La fionda marzo 2014

4
Marzo 2014 Il 25 marzo 2014, è una data che deve essere ricordata come una giornata in cui la Giustizia aiuta a far rispettare la legalità. L’autorità giudiziaria ha dato ragione ad una lotta portata avanti senza tregua da Enzo Cuscito (SeP), Donato Lucilla (Prodigio ), Giovanni Vasco (indipendente al PD), da un lato e il Prof. Vito Antonio Vinci (referente di Libertà e Giustizia Circolo Piero Calamandrei Gioia del Colle) dall’altro. Il Procuratore Renato Nitti, infatti, ha disposto che i Vigili Urbani, formalizzassero il sequestro del cantiere di via Fellini. Tutto questo accade a seguito di un altro K.O. dell’Amministrazione Comunale: ossia dopo le risultanze della sentenza 2578/2012 del Consiglio di Stato di Roma, che hanno dichiarato abusivo il centro commerciale le Torri, che ospita l’ipermercato Coop e altri negozi, il quale ha affermato che si tratti di una zona adi- bita a “servizi” in quanto zona F1, e dopo le azioni della Provincia che hanno bloccato di fatto i lavori nel cantiere dell’azienda LOICA. Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, ha emesso, quindi, un specif- ico decreto di sequestro preventivo al cantiere LOICA in via Fellini. Il sequestro parerebbe essere la conseguenza, secondo un indiscrezione, di un’interpellanza consiliare avanzata dai i tre oramai “Moschettieri” Cuscito – Lucilla – Vasco. Nella loro interpellanza si faceva riferimento, al- tresì, che le autorità istituzionali, costituzionali e giudiz- iarie preposte avessero riscontrato “ diformità rispetto al progetto originale”. Se tutto si sarebbe svolto secondo la legalità non si sarebbe arrivati a questo. La legalità è il ris- petto e la pratica delle legge alle norme. Per poter trovare una soluzione alla questione zone “F” era necessario che si arrivasse ad un’azione forte, come questa, da parte anche e soprattutto delle autorità giudiziarie. Era fondamentale trovare un modo per conciliare visioni e sistemi di valori diversi opposti tra loro. E’ inutile una zona F è tale perché deve essere adibita a fruizione della collettività, e questo ultimo atto della Procura della Repubblica, dimostra il buon lavoro sposato da Cuscito, Lucilla e Vasco, “messo in luce” dal prof. Vinci con una diffida, nello scortare una battaglia in nome di una legalità che deve essere normalità nella forma mentis di ogni cittadino. Era necessario tro- vare i contatti e le interazioni tra le più diverse visioni “tecnico-fantasiose”, in merito al quel cantiere, e di altre vicende urbanistiche, che tanto scaldano i cuori dei più a Gioia del Colle. Mai si era arrivati a tal punto! Era do- veroso che la giustizia facesse rispettare la legalità intesa come norma e pratica quotidiana di regole condivise, da citare il documento della CEI del 1991 il quale afferma “la legalità è un’esigenza fondamentale della vita sociale per promuovere il pieno sviluppo della persona umana e la costruzione del bene comune”. Questo esempio di lotta al rispetto della legalità da partein Primis di Vinci e in secun- dis di Cuscito, Lucilla e Vasco si trasforma di una neces- sità doverosa in quanto fondamentale diviene il plasmarci alla legalità, che il ventennio del fenomeno ‘Povia’, come il fenomeno Berlusconi, hanno fatto dimenticare. In certi casi abbiamo smarrito la responsabilità a rispettare la le- galità. La legalità non è infatti un valore fine a se stesso: ma è il lucchetto che chiudo lo scrigno che contiene e fa convivere la obbligo individuale alla giustizia sociale. Demetra A cura del Movimento Solidarietà e Partecipazione di Gioia del Colle (Ba) con sede in via Ugo Bassi, 16 - Distribuzione gratuita - Stampato in proprio Immobili e “progetti”: abusi edilizi! Immagine di Via Fellini

