ilCorniglianese Luglio/Agosto 2015

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Anno IV Numero 7/8 Mensile Copia gratuita Luglio/Agosto 2015 «o Cornigiòtto» ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura Il giornale non ha finanziamenti pubblici Visti da Plutone/1 di Enrico Cirone Alle 2,53 (ora italiana) di mercoledì 15 luglio New Horizons si è fatta viva con la Terra: «Sto bene, il sor- volo di Plutone è stato ok, appena posso mando le fo- tografie» ha in sostanza detto la sonda della Nasa che il giorno prima, alle 13,49’57”, aveva sorvolato Plutone a una distanza di soli 12.500 km dopo nove anni e mezzo di viaggio e quasi 5 miliardi di chilome- tri. New Horizons ha rag- giunto la sua mèta passan- do a una distanza minima dalla superficie di Plutone, l’ex ultimo pianeta del siste- ma solare, il «pianeta na- no». New Horizons è transi- tata su Plutone alla fantasti- ca velocità di 13,78 km al secondo, pari a 49.600 km all’ora rispetto a Plutone stesso. Possiamo ora imma- ginare che, per ingannare il tempo, la sonda sia partita con un carico di giornali da leggere acquistati presso un’edicola 10 anni fa. Pro- viamo anche noi a rileggere cosa scrivevano di noi i giornali 10 anni fa. Con un brivido: leggerli su Plutone. E vai a pagina 2. (continua) Cornigliano, via Vetrano controcorrente Gli alberi crescono nei posacenere Foto Razzore Il sindaco Doria al Centro civico >> 3 La destinazione dell’ex mercato comunale >> 5

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Anno IV Numero 7/8 Mensile Copia gratuita Luglio/Agosto 2015

«o Cornigiòtto»

ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura

Il giornale non ha finanziamenti pubblici

Visti da Plutone/1

di Enrico Cirone

Alle 2,53 (ora italiana) di mercoledì 15 luglio New Horizons si è fatta viva con la Terra: «Sto bene, il sor-volo di Plutone è stato ok, appena posso mando le fo-tografie» ha in sostanza detto la sonda della Nasa che il giorno prima, alle 13,49’57”, aveva sorvolato Plutone a una distanza di soli 12.500 km dopo nove anni e mezzo di viaggio e quasi 5 miliardi di chilome-tri. New Horizons ha rag-giunto la sua mèta passan-do a una distanza minima dalla superficie di Plutone, l’ex ultimo pianeta del siste-ma solare, il «pianeta na-no». New Horizons è transi-tata su Plutone alla fantasti-ca velocità di 13,78 km al secondo, pari a 49.600 km all’ora rispetto a Plutone stesso. Possiamo ora imma-ginare che, per ingannare il tempo, la sonda sia partita con un carico di giornali da leggere acquistati presso un’edicola 10 anni fa. Pro-viamo anche noi a rileggere cosa scrivevano di noi i giornali 10 anni fa. Con un brivido: leggerli su Plutone. E vai a pagina 2. (continua)

Cornigliano, via Vetrano controcorrente Gli alberi crescono nei posacenere

Foto Razzore

Il sindaco Doria al Centro civico >> 3 La destinazione dell’ex mercato comunale >> 5

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2 Luglio/Agosto 2015 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

L’ex governatore della Puglia e leader nazionale di Sinistra, ecologia e libertà, Nichi Vendo-la, è stato rinviato a giudizio nell ’ambito dell ’inchiesta «Ambiente svenduto» condotta dalla Procura di Taranto. Lo ha deciso il giudice per le udienze preliminari Vilma Gilli al ter-

mine della camera di consi-glio. Insieme con lui tutti colo-ro che avevano scelto di essere giudicati con il rito ordinario tra i quali Fabio e Nicola Riva, f i g l i d e l p a -tron Emilio (deceduto lo scorso a n n o ) e p r o p r i e t a r i dell’Ilva che, secondo la procu-ra ionica, ha emesso nell’aria sostanze nocive per gli operai e i cittadini causando “malattia e morte”. Vendola è accusato di aver fatto pressioni sull’Arpa, l’Azienda regionale per la pro-tezione ambientale, attraverso il suo direttore Giorgio Assen-nato, perché favorisse gli svi-luppi dell’acciaieria. In questo modo, sostiene la Procura, Vendola avrebbe consentito all’Ilva di continuare a produr-re senza ridurre le emissioni inquinanti, come invece aveva indicato l’Arpa in una nota del 21 giugno 2010 stilata dopo i risultati di una campionatura che aveva rilevato picchi di benzopirene. Secondo l’accusa, sempre Vendola avrebbe «minacciato» la non riconfer-ma di Assennato, il cui manda-to scadeva nel febbraio 2011. Le contestazioni si collocano in un periodo che va dal 22 giugno 2010 al 28 marzo 2011. La con-

cussione aggravata è invece contestata a Vendola in concor-so con l’ex responsabile Rap-porti istituzionali dell’Ilva, Gi-rolamo Archinà, l’ex vice presi-dente di Riva Fire, Fabio Riva, l’ex direttore dello stabilimento siderurgico di Taranto, Luigi Capogrosso e il legale dell’Ilva,

Francesco Perli. Secondo gli inve-stigatori i buoni rapporti con Archi-nà emergono an-che da una telefo-nata tra i due su un litigio avvenuto tra un giornalista e il presidente Emilio Riva in merito a una domanda sulle

morti a Taranto per can-cro.«Sarei insincero se dicessi, come si usa fare in queste cir-costanze, che sono sereno. Sen-to come insopportabile la ferita che mi viene inferta da un’accusa che cancella la verità storica dei fatti: quella verità è scritta in migliaia di atti, di documenti, di fatti». Così Ven-dola ha subito reagito alla deci-sione del giudice di Taranto. «Io ho rappresentato la prima e l’unica classe dirigente che ha sfidato l’onnipotenza dell’Ilva - ha proseguito l’ex governatore della Puglia- e che ha prodotto leggi regionali all’avanguardia p e r i l c o n t r a s t o dell’inquinamento ambientale a Taranto. L’unica mia colpa è di aver cercato di costruire un doveroso equilibrio tra diritto alla salute e diritto al lavoro. Ma non credo che questo sia un reato. Mi aspettavo che l’inconsistenza del teorema accusatorio producesse il mio proscioglimento già a conclu-sione dell’udienza preliminare. Per chi, come me, crede nei valori della giustizia e della legalità provo delusione e ama-rezza. Ma vado a processo con la coscienza pulita di chi sa di aver sempre operato per il bene

comune». A giudizio anche altri 46 imputati. Assolti, invece, l’ex assessore all’Ambiente e magi-strato Lorenzo Nicastro (è scoppiato in lacrime alla lettura della sentenza), Donato Perrini (favoreggiamento personale) e il carabiniere Giovanni Bardaro (era accusato di rivelazione di segreti d’ufficio). Nicastro era accusato di favoreggiamento personale nei confronti dell’ex presidente della Regione Puglia Vendola perché, secondo l’accusa, aveva riferito agli in-quirenti di non ricordare la presenza del direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assen-nato, in una riunione in Regio-ne del 15 luglio 2010. Condan-nati, invece, il sacerdote don Marco Gerardo (ex segretario dell’ex arcivescovo di Taranto) a 10 mesi, e Roberto Primera-no, l’ex consulente della Procu-ra a 3 anni e 4 mesi. Tutti e cinque avevano chiesto il giudi-zio con il rito abbreviato. Il pro-cesso inizierà il 20 ottobre prossimo dinanzi alla Corte di assise di Taranto, competente per il reato di avvelenamento di acque o di sostanze alimentari contestato ad alcuni imputati. La sede indicata per il processo è al momento l’aula Alessandri-ni del tribunale ionico ma po-trebbe cambiare vista la pre-senza di più di 800 parti civili già costituitesi in sede di udien-za preliminare. «L’istanza ac-cusatoria portata avanti dal mio ufficio sembra abbia trova-to quasi completo accoglimen-to». È’ stato il commento di Franco Sebastio, procuratore di Taranto. «Da una parte - ha aggiunto - per noi è un motivo di tranquillità. Questa prima pronuncia ci rasserena. A quanto pare errori, quanto me-no madornali, non ne abbiamo commessi, fermo restando che ci sarà un approfondimento dibattimentale e poi si andrà alle decisioni di merito».

La redazione

Quassù, a pochi chilometri da Plutone, dopo un viaggio du-rato dieci anni, in attesa di scattare le prime foto al “pianeta nano” e di inviarle sulla Terra, raccolgo i giornali che nel 2005, prima di parti-re, acquistai per trascorrere le lunghe notti nello spazio tra una partita di sudoku e il cru-civerba a schema libero di Ghilardi. Così leggo sul «Secolo» che “nella relazione strategica per l’anno 2005 la Provincia di Genova annuncia in un atto che sarebbe stata avviata la «Riqualificazione e sistema-zione del tratto costiero in corrispondenza dello sfocio a mare dello scolmatore del torrente Bisagno - 1° lotto»”. Che bello, penso. Sono passa-ti dieci anni e immagino che Genova non debba più certa-mente temere devastanti allu-vioni, e morti, come nel ‘70. Vado avanti a leggere. È «Il lavoro». Scrive che “il Gover-no italiano, attraverso il Ministero delle Infrastrut-ture e dei Trasporti, ha posto alla base del proprio operato l’attuazione di tutte le misure necessarie per concentrare le risorse pubbliche, nazionali e comunitarie, su quelle infra-strutture di trasporto che pro-ducono effetti di sviluppo e competitività. Il progetto defi-nitivo del Terzo Valico ha ri-cevuto i pareri favorevo-li della Regione Liguria con Dgr n.1628 del 16 dicembre 2005 e della Regione Piemon-te con Dgr n.22 - 1811 del 19 dicembre 2005”. Che meravi-glia, penso. Sono passati 10 anni e quando tornerò sulla Terra potrò partire da Genova Principe e catapultarmi a Mi-lano in meno di un’ora. Me-glio che sulla mia navicella. E in dieci anni... chissà... avran-

no costruito anche il Quarto Valico. Ed il Quinto! Cambiamo giornale. È «La Stampa». Ritrovo che il 20 gennaio del 2005, sulla mo-schea di Cornigliano, il presi-dente del Consiglio regionale, Francesco Bruzzone, ha pro-posto una soluzione che quel-la mattina avrebbe presentato ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa. Spiegava Bruzzone: “Nei giorni scorsi ho scritto al presidente Bia-sotti proponendogli di far acquistare dalla Regione l’immobile attualmente di proprietà del Centro islamico per adibirlo ad altra destina-zione e porlo a servizio dei cittadini di Cornigliano”. Be’, sono passati 10 anni, (Biasotti sarà ancora presi-dente?) e chissà che sorpresa troverò tornando a Corniglia-no. A cosa avranno adibito l’immobile? Cinema iraniano? Teatro curdo? Certo, qualcosa avranno realizzato. Qualcosa di bello per i corniglianesi. Poi, su «Il giornale», sempre di dieci anni fa, leggo che a Sestri “il parlamentino del Medio-Ponente ha dato il via alla realizzazione di una cen-trale elettrica da metano so-pra la discarica di Scarpino con lo scopo di implementare l'impianto esistente di inter-cettazione del gas metano dalla discarica, attraverso la realizzazione di 69 pozzi e la riduzione della bolletta ener-getica”. Ma è straordinario. Prima lo scolmatore del Bisa-gno, poi il Terzo Valico, poi un centro-servizi o cinema o teatro, e poi l’energia “pulita” da metano a vantaggio di tutti noi e dell’ambiente. Vista da qui, da Plutone, com’è cam-biata Genova in “soli” dieci anni. Non vedo proprio l’ora di tornare a casa.

Visti da Plutone/2

Mi manda

Cirone

Le storie impossibili

Ilva Taranto, disastro ambientale Vendola rinviato a giudizio con i Riva E’ accusato di concussione aggravata Il processo inizierà il 20 ottobre

L’ex governatore della Puglia, Vendola

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Luglio/Agosto 2015 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione 3

Consiglio municipale al Centro civico di Cornigliano Università e IIT agli Erzelli, Doria: “Non sono sogni astratti” di Carlo Guerra

Il 7 luglio, presso il Centro civico di Cornigliano, si è riunito il consi-glio del Municipio Medio Ponente, con al centro la presentazione del documento per il monitoraggio dell’avanzamento lavori per la

bonifica delle aree dismesse dalla siderurgia di Cornigliano, alla presenza del sindaco di Genova, Marco Doria, e del vicesindaco Stefano Bernini. Entrando nel merito della riunione, il consiglio

si è occupato del documento invia-to dal gruppo di lavoro “Progetto per Cornigliano” approvato il 20 aprile 2015. Si tratta di un’elaborazione del gruppo costi-tuito dai rappresentanti delle as-sociazioni del territorio, che con-

tiene l’elenco degli interventi effet-tuati e quelli ancora da attuare in esecuzione dell’Accordo di pro-gramma del 2005. “Ci soffermia-mo – ha detto il presidente del Municipio VI Medio Ponente, Giuseppe Spatola che ha anche moderato il dibattito. – sugli o-biettivi realizzati e da realizzare a partire dal 2008. Alla luce delle opere previste nel programma della Società per Cornigliano. Vanno precisate la quantità di risorse ancora da impiegare nelle infrastrutture e nella riqualifica-zione di Cornigliano. Sono inter-

venuti, tra gli altri, anche Luciano Tagliatti, Rino Lecce, Mauro Di Salvo, Rosangela Pace, Liliana Camarda (vicepresidente Civ), Paolo Collu (coordinatore GdLT), Enrico Valli, Claudio Sciotto, An-drea Rapetti e Ferruccio Bomma-ra. Il documento, in sintesi, evi-denzia gli interventi fatti o in cor-so di realizzazione, per poi conclu-dere puntando il dito su alcune priorità come Villa Serra, aree verdi attrezzate, aree ex Dufour, area ex mercato comunale. Gli interventi sono stati tutti positivi al progetto e al documento, ed hanno avuto carattere costruttivo e mai polemico. “Vanno precisate la quantità di risorse ancora da

sindaco ha poi ricordato la chiusu-ra dello stabilimento siderurgico a caldo che, nella nostra città, non ha portato alle conseguenze dram-matiche di Taranto. “Abbiamo contenuto – ha detto ancora Doria - gli aspetti negativi della perdita dei posti di lavoro e saputo pro-muovere la riqualificazione del territorio, dal punto di vista urba-nistico e occupazionale, nonostan-te la crisi economica che da alcuni anni attanaglia tutto il Paese. A Cornigliano auspico un futuro – ha continuato Doria – in cui trovi posto, tra l'altro, una siderurgia qualificata non inquinante, com-patibile con il territorio.” Anche il Polo degli Erzelli, l'ospe-dale del Ponente e la mobilità sono stati oggetto di dibattito. “Mi riprometto – ha concluso il sindaco – di portare l’Università sulla collina degli Erzelli, dove già l’IIT può aumentare significata-mene la sua presenza, con labora-

tori di ricerca qualificati. Non un sogno astratto ma una possibilità concreta che cercheremo di realiz-zare nei prossimi mesi.” Prima di concludere non possiamo non riscontrare, nostro malgrado, una qualche... carenza di informazio-

impiegare nelle infrastrutture e nella riqualificazione di Corniglia-no.– ha indicato poi Spatola ricor-dando che: “Le fonti di inquina-mento di Cornigliano erano so-stanzialmente due. La prima side-rurgica, la seconda legata allo smog di via Cornigliano percorsa da un fiume di auto e Tir in transi-to. La delegazione era ‘separata in casa’, da un lato la parte a monte delle ville storiche, residenziale, dall’altra la parte produttiva, con il quartiere operaio. Ora il traffico, seppure ancora solo parzialmente, è stato dirottato sulla tangenziale a mare, e così si può tornare a utilizzare e investire su via Corni-gliano come luogo di collegamento tra produzione e socialità.” “Va riproposto, sulla rivitalizzazione del tessuto economico e dell'occu-pazione – ha detto il vicesindaco Stefano Bernini – il percorso se-guito per la ristrutturazione dell’ex palazzina direzionale Italsider

dove oggi lavorano 36 nuove a-ziende di produzione video di alta qualità, che attirano giovani e investimenti. Per la rivitalizzazio-ne del centro storico di Corniglia-no – ha continuato Bernini – ab-biamo deciso di affidare la struttu-ra dell’ex mercato rionale al Muni-cipio che deciderà in piena auto-nomia a chi assegnare quegli spazi e quale attività verrà svolta, attra-verso un regolare bando nel più breve tempo possibile.” “Ci si chie-de, con una metafora – ha detto il sindaco Doria – se a Cornigliano il bicchiere sia mezzo pieno o mezzo vuoto. Sicuramente non è vuoto. Sono stati realizzati lavori impor-tanti come la strada a mare, i giar-dini di villa Serra e i giardini Me-lis, ma ci sono altri lavori altret-tanto attesi come l’uso sociale del mercato rionale dismesso, l’utilizzazione dei locali di villa Serra e i collegamenti con la viabi-lità extraurbana della strada a mare cha fanno parte degli obietti-vi di questa amministrazione.” Il

ne, tanto che noi della redazione siamo venuti a conoscenza dell’evento quasi per caso solo la sera che ha lo ha preceduto. Ci avrebbe fatto piacere esserne in-

formati anche solo con un comu-nicato (email), visto che siamo l’unico giornale territoriale e ab-biamo il dovere di dare la giusta informazione. Per farlo abbiamo bisogno di una reciproca collabo-razione. Chi scrive ha svolto anche un piccolo lavoro di ricerca tra i nostri lettori più abituali con il risultato che, in effetti, pochi sape-vano che il consiglio del Municipio si sarebbe riunito a Cornigliano. È ovviamente nell’interesse di tutti ribadire che questi eventi debbano essere pubblicizzati al massimo, soprattutto per la cittadinanza di Cornigliano. Per quanto possibile auspichiamo inoltre che tutte le sessioni del consiglio del Munici-pio, dove si trattano argomenti inerenti Cornigliano, debbano, a nostro avviso, svolgersi, come in questo caso, nella sede naturale, cioè presso il Centro civico di viale Narisano. A proposito, ricordate: [email protected]. Caso mai dovesse servire una prossima volta.

