IlCorniglianese Aprile 2016

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Anno V Numero 4 Mensile Copia gratuita Aprile 2016 «o Cornigiòtto» ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura Il giornale non ha finanziamenti pubblici E sono quattro di Enrico Cirone Polcevera, un fiume di petrolio Ci teniamo tantissimo al nostro compleanno. Quattro anni fa, in un bel pomeriggio di prima- vera ci recammo in una tipo- grafia di Recco a ritirare le prime copie del primo numero del «Corniglianese». All’andata viaggiammo in silenzio, tanti erano i pensieri che dominava- no l’esordio, su tutti le prover- biali incognite: “come sarà venuto? Abbiamo fatto errori? Piacerà ai lettori?” La risposta fu più che soddisfacente e già dal numero successivo ci met- temmo al lavoro per migliorare non tanto i contenuti, già inte- ressanti, quanto la forma nel tentativo, crediamo riuscito, di darvi un prodotto al passo con la comunicazione attuale. Se c’era una cosa che tra tutte auspicavo, e che, grazie a tutti si è avverata, è che la redazione è cresciuta intanto quantitati- vamente. Infatti è fisiologico che dopo l’entusiasmo iniziale, altre priorità abbiano la meglio su collaboratori non professio- nisti e volontari. Da noi non è stato così, anzi la redazione ha continuato ad aumentare. E poi c’è la qualità. Pensate che al quarto anno, ognuno sa svol- gere così bene il proprio com- pito da non aver praticamente bisogno di un buon direttore: basta un umilissimo correttore di bozze. Domenica 17 aprile, 19.45: si apre improvvisamente una falla nella condotta che trasporta il petrolio da una nave cisterna nel porto di Multedo all’impianto Iplom di Busalla. Seicentomila litri di idrocarburo finiscono nel Polcevera Foto Razzore Il 25 aprile ai Giardini Melis >> 8 Assemblea pubblica il 6 maggio >> 2

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Anno V Numero 4 Mensile Copia gratuita Aprile 2016

«o Cornigiòtto»

ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura

Il giornale non ha finanziamenti pubblici

E sono

quattro

di Enrico Cirone

Polcevera, un fiume di petrolio Ci teniamo tantissimo al nostro compleanno. Quattro anni fa, in un bel pomeriggio di prima-vera ci recammo in una tipo-grafia di Recco a ritirare le prime copie del primo numero del «Corniglianese». All’andata viaggiammo in silenzio, tanti erano i pensieri che dominava-no l’esordio, su tutti le prover-biali incognite: “come sarà venuto? Abbiamo fatto errori? Piacerà ai lettori?” La risposta fu più che soddisfacente e già dal numero successivo ci met-temmo al lavoro per migliorare non tanto i contenuti, già inte-ressanti, quanto la forma nel tentativo, crediamo riuscito, di darvi un prodotto al passo con la comunicazione attuale. Se c’era una cosa che tra tutte auspicavo, e che, grazie a tutti si è avverata, è che la redazione è cresciuta intanto quantitati-vamente. Infatti è fisiologico che dopo l’entusiasmo iniziale, altre priorità abbiano la meglio su collaboratori non professio-nisti e volontari. Da noi non è stato così, anzi la redazione ha continuato ad aumentare. E poi c’è la qualità. Pensate che al quarto anno, ognuno sa svol-gere così bene il proprio com-pito da non aver praticamente bisogno di un buon direttore: basta un umilissimo correttore di bozze.

Domenica 17 aprile, 19.45: si apre improvvisamente una falla nella condotta che trasporta il petrolio da una nave cisterna nel

porto di Multedo all’impianto Iplom di Busalla. Seicentomila litri di idrocarburo finiscono nel Polcevera Foto Razzore

Il 25 aprile ai Giardini Melis >> 8 Assemblea pubblica il 6 maggio >> 2

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Nell'ultimo anno sono stati prelevati ed utiliz-zati per altri fini oltre 6 milioni di euro destina-ti alla riqualificazione urbana e sociale del no-stro quartiere. Si richiede pertanto di individu-are tempi certi per la restituzione di detta ri-sorsa ed il completamento degli interventi di risanamento indicati da questo GdL e delibera-ti dal Municipio 6 Medio Ponente nel luglio 2015. Vecchio depuratore e nuovo depuratore: riqualificazione ambientale. La Città Metropo-litana e Soc. Iren hanno recentemente stanzia-to oltre 11 milioni di euro per il trasferimento del depuratore di Campi (il più maleodorante d’Italia) in un'area già occupata dalle acciaierie ed individuata con la Società per Cornigliano nell'ambito del processo di riallocazione dei servizi. Nei giorni scorsi una delibera della Re-gione rischia di azzerare o allungare i lavori di tale trasferimento perdurando l'inevitabile e non più sopportabile situazione ambientale. Si chiede a tutti i rappresentanti istituzionali di

chiarire tale aspetto che la cittadinanza ritiene decisivo ai fini della riqualificazione di Corni-gliano Questo “Gruppo misto di lavoro per il monitoraggio della bonifica e recupero delle aree dismesse dalla siderurgia”, composto dai rappresentanti di 21 associazioni, comitati, parrocchie e realtà attive nel territorio, in at-tuazione della precedente decisione del 1/4/2016, ha indetto l'Assemblea pubblica per venerdì 6 maggio alle 16,30 presso il Centro civico di Cornigliano (v. le Narisano 14) e alla quale sono invitati: presidente Regione Liguria, consiglieri Regione, assessore Ambiente Regio-ne, Città Metropolitana, sindaco Genova, con-siglieri Comune Genova, assessore all'Ambien-te Comune, presidente Municipio 6 Medio Po-nente, consiglieri Municipio, assessore all'Am-biente del Municipio 6 Medio Ponente, Società per Cornigliano, parlamentari, cittadinanza, associazioni culturali e religiose, organizzazioni ricreative e sportive. La redazione

2 Aprile 2016 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

Con la malcelata soddisfazio-ne di alcuni eminenti leader politici, domenica 17 aprile il quesito sulle trivelle promos-so da nove regioni italiane (tra cui la Liguria) non ha raggiunto il quorum perché su scala nazionale ha votato solo il 32% degli aventi dirit-to, così sono rimaste in vigore le proroghe alle concessioni per i giacimenti petroliferi marittimi già attivi entro le 12 miglia di costa italica. Con buona pace, forse non si era subito capito, del premier Renzi e di un protagonista gigantesco della Repubblica italiana come Giorgio Napoli-tano. In Liguria l’affluenza è stata del 31,62%. Peraltro mi dire-te: di che parliamo? Visto che qui trivelle non ne vediamo certo. Infatti è esattamente così. Solo che, solo che… Guarda caso domenica 17, ad urne ancora aperte, proprio qui da noi e da nessun’altra parte del suolo patrio, è acca-duto qualcosa che non aveva a che fare con le trivelle, no, ma direttamente con il petro-lio. Erano le 19.45 quando in un tratto della sponda destra del fiume Polcevera (quella di Ponente), si registrava una sorta di esplosione e subito dopo migliaia di litri di greg-gio si sversavano nel letto del fiume da un condotto dell’oleodotto Iplom che da Multedo, passando da Fegino, scorre sino a Busalla. Per li-mitare il danno ambientale i vigili del fuoco hanno lavora-no senza sosta e hanno steso panne di contenimento lungo le sponde del Fegino, del Pol-cevera sino alla foce dove i lavori sono continuati per giorni. Sul posto anche i tec-nici Arpal hanno verificato la presenza di inquinanti

nell’aria e misurato quanto greggio è finito nei due tor-renti La quantità di petrolio grezzo fuoruscito dalla tuba-tura Iplom e riversatosi nel Polcevera, finito solo in mini-ma parte in mare, è di circa 600 metri cubi, ossia 600 mila litri. Un litro per ogni genovese. Poco. Intanto la magistratura ha aperto un fascicolo contro ignoti. Benis-simo, tutto ha funzionato a dovere nella notte del refe-rendum e nei giorni successi-vi, l’ambiente è stato messo in sicurezza. È meraviglioso, siamo semplicemente bravis-simi. Dopo. Dopo sì. Perché prima nessuno ha ascoltato gli abitanti di Bor-zoli? E perché per giorni in tutta questa zona abbiamo vissuto, noi, non altri, con quell’odore tipico, pungente (persino inebriante) che di solito sentiamo solo quando andiamo a fare benzina? Perché questo altro pesan-tissimo onere per gli abitanti e per il nostro quartiere non è mai ricambiato da nessuna amministrazione anzi, se è possibile, lo raddoppiano, qui, con un depuratore più grande e lo triplicano con un bell’autoparco per i camion che vanno e vengono dal porto? Nel momento in cui la giunta comunale sta per varare norme talebane così restrittive per un’emergenza smog che neanche a Milano (con tutto il rispetto), qui abbiamo inalato i vapori del petrolio. Una signora mi ha telefonato per chiedere se alla foce del Polcevera c’è già la famosa oasi florofaunisti-ca e se si è avvelenata. No, signora, semplicemente per-ché i lavori sono in ritardo di 10 anni dall’ideazione. Per una volta una buona notizia.

Trivelle a catinelle

Mi manda

Cirone

Le storie (im)possibili

Chi l'avrebbe mai detto? Chi l'avrebbe mai det-to che quel gruppo di "sgarrupati" dilettanti del giornalismo che si sono visti e conosciuti per la prima volta in un sottotetto della civica biblio-teca, dopo quattro anni siano ancora qui, con lo stesso entusiasmo e probabilmente senten-dosi più responsabilizzati considerata la triste fine che hanno fatto nel frat-tempo altre testate giornalisti-che come la nostra, a prosegui-re la loro opera gratuita di in-formazione generalista, libera, laica ed indipendente? Pare infatti che "il Corniglianese" sia l'ultimo rimasto in vita di una lunga serie di giornali che hanno scritto e documentato dei cambiamenti nel tormenta-to ponente genovese. Significa-tivo, a mio giudizio, l'anno di nascita del no-stro, anzi vostro, giornale corrispondente all'i-nizio di una lenta riqualificazione urbanistica e socioculturale del quartiere che stiamo docu-mentando dal suo inizio e che vorremmo certi-ficare fino al suo completamento. Curato il "mal di pancia" di alcuni siamo sem-pre andati avanti per la nostra strada tra mille difficoltà soprattutto di ordine economico. "Il Corniglianese", non percependo alcun contri-buto pubblico, vive infatti solo grazie ai suoi inserzionisti ed alle donazioni liberali di qual-che affezionato lettore. Distribuito gratuita-mente in 7.000 copie nel periodo scolastico ed

in 6.000 in altri mesi, è visibile e scaricabile dal sito della Pro Loco. Raggiunge quasi tutte le famiglie di Cornigliano, Coronata, Campi e, parzialmente, di Sampierdarena e Sestri Po-nente. Troppo occupati ad interessarci del pre-sente e del futuro immediato e a far conoscere il glorioso passato di un quartiere di agiati no-

bili e di pescatori, poi di operai siderurgici e di immigrati (e non avendo a disposizione al-cuna sfera di cristallo) non possiamo sapere come andrà finire la nostra meravigliosa avventura iniziata quattro anni fa. Noi però andiamo avanti perché occorre essere informa-ti per non venire manipolati; perché la democrazia è impos-sibile se l'informazione è con-

trollata da qualcuno che vuole che si racconti-no storie a proprio uso e consumo. L'accesso all'informazione senza restrizioni è estrema-mente importante sulle questioni che influen-zano la vita di tutti e il futuro del territorio. Se siete d'accordo su questi princìpi vi invito a sostenere e, soprattutto, a collaborare con que-sto giornale. Buon compleanno allora al "Corniglianese" e i migliori auguri di un digni-toso futuro da trascorrere insieme ai corniglia-nesi di qualunque razza e religione.

riccardo ottonelli direttore editoriale

illustrazione di adriano sanna

Se quattro anni insieme ci sembrano pochi La storia (e i problemi) di chi crede in Cornigliano

6 maggio, assemblea pubblica sulla riqualificazione

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Aprile 2016 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione 3 “

“Com’era verde la mia valle” Viaggio nella Valpocevera soffocata dal petrolio

«Siamo barricati in casa con i bambini e gli anziani: se usciamo stiamo male» dice con gli occhi arrossati ai microfoni di Tele-genova, Marta Pa-rodi, del comitato p e r F e g i n o . Un’altra voce incal-za: «Abito sopra il rio, ho due bambi-ni. Domenica sera non sapevamo cosa fare, chi chiamare. Le nostre case sono costruite in mezzo ai depositi della Iplom». Ritorna la paura alle spalle di Corni-gliano e i cittadini del quartiere in collina si sentono abbandonati. In

questo crocevia di servitù alle industrie e alle comu-nicazioni si intersecano in maniera preoccupante problematiche gigantesche come la processione dei tir diretti alla discarica più alta d’Europa, quella di Scarpino, o l’andirivieni dai grandi cantieri del terzo valico e del passante ferroviario. E tutto ha dell’incredibile. Perché mentre la giunta comunale si appresta a mettere in atto una misura antismog contro auto e moto che, definire talebana è un eufe-mismo, la stessa giunta ha sentito il dovere di rassi-curare la popolazione che nella notte di domenica 17, nonostante da una conduttura sotterranea siano fuoriusciti 600 mila litri di petrolio, che nulla si ha da temere per la salute (!). Ma qui, purtroppo, ci sono abituati. I miasmi che escono dalle coperture mobili delle cisterne impregnano sovente il quartie-re tanto che «la scuola di Borzoli viene evacuata, in media, quattro volte l’anno, a causa delle esalazioni provenienti dai depositi - ha confermato la presi-dente del Municipio, Iole Murruni - i genitori se-gnalano la situazione, di volta in volta, e il plesso viene chiuso per precauzione: ogni volta chiudono una scuola materna, una elementare, una media statale e un nido». Le case sono a dieci metri dal rio Fegino e non si riesce a respirare. Sembra l’ennesimo incidente annunciato: gli 800 abitanti dell’area sottolineano che i tubi dell’oleodotto hanno più di cinquant’anni, o sessan-ta secondo altre fonti. Il timore è che quello che è accaduto domenica 17 accadrà ancora. Per l’assessore regionale alla Protezione civile si tratta «di un disastro», mentre l’Arpal ha emesso

bollettini rassicuranti: i tecnici hanno rilevato “tre parti per milione” in al-cuni punti. Intanto il consiglio regionale ha vota-to all’unanimità un ordine del giorno in cui si chiede l’avvio immediato del-la bonifica, dei risarcimenti e un tavo-lo per stabilire il futuro di quell’area, dove la convivenza tra industria e abi-tanti deve essere rimessa in sicurezza. Nell’immediatezza dello sversamento un bambino è stato tenuto sotto os-servazione al Gaslini e una donna an-ziana al Villa Scassi, poi sono stati 25 gli abitanti di Fegino che si sono fatti visitare dal medico nell’ambulatorio mobile messo a disposizione della Asl 3 che stazionava nei pressi dei giardi-ni Montecucco, dove, a distanza di due giorni dalla piena nera, l'odore del petrolio ristagnava ancora molto forte. "I problemi riscontrati - ha spiegato il direttore sanitario della Asl 3, Luigi Carlo Bottaro - sono di tipo irritativo alle congiuntive e alle prime vie aeree e derivano dalle piccole dosi di elementi volatili che si scatenano dal greggio. I dosaggi però sono talmente bassi che non si può allo stato attuale parlare di un rischio reale". Intanto, però, sono de-cine di esemplari di anatre, aironi, papere, germani e oche, ricoperti di petrolio e intossicati dopo lo sversamento nel Polcevera. I volontari dell’Enpa sono intervenuti per i soccorsi presidiando la zona con una unità di intervento rapido. Una volta prele-vati dall’area inquinata, i selvatici, intrisi di petrolio e con gravissimi sintomi di intossicazione, sono sta-ti trattati con oli vegetali leggeri per pulire le piume dal petrolio, quindi con detergenti neutri per ri-muovere gli agenti contaminanti. Ma spesso gli ani-mali arrivano alla sede Enpa privi di vita. E a preoc-cupare i volontari non è stata soltanto la fase stret-tamente emergenziale ma anche e soprattutto il ‘dopo’, poiché i danni causati dallo sversamento di petrolio sembrano destinati a produrre conseguenze du-rature sull’ecosistema e la biodiversi-tà, gravemente colpiti dal disastro. In un’area, sottolineiamo, in cui il vasto ridisegno della città a Cornigliano dopo la famosa dismissione dell’area a caldo dell’Ilva, prevedeva - ironia della sorte - un parco florofaunistico d’eccellenza. in mare e a metà del cor-so d’acqua; in funzione anche le ruspe per arginare la quantità di petrolio che scendeva verso la foce. Non passa una settimana, che già il sabato successivo alla domenica 17, la diga di contenimento sul torrente Pol-cevera, creata per trattenere il greggio

fuoriuscito, cede a causa dell’innalzamento del livello del corso d’acqua dovuto alle piogge (annunciate) mentre un altro argine viene aperto dai tecnici per evitare che il livello d’acqua nel tor-rente si innalzi ulteriormente. Nel frattempo l’assessore regionale alla Protezione civile, Giacomo Giampedrone, durante un vertice in prefettura, quantifica in circa 50 tonnellate il peso del greggio finito in mare fra domenica 17 e sabato 23 aprile. Mobilitati quindi battelli e gommoni per recuperare il greggio finito sulla spiaggia di Pegli e poi comparso anche nel mare di ponente, nel Sa-vonese. L’ipotesi più accreditata è che si sia trattato di un incidente, probabilmente il malfunzionamento di una valvola. Dopo l’allarme inquinamento e lo sver-samento di migliaia di litri di greggio l'impianto Iplom è stato posto sotto sequestro. Il sostituto pro-curatore presso la procura di Genova, Alberto Lan-dolfi, ha aperto un'indagine a carico di ignoti per disastro colposo. E.C.

