L'Attualità Aprile 2016

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  • 8/18/2019 L'Attualità Aprile 2016

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    UN PREMIO PER ILBILANCIO SOCIALE

    La diffusa sensazione di sfidu-cia creata dagli scandali finan-ziari e dalla crisi delle bancheha avuto un impatto negativosull’economia, aprendo un in-terrogativo sul futuro del capi-talismo e del libero mercato.S’impone perciò un ritorno alrispetto della trasparenza e deiprincipi etici, che consenta ilrecupero di credibilità necessa-rio per rilanciare lo sviluppo ela crescita. Diverse imprese (principalmente medio-grandi) stannoindirizzando le loro strategie di sviluppo in tale direzione, nellaconvinzione che i moderni criteri di gestione debbano tener contonon solo degli interessi dei proprietari/azionisti, ma anche dellealtre categorie sociali che contribuiscono alla vita dell’impresa. Intale prospettiva, assume un particolare valore il “premio per il bi-lancio sociale” conferito da Regione Lombardia e UnioncamereQuest’anno il premio per lebuone prassi di responsabilità so-

    IL TIMORE DEI SOLDATINELLA GRANDE GUERRA: L’ASSALTO

    Su “L’Appennino Camerte”, giornale culturale e di attualità diCamerino (MC) del 4 marzo un interessante articolo a [email protected] dal titolo: “L’ incubo dei soldati di tutti glieserciti”. Quale l’incubo? Ovvio, l’assalto….”Allo scoppio diquella che agli occhi di tutti sarebbe stata una guerra di movi-mento e di breve durata…, il Regio Esercito, con criteri bellicivecchi di 10 anni..(adottava).. criteri napoleonici dell’attaccofrontale, che per quasi un secolo sono stati le linee guida di ognidottrina militare, (che) mal si conciliano col terreno accidentatodel Carso, con le distese di reticolati e le trincee fortificate in bun-ker e in caverne e con le mitragliatrici. Non curante di ciò, il Ge-nerale Cadorna, Capo di StatoMaggiore, teorizza due tipi di at-

    GAETANO

    SALVEMINIuna v i ta per l a l ibe r tà

    [email protected]

    U N S I T O D A V I S I T A R ENavigando in Rete e digitando

    movimentosalvemini.blogspot.compotete documentarvi sulle proposte di riforma

    istituzionale avanzate dal Movimento Salvemini.Il sito è una mini-enciclopedia di Scienze

    politiche, economiche, sociali, religiose, letterariee artistiche: circa 2000 rubriche. Potete anche

    esprimere via e-mail le vostre opinioni.Il sito ha registrato finora circa 39.000 contatti.

    (segue a pag. 2) Pierluigi Vignola

    (segue a pag. 4) Carmen Galoppo

    L’ESSENZ DEL MESS GGIO EV NGELICO

    Un evento epocale. A L’Avana (Cuba) il Papa (cattolico) di Roma ab-braccia il Patriarca (ortodosso) di Mosca, dopo quasi dieci secoli diostile silenzio tra le due Chiese. Francesco e Kiryl, ispirandosi al-l’essenza del messaggio evangelico (“Ut unum sint”), intraprendonofinalmente il percorso che conduce all’Unità dei cristiani auspicatadal Cristo. Lanciano un segnale forte ai leaders di tutte le altre reli-gioni e dichiarano che la Pace nel mondo è un traguardo possibile.Non rimangono inerti di fronte alle barbare decapitazioni di cristianiin Medio Oriente e nel Nord Africa. Lanciano un vibrante appello al-l’Organizzazione delle Nazioni Unite affinchè vengano adottati conurgenza i provvedimenti necessari per impedire ulteriori massacri at-tuati in nome di una qualsivoglia fede religiosa. Evidenziano la ne-cessità di diffondere su scala planetaria la Cultura del Rispettoreciproco tra le confessioni religiose, nessuna delle quali è legittimata a considerarsi depositaria di verità assolute.Dicono “apertis verbis” che uccidere in nome di un dio è il peggiore dei reati, è cedimento a sobillazioni diaboli-che, è cieco fanatismo che obnubila la mente umana. Esortano i governanti di tutti gli Stati a dare testimonianzadi rettitudine morale e ad edificare un consorzio umano fondato sulla legalità, sull’onestà e sulla solidarietà versoi poveri e gli emarginati. Proclamano l’urgenza di cancellare la corruzione nella gestione della “res publica” e diimpedire violenze di vario genere. La grandiosità di un progetto (religioso o politico) consiste nella capacità di “ve-dere” il futuro e di indicare la via da percorrere per creare una società di galantuomini. Il progetto di Francesco edi Kiryl è grandioso perché mira a raggiungere questi obiettivi. D’altronde, le previsioni per l’anno 2050 sono det-tagliatamente analizzate nel Rapporto “The Future of World Religions” pubblicato in aprile 2015 dall’autorevolePew Research Center. Leggendo il Rapporto ho rafforzato la convinzione (scaturita trent’anni fa dai dialoghi conDon Tonino Bello, vescovo della mia natìa Molfetta) che non vi sarà pace tra le Nazioni finchè non vi sarà pacetra le Religioni. Cosmo G. Sallustio Salvemini

    RENZI E LA DEMOCRAZIA CRISTIANA DI SINISTRAUn tempo, più o meno a metà degli anni ‘70, quando si respirava

    ell’aria una voglia di cambiamento politico, chi era fermamenteontrario ad un variazione dello stato (o Stato?), nel momento inui era chiamato a decidere il futuro politico dell’Italia, nella vestei elettore, si rifugiava in un “voto sicuro” e, anche se non ap-arteneva a quella fede politica, per non cambiare le cose, prefe-iva votare il cosiddetto “scudo crociato”, cioè, la Democrazia

    Cristiana. Un momento storico che può essere interpretato in que-to senso fu senz’altro quando, nel 1976, si prefigurava la vitto-ia del Partito Comunista Italiano (P.C.I.) di Enrico Berlinguer,’un tratto, a vincere quelle elezioni fu invece la Democrazia Cri-tiana che ricevette le preferenze da tutti coloro che fino a quel

    momento avevano votato diversamente. Le consultazioni di quel-’anno videro quindi prevalere di poco un partito che garantivatabilità, ma per la prima volta nella storia della Repubblica ita-iana, il primato elettorale fu seriamente insidiato dal P.C.I. che,ttenendo un importante aumento di consensi, si fermò a pochiunti percentuali dai democristiani maturando il miglior risultatoella sua storia. Tale premessa ci dà modo di paragonare l’attualeituazione politica con quella di 40 anni fa! Tra non molto si svol-eranno le elezioni comunali in città importanti, tra cui la Capi-ale. L’onda del M5S è sicuramente molto forte perché racchiuden sé il malessere generale di molte persone nei confronti di unaituazione politica a dir poco devastata e devastante. Nell’animoegli italiani c’è tanta voglia di un cambiamento radicale che portiria nuova e i sondaggi loonfermano. In molti sareb-

    RISCHIOADOZIONI

    I nostri politici e i nostri cosid-detti esperti parlano di adozionipresso famiglie atipiche (2 ma-schi o 2 femmine, anziché unadonna madre ed un padre ma-schio) e nessuno intravede (opreferisce non puntualizzare)gli enormi rischi che i bambiniadottati corrono presso tali “ge-nitori”. In effetti, i problemi peri bambini non sono solo di or-dine affettivo e sociale, maanche di ordine sessuale. Vale

    di pena di spendere due paroleriguardo agli abusi “intra-fami-gliari” che in misura abbon-dante da sempre avvengonoanche in molte famiglie rego-lari (ampie, circostanziate, do-cumentate ricerche lodimostrano). Con questo, non èdetto che le adozioni rappre-sentino un pericolo solo per lecoppie che allevano i bambini

    (segue a pag. 2) Antonio Bartalotta

    PREMIAZIONE “ULISSE D’ORO 2015””Sabato 5 marzo presso i Musei Capitolini (sala “Pie-tro da Cortona”, Piazza del Campidoglio n.1, Roma) siè svolto il Convegno dell’ANPEFSS sul tema “ Edu-cazione ambientale e sport in ambito scolastico” e la Premiazione dell’ “Ulisse d’Oro 2015” . L’ANPEFSSè un Ente Nazionale di Formazione Qualificato dalMIUR e da oltre 25 anni, svolge la sua attività con i do-centi ed i dirigenti scolastici italiani ed europei. LoSport educativo (e non competitivo) nel contesto natu-rale, l’Educazione Ambientale, l’Educazione Alimen-

    tare ed il Turismo Scolastico Attivo e Sostenibile sonole tematiche principali che vengono affrontate da questoEnte proponendo Progetti innovativi che hanno, come filo conduttore, una grandeattenzione per lo studente, inteso come attore principale del processo cognitivo

    (segue a pag. 4) Raffaele Vacca

    I poveri sono il luogoteologico dove Dio simanifesta e il rovetoardente e inconsu-

    mabile da cui Egli ciparla.

    Don Tonino Bello

    APPROVATALA LEGGE SULLEUNIONI CIVILI…

    CHI HA VINTO?Dietro i sorrisi della “brava”senatrice Cirinnà si nascondevaben altro e quello che è suc-cesso rivela uno stile di pen-siero che è giusto che esca allaluce. La senatrice punge gli al-leati di governo del NuovoCentro Destra che hanno impo-sto lo stralcio della stepchildadoption. Ma poco importaperché “un ddl sulle adozioniper le coppie omosessuali èquasi pronto. Verrà incardinatoalla Camera, dove i numerisono sicuri, in modo che arri-verà al Senato blindato”. Ma laCostituzione dice che i temietici devono essere discussicon libertà di coscienza. Nelcorso della trasmissione‘Agorà’ su Raitre la senatricecon fare arrogante e sarcastico

    ha detto: “Quella di Alfano nonè una svista. Il suo partitinodello zero virgola ha la neces-sità di ritagliarsi uno spazio po-litico, rivolgendosi a quellaparte dell’Italia ancora arretrata

    LA PROFESSIONEDEL GIORNALISTAQuella del giornalista è sempretata considerata una profes-ione romantica e avventurosa:ai cronisti armati di taccuinopenna fino ai più coraggiosi

    eporter di guerra, passando permolti colleghi che ancora ri-chiano la vita rimescolandoel torbido della criminalità,ella politica, della società,ortando alla luce quei latiscuri che certi poteri vorreb-ero tenere nascosti. Ma la pro-essione del giornalista in Italiaanche quella che più ha risen-

    ito, nel bene e nel male, deiambiamenti della storia. Daireziosi insegnamenti di mae-tri come Indro Montanelli,

    Enzo Biagi, Gaetano Salve-mini, Oriana Fallaci, che lavo-avano in un mondo in cui

    mancavano le risorse di oggi,rima tra tutte internet, siamoassati, nel bene, alla possibi-ità di poter condividere unaotizia a livello mondiale in unstante ma, nel male, a un gior-alismo troppo spesso di fac-

    CHE SIGNIFICA“CONTRO NATURA” ?

