l'Attualità Maggio 2016

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LO SCANDALO DEI “PARADISI FISCALI” Sul settimanale “L’Espresso” una grande inchiesta sui paradisi fi- scali! Una colossale fuga di notizie. La più grande della storia della finanza internazionale. Milioni di pagine di documenti che raccontano quasi 40 anni di affari offshore. Tutto parte dallo stu- dio legale Mossack Fonseca, con base a Panama city, nel cuore di uno dei più efficienti e impenetrabili paradisi fiscali del mondo. Grazie a un informatore, i giornalisti dell’Icij a cui partecipa l’Espresso in esclusiva per l’Italia, hanno avuto accesso a questo enorme archivio di carte segrete. Sulle stesse informazioni sono già al lavoro anche le autorità fiscali di diversi Paesi, tra cui la Germania e gli Stati Uniti. Mai prima d’ora una simile mole di dati finanziari riservati era stata messa, tutta insieme, a disposi- zione della pubblica opinione e degli investigatori. I numeri par- GAETANO SALVEMINI una vita per la libertà E-mail [email protected] UN SITO DA VISITARE Navigando in Rete e digitando movimentosalvemini.blogspot.com potete leggere i Comunicati Stampa sulle proposte di riforma costituzionale avanzate dal Movimento Salvemini. Il sito è una mini-enciclopedia di Scienze politiche, economiche, sociali, religiose, letterarie e artistiche: circa 2000 rubriche. Potete anche esprimere via e-mail le vostre opinioni. Il sito ha registrato finora circa 40.000 contatti. (segue a pag. 4) Cristina Di Maio “QUI, AD ATENE, GOVERNANO I CITTADINI ONESTI, SCELTI DALLA SORTE” (Pericle, 461 a. C.) L’ attività politica greca del quinto secolo avanti Cristo era gravemente inquinata dalla corru- zione (voti acquistati con denaro o con favori di vario genere) ed era egemonizzata da oligar- chi spregiudicati, avidi di poltrone istituzionali. Il sistema politico era strutturato in modo tale da consentire soltanto a pochi ricchi faccendieri di accedere alle cariche pubbliche, escludendo tutti gli altri cittadini, poveri ma onesti. In buona sostanza, quel sistema era una pluto-crazia fondata su macroscopiche disuguaglianze sociali. Coloro che non disponevano di cospicue ri- sorse finanziarie (e non volevano ricorrere ad accordi illeciti per finanziare la propria attività politica) non avevano alcuna possibilità di ricoprire cariche pubbliche. Gli oligarchi si attri- buivano enormi privilegi mentre la stragrande maggioranza del popolo era vessata da tasse, abusi e soprusi. La vita sociale era caratterizzata da una struttura piramidale fortemente corrotta e squilibrata. Gradualmente, superando l’ostruzionism o attuato quotidianamente dagli oligar- chi, Solone, Efialte e Clistene diedero l’avvio a riforme politiche che, dopo pochi anni, furono perfezionate da Pericle. Nel nuovo ordinamento giuridico venne introdotto, per la prima volta nella Storia dell’umanità, il metodo del sorteggio per accedere alle più importanti cariche pub- bliche. Erano sorteggiabili soltanto i cittadini che ne facevano esplicita richiesta, purchè pro- fessionalmente qualificati e moralmente irreprensibili. In virtù di questa riforma gli aspiranti alla vita politica non erano costretti a spendere ingenti somme di denaro per acquistare consensi né a disobbligarsi con i propri sostenitori dopo essere stati eletti. Di conseguenza, fu eliminata l’ingiusta discrimi nazione nei confronti dei cittadini onesti ma poveri. Furono, così, sancite “de  jure ” e “de facto” le Pari Opportunità tra tutti i cittadini, indipendentemente dalle rispettive condizioni economiche. L’altro elemento della Riforma era costituito dal limite temporale (un solo anno) della durata in carica dei sorteggiati, allo scopo di impedire la possibilità di attuare manovre corruttive e di realizzare interessi privati in atti d’ufficio. Il nuovo ordinamento venne denominato Democrazia perché il popolo, senza discriminazioni nei confronti di nessuno, governava lo Stato. Durò per oltre un secolo e mezzo, cioè fino a quando venne cruentemente eliminato dalle falangi macedoni di Filippo II. Oggi, in quasi tutti i Paesi occidentali, la Democrazia è degenerata in lobby-pluto-crazia, che è l’esatta antitesi del modello attuato dal genio di Pericle. Oggi, nonostante l’istituto della rappresentanza parlamentare (costituita prevalentement e da persone nominate dai moderni Caligola), il popolo non legifera né governa ma viene trattato alla stregua di massa di contribuenti da tartassare fe- rocemente per consentire alle caste degli oligarchi di mantenere in vigore scandalosi privilegi. Prima o poi, si risveglierà la coscienza dei dormienti e si darà avvio alla mobilitazione dell’opinione pubblica per tornare al modello democratico del- l’antica Atene e per edificare una società di cittadini onesti governati da galantuomini . Cosmo G. Sallustio Salvemini LA PROTEZ IONE DE I CI VIL I NEI CON FLI TTI ARMA TI La gue rra “cl ass ica ”, che ved e imp egn atele forze armatedi due o pi ù Stat i, è di ve nt at a ra ra , e al su o po st o simolt ip li ca no i co n- flitti armati non inte rnaz iona li, in cui le forz e reg olar i di uno Stat o si con fro nta no con gru ppi armati non sta tal i. Qu est i ult imi son o normal men te chi amati “at tor i non sta tal i”; per essi sussiste, tal- volt a, una diff icol di iden tifi cazione e, pert anto , di rico nduz ione en tr o la fa tt is pe ci e delle Conv en zioni vi ge nt i, e in ce rt i casi (come, ad es empi o, in Colombia) i gr uppi ar mati agis cono in- siem e allacrimin ali org ani zza ta. Nel la mag gio r par te di talicon- flitti (de tti anc he “asimm etr ici”), non v’è un fro nte bendef ini to, vi son o zon e controlla te uni for mem ent e dal l‘u no o dal l’a ltr o degl i avve rsar i. In situ azioni del gene re, mili oni di civi li sonovit- time di vi ol enze , sia pe r ef fetto degli scon tr i ar ma ti , si a pe rc costituis cono un dire tto bers aglio dei belli geran ti, anch e trami te tecn ichedi combatt imento terr oris tich e e atta cchia scuole e ospe - dal i. Son o vio lat i i pri nci pi del ladistinzio ne tra com bat ten ti e ci- vil i e quello del la lim itazio ne degli att acc hi armatiagli obiettivi militari, entra mbi alla base della Quar ta Conv enzi one di Ginevra del 1949 . Come cons egue nza, mi lion i di pers one sono co stret te a spo sta rsi all ’interno del lor o Stato o a rif ugiarsi altrove. Que llo de ll a pr ot ez io ne dei civi li n ei con flit ti arma ti è, qui ndi, dive- (segue a pag. 4) Raffaele Vacca (segue a pag. 4) Giorgio Bosco UNA LEZIONE DI CIVILTÀ: QUANDO I CITT ADINI SI ORGANIZZANO PER UN INTERESSE COMUNE Nel quartiere di Cinecittà, peri- feria est di Roma, dove agglo- merati di case di ex enti pubblici si susseguono anonimi gli uni agli altri, negli anni ’80 si estendevano numerosi giar- dini pubblici, con aree gioco at- È UN ERRORE DARE VISIBILITÀ AL FIGLIO DEL BOSS Intervistare il figlio di Riina sulla rete ammiraglia della Rai e ad opera di Bruno Vespa (giornalista di punta e simbolo del giornalismo) è sicuramento uno scoop. È una notizia e come tale il giornalista di razza e di lungo corso sa annusare l’eccezionalità del racconto. COSÌ LA CAMORRA FERMÒ LA “CORSA ROSA” DI MARCO PANTANI Si riaccendono i riflettori sul caso Pantani. Nei giorni in cui la Procura di Forlì chiede l’archivia- zione dell’inchiesta per decorrenza dei termini, si fa sempre più accreditata l’ipotesi che sia stata la camorra a far estromettere il “Pirata” dal Giro d’Italia del 1999. Il movente? Coprire le scommesse clandestine. T anti infatti avevano puntato sulla vittoria di Pantani e, se avesse vinto, la criminalità organizzata avrebbe dovuto pagare miliardi di lire di scommesse a nero e sarebbe finita in banca- rotta. Lo sostiene da tempo il pluriergastolano Renato V allanzasca (l’ex “bel Renè”) che agli in- quirenti riferisce che, nel 1999, mentre si trovava detenuto nel carcere di Novara, venne avvicinato da un esponente della camorra che, visto il suo ruolo di prestigio all’interno della mala italiana, gli consigliò di puntare tutto quello che aveva sui rivali del “Pelatino” perché quel Giro Pantani non lo avrebbe né vinto né finito, nonostante fosse il favorito. Lo ribadisce ora una nuova intercettazione ambientale diffusa in esclusiva da Premium Sport in cui un detenuto vicino alla camorra e ad am- bienti legati alle scommesse clandestine, lo stesso che con molta probabilità fece la soffiata a V al- lanzasca, al telefono con la figlia, senza sapere di essere intercettato nell’ambito di un’altra indagine dei carabinieri di Napoli, racconta della disfatta organi zzata ai danni del ciclista di Cesenatico. E quando la ragazza insiste - «ma è vera questa cosa?» - lui ri- sponde: «sì, a Madonna di Campiglio la provetta fu avvelenata». (segue a pag. 2) Lisa Biasci L’ETICA DEL GIORNALISMO Tra internet, tv, radio, social network e blog vari ormai le notizie arrivano al lettore anche con un semplice cellulare. Ma a un au- mento della quantità non sempre corrisponde quello della qua- lità. All’inizio degli anni ’90, durante lo scandalo di Mani pulite, molti giornalisti saltarono sul barcone mediatico con una serie di pseudo inchieste giornalistiche, realizzate senza quel rigoroso controllo delle fonti oggi obbligatorio per la nostra categoria, cre- ando una gogna mediatica che portò alcuni innocenti al suicidio. In seguito a questi abusi della professione, venne redatto il Codice deontologico del giornalista, che andò ad aggiungersi alla mole già spropositata di leggi, codici e cavilli del nostro Paese (circa 150 mila). Le cause di una simile quantità di leggi sono due: la pas- CASO REGENI: COMPARE LA DIGNITÀ DELL’ITALIA CALPESTAT A. E PER I MARÒ, INVECE ? Caso Regeni. Dopo i vari passi di danza, avanti-indietro-latera li dell’Egitto sulla morte di Giulio Regeni, la giusta dura e secca presa di posizione dell’Ita lia. In Senato, il ministro degli Esteri , Paolo Gentiloni, aveva ribadito tra l’altro che “Ci fermeremo solo quando troveremo la verità, quella vera e non di comodo”. “Per ragioni di Stato non permetteremo che sarà calpestata la dignità dell’Italia”. Ha poi detto Gentiloni “Se non ci sarà un cambio di marcia, il governo è pronto a reagire adottando misure immediate e proporzionate”. Dal canto suo, il presidente del consiglio Ma t- teo Renzi, in diretta social, ha dichiarato “E’ una vicenda che ha molto colpito, mi ha colpito la dignità della famiglia che ha dato una gigantesca lezione al mondo. Noi ci fermeremo solo davanti alla verità vera, lo dobbiamo a Giulio, alla sua famiglia e anche a tutti noi. La nostra è una presa di posizione chiara, secca e forte. Noi pensiamo e speriamo che l’Egitto possa collaborare con i no- stri magistrati, abbiamo la disponibilità a vedere le carte insieme e noi vogliamo che la verità sia trovata ”. Intanto Il Cairo reagisce alle dichiarazioni del min istro Gentiloni. Gli avvertimenti del- l’Italia, per bocca del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni “com- plicano la situazione” relativa al caso della morte di Giulio Regeni, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri egi- (segue a pag. 2) Vetriolo (segue a pag. 2) Emiliano F. Caruso (segue a pag. 2) Federica S. Borrelli “CANAGLIE E GALANTUOMINI” Canaglie e Galantuomini è l’ultimo libro dato alle stampe da Cosmo G. Sallustio Sal- vemini, l’instancabile difensore dei valori laici della cultura politica italiana. Si tratta di una specie di “vite parallele” in cui l’autore mette a contrasto figure di uomini pubblici molto diversi tra loro: i disonesti e gli onesti negli Stati e nelle Chiese. E lo fa da giorna- lista, per questo è di una efficacia straordina- ria. Comincia partendo dall’eterno contrasto tra onesti e disonesti e subito introduce il let- tore nel truce mondo del- (segue a pag. 2) Gianfranco Paris UN VIAGGIO VERSO IL SUD Nel giugno di qualche anno fa morì una mia cara zia a cui ero molto affeziona to. Si spense alle 6,00 del 23 giugno. Quel giorno trascorsi una bella giornata con la mia famiglia, ma la notizia so- praggiunta intorno alle 10,3 0, condizionò tutto il resto della gior - nata. Quella mattina partimmo da Roma alle 9,00 per andare a Poggio Bustone, paese natio di Lucio Battisti. Andammo per di- sputare una simpatica partita di calcio tra genitori e figli, una ri- vincita di quella che si disputò già qualche mese prima, nel mese di gennaio. Ma il pensiero battente in quel giorno era rivolt o a mia zia. Ci pensai tutta la giornata ed alla fine decisi di andare a rivolgerle l’ultimo saluto.A tarda sera mi ritrovai su un treno di- retto al Sud, destinazion e Calabria. Erano le 23,45 e la par tenza ebbe oltre 30 minuti di ritardo. Quel treno mi portò inevitabil- mente indietro nel tempo. Pensai, “ora ho una famiglia, una mo- glie ed un figlio che mi vogliono bene e penso tanto a loro, ma questo treno, che sembra non essere cambiato mai, mi fa venire in mente quando con mio padre affrontavamo lunghi viaggi per raggiungere quel paese della Calabria dove la mia famiglia ha le radici e dove abitualmente trascorriamo le nostre vacanze estive. Mio padre, “ferroviere/pescatore” , così amava definirsi, mi spie- gava ogni momento ed ogni meccanismo legato al movi- (segue a pag. 7) Antonio Bartalotta COSA NON SA IL TERRORISTA Pensa di sapere tutto su come seminare morte, terrore e distruzione. E’ convinto che della sua opera tutti ne parleranno. Si fa forza sulla notizia che farà il giro del mondo. Un terrorista sa bene che la bomba non è solo vera e materiale ma è anche quella mediatica. Religione si, religione no, la scelta del terrore offusca la mente del suo progettista su alcuni punti essenziali: anzitutto i piaceri della vita, che sono lì nella disponibilità di tutti e quindi anche nella sua, soltanto che lui non ci spende tempo per prendere ciò. Per non parlare della stima di sé stesso e nella capacità di realizzare qualcosa di costruttivo. Questo perché il terrorista con la distruzione non fa altro che cancellare. Questa operazione noi la riconduciamo alla matita e alla gomma. Con la matita scriviamo delle cose di cui non siamo sicuri o che sappiamo già in partenza che non andranno bene. Pertanto ricorriamo a questo strumento perché poi sappiamo che possiamo distruggere quei UN NUOVO COMBUSTIBILE: L’EFFICIENZA ENERGETICA Il 6 aprile nella sala Convegni dell’ENEA Agenzia Internazio- nale per le nuove tecnologia, l’energia e lo sviluppo econo- mico sostenibile) ha avuto luogo il seminario. “Le nuove sfide per l’efficienza energe- tica, fra risparmio sulla bol- letta e lotta ai cambiamenti (segue a pag. 2) Domenico Bertuccio (segue a pag. 7) Cristina Di Maio

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LO SCANDALODEI “PARADISI FISCALI”

Sul settimanale “L’Espresso” una grande inchiesta sui paradisi fi-scali! Una colossale fuga di notizie. La più grande della storia

della finanza internazionale. Milioni di pagine di documenti cheraccontano quasi 40 anni di affari offshore. Tutto parte dallo stu-dio legale Mossack Fonseca, con base a Panama city, nel cuore diuno dei più efficienti e impenetrabili paradisi fiscali del mondoGrazie a un informatore, i giornalisti dell’Icij a cui partecipal’Espresso in esclusiva per l’Italia, hanno avuto accesso a questoenorme archivio di carte segrete. Sulle stesse informazioni sonogià al lavoro anche le autorità fiscali di diversi Paesi, tra cui laGermania e gli Stati Uniti. Mai prima d’ora una simile mole didati finanziari riservati era stata messa, tutta insieme, a disposi-zione della pubblica opinione edegli investigatori. I numeri par-

GAETANO

SALVEMINIuna v i ta pe r l a l ibe r tà

[email protected]

U N S I T O D A V I S I T A R ENavigando in Rete e digitando

movimentosalvemini.blogspot.compotete leggere i Comunicati Stampa sulle proposte di

riforma costituzionale avanzate dal MovimentoSalvemini. Il sito è una mini-enciclopedia di Scienze

politiche, economiche, sociali, religiose, letterariee artistiche: circa 2000 rubriche.

Potete anche esprimere via e-mail le vostre opinioni.Il sito ha registrato finora circa 40.000 contatti.

(segue a pag. 4) Cristina Di Maio

“QUI, AD ATENE, GOVERNANO I CITTADINI ONESTI,SCELTI DALLA SORTE” (Pericle, 461 a. C.)

L’attività politica greca del quinto secolo avanti Cristo era gravemente inquinata dalla corru-zione (voti acquistati con denaro o con favori di vario genere) ed era egemonizzata da oligar-chi spregiudicati, avidi di poltrone istituzionali. Il sistema politico era strutturato in modo taleda consentire soltanto a pochi ricchi faccendieri di accedere alle cariche pubbliche, escludendotutti gli altri cittadini, poveri ma onesti. In buona sostanza, quel sistema era una pluto-craziafondata su macroscopiche disuguaglianze sociali. Coloro che non disponevano di cospicue ri-sorse finanziarie (e non volevano ricorrere ad accordi illeciti per finanziare la propria attivitàpolitica) non avevano alcuna possibilità di ricoprire cariche pubbliche. Gli oligarchi si attri-buivano enormi privilegi mentre la stragrande maggioranza del popolo era vessata da tasse,abusi e soprusi. La vita sociale era caratterizzata da una struttura piramidale fortemente corrottae squilibrata. Gradualmente, superando l’ostruzionismo attuato quotidianamente dagli oligar-chi, Solone, Efialte e Clistene diedero l’avvio a riforme politiche che, dopo pochi anni, furonoperfezionate da Pericle. Nel nuovo ordinamento giuridico venne introdotto, per la prima voltanella Storia dell’umanità, il metodo del sorteggio per accedere alle più importanti cariche pub-bliche. Erano sorteggiabili soltanto i cittadini che ne facevano esplicita richiesta, purchè pro-fessionalmente qualificati e moralmente irreprensibili. In virtù di questa riforma gli aspiranti alla

vita politica non erano costretti a spendere ingenti somme di denaro per acquistare consensi néa disobbligarsi con i propri sostenitori dopo essere stati eletti. Di conseguenza, fu eliminatal’ingiusta discriminazione nei confronti dei cittadini onesti ma poveri. Furono, così, sancite “dejure” e “de facto” le Pari Opportunità tra tutti i cittadini, indipendentemente dalle rispettive condizioni economiche. L’altroelemento della Riforma era costituito dal limite temporale (un solo anno) della durata in carica dei sorteggiati, allo scopo diimpedire la possibilità di attuare manovre corruttive e di realizzare interessi privati in atti d’ufficio. Il nuovo ordinamento vennedenominato Democrazia perché il popolo, senza discriminazioni nei confronti di nessuno, governava lo Stato. Durò per oltreun secolo e mezzo, cioè fino a quando venne cruentemente eliminato dalle falangi macedoni di Filippo II. Oggi, in quasi tuttii Paesi occidentali, la Democrazia è degenerata in lobby-pluto-crazia, che è l’esatta antitesi del modello attuato dal genio diPericle. Oggi, nonostante l’istituto della rappresentanza parlamentare (costituita prevalentemente da persone nominate daimoderni Caligola), il popolo non legifera né governa ma viene trattato alla stregua di massa di contribuenti da tartassare fe-rocemente per consentire alle caste degli oligarchi di mantenere in vigore scandalosi privilegi. Prima o poi, si risveglierà lacoscienza dei dormienti e si darà avvio alla mobilitazione dell’opinione pubblica per tornare al modello democratico del-l’antica Atene e per edificare una società di cittadini onesti governati da galantuomini. Cosmo G. Sallustio Salvemini

LA PROTEZIONE DEI CIVILINEI CONFLITTI ARMATI

La guerra “classica”, che vede impegnate le forze armate di dueo più Stati, è diventata rara, e al suo posto si moltiplicano i con-flitti armati non internazionali, in cui le forze regolari di uno Stato

si confrontano con gruppi armati non statali. Questi ultimi sononormalmente chiamati “attori non statali”; per essi sussiste, tal-volta, una difficoltà di identificazione e, pertanto, di riconduzioneentro la fattispecie delle Convenzioni vigenti, e in certi casi(come, ad esempio, in Colombia) i gruppi armati agiscono in-sieme allacriminalità organizzata. Nella maggior parte di talicon-flitti (detti anche “asimmetrici”), non v’è un fronte ben definito,né vi sono zone controllate uniformemente dall‘uno o dall’altrodegli avversari. In situazioni del genere, milioni di civili sonovit-time di violenze, sia per effetto degli scontri armati, sia perchécostituiscono un diretto bersaglio dei belligeranti, anche tramitetecnichedi combattimento terroristiche e attacchia scuole e ospe-dali. Sono violati i principi della distinzione tra combattenti e ci-vili e quello della limitazione degli attacchi armati agli obiettivimilitari, entrambi alla base della Quarta Convenzione di Ginevradel 1949. Come conseguenza, milioni di persone sono costrette aspostarsi all’interno del loro Stato o a rifugiarsi altrove. Quellodella protezione dei civil i neiconflitti armati è, quindi, dive-

(segue a pag. 4) Raffaele Vacca

(segue a pag. 4) Giorgio Bosco

UNA LEZIONEDI CIVILTÀ:

QUANDO I CITTADINISI ORGANIZZANO PER

UN INTERESSE COMUNENel quartiere di Cinecittà, peri-

feria est di Roma, dove agglo-merati di case di ex entipubblici si susseguono anonimigli uni agli altri, negli anni ’80si estendevano numerosi giar-dini pubblici, con aree gioco at-

È UN ERRORE DAREVISIBILITÀ AL FIGLIO

DEL BOSSntervistare il figlio di Riinaulla rete ammiraglia della Rai

ad opera di Bruno Vespagiornalista di punta e simboloel giornalismo) è sicuramentono scoop. È una notizia eome tale il giornalista di razzadi lungo corso sa annusare

’eccezionalità del racconto.

COSÌ LA CAMORRA FERMÒ LA “CORSA ROSA” DI MARCO PANTANISi riaccendono i riflettori sul caso Pantani. Nei giorni in cui la Procura di Forlì chiede l’archivia-zione dell’inchiesta per decorrenza dei termini, si fa sempre più accreditata l’ipotesi che sia stata lacamorra a far estromettere il “Pirata” dal Giro d’Italia del 1999. Il movente? Coprire le scommesseclandestine. Tanti infatti avevano puntato sulla vittoria di Pantani e, se avesse vinto, la criminalitàorganizzata avrebbe dovuto pagare miliardi di lire di scommesse a nero e sarebbe finita in banca-rotta. Lo sostiene da tempo il pluriergastolano Renato Vallanzasca (l’ex “bel Renè”) che agli in-quirenti riferisce che, nel 1999, mentre si trovava detenuto nel carcere di Novara, venne avvicinatoda un esponente della camorra che, visto il suo ruolo di prestigio all’interno della mala italiana, gliconsigliò di puntare tutto quello che aveva sui rivali del “Pelatino” perché quel Giro Pantani nonlo avrebbe né vinto né finito, nonostante fosse il favorito. Lo ribadisce ora una nuova intercettazioneambientale diffusa in esclusiva da Premium Sport in cui un detenuto vicino alla camorra e ad am-bienti legati alle scommesse clandestine, lo stesso che con molta probabilità fece la soffiata a Val-lanzasca, al telefono con la figlia, senza sapere di essere intercettato nell’ambito di un’altra indaginedei carabinieri di Napoli, racconta della disfatta organizzata ai danni del ciclista di Cesenatico. Equando la ragazza insiste - «ma è vera questa cosa?» - lui ri-sponde: «sì, a Madonna di Campiglio la provetta fu avvelenata».

segue a pag. 2) Lisa Biasci

L’ETICA DEL GIORNALISMOTra internet, tv, radio, social network e blog vari ormai le notiziearrivano al lettore anche con un semplice cellulare. Ma a un au-mento della quantità non sempre corrisponde quello della qua-lità. All’inizio degli anni ’90, durante lo scandalo di Mani pulitemolti giornalisti saltarono sul barcone mediatico con una serie dipseudo inchieste giornalistiche, realizzate senza quel rigoroso

controllo delle fonti oggi obbligatorio per la nostra categoria, cre-ando una gogna mediatica che portò alcuni innocenti al suicidioIn seguito a questi abusi della professione, venne redatto il Codicedeontologico del giornalista, che andò ad aggiungersi alla molegià spropositata di leggi, codici e cavilli del nostro Paese (circa150 mila). Le cause di una similequantità di leggi sono due: la pas-

CASO REGENI: COMPARE LA DIGNITÀDELL’ITALIA CALPESTATA.

E PER I MARÒ, INVECE ?Caso Regeni. Dopo i vari passi di danza, avanti-indietro-lateralidell’Egitto sulla morte di Giulio Regeni, la giusta dura e secca

presa di posizione dell’Italia. In Senato, il ministro degli EsteriPaolo Gentiloni, aveva ribadito tra l’altro che “Ci fermeremo soloquando troveremo la verità, quella vera e non di comodo”. “Perragioni di Stato non permetteremo che sarà calpestata la dignitàdell’Italia”. Ha poi detto Gentiloni “Se non ci sarà un cambio dimarcia, il governo è pronto a reagire adottando misure immediatee proporzionate”. Dal canto suo, il presidente del consiglio Mat-teo Renzi, in diretta social, ha dichiarato “E’ una vicenda che hamolto colpito, mi ha colpito la dignità della famiglia che ha datouna gigantesca lezione al mondo. Noi ci fermeremo solo davantalla verità vera, lo dobbiamo a Giulio, alla sua famiglia e anche atutti noi. La nostra è una presa di posizione chiara, secca e forteNoi pensiamo e speriamo che l’Egitto possa collaborare con i no-stri magistrati, abbiamo la disponibilità a vedere le carte insiemee noi vogliamo che la verità sia trovata”. Intanto Il Cairo reagiscealle dichiarazioni del ministro Gentiloni. Gli avvertimenti dell’Italia, per bocca del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni “com-plicano la situazione” relativa al caso della morte di GiulioRegeni, ha dichiarato il portavocedel ministero degli Esteri egi- (segue a pag. 2) Vetriolo

(segue a pag. 2) Emiliano F. Caruso

(segue a pag. 2) Federica S. Borrelli

“CANAGLIE E GALANTUOMINI”Canaglie e Galantuomini è l’ultimo librodato alle stampe da Cosmo G. Sallustio Sal-vemini, l’instancabile difensore dei valorilaici della cultura politica italiana. Si tratta diuna specie di “vite parallele” in cui l’autoremette a contrasto figure di uomini pubblici

molto diversi tra loro: i disonesti e gli onestinegli Stati e nelle Chiese. E lo fa da giorna-lista, per questo è di una efficacia straordina-ria. Comincia partendo dall’eterno contrastotra onesti e disonesti e subito introduce il let-tore nel trucemondo del- (segue a pag. 2) Gianfranco Paris

UN VIAGGIO VERSO IL SUDNel giugno di qualche anno fa morì una mia cara zia a cui eromolto affezionato. Si spense alle 6,00 del 23 giugno. Quel giornorascorsi una bella giornata con la mia famiglia, ma la notizia so-raggiunta intorno alle 10,30, condizionò tutto il resto della gior-ata. Quella mattina partimmo da Roma alle 9,00 per andare a

Poggio Bustone, paese natio di Lucio Battisti. Andammo per di-putare una simpatica partita di calcio tra genitori e figli, una ri-incita di quella che si disputò già qualche mese prima, nel mesei gennaio. Ma il pensiero battente in quel giorno era rivolto a

mia zia. Ci pensai tutta la giornata ed alla fine decisi di andare aivolgerle l’ultimo saluto.A tarda sera mi ritrovai su un treno di-etto al Sud, destinazione Calabria. Erano le 23,45 e la partenzabbe oltre 30 minuti di ritardo. Quel treno mi portò inevitabil-

mente indietro nel tempo. Pensai, “ora ho una famiglia, una mo-lie ed un figlio che mi vogliono bene e penso tanto a loro, mauesto treno, che sembra non essere cambiato mai, mi fa veniren mente quando con mio padre affrontavamo lunghi viaggi peraggiungere quel paese della Calabria dove la mia famiglia ha leadici e dove abitualmente trascorriamo le nostre vacanze estive.

Mio padre, “ferroviere/pescatore”, così amava definirsi, mi spie-ava ogni momento ed ogni

meccanismo legato al movi- (segue a pag. 7) Antonio Bartalotta

COSA NON SA IL TERRORISTAPensa di sapere tutto su come seminare morte, terrore edistruzione. E’ convinto che della sua opera tutti ne parleranno. Sifa forza sulla notizia che farà il giro del mondo. Un terrorista sabene che la bomba non è solo vera e materiale ma è anche quellamediatica. Religione si, religione no, la scelta del terrore offuscala mente del suo progettista su alcuni punti essenziali: anzitutto ipiaceri della vita, che sono lì nella disponibilità di tutti e quindianche nella sua, soltanto che lui non ci spende tempo per prendereciò. Per non parlare della stima di sé stesso e nella capacità direalizzare qualcosa di costruttivo. Questo perché il terrorista conla distruzione non fa altro che cancellare. Questa operazione noila riconduciamo alla matita e alla gomma. Con la matitascriviamo delle cose di cui non siamo sicuri o che sappiamo giàin partenza che non andranno bene. Pertanto ricorriamo a questostrumento perché poi sappiamoche possiamo distruggere quei

UN NUOVOCOMBUSTIBILE:

L’EFFICIENZAENERGETICA

l 6 aprile nella sala Convegniell’ENEA Agenzia Internazio-ale per le nuove tecnologia,’energia e lo sviluppo econo-

mico sostenibile) ha avutouogo il seminario. “Le nuovefide per l’efficienza energe-ica, fra risparmio sulla bol-etta e lotta ai cambiamenti

(segue a pag. 2) Domenico Bertucciosegue a pag. 7) Cristina Di Maio

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8/17/2019 l'Attualità Maggio 2016

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L’ATTUALITÀ, pag. 2 N. 5 MAGGIO 2016

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 Il giornalismo non è solo arte; è anche passione

vissuta con entusiasmo e con rettitudine morale. Il

 piombo, più che l’oro, ha modificato la Storia. E 

 più che il piombo dei fucili, quello dei tipografi.

“Non si può chiedere ai giornalisti di essere obiet-

tivi, ma si deve chiedere loro di essere onesti”(Gaetano Salvemini)

segue da pag. 1) Cosa non sa il terrorista

egue da pag. 1) Caso Regeni.......

segue da pag. 1) È un errore dare visibilità al figlio del boss

(segue da pag. 1) L’etica del giornalismo

nuto uno dei maggioriproblemi, ai qualila comunitàinternazionale devefarfronte.Il Consigliodi SicurezzadelleNazioniUnite hacominciato adoccuparsene findal 1999, conun dibattitoapertoin occasionedel primorapporto del Segretario Generale al riguardo. Nella Risoluzione 1296 ilConsiglio di Sicurezza ha affermato che “the deliberate targeting of ci-vilian population in situations of armed conflict may constitute a threatto international peace and security”. Sia nelle riunioni del Consiglio diSicurezza,sia in quelle di altri fori, sonoesaminatele situazioni piùcri-tiche.Alcuni esempi: la crisi della Repubblica CentroAfricana, dove glieventi del marzo 2013 hannoprovocato migliaia di vittime, massicci spo-stamenti di popolazioni e unagravecrisieconomica; i combattimenti del2014 nella Striscia di Gaza concirca mille e cinquecento vittime civili.Le esigenze militari finisconoper prevaleresulle istanze umanitarie. Difronte ad una conflittualitàcosì estesa non poteva mancare una presa diposizione dell’Unione Europea . Le EU Guidelines on promoting com- pliancewith lnternational Humanitarian Law ribadiscono formalmente,nel preambolo, la necessità della protezione dei civili durante i conflittiarmati. Tra le numerose iniziative prese a livellointergovernativo, me-rita ricordare quella dal titolo Reclaiming the Protection of Civilians

under International Law , avviata nel 2009 da un gruppo di Paesi euro-pei, africani, asiatici e latino-americani , culminata nella Conferenza fi-nale di Oslo(23-24 Maggio2013). Vihanno partecipato i rappresentantidi circa novanta Stati, e al termine è stato emesso un Co-Chair ‘ Sum-mary. Al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), si deveun’azione costante in questo campo, sulla base delle Quattro Conven-zioni di Ginevra del 1949 e dei suoi Protocolli Ad dizionali del 1977.Alla XXXI Conferenza quadriennale del CICR nel 2011 la prima delleRisoluzioni approvate portava il titolo Strengthening protection for vic-tims of armed conflicts . Essa invitava il CICR a proseguire ricerche,consultazioni e discussioni conStatie organizzazioni al fine di avanzareproposteper assicurare il rispetto del diritto internazionale umanitario. Inadempimentoa tale richiesta, e con l’appoggio della Confederazione el-vetica, il CICR e il Governo svizzero si sono attivatinegli anni succes-sivi, organizzando a Ginevra varie riunioni di Stati per approfondirel’argomento. Due temisono venuti soprattuttoin discussione. Il primo diessi è la possibilità di istituireun incontroperiodico (annuale o bien nale)sull‘applicazione del diritto internazionale umanitario. Il secondo temariguarda la modalità di un sistema di reporting, in baseal quale gli Statiriferirebbero periodicamente sui progressi compiuti nei rispettivi ordi-namenti.Come ha dimostrato l’esperienza delleNazioniUnite nel campodei diritti umani, la periodicità dei rapporti è uno stru mento essenzialeper conoscere come gli Stati assolvano ai loro obblighi internazionali.Affinché lo strumento sia agile e gli Stati non siano recalcitranti adusarlo, la maggioranza dei partecipanti alle consultazioni è orientataverso una certa flessibilità, lasciando gli Stati liberi di scegliere la ca-

denza deiloro rapporti e l‘argomento che ne sarà oggetto. Oltre a questidue principali temi, le riunioni open ended di Ginevra hanno rivolto laloro attenzione alla questione dell’accertamento dei fatti: se dei civilisono rimasti vittime di conflitti armati,è importante accertare come ciòsia avvenuto. Oggi la comunità internazionale ha a disposizione lalnterna tionalHumanitarian Fact Finding Commission (IHFFC),istituitadal Primo Protocollo Addizionale del 1977; consta di quindici compo-nenti scelti tra gli esperti del settore. Per l’Italia ne fa parteGiulia Lat-tanzi, che è anche Giudice al Tribunale dell’Aja per i crimini commessinella ex Jugoslavia, dove avvennero numerosi massacri e stragi di civili.Abbiamo citato per prima questa collaborazione del CICR col Governosvizzero, poiché nell’ultimo triennio è stata la più visibile. Nonsarebbepossibile in questa sede menzionare tutte le attivitàsvolte. Sul piano na-zionale, oltre alle pertinenti disposizioni dei Codici penali militari, esi-steun documentoelaboratonel 2010 dal CentroAltiStudiper la Difesa,Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze, Dipartimento di DirittoUmanitarioe delle Operazioni Militari. Esso si intitola: Codicedi com- portamento delle Forze armate italiane in operazioni ed è articolatoindieci punti, di cui il primo, il settimo e il nono concernono la pro- te-zione deicivili e recitano: nonattaccarela popolazione civile e i beni dicarattere civile; tratta la popolazione civile con umanità, evitando cat-ture di ostaggi e rappresaglie; rispetta le proprietà e i beni civili. Circaaltre iniziative nazionali, degna di menzione è quella del Regno Unito,il cui Governo ha pubblicatoil 7 Dicembre 2011 un lungodocumento daltitolo UK NationalStrategy on theProtection of Civilians in Armed Con- flicts. Nelpresentarlo,il Foreign andCommonwealt Officeha fatto pre-

sente chela strategiaè attuata attraversouna particolar e attenzione postain tutte le attività svolte a livello internazionale per assicurare la prote-zione deicivili nel pieno rispetto di quantodisposto dal dirittoumanita-rio. Inoltre, l’impegno britannico nel settore umanitario si manifesta.tramite la concessione di ulteriori contributi alle agenzie umanitarie, inmodo da renderle piùefficaci nella loro azione nelle aree di crisi.Comesi è visto in queste brevi note, si stasviluppando semprepiù la consape-volezza del problemadella protezionedei civili nei conflitti armati. Se neè avuta di recente un’ulteriore manifestazione il 23-24 Ottobre 2015 inun simposio internazionalepressola Scuola Ufficiali Carabinieri in Romadal titolo lnternational Humanitarian Law and Modern Warfare, dove ivari relatori intervenuti hanno dato ampio spazioalla questione. Il Presi-dentedella Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite, RonnyAbraham, ha citatole sentenze e i parericonsultivi in cuila Corte ha af-fermato la necessitàdella pro tezione dei civili. Il Procuratore Capo dellaCorte Penale Internazionale, Fatou Bensouda, ha ricordato le stragi e imassacri di civili verificatisi nel periodo di competenza temporale dellaCorte(dal 2002 inpoi)ed haassicuratocheil suo ufficionon lascerà nullad’intentato, affinché i responsabili siano giudicati e condannati. Questofermoproponimento faben sperareper unfuturo senzaimpunitàe conunmaggiore rispetto delle norme umanitarie. Giorgio Bosco

CERTE VERITÀ FANNO MALE A QUALCUNO

Caro Direttore,ell’opera rimasta incompiuta (titolo provvisorio “Petrolio”) Pier-aolo Pasolini accusava le “sette sorelle” (potenti compagnie pe-rolifere). Perché quotidiani e televisioni mi hanno ignorato purapendo che io sono motivata a parlarne? Verrebbero alla lucelte personalità. Verrebbero scoperti coloro che hanno fatto darestanome per ottenere alti incarichi politici. Vogliamo saperehi gestisce il mondo? Sono state distorte verità importanti. Per

mia indole sono portata ad attingere informazioni, ad approfon-ire le notizie, a non rimanere in superficie. Non do mai nulla percontato. So bene che certe verità fanno male a qualcuno. Non è

mia intenzione esprimere giudizi o condanne. I miei sbagli li hoagati sulla mia pelle. E’ da tempo che altre persone sbaglianoei miei confronti ma non si ravvedono. E’ sempre stata per meosa dignitosa chiedere scusa. Mi piace rapportarmi, scambiareareri, accettando critiche costruttive. La fede in Dio mi sorreggeuotidianamente. Dario Bellezza mi disse che avevamo qualcosan comune: sorridere, saper ascoltare, aiutare gli emarginati. Ap-rezzo molto la Sua disponibilità a pubblicare le opinioni dihiunque. Grazie di cuore a Lei e a tutti i Suoi collaboratori.

