Marzo -Aprile 2015

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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E 3-4/2015 anno 58° Il Circolo trentino di Toronto (Canada) il 7 febbraio ha celebrato il suo cinquantesimo anniversario di fondazione. TRENTINI nel MONDO

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Mensile dell'Associazione Trentini nel Mondo del mese di marzo aprile 2015

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MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E 3-4/2015anno 58°

Il Circolo trentino di Toronto (Canada) il 7 febbraio ha celebrato il suo cinquantesimo anniversario di fondazione.

TRENTINI nel

MONDO

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CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI

dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione

Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Australia - 8 circoli - 2 delegazioniAdelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville

Belgio - 4 circoli - 1 delegazione

Bruxelles, Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo

Bolivia - 1 circolo

La Paz

Bosnia - 3 circoli

Sarajevo, Stivor, Tuzla

Brasile - 62 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, Sao Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it

Canada - 5 circoli

Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit

Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago

Colombia - 1 circoloBogotá

Danimarca - 1 circoloCopenaghen

Ex emigrati - 3 circoliAustralia, Stivor (BIH), Svizzera

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Germania - 7 circoli - 1 delegazioneColonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazioneLondra - Manchester

Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste

Lussemburgo - 1 circolo

Lussemburgo

Messico - 13 circoli - 1 delegazione

Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Manuel Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Paraguay - 10 circoli

Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Peru - 1 circolo

Lima

Portogallo - 1 circolo

Portogallo

Romania - 1 circolo

Romania

Serbia - 1 circolo

Indija

Stati Uniti - 21 circoli

Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Southern California, Washington, Wyoming

Sud Africa - 2 delegazioni

Pretoria, Cape Town

Svizzera - 8 circoli

Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo

Uruguay - 5 circoli

Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR)

Venezuela - 1 circolo

Caracas

FederazioniITTONA (Canada e Stati Uniti)

CoordinamentiArgentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Cile, Germania, Messico, Paraguay e Uruguay

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EDITORIALE

L’OBIETTIVO È SEMPLIFICARE E INTENSIFICARE I RAPPORTI CON GLI OLTRE DUECENTO CIRCOLI

I dati uffi ciali dicono che i tren-tini che vivono all’estero sono il 7% della popolazione, pari a circa 40 mila persone. Nonostante questa appaia già a prima vista come una cifra davvero impo-nente (in pratica è come ci fosse all’estero il secondo “Comune” per grandezza del Trentino) non è sufficiente per fotografare la realtà della presenza dei trentini nel mondo. Il 7% è infatti desunto dai dati degli iscritti all’AIRE (l’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) che sono nettamente inferiori a chi effettivamente ri-siede all’estero. In realtà quindi si può stimare che un trentino su cinque viva all’estero portando così la percentuale a toccare il 20% del totale.

Questi numeri da soli sarebbero suffi cienti per porre il tema dei trentini all’estero all’attenzione della pubblica opinione, o quanto meno al centro del dibattito poli-tico. Se poi a questo si aggiunge il fatto che con il perdurare della crisi economica l’espatrio sta notevolmente aumentando tra i giovani (ma anche tra le persone mature espulse dal mondo del lavoro) dovrebbe davvero far rifl ettere in modo serio e puntuale chi ha l’onore e l’onere di gestire i poteri economici, politici e sociali.

A fi ne febbraio si sono confron-tati ed hanno discusso a lungo di questi argomenti i Consultori all’estero che la Provincia Au-tonoma ha riunito per la prima volta a Trento dall’inizio di questa legislatura. I Consultori di Cana-da, Brasile, Messico, Argentina, Cile ed Uruguay (i rimanenti due dell’Australia e degli Stati Uniti si sono collegati via Skype) per una settimana hanno dato vita ad una Conferenza davvero interessante e molto istruttiva… e forse è proprio per questo che la classe politica (salvo qualche rarissima eccezio-ne) ed i gestori dell’informazione hanno brillato per la loro assenza. Nei vari interventi coordinati dall’Ufficio Emigrazione della Provincia sono state affrontate le principali problematiche legate al mondo dell’emigrazione, parten-do da un dato di fondo incontro-vertibile e cioè il riconoscimento della serietà e dell’organizzazione che i trentini possono vantare nel

mondo, tanto che sono presi a modello da comunità numerica-mente ben più imponenti come ad esempio il Veneto, la Sicilia e gran parte delle altre regioni d’Italia.

Nel corso dei lavori sono stati affrontati temi “storici” come quelli legati alle permanenti diffi coltà per l’ottenimento della doppia cittadinanza e temi di più stretta attualità come la tassa-zione sulle case “di famiglia” che molti emigranti possiedono ancora nella terra d’origine. Il fi lo conduttore che ha legato gli interventi dei Consultori è stato però quello relativo alla necessità di intensifi care la collaborazione e le comunicazioni fra i trentini che vivono all’estero e quelli che risiedono in patria.

Tutti si sono dichiarati concordi sul fatto che anche dall’evoluzione di questa scelta può dipendere il futuro culturale, economico e sociale dell’intera Comunità Trentina.

La traduzione in pratica realtà di questa necessità avvertita or-

mai universalmente non appare comunque di facile e rapida re-alizzazione. Non si tratta infatti solo di applicare le nuove e più moderne tecnologie - che pure sono ormai di uso comune - alle attività correnti, ma è necessario arrivare prima di tutto a modifi ca-re una mentalità, fi n qui standar-dizzata su parametri che risultano ormai inadeguati alle esigenze di un mondo che cambia sempre più velocemente e che diventa sempre più competitivo, internazionaliz-zato ed egocentrico.

Questo aggiornamento della mentalità corrente deve portare ad un adeguamento dei modelli di confronto e un cambiamento degli schemi di relazione che spesso ormai derivano da procedure datate e appesantite da zavorre di tipo personalistico, stratifi cate nel tempo.

Tutto questo ha però la ne-cessità di poter partire da una base solida e condivisa che solo

ASSOCIAZIONETRENTINI NEL MONDO

O.n.l.u.s.

TRENTINI NEL MONDOMensile dell’Associazione

Trentini nel Mondoaderente alla F.U.S.I.E

Direzione, amministrazione e redazioneVia Malfatti, 21 - 38122 TRENTOTel. 0461/234379 - Fax 0461/230840sito: www.trentininelmondo.ite-mail:[email protected]

Direttore responsabileMaurizio Tomasi

Comitato editorialeG. Bacca, M. Bazzocco, A. Bazzanella,F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, P. Dalla Valle, A. Degaudenz,C. Donei, P. Duranti, E. Formilan,B. Fronza, L. Imperadori, A. Lanfranchi,E. Lorenzini, G. Michelon, A. Piccolotto, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, G. Sbetti, A. Tafner, M. Viola

Hanno collaborato:R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi -F. Bocchetti - E. Caldonazzi

Autorizzazione del Tribunale di Trenton. 62 - 6 febbraio 1958

STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN)

Quote di adesione:Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00;Nord America e Australia: Euro 25,00Socio - Euro 30,00Conto corrente postale n. 12509386

N. 3/4 MARZO-APRILE 2015Stampato il 31 MARZO 2015

In copertina: una delle torta preparate per il 50° del Circolo di Toronto (Canada).

PresidenteAlberto Tafner

DirettoreAnna Lanfranchi

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È stato fatto un primo passoverso una nuova progettualità

SOMMARIOPagine 2-3AGENDA

Pagine 4-11ATTUALITÀ

Pagine 12-13GENTE E FATTI

Pagina 14LETTERE

Pagine 15-18SEMINARIO UNAIE

SULL’ASSOCIAZIONISMOIN EMIGRAZIONE

Pagine 19-24 CIRCOLI

(Hobart, Zarate, Buenos Aires,Piracicaba, São Sepé, Toronto,

Montreal)

Pagina 25LI RICORDIAMO COSÌ

Pagine 26-28DALLE VALLI

Pagina 29 CULTURA

Pagine 30-31 EDITORIA

Per poter programmare seriamente un’attivitàa favore dei trentini all’estero che possa risultare utile ed effi cace, è indispensabile poter contare

su risorse di respiro pluriennale. Partendoda questa considerazione, durante la Conferenza

dei Consultori il presidente della Provincia,Ugo Rossi, si è impegnato con il presidente

della Trentini nel Mondo a voler considerareil bilancio dell’Associazione stabile e costante

per un triennio, a partire da quest’anno

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AGENDA

I LAVORI SI SONO SVOLTI DAL 23 AL 27 FEBBRAIO E VI HANNO PARTECIPATO ANCHE DIRETTORE E PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE

Consultori della Provincia riuniti a Trentoper la prima Conferenza della legislatura

Primo passo verso una nuova progettualità

«Benvenuti nella casa di tutti i trentini nel mondo»: è stato questo il saluto rivolto da Alberto Tafner, presidente della Trentini nel mondo, ai Consultori all’e-stero della Provincia, che il 24 febbraio sono stati ospiti presso la sede dell’Associazione. Ad acco-glierli, oltre al presidente, c’erano il direttore Anna Lanfranchi, il vice presidente Aldo Degaudenz, i consiglieri (e membri di giunta) Cesare Ciola e Giovannbi Sbetti e il personale.

Durante l’incontro Tafner - al quale ha partecipato anche Fran-cisco Nardelli (vice Segretario Generale per i Paesi America Latina del CGIE - Consiglio Ge-nerale degli Italiani all’Estero) ha ringraziato i Consultori per l’importante ruolo che svolgono nel rafforzare i legami fra gli emigrati trentini e la terra di ori-gine. Ha poi parlato dell’attività della Trentini nel mondo, della sua «mission», dell’impegno ad adeguare obiettivi e iniziative alle mutate esigenze del mondo dell’emigrazione.

La Conferenza dei Consultori, la prima di questa legislatura, era stata convocata a Trento da Ugo Rossi, presidente della Provincia e assessore competente all’emigrazione e si è svolta dal 23 al 27 febbraio. Ai lavori della Conferenza hanno partecipato

anche il presidente e il direttore della Trentini nel mondo. Dei die-ci Consultori non hanno potuto partecipare quelli dell’Australia e degli Stati Uniti.

Molti sono stati i temi che i Consultori hanno avuto modo di approfondire e dibattere nel corso

della settimana: la realtà econo-mica trentina e la sua apertura ai mercati esteri, in particolare alle zone di storica emigrazione trentina; le politiche nazionali per la nuova emigrazione; il mondo dei social network, che si rivelano molto utili per tenere sempre più

stretti contatti con le comunità di riferimento. Sono state appro-fondite anche molte tematiche culturali, come ad esempio le iniziative dedicate al Centenario Grande Guerra.

I Consultori, insieme agli emi-grati trentini e ai loro discendenti

la politica può stabilire dando una precisa risposta ad una semplice domanda e cioè se “i trentini all’estero rappresentano una risorsa o costituiscono un problema?”

Bisogna riconoscere che il Presidente della Provincia Autonoma di Trento, intervenendo alla Conferenza dei Consultori, una risposta l’ha già data chiara e netta affermando che i trentini all’estero costituiscono una risorsa preziosa. Da questo principio il Presidente Ugo Rossi ha poi fatto discendere la conse-guenza che per poter programmare seriamente un’attività che possa risultare utile ed effi cace, è indispensabile poter contare su risorse di respiro pluriennale.

Per questo motivo si è impegnato pubbli-camente con il presidente della Trentini nel Mondo che ha sollevato il problema, a voler

considerare il bilancio dell’Associazione stabile e costante per un triennio, a partire da quest’anno.

È un primo passo per poter continuare a la-vorare seriamente alla costruzione di una rete di relazione che coinvolga gli oltre duecento Circoli Trentini, l’Associazione e tutti i trentini nel mondo, permettendo di far decollare alcuni adeguamenti all’impianto organizzativo della Trentini nel Mondo che l’Associazione ha

già iniziato a sperimentare. Primo fra questi la nomina dei Coordinatori dei Circoli, che sono già stati convocati a Trento per un cor-so di formazione che si terrà in luglio, dove si approfondiranno e si svilupperanno temi come il coordinamento, la semplifi cazione e la facilitazione dei rapporti, che dovranno dare progettualità e consistenza alla rete che nel prossimo futuro potrà rappresentare l’intera Comunità Trentina. Alberto Tafner

La foto è stata scattata nella «Sala Rino Zandonai», nella sede della Trentini nel mondo. I Consultori sono indicati con (*). Seduti (da sinistra): Elton Diego Stolf (*), Gustavo Cristofolini (*), Laura Vera Righi (*), Omar Daud Albasini (*), Mariano Roca (*), Leobardo Cortes Manica (*).

In piedi (da sinistra); Francisco Nardelli (vice Segretario Generale per i Paesi America Latina del CGIE - Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), Alberto Tafner, Anna Lanfranchi, Lucia Larentis (*), Alceu Lenzi (*), Giovanni Sbetti, Aldo Degaudenz, Cesare Ciola.

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AGENDA

Anche il presidente del Consi-glio provinciale, Bruno Dorigatti, è stato in visita ai lavori della Conferenza dei Consultori: li ha conosciuti uno ad uno, colpito dalle alte professionalità che esprimono nei rispettivi Paesi di residenza.

«Grazie dell’immagine che date al mondo della terra tren-tina e delle sue qualità umane. Ho fatto anch’io esperienza di lavoro e di vita all’estero, in Ger-mania - ha poi affermato nel suo saluto - e devo dire che i trentini, un po’ come i sardi, erano molto apprezzati per come lavoravano e sapevano farsi valere.

Credo che oggi tenere stretti i rapporti con tutti voi signifi chi fare pace con la storia e riportare

«Io sono nato a Milano - ha affermato il presidente della Provincia Ugo Rossi durante l’incontro con i Consultori - da genitori solandri emigrati negli anni cinquanta. In famiglia ho sempre parlato solandro ed ho vissuto fi n da piccolo una vita a scavalco fra due territori e due culture.

Oggi vorrei contribuire a man-tenere vivo un senso di appar-tenenza che so essere ancora presente nelle vostre comunità, anche a vantaggio dei giovani che devono avere un riferimento culturale in un mondo globaliz-zato. Vorrei coniugare questo approccio con uno scambio posi-tivo, a vantaggio anche dei nostri giovani che partendo dal Trenti-no affrontano il mondo vivendo

una situazione di emigrazione, seppur in condizioni diverse rispetto a quelle dei nostri padri.

Su questo potremo pensare di mettere a disposizione le vostre competenze e abilità per un re-ciproco vantaggio, impostando attività specifi che».

a casa le vostre esperienze e la vostra ricchezza, per il bene del Trentino. Che vive una fase diffi -cile, sia sul piano delle dinamiche economiche, sia per la crisi di valori che affl igge la società e la stessa politica».

che rappresentano, costituiscono un patrimonio di contatti, di intelligenze, di saperi sui quali oggi il Trentino può contare «per respirare il mondo, per conservare le radici, anche per sviluppare opportunità econo-miche e culturali», come si può leggere nell’articolo intitolato «Il “secondo” Trentino è nel mondo», apparso sul periodico «Consiglio provinciale cronache» (foto qui sopra).

Nell’articolo vengono tracciate anche delle sintetiche biografi e di tutti i dieci Consultori, dalle quali risaltano la loro competenza e qualifi cazione. «Dall’Argentina settentrionale - scrive Luca Za-nin - è arrivato Gustavo Fabiàn Cristofolini, che è un dirigente commerciale, mentre da Buenos Aires ecco Mariano Roca, giorna-lista professionista del periodico Def, che tratta l’attualità inter-nazionale.

Alceu Zenofontes Lenzi, ori-gini ottocentesche a Samone

in Valsugana, è un avvocato e docente universitario, rappre-senta gli Stati brasiliani di Santa Caterina e Rio Grande do Sul. Stesse credenziali per il collega del centro-nord, Elton Diego Stolf il cui avo partì da Fornace.

Il consultore cileno, Omar Andrès Daud Albasini, conosce benissimo Trento perché è venuto qui a laurearsi e specializzarsi in ingegneria meccatronica.

Leobardo Cortès Manica rap-presenta il Messico: parla cinque lingue, compreso un po’ di maya, e dirige una società di consulenza fi nanziaria.

C’è poi l’Uruguay con Maria Laura Vera Righi, medico onco-logo a Montevideo, e l’imprendi-tore immobiliare Luca Dorigatti, che sta a Palo Alto in California.

Per i trentini d’Australia opera Silvano Rinaldi, istruttore d’armi della polizia di Melbourne.

La decana dei consultori è la trentina-canadese Lucia Flaim Larentis, trentina di Trento ed emigrata negli anni Settanta per ragioni del cuore. È student advisor presso il dipartimento di computer science della Ryerson University di Toronto».

Il Consultore all’estero della Provincia Auto-noma di Trento è una fi gura prevista dall’arti-colo 3 della legge provinciale sull’emigrazione (3 novembre 2000, n° 12).

L’articolo stabilisce che «Per la defi nizione e l’attuazione degli interventi a favore dei trentini all’estero, la Provincia si avvale della collabora-

zione di consultori, scelti nel numero massimo di quindici fra persone aventi i requisiti di cui all’articolo 2 e che abbiano maturato esperienze nell’ambito dell’associazionismo fra emigrati, degli organismi rappresentativi dell’emigrazione italiana, del volontariato, del lavoro, delle pro-fessioni e della cultura».

Compiti e ruolo del Consultore

IL SALUTO DEI PRESIDENTI DELLA GIUNTA E DEL CONSIGLIO

Grazie dell’immagineche date del Trentino

Dobbiamo mantenere vivoil senso di appartenenza

Sabato 18 aprile assembleaper il rinnovo delle caricheInizieranno alle ore 9.00, presso l’Aula magna del Seminario

Maggiore di Trento i lavori dell’assemblea ordinaria dell’Asso-ciazione Trentini nel mondo onlus. Alla relazione del presidente, seguiranno l’illustrazione del bilancio consuntivo 2014, la relazio-ne dei revisori dei conti e la presentazione del testo di regolamento integrativo, tutti documenti che saranno sottoposti all’approva-zione dell’assemblea. All’ordine del giorno anche l’elezione delle nuove cariche sociali per periodo 2015-2017.

