Il numero di Giugno 2010

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I l Parco e il monumento dedicati alle Vittime delle Foibe saranno inaugurati assieme, «entro un mese e mezzo». Quindi, «all’inizio dell’estate», si è augurato il sindaco di Udine Honsell. Il presidente del Comitato di Udine dell’Anvgd, Silvio Cattalini - al quale si deve un costante e pressante lavoro sulla Giunta municipale nei molti mesi durante i quali la memoria delle vittime delle Foibe era stata osteggiata da talune frange estremiste (si veda “Difesa” di aprile 2010), per il monumento aveva pensato in un primo tempo ad una roccia carsica sormontata da emblematiche mani protese e da una croce. Cattalini spiega ora che «dal monumento abbiamo eliminato la croce e le mani. Non vi sarà la croce sopra la roccia, perché il blocco di cava era già talmente alto di suo che, altrimenti, diventava un cam- panile! Anche per le mani, c’erano problemi per la fusione. Vi saranno due piccole croci negli angoli superiori di una piastra in bronzo posta sopra la pietra». Sulla lapide si leggerà: «A perpetuo ricordo delle vit- time delle foibe e delle altre tragiche vicende in Istria, Fiume e Dal- mazia, durante e dopo la seconda Guerra mondiale. I fratelli esuli in Friuli. Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Udine». L a Federazione delle Asso- ciazioni degli Esuli Istria- ni Fiumani e Dalmati esprime la propria ferma protesta per l’ap- provazione del decreto governati- vo dello scorso 31 marzo che in 24 ore ha radicalmente mutato le condizioni economiche con cui le associazioni no-profit, com- prese quelle degli Esuli giuliano- dalmati, inoltrano agli aderenti le proprie pubblicazioni periodiche. I periodici rappresentano spesso, per le comunità giulia- no-dalmate vittime dell’Esodo nel dopoguerra, l’unico mezzo di collegamento per partecipare alla loro vita sociale che continua nonostante la dispersione in tut- te le province italiane e numerosi Paesi esteri. Un aumento del 300% delle tariffe di spedizione, annullando senza alcun preavviso le agevo- lazioni finora esistenti, compro- mette in maniera determinante la possibilità di mantenere viva la presenza sociale e culturale delle nostre comunità. Se da una par- te le istituzioni nazionali e locali moltiplicano gli sforzi per veni- re incontro alle esigenze di una comunità caduta nell’oblio per decenni, questo atto imponde- rato e contraddittorio ne vanifica buona parte degli intenti. Le Associazioni degli Esuli giuliano-dalmati confidano che le trattative avviate con i rappre- sentanti di categoria giungano al più presto ad un ripristino dello stato di fatto o quantomeno ad un largo posticipo di qualsiasi provvedimento, da concertare con tutte le parti coinvolte, così da consentire lo adeguate valuta- zioni necessarie alla prosecuzio- ne delle attività editoriali. Trieste, 12 aprile 2010 Il presidente Renzo Codarin S i è tenuta oggi a Roma, nella sede del Ministero della Pub- blica Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica la riunione del Gruppo di lavoro sulle tematiche del confine orientale e la scuola, istituito nell’ambito del più ampio Tavolo di coordinamento Governo-FederEsuli. La riunione segue il Seminario sul confine orientale svoltosi presso Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro Studi Padre Flaminio Rocchi La cerimonia di apertura, a Quarto, alla presenza del Capo dello Stato, delle manifestazioni previste per il 150.mo dell’Uni- tà d’Italia vede gli Esuli istriani, fiumani e dalmati idealmente presenti nel nome della fedeltà all’Italia, per amore della qua- le tutto hanno sacrificato con l’esodo dalla Venezia Giulia e P iù d’uno ci ha chie- sto in queste settimane cosa voglia essere e quali siano le ragioni di una «convention» dell’Anvgd. Un evento mai av- venuto prima, fuori, se voglia- mo, dagli schemi consueti dei Consigli e dei Congressi nazio- nali che solitamente vengono convocati - come previsto - per adempiere agli obblighi statu- tari. Perché, mi sia permesso questo inciso, l’Anvgd può ben vantare una lunga tradizione di democrazia interna: basterebbe sfogliare le annate di “Difesa Adriatica” dal 1947 in avanti per verificare di quanta dialettica interna si sia nutrita nei decen- ni la nostra vita associativa. Un segno, questo, di libertà e di tra- sparenza, che ritengo faccia ono- re all’Associazione. Allora, ad oltre 60 anni dall’esodo, cosa vuole dire una «convention» dell’Anvgd? Tre le ragioni fondamentali che ci han- no indotto ad organizzarla: 1. la opportunità che si è voluto offrire ai dirigenti e ai soci di incontrarsi e di confrontare le rispettive esperienze nel cam- po della militanza associativa; 2. la volontà di dedicare reale ed ampio spazio alle seconde e terze generazioni, già attive all’interno dell’Associazione con ruoli di primo piano; 3. formare i dirigenti e i quadri dell’Anvgd in relazione alle nuove esigenze. 4. Tre ottimi motivi, e vediamo perché. La realtà contemporanea nella quale ci troviamo oggi ad operare richiede la massima at- tenzione e prontezza: tutto è in relazione e le efficienze (o inef- ficienze) dell’uno si riverberano sull’altro. Diventa dunque in- dispensabile mettere a confron- to i percorsi e i metodi perché dai successi (o dalle delusioni) si ricavino indicazioni utili per muoversi in un contesto gene- rale. Bisogna, a nostro parere, mettersi “in rete”. E inoltre: ad oltre sei de- cenni dall’esodo è per noi vitale coltivare riporre fiducia nelle più giovani generazioni. Ecco, rite- niamo deleterio pensare che non vi sia un ricambio generazionale solo perché non si è saputo colti- varlo. L’avvicendamento è possi- bile, e i nostri giovani dirigenti lo dimostrano. Hanno dalla loro, e dalla nostra, parte qualità essen- ziali: la sensibilità verso la me- moria che è stata loro trasmessa; la famigliarità con i metodi della comunicazione contemporanea; la cultura storica acquisita dal- le testimonianze famigliari ma consolidata nello studio. Sono e saranno loro i nostri migliori “comunicatori”: sono insegnanti nelle scuole di ogni ordine e gra- do, professionisti già affermati nei diversi settori, equilibrati e saggi perché - essendo nati in un contesto già pacificato - possono e sanno intervenire con serenità e chiarezza. ANNO XVI | N. 6 GIUGNO 2010 | POSTE ITALIANE SpA | SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE | D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) ART. 1 COMMA 2 DCB - ROMA e Roots of the Future are Found in Memory En el Recuerdo las raíces del futuro Marino Segnan | segue a pagina 2 Le buone ragioni di una «convention» Scuola e confine orientale. Proficua riunione al MIUR con la FederEsuli L’incontro, che segue il Seminario del 23 febbraio, getta le basi per una serie di iniziative regionali sulla storia delle Venezia Giulia e della Dalmazia segue a pagina 4 I giuliani e i dalmati nel 150.mo dell’Unità d’Italia Il comunicato stampa del Presidente Toth all’apertura delle cerimonie Tariffe postali, insostenibili gli aumenti per le associazioni giuliano-dalmate Il comunicato stampa della FederEsuli UDINE, ENTRO L’ESTATE IL PARCO E IL MONUMENTO ALLE VITTIME DELLE FOIBE L’impegno del sindaco e della Giunta con il presidente Anvgd udinese Silvio Cattalini LA REDAZIONE RISPONDE Scudo fiscale, chi deve indicare i beni sulla di- chiarazione dei redditi A cura dell’Avv. Vipsania Andreicich A pagina 6 In english language to page 14 En lengua española en la página 15 W Una cartolina d’epoca commemora lo sbarco dei Mille a Marsala segue a pagina 4

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Page 1: Il numero di Giugno 2010

Il Parco e il monumento dedicati alle Vittime delle Foibe saranno inaugurati assieme, «entro un mese e mezzo». Quindi, «all’inizio

dell’estate», si è augurato il sindaco di Udine Honsell. Il presidente del Comitato di Udine dell’Anvgd, Silvio Cattalini -

al quale si deve un costante e pressante lavoro sulla Giunta municipale nei molti mesi durante i quali la memoria delle vittime delle Foibe era stata osteggiata da talune frange estremiste (si veda “Difesa” di aprile 2010), per il monumento aveva pensato in un primo tempo ad una roccia carsica sormontata da emblematiche mani protese e da una croce. Cattalini spiega ora che «dal monumento abbiamo eliminato la croce e le mani. Non vi sarà la croce sopra la roccia, perché il blocco di cava era già talmente alto di suo che, altrimenti, diventava un cam-panile! Anche per le mani, c’erano problemi per la fusione. Vi saranno due piccole croci negli angoli superiori di una piastra in bronzo posta sopra la pietra». Sulla lapide si leggerà: «A perpetuo ricordo delle vit-time delle foibe e delle altre tragiche vicende in Istria, Fiume e Dal-mazia, durante e dopo la seconda Guerra mondiale. I fratelli esuli in Friuli. Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Udine».

La Federazione delle Asso-ciazioni degli Esuli Istria-

ni Fiumani e Dalmati esprime la propria ferma protesta per l’ap-provazione del decreto governati-vo dello scorso 31 marzo che in 24 ore ha radicalmente mutato le condizioni economiche con cui le associazioni no-profit, com-prese quelle degli Esuli giuliano-dalmati, inoltrano agli aderenti le proprie pubblicazioni periodiche.

I periodici rappresentano spesso, per le comunità giulia-

no-dalmate vittime dell’Esodo nel dopoguerra, l’unico mezzo di collegamento per partecipare alla loro vita sociale che continua nonostante la dispersione in tut-te le province italiane e numerosi Paesi esteri.

Un aumento del 300% delle tariffe di spedizione, annullando senza alcun preavviso le agevo-lazioni finora esistenti, compro-mette in maniera determinante la possibilità di mantenere viva la presenza sociale e culturale delle nostre comunità. Se da una par-te le istituzioni nazionali e locali moltiplicano gli sforzi per veni-re incontro alle esigenze di una comunità caduta nell’oblio per decenni, questo atto imponde-rato e contraddittorio ne vanifica buona parte degli intenti.

Le Associazioni degli Esuli giuliano-dalmati confidano che

le trattative avviate con i rappre-sentanti di categoria giungano al più presto ad un ripristino dello stato di fatto o quantomeno ad un largo posticipo di qualsiasi provvedimento, da concertare con tutte le parti coinvolte, così da consentire lo adeguate valuta-zioni necessarie alla prosecuzio-ne delle attività editoriali. Trieste, 12 aprile 2010

Il presidenteRenzo Codarin

Si è tenuta oggi a Roma, nella sede del Ministero della Pub-blica Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica la

riunione del Gruppo di lavoro sulle tematiche del confine orientale e la scuola, istituito nell’ambito del più ampio Tavolo di coordinamento Governo-FederEsuli.

La riunione segue il Seminario sul confine orientale svoltosi presso

Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e DalmaziaCentro Studi Padre Flaminio Rocchi

La cerimonia di apertura, a Quarto, alla presenza del Capo dello Stato, delle manifestazioni previste per il 150.mo dell’Uni-tà d’Italia vede gli Esuli istriani, fiumani e dalmati idealmente presenti nel nome della fedeltà all’Italia, per amore della qua-le tutto hanno sacrificato con l’esodo dalla Venezia Giulia e

Più d’uno ci ha chie-sto in queste settimane

cosa voglia essere e quali siano le ragioni di una «convention» dell’Anvgd. Un evento mai av-venuto prima, fuori, se voglia-mo, dagli schemi consueti dei Consigli e dei Congressi nazio-nali che solitamente vengono convocati - come previsto - per adempiere agli obblighi statu-tari. Perché, mi sia permesso questo inciso, l’Anvgd può ben vantare una lunga tradizione di democrazia interna: basterebbe sfogliare le annate di “Difesa Adriatica” dal 1947 in avanti per verificare di quanta dialettica interna si sia nutrita nei decen-ni la nostra vita associativa. Un segno, questo, di libertà e di tra-sparenza, che ritengo faccia ono-re all’Associazione.

Allora, ad oltre 60 anni dall’esodo, cosa vuole dire una «convention» dell’Anvgd? Tre le ragioni fondamentali che ci han-no indotto ad organizzarla:1. la opportunità che si è voluto

offrire ai dirigenti e ai soci di incontrarsi e di confrontare le

rispettive esperienze nel cam-po della militanza associativa;

2. la volontà di dedicare reale ed ampio spazio alle seconde e terze generazioni, già attive all’interno dell’Associazione con ruoli di primo piano;

3. formare i dirigenti e i quadri dell’Anvgd in relazione alle nuove esigenze.

4. Tre ottimi motivi, e vediamo perché.

La realtà contemporanea nella quale ci troviamo oggi ad operare richiede la massima at-tenzione e prontezza: tutto è in relazione e le efficienze (o inef-ficienze) dell’uno si riverberano sull’altro. Diventa dunque in-dispensabile mettere a confron-to i percorsi e i metodi perché dai successi (o dalle delusioni) si ricavino indicazioni utili per muoversi in un contesto gene-rale. Bisogna, a nostro parere, mettersi “in rete”.

E inoltre: ad oltre sei de-cenni dall’esodo è per noi vitale coltivare riporre fiducia nelle più giovani generazioni. Ecco, rite-niamo deleterio pensare che non

vi sia un ricambio generazionale solo perché non si è saputo colti-varlo. L’avvicendamento è possi-bile, e i nostri giovani dirigenti lo dimostrano. Hanno dalla loro, e dalla nostra, parte qualità essen-ziali: la sensibilità verso la me-moria che è stata loro trasmessa; la famigliarità con i metodi della comunicazione contemporanea; la cultura storica acquisita dal-le testimonianze famigliari ma consolidata nello studio. Sono e saranno loro i nostri migliori “comunicatori”: sono insegnanti nelle scuole di ogni ordine e gra-do, professionisti già affermati nei diversi settori, equilibrati e saggi perché - essendo nati in un contesto già pacificato - possono e sanno intervenire con serenità e chiarezza.

ANNO XVI | N. 6 GIUGNO 2010 | POSTE ITALIANE SpA | SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE | D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) ART. 1 COMMA 2 DCB - ROMA

The Roots of the Future are Found in Memory

En el Recuerdo las raíces del futuro

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Le buone ragioni di una «convention»

Scuola e confine orientale. Proficua riunione al MIUR

con la FederEsuliL’incontro, che segue il Seminario del 23 febbraio, getta le basi per una serie di iniziative regionali sulla storia delle

Venezia Giulia e della Dalmazia

segue a pagina 4

I giuliani e i dalmati nel 150.mo dell’Unità d’Italia

Il comunicato stampa del Presidente Toth all’apertura delle cerimonie

Tariffe postali, insostenibili gli aumenti per le associazioni giuliano-dalmate

Il comunicato stampa della FederEsuli

UDINE, ENTRO L’ESTATE IL PARCO E IL MONUMENTO ALLE VITTIME DELLE FOIBE

L’impegno del sindaco e della Giunta con il presidente Anvgd udinese Silvio Cattalini

LA REDAZIONE RISPONDEScudo fiscale, chi deve indicare i beni sulla di-chiarazione dei redditiA cura dell’Avv. Vipsania Andreicich

A pagina 6

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Numero 6 | Giugno 2010

Il 25 Aprile di quest’anno riveste un’importanza spe-

ciale perché precede il 150° an-niversario dell’unità nazionale. Questo ci obbliga, come italia-ni, a inserire la riconquista del-la democrazia nel 1945 - dopo cinque anni di guerra sopportati con italica pazienza e non senza eroismi di soldati e di cittadini, dalla Russia al Nord Africa, dai martellanti bombardamenti al-leati alla Resistenza - nel percor-so che la Nazione ha compiuto

dalla Costituzione Albertina alla Costituzione Repubblicana di cent’anni dopo, fino ad oggi.

Un patriottismo di tradizio-ni secolari “di lingua e d’altare” si lega alla fedeltà condivisa da tutti, dalle Alpi alla Sicilia, ai valori della libertà e della demo-crazia incardinati nella Parte I della Carta Costituzionale.

Una riflessione sui difetti del centralismo burocratico e sui benefici che ci attendiamo dalla riforma federalista ci im-

pone di guardare e di lavorare alle improcrastinabili riforme costituzionali con spirito di concordia e di serietà giuridi-ca, se vogliamo salvare - in un momento difficile della politi-ca e dell’economia mondiali -

l’unità della Nazione raggiunta con tanti sacrifici.

A questo appello ci spinge il ricordo delle migliaia di giuliani e di dalmati che hanno combat-tuto nella Guerra di Liberazio-ne nella convinzione - andata in gran parte delusa - di salvare l’italianità della loro terra natale: l’Istria, Fiume, Zara.

Molti di essi hanno perso la vita nei lager, sotto il fuoco dei plotoni d’esecuzione o combat-tendo a Montelungo, sulla Li-nea Gotica, nei mari e nei cieli italiani che contesero a fratelli dello stesso sangue e con la stes-sa divisa, che meritano anch’essi memoria ed onore.

Non disperdiamo il signifi-cato di questi sacrifici rendendo vano il dolore delle famiglie.

Lucio Toth

Sul sito www.anvgd.it le motiva-zioni delle Medaglie d’Oro al Valor Militare di Trieste e Gorizia e di alcuni dei decorati giuliano-dal-mati della Guerra di Liberazione

Il 25 aprile, festività nazio-nale per ricordare la libera-

zione dal fascismo e dal nazismo, nella Venezia Giulia, diversamente che nel resto del Paese, ha coinciso non con una liberazione bensì con la brutale occupazione delle trup-pe comuniste del maresciallo Tito.

Che la volontà non fosse quella di liberare Gorizia dalle truppe naziste ma di annettere alla Jugoslavia tutta quella che Tito chiamava Slavia Veneta, ovvero il

Friuli Venezia Giulia sino al Ta-gliamento, era evidente e dichiara-ta. Se non fossero entrate le truppe titine, infatti, sarebbero entrate quelle neozelandesi, che invece fu-rono rallentate dai titini proprio per poter vantare diritti di occupa-zione al tavolo dei vincitori.

Per snazionalizzare rapida-mente Gorizia e per soffocare sul nascere ogni tentativo di ribellio-ne dal 2 maggio iniziò il rastrella-mento di tutti coloro che poteva-no rappresentare un pericolo per le aspirazioni annessionistiche di Tito. Tra questi la burocrazia goriziana e chi aveva manifestato con eccessivo entusiasmo la pro-pria italianità.

Oltre 650 goriziani pagarono con la deportazione - avvenuta a guerra finita dopo il 25 aprile - e la vita il loro amore per Gorizia e l’Italia. Questo rappresenta per i goriziani il 25 aprile, e non certo la liberazione, che invece avverrà dopo i cosiddetti «quaranta gior-ni di terrore».

Rispettiamo i sentimenti di tutti coloro che, in diversa misu-ra, hanno subito torti o violenze dai regimi. In primo luogo la comunità ebraica, che ha pagato duramente con milioni di vitti-

Il Presidente della Repub-blica, Giorgio Napolitano,

dallo scoglio di Quarto da cui mossero nel 1860 i Mille di Ga-ribaldi, ha dato ufficialmente il via il 5 maggio alle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia nei luoghi della memoria storica. Il Capo dello Stato ha reso omaggio all’impresa con la depo-sizione di una corona di fiori pres-so la stele celebrativa della parten-za. Ha quindi raggiunto il vicino monumento dedicato a Garibaldi e alla spedizione da dove ha dato il segnale di partenza alla regata Genova-Marsala che ripercorrerà la rotta dei garibaldini.

Infine, il Capo dello Stato si è portato alla stazione Marittima di Genova dove, a bordo della porta-erei “Garibaldi”, alla presenza del ministro della Difesa La Russa, il Presidente Napolitano ha tenuto il suo discorso commemorativo.

L’Unità d’Italia è «un tesoro per tutti», ha detto tra l’altro, non c’è nulla di retorico nel «sobrio» programma varato, non è una perdita di tempo né uno spreco di denaro pubblico, è un modo di «lavorare per la soluzione dei pro-blemi oggi aperti dinanzi a noi».

