m 3130); 28/3 Becca di Nona (m3142); 17-18/4 Mont Gele (m 3518)e Troume des Boucs (m3262).■ SENIORES. 3/3 Pontresina; 17/3da Monte Marenzio a San Gregorio;31/3 Valle del torrente Nesa; 14/4Monte Poieto.■ PALESTRA DI ARRAMPICATA.Mar e giov. h19-21 c/o “Cristo Re”via Valcamonica, 25 - Vimercate.

SOTTOSEZIONEDI ARCOREVia IV Novembre, 9Mar. e ven. 21-22,30 Tel. 039/6012956www.cea-arcore.com e-mail: [email protected]■ GITE SCIISTICHE. 6/3 ciaspolatain Val Malenco; 13/3 Pila; 27/3Cervinia.■ CICLOESCURSIONISMO/MTB.21/3 Boschi Lurago-Brenna, avviam.

SOTTOSEZIONEDI SULBIATEVia Don Ciceri, 2 Ven. 21-23e-mail: [email protected]■ GITE SCIISTICHE/ESCURSIONI-STICHE. 14/3 Livigno; 28/3 MontePiatto; 10/4 Monte Cancervo.

SOTTOSEZIONEDI BURAGO MOLGORACascina Abate d’AddaLun 21-23■ GITE ESCURSIONISTICHE. 7/3ciaspolata a Cevo; 21/3 FinaleLigure; 18/4 Monte Crocione.

QUI CAI Vita delle sezioni

Bacheca

Persi e ritrovati■ UN APPARECCHIO FOTOGRAFICO NIKONè stato smarrito a Morinesio - Elva in Valle Maira.Chi l’avesse ritrovato è pregato di contattareBruno Squillario, 3486541430.

Conferenze■ MARINO MICHIELI, socio della Sezione diVenezia, alpinista e storico della Prima guerramondiale propone serate con proiezione di fotoinedite, scattate da un ufficiale veneziano nelleDolomiti. Il tutto dura poco più di un’ora e mezza.Contattare 320.0861894 oppure [email protected]

Pubblicazioni■ RIVISTA DELLA MONTAGNA. Il socio GuidoScalise ([email protected]) di Chieti cerca iseguenti numeri arretrati di questa rinomatapubblicazione mensile: 1-2-3-4-25-29-30-53e da 6 a 23 (in tutto 26 fascicoli).

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Page 47: MARZO 2010 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO …...NOTIZIARIO MENSILE MARZO 2010 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO ISSN 1590-7716 Numero 3 - Marzo 2010 - Mensile - Poste Italiane S.p.a

LO SCARPONE, MARZO 2010 - 47

QUI CAI Vita delle sezioni

ERBAVia Riazzolo, 2622036 Erba (CO)Tel. 031/627873Mar. e ven. 21-22,30Email: [email protected]■ ASSEMBLEA ANNUALE. 5/3presso la sede sociale.■ GITE SOCIALI. 7/3 Passo S.Lucio, Monte Garzirola 2116m (ValCavargna), ciaspole/sci alpinistica;28/3 Monte Bregagno 2107 AltoLario, escursionistica.■ SENIORES. 3/3 Rifugio Nicola1.880m; 17/3 Rifugio Tavecchia1550m (Val Biandino); 31/3 MonteAlbiga (ex Rif Albiga) 864m.■ ALPINISMO GIOVANILE. 12/3presentazione 38° corso.

