La Voce Alternativa

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Qundicinale di lbere e approfondite informazioni Fondato ed edito da Carmine Gonnella II Edizione n: 3 Gen. 2015 CHI SIAMO Britalyca La Voce Alternativa, nasce nel 2005 da un idea di Carmine Gonnella residente italiano in Gran Bretagna. , questa e’ una seconda edizione limitata a 200 copie cartacee a colori & bianci e nero di circa 8/24 pagine, con un formato Pdf telematico, spedito ad una vastissima mail list. “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusion e.senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” Siamo operatori [ Citizen journalism ] non politicanti , analizziamo e approfondiamo la politica scientemente con metodo imparziale e il politichese pressapochista da salotto e da giornalismo prezzolato non ci interessa in alcun modo“ Per le pubblicazioni e le pubblicita’ contattare l’ Editore E-mail : [email protected] Collaboratori: DALL’ ITALIA : Giorgio Brignola, Arnaldo De Porti, Maria Rosaria Longobardi, Doriana Goracci, Nino Bellinvia DALL’ ESTERO: Alfonso Del Guercio (Redazione), Carmine Gonnella (editore e fondatore) e alla distribuzione e diffusione Ilario Mario Ponzi. Il primo periodic cartaceo pellegrino , preghiamo cortesemente i lettori di inoltrarlo a patenti e amici dopo averlo letto. La Pubblicita’ e le pubblicazioni sono gratuite, ma accettiano donazioni volontarie: Via posta, pagabili a La Voce Alternativa, 32 Fletchers Close, Bromley BR2 9JD Kent Oppure sul conto corrente N: 69959393 sorte code 09-01-28 Grazie . FREE FREE ADDIO AL PRESIDENTE RIFORMISTA PAGINA 8 [ n.e.] PREMIATI Nino Bellinvia L’ ANNO CHEVERRA’ Giorgio Brignola pagina 4 CIAO PINO PAGINA 7 AUGURIAMO A TUTTI BUON INIZIO 2015 (...e ai politici italiani una fine “dignitosa”... ) 3 IL RATTO DEL NAZARENO, salvate il soldato Silvio: Basta con i decreti e deleghe fai da te” Il Parlamento italiano primo organo sovrano di garanzie democratiche ne prenda atto e in future sappia distinguere tra l’ urgenza la necessita’ e la determinazione di principi e criteri direttivi, dai decreti e deleghe ingannevili ! S egue a pagina 2 NOTE EDITORIALI A pagina 10 IO PENSO DI ESSERE CHARLIE Effetti collaterali del terzo millennio? IL TERRORISMO E IL RAZZISMO IN UNA DEMOCRAZIA RAPPESENTA SEMPRE IL FALLIMENTO DA PARTE DELLA POLITICA DI CARPIRE I SEGNALI NEGATIVI VUIOI SOCIALI, VUOI CULTURALI DEL PROPRIO PAESE, SPESSO SI CONFONDE LA LIBERTA’ DI LIBERO PENSIERO[ CON QUELLA DI DEMONIZZARE QUELLO ALTRUI, SOPRATTUTTO IN POLITICA E RELIGIONE [ cg ] LETTERA AL DIRETTORE Dall’ Italia Arnaldo De Porti A pagina 8 CULTURA Il miracolo del 25 dicembre 1914 Pagina 14 Bersani suona la carica Pagina 12 DALLA GRECIA Alexis Tsipras Pagina 13 CAPODANNO GRAMSCIANO Pagina 11 Parlamento Europeo Pagina 6 Malaffare Malapolitica Pagina 5 Lu Chiazzaiuolu Localnews Valselesiane Francia, doppio blitz delle teste di cuoio: uccisi i terroristi. Morti 4 ostaggi Ad Ahmed, morto per la Francia Segue a pagina 3 VAURO BIANI APICELLA

Transcript of La Voce Alternativa

Qundicinale di lbere e approfondite informazioni Fondato ed edito da Carmine Gonnella II Edizione n: 3 Gen. 2015

CHI SIAMO

Britalyca La Voce Alternativa, nasce nel 2005 da un idea di Carmine Gonnella residente italiano in Gran Bretagna. , questa e’

una seconda edizione limitata a 200 copie cartacee a colori & bianci e nero di circa 8/24 pagine, con un formato Pdf telematico,

spedito ad una vastissima mail list.

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.senza

distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

Siamo operatori [ Citizen journalism ] non politicanti , analizziamo e approfondiamo la politica scientemente con metodo

imparziale e il politichese pressapochista da salotto e da giornalismo prezzolato non ci interessa in alcun modo“

Per le pubblicazioni e le pubblicita’ contattare l’ Editore

E-mail : [email protected]

Collaboratori:

DALL’ ITALIA : Giorgio Brignola, Arnaldo De Porti, Maria Rosaria Longobardi, Doriana Goracci, Nino Bellinvia

DALL’ ESTERO: Alfonso Del Guercio (Redazione), Carmine Gonnella (editore e fondatore) e alla distribuzione e diffusione

Ilario Mario Ponzi. Il primo periodic cartaceo pellegrino , preghiamo cortesemente i lettori di

inoltrarlo a patenti e amici dopo averlo letto.

La Pubblicita’ e le pubblicazioni sono gratuite, ma accettiano donazioni volontarie: Via posta, pagabili a

La Voce Alternativa, 32 Fletchers Close, Bromley BR2 9JD Kent

Oppure sul conto corrente N: 69959393 sorte code 09-01-28 Grazie .

FREE FREE

ADDIO AL PRESIDENTE

RIFORMISTA

PAGINA 8 [ n.e.]

PREMIATI

Nino Bellinvia

L’ ANNO CHEVERRA’ Giorgio Brignola pagina 4

CIAO PINO PAGINA 7

AUGURIAMO A TUTTI BUON INIZIO 2015 (...e ai politici italiani una fine “dignitosa”... )

3

IL RATTO DEL NAZARENO, salvate il soldato Silvio: “Basta con i decreti e deleghe fai da te”

Il Parlamento italiano primo organo sovrano di garanzie democratiche ne prenda atto e in future

sappia distinguere tra l’ urgenza la necessita’ e la determinazione di principi e criteri direttivi,

dai decreti e deleghe ingannevili ! Segue a pagina 2

NOTE

EDITORIALI A pagina 10

IO PENSO DI ESSERE CHARLIE Effetti collaterali del terzo millennio?

IL TERRORISMO E IL RAZZISMO IN UNA DEMOCRAZIA RAPPESENTA SEMPRE IL FALLIMENTO DA PARTE DELLA

POLITICA DI CARPIRE I SEGNALI NEGATIVI VUIOI SOCIALI, VUOI CULTURALI DEL PROPRIO PAESE, SPESSO SI

CONFONDE LA LIBERTA’ DI LIBERO PENSIERO[ CON QUELLA DI DEMONIZZARE QUELLO ALTRUI, SOPRATTUTTO IN

POLITICA E RELIGIONE [ cg ]

LETTERA

AL

DIRETTORE

Dall’ Italia

Arnaldo De Porti

A pagina 8

CULTURA

Il miracolo del 25

dicembre 1914

Pagina 14

Bersani suona la carica

Pagina 12 DALLA GRECIA

Alexis Tsipras

Pagina 13

CAPODANNO GRAMSCIANO

Pagina 11

Parlamento

Europeo Pagina 6

Malaffare

Malapolitica

Pagina 5

Lu Chiazzaiuolu Localnews Valselesiane

Francia, doppio blitz delle teste di cuoio:

uccisi i terroristi. Morti 4 ostaggi

Ad Ahmed, morto per la Francia Segue a pagina 3

VAURO BIANI

APICELLA

15 2 LOCALNEWS VALSELESIANE (Calabritto e dintorni ) A cura di Alfonso Del Guercio

Pino Daniele:

furto nella villa in

Maremma

Ignoti sono riusciti ad entrare dalla porta d'ingresso. Rubate due chitarre

Furto nella villa in Maremma di Pino

Daniele, dove l'artista domenica ha accu-

sato il malore in seguito al quale è poi

deceduto, che si trova in campagna nel

comune di Orbetello, vicino al paese di

Magliano.

La casa dell'artista è in una zona isolata.

Si tratta di un ex podere poi trasformato

in villa, circondato da un giardino e

'nascosto' da una fila di cipressi sui quat-

tro lati.

Dai primi accertamenti, mancherebbero

due chitarre dell'artista. Dalla villa

sarebbero stati portati via anche soldi.

La casa è dotata di un sistema d'allarme

che però sarebbe stato divelto dai ladri,

entrati nella proprietà dopo aver scaval-

cato la recinzione e quindi nella villa da

una porta finestra sul retro (non da

quella d'ingresso come emerso inizial-

mente). Non è chiaro al momento

quando è avvenuto il furto, se oggi o nei

giorni precedenti: la casa non è dotata di

un sistema di video sorveglianza e dopo

il malore accusato da Pino Daniele, da

quanto appreso, nella casa non era rien-

trato nessuno tra familiari e persone

vicine all'artista. Il furto è stato poi

scoperto nel tardo pomeriggio di oggi,

quando è tornata alla villa Amanda

Bonini, compagna dell'artista, che era

insieme ai suoi due figli.

Gdf scopre 50 milioni

di euro falsi in stampa,

5 arresti in Campani

Una stamperia di banconote false, con

oltre un milione di "pezzi" da 50 euro in

corso di ultimazione (per un valore teorico

di più di 50 milioni di euro) è stata

scoperta dalla Guardia di Finanza di

Salerno in un manufatto creato tra due

capannoni industriali in un'area fra Cas-

tellammare di Stabia e Torre Annunziata

(Napoli). Cinque persone coinvolte nell'at-

tività di produzione delle banconote sono

state arrestate. La stamperia è stata

scoperta e posta sotto equestro dalle

Fiamme Gialle della Compagnia di Scafati

(Salerno) al termine di un'indagine coordi-

nata dalla Procura della Repubblica di

Nocera Inferiore. Le banconote in lavora-

zione (tutte da 50 euro) avevano già le

immagini della filigrana; una parte era

nascosta dietro un finto mobile di legno e

in un vano creato nel pavimento, apribile

con un telecomando. Durante le attività

investigative è emerso che all'interno di

una ditta specializzata in scarichi ambien-

tali, vi era l'area adibita e attrezzata per la

stampa delle banconote contraffatte. Tre

degli arrestati - secondo la ricostruzione

degli investigatori - avevano il compito di

manovrare le macchine industriali utiliz-

zate per la produzione delle banconote; gli

altri due, che sono fratelli, erano i gestori

di fatto della società di scarichi ambientali

ma reali organizzatori dell'attività illecita.