E nessuna retorica, ha aggiunto, nel «recuperare motivi di fierezza e di orgoglio nazionale, perché ne abbiamo bisogno, ci è necessaria questa più matura consapevolezza storica comune anche per affron-tare con la necessaria fiducia le sfide che ci attendono e già met-tono alla prova il nostro Paese. Ci è necessaria per tenere con dignità il nostro posto in un mondo che è cambiato e che cambia». «Cele-brando l’Unità d’Italia guardiamo

avanti, traendo dalle nostre radici fresca linfa per rinnovare tutto quello che c’è da rinnovare nella società e nello Stato».

Napolitano ha voluto difen-dere la figura di Garibaldi, «in-comprensibilmente oggetto di grossolane denigrazioni da parte di nuovi detrattori». Ed ha co-

FATTI e COMMENTI

AGGIORNARSI PER OPERARE AL MEGLIO

Credo sia chiaro a tutti che i modi e i tempi

della vita sociale e della comu-nicazione siano radicalmente mutati e accelerati rispetto al passato anche relativamente recente. Le esigenze di tempe-stività e di visibilità maturate in questi anni hanno reso ob-soleti i vecchi strumenti di dia-logo e di confronto. Eravamo abituati, per comunicare e in-formare, a scrivere una lettera, ad inviare un ritaglio di gior-nale, a conservare una pagina di quotidiano che ci poteva in-teressare o tornare utile. Que-sto non è più possibile, non è più accettabile. Noi dobbia-mo essere pronti e aggiornati. Se vogliamo, come vogliamo, continuare ad essere presenti sul territorio nazionale - come peraltro già siamo con tutte le nostre risorse umane - dobbia-mo saper gestire gli strumenti che le tecnologie e una gene-rale accelerazione dei tempi impongono. L’alternativa è, semplicemente, la marginalità.

Le associazioni degli Esu-li, e l’Anvgd in primis, hanno saputo tenere duro e riportare

◄ dalla prima paginaLE BUONE RAGIONI DI UNA «CONVENTION» Al via tra le polemiche politiche le

cerimonie per il 150.mo Il Capo dello Stato: l’Unità d’Italia è «un tesoro per tutti»

alla luce temi largamente emar-ginati dal dibattito pubblico. Ai nostri giorni sono state create le condizioni per dare il doveroso e massimo risalto al ricordo, ma le diffuse indifferenze o le ottuse ostilità che ancora incontriamo esigono un surplus di capacità.

Questa «convention», con i suoi momenti di informazione/formazione previsti, a questo in sostanza vuole rispondere: 1. organizzarsi al meglio; 2. fare tesoro delle esperienze; 3. rin-serrare le fila. Questa iniziativa, ne siamo convinti, darà un’im-magine giusta di un’Associazio-ne vitale, aperta alle sollecita-zioni, attrezzata per onorare il ricordo che abbiamo ereditato e fatto nostro. Con equilibrio e consapevolezza. Per lavorare al meglio, per tutelare i diritti di quanti ripongono in noi fiducia e richiedono quotidianamente il nostro intervento. Questa «con-vention», che chiama a raccol-ta dirigenti e soci, è veramente concepita per e dedicata ai nostri Esuli, ai più fragili perché anzia-ni, ai più giovani perché ne assu-mano doverosamente la tutela e sappiano costruire il futuro della memoria.

Marino SegnanVicepresidente nazionale

X Il Capo dello Stato depone la corona d’alloro sulla stele che a Quarto ricorda la Spedizione(foto Presidenza della Repubblica)

IL COMUNICATO STAMPA DEL PRESIDENTE NAZIONALE TOTh

25 Aprile, non disperdere il significato dei sacrifici

Q A sud di Cassino, nel dicembre 1943, reparti dell’Esercito Italiano mossero all’attacco di una munitissima posizione tedesca su Monte Lungo. Fu uno dei primi episodi della Resistenza «tricolore»

Venezia Giulia,non fu «Liberazione»La nota emessa da Rodolfo Ziberna

W Gorizia festeggia la vera Liberazione, restituita all’Italia il 16 settembre 1947

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Numero 6 | Giugno 20103

È fresco di stampa il nuovo, corposo saggio di Luigi Tomaz de-dicato alla sua Cherso. «La lettura attenta di quest’ultima

pubblicazione - scrive nella Presentazione il prof. Arnaldo Mau-ri, già preside della Facoltà di Scienze Politiche nell’Università di Milano - non delude né chi ama rivisitare l’intima storia […] né delude il ricercatore impegnato nell’approfondimento di come la grande Storia generale ha condizionato le piccole organizzazioni territoriali […]». Il saggio è edito per i tipi delle Edizioni THINK ADV per conto dell’Anvgd-Comitato di Venezia e può essere richie-sto alla Sede nazionale.

Pubblichiamo un significativo stralcio dell’Introduzione dell’autore, nella quale egli chiarisce motivazioni e metodi che lo hanno guidato nell’indagine storiografica e nella stesura del pre-sente volume.

Può sembrare strano che il presente lavoro non sia la mia più recente fatica ma che nella sua prima bozza completa

risalga ad una buona decina di anni or sono, subito dopo la pub-blicazione di Le quattro giornate di Cherso 12-15 giugno 1797, e di Dalla parte del Leone con le quali ho voluto inserirmi nelle celebrazioni del bicentenario della caduta della Repubblica di San Marco.

Proprio mentre presentavo quelle due opere a Venezia nelle prestigiose sale della Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone - sede della Società Dalmata di Storia Patria editrice della prima - e dell’Ateneo Veneto, nel 1997 e nel 1998, si avvicinava il mille-nario della spedizione in Dalmazia del doge Pietro Orseolo II ed

io […] mi ci gettai a capofitto.L’anno 1000, chiave di

volta della storia dell’Adriati-co, mi portò ad investigare sui secoli che l’hanno preceduto e su quelli che l’hanno seguito.

Tra i primi ho voluto rievocare, alla luce dei documenti più si-gnificativi ma spesso arbitrariamente interpretati, quelli ritenuti chiari, dell’Impero Romano fino a Giustiniano, ma particolar-mente quelli chiamati oscuri o bui dell’Alto Medioevo sui quali si è costantemente favoleggiato e si continua a favoleggiare, con crescente fantasia, dalle storiografie germaniche e slave che fonda-no le loro radici nazionali sul sopravvento dei popoli scesi dall’Est oltre-danubiano a sconvolgere l’assetto dell’originaria Romanità.

Sui secoli trascorsi tra Dionigi di Siracusa e i Dogi Orseolo ho potuto dare alle stampe nel dicembre 2003 il volume di 640 pa-gine In Adriatico nell’Antichità e nell’Alto Medioevo concludendo con la dettagliata ripresentazione delle imprese di Pietro II e di Ottone Orseolo […].

Per quanto riguarda l’isola di Cherso nel periodo precedente l’anno 1000, ho avuto modo di narrare - nelle grandi linee che i radi documenti consentono - in Ossero e Cherso nei secoli prima di Venezia, pubblicato nel 2002 in edizione più ampia […]. Potei perciò ricavare il testo e le molte note di riferimento dalla grande bozza della Storia della Comunità di Cherso che stavo allora com-pletando. La massa di notizie sulla vita della Comunità l’avevo già attinta principalmente dai verbali dei Consigli che ho avuto la fortuna di poter riscontrare anche negli originali. Sono delibe-razioni - parti - slegate l’una dall’altra che ho sentito il dovere di ordinare per materie con un lavoro continuo condotto per anni

nella certezza di compiere ciò che il tempo non aveva permesso di fare ai generosi compilatori degli Spogli cui va il merito della fatica mia.

Le raccolte per materie si sono concretate in una quindicina di grandi capitoli a loro volta divisi in un’ottantina di capitoli minori che spaziano per tutti gli argomenti che sono stati oggetto dell’impegno dell’Amministrazione Comunale nei secoli.

Leggendo l’indice generale del presente libro, si spazia dalla struttura sociale della popolazione, alle cariche amministrative; dalle leggi statutarie all’annona e all’assillante approvvigionamen-to alimentare; dall’economia pascolare e boschiva all’industria del panno di lana (rassa); dall’assistenza pubblica alla pubblica igiene e sanità, dal Sacro Monte di Pietà al Banco dei prestiti ad interesse controllato, dal Fontego de le biave alle fiere franche da dazi e ga-belle; dalla difesa armata alla pubblica istruzione e così via.

L’indice generale del libro attuale non è però completo com’era in origine. Bisogna tener presente infatti che altri im-portantissimi capitoli hanno imboccato strade proprie nella lunga attesa della edizione definitiva dell’opera completa e sono stati a loro volta già pubblicati separatamente con i titoli ormai noti di Mura Torri Porte della magnifica Comunità di Cherso, di La Galia Chersana, di Stemma e Santo Protettore della Magni-fica Comunità di Cherso. Trattano delle mura cinquecentesche e della loro faticosa costruzione, dei sei secoli nei quali la ga-lèa armata dalle Comunità di Cherso e Ossero si è fatta onore nell’Armata navale veneziana. Il quarto titolo comprende i due ampi capitoli sullo studio storico-araldico del bellissimo Stem-ma di Cherso e sulla tradizione che riguarda il Protettore civico Sant’Isidoro […].

È un’opera originale in quanto non ricostruisce la storia delle guerre ma la lunga storia della Pace operosa alla quale gli storici difficilmente si dedicano ma che si è svolta nel silenzio lasciando tracce commoventi e fascinose che non è giusto lasciare nell’oblio. […] Lo straordinario impegno di tanti bravi studiosi chersini in un secolo di ricerche (nell’ordine cronologico: Stefano Petris, Sil-vio Mitis e Nicolò Lemessi) ha messo a mia disposizione una mas-sa di documenti che ha permesso a me di rievocare […] l’intera vita sociale svoltasi per secoli nell’intimo di un piccolo mondo fiero della sua autonomia e brulicante di attività dentro la cerchia turrita della sue mura inviolate ai piedi di una corona di monti erti sul mare.

Luigi Tomaz

FATTI e COMMENTI CULTURA e LIBRI

Le parolelegate al ditoIn volume i racconti di Morovich apparsi sul “Giornale di Brescia” (1949-1970)

Edito nella bella Collana «Piccoli classici italiani»

diretta da Francesco De Nicola per De Ferrari Editore, il primo volume che raccoglie i racconti pubblicato dal fiumano Enrico Morovich nella terza pagina del “Giornale di Brescia”. Autore quanto mai prolifico, riscoper-to in anni relativamente recenti grazie alle riedizioni di Sellerio e all’attenzione di autorevoli criti-ci letterari, a partire da Leonar-do Sciascia.

Il volume è curato da Carla Boroni, che firma l’ampia pre-sentazione nella quale si legge, tra l’altro: «[…] Di raccon-ti scritti da Enrico Morovich per il “Giornale di Brescia” ne abbiamo trovati in totale cen-toquarantuno, tutti pubblicati

tra il 1949 e il 1978; una col-laborazione lunga e corposa, quindi, anche se con un “vuo-to” di ben quattordici anni tra il 1952 e il 1965. Sono rac-conti brevi, in alcuni casi bre-vissimi, ma che sono in grado di documentare con una certa completezza tutte le tematiche proprie del mondo poetico del-lo scrittore».

Enrico Morovich,Le parole legate al dito, vol. I, a c. di Carla Boroni, De Ferrari, Genova 2009, pp. 224, Euro 16,00

La Magnifica Comunità di ChersoIl nuovo volume di Luigi Tomaz edito dall’Anvgd

munque richiamato l’esigenza di «ricordare i vizi d’origine e gli alti e bassi di quella costruzione dello Stato unitario, mettere a fuoco le incompiutezze dell’unificazio-ne italiana e innanzitutto la più grave tra esse, che resta quella del mancato superamento del diva-rio tra Nord e Sud».

Secondo il presidente Napo-litano «deve guidarci più che mai, anche in queste celebrazioni, un forte spirito unitario. Queste celebrazioni non possono essere rivolte in polemica con nessuna parte politica, né formare ogget-to di polemica pregiudiziale da parte di nessuna parte politica».

Con Napolitano erano i pre-sidenti delle Camere, Schifani e Fini, i ministri Bondi e La Rus-sa, i vertici militari. Il ministro La Russa ha sottolineato l’obbli-go morale di tutte le istituzioni a partecipare a queste iniziative del-la nostra storia comune di italiani.

Non è mancato in merito l’intervento dei vescovi italiani. Una «ricorrenza», spiega il card. Angelo Bagnasco, presidente della CEI, che «dovrebbe trasformar-si in una felice occasione per un nuovo innamoramento del nostro essere italiani». Il presule ha anche auspicato che «l’Unità d’Italia sia un tesoro nel cuore di tutti e di ciascuno, a cui tutti vogliano con-tribuire anche in modo diverso, ma con questo tesoro e convin-zione, che appartiene a tutti».

Red.

me la ferocia dell’uomo sull’uo-mo. Anche la comunità slovena che ha subito tentativi di sna-zionalizzazione in questa area di confine, anche con inammissibili atti di violenza e soprusi.

Non c’è commemorazione civica, non c’è testo scolastico per i nostri figli che non ripeta il ri-tornello - proposto come dogma indiscutibile - dei “criminali di fa-scisti vinti dai partigiani comuni-sti, eroi della libertà e della pace”. Queste falsità madornali si trova-no da sempre su tutti i testi sco-lastici come se fossero pura verità, inconfutabile e indiscutibile. […]

Rispettiamo tutti coloro che individuano nel 25 aprile la festa della Liberazione, ma parimenti va rispettato chi continua - come noi - ad associare il 25 aprile non già ad una liberazione, bensì alla brutale occupazione comuni-sta, che rappresenta, per tempi e modalità con cui è avvenuta, la pagina più nera della storia della nostra città: consumata a guerra finita e come vittime inermi degli innocenti. […]

Rodolfo Ziberna presidente Comitato

Anvgd Gorizia e vicepresidente nazionale

W Cherso in una cartolina degli anni Novanta dell’Ottocento

Page 4: Il numero di Giugno 2010

Trieste. È stata resa nota la composizione del

Comitato di esperti che avrà cura di organizzare, per il Co-mune di Trieste, le celebrazio-ni per il 150.mo anniversario dell’Unità d’Italia. Presidente ne è, naturalmente, il sinda-co Dipiazza, coordinatore il presidente del Consiglio co-munale Sergio Pacor, incari-cato di individuare il gruppo di consulenti. «A Trieste è un

avvenimento molto sentito - ha rimarcato Dipiazza -, non faremo ”parate” date anche le ristrettezze economiche, ma lavoreremo soprattutto per le scuole, l’intento è diffondere la cultura e la conoscenza».

Anche Pacor ha dato que-sta linea d’indirizzo: puntare sui «valori condivisibili sopra tutto» per iniziative che sia-no «di buon senso e di alto livello».

E così ha ottenuto l’assenso di tredici specialisti, a vario ti-tolo e di diversa estrazione: gli storici Roberto Spazzali, Raoul Pupo, Giorgio Negrelli, Fulvio Salimbeni, Fabio Forti e Paolo Sardos Albertini, Stelio Spada-ro, Giuseppe Parlato, Vittorio Lesti, di Claudia Svara, Chiara Motka, e del pittore Livio Ro-signano come testimone. Del comitato è stato chiamato a far parte anche Renzo Codarin, presidente della FederEsuli e vi-cepresidente nazionale Anvgd.

4

Numero 6 | Giugno 2010

◄ dalla prima paginaI GIULIANI E I DALMATI NEL 150.mo DELL’UNITÀ D’ITALIA

dalla Dalmazia al volgere della seconda guerra mondiale.

Il sentimento che ha anima-to i volontari giuliani e dalmati delle guerre d’indipendenza si conserva intatto nell’animo de-gli Esuli che ne discendono e si riassume nelle idee di libertà e di giustizia, nei sentimenti di italianità degli istriani, dei dal-mati e dei fiumani negli anni del Risorgimento: quegli stessi che animarono nei volontari il generoso disegno di unificazio-ne della Nazione libera ed in-dipendente si sono riverberate negli italiani dei territori ceduti al momento drammatico della scelta dell’esilio.

Gli Esuli dall’Istria, da Fiu-me e dalla Dalmazia condivido-no lo spirito e l’intento della ri-correnza, che non ha e non può avere un significato meramente formale.

Ben consapevoli delle sfide che l’evoluzione storica pone oggi alla comunità nazionale, i giuliani e i dalmati rilevano come il lungo silenzio sulle vicende del confine orientale italiano alla fine della Seconda guerra mon-diale sia stato il segno di un ri-tardo culturale dell’intero Paese e della sua evoluzione politica, dal Risorgimento alla moderna democrazia. Ma non di meno

confermano il loro impegno nella società civile nel nome della uni-tà e della solidarietà nazionali, con l’auspicio che una migliore articolazione di tipo federalistico restituisca all’Italia lo slancio e le risorse per rinsaldare la sua im-prescindibile coesione interna e confermare il suo ruolo nel com-plesso scenario internazionale.Roma, 4 maggio 2010 Lucio Toth

GIULIANI E DALMATI ChE PARTECIPARONO

ALLA SPEDIZIONE DEI MILLE E

ALLA CAMPAGNA GARIBALDINA DEL 1860

(Quarto 5 maggio 1860 - Volturno 3 ottobre 1860)

Dopo aver preso parte alla Prima e alla Se-

conda Guerra d’Indipendenza, con la presenza di una Legione Istriano-Dalmata nella difesa della Repubblica di Venezia, guidata da Daniele Manin e da Niccolò Tommaseo, e nella di-fesa della Repubblica Romana nel 1848-’49, nonché nel Reggi-mento Cacciatori delle Alpi con Garibaldi nella campagna del 1859, numerosi giuliano-dalma-ti si arruolarono e combatterono nell’esercito garibaldino nella

campagna dell’Italia meridiona-le, sia come semplici soldati che come ufficiali superiori.

Di essi si conoscono i nomi di:Giorgio Caravà di Tenin (Sebe-nico)Costanzo Cattalini di SpalatoMarziano Ciotti di Gradisca d’Isonzo (Gorizia)Marco Cossovich di CattaroFrancesco Galateo di CattaroEnrico Matcovich di SpalatoLuigi Milanovich di CattaroAntonio Paolucci delle Roncole di ZaraLuigi Seismit Doda di Ragusa di DalmaziaCarlo Tivaroni di ZaraGiacomo Zanghi di Zara.

Corrado Dobraz, di Ragusa, studente all’Università di Pado-va, morì attraversando a nuoto il Mincio (al tempo frontiera tra il Veneto ancora austriaco e la Lombardia, liberata nel 1859 con la Seconda guerra d’indi-pendenza) nel tentativo di rag-giungere Garibaldi a Genova e arruolarsi tra i volontari.

lo stesso Ministero lo scorso 23 febbraio, che è stato oggetto di positi-ve valutazioni da parte dei partecipanti.

Le rappresentanze delle associazioni degli Esuli hanno rimarcato unanimemente la assoluta necessità di proseguire nella direzione in-trapresa attraverso gli strumenti della formazione e della informazio-ne rivolti sia ai docenti che agli studenti al fine di superare le ancora radicate riserve che si oppongono – proprio nella scuola – alla cor-retta divulgazione della storia della Venezia Giulia e della Dalmazia. L’Anvgd, in particolare, che ha fornito sin dall’inizio ampio supporto tecnico e informativo al Gruppo di lavoro, ha proposto di proseguire nella formula del seminario, da attuarsi nelle sedi regionali in modo da coordinare al meglio le risorse e i destinatari. Una proposta che è stata accolta dal Ministero, che ha assicurato la sua attenzione e la sua disponibilità a rendersi parte attiva nelle sue competenze.

Molti e tutti importanti i contributi di idee espressi in particolare dai docenti designati dalla FederEsuli. Condivisa l’opinione che la di-vulgazione non debba limitarsi alla storia, pur fondamentale, del No-vecento ma debba comprendere la plurisecolare vicenda dell’italianità adriatica che ha radici antiche.