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ATTUALITÀ

Il Trentino ha conquistato il Pa-ranà, lo stato brasiliano immedia-tamente a sud di São Paulo. Non si tratta di un’azione dell’ultima ora, bensì del consolidamento di una situazione in essere da tempo, con i discendenti degli emigranti partiti dall’allora impero austro ungarico che con la loro tenacia sono arrivati a ricoprire cariche istituzionali ai massimi livelli.

Accompagnati dal dinamico e sempre disponibile Ivanor Minatti, a Curitiba abbiamo incontrato due personaggi di prim’ordine, che rivendicano con orgoglio la loro provenienza dal nostro Trentino: sono Cida Borghetti, vice-governadora del Paranà e Gustavo Fruet, prefeito di Curitiba.

Discendente di una famiglia partita da Borghetto (e cugina del grande musicista Renato Borghetti) Cida ci ha ricevuti con calorosità il 26 gennaio a Palacio Iguaçu, sede del governo, ricor-dando la riscoperta delle origini trentine e le tante amicizie nella Trentini nel Mondo. Fu il nonno Paolo Domenico Borghetti a fi ne 1800 a lasciare il suo paese invaso dalla piena dell’Adige per cercare fortuna in Brasile.

Cida è nata in Santa Catarina, ma dall’età di 2 anni vive in Paranà, dove si è laureata in amministrazione pubblica ed ha intrapreso una straordinaria car-riera politica: deputata estadual dal 2002, nel 2010 con quasi 150 mila preferenze diventa deputata

federale, incarico che ha sosti-tuito da quest’anno con quello prestigioso di vice-governadora a

fi anco di Beto Richa, che essendo al suo secondo mandato non po-trà ricandidare nel 2018 e di cui

Cida Borghetti e Gustavo Fruet,due trentini ai vertici del Paranà

UNA DELEGAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE HA FATTO VISITA ALLA VICE GOVERNATRICE DELLO STATO E AL SINDACO DI CURITIBA

verosimilmente ne prenderà il posto. L’intera famiglia di Cida è impegnata in politica, con il marito Ricardo Barros deputato federale e la fi glia Maria Vic-toria Borghetti Barros deputata estadual.

Assieme a me a Palacio Iguaçu c’erano gli imprenditori trenti-ni dell’Upit Paolo Bruschetti, Matteo Margoni e Piero Frisina, nonché il toscano Renzo Targi e l’umbro Mario Massetti, in Pa-ranà per attivare sinergie al fi ne di portare qui nuove tecnologie e manodopera altamente specializ-zata nel settore delle costruzioni civili.

“Il Governo del Paranà favorirà queste relazioni tra impresari italiani e paranaensi, per attivare scambi di esperienze e sinergie” ha affermato Cida, ipotizzando anche un allargamento dell’ac-cordo di gemellaggio sottoscritto nel 2009 tra la Valle di Primiero

Cesare Ciola ha consegnato una copia della nostra rivista sia a Cida Bor-ghetti che a Gustavo Fruet. Nella foto in basso (da sinistra): Mario Massetti, Ivanor Minatti, Cida Borghetti, Cesare Ciola, Piero Frisina, Renzo Targi, Paolo Bruschetti, Matteo Margoni e Mauro Gil. Sull’altra pagina (da sinistra):Cesare Ciola, Gustavo Fruet, Ricardo Ghisi, Ivanor Minatti e Walter Petruzziello

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ATTUALITÀ

e la città di Piraquara, che pre-vedeva cooperazione reciproca nell’ambito sociale, ambientale e del trasferimento di tecnolo-gia. Da parte mia, nel saluto a Cida a nome della Trentini nel Mondo e di tutto il Trentino, ho consegnato a Cida un bellissimo libro fotografi co consegnatomi dall’assessore al turismo della Provincia Autonoma di Trento.

Il 30 gennaio nel vicino Palácio Rio Branco dove ha sede la Prefeitura Municipal de Curitiba abbiamo invece incontrato il sin-daco Gustavo Fruet, discendente di una famiglia partita da Pergine Valsugana.

Figlio di Mauricio Fruet, de-

Con un intenso ed appassionato lavoro, il nostro Consigliere Mauro Dallapè (primo a sinistra nella foto) ha promosso e coordina professionisti ed imprenditori trentini uniti dall’obiettivo di trovare all’estero quelle opportunità di lavoro che da qualche anno mancano in Italia.

È così partito da un anno «Progetto Brasile», un laboratorio aperto che in-dividua e verifi ca le possibilità di lavoro nel grande paese sudamericano dove è in corso una straordinaria fase di crescita economica e sociale, mettendo in relazione la disponibilità di imprese e manodopera specializzata del Trentino con la richiesta e la mancanza di soggetti specializzati nella

realtà del Brasile.È nata per questo l’Unione Professionisti

Imprenditori Trentini, in sigla Upit, che con il determinante appoggio della Trentini

nel Mondo sta raccogliendo i primi frutti del suo impegnativo lavoro. Il ruolo della nostra Associazione, con la sua rete capilla-re fatta di persone competenti e disponibili inserite in modo ottimale nella società del «nuovo mondo» si è rivelato indispensa-bile e fondamentale per la riuscita delle iniziative, concentrate per ora nei tre stati del sud Brasile.

Cesare Ciola, Consigliere e componente la Giunta esecutiva della Trentini nel Mon-do, sta accompagnando questa iniziativa: è in questo contesto che a fi ne gennaio si sono svolti gli incontri con i vertici del Governo del Paranà e con il Prefeito della capitale Curitiba.

putato del Paranà, poi deputa-to federale e infi ne prefeito di Curitiba, ne ha preso il posto in politica nel 1998 a seguito della sua prematura scomparsa a soli 59 anni. Avvocato, 52 anni, Gu-stavo Fruet ha svolto l’incarico parlamentare a Brasilia per 3 mandati, arrivando dal gennaio 2013 ad assumere la carica di prefeito della capitale del Paranà, città moderna e dinamica con popolazione di quasi 2 milioni di abitanti.

Persona molto cordiale, umile e disponibile, il sindaco Fruet ha ricordato con orgoglio il suo legame paterno con la città di Pergine Valsugana, a cui si sente

profondamente legato pur non essendoci mai stato, sentendosi onorato della nostra visita e ponendosi a disposizione per un avvicinamento tra Trentino e Curitiba.

A Gustavo ho consegnato un libro con la storia di Pergine Valsugana, consegnatomi dal sindaco Roberto Oss Emer, uni-tamente – come sempre – alla rivista della Trentini nel Mondo, invitandolo a visitare la terra dove ha le sue radici, Pergine e il Trentino. L’invito è stato accolto con grande piacere, per cui a breve dovrebbe svolgersi questa importante visita.

Cesare Ciola

Trentino-Brasile, collaborazione a tutto campo

Cida Borghetti ospite a Trento nel 2011«Donne e lavoro in Brasile e Scozia: due

esperienze oltre l’emigrazione»: era questo il titolo della conferenza organizzata il 1° giugno 2011 dall’Associazione Trentini nel mondo e dalla Presidenza del Consiglio provinciale, nell’ambito delle manifestazioni per commemorare Rino Zandonai, Giovanni Battista Lenzi e Luigi Zortea.

L’altra relatrice era stata Yara Paoli, giova-ne imprenditrice e manager trentina operante in Scozia.

Nella sua relazione, Cida Borghetti, a quei

tempi deputata federale, aveva fatto una panoramica delle iniziative legislative già in vigore e in corso di approvazione in Brasile, che puntavano ad eliminare le disuguaglianze che esistono nel mondo del lavoro fra uomo e donna.

Nella foto, scattata al termine della confe-renza in sala Aurora a Palazzo Trentini, Cida Borghetti è con il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti (primo a sinistra) e con il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner.

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ATTUALITÀ

Il 14 febbraio 1965 venne uf-fi cialmente scoperta nel famedio del Campidoglio a Washington (USA) la statua dedicata a Padre Kino, considerato uno dei fonda-tori degli Stati Uniti d’America.

Il senatore trentino Franco Panizza, a Washington per par-tecipare come membro della delegazione italiana al vertice parlamentare dei paesi NATO, ha voluto ricordare il 50° an-niversario dell’inaugurazione della statua con una signifi cativa cerimonia che ha avuto luogo il 3 marzo scorso.

Alla cerimonia hanno preso parte i deputati Bruno Censore e Luca Frusone, anch’essi membri della delegazione italiana NATO, il Primo Consigliere dell’Amba-sciata italiana Fabrizio Saggio accompagnato da Silvia Bassi e Roberto Pennazzato, funzionari trentini presso la stessa Amba-sciata, Antonella Giordani, in rappresentanza della Provincia Autonoma di Trento, le delega-zioni della Fondazione Kino e dello Stato dell’Arizona, i rap-presentanti dei Circoli trentini in USA con particolare riferimento a quello di Washington DC, per il quale sono intervenute Denyet-

te Depierro e Diane T. Schug O’Neill, un rappresentante dei Gesuiti, ordine al quale appar-teneva padre Francesco Eusebio Chini, e Patrick e Denise, i fi gli di Dennis de Concini, senatore degli Stati Uniti e originario di Sanzeno in Val di Non.

«Questo - ha detto Panizza nel suo intervento - è un momento particolarmente emozionante. È bello vedere qui rappresentanti di diverse realtà, che giungono da luoghi molto lontani per celebrare una fi gura originaria della nostra terra e celebrata con una statua nel Campidoglio di Washington».

Padre Kino, originario della Val di Non è stato un grande mis-sionario, un cartografo e uno dei fondatori dello Stato dell’Arizona. «Ogni Stato – ha spiegato Panizza – può avere nel Cam-pidoglio due statue. Il fatto che una sia per Padre Kino, dimostra l’assoluta centralità della sua fi gura».

Panizza ha avu-to parole di elogio per l’Associazione trentina che porta il nome di padre Kino, presieduta da Alberto

Chini, che in Trentino e in Italia continua a svolgere la sua opera di valorizzazione storica, anche attraverso importanti contatti in-ternazionali, come l’incontro con la Console del Messico in Italia (articolo sulla pagina a fi anco).

«I trentini – ha continuato Pa-nizza - sono riusciti a farsi valere e apprezzare anche negli Stati Uniti così come in tutti i paesi d’America e del mondo dove forte è stata la nostra emigra-zione. Ha un signifi cato speciale ricordare la fi gura di Padre Kino in concomitanza con un vertice NATO che ci richiama alla ne-cessità di costruire relazioni e favorire la convivenza, proprio come lui seppe fare con gli indios. La sua resta una lezione importante in un momento come

questo in cui il mondo è attraversato da diffi coltà e conflitti: la minaccia dell’ISIS, le guerre, gli sbarchi e le tragedie del Mediterraneo».

A margine del vertice NATO, Panizza ha avu-to poi altri importanti incontri con i rappresen-tanti dei Circoli Trentini di Washington DC e di

New York, in cui ha espresso la necessità di rendere ancora più saldi i legami, pensando a nuove e sempre più frequenti forme di collaborazione.

Prima di partire per New York, dove è continuato il vertice NATO per concentrarsi sul ruolo e sulla funzione dell’ONU e dove erano previsti incontri con alcuni alti rappresentanti delle Nazioni Unite, Panizza, assieme alla delegazione italiana, è stato rice-vuto dall’Ambasciatore Claudio Bisogniero (foto in alto a destra).

Omaggio alla statua di padre Kino a Washingtonnel 50° anniversario della sua inaugurazione

NELLE ALTRE FOTO IN ALTO. L’in-contro con il Circolo trentino di Washington: (da sinistra) Antonella Giordani, dell’Ufficio Emigrazione della Provincia; Denyette Depierro e Anna Alvarez Boyd del Circolo Tren-tino di Washington DC; Gianni Za-nini, Consulente Banca mondiale e il sen.Franco Panizza. L’incontro con i rappresentanti del Circolo Trentino di New York: (da sinistra) Michael Pancheri, Franco Panizza, Josephine Leonardelli.

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ATTUALITÀ

LA TRASFERTA È AVVENUTA IL 21 E 22 FEBBRAIO SU INVITO DELLA TRENTINI NEL MONDO

Intense giornate trentineper la Console del Messico

Il 21 e il 22 febbraio sono stati due giorni intensi per la visita della console messicana Marisela Morales, su invito dell’Asso-ciazione Trentini nel Mondo. Il Trentino rientra nella giurisdi-zione del Consolato messicano di Milano, ricostituito un anno e mezzo fa, dopo quattro anni di chiusura, proprio dalla nuova console.

Già presente all’edizione del Filmfestival della montagna di Trento lo scorso anno, che fu de-dicato al Messico, e alla Festa dei popoli in Piazza Fiera a Trento, che giudica come la più ben or-ganizzata alle quali ha partecipato nel nord Italia, la console questa volta ha potuto conoscere alcune realtà culturali e cooperative che sono un vanto della nostra terra. Ad iniziare, di buon mattino, dal consorzio vitivinicolo CAVIT, dove la console, guidata dal pre-sidente Adriano Orsi, ha potuto constatare di persona l’effi cienza dell’automatizzazione del proces-so conferimento-cantina-imbotti-gliamento-stoccaggio-spedizione di una linea di vini trentini desti-nati per il 75% all’esportazione (dal 1 gennaio di quest’anno pure in Messico).

A mezzogiorno, insieme a Leobardo Cortés Manica, il Con-sultore messicano della Provincia Autonoma di Trento e coordina-tore dei Circoli dell’Associazione Trentini nel Mondo, abbiamo proseguito il programma in Val di Non, dove ci attendeva Alberto Chini, presidente dell’Associa-zione Culturale P. Eusebio Chini.

Su invito dell’assessore Rolan-do Valentini della Comunità della Val di Non, alla console è stato richiesto un saluto alla tavola rotonda, organizzata presso la sala COCEA di Taio, dal titolo «Il Patto dei Sindaci – Ambiente/Economia/Occupazionalità, per collegare al contesto attuale le “buone pratiche” di Padre Kino, il gesuita che è stato defi nito da un consulente UNESCO precursore della sostenibilità del territorio» per la sua opera nel deserto di Sonora.

È seguita una visita alle impo-nenti gallerie ipogee (lunghezza 15 km, superfi cie 80 ettari) dove

il Consorzio cooperativo ME-LINDA stocca una parte delle 400.000 tonnellate di mele rac-colte in Val di Non.

E come non visitare la sede di «Mondo Melinda» di Taio per conoscere la fi liera dalla coltiva-zione e raccolta alla commercia-lizzazione dei prodotti legati alle rinomate mele, fra cui Evelina, l’ultima selezione.

Approvvigionati di vari saperi e sapori ci siamo trasferiti a Segno, il paese natale di Padre Kino, dove alle ore 17 è iniziato l’incontro con Marisela Morales. L’impegnativo programma con-dotto da Alberto Chini presso il Centro Culturale P. Kino, si è svolto alla presenza di un folto pubblico. Ai saluti delle autorità, fra cui quello del sen. Franco Panizza e di Alberto Tafner, sono seguiti la proiezione del video che la trasmissione «Community» di Rai Italia ha dedicato a Padre Kino e all’emigrazione trentina in Messico, il ricordo del 50° anniversario della dedicazione della Statua a Padre Chini nel Campidoglio di Washington e la visita al museo dedicato all’im-portante fi gura del gesuita.

La giornata si conclude alle 21 a Cles, fra fi occhi di neve, dove nella chiesa parrocchiale è stato organizzato, in occasione del 50° anniversario della Statua

a Padre Kino, un concerto del Coro giovanile C. Eccher, diretto da Massimo Chini, della Corale Antares, diretta da Giorgio Lar-cher e del Coro Croz Corona, diretto da Renzo Toniolli. Dopo un momento conviviale all’ora-torio, dove il Coro Croz Corona ha cantato l’«Inno al Trentino» in onore della console messicana, c’è stato il rientro a Trento.

Domenica mattina, accompa-gnati dal vicepresidente della Trentini nel mondo, Aldo De-gaudenz, ci siamo recati alla Campana della Pace di Rovereto, dove ad attendere la console Marisela Morales e Leobardo Manica c’era il Reggente della Fondazione, prof. Alberto Robol. Sapientemente racconta storia e signifi cato della Campana della Pace, tenacemente voluta nel pri-mo dopoguerra da don Rossaro, perché con i suoi cento rintocchi tutte le sere alle 21,30 sia da mo-nito a tutti coloro che pensano che le questioni scottanti si risolvano con la guerra e non con il dialogo.

Accompagnati dal vicepresi-dente della Fondazione Museo Civico di Rovereto, dott. Aichini, e dal presidente della Società Museo Civico, prof. Nello Fava, abbiamo poi visitato il museo, immortalandoci sotto la bandiera messicana e la Campana.

La visita è proseguita in centro

città a Rovereto, dove presso la sede della Comunità della Valla-garina il presidente Stefano Bi-soffi ha informato la console sul gemellaggio che si sta siglando con la Heroica Ciudad de Oaxaca. Una visita alla Casa del vino di Isera è stata d’obbligo prima di affrontare un pomeriggio di lavo-ro presso il Museo Civico, dopo aver visitato la mostra «Sguardo inquieto» al Palazzo Alberti.

Nella sede della Società Mu-seo Civico il prof. Nello Fava, protagonista del citato gemel-laggio, ha illustrato alla console i contenuti dell’Accordo fra la Comunità della Vallagarina e la Città di Oaxaca, che spaziano da iniziative culturali e scientifi che (specialmente botaniche in onore a Cassiano Conzatti) a collabora-zioni didattiche e pedagogiche.

