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Wikileaks: un complotto contro Berlusconi, o un bivio per l’Italia? Chi c’è dietro al fondatore di Wikileaks, Julien Assange? E’ veramente mosso dal principio della trasparenza o è uno dei tanti strumenti a disposizione di burattinai occulti? ... a pagina 5 Sì, il punto di partenza di un’avventura entusiasmante e con un obiettivo ben preciso, quello di dar voce ad un’informazione alternativa e giovanile, fuori dagli schemi e dentro la libertà di poter esprimere un pensiero. Non a caso abbiamo scelto il Natale per dar luce al nostro giornale poiché crediamo molto nella nostra idea d’informazione e così come la nascita di Gesù rappresenta lo spartiacque tra il vecchio e il nuovo testamento della fede cristiana, allo stesso modo, nel nostro piccolo, tentiamo di segnare uno spartiacque tra il vecchio, nonché statico, sistema di informazione e un modo innovativo di comunicare con i lettori. Dov’è la novità, vi chiederete. Semplice, sta nelle righe degli articoli perché i giornalisti sono liberi da ogni vincolo e da ogni censura, l’informazione vive di spazi e di pensieri liberi e questo è l’unica regola che deve essere rispettata da chi collabora con la nostra testata. Abbiamo scelto il nome “Il Punto” perché proprio il punto rappresenta un insieme di cose: un inizio, una fine, un momento fisso, un’istantanea, un’esclamazione e una riflessione. Ma la nostra grande missione sarà anche quella di creare un’interazione continua tra la versione cartacea e il web, che troverete all’indirizzo www.ilpuntomagazine.it I temi delle rubriche spaziano dall’ambiente all’economia, passando per cultura e società, al fine di coinvolgere lettori di ogni fascia di età. Sia sul cartaceo che sull’online abbiamo un focus dedicato a Napoli dove proveremo a dare luce al periodo buio che questa città sta vivendo, alle sue tante contraddizioni e anche alle realtà dalle quali ripartire. Il gruppo di giornalisti e collaboratori che prenderanno parte a quest’avventura nel mondo dell’informazione è composta in gran parte da giovani del settore, a partire dal nostro direttore responsabile Alessandro Ingegno il quale ha saputo dare, immediatamente, quello slancio e quella forza creando una redazione di persone dal profilo professionale ineccepibile e lavorando con grande determinazione alla struttura di quello che sarà lo snodo, ulteriore, della nostra idea innovativa di giornalismo. Il magazine quindicinale sarà supportato dal nostro giornale online dove troverete un connubio tra il quotidiano e l’approfondimento tematico. Sul sito potrete scoprire gran parte dei contenuti del nostro magazine, integrati da video e fotogallery. Ma ci sarà anche sguardo dedicato alla movida partenopea, un’interessante cura di temi quali l’ambiente, il diritto, lo sport oltre a contributi e riflessioni inviatici dall’estero, con tanti articoli in esclusiva. Giunti alla fine di questa panoramica di quello che sarà il nostro webmagazine ed il nostro giornale sento di poter dire, insieme al mio coeditore, Emiliano Saltelli, ed insieme al direttore responsabile e alla redazione tutta, che non pretendiamo di avere la verità in tasca, ma vogliamo solo ragionare con voi, liberamente. Auguri di buon Natale e felice Anno nuovo. Luciano Iannone. Nei giorni in cui il ddl Gelmini si avvia a concludere il suo iter alla Camera Silvio Berlusconi ha superato il giorno del giudizio. Il Premier è uscito indenne dall’esame delle Camere riuscendo ad ottenere una buona fiducia quasi scontata al Senato, e una maggioranza risicata – di soli tre voti – alla Camera... a pagina 3 Anno I - N° 0 - Dicembre 2010 Iscrizione testata giornalistica “Il Punto Magazine” Autorizzaione n°52 - Del 16/06/2010 ITALIA MONDO FLASH Rifiuti, l’eterna emergenza senza soluzione Quando sembrava arrivare finalmente una tregua, scatta l’ennesimo intoppo. Lo sciopero dei lavoratori dell’ex Enerambiente rappresenta l’ennesimo atto di una farsa chiamata emergenza rifiuti....pagina 15 Stop dal 1 gennaio 2011 ai sacchetti di plastica il cui consumo in Europa ha toccato i 100 miliardi di unita’. ... a pagina 11 Mario Monicelli, maestro della commedia all’italiana. Stimato dalla critica, da subito adorato dal suo pubblico, ... a pagina 7 Ripresa economica deludente, debito pubblico tra tutti i paesi europei secondo solo alla Grecia, evasione fiscale più alta del continente., ... a pagina 10 Gli azzurri battono la Steaua di Bucarest 1-0 e volano al prossimo turno. ... a pagina 21 PROBLEMI CON EQUITALIA ? Trova la soluzione sfogliando queste pagine !!!

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Wikileaks: un complotto contro Berlusconi, o un bivio per l’Italia?

Chi c’è dietro al fondatore di Wikileaks, Julien Assange? E’ veramente mosso dal principio della trasparenza o è uno dei tanti strumenti a disposizione di burattinai occulti? ... a pagina 5

Sì, il punto di partenza di un’avventura entusiasmante e con un obiettivo ben preciso, quello di dar voce ad un’informazione alternativa e giovanile, fuori dagli schemi e dentro la libertà di poter esprimere un pensiero. Non a caso abbiamo scelto il Natale per dar luce al nostro giornale poiché crediamo molto nella nostra idea d’informazione e così come la nascita di Gesù rappresenta lo spartiacque tra il vecchio e il nuovo testamento della fede cristiana, allo stesso modo, nel nostro piccolo, tentiamo di segnare uno spartiacque tra il vecchio, nonché statico, sistema di informazione e un modo innovativo di comunicare con i lettori. Dov’è la novità, vi chiederete. Semplice, sta nelle righe degli articoli perché i giornalisti sono liberi da ogni vincolo e da ogni censura, l’informazione vive di spazi e di pensieri liberi e questo è l’unica regola che deve essere rispettata da chi collabora con la nostra testata. Abbiamo scelto il nome “Il Punto” perché proprio il punto rappresenta un insieme di cose: un inizio, una fine, un momento fisso, un’istantanea, un’esclamazione e una riflessione. Ma la nostra grande missione sarà anche quella di creare un’interazione continua tra la versione cartacea e il web, che troverete all’indirizzo www.ilpuntomagazine.itI temi delle rubriche spaziano dall’ambiente all’economia, passando per cultura e società, al fine di coinvolgere lettori di ogni fascia di età. Sia sul cartaceo che sull’online abbiamo un focus dedicato a Napoli dove proveremo a dare luce al periodo buio che questa città sta vivendo, alle sue tante contraddizioni e anche alle realtà dalle quali ripartire. Il gruppo di giornalisti e collaboratori che prenderanno parte a quest’avventura nel mondo dell’informazione è composta in gran parte da giovani del settore, a partire dal nostro direttore responsabile Alessandro Ingegno il quale ha saputo dare, immediatamente, quello slancio e quella forza creando una redazione di persone dal profilo professionale ineccepibile e lavorando con grande determinazione alla struttura di quello che sarà lo snodo, ulteriore, della nostra idea innovativa di giornalismo.Il magazine quindicinale sarà supportato dal nostro giornale online dove troverete un connubio tra il quotidiano e l’approfondimento tematico. Sul sito potrete scoprire gran parte dei contenuti del nostro magazine, integrati da video e fotogallery. Ma ci sarà anche sguardo dedicato alla movida partenopea, un’interessante cura di temi quali l’ambiente, il diritto, lo sport oltre a contributi e riflessioni inviatici dall’estero, con tanti articoli in esclusiva. Giunti alla fine di questa panoramica di quello che sarà il nostro webmagazine ed il nostro giornale sento di poter dire, insieme al mio coeditore, Emiliano Saltelli, ed insieme al direttore responsabile e alla redazione tutta, che non pretendiamo di avere la verità in tasca, ma vogliamo solo ragionare con voi, liberamente.Auguri di buon Natale e felice Anno nuovo.Luciano Iannone.