L’incontro ha visto presenti, per il Dicastero, i dirigenti del Dipar-timento per gli Ordinamenti Scolastici e l’Autonomia Scolastica e per la FederEsuli: il presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Lucio Toth, con le delegate Anvgd per la scuola prof.sse Maria Elena Depetroni e Miriam Paparella Bracali; l’on. Renzo de’ Vidovich per i Dalmati Italiani nel Mondo; la prof.ssa Chiara Vigini per l’Associazione delle Comunità Istriane.

Al tavolo hanno preso parte attiva i curatori della rete «Book in Progress», istituita da dirigenti scolastici della Puglia che hanno attiva-to una serie di iniziative volte a supplire le lacune presenti nei libri di testo in uso nella scuola. A loro la FederEsuli ha assicurato la massima collaborazione e ogni supporto documentario e informativo.

Il prossimo incontro avrà luogo entro l’estate, avendo tra i punti all’ordine del giorno la predisposizione di un programma operativo sulla base delle risultanze del confronto odierno.

Alla riunione sono stati presenti anche il sindaco del Libero Co-mune di Pola, Argeo Benco, e il presidente dell’Unione degli Istriani Lacota.

p. c. h.

◄ dalla prima paginaSCUOLA E CONFINE ORIENTALE. PROFICUA RIUNIONE AL MIUR CON LA FEDERESULI

Trieste, nel Comitato per il 150.mo anche Renzo Codarin

L ibri, opuscoli, video, gadget: la Sede nazionale

Anvgd ha definito ed aggiornato un ricco catalogo di prodotti di-versi che possono essere ordinati via per fax allo 06.5816852 o via mail all’indirizzo [email protected]. Ricordiamo che è indispensabile indicare sempre la denominazio-ne o il codice degli articoli scel-ti, le quantità di ogni articolo e l’indirizzo al quale spedirli. Nel plico sarà incluso un bollettino postale con il quale effettuare il pagamento. Il servizio è valido esclusivamente per il territorio italiano e prevede un piccolo contributo per le spese postali.

Per chi vuole visualizzare le immagini dei prodotti, per i residenti all’estero e per chi de-sidera ordinare con carta di cre-dito, seguire le indicazioni sul nostro sito www.anvgd.it alla sezione «Sfoglia il catalogo illu-strato e acquista online».

Ecco dunque il nostro ca-talogo.

FILM E DOCUMENTARI

«Esodo. La memoria negata». Cod. D003.

Cinquanta minuti di documenta-rio prodotto dalla Venicefilm per l’Anvgd, che riporta gli eventi, le immagini e le testimonianze dell’Esodo di 350.000 italiani, delle Foibe e dei Campi Profu-ghi. Particolarmente indicato per spettatori che non conoscono la storia del confine orientale.

€ 10,00

«Esodo. L’Italia dimen-ticata». Cod. D004.

Cinquanta minuti di documen-tario pro-dotto dalla Ven i c e f i lm per l’Anvgd, che indaga sull’Italia tro-vatasi sotto la bandiera jugoslava ed oggi testimo-

ne di un passato tormentato.€ 10,00

«Ritorno a casa». Cod. D002.

Docu-fiction di 50 minuti sull’italianità delle città istriane, prodotta dalla Venicefilm per

l’Anvgd.Durante il viaggio di due ragaz-zi, nipoti di Esuli, parti-ti alla volta dell’Istria alla ricerca delle radici della loro famiglia,

emergono le testimonianze ar-chitettoniche e visive dell’italia-nità adriatica.

€ 12,00

«Il vento dell’Adriatico». Cod. D001.

Docu-fiction di 52 minuti, prodotta dalla dalla Venice-

Conoscere. Il catalogo Anvgd di testi e filmati su storia e personaggidella Venezia Giulia e della Dalmazia

Page 5: Il numero di Giugno 2010

film per l’Anvgd, sulle trac-ce dell’italianità a Fiume, nel Quarnero e in Dalmazia. Un giovane discendente di Esuli e una giovane figlia di italiani rimasti nelle terre d’origine, si avventurano in un viaggio alla scoperta di quanta Ita-lia sopravvive sull’Adriatico orientale.

€ 12,00

«L ’altra storia». Cod. D005.

Cortometraggio di 15 minu-ti prodotto da PrimaQuinta, per la regia di Aldo Rapè e

Nicola Vero. Un bam-bino cerca inutilmente nel suo pae-se qualcuno che sappia cosa sono le Foibe. Sarà il nonno, che quella tra-

gedia ha vissuto, a svelargli la verità. Film ideale per avvici-nare i giovani alle vicende del confine orientale. Vincitore di numerosi premi, per la sua delicatezza ed originalità, dato il suo taglio assolutamente in-novativo.

€ 10,00

«La nuova Basovizza». Cod. D006.

Un documento filmato a cura della FederEsuli, girato in oc-casione dell’inaugurazione del nuovo Monumento della Foi-ba di Basovizza, comprendente anche le immagini del nuovo Centro di Documentazione del luogo-simbolo della tragedia delle Foibe.

€ 5,00

* * *LIBRI

Storia e documenti

L’Esodo dei 350mila Giu-liani Fiumani e Dalmati.

Parte prima. Cod. L001.La “bibbia” dei giuliano-dal-mati. Una vera enciclopedia

de l l ’Esodo scritta da P. Flami-nio Rocchi, che per cin-quant’anni li ha seguiti passo dopo passo nel loro calva-rio: la sto-

ria, i fatti, la politica, le per-sone, gli orrori, la cronologia degli avvenimenti in oltre 300 pagine.

€ 25,00

L’Istria dell’Esodo. Cod. L002.

Un vero manuale legislativo sugli aspetti assistenziali e nor-mativi sviluppatisi nei decenni in favore dei profughi giuliano

dalmati. A cura di P. Flaminio Rocchi. Pagg. 274.

€ 15,00

Il confine orientale del No-vecento. Cod. L003.

Il volume pubblica le relazio-ne dell’omonimo convegno di studi svoltosi presso l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, ed affronta il problema dell’in-serimento nei testi scolastici delle complesse vicende del confine orientale, con gli in-terventi di studiosi e politici. A cura di Patrizia C. hansen. Pagg. 135.

€ 15,00

Padre Flaminio Rocchi: l’uomo, il francescano,

l’esule. Cod. L004.La biografia del Frate degli Esuli in una accurata ricostru-zione documentale, completa di numerosi inediti e gli in-terventi di 117 fra persona-lità, autorità e semplici esuli. Pagg. 160.

€ 20,00

Esuli in Italia. Ricordi, valori, futuro per le gene-

razioni di Esuli dall’Istria-Dal-mazia-Quarnero. I. Cod. L012.Un’ approfondita indagine svolta dall’ Istituto di So-ciologia Internazionale di Gorizia, vagliando i colloqui e le risposte di Esuli, figli e nipoti in Italia per com-prendere una comunità, la memoria dell’Esodo, l’iden-tità, il ricordo dei luoghi, il futuro progettuale. Una base scientifica fondamentale per capire dove va il popolo giu-liano-dalmata. Pagg. 112 in formato A4.

€ 15,00

Esuli in Italia. Ricordi, valori, futuro per le gene-

razioni di Esuli dall’Istria-Dal-mazia-Quarnero. II. Cod. L013. Pagg. 175 in formato A4.

€ 15,00

Il confine orientale negli atti del PCI E PCJ. Cod.

L010.A cura di Marco Pirina, che ha indagato negli archivi del Par-tito Comunista jugoslavo e di quello italiano, alla ricerca dei documenti che comprovano il disegno annessionista di Tito su Istria e Dalmazia, alla base della tragedia delle Foibe e dell’Esodo giuliano-dalmata.

€ 20,00

Il Campo Profughi di Via Pradamano e l’associazio-

nismo giuliano-dalmata a Udi-ne. Cod. L014.Ricerca storico sociologica di Elio Varutti tra gli Esuli ap-prodati a Udine. Ampio uti-lizzo di immagini d’epoca e documenti. Pagg. 393 in for-mato A4.

€ 25,00

La Magnifica Comunità di Cherso. Cod. L065.

Libro di Luigi Tomaz sul Comu-ne autonomo nel Golfo di San Marco sotto la Serenissima, cor-redato da disegni e rilievi archi-tettonici dell’Autore. Pagg. 493.

€ 30,00

La città della memoria. Storie di vita di esuli da

Zara nel secondo dopoguerra. Cod. L070.Lavoro della giovane Francesca Gambaro in ricordo della me-

moria col-lettiva del doloroso e s i l e n z i o s o esodo degli italiani da Zara, dopo 54 bombar-damenti. In-terviste e sto-rie di vita, un

viaggio a ritroso fra memoria e identità. Pagg. 239.

€ 20,00

Istria e Dalmazia. Inter-venti e scritti quotidiani

di Giannantonio Paladini. Cod. L071.Volume a cura di Alessandro Cuk e Tullio Vallery per il Co-mitato Anvgd di Venezia. Rac-colta degli articoli e saggi brevi a firma del professore universi-tario su Istria e Dalmazia, dagli anni ’80 al 2004. Pagg. 191.

€ 12,00

Contributo alla conoscen-za della storia e della

cultura dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Cod. L058.Dal corso di aggiornamento per

docenti a cura del l ’Anvgd di Udine una importante pubblicazio-ne che spazia tra due secoli allo scopo di far compren-dere anche ai non addetti

ai lavori la vera storia delle no-stre terre. Volume di 325 pagine.

€ 20,00

Un paese nella bufera. Pe-dena 1943/1948. Cod.

L063.A cura di Guido Rumici, riper-corre le vicende di un borgo istriano a cavallo della seconda guerra mondiale. Pagg. 95.

€ 10,00

L’Istria è lontana. Un Eso-do senza storia. Cod.

L046.Volume di Gianni Giuricin su tante piccole vicende che hanno caratterizzato gli anni dell’Eso-do e ciò che in Istria vi è rima-sto. Interessante l’appendice con gli elenchi della diffusione dei cognomi in Istria.

€ 15,00

LETTERATURA

Noi figli dell’Esodo. Cod. L037.

Romanzo, in parte autobiogra-fico, di M. Gabriella Macini Fazio, nata in un campo pro-fughi giuliano-dalmata, che ripercorre le vicende dell’Eso-do e sottolinea sofferenze e pe-regrinare di un intero popolo. Pagg. 264.

€ 18,00

Il violino dell’ingegnere. Cod. L072.

Libro autobiografico di Irma Sandri Ubiz-zo, edito per conto del C o m i t a t o Anvgd di Venezia. Il dopo-esodo a Venezia e Mestre, l’as-soc iaz ion i -smo giuliano-

dalmata, i beni abbandonati, le cronache dei ritorni nella terra natìa. Pagg. 183.

€ 12,00

La poesia dialettale istria-na. Cod. L073.

Raccolta a cura di Pina Ferro Mosca con poesie dialettali, opere di esuli e di «rimasti», con il ricordo come moti-vo determinante e comune. Pagg. 159.

€ 12,00

Confine. Cod. L008Le storie di confine

viste “da dentro”, in una prospettiva nuova e origina-le, raccolte in un volume di 356 pagine di Dario Volok-san.

€ 16,80

Carte di famiglia. Cod. L009.

Un padre, un figlio, sul-lo sfondo Abbazia italiana, la guerra ed una realtà che cambia: il tutto nel racconto di Gabrio Gabriele, su 183 pagine.

€ 15,00

Oltre il confine. Cod. L060.

Libro di Gabrio Gabriele che conduce il lettore nella natia terra istriana. Ricordi antichi e nuovi, fatti di ieri e di oggi si mescolano nella memoria. Pagg. 110.

€ 12,00

* * *RARITà

L’Italianità della Dalma-zia negli ordinamenti e

statuti cittadini. Cod. L059.Volume di Bruno Dudan e An-tonio Teja edito dall’Istituto per gli Studi di Politica Inter-nazionale, sulla secolare italia-nità della Dalmazia che emerge

da un’attenta ricerca documen-tale. Elegante e raro volume di 230 pagine.

€ 25,00

Niccolò Tommaseo a 200 anni dalla nascita.

Cod. L056.Atti del convegno tenuto-si a Firenze nel 2002 a cura

dell’Anvgd. Gli interven-ti di storici, politici e let-terati a testi-monianza di quanto sia ancor oggi vivace la sua presenza nel mondo let-

terario italiano. A cura di Sil-vio Cattalini. Volume di 278 pagine.

€ 20,00

Cose e ombre di uno. Cod. L005.

Meritoria ristampa del li-bro che contiene i momenti più significativi del pensie-ro di Carlo Stuparich, fra-tello di Giani, volontario della Grande Guerra. Pagg. 275.

€ 20,00

Giani Stuparich fra Trieste e Firenze. Cod.

L006.Il volume che raccoglie le relazioni della giornata di studi sullo scrittore giu-liano a cura dell’Anvgd e

del Gabinet-to Scientifico Letterario G. P. Vieusseux. Le relazioni e gli appro-fondimenti di Angelo Ara, Giorgio Luti, Ernestina Pel-legrini, El-

vio Guagnini e Patrizia C. hansen, curate da Franco Zabagli. Pagg. 83.

€ 10,00

* * *BIOGRAFIE

Una donna di frontiera. Cod. L064.

La storia e la vita di Suor Tarsilla Osti, di Pola (1895-1958), elevata a Beata nel 2008 per la sua santa attività nella Congregazione dei Sa-cri Cuori di Maria e Gesù. Autore Carmelo Naselli. Pagg. 118.

€ 9,50

1/ segue

Numero 6 | Giugno 20105

Sul numero di luglio il catalogo degli opuscoli, filatelico e dei gadget

Page 6: Il numero di Giugno 2010

A seguito dell’istanza pre-sentata dalla Federazio-

ne delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati al ministro dell’Economia Tre-monti, al ministro degli Esteri Frattini, al sottosegretario Gian-ni Letta e all’Agenzia Entrate di Roma, in data 18 novembre 2009, poiché l’art. 13-bis del D. L. 10/07/2009, n. 78 convertito in L. 03/08/2009, n.102 («scudo fiscale») ha introdotto l’obbligo, per i cittadini italiani, a partire dall’esercizio 2009 di dichiarare nel Modello Unico la detenzio-ne di immobili all’estero (anche Slovenia e Croazia) è pervenu-ta in data 1° marzo 2010 dalla Direzione Centrale Normativa dell’Agenzia Entrate di Roma, la risposta interpretativa al quesito posto.

La Federazione con la pro-

pria istanza aveva chiesto che i cittadini italiani (esuli e/o figli e/o eredi) proprietari di immobi-li e/o porzioni di essi, non siano tenuti alla compilazione del Mo-dello RW allegato all’UNICO, in quanto non possono essere paragonati alla pari di quei citta-dini italiani che hanno investito all’estero, trattandosi di beni che all’epoca erano già situati in ter-ritorio italiano e forzosamente abbandonati.

L’Agenzia Entrate di Roma, con la nota citata, evidenzia che «a partire dalla dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’im-posta 2009, i contribuenti sono tenuti ad indicare in ogni caso nel modello “RW” gli immobili detenuti all’estero, indipenden-temente dall’effettiva produzione di redditi o dal loro assoggetta-mento alle imposte sui redditi nel

Paese in cui sono situati». Pertanto gli Esuli proprieta-

ri di immobili e porzioni di essi (anche terreni) siti in Slovenia e Croazia, potranno optare tra la compilazione del Modello UNI-CO o del Modello 730, ma in tale ipotesi dovranno redigere anche il frontespizio del Mo-dello UNICO 2010 e allegare il modulo “RW” Sezione 11. Tale adempimento è solo indicativo e non soggetto ad alcun pagamen-to di imposte.

Gli interessati potranno ri-volgersi ai loro professionisti di fiducia, ai CAF o direttamente all’Agenzia Entrate per il solo invio, evidenziando loro tale fat-tispecie.

La Federazione si impegna a richiedere al Governo italiano l’esenzione dalla dichiarazione delle proprietà immobiliari de-tenute dagli Esuli e/o figli e/o eredi, di beni immobili ora siti in Slovenia e Croazia, già territorio italiano, ancorché non produttivi di reddito in quei Paesi, in quan-to non sono e non possono essere considerati investimenti all’este-ro (mancanza del presupposto oggettivo).

(fonte www.arcipelagoadriatico.it)

L’AGENzIA DELLE ENTRATE RISPONDE ALLA FEDERESULI

Scudo fiscale, i beni immobili intestati agli esuli o a loro eredi vanno dichiaratiL’adempimento non presuppone il versamento di imposte

Seduta 15 Aprile 2010TERRITORI CEDUTIPos. 14390/TCBoicoConcesso indennizzo

Pos. 5916/TCCimesArchiviazione

Pos. 19285/TCRampasConcesso indennizzo

Pos. 780-12315/TCBenzanConcesso indennizzo

Pos. 1860-7540-6366/TCTomaConcesso avviamento commerciale

Pos. 3926-4832-4964/TCPersicalliRettificata delibera precedente

Pos. 928/TCMinachRespinta revisione stima

Pos. 5120/TCBianchiConcessa revisione stima

Pos. 19207-22803/TCDemarinRespinta richiesta indennizzo

Pos. 7707/TCGorenjscekrettificata delibera precedente

Pos. 6977/TCDe ColombisConcesso indennizzo integrativo

Seduta 22 Aprile 2010zONA BPos. 8382/ZBScrigner Giuseppina ved. Coslovich (eredi)concesso indennizzo

Pos. 8809/ZBLauretti Andrea (eredi)concesso indennizzo

Pos. 9231/ZBRadin Oliva (eredi)Concesso indennizzo per parti-celle accertate. Rigetto per altre particelle non identificate

Pos. 4072/ZB Cuschie Giuseppe (eredi)concesso indennizzo

Pos. 2839/ZBBabich Francesco, Giuseppee Santo (eredi)Concesso indennizzo

Pos. 9846/ZBValenti FedericoIstruttoria all’UTE

Pos. 9745/ZBRoberti Dorina ed altri (eredi)Concesso indennizzo

Pos. 4534/ZBVigini Emilia (eredi)concesso indennizzo

Pos. 1261/ZBPozzetto Antonio ed altri (eredi)concesso indennizzo

Pos. 4986/ZBrinviata

Commissione per gli indennizzi, la sintesi delle sedute di aprile 2010

Pubblichiamo la sintesi delle sedute del 15 e del 22 aprile 2010 della Commissione per gli inden-nizzi dei beni perduti insediata presso il Ministero dell'Economia. Ricordiamo che queste delibere

non hanno nulla a che vedere con gli indennizzi della Legge 137/2001, ma sono pendenze precedenti legate alla concessione di avviamento commerciale, revisione di stima e alla identificazione degli eredi beneficiari.

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Numero 6 | Giugno 2010

Scudo fiscale, chi deve indicare i beni sulla dichiarazione dei redditiA cura dell’Avv. Vipsania Andreicich

Sono una profuga giuliana; quando lascia l’Istria do-vetti abbandonare tutte le mie proprietà immobiliari.

Per tali beni ho chiesto e ricevuto da parte dello Stato italiano gli indennizzi di cui alle leggi che si sono succedute nel tempo, relative ai beni abbandonati nella ex Jugoslavia.

Alcuni giorni fa ho sentito parlare dell’obbligo di indi-care, nella propria dichiarazione dei redditi, i beni detenuti all’estero. Desideravo sapere se anche nel caso di beni inden-nizzati da parte dello Stati italiano sia necessario procedere alla loro indicazione nella propria denuncia dei redditi.

Lettera firmata

L’art. 13-bis del D.L. 10/07/2009, n. 78 convertito nella Legge 03/08/2009, n.102 («scudo fiscale»),

ha introdotto l’obbligo, per i cittadini italiani, a partire dall’esercizio 2009 di dichiarare nel Modello Unico la deten-zione di immobili all’estero (e pertanto anche gli immobili ubicati nella Repubblica di Slovenia e nella Repubblica di Croazia).

Bisogna però specificare che gli unici soggetti tenuti alla dichiarazione di cui alla legge sopra citata sono coloro i qua-li, alla data odierna, risultano proprietari di beni immobili sulla base delle risultanze degli estratti tavolari, ovvero colo-ro che non hanno avuto i propri beni confiscati, nazionaliz-zati e che non hanno disposto dei propri beni a favore dello Stato al fine di ottenere il pagamento previsto dalle leggi che hanno disposto l’indennizzo per i beni abbandonati nella ex Jugoslavia.

