ilCorniglianese Giugno 2013

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ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura Quanti cortei, quanti lavoratori, quante bandiere abbiamo visto sfilare per via Cornigliano? Un rituale che è diventato ciclico. Quasi che il calendario seguendo una pesantissima cadenza, assegni sempre più giorni a chi scende in strada, a chi ne ha ancora la forza, per manifestare e urlare la civile protesta di chi sta perdendo o ha paura di perdere il proprio posto di lavoro. Negli anni abbiamo visto e rivisto lungo via Cornigliano cortei di Italsider, Ilva, Elsag, Marconi, Fincantieri, Selex ES. Lavoratori che non hanno tesoretti esteri, benefit, logge, caste, cosche, ma solo famiglie da sfamare e che sono, oggi come ieri, sulla via dello sciopero. Pensate se un giorno si invertissero le parti e su via Cornigliano, tra due ali di metalmeccanici con la sicurezza del lavoro a vita, sfilasse una classe politica precaria, logora, usurata, esodata e stanca, in sciopero per salvare, se non la scorta, almeno il privilegio dell’auto blu. Anno II Numero 6 Mensile Copia gratuita Giugno 2013 < o Cornigiòtto> Il Consiglio di amministrazione dell'Ilva si è dimesso. La clamorosa decisione a seguito del sequestro di 8 miliardi di euro deciso dal gip di Taranto il 22 maggio Scioperi e scioperati di Enrico Cirone ITALSIDER, ILVA, MARCONI, ELSAG, FINCANTIERI, SELEX ES QUANTE BANDIERE E QUANTI CORTEI PER VIA CORNIGLIANO Finmeccanica, raggiunto un accordo coi sindacati: per la Selex ES in arrivo 1.600 esuberi e contratti di solidarietà per 9mila dipendenti Mons. Bagnasco a Cornigliano >> 4

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ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura

Q u a n t i c o r t e i , q u a n t i lavoratori, quante bandiere abbiamo visto sfilare per via Cornigliano? Un rituale che è diventato ciclico. Quasi che il calendario seguendo una pesantissima cadenza, assegni sempre più giorni a chi scende in strada, a chi ne ha ancora la forza, per manifestare e urlare la civile protesta di chi sta perdendo o ha paura di perdere il proprio posto di lavoro. Negli anni abbiamo visto e rivisto lungo via Cornigliano cortei di Italsider, I l v a , E l s a g , M a r c o n i , F inca nt ier i , Se lex ES . Lavoratori che non hanno tesoretti esteri, benefit, logge, caste, cosche, ma solo famiglie da sfamare e che sono, oggi come ieri, sulla via dello sciopero. Pensate se un giorno si invertissero le parti e su via Cornigliano, tra due ali di meta lmeccanici con la sicurezza del lavoro a vita, sfilasse una classe politica precaria, logora, usurata, esodata e stanca, in sciopero per salvare, se non la scorta, almeno il privilegio dell’auto blu.

L’impianto di conferimento dei rifiuti solidi urbani di Monte Scarpino (nella foto di Razzore) si estende su un’area di circa mezzo milione di metri quadrati. Nata nel 1968, la discarica situata sulle alture tra Cornigliano e Sestri a un’altezza di circa 650 metri, è tra le più alte d’Europa. A maggio, a sorpresa, la Giunta regionale della Liguria mette in discussione l’approvazione di un accordo tra Regioni Liguria e Lazio per il conferimento di rifiuti nell’impianto di Scarpino. Intanto, a Roma, la discarica di Malagrotta chiuderà il 30 giugno

Anno II Numero 6 Mensile Copia gratuita Giugno 2013

< o Cornigiòtto>

Il Consiglio di amministrazione dell'Ilva si è dimesso. La clamorosa decisione a seguito del sequestro di 8 miliardi di euro deciso dal gip di Taranto il 22 maggio sui beni della Riva Fire Spa che controlla l'Ilva e quindi gli stabilimenti siderurgici con 24 mila posti di lavoro “diretti” e 40 mila con l’indotto (Foto Razzore)

Scioperi e scioperati di Enrico Cirone

ITALSIDER, ILVA, MARCONI, ELSAG, FINCANTIERI, SELEX ES QUANTE BANDIERE E QUANTI CORTEI PER VIA CORNIGLIANO

Finmeccanica, raggiunto un accordo coi sindacati: per la Selex ES in arrivo 1.600 esuberi e contratti di solidarietà per 9mila dipendenti

Mons. Bagnasco a Cornigliano >> 4

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problematica sorge con la Rete ferroviaria italiana. Rfi deve ancora fornire pareri e risposte sullo spostamento di un tratto di ferrovia e sullo sviluppo di un appalto per la realizzazione del viadotto di collegamento tra piazza Savio (stazione) e la viabilità dell’aeroporto e del s u o c a s e l l o autostradale. L’ultimo problema di Rfi è la galleria Canepa e lo spostamento de l binario. In questo caso si tratta di definire le procedure operative in sede di progetto esecutivo. Come più volte rilanciato dal nostro giornale, se a luglio dell’anno prossimo si inaugurerà la nuova strada a mare, c’è il rischio che all’opera manchi un braccio fondamentale: i l collegamento diretto con la Valpolcevera, un bypass dall’importanza non indifferente. Intanto in un calendario fittissimo di incontri che, nell’intento della Regione, avrebbe dovuto p or t a r e a t r a g ua r da r e velocemente i lavori, questi problemi sono affiorati tutti insieme e non sarà affatto semplice far quadrare il grande

puzzle di Cornigliano. Sarà Pavimental a realizzare i lavori del primo lotto del nodo di San Benigno che dovrebbero iniziare nei mesi estivi, come ribadito dal vicesindaco e assessore all’urbanistica, Stefano Bernini, a pochi giorni dall’ultimo incontro in

Muncipio Centro Ovest alla presenza di Autostrade. Al via dunque i primi lavori che comprenderanno nuovi edifici per ospitare realtà produttive, sistemi di accesso alla sopraelevata, con rampa su via Milano, e rotatorie per lo snellimento del traffico. “Questo primo lotto non

Il progetto del collegamento diretto tra la futura strada a mare di Cornigliano (la cui entrata in servizio è stata ultimamente aggiornata nel luglio del 2014) e via Perlasca è stato bocciato dalla Provincia di Genova, la prima in Italia a redigere piani di bacino d’interesse regionale. Sotto accusa adesso il tratto di viabilità che risalendo da ponte Pieragostini consentirà di raggiungere la Valpolcevera. S e c o n d o l a P r o v i n c i a (commissariata ed ente di secondo livello ma ancora in piena funzione), il progetto del bypass non sarebbe sicuro rispetto alle normative idrogeologiche in vigore con gli attuali piani di bacino: nel mirino la soglia di esondabilità e la profondità dell’alveo del torrente Polcevera. Rinviando il progetto, l’Ente ha chiesto a Sviluppo Genova Spa di realizzare uno studio di impatto specifico. La Provincia ha quindi chiesto uno studio complessivo in grado di fotografare la situazione a lavori finiti e, soprattutto, a distanza di anni dalla chiusura del cantiere. La soluzione potrebbe consistere nella promessa di ripetere il dragaggio dell’alveo del torrente ogni quattro anni. Nella stessa area, un’altra

comp or t a p r ob l emi d i interferenza con il traffico – ha detto Bernini – ed è di facile soluzione, i tempi di avvio non dipendono da Autostrade, c’è stato ritardo dal ministero per l’assegnazione delle aree (in parte proprietà del Comune e in parte del Demanio, che sta

perfezionando la consegna al ministero dei Trasporti Autostrade). “Il progetto della seconda fase è invece al ministero per l’approvazione – ha aggiunto il vicesindaco – ma abbiamo richiesto un secondo approfondimento sull’innesto del tunnel sulla rotatoria di San Benigno e un migliore studio dell’accesso al sistema Nodo, da parte dei veicoli che provengono dalla zona del Wtc. Il cantiere che collegherà a San Benigno dovrebbe chiudere fra poco più di un anno, entro luglio 2014, ma questo se i lavori partiranno regolarmente fra un mese. Non per niente, Bernini, nelle dichiarazioni

ufficiali inizia a parlare dell’inizio del 2015 come periodo di inaugurazione di tutta la nuova viabilità. «Le difficoltà ci sono - confessa Bernini- ma non possono impedire all’opera di essere realizzata nella sua interezza». Dal levante di San Benigno al ponente di Cornigliano dove,

Puzzle Cornigliano, la Provincia boccia il bypass sul Polcevera Lo svincolo aeroporto e l’incognita di un nuovo appalto

per evitare che una strada a sei corsie venisse a chiudere il suo percorso in un collo di bottiglia davanti alla stazione di Cornigliano condannando piazza Savio a diventare una sorta di grande imbuto per traffico si dovrebbe realizzare un nuovo tratto di strada sopraelevata che consentirà ai mezzi diretti all’aeroporto o all’autostrada di bypassare la viabilità tradizionale tra via Siffredi e via Cornigliano. Succede che per risparmiare tempo, questo intervento S v i l u p p o G e n o v a e l'amministrazione comunale vorrebbero affidarlo alle stesse imprese impegnate nel maxi-cantiere della strada a mare. Attenzione però: la procedura è attentamente al vaglio dei legali perché passibile di accuse di irregolarità e le interpretazioni possono essere due: si tratta davvero del decimo lotto della stessa strada a mare oppure si tratta di un intervento completamente diverso? Se non si riuscirà a m a n t e n e r e l o s t e s s o appaltatore, la costruzione di questo collegamento potrebbe del tempo necessario per lanciare e assegnare una nuova gara d’appalto. E nove mesi sembrano proprio quelli possibili per una nuova gestazione. Enrico Cirone

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Chi pensava che l'apertura del nuovo breve tratto di strada di sponda destra alla confluenza di via Tea Benedetti con il ponte di Cornigliano potesse finalmente porre fine ai disagi subìti dagli automobilisti per le estenuanti code dovute ad un restringimento della carreggiata e ad un "ottuso" e mal regolato semaforo che li

penalizzava, evidentemente si sbagliava. All'apertura di quel tratto di strada ha coinciso l'immediata chiusura e cantierizzazione del precedente tracciato per poter dare corso alle opere di scavo del sottopasso del ponte di Cornigliano e la prosecuzione della via Tea Benedetti fino al naturale raccordo con la nuova viabilità a mare. Sappiamo quanto siano importanti e complicate queste opere ma quello che sconforta è la lungaggine e l'abbandono delle opere spesso visibilmente ultimate ma inspiegabilmente non disponibili in attesa di chissà quale permesso e magari, come qualche volta accade, di un particolare momento politico per la loro inaugurazione. E al cittadino, utente (e paziente), a volte anche un po' suddito, non resta che attendere. Oerre

Polcevera, nuova strada in sponda destra Continuano i disagi per gli automobilisti

In sponda destra del fiume Polcevera auto in coda in attesa del semaforo Il nuovo sbocco di via Benedetti sul ponte di Cornigliano

Per il collegamento la Provincia di Genova ha previsto un nuovo studio di impatto specifico

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Dal sito ufficiale del Comune di Genova il 22 maggio spunta una notizia relativa al depuratore di Sestri Ponente che interessa circa 130.000 utenze comprese le zone limitrofe. E’ stata infatti completata e resa funzionante un’imponente condotta in tubi di acciaio che permette lo scarico delle acque reflue del depuratore di Sestri ad una distanza superiore di 1 km dalla costa e ad una profondità maggiore di 30 metri dal livello del mare. La condotta realizzata in tubi di acciaio del diametro di 900 mm e di 19 mm di spessore per una lunghezza di 3.775 metri, composta da “stringhe” di 48 m per 4 tubi saldati tra loro, è stata collocata sul fondo marino con tutte le più avanzate tecnologie di posa e p r o t e z i o n e c o n t r o l e corrosioni, per le quali comunque sono previsti controlli subacquei ogni due anni. Il tracciato parte dal depuratore di Sestri, procede all’interno del porto turistico sino a raggiungere il lato nord

Depuratori, Sestri risolve il problema Ma Cornigliano no: altri dieci anni di oneri e odori

condotta di Sestri, e non soltanto enunciazioni di buoni propositi, sempre utili, ma il più delle volte piuttosto nebulosi. Cornigliano vuole sapere del suo futuro. Domanda. Forse questa nuova condotta permetterà di r i c o nv o g l ia r e v er s o i l depuratore di Sestri Ponente le acque luride provenienti dalla discarica di Scarpino che,

problema “Depuratore di Cornigliano”. In questo senso ci aspettiamo un’altrettanta a t t e n z i o n e e r a p i d i t à d’intervento da parte di tutte le Autorità interessate quali R e g i o n e , C o m u n e , Circoscrizione, per la soluzione del grave onere ambientale della nostra delegazione, ormai non più differibile e per la quale il nostro mensile “ilCorniglianese” ha chiesto attenzioni e programmi fino ad oggi non chiaramente espressi. Si dirà che l’area dove collocare il nuovo depuratore di Cornigliano è stata individuata e concessa ma, per quanto determinante, questo è solo il primo passo sul quale muoversi sollecitamente. E’ solo l’inizio di un iter del quale ora si attendono nuove t a p p e d e c i s i v e q u a l i : progettazione, determinazione finanziamenti, procedure di appalto e affidamento lavori, programmi cronologici certi per l’esecuzione dei lavori e per l’attivazione dell’impianto. Insomma programmi precisi, come è avvenuto per la

della banchina aeroportuale, procedendo quindi sul fronte della testata della pista stessa, oltrepassa la diga foranea per dirigersi verso il mare aperto, dove opera un diffusore di lunghezza pari a 150 metri. I tempi di realizzazione di tre anni e mezzo (maggio 2009/dicembre 2012) sono stati adeguati anche in relazione alla complessità e difficoltà realizzative dell’opera. Il costo dell’investimento è stato pari a circa 12 milioni di euro, finanziato nel piano di realizzazioni del l ’A.T.O. (Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale) della Provincia di Genova, con il coordinamento di IREN e realizzato da Mediterranea Acque, con il p r o p o s i t o c h e q u e s t o i n t e r v e n t o “ s a r e b b e ” f i n a l i z z a t o a d u n a r a z i o n a l i z z a z i o n e d e i depuratori genovesi. Scatta qui puntuale l’attenzione dei c o r n i g l i a n e s i p e r c u i auspichiamo e pretendiamo che da oggi rientri nella massima priorità ed urgenza la definitiva risoluzione del

attualmente (con opere piuttosto recenti), vengono fatte defluire nel depuratore di Cornigliano con un pesante aggravamento della situazione ambientale, già di per sé assai critica? Attendiamo precisazioni. Roberto Veneziani

In discussione la disponibilità della Regione ad accogliere parte dei rifiuti della Capitale Scarpino all’amatriciana, anvedi che robba

Proprio perché la giunta regionale della Liguria ha assicurato con fermezza che non ci sarà alcun arrivo di rifiuti o spazzatura o monnezza da Roma, proviamo ad immaginare cosa accadrebbe se così non fosse. Abbiamo già a i u t a t o i c o m p a e s a n i napoletani: perché non farlo con i fratelli capitolini la cui percentuale di raccolta differenziata è molto bassa e la Regione Lazio sta cercando un luogo idoneo alla nuova discarica visto che a settembre dovrebbe chiudere quella di Malagrotta, la più grande d’Europa? Immaginiamo allora

di spalancare le porte del nostro cratere di Scarpino, alle spalle di Cornigliano e di Sestri , ai camion che r i s a l i r a n n o r o m b a n d o l’Autosole con il loro carico di scarti “alla romana”: avanzi di bucatini all ’amatriciana, costolette mordicchiate di abbacchio a scottadito, residui di code alla vaccinara. Che aromi, che profumi, che effluvi. P e c c a t o p e r s i n o c h e l ’Amministrazione abbia garantito che fra 10 anni il depuratore sarà spostato a mare. Vorrà dire che festeggeremo l’avvenimento con un cabaret di maritozzi

con la panna. Anvedi c h e r o b b a . Enrico Cirone

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L’impianto di conferimento dei rifiuti solidi urbani di Monte Scarpino (nella

foto di Razzore) si estende su un’area di circa mezzo milione di metri quadrati.

Nata nel 1968, la discarica situata sulle alture tra Cornigliano e Sestri a

un’altezza di circa 650 metri, è tra le più alte d’Europa.