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In un disarmante silenzio istitu-zionale si continuano a chiudere servizi a Cornigliano. Si è iniziato con Cup e centro prelievi perché utili a "solo" 5.000 persone l'an-no; un terzo della popolazione corniglianese che si presume fos-se quella rappresentata da anziani e comunque da persone con diffi-coltà a recarsi altrove. Fogli bian-chi e acqua fresca le oltre 2.500 firme raccolte a suo tempo contro la chiusura del Cup. Chiudono a seguire i servizi cimiteriali, lo sportello scolastico, lo sportello del cittadino, il bonus Enel del tutto trasferito a Sestri Ponente; di questi giorni la chiusura a gior-ni alterni della civica biblioteca. Ciliegina sulla torta: la chiusura degli uffici dell'anagrafe in occa-sione dell'ultimo referendum. L'ufficio in questione (udite, udi-

te: personale compreso), è stato trasferito in quella occasione a Sestri Ponente dove avrebbero potuto rivolgersi i cittadini di tut-to il Municipio ai quali serviva il certificato elettorale o il rinnovo immediato di un documento d'i-dentità. Peccato che i cittadini corniglianesi non siano stati in-formati di questo, o meglio, sa-rebbero stati informati se si fosse-ro recati all'anagrafe dove si ritro-vano notoriamente tutti i giorni a passarsi il tempo e dove, sulla porta, è affisso un cartello forma-to A4 che dice che gli sportelli saranno chiusi. Oppure, altra ov-via soluzione alla quale i nostri anziani non hanno pensato, pote-vano andare sul sito internet del Comune di Genova e accorgersi che nel lungo elenco mancava solo Cornigliano. Solo la mano civile e pietosa di un diligente cit-tadino ha apposto un cartello sul portone dell'anagrafe per infor-mare che bisognava andare a Se-stri o Sampierdarena per avere i certificati. La questione ha rasen-tato il ridicolo. Polizia municipale e di Stato presente nei seggi, en-trambi ignari della chiusura dell'anagrafe, continuavano ad

inviare gli elettori in viale Narisa-no; alcuni ritornavano lamentan-dosi di aver trovato chiuso e che pertanto non avrebbero votato Molti altri non venivano più in-dietro. Qualcuno ha telefonato ad un'assessore che ha risposto che probabilmente l'ufficio avrebbe aperto più tardi. I presidenti di seggio più accorti, non tutti, han-no appreso all'ultimo minuto del-la chiusura in un documento in mezzo agli altri consegnatogli dal Comune. Tutto questo mentre in quel di palazzo Fieschi, a Sestri Ponente, vi erano punte di oltre 50 persone in coda e, paradossal-mente, personale dell'anagrafe di Cornigliano a servirli. Ci sono dirigenti e funzionari pagati dal Comune, e quindi da noi contri-buenti, che percepiscono lauti stipendi e premi per il loro lavoro. Il risultato è questo? Chi scrive non è notoriamente secessionista in quanto umanamente più pro-penso ad unire che a dividere. Ma qualcuno ci deve dire che cosa hanno in mente di fare di questo quartiere perché noi lo vogliamo sapere, e subito! Altrimenti, alla secessione, c'è chi sta iniziando a farci un pensierino. oerre

4 Aprile 2016 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

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Uffici dell’anagrafe? Chiusi per… referendum Il lungo (e triste) elenco degli sportelli perduti

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L'Albo pretorio online del Comune di Genova è un archivio di tutti gli atti pubblici (delibere di consi-glio e di giunta, pubblicazioni, bandi, ecc...) del co-mune, compresi quelli del nostro Municipio, acces-sibile a tutti i cittadini che dispongano ovviamente di un computer con accesso ad internet. Per acce-dervi non occorre registrarsi. Lo si fa attraverso un cosiddetto "motore di ricerca" all'interno del sito stesso e, meraviglia delle meraviglie, quando si digi-ta la parola "Cornigliano", nulla appare, fatta ecce-zione di due recenti atti relativi a pratiche di routi-ne su urbanistica e viabilità. Potete provare anche voi andando su: http://albopretorio.comune.genova.it/albo/consultazione. Ora, francamente, non è che si chieda la "prima pagina" dell'Albo pretorio ma possibile che almeno negli ultimi cinque anni non si sia parlato neanche

una volta del nostro quartiere oppure si è fatto ma quanto discusso fosse così irrilevante da non venir scritto? O forse vengono usati, per identificarci, pseudonimi (non voglio immaginare quali...). Scherzi a parte, mi piace pensare che ci sia un gua-sto nel sistema informatico del Comune di Genova e che si parli invece molto di quella parte del capo-luogo dove maggiormente esiste la possibilità di cambiamenti epocali utili all'intera città e dove la politica e gli amministratori si giocano una carta importante e forse non lo sanno. Ma noi non ce ne stiamo e chiediamo ad un consigliere comunale, di cui non facciamo il nome, di quanto a sua memoria si sia parlato in consiglio comunale di Cornigliano in questa ultima legislatura, la risposta è stata: "mai". Questa risposta naturalmente non lo giustifi-ca ma lo omologa agli altri. oerre

Che comodità l’Albo pretorio online

Ma perché non appare la parola “Cornigliano”?

Via Elsa e la manutenzione (pubblica) che non arriva

Nella foto il tratto iniziale della scalinata che unisce via Elsa alla parte più bassa di via Bordone. Ci segnala Luca che la scalinata è interrotta da di-versi anni perché il Comune non intende procede-re alla sua manutenzione sia ordinaria che straor-dinaria. Ricordiamo che un tempo via Elsa era strada privata, per cui poteva avere un senso tale comportamento dell'amministrazione; poi, acquisi-ta dal Comune di Genova, asfaltata ed illuminata, è diventata strada pubblica come lo sono altre a-diacenti con oneri a carico degli amministratori pagati dai contribuenti. Gli stessi contribuenti che oggi non possono usu-fruire di questa utile scorciatoia. Vogliamo metterci mano?

oerre

5 x 1.000, Una scelta che ci può premiare

“In che forma, in che modo posso aiutare il ‘nostro’ gior-nale?” Una risposta può arrivare, per esempio, dalla dichiara-zione dei redditi, in corso di presentazione. Infatti potre-sti pensare di destinare il tuo 5 per mille a questo

mensile. Contribuirai così a mantenere in vita l'u-nico giornale indipendente del ponente metropoli-tano genovese. Sulla tua scelta per il 5x1.000 scrivi o fai scrivere il seguente numero di partita Iva 01951360997. "Il Corniglianese" e i corniglianesi ringraziano.

La redazione

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5 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione Aprile 2016

Se tardano gli interventi sugli “attrattori sociali” Spatola: per l’ex mercato comunale attendiamo Società per Cornigliano

Incontriamo il presidente del VI Mu-nicipio Medio Ponente, Giuseppe Spa-tola, e gli assessori Ferruccio Bomma-ra e Gelli, nella sala riunioni della sede dell’amministrazione. Motivo dell'in-contro-intervista sono i previsti inter-venti sugli attrattori sociali che, a no-stro giudizio, tardano non rispettando così le quotidiane necessità dei corni-glianesi che si rifugiano nelle associa-zioni le quali surrogano - ormai con sempre più grande fatica - quanto do-vrebbe venir svolto dalle stesse ammi-nistrazioni locali, in spazi limitati e in alcuni casi, come nel caso della Pro Loco, anche senza alcuno spazio. Pri-mo argomento trattato: il destino dell'ex mercato comunale. Apprendia-mo che sul mercato, ripulito al suo interno in questi giorni dopo quattro anni di abbandono totale e destinato con delibera a sede associativa, c'è una situazione di impasse per cui, dice il presidente, "fino a quando non vi sarà la certezza dell'intervento economico di Società per Cornigliano non posso consegnare una topaia ai cornigliane-si". Pare infatti che Società per Corni-gliano, subìti i noti salassi per integra-re i salari dei lavoratori dell'acciaieria allo scopo di far svolgere loro i lavori cosiddetti ‘socialmente utili’, sia un po'

prudente e preoccupata della propria situazione economica soprattutto in previsione dell'esecuzione di altre im-portanti opere per il quartiere. "Le rassicurazioni ci sono state sia da par-te del sindaco Doria che dagli assesso-ri Piazza e Crivello" prosegue Spatola "per cui occorre il necessario passag-gio dove la politica impegni formal-mente Società per Cornigliano (Spc è partecipata dalle amministrazioni lo-cali, ndr), a dare definitiva disponibili-tà dei fondi necessari alla sua riqualifi-cazione. Solo allora sarà possibile e-mettere bando pubblico per la sua as-segnazione". Chiediamo a proposito del bando e ci consola il fatto che la risposta è stata che “si farà” nelle mo-dalità auspicate anche dal nostro gior-nale tempo addietro. Emanate alcune precise linee guida sul suo destino chi intende partecipare dovrà presentare un vero e proprio progetto. Noi, come più volte espresso, siamo per un suo utilizzo pubblico e multifunzionale (cinema, teatro, mercato, musica, bal-lo, enogastronomia, incubatore d'im-presa, ecc...) un vero e proprio presi-dio costante e civile a disposizione di tutti di quella parte così degradata del nostro quartiere. Altra tempistica in-vece per le ex sedi vacanti del Sam-

pdoria Club Bollano, del Circolo di Campi e di un locale a Coronata. Pare che di questi si farà un unico bando entro l'estate prossima. Per quanto riguarda l'area verde di Campi essa viene provvisoriamente gestita dal Comitato di Campi (già as-segnatario) in una sorta di gemellag-gio con la pubblica assistenza Croce Bianca fino alla scadenza della conces-sione (2017); dopo farà seguito un

bando pubblico per la sua assegnazio-ne definitiva. Nulla si sa invece per Villa Serra e per il futuro prolungamento a mare del parco di Bombrini su cui oggi grava l’ennesima emergenza ambientale causata dallo sversamento di petrolio nel Polcevera. Cornigliano ed i corniglianesi attendo-no sempre speranzosi.

oerre

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6 Aprile 2016 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

A casa vostra/20 La famiglia Pintori

La storia di tre generazioni tra… dolce e salato

Riprendiamo questo mese la rubrica dedicata alla vita dei cittadini con una interessante intervista alla famiglia Pintori, titolare della più rinomata

Caffetteria Dolce e Salato, in via Pelliz-zari, a Cornigliano. Parleremo subito con Luigi cercando di capire come rie-sce un nucleo familiare numeroso a conciliare il privato con il pubblico, e quindi, inevitabilmente, dovremo par-lare del loro lavoro e della loro attività. Pintori mi riceve nel suo locale. Dopo le presentazioni di rito chiedo di elencarmi la composizione familiare: Luigi (68), Lucia Varvicchio (65), la moglie, Efisio (42), il figlio, e Cristina Schiavone (45), la nuora, Michela (38), la figlia, e Alessio Covino (32), il

suo compagno, poi Nicoletta (18) e Benedetta (6) figlie di Efisio. “È stata lunga ma ce l’abbiamo fatta” inizia Luigi e mi racconta una giornata

tipo di questo composito nucleo fami-liare. Poi tocca a Cristina: “Come potrà im-maginare solo se si è organizzati si riesce a far quadrare il tutto. Efisio con una delle nostre commesse apre il negozio alla mattina, mentre io ac-compagno a scuola Benedetta, poco dopo sono i miei suoceri a venire in negozio, tenga conto che abbiamo an-che sei commesse che, a turno, si al-ternano. Ovviamente Nicoletta va a scuola da sola, poi nel pomeriggio sempre a turno andiamo a riprendere

Benedetta e in tarda serata facciamo rientro alle nostre case. Questa è un po’ la sintesi giornaliera, salvo impre-visti di natura lavorativa che possono

intervenire . Signor Luigi, da quanti anni gestisce questo esercizio?

Premetto subito che sono a Cor-nigliano da 52 anni e che sono nativo della provincia di Cagliari, quindi di origini sarde, ma mi sento genovese e in particolare corniglianese da sempre, questa caffetteria l’ho aperta nel 2001”. Ricorda chi c’era prima di voi?

Sì, prima di noi il famoso Caffè Teatro, quando ancora via Pelliz-zari era chiusa e si poteva andare al Cinema Eden o Esperia, poi la chiusura, quindi il mio subentro”. Riuscite a conciliare la vostra vita privata con il lavoro?

Direi di sì, risponde Cristina. Sia-mo una famiglia affiatata e, come dicevo prima, organizzata. La nostra organizzazione ci permet-te di utilizzare il tempo libero non disturbandoci a vicenda, sta-re insieme nelle feste comandate, andando in vacanza alternandoci, non dobbiamo comunque dimen-ticare l’aiuto del nostro personale

che è fondamentale”. Cornigliano sta cambiando, come vivete questo momento?

Io ho vissuto il primo cambiamento, risponde Luigi, dal 1964, dall’avvento dell’Ilva, dove ho lavorato 11 anni. Posso dire croce e delizia, sicuramente problemi ma per il resto tutta un’altra cosa. Oggi, nonostante la crisi che c’è, Cornigliano sta migliorando, noi cor-niglianesi ci crediamo, io poi sono ot-timista per natura, mi aspetto una rea-zione di orgoglio da parte dei giovani, riportare a Cornigliano i negozi che avevano fatto grande il nostro quartie-

re, quelle attività tipiche che oggi sono sparite , per far posto a ne-gozi ripetitivi. Negli anni Sessan-ta a Cornigliano, commercial-mente eravamo imbattibili, oggi , senza nessuna forma di razzismo, troviamo negozi merceologica-mente uguali, che non rispondo-no alla domanda qualitativa della delegazione, dobbiamo invertire la tendenza delle saracinesche abbassate e delle insegne spente, migliorare la viabilità, la strada a mare al momento non funziona, ha solo ridotto il traffico pesante, con una diminuzione di veicoli e quindi una riduzione della clien-tela. Sul fenomeno migratorio cosa pensate?

Ognuno deve assumersi le pro-prie responsabilità, ognuno. Intendo: l’Europa, non sempre gli stessi, risponde Luigi. Non abbiamo mai detto no a nessuno, molti non capiscono che il mi-grante sarà la mano d’opera del

domani, come lo sono stati i meridio-nali nel dopoguerra o ce lo siamo di-menticato? Potete darmi il vostro parere sul “caso Regeni”?

Luigi. “La vicenda non è molto chiara, non credo che quel ragazzo fosse lì solo per studio, diversi media lo collo-cano a interloquire con l’opposizione al governo egiziano e forse è andato a mettere il naso dove non doveva, certo il trattamento che gli hanno riservato è da criminali, da condannare senza se e senza ma. Sui fucilieri in India, invece?

In questo caso non avrei nessuna esi-tazione, anche in presenza di interessi economici elevati: rottura immediata dei rapporti diplomatici. Sa cosa pen-so? Se al posto dell’Italia ci fosse stata l’America si sarebbe già tutto concluso e non aggiungo altro. Non si può, sia nel caso fossero colpevoli o al contra-rio, innocenti, tenere prigionieri per quattro anni persone senza fare nes-sun processo: è assurdo, speriamo che il governo italiano si faccia sentire. Leggete il nostro giornale?

Non solo lo leggiamo, lo proponiamo anche alla clientela, è un punto fermo della nostra delegazione, molto segui-to: ce lo chiedono tante persone, per quanto mi riguarda, lo aspetto tutti i mesi, per verificare le notizie del quar-tiere, sono favorevole alle interviste alle famiglie, quello che lei sta facendo con me, lo ritengo un arricchimento della cultura tra le diverse etnie. Personalmente mi sono arricchito di notizie che non conoscevo, provenienti da altre culture e da altri continenti, un fatto giornalistico importante, ho riscontrato inoltre attenzione sulla riqualificazione del territorio e l’apoliticità della redazione: veramen-te bravi. Mi rivolgo a Cristina: come vede il futuro di Benedetta?

Riferendomi all’immediato, quindi alla scuola, molto male. Pur essendo fautrice della scuola pubblica, mande-rò mia figlia al Calasanzio. Mi hanno in pratica costretta, le nuove leggi, o forse qualche fatto personale, ma non mi permettono di inserire nel pubblico Benedetta, la nostra scuola è l’unica che applica il cosiddetto stradario, una regola poco convincente. Dei rom cosa ne dite?

Una tristezza al quadrato, e non vedo soluzioni all’orizzonte, risponde anco-ra Cristina. Oltre al fatto igienico e sanitario che ritengo intollerante, vo-glio parlarvi dell’integrazione dei bam-bini, essendocene nella classe di Bene-detta. Credo non sia sufficiente man-dare a scuola i bambini e infischiarse-ne di tutto e di tutti, i genitori devono insegnare loro una onesta educazione, il fatto di integrare “a tutti costi” non lo sopporto. Si devono integrare per primi i genito-ri.

Carlo Guerra

La famiglia Pintori posa nella veranda del locale di via Pellizzari

La famiglia Pintori al gran completo davanti al banco dei dolci

Page 7: IlCorniglianese Aprile 2016

Sestri è sempre stata famosa per le associazioni culturali e le sue libre-rie. In proposito abbiamo intervi-stato Camilla Osemont del Monda-dori Bookstore di via Sestri. Quando vi siete insediati in que-sti locali?

“Nel novembre 2012, negli storici locali di Bagnara. L’ampia metratu-ra, sviluppata su due piani, ci ha consentito di dar spazio ad una buona scelta di titoli, di saggistica e di narrativa. Siamo orgogliosi inol-tre del successo ottenuto dallo spa-

zio espositivo offerto a fotografi ed artisti lungo le pareti dello scalone che porta al piano superiore.” Quali sono i gusti del pubblico sestrese?