Nel corso dell'operazione condotta dai

finanzieri del Comando Provinciale

Salerno, in collaborazione con quelli del

Comando Provinciale di Napoli, sono state

sequestrate anche cinque macchine indus-

triali da stampa e numerosi cliché e pelli-

cole trasparenti utilizzate per l'illecita pro-

duzione

Nuovo assessore (Sel)

Per De Magistris

Ciro Borriello subentra a

Monia Aliberti

Ciro Borriello (Sel)

è il nuovo assessore

della Giunta

comunale di Napoli,

guidata da Luigi de

Magistris, con dele-

ghe agli impianti sportivi, al decoro, alla

qualità della vita, alla toponomastica e

all'agricoltura urbana.

Il nuovo assessorato si chiama

"assessorato allo Sport e al decoro ur-

bano". Esce dalla Giunta, Monia Aliberti

le cui deleghe all'immagine e alla comuni-

cazione vanno al sindaco de Magistris.

Aliberti - come riferito dal sindaco -

continuerà a collaborare con l'amministra-

zione.

Avellino acquista Trotta dal Fulham

E' cresciuto nel Na-

poli ed è nel giro

della Nazionale

Under 21

L'attaccante Marcello Trotta, 22 anni, nato a

Santa Maria Capua Vetere (Caserta), è il primo

colpo dell'Avellino (Serie B) nella finestra

2015 del mercato.

Il calciatore è stato acquistato a titolo definitivo

dal Fulham (II Divisione inglese), e già nella

giornata di domani sarà a disposizione della

squadra irpina. Nel 2008, Trotta venne ac-

quistato dal Manchester City per un milione dal

Napoli, dove si era messo in luce nelle giova-

nili del club partenopeo, e poi ceduto al Ful-

ham.

FONTE: Ansa Campania

l governo stoppa le polemiche. Il presidente del Con-

siglio Matteo Renzi blocca la riforma del fisco: il testo

torna in Cdm. Salta dunque la norma spuntata nel con-

dono fiscale che prevedeva la non punibilità

quando l'importo delle imposte sui redditi evase non è

superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato e che,

secondo alcune interpretazioni,avrebbe consentito a

Silvio Berlusconi di ricandidarsi.

''Non c'è nessuna norma ad personam o contra per-

sonam. E non c'è nessun inciucio strano di cui temere'',

ha assicurato il premier al Tg5. "Tutte le volte che si

parla di fisco è naturale intrecciarsi con uno dei tanti

processi a Berlusconi - aggiunge - Noi non facciamo

norme né ad né contra personam. Se si pensa che poi ci

sia chissà quale scambio, non c'è prob-

lema: rimandiamo tutto a dopo le votazioni per il Quiri-

nale e la fine dei servizi sociali di Berlusconi a Cesano

Boscone. I professionisti del retropensiero avranno

modo di ricredersi".

Renzi, spiegano fonti di palazzo Chigi, ''ha chiesto

questa mattina agli uffici di non procedere - per il

momento - alla formale trasmissione alla Camera del

testo approvato in Consiglio dei ministri''. La proposta

del dlgs sui rapporti tra fisco e contribuente, ''tornerà

prima in Consiglio dei Ministri, poi alle Commissioni,

quindi di nuovo in Consiglio per l'approvazione defini-

tiva entro i termini stabiliti dal Parlamento e cioè entro

marzo 2015''.

''Di tutto abbiamo bisogno - sottolineano le stesse fonti

- tranne che dell'ennesimo dibattito sul futuro di un

cittadino, specie in un momento come questo dove

qualcuno teorizza strampalate ipotesi di scambi politici

-giudiziari, anche alla luce del delicato momento isti-

tuzionale che il Paese si appresta a vivere'''.

"Il nostro governo - precisano fonti di palazzo Chigi -

non fa norme ad personam, non fa norme contra per-

sonam. Fa norme che rispondono all'interesse dei citta-

dini. Di tutti i cittadini. Queste norme consentiranno

di non avere interpretazioni discrezionali tra commis-

sione tributaria e commissione tributaria, ma final-

mente darà lo stesso tipo di pena da Milano a Pal-

ermo".

La norma al centro delle polemiche, secondo alcune

interpretazioni, avrebbe consentito a Berlusconi di

chiedere la revoca della condanna per frode fiscale

nel processo Mediaset ed essere quindi libero di

candidarsi alle prossime elezioni. L'articolo, il 19bis,

contenuto nel decreto legislativo sui rapporti tra fisco

e contribuente approvato lo scorso 24 dicembre dal

Consiglio dei ministri, prevedeva infatti che "la

punibilità è comunque esclusa quandol'importo delle

imposte sui redditi evase non è superiore al tre per

cento del reddito imponibile dichiarato o l’importo

dell’imposta sul valore aggiunto evasa non è superi-

ore al tre per cento dell’imposta sul valore aggiunto

dichiarata".

E' possibile che tutte le volte che c'è un provvedi-

mento importante sul fisco, che riguarda milioni di

italiani, qualcuno si senta obbligato a mettere in

mezzo me? Ogni pretesto è buono per chiamarmi in

causa... Silvio Berlusconi, raccontano fonti azzurre,

avrebbe appreso solo dai giornali di una norma a suo

favore nella riforma del fisco messa a punto dal gov-

erno Renzi. Sentirsi chiamato in causa per un con-

dono fiscale non fa piacere. Anche perché si tratta di

un codicillo che desta tante perplessità, dal punto di

vista tecnico-giuridico, soprattutto nello staff legale

dell'ex premier.

Franco Coppi e Niccolò Ghedini, infatti, non sono

affatto convinti dell'applicabilità di questa disposizi-

one al caso del Cav. Anzi, ad Arcore, si chiedono cui

prodest tutto ciò, visto che la norma salva-Berlusconi

inciderebbe sugli effetti della sentenza di condanna

Mediaset, vale a dire sulle pene accessorie, ma non

certamente sulla candidabilità o meno del leader

forzista, l'aspetto che più sta a cuore agli azzurri.

Molti fedelissimi berlusconiani scommettono che sia

stata una mossa per mettere in crisi il patto del Naza-

reno.

Berlusconi, assicurano, è convinto che presto recu-

pererà la piena agibilità politica e confida nella Corte

dei diritti europei dell'uomo. Lo stato maggiore

forzista attende da Strasburgo il segnale che consen-

tirà al suo leader, una volta terminati i servizi sociali

a Cesano Boscone, di tornare in campo senza limiti di

sorta. L'unico vero obiettivo, dunque, resta quello

della completa riabilitazione tramite giudizio della

Corte europea. In ambienti azzurri fanno notare

anche un altro aspetto non di poco conto: ci fosse

per caso una 'manina' per colpire il patto del Naza-

reno in una fase politica così delicata in vista

dell'elezione del capo dello Stato? ''Non abbiamo

chiesto nessuna norma ad personam a Renzi, noi

abbiamo letto di questo codicillo sui giornali'', as-

sicura un big azzurro, di casa a palazzo Grazioli.

Appena scoppiata la bufera sulla presunta norma-

salva Berlusconi nei decreti delegati, Renzi ha fatto

sapere in via ufficiosa che una sentenza passata in

giudicato non può essere svuotata da una norma

successiva e che, in ogni caso, sarebbe stato pronto a

bloccare una norma del genere. Dopo qualche ora è

arrivata una nota ufficiosa di Palazzo Chigi, che

annunciava il dietrofront.

Fonti di palazzo Chigi prima, avevano però difeso la

natura e l'intendimento della riforma: ''I decreti

delegati sul fisco segnano una rivoluzione nel rap-

porto tra fisco e cittadini, tra fisco e aziende. La

logica che il Parlamento ha affidato al governo è

molto chiara: recuperare più soldi dall'evasione,

depenalizzando laddove possibile e contestualmente

aumentando sanzioni e pene per i reati che riman-

gono tali''.

"Oggi in Italia - precisano fonti governative - meno

di cento persone su sessanta milioni scontano pene

per reati tributari. Il che è assurdo, se pensiamo alle

stime, incredibili, dell'evasione nel nostro Paese. Si

tratta dunque di cambiare in modo radicale. Questo è

l'obiettivo del governo".

''Disciplinare in modo puntuale l'abuso di diritto,

dare certezze a investitori e cittadini, stangare con

più severità i veri colpevoli e smettere di ingolfare i

tribunali penali per questioni formali è un grande

obiettivo di civiltà giuridica''. ''Con questo spirito il

governo ha votato nell'ultima seduta del Consiglio

dei ministri la prima lettura del decreto delegato che

va in questa direzione", proseguono le fonti di pa-

lazzo Chigi. ''Lo ha fatto discutendo articolo per

articolo, su tutti i punti in discussione, riducendo le

pene rispetto alle proposte del presidente del Consig-

lio dei ministri per un comprensibile problema

di equilibrio del sistema sanzionatorio e aprendosi a

una discussione vera, non formale, collegiale, durata

più di un'ora".

Da: adnkronos.com/

SALVATE IL SOLDATO SILVIO

BASTA CON I DECRETI FAI DA TE E DELEGHE INGANNEVOLE

Il Parlamento italiano primo organo sovrano di garanzie democratiche ne prenda atto e in futuro sappia distinguere tra l’ urgenza la

necessita’ e la determinazione di principi e criteri direttivi, dai decreti e deleghe ingannevili !

Facciamo presente al Parlamento repubblicano italiano non piu’ sovrano che:

Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria... e l’ esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al

Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi ... e soltanto per tempo

limitato e per oggetti definite, spetta al Parlamento sovrano eletto a suffragio universal

e diretto, verificarne la straordinarieta, urgenza e enecessita’ e sulle leggi deleghe i

principi e criteri direttivi. Adesso il decreto incriminato legislativo inserito nella ri-

forma del fisco a cosa era diretto se non a salvare il soldato Silvio ? [cg]

3 14 CULTURA Miracolo del 25 dicembre di Paolo Rastelli HEBDO CHARLIE .................. Io penso di essere Charlie

Il video è bello e ben girato. Due gruppi di

giovani uomini vestiti con uniformi diverse, in

un campo innevato devastato dalla battaglia,

che si scambiano fotografie, liquori, cioccolata

in un’atmosfera di pace e fratellanza resa con

colori tenui. Ma lo spot di Sainsbury è stato

vissuto come un oltraggio da almeno una parte

del pubblico britannico: la catena di supermer-

cati ha deciso di sfruttare a fini commerciali

(appena mascherati dal sostegno dato alla

Royal British Legion, l’equivalente della nostra

Associazione Combattenti e Reduci) una delle

memorie più sacre della Prima Guerra

Mondiale, la cosiddetta «tregua di Natale» del

1914 tra tedeschi e inglesi.

http://video.corriere.it/per-natale-anche-guerra-

si-ferma-spot-che-commuove-web/ed93a4da-

6c2a-11e4-ab58-281778515f3d

Fu un’iniziativa presa dal basso, dai soldati

in trincea, che il 25 dicembre di cento anni fa

uscirono spontaneamente allo scoperto in al-

cune zone del fronte occidentale per andare a

salutare e a fare gli auguri ai «nemici» senza

che ci fosse, da parte dei comandi, alcun via

libera. Anzi, proprio il contrario. Quando la

notizia si diffuse grazie alle lettere dei soldati

alle famiglie, i vertici militari di entrambi i

contendenti si affrettarono a proibire altre

iniziative simili: il generale Horace Smith Dor-

rien, comandante del secondo corpo d’armata

della Bef, la forza di spedizione britannica in

Francia, arrivò a minacciare la corte marziale

per chi si fosse reso colpevole di fraternizzazi-

one.

