Il Notiziari Agricolo 4/2012

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Anno 61° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI ASTI COLDIRETTI Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 4 - Anno 2012. In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo 4 numero 10 aprile 2012

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Il periodico di Coldiretti Asti

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Anno

61° Periodico della FederazioneProvinciale COLDIRETTI ASTI

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4 numero 10 aprile 2012

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Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: [email protected] ufficiale Coldiretti Anno 61° numero 4- 10 Aprile 2012*Realizzazione grafica e stampaRiflesso – S.r.l. F.lli Scaravaglio & C.Reg. Trib. di Asti n.44 del 10-8-2011 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano ZuninoPubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.590425Abbonamento annuale: Euro 20,00*Data di chiusura del giornale

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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Importantesvolta

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Assemblea Proviciale Elettiva

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No Biotech:bufera

sul “miope”Ministro

Campagna Amica:Un nuovo Mercato

e Punto Vendita

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Speciale PAC:Le novità

per la DomandaUnica 2012

28/30

8 pagine riservate al settore

vitivinicolo

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L ’anno 2012 sarà carat-terizzato per Coldiretti Asti da un appuntamen-

to molto importante per la vita democratica dell’organizzazione ovvero la fase assembleare per il rinnovo degli organi sociali in scadenza nel prossimo mese di aprile. Attualmente si è già avviata la fase territoriali dei rinnovi che sta vedendo tutti i soci riunirsi nell’assemblee di sezioni per l’elezione del Consiglio e del Presidente di sezione. Ben 85 le sezioni rinnovate frutto di una ot-timizzazione organizzativa messa in atto dal Consiglio provinciale uscente che ha inteso per motivi puramente organizzativi ridurre le articolazioni sezionali da 118 ad 85. Allo stesso tempo però si è inteso rilanciare il ruolo politico sindacale che le stesse sezioni hanno sul territorio ovvero quello di sentinella e di vero laboratorio di progettualità concreta per i nostri territori e per le nostre imprese. Completate le assemblee di sezione, nei primi giorni del mese di aprile si svolgono le assemblee zonali per l’elezione del Presidente di Zona e per l’indicazione dei candidati al Consiglio provinciale. Subito dopo, comunque nella secon-da metà del mese di aprile si svolgerà l’assemblea provinciale per l’elezione del Presidente, del Consiglio Direttivo, del Collegio dei Revisori e del Collegio dei Probiviri.Oltre naturalmente il voler fare il punto sulle questioni attuali, un argomento sta contraddi-stinguendo tutte le assemblee

sezionali e di sicuro sarà argo-mento centrale anche durante i lavori assembleari provinciali ovvero il progetto economico di Coldiretti di una Filiera Agricola Italiana.Tutta la base, seppur non ancora consolidati gli attesi risultati eco-nomici, intravede nel percorso la bontà della proposta progettuale che l’Organizzazione ha messo in campo oramai da diverso tempo e per la realizzazione della qua-le tutti si sentono impegnati in prima persona.Gli accordi di filiera che hanno contraddistinto gli ultimi anni dell’attività di Coldiretti Asti in uno scenario più ampio di natura regionale nonché i risultati otte-nuti attraverso i Punti e i Mercati di Campagna Amica e per ultima in termini di tempo della Bottega di Campagna Amica già operan-te nel territorio astigiano, sono considerati da tutti apprezzabili e soprattutto promettenti per il prossimo futuro. Ecco perché la fase assembleare, e in particolare la consultazio-

ne elettorale, viene vissuta con estrema serenità, forti del fatto che coloro che saranno chiamati a dirigere questa Federazione per i prossimi quattro anni, non avranno la necessità di proget-tare, bensì di consolidare ed ampliare quanto già si è fatto e si sta facendo in provincia di Asti a favore di una crescita del reddito delle imprese agricole.

Antonio CiottaDirettore Coldiretti Asti

Rinnovo organi socialiColdiretti Asti rilancia sul progetto della Filiera Agricola Italiana

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Assemblea Provinciale ElettivaSi terrà il 27 aprile ad Asti, ma il dibattito è in atto

In molti si chiedono quale possa essere il segreto del consenso che da 68 anni Coldiretti ottiene

dai suoi associati. Un seguito mai venuto meno che oggi identifica Coldiretti come la più grande forza sociale del territorio. Una risposta a questa domanda e una ennesi-ma verifica di questa importante presenza nella vita aggregativa del nostro Paese, ci viene ogni quattro anni quando Coldiretti svolge le assemblee sul territorio e ridisegna tutti i suoi quadri dirigenti.Il segreto di Coldiretti è sicuramente la sua rappresentatività democra-tica dell’intera base associativa. Anche in provincia di Asti, questa rappresentanza viene espressa dalle assemblee di base da cui emergo-no, con un voto democratico fra tutti gli associati, le persone che compongono la classe dirigente dell’organizzazione.Tutti gli associati, proprio tutti, pos-sono esprimere la propria opinione, candidarsi e trovare il consenso per guidare l’organizzazione. Sui 118 comuni dell’Astigiano, sono ben 86 le sezioni di base dove si stanno svolgendo in questi giorni le assemblee. In seguito a questa consultazione vengono eletti i pre-sidenti e i consigli delle sezioni che a loro volta andranno a comporre le assemblee di zona con i relativi suoi dirigenti e quindi l’assemblea provinciale, dove sarà nominato il Consiglio, la Giunta esecutiva con i vice presidenti e il Presidente della Federazione Coldiretti Asti. Quest’ultimo poi potrà rappresentare tutti gli imprenditori dell’Astigiano, sia a livello regionale che nazionale ed europeo.L’Assemblea provinciale elettiva si terrà venerdì 27 aprile alle ore

21 nella sede Coldiretti di corso Felice Cavallotti 41.Ma le assemblee di sezione (quelle nei paesi), di zona (Asti, Canelli, Valle Bormida, Nizza M., San Damiano, Villanova, Montechiaro-Montiglio, Moncalvo, Castelnuovo D.B.) e quella provinciale (del 27 aprile) non sono solo un atto esclusivamente burocratico per individuare i rappre-sentanti, sono anche un momento di forte vivacità e dibattito interno all’organizzazione.Sono infatti molti gli argomenti di-battuti nel corso delle assemblee di base Coldiretti in svolgimento in questi giorni. L’IMU, l’imposta unica sugli immobili, è sicura-mente uno degli argomenti su cui si concentrano le domande degli associati e conseguentemente dei dirigenti dell’organizzazione. I nostri imprenditori vogliono capire quale sarà il “peso” della nuova imposta e, soprattutto, quali possano essere i “margini di manovra” su cui è pos-sibile rivendicare uno “sconto”, sia a livello governativo centrale, sia da parte dei comuni del territorio. No-nostante i consistenti tagli riservati ai Comuni, molti sindaci hanno voluto adottare una delibera di sgravio a favore del mondo agricolo.C’è poi la riforma delle pensioni,

attuata dal Governo Monti, che sta delineando le varie casistiche e, purtroppo, sacrifici anche da parte delle imprenditrici e degli im-prenditori agricoli più anziani. Una riforma che tocca, inevitabilmente, l’intero sistema previdenziale ed assistenziale.Nel corso delle assemblee si appro-fondisce poi il progetto sindacale Coldiretti. Il progetto di una Filiera agricola tutta italiana è ormai en-trato prepotentemente nell’intero sistema economico nazionale, portando importanti risultati con le iniziative di Campagna Amica (Punti vendita, Mercati e Botteghe) oppure innescando anche profon-de battaglie, come quella sul caso Simest. Tutti argomenti di estrema attualità, come la recente sempli-ficazione burocratica del settore vitivinicolo, avviata in Piemonte su impulso Coldiretti ed ora destinata ad approdare a livello nazionale ed europeo.In fine, gli imprenditori agricoli astigiani nel corso delle assemblee Coldiretti vogliono sapere e discu-tere sugli sviluppi della riforma della Politica Agricola Comunitaria, anch’essa destinata a delineare una parte del futuro economico delle imprese.

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Inaugurata l’agrimacelleria AllegrettiUn nuovo Punto Vendita Campagna Amica a Rocca d’Arazzo

Un nuovo “Punto Campagna Amica” è stato inaugurato ieri a Rocca d’Arazzo in

provincia di Asti. Si tratta di una agrimacelleria che propone la carne di Razza Bovina Piemontese degli animali allevati dall’azienda agricola Renzo Allegretti di Castell’Alfero frazione Callianetto. Il nuovo Punto Campagna Amica è gestito diretta-mente da Renzo Allegretti e dalla famiglia, la moglie Paola Romanato e i due figli, per proporre diretta-mente al consumatore i migliori tagli di carne bovina piemontese a un costo agevolato. L’Agrimacelleria Renzo Allegretti affianca al marchio Campagna Amica anche quello del Coalvi, con tutte le garanzie offerte dal Consorzio degli allevatori di razza piemontese, a cominciare dall’applicazione del disciplinare produttivo, fino all’etichettatura che fornisce, direttamente sullo scontrino degli acquisti, tutte le caratteristiche della carne e dell’al-levamento.Con l’agrimacelleria di Rocca d’Arazzo, la provincia di Asti supera di slancio la soglia di 100 Punti Vendita Campagna Amica attivi sul territorio, un traguardo importante lungo la strada aperta dal grande progetto Coldiretti di “Una filiera agricola tutta italiana”.

Sopra l’ingresso del punto vendita, a sinistra Renzo Allegretti, sotto Paola Romanato.

