LEGGI PER LE ANALISI E LA SINTESI DELLE RETI … · Teorema di Millman: Il teorema di Millman...
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LEGGI PER LE ANALISI E LA
SINTESI DELLE RETI ELETTRICHE
Partitore di tensione 2° legge kirkoff
Partitore di corrente 1° legge kirkoff
Principio di sovrapposizione degli effetti
Legge di Thevenin
Legge di Norton
Massimo trasferimento di potenza
Legge di Millman
Dal triangolo alla stella
PARTITORE DI TENZIONE:
L'uso di due resistenze in serie è utile quando si vuole ricavare una tensione più piccola a partire
da una più grande. Considerando di nuovo il circuito precedente, supponiamo di avere una batteria
E = 10 V e di voler ottenere una tensione di 2 V. Per fare questo basta scegliere per esempio R1=
800 Ω, R2= 200 Ω. Abbiamo infatti:
Itot = E/Rtot = 10/(800+200) = 10 mA
da cui le tensioni ai capi delle due resistenze sono:
V1 = R1 x I tot = 800 x 10m = 8 V
V2 = R2 x I tot = 200 x 10m = 2 V
Come si può osservare la tensione V2 su R2 ha proprio il valore richiesto (2V). Due resistenze in
serie sono usate in questo modo, per dividere in due parti una tensione, si dice che formano un
partitore di tensione.
Naturalmente è facile verificare che qualsiasi coppia di valori resistivi in rapporto 4:1 avrebbe
permesso di ottenere lo stesso risultato. Per esempio R1= 400 Ω, R2= 100 Ω oppure R1= 1 kΩ, R2=
250 Ω o R1= 16 Ω, R2= 4 Ω sarebbero andate ugualmente bene.
Dalla legge di ohm si ricava che la tensione ai capi di ogni resistore è uguale al prodotto tra la corrente che:
Tensione ai capi di R1:
Tensione ai capi di R2:
Esperimento effettuato al laboratorio:
Abbiamo montato il circuito con 2 resistenze, una da 100KΩ e l’altra 10KΩ. Il tutto collegato ad un
generatore con un voltmetro collegato a R2, questo per misurare la tensione d’uscita, invece la
tensione d’ingresso viene letta sul generatore. Qui sotto è riportata la tabella.
Vi Vo
12 11.86 0.98333
14.07 13.92 0.98933
16.93 15.77 0.93148
17.87 17.78 0.99496
19.95 19.75 0.98997
PARTITORE DI CORRENTE:
Molto spesso quando si sente parlare di partitore di corrente, esso viene associato ad un componente
fisico, esso in realtà non è altro che una relazione, derivante dalla legge di Ohm, che permette di
calcolare le correnti che attraversano lati di reti elettriche in parallelo considerando solo la corrente
entrante nel nodo prima di dividersi e la resistenza propria di ogni lato. La relazione del partitore di
corrente può essere applicata in qualsiasi rete indipendentemente dalla sua complessità, avente
come requisito fondamentale due lati in parallelo con nota la resistenza dei due lati. Per la
determinazione della relazione che permette il calcolo delle correnti verrà fatto riferimento alla rete
sottostante; tale relazione può essere estesa a qualunque tipo di circuito avente i requisiti
sovrastanti.
Abbiamo svolto l’esercizio in laboratorio e stilato una tabella:
IR [mA] IR1 (R1) [mA] IR2 (R2) [mA] V
4.80 4.34 0.45 0.45
10.34 9.26 0.98 0.97
15.65 14.13 1.49 1.50
21.03 18.98 2.00 2.00
26.47 23.89 2.53 2.52
36.76 33.2 3.50 3.49
46.1 42.3 4.46 4.45
PRINCIPIO DI SOVRAPPOSIZIONE DEGLI EFFETTI:
Teorema della sovrapposizione degli effetti
-La risposta di una rete lineare alla sollecitazione di più generatori di tensione o di corrente,
equivale alla somma delle risposte causate da ciascun generatore considerato singolarmente.
Ciò significa che per risolvere una rete elettrica composta da più generatori, possiamo calcolarne
la risposta per ogni singolo generatore ed infine sommare algebricamente i risultati ottenuti.
Considerare un generatore alla volta significa annullare l'energia introdotta dagli altri, e cioè
considerare nulla la tensione per i generatori di tensione (che equivale a dire un cortocircuito) e
considerare nulla la corrente per i generatori di corrente (che equivale a dire un circuito aperto).
Prendiamo ad esempio il circuito di figura 12, composto da un generatore di tensione V, un
generatore di corrente I, e quattro resistenze R1, R2, R3, R4.
Fig.12
Possiamo applicare il teorema della sovrapposizione degli effetti considerando prima gli effetti del
generatore di tensione, poi gli effetti del generatore di corrente ed infine sommando
algebricamente i due risultati per ottenere i valori delle correnti e delle tensioni del circuito.
Abbiamo detto che i generatori di corrente, quando non considerati, si traducono in circuiti aperti,
quindi, considerando in un primo tempo solamente il generatore di tensione, il circuito diventa
quello di figura 13.
Fig.13
E' evidente che V4 è uguale a zero, dato che in un circuito aperto non circola corrente. Quindi
rimangono solo R1, R2 e R3 in serie al generatore di tensione, perciò la corrente I'1 (coincidente
con I'2) vale
A questo punto passiamo a considerare solo il generatore di corrente cortocircuitando il generatore
di tensione, ottenendo così il circuito di figura 14.
