IlCorniglianese Marzo 2016

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Anno V Numero 3 Mensile Copia gratuita Marzo 2016 «o Cornigiòtto» ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura Il giornale non ha finanziamenti pubblici Fanta Pasqua di Enrico Cirone La Francia “riconquista” Cornigliano Noi giornalisti, occasionalmen- te direttori di mensili indipen- denti, salutiamo ogni nuovo mese, in mezzo a qualche rac- conto commissionato ai volon- tari redattori, come se fosse un ospite improvviso e inatteso. Ma quando nel calendario si arriva a marzo l’effetto della primavera si fa subito sentire. Nuove energie, nuove forze si impadroniscono di noi e anche in una città complicata, diffici- le, richiusa su stessa come la nostra, ci aiutano a cercare ogni giorno una scintilla che possa dare vita a nuovi stimoli, a nuove gare, a nuovi traguardi da raggiungere e superare. Però questo marzo, e questa stagione, ha per noi, tutti noi, un sapore particolare. Stiamo infatti per festeggiare i nostri primi quattro anni che compi- remo il prossimo mese, ad a- prile. Il primo numero del gior- nale vide la luce nell’aprile del 2011. Tra enormi difficoltà, nel periodo economico forse più difficile degli ultimi 60 anni, a quattro anni di distanza, noi siamo ancora qui. Per raccon- tare di voi e di noi con l’onestà che ha sempre dominato il nostro lavoro. Che aggiungere ancora? Tornando alla stagione posso dire quindi che, oltre al panettone, siamo arrivati a mangiare anche la colomba. La chiusura di tanti piccoli negozi non ha impedito il sorgere, a Cornigliano, di un nuovo grande centro che porta un marchio di dimensioni europee. Maisons du monde è arrivato nel mese di marzo ed ha inaugurato questo complesso sulle ceneri di un cantiere abbandonato da anni. Questo intervento ha richiesto anche un importante adeguamento della viabilità con la realiz- zazione di una rotatoria ancora da ultimare all’incrocio tra corso Perrone e via Renata Bianchi. Foto Razzore Via Bertolotti “pedonalizzata” Il mercato comunale, lavori in corso > 9

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Anno V Numero 3 Mensile Copia gratuita Marzo 2016

«o Cornigiòtto»

ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura

Il giornale non ha finanziamenti pubblici

Fanta

Pasqua

di Enrico Cirone

La Francia “riconquista” Cornigliano Noi giornalisti, occasionalmen-te direttori di mensili indipen-denti, salutiamo ogni nuovo mese, in mezzo a qualche rac-conto commissionato ai volon-tari redattori, come se fosse un ospite improvviso e inatteso. Ma quando nel calendario si arriva a marzo l’effetto della primavera si fa subito sentire. Nuove energie, nuove forze si impadroniscono di noi e anche in una città complicata, diffici-le, richiusa su stessa come la nostra, ci aiutano a cercare ogni giorno una scintilla che possa dare vita a nuovi stimoli, a nuove gare, a nuovi traguardi da raggiungere e superare. Però questo marzo, e questa stagione, ha per noi, tutti noi, un sapore particolare. Stiamo infatti per festeggiare i nostri primi quattro anni che compi-remo il prossimo mese, ad a-prile. Il primo numero del gior-nale vide la luce nell’aprile del 2011. Tra enormi difficoltà, nel periodo economico forse più difficile degli ultimi 60 anni, a quattro anni di distanza, noi siamo ancora qui. Per raccon-tare di voi e di noi con l’onestà che ha sempre dominato il nostro lavoro. Che aggiungere ancora? Tornando alla stagione posso dire quindi che, oltre al panettone, siamo arrivati a mangiare anche la colomba.

La chiusura di tanti piccoli negozi non ha impedito il sorgere, a Cornigliano, di un nuovo grande centro che porta un marchio di dimensioni europee. Maisons du monde è arrivato nel mese di marzo ed ha inaugurato questo complesso sulle ceneri di un cantiere abbandonato da anni. Questo intervento ha richiesto anche un importante adeguamento della viabilità con la realiz-

zazione di una rotatoria ancora da ultimare all’incrocio tra corso Perrone e via Renata Bianchi. Foto Razzore

Via Bertolotti “pedonalizzata” Il mercato comunale, lavori in corso > 9

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Sarà un caso che proprio l'8 marzo, giornata internazionale della donna, viene a trovarci in redazione Rosa. La storia che ci racconta è purtroppo simile a quella di decine di migliaia di mamme preoccupate per l'avvenire dei propri figli che cercano ma non trovano lavoro nella nostra città. Ci colpisce la dignità del suo racconto che ci spinge a riferir-ne sulle pagine di questo giornale nella spe-ranza che il suo accorato appello possa servire a risvegliare le coscienze di chi può e deve de-cidere dell'avvenire dei nostri ragazzi. Vedova da otto anni ha un figlio, Marco, di 42 anni rimasto senza lavoro nonostante un rispetta-bile curriculum di tecnico informatico con

esperienze lavorative nel campo grafico. "So che non potrete fare nulla per me", esordisce così Rosa, "ma non so con chi parlarne ecco perché sono qui oggi a parlarne con voi". Tale affermazione ci colpisce e grati-fica la nostra opera d'informazione nel quar-tiere. Mentre il governo festeggia insignifican-ti decimali, crescono gli eserciti dei “cerca-lavoro” come Marco mentre gli occupati, quel-li che il posto di lavoro lo avevano trovato, continuano a calare. Chi può aiutare Marco lo può fare scrivendo una mail a [email protected] o telefonandogli al numero 3738411913 oerre

2 Marzo 2016 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

Pranzi e cene funzionano an-cora bene, anzi, benissimo se sono per il bene della causa. La causa in questo caso è la nuova fondazione “Change” che il governatore della Ligu-ria, Giovanni Toti, ha presen-tato ufficialmente ai maggio-renti della città il 18 marzo. E se è vero che “il vento è cam-biato” come ama ripetere il governatore, è curioso come al vento nuovo si siano ade-guati in tanti, coloro che sono stati capaci di passare con straordinaria disinvoltura dalla fondazione “Maestrale” di Claudio Burlando (che fine ha fatto?) alla neofondazione “Change” che Toti ha fatto debuttare con una cena riser-vata a 190 selezionatissimi invitati (peraltro si sono pre-sentati ‘solo’ in 130) nei salo-ni del Palazzo del Principe Doria, di fronte alla stazione marittima. Tra loro, anche Aldo Spinelli che, vogliamo immaginare abbia cercato l’incontro culinario con Toti per convincerlo ad aumentar-gli i canoni di locazione dei suoi container, guarda caso, a Cornigliano. Abbiamo imma-ginato il simpatico imprendi-tore genovese approfittare dell’occasione, fra due trofie al pesto e un branzino alla ligure, per intimare al presi-dente Toti di intervenire e adeguargli finalmente i cano-ni ad 8 euro al metro quadra-to, e non ai miseri 4 cui, sem-bra, vengano oggi conteggiati. «Mi ha invitato il presidente- ha detto Aldo - e io sono ami-co di tutti». Un altro che era in “Maestrale” (ricordate Bur-lando?) e ora si ritrova in “Change” è Edoardo Garrone, ex presidente della Sampdo-ria. Sandro Biasotti, descritto come ‘raggiante’, non poteva certo mancare. Aria nuova,

ora, nella politica ligure: ri-spetto al “Maestrale” burlan-diano la fondazione di Toti sembra accogliere per ora meno politici e più imprendi-tori. Toti ha spiegato nel pa-lazzo che fu di Andrea Doria: «Si tratta di un’occasione im-portante per ascoltare la so-cietà civile e, in particolare, quella parte produttiva e im-prenditoriale. È un modo tra-sparente di fin an ziare l’attività politica». E ci man-cherebbe dato che i 188 finan-ziatori (circa 60 hanno contri-buito pur senza cenare) han-no sganciato almeno 1.000 euro a testa per sedersi ai ta-voli e totalizzare un incasso superiore ai 200 mila euro. Pranzi e cene funzionano benissimo se sono per il bene della causa. E quindi anche la nostra, quella del nostro gior-nale. Non mancate quindi al prossimo pranzo sociale che si terrà nei locali del ricreato-rio parrocchiale dei santi An-drea e Ambrogio, in via Belli-ni, domenica 10 aprile, dalle 12.30 vi aspettiamo per bissa-re il successo ottenuto con la stessa iniziativa prenatalizia a beneficio del giornale. Per partecipare al pranzo prepa-rato dai volontari è richiesta una quota di 12 euro pro capi-te. Ricorderete che in occasio-ne del primo pranzo che si svolse a dicembre presso i saloni del circolo Arci Ugua-glianza, mangiammo in 120 e ricavammo più di un migliaio di euro. La stessa cifra che ha sborsato ogni singolo per es-sere accolto alla mensa di To-ti. Sapendo che ogni uscita del giornale ci costa giusto un migliaio di euro, se ne avessi-mo incassati 200 mila non avremmo problemi per i pros-simi 20 anni. Meglio così: altri pranzi ci attendono.

Pranzi e cene

Mi manda

Cirone

Le storie (im)possibili

Cari amministratori pubblici, chi scrive ha purtroppo la sensazione che siamo ancora molto lontani da un istituzionale riconosci-mento dell'opera della Pro Loco all'interno del nostro quartiere. La nostra visione "pubblica" delle cose è vista ancora con diffidenza e fasti-dio da certa politica che invece di pensare alla collettività tende paradossalmente e conve-nientemente a soddisfare, per atavico vizio, piccoli singoli appetiti. Viene volutamente ignorato il fatto che le Pro Loco riconosciute (oltre seimila in tutta Italia) in base ad un ac-cordo nazionale con l'Anci (l'Associazione na-zionale comuni italiani), come ad esempio i Civ, sono interlocutori privilegiati delle civi-che amministrazioni. Sia ben chiaro che con questo nessuno di noi vanta privilegi o chiede favoritismi in quanto ci accontenteremmo anche solo di una maggiore considerazione. La mancanza di una sede per il nostro sodali-zio, dopo averne fatto innumerevoli volte ri-chiesta da sei anni a oggi, mortifica l'opera dei nostri volontari e non consente l'avvicinamen-to alla Pro Loco di chi intenderebbe collabora-re al nostro progetto. La Pro Loco Cornigliano può dare, e lo ha dimostrato in più occasioni, un grande aiuto a questa amministrazione ed un enorme contributo al rilancio turistico e culturale di Cornigliano e della città intera ma per fare questo ha bisogno di una sua ricono-sciuta identità. A chi rema contro o peggio, ci ignora, dico che se ne faccia una ragione: la Pro Loco esisterà finché esisteranno persone che realmente amano il proprio territorio e la propria cultura, le proprie case, le chiese, i monumenti, le strade, le piazze, i vicoli, i par-

chi, i giardini, le ville storiche, le scuole, le associazioni e i ritrovi al solo fine di migliora-re, per quanto ci sarà possibile, la qualità della vita di tutti i residenti. Le Pro Loco sono una grande risorsa nei paesi ma anche in realtà cittadine come la nostra; metteteci in condi-zioni di poter lavorare o altrimenti fatelo al-meno voi. riccardo ottonelli

direttore editoriale

Pro loco: risorsa storica e culturale del territorio Ma la politica lo sa? Se n’è accorta?

Marco, 42 anni, tecnico informatico “Cerco un lavoro, sono rimasto senza”

Vari momenti di Ciocofantasy organizzato dalla Pro Loco Cornigliano

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Marzo 2016 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione 3

Erzelli cresce: entro aprile il bando per Ingegneria E intanto arriva l’Iit e (da settembre) il nuovo parco verde

A inizio mese, a Roma, il sindaco di Genova, Marco Doria, e il vicesindaco e assessore all’Urbanistica, Stefano Bernini, hanno partecipato presso il M i n i s t e r o d e l l ’ I s t r u z i o n e , dell’Università e della Ricerca, ad un incontro promosso dal ministro per un aggiornamento sullo stato di avanza-mento del cronoprogramma per ricol-locare l a Scu ola P ol ite cn ica dell’Università di Genova nel Parco tecnologico e scientifico degli Erzelli: per garantire il finanziamento statale a sostegno dell’operazione, il rispetto dei tempi previsti è un passaggio indi-spensabile. Presenti anche il direttore generale della Regione Liguria, Paolo Emilio Signorini, il prorettore dell’Università di Genova, Enrico Giunchiglia, il direttore amministrati-vo dell’Università, Rosa Gatti, il diret-tore generale di Filse, Ugo Ballerini, l’amministratore delegato di Genova High Tech, Luigi Predeval. A rappre-sentare il Ministero dell’Istruzione, il capo di gabinetto, Alessandro Fusac-chia, e, per la presidenza del Consiglio, Yoram Gutgeld. Nel corso della riunio-ne, sindaco, vicesindaco e rappresen-tanti delle istituzioni locali "hanno confermato che l’iter degli atti previsti sta proseguendo secondo il cronopro-gramma condiviso e già comunicato al Ministero e che, pertanto, sarà possi-

bile giungere alla predisposizione dell’accordo di programma entro il 30 aprile". "In particolare, si legge in un comuni-cato, toccherà a una commissione di esperti valutare il progetto Human Technopole, il polo scientifico che sor-gerà sull'area milanese dell'Expo il cui coordinamento è stato affidato dal governo all'Iit. Il via libera all'opera-zione è stato dato, sempre dal ministe-ro dell'Istruzione, il giorno dopo le pesanti critiche giunte dai rettori delle tre università milanesi circa l'imposta-zione data dal governo al progetto, e che vede l'Iit nel ruolo di regista. Scel-ta che, peraltro era stata criticata an-che dal governatore della Lombardia, Roberto Maroni, che in più di un’occasione non ha nascosto il disap-punto sulla scelta di una "regìa geno-vese". A Genova intanto, forte di queste scel-te, l'Istituto non ferma la sua logistica sul territorio. In pochi mesi, dal quar-tier generale di Morego l'Iit metterà a punto un piano di sviluppo e crescita articolato su alcuni passaggi cruciali che ne amplieranno la presenza sul territorio, rafforzandone il ruolo. Co-me ha spiegato il direttore scientifico, Roberto Cingolani, il destino dell'Isti-tuto è «quello di essere presente là dove si fa ricerca», come testimonia

l'impostazione dell'Iit, che ha sede a Genova, ma è italiano ed è presente già in dieci città italiane, fra cui Mila-no, appunto, con buona pace di Maro-ni, in due sedi diverse. La terza, l'area liberata da Expo, diventa fondamenta-le per capire il destino dell'Iit. Il Miur, nel suo ruolo di coordinatore, ha invi-ato la proposta dell'Iit a un panel di valutatori internazionali e indipenden-ti che daranno entro aprile un giudizio sul piano di lavoro con tutte le prescri-zioni utili per avviare il programma. Solo alla fine il governo valuterà i ter-mini e la gestione dell'investimento sul polo tecnologico. I prossimi passaggi dell'Istituto saran-no però nel nostro ambito genovese. Il palazzone (ex) dell'Intendenza di Fi-nanza, riconvertito undici anni fa nella sua nuova veste scientifica, è evidente-mente al limite della capienza. Da qui la necessità di espansione. Intanto vicino alla sede storica, sulla collina di Morego, si libereranno nuovi spazi che verranno messi a disposizione dell'Iit, non solo per l’attività di ricerca ma anche per un servizio innovativo come l’asilo nido per i figli dei ricercatori. Ma eccoci alla sfida più grande che si giocherà su un'altra collina genovese votata all'hi tech, quella corniglianese degli Erzelli dove l'Istituto porterà all'interno di uno dei due grattacieli

del Parco scientifico e tecnologico le sue ricerche con un’attenzione alla cura e alla riabilitazione. Quindi, se il quartier generale di Mo-rego, a Bolzaneto, è votato alla roboti-ca, agli Erzelli, sui quattro piani del grattacielo, si svilupperanno le tecno-logie per l'uomo. Saranno insomma percorsi paralleli, quelli fra Morego ed Erzelli. Durante un incontro pubblico, Luigi Predeval, amministratore delegato di Genova High Tech, ha fatto il punto sulla cittadella della scienza e tecno-logia sulla collina degli Erzelli: «Per maggio si insedieranno due nuove aziende di Napoli e Milano ma a giu-gno di quest’anno, ha detto, le im-prese e gli istituti di ricerca insediati e che collaboreranno nel parco scien-tifico e tecnologico di Erzelli daranno lavoro a 2.200 persone, a fine marzo Esaote occuperà due piani, poi arri-veranno i primi laboratori Iit». Ma non è tutto. Il polo tecnologico si prepara a inaugurare anche altri 25 mila metri quadrati di verde: i lavori inizieranno a settembre, per termi-nare entro la primavera 2017. Si trat-ta di una superficie grande quasi co-me quattro campi da football, con una pista da corsa di tre chilometri. Gli spazi, pensati per vivere e lavora-re all’aria aperta, con vialetti, im-pianti per organizzare eventi, cinema all’aperto e manifestazioni sportive e per bambini, anticipano il parco di 210 mila metri quadrati che verrà completato con l’arrivo della Scuola Politecnica che, precisa Predeval, «sarebbe importantissimo per le si-nergie che si creerebbero con le a-ziende presenti». E tra i prossimi obiettivi «la chiusura di un accordo con Cassa Depositi per 10 mila metri quadrati di housing sociale». Ma so-prattutto «c’è la conclusione dell’accordo con la Finanziaria regio-nale per vendere i quattro piani nei quali si insedierà l’Istituto italiano di tecnologia». La fotografia di Ght a giugno 2016 comprenderà: Ericsson, Siemens, Iit, Talent Garden, Hyla, Enginius, Akro-nos, Alten Italia, 3Enerplus, Deda-group, Hp, Johnson Controls, Softe-co Sismat, Enega. S.P.