Un’illustrazione che ricorda la tregua: incontro

di auguri nella terra di nessuno

Il «miracolo» del Natale 1914, di due avver-

sari che dimenticano l’odio per unirsi in un

abbraccio fraterno, rimase un fatto quasi isolato

(ci sono poi stati altri episodi di «vivi e lascia

vivere» ma mai più così eclatanti) e ben presto

trascolorò nel mito, tanto più quando il senti-

mento popolare degli europei nei confronti

della Grande Guerra cambiò di segno: non più

glorioso fatto d’arme ma massacro insensato,

che aveva spazzato via una generazione. La

tregua di Natale venne quindi vista come la

dimostrazione che gli

uomini sono fondamen-

talmente buoni e che

erano stati spinti alla

guerra da governi stupidi

e irresponsabili, tanto

che appena liberi di farlo

avevano scelto la pace e

la fratellanza.

Ma come andarono

r e a l m e n t e l e

cose? Facciamolo rac-

contare a chi ne fu testi-

mone diretto, il caporale

Leon Harris del 13esimo

battaglione del London

Regiment in una lettera

scritta ai genitori che

stavano a Exeter (riprodotta sul ...

sito www.christmastruce.co.uk interamente

dedicato a quanto successe cento anni fa): «È

stato il Natale più meraviglioso che io abbia

mai passato. Eravamo in trincea la vigilia di

Natale e verso le otto e mezzo di sera il fuoco

era quasi cessato. Poi i tedeschi hanno comin-

ciato a urlarci gli auguri di Buon Natale e a

mettere sui parapetti delle trincee un sacco di

alberi di Natale con centinaia di candele. Al-

cuni dei nostri si sono incontrati con loro a

metà strada e gli ufficiali hanno concordato una

tregua fino alla mezzanotte di Natale. Invece

poi la tregua è andata avanti fino alla mez-

zanotte del 26, siamo tutti usciti dai ricoveri, ci

siamo incontrati con i tedeschi nella terra di

nessuno e ci siamo scambiati souvenir, bottoni,

tabacco e sigarette. Parecchi di loro parlavano

inglese. Grandi falò sono rimasti accesi tutta la

notte e abbiamo cantato le carole. È stato un

momento meraviglioso e il tempo era splen-

dido, sia la vigilia che il giorno di Natale,

freddo e con le notti brillanti per la luna e le

stelle». Il riferimento al tempo non è di poco

conto: «La vigilia — scrive Alan Cleaver nella

prefazione al libro La tregua di Natale (Lindau

edizioni) che raccoglie molte lettere dei soldati

dell’epoca — segnò la fine di settimane di

pioggia battente, e una gelata rigida e tagliente

avvolse il paesaggio. Gli uomini al loro risve-

glio si trovarono immersi in un Bianco Natale».

Non si sa dove fosse schierata l’unità del

caporale Harris ma gli eventi da lui descritti

con tanta vivacità si ripeterono più o meno

identici in molti punti del fronte. In una lettera

alla famiglia del 28 dicembre, il bavarese Josef

Wenzl racconta di essere rimasto incredulo

quando uno dei soldati cui la sua unità stava

dando il cambio gli disse di aver passato il

giorno di Natale scambiando souvenir con gli

inglesi. Ma quando spuntò l’alba del 26 dicem-

bre vide con i suoi occhi i soldati britannici

uscire dalle trincee e cominciare a parlare e

scambiarsi oggetti ricordo con lui e con i suoi

compagni. Poi ci furono canti, balli e bevute.

«Era commovente — si legge nella lettera —

tra le trincee uomini fino a quel momento ne-

mici feroci stavano insieme intorno a un albero

in fiamme a cantare le canzoni di Natale. Non

dimenticherò mai questa scena. Si vede che i

sentimenti umani sopravvivono persino in

questi tempi di uccisioni e morte».

Scene simili si verificarono anche tra tedeschi e

francesi e tra tedeschi e belgi, pur se in misura

molto minore: dopo cinque mesi di guerra san-

guinosissima (era iniziata il primo agosto)con

circa un milione di vittime, con molte zone del

Belgio e della Francia orientale occupate e dopo i

massacri di civili compiuti dai soldati tedeschi, i

sentimenti di fraternità erano parecchio meno

diffusi. E comunque anche nelle zone inglesi ci

furono morti e feriti per il fuoco nemico perfino

nel giorno di Natale: alcuni soldati che avevano

cercato di prendere contatto con il nemico

sporgendosi dai parapetti delle trincee furono

fulminati dai cecchini avversari. «A Natale —

racconta lo storico Max Hastings in Catastrofe

1914 (Neri Pozza) — il Secondo granatieri in-

glese ebbe tre uomini uccisi, due dispersi e 19

feriti; un altro soldato fu ricoverato in ospedale

con sintomi di congelamento, come altri 22 la

mattina dopo».

Ovviamente queste storie finirono rapida-

mente sui giornali dell’epoca, con titoli abbas-

tanza sensazionali. Il Manchester Guardian del

31 dicembre 1914 titolava: «Tregua di Natale al

fronte — I nemici giocano a calcio — I tedeschi

ricevono un amichevole taglio di capelli». E il 6

gennaio lo stesso quotidiano strillava: «Nuove

notizie sullo straordinario armistizio ufficioso —

I Cheshires (un’unità inglese, ndr) can-

tano Tipperary a un pubblico di tedeschi». Fu sui

quotidiani britannici che fu raccontata la vicenda

della partita di calcio giocata nella terra di nes-

suno da inglesi e tedeschi in una zona impreci-

sata del fronte, che sarebbe finita 3-2 per i

tedeschi. Per molto tempo fu una storia consider-

ata non sufficientemente provata dagli storici

(tutte le fonti erano indirette, qualcuno che rac-

contava che qualcun altro gli aveva detto che

c’era stata una partita…), ma che entrò prepo-

tentemente nel mito: la si ritrova nello spot della

Sainsbury, nel film ferocemente antimili-

taristaOh che bella guerradi Richard Attenbor-

ough (1969) e anchenel videoclip di Pipes of

Peace di Paul Mc Cartney del 1983. E pochi

giorni fa, l’11 dicembre, nella cittadina belga di

Ploegsteert, il presidente dell’Uefa Michel Platini

ha inaugurato un monumento a ricordo del

giorno in cui il calciò unì i giovani di due nazioni

nemiche.

Alla fin fine, comunque, pare che il

mito avesse ragione e gli storici scettici torto: è

stata scoperta una lettera del generale Walter

Congreve (decorato con la Victoria cross, la più

alta decorazione britannica al valor militare) che

racconta alla moglie della tregua e della partita di

calcio anche se ammette di non averla vista con i

propri occhi ma di averlo saputo da testimoni

oculari. Ma poiché era un generale, non si faceva

illusioni e sapeva i bei momenti sarebbero finiti.

Ne dà conto, con una battuta piuttosto macabra,

nella stessa lettera: «Uno dei miei ha fumato un

sigaro con il miglior cecchino dell’esercito

tedesco, non più che diciottenne. Dicono che ha

ucciso più uomini di tutti ma ora sappiamo da

dove spara e spero di abbatterlo domani». Sì, la

guerra sarebbe continuata.

FONTE: CCorriere della Sera

Il miracolo del 25 dicembre 1914 Cento anni fa la tregua di Natale Tedeschi e inglesi non più nemici per una notte e un giorno

Ad Ahmed, morto per la Francia

Charlie Hebdo: da Parigi a Kobane alle nostre periferie si combatte «la terza guerra mondiale a pezzetti»

Di Gennaro Carotenuto

La dinamica con la quale è stato condotto

l’assalto al settimanale satirico francese

Charlie Hebdo, che ha causato 12 morti a

Parigi, dimostra che è evidentemente op-

era di forze speciali, perfettamente equi-

paggiate, addestrate, esperte e veterane,

probabilmente provenienti da scenari di

guerra dell’Iraq o della Siria, ben lontane

da quelle armate di presunti straccioni

fanatici che ci piace rappresentare sotto le

bandiere nere. Lontano da ogni complotti-

smo, ciò dimostra due cose: la prima è che,

se pure i bersagli possibili sono molti,

Charlie Hebdo era tra i più sensibili, testi-

moniando il fallimento totale della

sicurezza francese e il fatto che l’Europa

intera sia sotto attacco, tanto militarmente

come nei suoi valori fondativi (sia pur

spesso negletti), a partire dalla libertà

d’espressione. La seconda è che cade a

pezzi uno degli argomenti più volgari ed

elettoralistici della destra islamofoba, per

la quale milioni di cittadini di religione

musulmana sarebbero pronti a trasfor-

marsi in “terroristi fai da te”. Se pure ciò

è possibile in linea teorica, quando viene

deciso di «colpire il cuore dello Stato» non

servono fanatici, ma mani esperte e menti

raffinatissime.

Il commando che ha agito nell’XI arron-

dissement di Parigi, riuscendo a dileguarsi

indisturbato, dimostra una volta di più che

i musulmani europei, già cittadini o di

fresca immigrazione, sono le prime vittime

di un fronte di guerra che da Kobane a

Parigi li vede aggrediti dal terrorismo

stesso, da stati liberticidi come l’IS o delle

campagne d’odio lanciate dalle nostre

destre. È quello stesso terrorismo, che

esiste, rappresentato dal fascismo islamico

che lasciamo combattere praticamente

sole e disarmate alle partigiane kurde e a

pochi altri. Anche Charb, il direttore di

Charlie Hebdo, caduto oggi sotto i colpi

dei terroristi, lo aveva scritto di recente: «i

kurdi difendono tutti noi». Non basta più.

