Pediatria magazine vol 2 | num 10 | 10-2012

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I servizi alle pagine da 10 a 13 Intervista a Anthony Atala In esclusiva su “Pediatria” il massimo esperto mondiale nel campo della sintesi di tessuti e organi sintetici immagina il futuro della Medicina rigenerativa. pagina8 Trapianti: “Ecco cosa cambierà” Dopo l’approvazione del DDL 3291 sui trapianti tra viventi abbiamo sentito l’opinione di Jean de Ville de Goyet, che esclude corse al trapianto. pagina 14 Il voto è vicino Guida completa alle elezioni per il rinnovo del Direttivo Nazionale della Società Italiana di Pediatria: chi, come, dove, quando. Debutta il voto elettronico. Fresche di stampa Terzo appuntamento con la rubrica che presenta le ultimissime novità in arrivo dalla Letteratura: gli studi “da non mancare” in Pediatria selezionati per voi. pagina 16 pagina4 Punti nascita, riforma tradita Bilancio magro per la riorganizzazione del percorso nascita. A quasi due anni dalla stipula dell’Accordo Stato-Regioni che prevedeva la chiusura dei punti na- scita al di sotto dei 500 parti l’anno e la progressiva riduzione di quelli con meno di 1000, sono davvero pochi i concreti provvedimenti di chiu- sura e accorpamento. Le Regioni, alle prese con prevedibili resistenze locali, procedono a rilento, soprattutto in al- cune aree del Mezzogiorno, dove con- tinuano a sopravvivere Maternità che non offrono adeguati standard di sicu- rezza né per la madre né per il neonato. E intanto, dopo il caso del neonato morto all’ospeda- le S. Giovanni di Ro- ma, il Presidente uscen- te della Società Italiana di Neonatologia Paolo Gili- berti lancia la proposta di certificare le Neonatologie e avverte: “Attendiamo, ancora oggi, nonostante qualche segnale positivo, un progetto globale, universalmente riconosciuto dalle Istituzioni, e l’impegno a renderlo reale ed inattaccabile dagli umori e dai condiziona- menti politici”. Magazine della Società Italiana di Pediatria www.sip.it volume 2 | numero 10 | ottobre 2012 Mensile - Poste italiane spa - Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/13/2011 - Un fascicolo e 25

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Pediatria magazine volume 2 | numero 10 | ottobre 2012

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I servizi alle pagine da 10 a 13

Intervista a Anthony Atala In esclusiva su “Pediatria” il massimo esperto mondiale nel campo della sintesi di tessuti e organi sintetici immagina il futuro della Medicina rigenerativa.

pagina8

Trapianti: “Ecco cosa cambierà”Dopo l’approvazione del DDL 3291 sui trapianti tra viventi abbiamo sentito l’opinione di Jean de Ville de Goyet, che esclude corse al trapianto.

pagina14

Il voto è vicino Guida completa alle elezioni per il rinnovo del Direttivo Nazionale della Società Italiana di Pediatria: chi, come, dove, quando. Debutta il voto elettronico.

Freschedi stampa Terzo appuntamento con la rubrica che presenta le ultimissime novità in arrivo dalla Letteratura: gli studi “da non mancare” in Pediatria selezionati per voi.

pagina16pagina4

Punti nascita,riforma tradita

Bilancio magro per la riorganizzazione del percorso nascita. A quasi due anni dalla stipula dell’Accordo Stato-Regioni che prevedeva la chiusura dei punti na-scita al di sotto dei 500 parti l’anno e la progressiva riduzione di quelli con meno di 1000, sono davvero pochi i concreti provvedimenti di chiu-sura e accorpamento. Le Regioni, alle prese con prevedibili resistenze locali, procedono a rilento, soprattutto in al-cune aree del Mezzogiorno, dove con-tinuano a sopravvivere Maternità che non offrono adeguati standard di sicu-rezza né per la madre né per il neonato.E intanto, dopo il caso del neonato morto all’ospeda-le S. Giovanni di Ro-ma, il Presidente uscen-te della Società Italiana di Neonatologia Paolo Gili-berti lancia la proposta di certificare le Neonatologie e

avverte: “Attendiamo, ancora oggi, nonostante qualche segnale positivo, un progetto globale, universalmente riconosciuto dalle Istituzioni, e l’impegno a renderlo reale ed inattaccabile dagli umori e dai condiziona-menti politici”.

Magazine della Società Italiana di Pediatriawww.sip.it

volume 2 | numero 10 | ottobre 2012

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Pediatria anno 2 | numero 10 | ottobre 2012

Magazine ufficiale della Società Italiana di Pediatria (SIP) via Gioberti 60 00185 Roma Tel. 06 4454912 www.sip.it [email protected]

DIrettore ScIentIfIco Alberto E. Tozzi

DIrettore

Cinthia Caruso

reDazIone

Rino Agostiniani Sabrina Buonuomo Francesco De Luca Marina Macchiaiolo Domenico Minasi

reDazIone eDItorIale David Frati Manuela Moncada

PubblIcItà e PromozIone

Tiziana Tucci Tel. 06 862 82 323 [email protected]

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 586/2002

abbonamentI 2012

Individuale E 40,00Istituti, enti, biblioteche E 80,00Estero E 120,00

PreSIDente Alberto G. Ugazio

conSIglIo DIrettIvo Antonio Correra (Vicepresidente), Giovanni Corsello (Vicepresidente), Domenico Minasi (Tesoriere), Rino Agostiniani (Segretario), Luca Bernardo, Francesco De Luca, Paolo Colleselli, Marcello Lanari, Alberto Fabio Podestà, Luigi Cataldi, Riccardo Longhi, Maria Grazia Sapia, Gian Paolo Salvioli (Delegato della Conferenza Nazionale), Alessandro Fiocchi (Delegato del Consiglio Nazionale), Giuseppe Di Mauro (Delegato della Consulta Nazionale)

Il Pensiero Scientifico Editore Via San Giovanni Valdarno 8 00138 Roma Tel. 06 862 821 Fax 06 862 82 250 www.pensiero.it www.facebook.com/ PensieroScientifico twitter.com/ilpensiero

DIrettore reSPonSabIle Giovanni Luca De Fiore

Progetto grafIco e ImPagInazIone Typo srl, Roma

ImmagInI © 2012 Photos.com

StamPa

Arti Grafiche Tris, Roma ottobre 2012

ISSN 2240-3183

In questo numero

Pianeta SIPIl voto è vicinoAlberto G. UGAzio 16

Perché per gli ospedalieri è importante votareGiUseppe ClAps 19

Al via gli Stati Generali della Pediatria 20

La clinicaLe soluzioni degli altrisAbrinA bUonUomo 21

Riflessioni in tema di test genetici in PediatriaGiovAnni Corsello 22

AlimentazioneLa regola del cinque 24

Alert farmaciA CUrA di mArinA mACChiAiolo 26

Pedi@triaCome fare un EEG in wirelessA CUrA di Alberto e. tozzi 29

Giochi pericolosiA CUrA di mAnUelA monCAdA 31

NewsFresche di stampaA CUrA di Alberto e. tozzi 4

Dolore procedurale, una overview Cochrane 6

I genitori e la fobia della febbre 7

Medicina rigenerativa, una speranza in più per i nostri bambini intervistA A Anthony AtAlA 8

Vaccino per HPV4, dati rassicuranti dagli USA 9

Primo pianoResta al palo la riforma dei punti nascita 10

“E ora certifichiamo i punti nascita”intervistA A pAolo Giliberti 12

Attualità“Non ci sarà una corsa ai trapianti”intervistA A JeAn de ville de Goyet 14

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Cinthia CarusoDirettore di Pediatria

Celebriamo la fine della convinzione che le strategie preventive siano con-venienti. E celebriamo la fine delle vaccinazioni come strategia di popo-lazione. È il momento dell’indivi-

dualismo e della Medicina su misura, non importa se vaccinare intere popolazioni è un incredibile at-to di solidarietà. Celebriamo la fine della Medicina basata sulle evidenze a favore del gossip e degli strilli sui giornali: se tutti dicono che i vaccini fan-no male ci sarà pure qualcosa di vero, no? E se lo dicono il papà o la mamma di un bambino per il quale è stato riconosciuto un indennizzo per dan-no a seguito di una vaccinazione come possiamo rimanere indifferenti? Ma di fronte alla tempesta mediatica si consuma una tragedia di proporzioni ben più catastrofiche: la completa perdita di interesse del pediatra per questi temi. Anni fa ne avremmo visti, di colleghi pronti a discutere, forti della conoscenza matura-ta con lo studio e con l’esperienza. Di fronte ai media e ai genitori che incalzano la voce dei pe-diatri invece non c’è, o se esiste non si sente. Le

uniche timide osservazioni dei pediatri riguarda-no un malcelato senso di stanchezza verso quello che viene vissuto come un dogma (e per questo poco sopportabile): le vaccinazioni convengono. Ho la spiacevole impressione che ci sia una deriva verso la superficialità, che avanzi la difficoltà di sostenere le proprie decisioni cliniche sulla base dello studio delle migliori informazioni disponi-bili, del confronto con i propri colleghi. Ma so-prattutto vedo profilarsi all’orizzonte l’incapacità di rispondere ai dubbi dei genitori e di coinvol-gerli profondamente nelle decisioni sulle vaccina-zioni, che sono compito precipuo del pediatra. Peggio ancora, il timore di rimanere invischiati in questioni legali innesca la reazione del: “Chi me lo fa fare?”. Se le cose stanno così, lasciamo stare gli obiettivi di eliminazione del morbillo, teniamoci la rosolia congenita, risparmiamo sui vaccini che sono una ingente spesa pubblica e torniamo a vivere come una volta. Facciamoci coinvolgere emotivamente quando vediamo i genitori disperarsi per una ma-lattia che credono sia stata causata da una vaccina-zione ed evitiamo di considerare che questi geni-tori pagano fior di quattrini per consulti con sedi-centi esperti che certo non basano i loro consigli sulle evidenze. In fondo quando i vaccini non c’erano si campava bene lo stesso, no?

De profundis

Alberto E. Tozzi Coordinatore Area di Ricerca malattie

multifattoriali e fenotipi complessi, Ospedale Pediatrico

Bambino Gesù, Roma

Ciò però non è sufficiente a colmare il debito ge-nerazionale. Secondo l’ex giudice una società che vuole davvero usare la leva della natalità come strategia anticrisi deve spingersi ben oltre. Per esempio: per legge chi ha figli dovrebbe essere favorito nelle assunzioni; nel calcolo delle pen-sioni andrebbero computati anche gli anni tra-scorsi fuori dal lavoro per allevare i figli; il fisco dovrebbe considerare come soggetto fiscale non il singolo ma la famiglia; il telelavoro dovrebbe essere incentivato non solo per le madri ma an-che per i padri. Ora, se provassimo ad applicare queste proposte all’Italia, il Paese con la più bassa natalità al mon-do (pari a 1,2 nati per donna fertile) e con i più bassi indici di welfare familiare (solo 17 bambini su 100 hanno accesso ad un nido pubblico) padri e madri italiane dovrebbero perlomeno aver di-ritto a un voto in più per ogni figlio e addirittu-ra a due in caso di genitori single. Sarebbe una vera e propria rivoluzione dell’elettorato. Chissà che a Paul Kirchhof non venga in mente di spe-dire un po’ di copie del suo saggio anche ai nostri politici.

Altro che Spending review, altro che Fondo salvastati. La strada per uscire dalla crisi che attanaglia la Germania e l’Europa è dare il voto ai bambini, sia pure per mezzo dei genitori. La

proposta arriva da Paul Kirchhof, avvocato, ex giu-dice costituzionale tedesco, già consigliere di An-gela Merkel, autore del saggio “Deutschland im Schuldensog” (“La Germania nel gorgo dei debi-ti”), inviato in omaggio a cinquemila politici teu-tonici, Merkel compresa. Un manifesto denso di idee per uscire dalla crisi, alcune forse un po’ strampalate ma a ben vedere non del tutto. Il vero problema della Germania e dell’Europa –ragiona Paul Kirchhof – non è il debito pubblico ma il “debito generazionale”: nascono pochi figli (1,4 per donna) e le generazioni future dovranno pagare le pensioni dei propri genitori. I governi fanno troppo poco per i bambini: ma se i bambi-ni potessero votare allora sì che i politici dovreb-bero tener conto delle loro esigenze. Quindi la conclusione: padri e madri dovrebbero avere mez-zo voto in più per ogni figlio, un voto in più nel caso di genitori single.

Idee strambe (ma non troppo)

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Edito

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Fresche di stampaVaccino influenzale sicuro negli allergici all’uovoDes Roches A, Paradis L, Gagnon R et al on behalf of the PCIRN (Public Health Agency of Canada/Canadian Institutes of Health Research Influenza Research Network). Egg-allergic patients can be safely vaccinated against influenza. J Allergy Clin Immunol 2012; S0091-6749(12)01293-6 doi: 10.1016/j.jaci.2012.07.046

Stavolta è un gruppo canadese che presenta uno studio su 367 pazienti allergici all’uovo, perlopiù bambini, dei quali circa un terzo aveva una storia di anafilassi. I pazienti ave-vano ricevuto la vaccinazione influenzale nel corso degli ultimi 5 anni. Nessun effetto collaterale serio, tranne mo-desti sintomi allergici come prurito o eruzione cutanea in 13 dei 367 entro 24 ore dalla somministrazione del vaccino.