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Si è svolto il 9 marzo presso la sala riunioni della direzione com-merciale del Comune di Genova (Matitone), un incontro tecnico con Amiu sulle problematiche relative al ritiro e smaltimento rifiuti nel nostro quartiere. L'in-contro fa parte di un calendario che i soggetti in gioco si sono dati e che vedrà nuovamente tutti riu-nirsi il 10 maggio. Presenti Civ, Pro Loco e, naturalmente, il no-stro giornale, sono state portate a conoscenza dell'Amiu diverse pro-blematiche relative alla colloca-zione di alcuni "bidoni" nelle vie

Cornigliano e Pellizzari; il tardivo ritiro di carta e vetro in alcune zone del nostro quartiere e la ri-chiesta di un posizionamento più centrale dell'ecovan che raccoglie settimanalmente gli ingombranti. Sono stati inoltre riferiti all'azien-da suggerimenti e proposte se-gnalatici da alcuni nostri lettori. Nello specifico si suggerisce di utilizzare alcuni volti attualmente murati sotto la ferrovia per ospi-tare centri di raccolta rifiuti in particolare nelle piazze Battelli e Metastasio e utilizzare i lavoratori Ilva socialmente utili per un inter-

vento radicale di pulizia con rimo-zione di carcasse, ingombranti e detriti abbandonati. A queste ulti-me due richieste Amiu si è dimo-strata poco interessata ricordando alcune negative passate esperien-ze. Anche al quesito posto in merito al fatto che a Cornigliano, zona notoriamente abitata da vip..., il ritiro di ingombranti al portone sia a pagamento mentre a Sam-pierdarena, in virtù dell'esistenza di un "patto sociale" sia gratis, non si ha avuto una soddisfacente risposta per cui riteniamo che la decisione in merito a questa que-stione debba probabilmente esse-re presa dalla politica. Per quanto riguarda le restanti segnalazioni l'Amiu si è dimostra-ta molto attenta promettendo in-terventi risolutori. Con l'occasio-ne abbiamo offerto ad Amiu, che si è mostrata interessata, la colla-borazione del nostro giornale per una campagna pubblicitaria sullo smaltimento responsabile dei ri-fiuti urbani. oerre

4 Marzo 2016 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

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Rifiuti urbani: per uno smaltimento responsabile Scendono in campo Pro loco e Civ

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Nelle foto la neonata piazza Moisello sede, si fa per dire, della nuova stazione di polizia municipale che avrebbe dovuto accorpare alcuni servizi di polizia oggi presenti solo a Sestri Ponente e, occasional-mente, a Cornigliano. Lo stato di incuria di chi ne è preposto alla manutenzione e la maleducazione di alcuni appare palese agli occhi di tutti. La mancanza

di un presidio civile rappresentato appunto dalla polizia municipale, che meglio si trova nella villa Ser-ra e in quel di Sestri Ponente, fa si che quella parte di quartiere conti-nui ad essere terra di nessuno. Da oltre due anni il Comune paga bol-lette di luce e gas per una sede mai utilizzata. "Mancano gli arredi" dice la Municipale. "Verrebbe me-no il presidio di Villa Serra" si dice ancora. Suggeriamo allora noi la soluzione. Per quanto riguarda gli arredi andrebbero provvisoria-

mente bene quelli che sono attualmente in villa Ser-ra oppure si potrebbe proporre per il loro acquisto una colletta tra i corniglianesi sempre disponibili a donare; mentre per quanto riguarda la preoccupa-zione del venir meno di un presidio in Villa Serra non ci sarebbe se la villa venisse chiusa alla sera dall'apposita cancellata costata qualche soldo della

riqualificazione. La sensazione che se ne ha è che la Municipale non intenda spostarsi e, se fosse così, farebbe bene a dirlo chiaramente: almeno si potrebbe destinare ad altro scopo sociale l'inutile e costosa sede di piazza Moisello.

oerre

Tra incuria, degrado (e in attesa della polizia municipale) Piazza Moisello sembra essere terra di nessuno

Strada a mare Pronta una (di due) ciclabili

A più di un anno dall’inaugurazione (febbraio 2015) della Strada a mare sta per arrivare il mo-mento anche per una pista ciclabile che la costeggia per un senso da Lungomare Canepa a piazza Savio. La pista lato mare sarà aperta a breve, “al massimo due mesi”, fanno sapere dal municipio VI Ponente. Per quella lato monte invece bisognerà aspettare la creazione di una “fascia di rispetto” al di fuori della strada Guido Rossa, in modo da sopperire ai tratti di pista ciclabile ancora mancante, come abbiamo ampiamente documentato negli ultimi numeri di questo giornale. Intanto hanno fatto la loro com-parsa tra le colline intorno alle rampe nuovi arbusti messi da poco a dimora. Colline verdi, a coprire i rumori provenienti dalla strada a scorrimento velo-ce, e giardini “internazionali” a completare la gi-gantesca infrastruttura. La redazione

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5 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione Marzo 2016 “

Se la Regione “dimentica” il nuovo depuratore Pd: sarà il caos. Giampedrone: non strumentalizziamo

Non ci sono i depuratori di Cornigliano e del Tigul-lio nel nuovo Piano di tutela delle Acque licenziato dalla Regione in consiglio. Gli impianti, da realizza-re nell'ex aree Ilva, a Cornigliano, e a Chiavari, sa-rebbero scomparsi dal testo approvato dalla mag-gioranza di centrodestra in consiglio regionale, ap-punto. "Sarà il caos adesso - attacca il Pd - se l'Ue ci contesterà infrazioni, chi pagherà le multe miliona-rie? I liguri, forse?". E Rete a Sinistra aggiunge: "La Regione ha vanificato la dismissione della Volpara così l'impianto di reflui fognari continuerà ad am-morbare l'intera Val Bisagno". "Sono tutte strumen-talizzazioni - è la risposta dell'assessore regionale all'Ambiente, Giacomo Giampedrone - il Piano di tutela delle Acque non può contenere il luogo in cui costruire gli impianti, ecco perché non vengono in-dicate le zone ma soltanto individua le necessità per aree. Sono gli Ato, ambiti territoriali ottimali, a do-ver decidere come e dove fare gli impianti perché spetta a loro". Ma sul Piano di tutela delle Acque appena approva-to è riportato un controsenso, spiegano dal Pd. "I siti degli impianti non vengono individuati, anche quelli già decisi, come quello della colmata di Chia-vari, varato dalla Città metropolitana - dicono i con-siglieri regionali Giovanni Lunardon, Luca Garibal-di, Pippo Rossetti e Raffaella Paita - oppure manca completamente quello di Cornigliano, però il piano stesso dice che ciò che è scritto sul suo testo è vinco-lante riferimento per ogni intervento". Per inten-derci l'assessore Giampedrone afferma che i depu-ratori da realizzarsi a Cornigliano e a Chiavari van-

no decisi dagli Ato, ma sul testo votato dal consiglio regionale si sottolinea che ciò che sul piano non c'è: e non si fa, accusano le opposizioni. "Una scelta insensa-ta, l'ennesima batosta che si ab-batte sugli abitanti di Corniglia-no e della Val Bisagno - attacca ancora Gianni Pastorino di Rete a Sinistra - siamo di fronte a un blitz della maggioranza di cen-trodestra che vanifica anni di lavoro e, soprattutto, sei milioni di investimenti per spostare il fangodotto dalla Volpara a una zona lontana dalle case, tra l’altro, a Cornigliano. Così e an-dato tutto in fumo, anche altri cinque milioni, già stanziati dalla Città metropolitana per questo"."Si rischia davvero il caos sui depuratori", hanno proseguito i consiglie-ri del Pd. "Votando il Piano di tutela delle acque così com'era stato presentato dalla Giunta Toti – hanno sottolineato - la maggioranza ha messo in serio pericolo la realizzazione di due importanti im-pianti di depurazione come il Depuratore di area centro previsto nelle aree della Società per Corni-gliano e quello del Tigullio orientale giocando una partita politica sulla pelle e la salute dei cittadini, il centrodestra ha stralciato questi due interventi dal Piano". "Un caos - hanno continuato Garibaldi, Lunardon,

Paita e Rossetti - generato dalle ultime scelte della Giunta ligure e dall'assessore Giampedrone che hanno esplicitamente evitato di dare riferimento chiaro in merito agli interventi della depurazione nei due siti. Il risultato è che tutto il sistema della depurazione ligure subirà forti ritardi, costi, concre-ti rischi di sanzioni comunitarie e la cancellazione di alcuni interventi strategici da tempo attesi, come il Depuratore dell'area centrale di Cornigliano. Que-sta maggioranza - hanno concluso i consiglieri del Pd - ha dimostrato di non avere il coraggio di dire cosa voleva fare e di mettere il proprio interesse politico davanti alle necessità dei cittadini". E.C.

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6 Marzo 2016 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

Sondaggio/2: la strada a mare Guido Rossa Ad un anno dall’inaugurazione, cosa è cambiato? Pregi e difetti

A un anno esatto dall’inaugurazione della strada a mare com’è la situazione a Cornigliano? È cambiata? In meglio? In peggio? La strada a mare va bene così o cosa bisogna ancora fare? A lei serve la strada a mare? E come deve essere via Cornigliano? Maria Goglia, pensionata A dire il vero non sono ancora convin-ta, per ciò non vorrei parlare né degli aspetti positivi né negativi. Per quanto

riguarda via Cornigliano, la vorrei più silenziosa, più pulita insomma miglio-rata. Claudia Pipino, estetista Di positivo: all’uscita di via d’Acri non ci sono problemi, la viabilità è miglio-rata, di negativo è la coda che si forma per andare in centro, specialmente nelle ore di punta, all’uscita della sta-zione. Per quanto riguarda via Corni-gliano sarebbe già ora che incomin-ciassero i lavori in progetto che hanno suscitato entusiasmo ma il tempo pas-sa e ancora non c’è niente di concreto. Adriana Catania, commessa Anche se non l’uso tanto, noto che vi è un minore traffico, questo è ottimo perché il bus riesce a fluire meglio e ad essere più puntuale. Per via Corniglia-no si potrebbe fare di più perché ci sono tanti negozi che stanno chiuden-do essendoci meno passaggio di gente.

Inoltre penso che i negozi stiano chiu-dendo perché gli affitti sono troppo costosi. Poi la via si sta lasciando de-cadere: sarebbe già ora che i progetti scattassero ma non ci fanno sapere nulla, nessuna notizia. Maria Angela Bevegni, ex mae-stra La strada a mare è una bella cosa, la trovo utile, vi è un notevole snellimen-to nel traffico, di negativo vi è un gros-so errore di progettazione perché si

crea un intoppo, all’imbocco della strada nuova provenendo da Sestri. Quindi in via Cornigliano vi è una leg-gera diminuzione del rumore e del traffico ma non basta perché non ci sono stati dei grossi miglioramenti. Se parliamo dell’aspetto estetico non vi è stato nessun mutamento. Sul progetto di riqualificazione che ha vinto, si parlava di nuovi marciapiedi, inserimento panchine, alberi e tanto altro ma... niente sino al momento. Sarebbe già ora di dare una risposta ai pochi corniglianesi che ci sono e ai nuovi cittadini stranieri arrivati qui perché anche se stranieri si dovrebbe-ro cominciare a creare esempi d’aggregazione che abbiano delle basi per una buona politica d’integrazione perché sino ad ora non si è fatto nulla per familiarizzare gli uni con gli altri. Penso che questo passo lo debba fare chi è di competenza, e inoltre coinvol-gere le nuove generazioni e tutti per-

ché imparino ad amare il luogo e ne tengano conto. Riguardo a come deve essere via Cornigliano: intanto i politi-ci devono pensare a davvero a Corni-gliano e non ricordarsi di questo quar-tiere solo per pagare le tasse della spazzatura, qui c’è bisogno di tutto, perché non c’è niente, basta vedere che i bambini non hanno un luogo ampio per giocare né correre. Su via Cornigliano, ad esempio, il giardino della polizia non è adatto per i bimbi anche perché troppo piccolo mentre il

giardino Melis è diventato una specie di bunker. Siamo parte del sesto Medio ponente ma Cornigliano è in mano a nessuno, benché abbiano reso pedonale un pez-zo (100 metri) di via Bertolotti, che è una strada poco trafficata e due altre vie più piccole; ma in via Cornigliano non si fa nulla, e ogni giorno purtrop-po chiude un negozio. Per questo ri-volgo un messaggio alle autorità di questo luogo: signori fate il vostro do-vere e trattate Cornigliano allo stesso modo di Sestri. Marco Sassi, pensionato Ci voleva: la strada a mare è bella ma dovrebbero finire quel pezzetto di strada che la collega con l’autostrada. Sarebbe ancora meglio perché si dan-no fastidio tra loro le macchine che si incontrano dall’autostrada con lo stra-done. Su via Cornigliano ci vorrebbe più vita.

Mario Mamone, impiegato La situazione è migliorata, di negativo: è troppo corta. A Cornigliano il traffico è diminuito ma dovrebbero mettere più semafori e fare più controlli nella via principale: le macchine vanno troppo veloci e fan-no molte inversioni dove non si do-vrebbe, inoltre dovrebbero migliorare i marciapiedi e mettere più verde. Rosa Avila, barista La situazione è migliorata, la strada a

mare va bene. Via Cornigliano la vor-rei al più presto ristrutturata e tutte le altre vie, così come via Vetrano e Ve-rona, e quel pezzetto di via Bertolotti, inoltre sarebbe importante che a Cor-nigliano ci fossero più vigili, più con-trolli e più pulizia. Giorgio Gambaro, pensionato La strada a mare va bene, vi è un mi-nore traffico, ma dovrebbero finire i raccordi con le strade della Valpoceve-ra e la strada che collega l’aeroporto, così diventerebbe più funzionale. Per quanto riguarda via Cornigliano, deve essere rinnovata, dovrebbero già ini-ziare a fare i lavori di cui hanno parla-to, più verde, miglioramento assoluto ma ancora niente. Mi rivolgo alle autorità perché diano una svolta definitiva a questo quartie-re.