È su quei fronti che si difende Parigi come

Roma, Londra come Berlino o Madrid,

non per il petrolio o gli interessi delle mul-

tinazionali, ma per gli stessi motivi per i

quali era giusto

difendere la Spagna

repubblicana dal fas-

cismo del secolo scorso.

Anche allora gli inter-

essi, le doppiezze e le

ignavie delle classi

dirigenti europee eb-

bero un ruolo decisivo

nell’abbandonare a se

stessa la II Repubblica

e spianare il cammino

alla seconda guerra

mondiale. Allora come

oggi, con cinismo

spietato, si lascia che il nemico, il fascismo

islamico come qualunque altro fanatismo

religioso è il nemico, possa essere usato

come spauracchio, e utilità elettorale, mas-

sacrando indisturbato i vignettisti di Char-

lie Hebdo come i cristiani d’Iraq. Sono re-

sponsabilità così gravi, quelle delle classi

dirigenti occidentali, che pure dragano

centinaia di miliardi per il complesso mili-

tare industriale, e che corrispondono, anche

oggi a Parigi, al contribuire allo scivolare in

quella terza guerra mondiale a pezzetti evo-

cata da Jorge Bergoglio.

Non sfugga a nessuno che è il sistema de-

mocratico a essere sotto attacco in Europa,

stretto in una morsa della quale i terroristi

di presunta matrice islamista che hanno

agito a Parigi sono solo la faccia più visibile

e odiosa della tenaglia. Non sfugga a nes-

suno la piena funzionalità del nemico

islamico a un disegno autoritario che, di

fronte all’insostenibilità del modello

economico neoliberale – la crisi del quale

dalle periferie del mondo è giunta dal 2008

in avanti nei paesi centrali – pretende di

tagliare libertà e diritti sulla base di un’e-

mergenzialità e di un’islamofobia che ab-

biamo già conosciuto dall’11 settembre 2001

in avanti. Il terrorismo, come il disagio cau-

sato nelle periferie urbane dalla sommato-

ria tra crisi e frizione tra nuovi e vecchi

proletariati e immigrazione, sono la foglia

di fico che le classi dirigenti usano per svi-

are l’interesse dal sistematico taglio di

diritti e di servizi sociali indispensabili per

una piena integrazione e per il progresso dei

migranti. Ai diritti e all’integrazione non

c’è alternativa, come non c’è cedimento

possibile all’odio xenofobo che si alza in

queste ore. Se l’integrazione costa ma è

indispensabile, non c’è alternativa a farla

pagare a chi può: a quelle classi dirigenti

che quella crisi hanno creato, che quei

diritti vogliono smantellare e soffiano sul

fuoco del nemico esterno per sviare l’obiet-

tivo dalle loro responsabilità. Sostengono

invece che non ci sia alternativa a ridurre o

negare sanità, educazione, redditi di cittadi-

nanza, costati quasi due secoli di lotte al

movimento operaio e che stanno evapo-

rando in pochi anni, e inducono col mar-

tellamento dei media che controllano a de-

monizzare gli immigrati, in particolare quelli

musulmani, additandoli come un nemico

esterno.

Ma l’Europa, intesa come civiltà e non come

entità economica, ha senso solo fino a quando

sarà in grado di garantire libertà e diritti a tutti

quelli che l’hanno scelta come casa, di qualun-

que religione essi siano. La Francia in partico-

lare, che quest’anno celebra i 110 anni della

propria laicità, non può permettersi retroces-

sioni in merito. Per i democratici, che siano

governati dall’imbelle Hollande o dall’ambiguo

Renzi, lo scelta è solo apparentemente tra

l’emiro Al Baghdadi e Marine Le Pen o Matteo

Salvini come facce di uno stesso estremismo che

induca a continuare a sopportare l’esistente.

L’unica vera scelta possibile è quella tra il ri-

lancio di integrazione e diritti per tutte e tutti,

nel rispetto, nella laicità e nel progresso e la

conservazione di un modello economico, quello

neoliberale, che quei diritti conculca, con-

tribuendo a creare mostri.

La Francia reagisce: le teste di cuoio hanno

effettuato un doppio blitz contro i terroristi

asserragliati a Dammartin, i fratelli Kouachi,

autori del massacro a Charlie Hebdo, e contro

i due sequestratori barricati con cinque

ostaggi nel negozio kosher a Parigi.

Nei due blitz della polizia a Parigi e Dammartin

sono rimasti uccisi i tre terroristi: i due fratelli

Kouachi e Amedy Coulibaly. Lo riferisce il

sito di Le Monde. E' giallo invece sulla sorte

della 26enne Hayat Boumeddiene, complice di

Coulibaly e ricercata per la sparatoria di Mon-

trouge, che sarebbe riuscita a sfuggire alle forze

dell'ordine confondendosi tra gli ostaggi del

negozio ebraico.

Il terrorista Coulibaly ha contattato alle 15 di

oggi l'emittente BFMTV dichiarando di appart-

enere all'Is. Lo riferisce il sito dell'emittente.

Coulibaly ha poi confermato di essere stato in

contatto con i fratelli Kouachi. "Abbiamo sin-

cronizzato le nostre operazioni", ha di-

chiarato. Sempre secondo quanto riferito da

BFMTV Cherif Kouachi, contattato dall'emit-

tente, ha dichiarato di essere in missione per 'Al

Qaeda nello Yemen".Secondo quanto riferisce 'I

-télé', la tv all news di Canal Plus, i servizi

segreti algeriniavrebbero allertato la Francia il

6 gennaio in merito ad un imminente attacco

terroristico

Fonte: adnkronos.com

13 4 DALLA GRECIA L’ ANNO CHE VERRA’ .... di Giorgio Brignola

.

a sei anni di sacrifici. Chiede ai greci di

votare per lui per proseguire su questa

strada. Nasconde però il fatto che la Grecia

si è impegnata a raggiungere questi obiet-

tivi, non a farlo seguendo una precisa linea

politica. Syriza si impegna ad applicare sin

dai primi giorni del mandato il Programma

di Tessalonica, economicamente vantag-

gioso e fiscalmente equilibrato, a prescin-

dere dai negoziati con i nostri creditori. Il

programma prevede azioni per porre fine

alla crisi umanitaria; misure di equità fis-

cale, affinché l’oligarchia finanziaria, che

non è stata sfiorata dalla crisi, sia final-

mente costretta a pagare; un piano di rilan-

cio dell’economia per contrastare gli altis-

simi livelli di disoccupazione e tornare a

crescere. Sono previste riforme radicali

nella gestione dello Stato e della pubblica

amministrazione, perché non vogliamo

tornare al 2009, ma cambiare ciò che ha

portato il Paese sull’orlo della bancarotta

non solo economica, ma anche morale.

Clientelismo (di uno Stato ostile ai suoi

cittadini), evasione ed elusione, operazioni

in nero, contrabbando sono solo alcuni

aspetti di un sistema di potere che ha gov-

ernato il Paese per troppi anni, portandolo

alla disperazione, e che continua a gover-

nare nel nome dell’emergenza e per timore

della crisi.

In realtà non si tratta di timore della crisi,

bensì di timore del cambiamento. È questa

paura, aggravata dall’incapacità di un sis-

tema di governo, ad aver portato il popolo

greco a una tragedia senza precedenti. E i

responsabili di tutto questo, se conoscono

l’antica tragedia greca, hanno buoni motivi

per spaventarsi, perché l’ hybris è seguita

dalla nemesi e dalla catarsi!

Il popolo greco e l’Europa non hanno nulla

da temere: Syriza non vuole il crollo, ma

la salvezza dell’euro. È impossibile salvare

l’euro quando il debito pubblico è fuori

controllo. Ma il debito è un problema eu-

ropeo, non solo greco: e l’Europa deve

accollarsi il compito di cercare una soluzi-

one sostenibile. Syriza e la sinistra europea

sostengono che occorre cancellare la

maggior parte del valore nominale del

debito pubblico, per poi introdurre una

moratoria sul piano di rientro e una clau-

sola di crescita per ripianare il debito re-

stante, in modo da utilizzare le rimanenti

risorse per stimolare la ripresa. Esigiamo

condizioni che non sprofondino il Paese

nella recessione e non spingano il popolo

alla miseria e alla disperazione.

Samaras danneggia la Grecia, se si ostina

ad affermare che il debito greco è sos-

tenibile. [...]

Ci sono due posizioni diametral-

mente opposte per il futuro dell’Europa.

Da una parte, la prospettiva delineata dal

ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang

Schäuble: occorre rispettare gli impegni

presi e proseguire su quella strada, a pre-

scindere dai risultati ottenuti. Dall’altra, la

volontà di «fare tutto il possibile» - sug-

gerita dal presidente della Banca centrale

europea - per salvare l’euro. Le elezioni

greche saranno il campo sul quale si sfid-

eranno queste due strategie. Sono convinto

che quest’ultima prevarrà per un’altra

ragione ancora: perché la Grecia è la patria

di Sofocle, il quale ci ha insegnato, con

Antigone, che talvolta la suprema legge è

la giustizia.

( Traduzione di Rita Baldassarre)

STRATEGIE PER UN ANNO

Il clima d’apprensione

che ci ha accompagnato

per il 2014, ci consente,

ora, d’assumere una più

concreta coscienza per

questo nuovo anno.

Quello che si evidenzia

in Italia è lo scarso

concetto di

“responsabilità”; non

solo politica. Il 2015

non sarà un anno facile

ma, almeno, potrebbe

essere quello della presa

d’atto di un tracollo su

fronte degli accordi di

programma per i quali

ha fatto chiaro cenno anche il nostro Capo dello Stato.

Sono passati circa sessantanove anni dalla proclamazione della Repub-

blica (Referendum Istituzionale del giugno 1946). Eppure, il Paese non ha

ancora trovato quell’equilibrio comportamentale indispensabile per non

sprofondare ulteriormente nel mare delle avventure sbagliate, delle ri-

forme mai attuate, dei complici silenzi. Ci manca, tutto considerato, una

classe politica capace di meritare attendibilità ed abbiamo una situazione

economica tra le meno “equilibrate” dell’UE. Cosa ci riserverà, di conse-

guenza, il nuovo anno? Con quasi nove milioni di disoccupati, a vario

titolo, c’è poco da sperare.