Diagnosi rapida di malattia genetica? Si può fareSaunders CJ, Miller NA, Soden SE. Rapid Whole-Genome Sequencing for Genetic Disease Diagnosis in Neonatal Intensive Care Units. Sci Transl Med 2012; 4(154):154ra135 doi: 10.1126/scitranslmed.3004041

Lo studio parte dall’osservazione che esiste una quantità di malattie monogeniche la cui diagnosi precocissima po-trebbe modificarne la prognosi. Applicando un sistema che è caratterizzato da una analisi bioinformatica auto-matizzata gli autori descrivono una tecnica che permet-te la diagnosi differenziale di alcune malattie genetiche entro 50 ore dal prelievo con whole genome sequencing.

Se hai più sostanza bianca leggi meglioYeatmana JD, Dougherty RF, Ben-Shacharc M, Wandella BA. Development of white matter and reading skills. PNAS 2012; 10.1073/pnas.1206792109

Un lavoro di scienza di base che confronta il pattern di crescita della sostanza bianca in un gruppo di individui dai 7 ai 15 anni se-

condo la loro performance nella lettu-ra. Il riconoscimento di modelli di

sviluppo diversi suggerisce che è possibile prevedere la capacità di lettura effettuando alcuni esami per immagini. Quale sia la ra-

gione per il diver-so modello di svi-luppo, resta anco-ra da scoprire.

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E. T

ozzi

47% of press releases and 40% of abstracts contains spin Peter Gill & Braden O’Neill, University of Oxford

Buoni motivi per non fumare da ragazziWhitley E, Lee I, Sesso HD, Batty GD. Association of Cigarette Smoking From Adolescence to Middle-Age With Later Total and Cardiovascular Disease Mortality : The Harvard Alumni Health Study. Journal of the American College of Cardiology 2012; dx.doi.org/10.1016/j.jacc.2012.06.047

Uno studio di coorte di lunga durata che include circa 28.000 individui conferma una convinzione che avevamo già. Le persone che hanno fumato durante gli anni del col-lege hanno un rischio doppio di morire rispetto ai non fu-matori. Quelli che hanno smesso hanno comunque un ri-schio aumentato ma minore rispetto ai fumatori incalliti.

Ma è proprio scaduto?Cantrell L, Suchard JR, Wu J, Gerona RR. Stability of Active Ingredients in Long-Expired Prescription Medications. Arch Intern Med 2012;1-2 doi:10.1001/archinternmed.2012.4501

Se n’era già parlato, ma questo studio conferma che buona parte dei principi attivi dei far-

maci mantengono le loro proprietà a lun-go, forse anche per decenni. Nello studio in questione, su 122 principi attivi l’88%

aveva ancora la stessa efficacia un anno do-po la scadenza se conservato in condizio-ni ideali, con un prolungamento medio di 66 mesi e massimo di 278 mesi.

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Tormentone: quando iniziare lo svezzamento?Szajewska H, Chmielewska A, Troncone R et al for PREVENTCD Study Group. Systematic review: early infant feeding and the prevention of coeliac disease. Alimentary Pharmacology & Therapeutics 2012; 36(7):607–618 doi: 10.1111/apt.12023

Revisione sistematica sulle evidenze circa i vantaggi e gli svantaggi dello svezzamento precoce o tardivo pensando alla malattia celiaca. Risultato? Meglio introdurre il gluti-ne quando il bambino è ancora allattato al seno, ma né troppo presto, né troppo tardi. Lo svezzamento prima di 4 mesi di vita e dopo 7 sembrerebbe favorire la celiachia.

25,5 € Calabria - 269,3 € Valle d’AostaSpesa pro capite per interventi e servizi sociali (Dati XI Rapporto nazionale del CnAMC di Cittadinanzattiva sulle politiche della cronicità)

Probiotici, croce e delizia – 2Rojas MA, Lozano JM, Arevalo M et al. Prophylactic Probiotics to Prevent Death and Nosocomial Infection in Preterm Infants. Pediatrics 2012; doi:10.1542/peds.2011-3584

Uno studio che sembra suggerire che la somministra-zione di probiotici nel pretermine non diminuisce la probabilità di contrarre una infezione nosocomiale o di morire precocemente. Lo studio valuta l’effetto di Lactoba-cillus reuteri somministrato in una sospensione oleosa, ma gli autori non riportano informazioni circa la somministra-zione di antibiotici nei partecipanti.

’O sole mio!28th Congress of the European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis. Abstract #64, P253, 11/10/2012.

Una comunicazione a un congresso che riporta i risultati preliminari di uno studio dimostrerebbe che l’esposizione al sole durante l’infanzia avrebbe un effetto protettivo nei confronti della sclerosi multipla. In particolare il confronto tra esposizione al sole durante l’infanzia in Italia e in Nor-

vegia favorisce gli italiani, con un effetto protettivo anche del mancato uso di

protezione solare. Vitamina D?

Probiotici, croce e delizia – 1Jensen MP, Meldrum S, Taylor AL et al. Early probiotic supplementation for allergy prevention: Long-term outcomes. The Journal of Allergy and Clinical Immunology 2012; doi:10.1016/j.jaci.2012.07.018

Uno studio clinico sui bambini con familiarità di allergia che confronta un gruppo al quale venivano somministrati probiotici nei primi sei mesi di vita con un gruppo non trattato. Lo studio non registra alcun effetto sulla presenza di rinite, asma o allergia alimentare all’età di 5 anni. Quin-di l’effetto dei probiotici sulla permessività allo sviluppo di allergie è ancora dubbio.

Depressione materna e disturbi del linguaggioWeikuma WM, Oberlandera TF, Henschb TK, Werker JF. Prenatal exposure to antidepressants and depressed maternal mood alter trajectory of infant speech perception. PNAS 2012; doi:10.1073/pnas.1121263109

Gli inibitori del reuptake della serotonina utilizzati nella depressione pre-partum po-trebbero avere un effetto nello sviluppo del

linguaggio. Questo studio si concentra sulle tappe di sviluppo del linguaggio nei primi mesi di vita e mette in evi-denza una modalità differente di evo-luzione tra i bambini nati da madre con depressione e trattamento con SRI e gruppo di controllo.

Tormentone: infezioni e allergiaKrishnamoorthy N, Khare A, Oriss TB et al. Early infection with respiratory syncytial virus impairs regulatory T cell function and increases susceptibility to allergic asthma. Nature Medicine 2012; doi:10.1038/nm.2896

Uno studio su un modello animale svela il meccanismo attraverso il qua-le le infezioni virali nelle prime fasi della vita aumentano il rischio di allergia nella vita adulta. Il mo-dello riguarda l’associazione tra l’infezione ripetuta da VRS e l’induzione di una risposta Th2 a potenziali allergeni, di una rispo-sta infiammatoria e dell’aumen-to delle IgE specifiche alla ovoalbumina.

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L’ametocaina garantisce un sollievo dal dolore superiore alla miscela eutettica di ane-stetici locali (EMLA) nella procedura della cannulazio-ne venosa. Lo afferma una overview di revisioni Co-chrane che contestualmente sottolinea come non esista evidenza a supporto dell’uti-lizzo di saccarosio al 12% (nei bambini con alcuni me-si di vita o da 1 a 3 anni) e di quello di gomme dolci (nei bambini da 1 a 3 anni) per rendere più sopportabile il dolore da venipuntura. Sono inoltre risultate potenzial-mente efficaci tecniche non farmacologiche quali distra-zione, ipnosi, tecniche co-gnitivo-comportamentali, utilizzo del ciuccio e distra-zione mediante video, ma occorrono ricerche più ap-profondite per avere dati chiari e definitivi soprattut-to sull’utilità di queste tecni-che in combinazione con le strategie anestetiche farma-cologiche.I ricercatori Cochrane coor-dinati da Sarah Curtis della Division of Pediatric Emer-gency Medicine del Depart-ment of Pediatrics dell’Uni-versity of Alberta di Edmon-ton hanno indagato sul do-lore nei bambini non neona-ti sottoposti a cannulazione venosa e altre procedure do-lorose setacciando il Co-chrane Database of Systema-tic Reviews, individuando 4 revisioni sistematiche sul-l’argomento. È emersa una chiara evidenza che il dolore riportato dagli stessi pazien-ti (risk ratio 0,63; 95% CI da 0,45 a 0,87), il dolore rileva-to sul piano comportamen-tale (RR 0,71; 95% CI da 0,52 a 0,96) e il dolore rile-vato con tutte le scale (RR

Dolore procedurale, una overview Cochrane

0,69; 95% CI da 0,55 a 0,87) sono significativamente mi-nori con l’utilizzo di ameto-caina. I ricercatori fanno anche notare come una nuo-va formulazione di lidocaina liposomiale esistente oggi sul mercato mostri un onset più breve ancora dell’ameto-caina e stia ottenendo risul-tati promettenti nell’ambito di alcuni trial, ma come i da-ti siano ancora insufficienti per l’inserimento in questa overview.Spiega la Curtis: “I bambini e i loro caregiver giustamen-

Oltre 200 milioniBambini partecipanti alla quinta edizione del Global Handwashing Day, il 15 ottobre 2012

43%Bambini che iniziano l’allattamento al seno entro un’ora dalla nascita

te si attendono da noi un management ottimale del dolore procedurale. Ma no-nostante la nostra conoscen-za sulle strategie di gestione del dolore continui a cresce-re, sappiamo che è ancora insufficiente e che il progres-so in questo ambito è troppo lento. Le ragioni sono tante, ma un dato centrale è la scarsità di studi clinici ran-domizzati sul dolore pedia-trico. È quindi importante mettere a disposizione degli operatori del settore dei la-vori riepilogativi che faccia-

no il punto sui progressi in questo campo per aiutare la ricerca traslazionale. Questa nostra overview di revisioni quindi potrà essere utile a pediatri indaffarati, pazienti e loro caregiver, educatori e policy maker”.

^̂^ Curtis S, Wingert A, Ali S. The Cochrane Library and procedural pain in children: an overview of reviews. Evi-dence-Based Child Health: A Cochrane Review Journal 2012; 7(5):1363–1399 DOI: 10.1002/ebch.1864

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La fobia della febbre è un problema che tutti i pediatri del mondo si trovano spesso ad affron-tare: se da una parte è comprensibile la preoc-cupazione dei genitori per eventuali patologie gravi delle quali l’aumento della temperatura corporea potrebbe essere segno, dall’altra que-sto approccio emozionale spesso porta a un abuso o a un misuso di farmaci. Uno studio pubblicato dalla rivista Pediatrics ha cercato di quantificare il fenomeno.I ricercatori canadesi dell’University of Alberta di Edmonton e dell’University of Manitoba di Winnipeg, coordinati da Mark C. Enarson, hanno interpellato i caregiver di pazienti pedia-trici con febbre alta visitati presso un Pronto Soccorso pediatrico di Edmonton (n=376), un “urgent care center” di città (n=227) e un “ur-

gent care center” fuori città (n=173). È emerso che il 74% dei genitori percepisce come perico-losa la febbre alta e il 90,3% vuole trattarla far-macologicamente sempre. Il 55,7% afferma di svegliare i bambini con febbre per sommini-strare antipiretici. Solo il 47,9% si preoccupa degli eventuali effetti collaterali di questi farma-ci. Il 54% asserisce di interpellare sempre perso-nale medico o infermieristico quando il figlio ha un attacco febbrile. I fattori più stressanti per i caregiver – come è intuitivo – sono risultati gli interrogativi sulle cause dell’innalzamento della temperatura (80,6%) e la intensità della febbre (87,4%). Indicativa dello stress indotto dagli attacchi febbrili nei genitori la frequenza di mi-surazione della temperatura: il 31% la misura ogni 2-4 ore, il 26,3% ogni 1-2 ore, il 21,6% addirittura ogni 30-60 minuti. Cosa chiedono i caregiver ai pediatri? Nella quasi totalità dei casi chiedono informazioni chiare sulle cause, la dinamica, i potenziali pe-ricoli e il trattamento degli attacchi febbrili. So-

I genitori e la fobia della febbre

lo il 16,7% degli interpellati afferma di atten-dersi una prescrizione di antibiotici. Il 92%, ad ogni buon conto, si dichiara soddisfatto dell’assistenza sanitaria ricevuta. Spiega Enarson: “Sebbene la vigilanza sui sin-tomi febbrili dei bambini da parte dei caregiver sia un comporta-mento appropriato, è ne-cessaria una educazione più puntuale perché sia-no in grado di focalizzare la loro attenzione su sintomi e segni oggettivamente pericolosi, più che sul rialzo della temperatura corporea di per sé e sui normali sintomi associati alla febbre, di solito innocui. E questa educazione deve arriva-re dagli operatori sanitari”.

