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Anno IV – Nr 10 Aprile - Maggio 2010 A CACCIA DI NUBI! Una delle manifestazioni più impressionanti della natura è il temporale: capita spesso di rimanere a bocca aperta davanti alla forza e all'energia sprigionata da questa struttura meteorologica. Non tutti però ne conoscono bene i meccanismi e le varie forme in cui può presentarsi. Parlando di meccanismi bisogna sapere (e osservare) che le nubi temporalesche presentano ogni volta una disposizione particolare e che in uno stesso temporale è possibile imbattersi in nubi di diverso tipo, tra cui le wall cloud. Le wall cloud, letteralmente “ nubi a muro” , si presentano come un abbassamento di parte della nube al livello della stessa base (vedasi figura); essa si riconosce anche perchè è posizionata dietro i rovesci di pioggia, dove l'aria tende a essere risucchiata verso l'alto. continua a pagina 6 © ASSOCIAZIONE CULTURALE INMETEO CLIMA AMBIENTE ENERGIA Il tapiro d'oro del clima! Giancarlo Modugno a pag 4 Blocco del traffico: risorsa o falsa speranza? Roberta Marinelli a pag 8 Fonti di energia rinnovabili: cosa sono? Chiara Antonucci a pag 7

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Anno IV – Nr 10 Aprile - Maggio 2010

A CACCIA DI NUBI!

Una delle manifestazioni più impressionanti della natura è il temporale: capita spesso di rimanere a bocca aperta davanti alla forza e all'energia sprigionata da questa struttura meteorologica. Non tutti però ne conoscono bene i meccanismi e le varie forme in cui può presentarsi. Parlando di meccanismi bisogna sapere (e osservare) che le nubi temporalesche presentano ogni volta una disposizione particolare e che in uno stesso temporale è possibile imbattersi in nubi di diverso tipo, tra cui le wall cloud.Le wall cloud, letteralmente “ nubi a muro” , si presentano come un abbassamento di parte della nube al livello della stessa base (vedasi figura); essa si riconosce anche perchè è posizionata dietro i rovesci di pioggia, dove l'aria tende a essere risucchiata verso l'alto.

continua a pagina 6

© ASSOCIAZIONE CULTURALE INMETEO

CLIMA

AMBIENTE

ENERGIA

Il tapiro d'oro del clima!

Giancarlo Modugno a pag 4

Blocco del traffico: risorsa o falsa speranza?

Roberta Marinelli a pag 8

Fonti di energia rinnovabili: cosa sono?

Chiara Antonucci a pag 7

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2 InMeteo Magazine Aprile – Maggio 2010 – Nr 10

EDITORIALE

FARÀ CALDO O FARÀ FREDDO?

Il confine tra scienza e conoscenza

di Giancarlo Modugno

Nella maggior parte dei casi in cui si faccia richiesta di una previsione meteo questa è la tipica domanda che il meteorologo si sente sottoporre (insieme alla fantomatica “ sarà bello o no?” ). Fosse così semplice dare una risposta certa non esisterebbero interi centri di ricerca; ma sebbene oggi le previsioni diventino sempre più precise e reperibili (il web è pieno zeppo di siti meteo e in tv le previsioni vanno in onda a qualsiasi ora) si fa sempre più fatica a trovare notizie veritiere sul clima: la realtà è che siamo sommersi sia da notizie vere sia da mere bufale ma il ridotto spazio a disposizione per queste notizie non permette di approfondire e capire ciò di cui si parla; inoltre “ bufale” e “ non” presentano tesi contrapposte e ben presentate, favorendo la confusione. A chi credere? Qual è la verità?

Tempo fa uno studio di un'università americana aveva mostrato quanto la convinzione del fatto che i cambiamenti climatici attuali siano stati provocati dalle attività antropiche sia molto radicata nei climatologi (che studiano approfonditamente il sistema) e lo diventi sempre meno in scienziati che si occupano in maniera trasversale del clima, fino a

terminare nella pura confusione per i giornalisti in generale. Bisogna credere allora esclusivamente ai climatologi?