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Nuovo Mercato di Campagna AmicaDa giovedì 5 aprile in piazza De Andrè (ex Caserma Colli di Felizzano)

È stato inaugurato giovedì, 5 aprile, alle ore 13,30, il nuovo mercato di Campa-

gna Amica in “Borgo Santa Maria Nuova”. Ubicato nel centro di Asti, in piazza De Andrè nell’area dell’ex Caserma Colli di Felizzano fronte Corso Alfieri, sarà attivo ogni giovedì pomeriggio.I produttori Coldiretti, grazie alla collaborazione del Comitato dei commercianti “Alfieraggio” e del Comune di Asti, proporranno le bancarelle a chilometro zero con frutta, verdura, salumi, formaggi, mieli, vini e altri prodotti agricoli ed agroalimentari. L’iniziativa della Fondazione Campagna Amica, come avviene ormai per centinaia di altri mercati, propone prodotti di stagione e di qualità garantita con un risparmio per i consumatori del 30% rispetto ai prezzi pubblicati giornalmente sul sito internet SMS Consumatori (www.smsconsumatori.it). Il nuovo mercato di Campagna Amica ha anche come obbiettivo di sollecitare gli astigiani a una maggiore frequentazione della zona compresa fra piazza Alfieri e piazza Primo Maggio, di qui la collaborazione con l’associazione “Alfieraggio”.Con l’inaugurazione del Mercato Borgo Santa Maria Nuova, gli “Agri Mercati di Campagna Ami-ca” in provincia di Asti diventano sette. Oltre al nuovo mercato di Campagna Amica in “Borgo San-ta Maria Nuova” ad Asti presso il Moi, il mercato ortofrutticolo all’ingrosso, in piazza Saragat, è attivo da tempo l’agrimercato del mercoledì e sabato dalle 7,30 alle 11. A Bubbio il mercato si tiene ogni sabato pomeriggio nella cen-trale via Roma e, naturalmente, offre una “specializzazione” per

i formaggi ed i prodotti caseari. A Calamandrana il mercato di terra amica è sempre al sabato, ma in mattinata, con la possibilità di utilizzare gli spazi dell’area mercatale della ristrutturata ex cantina sociale. A Castelnuovo don Bosco, il mercato di ven-dita diretta del contadino, è in funzione ogni domenica mattina e vede la partecipazione di molti produttori del nord dell’Astigia-no. In fine, tornando ad Asti, i produttori di Campagna Amica si ritrovano, ogni seconda domenica del mese nella rassegna agroali-mentare sotto i portici di piazza Alfieri e ogni lunedì mattina di fronte all’ingresso dell’ospedale Cardinal Massaia.“Grazie all’attività instaurata in questi anni con Fondazione

Campagna Amica – sottolinea Maurizio Soave, presidente Col-diretti Asti – è stato rinsaldato il rapporto fra produttori agricoli e consumatori, intessendo rapporti sempre più stretti anche con i commercianti e gli artigiani che hanno saputo seguire una siner-gia attuata a favore del territorio a cui non possono che guardare con favore anche gli ammini-stratori locali. Il nuovo mercato di Campagna Amica in “Borgo Santa Maria Nuova” è proprio una importante “sperimentazione” di collaborazione fra gli agricoltori, I commercianti e il comune capo-luogo. L’augurio è che I consu-matori siano soddisfatti di questa nuova iniziativa a tutto vantaggio dei produttori, dei commercianti e dell’intero territorio”.

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Ecco il progetto “salva vino”Presentato da Coldiretti a Verona, avvia la sburocratizzazione

La sburocratizzazione del settore vitivinicolo sta diven-tando finalmente una realtà.

L’input partì alcuni mesi fa dalla commissione vitivinicola di Coldiretti Piemonte, presieduta dal presidente della federazione di Asti, Maurizio Soave, che presentò il decalogo per la semplificazione. La Regione Piemonte, recependo le istanze Coldiretti, ha già attuato alcuni provvedimenti agevolativi ed ora i punti del decalogo semplificazione sono confluiti nel piano “Salva Vino” presentato al Vinitaly di Verona dalla Confederazione nazionale Coldiretti. Sono previste una serie di misure per semplificare il carico burocratico senza ridurre l’efficacia delle attività di controllo. Innanzitutto, serve rea-lizzare un sistema informatico unico di gestione capace di garantire un coordinamento tra gli enti coinvolti nel controllo e nella gestione, elimi-nando gli adempimenti “doppioni” a carico delle imprese e introducendo l’autocontrollo da parte dell’impren-ditore, controlli a campione basati su analisi dei rischi e garanzia della tracciabilità e rintracciabilità delle partite di vino. Si punta poi a far di-ventare il fascicolo aziendale anche uno “strumento unico dell’impresa viti-vinicola” attraverso il quale adempiere agli obblighi e acquisire automaticamente le autorizzazioni

per cui non è necessaria una valu-tazione discrezionale, sostituendo l’attuale sistema di autorizzazioni con l’invio di semplici comunica-zioni. In questo modo si potrebbe abbattere il numero di adempimenti da 70 a 40 e ridurre del 50 per cento il tempo perso nella compilazione dei documenti. Nella fase della produzione di uva, le pratiche si potrebbero addirittura ridurre dalle attuali 9 ad un sola comunicazione. In quella di trasformazione dell’uva in vino sarebbe possibile eliminare 15 registri di cantina cartacei so-stituendoli con un unico registro telematico, ma anche cancellare o semplificare ulteriori 14 adempi-menti. Più informatizzazione anche

nella fase di imbottigliamento, con 2 pratiche eliminate e altre tre ra-zionalizzate.“Appesantire inutilmente i carichi burocratici per i riconoscimenti dei vini a denominazione di origine significa indebolire il legame del vino con il proprio territorio, ridurre la competitività del Made in Italy e favorire la delocalizzazioni verso l’estero anche per effetto dall’an-nunciata liberalizzazione dei diritti di impianto, dello zuccheraggio e della nuova categoria dei vini varietali senza legame con il territorio di pro-duzione”, ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini.Da qui il piano “salva vino” di Col-diretti.

Oltre 1.000 le norme che attanagliano il set-tore, contenute in circa

4.000 pagine di leggi, decreti, regolamenti, direttive, circolari, delibere, comunicazioni, note re-gionali, nazionali ed europee.100 i giorni di lavoro impiegati dalle Cantine per la burocra-zia;70 le incombenze burocratiche che pesano sul vitivinicolo;

20 i soggetti interessati ai prov-vedimenti burocrati del settore (dal Ministero, alle Province e i Comuni, fino ad Agea, Dogane, Asl, Forestale,GdF, Nac, Nas, CCIAA ecc..);10% è la riduzione dei terre-ni per i vini Doc negli ultimi 4 anni;200 mila bottiglie di vino scom-paiono ogni giorno per il peso della burocrazia.

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I l mondo enologico ha accolto favorevolmente la riduzione di un giorno di apertura dell’edi-

zione 2012 del Vinitaly di Verona. Eliminando il sabato gli espositori hanno potuto lavorare meglio con chi era veramente interessato, pro-fessionalmente, alla grande fiera internazionale dei vini. Complice anche l’alto costo del biglietto, è stata scoraggiata la presenza dei curiosi e di chi potesse frequentare i padiglioni solo per degustare qualche vino.Anche Coldiretti è stata prota-gonista in numerose iniziative al Vinitaly. Nel padiglione 9, dove si trovava-no le migliori aziende e gli spazi istituzionali della nostra regione, era dislocato lo stand di Coldiretti Piemonte, dove la federazione di Asti ha proposto le degustazioni delle Barbera d’Asti Docg annata 2011. In collaborazione con il Cen-tro Studi Vini del Piemonte (che ha sede a San Damiano d’Asti), è stato offerto ai visitatori del Vinitaly di effettuare degustazioni e comparazioni guidate con i vini dell’Anteprima Barbera. In pratica i 26 campioni di Barbera d’Asti Docg, rappresentativi del territo-rio astigiano, presi in esame nel novembre scorso con l’Anteprima Barbera, sono stati messi a dispo-sizione del pubblico del Vinitaly. Si è trattato di un’ottima opportunità per comprendere, anche grazie ai dati analitici eseguiti dal Centro Studi Vini, l’effettivo evolversi delle peculiarità qualitative della Barbera d’Asti Docg annata 2011.Lo stand istituzionale della Confe-derazione nazionale Coldiretti era invece dislocato al Centro Servizi Arena (stand A, tra il padiglione

6 e 7). Qui sono stati numerosi gli eventi e le curiosità propo-ste. In particolare due importanti momenti di approfondimento, hanno attirato l’attenzione del Vinitaly. Uno dal titolo “Clima e vino: rischi e prospettive di una relazione particolare”, organizzato da Coldiretti in collaborazione con “Città del Vino” e Greenpeace, ha affrontato la tematica del cam-biamento del clima rispetto alle condizioni ambientali tradizionali dei vigneti e le conseguenze sulla lavorazione delle uve in cantina e dell’invecchiamento dei vini, con un evidente impatto su produzio-ne e consumo. La relazione tra clima e vino, gli effetti, i rischi e

le prospettive saranno approfon-dite anche con la partecipazione del Ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, Corrado Clini.Il secondo evento, quello del mercoledì, ha portato al Vinitaly la tematica della “Semplificazione per far crescere il vino italiano”. Dopo i recenti passi avanti sulla sburocratizzazione del settore re-alizzati con la Regione Piemonte, Coldiretti ha portato alla ribalta internazionale della fiera, le pro-poste per ridurre la burocrazia ed il carico amministrativo che frenano la crescita del vino italiano e mettono a rischio il futuro delle produzioni di qualità.

Piace il Vinitaly più breveLe degustazioni della Barbera 2011 e due importanti convegni

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Un grado in più per la BarberaIl cambiamento del clima influisce notevolmente sui vini

Il vino italiano è aumentato di un grado negli ultimi 30 anni anche notevolmente per effet-

to dei cambiamenti climatici che si sono verificati nella Penisola dove la temperatura media nel 2011 è stata superiore di 1,5 gradi rispetto al 1980 facendo peraltro segnare in questo arco di tempo alla co-lonnina di mercurio ripetuti livelli di caldo record da oltre 2 secoli. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti all’apertura del Vinitaly dove si è tenuto l’incontro “Clima e vino: rischi e prospettive di una relazione particolare” insie-me a Città del Vino e Greenpeace. Numerosi – sottolinea la Coldiretti - sono i casi di disciplinari di vini a denominazione che negli ultimi anni si sono adeguati al cambia-mento modificando i limiti minimi di gradazione alcolica sia al nord dove per la Barbera d’Asti si è passati per il base da 11,5 gradi a 12 e per il superiore da 12 gradi a 12,5 mentre al sud per l’Aglianico del Vulture la gradazione minima naturale delle uve alla vendemmia è passata da 11, 5 gradi a 12,00 per il Superiore Docg a 13,00 gradi. Il surriscaldamento ha determi-nato un anticipo della vendemmia anche di un mese rispetto al tradizionale mese di settembre

e viene smentito quindi il prover-bio “ad agosto riempi la cucina e a settembre la cantina”, ma anche quanto scritto in molti testi scolastici che andrebbero ora rivisti. E perde valore anche l’antico adagio “a San Martino ogni mosto diventa vino” poiché sono diventate estremamente rare le uve non ancora raccolte per quella data.Non è un caso che si sta discu-tendo, dopo oltre venti anni, di anticipare di quasi una settimana la data per stappare il vino no-vello fissata per legge in Italia il 6 di novembre nel 1989. Ad esempio nell’ultima vendemmia l’inizio della raccolta delle uve

destinate allo spumante classico Franciacorta è partita addirittura il 5 agosto a Coccaglio in pro-vincia di Brescia nell’azienda agricola Faccoli mentre le uve più tardive come l’Aglianico e il Nebbiolo sono state raccolte entro ottobre, in netto anticipo

Aumenta la gradazione alcolica, la vendemmia è sempre più anticipata, sono più elevate le gradazioni zuccherine con acidità inferiori.