    Quel che resta dell’impiantodel DDL Cirinnà è passato alSenato con le solite geometriepolitiche PD- NDC e ALA, ilgruppo dei Verdiniani ormaisoccorritori “a gettone” delleistanze del governo. Quandocredono in quelle battaglie,loro ci sono, dicono. Noi fac-ciamo finta di crederci e ci do-mandiamo, più seriamente,dopo la bagarre in Senato, suchi e su cosa si fondi davvero

    una famiglia. Su un uomo euna donna, oppure su due per-sone che si amano a prescin-dere dal proprio sesso? Innatura, ogni creazione presup-pone il maschio e la femmina.Ma prima di tutto, anche delmaschio e della femmina, lanatura riconosce l’energia e laforza dell’amore. Due uomini odue donne che si amano sonoda ritenersi contro natura più di

    segue a pag. 2) Emiliano F. Caruso

    L’INUTILE LEGGE SULL’OMICIDIO STRADALEL’omicidio stradale è legge dal 2016. Andare controcorrente sem-brerebbe assurdo, se non altro perché questa legge è stata chiestae voluta un po’ da tutta Italia e da tutta la classe politica. I casi dicronaca è superfluo ricordarli, ma ciò che conta è rendersi controdi un aspetto fondamentale: le leggi che “proteggono” situazionidi questo genere ci sono e le pene previste per queste fattispeciedi reato sono certe e ben descritte dal codice penale. Abbiamol’omicidio colposo, la medesima fattispecie con una serie di ag-gravanti, l’omicidio doloso con dolo eventuale. Quale è, dunqueil problema connesso ad una nuova legge, ad un nuovo reato? Ge-neralmente e soprattutto in ambito penale e processuale penale, inuovi provvedimenti sono immediatamente sottoponibili ai pa-

    reri della dottrina (come è giusto che sia) e della Giurisprudenzaa volte, le interpretazioni sono molteplici e si crea una incertezzanormativa che non fa pienamente comprendere ai cittadini di cosaveramente si stia parlando. Ecco che capiterà, a seguito di un de-cesso per incidente stradale causato da abuso di alcool o sostanzestupefacenti, una situazione nellaquale al soggetto colpevole non

    Il Procuratore Gratteri riceve l’Ulisse d’Oro

    (segue a pag. 2)

    QUANDOSI GOVERNACON I VOTI

    DEGLI ALTRISolo quando toccano loro, rea-giscono. Bersani, rottamato daRenzi, è esploso. Giungendoalla festa di Sinistra riformistaha dichiarato: “Sì, lo ammettomi sono arrabbiato molto, se mitoccano l’Ulivo... Se al corso diformazione politica vai a direche la Sinistra ha distruttol’Ulivo, che abbiamo aiutatoBerlusconi... Ricordo che ilcentrosinistra ha battuto trevolte Silvio Berlusconi e chepochi o tanti voti che io abbiapreso, Renzi sta comodamentegovernando con i voti che hopreso io. Non io Bersani, iocentrosinistra”. “Io assieme adaltri stiamo cercando di teneredentro il Pd della gente che nonè molto convinta di starci. Avolte si ha l’impressione inveceche il segretario voglia cac-(segue a pag. 2) Vetriolo

    (segue a pag. 2) Liliana Speranza (segue a pag. 2) Lisa Biasci

    (segue a pag. 5) Gianluca Lar

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    L’ATTUALITÀ, pag. 2 N. 4 APRILE 2016

    INFORMAZIONE AI SOCI

    Quote associative annuali: ordinaria euro 60,00;simpatizzante euro 100,00; benemerita euro180,00; sostenitrice: euro 360,00.Il versamento va effettuato tramite vaglia postaleintestato a Cosmo Sallustio Salvemini, via Lo-renzo il Magnifico 25, 00013. Fonte Nuova(Roma).

    Regolamento: 1) rileggere attentamente gli articoliprima di inviarli alla Direzione entro il 15 di ognimese. 2) Gli articoli non devono superare le 25righe dattiloscritte e devono osservare la classicaregola dei cinque interrogativi: chi, come, dove,quando e perchè. 3) confrontare il testo originariodei propri articoli con quello poi pubblicato con lenecessarie correzioni e abbreviazioni, al fine di nonripetere errori e prolissità negli articoli inviati suc-cessivamente. 4) pubblicare almeno 80 articoli in24 mesi consecutivi per chi vuole iscriversi all’Albodei Pubblicisti. 5) rivolgersi al consulente PatrizioAlessandrini (via Monte Senario 14, Roma. Tel.06.87195452) per far calcolare le ritenute d’accontoda versare ogni quadrimestre all’Agenzia delle

    Entrate. 6) Conservare ogni copia del giornale perpoter compilare l’elenco degli 80 articoli da conse-gnare all’Ordine. 7) Presentare all’Ordine la do-manda d’iscrizione all’Albo firmata dal Direttoredella testata. 8) Sono accettati solo testi dattiloscritticomposti in RTF oppure WORD 4/5 e inviati perE-mail: [email protected]. Per avere conferma,chiamare il cell. 347.0333846.Anche dopo l’iscrizione all’Albo è opportuno pub-blicare almeno un articolo su ogni numero e rinno-vare la quota associativa annuale simpatizzante.

     Il giornalismo non è solo arte; è anche passione

    vissuta con entusiasmo e con rettitudine morale. Il

     piombo, più che l’oro, ha modificato la Storia. E 

     più che il piombo dei fucili, quello dei tipografi.

    (segue da pag. 1) Rischi adozioni

    segue da pag. 1) Quando si governa con i voti degli altri

    egue da pag. 1) Renzi e la Democrazia Cristiana di Sinistra

    segue da pag. 1) Apprivata la legge sulle unioni civili... Chi ha vinto?

    (segue da pag. 1) La professione del giornalista

    ero pronti a provare a vivere nelle proprie città con amministra-ioni guidate da esponenti del M5S, ma sono anche in molti co-oro che dimostrano poca predisposizione verso un cambiamentoosì forte che favorirebbe una neo formazione politica che po-rebbe portare a stravolgimenti importanti dell’attuale vita sociale, soprattutto, all’abbattimento di abitudini ormai acquisite, cheanno comodo un po’ a tutti. Per questo motivo, tali elettori, allaine affiderebbero la loro fiducia al PD di Renzi, ormai definiti-amente evaporato da quel “comunismo” che faceva paura a

    molti negli anni 70-80 ed anche fino ai giorni nostri. Il premier èiuscito a placare quelle paure impossessandosi della leadershipi un partito a cui ora possono avvicinarsi tutti. Non sarebbe unocandalo se qualche attempato democristiano o addirittura unberlusconiano” possa preferire il PD al M5S alle prossime con-ultazioni elettorali. Bisogna dare atto alla maestria politica di

    Matteo Renzi che ha smussato ogni angolo del suo partito por-andolo ad essere un approdo sicuro. Il PD ora non è diventatoltro che una Democrazia Cristiana di sinistra e, molti elettori,on “votati” al cambiamento, preferiscono “votare” per un partitohe garantisca la stabilità e che non stravolga quello Stato a cuiutti siamo abituati. Antonio Bartalotta

    stesso. Il Convegno ha inteso,informare l’intero mondo dellaScuola sulle nuove linee meto-dologiche e didattiche studiate eproposte dall’ANPEFSS e dalsuo Centro Studi. Il Premio“Ulisse d’Oro”, consistente inuna scultura in bronzo dell’eroeomerico creata dal M°scultoreGuasca, ha inteso premiarequelle personalità che, nel corsodegli ultimi anni, si sono di-stinte per le loro attività a favoredei giovani e del mondo scola-stico promuovendo lo sport edu-cativo, la cultura ed il turismoscolastico attivo e sostenibile.L’“Ulisse d’Oro 2015” è statoconferito alla Prof.ssa Lore-dana Benedetti (nella foto).Sono stati altresì premiati conl’“Ulisse d’Oro Speciale” l’Am-basciatore del Portogallo in Ita-lia S.E. Manuel Lobo Antunes,il dott. Nicola Gratteri, Magi-strato antimafia, il prof.Adriano La Regina archeologodi fama mondiale, la campio-nessa olimpionica AlessandraSensini, la campionissima delnuoto Novella Calligaris.Ospite d’onore l’artista maestrodi ceramica Ugo Paolelli. Allafine delle Premiazioni si è esi-bito in concerto il coro “No-mentum” diretto dal maestroRoberto Murra.

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    DISATTESI I DIRITTI DEI MALATI.CHE LE AUTORITA’ INTERVENGANO

    Caro Direttore,mio malgrado, torno a parlare della struttura ospedaliera RSA inui mi trovo per fare fisioterapia. Mi era stato assicurato da unssistente sociale che avrei trovato un centro fisioterapico. Avreiovuto versare solo la mia indennità di accompagno per esseressistita. Poi ho constatato che in questa struttura non c’è un veroentro fisioterapico. Soffro di molteplici ernie al disco. Ho cercatoi aiutarmi con esercizi di yoga e sono riuscita a rimettermi iniedi. Ho rifiutato di versare la mia indennità di accompagno per-hé non ho trovato servizi idonei. L’assistente sociale mi ha pro-osto un giudice tutelare, che è venuto a trovarmi. Con mioisappunto il mio conto corrente è stato bloccato. Ho chiesto diestire da sola il mio denaro. Penso di essere vittima di un im-roglio e vorrei essere risarcita… Sono sola. Ho bisogno di assi-tenza legale. Spero che tra i lettori di questo giornale ci sia unAvvocato sensibile a soccorrermi e a consigliarmi per la tutelaei miei diritti. Colleferro, 15 marzo 2016. Teresa Centofanti

    Cara Signora, tra i nostri lettori ci sono certamente numerosi av-ocati. Sono sicuro che almeno uno di loro si offrirà ad assi-terLa, seguendo gli insegnamenti salveminiani di aiutare leittime di ingiustizie di vario genere. Abbia fiducia. Al di sopra

    dei giudici terreni c’è il Sommo Giudice che, prima o poi, castigamalfattori. Non si senta sola. Il Movimento Salvemini si schieral suo fianco per proteggerLa dalle canaglie. Le auguro di poterisolvere quanto prima il suo problema.

    loro assegnati, ma certamente potrebbero aumentare rispetto aquelli delle famiglie tradizionali (maschio-femmina). Risultanomeno numerosi i casi in cui l’atto violento è commesso da partedi persone alle quali il minore è affidato per cure di breve tempoo di custodia. Molto limitati i casi in cui il colpevole è persona to-talmente estranea all’ambiente in cui il bambino vive: il che nonè il caso della possibilità di adozione vera e propria come si pensadi fare con le coppie “atipiche”. Il fenomeno dell’abuso “intra-famigliare” è effettivamente in aumento o è semplicemente piùvisibile rispetto al passato? L’opinione pubblica considera sia ilrisalto dato dai mezzi di comunicazione di massa a rendere allar-mante il fenomeno dell’abuso” intra-famigliare”. Si deve evi-denziare, tuttavia, che i  Mass-Media possono da un latoamplificare le dimensioni di questo grave problema sociale, madall’altro possono sensibilizzare le coscienze e promuovere la cul-tura della segnalazione documentata. Oggi, più che in passato,tuttavia, anche grazie a nuove tecniche di ascolto e di prassi giu-diziarie più rispondenti alle esigenze del minore, si aprono nuovi

    casi di sospetto. E ora due parole sulla figura dell’abusante. Coluiche abusa dei propri figli (o di quelli adottati per legge) si pensache sia un individuo violento, un delinquente, un “padre-padroneo una pseudo-madre dispotica”. In realtà le ricerche hanno dimo-strato, ampiamente, che i violentatori sono genitori apparente-mente amorevoli, non sono dei disturbati mentali e che l’abusonon si consuma sempre per la ricerca del piacere sessuale, ma haa che fare più con la ricerca di sensazioni di potere, di controlloe dominio sull’altro.Un altro elemento sessuale “intra-famigliare”è l’esistenza di chi subisce e chi agisce di una forte dipendenza:è bene ricordare che i bambini hanno un rapporto con i loro abu-santi da cui deriva anche la loro sopravvivenza fisica e materiale(ancora più potente se sono costretti a giustificare la “anormalità”del gruppo famigliare presso la società). L’abuso sessuale, inoltre,viene caratterizzato dalle preponderanti presenze di strategie se-duttive che determinano nella vittima una devastazione profondae sensi di colpa maggiori. E’ utile precisare, proprio perché sipensa di dare in adozione bambini a “famiglie atipiche” che l’etàdell’eventuale vittima di abusi tende progressivamente ad abbas-sarsi alla prima infanzia e l’abbassamento dell’età dell’abusato siregistra anche per quella dell’abusante; spesso si tratta di un gio-vane adulto che riporta, a sua volta, un’esperienza di abuso chenon ha potuto elaborare.Con questi pochi accenni a un nuovo ri-schio che si sta correndo nel caso di approvazione dell’adozionea famiglie atipiche, si è ritenuto, sia pure brevemente, evidenziareanche questo problema che già da sempre esiste nelle famiglienormali, per mettere in guardia nel caso si pensasse di redigereuna legge che domani ammetta l’adozione di bambini da parte dicoppie “atipiche”. Liliana Speranza

    medievale”. Qui si sbaglia di grosso e come se si sbaglia. Anzia difesa del matrimonio naturale e dei veri diritti dei bambiniono il futuro della società. I “diritti” di cui parla la “brava” se-atrice Cirinnà erano già stati discussi e superati all’epoca…. del-’Impero Romano. Al ministro Lorenzin e Alfano manda a dire:Dove vivono? Non hanno vinto loro, ieri ha vinto l’Italia mi-liore”. Anche qui si sbaglia di grosso perché la famiglia fatta diapà, mamme, nonne e nonni ha salvato l’Italia nelle crisi di sem-re, oppure Lei ha avuto problemi da piccola e ne subisce psico-ogicamente il dramma?. Anche il capo del Governo si è espresso.