Nei giorni in cui il ddl Gelmini si avvia a concludere il suo iter alla Camera

Silvio Berlusconi ha superato il giorno del giudizio. Il Premier è uscito indenne dall’esame delle Camere riuscendo ad ottenere una buona fiducia quasi scontata al Senato, e una maggioranza risicata – di soli tre voti – alla Camera... a pagina 3

Anno I - N° 0 - Dicembre 2010Iscrizione testata giornalistica “Il Punto Magazine” Autorizzaione n°52 - Del 16/06/2010

ITALIA MONDO

FLA

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Rifiuti, l’eterna emergenza senza soluzioneQuando sembrava arrivare finalmente una tregua, scatta l’ennesimo intoppo.

Lo sciopero dei lavoratori dell’ex Enerambiente rappresenta l’ennesimo atto di una farsa chiamata emergenza rifiuti....pagina 15

Stop dal 1 gennaio 2011 ai sacchetti di plastica il cui consumo in Europa ha toccato i 100 miliardi di unita’. ... a pagina 11

Mario Monicelli, maestro della commedia all’italiana. Stimato dalla critica, da subito adorato dal suo pubblico, ... a pagina 7

Ripresa economica deludente, debito pubblico tra tutti i paesi europei secondo solo alla Grecia, evasione fiscale più alta del continente., ... a pagina 10

Gli azzurri battono la Steaua di Bucarest 1-0 e volano al prossimo turno. ... a pagina 21

PROBLEMI CON EQUITALIA ? Trova la soluzione sfogliando queste pagine !!!

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Costruzioni GeneraliC .GE. s.r.l.

Articolo pag

- Il successo del leader non coincide col successo dell’italia 4

- Wikileaks: un complotto contro Berlusconi, o un bivio per l’Italia?

5

- Mario Monicelli per sempre 7

- Una nube nera sui giovani, presagio di un futuro incerto 8

- L’Italia nello stagno 10

- Buste di plastica: Italia maglia nera d’Europa. Divieto dal 2011

11

- Napoli, elezioni comunali: la poltrona che nessuono vuole 14

- Rifiuti, l’eterna emergenza senza soluzione 15

- L’asessore Raffa presenta a Maastricht le eccellenze Partenopee

16

- Vignette 18

- La Serie A tra il ritorno del Milan, le sorprese Lazio e Napoli ed il ritardo dell’Inter

20

- Bravo Napoli continua così 20

- Il sogno Partenopeo del Napoli 21

- IV prova del campionato invernale del Golfo di Napoli 21

- Vacanze rovinate: come difentersi 22

- Creamy Jewelry 23

In questo numeroa pagina 5 a pagina 7

a pagina 14 a pagina 21

direttore

coeditori

impaginazione e progetto grafico

stampa

Alessandro Ingegno

Emiliano Saltelli

Luciano Iannone

grafic processing s.r.l.

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di Alessandro Ingegno

Silvio Berlusconi ha superato il giorno del giudizio. Il Premier è uscito indenne dall’esame delle Camere riuscendo ad ottenere una buona fiducia quasi scontata al Senato, e una maggioranza risicata – di soli tre voti – alla Camera, ramo dove la pattuglia finiana che aveva abbandonato la maggioranza era più consistente. Berlusconi ha così riconfermato la sua leadership, cosa alla quale tiene di più, a conferma delle sette vite del Cavaliere il quale ci ha ormai abituato a innumerevoli rinascite nonostante da più parti lo si dia per politicamente defunto. Ma siamo sicuri che Berlusconi ne sia uscito realmente vincitore da questo voto di fiducia? Un vantaggio sulle opposizioni di soli tre voti, opposizioni che oltretutto dopo la fuga all’ultimo minuto degli incerti o dei venduti – a seconda dei punti di vista – si sono adesso ricompattate, soprattutto dopo la creazione del Terzo Polo che riunisce Fli-Udc,Mpa,Api e Libdem, non è un margine di vantaggio affidabile tale da garantire al governo quel decisionismo di cui necessita l’Italia in questi tempi di crisi. Infatti Berlusconi è alla disperata ricerca di quei voti che gli diano un margine più affidabile di manovra in Parlamento. Il Paese adesso ha bisogno di stabilità e di riforme, quelle promesse si dai tempi della famosa “discesa in campo”, dall’Olimpo degli imprenditori, di Berlusconi, oltre che e di politiche che mettano al sicuro la coesione sociale e il lavoro, minacciati in questi mesi dalla fine della cassa integrazione di alcune aziende, dalla speculazione e dalla debolezza dell’Euro. Per non parlare poi della riforma della giustizia, della lotta all’evasione fiscale e soprattutto della riduzione del debito pubblico (con investimenti mirati al fine di garantire una crescita che al momento è pari a zero). Tutti settori in cui l’Italia attualmente è la maglia nera d’Europa, o al massimo maglia grigia. Senza dimenticare poi le varie crisi che esplodono ciclicamente come quella dei rifiuti a Napoli o le crisi aziendali sparse come mine su tutto il territorio italiano. Berlusconi restando al potere pagherà, nel

breve termine, la difficoltà nel governare e l’incapacità di decidere ed attuare politiche adeguate per far fronte a tutti questi problemi. A conferma di questi sospetti anche numerosi ed autorevoli giornali stranieri – New York Times, Economist e Financial Times – il giorno dopo il voto favorevole al governo Berlusconi, erano tutti concordi sul fatto che, nonostante la fiducia, Berlusconi avesse in realtà ottenuto una “sconfitta personale”, dipingendolo come “un uomo aggrappato al potere con le unghie”. Come scriveva non più tardi di una settimana fa Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera

– giornale storicamente moderato nei giudizi politici –, “la grande promessa/scommessa berlusconiana è fallita. Berlusconi può durare tutto il tempo che si vuole, anche fino alla fine della legislatura, ma è impossibile non prendere atto che delle grandi novità che la sua discesa in campo sembrò annunciare quindici anni fa, oggi non rimane pressoché nulla”. Non proprio nulla, rimane un’Italia in macerie, da ricostruire. Magari a partire proprio da quelle centinaia di migliaia di giovani che in queste settimane stanno lottando per il proprio futuro.

Il Punto Italia

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di Alessandro Ingegno

Chi c’è dietro al fondatore di Wikileaks, Julien Assange? E’ veramente mosso dal principio della trasparenza o è uno dei tanti strumenti a disposizione di burattinai occulti? Non c’è dubbio che il potere nelle mani di quest’uomo sia enorme vista la spasmodica attesa globale, per non dire ansia, che nei giorni scorsi ha accompagnato la pubblicazione dei dispacci riservati ottenuti da gole profonde. Proprio da questa sovraesposizione mediatica dal target globale nascono alcuni dubbi sui reali fini dell’operazione, e alcune personali riflessioni di fantapolitica.Osservando, sia in chiave internazionale che in chiave italiana, la pubblicazione di questi documenti la strategia ha diverse letture. Una personale interpretazione mi spinge a vedere in queste rivelazioni, da un lato, delle indicazioni in vista di un posizionamento – o riposizionamento – di due blocchi contrapposti. Dall’altro un avvertimento ad alcuni paesi. Ma andiamo con ordine.Diamo per scontato che a manovrare Assange e i documenti in suo possesso sia l’America (difficile che sia direttamente l’amministrazione Obama, più probabile che questo lavoro sporco sia orchestrato da qualche nemico – o tale – dei democratici, desideroso di mettere in difficoltà il lavoro diplomatico