A maggio, a sorpresa, la Giunta regionale della Liguria mette in

discussione l’approvazione di un accordo tra Regioni Liguria e Lazio per il

conferimento di rifiuti nell’impianto di Scarpino. Intanto, a Roma, la discarica di Malagrotta chiuderà il 30 settembre

Subito dopo Cornigliano - e lontano dal centro di Sestri Ponente - il depuratore di Sestri, (nella foto), non ha mai creato alla

cittadinanza sestrese nessun forte impatto ambientale

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Una nuova struttura di servizio è stata inaugurata presso il Centro di Accoglienza per persone bisognose realizzato dall’Associazione Soleluna onlus nella stazione ferroviaria di Cornigliano, dall’assessore alle Politiche socio-sanitarie del Comune di Genova, Paola Dameri. Si tratta di un gabinetto dentistico che opererà gratuitamente a favore dei soggetti impossibilitati ad accedere al Servizio sanitario nazionale. Soleluna è nata nel 2002 per iniziativa di un gruppo di volontari da anni impegnati nella distribuzione di pasti serali ai poveri per le strade cittadine. Ricevuto dalle Ferrovie nel 2004 un appartamento nella stazione di Cornigliano, l’Associazione, anche con il contributo della Fondazione Carige, ha completamente ristrutturato l’immobile realizzando una cucina, una sala mensa con capienza di 60 posti e locali accessori. Il servizio di mensa serale, iniziato nel 2006, opera a tutt’oggi a pieno ritmo sei giorni alla settimana distribuendo circa 20.000 pasti all’anno. In seguito, ricevuti nuovi locali, Soleluna, anche con il contributo di Enelcuore, ha realizzato altre strutture come docce e servizi igienici, distribuzione vestiario, servizio medico di base. Ai servizi fin qui offerti si viene ora ad aggiungere il gabinetto dentistico interamente realizzato e gestito da Soleluna e nel quale opereranno medici dentisti ed

odontoiatri volontari dell’Associazione. Tale struttura copre, come ha rilevato l’assessore Dameri, un tipo assistenza medica che risulta, per le persone in difficoltà, da un lato particolarmente richiesta e dall’altro non facilmente reperibile a livello locale. Il tutto nell’ottica, sempre perseguita dall’Associazione, di realizzare nel Ponente cittadino, un centro integrato in grado di dare risposta alle primarie esigenze delle persone in difficoltà. Nell’offrire questi servizi Soleluna opera in coordinamento con diversi altri soggetti di volontariato contribuendo e realizzare un concreto esempio di rete di solidarietà articolata sul territorio. In tale quadro Soleluna supporta un’ampia serie di iniziative volte al sostegno dei più deboli, per esempio corsi per colf-badanti, e iniziative di socialità come incontri su tematiche sociali anche in collaborazione con altre associazioni del settore. Soleluna è infine membro attivo di FIOPS, Federazione Italiana Organizzazioni Persone Senza Dimora, e di ONDS, Osservatorio Nazionale sul Disagio nelle Stazioni, quest’ultimo promosso dalle FFSS allo scopo di monitorare i fenomeni di disagio in ambiente urbano e studiare gli opportuni interventi. Carlo Guerra

Dentisti volontari con Soleluna Parte alla stazione il nuovo servizio

Sant’Egidio in via Gattorno, Bagnasco: “Nessuno può vivere da solo” «Una casa, non solo una sede». In tanti l’hanno notato, venerdì 31 maggio, durante l’inaugurazione dei nuovi locali che ospiteranno le attività della Comunità di Sant’Egidio a Cornigliano: un appartamento luminoso e accogliente «dove tutti possono trovare una famiglia: da aiutare o da cui essere aiutati». In via Gattorno centinaia di persone a rappresentare trent’anni di amicizia tra la Comunità di Sant’Egidio e il quartiere: il cardinale Angelo Bagnasco ha benedetto i locali, alla presenza del presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, del vicesindaco del Comune di Genova, Stefano Bernini, e dei vertici della Fondazione Carige che ha ristrutturato la casa. Assieme a loro, la Comunità che si raccoglie nel quartiere – con la preghiera settimanale e le visite agli anziani di un istituto e ai senza fissa dimora – e tanti amici: giovani, anziani, immigrati, bambini, disabili. Monsignor Bagnasco ha sottolineato: «la prima necessità non è il pane materiale ma il pane spirituale, la vicinanza di qualcuno che ci faccia sentire che non siamo soli o invisibili. Per questo c’è bisogno della famiglia, della comunità cristiana, del tessuto sociale del quartiere: nessuno può vivere da solo». Parlando a nome della Comunità, Andrea Chiappori ha detto: «Papa Francesco dice che dalle periferie si comprende meglio il mondo e la città. Aggiungerei che, dalle periferie, comprendiamo meglio anche noi stessi». Nelle otto stanze – arredate con il sostegno delle Ferrovie dello Stato – e nel magnifico giardino si incontreranno persone molto differenti: i bambini e i ragazzi del quartiere – ecuadoriani, maghrebini, italiani, albanesi – raccolti nella Scuola della Pace dai giovani volontari della Comunità, a loro volta studenti liceali e universitari. Poi il movimento degli Amici, con la “scuola d’arte” e i giovani della scuola di lingua e cultura italiana. Sant’Egidio – a Genova dal 1976 – iniziò a operare a Cornigliano trent’anni fa. Era il tempo della “Banda dei Puffi”, ragazzi tra gli undici e i quindici anni con vite difficili e pericolose: per loro, e per i loro coetanei, alcuni giovani studenti genovesi crearono la Scuola della Pace, uno spazio alternativo alle logiche della violenza, lontano dalla strada, dalla droga, dallo spettro dell’Aids. “In questi anni – spiega Giordano Pupo, che coordina le attività di Sant’Egidio nel Ponente genovese – Cornigliano è molto cambiata: oggi è un quartiere bello, risanato. Ma ci sono sfide nuove come quella degli anziani, che sono sempre più numerosi, e dell’accoglienza degli immigrati. Ma soprattutto questa è una zona che aveva una lunga tradizione di battaglie comuni. Oggi occorre trovare qualcosa che unisca di nuovo le anime diverse, cercando delle strade per imparare nuovamente a vivere insieme”. E la gente guarda con curiosità e simpatia questa presenza affacciata al cancello aperto in via Gattorno. Alcuni hanno mandato dei fiori e dei piccoli regali. La parrucchiera Patrizia ha aggiunto un bigliettino: «un benvenuto a voi che aiutate tanta gente e, soprattutto, fate ritrovare la dignità». Sergio Casali

L’assessore alle politiche socio-sanitarie del Comune di Genova, Paola Dameri, inaugura il gabinetto dentistico presso la stazione di Cornigliano

Monsignor Bagnasco ha benedetto la nuova sede della Comunità di Sant’Egidio in via Gattorno

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Giugno 2013 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

postazioni Internet, 6 postazioni multimediali, laboratorio linguistico, videoteca e videoteca didattica, salone polifunzionale, spazio primi libri per i più piccoli, attività culturali, visite guidate storico-artistiche, accesso facilitato per anziani e disabili. Le visite guidate sono a gruppi, da concordare;; molto apprezzato è l’avvio alla lettura: “primi Libri”, per i più piccoli da zero a sei anni, che vengono accompagnati a gruppi o insieme agli insegnanti. La biblioteca dispone di una sezione adulti al piano nobile, riguardante tutte le materie ad ogni livello, e di una sezione ragazzi dove è possibile far ricerche articolate anche su materie scolastiche con la consulenza di operatori preparati che li possono guidare nel metodo della ricerca. Qual è l’orario estivo? Si va dal I° luglio al 30 agosto: lunedì, mercoledì, venerdì, dalle 9 alle 14. Martedì e giovedì dalle 9 alle 19. In luglio e agosto è in funzione il prestito estivo: si possono scegliere otto libri e tenerli per 40 giorni, portandoli così anche in vacanza. Quali attività hanno luogo nei locali della biblioteca? Precedentemente sono stati ospitati corsi di informatica gratuiti, che probabilmente riprenderanno in autunno in base alla disponibilità dell’insegnante. Il gruppo Amici della Biblioteca ha creato ogni quindici giorni incontri di lettura, con dibattiti , confronti sui testi al mercoledì pomeriggio dalle 17 alle 18,30. La partecipazione, gratuita, è riservata agli iscritti. Perché è fondamentale la lettura? Perché permette un rapporto con se stessi, i propri pensieri, i propri tempi. Il libro si può portare con sé sempre. In biblioteca c’è la memoria della comunità. Il giardino attualmente non è agibile? E’ da curare e si è dovuto provvedere a chiuderlo. Offre un’oasi di verde e tranquillità ma è stato chiuso perché si erano create un paio di situazioni potenzialmente critiche. Si spera comunque di riaprirlo al pubblico al più presto possibile. Gentili e collaborativi, la direttrice e il personale ci ricordano, prima di uscire, che il libro è un simpatico amico: non dimentichiamo di metterlo in valigia. Astri Lidia Frascio

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A Cornigliano la biblioteca ha una prestigiosa collocazione a villa Gentile Bickely e fa parte del patrimonio storico ed artistico della delegazione. Maria Teresa Bartolomei è la direttrice. Qual è la storia della villa? Risale al tardo Cinquecento, la torre che la sovrasta è del tardo Quattrocento. A Cornigliano ci sono tre torri di grande importanza: questa, quella di villa Spinola

e quella di villa Dufour. La villa venne destinata in testamento dalla signora Olga Bickley per scopi sociali e passò al comune di Genova nel 1986. Dopo l’abbandono sono iniziati i restauri, grazie al progetto Urban della comunità europea nel 1998 e sono finiti nel 2001. L’inaugurazione della villa, splendidamente ripristinata, è del 2001. Alcune parti sono destinate alla biblioteca, altre allo Job Centre. C’è una bellissima pubblicazione a cura del comune di Genova, “Villa Gentile Bikley, storia e recupero”, che descrive le fasi del restauro. E’ ancora disponibile? La tiratura è limitata, si può leggere in biblioteca e viene offerto, se viene fatta richiesta, ai nuovi iscritti o alle persone in visita guidata. Quali sono le zone più interessanti della villa? La torre, la cucina dell’Ottocento, completa di arredo d’epoca, seconda in città dopo quella di palazzo Spinola di Pellicceria (centro storico genovese), il sottotetto, ricostruito interamente in legno con travi tonde in larice a vista, il salone detto “del cavallo” con affresco di Andrea Ansaldo e tutti i meravigliosi soffitti decorati. Chi era Guerrazzi e perché la biblioteca è così intitolata? La biblioteca nacque nel 1909 per volontà di dieci associazioni laiche di Cornigliano ed era posta inizialmente in via Gessi; raccoglie anche i volumi dell’antica biblioteca Poggi di Coronata. Guerrazzi era uno scrittore e scrittore livornese che soggiornò a Cornigliano. Sugli scaffali 24.000 volumi fra antichi e recenti, reperiti attraverso donazioni e soprattutto acquisti frequenti e aggiornati. Quali servizi offre la biblioteca? Sono molti fra cui: lettura e consultazione in sede, prestito di libri, riviste, video e cd musicali, informazioni e consulenze bibliografiche, sezione periodici, 4

Villa Gentile Bickley, in biblioteca il prestito estivo Vai in vacanza con un pieno di libri

Villa Gentile-Bickley del sec. XVI-XVII

Maria Teresa Bartolomei

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Giugno 2013 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione 6

Giuseppe, l’ultimo ciabattino “Scegliete solo scarpe di qualità” Giuseppe Capone è l’ultimo calzolaio a Cornigliano. Mi riceve nel suo piccolo laboratorio in via Bertolotti dove ripara calzature, ultimo di una generazione ormai in via di estinzione. Nativo di Catania, ha 75 anni che porta con molta disinvoltura, ex operaio Italsider, vive a Genova dal 1971 e, dopo essere andato in pensione, dal 1991, gestisce questa attività. D. Come va il suo lavoro? G. Non bene, anzi: male. Il lavoro è praticamente fermo: con la concorrenza cinese e le grosse fabbriche di scarpe a prezzi stracciati le persone non riparano più le calzature. Anzi, mi portano scarpe da riparare e poi non le ritirano più: ciò è dovuto certamente al poco denaro in circolazione (Giuseppe mi fa vedere molte scarpe non ritirate e tante di ottima fattura) poi ci sono le tasse molto alte e incomprensibili per la mia attività (Inps, Inail, commercialista) e meno male che i locali sono i miei perché se dovessi pagare anche l’affitto starei fresco. D. Ma oggi conviene ancora riparare le scarpe? G. Occorre fare prima di tutto un po’ di chiarezza: come dicevo prima ci sono fabbriche che lavorano bene quindi la scarpa è ovviamente più costosa quindi conviene riparala; questo è dovuto alla buona costruzione poi ci sono invece le scarpe “irreparabili” e sono ormai la stragrande maggioranza: penso alla scarpe provenienti da paesi asiatici dove tacco e suola-oltre ad essere di plastica- sono di unico formato, penso a calzature interamente in gomma o con tomaie in plastica. Ci sono poi clienti che riparano regolarmente le calzature perché la hanno pagate molto o ci camminano bene o perché gli è stata regalata e quindi è un oggetto affettivo, tenete presente che i materiali sono aumentati in modo esagerato: per fare suola e tacchi il costo è 15 euro e con la mano d’opera ci vogliono tutti. Diciamo che il mio lavoro ormai è riservato a pochi intimi (e vediamo altre scarpe di ottima fattura non ritirate che avevano un costo di riparazione variabile da 5 a 10 euro). Per questi motivi , come scrivo sul cartello, sono costretto a farmi pagare la riparazione in anticipo se no ho quasi la certezza che non me le ritirano. Quasi certamente, se continua così, a fine anno probabilmente chiuderò a

malincuore l’attività. D. Un consiglio ai lettori sull’acquisto di calzature ? G. Tutte le scarpe che rispettano le norme europee devono avere un’etichetta dove si può verificare di che materiali è fatta la tomaia, la suola, i tacchi e la provenienza, se non trovate questa etichetta vi consiglio prima di chiederla altrimenti rifiutate l’acquisto. State attenti al marchio “Vero cuoio”: ci sono scarpe completamente in

plastica dove viene incollata tra suola e il tacco un velo di pelle su cui è stampato il marchio “Vero cuoio”: capite bene che questa è una vera truffa. Orgoglioso del suo lavoro e della capacità di rifinire una riparazione, Giuseppe, prima di congedarmi, mi fa vedere la sua attrezzatura e i suoi lavori finiti o in riparazione. Nonostante la crisi, oggi il suo negozio è ancora aperto. Carlo Guerra

Dal 1972 al vostro servizio

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“Tutto il resto era una gran rottura, una gran palla. E non succedeva mai niente di interessante, niente. La gente era limitata e diffidente, tutta uguale. E io devo vivere con queste teste di cazzo per il resto della mia vita, pensavo.” (Bukowski) Corse dei cavalli, donne, sbornie colossali, giornate passate al bar, incontri di boxe, vite che si incontrano anche per brevi attimi sullo sfondo di un'America povera e forse più realistica che mai: questo è Charles Bukowski, il poeta “cattivo” che racconta quella che è ormai la realtà anche dei giorni nostri e lo fa regalandoci quel sorriso amaro che ci si disegna sul viso davanti alla desolazione della vita. Benché sia ormai morto nel 1994, possiamo paragonarlo ad una macchina del futuro che vedeva avanti e che, oltre a descrivere ciò che accadeva trenta, quaranta, cinquant'anni fa, ci mostra quanto poco la società sia cambiata fino ai giorni nostri: la povertà che cerca di sorridere disperata davanti a un centro scommesse, i risparmi che vengono buttati in qualche magica scatola che potrebbe, chissà, regalarmi la felicità e l'alcol che, per facilitare l'attesa di questo sogno, è sicuramente la migliore cura seguita dalle donne, dagli amici stronzi che però ci portano dal barista generoso. Leggere Bukowski vuol dire ridere davanti alle disgrazie ora di personaggi ora dello stesso scrittore, vuol dire poter vedere cosa di realistico si nasconde dietro alla sua “pazzia” e al suo “uscire dagli schemi”, vuol dire rispecchiarsi, per alcuni, nell'indifferenza che si incontra ormai tra la gente, nel non odiare le persone ma preferirle comunque lontane. Così voleva Charles: le persone lontane da lui. Più moderno che mai, un autore che lascia poco spazio ai sentimenti e alle sue odiatissime canzoni d'amore, ma che trasmette la dolce durezza della vita e dei suoi aspetti più tragici ma anche di una società in cui il forte è costantemente il proprietario del debole e di un debole che, spesso senza neanche accorgersene, favorisce il suo manipolatore. Questo è ciò che racconta: avventure, vite che s'intrecciano, visioni diverse dello stesso mondo e situazioni che possono sembrare quasi frutto dell'immaginazione da quanto fanno invece semplicemente fede alla realtà del mondo. Marta Fasulo Nel corso del XI Festival delle Periferie in programma a Cornigliano, Charles Bukowski è stato rappresentato sabato 23 giugno nella rassegna “Estate a Villa Bombrini” dall’attore Antonio Carli nel recital “Bukowski e Blues”, canzoni e rdinaria

Bukowski, il poeta maledetto con un sorriso “amaro” sul mondo

Charles Bukowski visto da Cristiano Calderone

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Giugno 2013 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

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A casa vostra/6 La società ai tempi della crisi, la famiglia Ansaldo “Lo Stato non fa sconti, neanche all’handicap”