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rispetto agli anni ’80 quando per le stesse varietà si arrivava anche a fine novembre. Negli ultimi 30 anni le som-matorie termiche in Italia sono aumentate in modo significativo (in tutta l’Italia settentrionale, ad esempio, di circa il 20 per cento), soprattutto nei mesi estivi con più elevate e prolungate tempe-rature massime principalmente nel mese di luglio. Oggi le uve ottenute da viti di equivalente produttività, appaiono caratte-rizzate da gradazioni zuccheri-ne frequentemente più elevate di 2-4 gradi brix, con acidità titolabili inferiori, di circa 1-2,5 grammi/litro. Di fatto il vigneto Italia produce adesso uve piu’ precoci, meno acide e più dolci rispetto al passato. Gli effetti del surriscaldamento sulle uve di fronte alla tenden-za generale al consumo di vini meno alcolici stanno spingendo i produttori alla ricerca di soluzioni agronomiche ed enologiche che comportano maggiori oneri in termini economici, dall’anticipo di vendemmia all’irrigazione, dalle potature verdi alla ven-demmia notturna che è diventa stata sempre piu’ frequente nei vigneti, mentre in cantina si usa sempre meno mosto concentrato e si ricorre alla refrigerazione per ridurre le temperature dell’uva e controllare la fermentazione. Il caldo cambia anche la distri-buzione sul territorio dei vigneti

che tendono ad espandersi ver-so l’alto con la presenza della vite anche a quasi 1200 metri di altezza come nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta, dove dai vitigni piu’ alti d’Europa si producono le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop. Una conferma che “la vite grazie alla sua capacità di adattamento è un patrimonio di biodiversità da preservare perché rappresenta una delle colture più adatte a sfidare i cambiamenti climatici”, ha affermato il presi-dente Coldiretti Sergio Marini.“Se è difficile prevedere gli ef-fetti del cambiamento climatico a breve termine nel medio e lungo periodo c’è però un buon margine di tempo per pensare ed introdurre soluzioni possibili. A rischio sono gli stessi territori del vino che potrebbero perdere l’aspetto a cui siamo abituati, fino a situazioni limite in cui

zone di produzione ad oggi fra le più vocate, potrebbero addi-rittura scomparire” ha affermato il presidente delle Città del Vino Giampaolo Pioli.Da difendere c’è un patrimonio che è la voce più importante dell’export agroalimentare na-zionale, superando quota 4,4 miliardi di euro, con un aumento del 12 per cento rispetto allo scorso anno, secondo una analisi della Coldiretti.Il valore delle esportazioni ha superato nel 2011 i consumi nazionali che sono cresciuti dell’1 per cento per un valore attorno ai 4 miliardi che porta il fatturato del settore vitivinicolo a 8,5 miliardi. Un risultato che è il frutto di 650mila ettari di vigneto, 250mila aziende vitivi-nicole e del lavoro di 1,2 milioni di persone che direttamente o indirettamente sono impegnate nel settore.

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G li italiani hanno speso di più per acquistare acqua che per il vino. I consumi

di vino sono ulteriormente ca-lati dell’uno per cento. Siamo a meno di 40 litri per persona in un anno, praticamente dimezzati rispetto a 30 anni fa. E’ quanto emerge da una analisi della Col-diretti presentata al Vinitaly dalla quale si evidenzia che, l’acquisto dell’acqua minerale con 19 euro al mese per famiglia è diventato la prima voce di spesa del bilancio familiare per le bevande e supera quella per il vino stimata pari a 18 euro nel 2011.Il forte calo nelle quantità di vino acquistate dagli italiani è stato accompagnato da una maggiore attenzione alla qualità ma a far calare la domanda insieme al cam-biamento delle abitudini alimentari soprattutto nelle ristorazione sono state le campagne antialcol e la stretta sulle norme del codice della strada che hanno colpito indiscriminatamente anche il vino che è in realtà caratterizzato da un piu’ responsabile consumo abbinato ai pasti che non ha nulla a che fare con i binge drinking del fine settimana. Il calo nei consumi nazionali è evidenziato anche dal fatto che nel 2011 si è addirittura bevuto più vino italiano all’estero che in Italia: sono stati esportati 24 mi-lioni di ettolitri di vino a fronte di una produzione nazionale stimata di poco superiore a 40 milioni di ettolitri, la più contenuta degli ultimi 60 anni.Il risultato è che sono aumentate del 42 per cento le importazioni di vino straniero in Italia che nel 2011 hanno raggiunto un quan-

titativo record di 2,45 milioni di ettolitri, il massimo storico. Piu’ della metà del vino importato in Italia viene dalla Spagna che ha triplicato in un solo anno le sue spedizioni verso il belpaese e per oltre l’80 per cento si tratta di vino sfuso. Se l’arrivo è stato favorito quest’anno da una vendemmia scarsa con una produzione Made in Italy non può non preoccupare il peso crescente conquistato dai produttori spagnoli. La Spagna ha una produzione di vino che ha superato i 39 milioni di etto-litri nel 2011 ed è quindi molto vicina a quella italiana e sembra percorrere nel settore la stessa strada intrapresa nell’olio di cui sono diventati stabilmente il pri-mo fornitore italiano. Alla luce dell’aumento delle importazioni diviene importante per i consu-matori leggere con più attenzione le etichette perché non è più così insolito trovare sugli scaffali dei supermercati bottiglie che conten-gono vini stranieri magari ottenuti anche con lo zuccheraggio. Anche per questo occorre continuare,

in sede comunitaria, la battaglia per la trasparenza per obbligare come già avviene per l’indicazione di raccolta delle uve anche ad in-dicare l’aggiunta di zuccheri non provenienti dall’uva, il cui impiego peraltro con i cambiamenti clima-tici è sempre meno giustificato. Se il vino italiano è aumentato di un grado negli ultimi 30 anni anche per effetto dei cambiamenti climatici lo stesso effetto si è avuto anche negli altri Paesi co-munitari, come confermano studi che hanno evidenziato addirittura l’emigrazione dello champagne in Gran Bretagna.

Si spende più per l’acqua che per il vinoNel 2011 sono aumentati i consumi all’estero

Si bevono solo 40 litri di vino per persona. Il sorpasso: per l’acqua si spendono € 19 al mese, per il vino solo € 18. Intato la Spagna vuole conquistare l’Italia.

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S ette italiani su dieci hanno acquistato almeno una volta il vino direttamente

dal produttore per una spesa complessiva stimata in oltre 1,2 miliardi di euro nel 2011. E’ quanto emerge da un sondaggio on line condotto dal sito www.coldiretti.it reso noto al Vinitaly in occasione dell’inaugurazione della prima bottega di Campagna Amica a Verona con il ministro delle Politiche agricole Mario Ca-tania, il sindaco di Verona Flavio Tosi e il presidente di Coldiretti Sergio Marini. Sono oltre 20mila le aziende agricole italiane che vendono direttamente il proprio vino in cantina, ma negli ultimi anni in Italia si sono moltiplicate le possibilità di acquisto senza intermediazione con l’apertura di mercati e botteghe degli agricol-tori di Campagna Amica ed anche attraverso internet. Secondo il sondaggio il 33 per cento degli italiani ha acquistato il vino nei mercati degli agricoltori, il 27 per cento nelle aziende agricole o in cantina, il 6 per cento in un punto vendita gestito direttamente dal produttore (negozio, bottega, sagra, ecc.) e il 4 per cento in un sito internet gestito direttamente dal produttore. L’acquisto del vino in cantina - precisa la Col-diretti - è un fenomeno in rapida

espansione che rappresenta una opportunità per i consumatori che possono così risparmiare e garantirsi acquisti di qualità, ma anche un’occasione per le imprese agricole che possono vendere senza intermediazioni e far conoscere direttamente le caratteristiche e il lavoro neces-sario per realizzare una specialità territoriale unica e inimitabile. La vendita diretta del vino con la possibilità di conoscere vigneti e cantine sono molto diffuse tra i nuovi Paesi produttori come Sudafrica, Australia e Stati Uniti dove la visita alle wineries ali-menta anche un importante flus-so turistico. Attualmente grazie al progetto della Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana la rete di vendita diretta degli agricoltori di Campagna Amica in Italia conta 3972 aziende agrico-le, 670 agriturismi, 878 mercati, 163 botteghe che garantiscono genuinità e qualità della produ-zione. L’innovativo punto vendita di Campagna Amica aperto a Verona si trova a piano terra del complesso che ospita il Consor-zio Agrario Lombardo Veneto che ne è anche il gestore e Coldiretti Verona. Offrirà la possibilità ai consumatori di trovare su ban-chi e scaffali sempre e soltanto prodotti di origine italiana di alta

qualità, la cui tracciabilità è ga-rantita dal Consorzio Produttori Campagna Amica, consorzio che segue il prodotto dall’azienda agricola di produzione fino alla tavola del consumatore con un solo passaggio attraverso la Bottega di Campagna Amica. Quindi oltre al vino anche frutta, ortaggi di stagione, confetture, pane, prodotti lattiero caseari, conserve, pasta, farine, cereali, latte, succhi di frutta, miele, olio, salumi.

