Ilcorniglianese Marzo 2015

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Anno IV Numero 3 Mensile Copia gratuita Marzo 2015 «o Cornigiòtto» ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura Il giornale non ha finanziamenti pubblici Cafè Alzheimer, eccellenza del quartiere >> 14 Come non l’avevo mai vista di Enrico Cirone Qualche volta ci passo ap- posta e non per necessità. Transito sulla strada nuova, in tutte e due le direzioni, per provare una sensazione cui non mi sono ancora abi- tuato. Vedere Cornigliano come non l’avevo mai vista, dal mare verso monte. Se ci fate caso, è lo stesso effetto che si prova quando, senza distrarsi al volante!, si per- corre la sopraelevata geno- vese. Anche se ci transitia- mo (per fortuna gratis) da almeno cinquant’anni, scommetto che anche voi come noi, spesso scopriate una facciata, un terrazzino, una mansarda, che non ave- vate mai notato. Così è per me quando passo sulla nuo- va strada a mare. Non sono ancora pronto per studiare i flussi di traffico o capire le sue potenzialità logistiche… ma mi diverto, invece, ad osservare quel fronte che una volta era sul mare, a scoprire il colore delle fac- ciate e i panni stesi ad a- sciugare come non li avevo mai visti. È una prospettiva nuova. Fatelo anche voi. E mi raccomando: meglio se dal “lato passeggero”. Buona visione. Fra la strada a mare e la ferrovia Fascia di rispetto o terra di nessuno? Sondaggio. Strada a mare, pro e contro >> 5 La lunga striscia di terra che accompagna la strada a mare foto: oerre

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ilCorniglianese edizione di Marzo 2015.

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Anno IV Numero 3 Mensile Copia gratuita Marzo 2015

«o Cornigiòtto»

ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura

Il giornale non ha finanziamenti pubblici

Cafè Alzheimer, eccellenza del quartiere >> 14

Come non l’avevo mai vista

di Enrico Cirone

Qualche volta ci passo ap-posta e non per necessità. Transito sulla strada nuova, in tutte e due le direzioni, per provare una sensazione cui non mi sono ancora abi-tuato. Vedere Cornigliano come non l’avevo mai vista, dal mare verso monte. Se ci fate caso, è lo stesso effetto che si prova quando, senza distrarsi al volante!, si per-corre la sopraelevata geno-vese. Anche se ci transitia-mo (per fortuna gratis) da almeno cinquant’anni, scommetto che anche voi come noi, spesso scopriate una facciata, un terrazzino, una mansarda, che non ave-vate mai notato. Così è per me quando passo sulla nuo-va strada a mare. Non sono ancora pronto per studiare i flussi di traffico o capire le sue potenzialità logistiche… ma mi diverto, invece, ad osservare quel fronte che una volta era sul mare, a scoprire il colore delle fac-ciate e i panni stesi ad a-sciugare come non li avevo mai visti. È una prospettiva nuova. Fatelo anche voi. E mi raccomando: meglio se dal “lato passeggero”. Buona visione.

Fra la strada a mare e la ferrovia Fascia di rispetto o terra di nessuno?

Sondaggio. Strada a mare, pro e contro >> 5

La lunga striscia di terra che accompagna la strada a mare foto: oerre

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2 Marzo 2015 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

«Quando un compagno di lavoro, Franco Berardi, un operaio ad-detto a distribuire le bolle di con-segna nello stabilimento, viene scoperto mentre distribuisce volantini firmati Br, Rossa decide di denunciarlo. Ma di fronte ai carabinieri è da solo a firmare la denuncia. Forse i suoi compagni hanno paura.»

Recitava così la nostra breve biografia sulla figura di Guido Rossa, nel precedente nume-ro del giornale. Da alcuni componenti dell'allora consi-glio di fabbrica, compagni di Rossa, ci viene fatto notare che ciò non corrisponde al vero. Così, dal libro di Paolo Petruccioli, traiamo alcuni brani che dovrebbero porre rimedio alla non voluta, su-perficiale narrazione della figura di Guido Rossa e me-glio dare l'idea di chi fosse il sindacalista ucciso dalle Br. La frase di Luciano Lama, segretario nazionale della Cgil, durante i funerali di Gui-do "lo abbiamo lasciato solo" rimbalzò per anni in tutte le discussioni sindacali del con-s i g l i o d i f a b b r i c a dell’Italsider. Non era un atto d’accusa mirato contro qual-cuno in particolare. Si tratta-va piuttosto di un’accusa poli-tica. Un modo per rimettere al centro dell’attività sindaca-le l’impegno contro la violen-za e contro la lotta armata propagandata dalle Br e dai tanti gruppi che erano nel frattempo nati intorno al “partito armato”. Tutti sape-vano che il consiglio di fabbri-ca dell’Italsider si era diviso sul “che fare” a proposito dei tentativi entristi delle Brigate rosse a Cornigliano. Lama aveva forse presente anche quel giorno drammatico della denuncia di Rossa nei con-fronti di Berardi. Il giorno in cui altri delegati avevano e-spresso dubbi sulla necessità di rilasciare una vera e pro-

In questo numero voglio pro-vare un “giochino” giornalisti-co che potrebbe risultare per-sino divertente, per me di po-ca applicazione, ma potenzial-mente di grande effetto: il massimo risultato col minimo sforzo. Spieghiamo. Se volessi c o s t r u i r e u n a r t i c o l o sull’attualità, e non fossi ben informato, potrei andare su internet, inserire una parola da ricercare e chiedere al com-puter di fornirmi le notizie ovviamente più recenti, dicia-mo delle ultime 24 ore. Poi, con un sapiente lavoro di copia/incolla, potrei pubblica-re un bel pezzo, originale, pro-prio come se fosse il mio. Chiarito che non farò così, mi divertirò a fare il contrario: andrò su internet e chiederò al computer: da quanto tempo si parla dell’ospedale? del nuovo depuratore? del mercato civi-co? della stazione? dello stadio sul mare? Ovviamente chiede-rò la data più lontana e capire-mo qual è la distanza siderale tra il dire e il fare. Nessuno si offende, nessuno minaccerà querele, e io me la caverò con bel compitino. Iniziamo, allo-ra. Allons, diremmo, se ci fos-sero i francesi. Ospedale in area Bombrini, il 28 dicembre del 2010, il quotidiano Repub-blica titolava l’idea di spostare il Galliera nella nuova sede di Villa Bombrini, a Cornigliano. Sono passati 5 anni, possiamo fare meglio. Tant’è vero che l’emittente Primocanale, ne scriveva, tra i suoi articoli, il 5 giugno 2009 e un invito di Confindustria veniva lanciato per iscritto sul Secolo il 12 set-tembre 2008. Solo sette anni fa. Depuratore a mare, il nuo-vo impianto viene citato e in-vocato dal Giornale il 4 mag-gio 2011. Prima ancora, il 23 febbraio 2008, così scriveva il Secolo: “Il progetto è stato illustrato

presso la sala del comitato genitori e anziani nell’ara Ver-de di Campi alla presenza di una trentina di cittadini. Poco entusiasmo e tante critiche: «Basta mettere toppe, l’impianto va spostato nelle aree a mare liberate dalle ac-ciaierie».” Il 6 luglio del 2009 Market Express rivelava che sarebbero stati stanziati “15 milioni all´Ato di Genova (per impianto Cornigliano, tratta-mento fanghi ciclo depurativo del capoluogo alla Volpara, depuratore consortile fondo valle Entella e schema depura-tivo Rapallo)”. Pensate che 10 gennaio 1999, sull’Unità, nientemeno, venivano eviden-ziati i problemi di Cornigliano, fra i quali i miasmi del depu-ratore e la presenza di malavi-ta abbastanza organizzata. Il primo novembre del 2006, e prima ancora, l’11 giugno del 2004, il vescovo di Genova interveniva sulla moschea a Cornigliano, mentre i giornali ci avvertivano che il 27 set-tembre del 2005 il dibattito era ancora vivo. Su Repubblica, il 29 maggio del 2010, don Valentino invi-tava l’amministrazione ad oc-cuparsi del tema “zingari”. Il 14 maggio 2008 il sito TgCom scriveva: “A Genova, un centi-naio di abitanti del quartiere di Teglia hanno interrotto il traffico per protestare contro il campo nomadi sorto nell'ex area Mira Lanza. Chiedono più sicurezza, il ri-spetto delle regole minime di vita comune. La situazione è peggiorata con l'arrivo dei no-madi sgomberati a marzo scorso dal campo del Greto di Cornigliano”. Sgombrata l’area, i nomadi sono tornati al punto di par-tenza. Ma per questo non occorre internet.

stabilimento, trasferimento all’estero, o altre forme di prevenzione di possibili atti di violenza nei suoi confronti). Non accettò mai. Mi disse sempre che la decisione l’aveva presa e che non aveva paura delle conseguenze. Co-me in montagna. In solitudi-ne”. Avergli intitolata oggi una strada, in quel preciso luogo come una sorta di pietra tom-bale, deve avere per noi cor-niglianesi un significato scon-volgente che non dovremo mai dimenticare. oerre

pria denuncia alla magistra-tura. Ma i delegati del consiglio, soprattutto quelli che furono più vicini a Guido, hanno sempre smentito la tesi dell’isolamento del delegato ucciso dalle Br. Molti ex dele-gati intervistati a trenta anni di distanza dai fatti ribadisco-no la tesi dell’unità di azione. Guido Rossa non è mai stato abbandonato a se stesso – dicono – e caso mai si tratta di riflettere sulle trappole a cui è stato sottoposto da parte delle istituzioni. I delegati del Consiglio, dopo la denuncia, organizzarono infatti una scorta informale. A turno ac-compagnavano a casa il dele-gato Rossa. Il sindacato aveva chiesto anche di potersi pre-sentare come parte civile al processo, richiesta che venne respinta. Altri delegati si era-no detti pronti a rilasciare le loro testimonianze di fronte ai magistrati, ma il giudice che conduceva le indagini ha sempre respinto le proposte. Bastava la dichiarazione di Guido Rossa e la sua testimo-nianza in tribunale. Nessuno si è preoccupato poi di attiva-re un qualche meccanismo di protezione. Sì, forse Guido è stato lasciato solo. Ma non certo dal sindacato o dal suo partito. Non sono scattati in quell’occasione i meccanismi di protezione istituzionale. Renato Penzo, ex segretario della sezione Cabral del Pci di Cornigliano, ha spiegato più volte che il partito e prima ancora il sindacato fecero va-rie pressioni su Rossa affin-ché – dopo la denuncia di Berardi – prendesse delle precauzioni. “Era un tipo molto testardo – afferma Penzo – lo avvicinai con di-screzione due o tre volte per proporgli soluzioni in sicurez-za (trasferimento in un altro

L’avevo detto Ma quanto tempo fa

Mi manda

Cirone

Le storie impossibili

Guido Rossa, l’uomo che disse no alle Br E gli interrogativi di Lama (Cgil) al funerale dell’operaio ucciso dai brigatisti

Ai funerali di Rossa

Le parole di Lama

Consegniamo al giudizio della storia e, soprattutto, a chi ha vissuto quegli anni tremendi, gli “anni di piombo”, i quesiti che si pose Luciano Lama, il segretario della Cgil, nel gior-no dei funerali di Rossa, il primo operaio ucciso dalle Br: “Se il gesto civile di Rossa non fosse stato troppo isola-to, se attorno a lui si fosse formato un cemento per sor-reggerlo, se tutta la fabbrica si fosse levata come un solo grande testimone, forse una vita non sarebbe stata spez-zata”. Non solo politici, quindi, ma-gistrati, giornalisti e forze dell’ordine, il 24 gennaio 1979 segna il passaggio cru-ciale alla guerra totale lancia-ta dalle Br al Paese: sotto il fuoco dei brigatisti cade per la prima volta un operaio, militante comunista e delega-to sindacale, accusato di aver denunciato Francesco Berar-di, un fiancheggiatore delle Br all’interno dell’Italsider. Ndr.

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Marzo 2015 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione 3

Come ti cambio via Cornigliano Presentati i progetti a Palazzo Bombrini Vince il più... lento È affollata la sala Solimena di Bombrini alla presentazione dei cinque progetti vincitori della prima fase del concorso per ridi-segnare “via Cornigliano”. Con il vicesindaco, Stefano Bernini, il presidente del municipio, Giu-seppe Spatola, ed il direttore di Società per Cornigliano, Enrico Da Molo. Modera puntualmente

l'esposizione pubblica dei cinque progetti da parte dei rispettivi studi tecnici, l'architetto Rinaldo Luccardini, profondo conoscito-re e studioso della realtà corni-glianese. Ai rispettivi relatori viene concesso un breve tempo per esporre in linea di massima i criteri e le scelte fatte per ricon-durre ad un antico splendore la splendida strada "provinciale", la via Garibaldi di un tempo, oggi via Cornigliano. Nel conte-sto, pare impossibile che quella che era tristemente nota come la via più trafficata d'Italia in una realtà abitativa tra le più inqui-

nate d'Italia, possa trasformarsi in quello che appare subito proiettato su di un grande scher-mo. A prima vista ci piacerebbe che il risultato finale fosse stato una sorta di "pot-pourri" delle cinque soluzioni ma poi faccia-mo nostra la difficile scelta di un vincitore elaborata dall'apposita commissione che ha premiato

quello che (a nostro giudizio) è forse il progetto più "spartano" ma sicuramente più versatile fra i cinque. "Qualità dell'architettu-ra e valorizzazione del contesto nuovo modello di mobilità, so-stenibilità, accessibilità, fattibili-tà e concretezza" sono le parole d'ordine che fanno da cappello al progetto primo classificato. ”Vince il più lento” è un altro slogan che ribalta la gerarchia degli utenti a favore dei più vul-nerabili: pedoni e ciclisti. I rap-porti dimensionali sono infatti del 62% di sezione stradale pe-donale, del 38% carrabile e con

delle peculiarità architettoniche dell’antica via Aurelia avviene attraverso una segnaletica a

terra, mediante la collocazione di frecce in ottone che portano lo sguardo alle ville, visibili dalla strada in toto o parzialmente. Ai due ingressi di levante e ponente due coppie di totem; un tempo segnali di esclusione del popolo,

oggi inviti ad entrare. Nell’ottica della smart city si propone di inserire punti tecnologici di in-formazione e interfaccia per i cittadini dotati di schermi infor-mativi e accesso. Si prevede l’inserimento di apposite strisce tatto-plantari per permettere una completa fruizione della via da parte di persone ipovedenti. Il pubblico, attento fino in fondo sulle conclusioni degli ammini-stratori e dei tecnici presenti, apprende quelle che saranno da

piste ciclabili di larghezza di 1/1,25 metri. Vengono proposte due corsie (una per ogni senso di marcia) per l'intera tratta da piazza Massena a piazza Savio e tre mini rotatorie dove il pedone può muoversi liberamente aven-do la precedenza sui veicoli. Tutti i semafori verrebbero quindi eliminati. La pavimenta-zione stradale in materiale lapi-deo non dovrà porsi architetto-nicamente in competizione coi prospetti degli edifici ai due lati della strada e i robusti arredi in legno saranno di due tipi: più confortevoli nei luoghi di ritrovo e senza schienale lungo il per-corso. Altro aspetto importante la gestione innovativa dei rifiuti con cassonetti interrati a scom-parsa. La costruzione di un cuni-colo tecnologico di servizi con-sentirà il passaggio al suo inter-no delle maggiori utenze in mo-do da ridurre al minimo la pos-sibilità di dover intervenire in futuro sul fondo di pregio con opere di scavo. L'illuminazione delle aree di aggregazione, della parte pedonale e della carreggia-ta avverrà con lampioni led a lato e a incasso a pavimento. Verranno inseriti circa 76 alberi di agrumi disposti a gruppi al-ternati di limoni e aranci amari, ai cui piedi saranno disposte essenze arbustive basse, colorate e aromatiche (rosmarino, cistus, santolina). A segnalare i due principali centri di aggregazione dove verranno inseriti due alberi ad alto fusto (magnolia). Si pro-pone l’inserimento di 3 aree dotate di pensiline fotovoltaiche destinate alla ricarica delle bici-clette elettriche. Si propone di riservare i 36 posti auto, al netto dei disabili, interamente ai vei-coli merci nell’orario dalle 6 alle 10, lasciandoli invece alle auto, in regime di “isola azzurra”, nel resto della giornata. Le acque inquinate intercettate dalla pavi-mentazione bituminosa verran-no totalmente raccolte e convo-gliate mentre le acque ricadenti sulla pavimentazione in masselli penetrano in parte nel terreno. Le parti piantumate saranno totalmente drenanti per l’autosostentamento delle pian-tumazioni La valorizzazione

oggi in poi la fasi successive che precederanno la realizzazione di questo. In primis l'esecuzione di

un progetto definitivo; a seguire la Conferenza dei servizi alla quale seguirà l'affidamento dei lavori attraverso una gara pub-blica. Senza considerare che se nel contempo non vengono ter-minati i collegamenti della nuo-

va strada a mare con autostrada e strade di sponda è possibile che via Cornigliano, ancora troppo trafficata, non si possa cantierare. Ormai abituati a mi-surare ritardi, riflettiamo sulla tempistica: vogliamo crederci, esserci, vigilare e sperare. Del resto è nel Dna di Cornigliano: «Gutta cavat lapidem», la goc-cia scava la pietra. Oerre (dati tecnici in parte tratti dal carti-

glio del progetto 1° classificato)

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4 Marzo 2015 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

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portare quindi in maniera permanente l’indice di stabi-lità della stessa oltre i limiti

di legge. Per l’intervento – suddiviso in due parti di im-porto pari a circa 1,4 milioni di euro – il CdA di Amiu ha

autorizzato la gara a proce-dura aperta tramite la Stazio-ne unica appaltante del Co-mune. I tempi variano tra i 60 e i 90 giorni.

