ilCorniglianese Luglio 2013

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ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura Cittadini a confronto di Enrico Cirone “Salve, sono un nuovo cittadi no degli Erzelli”. “Salve, sono un vecchio cittadino di Corni- gliano”. “Noi agli Erzelli abbia mo l’Università, le biotecnolo gie e l’innovazione”. “Noi, a Cornigliano, abbiamo… aveva mo… ora non abbiamo più niente”. “Mi dispiace ma noi agli Erzelli avremo l’ospedale, il polo tecnologico e la logisti- ca”. “Noi, noi… abbiamo il vec chio mercato che ora non… vabbe’, poi abbiamo villa Serra che ancora non ha… però c’è un bel traffico che…”. “Noi, agli Erzelli avremo la funicolare, la metro, il verde, il collegamento con l’aeroporto, l’ospedale e l’università per i nostri ragazzi in odore di laurea”. “ Noi, a Cornigliano più che l’odore abbiamo la puzza, sì, quella del depuratore”. “Agli Erzelli fac ciamo tutto in un attimo: logi- stica, high tech, università”. “Noi un po’ meno: se va bene, a Cornigliano, la puzza del depu- ratore l’avremo per almeno altri dieci anni. Salve”. “Buona fortuna”. Anno II Numero 7 Mensile Copia gratuita Luglio 2013 < o Cornigiòtto> UNA CABINOVIA COLLEGHERA’ L’AEROPORTO CON LA STAZIONE DI FS ERZELLI AVRA’ CABINE DA 10 POSTI, 4 PILONI, UNA PORTATA ORARIA DI 4000 PERSONE Funiculì, funicu-là agli Erzelli Come potrebbe apparire la nuova segnaletica verticale degli Erzelli, una volta realizzata la cabinovia in grado di collegare l’aeroporto con la stazione ferroviaria Trofeo Leroy Merlin al Ferrando, triangolare di beneficenza in favore delle famiglie delle vittime di Molo Giano

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ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura

Cittadini a confronto

di Enrico Cirone

“Salve, sono un nuovo cittadi-­no degli Erzelli”. “Salve, sono un vecchio cittadino di Corni-gliano”. “Noi agli Erzelli abbia-­mo l’Università, le biotecnolo-­gie e l’innovazione”. “Noi, a Cornigliano, abbiamo… aveva-­mo… ora non abbiamo più niente”. “Mi dispiace ma noi agli Erzelli avremo l’ospedale, il polo tecnologico e la logisti-ca”. “Noi, noi… abbiamo il vec-­chio mercato che ora non… vabbe’, poi abbiamo villa Serra che ancora non ha… però c’è un bel traffico che…”. “Noi, agli Erzelli avremo la funicolare, la metro, il verde, il collegamento con l’aeroporto, l’ospedale e l’università per i nostri ragazzi in odore di laurea”. “ Noi, a Cornigliano più che l’odore abbiamo la puzza, sì, quella del depuratore”. “Agli Erzelli fac-­ciamo tutto in un attimo: logi-stica, high tech, università”. “Noi un po’ meno: se va bene, a Cornigliano, la puzza del depu-ratore l’avremo per almeno altri dieci anni. Salve”. “Buona fortuna”.

Anno II Numero 7 Mensile Copia gratuita Luglio 2013

< o Cornigiòtto>

UNA CABINOVIA COLLEGHERA’ L’AEROPORTO CON LA STAZIONE DI FS ERZELLI AVRA’ CABINE DA 10 POSTI, 4 PILONI, UNA PORTATA ORARIA DI 4000 PERSONE Funiculì, funicu-là agli Erzelli

Come potrebbe apparire la nuova segnaletica verticale degli Erzelli, una volta realizzata la cabinovia in grado di collegare l’aeroporto con la stazione ferroviaria

Trofeo Leroy Merlin al Ferrando, triangolare di beneficenza in favore delle famiglie delle vittime di Molo Giano

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Luglio 2013 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione 2

Zingari: premesso, preso atto, posto che, considerato che, evidenziato che… Cosa decide la Giunta del Municipio VI medio ponente?

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Ritorna in maniera ormai ciclica, perché mai risolto da nessuno, il problema degli insediamen-ti degli zingari e le conseguenze della loro integrazione nel tessuto sociale della nostra città. Risultano evidenti— anche dalle nostre foto— gli ultimi accampamenti che si sono venuti a creare a Cornigliano con tutti i problemi igienici e di decoro che questi hanno comportato. Il Municipio VI medio ponente, dopo aver effettuato le valutazioni di rito, ha deciso , fra le altre cose, di “individuare aree attrezzate dove consentire una stanzialità temporanea—e aggiungia-mo noi: decorosa—” alle varie comunità nomadi insediate stabilmente sul nostro territorio. A nostro avviso questa delibera di Giunta (linea programmatica) non sposta il problema di un centimetro. La questione “nomadi” deve essere presa in carico non da un singolo Municipio genovese ma dal Comune capoluogo che, sentite le varie municipalità, può individuare i terri-tori più idonei alla soluzione. Vista la poca rappresentanza che Cornigliano ha all’interno del consiglio municipale, ancora una volta la nostra comunità teme che le aree che la giunta vuole individuare siano cercate e tro-vate solo a Corni-gliano, su quel terri-torio che, con molta fatica, dopo il disa-stro ambientale delle acciaierie cerca la strada per ritrova-re il giusto equili-brio sociale tra le esigenze di recupero e di sviluppo dell’intera comuni-­tà. S. P.

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Il 9 luglio l’agenzia AGI ha riportato la notizia che l’Unione Europea cofinanzierà la progettazione per una nuova stazione che dovrà collegare in maniera più razionale la rete ferroviaria all’aeroporto “C. Colombo”, anche con soluzioni tecniche avveniristiche, quali una cabinovia che colleghereb-be alla nuova stazione sia l’aeroporto che il polo tecnolo-­gico di Erzelli. Il costo della prima fase progettuale, il cui termine è previsto per il 2014/2015 e stimato in 1,2 milioni di euro, sarà sostenuto per metà dalla Commissione

Genova-Rotterdam, traffici in crescita sul corridoio dei due mari E l’Unione Europea mette Cornigliano “in rete”

Rotterdam” detto dei “Due mari” strategi-­camente impor-tantissimo per il trasporto delle merci con colle-gamento su ferro tra il no-stro porto e quelli del nord Rotterdam ed Anversa, i cui flussi di traffico anche in que-sto momento di crisi economi-ca, secondo recenti studi da noi consultati, sono in continua crescita. Per l’Italia ed il nostro porto il “corridoio” rappresenterà uno

strumento fonda-mentale per connet-tere il sistema pro-duttivo nazionale ai Paesi del nord e costituire una porta di accesso all’Europa nei con-­fronti dei traffici globali provenienti dall’estremo oriente e dalla sponda sud del Mediterraneo.

importante sia oggetto di ap-profondite e serie valutazioni, possibilmente condotte con razionalità, dalle quali vengono escluse preclusioni di carattere puramente ideologico. Corni-glianese” seguirà dettagliata-­mente lo sviluppo della situa-zione nel suo iter presumibil-mente non breve. Precisiamo che quanto sopra nasce su pro-posta della Comunità Europea (progetto AGS) e più precisa-­mente dall’Agenzia per la “Rete transeuropea dei trasporti, “TEN-T, che fra le principali infrastrutture ferroviarie euro-pee ha collocato al sesto posto e quindi fra le priorità il cosid-detto “Corridoio Genova-

Europea e per metà da Regione Liguria, Comune di Genova, Aeroporto di Genova e Società per Cornigliano. E’ chiaro che tutto questo am-­bizioso progetto prevede la realizzazione di un collega-mento veloce con il centro cit-tà, tramite la costruzione di una metropolitana leggera che garantirebbe un servizio di trasporto a basso costo del quale ne usufruirebbe l’intera delegazione di Cornigliano. Il progetto con la nuova stazio-ne di “Erzelli” prevede la co-­struzione di una nuova fermata ferroviaria a Cornigliano, pre-sumibilmente nei pressi di Palazzo Bombrini. Queste sono le premesse molto interessanti che, realizzate, rappre-senteranno un decisivo e positivo miglioramento in termini logistici e di posizione stra-tegica della nostra Delegazione, per cui occorrerà che un argomento così

Il traffico merci nel tratto Ge-nova-Rotterdam ha raggiunto nel 2010 14,3 milioni di ton-nellate, compensando così la crisi del 2009 (- 7,1%). Nella realizzazione del “Corridoio dei due mari” si innesta e si evidenzia l’importanza della costruzione del “Terzo valico dei Giovi”, fondamentale per la funziona-lità di questa tratta ferroviaria. Ed ecco perché anche l’aeroporto è chiamato a mi-­gliorare decisamente la propria funzione di supporto ad una rete ferroviaria in decisa razio-nale espansione. Roberto Veneziani

Foce del Polcevera, il destino del sito legato ad un “Hombre”

Hombre è l’acronimo di Holi-­stic Management of Brownfield Regeneration ed è un progetto europeo di ricerca delle durata di quattro anni (2011-2014) sulle riqualificazioni delle aree dismesse di natura industriale, urbana ed agricola. A Hombre partecipano con finanziamenti forniti dalla EU una serie di società, studi, professionisti ed E nt i eu r op e i , gu i d a t i dall’Istituto olandese Deltares, che si occupa di gestione del territorio, in particolare di bonifiche. Il progetto Hombre mira alla definizione di un Bro-wnfield Navigator (BFN), un simulatore che dovrebbe gui-dare gli amministratori e gli stakeholders nelle scelte relati-

ve alla riqualificazione ambien-tale di un sito, così come pre-venire la nascita di nuove bro-wnfields. Il BFN presenta sce-nari differenti prendendo in considerazione aspetti storici, sociali, ambientali e le poten-zialità tecnologiche di recupe-

ro. Il BFN fun-zionerà grazie ad un innovati-vo “interactive design table”, un grande ta-volo a controllo tattile con un software di gestione dedi-cato che potrà aiutare gli sta-keholders e gli

amministratori a valutare me-glio il destino di un sito, grazie ad un numero elevato di para-metri analizzati dal team di ricerca. Il sistema funziona grazie ad una serie di indicato-ri di natura scientifica, econo-mica e sociale, che dovrebbero

consentire l’individuazione di future brownfield e facilitare il recupero di quelli già esistenti, nell’ottica di una riduzione degli impatti e dei costi nelle gestione del territorio. Il lavoro di ricerca è quindi molto com-plesso e prevede professionali-tà diverse di natura tecnico-ambientale, ma anche econo-mica e sociale. Il BFN verrà testato su una serie di casi stu-dio, uno dei quali è la foce del torrente Polcevera e relativa area industriale ex Ilva nel quartiere di Cornigliano. Il progetto Hombre prevede inol-tre la messa a punto di tecnolo-gie innovative e sostenibili volte al recupero delle bro-wnfields in tempi limitati e con

costi modesti. Tra queste si contano sia soluzioni “hard” di natura ingegneristica, che ap-procci più “soft” che fanno riferimento ad un esteso im-piego di tecnologie “verdi”, quali bonifiche agro ambientali (biochar) e l’impiego di tipolo-­gie di verde (rinaturalizzazioni, aree verdi per il recupero ac-que piovane, verde pensile, ecc.), senza trascurare la pro-duzione di energie rinnovabili. PN Studio fa parte del progetto Hombre fin dall’inizio e segui-­rà con gli altri partners diversi aspetti di natura ambientale e paesaggistica, oltre ad essere il referente per il caso studio del Polcevera. Oerre

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La foce del Polcevera destinata alla riqualificazione

La foce del Polcevera destinata alla riqualificazione

Il corridoio ferroviario per Rotterdam

I flussi di traffico merci su ferro in Europa sono in continua crescita

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Luglio 2013 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione 4

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"E' una struttura molto malandata, tant'è che qui si parla proprio di demolirla e rifarla ex-novo. Ne stiamo parlando con la Fondazione Carige e con la Società per Cornigliano, provando a trovare qualche risorsa all'interno del budget della boni-fica delle aree ex-Ilva". Questo quanto asseriva il presidente della Regione Ligu-ria, Claudio Burlando, durante un sopralluogo il 22 ottobre 2010. Le risorse ven-nero trovate nella misura di 900mila euro e la ristrutturazione della Bocciofila inserita alla "Misura B8" del programma di riqualificazione urbana al capitolo "Consolidamento degli attrattori sociali". La gioia alla notizia dei pochi soci rimasti termina però quando si scopre che par-te del sedime dove sorge la Bocciofila è interessato dal tracciato del rivo Roncallo e quindi soggetto ad un vincolo idrogeologico del quale i progettisti, evidente-mente poco accorti, ne ignoravano l'esistenza. In quella zona, per alcuni metri, non si può quindi erigere alcun volume. Il tempo passa e, mentre la Bocciofila deve sempre fare di più i conti con una situazione finanziaria a dir poco fallimen-tare e i pochi soci rimasti si “sbattono” per tenerla aperta, a qualcuno pare sia venuta la brillante idea di delocalizzarla. Se vera, questa notizia, ben conoscendo i tempi biblici occorrenti ai nostri ammi-nistratori, probabilmente questo potrà avvenire tra qualche anno (salvo ulteriori vincoli più o meno occulti). Perché quindi non lasciare dove storicamente si trova

la Bocciofila con un intervento sicu-ramente più rapido e più economico che tenga conto dei suddetti vincoli? Perché non ricostruire un volume più piccolo dove è consentito e la-sciare quindi la parte dell'area sopra il rivo in questione fruibile con cam-pi da bocce coperti da una tensotrut-tura leggera oppure come pubblica piazza? Mentre ragioniamo uno dei ritrovi storici del nostro quartiere rischia in questi giorni la chiusura. Facciamo in modo che questo non accada e facciamolo subito. Oerre

Bocciofila corniglianese, una storia infinita Delocalizzarla? Idea da bocciare

Chiude Vittorio, rosticcere per 50 anni Indimenticabile era il suo cappon magro

Dopo mezzo secolo, cinquant’anni di attività, la rosticceria Cabona abbassa defini-­tivamente la serranda e appende al chiodo gli arnesi del mestiere, padelle e tega-mi. Vittorio, il titolare, che ha gestito insieme con la moglie e le tre figlie il noto esercizio in via Cornigliano, chiude per raggiunti limiti d’età ma anche per il diffi-­cile momento che attraversa il commercio in generale. Dal pollo arrosto all’insalata russa, alle salse, ai polpettoni, ai ripieni tipici liguri, Vittorio ha sempre accolto i clienti con la bontà delle sue prelibate preparazioni accompagnate da un generoso sorriso e da una battuta scherzosa. Indimenticabile il suo cappon magro che faceva sempre bella mostra nella sua già ricca vetrina. Due generazioni di cor-niglianesi perdono un affidabile riferimento della buona cucina. Ora Vittorio e la gentile consorte cucineranno per i loro fortunati nipoti. Auguri. E.C.