description

La Fionda, foglio informativo del movimento Solidarietà e Partecipazione

Transcript of La fionda marzo 2014

Page 1: La fionda marzo 2014

Marzo 2014

Il 25 marzo 2014, è una data che deve essere ricordata come una giornata in cui la Giustizia aiuta a far rispettare la legalità. L’autorità giudiziaria ha dato ragione ad una lotta portata avanti senza tregua da Enzo Cuscito (SeP), Donato Lucilla (Prodigio ), Giovanni Vasco (indipendente al PD), da un lato e il Prof. Vito Antonio Vinci (referente di Libertà e Giustizia Circolo Piero Calamandrei Gioia del Colle) dall’altro. Il Procuratore Renato Nitti, infatti, ha disposto che i Vigili Urbani, formalizzassero il sequestro del cantiere di via Fellini. Tutto questo accade a seguito di un altro K.O. dell’Amministrazione Comunale: ossia dopo le risultanze della sentenza 2578/2012 del Consiglio di Stato di Roma, che hanno dichiarato abusivo il centro commerciale le Torri, che ospita l’ipermercato Coop e altri negozi, il quale ha affermato che si tratti di una zona adi-bita a “servizi” in quanto zona F1, e dopo le azioni della Provincia che hanno bloccato di fatto i lavori nel cantiere dell’azienda LOICA. Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, ha emesso, quindi, un specif-ico decreto di sequestro preventivo al cantiere LOICA in via Fellini. Il sequestro parerebbe essere la conseguenza, secondo un indiscrezione, di un’interpellanza consiliare avanzata dai i tre oramai “Moschettieri” Cuscito – Lucilla – Vasco. Nella loro interpellanza si faceva riferimento, al-tresì, che le autorità istituzionali, costituzionali e giudiz-iarie preposte avessero riscontrato “ diformità rispetto al progetto originale”. Se tutto si sarebbe svolto secondo la legalità non si sarebbe arrivati a questo. La legalità è il ris-petto e la pratica delle legge alle norme. Per poter trovare una soluzione alla questione zone “F” era necessario che si arrivasse ad un’azione forte, come questa, da parte anche

e soprattutto delle autorità giudiziarie. Era fondamentale trovare un modo per conciliare visioni e sistemi di valori diversi opposti tra loro. E’ inutile una zona F è tale perché deve essere adibita a fruizione della collettività, e questo ultimo atto della Procura della Repubblica, dimostra il buon lavoro sposato da Cuscito, Lucilla e Vasco, “messo in luce” dal prof. Vinci con una diffida, nello scortare una battaglia in nome di una legalità che deve essere normalità nella forma mentis di ogni cittadino. Era necessario tro-vare i contatti e le interazioni tra le più diverse visioni “tecnico-fantasiose”, in merito al quel cantiere, e di altre vicende urbanistiche, che tanto scaldano i cuori dei più a Gioia del Colle. Mai si era arrivati a tal punto! Era do-veroso che la giustizia facesse rispettare la legalità intesa come norma e pratica quotidiana di regole condivise, da citare il documento della CEI del 1991 il quale afferma “la legalità è un’esigenza fondamentale della vita sociale per promuovere il pieno sviluppo della persona umana e la costruzione del bene comune”. Questo esempio di lotta al rispetto della legalità da partein Primis di Vinci e in secun-dis di Cuscito, Lucilla e Vasco si trasforma di una neces-sità doverosa in quanto fondamentale diviene il plasmarci alla legalità, che il ventennio del fenomeno ‘Povia’, come il fenomeno Berlusconi, hanno fatto dimenticare. In certi casi abbiamo smarrito la responsabilità a rispettare la le-galità. La legalità non è infatti un valore fine a se stesso: ma è il lucchetto che chiudo lo scrigno che contiene e fa convivere la obbligo individuale alla giustizia sociale.

Demetra

A cura del Movimento Solidarietà e Partecipazione di Gioia del Colle (Ba)con sede in via Ugo Bassi, 16 - Distribuzione gratuita - Stampato in proprio