La redazione

Con la firma del contratto di noleggio e di gestione “full service” dell’impianto di trat-tamento del percolato di Scarpino – firma avvenuta tra Amiu e Simam, la società marchigiana che si è aggiudi-cata la gara - sono partiti uf-ficialmente gli interventi sul-la discarica, la cui realizza-zione costituisce una delle condizioni indispensabili alla sua riapertura e, quindi, al superamento dell’emergenza rifiuti a Genova. Il nuovo impianto di depurazione ver-rà costruito a monte delle vasche che attualmente rac-colgono il percolato della discarica, ed è formato da due moduli indipendenti, capaci di trattare ciascuno 50 metri cubi/ora e sarà opera-tivo in circa due mesi e mez-zo. Consentirà – a regime – di potenziare il piano di in-tervento, in caso di emergen-za, garantendo un’ulteriore capacità di depurazione di circa 2.400 m3/giorno, oltre a quella attualmente disponi-bile nel depuratore di Corni-gliano (circa 3.000 m3/giorno in caso di necessità). Il contratto di noleggio dell’impianto avrà la durata di due anni, prorogabili per altri due, per un ammontare di circa un milione e mezzo per anno. Il depuratore sarà posizionato su un unico gra-done della discarica e preve-de: lato monte, container metallici e serbatoi cilindrici di altezza variabile (tra 4,30 e 6,30 m.) e lato mare, la torre di strippaggio e assorbimen-to (alta 14,50 m.) dove avvie-n e l ’ a b b a t t i m e n t o dell’ammoniaca presente nel percolato. Saranno sistemati container che ospiteranno uffici, magazzini e spogliatoi.

Quello relativo al trattamen-to del percolato è però solo il primo di una serie di inter-

venti: il Consiglio di ammini-strazione Amiu ha approvato il progetto delle opere per la realizzazione di un sistema di

drenaggio del percolato nel corpo discarica mediante pozzi di emungimento e dre-ni sub-orizzontali. Si tratta di un intervento finalizzato a limitare in maniera struttu-rale il livello di percolato all’interno della discarica e

Riparte il progetto di trasferire nel parco della collina degli Er-zelli la Facoltà di Ingegneria dell’Università. Regione Ligu-ria e Università di Geno-va hanno trovato un accordo di massima per utilizzare i 125 milioni di euro di stanziamento pubblico per il trasferimento dal q u a r t i e r e r e s i d e n z i a l e di Albaro alla collina che domi-na Cornigliano e interfaccia con l’aeroporto Colombo e il casello autostradale. La decisione sblocca un’impasse durata sette anni che rischiava di far sfuma-re i finanziamenti pubblici (statali e regionali) e di minare l’essenza stessa di divenire la cittadella della scienza e della tecnologia. Una Silicon Val-ley genovese impostata su un’area di 413 mila metri qua-drati edificabili, con un ampio bagaglio di immobili ad uso uffici (circa 90 mila per l’Università e 200 mila per le industrie ad alta tecnologia) e residenziale (105 mila metri quadrati). Già Eriksson e Sie-mens hanno trasferito agli Er-zelli i loro rispettivi quartieri generali italiani. Altre impre-se ci stanno pensando. Un in-contro in Regione Liguria fra Burlando e il rettore Comanduc-ci è servito per fare il punto sul-la situazione ma è normale che i passaggi per completare il dise-gno del progetto siano ancora molti. Intanto la Regione si farà garante presso il Ministero della Pubblica Istruzione Università e Ricerca della destinazione dello stanziamento (75 milioni di euro a fondo perduto) nei panni della Stazione unica appaltante dell’opera. Ha spiegato il gover-natore, Claudio Burlando: “L’Università acquisirà il pro-getto e il terreno su cui edificare l’edificio attraverso l’esproprio a l’accordo bonario. Per sbloccare la procedura entro la fine di marzo sarà presentato al Miur un cronoprogramma con la ri-chiesta dei fondi”. Ottenuti que-sti l’Università si attiverà per stabilire la tempistica dei trasfe-

rimenti di aule e laboratori e avvierà la procedura per la ven-dita degli immobili attuali. Re-gione e Filse stanno preparando il documento per chiudere con l'Ateneo. E se i costi complessivi dell’opera dovessero rivelarsi superiori di quanto stabilito si procederà con un contratto di affitto fra Università e Regione, fino all’estinzione del debito. Tra le incognite, il preside di Ingegneria, Aristide Massardo, fa notare: «Abbiamo settemila studenti, 500 tra docenti e ope-ratori amministrativi. Come si pensa di assicurare modalità di trasferimento adeguate?» Ri-sponde il sindaco di Genova, Doria: «Gli Erzelli non sono il Monte Bianco ma una collina di 300 metri a ridosso delle grandi arterie della città. Le due strade che portano agli Erzelli potran-no essere servite dal trasporto pubblico utilizzando anche i bus lunghi diciotto metri. La strada a mare fino a Cornigliano è stata inaugurata e sarà collegata all’aeroporto e al raccordo auto-stradale che sfiora gli Erzelli con le nuove rampe. È in corso di rifacimento il passante del nodo ferroviario del ponente e il rad-doppio dei binari permetterà l’avvio di una metropolitana su ferro in superficie. Il piano di Rfi prevede anche la costruzione di una stazione nei pressi dell’aeroporto che potrà even-tualmente essere collegata alla collina attraverso una teleferica ad alta capacità». Ciò che conta ora è mettere l'Università di Genova nelle migliori condizioni per poter garantire alla Scuola Politecnica di crescere a stretto contatto con le imprese. A pre-scindere dalle dimissioni di Lu-pi, il governo garantisce 100 milioni (75 dal Miur, 15 dalle Infrastrutture, 10 dal Mise) e la Regione 25. “Per la fine del 2015 possono iniziare i lavori per la nascita della nuova Facoltà di Ingegneria agli Erzelli”: la noti-zia arriva dall'ad di Ght, Genova High tech, Luigi Prevedal.

E. C.

Ingegneria agli Erzelli Ght: “A ottobre i cantieri”

Scarpino depura il percolato Parte la gara per il sistema di drenaggio

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5 Marzo 2015 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

Roberta Esposito, casa-linga. Penso che la nuova strada sia stato un inutile spreco di soldi: è un breve tragitto e per uscire qui a

Cornigliano c'è sempre coda, soprattutto intorno alle 18. Chi l'ha progettata ha combi-nato un macello. Ritengo anche che fosse meglio aspet-tare che fossero completate tutte le varie rampe di acces-so prima di inaugurarla. Ne-anche il traffico e l'inquina-mento sono diminuiti... forse l'inquinamento è addirittura aumentato. Comunque spero che nei prossimi mesi, con il completamento delle rima-nenti uscite, la situazione possa migliorare.

Attilio Roncallo, rappre-sentante farmaceutico. Credo che lo sbocco qui a Cornigliano sia molto proble-matico in quanto, soprattutto la mattina, si creano ingorghi e lunghe code. Però il traffico del quartiere si è ridotto poi-ché la strada evita il passag-gio di molti mezzi pesanti per via Cornigliano. Purtroppo la strada non è ancora comple-tata e non si può uscire a me-

tà Cornigliano: è necessario che completino i lavori al più presto.

Adriano Zampieri, pen-sionato. Personalmente io non percorro mai la nuova strada però penso sia molto utile. È un lavoro ben fatto che ha avuto come risultato la diminuzione del traffico nella nostra delegazione. Una cosa che ho notato è che non si formano più le code a cau-sa dei semafori di via Corni-gliano. Forse l'unico aspetto negativo è che, in determina-te ore nei pressi dell'uscita vicino alla stazione, si forma-

no degli ingorghi.

Carlos Villa, autista. Ri-tengo che la strada recente-mente inaugurata sia molto utile al fine di alleggerire il traffico. Ho notato questo fatto grazie al mio lavoro: quando passo per Corniglia-no con il mio camion la via principale è più vuota rispet-

to al passato. Però credo che ci sia un piccolo problema: a causa della rampa dell'uscita dell'autostrada si formano ingorghi che fanno perdere molto tempo.

Erick Martinez, operaio edile. La nuova strada a ma-re è utile solo in parte. Infat-ti, se si arriva da Sestri, acce-

dervi è molto facile ma, se invece si abita a Cornigliano, bisogna andare fino alla ro-tonda e questo fa perdere molto tempo. L'unica solu-

zione a questo fatto è il com-pletamento delle rampe di via San Giovanni D'Acri che permetterebbero anche ai corniglianesi di accedere alla strada in maniera più agevo-le. L'uscita della stazione mi sembra fatta bene e il tempo di attesa al semaforo non è variato rispetto al passato.

Isidoro Grasso, pensio-nato. La uso spesso per an-dare a trovare mia madre a Sampierdarena e credo sia molto comoda. Però manca ancora lo svincolo in via San Giovanni D'Acri che ridur-rebbe gli ingorghi presso l'u-scita già presente a Corni-gliano. Inoltre dovrebbe es-sere permesso svoltare senza andare fino alla rotonda di

Sestri: forse sarebbe stata utile una rotatoria di fronte alla stazione qui a Corniglia-no. Sicuramente la nuova strada ha ridotto notevol-mente il traffico. La curva presso l'uscita è molto peri-colosa.

Angelo Guadagno, pizza-iolo. È una bella cosa e aiuta molto a ridurre il traffico nel nostro quartiere. L'uscita di Cornigliano però è molto pericolosa anche se si proce-de lentamente. Credo che sia necessario il sovrappasso per le macchine in uscita dall'au-tostrada che adesso sono la

causa di molti ingorghi.

È anche necessario che ven-gano completate le rampe di via San Giovanni D'Acri in poco tempo.

Daniela De Fornari, im-piegata. Io a Cornigliano lavoro solo e non mi è mai capitato di percorrere la nuo-va strada a mare, penso però che abbia risolto uno dei pro-blemi del quartiere: il traffi-co. Bisognerebbe che venisse completata velocemente e che i camion fossero obbliga-ti a percorrerla evitando così numerosi ingorghi.

Inoltre credo che la rotonda vicino all'uscita della Fiuma-ra sia troppo piccola e rallen-ti così il flusso del traffico.

Interviste di Lorenzo Schiavon

Fotoservizio Agostino Razzore

Strada a mare, pro e contro “E’ utile ma solo in parte…”

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Cornigliano modello verde Come le grandi città del mondo

ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione Marzo 2015

Perche non creare a Cornigliano un’Italia delle opportunità? Ma si può? Certo, se si vuole, perché questa non può continuare ad essere l’Italia dei no, l’Italia che non cam-mina, l’Italia dei giovani in fuga, l’Italia di una politica che si giustifica dietro la crisi. Proviamo ad allontanarci da modelli obsoleti e dalla paura, per abbracciare modelli vincenti, per gettare le basi per creare opportunità e aiutare i giovani a realizzare i loro sogni, perché sono il futuro, dove si rispetti il merito per creare mobilità sociale verso l'alto. I giovani hanno dei grandi sogni e sappiamo, in primis, che i cambiamenti devo-no partire da noi, sappiamo che non è facile ma neanche impossibile attivare variabili attuabili nella nostra realtà. Cosi com’è stato possibile l’esito della nostra strada a mare e del miglioramento dell’aria che respiriamo. Ora aspettiamo di vedere la strada princi-pale, via Cornigliano, con i sui lavori concretizzati. Comunque nelle vie perpendicolari all’arteria principale, via Verona e via Vetrano, possiamo già osservare i lavori che a-vanzano. Cornigliano, quartiere ospitale e accogliente come la sua gente, quartiere re-cuperato e trasformato, dopo essere stato vittima delle decisioni sbagliate degli anni passati. I giovani residenti dicono oggi: “siamo noi assieme a tutti i cittadini, lavoratori, studenti, commercianti, impresari, famiglie, stranieri, e tutti vogliamo camminare per raggiungere i nostri sogni. Perciò dobbiamo attivare un quartiere modello d’innovazione, di opportunità, di relax e benessere”. E non diremo mai che i sogni sono inutili perché inutile è la vita di chi non sa sognare” (Jim Morrison). Perciò avanzere-mo, nella stessa maniera come fecero molti giovani che hanno cambiato di 360 gradi interi quartieri. Ad esempio i ragazzi di Liverpool, di New York. A Bangalore i giovani ingegneri hanno creato migliaia di posti di lavoro, così a Berlino, per non parlare an-che di ragazzi che hanno rivoluzionato il mondo come Mark Zuckerberg. Un enorme parco di magnifica bellezza come quelli inglesi, tedeschi (Stoccarda) o ame-ricani dove la natura e vita si coniugano. Il nostro sogno verde (non solo cemento): è questo che sogniamo vedere recuperato e trasformato, il nostro grande parco-giardino di Cornigliano, il nostro progetto strategico sarà unico dal punto di vista della salute, prevenzione, difesa dell’ambiente, sport, in un quartiere futuristico, modello d’innovazione, con la nostra prospettiva di implementare nel suo interno un’enorme palestra pubblica all’aperto, un luogo pensato anche per la terza età; insomma deside-riamo un parco di rispetto come quelli che troviamo nelle grandi città. L’ispirazione di un magnifico parco che abbia gli standard migliori del mondo, ci viene dal Central Park di New York. Il C. P. è un mega parco che offre di tutto e di più ai quelli che lo frequen-tano, si tengono concerti già alle sette del mattino dato l’enorme flusso di persone che amano questo posto, salutare e incantevole di 341 ettari. È un'oasi per gli abitanti di Manhattan ed è uno dei parchi cittadini più conosciuti del mondo. È chiamato il polmone verde, la strada lunga 9,7 km che circonda il parco è frequentata da ciclisti, persone che fanno jogging e pattinatori, specialmente nei fine settimana quando è vie-tato il transito alle auto. Ogni estate si tengono rappresentazioni teatrali all'aperto. Fra gli altri eventi ospitati dal parco ci sono il traguardo della maratona e la festa di Mezzaestate. Quindi, perche no?, anche qui, costruire e sognare in grande, per acco-gliere turisti, giovani, bambini, anziani, salvaguardare l’ambiente, in un quartiere che ha tanto da offrire, dall’arte al melting pot, la tecnologia, l’istruzione (Erzelli), lo shopping, la cultura, la buona cucina, la musica, le opportunità di lavoro, le condivisio-ni d’idee, di progetti, e per ultimo l’interscambio interculturale. Sappiamo che con en-tusiasmo, disciplina, innovazione, determinazione e tenacia, le iniziative prendono sostanza e forma. Cornigliano ha un momento di ascesa per una serie di fattori: si trova a livello geografico in un punto strategico di Genova, ha tanti vantaggi a livello di servi-zi pubblici, e non può altro che essere destinata a progredire, perché ha la fortuna di essere un quartiere che ha tanto da offrire. Chissà che in un vicino futuro la ripresa non parta da Cornigliano, che si prospetta modello verde, previdente e futuristico. Non ci saranno scuse per non intentare, applicare, un progetto Green Economy di sviluppo sostenibile che rispetti l’ambiente, cosi come a Copenaghen dove l’intero Stato verde è una modello del futuro. Ci lasciamo con una poesia… per quelli che non si arrendono mai, di Alfred Tennyson. “Venite, amici, che non è tardi/per scoprire un nuovo mon-do./Io vi propongo di andare/più in là dell’orizzonte./e se anche non abbiamo l’energia/che in giorni lontani mosse/la terra e il cielo/siamo ancora la stessa unica, eguale tempra/di eroici cuori./Indeboliti forse dal fato/ma con ancora la voglia/di combattere, di cercare, di trovare, e di non cedere.” Jazmin Rodriguez