Il nuovo impianto della bocciofila di Cornigliano potrebbe ripartire con una “tensostruttura leggera”

L’interno della bocciofila corniglianese

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Luglio 2013 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

"deregulation", come testimonia l'abnorme espansione delle proposte di giochi in ogni comune d'Italia. Nel frattempo si chiede una moratoria rispetto all'immissio-ne di nuovi giochi, sia per quantità che per qualità, e la rinuncia ad ampliare ulte-riormente la raccolta e i ricavi derivanti dall'azzardo, anche nel caso di nuove e-mergenze nazionali che richiedono l'immediato introito di risorse. 2. Restituire un potere decisionale alle comunità locali, ora espropriate di ogni funzione di "governo" del fenomeno: i sindaci non possono intervenire sulle licen-ze, perché totalmente scavalcati dall'attuale legge dello Stato. 3. Impedire la pubblicità del gioco d'azzardo con appositi divieti, non diversamen-­te da quanto avviene per il tabacco. Pur consapevoli della normativa europea in merito, i promotori ritengono che gli Stati nazionali debbano riaprire il confronto sull'intera questione all'interno della Commissione e nello stesso Parlamento di Strasburgo. 4. Inserire il gioco d'azzardo patologico all'interno dei Livelli Essenziali di Assi-stenza previsti per i servizi sanitari, con una normativa volta a equiparare il diritto alle cure e l'accesso gratuito e diretto ai servizi già garantiti nelle altre forme di dipendenza patologica. Al fine di rendere sostenibili i costi di tale equiparazione si propone di devolvere l'1% del fatturato complessivo sul gioco alla riparazione dei danni direttamente o indirettamente provocati dall'espansione del fenomeno. Le risorse da reperire potrebbero essere così ripartite: per un terzo dalla riduzione delle vincite, per un altro terzo dagli introiti fiscali dello Stato, per il rimanente terzo dai profitti dei concessionari e gestori. 5. Costituire un tavolo di confronto con le associazioni e i servizi impegnati nel settore, al fine di definire i criteri e le iniziative di una corretta ed efficace campa-gna di educazione al gioco e di prevenzione dei rischi indotti dal gioco d'azzardo. Nello stesso tempo, si chiede la chiusura definitiva della campagna "Giovani e Gioco" realizzata nelle scuole dai Monopoli di Stato, di cui è stata segnalata da più parti la discutibile impostazione. Per info: Mariano Bottaccio - Responsabile Ufficio stampa Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) cell. 329 2928070 - email: [email protected] Giusy Colmo - Responsabile Ufficio stampa Auser cell. 348 2819301 - email [email protected] Riccardo Ottonelli (liberamente tratto dal sito di "Libera")

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In Italia crescono i fatturati del gioco d'azzardo ma anche i costi sanitari, sociali, relazionali e legali della sua diffusione. Per questo 17 organizzazioni di vario genere hanno dato vita a "Mettiamoci in gioco", campagna nazionale contro i rischi del gioco d'azzar-do. La campagna è promossa da: Acli, Alea, Anci,

Arci, Auser, Avviso Pubblico, Cgil, Cnca, Conagga, Federconsumatori, Federserd, Fict, Fitel, Gruppo Abele, Inter Cear, Libera e Uisp. Con 80 miliardi di euro di fatturato annuo, l'industria del gioco d'azzardo è diventata una delle più impor-tanti del paese. Lotterie, slot machine, poker on line, scommesse e giochi d'azzar-do di diversa natura hanno inondato il mercato a ritmi sempre più frenetici. Il risultato di questo sforzo ingente è stata la notevole crescita dei giocatori, che coinvolge ogni gruppo sociale, compresi pensionati, casalinghe e giovani. L'Italia è il primo paese al mondo per spesa pro-capite dedicata al gioco. Secondo alcune ricerche il 2.2% della popolazione adulta italiana risulta essere a rischio per il gioco d'azzardo se non addirittura "vittima" di una patologia. Una situazione favo-rita anche da molti conflitti di interesse, a partire dal fatto che lo Stato stesso affi-da al Ministero del Tesoro e delle Finanze - fruitore di cospicue entrate economi-che provenienti dal mercato dell'azzardo - il ruolo di tutelare i cittadini dai proble-mi sociali e sanitari correlati alle dipendenze patologiche indotte dalla progressiva espansione del settore. Una funzione che, dunque, dovrebbe essere svolta da una diversa Autorità di pari livello. Anche le mafie hanno fiutato l'affare, come testi-moniato dalla Relazione della Commissione parlamentare antimafia del 2011, da molte inchieste della magistratura e dal rapporto di Libera "Azzardopoli": il busi-ness del gioco d'azzardo costituisce un interesse specifico di infiltrazione delle grandi organizzazioni criminali e l'espansione del gioco d'azzardo legale non con-tiene, ma alimenta il gioco d'azzardo illegale. Senza contare il nesso tra gioco d'azzardo e usura, più volte sottolineato dalle fondazioni antiusura. A fronte di una situazione sempre più preoccupante, Istituzioni, organizzazioni di terzo setto-re, sindacati, gruppi di giocatori patologici in trattamento, associazioni di consu-matori lanciano la campagna "Mettiamoci in gioco" con l'intento di limitare la crescita forsennata del gioco d'azzardo, aumentare le tutele per la collettività e i giocatori, favorire gli interventi a favore dei giocatori "patologici". In particolare la campagna chiede di: 1. Porre un freno, da parte dello Stato, al modello di "liberalizzazione controllata" del gioco d'azzardo in Italia, che si è progressivamente trasformato in insidiosa

Educare al gioco, prevenire i rischi indotti dall’azzardo "Il Corniglianese" aderisce alla campagna nazionale

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Luglio 2013 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione 6

I problemi e le ansie del mondo “accidentale” Lo Yoga come evoluzione personale e spirituale

Le Vie dell’India e la loro successiva espansione geografica sono percorsi che con-­nettono in diversa misura l’aspetto religioso, filosofico, esistenziale, fisico, menta-­le, logico, in un processo complesso di ricerca durato almeno 5000 anni. Questa ricerca millenaria ha prodotto scuole e tradizioni che mano a mano si sono adden-sate, modificate, sovrapposte, abbandonate in un processo lunghissimo e ininter-rotto. Quello che noi oggi chiamiamo “Yoga” è un’elaborazione relativamente mo-­derna di pratiche molto antiche (quando ancora lo yoga non si chiamava così) che, a loro volta, affondano parte delle loro radici nelle culture sciamaniche dell’India e dell’Asia (fino a 10.000 anni addietro). Per questo motivo pretendere di pratica-­re Yoga “originali”, credere di poter ritornare alla “fonte” spacciando il proprio insegnamento come l’unico riconosciuto o riconoscibile è praticamente impossibi-­le o francamente un inganno. E come se questo non bastasse, il contatto della tradizione indiana giunti (negli Stati Uniti e anche in Europa) a fenomeni che definire degenerativi non rende esattamente l’idea. Date queste premesse, il pri-­mo problema dello yoga è - nel migliore dei casi - la sua evidente riduzione ad una attività prevalentemente fisica, una fitness, una ginnastica che lo ha reso popolare e diffuso; non si possono negare i benefici terapeutici che derivano dalla pratica ma l’aspetto centrale dello yoga come via di evoluzione personale e di conoscenza spirituale viene generalmente dimenticato. Crediamo invece (insieme a molti al-tri) che lo Yoga - per quanto diverse possano essere le tradizioni cui fare riferi-mento - si caratterizzi per la domanda esistenziale e metafisica fondamentale di tutti gli uomini, di tutti i tempi. Quella domanda che nella nostra tradizione si fa risalire alla Grecia antica, e che si riassume nel “tì tò òn”: cos'è ciò che è. Non è una domanda bizzarra, è lo stesso che chiedersi "Perché esisto?". Sono le doman-de a cui in occidente la religione e la filosofia hanno tentato per secoli di dare una risposta. Certo sarebbe assurdo proporre un corso di yoga con l’aspettativa di ot-­tenere rapidamente risposte a così grandi domande. Una più modesta e reale pro-posta, è quella di creare uno spazio di ascolto, di predisporre un luogo e un mo-mento di percezione della vita dentro di noi, cercando di non ridurre la disciplina dello Yoga ad una, pur raffinata, ginnastica. Perché lo yoga è prima di tutto una via di ricerca interiore. Una via prevalentemente pratica, in quanto non dimentica mai il corpo-mente-respiro, quale veicolo per giungere a sempre maggiori livelli di consapevolezza e di intuizione. Il suo grande obiettivo è pervenire ad un’accettazione piena della vita, ad uno sguardo universale che non separa noi stessi da ciò che ci circonda, ad una visione profonda in base alla quale non c’è una differenza assoluta tra un granello di polvere, una stella o un uomo. Lo Yoga è quindi un percorso, una prassi esperienziale che progressivamente ci dimostra che l’origine della sofferenza esistenziale è il non conoscere la nostra vera natura, la nostra natura universale non condizionata. Infatti, se riflettessimo attentamen-te, non dovrebbe sfuggirci che “ciò che noi crediamo di essere” è in gran parte accidentale (e condizionante). Nome, nazionalità, religione, sono tutti elementi che potremmo intercambiare con un tibetano, un aborigeno, un eschimese, senza toccare l’essenza incondizionata dell’esistere. Cosa rimarrebbe se potessimo libe-­rarci dall'accidentale? Rimarrebbe qualcosa che non è personale ma universale (comune a tutti gli Esseri). Ad esempio, respirare è universale. L'accidentale è molto vasto (oggetti, pensieri, opinioni, abitudini). L’essenziale è apparentemente “povero” ma nessuno può portarcelo via. Questo insegna lo Yoga. Questo è quello che da circa sei anni cerco di condividere con gli allievi del corso di Yoga, presso il centro Auser di Viale Narisano, 14 (locali del Centro Civico, tel. 010/6048228). Anche quest’anno le pre-iscrizioni al corso saranno possibili a partire dal mese di settembre. Compatibilmente con un sufficiente numero di iscritti, il corso inizierà ad ottobre e terminerà a maggio. Le lezioni si articoleranno su due incontri settimanali (orientativamente nei giorni di martedì e giovedì alle 18,45). Carlo Lepore

Dal 1972 al vostro servizio

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La scuola è finita, le spiagge soffocano dai tanti ombrelloni che le pizzicano il manto dorato e noi schiavi dei libri, chi più chi meno, ci godiamo il meritato riposo. Le valutazioni sono state definite, i giochi sono fatti: c'è chi è stato pro-mosso, chi deve ancora giocarsi l'ultima carta dell'esame di riparazione e chi invece si ritrova a dover ripetere l'anno. I professori per tutto l'anno ci hanno valutato e giudicato, ripreso e, sicuramente in minor quantità, elogiato. Quante volte, davanti a un rimprovero o a un numero ci ritroviamo a chiederci se il do-cente è stato giusto? Siamo sempre lì: chi giudica il giudice? Per quanto un do-cente sia pur sempre laureato e quindi qualificato per svolgere uno dei lavori, a mio parere, in cui bisogna armarsi di pazienza e per cui bisogna avere una vera e propria dote, non sempre si seguono gli schemi che prevederebbe la cosiddetta “meritocrazia”. Da sempre, benché non dovrebbe verificarsi, i favoritismi e le “simpatie” sono presenti nel rapporto insegnante-alunni e, spesso, un buon rap-porto col docente porta, se non ad un'alzata di voto, a comunque un aiuto in più. Ma forse, la cosa peggiore, cari prof, è il voler aiutare a tutti costi un alunno che merita di essere bocciato perché si prova un certo senso di “pietà” nei suoi con-­fronti. Non è forse questo un insulto a chi, per tutto l'anno, ha fatto salti mortali per raggiungere un misero “sei”? Credo che lo studente cui si proibisce di uscire a divertirsi con gli amici, vedendo che ottiene comunque lo stesso risultato del compagno di banco che invece “ha di meglio da fare che passare tutto il giorno sui libri”, abbia tutte le ragioni del mondo per sbraitare davanti a un'uguale va-­lutazione finale. Ognuno ha il proprio metodo e, soprattutto, i propri tempi per riuscire a memorizzare e a capire ciò che una pagine spiega. E’ giusto comunque saper apprezzare anche da parte dei qualificati l'impegno che un alunno impiega nello studio soprattutto di quelle che sono le materie che apprezza di meno o che gli risultano più impegnative, ma rimane comunque un'ingiustizia regalare a piene mani una promozione o, più spesso, una sospensione del giudizio a chi non ha fatto nulla in tutto l'anno. Spesso i docenti, quando gli vengono mosse queste accuse, si difendono dicendo che pur essendo uguali, due voti hanno di-versa importanza dato che loro stessi tengono conto del voto regalato e del voto conquistato. Mi chiedo quanto questo discorso abbia poi dei riscontri concreti, poiché comunque, sul foglio, rimane detto che entrambi i voti risultano della stessa importanza. Il lavoro del docente non è sicuramente facile: non penso sia infatti semplice prendersi la responsabilità di dare un voto al lavoro degli stu-denti in modo sempre corretto e meritocratico, quindi: buone vacanze, prof, e al prossimo anno! Marta Fasulo

Finita la scuola, Marta dà i voti ai professori Promossi, bocciati o... rimandati?

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Luglio 2013 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

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A casa vostra/6 La famiglia Puthenpurayil Non hanno il televisore ma la Rai li insegue coi bollettini

Siamo andati a visitare una famiglia indiana che abita in via Verona, a Cornigliano. Entrambi i coniugi sono nativi della provincia del Kerala: Joseph Mathew Puthenpurayil, 37 anni, e Thomas Jincy, 34, emigrati in Italia a Roma nel 2007 e poi trasferiti a Genova nel 2009. Hanno due figli: Fe-bin, 4 anni, nato a Roma, e Felisa, 18 mesi, nata a Ge-nova. Ho chiesto loro di poterli conoscere ma Jincy mi ha risposto in un buon

italiano che i due bambini sono con i nonni nel Kerala perché, quando sono nati, lavorava solo lei e non avevano denaro sufficiente per mantenerli. D. Che lavoro fate? Jincy: I primi tempi abbiamo avuto difficoltà a trovare lavoro. Ringraziando Dio dall’inizio dell’anno lavoriamo tutte due a tempo indeterminato, io come infer-­miera professionale al Don Orione (Paverano): il mio diploma di infer-miera acquisito in India mi è stato riconosciuto, Joseph lavora con un’impresa di pulizie nonostante sia laureato in economia ma la sua laurea in Italia non è riconosciuta. D. Come ve la cavate a far qua-drare il bilancio familiare? Joseph: Con molti sacrifici riuscia-mo a sopravvivere, la voce più onero-sa è l’affitto: 550 euro poi il costo dei mezzi pubblici, luce, gas; tutti i mesi mandiamo un po’ di denaro in India per i bambini e poi bisogna pure mangiare, tenga presente che non ci possiamo permettere altro. D. Quanto mancano i vostri fi-gli ? Jincy: Moltissimo. E’ stata una deci-­sione sofferta ma non potevamo ri-schiare di tenere i bambini con una persona sola che lavorava, noi non abbiamo nessun aiuto, oggi lavoriamo

tutti e due e stiamo pensando di ri-portarli in Italia. D. Come trascor-rete il tempo libero? Joseph: Facciamo volontariato presso la comunità di Sant’Egidio poi, come cattolici, frequentiamo la parrocchia e dobbiamo ringraziare don Andrea Robotti che ci ha aiutato molto, abbiamo inoltre amici italiani e ci vediamo spesso con loro. D. Cosa vi piace dell’Italia? Jincy: Prima di tutto la cucina, la pizza, le lasagne e il pesto, poi ci pia-cerebbe vedere un po’ di televisione ma non riusciamo a pagare il canone, a proposito abbiamo dovuto mandare una raccomandata alla RAI perché ci tempestava di avvisi di pagamento, ma noi non abbiamo televisore: pos-sono venire a controllare. Usiamo molto internet e Skype per comunica-

re con i nostri figli in India. D. Cosa pensate per il futuro? J o s e p h : Cercheremo di riportare in Italia i nostri figli, la speranza è quella di mettere via il denaro sufficiente per acquistare un piccolo alloggio nel Kerala e quindi ritornare nel nostro paese. A conclusione del nostro incontro viene naturale una ri-flessione: la famiglia Puthempurayil viene in Italia come molte altre famiglie in cerca di fortuna, nascono due figli e sono costretti a rimandarli in India sperando di riportarli con loro, a Cornigliano, con il rischio che L’Italia non li riconosca come sarebbe naturale. Di certo Joseph e Jincy hanno ampiamente dimostrato che si può vivere e soffrire senza far rumore, a tal proposi-to viene alla mente un verso di Papa Francesco quando parla di ”globalizzazione dell’indifferenza che ci rende insensibili alla sofferenza” . Carlo Guerra

Da Borzoli i container della discordia

BAR CAFFETTERIA

Dolce Delizia VIA DE CAVERO 11R

Joseph Mathew e Thomas Jincy nel soggiorno della loro casa

La famiglia Puthenpurayil con Febin e Felisa (in braccio), all’epoca, rispettiva-­mente 4 anni e 18 mesi. I piccoli sono con i nonni in India, nella regione di Kerala

Febin e Felisa Puthenpurayil, i due fratellini sono nati in Italia. Il primo a Roma, la seconda a Genova. I due bimbi si trovano attualmente in India presso i nonni perché il papà ha trovato lavoro solo dopo la

nascita della secondogenita

“Ho chiamato i vigili, stiamo morendo, non si resiste dalla polvere” Così racconta la signora Ada (nella foto accanto) che sul balcone del suo appartamento al VI piano del civico 80 di via dell’Acciaio, a Cornigliano, ci indica quella bar-­riera di container che da tre mesi vengono accu-mulati tra le case e l’aeroporto. “Hanno accon-­tentato giustamente gli abitanti di Borzoli, ma a noi chi pensa?” Spiega Ada: “per traslocarli qui davanti hanno demolito la vecchia stazione dei pompieri e quella degli avieri. Hanno sbriciolato il materiale di risulta, lo hanno polverizzato e, sulla spianata, hanno collocato i primi contenito-

ri. Solo una piccolissima parte è stata asfaltata. Non è tollerabile”. “Vedevo il mare ora non più, rincara la signora Anna del civico 78, ogni volta che si sposta un container qui arriva una sottile polvere come sabbia marrone: sembra di essere tornati indietro ai tempi dell’Italsider”. “Non solo, conclude Ada, tutto questo dura ogni giorno dalle 6.30 alle 17.30. Per fortuna la notte si riesce a dor-mire ma mi ritrovo tutta la polvere sui davanzali. Pensavo anche allo spettacolo che vede chi scende qui con l’aereo e poi, visto che è già capitato: se un container fosse... radioattivo?” S. P.