23 aprile 2016 Teresa Centofanti

Cara Signora, penso che i ladri più pericolosi siano quelli cheubano la verità. Vanno smascherati con determinazione ed in-lusi nella categoria delle canaglie. Fa bene a non dare nulla percontato. La sua forma mentis va indicata ai giovani come mo-

dello da seguire. Duemila anni fa l’Uomo-Dio promise “Beati glissetati di giustizia perché saranno saziati”. Abbia fede e vin-erà la sua partita contro i malfattori. Sappia pregare anche peroro e per la loro conversione.

egni con la gomma. L’attentantore fa esattamente così, con lamatita” traccia la propria convinzione che il terrorismo gli portiualcosa e poi cancella i segni lasciati da sé stesso, dalla suancapacità a farsi strada, a competere nel mondo con gli altri. Eccaenire fuori l’insicurezza a dire la sua opinione, a contribuire alambiamento mondiale in favore del progresso, della costruttivitàdel miglior vivere sociale. Invece elimina questi suoi sogni e di

iflesso lo fa anche per quelle tracce lasciate dagli altri cheongono le linee della vita come un segmento di matita. Non è

etto poi che la sua opera distruttiva riesca nei confronti degliltri, perché affinché ciò si avveri è necessario che l’intero mondoa pensi come lui. Ma non potrà mai essere così perché l’esseremano, a differenza del terrorista, conosce i piaceri della vita eonserva sempre la capacità di ottenere le cose con l’impiegoella propria intelligenza costruttiva, con la vita sociale e solidale.

Ecco cosa il terrorista non sa. Domenico Bertuccio

Ma, l’intervista al figlio del boss mafioso tenuto in regime di 41is è apparsa agli occhi di molti e degli addetti ai lavori, come unungo monologo del giovane, di un figlio che ha una venerazionessoluta verso il padre mafioso. Per il quale, le morti vanno rispet-

ate, quelle dei giusti e quelle dei non giusti, degli assassini e deiorturatori di innocenti. Il conduttore ha sostenuto - in sua difesadi aver incalzato il giovane con domande scomode: ma a noi,on è apparso così. Anzi. L’intervistato ha parlato restando im-

mobile, come se il minimo guizzo di un muscolo potesse tradireiò che veramente gli passava per la mente mentre parlava e rac-ontava la favola della famiglia diversa ma governata da un veroomo e da una madre, donna forte e nello stesso tempo innamo-ata del marito. Questa è la vita che il giovane ha fatto e questa èaria che ha respirato giorno per giorno. Vero. Ma, e qui andiamol punto giornalistico, il compito dell’intervistatore - secondo noiera quello di non appiattire il racconto sul monologo del gio-ane Riina, e di ricordargli che ci sono figli di boss che purmando i loro padri - a differenza di questi - sono rimasti incen-urati. C’è il ragionevole sospetto che, in qualche modo, l’inter-istato abbia voluto affermare il ruolo di figlio del capo e, quindi,rossimo padrino. Forse il ragazzo - sostengono in molti - si sente

maturo, dopo aver dismesso il “piumino” Colmar per indossare laiacca grigia di buona fattura dei mafiosi che fanno le scalateelle aziende del Centro-Nord.La presidente della Rai ha dovutoare una secca dichiarazione visto il putiferio che questa intervi-ta ha scatenato. “Le notizie sono notizie, le storie sono storie. E vere di fronte un mafioso che spiega la vita quotidiana dei

mafiosi è certamente un documento. Ma poi ci sono le respons-

bilità e i contesti, c’è il servizio pubblico. E c’è la storia del nos-ro Paese e la ferita che la mafia rappresenta. La vittima e’aguzzino non possono avere stessa dignità di racconto a meno

di non considerare sullo stesso piano la mafia e chi lotta controa mafia”. Ma nelle riflessioni del giorno dopo ci sono molte cosehe ritengo insopportabili: dall’inizio alla fine Salvo Riina ha

dato un’intervista da mafioso…». Secondo noi la lunga intervistai Vespa non è da elencare tra i documenti che passeranno allatoria come pagina di “servizio pubblico”. Ma come un docu-

mento che lascerà ferite profonde nelle coscienze e nella moraleivile di questo Paese. Ed a spese della collettività che paga il ca-one Rai. Della serie, “Cornuti e mazziati”. Lisa Biasci

(segue da pag. 1) La protezione dei civili nei conflitti armati

iano. Mentre ci congratuliamo per la netta presa di posizione delGoverno sul caso Regeni, pensiamo ai soliti due pesi due misure

taliane... Il ministro Gentiloni, in questo caso, parla di non per-mettere che “la dignità dell’Italia sia calpestata”. Da quattro anni2 mesi, l’India continua a mantenere sequestrati due soldati

taliani, senza aver ancora individuato un capo di accusa nei loroconfronti, ben sapendoli innocenti essendo le munizioni repertareon corrispondenti a quelle in uso ai Marinai Italiani, scafo cheffonda ma l’Italia si preoccupa di recuperare relitti stranieri maon quello del peschereccio indiano, stranamente affondato nelorto (il motore però era stato tolto!) sul quale si avrebbe potutoonfrontare le traiettorie dei colpi finiti a bordo e tanto altro an-ora... Ma in questo caso, trattandosi di due miseri soldati e nonssendo coinvolta nessuna fazione politica, la dignità italiana noncalpestata! Dal canto suo, l’Egitto, ben conscio delle reazioni

taliane, sta prendendo le contromisure: ha ordinato 1000 camioni pannoloni, nel timore che, dal ridere, possano perdere quel liq-ido giallognolo male odoroso senza riuscire fare in tempo ad an-are al bagno! Vetriolo

(segue da pag. 1) “Canaglie e gentiluomini”

LETTERE AL DIRETTORE

l’opportunismo e dell’intrallazzo rievocando una buona partedelle vicende di corruzione e di deviazione che hanno ammor-bato l’Italia dal raggiungimento dell’Unità nazionale fino ai tempinostri. Per far questo si serve di quanto è stato oggetto di crona-che, inchieste giornalistiche, processi, sentenze ecc… accadutonel corso dei decenni. Tutti comportamenti devianti che hannoorigine dalla mala pianta della gestione del potere da parte dellegerarchie ecclesiastiche del Medioevo, che hanno fatto da trainoed esempio a tutti coloro che si sono trovati a gestire il poteredopo di loro. Alla devianza è poi seguita la scelleratezza, e Cosmonel descriverla non va per il sottile, riferisce impietosamentequanto risulta da documenti che, nella maggior parte dei casi, ri-mangono seppelliti in fascicoli e cassetti. Due sono i temi ricor-renti di questo percorso: la corruzione dei politici e la corruzionemorale della gerarchia ecclesiastica. In entrambi i casi vengonocitati i protagonisti, vengono individuate le complicità e vengonoadditati come malfattori tutti i responsabili. Particolare attenzione

viene riservata alle gerarchie ecclesiastiche, ritenute dall’autoreancor più condannabili per il particolare ambito nel quale com-mettono le loro nefandezze. Preti pedofili, porporati simoniaci evanitosi con tanto di nomi e cognomi sfilano nella galleria dellecanaglie, così come nomi e cognomi di “illustri” uomini politiciitaliani le cui cronache ci hanno deliziato per decenni e ci deli-ziano ancora. Di fronte a tutto questo spiccano nella galleria degliaducatori i Galantuomini, che in Italia ci sono stati e per fortunaancora ci sono. In questa galleria primeggiano Giordano BrunoGiovanni Bosco, Joe Pretosino, Gaetano Salvemini, GallaratiScotti, Buonaiuti, Padre Pio, Piero Calamandrei, Albert EinsteinAngelo Roncalli, Madre Teresa di Calcutta, Falcone e Borsellino,Pino Puglisi, Giuseppe Diana, Tonino Bello, Luigi Ciotti, LuigMerola, Malala Yousafzai. Ai principi della laicità Cosmo dedicaun intero capitolo rifacendosi a quel filone della cultura risorgi-mentale che origina dall’illuminismo francese e passa per Maz-zini, Cattaneo, Cavour, Bovio, Gobetti, Salvemini, i fratelliRosselli, Einaudi, Piero Calamandrei, Ugo La Malfa, ErnestoRossi, purtroppo sconfitto dall’arroganza cattoclericalcomunistache ha governato la Repubblica italiana nata dalla Restistenza dal1946 ad oggi. Questo di Cosmo Salvemini è un vero e propriolibro di educazione civica ad uso di tutti gli italiani, giovani emeno giovani, che navigano nella stragrande maggioranza nellaignoranza più crassa di nozioni di civismo. Dovrebbe circolare

nelle scuole e magari in dotazione alle biblioteche segnalandonel’uso a tutti gli insegnanti di educazione civica e cultura generaleLe Edizioni Movimento Salvemini che lo hanno stampato do-vrebbero fare questo sforzo, magari indicendo una sottoscrizionepubblica per la realizzazione di una edizione economica per stu-denti e biblioteche. Grazie, Cosmo, per questo tuo costante im-pegno laico. Gianfranco Paris (Direttore “Mondo Sabino”)

sione, tipicamente nostrana, di voler complicare e burocratizzare

ogni aspetto della vita sociale, e quella che definirei la mancanzadi etica sociale. In molti paesi, come quelli del Common Law, sisemplifica tutto a livello giuridico e burocratico, perché esiste unasorta di etica personale, ben radicata, che spinge ogni avvocato ogiornalistaa comportarsi con una certa responsabilità nei confrontidel pubblico e della società, senza doversi attaccare a un’obesitàdi regole e codici. Per rendersene conto basterebbe osservarecome gli avvocati lavorano nei tribunali: in Italia basano la lororetorica su un continuo citare di leggi e codici a memoria, men-tre in molti altri paesi prevale il discorso etico. Il popolo italiano,che ha sempre avuto bisogno della guida di turno, dagli impera-tori romani allo strapotere papale, fino ad arrivare al fascismo eall’odierna dittatura politica, ha bisogno anche di un rigoroso epesante codice di comportamento, proprio perché manca l’eticasociale, quell’unità culturale e mentale che non abbiamo maiavuto (ancora oggi basta vedere le differenze tra Italia del nord,centro e sud) e che potrebbe veramente liberarci dalla tiranniadelle lobby, della politica e delle banche. Se non ci fossero i varicodici, in particolare la deontologia del giornalista, in Italia si as-sisterebbe a un proliferare di ignoranti che si definirebbero “gior-nalisti” solo per il fatto di aver creato un blog online. Mentre inmolti altri paesi sono i giornalisti stessi a dotarsi di un codice per-sonale etico, in Italia sarebbe un caos ben peggiore di quello cheavvenne al tempo di Mani pulite, e ogni giornalista, vero o pre-

sunto che sia, si sentirebbe libero di scrivere qualsiasi cosa, anchefalsa. Il grande Indro Montanelli racchiudeva tutta la deontolo-gia del giornalista in un’unica e bellissima parola: onestà. Quel-l’onesta che purtroppo in Italia, salvo lodevoli eccezioni, mancada sempre. Una dittatura culturale, come quella sotto il Fascismo,sarebbe sicuramente pericolosa oggi, ma altrettanto lo sarebbeuna completa anarchia. Emiliano F. Caruso

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8/17/2019 l'Attualità Maggio 2016

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L’ATTUALITÀ, pag. 3N. 5 MAGGIO 2016  TEMATICHE INTERNAZIONALI E VARIE

SENZA LIBERTÀ DEL BISOGNONON ESISTONO ALTRE LIBERTÀIl tema dei rapporti tra etica e società, nelle sue molteplici declina-zioni (libertà, indipendenza, emancipazione…), sono sempre più cen-trali nelle riflessioni di sociologi, opinionisti e politici. Tuttiaffaccendati a dare una risposta – e, se possibile, una soluzione – alsovrapporsi dei fattori di crisi che minacciano la nostra esistenza.Giulio Giorello ha dedicato a questi temi il suo ultimo saggio inti-tolato semplicemente “Libertà” (Bollati-Boringhieri Editore). Gio-rello, che è stato allievo di Ludovico Geymonat, insegna Filosofiadella scienza presso l’Università degli Studi di Milano e collaboraalle pagine culturali del “Corriere della Sera”; ha curato l’edizioneitaliana del testo “Sulla libertà” di John Stuart Mill e ha scritto il libro“Senza Dio. Del buon uso dell’ateismo” (2010, Ed. Longanesi).Nelsuo ultimo saggio Giorello riprende appunto il progetto di ricerca diJohn Stuart Mill sulla natura e i limiti del potere che la società puòlegittimamente esercitare sull’individuo e pone l’accento su “un in-dividualismo che, lungi dall’essere sinonimo di egoismo, sia assun-zione consapevole e coraggiosa di responsabilità contro qualunqueimposizione da parte di chi vuole decidere per noi”. Ma il libro, nellasua prospettiva atea, non affronta le questioni centrali che stanno la-cerando la società contemporanea: ad esempio i problemi indottidallo sviluppo tecnocratico svincolato da ogni riferimento etico e mo-rale. Quest’ultimo aspetto è invece il tema del volume del cardinaleReinhard Marx “Può un’azienda permettersi la morale? Il mercatosenza frontiere e i suoi limiti” (EDB Editore). Il cardinale Marx, pre-sidente del COMECE (Commissione delle Conferenze Episcopalidella Comunità Europea), già dieci anni fa poneva la questione: ledemocrazie europee possono sopravvivere in un contesto che margi-nalizza la dimensione della virtù? Dieci anni dopo il dilemma è ilmedesimo, ma la crisi morde più forte e il cardinale rilancia la do-manda agli attori sociali: possiamo agire senza tenere conto della no-stra natura di soggetti morali? E il problema non è solo europeo, bastidire che, negli Stati Uniti d’America, la società più aperta e demo-cratica del mondo, nell’ultimo decennio i poveri sono cresciuti cin-que volte più della classe media e oltre venti milioni di americanivivono sotto la soglia di povertà. È quasi superfluo aggiungere che,senza la libertà dal bisogno, le altre libertà sono precarie, per nondire inesistenti, e la stessa autonomia dei parlamenti, la stessa libertàdi azione dei governi, diventano solo apparenti. E all’interno degliapparati statali si riproducono le stesse violazioni dei diritti e delle li-bertà che avvengono nel settore privato. Carmen Galoppo

VAROUFAKIS: “DEMOCRAZIAE PROSPERITÀ CONDIVISA”

Yanis Varoufakis, l’economista e politico greco divenuto celebreel corso del contrastato confronto per la concessione degli aiuticonomici al paese ellenico, sta promuovendo il suo movimentoenominato “DIEM25”, dove “DIEM” è l’acronimo di “Demo-racy in Europe Movement” (movimento per la democratizza-ione dell’Europa) e “25” è l’anno in cui tale obbiettivo dovrebbessere raggiunto. Nella seconda metà di marzo Varoufakis era a

Roma per la campagna promozionale e l’Huffington Post ha colto’occasione per intervistarlo. Vale la pena riportare qualchestratto dall’intervista per tentare di cogliere le dinamiche di unocenario economico ancora molto instabile che, a detta di nume-osi economisti (tra i quali lo stesso Varoufakis), rischia di di-entare insostenibile.Le istituzioni europee, secondo Varoufakis,on rappresentano democraticamente l’Europa e per questo pro-ucono politiche economiche sbagliate: “Quando nel 2009 è ini-

iata la crisi dell’euro, ogni summit europeo finiva con unaonferenza stampa in cui i grandi leader annunciavano le loro mi-ure per la crisi e prevedevano che in pochi mesi sarebbe finita.

Per poi ammettere, al summit successivo, che quello precedentera stato un fallimento”. Alla domanda: “Che alternativa pro-one?”, Varoufakis risponde: “Due cose essenziali per l’Europa.

La prima è il sogno di una prosperità condivisa. Dopo la crisi del-’euro, abbiamo permesso che ognuno pensasse per sé. Alla Gre-ia è stato detto: basta che paghi i debiti, non ci interessa se metàella popolazione è disoccupata. All’Italia è stato detto: non cinteressa della stagnazione. La seconda cosa è la democrazia,ompletamente annullata con la morsa che ha messo alle strette iloverno greco”. E alla domanda: “DIEM25 è un movimento di si-istra?”, Varoufakis ha precisato: “No, basta leggere il manife-to. A partire dal collasso del sistema economico iniziato nel 2008tiamo vivendo una crisi molto simile a quella del 1929: crolloelle garanzie comuni degli Stati, guerra, xenofobia. Stiamo vi-endo una nuova versione del 1930. Il dovere politico e morale ciice di mettere insieme i democratici di tutta Europa, indipen-entemente dalla nazionalità, lingua ed estrazione politica, quellii sinistra, destra, i progressisti, i liberali, i verdi, i marxisti… pervitare che l’Europa finisca in un abisso. Ecco cos’è DIEM25.

L’importante è condividere quattro o cinque motivi per cui l’Eu-

opa si sta disintegrando e come reagire a questa crisi. Stiamo cer-ando di fare quello che la generazione dei nostri nonni non èiuscita a fare nel 1930”. Carmen Galoppo

LA POVERTÀ È VOLUTA DALLE LOBBYLa Caritas lancia l’allarme: l’ottanta per cento dei bambini ap-partenenti a famiglie povere rischiano di “ereditare” la povertàanche da adulti. Il dato, che si riferisce alla penisola ibericaemerge da uno studio commissionato dalla Caritas a un istitutodi ricerca spagnolo: la “Findación Foessa” . Gli autori dello stu-dio ritengono che la responsabilità di tale situazione debba ri-condursi ad un modello di tutela sociale che punta sulla difesa delsettore produttivo a scapito dell’infanzia e della famiglia, chesono ormai diventate le “cenerentole” delle politiche pubblicheLe percentuali citate sono decisamente inquietanti: il tasso diesclusione sociale nei nuclei familiari in cui vi sono dei mino-renni si avvicina al 30 per cento, e arriva al 44 per cento quandole famiglie hanno tre o più figli. Si riduce invece al 16 per centoin assenza di bambini. In buona sostanza, un profondo divario tranuclei familiari con o senza figli, che è tre volte più grave rispettoalla media dei paesi europei. Secondo le correnti economiche piùin voga, sostenute dalle lobby di potere e dalle istituzioni tran-snazionali, mercato e welfare sarebbero tra loro incompatibiliMa molti economisti non la pensano così, e ritengono, all’opposto, che lo Stato sociale sia una precondizione per l’esistenza demercato, perché ammortizza i rischi che derivano dall’economiaglobalizzata. E i sociologi sottolineano ancora un altro dato: ilcrollo demografico in Europa, determinato anche dall’assenza dipolitiche familiari, che costituisce un ulteriore impedimento allacrescita. Per tornare alla situazione spagnola, il problema sopra ci-tato si spiega con una serie di fenomeni strutturali (livello di studi,situazione lavorativa, reddito, occupazione) che determinano unaspirale in cui un fattore negativo alimenta l’altro, facendo cre-scere l’esclusione sociale. E in Italia? Secondo il Rapporto Cari-tas 2015 sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia, il nostropaese è “segnato da fenomeni di sofferenza sociale che si vannodiversificando”. Il 14,2% della popolazione non riesce a soddi-sfare in modo stabile l’esigenza di un pasto adeguato, con un in-cremento record del 130% in 5 anni. Una situazione allarmanteconfermata dai 6 milioni di pasti erogati nel 2014 da 353 mensediocesane, e dai 3.816 centri di distribuzione viveri, promossi da186 Caritas diocesane, che si fanno carico di un vasto fabbisognoalimentare di persone e famiglie, italiane e straniere. Silvia Iovine

ANDREA BOCELLI:IL VALORE DELLA FEDEAndrea Bocelli, il più famoso cantante italiano nel mondo (havenduto più di 80 milioni di dischi), si è recato nel mese di marzoin Polonia per tenere un concerto nella città di Danzica. In quel-l’occasione è stato intervistato da Wlodzimierz Redzioch, un gior-nalista polacco che ha fatto parte per lunghi anni dello staffromano di Wojtyla. Nell’intervista, pubblicata dal periodico po-lacco “Niedziela”, Bocelli ha parlato della sua infanzia, della car-riera, della musica, della fede, e ha rivelato una circostanza ineditadella sua biografia. I medici avevano consigliato a sua madre diabortire, perché c’era il rischio che il bambino nascesse con deiproblemi. Ma la signora Edi non diede loro ascolto e portò avantla sua gravidanza difficile. Grazie a questa coraggiosa decisionenel 1958 è nato Andrea, che all’età di 12 anni ha perso la vistama è stato compensato dal destino con una bellissima voce che hadeterminato il corso della sua vita. “Ho ritenuto di rendere pub-blica questa memoria – ha dichiarato l’artista – per dare una scin-tilla di speranza a tutte quelle donne che, per motivi diversi,devono difendere la vita che portano in grembo”. “Il mondo dioggi è sempre più secolarizzato ma lei riscuote interesse cantandola musica sacra – ha osservato l’intervistatore. “Come spiega que-sto fenomeno?”. “L’uomo ha sempre bisogno del sacro”, ha ri-sposto Bocelli. “Senza il sacro l’esistenza sarebbe vuota, unatragedia annunciata. Interpretare la musica sacra costituisce perme una forma di preghiera. La musica può essere un’esperienzamistica…”. “Da dove nasce la sua fede?” ha domandato Red-zioch. “La mia fede nasce in età adulta – ha spiegato Bocelli –quando alcuni interrogativi esistenziali hanno assunto un carat-tere impellente. Ho compreso che ogni nostra scelta ci mette di-nanzi a un crocevia che porta verso direzioni opposte: da unaparte il bene, dall’altra il male. E il primo bivio è proprio quellofra il credere e il non credere. Pensare che la vita sia governata dalcaso contraddice la logica. La fede è un dono inestimabile che hocercato di custodire e sviluppare, e che mi sostiene ogni giornoNon penso affatto che sia in contrasto con la ragione…”. “Da po-lacco – ha domandato infine Redzioch – vorrei chiederle: come ri-corda Giovanni Paolo II?”. “Ho avuto l’onore di cantare dinanzia questo grande Pontefice – ha risposto Bocelli – e lo ricordocome un Papa che ha cambiato la storia, uno spirito superiore cheha rappresentato in vita il collegamento tra l’esistenza terrena e iltrascendente”. Silvia Iovine

PERSECUZIONE RELIGIOSA:UN DRAMMA D’OGNI TEMPO

Un convegno tenutosi a Roma lo scorso 18 marzo ha ripropostoil tema, di drammatica attualità, delle persecuzioni contro i cri-stiani. Il secolo XX è stato denso di fenomeni persecutori. Du-rante la seconda guerra mondiale morì per mano dei nazisti ungrande numero di preti, suore e religiosi. Diversi sacerdoti di-vennero deportati e uccisi nei campi di concentramento, tra i qualiMassimiliano Kolbe. La persecuzione dei cristiani fu una co-stante anche dei regimi comunisti, iniziando in Russia nel 1917per poi proseguire in tutti i paesi della cortina di ferro. Ai cristianidi quei paesi, costretti alla clandestinità, si usava riferirsi conl’espressione “Chiesa del silenzio”. Oggi il fulcro della persecu-zione è diventato il Medio Oriente. Il convegno citato in aperturas’intitolava infatti: “La Colletta del Venerdì Santo e il grido deifratelli del Medio Oriente”. Organizzato a cura della “FondazioneTerra Santa”, il convegno ha visto la presenza, tra gli altri, delcardinale Leonardo Sandri, prefetto per la Congregazione delleChiese orientali, e di padre Jacques Murad, il sacerdote sirianorapito dai terroristi dell’Isis e fuggito dopo cinque mesi di pri-gionia. “Essere perseguitati è condizione dei cristiani in ognitempo”, ha detto il cardinale Sandri. “La persecuzione va intesanel senso evangelico di testimonianza che può giungere fino almartirio”. Il porporato ha ricordato con accenti commossi l’ucci-sione, avvenuta di recente, di quattro suore della Casa della Ca-rità di Madre Teresa nello Yemen. “Il loro sangue – ha dettoSandri – si confonde al sangue innocente di tanti profughi”. Inquesto clima drammatico si sviluppa l’iniziativa della Santa Sedeispirata alla “diplomazia dell’incontro” di Papa Francesco che, inaltre aree del mondo, ha ottenuto risultati straordinari. PadreMurad ha testimoniato la sua tragica esperienza: “Era impossi-bile dialogare con i carcerieri. Uno dei terroristi puntando la suaarma contro la mia faccia mi ha chiesto della Trinità e della cro-cifissione di Cristo. Io gli ho rivolto un lieve sorriso dicendo chenon ricordavo più nulla!”. L’episodio descrive il clima instauratodai rapitori durante la prigionia. “È stato molto differente il rap-porto con gli altri prigionieri”, ha sottolineato il sacerdote. “Moltierano musulmani. C’era solidarietà tra noi”. Padre Murad non sisorprende: “In Siria, per 1400 anni, cristiani e musulmani hannovissuto in pace. L’attuale presenza degli integralisti terrorizza glisciiti che, in molti casi, hanno abbandonato i loro villaggi invasidalle milizie dell’Isis”. Silvia Iovine

TROVATO UN ACCORDO SUL CLIMAgrandi della Terra, ben 195, hanno partecipato, all’ombra della torre

Effeil, alla riunione internazionale per trovare un accordo sul clima.L’accordo è stato raggiunto, però non entrerà subito in vigore, ma fra

anni. E’ stato stabilito che i gas ad effetto serra emessi non do-ranno essere superiori a quelli che possono essere assorbiti daceani e foreste. Ogni 5 anni ci sarà una verifica dell’applicazione,erò la prima sarà effettuata nel 2025. Dopo 40 anni si è fatto unasso avanti. A Kioto nel 1997 e a Copenaghen nel 2009 si parlò dina decisa svolta in materia e si sprecarono tanti auspici, poi sap-iamo com’è andata. E’ stato stabilito nella storica riunione di Parigihe il riscaldamento della Terra dovrà essere contenuto sotto i 2 gradientigradi e non deve superare la soglia di 1,50. La Cina non volevaderire all’intesa suddetta, ma poi ha aderito apponendo la sua firma,

ma ha allungato la scadenza fino al 2030 con l’impegno a bloccareaumento dell’emissioni di gas. I Paesi del Nord imputati principaliel surriscaldamento terrestre, dovranno versare ai Paesi poveri 100

miliardi di dollari all’anno, però tali Paesi ricchi apriranno la loroorsa soltanto dal 2020. Sono state poste le basi per una radicale in-ersione di marcia, seppellendo l’energie fossili, dapprima petrolio,oi carbone e gas, per passare all’energie pulite. Poiché la Terra avràa “medicina” con tanti anni di ritardo sarà un “malato” grave. Si

ono verificati negli ultimi 20 anni 6.457 disastri naturali, che hannounestato, purtroppo, 5 Paesi: Cina, India, Filippine, Indonesia e StatiUniti. Il clima “malato” sta uccidendo da 20 anni 82 persone al

iorno per le catastrofi ambientali, per un totale di 600 mila vittime,enza contare le vittime dei cicloni, alluvioni, tsunami, tempeste,aldo eccessivo e siccità epocali. Si prevede che nel 2050 moltissimeersone (da 50 a 200 milioni) saranno costrette ad abbandonare i loro

Paesi per le avversità ambientali. Mario Coletti

LA TRISTEZZA INDIVIDUALISTICADELL’OCCIDENTE

A tre anni dalla sua elezione al soglio pontificio, Papa Francescoesta sentimenti contrastanti: amatissimo dalla gente, che vede inui una promessa di giustizia all’insegna della parola di Dio; in-iso alle élite laiche ed ecclesiali, che vedono in lui una minacciagli interessi e ai poteri consolidati. Per capire la “pastoralità” diuesta grande figura di pontefice, che non è “di destra” né “di si-istra” e sta cambiando il volto della storia di inizio millennio,’agenzia di stampa cattolica Zenit ha intervistatoMassimo Bor-hesi, professore di Filosofia Morale all’Università di Perugia.