Associazione liberi amministratori condominiali

Piazza G. Verdi 4/1 - 16121 Genova

Paolo Pisana—Amministrazioni condominiali

Via S. G. D’Acri, 8/10A - 16152 Genova Via Urbano Rela, 1/10 - 16149 Genova

Uff. 010 0015270 - cell. 347 5763920 - 346 3444683

[email protected] - [email protected]

2005-2015. A 10 anni dalla sottoscrizione dell’Accordo di programma sulle attività siderurgiche, è utile avviare un primo bilancio delle attività svolte, con particolare ri-guardo agli interventi di riqualificazione urbana del quartiere, fortemente voluti ed elaborati dal Gruppo di Lavoro appositamente istituito e composto dalle realtà associa-tive del quartiere. Infrastrutturazione viaria. Strada a mare, primo tratto: una prima, concreta rispo-sta all’inquinamento da traffico in via Cornigliano che, a poche settimane dall’inaugurazione, ha visto diminuire del 50% la il traffico viario. Nuovi parcheggi di quartiere: via San Giovanni d’Acri e via Bertolotti, 200 nuovi parcheggi pubblici a di-sposizione del quartiere. Concorso di idee per via Cornigliano: cosa deve diventare la via più significativa del quartiere? Realizzazione primo tratto pedonalizzazione (via Vetrano). Riqualificazione urbana (edifici) Acquisizione di Villa Bombrini: la settecentesca villa, già sede della direzione Italsider, torna al quartiere. Villa Serra: primo intervento di restauro della villa, già sede del Municipio del Comune di Cornigliano. Interventi su facciate ed edifici: un prezioso contri-buto a fondo perduto per l’incentivazione della ri-qualificazione edilizia de-gli edifici del quartiere. Riqualificazione diffu-sa. Contributo alla realiz-zazione del campo di cal-cetto della parrocchia di S. Ambrogio. Cosa resta da fare, le priorità. Riqualificazione urba-na. Completamento interven-to Villa Serra (giardini, arredi, recinzione, utilizzo interni della Villa). Crea-zione parco e percorso ginnico nell’area prospi-ciente Villa Bombrini ed edificazione palestra. Riu-tilizzo locale ex mercato di Piazza Monteverdi ad uso associativo e polivalente. Consolidamento attività sociali e sportive Area Dufour e Valletta Rio San Pietro, definizione contenzioso parcheggio in struttura situa-to nell’area. Completamento pedonalizzazione via Verona. Realizzazione concreta riqualificazione via Cornigliano. Interventi di Area vasta. Completamento Strada a mare, collegamenti con svincolo autostradale e strada di sponda. Spostamento depuratore di via Rolla in area industriale a mare. Su tali problematiche il Sindacato pensionati italiani, Cgil, lega Medio Ponente indice un dibattito pubblico al quale parteciperanno il sindaco di Genova, il presidente della Regione Liguria, il presidente del Municipio 6-Medio Ponente ed al quale sono invitati i dirigenti delle associazioni di quartiere ed i cittadini tutti.

Luciano Tagliatti Responsabile Spi-Cgil

Medio Ponente

Promemoria Iniziativa Cornigliano Ad aprile dibattito pubblico con Spi

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7 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione Marzo 2015

nuova stazione Fs a pochi metri (a Genova non esiste e sarebbe un'opportuni-tà di lavoro per giovani); percorso pedonale ciclabile piantumato con panchi-ne; isola ecologica; spazi aggregativi e associativi. Volutamente abbiamo o-messo da questo scritto proposte palesemente provocatorie che non contribui-vano certo ad una dialettica civile e costruttiva. Non occorrono infatti veggenti né sforzarsi di capire cosa potrebbe diventare quella zona in mancanza di un presidio civile e dato che, come dicevano saggiamente gli antichi "praeventioni melior quam rememdium", prevenire è meglio che curare, vi invitiamo per-tanto a fare le vostre proposte scrivendo al nostro giornale. Quello che possia-

mo promettervi è che le vostre civili proposte andranno sul tavolo dei nostri amministratori attraverso le pagine del Corniglianese. Nel frattempo, un pic-colo sondaggio fatto dal giornale e dalla Pro Loco largamente condiviso su di un social network, ha visto primeggiare tra le idee la richiesta di un'area pedo-nalizzata adibita principalmente a pista ciclabile e jogging mentre è di tutti la preoccupazione che tale spazio venga abusivamente occupato da carcasse e baraccopoli di persone senza fissa dimora in una sorta di favela. Il rischio è comprensibilmente grande e Cornigliano riteniamo abbia già dato. oerre

Anche Cornigliano vuole la sua "fascia di rispetto", verde e presidiata. Vi pre-sentiamo alcune foto dell'area compresa tra la ferrovia e la nuova strada a ma-re nel tratto compreso tra via D'Acri e l'inizio di via Bertolotti, a ponente. Ad occhio e croce ben oltre un ettaro di territorio che rischia di diventare terra di nessuno se non opportunamente sistemato, riqualificato e consegnato al quar-

tiere. Molte sono le idee che ci vengono segnalate su come utilizzare quell'area (posteggi auto per soli residenti Ztl) con accessi da piazza Battelli, piazza Me-tastasio, via D'Acri); posteggio auto per la futura stazione; sotto la strada Gui-do Rossa (a levante e a ponente della rotonda di via D'Acri) rimessaggio tem-poraneo presidiato e cintato con servizi per camper di diportisti diretti all'ac-quario e in centro (può ospitarne alcune centinaia) con servizio bus navetta e

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Nelle foto: la striscia di terra che corre lungo la strada a mare

Tra la strada a mare e la ferrovia spunta una striscia di terra Tante idee per la “fascia di rispetto”

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8 ilCorniglianese/cultura, arte

Paola lo fa una volta all'anno, da più di 20 anni, dal tempo in cui l’aveva senti-to citare in un film americano: il giorno dell’autoanalisi. Le era piaciuta subito l’idea e l’aveva realizzata tutta di testa sua. A sentirla, avrebbe dovuto diventa-re una pratica comunitaria, sociale, una specie di giornata nazionale dell’autoanalisi. Secondo lei ne avrebbero giovato tutti, l’economia, la politica, la religione stessa. Di primo mattino, dopo una bella doccia tiepida, si mette comoda sul divano con i viveri necessari per l’intera giornata, cracker all’acqua, salatini, frutta, acqua naturale, cicche senza zucchero e liquirizie. In modo da doversi alzare il meno possibile. Telefono staccato, cellulare spen-to, citofono come se non esistesse. D’altro canto tutti quelli che la conoscono sanno dell’importanza di questo giorno per lei. Di sicuro nessuno dall’ufficio o del giro delle amiche oserà disturbarla. Per prima cosa si stila la lista delle priorità. Un anno è lungo da rivedere in un giorno solo e occorre preoccuparsi di riesaminare almeno le questioni più importanti. Sul foglio inizia a compari-re un lungo elenco: sono gli errori o i presunti tali. Di volta in volta lei li spun-terà con una penna rossa nel caso vengano riconosciuti come reali errori op-pure con una penna verde se, col senno di poi, lei rifarebbe comunque la stes-sa scelta. Il primo argomento non è cosa da poco. Lo scorso agosto si è lasciata da Giovanni. Erano in vacanza a Lavagna, in Liguria, appena tornati da New York. Di colpo si incupisce. Con un colpo involontario del gomito rovescia a terra la pila dei cracker assieme alla bottiglia dell’acqua. Ma non se ne cura, resta perfettamente immobile sul divano, a gambe incrociate. Non riesce a piangere anche se vorrebbe. Lo avrebbe sposato lo stesso se Gio-vanni non avesse mai saputo che lei, da un bel po’ di tempo, aveva una storia con un altro? Per terra i cracker si imbibiscono, si ammollano, si disfano e fanno a tempo a diventare una poltiglia chiara che disegna una chiazza gialla-stra sul tappeto, simile a vomito. Lei pensa a occhi chiusi e le immagini scor-rono veloci nella sua mente ; di quando facevano l’amore insieme, con lui che dopo descriveva l’atto appena compiuto in termini scientifici. Giovanni era solo un operaio, ma molto abile nel suo lavoro e con una grande intelligenza. Da ragazzo avrebbe voluto diventare un docente di neurofisiolo-gia ma poi, per una serie di vicissitudini, dovette mollare gli studi anche se questo intoppo non gli impedì di leggersi decine di libri sull’argomento. Si ricordava anche di quando gli preparava la cene vegetariane, senza uova né pesce, né carne; solo verdure e tofu che a lui facevano proprio schifo ma che per lei erano (e sono) di grande tendenza. In una certa fase di profonda medi-tazione gli vennero anche in mente le sere in cui tornava a casa tardi senza avvisare e pensava di rimediare dicendo che neanche si era accorta che il tem-po era passato. Quante volte, in quelle occasioni, Giovanni le aveva domanda-to sorridendo: “ Non ci sarà mica un altro tra di noi?” ricevendo come risposta la solita domanda del tipo:” Chi ti credi che io sia?” mentre lui obiettava sem-pre che non si risponde ad una domanda con un’altra domanda, concedendo-le, per fortuna, molto spazio per pensare. Come quel giorno di agosto, a La-vagna, in Liguria, in cui lui affrontò il discorso del loro futuro e l’ipotesi di un figlio mentre lei rimase a pensare. Troppo. Troppo. Troppo! Giovanni avrebbe dovuto capire. Avrebbe potuto evitarle di dirglielo che c’era un altro. Lo avrebbe dovuto capire da solo. E invece no: viveva nel suo mon-do. Un mondo in cui altre donne non avrebbero avuto spazio, eccetto lei. E’ così che funziona: siamo sempre con la persona sbagliata anche quando siamo certi che non lo sia salvo poi pentirci in ritardo. In tutto le servono qua-si tre ore per riuscire a passare al secondo argomento. Prima di farlo però lascia giù la penna rossa con cui ha appena spuntato il fo-glio accanto al nome di Giovanni. Ammettere di aver sbagliato è indice di maturità ma esser certi di aver fatto la cosa giusta è un puro esercizio di presunzione anche se purtroppo, questa, è un’altra storia.

di Guido Pallotti di Alvaro Michelon

La Mercedes pagoda, dopo avere percorso i tortuosi chilometri che collegano il picco-lo podere alla statale, ronfava pacificamente lungo la statale che fiancheggia il fiume Vara. Alcide guidava in silenzio seguendo il corso dei propri pensieri, la stessa cosa faceva, seduto suo fianco, il nipote diciannovenne Geremia. Il giovane che si era ap-pena diplomato in telecomunicazioni, si sarebbe iscritto all’Università e, intanto, a-vrebbe aiutato lo zio nella conduzione dell’autosalone di Sampierdarena dove, sul colle del Belvedere, nella stessa delegazione, aveva da poco fatto ristrutturare una villetta. «Ci fermiamo in Canneto il Curto, nello studio di un pittore mio cliente, vorrei compra-re qualche quadro per arredare la nuova casa.» Disse al ragazzo strizzandogli l’occhio. «Come vuoi tu, zio.» Gli rispose Gerri, amicando allo stesso modo. Maria, dopo avere chiesto il permesso alle signore Romilda e Lilli, entrò nel bagno; stava male, ma ormai non ci faceva più caso, succedeva spesso da quando era arrivata a Genova dal Cile. Tut-tavia quel torrido pomeriggio d’agosto, le sembrava di sopportare almeno il doppio dei trentaquattro anni che aveva. Scavalcò il bordo della vasca e si sorresse sulla punta dei piedi per arrivare a innestare il doccino nel supporto; rimase sotto i getti freddi fino a quando e a malincuore, passò all’acqua calda e s’insaponò. Faceva fatica ad arrivare al dorso e, di riflesso, si ricordò di Paulina, la cameriera amica, di quando lei giovane donna la chiamava per farsi lavare la schiena. Erano passati secoli, allora viveva felice con i suoi genitori in Cile, nel villino, dove aveva poi vissuto con Rodrigo, suo marito e Joya la loro figlioletta. Si fece forza e scacciò la nostalgia, non era quello il momento da dedicare all’auto compatimento. Scese sul tappetino, si asciugò e si spruzzò il deodo-rante sulle ascelle. Cercando d’ignorare l’insistente malessere, deterse con un lembo del telo lo specchio appannato, mettendo a fuoco l’immagine del suo volto ancora gra-zioso, con le sopracciglia folte che facevano risaltare gli occhi luminosi, dalle lunghe ciglia, che nascondevano le iridi nere. Poi si vestì indossando l’abito che aveva trovato fra gli indumenti usati, messi a disposizione per chi ne aveva bisogno, dalla parrocchia del Carmine. Passare dalla penombra al sole le causò un capogiro e stava ancora male quando arrivò sul marciapiede di corso Italia, tuttavia non salì sull’autobus, doveva risparmiare e di viaggiare a sbafo non era assolutamente capace. Si era imposta di mantenere integra la dignità, per portare almeno quella in dote a sua figlia, quando l’avrebbe finalmente riabbracciata. Si avviò per corso Marconi, attraversò stancamente via Brigate partigiane e salì in corso Aurelio Saffi, ansando, come se invece della breve rampa, stesse scalando il picco dell’Aconcagua. «Que me sucede, Madre de Dios?» Si chiese, mentre si sorreggeva al muretto. Mai si era sentita sfinita a tal punto. Con le lacrime che le lasciavano asciutti gli occhi ma che le inondavano il cuore, si affannò fino a una panchina dei giardini di corso Saffi. Doversi poi alzare le costò fatica e il tragitto lungo corso Quadrio la stremò definitivamente, allora impegnò le residue forze per raggiungere la chiesa nella piazzetta San Giorgio, fece in tempo ad accasciarsi sul banco in fondo alla navata, chiedendo mentalmente perdono al Signore per non essersi genuflessa. Se l’avesse fatto, non sarebbe più riuscita a rialzarsi. «Virgen Santa, tú que eres madre, no me abandones en este momento, te lo ruego, hazlo por mi niña.» Sin-ghiozzò, questa volta con le lacrime che le scendevano veloci lungo il viso cereo. Intan-to pensava che per raggiungere la sua tana, doveva evitare i vicoli poco frequentati do-ve, se avesse perso i sensi, non sarebbe stata certamente soccorsa, anzi. Ed ebbe un brivido di paura, paventando ciò che le sarebbe potuto accadere. Decise allora di cam-minare fra la gente, lungo via Canneto il Curto, via San Lorenzo, via Chiabrera, per approdare finalmente alla topaia di vico chiuso delle Formiche: centottantamila lire il mese per una stanza in subaffitto con uso di cucina e cesso condiviso con altri coinqui-lini. Erano le leggi di un mercato, che una clandestina, doveva accettare per forza. Uscì dalla chiesa e dopo avere percorso poche decine di metri barcollando, capì che non sarebbe stata assolutamente in grado d’arrivare fino a casa. Era madida di sudore fred-do, quando si sedette spossata sui gradini dell’antico palazzo Stella, nell’omonima piaz-zetta. La videro Alcide e Gerri, che immediatamente posarono a terra le quattro tele che trasportavano e la soccorsero, accompagnandola fino alla loro vettura posteggiata nella vicina salita San Giorgio e mentre Alcide faceva manovra, Gerri recuperò i dipinti. «Dove mi portate, señor?» Chiese Maria, continuando a sudare copiosamente. «Al pronto soccorso dell’ospedale Galliera. State molto male signora.» «Per favore, no all’ospedale, señor. Sono solo molto stanca». Lo supplicò. Alcide agì d’istinto e decise di ospitarla nella sua nuova casa di Sampierdarena, essendoci Gerri assieme a lui, giu-dicò che quella appena escogitata era la soluzione migliore. «Ho ricevuto tanti benefici dagli altri, che mi pare giusto cominciare a restituirne una parte». Disse rivolto al nipo-te. Gerri assentì. Conoscendolo si sarebbe meravigliato se lo zio avesse agito diversa-mente.