^̂^ Spiers JA, Enarson MC, Ali S, Vandermeer B, Wright RB, Klassen TP. Beliefs and Expectations of Canadian Parents Who Bring Febrile Children for Medical Care. Pediatrics 2012; 130;e905 DOI: 10.1542/peds.2011-2140

76%I casi in cui contestualmente alle dimissioni ospedaliere dei pazienti anziani con patologie croniche non viene attivata alcuna assistenza domiciliare o servizio sociosanitario (Dati XI Rapporto nazionale del CnAMC di Cittadinanzattiva sulle politiche della cronicità)

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+15,2%Aumento degli italiani poveri da inizio 2012 secondo l’annuale Rapporto Caritas

45%Donne italiane tra i 18 e i 30 anni che non usano alcun metodo contraccettivo durante l’attività sessuale

Potrebbe sembrare una favola, quella di un bambino peruviano nato in una famiglia numerosa che studia con grandi sacrifici economici e grazie al suo talento di ricercatore e clinico finisce a dirigere il Depart-ment of Urology della Wake Forest School of Medicine in North Ca-rolina. Invece è una storia vera: quella di Anthony Atala, creatore e direttore del Wake Forest Institute for Regenerative Medicine, e forse il massimo esperto mondiale nel campo della sintesi di tessuti e organi sintetici. Atala oggi guida un gruppo interdisciplinare di ricerca al-l’avanguardia, che solo qualche mese fa ha stupito il mondo accademi-co e non solo con una performance TED memorabile (http://www.ted.com/talks/anthony_atala_printing_a_human_kidney.html) durante la quale è stato “stampato” in tempo reale un rene impiantabile me-diante una avveniristica bioprinter.

Cosa c’è dietro l’angolo nell’ambito dell’Ingegneria tissutale? Lanciamo uno sguardo al futuro: in 10 o 20 anni i trapianti non autologhi saranno solo un ricordo del passato?Già oggi vesciche, uretre, trachee e vasi sanguigni realizzati mediante tecniche di Ingegneria tissutale sono impiantati in piccoli gruppi di pazienti arruolati in vari trial clinici. Il nostro obiettivo è fare in modo che questi organi siano disponibili per popolazioni più vaste di pazienti, e al tempo stesso aumentare i tipi di organi e tessuti disponibili. Qui al Wake Forest Institute for Regenerative Medicine attualmente stiamo lavorando a tessuti, organi e terapie cellulari per 30 differenti aree del corpo. Un aspetto molto importante della riflessione sul futuro che lei mi chiede è capire che la Medicina rigenerativa non è una singola tecnologia o tecnica. Può consistere nell’iniezione di cellule funzionali in un’area di tessuto danneggiata per stimolarne la rigenerazione e ristabilirne la funzionalità, ad esempio nel caso dell’iniezione di cellule di

tessuto muscolare per trattare l’incontinenza urinaria. Può consistere nell’Ingegneria tissutale, che combina materiali naturali e sintetici con cellule specifiche per costruire o “stampare” strutture tridimensionali che supportino le cellule mentre danno vita a tessuti. Può infine consistere nell’utilizzo di fattori di crescita, geni, biomateriali o altri agenti per indurre la rigenerazione o la guarigione. La mia speranza è che attraverso una combinazione di queste tecnologie, in futuro la richiesta di trapianti non autologhi diminuisca drasticamente. Ma fare una previsione temporale precisa per il raggiungimento di questo obiettivo o addirittura per la scomparsa dei trapianti non autologhi è molto arduo.

Quale fonte di cellule ritiene più promettente? Preferiamo utilizzare cellule dello stesso paziente per evitare qualsiasi rischio di rigetto. Ma stiamo esplorando il potenziale delle cellule staminali del fluido amniotico e della placenta, che mostrano evidenze di proprietà antinfiammatorie e potrebbero dimostrarsi immuno-privilegiate.

E quale materiale le pare più affidabile per gli scaffold, le strutture di sostegno degli organi sintetici? Determinare il tipo di scaffold più adatto e affidabile per ogni progetto è una scienza a sé. Posso comunque dire che attualmente – oltre a utilizzare materiale naturale come il collagene – stiamo valutando opzioni quali “riciclare” reni scartati per utilizzarli come scaffold e “stampare” strutture di sostegno d’organo.

Modelli computazionali, modelli computerizzati, bioprinter: l’Information Technology salverà la Medicina? A livello generale lascio ad altri la risposta: nel campo della

Medicina rigenerativa l’IT è un fattore fondamentale. Per esempio, il nostro progetto di “stampare” organi parte con un modello computerizzato di organo realizzato mediante scan TC e altri tool di imaging. Il modello guida la bioprinter a “stampare” strato dopo strato le cellule e il materiale che le supporta: il risultato è una struttura d’organo che un giorno speriamo potremo impiantare in un paziente.

La sua formazione da urologo pediatrico le “impone” di lanciare un messaggio ai pediatri italiani: perché la ricerca sulla Medicina rigenerativa è così importante per bambini e adolescenti?Il senso della Medicina rigenerativa sta nella sua promessa di curare le patologie piuttosto che i meri sintomi. Questo è particolarmente importante nei bambini, perché quando utilizziamo trattamenti pericolosi, troppo impattanti o invasivi (perché sono gli unici disponibili) i nostri piccoli pazienti devono vivere una vita intera con le conseguenze. La nostra ricerca sulla ingegnerizzazione di tessuti di ricambio in laboratorio è nata proprio perché volevamo opzioni di trattamento migliori per i bambini. Per esempio, la procedura standard che prevede l’utilizzo di tessuto dell’intestino per costruire una nuova vescica presenta molti lati negativi, compreso un significativo aumento di rischio di tumore. La nostra preoccupazione per i bambini sottoposti a questa procedura ci ha spinto a chiederci: “È possibile piuttosto creare in laboratorio una vescica di riserva?”. E la risposta è stata “Sì”. (df)

Medicina rigenerativa, una speranza in più per i nostri bambini

Intervista a Anthony Atala

Il massimo esperto internazionale di Ingegneria tissutale in esclusiva per “Pediatria” lancia uno sguardo al futuro

http://twitter.com/wakehealth Il profilo del Wake Forest Baptist Health

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Oltre ai già conosciuti rischi di sincope nello stesso giorno di vaccinazione e di infezioni dermatologiche nelle 2 setti-

mane successive alla som-ministrazione, non sono

stati riscontrati altri si-gnificativi fattori di ri-schio correlati al vacci-no contro l’HPV4 nelle pazienti tra i 9 e i 26 an-ni. Questo sostiene uno studio pubblicato dagli Archives of Pediatrics & Adolescent Medicine.

Per valutare la sicurezza della vaccinazione HPV4 di routine, un team di ricercatori di cen-tri Kaiser Permanente di Oakland, Pasadena, Los Angeles e Downey coordinato da Nicola P. Klein ha preso in esame 189.629 ragazze che avevano ricevuto almeno 1 dose di vaccino HPV4 (44.001 ne avevano ricevute tre dosi) tra agosto 2006 e marzo 2008, per un totale di 346.972 dosi somministrate. È stato stimato il rischio di visite al Pronto Soccorso e di ospe-dalizzazioni nel periodo successivo alla vacci-nazione in tre intervalli di tempo (giorni 1-60, giorni 1-14, giorno 0). Sono stati rilevati rischi di infezioni dermatologiche nei giorni 1-14 (Odds Ratio 1,8; 95% CI da 1,3 a 2,4) e di sin-cope al giorno 0 (OR 6; 95% CI da 3,9 a 9,2) che sono stati correlati direttamente alla vac-cinazione HPV4 da un comitato indipendente di Safety Review.Spiega Klein: “Non abbiamo rilevato altri se-gnali sulla sicurezza, nemmeno ospedalizza-zioni o visite in Pronto Soccorso associate a

Vaccino per HPV4, dati rassicuranti dagli USA

condizioni autoimmuni. Lo studio non ha ri-levato evidenza di correlazioni tra vaccino HPV4 ed embolismo venoso, eventi trombo-embolici, disfunzioni della coagulazione e anafilassi. Sono stati registrati casi di proble-mi al tessuto connettivo e all’apparato musco-lo-scheletrico, prevalentemente riferiti a do-lore agli arti. Altri effetti collaterali riferiti dalle pazienti, che hanno portato a un aumen-to della ricerca di assistenza sanitaria non spe-cifica nel periodo successivo alla sommini-strazione del vaccino, sono risultati a un’inda-gine più approfondita correlati a diagnosi precedenti alla vaccinazione. Questo tipo di comportamento era stato del resto già osser-vato in studi precedenti”.

^̂^Klein NP, Hansen J, Chao C et al. Safety of Quadrivalent Human Papillomavirus Vaccine Administered Routinely to Females. Arch Pedia-tr Adolesc Med 2012;1-9 doi:10.1001/archpedia-trics.2012.1451

Il Centro di Immunologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer di Firenze è entrato a far parte della rete dei Centri Jeffrey Modell, il network per la diagnosi, la cura e la ricerca delle immunodeficienze primitive (IDP) che raccoglie i Centri di eccellenza per l’Immunologia in tutto il mondo.

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Tutta ancora in salita la strada della ri-organizzazione dei punti nascita previ-sta dall’Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010, che stabilisce la chiu-sura di quelli con meno di 500 parti

l’anno e la riduzione progressiva di quelli con meno di 1000. Una previsione da attuarsi tenendo conto non solo dei numeri ma anche del contesto geo-grafico di riferimento, inserita nel più ampio piano d’azione articolato in dieci punti varato dalla Conferenza Stato-Regioni per rendere più sicuro l’evento nascita.

L’intero percorso delineato dall’Accordo doveva concludersi entro la fine del 2013, ma ad oggi, a circa due anni dall’approvazione, il traguar-do sembra difficile da raggiungere. Sono com-plessivamente solo 57, la maggior parte dei

quali in Sicilia, Calabria e Puglia, i punti nasci-ta chiusi o per i quali è stata disposta la chiusura

sui 158 complessivi da chiudere (dati Accordo Stato-Regioni), secondo quanto riporta l’onore-vole PD Luciana Pedoto in un’interrogazione par-lamentare presentata alla Camera in cui sollecita il Governo a concludere la riforma entro il 2013. Dati non confermati né smentiti dal Ministero

Resta al palo la riforma dei punti

nascita L’intero percorso delineato dall’Accordo Stato-Regioni del 2010 doveva concludersi entro la fine del 2013, ma il traguardo sembra difficile da raggiungere

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Valled’Aosta

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Lombardia875

P.A.Bolzano

37

P.A.Trento4 7

F.V.Giulia111Veneto

540Emilia

Romagna323

Marche418

Molise35

Puglia1242Basilicata

58

Calabria1529Punti nascita con meno di 500 parti

Punti nascita

Fonte: Conferenza Stato-Regioni, Accordo 16 dicembre 2010(Solo 8 Regioni hanno comunicato l’aggiornamento dei dati entro il 30 giugno 2012)

Campania2272

Abruzzo415

Lazio1046

Umbria310

Toscana628

Liguria413

Piemonte 024

Sicilia3875

Sardegna1423

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della Salute, interpellato in proposito da “Pedia-tria”. Soltanto 8 Regioni hanno comunicato la chiusura dei loro punti nascita entro il termine sta-bilito (30 giugno) al Comitato per il percorso na-scita istituito presso il Ministero della Salute per monitorare lo stato di attuazione dell’Accordo. E si tratta peraltro di un bilancio molto deficitario: il Molise è passato da 5 a 3 punti nascita, la Sardegna da 23 a 21, il Veneto da 42 a 40, la Liguria da 13 a 11, la Basilicata da 8 a 5. La Calabria ha chiuso 7 punti nascita pubblici e 2 cliniche private, mentre la Sicilia ha programmato la chiusura di 27 punti. La Puglia ha stabilito di doverne disattivare 10. Spicca la Campania, che con il 62% dei tagli cesarei non ha chiuso ancora neanche un punto nascita. Due i punti nascita chiusi nel 2011 nelle Marche (Recanati e Villa Igea) secondo i dati forniti dalla SIP Marche. È indiscutibile che le Regioni siano in ritardo nel portare a termine il non facile compito di chiudere reparti e ospedali: un’operazione spesso impopo-lare e difficile da coordinare. La Società Italiana di Pediatria e la Società Italiana di Neonatologia tut-tavia hanno segnalato più volte l’urgenza di porta-re a termine la riorganizzazione, salvaguardando i principi della corretta gestione del rischio clinico e la qualità delle cure. Troppe nascite avvengono an-cora in micro-centri privi di una copertura di guardia medico-ostetrica, anestesiologica, medico-

pediatrica attiva h24. Le strutture al di sotto dei 500 parti all’anno rappresentano infatti circa il 30% del totale e contemporaneamente la loro atti-vità è modesta, assistendo nell’insieme meno del 9% dei parti. L’Italia resta dunque il Paese dei par-ti cesarei, con una percentuale già elevata (38%) che aumenta (50%) nelle strutture con meno di 500 parti l’anno. Una situazione che riguarda in particolar modo le Regioni meridionali, nelle qua-li insieme ai parti cesarei è più elevata anche la mortalità neonatale.Non nasconde la sua delusione l’ex Ministro della Salute Ferruccio Fazio, artefice della riforma: “Mi auguro che leggi che uno fa non restino manifesti vuoti ma che gli si dia piena applicazione. Dal pun-to di vista della legislazione siamo al passo con l’Europa, si tratta ora di metterla in pratica”. Prova a indicare una possibile strada l’onorevole Pedoto: “Manca ancora più di un anno al termine definito dalla Conferenza Stato-Regioni e sono sicura che vi sia una volontà politica unanime delle Regioni, del Parlamento e del Governo stesso nel ribadire l’impegno per una più efficiente ed efficace orga-nizzazione dei punti nascita, senza tagli al persona-le, ma con un potenziamento delle equipe dedica-te. Perché anche in tempi di crisi e di Spending review non va dimenticato l’obiettivo di questa ri-organizzazione: cure migliori per una piena tutela della salute di mamma e bambino”.