Papa Francesco è “un pontefice che spariglia le carte, che eludeutti gli schemi”, ha spiegato il docente. Nei suoi tre anni di pon-ificato ha rimesso al centro “la dimensione dell’incontro tra Diol’uomo, dalla quale scaturiscono evidenti conseguenze anche a

ivello di magistero, di pastorale e di attività diplomatica dellaChiesa. La sua ‘teologia del popolo’ sorge nel contesto dell’Ar-

entina degli anni ’70, come risposta cattolica alla teologia dellaivoluzione. Non si tratta di una posizione ideologica ma del ra-icarsi della fede nella mistica popolare, in una tradizione cri-tiana vivente che la Chiesa istituzionale non può disconoscere,ena rimanere formalistica e astratta. Il cristianesimo, per sua na-ura, si comunica nella concretezza del vedere-udire-toccare-bbracciare. Una conseguenza di ciò è la semplicità delinguaggio, che non si limita ad istruire ma vuole coinvolgere iluore. Vuole porre in relazione Dio con coloro che ascoltano. Dioensibile al cuore: questo è il cristianesimo per Bergoglio”. E adna successiva domanda sulla presunta discontinuità di Francescoon i suoi predecessori, Borghesi così risponde: “In realtà vi è unilo rosso che collega Bergoglio a Ratzinger, ed è dato dalla per-ezione che il cristianesimo, in un mondo sempre più neo paga-eggiante, può riaccadere solo come ‘incontro’. È il punto che

Ratzinger e Bergoglio condividono con due grandi maestri edducatori cristiani del XX secolo: Romano Guardini e Luigi Gius-ani. L’ottica pastorale dei due Papi è quindi la stessa. Diverso è,emmai, lo stile. Il riserbo e la timidezza di Benedetto sono di-ersi dalla fisicità abbracciante di Francesco. Nella ‘Evangeliiaudium’, Francesco scrive che il grande rischio del mondo at-uale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, èna tristezza individualistica. Ecco: l’Occidente è viziato da unaristezza individualistica”. Silvia Iovine

 Intervista alla Prof. Anna Rossi 

OLTRE LA PSICHIATRIZZAZIONE DELL’ESISTENTE:UNA NUOVA PRATICA POLITICA DEL GIUSTO E DELL’INGIUSTO

MB: Ci si può chiedere se l’antipolitica non sia il prodotto di ciò che la prima vorrebbe criticare. Professoressa Rossinel conversare con lei si rivela man mano la portata critica delle sue osservazioni. Esse, attaccando lo spirito dogmaticopresente nella politica come nell’antipolitica promettono di dischiuderci i veri centri del potere – il Palazzo di cristallodei colletti bianchi (informatizzato e digitale). Che cos’è la giustizia per lei?AR: La parola giustizia ha due significati assai diversi, riconducibili a due parti dell’uomo. Quando due persone, o dueStati, rivendicano qualcosa, a entrare in gioco non è la parte profonda, il cuore, lo spirito di un popolo, la parte che siaspetta sempre del bene, la parte infantile diceva Simone Weil negli scritti londinesi dei primi anni Quaranta, ma quellacattiva. Lui non avrà una porzione di torta più abbondante della mia, sarebbe un’ingiustizia! Il ragazzino che sorvegliageloso il fratello in tale luce cede a uno stato d’animo generato da una parte di sé superficiale. Se facciamo confusionqui non potremo mai misurare l’ingiustizia, e dunque conoscere e praticare politicamente la giustizia. Quando possiamoessere sicuri che c’è ingiustizia? Ogni qualvolta sorge dal fondo di un cuore umano il lamento infantile: “Perché mi vienefatto del male?” Guerre, mercificazioni, stupri, torture, bambini violati, non sono mai giustificate ma solo a questo livelloLe nostre giustificazioni razionali, o i nostri silenzi davanti agli strappi della dignità, solo interrotti da qualche boato - lochiamano intelligente, smart-bomb -, ce ne rende alleati: sostenitori della “sfera pubblica non statale” che da convalescenti

 – oggi si direbbe “malati psichiatrici cronici” - vogliam solo modificare… perché non ci disturbi troppo. In fondo a di-sturbarci è la stessa parte infantile di noi che grida: no e poi no! No al percorso guerrafondaio in atto e di cui, in fondo

non possiamo non dirci complici. Nessun maquillage, solo il bisturi affilato, per tagliare di netto le radici del male. Non possiamo non dirci complici della tendenza a tutta prima fondamentale del nostro tempo, sì, ma – attenzione - in modoprofondamente diverso da quel non possiamo non dirci cristiani di cui avevamo parlato in un nostro precedente appun-tamento con questa serie di discussioni sul cannibalismo finanziario internazionale. Torneremo sul rapporto tra geopoli-tica e cristianesimo, e alla domanda sull’ingiustizia e il male. Quel che più importa ora per noi è ammettere che occorreuna ricerca seria di questo sradicamento, e così delle sue radici, una ricerca – si badi - che sia ipso facto una rivolu-zione… Michele Bianchi

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L’ATTUALITÀ, pag. 4 N. 5 MAGGIO 2016 TEMATICHE ETICO-SOCIALI

VALIDITÀ DELL’ECONOMIA SOCIALEn un articolo pubblicato su “Repubblica”, intitolato “Come in-affiare la rosa appassita del riformismo”, il giornalista Ezio

Mauro riassume i termini della grave crisi contemporanea. “Laosa perde i petali l’uno dopo l’altro” – scrive Mauro parlandoel crollo di consensi del socialismo – e quei petali hanno via viaerduto il loro colore e il profumo”. Ma anche la destra tradizio-ale soffre di una crisi parallela e simmetrica: “Crescono soltantoli opposti populismi e la rabbia ingrossa le fila dei delusi”. Que-ta vicenda – ricorda Mauro – è cominciata nel 2007 quandosulle democrazie dell’Occidente si sono abbattute tre crisi con-entriche: crisi delle banche, del debito e della crescita. Negli ul-imi anni si sono aggiunte due emergenze epocali: l’onda lungaei migranti e la sfida del Califfato che ha annunciato guerra al-’Occidente. Ne deriva un sentimento di insicurezza e di sfiducia,o smarrimento di ogni senso di cittadinanza. Scopriamo terro-izzati che tutta l’impalcatura culturale, istituzionale e politica chevevamo costruito nel dopoguerra è entrata in crisi”. Per frenareuesto collasso sistemico, Ezio Mauro propone “un modello eco-omico europeo di cui siamo scarsamente consapevoli: l’econo-

mia sociale di mercato, che libera l’iniziativa economica capacei produrre lavoro e ricchezza, con la mano pubblica incaricata di

mantenere l’equità del sistema, realizzando quel capitalismo conorrezioni sociali che è stato una risposta concreta alle vicendeel fascismo e del comunismo”. Un’analisi indubbiamente utileuella del giornalista, ma a questo proposito occorre ricordarehe, già negli anni Novanta, molto prima che scoppiasse la crisi,ra stato elaborato un modello di pensiero che queste cose leveva previste e concettualizzate: la dottrina sociale della Chiesa.criveva infatti Giovanni Paolo II nell’Enciclica “Centesimus

Annus” (1991): “Si può forse dire che, dopo il fallimento del co-munismo, il sistema sociale vincente sia il capitalismo? La ri-posta è ovviamente complessa. Se con ‘capitalismo’si indica unistema economico che riconosce il ruolo dell’impresa, del mer-ato, della proprietà privata, della libera creatività umana nel set-ore dell’economia, la risposta è certamente positiva, anche seorse sarebbe più appropriato parlare di ‘economia d’impresa’ oemplicemente di ‘economia libera’. Ma se con ‘capitalismo’ sintende un sistema in cui la libertà nel settore dell’economia noninquadrata in un solido contesto giuridico che la metta al servi-io della libertà umana integrale e la consideri come una partico-are dimensione di questa libertà, il cui centro è etico e religioso,

llora la risposta è decisamente negativa”. Carmen Galoppo

segue da pag. 1) Una lezione di civiltà......

ano da soli. Oltre 200 mila società, fondazioni, trust con sede in 21 paradisi fiscali sparsi per il mondo, dai Caraibi ai mini Stati del Pacifico, da Cipro fino al deserto del Nevada, negli Stati Uniti. Eoi decine di migliaia di clienti, cittadini di 200 Paesi diversi, tra cui politici, uomini di spettacolo, imprenditori, sportivi. I nomi degli italiani citati nell’archivio, sono circa 800. I file riguardano ope-azioni che vanno dal 1977 fino alla fine del 2015. E offrono un resoconto inedito sulla gestione di grandi flussi di denaro attraverso il sistema finanziario globale, soldi che a volte sono il frutto del-’evasione fiscale, della corruzione o anche del crimine organizzato. La maggior parte dei servizi offerti dall’industria dell’offshore è infatti perfettamente legale se usata nel rispetto delle leggi eichiarata al Fisco. Ma i documenti esaminati dall’Icij mostrano che banche e studi legali non avrebbero seguito le norme che permettono di individuare i clienti coinvolti in attività illegali. Nei docu-

menti compaiono società offshore che riconducono alla cerchia degli uomini più vicini al presidente russo Vladimir Putin. C’è il presidente ucraino Petro Poroshenko e pure il padre, deceduto nel 2010el primo ministro britannico David Cameron, che in patria si è lanciato in una campagna politica contro l’evasione. Sin qui L’Espresso. Aggiungiamo, però, nulla di nuovo sotto il sole! Abbiamo lettol libro di Nunzia Penelope “Caccia al tesoro“(Editore Ponte Alle Grazie - giugno 2014) che racconta i retroscena del colossale furto planetario dell’evasione fiscale, un bottino senza precedenti. Spic-iolo più spicciolo meno, stiamo parlando di circa trentamila miliardi di dollari: il doppio della ricchezza prodotta ogni anno dagli Stati Uniti o dall’Europa, venti volte quella prodotta in Italia. Questa

massa di denaro, sottratta alle casse di tutti i paesi, appartiene soprattutto a quattro soggetti: le grandi multinazionali, le banche, gli evasori fiscali e il crimine. Tutti, sia pure con modalità differentiappresentano i clienti ideali dei paradisi fiscali: un mondo parallelo le cui dimensioni non sono mai state calcolate, ma che si ritiene contenga oltre un terzo di tutta la ricchezza privata globale. Unaicchezza esentasse che produce reddito a sua volta non tassato. E basterebbe questo per spiegare il successo crescente del sistema definito offshore: letteralmente “in mare aperto”, tecnicamente “ser-izi finanziari a non residenti”, in sostanza porti franchi privi di controlli... Nessun Paese infatti è vergine: Londra è considerata la capitale mondiale dei ricchi ma anche del riciclaggio… l’America di

Barak Obama ha in casa il Delaware, uno dei più blindati paradisi del mondo. Quanto all’Europa, non c’è nemmeno bisogno di viaggiare fino alle isole Cayman: basta rivolgersi all’Irlanda, all’Olandal Lussemburgo, per trovare accoglienza ai capitali in fuga dal fisco… Questa la sintesi stringata del libro di Nunzia Penelope. Venendo all’Italia, dopo l’inchiesta “Mani Pulite” (iniziata il 17 febbraio992), il cui volume di affari illeciti fu quantificato dai vari processi in 630 mila miliardi di lire, ritenuto però un decimo della tragica realtà, con i grandi scandali che hanno cadenza quasi quotidianaediamo che il malaffare è diventato regola, implementato e agevolato da leggi morbide come anche da condoni e scudi che legalizzano l’evasione e il riciclaggio da parte del malaffare. Come abbiamoià scritto su questo tema, non tutti sanno che la metà di quello che guadagnamo, annualmente, costituisce ciò che lo Stato italiano preleva ai contribuenti (per bene) e che abbiamo il non invidiabilerimato del prelievo fiscale più alto in Europa; però tutti sanno, per diretto riscontro, che i servizi offerti dallo Stato e pagati con le tasse sono quasi sempre molto scadenti, per cui si è costretti a repe-ire e comprare gli stessi servizi dal mercato privato, mettendo così due, se non tre volte, la mano al portafoglio! Molti altri, ancora, non hanno contezza che la nostra pressione fiscale è superiore diltre cinque punti percentuali rispetto a quella della Germania. Ad arricchire tale vergognoso quadro, ben sette condoni dal 1973, uno ogni quattro anni. A questo si aggiunge anche la perla dello Scudo

Fiscale attuato ben tre volte, con leggi del 2001, 2003 e 2009. Perché si chiama Scudo? Semplice, perché è una protezione contro il fisco rapace e le pretese esose dello Stato rapinatore nei confrontel “povero” evasore. Si condona, secondo la Legge, chi ha portato quattrini all’estero, sia lecitamente guadagnati, sia non. Bene, come fare? Basta rivolgersi ad un intermediario, quale una banca, unaocietà di intermediazione, di gestione del risparmio, un agente di cambio etc. L’evasore, quindi, consegna all’intermediario i suoi soldi provento di reato (perché è reato esportare clandestinamente soldill’estero) e riceve, in cambio, una dichiarazione riservata senza nome o altre informazioni utili alla sua identificazione, che viene comunicata al fisco al quale viene corrisposto appena il cinque perento prelevato dal conto del cliente-evasore. Concludendo, una soluzione ci sarebbe, in primis per l’Italia, e poi per tutti gli Stati interessati al nuovo scandalo dei paradisi fiscali, cioè l’obbligo per i cit-adini di indicare nella dichiarazione dei redditi qualsiasi rapporto bancario, non solo sui conti, ma anche su valute, cassette di sicurezza, deposit i, e titoli ovunque detenuti, anche alle Cayman o in Sviz-era o altri lontani siti, dove sappiamo galleggiano molte migliaia di miliardi di dollari ed euro che andrebbero subito tassati del 100 per cento. Il tutto, ovviamente, normato con previsione di adeguateanzioni penali. Non c’è tempo da perdere! Raffaele Vacca

segue da pag. 1) Lo scandalo dei “paradisi fiscali”

rezzate per bambini, sentieri ghiaiosii, cestini per i rifiuti. Gli stessi edifici abitativi erano contor-ati da giardini condominiali con aiuole fiorite, inframmezzate da g*iovani pini, e da piante di rose.

Con il passare del tempo, il verde pubblico è stato sempre più abbandonato all’incuria, il prato co-parso di escrementi canini, di vetri taglienti di bottiglie, di barattoli di bibite, di sacchetti di im-mondizia abbondonati negli angoli. Le panchine sono divenute inutilizzabili, poichè dei vandali

anno divelto le assi principali, impossibile sedersi in un tale degrado! Nei mesi estivi, il giardinoituato tra via Ciamarra e via Stefano Oberto è divenuto letto a cielo aperto di barboni e extra co-

munitari, che la mattina presto si lavavano all’unica fontanella del posto. E’ stato grazie all’inizia-iva di un gruppo di volenterosi cittadini residenti che è stato posto fine a tale situazione. Ogniabato o domenica mattina, a turno, dei volontari hanno ripulito di erbacce, vuoti di birra e di pro-umati bisognini animali il giardino. Hanno potato e seminato nuove piante che hanno reso quel giar-ino pubblico addirittura spettacolare. A Natale è stato persino addobbato un alberello, con luciolorate. Simpatici cartelloni hanno evidenziato “Non fare lo struzzo raccoglila” con il disegno ca-icaturale dell’uccello, riferendosi ai padroni dei cani, che troppe volte dimenticano di raccogliere.

Gli inquilini degli edifici che affacciano sul giardino, vigilano che nessuno rovini quel pezzetto dierde così ben curato. I cittadini, circa una sessantina, si sono anche tassati e hanno provveduto aimettere in sesto le panchine. Sono stati acquistati dei bidoni per raccogliere rifiuti, opportuna-

mente legati con catene ai tronchi. Passeggiare per quel giardino è ora divenuto un piacere e sem-ra un miracolo. Le piantine crescono rigogliose, in spazi circoscritti da sassi bianchi..Nei lavoriintervenuta anche una nota ditta di ferramenta. Via Ciamarra, un altro pezzetto di verde pubblicobbandonato, è ora irriconoscibile. Vasi debitamente ordinati in una piccola libreria colorata diiallo, erba accuratamente ripulita e nuove piante di grossi arbusti. E’ da anni che non si era vistana mobilitazione così ben organizzata; colpisce soprattutto il senso civico che ha contraddistintouesta splendida iniziativa. Unico neo è un mazzo di fiori bianchi legati ad un tronco, lì nel mesei maggio un giovane extra comunitario disperato si è tolto la vita impiccandosi. Cristina Di Maio

Un assenso ripetuto per ben cinque volte che non lascia nessun dubbio: Marco Pantani non era do

pato, il 5 giugno 1999 a Campiglio è stato messo fuori gioco sulla base di analisi contraffatte cheindicavano un livello di ematocrito al limite consentito (51,9% contro il 50% accordato allora dallenorme dell’Uci, la federciclismo mondiale). A confermare il complotto anche le dichiarazioni di An-tonio La Torre. L’ex boss di Mondragone, in passato braccio destro di “mammasantissima” campanicome Antonio Bardellino e poi di Francesco “Sandokan”, agli inquirenti fa addirittura dei nomi benprecisi. Quelli di tre capiclan detenuti al 41 bis. Il pentito racconta di aver avuto modo di parlarein tempi diversi, con Luigi Vollaro di Portici, Angelo Moccia di Afragola e con il casalese France-sco Bidognetti, e di aver avuto da loro la conferma che, non solo Pantani era stato fatto fuori dal Giroper volere dei clan operanti a Napoli, ma che a organizzare tutto potevano essere stati solo i Mallardodi Giugliano, grazie ai loro poteri decisionali nell’Alleanza di Secondigliano. «Finalmente qualcunoè riuscito a fare un buon lavoro, erano anni che cercavo e leggevo ovunque per conferme. Mio fi-glio l’aveva detto subito: a Campiglio mi hanno fregato, ma nessuno gli ha mai creduto», commentapiena di speranza mamma Tonina che non smette di lottare e combattere per un figlio che nessunogli potrà mai ridare. Mentre l’avvocato Antonio De Rensis dal canto suo, fermamente convinto chequesta storia riguardi tutti, nessuno escluso, auspica che quella della famiglia Pantani diventerà pre-sto la battaglia di tutto il ciclismo: «la probabile alterazione del finale del Giro d’Italia del ‘99 nonrappresenta soltanto l‘inizio della fine della vita di Marco Pantani e la distruzione di un grandissimoe amatissimo atleta ma un’irreparabile offesa al ciclismo, ai milioni di appassionati, alla Federa- zione e agli organizzatori». E a quanti lo esortano a lasciare riposare in pace Marco risponde «certo,ma avendogli dato giustizia e libertà, dobbiamo ridargli ciò che gli è stato strappato». Intanto aForlì arriva la notizia che, qualora l’impianto dei pm venisse accolto, si aprirebbe la strada per la giu-stizia civile e sportiva, con la possibilità di cambiare la storia di quel 5 giugno 1999. Ivan Gotti, vin-citore della corsa, si è già detto disposto a rinunciare a quel titolo. Federica Sciorilli Borrelli

(segue da pag. 1) Così la camorra fermò la “corsa rosa” di Marco Pantani

QUANDO I SOCIAL SONO “MEZZO” DI LEZIONE CIVILEHo cercato in rete le parole con cui il signor Antoine Leiris si è rivolto su Facebook ai terroristi che al Bataclan a Parigi, il 13 no-embre scorso, hanno ucciso sua moglie. «Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madrei mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio perl quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore.

Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che iovessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una bat-aglia persa. L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella comeuando mi innamorai perdutamente di lei più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vitto-ia, ma sarà di corta durata. So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel qualeoi non entrerete mai. Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo daedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena diciassette mesi e farà merenda come ogni giorno e poiiocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perchéoi non avrete mai nemmeno il suo odio». Questi, a parer nostro, sono documenti che passeranno alla Storia e che forse inconsape-olmente hanno scritto altissime pagine di coraggio. L’orgoglio civile di chi sta dalla parte dei giusti. Perché di fronte al male, tuttioi sappiamo schierarci dalla parte di chi sa essere migliore. Senza sé e senza ma. Lisa Biasci

PSICOPATOLOGIA DELLA CRISI ECONOMICARischiamo una “lost generation” ha detto recentemente il presi-dente della Bce Mario Draghi. Una “generazione perduta”:quella dei giovani che si affacciano oggi al mercato del lavorosenza trovare uno sbocco e che, fra qualche anno, saranno fuoridal mercato del lavoro senza esserci mai entrati. Ma un limite cheaccomuna i governi e le grandi istituzioni di tutto il mondo èquello di indicare i sintomi senza mai risalire alle cause. Que-st’ultima funzione viene svolta invece da scrittori, economisti e li-beri pensatori che cercano di dare una risposta allo sdegnocrescente di un’opinione pubblica sempre più angosciata. Recen-temente è stato pubblicato un libro scritto da Isabella Merzagora,Guido Travaini e Ambrogio Pennati: una psicologa, un giurista euno psichiatra. Il titolo è emblematico: “Colpevoli della crisi?Psicologia e psicopatologia del criminale dal colletto bianco”(Franco Angeli Editore). Secondo gli autori, la crisi economicainternazionale dipende in buona parte dal fatto che ai vertici delle

grandi aziende e delle società di consulenza vi sono personalitànarcisistiche e spregiudicate, prive di ogni sentimento etico. Ego-centrismo, assenza di empatia, tendenza alla manipolazione, inca-pacità di rimorso: quelli che emergono dal libro sono dei veri epropri profili psicopatici. Gli autori si rifanno alla definizione di“white collar crimes” (crimini dei colletti bianchi) coniata nel se-colo scorso dal criminologo americano Edwin Sutherland: una ca-sistica assai vasta che spazia dalla corruzione alla frodecommerciale, dalla truffa alla bancarotta fraudolenta. Forme di de-vianza che sono proprie di dirigenti, politici e manager. Assai inte-ressante è l’analisi dei meccanismi giustificativi che vengonoaddotti quando i criminali sono scoperti: si minimizza il danno, sinega che le vittime siano tali, si negano le responsabilità, si ricusanoi giudici… comportamenti accomunati dall’idea che il fine giusti-fichi i mezzi e che gli altri siano solo degli strumenti per i propriscopi utilitaristici. Sono comportamenti socialmente censurabili chenascondono spesso una grande fragilità interiore, rivelata dalla in-stabilità nei rapporti, dalla paura dell’insuccesso, dall’ansia e dal-l’insicurezza che pervadono personalità complesse, che nascondonola malattia mentale dietro una maschera. Decisamente un’analisiinteressante. E che induce a pensare. Perché oggi, a causa di que-sti “criminali finanziari”, di questi psicopatici occulti, tutto il si-stema socio-economico è a rischio, con un “effetto domino” che

potrebbe propagarsi in tutto il mondo. Carmen Galoppo

QUALE EDUCAZIONE OGGIPER LA PERSONA NELLA NOSTRA SCUOLA ?

Normalmente si pensa che nell’educazione sia centrale la persona del-l’educando e che, quindi, nella scuola sia centrale la figura dell’alunnoo dello studente. La cosa ha una sua verità, dato che nella scuola si cercala verità e la si trasmette alle nuove generazioni per la loro maturazionecompleta. Questa centralità dell’educando è stata riscoperta anche nellacultura cattolica tramite le correnti del personalismo cristiano del Nove-cento e, dopo il Concilio Vaticano II, la centralità della persona “princi-pio soggetto e fine della società” ha ulteriormente accentuato questaimpostazione. Come si dice che la società è per la persona, si tende anchea dire che la scuola, che è come una società in piccolo, è per l’educandoMa l’educando per chi è? Qui si dividono due modi molto diversi di in-tendere la scuola. La Chiesa cattolica ha sempre sostenuto che la per-sona è per Dio e che, quindi, il fine ultimo della società lo si persegueordinandola a Dio in tutte le sue dimensioni. Così è anche per la scuola.Anch’essa deve essere ordinata a Dio, che deve avervi un posto centraleSolo in questo modo può essere perseguito anche il bene dell’educandoche non è il fine ultimo. Si va invece imponendo la visione opposta: se

la scuola ha come fine la persona, Dio non può trovarvi posto o, co-munque, avrà un posto laterale e secondario ma non centrale. Il perso-nalismo educativo ha quindi prodotto delle conclusioni non previste, hafavorito l’allontanamento di Dio dall’educazione ponendo al primo postola persona. Ma in questo modo anche questo obiettivo è diventato im-possibile perché senza Dio la persona non sa chi è, gli educatori nonsanno chi sia l’uomo che essi devono educare. Si sono così configuratidue tipi di scuola: una scuola che, avendo al centro Dio e assumendocome Maestro Gesù Cristo, si ritiene essere un luogo comunitario di edu-cazione di quanti vi operano alla loro vocazione trascendente; oppureuna scuola che si concentra orizzontalmente sui bisogni umani dell’edu-cando, dimenticando la prospettiva religiosa. La stessa scuola cattolicacol passare del tempo, ha di molto tralasciato la centralità di Dio nel pro-cesso educativo e si è adattata a modelli molto più laici. In tutti questi casil punto di passaggio è stato la centralità dell’educando. Nel XIX secologli Stati liberali europei iniziarono a togliere alla Chiesa il monopoliodell’educazione. Dal punto di vista della sostituzione della centralità dellapersona alla centralità di Dio, risulta incomprensibile la lotta contro diloro sostenuta dai Sommi Pontefici. Risulta invece comprensibile e ad-dirittura auspicabile quella richiesta dagli Stati. Il Giuseppinismo consi-steva nel chiudere le scuole gestite dalla Chiesa dando vita ad uninsegnamento pubblico statale. Questo insegnamento pubblico non eraneutro. In esso mancava ogni riferimento a Dio e la sua filosofia di fondodivenne il Positivismo, che nella seconda metà dell’Ottocento era di-ventata una specie di religione civile degli Stati europei, a cui non si sot-trasse nemmeno lo Stato italiano di Depretis e Crispi. La scuola pubblicastatale, quindi, si contraddistingueva in negativo per la sua contrapposi-

zione alla scuola della Chiesa, e in senso positivo perché mirava allacreazione di una mentalità e cultura nazionale capace di fare da collantespirituale laico allo Stato. Di fronte a questo processo di esclusione dellareligione cattolica dalla pubblica educazione e/o di subordinazione dell astessa al potere civile, i Pontefici dell’epoca reagirono con vigore, ri-vendicando per la Chiesa un diritto originario di governare l’educazionepubblica. Non sarebbe corretto valutare questa posizione solo come det-tata da contingenze storiche, oppure sostenere che in precedenza laChiesa aveva svolto un’opera di supplenza nei confronti di uno Stato as-sente che ora giustamente si prendeva le proprie responsabilità, oppureche la Chiesa aveva sbagliato a pretendere per sé quel ruolo centrale nel-l’educazione in quanto non era ancora emersa nel modo corretto la lai-cità del secolo. Queste ed altre spiegazioni non colgono un aspettocentrale di quella rivendicazione che, invece, la rende valida ancora oggie per sempre. L’aspetto centrale della questione è duplice: da un lato essodice che non è possibile educare senza l’Assoluto Divino, dall’altro diceche se lo si nega si finisce per impostare l’educazione in base ad un altroassoluto, non-divino o anti-divino. Ciò che risulta, comunque, è l’im-praticabilità della via personalistica, ossia di considerare la persona del-l’educando come il centro e il fine dell’educazione e della scuola. Averpraticato questa strada e continuare a farlo è indice di ingenuità educa-tiva. Pierluigi Vignola

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L’ATTUALITÀ, pag. 5INIZIATIVE CULTURALI

Sono aperte le iscrizioni al Corso di Acquerello. Rivolgersialla Pro Loco di Fonte Nuova (Roma), via delle Mimose 1(tel. 06.90024555) ogni giovedì dalle ore 17 alle ora 19.

“Quando i capi tollerano ogni abuso per guadagnare votie consensi in nome di una libertà che corrompe ogni re-gola, così muore la democrazia: per abuso di se stessa. Eprima che nel sangue, nel ridicolo”.

(Platone, La Repubblica, Libro VIII)

PROGRAMMA

LUNEDÌ ore 09.00 - Ginnastica; ore 11.00 - Ballo; ore 17:00.MARTEDÌ ore 09.30 - Yoga; ore 18.00 - Computer. MERCOLEDÌore 09.00 - Ginnastica; ore 11.00 - Ballo; ore 16:30 - BigiotteriaGIOVEDÌ ore 17.00 - Corso di pittura acquarello. VENERDÌ ore16:30 - Inglese; ore 18:00 - Ginnastica; Corso di taglio e cucito

N. 4 APRILE 2016

PATROCINIO MORALE DEL MOVIMENTO SALVEMINI, DEL PERIODICO  L’ATTUALITA’

E DELL’UNIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI CULTURALI

MAGGIO UNIACENSE - XIX Edizione - “UNIRE GLI ARTISTI PER AFFRATELLARE I POPOLI”Presidente onorario: Giorgio Bosco. Presidente: Cosmo G. Sallustio Salvemini. Direttrice artistica: Liana Botticelli. Coordinatrice: Florinda Battiloro.

Segretario generale: Leonardo Zonno. Presentatore: Angelo Blasetti. Capo Ufficio Stampa: Antonio Bartalotta.

PROGRAMMA DEGLI EVENTI CULTURALI - INGRESSO LIBERO(Eventuali diritti spettanti alla S.I.A.E. sono a cura e a carico dei singoli Artisti partecipanti)

2 Maggio, lunedì, ore 18,00: Dott. Vincenzo Pagliara: musica e canzoni anni ’70. Caffè dell’Artista. C.so Vitt. Emanuele (I° piano), Caffè Moka, Salerno

7 maggio, sabato, ore 10,00: San Giorgio a Cremano (Napoli), nell’auditorium Giancarlo Siani del Centro Polifunzionale Giovanile di via Mazzini di San Giorgioa Cremano si terrà il convegno “Il Meridione tra Europa e Mediterraneo”: “questione” o “opportunità”. Saluterà gli intervenuti il sindaco Giorgio Zinno; inter-verranno Annarita D’Arienzo, assessore alle Politiche Giovanili del Comune di San Giorgio a Cremano; Luigi Guarino dell’associazione per il Meridionalismo De-mocratico; Francesco Manca, presidente dell’associazione culturale “Prometeo” e responsabile del dipartimento Affari Europei della Fondazione nazionale di studiTonioliani. Relazioneranno sul tema lo storico Ivan Cuocolo ed il pronipote del celebre meridionalista Gaetano Salvemini, Cosmo Giacomo Sallustio Salvemini, di-ettore de “L’Attualità”. L’iniziativa è promossa dalla Città di San Giorgio a Cremano, dall’associazione culturale “Prometeo” e dall’Associazione per il Meridiona-ismo Democratico. Per il sindaco Zinno “è importante ricordare la figura ed il pensiero di un grande storico come Salvemini ai nostri giovani, ricordando che per lui

ra centrale l’analisi della questione meridionale. Salvemini, infatti, si interrogava sul fatto che se l’Italia meridionale non aveva raggiunto lo stesso grado di sviluppo

di quello settentrionale lo si doveva fondamentalmente a al fatto che aveva dovuto mettersi in moto da un punto di partenza molto più arretrato dell’Italia settentrio-

nale e che aveva dovuto lottare non solo con tutte le forze conservatrici locali, ma anche con le condizioni disastrose fatte dall’Italia meridionale dall’accentramento

finanziario e amministrativo dell’Italia monarchica. Temi attualissimi ancora oggi.”

9 Maggio, lunedì, ore 18,00: Dott. Geppino Lauriello: serenata alla luna. Caffè dell’Artista. C.so Vitt. Emanuele (I° piano), Caffè Moka, Salerno

16 Maggio, lunedì, ore 18,00: il Preside Sergio illustrerà le origini storiche del brigantaggio meridionale. Caffè dell’Artista. C.so Vitt. Emanuele (I° piano), CaffèMoka, Salerno

16 maggio (ore 16,45). Auditorium della Banca d’Italia, via del Mandrione 190, Roma. Concerto lirico con Marcella Croce de Grandis (soprano), Licia Falcone (so-prano), Errico Bonelli (tenore). Maestro concertatore Iroko Sato. Saranno eseguiti brani di Verdi, Donizetti, Puccini, Bellini, Boito e Leoncavallo. Presentatore An-gelo Blasetti. Organizzazione a cura della Prof.ssa Carmelina De Vito.

23 Maggio, lunedì, ore 18,00: Il chiar.mo Prof. Giuseppe Acocella presenterà il libro del Prof. Cosmo G. Sallustio Salvemini “La Repubblica va rifondata sulla

andom-crazia” (metodo Pericle). Caffè dell’Artista. C.so Vitt. Emanuele (I° piano), Caffè Moka, Salerno

30 Maggio, lunedì, ore 18,00: Il Dott. Geppino Lauriello ricorderà la figura di Peppino De Vita “Cilentano”. Caffè dell’Artista. C.so Vitt. Emanuele (I° piano), CaffèMoka, Salerno

L’Unione Italiana tra le Associazioni Culturali non ha fini di lucro.Opera allo scopo di tutelare giuridicamente e valorizzare moralmente gli artisti,gli operatori culturali e sportivi, i volontari dell’assistenza sociale e risolvere leproblematiche relative alla donna, al minore e al disabile. Le Assocazioni ade-renti non versano quote nè contributi di alcun genere. Il Maggio Uniacense sisvolge all’insegna della totale gratuità. Gli artisti si esibiscono gratis e il pubblicoassiste alle manifestazioni con ingresso libero.

“Fatti non foste per vivercome bruti, ma per seguirvirtude e conoscenza”.

Dante Alighieri

EVENTO CULTURALE DELLA “DANTE ALIGHIERI”n data 8 aprile u.s., presso il Teatro delle Suore Ancelle del Sacro Cuore, Salerno, ha avuto luogo la presentazione del libro di poe-ie di Salvatore Cicenia, intitolato “Il pianto dell’umanità”. Sono intervenuti la prof. Pina Basile (presidente della Società Dante

Alighieri di Salerno), il prof. Alberto Granese (docente universitario), la prof. Lia Persiano (dirigente scolastico) e il prof. CosmoG. Sallustio Salvemini (presidente dell’Unione Italiana Associazioni Culturali). Voce recitante il dott. Pasquale De Cristofaro (re-

ista teatrale). Tra gli ospiti d’onore la prof. Florinda Battiloro (presidente del “Caffè dell’Artista”). Da evidenziare la notevole pre-enza di studenti liceali. Degna di nota è la relazione svolta dalla prof. Basile, di cui riportiamo una sintesi raccolta poetica dialvatore Cicenia, Il pianto dell’umanità (Ed. Homo Scrivens, Napoli, 2015) esprime il legame di dolore che accomuna il poeta alianto di tanti esseri umani. Il pianto è sempre uguale in ogni tempo e in ogni luogo, e, purtroppo, è destinato a perpetuarsi: e i car-efici senza volto vibrano nell’aria dolorosa i luccicanti coltelli.Al nostro poetaviene spontaneo inoltrarsi, come Il battello ebbro di

Rimbaud, in luoghi diversi: solo la magia delle parole, legateda nessi analogici, rivela al lettore immagini e spettacoli inaspettati: Èncora in fiamme la scuola di Copenaghen, mentre si cercano i corpi straziati in quel dominio della scienza dell’infinitamente pic-olo. All’improvviso Salvatore Cicenia diviene poeta-profeta che rimprovera agli uomini la follia che li ha portati a deturpare la bel-ezza dell’universo. Il nostro poeta corrobora le sue liriche con agganci e con riferimenti, li compatta entro un flusso narrativo conaturalezza, così che natura, realtà e fiction riescono a comporre un immaginificomosaico. I parallelismie le antitesi di grandesug-estionerappresentano il polodella vita, raffigurato attraverso il «mare», il «cielo azzurro», gli «alberi», il «suono familiare», gli «an-ichi segreti», l’«orizzonte», mentre il polonegativo è l’assenza di tutti questi elementio lemmi come le «sferzate roventi», la «notte»,’«abbattere». Riaffiora la malinconia nella lirica Neve, ma è una malinconia che sembra appartenere più al paesaggio che al poeta.

Emerge un mondo sano e semplice, legato ai valori autentici, dove ogni cosa si svolge secondo il ritmo antico. Per la poesia sembraon esserci più spazio nellamoderna società consumistica, ma essa tornaa vivere nonostante tutto, arricchita di religiosità più pro-

onda.E’ un libro che va meditato perle valenze intrinseche di un “io” cheha l’orgoglio e la forza di esibire il proprio animo consin-erità, consapevolezza e coscienza. Un “io“ che va al di la del visibile, per scoprire quell’unità profonda che si annida dentro lamolteplicità delle apparenze. Difficile e precaria è la fratellanza fra gli uomini, ma il poeta Salvatore Cicenia la indica come l‘unicaperanza per creare un mondo migliore. In un mondo, legatosolo al presente che, in un vortice di un’assonnata insipienza, consumae stesso prima ancora che la sua storia, la poesia avrà ancora la sua salvifica funzione? Si, se Estetica ed Etica saranno alimentatea acute sensibilità, come quelle del nostro poeta Cicenia, certamente avremo un’umanità non più piangente, ma consapevole e se-ena. Paolo Macali

Giorgio Bosco Liana Botticelli

Marcella Croce de Grandis Licia Falcone

Florinda Battiloro Leonardo Zonno Angelo Blasetti Vincenzo Pagliara Antonio Bartalotta

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UNA LETTERA SPECIALE, IN VIAGGIO…l 30 marzo u.s. ci haasciato l’ultima verasciantosa” del teatroapoletano, l’attrice

Gabriella Di Luzio.Un’amica veramentepeciale, che per l’ul-ima rappresentazione,a messo in scena unuadro troppo sobrio,osì silenzioso, cosìontano dalla vivacitàel suo noto repertorio. Lei, che amava far sorridere i suoi esti-

matori, con operette comiche, commedie brillanti e sketch esila-anti, questa volta ci ha lasciati veramente attoniti, tristementencreduli davanti ad una uscita di scena che non ammette un biser l’ultimo applauso… Bella, Gabriella, così brillante, con tanta voglia di vivere, nonostante la

malattia che avevi combattuto in passato e che recentemente, purtroppo, si era riaffacciato… Quantiacconti, aneddoti, legati alla tua vita artistica, che con piacere ci raccontavi nelle serate convivialiel giornale; esperienze lavorative del passato, i tanti personaggi del teatro con Brecht e Viviani, leceneggiate napoletane con Merola, del cinema con Fellini, Cavani e Tornatore, e ancora dellaommedia napoletana con Mario Scarpetta ed i musical con Antonella Steni e Fiorentini. E di tanto

ltro ancora ti piaceva parlare, sempre con intelligenza, sensibil ità e signorilità requisiti, questi, nonempre presenti nel mondo dello spettacolo. Di te, parla anche la bibliografia con i tuoi libri, te-timoni della parte intima, in particolare uno, così dolorosamente autobiografico, “La morte ha

bussato alla mia porta. Io mi sono barricata e non ho aperto”. Cara Gabriella, quella portavremmo voluto, insieme a te, veramente sprangarla! Ma la morte, lo sappiamo, ha sempre unahiave passepartout”… Ciao, cara amica, “Sit tibi terra levis” (ti sarebbe piaciuto…)

Lucilla Petrelli

L’ATTUALITÀ, pag. 6 N. 5 MAGGIO 2016 LETTERATURA E ATTUALITA

 SEI PITTORE, POETA, NARRATORE, SAGGISTA?