La console, che non ha saputo nascondere la sua emozione, durante il suo viaggio di rientro a Milano in treno avrà sicura-mente rifl ettuto sulla natura dei due illustri trentini-messicani, sbarcati al porto di Veracruz, il primo, il gesuita Padre Kino, nel 1681, il secondo, il pedagogo e botanico Cassiano Conzatti, nel 1881, che hanno messo le loro profonde competenze al servizio del popolo messicano e speso ani-ma e corpo per elevare la dignità umana. Renzo Tommasi

Marisela Morales ha visitato enti pubblici,associazioni culturali e realtà cooperative

in Val di Non e in Vallagarina

La Console con il presidente della Comunità della Vallagarina, Stefano Bisoffi; con il presidente della Società Museo Civico di Rovereto, Nello Fava, e con il Reggente della Fondazione Campana dei caduti, Alberto Robol.

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ATTUALITÀ

LE FEMMINE SONO PIÙ NUMEROSE DEGLI UOMINI. I PRINCIPALI MOTIVI DI SOGGIORNO SONO LAVORO, FAMIGLIA E STUDIO

Il profi lo socio-demografi co degli immigrati in Trentino. Sono 50.883 all’1 gennaio 2014 i cittadini stranieri residenti in Trentino. L’incidenza sulla popo-lazione totale è del 9,5%. Dunque quasi una persona su dieci, tra quante abitano stabilmente nel territorio provinciale, ha un pas-saporto diverso da quello italia-no. Rispetto all’anno precedente, la popolazione straniera aumenta di circa 2.100 persone, ovvero del 4,4%.

Anche nel 2013 la componente femminile è superiore a quella maschile e rappresenta il 53,1% del totale delle presenze degli immigrati in Trentino. I cittadini non comunitari residenti in Tren-tino sono 38.654. Uno straniero su cinque tra coloro che risiedono in Trentino proviene dalla Roma-nia (10.018 persone). Seguono le presenze di cittadini stranieri originari di Albania (6.998 perso-ne), Marocco (4.651), Macedonia (3.217) e Moldova (2.970).

Per quanto riguarda la distri-buzione territoriale, le presenze più elevate di persone straniere si riscontrano nel territorio della Valle dell’Adige (13.790 resi-denti stranieri, 13.564 immigrati nel comune di Trento), in Val-lagarina (9.243 residenti, di cui 5.012 nel comune di Rovereto) e nell’Alto Garda e Ledro (5.263 residenti stranieri, di cui 2.121 a Riva del Garda).

Ha meno di trent’anni quasi la metà degli stranieri residenti in Trentino (44%). Un nato su quattro in Trentino è da genitori stranieri. Sono 904 le nascite registrate nel 2013 tra i cittadini stranieri e la metà di queste ri-guarda le prime tre comunità di immigrati più numerose, ovvero Albania, Romania e Marocco.

Per quanto riguarda i documen-

ti di soggiorno, su dieci permessi rilasciati a stranieri non comuni-tari cinque sono legati a motivi di lavoro (48,7%), quattro a motivi di famiglia (39,1%) e uno a una voci residuali che comprendono

i permessi per motivi di studio (6,9%), quelli per motivi uma-nitari (1,2%) e protezione sussi-diaria (0,7%), nonché i permessi per minore età, ovvero per i mi-nori stranieri non accompagnati

(0,6%). I titolari di permessi di lungo periodo rappresentano il 64% del totale, a fronte di una media nazionale pari a poco più della metà dei soggiornanti.

Per effetto di ormai sei anni di crisi, cambiamenti impor-tanti, benché poco visibili, si vanno producendo nel segno delle migrazioni di ritorno. Se la linea di tendenza c’è (il saldo dei permessi di soggiorno è per la prima volta negativo rispetto all’anno precedente), il fenomeno rimane comunque di proporzioni ben limitate registrando circa 500 unità in meno.

Indicatori di integrazione: acquisizioni di cittadinanza e ricongiungimenti familiari. Nel 2013 sono diventate italiane 1.131 persone di origine stranie-ra, delle quali 474 per matrimo-nio e 657 per naturalizzazione. L’incremento delle acquisizioni di cittadinanza rispetto all’anno precedente è del 48,8%.

A diventare cittadini italiani in Trentino sono in particolare le persone provenienti da Albania, Marocco, Romania e Macedonia.

Il «Rapporto immigrazione in Trentino» del Cinformi,presentato a Trento il 12 marzo scorso, offre

una fotografi a completa del fenomeno migratorionel contesto locale ed è curato dai sociologi Maurizio

Ambrosini, Paolo Boccagni e Serena Piovesan

Gruppi nazionali Maschi Femmine TotaleRomania 4.390 5.628 10.018Albania 3.679 3.319 6.998Marocco 2.396 2.255 4.651Macedonia 1.703 1.514 3.217Moldova 1.027 1.943 2.970Ucraina 607 1.934 2.541Pakistan 1.461 998 2.459Tunisia 904 659 1.563Polonia 437 894 1.331Serbia, Repubblica di 653 659 1.312Cina, Rep. Popolare 627 557 1.184Kosovo 529 461 990India 394 282 676Bosnia-Erzegovina 344 319 663Algeria 340 318 658Germania 245 368 613Ecuador 216 298 514Brasile 166 347 513Colombia 180 270 450Bulgaria 161 269 430Altre cittadinanze e apolidi 3.359 3.723 7.082Totale 23.818 27.015 50.833

fonte: elaborazione Cinformi su dati Servizio Statistica - PAT

STRANIERI RESIDENTI PER GENERE E NAZIONALITÀPRIMI 20 GRUPPI (31/12/2013)

I 50.883 cittadini stranieri del Trentinorappresentano il 9,5% della popolazione

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ATTUALITÀ

Il numero di famigliari ricon-giunti nel 2013 è inferiore di quasi il 40% rispetto all’anno precedente: si tratta di 173 perso-ne, principalmente coniugi e fi gli, e solo nel 4% dei casi genitori. Anche le richieste di ricongiun-gimento sono in calo rispetto al 2012 (-22%) e riguardano in particolare i cittadini pakistani e marocchini.

I matrimoni misti. Nel corso del 2013 sono stati celebrati, in Trentino, 232 matrimoni con almeno uno degli sposi straniero, mentre quelli con almeno uno degli sposi residente in Trentino sono stati 204. I matrimoni misti hanno dato conto del 14,7% dei 1.579 matrimoni celebrati in provincia.

Casa e mercato abitativo.Nel caso trentino, i dati di edi-

lizia abitativa indicano che nel 2013 è stato ammesso a benefi cio il 5,4% delle domande presenta-te dai cittadini comunitari e lo 0,7% di quelle di richiedenti non comunitari. Per quanto riguarda i cittadini stranieri non comunitari, in particolare, le case assegnate in tutta la provincia sono quat-tordici, a fronte di una domanda di quasi duemila unità.

La presenza nel sistema sco-lastico. Nell’anno scolastico 2013/14 gli alunni stranieri iscrit-ti nelle scuole della provincia sono 9.553, valore di poco supe-riore rispetto a quello dell’anno scolastico precedente (+1%). I nati in Italia da genitori stranieri rappresentano quasi il 60% della popolazione scolastica straniera.

Rispetto alle provenienze, ai primi posti si trovano gruppi di forte presenza e radicamento sul territorio provinciale: Albania e Romania con circa 1.500 studenti

ciascuno, Marocco con quasi 1.400 alunni, Macedonia con poco più di 700 alunni e Pakistan con 630 studenti.

Queste prime cinque naziona-lità rappresentano il 60% degli studenti stranieri.

L’occupazione degli immi-grati in Trentino. La crisi eco-

nomica non ha prosciugato la domanda di manodopera im-migrata, e non è neppure vero che i disoccupati italiani siano disponibili senza condizioni a riappropriarsi delle occupazioni lasciate ai lavoratori stranieri in anni migliori. Secondo i dati dell’Osservatorio sul Mercato

del Lavoro, l’occupazione degli immigrati in provincia di Trento è aumentata nel 2013 di 2.000 unità, pari al 9,1%.

I lavoratori stranieri rappre-sentano tre su quattro assunti in agricoltura, quasi uno su tre nell’industria e quasi uno su quattro nei servizi. I romeni si confermano al primo posto in tutti i settori. L’industria, dopo romeni e albanesi, continua inve-ce a concedere un certo spazio ai pakistani, che occupano la terza posizione per numero di assunti, mentre i marocchini sono stati scalzati dai macedoni al quarto posto.

Per quanto riguarda il lavoro domestico, nel 2013 si registra un incremento della componente italiana pari all’11%, contro una crescita molto più moderata (1%) di quella straniera che rappresen-ta l’82% del totale dei lavoratori in questo settore. Più di quattro collaboratrici o assistenti familia-ri su cinque regolarmente assunte provengono dall’estero, in parti-colare dall’Europa dell’Est (oltre 4.000 persone).

Il lavoro autonomo: tra aspi-razioni di mobilità e risposta alla crisi. Le attività con titolare nato all’estero nel 2014 sono 2.374 e rappresentano l’8,4% del totale. Rispetto al 2013 si registra un calo dell’1%. Anche nel 2013 si confermano a

cune specializzazioni settoriali: diversi gruppi sono specializzati nell’edilizia (romeni, albanesi, tunisini, serbo-bosniaci, macedo-ni, moldavi); alcuni altri si dedi-cano prevalentemente ad attività commerciali (marocchini, cinesi, pakistani). Nella ristorazione spicca il dato cinese, con il 20% dei titolari.

Popolazione straniera residente50.833 unità (+4,4% rispetto al 2012). Componente femminile: 53,1%.Incidenza totale sulla popolazione residente: 9,5%.

Macro-aree geografiche di provenienza Unione europea (28 Paesi): 28,1%; Europa centro-orientale: 37,8%; Africa set-tentrionale: 13,8%; Asia: 10,9%; America centro-meridionale: 5,7%; Altri (Nord America/Oceania/altri paesi africani/altri paesi europei): 3,7%.

Primi gruppi nazionali Romania (19,7%); Albania (13,8%); Marocco (9,1%); Macedonia (6,3%); Mol-dova (5,8%); Ucraina (5,0%); Pakistan (4,8%); Tunisia (3,1%); Polonia (2,6%); Serbia (2,6%).

Motivi del soggiorno Lavoro (49,8%); Famiglia (44,3%); Studio (3,2%); Altri motivi (2,7%).

Nati stranieri nel 2013: 904 (-4,5% rispetto al 2012). Incidenza sul totale dei nati: 17,7%.Tasso di natalità della popolazione residente con cittadinanza straniera: 18,16‰.

Alunni con cittadinanza non italiana (a.s. 2013/2014): 9.553 (11,6% del totale degli alunni) (+1,0% rispetto all’a.s. 2012/2013).Distribuzione per ordine di scuola: Scuole dell’infanzia (25,1%); primarie (36,6%); secondarie di I grado (20,6%); secondarie di II grado (17,6%).

Ricoveri di pazienti stranieri nel 2013: 6.984 (-4,9% rispetto al 2012).

Accessi di cittadini stranieri alle strutture di pronto soccorso nel 2013: 31.474 (-2,5% rispetto al 2012).

Assunzioni di lavoratori stranieri nel 2013: 43.166 (+0,1% rispetto al 2012).Distribuzione per settori: Agricoltura (38,8%); Industria (11,5%); Terziario (49,7%).

LA PRESENZA IMMIGRATA IN PROVINCIA DI TRENTO: ALCUNI INDICATORI ESSENZIALI (31.12.2013)

I principali paesidi provenienza sonoRomania, Albania,

Marocco, Macedonia,Moldova e Ucraina

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La mela è un frutto dalle stra-ordinarie proprietà salutari, sia per quanto riguarda la lotta al colesterolo sia per altri tipi di pa-tologie, come il tumore al colon. Il convegno fi nale del progetto AGER Melo, che si è tenuto gio-vedì 5 marzo tra la Cantina Rotari di Mezzocorona e gli spazi della Fondazione Mach di San Miche-le, è servito a fare il punto sulle più recenti scoperte scientifi che riguardanti le qualità della mela.

Il convegno è entrato nel vivo con l’introduzione di Mario Cri-stofolini, presidente della sezione Lilt di Trento. Lo specialista è partito dal presupposto che la prevenzione è l’arma migliore per diminuire l’incidenza e la mortalità legata ai tumori. «I capisaldi della prevenzione sono l’attività fi sica, il non fumare, bere poco alcol e una sana ali-mentazione, ricca di verdura e frutta. Il detto “Una mela al

giorno toglie il medico di torno” è fondato, come dimostrano gli studi di questo convegno».

Nella prima sessione il coordi-natore Riccardo Velasco ha dato il via agli speech sottolineando come AGER Melo sia uno dei più grandi progetti mai fi nanziati in Italia sulla mela e lo ha defi nito «un’iniziativa lungimirante, che spazia dagli aspetti tecnologici

della genomica e della meta-bolomica alla gestione della pianta e alla conservazione del prodotto».

La ricercatrice della FEM («Fondazione Edmund Mach»), Francesca Fava, ha presentato in anteprima i risultati di uno studio nutrizionale realizzato da FEM in collaborazione con l’Istituto di Ricerca cardiovascolare e meta-bolica dell’Università di Reading, nel Regno Unito. La ricerca aveva l’obiettivo

di studiare gli effetti del consumo di mele su volontari

affetti da moderata ipercole-sterolemia.Per due mesi quaranta persone

hanno consumato due mele fre-sche al giorno (varietà Renetta Canada trentina). I primi risultati

dimostrano che il consumo di due mele al giorno è in grado di abbassare, in media del 3%, il colesterolo totale nel sangue, ed anche il colesterolo LDL, in media del 4%. In concomitanza, dopo aver sgranocchiato le re-nette, nel corpo si è misurato un aumento signifi cativo di sostanze antiossidanti. «Si sta ora comple-tando l’analisi di altri importanti fattori di rischio di malattie car-diovascolari, quali la funzionalità vascolare e l’elasticità delle arte-rie», ha aggiunto l’esperta.

Il coordinatore del Dipartimento Qualità Alimentare e Nutrizione di San Michele, Fulvio Mattivi, si è invece occupato di un intervento effettuato in collaborazione con il Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione di Roma.

Nello studio dodici volontari hanno consumato 250 millilitri di una spremuta di mela di elevata qualità, equivalente al consumo di due mele fresche (varietà Pink Lady), oppure una spremuta di mela arricchita in polifenoli della mela. Dopo aver raccolto diversi campioni di fluidi biologici, è stato possibile ricostruire il metabolismo di tutti i polifenoli attivi della mela. Tra le decine di composti che persistono a lungo

in circolo nel corpo umano si distinguono in particolare i meta-boliti delle procianidine, elementi di accertata valenza salutistica. Tra i composti che vengono rapi-damente metabolizzati ed escreti si trova invece la fl oretina, il cui metabolismo è associato ad una riduzione della glicemia.

Il messaggio che viene da questo esperimento è che, anche quando il frutto è particolarmente ricco in polifenoli, l’organismo umano è in grado di assorbirli e metabolizzarli. Proprio questi biofenoli possono avere ricadute positive anche sui tumori. La stu-diosa del Centro per la Biologia Integrata (CIBIO) dell’Università di Trento, Pamela Gatto, si è soffermata sull’effetto dei poli-fenoli della mela su un modello cellulare di carcinoma al colon. Utilizzando un approccio quanti-tativo di indagine per immagini, lo studio ha messo in evidenza l’attività di alcune di queste mo-lecole in grado di ridurre la for-mazione di microtessuti tumorali coltivati in vitro.

Le altre relazioni sono state tenute da Brian Farneti dell’U-niversità di Bologna, che ha stu-diato l’evoluzione dei composti bioattivi nel processo storico di domesticazione della mela, da Alessandro Botton dell’Universi-tà di Padova sugli allergeni della mela e dal dietologo dell’ospeda-le S.Chiara, Carlo Pedrolli. (l.g.)

UN CONVEGNO HA FATTO IL PUNTO SULLE PIÙ RECENTI SCOPERTE SCIENTIFICHE RAGGIUNTE CON IL PROGETTO «AGER»

Le mele, alleate della salute

AGER - Agroalimentare e Ricerca, è un progetto di collaborazione tra Fondazioni per la ricerca scientifica in campo agroali-mentare, legata ai problemi della sicurezza alimentare e della sostenibilità ambientale.Il progetto è realizzato da un’«associazione temporanea di scopo» a cui hanno aderito tredici Fondazioni bancarie.

Ager fi nanzia la ricerca nei comparti orto-

frutticolo, cerealicolo, vitivinicolo e zootecnico.Al progetto «Ager melo», durato quattro anni

e fi nanziato con tre milioni, ha lavorato una task force di ricercatori di quattro sedi universitarie (Bologna, Milano, Padova, Udine) e due istituti di ricerca (CReSO e Fondazione Mach, con il coordinatore Riccardo Velasco).

Per ulteriori informazioni si può consultare il sito www.agermelo.it

Gli studi hanno dimostrato che il consumo di due meleal giorno è in grado di abbassare in media del 3%

il colesterolo nel sangue e anche il colesterolo LDL

ATTUALITÀ

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Il Comune di Riva del Garda, nell’ambito della collaborazione con la Fondazione Museo storico del Trentino, ha avviato nel 2012 una ricerca sull’emigrazione storica e contemporanea, dalla quale è emersa l’opportunità di prestare un›attenzione particolare al fenomeno dell’emigrazione attuale, cresciuta negli ultimi dieci anni anche per effetto dei più generali fenomeni sociali ed economici.

Di qui è nato l’interesse a realizzare due livelli di operazioni: da un lato estendere la ricerca in modo più approfondito per com-prendere il fenomeno su scala territoriale ampia, e dall’altro l’intenzione di attivare

azioni più mirate destinate ad accompa-gnare i giovani che intendono partire o che già sono partiti e le loro famiglie.

Obiettivo di fondo è seguire i nuovi «migranti» in un percorso che, anziché di fuga e abbandono per il ridursi delle opportunità in sede locale, può diventare formativo per loro e con ricadute positive per le comunità di appartenenza.