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Il Presidente uscente della SIN illustra le proposte per rendere più sicure le Neonatologie dopo il drammatico caso di cronaca a Roma

Intervista a Paolo Giliberti

La domanda viene spontanea: è da giudicare soddisfacente la gestione del rischio clinico nelle Neonatologie italiane? Il caso del neonato sfortunatamente deceduto a Roma è il tipico esempio di ‘evento sentinella’ che svela a tutti, purtroppo con conseguenze drammatiche, il problema della safety dei pazienti sottoposti a cure intensive. In un momento storico in cui i progressi nel campo della Fisiopatologia dell’età neonatale e dell’evoluzione tecnologica offrono agli operatori ampie possibilità di cure adeguate persino nei soggetti a più alto rischio, l’intero sistema di identificazione, prevenzione e controllo degli eventi avversi diventa una assoluta priorità al fine di ridimensionare, se non annullare, le ricadute in termini di mortalità e di esiti a distanza. Del resto ogni sistema fondamentalmente dipendente dal comportamento dell’uomo configura dei rischi intrinseci, che vanno necessariamente ridimensionati attraverso un processo culturale ed organizzativo, da realizzare con azioni pro-attive nella prevenzione dei rischi e reattive in risposta ad eventi avversi. Di questo lungo e difficile percorso fanno parte la condivisione di protocolli rischio-orientati, le azioni di sostegno e di coinvolgimento degli operatori, l’uso delle

“E ora certifichiamo i punti nascita”I l caso del neonato deceduto ad agosto 2012 all’ospedale S.

Giovanni Addolorata di Roma per un errore di infusione mette la Neonatologia sotto i riflettori. Ne abbiamo parlato con Paolo Giliberti, direttore della Terapia Intensiva Neona-

tale dell’ Azienda Ospedaliera Monaldi di Napoli e Presidente uscente della Società Italiana di Neonatologia (SIN).

tecniche di simulazione, la comunicazione sia interna che esterna degli incidenti e dei ‘near-miss events’ in un’ottica non punitiva e il debriefing degli eventi utilizzando metodi standardizzati. Questi aspetti sono tra i motivi che ci hanno indotto alla creazione in ambito SIN di un’area infermieristica, per costruire un modello assistenziale innovativo che integri al meglio le rispettive competenze, e alla elaborazione di un manuale di Certificazione dei centri nascita con standard operativi ed elementi misurabili

secondo modalità internazionalmente riconosciute come autorevoli e valide. Questa iniziativa ha suscitato il reale interesse delle Istituzioni (Agenas e Ministero della Salute), nell’ottica della validazione ufficiale dei centri nascita nel nostro Paese. In questo complesso processo vediamo un nuovo ruolo per le Società scientifiche coinvolte nel percorso nascita, un ruolo di ‘garante’ attraverso la gestione del processo di certificazione che i luoghi dove vengono svolti i processi assistenziali inerenti alla nascita rispondano effettivamente alle caratteristiche ritenute indispensabili dagli stessi professionisti. Possiamo quindi tentare di rispondere alla domanda sullo stato delle realizzazioni in ambito di

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rischio clinico nelle Neonatologie italiane affermando di essere sulla buona strada per ottenere anche in questo campo risultati eccellenti. È comunque fuori discussione che la problematica del risk management sia un tema di assoluta priorità della Neonatologia italiana nei prossimi anni.

I tassi di mortalità neonatale in Italia oggi sono tra i più bassi al mondo. I tagli alla spesa sanitaria rischiano di minare la sicurezza delle Neonatologie

e riportarci indietro? Ciò che si è ottenuto in Italia in termini di mortalità neonatale ha dell’impensabile se paragonato alla realtà di appena un decennio fa. Possiamo pertanto affermare che anche in Italia la cultura dell’assistenza al neonato sia finalmente una realtà consolidata e fortemente caratterizzata, ed è il risultato della formazione di una classe medica dedicata alle problematiche del neonato che si è sviluppata su basi sostanzialmente volontaristiche. Attendiamo, ancora oggi, nonostante qualche segnale positivo, un

progetto globale, universalmente riconosciuto dalle Istituzioni, e l’impegno a renderlo reale ed inattaccabile dagli umori e dai condizionamenti ‘politici’. L’Accordo Stato-Regioni del Dicembre 2010 – anche se per noi era solo un punto di partenza – va, seppur parzialmente, nella direzione auspicata, fissando in almeno 1000 nascite/anno lo standard cui tendere nel triennio, con progressiva razionalizzazione/riduzione dei centri nascita con numero di parti inferiore e prevedendo l’abbinamento per pari complessità di attività delle unità operative ostetrico-ginecologiche con quelle neonatologiche e pediatriche. Tuttavia lo abbiamo visto applicato in modo parcellare ed inconsistente. Venendo alla contrazione della spesa sanitaria, abbiamo il timore che finisca per penalizzare soprattutto l’area peri-natale, rallentandone l’evoluzione, ma riteniamo che proprio i momenti di crisi possano innescare processi di ridefinizione, di organizzazione e di razionalizzazione tali da garantire gli obiettivi, con ricadute favorevoli anche dal punto di vista meramente economico.

La vicenda del S. Giovanni Addolorata rappresenta un caso prevenibile con facilità oppure eventi del genere sono possibili ovunque?Alcuni anni fa un report in formato anonimo riferì di un errore accidentale di somministrazione di latte per via endovena, a testimonianza dei rischi dell’ambiente di cura del neonato. Ne scaturì da parte di alcune industrie l’allestimento di dispositivi che si distinguono dalle linee infusionali endovenose per avere attacchi luer lock specifici e non intercambiabili e per essere di colore differenziato. Nel contempo fu emanata a livello europeo una disposizione di adozione di

tali accorgimenti, che non credo però sia stata ancora recepita in Italia. A mia conoscenza sono pochi i centri italiani che utilizzano tali dispositivi, credo per motivi economici, per cui tale tipo di incidenti è senza dubbio ancora possibile. Con sistemi differenziati il caso del San Giovanni non sarebbe accaduto, ma insisto nel sottolineare che è la cultura del risk management che va stabilmente introdotta nel mondo dell’assistenza al neonato.

Viste le differenze degli outcome neonatali per Regione, è possibile pensare che tali differenze si rispecchino anche nel rischio clinico? È vero! Mentre la mortalità neonatale, che è un indicatore della salute materna, degli stili di vita in epoca prenatale e ovviamente dell’assistenza al parto e in epoca neonatale mostra nell’intero Paese un trend fortemente positivo, essendo passata dal 3,8/1000 nati vivi del 1990 all’1,71/1000 nel 2005, permangono differenze regionali inaccettabili, che interessano in prevalenza le Regioni del Sud, con la Calabria attestata a 5,43, la Sicilia a 5,05, la Basilicata a 4,70, la Puglia a 4,55 e la Campania a 4,29 (dati Istat 2005). A spiegare queste significative differenze sono soprattutto (ma non solo) problemi di tipo organizzativo: dalla mancanza di una rete assistenziale di sorveglianza della gravidanza alla frammentazione dei centri nascita, moltissimi di dimensioni tali da negare adeguati livelli esperienziali; dalla mancata individuazione di centri perinatali di riferimento su base territoriale alle carenze degli organici medici ed infermieristici. In questo contesto è impensabile che non ci sia il contributo di un maggiore rischio clinico rispetto alle realtà meglio organizzate.

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tra cui il fegato e i reni. Fino ad ora si sono praticati molti trapianti da cadavere e pochi da vivente. Questo cambiamento apre delle prospettive interessanti soprattutto per quanto riguarda il trapianto di polmone, rispetto al quale comincia ad accumularsi una certa esperienza clinica, elemento importante perché l’intervento di trapianto del polmone – così come quello di pancreas e intestino – è assai

Intervista a Jean de Ville de Goyet complesso. A differenza dei trapianti di altri organi, quello di polmone si può fare per malattie croniche e non acute. Inoltre il trapianto di polmone consente una maggiore scelta del donatore, e si potrà almeno parzialmente risolvere il problema dell’età del donatore, che fino ad ora è stata elevata, con una scarsa qualità dell’organo.

Prevede che i trapianti aumenteranno in seguito a questo provvedimento? È possibile fare una stima di quanti trapianti in più all’anno verranno eseguiti?Fare stime è complicato, tuttavia possiamo dire che probabilmente i trapianti aumenteranno, anche se in modo modesto. Non credo che assisteremo a una corsa ai trapianti. L’incremento maggiore comunque penso che riguarderà proprio il trapianto di polmone.

Questo provvedimento lascia spazio, secondo lei, a problemi etici? Potremmo assistere a comportamenti discutibili da parte delle famiglie, ad esempio?La legislazione italiana rispetto ai trapianti è molto articolata. Il percorso per giungere al trapianto è lungo e prevede una serie di restrizioni rappresentate dal fatto che ci devono essere delle garanzie sia per il donatore che per il potenziale trapiantato. Prima di giungere alla decisione di trapiantare, il possibile donatore viene sottoposto a una valutazione clinica, una valutazione psicologica ed infine ad una valutazione di parte terza, cioè fatta da una persona che non ha nessun legame con il donatore e che verifica che non ci sia alcuna coercizione. Il donatore può essere esclusivamente una persona adulta e nella stragrande maggioranza dei trapianti su bambini si tratta di un genitore. Alcune strutture ospedaliere però restringono ai soli parenti di primo grado la possibilità di donare un

L’Assemblea del Senato ha approvato in via definitiva il 13 settembre 2012 all’unanimità con 223 sì il dise-gno di legge n. 3291 recante “Norme per consentire il trapianto parziale di polmone, pancreas e intestino tra persone viventi”. Tale DDL consente – in deroga

all’Art. 5 del Codice civile – di effettuare trapianto parziale tra viventi e a titolo gratuito di polmone, intestino e pancreas. Un provvedimento legislativo che è stato accolto con molto favore dal mondo medico, perché dovrebbe ridurre significativamente i pas-saggi burocratici, favorendo l’intervento in particolare in alcune patologie pediatriche. “Nel trapianto tra viventi l’Italia finora è stata un po’ arretrata rispetto agli altri Paesi europei, in particola-re rispetto a Spagna e Francia. Da qui la necessità di questo cam-biamento nella legislazione”, commenta Jean de Ville de Goyet, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia epato-bilio-pan-creatica e Chirurgia del Trapianto di fegato dell’Ospedale Pedia-trico Bambino Gesù di Roma.

“Non ci sarà una corsa

ai trapianti”

Dopo il DDL sul trapianto parziale di polmoni, intestino e pancreas tra viventi, cosa cambia per la Sanità italiana?

Con il nuovo DDL che consente il trapianto parziale di polmoni, intestino e pancreas tra viventi, cosa cambia per la Sanità italiana?Per un lungo periodo le donazioni da cadavere sono state sufficienti, poi però la disponibilità di organi è diminuita. Ricordo che in Italia i trapianti tra viventi erano già consentiti prima dell’introduzione di questo DDL, ma solo per alcuni organi

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Tosse: un aiuto naturale

Hederahelix

N-acetil L-cisteina

Miele millefiori

DicoTUSSla sinergia vincente tra natura, ricerca e tradizione

Sciroppo 100 mlDosi consigliate: 5 ml (mezzo misurino) 2 volte al giorno; per bambini oltre i 20 kg: 10 ml (1 misurino) 2 volte algiorno o secondo parere del pediatra.

www.dicofarm.it

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Page 15: Pediatria magazine vol 2 | num 10 | 10-2012

organo. Insomma, la legge mette al riparo da comportamenti non etici. Possiamo dire che il rischio in questo senso è veramente remoto perché i meccanismi di gestione del percorso verso il trapianto sono assolutamente trasparenti.

Come reagiranno le strutture ospedaliere alla novità legislativa? Le strutture nelle quali si eseguono trapianti (peraltro

non numerose) continueranno a essere un riferimento anche con l’introduzione di questa nuova legge. Per quanto riguarda il polmone ci sarà un incremento del numero di trapianti. Anche nei trapianti di intestino e pancreas l’esperienza è molto limitata, e abbiamo bisogno di farla crescere: questo significa anche che ci possiamo attendere che con l’aumento dei trapianti migliorino anche gli outcome clinici (mm).