Immobili e “progetti”: abusi edilizi! Immagine di Via Fellini

Page 2: La fionda marzo 2014

Marzo 2014

“Condannato a fare il sindaco!” Il mes-saggio che Sergio Povia in stretta sintesi ha rilasciato su un noto gior-nale locale suona decisamente ip-ocrita. Perchè i veri condannati da questa deludente esperienza ammin-istrativa non sono coloro che ammin-istrano, ma coloro

che sono amministrati: i cittadini! Avversati dalla mediocrità del suo terzo mandato. Costretti a subire un’amministrazione autoreferenziale, accartocciata sempre più platealmente sui pro-pri interessi venali. Un’amministrazione che vive alla gior-nata, priva della ca-pacità di individuare e programmare gli obiettivi di medio e lungo termine per lo sviluppo e il ben-essere del suo paese. Una amministra-zione che lamenta sempre una cronica carenza di fondi per operare sul territorio ma che non ha mai parlato, a distanza di quasi due anni dal suo insediamen-to, della necessità di attuare una seria spending review sugli sprechi che sta generando la sua cattiva politica locale. Signor sindaco, la ringraziamo di aver accettato a malincuore ques-to terzo mandato: ma non è che lei lo ha accetta-to, non per obblighi morali, ma per porre rimedio alle scelte spregiudicate e sbagliate fatte sotto la sua regìa, negli anni dei suoi due mandati da cui hanno tratto beneficio, direttamente o indiretta-mente, i suoi interessi personali? E tutto questo oggi grazie anche al determinante appoggio dei suoi fedelissimi amici del PD posti come scudo dalle decisioni del loro stesso partito di revocarle la fiducia per la scarsa intesa, che vi unisce sulle questioni tanto amministrative quanto istituzion-

ali! L’ingegner Vito Ludovico (con il quale la lega un grandissimo feeling sulle questioni dell’edilizia e dell’urbanistica), Ottavio Gianni-co (suo strettissimo amico personale), Giuseppe Lenin Masi (strettissimo amico della poltrona) e Massimo L’Abbate, ambizioso segretario del PD eletto in larga parte con i voti dei fedelissimi del sindaco, formano il suo personalissimo car-rè magique! Il quadrato magico posto a protezi-one del suo governicchio che sancisce, di fatto, la disgregazione del PD gioiese. La minoranza del partito infatti, oltre a dissentire nettamente sulla condotta politica del loro stesso segretario (e sull’andamento claudicante di questa ammin-istrazione), da un po’ di tempo a questa parte si riunisce anche in luoghi diversi dalla nuova sede inaugurata recentemente alla presenza dei suoi vertici territoriali. Sede “ufficiale” invece, che viene trasferita proprio di fronte al Municipio,

una vicinanza fisica tesa a stabilirne anche una vicinanza “collaborativa” tra il partito del segre-tario e gli inquilini di Palazzo San Domenico. Al-tro che lamentarsi quindi, signor sindaco lei gon-gola! Signor sindaco comprendiamo il suo stato d’animo ramingo, ma almeno per alcune grosse questioni ha ragione nel sentirsi condannato: per aver sfasciato il centrosinistra gioiese e per aver causato al paese e agli operatori economici delle zone “F” ingenti danni, la cui entità sarà stabilita dai tribunali, non giornalistici, ma della legge!

Il racconto di un sindaco triste e di una città abbandonataE intanto il carrè magique di Povia affonda il partito democratico gioiese

Mimmo Covella

Page 3: La fionda marzo 2014

Marzo 2014

Il rispetto “pedissequo” della norma, piaccia o no al primo cittadino, è garanzia a tutela dell’interesse pub-blico. Sono, infatti, le Leggi che permettono ad una società civile di non trasformarsi in giungla e ai più deboli di essere tutelati dalle grinfie di potenti e ar-roganti. Così come è il rispetto delle norme che ga-rantisce che da una scelta amministrativa scaturisca il meglio, in termini di efficienza ed economicità, per la collettività. E’ il caso, della gara per l’ampliamento del 5° lotto del cimitero comunale. Una norma spe-cifica stabilisce che gare di una certa consistenza eco-nomica debbano essere ben pubblicizzate a livello nazionale, attraverso l’obbligo di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (GURI). Un modo per permettere a tutte le ditte specializ-zate in un settore, in ogni parte d’Italia e d’Europa, di partecipare, garantendo così una maggiore ricche-zza in termini di progettualità e offerta economica. Poter scegliere tra diversi progetti e capitolati e, in-sieme, l’offerta economica migliore, significa fare il bene della comunità. A Gioia questo non accade. Per “mera dimenticanza” o altro? Con delibera di Giunta n°79 del 24/10/2012 è stato approvato il progetto de-finitivo relativo all’ampliamento cimitero comunale – sopraelevazione 5° lotto, per un totale di 2.185.000 euro. Per le ragioni di cui sopra, l’Art. 66, comma 7, del D.Lgs. 163/2006 prevede l’obbligo di Pubbli-cazione del bando di gara sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Nonostante la determin-azione n. 245 (n. 825 R.G.) del 25.09.2013 affermi esplicitamente che il bando sia stato pubblicato sulla GURI, insieme ai Consiglieri Comunali Lucilla e Vas-co chiediamo, il 19.12.2013, informazioni e conferma a riguardo. Passano, come sempre, alcuni mesi, e solo con nota Prot. n. 7986 del 14.03.2014 del Segretario Generale, con allegata la relazione del funzionario Rocco Plantamura, veniamo a sapere che un obbligo