    Non è la prima volta che il premier Renzi dice che “Ha vinto’amore” a proposito delle unioni omosessuali. Non si capisceene questo concetto ora che è stata stralciata la stepchild adop-ion. Forse si poteva pensare che si riferisse al figlio/a del/dellaartner, ma non è così. Si riferisce proprio, nel suo pensiero, aue persone dello stesso sesso. Ma allo Stato non interessa quantoquale amore ci sia in una relazione. Sarebbe un’intromissione

    ntollerabile degna della peggior dittatura se lo Stato dovesse mi-urare l’amore fra le persone e dare, oppure no, il consenso per un

    matrimonio. L’unione omoaffettiva è una scelta personale che noniguarda lo Stato. Altrimenti si dovrebbe considerare “amore”nche quello di due anziane amiche o amici che si mettono in-ieme sotto lo stesso tetto per dividere le spese ed ottenere i be-efici … del “matrimonio”, compresa la pensione di reversibilitàcc... Sembra che funzioni come diceva un antico adagio: “piùici che una cosa non va bene più l’altro la vuole fare”. E molticuotevano la testa sconsolati. Avremo però il segreto dell’urnaer farci sentire democraticamente e pacificamente. Inoltre sem-re questo fatto di sbandierare che siamo retrogradi in confrontogli altri paesi europei è una cantilena inammissibile, proprio per-hé si svilisce lo Stato di Diritto, la Sovranità Nazionale e si vuolopiare sempre gli altri per poter dire….. “anche noi…” senzaendersi conto che ogni Stato ha una sua storia ed una sua tradi-ione, ma noi dobbiamo copiare, siamo fatti così…male… dob-iamo sbandierare al mondo intero che le cose non vanno cosìome loro vogliono dire e pensare…e poi ci si permette anche diirsi di sinistra ed altro facendo peggio dei ricchi capitalisti, vedia scelta di “comperare un bambino” da parte del leader della Si-istra quasi radicale, anziché adottarlo o prenderlo in affidamentossendoci tanta richiesta ed anche possibilità…ma no bisognapendere 135.000€ per comperare la “felicità”. Pierluigi Vignola

    ciata, dove chiunque sia in grado di scrivere due parole di sensocompiuto in un qualsiasi social network si sente oggi un grandegiornalista. Nel paese della precarietà, anche quello del giornali-smo è diventato un ambiente dove si entra ormai solo grazie a undisinteressato amore per la professione e un sincero rispetto dellarealtà dei fatti, oppure per asservirsi, da raccomandati, al potentedi turno. Senza far di tutta l’erba un fascio: c’è ancora oggi chi rie-sce a mantenere alti il fascino e la dignità della nostra professione,e in genere si tratta di precari sottopagati e sfruttati, mossi solo daun viscerale amore per il giornalismo. Ma la vastissima diffusionedi Internet, la fotografia digitale e la nascita dei social networkhanno portato a una nuova generazione di cronisti che si defini-scono tali solo per il fatto di rimanere dietro la tastiera di un com-puter a copiare notizie scritte da altri, mentre il vero lavoro delgiornalista è fatto di fatica, costanza, chilometri macinati, rischi,pazienza, delusioni, successi, entusiasmo, talento e di un’inesau-ribile voglia di raccontare i fatti. Di quella che Enrico Mentana,uno che di giornalismo ci capisce parecchio, chiama “ La Passio-naccia”. Dall’altra parte della medaglia, oggi più che in passato,troviamo invece i giornalisti asserviti ai poteri forti, ai partiti po-litici, forse gli unici a poter vantare una certa stabilità economica,ma che hanno ormai trasformato quello che dovrebbe essere il

    cane da guardia della Democrazia in un cucciolo da riporto a di-sposizione di lobby e oligarchi. Emiliano Federico Caruso

    (segue da pag. 1) Premiazione “Ulisse d’Oro 2015”

    iarli fuori: il segretario deve fare la sintesi non deve insultare unezzo di partito”. Che strana la Sinistra... Bersani, che stava di-entando presidente del Consiglio con il supporto dei traditoriell’elettorato di centro-destra, i quali hanno mantenuto il go-erno Letta e che mantengono il Governo Renzi, solo ora scoprel disprezzo per l’elettorato... Intanto Alfano, degradato a stam-ellina dopo l’arrivo di Verdini, vanta di essere l’autore e di averatto litigare Renzi con la Sinistra del suo partito. Vuoi vedere chen Italia, tra poco dichiareremo santi e martiri Angelino e Denis?

    Vetriolo

    un uomo e di una donna che stanno insieme detestandosi? Of-fende l’intelligenza emotiva di chiunque considerare famiglia na-turale il tizio che a Pozzuoli ha dato fuoco alla compagna incintae famiglia innaturale la signora che accudisce in ospedale la suafidanzata malata. In nome di quale principio astratto bisognerebbeimpedire a due individui dello stesso sesso di vedere riconosciutala loro unione da una legge dello Stato? Lo stato faccia le leggdei cittadini, la Chiesa si occupi delle anime di quei cittadini. PapaFrancesco da buon padre e pastore ha detto recentemente ” Io inqueste cose non mi immischio”. Peccato che lo fa per lui la Cei eil cardinal Bagnasco. Quanto al temuto articolo 5 sull’adozionedel figlio del partner, che è stato stralciato, non è il cavallo diTroia per l’utero in affitto, secondo noi, ma il tentativo di risolvereuna questione che riguarda poche centinaia di coppie omosessualicon cui vive un figlio rimasto privo dell’altro genitore biologicoNell’ipotesi di morte del genitore superstite, è preferibile che ilbambino rimanga nella casa e tra gli affetti in cui è cresciuto oche cominci a passare da un affidatario all’altro oppure in orfa-notrofio? Anche in questo caso la risposta, secondo noi, è sugge-rita dall’amore e dal buon senso. Due qualità che i nostri politici-talvolta- sembrano davvero non esercitare al meglio rispetto apaese che rispetto a loro, di cambiamenti in fatto di “morale” neha fatti davvero tanti. Lisa Biasci

    (segue da pag. 1) Che significa “Contro natura”?

    (segue da pag. 1) Un premio per il bilancio sociale

    ciale è stato attribuito all’azienda varesina Elmec Informatica spache opera sul mercato da quarantacinque anni. Correva infattil’anno 1971 quando Cesare Corti e Clemente Ballerio diederovita alla Elmec (acronimo di “elaborazione meccanografica”), checonta oggi sei sedi in Italia, una in Svizzera e oltre cinquecentocollaboratori. Elmec è un’impresa che si occupa di connettivitàreti e nuove tecnologie informatiche, ma ciò che colpisce nel suo“bilancio sociale” è la consapevolezza di dover esercitare un ruolodi presidio culturale sui temi del cambiamento. “Una parte signi-ficativa delle nostre iniziative riguardano la formazione e, più ingenerale, la cultura”, ha sottolineato Rinaldo Corti amministra-tore delegato della società. “Non si tratta solo di spiegare la tec-nologia attraverso l’ausilio di tecnici qualificati, ma di allargarelo sguardo grazie al contributo di esponenti della scuola, dellascienza e dello sport”. Il bilancio di sostenibilità sociale è diven-tato un tema centrale nel dibattito europeo: “Dal 2017 – ha spie-gato Corti – il bilancio sociale diventerà obbligatorio per tutte legrandi aziende. Penso che sarà un passaggio molto importante perridare credibilità alla cultura d’impresa”. Sono parole che rive-lano un cultura manageriale lungimirante, che tiene conto dei pro-fondi legami che l’impresa ha con il territorio (o con i territori) incui opera. Anche in epoca di globalizzazione, lo sviluppo diun’impresa dipende dal territorio in cui è localizzata e dalle com-petenze presenti in loco. Carmen Galoppo

    LETTERE AL DIRETTORE

  • 8/18/2019 L'Attualità Aprile 2016

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    L’ATTUALITÀ, pag. 3N. 4 APRILE 2016  TEMATICHE INTERNAZIONALI E VARIE

    TRASFERIMENTO INTERNAZIONALE DELLE ARMIIl nostro pianeta non ha mai conosciuto tanti conflitti armati come ai tempi d’oggi, alimentati dalla prolifera-zione e dalla diffusione delle armi il cui t raffico tanto mercantile quanto cinico sfugge ad ogni considerazionemorale. Molti documenti sono stati scritti sull’argomento, appelli sono stati fatti, con la speranza che unanuova mobilitazione delle energie creatrici di pace, soprattutto tra gli uomini politici potessero nascere. Ma tuttoquesto è avvenuto? Seminare le armi a tutti i venti significa esporsi a raccogliere la guerra sul proprio suolo equale Stato oserebbe assumersi un tale rischio? Ecco perché si necessita di un’azione comune, nella qualesiano coinvolte le responsabilità degli Stati esportatori e degli Stati importatori, il vero cammino della pace nemondo è quello nel quale la comunità internazionale avanzerà risolutamente articolando l’organizzazione dellapropria sicurezza collettiva e la ricerca del disarmo controllato. Negli ultimi decenni del ventesimo secolo eall’inizio del terzo millennio, sconvolgimenti di grande ampiezza hanno scosso il mondo nel campo politicosociale ed economico. In seguito a queste profonde e spesso radicali trasformazioni, alcuni vecchi problemisono riemersi con rinnovata intensità. Tra questi il problema del commercio delle armi. Questo commercio haconseguenze multiformi e spesso nefaste. Infatti, a parte l’impiego occasionale di armi chimiche, tutte le guerrescoppiate dopo il 1945 sono state combattute con armi convenzionali. Inoltre, il trasferimento delle armi com-porta enormi interessi commerciali che esercitano notevole influenza sui governi. Esistono anche trafficanti diarmi che cercano soltanto di arricchirsi e che talvolta allacciano legami con la criminalità organizzata o congruppi terroristici. Nella maggior parte dei casi, il trasferimento delle armi avviene da uno Stato a un altro. Per-ciò la responsabilità prima della sua regolamentazione e del suo controllo compete agli Stati. Tuttavia, perquanto urgenti ed indispensabili siano i mezzi nazionali di controllo, essi rimangono insufficienti, perché il fe-nomeno è, di sua natura, trasnazionale. Esistono trattati internazionali che proibiscono il trasferimento dellearmi biologiche, chimi e nucleari (cfr: trattato sulla non-proliferazione delle armi nucleari(1968); convenzionesulla interdizione della preparazione, fabbricazione e stoccaggio delle armi batteriologice (biologiche) o a basedi tossine e sulla loro distruzione(1972); convenzione sulla interdizione della preparazione, fabbricazione,stoccaggio delle armi chimiche e loro distruzione (1993) ecc..), ma non esistono disposizioni simili che rego-lino il t rasferimento delle armi classiche. I governi e le organizzazioni internazionali hanno preso coscienzadi questa cancrena da lungo tempo. Non esiste una definizione accettata universalmente di ciò che si intendeesattamente con i termini “trasferimento di armi” o “commercio di armi”, che rappresenta una delle modalitàdel trasferimento. Nella loro accezione stretta, i due termini si applicano a sistemi di armi pesanti e alle loromunizioni, ai vettori militari e ai pezzi di ricambio. Il trasferimento di tecnologie a duplice uso, cioè militaree civile nello stesso tempo, pone problemi nuovi, e così pure la comunicazione delle conoscenze, cioè del“know how” legato direttamente alla produzione, all’ammodernamento, al funzionamento o alla riparazionedi questi sistemi di armi. Un altro aspetto importante, che passa spesso sotto silenzio in questo quadro com-plesso, è quello degli accordi di cooperazione che mettono a disposizione dei paesi importatori specialisti in-caricati dell’addestramento del personale per l ’uso e la manutenzione dei moderni sistemi di armi. Poiché nontutte le armi sono commercializzate, negli ambienti internazionali si parla piuttosto del loro trasferimento. Infatti, gli Stati possono procurarsi armi in molti modi, per esempio sotto forma di aiuto militare, di dono, di scam-bio di beni, oppure sotto la modifica o l’ammodernamento dei sistemi di armi che già possiedono o attraversola scappatoia della produzione locale su licenza. È difficile determinare l’ampiezza esatta del trasferimento dellearmi a causa della mancanza di informazioni precise. Talvolta i governi invocano ragioni di sicurezza o diconcorrenza economica per giustificare la loro reticenza nel fornire indicazioni dettagliate sulle loro esportazioni o importazioni di armi. Altre volte, il segreto è dovuto alla natura dubbia o alla legalità contestabile dicerte transazioni. Perciò le cifre fornite dai governi, come pure le valutazioni degli organismi specializzati, sonoviziate da un considerevole margine di errore. Queste cifre servono tuttavia come utili indicatori per identifi-care i principali fornitori e destinatari dei grandi sistemi di armi e per individuare le tendenze globali. Nessun