A questa iniziativa - che è stata presen-tata il 20 febbraio scorso presso la sede del Comune di Riva del Garda - è stato dato il nome di «Progetto Altrove», al quale la Trentini nel mondo ha deciso di aderire e collaborare.

Anche la Trentini nel mondoaderisce a «Progetto Altrove»del Comune di Riva del Garda

OBIETTIVO DELL’INIZIATIVA È SEGUIRE L’EVOLUZIONE DELLA «NUOVA» EMIGRAZIONE

Domenica 10 maggio fra le 7 e le 21 si voterà in Trentino-Alto Adige per le elezioni comunali: gli eventuali turni di ballottaggio si terranno il 24 maggio. Le liste dovranno essere depositate fra il 3 e il 7 aprile.

I Comuni al voto in Alto Adige sono 109 men-tre in Trentino, attualmente sono 195. Si tratta, però, di una cifra destinata a diminuire in quanto alcuni Comuni hanno presentato, alla Provincia autonoma di Trento, una domanda di indizione

del referendum per la fusione. Come ha stabilito la legge regionale approvata lo scorso dicembre, c’è tempo fi no al 10 marzo per presentare tale domanda e la Provincia ha tempo fi no al 30 marzo per esprimere il proprio parere.

In caso di parere positivo gli organi dei comuni interessati ai progetti di fusione saranno proro-gati in attesa dell’esito del referendum consultivo e dunque non parteciperanno alla consultazione elettorale generale di maggio.

In Trentino il 10 maggio si vota per le comunali

«A proposito di IMU, a decor-rere da quest’anno - ha scritto il presidente dell’UNAIE (Unione Nazionale Associazioni Im-migrazione ed Emigrazione)Franco Narducci in una lettera alle associazionio aderenti - vi è una novità positiva riguardante l’abitazione principale posseduta - a titolo di proprietà o usufrutto - dai nostri connazionali emi-grati e pensionati, purché siano iscritti all’AIRE. Un successo ma comunque discriminante per gli emigrati non pensionati, così come per i fi gli degli emigrati che hanno ereditato l’abitazione dai loro padri.

La tentazione di liberarsene, per i succitati fi gli, e di tagliare i ponti con l’Italia è grande. Sarebbe un brutto colpo per il nostro Paese, speriamo non accada.

Questo primo successo sul

«A partire dall’anno 2015 è considerata direttamente adibita ad abitazione principale una ed una sola unità immobiliare pos-seduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato e iscritti all’Anagrafe degli ita-liani residenti all’estero (AIRE) già pensionati nei rispettivi Paesi di residenza, a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condi-zione che non risulti locata o data in comodato d’uso.

Su tale unità immobiliare, le imposte comunali TARI e TASI vengono applicate, per ciascun anno, in misura ridotta di due terzi».

Dal 2015 abolita l’IMU per i pensionati iscritti all’AIREL’UNAIE invita a vigilare sull’applicazione della legge

piano legislativo è da ascrivere al Senatore Claudio Micheloni, e al “Comitato per le questioni degli italiani all’estero” da lui presieduto, che ha proseguito la battaglia che avevamo intrapreso assieme nella precedente legisla-tura, non solo in sede politica ma anche ricorrendo al TAR e agli organismi dell’Unione Europea.

Al momento non si hanno informazioni signifi cative sull’at-teggiamento dei Comuni italiani

e sull’integrazioni della legge n. 47 del 28 marzo 2014 nel Regolamento comunale della IUC (l’Imposta unica comunale, comprendente IMU, Tasi e Tari). In ogni caso è una legge dello Stato e non può essere disattesa o ostacolata. Alle associazioni aderenti all’UNAIE chiediamo di vigilare e d’intervenire tempesti-vamente sulle eventuali diffi coltà segnalate dai nostri connazionali residenti all’estero.

TESTO COORDINATODEL DECRETO-LEGGE

28 MARZO 2014, N. 47

ATTUALITÀ

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Il carnevale di Grauno, in Val di Cembra (Trentino), è uno dei più antichi dell’arco Alpino, e segue un rituale che è rimasto pressoché immutato nel tempo.

L’edizione di quest’anno si è svolta dal 13 al 17 febbraio e fra i partecipanti c’eano anche Emile Pojer (del Circolo trentino della Lorena - Francia), insieme alla moglie Marie France. Emile è originario della Val di Cembra: il bisnonno Valentino emigrò in Francia da Grumes.

Quest’anno Emile ha deciso che era giunto il momento di assistere al carnevale di Grauno, del quale aveva sempre sentito parlare. Salito in macchina con la moglie Marie, ha raggiunto il Trentino per una trasferta molto breve - con tappa anche alla sede della Trentini nel mondo - ma molto intensa, durante la quale ha avuto modo di seguire la fase fi nale del Carnevale di Grauno (le foto sui questa pagina sono sue).

Il complesso rituale inizia infatti la notte dell’Epifania. I coscritti (giovani prossimi alla leva militare) dell’annata aiutati da volenterosi tagliano delle piante di pino nel bosco, rigoro-samente dopo la mezzanotte, che poi vengono fi ssati alle colonne delle quattro fontane del paese.

Alcuni giorni prima del martedì grasso i coscritti aiutati da volon-tari tagliano una pianta di pino nel bosco che successivamente viene trascinata fi no all’inizio del paese. La pianta viene messa a di-sposizione dall’amministrazione Comunale. La scelta della pianta viene fatta insindacabilmente dai

coscritti. L’ultimo giorno di Car-nevale il martedì grasso al matti-no la pianta viene trascinata nella piazza del paese. Qui, dopo la recita di una commedia all’aperto da parte di attori improvvisati che prevede la «condanna» dell’ulti-mo maschio andato sposo al quale spetta poi il compito di battezzare

EMILE POJER E SUA MOGLIE MARIE FRANCE SONO SOCI DEL CIRCOLO TRENTINO DELLA LORENA

Dalla Francia alla Val di Cembraper vedere il Carnevale di Grauno

il pino con un ramoscello di pino intinto nel vino.

Finita la cerimonia, l’albero viene trascinato con delle robusti funi dalla popolazione tutta fi no alla busa del Carneval e qui, con uno sforzo non indifferente, la parte terminale del pino viene messa posizionata in piedi, ben

salda al terreno.Nel pomeriggio, mentre prose-

guono canti e balli, alcuni volon-tari addobbano la pianta di pino con della paglia. La sera al suono della campana dell’Ave Maria, alle ore 19, si forma il corteo per la fase conclusiva della festa: in testa i suonatori di fi sarmonica intonano l’inno al carnevale, a seguire i coscritti ornati da splendidi copricapi tradizionali, quindi la folla. Spetta all’ultimo sposo dell’anno e alla sua con-sorte l’accensione del pino che, come una torcia gigantesca, può essere scorto da qualsiasi punto della Valle di Cembra.

È il momento forse più sugge-stivo, anche carico di emozioni: il canto che segue quando il falò è ormai quasi spento rimarca una certa tristezza. Le parole recitano così: «Il carneval và via la Pasqua si avvicina ti scriverò biondina le pene del soldà».Le ultime parole erano riferite (una volta) ai giovani coscritti che da lì a pochi mesi dovevano fare la visita di leva e poi partire per il servizio militare (soldà).

(Le informazioni sul rituale del Carnevale sono state tratte dai siti www.comune.grauno.tn.it e www.cembranidoc.it)

GENTE E FATTI

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GENTE E FATTI

Nozze di diamante per Rita e VittorioSI SONO SPOSATI IL 13 APRILE 1955 NELLA CHIESETTA DI VALSORDA E HANNO TRASCORSO TRENTACINQUE ANNI IN SVIZZERA

Il 13 aprile 2015 Rita Valentini e Vittorio Ducati festeggeranno i 60 anni di matrimonio. Si sono infatti sposati nella chiesetta di Valsorda il 13 aprile 1955.

Dopo 35 anni di vita e lavoro a Winterthur (Svizzera) nel 1986 hanno fatto ritorno nel loro amato Trentino.

Vittorio è stato presidente del Circo-lo trentino di Winterthur e anche del Circolo ex emigrati in Svizzera. E sarà proprio in Trentino, cir-condati dalle montagne sull’Altopiano di Piné, che festeggeranno

insieme a fi gli, nipoti, pronipoti, pa-renti e amici le loro nozze di diamante.

In attesa della giornata di festa, M. Luisa e Gino D’Aquino-Ducati, Stefano e Larissa D’Aquino, Lorenzo D’Aquino e Aurelia Ledergerber, Va-lentino ed Eva Ducati, Philipp Ducati, Milena e Martin Stauffer-Ducati con Yanik e Larina, vogliono far arrivare i loro auguri a Rita e Vittorio anche

attraverso le colonne del nostro giornale, del quale sono affezionati lettori. Anche la redazione si associa agli auguri.

Come di consueto verso la fi ne di ogni anno, anche domenica 30 novembre 2014 il Coro CITAVI (Coro degli Immigranti Trentini dell’Alta Valle di Itajaì - Brasile)si è ritrovato per fare il bilancio della sua attività.

Così alla AABB di Rio do Sul (foto a fianco) si sono potute ascoltare le più belle canzoni di questo coro, fondato nel 2001 da coristi dei municipi di Rio do Sul, Rio do Oeste, Laurentino, Taiò e Salete per mantenere in terra brasiliana il ricordo della cultura trentina e gemellato con il Coro Val Bronzale di Ospedaletto, in Valsugana, diretto del maestro Riccardo Baldi.

Il saluto di benvenuto è stato dato dal Presidente Aroldo José Tambosi, ma la vera colonna portante è e rimane il dinamico

Luiz Paterno (nella foto in basso a destra insieme ad Aldo De-gaudenz, vice presidente della Trentini nel mondo), da sempre l’anima di questo gruppo, che ha ricordato i bellissimi momenti trascorsi in Trentino durante la

trasferta italiana effettuata nel settembre 2013.

Uno degli impegni più rilevanti nel corso del 2014, è stata la par-tecipazione alla manifestazione che si è svolta dal 18 al 20 luglio a Puerto Rico, nella provincia di Misiones, in Argentina. Alla rassegna erano presenti cori provenienti dall’Argentina e dal Paraguay: il CITAVI era l’unico coro brasiliano e le sue esibizioni sono state molto apprezzate.

All’incontro di Rio do Sul, oltre ai familiari dei coristi e ad autorità dei vari comuni dell’Alta Valle del Rio Itajaì, era presente in forze l’Associazione Trentini nel Mondo, a dimostrazione della sua vicinanza. Per portare il salu-to del presidente Alberto Tafner e della sede di Trento erano pre-senti i consiglieri Cesare Ciola

e Mauro Dallapè, accompagnati dalla coordinatrice generale dei Circoli trentini del Brasile Irace-ma Moser e dalla coordinatrice di quelli di Santa Catarina (zona centro e ovest) Simone Sehnem.

Un anno di soddisfazioni per il Coro CITAVINEL CORSO DI UNA SERATA A RIO DO SUL (SANTA CATARINA - BRASILE) È STATO FATTO IL BILANCIO DELL’ATTIVITÀ SVOLTA

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sede in via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO - tel. 0461 234379 - fax 0461 230840e-mail: [email protected] / sito internet: www.trentininelmondo.it

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Cari amici, inutile dire che spero siate tutti in ottima salute, attivi e entusiasti. Come sempre vi mando due righe per farvi partecipi di avvenimenti che ci fanno onore.

Come sapete da passate comu-nicazioni, la comunità italiana da ben più di sessant’anni fa parte del «Community Chest», un’organizzazione senza scopo di lucro, che si occupa di solidarietà e benefi cenza e cerca di alleviare le sofferenze di tanti bisognosi.

Alla fi ne di febbraio, per quat-tro giorni, un parco alla periferia di Cape Town viene allestito e trasformato in un grande luna park, con carrozzette, giostre, giochi vari, un vero paradiso per i bambini. Per i grandi ci sono invece pietanze appetitose d’ogni tipo, in grado di soddisfare ogni gusto. Tende e tendoni variopinti un po’ ovunque creano un pia-cevole spettacolo. All’iniziativa partecipano rappresentanti di varie nazioni e questo si traduce in un’interessante varietà di offer-ta. È incoraggiante vedere come una buona causa comune unisca tanta gente di differenti costumi, abitudini, età e credo.

La presenza italiana quest’anno è stata curata da Raffaele Pane-bianco e Barbara Barbieri, non senza controversie, ma entrambi sono stati decisi a superare ogni ostacolo. Anche l’appoggio e l’incorraggiamento di Rober-toBoni, presidente del Comites diu Città del Capo, è stato molto gradito. Il tutto si è svolto all’in-segna di un allegro cameratismo, faticando per ottenere i migliori risultati.

Il tricolore un po’ ovunque, la musica dell’instancabile Ciro, italiche note nell’aria... tutto ci riportava ad altri tempi, in un’at-mosfera che i numerosi convenuti hanno dimostrato di gradire e di condividere appieno.

I prodotti proposti da noi ita-liani si basavano su ricette tra-

dizionali, semplici e saporite, ap-prezzate un po’ da tutti. C’erano diverse varietà di pizze, di pasta, spaghetti alla Renata, carni allo spiedo, salsicce, kebab, cannoli, calamari e gamberi, profumo di caffè espresso, ecc. Senza richiederlo, mi sono trovato ad allestire il reparto bevande, il bar insomma, e a dover fronteggiare una marea d’assetati, sia per la sete propria, che per sete pro-vocata da quelle giornate estive

LETTERE

estremamente calde.Ringrazio Elana Kroneberg,

Goretti Gomes e Dawn Nunes per l’ispirato aiuto. Un sincero grazie va esteso a tutti i parteci-panti, tutti i Puccini, Carlo ecc, a Melissa, Cristina, Judith, Grazia e Glenda, Sandra, Alessia, Anto-nio, Michele Douglas e Jan. Un encomio meritato a tutti.

È con un senso d’impotenza che penso a quanti hanno biso-gno d’aiuto, emarginati, orfani dell’AIDS, abbandonati negli ospizi, degenti e handicappati in una perenne solitudine.

Purtroppo con la pancia piena non si pensa a chi ce l’ha vuota e l’apatia diviene cronica.

Per questo i nostri piccoli sfor-zi aquistano più valore, per la consapevolezza del nostro gesto, pur sapendo che non è certo ab-bastanza.

Vorrei aprire una parentesi sul tema della fame, che decima mi-lioni di bambini e adulti, in molte parti del mondo.

Senza voler introdurre una nota negativa, le cifre sono astronomi-che. Si parla di 24.000 persone che ogni giorno muoiono a causa della fame.

UNICEF, WFP, FAO, PAM ecc.c ercano di alleviare la po-vertà in tanti modi: sviluppano l’agricoltura, creano più lavoro, collaborano per una crescita so-stenibile, introducendo prodotti qualitativi (la denutrizione si manifesta anche per la povertà dell’alimento stesso, la cosi` detta - fame nascosta - a causa della quale le persone mangiano ma rimangono denutrite.)

Quindi un meritato URRÀ per questi connazionali che aiutano una giusta causa. Speriamo in una ancora più compatta presenza il prossimo anno!!!

Ogni sforzo verso un mondo migliore non sarà mai sprecato.

Diego Chistè

Diego Chistè, trentino emigrato in Sud Africa,è stato uno dei volontari che hanno lavorato nello stand allestito dalla comunità italianadurante una manifestazione per raccogliere

fondi da destinare alla benefi cenza, organizzataa Città del Capo da «Community chest»

«Ogni sforzoverso un mondo

migliore non saràmai sprecato»

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UNAIE

Un «ponte» necessario e insostituibiletra l’Italia e i suoi cittadini all’estero

L’Europa deve porsi al centro delle politiche migratorie e deve trovare il modo di accogliere i migranti. È la raccomandazione fatta dai presidenti nazionali delle ACLI Bottalico e dell’U-NAIE Narducci, cui ha fatto eco l’avvertimento lanciato dalla Fondazione Migrantes, che ormai il 3% della popolazione italiana espatria all’estero, con un trend che si rivela sempre più in salita. Per contro, attribuire a organiz-zazioni dell’associazionismo compiti di tipo pubblico, non è in contrasto con il principio del-la sussidiarietà che caratterizza il nostro ordinamento, come è emerso soprattutto dall’interven-to del costituzionalista Colavitti.

Raccordare la grande esperien-za nel campo maturata dall’asso-ciazionismo italiano all’estero e il notevole lavoro di studio e di ricerca svolto dal mondo accade-mico sul fenomeno migratorio era la rifl essione che intendeva porre l’UNAIE (Unione Nazionale As-sociazione Immigrati Emigrati) il 26 febbraio presso il Senato della Repubblica agli addetti ai lavori. Inserire, poi, le potenzialità del vasto movimento associazioni-stico – rappresentativo di milioni d’italiani – nel concerto europeo e, per quanto riguarda l’Italia, contribuire al successo dell’Expo 2015, come ha tenuto a ribadire il Presidente nazionale dell’UNA-IE, On. Franco Narducci, aprendo i lavori del seminario, costituisce un progetto ambizioso, comun-que non diffi cile da conseguire.

Il mondo accademico ha par-tecipato all’iniziativa con i più antichi studiosi del fenomeno mi-gratorio, ossia i geografi , che han-no iniziato per conto proprio un percorso di studio che comprende un approccio globale del fenome-no non solo come immigrazione ed emigrazione tradizionale, ma anche con le nuove mobilità. Un lavoro che si materializza in un volume, «Percorsi migratori

della contemporaneità»(Cuec 2014) che è stato curato e portato all’attenzione del seminario dal Prof. Marcello Tanca (Univer-sità di Cagliari) nell’intento di evidenziarne l’approccio mul-tidisciplinare volto a mettere in luce gli elementi plurimi di una materia così complessa.