Jazmin Rodriguez Foto Agostino Razzore

Denise Sinopoli, studentessa

Caudia Pipino

Adriana Catania

Mario Mamone

Marco Sassi

Maria Goglia

Maria Angela Bevegni

Giorgio Gambaro

Maria Rosa Avila

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L'Area Piaggio di Sestri, non più utilizzata, passerà di mano. I 35.000 metri quadrati che hanno visto sorgere lo storico stabilimen-to sestrese sono stati richiesti da Finmeccanica per i suoi spazi. Si chiude così un altro importante capitolo dell'industria sestrese. L'Aeronautica Rinaldo Piaggio ha cambiato proprietario, passando alla Mubala Development Company di Abu Dhabi, che vuole abbandonare Sestri. Un vero pecca-to perché proprio a Sestri Ponente nel 1884 la Piaggio è nata, vicino ai Cantieri navali Odero, come azien-da fornitrice di arredamenti navali. Il fondatore Rinaldo Piaggio era figlio di Enrico, titolare di una pic-cola segheria a vapore. Ben presto, grazie all'intraprendenza e alle ca-pacità gestionali, Rinaldo entrò nel settore delle costruzioni ferroviarie, realizzando nel 1920 il treno reale e più tardi elettromotrici di nuova generazione. L'industria si espande con l'acquisto delle Officine di Fi-nale Ligure, dove nel corso della Grande Guerra inizia la costruzione di ali e carlinghe per i nuovi aerei, entrando nel 1917 nel comparto aeronautico. In seguito Rinaldo Piaggio rileva un'azienda aeronau-tica di Pisa. Passata la crisi del do-

poguerra, la Società Anonima Piag-gio & C riprende vigore grazie all'inserimento del nuovo socio Attilio Odero, che, in veste di presi-dente, dà vita alla definitiva affer-mazione post-bellica. Con l'inter-vento del valente ingegnere Gio-vanni Pegna, vengono costruiti l'i-droplano da corsa Piaggio e il qua-drimotore P 108. Nel 1924 l’azienda acquisisce a Pontedera la Costruzione meccaniche nazionali, un’officina di piccole dimensioni. Lo spettro della grande crisi viene evitato ancora una volta grazie al coraggio di Rinaldo Piaggio e ad un pool di validissimi ingegneri, tra cui Corradino d'Ascanio che inven-terà l’elicottero moderno detentore per anni del record di durata e di altezza raggiunta. Alla morte di Rinaldo, nel 1938 gli subentrano i due figli: Enrico, responsabile degli stabilimenti toscani, e Armando, competente sul territorio di Sestri Ponente e di Finale Ligure. Dopo la Seconda guerra mondiale, la ripre-sa della Piaggio è lenta ma costan-te. Proprio Corradino d'Ascanio creerà il primo scooter, battezzato “Vespa” per la sua manovrabilità e leggerezza. Si inaugura così un nuovo ciclo nella storia dell'azienda a Pontedera, dove la Vespa viene

costruita. Il succes-so di questo agile mezzo di trasporto è enorme, non solo fra gli utenti, ma anche nella filmo-grafia. Ricordiamo la pellicola “Vacanze romane”, dove i protagonisti Gregory Peck e Audrey Hepburn percorrono le vie di Roma a bordo di una fiammante Vespa. Una bella pubblicità per la Piaggio nel mondo! Gli stabilimenti proseguirono la loro attività sino ad epoca recente, quando furono riuniti in un unico ciclo di produzione a Villanova d'Al-

benga. Sestri e la Piaggio giungono così all'atto finale: una divisione fortemente avversata dai lavoratori e vista con rammarico da tanti cit-tadini, uniti nel ricordo del lavoro altamente qualificato svolto da ma-estranze che fecero di quell'indu-stria un fiore all’occhiello dell’intera nazione. Ma cosa succede adesso? Un’azienda genovese ad alta tecno-logia, la Phase motion control, ope-rante a livello internazionale e spe-cializzata in robotica, automazione, propulsione aeronavale, gestione dell’energia, adibita alla progetta-zione del sistema di movimento di grandi telescopi, sta per insediarsi nei 35000 metri quadrati lasciati liberi a Sestri da Piaggio Aerospace, che ha concentrato le proprie atti-vità nello stabilimento di Villanova d’Albenga. La Phase ha avanzato richiesta di utilizzo temporaneo di parte dell’area che Piaggio ha la-sciato libera, in attesa del risultato della gara internazionale per l’assegnazione definitiva dei terreni e dei capannoni, indetta dall’Autorità portuale di Genova, dal momento che gli spazi sorgono su aree demaniali portuali, nei pressi dell’aeroporto Cristoforo Colombo). L’Autorità portuale ha appena pubblicato l’avviso «per acquisire preliminari manifestazio-ni di interesse per le aree Piaggio Aerospace di Sestri Ponente». Sull’area, priva di banchine e di accesso diretto al mare ma ben collegata sotto l’aspetto logistico, sono presenti tre capannoni indu-striali e una palazzina adibita ad uffici. L’ad di Phase, Marco Ventu-rini, ha presentato istanza al com-missario dell’Autorità portuale, Giovanni Pettorino, precisando che «Phase motion control è attual-mente in una situazione critica per mancanza di spazi dove realizzare una serie di grandi macchine con ordini già acquisiti e necessità di espandere la propria attività ed aumentare quindi l’occupazione». Tale mancanza ha finora costretto Phase a trasferire la produzione fuori città e all’estero, utilizzando tra l’altro uno stabilimento in Cina, con perdita di opportunità lavorati-ve e di sviluppo dell’occupazione locale. L’azienda ha proposto all’Autorità portuale di ottenere l’assegnazione temporanea della sola area Fase 1 (cioè l’hangar di Piaggio Aerospace) e la sezione uffici, impegnandosi a «liberare l’area con sollecitudine» se l’assegnazione definitiva si conclu-desse a favore di un soggetto diver-so. Pettorino ha accolto l’istanza, subordinandola alla pubblicazione per 20 giorni (dal 14 marzo al 3 aprile) sull’Albo del Comune di Ge-nova, per verificare se non vi siano richieste concorrenti. Trascorso tale periodo, Phase potrà provviso-riamente entrare nelle aree ex Piag-gio di Sestri. Rita Nello Marchetti

I nostri inserzionisti

Dal 1972 al vostro servizio

7 Marzo 2016 ilCorniglianese/cronaca dal Municipio VI Medio Ponente

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Piaggio addio, al via la cessione della storica fabbrica di Sestri Nel futuro c’è la Phase motion control

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8 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione Marzo 2016

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Cornigliano, prima del Novecento Le ultime case costruite di Rinaldo Luccardini

Le ultime case costruite a Cornigliano prima del 1900 sono tutte lungo le strade allora esistenti e che oggi hanno cambiato nome. Nel 1892 la famiglia Narizzano erige in via della Marina una casa che oggi è il civico 32 di via Bertolotti. Nel 1894 il conte Raggio fa costruire tre caseggiati identici lungo la strada

provinciale Genova-Savona: sembra di capire che siano quelli, oggi rimaneg-giati sulla facciata, che fronteggiano la attuale stazione ferroviaria. La famiglia Parodi costruisce nel 1896 una casa al civico 10 di via Lorenzo Dufour, che oggi ha cambiato nome e si chiama via Minghetti. Sulla stessa strada e nello stesso anno, ma all'angolo con via Cornigliano, che all'epoca si chiamava Strada provin-

ciale, viene costruita la casa Piccaluga: oggi è il civico 4 di via Minghetti.

L'anno dopo, nel 1897, la famiglia Queirolo alza due fabbricati gemelli lungo la Strada provinciale proprio accanto alla casa Piccaluga: ancora oggi hanno la stessa facciata ma sono

separati da via Verona, dove hanno i rispettivi ingressi. Nel 1899 anche i Dufour fanno una casa in via Dufour (oggi via Minghet-ti): è quella su cui c'è la lapide per il centenario della Croce Bianca. Infine, sempre nel 1899, l'ingegnere Ludovico Massucco realizza la sua pa-lazzina lungo la via Colombara (oggi

via Tonale) in un punto che però, oggi, è difficile da rintracciare.

Del nostro prezioso collaboratore, Rinaldo Luccardini, segnaliamo “Cornigliano. Sto-ria del centro abitato che in vent'anni rad-doppiò la popolazione”. Qui era situato il nucleo più consistente delle ville aristocra-tiche dei genovesi, che nei loro orti curava-no cedri e limoni. L'eruzione industriale ha travolto questo luogo che fra il 1881 ed il 1901 si vide raddoppiare gli abitanti.

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9 Marzo 2016 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

Lavori in corso all’(ex) mercato civico di

Cornigliano. Le foto del nostro Razzore

dimostrano come, finalmente, qualcosa

all’interno della struttura si muova.

Sapete che il nostro giornale fin dal pri-

mo numero ha avuto a cuore la sorte di

questo spazio nevralgico. Speriamo che

presto avvenga l’assegnazione e la desti-

nazione ottimale per lo sviluppo della

delegazione. S.P.

Porte aperte al mercato civico E (dopo anni) lavori in corso

Ritornano i Rolli days Volontari… cercasi

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10 ilCorniglianese/cultura, arte

A Stella la giornata è volata via veloce. Quando si siede in cucina, in tivù passano i titoli di coda del telegiornale e lei vuole scriversi due cose da fare domani, con calma. Cos’è che hanno appena detto? Due comete “madre e figlia” stanno per passare vicino alla Terra e proprio quando il cielo si prepara per l’equinozio di primavera. A Stella è pia-ciuta l’idea di una cometa madre e di una cometa figlia. Lei ha due figli, un maschio e una femmina, li adora tutt’e due, ma con la sua Laura, sarà che di carattere si assomi-gliano, ha proprio un bel rapporto. La cometa madre incontrerà il primo giorno della primavera terrestre quando nel cielo ci sarà la congiunzione tra Luna e Giove, mentre la cometa figlia entrerà a far parte della lista delle dieci comete che negli ultimi duemila anni si sono avvicinate così tanto alla Terra. Stella si è segnata l’ora e il giorno in cui, in streaming, con il Virtual Telesco-pe si può vedere l’evento. Lo vuol dire a sua figlia, le piacerebbe vedere la cometa da record insieme a lei. Ma adesso è ora di apparecchiare. E di corsa. Tra poco arriva Beppe e oggi non è stata una gran giornata tra loro. Niente di particolare, al solito. Poco dialogo e sbuffi per le solite cose che prima piacevano ad entrambi e ora, a quanto pare, piacciono o a uno o all’altro. Certo che da quando si sono sposati le cose sono cambiate. Sembra impossibi-le ricordarlo chiacchierone e allegro come nel giorno del matrimonio. Se Stella chiude gli occhi ricorda ancora come lui le aveva perso con cura le mani e, con delicatezza, le aveva messo la fede al dito. Adesso invece non conta nemmeno le volte in cui Beppe le rimprovera di esser cambiata, distratta. È troppo lontana, pensa ad altro. Beppe la ve-de così. Oggi nemmeno sulla spesa all’Iper sono riusciti ad andare d'accordo. Per cari-tà, niente di particolare, al solito. Colpa della colomba senza candidi che Stella ha preso per i nipotini. Poi quando Stella ha spinto il carrello in avanti e ha fatto finta di non

sentire il marito, lui ha sbuf-fato indispettito. Come al solito, direbbe Laura; niente di strano, i soliti mamma e papà. Meno male che Stella ha organizzato una bella festa in famiglia per i nipotini e per Beppe che oltre alla festa del papà festeggia, nello stesso giorno, anche l’onomastico. E poi tra poco è Pasqua. Quando arriva Beppe tutto è pronto e Stella non ha altro che da mettere in tavola men-tre lui - come al solito - cam-bia canale in cerca delle ulti-me notizie sport. Da quando il campionato di calcio ha anticipi e posticipi c’è sempre

qualche commentatore agitato in tivù di cui Beppe ascolta, con attenzione, parola su parola. A Stella va bene così piuttosto che ritornare, anche all’ora di cena, sui soliti discorsi della giornata. Quando c’erano i figli a casa era diverso. C’era da seguire la loro scuola, i loro sport, controllare per quello che si può le amicizie. Stella sa di esser stata fortunata, i suoi figli non le hanno mai dato problemi. Beppe si alza da tavola e s’accomoda sul divano mentre Stella inizia a caricare la lavastoviglie e pensa a domani quando telefonerà a Laura per dirle delle comete e per sapere cosa hanno scelto per regalo di Pasqua i suoi nipotini. Ha finito di caricare la lavastoviglie: pentole, bicchiere, piatti e forchette. Anche i coltelli. Uno però lo ha preso Beppe dalla tavola, gli serve. “Non lo avrei mai creduto. Sì, certo, qualche litigio fra i due, ma niente di particolare”. Spesso si sente dire così. E con gli occhi dei vicini di casa, forse è quello che si vede dal di fuori. Nemmeno Stella ha mai creduto che quel niente di particolare, vissuto giorno dopo giorno, potesse diventare per lei, un buco nero. Mentre Beppe colpisce più volte la donna, la moglie, la madre dei suoi figli, lei, in pochi istanti di stupore e incredulità diventa una stella cadente senza più un cielo da percor-rere e tocca, a peso morto, il freddo pavimento della cucina. (immagine: Francis Bacon, three studies of Isabel Awsthorne)

di Guido Pallotti

di Liliana Gatto

Marzo 2016

letture

Il commissario Duedenari racconta di come, non riuscendo a individuare il container dov’era stato tenuto prigioniero, Luca si era ricordato che dei ragazzi con i quali aveva giocato a pallone, lavorano agli Erzelli alla riparazione dei cassoni metallici. «Stavamo andando, con Lucenti, Luca e il Masai al circoletto di via Tonale ed io, che in quei luoghi ero cresciuto, preso da nostalgia, pur sapendo di rompere i coglioni, iniziai a raccontare della mia infanzia. «Quand’ero bambino e giocavo nell’Ozanam, il cam-petto era in via Minghetti, giù verso la marina. Soldi zero, però avevamo le piazze, i prati, le spiagge e il mare dove divertirci. Adesso, di uguale a quei tempi è rimasta sol-tanto la mancanza di denaro. Siamo nell’epoca del consumismo sfrenato, così sono aumentate le spese, in compenso sui prati ci hanno costruito orribili abitazioni e le piazze dove giocavamo da ragazzi, sono stivate d’automobili. Dal ’53 la spiaggia più vicina è diventata quella di Multedo, attaccata al porto petroli, non proprio con un mare da bandiera blu, di conseguenza i giovani vanno a Vesima, Arenzano e Cogoleto, molti non pagano il biglietto del pullman, qualche fortunato che possiede il motorino, ci porta abusivamente l’amico, sperando di farla franca. Qualcun’altro lo ruba, gli va male e così viene a fare la conoscenza dei colleghi e mia ed è questo il primo passo verso un’esistenza balorda. Hanno affinato varie tecniche, la più sfruttata è quella d’accerchiare in tre o quattro il proprietario del ciclomotore, ac-cusandolo d’averlo rubato a uno di loro e quando il malcapitato esibisce la carta di cir-colazione per far capire che si sbagliano, un teppista gliela strappa di mano e si dilegua con lo scooter, mentre gli altri bulletti dileggiano e maltrattano il malcapitato, i cui genitori vengono a fare la denuncia, che uniamo al milione d’altre che giacciono ineva-se sulle nostre scrivanie e negli archivi. Il rock and roll, il fenomeno che ha rivoluziona-to gli anni Cinquanta, s’è fatto hard e metal. Come aveva cantato Francesco Guccini: “sono caduti i fiori ed hanno lasciato solo simboli di morte”, gli hippie sono spariti da tempo, lasciando in eredità la cultura dello sballo: erba, hashish, cocaina, acidi, il mici-diale crak e l’eroina che uccide. A Cornigliano della banda dei Puffi, che al suo apparire aveva fatto quasi sorridere, è rimasto soltanto un ricordo; i suoi componenti sono ormai adulti, qualcuno s’è redento e qualcun altro sta pagando gli errori passati. Le nuove leve non rubano più le meren-dine o la paghetta ai coetanei, ora c’è chi addirittura fa sparire i portafogli negli spo-gliatoi del Circoletto, mentre sono in corso le partite. Coronata è diventato il campo-santo dei giovani». Non faceva bene né a me e neppure agli altri amici ricordare quel degrado, perciò smisi di raccontare, approfittando del fatto che nel frattempo si erano schierate sul campetto le squadre impegnate nella finalissima del torneo. Una era quel-la del bar Nadia di via Dufour, l’altra rappresentava la carrozzeria Celano di via Cervet-to. Quando padre Giacomo lo vide, Luca stava succhiando un ghiacciolo vicino a Thomas che fumava la pipa, mentre Didier scherzava con l’amico Celano, dell’omonima pale-stra di boxe. «Ciao Luca, è da un po’ che non ti fai vedere». Disse il sacerdote, contento per la sorpresa. «Don, le presento il mio vero padre» Gli rispose il ragazzo, chiamando Didier che si presentò, poi fu la volta di Lucenti, che spiegò al sacerdote il motivo della nostra presenza e padre Giacomo ci assicurò che, a partita finita, ci avrebbe messi in contatto con i due ragazzi che lavoravano agli Erzelli. Enzo e Pino che avevano giocato nel Bar Nadia, erano abbastanza mogi, avevano perso e pure di brutto, malgrado ciò, si resero utili di buon grado. Enzo, il giorno dopo ci condusse sul luogo dove aveva visto un vecchio furgone incastrato fra due alte pile di vecchissimi container, tanto da fargli pensare che vi fosse stato nascosto di proposito. Al primo dei due contenitori le due ante erano tenute chiuse da un lucchetto che bloc-cava una catena. Enzo fuse un anello con la fiamma ossidrica, all’interno, di tutto l’arredamento descritto da Luca, era rimasto soltanto una brandina e poche sedie; mol-te ragnatele che s’erano appiccicate alle nostre facce facevano pensare che non fosse stato occupato di recente ma era ovvio che sarebbe stato ancora usato: il problema era, quando e da chi. «Pensare che abbiano smesso con i loro lerci traffici è pura utopia. Possiamo solo spe-rare che commettano qualche errore, che ci faccia riafferrare il bandolo della matassa, a ogni buon conto terremo questo posto sotto sorveglianza». Fu il mio commento. «E per me è finita la vacanza nella terra dei miei avi». Celiò Lucenti, per nascondere la delusione. Continua