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ilCorniglianese/cultura, arte

Luglio 2013 8

Sangue del tuo sangue

di Guido Pallotti di Alvaro Filippo Michelon

Giosuè faceva il contadino. Un lavoro duro. Che distruggeva il corpo. Lentamente. Non sapeva far altro se non picchiare su quella fottuta terra, nella speranza che ogni anno qualcosa cambiasse, in altre parole, voglio dire, che quella terra rinsec-chita, maleodorante e così bassa da spaccarti la schiena, desse qualcosa in più dell’anno precedente. Invece no! Era sempre peggio. Abitava, con il figlio Nicolò, un esile bambino di dieci anni, in una cascina diroccata che un tempo doveva essere stata anche bella...ma in un tempo lontanissimo, visto che ora cadeva a pezzi. L’unica cosa, forse, ancora intatta era la stalla che ospitava l’ultimo maiale rimasto, anzi, sopravvissuto. Non era riuscito a venderlo o a macellarlo poiché il suo figlioletto si era sempre opposto. Per quel bambino, il maiale, era come una specie di grosso cane. Ma in quella giornata bollente Giosuè decise che lo avrebbe ucciso, quel porco. Non gli restava altro da fare. I soldi erano finiti da un pezzo e i debiti lo stavano schiacciando mentre quella terra, buona solo ad accogliere cada-veri, non ne voleva sapere di fruttare. Così, mentre lui si disperava, quel suino non faceva altro che mangiare, cagare e rotolarsi nel fango. Sembrava veramente felice. Ma a Giosuè, quel succulento prosciutto ambulante, lo faceva tremenda-mente incazzare. Suo figlio, invece, lo adorava. Gli parlava come fosse un essere umano. Ma ora basta. Era ora di finirla. Quel salsicciotto ambulante avrebbe fatto la fine che si meritava e cioè riposare in un confortevole stomaco il giusto tempo, salvo poi essere evacuato, ma con calma! Chiamò il bamboccetto, lo condusse in un angolo della cucina e lì gli parlò molto a lungo. Gli spiegò che se avessero volu-to mangiare nei giorni a venire, tutto sarebbe dipeso da quell’ammasso di affetta-­to misto. Il bambino lo guardò per tutto il tempo con gli occhi spalancati e umidi. Poi pianse. Tirò su parecchie volte il moccio che gli colava da quel nasino alla francese, iniziando subito dopo a porre al padre un’incredibile sequela di doman-­de tipo: come l’avrebbe ucciso? avrebbe sofferto? l’anima del maiale sarebbe an-­data in Paradiso? ma i maiali hanno un Paradiso tutto per loro? come mangiano in Paradiso i maiali? come fanno senza fango, poiché ci sono solo nuvole? come fanno le nuvole a sorreggerli? ma se il Paradiso è tutto pulito e profumato, lui che è sporco e puzza, lo cacceranno? Non vi era alcun dubbio: il piccolo era ormai impazzito. Giosuè gli rispose con calma, anche se avrebbe voluto urlargli in faccia che quello che stava là fuori non era altro che uno stupido, merdoso e grasso ma-iale. Ma non lo fece. Dopotutto era un padre. Povero, ma pur sempre padre. Lo rassicurò come meglio poté e lo spedì a dormire. Del salsicciotto ambulante se ne sarebbe occupato il mattino seguente. Aveva bisogno di bere, quindi frugò nella vecchia e cadente credenza, scoprendo l’esistenza di una bottiglia di liquore senza etichetta. La stappò e ne ingollò subito il primo quinto, giusto così per capire di cosa si trattava. Brandy. Del più scadente. Una schifezza distruggi fegato. Si sedette e iniziò a pensare. Ogni tanto dava un colpo alla bottiglia, mentre il tempo scorreva. Più l’alcol gli invadeva la mente, più il pensiero del maiale felice lo assillava. Dopo circa due ore era sbronzo da far schifo, e l’odio verso quel suino a livelli inimmaginabili. Basta: l’avrebbe tolto dal mondo e quella stessa notte! Barcollando, si diresse verso un armadio tarlato, aprì un cassetto ed estrasse un lungo coltello semiarrugginito. Uscì e raggiunse la piccola stalla, mentre il mondo intorno a lui pareva dondolare. Percorse al buio l’interno dell’antro dove, di soli-­to, l’animale dormiva e, a tentoni, lo raggiunse. Gli saltò addosso e lo strinse al collo, nel sonno, come un vendicativo vigliacco. Ci fu una leggera lotta per la posi-zione migliore, poi la lama partì nel buio e colpì dove presumibilmente doveva esserci la gola. Sentì, addosso a sé, il calore del sangue che lo accarezzava. Il corpo sotto di lui smise lentamente di contrarsi, fino a quando fu completamente im-mobile. Solo allora gli sferrò ancora un paio di fendenti, così,per pura soddisfa-zione personale, quindi si rialzò e, sempre nella più totale oscurità, se ne andò. Non riuscì nemmeno a rincasare. Cadde semisvenuto davanti alla porta d’ingresso, addormentandosi. Il sole caldo del mattino lo svegliò, in preda a cona-­ti di vomito, come un gigantesco martello cosmico. Lentamente si alzò e si diresse al pozzo poco distante da lui. Attinse un grosso secchio d’acqua e se la rovesciò addosso. Quel gesto sortì un effetto meraviglioso sul suo corpo e sulla sua mente. Si appoggiò al bordo del pozzo e pensò sul da farsi quando alle sue spalle sentì un rumore. Era come familiare. Come l’avesse già sentito. Si voltò e con orrore vide il maiale trotterellare arzillo nel fango. Grugniva e odorava il terreno come fosse la cosa più bella di questo mondo. Lo guardò ma non riuscì a parlare e neppure a pensare. Era proprio vivo e non un’allucinazione! Ma allora: cos’era accaduto la notte prima? Era stato tutto un sogno? Certo che si. Sbronzo com’era, doveva essersi immaginato ogni cosa. Abbassando lo sguardo, vide l’acqua ai suoi piedi colorata di rosso. S’inginocchiò e la annusò. L’odore del sangue era inconfondibile. Dopo aver compiuto quella piccola genuflessione, di colpo gli venne in mente l’ultima domanda che suo figlio gli rivolse la sera prima. “...posso dormire, per l’ultima volta, accanto al mio ma-­iale?” Giosuè rimase come impietrito. Rigido. Purtroppo ormai conscio di ciò che aveva compiuto. Non disse nulla. Non parlò. Restò immobile. In ginocchio. Come una statua di granito colorato. Lo sguardo fisso allo zenit di se stesso. Le ore sci-volarono nell’oblio, come oblio era sempre stata la sua vita. Si fece mezzogiorno. Il sole picchiava terribilmente sul mondo e su quella terra. Buona solo per far bestemmiare. Utile solo ad accogliere cadaveri. E quella sera, quella terra, avreb-be adempiuto, finalmente, al suo più arcaico dovere. Fine

Riassunto: Il cadavere trovato in un container agli Erzelli appartiene ad un’anziana vestita da frate. Il commissario Duedenari, del distaccamento di polizia di Cornigliano, indaga. Appoggiata alla parete di fondo c’era una branda sfatta, di fianco una sedia reg-­geva due scatole: in una c’erano ventidue boccette di morfina e lo stesso numero di siringhe ancora intatte;; dentro l’altra ventotto già usate e altrettanti flaconi vuoti di stupefacente. «Commissario guardi qui». Mi avvicinai all’uomo della scientifica: un sacco nero di plastica era semi pieno di contenitori di vino vuoti e ce n’erano molti altri intatti su un’altra seggiola insieme a degli involucri di pane da toast. Non c’era altro cibo, solo molte bottiglie d’acqua. Un’apertura sbreccia-­ta nelle pareti comunicanti, immetteva in un altro container. «Dal primo esame sommario supera i sessant’anni;; il giorno del decesso te lo saprò dire al più pre-­sto. Spero prima che tu vada in pensione». «E io spero sempre che tu vada affan-culo». «A soreta». L’avevo accontentato, era uno dei tanti modi che mettevamo in atto per esorcizzare le brutture alle quali il nostro mestiere ci sottoponeva. Salutai, risalii in macchina e riaccesi il telefonino. C’era un unico messaggio invi-­ato pochi minuti prima - bughe appena fritte -. Il mittente era Nanni, il mio fra-terno amico. L’autista mi accompagnò alla spiaggia di Multedo. Sul tavolo dentro il capanno trovai una fiammanghilla colma di quei pesci dorati ancora tiepidi e ingordamente ne scofanai una ventina, fermandomi solo per aprire il frigo sa-pendo di trovarci il pirone pieno di vino bianco; feci piovere il getto nella bocca spalancata, poi continuai a mangiare e immerso in quell’orgasmo di sapori, mi ritornò alla mente mia madre che preparava il ripieno per le acciughe, mischian-do agli altri ingredienti le lische tritate. «Ci fanno buono». «Belìn Pasqualina, ti gh’ai u ricciu in ta-â borsetta, no ti ghe infii a manu pe no ponzite!». Le diceva mio padre, o Calabria, nel modo che han-no i meridionali quando parlano il genovese. Nell’ambiente dei camalli “o zenei-­ze” era la lingua ufficiale: parlarlo per i foresti poteva essere una scelta, capirlo era obbligatorio. Prima di uscire lo baciava sui capelli. «Pasqualina non ci manca da mangiare e nostro figlio studia al Calasanzio. Cosa vogliamo di più dal Signo-re?». Una sera d’inverno mio padre, socio della Compagnia Unica Lavoratori Merci Varie che si era guadagnato il grado di caporale di bordo, era uscito per un turno di notte. A calata Gadda, il gancio vagante di una gru l’aveva colpito alla tempia. Era morto sul colpo. Neppure un anno dopo, a coronamento del grande impegno che aveva profuso per raggiungerlo, era spirata pure mia madre. Quella notte avevo sentito tirare le coperte del mio letto;; in ginocchio sul tappetino c’era lei che mi tendeva le braccia, quasi a volermi chiedere perdono. Quando l’ambulanza si era fermata al pronto soccorso del Villa Scassi, si era arrestato pure il suo cuore. Ancora una volta mi commossi al ricordo dei miei genitori che non avevano avuto la soddisfazione di vedermi dottore. Erano morti entrambi a cinquantacinque anni. Quand’era mancata Pasqualina, ne contavo trenta, da uno ero in Polizia, avevo già fatto una ferma di cinque nella Legione straniera e stavo per laurearmi. Mi riportò alla realtà il pensiero della donna trovata morta, allora provai a trarre le prime conclusioni. Ero certo che aveva voluto porre fine alle sue sofferenze perché affetta da un male incurabile. Lo deducevo dal viso patito, dagli arti rinsecchiti e dal cranio calvo probabilmente per gli effetti di una cura chemio terapica. Evidentemente si era preparata ad affrontare i suoi ultimi gior-ni stordendosi col vino e lenendo il dolore con la morfina, che chissà come si era procurata. In più nel container non c’era cibo, escluso il pane. Il pane, il vino, il Rosario: un’atmosfera misticamente macabra circondava quel cadavere. Perché non era ricorsa ad altri mezzi per suicidarsi? Forse nella sofferenza voleva espia-re delle colpe? Forse aveva avuto un ripensamento ed era andata verso la porta per chiedere aiuto, non rendendosi conto nel delirio di morfina e vino, d’essere stata lei stessa a buttare via la chiave. Infine, ritornando verso la branda, era crollata abbattendo il cartellone, sopra il quale era spirata, sistemato di proposi-to per non essere vista da fuori, . «Povera Rosaria» sussurrai, perché io quella donna l’avevo conosciuta dodici anni prima, alla festa per il matrimonio di Di-­dier, il Masai, con la slovacca Zdena, dolce creatura paraplegica. Più di sei anni dopo, la sera di San Silvestro del 1999 a Mosca, Rosaria era misteriosamente sparita insieme al suo convivente, il chirurgo Folco Bassetti, con il quale avevano accompagnati i due coniugi stranieri con la fondata speranza di fare riacquistare alla sposa, in una clinica clandestina, l’uso delle gambe. Ora, a distanza di più di cinque anni, scoprivo il cadavere di una donna incredibilmente pia: era appunto questa religiosità stonata a incrinare le mie certezze, poiché ricordavo bene il modo sgarbato con il quale aveva reagito, quando Folco l’aveva invitata a entrare in chiesa insieme agli altri invitati. Mi rammentai pure che prima del banchetto, allorché padre Giacomo aveva detto una preghiera per benedire il cibo, lei, aveva continuato a bere vino, seccata per l’interruzione. Quando però il rinfresco stava terminando, si era avvicinata agli sposi, con l’evidente intenzione di amicarseli e coinvolgerli nel suo entusiasmo: aveva gli occhi lucidi, credevo che la sua enfati-ca cordialità dipendesse dal molto alcol trangugiato. Da allora avevo intuito che attorno a quella bellissima donna, aleggiavano dei misteri e la sua strana morte non faceva altro che convalidare il mio sospetto. Mi ripromisi, meravigliandomi d’iniziare a prendere in considerazione l’ipotesi di un possibile omicidio. Fu pal-­leggiando questa improvvisa intuizione che continuai a masticare bughe e a sol-levare il pirone. (Continua)

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ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi Luglio 2013

Orizzontali: 1 Carlo, collaboratore de “ilCorniglianese— 11 Adoperare—12 Avvisatore che utilizza onde elettromagnetiche—13 Lo fa cuore con amore—14 Pubblicati 15 Codice di Avvia-mento Postale— 16 Termine geometrico— 18 Monarca—19 Precede Pompilio— 20 Rimini— 21 Lo è la mosca— 24 Il mitoi-co Garret— 25 Pregiata tela - 26 L’attore Van Cliff— 27 Con-giunzione grammaticale— 28 Unione Europea 29 Segno che molotiplica— 30 Coppiera degli dei—32 Messina— 33 Teramo—34 Lo è la Guinnes— 38 Il 4 settembre sul calendario— 40 Altro nome della sifilide—4e Osteogenesi imperfetta—43 L’agenzia del turismo— 44 Riccardo della redazione de “ilCorniglianese”. Verticali: 1 Giovanni collaboratore de “ilCorniglianese” - 2 Un continente—3 Squadra di Genova (abbr.) - 4 Preposizione sem-plice—5 Regna— 6 Rinomato salume della Valtellina—7 Non fitte—8 Associazione femminile –9 In pittura può essere mor-ta— 10 La bussola serve ad... 16 Seminario del Burundi dove 1997 furono trucidati 40 allievi—17 L’azienda trasporti genove-­se— 19 Cantante pop tedesca - 22 Sigla dell’Olanda— 23 Contea inglese— 24 Pianta della famiglia delle solanacee—28 Riluttan-ti—30 Italo , collaboratore de “ilCorniglianese— 31 Indica due— 32 Nome di una Lescaut—33 Luogotenente del vampiro Kain— 35 Il dio sole degli antichi egizi—36 Cagliari— 37 Automobili-smo Storico Italiano—39 Lo amò Cibele— 41 Affinché in latino.