Trapianti pediatrici di fegato da vivente 2001-2011 (dati SIT - Sistema Informativo Trapianti)

Trapianti pediatrici di rene da vivente 2001-2011 (dati SIT - Sistema Informativo Trapianti)

Il DDL 3291Art. 1. (Trapianto parziale di polmone, pancreas e intestino) 1. In deroga al divieto di cui all’articolo 5 del codice civile, è ammesso disporre a titolo gratuito di parti di polmone, pancreas e intestino al fine esclusivo del trapianto tra persone viventi.2. Ai fini di cui al comma 1 si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni della legge 26 giugno 1967, n. 458, e del regolamento di cui al decreto del Ministro della salute 16 aprile 2010, n. 116.3. All’attuazione della presente legge si provvede nei limiti delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

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Page 16: Pediatria magazine vol 2 | num 10 | 10-2012

Manca ormai poco alle elezioni per il rinnovo del Direttivo Nazionale della nostra Società. Il nuovo Sta-tuto, fortemente voluto da tutto il Direttivo che ho l’onore di presie-

dere e votato all’unanimità dall’Assemblea, avvi-cina ai soci la sede delle votazioni, grazie all’intro-duzione del voto telematico regionale, minimiz-zando così le spese di viaggio e rendendo ancora più partecipata e autenticamente democratica la vita della nostra Società. Il prossimo 17 novembre potremo votare in 12 sedi elettorali dove si terran-no gli Stati Generali della Pediatria – quest’anno dedicati al tema: “Nutrizione e salute dal bambino all’adulto” – un momento particolarmente signi-ficativo perché amplifica e promuove il ruolo so-ciale della Pediatria. I più sfortunati dovranno affrontare un piccolo viaggio. Cosa da poco in confronto a quelli che abbiamo dovuto affrontare fino al 2009, quando le votazioni si svolgevano nel corso del Congresso Nazionale. Ma sono certo che proseguendo in questa dire-zione, gli sviluppi della tecno-logia ci consentiranno in futu-ro quello che oggi è purtrop-po ancora impossibile: votare da casa, dal nostro pc, dal ta-blet o dallo smartphone.

Voto: istruzioni per l’uso Quando17 novembre 2012 dalle ore 9,00 alle ore 18,00. DoveNelle 12 sedi regionali in cui si svolgono gli Stati Generali della Pediatria, allestite a Torino, Milano, Padova, Bologna, Firenze, Roma, Chieti, Bari, Napoli, Cosenza, Palermo e Cagliari. Cosa ServePer essere ammesso al voto l’elettore deve esibire un documento di identità valido con foto e il certificato elettorale rilasciato dal funzionario di BioMedia che sarà presente al seggio e verificherà l’avvenuto pagamento delle quote sociali. Se l’elettore non avesse versato tali quote potrà regolarizzare la sua posizione effettuando il versamento all’incaricato di BioMedia, che rilascerà regolare ricevuta. ComeVotare è molto semplice. All’elettore verrà consegnata una busta contenente username e password. Si recherà pertanto alla postazione di voto e inizierà a seguire la procedura guidata sul computer, che consta di pochi passaggi. CosaCiascun socio può esprimere preferenze per 1 Presidente, 2 vicepresidenti, 1 tesoriere, 5 consiglieri senior, 2 consiglieri junior.

Pochissime avvertenze:^^ potremo votare soltanto nella sede elettorale

cui fa capo la nostra Regione;^^ ricordiamoci di portare con noi un documen-

to d’identità valido. Di fianco sono riportati i nomi e le fotografie di tutti i Candidati e sul sito web della SIP potrete trovare altre informazioni e i programmi eletto-rali dei candidati.

Per altre informazioni e per effettuare una simulazione di voto vai allo Speciale Elezioni sul sito SIP: www.sip.it/elezioni2012

Alberto G. UgazioPresidente della Società

Italiana di Pediatria

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SIP Il voto

è vicino Nell’imminenza

dell’appuntamento elettorale,

il Presidente SIP si rivolge

a tutti i soci

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I candidatiCarica per carica, ecco tutti i candidati alle elezioni per il rinnovo del Direttivo Nazionale della SIP

Rino Agostiniani (Pistoia)

Paolo Balestri (Siena)

Fabio Cardinale (Bari)

Antonio Correra (Napoli)

Liviana Da Dalt (Padova)

Alberto Ferrando (Genova)

Riccardo Longhi (Milano)

Domenico Minasi (Palmi)

Carla Navone (Albenga)

Andrea Pession (Bologna)

Maria Francesca Vardeu (Cagliari)

Giovanni Visci (Pescara)

Massimo Barbagallo (Catania)

Giuseppina Salzano (Messina)

Elvira Verduci (Milano)

Francesco De Luca (Catania)

Luigi Greco (Bergamo)

Maria Grazia Sapia (Rossano)

Alberto Villani (Roma)

Candidati alla carica di Vicepresidente SIP

Candidati alla carica di Tesoriere SIP

Candidati alla carica di Consigliere SIP

Candidati alla carica di Consigliere Junior SIP

Giovanni Corsello (Palermo)

Candidati alla carica di Presidente SIP

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SIP

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Come molti colleghi potranno ricor-dare, tre anni fa, in occasione delle elezioni del Consiglio Direttivo della SIP, scrissi un articolo intitolato “Sal-viamo la Pediatria Ospedaliera” nel

quale denunciavo – ahimè non da solo – la pro-gressiva crisi dei reparti ospedalieri e la mancanza di un vero filtro territoriale dell’assistenza. Il tutto nell’assoluta indifferenza delle autorità prepo-ste nazionali, regionali e scientifiche. Au-spicavo inoltre l’elezione dell’attuale Di-rettivo perché riconoscevo al prof. Ugazio e alla sua squadra le capacità di attuare una rivoluzione sia nella SIP sia nel porre all’esterno in ma-niera autorevole la problematica della crisi dell’assistenza pedia-trica in Italia e in particolare della Pediatria Ospedaliera. E non mi sbagliavo. Questo Direttivo ha attuato una vera rivoluzione: dallo Statuto ai Congressi, sino alla riforma elettorale molte sono state le iniziative realizzate, che sarebbe troppo lungo elencare. Uno dei lavori più importanti prodotti è il Documento sulla nuova rete assi-stenziale che prevede una riorganizzazio-ne congiunta dell’assistenza primaria e di quella ospedaliera, al fine di garantire ai bam-bini e alle loro famiglie continuità assistenziale nell’ambito di una rete integrata dei servizi. Il documento, a mio parere ottimo, è stato come è noto pubblicato sul sito della SIP per la condivi-sione da parte dei colleghi, raccogliendo i pareri favorevoli e in molti casi elogiativi dei pediatri ospedalieri, ma anche (e forse più numerose) le critiche dei colleghi che operano sul territorio. Si ha l’impressione, anche evidente, che da parte di questi colleghi si voglia il più a lungo possibile mantenere lo status quo!Più recentemente il Decreto Balduzzi ha previsto, come noto, la riorganizzazione delle cure prima-rie, contro la quale è in atto una forte levata di scudi da parte della Medicina territoriale generale

e pediatrica, con un arroccamento sulle proprie posizioni. Ci sono pressioni sulle istituzioni nazio-nali e regionali (vedi parere negativo delle Regioni sul decreto). Si ha l’impressione che si vogliano occupare posizioni strategiche anche nelle Società scientifiche per vigilare che le cose non cambino e si mantengano le posizioni attuali il più a lungo possibile. Gli ospedalieri, al contrario, sono con-

vinti che debbano esserci la giusta rappre-sentatività di tutte le anime della Pe-

diatria italiana e le giuste compe-tenze per garantire al meglio pro-gettualità condivise. Purtroppo nel recente Congresso FIMP di Genova c’è stato un appel-

lo a votare i soli candidati pe-diatri di famiglia ed è

stato dichiarato pubbli-camente poco interes-

se per la SIP. È quindi molto importante

andare a votare al-le prossime e vi-cinissime elezio-

ni del nuovo Consi-glio Direttivo della SIP, il 17 novembre.L’invito è soprattut-to ai colleghi ospe-

dalieri, ai quali rivol-go l’appello di votare

i candidati ospedalie-ri. Noi ospedalieri cre-

diamo molto nella SIP e nel progetto program-

matico del Prof. Giovanni Corsello, ben sintetizzato nel “Manifesto per il diritto alla salute e al benessere dei bam-bini e degli adolescenti in Ita-lia” promosso dalla SIP e sot-toscritto da ben 36 Società scientifiche e associazioni di categoria e di famiglia: “Il bambino ha il diritto di esse-re assistito da personale me-dico, infermieristico e spe-cializzato” sia in ospedale sia sul territorio e “di essere ac-colto in reparti ospedalieri dedicati e in ambienti a mi-sura di bambino”.

Perché per gli ospedalieri è importante votare

Lettere al Direttore

Giuseppe ClapsPresidente Associazione

Nazionale Assistenza al Bambino in Ospedale

(ANABO)

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Dopo il successo dello scorso anno, torna-no anche nel 2012 gli Stati Generali della Pediatria, istituiti dalla SIP in occasione della Giornata Mondiale del Bambino e

dell’Adolescente, con l’obiettivo di chiamare a rac-colta tutta la società civile per costruire alleanze stra-tegiche a favore della salute (fisica, mentale, sociale) e del benessere dei bambini e degli adolescenti di og-gi, adulti di domani. “Nutrizione e salute dal bambi-no all’adulto”: questo il tema al centro dell’iniziativa di quest’anno, che vedrà a confronto pediatri, stu-

Al via gli Stati Generalidella Pediatria “Nutrizione e salute dal bambino all’adulto”: questo il tema al centro dell’iniziativa

L’Italian Journal of Pediatrics (IJP) è una delle prime riviste edite dalla Società Italiana di Pediatria. Dal novembre 2009 è diventata una rivista esclusivamente online (liberamente accessibile all’indirizzo www.ijponline.net e pubblicata con BioMed Central),

a seguito della decisione presa dall’Assemblea dei Soci SIP durante il Congresso Nazionale di Pediatria del 2007 e condivisa dal Consiglio Direttivo. Dal 2008 il numero dei lavori inviati per una possibile pubblicazione è via via cresciuto fino a raggiungere il numero di 210 nell’anno 2010. Fino al maggio 2011 i lavori erano pubblicati gratuitamente grazie alla copertura delle spese da parte della SIP, mentre in seguito è stato chiesto agli autori i cui lavori vengono accettati di partecipare alle spese. Ciò ha influito sul numero di articoli pervenuti, che nel 2011 sono stati 161 e nei primi otto mesi del 2012 solo 85. Il 70% dei lavori proviene da Paesi stranieri, circa il 30% è accettato per la pubblicazione. I lavori pubblicati

vengono riportati sulle seguenti banche dati internazionali: PubMed, PubMed Central, CAS, Cinahl-Embase, Scopus, Google Scholar. Nell’autunno 2009 è stato avviato presso la Thomson Reuters (ISI) il procedimento per ottenere un impact factor. Dopo essere stata monitorata per circa 3 anni, a giugno 2012 IJP ha per la prima volta ricevuto l’attribuzione di un impact factor di 0,79, ottenendo un significativo riconoscimento della sua qualità e diffusione. Questo risultato è stato possibile grazie ad una condivisione di lavoro nell’ambito del board di IJP e alla stretta cooperazione tra la

Direzione di IJP e il Prof. Ugazio, il Prof. Corsello (rispettivamente, Presidente e Vice Presidente SIP) e il Direttivo SIP. Al momento, IJP è l’unica rivista italiana di Pediatria con impact factor e pertanto dotata di visibilità internazionale. Questo successo rappresenta un punto di partenza ed un incentivo per migliorare sempre di più lo standard qualitativo della rivista. Auspichiamo quindi che attraverso la più ampia collaborazione dei soci SIP si possa arrivare ad ottenere risultati ancora più prestigiosi e a promuovere ulteriormente la diffusione della cultura pediatrica a livello sia nazionale sia internazionale.

Italian Journal of Pediatrics, l’unica rivista italiana di Pediatria con impact factor

denti, rappresentanti delle istitu-zioni, del mondo della scuola, delle associazioni di genitori, dell’indu-stria alimentare e dei media nelle tavole rotonde che si terranno il 17 novembre in contemporanea nelle diverse Regioni italiane. L’obiettivo è riflettere sui possibili percorsi per promuovere l’adozione di stili di vita salutari e corrette abi-tudini alimentari sin dalle primissime età della vita, indispensabili per prevenire malattie mortali e inva-lidanti dell’adulto. È questa una delle più importan-ti sfide della nostra società. Una sfida che può essere affrontata soltanto con uno sforzo sinergico tra tut-ti i soggetti a vario titolo coinvolti negli indirizzi nutrizionali e nella promozione dell’attività fisica in età infantile. In primo luogo i pediatri.

Dopo essere stata monitorata per circa 3 anni, a giugno 2012 ha ricevuto l’attribuzione di un impact factor di 0,79

Sergio Bernasconi,Direttore dell’Italian Journal of Pediatrics

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ventive indispensabili per identificare i punti critici e progettare soluzioni adeguate.

Garantire la trasparenzaProblemi della Sanità ^^ Il 63% dei pazienti non conosce il costo effettivo

delle prestazioni diagnostiche e terapeutiche di cui usufruisce.Soluzione degli altri^^ Libero commercio: prima di acquistare un ogget­

to o prenotare un hotel, numerosi strumenti web permettono di confrontare i prezzi e scegliere quello più conveniente.

Promuovere il lavoro di gruppo Problemi della Sanità ^^ Il 50% dei pazienti adulti lamenta difficoltà nella

comunicazione con il personale sanitario.^^ 1/3 dei pazienti adulti ritiene che il Sistema sani­

tario sia poco organizzato. Soluzione degli altri ^^ Nelle industrie aerospaziali specifici team di con­

trollo coordinano i vari specialisti di settori diversi e coadiuvano la buona riuscita delle missioni.