Del resto, è già stato annuncio che il PIL nazionale raggiungerà il +1%

non prima del 2016. In altri termini, i dodici mesi che si succederanno

potrebbero servire solo per cambiare “registro” e “cobelligeranze”. L’e-

conomia, a largo respiro, degli anni’90 è tramontata definitivamente

all’alba del nuovo Millennio. Ora, cosa ci aspetta? E’, questo un interro-

gativo che, in definitiva, ha bisogno di un’analisi di quanto non si è fatto

e sarebbe stato opportuno fare. La struttura dello Stato costa sempre

troppo e offre assai meno che per il passato.

Attingere dalle solite fonti sarebbe drammatico. I “pozzi” si sono

prosciugati e la realtà della Grecia è sempre più vicina. Questa Legisla-

tura, nata anomala, ha da assumersi delle responsabilità a livello verticis-

tico; senza intaccare le magre risorse della base. Un tempo, un simile

intento, in realtà mai raggiunto, si chiamava “comunismo”. Ora come si

potrebbe chiamare?

In Parlamento è il “multicolore” a scompigliare chi dovrebbe decidere.

Non neghiamo, e come lo potremmo, che non sarà sufficiente ricono-

scere, ovviamente in ritardo, i peggiori mali di casa nostra per essere

guariti. Almeno, però, auspichiamo che le posizioni politiche per l’anno

da poco iniziato superino la fase di “transizione”.

Quando la politica è solo fine a se stessa, torna, con forza, il detto che

avevamo adottato negli anni “scuri” del secolo scorso: “Oggi è quel do-

mani di cui ieri avevi tanto timore”. A ben riflettere, tale apprezzamento

si adatta perfettamente ai tempi che ci aspettano

IL FONDO

Dato che gli effetti dei nuovi provvedimenti

economici del Governo si potranno apprezzare

solo alla fine del prossimo anno, non ci resta

che la possibilità di prendere in esame questo

2015 da poco iniziato. Il primo trimestre di

quest’anno evidenzierà ancora il fenomeno

della deflazione. Cioè del calo forzoso dei

prezzi al consumo. Se l’inflazione è, da qualche

tempo rientrata, ora la deflazione inizia a pre-

occuparci. L’Italia arretra economicamente e

non si vedono vie d’uscita concrete. Il calo dei

prezzi, dei generi più gettonati, si avvia al -

0,8% rispetto allo stesso periodo dell’inizio

dello scorso anno. Può sembrare poco, ma non

lo è. Anche perché le famiglie possono contare

su un risparmio che consente d’iniziare l’anno

con qualche Euro in più a disposizione. Anche

se, in concreto, non ci sarà nulla da accanton-

are. Intanto, le spese “inderogabili” (imposte e

tasse) non hanno risentito della deflazione.

Insomma, il fisco non perde nulla. Con una

disoccupazione superiore al 20%, c’è da con-

siderare anche la fitta schiera di chi ha perso il

lavoro. Del resto, l’economia familiare resta

sempre in prima linea. Per tirare avanti, si

spende di meno e i consumi sono cambiati; più

per necessità, che per convinzione. Si compra in

misura inferiore (-7% rispetto al 2013) e con

molta più attenzione. Lo conferma anche il segno

ancora negativo del PIL (Prodotto Interno

Lordo). Pure se la vita costa meno, i problemi di

fondo restano immutati. Sperare in un 2015 mig-

liore è impossibile. Nonostante la manovra

dell’Esecutivo Renzi, l’economia del Paese

resterà in fibrillazione. Per i giovani, le speranze

per un futuro migliore si sono ridotte. “Tira” solo

l’informatica ed i telefonini ad alta tecnologia.

Tra i Paesi UE, siamo quello che dedica maggior

tempo a Internet. Per la telefonia mobile la crisi

non si sente. Sono le famiglie a supportarne la

spesa a vantaggio dei figli senza lavoro incapaci,

però, di rinunciare a un “messaggino” (SMS).

Pur senza voler fare i conti in tasca a nessuno,

nel 2015, la spesa per generi alimentari calerà del

3% rispetto all’anno precedente e del 20% ris-

petto all’ultimo anno della Lira (2001). Saranno

le famiglie “giovani”, in ogni caso, le più colpite.

Sotto i 40 anni, la crisi obbliga a un “aiutino” da

parte dei nonni che hanno la fortuna d’aver

maturato una pensione. finanche se modesta.

Fermo, appunto, il concetto che il poco si conta.

Di fatto, però, il 70% degli italiani dichiara

d’aver ridotto le spese non ritenute indispensa-

bili. Di male in peggio. La spesa sanitaria è scesa

ai livelli del 2007. Con una riduzione, stimato su

base annua, mai inferiore a Euro 50 l’anno. Con

questi valori, è improbabile che quest’anno, pur

con la manovra Renzi, possa essere il primo dei

cinque che dovrebbero farci rivedere la “luce”. A

noi non resta che continuare a monitorare, senza

illusioni, il fronte economico nazionale col de-

siderio d’intravedere effettivi segnali in contro-

tendenza.

La Grecia è davanti a una svolta storica.

Syriza non è più una semplice speranza

per il popolo greco: incarna l’aspettativa di

un mutamento di rotta per l’intera Europa,

che non uscirà dalla crisi senza una pro-

fonda revisione delle sue scelte politiche.

La vittoria di Syriza darà slancio alle forze

che spingono per il cambiamento. Perché

se la Grecia è finita in una strada senza

uscita, l’Europa di oggi è destinata a fare

la stessa fine.

Il 25 gennaio, i greci sono chiamati a

scrivere la storia con il voto, a tracciare un

cammino di rinnovamento e di speranza

per tutti gli europei, condannando le poli-

tiche fallimentari di austerità e di-

mostrando che quando il popolo lo vuole,

ha il coraggio di osare e sa superare ango-

sce e timori, la situazione può cambiare.

Syriza non è un orco né una minaccia: è

solo la voce della ragione, e saprà suonare

la sveglia all’Europa, per riscuoterla da

torpore e passività. Per questo Syriza non è

più considerata un pericolo come nel 2012,

ma come una sfida per il cambiamento.

Ma una piccola minoranza dei Paesi mem-

bri, stretta attorno alla leadership conser-

vatrice del governo tedesco e di una parte

della stampa populista, continua a far cir-

colare vecchie dicerie a proposito di una

GrExit (l’uscita della Grecia dalla zona

euro). Proprio come Antonis Samaras in

Grecia, tali voci non convincono più nes-

suno. Dopo aver sperimentato il suo gov-

erno, il popolo greco sa distinguere le

menzogne dalla verità.

Samaras non ha niente da offrire, tranne la

sottomissione ai precetti di un’austerità

dannosa e fallimentare, che hanno imposto

alla Grecia nuovi aumenti fiscali e tagli a

stipendi e pensioni, che vanno a sommarsi

Tsipras: «La mia Grecia non danneggerà l’Europa» da il corriere della sera

( Il leader di Syriza assicura che Atene rispetterà gli impegni con l’Europa, ma puntando sulla crescita e sulla

cancellazione della maggior parte del debito pubblico)

di Alexis Tsipras

5 12 POLITICA Sfida ai renziani da parte di Bersani MALAFFRARE & MALAPOLITICA

l governo contro i vigili malati in blocco a Roma.

Renzi: "Cambiare le regole". Madia: azioni

disciplinari

ROMA - per la notte di Capodanno, l'83,5 per cento

dei vigili che dovevano lavorare era assente per

malattia, donazione sangue, disabilità. A renderlo

noto è il Campidoglio. "La serata e la nottata si sono

svolte senza intoppi per la mobilità e la sicurezza

delle 600 mila personeche hanno festeggiato l'arrivo

del 2015 nelle strade della Capitale, a via dei Fori

Imperiali e al Circo Massimo. Il servizio degli agenti

della Polizia locale di Roma Capitale è stato garantito

grazie al previdente ricorso all'istituto della pronta

reperibilità, affinché si potesse disporre di un numero

sufficiente di personale da impiegare nei servizi di

viabilità finalizzati alla sicurezza stradale. Sono state

impiegate circa 470 unità, 240 dalle ore 18.00/19.00

(75 di reperibilità) e circa 230 dalle ore 24.00 (45 di

reperibilità). Inizialmente, i servizi di Capodanno

prevedevano di impiegare circa 700 unità, come nei

precedenti anni, in turno straordinario. Ma la mancata

adesione allo straordinario aveva indotto il comando

del corpo a disporre una ridistribuzione di tutto il

personale".l comunicato del Campidoglio fa riferi-

mento alla dura battaglia dei giorni scorsi, con i vigili

che avevano deciso di riunirsi in assemblea e il Pre-

fetto che li aveva richiamati perchè lavorassero.

"Dopo il differimento dell'assemblea sindacale dei

giorni scorsi, prevista proprio per il 31 dicembre a

ridosso della mezzanotte, già ieri pomeriggio era

apparso chiaro che, a fronte della iniziale dispon-

ibilità di 1000 agenti (in servizio ordinario per il

turno di seminotte) si sarebbe giunti progres-

sivamente a 165 unità, per un totale di 835 assenze

dell'ultima ora (-83,5%), motivate da malattia, dona-

zione sangue, legge 104, legge 53 art. 19 ecc.. Inoltre,

per il turno di notte dal numero iniziale di 300 unità

previste si sarebbe arrivati a 185 unità, con 115 as-

senze riconducibili alle medesime motivazioni

(percentuale di assenza del 38%).

Da Roma.Repubblica.it

M5S attacca Renzi, volo di Stato per le vacanze:

"dimissioni". La replica "per motivi di sicurezza"

l M5S attacca a muso duro il premier Matteo Renzi, accusandolo di aver usato un volo di Stato per andare

in vacanza a Courmayeur con la famiglia nei giorni a

cavallo di San Silvestro. Immediata la risposta via Twitter. "Gli spostamenti aerei, dormire in caserma,

avere la scorta, abitare a Chigi non sono scelte ma frutto di protocolli di sicurezza #regole".

Qualcuno si spinge a chiedere le dimissioni del presi-

dente del Consiglio, mentre la notizia rimbalza sui

social network. Carlo Sibilia, membro del direttorio 5S, su Facebook cita e linka il post sul blog del col-

lega Paolo Romano, che correda le accuse con tutta la

documentazione del caso, compresa una schermata

radar della sera del 30 dicembre che proverebbe

come il premier fosse a bordo del volo di Stato.

"Martedì 30 dicembre - si legge sul blog di Romano, ormai virale sulle bacheche dei colleghi 5 Stelle

nonché di Beppe Grillo - un Falcon 900 della flotta di

Stato solca i cieli del Mediterraneo. Riporta a casa da Tirana il nostro SuperPremier. Secondo i piani di

volo il Falcon dovrebbe far rotta su Roma ma il pre-

mier ha fretta. Deve andare in vacanza. Quindi il Falcon si deve adeguare. Dirottato su Firenze, im-

barca moglie e figli del premier e riparte alla volta

di Aosta. Arriva l'ordine e la struttura si adegua tra paglia di roccia imballata, cartongesso in disfaci-

mento. E il Falcon con Renzi e famiglia atterra alle

21,25 sempre di martedì. Vacanze a Courmayeur.