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4 Luglio/Agosto 2015 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

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Spari nella notte, preso di mira il campo nomadi

I paradossi di via Cornigliano Traffico più… leggero. E Tir che sfidano il divieto

Spari nella notte tra l’8 e il 9 luglio verso il campo nomadi di via Muratori, a Cornigliano, preso di mira da un cecchino che si è appostato sul ponte sopra il campo e, approfittando dell’oscurità, ha preso di mira gli stanziali con un fucile a pallini, ad aria compressa, del tipo utilizzato per le simulazioni, esplodendo sei colpi. Tutto è successo di fronte alle espressioni atterrite delle famiglie che abitano il campo: a farne le spe-se un uomo di 50 anni, ferito, che si è però rifiutato di farsi accompagnare al vicino ospedale di Villa Scassi. Stando alle prime ricostruzioni, l’uomo che ha spara-to sarebbe arrivato in auto e, una volta raggiunto l’obiettivo, si sarebbe dato alla fuga dirigendosi verso il centro, in direzione levante. Immediato l’intervento delle forze dell’ordine che hanno requisito i filmati di alcune telecamere di sor-veglianza della zona. Sull’episodio le indagini degli agenti della squadra mobile e della Digos. La redazione

Non è certo uno scoop giornalisti-co quello che vi sottoponiamo, visto che ogni qualsiasi abitante di Cornigliano con un normale tasso di “osservazione” lo rileva quoti-dianamente, più volte al giorno. Accade che nella via Cornigliano, finalmente liberata e alleggerita da gran parte del traffico, mezzi pe-santi continuino a transitare oggi (più velocemente!), impuniti, in orario a loro vietato (vietatissimo!) e non consentito, cioè tra le 9 e le 17 dei giorni lavorativi. Le foto allegate sono state scattate in un giorno qualunque di luglio di questa calda estate: centinaia sono i mezzi pesanti che transitano lun-go via Cornigliano, in particolar modo da levante verso ponente, mentre risulta ancora caotico il

traffico nella rampa a scendere dalla A7 con l'innesto con l'Aure-lia. La presenza di un’inutile corsia gialla (lo abbiamo sottolineato più volte, ndr) in quell'ultimo tratto di via Siffredi, fa sì che molti dei vei-

coli pesanti provenienti da ponen-te viaggino a centro strada e, giun-ti in corrispondenza dell'ingresso della nuova strada a mare all'altez-za della stazione FS, si avvedano all'ultimo momento della nuova

tangenziale, tra l'altro non preven-tivamente segnalata nella via Sif-fredi. Molti proseguono così diritti nella via Cornigliano. Il risultato è quello che potete vedere dalle im-magini. Non solo. E' oggi parados-salmente più pericoloso per i pe-doni transitare per via Cornigliano in quanto il traffico è molto più veloce di prima e si alterna a mo-menti di assoluta mancanza di passaggi. L'assenza lungo la strada di chi dovrebbe essere preposto soprattutto alla nostra sicurezza (ci sono notizie di Tir fermati in flagranza e sanzionati?), ci scon-forta e ci fa rabbia. A proposito. Sorge spontanea un’altra doman-da. Quando la polizia municipale si trasferirà nei locali (già pronti) di via Bertolotti garantendo final-mente servizi e un costante presi-dio giornaliero in modo che i citta-dini che hanno bisogno di loro sappiano dove trovarli? Sembra che non vogliano abbandonare la villa Serra per una ragione precisa: il timore di creare un vuoto, in quanto diventerebbe terra di nes-suno. Il princìpio ci sta ma “terra di nessuno” lo era da molto tempo, oggi non più visto che è stata cin-tata e, forse, si dovrebbe solo prov-vedere alla sua apertura e chiusu-ra. Certo ora la posizione sembra più "defilata" e non vogliamo pen-sare che si esca solo quando le temperature lo consentono o quando qualche "insistente" citta-dino li mette a perdere. Speriamo solo che, quando via Cornigliano sarà finalmente in gran parte pe-donalizzata, li vedremo finalmente apparire non per multare qualche bimbo sul triciclo per eccesso di velocità (ci sia permessa una live ironia) ma per sanzionare nei gior-ni lavorativi i numerosi tir che, in barba alla cartellonistica, transita-no dove è vitatissimo tra le 9 e le 17. Se lo chiedono i corniglianesi. Sanzionati e non.

oerre

Chiusa “per vento” l’Area verde di Campi

Giunge notizia che il Comitato genitori e anziani di Campi lascia l'Area verde a loro affidata restituendo al municipio le chiavi. Per una normale verifica ci siamo rechiamo sul posto e abbiamo trovato di fatto chiusa l'area in questione. Un cartello affisso dal municipio in bella vista sul cancello di accesso ci informava che l'area è chiusa perché il "forte vento" potrebbe rappresentare un pe-ricolo per i visitatori. In effetti non si può non osservare che, come tutti hanno potuto constatare in questo luglio giudicato il più caldo della storia, non ci sia una bava d'aria a pa-garla in oro e, peraltro, nell'area non sono presenti piante di alto fusto. Arpal ha forse previsto un torna-do in zona Campi? Non ne abbiamo conferma. Comunque sia si allunga l'elenco a Cornigliano dei ritrovi sociali che chiudono mentre si attende ancora il previsto intervento sugli attrattori sociali. oerre

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Dopo oltre cinque anni di assenza, il 22 luglio in pubblica assemblea presso il Centro civico di Vil-la Spinola, il neo eletto presidente Andrea Pavan ha presentato a cittadini ed associazioni il nuovo Civ (Centro integrato di via) rinato dopo un lungo travaglio. Erano presenti per il Comune di Geno-va l'assessore Piazza e la dottoressa Pardini, per il municipio l'assessore Bommara e il direttore di Società per Cornigliano Enrico Da Molo. Pavan, dopo aver salutato e ringraziato istituzio-ni, cittadini ed associazioni, ha annunciato quelli che saranno i primi atti del neonato Civ. A partire dall'incontro con Amiu previsto per il prossimo 6 agosto e, a seguire, incontri con le forze dell'ordi-ne in merito alla sicurezza nel nostro quartiere e la grande fiera di ottobre in collaborazione con associazioni del territorio. “La riqualificazione del territorio, ha concluso Pavan, deve essere so-prattutto culturale per cui sono previsti interventi di pulizia anche da parte di cittadini volontari”. Sono circa quaranta gli attuali aderenti al Civ ma si spera possano arrivare nel giro di qualche mese ad essere una sessantina. L'assessore Piazza ha ringraziato tutti i volontari che hanno contribuito

e ha auspicato che sia il commercio a dare più vitalità al territorio raccontando quanto di mi-gliore accade nel nostro quartiere in collaborazio-ne con municipio ed associazioni. L'assessore Bommara ha manifestato la piena collaborazione del municipio e ha ricordato che esiste un Grup-po di lavoro che segue la riqualificazione urbana all'interno del quale il Civ ha la sua rappresentan-za. Rispondendo ad un cittadino, Bommara ha spiegato che il destino dell'ex mercato comunale è stato affidato in questi giorni al municipio che, mediante bando pubblico, lo destinerà a sede as-sociativa. Il direttore Da Molo si è detto compia-ciuto per la rinascita di un interlocutore istituzio-nale indispensabile per mantenere i rapporti con il tessuto commerciale. Su richiesta di alcuni cit-tadini presenti, Da Molo ha spiegato che il pro-getto definitivo sul restyling di via Cornigliano verrà presumibilmente ultimato entro ottobre per poi passare in Conferenza dei servizi e, quindi, all'assegnazione mediante gara d'appalto. Altri interventi di cittadini hanno voluto ricordare il problema rappresentato dalla presenza di un campo rom. Ha concluso l'assemblea la dottores-

sa Pardini (responsabile Civ di Genova) ricordan-do agli operatori commerciali l'importanza dei Centri (62 a Genova) e che perché le cose vadano bene sia necessario imparare a lavorare insieme pensando all'intero quartiere. Come Pro Loco (ndr.) abbiamo sin dal primo momento della no-stra nascita avvertito la mancanza di un interlo-cutore istituzionale del commercio nel nostro quartiere e questo ha aumentato enormemente le difficoltà di inserimento sul territorio del nostro sodalizio visto già da molti con diffidenza. Come già comunicato al presidente Pavan, la Pro Loco Cornigliano e "il Corniglianese" offrono la loro collaborazione nella consapevolezza dei propri limiti ma nella convinzione che insieme si possa-no veramente fare grandi cose. Perché Corniglia-no vale e vuole rinascere grazie soprattutto a quella parte di società civile che pazientemente e responsabilmente l'ha tenuta viva in anni di ine-narrabili sofferenze. Per informazioni ed adesioni www.civcornigliano.com. oerre

Cornigliano, dopo cinque anni rinasce il Centro integrato di via Pavan: “Serve un salto di qualità, anche culturale”

Centro

Centro civico, la presentazione del Centro integrato di via

Piazza: il commercio deve rivitalizzare il territorio

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1888/1889 La “memoria dell’acqua” nei lavatoi di Cornigliano

ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione Luglio/Agosto 2015

E già. Sono trascorsi ormai cinquant’anni dalla storica data genovese del tour italiano dei Beatles del 1965 e per celebrarla i testimoni di quel giorno insieme ad una nutrita partecipazione di giovani fans si è data appuntamento il 26 giugno nella sala conferenze della Biblioteca Universitaria di Genova che dall’anno scorso ha trovato dimora nella sede dell’ex Hotel Co-lombia Excelsior dove i mitici “Fab Four” alloggiarono la notte precedente il concerto. L’occasione è stata la presentazione del libro scritto da Enrico Cirone per l’editore genovese Chinaski. Il volume corredato da immagini inedite degli archivi di appas-sionati collezionisti e dai testi delle canzoni in scaletta di quei due concerti ripercorre le vicende ed i pensieri di sei protagoni-sti di quell’estate del ‘65 nelle ore immediatamente precedenti le due esibizioni che si tennero al Palazzo dello Sport, nella nuova area della Fiera del mare di Genova offrendo u n q u a d r o d ’ i n s i e m e sull’epoca e sulle mode di quel mo-mento irripetibile e raccontando come le famiglie genovesi accolsero il fenomeno “Beatles”. La presentazione di Enrico Cirone, giornalista e scrittore con una lunga militanza nelle emittenti televisive regionali e direttore del mensile “il Corniglianese”, è stata arricchita dalla prolusione dello storico Ferdinando Fasce dell’Università di Genova e dal bel filmato documentario di Elisabetta Ferrando”A Fab days night”. Ri-spondendo alle domande del pubblico, Cirone ha rievocato qualche aneddoto riguardante quegli storici giorni come ad esempio il trasferimento in macchina da Milano, dove i Beatles tennero il loro primo concerto italiano, fino a Genova su due automobili: una Fiat e un’Alfa Romeo di grossa cilindrata, en-trambe rosse e decapottabili, viaggiando in coppia, Paul con George e John con Ringo, e nella fantasia di alcuni si narrava che i quattro ragazzi di Liverpool avessero sostato a Busalla e si fossero intrattenuti a parlare con qualche contadino del posto. Pur se non confermato da documenti fotografici, si favoleggiava anche del bagno notturno che George Harrison avrebbe fatto tra Sori e Bogliasco la notte precedente il concerto genovese. Tra curiosità e particolari dell’epoca, l’autore riferisce anche come fosse difficile, in mancanza di denaro, comprare tutti co-stosi 45 giri con le canzoni dei Beatles e come i ragazzi genovesi avevano scoperto che si potevano ascoltare a scrocco semplice-mente attraverso gli amplificatori degli autoscontri presso i baracconi del Luna park dell’area dell’attuale Piazzale Ken-nedy. Adriano Sanna

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The Beatles a Genova 50 anni dopo In un romanzo lo storico concerto

Inizia con questi due articoli la pubblicazione di notizie storiche sulla crescita urbanistica di Cor-nigliano. Queste notizie ci vengo-no fornite dall'architetto Rinaldo Luccardini che ha già pubblicato tre libri sulla storia urbanistica di Genova (Circonvallazione a mon-te, Albaro, Carignano) e che ora ne ha prodotto un quarto sulla storia urbanistica di Cornigliano, di prossima pubblicazione a cura di Sagep Editore. Il materiale che viene rilasciato in queste pagine è quello che non troverete sul libro, dunque è inedito ed è destinato alla curiosità dei nostri lettori. Nel mese di gennaio del 1880 il Comune di Cornigliano firmò un contratto con la società Nicolay, che gestiva l'acquedotto di Geno-va, per la fornitura di 400 litri di acqua all'ora. L'acquedotto Nico-

lay prendeva l'acqua principalmente dallo Scrivia a Busalla, con una pompa elettrica che la sollevava da un pozzo (tuttora visibile) costrui-to sul greto del fiume accanto alla ferrovia e lo mandava verso Genova seguendo il tracciato della ferrovia stessa. A Sampierdarena era stata realizzata una derivazio-ne della tubazione che, passando per Corniglia-no, andava fino a Sestri. La quantità di 400 litri all'ora era sicuramente superiore al fabbisogno della popolazione, ma l'acqua dolce serviva anche ai numerosi opifi-ci che erano sparsi sul territorio di Cornigliano. In seguito a questa dispo-nibilità il Comune de-cise di co-struire due lavatoi pub-blici situati uno a Coro-

nata e l'altro nel borgo della Marina. Le im-magini dei progetti originali dei due im-pianti ci consentono di capire dove fossero ubicati. Quello di Co-ronata era posto sotto al muraglione del con-vento, nell'angolo che questo muraglione forma con il muro di sostegno della rampa di accesso al convento stesso. Oggi lo spazio è destinato a parcheg-gio. Nel Borgo della marina il lavatoio pub-blico era stato costrui-to lungo il "Crosino dei bagni", una stradina che conduceva alla spiaggia tramite uno stretto sottopasso pe-

donale alla ferrovia. Oggi questo viottolo è diventato l'accesso car-rabile di un parcheggio privato e la spiaggia dei bagni a cui condu-ceva il crosino è stata soppressa dall'acciaieria di cui vediamo l'in-volucro esterno gentilmente di-pinto in azzurro. Il lavatoio di Coronata venne costruito da Gio-batta Morgavi ed il terreno venne ceduto al Comune da Filippo Ba-rabino, che ne era il proprietario. Il lavatoio della Marina venne progettato nel 1889 dall'ingegnere Giovanni Opizzo, che l'anno pre-cedente aveva curato il progetto di spostamento della stazione ferro-viaria dalla piazza Monteverdi (che allora si chiamava piazza della stazione e poi piazza Umber-to I) al posto in cui si trova oggi.