“Abbiamo avuto modo di conoscere gli interessi prevalenti dei sestresi e di offrire un assortimento che ci auguriamo risponda sempre più alle loro esigenze. La narrativa è il genere più apprezzato, con una predilezione per il giallo e il fan-tasy.” Quali iniziative prevedete

quest’anno in cui ricorrono di-versi anniversari?

“Dal primo anno di attività abbia-mo stilato un calendario di eventi nell’intento di stabilire un rapporto fisso con il pubblico e promuovere iniziative culturali. Siamo giunti alla settima rassegna di incontri con gli scrittori, che si svolgono all’interno della libreria con note-vole successo, ma intendiamo am-pliare i nostri contatti sui social per iniziative sempre più coinvolgenti e stabilire uno scambio interattivo

con i lettori. Il 23 aprile, Giornata nazionale del Libro promossa dall’Unesco, abbiamo proposto una condivisione di immagini e citazio-ni sulla nostra pagina Facebook. Per il 4° centenario della morte di Shakespeare (23 aprile 2016) ab-biamo preparato una vetrina dedi-cata all’autore, dove per un mese verranno esposte tutte le sue opere, nonché testi critici relativi. Stiamo lavorando su altre iniziative rivolte sia a lettori adulti, sia ai più piccoli. Per aggiornamenti invitiamo a se-

guire la nostra pagina Facebook Mondadori Bookstore Sestri Po-nente.” Ci complimentiamo in particolare per l’attenzione a Shakespeare, il più grande poeta di tutti i tempi. Da notare la sua predilezione per la donna, di cui ha saputo cogliere l'anima. Le sue eroine sono perso-naggi di forte tempra, in negativo come Lady Macbeth, o in positivo come Desdemona, vittima sacrifi-cale dell'invidia e della gelosia ma-schile. A proposito di Desdemona,

forse il più celebre di una lunga serie di femminicidi, non possiamo sottacere l’Otello, andato in scena a febbraio, un classico che il regista Sciaccaluga ha raccontato in modo colto e popolare insieme. Circa Lady Macbeth, se gn al iamo “Macbeth Remix”, rivisitazione di Edoardo Sanguineti, che sarà rap-presentata fino all’8 maggio. Degno tributo al grande drammaturgo da parte di Genova, “la più inglese” delle città italiane.

Rita Nello Marchetti

I nostri inserzionisti

Dal 1972 al vostro servizio

7 Aprile 2016 ilCorniglianese/cronaca dal Municipio VI Medio Ponente

CENTRO ESTETICO LILIANA

DIBI - MILANO

Mondadori Bookstore, la libreria che pensa a Shakespeare ed è anche interattiva

“Intanto i sestresi apprezzano la narrativa, il giallo e il fantasy”

Per l'ennesima donna

uccisa dal compagno

A proposito del nuovo efferato caso di femminicidio avvenuto il mese scorso a Sestri, pubblichiamo un commosso ricordo della vittima da parte di una perso-na che l'ha conosciuta ed apprezzata. Per l'ennesima donna uccisa dal compagno Oggi un'altra donna è stata uccisa Una donna come me che ha lavorato fuori e in casa. Ha accudito figli e nipoti, che con coraggio ha affrontato la vita ma non è riuscita ad affrontare la fine di una speranza d'amore per un uomo che non riesco neppure a nominare. Addio, Rita. Simonetta (Sestri, marzo 2016 )

Page 8: IlCorniglianese Aprile 2016

Sono passati undici anni ed è ancora lì la ‘vecchia’ centrale termoelettrica chiusa definitivamente nel 2005 in concomi-tanza con lo spegnimento dell’ultimo altoforno. Trasforma-ta dal tempo in un rudere è entrata a far parte di quella che bonariamente viene oggi definita "archeologia industriale", quasi fosse un reperto storico da conservare e visitare. Ma così non è. Anzi, è meglio starne ben lontani. L’edificio, co-struito negli anni Quaranta e formato da due corpi uno di sei piani e l'altro di tre più alcuni magazzini, occupa una superficie di circa 15 mila metri quadrati ed è ‘pieno’ all'in-verosimile d'amianto in quanto tutte le parti dell'impianto sottoposte a calore erano coibentate con il pericolosissimo minerale. Da un censimento dell'aprile 2006 risultavano: 800 tubazioni di gas, 2.000 guarnizioni di tubazione per complessivi 150 metri cubi di amianto friabile e 70 metri cubi stabile e compatto. Dal 2002 sono state eseguite diver-se bonifiche mentre sull'area della vecchia centrale poco si è fatto limitandosi a metterne in sicurezza gli accessi. Innu-merevoli i vetri rotti e altri tamponati con lamiere mentre una parte del tetto è crollata. I volatili nidificano all'interno e possono veicolare all'esterno le polveri d'amianto. Poco conta se nessuno può accedervi in quanto le letali fibre pos-sono tranquillamente uscire dalle finestre trasportate dalla corrente d'aria e probabilmente dai volatili. La costruzione, come si può osservare da una delle recentissime foto del nostro Razzore, è fatiscente e a rischio crollo. Pare che nell'accordo di programma non se ne prevedesse la bonifica il cui costo potrebbe aggirarsi intorno ai 6/7 milioni di euro per cui avrebbe dovuto occuparsene la famiglia Riva proba-bilmente in cambio della costruzione di una nuova centrale. Il problema è che adesso i Riva hanno qualche problema con la magistratura che ha sequestrato loro i capitali per cui la nuova centrale (gas e biogas), se si farà, saranno altri soggetti a farsi in quattro per gestirla. Nel frattempo sono già passati undici anni e chissà quanti ancora ne passeran-no mentre la vecchia centrale continua spietatamente a mietere le proprie vittime sul territorio. oerre

8 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione Aprile 2016

Associazione liberi

amministratori condominiali

Piazza G. Verdi 4/1 - 16121 Genova

Paolo Pisana—Amministrazioni condominiali

Via S. G. D’Acri, 8/10A - 16152 Genova Via Urbano Rela, 1/10 - 16149 Genova

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Cornigliano, con il 25 aprile si rinnova il significato di “libertà”

In ciassa De Ferrari (Franco De Barbieri, 1932) “Mi stavo in to caroggio da Casann-a, e ‘na matinn-a ciæa de primmaveia luxiva o sô in sci vreddi de Sant’Anbreuxo, l’aia ea l’èa finn-a e çelestin o cê con spanteghæ, doe o træ nuviette gianche e in lontananza quarche scciuppetâ. Poi l’è arivòu i sordatti americani ean mescci neigri e gianchi; caciavan a l’asberla ciappelette e cicolâte, toroin e sigarette: amiando ben, però, in ta circostanza, caciavan anche in muggio de speran-sa. E noatri lì amugiæ tutti co-i euggi grossi e a pelle tiâ, asotigiæ da-a famme e da i resâti e tanta coæ de doxi e ascì de paxe, co dexideio de poei fraternizâ. Ò ascoso in t’en recanto tutto o dòp-po: e càreghe da celere, i mafiosi, o terorismo, i figgi sequestræ, tutta a beneficenza strumentâ, a naosea derivâ da Tangentopoli, i delinquenti in ferie pe Natale… Me piaxe ripensâ a quella matin, a-a vitta ch’a nascieiva comme in fiore quande o scioiscce schivo in t’en giar-din e o l’aspêta fremente con ardô de poei êse scadòu da o primmo sô.”.

Da piazza De Ferrari ai Giardi-ni Melis: abbiamo voluto rac-contare la giornata dedicata alla Liberazione con una bella poesia segnalata alla redazione dal nostro Pallotti. Il significa-to è quello di andare al di là dell’idea di identificare il 25 aprile del 1945 solo con la lotta armata grazie alla quale il Pae-se si è liberato dalla dittatura. L’idea, come hanno sottolinea-to gli oratori davanti a Villa Serra, tra i monumenti ai ca-duti e la sede dell’Anpi, può e deve abbracciare un ideale più ampio che non dimentica la lotta ma apre decisamente ai valori di un Paese in pace (e di pace) con cittadini “liberi”, non più lacerati da steccati ideologici ma uniti dalla voglia di progredire per lasciare a chi verrà un terreno fertile come ha fatto chi ci ha preceduto.

Sos amianto dalla vecchia centrale

Il 25 aprile ai Giardini Melis. Da sinistra: Giuseppe Spatola, presidente VI municipio medio ponente, Luca Borzani, presi-dente Fondazione Palazzo Ducale, membri del consiglio diret-

tivo Anpi e, infine, a destra, don Andrea Robotti

Page 9: IlCorniglianese Aprile 2016

9 Aprile 2016 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

Il degrado vive nel cimitero di Coronata Dove i lavori riposano per l’eternità

Ritornano i Rolli Days Volontari… cercasi

Ormai non si può neanche più parlare di degna sepoltura per chi ha la sfortu-na, in primis, di defungere, e poi di venire sepolto nel cimitero di Coronata. Più volte denunciata da questo giornale prosegue l'incuria e la mancanza an-che della più piccola manutenzione a questo camposanto. Accessi chiusi da tempo immemorabile, sporcizia un po' ovunque, assenza totale di manutenzione ad aiuole, piante, cordoli e camminamenti; un vero disastro. Il personale preposto, ci riferiscono alcuni cittadini, spesso è irrepe-ribile. Oggi si parla nuovamente di impieghi socialmente utili dei lavoratori dell'acciaieria; si possono impiegare in tal senso? Vogliamo fare qualche cosa oppure a quelle tre generazioni nate e cresciute in un degrado indicibile si vuole negare anche una civile sepoltura? oerre

Visto il successo dell'anno scorso (più di 1200 visitatori) le tre associazioni Italia Nostra, Di-more Storiche e Ascovil, replicheranno la mani-festazione in accordo con Palazzo Ducale di Genova. Il tema quest'anno saranno le Torri delle ville: ben 5 ancora esistenti in un percorso di soli 400 metri. Verranno replicate alcune attività e ne verranno proposte delle nuove come pure ci saranno delle varianti sul percorso. Quest'anno si potrà contare su nuove collabora-zioni nella speranza sia l'inizio di una lunga serie. In attesa di definire con precisione il gran-de evento, si sta lavorando sui volontari che sono l'anima della manifestazione perché senza di loro non si potrebbe tenere aperto questo nostro prezioso patrimonio. Molti sono rimasti entusiasti dalla passione e

dall’impegno dimostrati l'anno scorso e sono desiderosi di ripetere l'esperienza. Raccolte le ultime adesioni si partirà allora gli incontri come è avvenuto un anno fa: il primo, diciamo, generale sulla manifestazione, il secon-do: una lezione storico-artistica tenuta in aula dalla professoressa Emmina De Negri e il terzo sarà la visita delle ville sempre tenuto dalla signora De Negri. L'Ascovil inoltre sta organizzando alcune visite in anteprima per le scuole e ha attivato alcune convenzioni per tirocini e stage anche con l'Uni-versità. Ville aperte a Cornigliano è una manife-stazione collaterale dei Rolli Days, e si terrà sabato 28 e domenica 29 maggio con lo scopo di far conoscere e conservare questo patrimonio cultura e storico Micaela Antola

Page 10: IlCorniglianese Aprile 2016

10 ilCorniglianese/cultura, arte

Terre e Maria sono amiche da sempre, nate e cresciute nello stesso quartiere. Hanno visto le loro famiglie formarsi, crescere e poi come spesso succede, sono rimaste sole nelle loro case tra ricordi incorniciati sul mobile della sala. Per tanti anni sono state vicine di casa ed è da poco che Terre, quasi novantenne, ha deciso di andare in una casa di cura. Ha stupito tutti. L’unica con cui si era, a suo tem-po, confidata era stata proprio Maria, che di salute sta meglio di lei, ma che ha ben presente che le ore buie della notte ad una certa età possono fare timore. Quando in casa di Chiara trilla il telefono, di domenica mattina presto, lei sa, senza rispondere che è sua mamma, Terre. Solo lei fa suonare il telefono all’infinito, come adesso, quando Chiara è sotto la doccia. “sei pronta? vienimi a prendere che devo vota-re” - a Chiara sono venuti i sudori freddi al pensiero di farla muovere dal giardino della casa di riposo e portarla in centro a votare. Ha paura che si stanchi e poi per cosa? Al-meno non ci fosse lo sbarramento del quorum. Poi Terre aggiunge: “vieni subito che qui hanno allestito il seggio, devi solo portarmi al pianoterra e poi verso i locali della lavanderia”. Ah, meno male e Chiara riprende fiato. In effetti, tutto è allestito come “un seggio di città”: il cartello grigio con il numero della sezione in nero, un vigile urbano dislocato dal Comune che osserva il corretto andamento delle votazioni, le cabine per il voto e il personale del seggio. La Terre è pronta al voto. Chiara è rimasta un poco defilata, mentre la madre ha rag-giunto il “segreto della cabina elettorale” e il vigile, seduto vicino alla porta per l’appunto vigila. Dopo un po’ lui guarda Chiara, e Chiara un poco imbarazzata gli sorri-de. Passano alcuni minuti e lui, perplesso, si aggiusta il cappello e la riguarda. Lei fa un sorrisino di circostanza come per dire “non lo so”. Invece sanno bene quello che entrambi pensano “ma la Terre che fine ha fatto?” Spari-ta dietro le assi di legno che delimitano la zona del segreto elettorale. A Chiara viene in mente il film di Carlo Verdone, quello del nipote e della nonna, poi s’ immagina la ma-dre appoggiata al ripiano della cabina elettorale che se la dorme, oppure alle prese con gli occhiali e complice un’ improvvisa indecisione sta tirando i dadi per scegliere se Sì o se NO. Finalmente a fugare i timori di vigile e figlia spunta la ruota del deambulatore e a seguire la Terre aggrappata al triciclo geriatrico. Con la scheda ben piegata e la matita in pugno, nonostante artrosi e artriti imbuca con assoluta certezza la scheda nella sca-tola di cartone in cui tutti noi deponiamo (almeno dovremmo) la nostra democrazia di carta. Poi, con lo sguardo rivolto al vigile dice: “eh, ma sa…, ho letto bene la scheda con ‘sto SI’ per dire no e ‘sto NO per dire sì, volevo esser sicura di dove mettevo la cro-ce“. “ah ecco cosa ha fatto”, si comunicano con gli occhi Chiara e il vigile. “ma che caos però, ma come si fa. se lo sapevo che finiva così la guerra mica la facevo, sa, io allora ero giovane, mica come adesso”. Ha detto proprio così la Terre mentre le ruote del deambulatore bisticciano con il linoleum del corridoio e le donano un’andatura a zig zag. Chiara guarda avanti, ad augurarsi che guerre non se ne facciano più. Non è nemmeno ritornata a casa quando suona il cellulare: ”guarda di andare a votare che voi giovani lo so come siete”. E lei che questa volta aveva pensato di non andare… Maria si mette il vestito per uscire e a fatica infila le scarpe. Sua figlia Silvia l’ha avvisata della questione del quorum e che la sua uscita domenicale potrebbe esser un buco nell’acqua ma al telefono Maria ha ribadito che ci tiene a votare. Finisce di prepararsi e quando mette carta d’identità e tessera elettorale in borsetta le cade l’occhio sui timbri. Come nelle raccolte punti, Maria ha finito la “raccolta dei bollini” e non ha più spazio. Non le fa piacere scomodare la figlia ma ha bisogno d’aiuto. Spera che Silvia possa fare un salto all’anagrafe con la sua carta d’identità, anche se sa che certe cose si fanno solo di persona. Oggi più che una domenica d’aprile sembra ottobre inoltrato e a Silvia non costa più di tanto avvisare il marito e figli che starà via tutta la mattinata; tra anagrafe e seggio elettorale con Maria che cammina piano, tempo ce ne vuole eccome! Maria si è preparata con anticipo, e quando Silvia arriva ha già finito di scendere le scale e sta parlando nel portone con Nicola, il vicino del terzo piano . “ho una notizia buona e una cattiva da darti“, dice Maria alla figlia e poi continua “visto che nella vita sono sempre stata ottimista ti do subito quella buona: meno male che ho incontrato Nicola, e mi ha risparmiato un viaggio a vuoto. è appena stato all’ufficio anagrafe e lo ha trovato chiuso. la notizia cattiva è che non me la sento di girare mezza città per un ufficio d’anagrafe aperto. ho deciso di rinunciare”. Maria guarda avanti quasi a non voler contare gli scalini che l’aspettano, s’appoggia al corrimano, e lenta inizia la risalita. Sono tanti, e con un viaggio a vuoto, pesano di più.