In Gran Bretagna, invece, nel novembre del 2009 è scoppiato il Climategate: è stato hackerato il server di un centro climatico e scoperto nelle mail che alcuni dati erano stati “ manipolati” , per poi scoprire che si trattava semplicemente di alcuni “ trucchi” non per falsare i dati bensì per trarne informazioni particolari, come fanno tutti gli statistici. La notizia ha destato scalpore perchè non ben compresa e di conseguenza ha aumentato lo stato di scetticismo e di confusione.

Cosa fare in una situazione del genere allora? Molto semplicemente basterebbe seguire il metodo scientifico: non basarsi su un'unica fonte, controllare che la fonte non abbia conflitti di interesse con ciò che dice, controllare la veridicità delle fonti, confrontare le varie ricerche e perché no fare domande quando possibile. Mai fermarsi al primo articolo letto su un qualsiasi giornale (scientifico

e non) e pensare di avere la verità assoluta su quell'argomento particolare: il detto “ se è scritto sul giornale allora è vero” è antiquato e decisamente fuori moda, forse poteva andare bene il secolo scorso (a meno che non si stia parlando di rigorose pubblicazioni scientifiche per le quali il discorso è diverso).

Impariamo a non farci ingannare. In Italia c'è questa tendenza diabolica a sottovalutare l'intelligenza della gente attraverso i media. Un esempio plateale è stato lo spot del ricercatore italiano in America che decide di tornare in Italia perché qui ci sono ottime prospettive di sviluppo, quando invece la realtà è che i ricercatori italiani se hanno la fortuna di lavorare in patria lo fanno precariamente in media fino a 36 anni mentre gli altri che mettono in atto la “ fuga di cervelli” sono restii a tornare in uno Stato che non li stimoli.

Direttore Responsabile: Domenico PapandreaAssociazione Culturale InMeteo Sede legale via Generale Cantore 73, Bitonto (Ba) EMAIL: [email protected] - SITO: www.inmeteo.it

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Autorizzazione del Tribunale di Bari con decreto n. 8 del 28/02/2007

SEDE REDAZIONE Bitonto (Ba) Via Generale Cantore 73 – 3935913079 Capo Redattore: Giancarlo Modugno Vice Capo Redattore: Michele Cotugno De Palma Comitato di Redazione: Giancarlo Modugno, Michele Cotugno De Palma, Ivonne Carpinelli, Francesco Ladisa, Giuseppe Conteduca, Roberta Marinelli, Chiara Antonucci

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InMeteo Magazine è un periodico trimestrale distribuito gratuitamente

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InMeteo Magazine Aprile – Maggio 2010 – Nr 10 3

DAL MONDO

L'ORGANIZZAZIONE MONDIALE

DELLA METEOROLOGIA COMPIE 60

ANNI di Michele Cotugno De Palma

Il 23 Marzo di 60 anni fa vedeva la luce l’ Organizzazione Metereologica Mondiale (O.M.M), la grande associazione, che costola specializzata dell’ ONU, si specializza fin da subito sullo studio, sull’ approfondimento e sulla rilevazione delle problematiche relative al clima e all’ ambiente, ma in un’ ottica di rapporto tra crescita tecnologica e sociale dell’ umanità e sviluppo socio-economico sostenibile dell’ ambiente.Non solo. L’ O.M.M, che fin dalla sua fondazione ha sede a Ginevra in Svizzera e vede la presenza di 189 Paesi membri, crea le basi per la cooperazione internazionale nell’ allestimento e nella gestione di reti di misurazione e monitoraggio meteorologici e idrologici, assicura uno scambio rapido dei dati, la standardizzazione dei rilevamenti meteorologici e il trasferimento di know how.In particolare, afferma Michel Jarraud, dal 2003 segretario generale dell’ O.M.M, l’ agenzia “ con i suoi servizi meteorologici e idrologici nazionali collabora alla raccolta e all’ analisi dei dati sulla qualità dell’ aria e si occupa della previsione dell’ inquinamento atmosferico, della protezione della salute delle popolazioni e dell’ attività economica” .Ogni anno, in occasione di questa storica ricorrenza, viene scelto un tema ben preciso e mai banale.Ed è stato cosi anche per quest’ anno, il 60° anniversario, dove è stato scelto un