del presidente americano fornendo indiscrezioni imbarazzanti). E consideriamo il mondo diviso in due blocchi contrapposti, come in una sorta di scacchiere: il primo blocco israelo-statunitense, il secondo russo-cinese, con l’Europa in mezzo. Ed in mezzo anche alcuni stati che, a causa di decisioni di politica estera contraddittorie, hanno posizioni ambigue e fungono da ago della bilancia. Tra questi la Turchia e l’Italia. Tornando al blocco statunitense gli Stati Uniti sapevano con largo anticipo il contenuto dei file in possesso di Wikileaks, e hanno potuto dettare i tempi della pubblicazione di alcune dichiarazioni in anteprima, attraverso alcuni giornali come il New York Times: “America sotto choc per l’elezione di Ratzinger”; indiscrezioni sul premier turco Erdogan definito dai diplomatici Usa “una persona che odia Israele”, e contro il quale – puntualmente – viene annunciata la presenza di “documenti che testimonierebbero la presenza di conti intestati a lui in Svizzera”; la denuncia di Israele che parla di ”eccessiva morbidezza di alcuni istituti bancari italiani nell’applicazione di sanzioni finanziarie all’Iran”.Anche Berlusconi e Frattini avevano avuto delle anticipazioni. Non a caso qualche ora prima della pubblicazione si sono affrettati ad annunciare l’esistenza di “un piano contro l’Italia. Una

strategia per danneggiare la nostra immagine sul piano internazionale”.Ed in effetti i documenti pubblicati da Wikileaks parlano chiaramente di Stati Uniti preoccupati dalle posizioni di Silvio Berlusconi, e quindi del nostro Paese, durante la guerra tra Georgia e Russia del 2008 e dagli accordi tra Eni e Gazprom, agevolati dal forte asse Berlusconi-Putin, sul gasdotto South Stream. Ma anche di limitazione della

libertà di internet a tutto vantaggio dei tradizionali media italiani su cui si basa il potere delle elites, ovvero le tv, che potrebbe rappresentare un esempio per regimi come quello cinese.Queste esternazioni rese pubbliche da Wikileaks non sembrano quindi casuali e la diffusione di queste voci potrebbe essere letta come una volontà, da parte degli Stati Uniti di mettere l’Italia di fronte ad un bivio, sotto

i riflettori globali forniti da Wikileaks: o con noi, o contro di noi. O nella nostra sfera – mantenendo lo status quo raggiunto dal dopoguerra ad oggi –, o nella sfera russa.Tutto ciò, forse casualmente, avviene in contemporanea con massicce proteste di piazza che, utilizzando come pretesto la riforma universitaria, puntano alla caduta del governo italiano. Proteste che ricordano da vicino lo stile delle rivoluzioni colorate dei paesi dell’est Europa, dove i regimi filo-russi sono stati rovesciati da rivolte di piazza. In tutto questo l’informazione italiana – quella non filo-berlusconiana – proprio nelle ultime settimane ha incrementato le critiche alle politiche del governo prendendo di mira i punti deboli del presidente del Consiglio: il miracolo fallito dei rifiuti, i legami con la mafia di uomini molto vicini a lui, la vita sregolata del Premier. Ma senza un netto voltafaccia dell’opinione pubblica al Premier – ancora fortemente influenzata dall’intatto potere mediatico di Berlusconi – l’ultima risorsa è rappresentata dai finiani, che hanno però perso la sfida della fiducia del 14 dicembre, dal terzo polo e dalle opposizioni. Il destino politico dell’Italia, dal dopoguerra ad oggi, è sempre stato fortemente influenzato dalla politica estera ora sembra giunto ad un bivio, ma non è chiaro se a scegliere sarà l’immobile politica, o i mercati e la speculazione finanziaria.

Il Punto Mondo

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Mario Monicelli, maestro della commedia all’italiana. Stimato dalla

critica, da subito adorato dal suo pubblico, non ha mai accettato

il compromesso tra il suo cinema e le necessità del botteghino.

Ha dato vita nella sua lunga e fruttuosa carriera ad una sfilza

indimenticabile di personaggi, ha “dipinto” con ironia ma, al tempo

stesso con amarezza l’Italia e la sua proverbiale arte di arrangiarsi.

Mario nasce a Viareggio il 15 maggio 1915, figlio del giornalista e

drammaturgo Tomaso Monicelli. All’inizio degli anni Trenta studia a Milano

e intanto collabora con la rivista ‘Camminare...’, dove scrive di cinema. Dopo

le scuole superiori si iscrive alla facoltà di Storia e Filosofia dell’università

di Pisa. Nel 1935 partecipa per la prima volta alla Mostra del Cinema di

Venezia con “I ragazzi della Via Paal”, che nella sezione “passo ridotto” ,

vince il primo premio. E’ l’occasione di lavorare in un vero film. Insieme a

Steno nel 1949 sceneggia e dirige “ Totò cerca casa”, secondo incasso della

stagione italiana di quell’anno. Seguono: “E’ arrivato il cavaliere” (1950),

“Vita da cani” dello stesso anno, “Totò e i re di Roma” (1951) in cui recita

Alberto Sordi, è grazie a questo film che tra Sordi e Monicelli nasce un

rapporto di grande collaborazione. Dopo “Padri e figli”, con il quale vince

il primo Orso d’argento al Festival di Berlino del 1957, Monicelli realizza

“I soliti ignoti” (1958), Nastro d’argento per la miglior sceneggiatura, che

inaugura il filone più elegante della commedia all’italiana. Nel 1959 dirige

“La grande guerra”, interpretato da Alberto Sordi e Vittorio Gasmann,

vincitore del Leone d’oro al Festival del cinema di Venezia e nominato

all’Oscar quale migliore pellicola straniera. Negli anni successivi Monicelli

lavora ad una lunga serie di pellicole che sono note a tutti: “L’Armata

Brancaleone” (1966) e la successiva “Brancaleone alle crociate” (1970),

ambientate in un Medioevo grottesco e di pura invenzione, con lo stesso

gruppo di perdenti a fare da protagonisti. Indimenticabili anche le vicende

del conte Mascetti e dei suoi compagni, protagonisti di “Amici miei” (1975)

e “Amici miei - Atto II“(1982), racconto della vita considerata come un

gioco continuo e del gioco come massima espressione dell’intelligenza e

della vitalità. E ancora successi e tantissimi premi per Monicelli grazie a

titoli come “Caro Michele” (1976), Orso d’argento al Festival di Berlino,

“Un borghese piccolo piccolo “(1977), David di Donatello per la miglior

regia e Nastro d’argento per la sceneggiatura, “Il Marchese del Grillo”

(1981), Orso d’argento a Berlino e ancora un Nastro d’argento per la

miglior sceneggiatura di “Speriamo che sia femmina” (1985), David di

Donatello e due Nastri d’argento, “Il male oscuro” (1990), premiato con il

David di Donatello per la miglior regia, e “Cari fottutissimi amici” (1994),

menzione speciale al Festival di Berlino. Nella sua lunga carriera, coronata

nel 1991 con il Leone d’Oro, Monicelli è stato anche candidato per ben due

volte all’Oscar per la migliore sceneggiatura, nel 1965 con “I compagni

“(1963) e nel 1966 con “Casanova ‘70” (1965). A 92 anni ha affrontato

il caldo del deserto tunisino per girare “Le rose del deserto” (2006).

Forse negli ultimi tempi, la malattia, gli anni, la delusione per un periodo

che non amava e non condivideva, ne avevano fiaccato l’indomito spirito

ma l’acuta mente certo non accettava discorrere rassegnazione. In

una delle ultimissime interviste, rilasciata il 6 maggio 2010, Monicelli

afferma: “Qui non c’è governo non c’è niente , la verità è che gli italiani

non sono governati. Non c’è democrazia perché non c’è certo un governo

del popolo, c’è solo gente accampata lì a difendere i propri interessi...

tutto va allo sbando...nessuno si occupa dell’Italia...è una barca che

sta affondando sta andando alla deriva...ognuno si occupa di salvare

soltanto la propria pelle...non c’è democrazia senza rivoluzione”. La

sera del 29 novembre 2010, il “nostro” grande Mario non si è veramente

suicidato ma, prendendo spunto dalla famosissima canzone di Sordi

“ha mandato tutti a quel paese“, perché “solo gli stronzi muoiono”.