Segnalata da don Andrea Robotti, andiamo a visitare la famiglia Ansaldo con al suo interno la presenza di una ragazza, Paola, disabile intellettiva. Proprio per questo motivo ho

voluto inserire questa famiglia nel progetto “a casa vostra” per capire in che modo la presenza di una persona disabile influenzi le relazioni familiari, le vite dei genitori e dei fratelli, il benessere generale della famiglia e quali sono gli aiuti che la società può offrire e la speranza che la ricerca può dare per raggiungere la strada della guarigione. Lina Parodi, genovese, 61 anni, capo famiglia, mi accoglie nella sua casa in via Elsa, a Cornigliano, con lei Paola Ansaldo, 24 anni, disabile intellettiva, e Francesca, primogenita, 27 anni, medico. Lina è vedova da 5 anni e da pochi mesi ha perso anche la mamma, fondamentale sostegno alla conduzione familiare. Mamma Lina mi presenta Paola con il suo inseparabile cagnolino giocattolo. D. Mi racconta di Paola e di come ha cambiato la vostra vita? Lina. Paola è nata in modo regolare ma ci siamo accorti precocemente che qualcosa non andava, la sua patologia non ha un nome specifico, i medici la chiamano ”ritardo psicomotorio grave”: per il momento è buio profondo, sicuramente è una malattia genetica. Sostanzialmente Paola non parla, si spiega a gesti ma capisce tutto; mangia da sola eccetto il cibo liquido per cui la devo aiutare, per tutto il resto è autosufficiente. Ha frequentato le scuole elementari e medie ovviamente con insegnanti di supporto, non legge e non scrive ma nuota benissimo, va in bicicletta ed è molto attenta: a volte, tornando a casa in macchina, se sbaglio strada me lo fa rilevare, le chiedo spesso di prendere delle medicine e lei me le porta riconoscendole dal la scatola. Per tutto questo dobbiamo ringraziare - oltre a noi stessi - l’associazione ANFFAS, Associazione di famiglie di disabili intellettivi e relazionali. Tuttora Paola frequenta l’associazione con varie attività, in estate la mandiamo in colonia 12 giorni sempre con loro. D. Lo Stato cosa fa per queste situazioni? L. Poco, il mio punto di riferimento è sempre l’ANFFAS che è l’unica associazione che tutela questi malati a cui hanno tagliato drasticamente i fondi. Loro hanno diverse succursali (Coronata, Apparizione, Bolzaneto): tutti centri predisposti ad

accogliere in futuro di questi ragazzi in modo permanente, dando di fatto possibilità a noi genitori di poterli inserire in queste strutture quando non potremo più accudirli. Anche la colonia dobbiamo pagarla: prima era considerata come momento terapeutico ma oggi ci costa 1.350 euro e non tutti possono permetterselo. D. Come è stata e com’è la qualità della vostra vita? L. Ovviamente i primi anni sono stati molto duri e mia mamma è stata fondamentale: ci ha aiutato molto, avendo una seconda figlia abbiamo cercato di non far pesare troppo il problema della sorella; anche durante il periodo scolastico i genitori dei compagni di scuola erano tolleranti e collaborativi verso Paola, tenga conto che mia figlia è una ragazza calma e tranquilla; per farle un esempio se la portiamo ad un concerto musicale lei ascolta e non disturba nessuno, oggi è molto più impegnativo perché non ho più né mia mamma né mio marito. D. Ha pensato al futuro delle sue figlie? L. Non ancora ma presto dovrò farlo. Per Francesca, la più grande, non dovrebbero esserci problemi: è laureata in medicina, spero che si formi una sua famiglia, sono anche convinta che, finché potrà, aiuterà sua sorella; per Paola sono molto preoccupata, ovviamente il mio sostegno sarà totale finché la salute me lo permetterà e penso anche l’appoggio della sorella ma lei ha soprattutto bisogno di strutture specializzate, per questo è importante che lo Stato non abbandoni quelle associazioni che stanno tentando di dare una mano a famiglie che sono in queste situazioni, il futuro di ragazzi con queste patologie deve essere sostenuto dallo Stato ma purtroppo lo sentiamo assente. D. Dal punto di vista economico come se la cava? L. Ce la facciamo, io ho la pensione da ex insegnante, ho la reversibilità della pensione di mio marito, l’accompagnamento di Paola e, per fortuna, Francesca qualcosa guadagna, stiamo sistemando la casa di mia mamma e quindi non avremo più il problema dell’affitto: in questa casa dove siamo adesso siamo in affitto e devo dire di essere fortunata che Paola stia fisicamente bene e quindi non ha bisogno di terapie costose. In un pomeriggio di primavera abbiamo conosciuto una donna di straordinaria umanità e saggezza, disponibile a parlare di un problema molto serio in modo totalmente aperto e naturale e, soprattutto, a condividerlo con tutti senza nessuna ipocrisia dando una lezione di intelligenza e buon senso perché queste situazioni possono toccare ognuno di noi ma Lina ci ha tolto da ogni imbarazzo e da ogni possibile accento retorico con il quale si può essere spesso portati a raccontare una storia di non comune fatica quotidiana. Carlo Guerra

Ad un anno dalla sua scomparsa, Cornigliano si è fermata per ricordare padre Giacomo Pala. Una folla di più di mille persone ha seguito con commossa partecipazione la funzione religiosa celebrata da padre Michele, fratello del defunto. Padre scolopio, fu parroco della chiesa San Giacomo Apostolo di Cornigliano per 30 anni. Nato a Milano nel 1940, è arrivato all'istituto Calasanzio nel 1981. Grazie al suo impegno la sua storia si incrocia subito con il circolo Dufour: le loro iniziative accendono la vita del quartiere. Con i gruppi ambientalisti partecipa alle lotte contro l'inquinamento delle acciaierie: sfila ai cortei accanto alla gente di Cornigliano per chiedere la chiusura della cokeria dell'Ilva. «Sono orgoglioso di vivere qui», ripeteva. Si è speso molto per l'integrazione dei bimbi stranieri, organizzando feste e attività di incontro multiculturali. Si è esposto davanti alla questione degli accampamenti dei rom - sottolineando di essere disposto ad aiutare tutti ma di non tollerare i furti - e della costruzione della moschea, schierandosi apertamente contro la sua collocazione in via Coronata. «Era un parroco di frontiera», raccontano a Cornigliano. «aveva un grande affiatamento con la gente. Parlava con tutti, ascoltava credenti e non credenti. Era un vero prete del popolo». Se ne andò a 72 anni dopo sofferta malattia. S.P

Ad un anno dalla scomparsa Cornigliano ricorda padre Giacomo

Paola, 24 anni, nonostante la disabilità intellettiva, è autosufficiente e segue tutto quello che avviene in famiglia

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ilCorniglianese/cultura, arte

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Giorni da cani

di Guido Pallotti di Alvaro Filippo Michelon Stavamo finendo il pranzo. Era un pranzo normale, niente di eccessivo, qualche portata, un po’ di vino in tavola. Perché uno si aspetta che gli avvenimenti importanti vengano preceduti da segnali inconsueti o singolari, e invece ogni evento è così naturale, che diventa una specie di legittimo prolungamento delle cose. Ale era a capotavola. Aveva un aspetto trasandato: barba incolta, capelli arruffati e la camicia con l’interno del colletto sporco. Lo guardavo mentre mangiava, alternando ogni boccone con una bicchierata di vino bianco fresco. Attendevo che il suo sguardo incrociasse il mio per iniziare a parlare; ma lui stava molto attento a non farlo. Era chino sul tavolo, quasi ingobbito, data la sua altezza, e l’unico rumore che si sentiva in quella cucina era quello generato dalle sue mandibole. Poi, il cibo finì e anche il vino. Ale, dopo essersi più volte deterso la bocca con la salvietta, iniziò a fissare un punto del soffitto con fare meditabondo. Ad un certo punto farfugliò qualcosa circa il pranzo appena consumato, come a dire, per quel che riuscii a capire, che l’aveva apprezzato e che era un bel pezzo che non mangiava in quel modo. Finalmente incontrai il suo sguardo: aveva due occhi grigio verdi incastonati dentro a un volto che pareva ricavato dall’ intaglio di una quercia secolare ammuffita e il suo sorriso era come una spaccatura sottile su una parete montagnosa all’interno della quale, acuendo lo sguardo, potevi intravedere stalattiti e stalagmiti bianche. Gli chiesi con calma come volesse procedere. Con una serie di torsioni laterali della testa fece scrocchiare un paio di volte le vertebre del collo, quindi in una sorta di catarsi post prandium allungò le gambe sotto il tavolo e, a occhi chiusi, rimase qualche secondo in silenzio. L’orologio segnava le 13.30. Era tardi. Ci eravamo dilungati troppo nel non dire niente. Io e lui: due vecchi amici di scuola. Il mio cane, un Corso di 8 anni, Ombra,era in un angolo del salotto che guaiva in maniera impercettibile. Non voleva attenzioni, povera bestia, era malato: un tumore al cervello lo stava consumando. Ale, a un certo punto si alzò discatto, afferrò la sua valigetta di pelle marrone e la aprì. Lo vidi armeggiare nervosamente con una siringa, un flacone ,un laccio emostatico e alcuni tubicini. Capii che il momento si stava avvicinando. Ale si accostò al cane e la povera bestia puntò nella mia direzione due occhi resi opachi dal dolore che lo stava torturando quasi a chiedermi spiegazioni. Era sempre stato così tra noi, bastava un’occhiata per capirci, per rassicurarci a vicenda, ma ora mi ritrovai

impreparato e distolsi lo sguardo. Cosa potevo trasmettere al mio amico a quattro zampe, se non tutta la pena del gesto che ero costretto a fare e che mi avrebbe privato della migliore compagnia che avevo avuto da otto anni a questa parte? Con lui avevo condiviso tutto; momenti di sfrenata allegria e di spensieratezza, corse pazze in campi di papaveri o sull’umida sabbia marina. Certo vi erano stati anche momenti tristi; il mio divorzio, la perdita di mia madre, la depressione. Ma Ombra era sempre stato al mio fianco, quasi capisse i miei stati d’animo e ne

divenisse parte integrante. Ale lo accarezzò sul grosso testone, senza tjmore: i due si conoscevano bene fin da quando Ombra era un cucciolo irruente e giocherellone e Ale in diverse occasioni lo aveva salvato da morte certa. Tra i due si era così instaurata una fiducia reciproca e totale e Ombra, con quella strana percezione visionaria che solo gli animali sanno avere, si faceva fare qualsiasi cosa dal mio amico veterinario. Ale gli mette il laccio intorno alla zampa e infila l’ago: per me è come una coltellata al cuore e sento la lama che sfrucuglia nelle mie carni e sto male e tremo e stringo i pugni e maledico il mondo e piango e quando Ale si alza e raccoglie le sue cose, lascia un pezzo della mia vita in quel corpo morto in un angolo. Capisco cosa debbo fare: lo prendo tra le mie braccia e attendo che tutto il calore che se ne sta andando mi scaldi ancora per l’ultima volta e mentre lo faccio dalla finestra vedo un gran traffico di gente che parla e che sorride o che s’ignora, camminando a testa bassa e io, come non mai, capisco di essere rimasto terribilmente solo.

Riassunto. Una vecchia cagna conduce il padrone, un fornaio, nei pressi di un container in disuso agli Erzelli:all’interno c’è un cadavere. L’uomo chiama il 113. Commissario Erminio Duedenari, capitolo II La telefonata giunta al distretto di polizia di Cornigliano era stata smistata a me, commissario Erminio Duedenari, sessantaquattro anni, cornigiötto di nascita, che stavo facendo il conto alla rovescia dei centocinquantasette giorni che mancavano alla data della pensione, poi finalmente sarei ritornato in Africa per intrappolare sulla carta le esperienze accumulate in cinque anni di Legione straniera e in trentacinque di servizio nella Polizia di Stato. Pensavo agli anni passati in quel continente mentre, seduto al fianco dell’autista, salivamo per la strada dissestata che conduce agli Erzelli, non provando neppure a mettere ordine fra i pensieri che mi scaturivano in testa, disordinati come i capelli che ci crescono sopra. Mi limitavo a lasciarli sedimentare per poi cernerli e scartare quelli inutili, come avevo visto fare da mia madre, quando, rovistando fra i chicchi di riso, ci toglieva le impurità. Per incanto mi rammentai di quando bambino, per le feste primaverili salivo su questa stessa collina assieme ai miei genitori, mi ricordai i sapori delle fave che il contadino coglieva all’istante, del salame e del formaggio sardo fresco, portati da casa e divorati, mentre il suono del vecchio grammofono a manovella invogliava i gitanti al ballo. Agli inizi degli anni cinquanta, in questa stessa stagione, la collina pitturata da meravigliosi colori, della primavera declinava verso il mare, arricchita dal parco e dall’abbazia di Sant’Andrea con il prolungamento dello scoglio sul quale si ergeva il castello Raggio, ormai in agonia. Stavo per finire le scuole elementari e vedevo dalla nostra abitazione in via Tonale, l’acqua diventare scura e torbida, prosciugata dai detriti del riempimento, intanto che il mostruoso stabilimento, fagocitava la spiaggia, il mare, il magnifico maniero e i sogni pirateschi di un bambino che fantasticava di conquistarlo al comando dei suoi corsari. Rivisitai col pensiero l’estate del 1952, quando avevo avuto la consapevolezza d’essere stato defraudato dei tesori della mia fanciullezza. Neppure la medaglia d’oro nel pugilato, vinta da un corniglianese, Aureliano Bolognesi alle Olimpiadi di Helsinki, era riuscita a lenire la delusione per l’usurpazione che avevo subito. Nel corso della ferma avevo rimediato soltanto una cicatrice da scheggia sulla guancia sinistra, che aveva formato all’interno della ganascia, una minuscola pallina che, quando ero concentrato, accarezzavo con la punta della lingua. Sorridevo, e prossimo alla pensione com’ero, mi sovvenivano alcuni degli aneddoti che avevano caratterizzato la mia permanenza in Polizia. Mi ricordai di come le prime colleghe femmine, erano state avvisate di questo mio innocuo tic, che avrebbero potuto benissimo scambiare per un gesto volgare. In seguito c’eravamo abituati alla loro presenza e le avevamo “mascolinizzate”, come ci rimproveravano ridendo loro stesse. Una delle prime era stata l’agente Antonina Vagge, col fisico tosto di una lanciatrice di martello, che per tutti ormai era Cicci, dalla volta in cui un collega bagnato fradicio che l’aveva raggiunta a un appostamento, le aveva detto: «Sono uscito da casa che non pioveva e guarda un po’ come sono conciato?» «Potevi metterti almeno un chihuahua». Era stato un lapsus, in verità intendeva dire k-way. Non aveva neppure provato a dissuaderlo da divulgare il suo strafalcione e da quel momento lei era diventata Cicci. Si era però vendicata attribuendo all’altro il sopranome Spia, trovando in noi degli alleati entusiasti. Facevano da sempre coppia fissa, volevano primeggiare l’una sull’altro e la loro competizione professionale dava ottimi risultati nelle indagini. L’auto di servizio che si fermava, mi riportò alla realtà. Sul posto c’erano appunto Cicci e Spia, con i poliziotti della volante, che io stesso avevo mandato; mi avvicinai muovendo dinoccolatamene i miei settanta chili, non troppo ben distribuiti su centoottantotto centimetri d’altezza. «Avete chiamato il fabbro?» Chiesi vedendo la catena e deducendo che il lucchetto fosse all’interno, diversamente i bravi agenti sarebbero già stati dentro. «È per strada». «Il magistrato, il medico legale?» «Stanno arrivando. Guarda cosa c’è lì, Erminio». Mi disse Spia, subito dopo avermi risposto, indicandomi una piccola chiave in terra, distante poco meno di un metro dalla base del contenitore oggetto dell’investigazione. «Mostrala a quelli della scientifica». Mi allontanai, spensi il cellulare e mi accarezzai per un po’ il volto, poi con la stessa mano mi stropicciai gli occhi e risalii la fronte gibbosa per fare l’inutile tentativo di sistemare il disordine dei capelli. Riflettevo sul fatto che a indagare su quello stesso container c’ero già stato circa quindici anni prima, assieme a Thomas Lucenti, un collega della polizia sovietica. Allora avevamo provato, senza però riuscirci, a stroncare un infame traffico di giovane carne umana. «Scommetto che stai pensando al tuo sepolcro di sassi». A interrompere quelle tetre riflessioni era stato Guidobono, il magistrato mio compagno di università: la stritolante stretta di mano costrinse i nostri carpi, metacarpi, falangi, falangine e falangette ad allearsi in un unico straziante gemito di dolore. Nel frattempo erano arrivati il medico legale e la scientifica che fotografarono ogni cosa all’esterno dei container, intanto che il fabbro segava la catena, che i tecnici la misero in una custodia di plastica. Le ante furono spalancate, gli agenti raccolsero il lucchetto che le aveva tenute chiuse dall’interno;; la chiave rinvenuta fuori era quella adatta per aprirlo. Il cadavere che si presentava raggomitolato in posizione fetale, apparteneva a una donna anziana col viso scavato e il cranio calvo parzialmente coperto da una parrucca scivolata di sghimbescio, un cordiglio le stringeva in vita in un saio marrone, esageratamente largo per il suo corpo scheletrico. Calzava dei sandali da frate e stringeva nella destra la coroncina di un rosario. continua

Una delle ultime immagini di Ombra, lo splendido esemplare di “corso” cui è ispirato il racconto di Michelon

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ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi Giugno 2013

Orizzontali: 1 Fa parte della redazione. 10 Marca d’acqua minerale. 11 Andare in breve. 12 Il più celebre Capone. 13 Prodigio celeste. 15 Modello della Audi. 16 É concessa quando un edificio è a norma di legge. 18 C’è silenzio quando tutto… 19 Recipienti enologici. 21 Macchina multiuso in agricoltura. 24 Oltre mare. 25 Esporte Club. 26 Arezzo. 28 Esclamazione di meraviglia. 29 Sono temuti dai vampiri. 31 Così… 33 Antica nave. 35 La lettera muta. 37 I cori sono composti da molte… 38 Istituto di statistiche. 42 Autonoleggio. 44 Una di 24. 45 Nome di donna. Verticali: 2 Lo è un potere esercitato da poche persone. 3 Fatta di seta. 4 Personaggio di Walt Disney. 5 Legumi sferici. 6 Si allacciano quelli elettrici. 7 Gruppi numerosi di persone. 8 Topo in francese. 9 Al di là dell’oceano. 13 L’avvocato che dà pareri su “ilCorniglianese”.14 Condimento. 17 Preposizione articolata. 20 Negazione. 22 Terni. 23 Uguali a monarchici. 27 Assai devote. 29 Donne coraggiose. 30 Lloyd’s Register. 32 Capitale del Ghana. 34 Sventaglia pallottole. 36 Antistanti le case coloniche. 39 Compagnia aerea scandinava. 40 Touring Club Italiano. 41

In breve da

il bugiardino 2013

Luglio

LAVORI- Raccogli la frutta e trapianta le cipolle. Nelle valli interne, quando il grano è ben dorato taglialo e battilo: se puoi, fallo prima di sant’Anna (26). In luna crescente innesta il susino sul mirabolano. NELL’ULIVETO - Potrebbe iniziare l’attacco della mosca sotto i 300-400 m: sistema le trappole e fai i primi trattamenti; se non piove lavora il terreno. Da’ un’abbondante mano di verderame contro l’occhio di pavone. NELLA VIGNA - Si completa la fruttificazione: gli acini cambiano colore (invaiatura), inizia la maturazione; puoi continuare la potatura verde e il trattamento contro peronospora e oidio fino a santa Toscana (14). Stai attento alla flavescenza dorata e alla tignoletta; se non piove lavora il terreno. NELL’APIARIO - Raccogli il miele di castagno e la melata; fai gli sciami artificiali e stai attento al saccheggio. NEL BOSCO - Non accendere fuochi, né motori, né fornelli; non usare braci; non tagliare metalli; non fumare e non gettare mozziconi; la raccolta della lavanda spontanea inizia il 1° sotto i 600 , e il 16 sopra i 600 m. Gli alberi tagliati dal 24 al 31 danno un legno che non marcisce, non è attaccato dai parassiti e, con il tempo, diventa particolarmente duro. IN CANTINA - Assaggia i vini rossi nuovi.