di Guido Pallotti

di Liliana Gatto

Aprile 2016

letture

Luca, d’accordo con Didier, aveva pensato di fare una sorpresa a Zdena. Appena giunti in Slovacchia con la Passat, in vista della casa dei nonni, avevano scartato i regali per metterli alla rinfusa in un borsone di tela, erano poi andati dal contadino del podere confinante che possedeva un bicicletta con due portapacchi, per farsela prestare, infor-mandolo dello scherzo che avevano intenzione di fare. Luca era arrivato sull’aia prospi-ciente la casa, pedalando lentamente e suonando il campanello per attirare l’attenzione, quando una donna anziana, sua nonna, era uscita, il ragazzo, biascicando poche parole nella lingua strana che si erano inventati lui e Crocefissa, insisteva per venderle la merce che aveva nella borsa. La donna, riconoscendo la bicicletta del vici-no, dopo avere visto il contenuto del borsone, sicura di trovarsi di fronte ad un ladrun-colo, si era messa a schiamazzare. Zdena, spingendo la carrozzella, era uscita i casa, aveva visto il bel viso sorridente di Luke ed era svenuta. Il suo cuore di madre non po-teva sbagliarsi: quel ragazzo era suo figlio. Le avevano fatto annusare l’aceto ed era rinvenuta trovandosi in grembo il capo del figlio che si era inginocchiato ai suoi piedi. Aveva allora accarezzato quegli strani, morbidi capelli, piangendo serenamente. Tutti si erano allontanati per lasciarli soli. L’aveva fatto pure il Masai, passandosi la mano sul viso reso ancor più interessante dai segni lasciatigli dall’ultima cruenta battaglia sul ring. Nel ’93, quando Zdena e Didier si erano sposati, avevano voluto che pure Thomas ed io fossimo invitati alla cerimonia. Come ricordo di quel gioioso giorno di festa, che ora ero costretto a riesaminare con mente da sbirro, mi era rimasta l’amicizia con tante persone diventate a me care e la bomboniera con la treccina che Zdena aveva confezio-nato con i suoi meravigliosi capelli. Mi ero appisolato sul divano con il televisore acce-so e stentai a udire la suoneria del cellulare che diffondeva le note della colonna sonora del film “La stangata”. Alla fine mi decisi a rispondere, pensando che fosse la solita, serale rottura di palle: risse etniche in via Bertolotti oppure teppisti che se le davano di santa ragione alla Fiumara o ancor peggio, il Latin king e i Nietas che avevano dissot-terrato l’ascia di guerra. Fortunatamente non era niente di ciò che avevo temuto. «Ciao Ermes». Solo una persona mi chiamava col nome del dio Mercurio. «Ciao Franca. Sei un raggio di sole che rischiara le tenebre della mia tetra vecchiaia solitaria». Le risposi. Franca Macchiavello era una giovane e brillante ispettrice che era stata la migliore al-lieva che avevo avuto alla scuola di polizia. «Quale santo mi protegge per meritarmi una così gradita improvvisata»? Le chiesi, provando davvero una grande gioia per l’inaspettata telefonata. «Ho sentito che avete trovato un cadavere agli Erzelli e poiché conosco bene la zona, volevo vedere se posso esserti d’aiuto. Però, prima dimmi come stai e quali progetti hai per la pensione». «Franca, lo sai che le pellacce grame come me stanno sempre bene, e il progetto di portare le mie stanche ossa a sbiancare in Africa, sta per realizzarsi. L’unico rammarico è che dovrò stare lontano da te». Pronunciai la frase con sincero rincrescimento. «Sarò io a rimetterci per la tua lontananza, sarò pri-vata del mio riferimento più importante». Mi rispose con altrettanto rammari-co.«Piantiamola lì con queste smancerie, dunque va a finire che finalmente trovo il coraggio di dichiararmi e tu saresti costretta a mollare il tuo magistrato». La misi sullo scherzo. «Avresti potuto almeno ogni tanto provarci». Non avrei saputo che interpreta-zione dare al tono con il quale mi aveva risposto, perciò deglutii dandomi mentalmente del vecchio scemo. «Franca, è un chiaro caso di morte volontaria, la donna, che tra l’altro conosco da oltre dodici anni, era ammalata e molto probabilmente si era sotto-posta a chemioterapia e quasi non si nutriva, iniettandosi massicce dosi di morfina e ingurgitando vinaccio a livello industriale. Il dubbio che ho, è come ha fatto a traspor-tare, senza aiuto, tutto il materiale che abbiamo rinvenuto, qualcuno deve per forza averla accompagnata, se ci fosse arrivata sola, la vettura ci sarebbe ancora. Proverò a chiedere al servizio di radiotaxi ma soltanto per scrupolo professionale. L’unica cosa certa è che non si tratta di un delitto». «Non dare mai niente per scontato all’inizio dell'indagine. Me lo hai insegnato tu». Ci salutammo con parole di sincero affetto e mi rimase un senso di nostalgia nel quale il confine fra il dolore e il piacere è sempre mol-to sfumato e confuso come il sapore dell’acqua del fiume alla foce quando si mescola con quella del mare. Franca avrebbe potuto benissimo essere la bambina mai nata che Cosetta, la sorella di Nanni, aveva nel grembo, quando s’era annegata. Il confine ingan-nevole fra piacere e dolore si dissolse, lasciando che quel ricordo mi provocasse soltan-to sofferenza allo stato puro; era giunto il momento di bere la quotidiana dose di fiele, sperando poi di dormire, senza che l’incubo dell’agguato nei canaloni di Collo-Djidjelli, venisse a farmi la sua consueta e tormentante visita. (Continua)

Battiquorum

Page 11: IlCorniglianese Aprile 2016

Notizie sulla breve esistenza di Luigi Perini furono rila-sciate dalla sorella Teresa che poi, unite ad altre riguar-danti tanti giovani patrioti come lui che non hanno esita-to ad andare a combattere contro il nemico con ammire-vole coraggio e dedizione. Queste informazioni sono state raccolte e conservate gelosamente nell’archivio dell’Anpi di Cornigliano in cui vi è anche custodita la scheda n°33 dove Luigi Perini, nato a Sampierdarena il 15/3/1920, risulta essere stato anche “socio ad honorem”. Rimasto orfano di padre in tenera età, terminate le scuole elementari, per aiutare la famiglia, già a 14 anni andò a lavorare in fabbrica, occupando il posto del padre nel

reparto meccanico presso l’Ansaldo. Pur lavorando a tem-po pieno, decise di frequentare le scuole serali per geome-tri presso l’Istituto Palazzi di Sampierdarena dove superò brillantemente il corso di studi. Luigi amava anche lo sport e, riferisce la sorella Teresa, praticava scherma e pattinaggio a rotelle anche nella squadra Ripamonti di Cornigliano. Chiamato alle armi fu destinato come geniere scelto nella compagnia mista del Genio Civitavecchia ma, ritenuto un operaio indispensa-bile all’Ansaldo, il 30/4/1943 venne collocato in congedo illimitato, riprendendo la sua attività. D’accordo coi suoi compagni sampierdarenesi, col nome di battaglia “London”, decise di partire per le montagne di Vobbia, paesino dell’entroterra ligure alle spalle di Ge-nova, ma i nazifascisti, venuti a conoscenza di quelle for-mazioni partigiane che consideravano un concreto osta-colo per raggiungere la Pianura Padana, loro obiettivo, si organizzarono per annientarle. Per sradicare quella po-tenziale riserva umana facente parte dell’esercito parti-giano, utilizzando carri armati e mitragliatrici, strinsero d’assedio, con un grande rastrellamento, i territori di Vobbia e Torre dove militavano i loro rivali, ma quei par-tigiani, accolti con simpatia e protetti dalle popolazioni locali che li curarono e sfamarono, riuscirono ad agire con forza contro il nemico. In quel periodo di guerra, Perini aiutò dei soldati addetti ad un panificio militare a tornare alle loro famiglie, mentre lui durante un rastrellamento da parte dei tedeschi, riuscì a nascondersi evitando la cattura. Le perdite di vite umane purtroppo durante quell’ardua impresa furono molte e tra questi il 20 set-tembre 1944, nel tratto fra Vobbia e il ponte, sulla strada verso Mongiardino, un gruppo di loro incappò in una ennesima imboscata.

Tra queste verdeggianti valli, due coraggiosi militanti Gimmi (Michele Nucera) di Marassi, ma di origine aspro-montina e il genovese London (Luigi Perini), operaio meccanico dell’Ansaldo, partigiani della brigata Garibaldi “Oreste”, nel tentativo di conquistare la libertà, persero eroicamente la loro vita. Una lotta, quella della Resistenza in Liguria, combattuta fino allo stremo delle loro forze, ma sempre animata da

una grande volontà di conquista di libertà e giustizia, una preziosa eredità che i nostri Caduti ci hanno lasciato e a cui noi saremo sempre memori. Genova volle ricordare il sacrificio di Luigi Perini dedi-candogli una delle arterie che collegano il nuovo quartiere commerciale di Campi alla città, strada che partendo da corso Perrone, incrocia via Renata Bianchi fino a raggiun-gere il torrente Polcevera per collegarsi poi con via Tea Benedetti e, appena saranno terminati i lavori di ricon-giungimento, si uniranno alla nuova strada a mare Guido Rossa, dando un po’ di respiro a questo quartiere tanto trafficato.

Rosanna Robiglio

ilCorniglianese/cultura, arte 11 Aprile 2016

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PATRONATO ITAL UIL: Pensioni di anzianità, Invalidità civile, Pensioni di vecchiaia, Indennità di accompagnamento, Pen-

sioni di invalidità, Cause di servizio e indennizzo, Malattie professionali, Permessi di soggiorno e immigrazione, Infortuni sul lavoro, Disoccupazione e mobilità, Assegni familiari, Assistenza legale medico-legale CAF UIL: pratiche 730, Unico, RED, ICI, ISEE, ISEU, Successioni, Regolarizzazione colf e badanti e altri adempimenti fiscali UIL IMMIGRATI e SOLIDARIETA’: assistenza e consulenza per la permanenza e il lavoro dei migranti; ADA UIL: Associazione per la tutela e i diritti degli anziani; ADOC UIL: consumatori.; UIL TEMP: lavoro atipico; UNIAT UIL: Assistenza e stipula dei contratti di locazione; CONSULENZA LEGALE: gratuita

Il capitano Bertolotti morì nel ‘15

sui monti veneti

La storia delle vie, le vie della storia Via Luigi “London” Perini

Romanziere con un click “Maggio dei libri” col… Trucco

D’abitudine vado in biblioteca passan-do da via Nino Cervetto ma l’altro giorno ho deciso di passare dal cancel-letto del giardino che s’affaccia su via Romolo Gessi. Sarà che da poco ho ritrovato in casa della mia prozia un libretto, edito in occasione del recupe-ro dei locali della biblioteca dal titolo “Rinascere in Europa - un progetto della Comunità Europea per Corni-gliano e Sestri Ponente” e complice la bella giornata, ma prima di salire in villa Bickley ho fatto un giro in giardi-no. Mentre osservavo la vasca di mar-mo senz’acqua e piena di foglie cadute, i ciuffi d’erba spontanei e diseguali disseminati un po’ qua e un po’ là mi sono fatta suggestionare da quanto avevo di recente letto e mi sono imma-ginata come deve’essere stato il giardi-no nei suoi tempi migliori: grandi pan-che di legno, un tavolino rotondo con sedie, la grande tartaruga della signo-ra Olga, la piattaforma di legno posi-zionata sull’albero di canfora a cui si accedeva tramite una robusta scaletta di corda con cui giocavano le bambine

della zona, quando il giardino era il loro luogo di ritrovo e di gioco. Non poteva mancare un bersò con glicine a far fresco e a profumare il giardino e un’aiuola di mughetti che entrava in competizione con le sue delicate fra-granze. Mentre il grande albero della canfora senza la sua casetta di legno rimane a far da guardiano a tutto il giardino, le altre fioriture sono scomparse lascian-do il passo a quel verde senza cura che non ha arte né parte. Proprio all’altezza delle vecchie serre ora adi-bite da alcuni volontari a “Caffè Al-zheimer” una macchietta di colore ha attratto la mia attenzione, tra quelli che ho chiamato ciuffi spontanei e

disallineati di erba ecco spuntare delle margherite di un colore fuxia reso an-cor più brillante dalla bella luce del giorno. Mi sono fermata ad osservarle e da quella prospettiva il giardino, in tutto il suo insieme, mi è apparso co-me un mare immobile nelle sue tonali-tà di verde e di marrone con un’unica isola di colore data da quella fioritura spontanea, lì, tutta sola, ai bordi di una vecchia aiuola, con i petali appena mossi dal vento. Le ho viste ancora più belle, segno di una natura che non si arrende. Le ho fotografate, quasi a voler ferma-re quei bei colori, poi, sono entrata in biblioteca. Come d’abitudine ho dato una sbirciatina allo scaffale novità e al banco dei libri allestito in occasione del 25 aprile. Anche quest’anno la bi-blioteca per questa ricorrenza così carica di valori umani si è fatta promo-trice di una bella iniziativa – che signi-fica prima di tutto presenza sul terri-torio - in collaborazione con la sezione Anpi di Cornigliano e al Municipio e dedicata ai più piccoli organizzando una lettura ad alta voce sul tema della Resistenza. Anche la mia lettura è stata indirizzata alla Resistenza, al non voler soccom-bere ai poteri forti e ingiusti: “venne il giorno in cui giunsi al locale e trovai vuote le sedie normalmente occupate

dai giovani. Il locale aveva un aspetto molto strano e un silenzio pesante gravava su ogni cosa. I vecchi erano impegnati a giocare a backgammon e a chiacchierare ma Qurunfula conti-nuava a lanciare occhiate ansiose verso la porta. Venne a sedersi accan-to a me. Nessuno di loro si è fatto vi-vo, disse. Che può essere successo?” Sono le parole di Nagib Mahfuz nel suo “Karnak Cafè” dove racconta di un Egitto alla ricerca di una democrazia e di un equilibrio politico che a quanto pare non ha ancora trovato. Se le ultime parole del libro sono “Sì, davvero, purezza e innocenza – Di-cembre 1971” vale la pena leggere tutte le pagine per confrontare se quello scritto da Mahfuz sia ormai lontano dalla realtà o sia tristemente ancora attualità.

Liliana Gatto

La biblioteca delle sorprese e dei caffè Dall’Alzheimer al Karnak (Café)

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ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi Aprile 2016 12

Nei giorni scorsi si è parlato molto di latte, quasi nulla del-le sue differenze, naturali e commerciali. Quando si dice latte si intende per abitudine, ma anche per legge, quello vaccino. In realtà, tutti i mam-miferi di sesso femminile lo producono dopo il parto per l’alimentazione dei nuovi nati. Le tipologie più note oltre al latte vaccino e di bufala sono quelle ovino, caprino, equino. Seguono lo yak, il cammello e altre specie, fra esse anche quella umana. La definizione convenzionale dice che “il lat-te è il prodotto della mungitu-ra completa ed ininterrotta di una femmina lattifera sana, ben nutrita e non affaticata (…)”. Questi sono alcuni re-quisiti per poter superare gli esami, anche chimici, obbliga-tori per tutto il latte; sia che venga commercializzato come tale o destinato alla trasfor-mazione. Tutto il latte dopo la

mungitura viene conservato alla temperatura massima di +4°C. Alcuni produttori, sono conferitori alle centrali o ai caseifici, che curano la raccol-ta tenendo bassa la tempera-tura fino a destinazione. A grandi linee, il latte in vendita proveniente dalle centrali, viene scremato, pastorizzato e omogeneizzato. Il latte viene venduto magro o scremato, parzialmente scremato, inte-ro, in base alla frazione grassa residua. Dalla scrematura si produce la panna o crema di latte. La pastorizzazione è un trattamento termico lieve che permette di eliminare parte dei batteri e quindi di consen-tire a latte, panna e derivati, la durata per alcuni giorni. Il latte a lunga conservazione viene sottoposto ad un tratta-mento termico più intenso, Uht, che consente la durata del prodotto sigillato anche a temperatura ambiente e per tempi lunghi. La omogeneiz-zazione è la riduzione delle componenti di latte e derivati in uguali dimensioni per evi-tare stratificazioni o degradi. In ultimo si possono eseguire microfiltrazioni. Grazie a que-ste lavorazioni si ottiene un

prodotto con caratteristiche costanti in tutto il periodo dell’anno. Questo è il latte che troviamo comunemente in vendita già confezionato in brik o bottiglie in plastica. Il latte che invece troviamo nei distributori viene definito “crudo” perché non sottoposto a nessun trattamento termico di pastorizzazione. I controlli sono rigidi e il latte viaggia sempre a una temperatura inferiore ai 4°C. La sua durata massima è di 24 ore, dopo viene tolto dai distributori. Il latte è intero, ovvero non vie-ne scremato. Questo prodotto non viene neppure omoge-neizzato, per quello la panna affiora e crea uno strato nella parte superiore della bottiglia che è sufficiente agitare. Es-sendo privo di trattamenti, il sapore ed i profumi del latte crudo sono variabili con l’alimentazione stagionale, i palati più fini apprezzeranno certamente queste sfumature che possono ricordare proprio i luoghi di provenienza. La combinazione fra alimentazio-ne territoriale, razza vaccina e metabolismo dell’animale crea un prodotto unico, variabile per ogni capo ed ogni giorno.

Per questo possiamo afferma-re che ogni latte di allevamen-ti non intensivi è unico. Andrebbe tutelato e possibil-mente consumato o trasfor-mato sul territorio perché queste differenze si possono apprezzare solo nel latte cru-do. Ma non cadiamo nel poeti-co, ai fini pratici questo latte lo si può acquistare dai distri-butori sparsi nella città. Si può scegliere fra le bottiglie mono-uso sterili disponibili in loco o portarsi dei contenitori da casa ma bisogna aver la cer-tezza della loro sterilità. Altro punto fondamentale è il rigoroso rispetto della catena del freddo. Una buona solu-zione potrebbe essere un con-tenitore termico con la sapo-netta ghiacciata e una breve durata del trasporto. È inoltre consigliabile riscal-dare il prodotto per usarlo. Sembrerebbe molto comples-so tutto ciò ma è esattamente quello che normalmente si fa con i prodotti surgelati. Il latte del distributore può essere eventualmente trasportato assieme. Ora non vi resta che scegliere il tipo di latte che preferite e buon consumo.