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di Massimo D’Agostino

A Roma martedì 14 dicembre fa freddo. Molto freddo. Alle 8 di mattina non c’è una sola nuvola in cielo eppure il sole non scalda nemmeno un po’. C’è uno strano clima e non mi riferisco al meteo. C’è un’aria tesa, di attesa, di chi spera in un cambiamento e di chi teme non accada nulla.Nelle aule del Parlamento italiano c’è già una notevole attività. Colloqui, trattative, discussioni, promesse e bugie si rincorrono tra i corridoi e le stanze di Camera e Senato. Ma non è questa la storia che voglio raccontarvi.I protagonisti della mia storia sono altri, ben lontani da quei personaggi che si affannano in quelle stanze, eticamente ancor più che fisicamente. I miei personaggi hanno meno di 30 anni, i miei personaggi sono studenti. Sono precari. Sono giovani.Quella mattina si sono svegliati presto, affrontando senza alcun timore il clima. Sia quello meteorologico che quello ancora più rigido di cui accennavo. Non si sono svegliati presto per andare a scuola o all’università. Lo hanno fatto per lo stesso motivo per il quale si erano alzati due mesi prima e per il quale hanno continuato sino a quel momento: protestare contro la riforma Gelmini. Manifestare il proprio dissenso, in modo pacifico, ma deciso. Risoluto.Quella delle proteste degli studenti, in Italia, è ormai una consuetudine che proprio in quanto tale si è svuotata, con il tempo, di una parte della sua credibilità e del suo valore. In molti pensano che il

reale obiettivo degli studenti sia quello di “allungare” le festività natalizie, altrimenti come ci si spiega che ogni anno, che per ogni riforma, qualsiasi sia il governo a introdurla, gli studenti occupino le scuole e le università, protestino in strada e quant’altro?La realtà è un’altra, forse talmente semplice da non venir presa nemmeno in considerazione; la realtà è che ogni riforma non fa che essere peggiore di quella precedente.I motivi della protesta infatti vanno ben oltre i contenuti della riforma Gelmini. Il problema è che anno dopo anno gli studenti si trovano ad affrontare un disagio profondo e generalizzato per un sistema

che appare in continuo degrado, da molto tempo.Dalla fine degli anni 90, con la riforma Berlinguer partorita da un governo di centrosinistra, la scuola e l’università sono state sottoposte a un processo di mutamento, continuo quanto poco coerente e razionale. Gli ultimi dati Demos-Coop, infatti, ci raccontano di un campione del 70% degli intervistati che considera peggiorate le condizioni di scuola e università negli ultimi 10 anni.La riforma Gelmini, quindi, non ha fatto altro che fungere da detonatore di un risentimento che covava da tempo, di un disagio e una frustrazione figli di una consapevolezza inaccettabile per un giovane, per un ragazzo. La consapevolezza che il futuro stia diventando una minaccia, mentre dovrebbe essere una promessa. E di fronte a una minaccia si reagisce con rabbia, con risentimento: come diceva Tyler Durden, protagonista del film Fight Club, “è solo dopo aver perso tutto che siamo liberi di fare qualunque cosa”.A Roma, martedì 14 dicembre, fa freddo. E’ passata solo qualche ora e la pacifica manifestazione contro la riforma Gelmini viene raggiunta dalla notizia della fiducia al Governo. In un attimo, il freddo dell’inverno svanisce. Gli animi si accendono, la violenza prende il sopravvento sulle buone intenzioni e la temperatura rigida cede il passo al caldo delle fiamme.Alle ore 15 il cielo della capitale non è più terso, c’è una grossa nube nera che si leva minacciosa da Piazza del Popolo. Il futuro si preannuncia tutt’altro che roseo.

POLITICA

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di Alessandro Ingegno

Ripresa economica deludente, debito pubblico tra tutti i paesi europei secondo solo alla Grecia, evasione fiscale più alta del continente. Partendo da questi tre recentissimi dati strettamente collegati tra loro non si può che essere pessimisti sul futuro economico della nostra cara Italia. Non si tratta di essere catastrofisti, ma di analizzare dei dati freddi sui quali non c’è molto da discutere, ma solo da rimboccarsi le maniche. Ma andiamo con ordine. Il 2010, vantato dal governo come l’anno della ripresa post-crisi – crisi inizialmente negata in ogni dove –, conferma invece le previsioni pessimistiche degli analisti: il Centro Studi di Confindustria è stato costretto a ritoccare al ribasso le stime per l’economia italiana, contenendo la crescita del PIL all’1% nel 2010 e prevedendo per il 2011 circa l’1,1%. L’1,3% sarà raggiunto solo nel 2012. Considerato che la Germania ha un Pil del 5% non c’è da stare molto allegri. Il numero degli occupati, inoltre, in Italia è diminuito a -540.000 unità dal primo trimestre 2008 al terzo trimestre 2010. A ottobre i disoccupati erano oltre 2 milioni (più del doppio che nel 2007). Passando al debito pubblico nei giorni scorsi Bankitalia ha segnalato il nuovo record del debito pubblico italiano, riferito al mese di ottobre. In particolare, segnala la Banca

d’Italia, il dato si è attestato a 1.867,398 miliardi di euro, contro i 1.844,817 miliardi di settembre e i 1.804,541 miliardi di un anno prima. L’aumento in termini assoluti alla fine di ottobre è stato pari a 22,6 miliardi rispetto al mese precedente. A fronte di questo incremento delle passività lorde

si è registrata però una crescita delle attività che il Tesoro detiene presso la Banca d’Italia (+14,5 miliardi, a 61,5). Un dato, spiegano i tecnici, che riflette una gestione finanziaria prudente a fronte delle perduranti tensioni sui mercati dei titoli di Stato. Il rapporto tra il debito pubblico e il Pil dell’Italia è tra i più alti d’Europa, secondo solo a quello della Grecia. Per rispettare i parametri di Maastricht, dovremo abbatterlo di oltre il 40 per cento. Sul debito pubblico pesa, indubbiamente, il terzo dato, probabilmente il più grave tra quelli finora snocciolati: gli italiani sono i più grandi evasori fiscali d’Europa. Secondo un’indagine di Krls Network of Business Ethics per conto di “Contribuenti.it”, l’evasione fiscale, nei primi 11 mesi del 2010 è in crescita del 10,1%, confermando l’Italia al primo posto in Europa per imponibile evaso (54,5%). Ciò si traduce in imposte sottratte all’erario, quindi alle casse pubbliche, di all’incirca 159 miliardi di euro l’anno. Unica, piccolissima, attenuante è il peso del fisco sugli italiani: l’Italia nel 2009 è passata dal quarto al terzo posto tra i paesi europei per pressione fiscale. Segue infatti la Danimarca e la Svezia, stati nei quali però l’alta pressione fiscale si riflette in maggiore qualità dei servizi e della macchina statale. Sulla base di questi indici, per il 2011, per dirla con Lorenzo de’ Medici, “chi vuol esser lieto sia, di doman non c’è certezza”.