    trasferimento di armi è moralmente indifferente. Al contrario, ognuno chiama in causa tutta una serie di inte-ressi politici, strategici ed economici che talvolta convergono, altre volte divergono, ma che comportano sem-pre conseguenze morali specifiche. La liceità del trasferimento – sia mediante la vendita e l’acquisto, chemediante qualsiasi altra modalità – può essere valutata soltanto prendendo in considerazione tutti i fattori chelo condizionano. Ogni trasferimento deve, perciò, essere sottoposto a un giudizio rigoroso, effettuato secondocriteri morali ben precisi. Esistono tuttavia alcuni principi etici di ordine generale che permettono di fissare ilquadro entro il quale si situano i criteri concernenti più direttamente i paesi esportatori o quelli destinatari. Que-sti principi generali si applicano a tutti, con tutte le sfumature necessarie. Pierluigi Vignola

    GLI EMIRATI ARABI SCELGONOIL MODELLO DI E-LEARNING DELL’UNINETTUNONell’ambito del congresso “Innovation Arabia 9” di Dubai, in pro-

    ramma sino al 9 marzo e patrocinato da Sua Altezza Reale SheikhHamdan Bin Mohammed Bin Rashid Al Maktoum - principe di Dubai

    presidente della Hamdan Bin Mohammed Smart UniversityHBMSU) - è stato firmato un Memorandum of Understanding (MoU)ra il Rettore dell’Università Telematica Internazionale Uninettuno,

    Maria Amata Garito e il Rettore della HBMSU - Hamdan Bin Mo-hammed Smart University, Mansoor Al Awar (nella foto). La firma

    avvenuta in presenza di Sua Eccellenza, il tenente generale DhahiKhalfan Tamim, Vice Presidente di Polizia e sicurezza generale a Dubai

    Presidente del Consiglio di amministrazione dell’Università. La Ham-an Bin Mohammed Smart University (HBMSU), istituita nel 2002, condivide con Uninettuno

    impegno nel promuovere una cultura della qualità, dell’eccellenza e della ricerca nel mondo arabottraverso l’e-learning. Unica nel suo genere nel panorama arabo, la HBMSU gode di autorevolezzariconoscimento a livello internazionale per i suoi programmi accademici e professionali che ri-

    pondono in maniera adeguata al mondo dell’industria e del lavoro in una società in forte espansioneome quella degli Emirati Arabi. Il modello di e-learning creato e adottato da Uninettuno varca diuovo i confini nazionali e arriva così anche negli Emirati Arabi. Uninettuno e HBMSU hanno fir-

    mato l’accordo per sviluppare la cooperazione accademica e la ricerca scientifica nei campi dinteresse comune; per creare contenuti e curricula congiunti e per incentivare la mobilità dei ri-pettivi docenti. I pnhrimi corsi con curricula condivisi a essere attivati saranno un corso di Lau-ea magistrale in Economia con indirizzo in Finanza islamica, un Master post lauream sullo stessoema e un corso di Laurea magistrale in Economia digitale. L’idea è infatti quella di unire le forzeer erogare, a livello globale, servizi scientifici e didattici che stiano al passo con lo sviluppo ve-oce imposto dall’era digitale.Obiettivi importanti che aggiungono un altro tassello al progetto Uni-ettuno di costruire - insieme agli Atenei d’eccellenza di tutto il mondo – un nuovo modello diniversità, una “Smart University” globale. Insieme alle università di paesi con culture, religioni eolitiche differenti si vuole democratizzare l’accesso al Sapere, per creare il futuro delle giovani ge-erazioni. Elena RossiUfficio stampa: Emilia Gridà Cucco Gangi - Università Telematica Internazionale Uninettuno

    L’INDIFFERENZA DEL SISTEMA DEI MEDIANon solo niente copertine di giornali – scrive Marco Tarquinio direttore di ‘Avvenire’ –, ma ne-nche una breve in cronaca. Questo vale per il sistema dei media la strage di Aden: il massacro diuattro suore dell’ordine di Teresa di Calcutta. L’odio e l’ingiustizia continuano a circolare e a cre-cere. E i cristiani continuano a essere crocifissi. L’indifferenza uccide, e riuccide”. Sono parolemare, che puntano l’indice sul ruolo dell’informazione in merito ad uno degli episodi di cronacanternazionale più efferati degli ultimi tempi. Ad Aden, nello Yemen, una banda di armati assalta unaasa di riposo per vecchi e disabili condotta dalle Missionarie della Carità, le suore di Madre Te-esa. Quattro di loro – due ruandesi, una kenyota e un’indiana – vengono uccise assieme ad altreodici persone, mentre un sacerdote salesiano risulta scomparso, forse rapito dai terroristi. In unocenario di una guerra civile che, da più di un anno, insanguina il paese più povero del Medio

    Oriente. A proposito di questo tragico evento, il quotidiano della CEI ha raccolto il parere di GianniRiotta, editorialista de “La Stampa” e grande firma del giornalismo italiano. “L’informazione innternet è stata piuttosto completa – ha detto Riotta –, mi riferisco ai siti Cnn o Nbc, ma i giornalile televisioni hanno dimenticato quasi tutti di parlarne. Come il Papa ha stigmatizzato, di frontell’eccidio non c’è stato impatto. Bene ha fatto il Papa a svegliarci...”. Vale la pena, a tale propo-ito, ricordare le parole che il Santo Padre pronunciò nel 2013 durante la sua visita a Lampedusa:Abbiamo perso il senso della responsabilità fraterna. La cultura del benessere, che ci porta a pen-are a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sonoelle, ma non sono nulla, sono l’illusione del futile, del provvisorio, che porta all’indifferenza versoli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza”. “A chi serve un giornalismo che nonone domande e non dà risposte?” si domanda Gianni Riotta. “Le ragioni della crisi della stampaono complesse, ma certo spesso sappiamo raccontare molto bene che le due Torri sono crollate, nonosa c’è dietro il terrorismo islamico. Allo stesso modo – conclude il giornalista nell’intervista ri-asciata ad ‘Avvenire’ – la gran parte dei media nemmeno capisce il processo gravissimo che sta por-ando all’emarginazione dei cristiani nel mondo e lo sottovaluta”. Carmen Galoppo

    IL MURO DI BERLINOUltima parte) I dirigenti della DDR videro questo processo prima con un certo imbarazzo e poi conrescente resistenza. Nel corso del 1989, i cambiamenti democratici, le piccole rivoluzioni nel-’economia e nella politica in Polonia, in Ungheria e nell’Unione Sovietica riempivano ogni giornogiornali in tutta l’Europa, solo nella DDR il tempo sembrava essersi fermato, ma molta gentedesso era impaziente e cominciò a protestare e manifestare apertamente. Ogni tentativo di lasciarea DDR in direzione ovest equivaleva ancora a un suicidio, ma nell’estate del ‘89 la gente della

    DDR trovò un’altra via di fuga: erano le ambasciate della Germania Federale a Praga, Varsavia eBudapest il territorio occidentale dove si poteva arrivare molto più facilmente! Cominciò un as-alto in massa a queste tre ambasciate che dovevano ospitare migliaia di persone stanche di vivereella DDR. Ma il colpo decisivo arrivò quando l’Ungheria, il 10 settembre, aprì i suoi confini con’Austria. Ora, la strada dalla Germania dell’est all’ovest (attraverso l’Ungheria e l’Austria) era li-era! La valanga di fuga stava diventando inarrestabile. Anche l’ultimo tentativo da parte del go-erno della DDR di salvare il salvabile, cioè il cambiamento dei vertici del partito comunista e deloverno non servì a nulla. Quando la sera del 9 novembre un portavoce del governo della DDR an-

    unciò una riforma molto ampia della legge sui viaggi all’estero, la gente di Berlino est lo interpretòmodo suo: il muro doveva sparire. Migliaia di persone si riunivano all’est davanti al muro, ancoraorvegliato dai soldati, ma migliaia di persone stavano anche aspettando dall’altra parte del muro,ll’ovest, con ansia e preoccupazione. Nell’incredibile confusione di quella notte, qualcuno, e an-ora oggi non si sa esattamente chi sia stato, dette l’ordine ai soldati di ritirarsi e, tra lacrime ed ab-racci, migliaia di persone dall’est e dall’ovest, scavalcando il muro, si incontravano per la primaolta dopo 29 anni. Daisy Alessio

    ANKARA DETTA LE CONDIZIONI ALL’EUROPAl 7 marzo si è tenuto a Bruxelles il vertice che di fatto delega ad Ankara il problema della gestioneei migranti. I 28 leader europei non hanno ancora approvato l’accordo negoziato dalla cancellieraedesca Angela Merkel e il primo ministro turco Ahmet Davutoglu. Sembra che l’Unione Euro-ea farà un dietrofront rinunciando ai suoi valori al fine di gestire la crisi dei migranti. Il progettoedesco-turco appoggiato dalla Commissione Europea è quello di “rimandare in Turchia tutti i si-iani presenti sulle isole greche, compresi quelli che hanno già presentato domanda di asilo. Poi, se-ondo il principio un siriano accolto per ogni siriano espulso, dai campi profughi della Turchia uneterminato numero di richiedenti asilo sarà ammesso in Europa, secondo una procedura gestitansieme alle Nazioni Unite” (C. Ducourtieux e J.P. Stroobants, Le Monde, Francia). Pur tralasciando’argomentazione di una questione di primaria importanza e che a parer mio non bisogna mai scor-are, e cioè che il principio un siriano accolto per ogni siriano espulso è un principio che va con-ro l’essere umano perché paragona l’uomo ad un numero (c’è chi ha ricordato giustamente che “lespulsioni di massa verso la Turchia finirebbero per somigliare a una deportazione”), questo accordofallace. Infatti gli Europei dovranno stare ai ricatti turchi: Davutoglu chiede tre miliardi di euroer accogliere i migranti rimandati indietro dalla Grecia, la ripresa dei negoziati sull’entrata della