Cosa devi sapere se la mamma ti manda a prendere il latte

Riccardo Collu

paroliamo Come si gioca? Il principio è quello del paroliere: quattro griglie con tante lettere disposte in modo casuale. Si tratta di trovare il maggior numero di parole tra 16 lettere disposte a quadrato. Si può passare una sola volta su ogni lettera, in ogni parola due lettere successive devono essere disposte orizzontalmente, verticalmente o dia-gonalmente. Sono valide tutte le parole di senso compiuto normalmente reperibili (i verbi valgono solo all'infi-nito e al participio passato). Non sono valide: le forme verbali coniugate (a parte infinito e participio passa-to), le sigle, le forme tronche, i nomi propri. Se una parola viene trovata più di una volta, sarà conteggiata una sola volta; parole che differiscono per l'accento conteranno una sola volta. (G. Pallotti)

I S R H

N T S O

R A M R

L E A D

E T S I

O E R S

S A R I

I P O C

D C F E

B E O B

T I G A

O I A C

B G O L

A P I R

D L A T

V I S M

Il tempo che ha fatto Dati rilevati a Cornigliano

MARZO 2016

Giorni di pioggia: 9/Temporali: 2 Giorni di sereno: 12

Temperatura minima: 8,8°C Temperatura massima: 4,9°C

TENDENZA PRIMAVERA/ESTATE

Dopo una primavera caratterizzata da clima piuttosto stabile, con

poche piogge e temperature sopra media, basta segnalare le massi-me registrate a fine aprile che in

molte località del Genovesato sono state superiori a 20 gradi e in alcu-

ne località prossime ai 25 gradi.

Tendenza aprile e maggio Anche questo periodo registrerà valori sopra media dal punto di vista delle temperature e vedrà

sulla nostra regione una primavera poco piovosa.

Tendenza luglio e agosto

La tendenza sarà nuovamente di una clima caldo e sopramedia su

tutta l’Italia con particolari ondate di calore al Centro Sud.

In Liguria questo sopra media sarà leggermente meno marcato e

probabilmente assisteremo ad una ripresa delle precipitazioni che

saranno in linea con le medie trentennali.

Tendenza agosto e settembre L’estate sarà molto calda e si pro-spetta con temperature anche in

agosto sopra media, in particolare al Sud Italia e nel Nord Ovest del

Paese. In Liguria avremo un clima caldo e si presume avaro di preci-

pitazioni con un deficit sino al 60% nel Nord Ovest italiano.

A cura di Nicolò Scibetta

www.meteoligure.it

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Villa Duchessa di Galliera Residenza Sanitaria Assistenziale e Centro Diurno

la ASL 3 partecipa alle spese della famiglia

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ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi Aprile 2016 13

Aprile, il diario di un mese amato dai poeti Per i più prosaici, invece... fave, salame e fragole di Astri Lidia Frascio

Aprile, mese di ricorrenze, sorprese ed emozioni. Carissimi corniglianesi, divaghiamo un po' su piacevolezze, non guasta

mai; intanto vorrei subito ricordare qualcosa di importante: ad aprile ri-corre il quarto anniversario dell'uscita del nostro giornale che, come una ca-noa indigena nell'Oceano Pacifico, ha fieramente resistito ad ogni piccola e grande ondata e vi diletta (dall'aprile 2012) con i suoi articoli, per merito dei tosti componenti dello staff, soste-nitori, simpatizzanti e naturalmente voi, amici lettori. Finalmente desidero informarvi che ho sentito garrire una rondine, forse due o tre (ma ancora non ho verifica-to, se abbiano fatto il nido nei buchetti del mio sottotetto). Oggi, a dire il vero, mi sento un po' stranita: aprile mi fa questo effetto. Mi viene in mente la poesia di Pascoli (L'aquilone) che dice: “C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, / anzi d'antico: io vivo altrove, e sento / che sono intor-no nate le viole. / Sono nate nella sel-va del convento / dei cappuccini, tra le morte foglie / che al ceppo delle quer-ce agita il vento. / Si respira una dolce aria che scioglie / le dure zolle...”. Aprile è un po' destabilizzante: nei

giardini abbandonati gemmano anche i vecchi tronchi. Forse addirittura in-quietante: sollecita aspettative ed im-maginazioni. Viene così descritto nella famosa poesia di Eliot (compresa nella raccolta: The Vaste Land, ossia La ter-ra desolata): “Aprile è il più crudele dei mesi, genera / Lillà da terra morta, confonde / Memoria e desiderio, ri-svegliando / le radici sopite con la pioggia di primavera...”

Al primo aprile, qualche tempo fa, si usava fare scherzi e nelle pasticcerie erano esposti, in bella mostra, dei bei pescioni di cioccolato. I miei alunni delle scuole medie infe-riori, mi attaccavano proditoriamente alla giacca pesci di carta. Quest'anno la data è passata piuttosto in sordina, anche se io ho festeggiato ugualmente concedendomi un peccato di gola: una montagna di patatine fritte con salsina ipercalorica. Una sorpresa ad aprile comunque l'ho avuta ugualmente, non il primo, ma sabato due. Mi era sfuggito che in quella giornata tiepida e leggermente soleggiata, nel palazzo, proprio dirim-

petto alla mia vetusta abitazione, in salita Padre Umile, c'era una sposa, fatto raro e prezioso, appunto avveni-mento nuovo dal sapore antico, per tornare al nostro Pascoli. Me ne sono accorta perché, poco dopo l'alba, dalla finestra ho visto il padre dello sposo che infiocchettava, con coccarde bian-che, il portone d'ingresso. Dopo tutta una serie di accadimenti tristi, talvolta luttuosi, finalmente una bella nuova nel nostro rione: si è sposato il figlio maggiore di cari amici di lunga data (Pino e Loredana). Sono molto lieta, poiché simile evento non è più tanto

consueto come poco tempo addietro. Lo considero come una forma di fidu-cia nella vita che continua (in barba ai troppi gufi che scoraggiano a questo passo importante: “Cosa ci si sposa a fare, perché giurare amore per sem-pre, quando nel corso della vita si

cambiano gusti e preferenze, ci sono un sacco di difficoltà ed incombenze gravose, è difficile andare d'accordo e così proliferano presunti saggi avverti-menti). Sono felice della felicità altrui, non amo le persone negative, quelle che giocano al disimpegno, che mancano di parola e fluttuano come piume al vento. “La donna (assai spesso, dico io, l'uomo) è mobile / Qual piuma al vento, / Muta d'accento - e di pensie-ro”, cantava il duca di Mantova nell'o-pera il Rigoletto di Verdi, per farsi i fattacci propri alla grande. Ben venga, in un mondo aleatorio co-me l'attuale, chi si sposa e si dedica a un uomo o a una donna da amare, so-stenere, curare e servire nella buona e nella cattiva sorte ma anche chi segue con costanza una giusta causa e degli ideali. Ancora più contenta sono del fatto che questi giovani sposi si stabili-scono a Cornigliano, in una bella casa con delle fasce di terra, perché è bene che nel nostro quartiere ci sia chi sce-glie di vivere e crescere dei figli. Come sostiene Foscolo nel carme Dei Sepolcri: “Dal dì che nozze e tribunali ed are / diero alle umane belve esser pietose / di se stesse e d'altrui, togliea-no i vivi / all'etere maligno e dalle fie-re / i miserandi avanzi che Natura / con veci eterne a sensi altri destina.” I matrimoni sono anch'essi indice del vivere civile e di patto sociale per san-

cire legalmente unioni basate sull'a-more e rispetto reciproco. La sposa in questione era bellissima e vestita con il tradizionale abito bianco, contornata da uno stuolo festante di amici e parenti. Dal canto mio ho ar-raffato una bella manciata di confetti e auguro ai novelli sposi, che hanno ce-lebrato in chiesa, di vivere a lungo feli-ci, come nella conclusione di tutte le fiabe che si rispettano, inoltre vorrei che avessero molti figli maschi e anche femmine, per riempire di pargoletti le vie di Cornigliano. Tra le varie piacevolezze del mese di aprile ci sono anche le prime fave (ma forse non sono ancora quelle nostra-ne), che consumate con salame di Sant'Olcese, pecorino fresco e vino bianco di Coronata, allietano le nostre gite fuori porta; questi prodotti si tro-vano anche nelle osterie locali ben fornite, sulle alture del quartiere, per essere consumati in piacevole compa-gnia nelle domeniche e ricorrenze im-portanti come il 25 (data commemora-ta con venerazione e rispetto alla Me-moria).

Altra squisitezza per i buongustai sono le fragole, che già da un po' sono in vendita sui banchi dei mercati e super-mercati (quando è possibile si possono acquistare dai contadini). Deliziose e spesso con una forma che ricorda un cuore, sono ottime in ma-cedonia con succo di limone e arancia e poco zucchero di canna, per i dietisti, in coppa trasparente con liquorino limoncello, coperte di panna montata o gelato alla crema, per i leccardi come me. Bacioni ipercalorici, Astri

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In vista dei Rolli Days Le ville del Ponente genovese Sabato 28 e domenica 29 maggio il nostro territorio ospiterà un importante evento collaterale dei Rolli Days, “Ville aperte a Cornigliano”, promosso da Ita-lia Nostra e dall'associazione Dimore Storiche ita-liane. In preparazione dell'iniziativa, già sperimen-tata lo scorso anno, ci pare opportuno parlare delle ville del ponente genovese, che presentano caratte-ristiche singolari rispetto alle altre del Genovesato. La loro tipologia edilizia infatti è in genere immune dalle novità del gusto alessiano: le architetture ap-paiono più semplici e scevre da decorazioni eccessi-ve. In particolare Sestri mostra un’edificazione più sparsa rispetto a Sampierdarena e Cornigliano e meno caratterizzante sotto il profilo urbano perché la presenza di un centro rilevante non consentiva

l’espandersi del parco, elemento tipico della villa. Si assiste dunque al sorgere di singole ville settecen-tesche nelle aree marginali e meno edificate. Inoltre, mentre Sampierdarena e Cornigliano vedo-no, già dal secolo scorso, un rapido declino su que-sto versante, a Sestri si assiste ancora ad un periodo di fioritura legata all’uso turistico residenziale di elevato tenore proprio di molti palazzi, cui fanno da cornice, da un lato, il sorgere di locali come il risto-rante “La Grotta”, noto persino a Mark Twain (ora demolito ed occupato dall'Oviesse), dall’altro rico-struzioni come il Castello Raggio, sorto sullo spero-ne fra Sestri e Cornigliano. All’inizio del secolo, in base alle nuove leggi sugli ordini religiosi, alcune proprietà passano dal potere ecclesiastico ai privati, che le adattano a residenze di villeggiatura.

Ne sono esempi le ville Corte e Degola, a Sestri, e la villa Tomati, a Multedo. In seguito, con l’avvento della felice stagione turisti-ca internazionale che ebbe in Sestri e Pegli i centri di maggior prestigio, altre ville sono state trasfor-mate in lussuosi alberghi (Villa Pessagno a Sestri, Ville Lomellini e Doria a Pegli). Tra fine Ottocento e primo Novecento il Ponente genovese subisce un radicale mutamento socio-ambientale dovuto al nascere degli stabilimenti, che ruba spazi agli arenili e ai giardini delle ville. Sestri in particolare cede disordinatamente all’avanzare dell’espansione industriale e di quella edilizia, sacrificando complessi ambientali e monu-mentali di valore e accelerando il processo di degra-do che la relegherà al ruolo di periferia industriale di Genova.

Rita Nello Marchetti

14 ilCorniglianese/eventi e tempo libero Aprile 2016

In pellegrinaggio a Roma: con la fede anche la storia, la cultura e l’arte nella Città eterna

Corso di genovese

Aperto nuovo punto prelievi Piazza Rizzolio Ge-Cornigliano (accanto alle Poste)

Giubileo? Sì, grazie! Questa la risposta alla proposta di varcare la Porta santa, fatta ai corniglianesi da parte delle parroc-chie dei santi Andrea e Ambrogio, Nostra Signora di Lourdes di Campi e l'Acli Sant'Ambrogio. Il tutto è avvenuto il 4-5-6 aprile: 39 le adesioni, ma molte le defezioni dovute anche agli ultimi eventi che hanno sconvolto il Belgio e la Francia. Ma ora a Roma, sia l'Italia che il Vaticano stanno facendo un ottimo lavoro di prevenzione, inoltre l'organizzazione pres-soché perfetta dei due Stati, ha permesso di non incorrere a code chilometriche tipiche di questi e-venti e a controlli severissimi. Poi il bel tempo, l'ot-tima proposta degli organizzatori e un po’ di fortuna hanno fatto sì che l'evento si concludesse in modo positivo, aggiungo inoltre che Roma, già preparata per questi eventi, nonostante i molteplici problemi,

ha messo in campo una buona organizzazione (ricordo solo il parcheggio sotterraneo per i pul-lman costruito recentemente, a Trinità dei Monti, che permette di portare a poche decina di metri dal-la basilica di San Pietro migliaia di persone. Venendo invece alla cronaca, tre i giorni (due le not-ti) da riservare alla capitale in questa bellissima sta-gione: una delle due giornate alla visita di Roma e la seconda dedicata all'udienza e al passaggio dalla Porta santa. Visitare Roma in un giorno è utopisti-co, abbiamo quindi deciso (don Andrea e il sotto-scritto) di seguire il filone religioso, andando a visi-tare le Fosse Ardeatine, le catacombe di San Callisto e terminare la giornata al santuario del Divino amo-re, sempre sull'Appia antica, dove don Andrea ha celebrato la messa, alla sera dopo cena, ci siamo concessi la piacevolezza di una passeggiata al Colos-

seo. Mercoledì, con posti riservati a sedere, ci siamo recati all'udienza papale, insieme a migliaia di per-sone provenienti da tutto il mondo. Abbiamo avuto la fortuna di vedere Papa Francesco a pochi metri dalla nostra postazione, un'emozione davvero uni-ca. Poi, nel pomeriggio grazie alla registrazione ef-fettuata qualche mese prima presso la Santa Sede, il nostro gruppo, partendo da Castel Sant'Angelo, da una porta virtuale e da un percorso prestabilito, predisposto per l'evento, ha concluso il pellegrinag-gio varcando la Porta santa, fino ad arrivare alla tomba di San Pietro nella basilica, intonando lungo tutto il percorso le preghiere di rito, l'emozione più grande è da attribuire alla possibilità di portare il crocefisso che ci è stato affidato all'inizio del percor-so, dove a turno, i nostri pellegrini si sono alternati a sostenerlo con fede e devozione. Carlo Guerra

Page 15: IlCorniglianese Aprile 2016

15 ilCorniglianese/eventi e tempo libero Aprile 2016

Lunedì 2 maggio, comincia bene la settimana Festeggia con Marcello il compleanno della caffetteria

“Amici corniglianesi, lunedì 2 maggio è una data particolarmente speciale per me… Infatti ricorre il 3° anniversa-rio del giorno in cui ho deciso di abbandonare ogni paura e lanciarmi in una nuova avventura nel quartiere in cui sono nato e cresciuto. Avventura rischiosa, sì, ma emozionante e ricca di sfide. Ho impostato il locale in maniera alternativa, eliminando le slot machine e favorendo il dif-fondersi dello scambio di libri, mettendo a di-sposizione una linea wifi libera e gratuita, e mosso ogni giorno dalla voglia e dall’entusiasmo. Ma, ahimé, ho anche io attraversato, negli ulti-mi tempi un momento di scoramento. Il continuo chiudere di attività commerciali nel-la nostra delegazione, vi confesso che mi ha spaventato non poco. E mi scuso con coloro che, abituati ad essere accolti con un sorriso e una battuta, accompa-gnata da un ottimo caffè, mi hanno visto negli ultimi tempi sempre più cupo. Ma ho intenzione di ricominciare, amici! E, per festeggiare i tre anni della caffetteria, sono lieto di invitarvi a degustare gratuitamente lunedì 2 maggio, un caffè o un cappuccino. Per ritrovarci, fare festa assieme, e percorrere insie-me a voi un altro pezzo di questa avventura in-credibile. Vi aspetto tutti a braccia aperte! Con affetto Marcello”

L’8 aprile si è svolto a Né, in Val Graveglia, il Congresso provinciale delle Pro Loco Unpli al quale la nostra Pro Loco ha partecipato portando il suo democratico contribu-to. Ci siamo proposti per ospitare il prossimo anno a Cor-nigliano l'assemblea regionale Unpli. Pro Loco Cornigliano

Congresso provinciale Pro Loco Il contributo di Cornigliano

Sulla scia della mostra "Dagli Impressionisti a Picasso" che Genova ha ospitato a Palazzo Ducale, gli alunni della scuola primaria C. Sbarbaro si sono calati nei panni dei grandi maestri impressionisti partecipando ad un labora-torio di pittura. I piccoli artisti sono agli ultimi "colpi di pennello" prima di preparare la galleria d'arte.