È in corso di stampa

L’ANTOLOGIA DEGLI ARTISTIPuoi inviare le tue opere, entro il 15 luglio,alla Redazione di questo periodico, alle-gando una tua fotografia e un curriculum ar-tistico (non più di 20 righe dattiloscritte) concenni biografici. Rivolgersi alla Dott.ssa

Liana Botticelli cell. 339.4934678Se vuoi prenotare alcune pagine dell’AN-TOLOGIA e conoscere le modalità di par-tecipazione, puoi scrivere alla nostraRedazione, oppure cell. 347.0333846

EDITO-INEDITO(a cura di Gianfederico Brocco)

RIVISTE RICEVUTE*Nuova Impronta, Direttore Filippo Chillemi, casella post. 7-233, -00162) Roma. *Foglio Notizie, Dir. Pasquale Chiaramida, Cas. Post.85, 72100 Brindisi. Tel. 0831.516115. *Brontolo, Direttore Nello

Tortora, via Margotta 18 - 84100 - Salerno. *Il Symposiacus, dir. resp.Pantaleo Mastrodonato, via La Marina 51, 70052 Bisceglie (Bt) *Ba-herontius, Dir. Marco Delpino. via Belvedere 5, 16038 S.Marghe-ita Ligure (Genova) tel. 0185.286167. *Presenza, diretta da Luigi

Pumpo, via Palma 89, 80040 Striano (Na). *Poeti nella Società, pre-idente Pasquale Francischetti via F. Parrillo 7, 80146 Napoli cell.47.5536446, email: [email protected]. *Miscellanea, diretta da

Michele Melillo, Parco Gardenia, villino 23, 84090 San Mango Pie-monte (Salerno). *Verso il futuro, diretto da Nunzio Menna, via Scan-done 16, Avellino, tel. 0825.38269. *Il Convivio, diretto da A. Manitta,via Pietramarina Verzella 66 95012 Castiglione di Sicilia. (Ct) *Fio-isce un Cenacolo, fondato da Carmine Manzi 84085, Mercato S. Se-

verino (Sa). *Primo Piano, dir. resp. Andrea Italiano, via Madonnadel Lume 5 - 98057 Milazzo (Messina). *Emozioni 15 Via Doria 5 -

8100 Imperia (cell. 329.4905854 - e.mail: [email protected])

Bice Previtera - “Eco di Sardegna”Silloge che spazia dal 2010 al 2015 e che è di grande interesse pere sensazioni che avverte dalla Natura, (natura con la N maiu-cola, quasi un Paradiso Terrestre), e quelle che le vengono dagli

Uomini e dai ricordi, spesso contrastanti con la serenità delleprime. Dopo un’apertura dedicata alle bellezze naturali, con poe-ie come “Il molo” e “Cespugli di mirto”, con un approdo ad

una nuova via vitale in “Il blu” e in “Verso mete lontane” sigiunge a “L’eredità” in cui un torto subito appanna e rende tetraa visione del mondo. Ancora “dolore e sofferenza” in “Rapisci

a vita” e, paradossalmente in “In un luogo di pace infinita”, ea constatazione che ciò che si era provato e sognato nell’infan-zia, non si è realizzato: oggi resta solo un frenetico andare, dovenon si sa, come in “Fugge il ricordo”. Al termine della sillogeperò la poetessa torna con le poesie ispirate dai quadri di GianLucio Lai, riprodotti nel testo e molto belli, ad avere momenti divera gioia. Una nuova e interessante prova dell’autrice che giàabbiamo conosciuto e che continua nella sua opera di scavo nel-’animo.

Marina Giudicissi Angelini - “Raccolta di poesie”Per capire l’animo limpido di Marina Giudicissi Angelini guar-diamo attentamente cosa ha scelto come copertina del suo libro:Due magnifiche rose ci invitano, e, sul retro, vediamo l’autricemmersa in un magnifico parco verde, con un amabilissimo ca-

nino come compagno. La sua poesia è libera e spirituale, non in-centrata sul mondo che passa, ed è quindi, anche una preghiera,con l’implicito invito al lettore di unirsi a questa preghiera. Basenecessaria è il ripudio del nostro piccolo io, per aprirsi ad un re-piro cosmico: così l’autrice si accorda con la Volontà Divina, e

ancora, c’è il desiderio mistico di unione con La Madonna e conl Cristo, il tutto espresso con semplicità evangelica. Uno stilemmediato e diretto per esprimere quanto la poetessa avverte for-emente, caratterizza questa silloge.

  ,

CONCORSO ARTISTICO“COLETTE BOSCO”

Per onorare la memoria della sua cara moglie, passata a migliorvita il 22 novembre 2012, l’Ambasciatore Giorgio Bosco, Presi-dente Onorario dell’Unione Italiana Associazioni Culturali, isti-tuisce il “Premio annuale Colette Bosco” per la miglior pittura suporcellana. Il Premio consiste in un diploma e in una somma dieuro 500,00. Le opere in concorso dovranno essere inviate entroil 15 settembre 2016 alla dr.ssa Liana Botticelli (via Adriano I n129-C -00167 – Roma, previo accordo telefonico (tel06.6620020, cell.3394934678). Una Giuria di qualificati espertisceglierà l’opera vincitrice, che riceverà il Premio in occasionedella celebrazione del 54° anniversario del Movimento GaetanoSalvemini, nel mese di ottobre 2016.

UN PREMIO DI POESIA DEDICATOAL “LINGUAGGIO DELL’ANIMA”

Torna a nuova vita il Premio di poesia “Giuseppe Jovine”, de-dicato ad una delle voci più alte della poesia italiana del secondo‘900. Nipote di Francesco Jovine (l’indimenticato autore de “Leterre del Sacramento”), Giuseppe Jovine nobilitò il senso di unatradizione prestigiosa con un’intensa produzione letteraria cheebbe l’attenzione dei critici più autorevoli. Collaboratore di“Paese Sera”, “L’Unità”, “Il Tempo”, fondò con Tommaso Fiorela rivista “Risveglio del Mezzogiorno” e mantenne sempre unforte legame con la sua Terra di Molise, che si rivela nell’ispira-zione profonda dell’opera. Il “Premio Nazionale di Poesia Giu-seppe Jovine”, venne fondato nell’anno 2000 dal figlio Carlo,assunto poi a notorietà per essere stato il medico che ha analiz-zato, dal punto di vista scientifico, i miracoli di Giovanni PaoloII e Madre Teresa, che hanno posto le premesse per la canoniz-zazione dei due grandi religiosi. Nella sua storia il Premio ha vistola partecipazione di personaggi di spicco della scena letteraria:Mario Luzi, Maria Luisa Spaziani, Giuliano Manacorda, Stani-slao Nievo, e numerosi altri. Oggi, dopo una pausa di qualcheanno, il Premio viene riproposto in una nuova versione aggior-nata. Sarà intitolato “Il linguaggio dell’anima - Premio di poesiaspirituale e umanità G. Jovine” e sarà ispirato ai temi della pacedell’amore, della fratellanza, della condivisione e dell’acco-glienza. “Finalità del Premio – recita il bando di concorso – è con-tribuire ad una nuova cultura dell’incontro, riaffermando il valoredella poesia come linguaggio universale, capace di accomunareculture, popoli e tradizioni”. Ne sono promotori, oltre all’Asso-ciazione Giuseppe Jovine, l’agenzia di stampa cattolica Zenit, lacasa editrice IF Press, l’associazione di cultura interdisciplinareNarnia Arts Academy, e il social network Orbisphera. I premi sa-ranno consegnati ai vincitori nell’ambito del “Narnia Festival”una grande kermesse d’arte, musica e cultura che si svolgerà inUmbria, dal 10 al 31 luglio 2016, nella suggestiva cornice dei siti

archeologici della città di Narni. Le migliori poesie saranno pub-blicate in una antologia a cura di IF Press. I poeti che intendonopartecipare al concorso devono inviare, entro il 31 maggio 2016le loro poesie alla segreteria organizzativa del Premio (indirizzoemail: [email protected]). Le poesie dovranno essere ac-compagnate da una breve nota biografica dove viene precisatal’età dell’autore. Carmen Galoppo

IN MOSTRA LE OPEREDI CORREGGIO E PARMIGIANINOPresso il Museo delle Scuderie del Quirinale, si può assistere auna serie di capolavori messi in mostra ad opera di Antonio Allegri detto Il Correggio e, Francesco Mazzola detto il Parmigianino,che hanno reso Parma nel cinquecento, un centro artistico ingrado di confrontarsi con le grandi capitali dell’arte italiana comeRoma, Firenze, Venezia. Del Correggio sono esposte 20 opereaventi a soggetto immagini religiose, e soggetti mitologiche, cheebbero grande influenza sugli artisti successivi, dai Carracci aWattau, sino Picasso. Emergono sontuose dalla mostra Il ritrattodi Dama, il martirio di Quattro Santi, la Madonna Barrymore Educazione di Amore con una Venere strepitosa e sensuale ac-canto a Cupido e Mercurio, Danae. Il Parmigianino lavorò anchea Roma e a Bologna, le opere esposte sono all’incirca 20, sog-getti religiosi e mitologici, e ritratti. Quest’ultimo si differenziasulla diversità dell’approccio al disegno: funzionale quello delCorreggio, più ricca e varia è la produzione del Parmigianino cheaveva l’ossessione del disegno. Tra i capolavoridi quest’ultimo artista il monumentale SanRocco dipinto per la Basilica di San Petronio

a Bologna,  La Conversione di Saulo,  Laschiava Turca, inoltre il prestigioso Antea unodei dipinti più sofisticati e misteriosi del cin-quecento.Vi sono inoltre opere di Rondani,Anselmi, Mazzola Bedoli, Gandini del Grano,allievi e discepoli dei grandi maestri. La mostrasi protrarrà sino al 26 giugno 2016. Buona Visione!

Francesca Pagano

Caro lettore, ricordati di rinnovarela quota associativaa questo periodico

che, essendo“super partes” ,intende restare un

libero organodi stampa.

ADDIO GABRIELLACon vivo cordoglio comuni-hiamo la prematura scomparsai Gabriella Di Luzio (65nni), una delle firme più im-ortanti di questo Periodico finall’inizio delle pubblicazioni.

Laureata in Lettere e Filosofia,ntraprese la carriera di attriceeatrale riscuotendo grandi suc-essi. Dotata di una cultura en-iclopedica, ha pubblicatorticoli su ampie e complesseematiche di attualità. alcuninni fa pubblicò, tra l’altro, unommovente libro intitolato

“La morte ha bussato alla miaorta ma io non le ho aperto” presentato, con ampia partecipa-ione di pubblico e di critica, dalla celebre attrice Sandra Miloresso il Caffè Letterario di via Ostiense in Roma. Ai familiari di

Gabriella porgiamo sentite condoglianze.

 JUNIOR MASTERCLASSPER I GIOVANI MUSICISTIIl “Narnia Festival” è ormai un punto di riferimento della vita cul-turale dell’Umbria. La grande kermesse d’arte, musica e cultura,che si svolge annualmente nella città di Narni, richiama artisti difama internazionale, grazie anche all’attivismo del suo direttoreartistico: la pianista Cristiana Pegoraro. Il Festival si svolge abi-tualmente nel mese di luglio, ma quest’anno la Pegoraro, reducedai recenti successi alla Carnegie Hall di New York, ha volutofornire un’anticipazione del ricco programma della stagioneestiva. È nata così l’edizione primaverile delle “Junior Master-class”: corsi didattici per i giovani musicisti tenuti da insegnanti

di fama internazionale. È convinzione della Pegoraro che i pro-grammi didattici del Festival debbano essere proposti non solo aigiovani, ma anche ai giovanissimi (dai 6 anni in su), per la loroplasmabilità che li mette in grado di avvicinarsi con spontaneitàe immediatezza al linguaggio dell’arte. Le Junior Masterclasssono caratterizzate da un’identità tutta propria: sotto la guidaesperta di insegnanti di levatura internazionale, i giovani parteci-panti ai corsi possono vivere la gioia di approfondire lo studio delloro strumento suonando insieme ad altri musicisti in un’allegraesperienza di condivisione. “L’idea nasce dalla consapevolezzache un’esperienza orchestrale è un elemento didattico di primariaimportanza”, ha spiegato Cristiana Pegoraro. “Il nostro intentoè quello di insegnare alle nuove generazioni la bellezza dell’ag-gregazione e della fiducia reciproca. Suonare in orchestra, sedutiallo stesso leggio accanto all’insegnante, rappresenta per i ragazziun’esperienza unica. Nelle nostre Masterclass l’insegnante non èuna figura che ascolta dall’esterno, ma un orchestrale che parte-cipa alla realizzazione del risultato finale insieme all’allievo, con-dividendo con lui le gioie del lavoro comune”. Le JuniorMasterclass si sono svolte nelle giornate di sabato 19 e domenica20 marzo, ed hanno visto la partecipazione, in qualità di “gueststar”, del giovane pianista e compositore Ludovico Mammola, disoli undici anni: un brillante studente di scuola media che suonae scrive musica fin dall’età di sette anni. Ludovico si è esibito in

un repertorio di musiche dal barocco al jazz ed ha proposto unsuo brano, intitolato “Britty”, scritto e orchestrato appositamenteper il concerto finale delle Junior Masterclass. Una ghiotta anti-cipazione dei contenuti del “Narnia Festival” che si terrà que-st’anno dal 10 al 31 luglio. Silvia Iovine

PREMIO“PERLA DELL’ADRIATICO”

VI EDIZIONEIl centro d’Arte e Cultura “La Tavolozza Marche”, in collabora-zione con il Comune di Grottammare, con il patrocinio del Mini-stero per i Beni e le Attività Culturali presenta per il sesto annoconsecutivo, il premio Internazionale d’Arte e Cultura “Perla del-l’Adriatico”. I nostri cari amici marchigiani, per il sesto anno con-secutivo, onoreranno e celebreranno artisti Nazionali edInternazionali attraverso una mostra che vede una partecipazionemassiccia di opere selezionatissime, esposte nelle magnifiche saledel “Museo MIC del Kursaal” di Grottammare (Ap). L’esposi-zione che verrà inaugurata sabato 26 maggio 2012 alle ore 18:00

rimarrà aperta al pubblico nei giorni di venerdì, sabato e domenicadalle ore 16:00 alle 19:00 con ingresso libero e personale a di-sposizione dei visitatori. Mentre sabato 23 giugno 2012 alle ore18:00, presso le sale del Kursaal, con intervento critico del DottAlfio Borghese, alla presenza delle Autorità e degli ospiti, avverràla premiazione delle opere in mostra. Evento imperdibile. Accor-rete numerosi! Daisy Alessio

“VIVI FELICE”(Edizioni Nuova Impronta)

Sui contrasti interiori provati daipossessori di turno di ricchezzeo di altri rilevanti beni creati an-notò nel ‘700 il poeta Pietro Me-tastasio nell’“arietta” del suomelodramma “Giuseppe ricono-sciuto”: “Se ciascun l’interno af- fanno si leggesse in frinte scritto,quanto mai che invidia fanno ci farebbero pietà”. Annotò bene.perchè tuttavia la sua nota ri-scuotesse tutto intero il plausoche meritava avrebbe dovutoesplicitare: “Ci farebbero pietà

sia quanti sono chiusi nel cer-chio del loro io e inseguono la fata morgana delle vanità e delle follie e si imbrattano di deli tti,sia quanti, rosi da dubbi, in fatuiavvilimenti”. Gli uni e gli altriinvero, anche se a diverso titolo,sono ‘vomitati’ dalll’Apocalisse. Gli uni e gli altri ignorano le“ascose gioie”. Gli uni e gli altri hanno bisogno di luce per do-mande come queste: “Ma in fondo cosa pretende l’animo del-l’uomo nello scoprirsi insoddisfatto da tali beni? Qualeaspirazione lo sospinge? Che vale, che chiede, che vuole?”. Ecco.a queste domande intende rispondere il presente volume. E por-gere così qualche utile spunto di riflessione. In tutta umiltà. Maanche in tutta certezza che “siam fatti tutti per la felicità”.

Sabato Racioppi

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L’ATTUALITÀ, pag. 7N. 5 MAGGIO 2016  LETTERATURA E VARIE

segue da pag. 1) In viaggio verso il sud

(segue da pag. 1) Un nuovo combustibile: l’efficienza energetica

LA MAMMA BAMBINA(Racconto)

Laura, quell’anno, aveva deciso, da cheavevail mare a dieci mi-nuti dalla suacittà, di farsi un belregalo. Anziché fare un viaggioin mete lontane, prendere l’autobus, un colorato ombrellone inuno stabilimento di suo gusto e fare un po’ di mare. Tutte questecose le pensava e progettava mentre era seduta accanto al fine-strino del bus dondolata da qualche piccola frenata ai vari sema-fori della strada. Ad un certo punto,vide saliree sedersi davanti alei, due persone; una ragazza di circa venti anni ed una bambinadi cinque o sei. La donna in un primo tempo, pensò che fosserodue sorelline che venivano al mare, ce ne erano tante che veni-vano da sole, con amici o conla famiglia e tra poco l’autosarebbestatostrapieno. Laurasentiva che la giovane donna (che non por-tava la fede al dito), dava dei consigli alla piccola e lei ascoltavae ubbidiva, a volte, le sorrideva. Ad un certo punto, la donna s’in-curiosì perchè la bimba disse: “mamma…” A quel punto, Laura

capì il legame forte che c’era fra quelle due persone; erano unamamma ed una figlia, con appena quindici, sedici anni di diffe-renza. Un moto di tenerezza s’impossessò della matura signora.Mille domande vennero alla sua mente: “Quale storia poteva es-serci stata alle spalle di quella giovane donna, unamamma bam-bina, quale violenza, quale illusione, magari di uncompagno di scuola o di giochi, che avevanodato il via a quella giovane vita? che coraggioaveva avuto la madre a tenerequell’essere cheveniva alla vita!” Eppure Dio aiuta, pensòLaura, perchè sembravano serene entrambe.Evidentemente la famiglia o le famiglie sta-vanoloro intorno.Così sperò Laura, ammirandola giovane mamma e facendole tanti auguri in-sieme alla sua“piccola” perun avvenire bello e pienod’amore. Angela Libertini

“VIA CRUCIS”

Presso la libreria Feltrinelli di Salerno, mercoledì 23 marzo 2016,la prof. Florinda Battiloro, Presidente dell’Associazione “Caffèdell’Artista” e condirettore del Periodico L’Attualità, si congratulacon il celebre giornalista e conduttore televisivo Gianluigi Nuzziautore del libro di successo “Via Crucis”

PROPOSTE EDITORIALIScrittori, poeti, saggisti (materie storico-filosofico-letterarie): inviate i vostri manoscritti al Comi-tato Editoriale del “Movimento Salvemini”.Se le vostre Opere verranno considerate idonee per le Edizioni Movimento Salvemini, ricevereteuna proposta editoriale con l’indicazione del simbolico contributo-stampa a carico dell’Autore.

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VIAGGIO TRA I FIORI D’ITALIALe piante e i loro fiori hanno destato in ogni tempo vivo interesseia per la loro bellezza, sia per la loro complessità e talora per latravaganza del loro ciclo vitale. Conoscerne i caratteri peculiarihe hanno consentito le classificazioni sistematiche è indubbia-

mente molto importante: lo studio scientifico è la base di questaonoscenza, che si completa però venendo a diretto contatto convari esemplari, nel loro habitat originario o dove l’uomo è riu-cito ad acclimatarli con successo. Quale momento migliore, perppassionati e non, di esplorare luoghi noti e meno noti in questoeriodo dell’anno? Come la riviera ligure, ad esempio, dove il tu-ista è qui accolto da una profusione di fiori e di innumerevolipecie di “Cactacee” (comunemente chiamati cactus), di palme,ipressi ma soprattutto fiori, tanto che il tratto tra il confine fran-ese ed Alassio è giustamente soprannominato la Riviera dei

Fiori. Per meglio apprezzare questa zona si deve percorrere laecchia strada costiera, che ricalca in parte l’antica Via Aurelia,d ovviamente la stagione migliore per una vacanza sulla costaiù ricca di specie di piante d’Europa è appunto la primavera,uando tutti i fiori sono nel pieno della loro bellezza e si possonoodere in tutta tranquillità. Alle suggestioni naturali si aggiun-ono numerose quelle storiche e artistiche. Daisy Alessio

Intervista alla Prof. Anna Rossi

CONTRO LA POLITICA E L’ANTIPOLITICAMB: Professoressa Rossi, l’idea socialista che viene qui scol-

endosi, come in levare, mi spinge a porle due domande. Larima di tenore scettico: ha ancora un senso, oggi, la parola ‘ri-oluzione’? La seconda disincantato: ciò che lei promette, liberare’uomo dall’asservimento, non condurrà – legittimo il timore digni proposta di cambiamento radicale– a un nuovo e diverso as-ervimento, di segno contrario, più pericoloso del primo nella mi-ura in cui si ritiene ad esso superiore e contrario? Ovvero (e colensiero che vola alle note di Simone Weil sulla soppressione deiartiti politici): come potrebbe garantire che il modo anti-parti-ico, e se si vuole anti-politico di questa sua denuncia non na-conda poi l’intenzione di usare in modo retorico i contenutisibiti, dunque a proprio vantaggio e nel senso diametralmentepposto a quello esplicitato?

AR: Appunto! L’idea di rivoluzione di cui cerco di render contolontana dall’idea di un ‘movimento’ di là a venire, o di un ‘par-

ito’ del futuro, perché anti-ideologica: il suo nocciolo è internol suo stesso processo di legittimazione, dove la speranza di svi-uppo deve procedere con atti o procedure per quanto possibilepogliati degli orpelli finto-cristiani buoni soli a sostenere pro-ettivamente un Deus ex machina. Non si tratterebbe più di nostreroiezioni, di un popolo ridotto a servo della gleba, ma di spolia-ione di questo atteggiamento e di riconquista dello spirito dellaasa (famiglia, patria) e dell’economia (terra, dignità), dei luoghiome degni di rispetto perché misteriosissimi spazi di ospitalità,nviti alla convivenza e all’affratellamento tra pari. La persona ènnanzitutto risorsa e bene ma… giù le mani! È un invito, e cioèon c’è in essa un programma di fratellanza, prima bersaglio diusinghe, e poi da manipolare: questo tende a farci credere la psi-ologia contemporanea, una pericolosa ideologia ammantata dauonismo col crisma della scientificità. Noi non sappiamo cosa’è dentro la ‘persona’, e se anche lo sapessimo lo taceremmo.

La fratellanza in essa è una struttura di mistero. Ecco che quandoo parlo di ‘contadini’ tale è la figura dell’‘uomo libero’, non più

ervo del nuovo panopticon, il cannibalismo finanziario. Un uomoicollegato alla terra, cioè ad una economia reale (coi suoi pregidifetti: non dobbiamo idealizzare qui, laddove si tratta solo di ar-

estare il processo del servaggio – il cannibalismo - perché non ri-renda ad aumentare). Credo che fosse questo ciò che la Weilolesse dirci nelle osservazioni contro l’ideologia del partito po-itico. Michele Bianchi

Intervista alla Prof. Anna Rossi

RICERCA E RIVOLUZIONE VERSOL’IMPOLITICO ATTRAVERSO IL TECNOLOGICOMB: Professoressa Rossi, lei si definisce “ricercatrice indipen-dente”. Ora, ciò che lei chiama ricerca ai miei occhi non sembrasolo qualcosa di ‘locale’, un progetto ‘suo’, bensì qualcosa di im-mediatamente ‘corale’. Deve, per lei, essere anche un prenderscura della ‘pianta’mondo, delle foglie, dei fiori come delle sue ra-

dici, e nello stesso tempo ricerca delle sorgenti di una rivoluzionedel sistema economico e culturale globale… una ricerca che siasubito rivoluzione. È così? AR: Sì. Si tratta di cambiare il corsodelle cose restando in armonia con una visione evolutiva dellospirito che rifiuta le ideologie, in primis quelle di cambiamentole più pericolose. Ciò non potrà essere l’effetto di una ‘pensata’men che meno della mia. Un progetto per una nuova organizza-zione? E per fare cosa? E con chi? Ancora una rivoluzione? Unaltro partito? No, la rivoluzione è una parola sacra, che necessitadei suoi riti, non dei nostri. Dobbiamo chiarire tutto ciò. MB: As-sistiamo oggi ad una riduzione dei servizi, finalizzata al paga-mento degli interessi prodotto dall’indebitamento generale. Perquanto ancora le istituzioni saranno asservite al profitto anzichéal bene comune? AR: Si tratterebbe di riscrivere tutto il ‘politicocon lo strumento ‘impolitico’ del ‘contado’, col vomere più checon la penna, rovesciando le zolle d’una terra riconquistata, e cosìd’una economia reale libera dal gas della globalizzazione ideolo-gica, verso una nuova pratica politica transpartitica,non transna-zionale. Gli agenti del cambiamento tecnologico sonoriconducibili allo sviluppo di banche virtuali, impresa bancaria eDATA system. Oggi nel quotidiano s’è insediata la reingegneriz-zazione organizzativa. La tecnologia favorisce la comunicazionee velocizza i processi d’apprendimento diffondendo una nuovacultura che in tempo reale incide sulla produttività e sul controllo

dei processi che la determinano. Il problema di fondo è stato edè anche oggi la distribuzione di tale modello, in un sistema ge-rarchico piramidale a cui hanno accesso pochi. La competenza el’approccio all’organizzazione virtuale è in mano ai potentati dellestrategie economiche che detengono le infrastrutture informati-che. Va da sé che la base soccombe e la pancia piramidale è spintasempre più verso il basso. Occorre invertirne la tendenza con laformazione: quantità, qualità e frequenza di elementi capaci diprodurre decisioni fondate su una libera scelta, non pilotate dapressioni spurie. Si potrà costruire un filtro in grado di valutare la“bontà” dell’impatto etico delle scelte. Occorre produrre formazione atta a ovviare agli gli strappi del tessuto sociale. Bisognaperò mostrare come ciò possa rendersi possibile.

Michele Bianchi

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mento del treno; infatti, poco fa, mi sono affacciato dal finestrinon attesa di vedere scattare il semaforo verde che simboleggia laartenza del treno! Mi sono anche divertito a vedere il ferrovierehe inviava il segnale di via al collega con l’ausilio di una luce diolore bianco. Inoltre, i profumi, o meglio, i cattivi odori del

reno, hanno ancor oggi un sapore di antico che si ritrova ormaifortunatamente) solo in questi viaggi notturni verso il Sud.Anchea gente sembra appartenere a tempi lontani e i loro vestiti miembrano addirittura adeguati a quei tempi. Ma forse è solo la vo-lia di evocare il passato, momenti ormai troppo distanti, ma in-imenticabili. Mi ricordo che mio padre si guardava semprentorno in questi viaggi notturni e sospettava di tutti. Questo suoimore mi ha insegnato ad assumere un atteggiamento di diffi-enza e di difesa che oggi, per esempio, non mi fa stare come tuttill’interno di uno scompartimento, anche se con posti liberi. Sononfatti, seduto su un seggiolino nel corridoio e credo che ci pas-erò tutto il viaggio. Questi viaggi solitari, per motivi così tristi,

mi danno l’opportunità di passare qualche momento con metesso, quasi mi fanno sdoppiare e mi consentono di parlare con’altra faccia di me, mi ritrovo a parlare con un altro me davantime! Oggi ho pensato tutto il giorno se partire o meno per il mioaese. Ho considerato tante cose ed alla fine ho deciso di partire.

La prima cosa a cui ho pensato è il rispetto per mia zia e l’onorehe merita. Mio padre mi ha insegnato a rispettarla e soprattuttovolerle bene. Ci ha aiutato tanto in momenti di grande difficoltà,

o ero poco più di un bambino, ma se lo ricordo ancora oggi, si-nifica che qualcuno me lo ha fatto capire bene. Ma non è statoolo questo il motivo che mi ha spinto a partire. Mia cugina, ètato un altro motivo. Nel corso della telefonata che le ho fattoer le condoglianze, ho capito che le avrebbe fatto piacere cheualcuno di noi fosse andato. Anche lei, come mia zia, ci ha aiu-ato tanto e lo sta facendo ancora, ricordo anche il forte ausilioel marito proprio in occasione della malattia di papà. Per questi

motivi ho deciso di andare, il cuore me lo ha indicato chiara-mente”. Memoria e riconoscenza, sentimenti che vanno rispettatiempre, in ogni occasione! Antonio Bartalotta

climatici”. Riparmiare energia è alquanto difficile, ma è l’unica strada che consente di guadagnare tempo per trovare altre energieOggigiorno nel mercato esistono elettrodomestici che consumano sempre meno energie per essere competitivi, ma si arriverà al puntoin cui la lavatrice meno di di un certo livello non potrà non consumare e la curva si appiattirà.A questo punto diviene fondamentalerisparmiare energia con gli eco bonus per la casa, nella circolare 36 del 2007 si chiariscono quali sono gli immobili che usufruisconodi detrazioni fiscali del 65%. Vanno ricordati gli incentivi previsti per gli interventi sugli infissi: mettendo dei vetri migliori, si riducela dispersione di calore; pannelli solari consentono di sfruttare l’energia dal sole; le caldaie a biomasse. L’utilizzo di pompe di calorein luogo del riscaldamento a metano. Le misure adottate di risparmio energetico comportano anche un miglioramento dell’occupa-zione:dal 2007al 2014 le famiglie italiane hanno investito 25 miliardi di euro nella riqualificazione energetica della propria casa, conun contributo di 40.000 occupati ogni anno. Nel settore delle costruzioni si hanno nuove iniziative, tutti gli operatori muratori, elet-tricisti sono stati coinvolti nella formazione per acquisire nuove competenze. Si lavora nello spirito di fare di più con meno, un esem-pio sono le valvole termostatiche, e vetri idonei - direttiva n. 27 del 2012 -. Efficace anche il certificato di prestazione energeticadell’edificio Ape, che fornisce informazioni precise sull’efficienza dell’edificio e degli impianti ai nuovi acquirenti. Nell’edilizia sto-rica , monumentale solo il 2% sono nelle classi virtuose, questo anche perché con i decreti 2005 e 2006 questo patrimonio è stato sol-levato dall’obbligo di efficienza energetica. In realtà si potrebbe realizzare nel 70% dei casi un isolamento termico con doppivetricon riduzione d’ infiltrazione di aria, così come è stato fatto nel centro storico di Serravalle (Treviso). “Il nostro paese, tuttavia nonè messo male sull’efficienza energetica, sull’emissione di Co2, sulle energie rinnovabili: è l’unico paese in regola con i tre obiettivi”(Mauro Mallone del Ministero dello Sviluppo Economico). Facendo uso di tecnologie di mercato si potrebbero ottenere grossi risparmianche nella a scuola - Ilaria Bertini ENEA - Questa potrebbe divenire “il driver” principale per migliorare il livello di efficienza ener

getica e favorire il livello culturale del nostro paese. Si pensi ad edifici intelligenti con un approccio olistico, corridoi illuminati, areesalubri, sistemi di energia rinnovabile, di gestione dell’acqua, di riciclaggio dei rifiuti.Nel settore agricolo alimentare, l’Italia è tra iprimi paesi per consumi energetici per vegetali in Europa, la trasformazione del cibo comporta energia, ad un fatturato di 250miliarddi euro nel 2013 corrisponde un consumo di 16,79 MTEP., a livello mondiale 8 trilioni .Se venisse applicata la legge 22 maggio 2015si sbloccherebbe il settore. Il termine “Efficienza energetica” è stato utilizzato la prima volta dall’Agenzia Internazionale dell’Ener-gia nel 2013, è per assurdo un combustibile invisibile ma estremamente importante in quanto, può salvare il nostro pianeta vicino alcollasso. Cristina Di Maio

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L’ATTUALITÀ, pag. 8 N. 5 MAGGIO 2016

SALUTE E BENESSERECOME CURARE LE EMICRANIEl mal di testa occasionale, può essere curato con diversi mezzi naturali,uali i bagni alternati ai piedi che decongestionano la testa, il bendaggioei polpacci o i calzerotti all’aceto. In applicazione locale si potrannoare impacchi freddi sulla fronte e sulla nuca da rinnovare fino alla ces-azione dei dolori. Sconsiglio, però, le borse di ghiaccio. Ed· ecco un

rattamento interno che certamente vi sembrerà strano, ma che tuttavia hoià sperimentato con successo: versate un cucchiaino di sale in un quartoi litro di kirsch di buona qualità e mescolate bene. Alla prima emicra-ia, versate un cucchiaino di questo cocktail in un bicchierino d’acquaaldissima e bevete lentamente. C’è spesso relazione fra mal di capo eiedi freddi.Penso però che, in linea di massima, il rimanere spesso e aungo all’aria aperta sia determinante contro l’emicrania, come pure unauona digestione. Patrizia M. Frangini Klum

LE PROPRIETÀ TERAPEUTICHE DELL’OZONOL’ozono divenne noto al grande pubblico negli anni ‘80, quando si diffuse l’allarme per il “buco del-

ozono” negli strati alti dell’atmosfera, conseguenza dei fluorocarburi prodotti dalle attività umane.n quell’occasione scoprimmo che l’ozono risulta indispensabile per la vita perché erige unochermo protettivo contro le radiazioni del sole, creando le condizioni per la nostra sopravvivenza.