Gli attrezzi del gusto Il formaggio e i suoi cinque sensi

In breve da

il bugiardino 2013

Agosto LAVORI- Se perdura il secco non fare mancare l’acqua: se non ne hai, zappetta intorno alle piante in produzione. Innesta a occchio il pero su cotogno, pero o biancospino; il ciliegio sul megaleppo; il melo su melo comune; dolci-gno o paradiso; il sorbo e il nespolo sul biancospino. In montagna taglia e batti il grano e, dopo San Rocco (16), porta all’asciutto la legna tagliata per l’inverno. Semina cavoli e rape. A santa Rosa (30) pianta o trapianta le rose. NELL’ULIVETO - Termina l’indurimento del nocciolo;; per combattere la mosca di-sponi le trappole: una per pianta sui bordi dell’uliveto e al centro una pianta sì e una no. NELLA VIGNA - Si comple-ta l’invaiatura;; dopo le piogge di metà mese fai gli ultimi trattamenti; segna le piante che presentano il mal dell’esca o i tralci colpiti da macchie nere ed escoriosi. NELL’APIARIO - Dopo avere raccolto la propoli, nei primi giorni del mese fai il trattamento tampone contro la varroa; smiela se è necessa-rio. NEL BOSCO - Non accende-re fuochi, né motori, né for-nelli; non usare braci; non tagliare metalli; non fumare e non gettare mozziconi. Fun-ghi estivi: non prenderli trop-po giovani, lascia stare quelli che non conosci bene e per raccogliere usa cesti di vimi-ni. Se si diradano i boschi dell’Assunta (15), gli alberi non ricacce-ranno i pollo-ni. IN CANTI-NA - Dal 10 al 16 imbotti-glia i rossi da invecchia-mento.

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Parole crociate a schema libero (il guitto)

SOLUZIONI orizzontali: mastro bruno—11 usare—12 radar—13 rima –14 editi- 15 cap—16 ba-se—18 re—20 cn—21 insetto– 24 pet—25 olona— 26 lee— 27 ma—28 ra—29 per—30 ebe— 32 me 33 te— 34 birra scura—38 santarosa— 40 lue—42 oi—43 enit—44 ottonelli. verticali: 1murchio—2 asia—3 samp– 4 tra—5 re—6 bresaola—7 rade— 8 udi— 9 morte- 10 orientare— 16 buta—17 amt— 19 nena—22 nl—23 sommerse—24 pepe-roni—28 restie—30 ebolo— 31 bi—32 ma-non— 33 turel—35 ra— 36 ca—37 asi— 39 ati—41 ut.

Questo articolo, potrebbe es-sere il primo di una serie che illustra il lavoro dei degustato-ri e i loro attrezzi del mestiere. Per dovere, inizierò parlando della degustazione del formag-gio. A differenza del vino vi sono più parametri da consi-derare: fra i più significativi, l’aspetto esteriore. Ogni for-­maggio difatti al contrario delle bevande ha una sua per-sonale forma tridimensionale che ci indica come è stata la sua stagionatura; le bevande invece prendono la forma del contenitore in cui si versano. Gli indizi nei liquidi li forni-ranno le sfumature dei colori, ma anche nei formaggi. L’analisi del formaggio inoltre coinvolge tutti i 5 sensi: vista, olfatto, gusto, sensazioni tatti-li, sia percepite sulla punta

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delle dita che all’interno del cavo orale, e udito. Quando si accenna a quest’ultimo, nor-­malmente la perplessità tinge il volto delle persone, ma quando ricordo loro che Grana padano e Parmigiano reggiano dop ven-gono “martellati” dagli esperti, ogni dubbio scompare. Quindi vedremo che il degusta-tore, assaggiatore o analista sensoriale, così definito anche in base alla tipologia di descri-zione più o meno scientifica che fornisce, ha una serie di strumenti. Chi tasta il formag-gio ha un kit-base costituito da martelletto, carotatore e ago a spirale. Il martelletto serve a “bussare sulle facce” dei for-­maggi stagionati: questi vengo-no posti su uno sgabello di le-gno che amplifica i suoni. Que-sti assieme alla vibrazione nel palmo fanno capire se vi sono all’interno occhiature (buchi, cavità) da rifermentazione tar-diva; nel caso si procede allo scarto. Il carotatore o tassella-tore è una semifustella con il perimetro tronco a 180° e sulla lunghezza le pareti hanno un’inclinazione di circa 30°

finendo a punta arrotondata su circa 1/3 del perimetro. Questo attrezzo, dotato di manico a T all’estremità opposta, viene introdotto ed estratto nel for-maggio facendolo ruotare sem-pre nello stesso senso. Con questa tecnica si preleva un tassello o carota conica di cacio in profondità e si può vedere il grado e qualità della stagiona-tura. Al termine il tassello si reinserisce con la stessa tecnica e la stagionatura può continua-re normalmente. L’ago a spirale si può paragonare ad una sotti-lissima vite con la filettatura ad una spalla sola, in sezione è molto somigliante ad una lisca di pesce. Introdu-cendolo dallo scalzo verso il centro ed estraendolo, una parte di formaggio viene trattenuto nella spirale; quin-di quando non sia-mo interessati all’aspetto visivo, si può fare un test olfattivo e gustativo meno invasivo che con il carotatore.

Negli altri strumenti si possono eventualmente includere alcuni di quelli da taglio, come i coltelli a mandorla, a spatola e vari per l’apertura e il servizio dei for-­maggi stagionati. Ma oltre gli assaggi, a mio giudizio, in ogni casa dovrebbe essere presente l’archetto per il taglio dei for-maggi freschi che consente una perfetta e rapida presentazione in tavola, senza dover lottare contro l’effetto ventosa dei pro-­dotti freschi sulla lama del col-tello. D’altra parte, si è sempre detto che anche l’occhio vuole la sua parte e se ben presentato un prodotto invoglia maggiormente a consumarlo, e pare migliore.

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Siamo andati a visitare i bam-bini di Cornigliano presso il campo estivo a Pannesi, in Val Fontanabuona, a cura della parrocchia di Sant’Ambrogio, che in questo luglio sono stati divisi in due turni. Il posto è decisamente molto bello ma decisamente più con-tenuto negli spazi rispetto a Gaiola. Mi riceve don Andrea Robotti che mi fa visitare la struttura. Il primo turno è composto da 23 bambini dai 6

ai 12 anni in prevalenza femmine, 7 educatori, 2 seminaristi e 3 persone in cucina. Le prime domande le pongo ai seminaristi (Paolo e Stefano presenti anche a Gaio-la l’anno scorso) D. Cosa ci fate nel campo estivo di Pannesi? R. La nostra presenza è principalmente un’esperienza pastorale che servirà nella nostra formazione personale in prospettiva del sacerdozio, poi naturalmente aiu-tiamo don Andrea a svolgere il suo ministero e gli educatori nel svolgere il pro-gramma per i bambini, oltre a questo campo ne faremo altri come già stabilito con il nostro rettore nel seminario maggiore del Righi a Genova. Approfitto dell’arrivo di don Andrea per porgli qualche domanda. D. Mi racconta il programma di quest’anno ?

R. Abbiamo diviso in due turni il campo, il primo vede la presenza di bambini di prima elementare fino alla prima media e sono 23, il secondo di seconda e terza media e prima superiore e saranno una ventina, con il programma simile a quello della passata stagione. D. Che differenza ha trovato tra Gaiola e Pannesi? R. Gaiola dal punto di vista del posto era decisamente migliore, parliamo di una struttura ai piedi delle Alpi, però molto più distante di questa, inoltre abbiamo abbassato i costi di gestione che non sono da sottovalu-tare, minor costi e minor retta a carico dei genitori, da aggiungere il risparmio di parte delle spese di tra-sporto. Lo scopo dei campi estivi è quello di dare un servizio alle famiglie sia dal p u n t o d i v i s t a nell’educazione dei loro figli

che quella del risparmio, alla fine del campo andiamo a pareggio tra rette e spese, la parrocchia non guadagna niente non è comunque questo lo scopo: a noi inte-ressa proporre un programma volto alla socializzazione e all’integrazione delle varie etnie e divulgare il vangelo. D. Quanti sono i bambini extracomunitari? R. Non molti: 5 o 6, le famiglie non italiane non sono abituate ai campi tipo i no-stri, probabilmente non conformi al loro stile di vita o alle loro abitudini. Mentre sto concludendo l’intervista con don Andrea approfitto della presenza del responsabile degli educatori, Raffaele, per porgli alcune domande. D. Come si svolge l’attività giornaliera nel cam-­

po? R. Iniziamo dopo la sveglia con la preghiera poi la colazio-ne, quest’anno abbiamo deciso di porre come tema educativo l’approfondimento del la figura di Domenico Savio discepolo di don Bosco, si prosegue con giochi collettivi e di gruppo o, a mezzogiorno il pranzo e subito nel dopo pranzo un po’ di li-­bertà con altri giochi, quindi la merenda e prima della cena i bambini fanno la doccia e curano l’igiene personale, riassettano i loro posti letto e nel dopo cena ancora giochi e poi tutti a riposarsi. D. Come distribuisci gli incarichi agli altri educatori? R. Innanzi tutto siamo un bel gruppo affiatato e quindi non abbiamo difficoltà a svolgere il programma, Alessia, Luca ed io, siamo un po’ quelli che coordinano gli altri educatori, nello svolgere il programma nei tempi stabiliti: a turno i bambini servono la colazione, il pranzo, la cena, apparecchiano e sparecchiano, riassettano la cucina, puliscono i servizi igienici, tengono in ordine le camere, abbiamo anche inserito nei gruppi bambine più grandi allo scopo di responsabilizzarle verso i più piccoli. D. L’anno scorso Gaiola, quest’anno Pannesi: quali le differenze? R. A Gaiola gli spazi esterni erano molto ampi, con la possibilità di svolgere l’attività in modo più razio-­nale, qui a Pannesi gli spazi sono più limitati in compen-so abbiamo due piani e più servizi igienici a disposizione che ci permettono di rispar-miare tempo e distribuire meglio le risorse. Per ultimo, desidero spende-re due parole sulla conduzio-ne della cucina, a preparare i pasti in questo primo turno ho trovato i genitori di don Andrea e Marina una delle tante volontarie, molto bravi a preparare i pasti, un menù prevede: risotto alla milane-se, omelette farcite con sotti-lette di formaggio e macedo-nia rigorosamente preparata a mano: una vera delizia. A conclusione della giornata è doverosa una riflessione: non è da molto tempo che alcuni ricercatori si sono dedicati a studiare la preado-lescenza come una tappa evolutiva autonoma. Nono-stante ciò, il mondo della psicologia rimane diviso rispetto a questa prospettiva. Alcuni autori infatti, specie in area psicoanalitica, non trovano in questa fase evo-lutiva caratteristiche così distintive come al contrario hanno l’infanzia e l’adolescenza vera propria. Di fatto specie per chi si colloca in una prospettiva educativa, capire quanto la preadolescenza costituisca un segmento specifico della crescita di un individuo non è affatto un problema secondario. Questo credo stia facendo o tentando di fare don Andrea e i suoi collaboratori, preparare i ragazzi ad una futura adolescenza che non crei traumi e riflessi negati-

vi rispettando prima di tutto loro stessi e di con-seguenza tutte le altre persone. Carlo Guerra

Pannesi, i bambini al campo estivo con don Andrea “Giochiamo a diventare grandi”

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ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi Luglio 2013

Metti un sorbetto dopo cena in una sera di mezza estate

“Cara Alba, ti invio questa mia epistola per invitarti a prendere un sorbetto sulla terrazza di casa mia, non a un lunch, un dinner o a un'apericena, nomi alla moda; il latore è un merlo, con il quale ho stretto una corrispondenza di amorosi sensi, da quando viene a becchettare da me (sai che non amo modernità come email). Dato che abiti sulle pendici di Coronata bassa, penso che non tarderà ad arrivare, sempre che non venga intercettato da una formazione nemica: una squadra di gabbiani, che invece di andar per mare, come tradizione comanda, mi decima gli uccelli sul tetto di casa. Se dovesse tardare per cause non imputabili alla sua volontà, prendi il numero di luglio del Corniglianese, dove leggerai questa mia, tanto l'invito è per la sera del 10 agosto. Porta pure con te qualche anima eletta, perché dobbiamo deli-ziarci con granite, sorbetti e qualche dolcetto alla frutta, osservando il cielo e le stelle cadenti: vorrei esprimer alcuni desideri, pur sapendo, dopo lunghe attese e delusioni, che non si avvereranno, ma fa parte del gioco e poi è bello, ogni tanto, guardare in alto. Se qualche amico ha un telescopio, magari ottenuto con i punti del supermercato, portatelo, perché io non lo posseggo. Naturalmente, se sei go-duriosa e vuoi qualcosa di più, ti posso invitare anche a una lauta cena, come scri-veva Catullo nel “Carme XIII” all'amico Fabullo: “Si tecum attuleris bonam atque magnam cenam” (ossia: se porterai con te una succulenta e abbondante cena), perché purtroppo il mio borsellino, come quello di Catullo, è pieno solo di tele di ragno. A giugno mi sono procurata, raccogliendole in buone parte con le mie ma-ni, nei ben coltivati frutteti piemontesi, ben quattro cassette di ciliegie che ho in parte mangiate, altre sciroppate, congelate e anche messe sotto spirito, quindi vorrei rinfrescarti con le mie granite e frullate allo sciroppo di ciliegie. Per curiosi-tà, lo sapevi che le sapevi che le ciliegie sono originarie dell'Asia Minore? Le cilie-gie erano ben note a Roma già nel I secolo a.C., parlano di loro sia Varrone sia Plinio il Vecchio, pare che Lucullo abbia portato a Roma dalle sue campagne d'O-riente delle varietà di ciliegi che producevano frutti particolarmente dolci e invo-glianti. Esse sono consigliate anche per i bambini molto piccoli perché non gene-rano allergie (si prega di non fare ingoiare il nocciolo). Offrirò inoltre un delizioso sorbetto al limone, secondo la ricetta fornitami dalla signora Anna sull'autobus 62.