Rinaldo Luccardini Architetto

“I Monelli”, Ugo Guido e i fratelli Menin

beatlesiani della prima ora

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7 Luglio/Agosto 2015

Questo mese siamo stati ospiti della famiglia Spiniello, così composta: Marco (57), spezzi-no di nascita, la signora Raffaella Miano (44), Genova, Nicolò (22), Alice (7), ed infine non-na Lina Cocozza (62), anche lei genovese. Mi accolgono nella loro casa in via Bigliati, un appartamento molto grande, tipicamente alla genovese, molto ben arredato e lindo. Per chi ci legge la prima volta ricordo che, riguardo alla tipologia delle famiglie che intervistiamo, la nostra ricerca va vista a 360 gradi: come avrete notato cerchiamo di farvi conoscere concittadini diversi tra loro per storia, tradi-zioni, origini, condizioni sociali. Per prima cosa: di cosa vi occupate?Mauro: “Lavoravo in polizia e dal 2001 sono in pensione. Raffaella, invece, ha un’impresa edile, cosa inusuale per una donna, ma che però si sta ampliando bene nel mondo del lavoro, segnale positivo che rafforza la posi-zione femminile in questa tipologia di attività decisamente molto complessa. Nicolò è di-plomato operatore turistico aziendale ma lavora con sua mamma, come manovale”. “Anche Nicolò, aggiunge mamma Raffaella. Per poter diventare un buon imprenditore deve iniziare facendo la gavetta. Alice invece frequenterà il prossimo anno seconda ele-mentare, ed infine, nonna Lina fa la casalinga e penso non ha di che annoiarsi con una fa-miglia numerosa”. “Alice va a scuola a Sestri Ponente, precisa mamma Raffaella, nel plesso di Nostra Si-

gnora della neve. Una scuola privata s e m p l i c e m e n t e perché non sono mai riuscita a farle frequentare le scuole qui a Corni-gliano: mi sentivo rispondere «prima di lei ci sono altre persone» (in gran parte non italiane), nulla da eccepire, per carità, però non ci vengano a fare i sermoni sull’integrazione… Nel nostro caso, a Cornigliano non hanno saputo inte-grare una corni-glianese: mi pare

un assurdo e tenga conto che situazioni come la mia ve ne sono altre ma non tutti hanno la possibilità di portare i figli in altre delegazio-ni, mi riferisco ai trasporti che incidono non poco sul bilancio familiare. Su questo proble-ma sono molto arrabbiata”. Cosa ne pensate dei migranti e dell’Italia in prima linea? “E’ un’onda anomala, risponde Marco, non eravamo preparati a una cosa simile e non lo siamo ancora, poi vediamo la reazione di altre nazioni, Spagna, Francia, Germania, che respingono i migranti. Il nostro Paese punta sull’integrazione e lo fa, per esempio, don Andrea, il nostro parroco. Ma non sappiamo fino a quando questo può durare e non sap-piamo fino a quanto sia utile. Qui dopo le 20 il nostro quartiere è un po’ terra di nessuno, insomma è una situazione complicata, non vedo nessun controllo sulle persone che en-trano, poi vi è molta speculazione sull’immigrazione e non riesco a vedere mi-glioramenti”. Altra situazione spinosa è il terrori-smo. Raffaella d’istinto risponde: “Quest’anno rimaniamo in Italia, con questi chiari di luna è meglio non rischiare”. “Il terrorismo islamico vuole farsi sentire, aggiunge Marco. Anche in questo caso, non ci sono controlli, siamo a rischio da tutte le parti, se andiamo al cinema o nei centri com-merciali o in un semplice ristorante. Sono

soggetti incontrollabili, terroristi che entrano con armi nei supermercati, scuole o nei tribu-nali come ha fatto vedere (Striscia la notizia, ndr.) simulando ingressi con armi giocattolo nei palazzi di giustizia senza che nessuno se ne accorga. Le pare che dobbiamo stare tran-quilli? Neanche per sogno. Noi, nel nostro piccolo, ci difendiamo come possiamo, sicu-ramente non faremo vacanze a rischio”. Cornigliano. Cosa ne pensate dei Giar-dini Melis appena inaugurati? Raffaella: “A me non piace il monumento spostato: doveva, secondo il mio gusto, rima-nere al centro della piazza, giusto ripristinare ma non sconvolgere. Da quando sono nata l’ho sempre visto al centro, mi disturba molto vederlo segregato in un angolo”. “Inoltre, aggiunge Marco, non hanno chiesto ai citta-dini cosa ne pensavano delle modifiche all’assetto della piazza, alla faccia della demo-crazia. Altra cosa, al momento da risolvere, è la possibilità di non poter accedere in tutta la piazza, al ninfeo. Ci sono due cancelli ma li vedo sempre aperti, insomma: speriamo che i lavori finiscano presto”. Questione rom: come la vedete. Marco: “No comment. Sporcizia, degrado, possibilità di divulgare malattie. Non hanno acqua, la recuperano con bidoni, disturbano i cittadini. Quando abbiamo fatto le manifesta-zioni, mentre noi sfilavamo, loro rispondeva-no con il dito medio rivolto in alto: un bel modo di dialogare con chi, tutto sommato, li sta ospitando, il tutto a fianco di una delle più belle ville d’Italia. La novità è che si sono visti nuovi soggetti nello svincolo della strada nuova, piano piano invaderanno tutto il quartiere, speriamo che i politici smettano di parlare politichese tra di loro e si impegnino a risolvere il problema che sta diventando insopportabile per tutti”. Se capitasse, andreste via da Corniglia-no? “Io no” risponde Raffaella. E comunque è il pensiero della maggioranza familiare. Meno convinto è Marco. “Sì, se mi capitasse l’occasione mi sposterei ma solo per migliorare la qualità della vita”. Immagino che, fuori dal lavoro, svol-giate qualche attività. Marco: “Faccio l’allenatore di calcio nel cam-petto a fianco dei Lucani”. Raffaella: “Mi tengo in forma facendo zum-ba”. Nicolò gioca a calcio a livello amatoriale

e fa palestra, Alice fa danza al Circoletto con Luana di Let’s Dance, ed infine nonna Lina collabora con la parrocchia. Cosa chiedereste alla municipalità per Cornigliano. “La prima cosa: pulizia, pulizia, pulizia; poi più spazi per i bambini: non hanno posti per giocare. Poi ci sentiamo abbandonati, siamo considerati dall’amministrazione di serie B”. Qualche giorno fa il premier Renzi ha detto che ci saranno le condizioni per diminuire la pressione fiscale (2016: via la tassa sulla prima casa, 2017: dra-stica riduzione dell’Irap, 2018: allarga-mento degli 80 euro a tutti). Cosa ne pensate? “Una bufala” risponde netta Raffaella. “Non ci credo neanche per un secondo, con-tinua Marco. Troppe promesse, sarebbe già importante che non ci togliessero niente, da una parte danno dall’altra prendono con gli interessi. No, grazie, non ci crediamo più”. Per finire, non possiamo non parlare di papa Francesco. La risposta è unanime. “Una vera potenza, sta cercando di cambiare la Chiesa, di migliorarla, tagliare i rami sec-chi, siamo molto preoccupati per la sua inco-lumità, quello che sta facendo va a rompere meccanismi che la chiesa si trascina da anni, un esempio per tutti noi cristiani, possiamo considerarlo un... rivoluzionario”.

Carlo Guerra

A casa vostra/18 La famiglia Spiniello: “A Cornigliano ci sono molte contraddizioni ma noi vorremmo sentirci (come tutti) in Serie A”

ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

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8 ilCorniglianese/cultura, arte

Martedì, 08.55 Tutto scorre liscio. Il motore cinguetta come un canarino di 10 quintali. La giornata è perfetta. Le casse della radio diffondono un idioma a me incomprensibile. Viro il tuner su Virgin Radio. A un tratto la mia quiete interiore è disturbata da un improvviso quanto impellente bisogno fisiologico. Il cartello che arriva ora mi segnala che il primo parcheggio con wc disponibile è a 5 km. Non ci penso nemmeno di fermarmi in quei posti orrendi dove, a causa di certi cartelli con scritto: VI PREGHIAMO DI NON SPRECARE LA NOSTRA PREZIOSA ACQUA, aleggia un impressio-nante tanfo di piscio misto a miasmi fognari di antica memoria olfattiva. Decido di fermarmi al Tank stelle di Bruchsal, delizioso paesino alle porte di Karlsruhe. Quest’area di servizio consta di circa 300 posti camion, tranquillamente accessibili di giorno ma DEVI ASSOLUTAMENTE RI-CORDARTI DI NON ENTRARCI DOPO LE 22! Perché? Perché durante la notte decine di camio-nisti morti di sonno s’infilano in quell’area di servizio, ormai priva di posti camion delimitati, parcheggiandosi DOVE CAPITA! E non dico dove capita tanto per esagerare. Ti può accadere (com’è capitato a me) di entrare per fare rifornimento alle 2 del mattino e riuscire a uscire alle 3.35 dopo aver fatto spostare, previo intervento della polizia, almeno dieci camion compresi due trasporti eccezionali. In Italia, la polizia, per telefono, mi avrebbe consigliato di farmi una dormitina, vista l'ora. In Germania no. Avrai sicuramente un buon motivo per creare tutto quel disordine. Avrai della merce che dovrà arrivare assolutamente a destinazione in qualche luogo remoto del paese. Magari un aereo ti sta aspettando sulla pista di decollo per caricare un delicato meccanismo che servirà a ripristinare la corrente elettrica in un ospedale del centro America dove quindici emodializzati sono in pericolo di vita. Nulla di tutto questo. Hai solo voglia di andartene da quella bolgia di zingari dell’est Europa. Fortunatamente la polizia non ti chiede nulla. Ti guarda solo dal finestrino e tu sfoderi l’espressione più preoccupata di que-sto mondo e sbatti le mani sul volante come se nello stesso tempo in quell’ospedale del Centro America fossero già morte tre persone a causa di quegli imbecilli che non si tolgono e fai finta di telefonare a qualcuno dal tuo cellulare ormai spento da sei ore e prendi le tue bolle di scarico all’ interno delle quali sono descritte le varie tipologie di accendisigari per auto e le leggi e ti disperi e parli al cellulare spento con il comandante dell’ aereo che sta aspettando la merce e lo metti di fronte alle sue responsabilità in caso decidesse di partire senza il tuo prezioso carico mentre il poliziotto che ti sta guardando chiama il suo collega per farsi aiutare a spostare ancor più veloce-mente quei disgraziati che hanno osato parcheggiarsi in siffatta maniera per dormire e lo fa per-ché ha capito la situazione perché ha capito che tutto dipende dalla velocità con cui opereranno lo sgombero e poi l'ultimo… accelero… via libera… una, due, tre, quattro marce. Sono uscito. Il film è finito. Applausi. Titoli di coda. Darei una nomination per l'Oscar a quel grand’attore che sono io. Martedì, ore 09.30 Ho appena oltrepassato Karlsruhe. Manca ancora un’ora e mezza all'arrivo. Tutto mi è familiare intorno. Sono quasi cinque anni che faccio questo viaggio. Mi pare di esserci nato in queste zone. Quando mi fermo in certe aree di servizio gli inservienti si rivolgono a me in tedesco, convinti che io li capisca per il solo fatto che da anni quando essi parlano io annuisco con uno JA o manifesto un diniego con un NEIN. Chissà cosa mi sono perso. Chissà quante barzellette in cui avrei potuto ridere. E invece cosa dicevo anziché imparare la lingua? JA o NEIN. Vabbè, ormai è andata. Non posso mica dire a quella gente la famosa frase che tutti gli italiani usano e cioè: NICS SPRICHEIN DOICH che è la translitterazione italiana della frase in tedesco che significa NON PARLO TEDE-SCO. L'ho translitterata anche perché non saprei come scriverla correttamente (non ho un dizio-nario multilingue tra le mani). Mi ricordo che quando iniziai a fare la Germania, molti anni fa, avevo un’altissima considerazione del popolo tedesco. Lo consideravo esente dalla maggior parte delle piaghe sociali che normal-mente affliggono il nostro paese fino al giorno in cui, durante una sosta tecnica per svuotare la vescica, un allegro e senile signore sbucò da dietro l'alberello che avevo deciso di usare per il già citato stimolo, con il suo pisellino in mano e un bellissimo sorriso stampato in faccia. Ricordo di essermi scandalizzato moltissimo e che, nella fretta, di aver svuotato una considerevole parte del contenuto sulle mie Adidas nuove di trinca. Era crollato un mito. La Germania pullulava di finocchi (come avrei potuto constatare negli anni successivi). Quando risalii sul camion mi presi la briga di osservare il nonnetto gaudente. E a tragedia si aggiunse tragedia: quel vecchio uomo salì su un camion! Stava crollando il mito del machismo riservato alla nostra categoria? Dove era finito il camionista che avrebbe fatto la corte a qualunque donna compresa tua moglie? E se ancora c'era, dov'era? Sicuramente non in Germa-nia, pensai. Mi resi conto solo mesi dopo che anche in Italia, all'interno di certi piazzali, dove una volta spopolavano le morigerate donne bolognesi e le casalinghe inquiete di Rovigo ora facevano la loro porca figura (di merda) trans sudamericani e tranquilli manager insoddisfatti desiderosi di nuove esperienze. Qual era il nesso tra questi soggetti e luoghi come quelli che per loro definizio-ne servivano alla sosta notturna di veri uomini come i camionisti? “Sei d'accordo con me se dico che se sono li è perché qualcuno apre loro la portiera per farli salire a bordo?” mi disse, con una punta di disgusto, un ex camionista. La sua osservazione non faceva una piega. Il male era tra noi. Non misi mai più piede in quelle aree di servizio. Non esisteva più il camioni-sta. Ora c'era solo l’autista di mezzi pesanti con le proprie inclinazioni sessuali. Non posso dare un giudizio obiettivo su questa faccenda. Ho visto troppe volte Convoy, trincea d'asfalto.

di Guido Pallotti di Alvaro Michelon

Di suo padre Alcide non aveva alcun ricordo; sapeva soltanto che era morto nel corso della tragica ritirata di Russia. Quando era nata Katia, diminutivo di Katiusha, lui era ormai sepolto in terra sovietica. Del nonno, invece, aveva spesso sentito parlare. Era stato un ricco allevatore che per molti anni aveva fornito le forze armate. Con l’avvento del fascio aveva perso l’appalto, scivolando verso la rovina. Chi l’aveva sostituito era una brava persona e l’aveva soccorso finanziariamente, ricevendo in garanzia quasi tutta la terra che possedeva. Non era riuscito a saldare il debito. Di tutti i suoi averi gli erano rimasti soltanto la casa, l’orto e alcuni boschi. L’indispensabile per non morire di fame e di freddo. Il creditore si era dimostrato disponibile ad aspettare, però lui, che non sapeva nuotare, s’era annegato nel Vara, legandosi un sacco zavorrato alla vita. La madre di Alcide era andata a servizio nella villa padronale, presso il figlio di colui, che aveva avuto le terre dal nonno; un uomo di buon cuore che aveva fatto crescere Alcide e la sorella assie-me ai suoi tre figli; lì Alcide aveva imparato curare i giardini. Il suo benefattore, perché potesse frequentare le scuole superiori, lo fece ospitare a Chiavari nella villa di Susy, ricca straniera, mo-glie di uno skipper, proprietaria col marito e il loro socio, di un autosalone e relativa officina mec-canica. Alcide si sarebbe guadagnato il vitto e l’alloggio prendendosi cura dell’orto e del bel giardi-no. Alcide nel 1952 aveva quattordici anni, Susy trentasette. Sunshine Whitewooll, nata a Pukeko-he, il 18-12-1915, North Island, New Zeland, ma mi chiami Susy, aveva detto sorridendo e in un italiano stentato all’impiegata dell’anagrafe e all’istante era sparita qualsiasi diffidenza da parte degli abitanti e nella cittadina a foresta, si era ben integrata. Nel ’39 aveva sposato un suo compaesano, Eric e quando, un anno dopo, era partito per la guerra, con destinazione Egitto, malgrado avessero trascorso parecchi mesi nel letto coniugale, il suo imene era ancora intatto, neppure scalfito. In Africa Eric aveva fatto amicizia con Italo, un prigio-niero chiavarese che nella città rivierasca riparava e vendeva bici e motociclette. Avevano proget-tato, fra il serio e il faceto, che avrebbero potuto mettersi in società e nell’aprile del 1946 Italo, se l’era ritrovato davanti. «Mi vuoi sempre come socio?» Gli aveva detto Eric, informandolo dell’enorme somma di cui di-sponeva. «Non si è mai sentito dire che un chiavarese dica di no alle palanche». Aveva risposto scherzosamente il ligure, poi gli aveva chiesto: «Ma non sei sposato. Tua moglie non è con te?» «Arriverà soltanto quando mi sarò sistemato e con tanti altri bei soldi. Dalle nostre parti comin-ciavamo a non poter più fare vita». Aveva risposto poi, liberandosi dal peso che l’opprimeva, gli aveva con-fidato la sua impotenza. Nel tempo che poi era trascorso fino all’arrivo di Susy, Eric e Italo erano diventati una coppia e lo zelandese aveva finalmente capito quali erano le sue vere tendenze sessuali. Italo invece era sempre stato attratto dagli uomi-ni, senza però fare mai trapelare le sue inclinazioni. Susy ricordava sua madre Edwige sempre inferma e subito dopo la sua inevitabile dipar-tita, era stata mandata dal padre Paul, un allevatore della Nuova Ze-landa a studiare in un educandato di New Plymouth e al suo definitivo ritorno, ormai in età da marito, si era fidanzata con Eric avendo però con lui rari contatti, poiché lui faceva il meccanico itinerante. Poi ci fu il matrimonio non consumato e la guerra. A Pukekohe le chiacchiere riguardanti l’impotenza d'Eric si erano intensificate, in più c’erano i pettegolezzi riguardo a Susy, perché quando era tornata dall’educandato e bighellonava per la proprietà di suo padre, cavalcando il suo puledrino, aveva commesso qualche peccatuccio, nel canneto prospiciente il laghetto dove dei ragazzini che ci andavano a fare il bagno, avevano godu-to delle sue attenzioni. Era successo soltanto un paio di volte sufficienti però per fare incollare addosso a Susy il sopranome di “Miss sweet hand”. Per questi due motivi e su insistenza di Eric, vagabondo per vocazione, avevano deciso d’emigrare in Italia, paese che seduceva entrambi, per via della descrizione che lui ne faceva, estasiato dai racconti di Italo ai tempi della prigionia. La spinta decisiva l’aveva data Paul, il padre di Susy, che dalla morte dell’amata moglie aveva perso la voglia di sacrificarsi nel lavoro. Stanco e depresso, aveva ceduto ai figli maschi l’allevamento e data alla figlia in denaro, la parte d’eredità che le spettava. Susy, quando arrivò a Chiavari nell’estate del 1946, aveva trentun’anni ed era una donna ricca. La società con Italo an-dava assai bene. Oltre alle bici e le moto ora vendevano anche automobili. In officina c’erano vali-di operai e a tutto sovrintendeva con acume commerciale Susy, così Italo ed Eric, poterono dedi-carsi alla passione che scoprirono d’avere in comune: le regate veliche. Passavano buona parte del tempo sulla loro magnifica barca, gareggiavano spesso in Italia e all’estero e i buoni successi che ottenevano trainavano gli affari. Susy visse da vedova bianca per dieci lunghi anni. Quando suo marito e Italo decisero di trasferirsi definitivamente in Nuova Zelanda, il chiavarese vendette l’officina agli operai e a Susy rimase, in comproprietà con Eric, la villa e metà dell’autosalone. Susy aveva passato di un anno la quarantina, quando per la prima volta in vita sua s’innamorò.