Come al solito. O quasi

Page 11: IlCorniglianese Marzo 2016

Il tracciato della via Antica Romana che univa il ponte di Cornigliano con il ponente genovese comprendeva via Muratori, Nino Cervetto, via dei Domenicani e via Tonale, collegamento ora facilitato dalla più ampia via Corniglia-no. Lungo quel percorso si affacciavano famosissime ville patrizie come villa Durazzo Bombrini e villa Gentile Bi-

ckley, sede della Biblioteca Guerrazzi. La parte verso le-vante fu intitolata a Ludovico Antonio Muratori, nato a Vignola, ducato di Modena, nel 1672. Sacerdote, storico, numismatico, scrittore e bibliotecario, fu un personaggio di primo piano nella costellazione dell'intellettualità set-tecentesca italiana. Laureatosi a Modena presso i gesuiti, dove fu ordinato sacerdote, nel 1700 subentrò al suo mae-stro Benedetto Bacchini nella carica di archivista e biblio-tecario del duca Rinaldo I D’Este. Riordinò non solo l’archivio di famiglia del duca ma anche quello di Stato. Muratori si dedicò alla ricerca storica documentando la politica senza esaltazioni, ma descrivendone cause e torti dei protagonisti coinvolti, papato compreso. A seguito dell’alleanza tra gli Este e gli Hannover, si impegnò a ri-costruire le dinastie delle due casate e compilò anche una

delle più grandi raccolte di fonti medievali della storio-grafia moderna. Le sue opere miravano al rinnovamento culturale e nei tomi di “Antiquitates Italicae Medii Ae-vi” descrisse le usanze, le istituzioni, l'economia, la reli-gione e la letteratura, ma di grande valore fu soprattutto l’opera ”dei Difetti della Giurisprudenza” in cui auspicava una chiara e semplice codificazione delle leggi. La sua aspirazione era quella di modernizzare la cultura affinché i nuovi intellettuali vi si potessero riconoscere. Il suo im-pegno si orientò anche verso il recupero dei valori origi-nari del cristianesimo e affiancando una concreta attività di sostegno verso i più deboli, si fece promotore della creazione della Compagnia della Carità. Dopo un’attiva esistenza dedicata ai poveri e ai carcerati, Ludovico Anto-nio Muratori morì a Modena il 23 gennaio 1750 e per ri-cordare il centenario della sua morte, le poste italiane emisero un francobollo commemorativo. Prima di lui, questa strada era intitolata al principe Oddone Eugenio Maria di Savoia, figlio quartogenito del primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II di Savoia e di Adelaide d’Asburgo-Lorena. Nacque a Racconigi l’11 luglio del 1846, ma a due anni fu colpito da una grave malattia invalidante. Vivace e dotato di fervida intelligenza, il principe Oddone si dedicò soprattutto allo studio di materie artistiche e scientifiche e trasformò la sua abitazione in un luogo di convegni e dibattiti culturali ospitando autorità civili e militari, do-centi universitari, accademici e artisti. Amante dei viaggi, visitò diverse città italiane arrivando anche a Costantinopoli e ne approfittò per fare raccolte di ogget-ti preziosi tra cui una ricca collezione di conchiglie, alghe e colibrì che oggi sono esposti al Museo civico di Storia naturale di Genova intitolato a Giacomo Doria. Vista la sua passione per il mare, si stabilì a Genova dove soggior-

nò a Palazzo Reale in via Balbi. La sua p r e c a r i a con diz ion e di salute r i ch ie de va clima mari-no e bagni e fu ospitato dal marchese Ala Ponzoni nell'e-legante Villa Durazzo Bombrini, di Cornigliano. Successi-vamente, grazie all’appoggio del principe Eugenio di Cari-gnano, il padre Vittorio Emanuele acquistò questa villa per lui che la elesse a sua residenza definitiva. Oddone Eugenio Maria di Savoia morì all’età di vent'anni nel Pa-lazzo Reale di Genova, il 22 gennaio 1866 e lasciò in testa-mento alla città un rilevante patrimonio di vasi, bronzi, ceramiche, vetri e gemme romane. Rosanna Robiglio

ilCorniglianese/cultura, arte 11 Marzo 2016

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Il capitano Bertolotti morì nel ‘15

sui monti veneti

La storia delle vie, le vie della storia Via Ludovico Antonio Muratori

Romanziere con un click “Maggio dei libri” col… Trucco

Sarà stata l’aria di primavera ma questo mese ha risvegliato la mia vena sentimen-tale e quale migliore tentazione di “Una storia romantica” di Antonio Scurati? E che bella copertina per questo romanzo pubblicato da Bompiani, dove un cavaliere bacia la sua dama con un gesto di pura poesia fissato su tela, nel 1859, dal pittore italiano Francesco Hayez. Non a caso il suo dipinto “Il bacio” è stato d’ispirazione - lo scorso 30 ottobre - per il flash mob orga-nizzato in chiusura di Expo 2015. Secondo un sondaggio della “Stampa Arte” – lo potete leggere online – otto italiani su die-ci lo hanno definito come “il più bel bacio di sempre”, a discapito di famosi baci quali quelli di Clark Gable a Vivien Leigh in «Via col vento» e Leonardo di Caprio e Kate Winslet in «Titanic». Ed è con queste pre-messe che mi sono trovata impreparata ad affrontare la sciabola del feldmaresciallo Josef Radetzky e, come me, immagino, tutti gli insorti nelle Cinque giornate di Milano. Se vi piace la storia, e non vi inti-moriscono ussari e ulani violenti ed inva-sori troverete in questo romanzo - che de-scrive i fatti di quel lontano marzo 1848 - più di cinquecento pagine di vostro gusto. Io le ho solo fugacemente assaporate men-

tre “la rivoluzione infiamma l’Europa. Milano insorge contro la dominazione austriaca. In soli cinque giorni un popolo conquista la libertà, una nazione nasce, un uomo e una donna si amano perduta-mente. Per farlo tradiscono tutti, rima-nendo fedeli soltanto a se stessi, alla pu-rezza di un sentimento assoluto. 1885. Il senatore del Regno d’Italia, Italo Morosi-ni riceve un manoscritto anonimo. Quelle pagine lo sospingono indietro di quarant’anni quando un manipolo di gio-vani male armati sconfisse l’esercito più potente del mondo. L'Impero asburgico. Ma quelle righe raccontano anche la pas-sione d’amore che travolge la bella Aspa-sia, allora musa della rivolta, ora fedele e remissiva moglie del senatore”. Così recita la quarta di copertina. Sfuggita alle truppe del feldmaresciallo Radetzky - di cui non disdegno ascoltare al Concerto di Capo-danno la Radetzky March di Johann Strauss padre ad opera della Filarmonica di Vienna - mi sono rifugiata in “Rossovermiglio”, bel romanzo di Benedet-ta Cibario edito nella collana degli Econo-mici Feltrinelli. E ho fatto anche un salto in avanti nella storia, ritrovandomi a “Torino, il 10 ottobre 1928. Non avevo

ancora vent’anni quando l’idiozia di della Torre, il danaro di Bellardi, i capelli grigi di Bricherasio, la parentela con Braque-mond mi fecero camminare, con la testa incalottata in un autentico velo di Bruxel-les, lungo la navata della Cappella dei Santi Pietro e Paolo. Eccomi: reggo in mano un mazzo di gigli frammisti a nastri di raso; ai piedi ho deliziose scarpe alla moda di vitello bianco col cinturino e il tacco a rocchetto, e il vestito, tagliato su misura dalle sorelle Gambino, è un model-lo all’ultimo grido, viene da Parigi e sfiora la caviglia”. Chi parla è la protagonista del romanzo, una giovane aristocratica a cui la brava autrice fa raccontare tutta la sua vita che, peraltro, combacia con momenti im-portanti e di grande trasformazione di un’ Italia che passa da fervori interventisti e mire espansionistiche coloniali a dover far i conti con un complicato e travagliato dopoguerra. “Due giugno 1946. E’ domeni-ca sera. Le giornate si sono allungate di molto e ha fatto chiaro fin verso le nove. Nel pomeriggio ho chiesto a Novella di fare le frittelle di ortica e di mettere fiori nei vasi. Dopo pranzo siamo rimasti giù in salotto a chiacchierare fino a tardi. Abbiamo anche scommesso. Oggi ci è sta-ta posta la domanda cruciale: monarchia o repubblica? Le donne hanno votato per la prima volta, tutte tranne Novella, che si è rifiutata di andare perché, dice, tanto fa lo stesso. Nina vuol brindarci su, ed è già un po’ sbronza quando informa Carlino che per l’occasione si è fatta fare un tailleur apposta, ovviamente blu Savoia,

per essere in te-ma”. -Si capisce che sono andata a votare. Per il gusto di esserci. Ma non vi dico per chi ho votato. Tirate a indovinare. Maria José è una donna piacevolissima, elegante, spiritosa e brillante. Sareb-be una regina, finalmente, con un certo chic…, non vi sembra? - Del tutto sprecata – commenta Oddone – Si sa che il re… -Non capisco cosa vuoi dire- lo ha interrot-to Carlino, tagliente e ha continuato - Ri-schia di essere un vero disastro. Per il re e per tutti noi. Pensa se vincono i repubbli-cani… che guaio. Faranno scoppiare la rivoluzione. - Ma che rivoluzione e rivolu-zione, Carlino! Sei così melodrammatico, quando ti fa comodo. Anche la guerra è stata un disastro, non ti pare? Ma tu dicevi che sarebbe stata una guerra gloriosa, ve-loce e senza strascichi. Che avrebbe fatto dell’Italia un grande paese- lo zittisce Ni-na. (se volete leggere tutto il dialogo lo

trovate da pag.123). Quel due di giugno mia nonna, quasi cin-quantenne, esce di casa da quella che fu via Pellegrini, qui a Cornigliano Ligure per andare a votare. E se il voto è segreto, pub-blica è la gioia di essere in coda per espri-mere la propria volontà.

Liliana Gatto

E lasciamoci un po’ andare con ben 2 (due!) libri romantici

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ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi Marzo 2016 12

I nomi dei prodotti non sono mai dati a caso, hanno precisi riferimenti nel territorio, nella storia o nel suo periodo di fabbricazione. È il caso del Marzolino del Chianti dove il riferimento è doppio. Marzoli-no perché il latte è primaveri-le, la produzione iniziava con le mungiture di marzo. Del Chianti, perché proveniente dalla omonima zona della To-scana che ha dato anche i na-tali ai famosissimi vini. Questo cacio da alcuni anni ha ritrovato una nuova popolari-tà, ma per un periodo di tem-po piuttosto lungo la tradizio-ne casearia è stata conservata solo da chi lo produceva come integrazione al reddito fami-liare. Oggi la sua popolarità è cresciuta, già a metà del Quat-trocento, Pantaleone da Con-fienza nella sua Summa Lacti-ciniorum scrisse del Marcelli-nus. Anche Bartolomeo Sac-chi, detto il Platina, affermava

che Marzolino e Parmigiano erano i due caci che si conten-devano il primato. La tecnolo-gia casearia da allora si è ade-guata ai nuovi standard igieni-ci ma resta pressoché la stes-sa. Viene unito il latte ovino della sera precedente, conser-vato a bassa tempe-ratura, al latte ancora caldo della mungitu-ra mattutina e tutto viene portato ad una temperatura di circa 30°c. Tr adi zi on alme n te viene aggiunto del cagliofiore, ricavato dal fiore di carciofo selvatico. Oggi in alcuni casi può esse-re sostituito con ca-glio di vitello, la coa-gulazione avviene in un tempo variabile da una a tre ore cir-ca. La cagliata viene rotta ma-nualmente alle dimensioni del chicco di mais. Viene quindi mescolata, separata dal siero e modellata con le mani fino a formare delle palle ovoidali che vengono poste in apposite forme per sgrondare il siero. In seguito viene eseguita una leggera pressatura per ottene-re uno spurgo maggiore. Il

processo di salatura è ancora come in antichità: viene ese-guito manualmente diretta-mente con aggiunta di sale a secco e massaggiando le for-me. Per asciugare vengono appese nelle saccole di panno e rivoltate ogni otto ore fino

alla completa asciugatura che avviene dopo circa due giorni. Terminata questa operazione il formaggio viene spazzolato dall’eventuale sale in eccesso e posto in cantina su tavole di legno. Qui le forme vengono rivoltate e lavate per circa set-te giorni fin quando il formag-gio vene giudicato maturo. La fase successiva prevede che le forme possano essere stagio-nate per un periodo da uno a

sei mesi durante il quale i for-maggi vengono periodicamen-te controllati e la crosta diven-ta asciutta viene unta con olio e morchia. Al momento di essere posto in commercio il formaggio si presenta con forma ovale,

schiacciata, dal peso massimo di 1,5 kg. La crosta ha l’aspetto ruvi-do, il colore varia dal giallo ocra al rossiccio per divenire nelle forme stagionate marrone scu-ro. La pasta assume colore dal bianco al giallo pa-glierino intenso, secondo della stagionatura. La pasta è sapida, legger-mente granulosa poco solubile, compatta. Pre-

senta note piccanti nei pro-dotti stagionati e una piacevo-le sensazione finale che ricor-da le erbe di pascolo. L’abbinamento è interessante, il prodotto giovane ben si spo-sa con la Vernaccia di San Gi-mignano. Il cacio stagionato oltre sei mesi invece è ottimo con un Carmignano Docg, uno dei grandi rossi di Toscana di grande stoffa e carattere come i nobili della regione.

A primavera, quando il prato fiorisce, il cacio di pecora si chiama Marzolino

Riccardo Collu

paroliamo Come si gioca? Il principio è quello del paroliere: quattro griglie con tante lettere disposte in modo casuale. Si tratta di trovare il maggior numero di parole tra 16 lettere disposte a quadrato. Si può passare una sola volta su ogni lettera, in ogni parola due lettere successive devono essere disposte orizzontalmente, verticalmente o dia-gonalmente. Sono valide tutte le parole di senso compiuto normalmente reperibili (i verbi valgono solo all'infi-nito e al participio passato). Non sono valide: le forme verbali coniugate (a parte infinito e participio passa-to), le sigle, le forme tronche, i nomi propri. Se una parola viene trovata più di una volta, sarà conteggiata una sola volta; parole che differiscono per l'accento conteranno una sola volta. (G. Pallotti)

O T M T

W P A E

N R R V

I N G L

T G E U

B I S M

N G R T

M A A E

O T I R

E K A N

A D N N

D L E N

L F F L

R E N P

Q S A N

T E D C

Il tempo che ha fatto Dati rilevati a Cornigliano

FEBBRAIO 2016

Giorni di pioggia: 16/Temporali: 0 Giorni di sereno: 3

Temperatura minima: 7,8°C Temperatura massima: 12,9°C

Tendenza primavera Dopo una stagione nel complesso mite la primavera ricalcherà per certi aspetti il trend dell'inverno. Tuttavia presenterà diverse occa-sioni fresche e piovose sebbene nel complesso sarà una stagione con temperature lievemente so-pra le medie del periodo. La ca-

ratteristica sarà il mutevole cam-biamento del tempo. Aprile L'anticiclone si sposta più ad

Ovest. Discese fresche si porte-ranno verso il Mediterraneo cen-tro occidentale con formazioni di

basse pressioni afro-mediterranee. Piogge diffuse più

probabili su isole e tirreniche. Temperature sopra media, specie al Sud per venti caldi di scirocco

e per temporanee rimonte di promontori sub tropicali.

Maggio L'alta pressione che dall'Europa

occidentale si spinge verso la Scandinavia isola una circolazio-ne fresca sui Balcani. Le regioni meridionali e parte del Centro

sono così più esposte a condizio-ni di instabilità con frequenti

acquazzoni su rilievi e zone inter-ne. Sulla Liguria si prospetta una primavera mite ma non stabile,

con passaggi perturbati di matri-ce atlantica frequenti con la piog-gia che sarà intervallata da pause

soleggiate ma di breve durata.

A cura di Nicolò Scibetta www.meteoligure.it

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ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi Marzo 2016 13

“Benedetta primavera”, stagione degli amori e della rinascita Divagazioni sulle età della vita di Astri Lidia Frascio

Carissimi e affettuosi lettori del «Corniglianese», vi voglio un po’ bene, solo un po’, non esageriamo. Vi auguro una Pasqua gioiosa come le campane a festa, se poi non organizzate la caccia alle uova, seguendo uno spot televisivo, fa lo stesso. Potete sempre prepararne di bellissime, facendo rassodare le uova di gallina nel caffè, per confezionare un centro tavola a buon prezzo, usandone tre o cinque ( con il loro guscio, naturalmente), sembrano di cioccolato, insieme a fiorellini primaverili a piacere: primule, rametti di pesco, marghe-ritine e magari un po’ di ulivo della dome-nica delle Palme. Cosa ne pensate della primavera? È un po’ strano questo mese di marzo, in cui ha ini-zio, con un clima frescolino, rispetto all’inverno tiepiduccio. Bisogna però dire che marzo è sempre stato definito pazzerel-lo. Avvolta nella mia copertina all’uncinetto, fra uno starnuto e un colpo di tosse, scaldo le mani tenendo stretta una tazza di tisana bollente, e guardo dalla finestra, che dà su piazza Massena. I platani non hanno anco-ra messo le gemme e forse si domandano: ”È ormai praticamente finito l’inverno, ma c’è stato o non c’è stato?” Sono un po’ con-fusi, non tanto le gazze bianche e nere o con il petto verde, che hanno fatto il nido su uno di loro e neppure i merli. Di rondi-ni, per ora, neanche l’ombra ma, nel mo-mento in cui scrivo, non è ancora il 21 mar-zo, San Benedetto (patrono d’Europa), c’è infatti il detto: a San Benedetto, la prima rondine sotto il tetto, tuttavia mi pare che negli ultimi anni siano diminuite, inoltre arrivano tardi e se ne vanno via prima. Domenica 20 marzo è il primo giorno di equinozio, il sole esce dalla costellazione dei Pesci ed entra in Ariete alle ore 04,31.