Poco o nulla, tuttavia, si sapeva circa il fatto che l’ozono possiede grandi potenzialità terapeutichen grado di dare un ulteriore ausilio alla vita dell’uomo. Oggi la “ozonoterapia” è ancora una pra-ica medica di nicchia, ma le sue possibilità cominciano ad essere meglio conosciute ed applicaten diverse patologie. Quali sono queste patologie? Possiamo citare le più diffuse: artrosi, ernia delisco, lombosciatalgia, maculopatia, infezioni antibiotico resistenti. È dimostrato che l’ozono è ilisinfettante più potente esistente in natura: 120 più potente del cloro, ed è perciò particolarmentendicato nella depurazione dell’acqua e nella disinfezione degli ambienti sanitari. Di questo ed altroi parla nel libro “Ozono respiro di vita” (2016, Edizioni If Press), scritto “a sei mani” da Ales-andro De Vecchi, Antonio Gaspari e Massimo Nardi, tre giornalisti dell’agenzia d’informa-ione cattolica Zenit che hanno raccolto gli studi e le testimonianze di medici, missionari e pazientihe raccontano i tanti benefici che l’ozono può apportare alla salute delle persone, degli animali,ei vegetali. Il mondo cattolico è particolarmente interessato all’uso dell’ozono per le sue possibili

pplicazioni umanitarie nei paesi poveri del mondo, specie dopo le esortazioni di Papa Francescohe ha dedicato una speciale attenzione al rapporto tra povertà e salute. Non essendo infatti un me-icinale, ma un prodotto della natura, l’ozono non è protetto da diritti di proprietà industriale e nonichiede i costosi investimenti che sono normalmente necessari all’industria farmaceutica. Ma seuesto prodotto è così efficace dal punto di vista terapeutico, come mai è così poco conosciuto? Laisposta è semplice, spiegano gli autori del libro: le proprietà dell’ozono sono note da circa un se-olo, le prime applicazioni si ebbero durante la prima guerra mondiale per trattare le ferite infette,

ma è solo in tempi recenti che si è avuto il “salto di qualità” applicativo. Grazie alla moderna tec-ologia che è oggi in grado di produrre apparecchiature medicali a basso costo, capaci di far giun-ere l’ozono, in modo mirato, nelle zone oggetto di trattamento. Esaltandone così le potenzialitàerapeutiche. Carmen Galoppo

MEDICINA E ATTUALITA’ VARIE

FUGA DI CERVELLIE SPERANZA DI VITA

“Un Paese da troppo tempo fermo su se stesso, che non si evolvee non costruisce nuove teorie sociologiche di riferimento”. Que-sta la diagnosi della realtà italiana che emerge dal Rapporto Ita-liani nel Mondo 2015 della Fondazione Migrantes. Nell’ultimodecennio l’emigrazione italiana è cresciuta di quasi il 50 per centoed ad espatriare sono soprattutto i giovani, sia per mancanza di oc-

casioni di lavoro in Italia, sia perché ricevono migliori opportunità dall’estero. Questo dato trova conferma nelle rilevazionisociologiche che fanno emergere l’aspetto forse più allarmantedella nuova emigrazione italiana: la fuga di cervelli. Il nostropaese si svuota gradualmente delle migliore risorse professionalicon un impoverimento complessivo del patrimonio culturaleumano. E il paradosso è che, all’estero, i nostri giovani riscuo-tono sovente notorietà e successo, confermando in qualche mi-sura la tradizione storica del “genio italico”. Un caso emblematicoriguarda una professione un tempo ambita e prestigiosa: quelladel medico. Oggi in Italia il percorso è diventato frustrante: “nu-meri chiusi” all’università, concorsi annullati, test i cui risultatisono simili alle estrazioni del lotto… e che cosa attende i “fortu-nati” (cioè quelli che riescono a superare la selezione di ingresso)?È presto detto: un impegnativo corso di studi in medicina per poi,magari, ottenere un modesto incarico a partita IVA e comunquesempre subordinato ad un “manager” che antepone il bilancio del-l’ospedale alla salute dei malati. In queste condizioni, chi puòfugge all’estero. La meta tradizionale è la Gran Bretagna che, dapiù di dieci anni, si conferma al primo posto tra le preferenze deineodottori in medicina. A seguire la Svizzera, che dal 2004 havisto quadruplicare il numero dei medici immigrati. Ed è indica-

tivo il fatto che, nell’ultimo decennio in Europa, su 100 dottori inmedicina che lasciano il proprio paese d’origine, ben 52 sono no-stri connazionali. Parallelamente emerge un altro indice negativofino a qualche anno fa la speranza di vita, in Italia, era tra le piùalte d’Europa. Ma oggi anche questo dato è crollato. Il 2015 hafatto registrare un record di decessi (54mila in più dell’anno pre-cedente) e un tasso di mortalità pari al 10,7 per mille, il più altotra quelli misurati dal secondo dopoguerra. Non esistono studi uf-ficiali in grado di stabilire un rapporto tra la fuga di cervelli e lariduzione della speranza di vita. Ma certamente l’idea di una cor-relazione è inquietante. Carmen Galoppo

L’INSONNIA: MALATTIA COMPLESSA E FASTIDIOSAL’insonnia è una patologia complessa, può avere diverse cause e molte variabili, inoltre può esseretemporanea o cronica. Il normale corso del sonno ne risente ed anche lo stato generale dell’organi-smo e la qualità della sua vita. Il sofferente d’insonnia dorme poco e male e fa fatica ad addor-mentarsi oppure si sveglia spesso durante la nottata. Il sonno è importantissimo per il ruoloessenziale che svolge per il sistema nervoso, perché non solo permette di recuperare dalle fatichediurne, ma anche di dedicarsi alla memorizzazione. Durante il sonno Non Rem ( Rapid eye movi-ment , cioè il movimento rapido degli occhi) le acquisizioni mnemoniche vengono rielaborate, con-solidando il ricordo, mentre durante il sonno Rem gli avvenimenti immagazzinati in memoriavengono man mano svestiti della loro componente affettiva, consentendo loro di essere meno in-gombranti. Durante il sonno si riducono i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. Tutti questieventi fisiologici non si hanno nell’insonnia e di conseguenza viene aumentato il rischio di ansiadepressione, deconcentrazione, problemi di memoria, ma anche ipertensione, diabete ed obesitàSpesso le persone, che soffrono d’insonnia, fanno abuso di caffè e di alcool. Ecco le cause che de-terminano l’insonnia. La causa più frequente è l’insonnia psicofisiologica tipica di coloro che, pur-troppo, non riescono ad avere un sonno riposante durante la notte, avendoimmagazzinato durante la giornata un eccesso di stress. Esistono anche insonniecausate da patologie psichiatriche, come ad esempio la depressione, il reflusso ga-stro-esofageo, l’asma. L’insonnia può essere curata con integratori a base di acidovalerianico o melatonina. Se l’insonnia persiste anche con tale cura possono es-sere usati, sempre con controllo medico, gl’ippoinduttori, di cui esistono diversitipi e la scelta deve ricadere su quelli che si smaltiscono prima, affinché non siportino dietro gli effetti del farmaco la mattina. Per facilitare il sonno è anche im-portante che la sera la cena sia leggera e contenga carboidrati, così l’aumento riflessodei livelli d’insulina permetterà all’aminoacido triptofano circolante di entrare meglio nel cervellosintetizzandovi serotonina, che è il neurotrasmettitore della quiete. Ci auguriamo che i ricercatoritrovino quanto prima altri più efficaci farmaci, relativi all’insonnia. Mario Coletti

45 MINUTI PER UNA SPERANZA DI VITA5 minuti: questo il tempo necessario per cambiare il corso di unaita e ridare la speranza a un bambino. 45 minuti sono il tempo

medio di intervento per correggere chirurgicamente una labio-chisi, meglio nota come “labbro leporino”: una malformazioneongenita che colpisce i neonati soprattutto in Africa Centrale eei paesi mediorientali, dove è presente una scarsa o poco varie-ata alimentazione delle mamme. Per i bambini che ne nasconoffetti e per le loro famiglie queste malformazioni non sono sol-anto un problema estetico. In numerosi casi i piccoli nati con unbuco” nel labbro o nel palato non riescono a respirare bene e a

masticare, molti di loro non arrivano a compiere il primo anno diita. Quando crescono, non riescono a parlare in modo corretto,essuno capisce ciò che dicono, vengono emarginati dai loro coe-anei e non possono andare a scuola. Tutto ciò è causa di un graveisagio sociale, per cui questi bambini preferiscono spesso allon-anarsi dal mondo piuttosto che stare in mezzo alla gente. Per cor-eggere con interventi di chirurgia plastica ricostruttiva questeravi malformazioni facciali, nel 1982 è nata negli Stati Uniti laOperation Smile International”, alla quale aderiscono oltre cin-uemila volontari, provenienti da ottanta paesi del mondo.40mila sono gli interventi chirurgici effettuati nel corso di tren-’anni, che hanno cambiato la prospettiva di vita di tanti bambinioco fortunati. Nell’anno 2000 è nata la “Fondazione Operationmile Italia Onlus”, costituita da volontari medici, infermieri eperatori sanitari impegnati in missioni umanitarie per donare unorriso e una speranza di vita ai bambini che nascono affetti da tali

malformazioni nei paesi più disagiati e poveri del mondo, dove’accesso al trattamento chirurgico è più difficile. Il centro ita-iano è la Smile House di Milano, realizzato grazie ad un proto-ollo d’intesa con l’Ospedale San Paolo all’interno del quale èspitato. Oggi il principale obiettivo di “Operation Smile” èuello di promuovere l’autosufficienza medica a livello locale at-

raverso il miglioramento delle infrastrutture sanitarie e la for-mazione dei medici, al fine di garantire ai bambini poveri un piùacile accesso gratuito a cure specialistiche di qualità anche per ilrattamento post operatorio di queste patologie. Maggiori infor-

mazioni sulle attività della Fondazione sono reperibili sul sito In-ernet: www.operationsmile.it Silvia Iovine

LE PARROCCHIE PERUN’EDUCAZIONE INTEGRALE

Il tema della responsabilità sociale degli operatori della comuni-cazione è un tema attualissimo, del quale tuttavia pochi parlano.Un tema scomodo. Se usati strumentalmente con finalità di ca-rattere speculativo e manipolatorio, i media possono alimentareun fuga senz’anima dalla realtà con esisti socio-culturali deva-stanti. Un fenomeno ormai in atto da anni e al quale dobbiamoparte della crisi attuale. Il primo a parlare di responsabilità so-

ciale degli operatori della comunicazione fu Giovanni Paolo II.Nel Messaggio per la Giornata Mondiale delle ComunicazioniSociali 2004 il grande Pontefice scriveva: “La statura morale dellepersone cresce o si riduce a seconda delle parole che esse pro-nunciano e dei messaggi che scelgono di ascoltare. Pertanto, lasapienza e il discernimento nell’uso dei mezzi di comunicazionesono particolarmente auspicabili nei responsabili delle comuni-cazioni sociali, nei genitori e negli educatori”. E aggiungeva:“Una riflessione coscienziosa sulla dimensione etica delle comu-nicazioni sociali deve sfociare in iniziative pratiche, volte ad as-sicurare che questi potenti strumenti di comunicazione rimanganofonti autentiche di arricchimento. Una particolare responsabilità,a questo riguardo, spetta agli stessi operatori delle comunicazionisociali”. L’insegnamento di Wojtyla (ribadito da Ratzinger e Ber-goglio) è ancora ben vivo nel mondo cattolico. È stato recente-mente nominato il nuovo presidente nazionale dell’AIART,l’associazione dei teleutenti di ispirazione cristiana che ha comefinalità primaria l’affermazione, nel campo della comunicazione,della dignità e dei diritti delle persone, della famiglia e della gio-ventù. Il nome del neo-presidente è Massimiliano Padula. Nato aTaranto nel 1978, Padula vive a Roma dove insegna “Comunica-zione e Dottrina Sociale della Chiesa” presso l’Istituto “Redem- ptor Hominis” della Pontificia Università Lateranense. Il suo

programma punta a fare dell’AIART un punto di riferimento peril legame tra educazione e comunicazione. Con l’obiettivo di unamaggiore presenza sul web e sui social network e di una piùstretta connessione con i territori. Importante, in tal senso, la fun-zione delle parrocchie che – secondo Padula – possono contri-buire, al pari della scuola, della famiglia e delle istituzioni, ad unuso responsabile dei mezzi di comunicazione, ricreando luoghid’incontro e di dialogo con i più giovani. L’auspicio – sottolineaPadula – è che “le comunità ecclesiali possano diventare anima-trici di un’educazione integrale, in un’azione corresponsabile conle altre realtà educative”. Silvia Iovine

QUANTI MINUTI COSTAembra bizzarro, ma non lo è affatto. Il tempo è la cosa più preziosahe esista. Già, perché da quando nasciamo abbiamo a disposizionena risorsa gratuita che non pensiamo nemmeno di avere e che pianiano si consuma ugualmente per tutti. Ha lo stesso valore periascuno di noi, anche se con misurazioni diverse. Purtroppo èicorrente tra i più giovani non avere la percezione del tempo, ancheerchè noi non ci rendiamo conto del valore di una cosa quando nebbiamo in abbondanza (o pensiamo di averne molto ancora).

Quando invece la scarsità ci apre gli occhi, iniziamo a svegliare laoscienza della perdita, appunto, perdita del tempo. Non si sa quanteose si possano fare in un paio d’ore o quanto denaro si possauadagnare. E’ una probabilità governata dalle scienze statistiche chevvenga un certo fenomeno. Ma il fattore tempo è sempre inserito inuesto calcolo apparentemente complesso, che poi non lo è tale in

uanto si è già a buon punto con la sola consapevolezza di quanto siarezioso ogni minuto andato via (proficuamente o gettato via alento). Quante volte abbiamo sentito dire “.. se potessi tornare

ndietro..” e non solo per un fatto di età o di giovinezza, ma anche pern solo istante, per imboccare una strada diversa, una scelta migliore.l passare del tempo a questo punto è molto più prezioso di qualsiasiosa e sicuramente molto di più del denaro. Questo è solo un “bene

mobile”, materiale che assume valore perchè convenzionalmente noilielo attribuiamo per gli scambi, ma il tempo non può essereestituito, ne’ rimborsato. Già, perchè le cose belle e il denaro si fannoempre in tempo a restituirle, ma la giornata di ieri è andata, quei

minuti non si fa più in tempo a riaverli e tutto questo non tornerà maiiù. Domenico Bertuccio

RADIOAMATORE NON SPARIRETanti anni fa erano veramente molti i radioappassionatidilettanti e radioamatori esperti che utilizzavano la radio percomunicare e per svagarsi nel tempo libero. Adesso quasi tuttele frequenze sono dei canali vuoti. Un tempo nasceva solo lacuriosità di sapere come fa un segnale a giungere a distanzecosì elevate con soli pochi watts di potenza. Già, perchè in

onde medie, ad esempio, il segnale segue la curvatura terrestreper rifrazione della troposfera che consente alla portante dispingersi oltre l’orizzonte e di giungere al mostro interlocutoredall’altro lato del globo. Una volta queste informazioni eranomolto più in circolazione perché era la necessità dell’uso delleradio a portarle agli utenti. Invece oggi comunicare è talmentesemplice ed economico che, tra moderni telefoni e offerte ditraffico dati e fonia illimitato a prezzi accessibili a tutti,comunicare non implica più l’esigenza di conoscere tanto, masolo sapere digitare un numero o un testo. Niente piùtelegrafia, perché ora sulla scia del linguaggio morse sono gliapparati a dialogare in codice binario a velocità estreme. Unaprova ne è la soppressione del telegrafo, sostituito anchequesto dai computers e dalle reti cablate dei dati. Piccolospiraglio si ha con l’uso delle reti wireless, dove nel primodecennio del 2000 si è assistito alla necessità di portare ilsegnale oltre le mura domestiche. Ecco riemergere gli espertiormai rimasti pochi, che attuano la pregressa esperienza daradioamatore per la migliore propagazione del segnale. Adessotutto questo sembra quasi ridicolo, perché in questi ultimi annile reti sono state ormai estese al tutto il territorio nazionale equindi non c’è un solo angolo non coperto o non copribile da

segnale dati wireless. Ma allora l’uso della ricetrasmittenteadesso non serve più, e per navigare su internet non serve piùandare a casa davanti al vecchio pc fisso. Adesso sta tutto nelpalmo della mano, ma ciò sarà sempre legato alle onde radioche hanno solo cambiato applicazione e veste, al passo deicambiamenti però del radioamatore moderno.

Domenico Bertuccio

CARCERE UTOPIAUn sistema alternativo al vigente sistema carcerario potrebbeessere attuato non tanto dallo stato detentivo in senso stretto,quanto dalla reclusione in senso lavorativo e di tipo contributiva.Siccome la Repubblica è fondata sul lavoro e la funzione dellapena è quella di rieducare e di reinserire il condannato nellasocietà, lo scontare una condanna sarebbe sicuramente cosamaggiormente proficua se si sottoponesse la maggioranza deireclusi alla realizzazione autonoma di lavori “socialmente utili”del pari ad un appalto pubblico. Anche se attualmente le penealternative per i lavori di pubblica utilità sono previste dallevigenti norme, l’estensione moltiplicata di queste modalità o lariconversione di una qualunque pena detentiva in esecuzione dilavori offerti a beneficio della società, sarebbero una svoltaepocale per il progresso e l’immagine del nostro Paese. Non cisarebbe più la segnaletica piena di adesivi, scritte sui muri, erbafolta accanto al marciapiede, strade insicure e degradate, buchenon segnalate etc. La consapevolezza di avere tolto qualcosa allasocietà e che con quel gesto si ristora l’ammanco, credo siadoppiamente efficace. Da un lato il lavoro, in base allecompetenze e alle proprie inclinazioni, porta allo sviluppopsicofisico della persona e dall’altro la collettività vedereintegrarsi un qualcosa che gli è stato tolto e che crede non glisarà mai più restituito. A sorvegliare tutto ciò possono esserepreposti altri soggetti che stanno espiando la parte terminaledella condanna, che riescono a concludere questo iter attraversol’assunzione in garanzia del risultato degli altri detenuti cheeseguono materialmente le opere, tenendo su di essi laresponsabilità della resa e della condotta in generale, pena ilprolungamento della loro stessa detenzione. In conclusione,possiamo ipotizzare un sistema carcerario basato sul gioco delconflitto - concorso di interessi, sulla produttività e sullaricostituzione della responsabilità, dove in cella si ritorna soloper essersi ingiustamente rifiutati di prestarsi, doveprogressivamente si passa test dopo test ad un ambiente semprepiù confortevole e con proporzionale incremento dellaresponsabilità, ma in tutto questo progetto abbiamo solofantasticato. Domenico Bertuccio

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8/17/2019 l'Attualità Maggio 2016

http://slidepdf.com/reader/full/lattualita-maggio-2016 9/16

IL MAESTRO DI RENOIR(1° parte)A cominciare dal Cinquecento, scrittori, teologi, esplo-ratori francesi si recavano in Medio Oriente alla ricerca di esoti-smo o radici religiose; un pò come i pittori d’oltralpe chefacevano un soggiorno obbligato in Italia alla ricerca della loroispirazione artistica. Nell’Ottocento per un francese, la spinta piùdecisiva a compiere un viaggio in Oriente è venuta probabilmentedalla campagna napoleonica d’ Egitto del 1798-99 e la conse-guente pubblicazione degli appunti e degli schizzi di VivantDenon. Nella metà del primo secolo - quando tanto si arricchì lacollezione egiziana del Louvre - i viaggi in Oriente erano diven-tati un “must” dell’epoca, finendo per influenzare non soltanto icugini parigini ma tutti coloro i quali erano interessati ad esplo-rare confini ignoti e terre misteriose. Il mecenate statunitenseJohn Lowell Jr., dopo la prematura scomparsa della moglie edelle sue due bambine, aveva deciso di dimenticare il suo dolorein un lungo viaggio, che avrebbe dovuto portarlo, secondo i suoiprogetti, fino in Cina.Cosa usuale dell’epoca era quella di assol-dare un pittore che avrebbe dovuto documentare il viaggio , at-traverso schizzi ed acquerelli. E fu proprio questo lo scopo dellapresenza di Charles Gleyre(il futuro Maestro di Renoir) nella ca-

rovana di Lowell: fornire una documentazione durevole relativaai luoghi visitati, non solo come mero turismo ma volta a cogliereusanze e tradizioni di quelle terre esotiche. (Continua)…

Daisy Alessio

ARTI FIGURATIVE E VARIE L’ATTUALITÀ, pag. 9N. 5 MAGGIO 2016

MOSTRA DI MANUL CAMPUS A EGGI DI SPOLETOÈ stata inaugurata a Eggi di Spoleto,

na mostra di pittura del M° ManuelCampus, pittore e scultore della “Non

iolenza” autore dell’opera pittoricantitolata “Golgota oggi” (19 tavolei due metri per uno e quaranta)ove, dietro alla Via Crucis del Cri-to viene rappresentato ciò che di ne-asto ha compiuto l’uomo di ieri e diggi. L’indifferenza di tanta genteiene denunciata nella tavola XVIIIalla frase di Martin Luther King, cheecita: “La più grande tragedia diuesto periodo di trasformazione so-iale non e’ nei clamori chiassosi deiiolenti ma, nel silenzio spaventoso

delle persone oneste” . Sono tele do-ate da un’immediatezza espressivaa raggiungere ed emozionare chiun-ue e, allo stesso tempo da una carica così sconvolgente da generare vero sdegno verso il male. Laittura del Maestro trasmettte vibrazioni di lotta contro la criminalità e la violenza in tutte le sueorme, è infatti, espressione di un messaggio d’amore e di esortazione dell’umanità. Giovedì 28prile L’associazione “PUNTO EGGI” ha organizzato la XXIX edizione del premio “A.TALE-

GALLI”, una manifestazione che è tra le più importanti del territorio regionale per le occasioni cheromuove sul piano della solidarietà e del volontariato, dell’impegno civile e sociale, della salva-uardia del patrimonio architettonico ed ambientale. Questo riconoscimento è stato ritirato in pas-ato da personalità che si sono particolarmente distinte per la valorizzazione del territorio, fra queste,stato premiato, per il 2016, il M° Manuel Campus. Durante la serata è stato presentato il libro

critto da Nadia Giannoni nel 2014 dal titolo: “Sono nato ma non posso morire” (biografia irrive-ente di Manuel Campus), editore Robin&Sons di Claudio Maria Messina. Manuel Campus è natoDomus De Maria (CA) nel 1928, vive ed opera a Spoleto (PG). E’ autore di diverse sculture, tra

e piu’ importanti: la scultura del cantautore Lucio Battisti a Poggio Bustone (RI), inaugurata il 9--99. e la scultura della Madonna con Gesù e Giovannino, inaugurata a Domus De Maria nel 2006.

Dal 1951 ad oggi ha tenuto numerose mostre in Italia e all’estero. Fra le ultime: 2008, Catanzaro,Complesso Monumentale “San Giovanni”; 2009, Palermo, Palazzo dei Normanni, Sale Duca diMontalto; Roma 12-12-12 a Palazzo Valdina, Camera Dei Deputati, Marzo 2013 Portico Archi,Palazzo Vescovile Rieti; Agosto 2013 Gubbio, Palazzo dei Consoli, Sala dell’Arengo. Molti sonotati i premi e i riconoscimenti ricevuti. Nel 2011 è stato invitato dal prof. Vittorio Sgarbi a parte-ipare alla 54° Esposizione internazionale d’Arte- Biennale di Venezia – Padiglione Italia – Pa-

azzo Esposizioni – Sala Nervi, Torino. Uff. Stampa: Francesca Ferrara368-902841 e-mail: [email protected]

TULLIO DALLAPICCOLA“La cucina dei 

nonni”

(Olio su tela)

Studio d’Arte

Tel. 0461.557139

Cell. 339.1259386

E-mail: tullio.dal-

lapiccola@virgi-

lio.it

PEPPE ZOTTI, MAESTRO D’ARTE CONTEMPORANEA: L’INTERVISTAl maestro d’arte contemporanea Peppe Zotti (nella foto) nasce nel 1961 a Benevento, città dove

vive e lavora. Nelle sue opere si concentrano leeclettiche attitudini artistiche che spaziano dallapittura alla scultura, dalla poesia alla musica, allascenografia, al teatro. Artista polimaterico e visio-nario, manifestò la sua carica artistica sin da fan-ciullo. Nella sua sperimentazione attinge dalletecniche bizantine: religiosità, antiplasticità e anti-naturalismo intese come appiattimento e stilizza-zione delle figure volte a rendere unasmaterializzazione dell’ immagine. L’ultima mo-stra del maestro si è conclusa lo scorso 13 marzoalla Rocca dei Rettori di Benevento con una per-sonale avente titolo “Shemà Israel Dabar Adonai”.Sono state presentate opere in pittura e icone ispi-rate all’ Anno Giubilare della Misericordia indettoda Papa Francesco. La dott.ssa Rita Clemente ha

scritto: “Nell’intera opera echeggia il trionfo vi-vido dell’ animo sensibile, romantico e idealistadell’ Accademico del Verbano: Zotti, artista chevive i sentimenti e i valori metafisici e assolutidell’ amore e del rispetto con grande intensità e tra-sparenza. Pittore espressivo dalla personalità estro-versa, mostra una buona fiducia nelle proprie idee,ambizioni e aspirazioni”. A quale corrente arti-stica appartiene? Si dice che sono un transavan-guardista neoclassico. Transavanguardista per le forme e gli scenari dove si svolgono le tematichedei miei quadri. Neoclassico perché riesco a far

edere bene le figure soprattutto dei corpi, anche se magari leggermente deformi per una mia sceltaconoclasta. Come è nata la sua passione per l’ arte? La mia passione per l’ arte è nata con me,erché ho fatto la mia prima mostra a sette anni. Poi si è sviluppata, e non ho mai pensato di ab-andonare, perché mi piace, e vivo proprio dipingendo. Quali sono i modelli a cui si ispira? Dio,i temi religiosi che possono portare a una definitiva scelta di conversione. In che modo è pro-redita nel tempo la sua tecnica? Questo lo dobbiamo far decidere agli altri. Credo che sicura-

mente si sia sviluppata di più sia nei canoni delle tematiche che anche nello stile, nell’ uso dimateriali diversi. Qualcuno dice che sono un buon polimaterico. Infatti mi piace studiare nuove so-uzioni e nuove tecniche pittoriche. Però quello che mi rimane sempre nel cuore sono gli acquerellile tempre per gli affreschi. Questi materiali sono adatti a dipingere il sacro con un’oggettività d’

mmagine, senza trasbordare oltre l’immaginario e quindi renderli troppo astratti, perché l’imma-ine sacra deve essere un segno netto, preciso e oggettivo. Che cosa si può fare per stimolare

’interesse del pubblico per l’ arte? L’interesse del pubblico viene stimolato al di là del tambu-eggiare dei media e della pubblicità. Credo che venga stimolato soprattutto nell’ intento di lanciaren messaggio serio, sicuramente religioso nel mio caso perché mi sono consacrato alla pitturaacra. Però un messaggio serio di arte seria, non eccessivamente concettuale ma pratica, di espe-ienza del visivo. Secondo lei le capacità artistiche sono naturali o acquisite? Penso che sianoaturali. Di acquisito può esserci una miglioria della capacità artistica, con l’ impegno, con lo stu-

dio, con la perseveranza. Vi sono artisti locali che hanno fatto fortuna all’ estero. Allora è pro-prio vero il detto “nemo propheta in patria?” Certamente. Anch’ io credo di avere più fortunall’ estero. Però bisogna cercare di esserlo anche in patria, perché la prima culla è quella della na-ione che ci ospita, la prima terra su cui camminiamo è quella del nostro paese. Quindi comunqueon ci si deve arrendere, e si deve dialogare molto con il prossimo, specialmente dal punto di vista

dei contenuti della propria arte. Qual è il segreto della sua creatività? Non è tanto un segreto, eredo che sia la cosa più evidente della creazione: è Dio. Qual è stata la più grande soddisfazione

della sua carriera? Parecchie. Al di là dei riconoscimenti per le mie esposizioni all’ estero, homolto a cuore dei riconoscimenti della Chiesa Cattolica ed anche un riconoscimento al merito per’opera iconografica elargito dall’ Archimandita della Chiesa Ortodossa in Sardegna. Ho vinto l’

Oscar della pittura a Monterotondo. Le mie opere sono a New York, Dallas, Atlanta, Londra, in Ma-dagascar e Kenya; in Italia, tra le tante località, si trovano anche a Milano, a Venezia, a Palermo

a Roma (palazzo Barberini – sala della Lupa). Programmi per il futuro… Continuare a fare lecone e continuare ad illustrare la gloria di Dio, nei limiti che il Signore mi dà con la mia grazia eon la mia capacità. Vincenzo Maio (cell. 347-3173288)

GIAN LUCIOLAI

MOSTRA SARANDREA A LADISPOLIL’artista Pietro Sarandrea, da unanno di distanza dalla sua ultima mo-stra personale al Museo Storico dellaCiviltà Contadina e Popolare di An-guillara (Rm), si è di nuovo propostodal 2 al 10 aprile, presso lo spazioespositivo che il comune di Ladispoli(Rm) mette a disposizione per eventiculturali, con opere del periodo 2010 –2015, alcune di grande formato (1,00x 1,80 m circa) che mettono in evi-denza la sua ricerca nell’ action-pain-ting. E’ infatti evidente che perl’artista è ora necessario uno spaziosufficientemente grande per espri-mersi al meglio con la pittura d’azione, dove l’energia gestuale prendeil sopravvento sulla composizionegeometrica che ha formato il Maestronegli anni ‘80. Pietro Sarandrea non dimentica comunque questa lezione del passato, si ricongiungead essa con un lavoro attuale (non esposto), geometrico su tela di dimensione aurea (cm 50 x 81)introducendo in esso delle concezioni pitagoriche; triangoli rettangoli,pentagono e stella a cinquepunte legate insieme da un vortice con sequenza matematica del Fibonacci, che parte da circa unterzo della tela e si srotola all’estremità opposta. Tale lavoro di grande impegno intellettivo lo ispiraall’action-painting, riportando su una tela sempre a sezione aurea, il vortice e, con l’immediata ge-stualità, esprime la forza energetica del suo io. Nel panorama artistico contemporaneo è interessante evidenziare la sua personalità e originalità. La mostra è stata curata e inaugurata dal delegatoall’arte del comune di Ladispoli, Sig. Filippo Conte (nella foto), che ha espresso in proposito pa-role di approvazione sul cammino professionale dell’ artista, facendo riferimenti anche ad un suoperiodo precedente del 2010 ritenuto per lui molto interessante e formativo.

Paola Lamonica Cell. 335.6162835

TOULOSE-LAUTREC AL MUSEO DELL’ARA PACISAttraverso questa esposizione sarà possibile conoscere a tutto tondo l’opera grafica di Henry Toulose-Lautrec: manifesti,illustrazioni,copertine di spartiti e locandine,alcune delle quali autentiche ra-rità perché stampate in tiratura limitata, firmate, numerate e corredate dalla dedica dell’artista. Nelpercorso di mostra, oltre alle opere di Toulose-Lautrec, fotografie e riprese cinematografiche d’ini-zio Novecento evocano la Parigi della Belle Epoque. Inoltre, un’applicazione interattiva guiderà ilvisitatore alla scoperta delle tecniche di stampa di fine Ottocento e della riproduzione su vasta scaladel manifesto pubblicitario, di cui Toulose-Lautrec fu indiscusso innovatore. L’itinerario del-l’esposizione è scandito in cinque sezioni tematiche e tiene conto delle esperienze formative, arti-stiche e intellettuali del grande artista: partendo dalle opere dei primi anni della produzione artisticadi Toulose-Lautrec, sotto l’egida del maestro Renè Princeteau, fino a quelle del primo periodo pa-rigino, fortemente influenzato dall’ambiente di Montmartre; un percorso che dal realismo deglistudi accademici sfocia nelle opere post-impressioniste realizzate da Toulose-Lautrec dopo l’in-contro con la pittura di Seurat, Gaughin, Van Gogh. Toulose-Lautrec è tra i pittori più noti del pe-riodo post-impressionista francese, durante il quale la sua attività fu particolarmente creativa einnovatrice. Dopo aver iniziato a dipingere nel pieno del movimento impressionista, durante la suavita fu anche incisore, illustratore e disegnatore. La sua immersione nella vita di Parigi di fine ‘800produsse una raccolta di immagini e raffigurazioni della società moderna,e a volte de-cadente, tipica di quei tempi. Famose sono soprattutto le sue scene che ritraggonoscorci della capitale francese, con un’attenzione particolare ai locali dei quartieridi Montmartre del tempo. I suoi poster, le illustrazioni e le stampe realizzate conla tecnica della litografia sono capaci di raccontare molte caratteristiche della vitaparigina, non solo sulle nuove forme di intrattenimento ma anche sui divertimentidei ceti meno abbienti, sulla politica e sull’affermazione dei movimenti culturali.Probabilmente a causa della sua condizione tormentata, Toulose-Lautrec abbandonòpresto l’ambiente aristocratico e dedicò il suo interesse alle persone ai margini dellasocietà, spesso raffigurate con sofferenza e nervosismo. Scomparve a soli 37 anni nella sua tenutadi famiglia a Malromè; oggi sarebbe il suo 150° compleanno. Maria Rosa Nicastri

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PRECISAZIONEL’articolo intitolato “Esempio di una Scuola buona e di qualità” , pubblicato su questo Periodico a pagina 9 del

numero di aprile, è stato scritto da Antonio Abate.

“Impronte di vita”

Litografia (35x40)

Nasce il 3 marzo 1959 a Orosei.Vive e opera in Sardegna Autodi-datta. Amante dell’arte sin da gio-vanissimo coltiva la sua grandepassione dipingendo dal vivo pae-saggi della sua Terra Sarda.A ven-t’anni espone i suoi primi lavori inuna mostra collettiva, ottenendo ilconsenso del pubblico. Ha parteci-pato a numerose estemporanee intutta Italia conseguendo premi emenzioni delle giurie di esperti.Ha partecipato inoltre a numerosecollettive. Ha esposto in varie gal-lerie d’arte sia in Italia che in Eu-ropa e nel Mondo. Ha acquisitonumerosi Premi e Menzioni, fraquesti il Premio InternazionaleCittà di Roma, Premio Mostra Eu-ropea Musèe en Plein e con unadelle sue ultime composizioniquello del riconoscimento asse-gnatogli a Tokyo per l’elevato va-lore stilistico espresso. Dicono dilui: “Figurativo, paesaggista, ri-trattista, i suoi lavori sono espres-sione del suo animo e della suaterra”. Con tenacia dipinge costan-

temente eseguendo Opere in Ac-querello, Oli su tela, Acrilici,Carboncini, Litografie, Matite,Murales, Sculture e Arte grafica.Presente nel network di Facebook:http://gigarte.com/gianluciolai

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8/17/2019 l'Attualità Maggio 2016

http://slidepdf.com/reader/full/lattualita-maggio-2016 10/16

“UN CHIODO NEL MIO STIVALE” Monologo ispirato a V.V. Majakovskij, è stato in scena al TeatroSala Uno (Roma) dal 5 al 7 aprile scorso. Lo spettacolo è nato daun’idea di Daniel Terranegra che lo vede in scena diretto daReza Keradman. Qui vogliamo parlare non solo e non tanto dellospettacolo quanto della performance dell’attore Daniel Terrane-gra. Infatti lo spettacolo non solo si ispira, ma si rifà ampiamenteallo Spettacolo-concerto Majakovskij , portato in scena da Car-melo Bene; spettacolo che ha avuto complessivamente cinque re-pliche dal 1960 al 1980 e una versione televisiva del 1974intitolata Quattro modi di morire in versi. I poeti compresi sianella lettura di Carmelo Bene che in quella di Terranegra sonooltre a Majakovskij, Blok, Esenin e Pasternak. Quindi veniamo aTerranegra. Il lavoro fatto dall’attore lo mette in condizione dismarcarsi abbastanza agilmente sia dal modello “Stanislavskij”(cioè quello dell’immedesimazione) sia dal modello “Brecht”(cioè quello dello straniamento). In verità l’attore entrando eduscendo dal suo personaggio mette in questione a un tempol’opera dal punto di vista della vita e la vita dal punto di vista del-l’opera senza che si dia possibilità di sintesi tra i due piani comea dire che il senso non va cercato nell’opera, ma molto più nellavita. In questo senso la sua esibizione ha come valore aggiuntoquesta dimensione etica e politica. Ma la cosa che ci ha colpito di

più è il suo essere un corpo gettato capo e piedi nell’opera comenella vita; un corpo per questo capace col suo entusiasmo di sov-vertire non solo la poesia. Non un fine dicitore di versi, bensì uncorpo gettato a capofitto nella realtà per mezzo della poesia. Unattore sovversivo più che rivoluzionario che – a differenza degliattori della chiacchiera – quando sale sul palcoscenico non di-mentica il suo corpo in camerino. Stefano Valente

L’ATTUALITÀ, pag. 10 CINEMA, MODA E VARIE

MODA E… NON SOLO(a cura di Lucilla Petrelli)

 Lucille, style coach!

“IL FIGLIO DELL’ALTRA” Mercoledì 6 aprile presso il cineforum di San Lorenzo fuori lemura (Roma) è stato proiettato il film drammatico della registaLorraine Levy “Il Figlio dell’altra”, girato e distribuito in Franciael 2012 (distribuito in Italia nel 2013). Nel film Joseph Silber, unagazzo israeliano che vive a Tel Aviv, sottoponendosi alla visitai leva scopre di avere un gruppo sanguigno incompatibile conuello dei suoi genitori. Dall’analisi del DNA si scopre che è statocambiato alla nascita con Yacine Al Bezaaz, che a sua volta èresciuto, pur essendo ebreo, in una famiglia palestinese nei ter-itori occupati della Cisgiordania. Il film racconta dell’incontro-contro avvenuto tra i due ragazzi e tra le loro famiglie. Qui’agnizione – che è uno dei classici strumenti adottati dalla dram-

maturgia di tutti i tempi – invece di concludere l’intreccio facendoenir meno le ragioni del conflitto, viene adoperata per provo-are il conflitto tra i vari protagonisti della vicenda ovvero tra iue ragazzi e tra le loro famiglie. L’agnizione, qui, genera il con-litto invece che risolverlo. Il film propone molti spunti di rifles-ione, ma qui vogliamo limitarci solo a tre brevi considerazioni:na di carattere estetico, una di carattere etico e una di carattereolitico. In prima battuta il film esplora in modo efficace una ca-egoria estetica – quella del “perturbante” – poco indagata dal-’arte di tutti i tempi che ha preferito esprimere categorie come

uella di bellezza o di sublime. Per perturbante (il riferimento na-uralmente è a Freud) si intende quella strana esperienza per cuiualcosa di familiare si rivela improvvisamente estraneo e qual-osa di estraneo si scopre improvvisamente come familiare. Peruanto riguarda, poi, la seconda considerazione possiamo direhe nel film si pone in maniera radicale la questione dell’eticaosì come l’ha posta, per esempio, un filosofo della statura di Le-inas, il quale elabora una nuova concezione della soggettività inuanto caratterizzata in senso etico come esposizione all’altro,ome ostaggio d’altri, come sostituzione all’altro – una soggetti-ità ossessionata dall’altro perché ad esso assoggettata. Insommaià per il solo fatto di nascere noi usurpiamo il posto dell’altro. Inltimo una considerazione di tipo politico. Per quelli che sonotati testimoni della storica stretta di mano tra Arafat e Rabin ad

Oslo nel 1993 la speranza è stata quella della creazione di duetati in un solo territorio. Una vera e propria utopia che andavaen al di là della composizione dell’annoso conflitto israelo-pa-estinese. Infatti se realizzata questa speranza ci avrebbe messootto gli occhi un’idea di Stato finalmente svincolata dalle cate-orie di terra (ius soli) e di sangue (ius sanguinis) – categorie que-te ultime che caratterizzano la concezione moderna dellotato-nazione, concezione che è nata e si è sviluppata proprio a

artire dalle guerre di religione che nel XVI secolo hanno dila-iato l’Europa così come oggi è dilaniata la terra di Palestina. Orae vicende di Joseph e di Yacine letteralmente ‘incarnano’ questaperanza e questa utopia. E noi vogliamo continuare a fare me-

moria di questa speranza, la memoria non essendo altro che il ri-ordo di tutte le volte in cui la speranza è stata delusa.