tema quanto mai attuale e contemporaneo: “ 60 anni al servizio della sicurezza e del benessere della società” , in linea quindi con i suoi principi fondativi ma soprattutto con lo spirito di collaborazione e cooperazione che da 60 anni a questa parte contraddistingue l’ O.M.M.Ma è anche un tema che fa riflettere sul grande cammino e sui grandi risultati che in 60 anni l’ agenzia specializzata dell’ Onu ha ottenuto.In questi ultimi 60 anni si sono registrati, infatti, notevoli progressi scientifici e tecnologici, su tutti l’ introduzione dei satelliti, la simulazione dell’ evoluzione dell’ atmosfera tramite modelli numerici e gli sviluppi nelle telecomunicazioni. Tutte queste innovazioni, secondo Alex Rubli, capo della cooperazione internazionale di MeteoSvizzera, sono state fondamentali perchè “ se nel 1950 si potevano fare previsioni attendibili soltanto per 24, massimo 36 ore, oggi si può tranquillamente arrivare anche a una settimana” . “ Il progresso ha reso la meteorologia un meccanismo globale molto preciso, ma estremamente complesso, su cui fanno affidamento milioni di persone ogni giorno e perciò ogni giorno per noi è una sfida” , ha continuato Rubli, che però non vuole cullarsi sul passato o sul presente,

perché l’ immediato futuro si presenta sempre più complesso e per affrontarlo correttamente c’ è solo una ricetta: “ L’ OMM, per continuare il suo lavoro anche in futuro, dovrà essere più che mai un’ organizzazione che regolamenta e coordina e sempre più attenta a tutto quello che quotidianamente accade nel mondo” .E visti i presupposti ed il lavoro fatto in questi anni, non ci dovrebbero essere problemi di nessuna sorta.“ Questa giornata è vissuta con lo spirito di 60 anni di servizio alla conoscenza delle previsioni del tempo e, soprattutto, alla fornitura di informazioni per la collettività in grado di salvare delle vite o di ridurre l’ impatto dei disastri” , sottolinea invece il prof. Luca Mercalli, Presidente della Società Meteorologica italiana. “ Infatti- continua Mercalli- i grandi obiettivi dell’ Organizzazione meteorologica mondiale sono quelli di salvare delle vite soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, che sono quelli talora più soggetti ai grandi disastri meteorologici” .

Fonti: www.wmo.intFoto tratta dal sito www.wmo.it

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CLIMAIL TAPIRO D'ORO DEL CLIMA

PREMIO “ A QUALCUNO PIACE

CALDO”

di Giancarlo Modugno

Dal 2007 è partito il premio (satirico) annuale “ A qualcuno piace caldo” , istituito dalla redazione di Climalteranti.it e assegnato “ alla persona o all'organizzazione italiana che più si è distinta nel diffondere argomentazioni e notizie errate sulla fenomenologia dei cambiamenti climatici, sugli impatti e sui costi e benefici delle misure di mitigazione” (nda così come viene presentato nel sito). Insomma una specie di “ tapiro d'oro” verso coloro che si rendono colpevoli di disinformazione (come se già non bastasse quella già presente in Italia...). Abbiamo intervistato Stefano Caserini della redazione di Climalteranti.

Come vi è venuta l'idea di organizzare questo "premio" di natura satirica?Il premio è un tentativo di richiamare attenzione sulla quantità di fandonie e falsità che vengono scritte e dette sul tema dei cambiamenti climatici, nonché di chiedere un po’ più di cautela agli autori. L’ idea è nata in seguito alla pubblicazione del mio libro “ A qualcuno Piace caldo” (uscito per Edizioni Ambiente nel 2008), in cui avevo fatto una rassegna delle teorie negazioniste, esaminato i profili dei vari soggetti e il ruolo dei mezzi di informazione. Visto che la produzione continuava ininterrotta, anziché deprimersi si è preferito di scherzarci su, ed è arrivata l’ idea del premio. È simile a quella dell’ ” IG-Nobel” o del Razzie Awards dei premi scientifici e cinematografici opposti ai premi Nobel e