Curare i rapporti con i pazientiProblemi della Sanità ^^ Meno della metà dei pazienti dichiara di ricevere

informazioni chiare ed esaustive dal proprio medico.^^ Meno della metà dei pazienti si dichiara soddi­

sfatto del livello di controllo nelle decisioni che ri­guardano la propria salute.Soluzione degli altri ^^ Nelle aziende di costruzioni spesso i progettisti

ascoltano gli acquirenti e collaborano con loro per costruire abitazioni che rispondano alle specifiche esigenze quotidiane.

Ridurre gli sprechi e aumentare l’efficienzaProblemi della Sanità ^^ Si stima che 1/3 della spesa per la Sanità (si parla

di miliardi di euro) non contribuisca a nessun incre­mento della qualità dell’assistenza sanitaria.Soluzione degli altri ^^ Le linee di assemblaggio delle fabbriche sono

continuamente controllate e monitorate per incre­mentare la qualità, identificare le aree non efficienti e ridurre gli sprechi.

La Medicina del terzo millennio è affascinante: cura condizioni rite­nute incurabili solo pochi lustri fa, sbircia tra le pieghe più nascoste del nostro DNA, riconosce nuove malattie applicando innovative me­todiche diagnostiche. Ma a quale prezzo? Un recente report del­

l’Institute of Medicine tira le somme sui costi sostenibili dell’azienda Sanità e, confrontando criticità e soluzioni operative con quelle di altre aziende di ogni genere, arriva a soluzioni a dir poco interessanti. I numeri e le percentuali sono americani, ma le considerazioni sono assolutamente generalizzabili. Per saper­ne di più: “www.iom.edu/bestcare”

Information tehcnology: tecnologia al servizio di medici e pazienti Problemi della Sanità^^ Il 20% dei pazienti dichiara, in caso di necessità

per una second opinion, di non poter usufruire del­la disponibilità immediata di esami diagnostici o cartelle cliniche depositati in una determinata strut­tura sanitaria. ^^ Il 25% dei pazienti racconta di aver dovuto ripe­

tere esami già prescritti per ottenere informazioni più accurate sulla propria salute.Soluzione degli altri^^ Online banking: quanti di noi lo usano quotidia­

namente? Pochi click per effettuare in assoluta sicurez­za transazioni, verificare e gestire il proprio capitale. Quale bene migliore da tutelare della propria salute?

Creare reti per rispondere a domande complesseProblemi della Sanità^^ Fino a 200 medici di diverse specialità concorro­

no alla gestione di un paziente complesso.^^ Mediamente il medico di una Terapia intensiva ge­

stisce circa 180 attività per ciascun paziente al giorno.Soluzione degli altri^^ Le industrie di prodotti ad alta tecnologia hanno

sviluppato sistemi dedicati per gestire i programmi di produzione verificando le competenze e attri­buendo i compiti adeguati a ciascun operatore.

Rendere sicura l’assistenza sanitariaProblemi della Sanità^^ Mediamente 1/3 dei pazienti incorre in errori di

vario genere durante il percorso assistenziale.^^ Mediamente 1/5 dei pazienti viene reospedaliz­

zato entro 30 giorni dalla dimissione.Soluzione degli altri^^ Le industrie produttrici di aeromobili dal riesa­

me dei disastri aerei hanno elaborato strategie pre­

Le soluzionidegli altri

Un recente report IOM tira le somme sui costi sostenibili dell’azienda Sanità, confrontandola con altre aziende

Sabrina BuonuomoDipartimento di Medicina Pediatrica, Malattie Rare

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma

https://twitter.com/theIOMIl profilo dell’Institute of Medicine

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I test genetici si sono diffusi nel corso del XX

secolo per favorire la diagnosi di malattie su base genetica, cromosomiche o eredita­rie. Precedentemente la diagnosi delle ma­lattie genetiche era possibile solo sul piano

clinico, attraverso la descrizione del fenotipo e delle alterazioni anatomiche, biochimiche o ema­tologiche correlate. Fu la diffusione delle tecniche di Citogenetica prima e di Genetica molecolare poi ad espandere le possibilità diagnostiche di fronte a soggetti con patologie genetiche note o ancora misconosciute, ereditarie e no, sporadiche o ricorrenti nel nucleo familiare, sia in epoca pre­natale che postnatale.

Lo studio del genoma ha trasformato progressivamente la Medicina odierna in una Medicina genomica e sempre più personalizzata

I test diagnostici oggi comprendono anche tecni­che molto sofisticate che mettono insieme lo stu­dio citogenetico e quello molecolare. Ibridazione molecolare in fluorescenza (FISH) o ibridazione genomica comparativa (CGH) si eseguono per identificare alterazioni strutturali del patrimonio cromosomico (in deficit o in eccesso) non visua­lizzabili all’analisi citogenetica standard o ad alta risoluzione. In soggetti con anomalie congenite multiple e ritardo dello sviluppo psichico e moto­rio è frequente (con percentuali sino al 25% e ol­tre) riscontrare riarrangiamenti cromosomici che interessano le regioni prossime ai telomeri, mar­kers cromosomici soprannumerari, microdelezio­ni o microduplicazioni cromosomiche. In modo simile, lo sviluppo di nuove tecnologie diagnosti­che applicate allo studio del DNA ha consentito l’identificazione di mutazioni geniche responsabi­li di malattie ereditarie a trasmissione mendeliana note e no, con alterazioni malformative o difetti metabolici, spesso con una storia naturale che può essere modificata da una corretta diagnosi e una presa in carico precoce e multidisciplinare. Lo studio del genoma ha trasformato progressi­vamente la Medicina odierna in una Medicina genomica e sempre più personalizzata. L’indivi­dualità fenotipica e biochimica è diventata anche identità biologica grazie alla identificazione di polimorfismi di singole basi (SNIPS), che si succe­dono nel DNA di ciascun individuo con una fre­quenza media di 1 : 800 basi. Attraverso lo studio dei polimorfismi genici si possono eseguire:^^ test diagnostici di patologie sia in condizioni

di omozigosi che in eterozigosi, ^^ test per identificare condizioni di suscettibili­

tà a condizioni multifattoriali che insorgono per interazione tra fattori poligenici ed ambientali,

Riflessioni in tema di test genetici in Pediatria

Giovanni CorselloVicepresidente SIP

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^^ test che valutano specifiche modalità di mo­dulazione della risposta metabolica a nutrienti (test nutrigenomici), ^^ test per saggiare la risposta metabolica e clini­

ca alla somministrazione di farmaci (test farma­cogenomici). Lo studio molecolare si è esteso ai derivati cellu­lari dell’espressione genica, delineando mappe di RNA (trascrittomica), di proteine (proteomica) o di metaboliti (metabolomica), che hanno già una serie di applicazioni diagnostiche in via di pro­gressiva espansione. Alcuni test genetici sono possibili in epoca presintomatica e consentono una diagnosi genotipica anche in assenza di segni clinici legati alle alterazioni, che emergono clini­camente in epoche successive. Nel caso dei minori questo pone problematiche etiche spesso di forte impatto a livello della fami­glia, al punto che questi test sono possibili solo in presenza di documentati interventi medici in gra­do di modificare la storia naturale della condizio­ne. Oltre a quelli di Genetica strutturale, oggi sono disponibili test genetici di tipo “funzionale”, tesi a valutare la presenza di alterazioni non della sequenza genica o della quantità di materiale cro­mosomico, ma delle modalità e della qualità dell’espressione genica. Sono test che valutano la presenza di disordini epigenetici, quali le altera­zioni di imprinting genomico, dello stato di me­

www.sip.it

Hai letto gli ultimi articoli di Pediatrics di ottobre?Antibiotic Exposure and IBD Development Among Children: A Population-Based Cohort Study

Trends in Venous Thromboembolism-Related Hospitalizations, 1994–2009

Preterm Birth and Congenital Heart Defects: A Population-based Study

Impact of Maternal Depressive Symptoms on Growth of Preschool- and School-Aged Children

Trends of Transcutaneous Bilirubin in Neonates Who Develop Significant Hyperbilirubinemia

Bottle-feeding and the Risk of Pyloric Stenosis

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Le riviste della SIPArea Pediatrica, Prospettive in Pediatria, Italian Journal of Pediatrics, Pediatria, Conoscere per crescere.

^̂^ Couzin-Frankel J. Genetics - New company pushes the envelope on pre-conception testing. Science 2012;338(6105):315-6 doi: 10.1126/science.338.6105.315

^̂^ Wang H, Meng L, Zhao L, Wang J, Liu X, Mi W. Methylenetetrahydrofolate Reductase Polymorphism C677T Is a Protective Factor for Pediatric Acute Lymphoblastic Leukemia in the Chinese Population: A Meta-Analysis. Genet Test Mol Biomarkers 2012.

^̂^ Saunders CJ, Miller NA, Soden SE, Dinwiddie DL, Noll A, Alnadi NA, Andraws N, Patterson ML, Krivohlavek LA, Fellis J, Humphray S, Saffrey P, Kingsbury Z, Weir JC, Betley J, Grocock RJ, Margulies EH, Farrow EG, Artman M, Safina NP, Petrikin JE, Hall KP, Kingsmore SF. Rapid whole-genome sequencing for genetic disease diagnosis in neonatal intensive care units. Sci Transl Med 2012;4(154):154ra135 doi: 10.1126/scitranslmed.3004041.

tilazione del DNA, di acetilazione degli istoni o di altri meccanismi correlati. Sindromi genetiche o ritardi di crescita e di sviluppo neuropsichico possono essere sostenuti da alterazioni epigeneti­che. Le cause possibili sono diverse e non tutte note; la malnutrizione fetale o alcune tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) sono tra quelle di maggior interesse per il pediatra e per il neonatologo. Vale la pena di ricordare che per il pediatra l’esecuzione di un test genetico non ha solo valore diagnostico e di counseling genetico, ma è spesso il momento di avvio di un

percorso di gestione e di follow­up longitudi­nale e multidisciplina­re di un bambino con una disabilità congeni­ta ad alta complessità assistenziale, finalizza­to a migliorare la qua­lità della salute di que­sti bambini e delle loro famiglie.

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Il modo in cui ci si alimenta è in grado di influire in mi-sura significativa sullo sviluppo dell’organismo fino all’età adulta, sul suo benessere e, all’opposto, sull’insor-genza di alcune patologie croniche come l’obesità, il dia-bete mellito, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di

tumore, che hanno registrato nel corso degli ultimi decenni un forte incremento. In tali condizioni, il modello alimentare e un’attività fisica equilibrata costituiscono importanti fattori modificabili che, interagendo con altri fattori di carattere gene-tico, ambientale e socioculturale, assumono un ruolo di assolu-to rilievo per il sano sviluppo dei bambini e degli adolescenti e per preservare salute e benessere.Uno degli aspetti più critici nelle abitudini alimentari dei bambi-ni in età scolare e, soprattutto, degli adolescenti, oltre alla compo-sizione dei singoli pasti, è una crescente tendenza ad assumere cibo fuori pasto, cioè, in pratica, ad alimentarsi in modo sregolato a prescindere dallo stimolo dell’appetito. Al contrario, uno dei capisaldi per un corretto stile alimentare è rappresentato dal “rit-mo” quotidiano dell’alimentazione, che idealmente dovrebbe es-sere scandito sui cinque pasti quotidiani: la prima colazione, i due

La regola del cinque

Che il modello alimentare sia scandito su 4-5 pasti giornalieri

e che bambini e ragazzi evitino di “mangiucchiare” fuori pasto:

ecco due dei requisiti più importanti per una sana alimentazione

nell’età evolutiva

Correlazione tra numero di pasti giornalieri e prevalenza dell’obesità

Cinque pasti al giorno per crescere saniIntervista a Claudio Maffeis, pediatra e docente presso l’Università di Verona

Qual è il ruolo specifico della merenda?La merenda è importante, sia perché contribuisce a garantire un apporto nutrizionale adeguato ai bambini con una potenziale ricchezza di nutrienti preziosi, sia perché contribuisce all’apporto calorico nelle modalità e nei tempi giusti. In altre parole, la merenda (come, del resto, lo spuntino di metà mattina) ha lo scopo di evitare lunghi periodi di digiuno, riducendo così il livello di appetito dei pasti principali. Ciò è vero, naturalmente, anche per l’adulto, ma lo è ancora di più per il bambino.Va anche detto che l’alimentazione deve essere sempre vista in rapporto

quanto è ambizioso questo obiettivo?È un obiettivo che è necessario raggiungere. Certo, è anche ambizioso, non solo e non soltanto perché, tradizionalmente, ai bambini non “piacciono” frutta e verdura: il problema oggi è che si stanno progressivamente modificando le abitudini alimentari, nei bambini e soprattutto negli adolescenti. Da questo punto di vista, l’educazione nutrizionale è molto importante e deve vedere alleati i genitori e il pediatra. Oggi, invece, molti bambini e ragazzi non vengono educati adeguatamente sull’alimentazione, forse anche

perché i genitori condividono con i figli abitudini alimentari non corrette.