di legge così impor-tante, per “mera di-menticanza” non è stato adempiuto. Nel frattempo la gara è stata aggiudicata ed i lavori sono stati av-viati. Nel frattempo, pur sapendo delle inadempienze, fun-zionari ed impiegati colpevoli dell’errore sono stati premiati dal Sindaco con decreti che li hanno nominati Responsabili di Servizio con relativa nuova posizione organizzativa e inquadra-mento economico. Sorgono allora pesanti interrogati-vi: quante altre volte è venuta meno la pubblicazione di gare di appalti sulla GURI? Chi potrebbe trovare convenienza da una simile dimenticanza? Secondo voi, cari lettori, il fatto che imprese specializzate nel settore in ogni parte d’Italia non siano venute al cor-rente di una gara con un simile volume di denaro (ol-tre due milioni di euro), a chi andrebbe a discapito e a chi, invece, a vantaggio? La trasparenza di una gara non è proprio nella sua massima evidenzia pubblica? E perché il Sindaco finisce persino per “premiare” con posizioni di responsabilità chi si è reso colpevole di simili omissioni e controlli? Ancora una volta, più che il rispetto “pedissequo” della norma è il suo “non rispetto” a dare vita a pesanti ed inquietanti interrog-ativi, insieme alla constatazione che la gestione del denaro pubblico, le nostre tasse, i nostri risparmi, sono nelle mani di una politica miope ed incompetente.

Enzo Cuscito

Al Comune di Gioia del Colle: chi sbaglia viene premiato

Cimitero monumentale di Gioia

Page 4: La fionda marzo 2014

Marzo 2014

In questo numero, cari lettori, trovate una nuova rubrica sul sociale. Una città a misura d’uomo, infatti, dovreb-be guardare ai soggetti più svantaggiati come risorsa da valorizzare e integrare nel tessuto sociale secondo le di-verse abilità. Tutelare soprattutto i più deboli significa offrire loro un’opportunità di riscatto, non mero as-sistenzialismo, pianificare percorsi di recupero che fa-voriscano il pieno sviluppo della persona restituendo all’uomo la dovuta centralità e la sua inviolabile dignità.In questo settore, pertanto, è fondamentale la sinergia tra istituzioni civili e organizzazioni non profit. Per questo SeP si ripropone di interagire con l’Assessorato ai Servizi So-ciali e tutte le associazioni presenti sul territorio, in modo da progettare insieme una città dal respiro più umano.Una di tali realtà territoriali è il “Centro Diurno Minori Orienta Giovani San Vito” nell’edificio completamente ristrutturato dell’ex asilo della Parrocchia San Vito. Ac-coglie 30 ragazzi tra i 7 e i 16 anni,segnalati dai Servizi Sociali del Distretto e dal Tribunale minorile, con disagi di varia natura. Per questo logopedisti e psicologi coadi-uvano gli operatori che al mattino accompagnano i ragazzi a scuola con il mezzo aziendale. Nelle ore pomeridiane, invece, si svolgono il doposcuola e altre iniziative di ori-entamento individuale secondo le attitudini specifiche di ciascuno. Tra le attività sportive il calcio e un corso di tiro con l’arco. Laboratori manuali, teatrali e multimediali;