Oscar. Attenzione che non è assegnato a chi propone critiche alla spiegazione dei cambiamenti climatici su cui la comunità scientifica è concorde. Queste critiche sono benvenute e benemerite. IL premio riguarda chi non si confronta sul piano scientifico, riciclati argomenti decotti e smentiti da anni. Come è scritto sul sito (http://www.climalteranti.it/premio-a-qualcuno-piace-caldo/), il premio “ A qualcuno piace caldo” è assegnato “ alla persona o all’ organizzazione italiana che più si è distinta nel diffondere argomentazioni e notizie errate sulla fenomenologia dei cambiamenti climatici, sugli impatti e sui costi e benefici delle misure di mitigazione” . Quali criteri adottate nelle votazioni?Il comitato scientifico di Climalteranti seleziona i candidati sulla base delle selezioni ricevute, le votazioni sono fatte dai lettori del blog. All’ email del sito (segreteria chiocciola climalteranti.it) arrivano le segnalazioni, che sono archiviate. La selezione dei cinque candidati al Premio è fatta in primavera dal Comitato Scientifico del sito, usando come criteri la quantità degli interventi sui mass media (giornali, radio e televisioni), la qualità delle teorie, ossia la gravità degli errori commessi, la mancanza di basi scientifiche, nonché la

pesantezza delle offese al resto della comunità scientifica, i toni di scherno verso il resto della comunità scientifica, o organismi quali l’ IPCC, che sono che frequenti in questi interventi. Per i vincitori dei due premi finora assegnati, la produzione negazionista era vastissima, la quantità di errori e il livello di superficialità erano da primato.Il premio arriva in seguito ad una votazione online, aperta da 21 giugno 2009 (solstizio d’ estate) al 13 dicembre 2009 (festa di Santa Lucia, patrona dei non vedenti). Nelle passate edizioni abbiamo registrato circa 150 voti. Non sono tanti, ma si tratta di un sito scientifico quindi i numeri sono questi, siamo contenti così.

A quale livello di disinformazione e di informazione crede che siamo arrivati oggi? E perchè?L’ informazione sul clima fornita dai mass media è limitata e spesso molto carente.Innanzitutto si parla poco di clima, rispetto ad altri contesti europei. Quando lo si fa lo si fa molto male, in particolare in televisione. Siamo ancora fermi alla ricerca del confronto fra catastrofisti e scettici, a proporre il dibattito su temi su cui la comunità scientifica ha dato evidenze molto solide: penso al

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CLIMAriscaldamento del pianeta, che è ormai inequivocabile, e alle responsabilità umane su una gran parte del riscaldamento degli ultimi 30 anni, che è con elevato grado di certezza di origine umana. Nei giornali il panorama è variegato: su alcuni, “ Il Foglio” o “ Il Giornale” , la disinformazione è sistematica, è usata come strategia editoriale, per sostenere una vera e propria livorosa ideologia antiambientalista. Gli articoli descrivono il problema climatico come una grande bufala, la bufala del secolo. Il vincitore del premio 2007, il Prof. Franco Battaglia, è un frequente editorialista de Il Giornale, mentre sono tanti anni che non pubblica nulla sulle riviste scientifiche e non ha alcuna pubblicazione internazionale nel settore ambientale. Per altri (ad esempio “ Il Corriere” e “ La Stampa” ) si trovano articoli validi ma spesso la linea è quella della “ par condicio” , per cui in fianco a chi dice cose sensate deve esserci comunque il negazionista, per far sentire l’ altra campana, anche se dice cose che non stanno in piedi. In campo scientifico però la “ par condicio” non ha senso.