In tutti i casi sopra elencati i beni immobili “abbandona-ti” non fanno più parte del patrimonio immobiliare dei loro originari titolari in quanto sono stati a questi ultimi portati via sulla base di provvedimenti di esproprio che hanno asse-gnato la titolarità, prima alla Jugoslavia e poi alla Repubbli-ca di Slovenia e alla Repubblica di Croazia.

Coloro, invece, che sono, ad oggi, titolari di beni in Cro-azia o in Slovenia sulla base delle risultanze tavolari, sono te-nuti a dichiarare tali beni nella loro dichiarazione dei redditi.

La Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati aveva presentato una istanza al Governo ed all’Agenzia delle Entrate di Roma mediante la quale chie-deva chiarimenti in merito all’obbligo da parte dei cittadini italiani (esuli e/o figli e/o eredi) proprietari di immobili e/o porzioni di essi, alla compilazione del Modello RW allegato all’UNlCO, sottolineando il fatto che gli stessi non posso-no essere paragonati a di quei cittadini italiani che hanno investito all’estero, trattandosi le loro proprietà di beni che un tempo erano situati in territorio italiano e che furono forzosamente abbandonati.

L’Agenzia Entrate di Roma, con la nota del 1° marzo 2010, ha evidenziato che «a partire dalla dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2009, i contribuenti sono tenuti ad indicare in ogni caso nel modello “RW” gli immobili detenuti all’estero, indipendentemente dall’effet-tiva produzione di redditi o dal loro assoggettamento alle imposte sui redditi nel Paese in cui sono situati».

Alla luce di quanto sopra, gli Esuli proprietari di immo-bili e porzioni di essi (anche terreni) siti in Slovenia e Cro-azia, sulla base delle risultanze dei Libri Tavolari, potranno optare tra la compilazione del Modello Unico o del Modello 730, ma in tale ipotesi dovranno redigere anche il fronte-spizio del modello Unico 2010 e allegare il modulo “RW” Sezione 11.

Preciso che tale adempimento è solo indicativo e non soggetto ad alcun pagamento di imposte.

Coloro che invece hanno avuto i loro beni confiscati, nazionalizzati o che li hanno ceduti ad altro titolo non sa-ranno tenuti ad alcuna dichiarazione nella loro denuncia dei redditi.

LA REDAZIONE RISPONDE

W Indennizzi, in corso di liquidazione il quarto scaglione

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COMITATO DIAVELLINO

Venerdì 12 febbraio il te-atro dell’Istituto Com-

prensivo di Pratola Serra ha ospi-tato il convegno «I massacri delle Foibe. Testimonianze e ricordi», realizzato in collaborazione con il Comitato Anvgd irpino e il settimanale “Il Ponte”. L’incon-tro ha visto la partecipazione del sindaco, Antonio Aufiero, del di-rigente scolastico Renato Ianna-cone e del prof. Carmelo Testa, presidente del Comitato Anvgd, che ha reso diretta testimonianza di quegli eventi. La relazione sto-rica è stata affidata alla giornalista Eleonora Davide. Ha moderato Antonietta Gnerre.

* * *COMITATO DI

BELLUNO

È una tragedia storica da molti sconosciuta e igno-

rata nel completo smarrimento delle coscienze. Con legge del-lo Stato, n. 92 del 2004, è stato

istituito il Giornata del Ricordo per conservare e rinnovare la me-moria di un capitolo del nostro passato. Anche a Belluno il 10 Febbraio ha visto iniziare le com-memorazioni con la S. Messa celebrata da don Carlo Onorini, esule anch’egli, seguite dal saluto ufficiale del presidente del Comi-tato Anvgd bellunese Ghigliano-vich alle autorità ed associazioni intervenute in Piazza “Vittime delle Foibe”.

* * *COMITATO DI

BERGAMO

Il Comune di Bergamo e il Comitato Anvgd hanno

commemorato nel corso di una cerimonia svoltasi nella Sala consiliare affollata di autorità, di profughi istriani e di studen-ti, le vittime delle Foibe e l’eso-do. Un incontro molto sentito e commovente, introdotto dal sindaco Franco Tentorio, per le testimonianze dirette di alcuni profughi o loro familiari, che arrivarono nel 1947 a Berga-mo, ove si stabilirono in oltre cento). Lucio Parenzan, noto cardiochirurgo, esule da Pira-

no, non è riuscito a trattenere la commozione e ha ringrazia-to la città per l’accoglienza data alle famiglie istriane. Lo hanno preceduto negli interventi il presidente del Consiglio co-munale Guglielmo Redondi, la presidente del Comitato Anvgd Maria Elena Depetro-ni, Vincenzo Barca, presidente onorario Anvgd bergamasca, Giancarlo Taddei direttore del-le farmacie degli Ospedali Riu-niti (che ha ricordato Antonio Smojver, esule da Fiume, per 31 anni farmacista ospedalie-ro di grande valore) ed Ettore Tacchini, il quale ha rievocato le figure di Lucio D’Urbino ed Enrico Mastropietro, profughi da Capodistria, i quali hanno dato lustro al foro di Berga-mo).

A Seriate, il sindaco Silva-na Santisi Saita e il presidente onorario Vincenzo Barca, han-no scoperto un cippo dedicato ai Martiri delle Foibe. Il cippo è in pietra rosa d’Istria nel qua-le è scavata una cavità, a indica-re le foibe. Seriate, ha ricorda-to Santisi Saita «prima ancora della legge nazionale istitutiva del Giorno del Ricordo aveva

aperto uno squarcio storico sui drammatici eventi dell’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia, e sulle tragiche foibe». Era infatti il 2000 quando nella città lom-barda veniva inaugurata Via Martiri delle Foibe.

L’Anvgd con gli Alpini nell’Adunata nazionale

In occasione del Raduno nazionale degli Alpini

a Bergamo, il 7, 8 e 9 maggio scorsi, tanti sono stati i mo-menti significativi che ha visto protagonista il Comitato berga-masco guidato da Maria Elena Depetroni. Ecco il nutrito pro-gramma predisposto dal Comi-tato in occasione della grande manifestazione che, come sem-pre, ha visto accorrere gli alpini da tutta Italia:

Venerdì 7 maggio, alzaban-diera e deposizione di una coro-na al monumento ai Caduti di tutte le guerre presso il Piazzale degli Alpini. La sera, cena d’ac-coglienza agli Alpini di Trieste e delle Sezioni esuli di zara, Fiu-me e Pola.

Sabato 8 maggio, breve ce-rimonia commemorativa presso il monumento agli Esuli presso la Rocca. A seguire, S. Messa in ricordo dei caduti, morti, infoi-bati, dispersi presso la Chiesa delle Grazie.

Domenica 9 maggio, inizio del corteo, aperto dagli alpini di zara, Fiume e Pola.

DELEGAzIONE DIFIRENzE

La Delegazione Anvgd e il Comune di Firenze han-

no presentato venerdì 14 maggio il libro di Jan Barnas Ci chiama-vano fascisti. Eravamo italiani. Istriani, Fiumani e Dalmati: storie di esuli e rimasti, che tanto suc-cesso ha riscosso dalla sua uscita lo scorso gennaio.

L’incontro, con la partecipa-zione dell’autore, si è tenuto nella Sala Grande della Biblioteca del-le Oblate. Ha presentato e mo-derato Myriam Andreatini Sfilli, Delegata dell’Associazione per Firenze.

* * *COMITATO DI GENOVA

Anche il capoluogo ligure ha degnamente celebra-

to il Giorno del Ricordo con il concorso determinante dell’An-vgd provinciale presieduta da Claudio Eva. Preceduto dal con-vegno celebrativo di Giovanni Palatucci, funzionario di poli-zia, ultimo questore di Fiume, deportato e morto a Dachau, e dalla cerimonia di deposizione di una corona di alloro al cippo nei giardini Cavagnaro, che ricor-da il sacrificio delle popolazioni dell’Istria, di Fiume e della Dal-mazia, e la proiezione di un do-cumentario sull’esodo giuliano dalmata in Valle Scrivia, presso il Teatro della Gioventù si è svolta la cerimonia ufficiale del 10 Feb-braio. Durante la manifestazione sono stati premiati gli studenti vincitori della IX Edizione del Concorso regionale «Il sacrificio degli Italiani della Venezia Giu-lia e della Dalmazia; mantenere la memoria, rispettare le verità, impegnarsi per garantire i dirit-ti dei popoli». Sono state inoltre consegnate le targhe «Premio Er-nesto Bruno Valenziano» a colo-ro che si sono distinti nella difesa della verità e della giustizia per i Giuliani e Dalmati, vittime di crimini contro l’umanità e pri-vati della propria Terra e della propria identità, con la prolusio-ne di Fulvio Mohoratz, “storico” esponente dell’associazionismo giuliano-dalmato a Genova.

Commemorazioni si sono tenute anche a Sanremo, in via Martiri delle Foibe; a Rapallo; a Recco e a Busalla.

Durante la celebrazione a Recco del Giorno del Ricordo, presenti il sindaco Capurro, am-ministratori, il prof. Claudio Eva, presidente provinciale dell’An-vgd, Emerico Radman del Co-mitato genovese della stessa, lo storiografo cittadino Sandro Pel-legrini (nativo di Fiume) ha pro-posto al sindaco di far votare al Consiglio comunale, nel corso di una riunione, un documento di

sollecitazione al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Se-nato e Camera, al Presidente del Consiglio per sostenere la con-cessione pubblica e solenne della Medaglia d’Oro al valor militare al Gonfalone della città di zara. È opinione di Pellegrini che la Repubblica italiana non possa sottrarsi al rispetto della Storia nazionale e che sarebbe molto significativo se in occasione del prossimo 10 febbraio 2011 tut-te le Assemblee elettive nazionali votassero un documento di soli-darietà nei confronti degli oltre 300 mila esuli.

A Busalla il Comune e la comunità fiumana hanno orga-nizzato, venerdì 19 febbraio, la commemorazione del Giorno del Ricordo con mostre ed in-contri. La giornata è iniziata al Salone “Roberti” della SMS «fra i Liberi Operai» con la presen-tazione della mostra fotografica «Il giorno del ricordo» di Guido Rumici, introdotta da Emeri-co Radmann per l’Anvgd e con l’intervento di Wladimiro Iozzi, preside dell’istituto Nautico “San Giorgio” di Genova. La mostra è rimasta aperta dal 20 al 28 feb-braio presso la Sala del Consiglio comunale di Busalla.

Presentata in questa occazio-ne la tesi di laurea di Valentina Lombardo L’esodo Giuliano Dal-mata in Valle Scrivia nella memo-ria orale, cui è seguita la lettura teatrale di brani tratti dal volume di Mauro Valerio Pastorino Fiu-mani da parte della “Compagnia degli Evasi” di Castelnuovo Ma-gra. Alle manifestazioni hanno presenziato i ragazzi dell’ITIS “Primo Levi” e dell’Istituto Nau-tico “San Giorgio”.

* * *COMITATO DI

GORIzIA

Il Comitato provinciale isontino, in collaborazione

con l’Associazione Amici dei Mu-sei, ha promosso la presentazio-ne della tesi di laurea di Stefania Grion, La chiesa di Santa Maria Annunciata a Sanvincenti d’Istria, un catalogo di citazioni “all’antica”.

Numero 6 | Giugno 20107

DAI COMITATI

W Seriate (Bergamo), 10 febbraio 2010. Il sindaco, signora Silvana Santisi Saita, e il presidente onorario del Comitato Anvgd bergamasco, Vincenzo Barca

X Bergamo si è imbandierata per accogliere festosamente gli alpini a raduno

W Sanvincenti, la Chiesa di Santa Maria Annunciata, oggetto dello studio presentato dal Comitato Anvgd isontino

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Numero 6 | Giugno 2010

L’incontro ha avuto luogo il 19 aprile presso la sala conferenze concessa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. La chiesa oggetto dello studio è stata ripe-tutamente meta di visite da parte del Comitato goriziano, sempre suscitando nei partecipanti ai tour grande ammirazione.

* * *COMITATO DI

MASSA CARRARA

A Marina di Carrara il Consiglio comunale è

stato convocato nella Sala Mar-moteca dell’IMM in seduta straordinaria con la partecipa-zione del Consiglio provinciale di Massa-Carrara per la celebra-zione congiunta del Giorno del Ricordo. La seduta è stata aperta dal presidente del Consiglio del Comune di Carrara, Luca Rago-ni, al quale sono seguiti il sindaco di Carrara Angelo zubbani e gli interventi degli studenti dell’Isti-tuto Professionale di Stato per le attività marinare “Fiorillo”.

«Fin dal 2004 - ha detto tra l’altro il sindaco Ragoni - il Co-mune non si è mai sottratto alla commemorazione delle vittime delle Foibe. Quest’anno abbiamo desiderato fare un salto di quali-tà, organizzando questo Consi-glio congiuntamente con quello di Massa e quello provinciale». Dal canto suo, Sergio tabanelli, presidente del Comitato Anvgd - ha rilevato come «dopo 60 anni dagli avvenimenti finalmente si può dare loro la giusta collo-cazione, poiché tante situazioni erano state nascoste […]. Dal 2004, con l’istituzione da parte del Parlamento del Giorno del Ricordo, molti errori sono stati riconosciuti».

Nel suo intervento, il segre-tario del Comitato Vittorio Mi-letti ha voluto porre l’accento su alcuni aspetti salienti dell’essere esuli e dell’accoglienza nel terri-torio della Provincia. «Solo con la memoria - ha detto tra l’altro - con la conoscenza dei fatti re-almente accaduti, e con la con-sapevolezza della tragedia che si è consumata, si possono gettare le basi sulle quali costruire un futuro. […] Il sogno di noi Esu-li, dopo tanti anni trascorsi nei campi profughi, era quello di trovare un luogo dove reimpian-tare le radici che avevamo perso, o meglio, che altri avevano con la violenza sempre sradicato. […] Speriamo di essere d’esempio alle nuove generazioni, in modo che […] la nostra esperienza possa essere d’aiuto, al nuovo mondo globalizzato, nel comprendere che erronee interpretazioni stro-riche insinuano nella società inu-tili logiche di razzismo, di coflit-to e guerra».

A Marina di Massa, sempre il 10 febbraio, le autorità civili e militari e la rappresentanza degli esuli si sono mossi in corteo e si sono portati all’interno dell’ex

campo profughi per la deposizio-ne di una corona alla lapide che ricorda la permanenza dei profu-ghi giuliano-dalmati.

Nel pomeriggio, Messa a suf-fragio delle vittime delle Foibe nella Chiesa Servi di Maria. Suc-cessivamente, presso l’Aula Ma-gna del Liceo Classico “Pellegri-no Rossi” di Massa, nei giorni 18 e 25 febbraio «Giornate di storia e conoscenza sugli avvenimenti dell’Istria e Dalmazia dal 1943 al 1947» con testimonianze di al-cuni esuli e mostra fotografica. Il giorno 25, dibattito e proiezione di filmati d’epoca.

* * *COMITATO DI

MODENA

Anche nella Città di Mo-dena è stato commemo-

rato il Giorno del Ricordo con la deposizione di una corona in Via Martiri delle Foibe, alla presen-za del presidente della Provincia Emilio Sabattini e del sindaco Giorgio Pighi. Nello stesso gior-no è stata celebrata da mons. Benito Cocchi, arcivescovo eme-

rito, una S. Messa nella chiesa monumentale di S. Domenico.

Il 16 febbraio, nella Sala del-le conferenze della Circoscrizio-ne 3, il vicepresidente nazionale Anvgd Marino Segnan e il pre-sidente della Consulta regionale Anvgd Paolo Jelich hanno tenu-to una conferenza sull’esodo alla quale è seguita la proiezione di un filmato.

Ha avuto luogo, inoltre, un ciclo di conferenze presso la Circoscrizione 1 del Comune, e tra queste si segnalano: giovedì 4 marzo, relatore il prof. Fulvio Salimbeni sul tema L’Adriatico. Storia di un mare che unisce, non divide, le opposte sponde; martedì 9 marzo, relatore il prof. Roberto Spazzali sul tema Il lungo Otto-cento. La Venezia Giulia dall’età napoleonica alla prima guerra mondiale. Storia di una regione contesa; venerdì 12 marzo, inter-vento del dott. Lorenzo Salimbe-ni, Dal trattato di Parigi al tratta-to di Osimo. Esodo e confini nella Venezia Giulia e nella Dalmazia; venerdì 19 marzo, relatore il prof. Marco Cuzzi, Foibe, esuli, rimasti. Il dramma dell’Istria nel XX secolo.

Il sindaco di Modena, Gior-gio Pighi, ha voluto sottolineare la proficua collaborazione tra l’Anvgd ed il Comune, concre-tizzatasi nella recente intesa rag-giunta sulla realizzazione di un cippo dedicato ai Martiri delle Foibe nel piazzale antistante la Chiesa del Tempio. Sarà, rimarca

il primo cittadino, «esempio per-manente di memoria per tutti i modenesi e per le giovani gene-razioni».

Il Comitato Anvgd, presie-duto da Giampaolo Pani, è stato impegnato inoltre in una serie di conferenze tenute nelle scuo-le cittadine e, in date diverse, in quattro classi liceali e in sei classi di scuole medie.

A Sassuolo lo stesso Comita-to provinciale ha curato l’allesti-mento della mostra documenta-ria e fotografica del prof. Guido Rumici, inaugurata il 6 febbraio nella Galleria d’arte moderna alla presenza del sen. Filippo Berselli e del sindaco di Sassuo-lo Luca Caselli. La mostra è ri-masta aperta sino al 21 febbraio con possibilità di visite guidate rivolte in particolare alle scuole del territorio a cura del Comitato modenese che è dovuto ricorrere alla collaborazione del Comita-to di Bologna per sopperire alle numerose richieste pervenute. Dopo l’inaugurazione della mo-stra, presso la Sala Biasin il sen. Berselli ha introdotto la proie-zione del documentario Anvgd «Esodo». È seguita la conferen-za del prof. Fulvio Salimbeni Il contributo della civiltà adriatica a quella italiana ed europea.

Mercoledì 10 febbraio si è svolta la commemorazione del Giorno del Ricordo con l’inti-tolazione ufficiale di Via Martiri delle Foibe e la posa di una co-rona d’alloro. Posta in prossimi-tà della sede del Commissariato di Pubblica Sicurezza, con la toccante cerimonia di posa del-la targa commemorativa e della benedizione, la nuova Via entra così di fatto nella toponomastica sassolese. Alla cerimonia pubbli-ca, presenziata dal Sindaco Luca Caselli, da diversi consiglieri co-munali dalle autorità militari e dalle associazioni d’Arma e Com-battentistiche con i Gonfaloni, semplici cittadini e una delega-zione di studenti di alcune scuole superiori. In tutte le scuole e ne-gli uffici pubblici alle 11 è stato osservato 1 minuto di silenzio.

Il programma, come ha sot-tolineato il sindaco Caselli e a cui hanno contribuito gli assessorati alla Cultura e alla Pubblica Istru-zione, ha così inteso dare piena attuazione allo spirito contenuto nella legge che prevede e realiz-zando specifici momenti ed atti-vità pubbliche di testimonianza, informazione e riflessione criti-ca su questo particolare periodo storico, così drammatico e di-menticato. «In questo ambito - ha ricordato il Sindaco - siamo giunti finalmente alla posa della targa e alla intitolazione ufficiale della via ai “martiri delle Foibe”, coronando una richiesta ed un impegno scandito da proposte ed interpellanze consiliari presentate nelle precedenti legislature».

A Carpi l’11 febbraio sedu-ta straordinaria del Consiglio comunale che ha votato all’una-

nimità un ordine del giorno che impegna l’Amministrazione a porre una targa commemorativa nell’area prospiciente l’ex campo di concentramento di Fossoli, in memoria della permanenza per 20 anni (1954-1974) della comunità istriana nel cosiddetto Villaggio San Marco. Presenti al Consiglio comunale, in qualità di invitati, tutto il Consiglio di-rettivo del Comitato Anvgd mo-denese e 20 esuli di Carpi.