Luglio/Agosto 2015

letture

Sulle strade della passione Con tutti i mezzi

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Fin dai primi del 1900, la creuza di via san Giacomo apo-stolo, primo martire della storia, una mulattiera di ciottoli che si distingueva per le sue numerose ville disseminate lungo il percorso, correva fra due mura determinando i confini delle varie proprietà. Unica strada pedonale per-corribile che da“u burgu” di Cornigliano passando a fian-co alla chiesa di san Giacomo apostolo, raggiungeva e raggiunge la sovrastante vetta di Coronata, una fiorente collina agricola famosa per il suo santuario e per il carat-teristico vino bianco dall’odore di zolfo. Via san Giacomo apostolo, ora abbandonata al degrado, è immersa in un paesaggio rurale, con fitta vegetazione ma questa prima-vera alcuni volenterosi corniglianesi, riunendo le loro forze, hanno sistemato un po’ quell’antico itinerario che riporta indietro nel tempo. La creuza fiancheggia i poderi di villa Marchese, una costruzione tipicamente genovese che risale al tardo Cinquecento, caratterizzata da due am-pie logge poste asimmetricamente all’asse della facciata. Il restauro della villa, ancora abitata dagli eredi, ammo-dernò tutti quei pavimenti con ricche decorazioni alla veneziana, lasciando originali quelli dell’atrio e della log-

gia costruiti in pietra di ardesia, abitazione raggiungibile attraverso un breve tratto di strada che taglia le proprietà terrene, un tempo ricche di orti e vigneti. Via san Giaco-mo apostolo prosegue sovrastando l’area verde di Valletta san Pietro, recuperata con il programma di riqualificazio-ne di Cornigliano, che ora ospita anche un polo sportivo, il tutto nel tratto a monte di via Cervetto. Salendo verso nord, raggiunge via dei Sessanta, incrocia via Rocche di Coronata, prosegue verso via Monte Guano con cui conti-nua il suo percorso raggiungendo il piazzale del santuario di NS di Coronata da dove si gode di un’impareggiabile veduta sulla città. La storia di san Giacomo, da cui prende il nome la nostra chiesa e la creusa, riporta a tempi lonta-nissimi, in Galizia, comunità autonoma del nord-ovest della Spagna, zona in cui era molto fiorente il commercio di minerali esportati verso la Palestina, da cui importava-no lastre di marmo, spezie ed altri generi. Sembra che Giacomo, nome di origine ebraica che significa “Dio ti protegga”, abbia approfittato di uno di questi viaggi per raggiungere le coste dell’Andalusia dove iniziò l’evangelizzazione della Hispania e delle regioni occiden-tali come descritto nel breviario degli apostoli di fine VI secolo in cui risulta anche che la sua sepoltura fosse avve-nuta nell’Arca Marmárica. Ritornato in Palestina Giaco-mo fece parte, assieme al gruppo dei Dodici delle colonne portanti della chiesa primitiva di Gerusalemme, ricopren-do un ruolo fondamentale all’interno della comunità cri-stiana della Città santa. In quel periodo si diffuse però un clima di grande inquietudine religiosa, dove aumentava

sempre più il desi-derio di sradicare il nascente cristiane-simo, fino a proibi-re agli apostoli di predicare, ma Gia-como incurante di tale divieto, annun-ciò il suo messaggio evangelico a tutto il popolo entrando anche nelle sinago-ghe e coadiuvato dalla sua attraente personalità e innata capacità comunicativa, divenne uno degli apostoli più seguiti dell’epoca. Ma poiché gli ebrei non accettavano il cristianesimo, Erode Agrippa, re di Giudea, decise di dare un monito a quella dilagante co-munità e, scegliendolo come figura rappresentativa, lo fece condannare a morte per decapitazione, così Giacomo divenne il primo martire del Collegio apostolico. Quando la Spagna subì l’occupazione araba, i cristiani consideran-do san Giacomo sostegno degli oppressi, lo elessero a santo patrono e in suo onore fecero costruire la cattedrale di Santiago a Compostela, meta di pellegrini di tutto il mondo cattolico. E anche Cornigliano lo ricorda sia con la salita a lui intitolata che con la vicina parrocchia che lo solennizza il 25 luglio, giorno di san Giacomo.

Rosanna Robiglio

ilCorniglianese/cultura, arte 9 Luglio/Agosto 2015

CENTRO SERVIZI UIL: TRA LE PERSONE, TRA LA GENTE www.uilliguria.it Centro: piazza Colombo 4/6, 4/7, 4/9 Tel. 010/585865 Fax 010/532043 e-mail: [email protected]

Sampierdarena: via Carzino 2/c Tel. 010/6466848 e-mail: [email protected] Sestri Ponente: vico Schiaffino 1/1° Tel. 010/6531222 e-mail: [email protected]

PATRONATO ITAL UIL: Pensioni di anzianità, Invalidità civile, Pensioni di vecchiaia, Indennità di accompagnamento, Pen-

sioni di invalidità, Cause di servizio e indennizzo, Malattie professionali, Permessi di soggiorno e immigrazione, Infortuni sul lavoro, Disoccupazione e mobilità, Assegni familiari, Assistenza legale medico-legale CAF UIL: pratiche 730, Unico, RED, ICI, ISEE, ISEU, Successioni, Regolarizzazione colf e badanti e altri adempimenti fiscali UIL IMMIGRATI e SOLIDARIETA’: assistenza e consulenza per la permanenza e il lavoro dei migranti; ADA UIL: Associazione per la tutela e i diritti degli anziani; ADOC UIL: consumatori.; UIL TEMP: lavoro atipico; UNIAT UIL: Assistenza e stipula dei contratti di locazione; CONSULENZA LEGALE: gratuita

Il capitano Bertolotti

morì nel ‘15

sui monti veneti

Per le antiche strade di Cornigliano

Via san Giacomo apostolo

Romanziere con un click “Maggio dei libri” col… Trucco

Tra un tuffo e l’altro eccoci qui, nel bel mezzo dell’estate a combattere gli effetti dell’afa cercando refrigerio sotto un om-brellone al mare, nel verde dei nostri giar-dini, ai margini di qualche piscina. Sarà stato il caldo dei giorni scorsi, la vo-glia di vacanze, di mete lontane ma mentre sono alla Guerrazzi in attesa della mia pila di libri (con il “Prestito estivo” si possono prendere nove titoli per quaranta giorni senza dover fare tanti avanti e indrè) il mio pensiero è andato ad Ammassalik. Dove? Mi direte voi. In Groenlandia, in una di quelle cittadine con le tipiche case di legno pitturate dai colori vivaci, iceberg che quando iniziano a muoversi cambiano dimensioni e forma, con fiordi che nelle stagione fredda sono ammantati dal “pack” che nasconde il movimento delle onde del mare e rende tutto immobile. Così “ci ho fatto un salto”, sono andata nella saletta con le postazioni Internet e mi sono colle-gata a Google Earth. Con street view si raggiungono tutti i lembi estremi del “mappamondo” e mi sono guardata i ghiacci alla deriva. Che cosa non si escogi-ta pur di sottrarsi a Flegetonte, l’anticiclone africano che, in questo luglio 2015, ci ha regalato punte di caldo e umido eccezionali. Ora mi dicono che i miei nove libri sono pronti. Bene, ripasso dal banco-ne, e sino ai primi di settembre sono a posto, mi posso godere con tutta calma le mie soste sotto l’ombrellone. Mi sembra di

esser tornata ai tempi della scuola quando le maestre ci suggerivano di leggere duran-te l’estate. Per curiosità chiedo al persona-le della biblioteca, lo stesso che durante l’anno scolastico segue un bel percorso di iniziative con gli alunni delle scuole di Cornigliano, se mi sanno indicare libri per l’infanzia oltre ai conosciutissimi “L’isola del tesoro” di Robert L. Stevenson, “Robinson Crusoe” di Daniel Defoe e “Pippi Calzelunghe” di Astrid Lindfren . E scopro un mare di titoli. Per i più grandi-celli nella Collana Super Brividi uscito dalla penna di Johnny Rosso trovo “Io sono uno spettro”, di Louise Munro Foley un bel “Al ladro! Disse il gatto” e “Il viag-gio di Ulisse” di Tomaso Monicelli. I più piccini invece sono attesi da “Gisella pipi-strella“ di J.Willis/T.Ross, da “Tre streghe” di G. Solotareff, e possono andare “A cac-cia dell’orso” di M.Rosen/H.Oxenbury facendo “Grat grat cirp spash” di K.Crowther accompagnati dalla voce nar-rante delle loro mamme. Dal mestiere di mamma non si va mai in vacanza. Pazien-te, affettuosa, saprà scegliere i libri che meglio si addicono al carattere dei suoi bambini. Se poi, ritagliati cinque minuti di meritato svago, volesse leggere di Lucina e delle sua piccola Stella - protagoniste di un romanzo, “La mammana”, dalla trama originale e curata scritta da Antonella Os-sorio – la trova nello scaffale delle novità in Guerrazzi. Vi anticipo qui alcune righe

della mia recensione pubblicata al completo sul Portale delle Bibliote-che: “Tutto inizia sotto l’egida di un cielo stellato e capriccioso: è la notte del 1 marzo 1843 quando transita ‘la stella con la coda’ foriera di pensieri nefasti e di pregiudizi, la stessa not-te in cui la mammana porta alla luce una bimba ripudiata dalla ma-dre al solo vedere che si tratta di un'albina. E’ nata una “capajanca”, un corpicino bianco più del latte, e per i su-perstiziosi, portatrice di sventura. Nono-stante tutto e contro tutti la mammana - al l ’anagrafe Biagio Longobar-di ribattezzatosi Lucina - non esita a prendere con sé la neonata, Stella, e, an-che se segnata dalla diversità, inizia la storia di una famiglia vera: grazie all’amore sincero e incondizionato di Bar-tolomeo Campopiano, Lucina e Stella potranno avere un futuro. E’ Napoli con i suoi dintorni che glielo offre, una Napoli dei primi moti rivoluzionari, della povertà assoluta, della devozione alla Madonna, del Circolo degli Astronomi…”. Per par conditio suggerisco qualcosa per i papà. Lo spunto me lo offre uno di loro, mio vici-no d’ombrellone, che mi ha ricordato “Il più mancino dei tiri” scritto da Edmondo Berselli. Nel libro, che ha in copertina una bella foto di Mariolino Corso intento a dribblare un numero 10, non si parla solo di calcio ma “accanto a Corso, Mazzola, Rivera, Riva, compaiono in scena a tradi-mento Andreotti e Fanfani, Togliatti e Nenni, Gadda e Mina in un intreccio che illustra perché non saranno gli schemi a salvare il mondo, ma semmai sarà un tiro molto mancino a riscattare il calcio, e la nostra vita” (cit. da seconda di copertina del libro Oscar Mondadori) Di puro svago,

invece le pagine ironiche e divertenti scrit-te da Pino Cacucci in “San Isidro Futbol“ dove ci racconta di un misterioso carico caduto da un aereo in una zona sperduta ai confini tra tre “pueblos”- siamo in America Latina - e che vedono nel ritrovamento di questi sacchi di misteriose “farine” il loro contendere. Se vi piace la storia leggete il romanzo di Juan Esteban Constain e sco-prirete che, forse, il calcio è tutto un affai-re italiano e non nasce in Inghilterra. Io mi sono incuriosita e “Calcio!”, edizioni Tro-pea, ha trovato posto sotto il mio ombrel-lone. A parte le prime pagine che ho trova-to lente, il libro si riscatta nella sua accura-ta ricostruzione storica degli eventi. Mi piace la Firenze del 1530 che in piazza San-ta Croce durante l’assedio delle truppe spagnole di Carlo V organizza la prima partita di calcio della storia: “Malatesta posò il pallone a terra, su un piccolo pon-ticello che lì stava proprio a quello scopo. E gli diede un fiero calcio con il grido “Libertaaaaaaaà”, a cui la folla fece se-guito ripetendo quello e molti altri, che a volontà sgorgavano dalle loro gole, che adesso erano solo una e non cessava, fa-cendo tremare le pietre della piazza e i pilastri del tempio di Santa Croce”. E mi piace anche immaginare che uno dei primi cori da stadio nasca da quel grido di liber-tà. Liliana Gatto

Combattere l’afa? Un bel libro… E sei già in Groenlandia

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ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi Luglio/Agosto 2015 10

Nella stagione estiva, fra i protagonisti dei pasti vi sono i formaggi freschi, meno impe-gnativi nel consumo, più leg-geri e con meno grassi, grazie alla elevata percentuale di acqua che contengono. Fra tutti i prodotti freschi chi fa da protagonista indiscusso è la mozzarella e seguono molti altri prodotti sempre appartenenti alla categoria delle paste filate fresche. In questa famiglia, vi è una pre-cisa tipologia di prodotti: sono le paste filate “ripiene” e vanta prestigiosi prodotti come la Burrata pugliese, la Manteca e il Burrino. Già dai nomi si intuisce che questi prodotti risultano appetibili ma non certo privi di grassi. Fra tutti il meno conosciuto Burrino è un formaggio molto interessante. Come indica il nome, contiene un’anima di burro avvolta dal-

la pasta filata. Questo formag-gio è diffuso in tutta la Basili-cata e viene realizzato da latte vaccino, in particolare nelle province di Potenza e Matera si può trovare quello di razza Podolica. La tecnica di realiz-zazione del Burrino è traman-data da diverse generazioni ed è davvero singolare: si realizza uno strato di pasta filata che viene avvolta su una noce di burro ricavata da ricotta pro-veniente dalla stessa lavora-zione. La sfoglia viene poi chiusa come un sacchetto, legata e immersa in acqua a 90° per consentire la formatu-ra superficiale e la chiusura definitiva. Dopo questa opera-zione viene posto in salamoia per circa 24 ore. Terminata la fase di salatura, i nostri futuri Burrini sono legati a coppie come i caciocavalli e messi - appunto - a cavallo di un asse ad asciugare e maturare per circa 10 giorni. Al termine di questo periodo, il formaggio ha assunto il suo aspetto defi-nitivo, viene quindi controlla-to e ripulito prima di essere inviato al commercio. Da que-sto momento il prodotto viene

consumato entro 60 giorni. La forma definitiva del Burri-no è piriforme di colore bian-co. Eseguendo un taglio netto al centro della forma, trovia-mo appunto il burro che ci appare posizionato come il tuorlo nell’uovo sodo. Molto piacevoli e delicati i profumi di questo formaggio, con sentori lattici e aromi ov-viamente di burro. In bocca si scioglie e la percezione del latte viene amplificata e corre-data con una sensazione di grassezza che, unita all'elasti-cità della pasta filata crea un elegante equilibrio gusto–olfattivo. Le sensazioni sono abbastanza intense e persistenti, e fanno

parte del corredo che ci mo-stra la sua particolare e singo-lare tipicità. Il Burrino può essere gustato al meglio in diversi modi, per esempio ser-vendolo in fette sottili su dei crostini e accompagnato da uno spumante metodo classi-co. I suoi sapori lo rendono adatto anche per uno spunti-no o un interessante piatto estivo. Per gustare al meglio il Burrino, personalmente con-siglio del pane morbido ed eventualmente un contorno di pomodori datterini conditi solamente con sale. Il tutto abbinato ad un vino bianco fermo dalla pronuncia-ta freschezza come l’Asprigno di Aversa.