Come accorgersi se una notizia scientifica è una bufala o meno secondo lei ?Innanzitutto diffidare da chi la spara grossa, chi ritiene di aver trovato bachi clamorosi nella scienza del clima, chi è molto in disaccordo con le tesi più accreditate, su punti fondanti, non sui dettagli. Gli scienziati non sono e non saranno mai tutti d’ accordo. Le “ voci fuori dal coro” esisteranno sempre. Da due decenni le più

grandi comunità scientifiche di tutto il mondo stanno studiando da questo problema, sono state condotte migliaia di ricerche scientifiche riguardanti un po’ tutti i suoi aspetti; in queste condizioni è difficile, ossia poco probabile, che un singolo ricercatore, luminare o professore in pensione, possa smentire completamente tutte le conoscenze precedenti. Quando si è davanti ad una serie incredibile di affermazioni clamorose, se non c’ è il soggetto non è in contatto, in confronto e in dialogo con la comunità scientifica nazionale ed internazionale, è probabile che sia l’ one man band in cerca di visibilità.Un altro modo è la tendenza all’ insulto: chi ha argomenti deboli spesso attacca pesantemente e personalmente chi la pensa diversamente.

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CLIMA

L'ULTIMO DECENNIO CLIMATICO IN PUGLIA di Giuseppe Conteduca

Nell’ ultimo decennio le anomalie climatiche nella nostra regione hanno rispecchiato in generale il trend globale. Discuteremo degli anni fra il 2000 e il 2009.Il biennio 2000-2001 è stato caratterizzato da precipitazioni sottomedia, e valori termici sovente sopra le medie; le stagioni estive si sono dimostrate particolarmente calde. Citando le stazioni di Foggia Amendola e Bari Palese, riscontriamo anomalie degne di nota. Ad es., nell’ Agosto ’ 00, Amendola raggiunse un anomalia, riferita alleT Max , di +3.3. Sempre durante lo stesso mese Bari Palese lo scarto fu di +3.1°. Merita mensione l’ evento freddo del 17/12/01 ,il quale portò nevicate diffuse anche al piano. Le aree più colpite furono le province salentine, con accumuli fino ai 20 cm.Dell’ anno 2002, hanno fatto storia le precipitazioni avutesi fra Luglio e Agosto. Sulla quasi totalità della regione gli accumuli nel bimestre Luglio-Agosto superarono i 100 mm. In linea con il trend globale, l’ estate 2003 è da ricordare come una delle più calde in assoluto. Le anomalie (riferendoci alle medie max trimestrali) variarono fra i 3° e i 5°. L’ inverno 2004/05. Inizialmente anonimo, durante la sua seconda parte ha visto il centro-sud target di irruzioni artiche. Colpita, specie nel Febbraio, da frequenti episodi nevosi, è stata l’ area Garganica. Al culmine del trimestre, la Puglia visse un evento storico, per il mese di Marzo. A lasciare il segno non furono le nevicate, ma le temperature avutesi fra l’ 1 e il 3 Marzo.Il 2006 ha mostrato in Gennaio e Febbraio i lati più gelidi dell’ inverno. Una prima irruzione colpì la nostra regione fra 24 e

25, provocando anche nevicate su coste e pianure. Una seconda irruzione, è datata 6 Febbraio 2006, con stessi risvolti della prima. Molto colpita, fu la città di Taranto(10 cm). Dopo una breve parentesi fredda primi giorni di novembre, la mitezza e un clima non proprio invernale, caratterizzarono l’ inverno 2006/07, uno dei più caldi di sempre nell’ emisfero nord. In Puglia, Bari Palese chiuse a +1.6°, Foggia Amendola , +2.5°, e Lecce Galatina a +2.5°.A seguire l’ estate del 2007, va citata per i molti record di caldo stabiliti in Puglia. Su tutti, la massima registrata a Foggia Amendola, di 47° il 25/06. Il mese successivo, 24, caddero i record di Bari Palese, 45.6°, Brindisi,44.4°, e Lecce Galatina, 46°. Nel dicembre, fra il 14 e il 15, un ondata di gelo siberiano portò accumuli nevosi sui 20 cm in alcune zone costiere. Il 2008, ad esclusione dell’ estate, secca , è stato un anno di piogge copiose. Fra le località più piovose, citiamo, Cerfignano, 1371 mm, Locorotondo 995, e Maglie 866. L’ ultimo anno considerato, il 2009, dopo un gennaio molto piovoso, ha visto un Febbraio dominato dal gelo. Intorno al 18, forti nevicate interessarono la Valle d’ Itria con accumuli anche di 30 cm. Anch’ esso si è poi dimostrato molto piovoso, con un sopramedia prevalente.