L’equinozio è il momento in cui esso si trova allo zenit dell’equatore: la durata del giorno è uguale a quello della notte e l’evento segna la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Da sempre la primavera, nella letteratura e nell’arte, è paragonata alla giovinezza, ac-costata al risvegliarsi della vita, dei suoni, dei profumi, dei colori, etc. (potete riascol-tare le Quattro stagioni di Vivaldi e farvi catturare dai suoni: la musicoterapia pro-duce autentico benessere.) Una famosa canzone poi sollecitava così: “È primavera, svegliatevi, bambine…” La grande festa cristiana di Pasqua quest’anno cade il 27 marzo. Essa ha, tra gli altri simboli, la colomba, che rappresenta la pace e la consumo sotto forma di dolce, non mangerò l’agnello, se non in pasta di mandorle, perché preferisco che continui a belare sui prati, visto la sua tenera età. Se la primavera, fin dai tempi più remoti, è stata considerata come la stagione della rinascita e degli amori, lo era tuttavia an-che della guerra (marzo, da Marte), infatti appena finiva il disgelo, le truppe si mette-vano in marcia. Di Zefino, che torna, parla con tristezza Petrarca, lontano da Laura e anche Ovidio in esilio sul Ponto. Qualche lustro fa, Loret-ta Goggi, in una canzone, definiva la prima-vera addirittura maledetta. Insomma, qualche volta, essa porta nostalgia o rabbia e non sempre è gradita. Il modo di vivere la primavera è diverso per ognuno, in base alle circostanze. A favore della primavera ci sono: le farfalle, quelle poche rimaste, che si librano nell’aria, i petali di fiori di pesco, melo e mandorlo, che colorano le campagne e si staccano al vento, le sere si fanno via via più lunghe (a fine marzo torna anche l’ora legale) ed invogliano ad uscire. Si possono aprire le finestre, per far entrare aria friz-zante e togliere l’odore dell’inverno. Leopardi nella poesia Il passero solitario, così la descrive: “Primavera d’intorno/ brilla nell’aria e per li campi esulta,/si ch’a mirarla intenerisce il core/Odi greggi belar, muggire armenti;/gli altri augelli contenti, a gara insieme/per lo libero ciel fan mille giri,/pur festeggiando il lor tempo miglio-re” e ancora rivolgendosi all’uccellino: “ Canti, e così trapassi/dell’anno e di tua vita il più bel fiore.” Forse, però, neanche noi possiamo sempre godere di tutto questo splendore, in realtà si è felici, quando si è felici, (lapalissiano), indipendentemente dalla stagione e dall’età. In quanto allo sfavillare della natura, temo che gli agricoltori non siano tanto contenti per il sovvertimento delle stagioni. Sono

lieta che l’inverno sia stato mite, così ab-biamo risparmiato sul riscaldamento, ma i problemi climatici legati all’inquinamento sono seri. Vogliamo avere caldo d’inverno e fresco d’estate, temperatura costante circa 20°, quindi riscaldamento ed aria condizio-nata a manetta, automobili poi in moto costante che, insieme a bombolette spray per profumarci, deodorarci, laccarci, spul-ciarci, detersivi per lavare, detergere, luci-dare, disinfettare e disinfestare, hanno un impatto devastante. Leopardi, che accosta la primavera alla giovinezza, considera questa età della vita la migliore, infatti nella poesia Il sabato del villaggio, esorta un ipotetico ragazzo così: “Garzoncello scherzoso,/cotesta età fiorita/è come un giorno d’allegrezza pieno,/giorno chiaro, sereno, che precorre alla festa di tua vita./Godi, fanciullo mio; stato soave,/stagion lieta è cotesta./Altro dirti non vo’; ma la tua festa/ch’anco tardi a venir non ti sia grave.” Forse non sarebbe il caso di sentirci ripete-re, da giovinetti, quanto sia brutta la vec-chiaia, che arriverà anche per noi, come la ghigliottina per i nobili durante la Rivolu-zione francese. Lorenzo de’ Medici senten-ziava, nel Trionfo di Bacco e Arianna: “Quant’è bella giovinezza/che si fugge tut-tavia!/Chi vuol esser lieto, sia:/di doman non c’è certezza.” Anche il Magnifico non è troppo incoraggiante (invero, dai ritratti, sembra sia stato piuttosto bruttarello). Shakespeare, nella tragedia Amleto, descri-ve così gli anziani: “I vecchi hanno la barba grigia… le loro facce sono grinzose… i loro occhi spurgano un’ambra densa e gromma di susino, e… hanno una copiosa deficienza di giudizio, oltre ad avere i lombi fiacchi.” Non mi sembra il caso di deprimere gli

anziani e preoccupare i fanciulli con spau-racchi. D’accordo che, secondo gli antichi precetti, un buon cristiano dovrebbe pensare sette volte alla morte,durante il giorno, ma non si può anche temere lo scorrere del tempo. S’invecchia e si muore, ma una volta sola per carità, chi ha paura lo fa molte volte in più del necessario. In alcuni quadri fiamminghi, viene rappre-sentata una bella fanciulla bionda ed ignu-da, che si guarda allo specchio e dietro ap-pare la Morte. A dispetto dei luoghi comuni, penso che si possa vivere serenamente ogni età della vita. Ognuno di noi ha più tipi d’età (in base ad autorevoli ricerche americane): una anagrafica (data di nascita), una biolo-gica (lo stato di salute degli organi del no-stro corpo), una affettiva ed emotiva (la capacità di stupirsi, emozionarsi, provare sentimenti), una intellettiva (la prontezza cerebrale e la volontà di continuare ad e-volversi ed apprendere secondo il concetto di educazione permanente). Se stabiliamo un punteggio per ognuna di esse, si potrebbe veder diminuire o cresce-re la propria età: c’è chi è un giovane vec-chio e chi è un vecchio giovane. A questo proposito invito tutti ad andarsi a leggere il De Senectute di Cicerone. E allora? Pensierino della sera: non è il caso di angustiarsi inutilmente, meglio, quando possibile, ridere un po’ di più: ride-re fa buon sangue e cuor contento il ciel l’aiuta. Un abbraccio sorridente. Astri

Page 14: IlCorniglianese Marzo 2016

Domenica 10 aprile alle 12.30, presso il ricreatorio parrocchiale dei Ss. An-drea e Ambrogio in via Bellini, a Cor-nigliano, avrà luogo un nuovo pranzo a sostegno de "ilCorniglianese". Il giornale, ultimo rimasto in vita nel ponente metropolitano genovese, è composto, stampato e diffuso regolar-mente ogni mese da quattro anni esat-ti a questa parte, ad opera di una reda-zione di volontari ed esiste grazie so-prattutto ai suoi inserzionisti e ai suoi

lettori (cittadini e associazioni) che con i loro contributi editoriali e con qualche obla-zione volon-taria contri-buiscono alla c o p e r t u r a delle spese di stampa. Il g i o r n a l e mensile non usufruisce di alcun contri-buto pubbli-co, addirittu-ra viene distribuito gratuitamente e sta attraversando un periodo di diffi-coltà finanziarie. Partecipando al solo

costo di € 12 (dodici!) potrete, oltre che a consumare un ottimo pranzo,

passare un pome r ig gi o musicale con un divertente karaoke in-sieme ad a-mici che, co-me voi, han-no a cuore il destino del nostro gior-nale e della nostra infor-

mazione. Il menù consiste in: antipa-sto misto casalingo, penne gratinate alla sorrentina, scaloppine alla salapa-

rutese, dolce e bevande. Limoncino di Sorrento. Per il limitato numero di posti disponibili si può partecipare solo su prenotazione telefonando ai numeri: 3468065466 - 3497835595 - 3387761431 oppure inviando una e-mail a: [email protected] - [email protected] Grazie a don Andrea Robotti per l'o-spitalità e per l’aiuto dato all'informa-zione indipendente, libera e democra-tica sul nostro territorio. E grazie ai volontari per la loro indispensabile opera.

Vi aspettiamo numerosi. La redazione

14 ilCorniglianese/eventi e tempo libero Marzo 2016

In breve

dal Municipio Medio Ponente

20 marzo, benedizione delle palme sul campo di calcio Italo Ferrando

Aree canine nel Medio Ponente.

Nell’ambito degli interventi promossi dalla Civica amministrazione per lo sviluppo di corrette relazioni di con-vivenza tra proprietari e non proprie-tari di cani, sono stati allestiti spazi di p a u s a n e l l ' a r e a u r b a n a . Le a re e ch i am ate z on e di “sgambatura”, sono dotate di apposi-ta cartellonistica e si trovano negli spazi verdi del tessuto cittadino dove i cani di proprietà possono muoversi liberamente. Nel Municipio VI Medio Ponente quali zone di “sgambatura” sono state allestite le seguenti oasi per cani: Parco di Villa Rossi (piazza Poch), Giardini Rodari (via Negro), Giardini Cassiani Ingoni ex Corderia via Bor-zoli (piazza Minoletti), Giardini Lon-ghi (via Priano).

Corso di genovese

Aperto nuovo punto prelievi Piazza Rizzolio Ge-Cornigliano (accanto alle Poste)

Il modo più bello per avvicinarsi alla Pasqua, tradizionalmente per gli spor-tivi, è quello di celebrare la Domenica delle palme sul campo da gioco. Anche quest'anno, la suggestiva iniziativa per

l'occasione è av-venuta ed è stata resa possibile grazie alla dispo-nibilità della Asd Genova Calcio nel campo Italo

Ferrando di Cor-nigliano, unita-mente alla colla-borazione della vicina parrocchia di N. S. di Lour-

des che ne hanno curato la parte reli-giosa. La funzione è stata celebrata da padre Celestino, scolopio del vicino collegio Calasanzio.

L'iniziativa non è nuova poiché si ripe-te da tanti anni e solitamente nel peri-odo pasquale trovava ampi consensi anche da parte della vecchia e gloriosa società, l'Asd Corniglianese che, in qualche modo, ne è stata promotrice negli anni passati.

Oltre all'Asd Genova Calcio hanno partecipato anche i ragazzi del Gso Corniglianese dando vita alla funzione accompagnando la processione fino alla vicina parrocchia N.S. di Lourdes e Bernadette, che festeggerà quest'an-no il primo centenario. Con la benedizione delle palme, a tutti sono andati gli auguri di una santa Pasqua.

Sergio Daga

Domenica 10 aprile sostieni anche tu il giornale e…

Aggiungi un posto a tavola

Page 15: IlCorniglianese Marzo 2016

15 ilCorniglianese/eventi e tempo libero Marzo 2016

Tutti a teatro All’Acli Sant’Ambrogio

Raccontiamo di una nuova iniziativa Acli S. Ambrogio, si tratta della recente formazione di un gruppo teatrale amatoriale e per meglio illu-strarvi questa novità, ho intervistato Paola Ma-renco, neo membro del consiglio del Circolo e ideatrice del gruppo. Paola, cosa ti ha spinto a proporre e pro-gettare questa iniziativa? Prima di tutto voglio ringraziare il consiglio del Circolo Acli S. Ambrogio per la fiducia che mi ha accordato e per avermi invitato a far parte del consiglio stesso, cosa che ho accettato con grande entusiasmo poiché da tempo sono con-sapevole di quanto impegno e buona volontà chi coordina questa associazione nel quartiere, mette nel cercare di coinvolgere i residenti in attività di aggregazione e di sostegno. Così, nel mio piccolo, ho cercato di pensare a qualcosa che potesse coinvolgere persone di tutte le età e che fosse principalmente fonte di divertimento, il teatro mi è sembrata un'idea fattibile e così l'ho proposta. In che modo vi siete organizzati? Prima di tutto bisogna specificare che il nostro gruppo teatrale è un vero e proprio esperimento e che partiamo con pochi mezzi ma tanto entu-siasmo e buona volontà. Non abbiamo grandi pretese, vogliamo principalmente divertirci, passare qualche ora spensierata in questo quar-tiere che, quanto ad attrattive in tal senso, offre ben poco. Ci incontriamo qualche sera a setti-mana, senza scadenze fisse, in base alle disponi-bilità di tempo degli attori e dello staff e provia-mo la nostra prima commedia. Nel frattempo

cerchiamo di reperire tutto ciò che occorre per metterla in scena, sì perché non ci fermeremo alle prove, se tutto andrà come sta andando e come deve, nel prossimo dicembre, chi avrà piacere, potrà assistere alla messa in scena dell'opera. Cosa state preparando? Questo, preferirei non svelarlo, diciamo che si tratta di una parodia inedita. La nostra prima commedia sarà assolutamente comica, proprio perché vogliamo divertirci, desideriamo condi-videre le nostre risate col pubblico. So anche che l'arte di far ridere è fra le più difficili ma sono sicura che i nostri attori ci riserveranno grosse sorprese! Chi sono gli attori? Sono persone di tutte le età, giovani, anziani, giovanissimi... e il bello è che questa esperienza ci sta insegnando e ci insegnerà che quando ci si diverte, l'età non conta e che soprattutto, il di-vertimento va oltre il salto generazionale. Puoi svelarci ancora qualche dettaglio? Sì, vorrei chiarire che questo progetto lo condi-vido con Roberta Rasoira e se ci sono dei meriti, vanno equamente divisi in due. Vorrei anche dire che, se fra i lettori del “Corniglianese” ce n’è qualcuno che desidera cimentarsi in questa esperienza, è ancora in tempo ad aggregarsi al gruppo, sarà il benvenuto. Più siamo e più ci divertiremo e poi, vorrei aggiungere i miei com-plimenti a tutti i nostri attori per lo spirito e la capacità di mettersi in gioco in questa avventu-ra!

Carlo Guerra

Si sprecano giustamen-te i ringra-z i a m e n t i per gli "Amici del-la musica" per la bella

serata live che hanno regalato al pubblico. Un vero godi-mento per gli amanti della musica dal vivo. E grazie anche all'associazione dei Lucani per l'ospitalità. La tradizione musicale vive ancora nel nostro quartiere sin dagli anni Sessanta grazie a voi tutti. Speriamo che, in un futuro prossimo, chi ama la musica abbia a sua disposizione a Cornigliano un proprio luogo dove ritrovarsi con altri che manifestano la stessa passione e che tutto non sia rimesso, come invece oggi accade, alla buona volontà di altri dispo-sti occasionalmente ad ospitare serate come quella che vi abbiamo descritto. oerre

Cornigliano, culla della musica La tradizione rivive con una serata live

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16 ilCorniglianese/eventi e tempo libero Marzo 2016