A Fiorano, il Consiglio co-munale ha votato all’unanimità, il 10 Febbraio, l’ordine del gior-no che prevedeva la commemo-razione delle vittime delle Foibe e dell’esodo mediante interventi nelle scuole medie incentrati sul tema «Istria: una storia di italiani dimenticata».

G. P.

* * *COMITATO DI

PALERMO

Le manifestazioni previste per il 10 Febbraio hanno

avuto inizio il 4 dello stesso mese a Piazza Armerina presso l’Isti-

tuto “Ettore Maiorana” a cura dei dirigenti scolastici Giuseppe Marino e Lucia Giunta, relato-re Francesco Paolo Calvaruso, segretario del Comitato Anvgd palermitano. Sono intervenuti per dare testimonianza il pre-sidente dello stesso Comitato, Gino zambiasi, Lucia e Roberto Hodl e Anna Maria Bruno, pro-veniente da Caltanissetta.

Il giorno successivo, il 5, se-duta straordinaria del Consiglio comunale di Palermo, alla pre-senza delle autorità civili e mili-

GIORNO del RICORDO 2010Il Sindaco di Modena Giorgio Pighi e il Presidente della Provincia Emilio Sabattini si onorano di invitare la S.V. alla cerimonia in memoria delle vittime delle Foibe con la deposizione di una corona davanti all’insegna della strada

Mercoledì 10 febbraio 2010ore 11.00Via Martiri delle Foibe

Presiede:Emilio SabattiniPresidente Provincia di Modena

Intervengono:un rappresentante dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

Giorgio PighiSindaco di Modena

X La locandina predisposta dal Comune di Modena per la commemorazione del 10 Febbraio

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tari: per l’Amministrazione erano presenti l’assessore alla Cultura, Giampiero Cannella, e gli as-sessori Raoul Russo e Mauro La Mantia. L’evento è stato seguito dalla stampa e da una qualificata rappresentanza degli esuli resi-denti nel capoluogo siciliano.

Il 6, nella Sala consiliare di Monreale, seduta dedicata al Giorno del Ricordo. Sono in-tervenuti il sindaco, Di Matteo, il vicesindaco Salvino Caputo, l’assessore alla Cultura, Giampie-ro Cannella e le scuole del com-prensorio con gli studenti e gli insegnanti. È intervenuto, come testimone degli eventi rievoca-ti, Gino zambiasi, ha moderato Gaetano Pavera.

Ed ancora, il 9 febbraio presso l’Istituto di istruzione se-condaria superiore “Steno” di Termini Imerese, testimonianze

a cura di Gino zambiasi, Lu-cia e Roberto Hodl, relazione del dirigente scolastico Antonio Militello, moderatore Antonino Pecoraro.

Il 10 febbraio, a Palermo, alla presenza delle più alte cariche cittadine, civili e militari, è stato inaugurato il Cippo in memoria dei Martiri delle Foibe. Presenti il prefetto Giancarlo Trevisone, il Questore Alessandro Marango-ni, il comandante della Guardia di Finanza gen. Carlo Ricozzi, alti ufficiali dei Carabinieri e del

Corpo di Polizia, il vicesindaco Salvino Caputo, l’assessore alla Cultura, Giampiero Cannella, due classi con i rispettivi pro-fessori ed un significativo grup-po di esuli giuliano-dalmati con qualche goriziano. Padre Andrea Di Paola, cappellano capo della Guardia di Finanza ha benedetto il Cippo.

Nella Chiesa di S. Giacomo dei Militari, sita all’interno del Comando Legione Carabinieri Sicilia, è stata officiata una Mes-sa in suffragio dei Carabinieri deportati, uccisi o scomparsi nell’ex Jugoslavia durante la Se-conda guerra mondiale e dopo, alla quale hanno preso parte i fa-miliari coinvolti nei tragici fatti. Dopo la deposizione di una co-rona d’alloro al Cippo ai Caduti, il Comandante la Legione Cara-binieri Sicilia, gen. di Divisione Vincenzo Coppola, ha tenuto una breve orazione.

Alle 17.00, posa della corona d’alloro dinnanzi al monumento del Milite Ignoto, presenti diver-se delegazioni con i labari dei Co-muni limitrofi, l’assessore Rauol Russo con la fascia del sindaco,

Dario Falzone in rappresentan-za della Provincia, l’on. Salvino Caputo in rappresentanza della Regione e il presidente Anvgd di Palermo zambiase. Successiva-mente, nella chiesa di S. Mami-liano S. Messa celebrata da Padre Andrea Di Paola, a coronamento di una splendida giornata ricca di riflessioni e di rievocazioni.

Evento significativo delle ce-lebrazioni del 10 Febbraio è stato il «Corteo Tricolore» patrocinato dal Comune e dalla Provincia di Palermo, e dalla Consulta pro-

vinciale degli studenti. Vi han-no aderito diversi Comuni della Provincia che vi hanno parteci-pato con il proprio Gonfalone. Una manifestazione istituzio-nale, politicamente trasversale e simbolicamente colorata una un’unica bandiera, il Tricolore simbolo dell’unità nazionale. La presenza in piazza degli esuli, che vivono ormai da più di 50 anni a Palermo, ha reso questa ma-nifestazione particolarmente si-gnificativa. Il corteso, partito da Piazza Politeama, ha percorso le vie del centro cittadini ed è giun-to fino al monumento ai Caduti di Via Scarlatti.

Il 12 febbraio, a Marsala (Trapani), convegno nel Com-plesso Monumentale di S. Pie-tro. Alla presenza dell’assessore alla Cultura Michele Milano, di docenti con i rispettivi alunni, di personalità civili e con Leti-zia Arcara, rappresentante della 7a Commissione consiliare del Comune, in qualità di modera-trice, è stato proiettato il filma-to «Le radici del ricordo. Storia di una terra e del suo popolo», realizzato dalla Regione Veneto per commemorare l’esodo. Sono seguiti gli interventi dei fiumani Lucia e Roberto Hodl, fratelli di Enrichetta, scomparsa a Fiume nel 1945 e mai ritrovata, vittima innocente della barbarie comu-nista. Una vicenda, questa, che ha profondamente scosso tutti i presenti, rimasti profondamente colpiti dal racconto.

Il 15 febbraio, ad Altavilla Milicia (Palermo), incontro sul tema presso l’Istituto Compren-sivo statale “Mons. Galiano”, promotrice la prof. Rita Musca-rello, relatori Francesco Paolo Calvaruso, segretario Anvgd di Palermo, testimonianze di Gino zambiasi, presidente Anvgd provinciale, ed ancora i signori Adolfina e Roberto Hodl.

Il 17 di febbaio, a Valderice (Trapani), presso l’Auditorium “S. Chiara”, seminario «Cittadini senza città», curato dall’Istituto “Leonardo Sciascia” nelle perso-ne del dirigente scolastico An-drea Badalamenti e della collabo-ratrice Virginia Colli Messina. Vi sono intervenuti Gino zambiasi, Paolo Calvaruso, Lucia e Rober-to Hodl, davanti a numerosi do-centi a 200 studenti.

Un bilancio oltremodo po-sitivo, commentano i dirigenti dell’Anvgd palermitana, la cui presenza è stata già richiesta e sollecitata per il Giorno del Ri-cordo 2011.

* * *DELEGAzIONE DI

SALERNO

Anche l’Anvgd di Saler-no, unitamente al CE-

PIS (Centro europeo per la pace nel mondo, per l’infanzia e lo svi-luppo) ed allAssociazione nazio-nale “Guerra di Liberazione”, ha ricordato, nella giornata istituzio-

nalizzata, la tragedia delle Foibe, l’Esodo di 350.000 profughi da Venezia Giulia, Istria e Dalmazia e la morte del Questore di Fiu-me italiana a Dachau, Giovanni Palatucci. Per non dimenticare le atrocità vissute nelle terre cedute alla Jugoslavia, hanno accettato l’invito le autorità civili, religio-se, militari, i profughi della Ve-nezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia, i dirigenti scolastici, i rappresentanti delle Scuole di ogni ordine e grado, per assistere alla S. Messa, presso la Parroc-chia dell’Annunziata. La Messa in suffragio delle vittime è stata officiata solennemente dall’arci-vescovo metropolita mons. Ge-rardo Pierro.

Al centro dell’altare maggio-re la bandiera con gli stemmi del-le Province perdute; accanto, sui gradini, la bandiera italiana sim-bolo dell’italianità pagata a caro prezzo da tutti gli esuli e dagli italiani di tutte le Province per-dute, dagli Ufficiali che, con le loro divise rappresentando l’ltalia in quei territori, hanno donato la vita per amore della Patria ingo-iati, a volte ancora vivi, nelle foi-be, tombe a cielo aperto.

La Delegata Anvgd salerni-tana, Miriana Tramontina Ivone, ha voluto ricordato quelle terre perse dopo la Seconda guerra mondiale con l’esito di migliaia e migliaia di morti, colpevoli sol-tanto di essere italiani o di appar-tenere ad un corpo militare, e di deportati, di scomparsi.

Nel parlare del dramma delle Foibe e dell’Esodo, ha voluto sot-tolineare che quegli avvenimenti sono parte di un passato che ci appartiene ed appartiene a tutta la nazione; tutte le istituzioni, ricordando oggi quegli even-ti, devono sentire il dovere non soltanto di ristabilire la realtà storica, ma divulgare la realtà di quanto accaduto in quei territori coltivando un ricordo che i giova-ni devono conoscere ed appren-dere studiandoli sui loro libri di scuola: che, fino ad oggi, hanno non solo ignorato ma, talvolta, persino negato.

Non si può e non si deve rimuovere un passato - ha pro-seguito la signora Tramontina - nel quale le vicende nazionali, particolarmente dolorose, con-tinuano a far parte della nostra storia. Non si possono negare le persecuzioni, le violenze, le uc-cisioni, le morti nei campi jugo-slavi. Ha voluto inoltre chiarire che non esistono colori politici per ricordare perché le vicende vissute vanno ascoltate dai diretti protagonisti fino in fondo, con onestà e con senso di responsabi-lità, rafforzando un valore civile che permetta la costruzione di un futuro migliore

Dal canto suo l’arcivescovo Gerardo Pierro ha chiarito che il «ricordo» non dev’essere mo-tivo di rancore ma conoscenza della storia nella sua realtà per comprendere quanto queste effe-

ratezze non devono più ripetersi ma devono diventare motivo di conoscenza e di cultura per un futuro di pace e di solidarietà. Ricordare le gesta, come quelle del Questore Giovanni Palatucci durante il suo mandato, diventa motivo di orgoglio ed esempio del rispetto per l’uomo nella sua dignità.

Prima di onorare i Caduti trasportando la ghirlanda donata dal Comune di Salerno davanti alla lapide del Liceo “Torquato Tasso”, la Delegata Tramontina ha ringraziato particolarmente l’arcivescovo Gerardo Pierro, il prefetto Sabatino Marchione, il questore Vincenzo Roca, il sin-daco Vincenzo De Luca, i colon-nelli dei Carabinieri, e particolar-mente il comandante provinciale Gregorio De Marco, i rappre-sentanti della Finanza, della Po-lizia di Stato, dell’Esercito, degli Alpini, della Polizia Comunale, tutti gli altri esponenti dei vari Corpi, il presidente del Comitato di Avellino dell’Anvgd Carmelo Testa, il Principe Cesare Pro Pi-gnatelli, i Dirigenti Scolastici e la rappresentanza degli alunni di ogni ordine e grado complimen-tandosi per la partecipazione ri-sultata particolarmente attenta e sentita.

Un momento commoven-te si è avuto con la deposizione della corona ed il Silenzio suo-nato da un rappresentante delle « Guide» di Caserta e di Salerno dell’Esercito davanti alla lapide ai Caduti posta nel Liceo “T. Tasso” di Salerno. La giornata si è con-clusa nel Salone della Provincia con la presentazione del libro Noi figli dell’Esodo di Gabriella Macini Fazio, Editore Guida, e la testimonianza di episodi vissuti da alcuni testimoni diretti.

* * *COMITATO DI

PADOVA

Già dal Giorno del Ri-cordo 2005 il Comitato

provinciale patavino si è attivato per portare nelle scuole di Pado-va, della Provincia ed anche oltre, il suo contributo di esperienze personali e di conoscenze acqui-site con uno studio serio su testi storicamente corretti, senza di-menticare di aggiornarsi su quan-to viene pubblicato da chi vuole distorcere la verità, soprattutto in quest’ ultimo periodo.

Di anno in anno il Comitato ha intensificato questo percorso grazie alla collaborazione offerta dalla Provincia, sensibile alla no-stra storia e alla nostra cultura, e alla buona volontà di alcuni dei componenti del Comitato ben introdotti nelle varie scuole, no-nostante vi siano, in alcune, inse-gnanti ancora legati a vecchi sche-mi ideologici, per cui si incontra talvolta indifferenza se non rifiuto di affrontare con equilibrio que-sta pagina di storia italiana non presente nei libri di testo. Altri

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Numero 6 | Giugno 2010

X Palermo, inaugurazione del Cippo in memoria dei Martiri delle Foibe. Da sin., l’assessore alla Cultura G. Cannella, l’on. S. Caputo, il presidente del Comitato Anvgd palermitano G. Zambiasi e il cappellano capo della GdF don A. Di Paola (foto E. Demori)

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docenti, per fortuna, dopo averci conosciuti ci richiamano, favore-volmente colpiti dal taglio stori-co- culturale dei nostri interventi e dal tono sereno usato, soprat-tutto quando affrontiamo il nodo delle ragioni che hanno reso pos-sibile una tragedia così grande e che per molti, ignari degli eventi, giudicano in base a inaccettabili tesi giustificazioniste.

Per l’esperienza maturata, abbiamo potuto notare che si ri-scontra più interesse per la storia giuliana e dalmata da parte di persone esterne alla scuola, at-

tive nei circoli culturali di varia natura, club, sedi comunali, bi-blioteche. Chiaramente il nostro impegno primario rimane sem-pre la scuola, perché siamo con-vinti che i giovani devono sapere e approfondire le dinamiche che hanno prodotto i nazionalismi di destra e di sinistra che hanno sconvolto il Novecento, perché la lezione del passato serva a capire e a maturare.

Anche quest’anno il Comi-tato padovano si è molto impe-gnato, in particolare nelle scuole. Qui sono intervenute le prof.ssa Adriana Ivanov, Franca Dapas e la scrittrice Graziella Fiorentin, che contribuisce a far conoscere la nostra storia anche attraverso la presentazione del suo cono-sciuto e premiato libro Chi ha paura dell’uomo nero, adottato in alcune scuole come testo di nar-rativa.

Ecco di seguito gli interventi realizzati quest’anno o program-mati per fine aprile- maggio:

Istituti Superiori a Padova: “Barbarigo”, “Marconi” (due ri-prese), “Tito Livio (due riprese), “Leonardo da Vinci”; a Noventa

Vicentina: Istituto Professionale “Leonardo Da Vinci”; a Roma- Eur Liceo Scientifico “Cannnizzano”.

Scuole Medie a Padova: “Pa-scoli, “Stefanini”; Falconetto, Campodoro, Fontaniva, Vigon-za, Ponte S. Nicolò, Albignasego, Camposampiero; Rovigo Porto Viro, S. Martino di Lupari.

In una riunione di Inter-club, di quattro Club dei Lions di Padova, Adriana Ivanov ha tenuto una conferenza dove i generosi soci, dei veri mece-nati, si sono incaricati della ri-stampa di un migliaio di copie

della sua pubblicazione Esodo da distribuire per mezzo della Provincia alle scuole.

F.D.

Campo San Martino (Padova).La commemorazione del

Brigadiere Dino Perpignano

Il Comune di Campo San Martino ha invitato una

rappresentanza dell’Anvgd per commemorare il Brigadiere Dino Perpignano al quale, con decreto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, era già sta-ta conferita la medaglia d’oro al merito civile per «l’esempio di amor patrio, di senso dell’onore e del dovere, spinto fino all’estre-mo sacrificio» e proprio il 10 febbraio scorso il nipote l’aveva

ricevuta dalla mani del Questore di Padova, in occasione della ce-rimonia ufficiale.

Sabato, 20 marzo, Italia Giacca, presidente del Comitato di Padova, ha partecipato con una delegazione, nell’Auditorium della Scuola Media “Don Bosco” a Marsango, alla cerimonia com-movente e toccante in memoria dell’eroico Carabiniere alla pre-senza dei suoi familiari, di una rappresentanza di Carabinieri in alta uniforme, del sindaco con il Consiglio comunale al completo e dello storico Marco Pirina. Era-

no presenti anche gli alunni del-le classi terze della Scuola media che hanno avuto l’opportunità di ascoltare gli interventi di Ita-lia Giacca e di Pirina sul tragico periodo storico in cui si inserisce l’episodio.

Fu quello di Malga Bala uno dei più efferati massacri, di una violenza inaudita e disumana. I dodici giovani carabinieri costitu-ivano un presidio di difesa della centrale idroelettrica che alimen-tava la miniera di Cave del Predil (nell’alto Friuli) e svolgevano il loro compito istituzionale con la serietà degna della loro divisa.

La notte del 24 marzo 1944 un gruppo di partigiani jugoslavi li sorprese nel sonno e li costrin-se a camminare fino ad un stalla dove cominciò il loro calvario a

causa dei dolori procurati dal cibo misto a soda caustica e sale nero che erano stati costretti a ingerire. Nessuno sparo, ma solo sevizie di ogni tipo li portarono lentamente alla morte e non si-multaneamente, ma uno alla volta per aumentare le sofferenze di chi era costretto ad assistere al massacro.

Finalmente , dopo tanti anni di silenzio su un così grande or-rore, anche per questi generosi ed eroici giovani Carabinieri è giun-to il momento del riconoscimen-to del loro sacrificio. Il Consiglio comunale in seduta straordinaria ha votato all’unanimità l’ono-rificenza da attribuire all’eroico vicebrigadiere Dino Perpignano, comandante del presidio, con l’intitolazione di una via del pae-se a suo nome, a ricordo perenne della sua dedizione alla patria.

F.D.

* * *COMITATO DI ROMA

Il Comitato provinciale ca-pitolino ha organizzato, il

29 aprile scorso, una mattinata di celebrazioni per ricordare Giu-seppe Tosi, direttore didattico e martire istriano cui è dedicata la Scuola elementare del Quartiere giuliano-dalmata della capitale, nelle cui aule sono cresciute ge-nerazioni di figli dell’Esodo.

Alle 10.00 la inaugurazione della lapide commemorativa a Giuseppe Tosi da parte dell’as-sessore alla Scuola del Comune di Roma, Laura Marsilio, e del presidente del XII Municipio Pasquale Calzetta. Alle 11.00, conferenza sulla vita del martire istriano e sulla storia della scuo-la “Giuseppe Tosi”, presso il Te-atro San Marco in Piazza Giu-liani e Dalmati. Ha introdotto Giorgio Marsan, vicepresidente del Comitato Anvgd di Roma. Sono intervenuti: Donatella Schürzel (presidente Comita-to Anvgd di Roma), Amleto Ballarini (presidente Società di Studi Fiumani), Marino Mi-cich (direttore Archivio-Museo Storico di Fiume in Roma), Luciana Voncina (esule e cono-scente di Tosi), Patrizia Gior-dano (dirigente scuola “Tosi”), Aldo Clemente (già segretario generale dell’Opera Assistenza Profughi), Fabio Rocchi (segre-tario nazionale Anvgd), Gio-vanna Martinuzzi (ex maestra scuola “Tosi”), Paola Giachelia (maestra scuola “Tosi”), i bam-bini della “Tosi” e i ragazzi della scuola media “Battisti”.

Sono stati proiettati spezzoni del documentario realizzato dal Museo Storico di Fiume sulla vita nel Quartiere, brevi interviste ad esuli ed ex-alunni della scuola “Tosi”, tra cui il presidente della Consulta regionale Anvgd Plinio Martinuzzi e lo scrittore Diego zandel, foto storiche di Giusep-pe Tosi, di insegnanti e di classi “storiche” della scuola.

COMITATO DIVERONA

Il 5 febbraio scorso, nell’af-follatissimo Foyer del Tea-

tro Nuovo di Verona, si è svolta la cerimonia di premiazione della IX edizione del Premio Lettera-rio “Gen. Loris Tanzella” istituito dal Comitato provinciale Anvgd della città scaligera.