Stefano Valente

NEWS FASHIONTra le aziende italiane, la Giorgio Armani è seconda nella clas-sifica mondiale per la “Reputation Institute”. Senz’altro un fattodi coerenza dopo le affermazioni fatte di recente da “King Ge-orge”, il titolare, a proposito del tema “pelliccia sì, pelliccia no”,lui, stesso, ha affermato : ”il progresso tecnologico raggiunto inquesti anni ci permette di avere a disposizione valide alternative,che rendono inutile il ricorso a pratiche crudeli nei confrontidegli animali”. E quindi a partire dal 2016-2017 la Maison faràsolo vendite di capi fur free! Senz’altro una lodevole iniziativa.

Sempre a proposito di Armani, nuovissima, e già un successo, lashopping di Emporio Armani la “Beverly”, così si chiama, conmanici e tracolla disponibile in vari colori, una borsa porta-tutto,comodissima per tutti i nostri spostamenti da qui alla fine del-l’estate.

NEW PRECIOUS PARFUMESTante le profumazioni, tante le novità per la stagione calda. I fla-coni si presentano sempre più preziosi, intriganti dell’haute par-fumerie, ispirati ai gioielli importanti, così sfaccettati, scintillantima anche compatti come pietre dure. Bulgari con il nuovo“Omnia Paraiba” si è ispirato a una delle pietre preziose piùpregiate della terra, la radiosa tormalina di Paraiba in Brasile.Anche Thierry Mugler presenta “Alien” racchiuso all’interno diun flacone di cristallo d’ametista. Mandarino, gelsomino del Ma-rocco, ambra bianca sono le caratteristiche di questa fresca e vi-vace creazione. E ancora Cartier con “Panthère eau de ParfumLegere” un flacone di cristallo con tappo-gioiello dorato. La gar-denia è la sua forza. Come un diamante si presenta anche “Lanuit Trèsor” di Lancome nel flacone violaceo di cristallo sfac-cettato. Essenza di rose e incenso per una donna sensuale. Infine,in versione compatta “Signorina Misteriosa” di Ferragamo,con flacone nero a chiusura con fiocco e metallo dorato. Il bou-quet, sprigiona note accattivanti di Neroli, mora selvatica, fiorid’arancio e tuberosa.

BEST OF BEAUTYPrepariamoci alla stagione balneare con prodotti su misura peravere un corpo perfetto. Una delle case sempre attente ai pro-blemi estetici della donna è l’azienda italiana “Collistar”. I suoiprodotti, sempre innovativi, le sue formule, sempre mirate neitrattamenti corpo, risolvono i tanti inestesismi della pelle. Ungrande successo di vendita è il “fango-scrub” rimodellante conacqua termale di Salsomaggiore per le zone critiche che, insiemeal trattamento intensivo per la notte “pancia e fianchi” sono iltop della casa. A questi, si aggiunge il nuovissimo prodotto , unanovità sempre per il corpo, uno “stick rassodante“ per le brac-cia ed i glutei dall’effetto rimodellante. Pratico ed ultra-rapidonell’applicazione non ha bisogno di essere massaggiato. Da pro-vare subito un’altra novità, questa volta per i capelli. Quel toccoin più magari profumato come quello creato ad hoc dalla topmodel americana, Tamara Ecclestone, “Decadence Hair Fra-grance” che lascia sulle chiome una scia glamour e le rende bril-lanti grazie all’olio di jojoba. Novità anche per il viso. Una curastrong per avere una pelle liscia e levigata grazie alle sempre più

innovazioni scientifiche. “Blu Therapy” è il trattamento porpo-sto da Biotherm che si avvale dell’efficacia delle piante marinein grado di riparare la pelle. Un siero portentoso da applicare duevolte al giorno e dai risultati incredibili. Con l’estate alle porte,vale la pena di provare tutti questi prodotti.

EVENT FASHIONGrande evento legato alla moda al “MoMu”, il Museo di An-versa dove fino alla fine di agosto si potrà visitare la particolareesposizione “Game Changers”, come reinventare la silhouettedel XX secolo. Sono un centinaio gli abiti di alta moda e pret –à porter, firmati da Cristòbal Balenciaga, l’innovatore dello stilee figura centrale della mostra. Ma si possono ammirare anche imodelli di altri grandi sarti dell’epoca come Madeleine Vionnete Gabrielle Chanel che grazie alla loro innovazione, liberaronole donne dall’obbligo del corsetto. In mostra anche le creazionidi designer contemporanei come il giapponese Issey Myake edi belgi Ann Demeulemeester e Maison Martini Margiela, veririvoluzionari nelle forme dei vestiti.

TEATRO ARBOSTELLAIl Teatro Arbostella di Salerno è uno dei più prestigiosi teatri ama-toriali in Italia. Le compagnie teatrali che si esibiscono sono diprim’ordine. Il Direttore artistico è Gino Esposito, una garanziadi professionalità. Sta per andare in scena lo spettacolo “Ci sta un francese, un inglese e un napoletano”, due atti di Eduardo Tarta-glia. La trama è ambientata in una base militare di una Forza mul-tinazionale in missione di pace: un campo di prima accoglienzaprofughi. Lo spettacolo è articolato in modo di mantenere la te-matica che l’Autore ha dato, quella del momento di rendersi“eroe” nei confronti di una ragazza del villaggio che è stata messaincinta da un militare irlandese morto in un agguato di una bandadi ribelli irregolari. La persona che viene indicata dalla sorte è imilitare napoletano. Lo spettacolo si avvale di caratterizzazioni unpo’ marcate, ma restando nel tema. Bravo Giovanni Bonelli nelruolo del soldato napoletano (Salvatore) ben coadiuvato da Ti-moteo: interprete arabo impersonato da Franco Montinaro. Stra-

ordinaria la partecipazione di Gaetano Troiano: Max figlio deifiori un po’ gay.. Imponente il capitano inglese: Enzo GaldoSimpatico e latin lover il tenente francese: Marco Monetta. Bel-lissima la grazia e la popolarità di Giovanna Trotta nel ruolo diNoemi, fidanzata di Salvatore. Grande caratterizzazione di un vol-gare e comicissimo Mario Arrotino da parte di Andrea AvalloneFrizzante è il personaggio di Maceta, giovane incinta del villag-gio rimasta vedova del tenente irlandese e che Salvatore sposacon un matrimonio di accomodamento interpretata da Anna Gi-liberto.Lo spettacolo, anche se di grande attualità, è stato resomolto godibile e comico grazie anche alla capacità e professio-nalità artistica della Compagnia e dei tecnici scenografi, audio eluci, e della direttrice di scena.

Il Regista Gino Esposito

Organizzatore di eventi artistico-culturali

N. 5 MAGGIO 2016

“NEMICHE PER LA PELLE” In un periodo abbastanza ricco per le commedie italiane, ad ag-giungersi alla lista e a spiccare è “nemiche per la pelle”, del re-gista Luca Lucini. Le protagoniste della storia sono due donne,Fabiola (Claudia Gerini) e Lucia (Margherita Buy), che non po-trebbero essere più agli antipodi. La prima è una rampante agenteimmobiliare, piena di sé e tutta tacchi e tailleur, la seconda è una

psicologa per animali, ecologista e ambientalista, estremamenteemotiva. L’unico elemento che accomuna le due donne è Paolo,ex marito della prima e marito della seconda. L’uomo, morto al-l’improvviso, ha disposto nelle sue volontà testamentali che en-trambe le donne si prendano cura di Paolo Junior, suo figlioitalocinese, del quale entrambe ignoravano l’esistenza e soprat-tutto la provenienza. Le due donne, per il bene del bambino, do-vranno imparare a convivere e a rispettarsi. Proprio quandoquesto inizia ad accadere, il bambino viene loro sottratto e nel-l’estremo tentativo di riaverlo con loro si riscopriranno più similidi quanto si potrebbe immaginare, soprattutto nel loro vissuto. Lapellicola nel complesso si presenta in maniera molto dinamica eveloce, grazie al grande impegno delle due attrici, entrambe per-fette nel loro ruolo, che sono riuscite a stereotipare i loro perso-naggi senza mai sembrare eccessive. L’unica nota negativa delfilm è la sceneggiatura, leggermente ridondante e scontata nel suoepilogo, oltre che surreale in alcune dinamiche come quella del-l’adozione, dipinta come una pratica caratterizzata da estremasemplicità e velocità burocratica. Al film va dato però il merito diaffrontare il tema della step child adoption, estremamente attualee sentito. Nel complesso si passa un’ora e mezza di spensiera-tezza. Voto: 7 e mezzo. Martina Rella

“FESTIVAL DELLA CRESCITA 2016”Sui media, da molto tempo, è in corso un dibattito sulla debolecrescita italiana per cercare di individuare gli elementi che pos-sono guidare le scelte politiche sul nostro sviluppo e influire po-sitivamente sulle strategie economiche delle imprese e sulle sceltecomportamentali degli individui. In linea con queste discussionsi è posto il “Festival della crescita 2016”, giunto quest’anno allaseconda edizione dopo il successo della passata edizione. Esso siè svolto recentemente a Roma, nei locali della LUISS ENLABSuno degli acceleratori di startup più importanti a livello europeoche sta avviando importanti collaborazioni anche con alcuni gi-ganti dell’informatica. Nel corso dell’evento abbiamo chiesto aSabrina Donzelli, membro del coordinamento del “Festival”,quali siano le finalità della manifestazione. “La scelta della sedeè emblematica degli obiettivi del “Festival”, che non sono tantoquelli di organizzare un convegno per analizzare le motivazionidelle bassissime percentuali del nostro Pil, bensì quelli di cercaredi fornire soluzioni per realizzare la crescita”. Nella stessa occa-sione abbiamo chiesto all’addetta stampa Giulia Oldani di indi-carci il programma della manifestazione. “Nei tre giorni del“Festival” succederanno incontri e dialoghi che cercheranno didefinire scenari, performances, visioni relativi a startup, innova-

zione, economia civile, sharing economy, valori del femminile eturismo. All’evento parteciperanno importanti personalità delmondo della cultura e dell’imprenditoria, vi saranno laboratoriper i giovani e performances di artisti romani in diversi ambiti”La manifestazione è stata organizzata da Future Concept Lab, unistituto di consulenza e ricerca di consulenza avanzata a livello in-ternazionale con attività in Europa, Asia, Sud-America e 50 cor-rispondenti in 25 Paesi del mondo. In considerazione del grandeinteresse suscitato per questa iniziativa nella passata edizione,quest’anno il festival è itinerante, le prossime tappe saranno Bo-logna, Torino, Lucca, Siracusa, Civitanova Marche, Firenze, Bari,Venezia, Brescia, l’ultimo appuntamento sarà a Milano. In ognicittà vi sarà un’edizione speciale del “Festival”. Fiorella Ialongo

SING STREET” INSEGNA A VIVERECON DETERMINAZIONE LE ASPIRAZIONI

Dalla nostra corrispondente da Los Angeles)l film è scritto e diretto da John Carney, specializzato in low-udget e indie films, interpretato da giovani ottimi attori ci pro-etta in una storia semplice fatta d’emozioni che portano ilrotagonista a trovare la strada da seguire per realizzre la propriareatività. Conor (Ferdia Walsh-Peelo) è il figlio più giovaneella famiglia, il padre Patriarch Robert (Aiden Gillen) nella riu-ione di famiglia gli fa sapere d’aver preso la decisione, poichè èecessario risparmiare sulle spese, di toglierlo dalla scuola pri-ata e d’iscriverlo alla Synge Street CBS, scuola pubblica. Il fra-ello maggiore Brendan (Jack Reynor) gli anticipa le difficoltàel passaggio dalla scuola privata a quella pubblica, ma special-

mente lo avvisa come le tensioni familiari stiano degenerandoorse in un divorzio tra i genitori. Il cambiamento di scuola e gli

tudenti che la frequentano mettono al muro Conor non abituatolla violenza e soppraffazione abituale, inclusa quella del presideBr. Baxter (Don Wycherley) che lo brutalizza con modi poco de-icati per indurlo a seguire le regole della scuola, includendo ilolore delle scarpe che deve essere nero, Conor cerca di giustifi-arsi spiegando di non potersi permettere il costo di un’alro paioi scarpe per cui il preside l’obligherà a togliersele e camminareenza, finchè Conor riuscirà a bypassare il problema dipingen-ole di nero. La vista di una giovane ragazza Raphina (Lucy

Boynton) gli aprirà la strada della fantasia, pur di poterle parlare’inventa l’idea di un video in via di creazione da girare con laropria band dove lei potrà partecipare . Sarà così obbligato adrganizzare una band per mettere in pratica l’invito fatto alla ra-azza. Raphina porterà, con un po’ di make up una ventata di fan-asia creativa look dei ragazzi della band e darà un nome d’arte a

Conor sopranominandolo “Cosmo”. Le circostanze sembrano farascare a pezzi la vita di Conor e Ruphina. La famiglia di lui siivide costringendolo a dei cambiamenti inaspettati, lei decide dindarsene da Dublino e raggiungere Londra dove un amico le haromesso un lavoro come modella. Conor trova sostegno nei con-igli del fratello sia per dare un nuovo input alla sua band e peronquistare l’attenzione di Ruphina. Conor non perde occasionee esprimere alla ragazza i suoi sentimenti, compone e le dedica

na canzone che canterà accompagnato dalla sua band ad un partyella scuola ottenendo dal giovane pubblico un inaspettato suc-esso suggetllato dalla presenza di Ruphina ritornata a casa. Il fi-ale accomuna i sogni di Conor e Ruphina decisi a proseguire iropri sogni lasciando l’Irland per raggiungere Londra. Conoronvincerà il fratello, incapace d’affrontare le difficolta per se-uire le aspirazioni, a cedere alle sue insistenze per accompa-narlo con Ruphina a Dalker dove con un piccolo motoscafo diamiglia attraversare l’Irish Sea che divide l’Ir-anda dalla Gran Bretania seguendo la motonave

raggiungere Londra per iniziare una nuovaita.Il film distribuito dalla The Weinstein

Company (per gli USA) e Lionsgate per (l’In-hilterra) è stato presentato al festival di Sun-ance ottenendo un ottimo responso di critica,e canzoni interpretate dalla band sono dei gruppi

The Cure, A-ha, Duran Duran, The Clash, Hall &Oates, Spandau Ballet, e The Jam. Maristella Santambrogio

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L’ATTUALITÀ, pag. 11N. 5 MAGGIO 2016

IMMAGINIStatua marmorea dentro il cuore/inuosa docile,/ danza con strava-

ganti piroette/ nel peso dell’esi-tenza./ Delicate, inventatecrobazie/ sul filo dei sentimenti,/mozioni segrete,/ dialoghi ange-ici/ con attrattive provocazioni./

Fantasmi di conchiglie vuote,/ tra-cinate dalle onde/ naufragate neiicordi/ e poi riprese dagli abissi

del vivere/ per comparir imma-gini/ nella realtà virtuale.

Florinda Battiloro

LEGATO DAUN FILOE’ tutto lega to / da un f ilo checende dal cielo/ La vita,la storia,/’amore,/ la terra, il dolore/ iliume, una s tella/ i l cuore che

batte/ il sole, la luna,/ il vento cheira / il mare, le rose/ le spine,/ la

oglia che cade/ l’inizio,/ la fine.Nadia Balduini Bentivoglio

UN AMORE FINITOMi guardi io non rispondo,/fuggo la maliadei tuoi occhi,/ io

nont’amo più/ e maipiù ti amerò./Dopo la buferaspunta il sole,/ma,per il nostro amore,/ non è statoosi/ per me,il sole è tramontato,/l mio cuore è rimasto,/ nella bu-era che tu hai scatenato.

Liana Botticelli

UN ANGELO IN CIELOO dolce mamma che non ci seipiù,/ volata sei fra gli angeli e letelle,/ a dio mancava un angeloassù/ chi mai potrà ridarci l’amoruo!/ le tue carezze i baci e le sto-ielle!/ che al piccolo narravi con

amore/ nel suo lettino, al finire delgiorno./Quanto tormento dire aidue piccini/ che presto tornerai ac-canto a noi./ Quelle minuscolemanine,/ le stringo forte forte sulmio cuore,/ coprendole di baci,/fa-cendo con amore, quel che facevitu./ ecco è la sera corrono i pic-cini,/ accanto a quella porta, poi…gridando/ è la mamma!! Ma poidelusi in un sommesso,/ pianto!Corrono a me./ Di tutte le miepene e i miei tormenti,/ ne hofatta una missione, solo per te./Mamma ti sento sempre nel miocuore,/ e vedo che tu sei accanto ame/ lo so che tu la notte sei conloro,/ il giorno arriva, e loro son

contenti,/ parlano di doni! che tuporti loro,/ e ogni volta raccontanotante storie!!/ che forse tu già sai.

Liana Botticelli

VOLANO I SOGNIVolano al vento i sogni dell’animamia./ L’à dove il cuore sognal’amore,/ non vè ruscello chesgorga pulito/ i sogni si sporcandel loro candore,/ al palpito ane-lito di un sogno mai nato./ Il mareli purga con l’acqua salata/ L’az-zurro li scalda coi raggi del sole,/e l’anima scorda il ricordod’amore/ vivendo beata nel Diodell’amore. Liana Botticelli

CANTERÒQUESTO PRESENTE

 Non canterò nostalgie/  poiché sp ine di rovo/ s’intrecciano arosea primavera./ Canterò questo presente/ che mi dona la gioiadel l’arrivo. Ora la fune su cuicammino mostra ancora spazi.

Antonietta De Angelis

VORREI...Vorrei poter ignorare/ eventi sca-brosi dell’era presente, tuffarminella quiete di stagioni/ inclinialla comprensione e al perdono/per unfuturo riccodi sorrisi,/ nellacontemplazione di cielisereni/ oveil dono della Fede/ r imarchil’amore tra i fratelli./ Vorrei poterspiegare la mia voce/ per entrarenell’animodi chiè prigioniero nellabirinto dell’indifferenza,/ far vi-brare le corde del cuore/ e cantareinsieme lodi a Dio./ Vorrei che ilbreve peregrinare terreno del-l’uomo potesse segnare/ un rac-colto di pace e serenità da donareun giorno,/ a piene mani, al Si-gnore.

Marcella Croce de Grandis

L’ANGOLO DELLA POESIA

ARGUZIE POETICHE

LA PARTENZA DELL’INVERNOL’Inverno a testa china, triste, stringe tra le mani le sue logore valigecolme di cenci; pian piano riprende il suo lungo cammino. Raggiunta lasua gelida dimora, stanco, si sdraia sopra una vecchia tavola coperta daisuoi vecchi cenci e cade nel profondo del sonno. Sogna di abbracciare ladolce Primavera. Lo risveglia un picchiettare alla sua logora porta. Uncinguettare. Apre. Trova due rondini smarrite e tremanti. Si sente in com-pagnia. Le stringe a sé e felice riprende il sonno. In lontananza gli alberitristi riprendono il loro splendore. Fra i rami fanno sosta come crespi dpaglia nidi di rondini. Quel cinguettare annuncia l’arrivo della biondaPrimavera. I prati si risvegliano a quei piccoli raggi di sole formando untappeto di fiori profumati, come i quadri di un pittore. La notte si avvi-cina. Nel grande verde mare si specchia l’amica Luna. La spiaggia è de-serta. Complice, la Luna radiosa illumina due innamorati, abbracciatiaccanto ad uno scoglio, cadono nel vortice dell’Amore,con baci frementi, coccole e carezze. Felice la Lunagetta dal cielo qualche stella cadente. I loro baci ar-denti come il tramonto non vogliono staccarsi. Iloro cuori corrono come il treno dell’Amore. Una

forte passione. Sognano di abbracciare anche laLuna che pian piano si apparta dietro una nuvola,felice che sulla Terra può far sognare. I suoi ragginessuno li può fermare. Anche lei si addormenta.Vuole sognare il suo Sole che verrà ad abbracciarla.Come i due innamorati che, abbracciati, si giurano amore,per l’eternità. Elena Andreoli Grasso

FRAMMENTI DI VITAVIENI AMORE VIENI

Vieni amore/ vieni/ passa accanto/ai fiori appassionati che s’accal-cano/ alla tua vista./ Misei piùvi-cino della stessa aria che respiro./Amo questa dolce/ agonia/ che cisepara./ Amore amico/ amantemio. Marina Giudicissi

IL PRIMO VOLODisse un falco al suo piccolo an-cora dentro il nido:/ “vai, volanella foresta, essa sarà perte la piùgrande madre”/ “non riesco a vo-lare”disse il piccolo./ “perché no?/Tu sei l ibero e nulla può esser tid’ostacolo”./ Allora il piccolo silevò nel cielo gridando a squarcia-gola:/ “evviva anch’ioso volare!”.

Giannina Nardecchia Orsini

LUCIANAA te mia grande amica mia/ De-dico questa poesia,/ Due piccolestrofe per dirti/ Che tivoglio bene./Grazie ad un tuo profumo/ Rega-latomi,/ Ho scoperto l’amore di unuomo,/ il mio uomo./ Della tuabellezza interiore/ ed esteriore/porterò sempre un gradito ricordo,/della tua bontàmai/ mi scorderò/ enel miocuore/ sempre ti porterò.

Francesca Pagano

CASAANTICAVarco il cancello timorosa;/ la tuafigura sorridente,/ lì, in fondo alviale./ oltrepassa/ i peschi in fiore./Sorrido/ mentre fuggono/ malinco-nie, incertezze/ e la tua manoamica si tende/ verso di me!

Leda Panzone Natale

SEIBELLAMamma/ tu sei bella/ più di quantosi può pensare, sei tutta un amore/una gioiadi splendore./ Sei sempre

serena e sorridente/ con gli occhisplendenti/ e profondi più delmare,/ sei buona e contenta/ ed aperdonare il mondo/ sei semprepronta./ Mamma/ io guardo il tuovo lto/ e mi sento de l mondo/l‘uomo più contento.

Vittorio Pesca

INDIFFERENZAL’orizzonte del silenzio/ Attento agridare conrabbia il tuodolore/ Cisono anche strade deserte/ Attentoa gridare a squarciagola/ la tuapaura/ Ci sono piazze del tuttovuote/ Attento a chiedere aiuto/ Lagente può essere sorda:

Grazia Maria Tordi

A FILOMENO FERRANTEUomo di piccola statura,/ magrande d’intelligenza/ e con vasta e

varia cultura./ A piedi con amiciandava/ alla liriana città di Sora,/dove con entusiasmo studiava/ /presso l’unico Istituto Magistrale,/conseguendo brillantemente il di-ploma/ di Maestro Elementare, chefu paternale./ Non era ancora di-ciottenne/ quando servì la Patria/da ragazzo “novantanovenne”,/ /contribuendo nella 1^ guerra mon-diale/ alla sofferta, ma splendidavittoria,/ che concluse l’ultimaguerra risorgimentale./ Nella se-conda guerra mondiale/ da Capi-tano fu alla floreale Rodi/ nellaCavalleria, che lo rendeva cor-diale./ Nei noti campi della mortenazisti/ avrebbe certamente persola vita/ se non avesse aderito aineofascisti./ Fu padre affettuoso edesemplare,/ marito fedele, amo-roso e laborioso, che mai si potrà

dimenticare. Mario ColettiVENTO D’ESTATE

Vento d’estate sul mare/vele alvento alla deriva/si perdono comei desideri, le passioni struggenti,/ipensieri, i rimpianti./ Scompaionoall’orizzonte punti neri copertidalla foschia./Forse è solo unsogno questa carezza/che come unfilo di seta risplende sulla miagota/e scrolla dalle mie ciglia leperle del mio pianto. Rita Amodio

AL RE RICCARDO IIIShakespeare ti rese celebre, im-mortale,/ anche fisicamente, il mo-stro ideale,/ ultimo dei RePlantageneti,/ schiatta di Re al DioMarte devoti,/ che insanguinò la“Guerra delle Due Rose”,/ finchéucciso rimase/ a Bosworth Field,dai guerrieri del Settimo Enrico,/della stirpe dei Tudor, suo nemico,/che dopo morto volle renderglionore,/ riconoscendone il coraggio

e il valore,/ come la storia ci ha purconfermato./ Fosti Re, a Westmin-ster incoronato,/ ma poi, caduto,fosti dimenticato,/ finché l’archeo-logia ha individuato/ laddove eristato seppellito,/ presso un monu-mento, proprio a te dedicato,/ chepoi era stato demolito./ E i tuoi mi-seri resti han ritrovati/ sotto la“Chiesa dei Grigifrati”./ E final-mente di degna sepoltura/ le tue re-gali spoglie avran ventura./ Coituoi nemici fosti pur spietato,/ ma,in battaglia, valoroso soldato,/ nonpiù tiranno nella fosca Albione/ dialtri Re di quella sua stagione,/come, del resto, in Europa e al-trove,/ ché l’orgia del potere, siasconde in ogni dove./ Non sarò ioa tesser la tua lode,/ né questi versisi pretendono un’ode,/ sol che ri-posi in pace, a Natale per te diròuna prece. Sergio Scalia

OLIGARCHIE DEL POTEREEsemplificate plurivoracità del percorso ermeneutico/di ingenui naufra-hi esèrghi/per bassezze e compromessi commerciali e appalti./Gret-ezze, odio, inciviltà oltre la scientificità antropologicaaratteriale./Dissonanze di esistenze, latifondisti faziosi e professionistiontro i ctoni funerei eburnei/dagli innominabili peccati dei delitti diuerre mai eliminati./I piccoli naufraghi sopravvissuti chiedono la

Scuola/ma le ricchezze editoriali son sorde nell’intero mondo./Le ric-hezze editoriali giornalistiche son andate oltre/ai tranelli contrattisti

delle oligarchie del Potere e della Guerra. Mariannina Sponzilli

FARSE GEOPOLITICHEnadempiuti bisbigli sulle tempeste umane/cui violenze sfuggono aglirdini civilistici libertari del pensiero occidentale…mairamontato./Lunga storia con essenze incorporate nel Kosmos e nel-’Ordine/tra le mille cose logiche-razionali./Topos di irrealtà utopica delioco criminale tecnologico./Paesi scomparsi per intricati sistemi/tra filipinati e luci di bombe nei cieli./Spazio terrestre belligerante per odiicoperti di valute monetarie/di embargo tecnologico di spazi senza con-ini./Separazione di comunione, di inaudita fisica-chimica-iologia,/fonte di “cose” combinate in affari sconosciuti./Le cantilenecumeniche finiscono tra polemiche ed equinozi/con gran

disprezzo,/camminando tra rovine di farse geopolitiche,/navigando inceani-mari luttuosi/con il “coro a bocca chiusa”,/eccezionale senso esi-tenziale musicale trasmesso ai Paesi dell’Unione Europea.

Mariannina Sponzilli

AFFARI… SCONOSCIUTIL’evento instabile dei due buchi neri/circonfusi nel vuoto/apparsi con’ordine dato agli operai videotelestar Velletri./”Non a tutti era dato guar-

dare con le lenti degli astronomi/annichilendo il massimomovimento/che crea squarci nelle buie masse”./Fu anche questo embargoecnologico?/Sconosciuti gli affari derivanti a quelli delle Multinazio-ali. Mariannina Sponzilli

PENSIERO SFUGGENTENel vespero migrar (Carducci) e rieda a’ suoi posti il migrator (Pa-coli)/chiasmi d’una realtà esistenziale icastica/per chiusa gnomica per-urbante./Isotopie spaziali e Governi privi di liquidità,/trancastri-rimandi-incatenamenti in dinamiche fuggevolezze./Stato di en-ropie e forme attative del novello interiore/per macro-temi spazio-empo/ed appercezione in assenza-inattingibile rivelazione/con sensofuggente del pensiero/e risorse dei linguaggi che mutano nel ritmo delran senso esistenziale/tra parole e interpretazione enarmonica d’un realectodico,/unicum d’incarnazione caricaturale, privo di…intellighenzia.

Mariannina Sponzilli

ARIDO DESERTOSdoppiamenti psichici sconcertanti, coacervi di esperienze crudeli./Flui-dità interdipendente tra conflitti, tagli, vacillamenti/rappresa nelle vi-razioni cosmiche/e reazioni complesse singolari/con ritratti umani a cui

on si dà distanze/per circostanze di contemporaneità storica/per sfuggirella Piovra a Princeps./Istinti, tradizioni, pregiudizi, atavismi./Carattereiudaico./ Imagery demonica, inesauribili mouvant, penseè, chancesnatmonique del ridotto umano spazio/esemplificazione, esemplarità,orrettezza demonica parodistica./Arido deserto ove quelle Potenze siramuteranno con battimento esacerbato./Arbitrarietà del demotivato est e que la nouvelle littèrature dalla morte dell’anima.

Mariannina Sponzilli

LE TRE ETÀ DELLA VITALa vita dell’essere umano è un mistero. Il mistero della vita. Perché nasciamo, viviamo e moriamo? Se sei credente rinvieni le spiegazioni nellareligione e nei testi religiosi, qualsiasi essi siano. Se non sei credenteanche se hai un approccio pragmatico della vita, resterai per sempresenza risposte ai tuoi interrogativi. Comunque sia i maggiori studiosdell’esistenza umana non hanno trovato ancora risposte a tali interroga-

tivi, che finché restiamo in vita continueremo a porci. Una cosa è certaperché tangibile e percepibile, che il percorso della vita, le età della vitasono tre. La prima è l’età dell’immaturità, dell’incoscienza, dell’irre-quietezza e dell’apprendimento. Quella degli sbagli, che servono per nonripeterli. Della turbolenza perché il fisico e la psiche te lo consente. Degiochi perché anche giocando si impara. Di studio e istruzione per svi-luppare e acculturare il cervello. La seconda è quella del fare. Dotatooramai di una certa maturità, consapevolezza e ragionevolezza, sai met-tere in pratica ciò che hai imparato per gestire al meglio le situazioni, latua vita e quella degli altri. Non commetti troppi errori perché ne hai giàcommessi abbondantemente nell’età precedente. Scali le montagne peaffermare il tuo ego e per dimostrare a te stesso e agli altri che vali. E sesei abile cerchi di aggirare le montagne ancor più abile e fortunato rie-sci aggirandole ad oltrepassarle e a superare gli ostacoli. In questa età, indipendentemente da come ti senti se risolto o irrisolto, arriverà ilmomento che raccoglierai quello che hai seminato. E se non avrai semi-nato non avrai alcunché da raccogliere. La terza età, se ci arrivi, è quelladel riposo, della pacatezza e del controllo. Senza più affanni, diventi spet-tatore della vita degli altri, li assisti, per quanto ti è possibile, in modoinerme e quasi indifferente. Guardi gli alt ri affannarsi forse un po’ anchedivertito. Ti poni degli interrogativi, chiedendoti se nelle precedenti etàvissute hai fatto abbastanza, avresti potuto fare di più o potevi fare dmeno. Ma comunque questi interrogativi non ti scompongono più ditanto perché ciò che è fatto è fatto e perché è inutile piangere sul latte versato!! Maria Rita Orrù

RIFLESSIONI IN PILLOLE✤ Qualcuno ci ha messo su una rotaia che corre in eterno. Restare inequilibrio e correre in sincronia è vivere. Frequenti sono gli strattoni ma

la voglia di vivere ci fa rimanere in sella. Poi, un giorno, uno scossoneancora più forte ci sbalza tutti fuori. Ad ogni tratto, piccole folle vestitedi bianco, urlanti e con le mani tese. Chi con fardelli pesanti, chi con piccole cose, bambini, donne, giovani, vecchi, disarcionati dalla rotaia incorsa, fermi per l’eternità. All’improvviso un silenzio. L’aria si fa teneraVibra un’attesa di un ritorno ad un tempo passato, un tempo perduto.✤ Attimi non colti, gioie non godute. Una voglia di piangere. Un biso-gno di accarezzare il mio sogno perduto prima di fiorire, un desideriodi… I tuoi occhi…che non ci sono più. Quello che è stato, ma è statodavvero? La vita…un istante…errori su errori, rinunzie, sconfitte. La-voro che spesso è fatica. Poche gioie, attimi di gioia e neppure godutidel tutto. Lacrime negli occhi asciutti, di donna forte.✤ Or la squadra è in gran fermento,/ è sconvolto il Parlamento./Non sipiega Berluscone/che le ha prese sul groppone./Caccia Fini, abbracciaBossi/ma ha già i piedi ne li fossi./ La Sinistra sta avanzando e Forza Italia scompare…danzando. Giuseppina Trucillo

Documento realizzato da Anna(nome d’arte della Prof. Mariannina Sponzilli)

AUGURI DI LAUREAE’ una notizia degna di essere evidenziata. Arianna Apicella ha recen-temente conseguito la Laurea triennale in Lingue (cinese e inglese) eLettere e Culture comparate, con la votazione di 110 e lode presoo l’Uni-versità di Napoli. La tesi di laurea è decisamente originale. Riguarda latematica del te ed analizza il libro “Eat a bowl of tea” di Louis Chunoto autore asiatico-americano. Di questa tesi il relatore è stata la profDonatella Izzo. Il Direttore, i redattori e i lettori di questo Periodico for-mulano ad Arianna vivissimi auguri per ulteriori brillanti successi pro-fessionali.

Intervista alla Prof. Anna RossiLA FORMAZIONE E L’UOMO

MB: In tale assetto competitivo, incapace di promuovere la ‘persona’ nel senso di ‘risorsa’, qualisono secondo lei, professoressa Rossi, le nuove frontiere della intermediazione? Il nuovo sistemaproduttivo e distributivo come si configurerebbe?AR: Persona come risorsa, sì, non però da sfruttare: giù le mani! Pensando in modo etico l’inizia-tiva imprenditoriale possiamo controllare l’andamento dei mercati attraverso le nostre scelte indi-viduali, la localizzazione dell’impresa e il modo in cui vengono condotti gli affari. Pensiamo aquelle imprese che sfruttano i lavoratori o non rispettano l’ambiente, o non hanno obiettivi socialievidenti: la privatizzazione, l’introduzione dell’euro, la globalizzazione mi appaiono più strumentiatti a escludere il ruolo della società civile, che strumenti al servizio della pluralità di progetti be-nefici di cui questo pianeta avrebbe bisogno. Notate: si può parlare di ‘Italia’e allo stesso tempo di‘pianeta’, senza incappare in nostalgie nazionalistiche e senza cedere alla tesi della inevitabilitàdella globalizzazione per l’economia. Bisogna mostrare come, evidentemente. Un ruolo più attivodella categoria ‘uomo’va così cercato da noi, un uomo che non abbia le mani del sistema finanziarioaddosso, o il fiato di quello sul collo, un uomo non vampirizzato. Giù le mani! Dobbiamo trovarequesto uomo per tornare a pensare come incidere sul bene di tutti, quando per esempio un governosi pone il problema di come allocare risorse e destinare fondi per la promozione della dignità umana(educazione, arte, cultura ecc.). Cominciamo a riappropriarci di termini come ‘paziente’ o ‘stu-dente’ sostituiti oggi – sotto gli occhi di tutti e senza che nessuno si ribelli - dal temine ‘cliente’.