ECONOMIA

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di Emiliano Saltelli

Stop dal 1 gennaio 2011 ai sacchetti di plastica il cui consumo in Europa ha toccato i 100 miliardi di unita’. Il bando degli shopper usa e getta farà risparmiare all’ambiente tonnellate di rifiuti anche nel nostro Paese dove, ogni anno, si consumano circa 24 mld di buste non biodegrabili. Ed a salutare con entusiasmo la messa al bando dei sacchetti di plastica è il Wwf che ritiene “estremamente positivo che finalmente non potranno più essere prodotti o messi in commercio gli ‘shopper’ non biodegradabili che soffocano l’Italia”. “Non c’è più ulteriore tempo da perdere” avvertono però gli ambientalisti. Ed il bilancio dei consumi italiani di sacchetti di plastica dà ragione agli allarmi del Wwf. Gli italiani, infatti, ne sono tra i più assidui utilizzatori, con un consumo annuo stimato in quasi 400 a testa ogni anno.L’Italia quindi si adegua: il sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia, in seguito ad una interpellanza inoltrata alla Camera da Giulia Cosenza (Fli), ha fatto sapere che dall’inizio del prossimo anno, sacchetti biodegradabili sostituiranno finalmente quelli tradizionali di plastica. Il comma 1130 della Finanziaria 2007 prevedeva il divieto di produrre e commercializzare sacchetti per la spesa realizzati con materiali non biodegradabili, già dal 1 gennaio 2010, ma la manovra non conteneva i decreti attuativi e la relativa messa al bando è slittata di un

anno. Adesso però, c’è anche la conferma ufficiale, almeno a parole : “Il ministero dell’Ambiente sta promuovendo una massiccia e capillare campagna di

informazione dell’opinione pubblica – ha fatto sapere il sottosegretario – per renderla edotta di questa importante novità normativa ottemperando così ai suoi compiti istituzionali”. Dopo aver appreso la tanto attesa ufficializzazione Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente, commenta così : “Una vittoria dell’ambientalismo e dei 100mila cittadini che in occasione delle giornate di Puliamo il Mondo hanno firmato la nostra petizione contro la proroga dello stop ai sacchetti non biodegradabili, che inquinano e consumano petrolio. Da tempo chiediamo di vietare a livello nazionale la loro produzione e distribuzione. E il provvedimento è di grande importanza anche per far progredire la raccolta differenziata dei rifiuti organici, per la quale la biodegradabilità dei sacchetti è indispensabile. Siamo certi - aggiunge Poggio - che il ministero dell’Ambiente stia lavorando per definire le norme transitorie per l’esaurimento delle scorte residue di sacchetti e ci mettiamo a sua disposizione per contribuire alla loro definizione”. Ma come sostituire gli shopper di plastica? Al posto dei sacchetti in plastica gli ambientalisti stanno gia’ immettendo sul mercato la ‘borsa milleusi’ il cui ricavato, sottolinea il Wwf, va a sostegno delle Oasi dell’associazione. “Ne sono stati venduti -afferma il Wwf- oltre 1 milione e 200 mila esemplari in solo anno”. Dallo scorso settembre, inoltre, e’ pronta una special edition della borsa milleusi realizzata con illustrazioni esclusive firmate da Fulco Pratesi, Fondatore italiano del Wwf.

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di Luca De Berardinis

Tanti nomi, poco entusiasmo. Fotografia dell’inverno politico partenopeo, che si prepara a dare l’addio al Sindaco Jervolino che lascia dopo otto anni una pesante eredità. Napoli è ultima nella classifica del Sole24ore per la qualità della vita. Segnale “inquietante”, l’ennesimo verrebbe da aggiungere, della direzione che sta prendendo la capitale del mezzogiorno d’Italia.E allora cosa dovrebbero fare i candidati alla poltrona di Palazzo San Giacomo? Come dovrebbero porsi rispetto alla disillusa popolazione partenopea? A questa domanda

troveremo forse risposta in campagna elettorale, per ora bisogna notare che dei tanti nomi che si “succedono” non sembra di scorgere un Bassolino dei tempi che furono.E a proposito dell’ex Sindaco ed ex Governatore: la sua ombra continua a “pesare” sul centro sinistra napoletano, di recente ha criticato le candidature alle primarie, non ci sono pretendenti “adatti”.Certo farsi bocciare da chi oggi si trova sotto processo per il disastro della gestione commissariale, potrebbe essere motivo di vanto, e forse per qualcuno è anche così, ma resta la sensazione che quella di Napoli sia una

partita che il Pd, e tutto il centro sinistra, sia già rassegnato a perdere.Mentre il centro destra rischia clamorosamente di perderle queste elezioni. Il motivo? La nota “litigiosità” all’interno del Pdl che ha fatto dichiarare al Ministro Carfagna che ormai dentro il partito di Cosentino, Caldoro e Cesaro è “guerra tra bande”.Dunque da un lato abbiamo i “fratelli coltelli” della sinistra partenopea, a partire dall’assessore Nicola Oddati, la cui candidatura sembra quasi uno “scudo” per proteggere la sua posizione nella gestione del Forum delle culture del 2013. Poi c’è Umberto Ranieri, coordinatore campano del Pd, Andrea Cozzolino, europarlamentare ed ex assessore alle attività produttive regionali, e da poco si è aggiunto anche Libero Mancuso, per Sinistra e Libertà, che, forte della “sponsorship” di Nichi Vendola, punta a emulare il vincitore delle primarie milanesi del centrosinistra Giuliano Pisapia.Dall’altra parte del “cortile politico” invece si fa rivedere Clemente Mastella, a volte ritornano si potrebbe titolare, che ha di fronte per il momento due avversari piuttosto “fiacchi”: Fulvio Martusciello e Marcello Taglialatela. Ma potrebbe ben presto vedersela con “un pezzo da 90”, ovvero la Ministra Mara Carfagna.E qui potrebbero esserci anche delle novità, poichè la bella Mara è in rotta con il suo partito, colpa dei vari Cosentino e soci, e potrebbe essere “attratta” da un terzo polo che non è solo quello che si sta formando in Parlamento in questi giorni, Futuro e Libertà con l’Udc e l’Api di Rutelli, ma potrebbe vedere la “discesa in campo” di Luca Cordero di Montezemolo.L’ex Presidente di Confindustria infatti, sta da tempo pensando di trasformare il suo “think thank” Italia Futura in un vero e proprio partito, e la sfida alla poltrona di Palazzo San Giacomo ha destato, per sua stessa ammissione, l’interesse del Presidente della Ferrari.Il capoluogo partenopeo potrebbe quindi diventare il “laboratorio” di nuove formazioni, e forse anche “forme”, politiche? Staremo a vedere, da qui a maggio la strada è ancora lunga.

NAPOLI - Politica

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di Giuseppe Manzo

Quando sembrava arrivare finalmente una tregua, scatta l’ennesimo intoppo. Lo sciopero dei lavoratori dell’ex Enerambiente rappresenta l’ennesimo atto di una farsa chiamata emergenza rifiuti. L’accordo con le altre regioni aveva dato speranza alla città per trovare respiro tra le tonnellate di spazzatura giacenti per le strade del centro e della periferia. Invece la crisi scoppiata dopo l’estate non trova ancora alcuna soluzione. Nonostante i proclami, caduti sistematicamente nel vuoto, da parte del premier Silvio Berlusconi Napoli affoga tra i sacchetti. Quello che emerge è anche lo scaricabarile tra gli Enti locali e tra questi e il governo nazionale sulle responsabilità di questa situazione. Il presidente della Giunta regionale Stefano Caldoro ha più volte ribadito che occorrono tre anni affinché il Piano rifiuti entri a regime. Secondo

il governatore il nodo cruciale è rappresentato dalla realizzazione e dalla messa in funzione degli inceneritori. Ma il primo cittadino Rosa Russo Iervolino non ha mancato di polemizzare con la scarsa collaborazione dello stesso Caldoro, del presidente della Provincia Luigi Cesaro e dei sindaci degli altri Comuni. Gli unici a collaborare nei fatti, sono stati, invece, i presidenti di altre regioni come la Puglia di Nichi Vendola, l’Emilia Romagna di Vasco Errani e il Lazio di Renata Polverini. Eppure questo provvedimento tampone non basta. Nella giornata di venerdì i Quartieri spagnoli, cuore del centro storico, erano ancora invasi di munnezza. «Per aprire la saracinesca - racconta un commerciante davanti al suo piccolo negozio di generi alimentari - ho dovuto spostare personalmente i sacchetti». I rifiuti non risparmiano neanche le cappelle votive, normalmente