Marzo 2015

letture

Un’estate fa La storia di noi due

Page 9: Ilcorniglianese Marzo 2015

ilCorniglianese/cultura, arte 9 Marzo 2015

Deaver, Carofiglio e Bianchini Tris d’assi in biblioteca

CENTRO SERVIZI UIL: TRA LE PERSONE, TRA LA GENTE www.uilliguria.it Centro: piazza Colombo 4/6, 4/7, 4/9 Tel. 010/585865 Fax 010/532043 e-mail: [email protected]

Sampierdarena: via Carzino 2/c Tel. 010/6466848 e-mail: [email protected] Sestri Ponente: vico Schiaffino 1/1° Tel. 010/6531222 e-mail: [email protected]

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sioni di invalidità, Cause di servizio e indennizzo, Malattie professionali, Permessi di soggiorno e immigrazione, Infortuni sul lavoro, Disoccupazione e mobilità, Assegni familiari, Assistenza legale medico-legale CAF UIL: pratiche 730, Unico, RED, ICI, ISEE, ISEU, Successioni, Regolarizzazione colf e badanti e altri adempimenti fiscali UIL IMMIGRATI e SOLIDARIETA’: assistenza e consulenza per la permanenza e il lavoro dei migranti; ADA UIL: Associazione per la tutela e i diritti degli anziani; ADOC UIL: consumatori.; UIL TEMP: lavoro atipico; UNIAT UIL: Assistenza e stipula dei contratti di locazione; CONSULENZA LEGALE: gratuita

Il capitano Bertolotti

morì nel ‘15

sui monti veneti

Non è passato tanto tempo da quando, quest’anno, migliaia di persone in tutto il mon-do si sono radunate in piazza, mani alzate, matite tra le dita, per testimoniare il loro dissenso di fronte ai fatti di sangue di rue Nicolas Appert, sede di Charlie Hebdo. Ora, altre mani si non messe all’opera: senza matite, munite di sole tastiere di pc si stanno organizzando per annientare le radici del pensiero estremo che ha armato gli attentato-ri di Parigi. Ma questa volta non ci sarà altro sangue versato perché è una “cyber” rivol-ta ed è capeggiata dal Gruppo di Anonymous. Muniti di una maschera, una voce poco riconoscibile, lanciano messaggi e intenti ben precisi attraverso la rete globale: “L’Isis è un virus”, “Metteremo off line tutti i siti della galassia jidisa“. Ma quali capacità d’intelletto si celano dietro quella maschera nera? Non sono proprio loro quelli che anni fa hanno mandato in tilt il sito della Cia introducendosi nei server governativi mettendoli fuori uso e prelevando documenti riservati? Scenari che si ritenevano im-probabili – come “bucare” un sistema di massima sicurezza governativo – ora sono visibili e pubblicizzati in rete, la notizia “Cia Tango down” ( termine preso in prestito dal gergo militare che identifica un bersaglio nemico eliminato) ha fatto il giro del mondo in poco tempo. Siamo di fronte a un nuovo modello di combattente, uno che viene dal “profondo blu” come viene definito il mondo virtuale nel quale si muovono questi hackers di cui spesso conosciamo poco o nulla ma di cui, se vi piace l’argomento, potete leggere un buon romanzo: lasciatevi guidare dall’immaginazione dello scrittore nordamericano Jeffery Deaver. Deaver, ospite lo scorso dicembre del Courmayeur Noir In Festival dove ha ritirato il premio “Raymond Chandler Award 2014” è conosciuto dai più per aver scritto Il collezionista di ossa, qui, nella quattrocento pagine di Profondo blu ci offre una lettura avvincente. Scritto con un linguaggio alla por-tata di tutti, anche di chi non ha mai visto un cursore verde lampeggiare in alto a sinistra sullo schermo nero di un pc in attesa del “prompt“ di Dos, il romanzo, ambien-tato nella californiana Silicon Valley, si apre con un effe-rato omicidio mentre ci vengono illustrate le insidie in cui possiamo incappare navigando in internet. Ed è così che Deaver riesce a farci sentire a nostra volta in pericolo - anche se siamo seduti comoda-mente in salotto - arricchendo la trama di questo avvincente romanzo che potete trova-re alla Biblioteca Guerrazzi. Protagonista è un giovane hacker, Wyatt Gillette, incarce-rato per aver attentato alla sicurezza dei sistemi informatici del dipartimento della

difesa americano e chiamato a collaborare con la polizia per fermare un hacker pazzo omicida; nasce così un duello informatico tra l’hacker buono e il malvagio "Phate" – soprannome scelto non a caso – offrendo al lettore lo spunto per una riflessione sul “profondo blu” che sembra affascinarci per le infinite sfide di calcoli e strategie. Se vi venisse la curiosità di leggerlo nella splendida cornice di Villa Gentile Bickley sede del-la Biblioteca Guerrazzi, via Cervetto 35, avete la possibilità di chiederlo in prestito. Girovagando tra libri e scaffali non mancate di dare un’occhiata al reparto delle novità, proprio a fianco del bancone del prestito, in bella mostra troverete un bel ventaglio di nuove proposte tra le quali La regola dell’equilibrio, l’ultimo romanzo di Gianrico Carofiglio che qui ci propone l’avvocato Guido Guerrieri alla prese con un caso partico-lare: difendere un giudice da un’accusa di corruzione. “Era forse il dieci di aprile. L’aria era fresca, tersa. Spirava una brezza profumata molto rara in città, il sole e la sua luce si spandevano liquidi su di noi e sulla facciata grigia del tribunale. Carmelo Tancredi e io eravamo vicini all’ingresso, chiacchieravamo” iniziano così le riflessioni di Guerrieri sulla vita nei tribunali, sui giudici e avvocati sulle loro coscienze e sulle leggi”. Nono-stante l’autore si perda in dettagli tecnici allentando un poco la narrazione – alcuni hanno definito il libro più “legal” che thriller proprio per quelle pagine tecniche che descrivono i procedimenti in tribunale – il tutto viene narrato con buon stile, una scrit-tura leggera e fluida in stile “Carofiglio”. Sempre di penna fluida si tratta quando si parla di Luca Bianchini di cui ho trovato in Guerrazzi Ti seguo ogni notte. Romanzo moderno dalla trama intrigante e simpatica rappresenta una lettura di svago, dove il protagonista - Roger Milo-ne, giovane conduttore di Pentola today, contornato da vallette “veline per vera voca-zione” - grazie ad un sonoro rigurgito gassoso di Coca Cola trasmesso durante un fuori onda farà carriera, lasciando la piccola tv locale Tele Nueva per approdare a Real Channel con un programma di successo nazionale. Molto simpatiche le pagine dedicate

al mondo dei giovani: ragazzi in preda al panico per un brufolo improvviso, gite scolastiche e preoccupazioni per capelli ribelli e insensibili alle piastre liscianti (“hai mai visto una top model con i capelli come i miei?”), sms da interpretare come lo è la vita a quell’età dove una bella storia d’amore non può certo mancare a far da cornice rosa al romanzo. Se poi non avete tempo o voglia di recar-vi in biblioteca potete collegarvi al sito del Comune di Genova – Portale delle Biblioteche – che grazie al Servizio bibliotecario urbano offre una panoramica sulle attività della Guerrazzi e di tutte le biblioteche del Genovesato; comodamente da casa potrete sbirciare il catalogo online, troverete senz’altro tra i titoli e autori qualcosa per i vo-stri gusti. Comunque un salto in biblioteca il 30 e 31 mag-

gio fatelo: nelle giornate dedicate alle visite delle ville di Cornigliano poste nel percorso della “Strada a monte” di cui presto sarà reperibile una cartina con le indicazione delle ville aperte al pubblico – le belle sale restaurate di Villa Bickley vi aspettano e grazie alla vostra presenza saranno nuovamente “abitate”. Liliana Gatto

tempo da modello allo splendido Angelo Nocchie-ro: aveva dodici-tredici anni quando fu avvicinato dallo scultore Giovanni Scanzi, che gli chiese di posare proprio per quel monumento. Così la parte oggettiva della storia s'intreccia con le memorie soggettive, sull'onda dei racconti fatti all'autrice bambina dalla mamma Angela, figlia di quell'Antonio Dellepiane, effigiato da fanciullo nel monumento di cui sopra. Il libro è stato pre-sentato in anteprima al Museo della Carta di Ac-quasanta, nell'ambito dell’ultimo Festival dell'Ec-cellenza al Femminile, e successivamente presso il Museo navale di Pegli, riscuotendo sempre grande successo. Anche a Sestri, come nelle altre sedi, l'autrice si è prestata a recitare in genovese il “Monologo di Caterina Campodonico”, scritto da lei e inserito nel libro con relativa traduzione ita-liana, già rappresentato dalla stessa alcuni anni or sono per Lunaria Teatro. Di rilievo la figura di Caterina che vendeva nelle

sagre nei dintorni di Genova reste di nocciole, canestrelli ed altri dolcetti da lei prepa-rati. emmegi

È in libreria “Caterina e l'Angelo: il volto popolare e l'anima nobile del Cimitero di Staglieno”, recentemente uscito per Erga Edizioni, autrice Rita Nello Marchetti. Il libro tratta del Cimitero monumentale di Staglieno, soffermandosi in particolare su due dei monumenti più significativi: quello di Caterina Campodonico, la venditrice di nocciole, opera notissima di Lorenzo Orengo, e la tomba Carpaneto, detta l'Angelo Nocchiero, che raffigura un bellissimo angelo in atto di ammainare le vele, una volta raggiunto l'ultimo approdo. L'una, con il suo pronunciato realismo, rappresenta il volto popolare di Genova, l'altro l'aspetto nobile della città, grazie al suo simbolismo e alla spiritualità che emana dalla figura dell'Angelo, tanto lodata dalla principessa Sissi in visita a Staglieno a fine '800. Le due opere vengono esaminate e messe a confronto nel testo, a beneficio dei cittadini genovesi che amano l'arte e dei molti turisti, soprattutto stranieri, che visitano questo Cimitero monumentale, uno dei più belli del mondo, sia dal punto di vista paesaggisti-co, sia sotto il profilo storico-artistico. Per questo il testo reca per ogni capitolo una sintetica traduzione in inglese. Ma, accanto al valore storico e documentaristico, il li-bro, scritto con scioltezza e riccamente illustrato con foto d'epoca e istantanee di oggi, ha il pregio di introdurre alcune impressioni personali dell'autrice, attraverso la rievo-cazione di vicende familiari legate a Staglieno. Il nonno materno, infatti, fece a suo

A causa di un errore nell’ultimo passaggio tipografico del numero scorso, l’articolo sul Foscolo a Cornigliano pubblicato a pag. 18, è apparso sprovvisto di firma. L’autrice era Rita Nello Marchetti, mentre l’autore dell’illustrazione era Adriano San-na. Ndr.

“Caterina e l’Angelo”, in un libro il mondo incantato di Staglieno

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paroliamo

ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi Marzo 2015 10

Le carni degli animali desti-nate al consumo, vengono normalmente identificate in sezioni denominate mezzene destra o sinistra. Queste vengono ulteriormen-te suddivise nei quarti ante-riori e posteriori. Ma oltre a questo classico frazionamen-to, vi sono alcune parti che compongono il cosiddetto “quinto quarto” più comune-mente noto con l’impropria denominazione di “frattaglie” anche se non composto solo da esse. Esistono due tipologie di que-sta porzione ovvero il quinto quarto industriale, non desti-nato al consumo e composto dalle unghie, le corna, la pel-le, schegge di ossa, cartilagi-ne, sangue e altro. Il quinto quarto alimentare viene ulteriormente suddiviso in due categorie le parti rosse composte da cuore, polmoni, fegato, milza, rognoni o reni, e lingua. Alcuni raramente vi

comprendono anche la coda. Le parti bianche sono la testa, le trippe formate da stomaco e generalmente solo la parte superiore dell’intestino, le animelle ovvero le ghiandole salivari ed il pancreas, la co-ratella, i nervetti, i piedi e i testicoli. Anche midollo spi-nale e cervello fanno parte delle frattaglie bianche, ma per queste e altre frattaglie sono state adottate importan-ti limitazioni precauzionali nella vendita distribuzione e c o n s u m o a s e g u i t o dell’avvento della Bse più no-to come “mucca pazza”. Non sono difatti più reperibili alcune parte e, ad esempio, il cervello degli animali con più di due anni non è comunque commerciabile. E’ consuetu-dine consumare o preparare per l’uso le frattaglie quando sono freschissime perché ov-viamente hanno un degrado più rapido di altre parti dovu-to alla alta concentrazione di microorganismi presente. Queste carni sono molto ric-che di proteine ad alto valore biologico, ma alcune parti hanno anche una elevata fra-zione di grassi e colesterolo. Il segreto per il consumo lo si ritrova nelle ricette tipiche regionali nate come piatti del-la classe lavoratrice per il prezzo accessibile della mate-

ria prima. Oggi alcune di que-ste ricette sono piatti di riferi-mento della cucina territoria-le. In Liguria è diffuso il bian-co e nero di agnello, in altre regioni possiamo ricordare la lingua salmistrata, la coda alla vaccinara, i fegatini nella rete o la più classica insalata di nervetti. Ma un posto d’onore va sicuramente la-sciato alle trippe, diffuse in praticamente tutte le regioni d’Italia e cuci-nate nelle ma-niere più varie in bianco, al forno e natu-ralmente alla Ligure acco-modate con le imma nca bil i olive taggia-sche e i pinoli rigorosamente italiani. Per la ricchezza degli ingredienti e dei condimenti queste ricette, accompagnate da pane rusti-c o per l ’ imma nc a bi l e “scarpetta” costituivano ap-punto un piatto unico desti-nato ai lavoratori. Immanca-bile era l’accompagnamento con acqua di fonte e vino ros-so del luogo per fornire un giusto apporto di calorie utile alla ripresa del lavoro e ad alleviare le fatiche. Ripropo-

nendo alcuni di questi piatti, magari cucinato in pentole di terracotta e con lenta cottura, si possono ritrovare i sapori dei tempi perduti, ricordan-doci naturalmente un consu-mo consapevole. Dalla nasci-ta delle ricette originali i tem-pi sono cambiati e la tecnolo-gia aiuta molto la fatica dei lavoratori, quindi occorre tenere presente che il consu-mo calorico pro capite è mol-

to diminuito. Una giusta por-zione, accompagnata da un solo bicchiere di vino può quindi rappresentare il giusto equilibrio per un pasto, i cui sapori rustici oggi sono ap-prezzati anche in particolari occasioni di promozione ter-ritoriale perché il cibo è, ap-punto, da esso che proviene ed è la migliore fotografia che lo rappresenta.