All'insegna del risparmio ovviamente. Di chi? Di

Renzi e famiglia che alloggia nella caserma degli

Alpini a spese della comunità (noi)". "Qualche considerazione: Un Falcon quando si

muove, ha un costo notevole (euro 9000

all'ora). Tale aereo è sì atterrato sulla pista del quasi aeroporto di Aosta, ma non ha potuto sostarvi che il

tempo necessario per sbarcare la famigliuola in va-canza. Dopo ha ripreso subito il volo per tornare a

Roma. Domanda (lecita): quanto è costato questo

volo di stato in missione-vacanza? A mio avviso c'è qualcosa di spudorato", sottolinea. "Abbiamo una

situazione difficilissima. Da mesi e mesi si chiede

dall'alto agli Italiani di fare sacrifici? E gli Italiani son costretti a fare sacrifici senza che glielo si ricordi.

Poi si assiste ad uno scialo di mezzi pubblici del

genere. Ma vi ricordate il presidente Pertini? Vi potreste anche solo immaginare Pertini che usa un

volo di Stato, un aereo di lusso, per portare la moglie

a sciare? Ovviamente e sfortunatamente per noi, tutti i dati sono stati accertati. Vediamo se qualche Tg

riporta la notizia".

Sul suo blog, Romano aggiunge: "Ovviamente prima di scrivere mi sono accertato di tutti questi sposta-

menti, oltre alla seguente schermata del radar, che

mostra l’aereo presidenziale che, dopo aver caricato la famiglia a Firenze fa rotta verso Aosta, qui potete

consultare tutti i piani di volo". Il giovane deputato

M5S riporta infatti 7 file con i piani di voto che inter-esserebbero il premier. Angelo Tofalo, 5 Stelle

membro del Copasir va giù duro: "Ecco le prove

inconfutabili dello schifo che fa Matteo Renzi! In qualunque altro paese il premier darebbe le dimis-

sioni immediate! Fate girare il più possibile!".

Da. adnkronos.com

Pier Luigi Bersani ha scelto il giorno

successivo alla riunione del gruppo

del Pd, e soprattutto ha puntato su un

nome ad effetto sui democratici, per

battere un colpo deciso sulla partita

del Quirinale. L'ex segretario ha get-

tato Romano Prodi nella mischia del

post Napolitano, come avevano già

fatto Pippo Civati e Sel: "Non voglio

fare nomi ma io sono quello lì. E' im-

maginabile ripartire da dove ci si è

fermati. Non ho bisogno di dire niente

altrimenti poi Prodi si arrabbia...", ha

spiegato.

Il tutto, nel giorno dell'avvio delle

votazioni alla Camera sulle riforme,

con il Senato impegnato sulla legge

elettorale e nel bel mezzo delle po-

lemiche sulla delega fiscale e la

'manina' di Renzi sulla norma 'salva

Berlusconi' che mettono nel mirino il

patto del Nazareno. Lo stesso Bersani

ha invocato chiarezza dal premier:

"Mi piace la franchezza di Renzi ma

non riesco a fargli i complimenti. Non

guasterebbe se spiegasse in Parla-

mento".

L'intervento dell'ex segretario ha fatto

storcere il naso ai renziani che subito

sottolineano come appena ieri il segre-

tario del Pd avesse lanciato un appello

al gruppo della Camera per "impostare

un metodo di elezione del presidente

della Repubblica" senza fare "un dibat-

tito sul nome, ma sulla funzione

dell'istituzione". Ma le parole di Ber-

sani hanno avuto un effetto immediato

sulla minoranza Pd. Rosy Bindi si è

sintonizzata sulla stessa linea: "Non

faccio nomi e cognomi ma bisogna

ripartire da lì, dalla vicenda dei 101, da

quella ferita che sanguina ancora".

E' stato allora Matteo Orfini a interve-

nire con una sorta di richiamo

all'ordine: "Sarebbe opportuno evitare

un tritacarne mediatico che danneggia

il nome che si fa. Per rispetto di Na-

politano e di tutte quelle personalità

che possono essere prese in considera-

zione, sarebbe meglio evitare di tirarli

in ballo". Ma il rimpallo tra i diversi

tavoli della complessa partita che ar-

riva fino al Colle intanto era partito.

Mentre Bersani interveniva, al Senato

Massimo Mucchetti chiedeva a Renzi

di spiegare in aula "per filo e per segno

come sono andate le cose" sul decreto

fiscale. Lo stesso faceva alla Camera

Pippo Civati.

La replica del governo non si è fatta

attendere, affidata al ministro delle

Riforme Maria Elena Boschi: "Gli atti

del Consiglio dei ministri non sono

oggetto di informativa". L'altra partita,

quelle delle riforme, non è stata certo

più soft. In una riunione intorno all'ora

di pranzo, la minoranza Pd ha deciso

di non indietreggiare: "Le proposte

emendative restano, serve una riunione

con un confronto nel merito", ha spie-

gato la Bindi allargando la questione:

"L'elezione del presidente della Re-

pubblica, la riforma costituzionale e la

legge elettorale esigono un chiari-

mento sulla delega fiscale prima di

iniziare a votare le questioni impor-

tanti alla Camera".

Il timore è quello che dalla prossima

settimana, quando probabilmente Na-

politano formalizzerà le dimissioni, in

un Parlamento ancora più 'animato' il

cammino delle riforme e dell'Italicum

diventi davvero complicato. Alla Cam-

era a garantire il Ddl Boschi sarà il

contingentamento dei tempi: 80 ore di

discussione e poi stop. Per il governo,

è il sottosegretario Ivan Scalfarotto a

fornire certezze: "Napolitano ha am-

piamente 'endorsato' le riforme. Un

Parlamento che le vota, anche se il

capo dello Stato si sarà dimesso, non

farebbe certo uno sgarbo istituzionale.

Anzi. Sono certo che sarà così".

FONTE adnkronos.com

SE L' ITALIA NON CAMBIA DAL BASSO COLORO

CHE STANNO IN ALTO CONTINUERANNO IN-

CONTROLLATI CON IL

MALAFFARE E LA MALA POLITICA

L' unica soluzione per risanare la pubblica amministrazione italiana e' quello di equipararla a quella

privata.

Non sono io a dirlo ma tre articoli della Costituzione repubblicana :

" Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge...[art. Cost 3]...I funzionari e

i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative...[art. Cost.

28]....ADESSO VIENE IL BELLO ... I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle, con disciplina ed

onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.

Ergo ..tuttti i lavoratori sone eguali senza nessuna linea di demarcazione tra il privato e il pubblico . BNLVA

Dal Quirinale al fisco,

Bersani suona la carica e

lancia la sfida ai renziani

11 6 CAPODANNO GRAMSCIANO

Martin Schulz

on the terrorist

attack on Charlie

Hebdo offices

On behalf of the European Parlia-

ment, I would like to express my

sincere condolences to the families

and friends of the victims of today's

terrorist attack in Paris at the offices

of the weekly newspaper Charlie

Hebdo.

We are profoundly shocked by this

heinous crime which is an affront to

civilised society and we unreserv-

edly condemn such violence.

As Europeans we must never sur-

render the values which are so close

to our hearts and which this act has

sought to undermine: the freedom

of the press and of expression, tol-

erance, and mutual respect.

This is a moment of profound sad-

ness which requires a dignified and

clear response. Whatever our opin-

ions or religious beliefs we must

stand strong and united against such

violent acts. I call on all citizens to

defend together the values we cher-

ish.

I also wish a prompt recovery to

those injured

PARLAMENTO EUROPEO

Milestone:

Parlamentarium

welcomes one

millionth visitor

Marco Alberti simply wanted his children to learn more about Europe, but when he took them to Parlamentarium - the EP's visitors centre - he hadn't counted on being wel-comed as the one millionth visitor. A de-lighted Alberti said: "We are trying to ex-plain to our children what Europe is and thought this would be a good opportunity." The centre, hailed by Tripadvisor as one of the top things to do in Brussels, reached the landmark after having been open for just over three years. Alberti and his family were welcomed by EP vice-president Mairead McGuinness as soon as they entered the centre on Wednesday 7 Janu-ary, after which they were offered a tour of the Parlamentarium. Afterwards Alberti, from Italy, said: "I like that there is also information spe-cially made for children and for me personally the most interesting part was the room where you can see how the plenary looks like with all the 751 MEPs." Opening in October 2011, The Parlamentarium offers visitors from all over the world an insight into how the Parliament and the European Union function. EP vice-president McGuinness praised the visitors centre, which operates in all of the EU's official 24 languages, for opening up the Parliament to the public: "We have a very open European Parliament, but it´s not possible to bring everyone in to the Parliament and in my view the Parlamentarium gives an even better experience because you can learn more and see how the Parliament works in a way which is very interactive." The visitors centre is open to the public seven days a week, free of charge and with no need for an entry pass. It works in 24 languages, can provide sign language in four (English, French, Dutch and German) and is fully accessible to visitors with special needs. With its state-of-the art multimedia tools, it is one of the most vis-ited tourist attractions in Brussels and the big-gest parliamentary visitors centre in Europe.

mia vita vorrei fosse nuova, pur riallac-ciandosi a quelle trascorse. Nessun giorno di tripudio a rime obbligate collettive, da spartire con tutti gli estranei che non mi interessano. Perché hanno tripudiato i nonni dei nostri nonni ecc., dovremmo anche noi sentire il bisogno del tripudio. Tutto ciò stomaca. Aspetto il socialismo anche per questa ragione. Perché scaraventerà nell’immon-dezzaio tutte queste date che ormai non hanno più nessuna risonanza nel nostro spirito e, se ne creerà delle altre, saranno almeno le nostre, e non quelle che dob-biamo accettare senza beneficio d’inven-tario dai nostri sciocchissimi antenati. Antonio Gramsci, 1 gennaio 1916, Avanti!, edizione torinese, rubrica Sotto la Mole.

European Year for

Development: main

events coming up

The EU has dedicated 2015 to development

cooperation and aid to highlight the importance

of international development and the key role

played by the EU and its member states. The

Parliament will be closely involved with the

events that will include the European Develop-

ment Days, thematic hearings organised by the

EP's development committee and the World

EXPO in Milan.