considerate aree inviolabili tanto che qualcuno proprio negli ultimi tempi, per evitare disagi, ne ha allestita una davanti casa. Disagi anche per gli zampognari, che per tradizione in questi giorni attraversano i vicoli con le loro melodie natalizie, costretti a suonare tra i sacchetti di immondizia. In questo scenario continuano le mobilitazioni e le manifestazioni dei comitati antidiscarica. Dopo aver partecipato al corteo del 14 dicembre a Roma, nel giorno della fiducia al governo hanno invaso di nuovo le strade di Napoli lo scorso sabato. Sono stati due i cortei con i manifestanti che hanno sfilato da piazza del Gesù e

da piazza dei Martiri per congiungersi poi in piazza del Plebiscito. Ancora una volta migliaia di cittadini hanno proposto il loro piano rifiuti: la raccolta differenziata porta a porta per ridurre drasticamente il quantitativo dei rifiuti con la separazione dell’umido negli impianti di compostaggio e diventa concime; separazione da plastica, vetro, alluminio e carta con il riciclo delle materie prime che tornano a vivere; separazione da tutti i rifiuti indifferenziati con gli impianti di trattamento meccanico a freddo diventano materiali per l’edilizia. Dopo 15 anni, purtroppo, non è stata accolta nemmeno una di queste proposte.

NAPOLI - Cronaca

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di Caterina Zonno e Luca De Berardinis

Agli appassionati di inceneritori e discariche sembrerà un ossimoro, ma sono numerosi gli esempi virtuosi di impianti che utilizzano i rifiuti per ricavare energia. Uno di questi, per la produzione di energia pulita dall’utilizzo di rifiuti organici, viene dall’Emilia Romagna ed in particolare dall’azienda “Romagna Compost” del gruppo Hera di Cesena. Il sistema di trasformazione di rifiuti organici in energia si basa su di un procedimento chiamato “fermentazione a secco”, perchè avviene in assenza di ossigeno. Sono stati messi a punto degli impianti nei quali di ricrea un ambiente simile allo stomaco di un bovino nel quale, trascorso un periodo di tempo di circa 30 giorni a 37 °C, avviene la cosiddetta “digestione”, un processo dal quale si riesce a produrre energia sotto forma di gas-metano. Al termine della digestione il materiale è avviato ad una fase di compostaggio ed utilizzato come fertilizzante per agricoltura. I residui organici che si utilizzano nel processo possono provenire da scarti di aziende ortofrutticole o di attività zootecniche o dai cassonetti, attraverso la raccolta differenziata, utilizzando il rifiuto umido ed escludendo plastica, vetro, carta e metalli.L’energia che si ricava in un anno, circa 200 Gwh, va a coprire il 10% del fabbisogno dei consumi domestici degli abitanti di Cesena ed è utile per produrre una parte di fertilizzanti per uso agricolo biologico, risparmiando emissione di CO2 nell’atmosfera. Questo

procedimento esclude l’utilizzo di inceneritori che risulterebbero essere più inquinanti per l’ambiente. L’azienda di Cesena con questo progetto, durante l’ultima fiera di Ecomondo a Rimini, ha ottenuto il premio “sviluppo sostenibile 2010”.Un altro esempio che ci viene in mente, ed è anche quello di cui si discute di più in Italia, è stato “brevettato” dalla combattiva Carla Poli nel vicentino. Il “modello Vedelago” ha incominciato, infatti, a fare scuola e ormai sono tantissimi i Comuni nei quali si discute la possibilità di arrivare a quei risultati. Parliamo del 99% di differenziata, un ciclo dei rifiuti urbani quasi perfetto che fa si che

i materiali si possano riutilizzare attraverso due passaggi. Il primo “tradizionale” di recupero del vetro, delle plastiche, della carta e dell’alluminio. Fatto questo alla Vedelago, “trattano” su una seconda linea il residuo trasformandolo in “sabbia” che poi viene compattata e diventa materiale da costruzione.Quella della Poli è sicuramente la soluzione da preferire, però bisogna segnalare che c’è chi ha saputo sfruttare anche le discariche in maniera intelligente. Parliamo del Comune di Sogliano, nel Forlivese, che ha trasformato l’impianto in una risorsa per i suoi cittadini. Grazie alla produzione di biogas e dall’abbancamento dei rifiuti, si

ricavano ogni anno 11 milioni di euro che vengono “ridistribuiti” alla popolazione con servizi, navette per il trasporto gratis, contributi per l’accensione dei mutui e persino un contributo di disoccupazione “aggiuntivo” a quello elargito dallo Stato.Ma nel 2020 la discarica chiuderà, perchè satura, e la “festa” sarà finita per Sogliano. Mentre il modello “Vedelago” ha potenzialità enormi, anche sotto il profilo economico, oltre che ovviamente sotto quello ambientale: nessuna discarica è l’obiettivo a cui si dovrà puntare per salvare il “Belpaese”.

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18 La Storiella

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20 SPORT - Italia

di Diego Guadagno

Incassato l’addio di Mourinho, evento ormai scontato dopo il successo in finale di Champions a Madrid, all’Inter arriva Benitez che ha il gravoso compito di ripetere i successi e non far rimpiangere troppo il portoghese. Questo è solo l’inizio di una lunga serie di clamorosi ribaltoni nella serie A 2010/2011 che conosce un periodo di cambiamento abbastanza netto rispetto alle ultime stagioni. Dopo un avvio letargico, il calciomercato entra nel vivo e cominciano ad arrivare le notizie clamorose. L’Inter cede l’insofferente Balotelli al Manchester City, abbraccia Coutinho e poi resta a guardare gli altri fare compere, sia ben chiaro spese folli non ce ne sono, ma clamorosi colpi sicuramente si. Il Napoli se da un lato accoglie con sospetto l’arrivo dell’uruguaiano edinson Cavani, secondo alcuni l’ennesima seconda punta non in grado di realizzare molte reti, dall’altro vede partire quello che era divenuto l’idolo dello stadio il napoletano e tifoso del Napoli Fabio Quagliarella ceduto clamorosamente alla Juventus con una trattativa lampo. Con questo colpo si apre una sorta di stagione dei tradimenti che vede il ritorno di Ibrahimovic a Milano, questa volta però la sponda è quella rossonera. L’acquisto dello svedese rappresenta solo l’ultimo di una lunga serie di sgarbi tra cugini (Pirlo, Seedorf, Ronaldo, solo per citarne alcuni). L’acquisto dell’ex Barça viene accolto con clamore visto il fin lì totale immobilismo dei rossoneri che nel frattempo avevano preso solo Yepes a parametro zero ed il quasi sconosciuto Boateng, mah chissà chi è... Mercato finito? Neanche per scherzo, a Torino arriva un altro traditore Alberto Aquilani

reo secondo i tifosi giallorossi di aver lasciato la Roma e l’Italia per poi tornare dopo un anno per vestire la maglia dei rivali juventini. Restando nella capitale la Roma scommette su Adriano e prende Borriello, ormai scaricato e chiuso al Milan con l’arrivo in extremis di Robinho. Insomma di carne a cuocere ce n’è tanta, quest’anno la serie A promette spettacolo ed a giudicare dalla classifica alla 17a giornata che vede il Milan in testa, Napoli e Lazio con la rivoluzionata Juventus ad inseguire, e quelle che fino all’anno scorso si erano contese lo scudetto (Inter e Roma) costrette a rincorrere, non resta altro da fare che stropicciarsi gli occhi ed aspettare per sapere come andrà a finire di sicuro ci sarà da divertirsi.