I punti di attacco al proble-ma erano, quindi, molteplici. Innanzitutto quello scientifi co. Per cui, davanti a un uditorio molto attento, composto di di-rigenti nazionali del movimento associazionistico, di docenti uni-versitari, giornalisti, esperti del ramo, amministratori regionali e parlamentari italiani, si è snodata la lunga sequela di relazioni e d’interventi, tutti coordinati e legati tra loro con la consueta abilità da Gianni Lattanzio.

Per il mondo accademico han-no presentato in temi oratori di prestigio. Per primo il prof. Carlo Brusa, dell’Università Orientale del Piemonte, il quale ha soste-nuto la necessità di superare la mera macroanalisi, legata ai dati quantitativi, valorizzando piutto-sto gli spazi vissuti dei migranti,

perché è soprattutto attraverso un approccio analitico che riesce a emergere sia la carica positiva sia la vulnerabilità sociale in cui troppo spesso versano i migranti, con particolare riferimento ai processi d’integrazione implicita e subalterna. In particolare, poi, l’Expo di Milano, ha sostenuto Brusa, si pone come un’occa-sione per studiare ancora meglio queste dinamiche sia dal punto di vista degli aspetti materiali (segnatamente quelli legati al cibo) e ai vissuti personali che ne stanno dietro.

Di seguito la prof.ssa Flavia Cristaldi, dell’Università della Sapienza di Roma, riallaccian-dosi a uno dei temi centrali del seminario, dopo aver segnalato che buona parte dell’ingente produzione di ricerche in questo campo, da parte dell’Universi-tà, rimane circoscritta e non si diffonde, ha costatato – anche sulla base di una specifi ca ricerca condotta per la Regione Lazio – che non sempre c’è una relazione diretta tra le associazioni e i mi-granti, anzi si osserva una certa proporzione tra la consistenza dei fl ussi migratori e le associazioni che le rappresentano, un fatto questo da tenere nella dovuta considerazione soprattutto se si vuole attribuire un valore alla rappresentatività in emigrazione. Perciò la relatrice ha auspicato che si possano trovare le giuste sinergie tra tutte le forze in cam-po, e soprattutto con la politica.

Inevitabile in questa fase sta-bilire la consistenza e gli aspetti quali-quantitativi delle nuove migrazioni, elemento di cui si è occupata con la consueta preci-sione la Dr. Delfi na Licata (nella foto a sinistra), che da anni cura il Rapporto sugli italiani nel mondo per la Fondazione Migrantes. In buona sostanza la studiosa ha precisato che l’emigrazione italiana negli ultimi anni ha pre-sentato un trend verso l’alto del 3% annuo, peraltro in continua crescita, e così pure ha osservato che, alle mete tradizionali, se ne aggiungono delle nuove, come la Finlandia e l’Oriente in genere.

Cambiano anche i percorsi, che diventano sempre più precari: si sta fuori pochi mesi, quindi o si

L’associazionismo in emigrazione è «garanziadi comunità» per la sua capacità di rappresentaregli italiani e di innescare solidarietà e da sempre

difende la persona e presta attenzione alla cultura

Da sinistra: la professoressa Flavia Cristaldi, il presidente dell’Unaie Franco Narducci, il moderatore del seminario Gianni Lattanzio e il prof. Carlo Brusa.

«Percorsi migratori e organizzazione degli italiani all’estero. Confronto tra mondo acca-demico e associazionismo italiano all’estero tra stati generali ed EXPO 2015» era il titolo del se-minario di studi promosso dall’UNAIE (Unione

Nazionale Associazioni di Immigrazione ed Emi-grazione), che si è svolto il 26 febbraio a Roma. Su queste pagine (15-18) riportiamo la cronaca dell’evento e ampi stralci della relazione tenuta da Franco Narducci, presidente dell’UNAIE.

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L’UNAIE HA ORGANIZZATO UN SEMINARIO PER RIFLETTERE SUL RUOLO DELLE ORGANIZZAZIONI DEGLI ITALIANI NEL MONDO

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UNA

torna oppure si rimane per chissà quanto tempo. Non solo, ma esco-no più maschi che femmine, per un 30-35% in più, ma emigrano anche i nuclei familiari e le par-tenze all’estero avvengono dal Nord (ma forse si era già spostati dal Sud?).

L’intervento di un’altra giova-ne ricercatrice, la Dr. Silvia Aru dell’Università di Cagliari (newll

foto a destra), si è basato sulla premessa che il tema migratorio rappresenta per la ricerca - ac-cademica e non solo - un campo di indagine vario e molteplice, soprattutto se si intendono le emigrazioni come “fatto sociale totale”. Quindi, ha sottolineato che esistono vari modi per af-frontare la tematica migratoria, come mostra l’ampliamento degli studi in termini quantitativi e qualitativi negli ultimi trent’anni.

Infatti, a partire dagli anni ’80, si è sviluppato l’«approccio» prevalentemente biografi co, che ha dato voce alle storie di vita dei migranti, ossia le “microstorie”, accanto alla ricostruzione gene-rale dei fl ussi permessa dai dati statistici e quantitativi. Gli studi qualitativi sulle emigrazioni ita-liane – attraverso ricerche empi-riche in loco – permettono di dare spessore a questo fenomeno, che appare più complesso di quanto

Qui di seguito, ampi stralci dell’intervento di Franco Narducci, presidente dell’Unaie, al seminario del 26 febbraio. Il testo integrale è disponibile sul sito www.unaie.it

Solitamente il mondo degli italiani all’estero è avvezzo a un confronto che si esplicita quasi sempre sul terreno della politica e con i rap-presentanti delle istituzioni statali e regionali. Eppure il mondo accademico ha avuto il grande merito di allargare l’orizzonte e di schiudere un universo che appariva per lo più terreno d’inter-vento per gli specialisti di alcuni ministeri e gli addetti ai lavori. L’ha fatto attraverso pubblica-zioni, studi scientifi ci, indagini settoriali, analisi di banche dati spesso recuperate nei paesi di accoglimento, offrendo a tutti un quadro reale del fenomeno migratorio italiano e soprattutto un contributo decisivo alla rimozione del velo di silenzio e di oblio che per decenni è stato steso sugli italiani emigrati, anche per incuria di tanti intellettuali italiani.

Ora - alla vigilia di un evento come Expo2015 e all’approssimarsi di un altro evento impor-tantissimo per gli italiani all’estero, gli Stati Generali dell’associazionismo italiano nel mon-do - noi crediamo che il mondo accademico e quello dell’associazionismo all’estero possano intensifi care il confronto e intraprendere per-corsi comuni con un duplice scopo: da un lato per capirsi a fondo e passare dall’analisi alla proposta; dall’altro per conferire autorevolezza a un progetto di rinnovamento dell’associazio-nismo all’estero e allo studio dei nuovi percorsi migratori che stanno interessando in misura crescente l’Italia.

Su quest’ultimo versante l’obiettivo, quindi, non è solo ritrovare e aggiornare le ragioni di un impegno del tradizionale associazionismo degli italiani all’estero, carico di due secoli di storia, ma anche di richiamare l’attenzione dello Stato e delle Regioni sulle nuove spinte migratorie, caratterizzate certamente dalla man-canza di lavoro e dalle forme di precariato che colpiscono in particolare i giovani, nonché da una crescente mobilità delle persone, facilitata dalla rapidità ed effi cienza dei mezzi e delle reti di trasporto, dalla diffusione dei sistemi di comunicazione e dalla facilità dell’accesso agli stessi, dalla globalizzazione dei mercati e dall’internazionalizzazione della cultura.

Dai dati forniti annualmente dal Dipartimento

dell’immigrazione australiano si rileva che il visto di entrata più diffuso fra i giovani, il “Wor-king Holidays”, è in netta crescita soprattutto per gli italiani. Si tratta di un dato indicativo per quella realtà, anche se gli ingressi con il “Working Holidays” non dicono ovviamente tutto sul fenomeno migratorio.

Nell’Unione Europea il tema della mobilità professionale dovrebbe essere per defi nizione un cardine delle politiche di cittadinanza e del lavoro: “da migranti a cittadini europei”. E in-vece aumentano le disuguaglianze, come pure gli squilibri geografi ci e la disoccupazione, spe-cialmente quella giovanile. E non si può negare che si sta facendo strada una crescente sfi ducia nell’Europa che abbiamo costruito, alimentata da movimenti populistici e argomenti che fanno presa su considerevoli ceti della popolazione.

Io credo che occorra porre sempre l’accento sul fatto che l’Europa non è uno Stato ma una Unione. E questa parola, Unione, è densa di signifi cato. Esprime una volontà, un intento comune raggiunto insieme ad altri, una serie di valori che formano una coscienza. La volontà di cambiare per porsi un obiettivo e un futuro migliore. Così è nata l’Unione Europea. Ma c’è ancora della strada da percorrere, unendo le forze, affi nché la Storia d’Europa possa crescere e rinsaldarsi.

L’evoluzione demografi ca, la questione delle risorse naturali, l’approvvigionamento dell’e-nergia, il ruolo delle economie emergenti nel commercio mondiale, la crescente dipendenza dalla conoscenza e dalle tecnologie nel settore economico e commerciale, le continue incer-tezze nel settore bancario, sono sfi de importanti che devono essere affrontate con urgenza e sarebbe gravissimo illudersi che esse possano essere affrontate rinchiudendosi nell’alveo delle politiche e degli egoismi nazionali o con fughe

Narducci: «Uniti saremo più incisivi, più «Credo che qualsiasi progettopolitico che voglia affrontare in maniera attiva la questione

della proiezione internazionale dell’Italia non possa ignorare

il ruolo prezioso delle comunitàitaliane nel mondo e il ruolo

che esse potranno averein un contesto globalizzato

e competitivo, dove altri Paesivedono le proprie comunitàcome vere e proprie “teste

di ponte” per allargarela propria infl uenza, grazie

anche al ruolo incisivodella diplomazia relazionale

che esse riescono a sviluppare»

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Le associazioni sono luoghi dovei cittadini si formano e si motivano

alle cause collettive; esse sono scuole di civismo e i membri

più attivi, in esse, apprendonoi meccanismi sociali e i fondamenti

del dialogo interistituzionale

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AIE

non mostrino i dati ufficiali a disposizione, per quanto impor-tanti, ma comunque sottostimati e non sempre chiari.

Al mondo accademico si sono aggiunte le risposte della politica e dell’associazionismo, nella seconda parte del seminario, ossia di ambiti e competenze che, induttivamente, si sono costruite proprio sull’interiorizzazione di quelle microstorie sulla cui va-lidità si esprime il mondo della

ricerca. Della politica in partico-lare, con il Dr. Michele Petraroia,

Vicepresidente e Assessore della Regione Molise, che si è soffermato sulla necessità di non interrompere gli sforzi, anche fi nanziari, per mantenere la grande rete dell’associazioni-smo all’estero, e del consigliere regionale del Lazio che ha fatto gli onori di casa segnalando come anche la sua regione si sia sem-pre interessata al fenomeno con

che non sono in avanti ma guardano al passato.Il fenomeno delle nuove mobilità e migrazioni

occuperà uno spazio ampio negli Stati Gene-rali dell’associazionismo italiano nel mondo. Esso, infatti, impone un’analisi puntuale, senza retoriche e infi ngimenti, dell’associazionismo esistente per progettare quello del futuro. Un associazionismo capace d’integrare la tradizio-nale presenza organizzata con i nuovi bisogni e le necessità che caratterizzano le sfi de attuali e future.

Occorre un progetto nuovo e una visione nuova del ruolo delle comunità di italiani e di italici all’estero, che tenga conto dei processi d’integrazione e nello stesso tempo della do-manda di partecipazione politica. D’altra parte è necessario che il variegato mondo dell’as-sociazionismo agisca secondo un principio di responsabilità e di cooperazione sempre al fi ne di contribuire al bene comune e nel vero spirito della sussidiarietà. Infatti, le associazioni sono luoghi dove i cittadini si formano e si motivano alle cause collettive; esse sono scuole di civi-smo e i membri più attivi, in esse, apprendono i meccanismi sociali e i fondamenti del dialogo interistituzionale.

Di fronte a tutto ciò, quali sono gli impegni che si possono qui tracciare? Io credo che un fondamentale impegno riguardi le nuove emigrazioni: in un quadro di sostanziale arre-tramento dello Stato italiano verso le comunità emigrate occorre moltiplicare gli sforzi per

accogliere e orientare, per dialogare e costruire assieme.

Un altro impegno è l’attenzione verso i giovani nati all’estero per mantenere vivo il loro senso d’identità culturale e valorizzarla in termini aggiornati ai tempi che viviamo. Un’i-dentità che si alimenta soprattutto della lingua e della cultura italiana. Giovani che talvolta rivendicano l’italianità in modo confl ittuale, ma che spesso è affermata con pacata soddisfa-zione dai giovani che l’hanno in qualche modo sublimata, insieme ad altri stimoli ed elementi.

Il Comitato promotore degli Stati Generali dell’associazionismo italiano nel mondo ha deciso volutamente di organizzare l’evento nel 2015, l’anno dell’Expo di Milano che aprirà i battenti il primo maggio prossimo e che nel frattempo è diventato la parola magica per

l’Italia. Expo Milano signifi ca vetrina, cultura, rappresentanza, diplomazia, cioè tutto ciò che può contribuire a migliorare e far crescere il valore globale, anche il PIL, dell’Italia. A patto che si dia dimostrazione di effi cienza e capacità. I numeri parlano di 20-22 milioni di visitatori attesi durante i 184 giorni di Expo Milano 2015.

Si deve ritenere che l’evento avrà ricadute positive in ambito socio-economico non solo sull’area espositiva, ma su tutto il territorio nazionale sviluppando una piattaforma di con-fronto di idee e soluzioni legate al tema dell’a-limentazione e alla sostenibilità ambientale. Ma anche ai patrimoni culturali e artistici che proprio nei mesi estivi, coincidenti con l’Expo, ispirano e animano tantissimi eventi culturali promossi nelle Regioni italiane.

In tale prospettiva gli italiani residenti all’e-stero rappresentano una grande opportunità che non può essere dispersa, perché visitare i luoghi nativi o di origine, durante Expo2015, signifi ca immergersi in diversi distretti industriali che producono, elaborano ed esportano il meglio della cultura e della civiltà enogastronomica italiana. Ma signifi ca anche rafforzare il legame che unisce le comunità emigrate con i loro Co-muni e con la loro Regione, che nel caso delle terze e quarte generazioni coincidono spesso con il luogo di origine dei propri nonni.

Io credo che qualsiasi progetto politico che voglia affrontare in maniera attiva la questione della proiezione internazionale dell’Italia non possa ignorare il ruolo prezioso delle comunità italiane nel mondo e il ruolo che esse potranno avere in un contesto globalizzato e competitivo, dove altri Paesi vedono le proprie comunità come vere e proprie “teste di ponte” per allar-gare la propria infl uenza, grazie anche al ruolo incisivo della diplomazia relazionale che esse riescono a sviluppare.

Grazie al coordinamento delle Regioni italia-ne e all’impegno profuso da Silvia Bartolini le comunità italiane all’estero non sono fi nite in un cono d’ombra, anche se francamente Expo Milano poteva fare di più, anche in termini di tempestività.

Io mi auguro che unendo le nostre energie saremo più incisivi, saremo più ascoltati e sempre più presi in considerazione. L’unione fa la forza, si dice. Io ci credo.

Franco Narducci

interventi di qualità.Quindi, è stata la volta del Sen.

Paolo Corsini, Vice presidente della Commissione Esteri del Senato, con un intervento che ha abbracciato i due mondi trattan-dosi di un politico e un profes-sore universitario che conosce perfettamente i temi posti sul tappeto col mondo accademico in questo seminario. Il Senatore ha auspicato, in particolare, che si dia maggiore peso e senso

all’associazionismo italiano nel mondo, in quanto garanzia di comunità e per la sua capacità di rappresentare gli italiani e, in più, innescare solidarietà, in linea con i processi di cambiamento della società italiana. Sotto questo ri-spetto, ha sottolineato il Senatore Corsini, diventa irrinunciabile il contributo dei parlamentari all’e-stero, soprattutto perché s’istauri

ascoltati e più presi in considerazione»

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Occorre un progetto nuovoe una visione nuova del ruolo

delle comunità di italianie di italici all’estero, che tenga

conto dei processi d’integrazione come anche della domandadi partecipazione politica

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UNAIE

Un «ponte» necessario e insostituibileun corretto rapporto tra rappre-sentanza e istituzioni.

I temi centrali del seminario sono stati ripresi dall’On. Fabio Porta, Presidente del Comitato Permanente italiani nel mondo e promozione del sistema Pae-se, che ha messo in evidenza la necessità di adeguare anche il sistema dell’associazionismo alla realtà in continuo cambiamento. Per contro ha ritenuto eccessivo parlare di calo d’interesse delle istituzioni riguardo all’associa-zionismo degli italiani all’estero e, in generale, nei confronti del fenomeno migratorio e assolu-tamente ingeneroso il sillogismo che corre in alcuni ambienti, e cioè che da quando sono arrivati i parlamentari all’estero è caduto l’interesse per il problema. La verità è che si tratta di un rap-porto da rivedere, anche perché è caratterizzato da un eccesso di assistenzialismo. Va preso atto della nascita, nell’ambito dell’as-sociazionismo, di organismi sem-pre più trasversali, una realtà non sempre facile da decifrare, mentre il voto dei Comites dovrebbe in-durre a rifl ettere maggiormente su questo istituto e sulla qualità del sistema di rappresentanza.

La concentrazione degli inter-venti del mondo dell’associa-zionismo, ha permesso in primo luogo al Mons. Giancarlo Perego, Direttore Generale della Fonda-zione Migrantes, di rappresentare la necessità di creare un ponte tra la diaspora italiana nel mondo e la realtà del nostro paese, che trova un momento insostituibile di rap-presentanza proprio nell’associa-zionismo. Un fenomeno tanto più importante perché esso da sempre difende la persona e mostra tutta l’attenzione alla cultura.