Aumentata la vendita diretta7 italiani su 10 acquistano in Cantina

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Èlo spumante italiano a far registrare il maggior aumento della domanda in Cina dove

il consumo è più che triplicato (+235 per cento) nel 2011 anche grazie alla presenza di almeno 2,7 milio-ni di persone con un patrimonio personale netto di oltre 6 milioni di yuan (oltre 600.000 euro) che apprezzano il cibo italiano, secondo il rapporto sul consumo dei beni di lusso da parte dei cinesi, redatto dalla Industrial Bank in collabo-razione con l’Istituto di ricerca Hurun. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasio-ne della visita del Presidente del Consiglio Mario Monti in Cina che può rappresentare l’occasione per riequilibrare i rapporti commerciali nell’agroalimentare tra i due Paesi che esprimono le cucine più famose nel mondo.

Il balzo della domanda di spumante italiano in Cina, dove sono state spedite 7,6 milioni di bottiglie, soprattutto di Prosecco, nel 2011 traina in realtà le esportazioni di tutto il comparto agroalimentare. L’Italia ha esportato cibo e bevande per un valore di 248 milioni di euro nel 2011 in aumento del 30 per cento rispetto allo scorso anno. A piacere ai cinesi, oltre ai vini per un importo di 67 milioni di euro in crescita record del 63 per cento, anche se l’Italia e superata dalla Francia, ci sono l’olio di oliva con 24 milioni di euro in crescita del 4 per cento, i dolci ed i biscotti con 10 milioni di euro (+20 per cento), la pasta con 5,3 milioni con un incremento del 60 per cento e formaggi 2,7 milioni in aumento del 42 per cento. Tuttavia la bilancia commerciale

nell’agroalimentare risulta ancora fortemente squilibrata con gli arrivi dalla Cina in Italia che in valore sono stati di 589 milioni di euro nel 2011, in aumento del 18 per cento e pari a più del doppio delle esportazioni del Made in Italy nel gigante asiatico. Dalla Cina in Italia arrivano soprattutto concentrato di pomodoro, aglio, semilavorati di frutta e verdura e legumi secchi. Per riequilibrare i rapporti è necessario rimuovere le barriere commerciali ancora presenti in Cina. Nonostante il miglioramento dei rapporti con l’apertura ad alcune produzioni ita-liane, rimangono ancora importanti le barriere fitosanitarie che limitano l’esportazione di prodotti ortofrutti-coli poiché i dossier devono essere discussi prodotto per prodotto e questo provoca una notevole lun-gaggine nelle trattative.

Cina: crescono del 235% le vendite di spumanteProsecco in testa, ma anche Asti e Moscato

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GRUPPO INTERCEPPISU TELAIO POLIVALENTE

BARRA ANTERIORE PERDISERBO CHIMICO

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Il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di sospensiva chiesta dall’imprenditore Gianni Zonin –

proprietario della tenuta Castello del Poggio a Portacomaro Stazione, nel comune di Asti – contro il divieto di produzione Asti DOCG nel comune di Asti. In precedenza, la richiesta di inserimento del comune di Asti nel disciplinare di produzione era stata respinta sia dal Comitato Na-zionale Vini che dal Ministero, anche in considerazione del fatto che la filiera dell’Asti (Regione, Sindaci dei 52 Comuni, Organizzazioni Sindacali e Associazioni di Prodotto) aveva esternato in maggioranza la sua contrarietà. Tale sospensiva, rileva immediata-mente Coldiretti Piemonte, mette a rischio la vendemmia del 2011 in quanto il TAR del Lazio si è espres-

so mettendo in discussione l’intero articolato del disciplinare stesso che apportava alcune modifiche richie-ste e condivise da tutta la filiera, tra queste l’introduzione di sottozone per una valorizzazione del prodotto.Con tale sospensiva, potrebbe essere impedito ai produttori di produrre e commercializzare partite di vino già prodotte ed etichettate, in promessa di vendita se non addirittura com-mercializzate o in via di spedizione, secondo il disciplinare approvato dal Comitato Nazionale Vini e dal Ministero. Lo stesso problema, visto che i tempi di una sentenza defini-tiva potrebbero slittare a ottobre di quest’anno, potrebbe anche ripetersi per la vendemmia 2012. Coldiretti Piemonte, dopo aver ribadito che un provvedimento simile, per gli in-teressi di una singola azienda, reca

danno collettivo, interessando l’intero comparto, si dichiara pronta a ogni iniziativa, ivi compresa la mobilita-zione se i produttori lo vorranno, per difendere l’economia di più di 6000 imprese viticole e centinaia di aziende produttrici di Asti e di Moscato d’Asti. In seguito a queste sollecitazioni di Coldiretti, la Regione Piemonte ha dato mandato all’Avvocatura affinché ricorra al Consiglio di Stato in merito alla sospensiva del disciplinare del Moscato decretata il 15 marzo dal Tar del Lazio. Nel frattempo è anche stato chiarito che la sospensione delle sottozone non riguarda la vendemmia 2011. In ogni caso il Ministero delle Politiche Agricole, sarebbe intenzionato ad accogliere le sollecitazioni avanzate da Coldiretti e dalla Regione Piemonte, prima della vendemmia 2012.

Asti Docg e Comune di AstiColdiretti Piemonte chiede di non penalizzare i produttori

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“ Finalmente ha v into i l buonsenso. E’ un grande risultato della mobilitazione

Coldiretti l’annuncio della ces-sione delle quote di partecipa-zione in Lactitalia da parte della finanziaria Simest del Ministero dello Sviluppo Economico. Come è noto la società produce in Romania i formaggi pecorino e caciotta che fanno concorrenza alle produzioni del vero Made in Italy”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini, sottolineando come si sia conclusa positivamente la battaglia lanciata dall’organiz-zazione e dalle associazioni dei consumatori e da 2215 Comu-ni, 12 Regioni, 26 Province, 41 Camere di Commercio e 119 tra Comunità Montane, Consorzi di Tutela e altri enti come Unionca-mere, che hanno adottato deli-bere con le quali si denunciava che le operazioni di sostegno dell’Italian sounding, da parte della Simest, determinano danni gravi in quanto bloccano ogni potenzialità di crescita delle imprese italiane a causa della “saturazione”del mercato con prodotti che richiamano qualità

Palazzo della Regione, Corso Stati Uniti 21, 10121 Torino

CONVOCAZIONE ASSEM-BLEEai sensi degli artt. 11÷ 18 dello Statuto sono convocate le se-guenti assemblee:Le Assemblee Parziali dei Con-sorziati con i seguenti punti all’Ordine del Giorno:Discussione materie oggetto dell’Assemblea Generale;Nomina dei delegati parteci-panti all’Assemblea Generale;Illustrazione dei programmi e delle attività del Consorzio.Le Assemblee Parziali avran-no luogo: Mercoledì 18 Aprile 2012, (alle ore 13,30 in prima convocazione) ed occorrendo in SECONDA CONVOCAZIONE alle ore 14.30, a FOSSANO (CN), presso il Salone “Brut e Bon”, area Foro Boario, per i consorziati della Provincia di Cuneo.Giovedì 19 Aprile 2012, (alle ore 13,30 in prima convocazione) ed occorrendo in SECONDA CONVOCAZIONE alle ore 14.30, a CARMAGNOLA (TO), presso la Sala Comunale “Mon-viso”, Cascina Vigna, Via San Francesco di Sales, 188, per i consorziati della Provincia di Torino;Venerdì 20 Aprile 2012, (alle ore 13,30 in prima convocazione) ed occorrendo in SECONDA CONVOCAZIONE alle ore 14.30, a SAN MICHELE Fra-zione di ALESSANDRIA (AL), presso la Sala della Parrocchia per i consorziati delle Province di AL, AT, BI, NO, VB, VC;Ai sensi dell’art. 17 dello Statu-to ogni consorziato ha diritto ad un voto e può farsi rappresen-tare con delega scritta da altro

consorziato o da un famigliare convivente. Ogni consorziato può rappresentare al massi-mo altri due consorziati. La delega deve essere accom-pagnata da fotocopia della carta d’identità del delegante e riportare chiaramente i dati identificativi del delegato. L’As-semblea Generale dei delegati eletti nelle Assemblee Parziali con i seguenti punti all’Ordine del Giorno: Approvazione del Bilancio Consuntivo 2011, della Relazione del CdA e del Collegio Sindacale;Approvazione del Bilancio Pre-ventivo 2012 e della Relazione Previsionale;Integrazione componenti del Collegio Sindacale con la no-mina di un Sindaco effettivo ed uno supplente;Varie ed eventuali.L’Assemblea Generale è convo-cata in prima convocazione per il giorno giovedì 26 Aprile 2012 alle ore 8.30 presso la sede del Consorzio ed occorrendo in SECONDA CONVOCAZIONE VENERDI’ 27 APRILE 2012, alle ore 14.30, presso la sede del Consorzio in Corso Stati Uniti, 21 - Palazzo della Re-gione - Torino.Il termine per la presentazione delle liste dei candidati a sinda-co è fissato alle ore 16,00 del 23 Aprile 2012 presso la sede del Consorzio.Per ogni eventuale informa-zione in merito è possibile rivolgersi agli uffici del Con-sorzio, Tel. 011/432.60.84, Fax 011/432.60.85, e-mail [email protected]. Si rende noto che lo Statuto ed il Regolamento Consortile sono disponibili sul sito www.cosmanpiemonte.it.