Arte e creatività alla scuola primaria Sbarbaro

Gli alunni come i grandi Impressionisti

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16 ilCorniglianese/associazionismo ed aziende Aprile 2016

C’è chi ha trovato un colorato volantino nella cassetta della posta con l’invito alla Sagra dei frisceu e chi ha ricevuto un sms dal “Mercatino” per festeggiare i loro quattro anni d’attività. L’appuntamento per tutti era per sabato 16 aprile negli ampi locali del mercatino di compra e vendita dell’usato di via Degola dove, dalle 15 alle 20, sono stati serviti frisceu caldi e bibite a vo-lontà. E di gente ce n’era tanta, come tante sono le cose che si possono trovare e non solo sul sito www.genova.mercatinousato.com. Una volta che avete

girovagato tra l’ampia esposizione di oggetti vari per decorare la casa, piatti, bicchieri distribuiti negli ampi banconi all’entrata, potete farvi un giro tra l’abbigliamento da uomo, donna e bambino oppure infilarvi nella saletta alla vostra sinistra ad occhieggia-re titoli su titoli di libri di seconda mano in buono sta-to, dischi e apparecchiature video. Se invece la vostra passione è sbirciare tra mobili d’occasione dietro il bancone di vendita avete di che sbizzarrirvi e lo potete fare con il naso all’insù: lampadari e quadri appesi aspettano di essere acquistati. Tutte cose che, se non avete avuto il tempo di fare sabato pomeriggio, potete fare dal lunedì alla domenica dalle 9.30 alle 20. E c’è anche l’angolo caffè per una pausa in attesa di decidere che cosa acquistare e una riflessione sulla gestione virtuosa dei rifiuti domestici di cui ne avrete sentito parlare, lo scorso 10 aprile, dalla giornalista Silvia Zamboni durante l’intervista “La via verde” al presi-dente della “Mercatino”, Sebastiano Marinaccio, inse-rita nel programma “Passioni” che va in onda su Rai Radio3. E sì perché dietro alle vetrine di questi merca-tini c’è la consapevolezza di contribuire a una ”gestione circolare” di quelle risorse che invece di di-ventare rifiuti domestici vengono rimessi nel mercato limitando, di fatto, il ricorso a nuove materie prime con tutto quello che ciò comporta a livello di sfrutta-mento delle risorse del nostro pianeta. Viviamo in un’epoca in cui possiamo permetterci di cambiare oggetti e mobili di casa per puro capriccio, per non parlare poi dei capi d’abbigliamento che spes-so cambiamo solo per questioni di moda e non certo perché logori. Sensibili a queste tematiche, FederAm-biente e Lega Ambiente patrocinando il Premio sulla Prevenzione dei Rifiuti ha premiato proprio questa forma di negozi in franchising: “La Mercatino Srl ope-ra dal 1995 nel settore dell’intermediazione tra priva-

ti di oggetti usati. È distribuita sull’intero territorio nazionale tramite una rete in franchising che oggi conta circa 200 punti vendita. Grazie al settore conto terzi in Italia è stato rilanciato il riutilizzo dei beni voluminosi, molte mi-gliaia di persone hanno ottenuto un reddito e un im-piego e almeno un miliardo e mezzo di euro all’anno tornano nelle tasche delle famiglie che decidono di rivolgersi al servizio di intermediazione per vendere i loro beni riutilizzabili. La Mercatino mette a disposizione in maniera gratui-ta i propri spazi affinché chi vuole vendere oggetti usati li possa esporre gratuitamente. Chi compra og-getti usati in genere lo fa a prezzi inferiori a quelli di mercato. Solo in caso di vendita il cliente riconosce a Mercatino una provvigione. Risultati: secondo i regi-stri contabili della Mercatino nel 2012 i suoi affiliati hanno venduto 9.480.090 oggetti che, in base a una conversione ottenuta su congrui campioni di peso e materiali rilevati su 30 differenti frazioni merceologi-che, corrispondono a ben 22.170 tonnellate (potenziali rifiuti evitati). Per l’intermediazione di ciascuno di questi oggetti è stata pagata l’Iva. I rispettivi indicatori di impatto Lca sono: Climate Change 100.005 (tonnellate CO2 eq); Resources 1.405.482.049 (Mj primary); Human Health 131,22 anni (2 vite umane). L’anno scorso sono stati venduti oggetti usati per un controvalore di ben 72 milioni di euro, contribuendo all’incremento degli indici di consumo. Tra diretti e indotto, il circuito di negozi riconducibili a Mercatino garantisce occupa-zione a 1.870 persone.” E con tutte queste specifiche riguardo al Lca (Life Cycle Analysis, Analisi del ciclo di vita) un augurio di “buon compleanno Mercatino” ci vuole proprio.

Liliana Gatto

Un grande successo italiano che a Genova dura da quattro anni Buon compleanno, “Mercatino”: risparmio per il consumatore, risorsa per il Pianeta

L’Associazione dei Lucani a Genova con il patrocinio della Regione Basilicata, inserita fra le iniziative ufficiali che sostengono Ma-tera capitale europea della Cultura 2019, presentano la mostra pittorica e fotografica di due artisti, Roberto Lacava, lucano doc, e Gabriella Nube (vedi autoritratto), all'origi-ne Gabriella Mezzatesta, di chiara origine lucana intitolata: Basilicata. Storie da una terra (non) lontana. La mostra grazie al Comune di Genova e al patrocinio del Mu-

nicipio VI Medio Ponente, offre un’interessante occasione di in-contro con gli umori di una terra in cui, co-me in molti altri luoghi, si conti-nua a partire da dove quel che rimane, strade e paesi quasi deserti cercan-do una sinergia sul presente e sul futuro delle piccole realtà dei comuni della Luca-nia. L’inaugurazione si terrà venerdì 13 maggio alle 17 presso il Centro civico Corni-gliano di viale Narisano, 14. La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 19:00 – il sabato dalle 9:00 alle 13:00 – escluso la domenica e i giorni festivi. L’ingresso è gratuito. Sergio Daga

Mostra di pittura al Centro civico di Cornigliano Basilicata. Storie da una terra (non) lontana

“Qualche giorno fa siamo stati col-piti dal devastante terremoto che ha colpito la costa nord-occidentale dell'Ecuador, con la memoria siamo subito tornati all'Aquila e ci siamo sentiti coin-volti, vicini alle famiglie vittime di questa tremenda calamità. Purtroppo questa tragedia ci tocca ancora più da vicino, il lutto colpi-sce tremendamente la famiglia di uno dei nostri piccoli calciatori per la perdita di un familiare. Siamo impotenti di fronte a questo disastro, ma nel nostro piccolo, mercoledì 20 eravamo tutti allerta-ti convinti di poter dare una mano e come una famiglia che si unisce nelle difficoltà, ci siamo attivati per fare una raccolta di indumenti vari da inviare. In poco tempo abbiamo invaso gli

spogliatoi del nostro impianto sportivo di sacchi e sacchettini, perché siamo convinti che si possa insegnare ai nostri ragazzi che lo sport e lo spirito di squadra possa andare al di là di ogni riconoscen-za sportiva. Bambini, famiglie e Gruppo sporti-vo oratoriale si uniscono al dolore di questo paese. I genitori del Gso Corniglianese“

Terremoto in Ecuador, solidarietà di genitori e ragazzi del Gso Corniglianese

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17 ilCorniglianese/associazionismo ed aziende Aprile 2016

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Con la mia inseparabile matita e la sua mina di grafite per evidenziare le notizie più importanti della giornata, ecco apparire una nota positiva sulla fabbrica del grafene (è possibile?) a Cornigliano. Abituati a convivere da anni col depu-ratore che, pur con tutte le sue buone intenzioni, non è mai riuscito a con-vincere quegli ingrati cittadini ad ap-prezzare i suoi aromi naturali, fare i conti con la sempre più numerosa comunità rom che dedica tutte le sue energie per rendere più folcloristico il quartiere, ad ammirare l’impegno dell’attiva comunità islamica quasi pronta ad accoglierci a braccia aperte per modernizzare la nostra obsoleta cultura, quasi ci si dimentica del bio-digestore, argomento un po’ oscurato almeno fino a dopo referendum e vo-tazioni, nel frattempo ci alleniamo a

mantenere l’equilibrio sui dissestati marciapiedi meno visibili e scopriamo con piacere che i nuovi giardini Melis sono molto apprezzati da aitanti gio-vani profughi che manovrano, con invidiabile dimestichezza, candidi oggetti tecnologici di nuova genera-zione, segno del progresso che avanza. E fra tutte queste considerazioni, mi ritrovo, con sorpresa, la pagina riser-vata al grafene che quasi insospettisce i diffidenti corniglianesi sempre abi-tuati al peggio, ma stavolta no, sem-bra proprio una rara nota positiva, simbolo di nuova vita. Leggo la notizia con la mia matita al seguito, sì, pro-prio quella magica mina rivestita in legno che mi segue ovunque da tanti anni, quella che si lascia roteare dol-cemente ma sempre pronta ad inter-venire se devo scrivere, disegnare o

evidenziare qualcosa. Un semplice strumento utilizzato in tutto il mondo, una sovrapposizione di strati di grafe-ne che derivano da un giacimento di grafite. Grafene, portentosa parola che in questo periodo stimola la curio-sità di tutti specialmente dei corni-glianesi che per primi avranno l’onore di essere ricordati anche per qualcosa di positivo, di rivoluzionario per la scienza e che proprio Cornigliano ve-drà, a breve, muovere i primi passi. Scoperto nel 2004 da due ricercatori dell'Università di Manchester che, usando del comune nastro adesivo, dopo una serie di esperimenti eseguiti su un cristallo di grafite, il minerale utilizzato per le matite, riuscirono ad isolare una foglia di grafene, inizio di un nuovo futuro. Per questa sorpren-dente scoperta, nel 2010 meritarono, come pionieri su esperimenti di mate-

riale bidimensionale di grafene, il pre-mio Nobel per la Fisica. Il grafene, per la sua versatilità, è considerato uno dei materiali più promettenti del futu-ro e adattabile in numerose applica-zioni tecnologiche. Costituito da uno strato di atomi di carbonio, si presen-ta con una struttura bidimensionale ultrasottile. Un materiale capace di condurre elettricità e calore meglio del rame, leggerissimo e flessibile, trasparente come il vetro e più resi-stente dell'acciaio. Secondo i ricerca-tori, 2.630 metri quadrati di grafene pesano un grammo e con 3 grammi si può ricoprire la superficie di un cam-po da calcio. Negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Cina le aziende che lo producono sono già diverse e negli Usa alcune sono anche quotate in borsa. Ma il Progetto

grafene nell’ottobre 2013 sbarcò an-che a Genova con tre appuntamenti al Festival della Scienza che vide coin-volti l’Istituto italiano di Tecnologia (IiT), il Cnr e altri partner accademici e industriali ed ora, questo program-ma sta prendendo il via anche a Cor-nigliano dove, decisa dall’Iit sta per nascere la fabbrica del grafene, la pri-ma in Genova, seconda in Italia. Questa iniziativa è stata annunciata in un convegno svolto in via Garibaldi dallo scienziato Vittorio Pellegrini, che, col nome di “BE Dimensional”, produrrà la “plastica del futuro” e la-vorerà in simbiosi con i Graphene Labs dell’Iit di cui ne è il direttore. La sede provvisoria sarà presso l ’ i n c u b a t o r e a z i e nd a l e B i c , un’organizzazione controllata dalla Regione col compito di agevolare la nascita di nuove aziende. Con un gruppo di collaboratori, spiega Pelle-grini, è stata sviluppata una tecnica economica che, attraverso stampanti a getto d’inchiostro già presenti sul mercato, il liquido protettivo ricavato dalle scaglie di grafene, potrà essere esteso su ogni tipo di superficie. Que-sto inchiostro steso sul polistirolo servirà anche per realizzare caschi per motociclisti molto più sottili, leggeri e robusti degli attuali, si potrà usare sui pannelli solari rendendoli ultraleggeri e indistruttibili, su telefonini e batte-rie, può diventare vernice antigraffio per le carrozzerie delle auto, per vetri e anche per le lenti degli occhiali ed altri oggetti. Per tutte le caratteristi-che e per le sue proprietà di trasporto degli elettroni, il grafene è utilizzabile anche nell'elettronica ed è già consi-derato l'erede del silicio. Il grafene però è ancora ricco di mi-steri. Le sue potenzialità sono così grandi che oggi è praticamente impos-sibile immaginarle tutte. Dove si arri-verà non siamo ancora in grado di saperlo ma a noi basta sapere che Cor-nigliano potrà vantare questa novità, sperando di non doverla poi rimpian-gere con qualche fuga sulla collina degli Erzelli diventando poi di Sestri o verso Milano rischiando di perdere quell’illusione che ora è il nostro orgo-glio. Rosanna Robiglio

Prende il via il “progetto grafene” A Cornigliano nasce la prima fabbrica

del minerale che cambierà il futuro

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18 ilCorniglianese/rubriche Aprile 2016

Nel nome della legge

Rinite allergica

La rinite allergica è una patolo-gia persistente o intermittente provocata da una reazione im-munitaria a livello delle vie aeree superiori in seguito all'i-nalazione di allergeni presenti nell'ambiente. Le manifestazio-ni tipiche della rinite allergica sono: edema delle mucose, aumento della secrezione mu-cosa, starnuti frequenti, pruri-to. Si stima che a seconda delle regioni considerate e del perio-do dell'anno, la rinite allergica può colpire fino al 20% della popolazione generale. I fattori

di rischio possono essere: i pollini presenti nelle stagioni primaverili sono molto con-centrati . In genere i pollini più allergenici derivano da piante a impollinazione dovuta al vento. Il pelo animale, gli acari della pol-vere, le muffe: la presenza cronica di fonti allergeniche nell'ambiente domestico e/o lavorativo può favorire lo sviluppo di forme persistenti di rinite allergica. Gli acari sono presenti prevalentemente nella polvere do-mestica. Inquinamento: diversi studi hanno dimostrato che la rinite allergica è maggior-mente diffusa nei soggetti che vivono in zone ad elevato traffico veicolare. Farmaci: alcuni medicinali, come l'aspirina e altri farmaci antinfiammatori non steroi-dei possono causare spesso rinite e asma. Il trattamento della rinite è differenziato a seconda che si tratti di una forma allergica di intensità lieve o moderata grave e con andamento intermittente o persistente .la terapia per la rinite lieve e intermittente prevede farmaci antistaminici di seconda generazione che vanno somministrati al bisogno per via orale o nasale. Nelle forme più gravi e persistenti bisogna associare all'antistaminico anche uno spray nasale cortisonico, favorendo in tal modo una ridu-zione significativa dell'infiammazione nasa-le e un maggior controllo dei sintomi. Infine in qualsiasi forma di rinite si consiglia lad-dove possibile un'attenta prevenzione attra-verso l'allontanamento di eventuali allerge-ni o agenti irritanti. Jose Cuffaro, farmacista

Caro Avvocato, Mio marito ed io siamo titolari di una avviata e nota catena di negozi di abbigliamento con unità locali a Genova e nelle riviere. Dopo una vita di lavoro, per ragioni non patrimo-niali ma unicamente familiari, abbiamo deci-so di tirare un po’ il fiato e pertanto vorrem-

mo cedere almeno uno dei negozi. Non abbiamo ancora deciso, tuttavia, quale. Un nostro nipote, figlio di mia sorella, vorrebbe acquistare Lui il negozio che, tra quelli di nostra proprietà, venderemo. Nostro nipote disporrebbe di circa duecentomila euro, somma che a Noi andrebbe bene, pertanto ci sarebbe già un accordo di massima sul prezzo. Possiamo fare subito il com-promesso o dobbiamo prima deciderci, mio marito ed io, su quale, dei quattro negozi attualmente di nostra proprietà, ven-dere? S.T.

Cara Signora, Di regola la vendita di cose infungibili, ossia di cose che nel comune apprezzamento non sono sostituibili tra loro, è una vendita di cose specifiche, ovvero di cose dotate di caratteristi-che a cui si fa riferimento per individuarle. Nulla vieta, tuttavia, alle parti di dedurre in contratto cose che sono infungibili se-condo l’apprezzamento sociale, facendo però solo riferimento alla loro appartenenza ad un genere. Nella vendita di cosa ge-nerica il genere può essere limitato o illimitato: nel primo caso se la vendita esaurisce tutto il genere (ad esempio: ti vendo tutte le bottiglie della mia cantina), la vendita è di cosa specifi-ca, mancando qualsiasi attività di individuazione da compiere. Nel suo caso l’oggetto del contratto, che è rappresentato da uno

dei quattro Vo-stri negozi di abbigliamento, è evidentemen-te convenuto non in base alle caratteristiche peculiari che

ciascun negozio ha ma in relazione all’appartenenza ad un ge-nere limitato rappresentato da uno dei quattro negozi di abbi-gliamento che compongono la catena di proprietà Sua e del Suo consorte. La Suprema Corte (Cass. Sez. I n.17200 dell’11 luglio 2013) si è espressa affermando che ‘non è affetto da nullità, per indeterminatezza dell’oggetto, il contratto con il quale si preve-de il trasferimento di un certo ramo d’azienda, non espressa-mente individuato tra i tanti di cui sia titolare l’obbligato, ve-nendo in rilievo una obbligazione avente ad oggetto cose deter-minate solo nel genere’. In conclusione: Lei e Suo marito potete da subito impegnarVi a vendere uno dei quattro Vostri negozi di Vostra proprietà a Vostro nipote, per il prezzo di euro due-centomila, con l’accordo che il negozio venduto sarà individua-to successivamente. Matteo Savio, avvocato

Riforma del Catasto, stangata sui contribuenti

Il rischio di un aumento delle tasse, per il riallineamento del valore catastale delle abitazioni al reale prezzo di mercato, è più che fondato. In questi giorni si riparla di revisione dei valori ca-tastali alla luce del divario sempre più ampio con i prezzi di mer-cato delle abitazioni. La riforma del catasto era inserita nella legge delega di riforma fiscale, ma – nonostante le richieste di revisione fossero arrivate anche da Bruxelles – il governo ha deciso di rimandarla, anche perché nel frattempo si accingeva ad eliminare la Tasi sulla prima casa e l’Imu agricola – misure at-tuate con la legge di Stabilità per il 2016. Che vi fossero situazio-ni di grossa disparità nella tassazione degli immobili, derivante dal mancato allineamento delle rendite catastali con il valore di mercato, era una situazione evidente a tutti: abitazioni di perife-ria scontavano un prelievo fiscale di gran lunga superiore a quel-le situate nel centro storico, valutate fino a quattro volte di più. Ma ora, il rischio è quello di peggiorare e complicare ulterior-mente il quadro del patrimonio immobiliare italiano, e questo perché il Governo ha deciso di avviare la riforma del catasto – con la revisione di tutte le rendite – solo dopo aver riscritto (ovviamente, al rialzo) le regole dell’imposta sulla casa (con la nota “doppia tassazione” costituita da Tasi e Imu, peraltro con situazioni non rare di duplicazione del pagamento). È facile pre-vedere come, a riforma attuata si avrà un insostenibile aumento del prelievo fiscale: dato infatti per scontato che si innalzeranno le rendite catastali, il risultato del prodotto tra aliquota e base imponibile sarà superiore (a far lievitare il conto è, appunto, l’incremento della base imponibile). In realtà, la riforma del ca-tasto doveva essere pensata prima di attuare quella delle imposte sulla casa, in modo poi da determinare, con la massima tranquil-lità – e senza il rischio di dover poi rivedere l’intera normativa – le regole su Tasi e Imu. Per evitare questo aumento delle tasse, la legge aveva previsto una clausola di salvaguardia, stabilendo che, a operazioni concluse, il gettito sarebbe dovuto rimanere invariato. Ma è chiaro che, per rimanere dentro la soglia degli scorsi anni, è necessario che all’aumentare della base imponibile diminuisca l’aliquota (diversamente, il prodotto cambia ecco-me!). E qui le due situazioni paradossali. Da un lato, è difficile pensare ai nostri Comuni, così avidi di entrate, che diminuiscano le aliquote. Più della maggioranza degli enti locali, infatti, ha fissato la Tasi e l’Imu ai massimi della tassazione prevista dalla legge e, certo, sarà difficile (se non impossibile) far loro cambia-re idea. Dall’altro lato la diminuzione delle imposte dovrà essere personalizzata a seconda della singola zona territoriale, e questo perché l’aumento dei valori catastali non sarà uguale su tutto il territorio, ma diversificata a seconda dell’ambito locale. Tradotto in pratica, ci dovremmo trovare con aliquote Irpef diverse da Comune a Comune, e lo stesso accadrebbe per le imposte di regi-stro e per tutte le altre imposte. Ecco perché la garantita inva-rianza del gettito non potrà essere mai garantita e gli italiani si troveranno, già tra un anno, a pagare anche il doppio di quanto già stanno corrispondendo all’erario.