    Turchia nell’Unione Europea e l’annullamento dell’obbligo di visto per lo spazio Schengen (Lologan di Erdogan è diventato “in Europa senza visto”). Come può l’Europa riprendere i negoziatier l’entrata della Turchia nell’Unione proprio quando il quotidiano Zaman e il gruppo editoriale

    Feza vengono costretti al silenzio? Come può l’Europa ignorare il fascismo elettorale turco? Eppure’organizzazione Freedom house ha inserito la Turchia nella categoria dei paesi senza libertà ditampa e di pensiero, eppure nella classifica di Reporters sans frontières la Turchia è al 149° postou 180 per quanto riguarda i paesi liberi. La Turchia ormai viene sicuramente considerata un paeseerzo e non un futuro membro dell’Unione Europea. Perché allora annullare l’obbligo di visto pero spazio Schengen? Giuseppe Di Matteo

    NOZZE D’ARGENTO PER “L’ATTUALITÀ”Si è svolta sabato 19 marzo, la celebrazione del25° anniversario del periodico L’Attualità editodal Movimento Gaetano Salvemini. Intellettuali,artisti ed esponenti del mondo della cultura sisono incontrati presso il Circolo Ufficiali Aero-nautica “Casa dell’Aviatore” Il Dott. AntonioBartalotta, Capo Ufficio Stampa del periodico,ha aperto la celebrazione esprimendo ringrazia-menti ai numerosi presenti, nella prestigiosa sala“Balbo”, e le congratulazioni al Prof. Salveminiper la qualità del Suo periodico ed il pregio chelo caratterizza dopo 25 anni dalla sua fonda-zione. Dopo avere illustrato la scaletta dei lavori, ha dato la parola alProf. Gen. Stefano Murace, Marchese di Costaviola della Magna-grecia, Presidente della fondazione Umanesimo e della fondazione Fu-tura Onlus che si occupa della ricerca scientifica e biomedica. Il Gen.Murace, uomo di grande cultura e sensibilità, presta sempre grande at-tenzione e disponibilità agli eventi culturali, e con molto piacere siadopera affinché siano ospitati in location prestigiose, quale è la “Casadell’Aviatore”. Nel suo intervento il Gen. Murace ha esaltato il ruolodella cultura e delle associazioni che la portano avanti, nonostantegrandi sacrifici economici ed organizzativi: “La cultura è alla base ditutto e il coraggio di andare avanti viene dall’entusiasmo e dallo sti-molo continuo e costante. Il periodico è una pubblicazione di elevatospessore culturale che affronta tematiche e politiche sociali, in assolutalibertà da qualsiasi condizionamento politico e partitico” ha affermatonel corso del suo intervento di apertura. Il Prof. Cosmo G. SallustioSalvemini (pronipote del grande Gaetano Salvemini), fondatore delperiodico, ha affermato di aver sempre creduto, sin dall’inizio, al suc-cesso che il suo periodico avrebbe ottenuto; “fondato sui veri principidella democrazia, intesa nel senso ateniese, come vera partecipazione,non come quella che abbiamo oggi, basata solo su una apparente de-mocrazia ma una sostanziale oligarchia” ha affermato. E “L’Attualità”di Salvemini è veramente un giornale democratico che ha sempreaperto le porte a tutti coloro che portano avanti idee e passioni sane,lontane da appartenenze politiche, un giornale in cui si parla libera-mente di cultura, arte, poesia, attualità e tanto altro ancora. Una pub-blicazione che favorisce l’incontro tra personaggi di elevato spessoreculturale ed i giovani che frequentano la scuola di giornalismo, chehanno la possibilità di avere riferimenti competenti ed affidabili. Ilgiornale è presente sul web sul sito www.movimentosalvemini.blog-spot.com che conta oltre 39 mila contatti. Il Prof. Salvemini, difendea gran voce la democrazia e la libertà di espressione: “Associazioni, ar-tisti, poeti, movimenti culturali, è come se non esistessero, tutto nellemani degli oligarchi, le mie battaglie hanno dato qualche timido risul-

    tato, e così nello scorso autunno una mia intervista, nello spazio di po-chissimi minuti, è andata in onda sul TG2, una conquista per ilMovimento Salvemini dopo anni di battaglie, ma non basta. La Rai, inquanto servizio pubblico, avrebbe il dovere di destinare anche uno spa-zio minimo alle Associazioni” ha affermato nel corso del suo inter-vento. E con molta amarezza, ha fatto anche una analisi di quanto staavvenendo in America per la corsa alla Casa Bianca, diventata ormaiuna competizione basata sui capitali, sui candidati che investono piùdollari, e allora: “non chiamiamola democrazia” – afferma - “ma chiamiamola plutocrazia, lobbycrazia. De-mocrazia è un termine che va studiato etimologicamente e storicamente prima di essere utilizzato”. E così l’il-lustre erede di Gaetano Salvemini non si stanca di portare avanti gli ideali della vera democrazia senza mollare:“il giornale clandestino di mio zio si chiamava, Non mollare, e questo noi faremo, continuare a predicare l’es-senza della democrazia, senza stancarci mai” “Sarà con l’affermazione delle web tv” - secondo il Capo Uffi-cio Stampa Antonio Bartalotta - che ci sarà spazio anche per le altre voci così dette di minoranza, dunqueproprio grazie al web la lotta impari tra poteri forti e piccole voci è destinata a finire”. Ed è proprio il Gen. Mu-race che in modo provocatorio chiede: “La Rai è una TV di Stato…ma è davvero libera? Rappresenta gli ita-liani o l’oligarchia politica?” e procede ad una analisi molto accurata anche delle recenti riforme che non hannofatto altro che aumentare la dipendenza partitica della TV di Stato. Numerosi gli ospiti che hanno preso la pa-rola per esprimere congratulazioni ed auguri al giornale, ma anche per testimoniare la volontà di affiancare Sal-vemini nella difesa degli ideali democratici e nel dare sostegno alla volontà di “Non mollare”. Particolarmenteinteressante ed emozionante è stato l’intervento del Cav. Comandante Maria Concetta Micheli, la prima co-mandante donna pilota di elicotteri che ha compiuto circa 900 ore di volo. Con la sua eleganza e determinazione che ancora oggi la caratterizzano la comandante ha raccontato delle difficoltà e degli ostacoli che haincontrato prima di riuscire ad affermarsi, ma anche della diffidenza del genere maschile nei suo confronti. Unadiffidenza, però, che ha presto lasciato spazio all’ammirazione. Un grande impegno ed una grande forza perla Comandante Micheli, oggi punto di riferimento per molte donne che ancora faticano ad ottenere spazi e ri-conoscimenti adeguati in alcuni ambienti. A breve è prevista l’uscita di una biografia, nella quale si raccontacon aneddoti e testimonianze. La celebrazione si è conclusa con una magnifica esibizione del soprano LiciaFalcone, e con la mostra di pittori e scultori (Rita Belpasso, Guglielmina Agnoli e Marina Giudicissi) chehanno presentato le proprie opere perché l’arte è la sublimazione dell’anima, è espressione della libertà!

    Daniela Piron

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    17 APRILE: REFERENDUM CONTRO LE TRIVELLAZIONIDomenica 17 aprile l’Italia sarà chiamata a decidere sull’abrogazione omeno della legge sulle trivellazioni. Legge che regola “attività di pro-pezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in zone di mare entro do-ici miglia marine” cioè che permette l’estrazione nelle acque territorialialiane di gas e petrolio. Quello sulle trivellazioni è solo il 67° referen-um abrogativo nella storia della nostra nazione a cui si aggiungono altriuattro consultazioni referendarie non abrogative, cui si ricorda il cele-re referendum sulla forma istituzionale dello Stato del 2 giugno 1946 inui il popolo italiano scelse la repubblica. Negli anni gli italiani hannovuto l’opportunità di decidere su questioni alle volte molto importantidelicate: si ricordi il referendum sul divorzio del 1974, quello sul fi-anziamento dei partiti del 1978 e quello sull’ergastolo del 1981. Quelleulle trivellazioni pero sono solo le seconde consultazioni referendarie

    el nuovo millennio e le prime nella storia della Repubblica ad esserenvocate dai consigli regionali, sebbene appoggiati da numerosi movi-menti e associazioni ambientaliste come Greenpeace e WWF tra cui il coordinamento NoTriv, piuttosto che da una raccolta firme dei cittadini. Il quesito referendario del 17 aprile sarà:Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nellecque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”. Per far sì che il referendumia valido si dovrà raggiungere il quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto. La va-dità del referendum obbligherebbe le multinazionali, la maggior parte straniere, che estrag-ono idrocarburi lungo le nostre coste a cessare ogni attività allo scadere delle concessionihe ora detengono. Molti sostenitori del SI hanno chiesto di spostare il voto a giugno, inoncomitanza delle elezioni amministrative in diverse città, per risparmiare sull’allestimentoei seggi e per chiamare gli italiani alla maggior possibile partecipazione. Infatti molte voltei scordiamo che l’articolo 1 della nostra costituzione ci garantisce che la sovranità appar-ene al popolo! Le consultazioni referendarie sono l’unico strumento di democrazia direttahe il popolo italiano possiede. Purtroppo il decreto 98 del 2011 non permette che le elezioniossano svolgersi in concomitanza con un referendum. Le concessioni coinvolte nell’estra-ioni di gas e petrolio soprattutto nei mari Adriatico e Ionio sono in totale 21. Esse sono an-orate al fondale marino al di sopra del giacimento petrolifero e sono supportate da unaiccola flotta di navi che trasportano il petrolio estratto. Con questo referendum la risorsaelle multinazionali, il petrolio, si potrebbe sostituire con una risorsa che è patrimonio del-Italia, il patrimonio ambientale e paesaggistico. Giuseppe Di Matteo

    L’ATTUALITÀ, pag. 4 N. 4 APRILE 2016 TEMATICHE ETICO-SOCIALI

    COSÌ CADDE IL FASCISMOSeguito) Carlo Scorza si sofferma a descrivere l’andamento della se-uta nella famosa ìNotte del Gran Consiglioî e noi vediamo di riassu-

    mere i vari interventi, compatibilmente con il breve spazio a noioncesso. Mussolini parla a voce bassa e a Scorza pare che non sia inna giornata felice e si domanda: Che si senta poco bene? Lo osserva at-entamente: il viso gli sembra un po’ tirato, ma niente di eccezionale eosì prosegue sull’intervento del Duce che comincia col far presente cheon l’entrata in guerra degli Stati Uniti, con la ìschiacciante superioritàei loro mezziî, dal momento che si sono affacciati nel Mediterraneo,utto si imperniava sul fattore tempo. Ogni settimana perduta - dice il