Come e perché cambiano le abitudini alimentari?Le abitudini alimentari sono cambiate perché è cambiata la società, perché spesso entrambi i genitori lavorano e sono fuori casa per buona parte della giornata, perché sono stressati. Si fa la spesa una volta alla settimana, con il risultato che in casa vi è una grande disponibilità di cibo nei primi giorni della settimana. E in quei giorni, un ragazzo può mangiare in modo sregolato e sproporzionato, soprattutto se è spesso solo e guarda tanta TV:

all’attività motoria e i nostri bambini, com’è noto, si muovono troppo poco. Il movimento regola il metabolismo attraverso l’azione muscolare. L’attività motoria, specie nell’età evolutiva, ma anche nell’adulto, consente un’utilizzazione ottimale dei macronutrienti con un effetto-prevenzione nei confronti dell’ipertensione e dei disordini metabolici quali il diabete. Ecco perché è importante educare i bambini a mangiare 5 volte al giorno, in modo di non eccedere nei pasti principali e di suddividere l’intervallo tra i pasti principali con altrettanti spuntini, di metà mattino e metà pomeriggio, composti in modo intelligente. Dunque una merenda ricca di fibra, ma non ipercalorica. Meglio un frutto, alternato con un’altra fonte di carboidrati, salvaguardando la varietà e controllando le porzioni, perché così si riduce il rischio di carenze nutrizionali.

Cinque pasti al giorno, con alimenti variati e in quantità adeguate al fabbisogno. Tenendo conto dello stato delle cose, quanto è praticabile e

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Bibliografia^̂^ Barilla Center for Food and

Nutrition. Crescita sana e nutrizione nei bambini.

^̂^ Spinelli A. Lamberti A, Baglio G et al. (a cura di). OKkio alla SALUTE: sistema di sorveglianza su alimentazione e attività fi sica nei bambini della scuola primaria. Risultati 2008. http://www.epicentro.iss.it/okkioallasalute/default.asp.

Per aiutare ad approfondire questo argomento, Barilla ha realizzato un opuscolo dal titolo“Spuntino e merenda. Sane abitudini da riscoprire”, scaricabile registrandosi al sito: www.nutritionhealth.it

pasti principali e due spuntini. In particolare, lo spuntino di metà pomeriggio, la merenda, assume una notevole importanza anche perché può contribuire, se assunta nei modi corretti, a contrasta-re la tendenza crescente al sovrappeso e all’obesità.

funzione di orientamento e di consiglio? Il ruolo del pediatra è fondamentale lungo tutto il percorso di sviluppo e crescita del bambino anche per monitorare le abitudini alimentari e l’attività fisica, aiutando i genitori del piccolo paziente con un monitoraggio del suo comportamento alimentare. Allo scopo, potrà per esempio includere tra le abituali valutazioni periodiche del bambino, oltre a quelle sullo stato di salute e l’accrescimento, anche l’Indice di Massa Corporea e le abitudini nutrizionali del bambino e della famiglia. Il pediatra, proprio per

la sua vicinanza alla famiglia, può aiutare i genitori a riconoscere eventuali errori nelle abitudini alimentari della famiglia e del bambino. Inoltre può stimolare i genitori a porre maggiore attenzione alla loro stessa alimentazione, oltre che a quella dei loro ragazzi.

Quali sono le “leve” per aiutare genitori e figli a modificare comportamenti e abitudini alimentari?La prima “leva” è il buon esempio. Se un genitore ha abitudini e preferenze alimentari scorrette è abbastanza difficile che riesca poi a ottenere che il figlio sia più virtuoso di lui a tavola. Di per sé, quello del buon esempio è già un obiettivo molto difficile, perché gli adulti hanno quasi sempre abitudini consolidate, che faticano a modificare e che cercano al contrario di conservare. La seconda “leva” è o può essere rappresentata dalla scuola, che può fare molto, ma va aiutata. Per esempio, i menu scolastici dovrebbero essere valutati da pediatri per renderli più adatti all’esigenze nutrizionali degli scolari. Ancora nel mondo della scuola, un altro possibile intervento, la terza “leva”, andrebbe fatto a livello di mense scolastiche (e degli insegnanti che vi sono di turno) per fare in modo che i ragazzi non “saltino”, ma consumino ogni giorno le verdure e la frutta comprese nel menu. È ovvio che i ragazzi abbiano delle preferenze sugli

alimenti: tuttavia, se un ragazzo scarta sistematicamente frutta e verdura il problema non consegue ad una sua “inclinazione” ma ad un’abitudine di mangiare soltanto ciò che vuole. Dunque, la quarta “leva” (che forse è la più importante) è rappresentata dal ruolo del genitore nell’educazione nutrizionale alla varietà. Molti bambini e molti ragazzi sono in qualche modo “lasciati a loro stessi” nelle scelte alimentari, con il risultato che la loro dieta diventa monotona, limitata ad alcuni alimenti, che sono spesso proprio quelli meno adeguati a un’alimentazione corretta e bilanciata.

Ripartizione raccomandata dell’apporto calorico nell’arco della giornata (Elaborazione TEH-Ambrosetti su dati della Società Italiana di Nutrizione Umana, riprodotta in BCFN-Crescita sana e nutrizione nei bambini)

noia e videoesposizione sono un importante stimolo a mangiare. Più in generale, bisogna considerare che l’alimentazione deve essere buona, cioè appetibile per bambini e ragazzi: non possiamo pensare di mettere in tavola alimenti sanissimi ma poco gradevoli, perché rischiano di rimanere nel piatto. Combinare appetibilità dell’alimento e sua validità nutrizionale è difficile. Richiede un po’ di tempo e di conoscenza dell’alimentazione: ciò che è sano può essere anche buono.

Il pediatra può contribuire alla formazione di una cultura del mangiare sano? Può avere una

Razionale dell’influenza di abitudini alimentari e stili di vita corretti sul lungo periodo (BCFN-Crescita sana e nutrizione nei bambini)

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Codeina nei bambini: revisione EMA

Recentemente sono stati segnalati in letteratu-ra tre decessi e un episodio di depressione re-spiratoria grave in bambini che avevano as-sunto farmaci contenenti codeina per il con-trollo del dolore. Il farmaco era stato sommi-nistrato dopo interventi di tonsillectomia e/o adenoidectomia effettuati per trattare la sin-drome di apnea ostruttiva del sonno. Questi bambini – di età compresa tra 2 e 5 anni – so-no risultati essere dei cosiddetti ‘metabolizza-tori ultra-rapidi’ del CYP2D6. Nell’organismo la codeina viene convertita in morfina dall’iso-enzima 2D6 (CYP2D6) del citocromo P450. Nei metabolizzatori ultra-rapidi la conversione avviene molto più velocemente del normale, con conseguente aumento dei livelli di morfi-na nel sangue, raggiungendo livelli tossici di morfina. Dopo una segnalazione della FDA anche l’Eu-ropean Medicines Agency (EMA), su richiesta dell’Agenzia regolatoria britannica, ha avviato una revisione sui medicinali contenenti codei-na quando sono utilizzati nei bambini per il dolore post-operatorio. Nell’Unione Europea i medicinali contenenti codeina sono stati au-torizzati tramite procedure nazionali, e sono disponibili in diversi Stati membri sia su pre-scrizione che da banco. Al momento una revi-sione è stata effettuata dal Pharmacovigilance Risk Assessment Committee (PRAC), che

Ogni mese le segnalazioni più importanti per i pediatri tra tutte quelle emesse dagli organismi di controllo italiani e internazionali

Alert farmaci

emetterà una serie di raccomandazioni. Poiché la revisione riguarda solo i medicinali autoriz-zati a livello nazionale, la pronuncia del PRAC sarà trasmessa al Co-ordination Group for Mutual Recognition and Decentralised Proce-dures – Human (CMDh), che adotterà una po-sizione definitiva.

30.000 farmaci illegali sequestrati in Italia durante l’operazione Pangea V

Circa 30.000 unità di farmaci (tra fiale, com-presse e capsule) sono state sequestrate nel corso dell’operazione internazionale “Pangea V”, che si è svolta dal 25 settembre al 2 ottobre nelle principali sedi doganali (portuali e aero-portuali) italiane grazie all’azione congiunta dell’Agenzia Italiana del Farmaco, dell’Agenzia Dogane, dei Carabinieri NAS e degli Uffici di Sanità Marittima e Aerea e di frontiera del Mi-nistero della Salute (USMAF), riuniti nella task force anticontraffazione IMPACT Italia. Nel corso dell’operazione sono state seleziona-te ed ispezionate, sulla base dei profili di ri-schio, oltre 1.600 spedizioni dirette in Italia che hanno portato al sequestro delle 30.000 unità di farmaci o di prodotti che vantano at-tività farmacologica, dichiarati o occultati all’interno dei plichi e buste postali. I campio-ni prelevati sono stati inviati all’Istituto Supe-riore di Sanità per gli accertamenti analitici. Esiste una significativa richiesta attraverso il

web di farmaci per il trat-tamento delle disfunzioni sessuali maschili, di far-maci anoressizzanti e ad azione anabolizzante. Particolarmente significa-tivo, a seguito dei control-li effettuati, l’incremento di sequestri relativi a pro-dotti destinati al doping. L’operazione conferma il maggior ricorso alla Rete per l’approvvigionamen-

to di queste sostanze: nella prima parte del 2012 presso le aree doganali nazionali è stato bloccato un numero rilevante di spedizioni contenenti plichi, contrassegnati da indicazio-ni fuorvianti, che occultavano all’interno fiale, ampolle e compresse di medicinali ed altri prodotti dopanti. L’operazione internazionale Pangea V, che ha coinvolto circa cento Paesi con lo scopo di contrastare il fenomeno della diffusione dei farmaci falsi, pubblicizzati e venduti in larga parte attraverso siti web ille-gali, si è svolta sotto il coordinamento di IN-

TERPOL, IMPACT e World Customs Organiza-tion (Organizzazione Mondiale delle Dogane).

Oseltamivir

Viene segnalato dall’AIFA che sono in arrivo confezioni della sospensione orale Oseltamivir (Tamiflu) con diversa concentrazione: si passa dai precedenti 12mg/ml agli attuali 6mg/ml, l’unità di misura del dispenser cambierà da milligrammi (mg) a millilitri (ml); le tabelle di dosaggio riportate nel Riassunto delle caratte-ristiche del prodotto (Rcp) europeo verranno modificate con l’inclusione di una colonna per il volume in millilitri, in riferimento alla nuo-va formulazione da 6 mg/ml. È importante verificare pertanto la corretta prescrizione e modalità di assunzione.

Dal sito dell’AIFA: decalogo della prescrizione di isotretinoina

L’Associazione Dermatologi Ospedalieri Ita-liani (ADOI) ha predisposto in collaborazione con l’AIFA un decalogo della prescrizione di isotretinoina orale nell’acne. Lo scopo è chia-rire le modalità di prescrizione della isotreti-noina orale, la selezione dei pazienti e il tempo di trattamento sulla base delle indicazioni ap-provate dalle agenzie regolatorie. La guida for-nisce in particolare utili indicazioni sulla dia-gnosi della gravità dell’acne, sul dosaggio gior-

Marina Macchiaiolo UOC Malattie Rare - Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma

500I decessi al giorno per tumore nel 2012 in Italia

2,9 milioni di $Il ricavato della 28esima edizione della “AIDS Walk Los Angeles”, una manifestazione sportiva di fundraising per la prevenzione dell’AIDS

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naliero del farmaco e sull’uso di antibiotici. Avvertenze specifiche sono previste per la pre-scrizione nelle donne in età fertile. Le pazienti devono essere consapevoli del rischio terato-geno, delle potenziali conseguenze di una gra-vidanza e della necessità di effettuare un test di gravidanza prima, durante e cinque settimane dopo la fine del trattamento. Devono inoltre utilizzare una contraccezione efficace nel mese che precede l’inizio del trattamento, nel corso dello stesso e per un mese dopo la sospensione. Queste condizioni riguardano anche i casi di amenorrea e le donne non sessualmente attive al momento dell’assunzione del farmaco. Per i pazienti di sesso maschile non sussistono inve-ce rischi significativi in relazione alla sfera ses-suale e riproduttiva. L’isotretinoina è un far-maco indicato nelle “forme gravi di acne qua-li quelle nodulo-cistiche o conglobate o con rischio di formazione di cicatrici permanenti, resistenti ad adeguati cicli di terapia standard con antibatterici a uso sistemico e a trattamen-to topico”. Al momento è l’unica terapia in grado di interferire con tutti i meccanismi considerati patogenicamente rilevanti nell’ac-ne e in grado di ridurre l’incidenza degli esiti cicatriziali.^̂^ www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/

files/decalogo_della_prescrizione_di_isotreti-noina_orale_nellacne.pdf

Cistinosi

La Food and Drug Association (FDA) ha au-torizzato una soluzione oftalmica a base di cisteamina 0,44% (Cystaran di Sigma-Tau) per il trattamento dell’accumulo di cristalli di cistina a livello della cornea nei soggetti con cistinosi.

Precisazioni AIFA su benzatilpenicillina

L’Agenzia Italiana del Farmaco ricorda che benzatilpenicillina, farmaco utilizzato nella profilassi della febbre reumatica, nelle recidive di infezioni delle vie respiratorie e nel tratta-mento della sifilide in qualsiasi stadio di ma-lattia, dallo scorso giugno è disponibile gratu-itamente per quei pazienti che per la loro pa-tologia non dispongono di valida alternativa terapeutica. Al fine di superare i disagi dei ma-lati e delle loro famiglie e di dare risposte con-crete ai loro bisogni di salute, l’AIFA è infatti intervenuta determinando la riclassificazione

della benzatilpenicillina in fascia A PHT (Pron-tuario della distribuzione diretta per la presa in carico e la continuità assistenziale tra ospe-dale e territorio) consentendone così la di-spensazione gratuita per la profilassi della feb-bre reumatica e per il trattamento della sifilide in tutti i suoi stadi. La Nota 92 (pubblicata sul-la Gazzetta Ufficiale n. 128 del 4 giugno 2012) regola la prescrizione e la dispensazione della benzatilpenicillina da parte dei centri specia-lizzati Universitari e dalle aziende sanitarie, secondo modalità adottate dalle Regioni.