Uscita lo scorso febbraio, “Aenigma” è l’ultima fati-ca letteraria del corniglianese Lorenzo Beccati . Da lui dedicata ai nipoti (“Io ho creduto nella rivo-luzione e in un mondo di uguali. Ora tocca a loro. A India e Lorenzo”), dopo essere apparsa sullo scher-mo tv - a Striscia la notizia Ficarra e Picone ci han-no fatto vedere i magnetici occhi azzurri stampati sulla copertina del libro - è stata finalmente presen-tata a Genova . L’appuntamento era per le diciotto di venerdì 25 marzo allo Spazio Feltrinelli, nella libreria di via Ceccardi, dove un affezionato pubblico si è dato ap-puntamento insieme a nomi conosciuti del panora-ma artistico genovese; del resto lo scrittore è al suo tredicesimo libro oltre a essere un noto ed apprez-zato autore televisivo – da anni è uno stretto colla-boratore di Antonio Ricci – e,per molti di noi, è l’originale e inconfondibile voce del Gabibbo di Stri-scia. Sguardo vivo e sorriso aperto, Lorenzo Beccati, in-tervistato da Luca Crovi, ha presentato agli interve-nuti le “persone normali trasformate in criminali” che per più di trecento pagine vivono nel suo ro-manzo edito dalla casa editrice Nord. Proviamo e metterci nei loro panni. Chissà quale sarebbe la nostra reazione se qualcuno ci dicesse: “Voi non mi conoscete, ma farete tutto ciò che vo-glio”. E se questo misterioso qualcuno, avesse ela-borato un piano che vede come fine ultimo la mani-polazione della nostra volontà? “Mentirete per me, ruberete per me, ucciderete per me” a sentire que-ste parole, come lettori non ci viene la voglia di sco-prire pagina dopo pagina che cosa succede all’indagine del commissario Davide Ganz? E se l’oscuro manipolatore avesse “mesmerizzato” i per-sonaggi di “Aenigma”? Allora dobbiamo tornare indietro nella storia. Beccati ci accompagna nel Set-tecento, epoca nella quale il medico Franz Anton Mesmer, teorizza che alcuni individui posseggono un magnetismo vitale che può esser usato a fini te-rapeutici tanto da arrivare a spiegare il fenomeno dell’ipnosi. “Albergo sulle colline di Kahlenberg, 1778. Nell’immensa sala da pranzo dal soffitto affrescato

con scene bucoliche, e illu-minata da un lampadario che reggeva tante candele quante se ne potevano tro-vare in chiesa in un giorno di giubilo, la cena stava volgendo al termine. L’aria era intrisa dell’odore della cera e di quello delle pie-tanze, in continua lotta fra loro per la supremazia. I commensali discorrevano allegramente. Seduto al centro del lungo tavolo, Franz Anton Mesmer era assorto nelle proprie angu-stie. Rifletteva sulla pessi-ma piega che aveva preso

la cura di Maria Theresia von Paradis, figlioccia dell’imperatrice. La ragazza era cieca dall’età di tre anni. Nemmeno i medici più stimati erano riu-sciti a ridarle la vista. E’ quando avevano saputo che Mesmer si era preso a cuore il caso, avevano riso di malignità, certi del suo inevitabile fiasco. La cieca era rimasta ricoverata nella clinica di Me-smer in Landstrasse per circe sei mesi. Durante le sedute, Mesmer le passava le mani sul corpo, indugiando sugli occhi spenti.”. Ma la trama si sgancia da Kahlenberg per arrivare ai giorni nostri. Per chi ha letto i precedenti libri di Beccati sa che l’autore ama la sua Genova ma qui in “Aenigma”, per la prima volta, si troverà a Mila-no, scelta dall’autore per dare più respiro alla sua storia. “Il cielo novembrino sopra Milano promette piog-gia. Una certezza, più che una promessa. Ma alle persone dentro la filiale 7 della Banca Artigiana, in piazza Cinque Giornate, poco importa. Marmo, tek e acciaio rendono freddo e asettico l’ambiente. Nulla possono, per riscaldarlo, le piante di ficus agli angoli dell’atrio, e ancora meno le ricche ve-neziane di vetro lattescente. Impiegati e clienti parlano sottovoce, come se presenziassero a una veglia funebre. Il cassiere solleva la testa di scatto, spinto da un vago sentore di pericolo. Ma tutto appare tran-quillo. Si dà dello stupido, torna a contare i soldi, infine li consegna a un signore azzimato che se ne sta ritto davanti a lui. Il cliente sistema il denaro nel portafogli ed esce accigliato; il suo posto allo sportello viene preso da una coppia di trentenni, lui col modulo del prelievo già compilato. Con una chiave speciale, la guardia giurata apre per intero il varco blindato a doppia porta.” Ed è da una banca che il commissario Davide Ganz ini-zia ad indagare su strani episodi che vedono come artefice un uomo vestito di nero. Ma le pagine di Beccati sono ricche anche di fatti importanti ( val-ga come esempio una Germania nazista e gli espe-rimenti del barone Wernher Magnus Maximilian von Braun, quello dei razzi V-2 con cui venne

bombardata Londra per intenderci, poi espatriato in America) e non c’è solo una Milano a fare da sfondo. Addentrandovi nella lettura vi troverete in Marocco o in giro nella Foresta dei Violini. E du-rante la presentazione la musica dal vivo non è mancata. A cura degli “Altera “ (voce di Davide Giancotti e alla chitarra Stefano Bruzzone) sono stati letti e musicati brani del romanzo coinvolgen-do, nel finale, il pubblico che ne ha scandito con le mani il ritmo. Un’intervista a trecentosessanta gradi in cui Beccati non ha esitato a parlare di sé e lo ha fatto con il cuore in mano. Ha raccontato con vero sentimento di alcuni episodi della sua vita personale, della sua giovane madre bracciante a-gricola e di sua nonna, raggirata a Cornigliano da un sedicente marinaio proprietario di un fantoma-tico “orologio di valore”. E il pubblico ha risposto, con attenzione e partecipazione. Simpatico il si-gnore in ultima fila che sul finire della serata gli ha detto ”Bella la storia, bello il libro ma ce la fai la voce del Gabibbo?” e simpatico e professionale Beccati ha subito modulato la sua voce su un bel “Ciao bella gente, se vedemmu”. E al momento del firma copie Beccati ha tirato fuori da un sacchetti-no alcuni braccialetti colorati, fatti da lui stesso, che ha regalato a chi ha acquistato il libro. Non è un oggetto scelto a caso, Beccati ci anticipa che durante la lettura ne capiremo il significato e sare-mo ancor più coinvolti nell’indagine del commis-sario Ganz.

Liliana Gatto

Un nuovo “aenigma” per il commissario Ganz L’ultimo successo del corniglianese Beccati

Page 17: IlCorniglianese Marzo 2016

17 ilCorniglianese/associazionismo ed aziende Marzo 2016

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Ospite di un locale assegnato alla P.A. Croce Bianca in quel di Corona-ta, l’associazione Amici di Coronata fa fede al proprio nome intervenen-do con i suoi volontari sul quartiere con lavori di manutenzione ordina-ria e straordinaria anche di una cer-ta rilevanza. Un gesto di vera "amicizia" ed amo-re per il proprio territorio. Il sodalizio nasce nel 2010 per vo-lontà dei cittadini residenti Elio Proietti, Sergio Tonetto, Nicola Sal-cuni, Domenico Arena, Roberto

Trezzi, Fabio Castelli, Claudia Spo-saro, Claudio Ferrari e Sergio Ra-schellà, quest'ultimo, persona senza propria dimora, come ci racconta il presidente Proietti, è stata pratica-mente adottata dal quartiere e lui ricambia con la sua opera di lavora-tore socialmente utile all'intera co-munità. Gli interventi effettuati dai volontari non si limitano a banali lavori di potatura o pulizia ma anche ad ope-re di ripavimentazione di marciapie-di e riquotatura tombini. "Capita che", riferisce il presidente Proietti, "persone anziane e/o indi-genti chiedano la nostra opera diret-tamente a noi o attraverso i servizi sociali del Comune per eventuali riparazioni presso il loro domicilio. È un lavoro che svolgiamo molto volentieri ma che per motivazioni burocratiche e assicurative non po-tremmo svolgere. Abbiamo chiesto al municipio un contributo annuo di 200 euro per la copertura assicurativa necessaria ma ancora non abbiamo risposte. Siamo ospiti riconoscenti della Cro-ce Bianca e contribuiamo alle spe-se", conclude Proietti, "ma aspiria-mo ad una sede nostra per cui siamo in attesa di un bando comunale per l'assegnazione di un locale a Coro-nata".

Suggerisco al presidente lo svolgi-mento di una festa di quartiere per autofinanziarsi e ridare vita a quella

parte spesso dimenticata e bellissi-ma che è la collina di Coronata. "Si farà", risponde, "se il Comune ci aiuterà nella complicata e costosa opera dell'acquisizione dei necessari permessi". Ai volontari va la gratitudine di tut-to il quartiere e di questa redazione.

oerre

Quegli Amici di Coronata e l’amore per il quartiere “Sono lavori che svolgiamo volentieri

ma quanta burocrazia...”

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18 ilCorniglianese/rubriche Marzo 2016

Nel nome della legge

I lieviti e la pancia… gonfia

Lieviti, cosa sono? I lieviti sono agenti fermentanti, sono funghi microscopici unicellulari. I più diffusi usati nell'alimentazione appar-tengono alla categoria dei saccaromi-ceti: sono loro ad innescare i processi fermentativi necessari alla produzione di pane, vino e birra. I lieviti usati in alimentazione possono essere naturali o artificiali. Quelli na-turali sono due, il lievito di birra e il lievito madre. Quelli artificiali sono rappresentati da miscele di bicarbona-to di sodio con altri agenti lievitanti.

Alcuni ritengono che si possa sviluppare una sorta di intolleranza alimentare nei confronti del lievito di birra e per meccanismi ancora poco chiari. L'as-sunzione di alimenti lievitati comporta la compar-sa di gonfiore addominale. I test attualmente pre-senti anche nelle farmacie permettono di scoprire se ci sono ipersensibilità ai lieviti. In questo caso è consigliabile una dieta che riduce l'uso dei lieviti che avrà effetti positivi soprattutto sul gonfiore della pancia. Esaminiamo ora quali sono i princi-pali alimenti che contengono lieviti e che, quindi, vengono esclusi o diminuiti in una dieta di questo tipo. Pane e prodotti da forno: grissini, cracker, pizza, focaccia, biscotti, torte, e dolci vari. Formag-gi e latticini: freschi e stagionati, yogurt, bevande: vini, birra e alcolici vari per essere prodotti sfrut-tano la fermentazione alcolica dei lieviti. Condi-menti: i microrganismi si trovano in tutti i tipi di aceto, nei dadi da brodo, e in diverse salse. Tra i vegetali vanno evitati quelli molto ricchi di fibre insolubili come i carciofi, cavoli e finocchi crudi. Selezionare le insalate con foglie piccole e più te-nere. Anche i legumi possono creare fermentazioni e gonfiori addominali. Per concludere parliamo del-la frutta che per molti è fonte di gonfiore e consu-marla a fine pasto è senz'altro uno dei modi per peggiorare la situazione. È preferibile mangiarla negli spuntini a metà mat-tina e a merenda, in questo modo le fibre e gli zuc-cheri che contiene non interferiscono con la dige-stione. Jose Cuffaro, farmacista

Caro Avvocato, E’ recentemente deceduto mio marito. Questi era titolare di una cassetta di si-curezza presso una banca assieme alla di Lui madre ed ai fratelli. Anche io, benché non sia mai stata intestataria del con-tratto, ho usufruito della cassetta di sicu-

rezza in cui ho depositato alcuni beni di valore di mia proprietà. La banca, che è venuta a conoscenza del de-cesso, non consente agli intestatari e neppure alla sotto-scritta, di prelevare i beni ivi depositati fino a che non si sia proceduto all’inventario ed alla presentazione della dichiarazione di successione. Quale coniuge ed erede legittima di mio marito cosa devo fare per riavere i miei averi ? M.L. Cara Signora, Il comportamento dell’Istituto di Credito è corretto: ai sensi dell’art. 1840 c.c. in caso di morte dell’intestatario o di uno degli intestatari, come è nel suo caso, la banca che ne abbia ricevuto comunicazione non può consentire l’apertura della cassetta se non con l’accordo di tutti gli aventi diritto o secondo le modalità stabilite dall’Autorità Giudiziaria. Dalla cointestazione della cassetta di sicurezza, che ben può desumersi dalla cointestazione a più persone della ricevuta di pagamento del canone di locazione della stes-sa, può desumersi una presunzione semplice di compro-prietà del contenuto; ciò significa che è ammessa la pro-va contraria e che detta prova contraria può essere forni-ta con qualsiasi mezzo. La Legge tributaria pone poi una presunzione, anch’essa vincibile con prova contraria, che può essere fornita con qualsiasi mezzo, di appartenenza al defunto di tutte le cose depositate a suo nome presso terzi e quindi anche di una cassetta di sicurezza. Per quanto concerne le modalità di apertura della stessa, occorre far redigere un verbale di apertura della cassetta di sicurezza da parte di un notaio, questi sarà stato pre-viamente autorizzato dall’Autorità Giudiziaria, secondo l’interpretazione preferibile. In sede di apertura della cassetta di sicurezza, operazio-ne alla quale ha diritto di assistere, sarà cura Sua, quale erede, e degli altri cointestatari, se d’accordo, dichiarare a verbale quali beni fossero del defunto e quali no.

Matteo Savio, avvocato

Immobili e 730/2016

L’Agenzia delle entrate ha recentemente reso di-sponibile on line per la consultazione la bozza delle istruzioni del 730/2016, che recepiscono le recenti novità legislative in materia di redditi di terreni e fabbricati, oneri detraibili e deducibili. Se ne esa-minano le novità e le conferme relativamente all’ambito della casa. Quadro B. Nella sezione II del quadro B, relativo ai redditi dei fabbricati, viene prevista la possibilità di indicare il codice identificativo del contratto di locazione in luogo degli estremi di registrazione. E’ obbligatoria la compilazione della sezione II del quadro B, riportando gli estremi di registrazione del contratto quando: il contratto di locazione è stato stipulato con l’opzione per la cedolare secca; per beneficiare della riduzione del 30% del reddito, in caso di locazione a tassazione ordinaria, se il contratto è stato stipulato a canone concordato o se l’immobile è situato nella regione Abruzzo e dato in locazione a residenti nei comuni colpiti dal sisma del 6 aprile 2009. I campi relativi agli estre-mi di registrazione vanno compilati solo se il con-tratto è stato registrato presso gli uffici e nel mo-dello di richiesta di registrazione restituito dall’ufficio non è indicato il codice identificativo, mentre se il contratto è stato registrato tramite siria, iris, locazioni web, contratti online o il mo-dello RLI va riportato nell’apposito nuovo campo il codice identificativo in luogo degli estremi di regi-strazione. Quadro E. Per quanto riguarda gli oneri deducibili e detraibili, alcune conferme ed alcu-ne novità:del 50% per le spese relative a-gli interventi di recupero del patrimonio edilizio; del 50% per le spese sostenute per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore ad A+ finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione per un ammontare non superiore a 10.000 euro; del 65% per le spese rela-tive agli interventi finalizzati al risparmio energeti-co degli edifici; del 65% per le spese relative agli interventi per l’adozione di misure antisismiche; Nell’ambito delle spese per interventi di risparmio energetico viene invece riconosciuta a partire dall’anno 2015 la detrazione del 65% anche per le spese sostenute per l’acquisto e la posa in opera delle schermature solari e di impianti di climatiz-zazione invernali dotati di generatori di calore ali-mentati da biomasse combustibili.

Andrea Scibetta Agente immobiliare

Amministratore condominiale

Bucatini al ragù di ceci e olive al profumo di noci

Per 4 persone: 320 g bucatini, 4 cucchiai olio d’oliva, 3 cucchiai di soffritto, 200 g porri, 200 g di ceci in scatola (o a bagno), 400 g po-modori a grappolo, 100 g olive denocciolate (verdi e nere), 50 g noci trite, due rametti di rosmari-no, due cucchiai pecorino grattu-

giato, sale pepe. Pulire i porri e ridurli a fettine sottili, scaldare l’olio in un te-game e rosolare il soffritto e i porri, salare e unire 3 cuc-chiai di acqua. Coprire col coperchio e lasciar cuocere per 10 minuti, lavare i pomodori, inciderli a croce dalla parte opposta al picciolo, spremerli leggermente e tagliarli a da-dini e unire al porro, con i ceci scolati e lavati, coprire col coperchio e lasciar cuocere per altri 15 minuti. Lavare un rametto di rosmarino, tritarlo finemente, mettere a bollire l’acqua per cuocere i bucatini al dente, scolarli e versarli nel ragù, aggiungere le olive, le noci e il rosmarino, farli insa-porire sul fuoco, e infine (prima di servirli) cospargere col pecorino.

Torta di ricotta al limone

Per 4 persone. 800 g ricotta, 3 uova, un limone grosso, 120 g zucchero fine, 50 g burro, 50 g farina, zucchero vaniglia-to, un pizzico sale. Separate gli albumi dai tuorli, grattugia-

te finemente la scorza del limo-ne, raccoglietela in una ciotola, unite i tuorli delle uova e 100 g di zucchero, mescolate bene, quindi aggiungete la ricotta, la farina e due cucchiai del succo del limone e amalgamate, montate a neve ben ferma gli albumi, aggiungete un pizzico di sale, trasferirli nel composto di ricotta e mescolate delicata-

mente. Imburrate uno stampo, cospargete di zucchero rima-sto, versate il composto e cuocete la torta nel forno a 170° per mezz’ora, più 5’ di grill, quando è fredda, cospargete lo zucchero a velo.

Liquore di noci

Ingredienti: 200 g noci, 30 cl alcol 95°, acqua 30 cl, 300 g zucchero semolato, 5 chiodi di garofano, un bastoncino di cannella. Spezza in due i gherigli di noce con le mani, met-terli in una bottiglia con il tappo a chiusura ermetica (aiutati con l’imbuto), aggiungi lo zucchero, ora aggiungi l’alcol. Completa con la cannella e i chiodi di garofano per aroma-tizzare. Chiudi bene la bottiglia e scuotila per almeno un minuto. Lascia macerare il composto per almeno 40 giorni scuotendo la bottiglia ogni 2-3 giorni. Solo dopo questo pe-riodo, travasa il tuo infuso di noci e filtralo bene.