Sembra normale, ma non lo è. Cambia l’idea e – quando essa è vitale e non dunque ideologia, e nondunque una ‘bella pensata’ -, cambiamo noi, e il mondo. La tendenza attuale è questa: la società èsempre meno attenta alle dinamiche che la regolano. C’è molta confusione riguardo ai canali di di-stribuzione di ‘democrazia’. La propaganda in mano ai poteri costituiti, che passa sotto la parola ‘co-municazione’, o ‘informazione’, ha inceppato l’accesso alle dinamiche dell’informazione non (opoco) manipolata. Ogni presidio di sviluppo è oggi volturato in presidio amministrativo-commer-ciale, così l’attenzione alla persona viene scartata. Michele Bianchi

AL DIO CRONOSGuardo le lancette del mio orolo-gio/ e, tic, tac, vedo come passainesorabile, il mio tempo./ È unmeccanismo di precisione sviz-zero, il mio orologio,/ e, quinditic, tac, ad esso non c’è scampo,/così passa il giorno e, giorno dopogiorno, la mia vita./ Ma ormaisono assuefatto, anzi, talvoltasento una noia infinita,/ forse per-ché da troppo tempo è vissuta./Eppure, di solito, anche così nonmi dispiace/ e, mollemente, a oziarora m’induce,/ senza i gravi pen-sieri/ in cui mi tormentavo fino aieri./ Non m’importa se incombe lavecchiaia,/ anch’essa ci concedequalche gioia,/ purché si mantengala salute,/ e poi pazienza, se tantebelle cose, via, via, si son perdute./È privilegio della “terza età”/ star-sene in ozio come un pascià./ Il

che non vuol dire vegetare,/ maaver più tempo per riflettere/ e piùpacatamente meditare,/ “fil-trando”, quasi, i gravi pensieri,/ ac-cettando soltanto i più leggeri,/anche se, in verità, è ardua im-presa/ fuggir d’ogni sgradevolesorpresa. Sergio Scalia

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L’ATTUALITÀ, pag. 12 PROBLEMATICHE STORICHE E SOCIALI

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UN LABORATORIO CULTURALEPER LE “MINORANZE CREATIVE”

“Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica”recita l’articolo 54 della Costituzione. “I cittadini cui sono affidatefunzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplinaed onore”. Argomenti scomodi di cui sembra essersi smarrito ilsenso. Ed è appunto questo smarrimento di senso, secondo il pa-rere di opinionisti ed esperti, che rende così fragile la nostra de-mocrazia. Negli altri Paesi, non appena un esponente politicoviene coinvolto in un scandalo, subito scattano le dimissioni (vediil caso recente del premier islandese intestatario di un conto neiparadisi fiscali). In Italia, invece, c’è la costante tendenza a de-clinare ogni responsabilità. Con la conseguenza di una grave per-dita di legittimazione delle istituzioni. Vale quindi la penasegnalare un corso di formazione all’impegno socioeconomico epolitico, che si rivolge ai giovani under 35, per rilanciare il si-gnificato della passione civile di fronte alle grandi sfide del no-

stro tempo. Per il quinto anno consecutivo, il Centro di Fede eCultura “Alberto Hurtado” della Pontificia Università Gregorianaorganizza, in collaborazione con la Fondazione Konrad Adenauerla “Scuola Sinderesi”: ventiquattro ore suddivise in otto sabati traottobre e maggio. L’esperienza si configura come un laboratorioculturale sui temi della globalizzazione, che richiede l’attivo coin-volgimento dei giovani e dei docenti. Scuola Sinderesi ha af-frontato negli anni diverse tematiche, che sono poi confluite inaltrettanti volumi: “Sinderesi: fondamenti di etica pubblica”(2012); “La sussidiarietà. Mappe e rotte di esplorazione” (2014)“Solidarietà e democrazia. Mediazione e dialogo tra ideali e realtàconcrete” (2014). Il tema di quest’anno è dedicato a “I processidella globalizzazione - L’umanità in movimento. Il cambiarecome nuovo modello di esistenza”. Il corso è a numero chiuso el’ammissione richiede un titolo di studio di scuola superiore va-lido per l’ingresso all’Università, oltre ad un colloquio preven-tivo con il direttore del corso o un suo delegato. “Non è vero chei giovani non vogliono sottoporsi a un percorso di formazione,anche duro, per crescere e avere uno sguardo critico sul mondo”ha affermato mons. Samuele Sangalli, direttore della Scuola.“L’aspettativa che abbiamo è quella di creare una generazione diragazzi con la mente aperta, capace di intercettare le sfide di oggi.Abbiamo infatti l’ambizione di seguire il messaggio di Benedetto

XVI quando parlava di minoranze creative”.Carmen Galoppo

UNA GRANDE ITALIANASUL TRONO DI FRANCIA

Seguito) Francesco I mostrava di gradire molto la compagnia diCaterina, che si distingueva per una cultura ben superiore a quella

elle sue dame di corte e spesso gli piaceva farla parlare nella suaingua madre e farsi raccontare le cose del “bel Paese” che avevan parte conquistato con la vittoria di Marignano per poi doverloefinitivamente lasciare all’imperatore Carlo V, più astuto e menoentimentale di lui, dopo la sconfitta di Pavia, caduto in prigionia.l 25 settembre 1534, trascorso quasi un anno dalle nozze di Ca-erina con Enrico d’Orléans, veniva a mancare, all’età di 56 anni,apa Clemente VII, che lo storico Gregorovius considera un papafortunato poiché in Inghilterra, in seguito all’opposizione papalel divorzio di Enrico VIII per concedere l’autorizzazione al ma-rimonio con Anna Bolena, di cui il re si era invaghito, erasploso, lungamente covato, lo scisma protestante e, dopo il tre-

mendo sacco di Roma, il suo nome era ormai disprezzato e vili-eso, non solo a Roma, ma anche a Firenze sua terra natia. Comeeggiamo in una lettera di Gregorio da Casale al duca di NorfolkL’odio più amaro regnava nell’animo di tutti contro il defuntoontefice; un odio che non è cessato neppure con la sua morte ehe si dimostra con gli oltraggi commessi quasi ogni notte sullaua tomba. Una notte la tomba fu completamente scoperchiata el cadavere fu trovato la mattina seguente col corpo trapassato dana spada. E se non fosse stato per il rispetto per il cardinale Ip-olito dei Medici, il cadavere sarebbe stato trascinato per le vieella città appeso ad un uncino. Finalmente è stato necessario

mettere una guardia armata sulla sua tomba, per impedire chegni notte venisse aperta e insozzata da ogni specie di immondi-ie”, tanta era ancora la rabbia dei Romani e ne avevano ben’onde, dopo l’orribile messa a saccomanno della Città Eterna,vvenuto 7 anni prima, da parte dei Lanzichenecchi e della peg-iore schiuma delle canaglie d’Europa al loro seguito, a cui fuermesso da Carlo V, per vendicarsi dell’oscillante politica, tra

Francia e Spagna, tenuta “dall’infido prete”. In realtà Clemente“il Papa che mente”, si diceva tra gli imperiali), aveva solo cer-ato di contenere, senza riuscirci, lo strapotere in Italia del pre-onderante Imperatore, il cui regno si estendeva ormai in modoa non vedersi tramontare mai il sole! Giunta la primavera, laorte aveva lasciato il palazzo des Tournelles per portarsi al ca-

tello di Fontainbleau, prediletto da Francesco, che lo aveva fattoostruire “à cause che le lieu est beau et plaisant et propre au plai-ir de la chasse”, passione sfrenata del “re della salamandra”. Ilrogetto era stato elaborato dal celebre architetto Filiberto De-orme, inbevuto degli studi giovanili ispirati dall’arte classica ro-

mana. Qui la vita era ben più lieta che a Parigi, ma sull’Europa edn Francia si addensavano minacciose le nubi del conflitto reli-ioso, fino ad allora tenuto a freno per la tolleranza di Francesco,nfluenzato dai saggi consigli della sorella, dell’amante e dei piùlluminati personaggi della corte, tra cattolici e ugonotti, che do-eva poi esplodere nella tragica “notte di S.Barolomeo”. Proprio

Parigi era la più fanatica e intollerante, e si agitava con la sua ac-ademica università La Sorbona, il Parlamento ed il clero catto-ico, per indurre il sovrano a reprimere la galoppante ideaalvinista, che, lungi dal retrocedere, anzi vieppiùnfiammata dalle persecuzioni, si era manife-tata in tutta la capitale ed il nord della Fran-ia con una marea di opuscoli e manifestiontenenti ingiurie contro la Chiesa catto-ica. Addirittura Francesco, il mattino del 18ovembre 1534, svegliandosi, ne aveva tro-ato uno affisso alla porta della sua cameraa letto al castello d’Aboise. Egli raccolse lafida e rispose con la censura, i roghi, la tortura,l carcere e l’esilio. (Continua) Sergio Scalia

150 ANNI FA NASCEVA BENEDETTO CROCENacque a Pescasseroli (L’Aquila) il 25 febbraio 1866. Nel luglio 1883, (aveva 17 anni), si verificò uno sconvolgente terremoto in cuiperdettero la vita i suoi genitori e sorella, residenti in Casamicciola. Dopo il terremoto, che rese orfano il giovane studente Bene-detto, questi fu affidato allo zio Silvio Spaventa, che era un noto uomo politico. Lo zio di Croce aveva una casa a Roma e ciò gli per-mise di conoscere alcune note personalità politiche, tra cui Antonio Labriola, da cui ricevette impulsi e influenze determinanti. Conl suo zio visse a Napoli, dove pubblicò i suoi primi articoli negli Atti della Società Storica, cui seguirono poi scritti filosofici, comea Storia ridotta sotto il concetto dell’arte. Per i suoi meriti culturali fu poi nominato Senatore e ciò l’ottenne anche per i suoi articoli

pubblicati su La Critica. Il Governo Giolitti lo nominò nel 1920 Ministro della Pubblica Istruzione. Croce apparteneva al Partito Li-berale e di fronte al graduale affermarsi del Fascismo pubblicò il 1° maggio 1925 il Manifesto degl’intellettuali antifascisti su La Cri-ica e ciò attirò l’ira degli squadristi, che irruppero nella sua casa napolitana compiendo atti vandalici. Con la caduta del Fascismo,

25 luglio 1943, ottenne incarichi politici sotto il Governo Badoglio e nel primo Governo Bonomi nel 1944. Fu deputato alla Costi-uente e dal 1948 divenne Senatore di diritto. Fu Presidente del Partito Liberale fino al 1947 e Presidente onorario fino al 1948. Nel947 potette realizzare il suo sogno: dare vita all’Istituto Italiano per gli Studi Storici, tuttora attivo, che ha una grande Biblioteca a

disposizione di ricercatori e studenti. Il grande Filosofo Benedetto Croce morì il 20 novembre 1952 all’età di 86 anni; riposa nel ci-mitero napoletano di Poggioreale. Dei suoi libri ricordiamo “La rivoluzione napoletana del 1799”, “Materialismo storico ed eco-nomia marxista”, “Etica politica”, “ Il carattere della filosofia moderna”, “Storia del regno di Napoli”, “Storia d’Italia dal 1871 al

915”. Benedetto Croce ha dato tanto lustro alla nostra cara e bella Italia. Mario Coletti

CHI DOBREBBE DIFENDERE GLI INTERESSI DEI CONSUMATORI ?Quali requisiti giuridici dovrebbe avere un’associazione che intenda difendere gli interessi dei consumatori? Con quale criterio an-rebbe individuato il legale rappresentante dell’associazione? Sono questi i quesiti principali che nascono da una vicenda alquantoomplessa risalente a sei anni fa nella città di Salerno. Esaminando il dossier pervenuto in redazione ci è sembrato di osservare l’en-esimo pasticciaccio all’italiana. Proviamo a sintetizzare la vicenda. La locale Camera di Commercio, con una nota del 2010, ha re-pinto la domanda presentata dall’Associazione Casa del Consumatore in quanto non era chiaro se il legale rappresentante fosse’ing. Luigi Santorelli o il signor Mario Gioia. Inoltre, la documentazione presentata non risultava idonea a dimostrare l’effettiva ope-atività, l’ampiezza e la diffusione della struttura operativa, nonché l’attività svolta nella provincia di Salerno da almeno un triennio.

Poi la Direzione Generale Sviluppo Economico presso la Giunta Regionale della Campania ha condotto una propria verifica con ri-hiesta di riscontro documentale ed ha decretato l’irricevibilità della domanda. Senonchè questo decreto è stato parzialmente annul-ato da una sentenza del TAR della Campania a cui la Regione ha manifestato acquiescenza. Nel 2013, essendo stato escluso dalrocedimento di rinnovo, il Santorelli (cell. 3391698119) ha presentato ricorso al Presidente della Repubblica avverso il decreto di-igenziale 449/2010. Il Consiglio di Stato, nella valutazione del ricorso, ha espresso il parere che l’istruttoria dettata dalla sentenza3862011 venga riaperta “ab imis” e conseguentemente svolta nei riguardi anche della domanda della Casa del Consumatore. Di con-eguenza, la Direzione Generale Sviluppo Economico ha ritenuto di poter procedere ad una novella istruttoria sulla documentazioneresentata dal Santorelli. Dopo tante altre vicissitudini, la predetta Direzione, con una nota in data 8 gennaio 2014, ha chiuso nega-ivamente il procedimento. Ma il Santorelli non si è arreso. Ha inviato il 31 luglio 2015 un esposto al Difensore Civico della Regione

Campania segnalando abuso di ufficio, superficialità e arroganza da parte degli uffici sopra menzionati. Restiamo in attesa di rice-ere ulteriori notizie sullo sviluppo di questa intricata vicenda. C.G.S.S.

N. 5 MAGGIO 2016

IL CONCERTO DEI GIOVANIDI SAN FABIANO E VENANZIO

I ragazzi della parrocchia San Fabiano e Venanzio a Roma, quar-tiere San Giovanni, sono impegnatissimi a preparare una bellainiziativa per aiutare chi non può pagare la Giornata mondialedella gioventù. La GMG è un incontro promosso dalla ChiesaCattolica, e istituito nel 1985 da Giovanni Paolo II, di livello in-ternazionale. Tale incontro si svolge ogni due o tre anni in cittàscelte di volta in volta dallo stesso Pontefice. Quest’anno la XXXIGMG si terrà, a cavallo tra Luglio e Agosto, a Cracovia in Polo-nia. Il tema dell’incontro, che vedrà la presenza di Papa France-sco, sarà “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”.Visto l’elevato costo del viaggio, circa 900 euro, i ragazzi di SanFabiano e Venanzio hanno preparato questo concerto, arricchitodalla voce e dai talenti dei molti giovani delle comunità Neoca-tecumenali della parrocchia, per aiutare chi vorrebbe parteciparema non ha le possibilità economiche. L’ingresso all’evento sarà li-bero e al termine dello spettacolo sarà possibile dare il propriocontributo economico per l’organizzazione del viaggio. Tra gliorganizzatori dell’evento ricordiamo: Elena Bretti, Sara Bretti,Andrea Brilli, Giuseppe Di Matteo, Anna Di Matteo, MicheleSette, Michele Giovannella e Edoardo Tacchia. Per l’occasione ilteatro Raffaello è stato messo a nuovo grazie all’aiuto di veri pro-fessionisti del suono e delle luci! Senza dubbio una bella inizia-tiva che ci ricorda che le parrocchie sono ancora “vive” e piene digiovani disposti a mettersi in gioco per passare una bella serata in

compagnia. Giuseppe Di Matteo

L’ENTUSIASMANTE MARATONA DI ROMASi è svolta, ieri domenica 10 aprile 2016, la 22esima edizionedella Maratona di Roma,che ha visto gareggiare circa 16.000 cor-ridori provenienti da tutto il mondo, che hanno attraversato Romaper oltre 42 KM in una cornice a dir poco suggestiva! Una do-menica all’insegna dello sport, della sportività e dell’ecologia.Una città, quella di ieri, tutta ecologica, sottratta al traffico e allosmog, finalmente vivibile ed a misura d’uomo. La città eterna siè svegliata così in silenzio, priva di centauri e macchine strom-bazzanti, blindata e transennata per chilometri. Si è andati dicorsa! Si, ma solo per sport e non per la consueta vita fatta di spo-stamenti frenetici in macchina, in motorino o in autobus per rag-giungere posti di lavoro od altro. L’unica corsa a cui abbiamoassistito ieri è stata quella dei maratoneti!Una maratona tra i mo-numenti e le bellezze di Roma, in siti di notevole interesse storicoed archeologico. I podisti, gente comune e non, hanno attraversatola capitale in lungo ed in largo, partendo dal Foro di Traiano, pas-

sando per Piazza Venezia, Circo Massimo, Piramide Cestia emolti altri luoghi incantevoli, fino a tagliare il traguardo ai ForiImperiali. Cittadini romani, podisti e turisti tutti insieme appas-sionatamente in una splendida domenica primaverile condita datanto sole e temperature gradevoli. Una giornata che ha vistotrionfare lo sport, e perchè no anche la fratellanza per la mesco-lanza di razze. Una domenica che ha anche emozionato! Ha emo-zionato la vittoria, per il miglior tempo realizzato nella categoriahandbikes, di Alex Zanardi, ex pilota di Formula Uno, che ha con-fermato ancora una volta di essere un campione non solo di sport,ma anche e soprattutto di vita. Ha emozionato il corridore Leo-nardo Cenci, affetto da cancro incurabile, che accompagnato per12 chilometri da Giovanni Malagò, Presidente del Coni, ha datoprova di essere anche lui come Zanardi campione di vita. E’ dapersone come Zanardi e Cenci che occorre prendere esempio. La22edizione di Roma è risultata un successo per Roma, i romani equanti hanno preso parte alla manifestazione. Maria Rita Orrù

SANTORELLI RICORREALLA CORTE EUROPEA

L’ing. Luigi Santorelli (cell. 3391698119), residente a Salernoha inoltrato ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo(Strasburgo) contro la Repubblica italiana per chiedere un equorisarcimento dei danni morali e materiali subìti da molti anni. Lavexata quaestio consiste nella bocciatura di un progetto di risa-namanto conservativo e ristrutturazione dell’edificio condomi-niale sito nel centro storico di Salerno (via A.Mazza 20), progettopresentato da Santorelli dopo gli eventi sismici del 23 novembre1980 ed a seguito del crollo parziale dello stabile nel corso dei la-vori di risanamento. I lavori ebbero inizio in data 11 maggio 1992sotto la direzione responsabile del Santorelli medesimo (già pro-gettista). Successivamente si sono verificati fatti che hanno datoluogo ad un aggrovigliato contenzioso giudiziario con il Comunedi Salerno, davanti al TAR ed al Consiglio di Stato nonché da-vanti al Tribunale, alla Corte d’Appello ed alla Corte di Cassa-zione (sentenza definitiva del 22 giugno 1999 con assoluzione

dell’ing. Santorelli con formula piena perché “il fatto non sussi-ste”). Si tratta di una vicenda burocratico-giudiziaria che ha as-sunto aspetti kafkiani in cui è difficile trovare il bandolo dellamatassa. Basti dire che a tutt’oggi il Comune di Salerno non harilasciato il permesso a ricostruire gli immobili in questione, deiquali ha ammesso l’esistenza chiedendo perfino il pagamentodell’imposta comunale immobili (I.C.I.). In buona sostanza, ilSantorelli lamenta il mancato rispetto del suo diritto di proprietàe del suo diritto alla ricostruzione dell’immobile. Chi ha ragione?Poteva essere evitata questa estenuante vertenza con un minimodi collaborazione tra cittadino e burocrazia? Riteniamo che unoStato può essere definito civile e autenticamente democratico sol-tanto se è governato da galantuomini. L’Italia può essere inclusain questa fattispecie? La risposta verrà data dalla Corte di Stra-sburgo. Per ulteriori e più dettagliate notizie rivolgersi a [email protected] C.G.S.S

UNA GITA A….MONASTERO DI SANTA SCOLASTICAFondato da S. Benedetto è il più antico monastero benedettino. Le

diverse strutture che lo compongono frutto di una complessa at-tività costruttiva plurisecolare, si raccolgono Intorno a tre chio-stri: il cosmo cosmatesco (secoli XII e XIV) con un bell’arcoFlamboyant e quello rinascimentale (fine XVI secolo) ricostruitoin parte dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il campanile roma-nico risale all’XI secolo. Alla fine del 700, il giovane GiacomoQuarenghi (futuro architetto ufficiale di Caterina Seconda di Rus-sia) realizzo’la chiesa in stile neoclassico inglobandola in quellagotica. Il Monastero ospitò nel 1465 la prima tipografia italianadove si stampò il primo libro a caratteri Mobili in Italia, oggi cu-stodito, insieme ad altri preziosi incunaboli, nella biblioteca Na-zionale, fra le più antiche ed importanti d’Italia.

Marina Giudicissi

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L’ATTUALITÀ, pag. 13N. 5 MAGGIO 2016 PROBLEMATICHE STORICHE E SOCIALI

PER NON DIMENTICARE(a cura di Vincenzo Calò)

  Il 21 gennaio è stato un mercoledì nero per le borse europee,piegate dalle forti perdite dei mercati asiatici, con quello di Tokyoai minimi da 15 mesi, -3,7% il dato registrato del suddetto giorno;senza contare che Hong Kong era scesa a -3,8%. Oramai preoc-cupa il tonfo del petrolio, arrivato a 28,16 dollari al barile. Laborsa di Milano invece era andata incrementando il calo, cioè ce-dendo oltre il 5% per poi chiudere a -4,83%, e non solo per ilcrollo dei bancari, con Mps in testa a -22,2% (e un valore scesoa 1,5 mld di euro), ma anche nella scia di Wall Street, in netto ri-basso all’apertura (-2,5%), oltre a Madrid (-3,78%), Londra (-3,46%), Parigi (-3,45%) e Francoforte (-3,11%). Ad Atene eraspettata la maglia nera: -5,7%. Complessivamente sono stati bru-ciati in Europa 233 miliardi di euro in 24h. Il 12 marzo la Bce hatagliato il tasso principale di rifinanziamento, al minimo storicodello 0,0%, portando da 60 a 80mld la mensilità per l’acquisto dibond attraverso il Qe. Anche i bond emessi dalle aziende non fi-nanziarie potranno essere comprati dalla Bce attraverso il Qe pur-ché abbiano rating a livello d’investimenti. Le decisioni della Bcesono state inizialmente accolte con favore dalle borse, tantochéin corso di seduta hanno poi azzerato i rialzi.

Il 23 gennaio, il premier uscente spagnolo, Rajoy, ha rinun-ciato a una nuova investitura davanti al congresso dei deputatidella sua nazione. Lo aveva comunicato alla casa reale decli-nando la proposta di re Felipe VI di formare un nuovo governo.E pensare che il suo partito era risultato il primo uscito dalle urne,ma lungi da una maggioranza, alle elezioni del 20 dicembre 2015.Una cosa del genere non accadeva dal ’77. Dal 27 gennaio è par-tito un nuovo estenuante giro di consultazioni, il tentativo è pas-sato al leader del Psoe, Sanchez, secondo al voto. Terzo partitopiù suffragato è Podemos, di Iglesias. Rajoy ha dichiarato che,pur rimanendo candidato alla guida dell’esecutivo, non solo nonha una maggioranza a favore, ma che ha anche una maggioranzacontro!

“Sulla crisi dei rifugiati l’Ue si gioca la sopravvivenza che ri-

guarda Schengen (ossia l’accordo per la libera circolazione dellepersone e delle merci)”, così il direttore del Fondo Monetario In-ternazionale, Christine Lagarde, è intervenuto al forum di Davosil 24 gennaio. L’eventualità di una Brexit (l’inclusione della GranBretagna all’Ue, a tutti gli effetti) e la crisi umanitaria dei rifu-giati in Medio Oriente “sono le due grandi preoccupazioni delFmi in questo momento”, ha aggiunto. La Lagarde ha spiegatoche, secondo lei, “la crisi dei rifugiati o la va o la spacca, e lostesso vale per Schengen”, stimando che l’integrazione dei mi-granti potrebbe aumentare il Pil dello 0,20%. Dalla mezzanottedel 9 marzo la Slovenia ha ripristinato in pieno il regime previ-sto dalle regole di Schengen alla frontiera con la Croazia, con-forme dunque all’accordo sulla chiusura della rotta migratoriabalcanica, raggiunto in precedenza al vertice Ue/Turchia di Bru-xelles. Così ha ammesso l’agenzia slovena Sta, aggiungendo chela polizia consente l’ingresso in territorio sloveno solo agli stra-nieri in possesso di documenti validi per accedere all’area Schen-gen, a ch’intende richiedere la prestazione internazionale e a chinecessita di assistenza umanitaria. Secondo l’Onu però “l’ac-cordo tra Ue e Turchia è fuori dal diritto dell’Ue e internazionale,perché non rispetta i diritti umani”. Brusca frenata inoltre del pre-sidente francese Hollande, contrario a qualsiasi concessione suidiritti umani, riferendosi proprio a quest’accordo: per riaccoglierenel proprio territorio gl’irregolari arrivati lungo la stessa via inGrecia, il governo turco pretenderebbe 3mld di euro supplemen-tari oltre ai 3,3mld ottenuti già a novembre dell’anno scorso, peraccelerare la distribuzione dei visti d’ingresso in ambito comu-nitario per i cittadini turchi, e i negoziati per l’adesione all’Ue

Gli articoli che non trovano spazio

in questo numero vengono pubblicati

nel sito web attualita.it ( Direttore: Salvatore Veltri) e nel sito web macthnews.it

(Direttore: Antonio Bartalotta), registrati presso il Tribunale Civile di Roma.

“PUNTO E A CAPO” È imminente la pubblicazione del libri del prof. Pier Luigi Landontitolato “Punto e a capo” (Se l’uomo di Neanderthal avesse sa-uto e potuto).

Atavici errori nell’allevamento della prole umana, ieri per carenzei conoscenze oggi, in parte, per colpevole pigrizia mentale e,’altro canto, per mancata diffusione di specifiche conoscenze,anno posto e pongono tuttora chi si trova nel ruolo di relazio-arsi a vario titolo con i propri simili a ricorrere a espedienti siaer svolgere mansioni educative sia per amministrare (in effetti,amponare) problemi socio-politici. Il cervello umano, natural-

mente programmato per la lotta per la sopravvivenza e l’auto-af-ermazione, per un autentico processo di umanizzazione, avrebbeichiesto prestazioni parentali illuminate da specifiche cono-cenze, la cui divulgazione costituisce la principale finalità del su

menzionato editando libro.  Rebus sic stantibus, senza le perso-ali disponibilità motivazionali a seguire il monito salveminianoel “Non mollare”, forse avremmo già gettato la spugna, rasse-nandoci al comune andazzo sostenuto, invece, dal comune mo-ito: Ò ma chi te la fa fare?

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“ARTE IN MINIATURA” SUL TEMA “L’INSOLITO” n data 11 aprile si è riunita la Giuria della II edizione della mostra/concorso dedicata all’ Arte in Miniatura, così costituita: Antonio

di Benedetto - giornalista – esperto d’arte – Presidente di Giuria, Roberto Di Donato - fotografo artistico, Alessia Paionni - blog-er (nonsolomostre.it)

1° Premio: HAMIDA SAGERMotivazione: L’elemento figurativo, appena accennato, è reso con tratto delicato ma al tempo stesso vibrante, nel quale una visionedi particolari si perde nel gioco monocromatico del chiaroscuro, come tra sogno e realtà. L’alta tecnica dell’opera viene esaltatadall’armonia delle linee e dall’equilibrio strutturale.

2° Premio: CLARA ANTONIETTIMotivazione: L’energia del colore esalta il soggetto della composizione, dalla quale emergono figure simbolo dell’esistenza umana

animale, impegnate in dinamici incontri/scontri. Lo stile naif ma maturo riporta alla memoria echi ancestrali, mai sopiti.

3° Premio: STEFANO TERZONMotivazione: Pensiero astratto e fluttuante, colpisce per il modo originale e dinamico della sua grafica e per la tecnica del pastello.La cadenza ondosa di un pensiero interiore è tradotta con segno minuzioso e forte.

MENZIONE SPECIALIGloria Baldazzi; Paola Benelli; Mauro Camponeschi; G.Paola Condanni; Patrizia Dolcini; Pinella Lena; Stefania Levantesi; Luisa Pas-eri; Maricò Rosa; Tina Saletnich; Stefania Santi; Liana Santuccio; Angela Scatolini; M. Raffaella Sorrentino; Lucio Trojano.

Per L’ACCADEMIA D’ARTE DI CARRARAValentina Baldini; Antonella Bartolini; Martina Basile; Shi Bo; Prof.Ssa Monica Michelotti; Luna Oto; Chen Ziyu.

SEGNALAZIONE DI MERITOElisabetta Accoto; Antonio Amato; Karim Aziz; Mario Barbara; Viviana Buonanno; Francesca Camilletti; Alessandro Cappacci; Mo-ena Guarnaschelli; Maria Chiara Ippolito; Renzo Maltese; David Marcelli; Giacinto Mazzola; Anna Maria Palmieri; Isabella Pas-alacqua; Clara Rezzuti; Marcello Serrago; Manuela Sorrentino; Anna Maria Tinto; Micaela Zucconi.

Forse oggi ci sembrerà strano, abituati come siamo a un’arte sempre più ammiccante alle grandi dimensioni, ma in un illustre pas-ato famosi artisti del calibro di Piero della Francesca, Paolo Uccello, Brueghel e numerosi altri non avrebbero avuto alcuna remorapassare dagli spazi estesi di enormi tele e intonaci a quelli ridotti di predelle, triangoli, tondi e rettangoli a corredo di pale d’altaredi altre opere. Quei lavori, ancorché piccoli, sono pur sempre autentici capolavori. Gli artisti dell’Associazione Talent Art non si

ono stupiti quest’anno quando hanno ricevuto, per la seconda volta, le tavolette 10 x 15 centimetri per l’edizione 2016 della mostraedicata all’Arte in Miniatura, dedicata al tema “l’insolito”. Una mostra che è anche un concorso, in quanto le tre tavolette più bellearanno premiate da un’apposita giuria di esperti. Perché un’arte in miniatura? Perché le piccole dimensioni non ammettono disper-ioni né divagazioni. Il soggetto è da inquadrare e sviluppare in uno spazio estremamente ridotto, da rivalutare. Il compito quindi èi incanalare la propria creatività entro i limiti imposti dal supporto (quest’anno rigorosamente 10 x 15 centimetri) e trovare un sog-etto che riesca a emergere e catturare l’attenzione nonostante le ristrette proporzioni ammesse. Le miniature sono dunque un com-ito tutt’altro che facile, e un tipo di arte sicuramente da riscoprire e rivalutare, come ben sanno gli artisti che hanno deciso diartecipare anche a questa edizione di “Arte in miniatura”. Li ringraziamo per i bei lavori che ci hanno inviato, tutti realizzati conassione, impegno e un pizzico di ironia (che, diciamocelo, non guasta mai). Per noi ogni opera, ancorché piccola, porta in sé un po’ello stile, dei gusti e della ricerca di chi le ha realizzate, ed è pertanto “insolita” e preziosa. Maria Zamboni

PERGOLESI: VITA BREVE DI UN GENIOUn concerto dedicato alla Santa Pasqua ha ricordato la breve pa-rabola artistica di un genio. Compositore, organista e violinistadell’epoca barocca, Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736) fuun fecondo autore di musica sacra. Il suo capolavoro risale al-l’ultima fase della vita: lo “Stabat Mater” che, secondo la tradi-zione, sarebbe stato completato il giorno stesso della sua morteavvenuta a soli 26 anni a Pozzuoli. I documenti autografi deno-tano una grande fretta nello scrivere la partitura, con la presenzadi molti errori, l’assenza di parti strumentali ed un disordine ri-velatore di una corsa contro il tempo. Al punto che, nella paginafinale della partitura, Pergolesi appose la scritta “Finis Laus Deo”: un ringraziamento a Dio per avergli dato il tempo di com-pletare l’opera.Sabato 19 marzo, Lorenzo Porzio – già protagonista nel dicembre scorso di un applaudito concerto per l’aperturadel Giubileo – ha interpretato lo “Stabat Mater” dirigendo l’Or-

chestra Filarmonica Città di Roma nella basilica di Santa Mariadel Popolo, coadiuvato da Ornella Pratesi come voce soprano, eDaniela Nineva come voce contralto: due cantanti esperte del re-pertorio barocco e delle opere di Pergolesi. “Il concerto – ha di-chiarato Porzio – è dedicato alla figura di Maria, madre e modellodella nostra fede. La musica esprime il senso della sofferenza diuna madre, sotto la croce, dinanzi al figlio morente. Sentimentche il geniale musicista ha saputo interpretare e trasmettere ancheattraverso la sua personale vicenda di morte…”. Lo “Stabat Mater” di Pergolesi è stato oggetto di costante apprezzamento daparte dei più grandi compositori: Bach, ad esempio, ne fece unaparafrasi all’interno di un suo salmo, modificando l’orchestra-zione degli archi ed aggiungendo un coro. “Un po’per la sua ge-nialità, un po’ perché era anche lui morente – spiega LorenzoPorzio –, quello di Pergolesi è sicuramente lo “Stabat Mater” piùprofondo e innovativo di tutta la storia della musica”. Il maestroLorenzo Porzio – che ha suonato nei più importanti contesti religiosi, da San Pietro ai Giardini Vaticani – ama sottolineare la par-ticolare identità artistica dell’Orchestra Filarmonica Città diRoma, da lui diretta: l’orchestra raccoglie molti giovani allievdegli ultimi anni di Conservatorio che suonano accanto a maestrigià esperti, e soprattutto provenienti da paesi, culture e religiondiverse. Un’identità che conferma il potere unificante dell’arte edella musica. Silvia Iovine

UNA GITA A….MONASTERO DI SAN BENEDETTO

Edificato a Subiaco aartire dal XII secolo, il

Monastero ha un’archi-ettura molto sugge-tiva e articolata. Dallahiesa superiore, conregevoli affreschi dirtisti di scuola seneseel XIV e XV secolo, siccende alla Chiesa In-eriore, sulla quale sipre il sacro Speco, ov-ero la grotta dove iliovanissimo Bene-etto da Norcia trascorse tre anni da eremita. Di particolare inte-esse gli affreschi che narrano episodi della vita del Santo e la

Madonna con il Bambino firmata dall’autore, Magister Conxo-us, esponente della scuola pittorica romana del 200. Nella Cap-ella di San Gregorio si può ammirare il più antico ritratto di San

Francesco, senza aureola e senza stimmate. Dalla chiesa inferiorei scende lungo la Scala Santa, passando per la cappella della Ma-onna e arrivando alla grotta dei Pastori, dove è Conservato unntichissimo affresco del IX-X secolo. Marina Giudicissi

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L’ATTUALITÀ, pag. 14 EVENTI DI ATTUALITA  ,

FEDERMANAGER SALERNOINCONTRA GLI STUDENTI

DEGLI ISTITUTI GENOVESI-DA VINCIFedermanager, l’associazione che rappresenta in modo esclusivoDirigenti, quadri apicali e alte professionalità delle aziende pro-

uttrici di beni e servizi ha come mission sociale mettere a di-posizione del bene comune il patrimonio di competenze edsperienze degli associati per aiutare e agevolare l’inserimentoei giovani nel mondo del lavoro. Con questo spirito Federma-ager Salerno ha incontrato i giovani che stanno terminando uniclo di studi per renderli consapevoli dell’importanza della sceltaelle facoltà universitarie e per far loro conoscere come la ricercael lavoro debba tenere in debito conto anche le grandi possibi-ità che l’imprenditorialità giovanile offre . Il tema dell’incontrohe si è svolto il 12 aprile a Salerno presso l’Istituto Genovesi ètato: Dalla scuola al mondo del lavoro. La forza delle idee

Dopo i saluti introduttivi del Preside ing. Nicola Annunziata eel Presidente di FEDERMANAGER SALERNO ing. Armandondennimeo, il dott.Carlo Ranaudo di Federmanager Salernoon il suo intervento: La ricerca del lavoro e la possibilità di tra-formare un’idea in impresa ha illustrato la delicatezza e l’im-ortanza della scelta della facoltà universitaria e soprattutto comei debba tenere sempre presente nel corso degli studi il futuroammino professionale che si intende realizzare arricchendo ilercorso formativo con esperienze e attività finalizzate a facilitareentrata nel mondo del lavoro. I giovani che desiderano invece af-rontare subito l’esperienza lavorativa non possono e non deb-ono trascurare la possibilità di un lavoro autonomo, di un sognohe può diventare progetto e quindi realtà. Oggi vengono incen-ivate e finanziate le idee giovanili anche solo nella fase di svi-

uppo ed è una grande opportunità che può essere utile cogliereerchè apre comunque ad un’ importante e proficua esperienzahe dà competenza e professionalità. Gli studenti presenti hanno

molto apprezzato l’approccio concreto al mondo del lavoro cheFedermanager Salerno ha proposto e che intende per il futuro con-inuare a proporre per stimolare le grandi potenzialità creative deiostri giovani e sensibilizzarli a sviluppare e dare forza alle ideehe possono diventare impresa. Aldo Sessa

TRILOGIA PEDAGOGICA PER IL WEBnternet diventa sempre più centrale nel dibattito contemporaneo.