Il quinto quarto, il taglio nobile. Per la plebe

Riccardo Collu

Il tempo che ha fatto

MARZO 2015

Giorni di pioggia : 10 Giorni di sereno : 9

Temperatura minima : 3,9°C Temperatura massima : 9,1°C

La Primavera 2015 sarà nel comples-so fresca con una piovosità maggiore

su area alpina, Nord Est e regioni centro meridionali. La prima parte

sarà condizionata dall'alta pressione sull'Europa centro occidentale. In tal

frangente si aspetta un clima più secco e relativamente tranquillo al

Nord e su medio alto Tirreno; il Sud e le Adriatiche invece risulteranno

influenzate da venti freddi dai Balca-ni. Nella seconda parte è invece atte-so un cambio scenario; l'alta pressio-ne sull'Europa centrale si metterà da parte e si aprirà un canale di bassa

pressione dal Nord Atlantico verso il Mediterraneo. Le perturbazioni, sep-pure veloci, saranno più frequenti e

seguite da masse d'aria fresca oceani-ca. La piovosità sarà in aumento e si

avranno episodi temporaleschi.

Aprile

L'alta pressione dovrebbe essere presente in una prima fase stante il

rinforzo del vortice polare con il ritor-no, a strappi, delle correnti

atlantiche ; questo sarebbe permesso dall'arretramento dell'alta pressione in Oceano e che farebbe da scivolo all'inserimento delle perturbazioni

dirette verso il Mediterraneo.

Il particolare a Genova Cornigliano avremo un aprile mediamente piovo-

so e fresco con veloci ma frequenti visite di perturbazioni di origine at-lantica con aria umida ed instabile, non si escludono temporali dovuti allo scontro tra masse di aria diffe-

rente, fresca e asciutta contro umida e più mite ed in sostanza avremo il

consueto passaggio dall’inverno verso la Primavera che ci auguriamo

sia una stagione che rispetti la sua naturale andatura.

A cura di Nicolò Scibetta www.meteoligure.it

dati rilevati a Cornigliano dal 1/3 al 31/3

1 11 21

2 12 22

3 13 23

4 14 24

5 15 25

6 16 26

7 17 27

8 18 28

9 19

10 20

3

Come si gioca? Il principio è quello del vecchio paroliere: vi propongo quattro griglie con tante lettere disposte in modo casuale. Si tratta di trovare il maggior numero di parole tra 16 lettere disposte a quadrato (4 per lato). Le regole principali per formare le parole sono: si può passare una sola volta su ogni lettera; in ogni parola due lettere successive devono essere disposte orizzontalmente, vertical-mente o diagonalmente. Sono valide tutte le parole di senso compiuto normalmente reperibili su un dizionario (i verbi valgono solo all'infinito e al participio passato). Non sono valide: le forme verbali coniugate (a parte infinito e participio passato); le sigle; le forme tronche; i nomi propri. Se una paro-la valida viene trovata più di una volta nella scacchiera, essa sarà conteggiata una sola volta; parole che differiscono per l'accento conteranno una sola volta. (G. Pallotti)

I T U M

I N O E

A C C E

R P A D

T C I O

O N T M

R A I N

R S I R

T E R E

V T A E

I B O C

D A R N

T E V U

A R A R

N E C S

F P E O

Page 11: Ilcorniglianese Marzo 2015

Villa Duchessa di Galliera Residenza Sanitaria Assistenziale e Centro Diurno

la ASL 3 partecipa alle spese della famiglia

Via Nino Cervetto 38 B

16152 Genova Cornigliano – Parco del Calasanzio

Tel. 010 6041550 - 010/6040149 – Fax 010/6012188

[email protected] - www.villaduchessa.it

ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi Marzo 2015 11

Tanto per sparlare: pettegolezzi, malelingue, dicerie Purché si sappia in giro di Astri Lidia Frascio

Carissimi lettori, volevo un po' chiacchierare e chiedervi un parere su un problemino che ha molta importanza, proprio perché subdolo ed insinuante: il pettegolezzo, la malalingua. Onestamente nella mia dabbenaggine,

anche per un tipo di educazione calun-niosa che attribuiva alle femmine tutti i peggiori difetti, pensavo che fosse cosa da donne, anzi donnicciole sfac-cendate, ed invece... Quest'arma letale ho scoperto che viene usata a mo' di

spadaccini anche dagli uomini, occu-pati in cose estremamente serie, che quando hai bisogno di qualcosa hanno sempre da lavorare, mentre tu... tutto il giorno, al massimo puoi disturbarli per portar loro il caffè caldo. Già gli uomini, proprio così: hanno incomin-ciato fin dai tempi di Adamo ed Eva a dar sempre addosso alle donne, come

se a morsicar la mela non avesse fatto piacere anche a loro, oserei dire molto piacere, facile discolparsi dicendo: "È colpa sua, è stata lei ad iniziare...". Tra le altre cose ho letto da qualche parte (in vita mia ho letto troppo, per questo i pensieri mi si affollano nella

mente a ritmo di valzer) che il senso di colpa, inculcato nel prossimo, è un potentissimo stru-mento di potere: è un modo per impe-dire che la gente si difenda e reagisca ai soprusi, alias: è col-pa mia, mi merito quello che subisco. Frottole, giuggiole, insieme alla sensa-zione di inadegua-tezza rendono man-sueti e docili, alias: in fondo non valgo

nulla, non concludo niente di buono, allora posso tranquillamente essere sottomesso. Torniamo a noi carissimi, in una versione dal latino (di che auto-re?) mille anni fa avevo tradotto che se si incontrano Tizia, Caia e Sempronia

in un crocevia, que-ste cominciano a spettegolare, ma se una delle tre si allon-tana, metti Sempro-nia, subito Tizia e Caia sparlano di lei, incominciando da come si veste, per finire da cosa porta in testa a mo' di cer-vo. Niente di più vero, ho fatto la pro-va ed è proprio così, perciò, quando vo-glio che una notizia si diffonda, la comu-

nico ad arte ad una conoscente, pre-gandola di non dirla a nessuno, sapen-do benissimo che di bocca, in bocca, lo saprà tutta Genova, con le opportune deformazioni del caso. Faccio degli esempi: 1. Giuseppe ha preso la carta, diventa: Giuseppe è preso da Marta, poi: Giu-seppe se la fa con Marta (che pure è

sposata, che indecenza!)

2. Marisa è andata a Parigi, si trasfor-ma in: Marisa è andata con Gigi, infi-ne: Marisa se la fa con Gigi (che è mol-to più giovane, Marisa alla sua età non si vergogna?)

3. Pina va in giro con Annalisa, di boc-ca in bocca: Pina esce con la maglia lisa, conclusione: Lisa è una sciattona (dovrebbe cambiare maglia) Alle medie imparavo calligrafia e l'in-segnante mi aveva fatto scrivere con il pennino e l'inchiostro di china, in ca-ratteri gotici, non so quante volte, non ricordo se per punizione, perché avevo una pessima grafia, un monito attri-buito a Mazzini, che diceva più o meno così: "Non parlare di te stesso, parla poco degli altri, molto delle cose". E va beh, allora ragazzi, che tempo fa? Oggi è un po' nuvoloso. Veramente sono dell'opinione contra-ria: si parli pure di me, basta che se ne parli e a parlare del tempo, lasciamo quelli che non hanno nulla da dire. La cara amica prof. Lorenza mi ha rac-contato una fiaba, da lei letta alle medie, di Andersen intitola-ta: Vero, verissimo. Il succo è questo: a una gallina bianca, rispettabil iss ima, mentre si ripuliva col becco, si staccò una piccola piuma. Essa scherzosa-mente disse: "Più mi becco, e più bella divento." Le galline nel pollaio erano una accanto all'altra, poiché era buio, ma la vicina non dormiva, udiva e non poté fare a meno di ripeterlo a modo suo alla gallina a fianco, dicendo che quella si strappava le penne per appa-rire più bella. La civetta che abitava con la famiglia sopra il pollaio, udì quello che la comare gallina aveva det-to e commentò che tra le galline una svergognata si toglieva tutte le penne per parere più bella. Questo arrivò all'orecchio anche del gufo e ad altre due civette che passarono la voce an-che ai piccioni dicendo: "Una gallina si è strappata tutte le penne per amore

del gallo. E' tutta gelata: morirà". I piccioni passarono la notizia al gallo nella versione che le galline morenti erano due. Il gallo annunciò che le galline erano tre. I pipistrelli strillaro-no che bisognava spargere la notizia, che passò da pollaio in pollaio secondo la quale ormai le galline spennate era-no cinque e, per dimostrare il loro a-more per il gallo, si erano pure beccate a sangue ed erano morte. La gallina bianca alla quale era caduta la piuma, quando le arrivò la storia, non la rico-nobbe e ne fu indignata, giudicando spregevoli quelle presunte galline e commentando che bisognava diffon-

derlo sui giornali a pubblico ludibrio. Non è però che per i galli vada molto meglio, mettetene due o tre insieme e inevitabilmente non faranno altro che beccarsi, sparlarsi e strapparsi le piu-me fino all'ultimo chicchiricchì. E' difficile riconoscere il valore degli altri, se non con malcelato malumore, e purtroppo spesso al mondo tre sono i motori: i soldi, il sesso e, non ultima, la vanagloria. In fondo il pettegolezzo, che spesso sconfina nella maldicenza, è un modo per sminuire il prossimo, per cercare di sentirsi superiori e con-vogliare la propria aggressività e mal-contento.

Disegni dell’autrice

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12 ilCorniglianese/rubriche Marzo 2015

Nel nome della legge

Salute: le fibre nella dieta

Sono molte le ricerche che attestano i benefici effetti per l'organismo di un corretto uso di fibre. L’insufficiente ap-porto di fibre aumenta il rischio di iper-tensione, iperlipidemia, diabete e sin-drome metabolica. L'introduzione di fibre, peraltro, produ-ce benefici effetti sulle persone soggette

a sindrome dell'intestino irritabile e agendo sul senso di fame, limita la propensione all'obesità. Ma cosa sono le fibre? Sono di due tipi: viscose e non viscose. Le viscose, una volta ingerite in pre-senza di acqua nel nostro intestino, si rigonfiano aumentando molto il loro volume iniziale. Que-ste fibre sono contenute principalmente nella frutta, in alcuni legumi, nelle verdure e nei fioc-chi d'avena. Purtroppo la sensibilità su questo tema non è ancora molto sviluppata e l'invito a consumare maggiore frutta e verdura è insufficiente. Peraltro sono presenti in commercio nelle farma-cie tanti integratori alimentari a base di fibre

che, come detto precedentemente, hanno carat-teristiche diverse in base alle varie esigenze. Sono dunque utili per favorire la regolarità inte-stinale in modo naturale; facilitare il metaboli-smo dei lipidi; modulano l'assorbimento dei nu-trienti in quanto catturano alcuni tipi di zuccheri nello stomaco, rilasciandolo nel corpo lentamen-te, evitando così picchi glicemici; favoriscono un'azione lenitiva del sistema digerente . Bisogna sapere, comunque, che secondo le linee guida internazionali è necessario un apporto di fibre di circa 25 grammi mentre in Italia la media è di 16 grammi. Quindi: aggiungiamo fibre alla nostra dieta. Jose Cuffaro, farmacista

Caro Avvocato, sono proprietario di una au-tovettura di grossa cilindrata che è mia inten-zione vendere per acquistarne una nuova, più piccola e con minori costi di gestione. Poiché la mia attuale auto vale di più dell’utilitaria

che intendo acquistare, ho deciso di vendere separatamente la prima vettura per acquistare, quindi, la seconda. Si è recente-mente presentata l’occasione di vendere l’auto di grossa cilindra-ta di mia proprietà ad una società specializzata che mi ha formu-lato una offerta, da me ritenuta congrua e che ho accettato dan-done comunicazione. Quando però, due giorni dopo, mi sono recato presso l’agenzia incaricata dall’acquirente per firmare il ‘trapasso’ mi è stato comunicato che non se ne faceva più nulla. Nel frattempo però mi ero già impegnato con la concessionaria presso cui ho prenotato la nuova auto che, ora che la nuova mac-china sta per arrivare, mi richiede di saldare il prezzo. Cosa pos-

so fare per tutelarmi? G. G. Caro Signore, Le sue doglianze sono senz’altro fondate. Le parti di un contratto sono tenute, sempre, ad agire seguendo i canoni di correttezza e buona fede. Tali regole di condotta valgono sempre: prima, quando le parti stanno ancora trattando; durante, quando le parti concludono il contratto; dopo, nella fase di esecuzione. Tale principio è sancito dal Legislatore all’art. 1375 c.c., espressione, in ambito contrattuale, del più generale principio di cui all’art. 1175 c.c., valevole per ogni rapporto obbligatorio, secondo cui il debitore ed il creditore devono comportarsi secondo le regole della correttezza. Ciò doverosamente premesso, il comportamen-to della sua controparte che, formulata una proposta da Lei ac-cettata, successivamente rifiuta di adempiere ed anzi dichiara di voler recedere senza alcun valido motivo, è senz’altro una con-dotta contraria ai canoni di correttezza e buona fede a cui ho fatto cenno. Ciò la legittima ad agire in giudizio. Occorre a que-sto punto, valutate le circostanze sulla base dei dati probatori in suo possesso, verificare se la condotta avversaria, che è senz’altro illecita, configuri un inadempimento contrattuale o sia da collocare nell’ambito extracontrattuale, meglio, precontrat-tuale. La questione non è di poco conto perché qualificare come contrattuale la responsabilità della controparte comporta, a cari-co dell’inadempiente, l’obbligo di procedere al risarcimento sia del danno emergente che del lucro cessante, inoltre, sotto il pro-filo probatorio, è sufficiente che Lei dimostri l’inadempimento di controparte. Nel caso invece in cui il contratto non fosse ancora concluso, la condotta, consistente in un recesso ingiustificato dalle trattative, configura una responsabilità precontrattuale: il danno risarcibile sarebbe solo il danno emergente chee Lei a-vrebbe l’onere di provare. Trattasi, all’evidenza di un onere pro-batorio ben più gravoso. Ai sensi dell’art. 1376 c.c. nei contratti che hanno per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa determinata, come nel suo caso l’autovettura, la proprietà si trasmette per effetto del consenso delle parti legittima ente ma-nifestato. Nel suo caso quindi il contratto si è concluso quando Lei ha comunicato al proponente l’accettazione. Il successivo adempimento, vale a dire la sottoscrizione debitamente autenti-cata sul certificato di proprietà dell’autoveicolo al fine del ‘trapasso’ è un elemento estraneo al sinallagma contrattuale, funzionale unicamente all’adempimento degli oneri pubblicitari presso Pubblico Registro Automobilistico. Controparte si è resa inadempiente ad un contratto già perfezionatosi: trattasi di re-sponsabilità contrattuale.