La trascrivo qui, spe-rando di ricordarla bene. Ingredienti per 4 per-sone: Due limoni non tratta-ti, un albume d'uovo, 3 cucchiaini di zucchero semolato. Esecuzione: montare a neve l'albu-me con lo zucchero, versare in una ciotola e aggiungere il succo di limone amalgamando il tutto (facendo atten-zione a togliere prima i semi), quindi sistemare

in bicchierini individuali e mettere nel congelatore almeno per due ore prima di servire, guarnendo poi con scorzette di limone e qual-che rametto di menta. Dato che ho piantato sulla mia terrazza un rovo che produce gustose more, potrai piluccarne qualcuna. Non mancheranno infine, per i più golosi, squisiti dolci alla frutta, preparati seguendo le preziose ricette della signora Leda Buti”. Pesche ripiene Ingredienti: Cinque grosse pesche spaccalosso, 150 g di cedro e zucca canditi, 2 cucchiai di zucchero, un bicchiere di vino bianco. Lavate e tagliate a metà le pesche, togliendo loro il nocciolo, prendete 4 noccioli di pesca, spellateli e pestateli nel mortaio assieme al cedro e alla zucca canditi e preventivamente tritati. Unite anche la polpa di una pesca sbucciata e formate un impasto, amalgamando bene. Con questo composto, riempite le otto mezze pe-sche, ricongiungetele a due a due, sistemandole in un tegame abbastanza largo, zuccherate e bagnate con il vino bianco. Cuocete in forno a calore moderato per circa 25 minuti. Potete servire sia calde che fredde. Plum-cake alle ciliegie e cacao Ingredienti: Tre uova, 180 g di zucchero, 125 g di yogurt alla vaniglia, 50 ml di olio di semi, 25 g di cacao, 200 g di farina, un pizzico di sale, una bustina di vanillina, una bustina di lievito vanigliato, 250 g di ciliegie. Denocciolate le ciliegie e mettetele in una ciotola con 50 g di zucchero per una decina di minuti, montate le uova con il re-stante zucchero fino ad ottenere un composto spumoso. Aggiungete lo yogurt e l'olio a filo, aggiungete la farina, il cacao, la vanillina e il lievito. Quando il composto sarà amalgamato, aggiungete le ciliegie, mescolate bene il tut-to, poi versate il com-posto in uno stampo per plum-cake imbur-rato ed infarinato ed infornate a 180° in forno già caldo, per 30 minuti. A questo pun-to già pregusto la sera-ta e auguro a tutti una buona estate. Astri Lidia Frascio

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Restyling di via Cornigliano Ultimati i tanto attesi studi sui flussi del traffico nella via Cornigliano e avuto notizia, nel corso della pubblica assemblea del 13 aprile organizzata dalla Pro Loco, dalla voce del direttore di Società Per Cornigliano, Enrico Da Molo, che "la stragrande maggioranza" del traffico che transita in via Cornigliano, che noi stimiamo in un buon 80%, è solo di passaggio e che quindi confluirà nella nuova viabilità a mare, attendiamo ora di vedere il progetto definitivo del restyling della via Cornigliano. Ci angustia il fatto che fino ad oggi a parlarne e a documentare con simulazioni quelle che potrebbero essere le possibili soluzioni siamo solo noi mentre nessuna notizia arriva dal Gruppo di Lavoro preposto né da altri soggetti istituzionali. La nuova strada a mare entrerà in servizio tra un anno (luglio 2014) e questo può accadere indipendentemente dalle difficoltà che si potrebbe-­ro riscontrare nel raccordo dell'autostrada e delle strade di sponda del Polcevera. L'ope-ra infatti potrebbe comunque entrare in servizio "monca" del raccordo autostradale e con la Valpolcevera collegando direttamente Lungomare Canepa a piazza Savio. Un anno passa in fretta e, conoscendo i tempi della Pubblica Amministrazione, si rischia di arrivare a luglio 2014 senza avere ancora appaltato l'intervento di restyling. Il restyling e le sue ripercussioni turistiche e commerciali che riqualificheranno l'intero quartiere sono l'intervento più atteso dai corniglianesi per cui è assolutamente necessario che il cantiere su via Cornigliano venga aperto nei giorni immediatamente successivi all'entra-ta in servizio della tangenziale a mare e venga ultimato nel più breve tempo possibile. Oerre

L’ a l b um d e l l e i n c omp i u t

Ex ospedale San Raffaele. Una struttura di pregio con un bellissimo giardino ma a chi inte-ressa conservarlo?

Una serie di cartelli posti nel mese di luglio nell’attuale sede dei vigili urbani presso Villa Serra a Cornigliano annunciava la chiu-

sura per due mesi della locale sezione di Polizia municipale, invi-tando i cittadini — per ogni evenienza — a rivolgersi a quella di Sestri Ponente che, per tutto il periodo estivo, sarebbe rimasta

aperta. La riflessione che ne scaturisce, non peccando di vittimi-smo, è che tali decisioni vengono prese sempre a discapito degli

abitanti di Cornigliano. Chi decide quale sezione deve rimanere aperta o chiusa? Non si poteva fare “un mese per uno”?

Sestri per Cornigliano o Cornigliano per Sestri?

Villa Serra. Un bel lavoro di “facciata”. Si attende ora un parco cintato.

La nuova sede dei vigili urbani nell’area dell’ex cotonificio di via Bertolotti, a Cornigliano, na-sce già con una problematica.

Ex mercato comunale. Ci sono idee, progetti e soldi: a quando la sua attesa riqualificazione?

L’ a l b um d e l l e i n c omp i u t

Restyling via Corni-gliano Nell’immagine una pos-sibile realtà futura.

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Restyling di via Cornigliano Ultimati i tanto attesi studi sui flussi del traffico nella via Cornigliano e avuto notizia, nel corso della pubblica assemblea del 13 aprile organizzata dalla Pro Loco, dalla voce del direttore di Società Per Cornigliano, Enrico Da Molo, che "la stragrande maggioranza" del traffico che transita in via Cornigliano, che noi stimiamo in un buon 80%, è solo di passaggio e che quindi confluirà nella nuova viabilità a mare, attendiamo ora di vedere il progetto definitivo del restyling della via Cornigliano. Ci angustia il fatto che fino ad oggi a parlarne e a documentare con simulazioni quelle che potrebbero essere le possibili soluzioni siamo solo noi mentre nessuna notizia arriva dal Gruppo di Lavoro preposto né da altri soggetti istituzionali. La nuova strada a mare entrerà in servizio tra un anno (luglio 2014) e questo può accadere indipendentemente dalle difficoltà che si potrebbe-­ro riscontrare nel raccordo dell'autostrada e delle strade di sponda del Polcevera. L'ope-ra infatti potrebbe comunque entrare in servizio "monca" del raccordo autostradale e con la Valpolcevera collegando direttamente Lungomare Canepa a piazza Savio. Un anno passa in fretta e, conoscendo i tempi della Pubblica Amministrazione, si rischia di arrivare a luglio 2014 senza avere ancora appaltato l'intervento di restyling. Il restyling e le sue ripercussioni turistiche e commerciali che riqualificheranno l'intero quartiere sono l'intervento più atteso dai corniglianesi per cui è assolutamente necessario che il cantiere su via Cornigliano venga aperto nei giorni immediatamente successivi all'entra-ta in servizio della tangenziale a mare e venga ultimato nel più breve tempo possibile. Oerre

L’ a l b um d e l l e i n c omp i u t

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Bocciofila corniglianese Quale destino dopo la “scoperta” del rivo Roncallo?

Via Federico Gattorno Gli abitanti, dopo l’ultima assemblea pubblica, attendono i nuovi alberi.

Una serie di cartelli posti nel mese di luglio nell’attuale sede dei vigili urbani presso Villa Serra a Cornigliano annunciava la chiu-

sura per due mesi della locale sezione di Polizia municipale, invi-tando i cittadini — per ogni evenienza — a rivolgersi a quella di Sestri Ponente che, per tutto il periodo estivo, sarebbe rimasta

aperta. La riflessione che ne scaturisce, non peccando di vittimi-smo, è che tali decisioni vengono prese sempre a discapito degli

abitanti di Cornigliano. Chi decide quale sezione deve rimanere aperta o chiusa? Non si poteva fare “un mese per uno”?

Sestri per Cornigliano o Cornigliano per Sestri?

Dove cammi-niamo? In base ai dati forniti dalla compagnia assicurativa del Comune di Genova risultano denunciati nel corso dell’anno 2012 n. 253 sinistri per “caduta pas-­sante”

L’ a l b um d e l l e i n c omp i u t e

Via Verona, via Vetrano, via Bertolotti: a quando la loro semi o parziale pedonaliz-zazione?

Parco di palazzo Bombrini Le piante ‘pioniere’ si stanno svi-­luppando, la natura sta antici-pando il tardivo intervento dell’uomo: a quando la sua pro-­gettazione?

A che punto è il progetto della sua delocalizzazione? A Campi c’è ancora spazio?

Rimessa AMT: rimessa in discussione

Area Erzelli. A fronte di alcune realizza-zioni, molti lavori vanno a rilento come il trasferimento della facoltà di Ingegneria dell’Università.

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ilCorniglianese/eventi e tempo libero Luglio 2013

Filarmonica, anniversario con polemica a villa Bombrini

La sera del 21 Giugno, nella chiesa di Sant’Ambrogio, la Filarmonica ha tenuto il concerto dedicato al 135° anniversario della sua fondazione e voluto per ri-cordare l’impegno del Centro di Ascolto Vicariale a favore delle persone in

difficoltà. Calorosi sono stati gli ap-plausi del pubblico non molto nume-roso: date le moti-vazioni del concer-to e la diffusa pub-blicizzazione che se ne era fatta con manifesti, locandi-ne, inviti mail, si nutrivano maggio-ri aspettative. Ma la Filarmonica è avvezza a questi scenari: in tanti

anni, specialmente negli ultimi venti per i “Concerti a Villa Bombrini”, rara-­mente ha visto premiato dal pubblico il suo impegno organizzativo e finanzia-rio per offrire un genere di musica che fosse qualitativamente elevato. Orga-nizzatori e sponsor preferiscono promuovere e finanziare esclusivamente ge-neri più “leggeri”, sicuri di raccogliere un facile consenso. Altro neo della sera-­ta: l’assenza di esponenti del Municipio Medio Ponente, se pur dovuta ad una riunione particolarmente importante della Giunta. Ma, proprio sull’ultimo pezzo, è arrivato trafelato, per un saluto, Ferruccio Bommara. Incomprensibile e ingiustificabile poi l’assenza della Pro Loco ad un evento organizzato per celebrare la più vecchia Società di Cornigliano e la sua meritoria attività nei campi sociale e culturale. A meno che qualche suo esponente non fosse celato in qualche angolo della Chiesa. Mauro Gandolfo

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Musica live “Presso la Pressa” Sulla scia della tradizione degli Anni ‘60

L’uno, due e tre agosto avrà luogo presso la piazza della Pressa di Campi la prima edizione di una kermesse musicale fortemente vo-luta dal VI Municipio Medio Ponente e dalla neonata associazione corniglianese “Amici della musica Corniglia-no” con il contributo or-­ganizzativo del circolo ARCI Rizzolio, della So-cietà Cacciatori, della Pro Loco Cornigliano e del Comitato di Campi, sali-ranno sul palco mol-ti soggetti musicali tra gruppi e cantautori cor-niglianesi; vantando Cor-nigliano una sua forte tradizione musicale fin dai mitici anni 60. Si alterneranno sul palco “Nico &Lillo” chitarra elettrica;; “Giuseppe Can-­navò” cantautore chitarra classica;; gli “Acoustic Freedom” guidato da Angelo Tocci , chitarrista classico; i “Klimatorrido” guidati da Roberto Dalle-­saline, batterista;; i “Bio Blues Ganger” guidati da Roberto Tocci, batterista; il “Banco dei Sogni” di Gian Franco Andre-­otti, cantautore chitarrista;; “Roberto Ballerini” cantautore;; i “Fili di Arianna”

un gruppo musicale giovanile di Corona-ta e i “Lokomotiv” un affermato gruppo

musicale genovese guidato da Roberto Ballerini. La musica, attraverso le sue diverse espressioni, ha resistito ad anni di degra-do e inquinamento am-bientale, all’isolamento culturale e sociale del no-stro quartiere contribuen-do a mantenerlo vivo e vitale. Possiamo dire che Cornigliano non è mai morta grazie anche a que-ste persone, alla loro pas-sione per la musica tra-mandata per generazioni. Gli “Amici della Musica”, organizzatori dell’evento,

intendono fare di questo il primo di una lunga serie, un appuntamento fisso per tutti i musicisti dilettanti amanti del “live”. L’ingresso alla manifestazione e l’ampio parcheggio sono liberi e gratuiti mentre in zona saranno attivi sin dalle ore 19 alcuni punti di ristoro. Per infor-mazioni su questo evento e su quelli futuri l’associazione “Amici della Musi-­c a Co r n ig l i ano” r i sp ond e a l n° 3479136274 Oerre

L’Acli Sant’Ambrogio, presso Villa Canepa organizza per l’anno in corso una sessione di ginnastica “dolce” ac-­cessibile a tutti , in particolare agli ultra sessantacinquenni. Il corso si terrà da ottobre a maggio. Cosa si intende per ginnastica dolce e a chi è adatta? Con l'espressione si indica un tipo di attività fisica che si può svolgere in palestra o all'aperto, dietro la guida di un istruttore o per

conto proprio, caratterizzata dalla bassa intensità agonistica. Si tratta di una ginnastica eseguita con movimenti lenti, graduali, a basso impatto. E' un esercizio ginnico soft studiato per avvicinare al movimento persone sedentarie, anziani o coloro che hanno problemi di tipo ortopedico e non possono eseguire gli sport tradizionali. La ginnastica dolce consiste in movimenti semplici: piegamenti, allungamenti e stretching, eseguiti in modo da non richiedere a muscoli e articolazioni eccessivi sforzi. Costo euro 50 annuali comprensivi di tessera. Per informazioni telefonare Acli: 0106531483. Orari e modalità saranno forniti ad inizio stagione. Carlo Guerra

Il Circolo Uguaglianza, nella ri-correnza del 110° anniversario di fondazione sta organizzando, in collaborazione con ANPI, CGIL, Fondazione Ansaldo e civica Bi-blioteca Guerrazzi, una mostra fotografica sull’identità e la storia del quartiere. Il comitato orga-nizzatore chiede ai cittadini ed alle associazioni di mettere a disposizione le loro fotografie sulla vita sociale e culturale del quartiere: serviranno a comporre la “storia collettiva”, assieme agli articoli giornalistici ed ai docu-menti ufficiali riguardanti la vita di Cornigliano. Le fotografie si ricevono presso il Centro Civico, in viale Narisano 14, telefono

010.557.8205 - mail [email protected] -, e verranno restituite do-po la scelta effettuata per la creazione della mostra che sarà inaugurata indicativa-mente nei mesi di novembre/dicembre 2013. Il comitato organizzatore ringrazia fin d’ora tutti coloro che vorranno accogliere questo invito. S.P.

La ginnastica dolce Lenta, graduale e soft

La filarmonica di Cornigliano al completo durante una manifestazione

“Apriamo i cassetti della memoria” La ricerca della nostra storia continua

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ilCorniglianese/eventi e tempo libero Luglio 2013 15

riali: acciaio, alluminio e plastica. E' proprio in virtù dell’ottima qualità raggiunta dal processo di selezione, basato su un doppio passaggio di deferrizzazione e su una calibrazione ottimale degli elementi impiantistici, gli imballaggi in acciaio sono inviati direttamente in acciaieria, senza necessitare di ulteriori lavorazioni presso impianti di trattamento metalli. “Siamo orgogliosi di premiare AMIU - sottolinea Fe-derico Fusari, direttore di RICREA - per il lavoro che sta svolgendo e che ci assicura un ottima qualità di imballaggi in acciaio raccolti tali da poter essere inviati direttamente in accia-ieria per la loro fusione, saltando la fase di pre-trattamento con un notevole risparmio in termini di energia, trasporti ed economici. “Il premio ricevuto dimostra quanto il nuovo impianto sia innovativo e all'a-­

vanguardia. – aggiunge il presidente Amiu, Riccardo Casale- Ulteriore di-mostrazione dell'attenzione di Amiu verso uno sviluppo sostenibile che passa anche attraverso il risparmio di materie prime. Ciò consen-­tirà ad Amiu di essere più che autosufficiente nel trattamento dei materiali rac-colti, con l’obiettivo di aumentare in breve tempo le quantità e la qualità di ciò che viene avviato al riciclo”. Su Youtube troverete un video relativo alla premia-­zione su questo link http://www.ricicloni.it/diario/2013/7/ricrea-premia.