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Parole crociate a schema libero (il guitto)

Soluzioni Orizzontali. 1 josecuffaro—10 lete— 11 ir— 121 al— 13 miracolo—15 tt– 16 agibilità– 18 tace– 19 tine– 21 trattore 24 om– 25 ec– 26-ar– 28 oh– 29 agli– 31 sia– 33 trireme– 35 acca– 37 voci– 38 istat– 42 rentacar– 44 ora– 45 cesira. Verticali: 2 o9ligarchico– 3 serica– 4etabeta– 5 ceci– 6 fili– 7 frotte— 8 rat– 9 oltremare– 13 matteosavio- 14 olio– 17 ai– 20 negazione– 22 tr– 23 regi– 27 pie- 29 ardite– 30 lr– 32 accra– 34 mitra– 36 aie—39 sas– 40 tci– 41 aar43 nc. Più di una persona che vede la mia foto sopra, mi chiede ironicamente: cosa stai sniffando? Cercherò di spiegarlo illustrando il mondo dell’assaggio. La tecnica che tratta la valutazione degli alimenti in base alle sue caratteristiche organolettiche, è l’analisi sensoriale. Un alimento viene valutato in base al suo colore, profumo, gusto e altre caratteristiche tipiche, da diverse persone, con diversi metodi e per diversi motivi. Il metodo più semplice è l’assaggio, può farlo chiunque. Se si acquista il prodotto p r e c o n f e z i o n a t o , l a valutazione sarà solo visiva. Ci si baserà quindi su precedenti esperienze per acquistare la mer ce con le g i ust e

Ric

card

o C

ollu

caratteristiche. Questa è la memoria gustativa, da tutti ritenuta difficilissima da a p p l i c a r e , m a c h e quotidianamente ognuno fa quando zucchera il caffè senza averlo assaggiato: ricorda q u a n t o z u c c h e r o u s a . U gua lment e s i sce g l i e , guardando attraverso la pellicola trasparente della confezione, la carne migliore per la scaloppina o uno stufato. Degustare ha una base di preparazione, gli assaggiatori - o degustatori - sono formati in corsi specifici per ogni alimento, e quando hanno maturato la suff ic iente esperienza, potranno entrare a far parte di commissioni specifiche. I vini, per esempio, prima di potersi fregiare in etichetta della scritta D.O.C. sono sottoposti ad analisi ch imico - f i s i ca e a l la valutazione di esperti che giudicano diversi fattori tra i quali la tipicità del prodotto. Testare è una delle fasi della degustazione: tutti gli alimenti non si valutano ugualmente, in

comune vi è il colore (non necessariamente per l’olio), il profumo, il gusto, l’intensità, la persistenza e l’equilibrio di tutte le sensazioni. Nel formaggio inoltre, si osserva anche l’aspetto esterno della forma. In formaggi e salumi è anche importante sapere il grado di stagionatura. E’ necessario testare l’interno del prodotto con diversi strumenti: nei formaggi Grana Padano e Parmigiano Reggiano D.o.p. viene usato anche l’udito. Avrete visto tutti l’esperto con il martellino che bussa nelle forme per controllare se vi sono spazi vuoti. Fra i tanti metodi, nel prosciutto crudo vi è quello di introdurre un osso di cavallo finissimo vicino all’osso e sentire il profumo. Da questo si capisce se la stagionatura è terminata o no. Nei formaggi si può inserire il chiodo a spirale oppure il carotatore o tassellatore, prelevare un campione che viene analizzato o l f a t t i v a m e n t e , e gustativamente come nella

foto;; verrà poi reinserito nella forma. Tutto questo con regole fisse, alla cieca, cioè senza conoscere il produttore di ciò che si sta valutando. I risultati vengono riportati su apposite schede ed elaborate in seguito. Queste informazioni, assieme ad analisi chimiche, permettono la commercializzazione di alcuni prodotti . Con la stessa metodologia, e ponendo gli Assaggiatori certificati nelle stesse condizioni, si ricavano dati che verranno elaborati e studiat i scientif icamente. Questo approccio metodico si definisce analisi sensoriale. Ma la cosa più importante, per un degustatore che fa parte di commissioni e concorsi, è l’affidabilità e la professionalità nelle valutazioni: dietro ogni prodotto, c’è chi lo realizza con fatica, aziende, investimenti, posti di lavoro. E’ chiaro che l ’ a s s a g g i a t o r e h a u n a grandissima responsabilità: dal suo giudizio potrebbe dipendere anche il numero di vendite e quindi il futuro di una realtà produttrice.

Assaggiare Testare Degustare Il fantastico viaggio sensoriale fra i gusti

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Con delibera del 2 marzo 1864 nasceva a Cornigliano Ligure uno dei primi "Asili infantili" d'Italia. L'allora sindaco, l'ing. Lorenzo Dufour, nominava una commissione composta dal marchese Domenico Serra e dall'avvocato Giacomo Picconi che doveva attuare il progetto. Il progetto ed il suo regolamento furono approvati il 28 agosto con una celerità da fare invidia ad ogni moderno amministratore. Tra i generosi sostenitori il principe Oddone di Savoia ospite in quei anni di Palazzo Durazzo Bombrini. Ai bimbi d'ambo i sessi, fino ai sei anni, veniva offerta una "custodia diurna, oltre che l'educazione ed una prima istruzione elementare somministrando loro anche una piccola refezione giornaliera". Allora a Cornigliano erano già presenti alcune fabbriche come quella del sapone della Marina, la tintoria degli Speich (presente dalla fine del settecento); la grande tessitura dei Rolla e ancora alla Marina una fabbrica di vagoni ferroviari che funzionò fino al 1860 per lasciare il posto all'industria di Adolfo Durst per la lavorazione del cotone (vedi foto). Infine la fabbrica di tela da vele di Edoardo Bompard in località Trentuno. Le fabbriche occupavano prevalentemente mano d'opera femminile per cui il sindaco Dufour, i consiglieri e i soci che aderirono alla società furono sollecitati a promuovere l'iniziativa per alleviare il disagio delle madri lavoratrici assicurando loro la custodia dei bimbi accompagnata da un pasto e da una prima istruzione. L'insegnamento fu affidato alle Suore "Pietrine" che avevano sede a Sampierdarena ma che già dal 1858 avevano dato vita a Cornigliano ad una scuola elementare. All'età di sei anni i bambini potevano frequentare la scuola nel palazzo del Comune avendo già acquisito nozioni scolastiche grazie all'impegno laico della borghesia affiancata da alcuni esponenti della vecchia nobiltà genovese e del clero. Liberamente tratto dal libro "Le dimensioni dell'educare e il gusto della scoperta nella ricerca"; studi in memoria di Duilio Gasperini di Luciano Malusa, Olga Rossi Cassottana e Silvio Zavattoni. Armando editore. oerre

Fra le 138 linee di autobus gestite da AMT a Genova, ce n’è una che meglio di ogni altra rappresenta il cambiamento radicale della città, nella quale molte zone industriali hanno lasciato spazio a nuove realtà commerciali. La linea è la “63” che collega Sampierdarena e Pontedecimo transitando sulla sponda destra del Polcevera. La sua storia inizia nel 1940, quando la società Lazzi (che gestiva alcune linee urbane genovesi oltre ai collegamenti extraurbani per le due riviere e per la Valle Scrivia) ottiene la concessione per una nuova linea De Ferrari-Murta con transito per corso Perrone. In realtà, a seguito degli eventi bellici, questo collegamento non fu attivato. Il servizio autobus diventa operativo nel 1948, quando la società Carlo Pesci istituisce un collegamento limitato alla tratta Cornigliano-Campi. Tre anni dopo, la UITE istituisce la nuova linea: il percorso viene deviato sulla sponda sinistra del Polcevera. Intanto, la società Pesci chiede ed ottiene l’autorizzazione a prolungare la sua linea da Campi a Fegino, così dal 1954 il capolinea è spostato alla Centrale del Latte. Pesci torna così ad essere l’unico gestore del trasporto pubblico tra Cornigliano e Fegino ma il monopolio è di breve durata: è infatti allo studio il passaggio ad AMT di tutte le linee urbane ancora gestite da privati. Nel 1969, la linea di Pesci passa così ad AMT ed assume la nuova numerazione “20”, mantenendo invariato il suo percorso tra piazza Massena e la Centrale del Latte. Il 30 luglio 1973 AMT rende operativa una radicale revisione della sua rete di trasporto pubblico istituendo contemporaneamente la tariffa oraria. Le autolinee rapide vengono eliminate e, in loro sostituzione, oltre al potenziamento delle linee direttrici, vengono istituite tre linee diametrali a grande traffico alle quali viene assegnata la numerazione “18”, “19” e “20”. Si rende pertanto necessario un cambio di numerazione per l’ex linea di Pesci (il “20” appunto) che, nell’ambito della revisione rete, viene prolungata a Bolzaneto in via Santuario N. S. della Guardia ed assume il nuovo numero “63”. Alla fine degli anni Settanta, la linea viene prolungata a Pontedecimo, grazie anche ad un miglioramento della viabilità in zona, con l’apertura di nuovi cavalcavia e l’allargamento di alcune strade. Sono anni nei quali il “63” è particolarmente frequentato dagli operai turnisti delle

varie industrie di Campi e di Cornigliano, ci sono persino corse barrate che entrano nel cortile dell’Ansaldo a Fegino negli orari di entrata/uscita delle maestranze. Negli anni Novanta, il “63” allunga il suo percorso da Cornigliano a Sampierdarena, mentre, col passare degli anni, Genova e in particolare il Ponente della città, si trasformano radicalmente. Le raffinerie della zona di San Quirico chiudono, e i passeggeri della linea “63” vedono dal finestrino la realizzazione del primo grande centro commerciale della città, L’Aquilone di San Biagio. Stessa sorte tocca pochi anni dopo alla zona di Campi dove, a testimonianza dell’operosità delle industrie di una volta è rimasta una grande pressa, per ricordare ai clienti delle molte attività commerciali della zona, un passato completamente diverso, così come a poca distanza, a poche centinaia di metri dal capolinea del “63”, una vecchia locomotiva a vapore realizzata dall’Ansaldo vuole ricordare ai clienti di un altro grande centro commerciale, la Fiumara, aperto nel 2001, cosa si produceva sotto quei capannoni prima che diventassero il paradiso dello shopping. Oggi, la linea “63” continua a viaggiare tra Sampierdarena e Pontedecimo ma i suoi passeggeri non sono più quelli di una volta. Ora il “63” è a servizio principalmente degli amanti dello shopping ed infatti è ormai consuetudine vedere gli autobus di questa linea viaggiare affollatissimi nelle giornate di sabato e domenica. Sul “63” si sale con pacchi e pacchetti di ogni genere, a volte persino con i mobili da montare acquistati all’Ikea. Ed è molto frequente incontrare sul “63” molti giovani per i quali i centri commerciali hanno sostituito le piazze di una volta e sono diventati frequentatissimi punti d’incontro. La linea è oggi gestita con autobus da 12 metri delle rimesse di Cornigliano e Sampierdarena (gli Iveco City Class serie 8600 e i Bredamenarinibus Avancity serie 8800), mentre il servizio serale è effettuato con autobus più piccoli dalla linea “663” che, in partenza da via Avio, sale prima a Coronata e poi, tornata in piazza Massena, riprende il percorso diurno per Pontedecimo. Considerata l’elevata frequentazione del “63” il sabato e la domenica, sarebbe opportuno rivedere gli orari festivi che attualmente sono programmati con una frequenza di ben 40’ al mattino e di 25’ al pomeriggio, miglioramento difficilmente realizzabile con l’attuale situazione finanziaria di AMT. Fiorenzo Pampolini

Trasporti, la storia della linea “63” La città scopre l’autobus dello shopping

Apre il nuovo asilo per le mamme Ad agosto? Sì, ma nel 1864

Dopo gli acquisti nei centri commerciali dell’area Campi, gli utenti trovano gli autobus della linea 63

Il 15 maggio si è tenuta, nel salone della biblioteca Guerrazzi, la premiazione del 1° Concorso “Il mare in vetrina”, nell’ambito del progetto Slow Fish 2013. I negozi partecipanti all’iniziativa, tutti aderenti al Comitato Amici Commercianti di Cornigliano, erano ben 31. Per quindici giorni i corniglianesi hanno ammirato, con grande curiosità e partecipazione, insoliti panini a forma di pesce, fondali marini, navi dei pirati, ombrelloni fioriti e tante altre simpatiche combinazioni. La fantasia dei commercianti non ha avuto limiti. L’iniziativa, nata dalla felice collaborazione tra il Comitato, la biblioteca di quartiere e l’Associazione La Tela, ha rappresentato l’occasione per nuove sinergie su di un territorio in attesa di grandi cambiamenti;; l’ottima riuscita della manifestazione e l’entusiasmo che si è percepito tra i partecipanti fanno ben sperare in nuove avventure. Vincitori del 1° Concorso “Il mare in vetrina”: 1° Dans la boite, 2° Farmacia Angelini, 3° La bottega delle cose buone via Cornigliano. Hanno partecipato al 1° concorso “Il Mare in Vetrina”: la Bottega delle Cose Buone via Cornigliano, La Bottega delle Cose Buone via Romolo Gessi, La Bottega delle Cose Buone via Bertolotti, Punto e Virgola Cartoleria, Questione di Fiuto Negozio Animali, Elettrocel, Magic Abbigliamento, M'ama non M'ama Fiori e Piante, Pasticceria Le Rose, Farmacia Angelini, Dans la Boite, Butterfly Bar, Anna Malaspina parrucchiera per signora, OriettaMontano profumeria, Xfashion di Eugenia Mulinetto , Caffetteria Dolce e Salato di Pintori, Pizzeria Castello Raggio, EF parrucchiere, Oreficeria Castello, Il tuo Serramento, Bar Ikebana, Pescheria Ezio, Non Solo Bimbi, Mobilificio Cianci, Tabacchi Agata Montefusco, Farmacia Venzano, Centro Ottico Varosio, Farmacia Balbis, Il Punto Rosa profumeria, 2 B s.r.l. Elettrodomestici Articoli regalo, Lavanderia Ecosec.

Il mare in vetrina con Slow Fish

1° Dans la boite 2° Farmacia Angelini 3°La bottega delle cose buone

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Tra Piemonte e Liguria la poesia di Ferrero passa per Campi

Figlio di genitori piemontesi, “di Santo Stefano Belbo”, Renzo Ferrero è nato nel 1930 a Novi Ligure dove è rimasto fino all' età di sei anni. Dopo una breve parentesi di circa due anni a Cremona, la sua famiglia si è trasferita a Genova dove vive tuttora. Per quanto i ricordi siano lontani, ha subito amato la città “la scuola, gli amici, i giochi, le strade

libere dove si poteva giocare alla lippa”. Diplomato geometra presso l' Istituto Tecnico Vittorio Emanuele II nel 1950, ha lavorato prima nell'edilizia poi per trent' anni presso l' ufficio tecnico di una grande raffineria. Per motivi di lavoro è stato a contatto con persone di ogni regione d'Italia e questo fatto, unito alla sua conoscenza già acquisita del piemontese, lombardo e genovese, ha stimolato in luil'amore per i dialetti e la cultura popolare. Alcune delle sue Muse citate così a caso sono: Porta, Belli, Firpo, Bacigalupo, Trilussa e Pascarella. Ferrero ha fatto parte dell'Associazione “Il Corimbo-Amici della poesia” e per lui, motivo di vanto, è essere stato presidente di una squadra di canterini genovesi: il “Complesso Universal”. Per venire al contenuto di una delle sue raccolte poetiche, spiegheremo che nel 1990, galvanizzato dall'acquisto di una barchetta, ha scritto la sua prima poesia; poi trovandoci gusto ha continuato e ha messo assieme circa quattrocento lavori divisi in sette opuscoli dattiloscritti inediti: ”Paggia de fave”, “Armelle de sûcca”, “Mondaggia d'aggio”, “Scorsa de rôe”, “Pappê de strassa”, “Feugge de cöu” e “Rimme a caxo”. Dal 1999 partecipa a diversi concorsi di poesia con risultati lusinghieri. Attualmente fa parte del gruppo “O nostro parlâ, o nostro scrîve”;; legge mensilmente le sue poesie a Palazzo Ducale, a Genova, presso un gruppo di poeti e amanti della poesia; legge altresì al Museo Navale di Pegli duranti i corsi di genovese parlato e scritto del Cup, tenuti dal professor Zanoner e in altre occasioni conviviali. Ferrero ha conservato dei familiari nel distretto genovese di Campi e per il giornale abbiamo scelto una poesia tratta dalla raccolta “impronte sulla sabbia” in cui evoca le immagini pittoresche degli ex voto appesi ai muri di tante salette presso i Santuari, tra cui quello di Coronata.

Ex voto Quelli quadretti ex voto

che assemme a scròssue, braghê, sc-cieuppi sc-cieuppæ

se vedde appeisi inti Santöai da Madonna do Monte, da Guardia,

do Gazzo o de Cönâ pàrlan da devozion pe-a Mamma do Segnô

e còntan in ta didascalìa a grazia invocâ e riçevûa.