E’ prodotto con il latte fresco e ha un cuore di burro Ecco perché puoi scambiare il Burrino per un... cornetto gelato

Riccardo Collu

paroliamo Come si gioca? Il principio è quello del vecchio paroliere: vi propongo quattro griglie con tante lettere disposte in modo casuale. Si tratta di trovare il maggior numero di parole tra 16 lettere disposte a quadrato (4 per lato). Le regole principali per formare le parole sono: si può passare una sola volta su ogni lettera, in ogni parola due lettere successive devono essere disposte orizzontalmente, vertical-mente o diagonalmente. Sono valide tutte le parole di senso compiuto normalmente reperibili su un dizionario (i verbi valgono solo all'infinito e al participio passato). Non sono valide: le forme verbali coniugate (a parte infinito e participio passato), le sigle, le forme tronche, i nomi propri. Se una paro-la valida viene trovata più di una volta nella scacchiera, essa sarà conteggiata una sola volta; parole che differiscono per l'accento conteranno una sola volta. (G. Pallotti)

Il tempo che ha fatto

GIUGNO 2015 dati rilevati a Cornigliano

dal 1/6 al 30/6

Giorni di pioggia : 8 Giorni di sereno : 16

Temperatura minima : 19,8° C Temperatura massima : 26,1° C

Prepariamoci ad un agosto soleg-giato proprio come l'attuale luglio: le previsioni rivelano che l'estate

2015 entrerà sempre di più nel vivo nel corso dei prossimi giorni e rag-giungerà il suo picco assoluto nel

mese di agosto. Le previsioni rive-lano che il picco massimo di caldo lo abbiamo toccato già a metà lu-glio: precisamente dal 15 con l'ar-rivo di un’ondata di caldo africano

che ha determinato un notevole aumento delle temperature nelle regioni del Nord, del Centro e del Sud Italia. Un clima torrido, quin-di, dove le temperature hanno sfio-

rato i 40-42 gradi nel corso delle ore più calde. La grande ondata di afa e caldo proseguirà con grande insistenza anche durante agosto:

le previsioni rivelano nuove ondate di caldo africano particolarmente

intense nelle prime due settimane. Assisteremo ad un netto rialzo

delle temperature: gli esperti rive-lano che saranno superiori di 4-5 gradi rispetto alle medie e si toc-

cheranno picchi record di 40 gradi. Buone notizie per coloro che hanno

prenotato la vacanza: potrete "salvarvi" dalla calura con un bel tuffo in mare oppure respirando

boccate d'aria fresca in montagna. Non si escludono verso la fine di

agosto qualche break temporalesco anche di forte entità vista la tempe-ratura del mare elevata e la molta energia da dissipare, in sostanza il

passaggio stagionale potrebbe esse-re nuovamente delineato da locali

episodi alluvionali. A cura di Nicolò Scibetta

Previsioni meteo aggiornate www.meteoligure.it

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A L R R

O R O I

G T I A

A I C N

A L V E

R E L S

M E S A

B O V N

G T A P

R R I H

I N E T

C C B S

E V A I

R V F N

C A O I

N I T R

Page 11: ilCorniglianese Luglio/Agosto 2015

Villa Duchessa di Galliera Residenza Sanitaria Assistenziale e Centro Diurno

la ASL 3 partecipa alle spese della famiglia

Via Nino Cervetto 38 B

16152 Genova Cornigliano – Parco del Calasanzio

Tel. 010 6041550 - 010/6040149 – Fax 010/6012188

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ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi Luglio/Agosto 2015 11

Traghettati da Caronte, flagellati da Flegetonte Noi, figli (e figlie) dell’estate, con tante speranze all’orizzonte di Astri Lidia Frascio

Cara Dani, anche quest'anno è arrivata l'estate, sob! sob! con qualche pensiero e chilo di troppo, chi se li ricorda più gli anni in cui si aspettava con ansia, dopo la scuo-la, l'estate favorevole agli incontri e agli svaghi? Gli amori erano romantici, fatti di sguardi e baci furtivi sotto il portone, ora i giovani vanno un po' più sul con-creto. Si diceva un tempo: “Mi parlo con un ragazzo o con una ragazza”, al giorno d'oggi perlopiù si chatta con qualche sconosciuto/a e non solo i giovani ma anche gli stagionati. Ogni estate che tor-na è però sempre piena di profumi non dimenticati come gelsomino e mentuc-cia e qualche giardino ben curato è tutto una macchia di colore, grazie soprattutto ai resistenti oleandri e alle ortensie dalle mille sfumature: rosa pallido, intenso, violetto e azzurro. La frutta estiva ine-bria: ciliegie, albicocche, pesche, angurie e meloni. Ohibò! Fan venire la voglia di vivere al cuore più appassito o forse si prova solo una struggente nostalgia. L'argomento di cui però ora voglio par-lare con te è una dea un po' ambigua: la speranza, che ci accompagna dall'alba al tramonto. Di lei si è detto molto, popo-larmente si afferma che: “Finché c'è vita c'è speranza.”. Il poeta Foscolo nel car-me “I Sepolcri” la definisce l'ultima dea, che abbandona l'uomo solo sulla tomba (a proposito, spero sia a buon punto la manutenzione del cimitero di Coronata, dato che ho già la residenza definitiva pronta, vorrei potermela godere in pa-ce). Leopardi sostiene che cade già “all'apparir del vero” negli anni della maturità, in cui la ragione ci mostra la

realtà nella sua crudezza (“A Silvia”). Il poeta latino Orazio molto prima affermava che non bisogna avere speranze nel futuro ma afferrare il gior-no (“Carpe diem”). Sulla porta dell'Inferno, che purtroppo, non differisce molto dal nostro quotidiano, penso io, Dante pone la scritta: “Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate”. E' poi così utile la speranza? Boh, quando si perde la speranza si è proprio disperati, ma se non si spera, non ci si dispera. E

allora? C'è chi spera di vincere al lotto, chi spera di guarire, chi spera di trovare il grande amore, chi spera di passare gli esami senza studiare, chi spera che il mondo cambi, chi spera di non essere scoperto in flagrante, chi spera nell'effettiva ri-qualificazione di Cornigliano in favore dei suoi abitanti ecc. ecc. e si usano a-muleti vari: cornetti, quadrifogli, ferri di cavallo, corna e tutta la serie di oggetti scaramantici che suggerisce la fantasia popolare. Vero è che è sempre meglio dire una parola di conforto e di speranza

ai propri simili, anche se chi vive spe-rando muore... cantando (e si spera che tutte le canzoni non vadano a finire, co-

me sempre, nel nostro depura-tore, uso il possessivo come forma di affetto, vista l'ormai lunga convivenza). Il mondo crolla intorno, volano tegole dai tetti, ma si spera sempre che cadano più in là, magari in testa a qualcun altro, alla fac-cia del calcolo delle probabili-tà. Nell'opera “La Tosca” di Puccini il protagonista ci infor-ma che muore disperato, pur non essendo mai stato così attaccato alla vita. Quando si dice la sfortuna! Forse allora la soluzione sta nell'immobilismo, desi-derare nulla, fare nulla, sedersi sulle rive del fiume aspettando che passino i cada-veri dei propri nemici nell'atarassia più completa, col massimo distacco del sag-gio orientale, oppure affannarsi, accu-mulare, cercare, arraffare, litigare, az-zannarsi, afferrare emozioni, sensazioni forti e scombinate, per vivere una vita convulsa, complessa, apparire, esaltarsi ed estenuarsi. Questo è il dilemma, per dirla con Shakespeare (Amleto). Sono (in)felicemente ad un punto della mia esistenza in cui posso spiare gli umani come “file di rosse formiche - ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano – a som-mo di minuscole biche“ (Montale, “Meriggiare” da “Ossi di Seppia”). Qual-che rimorso? No. Qualche rimpianto? Pochi. Forse avrei dovuto amare di più in senso lato, perché, come dice Gesù, bisogna perdonare colei che ha tanto amato. Mi chiedi se ho qualche speran-za? Sì, di passare una bella estate spen-sierata e piena di gelati al pistacchio e alla menta. Ciao Dani, auguro a tutti i corniglianesi di leggere allegramente al mare o in montagna questa lettera. P.S.: a proposito, non sopporto proprio chi vuol dare una slinguata al mio gela-to. Piuttosto lo butto via o gliene offro uno tutto intero. Se i miei pseudo-ragionamenti non vi hanno convinti, vi consiglio di fare qualche corso di medi-tazione, ce ne sono parecchi d'estate in agriturismi e in luoghi specializzati. So-no tanto di moda e si possono fare in-contri interessanti… Ricetta golosa per quattro persone Ingredienti: n.2 grosse pere abate, n.4

cucchiaini di zucchero di canna, ½ bic-chiere di limoncello, n.2 cucchiaini di cannella in polvere, 250 g di gelato al pistacchio di Bronte. Esecuzione: lavare, sbucciare, dividere a metà e privare del torsolo formando un'ampia conchetta le pere, farle cuoce-re in un ampio tegamino con zucchero e limoncello per 10-15 minuti. Farle raf-freddare e sistemarle in coppette ovali con il loro sughetto, riempiendole di abbondante gelato al pistacchio con una spolverata di cannella. Pensierino della sera: ai corniglianesi non far sapere quanto è buono il tuo gelato con cannella e pere.

Astri

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12 ilCorniglianese/rubriche Luglio/Agosto 2015

Nel nome della legge

Nutrirsi contro il cancro

Diversi studi scientifici hanno evidenziato l'esistenza di una relazione tra insorgenza di tumori e la frequenza di consumo, così come la modalità di cottura, di determinati alimenti e bevande. Un gruppo di scienziati americani ha preso in esame 6 classi di alimenti fornen-do una valutazione di rischio molto probabile su ogni classe. Latte e derivati. Il consiglio è quello di evitarne il consumo per ridurre il

rischio di tumore alla prostata. Togliere latte e derivati dalla propria alimentazione quotidiana ridurrebbe anche il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, abbas-sando anche l'introito di grassi saturi e di colesterolo. Tuttavia non va dimenticato che l'assunzione di calcio tramite i latticini, è importante per l'integrità del l'osso. Alcol. Il consiglio è di evitare o limitarne l'assunzione per ridurre il rischio di tumori oro-faringei, esofagei, colon-retto e al seno. L'aumento del rischio di sviluppare tumo-ri del cavo orale, laringe e faringe, è stato quantificato del 24% per chi consuma un drink alla settimana. Le donne sarebbero più a rischio degli uomini. È stato invece di-mostrato che il consumo moderato di vino abbia un effet-to benefico sul sistema cardiovascolare. Carne rossa e derivati L'indicazione su questi è molto chiara. Vanno evitati. Secondo questi studi infatti un consumo di 20 grammi di carne rossa al giorno aumenta del 28% il ri-schio di tumori al colon-retto. Evitare di consumare que-sti alimenti inoltre aiuterebbe a prevenire diabete iper-tensione e malattie cardiovascolari. Le proteine possono essere assunte da altre fonti. Carne cotta ad alte tempera-ture. La modalità di cottura da evitare è la frittura, la griglia e l'arrosto. Le ammine che si formano durante questi tipi di cottura ad alta temperatura, sono cancero-gene. Aumenta il rischio di tumori al colon-retto, seno, prostata, rene e pancreas. Prodotti di soia. Il consumo di prodotti a base di soia sia durante l'adolescenza che in età adulta riduce il rischio di insorgenza di tumori al seno. Infine il consumo giornaliero di soia riduce la mor-talità e la comparsa di recidiva in donne già curate con questo tipo di tumore. Introdurre nella propria alimenta-zione prodotti a base di soia aiuterebbe il consumo di carne e latte, abbassando il rischio di patologie cardiova-scolari. Abbondare con frutta e verdura ha effetti protet-tivi su tutti i tipi di tumore, in quanto si tratta di alimenti ricchi di fibre e sostanze antiossidanti. Privilegiare il consumo di alimenti di origine vegetale a quelli animali. Seguire una dieta a base di frutta e verdura, legumi, non solo riduce il rischio di ammalarsi di tumori ma anche di sviluppare patologie cardiovascolari, diabete, ipertensio-ne e obesità. Jose Cuffaro, farmacista

Caro Avvocato, Sono proprietaria di un appartamento po-sto all’ultimo piano di un palazzo eretto in condominio, di cinque piani fuori terra, suddiviso in dieci unità immobiliari, due

per piano. Ho recentemente acquistato l’appartamento del mio vicino cosicché, oggi, sono proprietaria di tutto l’ultimo piano del palazzo. Vorrei unire i due appartamenti così da farne uno solo, più grande. L’architetto che ho contattato per il progetto di ristrutturazione mi ha suggerito di inglobare il ballatoio dell’ultimo piano nell’appartamento per far sì che l’ascensore mi arrivi direttamente in casa (andrei a sostituire il tasto della pulsantiera dell’ascensore con una chiave) e non dovrei aprire porte di comunicazione tra le due unità immobiliari. Posso farlo? P.R. Cara Signora, Il ballatoio che Lei vorrebbe inglobare nel suo appartamento è pacificamente una parte comune dell’edificio condominiale. Ai sensi dell’art. 1119 c.c., nel testo recentemente novellato, ‘le parti comuni dell’edificio non sono soggette a divisione, a me-no che la divisione possa farsi senza rendere più incomodo l’uso della cosa a ciascun condomino’. Nel condominio di edifici, poiché l’uso delle cose comuni si

colloca in funzione del godimento delle parti di proprietà esclusiva, risulta escluso che, per volontà di alcuni dei condomini, in contrasto con altri, si alteri lo stato e quindi il pacifico godimento delle parti dell’edificio di uso comune. La divisione dei beni asserviti all’utilità delle singole unità immo-biliari è dunque consentita solo con il consenso unanime di tutti i par-tecipanti al condominio; la norma

non pone ostacolo alla volontà dispositiva di tutti i condomini ma solo alla unilaterale volontà del singolo partecipante alla comunione che non è titolare del diritto ad ottenere, consen-sualmente o giudizialmente, la divisione. Per quanto detto, la risposta al quesito che mi pone è la se-guente: lei può ottenere la divisione del ballatoio del suo piano dalle parti comuni dell’edificio a due condizioni: 1) che ciò non sia di ostacolo al godimento della cosa comune; 2) che ci sia il consenso dell’unanimità dei condomini. Diversamente Lei non può realizzare il suo intento. Cordialmente.

Matteo Savio, avvocato

Nuova guida

alle detrazioni fiscali

valide al 31 dicembre

Con l'approvazione della Legge di Stabilità per il 2014 (L. 147/2013) e

successiva sua pubblicazione nella GURI n.302 del 27.12.2013 Suppl. Ord. n.87 viene confermata la proroga delle detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica negli edifici. Si passa dalla detrazione fiscale Irpef del 50% delle spese per la ristrutturazione degli edifici valida fino al 31 dicembre scorso (dic. 2014) alla misura del 40% per le spese sostenute dal 1 gen-naio 2015 fino al 31 dicembre 2015, confermando il tetto massimo di spesa di 96.000 euro e la ri-p a r t i z i o n e i n 1 0 r a t e a n n u a l i . Le detrazioni per ristrutturazione, comprensive dell'art. 4, comma 1, lettera h (interventi per ri-sparmio energetico) possono essere effettuate semplicemente sull'acquisto del prodotto senza dover necessariamente effettuare opere di manu-tenzione straordinaria. La detrazione fiscale pari al 65% per gli interven-ti di miglioramento dell'efficienza energetica (ecobonus), così, per le spese documentate soste-nute fino al 31 dicembre scorso (o fino al 30/06/2015 per le ristrutturazioni delle parti comuni dei condomini o di tutte le unità immobi-liari dell'edificio condominiale), ripartita in 10 quote annuali di pari importo anch’essa viene ridotta dal 1° gennaio 2015 fino al 31 dicembre 2015 (o fino al 30/06/2016 per le ristrutturazioni delle parti comuni dei condomini o di tutte le unita immobiliari dell'edificio condominiale) ad una quota pari al 50%, con medesime modalità. In tal caso risulta necessaria l'asseverazione di un professionista che attesti il miglioramento dell'efficienza energetica dell'edificio.

Andrea Scibetta Agente immobiliare

Amministratore condominiale

Ernesto Novelli,

romano, è un ga-

stronomo appassio-

nato. A lui voglio dedicare la prima delle due

(saporite) ricette del mese. Prendete moltissima

cipolla, tritatela in minutissimi pezzi. Poi ponete

il trito in una padella con un filo d’olio. Quando la

cipolla è rosea, ben cotta ma non bruciata, ag-

giungete due acciughe per ciascun commensale e

mettetele a soffriggere assieme, avendo cura, con un cucchiaio di legno, di schiacciare

ben bene i filetti del pesce. Aggiungete a ciò prezzemolo, rosmarino, sedano, salvia, ben

tritati, e fate prendere a tutto un po’ di colore. Unite pomodoro fresco, lasciate cuocere

la salsa, aggiungete mezzo bicchiere di vino bianco, fate riscaldare senza bollire, coprite

quindi la padella e mettetela in disparte. Quando gli spaghetti sono pronti per essere

scolati, date una riscaldata al sugo e condite con formaggio grattugiato: metà pecorino

romano e metà parmigiano.