Il tema è stato ripreso da Gianni Bottalico, Presidente Nazionale delle ACLI, che si è soffermato sulla necessità, riguardo agli aspetti generali delle migrazioni, di rilanciare i temi della soli-darietà, della giustizia sociale e delle povertà, anche perché nella nostra società crescono sempre di più le diseguaglianze e fasce notevoli di persone rischiano l’esclusione sociale.

Per questi motivi l’Europa deve essere capace di raccogliere i migranti e per le stesse ragioni va mantenuta all’estero la rete dei patronati senza cedere alla tentazione di buttare via tutto col pretesto che tutto va male. Il discorso dell’associazionismo, poi, è coerente con la necessità che hanno organizzazioni come le Acli di rappresentare ceti sociali che non hanno rappresentanza, tema di primaria di cui tener adeguatamente conto.

Mantenere la cultura italiana anche nelle terze e quarte genera-zioni è la nostra sfi da. Nel mondo stanno chiudendo le scuole italia-ne all’estero, quindi occorre agire e occorre anche pensare a un nuovo ruolo per i nostri servizi. Perciò Bottalico reputa che tutti costituiscano una parte impor-tante di questo sistema, per cui i corpi intermedi sono importanti

per la razionalizzazione e la mo-dernizzazione del nostro paese.

Per il Coordinatore nazio-nale della Filef (Federazione italiana dei lavoratori emigrati e famiglie), Rodolfo Ricci, il nostro paese in passato ha fatto tanto per la collettivizzazione ma poi si è fermato. Infatti ora si sta verifi cando un progressivo allontanamento dall’associazio-nismo. Succede che chi va via dall’Italia taglia tutti i rapporti e questo non va bene. Le istituzioni devono muoversi perché si parla di oltre 4 milioni di persone che si disperdono in tutto il mondo. Per questo auspica che gli Stati Generali servano a dare una scos-sa in questo senso anche perché i dati in calo delle iscrizioni alle prossime elezioni Comites appa-iono preoccupanti e richiedono che si faccia qualcosa.

Raccoglie la sfi da Rino Giu-liani, che parla a nome del Co-ordinamento degli Stati Generali dell’Associazionismo in emigra-zione che si terranno entro l’anno. Le associazioni, infatti, rappre-sentano l’aspetto partecipativo, momento di rappresentanza so-ciale e non politica insostituibile. Però, oltre all’incontro sociale c’è anche l’aspetto dell’innovazione rappresentato ad esempio dalla condivisione sui social da parte di

oltre un milione di iscritti.Le associazioni sono importanti

ma il mondo sta cambiando e occorre esserne consapevoli e partecipi.

Il mondo accademico s’interse-ca ancora una volta con quello as-sociativo nell’intervento del prof. Giuseppe Colavitti, dell’Univer-sità dell’Aquila, che si prodiga nell’esplorazione del nesso tra lavoro e principi costituzionali, sancito dall’articolo 3 della Carta fondamentale, che non a caso pone il primo a fondamento della Repubblica. Se quindi il lavoro è espressione sociale dell’uomo che esprime se stesso e migliora la società ne deriva, secondo il giurista, che la Costituzione tu-tela anche il lavoro dell’italiano all’estero, da cui consegue il di-ritto alla protezione da parte dello stato. In questa logica s’inquadra anche la funzione dell’associa-zionismo italiano all’estero, che può essere concepito in termini di sussidiarietà rispetto alle funzioni che lo stato italiano è chiamato a svolgere a favore dei suoi citta-dini che risiedono oltre i confi ni. Per questo motivo, dunque, è importante e lo stato reperisca le risorse necessarie per intervenire a tutela dei propri concittadini.

Ha chiuso, infine, i lavori, l’Avv. Mimmo Azzia, Presidente Onorario dell’UNAIE e decano del CGIE, il quale ha rivendicato all’associazionismo all’estero un ruolo trainante nelle politiche mi-gratorie dello Stato italiano nella specifi ca materia, anche perché – come mostra il legame di questo seminario con il tema dell’EXPO 2015 – nel momento in cui l’Italia cerca di rapportarsi col mondo globale nella molteplicità degli aspetti, ha sempre bisogno della sua vasta comunità di cittadini e discendenti residenti all’estero.

CONTINUA DA PAG. 17

Da sinistra: Rodolfo Ricci, Rino Giuliani, mons. Giancarlo Perego, Gianni Lattanzio, il prof. Giuseppe Colavitti e Gianni Bottalico.

Da sinistra: l’on Fabio Porta, Gianni Lattanzio e il sen. Paolo Corsini.

ATTUALITÀ

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CIRCOLI

La comunità trentina di Hobart in Tasma-nia non vuole dimenticare le proprie radici! Anche quest’anno Christine Delpero si è data da fare per organizzare l’incontro annuale dei Trentini di Hobart, in una domenica di sole, il 1° marzo, presso un parco locale, accanto al Collegio salesiano dove opera Padre Fer-ruccio Bertagnolli.

Ormai gli anziani, nati nel Trentino, sono rimasti pochi; ma i numerosi discendenti

vogliono tenere vive alcune tradizioni della gente trentina. Così la giornata è iniziata con la Santa Messa celebrata da Padre Bertagnolli nella cappella del Dominic College, durante la quale sono stati ricordati tutti i defunti; in modo speciale è stato ricordato Luigi Delpero, l’ultimo «vermigliano», scomparso il 30 gen-naio. La vedova Mirella e il fi glio John (con la sua famiglia) erano presenti all’incontro.

Non è mancato il generoso contributo di una

buona polenta trentina fatta con dedizione da Roberto Callegari e di tanti piatti tipici, di cui hanno approfi ttato più i giovani che gli anzia-ni! Nella foto, che ritrae un gruppo di pre-senti, si può vedere uno schieramento di età che si estende quasi di un secolo. È stato bello vedere riunite quattro generazioni di Trentini e discendenti, che condividono l’amore per il Trentino e per le tradizioni trentine.

Padre Bertagnolli

A Hobart, quattro generazioni di trentiniinsieme per «coltivare» le proprie radici

Bandiere trentine per onorarelo «squadrone di sicurezza»della Gendarmeria di Zarate

Il 24 febbraio una delegazione del Circolo trentino di Zarate, in Argen-tina, ha partecipato alle celebrazioni per il 37esimo anniversario di fonda-zione dello squadrone di sicurezza “Zarate Brazo Largo” della Gendar-meria nazionale. Della delegazione facevano parte (da destra a sinistra

nella foto) il presidente del Circolo, Nestor Chiarani, la vice presidente Lilia Noemi Morelli e Horacio De Grandis Vettori, che hanno presenzia-to alla cerimonia, portando in sfi lata rispettivamente la bandiera del Tirolo storico, della Provincia Autonoma di Trento e della Repubblica Argentina.

sede in via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO - tel. 0461 234379 - fax 0461 230840e-mail: [email protected] / sito internet: www.trentininelmondo.it

ATTUALITÀ

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CIRCOLICircolo trentinodi Buenos Aires

(Argentina),festa di fi neanno, 2014

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CIRCOLI

Undicesimo compleanno a São Sepé (Brasile)per il Circolo trentino e l’Associazione italiana

Ascolta la trasmissione

Trentino nel mondo

in onda il giovedì dopo il giornale radio delle ore 13.00

venerdì alle ore 18.05.

Visita il sito: www.radioitaliatrentinoaltoadige.it

«Nel regno di Felicitalandia» (No reino da felici-dadolandia) è il titolo della rappresentazione teatrale messa in scena il 7 febbraio scorso a Piracicaba (San Paolo - Brasile) dalla Compagnia Stabile di teatro amatoriale CIA CETA.

Lo spettacolo si propone di sensibilizzare gli spettatori sul tema dei rifi uti e sull’importanza di riciclarli, per salvaguardare l’ambiente e migliorare la qualità della vita delle città e di chi vi abita.

Lo spettacolo è stato seguito con grande attenzio-ne anche da molti soci, di tutte le età, del Circolo trentino di Piracicaba, che hanno molto apprezzato la bravura e la simpatia degli attori, ai quali è stato rivolto l’invito a ritornare.

L’attività 2015 del Circolo trentino di Piracicaba prevede come prossimo appuntamento la cena italiana (nella foto a fi anco l’invito) in programma sabato 9 maggio nel rione Santana.

Applausi del Circolo trentino di Piracicabaalla Compagnia stabile di teatro amatoriale

Il 28 dicembre scorso il Circolo trentino e l’Associazione italiana di São Sepé (Rio Grande do Sul - Brasile), hanno organiz-zato un momento conviviale per comme-morare il loro undicesimo anniversario di fondazione, al quale hanno partecipato numerosi discendenti di italiani.

Nella foto a fi anco, ci sono Elson Giu-

liani, presidente del Circolo trentino e dell’Associazione italiana (a sinistra, con la bandiera del Circolo) e Leocarlos Girar-dello, sindaco della città (con la bandiera dell’Associazione) anch’egli discendente di emigrati italiani.

Purtroppo solo due giorni dopo, il 30 dicembre, il Circolo ha avuto una grave perdita, a seguito della scomparsa di Antônio Marzari, uno dei suoi fondatori.

Aveva settantanni e durante la sua vita ha sempre dedicato molto tempo alle attività fi lantropiche e di solidarietà, tanto da ot-tenere il titolo di cittadino onorario di São Sepé. Il suo bisnonno era nato a Cueli di Folgaria ed era emigrato nel 1883.

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CIRCOLI

Serata di gala conper il 50° del Circolo

«Un successo colossale»: nel suo saluto ai lettori dell’ultimo numero di «Notizie dalla Baita», il bollettino di informazione del Circolo trentino di Toronto (Ca-nada), il presidente del Circolo, David Corazza, ha usato queste parole per descrivere la serata di gala che si è svolta il 7 febbraio per celebrare il cinquantesimo di fondazione del Circolo.

«Abbiamo venduto 729 dei 730 biglietti disponibili per quella sera e abbiamo avuto presenti 726 persone, nonostante il traffico bloccato dalla grande nevicata», scrive ancora Corazza per moti-vare la defi nizione usata.

Alla serata hanno partecipato anche il presidente e il direttore della Trentini nel mondo, Alberto Tafner e Anna Lanfranchi, che hanno portato il saluto dell’As-sociazione.

Ecco come la serata viene rac-contata nel bollettino del Circolo.

«Il 7 febbraio 2015, il nostro Club Trentino di Toronto, in

occasione del suo 50esimo an-niversario, ha avuto il piacere di ospitare il raduno piu grande che ci sia mai stato in Nord Ameri-ca, con la bella somma di 726 persone presenti alla Da Vinci Banquet Hall.

Discorsi sono stati tenuti dagli ospiti d’onore Maurizio Bevilac-qua (Sindaco di Vaughan), Alber-to Tafner (Presidente dell’Asso-ciazione Trentini nel Mondo), e Alessandro Ruggera, il nuovo direttore dell’Italian Institute in Toronto (che è intervenuto in rappresentanza del Console generale).

Henri Rabalais ha parlato della sua esperienza, molto positiva, vissuta partecipando al program-ma di interscambio per giovani trentini di età compresa fra 19 e 31 anni.

Il Presidente del Club, David Corazza, ha dato il benvenuto a tutti quanti nella sala piena e in seguito c’è stato un momento commovente, quando tutti i Pre-

Un momento particolarmente commovente della serata: il taglio della torta da parte dell’attuale presidente, David Corazza e degli ex presidenti (o loro rappresentanti).Da sinistra: Gino Inama (alle sue spalle la figlia Christine), Tom Fellin (in rappresentanza di Ettore Faccini), Giannina Fellin Zeni (vedova di Dario Zeni), Gino Osti, Lucia La-rentis Flaim, David Corazza, Sergio Marchetti, Candido Scandolari, Stefano Cologna (figlio di Aldo Cologna), Franco Clauser (figlio di Enrico Clauser) e Adrian-Hedgedus Viola (figlio di Armando Viola).

Qui sopra, la socia più anziana, Maria Arnoldo (al centro) insieme a Lucia Larentis Flaim e al presidente David Corazza. In alto, alcuni partecipanti invi-tano a un brindisi. In alto a destra, il cantautore Marco Calliari e il sindaco di Vaughanm Maurizio Bevilacqua, insieme a David Corazza. Nelle quattro foto qui sotto (in senso orario): il musicista Claudio Santaluce; Alessandro Rugge-ra; Henri Rabelais e don Claudio Moser.

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CIRCOLI

726 partecipanti trentino di Toronto

sidenti precedenti (o loro rappre-sentanti) sono stati chiamati per una foto davanti alla grandiosa torta, decorata con lo stemma del Trentino.

Una varietà di musica tradizio-nale e moderna offerta dai musi-cisti Claudio Santaluce e Marco Calliari, ha soddisfatto i gusti di tutti, giovani e meno giovani.

La serata, condotta dal presen-tatore di OMNI TV Dino Caval-luzzo, è stata ottima.

La Presidente del Gruppo Fem-minile del Club e Consultrice della Provincia Autonoma di Trento, Lucia Larentis Flaim, ha consegnato un riconoscimento a Maria Arnoldo, 93 anni di età, il socio più anziano del Circolo presente.

Per dare un tocco scherzoso, i presenti nati nel 1965 (cioè nello stesso anno di fondazione del Circolo) si sono messi assieme per un foto.

Fra gli ospiti provenienti da lontano presenti per questa bellis-

sima occasione, c’erano trentini dei Club di Montreal (nella foto a fi anco la presidente Franca Cal-liari con il marito Mario), Solvay, Windsor/Detroit, e persone dal Colorado e da Calgary.

Il nostro Club, con la presenza di famiglie trentine «multi-gene-razionali», dimostra di essere di grande vitalità e questa serata ha dato un’opportunità a tutti quanti i presenti di condividere la nostra cultura trentina.

Il Vice-Presidente Ivo Finotti ha ringraziato David Corazza per il suo impegno nel promuovere il futuro del Club.

Gli sponsor di questa occasione sono stati tanti, come pure i regali in palio per la lotteria. Fra i regali dell’«asta silenziosa» c’era anche una bellissima opera (nella foto qui a fi anco) del pittore trentino, Lorenzo Fracchetti.

Vogliamo ringraziare tutti co-loro che hanno aiutato in tante maniere per assicurare questo risultato meraviglioso».

Qui sopra, foto di gruppo dell’attuale direttivo del Circolo; a destra (sopra) il presentatore della serata, Dino Cavalluzzo di OMNI TV e il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner.

Un gruppo di vincitori dei premi in palio alla lotteria e, qui sotto a destra, il pannello con l’elenco degli sponsor che hanno sostenuto la serata di gala.

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CIRCOLI

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Circolotrentino

di Montreal(Canada)

Picnic 2014

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Erina Parmesan in Broz ha lasciato la sua amata Vallarsa assieme al marito Giuseppe e le fi glie Aurora e Clelia l’8 settembre 1950 con destinazione l’Australia, nel distretto di Myrtleford.

È stata socia del Circolo Trentino di Myrtleford e Distretto fi n dalla sua fondazione, partecipando con entusiasmo a tutti i raduni e Con-vention a lei possibili e con vero spirito Trentino animava sempre il canto, attirando l’attenzione di tutta la compagnia.

Ha sempre conservato i manifesti, discorsi e articoli pubblicati attra-verso tanti anni e nella sua tarda età le piaceva sfogliarli e rammentare le esperienze. Ha avuto la fortuna di poter ritornare a rivedere parenti e amici nella sua valle diverse volte e teneva stretti tanti ricordi

Addolorate le fi glie Aurora e Clelia danno il triste annuncio della sua scomparsa, avvenuta il 26 novembre 2014.

Arturo Marin, scomparso il 20 febbraio, era nato il 22 genna-io1941 a Herstal – Liegi (Belgio) era figlio di Secondo Marin e Silvia Parotto.

Rimasto orfano di mamma a soli due anni, fu accolto in casa dalla zia Miria (le due sorelle ori-ginarie di Ivano-Fracena – Trento avevano sposato due fratelli Se-condo e Rodolfo Marin originari di Sedico – Belluno).

Nonostante le difficoltà di quegli anni, Arturo frequentò con profitto la scuola tecnica di Herstal e dopo aver lavorato alla fabbrica nazionale delle armi (FN) prese l’abilitazione all’insegnamento e si dedicò con passione all’insegnamento nell’Istituto Tecnico provinciale fi no alla pensione nel 2001.

Lascia la compagna Maria Roo-sen con cui ha vissuto in armonia per ben ventotto anni.

Si dedicò anima e corpo a quel-la che era diventata la sua vera famiglia: i nipoti di Maria e da qualche anno anche i pronipoti, ben quattro.

All’inizio degli anni ’90 risco-prì il suo villaggio trentino e da allora ogni anno era un fedele «ospite» estivo fino all’anno scorso. Non mancava mai di rendere visita anche a cugini e amici di Sedico.

Di carattere gioviale era molto apprezzato nell’ambiente pro-fessionale, ma è soprattutto nella sfera privata (familiari e amici) che lascia un grande vuoto.

Tante persone hanno voluto rendergli un ultimo omaggio alla camera ardente del Funérarium Hermans a Vivegnis (Herstal)

Riposa in pace caro Arturo.I tuoi cari

La comunità trentina di Hobart ha perso un altro suo socio alla fi ne di gennaio. Luigi Delpero era nato a Vermiglio, ed era emigrato in Australia durante la grande on-data di emigrazione in Australia degli anni ’50. Luigi, come tanti altri Italiani, si recò prima nel Queensland come tagliatore della canna da zucchero. Era un lavoro stagionale.

Nella ricerca di un lavoro più stabile, Luigi si diresse verso la Tasmania, dove già altri paesani avevano trovato lavoro nella co-

struzione di dighe per l’elettricità.Qui conobbe Mirella, che si

trovava in Tasmania in visita dalla Toscana. Luigi e Mirella si sposarono, rimasero in Tasmania, dove nacquero i due fi gli, Carmen e John. Luigi frequentava le atti-vità del Circolo trentino fi nché la salute glielo permise.