Se ghe vedde a sincera ingenuitæ de artisti ch'han dipinto cavalli sciatæ,

tombarelli imbösi e carattê con a scorriâ. Gh'é'n tranvaietto verde

misso de traverso 'n scë colisse co-a gente spaventâ da-i barconetti

mentre o manovratô co-a beretta bleu o se dispera con e braççe a-o çê. Figgieu piccin chéiti da-o barcon

sarvæ dä destendëa do primmo ciàn. Gente inzenoggiâ ch'a prega pe ûn

ch'o l'è lì lì pe tïâ o gambìn. E tanto, tanto mâ....

Mâ che da-i Santöi o se vedde ben, ûn mâ sempre in burrasca

con barche, vapori e brigantin incapellæ da-e onde

mentre i mainæ in coverta pregan a Madonna in zenoggion ch'a mette fin a quello ramadan. E Lê a l'è sempre lì cö Sò Figgin

e da 'na nûvia gianca a tende a man.

Ex voto (traduzione). Quei quadretti ex voto che assieme a stampelle, cinti erniari e fucili scoppiati si vedono appesi nei Santuari della Madonna del Monte, della Guardia, del Gazzo o di Coronata, parlano della devozione per la Mamma del Signore e raccontano nella didascalia la grazia invocata e ricevuta. Ci si vede la sincera ingenuità di artisti che hanno dipinto cavalli impazziti, tombarelli rovesciati e carrettieri con la frusta. C'è un piccolo tram verde messo di traverso sulle rotaie con la gente spaventata dai finestrini mentre il manovratore con il berretto bleu si dispera con le braccia al cielo. Bambini piccoli caduti dal balcone salvati dallo stenditoio del primo piano. Gente inginocchiata che prega per uno che sta per tirare le cuoia. E tanto, tanto mare... Mare che dai Santuari si vede bene, un mare sempre in burrasca con barche vapori e brigantini sommersi dalle onde mentre i marinai in coperta pregano in ginocchio la Madonna che ponga fine a quel ramadan. E Lei è sempre lì col Suo Bambino e da una nuvola bianca tende la mano.

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“ISLAM, IN PREGHIERA A NORMA DI QUARTIERE”

“ISLAM, IN PREGHIERA A NORMA DI QUARTIERE”

ISLAM L’Islam è una religione monoteista che si è manifestata per la prima volta nella cittadina di La Mecca, nel VII secolo dell’era cristiana, con Maometto, considerato dai suoi fedeli, chiamati “musulmani”, come l’ultimo e definitivo Profeta inviato da Dio (Allah), al mondo intero. Per i musulmani il Corano è l’unica e non più modificabile affermazione della volontà divina fino al Giorno del Giudizio. Le principali correnti dell’Islam non riconoscono alcun clero, per cui le figure degli Imam sono coloro che per le loro profonde conoscenze liturgiche sono incaricati d i c o n d u r r e l e p r e g h i e r e obbligatorie. L’Islam è al secondo posto per numero di fedeli con 1,5 miliardi, dopo il Cristianesimo con 2,1 miliardi. MOSCHEA La moschea è il luogo di preghiera per i musulmani, nel quale si compiono le “prosternazioni”, ossia movimenti obbligatori previsti dalla loro liturgia. E’ il luogo di raduno c o l l e t t i v o p e r a d e m p i e r e all’osservanza della Preghiera obbligatoria del venerdì o, eventualmente, per studiarvi materie di carattere religioso. La moschea non ha elementi indispensabili (è infatti possibile pregare anche all’aperto), purché il terreno sia esente da sporcizie e delimitato da tappeti, stuoie, mantelli, in quanto è richiesto lo stato di purità legale ottenibile anche attraverso lavacri parziali o totali del corpo, per cui è spesso presente una fonte d’acqua. La moschea ha una sorta di abside che indica la direzione della Mecca, considerato il primo Santuario dedicato ad Allah, verso la quale sono indirizzate le prostrazioni di rito. Dagli anni ‘80 il governo saudita ha iniziato a finanziare la costruzione di moschee e centri islamici in paesi di tutto il mondo, con considerevoli investimenti, per cui si stima la costruzione di circa 1.500 moschee e 2.000 centri islamici. MINARETO Il minareto è la torre dalla quale il muezzin chiama per cinque volte al giorno alla preghiera i devoti di Allah. Il richiamo dal minareto serve a far arrivare il più lontano possibile il segnale che scandisce la giornata liturgica, come il campanile cristiano;; l’annuncio della preghiera può essere fatto anche con l’ostensione di ampi bianchi dall’alto del minareto. P R E G H I E R A I S L A M I C A CANONICA La preghiera islamica è di due tipi:

quella “canonica” (salat) che è obbligatoria (es. la preghiera del mezzogiorno del venerdì) e quella “volontaria” che può essere adempiuta dal fedele quando egli lo ritenga opportuno. Ogni giorno sono cinque le occasioni di preghiera: all’alba, a mezzogiorno, al pomeriggio, al tramonto e di notte, secondo l’appello dei muezzin lanciato dai m i n a r e t i . IPOTESI MOSCHEA Dopo l’argomento in premessa, appare in tutta la sua evidenza la c o m p l e s s i t à dell’inserimento di una m o s c h e a i n u n quartiere come il nostro già di per sé carente in termini di vivibilità, di alta densità popolativa con caratteristiche multietniche e di non ott imale percorr ibi l i tà . Perplessità giustificate quindi non solo per la sua infelice collocazione fisica, ma anche per le implicazioni di vita quotidiana che tale de st i na z i o n e i ndu bb ia me nt e provocherebbe, non rappresentando probabilmente una soluzione funzionale né per i corniglianesi né per i fedeli musulmani. La moschea verrebbe realizzata nel fabbricato delle ex officine Passalacqua, sito in via Coronata 2r acquistato dalla Comunità Islamica circa dodici anni or sono. La costruzione della moschea ha avuto nel tempo (sindaco Pericu) un importante parere positivo proprio da nostro Consiglio di Circoscrizione, difatti per tale progetto n°5788/03 la “Direzione Territorio, Mobilità, Sviluppo economico ed Ambiente–U.O. Edilizia privata” del Comune di G e n o v a , t r a s m i s e i n d a t a 02/04/2004 la pratica al Consiglio di Circoscrizione VI Medio Ponente (prot. n°2009) per un parere di merito sulla costruzione della moschea. I l Consigl io , pur rendendosi conto “dell’accoglienza prevista per centinaia di persone” e suggerendo alcune prescrizioni tecniche abbastanza secondarie, nelle quali comunque era ammessa la realizzazione del minareto in forma quadrangolare, esprimeva a maggioranza (19 favorevoli e 6 contrari) “parere favorevole” al progetto di costruzione della moschea in via Coronata. La deliberazione di cui al n°76-Argomento CLXVIII–20 maggio 2004, fu sottoscritta dalla Segretaria Marina Fassone e dal presidente Stefano Bernini. In effetti anche l’allora sindaco Pericu in data 12 maggio 2004 annunciava un “...sì

alla moschea di Cornigliano se la richiesta avanzata... sarà ritenuta idonea dagli uffici”. Vogliamo omettere per brevità tutte le manifestazioni di protesta che i corniglianesi hanno messo in atto, anche sostenuti da alcuni stimati

parroci locali con presidi, raccolte firme, petizioni e arrivando persino ad un “Rosario anti-moschea”, quest ’u lt imo non approvato comunque dalla stesso cardinale Angelo Bagnasco. Tutto ciò non certamente come risultato di una contrarietà di tipo religioso ma semmai conseguenza di una giustificata e ragionevole previsione delle difficoltà derivanti dalla presenza di un centro religioso islamico così importante e con un’alta frequenza di musulmani praticanti, che proprio per loro natura sono rispettosi delle liturgie religiose della loro fede. Nel frattempo a Pericu è subentrata nel 2007 Vincenzi, che si è subito trovata a gestire una questione molto spinosa, dibattendosi fra posizioni politiche diverse e di opposti pareri, altalenanti in ogni decisione e soprattutto preoccupate di perdere consensi elettorali, come purtroppo è ormai prassi, e quindi timorose di assumersi responsabilità soprattutto se difficili. E con Vincenzi nasce l’ipotesi “moschea al Lagaccio”, ossia la cessione di un’area fino allora t r a s c u r a t a , p e r n o n d i r e abbandonata, dove la Comunità islamica, incoraggiata da questa opportunità offerta dal Comune, immediatamente predisponeva un progetto di massima che rispondeva alle loro necessità liturgiche, con una gradevole linea costruttiva che probabilmente avrebbe migliorato l’aspetto trasandato dell’area in questione. Ma anche questa ipotesi dopo movimenti di protesta di residenti, raccolta firme, posizioni politiche contrarie, è stata “congelata”, senza che nell’ipotesi i nostri amministratori comunali, prendessero una decisione di merito, tanto che il 20 marzo 2012 “il

Consiglio comunale ha votato a maggioranza, il rinvio al prossimo ciclo amministrativo della delibera che avrebbe sancito la realizzazione della moschea al Lagaccio”. Ed arriviamo al sindaco Marco Doria.

“il Corniglianese” nel suo numero dell’aprile 2012, in piena campagna elettorale riportava il pensiero del futuro sindaco Doria, che al punto 3 si era così espresso: “I cittadini di fede islamica hanno diritto ad un decente luogo di culto, penso che l’ubicazione al Lagaccio possa essere la migliore. L’edificio di Coronata è comunque di proprietà della Comunità Islamica che può utilizzarlo nel rispetto delle norme del quartiere”. Ma quali sono le norme del quartiere? Forse non aveva presente il fatto che il Consiglio di circoscrizione aveva già espresso parere favorevole? Ancora oggi quindi nessuna decisione definitiva, soltanto discorsi generici ed accademici a fronte dei quali i corniglianesi restano assolutamente spiazzati e a dir poco perplessi. Ma in realtà qualcuno si muove: la Comunità islamica. Difatti a fronte di nessuna decisione di merito delle autorità preposte, ha presentato una “Segnalazione Certificata di inizio attività” (SCIA), in data 09/10/2012 al n°6504 per “ O p e r e d i m a n u t e n z i o n e straordinaria interne all’immobile, con data inizio lavori al 15/12/2012, poi modificata al 16/04/2013, ed ultimazione lavori non indicata. Dal cartello di cantiere risultano: proprietario Al-Waof Al-Islam in Italia (titolare della SCIA) – Progettista ing. Sergio Picchio – Direttore lavori arch. Claudio Timossi – Resp. Sicurezza ing. Sergio Picchio – Impr. Costrutt. Artigiano edile Ataoui Bechir – Committente Al-Waof Al-Islam in Italia. Nel contempo la proprietà del fabbricato, comunicava che l’immobile era stato loca t o a l la s t es sa im p r esa costruttrice Ataoui Bechir che

CORNIGLIANO LA QUESTIONE MOSCHEA

La questione moschea in Genova ed in particolare nella nostra Delegazione si sta trascinando ormai da più di un decennio, con protagonisti addirittura tre sindaci, senza che si sia pervenuti a sintesi chiare per cui ancor oggi si continua a parlarne in termini accademici, tra posizioni politiche assolutamente divergenti. “il Corniglianese” sente ora la necessità di fare una riflessione, serena e obiettiva, sottolineando ancora una volta quelle che sono le aspettative e le esigenze del quartiere, senza peraltro trascurare le istanze dei fedeli di religione musulmana. Proponiamo quindi, a grandi linee, i fondamenti dell’Islam per essere magari un po’ più consapevoli su argomenti dei quali ogni giorno parliamo e discutiamo.

CORNIGLIANO LA QUESTIONE

MOSCHEA

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“ISLAM, IN PREGHIERA A NORMA DI QUARTIERE”

l’avrebbe utilizzata come sede operativa e magazzino. E’ chiaro che la Comunità islamica con questa SCIA ha voluto smuovere in qualche modo lo stallo decisionale del Comune, per poter pervenire a decisioni definitive: Cornigliano o Lagaccio? Ed inoltre: lo scorso 5 giugno in un’intervista al Secolo XIX Husein Salah, portavoce della Comunità islamica dichiarava di “non aver perso la speranza di avere una moschea… concentrati sulla ristrutturazione del capannone di via Coronata”, asserendo inoltre di aver praticamente in mano la concessione edilizia (per noi irreperibile, n.d.r.) che permetterebbe, in assenza di valide alternative da parte del Comune, di procedere con la moschea di Cornigliano. Nel frattempo sono iniziati i previsti lavori di manutenzione straordinaria interna. Purtroppo nell’esecuzione delle opere il direttore dei lavori (architetto Timossi ), e i l responsabi le del la sicurezza (ingegner Picchio), hanno permesso all’impresa la demolizione del vecchio tetto dell’ex fabbrica, costituito da lastre ondulate in cement o a mia nt o (e t e r ni t ) , trasgredendo per la metodologia adottata (mano d’opera priva di p r o t e z i o n e , c o n s e r v a z i o n e dell’integrità del materiale rimosso, ecc.) alla normativa in materia di rimozione di manufatti contenenti fibre di amianto e non rispettando comunque la SCIA presentata al comune che prevedeva solo o p e r e d i m a n u t e n z i o n e s t r a o r d i n a r i a interne. Alcuni c i t t a d i n i residenti nelle i m m e d i a t e vicinanze del cantiere, con la col laborazione del consigliere del Municipio VI, M a u r i z i o A m o r f i n i , allarmati dalla demolizione in corso eseguita senza alcuna cautela operativa con possibilità di i n q u i n a m e n t o delle case confinanti, fra le quali una scuola ed una casa di riposo, e con grave rischio per gli operai stessi, hanno presentato un esposto alle autorità di controllo, ottenendo almeno la sospensione della demolizione del tetto, comunque non autorizzata, nonché l’intervento del

Corpo di Polizia municipale della Sezione di Cornigliano che nel sopralluogo in cantiere del 12 aprile scor so aveva conferma dal responsabile dei lavori della presenza di lastre ondulate in eternit con l ’ as s icuraz ione che lo smaltimento del materiale demolito sarebbe stato eseguito dalla società “ ECOGE” a u t o r i z z a t a a l l o smaltimento di rifiuti tossici in data 16/04/2013. Esistono e sono consultabili le certificazioni di avvenuto smaltimento rilasciate dalla ECOGE previste dalle normative vigenti? E comunque abbiamo certezza che la demolizione delle lastre in eternit sia stata eseguita nel rispetto e con le cautele previste dalle normative di legge? In ultimo è interessante sapere che il 4 giugno scorso si è tenuto un convegno presso la Facoltà di Architettura di Genova con la partecipazione dell’architetto Paolo Portoghesi, già direttore della Biennale di Venezia e progettista della grande Moschea di Roma e più r ec ent em e nt e d i q ue l la d i Strasburgo, il quale nel merito della futura moschea di Genova ha raccomandato una realizzazione vicino al mare o con affaccio diretto ad esso (silos Hennebique? Ndr); essendo presente, oltre a importanti personalità cittadine, anche il v i c e s i n d a c o e d a s s e s s o r e all’Urbanistica, Stefano Bernini (già presidente del municipio), lo stesso

dichiarava che la “soluzione Lagaccio” a suo parere non era praticabile per cui si stava cercando un a l t r o s i t o : appare quindi evidente che tra sindaco e suo vice le idee circa la collocazione di una moschea in Genova, in particolare al Lagaccio, non sono proprio c o n v e r g e n t i , a n z i . Il timore dei corniglianesi è q u e l l o c h e m a g a r i l a soluzione più

facilmente praticabile risulti infine essere quella di via Coronata, per cui anche su questa questione ci attendiamo risposte sollecite ed univoche, da tutte le autorità e che siano esse rispettose delle nostre giuste aspettative. Roberto Veneziani

Ho presentato due interpellanze al mio municipio relative alla costruenda sala di preghiera di via Coronata relative ai lavori di costruzione e al cambio di destinazione d’uso, da industriale a luogo di culto. Mi è stato risposto che allo stato attuale non c’è nessun pericolo che l’eternit venga dispera nell’aria, una ditta specializzata lo smaltirà nei rifiuti pericolosi (dicono che quello che è stato rimosso non è amianto). Sul cambio di destinazione d’uso la comunità islamica ancora non l’ha richiesta. Il 9 c’è stato un sopralluogo della polizia municipale Territorio e ambiente (…). Ai tempi della circoscrizione tutti votarono (meno l’opposizione, sei persone) a favore della moschea con minareto in via Coronata. Ai tempi di padre Giacomo, si creò un comitato di cittadini che si opponeva alla collocazione della moschea in via Coronata. La gestione politica, da Pericu alla Vincenzi, forse spaventata dal consenso popolare che aveva ricevuto il comitato iniziò a studiare aree alternative come il Lagaccio che, allo stato attuale è l’ultima ipotesi concreta. Rimango dell’idea che è impossibile collocare un luogo di culto in una zona che, come ben conosciamo, è impraticabile dal traffico cittadino. Porto l’esempio di viale Jenner, a Milano, dove al venerdì addirittura una via intera viene chiusa per dare spazio a migliaia di persone che si recano in un luogo di culto concepito per qualche centinaio di fedeli. La polizia municipale deve chiudere addirittura la via al traffico. I fedeli sono costretti a pregare per strada stendendo i tappeti sui marciapiedi per pregare. Il problema vero, ancora una volta, è: cosa conta Cornigliano e le scelte che per Cornigliano vengono prese in un Municipio dove la quasi totalità dei consiglieri è di Sestri Ponente. Vogliamo ragionarci sopra? Nota. Nel municipio VI Medio ponente i consiglieri di Cornigliano sono tre, Bommara, assessore, Valli e Amorfini, su 24 più il presidente. Considerando il numero degli abitanti di Sestri (80.000) e di Cornigliano (20.000) teoricamente la proporzione dei rappresentanti in Municipio dovrebbe essere di 1:4, quindi almeno 6 eletti fra i corniglianesi.