Orata all’uvetta. Per sei perso-

ne sarà sufficiente un’orata del

peso di un chilogrammo. Nettate,

risciacquate, asciugate il pesce e ponetelo in un recipiente che

lo possa ben contenere. Ricopritelo di vino bianco secco: ne

occorrerà circa un litro. Aggiungete una carota tagliuzzata

sottilmente, un ciuffo di prezzemolo, due foglie di alloro, uno

spicchio d’aglio e una cipolla di media grandezza, il tutto ta-

gliato in piccoli pezzi. Condite con un po’ di sale e lasciate cuocere il pesce lentamente

per circa tre quarti d’ora. Quando il pesce sarà cotto, tiratelo su dal bagno aromatico,

ponetelo nel piatto di servizio, ricopritelo e tenetelo in caldo. Dividete il vino in due

casseruoline: in una mettete tutte le erbe di cottura che finirete di cuocere e passerete

poi al setaccio, nell’altra ponete mezz’etto di uvetta sultanina precedentemente lavata.

Fate bollire vino e uvetta fino a che il vino sarà alquanto ridotto. Trascorso questo tem-

po unite i due intingoli, aggiungete una noce di burro, fate scaldare il tutto, poi versate

la saporita e profumata salsa sul pesce e inviate a tavola.

La cucina di Nonna Papera (Leda Buti) L’estate in tavola

Page 13: ilCorniglianese Luglio/Agosto 2015

13 Luglio/Agosto 2015 ilCorniglianese/rubriche

Animali domestici, amico geco

Non più solo cani, gatti e criceti: la vera novità in fatto di animali da compagnia sono i gechi. Si tratta di lucertoline lunghe in media una ventina di centime-tri, innocue per l’uomo, che vivono in tutti i paesi a clima temperato. Il gekkonidae fa parte della famiglia dei piccoli rettili, imparentato con le lucertole. U-na loro particolarità è la presenza delle voce, a diffe-renza degli altri rettili infatti non emette un sibilo ma un vero e proprio verso, che questi animali utilizzano anche l’uno con l’altro, non solo quindi in caso di peri-colo. Un’altra particolarità riguarda invece le zam-pe che, grazie alla presenza di cuscinetti, riescono ad aderire a una varietà incredibile di superfici. La forza attrattiva che tiene i gechi attaccati alle superfici è incredibile, corrispondente a circa 20,1 Newton (cioè 2 chilogrammi) il che gli consente, per esempio, di aggrapparsi ad una foglia dopo una caduta di 10 cm toccandola con una sola zampa. Il geco si nutre preva-lentemente di insetti ma anche di frutta e nettari: per cacciare le prede ha un modo tutto particolare che consiste nel rimanere immobile, fissando la preda, scattando poi sull’insetto anche dopo molto tempo. Questa particolare tecnica viene utilizzata dal geco in quanto si tratta di animale in grado di mimetizzarsi perfettamente sulle superfici sulle quali si trova. È un rettile particolare anche nella riproduzione che in molti casi avviene per partenogenesi, cioè con le fem-mine che sono capaci di riprodursi senza accoppiarsi con il maschio: altra peculiarità riguarda poi il fatto

che il sesso nei piccoli appena nati si determina in base alla temperatura. Durante il periodo di incuba-zione l’abbassamento o l’innalzamento repentino delle temperature determina il sesso femminile mentre una temperatura media determina la nascita di un ma-schio. Il geco è un animale a cui viene attribuita una forte carica simbolica che lo rende un soggetto molto richiesto per gadget, tatuaggi e amuleti portafortuna. Si tratta di una lucertola particolarmente cara alle culture aborigene all’interno delle quali assume il si-gnificato particolare di rigenerazione, adattabilità, forza e capacità di sopravvivenza. Secondo la tradizio-ne degli indigeni, il geco rappresenta il valore dell’adattabilità, un valore necessario per poter so-pravvivere anche quando si pongono ostacoli che pos-sono sembrare invalicabili. Sapersi adattare ad ogni situazione è l’insegnamento che l’uomo deriva da que-sto piccolo rettile, tenace e tranquillo. Gli aborigeni polinesiani, invece, attribuiscono al geco poteri so-prannaturali e lo guardano con timore e reverenza. In

queste culture viene utilizzato come soggetto per i tatuaggi tradizionali. Come le tartarughe, i gechi ven-gono visti come degli animali che fanno da tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti, silenziose senti-nelle del passato. E’ anche simbolo di salute e di pro-tezione. In altre culture, inoltre, viene ritenuto simbo-lo di amicizia imperitura forse per le ventose alle dita che gli consentono di restare attaccato a tutte le su-perfici e quindi, metaforicamente, anche alle persone.

Tratto dal web Rita Moccia

Bella d’estate, l’anguria

L’avete notato? Le fette di anguria assomigliano a tanti sorrisi. E sono sorrisi… di salute, perché l’anguria non solo mette allegria ma è anche capace di regalarci reali benefici: nell’umore e nel corpo. Frutto estivo per eccellenza, il co-comero (come è anche noto) è l’ideale quando si devono reintegrare i sali minerali perduti con la sudorazione. È superidratante. Basti pensare che è il frutto che contiene più acqua: il 95 per cento. Quest’acqua, è acqua biologica, purissima. Un vero e proprio salvavita per coloro che, in passato, non avevano a disposizione acqua potabile con cui dissetarsi. E di acqua, nell’anguria ce n’è tanta: da 10 a 12 litri per frutto. Ma l’anguria racchiude dentro sé qualcosa

che in pochi conoscono: l’albedo. È la parte bianca, alla base della fetta, tra il rosso e il verde, che di solito viene scartata. Male! Perché è una parte molto buona e salutare. Qui, per esempio, ci sono degli steroli vegetali, che vengo-no preferibilmente assorbiti dall’intestino rispetto alle molecole di colesterolo proveniente dagli alimenti. Ecco, pertanto, che se ci siamo lasciati un po’ andare banchet-tando con portate grasse, consumando l’anguria possiamo contribuire a tenere nei ranghi il colesterolo nel sangue. Gli stessi scienziati americani hanno trovato che il buon contenuto di potassio e vitamina C sono dei veri e propri protettori di arterie e cuore. Il primo, un sale minerale importante, si preoccupa di abbassare la pressione; la se-conda protegge il sistema cardiovascolare, grazie alle sue proprietà antiossidanti. A questo proposito, anche un re-cente studio della Florida State University ha mostrato che l’assunzione di anguria per 12 settimane ha ridotto il ri-schio di infarto e altre patologie cardiovascolari in un cam-pione di pazienti sofferenti di pressione alta. Il cocomero, poi, è ricco anche di vitamina B6, magnesio e altre sostan-ze utili al benessere. E tutte queste virtù non si fermano alla salute, facendo di questo frutto anche un rimedio di bellezza. L’anguria, per esempio, favorisce l’abbronzatura

e protegge dai raggi Uv, conferma uno studio pubblicato sul British Journal of Dermatology, in cui si dice che il celebre antiossidante licopene (contenuto anche nei pomo-dori) agisce come una specie di filtro solare interno. Se poi, dopo esservi esposti al sole per abbronzarvi, siete preoccu-pati che sul vostro viso si possano formare delle antiesteti-che rughe, ancora una volta l’anguria ci viene in soccor-so. Ecco una semplice maschera antirughe casalinga: pren-dete una fetta d’anguria, eliminatene i semi e schiacciatela con una forchetta. Dopodiché tritate 3 albicocche e aggiun-getele all’anguria, assieme a un cucchiaino di olio di oliva. Spalmate il composto sul viso e lasciate in posa per una ventina di minuti. Infine, risciacquate con acqua fredda e asportate gli eventuali residui con un batuffolino di coto-ne. Ma non finisce qui. L’anguria è anche amica di chi vuo-le perdere peso, perché è disintossicante e povera di calo-rie. La presenza di fibre, poi, dona una sensazione di pie-nezza, facendo mangiare meno. Inoltre, l’anguria stimola la diuresi, per cui aiuta a sgonfiare. È uno “spezzafame”, fa urinare, sgonfiare e… il tutto praticamente a calorie zero. http://www.oggi.it/benessere/

Rita Moccia

Il pesce fresco del golfo ligure Genova Cornigliano

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Page 14: ilCorniglianese Luglio/Agosto 2015

14 ilCorniglianese/associazionismo ed aziende Luglio/Agosto 2015

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Ascovil, come nasce un’associazione per valorizzare le ville di Cornigliano

L’idea è quella di assicurare uno Sportello del Cittadino in materia condominiale ed immobilia-re a cura dell’A.L.A.C. Il servizio riguarda la con-sulenza condominiale (legale, contabile ed ammi-nistrativa) fiscale e tecnica, immobiliare in genere compresa locazione, legale in genere sia a favore degli amministratori di condominio che dei citta-dini. La consulenza, gratuita, sarà fornita su ap-puntamento, chiamando direttamente il profes-sionista. Per informazioni di carattere generale potete scrivere alla seguente mail: [email protected]

Nel 2006, dopo la chiusura delle lavorazioni a caldo delle acciaierie Ilva di Cornigliano, l’aria, a poca distanza dalle arterie principali di traffico, era tornata rapidamente puli-ta e respirabile. Passata la - lunga - tempesta inquinante, come nel risveglio da un lun-go sonno, è tornata la voglia

di guardarsi attorno e di con-frontare il nuovo paesaggio con quello della memoria preindustriale. E’ stata tutto sommato una sorpresa: Cor-nigliano, pur cambiata mol-tissimo e stravolta nella sua bellezza paesaggistica, conte-neva ancora tesori inestima-

bili. Lungo la antica strada principale ben una ventina di antiche ville patrizie svettava-no ancora verso il cielo. Sono sempre state lì, ma è stato curioso constatare che, nono-stante la considerevole mole, nessuno era più stato in grado di vederle. Un piccolo gruppo di proprietari e amministrato-

ri di questi palazzi ha quindi deciso di rimboc-carsi le ma-niche, di c o n t a t t a r e p r e s t i g i o s i enti ed asso-ciazioni, e di provare a fare qualcosa

per valorizzare un patrimonio così unico. Di qui l’idea di creare un’associazione che ha preso forma man mano che procedevano le ricerche e i progetti concreti. Dopo alcuni anni di progressiva gestazio-ne, nella primavera del 2015 ha visto la luce l’Ascovil, As-

sociazione per la tutela e la valorizzazione dei palazzi di v i l l a d i C o r n i g l i a n o . L’ufficializzazione ha avuto luogo durante le ultime fasi d e l l a p r e p a r a z i o n e dell’apertura della strada del-le ville di Cornigliano, in oc-casione dei Rolli Days 2015, e il nuovo logo ha visto la luce solo gli ultimi giorni prima delle giornate di visita. Gli scopi sono semplici ma con-creti. Per prima cosa si vuole riunire i proprietari dei palaz-zi, sensibilizzarli e stimolarli ad una collaborazione a bene-ficio del territorio, e insieme si intende creare un gruppo di sostenitori che rendano possi-bile attuare una valorizzazio-ne del patrimonio, e di fare in modo che questo tesoro di-menticato trovi il posto che merita. L’Associazione si farà promotrice di una promozio-ne culturale che parta da uno studio scientificamente fon-dato dell’antico vivere in villa a Cornigliano e possa giunge-re ad una efficiente divulga-

zione delle conoscenze acqui-site. Su queste basi si spera di instaurare una collaborazione fattiva con il territorio per stimolare iniziative volte alla valorizzazione del patrimonio storico legato alle ville. Patri-monio che è, come già detto, di alto livello e che se oppor-tunamente promosso può suscitare l’interesse di studio-si e di visitatori ben oltre i confini dell’attuale delegazio-ne cittadina come è stato di-mostrato con i più di 1200 visitatori lo scorso 30 e 31 maggio. Fondamentale sarà la collaborazione con le istitu-zioni perché Cornigliano, in questa fase così critica, ma anche così interessante della sua storia, possa sfruttare al meglio questa potenzialità ereditata dai secoli di massi-mo splendore della nostra città.

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Come ben si capisce dal titolo, il nostro caro giornale mensile

va in vacanza un mese. E anche questa è una notizia. Sì, per-

ché dopo tre anni abbondanti di lavoro perpetuo e continua-

tivo abbiamo pensato di dare a tutti della redazione

(composta rigorosamente da cittadini volontari) un bel mese

di vacanza. Sulle intestazioni delle pagine avrete letto, infatti,

che questo numero, tradizionalmente di luglio, in realtà

“coprirà” anche agosto. C’è anche un altro motivo che ben si

coniuga con le nostre meritate vacanze. Ed è un motivo me-

ramente economico che ci coglie in un momento in cui le

“entrate” compensano appena le “uscite”. Tutto ciò si verifica

in un momento particolare che, pensiamo, sia quasi super-

fluo ricordare. A tal proposito, la nostra pressoché unica spe-

sa, e cioè la stampa del giornale, viene “razionalizzata”: una

uscita anziché due. Ma solo per quest’estate, ve lo promettia-

mo. O perlomeno, ci speriamo. Un suggerimento da chi ama

leggere . Non andate subito alla fine delle pagine. Tenetene

qualcuna da leggere ancora fra qualche giorno. Magari quan-

do il terribile Caronte avrà lasciato il Mediterraneo e noi, e le

nostre finanze, riprenderemo a rifiatare. Ndr

«il Corniglianese» va in vacanza Un mese di ferie dopo 4 di lavoro

Il 27 luglio si è insediato il nuovo Consiglio di amministrazione della Società per Cornigliano, destinato a restare in carica per il triennio 2015-16-17. Il Consiglio è composto dall’avv. Pietro Pao-lo Giampellegrini e dalla dr.ssa Cristina Repetto in rappresen-tanza della Regione, dal vicesindaco Stefano Bernini in rappre-sentanza del Comune di Genova, dall’avv. Giovanni Calisi, in rappresentanza della Città metropolitana, e dal dr. Rodolfo Leo-ne, di nomina assembleare su indicazione di Invitalia Partecipa-zioni SpA. Nella sua prima riunione, il Consiglio ha nominato presidente la dr.ssa Repetto e vicepresidente Stefano Bernini. E’ stato altresì rinnovato il collegio sindacale, in carica sempre per il triennio 2015-16-17, ora composto dal dr. Enrico Zappa (presidente), nominato dalla Regione, dal dr. Claudio Sartore, nominato da Comune e Città metropolitana, e dalla dr.ssa Paola Di Gennaro, nominata dall’Assemblea su indicazione del Comu-ne. I nuovi organi hanno tenuto a ringraziare coloro che sono stati in carica nel triennio precedente, sottolineando la positiva gestione della Società. Con l’occasione, è stato fatto il punto della situazione; in particolare, sono stati passati in rassegna gli inter-venti principali, che riguardano la bonifica dell’area Sot, il com-pletamento dello schema delle infrastrutture stradali e la riquali-ficazione di via Cornigliano.

oerre Dal sito di Società Per Cornigliano

La Società per Cornigliano rinnova le cariche del cda

Page 15: ilCorniglianese Luglio/Agosto 2015

Sabato 4 luglio la pub-blica assistenza Croce Bianca di Cornigliano ha festeggiato l’attività inerente ai servizi svol-ti per l’anno 2014 con la consegna degli atte-stati di diverso grado ai militi che, di fatto, so-stituiscono le medaglie di vari metalli. Ci ten-gono a sottolineare che la scelta di dare gli attestati, e non mate-rialmente le medaglie, è dettata dal fatto di applicare —per usare una parola che è spesso usata in politica—

la spending review anche nella nostra pubblica assi-stenza. La consegna è avve-nuta nel rigoglioso parco di V i l l a B o m b r i n i . Nell’occasione la Pro Loco, organizzatrice dell’evento, ha ringraziato anche i compo-nenti volontari della redazio-ne del nostro giornale. A ge-stire lo stand gastronomico la stessa Croce Bianca, attraver-so i suoi militi. Oltre ai diri-genti e agli stessi militi la pubblica assistenza ha voluto

premiare con una pergamena anche il nostro giornale, motivan-do il premio per il nostro impegno e la continua informazione a favore della cittadinanza di Cornigliano (ricambiamo natural-mente con un ringraziamento che va alla Pro Loco, nella perso-na del suo presidente, Fabrizio Cartabianca, e alla Croce Bianca attraverso i militi e il suo presidente Giuseppe Ferrando. Ndr.) Lo stand gastronomico, come abbiamo detto, è stato gestito interamente dai militi e dirigenti della Croce Bianca: Claudia Ametrano, Valerio Aresu, Nino Aricò, Rita Bevilaqua, Enzo Bri-gida, Enrico Brotini, Marisa Conte, Marco Daglio, Gianluigi Dagnino, Sergio De Martini, Debora Del Giudice, Giuseppe De-ligius, Iacopo Di Marzo, Leonardo Emmolo, Giuseppe Ferrando, Enrico Frixione, Rossano Galizia, Vincenzo Galizia, Maria Gali-zia, Olga Guseva, Alice Lagala, Federica Laganà, Simona Lanata, Maria Laruffa, Marco Lesina, Alessio Limongello, Tonino Li-mongello, Daniela Marafioti, Alfredo Malvezzo, Valentina Mar-cellini, Gennaro Mennella, Simone Mensio, Marco Minafra, Valentina Musso, Erika Oliva, Marco Pagano, Simone Panzalis, Roberto Parodi, Danilo Piano, Alessio Piras, Matteo Piras, Cin-zia Paolini, Donatella Paolini, Mattia Rossi, Simone Rossi, Fran-cesco Sacco, Massimiliano Shubeyr, Alessandra Siria, Nicoletta Traverso, Carmela Ventura e Michele Varejano.