Alla moglie Mirella, ai fi gli, nipoti e parenti vadano le condo-glianze della comunità trentina.

Ugo Baiocco, nato il 12 set-tembre 1921 a Col S.Martino in provincia di Treviso, si è spento il 15 giugno 2014 all’alba dei suoi 93 anni.

Si era sposato nel 1958 ad An-necy (Francia) con Bruna Ronz, trentina di Zoreri di Terragno-lo. Amava molto il Trentino e leggeva con piacere il giornale «Trentini nel mondo».

Aveva fatto il militare, fu pri-gioniero in Germania, era emi-

grato in Alta Savoia passando le Alpi dal Piccolo S. Bernardo a piedi, ma con in tasca un con-tratto di lavoro come falegname.

Anni duri, che passarono nel dimenticatoio con la nascita di Alfredo e Marie Christina; la gioia dei nipotini Alfred con Isa-bel di Monaco di Baviera, Chiara e Matteo, M.Christine e Kevin, Marianne e Alice che abitano in Inghilterra.

Come vedete, l’Europa la fac-ciamo in famiglia, malgrado il dolore…

Bruna

LI RICORDIAMO COSÌ

Amos Albertini, socio del Cir-colo ex emigrati in Svizzera, era nato a Trento il 12 giugno 1945 dove ha vissuto fi nché nel ’69 si è stabilito “per amore” a Cavalese. Qui ha svolto vari lavori e negli ultimi 25 anni alle dipendenze dell’ospedale di Fiemme, come centralinista e guardia giurata. Ha avuto tre fi gli e sette nipotini, è stato un grande papà e marito. Era allegro, generoso, gioviale e contento quando poteva far sor-ridere le altre persone, con la sua semplicità è entrato in tanti cuori e tanti gli hanno voluto bene.

Erina Parmesan

Arturo Marin

Amos Albertini

Ugo Baiocco

Luigi Delpero

Luigi Bond, assiduo socio del Circolo trentino del Ticino, è deceduto il 18 novembre 2014. Alla moglie Elisa, alla figlia Cristina e al fratello Antonio e a tutti i parenti, vadano le più sentite condoglianze del Consi-glio e di tutti i soci del Circolo del Ticino (Svizzera).

ERRATA-CORRIGE. La notizia (numero 8/2014) della scomparsa di Pio E. Baldissare, del Circolo trentino di Cordoba (Argentina), conteneva un’im-precisione: fu Consultore della Provincia Autonoma di Trento e non della Trentini nel mondo.

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DALLE VALLI

Nel 2014 a Trento si è avuta una sostanziale stabilità della popolazione residente, che si attesta a quota 117.304, (56.085 maschi e 61.219 femmine) con 19 persone in più rispetto all’anno 2013: il dato è contenuto nell’ul-timo rapporto dell’Uffi cio studi e statistica del Comune di Trento, presentato all’inizio di marzo, pubblicazione che fotografa dal punto di vista demografico la città.

Su questa pagina riportiamo alcuni fra i dati più signifi cativi, insieme ad alcune curiosità legate a nomi e cognomi dei cittadini di Trento.

Fasce di età. I bambini in età da 0 a 14 anni sono il 14,1% (16.598) con una diminuzione di 80 unità rispetto al 2013;

i giovani nella fascia da 15 a 29 anni sono il 15,6% (18.349) con una diminuzione di 103 unità;

gli adulti nella fascia centrale da 30 a 44 anni sono il 20,0% (23.478) con una diminuzione di 482 unità;

gli adulti nella classe 45 – 64 anni sono il 28,6% (33.617) con un incremento di 206 unità;

gli anziani con 65 anni e oltre

risultano essere il 21,6% (25.327) con un incremento di 507 unità.

L’indice di vecchiaia, cioè il rapporto percentuale tra la po-polazione con 65 anni e oltre e quella tra 0 e 14 anni, è un indi-catore che permette di misurare l’incidenza della popolazione convenzionalmente defi nita come anziana su quella giovanile. I valori superiori a 100 indicano uno squilibrio nel senso di un maggior peso degli appartenenti alla popolazione anziana.

A livello comunale il dato è in costante aumento, passando da un

Trento, sostanziale stabilitàdella popolazione residente

ALL’INIZIO DI MARZO IL COMUNE HA DIFFUSO L’ULTIMO RAPPORTO DELL’UFFICIO STUDI E STATISTICA

l il 6 5

STICA

I COGNOMI PIÙ DIFFUSITOMASI 933

DEGASPERI 588

PEDROTTI 553

FERRARI 547

BORTOLOTTI 536

NARDELLI 505

FRANCESCHINI 453

GIOVANNINI 397

AGOSTINI 391

TAMANINI 375

DECARLI 364

ROSSI 359

MOSER 347

SARTORI 326

BALDESSARI 322

GIRARDI 312

FILIPPI 307

BERTOLDI 301

MOSNA 297

SEGATA 287

I NOMI PIÙ DIFFUSI NEL COMUNE DI TRENTO

FEMMINE MASCHI

MARIA 1.278 ANDREA 1.580

ANNA 1.118 MARCO 1.477

FRANCESCA 910 PAOLO 1.265

ELENA 817 ALESSANDRO 1.252

LAURA 779 STEFANO 1.118

GIULIA 762 LUCA 1.058

CHIARA 746 FRANCESCO 1.009

SARA 712 ROBERTO 973

DANIELA 701 MICHELE 920

PAOLA 701 GIUSEPPE 910

LUCIA 628 MATTEO 834

CRISTINA 613 LORENZO 781

SILVIA 610 GIOVANNI 776

ELISA 609 CLAUDIO 734

RITA 574 FRANCO 698

VALENTINA 569 GIORGIO 695

GIOVANNA 521 NICOLA 651

ROBERTA 503 MARIO 650

MARTINA 497 DAVIDE 624

ALESSANDRA 459 ANTONIO 605

I NOMI PIÙ DIFFUSI DEI RESIDENTI

STRANIERI FEMMINE

ELENA 91

MARIA 90

MARIYA 56

NATALIA 56

ANA 54

TATIANA 45

VALENTINA 44

NATALIYA 41

OLGA 40

HALYNA 39

MASCHI

ION 53

MOHAMED 51

VASILE 41

ANDREI 37

MUHAMMAD 36

AHMED 33

ALI 32

GHEORGHE 29

VICTOR 28

DANIEL 27

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DALLE VALLI

valore di 133,8 nel 2005 a 152,6 nel 2014.

Saldo migratorio. Per quanto riguarda i residenti, fra iscritti e cancellati nel 2014 si è registrato un saldo positivo pari a +377. È il valore minimo rilevato nel periodo dal 2005 al 2014.

In particolare vi è una diminu-zione del tasso migratorio che passa da 9,7‰ nel 2013 a 3,2‰ nel 2014. È diminuito sia il tasso migratorio interno sia il tasso migratorio con l’estero.

Il saldo migratorio totale scom-posto per cittadinanza evidenzia che nel periodo 2005-2014 il sal-do per gli stranieri è sempre stato positivo ma nel 2014 registra un evidente rallentamento (+162) ri-spetto al passato (valore massimo nell’anno 2008 era di +1.548).

Numero delle famiglie. I nu-clei familiari sono 52.756 con un aumento di 261 (+0,5%) unità rispetto all’anno precedente.

L’incremento delle famiglie è ascrivibile principalmente all’aumento dei nuclei uniperso-nali ovvero famiglie con un solo componente (+347 unità, pari a +1,7%) che rappresentano ormai il 39,4% del totale delle famiglie residenti.

Il numero medio di componenti si conferma ancora pari a 2,2.

Stabilità degli stranieri resi-denti. I cittadini stranieri residen-ti sono 13.500 (6.401 maschi e 7.099 femmine) e rappresentano l’11,5% della popolazione di Trento. Rispetto al 2013 sono 91 persone in meno pari a -0,7%.

Gli stranieri sono caratterizzati da una struttura demografica giovane: infatti il 75,2% ha meno di 45 anni. L’età media è uguale a 32,4.

Le famiglie straniere sono 5.078 (+1,1% rispetto al 2013) di cui il 50,5% composte da un solo individuo. Il numero medio di componenti è pari a 2,2

Le famiglie miste (con almeno un componente straniero) sono 1.410 (+3,3% rispetto al 2013). Il numero medio di componenti è pari a 3,6.

Acquisizioni di cittadinanza italiana. Nel 2014 ci sono state

471 acquisizioni di cittadinanza italiana. Il trend nel periodo dal 2005 al 2014 è in crescita sia in valori assoluti (da 120 a 471) sia nel tasso per mille stranieri residenti (da 17,7‰ a 34,8‰).

Su 471 cambi di cittadinanza 43 erano cittadini comunitari e 428 non comunitari.

Calo del numero di matri-moni. Sono 305 i matrimoni celebrati nel corso del 2014 di cui 203 civili (67%) e 102 religiosi (33%).

Si rileva un trend decrescente con picco minimo nel 2014 (-9,8% rispetto al 2013).

LE DIECI NAZIONALITÀ PIÙ RAPPRESENTATE: CONFRONTO 2013/2014

Incidenza stranieri sul totale della popolazione - anno 2013

8,1 8,8 9,510,8 11,6

12,914,4

0,02,04,06,08,0

10,012,014,016,0

Italia Prov inciadi Bolzano

Prov inciadi Trento

Nord-est Comune diTrento

Comune diRov ereto

Comune diBolzano

Comune di Trento: 11,6%

Comune di Bolzano: 14,4%

Comune di Rovereto: 12,9%

Provincia di Trento: 9,5%

Provincia di Bolzano: 8,8%

Nord-est: 10,8%

Italia: 8,1%

CONFRONTI TERRITORIALI SULLA PRESENZA STRANIERA NELL’ANNO 2013(percentuale sulla popolazione residente)

Stabili anche i cittadini stranieri residenti: sono 13.500 (6.401 maschi

e 7.099 femmine) e rappresentano l’11,5%

della popolazione

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DALLE VALLI

Con il mese di marzo ben quattro fratelli Prati, caldonazzesi doc, Mirko - Nerei-de - Giuseppe e Bianca, sono entrati nella classifi ca degli ultranovantenni. Un record invidiabile per questa famiglia, ma anche per l’intera comunità.

Tiene tutti i calcoli statistici il «maestro», l’insegnante Giuseppe Prati, un tempo anima-tore, presentatore delle iniziative di musica lirica e sinfonica presso la Casa di Riposo Santo Spirito, a Pergine Valsugana, dove ora è ospite. Ha compiuto 93 anni il 19 marzo, s’è diplomato all’Isef a Roma per insegnare educazione fi sica, ha svolto la sua attività d’educatore nelle scuole della Valsugana. Giuseppe ricorda tutto nitidamente: i vari momenti della leva militare, un soggiorno come atleta a Berlino, visite e balli all’am-basciata berlinese.

Ha precisi ricordi della seconda guerra mondiale come soldato in Albania, quindi, dopo l’8 settembre, il trasferimento nel lager tedesco di Meppen, ai confi ni con l’Olanda. Condivide i ricordi dolci o tristi con la mo-glie Alice Braces e col fi glio Luca, esperto informatico. Nella sua stanza alimenta i suoi ricordi con molte foto di famiglia, papà Mario e mamma Pia Prati, libri e riproduzioni di opere e scritti di tutti gli illustri artisti Prati, che hanno animato nei secoli passati la vita artistica di Caldonazzo, nella pittura, nella

glottologia, nella scultura, nella musicaIl fratello Mirko Prati, da questo primo mar-

zo novantenne, vive anche a Pergine Valsu-gana con la moglie Weiss Renata, le fi glie Blanca, docente, e Adriana, infermiera. Prima di partire emigrante per l’Urugay, è stato un campione di nuoto con l’allenatore maestro Guido Manazzon in diverse competizioni nazionali, atleta in varie specialità che si pra-ticavano nella sua gioventù, calciatore nella famosa squadra intercomunale valsuganotta.

Al ritorno in patria ha aperto un negozio in via Pennella e s’è dedicato alla diffusione dell’editoria trentina e nazionale ma anche alla pittura, al gioco delle bocce e come suonatore nella Banda cittadina di Pergine.

L’amore e la famiglia allontanarono in-vece temporaneamente da Caldonazzo e dal

Trentino, le due sorelle Prati, Nereide sposa a Primoporto a Roma, oggi 92enne, e Bianca, oggi 95enne.

I quattro novantenni Prati potrebbero met-ter insieme un archivio familiare di ricordi vissuti a Caldonazzo, durante la guerra e i due dopoguerra, durante la trasformazione di Caldonazzo da paese rurale ad agricolo-turistico-artigianale ed industriale.

Nell’incontro periodico col maestro Giusep-pe, incontro sempre annunciato con estempo-ranei gorgheggi lirici virtuosi da varie opere, si parla di ogni cosa che riguarda Caldonazzo e la sua piana, delle persone diverse che il maestro ha conosciuto, del Monte Rive e della signora Anna Murari sua coetanea, della «fonte ferruginosa» e del lago con le sue pas-seggiate, dei vari parenti e nipoti «che fanno la loro strada», de «la Fonte» del prof. Luigi Prati Marzari,del complesso a plettro «La Bisca», dei maestri Saverio Tecilla e Umberto Mattalia, di tutti i libri di Luciano Brida, de «la Civica Società Musicale», della ritrovata Torre dei Xicconi, del vecchio maestro Soldo, inventore della radio per le Scuole e del fi glio pianista - compositore Umberto Soldo, del «rarinantino» Fernando Tomasi, di tutte le glorie del presente e del passato della piana caldonazzese.

Lunga vita ai quattro ultranovantenni!Luciano De Carli

Mirko, Nereide, Giuseppe e Biancafratelli e sorelle ultranovantenni

UN RECORD «NVIDIABILE PER LA FAMIGLIA PRATI E PER LA COMUNITÀ DI CALDONAZZO DOVE TUTTI E QUATTRO SONO NATI

Dal 1° maggio saranno le im-ponenti Pale di San Martino, piazza Duomo a Trento e il Mart di Rovereto a rappresentare il Trentino nel Padiglione Italia ad Expo Milano 2015.

Il gruppo più esteso delle Dolo-miti e i due luoghi simbolo delle città trentine appariranno in tutto il loro splendore ai visitatori della «Mostra delle Identità Italiane», un percorso espositivo patrocina-to dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che riassumerà, attraverso video ad alto contenuto emozionale, gli angoli più suggestivi del Belpaese.

Grande è l’orgoglio di Paola Toffol, Presidente dell’Azienda per il Turismo San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi: «Siamo fi eri di essere stati scelti per rappresentare il Trentino ad EXPO 2015.

Questa notizia conferma come

le Pale di San Martino siano un vanto ed un’icona sia a livello turistico che paesaggistico; non

a caso l’intero gruppo dolomitico è tutelato da un Parco Naturale.

Si tratterà per noi di un’incre-

dibile vetrina che permetterà di far arrivare al pubblico l’unicità della montagna trentina».

Le «Pale» in bella mostra all’EXPO 2015

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La foto è stata tratta dal sito internet del Comune di Caldonazzo.

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CULTURA

Una recente mostra presso la biblioteca comunale di Trento ha permesso di conoscere quello che è un signifi cativo sito preistorico alle pendici del Calisio, sopra la città di Trento: il «Riparo Gaban» a Martignano.

Scoperto e studiato dall’arche-ologo Bernardo Bagolini, più di quarant’anni fa, il Riparo Gaban è ancora, per certi versi, un im-portantissimo tesoro archeologi-co nascosto, anche per chi abita a Trento. Qui sono stati scoperti numerosi reperti di importanza mondiale oggi sono esposti al MUSE, il bellissimo Museo della Scienza.

Per farlo conoscere il Gruppo cultura del Comitato di Martigna-no, in occasione dell’«Argentario Day», giornata dedicata all’ado-zione di un bene della comunità, si è adoperato per la pulizia degli accessi e dei dintorni del Riparo con l’intento di farlo conoscere innanzi tutto agli abitanti della collina e della città e poi ai poten-ziali visitatori, anche in un’ottica di turismo culturale.

Il sito, situato in località Piaz-zina, poco sopra l’imbocco della strada che scende da Martignano con l’uscita della galleria che viene dalla Valsugana, è collo-cato in una piccola valletta, da dove si guarda verso sud alla valle dell’Adige. La località, protetta dai venti del Nord, era un riparo ideale per i primi uomini che abitavano la collina di Trento. Si trattava non solo di cacciatori, ma anche di pescatori, come testimonia il ritrovamento della fi gura di un «pesce ridente» (foto qui sotto).

Un piccolo amuleto, intagliato in una placchetta ossea, con una precisione e una simmetria che stupisce e dimostra la capacità e

la cultura di queste popolazioni primitive che da nomadi stavano diventando stanziali. La caccia e la pesca venivano integrate da coltivazioni agricole, seppur

ancora in forme primitive. Lance, arpioni, frecce in selce

erano gli strumenti per la soprav-vivenza quotidiana, ma anche va-sellame, ornamenti e soprattutto

oggetti di culto.Tra questi piccole fi gure fem-

minili su placca ossea: le Veneri del Riparo Gaban, con i simboli della vita e della procreazione che testimoniano un’antichissima cultura magico religiosa. Forse il culto della Dea Madre di cui parla la famosa archeologa Marija Gimbutas. Questa studiosa fi nlan-dese sosteneva che nelle culture dei primi uomini erano le donne ad avere un posto preminente nella società e il simbolo fem-minile rappresentava la Grande Dea della rigenerazione.

Altro oggetto particolare è un ciottolo inciso con fi gura antropo-morfa che richiama alle sculture di Modigliani (foto qui a fi anco). Ci sono poi strumenti musicali a fi ato, spatole, timbri e numerose conchiglie ornamentali che dimo-strano i contatti con popolazioni marine provenienti dal Sud.