L’opinione di Maurizio Amorfini

Le ex officine Passalacqua in via Coronata di proprietà della comunità islamica

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ilCorniglianese/eventi e tempo libero Giugno 2013

Tanto per cantare Un successo più forte della pioggia

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Chiesa Nostra Signora di Lourdes Festa patronale fra storia e tradizione

Domenica 9 giugno, nella serata conclusiva dei festeggiamenti per il 110 anniversario di fondazione del Circolo Uguaglianza, si è svolta la finale di "Tanto per cantare", il concorso nato l'anno scorso da un’idea di Mino Paoletti e Marco Giannetto. Diversi sono i criteri per decretare il successo di una manifestazione. Di certo la presenza massiccia di pubblico in tutte le serate. Le eliminatorie svoltesi all'interno del salone del Circolo durante la stagione

invernale hanno riscosso notevole interesse ed è per questo che la finalissima di giugno si sarebbe dovuta svolgere all'aperto ma il violento acquazzone che si è abbattuto quella sera sulla città ha impedito ai concorrenti di esibirsi. Gli organizzatori non si sono dati per vinti e hanno smontato e rimontato il palco

all'interno del salone. I presenti si sono goduti uno spettacolo meraviglioso grazie ai concorrenti, tutti bravissimi, e al gruppo musicale con Marco Giannetto, batteria, Andrea Barisone, basso, Fabrizio Zingaro, pianoforte e tastiere e Andrea Manca, chitarra. Anche la giuria di qualità ha dato il proprio contributo in termini di spettacolo. Tra gli artisti Daniela Venturelli, Sabrina Colombo, Gino Pecoraro, Daniela Compagnoni, il corniglianese Cristian Dimichele e la maestra di pianoforte Laura D'Alessandro. Maria Luisa si è aggiudicata il primo premio davanti a Daniela e al veterano Marco Vacca e si è quindi aggiudicata la possibilità di incidere due brani presso uno studio di registrazione. M.P.

Com’è consuetudine anche quest’anno dal 3 e fino al 7 luglio avrà luogo nel piazzale antistante la chiesa di NS di Lourdes la festa patronale. In programma: mercoledì 3 luglio alle

16,30 al campo I. Ferrando per il VI° “Trofeo don Oddone”, triangolare di calcio per ragazzi, al termine premiazione con cena e in chiusura di serata esibizione di magia con il mago Manuel. Giovedì 4 luglio alle 16,30 al campo Ferrando “Trofeo don Oddone” riservato agli adulti. Nel piazzale della

chiesa apertura stands ga- stronomici. Alle 21 straordinaria esibizio- ne del Coro Gospel. Venerdì 5 luglio alle 21 esibizione del coro AVO di Genova. Cena con possibilità di prenotazione al n.

3337713074. Alle 22 musica dal vivo con il complesso Mr Quaggot (cover band). Sabato 6, XIII sagra dello stocche e cena su prenotazione al n. 3337713074 con il menù: antipasto misto, trofie al pesto, stock in umido, dolce, frutta, pane, acqua. Anche quest’anno curata dai titolari del ristorante “Da Marino”. Alle 21 musica dal vivo anni ‘60-’70 con il complesso Svago di Torino. Domenica 7, Solennità e SS. Messe alle 10 e alle 17. La Messa solenne sarà celebrata da

Padre Celestino in suffragio del compianto Padre Casati. Ore 20,45 Vespro solenne. Processione con don Fabrizio Liborio, sacerdote novello della arcidiocesi. Animerà la liturgia il coro polifonico della parrocchia diretto d a l m a e s t r o M a r i o Z a m b e l l i . S.D.

Ancora una volta il disinteressato impegno dei volontari viene messo a dura prova da un'Amministrazione a dir poco "lenta" nell'intervenire alla manutenzione della "cosa pubblica" come nel caso del parco di Villa Gentile Bickley, sede della Civica Biblioteca e dell'associazione "Le Panchine del Parco", da diversi mesi interdetto al pubblico "per motivi di sicurezza", una prima volta per una persiana pericolante ed in seguito per la pericolosità di alcune piante (forse carnivore?) come si evince dal cartello apposto all'ingresso (vedi foto). Anche questa volta "si pone rimedio" con un divieto ed un po' di economico nastro bianco/rosso (di quest'ultimo il Comune deve averne acquistato quantità industriali) anziché rimuovere il reale pericolo. Mentre scriviamo ci giunge notizia che grazie ad un contributo di Società Per Cornigliano si sta mettendo rimedio almeno all'impianto di illuminazione del parco in questione, fuori servizio da oltre un anno. Non si scoraggiano però i volontari e gli operatori socio-sanitari de "Le Panchine del Parco", che lì seguono i malati di Alzheimer. Loro vanno comunque avanti perché, affermano, "anche il solo sorriso di un malato è per noi come l'arcobaleno dopo il temporale", anche in un parco dove la pubblica incuria pare regnare. Noi corniglianesi, nati e cresciuti tra temporali e tempeste, da anni attendiamo sempre il nostro arcobaleno. oerre

Parco villa Gentile Bickley? Chiuso Motivi di sicurezza o incuria?

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ilCorniglianese/eventi e tempo libero Giugno 2013 15

giugno e Teatro del Piccione. Dopo il successo dell'edizione 2012, torna La sagra urbana, festa nata per dimostrare che qualità, cultura e giustizia possono (e devono) stare al centro di un evento popolare. Tre giorni di teatro per ragazzi, artisti di strada, musica tradizionale e musica d'autore accompagnati da grigliate, gnocco fritto e salumi, focaccette, insalate di farro e altre preparazioni vegetariane. Tutto preparato con ingredienti bio e a chilometro zero. I prodotti di origine animale provengono da allevamenti allo stato brado e la birra è artigianale. E i prezzi? Popolari quelli del cibo e gratuiti i concerti. Gli eventi sono organizzati da: Associazione Culturale Metrodora, Cooperativa CMC, Associazione Libera e Cinemovel Foundation, ARCI Genova, circoli ARCI Belleville, Barabini di Trasta, 30 giugno e Teatro del Piccione, Associazione Culturale Sarabanda, Associazione Echo Art, Pro Loco di Cornigliano e P.A. Croce Bianca di Cornigliano, Associazione ARTU, Rete ligure per l’altra economia e IF, istruzioni per il futuro. Nel prossimo numero tutti gli appuntamenti di fine luglio tra i quali la “III Festa popolare della Pro Loco” a cura della Pro Loco Cornigliano e in collaborazione con la P.A. Croce Bianca di Cornigliano. Per informazioni: Società per Cornigliano SpA, Enrico Da Molo (direttore) 010.8403310. www.percornigliano.it

Ha preso avvio il 13 giugno il “Festival delle periferie”, XI edizione (ore 21), ricco calendario di appuntamenti estivi che, fino al 22 settembre, animerà i giardini della storica Villa Bombrini. La rassegna, conosciuta e attesa, tornerà a vivacizzare le serate estive di Cornigliano e porterà ancora il quartiere a distinguersi per qualità e varietà delle proposte

nel panorama genovese: anche quest’anno palcoscenico di imperdibili occasioni per un vasto e variegato pubblico. Com’è ormai tradizione a Villa Bombrini tanta e tanta musica con un nutrito calendario dedicato ai più giovani ma non solo: gli eventi spazieranno dal rock alle sonorità balcaniche, dal reggae allo ska con incursioni di musica popolare e d’autore, grandi interpreti, sonorità mediterranee, band storiche e nuove rivelazioni anche “made in UK”. Particolare attenzione a bambini e ragazzi con un’ampia proposta di intrattenimento per tutta la famiglia: dai laboratori di teatro a quelli di circo, dagli spettacoli di mimi e giocolieri, all’esilarante cabaret. Un’estate piena di occasioni di divertimento e di festa che daranno anche spazio a momenti per riflettere, per confrontarsi, per prendere contatto, pur nella spensieratezza che l’intrattenimento deve e vuole regalare, con tematiche importanti: cultura, giustizia, qualità della vita, dell’ambiente, del cibo. E ancora: danza, quella coinvolgente, “da danzare” come nelle tradizionali sagre, momento corale aperto a tutti, ma anche danza sperimentale “da vedere”, da utilizzare come strumento di scoperta degli spazi che ci circondano per osservarli da un’altra prospettiva. In programma undici anni di musica rock: è il traguardo raggiunto dal Festival delle Periferie ideato ed organizzato dall’Associazione culturale Metrodora. Più di due lustri di concerti e performance che hanno visto sfilare il meglio del rock alternativo degli anni 2000 e tanti ospiti importanti a livello nazionale. 28 giugno: Andy Mittoo & The Groove Makers. The Sabaudians, ritmi reggae e ska, lo Studio One e la Jamaica per una all star band formata da membri dei The Bluebeaters e degli Africa Unite. Una serata tutta da ballare con l'eccellenza italiana del suono in levare. 29 giugno, "30 anni di ortodossia": la mitica reunion dei CCCP con sul palco Zamboni, Baraldi, Fatur, Enriquez (Bandabardò) a far rivivere le grandi canzoni della band italiana che più di tutte ha metabolizzato e rappresentato il punk nella nostra nazione. In apertura il live soundclash di Tarick1 e dei Magellano che si sfideranno tutti assieme sul palco in un back to back completamente live. 30 giugno: direttamente dall'Inghilterra, The Heartbreaks, definita da tutta la stampa come "la band più interessante al momento in Inghilterra". La serata è stata organizzata in collaborazione con Closer. “La sagra Urbana” a cura dei circoli ARCI Belleville, Barabini di Trasta, 30

Estate a villa Bombrini Dal Festival delle periferie al centro della musica (gratuita)

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ilCorniglianese/sport Giugno 2013

Ezio Pescheria Il pesce fresco

del golfo ligure

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Il Circolo della salsa cala le doppie coppie I liguri ad Olbia in trionfo sul podio

Saggio di fine anno “ASD Ginnastica Calasanzio"

Mister Gargano “Il calcio la mia seconda vita Corniglianese? Felice di essere qui”

“Nei miei ultimi anni da giocatore pensavo di proseguire nel calcio come allenatore”. Questo per conoscere da vicino Carlo Gargano. La sua lunga carriera da giocatore inizia in Puglia, nella sua città natale, con la A.C.D. Molfetta, fino all’esordio in serie C con l’Imolese 1919 negli anni ‘68-’69. A 20 anni il grande salto nel Bari con cui riesce a disputare anche qualche gara di Coppa Italia in serie A, massimo traguardo per un giovane che ama il calcio e crede nei suoi valori. Qui

purtroppo viene meno la sua fortuna calcistica: prima due seri infortuni, poi la scelta di emigrare per ragioni di lavoro. Nel 1974 si trasferisce a Genova e intraprende la strada da allenatore. Dice: “Lo sport e il calcio sono per me una seconda scelta di vita e la vedo come dare un senso a qualcosa che mi fa stare bene, in famiglia come su un campo da gioco. Nel calcio, prosegue, non si finisce mai di imparare: quello dei dilettanti è il calcio dei veri valori, che apprendi con fatica ma che non dimentichi mai”. Dal Circolo ricreativo Merlino, dove si troverà a gestire due squadre, la prima a 11 con gli esordienti del ‘93 vincendo il campionato, la seconda a 7 giocatori, vincendo alla grande anche quel torneo, cambia società e arriva alla Corniglianese 1919. Con la leva 1966, insieme a Stefano Flori, fanno crescere i ragazzi fino

ad arrivare a vincere nel 2006 il campionato Giovanissimi. Grande stacanovista in campo e sempre a disposizione della Società dove attualmente allena gli allievi della stessa leva, con un senso di tristezza confida: “Ho un ricordo doloroso legato alla recente scomparsa di Marjus Petani, un ragazzo fantastico sotto tutti i punti di vista. Pensando alla sua immatura scomparsa, non riesco a farmene una ragione: mi è rimasto nel cuore. Alla Corniglianese sto veramente bene, ho avuto la fortuna di trovare dei ragazzi con tantissima voglia di imparare e un forte attaccamento alla maglia; condivido con Graziano Scremin tutto il programma di lavoro che abbiamo impostato dall’inizio con degli ottimi risultati. Ho avuto altre offerte ma difficilmente lascerò questa Società alla quale va il mio ringraziamento e la piena disponibilità di mettere a frutto lavoro ed esperienza anche per la prossima stagione”. Sergio Daga

Sabato 25 maggio u.s., con la partecipazione di c.ca 100 atleti di età compresa tra i 3 ed i 27 anni ed una larghissima partecipazione di appassionati delle discipline si è svolto il tradizionale saggio di fine anno. Perfino un gruppo di genitori si è esibito in una performance di esercizi di ginnastica acrobatica. Il presidente sig,ra Picone Lietta ed il suo vice sig. Rosati Massimo, che hanno organizzato l'evento in ogni suo più piccolo dettaglio, si sono detti

molto soddisfatti così come chi ne ha curato gli aspetti t e c n i c i n e l l a persona dei sigg.ri Piazza Chiara (capo istruttore), Romano E n z o ( r e s p . a c r o b a t i c a ) , Mazzarello Ilaria ( i s t r u t t r ic e) e Macario Franca (resp. corso adulti e bambini asilo). T a n t i p i c c o l i c a mpio n i , c he o r a m a i primeggiano in

tutte le categorie regionali e nazionali, hanno così potuto esprimersi in ogni singola specialità ricalcando le gesta degli olimpionici corniglianesi del passato. Palo Alfonso

Nell’ultima domenica di maggio si è svolta in Sardegna, al Palazzetto dello sport del Geovillage di Olbia, la 3^ tappa di Coppa Italia Danze caraibiche. Ancora una volta le coppie dell’Asd Il Circolo della Salsa sono salite sul podio con due primi e due secondi posti ottenuti da Giordano Riccardi&Luana Lazzaro e Alessandro Cignarale&Noemi Chiossone. Ed ora, a parte i doverosi allenamenti ed il meritato riposo estivo nelle competizioni, si riprende ad ottobre in Abruzzo con la quarta ed ultima tappa Gran Prix di Coppa Italia, per poi finire la stagione a novembre

con il campionato italiano. Un doveroso ringraziamento va agli allievi, dai più piccoli ai meno giovani che hanno fatto vivere agli appassionati attimi di pure e semplici soddisfazioni, condividendo con gioia e armonia parte del loro prezioso tempo. M.T.

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Non sarà una competizione nel vero senso della parola ma un evento per condividere una giornata di sport dove protagonisti saranno i più piccoli. La manifestazione si terrà nella struttura del ricreatorio parrocchiale San Giacomo e sarà organizzata dale associazioni che ne prenderanno parte. Alla “Giornata dello sport” s o n o i n v i t a t e a partecipare tutte le società sportive di Cornigliano con le loro discipline. Gli esercizi commerciali di Cornigliano possono contribuire con iniziative e idee alla Giornata dedicata ai più piccoli. Per informazioni: Salvatore Micelli tel. 335.64.10.452

Tutti invitati alla Giornata dello sport

Ginnastica Calasanzio, la palestra del saggio finale

Carlo Gargano (Asd Corniglianese): “Il calcio dei dilettanti è il calcio dei veri valori”

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ilCorniglianese/sport Giugno 2013 17

Contro ogni pronostico la squadra del Carpi ha superato nel doppio confronta dei play off di prima divisione il blasonato Lecce guadagnando, per la prima volta nella sua storia, l’approdo alla serie B. Nel Carpi milita il corniglianese Fabio Concas (primo in ginocchio da sinistra), colonna della squadra emiliana. Iniziò

nella nostra delegazione tra le fila dell’Ozanam quindi passò nelle giovanili della Corniglianese e della Sampdoria. Si è poi affermato nel Savona, poi Carrarese, Ternana e Varese. Dalla scorsa stagione al Carpi dove, nel campionato appena trionfalmente terminato, ha disputato 23 partite nel ruolo di esterno alto, andando a segno in quattro occasioni. G. P.

Il 5 luglio presso il campo Italo Ferrando di Cornigliano alle 20,30, Leroy Merlin, in collaborazione con l’Assessorato sport Regione Liguria e Corniglianese calcio, organizza una partita a scopo benefico per raccogliere fondi a sostegno delle famiglie delle vittime della tragedia del 7 maggio scorso avvenuta in porto a Genova, quando il cargo Jolly Nero dopo una manovra inconsueta centrò la torre dei piloti di Molo Giano facendola crollare e causando nove vittime. La partita si disputerà in 3 tempi da 20 minuti: durante i primi 20 giocheranno i bambini leva 2001 della Corniglianese misti ai figli dei dipendenti di Leroy Merlin contro ex professionisti, nei restanti due tempi giocheranno ex professionisti contro dipendenti Leroy Merlin. I professionisti che hanno già dato la propria adesione sono : Murgita , Nappi, Celestini, Barozzi, Cavallo, Onofri, Nicolini, Minetti, Scarnecchia, Signorelli, Pruzzo, Ciancio, Gambaro, Francesconi. S.P.

Un po’ di Cornigliano in serie B Il Carpi con Concas promosso dopo i play off

La solidarietà scende in campo in corso Perrone, a Cornigliano

Lo abbiamo sempre pensato ma oggi ne abbiamo la conferma definitiva: l’A.S.D. Celano boxe Genova è la prima società di boxe in Liguria con 1669 punti e 94 incontri disputati e, altro splendido risultato, venticinquesima in Italia. Per dare l’idea di quanto importante sia questo risultato basta dire che è la seconda in Liguria. L’A.S.D. Pugilistica Spezzina ha solo 883,5 punti e 80 incontri ed è sessantasettesima in Italia. Questi risultati dovrebbero convincere i nostri amministratori locali che forse è arrivato il momento di dotare la Celano boxe di una struttura adeguata per la loro attività. La redazione aveva suggerito l’utilizzo del vecchio mercato di Cornigliano come palazzetto della boxe ed arti marziali (unico a Genova). S.P.