Matteo Savio, avvocato

Condominio Tabelle millesimali

Le tabelle dei millesimi sono il fulcro della vita condominiale però, non signi-fica che bisogna saltare alla conclusione

diametralmente opposta, per la quale senza le tabelle dei millesimi si blocca la vita del condomi-nio, così come la presenza delle tabelle non risol-ve tutte le questioni, poiché possono verificarsi casi particolari anomali che prevedono la creazio-ne di tabelle apposite e specifiche. Le tabelle millesimali costituiscono una sorta di statuto della collettività condominiale, fonte di diritti ed obblighi per i singoli condomini, i quali in base al principio dell'autonomia contrattuale, trattandosi di materia disponibile, possono fissa-re i criteri di ripartizione delle spese comuni an-che diversi da quelli legali, prevedendo ad esem-pio un concorso paritario ovvero l'esenzione di alcuni condomini (cd. regolamento contrattuale). Quantunque sia detto diversamente dalla norma citata, le tabelle millesimali possono esistere indi-pendentemente dal regolamento condominiale. La loro allegazione rappresenta un fatto mera-mente formale che non muta la natura di entram-bi gli atti. Ed infatti i condomini, anche in mancanza del regolamento, sono liberi di accordarsi tra loro ai fini della ripartizione di tutte o alcune delle spese comuni. È comunque necessario che venga rispettata la quota posta a carico di ciascuno in proporzione al valore della rispettiva proprietà esclusiva (Cassazione n. 3245/2009 ). Con la riforma del condominio l'art. 69 disp. att. c. c. ha previsto che "I valori proporzionali delle singole unità immobiliari espressi nella tabella millesimale possono essere rettificati o modifica-ti all'unanimità. Tali valori possono essere retti-ficati o modificati, anche nell'interesse di un solo condomino, con la maggioranza prevista dall'articolo 1136, secondo comma, del codice, nei seguenti casi: 1) quando risulta che sono conseguenza di un errore; 2) quando, per le mu-tate condizioni di una parte dell'edificio, in con-seguenza di sopraelevazione, di incremento di superfici o di incremento o diminuzione delle unità immobiliari, è alterato per più di un quinto il valore proporzionale dell'unità immobiliare anche di un solo condomino. In tal caso il relati-vo costo è sostenuto da chi ha dato luogo alla variazione"

Andrea Scibetta

Agente immobiliare Amministratore condominiale

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13 Marzo 2015 ilCorniglianese/rubriche

Amici animali

La cucina di “Nonna Papera” (Leda Buti) Pasqua con la pasta di Sophia

Colomba di Nonna Papera La soddisfazione di farla in casa

Per la pasta alla Sophia, per 6 persone: 250 g fari-na 00, 100 g burro freddo a pezzetti, acqua ghiac-ciata, sale, 6 uova, olive verdi snocciolate, 1 moz-

zarella, 50 g parmigiano, qual-che pomodorino, 50 g panna da cucina, pepe, 10 g pinoli, carta da forno. Esecuzione: tirare l’impasto con farina, burro, sale, acqua ghiacciata, deve risultare un impasto morbido; prendere una teglia, foderarla con carta da forno (bagnata e strizzata); stendere la pasta foderando tutto il tegame con un rialzo tutt’attorno di un centimetro,

bollire 3 uova sode, le altre sbatterle con sale, pe-pe, parmigiano e panna da cucina. Prendere le olive e tagliarle ad anelli, la mozzarella a pezzetti, pelare le uova sode intere, tagliarle a metà per l’altezza, sul piano della torta dividere le sei parti di calotte bianche, sotto ognuna mettere qualche dado di mozzarella, e due o tre anelli di olive, co-prire e sopra ad ogni cupola infilzare due o tre pi-noli e infilare qualche anello di olive, versare su tutta la base della torta lo sbattuto di uova; distri-buire i pomodorini tagliati a metà, spargere la ri-manente mozzarella, i rossi d’uovo sbriciolati e tutto quello che rimane. Realizzare tutt’attorno il bordino schiacciandolo (poco) con una forchetta, infornare a 180° per 40-45 minuti, metterla al centro tavola con delle uova dipinte attorno.

Ingredienti: 500 g. di farina, 150 g. di burro, 300 g. zucchero, 3 uova, 100 g. di mandorle pelate, 100 g. zucchero in granella, acqua di fior d’arancio, un bicchiere di latte, mezza bustina di lievito vani-gliato, 2 bustine di vanillina, 100 g. di arancio candito, sale, zucchero vanigliato. Procedimento: sbattere i tuorli con lo zucchero, mescolare la fari-na (sempre setacciata), il burro sciolto e il latte, l’acqua di fior d’arancio, metà delle mandorle, la

vanillina, il lievito e i bianchi mon-tati a neve ( l’impasto deve risulta-re morbido). Versare negli stampi adat-ti, ( li vendo-no alla Botte-ga della car-

ta), livellare per metà stampo, quindi mettere so-pra le rimanenti mandorle e la granella di zucche-ro. Infornare per 35-40 minuti a 170° (a seconda del forno). Quando è fredda spargere lo zucchero a velo vanigliato sopra ogni colomba. E buona Pasqua a tutti!

Beauty, l’incredibile limone

La gallina da compagnia

La tendenza di tenere una o due galline in terrazzo sta spopolando nelle città del mondo occidentale. Partita come una moda, questo fenomeno si sta allargando a macchia d'olio fra la popolazione urbana che dispone di un giardino o un terrazzo adeguato. Non solo si tratta di una moda ma anche di dare un messaggio sociale in riferimento al be-nessere animale ed un impulso alla vita sana e sostenibile. Molte persone optano per questa scel-ta per rinunciare all'acquisto delle uova prodotte industrialmente da galline in gabbie a batteria, dopo la diffusione dei video dove si assiste al mo-do osceno con cui vengono trattati questi poveri bipedi. Non si tratta pertanto solo del risparmio sull'acquisto delle uova, bensì di un life style alter-nativo, di tendenza che produce un benessere alla gallina e che questa ci restituisce attraverso la sua gradevole compagnia e delle uova fresche e sane ogni mattina. Esistono anche altri vantaggi a tene-re una gallina come animale da compagnia in quanto, come animale pacifico, socievole e tranquillo, può essere di uno metodo educativo e di responsabilizzazione dei più piccoli a chi si può affidare la cura di questo simpatico pennuto. Una gallina in casa vi permetterà ridurre notevol-

mente la quantità di alimenti che vengono sprecati durante l'anno e gran parte dei rifiuti organici prodotti in cucina; infatti la dieta delle galline, oltre al mangime (biologico) che si può acquistare comodamente anche online, verrà integrata con gli avanzi di cucina (pasta, insalata, pane secco, etc.) che altrimenti verrebbero gettati nella spazzatura. Come abbiamo detto i vantaggi sono moltissimi, comunque va allestita una zona per tenere la galli-na (o le galline) che deve essere preferibilmente all'aperto (giardino o terrazza) o in un ambiente ventilato. La scelta ottimale consiste nella sistema-zione di un pollaio con recinto in giardino anche se esistono soluzioni per allestire un ricovero per galline in terrazza. Il principale e quasi unico in-conveniente di tenere le galline è mantenere pulita la zona (dagli escrementi e da qualche piuma), che comunque è un problema comune per la maggior parte dei pet. Il terrazzo può essere mantenuto pulito utilizzando un pollaio con recinto con pareti laterali rialzate e ricoprendo il fondo con un telo impermeabile ed applicando una lettiera di sega-tura di 1-2 cm che contribuirà a mantenere pulito ed asciutto il suolo ed assorbire i cattivi odori. Periodicamente può essere fatta una pulizia delle mangiatoie, pollaio e sarà raccolta e sostituita la lettiera di segatura in modo di mantenere la zona pulita ed in ordine. Non dimenticate di consultare eventuali normative locali o condominiali per te-nere volatili da cortile in casa. R. M.

Le proprietà e i benefici del limone lo rendono adatto a una infinità di utilizzi. Grazie alle sue svariate proprietà, viene largamente utilizzato a scopi terapeutici le cui proprietà sono date principalmente dall’acido citrico, limonene, pinene, vitamina C, vitamina A, B, PP, fosforo, cal-cio, rame, manganese e zuccheri. L’alto contenuto di vitamina C confe-risce al limone ottime proprietà antiossidanti, svolgendo un’importante azione contro i radicali liberi, gode proprietà antiscor-butiche ed è un eccezionale rimedio nelle manifestazioni emorragiche dovute ad avitaminosi (carenza di vitamine). Ha proprietà depurative e disintossicanti e l’assunzione del succo di mezzo limone al mattino a digiuno ha effetti riequilibranti per l’intestino. L’acidità del limone inoltre facilita la formazione di carbonato di potassio, utile contro l’acidità gastrica. Aiuta contro l’arteriosclerosi, ipercolesterolemia e abbassa il livello degli acidi urici. Vanta proprietà antibatteriche e antimicrobiche, utile per disinfettare e curare le affezioni della pelle. Infine è bene ricordare che il consumo regolare di limone svolge un’azione preventiva contro i tumori, in particolare al fegato, pancreas, stomaco e intestino. Solitamente si pensa che possa causare acidità gastrica e irritazione allo stomaco. In realtà il succo del limone nel nostro organismo porta alla formazione di carbonati alcalini, avendo quindi un effetto benefico contro l’acidità gastrica, quindi non presenta particolari controindicazioni e può essere assunto anche dai bambini o donne in gravidanza. Evitare di aggiungere il succo di limone in acqua bollente: la vitamina C è termolabile, si rischierebbe quindi di compro-mettere le proprietà del limone. Curiosità: il limone è l’agrume che vanta il più vasto impiego terapeutico. I greci lo importavano dall’Asia e lo utilizzavano per profumare gli abiti e preservarli dalle tarme. All’epoca dei romani invece il limone veniva utilizzato dagli imperatori che erano già a conoscenza delle sue proprietà antivenefiche. Si narra

che Nerone, vivendo nella paura di essere avvelenato, ne faces-se un largo utilizzo. Ecco come sfruttarne i benefici effetti in alcune semplici “ricette di bellezza” da preparare como-damente a casa pro-pria. I risultati vi s o r p r e n d e r a n n o . Bastano il succo di u n l i m o n e , un vasetto di yogurt bianco e un olio

essenziale, come quello di lavanda, per creare un ottimo detergente per il viso. Massaggiate questa soluzione sulla pelle, lasciatela in posa per circa 10 minuti e poi risciacquate: avrete un viso più pulito e luminoso. Applicate poche gocce di limone sulle labbra prima di andare a dormi-re e vi ritroverete al mattino, dopo un normale risciacquo, con labbra morbide e setose, pronte ad accogliere il trucco di tutti i giorni. Il limo-ne è un’ottima alternativa naturale per purificare i po-ri combattendo punti neri e acne. Aggiungete un cucchiaino di miele al succo di un mezzo limone. Mescolate con cura e applicate la maschera sul viso, direttamente sui punti critici, lasciando agire per circa 15 mi-nuti. L’acido citrico e la vitamina C contenuti nel limone hanno un potere schiarente e illuminante, particolarmente efficace contro lentiggini e macchie dovute all’età o all’esposizione al sole. Sciogliete un pizzico di zucchero in 2 cucchiai di succo di limone e applicate la lozione ogni giorno sul viso, aiutandovi con un batuffolo di cotone. Le antiestetiche macchie inizieranno a sbiadire in poche settimane. Il potere sbiancante di questo frutto giallo può illuminare anche il vo-stro sorriso. Mescolate il bicarbonato e il succo del limone e applicatelo sui denti con un cotton fioc. Lasciate agire per non più di un minuto e strofinate delicatamente con uno spazzolino da denti. Per rafforzare e accelerare la crescita delle unghie, immergetele in una soluzione di olio d’oliva e succo di limone per 10 minuti circa, poi risciacquare bene con acqua tiepida. Il limone aiuta anche ad ammorbidire le cuticole e ad eliminare residui di smalto e aloni gialli provocati dal fumo. Create una maschera naturale unendo il succo di un limone, olio d’oliva, olio di cocco e miele e applicatela sui capelli ancora asciutti. Lasciate in posa 10 minuti e procedete con lo shampoo. L’impacco done-rà luminosità e morbidezza ai vostri capelli. Il limone è anche un effica-ce rimedio contro le occhiaie. Applicate sugli occhi (ovviamente chiusi) due fettine di limone, lasciandole in posa per circa 20 minuti. Poi sciacquate delicatamente gli occhi con acqua fredda.

Rita Moccia

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14 ilCorniglianese/associazionismo ed aziende Marzo 2015

ASD Polisportiva Cornigliano Futura Affiliata UISP- CONI

Per una buona forma psicofisica a tutte l’età Nuovo impianto Via Cornigliano 43

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Cafè Alzheimer eccellenza del quartiere Gestito dall'Afma Onlus (Associazione famiglie malati di Alzheimer) a Cornigliano c’è un "Cafè Alzheimer" (Le Panchine nel parco), uno spazio gratuito e informale dove si svolgono incontri e momenti di convivialità in un'atmo-sfera accogliente e rilassata. Gli ospiti sono seguiti princi-palmente da volontari e da operatori specializzati del Co-mune di Genova. Le attività sono mirate a preservare e stimolare le capacità residue di concentrazione e manuali-tà. Molte sono le attività svolte come laboratori di musico-terapia, giardinaggio, modellatura di materiali vari, gin-nastica dolce, karaoke, pet therapy. La maggior parte dei

corniglianesi ci conosce e alcuni di loro ci aiutano già dal novembre del 2008 presso il nostro Cafè nei giardini di villa Bickley, sede della civica biblioteca. L'Afma e i suoi volontari sono un'eccellenza del quartiere a disposizione di tutti per un aiuto a coloro che ne hanno realmente bi-

sogno. L’atmosfera che regna durante le attività al Cafè è serena, gioiosa, amichevole e coinvolge ospiti e familiari attraverso lo svolgimento di feste, giochi e attività varie in uno spazio che, purtroppo, comincia ad essere insufficien-te. In Italia infatti le persone con Alzheimer o demenze senili erano circa 600.000 nel 2013, il 4,3% tra le persone con più di 65 anni. Tra il 2005, anno della precedente ricerca Istat, e il 2013 si è registrato un aumento del 50% di questo tipo di patologie. L'allungamento della du-rata di vita certamente incide sull'aumento del numero

La prevenzione vien ballando Nasce così, quasi per gioco, da un'idea di tre amici con la passione del ballo, la "Clave salsera". All'inizio ospiti dell'Auser di viale Narisano poi, tutti i lunedì sera da cir-ca un anno, dell'Arci Rizzolio che li accoglie tutt'ora per lezioni di salsa e bachata. Dalla semplice idea di trascor-rere qualche ora del proprio tempo libero insieme tra amici nasce un vero e proprio affiatato gruppo di persone che si diverte e cerca di lasciare a casa così per qualche ora i propri problemi. Oggi il gruppo è formato da oltre trenta ballerini ed è in continua crescita. Sono tutte per-sone veramente "speciali" e lo dimostra il fatto che anche quest'anno, domenica 15 marzo, abbiano volontariamen-te voluto partecipare con una "rueda" alla manifestazione benefica "La prevenzione vien ballando" organizzata dal-la Erika di "Mi Vida Latina" e la "Lilt" (Lega italiana lotta tumori) svoltasi presso il palasport di Varazze. A tutti loro va il personale ringraziamento di chi scrive e quello dell'Arci Rizzolio. Giovanna Pellizzi

dei casi di quelle patologie come l'Alzheimer che colpi-scono soprattutto gli anziani. Una sfida che i volontari delle "Panchine nel parco" hanno raccolto da tempo. Chi vuole può contattare il centro al numero di cell. 3456023325. oerre

Pro Loco Cornigliano

Assemblea dei soci

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15 ilCorniglianese/eventi e tempo libero Marzo 2015

Concerto per coro e orchestra: “Stabat mater” organizzato dal Coro polifonico San Giacomo e dalla parrocchia San Giacomo apostolo di Cornigliano. Il programma, partico-larmente ambizioso, ha toccato tutte le tappe fondamentali della nostra cristianità: nascita, passione, morte e resurre-zione del Signore sono stati narrati attraverso importanti pagine di musica scritte da celeberrimi autori quali Bach, Pergolesi (del quale è stato eseguito l’intero “Stabat mater” per orchestra d’archi, basso continuo e due voci soliste), da Palestrina, Mozart e Vivaldi. L’evento ha avuto luogo il 28 marzo nella chiesa di San Giacomo a Cornigliano. La manifestazione, finanziata inte-ramente grazie a offerte dei parrocchiani, esercizi commer-ciali locali e attività artistica del gruppo corale, è stata una proposta per la particolare e difficile realtà corniglianese che di queste iniziative può usufruire sporadicamente. Lorenzo Bardi

Lo scorso 8 marzo Marina Costanzi, vedova Diluvi, ha festeggiato insieme ai figli, ai parenti ed agli amici dell'Isti-tuto Immacolata di Coronata i suoi 100 anni compiuti il giorno 5. Nella foto è ritratta con il piat-to ricordo ricevuto dal sindaco Doria. F. Travo

Il 24 febbraio il sindaco Marco Doria, su iniziativa concordata con il rettore dell’istituto, ha fatto visita agli studenti del Calasanzio, in particolare ha voluto dialogare con le cinque classi liceali. L’incontro si è svolto nel teatro dell’istituto alla presenza del rettore, padre Mario Saviola, del coordinatore

didattico, padre Guglielmo Bottero, la presidente del consiglio di istituto, avvo-cato Laura Castella, Giuseppe Spatola, presidente Municipio e Riccardo Otto-nelli a rappresentanza della Pro Loco Cornigliano. Oltre cento ragazzi e ragaz-ze di cinque classi diverse, hanno seguito attenti le parole del “docente” Doria che ha iniziato il suo discorso in platea in mezzo ai giovani raccontando della città e dei suoi cambiamenti non trascurando pregi e difetti di una difficile e complessa città come Genova. Carlo Guerra

«L'associazione “I love Cornigliano” rin-grazia tutti i bambini che hanno parteci-pato alla sfilata Night&day dimostrando impegno e entusiasmo. È stata apprezza-ta anche la passione delle nostre esor-dienti pasticciere per le loro magnifiche torte. Ringraziamo tutti i commercianti per aver offerto del loro materiale per la buona riuscita della lotteria interna al evento. In modo particolare si ringrazia Claudio Sciotto, titolare della Global service che, oltre a contribuire come sponsor all’evento, ha donato una maglia della Sampdoria - autografata da Roma-gnoli - permettendo così una lotteria esterna che con l'estrazione del 28 feb-braio ha permesso a Roberto Mortara di vincere l’ambito premio. I ricavati dell’evento “Amo Cornigliano” e della maglia autografata saranno destinati per le problematiche relative agli allagamen-ti di via Guido Agosti e di via Nino Cer-vetto. Infine ringraziamo tutti i nostri collaboratori, la Croce bianca di Corni-gliano, Danilo coiffeur, il gruppo Special team per la loro disponibilità e impegno permettendo cosi la grandiosa riuscita dell’evento che si è svolto il 28 febbraio presso la Bocciofila corniglianese gestita da Celano boxe. Grazie.»