CONSORZIO SMALTIMENTO RIFIUTI DI ORIGINE ANIMALE (CO.SM.AN.)Costituito ai sensi L.R. n. 11 del 25.05.2001 – Registro Imprese di Torino REA n°1013880

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Stop al “falso di Stato”: importante svoltaIl Ministero dello Sviluppo Econimico cede le quote Simest in Lactitalia

italiane senza essere di origine nazionale, impedendo ai consu-matori di effettuare una corretta comparazione sulla base della diversa qualità e convenienza con prodotti autentici del Made in Italy”. Una vicenda incredibile si è chiusa positivamente ma ci chiediamo - ha precisato Marini - in quali altre occasioni ci sia stata una cattiva utilizzazione delle risorse pubbliche come questa senza che nessuno se ne occupasse o intervenisse. Per questo ora l’impegno del Governo e del Parlamento – ha affermato Marini - deve essere rivolto a vietare per legge il fi-nanziamento pubblico di prodotti realizzati all’estero che imitano il vero Made in Italy. Occorre - ha concluso Marini - avere la forza di distinguere la vera interna-zionalizzazione da quelle forme di delocalizzazione aggravate dall’uso improprio del “marchio Italia” che danneggiano il Paese facendo perdere occupazione e svilendo il valore del Made in Italy, costruito con sacrifici da generazioni di imprenditori.Per quanto riguarda la questione della societa’ Lactitalia attraver-so un comunicato emesso al ter-mine della manifestazione della Coldiretti in piazza Montecitorio è stato annunciato che, ‘’Simest ha portato a conclusione la pro-cedura di partecipazione alla societa’, dalla quale e’ uscita con la cessione delle quote’’ dando ‘’piena adesione al rafforzamento del contrasto all’italian sounding e alla diffusione del made in Italy, cosi come indicato da una recen-te direttiva del Ministero dello sviluppo economico’’. ‘’Simest ha

prontamente recepito la direttiva in materia agroalimentare ema-nata dal Ministero dello Sviluppo Economico, che prevede la revo-ca di partecipazioni deliberate, qualora le imprese pongano in essere pratiche commerciali in grado di indurre in errore i

consumatori, anche nei mercati esteri, circa l’origine italiana dei prodotti commercializzati, sia attraverso elementi specifici dei prodotti stessi che del relativo packaging’’.

Il falso pecorino di Stato prodotto com-pletamente in Romania da una società partecipata dal Ministero, sopra il presi-dente Marini di fronte al Ministero con una delegazione astigiana piemontese

La battaglia di Coldiretti a difesa del Made in Italy ha visto contro il “sistema” Simest l’adesione di 2215 Comuni, 12 Regioni, 26 Province, 41 Camere di Commercio e 119 tra Comunità Montane, Consorzi di Tutela e altri enti.

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“ Sono considerazioni su-perficiali e scorrette quelle del Ministro dell’Ambiente

Corrado Clini”. Non uti l izza mezzi termini il presidente na-zionale Coldiretti, Sergio Marini, per stigmatizzare le sconcertanti dichiarazioni sugli Ogm. Il Mini-stro, prima ha tentato una mal-destra apertura al biotech, poi ha precisato con un superficiale “resta fermo il divieto degli Ogm in Italia ma è insensato frenare la ricerca”, quindi ha divulgato un twitter disarmante: “‘Le racconto il caso del grano duro italiano: la famosa varietà Creso delle migliori paste italiane è il primo Ogm italiano’’. “Da un Ministro tecnico – ha ri-batte Marini - ci si attenderebbe maggiore rigore scientifico e so-prattutto attenzione sull’impatto di certe dichiarazioni su un si-stema produttivo così importante per la crescita del Paese”.E’ quindi giusto ricordare come in Europa oggi siano coltivati con organismi geneticamente modificati (Ogm) appena 114.290 ettari di terreno, pari a molto meno dello 0,001 per cento della superficie agricola totale

europea che è di 160 milioni di ettari. Poi analizzando i dati dell’“International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (ISAAA), è giusto evidenziare come le superfici s iano r imaste prat icamente stabili negli ultimi cinque anni, nonostante le pesanti pressioni delle multinazionali sui poteri “salvifici” del biotech. Inoltre, su un totale di 27 paesi europei, sono solo 8 quelli dove si col-tivano gli Ogm: in 6 è coltivato mais biotech (Spagna, Romania, Slovacchia, Portogallo, Polonia, e Repubblica Ceca) e in tre paesi (Germania, Svezia e Repubbli-ca Ceca) patata “amflora” da seme.La contrarietà delle Istituzioni della stragrande maggioranza dei paesi Europei e degli agricoltori è semplicemente dovuta all’at-teggiamento intransigente dei cittadini europei, come dimostra l’ultimo sondaggio Eurobarome-stro dal quale emerge come una netta maggioranza del 61 per cento (in aumento rispetto al 57 per cento del 2005) è molto contraria ai cibi geneticamente modificati. Tale percentuale è

più alta in Italia, dove il 71 per cento dei cittadini ritiene che i cibi biotech siano meno salutari di quelli tradizionali secondo mo-nitoraggio effettuato da indagini Coldiretti/Swg.Il fatto che la percentuale sia rimasta sostanzialmente stabile nel tempo dimostra che si tratta di un convincimento fortemente radicato nella popolazione. “Una agricoltura che guarda al mer-cato – sottolinea Marini - deve rispondere ai bisogni dei cittadini che chiedono di consumare ali-menti sani, senza modificazioni genetiche, in un ambiente non contaminato”.Ed il il successo del cibo italia-no, sottolinea Maurizio Soave, presidente provinciale Coldiretti - sta proprio nell’aver investito nella distintività e nel legame con il territorio che sono tutto il contrario della omologazione promossa dal biotech”.ntante dei giovani di Asti.

No Caro Ministro, No BiotechLe considerazioni “superficiali e scorrette” di Clini sugli Ogm

2007 2008 2009 2010 2011

D’ACCORDO 66 73 75 73 72

IN DISACCORSO 34 27 25 27 28

I prodotti ogm meno salutari di quelli tradizionali. L’opinione degli Italiani

INTERNI - ESTERNI - RASATURE INTONACI

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La maldestra apertura agli Ogm tentata dal Ministro dell’ambiente Corrado Cli-

ni, ha avuto come primo risultato la nascita di un’alleanza per il “Made in Italy – No Biotech”. Nel manifesto per l’alleanza verso una crescita trasparente e sostenibile dell’Italia, nato dalla mobilitazione in piazza Montecitorio promossa da Coldiretti e dalle associazioni dei consumatori e degli ambien-talisti, insieme ai cittadini e ai rappresentanti delle Istituzioni a livello nazionale, regionale e locale, a partire dai Sindaci con circa 300 gonfaloni provenienti dalle diverse regioni, si sottoli-nea come occorra “Affermare in Italia ed in Europa la centralità degli interessi nazionali di tutela dell’identità del patrimonio agroa-limentare contro le manipolazioni genetiche a sostegno dell’ori-gine geografica degli alimenti e della professionalità del lavoro”. Un documento al quale hanno già aderito insieme a Coldiretti, Slowfood, Legambiente, Aiab, Codacons, Federconsumatori, Adusbef, Assoconsum, Adoc, e Federparchi, ma anche le orga-nizzazioni sindacali del lavoro in agricoltura Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil e Acli. Si tratta di un documento aperto per difendere l’agroalimentare che è la leva strategica perché il nostro Paese possa competere guardando alla produzione di beni e servizi con alto valore aggiunto, arricchito da fattori come ambiente, cultura e storia che distinguono il marchio “Italia” e che non sono imitabili.Nel manifesto si chiede alla poli-tica un forte impegno per:1. Valorizzare le distintività dell’agricoltura italiana che con-

tribuisce in modo rilevante alla crescita economica e sociale del Paese sul mercato interno e internazionale, quale risorsa strategica per il Paese.2. Contrastare le posizioni di rendita e i fenomeni illeciti che usurpano il valore del marchio “Italia” contro il rischio di deloca-lizzazione produttiva, la perdita di posti di lavoro e l’impoverimento dei territori.3. Sostenere la vera internazio-nalizzazione delle imprese affer-mando condizioni di competitività basate sulla qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari, l’equità sociale e il rispetto dei diritti dei lavoratori, la correttezza e la tra-sparenza delle informazioni.4. Condividere il ruolo di salva-guardia dell’agricoltura alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e del paesaggio, rafforzando la cultura della manutenzione per preservare i territori dai feno-meni di progressiva usura delle risorse.5. Promuovere la qualità e la di-mensione del lavoro in agricoltura contrastando forme di impiego irregolare e di sfruttamento della manodopera, anche dando piena attuazione all’avviso comune sulla riforma del mercato del lavoro e sulla previdenza agricola sotto-scritto dalla filiera.6. Riportare in Europa la centralità degli interessi nazionali di tutela dell’identità del patrimonio agroa-limentare contro le manipolazioni genetiche, dell’origine geografica degli alimenti e della professiona-lità del lavoro.7. Riconoscere il ruolo dell’agri-coltura per la coesione sociale e il presidio dei territori, valorizzando anche le diverse forme di filiera

corta che creano nuove econo-mie e occupazione con la piena soddisfazione delle aspettative dei cittadini consumatori.8. Rimuovere le inefficienze della pubblica amministrazione che si traducono in ritardi per le imprese agricole ed avviare sostanziali azioni di semplificazione de-gli adempimenti amministrativi, contro vecchie e nuove forme di rendita.9. Determinare condizioni di equità e sostenibilità nell’applicazione della fiscalità riconoscendo le funzioni di interesse generale che svolge l’agricoltura a partire dalla produzione di beni comuni nell’interesse dei cittadini.10. Premiare gli investimenti in innovazione e tecnologie soste-nibili. 1. Garantire un futuro ai giovani, sostenendo le oppor-tunità che l’agricoltura offre in termini di creatività imprenditoriale e di dialogo con la società e sop-primendo le logiche di rendita.

Nasce l’alleanza per il Made in ItalyIl manifesto con le richieste “No Biotech” alla politica

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Alterazioni da fenoli volatiliLe casistiche in cui influenzano negativamente i vini

Con lI fenoli volatili nei vini si forma-no a partire dagli acidi cinnamici, in particolare dall’acido para-cumarico e ferulico:nei vini rossi sono presenti in trac-ce i vinil-fenoli ma soprattutto gli etil-fenoli,nei vini bianchi sono presenti sol-tanto vinil-fenoli.

L’enzima cinnammil-esterasi, pro-dotto da alcuni ceppi di lieviti Sac-caromyces cerevisiae, idrolizza gli esteri tartarici degli acidi idrossicin-namici, generando fenoli liberi.

Certi enzimi pectolitici del com-mercio non purificati possiedono una elevata attività cinnamil-este-rasica.

La cinnamil-esterasi contenuta in un preparato enzimatico è stata purifi-cata e caratterizzata; si è notato che le proteine che possiedono questa attività hanno un peso molecolare superiore. Sfruttando tali differenze è stato possibile mettere a punto metodi efficaci di purificazione degli enzimi enologici.

Si definiscono purificati da attivi-tà cinnamil-esterasica gli enzimi pectolitici il cui rapporto tra attività cinnamil-esterasica ed attività princi-pale (FDU) risulta inferiore a 0,35.CE / FDU < 0,35 : sotto questa soglia la loro influenza non è per-cettibile.