A CACCIA DI NUBI (… continua da pagina 1) di Giancarlo Modugno

La sua formazione è relativa alla presenza dei mesocicloni (strutture temporalesche molto estese) e avviene grazie alla presenza di aria fredda, la quale una volta che viene espulsa verso il basso dal cumulonembo (l'enorme nube temporalesca) viene richiamata verso l'alto insieme all'aria calda formando una spirale. L'aria fredda, però, nella sua salita verso l'alto condenserà prima (in termini di altezza) rispetto all'aria calda, anch'essa in ascesa; di conseguenza vedremo che si formerà questa nube col diametro di circa 5 km proprio sotto la base del cumulonembo. La presenza della wall cloud è importante in quanto se presenta una rotazione persistente (e altri indizi particolari) allora è probabile che si stia formando lì sotto proprio un tornado.

Foto in prima pagina: Udall, Kansas Wall Cloud – tratta dal sito www.flickr.com

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ENERGIA

LE FONTI RINNOVABILI

PRIMA PARTE

di Chiara Antonucci

Il pianeta Terra ci ospita e ci fornisce tutto ciò di cui abbiamo bisogno, ma necessita della nostra collaborazione per continuare a farlo: infatti, lo sfruttamento incontrollato delle risorse energetiche quali petrolio e carbone ha avuto delle spiacevoli conseguenze a livello ambientale. Inoltre trattandosi di materiali finiti ci si avvicina al loro completo esaurimento. Per questo negli ultimi vent’ anni l’ aumento del costo dell’ energia ha spinto molte nazioni ad investire fondi per la ricerca e lo sviluppo di energie rinnovabili e pulite.La prima fonte di energia rinnovabile utilizzata dall’ uomo è l’ energia cinetica eolica, a partire dalle imbarcazioni a vela passando per i mulini a vento, per giungere ai primi generatori di energia elettrica alla fine del 1800.Al giorno d’ oggi per la produzione di energia elettrica in questo modo esistono parchi eolici, connessi alla rete elettrica, costituiti da una serie di generatori a pale con una produzione tipica di 1,5 MW, e macchine eoliche di piccole dimensioni adatte a uso domestico, capaci di produrre tra 20 e 200 KW. Considerando che il limite di consumo di un’ abitazione ammonta in media a 3 KW, un solo impianto minieolico è in grado alimentare circa da 6 a 65 abitazioni. Per chi installa un aerogeneratore domestico nella sua proprietà esiste un programma detto “ Scambio sul posto” , disciplinato dalla deliberazione dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas (ARG/elt 74/2008), che definisce la regolamentazione del meccanismo che

consente di immettere in rete l’ energia elettrica prodotta ma non immediatamente consumata, per poi prelevarla in un momento successivo per soddisfare i propri consumi. Il servizio di scambio sul posto è regolato su base economica dal Gestore dei Servizi Energetici in forma di contributo associato alla valorizzazione, a prezzi di mercato, dell’ energia scambiata con la rete.Negli ultimi anni l’ impiego di parchi eolici è aumentato molto velocemente. Basti pensare che tra il 2000 e il 2006 la capacità mondiale degli impianti eolici installati è quadruplicata, fino a raggiungere nel 2008 i 120.000 MW, ovvero il 1,5 % del fabbisogno mondiale di energia. In particolare in Italia l’ energia prodotta tramite impianti eolici ammonta a 3.736 MW.In uno studio realizzato dall'Università di Harvard (MA, Usa) tra il 2006 e 2008 si è ipotizzato di impiegare generatori eolici da 2,5 MW collegati in rete ubicati in località ristrette alle sole aree senza foreste oppure non urbanizzate nelle fasce off-shore fino a 92,6 km dalla costa e fondali profondi non più di 200 m. Si è così scoperto che l'energia elettrica potenziale disponibile tecnicamente ed economicamente sarebbe più di 40 volte il consumo mondiale di elettricità e oltre il 5 volte il consumo di energia in tutte le sue forme.