Carlo Guerra

15 ilCorniglianese/eventi e tempo libero Luglio/Agosto 2015

Corso di genovese

Aperto nuovo punto prelievi Piazza Rizzolio GE-Cornigliano (accanto alle Poste)

Prosegue il ricco cartellone di musica per tutti i gusti, spettacoli, teatro, danza e risate a Villa Bombrini con l'iniziativa che giunge quest'anno alla settima edizione e che porta nell'edi-ficio storico di Cornigliano e nei suoi freschi giardini una serie di appuntamenti gratuiti e aperti alla città iniziati il 24 giugno. Cosa resta da vedere? 29 luglio Zibba e Almalibre a cura di Duemilagrandieventi 30 luglio I musici cantano Guccini a cura di Duemilagrandieventi 31 luglio Claudio Lauretta Show a cura di Duemilagrandieventi 1 agosto Mare di Mezzo a cura di Balletto di Liguria 4 agosto Sulla Collina con Progetto Khorakhané, scene e regia di Renzo Sicco a cura di Teatro Cargo Tutti gli eventi sono a ingresso gratui-to. È allestito un punto ristoro. Per chi si muove in macchina è disponibi-le un ampio parcheggio gratuito.

La redazione

Estate a Villa Bombrini

La Croce Bianca premia l’attività 2014 Ma con la spending review… addio medaglie

IN COLLABORAZIONE CON

“ASSOCIAZIONE DEI LUCANI A GENOVA”

G.S.O. CORNIGLIANESE 2013

L’evento non è una competizione ma un mezzo per

condividere una giornata di sport…dove i

PROTAGONISTI saranno i BAMBINI!!!

DOMENICA

27

SETTEMBRE 2015

CAMPO SPORTIVO S. ANDREA G.S.O. CORNIGLIANESE 2013 – via Minghetti

SOCIETA’ PARTECIPANTI: G.S.O. CORNIGLIANESE 2013

CENTRO DANZA CORNIGLIANO

GINNASTICA CALASANZIO

G.S.D. CORNIGLIANO (danza, tennis)

POLISPORTIVA CORNIGLIANESE 79

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LT’S DANCE

CELANO BOXE

SAVATE FRANCESE

GRUPPO AUSER

CON LA PARTECIPAZIONE DELLA FILARMONICA DI CORNIGLIANO

Programma delle esibizioni

mattina pomeriggio

CALCIO dalle 10.30 - 12.30 GINNASTICA ARTISTICA dalle 13.30 -18.00

TENNIS dalle 09.00 - 10.00 GINNASTICA RITMICA dalle 13.30 – 18.00

BOXE dalle 09.00 - 10.00 DANZA dalle 13.00 – 18.00

SAVATE dalle 09.00 -10.00 LE MASCHERE DANZA dalle 13.00 - 18.00 KARATE dalle 13.00 – 18.00

Partecipa

anche tu!!!

PER INFO: 335 6410452

E’ mancato all’affetto dei suoi cari Giuseppe Crosetti, 76 anni, marito della nostra preziosa collaboratrice Rosanna Robiglio. Lascia anche un figlio, Alfredo. Il funerale ha avuto luogo il 28 luglio nella parrocchia dei santi Andrea e Ambrogio di Cornigliano ed è stato celebrato da don Andrea Robotti. Figura molto nota nella delegazione, Crosetti era uno stimato ed apprezza-to artigiano nel campo del mobile, un mestiere che ha sempre svolto al ser-vizio di tutti i clienti con la capacità di risolvere piccole e grandi problemati-che nello sviluppo dei diversi allesti-menti. Anche l’associazione Gigi Ghi-rotti lo ha accompagnato negli ultimi momenti del suo percorso terreno. Giuseppe Crosetti ora riposa nel cimi-tero di Coronata. Alla famiglia il sen-tito cordoglio della redazione del no-stro giornale. S.P.

Cordoglio in redazione

Page 16: ilCorniglianese Luglio/Agosto 2015

16 ilCorniglianese/sport Luglio/Agosto 2015

Via N. Cervetto, 40 [email protected]

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Ginnastica Calasanzio A Pesaro tra i primi otto Grande exploit alle finali nazionali di Pesa-ro dei ginnasti del Calasanzio piazzatisi, tanto negli individuali quanto in gare di squadra, in ottime posizioni tenendo conto anche del gran numero di partecipanti pro-venienti da tutt’Italia. Grande impegno da parte dei nostri atleti che, in taluni casi, hanno affrontato ben quattro gare: indivi-duali, serie D maschile e femminile, coppa Italia e Gym Team per il primo ed il quarto livello. La naturalezza con cui i piccoli del primo livello (si tratta di bambini dagli otto ai dieci anni) si sono impegnati in queste gare è veramente encomiabile, anche per-ché per alcuni si trattava di una prima par-tecipazione nazionale. Essere tra i primi otto migliori in Italia è senza dubbio un successo tanto personale dei singoli ginna-sti quanto della società Calasan-zio sottolineato con orgoglio dall'inno italia-no suonato anche per loro. Piace ricordare i ginnasti inclusi nelle categorie assolute e in quelle di specialità: Simone Manis, Edoardo Romairone, Luca Schiaretti, Federico Torta-rolo, Francesca Rosati e le squadre di Coppa Italia e Gym Team formate da: Francesca Belvito, Emiliano Gialdini, Gaia Malisano,

Simone Manis, Anita Romairone, Edoardo Romairone, Alice Traverso, Pamela Bruzze-se, Andrea Liso, Arianna Meneguz, Jessica Pesce, Francesca Rosati, Luca Schiaretti, Federico Tortarolo.

Redazione

News dal Campionato italiano di catego-ria 2015. Quest’anno, per la prima volta, gli atleti de Il Circolo della Salsa si sono presentati alla Fiera di Rimini per il Campionato italiano che si è svolto dal 6 al 12 luglio. Quattro le discipline interes-sate e quattro gli atleti impegnati. Pietro Chiossone si è classificato al quarto posto in Salsa Shine categoria 8/11 anni – clas-se C. Purtroppo il nostro piccolo rappre-sentante non ha potuto partecipare alle competizioni di coppia di Combinata cubana e Combinata portoricana a causa

di un problema occorso alla sua balleri-na, ma l’anno prossimo... si riscatteran-no. La piccola Francesca Pesci ha gareg-giato nella categoria 12/15 anni – classe C piazzandosi all’11° posto su 74 parteci-panti nella Disco Dance e ottenendo il titolo di vice campionessa italiana 2015 nella disciplina della Jazz Dance lascian-dosi alle spalle ben 31 atlete. Sabato 11 è stata la volta della nostra coppia senior Noemi Chiossone e Alessandro Cignara-le, che hanno calpestato il parquet della Fiera nella gara di Combinata caraibiche

categoria 19/27 anni classe B2. Dopo aver superato ben 3 turni di eliminatorie, hanno ballato una grandiosa semifinale aggiudicandosi l’8° posto (su 50 coppie partecipanti) e ottenendo il meritatissi-mo passaggio di classe alla B1. Un grande applauso ai giovanissimi portabandiera della nostra delegazione che portano in giro per l’Italia la nostra realtà con orgo-glio, impegno e umiltà. Un grosso in bocca al lupo per la nuova stagione ago-nistica 2015/2016.

Domenico Turco

Il Circolo della Salsa convince: tra i primi a Rimini

Stagione finita per il Gso Corniglia-nese ma la società non resta certo ferma in questo periodo estivo. Marco Timossi, direttore sportivo della nuova società, ci ha raccontato

le iniziative che sono in programma per portare avanti in prospettiva il nuovo anno sociale 2015/2016. “Per prima cosa abbiamo provveduto ad effettuare l'affiliazione alla Figc, e questo dopo il primo anno di attività svolto con onore nel Csi si è ritenuto opportuno fare il grande salto in una nuova realtà associativa che indiscu-tibilmente ha un fascino particolare per chi crede di poter migliorare e accrescere la propria attività calcisti-ca nel proprio interno. Dopo aver

raccolto l'unanime consenso di tutti gli allenatori, più i nuovi arrivati, e visto che i numeri per la prossima stagione sono di gran lunga superiori al primo anno, avremmo l'opportunità di iscrivere ben sette squadre fra esordienti, pulcini e piccoli ami-ci, senza dimenticare l'ipo-tesi del calcio giovanile a cinque, sul quale la società si sta orientando qualora ci

fossero tutte le condizioni per poterlo attuare. Vogliamo che questo nuovo anno possa essere una vera sorpresa per i ragazzi e le famiglie, abbiamo ancora una

volta contenuto al minimo le spese di iscrizione favo-rendo i “vecchi iscritti” ma tenendo conto anche dei nuovi tesserati fino all'ultima leva del 2010, per questo motivo vi invitiamo a venirci a trovare nella nostra sede di via Minghet-ti o di contattarci tramite il nu-mero aperto della segreteria 347.4852878. “Siamo partiti per fare meglio di quanto fatto lo scorso anno - dice Timossi -,

non certo per cercare grosse ambizio-ni o traguardi nelle varie categorie ma come quest'anno centrare l'obiet-tivo di vedere i ragazzi del nostro quartiere praticare in casa propria il gioco più bello del mondo, per questo mi unisco alle parole del presidente per ringraziare in anticipo tutti, alle-natori, dirigenti e collaboratori che hanno lavorato benissimo e che an-che durante il periodo estivo sono a disposizione della società”. Da segna-lare un’originale iniziativa: quando le

mamme scendono in campo, singola-re idea delle mamme del Gso Corni-glianese che hanno voluto fortemente mantenere fede all'impegno preso qualche mese prima dando il via ad un quadrangolare di calcio organiz-zato in piena regola da parte della società. Circa quaranta le iscritte a

dimostrazione della volontà di met-tersi in gioco anche per chi vedeva il gioco del calcio come una cosa poco adatta alle proprie caratteristiche femminili. Hanno affrontato una se-rie di allenamenti, particolarmente seguite da istruttori messi a disposi-zione dalla società, hanno dimostrato di crederci fino in fondo e, nel nuovo impianto di via Minghetti, hanno partecipato con orgoglio all'evento spinte e incoraggiate dai propri figli e mariti giunti numerosi ad assistere al singolare “Torneo delle mamme”. Al termine, senza vincitori né vinti, grande festa con arrosti vari al barbe-cue, tanti, tanti sorrisi che in parte hanno celato la stanchezza profusa in campo con un solo fine: quello di poter ripetere l'evento, naturalmente ringraziando il Gso Corniglianese per la disponibilità concessa. Sergio Daga

Il Gso Cornigliano non chiude per ferie e fa scendere le mamme in campo

Ginnastica Calasanzio, immagine di repertorio

Page 17: ilCorniglianese Luglio/Agosto 2015

Fine luglio con il piede premuto sull'acceleratore in casa rossoblucer-chiata. Le due squadre genovesi stan-no svolgendo a pieno ritmo la prepa-razione fisica in vista della nuova sta-gione, stagione che per la Sampdoria è iniziata con largo anticipo per via dei preliminari di Europa League giocati a Torino contro i serbi del Vojvodina vista l'inagibilità del Ferraris. Il mercato continua a tenere banco: Ferrero ha provato a spingere per il ritorno di Cassano, ma il fantasista barese non sembra godere delle sim-patie di Zenga. Fantantonio vorrebbe tornare a Bogliasco a tutti i costi e no-nostante la società abbia apparente-mente chiuso le porte a questa ipotesi non sono escluse sorprese negli ultimi giorni di mercato. Okaka è partito - destinazione l'Anderlecht - e nelle cas-se blucerchiate entreranno tre milioni di euro, cifra che sarà investita per rafforzare il reparto offensivo. Stefa-no Okaka, dopo un anno e mezzo con la maglia della Sampdoria (47 presen-ze e 9 reti), è pronto per una nuova avventura all’estero: il 25enne attac-cante di Castiglione del Lago ha già sostenuto le visite mediche con l’Anderlecht, plurititolata squadra bel-ga con la quale ha firmato un contrat-to di 4 anni. A dare l’annuncio su Twitter è stata la stessa società bianco-malva di Bruxelles che ha dato il ben-venuto al “nostro nuovo attaccante”. Okaka lascia Genova dopo una stagio-ne iniziata alla grande ma terminata con molte difficoltà: qualche screzio con l’ex tecnico Sinisa Mihajlovic e il mancato rinnovo con la Sampdoria hanno indotto la dirigenza blucerchia-ta a vendere il giocatore per evitare il rischio di perderlo senza incassare un euro. Ai doriani vanno, come detto, 3 milioni di euro per il cartellino dell’ex giocatore di Spezia e Parma, felice del-

la nuova avventura in Belgio: “Ho scelto questo club per vincere” le pri-me parole di Okaka all’atterraggio all’aeroporto di Bruxelles. Capitolo chiuso. Ora il sogno è Jonathan Calleri del Boca Juniors, ma la richiesta di dodici milioni viene ritenuta eccessiva, per questo restano calde le piste che portano all'usato sicuro Denis e a Cla-yton, attaccante brasiliano di proprie-tà della Figueirense. Duncan è passato al Sassuolo e sul taccuino di Osti sono evidenziati i nomi di Carbonero, redu-ce dall'esperienza al Cesena, Salih Uç-an e dello svincolato Aquilani. Il cen-trocampista 31enne piace a Marsiglia e Lione, però le esose richieste del gio-

catore potrebbero rappresentare un ostacolo. Il Genoa, come ogni sessione esti-va, è attivo su più fronti per raf-forzare la rosa e in ballo c'è sem-pre il futuro di Diego Perotti. Per l'argentino non sono arrivate le offerte che Preziosi si aspettava e una sua permanenza in rossoblù non è da escludere, infatti si sta parlando di un rinnovo del con-tratto con conseguente adegua-mento economico. Nelle scorse settimane infatti l’hanno corteg-giato Watford, Inter e Napoli, al

momento però Diego non ha cambiato maglia ed è rimasto in Liguria. Il Ge-noa intende così blindare il proprio numero dieci e in tal senso sta trattan-do con i rappresentanti dell’esterno offensivo ex Siviglia il prolungamento del contratto sino al 2019, con adegua-mento dell’ingaggio da 500 a 800 mila euro netti a stagione. Una scelta già adottata nelle scorse settimane per il portiere Mattia Perin. Il fantasista ex Siviglia, rivelazione dello scorso cam-pionato con 4 reti in 27 presenze, po-trebbe quindi restare a disposizione di Gian Piero Gasperini anche nella pros-sima stagione. A Pegli sono attesi ancora un esterno

sinistro e un esterno di attacco: i rumors di mercato riportano un interesse per Alessio Cerci e per Niang, tuttavia il Milan per il mo-mento non avrebbe intenzione di privarsene. In caso di partenza di Perotti il Grifone potrebbe prova-re l'assalto a Diego Capel dello Sporting di Lisbona. L'ex Siviglia, in scadenza di contratto nel 2016 con il club lusitano, piace però anche al Besiktas. Sembra invece destinato a restare un sogno il ritorno di Mimmo Criscito nono-stante la voglia del ragazzo di ve-

stire nuovamente la casacca più antica d'Italia. L'operazione richiederebbe uno sforzo insostenibile per le casse del club visto che il terzino guadagna in Russia una cifra che si aggira sui tre milioni a stagione. Si avvicina invece Olivier Nitcham dal Manchester City, centrocampista di 19 anni con caratte-ristiche simili a quelle di Pogba, si sta ragionando su un prestito con diritto di riscatto a favore dei rossoblù. Rin-con è stato confermato e a rafforzare il reparto è arrivato Tachtsidis che si alternerà con Tino Costa sul quale vi è sempre il punto interrogativo delle condizioni fisiche. Perin sempre ai box, per affiancare Lamanna è arriva-to Ujkani.