E mentre gran parte del mondo laico limita il problema all’analisidelle performance dei titoli azionari delle “start up” quotate inborsa, senza preoccuparsi delle dinamiche socio-culturali indottedai nuovi media, il mondo cattolico appare, per converso, moltompegnato su quest’ultimo tema. Recentemente è stato pubbli-ato un libro dal titolo emblematico: “Nell’era del web ripartiamo

dai valori”. Ne è autrice suor Rosetta Calì, una dinamica sale-iana catanese che analizza le dinamiche delle nuove tecnologie

dell’informazione, proponendo dei percorsi psicopedagogici ri-

volti ai giovani. Sta per partire, in Italia, un grande piano di dif-usione della banda larga: Internet arriverà a coprire la quasiotalità del nostro territorio con una velocità di trasmissione che

porterà l’Italia a livello dei partner europei, superando il “divariodigitale” che ci affligge da anni. E poiché le tecnologie, come èdimostrato, non sono mai “neutre”, è evidente che un fenomenodi questa portata avrà anche significative implicazioni sul pianoulturale. La Santa Sede ha elaborato originali riflessioni sulle ri-orse e i rischi dei media digitali. Che hanno un “potenzialenorme per costruire ponti di dialogo”, ma possono anche “ge-

nerare una monocultura che svaluta la peculiarità delle praticheulturali e l’individualità del credo religioso”. L’auspicio è chela promessa prevalga sulla minaccia, la comunicazione sul-’alienazione”. Su questa linea si muove anche il libro di suor Ro-etta Calì, che – come scrive nella prefazione don Franco Di

Natale, direttore dell’Istituto Teologico di Messina – “indaga conigore scientifico e con passione educativa attorno ad una delleematiche più urgenti che la nostra società è chiamata ad affron-are”. L’educazione ad un uso responsabile dei media impone una

pastorale innovativa che impegni educatori, docenti e genitori inun cammino di ricerca e di salvaguardia dei valori che devono es-ere difesi dall’invadenza delle innovazioni tecnologiche. Specie

quando queste tendono a trasformarsi in strumenti di dominio emanipolazione. Dato alle stampe dalla casa editrice “Passione

Educativa”, il nuovo volume si aggiunge agli altri due preceden-emente pubblicati da suor Calì: “L’educatore in rete, identità emetodi” (2014) e “Profili digitali under 30” (2016). Tre volumihe compongono una “trilogia pedagogica” per il web, fornendo

ai giovani e agli educatori una guida sicura per navigare nel mareaperto di Internet con un ancoraggio al mondo dei valori.

Silvia Iovine

PROGETTO PER IL RILANCIODELLA BELLEZZA

La concezione utilitaristica che impronta il nostro modello di vitaha arrecato un forte pregiudizio non solo alle basi etiche dellaconvivenza, ma anche alla capacità dell’uomo di percepire ilsenso della bellezza. “Se non parliamo più il linguaggio della fra-ternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo –scrive Papa Francesco nell’ Enciclica Laudato si’  –, i nostri at-teggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o delmero sfruttatore delle risorse naturali”. A questo proposito, valela pena segnalare un progetto per il “rilancio della bellezza” so-stenuto dalla FEM, la Fondazione per l’Evangelizzazione attra-verso i Media. “Diaconia della bellezza” è il nome prescelto daun gruppo di artisti – poeti, pittori, musicisti, scultori, architetti,cineasti, ballerini – che vogliono riaffermare il valore propedeu-tico dell’arte per un percorso di fede. Il gruppo, che è stato fon-dato dai fratelli Anne e Daniel Facérias e dal vescovo franceseDominique Marie Jean Rey, si è costituito a Roma nel 2012, du-rante il sinodo sulla Nuova Evangelizzazione, sotto l’egida delcardinale Paul Poupard che fu presidente del Pontificio Consi-glio della Cultura durante gli anni del pontificato di Wojtyla. Gliobiettivi della “Diaconia della bellezza” sono: riconciliare gli ar-tisti e la Chiesa; accompagnare e assistere gli artisti nelle loro fra-gilità materiali, spirituali ed umane; formare al servizio dellabellezza nella sua dimensione di verità e di gratuità. In alcunecittà della Francia gli artisti del gruppo si riuniscono settimanal-mente per pregare insieme e danno vita a seminari di formazionecon incontri mensili. L’obiettivo della FEM è quello di diffon-dere il progetto in varie città del mondo. In Italia è attivo ungruppo che vede in qualità di “testimonial” l’attrice Claudia Koll:“Quando non c’era verità nella mia vita – ha dichiarato la Koll –non poteva esserci neanche nel mio lavoro, cioè nella recitazionee nell’arte. La verità di fede ha reso più maturo il mio camminoartistico”. Da qui l’iniziativa dell’attrice di dare vita ad una ac-cademia teatrale per formare i giovani attori nel segno di una bel-lezza gioiosa ed autentica. Quello della bellezza è un tema che,dopo la famosa “Lettera agli artisti” di Giovanni Paolo II, è statorecentemente ripreso da Papa Francesco nella “Evangelii Gau-dium”: “È bene che ogni catechesi presti una speciale attenzionealla ‘via della bellezza’. Annunciare Cristo significa mostrare checredere in Lui e seguirlo non è solamente una cosa vera e giusta,ma anche bella, capace di colmare la vita di un nuovo splendoree di una gioia profonda”. Silvia Iovine

N. 5 MAGGIO 2016

IL SULTANATO DELLE DONNE(Ultima parte) Hurrem Sultan conosciuta in Occidente con inome di Rosselana (o Roxana) ha rappresentato, e rappresenta

tutt’oggi, il potere delle donne esercitato per ben un secolo di sto-ria nell’impero Ottomano. Al di sopra di ogni congettura, intrigopolitico, lotta per l’affermazione del potere e invidie di corte, lastoria tra Rosselana ed il sultano Solimano il grande, fu una sto-ria d’amore con la “A” maiuscola. L’influenza di Hurrem sul sul-tano divenne leggendaria; con una sorprendente rottura delletradizioni, il sultano la sposò, nonostante lei fosse una concubina(inconcepibile, per le leggi vigenti a corte, sposare e legalizzareun’unione con una schiava), inoltre sembra sia stata molto attivae fertile nelle faccende di stato, soprattutto per ciò che concernei rapporti di politica estera dell’impero. Due delle lettere indiriz-zate al re di Polonia, Sigismondo II, pare siano state scritte pro-prio da Hurrem, contribuendo in maniera sostanziale a garantirepacifiche relazioni con lo stato polacco. Oltre che negli affari po-litici, ella si impegnò nella costruzione di diverse opere pubblichea partire dalla Mecca di Gerusalemme, la costruzione di una Mo-schea, due scuole coraniche, un ospedale femminile proprio ac-canto al mercato delle schiave a Istambul. Commissionò inoltrela costruzione di un bagno pubblico intitolato “Hasehi HurremSultan Hamami”, per servire la comunità dei fedeli nella vicinaHagia Sophia. Infine, presso Gerusalemme fondò nel 1552, la“Hasseki Sultan Imarec”, una mensa pubblica per nutrire i poveried i bisognosi. Hurrem o Rosselana, come è più nota in Europamorì nel 1558, lasciando in eredità, non soltanto le numerose

opere pubbliche, ma diventando una Musa ispiratrice sia incampo letterario che musicale, ( la Sinfonia n°63 di J. Haydn è de-dicata a lei), ed ancora balletti, commedie e romanzi che narranodella sua vita ma soprattutto di come l’amore possa veramente eprofondamente cambiare la nostra vita. Daisy Alessio

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LA PRIMAVERA DEL BOTTICELLIPrima parte) È stata analizzata a lungo da parecchi studiosi pericavarne i significati e sono emerse diverse ipotesi, le più plau-ibili sono quelle che evidenziano i legami con la filosofia neo-latonica. La Primavera si pone come rappresentazione

della ciclicità universale della natura e come tempo perfetto diace e serenità. Il clima mite della stagione e il risvegliarsi della

natura in un germogliare e fiorire continuo, mostrano da un latol concetto di “natura bella e amica dell’uomo”, dall’altro il ri-hiamo all’attenzione, alla difesa e conservazione (Mercurio ar-

mato che è a guardia del sacro bosco e scaccia le nuvole) di taleuogo-tempo di pace e bellezza. Collegato a questo è anche il rap-orto Primavera-giovinezza, evidenziato dagli stessi e dalla pre-enza delle tre Grazie. La giovinezza a cui si allude non è solo

quella, più ovvia, dell’età giovanile, ma è una giovinezza di spi-ito, che per essere mantenuta va nutrita di Natura (il giardinoieno di fiori), Grazia e Virtù (Tre Grazie), uso della Ra-

ione (Mercurio, simbolo della ragione e del buononsiglio), Amore (Cupido) e Bellezza (Venere). La valenza al-egorica dei singoli personaggi è evidenziata anche dal loro iso-amento l’uno dall’altro come se si trattasse di tanti concettillineati ordinatamente nella composizione. Zefiro fecondatore si

unisce a Clori e denota la Primavera come simbolo delle capa-ità generative della natura. La Natura che offre insieme fiori erutti (aranceto), la presenza di Cupido, il gonfiore dei ventri delle

donne e Venere al centro, introducono il collegamento tra naturad erotismo… Continua… Daisy Alessio

IL DEGRADO AMBIENTALE DEL CENTRO STORICO DI ROMA.CAUSE, RIMEDI E PROPOSTE

Il termine di centro urbano può indicare contemporaneamente un luogo geografico e un contenuto sociale. E’ uno spazio che giocaun ruolo integratore e simbolico. Integratore, per la sua caratteristica posizione che coordina le varie attività urbane, simbolico, per-ché crea una identificazione simbolica e ordinata di tali attività. Una visione simbolica dl centro contiene l’idea di comunità urbana,cioè di un organismo gerarchizzato, differenziato e integrato di rapporti sociali e di valori culturali. Il centro può essere, inoltre, ele-mento di coordinazione e scambio delle attività decentrate, il cuore amministrativo, commerciale, finanziario e politico, la parte dicittà in cui sono insediati servizi che si indirizzano al maggior numero di utenti e consumatori specifici e che pure non usufruisconodei servizi offerti. E’ un certo tipo di unità che Labasse e Rochefort hanno definito “terziario superiore”. Esiste poi un altro modo dicaratterizzare il centro. E’ il centro quale intreccio di divertimenti, concentrazione di piaceri, non solo visto sotto l’aspetto funzio-nale degli spettacoli, ma come sublimazione dell’ambiente culturale stesso.ì Quali trasferimenti nel centro rappresentano la massapiù importante? Quale la loro concentrazione nel tempo e nello spazio? Quale tipo di trasporto privilegiare? La risposta permette diindividuare le contraddizioni del sistema di circolazione nel centro e nel resto della città predisponendo la problematica della piani-ficazione e per regolare i movimenti suscitati dall’esperienza vissuta di tali contraddizioni. Agire sul traffico significa, in sintesi, ra-zionalizzazione dei trasporti pubblici con mezzi di dimensioni adeguate alle strade del centro con motori silenziosi (eventualmenteritorno ai motori elettrici), contenimento progressivo delle sedi per il transito privato, dislocazione razionale ed economica dei par-

cheggi, creazione di parcheggi intermedi, unificazione paritaria, un ampliato corpo di vigili che impediscano l’accesso alle zone proi-bite prima ancora di punire drasticamente le trasgressioni. Solo fornendo efficaci alternative all’uso della macchina si potrannoindurre gli automobilisti più incalliti a lasciare a casa la macchina e scegliere il mezzo pubblico. Le soluzioni innovative riguardanoin particolare il conduttore, il passeggero, il veicolo “autobus”, utenti e area stradale. Con un progetto che raccolga una solida vo-lontà politica qualche idea potrebbe superare il livello “demagogico”. IL CONDUTTORE (migliorate condizioni vi-sive durante la guida e le soste, migliorate possibilità di controllo e di regolamentazione del flusso dei passeggeri,diminuito disturbo dell’ambiente). IL PASSEGGERO (operazione di salita più comoda e veloce, migliorato tran-sito all’interno, migliore informazione sia interna che esterna sui tempi di percorrenza e a riguardo dei luoghi didestinazione, migliorate possibilità del collocamento del bagaglio a mano, migliore protezione dell’ambiente in-terno contro i rumori, le vibrazioni, le accelerazioni, le decelerazioni e la forza centrifuga) IL VEICOLO AU-TOBUS (maggiore manovrabilità, migliorate condizioni di visibilità generale, maggior capacità ricettivadell’abitacolo con minor ingombro del veicolo, maggiore aderenza al fondo stradale, semplificazione delle ope-razioni di riparazione, diminuite del consumo di carburante) UTENTI E AREA STRADALE (riduzione del pe-ricolo di collusione e di infortunio per gli altri utenti della strada, eliminazione del pericolo di sconfinare, sia conla parte frontale, sia con quella posteriore nella corsia attigua, migliore integrazione nell’area stradale “aree di attesacoperte”, penetrazione capillare nel traffico con fermate a richiesta e in ultimo percorsi flessibili). Le nostre proposte sono già statedelineate qualche anno fa, ma tutto è rimasto come prima. Liliana Speranza

Intervista alla Prof. Anna rossi

LA PERSONA E L’INFORMAZIONE

(IL FANTASMA DEL DIRITTO)MB: Professoressa Rossi, potrebbe dire di più sulla dimensione etica difare impresa? E sui diritti della persona all’informazione? A quale fontedel diritto lei si richiama? AR: Guardiamo alla classe dirigente che finoraha gestito le grandi imprese di Stato: una classe forse tecnicamente pre-parata (ho dubbi in merito ma voglio essere generosa), quanto però adetica senz’altro digiuna, quindi si tratta di un pericolo pubblico. Figlia delvoto di scambio, ricattabile, come avrebbe potuto promuovere la ‘per-sona’? Gli italiani non hanno mai avuto accesso a quegli strumenti ingrado di monitorare i valori e le missioni produttive di tale management “made in Italy”. Il popolo s’è interfacciato con un’informazione che iochiamo ancora di regime. L’incapacità a leggere le dinamiche econo-mico-sociali ha portato poi a subirle passivamente, senza un vero con-traddittorio. Il cittadino medio non sa niente di niente e non vuole sapereniente, come sosteneva Montanelli. La colpa però non è solo sua maanche di chi lo governa, che ne ha carpito la buona fede, ben conoscendol’arte di ostacolare il processo di formazione di pensieri, idee, critica. Lagrande responsabilità dell’assenteismo popolare alla vita pubblica io laattribuisco alla classe dirigente e alla politica. Si tratta di mercanti, ser-vitori di un’aristocrazia occulta. I nuovi criteri commerciali e di effi-cienza di pensiero vanno riscritti: le inefficienze gestionali e allocativecontinuano a remare contro l’evoluzione della società, e verso un impo-verimento delle anime, nonostante molti allarmi siano stati lanciati emolta ricchezza accumulata in modo illecito sia stata scoperta. La tele-matica è un’opportunità unica perché, nello scambio dell’informazione,può semplificare i processi. Anche in questo campo occorre però anno-

dare ai diritti dell’uomo i suoi doveri morali profondi, per la condivi-sione globale dei principi della vita e un auspicabile decantamento diquella superfetazione del diritto che, svincolato dal piano dell’etica, ve-diamo svolazzare allegramente come un pallone gonfiato nei cieli delnord ricco del mondo, e non solo. Occorre ripartire dal diritto naturale perevitare l’attuale eclissi di sole dell’economia. Nasciamo tutti liberi. Nonsi accettano schiavitù precostituite. No all’oscurantismo! Giù le mani daibambini! Michele Bianchi

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L’ATTUALITÀ, pag. 15N. 5 MAGGIO 2016 PROBLEMATICHE RELIGIOSE E DI ATTUALITA

LA GRANDE PESCA“Io vado a pescare”. Pietro prende l’iniziativa. Era il suo mestierema è anche simbolo di una missione comune perché Gesù li hafatti “pescatori di uomini”. Una notte infruttuosa. È impossibileche un lavoro come questo produca dei frutti senza la presenza delRisorto. Ecco il messaggio che Gesù vuol dare nella secondapesca miracolosa. L’iniziativa di Pietro è vana. Dà prova di deci-sione e di coraggio ma il miracolo non c’è. La più generosa in-tenzione e la migliore buona volontà non bastano. “Gesù era làsulla riva” ma non l’hanno riconosciuto. Nessuna azione può farcrescere e vivere la Chiesa se Cristo non è presente per donare il

suo Spirito. L’opera di Dio richiede il libero impegno dell’uomoe l’azione dello Spirito del Risorto. Saremo dei cristiani pieni diiniziative apostoliche ma mettiamo tutte le nostre imprese nellapreghiera avendo confidenza che Dio saprà sempre orientare, cor-reggere e rendere efficace l’azione di coloro che con umiltà sa-pranno prendere consiglio da uno sconosciuto che si trova sullerive del lago. “Gettate le reti a destra”. È dall’efficacia della suaParola che i discepoli riconoscono Gesù. Ciascuno alla manierapropria è convinto che il Figlio dell’uomo può riempire le retiperché “sapevano che era il Signore”. Giovanni non ebbe diffi-coltà a riconoscere Gesù attraverso i segni, era colui che “vide ecredette”. Pietro ha bisogno di dare un’espressione forte alla suafede e si lancia nell’acqua senza paura per raggiungere il suo Si-gnore. Il resto dei discepoli rimane sulla barca e tira le reti pienedi pesci. Tutti hanno riconosciuto il Risorto e ciascuno reagiscesecondo la grazia che gli è stata data. La pesca non è il centrodella pagina del Vangelo ma il mangiare insieme “Venite a man-giare” dice loro Gesù. La pesca abbondante è l’immagine del la-voro della chiesa. Il numero di “153” grossi pesci è simbolico perindicare la totalità e la pienezza della comunità umana riunitadagli apostoli. È nella presenza di Cristo che ci ama e ci previeneche la Chiesa Eucaristica trova la sua vita, ed è in questo conte-sto di amore che Pietro riceve la sua missione dal Signore.

LA PAURA E LA CHIESA NASCENTEI discepoli erano nel cenacolo a porte chiuse perché avevanopaura. Ciascuno di noi ha un chiavistello ben chiuso per proteg-gersi dalla radicalità della Parola di Dio. La paura ha sempre abi-tato gli uomini dalla creazione del mondo. Alcuni licealinterrogati su che cosa gli sembrava più duro da sopportare co-minciavano tutti con “Ho paura di”: bocciare agli esami, che imiei genitori si separino, di perdere un amico, di essere traditodalla mia ragazza. Ho trovato la cosa molto naturale. Che diredella situazione degli apostoli che avevano a che fare con Unoche avevano visto morire e che ora vedono vivo. Infatti Gesù co-mincia sempre con queste parole “Non abbiate paura”. La Bibbialancia questo appello a trecentosessantasei riprese, come se l’in-vito fosse rinnovato ogni giorno dell’anno. Il Vangelo nello spa-zio di tredici versetti a tre riprese ripete l’antidoto alla paura “Lapace sia con voi”. “Ricevete lo Spirito Santo” Perché? Perché?“Come il Padre ha mandato me anch’io mando voi”. La Chiesanascente ora può iniziare a realizzare il progetto di amore ed ilcompito supera le forze umane, per questo Gesù dopo aver par-lato così “Alitò su di loro” e il soffio di Cristo ebbe come effettosu di loro non solo il perdono dei peccati ma la trasmissione ai di-scepoli del potere di esercitare la misericordia verso i peccatoriin suo nome, per tutti i secoli in avvenire. Poi l’episodio di Tom-maso che conosciamo bene e siccome non abbiamo esperienzadelle visioni come Paolo o Giovanni a Patmos, apparteniamo allacategoria di coloro che“pur non avendo vistocrederanno”. “Non ab-biate paura” Gesù lo ri-pete anche a noi oggiperché Dio è Misericor-dioso e Gesù è la Piena ri-velazione dellaMisericordia del Padre.Eppure non è facile con-vincerci e convincere cheDio è Buono e misericor-dioso. L’idea che è giustoce lo fa avvicinare ad ungiudice che non transigementre invece è un giu-dice che perdona. Perquesto Papa Francesco(nella foto), con un gestoaltamente politico e pa-storale ha indetto l’anno della Misericordia perché in un tempo in

cui in nome di Dio si fanno le guerre è indispensabile riscoprireil vero volto di Dio anche per chi se ne è fatto uno a propria im-magine. Da non dimenticare che noi siamo fatti ad immagine dDio ma Dio non è fatto a nostra immagine. San Giovanni PaoloII istituì la festa della Divina Misericordia e all’inizio del giubi-leo del 2000 aveva presentato il volto misericordioso di Dio. Eramolto devoto di Santa Faustina Kowalska, di Cracovia, che avevaricevuto rivelazioni particolari sulla divina Misericordia.

 DIALOGO ECUMENICO

(a cura di Aurora Simone Massimi)

L RU RIC DEL P DRE

(a cura di Pierluigi Vignola)

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CONFERENZA DI ALDO SESSA SULLA SINDONEPresso la sala-con-ferenze del BarMoka in Salerno laprestigiosa Asso-ciazione “Caffèdell’Artista”, pre-sieduta dalla Prof.Florinda Battiloro,ha organizzato uninteressante conve-gno in cui è statorelatore il Dott.Aldo Sessa, sultema “La Sindone, un testimone muto”. Ecco la sintesi. È visi-bile, nella sua crudeltà, un vile assassinio: un delitto politico-re-ligioso dalla parvenza di legalità. Attraverso la visualizzazione,

con funzionalità in “power point” vi presenterò tre itinerari: sto-rico,scientifico ed esegetico della Sacra Sindone. Iniziando dal-l’itinerariostorico si è cercato di collegareattraverso la visione eil commento di sitiarcheologici, iconograficie documenti storici,il lenzuolo cheeffettivamente ha avvolto il corpo di Cristo(dopoil tormento della passione e morteavvenutaa Gerusalemme,nel-l’anno 33) a quello di Torino. Infatti, allo stato attuale della ri-cerca occorre riconoscere che, da un punto di vista strettamentestorico, non è possibile tracciare in maniera definitiva le vicendedi quella Sindone anteriormente al XIV secolo. I documenti diogni genere, danno infatti risposte puntuali alla domanda fonda-mentale: La Sindone di cui parlano i vangeli è stata conservatanel primo millennio dell’era cristiana? La storia “certa” dellaSindone di Torino inizia intorno alla metà del milletrecento,quando venne collocata nella Collegiata di Lirey. Da quella datatutti i passaggi sono rigorosamente documentati: Lirey, Cham-bery, Torino. La Sindone era presente anche prima del suo per-corso storico “certo” e cioè nel primo millennio. In base ad unaserie di studi su indizi nonsottovalutabili la storia “nascosta” dellaSindone potrebbe infatti ipotizzare la tappe di: Gerusalemme,Edessa, Costantinopoli,Atene, per passare il testimone allastoria“certa”: Lirey, Chambery, Torino. Partendo dall’esame della na-tura ematica di alcune tracce sul sacro lino, a seguito di esamieseguiti dal Prof. Pier Luigi Baima Bollone - Preside della Fa-

coltà di Medicina presso l’Università di Torino, - arriviamo allaconclusione chesi trattadi vero sangueumano delgruppoAB. E’stato pertanto esclusoogni intervento pittorico. Il tessuto è di linoa spina di pesce, è un unicum nella storia tessile: sul lato lungoè presente una cucitura perfettamente identica a quella di bran-delli di stoffa rinvenuti a Masnada, città fortificata da Erode, dovenel 72 d.C. si suicidarono circa 1000 zeloti, pernon arrendersi aldominio romano. E’stato evidenziato che sulle orbite oculari del-l’Uomo della Sindone risultano le impronte di due monete: il“Lepton” dal quale è ricavabile la scritta “Tiberio Cesare annosedicesimo” Le ferite sono perfettamente coincidenti con il rac-conto degli evangelisti: otto ferite da punta sulla fronte, tredicisulla nuca, si contano, inoltre, centoventi lesioni, provocate dal“flagrum romano” sulla schiena, torace, gambe e una sul naso.Dalle colature ematiche sugli avambracci, si deduce chei chiodinonfurono piantati nelpalmodella mano ma conficcati neipolsiin corrispondenza del cosiddetto “spazio di Destot” che si trovatra la prima e la seconda filiera delle ossa del carpo, in praticanello snodo delpolso. Si evidenzia la feritaal costato da dove neuscì sangue “dessierato” (non vitale) perché il fenomeno si rea-lizzò solo dopo la morte. Circa l’immagine, qualcuno ha parlatodello sprigionarsi di un’energia sconosciuta, potrebbe essere larisurrezione questa energia? L’immagine della Sindone rimane,dal punto di vista scientifico un mistero ma, tuttavia essa è unafortissima prova di appoggioalla risurrezionedi Cristo. La strettacorrispondenza tra Sindone, Vangeli e storia fa riflettere. In-fatti se la Sindone concorda con i vangeli e la storia su tutti ipunti della Passione e morte c’è da credere che concorda pureper quanto riguarda la risurrezione. Florinda Battiloro

UN PROGETTO SULL’ONDADELLA LAUDATO SI’

L’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, che così grande suc-cesso ha riscosso in tutto il mondo, è un documento rivoluziona-rio che, a detta di molti osservatori, pone le premesse per unnuovo modello di sviluppo, alternativo alla dittatura del profittoche sta sconvolgendo intere aree del pianeta, provocando guerree ondate migratorie. Difficile valutare fino in fondo i sommovi-menti che il documento pontificio sta alimentando nell’opinionepubblica mondiale, ma certo è che qualcosa si muove, come sievince dai crescenti successi del candidato democratico alla pre-sidenza USA, Bernie Sanders, invitato a un incontro in Vaticanosui temi della giustizia sociale e dell’ambiente. Restando in un

ambito più circoscritto, la cosiddetta “Enciclica ambientale”, ri-volta a tutti gli “uomini di buona volontà”, sta mettendo in motoalcuni interessanti progetti che riguardano la riorganizzazione delmondo cattolico. A questo proposito, vale la pena segnalare unprogetto promosso dal CESAB (Centro Ricerche in Scienze Am-bientali e Biotecnologie) per un nuovo “modello” di parrocchia,attento allo sviluppo di “buone pratiche” in campo energetico,economico e sociale. Le linee portanti del progetto sono sintetiz-zate in una guida intitolata “Accogliere, proporre, abitare”. Unvademecum di facile uso diviso in tre capitoli: l’organizzazionee la gestione; la conoscenza e la comunicazione; l’usare e l’abi-tare. Ognuno di questi tre capitoli fornisce una serie di suggeri-menti pratici per l’efficientamento organizzativo delle parrocchie.Lo scopo della guida– hanno spiegano gli esperti del CESAB, Er-cole Amato, Ernesto Giuffrè e Giampiero Valenza – è quello di“analizzare le attività che ogni giorno vengono svolte all’internodella parrocchia, al fine di ricercare modalità di azioni compati-bili in grado di migliorarne la qualità complessiva in termini diaccoglienza, offerta di servizi e vivibilità degli spazi”. Di frontealla crisi dello Stato sociale, le parrocchie sono spesso chiamatea svolgere un ruolo di supplenza per dare una risposta agli stratipiù bisognosi della popolazione. Sportello anziani, ascolto im-migrati, servizi alla famiglia ed avviamento al lavoro sono le fun-zioni più richieste. Ma come afferma Papa Francesco, “non si

tratta solo di fare assistenza sociale. Si tratta di offrire la forzadel Vangelo di Dio, che converte i cuori, risana le ferite, trasformai rapporti umani e sociali secondo la logica dell’amore”. Per con-seguire queste finalità di evangelizzazione e assistenza sociale,le parrocchie hanno bisogno di un efficace coordinamento orga-nizzativo e di una capillare interazione con il territorio.

Silvia Iovine

IL TESTAMENTO SPIRITUALEDEL FONDATORE DELLA GMGFervono, a Cracovia, i preparativi per ospitare la prossima “Gior-nata Mondiale della Gioventù”, che si svolgerà nella città polaccadal 26 al 31 luglio, con la partecipazione di quattro milioni di gio-vani che arriveranno da tutto il mondo per seguire Papa France-co. La “Giornata Mondiale della Gioventù”, spesso chiamata cona sigla GMG in italiano (o WYD, “World Youth Day”, in inglese)uno dei più importanti incontri internazionali del mondo catto-

ico. Ebbe inizio nel 1985 per intuizione di Papa Giovanni PaoloI, il quale tuttavia non si considerò mai il creatore della GMG,

ma preferiva affermare: “l’hanno creata i giovani”. Ma oltre aGiovanni Paolo II, nella storia della GMG rimane iscritto un altropersonaggio di rilievo: il cardinale Eduardo Francisco Pironio1920-1998). Nato in Argentina da genitori friulani, Pironio fu or-

dinato sacerdote nel 1943, divenne vescovo ausiliare e poi, nel972, titolare della diocesi di Mar De Plata. Creato cardinale nel976 da Paolo VI, Pironio fu chiamato nel 1984 da Giovanni

Paolo II a dirigere il Pontificio Consiglio dei Laici: in questo ruoloontribuì alla fondazione della Giornata Mondiale della Gioventù,

della quale organizzò le prime undici edizioni. Il 23 giugno 2006l cardinale Camillo Ruini, vicario del Papa per la diocesi di

Roma, aprì la fase diocesana del processo di beatificazione e ca-nonizzazione del cardinale Pironio: ossia la prima fase della com-plessa e lunga procedura canonica per l’elevazione agli altari.L’11 marzo 2016 questa fase si è conclusa con il riconoscimentodelle “virtù eroiche” di Pironio e l’attribuzione della qualifica diservo di Dio”. Nel suo testamento spirituale, il cardinale Eduardo

Francisco Pironio lasciò scritte queste toccanti parole: “Non pian-gete per la mia dipartita! Vi chiedo solo di continuare ad accom-pagnarmi con il vostro affetto e con la vostra supplica e di pregaremolto per la mia anima. Ringrazio il Padre per il dono inestima-bile del mio battesimo che mi ha reso figlio di Dio e tempio vivodella Trinità. Mi sono sentito straordinariamente felice di essereacerdote e vorrei trasmettere questa gioia profonda ai giovani di

oggi, quale mio migliore testamento ed eredità. Rendo grazie aDio per il mio ministero di servizio nell’Episcopato. Amo conutta la mia anima Papa Giovanni Paolo II, gli rinnovo la miaompleta disponibilità, gli chiedo perdono per tutto ciò che non

ho saputo fare come presidente del Pontificio Consiglio per iLaici. Dio è testimone della mia totale dedizione e buona vo-ontà”. Silvia Iovine

VOLUME STORICO SU SAN PIO XVenerdì 15 aprile c.a. è stato

resentato presso la SalaMarconi- della Radio Vati-ana, uno dei tre volumi sto-ici su San Pio X: “San Pio

X”. A cura di Roberto RegoliEditrice Libreria Vaticana).

Dopo i saluti di padre Ber-nard Ardura (nella foto con

Aurora Simone Massimi)Presidente del PontificioConsiglio di Scienze Stori-he e di don Giuseppe

Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana, ha avuto inizioa presentazione di uno dei libri storici riguardanti papa Sarto.

Hanno preso la parola la prof.ssa Rita Tolomeo, dell’UniversitàLa Sapienza di Roma, la prof.ssa Emilia Hrabovec dell’Univer-ità di Bratislava e il prof. Riccardo Burigana, direttore del cen-ro studi per l’ecumenismo in Italia. Il libro è stato presentato inccasione del centenario della morte di Pio X. Beatificato il 3 giu-no del 1951 e Canonizzato il 29 maggio 1954 da Pio XII, San

Pio X è stato il primo e unico papa canonizzato nel Ventesimo se-olo. Infatti la Chiesa era andata sempre molto cauta con la glo-ificazione dei Pontefici, per trovare un altro papa sugli altariisognava retrocedere di quasi quattro secoli fino a Pio V, mortoel 1572. Nel caso di Pio X, invece, la procedura fu insolitamenteapida “Il papa morì nel 1914, la causa fu avviata una decina dinni dopo e giunse a conclusione, per volontà di Pio XII, cheveva iniziato la carriera ecclesiastica proprio negli anni di go-erno del predecessore, prima della beatificazione, nel 1951, eoi con la definitiva canonizzazione, nel 1954, solo quarant’anniopo la sua scomparsa. La glorificazione del papa trevigiano tra-formò questo personaggio, che veniva dalla periferia della

Chiesa ed era stato per un ventennio parroco in piccole parrocchiei campagna – è l’unico pontefice degli ultimi secoli ad aver fattoer intero e per molti anni l’esperienza di parrocchia- in una sortai sacerdote e di pontefice ideale, indicato come modello di rife-imento dalla Chiesa Universale”. Questo grande pontefice nac-ue a Riesi, in provincia di Treviso, il 2 giugno 1835, fuappellano di Tombolo dopo la sua ordinazione sacerdotale 29ovembre 1958, poi parroco a Salzano nel 1876, poi canonico e

Cancelliere della Curia Vescovile di Treviso nel 1875, poi Ve-covo di Mantova nel 1884, quindi Cardinale il 12 giugno 1893Patriarca di Venezia il 15 giugno seguente. Pio X fu un papa

pirituale, infatti al suo pontificato pastorale dobbiamo aggiun-ere l’epiteto di spirituale perché egli si sforzò sempre di incar-are al meglio l’ideale sacerdotale. Il papa era un uomo dalla raraevozione, una devozione basata su preghiere quotidiane quali ilosario, la recita del breviario, la celebrazione composta attenta enteriorizzata della Messa, la meditazione personale, gli esercizipirituali e le pratiche ascetiche, ma anche alla somministrazioneei Sacramenti, alla cura delle anime, e alla catechesi. Fu un papaempre fedele alla Santa Sede e vicino a tutti i fedeli nella pre-hiera nonostante la separazione attraverso la talare, che era ininea con abitudini e atteggiamenti appresi in tanti anni di semi-ario. Nella Chiesa Cattolica la mediazione dei pastori è decli-

ata nei tria numera: munus regendi, munus docendi e munusanctificandi, che si ricollegano alle tre forme di meditazione esi-tenti nell’Antico Testamento -re, profeti e sacerdoti- , che nel

Nuovo Testamento corrisponde all’affermazione di Gesù Cristo dissere egli stesso Via, Verità e Vita, triade che del resto coincideon quella dei vincoli tratti della definizione bellarminiana di

Chiesa. Un libro molto bello che vale la pena di leggere e chemette in luce come il modernismo sia stato sempre dubbio il

rande tema del pontificato di questo grande Santo: San Pio X.

IL “PADRE NOSTRO” VA CORRETTOPapa Benedetto XVI, prima di dimettersi, aveva deciso di volerecomunicare a tutti i Vescovadi la correzione da fare sul Padre No-stro, cioè sostituire “non c’indurre in tentazione” con “non farcindurre in tentazione”. Purtroppo si continua, senza la suddettacorrezione, a dare del Tentatore a Dio e ciò è veramente grave escorretto. Papa Benedetto XVI aveva detto che nel Padre Nostrosi era fatto quell’errore per le varie traduzioni effettuate: dapprimafu scritto con la lingua di Gesù, poi in ebraico, indi in greco, poiin latino ed infine in italiano. Purtroppo, Papa Benedetto XVI sdimise e la sua comunicazione ai Vescovadi non fu fatta, perciòla maggior parte dei cattolici continua a dare del Tentatore a Dioanche se inconsapevolmente. Lo scrivente non dà più del Tentatore a Dio, perché dice “non facci indurre in tentazione”, cossome fu proposto da Cosmo G. Sallustio Salvemini a pagina 25del libro “Pace nel mondo, traguardo possibile” pubblicato ne2005. Ci auguriamo che l’attuale grande Papa Francesco facciaquello che giustamente voleva fare Papa Benedetto XVI.

Mario Colett

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8/17/2019 l'Attualità Maggio 2016

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