Consegnati a Roma, alla pre-senza del mini-stro dell’ambiente Andrea Orlan-do, i premi della XX edizione di “Comuni Rici-­cloni”, kermesse organizzata da

Legambiente: sono 1.293 i campioni nella raccolta differenziata dei rifiuti, il 16 per cento dei comuni d’Italia per un totale di 7,8 milioni di cittadini che hanno detto addio al cassonetto, pari al 13 per cento della popolazione nazionale che oggi rici-cla e differenzia i rifiuti alimentando l’industria del riciclo e quindi la Green Eco-­nomy. Nell’ambito della manifestazione, RICREA, il consorzio

che si occupa del riciclo degli imbal-laggi in acciaio (ovvero barattoli, scatolette, tappi a corona,e bombolette spray) ha premiato Amiu, società che gestisce il servizio di raccolta rifiuti e igiene urbana a Ge-nova servendo oltre 600.000 abitanti. Questo tipo di raccolta differenziata avviene, sul territorio genovese, con il conferimento congiunto di “plastica e metalli” (gli imballag-­gi in acciaio vanno insieme a quelli in plastica e alluminio). Il materiale raccolto viene invia-to nel nuovo impianto Amiu di selezione a Bolzaneto, dove vengono separati i tre mate-

AMIU PREMIATA DA RICREA A COMUNI RICICLONI per la “Migliore performance della raccolta acciaio in Nord Italia”

Operatori ecologici in una normale attività di igiene urbana: spazzamento con spazzala meccanica

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ilCorniglianese/sport Luglio 2013

Ezio Pescheria Il pesce fresco

del golfo ligure

Genova Cornigliano Via Cornigliano 160 r

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XIII Torneo Don Luigi Oddone e I° Mundialito per la festa Parrocchiale di N.S. di Lourdes in Campi

Leroy Merlin vs Vecchie Glorie Genoa Sampdoria L’importanza di sentire la città vicina

Due quadrangolari, organizzati in occasione dei festeggiamenti per la Festa Pa-tronale dal 3 al 7 luglio. Il primo ha preso il nome di I° Mundialito aperto a for-mazioni miste di ragazzi compresi fra i 14 e i 9 anni. Hanno aderito 58 ragazzi, non tutti facenti parte di società sportive, che con la loro adesione hanno potuto dare lustro a questa manifestazione. E’ risultata vincente la Germania a punteggio pieno, con Molina capocannoniere e miglior giocatore ma con un portiere strepi-toso come Nicholas Capone, vincitore per altro del trofeo come miglior portiere. Al secondo posto l’Inghilterra, con i due gemelli Claudett in evidenza su tutti. Al terzo posto la Spagna, sfortunatissima compagine per occasioni goal mancate e qualche infortunio di troppo oltre a due assenze importanti. Al quarto posto, il Brasile, la squadra più quotata forse, ma che in campo non è riuscita ad esprimere tutto il potenziale che aveva a disposizione, Spadaro, Inselvini, Farci tanto per fare qualche nome. Per gli over del Torneo don Oddone, non è stata tradita l’at-­tesa che già da qualche settimana si avvertiva fra i detentori e gli sfidanti più o meno nuovi. Un grosso ringraziamento va ai genitori che per l’occasione si sono calati nei panni di allenatori con grande entusiasmo inventandosi cambi e tattiche spingendo i loro ragazzi a dare il massimo. La XIII edizione è stata vinta dal Cir-colo dei Pescatori di Cornigliano, non solo per essere riusciti a spodestare i campi-oni della Parrocchia di S. Ambrogio giunti al Ferrando con un gran numero di tifosi che per tutta la gara hanno incitato i loro ragazzi, ma sportivamente hanno applaudito i nuovi vincitori del Torneo. Un riconoscimento và al “portiere presi-­dente” Rocco Pilato per essersi distinto egregiamente fra i pali. Al secondo posto una nuova e giovane squadra, gli Studenti di Cornigliano, al loro primo torneo ufficiale la squadra di capitan Emanuele Cancellu, ha ben figurato dando del filo da torcere in finale al Circolo dei Pescatori. Al terzo posto gli ormai ex detentori del titolo della Parrocchia di S. Ambrogio, arrivati a questo Torneo un pochino

scarichi. A fine gara il capitano Jacopo Ottonello dirà, abbiamo giocato con poca convinzione. Al quarto posto chiu-dono i Ragazzi di Campi, ottima squadra ma che ha evidenziato grossi problemi di amalgama. L’appuntamento sarà per la prossima edizione. Un grazie va al Comitato per i festeggiamenti per l’ot-­tima organizzazione. Sergio Daga

Non sarà una competizione nel vero senso della parola ma un evento per condi-videre una giornata di sport dove protagonisti saranno i più piccoli. La mani-festazione si terrà nella struttura del ricreatorio parrocchiale San Giacomo e sarà organizzata dale associ-azioni che ne prender-a nno p a r t e . A l l a “Giornata dello sport” sono invitate a parteci-pare tutte le società spor-tive di Cornigliano con le loro discipline. Gli esercizi commerciali di Cornigliano possono con-tribuire con iniziative e idee alla Giornata dedi-cata ai più piccoli. Per informazioni: Salvatore Micelli tel. 335.64.10.452

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Tutti invitati alla Giornata dello sport

Prima dell’inizio della kermesse sportiva, era d’obbligo sentire le parole di Gabriele Russo, militare della Capitaneria di porto di Genova, rimasto ferito ma miracolosamente scampato alla morte in quella tragica sera del 12 maggio. Il militare ci dice: mi resta l’angoscia per i colleghi che non ci sono più, io ero li con loro. E’ duro trovare la forza di reagire, ma è molto importante sentire la città vicina come in questa occasione. Insieme a Gabriele Russo in tribuna ci sono in divisa una rappresentanza di militari della Capitaneria del Porto, ad assistere alla Prima Edizione del “Trofeo Leroy Merlin per Zena” una partita benefica con ingresso gratuito, ma con la possibilità per il pubblico di las-ciare un’offerta volontaria a favore delle vittime del Molo Giano. Il programma vedeva in campo una gara fra Vecchie Glorie di Genoa e Sampdoria e i Dipendenti della ditta Leroy Merlin. Ma prima ci hanno pensato i bambini a mettere il sorriso agli spettatori in una singolare e simbolica gara che comprendeva una rappresen-tativa mista dei ragazzi della A.S.D. Corniglianese e i figli della Leroy Merlin sfi-dando a viso aperto giocatori del calibro di Nappi, Ruotolo, Bortolazzi, Bistazzoni e altri che hanno voluto far parte della squadra. Dopo l’Inno Nazionale, con le squadre schierate in campo e le parole dell’Ammiraglio Vincenzo Melone, Coman-­dante del Porto; auspicando che simili tragedie non debbano più verificarsi, è stata partita vera ci ha subito pensato Marco Nappi “la foca” con le sue divertenti giocate ha infiammato il pubblico. Va detto per la cronaca che i piccoli hanno ar-chiviato la gara con un “sonante” 3 a 1 per poi uscire dal campo con una grande ovazione, Gennaro Ruotolo divertito dirà: con quella maglia gialla, sembravano proprio il grande Borussia Dortmund, sono stati stupendi. La seconda gara ve-deva scendere in campo i genitori della Leroy Merlin. Subito giocate da veri pro-fessionisti e partita accesa da un guizzo di Nappi, gran tiro-cross beffardo da fuori area che si insaccava per l’1 a 0. Subito pareggio per i dipendenti con Alessandro Bruzzi pronto a sfruttare un lungo lancio dalla sinistra che, con un micidiale de-stro, faceva secco l’incolpevole Bistazzoni in uscita. Nel secondo tempo durava poco il momentaneo pareggio, poiché le Vecchie Glorie hanno subito avuto modo di dimostrare, nonostante gli anni, che la classe non è acqua. Doppietta di Navone e goal finale di Ruotolo 4 - 1, poi autografi e foto ricordo per tutti i partecipanti. Dei ringraziamenti particolari vanno agli organizzatori della Ditta Leroy Merlin, a Marco Satta artefice principale dell’evento e alla Società A.S.D. Corniglianese 1919, giunta alla sua ultima gara portando con onore quel “Glorioso nome” dopo 94 anni della sua lunga Storia. L’appuntamento sarà per la prossima edizione, un ringraziamento va a tutti gli intervenuti che con la loro spontanea offerta sono riusciti a dare un senso vero alla manifestazione. Sergio Daga

Partecipanti alla prima edizione del Mundialito

La squadra dei dipendenti di Leroy Merlin al gran completo. Il gol del momentaneo pareggio è stato segnato da Alessandro Bruzzi che infilava Bistazzoni per il temporaneo 1 a 1

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ilCorniglianese/sport Luglio 2013 17

Propongo a Luca Rainusso, genoano, di fare un’intervista rossoblucerchiata, incrociata. Mi farà delle domande sul campionato, appena terminato della Sam-pdoria e sulle prospettive future e io gliene proporrò altre sulla sua squadra. Per dare l’idea dell’amore che Luca ha per la sua squadra, basta dire che l’ultima giornata di campionato, era a Bologna, ripreso da TG3 Liguria, a tifare per il Genoa, ormai salvo. Il sottoscritto Guido, è un sampdoriano della primissima ora, avendo avuto la notizia della fusione fra Sampierdarenese e Andrea Doria, dal figlio di Stegani, custode della palestra della Sampierdarenese, pochissime ore dopo che l’evento era avvenuto. Luca: Cosa pensi del piazzamento finale della Sampdoria? Guido: Ad inizio campionato sapevo che ci sarebbe stato da soffrire, tuttavia mi ero illuso dopo l’avvio promettente per ritornare subito con i piedi per terra. Pen-­so che i punti fatti e il piazzamento siano stati coerenti con le aspettative. Dal Parma al Genoa vedo squadre che si equivalgono e forse pure Palermo e Siena. Luca: Cosa pensi della metamorfosi di Icardi? Guido: C’è stato un momento che mi é sembrato “flipper Shillaci” di Italia ‘90, dopo lo sciagurato Egidio (Calloni) degli anni ’70. Luca: Questione “nuovo stadio” alla Foce: è così importante per la società? Guido: Parecchie società sono orientate verso lo stadio di proprietà. L’industriale Squinzi, presidente del neo promosso Sassuolo, ha rilevato quello della Reggiana. Luca: Le polemiche post derby Matuzalem–Kristicic? Guido: Nessun giocatore fa volontariamente così male ad un collega, anche per-­ché sa che potrebbe subire lui stesso un incidente. Non vorrei però che il premio ricevuto dalla tifoseria sia stato favorevolmente influenzato da quell’entrata. Luca: Contento dell’apporto di Delio Rossi? Guido: Di felicità quando ci ha tirato fuori dalle secche. Di paura in seguito quan-­do ho rivissuto lo spettro di due campionati orsono. Come allenatore non lo di-scuto, spero che possano approntargli una discreta rosa. Luca: Un giocatore che vorresti il prossimo anno. Guido: Floccari e se il Catania abbassasse le pretese riconfermerei Lopez. Ma dopo i patemi dello scorso campionato, all’inizio di quest’ultimo ti ritenevi soddi-­sfatto di come era stata approntata la nuova squadra? Luca: Visti dal vivo a Bormio ero un po’ dubbioso. Guido: Secondo te che cosa non ha funzionato fino all’evento di Ballardini? Luca: La rosa, poca qualità. Guido: Di Canio e Del Neri, dove possono aver sbagliato? Luca: Di Canio poco o nulla, Del Neri tutto. Guido: Quali sono stati i giocatori che secondo te non hanno risposto alle aspet-tative della tifoseria. Luca: Immobile e Jorquera. Guido: Quali quelli che hanno portato la squadra alla salvezza? Luca: Antonelli, Borriello, Moretti e, dopo gennaio, Portanova con Manfredini. Guido: Se fossi la dirigenza quali giocatori confermeresti? Luca: Quelli sopraccitati più Frey e Floro Flores. Guido: Avete parecchi giocatori vostri oppure in comproprietà che si sono fatti valere, specialmente in serie cadetta; ritieni che qualcuno di loro sarebbe in grado di migliorare il parco giocatori della tua squadra? Luca: Cofie e Perin. Guido: Quali aspettative per il prossimo anno. Suggerimento alla dirigenza? Luca: Più rispetto della tifoseria, soprattutto con le dichiarazioni sul mercato. Guido: Vedo su facebook appelli che caldeggiano la riconferma di Ballardini. Luca: Grande persona davvero ma stiamo a vedere cosa farà Liverani.

Tifosi a confronto Le interviste possibili di Guido Pallotti

Genoa, in evoluzione Lodi... al mercato

ilCorniglianese

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Estate di mercato rovente per le società italiane. Nonostante le enormi difficoltà dovute alla crisi economica, sono già molti i gioielli arrivati in questa primo mese di trasferimenti. Il Genoa non è rimasto fermo a guardare le concorrenti e a sor-presa ha portato sotto la Lanterna il regista ex Catania, Francesco Lodi, centro-campista dai piedi buoni seguito da tempo dal presidente Preziosi. Attraverso la carta Tatchidis, riscattato dalla Roma alle buste, la società di Villa Rostan è riu-scita a mettere le mani sul giocatore, da molti considerato il migliore metronomo dopo Pirlo. Un colpo degno di nota ma non sufficiente per portare il Grifone al livello di compagini collaudate come Udinese, Lazio e Fiorentina; quest'ultima è riuscita a portare a casa due campioni del calibro di Joaquin e Mario Gomez, fresco campione d'Europa con la maglia del Bayern. Nonostante riuscire ad ag-guantare le sette sorelle di testa sia praticamente impossibile, il Genoa sta cre-scendo numericamente e qualitativamente: dopo l'arrivo di Lodi, Marchese, Ko-naté e della promessa Versaljko, sono tornati alla base Biondini, Cofie e Perin seguiti a ruota dall'ex fiamma Gilardino, uno dei migliori bomber italiani, grazie ad uno score di 153 reti e una medaglia da campione del mondo riposta nella sua bacheca dei trofei. Il mercato rossoblù è in continua evoluzione e lo sarà fino al due settembre, sempre vive le piste che portano a Borriello e Silvestre, trattativa bloccate dall'oneroso stipendio che percepiscono i due giocatori, mentre per la porta sembra ormai definita la strategia di dare fiducia al il giovane Perin affian-candolo a un'esperta chioccia come Bizzarri, 36enne argentino attualmente tesse-rato per la squadra di Lotito. Nei giorni scorsi è rimbalzata la voce che il Genoa stia provando a chiudere per Briand dal Lione e Saiver dal Bordeaux, giocatori interessanti dall'elevato costo del cartellino. Liverani ha fatto sapere che i suoi moduli di gioco preferiti sono il 4-3-3 e il 4-2-3-1 quindi, conti alla mano, manca-no all'appello 3 giocatori che conoscendo le logiche di mercato si aggregheranno al gruppo dopo la tourne in Inghilterra, viaggio che il Genoa ha voluto regalarsi in onore dei suoi 120 anni di storia. Sul fronte uscite hanno salutato la squadra Frey, Jankovic, Bovo, Immobile, Vargas e Rigoni; probabili gli addi di Granqvist e Kucka ma solo di fronte a offerte importanti che al momento non sono perve-nute. Genoa pronto a fare il salto in classifica? Non credo sia ancora possibile ma forse è la volta buona che la parola “progetto” possa essere nominata con tono serio e non come una scherzosa battuta di mezza estate. Riccardo Cabona

Bardonecchia, luglio 2013. Il tecnico Delio Rossi segue la prima amichevole della Sampdoria

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ilCorniglianese/rubriche Luglio 2013

Caro Avvocato, i miei due fratelli ed io abbiamo ereditato da nostro padre, deceduto senza fare testa-

mento lo scorso mese, una azienda ed alcuni im-mobili. Nostra madre è già mancata da alcuni anni. A differen-za dei miei fratelli, io non ho alcuna attitudine a lavorare nell’azienda, inoltre, ho maturato la decisione di trasferirmi in Costarica e di incominciare una nuova vita con la mia convi-vente, nativa di quel Paese. Uno dei miei due fratelli è disponi-bile ad acquistare i miei diritti sull’eredità di nostro Padre e siamo d’accordo sul prezzo, c’è però un problema relativo ad alcuni debiti aziendali di cui io vorrei evitare di continuare a rispondere dopo la vendita. E’ possibile ? R.M. Cari Signori, la compravendita di eredità presuppone la avvenuta apertura della successione e la qualità di erede dell’alienante. Si può avere vendita dell’eredità o di una quota dell’eredità, non è invece vendita di eredità la cessione di singoli beni o diritti ereditari. L’alienazione di bene ereditario, in tutto o pro quota, avvenuta ad opera di uno dei coeredi durante lo stato di comu-nione, Ë sottoposto alla condizione sospensiva che, in sede di divisione ereditaria, detto bene venga attribuito alla porzione dell’alienante. Punto controverso in dottrina e giurisprudenza Ë quello relativo alla sorte delle passività ereditarie, essendovi chi le esclude dall’oggetto della vendita, considerando quest’ultima limitata alle sole attività, e chi sostiene, invece, che la vendita di eredità determini per il compratore l’accollo cumulativo “ex lege” dei debiti ereditari. Il permanere, nei rap-­porti esterni, della responsabilità del venditore, si spiega attra-verso il principio generale che impedisce la liberazione del de-bitore senza il consenso del creditore. Alla luce di tali rilievi e considerazioni, Le consiglio di non dar seguito al proposito di vendere i suoi diritti sull’eredità di suo padre ad uno dei due fratelli ma di procedere preliminarmente con la divisione dell’eredità;; una volta divisa l’eredità, Lei potrà vendere i beni che le saranno assegnati a suo fratello piuttosto che ad entrambi i suoi fratelli od ad un terzo estraneo. Rammenti comunque che perché lei sia liberato dai debiti a-ziendali è necessario il consenso dei creditori dell’azienda, in assenza del quale lei resta obbligato in solido con i suoi fratelli.