La cinnammato decarbossilasi tra-sforma invece gli acidi cinnamici in vinil-fenoli.E’ stato individuato il gene che porta alla sintesi della cinnammato decar-bossilasi denominato POF 1.I lieviti si possono classificare in:

POF + (Phenolic off flavour positi-vo - difetto di odore fenolico) in cui il gene si esprime intensamente, con formazione abbondante di vinil-fenoli.POF - in cui il gene si esprime poco, con formazione limitata di vinil-fenoli.La maggior parte dei lieviti è POF + .

Sono stati condotti studi su diversi ceppi di lieviti enologici; solo alcuni si sono espressi come POF - ; questi ultimi sono in grado di conferire ele-vata finezza e franchezza aromatica che li rendono interessanti non solo sui vitigni aromatici, ma anche sui vitigni neutri.

Vini BianchiLe macerazioni pellicolari nei vini bianchi abbinate a defecazioni in-sufficienti possono incrementare la presenza di acidi fenolici e la conseguente produzione di vinil-fenoli.Per contro, i mosti iperossigenati, contengono un basso tenore di vinil-fenoli.

L’enzima cinnammato decarbos-silasi, prodotta dai S. cerevisiae, agisce sui fenoli liberi trasformandoli in vinil-fenoli.

Quest’ultima è inibita dai polifenoli; per questo la formazione di vinil-fenoli da parte dei lieviti avviene soltanto nei mosti bianchi, durante la FA: generalmente non avviene nei vini conservati sui lieviti in quanto i lieviti e l’enzima non sono più attivi;generalmente non avviene nei mo-sti rossi in quanto l’enzima viene inibito da una quantità superiore di polifenoli.

S. cerevisiae non sono in grado di produrre la vinil-fenol-riduttasi che riduce i vinil fenoli in etil-fenoli.I vinil-fenoli incidono molto sul-

Grazie al Centro Studi Vini del Piemonte, con sede a San Damiano d’Asti, esaminiamo le varie casistiche e gli interventi da realizzare. Oggi è possibile mettere a punto metodi efficaci di purificazione degli enzimi enologici

identificazione campione A 420 A 520 I.C. T.C.

mg/l antoc. -

malvidina

mg/l flavonoidi totali (+)

catechina

indice flavonoidi

non antocianici

(tannini)

rapporto tannini

antociani

mg/l POL. TOT. (+)

catechinaindice di F.C.

PROVA TESTIMONE 0,300 0,528 0,83 0,57 320 1616 1296 4,05 1743 40

PROVA TRATTATO 0,297 0,525 0,82 0,57 306 1524 1218 3,98 1731 40

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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la franchezza aromatica dei vini bianchi.Ad una certa concentrazione inter-feriscono con la percezione olfattiva generale mascherando gli aromi primari.In altri casi, la presenza di vinil-fenolo può giocare un ruolo nell’espressio-ne varietale del prodotto.

Il 4-vinil-fenolo viene prodotto a partire dall’acido paracumarico: è maleodorante, conferisce una nota fenolica, con odore di farmacia, di medicinale, di vernice.

Il 4-vinil-guaiacolo viene prodotto a partire dall’acido ferulico: presenta odore nettamente meno sgradevole: odore di chiodi garofano, odore pe-pato, ma è sempre accompagnato dal 4-vinil-fenolo.

Vini RossiNei vini rossi gli etil-fenoli possono originare deviazioni organolettiche con odore fastidioso di scuderia e di stalla.Tenori di 600-700 microgrammi/l sono già sufficienti per alterare i vini rossi.

Essi vengono prodotti principalmen-te dai lieviti del genere Brettanomy-ces che producono 2 enzimi:la cinnammato-decarbossilasi – non inibita dai composti polifenolici - che trasforma gli acidi cinnamici in vinil-fenoli,la vinil-fenol-riduttasi che trasforma i vinil in etil-fenoli.

Essi si formano prevalentemente durante l’affinamento:

con bassi tenori di SO2,con temperature superiori ai 15°C,in presenza di O2 (durante l’affi-namento) sia in dipendenza della dose che della modalità di som-ministrazione: un travaso che pro-voca saturazione di O2 risulta più pericoloso rispetto ad una micro-ossigenazione,per effetto della contaminazione dei materiali di cantina con lieviti Brettanomyces,in dipendenza del contenuto di acidi cinnamici,in base alla disponibilità di zuccheri fermentescibili (anche se i Bretta-nomyces sono in grado di utilizzare come fonte di carbonio i pentosi e sono sufficienti 300 mg/l di zuccheri residui (glucosio, fruttosio, arabino-sio), per formare quantità percettibili di etil e vinil-fenoli).

La presenza di fenoli volatili durante l’affinamento deve essere ostacolata impiegando adeguati tenori di SO2 libera (30-35 mg/l) e mantenendo le temperature inferiori ai 15° C.

Anche alcune specie di batteri lattici possono attaccare gli acidi cinnamici (para-cumarico, ferulico e caffeico), trasformandoli in vinil-fenoli e successivamente in etil fenoli.

4-etil-fenoloE’ il più maleodorante: a concen-trazioni di 400 microgrammi/l con-ferisce odore fastidioso di stalla, di sudore di cavallo, pipì di topo.

4-etil-guaiacolo

Presenta odore nettamente meno sgradevole.Conferisce odore di affumicato, di spezie, ma è sempre accompagnato dal 4-etil-fenoloAltri fenoli volatili possono avere origine dalla degradazione delle lignine di botti di rovere nuove, in conseguenza della tostatura del le-gno e conferiscono odore di legno, di affumicato, di brulé.

Trattamento di un vino rosso con evidente deviazione organolettica causata da etil-fenoliUn vino barbera in affinamento che presentava all’olfatto evidenti devia-zioni organolettiche con sentori di stalla, di sudore (carattere “brett”) è stato trattato in laboratorio (CSVP) con dosi crescenti di un prodotto del commercio a base di silici se-lezionate ad elevata assorbenza e carboni attivi.Sono state impiegate dosi di 30 – 50 – 80 g/hl del prodotto in questione. Trascorse 24 ore dal trattamento il prodotto è stato filtrato.All’analisi organolettica il trattamento con la dose massima di prodotto ha sortito l’effetto voluto, mentre nelle altre due prove erano ancora presente il carattere “brett”, anche se molto attenuato.Riportiamo di seguito l’analisi del quadro polifenolico riguardante il prodotto trattato ed il testimone non trattato. La leggera riduzione del colore giustifica ampiamente l trattamento che ha permesso di recuperare completamente un vino difettoso. il trattamento che ha per-messo di recuperare completamente un vino difettoso.

identificazione campione A 420 A 520 I.C. T.C.

mg/l antoc. -

malvidina

mg/l flavonoidi totali (+)

catechina

indice flavonoidi

non antocianici

(tannini)

rapporto tannini

antociani

mg/l POL. TOT. (+)

catechinaindice di F.C.

PROVA TESTIMONE 0,300 0,528 0,83 0,57 320 1616 1296 4,05 1743 40

PROVA TRATTATO 0,297 0,525 0,82 0,57 306 1524 1218 3,98 1731 40

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Nei vigneti più precoci e potati anticipatamente siamo ormai prossimi alla

ripresa vegetativa a causa dell’in-nalzamento termico che si è avuto a fine febbraio e inizio marzo. In aree vitate prossime a boschi e gerbidi, durante la fase di le-gatura si possono avere delle rotture alla base dei capi a frutto causate dai bostrichi (Sinoxylon perforans e Sinoxylon sexden-tatum). Questi insetti, all’inizio dell’autunno scavano delle gallerie alla base dei tralci per svernare provocando un indebolimento della struttura del legno, che si spezza molto facilmente. Si possono avere dei danni anche durante il periodo vendemmiale, in particolare per la varietà tardive, in quanto il tralcio, indebolito, può rompersi per il peso dell’uva. Le infestazioni di questo insetto possono risultare particolar-mente gravi in vigneti dove non vengono correttamente gestiti i sarmenti di potatura, materiale preferito dalle femmine di questi coleotteri per l’ovideposizione. Il sistema migliore a livello pre-ventivo per contenere la popola-zione di questo insetto consiste proprio nella corretta eliminazione del legno di potatura; nel caso di infestazioni importanti si può effettuare la lotta agronomica disponendo in vigneto delle fa-scine esca, dove le femmine dei bostrichi andranno ad ovideporre , per poi distruggerle entro la metà di giugno riducendo mol-to la popolazione dell’insetto. A partire dal rigonfiamento delle gemme si possono verificare dei

danni causati dalle NOTTUE. Le larve di questi lepidotteri, du-rante il giorno si trovano nel terre-no in prossimità della pianta, nella tipica posizione acciambellata che si può vedere in figura. Durante la notte risalgono il ceppo della vite per nutrirsi, per poi tornare nel terreno prima dell’alba. Di norma questi insetti compiono due generazioni, entrambe dannose, una a cavallo tra il mese di marzo e aprile dove provocano danni alle gemme appena germogliate svuotandole completamente; l’al-tra in giugno colpisce i grappolini fiorali e le foglie dei germogli. Gli interventi, nel rispetto del Disciplinare di lotta integrata, sono giustificati solo nel caso di forti infestazioni e si posso-no esplicare nei seguenti casi: Raccolta manuale delle larve dopo le 22;Intervento con spollonatrice o zappatrice interceppi sul terre-no; Posizionamento di barriere di nylon a tubo rovesciato su ceppi, tutori e pali;Trattamento chimico (al mas-simo un intervento all’anno

in fase di germogliamento) con i seguenti principi attivi: Ciflutrin: 3-5 g/Ha in prossimità del ceppo;Deltametrina: 3-9 g/Ha in prossimità del ceppo a seconda dei formulati. In alternativa si possono utilizza-re esche avvelenate imbevendo della crusca con questi principi attivi, tuttavia è bene coprirle accuratamente in modo da non avvelenare passeri o altri uccelli. GEOMETRIDI: il principale è il Peribatodes rhomboidarius, compie 3 generazioni all’anno: 1) Aprile-maggio: l’unica vera-mente dannosa2) Luglio-agosto: colpisce grappoli e foglie ma in modo marginale3) Settembre-novembre: no dan-ni. I danni sono causati dalla larva a livello della gemma, la quale viene forata e comple-tamente svuotata all’interno, vengono risparmiate solo le foglioline esterne, che comun-que seccano dopo pochi giorni. Colpisce anche altre colture come ciliegio e nocciolo. Come la Not-tua ha abitudini crepuscolari, ma si differenzia da quest’ultima in quanto non vive nel terreno ma