L’importante evento cultura-le ha costituito il primo appun-tamento nell’ambito del nutrito programma delle manifestazioni organizzate dal Comitato vero-nese per celebrare il Giorno del Ricordo, come ha sottolinea-to la presidente del Comitato, avv. Francesca Briani, nel dare il benvenuto ai numerosi ospiti convenuti. La stessa ha inoltre illustrato le finalità del Premio che si prefigge la salvaguardia e la divulgazione del patrimonio storico, artistico e linguistico che contraddistingue la cultura delle genti istriane, fiumane e dalmate e, al tempo stesso, la conoscenza delle vicende della causa giulia-no-dalmata culminate nell’olo-causto delle foibe e nell’esodo di 350.000 italiani dalle terre del confine orientale.

La presidente Briani ha quindi ribadito l’impegno e l’at-tenzione che il Comitato di Ve-rona ha sempre riservato alla re-alizzazione del Premio letterario, ormai vicinissimo al decennale, assegnandogli uno spazio ade-guato e significativo all’interno delle celebrazioni del Giorno del Ricordo.

Prima di procedere alla con-segna dei premi e dei riconosci-menti alle opere in concorso, la presidente della Giuria, prof.ssa Loredana Gioseffi, ha presentato i componenti della commissione esaminatrice, membri del Diret-tivo, ringraziandoli per la prezio-sa collaborazione fornita: sig.ra Tullia Manzin, sig.ra Donatella Veronesi, sig.ra Dolores Ribaudo e sig. Giuseppe Piro.

Sempre significativa e pre-dominante la partecipazione al premio di esuli e loro discen-denti nelle cui opere è ricor-rente il tema della memoria in riferimento ad un vissuto legato al dramma dell’esodo ed ai suoi tragici risvolti, come ha specifica-to la presidente della Giuria, ag-giungendo inoltre che in questa edizione del Premio si sono di-stinti anche autori che, pur non avendo legami personali con le terre del confine orientale, han-no presentato opere, inerenti alla questione adriatica, di grande in-teresse e di pregio. E con grande entusiasmo ha comunicato che quest’anno il Premio ha varcato i confini dell’Italia raggiungendo le comunità degli esuli d’oltre oceano (Canada, America Lati-na, Australia) idealmente vicini e partecipi.

La tipologia dei lavori pre-sentati risulta articolata nelle seguenti sezioni: Indagini e studi

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Numero 6 | Giugno 2010

W Due immagini delle lezioni condotte dal Comitato di Padova nelle scuole della città e della provincia. Nella prima fotografia la presidente, Italia Giacca, introduce una lezione

Page 11: Il numero di Giugno 2010

Riproduciamo la lettera in-viata dal presidente del

Comitato Anvgd di Genova, prof. Claudio Eva, ha inviato ai dirigenti della Provincia e alla stampa in rela-zione alla tavola rotonda su Foibe ed esodo svoltasi su iniziativa dell’assesso-re provinciale alla Cultura, Giorgio Devoto; alla quale sono stati invitati quali relatori alcuni noti esponenti sloveni del giustificazionismo, mentre sono stati “dimenticati” i testimoni di quegli eventi, gli Esuli residenti nel capoluogo e largamente rappresentati dal Comitato Anvgd ben conosciuto nelle sedi istituzionali liguri.

Della lettera riproduciamo di se-guito buona parte.

Ho seguito con molta atten-zione tutte le polemiche

che sono scaturite della posizione assunta dall’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia in merito alla tavola rotonda organizzata dall’as-sessore Devoto sulle Foibe. Innan-zitutto vorrei puntualizzare alcuni aspetti: a) abbiamo voluto dare seguito alle rimostranze dei nostri associati sono dopo la conclusione della tornata elettorale proprio per evitare che queste potessero essere strumentalizzate ai fini politici; b) sicuramente la nostra Associazione

avrebbe presenziato alla tavola ro-tonda se fosse stata ufficialmente invitata a partecipare con diritto di parola. Non abbiamo paura di con-frontarci su un tema così scottante come quello delle Foibe e dell’eso-do dai Giuliano Dalmati a seguito del trattato di pace del 1947.

L’assessore Devoto e l’avv. Ric-ci hanno invitato persone di origi-ne e cultura slovena (entrambi gli oratori ufficiali insegnano presso l’Università del Litorale di Capodi-stria, città attualmente slovena, in particolare Joze Pirjevec è membro dell’Accademia slovena delle arti e delle scienze e capo del dipartimen-to di storia di quell’Università) che hanno scritto e continuano a scri-vere che le Foibe furono un fatto dovuto ad una specie di rappresa-glia contro gli orrori perpetrati dai fascisti in territorio jugoslavo du-rante l’ultimo conflitto mondiale e che non vi fu alcuna persecuzione etnica da parte slava nei confron-ti degli italiani. Tesi quest’ultima molto cara all’Assessore Devoto.

Vorrei dare alcuni numeri uf-ficiali basati su fonti croate, slovene ed italiane: 7200 furono i nomina-tivi di quanti perirono nelle foibe (tra questi vanno annoverati donne e bambini oltre a cittadini italiani,

e partigiani) a questi debbono ag-giungersi circa altre 10.000 persone scomparse e di cui non si è più avuto traccia nel periodo 1943-1947. Con queste morti si dovrebbe considerare anche un numero imprecisato di sol-dati italiani trucidati durante la rotta conseguente l’8 settembre 1943 e le vittime degli eccidi perpetrati dai partigiani di Tito nei confronti dei partigiani italiani. Vorrei anche se-gnalare un numero imprecisato di italiani che unitamente a persegui-tati politici, nel periodo 1948-1956, furono internati nei campi di con-centramento di Tito. Uno di quelli più tristemente famosi (vero Gulag) è l’isola di Goli Otok o Isola Calva, in cui vennero deportate e persero la vita migliaia di persone, militari e civili, fascisti, antifascisti, membri della resistenza, numerosi reduci dai lager nazisti e persino molti comu-nisti italiani e non. Se non vi fu una pulizia etnica, allora come si spiega la sistematica persecuzione, con incar-ceramento e talora con l’uccisione, dei membri del CLN? La scomparsa di persone di cui non si è più saputo nulla o finirono nelle foibe? Come si spiega l’esodo di 350.000 perso-ne dalle coste istriane e dalmate? Si dimenticano gli esempi recenti della bestiale capacità di sterminio perpe-

trata dai croati e serbi nel Kosovo? Gli esuli, per fuggire alla «slavizza-zione» di quelle terre ma soprattutto per paura degli eccidi individuali e di massa, lasciarono tutto per rifugiarsi in Italia portandosi addosso l’accusa di complicità nazionale con il fasci-smo. Ma l’odio dei nazionalisti slo-veni nei confronti degli italiani ha radici molto antiche, già nel 1915 i giornali di lingua italiana scrivevano che prima o poi l’odio verso l’italia-no, considerato un occupatore del suolo istriano, sarebbe esploso in modo violento e si preconizzava la volontà da parte slovena di riappro-priarsi dei territori dove viveva una «minoranza» italiana. […]

In quest’anno in cui ci preparia-mo alla commemorazione dell’Uni-tà d’Italia. L’assunzione di posizioni negazioniste è indice di una incapa-cità di essere e sentirsi pienamente italiani. Un vero italiano deve sentir-si orgoglioso di appartenere ad una nazione e non dare credito a culture che non gli appartengono solo per perseguire una propria distorta vi-sione dei fatti. Questo è ancor più triste quando rappresenta l’essere di un personaggio pubblico che copre importanti cariche di governo.

All’Assessore Devoto mi per-metto di dire che l’italianità non si basa solo sulla mitizzazione della Resistenza anche se pagina gloriosa della storia italiana.

Claudio Evapresidente Anvgd Genova

Numero 6 | Giugno 201011

DANTA DI CADORE (Belluno)Via Vittime delle FoibeDESENZANO DEL GARDA (Brescia)Via Martiri Italiani delle FoibeDOMODOSSOLA (Verbano-Cusio-Ossola) Piazzale Vittime delle Foibe IstrianeDUE CARRARE (Padova)Piazza Norma CossettoDUE CARRARE (Padova)Piazza Vittime delle FoibeFABRIANO (Ancona)Via dei Martiri delle Foibe IstrianeFOGGIAPiazza dei Martiri TriestiniFOLIGNO (Perugia)Piazzale Martiri delle FoibeFONDI (Latina)Piazza Martiri delle FoibeFONTANIVA (Padova)Via Martiri delle FoibeFORTE DEI MARMI (Lucca)Piazza Martiri delle FoibeFOSSÒ (Venezia)Via Martiri Giuliani e Dalmati

FRANCAVILLA AL MARE (Chieti)Via Martiri delle FoibeGALATINA (Lecce)Piazza Vittime delle Foibe GATTINARA (Vercelli)Piazza Martiri delle Foibe GAVIRATE (Varese)Piazza Martiri delle FoibeGAVORRANO (Grosseto)Via Martiri d’IstriaGORIZIAVia Norma CossettoGOZZANO (Novara)Via Vittime delle FoibeGRADO (Gorizia)Piazza Martiri delle Foibe (pass. a mare) GRUGLIASCO (Torino)Giardino Vittime delle FoibeGRUMOLO DELLE ABBADESSE(Vicenza) Piazza Norma CossettoGUIDONIA MONTECELIO - Villalba (Roma)Piazza Martiri delle FoibeJESI (Ancona)

Piazza Martiri delle Foibe JESI (Ancona)Via Martiri delle FoibeJESOLO (Venezia)Viale Martiri delle FoibeLANCIANO (Chieti)Piazza Martiri delle FoibeL’AQUILA Via Norma CossettoLATERZA (Taranto)Via Martiri delle Foibe LATISANA (Udine)Via Martiri delle FoibeLAVAGNO fraz. S. Pietro (Verona)Via Martiri delle FoibeLAZZATE (Monza-Brianza)Largo Martiri delle Foibe LEGNAGO (Verona)Via Norma CossettoLEINÌ (Torino)Via Martiri delle FoibeLEONESSA (Rieti)L.go dei Martiri delle Foibe Istriane LICATA (Monza-Brianza)Piazza Martiri delle FoibeLISSONE (Monza-Brianza)Piazza Martiri delle FoibeLOANO (Savona)Via Martiri delle FoibeLOCRI (Reggio Calabria)Via Martiri delle FoibeLONIGO (Vicenza)Via Martiri delle FoibeMAIOLATI SPONTINI (Ancona)Largo Martiri delle FoibeMANDANICI (Messina)P.zza Carabiniere Domenico Bruno-Martire delle Foibe MAPELLO (Bergamo)Via Esuli d’Istria, Fiume e

DalmaziaMAPELLO (Bergamo)Via Martiri delle FoibeMARCELLINA (Roma)Piazza Martiri delle FoibeMARINO (Roma)Piazzale Caduti delle Foibe MARTIGNACCO (Udine)Piazzale Martiri delle FoibeMAZARA DEL VALLO (Trapani)Via Martiri delle FoibeMELISSANO (Lecce)Piazza Martiri delle FoibeMILANOVia Martiri TriestiniMIRANDOLA (Modena)Via Martiri delle FoibeMODUGNO (Bari)Parco del Ricordo delle FoibeMOGLIANO VENETO (Treviso)Via Martiri delle FoibeMONCALIERI (Torino)Via Vittime delle FoibeMONTE PORZIO (Pesaro)Via Martiri delle FoibeMONTEBELLUNA (Treviso)Vicolo Martiri Giuliani e DalmatiMONTECCHIO MAGGIORE (Vicenza)Via Martiri delle FoibeMONTELUPONE (Macerata)Via Martiri delle FoibeMONTEROTONDO (Roma)Largo Martiri delle FoibeMONTESILVANO (Piacenza)Via Martiri delle FoibeMORTARA (Pavia)Via Martiri delle FoibeMUGNANO di NAPOLI (Napoli)Via Vittime delle foibe

Capoluoghi e città d’Italia che onorano nella toponomasticala memoria delle Foibe

Prosegue dal numero di aprile la pubblicazione dell’elenco dei centri urbani che negli anni hanno intitolato ai Martiri delle

Foibe una via, piazza, largo o parco. E ciò ancora a “conforto” di quanti, pubbliche amministrazioni o partiti politici, temano ancora oggi di com-mettere atti impropri quando le rappresentanze degli esuli chiedono che ne rimanga memoria nella toponomastica cittadina.

La pubblicazione dell’elenco dei centri medi e minori proseguirà sui prossi-mi numeri di “Difesa”, ma è già consultabile sul sito dell’Anvgd www.anvgd.it

statistici, Narrativa, Poesia, Ricer-che, Storia, Testimonianze, Tradi-zioni.

Sono state premiate le se-guenti opere:

Primo PremioSezione Indagini e Studi Statistici: Olinto Mileta Mattiuz, Le genti di Pola;

Primo PremioSezione Narrativa: Gianni Mu-sto, Terre ardenti;

Secondo PremioSezione Narrativa: Decio Dechi-gi, I Declich di Riva Dante;

Primo PremioSezione Poesia: Mario Bonassin, Meigoule de veita (Briciole di vita);

Secondo PremioSezione Poesia: Maria Rosa Pisto-ri, Una terra perduta, tra ricordi e rimpianti;

Secondo Premio ex-aequoSezione Poesia: Mirella Budinis, Cartoline in versi;

Menzione d’onoreSezione Poesia: Lino Bedrina, Raccolta di poesie in dialetto pole-se; Lidia Manzin, Ricordi…Sem-pre ricordi; Pina Ferro Mosca, La poesia dialettale istriana;

Primo PremioSezione Ricerche: Angelo France-sco Orsini, L’esodo a Latina;

Secondo Premio alla memoriaSezione Ricerche: Giannantonio Paladini, Istria e Dalmazia. Inter-venti e scritti quotidiani;

Primo PremioSezione Storia: Vincenzo Maria De Luca, La memoria non condivisa;

Menzione d’OnoreSezione Testimonianze: Lino Vi-voda, Quel lungo viaggio verso l’esilio: Pola Ancona Bologna La Spezia;Sezione Testimonianze: Angelo Picot, Un esodo picio; Ettore Ber-ni, Un orfano d’Istria; Guerrino Kotlar, Che coraggio papà; Tito Sidari, Cause di un esilio. Pola 1943-1947; Ennio Milanese, Al-zando le vele;

Primo PremioSezione Tradizioni: Roberto Sta-nich, L’imprinting dell’Istria;

Menzione d’OnoreSezione Tradizioni: Maria Grazia Belci, Credenze, storie ed esseri fantastici nell’immaginario popo-lare a Dignano d’Istria, con incur-sioni nel Piemonte occidentale e nel Sud d’Italia.

Nel corso della cerimonia, svoltasi in un’atmosfera di pal-pabile partecipazione e condi-visione, gli autori premiati sono intervenuti con una breve, ma significativa presentazione delle loro opere, mai disgiunta da mo-menti di intensa emozione che ha coinvolto anche il folto pub-blico presente. Il tutto allietato dalla recitazione di testi di poesie e dall’esecuzione di brani musi-cali magistralmente interpretati dal Maestro Luigi Donorà che ha proposto anche musiche della tradizione popolare istriana e che aveva aperto la IX edizione del Premio con una composizione inedita, molto apprezzata.

Genova, tavola rotonda “giustificazionista”,il Comitato Anvgd insorge

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Dal nostro inviato…nel tempo

Tre erano le principa-li società calcistiche

che infiammavano gli animi e facevano discutere accani-tamente tifosi e sportivi nel-la Venezia Giulia e Dalmazia fino al secondo dopoguerra: Grion (Pola) Fiumana (Fiu-me) e la Società Ginnastica Zara (Zara). Come era costu-me allora in Italia, le società calcistiche in realtà erano del-le vere e proprie polisportive che al loro interno contavano altre sezioni sportive come la ginnastica, il podismo, la scherma, il pugilato, il nuo-to, il tiro a segno, il ciclismo e vari giochi all’aperto. Vedia-mone brevemente la storia.

LA FIUMANA

Della storia della Fiu-mana si conosce tut-

to, ma in questo momento ti-fosi e simpatizzanti aspettano con ansia che il grande lavoro svolto dei fratelli Vatta ben presto si possa concretizzare con l’iscrizione della squadra nella Serie C.

UNIONE SPORTIVA GIOVANNI GRION (“GRION”, POLA)

Breve Storia di Giovan-ni Grion. Nacque a

Pola il 20 agosto 1890 e, già adolescente, si schierò contro l’autorità dell’impero austro- ungarico, iniziando, insieme con altri patrioti, ad incitare i soldati di nazionalità italia-na a ribellarsi alla monarchia asburgica. Fu per questo mo-tivo arrestato, processato e condannato a molti mesi di carcere. Scontata la pena fu costretto all’esilio a Milano dove con un modesto impiego riusciva, con difficoltà, a vive-re. Con lo scoppio della guer-

ra si arruolò volontario e non smise mai di incitare i soldati austriaci di nazionalità italia-na a combattere per la madre-patria. Combatté prima sul Mrzly Vrh, dove si guadagnò diverse medaglie al valore. poi nel 1915, compiuto brillan-temente il corso degli allievi ufficiali, fu promosso a sot-totenente e mandato con il V Reggimento Bersaglieri pres-so Asiago dove morì nel 1916. Nel novembre del 1918, con l’arrivo del Regio Esercito, le autorità cittadine polesi deci-sero di ricordare il sacrificio del giovane concittadino cre-ando un nuovo sodalizio con il suo nome. Fu così sciolta l’antica Edera e al suo posto nacque il Fascio Grion con le sezioni di filodrammatica, teatro, gite, sport. Quest’ulti-ma chiamata Gruppo Sportivo Grion raccoglieva al suo inter-no l’Atletica Leggera, Calcio, Ciclismo, Boxe, Lotta, Sol-levamento Pesi, Ginnastica, Scherma, hockey, ed il Moto-ciclismo.

Tra il 1919-1927 la se-zione calcio partecipò ai tor-nei del Comitato regionale giuliano, mostrando sempre un gioco ed una compattez-za superiore rispetto alle al-tre squadre. Proprio in quegli anni, iniziò il lento declino delle restanti attività del soda-lizio causato sia dalla nascita di nuovi enti ricreativi creati appositamente dal regime per educare i giovani, sia dall’ala interna fascista che mirava all’espulsione di quella mazzi-niana. Il Fascio Grion, estre-mamente debole, non poté far altro che dedicarsi com-pletamente allo sport. Fu così che nel 1924, insieme con l’Unione Sportiva Polese, nac-que una nuova associazione sportiva, l’Unione Sportiva Giovanni Grion. Come pre-sidente fu eletto Giovanni Vi-drich, vicepresidente Umber-to Braida, segretario Alfonso Batterini. Il nuovo consiglio decise inoltre che i colori so-ciali dovevano essere maglia e calzoncini neri con la stella bianca per la Squadra A, men-tre per la squadra B il blu con una stella bianca.

Intanto le lotte interne tra i soci mazziniani e fasci-sti si conclusero nel 1926 con l’espulsione del gruppo maz-ziniano che qualche mese più tardi rifondò l’“Edera”. Le autorità decisero lo sciogli-mento di quest’ultima nel no-vembre dello stesso anno, in seguito alle disposizioni go-vernative sulle associazioni ed

i partiti antifascisti. La sezio-ne calcio o più comunemente il Grion Pola continuò la sua scalata verso le categorie cal-cistiche superiori. Dal 1928 al 1931 la squadra polese giocò in Serie C e nel 1932-33 cen-trò la storica promozione in serie B. Nella serie cadetta vi restò fino alla stagione 1934-35 quando, a causa degli inci-denti nella gara interna con il Pistoia e le dure decisioni pre-se dalla FIGC la società deci-se il ritirò dal campionato. Il Grion così fu retrocesso d’uf-ficio in Serie C dove vi rimase fino alla stagione 1942-43.

LA SOCIETà GINNASTICA ZARA

20 Gennaio 1876: na-scita del sodalizio con

il nome di Società Ginnastica e Scherma.