"The European Year for Development is an important chance to engage citizens in the work of the EU institutions in development policy," said development committee chair Linda McAvan, a UK member of the S&D group, in an interview published on the EP's web site in December 2014.

Events and activities Official opening event in Riga, Latvia, on 9 Janu-

ary.

The whole year is divided into thematic months. It

starts in January with "Europe in the World" and

concludes in December with "Human Rights".

The EP's development committee will organise

hearings on subjects such as "the future of devel-

opment finance" on 23 February and its members

will also participate in events in the member states

and outside the EU.

World EXPO 2015 "Feeding the planet - energy

for life" starts in Milan at the beginning of May.

The EP will be present.

European Development Days, a high-level forum

on development and international cooperation, will

take place in Brussels on 3-4 June. It is considered

to be one of the most important events of the Euro-

pean Year for Development, focusing on how

member states and people can help to eradicate

poverty and defend human rights worldwide.

Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è capodanno. Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il pre-ventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella is-toria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. È un torto in genere delle date. Dicono che la cronologia è l’ossatura della storia; e si può ammettere. Ma bisogna anche ammettere che ci sono quattro o cin-que date fondamentali, che ogni persona per bene conserva conficcate nel cervello, che hanno giocato dei brutti tiri alla storia. Sono anch’essi capodanni. Il capodanno della storia romana, o del Medioevo, o

dell’età moderna. E sono diventati così invadenti e così fos-silizzanti che ci sorprendiamo noi stessi a pensare talvolta che la vita in Italia sia in-cominciata nel 752, e che il 1490 0 il 1492 siano come montagne che l’umanità ha vali-cato di colpo ritrovandosi in un nuovo mondo, entrando in una nuova vita. Così la data diventa un ingombro, un parapetto che impedisce di vedere che la storia continua a svolgersi con la stessa linea fondamentale immutata, senza bruschi arresti, come quando al cinematografo si strappa il film e si ha un intervallo di luce abbarbagliante. Perciò odio il capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno pre-ventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita in-tensa e voglio fare un tuffo nell’animalità per ritrarne nuovo vigore. Nessun travettismo spirituale. Ogni ora della

Questa lunga riflessione di Antonio Gramsci è molto più che un pensiero intorno al Capodanno.

È un inno alla ricchezza della vita, alla sua poliedricità, all'importanza fondamentale che ogni

giorno rappresenti nella via di un uomo una deadline con cui confrontarsi: perché ognuno di noi

renda conto a se stesso in ogni attimo e non solo nei buoni propositi di fine e inizio anno.

Vi proponiamo il testo integralmente: Redazione, L'Huffington Post

Odio il capodanno di Antonio

Gramsci: una riflessione intorno

alla fine dell'anno

7 10 NOTE EDITORIALE CI HA LASCIATO ....

Fiorella su facebook

leggo tanti commenti, alcuni belli, al-cuni assurdi. Ho letto che la musica di Pino non aveva niente in comune con la melodia napoletana, e questo è stato

il più ridicolo. Pino era intriso di melodie partenopee, Pino era l'es-senza di Napoli, città che amava e

odiava in un conflitto amoroso eterno ( ne' con te, ne' senza di te) ma che

negli ultimi anni aveva trovato pace. La sua forza è stata quella di mis-chiare la tradizione antica che gli

scorreva nelle vene, con l'altra sua grande passione: il blues ( e poi il jazz) Nessuno come lui ha saputo

coniugare le due anime. Sempre at-tento alla musica di altre culture, sem-pre rivolto verso Sud. Pino ha vissuto per la musica, l'ha amata, l'ha rispet-tata, l'ha coccolata come si fa con una

cosa preziosa. Era burbero, ( e aso-ciale, come amava definirsi) è vero, ma lo era con chi percepiva non ris-

pettasse la sacralità della sua arte ado-rata: la musica e la sua autentica pas-sione, con chi anteponeva gli interessi, di qualsiasi tipo, al suo amore per la

musica, e con chi percepiva non prendesse sul serio quella che era e è sempre stata la ragione della sua vita.

Era un musicista vero, puro. La chi-tarra era la sua appendice, dalla quale non si staccava mai, ha dedicato tutta

la sua vita a quello strumento, che pensava non saper mai suonare

abbastanza bene, che lo faceva sof-frire e gioire, croce e delizia delle sue giornate, pretendeva da se stesso sem-pre di più . Pino Daniele ha segnato

un prima e un dopo come tutti i grandi, ha lasciato un segno indelebile

in tutti quelli che fanno il nostro meraviglioso mestiere e non solo, e

pensare di non sentire più la sua voce mi sembra impossibile. Personalmente

voglio ricordare le grandi risate che accompagnavano i nostri incontri. Gli ho voluto bene, un bene sincero e lo

ringrazio per tutta la musica che ci ha lasciato, per tutti i ricordi legati alle sue canzoni ascoltate e riascoltate centinaia di volte. Che la musica ti

accompagni amico mio, perchè senza so che non puoi stare, ovunque tu sia.

IL PARLAMENTO REPUBBLICANO ITALIANO E' ELETTO A

SUFFRAGIO UNIVERSALE E DIRETTO

Queto e' un principio fondamentale di tutte le democrazie moderne e avan-zate, che va dal sistema uninomimale collegiale al collegiale con preferenze, tutti gli altri sono sistemi usati dalle "cosidette " dittature a sovranita' limi-tata, tra queste anche quella italiana

APPELLO AL PARLAMENTO SOVRANO

Fermate Renzi e Berlusconi di cam-biare di una sola virgola la Costituzi-one, perche' il primo non e' stato eletto a suffragio universale e diretto, il secondo e' un pregiudica

LESA SOVRANITA'

introduciamo la responsabilita' e l' etica in politica estendendo la

mozione di sfiducia a tutti i parlamentari...

NON CONFONDIAMO LE RI-FORME REPUBBLICANE CON LA NORMALE AMMINISTRAZIONE

GOVERNATIVA "L'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge, Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in art icoli .” Il Costituente nel ribadire che: " Il Presi-dente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne è re-sponsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promovendo e coordinando l'attività dei ministri.", in-tendeva PRINCIPALMENTE un potere esecutivo propositivo ed un parlamento

legislativo rappresentativo; a differenza dei sistemi autoritari. Nel corso dei decenni questo equilibro e' venuto meno, proprio perche' il legislatore ha confuso le riforme repubblicane con la normale amministrazione governativa. Badate bene che a parte i decreti leggi previsti dalla Costituzione e' solo nei casi di straordinarieta' emergenza e necessita', tutte le proposte legislative di iniziative dei governi dopo l’ autorizzazione del Capo dello Stato seguono (o dovrebbero seguire) il normale iter parlamentare come qualsiasi altra proposta, ivi incluso quelle di iniziative popolari. Ribadiamo ancora una volta che se i governanti ris-pettano il libero mandato, senza imporre questioni di fiducia, ci saranno si meno leggi ma piu’ eque. Va detto ancvhe che (e bisogna ricordarlo sino alla nausea) :” La questione di fidu-cia non pfrevista dalla Costituzione ital-iana, viola due principi fondamentali in una democrazia avanzata, il libero man-dato e la rappresentativita’ , perche’ po-nendo la fiducia, tutti gli emendamenti decadono e la legge deve essere votata così come è stata presentata, un vero e proprio mandato imperiale ! Ovviamente ai nuovi legislatori non e’ bastato abusare dei decreti leggi, volevano anche un ulte-riore veto sul potere legislativo rappresen-tativo . E la chiamano ancora repubblica democratica!!!

LA FORMA

REPUBBLICANA SI

CAMBIANO CON LA

DIALETTICA E

NON CON I RICATTI Facciamo presente che anche il porcellum nacque da un ricatto di Berlusconi minac-ciando una crisi di governo. Oggi si sta facendo lo stesso con la legge elettorale e la riforma del bicameralismo e il Parlamento ne prenda atto e scelga in piena autonomia:” La funzione legislativa è esercitata colletti-vamente dalle due Camere e i membri non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.

SE L' ITALIA NON

CAMBIA DAL BASSO COLORO CHE

STANNO IN ALTO

CONTINUERANNO

INCONTROLLATI CON IL

MALAFFARE E

LA MALA POLITICA

Tutti i cittadini hanno diritto

di associarsi liberamente in

partiti per concorrere con

metodo democratico a

determinare la

politica nazionale.

(nessuno si senta escluso)

articolo49

articolo primo rivisitato"

L' ITALIA E' UNA

DITTATURA MODERNA

FONDATA SULLA

PARTITOCRAZIA. LA

SOVRANITA'

APPARTIENE AL

POPULISTA DI TURNO CHE LA

ESERCITA CON

DECRETI,

MAX-EMENTAMENTI E LEGGI

DELEGA, CON LA

CONSAPEVOLE

COMPLICITA' DEL

PARLAMENTO.

Il Presidente del Consiglio dei ministri

dirige la politica generale del Governo e

ne è responsabile. Mantiene l’unità di

indirizzo politico ed amministrativo, pro-

movendo e coordinando l'attività dei

ministri. (resaponsabile di che cosa ? )

articolo95

CIAO PINO... Che la musica ti accompagni amico mio, perchè senza so che non puoi stare, ovunque tu sia.

(Vogliamo ricordarlo con le parole di Fiorella Mannoia.) GRAZIE PINO !

MAPOLE’ ERA ED E’.... Napule è mille culure

Napule è mille paure Napule

è a voce de' criature

che saglie chianu chianu e

tu sai ca nun si sulo.

Napule è nu sole amaro

Napule è addore 'e mare

Napule è 'na carta sporca

e nisciuno se ne importa e

ognuno aspetta a' ciorta.

Napule è 'na cammenata

inte viche miezo all'ato

Napule è tutto 'nu suonno

e 'a sape tutti o' munno ma

nun sanno a verità.

Napule è mille culure

(Napule è mille paure)

Napule è 'nu sole amaro

(Napule è addore e' mare)

Napule è 'na carta sporca

(e nisciuno se ne importa)

Napule è 'na camminata

(inte viche miezo all'ato)

Napule è tutto nu suonno

(e a' sape tutti o' munno)

STO LASCIANDOVI ...

No ad un altro Presidente della Repubblica riformista come il politico professionista

Giorgio Napolitano, che ha visto nel bicameralismo equilibrato repubblicano, un male assoluto, nell' incapacita' da parte della

politica di gestire una democrazia rappresentativa.

" Un Capo dello Stato super partes non puo'

essere politico" POLITICO O CIVILE ? A questa domanda facciamo rispondere la Cos-tituzione... Il Presidente della Repubblica e' il Capo dello Stato (di tutti i cittadini) , rappresenta l' Unita' Nazionale, autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo e prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione, anche se poi la deci-sione finale spetta sempre al Parlamento.