MACUGNAGAPiazza Municipio28876 – Macugnaga (VB)Tel e fax 0324.65485■■ CORSI. Il Club dei 4000 e il CAIorganizzano dal 26 al 31 luglio 2010al rifugio Zamboni-Zappa, con leGuide di Macugnaga, il 37° corso diintroduzione all’alpinismo, il 34°corso di alpinismo e il 20° corso diperfezionamento alpinistico, etàminima a.14, info e iscrizioni CorpoGuide Alpine di Macugnaga 3938169380, www.guidealpinemacu-gnaga.it; Schranz Sport 032465172;I.A.T. 032465119, fax 032465775;www.monterosa4000.it/clubdei4000

COLICOVia Campione, 723823 Colico (LC)tel. 0341 940516mail: [email protected] 21-22,30tel. rif. Scoggione 0343 63034■ ATTIVITÀ. 21/3 Alpe Pesciola -Val D’Arigna sci alp. + ciaspole;27/3 Rifugio Salmurano (Val Gerola)ciaspolata in notturna ■ ALPINISMO GIOVANILE. 7/3 iti-nerario Manzoniano (LC).■ ARGENTO VIVO. Tutti i giovedì.

GALLARATEVia Cesare Battisti, 121013 Gallarate (VA)Tel 0331 [email protected]. e Ven. 21-23■ ASSEMBLEA. 26/3 in sede h 21.■ CONFERENZA. 19/3 Uomini e

solidarietà, struttura e organizzazio-ne del CNSAS, rel. Roberto Ragazzi.■ SCUOLA INTERSEZIONALE DIESCURSIONISMO. Dai primi diAprile 20° corso di escursionismo.■ ESCURSIONISMO. 7/3 Vald’Aosta, racchette, loc. da def. - dir.Gigi Sironi; 14/3 Montagna Ronda(Valle Strona) m. 2414, diff. E - dir.Bianchini, Garofalo; 21/3 MonteMassone (Valle Strona) m. 2101 diff.E dir. Maginzali, Bressan.■ SENIORES. 18/3 Monte SanMartino M. 1.084, E, dir. Benecchi.■■ CICLOESCURSIONISMO. 27/3Forti di Genova 1gg, www.mtbsanre-mo.it/itinerari-forti-genova.htm.■ GRUPPO GROTTE. Infowww.gruppogrottecaigallarate.it.■ RIFUGI. E. Castiglioni, AlpeDevero, 1640 m, gestore Galmarini,0324619126; P. Crosta, Alpe Solcio(Varzo) mt 1750; pacchetti persezioni CAI - contatti: 3408259 234www.rifugiocrosta.it - [email protected].

MONCALIERIPiazza Marconi 110027 Moncalieri (Fraz. Testona)Tel e Fax 011 [email protected]. h 18-19 e Mer. h 21-23■ ALPINISMO GIOVANILE. 8/3h21, pres. corso 2010, iscrizioni.■ MOUNTAIN BIKE. 14/3 “Coronadi delizie” Le residenze sabaude, daVenaria, 45 Km, diff. TC.■ SCI NORDICO. 14/3 Col d’Izoard(F) - autopullman GT. ■ CIASPOLE. 20-21/3 OsservatorioSt. Barthelemy.■ ESCURSIONISMO. 28/3 MontiTreggin e Roccagrande (Sestri), E.■ ASSEMBLEA ORDINARIA. 24/3ore 21,15 in sede.

SALUZZOSezione “Monviso” Piazza Cavour, 1212037 Saluzzotel & fax 0175/[email protected]ì dalle 21■ ASSEMBLEA ORDINARIA. 26/3ore 21 presso la sede sociale.■ ESCURSIONISMO. 7/3 Valled’Aosta, racchette; 21/3 loc. dadefinire, racchette.■ ALPINISMO GIOVANILE. 21/3Liguria, da San Lorenzo al Mare a

Costarainera, AAG F. Galliano.■ GIRO DEL MONVISO. 6-8/8 per-nottamento presso i Rifugi Vallantae Quintino Sella, info: Franco 0175248839, Bartolo 3407261992,[email protected].

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SOTTOSEZIONEVALLE DI VIÚ V. Roma, 32 - 10070 VIÚ (TO) Sabato 21 - 22.30 [email protected]■ RACCHETTE. 28/3 ColleCrosiasse; 11/4 P.te de la Pierre;25/4 Rifugio Selleries; è possibilerinnovare la tessera in sede.