Doria al Calasanzio

Corso di genovese

Aperto nuovo punto prelievi Piazza Rizzolio GE-Cornigliano (accanto alle Poste)

Suoni, parole e ritmi del mondo: jazz, world music, video in danza. Ricordando Billie Holiday e Tony Scott

È partita la sesta edizione della rassegna musicale di fine inverno a Villa Bombrini: sette date per altrettanti concerti – tutti ad ingresso libero - che hanno portato e portano a Cornigliano valenti interpreti del jazz e della world music. Villa Bombrini, che in questi anni, si è guadagnata un po-sto di rilievo nel panorama genovese connotandosi sempre più come luogo di fermento e di creatività, quest’anno ve-drà anche la realizzazione di un progetto che è nato in oc-casione della rassegna 2014: proprio qui è nato il progetto di Alfredo Ferrario, Marco Bianchi, Dino Cerruti e Rodolfo Cervetto, che ha dedicato un tributo (che è divenuto anche un cd) ad una delle voci più importanti e carismatiche della musica afroamericana, Billie Holiday e a Tony Scott, clari-nettista di raro talento che con “Lady Day” ha avuto un legame di straordinaria intensità. Jazz, ma non solo: anche questo 2015 propone la commistione e l’alternanza delle proposte jazz con raffinati interpreti di world music. I due

filoni proposti dalle due anime della rassegna sono diversi e paralleli: “Ad occhi chiusi” è la proposta dell’associazione Jazz Lighthouse che, nel centenario della sua nascita, ha dedicato un doveroso ricordo all’elegante Signora dei chia-roscuri vocali, Billie Holiday. L’associazione Coloria-mo@musica con il suo “Canto della terra” ci farà invece navigare “Da Napoli a Bahia, da Genova a Bastia”: un idea-le viaggio che ha il mare come comun denominatore e che, partendo dalle nostre radici e dalle sonorità della tradizio-ne mediterranea riscoperte e rivisitate (Enzo Zirilli e Nico Di Battista), approda alle avvolgenti note della musica bra-siliana (Thaïs Morell). Gli eventi sono realizzati in collabo-razione con l’associazione Jazz Lighthouse e l’associazione Coloriamo@musica. Ingresso libero e gratuito fino ad e-saurimento posti con l’ampio parcheggio libero e gratuito. Calendario dei prossimi concerti. 10 aprile “Cancioneira”, Thaïs Morell con David Gadea, 11 aprile “Nuance”, Elisa-betta Antonini & Marcella Carboni, 18 aprile “Alto Monk“, Mattia Cigalini, Rodolfo Cervetto, Marc Peillon, Ale Colli-na. Inizio eventi ore 21. La redazione

100 anni per Marina Costanzi

I Love Cornigliano

Notizie in breve

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16 ilCorniglianese/sport Marzo 2015

Via N. Cervetto, 40 [email protected]

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Il Centro Danza ICdS Genova “Asd Il Circolo della Salsa”, domenica 22 mar-zo, ha partecipato al 2° Trofeo Mare e Monti presso il Palasport di Quiliano (Savona). Alla partecipatissima manife-stazione hanno preso parte quattro al-lieve preparate dalla maestra Veronica Coppola nelle discipline di show dance cat. 4/7 anni – Duo, Aurora Di Natale e Giulia De Carolis, aggiudicandosi un meritato 1° posto; show dance cat. 4/7 anni – Solo, Aurora Di Natale si è piaz-zata al 1° posto, seguita al 2° posto da Noemi Trifogli; cat. 16 anni - Classe C - Solo, Ilaria Pittaluga si è piazzata al 1° posto nella disciplina show dance e modern contemporary. Un grazie partico-lare alle bravissime allieve e alla bella e professionale maestra Coppola. Parlando di danza, in particolare, del-le discipline agonistiche della disco dance, show dance, fanno parte della danza sportiva, e ci si approccia a que-sto mondo a partire dai 4 anni. Queste discipline, oltre che a seguire i regolari canoni della danza, quindi tecni-ca, disciplina e regole, tendono ad aumentare anche l'autostima e voglia di fare nell'atleta, in quanto si devo-no interpretare anche pezzi da solista. La danza sportiva fa parte del comparto delle danze artistiche e prevede dunque una competizione che però non deve essere in-terpretata in senso negativo. La competizione è volta a far emergere nell'atleta il desiderio e la caparbietà di superare i propri limiti. Differentemente dalla danza accademica, la danza sportiva si sta evolvendo anche a livello olimpionico, proprio perché la danza è stata considerata ad oggi come un’arte, ma in realtà è da considerarsi un vero e proprio sport caratterizzato da sacrificio, costanza, determinazione e lungo lavoro. Il Centro Danza ICdS propone a tutti coloro, sia grandi che piccoli, che vogliono cimentarsi con le attività proposte all’insegna della danza: adulti, danze orientali, zumba fitness, zumba tonic, salsa cubana e salsa in linea, bachata, cha cha cha. E da quest'anno anche ge-stualità cubana (singolo e coreografico). Per i più piccoli: hip hop, video dance, show dance e danza classica. Per info telefonare: 3289661026. Domenico Turco

Tutti pazzi per la danza Le stelle del Circolo della salsa brillano anche a Savona

“E se mio figlio non diventa come Ibrahimovic?” I veri valori del calcio nella Carta dei diritti dei bambini La cultura calcistica per propria natura è legata al risultato e va di pari passo a cozzare contro la buona crescita di un atleta a livello giovanile dove inevitabil-mente i genitori ne vengono coinvolti principalmente. Ci sembra un valido invito a prendere sul serio il fatto che lo sport cambia le relazioni tra genitori e figli, e ci impegna nel caso ad intervenire per migliorare la situazione. Per il genitore che sa e vuole osservare il proprio figlio nel percorso di crescita, l'atti-vità sportiva è sicuramente la strada maestra, l'inserimento del ragazzo a fre-quentare un oratorio o una scuola calcio, favorisce ad aiutarlo e a gestirne le tensioni scolastiche. Ma non sempre il comportamento di alcuni genitori rie-sce a dare al proprio figlio quella tranquillità di cui necessita sopratutto nell'apprendimento e nell'adattamento allo sport che il ragazzo sceglie di pra-ticare. Da qui un genitore che racconta al proprio figlio pezzi del suo passato, le emozioni di quella certa decisiva partita finita male, o dei propri conflitti con gli allenatori, a loro dire “incapaci”, ebbene così facendo, non sta dando un suggerimento al proprio figlio, cercando di prepararlo a quanto potrebbe suc-cedergli; sta solo chiudendo i conti con il proprio passato. Ecco invece cosa

dovrebbe fare un genitore per il proprio figlio. Prima di tutto adoperarsi per-ché vinca il piacere di far sì che il ragazzo si impegni nel confronto e rispetto reciproco, nell'educazione sportiva, evitare i commenti e gli atteggiamenti esa-gerati, incoraggiare tutta la squadra e non solo esaltarsi per un gol o una ap-prezzabile giocata del figliolo. In questi casi la tensione e le forti emozioni che il calcio in particolare crea, finiscono anzi per amplificare gli eventuali effetti negativi e in questo caso il genitore non è di aiuto al proprio figlio. Ecco dun-que il comandamento sportivo “Onora il figlio” trovando la giusta collocazione a bordo campo è un buon banco di prova e verifica sportiva come insegna la Carta dei diritti dei bambini nello sport: diritto di divertirsi e di giocare come un bambino, di essere trattato con dignità ma sopratutto “diritto di non essere un campione”. Emblematico, al riguardo, il testo di un cartello esposto dai re-sponsabili in una scuola calcio oratoriale all'ingresso del proprio impianto sportivo: «Ciao a tutti, questo è il mio campo di calcio. Noi qui ci divertiamo e impariamo a rispettare le regole, i compagni e gli educatori. Non giochiamo mai contro ma con i bambini di altre squadre. Non rovinateci il piacere di cal-ciare un pallone. Non è colpa nostra se qualche genitore è dispiaciuto di non essere diventato un calciatore. Urlare, insultare l'arbitro o giudicare male la giocata di un bambino non serve a nulla. Divertirci è un nostro diritto anche quando sbagliamo. Sostenerci è un vostro dovere ed è una gioia per tutti noi. Grazie di cuore a tutti.» Sergio Daga

L’avventura scout a portata di tutti Gli scout di Cornigliano e Certosa organizzano un evento per il quartiere. I due gruppi scout (il 56 di Cornigliano – Calasanzio e il 52 di Certosa) della zona Valpolcevera di Genova, che insieme ad altri 7 gruppi (50– Bolzaneto, 51 - Rivaro-lo, 53 Sampierdarena, 58 - Belvedere, 60 - Pontedecimo , 100 - Begato e Novi Ligu-re) hanno deciso di sognare in grande, come solo gli scout possono fare! Infatti è stato deciso di organizzare, a coppie, tutti nello stesso week-end, ognuno in un quartiere diverso, una giornata per la cittadinanza e nel nostro caso l’evento si terrà sabato 18 aprile presso i Giardini di Villa Bombrini dalle 16 fino alle 18.30. L’intenzione non è altra che quella di far passare un bel pomeriggio in compagnia, giocando, divertendosi e magari facendo vivere un po’ dell’avventura scout e, per-ché no?, far conoscere anche il mondo scout... Cioè non solo quelli che si mettono i calzoni corti anche con la neve! Per info contattate pure Marta: 333/9355431 M. B.

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17 ilCorniglianese/sport Marzo 2015

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Il Gso Corniglianese, unita-mente alla Global Service sas, e grazie alla gentile colla-borazione instaurata con l'Associazione del Lucani di via Minghetti e i genitori fa-centi parte alla società spor-tiva, hanno aderito ad orga-nizzare il torneo intitolato “Solidarietà Via Agosti - Rio Roncallo”. Tale torneo ha principalmen-te avuto lo scopo di raccoglie-re dei fondi che saranno de-stinati ad una perizia per la risoluzione delle problemati-che relative agli allagamenti

provocati dalle ultime allu-vioni e non solo delle acque provenienti da via Agosti e via Cervetto, a causa del semi-tombato rio Roncallo, con conseguenze inevitabili per il resto della viabilità di via Cornigliano e altre zone inte-ressate.

Tre i gironi suddivisi per no-ve squadre partecipanti: Kiko Boys, Uguaglianza, Cocozza – La Fermata, Pistoia, Asso-ciazione Lucani – Corniglia-no, Genitori 2008/2009, Gs Genova Calcio. Giovani e meno giovani, han-no contribuito da “avversari-amici” ad una kermesse di vero calcio all'insegna dei migliori valori dello sport. Dopo le prime gare prelimi-nari disputatesi a suon di gol, nel prossimo numero saremo in grado di informarvi sulla squadra che avrà vinto il tor-

neo, sicuramente con indi-scusso merito, ma dove il vero vincitore sarà lo scopo benefico all'insegna dell'ami-cizia. Un particolare ringra-ziamento a Carlo C. e ai suoi collaboratori per la buona riuscita del torneo. Sergio Daga

Genoa, un piccolo atto di coraggio, una rarità tra i gio-vani di oggi poco o nulla di-sposti a votarsi ad un futuro di amarezze e delusioni. Ai miei tempi non era così: intanto il Genoa esercitava ancora un certo fascino, per essere stata la prima squadra di calcio italiana e per i 9 scudetti. Poi, tra i giovani, che non erano ancora quelli disincantati di oggi, i prede-stinati alla sconfitta, i corag-giosi sfortunati di cui si era letto o studiato, godevano di vaste simpatie. Il Genoa, con i suoi continui problemi, la sua endemica carenza di mezzi, le ingiustizie subite, la sfortuna perenne, rientrava a pieno diritto nella categoria. Intanto era sopravvenuta

Il ragazzo con la maglia ros-soblù del Genoa sgusciò agil-mente dalla selva di gambe che lo circondava e puntò verso la porta avversaria. Nessun avversario si frappo-neva, se non il portiere pre-occupatissimo. Ma all’ultimo momento, quando sembrava che il gol fosse inevitabile, un proditorio sgambetto alle spalle, meritevole in altri contesti di immediata espul-sione, lo fece cadere a terra e rotolare per le tre volte cano-niche mutuate dai grandi. A differenza di questi ultimi però, ansioso di riprendere il gioco, si rialzò subito. Mi soffermai a guardarlo. Spiccava, fra tutte quelle ma-glie anonime o ispirate alla Juve o al Milan, quella del

una pausa nel gioco. Mi al-lontanai augurando mental-mente al giovane genoano un sereno futuro, nella vita e da tifoso. Ben sapendo però in cuor mio che anche se per noi genoani ci fosse un gior-no una viperetta già munita di maglia, berretto e bianche-ria intima rossoblù, sarebbe vittima di un incidente mor-tale nel viaggio verso Geno-va. E poi, comunque, una città seria come Genova sop-porterebbe un’altra viperetta, ancorché genoana? Da non sottovalutare inoltre l’importante, irrinunciabile contributo offerto dal Genoa, con le sue vicissitudini sem-pre border line al vezzo ge-novese del mugugno. Contri-buto che verrebbe meno se improvvisamente si schiu-dessero per la Società oriz-zonti felici. Mauro Gandolfo

Gso Corniglianese: al torneo “Via Agosti – Rio Roncallo”

vince la solidarietà

“I tormenti di un giovane genoano”

fermato le intenzioni del gruppo: “Possiamo puntare all'Europa League o, perché no?, alla Champions. Dob-biamo mantenere la costanza nel gioco e nei risultati . Ab-biamo iniziato la stagione con la speranza di poter fini-re nella parte alta della clas-sifica, man mano ci siamo resi conto della nostra quali-tà”. Il Genoa, invece, perde l'occasione per agganciare il treno europeo ma non la spe-ranza di poter raggiungere la prossima stazione. Le scon-fitte contro Chievo e Juven-tus hanno rovinato i piani di Gasperini e demoralizzato la tifoseria, la società però non vuole ricadere negli errori delle passate stagioni e il fat-to di avere stanziato un bo-