23 Settembre 1883: prima uscita pubblica dei Ginnasti (circa 200) e benedizione del-la bandiera sociale. 2 Ottobre: grande impegno del giovane sodalizio per i terremotati di Casamicciola. Gennaio 1885: inaugurazione della nuova pa-lestra: «Il locale per gli eser-cizi è ampio e decoroso, gli attrezzi sono della fabbrica Sedmarck di Graz che accop-piano alla massima solidità la massima eleganza». 5 ottobre: scioglimento della Società da parte della polizia austriaca a causa del discorso fatto da Antonio Bajamonti. 27 Ot-tobre: la Società è costretta a cambiare nome, a causa delle continue persecuzioni poli-ziesche, in Società Canottieri Dalmazia, ma continua l’anti-co programma sportivo, spor-tivo e politico irredentista con conferenze, intrattenimenti e gite. Ottobre 1886: vengono aggiunti nuovi locali che per-misero al giovane sodalizio di aprire le porte «ai giovinetti di età tra i 10 ed i 15 anni, le cui forze fisiche sono suscetti-bili di grande sviluppo».

9 marzo 1889: «la so-cietà sotto la presidenza del

Sig. Giuseppe Perlini va ogni giorno progredendo. Ed in-fatti adesso c’ è un gabinetto di lettura fornito dei migliori giornali italiani. Si posero an-che le basi per la fondazione di una biblioteca sociale, per merito del socio Simeone Rougier, il quale per primo ebbe a regalare un centinaio di volumi».

1891: viene nuovamente sciolta dalle autorità austria-che, ma viene ricostituita con il nome di “Circolo na-zionale”. La polizia austriaca la sciolse nuovamente dopo poco tempo. 1 maggio 1892: nuova rinascita con il titolo di “Società Unione Zaratina”, ma avendo esposto durante una festa le immagini dei reali d’Italia fu nel febbraio 1903 nuovamente disciolta. Sem-pre nello stesso anno rinasce con il nome di “Società An-tonio Bajamonti”. 28 ottobre 1905: nuovamente costretta a cambiare nome in “Iuven-tus Jadertina”. 1910: dopo aspre lotte con le autorità au-striache, riesce ad iscriversi al Touring Club italiano. 10 agosto 1912: le autorità au-striache decidono di scioglie-re il sodalizio per le strofe del suo inno sociale troppo italia-no, ma nello stesso anno si ri-costituiva con il nome di “So-cietà Ginnastica Zaratina” e si iscriveva alla Federazione Ginnastica Nazionale Italia-na di Roma. 1914: partecipa all’Esposizione di Genova, dove insieme alla Diadora e al Veloce Club Zaratino, ot-tiene premi applausi e grandi manifestazioni di affetto e ciò bastò a Vienna ad aprire una terribile inchiesta.

1916: scioglimento della Società. 1918: rinascita della Ginnastica e iscrizione alle principali federazioni sportive italiane: FNIG, FIGC, TCI. Debuttò nel 1926 nel cam-pionato di Seconda Divisione Sud (attuale Serie C) giocan-do nel girone A (marchigiano-umbro) per la vicinanza delle Marche alla Dalmazia. Arrivò quarta ma decise di rinuncia-re all'iscrizione al successivo campionato di Seconda Di-visione Sud, affiliandosi alla ULIC. Negli anni ’30 parteci-pò ai campionati marchigiani di Seconda e Prima Divisio-ne e sfiorò la promozione in C nel campionato 1939-’40. Purtroppo in quella stagio-ne, per altre cause, la squadra fu costretta al ritiro dopo 20 giornate mentre era in testa alla classifica. Fu l’ultima sta-gione della società nel cam-pionato italiano.

Perché non rivivere gli an-tichi sentimenti magari orga-nizzando un torneo di calcio con tutte e tre le rappresenta-tive?

Giorgio Di Giuseppe

NOTE DOLOROSE

†Nel terzo anniversario della

scomparsa, avvenuta il 1° maggio 2007, della lussignana

Maria (Meri) Morinvedova Nicolich

nata a Lussinpiccolo il 5 agosto 1910, i figli, Gianni da Corgemont (Svizzera) e Sergio da Albisola Capo (Savona), ricordano la mamma con immutato affetto.

Era ritornata nel mese di set-tembre del 1989 per rivedere la Sua Lussino, e sarebbe stata l’ultima vol-ta. Qui è ritratta sentada sulle masiere della stradina che porta a Cigale in prima valletta verso la chiesa della Madonna Annunziata.

†È scomparso il cav. Giovanni

Cicogna, fondatore e segretario per oltre 50 anni dell’Anvgd a GoriziaÈ scomparso sabato scorso a

casa, tra l’affetto dei suoi cari, colpito da male incurabile, il

Cav. Giovanni Cicognanato a Pola nel 1921.

È stato uno dei promotori della nascita, a Gorizia, del Comitato pro-vinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia; ne diven-ne segretario e ricoprì tale incarico con determinazione e impegno ininterrot-tamente per oltre 50 ani, sino al 2003, diventando figura di riferimento per tutti gli Esuli che si stabilirono defini-tivamente nella provincia.

Ha prestato servizio presso l’Ufficio Distrettuale delle Imposte Dirette di Gorizia dove, negli anni, svolse diversi incarichi nella Com-missione provinciale delle imposte dirette e indirette e nella Commis-sione tributaria di 1° grado.

Per la sua professionalità, nel 1979, ha ricevuto il conferimento dell’onorificenza di Cavaliere dell’ordi-ne al merito della Repubblica Italiana. Con Giovanni scompare una grande figura del nostro associazionismo.

I funerali si sono svolti martedì 27 aprile presso la chiesa parrocchia-le del rione di Sant’Anna. Lascia la moglie Diva, i figli Giorgio ed Anto-nella ed i nipoti Federico, Francesca e Gianmarco ai quali l’Anvgd è vicina.

Rodolfo ZibernaVicepresidente nazionale

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Numero 6 | Giugno 2010

Calcio giuliano-dalmato, un prossimo triangolare?

Page 13: Il numero di Giugno 2010

ELARGIzIONIE ABBONAMENTI

Questa rubrica riporta:• le elargizioni a “Difesa Adriati-ca” di importo superiore all’abbo-namento ordinario;• le elargizioni dirette alla Sede na-zionale Anvgd;• gli abbonamenti ordinari sotto-scritti a “Difesa Adriatica”;All’interno di ogni gruppo, i nomi-nativi sono elencati in ordine alfa-betico. In rispetto della normativa sulla privacy non vengono citate le località di residenza degli offerenti. Ringraziamo da queste pagine tut-ti coloro che, con il loro riconosci-mento, ci inviano il segno del loro apprezzamento e del loro sostegno. Le offerte qui indicate non com-prendono le elargizioni ricevute dai singoli Comitati provinciali dell’Anvgd.

ABBONAMENTI ORDINARI A “DIFESA ADRIATICA” (ccp 32888000)Segue dal numero di maggio 2010 l’elenco dei versamenti delle quote ordinarie di abbonamento effet-tuate nel mese di febbraio 2010:

Mariotto Italo, Matessich Mario, Massidda Paolico, Miani Mario, Marzola Mario, Mela-dossi Antonio, Monteneri Erica, Minissale Gianfranco, Magazzini Trieste, Movimento Nazionale Istria Fiume e Dalmazia, Marani Francesco, Moscheni Claudio, Macillis Gigliola, Milanovich Aldo, Melli Corva Maria, Nerini Fiammetta, Notaris Cappellani

Graziella, Nacinovich Loreta, Novelli Eugenia, Orlich Giovan-ni , Ostovich Aldo, Ossoinack Anna, Ostrogovich Flavia Maria, Patelli Andrea, Pellegrini Pao-lo, Prete Adalgisa, Percich Erna, Percoco Lucia, Petranich Anna-Maria, Piacentini Andrea, Piutti Faustino, Premuda Olivi Fulvia, Politi Giuseppe, Politi Giuseppe, Pisani Franco, Premuda Fulvia, Poso Armanda, Qualich Stel-la, Raffin Osvaldo, Raze Raldi Stellia, Ritschl Giuseppe Rizzi Mariarosa, Rossi Nidia, Rocchi Elda, Rubinich Marino, Roman Bruno, Russini Tullia, Rossi Im-peria, Ruzic Maria, Sascor Stelio, Scalembra Rita, Sandri Giovanni, Suppan Dario, Smilovich Ne-rina, Serrai Mario, Saule Lom-bardi Fiorella, Savinetti Mirelli Consuelo, Serrentino Cecconi Melina, Sabotha Eleonora, Sin-cich Antonia, Solis Francesco, Sossa Claudio, Sidroni Giuliana, Sorge Giuseppe, Sepich Mirella, Servi Sergio, Springhetti Laura, Tabanelli Sergio, Tognon Loria-na, , Tonon Rolando, Turchetto Lavinia, Urbano Michele, Valdini Massimo, Valdini Massimo, Vato-va Giuseppe, Vecerina Fernando, Velenich Marcello, Ventin Luigi, Venutti Mario, Vianello Maria, Viceralo Massari Maria, Viscovi Francesco, Vosilla Silvano, Verdin Lucio, Zadeu Nivetta , zuccoli Albina , zustovi Onorato

Marzo 2010 Amorino Ar-menio, Anvgd Pisa, Barberi Giorgio, Bernardon Loretta, Bertazzi Viale Jone, Bevilacqua

Barbara, Bernè Eleonora, Bra-damante Attilio, Calucci Gian-luigi, Camponi Gelmi, Capurso Ceccherini Ida, Casagrande Bor-din Mara, Ciarlo Matteo, Clari Fam., Coslovich Armido, Conte Ester De Falco, Dellabernardina Vanna, De Srefano Anna Ma-ria, Di Corato Simone, Dinelli Fulvia, Grandi Beatrice, Dubani Maria, Duiella Pietro, Duiella Aldo, Duiella Guido, Fabris Sil-via, Falcioni Marangoni Gemma, Filippi Maria, Franzi Virdis Silva, Gai Giovanna, Gardina Bruna, Gherghetta Lucia, Gigliofiorito Armando, Giorgi Vittorio, Gor-tan Armerina, hervatin Martini Edda, Kalebich Fulvia, Liessi Sergio, Lombardi Bruno, Luciani Laura Giulia, Mandich Virgilio, Martinovich Valnea, Marampon Licia, Manzoni Di Chiosca Giu-seppe, Mercich Eugenio, Me-schini Stelio, Merchich Eugenio, Michele Fabrizio, Monfalcon Germana, Morioni Santin Ma-ria Antonietta, Mosetti Rubinich Sonia, Nicolich Sergio, Ostovich Luciano, Ottoli Nerina, Pace Tullia, Pavan Tosetto Marcella, Pavich Adalgisa, Peteani Luigi, Premuda Bonincontri Paola, Ra-mella Sonia, Raico Giorgio, Rota Antonia, Rotta Caterina, Scho-enburg Pignatelli Anna Luisa, Scuola Dalmata Santi Giorgio e Grifone, Smolcich Rita, Sterzi Angiolo, Stilli Livia Licia, Stipa-novich Campana Maria, Struggia Paliaga, Vidoli Ratti Paola, Zaga-bria Giovanni, zuccheri Argeo, zuppin Rita.

Malga Bala, commemorato l’eccidio dei 12 Carabinieri

Sono stati ricordati, a Tar-visio (Udine), con una

sentita cerimonia commemorati-va, i 12 carabinieri trucidati il 25 marzo 1944 a Malga Bala, oggi in Slovenia. Al termine del rito, tenutosi nella Chiesa Santi Pietro

e Paolo, il comandante della Le-gione Carabinieri, gen. di briga-ta Nedo Lavagi, ha deposto una corona d’alloro nel tempietto ac-canto alla Chiesa che ospita sette delle dodici spoglie dei carabinie-ri trucidati.

Nel luglio scorso, ai parenti dei 12 militari era stata conse-gnata, durante una cerimonia solenne, la medaglia d’oro al Merito civile, conferita dal Pre-sidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Numero 6 | Giugno 201013

X Il sacrario di Malga Bala nell’antica cinta di Tarvisio

Basovizza, collocata la lapide che ricorda i 97 Finanzieri infoibati

Il 16 aprile scorso ha avuto luogo sulla Foiba di Basovizza la ce-rimonia di collocazione della lapide che ricorda i 97 Finanzieri

infoibati dai partigiani jugoslavi a guerra finita. La lapide, già posta dal 1995 sulla facciata della caserma sede della brigata della Guardia di Finanza, ha trovato così collocazione nell’ambito del complesso monumentale di Basovizza grazie alla collaborazione tra l’Assesso-

rato comunale alla Cultura e il Comando provinciale della Guardia di Finanza. A scoprire il monumento, Antonietta Molea, figlia di Domenico Molea, una delle vittime.

La restaurata lapide che, alle spalle del Monumento na-zionale della Foiba di Basovizza, ricorda il sacrificio dei 97 finan-zieri uccisi Alla cerimonia sono intervenute autorità civili, mi-litari e religiose. Per il Comune il sindaco Roberto Dipiazza gli assessori Massimo Greco e Mi-chele Lobianco, per la Guardia di Finanza il generale di corpo d’armata Pasquale Debidda, comandante dell’Italia Nord Orientale con sede a Venezia, il generale di brigata Gianluigi

Miglioli, comandante regionale del Friuli Venezia Giulia e il generale di brigata Antonio Mazzarotti, comandante provinciale di Trieste. Presenti tra gli altri anche il vescovo Giampaolo Crepaldi, che ha benedetto la lapide, il questore Francesco Zonno e il presidente della Lega Nazionale, Paolo Sardos Albertini.

Per la FederEsuli era presente l’on. Renzo de’ Vidovich.

W Il Gonfalone del Comune di Trieste alla cerimonia di inaugurazione della restaurata lapide che ricorda, a Basovizza, i finanzieri trucidati dai partigiani jugoslavi(foto www.arcipelagoadriatico.it)

Società di Studi Fiumani, l’11.ma commemorazione delle vittime italiane sepolte a Castua.Tra di esse anche il sen. Riccardo Gigante

Castua (Fiume). Una cerimo-nia religiosa in memoria

delle vittime italiane è stata officiata nella Chiesa parrocchiale di S. Elena il 4 maggio scorso, nel 65°anniver-sario dall’efferata uccisione a colpi di arma da fuoco e di baionetta di die-ci italiani (alcuni dei quali militari) da parte dei partigiani jugoslavi. In questo modo la Società di Studi Fiu-mani vuole nuovamente ricordare al

mondo dell’esodo e alle autorità ita-liane e croate, che i loro poveri resti sono ancora in attesa di dignitosa e cristiana sepoltura. Tra di essi vi è anche la salma del senatore fiumano Riccardo Gigante.

La fossa comune si trova a po-che centinaia di metri dalla cittadi-na di Castua, nel bosco della Loza, ed è stata individuata anni or sono nel corso di una ricerca sto-

rica congiunta della stessa Società di Studi Fiumani e dell’Istituto Croato per la Storia di zagabria. È l’11.mo anno che la presidenza e i dirigenti del sodalizio fiumano curano la celebrazione liturgica, officiata dal parroco locale don Jurčević, per sensibilizzare le auto-rità competenti italiane e croate, a dare finalmente inizio all’opera di riesumazione.

Il Prefetto diTrieste incontrala FederEsuli

Il Prefetto di Trieste, Ales-sandro Giacchetti, ha in-

contrato una delegazione delle Associazioni degli Esuli guidata dal presidente della FederEsuli e Anvgd - Comitato provinciale di

Trieste, Renzo Codarin, accompa-gnato da Lorenzo Rovis, presiden-te dell’Associazione delle Comuni-tà Istriane e da Renzo de’ Vidovich dell’Associazione Dalmati italiani nel Mondo nonché Presidente del-la Fondazione Rustia Traine.

Dando seguito ad un rappor-to costante e costruttivo con la Prefettura, la delegazione ha in-teso esporre alcuni punti dell’im-pegno che le Associazioni stanno portando avanti con il Governo in

modo da poter coordinare anche a livello locale decisioni di legge, come quella riguardante l’anagra-fe, che continuano a creare disagio a chi è nato nei territori ceduti alla Jugoslavia. Toccato anche il tema dell’istruzione, visti i risultati rag-giunti con il Ministero preposto che porteranno all’inserimento nei libri di scuola delle tematiche riguardanti le vicende delle genti dell’Adriatico Orientale. (fonte www.arcipelagoadriatico.it)

Page 14: Il numero di Giugno 2010

A fter the national convention held in

November of 2009, the next appointment on the Association’s calendar will be in Rimini, from the 4th to the 6th of June, when Anvgd leaders from

all over Italy will convene to discuss their commitments and projects. The convention’s scope has been widened to

include all those of the younger generations of Julian and Dalmatian origin, to create a space dedicated to the exchange of ideas and proposals on how to perpetuate the identity of their origins into the second and third generations.

The Convention will open the afternoon of June 4th and close the 6th of June. Saturday afternoon will see a meeting specifically tailored to the younger set; it will be titled, “The Roots of the Future are to found in Memory: a Discussion for the Second and Third Generations of Julians and Dalmatians”.

At the last convention, held in Varese last November, the younger set showed strong interest in widening their network within the Association, including younger people from throughout Italy, united in their love for our lands of origin, their culture and traditions. These are the second and third generations of the Exodus, and significantly, they are the ones who have the duty of passing

along the great historical and moral heritage of the Exodus.

Simone Vicki Michelle Peri (Trieste) and Pietro Cerlienco (Monza), along with Coordinator Marino Segnan (Bologna), are the new delegates for the young generations. This commitment has strengthened the intentions of many, who have felt the pull of expanding their ties to other likeminded youth from across the nation, all of whom share this common love for our land of origin and its ancient and rich culture.

The first feedback from the Convention has shown that the adherents promise to be many. Already, we have confirmation, at this early date, that Anvgd youth representatives, members, and friends from far and wide will be participating: The list includes participants from the provinces of Ancona, Arezzo, Bologna, Bolzano, Caserta, Fermo, Ferrara, Forlì-Cesena, Frosinone, Genoa, Gorizia, Imperia, Lucca, Massa Carrara, Milan, Modena, Monza,

Perugia, Pescara, Pisa, Padua, Rome, Turin, Udine, Varese, Verona, and Vicenza.

ThE PROGRAM

Saturday, June 5th, 10:00 a.m., the National

Council convenes. At the same time, the provincial leaders will meet to discuss: organizational management of the Committees, preparation and distribution of press releases, membership reform, relations with State Institutions, collection of funds, and organization of events.

For provincial and national leaders there will be a meeting with Anvgd delegates for School and Universities, entitled “School teaches school: from the Day of Remembrance to the world of students. The approach to scholastic institutions and youth, through the witness of Annamaria Fagarazzi and Tullia Manzin”.

At the same time, for the younger set: “The roots of the future are found in Memory: A Discussion for the second and third generations of Julians and Dalmatians”. Delegates Simone Vicki Micelle Peri and Pietro

Cerlienco will lead a discussion and debite, along with coordinator Marino Segnan.

Sunday, June 6th, 11:30 a.m., meeting for all: “Guidelines for reforming the Statute” headed by Davide Rossi, the Anvgd delegate for legislative revisions, and coordinator Renzo Codarin. At the end, the closing remarks will be made.

ANVGD FOR yOUTh, ON FACEBOOK

The new delegates for youth will be present

in Rimini at the convention. Anyone wanting to get in touch with them can email them at: [email protected] or check out their Facebook profile, which is “Anvgd Giovani”.

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Numero 6 | Giugno 2010

ENGLISH

Jan Bernas is a young journalist of Polish origin,

currently with the APCOM Agency of Rome. he has been intensely involved in studying the events of the eastern border regions in the 1900s for some time. his research has finally taken the form of a book, published by Mursia and titled They called us Fascists. We were Italians. The book takes its reader through a series of touching and never before heard testimonies and it reconstructs, on the one hand, the reasons that forced the Italians of Istria, Fiume and Dalmatia into exile and, on the other hand, the conditions of those “left behind”.