Purtroppo questi rinvenimenti sono noti per lo più agli studiosi e agli specialisti ma sono quasi sconosciuti al grande pubblico. La professoressa Annaluisa Pe-drotti, dell’Università di Trento, ha auspicato che si riprendano i lavori di scavo con un Laborato-rio internazionale che potrebbe riservare nuove sorprese.

Scopo del Gruppo cultura del Comitato di Martignano è quello non solo di facilitare l’accesso al sito, ma premere sulle autorità competenti, Provincia, Comu-ne, Circoscrizione, affinché la località preistorica venga messa in sicurezza e riaperta al più presto alle visite soprattutto delle scolaresche che, nel prato antistante il Riparo, potrebbero anche effettuare giochi e attività di laboratorio.

Luciano Imperadori

NEL CORSO DEGLI ANNI SONO STATI SCOPERTI NUMEROSI REPERTI DI IMPORTANZA MONDIALE OGGI ESPOSTI AL MUSE

Il «Riparo Gaban» di Martignanoprezioso giacimento preistorico

La località in cui si trova il sito, protetta dai venti del nord, era un riparo ideale per i primi uomini

che abitavano la collina di Trento. Si trattavanon solo di cacciatori, ma anche di pescatori,

che hanno lasciato molte tracce: lance, arpioni, frecce in selce, amuleti, vasellame, conchiglie,

strumenti musicali, oggetti di culto

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È stata una vera emozione per i giovani parenti e i molti presenti la presentazione del volume su mons. Iginio Rogger, proprio nella cittadina, Levico, dove i suoi genitori s’erano trasferiti, per lavoro, dal Pinetano e Perginese agli inizi del secolo scorso.

Mons. Iginio Rogger era assi-duo nei suoi interventi a Levico sia per l’associazione «Chiaren-tana», con la restauratrice Iris Po-letti, per la presentazione di molte diapositive sui primissimi restauri alla chiesetta di san Biagio.

Era sempre vicino alla chiesa locale per le liturgie delle festività pasquali e natalizie, per occasioni tradizionali e non mancava mai il suo intervento sempre umano, venato di nostalgia, come il ri-chiamo alla fi gura del vescovo mugnaio mons. Marco Libardoni, ma pure il manifesto affetto per la sua «cara» famiglia. Era con noi, a Levico, per il restauro ed ampliamento dell’asilo infantile, come per il teatro oratoriano, intitolato a mons. Domenico Caproni.

Per la presentazione del «suo» libro c’erano l’autore dr. Mauro Marcantoni, quindi la dott.ssa Domenica Primerano (direttore del Museo Diocesano) e il dr. Giuseppe Ferrandi (direttore del Museo Storico in Trento).

Ferrandi ha voluto porre in luce la capacità di Rogger di studioso, razionale, insaziabile, mai domo ed appagato di quanto gli studi storico-biblici-artistici gli ave-

vano offerto.Un suo principio era: «Non ac-

contentarsi delle mete raggiunte, c’è sempre qualcosa anche im-provvisa, un quid che offre una spiegazione ulteriore».

Mons. Rogger era apprezzato dagli studiosi, da chi lo avvi-cinava, per la disponibilità a conversare, discutere anche «dei massimi sistemi», tenendo fi ssa la barra alla storia e vita della chiesa. Era poliedrico, quasi laico nel suo modo di atteggiarsi, nel suo modo di affrontare la storia, i problemi della storia della Dio-cesi trentina, dei suoi santi, delle liturgie e delle tradizioni.

Con lui si potevano affrontare i temi più diversi senza timore «di sbandare» in un verso o nell’altro. Era apprezzato anche per la sua conoscenza di svariate personalità che aveva incontrate,

senza trinciare giudizi affrettati o animosi. Sapeva dare ad ognuno i propri meriti con precisa equi-distanza.

Quindi è intervenutale dott. ssa Primerano, elencando quelle che furono le benemerenze culturali di mons. Rogger: la Scuola di teologia, la insistenza tenace, fi no all’ottenimento, di un degna sede per il Museo Diocesano, l’attenzione per la liturgia, per la storia della Diocesi trentina, per la sua chiesa cattedrale di san Vigilio e per quella dei santi Martiri Anaunensi, per gli scavi sotto il duomo e per la zona vi-cina della porta veronese; poi le sue relazioni fruttuose con mons. Gargitter e mons. Gottardi.

Q u i n d i u n s u s s e g u i r -si di annosi studi, indagini, interpretazioni,ricerche che sono state compendiate in numerosi

Edito dalla Fondazione Museo Storico del Trentino, nel 2014 è uscito il volume «Iginio Rogger» (Collana «’900 testimonianze», 258 pagine, autore Mauro Marcantoni).

«Il profi lo umano e scientifi co di Iginio Rogger è così ricco e vasto, da rendere diffi cile illustrarne appieno le caratteristiche e i meriti sotto l’unica dimensione del contributo offerto agli studi: lo studioso e l’ecclesiastico, lo storico e il teologo, il religioso profondamente radicato nella comunità locale e l’animatore di istituti di ricerca e di cultura di rango internazionale si fondono, infatti, nel caso di monsignor Rogger, in una personalità e in un’esperienza nelle quali alla riconosciuta dottrina si unisce un’altrettanto palese, umanissima sapientia cordis». Queste pa-role, pronunciate dal prof. Diego Quaglioni il 12 aprile 2006 in

occasione del conferimento a Iginio Rogger della laurea honoris causa in Giurisprudenza, restituiscono il senso del volume, la complessità dei temi affrontati e soprattut-to lo straordinario spessore umano e intellettuale di colui che è stato sicuramente uno dei maggiori protagonisti della storia trentina del Novecento.

L’autore del libro, Mauro Marcantoni, sociologo e giornalista, dal 1999 dirige l’Istituto per l’assistenza allo sviluppo aziendale (IASA) di Trento. Dal 2007 è direttore di Trentino School of Management di Trento. È autore di numerose pubblicazioni sullo sviluppo socio-economico

di Province e Regioni, sull’organizzazione aziendale, sulla certi-fi cazione di qualità. Collabora con autorevoli testate nazionali e locali per la cronaca economica, la qualità e i temi dello sviluppo.

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Mons. Iginio Rogger, studioso mai domo

suoi scritti e volumi, che saran-no piste sicure per altri studi ed approfondimenti.

L’autore del libro, dr. Mauro Marcantoni, ha ricordato i suoi due anni di colloqui mensili con mons. Iginio Rogger, intavolan-do i più svariati argomenti. Si spaziava dai ricordi di gioventù in via Sottoroveri con «il futuro mons.» Taita Marcos, che ma-novrava sacchi di farina come fossero fuscelli, ai discorsi con l’amico futuro vescovo sui paesi d’oltremare, sulle civiltà e cre-denze maya, azteche, incaiche, sui suoi primi anni di studi in se-minario, poi in teologia e quindi al Collegio Germanicum a Roma.

Marcantoni ha dovuto scegliere fra la miriade di ricordi che mons. Rogger snocciolava ad ogni incontro: una fervida memoria, ricca di sfumature, con particolari minuti. Non tutto è stato facile perché Marcantoni ha dovuto redigere una seconda stesura del testo come desiderava minuzio-samente mons. Iginio: niente «pettegolezzi», via le virgolette, esprimere il suo pensiero con un linguaggio aulico e «non forzo-samente» semplifi cato.

All’incontro erano presenti tutte le autorità cittadine e parroc-chiali, come anche questa fosse stata un’occasione per stringersi vicino a Lui, che purtroppo non aveva potuto vedere questo testo a Lui dedicato e di cui si può dire che sia stato coautore.

Luciano De Carli

AUTORE DEL LIBRO, EDITO DALLA FONDAZIONE MUSEO STORICO DEL TRENTINO, È IL SOCIOLOGO MAURO MARCANTONI

EDITORIA

[email protected] comunicare con la redazione del mensile:

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EDITORIA

«Civiltà e foreste - Un viaggio in amazzoni e nella coscienza occidentale» (Edizioni 31) è un breve racconto che parla di Amazzonia, povertà, ma pure del-la condizione di donne, schiavi e bambini a Sparta, Atene e Roma.

«L’incrocio interessante che l’Autore realizza tra il resoconto di soprusi usuali in civiltà cosid-dette nobili quali quella greca e romana ed il racconto delle minacce che incombono sull’e-cosistema Amazzonia - scrive il teologo Paul Renner nella pre-fazione - rende quanto mai vero il detto secondo cui “La storia è un’ottima maestra ma ha dei pessimi discepoli.” Il lavoro che ci viene presentato tratteggia con rapide pennellate tutt’altro che pesanti molte delle problemati-

che che insistono sul continente latino-americano. E ci porta ad interrogarci sul nostro modo di essere, sulla nostra cosiddetta “civiltà” e sulla nostra smània di consumare tutto e tutti.

L’ambiente è sacro ed è un sacrario affi dato all’uomo, che ne deve essere promotore e tutore, e non invece predatore ed assas-sino. Saper ascoltare la foresta è una metafora presente nel libro, che vuole forse in defi nitiva ri-mandare all’ascolto di noi stessi, ascolto che deve essere sincero e disposto alla conversione se intende essere effi cace e produrre un cambiamento in meglio».

L’autore è Rolando Pizzini, che insegna religione al liceo classi-co “G. Prati” di Trento e nella Casa Circondariale (carcere) di

Trento. È il coordinatore della ricerca italo-australiana che ha portato alla pubblicazione della

prima monografia scientifica dedicata alla figura di Angelo Confalonieri, il primo bianco che scelse di vivere con gli aborigeni d’Australia.

Ha coordinato progetti di so-lidarietà e, in Amazzonia, sta contribuendo alla conservazione di circa 180.000 ettari di foresta tropicale nella regione brasiliana di Xixuaú.

È autore di alcuni libri fra i quali: “L’altra guancia – educare alla nonviolenza (Monti); “Nel Tempo del Sogno – un prete fra gli aborigeni” (La fontana di Si-loe); e curatore di “Nagoyo - la vita di don Angelo Confalonieri fra gli Aborigeni d’Australia 1846-1848” (Fondazione Museo storico del Trentino) edito anche in lingua inglese.

Un invito a rifl ettere sulla nostra cosiddetta «civiltà»L’AUTORE DEL LIBRO, ROLANDO PIZZINI, È IMPEGNATO IN UN PROGETTO DI CONSERVAZIONE DELLA FORESTA AMAZZONICA

In occasione delle presentazio-ne del numero 196 di «Studi Emi-grazione« dal titolo «Le catastrofi del Fordismo in Migrazione», si è svolto a Roma, presso la sede del Cser (Centro Studo Emigrazione Roma), il convegno «L’amara favola delle migrazioni: Matt-mark, Marcinelle, Monongah». L’incontro è stato aperto dal direttore del Cser, René Manenti che ha ricordato come le tragedie dell’emigrazione purtroppo non sono solo del passato: «ancora oggi - ha affermato - nel Medi-terraneo e in altre parti del mondo tanti migranti perdono la vita».

Michele Colucci del Cnr di Napoli ha evidenziato come una delle novità di questo numero della rivista «Studi Emigrazione» vada individuata nella capacità degli autori di affrontare le cata-strofi simbolo dell’emigrazione italiana con uno sguardo globale e di lungo periodo che permette di inquadrare le cause di questi drammatici episodi, lo svolgi-mento e soprattutto le conseguen-ze umane e sociali delle tragedie.

«Dal lavoro - ha aggiunto Co-lucci - emerge inoltre come que-ste storie abbiano in comune, non soltanto la morte di tanti migranti, ma anche una precisa collocazio-

ne in campo industriale, ovvero il tema delle risorse e dell’energia e le condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori impegnati in questo settore».

Sandro Cattacin dell’Università di Ginevra ha invece sottolineato come le catastrofi prese in consi-derazione da questo numero di «Studi Emigrazione» vadano a colpire specifi ci gruppi di persone povere e svantaggiate che devono confrontarsi con chi detiene il potere economico e industriale. Drammi del lavoro che, a causa delle migrazioni, assumono di-

mensione sovrannazionale poiché colpiscono operai e minatori di varie nazionalità. Per Cattacin nel periodo «Fordista» entra in gioco anche un altro fattore che acco-muna le tragedie di Mattmark, Marcinelle e Monongah e cioè la sfi da dell’uomo che cerca di controllare la natura attraverso la tecnologia, con rischi sempre più calcolati, ma anche con crescenti responsabilità.

Cattacin si è poi soffermato sull’analisi storica del «For-dismo» evidenziando come in questo periodo, caratterizzato da un appiattimento della società sul concetto di tecnocrazia e dalla «dittatura della conoscenza», cresca il fabbisogno di modesta manodopera per la costruzione e la produzione energetica, con il conseguente aumento delle migrazioni.

Dal canto suo Matteo Sanfi lip-po, dell’Università della Tuscia, ha posto in evidenza le profonde differenze del mondo del lavoro americano ed europeo in cui ebbero luogo le tragedie di Matt-mark, Marcinelle e Monongah. Dopo aver ricordato i tentativi falliti dei singoli stati di origine dei minatori deceduti nelle cata-strofi di ottenere risarcimenti per

le vittime, ha sottolineato come «queste tragedie siano legate alla sfi da degli esseri umani alla na-tura, ma anche alla necessità del profi tto che ha superato i limiti della sicurezza».

Ha infi ne preso la parola Toni Ricciardi, dell’Università di Gi-nevra, che ha segnalato come, no-nostante la tragedia di Mattmark rappresenti la più grande catastro-fe della storia dell’industrializ-zazione elvetica, questa dramma del lavoro sia stata praticamente dimenticato, al contrario di Mar-cinelle che oggi nell’immaginario collettivo rappresenta un simbolo dell’emigrazione collettivo.

“Mattmark – ha spiegato Ric-ciardi – è una ferita ancora aperta in cui il lutto non è stato maturato, ma allo stesso tempo questa tra-gedia rappresenta un modello di cambiamento per la sicurezza sul lavoro e le politiche migratorie e un caso unico per quanto riguarda i rimborsi per le famiglie delle vittime che saranno i più alti delle storia dell’emigrazione italiana. E questo grazie al fatto che gli ope-rai erano assicurati e alla catena di solidarietà che venne messa in moto per la raccolta fondi in fa-vore delle famiglie delle vittime”.

(G. M. - Inform)

Le cause e le conseguenze umane e socialidi Mattmark, Monongah, Marcinelle, Dawson

IL NUMERO 196 DI «STUDI EMIGRAZIONE» DEL CSER SI OCCUPA DELLE CATASTROFI DEL FORDISMO IN MIGRAZIONE

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323/4 - 2015

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CALENDARIO19 aprile

C.T. La Louviere (BE): pranzo sociale

C.T. Ticino (CH): festa della primavera

25-26 aprileC.T. Londra (GB): Visita del Coro Azzuro di Pieve di Bono

25-29 aprileC.T. Presidente Getulio (BR): viaggio in Trentino per firma

del Patto d’amicizia con il Comune di Levico Terme

1maggioC.T. Liegi (BE): passeggiata annuale

10 maggioC.T. Basilea (CH): pranzo 50° anniversario di fondazione

con la presentazione delle Dolomiti a cura del gruppo giovani e volontari di Trento

13 maggioC.T. Denver – Colorado (USA): riunione mensile

17 maggioC.T. Londra (GB):Visita guidata alle “Inns of Court”

di Londra

C.T. San Francisco (USA): crociera nella Baia di San Francisco in occasione del 35° anniversario

18-24 maggioC.T. Bento Gonçalves (BR):presentazione delle attività del circolo durante la settimana della cultura e arte italiana

30-31 maggioAnniversario della scomparsa di Rino Zandonai,

Gianbattista Lenzi e Luigi Zortea

30 maggioC.T. Liegi (BE): pomeriggio in famiglia

10 giugnoC.T. Denver – Colorado (USA): riunione mensile

12-20 giugnoC.T. La Louviere (BE): viaggio alla scoperta del Trentino

28 giugnoC.T. Denver – Colorado (USA): polenta picnic annuale

6 - 12 luglioA Trento Seminario formativo per i coordinatori

dei Circoli trentini nel mondo

10-12 luglioA Levico, Festa Provinciale dell’Emigrazione

19 luglioC.T. Londra (GB): processione italiana - St. Peters Church

2 marzoC.T. Florianopolis (BR): inizio corso d’Italiano

5 marzoC.T. Florianopolis (BR): riunione di direttivo

6 marzoC.T. Charleroi (BE): giornata della donna

7 marzoC.T. Presidente Getulio (BR): «2a noite italo – trentina»

in commemorazione del 140° anniversario dell’immigrazione italiana in Brasile

C.T. Denver – Colorado (USA): torneo annuale di bocce

C.T. Toronto (CA): cenna di Castelfondo

8 marzoC.T. Charleroi (BE): giornata della gioventù

Ad Ascurra 1° riunione dell’anno del Gruppo Giovani Trentini Brasiliani (SC e PR)

C.T. Buenos Aires (AR): pranzo in occasione della Festa della Donna

C.T. Villa Regina (AR): giornata di lavoro per la preparazione della passata di pomodoro per le attività del circolo

11 marzoC.T. Denver– Colorado (USA): incontro mensile

14 marzoC.T. Liegi (BE): cena sociale

20 marzoC.T. Seattle (USA): 5° anniversario di fondazione

22 marzoC.T. Charleroi (BE): pranzo della primavera trentina

C.T. Londra (GB): Santa Messa e pranzo AGM

C.T. Brescia (IT): Pasqua Trentina

27 marzoC.T. Jaragua do Sul (IT): cena tipica

28 marzoC.T. Rosario (AR): assemblea generale

17-20 aprileC.T. Londra (GB): gita in Olanda

18 aprileAssemblea elettiva soci/Bilancio consuntivo dell’Associazione

Trentini nel Mondo presso l’Aula Magna del Seminario Maggiore di Trento

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