Celano boxe Genova Saranno Olimpiadi?

ilCorniglianese

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Michela Braga e Veronica Vernocchi atlete della Celano boxe sono osservate speciali di Emanuele Renzini,

allenatore della nazionale rosa di pugilato

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ilCorniglianese/personaggi, curiosità, storie Giugno 2013

Caro Avvocato, Sono proprietaria di un appartamento posto all’ultimo piano di un palazzo eretto

in condominio, di cinque piani fuori terra, suddiviso in dieci unità immobiliari, due per piano. Ho recentemente acquistato l’appartamento del mio vicino cosicché, oggi, sono proprietaria di tutto l’ultimo piano del palazzo. Vorrei unire i due appartamenti così da farne uno solo, più grande. L’architetto che ho contattato per il progetto di ristrutturazione mi ha suggerito di inglobare il ballatoio dell’ultimo piano nell’appartamento per far sì che l’ascensore mi arrivi direttamente in casa (andrei a sostituire il tasto della pulsantiera dell’ascensore con una chiave) e non dovrei aprire porte di comunicazione tra le due unità immobiliari. Posso

farlo? P.R. Cara Signora, Il ballatoio c h e L e i v o r r e b b e inglobare nel s u o appartamento è pacificamente una parte c o m u n e del l ’ ed i f i c io condominiale. A i s e n s i dell’art. 1119 c.c., nel testo recentemente

novellato, ‘le parti comuni dell’edificio non sono soggette a divisione, a meno che la divisione possa farsi senza rendere più incomodo l’uso della cosa a ciascun condomino’. Nel condominio di edifici, poiché l’uso delle cose comuni si colloca in funzione del godimento delle parti di proprietà esclusiva, risulta escluso che, per volontà di alcuni dei condomini, in contrasto con altri, si alteri lo stato e quindi il pacifico godimento delle parti dell’edificio di uso comune. La divisione dei beni asserviti all’utilità delle singole unità immobiliari è dunque consentita solo con il consenso unanime di tutti i partecipanti al condominio; la norma non pone ostacolo alla volontà dispositiva di tutti i condomini ma solo alla unilaterale volontà del singolo partecipante alla comunione che non è titolare del diritto ad ottenere, consensualmente o giudizialmente, la divisione. Per quanto detto, la risposta al quesito che mi pone è la seguente: lei può ottenere la divisione del ballatoio del suo piano dalle parti comuni dell’edificio a due condizioni: 1) che ciò non sia di ostacolo al godimento della cosa comune; 2) che ci sia il consenso dell’unanimità dei condomini. Diversamente Lei non può realizzare il suo intento. Cordialmente.

Matteo Savio, avvocato

Numeri utili

Pronti interventi Carabinieri 112 Polizia 113 Vigili del fuoco 115 Guardia di Finanza 117 Emergenza sanitaria 118 Emergenza incendi 1515 Guardia costiera 1530 Viaggiare informati 1518 Vigili urbani 0105570 Cornigliano Carabinieri 0106469983 Comune 0106500068 Croce Bianca 010651276 0106512817 Illuminazione pubblica 800523188 Polizia 010648001 Polizia municipale 0105577195 A.C.I. 803116 Taxi 0105966 ASL Guardia medica 010354022 CUP prenotazioni 0105383400 AMT Linee e orari 0105582414 Trenitalia Orario treni 92021 Aeroporto Informazioni 01060151

L’avvocato risponde

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La Cucina di nonna Papera (Leda Buti) Storia delle ricette che hanno fatto la storia

Ingredienti. Due kg di stoccafisso secco, ½ kg di pomodori, 1 cipolla, 40 g acciughe salate, 4 cucchiai di olio, 2 cucchiai abbondanti di olive in salamoia, 2 spicchi d’aglio, 1 cucchiaio di

prezzemolo tritato, sale. Preparazione: immergere per due giorni lo stoccafisso nell’acqua dopo averlo precedentemente battuto con un bastone di legno. Far appassire un soffritto con cipolla e olio, aggiungere i pomodori tagliati a

pezzetti, un pizzico di sale ed infine, lo stoccafisso (privato della pelle e delle lische). A metà cottura completare con il prezzemolo, il trito di aglio e le acciughe salate (pulite). Far cuocere per circa 3 ore. Prima di portare in tavola aggiungere le olive in salamoia.

Stoccafisso alla garibaldina

La ricetta dello stoccafisso alla garibaldina ci restituisce una immagine domestica di Garibaldi ormai lontano dai clamori delle guerre risorgimentali. L’Eroe dei due mondi amava la buona cucina, specialmente quella a base di pesce. Nell’isola di Caprera dove si era definitivamente ritirato nel 1871, invitava alla sua tavola gli amici di vecchia data, i curiosi e le molte donne attratte dal suo innegabile fascino. La sua terza e ultima moglie, Francesca

Armosino, inventò diverse ricette dedicate alle imprese del consorte tra le quali la più famosa fu quella dello stoccafisso. Garibaldi, nonostante le molte conquiste femminili, fu sempre attratto dalla giovanissima e volitiva marchesa Giuseppina Raimondi che divenne sua seconda moglie ma che fu ripudiata al termine della cerimonia nuziale per un presunto tradimento. Informato alla fine della funzione tramite un biglietto anonimo, Garibaldi dovette attendere vent’anni per l’annullamento delle nozze che gli consentì di sposare la paziente Francesca e di riconoscere i figli Clelia e Manlio. Ma il grande amore del condottiero fu la prima moglie, Anita, morta tra le sue braccia nelle valli di Comacchio nel 1849, dopo il tragico epilogo della Repubblica Romana.

Giuseppe Garibaldi (Nizza, 1807-Isola di Caprera, 1882)

Non vogliamo sapere quanti ne ha compiuti ma, in occasione del suo compleanno festeggiato nel mese di giugno, ne vogliamo augurare altrettanti alla nostra cara Leda, preziosa collaboratrice del giornale. La redazione

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ilCorniglianese/personaggi, curiosità, storie Giugno 2013

Riforma condominio: soldi tutti e subito prima di iniziare i lavori

Siamo in estate e arriva la fatidica prova costume. Qualche chiletto di troppo è la norma, ecco qualche suggerimento per una veloce rimessa in forma. Dieta tisanoreica, Dukan, zona, integratori: tutti validissimi aiuti per dare una scrollata al nostro corpo. Ma in fondo per perdere peso o per non prendere chili potrebbe essere sufficiente una corretta alimentazione che tenga conto delle calorie introdotte e del rapporto tra carboidrati, proteine e

grassi. Quante calorie servono? Il calcolo va fatto in base al sesso, all'età e al tipo di attività condotta. In modo approssimativo si può indicare in 2.400 al giorno le calorie necessarie ad un uomo e in 1.800 quelle per una donna. Per perdere peso si deve ridurre il numero di calorie quotidiane. Per una donna che svolge una normale attività fisica di circa 100 minuti la settimana, una dieta ipocalorica le farà perdere peso lentamente ma costantemente: bastano circa 1.300 calorie al dì. I pasti vanno suddivisi in 5 momenti: colazione, spuntino a metà mattina, pranzo, spuntino a metà pomeriggio e cena. Tra un pasto e l’altro non devono mai passare più di 5 ore ma è meglio 3-4 ore per evitare che l'indice glicemico abbia oscillazioni e quindi il pancreas lavori tanto. Fondamentale è una colazione abbondante con pane tostato o fette biscottate con miele o marmellata, the, caffè o latte con dolcificante e un frutto. Negli spuntini è sufficiente un frutto o uno yogurt o una barretta spezzafame. È buona regola anche che il pranzo sia più ricco della cena. Non si deve eccedere nell'uso di carboidrati che comunque è preferibile che siano integrali. I condimenti devono essere semplici, non devono contenere burro né margarina ma solo un po' di olio possibilmente crudo. Inoltre

utilizzare carni rosse e legumi preferibilmente a pranzo e carni bianche o pesce la sera accompagnando sempre con verdure cotte o crude. La silhouette è garantita. Dottoressa Jose Cuffaro

Salute: alt, calorie

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L'articolo 13 del disegno di legge S71-B di riforma ridefinisce le attribuzioni dell'assemblea e così modifica il n.4 dell'articolo 1135 del codice civile: "oltre quanto stabilito dagli articoli precedenti, l'assemblea dei condomini provvede : -omissis- 4) alle opere di manutenzione straordinaria e alle innovazioni costituendo obbligatoriamente un fondo speciale di importo pari all'ammontare dei lavori". Il neo articolo 63 delle Disposizioni di Attuazione del Codice Civile (vedere il post: "Dopo la

riforma, chi paga per chi non paga in condominio ?") ripristina, anche se con i rilevanti costi e i lunghi tempi della preventiva escussione, la solidarietà delle obbligazioni nel condominio, con l'obbligo di tutti i condomini di pagare per chi non paga. Il neo art. 1135 del Codice Civile evita che gli interventi di maggiore impegno economico, quelli straordinari, ad esempio per facciate, coperture e impianti, possano essere affrontati senza precostituire il deposito dei fondi necessari da parte di tutti i condomini. Sia i condomini che i terzi non sarebbero così esposti ai maggiori costi della procedura definita dall'articolo 63 delle Disposizioni di Attuazione del Codice Civile. Quando il

neo 1135 c.c. sia applicato a regime, è probabile che l'articolo 63 sia adottato, nella parte che prevede la legittimazione del terzo all'azione esecutiva verso i morosi, solo per le spese ordinarie proprio perché la costituzione obbligatoria del fondo elimina alla radice il problema che i lavori possano non essere pagati, evidenzia da subito eventuali difficoltà dei condomini, con eventuali azioni esecutive promosse e concluse prima che l'appalto dei lavori sia conferito. Sotto altro punto di vista però la necessità di accantonare prima dell'esecuzione l'intero ammontare dei lavori di manutenzione straordinari può comportare un significativo rallentamento degli interventi. La stretta creditizia - principale causa ed insieme effetto della grande crisi, impedirebbe, infatti, il finanziamento diretto di quei cittadini, prossimi allo stato di insolvenza, che si trovassero senza la liquidità necessaria per poter adempiere alle decisioni dell'assemblea. Non pare che, riferendosi alle norme, i medesimi lavori possano essere svolti con un finanziamento diretto al condominio in quanto contrasterebbe con l'obbligo di precostituire il fondo né tanto meno sarebbe legittima la delibera che derogasse dall'obbligo e esponesse così anche solo un condomino al danno per l'insolvenza di eventuali morosi. I lavori negli edifici in condominio, di importo relativamente limitato ma numerosi e distribuiti sul territorio, potrebbero costituire un motore veramente importante, anche per le rilevanti detrazioni fiscali concesse dai provvedimenti del governo, per superare la crisi. Una misura che ha lo scopo di risolvere un problema, quella del fondo obbligatorio ma che non contribuisce allo sviluppo ed alla crescita. Andrea Scibetta

U n a p a g i n a a d i s p o s i z i o n e d e i Cor ni g l ia ne s i p er rispondere ai quesiti in materia di gas ed energia Liguria Energia si mette a disposizione

dei Corniglianesi anche attraverso le pagine di questo giornale. Il Responsabile del progetto, Elio Teodoro, è pronto a rispondere alle domande della delegazione sul mercato dell’energia e sui costi presenti in bolletta ed a fornire spiegazioni su qualunque altro aspetto possa essere di interesse per la nostra comunità. Per usufruire di questo nuovo servizio sarà sufficiente inviare una mail all’indirizzo [email protected] o consegnare il proprio quesito presso lo sportello di Liguria Energia in via Cornigliano 224/r. In questa prima pagina della rubrica, Elio Teodoro ci racconta come è nato il mercato libero del gas e quali sono, con un po’ di accortezza, le opportunità da cogliere. Le opportunità del mercato libero del gas: come sfruttarle senza rimanerne vittime Molti di noi hanno avuto modo di venire a contatto con la liberalizzazione del mercato del gas: chi non ha visto almeno una pubblicità alla tv? O non ha ricevuto una proposta commerciale a casa, attraverso una telefonata all’ora di cena o una citofonata in un momento di relax? In pochi, però, si sono resi conto dei benefici reali che questo processo ha portato ai consumatori. Per capirne le potenzialità, bisogna tornare indietro fino al 2003, anno in cui, sull’onda delle evoluzioni che avevano appena interessato il mercato dell’energia elettrica, anche il mercato del gas è stato liberalizzato. Gli storici monopolisti che fino ad allora avevano in mano il mercato del gas hanno dovuto fare i conti con l’arrivo della concorrenza che ha ampliato la possibilità di scelta del mercato, attraverso il lancio di numerose proposte commerciali. Per il consumatore finale si è trattato di una grande conquista: finalmente ha potuto scegliere il proprio fornitore di gas e decidere liberamente la tariffa più adatta alle proprie esigenze, riuscendo dunque a pianificare e a gestire una spesa che per sua natura accompagna ciascuno di noi per tutta la vita. Un vero cambio di paradigma, se si considera che fino a quella data il mercato del gas era gestito dallo Stato, attraverso un sistema di concessioni monopolistiche a poche società locali, con il risultato che tutti dovevano pagare in egual misura senza alcuna possibilità di scelta. Questa rivoluzione, come ogni forte cambiamento, ha portato - oltre ad alcuni evidenti vantaggi - anche alcuni rischi per il consumatore. Infatti, la competizione su un mercato in cui si vende un bene essenziale per il consumatore ha da un lato generato un vantaggio dal punto di vista economico, ma dall’altro ha comportato anche una maggiore aggressività

Energia e gas, opportunità da cogliere

commerciale dei fornitori, che purtroppo in alcuni casi è degenerata in casi di contrattualizzazione non richiesta. Episodi del genere, che sono spesso raccontati dagli articoli di cronaca (tra cui quello pubblicato venerdì 17 maggio proprio a Genova da Il Secolo XIX) hanno contribuito a portare un distacco tra il fornitore stesso ed il cliente. Il consumatore, dunque, che una volta sottoscritto il contratto viene lasciato senza chiari punti di riferimento fisici sul territorio e poco informato, ha spesso preferito diffidare dal cambiamento, rimanendo con il proprio fornitore storico, alle condizioni stabilite dall’Autorità dell’Energia Elettrica e del Gas (Aeeg). Ma la tariffa stabilita dall’Autorità, il cosiddetto “Mercato di Tutela”, si aggiorna trimestralmente e spesso il consumatore finale non la conosce, non avendo pertanto alcun controllo sulla propria spesa energetica. Viceversa, nel mercato libero, il consumatore può scegliere da chi acquistare il gas ed a quale prezzo farlo garantendosi, ad esempio, una tariffa bloccata per 12 mesi, al riparo cioè dagli aumenti del prezzo di mercato. L’opzione di passare al mercato libero è, in ultima analisi, una scelta del consumatore: è la decisione di sfruttare un’opportunità che consente di pianificare un risparmio nel tempo. Il consumatore è libero di passare dal mercato di tutela al mercato libero e viceversa. E lo potrà fare gratuitamente tutte le volte che vuole, senza alcun vincolo di durata. Occorre comunque agire con la dovuta attenzione. La scelta di approfittare delle opportunità del mercato libero e di cambiare operatore, passa necessariamente per la firma di una proposta di contratto, che è irrevocabile dal momento della firma stessa. Meglio dunque essere correttamente informati su ciò che si sottoscrive, o sul modo in cui vengono utilizzati i nostri dati, rivolgendosi a quelle realtà che, non delegando a terzi le attività di vendita e disponendo di strutture fisse sul territorio - come ad esempio gli sportelli, sono in grado di garantire una presenza tangibile vicina al consumatore ed un supporto costante nella risoluzione di eventuali problemi. Uno dei principali aspetti negativi che caratterizzano sempre più spesso sia il mercato libero che quello di tutela, è infatti la tendenza ad “abbandonare” il consumatore immediatamente dopo la firma del contratto, delegando la gestione del rapporto con il cliente a strutture distanti come ad esempio i call center dove la relazione con il cliente non prevede l’incontro “faccia a faccia” tra cliente e fornitore ma si basa su un contatto a distanza con un operatore che cambia ogni volta e che pertanto difficilmente conoscerà la storia del cliente. Il vero passo avanti che ci attendiamo dalla liberalizzazione è quindi quello di avere operatori di mercato capaci di prestare maggiore attenzione alle esigenze dei consumatori, proprio attraverso l’utilizzo di strutture fisse e persone sul territorio che possano fungere da punto di contatto, informazione e risoluzione dei problemi tra cliente e fornitore. Elio Teodoro Responsabile di Liguria Energia

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ilCorniglianese/la bacheca Giugno 2013

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E poi qualcuno dice che non dobbiamo arrabbiarci Leggiamo su di un cartello apposto dal Comune, e malvolentieri riportiamo, che la Sezione di Polizia Municipale dei Giardini Melis rimarrà chiusa al pubblico nei mesi di luglio e agosto e che per ogni evenienza occorrerà rivolgersi alla Sezione di Sestri. Questo mentre la nuova sede di Via Bertolotti (vedi foto) potrebbe da diverso tempo

accogliere, finalmente in un ambiente dignitoso, tutti i "cantunè" del Municipio. E' perverso e non si capisce perché si continui a penalizzare solo questo quartiere sempre togliendo qualche cosa e mai aggiungendo. Perché in questo caso non fare almeno un mese per uno? oerre

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Page 21: ilCorniglianese Giugno 2013

ilCorniglianese/associazionismo Giugno 2013

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L’elettricista, la mamma, la pecora nera, il lettore “I miei amici? Gli ultimi”, racconta Rosy