Andrea Scibettaa Agente immobiliare Amministratore condominiale

Minestra di farro con verdure e pesce Ingredienti: 200 g farro, 400 g fagioli can-nellini freschi, 150 g carote, 150 g zucchine, 300 g filetto orata, 200 g calamaretti, 250 g pomodori maturi freschi, 2 spicchi d’aglio, 1\2 peperoncino piccante, salvia e rosmarino, 100 g olio extravergine d’oliva, sale pepe. Fate ammorbidire i fagioli per circa 5 ore in ab-bondante acqua. Pulite e lavate i calamaretti; tagliate a pezzetti l’orata. Scolate i fagioli e ver-sateli in una pentola con circa 2 litri d’acqua, poneteli sul fuoco e lasciateli bollire lentamente finché saranno cotti (circa mezz’ora); a cottura quasi ultimata salate e pepate. Nel frattempo versate in un tegame metà dell’olio, un pezzetto di peperoncino, uno spicchio d’aglio, la salvia e il rosmarino e fate soffriggere a fuoco basso. Pelate i pomodori, eliminate i semi, riduceteli in pezzetti e mette-teli nel tegame, pepate, salate, mescolate e lasciate cuocere per 15 minuti circa. Passato questo tempo versate il sugo nella pentola dove ci sono i fagioli, me-scolate e passate il tutto al setaccio. Versate l’olio rimanente in una teglia abba-stanza grande, unite l’altro spicchio d’aglio e il resto del peperoncino, 2 foglie di salvia, un rametto di rosmarino e soffriggete il tutto. Aggiungetevi quindi l’orata e i calamaretti, fateli cuocere per circa 10 minuti e poi toglieteli dal tega-me e teneteli da parte. Intanto pulite e tagliate a cubetti grossi le zucchine e le carote, versateli nella teglia e dopo circa 10-15 minuti unitevi il passato di fa-gioli aggiungete il farro ben lavato. Fate cuocere il tutto ancora 20 minuti. Ri-mettete quindi il pesce e cuocete ancora 5 minuti. Servite ogni singolo piatto con un pizzico di pepe appena macinato. E qualche crostone di pane. Torta salata al pane secco Ingredienti per 6. 200 g pane secco, latte, burro, 200 g ricotta, 2 uova, un cuc-chiaio di prezzemolo e uno di basilico trito, 4 cucchiai di parmigiano, sale, pe-

pe. Ammollare il pane con il latte tiepido, la-vorare la ricotta, aggiungete il basilico, le uova e il pane strizzato trito, salare e pepare, incor-porate due cucchiai di parmigiano. Imburrate

una tortiera, versate il composto, livellatelo, cospargete il rimanente parmigia-no con dei fiocchetti di burro, infornate a 180° per 20/25 minuti.

Budinetti di carote Ingredienti per 4 persone. Sei carote medie, un’arancia, 100 g nocciole sgusciate, zucchero semolato, latte intero, 200 ml di panna liquida, 100 g cioccolato bianco, 25 g margarina vegetale, 5 biscotti secchi integrali, 3 fogli di gelatina. Lavate l’arancia, grattugiate metà della buccia, pulite le carote, mettetele a bollire in acqua sala-ta per 20 minuti, ammorbidite i fogli di gelatina in abbondante acqua fredda per 15/20 minuti, scolate le carote e inseritele nel bicchiere del

mixer, frullatele fino ad ottenere una purea che trasferirete in una casseruola con la margarina, 5 cucchiai di zucchero, la scorza d’arancia. Insaporite il tutto per 5 minuti. Prima di levarla dal fuoco incorporate la panna e fatela assorbire, spegnete il fornello e mettete i fogli di gelatina scolati e strizzati. Quando il composto di carote incomincerà a ispes-sirsi trasferitelo in 4 stampini e fateli rassodare in frigorifero per 6 ore. Tritare le nocciole finemente. Sbriciolare i biscotti sui piatti e sformatevi sopra i budinetti. Spezzate il cioccolato in pezzettini e fateli sciogliere con un bicchiere di latte a bagnomaria, unitevi le nocciole e mescolate. Versate la salsa calda sopra ai budinetti, lasciandola colare dai bordi.

La cucina di Nonna Papera (Leda Buti) Ingredienti “poveri” per sapori ricchissimi

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Aprile 2016 ilCorniglianese/rubriche 19

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Il popolo dei lemming

Banana, impossibile farne a meno

Rita Moccia http://beauty.pianetadonna.it/come-tonificare-la

-pelle-con-la-maschera-alla-pera-135240.html#steps_8http://www.mr-loto.it/

pera.html

I lemming, che fanno parte del ramo dei mammiferi più ampio in assoluto, sono piccoli roditori artici, il cui habitat è normalmente il bioma tundra. Pesano generalmente tra 30 e 120 g e sono lun-ghi tra 7 e 15 cm. Hanno pelo lungo e soffice e coda molto breve. So-no erbivori, nutrendosi principalmente di foglie e germogli ma anche di radici o bulbi. Come per molti altri roditori, i loro incisivi crescono continuamente. I lemming non vanno in letargo durante i duri inverni nordici. Sono animali soli-tari che si incontrano in natura soltanto per accoppiarsi, ma come tutti i roditori hanno un alto tasso di riproduzione e le popolazioni, in condizioni favorevoli, possono esplodere numericamente. I pregiudizi sui lemming sono assai anti-chi. Nel XVI e XVII secolo gli eruditi dibattevano se i lemming fossero in realtà generati spontaneamente dalle condizioni dell'aria. I lemming del-la Norvegia settentrionale sono uno dei pochi vertebrati che può riprodursi così rapidamente da dare origine a fluttua-zioni caotiche, anziché seguire una cre-scita uniforme verso il numero massi-mo di individui o ad oscillazioni regola-ri. Per molto tempo si è ritenuto che la popolazione dei lemming seguisse dina-miche legate soltanto al numero degli individui ed alla disponibilità di risorse dell'habitat. Oggi almeno uno studio riporta un'influenza più diretta della popolazione dei predatori sul numero dei lemming. I lemming migrano spes-so in gruppi numerosi, e di conseguen-za molti di loro periscono per cause accidentali oppure per la pressione de-gli altri individui che può causarne la caduta in corsi d'acqua, dirupi, ecc. La storia del suicidio di massa dei lem-ming sembra sia stata iniziata, in parti-colare, da un documentario del 1958 della Disney intitolato White Wilder-ness, che include varie scene di lem-ming che sembrano buttarsi da un'alta scogliera; scene tuttavia che sono state costruite ad arte in Manitoba. Sempre della Disney e ideata da Carl Barks è la storia intitolata in italiano. Il lemming con il ciondolo e imperniata ancora sul suicidio di massa dei lemming. An-che Primo Levi si basò su questo fatto per scrivere il racconto Verso occidente, contenuto nella raccolta Vizio di for-ma del 1971. A causa della loro associa-zione con questo bizzarro comporta-mento, il suicidio dei lemming è u-na metafora assai usata per riferirsi a persone che seguono acriticamente l'opinione più diffusa, con conseguenze pericolose o addirittura fatali. Questo è anche il tema del videogioco Lemmings, dove il giocatore istruisce le creature sotto il suo controllo affinché eseguano compiti a volte anche autodistruttivi, finché non riescono ad uscire dallo schema del gioco o soccombono. Rita Moccia

https://it.wikipedia.org/wiki/Lemmini

Come molti altri frutti tropicali la banana possiede diverse proprietà terapeutiche. Non ha una stagionalità ben precisa, arriva sulle nostre tavole da terre lontane, situate lungo la fa-scia climatica compresa tra i due tro-pici. Il trasporto avviene di norma via nave, in celle frigorifere, spesso dotate di atmosfera controllata, per prolun-garne la conservazione. Per questo motivo la banana è sempre disponibile per essere acquistata in ogni periodo dell’anno. Il banano, grazie alle sue proprietà, oltre che per il suo frutto, è una pianta impiegata anche per altri utilizzi. Le fibre di cui sono ricche le foglie servono per produrre carta, tela e cordami. Le foglie stesse sono utiliz-zate per la copertura di capanne e per avvolgere pesce e carne prima della cottura. I minerali presenti nel frutto sono calcio, fosforo, magnesio, ferro, potassio, zinco, rame, fluoro, sodio e selenio. Molto importante la presenza di potassio che, grazie alle sue proprie-tà, è indispensabile per il funziona-mento del sistema cardiovascolare ed apporta parecchi benefici a molte altre funzioni dell’organismo umano. Per quanto riguarda invece le vitamine la banana contiene vitamina A, vitamine B1, B2, B3, B5, B6, vitamina C, K e J. La banana è un antitumorale: studi condotti in Irlanda, i cui risultati sono pubblicati sull’International Journal of Cancer, dimostrano che il regolare consumo di banane sia positivamente relazionato con una riduzione dell’incidenza del tumore renale, que-sto grazie all’elevato contenuto di po-tassio. Una banana al giorno, o quasi, per allontanare il rischio di cancro al rene. Abbassa la pressione: perché contiene alti quantitativi di sostanze

con proprietà antiossidanti e tra l’altro, aiuta ad abbassare la pressione sanguigna, regolare le funzioni cardia-che e provvedere alla salute delle ossa e della vista ma non solo. Le sostanze con proprietà antiossidanti sono un valido aiuto per contrastare l’attività dei ra dica l i l iber i. Fa voris ce l’eliminazione dei liquidi: contraria-mente a quanto si può pensare la ba-nana non fa ingrassare. Al contrario, grazie all’abbondanza di potassio, aiu-ta l’organismo a bilanciare i liquidi nel corpo contrastando l’azione del sodio e favorendo quindi l’eliminazione dei liquidi. Previene l’ulcera: studi con-dotti in India hanno dimostrato che questo prezioso frutto ha proprietà utili nella prevenzione dell’ulcera ga-strica e nella protezione della mucosa intestinale. Contro le verruche: la tra-dizione popolare utilizza la parte in-terna della buccia per eliminare le verruche. Il rimedio consiste nel to-gliere la parte interna della buccia e strofinarlo sulla verruca due volte al

giorno per una settimana. Rafforza i capelli: la banana è anche un frutto ricco di zinco, questo minerale può essere utile per rafforzare i capelli e prevenirne la caduta. Combatte il cole-sterolo: ha un buon contenuto di pe-ctina che insieme alla fibra aiuta a tenere sotto controllo il colesterolo. È energetica: l’apporto energetico della banana, una volta consumata, è imme-diato. Non a caso è considerata una dei carburanti maggiormente efficienti per il nostro organismo grazie agli zuccheri, agli amidi e alle fibre. Il ri-sultato è un’energia costante e nessu-na sensazione di buco allo stomaco per molte ore. La banana è molto indicata anche 40-50 minuti dopo l’attività fisica per ridare vigore ai muscoli gra-zie all’apporto del glicogeno. Aiuta la digestione: le fibre alimentari conte-nute nella banana sono di aiuto al processo digestivo e contribuiscono così a mantenere l’intestino regolare. Le banane contengono un tipo di ami-noacido, il triptofano, che viene tra-sformato dal nostro corpo in serotoni-na che è in grado di svolgere un’azione rilassante, e rendere l’umore più sere-no. Sono molto utili in caso di anemia, in quanto, contenendo molto ferro, stimolano la produzione di emoglobi-na nel nostro sangue. Come preparare una maschera fai da te per capelli con la banana. La maschera è in grado di addolcire in maniera più o meno consistente i ca-pelli ricci ed utile a contrastare il cre-spo. Frullate una banana ben matura, versatela in una ciotola con un cuc-chiaio di miele e un cucchiaio di olio extravergine d’oliva. Mescolando sino ad ottenere un impasto omogeneo. La maschera va utilizzata al momento ed

applicata subito dopo lo shampoo. Per ottenere dei buoni risultati lasciate il preparato in posa per 15 minuti, co-prendo la testa con una cuffia. Proce-dete poi con il lavaggio. Al termine dell’applicazione i capelli dovrebbero risultare morbidi e lucenti. Per il viso, invece, la maschera a base di polpa di banana è particolarmente indicata per ammorbidire e idratare la pelle, so-prattutto in caso di secchezza cutanea, soprattutto durante i cambi di stagio-ne, ed è adatta anche alle pelli sensibi-li. Basta schiacciare la polpa di mezza banana matura con una forchetta, aggiungere un cucchiaino di olio ex-travergine di oliva e uno di yogurt intero e amalgamiamo bene. Stendia-mo la maschera sul viso tenendola in posa per 20 minuti dopodiché risciac-quiamo con acqua tiepida. Rita Moccia

http://www.mr-loto.it/banana.html http://bellezza.pourfemme.it/articolo/capelli-

ricci-maschera-fai-da-te-alla-banana/14793/ http://www.donnamoderna.com/salute/

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20 ilCorniglianese/sport Aprile 2016

Firenze, Biella e Savona Risultati prestigiosi per i piccoli (grandi) campioni

dell’Asd Il Circolo della Salsa

Domenica 3 aprile presso il Palasport di Calenzano (Firenze), si è svolto il 14° Trofe-o Città di Sesto Fiorentino - Danze Jazz & FreeStyle. Alla prestigiosa competizione il Centro Danza “Asd Il Circolo della Salsa” ha partecipato con la piccola esordiente Stella Michelle Franco Cabrera 4/7 anni cl. D, ottenendo il primo posto nella disciplina Show dance e un terzoposto nella disco dance. Sabato 9 aprile la coppia Sara De Caro e Pietro Chiossone, categoria 8/11 anni cl. C, ha partecipato al prestigioso 16° Trofeo New Terpsichore, presso il Palazzet-

to dello sport di Biella, dove ha ottenuto un secondo posto nella combinata cubana e un secondo posto nella combinata portorica-na. Domenica 10 aprile presso il Palasport di Quiliano, in provincia di Savona, si è svolto il 3° Trofeo Mare e Monti.

Il centro danza Asd Il Circolo della Salsa ha partecipato con le piccole atlete nella cate-goria 8/11 anni cl C, ottenendo ottimi risul-tati: Show Dance Solo, Aurora Di Natale 1° posto, Noemi Trifogli 3° posto, Melissa Sto-race 4° posto e Andrea Clara Mango 6° po-sto; Stella Michelle Franco Cabrera 4/7 anni cl. D. 1° posto. Show Dance Duo Cat. 8/11 cl C: 1° posto per Aurora Di Natale e Melissa Storace, 2° posto per Andrea Clara Mango e Noemi Trifogli. Piccolo Gruppo Show Dance 8/11 cl C: 1° posto per Aurora Di Natale, Andrea Clara Mango, Melissa

Sotrace e Noemi Trifogli. Un ringraziamen-to da parte dei vertici societari va ai nostri piccoli ma grandi atleti, alle loro famiglie per i sacrifici economici, ai preparatori ma-estro Marco Chiossone ed alla maestra e coreografa Veronica Coppola. D. T.