    Duce - era per noi una sconfitta. E dopo la caduta di Pantelleria e l’in-asione del territorio nazionale, che, secondo lui, tutti consideravanon’ipotesi assurda (e invece era chiaramente la più naturale conseguenzaella sconfitta delle forze dell’ASSE in Tunisia, a un passo dalla Sicilia),utte le forze contrarie al regime si erano scatenate, in particolare controi lui. ìIn questo momento - egli riconosce - io sono l’uomo più dete-tato d’Italia e lo trova perfettamente logico se si pensa alle masse sof-erenti, mal alimentate, soggette alla terribile usura fisica e morale deiombardamenti liberatori, e alle suggestioni della propaganda nemica.oi passa a descrivere dettagliatamente la situazione militare, facendoresente che non era stato lui a chiedere l’affidamento del comando su-remo delle FF.AA. che gli era stato conferito, il 16 giugno 1940 dal Re,n quanto ritenuto necessario dallo Stato Maggiore e segnatamente dal

    maresciallo Badoglio, di cui da lettura di una lettera, in cui colpiscono so-rattutto ìe sue esplicite dichiarazioni di fedeltà e di devozione al sotto-critto, osserva Mussolini, piuttosto che il suo pensiero tecnico. E quiobbiamo segnalare che ben diversa e la versione data dal gen. Armel-ni, segretario del maresciallo Badoglio, il quale ci illumina su tutti i re-

    roscena di quell’assegnazione, sollecitata, invece, dal Duce, anche se èero in parte che veniva lasciata una ìgrandissima autonomia strategicatattica alle grandi unitî, com’era logico, in quanto operanti su teatri diuerra enormemente distanti dal Comando Supremo. E non manca nellaunga esposizione del Duce anche il più alto elogio a Rommel... magni-ico soldato difficilmente superabile sul campo tattico. E cita, altresì, conna stanca lettura di cifre, tutti gli aiuti che la Germania ci ha concessolegge tratti di una lettera di Hitler nella quale è detto che nove divi-

    ioni corazzate sono già inviate e altre non corazzate molto presto af-luiranno, il che contrasta con quanto aveva dichiarato il feldmaresciallo

    Keitel, Capo dell’O.K.W. nell’incontro a Villa Gaggia, presso Feltre, il9 luglio ‘43, secondo il quale la Germania, impegnata sul fronte russo,on poteva privarsi neppure di una divisione per venire in soccorso del-Italia già invasa in Sicilia. Alla fine della lunghissima esposizione di

    Mussolini, questi dichiara che il Gran Consiglio deve porsi questo pro-lema: Guerra o pace? Resistenza o Capitolazione? Chiusa così la sua re-azione, Scorza si dichiara amareggiato, poichè M. ha eluso il problema

    elle riforme, come prevedeva Farinacci, ma in definitiva conferma laua fiducia cieca nell’abilità di M. nel condurre il dibattito verso il finehe si prefigge. E noi, sorvolando sugli altri interventi, pur importanti,ome quello di Bottai, passiamo a quello di Dino Grandi, Presidente della

    Camera, che presenta un suo ordine del giorno, in una versione, dicecorza, un po’ diversa da quella a lui presentata il giorno 20 e dallocorza presentata al Duce. Poichè sarà proprio l’approvazione di que-to o.d.g. a mettere in crisi il regime, come dirà lo stesso Mussolini, fi-ito il nostro spazio, lo vedremo nella prossima puntata. Sergio Scalia

    CASO LUCA VARANI: DUE VERSIONI A CONFRONTOEmergono nuovi particolari sulla drammatica morte di Luca Varani, il23enne di origini jugoslave seviziato e ucciso la notte tra giovedì 3 e ve-nerdì 4 marzo in un appartamento di via Igino Giordani, nel quartiereperiferico di Colli Aniene a Roma. Luca non è morto per la coltellatasferrata nel polmone sinistro come reso noto in un primo momento maper lo shock provocato dal dissanguamento. Manuel Foffo e Marco Prato,detenuti nel carcere di Regina Coeli con l’accusa di omicidio volontarioaggravato dalle sevizie e dalla crudeltà, hanno colpito il giovane contrenta tra coltellate e martellate. Escluso per ora l’aggravante della pre-meditazione per il quale comunque i due reo confessi restano indagatiil gip Riccardo Amorosi che parla di «desiderio di malvagità» come mo-vente della «fredda ideazione, pianificazione ed esecuzione di un omici-dio efferato, preceduto da sevizie e torture»e descrive gli indagati «come persone prive del senso di pietà», sostiene che i due killer non hannopremeditato l’omicidio. Intanto, mentre continuano le ricerche della ragazza bionda sui 25 anni di età che, secondo quanto appreso, avrebbe incontrato Luca sul treno Viterbo-Roma Ostiense venerdì mattina intornoalle 7.30, i due giovani della “Roma bene”, continuano a rimpallarsi leresponsabilità di fronte agli inquirenti. Da una parte c’è Manuel Foffo cheammette: «volevamo uccidere qualcuno, volevamo vedere l’effetto che fa». Così, in seguito a due giorni no stop tra cocaina e superalcolici, senzamai mangiare né dormire, dopo aver lungamente vagato in auto (comeconfermano anche i tracciati gps) alla ricerca della persona giusta da uc-cidere, non avendola trovata, ci siamo messi a tavolino e abbiamo de-ciso di cercarla tra amici e conoscenti. A questo punto dai cellulari diManuel Foffo e Marco Prato partono i 23 messaggi tracciati dagli inqui-renti. 23 messaggi identici spediti ad altrettante persone, tra cui il fra-tello di Manuel, Roberto, e Luca Varani, che Prato aveva conosciuto negliambienti dei locali notturni in cui lavorava. Messaggi a cui però soloLuca (a cui i due convinti che si prostituisse offrono 120 euro in cambiodi un rapporto sessuale) risponde, accettando l’invito in via Igino Gior-dani, a casa di Foffo. Appena i due assassini lo vedono arrivare tra loroscatta subito un tacito accordo: «è lui la persona giusta da uccidere», rac-conta Foffo al pm. Lo fanno quindi mettere a proprio agio e gli offronoda bere un cocktail corretto con l’Alcover, un farmaco che si usa per iltrattamento della dipendenza da alcol. Subito dopo Luca si spoglia, va inbagno e si sente male. È a quel punto che Marco Prato, il pr italo-fran-cese, comunica alla vittima le loro intenzioni omicide: «abbiamo decisodi ucciderti». Varani viene quindi reso inoffensivo e subito torturato conalcuni coltelli e un martello. Decine di ferite fino all’ultima al polmonesinistro che, stando alle dichiarazioni di Foffo, è Prato ad infliggerglisenza pietà. Gli inquirenti trovano il giovane con il coltello ancora con-ficcato nel petto. Dall’altra parte c’è Marco Prato che, invece, ha un ri-cordo abbastanza dissimile di quei quattro giorni di alcol e droga e, dalsuo racconto, esclude totalmente la premeditazione. Anche lui riporta

    agli inquirenti che quella notte, sotto l’effetto di coca e superalcolici, luie Manuel si sono messi a vagare per Roma ma non a caccia di una vit-tima sacrificale da uccidere, come raccontato da Foffo, ma alla ricercadisperata di una “marchetta” da pagare per assecondare quella fantasiaerotica di Manuel Foffo che voleva a tutti i costi simulare uno stupro conlui. Non avendola trovata tornano a casa e contattano Luca Varani che ac-cetta di raggiungerli presso l’abitazione di Foffo dove sarà proprio Pratoin abiti femminili e tacchi a spillo, ad accoglierlo. I tre fanno sesso ed èsolo allora, dopo aver partecipato a dei giochi erotici a tre, che Manuelspiega Marc, manifesta per la prima volta l’intenzione di uccidere Lucachiedendo appunto a lui di aiutarlo. Diversa è anche la descrizione del-l’omicidio. Manuel Foffo racconta agli inquirenti di aver preso lui i duecoltelli e il martello utilizzati per torturare e uccidere Varani ma di nonavere ricordi dei momenti in cui li avrebbe usati: precisamente dice «davere inferto una pugnalata al collo e di avere davanti l’immagine di Marco mentre colpisce Luca». Il pr italo-francese scarica invece tutte leresponsabilità su Foffo e agli inquirenti ripete convinto di aver solo, in-fatuato di lui, assecondato la follia omicida di Manuel, obbedendo inmodo passivo alla sua richiesta di aiutarlo ad uccidere Luca. Varani si èsentito male dopo aver bevuto il cocktail corretto, a quel punto Manueè come impazzito e mi ha esortato a strozzarlo. Ci ho provato ma Lucasi è ripreso. Così, prosegue il racconto Prato, Foffo si è diretto verso lacucina, ha preso un coltello e ha cominciato a colpirlo ripetutamente finoa conficcargli il coltello nel petto. Alla fine mi ha detto: «questa cosa clegherà per la vita». Manuel Foffo e Marco Prato saranno nuovamenteascoltati dagli inquirenti per fare luce su come hanno ucciso Luca Varani.

    Federica Sciorilli Borrelli

    QUELLA ZONA GRIGIA COLLUSA CON LE MAFIESulle mafie si consumano fiumi d’inchiostro. E tuttavia sono ancora pococonosciuti, sebbene di cruciale importanza, i meccanismi attraverso cuile organizzazioni criminali si inseriscono nei mercati leciti. In che modoaccumulano capitali? Quanti di questi capitali derivano dalle tradizio-nali attività illegali? Quanto invece è rilevante il coinvolgimento in atti-vità economiche legali? Quali soggetti entrano in affari con i mafiosi,che tipo di accordi si stabiliscono, e chi ne ricava i maggiori vantaggi?L’edilizia, gli appalti, le energie rinnovabili, la grande distribuzione com-merciale, i trasporti, la sanità, le opere pubbliche, i rifiuti e il mercatodel falso, il traffico di essere umani. Ovunque è emersa l’essenziale in-termediazione di una “area grigia” vasta e assai eterogenea, compostada professionisti, politici, imprenditori, tecnici e burocrati. I rapporti dicollusione non sono vantaggiosi soltanto per i mafiosi, anzi, spesso atrarne maggiore profitto sono proprio i loro complici, soci e alleati. Studied indagini di eminenti professori universitari ci hanno offerto impor-tanti materiali inediti per restituire linfa al dibattito e suggerire la messaa punto di più efficaci strumenti di contrasto soprattutto verso quella cheè stata appunto denominata la “zona grigia” dove vive questo esercito. In-fatti sappiamo molto delle mafie come organizzazioni criminali, anchequi in Terra Tedesca, però sappiamo ancora poco dei rapporti delle mafiecon le economie locali. Certo, è evidente che da alcuni anni si spara dimeno e si lavora di più nell’ombra, infiltrandosi nelle attività economi-che formalmente legali ed allora ci si chiede: ma come si sviluppa que-sto processo? Quali meccanismi vengono utilizzati? Quali soggetti sonocoinvolti? Ci sono differenze tra Cosa Nostra, ‘ Ndrangheta, Camorra,Mafia dei Balcani, Turca, Russa e Yakuza? L’azione delle mafie - purcon differenze tra le varie organizzazioni criminali - non è riducibile alcondizionamento esercitato attraverso il ‘pizzo’ e le pratiche estorsive.Allo stesso tempo, non trova però solido riscontro l’immagine di una so-fisticata imprenditorialità mafiosa, direttamente impegnata in complesseattività e capace di muoversi autonomamente nella finanza. In realtà imafiosi fanno affari soprattutto in settori tradizionali e, anche quando al-largano il raggio di azione verso settori ‘nuovi’ come ad esempio le ener-gie rinnovabili o la grande distribuzione, raramente si contraddistinguonoper particolari abilità manageriali, tecniche e finanziarie. Inoltre, per fareaffari in attività formalmente legali, i mafiosi hanno bisogno di ricorrerea competenze e risorse detenute da attori esterni all’organizzazione cri-minale, anche perché mancano di una qualificazione culturale e profes-sionale adeguata. Da qui il rilievo crescente di quella “area grigia”, fattada professionisti, tecnici, imprenditori, politici e funzionari pubblici. Eda qui anche l’importanza delle reti di relazioni che i mafiosi riescono ainstaurare per penetrare nell’economia legale dove non sono in grado difare da soli. I gruppi mafiosi di successo appaiono anzitutto abili im-prenditori nella costruzione di reti sociali. Tuttavia, contrariamente aquanto di solito si pensa, la loro posizione nelle reti non è sempre quella