La “ripresa vegetativa”Le problematiche riscontrate nei vigneti

Foro di sfarfallamento di bostrico adulto su tralcio

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

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sui tralci, dove tuttavia non è facile vederla per il suo spiccato mimetismo. Non è consentita la lotta chimica, che comunque rare volte è giustificata. ERIOFIDE: si tratta di acari, della lunghezza di ~0,2 mm che attaccano preferibil-mente le viti più giovani. Sono gli agenti dell’“Erinosi della vite” che consiste in bollosità sulla pagina superiore della foglia. L’acaro si insedia al si sotto del feltro nei fori della pagina inferiore della foglia dove completa il suo ciclo biologico. In alcuni casi i danni sono a livello delle gemme con sviluppo anomalo dei germogli. I danni sui grappoli causano aborti fiorali (molto rari). Rara-mente i danni hanno importanza economica, in quanto l’acaro viene eliminato dai trattamenti con zolfo in polvere, effettuati contro l’oidio, e ha numerosi nemici naturali come gli acari fitoseidi. DANNI DA FREDDO: le temperature molto rigide che sono state registrate quest’inverno, che in alcuni casi sono andate al di sotto dei 20 gradi sotto zero, hanno causato dei danni in alcune zone particolarmente sensibili al freddo, come nei vigneti posti a fondovalle, esposti a nord o ad altitudini particolarmente eleva-te come nella Langa astigiana. Normalmente la temperatura limite, al di sotto della quale le gemme latenti subiscono danni, è considerata intorno ai -12 gradi; mentre per i tessuti le-gnosi è considerata al di sotto dei -16. Tuttavia ci sono molti fattori che determinano la resi-stenza al freddo della vite tra cui: • Sensibilità varietale: vitigni come Barbera e Merlot risulta-no piuttosto sensibili rispetto a Freisa, Chardonnay e Nebbiolo. • Lignificazione dei tessuti e loro idratazione: i tralci ben lignificati sono più resistenti ai danni da

freddo in quanto il ritidoma ha un buon potere isolante. Per questo è bene limitare le concimazioni azotate e non avere carichi ec-cessivi di produzione. L’idrata-zione dei tessuti è naturalmente negativa perché l’acqua presente, ghiacciando, occupa un volume maggiore e danneggia i tessuti.Questo aspetto però interessa di più le gelate che avven-gono nel periodo primaverile. • Presenza di manto nevoso: nelle forme di allevamento basse la neve può esercitare un’ottima azione isolante nei confronti del freddo. Per poter verificare l’entità di eventuali danni da freddo è bene effettuare dei controlli in vigneto prelevando alcune gemme a cam-pione in diversi punti dell’appez-zamento. Sezionando trasversal-mente le gemme con un coltello ben affilato in modo da metterne a nudo la parte centrale se ne ve-rifica la colorazione: se quest’ul-tima si presenta di colore verde vivo significa che il freddo non ha causato danni, se viceversa si presenta di consistenza spugnosa e colore bruno la gemma risulta non più vitale.Bisogna ricordare che si può parlare di danno vero e proprio quando la percentuale

di gemme colpite supera il 20%, al di sotto di tale percentuale la produzione verrà compensata dai tralci originati dalle gemme vitali. Per i viticoltori che stanno ter-minando la fase di potatura in questo periodo, si consiglia di aumentare la carica di gemme in vigneto, oppure di scegliere tendenzialmente tralci più vigo-rosi come capo a frutto in modo da ridurre eventuali danni dovuti a mancato germogliamento. In alcune zone viticole dall’inverno particolarmente freddo si lascia-no due capi a frutto in potatura a scopo preventivo, si valuta poi all’inizio del germogliamento se conservarli o eliminarli in funzione della percentuale di gemme vive. Tale pratica si potrebbe effettuare anche nelle nostre zone nei con-testi particolarmente a rischio di danni da gelo.

Tipica manifestazione di Erinosi su foglie

Larva di Peribatodes(5-8 cm di lunghezza)

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Sostanza attiva Azione Data inclusione

Termine per la vendita dei formulati revocati

Termine per l'utilizzo dei formulati revocati

Napropamide erbicida 01/01/2011 28/02/2012 30/06/2012Fenbuconazolo fungicida

01/05/2011 30/06/2012 31/10/2012Metosulam erbicidaPiridaben insetticida

Sostanze attive incluse in Allegato I in gennaio e maggio 2011

FungicidiBupirimate Ditianon Flutriafol MiclobutanilCarbossina Dodina Himexazolo PencicuronCiproconazolo Etridiazolo Flutriafol Polisolfuro CaInsetticidiAzadiractina Fenoxicarb Tau-fluvalinate TebufenozideAcaricidiExitiazox Fenazaquin Fenbutatin ossidoErbicidiCiclossidim Cletodim Diclofop Isoxaben

Fitoregolatori1-decanolo 6-benziladenina PaclobutrazoloFumiganti DazometLimacidi MetaldeideRodenticidi Bromadiolone

Sostanze attive incluse in Allegato I dal 1/6/2011 con termine per la vendita dei formulati revocati al 31/07/2012 e termine per l’utilizzo dei

formulati revocati al 30/11/2012

Sostanza attiva AzioneTermine per la

vendita dei formulati revocati

Termine per l'utilizzo dei

formulati revocatiAcetoclor erbicida 23/02/2013 30/06/2013Cloropicrina fungicida fumiganteEtossichina antiossidante per la

conservazione della frutta 03/05/2012 02/11/2012Asulam erbicida

31/08/2012 31/12/2012Flufenoxuron insetticidaGuazatina fungicidaPropargite acaricida, ovicida

(anche insetticida)Metam sodio e potassio fumigante 31/12/2014 31/12/2014

Sostanze attive non incluse nell’Allegato I.

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

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Revisione europea agrofarmaci Revocate 230 sostanze attive, autorizzate 240 nuove

S i è finalmente concluso il complesso lavoro di va-lutazione delle sostanze

contenute nei prodotti fitosanitari, secondo criteri comuni fissati a livello europeo.Questa corposa attività, avviata nel lontano 1993, ha preso in esame circa 1.000 sostanze ed ha determinato il progressivo ritiro dal mercato di circa 700 molecole chimiche.A livello nazionale in realtà sono state revocate circa 230 sostanze attive; contemporaneamente ne sono state autorizzate circa 240 di nuove. Un bilancio apparen-temente positivo da un punto di vista quantitativo. Entrando però più nel merito, si può affermare che in ogni caso vi è stata una significativa riduzione delle so-stanze attive: in particolare per gli insetticidi sono usciti dal mercato numerosi prodotti fosforganici, carbammati, piretroidi e regolatori della crescita. Tra i fungicidi sono stati fortemente ridimensionati i triazoli e i benzimidazolici. Mentre per gli erbicidi i più interessati dalle revoche sono stati le triazine e derivati dell’urea. La revisione europea ha poi determinato una significativa riduzione dei campi d’impiego; per diversi prodotti le nuove etichette prevedono un minor numero di colture sulle quali utilizzarli e, di frequente, anche una limitazione relativa al numero massimo di trattamenti effettuabili nel corso dell’anno. In diversi casi è stato necessa-rio rivedere le strategie di difesa precedentemente applicate, come

ad esempio nel caso dei tripidi o della Cidia molesta del pesco.Tecnici ed agricoltori, negli ultimi 10 anni, hanno quindi dovuto pre-stare molta attenzione all’utilizzo dei prodotti fitosanitari perché molti sono progressivamente usciti dal mercato. Anche perché può capitare che nonostante la sostanza attiva sia stata valutata positivamente, succede che al-cuni formulati commerciali che la contengono sono stati revocati e quindi non più utilizzabili. Perché potranno rimanere sul mercato solamente i formulati che appar-tengono a quella o quelle ditte che hanno presentato i dati per dimo-strare che il prodotto soddisfa i parametri tossicologici, ambientali e di efficacia richiesti dalle norme comuni europee adottate negli anni ‘90. In sintesi, alle ditte che non sono in possesso di questi dati – che non hanno condiviso le spese necessarie per realizzare gli studi previsti – vengono revocati i prodotti. È quindi quanto mai necessario prestare attenzione ai fitofarmaci che sono presenti nei magazzini per sapere se sono fra quelli revocati, perché saranno impiegabili solo entro una certa

scadenza. Altrettanta attenzione è necessaria al momento dell’ac-quisto dei prodotti, per sapere se saranno impiegabili anche nella prossima annata o se, al contra-rio, lo saranno solo per quella in corso. Le tabelle a corredo di que-sto articolo illustrano le decisioni adottate a livello europeo in ordine cronologico durante il 2011. Per ciascuna sostanza viene indicata la data entro la quale i formulati che saranno revocati potranno essere venduti e quella entro la quale dovranno essere utilizzati. È opportuno sottolineare che per le sostanze riportate nelle ta-belle 1, 2 e 3, le scadenze fanno riferimento ai soli formulati che saranno revocati dal mercato.Per quelle riportate in tabella 4, le scadenze indicate fanno riferi-mento a tutti i formulati presenti sul mercato.

diserbanti Fluazifop - p Oxifluorfen Terbutilazinafungicidi Bitertanolo Fluquiconazolo Procloraz

insetticidi Acrinatrina Teflutrinfitoregolatori NAA NAD

Sostanze attive incluse in Allegato I dal 1/1/2012.Smaltimento delle scorte dei formulati che saranno

revocati: vendita entro 31/8/2012; utilizzo entro 31/12/2012

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Dal 1 Luglio 2012 l’auto-certificazione della Valuta-zione dei Rischi non sarà

più valida e il Datore di Lavoro dovrà elaborare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), anche se l’Azienda ha meno di 10 dipendenti. La norma infatti stabilisce che: “I datori di lavoro che occupano fino a 10 lavoratori e non esercitanti le attività di cui all’articolo 31, comma 6, lettere a), b), c), d) nonché g) possono autocertificare l’effettuazione della valutazione dei rischi entro e non oltre il 30 Giugno 2012”. Dopo tale data, scadrà il valore formale dell’autocertificazione elaborata ai sensi dell’art. 29 del D.Lgs. 81/2008.Ricordiamo che, a coloro che

non avessero il Documento di Valutazione dei Rischi o aventi un Documento non adeguato alla normativa vigente, ai fini sanziona-tori ciò equivale ad una mancata Valutazione dei Rischi presenti nell’ambiente di lavoro.Le sanzioni per il Datore di Lavo-ro, come previste dall’art. 55 del D.Lgs. 81/2008, modificato dal D.Lgs. 106/2009, sono:• per l’omessa redazione del Documento di Valutazione dei rischi: arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da Euro 2.500,00 a Euro 6.400,00;• per l’incompleta redazione del DVR: omessa indicazione di quanto previsto dall’Art. 28 let-tere: b) misure di prevenzione e protezione e DPI; c) programma

delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezzad); procedure sulle misure da adot-tare e distribuzione dei compiti e delle responsabilità: ammenda da Euro 2.000,00 a Euro 4.000,00;• per l’incompleta redazio-ne del DVR: omessa indicazione di quanto previsto dall’Art. 28 lettere: a) relazione sulla valuta-zione di tutti i rischi, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa; f) in-dividuazione delle mansioni che espongono i lavoratori a rischi specifici o richiedono riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento: ammenda da Euro 1.000,00 a Euro 2.000,00.