per i più piccini lettura di favole miranti alla trasmissione di valori etici e sociali. A breve partiranno anche corsi di musica e nuoto e al termine dell’obbligo scolastico, per chi volesse interrompere gli studi, è previsto l’inserimento lavorativo tramite apprendistato nelle aziende aderenti al progetto. Il Centro educa anche al valore della convivialità delle differenze tra le varie culture ed etnie: islamica, russa ortodossa, albanese. Realtà fortemente voluta dal parroco don Vito Campanelli e realizzata grazie allo stanziamento dei Fondi Sociali Europei del POR Puglia P.O.FESR 2007-2013 asse III linea 3.2 azione 3.2.1.,al Rotary Club Acqua-viva–Gioia che ha fornito gli arredi, al Distretto che eroga la quota giornaliera per ogni minore e a tutti coloro che collaborano gratuitamente. Il progetto non sarebbe stato realizzabile senza il prezioso intervento della Cooperativa sociale di Bitritto “SoleLuna” gestita dall’Amministratore unico, Dr. Giovanni Barnaba, la quale garantirà il ser-vizio per almeno 5 anni. Al momento si sta effettuando una raccolta alimentare di merendine, succhi di frutta, acqua per la ricreazione pomeridiana. È prezioso, quindi, il contributo di chiunque volesse sostenere l’iniziativa.Per ulteriori informazioni: www.cooperativasoleluna.it/centro-diurno-san-vito

Chiara Loliva

Impegno sociale: un valore prezioso per l’intera collettività

Avete visto “12 anni schiavo”? Il film pluripremi-ato durante la recente notte degli Oscar? Io lo ho guardato ieri sera con mio figlio e mio marito e mi é sembrato interessante, ma niente di nuovo...A mio figlio, quasi diciottenne, é piciuto molto, cosi ci siamo lanciati in una educativa conversazione sul diritto alla libertà, sulla dignità di ogni uomo, sull’aberrante fenomeno della schiavitù e tante altre belle cose...Stamattina,poi, mio figlio non si é sentito bene e sono andata,da brava madre, a riprenderlo da scuola, ad Acqua-viva . E chi se ne importa! Starete pensando, un po’ di pazienza sto riflettendo ad alta voce e condivido con voi un sentimento di vergogna! Lungo la strada Gioia-Acquvi-va (10 km.) tanti stracci rossi (almeno tre) all’imbocco dei vialetti che portano ai campi, li avrete notati sono il segno che li’ c’é una prostituta. Io ho accarezzato con lo sguardo mio figlio, quasi volessi in qualche modo proteggerlo da quelle brutture ed é stato allora che mi sono vergognata di me stessa e di tutti noi che facciamo finta di non ve-dere, anzi che siamo cosi’ abituati a vedere, che possiamo persino accettarlo. Ho ripensato alla nostra conversazione di ieri sera, alla nostra indignazione, al nostro argomentare che é inacettabile non solo rendere schiavo un altro es-sere umano, ma anche permetterlo e... mi vergogno. Non é

sotto i nostri occhi un’ altra foma di schiavitù? Perché non ci indigniamo? Non sono esseri umani sfruttati che sof-frono? Cosa é cambiato dall’800? La dinamica é la stessa c’é una domanda e un’ offerta e a giudicare da quante raga-zze sono sulle strade, la domanda deve essere notevole!Non mi dite che é il mestiere più antico del mondo con una vena quasi nostalgica pensando a Bocca di Rosa!Nessuna donna puo’ accettare volentieri di prostitu-irsi, se lo fa,é costretta o incosapevole e, percio’, vul-nerabile, fragile e comunque vittima. E per usare un parola molto in voga (che a me non piace proprio, per-ché pone già una distinzione tra uomo e donna) non é anche questa una forma di femminicidio che si con-suma quotidianamente sotto i nostri ciechi occhi?Io non so cosa si possa fare, ma non passero’ da-vanti a queste figlie, che le madri non hanno potu-to proteggere, senza vergognarmi di essere anch’io una madre e una cittadina incapace e indifferente.Io non so a chi rivolgermi, a chi gridare il mio sdegno, percio, lo faccio con voi ,che come me passate, andando al mare o all’Auchan, davanti a queste figlie, schiave moderne e domando: a che serve premiare un film,pur valido, che racconta una storia passata e lontana, se sotto i nostri occhi indifferenti la madesima storia si ripete quotidianamente?

Riflessioni ad alta voce: ipocrisia da Oscar

Anna Dora Cardetta

Lettera aperta di una mamma