    dominante, e non sempre sono loro a condurre il gioco e a condizionaregli operatori economici o i professionisti dell’area grigia ed a ben vedereil gioco è condotto soprattutto da comitati di affari o da cordate politico-clientelari, che “usano” i mafiosi per regolare le attività, proteggersi dallaconcorrenza, ottenere favori dalle amministrazioni pubbliche. Un quadronuovo, dunque, e in parte inatteso, che da un lato ridimensiona l’imma-gine mediatica della mafia imprenditrice, ma dall’altro alza il velo sulruolo crescente dell’area grigia, e sui fenomeni di degrado civile e mo-rale che investono settori del mondo delle professioni, dell’imprendito-rialità, oltre che della politica e dell’amministrazione. Le dimensioni diquesto fenomeno sono ormai molto consistenti, anche se è difficile sti-marle con precisione. Non si possono comprendere gli equilibri socialidi vaste aree territoriali senza tenerne conto. Bisogna quindi considerarecon più attenzione l a compenetrazione delle mafie nelle economie localicome una via di possibile adattamento ai vincoli crescenti della concor-renza internazionale, in una situazione in cui competere è più difficileper la carenza di infrastrutture e servizi che sostengano le imprese. D’al-tra parte, anche per altre componenti dell’area grigia (professionisti, po-litici, burocrati) il contesto offre scarse possibilità di consolidare ilproprio ruolo sulla base della concorrenza e del merito. Da qui una spintaa percorrere la strada delle ‘alleanze nell’ombra’ e delle relazioni peri-colose. Ed è su questo fenomeno che bisognerebbe indagare di più, e chela società civile dovrebbe riflettere di più: dalla Chiesa, alle organizza-zioni professionali, all’associazionismo. Qualcosa si è mosso e si stamuovendo in questo mondo, basti pensare all’ultimo viaggio del Papa inMessico. Ma al momento non sembra affatto sufficiente a far fronte allaportata della sfida. Pierluigi Vignola

    acco. L’attacco brillante e quello lento. “Per attacco brillante si calcola quanti uomini la mitragliatrice può abbattere e si lancia all’attacco un numero di uomini superiore; qualcuno giungerà alla mitragliatrice. Per attaccoento si procede mediante camminamenti coperti in modo di subire meno perdite, finchè giunti vicino si assalta… Le sole munizioni che non mi mancano sono gli uomini”. L’assalto è l’incubo dei Soldati di tutti gli Eser-iti. Cesare De Simone riporta nel suo libro “L’Isonzo mormorava” un episodio (raccontato da un Fante): “Tutte le volte che c’era un attacco arrivavano i Carabinieri. Entravano nelle nostre trincee, i loro Ufficiali li faceano mettere in fila dietro di noi e noi sapevamo che quando sarebbe stata l’ora avrebbero sparato addosso a chiunque si fosse attardato..” E ancora nel libro la testimonianza del Capitano Giorgio Orefice: “ Mentre uniorno sono in trincea arriva il Generale Marchetti (Comandante della 21 Divisione insieme al Comandante del 9° Fanteria…. Il Generale con una mentalità che non merita di essere qualificata, di fronte ai Soldati che ascolano, risponde (al Colonnello che rappresentava difficoltà nelle operazioni): “Superateli facendo materassi di cadaveri..”“ Così poi scrive Marco Mondini (ricercatore nell’Istituto storico italo-germanico di Trento e docentei Storia militare nell’Università di Padova, con numerosi libri sulla “Grande Guerra”), nel suo ultimo lavoro: “I Luoghi Della Grande Guerra” (il Mulino-Ritrovare l’Italia, pag. 166, sett.2015, euro 12,00) su Cadorna (daag.127): “…Le cause della sconfitta tattica a Caporetto erano da dividere tra Capello (Generale), che comandava la 2^ Armata, e i Generali in subordine incapaci di reagire agli imprevisti e alle rapidità dell’infiltrazioneedesca, mentre la ragione della rotta disordinata in cui si era trasformata la ritirata era da imputarsi solo alla sua incapacità di gestire la situazione… Cadorna amava dipingersi come un carattere imperturbabile, ma la suasperienza di comando ha lasciato più che altro le tracce di personalità paranoica: vedeva complotti sovversivi dovunque, Governo compreso, ed era fermamente convinto che i suoi soldati desiderassero tradire e disertare

    Anche se nella primavera del 1916 aveva saputo reagire con efficienza alla crisi prodotta dalla “Strafexpedition”, la rotta dell’ ottobre 1917 e il disfacimento della sua struttura di Comando sul fronte orientale provocaronon’evidente crisi di panico; l a sua fuga verso Padova (da Udine sede dell’Alto Comando n.d.a.) decisa senza fornire alcun ordine di evacuazione e senza avvertire nemmeno le Autorità civili, lasciò nel caos le armate inieno ripiegamento. La simmetria con la fuga dei Generali che avviò la dissoluzione dell’Esercito l’8 settembre 1943 è solo una delle spie che confermano quanto Cadorna fosse l’uomo sbagliato per condurre una guerra

    moderna…Alla dissoluzione della catena di comando, l’atteggiamento del Generalissimo, pronto a scaricare le cause della disfatta sui sottoposti e infine sul cedimento morale dei Soldati, contribuì in modo fondamentale.”Ora qualche nostra riflessione. Come entrò l’Italia nella “Grande Guerra”? Come abbiamo già scritto in passato, vediamo i materiali. C’è da dire che lo Stato Maggiore Italiano, tra i vari progetti di maschera antigas, tuttinefficaci, aveva incomprensibilmente preferito quella a forma di cono, con occhiali separati, che provò la propria tragica inefficienza proprio sul Monte San Michele, restando comunque in dotazione del Regio Esercitoino agli inizi del 1918. Quella delle maschere antigas fu una delle tante carenze nelle dotazioni logistiche, come anche nelle varie predisposizioni della guerra. Ricordiamo che agli inizi del conflitto gli Austriaci con 14 Di-isioni contro le 345 italiane erano già in allarme e preparati a ripiegare su posizioni difensive. Probabilmente, se il Generale Luigi Cadorna fosse stato più audace e meno attendista la guerra avrebbe potuto prendere un’al-ra piega, diversa da quella del logoramento in trincea e delle ripetute e ritenute inefficaci spallate delle 11 Battaglie dell’Isonzo. L’Italia era entrata in guerra con soltanto 30 aerei Blèriot, 20 Nieuport e 8 Farman, in quantoon ancora compresa l’importanza dell’ Aviazione, ma più grave, fu il non aver capito che la mitragliatrice era la regina della “piccolissima guerra” dei Fanti. L’Italia entrò in guerra con 618 mitragliatrici, due per reggi-

    mento, mentre gli Austriaci ne avevano due per battaglione. Le bombe a mano erano praticamente sconosciute, gli obici erano scarsi e forniti dalla Krupp. I fucili mod.1891, che venivano prodotti dalla Terni al ritmo di soli.500 al mese, erano tanto scarsi che parecchi reparti dovettero essere armati con il Vetterli mod.1870-‘77. V’erano 3000 autoveicoli e 216 mila cavalli. Nonostante vari espedienti, il Capo di Stato Maggiore, Cadorna, nellarima fase della guerra, non era riuscito a fornire all’Esercito un numero sufficiente di Ufficiali. Riguardo al personale, sappiamo che vi era una ufficialità di carriera formata in gran parte da aristocratici militari di famiglielasonate. Il Corpo Ufficiali venne ovviamente integrato e quindi furono istituiti dei corsi per Ufficiali di complemento che tentarono di trasformare dei giovani civili, diplomati e spesso anche laureati, in Comandanti di uo-

    mini. C’è da dire che i l peso delle più cruente battaglie furono di loro competenza, tant’è che circolava il motto salace: “gli Ufficiali di Complemento vincono le battaglie, gli Stati Maggiori perdono…le guerre!” Si venneosì a creare un vero e proprio “vallo di Adriano” tra gli ufficiali e la truppa, ma anche all’interno degli Ufficiali si creò una crasi tra chi il militare lo riteneva una missione e chi invece era stato costretto dai gravi eventi aiventarlo. Gli Ufficiali di complemento considerarono i colleghi “di professione” quasi degli avventurieri che per carriera o per compiacere i vertici non esitarono a comandare attacchi cruenti spesso inutili alla baionettaecessari solo per avere un encomio o una promozione sul campo. Proprio per questo spesso gli Ufficiali di complemento solidarizzarono con la truppa, non condividendo gli atteggiamenti oltremodo rigidi degli Alti Co-

    mandi che erano ad Udine, lontani dalle trincee e dalla difficilissima vita che vivevano gli uomini tutti i giorni. Per reazione, il Generale Luigi Cadorna e il suo Stato Maggiore ritennero che un ruolo importante doveva es-

    ere assicurato dalla Giustizia Militare di guerra, quale unico strumento di disciplina ferrea con ruolo di rigida educazione e dissuasione di comportamenti ritenuti illeciti. L’azione del Comando Supremo si svolse facendoressione sui Tribunali Militari perché non si discostassero dalle richieste sanzionatorie che avanzava la gerarchia e, accortosi che in alcuni casi i Collegi agivano in libertà di coscienza perché era preponderante il numeroei giudici Ufficiali di complemento che, più liberi di pensiero rispetto agli altri colleghi, in quanto provenienti dalla vita borghese, dal mondo del lavoro e degli studi, fece sì che nei collegi giudicanti l’elemento di militarii carriera fosse predominante. Ma sappiamo bene dalla storia dove portò la linea Cadorna, con fucilazioni di massa di asseriti disertori (addirittura “decimazioni”), mentre sarebbe stata più pagante quella di Armando Diazertamente più umana e attenta alle esigenze dei militari. Diaz, nominato Capo di Stato Maggiore dell’Esercito dopo Caporetto, non certamente perché più valido di Cadorna, come in effetti era, ma solo perché napoletanoquindi più vulnerabile e meglio censurabile in caso di eventuale definitiva disfatta, creò le premesse galvanizzando le truppe per la riscossa che si verificò, come sappiamo, con la Vittoria delle Armi d’Italia a Vittorio Ve-eto ( si combatté tra il 24 ottobre e il 4 novembre 1918). Concludendo, lasciando da parte le gerarchie, rendiamo omaggio commosso e riconoscente ai nostri 651.000 Militari caduti e ai tanti Eroi che hanno evidenziatommane coraggio e valore nel nome dell’Italia nostra. Onore a Loro! Raffaele Vacca

    segue da pag. 1) Il timore dei soldati nella grande guerra: l’assalto

    QUEL TRAGICO 8 MARZOLa donna simbolo di fedeltà, di maternità, di lavoro, di professionalità, di amore. In effetti anche se la data della festa è stata in-staurata come simbolo di un macabro ricordo per donne perite in un incendio di una fabbrica americana, scempio da sempre dellosfruttamento del lavoro privo di norme di sicurezza, a scapito del popolo per l’arricchimento della casta, è volta a infondere neicuori di tutti noi, il raggiungimento dei diritti acquisiti nella società grazie a coloro che hanno combattuto e sono morti per farcigodere delle pari opportunità, almeno in occidente. Infatti e, questa è storia dell’oggi, in alcuni paesi del mondo non è così, bam-bine vittime delle tradizioni al quale si in fligge l’infibulazione, spose bambine al quale viene negata l’infanzia, sfruttamento dellaprostituzione, traffico di organi, non si possono chiudere gli occhi di fronte a questo scempio, vanno ricordate ogni giorno e, bi-sogna tenerle presente per poter aiutare queste innocenti vittime di uno star-system menefreghista. Benvenuto Internet virtuale cheaiuti il mondo a relazionarsi, a globalizzarsi ma, che in realtà annulli il reale. La realtà è un’altra cosa, bisogna aiutarsi veramentecominciando dal proprio prossimo, e allungando l’occhio oltre l’orizzonte del positivo, volgendo la propria pietà anche al nega-tivo di chi soffre in silenzio, e non può far nulla per modificare il proprio destino, se non aspirare a fuggire dal proprio paese perpoter aspirare a un futuro migliore. Non rispettare le proprie tradizioni non significa rinnegare le proprie radici ma, contestare colproprio senno mentale ciò che è sbagliato.Vorrebbero relegarci nuovamente ad un ruolo che non ci appartiene, ma le battaglievinte difficilmente permetteranno ciò, i nostri diritti sono sacrosanti ed intoccabili, inviolabili, abbiamo superato l’uomo in ognicampo, perché abbiamo una marcia in più, ragioniamo con un cervello da donna superiore a quello dell’uomo, ciò è scientificamente provato e con il cuore. Aspiriamo a fare ancora di più ogni g iorno della nostra vita, per il bene dell’intera umanità, sino al-l’ultimo respiro la nostra voce tuonerà e l’eco la riporterà nel globo. Francesca Pagano

  • 8/18/2019 L'Attualità Aprile 2016

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    L’ATTUALITÀ, pag. 5INIZIATIVE CULTURALI

    CAFFÈ DELL’ARTISTA - SALERNO(Presieduto dalla prof. Florinda Battiloro)

    Associazione Culturale aderente all’UN.I.A.C.Sala di C.so Vitt. Emanuele (I° piano), Caffè Moka

    4 Aprile, lunedì, ore 18,00: Dott. Geppino Lauriello: con-versazione musicale e proiezioni su: Las Tumas de España.11 Aprile, lunedì ore 18,00: Ispettrice Anna Marra Baronetratterà il tema della biodiversità. 18 Aprile, lunedì, ore18,00: Il prof. Nunzio Fortunato tratterà un argomento diLetteratura Italiana.