Una super Sampdoria con-quista il quarto posto batten-do la Roma all'Olimpico e l'Inter di Mancini e si confer-ma la favola del campionato di quest'anno. Con l'Europa quasi in tasca i tifosi hanno iniziato a sognare grazie alle prodezze della squadra e al contagioso entusiasmo di Ferrero che, in poco meno di un anno, è riuscito a scrivere una nuova pagina di storia del club blucerchiato. Il pre-sente è entusiasmante: sono due i colpi di mercato messi a segno per la nuova stagione, Moisander e Barretto, chiaro segnale che la società è al lavoro per costruire qualcosa di importante. Roberto So-riano ha parlato ai microfoni del sito Transfermarkt e con-

nus qualora la squadra do-vesse raggiungere un posto utile per le coppe è un forte segnale che dovrebbe portare serenità all'ambiente. La gara con il Chievo ha messo in mostra un Genoa confuso e disordinato, l'opposto di quello visto a Torino, ovvero aggressivo e tatticamente convincente ma il comun denominatore di entrambe le prestazioni è stata la scarsa prolificità. Il mister ha più volte evidenziato questa pro-blematica e solamente risol-vendola, forse attraverso il recupero della forma di Bor-riello, si potrà tornare a spe-rare di salire sul “podio delle medie”. La classifica non ta-glia le gambe ai rossoblù, il recupero contro il Parma dovrà essere il jolly da non sprecare e il doppio incontro casalingo con Udinese e Ca-gliari le fonti di punti neces-sarie per fare il famoso salto di qualità in cui tutti spera-no. Riccardo Cabona

Samp e Genoa a due velocità In palio il treno per l’Europa

Torneo “Solidarietà Via Agosti-Rio Roncallo”. Tra i partecipanti, con i

colori neroverdi, la squadra Cocozza-La fermata. Scopo del torneo la

raccolta di fondi per effettuare una perizia per la risoluzione delle

problematiche relative agli allagamenti provocati dalle recenti alluvioni che hanno colpito in particolare la zona di Cornigliano

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La storia dell’architetto di Nizza che voleva un casinò a Cornigliano

ma che venne “bloccato” dalla genovese indebitata di Rinaldo Luccardini

ilCorniglianese/come eravamo, come siamo Marzo 2015

Il 31 agosto del 1881 l'ingegnere Salvatore Bruno di Sampierdarena porta a Rachele Gavoglio il progetto che lei gli aveva chie-sto per poter costruire ben 19 caseggiati nel suo terreno, acquistato dal marchese Gentile, che andava dalla strada provin-ciale (oggi via Cornigliano) alla ferrovia; in questo progetto è prevista una nuova strada diretta a collegare il Borgo Supe-riore con la Marina, in particolare con la

stazione ferroviaria. La Gavoglio aveva sposato un pisano, Giacomo Pellegrini, e con lui aveva trasformato in albergo una palazzina che aveva preso il nome di Villa Rachel ed era circondata da un esteso giardino con due ingressi: uno su via De Amicis (oggi via Cervetto) ed uno sulla strada provinciale. Oggi la superficie che un tempo era occupata dall'Hotel Rachel è quella circondata da via Grillone, via Robotti, via Gessi e via Cornigliano ed include piazza Rizzolio. Il progetto dell'ingegnere Bruno viene depositato in Comune dalla Gavoglio. È un progetto

assai impegnativo non solo per chi lo propone, ma anche per il Comune poiché determina in modo definitivo una parte consistente della geometria urbana. Perciò il Comune si prende qualche mese per decidere e il 12 novembre del 1881 la Giunta stipula una convenzione con Ra-chele Gavoglio per acquisire il suolo ne-cessario ad aprire una nuova strada, che sarà via Regina Margherita (oggi via Gat-

torno), mentre alla Gavoglio resterà la possibilità costruire quindici dei 19 ca-seggiati previsti dall’ingegnere Bruno. Tuttavia al piano di Salvatore Bruno non viene dato subito corso, benché il Comu-ne acquisisca subito il terreno per la nuo-va strada, perché quattro anni dopo giun-ge sui tavoli del Comune un nuovo gran-dioso progetto. È quello eseguito da J. H. Naricci, un architetto di Nizza, che lo esegue nel feb-braio del 1885. Il piano di Naricci preve-de la sistemazione dell'intera superficie di Cornigliano situata fra la strada pro-

vinciale e la Marina e ipotizza che vi si possano costruire solo 17 edifici di cui tre di grandi dimensioni, fra loro separati da caseggiati ciascuno dotato di un proprio giardino. Naricci prevede solo due nuove strade in aggiunta a quella che il Comune si è già riservato di costruire per collegare il Borgo alla Stazione: una è l'allargamen-to di via della Marina (oggi via Bertolotti) per farla diventare un grande viale albe-

rato, l'altra è una strada interna all'abita-to previsto. I tre edifici di grandi dimen-sioni sono: un casinò immerso in un suo grande parco che include un "giardino di ginnastica", uno stabilimento di bagni con piscine posto a monte della ferrovia e un edificio direzionale posto alla conver-genza della strada provinciale con il lun-gomare alberato. Il progetto di Naricci è impreziosito anche da grandi giardini pubblici davanti alla stazione. Con la nuova viabilità di piano verrebbe soppressa la via dei Bagni (oggi via Bri-ghenti).

La giunta municipale di Cornigliano esa-mina il piano di Naricci per due volte, il 9 e il 16 febbraio del 1885 e propone al Consiglio comunale che lo inoltri al pre-fetto di Genova con la richiesta che il piano venga dichiarato di pubblica utili-tà. Nel frattempo Naricci, insieme al fi-nanziere L. de Labastide, ha messo insie-me "un gruppo di banchieri i quali sono ben disposti a conchiudere l'affare" pur-ché sia possibile, con la pubblica utilità, procedere all'esproprio dei terreni. Per poter meglio capire la portata del progetto francese il sindaco Casanova chiede subito (19 febbraio) al Genio mili-tare di Genova una copia della carta ese-guita quarant'anni prima da Ignazio Por-ro: evidentemente il Comune non dispo-ne di una planimetria aggiornata del suo territorio. La decisione è così impegnati-va che nel mese luglio il Comune non ha ancora preso alcun orientamento. Nel giugno di quell'anno però scrive da Pisa la signora Gavoglio per chiedere al Comune che non venga dato corso alla dichiarazione di pubblica utilità, in quan-to, confessa, ha debiti da pagare contratti fin dal 1879 e spera di realizzare utili vendendo a prezzi di mercato il suo al-bergo ed i terreni intestati ai suoi figli, situati in prossimità della spiaggia; per-tanto chiede che almeno queste proprietà vengano escluse dal piano Naricci. Le cose restano ferme un intero anno, tanto che Naricci scrive da Nizza al sinda-co di Cornigliano il 9 gennaio del 1886 e rivela che i finanziatori francesi del pro-getto sarebbero disposti a realizzarlo anche senza la dichiarazione di pubblica utilità, purché i proprietari dei terreni necessari si dichiarassero disposti tutti a vedere allo stesso prezzo, da conoscere in anticipo e da tenere fermo per tutto il tempo della transazione. I proprietari verrebbero pagati per metà in contanti e per metà con le azioni della società im-mobiliare creata apposta per l'urbanizza-zione di Cornigliano. Ma alla fine il Comune decide di dare corso al progetto di Salvatore Bruno, an-che perché la Gavoglio cede gratuitamen-te la Villa Rachel col suo giardino. L'ex albergo Rachel diventa, dopo alcuni lavori di adattamento, sede del municipio e, poco più tardi, nei giardini del munici-pio il Comune farà costruire il palazzo delle Poste e Telegrafi.

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19 ilCorniglianese/e-mail e lettere alla redazione Marzo 2015

Via Sampierdarena, 329 r Genova

[email protected]

www.internationalcomics.it tel. 010.8599463

Centro commerciale Coop Via Montegrappa, 43b

Varazze - Sv [email protected]

tel. 019.9354328

Via Cornigliano, 340 r Genova [email protected] www.comicsclub.net tel. 010.4550533

C.so Gastaldi, 89-91 r (portici) Ge

[email protected]

www.ilmondodelfumetto.it tel. 010.5298869

Le figurine di Anzalone www.ilvignettificio.it

LA CITTA’ CHE CAMBIA A cosa serve un giornale

Caro Corniglianese prima di tutto grazie per il servi-zio che date. Siamo tre mamme venute dal sud come tante di noi oltre quarant’anni fa. Abbiamo vissuto e subito il degrado di questo quartiere negli anni in cui la fabbrica, mentre dava lavoro ai nostri mariti e ci consentiva di crescere i nostri figli, ci avvelena-va nello stesso tempo l’aria. Ma abbiamo stretto i denti e siamo an-cora qui e per la pri-ma volta in tanti anni apprendia-mo e pos-siamo con-statare, grazie an-che al vostro giornale, che le cose stanno cambiando e che nuova-mente possiamo noi essere par-tecipi dei cambiamenti come al tempo dei Comitati delle donne dove molte di noi erano presenti ad ogni manifestazione. Conti-nuate a dare voce a tutti attraver-so il vostro giornale e i corniglia-nesi saranno con voi.

e-mail di Anna, Rosaria e Maria

OSPEDALE Perché lo preferisco a Bombrini

Sui quotidiani di qualche giorno fa è apparsa la notizia che i nostri amministratori regionali e comu-nali stanno decidendo dove ubi-care il nuovo ospedale di Ponente anzi hanno già individuato l’area degli Erzelli. Non riesco a com-prendere una scelta del genere che non potrebbe che ricadere su Cornigliano nelle aree di Villa Bombrini. Le ragioni sono molte-plici. In primo luogo dal punto di vista logistico ed infrastruttura-le. Il nuovo ospedale dovrà avere come bacino di utenza oltre al Ponente, presumo da Sampierda-rena a Voltri, anche la Val Pol-cevera almeno sino a Pontedeci-mo e la “location” di Villa Bom-brini è perfetta; le aree sono state appena bonificate e in un contesto che prevederà anche la realizzazione di un parco urbano; è collegata dalla nuova strada a mare, dalla strada lungo il Polce-vera, vicinissima alle stazioni ferroviarie di Genova Sampierda-rena ma, soprattutto, alla futura stazione ferroviaria di Genova Cornigliano prevista presso l’attuale rimessa Amt di via San Giovanni D’Acri; vicinissima ai caselli autostradali di Corniglia-no e Sampierdarena, collegata alle normali tratte delle linee del trasporto urbano; con un investi-mento già finanziato sarà previ-

sto il collegamento fra il casello di Genova Cornigliano e la nuova strada a mare. Non sottovaluterei la circostanza che la nascita di un polo ospedaliero darebbe un impulso fondamentale a quella riqualificazione di Cornigliano che non decolla, a rilanciare le attività commerciali del quartiere che stanno lentamente morendo. A quanto pare tutto ciò non con-ta e i nostri amministratori sem-brano orientati ad altro sito “Erzelli” ad esempio, dove non vuole andare nessuno e dove non esiste alcun collegamento. Pro-gettare un ospedale di dimensio-ni medio-grandi su una collina (dove peraltro esistono già dei progetti ben precisi) con la co-

PULIZIA E INCIVILTA’ Il dovere dei cittadini e dei proprietari dei cani Spett.le redazione mi dispiace dirlo, perché ne fac-cio parte, ma siamo un quartiere di persone incivili. Non intendo tutti naturalmente ma la maggior parte delle persone ha poco ri-spetto dell’ambiente che li cir-conda e quotidianamente lo di-mostra. Abbiamo strade che sono equiparabili ormai a vere e pro-prie discariche a cielo aperto lordate costantemente da perso-ne puntualmente impunite. Oc-

MERCATO COMUNALE Com’era comodo

Cara redazione del Corniglianese abito da nove anni nella zona vicino all’ex mercato della frutta del quale ero assidua cliente. Ne ho assistito al suo declino fino alla chiusura totale avvenuta

qualche anno fa. Ogni giorno ci passo davanti e mi chiedo cosa si intende fare di una tale struttura che potrebbe ospitare al suo in-terno molte cose utili all’intero quartiere. Mi sono informata presso la Pro Loco e mi è stato detto che quello spazio sarà de-stinato ad accogliere qualche associazione e che loro stessi, come altri, ne avevano fatto ri-chiesta. Perché dunque continua-re a mantenere un tale degrado quando c’è qualcuno che potreb-be gestirlo per il bene comune? Infopoint: M. Grazia

UNO STADIO SUL MARE E’ lecito sognarlo? Spettabile giornale, chiedo scusa anzitutto se, fra tutte le cose serie che trattate, ho pensato di intervenire con un tema che, apparentemente, può sembrare più leggero. Parto dal presupposto che la mia Cornigliano sia un magnifico

struzione di un cabinovia ecc. porterà a dei costi mostruosi forse neanche sostenibili e enor-mi disagi per i cittadini. Tutto quanto detto sopra sembra non contare assolutamente nulla; è una strategia senza senso, uno sperpero di denaro pubblico, delle nostre risorse. Con la spe-ranza che il buon senso possa prevalere sui molteplici interessi ringrazio per l’attenzione. Daniela Ghiaccio

correrebbe un esercito di spazzi-ni per stare dietro a tanta incivil-

tà e probabilmente non sarebbe sufficiente. La cosa che poi mi fa più rabbia è che le stesse persone che lordano, alcuni li conosco io stesso, sono le stesse che si la-mentano del malgoverno, e della mancata pulizia. Sono poi gli stessi che non rac-colgono gli escrementi dei loro animali. E a proposito di impuni-tà: dove sono finiti i vigili urbani nel nostro quartiere? Infopoint: Nicola

deposito a cielo aperto che fa gola a tutta la città della quale siamo orgogliosi servitori, ap-punto. Serve spazio per un depuratore? Qui c’è. Serve spa-zio per il biodigestore? Qui ce ne stanno tre, uno dietro l’altro. I container dove li met-tiamo? Ad Albaro? Ci manche-rebbe, lo spazio è qui. Insom-ma qui è lo spazio per tutto. Ma ad altre attività, un po’ più attraenti e stimolanti da ogni punto di vista, non se ne parla? Visto che lo sport principale genovese è giocare per anni, troppi, sul dove collocare le cose, ma senza poi sistemarle mai, io rilancio un’idea, memo-re di averla intravista anni fa (una decina?) in televisione. Lo stadio sul mare. Ricordo una specie di molo che sporgeva davanti all’acciaieria e che ter-minava proprio con l’impianto sportivo in mezzo al mare. Certo suggestivo, avveniristico, probabilmente troppo perché ricordo — se sbaglio chiederò scusa – la sindaca di turno ribadire che quelle aree, le nostre, sarebbero servite solo per scopi produttivi. Ci man-cherebbe, lo capisco. Ma per-ché qui dobbiamo solo spor-carci le mani con le servitù per

tutta la Lanterna? È lecito im-maginare, sognare un bell’impianto che farebbe invi-dia a mezzo mondo – Emirati arabi compresi – e che sareb-be ripreso in televisione alme-no una volta alla settimana (stando così le cose per le no-stre genovesi)? Sarebbe troppo bello? Meglio ragionare e avere la consapevolezza che, oltre al magnifico percolato, di più non possiamo fare? Immagino già il naso storto dei genovesi, immagino già il brontolio dif-fuso solo al pensiero. Ma dico, anche vedendo la poderosa strada a mare che si apre come una pista di Formula uno, che non sarebbe il male assoluto se la strada, appunto, mirabile e costosetto manufatto, portasse migliaia di tifosi alla partita nello stadio sul mare. Pensate quanti incassi per l’Autostrada, per il casello di Cornigliano… Ops, chiedo scusa: per il casel-lo di Genova aeroporto. Cordiali saluti. Angelo Canepa

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20 ilCorniglianese/note della redazione Marzo 2015

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