La stazione ferroviaria di Cornigliano non è come tutte le altre. Se voi passate lì davanti verso la metà del pomeriggio, vedrete uno stuolo di persone di ogni paese bivaccare sulla scalinata, in attesa. Là, ogni sera, alle 19 in punto, la mensa Soleluna apre i suoi battenti, per offrire a tutti i bisognosi un pasto caldo e, quando sia possibile, un po’ di calore umano e di amicizia. La mia avventura in questo mondo è iniziata cinque anni fa, quando venni a conoscenza della sua fondazione. Dopo varie esperienze di volontariato in altri settori, volevo provare anche questo, pensando che- come i precedenti - avrebbe dato un senso alla mia vita, sempre con un occhio proiettato agli “altri”. Ed un senso lo ha dato davvero, tanto che ho attirato nell’opera anche il mio consorte. I compagni di cammino in questa esperienza sono quelli che Fabrizio De André chiamava gli “ultimi”, proprio perché disprezzati o dimenticati da tutti. E i poveri sono ultimi. L’impatto con la povertà è molto duro. E’ un mondo parallelo al nostro, non sempre

evidente, come nel caso dei nuovi poveri; quelli che per il momento riescono ancora a mascherare in qualche modo le

loro misere condizioni di vita, ma per quanto ancora? Noi ne conosciamo tanti, ormai: anziani con pensioni da fame, o addirittura privi di qualsiasi sostentamento economico; disoccupati; extracomunitari di ogni paese; padri separati che per aiutare la famiglia e pagarsi una stanza, non hanno di che mangiare. Un’umanità dolente che tutte le sere sfila davanti a noi, e che ormai conosciamo, come vecchi amici. I nostri amici Ultimi sono tanti, troppi, e ne arrivano sempre dei nuovi. Vorrei farvene

conoscere alcuni. C’è la signora-bene, a cui neppure la più nera miseria ha cancellato la signorilità dai tratti sciupati del volto: gira con uno sgangherato trolley e dorme per strada. Ci sono i tossici, gli alcolizzati, che arrivano barcollando e pretendono

tutto con prepotenza. Qualche volta ne abbiamo paura, non possiamo prevedere le loro reazioni ma poi ci ripetiamo

che tutti i nostri ospiti hanno diritto all’ospitalità ed alla gentilezza. Ci sono numerosi clochards, per scelta o per necessità; alcuni sono dei personaggi, come quello che quando è sazio, ci ringrazia con poesie improvvisate o quello che ci aiuta a rigovernare, anche se non potrebbe, ma gli pare così di sdebitarsi. Porta via i nostri enormi sacchi dei rifiuti, ed intanto brontola, con parole forbite, contro il Governo. C’è la Pecora nera. Il nome che gli

abbiamo dato già spiega la persona: è il peggiore di tutti. Eppure nella sua cattiveria, nel suo degrado leggiamo una disperazione senza fine che ci tocca il

cuore, ed allora sopportiamo anche i suoi insulti. Gli hanno portato via, in seguito ad una rissa, anche l’unico amico che avesse avuto, un cane pitbull, che non lasciava mai. Da allora è ancora più solo, ancora più abbruttito. C’è la mamma che ogni giorno, da anni, viene a chiedere cibo per i suoi bambini ma non assaggia nulla, ripone tutto in un vecchio borsone, poi mormorando parole di gratitudine in una lingua sconosciuta, se ne va silenziosamente. Ormai siamo vecchi amici e le mettiamo da parte dei buoni bocconcini. L’abbiamo soprannominata “la signora dei bambini”. C’è il “lettore”. Io lo chiamo così da quando l’ho scoperto a leggere nell’attesa , prima appoggiato al portone, anche al freddo, poi a tavola. Legge sempre. Vivendo per strada, dice, l’unico conforto che ha è quello di fantasticare -leggendo - un mondo migliore di quello in cui vive. Un giorno leggeva il Vangelo; mi ha detto

di non avere nient’altro a disposizione ma che gli piaceva tanto. Da allora gli procuro regolarmente libri usati. C’è il ragazzo di buona famiglia che ha rinnegato un ambiente di benessere per vivere sulla strada, di espedienti; e non sappiamo neppure se siano tutti onesti. C’è “l’elettricista”. Ha vissuto tutta la vita lavorando poco- si affaticava facilmente, dice –ed ora, come il suonatore Jones, indimenticabile personaggio di Edgar Lee Masters e di Fabrizio De André – si è ridotto, povero e sdentato, alla nostra mensa. Ma affronta la sua povertà con filosofia; quando gli arrivano bocconi morbidi, adatti alle sue gengive, ci rivolge certi sorrisi che scaldano il cuore. E ci ripagano mille volte del lavoro svolto. Ci sono i rom; forse le persone più difficili con cui rapportarsi. Ci sono tanti stranieri, di ogni etnìa, quasi tutti educati; quasi sempre grati del nostro operato. Il “quasi” indica naturalmente la percentuale di chi , incattivito dalla solitudine, dagli stenti, dal bisogno, dal rifiuto, sfoga su di noi volontari la sua acrimonia. Ma noi abbiamo maturato, nel tempo, una capacità tale da poter sopportare anche gli sgarbi peggiori. Talvolta basta un sorriso, un gesto di gentilezza per placare un animo

infiammato. E in cinque anni siamo diventati una famiglia. Questo comune intento- aiutare gli Ultimi - ci riunisce,

persone di ogni età e di ogni genere. Il Cai di Arenzano, di cui faccio parte, ha una buona rappresentanza alla Mensa; e ne siamo orgogliosi. Da alcuni mesi, il martedì mattina distribuiamo anche indumenti, biancheria, coperte. La coda è sempre lunga; aspettano in fila il loro turno per avere ciò di cui hanno bisogno. Sono gli stessi frequentatori della Mensa serale; la loro cordialità, nel salutarci, è genuina. Concludo citando i bellissimi versi di un grande poeta indiano, Tagore. Sono quelli che meglio esprimono il nostro scopo. Se qualcuno volesse unirsi alla nostra famiglia, c’è ancora posto.

«Dormivo e sognavo che la vita era gioia; mi svegliai e vidi che la vita era servizio.

Volli servire e vidi che servire era gioia»

Rosy Volta

(Associazione Soleluna)

La stazione di Cornigliano sede dell’associazione Soleluna

Page 22: ilCorniglianese Giugno 2013

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E’ arrivato il 25 aprile 1945. Dopo le brutture del ventennio fascista e le distruzioni dei bombardamenti finali della guerra si sente nell’aria la volontà di vivere, di rivivere, dare sfogo alle volontà ed energie represse nel recente passato. Ricordo gli ultimi giorni di battaglia per la liberazione dal dominio nazifascista, battaglia combattuta nelle strade con episodi particolari come quello del Balle, ubriaco, che schivava i proiettili sparati dalle mitraglie piazzate dai tedeschi sulla torre del castello Raggio. Vedendo ormai la fine del loro dominio, i tedeschi davano sfogo in tutti i modi alla loro rabbia sparando in continuazione con un ventaglio che andava da Calcinara a via Bertolotti dove i colpi arrivavano quasi fino dal mercato. Si aveva notizia che era stato colpito il Tiscrolli, pescatore di Calcinara, che era voluto arrivare a Cornigliano nonostante gli fosse stato sconsigliato visto che la strada era stata bersagliata dai colpi di mitraglia. Che era stato colpito Domenico Savio, partigiano, che dalla stazione del treno si era esposto in mezzo alla strada per raccogliere un panino tirato dall’altra parte. Colpito a morte anche Luciano

Melis, mio quasi coetaneo, all’inizio di via Bertolotti (allora via Monte San Gabriele) quando sembrava tutto finito. Verso il 26-27 aprile, e sempre all’inizio di via Bertolotti, veniva colpito con un proiettile di fucile Triestino Genovesi . In modo misterioso il colpo era partito da un t e r r a z z o d e l l a z o n a c h e f u attentamente subito perquisito dai partigiani ma non dava alcun risultato per sapere chi fosse il colpevole. Riporto il fatto che mi veniva raccontato da amici combattenti assieme a Mario Piana che era stato fucilato incredibilmente per tre volte - era stato creduto morto le prime due - ma nonostante le varie ferite riportate era sempre a combattere in prima linea quindi merito di grande eroismo. Cornigliano rinasce, la chiesa di San Giacomo viene ricostruita dopo la distruzione del bombardamento aereo del 4 giugno 1944 e così piano piano tutte le case colpite dalle bombe, compreso il lato destro dei portici di via Pellizzari. Di fronte viene costruito il teatro Eden, una meraviglia specialmente agli occhi di un adolescente. Ricordo il primo film per

l’inaugurazione, “Avventura”, pellicola americana con una splendida Greer Garson e Clark Gable. Particolare curioso: l ’ inaugurazione viene rimandata perché il parroco, don Ettore Bisso (parrocchia di S. Ambrogio) chiamato per la benedizione, trovò da ridire sul fatto che ai due lati del palcoscenico ci fossero due altorilievi che raffiguravano ballerine con il seno nudo, quindi si rimediò con un velo sopra i seni. In questo teatro viene rappresentato tutto il possibile, dall’opera lirica all’operetta, l’avanspettacolo -chiamato anche varietà o rivista -, tutte le settimane per tanto tempo veniva programmato il venerdì, sabato e domenica con il cinema e il varietà. Ricordo artisti molto noti come il mago Bustelli, i fantasisti Renato Maddalena e Fanfulla, cantanti come Nella Colombo e le commedie in genovese con l’indimenticabile Laerte Ottonelli e la cognata Rosetta Ghio; Giuseppe Marzari era di casa a Cornigliano e anche Mario Capello, il grande della canzone genovese, e poi i chitarristi Schenone e Del Corso, il mago comico Mac Roney. Il teatro Eden è stato per tanti anni veramente una cosa meravigliosa per l’immensa attività artistico teatrale che svolgeva.

La guerra è finita, i teatri riportano la vita E il parroco “copre” i busti femminili delle statue di marmo

In conclusione vogliamo noi ricordare il Gymnasium di via Minghetti (ex via Dufour);; l’Esperia di via De Cavero (ex via Silvio Pellico) e, in ultimo, il teatro dell’Italsider, a Bombrini. Rimangono oggi a Cornigliano solo due piccoli e inagibili teatri: quello dell’Istituto Calasanzio e quello parrocchiale di Campi in attesa che una pietosa mano benefattrice li riporti al loro originario ruolo culturale. Giacomo Marchese

Un fotogramma del film “Avventura” con Greer Garson e Clark Gable. La pellicola venne proiettata per inaugurare nel dopoguerra il cinema teatro Eden di via Pellizzari a Cornigliano

Tra i film proiettati all’Eden non poteva mancare “Un americano a Roma” con il mitico Albertone

Una bella immagine di Clark Gable

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VIA DEI SESSANTA E L’AUTOSTRADA Quando le barriere antirumore amplificano il frastuono Gentile Direttore, Vorrei accennarle un problema che andrebbe aggiunto ai molti che ci affliggono. Sulle corsie di accesso al casello autostradale Cornigliano Aeroporto sono state montate alcune protezioni antirumore, come da molte altre parti. Esse consistono in pannelli verticali con un punto dove è stato inserito anche un tratto di tettoia. Queste protezioni dovrebbero abbattere il rumore del traffico che tormenta gli abitanti dei civici

dal 10 al 24 (specialmente 10–12–14) di via dei Sessanta. In effetti non è così. Il rumore è rimasto inalterato, la ragione è ovvia. Le protezioni installate potrebbero, forse, essere utili quando le abitazioni si trovano allo stesso livello del piano stradale, non certo quando sono, ed è proprio il nostro caso, molto al di sopra. Mediamente le abitazioni adiacenti sono dai 10 ai 50 metri più in alto, il suono sembra anzi, potenziato! Nel caso dei nostri palazzi la soluzione sarebbe stata, obbligatoriamente, quella del tunnel, come in molti altri casi, dalle corsie d’accesso al casello di Genova Ovest (Sampierdarena) a molti tratti autostradali fra Voltri e Sestri Ponente. La sensazione è quella di una presa in giro, una soluzione di “facciata”, totalmente inutile, tanto valeva non fare nulla. La ringrazio per l’attenzione e la saluto cordialmente. Marco Pittaluga

CARTOLINE Come erano diversi i panorami di una volta Spettabile giornale, nonostante abiti a Sampierdarena, quando mi capita, leggo con piacere il vostro mensile di quartiere. Approfitto per inviarvi alcune foto di Cornigliano tratte da cartoline d' inizio secolo sperando che possano essere di qualche utilità per futura pubblicazione. E' una raccolta che ho da anni e non penso ci siano diritti di pubblicazione, in ogni caso per me potete usarle ad assoluto piacimento. Certo che il "progresso" prima di esaurirsi come una mareggiata sulle nostre coste ne ha fatto di danni! Basta vedere la differenza dei panorami di allora e di oggi. Con simpatia per tutti i corniglianesi, porgo cordiali saluti. Ingegner GB. Landini Genova Sampierdarena

ILVA, IL DESERTO Perché non piantare degli alberi? Mi permetto di rubarvi qualche minuto ma ho ancora sott’occhio il vostro ultimo numero del mensile dove in prima pagina si vede la stazione RFI di Cornigliano e il capannone Ilva. L’ immagine panoramica così com’è è di un impatto visivo letteralmente devastante. La mia considerazione è questa: non si potrebbe piantare ai bordi di quella striscia di deserto lato ferrovia e lato capannone un paio di filari di alberi d’ alto fusto per camuffare l’effetto terribile per l’ occhio di quella costruzione? Tra l’altro, quando ci sarà la strada, le foglie saranno

utilissime come smorzatori di rumore del traffico e il loro fruscio al vento darà un tocco di natura ad un luogo violentato (scusate ma non mi viene altra parola). Non mi sembra una proposta peregrina né un desiderio impossibile o costoso. Pertanto se vi trovaste a discutere con i responsabili del progetto della nuova strada proponete questo piccolo intervento estetico che, se inserito al momento giusto, potrebbe trovare spazio per essere realizzato. Vi garantisco che immaginare la foto con due lunghi filari di platani o di palme in stile ligure fa un altro effetto. Grazie per l’attenzione. Cordialmente. Ingegner GB. Landini Genova Terremo conto sicuramente dell’idea che ritengo sia una cosa intelligente. Faccio notare come abbia colpito la bella foto di copertina

Le figurine di Anzalone scattata, non a caso, dal nostro bravissimo Razzore. Colgo l’occasione per ringraziarla di aver messo a disposizione del giornale e quindi dei lettori la sua collezione di cartoline. Continui a seguirci e scriverci.

La redazione

UN PARERE SULL’OSPEDALE DI VALLATA Dove farlo? Spett.le redazione, vorrei esprimere il mio parere circa la migliore collocazione dell’ospedale di vallata ed in particolare sulla “visione” che ha l’architetto Renzo Piano di un ospedale con sviluppo orizzontale circondato dal verde. Chiaro è che Piano non si discute ma non posso fare a meno di considerare che la collina di Erzelli è un grande polmone verde che, se

ospitasse l’ospedale, il verde in gran parte sparirebbe per la sua costruzione ed in parte per le necessarie infrastrutture; a palazzo Bombrini, invece, come da progetto, dovrebbe

sorgere un parco urbano e quindi il verde sarebbe impiantato e non estirpato, migliorando la vasta area attualmente da riconvertire e l’ospedale sarebbe veramente circondato da nuovo verde. Non vorrei, visto che la Badia è in vendita che qualcuno debba fare il solito business. Salvatore Pilotta

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ilCorniglianese/redazione Giugno 2013

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Catia Di Ceglia Jose Cuffaro Marta Fasulo Astri Lidia Frascio Alvaro Filippo Michelon Riccardo Ottonelli Guido Pallotti Cinzia Palomba Fiorenzo Pampolini Don Andrea Robotti Matteo Savio [email protected] Andrea Scibetta Fotografia Agostino Razzore [email protected] Francesca Comparato Bruno D’Astice Carlo Guerra Grafici illustratori Andrea Anzalone Cristiano Calderone Adriano Sanna Impaginazione Auria Martelli Romano Oltracqua Salvatore Pilotta [email protected] Tel. 346.8837338 Ivan Lima Pubblicità Alfonso Palo [email protected] Tipografia Giorgio Bottazzi San Biagio Stampa Spa via al Santuario di N.S. della Guardia, 43 16162 Genova Tel. 010.72317.02 Collaboratori Italo Ebolo Carlo Mastrobuono Giovanni Murchio Roberto Veneziani

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Articolo 11 1. Ogni individuo accusato di reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie per la sua difesa. 2. Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetrato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà del pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui

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Francesca nasce a Genova il 13 aprile del 1993. Cresciuta a Cornigliano, vive nella speranza di poter un giorno cambiare città per avverare l’ambizione di diventare un’ottima designer di interni, magari a Torino o a Milano. Dopo il diploma al liceo artistico frequenta la facoltà di architettura. Ama la fotografia seguendo forse la vena artistica del padre che collezionava “Polaroid”. Con la sua reflex cerca sempre di

migliorarsi, di imparare ed essere disponibile per gli altri. La fotografia, la pittura ma l’arte in generale è il suo scopo di vita, pensa che senza queste cose si sentirebbe “persa” come un anonimo pesciolino in un mare di altri pesci. La sua filosofia è cercare di far sempre rispettare il lavoro degli altri, il prossimo, e di non rinunciare alle proprie aspirazioni solo perché qualcuno ti dice di no. Timida ma determinata lotta per farsi sentire e per dare concretezza ai suoi sogni.

Nasce a Milano 60 anni fa e si trasferisce a Genova nel 1973 dove termina gli studi e si diploma geometra. Nel 1976, affiancandosi ad un fotografo professionista di Genova intraprende la sua "carriera fotografica", specializzandosi in matrimoni. La sua passione si perfeziona e

completa con le riprese video ed, amatorialmente, realizza fotomontaggi sportivi. Un'altra sua passione, oltre al calcio, è la musica: infatti ha studiato per anni la batteria e suonato in diversi gruppi. Collabora con "il Corniglianese" in qualità di fotografo di cronaca, sport, attualità. Gli piace trasmettere agli altri la sua passione e la sua esperienza. Ha un sito, creato da Nital s.p.a. sul quale ha l'opportunità di inserire le sue foto più significative . E’ “NIKON PHOTOGRAPHERS".

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