Negli ultimi giorni a Napoli si respira un’aria nuova, un’aria di festa. Si, d’accordo, è quasi Natale, ma stavolta poco c’entra la sacra ricorrenza con questo fermento partenopeo. È la Napoli sportiva a fare festa e la Napoli dei tifosi a gongolare, e d’altronde come dargli torto, basta prendere la classifica e leggerla per stropicciarsi gli occhi. Si leggete bene è così, il Napoli è lassù in alto, come non succedeva ormai da tanti, troppi anni. È la cosa migliore che accade a questa città da un po’ di tempo a questa parte e viene da dire purtroppo. Il Napoli funziona e fa sognare, il presidente De Laurentiis nel tempo si è circondato di collaboratori preparati e con loro ha messo su una squadra che ora ci invidiano in molti. Sta diventando un modello questo Napoli, un modello di gestione tecnica, economica, si spende, ma quanto basta e chi non accetta il progetto vada altrove. E’ proprio la parola progetto che all’inizio ha fatto storcere il naso ai più , con il timore di dover attendere molti anni per poter ammirare una squadra in grado di competere ad alti livelli in Italia come in Europa, invece brucia le tappe questo Napoli, sembra non saper aspettare, amato e coccolato dalla sua tifoseria la squadra non si pone limiti, Bravo presidente! Non contenti

di essere protagonisti nella serie A i ragazzi hanno valicato i confini nazionali e si sono lanciati alla conquista dell’Europa, e dopo aver superato il primo turno di Europa League con il solito gol nei minuti di recupero, a febbraio se la vedranno con il Villareal di Giuseppe Rossi( più volte accostato al Napoli in passato) per i sedicesimi di finale della ex Coppa Uefa con la gara di andata che si disputerà al S. Paolo. Ora si aspetta con ansia che riapra il calciomercato per vedere quale altro colpo ha in serbo la società, il presidente ne ha promessi quattro da qui a giugno e Napoli sogna, fantastica, ipotizza. Nel frattempo uno è già ufficiale si tratta di Federico Fernandez altissimo difensore centrale argentino in forza all’ Estudiantes fresco vincitore del titolo nazionale. Il Napoli lo ha strappato alla concorrenza di molti club, arriverà a giugno per consentire al calciatore di disputare la prossima edizione della Coppa Libertadores, la Champions League sudamericana, della quale assieme al club argentino è campione in carica. Si è parlato di un altro difensore e di una punta i nomi sono tanti, ma questa società nel tempo ha imparato a stupirci, ma soprattutto a spiazzarci, quindi non ci resta che aspettare fiduciosi che gli eventi facciano il loro corso, e nel frattempo godiamoci questa squadra.

La serie A tra il ritorno del Milan, le sorprese Lazio e Napoli ed il ritardo dell’Inter

di Diego Guadagno

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21SPORT - Napoli

di Diego Guadagno

Gli azzurri battono la Steaua di Bucarest 1-0 e volano al prossimo turno.Che non sarebbe stato affatto facile lo si era intuito dalla campagna denigratoria di alcune testate giornalistiche straniere nei confronti del Napoli e di Napoli prima della gara, che le cose si fossero complicate ulteriormente lo si era appreso ieri quando trai 19 convocati di mister Mazzarri non figurava il pocho Lavezzi costretto ancora al riposo per il problema alla caviglia, ma gli azzurri ci hanno creduto fino alla fine gettando il cuore oltre l’ostacolo segnando il gol qualificazione con Cavani nel terzo minuto di recupero, dopo una gara intensa e spigolosa.Al calcio d’avvio il Napoli si presenta come ultimo baluardo in difesa del tricolore nella cosidetta “Europa di serie B” e con qualche novità in formazione come Yebda in luogo dello squalificato Gargano, Vitale a sinistra per consentire a Dossena di tirare un po’ il fiato e Zuniga al posto dell’infortunato Lavezzi. I padroni di casa partono bene e subito si rendono pericolosi: Vitale va in percussione sulla fascia e serve Hamsik il quale di prima libera Cavani con il Matador che però incredibilmente alza la mira e calcia sopra la traversa. Ad un inizio promettente fa seguito una fase centrale del primo tempo molto caotica con poco spettacolo ed una Steaua tutta rintanata a protezione del pareggio; i rumeni quando possono ripartono e mettono

paura, ma per fortuna il loro attaccante si addormenta sul più bello e la difesa recupera. La mancanza di Lavezzi si sente ancora di più quando il Napoli non trova sbocchi, ma soprattutto non riesce a cambiare passo. Al riposo si va con il punteggio inchiodato sullo 0-0.Nella ripresa il tempo sembra scorrere inesorabilmente e la palese tattica ostruzionista della Steaua non consente alla gara di prendere ritmo. In ogni caso il Napoli ci prova ed è ancora Cavani ad andare vicino alla rete dopo l’ennesimo assist di Hamsik, ma stavolta l’uruguaiano si allunga la sfera sul primo controllo ed il portiere ha il tempo di chiudergli lo specchio della porta. Frustalupi (in panchina

al posto di Mazzarri) cambia per non lasciare nulla di intentato, il pubblico incita e spinge il Napoli all’arrembaggio, ci prova Dumitru, ma nulla, e quando Cavani con un gran diagonale a portiere battuto timbra il palo sembra proprio che non ci sia nulla da fare. L’ultimo ad arrendersi è Hamsik: siamo ben oltre il novantesimo quando lo slovacco guadagna un corner ed invita tutti i compagni a salire, cross teso e forte sul primo palo, irrompe Cavani che tocca quanto basta per mettere la sfera alle spalle del portiere e mandare in estasi il S. Paolo. Nel finale gli animi si accendono e ne fa le spese Cannavaro che viene espulso, ma non c’è tempo per polemizzare c’è tempo solo per far festa.

IV prova del campionato invernale del golfo di Napoli

Si è tenuta oggi la quarta prova del campionato invernale di vela del golfo di Napoli, organizzata dal Circolo nautico. I partecipanti si sono dati il consueto appuntamento domenicale per un’avvincente giornata di vela d’altura.La regata è partita alle ore 11. Ben 48 imbarcazioni si sono date battaglia nel campo di regata posizionato male dal comitato di regata che non ha voluto attendere l’ingresso del vento di libeccio previsto ma ha dato la partenza dopo circa un’ora di attesa con vento debole di grecale. circa nelle acque antistanti capo Posillipo, su un percorso su boe: due boline - due poppe, con una leggere brezza di levante che ha consentito il regolare svolgimento del primo lato di bolina. All’inizio del lato di poppa un rocambolesco salto di venti di libeccio ha capovolto le posizioni che si erano andate delineando durante la parte iniziale della prova.Questo vento costante di circa 15 nodi, ormai girato quasi a ponente, ha poi consentito l’ulteriore svolgimento della regata. A primeggiare è stato l’equipaggio di Le Coq Hardi (armatore Pavesi CRVI) seguito, in tempo compensato dall’ X 35 Sly Fox e a ben cinque minuti di distanza da Raffica X 41 di Pasquale Orofino. In classe 3 vittoria del Vismara 34 Vlag seguito dall’equipaggio di Sexy e dall’Ottavo Peccato. In classe 4 nel monomarca 31.7 a primeggiare è stato Cose e Pazze di Paolo Disa seguito da Nimar II e da Suakin. Infine in minialtura domina Garopera con Ilyfe e Grifo a seguire. Il prossimo appuntamento del campionato invernale del golfo di Napoli sarà il 16 gennaio sempre nelle acque di Napoli.