Matteo Savio, avvocato

Numeri utili

Pronti interventi Carabinieri 112 Polizia 113 Vigili del fuoco 115 Guardia di Finanza 117 Emergenza sanitaria 118 Emergenza incendi 1515 Guardia costiera 1530 Viaggiare informati 1518 Vigili urbani 0105570 Cornigliano Carabinieri 0106469983 Comune 0106500068 Croce Bianca 010651276 0106512817 Illuminazione pubblica 800523188 Polizia 010648001 Polizia municipale 0105577195 A.C.I. 803116 Taxi 0105966 ASL Guardia medica 010354022 CUP prenotazioni 0105383400 AMT Linee e orari 0105582414 Trenitalia Orario treni 92021 Aeroporto Informazioni 01060151

L’avvocato risponde

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La cucina di nonna Papera (Leda Buti) Storia delle ricette che hanno fatto la storia

Per 4-6 persone: per la pasta 400g farina, sale, 4 uova, acqua tiepida. Mettere a fontana sulla spianatoia la farina, al centro le uova e un pizzico di sale, sbattere con una forchetta e iniziare a impastare (deve risultare un impasto morbido); aggiungere dell’acqua tiepida. Iniziare a tirare la sfoglia (naturalmente quan-­do avrete completato il ripieno). Gli anolini sono molto piccoli, vanno tagliati con un bicchierino o un tagliapasta tondo. Ripie-gandoli su se stessi, se ne ricavano delle mezze lune e si attorci-gliano nel dito mignolo. Per il ripieno: 200g manzo per bollito senz’osso, 200g vitello o pollo, 200g magro di maiale, 350g par-­migiano grattugiato, 2 uova, pane grattato, uno scalogno piccolo, una carota, un gambo di sedano, due cucchiai d’olio, 20g burro, noce moscata, sale e pepe. Far bollire le carni fino a metà cottura, passarle al tritacarne, porle in un tegame con il battuto di scalo-

gno, carota, sedano, olio e burro farli ben cuocere per più di mezz’ora;; ripassare tutto nel tritacarne, quando è tutto freddo incorporate le uova, il parmigiano, un cucchiaio di pane grattugia-to, la noce moscata, sale e pepe. Quindi riempite gli anolini, cuocete in un brodo di carne e servite il piatto fumante per una sinfonia di

Anolini alla Verdi, sinfonia in tavola

Studiò musica a Busseto, suo paese na-tale. Nel 1842 alla Scala ottenne il suo primo trionfo con “Nabucco”. Venne introdotto nei salotti dell’aristocrazia milanese e accolto dai patrioti che vede-vano rappresentate in quell’opera e, successivamente, ne “I Lombardi alla prima crociata”, le istanze di riscatto del popolo italiano dall’oppressione austria-­ca. Tra il 1844 e il 1850 il maestro com-pone ben undici opere, tra cui “Ermani”, “Macbeth” e “I masnadieri” (prima ope-­ra scritta per teatri stranieri, rappresen-tata a Londra dove incontra per la prima

volta Giuseppe Mazzini). A Parigi frequenta circoli rivoluzionari e inizia a convivere con la futura moglie, Giuseppina Strepponi, noto soprano e interprete delle sue opere. I suoi successi seguono poi con “L’Aida” al Cairo nel 1871 che inaugura l’apertura ufficiale del Canale di Suez e nel 1874 con la Messa da Requiem che dedica alla memoria di Alessandro Manzoni. Giuseppe Verdi muore a Milano il 27 gennaio 1901 ed è oggi sepolto nella casa di riposo dei Musicisti da lui fondata assieme a Giuseppina. Verdi non amava una cucina molto elaborata. Apprezzava, tuttavia le ricette tradi-zionali emiliane, specialmente gli anolini, piatto natalizio di origi-ni piacentine ma diffuso fino alla provincia di Parma.

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Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto, Parma

1813 – Milano, 1901)

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ilCorniglianese/rubriche Luglio 2013

Cornigliano, crisi economica e immobiliare E quel risanamento che i cittadini attendono

In piena estate lo stile di vita cambia: si mangia in maniera disordinata, si sta più tempo fuori casa e, in agguato, si può presentare la stipsi. Costipazione, stipsi, stitichezza: termini diversi che indicano un passaggio difficile delle feci dovuto alla loro durezza oppure ad una sensazione di evacuazione incomple-ta. È un disturbo che fino a un secolo fa era pratica-mente sconosciuto. Oggi è un problema molto diffu-so in persone di tutte le età e in entrambi i sessi. È

infatti cambiata l'alimentazione: i pasti si consumano frettolo-samente, è aumentato il consumo di zuccheri, di proteine ani-mali, di grassi e, di contro, è diminuito il consumo di fibre e di cibi non raffinati. Anche la sedentarietà contribuisce ad au-mentare la stitichezza. Un'attività fisica regolare, una dieta ricca di fibre e cibi integrali, frutta e verdura, yogurt, fermenti lattici, sono comportamenti in grado di prevenire e risolvere questa fastidiosa sintomatologia. Se queste misure non si di-mostrassero sufficienti si può ricorrere all'uso di fibre in polve-re o liquide (in farmacia la gamma è vasta) che possono essere di aiuto per aumentare il volume fecale. Dagli ultimi studi sem-bra che l'uso regolare delle fibre riduca il rischio di alcune pato-logie intestinali come la diverticolosi del colon e venose (varici). Qualora l'uso delle fibre non risolva il problema si può ricorrere ai lassativi. In farmacia ne esistono diverse categorie: a) le fibre aumentano la massa fecale; b) gli osmotici aumenta-no il contenuto dell'acqua nell'intestino; c) gli emollienti modi-ficano la consistenza delle feci; d) gli stimolanti aumentano la motilità e la secrezione intestinale; e) i clisteri agiscono local-mente e lubrificano e ammorbidiscono le feci. Alcuni consigli per combattere la stipsi: assumere cibi ricchi di fibre, 25/30 grammi al giorno; bere circa 2 litri di acqua al giorno; svolgere attività fisica anche moderata ma quotidiana; non reprimere lo stimolo e possibilmente andare in bagno sempre alla stessa ora; massaggiare delicatamente la parte inferiore dell'addome per favorire l'insorgenza dello stimolo; non restare a lungo nel-la toilette e non sforzare troppo l'evacuazione; se necessario usare i lassativi solo al bisogno e saltuariamente . Dottoressa Jose Cuffaro, farmacista

Salute: stipsi

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La crisi economica continua, nonostante le promesse dei nostri governanti, che a mio modesto parere sembrano più interessati a mantenere i loro privilegi che davvero a dare una svolta alla politica economica del nostro paese; il mercato immobiliare di

conseguenza continua ad avere grandi difficoltà. Costruttori che fermano i cantieri, se non falliscono, perché nessuno o pochi sono gli interessati ad acquistare l’immobile in costruzione sia esso un box che un appartamento. Agenzie immobiliari in difficoltà con il numero di compravendite diminuito drasticamente nell’arco degli ultimi 2-3 anni. Istituti bancari, nati per dare credito, che se possono evitano di concedere mutui ai cittadini, anche a coloro che potrebbero permetterselo. Oggi conoscia-mo i problemi di Cornigliano, che vanno dal depuratore, alla mancanza di infrastrutture adeguate a servire circa 15.000 residenti, ai problemi di ordine pubblico. In tutto questo contesto, tra cui prota-gonista principale è la crisi economica sopra citata, gli immobili attualmente si trovano in una fase di decrescita con continua diminuzione dei prezzi degli appartamenti e la possibilità di fare il cosiddet-to affare per quei pochi che hanno liquidità. Nei primi anni 2000, una crescita improvvisa e inattesa con l’avvento dell’Euro, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi degli immobili, aiutati anche da una grande flessibilità delle banche permettendo di comprare casa a coloro, e lo dico a malincuore, che non potevano permetterselo. Conseguenti pignoramenti, indetti da istituti di credito e amministra-zioni condominiali, “declassano” interi stabili, anche intimorendo l’eventuale acquirente. Attendia-­mo fiduciosi, anche se magari iniziamo ad essere giustamente scocciati dal continuo posticipo della fine lavori, il completamento della strada a mare e relativa bonifica dell’intera delegazione, tra cui anche il tanto sospirato spostamento alla foce del Polcevera del depuratore che emana odore disgu-

stoso in prossimità di piazza Massena, augurandosi che la politica locale dia davvero una mano a noi corniglianesi. La fine della crisi economica e un risa-namento ambientale permette-rà, col tempo dovuto, una ricre-scita immobiliare, con una giu-sta valutazione e, permettetemi, considerazione da parte di tutti i genovesi, degli immobili presen-ti nella delegazione, tutt’altro che immobili degradati come attualmente, purtroppo, appaio-no. Andrea Scibetta Agente immobiliare Fiaip

Luglio Il mercato dell’ E-­nergia - risponde Elio Teodoro, Re-sponsabile territo-riale di Liguria E-nergia

Cari concittadini, mi preme ringraziarvi tutti per le numerose mail che ci avete fatto pervenire in negozio. In questo numero, abbiamo selezionato alcune delle domande che ci avete posto più frequentemente, con l’obiettivo di chiarire meglio le modalità con le quali è possibile passare al mercato libero e diventare quindi clienti di Liguria Energia. Vi invito a continuare a scriverci al nostro indirizzo mail [email protected] e a venirci a trovare al nostro negozio. Un caro saluto, Elio Teodoro

Gentile Elio, ho ricevuto a casa la vostra lettera nella quale si parlava di uno sconto speciale di 40 euro in bolletta per i nuovi clienti di Liguria Energia. Vorrei poterne usufruire, ma sono preoccupata che, cambian-do operatore, ci siano alcuni giorni di interruzione del servizio. G.M Gentile Signore, Come lei, molte persone al negozio ci chie-dono preoccupate cosa succede quando si sceglie di cambiare operatore e passare al mercato libero. Il principale timore è quel-lo di correre il rischio di dover affrontare interruzioni di fornitura o, peggio, di rima-nere senza assistenza in caso di problemi all’impianto. Non è così. Chi decide di di-­ventare nostro cliente, approfittando dello sconto speciale di 40 euro disponibile per tutti coloro che passano a Liguria Energia

entro il 10 agosto, non trascorrerà nemmeno un giorno senza gas. E’ infatti un diritto di ciascun cittadino ricevere il gas metano, ed è nostro preciso dovere fare

Energia e gas, opportunità da cogliere

sì che i nostri clienti rimangano sempre in fornitura senza interruzioni di servizio. Proprio come prevede la legge, il cambiamento è gratuito, non prevede sospensio-ne delle erogazioni e, in caso di guasto alla rete, avrete lo stesso servizio di manu-tenzione di prima. Quello che cambierà sarà il servizio: con Liguria Energia lei potrà usufruire dei vantaggi di avere un negozio sotto casa, cui fare affidamento per qualunque problema, e del nostro avanzato sistema di bollettazione - bime-strale nei mesi estivi e mensili in inverno - attento alle autoletture, così che ogni cliente paghi solo il gas realmente consumato. Dunque sarà tutto quanto come prima, anzi meglio di prima perché riceverà più servizi e più efficienza di prima spendendo meno. Gentile Elio, ho sentito dire che per chi passa a Liguria Energia è pre-visto uno sconto in bolletta. Come funziona? Se divento vostro clien-te, quando riceverò la vostra prima bolletta? M.S. Come abbiamo voluto spiegare nelle lettere inviate ai Corniglianesi, passare a Liguria Energia non solo è gratis ma è anche semplice, sicuro e conveniente. E’ semplice perché basta una firma e al resto pensiamo noi; è sicuro perché per qua-lunque necessità c’è il vostro negozio “sotto casa”;; è conveniente perché con le nostre tariffe si può pianificare la spesa, garantendosi in questo modo un rispar-mio. E per il mese di Luglio le nostre offerte sono ancora più vantaggiose. Tutti coloro che diventeranno nostri clienti entro il dieci agosto potranno usufruire di uno sconto speciale di 40 euro. Come giustamente ci sottolinea nella sua lettera, l’importo sarà detratto dalla prima bolletta, che riceverà a metà dicembre. Infatti, firmando il contratto entro il 10 agosto, diventerà nostra cliente a partire dal 1 di ottobre: dunque potrà godere dello sconto sulla bolletta relativa al bimestre otto-bre – novembre, proprio quando, abbassandosi le temperature, si inizia a consu-mare più gas. Se l’importo relativo al gas consumato (costo della materia prima) non dovesse essere sufficiente a consentirci di detrarre 40 euro nella prima bolletta, la restante parte verrà scalata dalla bolletta successiva, nel mese di gennaio. Inoltre, venendo a trovarci in negozio con l’ultima bolletta, potrà conoscere le nostre vantaggiose offerte. Penso ad esempio alla “Sicuro” che consente di bloccare il prezzo del gas per i successivi 12 mesi, mettendosi al riparo da possibili aumenti futuri del costo della materia prima: un po’ come se noi potessimo metterci d’accordo con il ben-­zinaio, affinché il prezzo di un litro di benzina sia lo stesso per tutto l’anno, evi-­tando fastidiosi aumenti nel tempo, dovuti alle oscillazioni a livello internazionale del prezzo del petrolio. Tre mesi prima della scadenza dei 12 mesi, sarà nostra cura proporre una nuova tariffa che colga le opportunità di prezzo sui mercati internazionali e trasferirle in modo vantaggioso per il cliente.

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ilCorniglianese/la bacheca Luglio 2013

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ilCorniglianese/associazionismo Luglio 2013

lasso di tempo di quasi ot-tant'anni ha avuto la possibilità di ricrearsi un posto tra le arti

legittime del palcoscenico. Il Club nasce ufficialmente nel 1995 dopo 40 anni di espe-rienza maturata insieme. Presi-dente è Gianni Iala. Vicepresi-dente e delegato regionale è Marco Pruni. La sede del Club è in via Bellini, 1. Marta Fasulo

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Prestigiatori, maghi, illusionisti, manipolatori Una lanterna sotto la Lanterna. Ma magica Donne divise in due, una me-scolata di carte, il continuo parlottare dell'esecutore, un coltello che si pianta nel brac-

cio, una sigaretta accesa che scompare tra le pieghe di una maglia senza lasciare nessuna traccia: questo e molto altro si

può scoprire nell'associazione di prestigiatori e illusionisti che fanno parte del Club Lan-terna Magica a Genova.