Fig.14
Quì il circuito è un po' più complesso. Possiamo allora calcolare la tensione tra i nodi A e B, e poi
ricavare le correnti I''1 e I''2
A questo punto sommiamo algebricamente le correnti
Appare chiaro che la I2 ha verso opposto a quello ipotizzato (e quindi anche la V2).
Ora possiamo ricavare tutte le tensioni
LEGGE DI THEVENIN:
Il teorema di Thevenin per le reti elettriche afferma che qualunque circuito lineare, comunque
complesso, visto da due punti, è equivalente a un generatore reale di tensione, cioè un generatore
ideale di tensione in serie con un resistore. L'equivalenza vale per quello che accade all'esterno
della rete e non certo per quello che succede all'interno di essa.
Quando si calcola la tensione equivalente di Thévenin, il principio del partitore di tensione è
spesso utile, definendo un terminale come Vout e l'altro terminale come punto di terra.
Nell'esempio:
La resistenza equivalente di Thévenin è la resistenza misurata tra i punti A e B guardando dentro il
circuito. È importante rendere passiva la rete guardando indietro, cioè sostituire per prima cosa
tutti i generatori di tensione e corrente con la loro resistenza interna. Per un generatore di tensione
ideale questo significa sostituirlo con un corto circuito. Per un generatore di corrente ideale questo
significa sostituirlo con un circuito aperto. La resistenza può poi essere calcolata tra i terminali
usando le formule per i circuiti in serie e parallelo. Nell'esempio:
Circuito originale calcolo della tensione
d’uscita
Calcolo della Req
Il circuito equivalente
LEGGE DI NORTON:
Il teorema di Norton afferma quanto segue:
Un circuito,visto tra due punti a e B, è schematizzabile con un circuito equivalente parallelo
composto da una singola sorgente di corrente equivalente IN posta in parallelo con una resistenza
equivalente RN.
La sorgente (generatore) di corrente equivalente è di intensità pari alla corrente di corto circuito IN
misurata tra i punti a e B. Essa è detta corrente equivalente di Norton.
La resistenza equivalente RN è definita nello stesso modo di RTh per il teorema di Thevenin.
I teoremi di Thevenin e Norton valgono, come il principio di sovrapposizione degli effetti, solo nel
caso che le reti siano lineari (cioè contenenti resistenze che soddisfano la legge di Ohm).
Nell'esempio riportato nelle figure qui a fianco, la corrente I si calcola come segue:
E la resistenza equivalente R sarà
Cosicché il circuito equivalente di Norton sarà un generatore di corrente di 3.75 mA in parallelo a una resistenza da 2 kΩ.
calcolo della Ieq d’uscita CIRCUITO ORIGINALE
Massimo trasferimento di potenza:
Quali devono essere le condizioni sul carico ZL affinché il generatore trasferisce su di esso la
massima potenza attiva?
Si ha la massima potenza trasferita sul carico quando.
Cioé:
Teorema di Millman:
Il teorema di Millman consente di risolvere molto rapidamente una rete elettrica lineare
Esaminiamo un esempio di semplice rete binodale, cioè che comprende solo due nodi.
circuito equivalente Calcolo della resistenza
Per il teorema di Thévenin ognuno dei singoli rami costituenti la rete binodale, è equivalente ad un
generatore ideale di tensione E con una resitenza R in serie, per cui il circuito di sopra é
equivalente al seguente:
Per il teorema di Thévenin ognuno dei singoli rami costituenti la rete binodale, è equivalente ad un
generatore ideale di tensione E con una resitenza R in serie, per cui il circuito di sopra é
equivalente al seguente:
Ma per il tgeorema di Norton, ogni generatore di tensione ideale con resistenza in serie può essere
sostituito da un generatore di corrente con ammettenza in parallelo come segue:
Poichè i generatori di corrente in parallelo possono essetre sommati e così pure le ammettenze, si
ottiene il circuito semplificato equivalente:
La tensione VAB si ottiene dalla legge di Ohm moltiplicando la resistenza totale, che è anche
l'inverso della conduttanza totale, per la corrente del generatore di corrente totale:
E quindi, finalmente ecco la formula del teorema di Millman valido per una rete binodale:
Dal triangolo alla stella:
Nella risoluzione di circuiti elettrici complessi può essere opportuno, o necessario, ricorrere alla
sostituzione di triangoli di resistenze in stelle di resistenze o il contrario
Se vogliamo passare dal triangolo alla stella bisogna applicare le seguenti formule:
Ra=R1xR2 / R1+R2+R3
Rb=R1xR2 / R1+R2+R3
Rc=R2xR3 / R1+R2+R3
Ecco da dove vengono queste formule:
Ra + Rb = R1//(R2+R3)
Rb + Rc = R2//(R1+R3)
Ra + Rc = R3//(R1+R2)
Se vogliamo passare dalla stella al triangolo bisogna applicare le seguenti formule:
R1=RaxRb+RaxRc+RbxRc / Rc
R2= RaxRb+RaxRc+RbxRc / Ra
R3= RaxRb+RaxRc+RbxRc / Rb
Queste formule vengono da:
(R1+R2+R3)Rc = R3R2
(R1+R2+R3)Rb = R1R2
(R1+R2+R3)Ra = R1R3