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Con il Natale alle porte ed il 2010 con i giorni contati, l’industria del turismo si prepara ad accogliere ed organizzare le vacanze, più o meno brevi, agli italiani che non trascorreranno le feste nella propria città. Montagna o mare, Italia o all’estero, chi può permetterselo ne approfitta anche solo per pochi giorni. Tutti scelgono il loro viaggio in base ai propri desideri e/o tasche. A tutti viene prospettata la propria vacanza, dal venditore. Ma non per tutti la vacanza si svolge così come prospettata. L’associazione Solymar (nota soprattutto per le infinite battaglie contro i soprusi di Equitalia Polis S.p.A.) e da sempre vicina ai consumatori, è lieta di offrire alcuni preziosi consigli per evitare di incorrere in brutte sorprese che possano rovinare le tanto desiderate vacanze o almeno precostituire i mezzi per poi richiedere il risarcimento di eventuali danni sofferti: PRIMA DI PARTIRE - E’ necessario verificare l’iscrizione negli elenchi regionali che abilitano alla vendita dei servizi turistici dell’agenzia o il tour operator prescelto al fine di evitare il rischio di affidarsi ad operatori improvvisati (è possibile effettuare questa verifica presso l’Assessorato al turismo della Regione - Ufficio licenze agenzie di richiedere copia del contratto sottoscritto;- destinazione paese straniero : controllare la necessità di adempimenti burocratici o sanitari; - eventuale polizza assicurativa: porgere estrema attenzione alle condizioni contrattuali; - richieste di ulteriori esborsi da parte dell’agenzia : se mancano meno di venti giorni alla partenza, opporsi, per iscritto poiché la legge vieta qualsiasi maggiorazione del prezzo entro il termine di 20 giorni! DURANTE LA VACANZA- il soggiorno deve svolgersi esattamente come previsto al fine di precostituire la prova scritta delle lamentele inoltrate, rivolgersi ai rappresentanti dell’organizzazione sul posto per segnalare ogni difformità rispetto al contratto di viaggio. - documentare gli eventuali disagi tramite fotografie, dichiarazioni sottoscritte da altri turisti, fatture di spesa.

AL RIENTROconservare, il catalogo, la documentazione di viaggio e la documentazione comprovante l’eventuale inadempimento del tour operator.Entro 10 giorni dal rientro, nel caso di difformità o dis-servizi, siamo a Vostra disposizione per formalizzare una richiesta di risarcimento extragiudiziale o giudiziale.Anche per chi acquista il “solo volo” c’è qualcosa da sapere. Il mancato imbarco per overbooking, da diritto al passeggero ad un risarcimento del danno oltre al rimborso del biglietto. Stesso dicasi per la cancellazione del volo (se non ci sono due settimane di preavviso e sempreché la cancellazione non sia dovuta a circostanze inevitabili ed eccezionali) Ritardo del volo: nel caso in cui il ritardo superi le cinque ore, il vettore dovrà poi offrire al passeggero la scelta tra il rimborso e il volo alternativo gratuito. il diritto al risarcimento del c.d. “danno da vacanza rovinata”

(previsto dall’art. 5 della direttiva 90/314/CEE) è infine riconosciuto anche nel caso di disservizio relativo allo smarrimento o al ritardo nella consegna dei bagagli.

Avv. Emiliano Saltelli

“Comune senza carta, rinvio sì rinvio no”

Quello che potrebbe sembrare una battuta è invece la realtà che rappresenta le difficoltà del Comune di Napoli che non si presenta in udienza per mancanza di beni di consumo, cioè la carta per stampare i verbali da produrre agli atti per le varie opposizioni proposte dai cittadini avverso le multe.Nella settimana che va dal tredici al diciassette dicembre c.a. mi sono trovato per ben due volte dinanzi ad una tale situazione, in due diversi giudizi. Tali episodi si sono verificati negli uffici dei Giudici di Pace di Napoli.I due giudici hanno avuto una diversa interpretazione della richiesta avanzata dal Comune. Il primo ha accolto la richiesta dell’ente ed ha rinviato la causa per permettere allo stesso di produrre degli atti; il secondo ha totalmente ignorato la richiesta depositata dal Comune ed ha accolto il ricorso.Ora il ragionamento da fare sta nel capire chi dei due giu-dici abbia fatto la cosa giusta. A mio avviso è da sposare la tesi del secondo giudice, nel caso di specie il giudice di pace di Napoli della IX sez., Dr. Generoso, il quale ha soltanto sorriso ironicamente davanti ad una tale richiesta ed io ho trovato, finalmente, un rappresentante della giustizia che ha saputo usare parità di trattamento tra i cittadini e l’ente pubblico locale.

Al primo giudice io chiesi se avesse accolto una richiesta simile da parte di un cittadino, magari per impossibilità a presentarsi in udienza per mancanza di fondi per fare benzina all’auto piuttosto che comprare il ticket per i mezzi pubblici, ovviamente non vi fu risposta ma soltanto un capo chino sul registro ad annotare il rinvio.Sono rimasto seriamente sconfortato dall’accoglimento di tale richiesta poiché a differenza del Comune, i cittadini non ricevono una simile tutela e ciò è dimostrato dal fatto che colui il quale presenta un’opposizione avverso un verbale o una cartella, se non si presenta in udienza il più delle volte vede rigettarsi il ricorso nonostante abbia allegato allo stesso tanto di documentazione e nonostante l’onore di dimostrare il contrario spetti all’ente opposto, che poi non si presenta in udienza…Allora se questo è il genere di criteri utilizzati nell’ammi-nistrare la giustizia, mi chiedo se ci sarà mai qualcuno che possa mettere ordine nell’uso delle norme, strumento di equità, affinché siano utilizzate non in disparità, in base al soggetto che a esse va a interfacciarsi.Il Comune poi farebbe bene ad organizzarsi meglio nell’am-ministrazione altrimenti si rende sempre più ridicolo e non potrà sempre trovare un giudice che chiude un occhio, allora veramente saranno tanti i soldini sprecati per i “beni di consumo” vanamente utilizzati per elevare verbali, effet-tuare notifiche e presentare istanze di rinvio. Qui l’unico rinvio certo è quello dell’amministrazione co-munale e di quella manciata di Giudici di Pace che forzano le norme dilatando la loro interpretazione e applicazione ben oltre l’estensione naturale e massima consentita dal diritto.

Avv. Luciano Iannone

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La “MARKETTA”

di Claudia Sciarelli

“Creamy jewelry” sono delle creazioni di Claudia Sciarelli, giovane artista nata a Napoli, da sempre appassionata per le materie artistiche. Affascinata già da piccola da tutti quei colori che ci venivano dati sui banchi di scuola ed è da lì che, forse, tutto è iniziato, perché, come ammette “non ho più potuto farne a meno”.E’ lei stessa a raccontare al Punto Magazine come nascono le sue opere: “ho esplorato così il mondo dei colori a tempera, gli acrilici, acquarelli, olio e quello delle resine, delle polveri colorate e grezze così da arrivare

successivamente alla conoscenza delle pietre dure, laviche, del mare e dei cristalli. L’amore per la pittura è sempre presente in me così da produrre quadri di diverso genere dove i soggetti possono variare tra i miei amici animali in un mondo fatto di mille colori ed applicazioni di vario genere per poi rappresentare la mia città attraverso i simboli più importanti e riconosciuti quali: il Vesuvio e tutti gli oggetti scaramantici che la rappresentano”. Dall’amore per l’arte è poi scaturita la voglia di applicare questa creatività agli oggetti. Ed è per questo che Claudia ha deciso di “mettersi in proprio” e realizzare i gioielli di “Creamy jewelry”. Queste sono le premesse dal quale nascono,

successivamente, le creazioni “Creamy jewelry” di Claudia: “Opere realizzate interamente a mano, prestando particolare attenzione alla scelta dei materiali, che spaziano dall’uso di pietre dure ai cristalli e alle resine, in modo da garantire così un prodotto finale di alta qualità”. Se si cerca un bijoux unico, se si ha un’idea particolare che piacerebbe realizzare su richiesta, se si vuole fare un regalo personalizzato, basta mettersi in contatto con me, perché farò di tutto per soddisfare le richieste dei miei clienti.

Per info: Claudia Sciarelli tel. 339.5007343 email: [email protected]

CREAMY JEWELRY

Page 24: Il Punto Magazine 0 Dicembre 2010

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