DOLOVia C. Frasio30031 Dolo (VE) – C.P. 87Merc. 21-23www.caidolo.it■ USCITE. 7/3 Monte Cola, Lagorai,ciaspe; 14/3 Sorgenti del Piave,Peralba, ciaspe; 21/3 Grotta Nuovadi Villanova.■ SPELEOLOGIA. 28/3 PrealpiFeltrine, naturalistica, giornata FAI.■ CORSI. 10-11/4 Asiago: topogra-fia e orientamento per ASE.■ SERATE. 19/3 Dolo-Villa Angeli,“Giardini di Cristallo” di E. Bonfanti;26/3 Dolo-Cinema Italia, “H2ORO -L’acqua, un diritto dell’umanità”,compagnia Itineraria; 9/4 Dolo-VillaAngeli “La Fin del Mundo”, di M.Pizzamano e M. Teti.■ ASSEMBLEA. 24/3 in sede.

MIRANOSEZIONE “Alberto Azzolini”Via Belvedere, 630035 Mirano - VE - C.P. 56Cell. 348 [email protected] Merc. 21-22.30■ CORSI. Alpinismo A1 e rocciaAR1, posti limitati, iscrizioni insede.■ SERATE CULTURALI. 12/3 “SuiCalcari Dell’est” Con R.Mazzilis,auditorium scuola m. L. Da Vinci-Mirano; 26/3 “H2oro – l’acqua , undiritto dell’umanità”, cinema Italia- Dolo; 29/3 Mira, teatro Villa deiLeoni, “E mozioni in natura” musi-che in diretta, inaug. mostra fotoomaggio a M. Rigoni Stern, conG.Frigo, ore 20.45.

■ ALPINISMO GIOVANILE. 14/3sci fondo; entro il 23/3 iscrizioni2010; 28/3 prima uscita in grottaper iscritti 2010.■ USCITE ESCURSIONISTICHE.28/3 monti Lessini.■ PORTASCARPONI. In sede.■ ASSEMBLEA. 30/3 Villa Erreraore 20,30 I conv. - 21 II conv.

S. DONÀ DI PIAVEVia Guerrato, 3Tel./fax 0421-33 22 88www.caisandona.itMartedì 19-20Giovedì 19-20 e 21-22■ ASSEMBLEA SOCI. 25/03 h21c/o centro cult. “L. Da Vinci”.■ TESSERAMENTO Rinnovareentro marzo.■ ALP. GIOVANILE. 14/3 e 28/3uscita con ciaspe■ SCI FONDO ESCURSIONISMO.14/3 Alpago.■ ESCURSIONISMO. Aperte iscri-zioni ai corsi.

CATANIAVia Messina 593/A95127 CataniaLu. Mer. Ven. 18-21 Tel. 0957153515 Fax [email protected]■ NUOVA SEDE. È in via Messinan° 593/A, recapiti tel. invariati.■ CORSO SPELEOLOGIA. Dal 4/3al 1/4 29° Corso di introduzionealla Speleologia.■ TREKKING INTERSEZIONALI.Etna e Isole Eolie ed Egadi, chiede-re programmi.■ ESCURSIONISMO. 5-7/3 2°raduno sulla neve; 7/3 Cratere diMompilieri; 14/3 Noto Antica; 20-21/3 M.te Sparagio e Abisso deiCocci; 21/3 (A M.te Formaggio;21/3 (B) Fratelli Pii; 28/3 Cappelladelle Tre Vergini; 28/3 M.te Kalfa,cicloescursionismo. ■

Indirizzi e programmi aggiornati delle sezioni del CAI

si possono scaricare sul proprio PC

consultando il portale www.cai.it

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Page 48: MARZO 2010 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO …...NOTIZIARIO MENSILE MARZO 2010 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO ISSN 1590-7716 Numero 3 - Marzo 2010 - Mensile - Poste Italiane S.p.a

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