Le associazioni di Genova Cor-nigliano organizzano per il 2 e 3 luglio 2016 una 24 ore di calcio presso l'Area Dufour di Corni-gliano al fine di raccogliere fon-di per Martina Allegra. Le asso-ciazioni non si sono fatte coglie-re impreparate e si sono unite al fine di riuscire a dare loro stesse un contributo alla giovane, gra-zie alla popolazione che è invita-ta a partecipare a questa mara-tona calcistica. L'evento avrà luogo dalle ore 16.00 del 2 luglio 2016 alle ore 16.00 del giorno seguente. Con un'offerta libera minima di 2 Euro per partecipante/giocatore, chiun-que (accompagnato dai propri compagni di squadra) potrà par-tecipare: non c'è limite d'età, di sesso o di categoria. Durante tutte le 24 ore vi saranno stands gastronomici aperti ed esibizioni di musica dal vivo. Alla fine ver-ranno premiati i più valorosi in campo ma, sicuramente, se si

parteciperà tenendo presente l'obiettivo, non ci sarà nessuno sconfitto. La storia di Martina grazie ai social networks e la sensibilità dei cittadini ha presto fatto il giro di ogni quartiere, riuscendo a racimolare i primi contributi al fine di riuscire a sostenere le prime spese della ragazze e il suo trasferimento presso una clinica privata in Austria, unica struttura consona a guarire la sua rara malattia che da un an-no a questa parte la costringe su una sedia a rotelle, abbando-nando così la sua grande passio-ne: la ginnastica artistica. Nello specifico le associazioni aderenti sono: A. S. Coronata San Miche-le, Consorzio Nuova Corniglia-no, Gruppo sportivo oratoriale Corniglianese, Il Popolo dei Mil-le Colori, P. A. Croce Bianca Cornigliano, Proloco Corniglia-no. Romina Marchetti

Solidarietà no stop: a luglio tutti insieme per Martina

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Salvezza acquisita e supremazia cittadina nel mirino, tra dubbi legati al futuro dei due allenatori e il rendi-

mento altalenante che per entrambe ha condizionato il cammino in campionato. È questo lo scenario che porterà al Derby Genoa e Sampdoria, accomunate da problematiche simili e lo stesso obiettivo, ovvero la supremazia cittadina. Il Genoa è reduce da due scon-fitte in trasferta (Carpi e Bologna) e dalla vittoria ca-salinga contro l'Inter grazie a De Maio, per l'occasio-ne capitano, mentre i blucerchiati sono riusciti a otte-nere tre punti fondamentali contro la Lazio che di fatto hanno sancito la salvezza, ottenuta anche grazie ai due rigori parati da Viviano (contro Sassuolo e ca-pitolini) che potrebbero aprirgli le porte per un posto

all'Europeo, complice l'infortunio di Mattia Perin che lo costringerà ai box per sei mesi. Derby e cambiamenti in vista. La salvezza ottenuta senza particolari patemi d'animo potrebbe quindi non essere sufficiente per la permanenza in Liguria di Ga-sperini e Montella. La questione "Gasperson" sta pre-occupando non poco la tifoseria rossoblù, sulle spine per le sorti dell'allenatore recordman, i segnali non sono certo incoraggianti e si fanno sempre più soste-nute le voci che vedrebbero Juric alla guida del club

per la prossima stagione. Montella, che nel post gara contro la Lazio ha rila-sciato dichiarazioni enigmatiche sul suo futuro in so-cietà, potrebbe seguire la via del collega e in pole per sostituirlo ci sarebbe Beppe Iachini. Premesse inte-ressanti dunque animeranno il prossimo Derby, sto-rie nella storia che da sempre animano questa partita mai banale. In mezzo però ci saranno le sfide con Ro-ma e Palermo: i blucerchiati in Sicilia per cercare di agganciare i cugini in classifica, affronteranno una squadra invischiata nella lotta per non retrocedere,

mentre il Grifone sfiderà la compagine di Spalletti, terza forza del campionato in una gara che potrebbe essere caratterizzata anche per la possibile (ma non certa) ultima apparizione di Francesco Totti al Ferra-ris. rossoblucerchiate a parte, la Juventus si è confer-mata campione d'Italia per la quinta volta consecuti-va, grazie alla vittoria con la Fiorentina al Franchi e la sconfitta del Napoli all'Olimpico per mano della Ro-ma, partita nella quale l'estro di Totti è nuovamente risultato decisivo. In Inghilterra invece si sta per av-verare la favola del Leicester di Ranieri, la Cenerento-la della Premiere che sta per portare a casa il titolo. Riccardo Cabona

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Genoa e Sampdoria, con la salvezza in tasca “Ora c’è da vincere il derby”

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Il derby della Lanterna Fra storia e curiosità

È il più antico derby d'Italia e solo dal secondo dopoguerra vede di fronte le due squadre cittadine come le conosciamo ora. Infatti prima della nascita della Sampdoria, avvenuta nel 1946, il Genoa affrontò altre formazioni quali Andrea Doria, Sampierdarenese, Liguria e La Dominante. La storia ricorda anche che, tra il 1919 e il 1923, parteciparono altre squadre genovesi ai gironi eliminatori liguri validi per il massimo campionato di calcio, con relativo aumento espo-nenziale del numero dei derby. Per la cronaca si tratta (in ordine di apparizione) di Giovani Calciatori Grifone (club scioltosi alla fine della stagione 1919-20), Spes Genova e Giovani Calciatori Genova, club che si sciolse alla fine della stagione di Prima Categoria FIGC 1921-22). Il prossimo derby è in calendario l'8 maggio, valido co-me incontro della 37ª giornata del campionato di Serie A 2015-2016, con la Sampdoria come squadra ospitante. G.P.

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Cornigliano, dal conte Raggio alla “nuova città industriale” di Rinaldo Luccardini

ilCorniglianese/come eravamo, come siamo Aprile 2016

Dalla Strada Provinciale (oggi via An-gelo Siffredi) il conte Edilio Raggio entrava nella sua proprietà in collina, nota come Villa Raggio. Ai margini della strada aveva fatto costruire una portineria dotata di sei locali su tre livelli diversi e concepita in modo da poter consentire l'accesso pedonale sia dalla strada principale che da quello carrabile del vialetto d'ingresso che passava attraverso la casa del portinaio. Più a ovest il conte Raggio aveva chie-sto al Comune l'approvazione di ben sette caseggiati tutti uguali da adibire ad abitazione. In pratica si trattava dello stesso progetto di casa già fab-bricato poco distante: un parallelepi-pedo con la facciata larga 14 metri, profondo 9 metri e mezzo e alto cin-que piani, capace di contenere 8 nuclei famigliari con botteghe al piano terre-no o 10 nuclei senza botteghe. Con questo modello di casa, che aveva già avuto molto successo (cioè erano stati venduti subito dopo la costruzio-ne), Raggio proponeva dunque al Co-mune la costruzione di circa settanta appartamenti in un colpo solo. La palazzata chiudeva verso mare la sua proprietà collinare, ma andava soprattutto incontro al fabbisogno di

abitazioni che caratterizzava in quel periodo non solo il comune di Corni-gliano ma anche quelli di Sestri e Sam-pierdarena, a causa del continuo in-cremento dei posti di lavoro nell'indu-stria meccanica e in quella dei cantieri navali. L'intensità di questa crescita avrebbe di lì a poco indotto il sindaco di Sestri Ponente Carlo Canepa, che era anche un ingegnere, a proporre nel 1919 un unico piano regolatore per tutta l'area compresa tra il Polcevera ed il Varen-na denominato appunto "La nuova città industriale". Il piano di Canepa prevedeva non solo la distribuzione sul territorio di una fittissima trama di caseggiati, ma so-prattutto l'ottenimento di vaste super-fici industriali mediante il riempimen-to degli spazi di mare antistanti Corni-gliano e Sestri. In più: lo spostamento nel sottosuolo della ferrovia principale con trasfor-mazione in tranvia metropolitana di quella costiera e la creazione (a Borzo-li) di un'unica stazione ferroviaria per i due centri abitati. Per riorganizzare tutto il territorio in questione Canepa aveva previsto che si costituisse una speciale autorità, un ente amministra-tivo autonomo sovraordinato ai comu-

ni (come il Consorzio autonomo del Porto di Genova, costituito nel 1901)

di cui aveva previsto la sede proprio nel Castello Raggio.

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DISASTRO AMBIENTALE SUL POLCEVERA Le televisioni dicono che Genova è un colabrodo Trovo di una gravità assoluta la fuoriuscita di petrolio nei torrenti circostanti Genova,

eppure ancora una volta si è parlato della nostra città solo per un evento negativo. Come sempre ci vuole un fatto di una portata negativa perché i mezzi di informazione nazionale par-lino di noi. Alluvioni, esonda-zioni, tracimazioni, sversa-menti: Genova agli occhi del

mondo è un colabrodo. Prima la diga sul Polcevera, poi la pioggia, poi il crollo della diga stessa. Quindi la chiazza di petrolio che ha raggiunto Pegli e (nell’ordine): Varazze, Savo-

na, Loano. Quindi le meduse (evviva) e il ritorno alla nor-malità. E alle acque fresche e pulite. E anche la cassa inte-grazione per gli operai “colpevoli” del disastro. Ma si sa il petrolio logora chi non ha voce, come pesci e animali e l'intero ecosistema, lasciate-melo dire.

Gm

CORNIGLIANO, VIA AGOSTI E L’AREA RIFIUTI AMIU

Una discarica a cielo aperto Gentile giornale, Già da un po’ volevo scrivere e anche passarvi a trovare visto che so che lavorate in via Ges-si. Vorrei far notare lo stato di degrado che regna intorno a quell’area all’inizio di via Ago-sti, subito dopo la sede degli alpini, in cui Amiu ha posizio-nato i contenitori per racco-gliere giustamente tutta la spazzatura differenziata e in-differenziata. Il problema è la

totale noncuranza, indifferen-za, maleducazione di tanti che, vedendo la zona ricca di campane verdi e cassonetti gialli, in realtà ne approfitta-no malamente abbandonando a cielo aperto ogni sorta di immondizia. Mobili, elettro-domestici, divani, poltrone scassate fanno bella mostra di sé intorno ad un’area che do-vrebbe essere in realtà una dimostrazione di civiltà e di di cura. Ovviamente le colpe sono di chi fa scempio dell’ambiente, di chi se ne frega delle normali regole di convivenza e di educazione. Come si può pensare nel terzo millennio, con un grado di civiltà che il Paese ha raggiun-to, ad abbandonare masseri-zie sulla pubblica via? È in-concepibile. Certo che anche Amiu, con quel che paghiamo la tassa sulla spazzatura po-trebbe (dovrebbe?), non dico ogni giorno, ma settimanal-mente, dovrebbe, a mio mo-desto avviso, dare un segnale, farsi vedere non solo per svuotare i cassonetti (e ce ne sono tanti anche lungo la via) ma anche per ripulire dai ri-fiuti più stravaganti che si accumulano giornalmente in quell’area di via Agosti, fra l’altro proprio all’inizio della

via. Una bella cartolina, per dire, per salutare chi gira a destra per venire da noi. Grazie e tanti saluti.

Paolo L. UN DISTRIBUTORE DI LATTE NEL QUARTIERE Per aiutare gli allevatori genovesi

Alla cortese attenzione "Redazione Corniglianese" Le mamme del comprensorio scolastico di Cornigliano, visti i recenti avvenimenti accadu-ti alle valli genovesi, chiedono la possibilità di poter installa-re un "distributore di latte" nel nostro quartiere, in modo da poter aiutare i nostri alle-vatori ed essere sicure che il latte arrivi dalle nostre valli. Grazie per la cortese attenzio-

ne. Rimaniamo in attesa di una Vostra risposta e per qualsiasi informazione riman-go a disposizione. Serena Amelotti TRIVELLE E PETROLIO NELLA VALLE DEL POLCEVERA Breve cronaca di un folle 17 aprile Io c’ero e mentre un segreta-rio Pd (allergico alle urne e al voto) nonché Esimio Premier, tuonava contro il giustiziali-smo e nello stesso tempo per l’astensione alle urne, un ex presidente-ombra, Napolitano (col figlio avvocato dei petro-

lieri) si aggiungeva alla pleto-ra di astenuti. Intanto Bertinotti scopre e saluta i proletari di CL (i tene-roni di Comunione e Libera-zione, culla di tanti piccoli Formigoni, mica i duri e puri dei soviet !!!) e Mario Capan-na è di nuovo in tv a rivendi-care i suoi cinquemila al me-se. Praticamente, per quarant’anni sono stato di destra, io che ho votato sì, e non lo sapevo e neanche ci avrei creduto (se l’avessi visto in sogno). Non che ormai fre-

ghi qualcosa, ma potevano pure dirlo prima. Uno si ade-gua. Secondo voi faccio anco-ra in tempo a fare il pieno per Sciarmelscèik o posso farlo direttamente nel Polcevera?

Ettore C.

INSEDIAMENTO UMANO LUNGO IL POLCEVERA Quando si dice senzatetto

La mia non è una battuta e non vorrei essere equivocato: ma una città accogliente, de-mocratica, denuclearizzata, solidale, attenta, generosa, altruista, libera, garantista, pluralista, egualitaria, parita-ria… riesce a dare un tetto a un poveraccio/a che ha stabi-lito qui la sua dimora? D.B.

ilCorniglianese/e-mail e lettere alla redazione 23 Aprile 2016

Le figurine di Anzalone www.ilvignettificio.org

Il francobollo di Anzalone www.ilvignettificio.org

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ilCorniglianese/note della redazione

P.A. CROCE BIANCA GENOVA-CORNIGLIANO

Tel. 010 6512760

È il giornale con cadenza mensile di Cornigliano Ligure

senza scopo di lucro

Editore Pro Loco Cornigliano Autorizzazione del Tribunale di Genova n. 9/2012 del 18.04.2012 Il giornale è anche online sul sito della Pro Loco Cornigliano www.prolococornigliano.it Direttore editoriale Riccardo Ottonelli [email protected] Direttore responsabile Enrico Cirone [email protected] Vicedirettore Simona Tarzia [email protected] Amministrazione Domenico Turco [email protected] Segreteria Riccardo Ottonelli [email protected] Caporedattore Riccardo Cabona Redazione Leda Buti [email protected] Riccardo Collu Sergio Daga Jose Cuffaro

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H a i p e r s o l ’ e q u i l i b r i o ? C ’ è l’OrtoCollettivo! Il percorso sensoriale prosegue, una vasca d’acqua, una di fango, una piena di trucioli di legna e molte altre dove camminare con i piedo-ni nudi fino ad inoltrarsi nella penom-bra del bosco. Ogni giorno si crea un pezzo in più, lo stesso pezzo di tronco che dopo essere passato in mani diverse, carico di energia viene posizionato, in quel luogo in cui resterà per rendere quella collina un posto migliore, un al-tro elemento che farà la storia dell’OrtoCollettivo di Genova. Non siamo più da soli, ogni giorno arri-va un gruppo nuovo che vuole far parte del progetto, alla ricerca di uno spazio verde dove distendere i nervi cittadini. Basta infatti oltrepassare il cancelletto d'ingresso per lasciarsi alle spalle la rou-tine cittadina e diventare le persone che ci piacerebbe essere. C’è il fotografo-fo ch is ta , i l d o t to re -mina to re , l ’elettricista-carpentiere , ognuno all’interno dell’OrtoCollettivo diventa “famoso” per qualcosa che si specializza a fare nelle ore accumulate, tutto è nuo-vo e volontario quindi senza pretese nel totale relax. Il 25 aprile, al posto di festeggiare, chi invece di renderci liberi ci ha resi schia-vi, iniziamo un nuovo progetto con un gruppo di migranti, che lontani dal no-stro modo di vedere la vita, ormai pieno di comodità, sanno ancora come cammi-nare in un bosco e rispettare il nostro bisogno di relazionarci con la natura in quanto esseri umani. Vengono da diver-

si paesi dell’Africa, tutti con storie diver-se alle spalle ma con una gran voglia di stare meglio, pronti ad imparare un me-stiere che gli restituisca l’opportunità di una vita serena. Ma non ci muoviamo solo con gli stra-nieri, siamo molto nazionalisti, e presto passeremo anche alla regione vicina per iniziare un nuovo OrtoCollettivo, in To-scana! Abbiamo partecipato alla Fiera "Viva la terra" di Carrara, dove abbiamo conosciuto persone di volontà che ci hanno inondato di complimenti e non vedono l’ora di poter partecipare al pro-getto. E così proseguiamo seguendo la corrente e lavorando sempre di più per creare uno spazio alternativo di convi-vialità attraverso il riutilizzo di aree bo-schive abbandonate. Così continua il cammino, ad ogni passo nuove sensazioni, nuove stimolazioni che arrivano al pensiero per rimetterlo in linea, aiutandolo a ritrovare il proprio equilibrio. Eh sì, è proprio così, l’OrtoCollettivo funge anche da terapia, esci di casa, vai all’orto e tra le risate, qualche picconata o trapianto di pianti-ne, nessuno sa perché ma ci si sente davvero meglio. La ricetta del benessere dell’OrtoCollettivo è davvero alla porta-ta di tutti, una ricetta davvero economi-ca, da buoni genovesi, forza di volontà e sorriso. Tutto è possibile all'OrtoCollet-tivo di Genova! Ti aspettiamo!

Valentina Grasso Team OrtoCollettivo Genova

Illustrazione di Adriano Sanna

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Dichiarazione universale dei Diritti dell'animale

Articolo 12

Ogni atto che comporti l'uccisione di un gran numero di animali

selvaggi è un genocidio, cioè un delitto contro la specie;

b) l'inquinamento e la distruzione dell'ambiente naturale portano al

genocidio.

Articolo 13 a) L'animale morto deve essere trattato con rispetto; b) le scene

di violenza di cui gli animali sono vittime devono essere proibite al cinema e alla televisione a meno

che non abbiano come fine di mostrare un attentato ai diritti

dell'animale.

Articolo 14 a) Le associazioni di protezione e di salvaguardia degli animali de-vono essere rappresentate a livel-

lo governativo; b) i diritti dell' animale devono essere difesi dalla

legge come i diritti dell'uomo.