La cucina di Nonna Papera (Leda Buti) Un primo, un dolce, un liquore

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Marzo 2016 ilCorniglianese/rubriche 19

Il pesce fresco del golfo ligure Genova Cornigl iano

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Lo stile del procione

Però, la pera

Tenere un procione come animale do-mestico è diverso dall'avere un cane o un gatto. È un vero e proprio stile di vita: occorre cambiare completamente il modo di fare le cose. Dovrete essere in grado di dedicargli tantissimo tempo, attenzione e cura, proprio come si fa-rebbe con un neonato. Se siete in grado di sacrificarvi e fare tutto questo, allora il procione potrebbe essere l'animale domestico giusto per voi. Vediamo in-sieme come prendervene cura. L'orsetto lavatore è lungo dai 40 ai 70 cm con una coda che, in media, può raggiunge-re i 25 cm. La caratteristica più nota che lo rende facilmente riconoscibile è l'in-confondibile mascherina nera che fa da contorno agli occhi piccoli ma molto vispi e curiosi; altro aspetto fisico rile-vante è la pelliccia che varia dal colore grigio pallido al nero con un pelo molto lungo e folto. La prima cosa da fare è senz'altro trovare un veterinario com-petente e che sia disposto a trattare con un procione. Anche se è legale tenerne uno a casa (se importato legalmente), questi non sono comunque ben accetti presso molti veterinari a causa dell'in-dole aggressiva dell'animale. Occorre fare le vaccinazioni di base, contro la rabbia e il cimurro, ma tenete conto che, anche se il vostro animale domesti-co è vaccinato, vi sarà confiscato se ar-recherà del male a qualcuno. Un tempo questo animale viveva solo in America e soltanto nel 1900 venne introdotto in Europa, in particolare in Germania e nei Paesi dell'Est. Essendo onnivoro, mangia frutta in quantità, ma anche uccelli, pesci, granchi, molluschi e si ciba anche di cavallette, è quindi un "golosone". Una particolarità: se avrete intenzione di avere questo simpatico amico in casa, ricordate che ha la strana abitudine di lavare il cibo nell'acqua prima di mangiarlo o di sfregarlo nell'erba (da qui il nome di orsetto lava-tore). Sicuramente gestire un animale così non è cosa facile: come tutte le specie ha dei periodi di letargo che ge-neralmente riguardano diversi mesi; in particolare da aprile a maggio. Solo un ruscello, un bell’albero, e tanto cibo fa la felicità di questa creatura meraviglio-sa. Ma tenerlo in casa è comunque mol-to problematico, perché è un animale abituato a vivere all'aperto, ad andare in letargo, ad andare a caccia, e quindi farlo vivere in un ambiente diverso dal suo habitat naturale, vuol dire snatu-rarlo della sua identità di animale. Quindi lasciate libero questo splendido esemplare della foresta, che merita di vivere la sua vita, nel modo più felice e naturale possibile, perché è una creatu-ra selvaggia e come tale va rispettata e amata, per quello che è veramente, e non per come noi vorremmo che fosse. Rita Moccia

http://animalidalmondo.pianetadonna.it/come-tenere-un-procione-come-animale-domestico-

180423.html#steps_5

Ne esistono più di 4.000 tipi. La pera è composta da acqua, carboidrati, pro-teine, zuccheri, ceneri, fibre alimenta-ri. Contiene potassio, calcio, sodio, fosforo, magnesio, ferro, boro, fluoro, zinco, rame, manganese e selenio. Vitamine A, B1, B2, B3, B5, B6, C, E, K e J, beta-carotene, criptoxantina, lute-ina e zeaxantina che sono tutti potenti antiossidanti, acido aspartico e acido glutammico, alanina, cistina, glicina, fenilalanina, istidina, isoleucina, leuci-na, lisina, prolina, metionina, serina, tirosina, triptofano, valina e treonina. Recenti studi hanno dimostrato che la buccia della pera contiene almeno il triplo dei fitonutrienti rispetto alla polpa. Questi fitonutrienti compren-dono i flavonoidi con proprietà anti-infiammatorie, gli antiossidanti e gli acidi cinnamici con proprietà poten-zialmente antitumorali. Grazie al buon contenuto di sostanze con proprietà antiossidanti come le vitamine, il beta-carotene, la criptoxantina, la luteina e la zeaxantina, è indicata per contrasta-re gli effetti negativi dei radicali liberi con grandi benefici per la salute, l’assunzione di pere è quindi utile per preven ire l ’ in fa rt o, l ’ ict us e l’arteriosclerosi. Tutte le specie di pera, benché siano veramente tante, vantano numerose proprietà benefi-che. Sono molto ricche di fibra, so-prattutto nella buccia, dove è partico-larmente concentrata la pectina che, una volta assun-ta ed essendo questa solubile, forma una so-stanza viscosa che ha la pro-prietà di legarsi al colesterolo cattivo LDL pre-sente nel nostro organismo che viene così espul-s o più fa ci lment e a tt ra vers o l’intestino. L’alta presenza di fibre contenute nella pera aiuta il dimagri-mento e ne è quindi consigliata l’assunzione in caso di obesità. Vi è anche un altro tipo di fibra, la lignina, che pare riduca il rischi di tumore al colon. Per queste stesse proprietà del-le fibre, il consumo di pere apporta benefici anche in caso di diverticolite ed infiammazioni del colon. Una dieta che preveda il consumo abituale delle pere, inoltre, è associata ad un minor rischio di sviluppare il diabete ed aiuta a mantiene la glicemia stabile. Basta pensare che una sola pera contiene il 24% del fabbisogno giornaliero di fi-bra. Bere il succo di pera bollito insie-me a del miele apporta benefici alle corde vocali ed in caso di mal di gola. È un frutto consigliato in gravidanza perché è ricco di folati che aiutano a prevenire le malformazioni del feto. La pera contiene un’altissima percentuale di acqua che aiuta a pulire l’intestino dalle tossine, previene la stitichezza ed apporta benefici alla regolarità, man-tenendo l’apparato digerente sano. Importante il boro che aiuta il corpo a trattenere il calcio. Questa proprietà si rivela utile nell’apportare benefici significativi in caso di osteoporosi. Il buon contenuto di potassio e calcio, che intervengono direttamente nella formazione delle ossa, è molto utile per i bambini durante la crescita e per gli anziani, per mantenere le ossa in salute. Il potassio svolge anche un altro ruolo molto importante per la nostra salute, ha infatti proprietà va-sodilatatrici e controlla la frequenza

cardiaca. Rilassando le pareti dei vasi sanguigni permette un afflusso mag-giore di sangue con effetti benefici sull’ipertensione. L’acido folico conte-nuto nella pera è molto importante per l’espulsione dell’acido urico dall’organismo, infatti quando questo raggiunge concentrazioni elevate, cri-stallizza e provoca la gotta ed altri disturbi. Ha proprietà antinfiammato-rie e, grazie al suo alto contenuto di zuccheri, può essere utilizzata per im-magazzinare una buona percentuale di energia utile nei periodi di spossatez-za. Contiene inoltre il sorbitolo, so-stanza in grado di favorire il processo digestivo e di apportare benefici ai denti. Ed ora una maschera di bellezza alla pera. Se la pelle appare senza to-no, poco elastica e secca, il rimedio più semplice è applicare una maschera reidratante, nutriente e dallo spiccato potere tonificante. Una pelle tonica appare subito più luminosa e compat-ta inoltre si attenuano anche le piccole linee di espressione. Vediamo quindi come preparare un impacco di bellez-za a base di pera per tonificare la pelle. La maschera alla pera è una vera ricet-ta di bellezza, in questi ultimi anni sia donne che uomini tengono sempre più alla cura del proprio corpo e soprattut-to del viso, ma sappiamo bene quanto costano i trattamenti professionali nei centri estetici, e spesso non siamo certi che usino prodotti naturali. La

pera, oltre ad essere un frutto molto appetibile, è anche un vali-do aiuto per il benessere della pelle. Gli estratti di pera sono utilizzati nei prodotti cosme-tici per il loro notevole potere

anti-ossidante, tonificante e nutriente. Insieme a miele e yogurt si può prepa-rare in casa e in modo molto veloce un vero e proprio trattamento di bellezza che non ha nulla da invidiare a pro-dotti costosi. Prendere una pera sbuc-ciata, tagliata a pezzi e frullare la pol-pa fino a quando non si otterrà un composto omogeneo e senza grumi. Versare la polpa in una ciotola, quindi aggiungere un cucchiaino di miele ed un cucchiaino di yogurt bianco intero. Mescolare il tutto fino ad ottenere una maschera dalla consistenza morbida ma corposa. Applicare il composto sul viso con le mani, massaggiandolo deli-catamente in modo da far assorbire in profondità tutti i principi attivi degli ingredienti. Trascorsi 20 minuti una parte del prodotto si sarà assorbito nella pelle. Rimuovere tutti i residui di maschera con acqua tiepida e passare un tonico astringente per chiudere i pori. Si noterà una grana della pelle più fine, una cute più levigata grazie agli acidi della frutta, inoltre il viso sarà più compatto e di conseguenza più luminoso. Quindi le pere non solo buone da mangiare ma anche da spal-mare! Ricche di vitamine che contri-buiscono a rendere la pelle più giova-nile e rilassata, le vitamine A ed E che tonificano e la B1 e B2 che sono ener-gizzanti. Si tratta di una maschera per il viso adatta a tutti i tipi di pelle so-prattutto se grassa . Rita Moccia http://beauty.pianetadonna.it/come-tonificare-la

-pelle-con-la-maschera-alla-pera-135240.html#steps_8http://www.mr-loto.it/

pera.html

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20 ilCorniglianese/sport Marzo 2016

Campionati regionali, Florence dance, trofeo di Pasqua Successi ovunque per i piccoli campioni

dell’Asd Il Circolo della Salsa

Si sono con clu si an che quest’anno i campionati regio-nali Liguria 2016, disputati a Quiliano (Sv) domenica 13 mar-zo con ottimi risultati. Infatti con la coppia Sara De Caro e Pietro Chiossone nella categoria 8/11 anni, l’Asd. Il Cir-colo della Salsa, ha portato a casa i titoli di campione regiona-le Liguria nella Combinata cuba-na 2 balli e nella Combinata por-toticana 2 balli. Titoli che, oltre che vederci pri-mi ed unici nel capoluogo ligure, ci decreta campioni regionali assoluti nella categoria 8/11 an-ni. Sempre domenica 13 marzo, a Calenzano (Fi), il centro danza Asd. Il Cir-colo della Salsa ha preso parte al Trofeo

“Florence dance” con le piccole stelle dan-zanti nella categoria 8/11 anni: Aurora Di Natale, Anrea Clara Mango, Melissa Storace e Noemi Trifogli. Alla prestigiosa competizione, nella disciplina “Show Dance duo” Cat. 8/11, Aurora Di Natale e Melissa Storace, si sono piaz-zate al primo posto, mentre la coppia Andrea Clara Mango e Noemi Trifogli si è piazzata al secondo posto. “Show Dance solo” Cat. 8/11: Aurora Di Natale, terzo posto; Melissa Storace, sesto posto; Noemi Trifogli, settimo posto, e Andre Clara Mango, nono posto. Aurora Di Natale e Noemi Trifo-gli al loro primo esordio nella disciplina “Disco Dance duo” Cat. 8/11”, si sono piazzati al

quinto posto. Inoltre, la coppia Pietro Chiossone e Sara De Caro domenica 20

marzo hanno preso parte al Trofeo di Pasqua che si è svolto a Giaveno (To), dove hanno ottenuto un ter-zo posto nella Combinata portori-cana e sesto posto nella Combinata cubana, mentre il piccolo Pietro si è piazzato al secondo posto nell’assolo di Salsa shine. Primo posto per il duo Noemi Chiossone e Carol Baucia alla loro prima esperienza nella disciplina Salsa Shine classe unica. Un sentito ringraziamento da par-te dei vertici societari va in primis ai nostri piccoli ma grandi atleti, alle loro famiglie per i sacrifici e-conomici, ai preparatori maestro Marco Chiossone, mestra Marsha Cattelan ed alla maestra Veronica

Coppola. M.T.

Graziati da una tempera-tura prima-verile, sabato 12 marzo il Gruppo spor-tivo oratoria-le Corniglia-nese ha inau-gurato pres-so il campo sportivo S. Andrea il nuovo appa-recchio defi-b r i l l a t o r e , opportu n a-mente desi-derato e sponsorizza-to dalla ditta Cocozza, co-me da nor-mativa obbli-gatoria in-detta dalla Figc per tutte le società sportive. Per questo moti-vo, nei mesi scorsi allena-tori, dirigenti e alcuni geni-tori, si sono recati all'o-spedale S. Martino per sottopor-si a un corso con relativa abilita-zione all'uso del DAE e si è quin-di deciso di procedere all'inau-gurazione atipica ma pratica per spiegarne l'utilizzo. Armati di manichino e defibril-latore, ci siamo radunati al cam-po, dopo un breve discorso per spiegare a tutti l'importanza di avere a portata di mano e di pre-sidio di quartiere questo appa-recchio spiegandone nel merito il suo utilizzo per salvare la vita ad una persona, ma mostrare soprattutto che non ci vuole per forza un medico per certe mano-vre, ma è sufficiente la buona volontà di imparare a fare qual-cosa in quei particolari momen-ti. A sottolineare questa realtà, uno dei nostri piccoli calciatori della leva 2005, si è improvvisa-to istruttore e relatore con una dimostrazione pratica sulle ma-novre di disostruzione delle vie

aeree coinvolgendo i propri compagni di squadra e altri in-tervenuti. L'esperienza è sicuramente da ripetere, perché sempre più tutti abbiano facilmente accesso all'uso dei defibrillatori che, gra-zie agli attuali progetti Onlus individuali come ad esempio il “Rivivi” a Rivarolo saranno sem-pre più accessibili in città. Ringraziamo chi ha reso possibi-le e concreto questo progetto, in primis il Gso Corniglianese, il professor Bermano, primario della Centrale operativa del 118, l'infermiere professionale Cri-stiano Lameroli, gli “Angeli Ro-sa” per il prestito del materiale didattico e, per finire, i genitori che in ogni momento, grazie al loro impegno favoriscono que-sto tipo di intervento di primo pronto soccorso. Romina Marchetti

Gso Corniglianese, defibrillatore e nozioni di primo intervento

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21 ilCorniglianese/sport Marzo 2016 >>>

La storia blucerchiata raccontata attraverso gli aneddoti, gli episodi e i ricordi di chi l’ha vissuta: la nuova puntata della rubrica “1946" di Sampdorianews.net de-dicata ai 69 anni della Sampdoria, ha ospitato come narratore per l’album dei ricordi Guido Pallotti, storico tifoso blucerchiato e redat-tore, collaboratore, di questo gior-nale. Ricorda Pallotti: "Edwing Ronald Firmani arrivò alla Sam-pdoria nel 1955, era un giocatore di origini sudafricane che iniziò la sua carriera in Inghilterra, nel Char-lton, giocò anche nella nazionale italiana tra il 1956 ed il 1958. Firmani, detto Eddie, venne ven-duto tre stagioni più tardi, all'Inter, facendo una buona plusvalenza.

Nei suoi anni in nerazzurro non entrò nelle lodi di Helenio Herrera, guadagnandosi l’appellativo di “tacchino freddo”, per il modo di proporsi, distaccato, in tipico stile anglosassone, benché lui fosse nato a Cape Town. Passò, quindi, al Genoa nel 1961 appena retrocesso in serie B, con-tribuendo all'immediato ritorno in A dei rossoblù. Firmani era un centravanti che ebbe la fortuna di giocare con gen-te come Ernst Ockwirk, Gaudenzio Bernasconi ed il debut-tante Bruno Mora. Personalmente lo consi-dero un grande e come detto prima ha giocato anche in nazionale. In quegli anni la squadra azzurra era una forma-zione sperimentale nella quale in una partita, era la stagione 1956/1957, oltre a lui, giocarono altri blucerchiati come l'ala sinistra Marcello Agnoletto e quella de-stra Mario Tortul, il ter-zino destro Giuseppe Farina ed appunto l'at-taccante di origini suda-fricane che, in Naziona-le fece solo 3 presenze ma segnò 2 reti.

“Eddie” detiene la media-gol più alta di tutti nella storia della Sam-pdoria, più, addirittura di Vialli, di Mancini e di Bassetto poiché in 83 partite segnò la bellezza di 52 gol. Ha proseguito la sua carriera, pro-lifica di gol, nell'Inter facendone 48 in 82 partite". L’articolo di Alberto De Venuto è visi-bile su: Sampdorianew.net, nella rubrica “Giocavamo insieme”.

Genoa e Sampdoria, volata finale Ma quale destino per i due allenatori?