Splenomegalia

Concessa dall’EMA l’autorizzazione al farmaco ruxolitinib fosfato (Jakavi di Novartis Euro-pharm Ltd.), agente antineoplastico indicato per i disordini mieloproliferativi. In particola-re il nuovo farmaco si può impiegare per la terapia della splenomegalia secondaria o di altri sintomi degli adulti con mielofibrosi pri-maria (nota anche come mielofibrosi cronica idiopatica), mielofibrosi post-policitemia vera, o post trombocitemia essenziale. Il medicinale

– che è un inibitore orale della Jak1 e Jak2 – può ridurre anche del 35% il volume splenico in 24 settimane e migliora la sopravvivenza complessiva.

Rischio allergie: la Gran Bretagna sconsiglia Echinacea sotto i 12 anni

La Medicines and Healthcare products Regu-latory Agency (MHRA) britannica segnala che esiste un rischio – seppur basso – di reazioni allergiche gravi associate all’uso di prodotti orali a base di echinacea nei bambini con età inferiore ai 12 anni. ^̂^ www.mhra.gov.uk/NewsCentre/Pressrelea-

ses/CON180627

Overdose da paracetamolo

Sempre sul sito dell’agenzia regolatoria ingle-se MHRA pubblicate utili linee-guida per il trattamento delle overdose da paracetamolo.

1,4 milioniBambini non vedenti nel mondo

97%Italiani che ritengono che per contrastare efficacemente il problema dell’obesità bisognerebbe investire sull’educazione alimentare a scuola

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Le cause più frequenti di disidratazione sono diarrea, vomito e stato febbrile accompagnato da sudorazioni profuse. Diarrea e vomito, in particolare, possono causare un’ingente perdita di acqua ed elettroliti in un breve periodo. Le categorie più a ri-schio sono neonati e bambini perché pesano relativamente poco e le perdite di acqua e di elettroliti incidono maggiormen-te sul loro stato di salute. Sono inoltre le fasce di età che sof-frono con maggior frequenza di diarrea.

ESPGHAN, la Società Pediatrica Europea di Gastroenterolo-gia, Epatologia e Nutrizione, riferisce che tutti i bambini fra 0 e 3 anni sperimentano almeno un episodio di gastroenterite e la principale causa è l’infezione da Rotavirus.Uno studio effettuato a Livorno mediante una rete di pediatri sentinella ha verificato che l’incidenza annuale di gastroente-rite acuta nei pazienti da 0 a 5 anni è del 21%: un terzo delle forme che ha richiesto una visita pediatrica è risultata causata da Rotavirus.

Per tutte le diarree, e in particola-re per le forme infettive, la disi-dratazione è un rischio concreto. Le linee-guida sul trattamento della diarrea pongono come pri-mo obiettivo terapeutico la pre-venzione ed eventuale cura della disidratazione, a cui si aggiungo-no la riduzione della durata della diarrea e l’eliminazione dell’agen-te infettivo. La terapia reidratante deve garantire tre esigenze fon-

damentali: correggere la disidratazione (ripristino delle perdite pregresse); coprire le perdite fisiologiche (mantenimento); pre-venire la disidratazione subentrante.In caso di disidratazione e perdita di sali minerali, la risposta può venire da Enterodral® di Sanofi, prodotto dietetico dalla formula appositamente studiata e bilanciata. Contiene, infatti, minerali, carboidrati, zinco, ideali per il ripristino dell’equilibrio idro-salino e il trattamento della disidratazione, e fibre prebio-tiche, che favoriscono l’attività dei batteri intestinali benefici. Consigliato a tutte le età durante e dopo episodi di diarrea, vomito, stati febbrili e in tutte le occasioni che necessitano una rapida reidratazione, Enterodral® è formulato nel rispetto delle indicazioni della Società Pediatrica Europea di Gastroentero-logia, Epatologia e Nutrizione (ESPGHAN). Non contenendo edulcoranti, è indicato anche per la somministrazione in bam-bini al di sotto dei 3 anni. Di facile assunzione grazie alla for-mulazione in bustine, il prodotto consente di ottenere una soluzione reidratante orale al gradevole gusto arancia.

Informazione pubblicitaria

Enterodral® La giusta riserva per la reidratazione dell’organismo

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85 microgrammi/metro cuboLivelli medi di particolato sottile nell’aria all’interno degli abitacoli delle auto guidate da fumatori, a fronte del limite fissato dall’OMS in 25 microgrammi/metro cubo

5 ore al giorno, 14.000 e

Tempo e soldi dedicati ogni anno dalle famiglie italiane all’assistenza degli anziani con malattie croniche o rare

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Si tratta di un oggetto a basso costo, nell’ordi-ne dei 200 dollari, che somiglia a una cuffia audio. Invece è un dispositivo wireless a elet-trodi attivi in grado di registrare un tracciatoelettroencefalografico a 8 canali, protetto dalle interferenze ambientali. Si tratta di una colla-borazione tra un istituto di ricerca belga, Imec, Holst Centre e Panasonic. Il dispositivo può essere indossato senza la necessità di applicare un gel per migliorare la conduzione elettrica. Il sistema è dotato di una batteria che lo rende

Come fare un EEG in wireless

completamente indipendente da collegamenti a filo, ed è in grado di trasmettere in tempo reale il segnale ricavato fino a 10 metri di di-stanza. L’autonomia del dispositivo va dalle 22 alle 70 ore secondo il tipo di registrazione EEG che viene richiesta. Il sistema è stato validato anche con un dispositivo commerciale simile, ma connesso attraverso un cavo. Pensate alla possibilità di catturare un EEG du-rante le attività routinarie per diagnosticare un’epilessia oppure per valutare l’attività cere-brale di un bambino con ADHD. Il concetto della registrazione continua del tracciato con un dispositivo del genere diventa facile ed acces-sibile vista la modesta entità del costo. Esclusa la batteria, questo dispositivo misura 35 mm x 30 mm x 5 mm. Oltre ad essere facilmente inte-grabile in altri oggetti (un casco?) è anche di estetica gradevole. Insieme a questo dispositivo ne sono comparsi sul mercato altri che hanno l’obiettivo di acquisire i segnali elettrici prodot-

ti dal sistema nervoso e convertirli non solo in tracciati EEG, ma anche in azioni, come impar-tire comandi a un personal computer (più como-do della tastiera e del mouse, no?). Uno di questi dispositivi è prodotto da Emotiv.

Sante & Mia Ovetti e sorprese

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Mamma, mi fate un fratellino? Si, ma io voglio un

altro fratellino?

Non importa se non riuscite a fare un

fratellino, ma sono sicuro che potete fare

un altro figlio!

Basta che tu prendi l’ovetto

e lo fai incontrare con...con...vabbè, con

la sorpresa!

Non è così semplice...

E se

poi invece

arriva un’altra

sorellina?

Ma c’è già Mia!

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L’American Academy of Pediatrics (AAP) mette in guardia contro l’uso ricreazionale dei trampolini elastici, a casa o nei parchi giochi, e ha recentemente fornito dati aggiornati. Si stima che nel 2009 solo negli Usa gli incidenti da trampolino siano stati 98.000, con 3100 ospedalizzazioni. I bambini fino a 5 anni sono quelli più a rischio di fratture e lussazioni

Giochi pericolosi. Le segnalazioni del sistema di allerta RAPEX

Prima versione pubblicata in inglese come“Weekly overview reports of RAPEX notifications” Dalla Direzione Generale per la Salute e i Consumatori della Commissione Europea sul sito ufficiale dell’Unione Europea attraverso il Sistema di allerta rapida dell’Unione Europea per i prodotti non alimentari (RAPEX)http://ec.europa.eu/rapex © European Union, 2005 – 2012 I punti ufficiali di contatto degli Stati Membri e degli Stati EFTA-EEA forniscono l’informazione pubblicata in questi report settimanali. Sotto i termini dell’Appendice II.10 della Direttiva sulla Sicurezza Generale dei Prodotti (2001/95/EC) la responsabilità per l’informazione fornita risiede nel soggetto notificante. La Commissione non è responsabile per l’accuratezza dell’informazione data. Traduzione italiana: Società Italiana di Pediatria (2012) La responsabilità della traduzione è totalmente a carico della Società Italiana di Pediatria.

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Prodotto Giocattolo morbido

Categoria Giocattoli

Marchio Sconosciuto

Paese d’origine Sconosciuto

Tipo/numero di modello

Sconosciuto

Descrizione Soffici pulcini gialli e verdi con una ventosa e con uno sticker a forma di cuore con la scritta “I LOVE YOU”.

Pericolo Strangolamento. Il prodotto presenta questo rischio perché contiene piccole parti che possono essere facilmente staccate. Inoltre mancano le istruzioni di sicurezza. Il prodotto non è conforme alla direttiva sulla Sicurezza dei Giocattoli e alla norma europea EN 71-1.

Misure prese Ritiro del prodotto dal mercato

Prodotto Pistola

Categoria Giocattoli

Marchio CLUB

Paese d’origine Cina

Tipo/numero di modello

Modello: 0812; G24371 Codice a barre: 8011024371320

Descrizione Il set contiene una pistola ad arco di plastica arancione; 4 proiettili di plastica arancione con ventosa; 12 proiettili di plastica rigida; 2 omini bersaglio di plastica nera. Il set è confezionato in un cartoncino.

Pericolo Chimico e di incidenti. Il prodotto presenta pericolo chimico perché contiene l’1,7% di peso di di-2-etilesilftalato (DEHP) e lo 0,49% di peso di dibutil ftalato (DBP). Inoltre presenta un rischio di incidenti perché il livello massimo di energia cinetica permesso è superato. Pertanto c’è un serio rischio di ferite esterne, e parti del corpo sensibili come viso e occhi sono particolarmente a rischio. Il prodotto non è conforme alla direttiva sulla Sicurezza dei Giocattoli e alla norma europea EN 71-1. In base alle disposizioni REACH gli ftalati DEHP, DBP e BBP sono proibiti in tutti i giocattoli e articoli per bambini, mentre gli ftalati DINP, DIDP and DNOP sono proibiti nei giocattoli e negli articoli per bambini che possono essere messi in bocca.

Misure prese Ritiro del prodotto dal mercato e richiamo del prodotto da parte dei consumatori finali

Prodotto Gioco da dentizione

Categoria Giocattoli

Marchio Baby Plaything

Paese d’origine Cina

Tipo/numero di modello

403-ALotto: 94905S/94906S

Descrizione Giocattolo da dentizione colorato a forma di fiore. Fa luce e emette suoni. Il prodotto è fatto di plastica e di tessuto. È confezionato in una scatola di cartoncino con una finestra trasparente.

Pericolo Strangolamento. Il prodotto presenta questo rischio perché la parte tessile può facilmente essere danneggiata e la fibra morbida che vi è contenuta diventa accessibile e potrebbe essere ingoiata dai bambini piccoli. Il prodotto non è conforme alla direttiva sulla Sicurezza dei Giocattoli e alla norma europea EN 71-1.

Misure prese Richiamo del prodotto da parte dei consumatori finali

Prodotto Gioco magnetico

Categoria Giocattoli

Marchio FANTASTIKO

Paese d’origine Sconosciuto

Tipo/numero di modello

REF. 8117 Codice a barre: 8424345081173

Descrizione Canna da pesca e sei magneti a forma di pesce. La confezione è trasparente. Una etichetta sul retro contiene informazioni sul responsabile e una nota informativa.

Pericolo Strangolamento e incidenti.Il prodotto presenta questo rischio (blocco intestinale) perché i magneti contengono troppo flusso magnetico, che può essere ingoiato. Il prodotto non è conforme alla direttiva sulla Sicurezza dei Giocattoli e alla norma europea EN 71-1.

Misure prese Ritiro del prodotto dal mercato

Prodotto Bambola con accessori“Pretty, Fashion style”

Categoria Giocattoli

Marchio Hong Yi

Paese d’origine Cina

Tipo/numero di modello

NO. HY-8188. Codice a barre: 1 120315 096488, ITEM NO.:A340866W

Descrizione Il set consiste di una bambola con lunghi capelli biondi, un unicorno con una lunga criniera rosa e viola, due palme con i tronchi marroni e le foglie verdi. Il giocattolo è confezionato in una scatola di cartoncino.

Pericolo Chimico. ll prodotto presenta un rischio chimico perché contiene 1,65% per peso di di-2-etilesilftalato (DEHP) e il 4,78% per peso di d-isononil ftalato (DINP). L’unicorno presenta un rischio chimico perché contiene il 19,67% per peso di DEHP.In base alle disposizioni REACH gli ftalati DEHP, DBP e BBP sono proibiti in tutti i giocattoli e articoli per bambini, mentre gli ftalati DINP, DIDP and DNOP sono proibiti nei giocattoli e negli articoli per bambini che possono essere messi in bocca.

Misure prese Divieto di marketing del prodotto e misure relative

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