As Bernas goes through the innumerable notes taken throughout his preparatory research, he notes that “an eldery man from Pola, whose ancient dialect now shows traces of Roman, describes his exodus: ‘you can only imagine it, because what we went through, we 350,000 Istrians, Fiumani

and Dalmatians, when we abandoned our lands and homes forever, can only be imagined’. Today it seems impossible merely to imagine, say, an empty Florence with no Florentines, a silent Rome with no Romans, or a deserted Naples, with no Neapolitans. Sixty years ago, this really happened. It happened in Capodistria, Rovigno, Buie, Parenzo, Dignano, Pola, Fiume and Zara. Entire burghs, entire families, an entire region emptied of its very essence. A slow but relentless hemorrhage. As if the soul itself had departed.”

Bernas continues: “People

who were forced to leave their homelands. Others who chose the unknown, and perpetual nostalgia, in order not to detach themselves from their own identity as well. They decided to remain that which they had always been: Italians. Others arrived, taking the place of those who had left. “Other” Istrians: Croats and Slovenes who, for centuries, had shared the same lands and the same history. But there arrived also Serbs, Bosnians, Macedonians, Kosovars, Croats or Slovenes from inland regions, who poured into the newly-emptied lands en masse. These peoples truly were “others”. Other cultures, other histories, other languages, customs, traditions, colors and perfumes.

This “invasion of the other” has transformed Istria, Fiume and Zara forever, changing their face, aspect, identity.”

“The Exiles,” remarks Bernas, “sometimes hear themselves called ‘emigrants’, but this is not the case. The many Italians from Naples, Veneto, Sicily, who, for more than two centuries, crossed the oceans to seek their fortune in America, Australia or Argentina, knew that Naples, Venice, Palermo were always there, to embrace them upon their return. But in crossing the Adriatic, the Italian exiles of Istria, Fiume and Dalmatia said goodbye to their world forever, nourishing their nostalgia only with ever-fading memories of what had been but is no longer.

“We can only ‘imagine’. Today, in the exiles’ homes, there live other people. Pola has become Pula; Capodistria has become Koper; Rovigno, Rovinj; Buie, Buje; Parenzo, Porec; Dignano, Vodnjan; Fiume, Rijeka; and

Zara, Zadar. The essence of those places has been changed.

“This book,” remarks Jan Bernas, “was born from a voyage, both spiritual and of conscience,even before the reconstruction of the events. And, much as in a real voyage, the non-filtered voices of the protagonists trace the narrative path, offering the reader a vision capable of illuminating that swatch of land at the end of the last war.

“Accounts of exiles and those left behind, meaning those Julians and Dalmatians who, for whatever reason, didn’t opt for Italy; these accounts are ordered according to the zone or the city of origin,in an ideal entwining of experiences. This book is not, nor does it intend to be a history book,” the author points out, in the end. “It is, rather, a group of eyewitness accounts able to reconstruct, in their complexity, the facts, suffering, an opposing reasons which led a people with common language, customs and traditions to divide. This people was first abandoned and then forgotten by an Italy in the role of stepmother: after sixty years, it hardly manages to recognize dignity and honor in thousands of its children, who were sacrificed in order to purge the errors and the horrors of a disastrous war.”

Red.(traduzioni di Lorie Simicich Ballarin)

Italian Exiles. A precious book of witness of first-hand accounts, by Jan Bernas

Q An aerial view of the historic center of Pirano, in what is now Istrian Slovenia. The composer Giuseppe Tartini was born here, in the 1700s. Pirano’s architecture and cultural and linguistic traditions are all Venetian; Pirano, in fact, put itself under Venietian protection and rule in 1283

Q Pola, February 1947. Waiting to board the “Toscana” to sail to Italy

W The Convention site, the National Hotel

W Rimini (the ancient Roman Ariminum), site of the Anvgd Convention. The bridge planned and begun by Augustus and finished in 21 A.D. by Emperor Tiberius. Built with Istrian stone, it is still perfectly preserved today

RIMINI, ANVGD CONVENTION OPEN TO SECOND AND THIRD GENERATIONS The Roots of the Future are Found in Memory

Page 15: Il numero di Giugno 2010

Después del Congreso nacional del noviembre

del 2009 será la cita asociativa del año en curso, la que del 4 al 6 de junio verá reunirse a los diri-gentes del la Anvgd, provenien-tes de toda Italia, y confrontarse sobre su compromiso y sus pro-yectos. La cita ha sido extendi-da a todos los jóvenes de origen giuliano-dalmata para crear un espacio dedicado al intercambio de ideas y de propuestas sobre como perpetuar la identidad de sus orígenes en la segunda y ter-cera generación.

El Convenio se abre el vier-nes 4 de junio por la tarde y ter-mina el domingo 6 de junio. El sábado por la tarde esta previsto el encuentro especifico para los

jóvenes, titulado Nel Ricordo le radici del futuro. I giovani giu-liano-dalmati di seconda e terza generazione a confronto.

En el último Congreso nacional de la Asociación, de-sarrollado en Varese el pasado noviembre, se ha madurado la intención entre los jóvenes que han intervenido de consolidar dentro de la misma Asociación una red capilar de jóvenes pro-venientes de todo el territorio nacional y unidos por el amor a nuestra tierra de origen, su cultura y sus tradiciones. Son la segunda y tercera generación del Éxodo, las que se han hecho cargo de la responsabilidad de transmitir el grande patrimonio histórico y moral del Éxodo.

El encargo conferido en el ultimo Consejo Nacional a los nuevos Delegados para el mundo juvenil - Simone Vicki Michelle Peri (Trieste), Pietro Cerlienco (Monza), con Marino Segnan (Bologna) como coordinador - ha reforzado su intento y les ha estimulado a nuevas iniciativas a fin de consolidar dentro de la misma Asociación una red ca-pilar de jóvenes provenientes de todo el territorio nacional unidos por el amor a la tierra de origen y su antigua y riquísima cultura.

Y los primeros datos obteni-dos del Convenio de la Asocia-ción nos confirman un alentador número de adhesiones. A la es-pera de completar el numero de participantes, ya han confirma-do su adhesión representantes, jóvenes, socios y simpatizantes de la Anvgd provenientes de las provincias de Ancona, Arezzo, Bologna, Bolzano, Caserta, Fer-mo, Ferrara, Forlì-Cesena, Frosi-none, Genova, Gorizia, Imperia, Lucca, Massa Carrara, Milano, Modena, Monza, Perugia, Pes-cara, Pisa, Padova, Roma, Tori-

no, Udine, Varese, Venezia, Ve-rona, Vicenza.

EL PROGRAMA

Sábado 5 junio, 10.00 ho-ras, Consejo Nacional.

Contemporáneamente para los dirigentes provinciales, reunión sobre: gestión organizativa de los Comités, preparación y difusión de comunicados de prensa, refor-ma del abonamiento, relaciones con las Instituciones, recogida de fondos, organización de eventos.

Para los dirigentes provin-ciales y nacionales: «La escuela hace escuela: del Día del Recuer-do al mundo de los estudiantes. El acercamiento a las institucio-nes escolásticas y a los jóvenes en los testimonios de Annamaria Fagarazzi y Tullia Manzin». En-cuentro coordinado por los De-legados Anvgd para la Escuela y la Universidad.

Contemporáneamente, para los jóvenes: «En el Recuerdo las raíces del Futuro. Los jóvenes giuliano-dalmatas de segunda y

tercera generación en confron-tación». Participan los Delega-dos Anvgd del mundo juvenil Simone Vicki Michelle Peri y Pietro Cerlienco, con el coordi-nador Marino Segnan. Debate.

Domingo 6 junio, 11.30 ho-ras, encuentro plenario: «Las lí-neas orientativas de la reforma del Estatuto» con la participación del Delegado Anvgd para las revisio-nes normativas Davide Rossi y el coordinador Renzo Codarin. A seguir conclusiones del Convenio.

LA ANVGD PARA LOS JóVENES ENFACEBOOK

Los nuevos Delegados para el mundo juvenil estarán pre-

sentes en el Convenio de Rimini. Estos son los contactos: gio-

[email protected], Facebook perfil «Anvgd Giovani». Los jóvenes dis-ponibles para el contacto, podrán enviar sus datos al mail indicado y conectarse al perfil de Facebook.

ESPAÑOL

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Jan Bernas es un joven periodista de origen po-

laco de la Agencia APCOM de Roma, y un estudioso atento de los sucesos del confín oriental en el Novecientos. Sus investiga-ciones al final se han convertido en un libro, editado ahora por Mursia con el titulo Ci chiama-vano fascisti. Eravamo italiani. El volumen pone en orden una serie de testimonios tocantes e inéditos y reconstruye - por una parte - las razones que conduje-ron a los italianos de Istria, de Fiume y de Dalmazia a marchar-se y - por otra parte - las condi-ciones de los que fueron defini-dos como «permanecidos».

Comenta Bernas ojeando los innumerables apuntes cogi-dos durante su trabajo de prepa-ración: «Así un viejo polesano, en un antiguo dialecto ahora contaminado por inflexiones ro-manescas, ha descrito su éxodo. “Hace falta imaginar, porque lo que hemos sentido y sufrido nosotros, los 350.000 istrianos, fiumanos y dalmatas al abando-nar para siempre nuestra tierra y nuestras casas, se puede solo imaginar”. Hoy parece impo-sible pensar en una Florencia vacía, sin florentinos, en una Roma silenciosa sin romanos o en una Nápoles desierta sin na-politanos. Esto ha ocurrido hace

sesenta años. Ha ocurrido en Ca-podistria, en Rovigno, en Buie, en Parenzo, en Dignano, en Pola, en Fiume y en zara. Bur-gos enteros, familias enteras, una región entera vacía de su propia esencia. Como en una lenta e inexorable hemorragia. Como en una mudanza del alma.

Personas - prosigue el pe-riodista - que fueron obligadas a dejar su propia tierra. Otras optaron por el incógnito y la perenne nostalgia, con tal de no tener que sustraerse también de la propia identidad. Deci-dieron continuar siendo lo que habían sido siempre, italianos. Donde unos se iban otros llega-ban. “Otros” istrianos: croatas y eslovenos que durante siglos compartieron con los italianos la misma tierra y la misma histo-ria. Pero también tantos serbios, bosnios, macedonios, kosovares, croatas o eslovenos del interior que al final de la segunda guerra mundial se volcaron en masa a ocupar el vacío dejado por los italianos. “Otros” de verdad. Otra cultura, otra historia, otra lengua, costumbres, tradiciones, colores y perfumes. Esta “inva-sión del ’otro” ha transforma-do para siempre Istria, Fiume y zara cambiándole el rostro, el aspecto, la identidad.

Los desterrados, como a ve-

ces se oye decir, no son emigran-tes - enfatiza Bernas -. Los tantos napolitanos, venetos, sicilianos que durante casi dos siglos han atravesado el océano en busca de fortuna en America, en Austra-lia o en Argentina, sabían que Nápoles, Venecia, Palermo esta-ban ahí esperándoles, para abra-zarles a su regreso. Atravesando simplemente el Adriático, los desterrados istrianos, fiumanos y dalmatas han dicho adiós para siempre a su mundo, nutriendo la nostalgia solo con recuerdos cada vez más descoloridos de lo que era y ya no es.

Solo podemos “imaginar”. Hoy, en las casas de los deste-rrados, en sus ciudades vive otra gente. Pola se ha convertido en Pula, Capodistria en Koper, Ro-vigno en Rovinj, Buie en Buje, Parenzo en Porec, Dignano en Vodnjan, Fiume en Rijeka y zara en zadar. La esencia de es-tos lugares ha cambiado.

Este libro - recalca Jan Ber-nas - nace, por tanto, de un viaje espiritual y de conciencia antes que de la reconstrucción de los hechos. Y como en un viaje, son las voces no filtradas de los pro-tagonistas las que trazan la tra-yectoria narrativa, ofreciendo a quien lee una panorámica capaz de encender un cono de luz sobre lo ocurrido en aquel pedazo de

tierra al final de la última guerra. Historias de desterrados y

de «permanecidos» - es decir, de giulianos y dalmatas que por varias razones no optaron por Italia - ordenados según la zona o la ciudad de origen, en un ideal tejido de experiencias. Esto no es y no quiere ser - pre-cisa al final el autor - un libro de historia, es, en todo caso una colección de testimonios capaces de reconstruir los hechos en su conjunto, los sufrimientos y las razones opuestas que llevaron a un pueblo con lengua, usos y tradiciones comunes a dividirse. Un pueblo primero abandonado y después olvidado por una Ita-lia madrastra, que pasados sesen-ta años todavía le cuesta recono-cer dignidad y honor a miles de sus hijos sacrificados para borrar los errores y los horrores de una guerra desgraciada.

Red.

RIMINI, EL CONVENIO ANVGD ABIERTO A LOS JóVENES DE SEGUNDA Y TERCERA GENERACIóN En el Recuerdo las raíces del futuro

Italianos desterrados. Un precioso libro de testimonios firmado por Jan Bernas

Numero 6 | Giugno 2010

W Pola, febrero 1947. Enseres de los habitantes en espera de ser cargadas en la motonave “Toscana” que los llevaría a Italia, una vez cedida su ciudad, con Istria entera, a la Yugoslavia de Tito

X Capodistria, la Galería veneciana (a la izquierda) y la Catedral. Donatasi en Venecia en el 1278, sus edificios y su entera historia testimonian su pertenencia a la civilización italiana. Hoy vive una remanente comunidad italiana autóctona

Q Rimini (la romana Ariminum), sede del Convenio Anvgd. El «Templo Malatestiano», primera obra del grande arquitecto Leon Battista Alberti, fue iniciado en el 1447 como mausoleo para el señor de la ciudad, Sigismondo Malatesta. Se quedó incompleto después de los alternos sucesos del comitente

W La sede del Convenio, el Hotel National

Page 16: Il numero di Giugno 2010

Salerno: indagine su scuole che ignorano

il Giorno del Ricordo1° aprile 2010

L'Ufficio Scolastico Pro-vinciale di Salerno (ex

Provveditorato agli Studi) ha avviato un’indagine nella sua provincia sulle scuole che non avrebbero rispettato i dettami della legge istitutiva del Giorno del Ricordo. In particolare si ci-

tano gli eventuali casi di «mani-festato dissenso verso la celebra-zione istituita» per legge.

Si tratta di una assoluta no-vità ma è bene notare come non si vada ad esaminare i casi degli istituti che hanno semplicemen-te “ignorato” la ricorrenza, bensì di quelli che ne hanno manife-stato apertamente il dissenso, magari proponendo versioni contraddittorie (per non dire fantasiose) dei fatti storici o ne-gando quanto accaduto al no-stro confine orientale.

La circolare è riportata al sito www.provveditorato.starnet.it/circolari10/maap10/121.htm.

Istria, Quarnero e Dalmazia: una storia

per le scuole4 aprile 2010

Èuscito un libro sulla storia dell’Istria rivolto

esplicitamente al mondo della scuola. L’IRCI, l’Istituto regio-nale per la cultura istriano-fiu-mano-dalmata, ne ha affidato la stesura a tre storici, Guido Ru-mici, Roberto Spazzali e Guido Cuzzi, che sono anche insegnan-ti ed hanno ripercorso le vicen-de di questa “regione contesa”, prendendo in considerazione il lungo arco di tempo che va dalla fine della Repubblica di Venezia fino a oggi.

Ad essere privilegiata è sta-ta appunto la chiave didattica, sostenuta da un retroterra do-cumentario da saggio scientifico a tutti gli effetti. Spesso infatti i manuali ad uso della scuola pos-sono essere debitori di una ne-cessaria semplificazione. […]

Istria, Quarnero, Dalmazia (Libreria Editrice Goriziana, pagg. 326, euro 32,00) affronta quindi la corda tesa tra l’obbligo divulga-

tivo della chiarezza e la profondità del rigore scientifico. […]

Paolo Marcolin(fonte “Il Piccolo”)

Rinnovato il direttivo dei giuliano-dalmati

di Toronto7 aprile 2010

Lo scorso 14 marzo la ri-unione annuale dei soci

del Club Giuliano Dalmato di Toronto (Canada) ha proce-duto al rinnovo del direttivo, le cui cariche per il prossimo biennio sono ora così distribu-ite: presidente Guido Braini, primo vicepresidente Roberto Braini, secondo vicepresidente Gino Bubola, segretario Carlo Milessa, tesoriere Michele Svab, segretario finanziario Mario Joe Braini, consiglieri Vito Batelic, Bruno Bocci, Marina Cotic, Vit-torio Lubiana, Silva Toskan.

Oltre a numerose attività lo-cali, il Club stampa un proprio notiziario da 38 anni (direttore Konrad Eisenbichler) e dispone del proprio sito internet www.giulianodalmato.com.

Pordenone:sul cammino degli

antichi dei dell’Istria9 aprile 2010

Una mostra fotografica a Pordenone, dal titolo

«Sul cammino degli antichi dei dell’Istria»

Si è inaugurata il 10 aprile nella sede del Museo Civico Ar-cheologico del castello di Torre. L’esposizione, curata da Vesna Girardi Jurkić e Kristina Džin, è composta da 24 pannelli illustra-tivi, i quali presentano i risultati di una ricerca condotta sul ma-teriale epigrafico ed archeolo-gico dell’Istria, facente parte in epoca romana dell’estesa regione della Venetia et Histria e della Liburnia […].

Il panorama delle presen-ze prese in considerazione ri-vela un’estrema ricchezza di culti, uno stampo di tipo co-smopolita, un atteggiamento liberale del potere romano nei confronti delle divinità locali fortemente radicate. Qui con-vivevano divinità romane, di-vinità greco-orientali e divini-tà locali autoctone. Tra queste ultime prevalgono nettamen-te le divinità femminili rispet-to a quelle maschili, tradendo quindi una tradizione istriana di probabile carattere matriar-cale. […] Enti organizzatori sono il Centro Internazionale di Archeologia Brioni-Medo-lino di Pola e il Dipartimento di Archeologia e Topografia dell’Università di Padova

(fonte www.museoarcheolo-gico.comune.pordenone.it)

Al via strategiaeuropea per Adriatico

14 aprile 2010

L'Italia sostiene una stra-tegia globale di svilup-

po dell’Adriatico, così come si sta sperimentando nell’UE per il Baltico e il Danubio. La stra-tegia per l’Adriatico - ha detto il sottosegretario agli Esteri Al-

fredo Mantica […] - sarà san-cita in un documento politico che sarà approvato ad Ancona il 5 maggio prossimo. Il testo è ora in preparazione da par-te degli otto Stati membri che hanno già aderito all’iniziativa (Grecia, Italia, Bosnia-Erzego-vina, Croazia, Montenegro, Al-bania, Serbia e Slovenia). […] Al convegno a Bruxelles sulla macroregioni è intervenuto an-che il presidente del Friuli Vene-zia Giulia Renzo Tondo il quale ha sottolineato gli effetti positivi della collaborazione di quindici diverse regioni nella Comunità Alpe-Adria che va avanti da de-cenni, da prima della caduta del muro di Berlino. […]

(fonte ANSA)

Primi sì all’incontro di Trieste tra

Presidenti di Italia, Croazia e Slovenia

14 aprile 2010

Il concerto-evento che Riccardo Muti ha deci-

so di portare a Trieste il 13 luglio si dovrebbe corredare con la presenza a Trieste di tre invitati molto particola-ri: il presidente della Repub-blica Giorgio Napolitano, il presidente sloveno Danilo Türk e il presidente croato Ivo Josipovic. […]

Ieri in Municipio il Ra-venna festival ha confermato che la richiesta ufficiale al presidente Napolitano, e ai presidenti di Slovenia e Cro-azia è stato spedito.

Informalmente è nota una prima riservata risposta di Türk e Josipovic: disposti a venire a Trieste assieme a condizione che sia presente Napolitano. Dunque è col Quirinale che va conferma-to per prima cosa l’appunta-mento, il resto lo faranno le diplomazie. […]

g.z. (fonte “Il Piccolo”)

Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e DalmaziaCentro Studi Padre Flaminio Rocchi

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Numero 6 | Giugno 2010

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W Una simpatica istantanea dal Club Giuliano-Dalmato canadese. L’orgoglio tricolore delle donne (foto www.giulioanodalmato.com)

X Il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, R. Tondo(foto www.regione.fvg.it)

X Il Teatro Verdi di Trieste possibile luogo del primo incontro dei tre Presidenti di Italia, Slovenia e Croazia