Frutto della fusione di due associazioni di prestigiatori (Il CAAM Amatori Arte Magica e l'AGI Associazione Genovese Illusionisti), questo Club apoli-tico e senza fini di lucro offre

un vero e proprio corso di una volta alla settimana in cui tutti possono sperimentarsi e vive-re con i propri occhi quest'arte

così misteriosa e, molto spesso, sconosciuta al mondo degli spettatori. Il corso è acces-sibile a qualsia-si età a partire dai tredici anni ma il Club ha c o l l a b o r a t o anche con delle scuole d'infan-zia per incurio-

sire così quelli che potrebbe essere degli Aspiranti Maghi. Alla fine del corso si è sottopo-sti a un esame e, per conclude-

re l'anno, uno s p e t t a c o l o . Molto spesso vengono pro-mossi spettacoli per beneficenza anche per con-tribuire alla diffusione e allo s v i l u p p o dell'arte dell'il-lusione. Tra i vari scopi della realizza-

zione di questo nucleo di pre-stigiatori sia professionisti che dilettanti o, perché no, sem-plici amatori dell'arte magica,

vi è anche quel-la di ricreare un altro modo di intrattenimenti creativi adatti a persone di ogni età, a partire, quindi, dai bambini per arrivare poi fino agli anziani che ancora vo-glio sperimen-tare per primi

se stessi e, per secondo, un mondo magari sconosciuto che può diventare, chissà, una vera e propria passione. La Lanterna Magica offre in-trattenimenti e spettacoli,oltre

al pubblico, anche a scuole, come abbiamo visto prima per quanto riguarda il progetto “Aspiranti Maghi” e, tra le

molteplici attività svolte, vi sono anche riunioni settima-nali con seminari per i soci con proiezioni di videoconfe-

renze italiane e straniere e consigli e novità che si affac-ciano al mondo magico mon-diale. Questa scuola è l'unica asso-ciazione di questo tipo nella

nostra città, è riconosciuta dalle associazioni nazionali e Delegazione del Club Magico Italiano ed è censita nella Ban-

ca Dati del comune di Genova. Spettacoli teatrali, laboratori, corsi, conferenze, prove su palcoscenico, programmi spe-

cifici ma anche tanto diverti-mento, allegria e spensieratez-za per avviarsi nell'Arte Magi-ca, un'arte antica la cui epoca d'oro risale a fine 800 fino agli anni '20 del '900 che in questo

Genova: Conferenza del mago ALEXANDER il 19 settembre ore 21 presso la sede del Club

Mago Manuel, il manipolatore

Mago Alay, il grande saggio

Ago il mago: il più amato dai bambini Ivan e le sue magiche bolle

Gabriele Gentile, il professionista I Fratelli Cosso, i maghi del violino

Adriano, il temerario

La passerella finale

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ilCorniglianese/come eravamo, come siamo Luglio 2013

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Contemplo, varcando il ponte di Corni-gliano, la vallata del torrente Polcevera con le sue acque, per il momento tran-quille, che scorrono lente verso il mare fondendosi fraternamente in esso. In mezzo, piccole isolette con verdi arbu-sti saltuariamente ospitano qualche famigliola di cinghiali in cerca di mi-glior fortuna e le acque quasi stagnan-ti accolgono miriadi di cefali che nuo-tano compatti per difendersi da gab-biani predatori che volteggiano intor-no prendendoli di mira. Fra le alture, svetta il monte Figogna, in cima al quale nel 1530 circa fu eretto il santuario della Guardia, la cui Ma-donna vigila a protezione sulla nostra città. Di fronte a questo paesaggio, la mia mente corre a ritroso immaginan-do un lontano passato, quando le po-polazioni provenienti da nord coi loro carichi dovevano raggiungere la città, scendendo faticosamente lungo i crina-li dei monti, attraversando il torrente Polcevera che, nel corso di violente piogge e alimentato dai molti rigagnoli, aumentava la sua portata spargendo acque minacciose, che rotolando sui sassi disordinatamente, causavano non poche difficoltà. Da qui, la necessità di concretizzare un ponte a valle che permettesse di raggiungere la meta più agevolmente e nel minor tempo possi-bile e di questa costruzione, le prime notizie si hanno intorno al 1400. Da allora, quel viadotto ha svolto dignito-samente il suo compito per molto tem-po ma poi fu aggredito da una possen-te piena che lo ha reso quasi inservibi-le. Fu così indispensabile riedificarlo e il primo in muratura, fu realizzato ver-so il 1550, grazie ad un lascito del doge Benedetto Gentile che, in perenne me-moria di un figlio annegato nel tentati-vo di guadare il torrente, fece erigere nel centro, una tondeggiante cappella votiva dedicata alla Madonna, dove si trova tuttora e, come allora, attrae pas-santi devoti che posano un fiore, non dimenticano di farsi il segno della Cro-ce. Per un po’ non si sono registrati clamorosi eventi al riguardo ma prov-vide Napoleone a portarlo alla ribalta, quando, il 4 giugno 1800, fu firmata

dal generale Massena, la clamorosa resa da parte dei Francesi agli Austria-ci che avevano occupato Genova e que-sta cappelletta ne fu diretta testimo-

ne. A causa dell’industrializzazione e del conseguente aumento della popola-zione, fu necessario migliorare la via-bilità della zona; di questo se ne occu-

pò l’antica Camperia che, sorse per recuperare e gestire i fondi necessari a tale scopo amministrata da Marcel-lo Francesco Durazzo. Le autorità

dell’epoca, dopo ripetuti ripensamenti, sono riuscite, in occasione della costru-zione della via Provinciale, a far ri-strutturare quel ponte che, a lavori

Dodici arcate e la cappella votiva al centro Ancora oggi c’è chi posa un fiore sul ponte sul Polcevera

ultimati, raggiunse una lunghezza di 260 metri sviluppati su dodici arcate con la cappella votiva, sempre al cen-tro. A difesa del territorio, furono innal-zati gli argini sulle due sponde del Polcevera, e da allora, quel torrente, pur continuando nel periodo di forti temporali a gonfiarsi in modo poco rassicurante, finora non ha più causa-to, nelle aree di fondovalle, le perico-lose esondazioni del passato. Nessu-no però scorda l’alluvione del 7 e 8 ottobre 1970 che imperversava sulla nostra città, portando distruzione e vittime un po’ dovunque, ma in que-­sta valle i danni, grazie alla loro te-nuta, furono relativamente contenuti e per Cornigliano si limitarono alla parte bassa della delegazione e agli stabilimenti Italsider. Questo ponte, situato a poca distanza dalla foce del Polcevera, è uno dei più importanti di Genova: unisce, come avesse braccia tese e mani amiche, Sampierdarena con i quartieri del ponente, mentre gli argini sono per-corsi da strade a scorrimento veloce che congiungono queste delegazioni al centro commerciale di Campi e Pontedecimo. Un via-vai ininterrotto di disparati mezzi a due, quattro e più ruote, ne beneficiano intensa-mente e, speriamo presto, un altra opera si appresta a sovrastarlo, dan-do vita alla famosa strada a mare che tutti attendiamo, il cui compito è quello di alleggerirne il traffico poi-ché, nelle ore di maggior afflusso, quel ponte sussulta e trema come se avesse un cuore pronto a scoppiare. Non vorrei che un domani, e prima o poi sicuramente a qualche testa pen-sante e sfolgorante l’idea purtroppo verrà, ci si ritrovasse anche qui come alla Foce, alle prese con una copertu-ra per sfruttare qualche area da adibi-re a posteggi o chissà cos’altro, pron-­ta ad ostruire il corso di queste acque, riuscendo a togliere agli abitanti in-torno, quella stabilità faticosamente conquistata nel tempo e chissà con quali danni ancora. Rosanna Robiglio

Collezione Bellini - Il ponte di Cornigliano in una immagine dei primi ‘900

Collezione Bellini - Rarissima cartolina del ponte di Cornigliano “viaggiata” nel 1903 raffigurante il ponte provvisorio realizzato per demolire ed ampliare quello esistente. Da notare: la cappelletta

sul ponte che aveva una forma tondeggiante, diversa dall’attuale quadrata

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ilCorniglianese/e-mail e lettere alla redazione Luglio 2013

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Il francobollo di Anzalone

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DEPURATORE Miasmi: per quan-to tempo dovremo respirarli? Caro Direttore della Redazione de “Il Corniglianese”, purtroppo ci risiamo di nuovo, dopo otto mesi e con l’arrivo del caldo il nostro “NON VO-­

LUTO” depuratore emana nuovamente esalazioni ir-respirabili, sicuramente come al solito a causa del suo scarso funzionamento e i cittadini sono costretti a sopportare. Oltre agli abitanti del ponente, Campi e Cornigliano, anche quanti si trovano a passare in quella zona con manifesto disgusto sottolineano il pro-prio disagio lungo il tratto di corso Perrone turandosi il naso. A questa protesta si aggiun-gono anche gli esercenti di alcune attività commerciali presenti in loco e non ultima anche la nuova Società Spor-tiva del campo di calcio Italo Ferrando. Gli abitanti del quartiere sono al limite della pazienza, costretti, loro mal-grado a tenere le finestre chiuse soprattutto in questo periodo estivo. Gli esercenti fanno sapere che oltre al disagio sopportato a causa della situazione ambien-tale, continuano a mettere in evidenza il “malessere” economico e di immagine delle proprie aziende, qual-cuna delle quali ha preferito

stico cittadino, “fagocitata” da una fusione societaria che can-cella di fatto 94 anni di storia di calcio a Cornigliano. Non esisteranno più i mitici

neroverdi, il glorioso “Curniggen”, sacrificato ad una concezione dello sport e del calcio in particolare che, scim-miottando sempre più i model-li professionistici, si espone a costi sempre più elevati ed a gestioni più complicate ed one-rose e sempre più distanti dai quartieri e dove l’aspetto socia-­le, formativo ed aggregativo diventa sempre meno significa-tivo. Cornigliano non può tolle-rare ciò, così come non può tollerare che il campo Ferran-do, fortemente voluto dai citta-dini e dai rappresentanti politi-ci corniglianesi che si sono battuti per la costruzione dell’impianto, sia gestito da una società estranea al nostro quartiere. Mi rivolgo pertanto alla Proloco di Cornigliano affinché si faccia promotrice di un incontro fra le associazioni attualmente operanti in tale settore ed i tanti appassionati di calcio per fare rinascere la Corniglianese! Luciano Tagliatti Pres. Circolo Uguaglianza Gentile Tagliatti, dispiace sempre quando un pezzo quasi centenario della nostra storia va in archivio in un colpo solo. Curiosamente si ripete il desti-no della gloriosa Cornigliane-se come quando nella seconda metà degli anni ’20 la stessa società di calcio sparì per fon-dare insieme ad altre “La Do-­minante”. Ci riserviamo un’ulteriore riflessione, come da Lei auspicata, per capire meglio se ciò è avvenuto sulla scia del calcio moderno o per altre motivazioni. Saluti. La Redazione

Le figurine di Anzalone trasferirsi in altra zona. Come indicato anche dalla Società di calcio del Ferrando la situazione è ormai al limite e ci accingiamo ad affrontare la nuova stagione sportiva con questi continui miasmi nau-seabondi che i giocatori in campo ma anche gli spettatori in gradinata avvertono. Non è possibile fare attività sportiva in queste condizioni, speriamo che qualcuno se ne faccia

carico. Gli abitanti del quartiere di Campi insieme agli abitanti di Cornigliano, chiedono ferma-mente un intervento imme-diato e risolutivo a questa brutta situazione, e dichiarano che sono pronti a manifestare. Chiediamo che chi di dovere si assuma la responsabilità di far valere la nostra protesta per-ché non è più possibile soppor-tare anche questa estate l’in-­cubo di vivere con questa inde-corosa vergogna fra le nostre case. Maria Cristina B. e altri Gentile Maria Cristina, purtroppo la situazione è sotto gli occhi… pardon: sotto il naso di tutti. La nostra stessa redazione è a pochi metri dal depuratore e sappiamo benis-simo cosa voglia dire in questi giorni caldi di luglio convivere con puzze e miasmi. Sappiamo anche che ci vorranno almeno 10 anni (“due lustri” disse un autorevole politico) per lo spostamento a mare dell’impi-­anto di depurazione. Sono tempi infiniti per chi chiede,

CORNIGLIANESE Non esiste più? L’estate 2013 è stata contrasse-­gnata da una rinnovata vivacità sociale con feste, eventi musi-cali, sagre e iniziative varie che hanno coinvolto molte associa-zioni di Cornigliano alle “storiche” manifestazioni dei Circoli Uguaglianza, Lucani e Rizzolio, della Proloco, dell’Associazione Genitori e Anziani di Campi, della Pubbli-ca Assistenza Croce Bianca, dell’Associazione Terra, dell’Associazione e dell’Arci provinciale, si è aggiunta la

festa dell’Associazione Pescato-­ri e complessivamente sono state coinvolte nelle varie ini-ziative alcune decine di mi-gliaia di persone. Pur tuttavia, in tale quadro positivo, un fat-to pesa negativamente sul bi-lancio di questa estate: una associazione storica, la A.S. Corniglianese scompare dal panorama sportivo dilettanti-

oggi, di poter respirare aria pulita, pura e salubre, così come possono fare, a Genova, tutti gli altri cittadini. Questo non vuol dire che non ne par-leremo, anzi: saremo il vostro megafono, la vostra voce e la vostra protesta. Non è con-cepibile al di là del progetto di spostamento convivere per altri dieci anni ancora in questa drammatica situazi-one. Continuate a scriverci sul tema, pubblicheremo puntual-mente le vostre lettere. Un caro saluto La Redazione

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Articolo 12 1. Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interfe-renze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corri-spondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputa-zione. Ogni individuo ha dirit-to ad essere tutelato dalla leg-ge contro tali interferenze o lesioni.

Articolo 13 1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. 2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, inclu-so il proprio, e di ritornare nel proprio Paese.

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Nata ad Acqui Terme (Al), ho conse-guito il diploma magistrale e, dal 1963, nel pieno della siderurgia, vivo a Corni-gliano (che conosco come le mie ta-sche). In questi anni sono stata dipen-dente dell’Alfa Romeo di Savona, colla-­boratrice di arredamento d’interni a Cornigliano, poi insegnante di scuola materna statale a Quezzi, Sestri, Sam-pierdarena ed infine per venti anni presso la Jean Piaget ex di via Tonale a Cornigliano. Hobby ne avrei avuti tanti ma il mestiere di casalinga abbinato alle altre attività, mi hanno sempre

lasciato poco tempo libero, però mi è rimasta la passione per il mare, la montagna, i viaggi e soprattutto ora, da pensionata, la grande voglia di leggere e scrivere. Scrivo poesie e racconti che mi permettono di esprimere le mie osservazioni ed emozioni. Non so certo valutare da sola il mio operato e spero che qualcuno lo faccia per me, intanto scrivo, scrivo e scrivo... e il tempo vola.

Diplomato ragioniere, inizio subito con i computer studiando il metodo ’Spiga’ per gestione contabile e la programmazione in cobol. Il mio primo computer fu un 80/86 IBM usato, giusto per capire come era fatto. Ed essendo stato un piccolo dise-gnatore dal buon tratto ma dalla tecnica non approfondita, ho iniziato ad usare i primi pro-grammi di grafica. L’avvento di internet, che per me è stato il 1995, mi ha introdotto verso

l’era web. Attualmente lavoro nel mio quartiere che è Corniglia-­no e dove mi trovo benissimo. Mi occupo di comunicazione nel senso pubblicitario del termine e ne “ilCorniglianese” curo la grafica in generale, preparo il layout della pagina centrale e rea-lizzo alcune pubblicità che appaiono sul giornale. Ringrazio la redazione per avermi dato la possibilità di collaborare e, quindi, di accrescere il mio know how. A presto.

Rosanna Robiglio

Romano Oltracqua

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