    Sono aperte le iscrizioni al Corso di Acquerello. Rivolgersialla Pro Loco di Fonte Nuova (Roma), via delle Mimose 1(tel. 06.90024555) ogni giovedì dalle ore 17 alle ora 19.

    LA PIÙ GRANDE OCCUPAZIONE A TORINODieci anni fa, nel 2006, il Villaggio Olimpico di Torino ospitava atletiprovenienti da tutto il mondo per le Olimpiadi invernali. Oggi lostesso villaggio è diventato la sede della più grande occupazione nellastoria della città di Torino. Nella geopolitica le grandi manifestazionisportive sono sempre state un’importante risorsa per la città ospi-tante, se non addirittura per il Paese. La ripresa economica e l’im-magine che queste grandi manifestazioni come i giochi olimpicipossono dare alla città ospitante è ambita in ogni parte del mondo. Siricordino i Giochi della XXIX Olimpiadi a Pechino nel 2008, i Gio-chi della XXX Olimpiade a Londra. Molte volte però l’allestimentodi grandi strutture sportive e stadi viene progettato senza pensare alfuturo e molte volte si fanno previsioni sbagliate. I mondiali di cal-cio Brasile 2014 ne sono un esempio. Nel dopoguerra Torino era di-ventata “la Detroit italiana”, il centro manifatturiero dell’Italia. Con

    la crisi iniziata negli anni ottanta però molte fabbriche chiusero por-tando un alto tasso di disoccupazione. Proprio in questo contesto siè deciso dunque di ospitare nel 2006 le Olimpiadi invernali. Esse do-vevano proprio rilanciare Torino verso il turismo e la cultura, comecittà postindustriale. Oggi però le strutture che hanno ospitato grandiatleti sono in disuso, pericolanti, piene di muffa e senza servizi. Dal2013 è in corso l’occupazione delle strutture ormai non più a normada parte di più di mille persone, per lo più migranti. Nel gennaio 2015il tribunale di Torino ha emesso l’ordinanza di sfrattare le personeche sopravvivono all’interno delle strutture ma oggi gli occupantisono ancora lì a lottare per la loro sopravvivenza. “Senza questoposto molti non ce la farebbero. E’ una situazione difficile, ma al-meno qui condividiamo tutto” afferma infatti Malick. Gli abitanti delvillaggio occupato provengono da molti paesi africani e lavoravanoin Libia. Quando è scoppiata la guerra sono scappati e oggi speranodi non essere sfrattati da quelle strutture, che sebbene pericolose perle loro condizioni e per il disuso, che per loro rappresentano ancorauna speranza. E’possibile che le amministrazioni si muovono tantoper costruire in poco tempo villaggi olimpici e turistici per una cosaimportante e sacrosanta come lo sport ma chiudano gli occhi a que-ste situazioni molto più importanti che riguardano la vita degli es-seri umani? Giuseppe Di Matteo

    segue da pag. 1) L’inutile legge sull’omicidio stradale

    “Quando i capi tollerano ogni abuso per guadagnare votie consensi in nome di una libertà che corrompe ogni re-gola, così muore la democrazia: per abuso di se stessa. Eprima che nel sangue, nel ridicolo”.

    (Platone, La Repubblica, Libro VIII)

    PROGRAMMA

    LUNEDÌ ore 09.00 - Ginnastica; ore 11.00 - Ballo; ore 17:00.MARTEDÌ ore 09.30 - Yoga; ore 18.00 - Computer. MERCOLEDÌore 09.00 - Ginnastica; ore 11.00 - Ballo; ore 16:30 - BigiotteriaGIOVEDÌ ore 17.00 - Corso di pittura acquarello. VENERDÌ ore16:30 - Inglese; ore 18:00 - Ginnastica; Corso di taglio e cucito

    N. 4 APRILE 2016

    50° PREMIO “CITTÀ DEL PELORO”Assegnazione Riconoscimenti PREMIAZIONE domenica25/10/2015 nel Salone del “Castello di Bauso del Conte Pettini”a Villafranca Tirrena (ME) - (Partecipanti da Tutto il Mondo n°179). Selezionatrice GIURIE Giudicatrice On/le Gianni IA-NUALE PresidenteOn/le Pietro FRATANTARO Anna DOTIVice Presidente Drs.Serena NICOSIA Lia NERISegretaria Prof.Elisa LAGANÀFOTOGRAFIAProf. Rita NICO-TRA, 1° PRE-MIO: AILAA.nna/TV -CRUZ Ines/Spa-gna - DONOSALenuta/Romania- GEPILErmut/ SvizzeraLE GROSFleur/Olanda - LI MANDRIAnna M./PA - LUTCHEVATeodor/Bulgaria - PENAAly/Mexico

    -TOLL-Marc/Belgio - VERZO Lucio/VR - WELLSTrevory/Sco-zia 2° PREMIO: BUGAT Paul/Belgio -DEGAN Lilly/G.B.FORTE Nelly/BR - GRAUDino/Spagna -LURO Ma ry/Irlanda-MOLICA Paul/BS - PICONE Luigi/TA -RADICEVICLiliana/Serbia 3° PREMIO: AYALI Francio/Francia -BRUNOLia/LI -CAMETI John/USA - DISENI Roby/RE -KRESSINGMary/Irlanda - MAINAAlina/CZ -MORETTI Anna/TO-SMITHJoseph/Malta PITTURA. 1° PREMIO : AFFUSI Pedro/Porto-gallo - BURGIO Maria Antonia/CL -COMBI Laura/BR - CU-RALI Jole/NO - DI BENEDETTO Raffaela/Montella/ AV -FIORE Bruna - TA - GRUBER Roswitha/ Austria - SCIACCAPina/CO -TRICOLI Melina, Sant’Agata M./ME - VOKANMary/Irlanda 2° PREMIO: BROGI Maria/MO - BRANDSTAT-TERCHRIS/Germania - BUBAN Orio/AR- GALAEAntony/BG- INGO Lucia/RM - MACCIO Licia/CS - PICONE Rita/PE -PREVITI Vittoria/ME 3° PREMIO: ALFANI Diego/RM -BLANCO Nino/ AQ -CAMOTE Katia/Belgio - DAVOLIDino/TS - LENOCHOVA Irena/Rep. CECA - MILICI Paola/BSMENZIONI d’ONORE ABRAHEM Stanislaw/Bosnia - BUR-BAJEN Mark/Svezia - CALARJ Diego/LU - DE FELICEAntonio/ME - DELIA Clara/VR - EITOR Nic/TO - LATICU Gerry/SS- LEBON Chris/Belgio - MONDO Rosa/Australia -NEROGino/PD -PAVICIC Marko/Croazia - ROMANO Pino/MN - TA-

    TEUM Nic/Cile - TOMA Marco/BN -USSI Antoni/NU - ZALOLina/SvizzeraASSEGNAZIONI RICONOSCIMENTI a: Asso-ciazioni, Ditte Persone, distintesi nelle loroattività Comitato Ese-cutivo: Presidente On/le Pietro FRATANTARO VicePresid. Drs.Serena Nicosia, Sopraintendenza Beni Culturali Messina Segre-taria Prof Elisa LAGANÀ * Avv. Daniele ARRIGO, Messina-Dr. Andrea ITALIANO, Milazzo/ME , Giornalista * Palestra eScuola di Danze Orientali “NEWEVOLUTION” Messina * Pa-nificio“La Baguette” Messina - MAIL EXPRESS “Poste Private”Messina * Viviana ORTECA/ME, Presentatrice * Pino SAYA,Australia, Pittore * Elsa TOMIA/LE, Poetessa * Valli Liz/BZ,Cantante * Joe ZATORY/Canada, Scrittore - Arcangelo LOPIANO “Alla Memoria” Presentazione Libro di Cosmo G. SAL-LUSTIO Salvemini, Roma “Canaglie e Gentiluomini” Compo-nenti Settore SPETTACOLI: Direttore Comm. Josè ORTECA -Cantanti: Franco CRESCENTI - Giovarmi TOTARO - FrancoPAGANO Chitarrista Danze Orientali: Maestra Dama Marzia DESETA e le “Ninfe del Deserto”: ADAMO Anna - ASTONE Fla-viana - COSTA Martina - DE GRAZIA Grazia - GIORGIANNIAlessia-MAZZA Giulia- RUGGERISimona-SGARLATAAles-sia - SPADARO Mariagrazia - TERRANOVA Chiara. AddettiSTAMPA: Drs. Marilena FARANDA “Il Cittadino“ Messina -Drs. Prof. Irene ANTONUCCIO “Moleskine” Messina On/leGianni IANUALE “L‘Attualità“ Roma -Dr. Andrea ITALIANO

    “primo piano“ Milazzo/ME- Ospite d‘Onore S.E. Prof Cosmo G.SALLUSTIO Salvemini Pesidente UN.I.A.C. (Unione ItalianaAssociazioni Culturali) Roma Conduttrici: Prof/sse Irene AN-TONUCCIO - Elisa LAGANA’ - Fotografo: Saro SILIATO In-tervenuti: Il Sindaco Cav. Dr. Matteo DE MARCO e la Drs.Letizia BONANNO Irene Antonuccio

    errà concessa la giusta pena o, peggio, verranno concessi i temutiodiosi arresti domiciliari. Non cambierebbe nulla dunque? A pa-

    ere di chi vi scrive sicuramente no. Il motivo è molto semplice eo si spiega in poche parole. Nel nostro paese le leggi, come ab-iamo visto, ci sono e, altresì, sono previste le pene per determi-ati reati. Esse sono certe, basta leggere il codice penale perverne una conferma. Ciò che manca non è la certezza della penan quanto tale, ma la certezza nell’applicazione della pena. Se ioossi condannato per omicidio colposo aggravato alla pena di 15nni di reclusione e l’ordinamento garantisse alla collettività la

    mia permanenza in carcere dal primo all’ultimo giorno, ecco che’applicazione della pena sarebbe stata certa, chiara e soddisfe-ebbe soprattutto le vittime di determinati gesti e le loro famiglie.

    L’omicidio stradale, come anche il femminicidio o altri nuovi

    eati che si stanno pensando di creare, incontrerebbe gli stessi pro-lemi già visti. Non serve creare nuove fattispecie; serve svilup-are u