Indirizza il Parlamento inviando messaggi. E' vero che il Capo dello Stato non ha poteri esecutivi e legislativi ma ha il compito primario di supervisore sull' Unita' Nazionale e socio/politica della Paese. Nel corso dei decenni con le scelte prevalente di un Presidente, politico, il suo ruolo e’ stato male interpretato dal legisla-tore ridiminsionandone i suoi poteri, instaurando conflitti istituzionali tra i potere esecutivo e quello legislativo. Proprio perche’ il ruolo pri-mario del Capo dello Stato e’ quello di impar-zialita’ politica, il prossimo Capo dello Stato ( e sarebbe la prima volta) non dovrebbe avere in tasca nessuna tessera di partito. Il fatto che il Capo dello Stato deve essere per forza maggiore un politico e’ solo una leggenda metropolitana. Il Capo dello Stato prima di autorizzare e in-dirizzare puo’ e deve avvalersi della consulenza egli organi di garanzie istituzionali e costituzi-onali (come Corte dei Conti e Consulta) Faccio un esempio banalissimo, se l’ attuale Presidente della Repubblica riguardo ai vari Lodi schifani e alfani prima di firmarli avesse prima consultato la Corte Costituzionale, non li avrebbe autoriz-zati o minbino avrebbe chiesto una nuova delib-era, motivandone appunto dubbi di incostituzi-onalita’. Altro esempio, sui decreti leggi o dele-ghe economici, chi o che cosa proibisce al Capo dello Stato di consultare la Corte dei Conti, per eventuale coperture o non ? NON CONFONDIAMO LE RIFORME

REPUBBLICANE CON LA NORMALE AMMINISTRAZIONE

GOVERNATIVA "L'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge, Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la pro-posta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli.” Il Costituente nel ribadire che: " Il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica gen-erale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promovendo e coordinando l'attività dei minis-tri.", intendeva PRINCIPALMENTE un potere esecutivo propositivo ed un parlamento legisla-

tivo rappresentativo; a differenza dei sistemi autoritari. Nel corso dei decenni questo equilibro e' venuto meno, proprio perche' il legislatore ha confuso le riforme repubblicane con la normale amministrazione governativa. Badate bene che a parte i decreti leggi previsti dalla Costituzione e' solo nei casi di straordinarieta' emergenza e necessita', tutte le proposte legislative di inizia-tive dei governi dopo l’ autorizzazione del Capo dello Stato seguono (o dovrebbero se-guire) il normale iter parlamentare come qualsi-asi altra proposta, ivi incluso quelle di inizia-tive popolari. Ribadiamo ancora una volta che se i governanti rispettano il libero mandato, senza imporre questioni di fiducia, ci saranno si meno leggi ma piu’ eque. Va detto ancvhe che (e bisogna ricordarlo sino alla nausea) :” La questione di fiducia non pfrevista dalla Costi-tuzione italiana, viola due principi fondamen-tali in una democrazia avanzata, il libero man-dato e la rappresentativita’ , perche’ ponendo la fiducia, tutti gli emendamenti decadono e la legge deve essere votata così come è stata pre-sentata, un vero e proprio mandato imperiale ! Ovviamente ai nuovi legislatori non e’ bastato abusare dei decreti leggi, volevano anche un ulteriore veto sul potere legislativo rappresenta-tivo . E la chiamano ancora repubblica democ-ratica!!! IL GOVERNO RENZI NON E' POLITICO MA

ISTITUZIONALE, VOLUTO DAL RIFORM-

ISTA GIORGIO NAPOLITANO

"La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale"

E' antidemocratico da parte di un Capo dello Stato sostenere che il bicameralismo paritario repubblicano, che nel primo ventennio repub-blicano ci ha portati al boom econoomico, e' il male assoluto dell' attuale crisi istituzionale e legislativa e andrebbe riformato. Un Presidente della Repubblica dovrebbe limitarsi ad essere garante e supervisore e non cercare di “dirige” la politica generale, interferendo con l' organo legislativo sovrano [Nore editoriale ]

Premiati studenti, poeti, scrittori e vari artisti

alla “Settimana della Solidarietà, della

Cultura, dell’Arte e del Turismo” di

Messina

Di Nino Bellinvia

“Settimana della Solidarietà, della Cultura,

dell’Arte e del Turismo”. Apertasi l’11

dicembre al “Salone delle Bandiere dell’Un-

ione Europea” nel Palazzo Municipale, si

èconclusa lo scorso 19 dicembre nella “Aula

Magna” dell’Università degli Studi con l’as-

segnazione dei premi, così come avviene da

diversi anni a questa parte. Ad organizzarla è

stata l’Accademia Internazionale “Amici

della Sapienza”, presieduta dalla prof. Teresa

Rizzo.

La manifestazione si era aperta con la qualifi-

cata e qualificante mostra di pittura e scultura

(L’Io nell’Arte) alla presenza, in qualità di

madrina, di Maria Ventura, Presidente Re-

gionale dell’ “Accademia di Roma” ed era

proseguito con gli interventi della prof.ssa

Paola Radici, docente all’Università di

Messina; della dott.ssa Rosamaria Petrelli,

presidente A. I. Donne Medico; della prof.ssa

Santina Schepis, presidente Unesco – Me.

Nell’occasione si è svolto un concerto le

“Gemelle Palazzolo” (arpiste) e la prof.ssa

Maria Letizia Pallone (soprano) ed un recital

con 10 poeti messinesi sul tema

“Classicheggiando il Natale”.

Il17 dicembre, a conclusione della mostra

d’arte, sono stati consegnati attestati ai ar-

tisti partecipanti e si sono tenute

anche varie esibizioni musicali

(protagonisti gli studenti dell’I. I. S. An-

tonello) con la coreografia dei quattro ele-

menti (Acqua, Aria, Terra, e Fuoco) e con le

danzatrici della “Accademia dello Spetta-

colo” della coreografa Elisabetta Isaja.

La serata conclusiva ha avuto luogo

nell’Aula Magna dell’Università con l’as-

segnazione di premi per la poesia agli stu-

denti di diverse scuole della Provincia, non-

ché a scrittori e musicisti affermati

provenienti da diverse città italiane, tra cui

ai poeti Cristina Lania, Anna Manna, Anna

Cardona, Rosina Andreacchi, Angelo

Salvatore Daddelli e Giusi Baglieri. Per la

narrativa sono stati attribuiti premi a:

Giuseppe Barcellona, Nadia Betti, Anna

Manna, Linda Liotta e Castrenza Pizzolato.

A seguire sono stati conferiti riconoscimenti

ai benemeriti dell’Arte, delle Scienze della

Cultura e della Solidarietà: Il Duo Paganini

Giuseppe Fabio Lisanti (violinista) e Ales-

sandro Monteleone (chitarrista), Domenico

Ciancio San Filippo (Direttore editoriale de

“La Sicilia”), Giacomo Romano Davare

(autore-regista-attore), Cosetta Gigli

(soprano), Giuseppe Melindò (magistrato),

Rev. Padre Salvatore Miracola (storico

dell’arte), il Duo Palazzolo Simona e Sa-

brina (arpiste), Nunzio Sarpietro

(magistrato), Diego Lana (discografico-

musicista), Istituto Alberghiero “Karol

Wojtyla” di Catania.

I pittori partecipanti alla mostra sono

stati: Amalia Alia, Angela Alibrandi,

Giovanni Amico, Cinzia Assennato,

Riccardo Battigelli, Daniela Cannia,

Rosanna Criscione, Antonina Donato,

Lidia Faraone, Margherita Forzano,

Paolo Giacobbe, Giusi Grasso, Linda

Iapichino, Santa Ingegneri Orsini, Na-

talia Lisitano, Leandro Lo Mastro, Anna

Manna, Teresa Mazzurco, Iole Notarste-

fano, Giuseppina Onorato, Donatella

Saladino, Maria Angela Sarchiello, Car-

melo Vella, Maria Ventura e la Presi-

dente dell’Accademia “Amici della Sa-

pienza” Teresa Rizzo. Hanno esposto

loro opere gli scultori Vittorio Basile,

Pietro Bitto, Marco Carellario, Giuseppe

Lo Mastro e Giuseppe Messina.

Quest’ultimo nella serata del 19 dicem-

bre, insieme al preside ha premiato i

maestri Giuseppe Fabio Lisanti e Ales-

sandro Monteleone.

Nella foto (da sx) il preside Claudio

Tassoni, i maestri Fabio Lisanti e Ales-

sandro Monteleone, lo scultore Giuseppe

Messina, la giornalista Lella Battiato e la

prof. Teresa Rizzo, presidente dell’Ac-

cademia Internazionale “Amici della

Sapienza”.

Premiati studenti, poeti, scrittori e vari artisti alla

“Settimana della Solidarietà, della Cultura, dell’Arte

e del Turismo” di Messina

ANNO NUOVO CAPO DI STATO NUOVO ?

ADDIO AL CAPO DELLO STATO RIFORMISTA 8 CULTURA di Nino Bellinvia 9

Da un po’ di tempo

provo nausea verso la

politica italiana. Ne è

prova che mi sono tirato

in disparte demandando

a l …P ad r e t e rn o l a

soluzione dei problemi,

conscio che ormai non

c’è più nulla da fare di

buono in questo paese

che mi ha visto nascere,

lavorare ed osservare

scrupolosamente una condotta civile, nel rispetto sociale ed istituzion-

ale.

In questi ultimi 3-4 giorni però ho avuto un sussulto da rovesciarmi dalla

sedia quando ho sentito queste due notizie: la probabile riabilitazione

politica di Berlusconi conseguente all’art. 19 bis di un DL. che

eviterebbe la condanna a chi evade il fisco in percentuale inferiore ris-

petto al 3% del suo imponibile e il ritorno di Pierferdinando Casini come

papabile alla Presidenza della Repubblica.

Penso di avere titolo per dire che, a questo punto, l’Italia è un paese che

non merita più nulla, se non il mio disprezzo, stante la profonda

amarezza che mi sta determinando.

Purtroppo, gli Italiani sono impotenti rispetto a questa situazione e questa

impotenza finirà per farci sprofondare ancor di più.

Povero Paese, da me tanto amato !!!

LETTERA AL “DIRETTORE “ Arnaldo De Porti

POVERA ITALIA….RISPUNTA CASINI. ADDIRITTURA PER IL COLLE

E GLI ITALIANI ONESTI E SERI…VILIPESI E SCARNATI