I generatori eolici possono operare solo in particolari condizioni di vento dunque non possono sostituire le fonti tradizionali che permettono produzione energetica a richiesta. Però esistono molteplici fonti rinnovabili e pulite di energia, e la combinazione dello sfruttamento di tutte, a seconda delle condizioni locali, potrebbe permetterci di certo di fare a meno di carbone e petrolioInfatti il rapporto "Rinnovabili 24/7 - Una rete intelligente per salvare il clima" che Greenpeace ha presentato con Erec (European Renewable Energy Council) a Madrid mostra che le reti elettriche possono essere trasformate per consentire alle fonti rinnovabili di garantire il 90 per cento dell'energia al 2050, attraverso reti intelligenti di distribuzione dell'energia.

Fonti: www.wikipedia.itFoto tratta dal sito http://www.nuovaenergia.info

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AMBIENTE

BLOCCO DEL TRAFFICO:

RISORSA O FALSA

SPERANZA? di Roberta Marinelli

Il blocco del traffico apre un dibattito che riguarda non solo le istituzioni ma anche la gente comune. Gli effetti del provvedimento sono molteplici ma c’ è da chiedersi se siano più positivi o negativi. Quando si decide se attivare o no il blocco del traffico? In teoria esso dovrebbe essere “ un’ estrema ratio” , una risposta alla necessità di abbassare il livello di inquinamento atmosferico nell’ aria. In pratica, però, non è così perchè spesso e volentieri i blocchi vengono preventivati all’ inizio dell’ anno e, a meno che i sindaci dei comuni non abbiano la sfera di cristallo, molte volte i giorni di blocco non coincidono con un reale bisogno atmosferico. “ Il problema dello smog non si risolve di certo con il blocco simultaneo delle auto – afferma il direttore dell’ Istituto sull’ inquinamento atmosferico-Cnr, Nicola Pirrone – in quanto il blocco non è una soluzione strutturale, ma serve qualcosa di più ” . I blocchi, infatti, agiscono esclusivamente su una specifica tipologia di inquinamento, quello causato dalla circolazione dei mezzi. Ma il problema dell’ aria insalubre non è solo causato dalle automobili. Secondo Cinzia Perrone, una studiosa del Cnr, infatti, “ in una città ad alta densità i fumi dei gas di scarico delle automobili rappresentano solo il 25% delle emissioni e si tende spesso a mettere in secondo piano altre cause di inquinamento che, potenzialmente, potrebbero anche pesare maggiormente

sull’ ambiente e il riscaldamento domestico è certamente una di queste” . “ Non bisogna dimenticare inoltre- continua la studiosa- che non tutte le emissioni di polveri sottili possono essere controllate ed evitate ” .La maggior parte degli studiosi che si occupa di ambiente è concorde nel ritenere che un reale incentivo all’ uso dei mezzi di trasporto pubblico potrebbe far archiviare come obsoleto il ricorso al blocco, visto come una semplice manovra dell’ ultimo minuto da parte dei comuni che devono obbligatoriamente agire quando si registrano valori di inquinamento dell’ aria superiori alla norma. “ Inoltre il blocco non coincide con una reale emissione zero – commenta il direttore del Cnr, Nicola Pirrone – in quanto vengono firmati permessi per il transito dei mezzi speciali e, quando si predispone la circolazione a targhe alterne, l’ incidenza del provvedimento è ancora più misera” . “ Perciò bisognerebbe studiare interventi mirati in base alle reali necessità del territorio ” , consiglia ancora il Presidente. Se quindi il problema inquinamento è solo parzialmente arrestabile, tuttavia non bisogna vedere tutto nero. Gli studi condotti sulla qualità dell’ aria, infatti,

dimostrano che oggi essa è migliore di quella di 30 anni fa e questo grazie alle numerose leggi europee sull’ ambiente, alla diminuzione delle emissioni nelle fabbriche ed alla costruzione di automobili sempre più ecologiche

Foto tratta dal sito http://put.edidomus.it/