Lunedì 27 luglio è stato compilato il calendario in diretta dall'Expo di Mila-no. Il Genoa inizierà a Palermo e la Sampdoria darà il via alle danze da-vanti al proprio pubblico contro la matricola Carpi. I rossoblù saranno costretti ad un avvio di ferro, ma Gian Piero Gasperini ha dichiarato che la squadra si farà trovare pronta, proprio come ha fatto la scorsa stagione. La sorpresa riguarda il Derby: quello di andata si giocherà il giorno della Befa-na, quello di ritorno l'otto maggio, data che i tifosi sampdoriani non ri-cordano con piacere visto che l'otto maggio 2011 una rete di Boselli, pro-prio nel Derby, sancì di fatto la retro-cessione della Samp in cadetteria. I rossoblù chiuderanno la stagione con-tro l'Atalanta, i blucerchiati saranno di scena allo Juventus Stadium contro la compagine di Allegri. Riccardo Cabona

17 ilCorniglianese/sport Luglio/Agosto 2015 >>>

Sampdoria e Genoa, non solo calciomercato Nel calendario il derby spunta dalla calza della Befana

CENTRO ESTETICO LILIANA

DIBI - MILANO

Calendario: l’Epifania

il derby se lo porta via

Jonathan Calleri, un sogno doriano?

Diego Perotti, ancora in rossoblù?

Page 18: ilCorniglianese Luglio/Agosto 2015

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Cornigen, un tuffo nel passato. “D’inverno andavamo a teatro scaldandoci con un mattone refrattario”

ilCorniglianese/come eravamo, come siamo Luglio/Agosto 2015

Il 22 febbraio del 1946 di mattina pre-sto (mi dicono alle 5), in vicolo San Gaetano, proprio dietro l’omonima Cappelletta dei pescatori, stava per verificarsi un lieto evento. L’evento ci fu ma non lieto. Nacqui ed ero in com-pagnia di mio fratello, ma il giorno dopo mia madre, Teresa Ghio, morì accompagnata dal mio gemello. Mi dicono che fui battezzato in fretta in quanto, probabilmente, anch’io soffe-rente per il difficile parto casalingo. Mio padre, Laerte, rimase vedovo e mio fratello Flavio orfano anch’egli di madre. Ad accudirci la nonna paterna Erminia e nonno Giuseppe (Pinin). Nel frattempo quello che rimaneva della famiglia si trasferì, per comodità,

presso l’abitazione dei nonni in via Minghetti 10. I primi ricordi che affio-rano nella mente prendono forma pro-prio qui e l’immagine della nonna Er-minia, seppur sfocata, non propria-mente nitida, affiora come da una sot-tile nebbia. La vedo cucinare “u tuccu” nel recipiente di terracotta o a pestare il basilico nel mortaio di marmo per fare il pesto o a preparare i pesci messi poi sulla graticola. Ricordo come spes-so, dalle tasche del grembiule nero,

sorgesse una tabacchiera: pollice e indice a prendere una presa di tabacco che aspirava: la stessa cosa faceva la nostra vicina, la Laura, moglie dell’Emilio che più avanti negli anni, ammalatosi di Alzheimer, lo ricordo seduto in strada che toccava il sedere alle donne di passaggio con le conse-guenze che si possono immaginare. Noi bambini ridevamo, lui, poveretto, subiva gli attacchi da chi non conosce-va il suo stato di salute. Davanti al no-stro palazzo c’era l’oratorio dei padri domenicani con annesso il cinema-teatro Gymnasium dove recitava mio padre. Il locale non era propriamente riscaldato, pertanto nonna Ermina traeva dalla stufa il mon (pron. "mun",

ndr.) un mattone refrattario che avvolgeva in una pezza di lana e... si andava a tea-tro. Venuti a mancare i nonni fui trasferito in via Federico Gat-torno (la via de-gli alberi) presso i cugini di papà dove rimasi sino al 1951, anno in cui mio padre si sposò con quella che io ho consi-derato e conside-ro, a tutti gli ef-fetti, mia madre.

Ecco che i ricordi si fanno più vivi: i giochi all’oratorio, il servizio di chieri-chetto nella chiesetta di San Gaetano gestita da padre Rosario (era di Vige-vano) che, data la sua bassa statura, chiamavamo padre Birillo (servivo tre messe tutte le domeniche e sarà forse per questo che non frequento più la messa?); il cinema Esperia con le luci in sala al neon tricolori: verde, bianco, rosso; il cinema Eden sotto i portici di via Pellizzari, oggi scomparso. Come

non ricordare le “vasche” in via Corni-gliano, fatte nel tardo pomeriggio con gli amici per adocchiare le ragazze? E poi le feste in casa, le gite alla Madon-na della Guardia… tempi lontani ma ricordi indelebili. Una immagine che spesso ritorna è quando, al pomerig-gio alle due, aspettavamo trepidanti che padre Damiano (fisico imponente) aprisse il cancello dell’oratorio. Lo vedevamo arrivare da lontano, dalla discesa che da via Dufour porta in via Minghetti, con il caratteristico mantel-lo nero svolazzante che risaltava la tunica bianca, propria dei padri dome-nicani. Poi c’era il cinema del giovedì, al Gymnasium: 50 lire due film. Come non ricordare i negozi frequentati da noi ragazzi: la latteria della Santa, an-ziana signora claudicante che ci ven-deva i tacchetti di liquirizia: mezza lira l’una, con 5 lire ne avevi ben 10, o i semafori, sempre di liquirizia con tre bottoncini di zucchero a simulare il rosso il giallo ed il verde, quelli costa-vano una lira. Spesso, non visti, da piccoli ladruncoli invece di uno ne prendevamo due finché un giorno la Santa se ne accorse con conseguente, giusta e sacro… santa, paternale. La panetteria, all’angolo della via, di fron-te al mercato coperto, gestita dalla Marisa dove al mattino, immancabil-mente: ”Un etto di focaccia!” Poi c’era il bar dell’oratorio gestito da un signo-re che portava un evidente buco sulla fronte, in seguito ad un intervento dopo un serio incidente, e che si beccò l’appellativo di u boggio (il buco). D’estate il cortile dell’oratorio ospitava il cinema all’aperto e durante l’ inter-vallo era buona cosa che papà mi com-prasse la gassosa con la menta. Con l’età si cambiò bar ma fu sufficiente attraversare la strada per frequentare il bar Aurora dove i passatempi non erano più il calciobalilla ma il biliardo con le boccette o la stecca. L’amico Giampiero Ventura, con il quale sono tutt’ora in contatto, si dedicava alla

“cirulla” con buoni risultati. Io e Artu-ro Bagnasco alla stecca. Ecco il micro-cosmo della mia infanzia e prima gio-vinezza: un piccolo territorio ricco di ricordi di eventi tristi ma anche lieti, dove i nostri vecchi ci hanno insegnato e inculcato i valori che tutt’ora ci ac-compagnano e che ci hanno formato. Quanta gratitudine dobbiamo a padri e madri che con sacrifici e determina-zione ci hanno avviati nel primo, im-portante percorso della nostra vita. In seguito mi sono trasferito in terra di Lomellina con la quale ho avuto un buon rapporto e dove convintamente ho deciso di costruirvi il mio futuro. Ma Cornigliano, e tutto ciò che rap-presenta, rimane in un angolo impor-tante del mio cuore insieme alla mam-ma che non ho conosciuto, alla mam-ma Clide che mi ha cresciuto, a papà Laerte, a mio fratello Flavio, e a tutta la famiglia Ottonelli del quartiere La Marina, ovvero gli zii Flavio con la moglie Giovanna e Liana e Riccardo; Aldo con la moglie Mina e Walter; O-felia con il marito Mario (trasferita in provincia di Brescia), con Aldo (purtroppo deceduto) e Bruna; Fer-nanda con il marito Guerino e Maria Rosa. Ho elencato i nomi perché riten-go che qualcuno possa ricordarli anco-ra. Per finire desidero proporre i versi di una canzone, una sorta di inno della compagnia dialettale Città di Genova (nata a Cornigliano), scritti da Rober-to Piccaluga, corniglianese doc, attivo componente del gruppo.

“Recitare, recitare che magnifica pas-

sione / e che gran soddisfazione / le

commedie interpretare: / I... ‘più

meglio’ del dialettale noi siam / i ‘più

meglio’ noi superar non ci lasciam /

siamo in gamba e ci vogliam tanto

ben… / Su, signori avanti, avanti!!! /

Siamo ‘I più meglio’ de Cornigen!”

Mauro Ottonelli

GENOVA CORNIGLIANO Ufficio: V. Capo d ’ Istria,10R Tel. Fax 010 65 20 103

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19 ilCorniglianese/e-mail e lettere alla redazione Luglio/Agosto 2015

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RIQUALIFICAZIONE DI CORNIGLIANO Dopo tanto tempo, mi sembra che non si muova nulla

Buonasera, come ben potete vedere più di un anno fa avevo trasmesso queste email, ma tutto è rima-sto come allora, anzi peggio! Cosa state aspettando? Cordiali saluti. Mario F.

----- Original Message ----- From: Mario F. To: Ass. Socio Sanità ; gabsin-daco Cc: Asssociosanita ; [email protected] ; [email protected] ;

municipio6presidente Snt: Monday, April 28, 2014 6:31 PM Subject: Re: riqualificazione di Cornigliano Buonasera, rieccomi a Voi, presumo che il "Tavolo tecnico" si sia rotto, la situazione è peggiorata ul-teriormente, le roulotte sono aumentate, la sporcizia pure, la puzza anche. Mi dite che è da settembre che i servizi so-ciali si stanno interessando (?). ma di cosa? Non siete in grado risolvere nulla. Attendo vostre risposte. Grazie. Mario F. Genova Cornigliano Original Message ----- From: Ass. Socio Sanità To: mario.f.

Cc: Asssociosanita ; gabsinda-co Sent: Monday, March 24, 2014 11:43 AM Subject: Re: riqualificazione di Cornigliano Gent.mo Sig. F., rispetto alla situazione relati-va all’insediamento di nuclei rom rumeni in via dei Mura-tori, Le possiamo confermare che l'Amministrazione è a conoscenza della situazione e delle problematiche ad essa connesse. Purtroppo il feno-meno non riguarda solo il territorio del Munici-pio Medio Ponen-te ma anche altri Municipi e da settembre i Servizi Sociali

VIA PELLIZZARI Marciapiedi dissestati, cassonetti lontani: ecco i veri problemi

Gentile redazione de “Il Cor-niglianese”, questa è una let-tera in risposta a quella del signor Roberto Calcagno, ap-parsa sull'ultimo numero del vostro mensile. Nella suddet-ta, lamentava la difficile via-bilità di via Pellizzari, dovuta, a suo dire, alle auto in sosta in doppia fila. In effetti, rite-niamo che via Pellizzari abbia tutta una serie di problemi che richiedono un urgente intervento da parte del comu-ne, tali, da rendere il traffico di secondaria importanza. Partiamo subito dal presup-posto che l'intervento costan-te della polizia municipale impedisce agli avventori che si recano a fare acquisti pres-so Pintori o Grosso, di contri-buire al sostentamento delle famiglie delle persone che lavorano in questi due negozi. Di questi tempi, difficili per tutti, soprattutto per i nego-zianti, è quasi un miracolo riuscire a “tenere aperto” e assistiamo tutti, costante-mente ormai, al triste scena-rio che vede le serrande ab-bassate di molti che sono stati i negozi storici del quartiere! Ai residenti poco importa se qualche auto, ogni tanto, so-sta per qualche minuto in doppia fila se questo serve a sostenere il commercio di Cornigliano perché il com-mercio è un po' l'anima di ogni quartiere… e anche del nostro! Vorremmo invece puntare l'attenzione su que-stioni ben più gravi, quali il totale dissesto dei marciapie-di sotto ai portici, grave mi-naccia per la salute pubblica soprattutto di anziani e bam-bini. Oppure la totale assenza di scalino da marciapiede, che fa in modo che in caso di pioggia torrenziale i portici vengano allagati. Oppure an-cora sulla totale assenza dei cassonetti per lo smaltimento dell'immondizia, posizionati lontani, troppo, per le molte persone anziane che risiedo-

si stanno occupando di que-sto, attraverso un'indagine conoscitiva dei nuclei e al-la sistemazione delle fami-glie rom che hanno subito incendi, o frane o sgomberi dei loro campi spontanei, sistemandolo presso struttu-re di emergenza. Per quanto riguarda la situazione specifi-ca che Lei segnala, La infor-mo che anche a seguito della seduta di Consiglio Munici-pale Medio Ponente del 12/2 u.s., è attualmente in fase di costituzione un “Tavolo Tec-nico”, per la ricerca delle so-luzioni possibili che portino a diversa collocazione delle roulottes attraverso la colla-borazione fra gli Assessorati Comunali interessati ed il Municipio stesso.

no in via Pellizzari e che le costringono col caldo, o col freddo, a percorrere un lungo tragitto per liberarsi dai rifiu-ti. Vorremmo segnalare inol-tre, che via Pellizzari gode ben raramente del privilegio di essere spazzata e ripulita dai rifiuti e dalle deiezioni dei piccioni, soprattutto d'estate quando la sporcizia diventa anch'essa un serio pericolo per la salute pubblica. Al gruppo di residenti in via Pel-lizzari che si sottoscrivono questa lettera, non dà alcun fastidio se qualche auto sosta per pochi istanti in seconda fila, questo gruppo di persone preferirebbe di gran lunga che venissero risolti i problemi sopra elencati poiché ritiene che siano quelli i veri proble-mi della via dove risiede. Lettera firmata

FATTI NON PAROLE Anzi, foto!

Non ho parole. Infatti ho solo voglia di invia-re alcune foto. Grazie. Patrizia F.

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20 ilCorniglianese/note della redazione Luglio/Agosto 2015

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Il web, un sito, una telefonata

E nasce il diario dell’orto. Primo giorno

La telefonata diceva: "Ciao, hai letto sul sito di Repubblica? Pare che stiano creando un orto nella zona di Campi, potrebbe interessarvi occuparvi delle riprese?" "Perché no? Vado a leggere" A darci la notizia un collega. Si parlava di una grossa novità, di un importante intervento di riqualificazione dell'area in questione e del coinvolgimento dei cittadini e delle istituzioni. Il progetto, insomma, si faceva interessante, era giusto indagare. Così, grazie ad alcune informazioni prese qua e là sull'articolo, cominciò la ricerca di parole chiave su web, nomi e numeri che avrebbero potuto portare ad un contatto diretto con chi si stava occupando dell'iniziativa. Trovai un nome e poi una mail dell'associazione Comitato 4 valli e così scrissi per avere informazioni. Invia-ta una mail istituzionale in cui descrivevo il progetto HopeLab (Laboratorio di sperimentazione audiovisiva Green, ndr) e le idee da attuare in merito all'iniziativa, aspettai la risposta. Sembrava che il progetto fosse alle porte ed era importante muoversi in fretta, quindi già prima che qualcuno si facesse vivo, ci siamo recati sul posto a curiosare. Il paesaggio che ci si presentava davanti era un immenso bosco di acacie, ripido affiancato da una strada inva-sa da rottami di vecchie auto abbandonate e rifiuti di ogni genere. Nei giorni successivi incontrammo il nostro referente, Andrea, che ci diede appunta-mento in loco. Ci presentammo e lui, senza troppi convenevoli, iniziò a rac-contarci la storia dell'orto collettivo. Prima di tutto, specificò quale fosse la caratteristica principale che rendesse unico il progetto: di orti urbani, di ver-de cittadino e di riqualificazione ultimamente si parlava tanto ma la peculia-rità di ogni idea è come la si realizza e Andrea, nel suo progetto, aveva capito cosa rendesse "speciale" questo spazio: il fatto di far parte di una collettività garantiva la riuscita dell'orto e evitava il rischio dell'abbandono dell'iniziati-va. Andrea parlava e noi ascoltavamo, cercando di capire come partecipare a questa idea innovativa, come le nostre capacità potessero diventare parte strutturale dell'orto. Quel giorno siamo rientrati in ufficio affascinati e curiosi ma anche un po' confusi: tante erano a questo punto le informazioni da ela-borare, poco il tempo per capire. Un punto era certo: bisognava prendere parte al progetto, essere coloro che avrebbero testimoniato la crescita e il progresso dell'orto collettivo. Sara Carbone Illustrazione Adriano Sanna

Carta dei diritti del bambino nello sport

6. Diritto di misurarsi con

giovani di pari forza: è senz’altro interessante per il giovane essere confrontato all’insuccesso nello sport; tuttavi-a, se egli viene costantemente messo a confronto con avversari che non hanno le sue stesse pro-babilità di successo, la sua espe-rienza potrà essere quella o di sentirsi impotente o di sentirsi imbattibile, ciò che non è molto utile dal punto di vista educativo.

7. Diritto di partecipare a competizioni adatte:

esistono esempi positivi di come si possa rispettare questo diritto. In molti sport infatti si sono in-trodotte competizioni special-mente rivolte ai giovani (mini-tennis, mini-basket, mini-calcio, ecc...) gare dunque più consone alle caratteristiche spazio tempo-rali del bambino e del ragazzo.