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Uovo di Pasqua amaro per Genoa e Sampdoria. Zero i punti conquista-ti e tanti rimpianti per non aver dato ossigeno alla classifica, in par-ticolar modo i blucerchiati sconfitti in casa dal Chievo in una gara dove da salvare c'è stato poco o nulla. Il Grifone perde a Napoli dopo una prestazione maiuscola e torna a Genova con il rammarico di avere sfiorato quella che avrebbe potuto definirsi una vera e propria impre-

sa: Rincon sigla il goal di apertura, ma l'infortunio di Burdisso prima e lo strapotere tecnico di Higuain poi rovinano i piani ai rossoblù. Visto l'infortunio del capitano, Ga-sperini è chiamato ad affrontare un'emergenza difensiva, fortunata-mente per il Grifone Munoz sem-bra aver recuperato dai fastidi alla caviglia e di conseguenza pronto per sostituire l'argentino. Anche Ansaldi resterà fuori un mese, Marchese sempre out, mentre per Cerci i tempi dovrebbero aggirarsi intorno alle due settimane, l'ex Milan infatti ha riscontrato una lesione di primo grado del bicipite femorale della coscia sinistra du-rante la partita al San Paolo. Campo a parte, attorno alle due squadre genovesi continuano le voci sui due allenatori. Si fanno sempre più forti i timori da parte della maggioranza della tifoseria genoana di perdere Gian Piero Ga-sperini per la prossima stagione. L'uomo dei record rossoblù, che ha superato le panchine di Gigi Simo-ni, sembra destinato a una nuova avventura e su di lui gravitano squadre come Atalanta e Torino, senza dimenticare la candidatura fatta da Trapattoni per la guida

della Nazionale in virtù dell'addio di Conte direzione Chelsea. Più salda la posizione di Montella, ma i risultati poco brillanti ottenuti po-trebbero aprire scenari particolari prima dell'apertura del mercato estivo. A Bogliasco proseguono i lavori di recupero degli infortunati: Palombo e Carbonero ancora fer-mi, rientrati i nazionali. Riccardo Cabona

Esclusiva da Sampdorianews.net “1946”. Pallotti: "Firmani, il giocatore con la media-gol più alta della storia blucerchiata"

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Sotto i platani di viale Regina Margherita di Stefania Saltarelli

ilCorniglianese/come eravamo, come siamo Marzo 2016

Nel mese di gennaio 2016 sono stati tagliati tutti i platani secolari di via Federico Gattorno e al loro posto sono stati piantati tanti piccoli alberelli che sono anche carini ma purtroppo in un quartiere di frontiera come Corniglia-no, sinceramente non sono molto a-datti, infatti alla loro base si è già for-mata una folta coltre di spazzatura di ogni genere (grazie alla buona educa-zione di alcuni cittadini.) e qualcuno dei piccoli tronchetti è già stato dan-neggiato e tagliuzzato dai vandali. Spero di sbagliarmi ma credo che que-sti poveri alberelli avranno una vita breve… Comunque, questo cambia-mento mi ha fatto tornare alla mente molti episodi e aneddoti riguardanti la Cornigliano di un tempo e, ovviamen-te, i vecchi platani secolari che hanno popolato per decenni questa strada, dove peraltro io abito da ben 40 anni, ma la mia mamma sono la bellezza di 80 anni che vive in questa via, quindi lei è una vera e propria enciclopedia vivente del nostro quartiere e ha una memoria formidabile nel ricordarsi e raccontarmi episodi dei tempi passati. Era una via elegante e soprattutto pu-lita, via Regina, come era conosciuta fino al secondo dopoguerra quando venne intitolata definitivamente al

garibaldino Federico Gattorno: aveva due lunghe file di platani, alti e folti e, vi erano le panchine di pietra lungo i marciapiedi che la rendevano un vero e proprio viale. A quel tempo si poteva giocare per la strada senza pericoli, le macchine erano rarissime, infatti vi erano gruppetti di bambine e ragazzi-ne (tra le quali la mia mamma) che, appena terminavano le incombenze domestiche o i compiti di scuola, scen-devano nella via e i giochi come il pàmpano, il nascondino, il gioco dei colori o quello di suonare i campanelli delle porte e scappare via..., erano i divertimenti dei bambini di un paese che cercava faticosamente di risolle-varsi dalle macerie e dalle tragedie della guerra. Vi erano tanti negozi, anzi botteghe, in via Regina e non era necessario arrivare sulla via Corniglia-no perché trovavi tutto quello che ser-viva per fare la spesa, dal lattaio ai commestibili, al calzolaio, alla merce-ria... vi era perfino il negozio delle cas-se da morto del Natalin, con tutte le bare allineate in bella mostra, era una bottega spesso oggetto delle prese in giro da parte dei ragazzini. Per non parlare della bottega della Maria du Santin che vendeva detersivi e sapone ma anche una serie infinita di cara-

melle, liquirizie, dolcetti e piccole lec-cornie in genere: era una meta preli-bata durante i pomeriggi di giochi e scorribande in strada, sempre se in tasca avevi qualche monetina, altri-menti lasciavi da pagare e loro segna-vano sul pezzetto di carta. Nel palazzo dove abitiamo vi era un tempo un panificio al piano terra e mi immagino il profumo del pane appena sfornato e della focaccia che si propa-gava nelle scale. Insomma la via era una piccola città dove tutti si conosce-vano e i rapporti umani erano veri e sinceri, dove ci si aiutava nelle difficol-tà ed esisteva ancora la solidarietà u-mana; certo, le cattiverie esistevano anche allora ma non si era sicuramen-te ai livelli della società di oggi. In e-state le fronde degli alberi facevano ombra e soprattutto la sera era bello ritrovarsi sulle panchine per chiac-chierare e mangiare un gelato, magari anche fino a tarda ora, finché capitava che qualche inquilino un po’ nervoso magari per far sì che il gruppetto ru-moroso andasse a dormire, gettava sulle malcapitate ragazzine un catino di acqua bella fredda. In inverno quando nevicava sembrava un paesag-gio di montagna: era bello vedere i platani scheletriti colmi di neve (li ho anche fotografati in occasione di alcu-ne nevicate). I platani servivano anche per nascondersi o mimetizzarsi quan-do era l’ora di rincasare per le bambi-ne che giocavano in strada, quindi dal-la finestra vi era mia zia Angela che chiamava la mia mamma, la quale a volte faceva finta di niente o di non sentire per restare ancora qual-che minuto con le com-pagne di giochi ma, quando arrivava la “minaccia” finale, vale a dire la fatidica frase “stasera lo dico al papà“ allora Caterina (anzi Rina o Rinin, come era conosciuta la mamma) si decideva a salire in casa, pronta però a parare

qualche sberla che poteva volare da parte della sorella maggiore. Posso concludere il mio racconto con un “addio platani di via Regina”, siete stati i testimoni maestosi e silenziosi di tanti anni, di tanti cambiamenti per il nostro quartiere, di tanti eventi sto-rici, compagni di giochi e ore serene in tutte le stagioni per i bambini di allo-ra, oggi con i capelli bianchi e per i “bambini” un po’ cresciuti come la sottoscritta. Cartoline collezione Bellini

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Page 23: IlCorniglianese Marzo 2016

GENOVA PER NOI E IL BLUEPRINT DI PIANO È una grande idea? Un momento: Pacta servanda sunt? Agli amministratori genovesi piace troppo scher-zare sulla pelle dei cittadini di Cornigliano. Il Secolo XIX scrive: “L’autorità portuale, nell’ultima fase della presi-denza di Luigi Merlo, si era detta disponibile a trasferire i suoi 70 milioni di euro per la bonifica di Cornigliano pro-prio al Blueprint. Resta da capire se il commissario, l’ammiraglio Giovani Pettori-no, intenda confermare l’impegno di Merlo. E dopo di lui, dovrà soprattutto pronun-ciarsi il nuovo presidente dell’authority”. Presidente Toti, sia garante che si metta-no giù le mani dal tesoretto per Cornigliano, i reiterati attacchi al futuro della comu-nità di Cornigliano fanno i-norridire. Questa sinistra ge-novese, dove il Pd è il partito guida, va messa in seria di-scussione perché incapace strutturalmente di rispettare gli impegni assunti in "pompa magna" (in senso latino non romanesco) con la cittadinan-za di Cornigliano all’atto della firma del funesto accordo di programma (Ilva – Corniglia-no). Accordo che peraltro an-drebbe rivisto dalla testa ai piedi, salvaguardando: ( 1 ) un migliore utilizzo delle aree Ilva ed ex-Ilva (ad uso indu-striale e portuale); ( 2 ) una effettiva garanzia di manteni-mento dei livelli occupazionali Ilva; ( 3 ) il risarcimento alla collettività di Cornigliano con quanto previsto dall’accordo per rivitalizzare e risanare il tessuto urbano, peraltro in disastroso ritardo dopo già 10 anni trascorsi con troppe cose ancora da realizzare. questio-ni che reclamano una presa di posizione politica forte, tanto da chiedere a chi amministra l’Accordo di Programma ed ha competenza sui terreni sde-manializzati, la liquidazione immediata della società pre-posta allo scopo o l’azzeramento del consiglio di amministrazione. Non si può

andare avanti con questi ritmi e l'alto tasso di disattenzione per i cittadini di Cornigliano. Mi auguro vivamente che l’ammiraglio Pettorino si guardi bene dal fare azioni contro i cittadini di Corniglia-no, ci si augura che sia ben guidato dal Codice d’onore di alto ufficiale della Marina mi-litare innanzitutto, perché affondare le ultime speranze di una intera comunità citta-dina, che ha sacrificato il suo mare, non può essere l’obiettivo di un ‘marinaio’, gente di mare, gente nostra.

Enrico Vigo

OSPEDALE PADRE ANTERO DI SESTRI Un servizio che deve migliorare Alla Redazione del Corniglia-nese Sono un corniglianese di vec-chia data. Anche a nome di alcuni utenti dell'ospedale Padre Antero, vorrei segnala-re due anomalie che, secondo il mio parere, denotano una certa sofferenza nella sanità del Ponente. La prima riguar-da il reparto di Oculistica, fiore all'occhiello della Regio-ne, dove però sembra esserci carenza di alcuni operatori. Segnalo in particolare il fatto che, dopo attese di giorni per effettuare una fluorangiogra-fia, l'appuntamento di un mio famigliare è stato rimandato di altre due settimane perché, a detta dell'ospedale sestrese, l'unico medico che effettua questo esame era assente per malattia. Possibile che non fosse prevista una sostituzio-ne, anche da altri ospedali? La seconda segnalazione ri-guarda il Pronto Soccorso dell'ospedale, dove, dopo una certa ora, non è più possibile svolgere radiografie perché il reparto di Radiologia è già chiuso. Un mio conoscente, fratturato ad un piede, è stato solo fasciato sommariamente e rimandato il giorno dopo all'ospedale di Voltri, con gra-ve disagio. Passi per l'Ortopedia, che or-mai a Sestri non esiste più,

ma almeno un radiologo po-trebbe essere presente, tanto più che si tratta di un pronto soccorso! Non sarebbe possi-bile organizzare il lavoro dell'ospedale, tenendo aperto più a lungo il reparto di Ra-diologia in modo da utilizzare al meglio i macchinari ed evi-tare ulteriori difficoltà per chi si è infortunato? La stessa organizzazione po-trebbe essere estesa alle sosti-tuzioni in tutti i reparti. Vorremmo che la Asl 3 e la Regione Liguria disponessero un uso più razionale sia del personale, sia dei macchinari, in particolare nell'ospedale di Sestri, che è la delegazione più abitata della città e dove confluiscono per le cure nu-merosi utenti, specie da Pegli e Cornigliano. Grazie della gentile ospitalità.

Gm

QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DELLE AREE EX-ILVA Contese da autotrasportatori vari Assegnazioni di aree, prezzi indicati da taluni come troppo bassi, e proroghe di contratti che qualcuno ha messo in di-scussione. Noi cittadini spet-tatori inermi invece siamo davanti al monitor allibiti (siamo in Europa o in Afri-ca?). Questa vicenda è una delle più squallide nella storia del porto, gestita alla “genovese”, dove contano la cocina dialettale e le gagliarde “public relations”, mentre le regole, a quanto parrebbe, sono carta straccia. La parte pubblica, comunque vada, ne uscirà con le ossa rotte, questo mi pare già oggi si possa, se non affermare, almeno pronosticare. Che la vivace imprenditoria in questione s’azzuffi fino a sbra-narsi o faccia accordi privati in un incipriato salotto non mi interessa una cippa: affari loro, gente aggressiva sul mercato e molto ben scafata, che sa badare molto bene ai casi propri da sola. L’oggetto del contendere qui

invece è la conduzione disin-volta della cosa pubblica, stando ovviamente ai pronun-ciamenti finora intervenuti da parte di alcuni gradi di giudi-zio (Tar), non tanto alle mie convinzioni personali che non metto in gioco perché lo scon-certo è talmente macroscopi-co che mi paralizza. Bisognerà davvero aspettare il 2018 per vedere finalmente esaurito il periodo geologico lunghissimo di vicende che solo a Genova possono acca-dere? Stai a vedere adesso che la Società per Cornigliano Spa magari corre anche il rischio di dover rifondere il danno ad uno degli autotrasportatori esclusi, e in tal malaugurato caso a rimetterci saranno an-cora una volta i cittadini di Cornigliano a cui potrebbe, nel caso peggiore, essere rapi-nata ancora una volta l’anima. Danno e beffe, cornuti e maz-ziati, “according to the best traditions”. Nessuno chiederà mai conto al pro tempore Board of Di-rectors pubblico dell’operato? Visto che da più parti i bene informati oracoli dichiarano che tale opportunità (tutta da valutare a cura del Consiglio di Stato e delle eventuali azio-ni in sede civile) non sia tanto peregrina, e che si stia profi-lando con ben delineati con-torni nefasti per la collettività una soluzione raccapriccian-te? Solo a questa latitudine si godono spettacoli agghiac-cianti che durano infingarda-mente e sfacciatamente lustri. Che spettacoli sulla ribalta, ragazzi! Ma non sarebbe ora di far di-ventare il Porto di Genova un porto “normale”? Ammiraglio Pettorino, gentil-mente, ci butti un doveroso occhio sulle carte (troverà tanta polvere), ne vale la pe-na, girano branchi di lupi fa-melici in tutti gli angoli del porto e della città di Genova, e a rimetterci sono sempre i più deboli e gli incolpevoli: i cittadini impotenti. Grazie anticipatamente.

Enrico Vigo

ilCorniglianese/e-mail e lettere alla redazione 23 Marzo 2016

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Page 24: IlCorniglianese Marzo 2016

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La primavera è arrivata e l'OrtoCollet-tivo ne testimonia la presenza… tutte le piante mostrano un pieno vigore e la terra sembra sorridere ogni volta che la pioggia la bagna. Da molti anni non si vedeva una cosa simile… piog-ge delicate e con una persistenza utile a far vivere le piante senza distrugge-re nulla. Se l'OrtoCollettivo sorride e mostra la sua bellezza, lo stesso accade al “modello” che esso propone; numero-se richiesta di replica arrivano da va-rie parti e a breve partiranno due nuovi cantieri sperimentali come il primo, quello di Campi, che tra poco f e s t e g g e r à i l p r i m o a n n o (ricordiamoci che fu iniziato il 16 maggio 2015!). Intanto i ragazzi che l'Is. For. Coop. che raggiungono quotidianamente Campi per frequentare un corso di formazione professionale, stanno ar-ricchendo di emozioni tutto l'ambien-te, dimostrano di gradire in maniera molto particolare stare fuori dall'aula (!!) e imparare in mezzo alla natura con un bosco che “canta” per loro. Stupisce la loro voglia di darsi da fare imparando via via quelle piccole cose che facevano parte di un mondo or-mai dimenticato ma che ha lasciato molte tracce negli archetipi. In particolare stanno preparando una novità per Campi e anche per Genova, la realizzazione di un percorso tattile

che sarà pronto all'inizio dell'estate; con quest'impianto si potrà rendere disponibile un passatempo che richie-de abilità e attenzione a tutti quei gio-vani (e non solo) che vorranno tra-scorrere un poco del loro tempo cam-minando a piedi nudi su un sentiero creato apposta; ci saranno salite e discese, vasche ricolme di varie tipo-logie di elementi (sassi, cortecce, ra-mi, erbe ecc.) spesso immersi nell'ac-qua, da percorrere rigorosamente a piedi nudi. Appena sarà pronto il percorso speri-mentale l'OrtoCollettivo organizzerà una giornata di prova per bambini e adulti con la collaborazione attenta e sempre disponibile della Pro Loco di Cornigliano, durante la quale molte persone prenderanno per la prima volta contatto con la natura “senza scarpe”. Quel giorno, partendo da un percorso a piedi nudi, sarà possibile iniziare a capire quante costrizioni ci ha impo-sto la vita “moderna” (a cominciare dalle scarpe) e sarà possibile iniziare una riflessione che abbia lo scopo di rivisitare un mondo molto vicino alle esigenze dell'essere umano che, giova ripeterlo, si può trovare ogni giorno all'OrtoCollettivo di Campi. A presto...

Valentina Grasso Team OrtoCollettivo Genova

Illustrazione di Adriano Sanna

Marzo 2016 24

Dichiarazione universale dei Diritti dell'animale

Articolo 9 Nel caso che l'animale sia

allevato per l'alimentazione deve essere nutrito, alloggiato, trasportato e ucciso senza che

per lui ne risulti ansietà' e dolore.

Articolo 10

a)Nessun animale deve essere usato per il divertimento

dell' uomo; b) le esibizioni di animali e gli spettacoli che

utilizzano degli animali sono incompatibili con la dignità

dell'animale.

Articolo 11 Ogni atto che comporti

l'uccisione di un animale senza necessità è un biocidio, cioè un delitto contro la vita.