I l Settore Fitosanitario Regio-nale rende noto che dal 2008 sono in commercio e vanno

impiegati esclusivamente formulati che contengono la terbutilazina in miscela con altre sostanze attive diserbanti. Sulle etichette di tutte queste miscele sono riportate le seguenti limitazioni all’impiego della terbu-tilazina: “Rispettare una fascia di sicurezza non trattata, distante almeno 5 metri dai corpi idrici superficiali. Nelle aree vulnerabili da fitofarmaci impiegare ad anni alterni ed esclu-sivamente con interventi localizzati

sulla fila di semina.”Per quanto riguarda la Provincia di Asti i Comuni/Fogli di mappa interessati sono i seguenti: Buttigliera d’Asti: da 001 a 003, da 007 a 013;Cellarengo: da 001 a 005;Dusino S. Michele: 001, da 008 a 010;S. Paolo Solbrito: 001, 002;Valfenera: da 001 a 004, da 007 a 011, 013, 014, 016;Villanova d’Asti: da 001 a 003, da 009 a 050.

Infine va ricordato che, in base all’ultima variazione delle regole

autorizzative, la terbutilazina può essere venduta fino al 31/08/2012 ed utilizzata fino al 31/12/2012.

Ulteriori informazioni possono essere reperite presso gli uffici Coldiretti.

Valutazione dei rischi obbligatoriaDal 1° luglio per tutti i datori di lavoro

TerbutilazinaLimitazioni d’impiego erbicidi

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Qualunque rivenditore di oli e fluidi lubrificanti per mo-tori, compresi quelli per le

macchine agricole, anche se non effettua la sostituzione dell’olio, è comunque obbligato a predisporre e rendere disponibile al pubblico un impianto per il relativo ritiro e stoccaggio.È quanto stabilito nella sentenza 15 novembre 2011, n. 23864 dalla seconda sezione della Corte di Cas-sazione chiamata ad esaminare la corretta interpretazione dell’articolo 6 del D.lgs. n. 95 del 1992 che, al terzo comma, recita: “Chiunque esercita l’attività di rivendita al dettaglio di oli e fluidi lubrificanti per motori, ivi inclusa la vendita di lubrificanti di navi e natanti di qualsiasi genere presso scali, darsene, attracchi pubblici o privati, marittimi, lacuali o fluviali, è obbligato a: a) mettere a disposizione della propria clientela ed esercire un impianto attrezzato per lo stoccaggio dell’olio usato; b) ritirare e detenere, a norma del presente articolo l’olio usato estratto dai motori presso i propri impianti; c) consentire, ove non vi provvede di-rettamente nel caso che non effettui la sostituzione, a titolo gratuito che il consorzio installi presso i locali in cui è svolta la attività un impianto di stoccaggio degli oli usati a disposi-zione del pubblico”.Nello specifico, ad aver destato dub-bi è quanto disposto dalla lettera c) che, secondo l’interpretazione della parte ricorrente, esenta il rivenditore che non effettui il cambio dell’olio dall’installazione dell’impianto per il relativo stoccaggio essendo previ-sto, in tal caso, l’intervento - a titolo gratuito - del Consorzio Obbligatorio Oli Usati (C.O.O.U.).

La tesi sostenuta, sempre secondo l’opinione della ricorrente, sarebbe altresì supportata dalla previsione (D.m. 392/1996, articolo 2) che i rivenditori al dettaglio che non effettuino la sostituzione dell’olio espongano una targa ben visibile “che inviti gli acquirenti a non disfarsi dell’olio usato e a conferirlo nell’ap-posito centro di stoccaggio”.Di fronte a questa ricostruzione la Corte di Cassazione ha preso posi-zione stabilendo, innanzi tutto, che quanto previsto non è derogatorio e non esime, perciò, il rivenditore che non si occupi della sostituzione dell’olio dall’adempiere gli obblighi descritti per tutti i rivenditori, posto che gli adempimenti sono riferiti a “chiunque” eserciti attività di rivendita al dettaglio di oli e fluidi lubrificanti per motori.In secondo luogo la Suprema Corte, riferendosi alla targa da esporre per invitare gli acquirenti a conferire

l’olio usato in un apposito centro di stoccaggio, chiarisce che il disposto dell’articolo “non può che riferirsi ad un impianto ubicato presso i locali in cui si svolge l’attività di rivendita”. Ad una più attenta lettura della norma, infatti, si comprende che lo scopo della targa è solo ed esclu-sivamente quello di evitare che gli acquirenti si disfino dell’olio usato “disperdendolo nell’ambiente” e che, invece, lo conferiscano ade-guatamente presso l’impianto di stoccaggio, senza alcun riferimento all’ubicazione dello stesso. Nessuna differenza, quindi: anche il rivenditore che non si occupi del cambio dell’olio resta tenuto, secon-do la Cassazione, all’installazione di un impianto attrezzato per lo stoccaggio presso i propri locali, sempre qualora a tale incombenza non provveda il C.O.O.U. e, in tal caso, il rivenditore dovrà consentirne l’intervento.

Lubrificanti per motoriI rivenditori degli oli devono provvedere allo stoccaggio

Gli operatori biologici de-vono utilizzare “sementi e materiali di moltiplica-

zione vegetativa prodotti biolo-gicamente”, a condizione che ci sia effettiva disponibilità di tale materiale sul mercato. Nel caso il produttore biologico non riesca a reperire tali materiali, e quindi deve ricorrere a mate-riale convenzionale, va inoltrata apposita richiesta di deroga all’ENSE/INRAN che, verificata l’effettiva indisponibilità nella banca dati, procede tramite la

clausola del silenzio/assenso a concedere la deroga, oppure a negarla nel caso sia accertata la disponibilità di prodotto bio-logico. In ogni caso, affinché la richiesta di deroga non sia respinta occorre che contenga almeno le seguenti informazioni: tipo di materiale, specie, varietà, quantitativo richiesto. La disponibilità di seme/mate-riale di moltiplicazione biologico e la relativa normativa può es-sere consultata sul sito internet: http://www.ense.it/.

Deroga sementi e materiali di moltiplicazione nel biologico

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Pac: tutte le novità per la Domanda UnicaAnche quest’anno cambiano le regole

Aseguito delle decisioni adottate con l’health check della Pac del 2009, rece-

pite poi con successivi provvedi-menti nazionali, anche quest’anno entreranno in vigore una serie di novità per la domanda unica 2012. Si va dall’aumento della modula-zione, al disaccoppiamento che interesserà: l’aiuto specifico per il riso, il pagamento per superficie per la frutta a guscio, il premio per le colture proteiche, l’aiuto per le sementi, il 75% dell’aiu-to transitorio produttori prugne d’Ente destinate alla trasforma-zione, l’aiuto alla disidratazione dei foraggi essiccati e l’aiuto alla trasformazione del lino e della canapa.Novità anche per quanto riguarda l’articolo 68 della Pac e per la condizionalità, con l’introduzione del nuovo impegno delle fasce tampone lungo i corsi d’acqua. Ma vediamo cosa cambia nel dettaglio dei vari adempimenti.Pagamenti direttiI pagamenti diretti costituiscono il primo pilastro della Politica Agri-cola Comunitaria (Pac) a partire dalla Riforma Fischler del 2003. Sono finanziati, ai sensi del Reg. (CE) n. 1290/2005, tramite il Fon-do Europeo Agricolo di Garanzia (FEAGA) e sono normati dal Reg. (CE) n. 73/2009. I pagamenti diretti prevedono una serie di aiuti, sotto forma di sostegno disaccoppiato del regime di pagamento unico e di alcuni regimi di sostegno ac-coppiato erogati ad agricoltori di specifici settori.Regime di pagamento unico

Il regime di pagamento unico è stato introdotto per garantire la continuità della Politica Agricola Comune, nonché per salvaguar-dare la stabilità del reddito agli agricoltori, indipendentemente dal tipo di produzione realizzata e, più in generale, per migliorare la competitività e la sostenibilità dell’agricoltura europea. Per cia-scuno Stato membro il totale dei pagamenti erogati annualmente a titolo del regime di pagamento unico non deve superare i corri-spondenti massimali fissati nel regolamento (CE) n. 73/2009.Titoli all’aiutoIl sostegno nell’ambito del regime di pagamento unico viene erogato sulla base del possesso, da parte dell’agricoltore, dei titoli all’aiuto. Tali titoli sono correlati agli ettari di superficie agricola dichiarati dall’agricoltore stesso. Il caso più comune è che ad ogni titolo all’aiuto corrisponda un ettaro di superficie ammissibile; tuttavia il titolo a volte si può riferire ad una superficie di dimensioni inferiori

all’ettaro. Per quanto riguarda il valore dei titoli c’è da evidenziare che questi sono stati inizialmente assegnati in base alla superficie coltivata e ammissibile al premio seminativi e/o del numero di animali detenuto in un triennio, o “periodo di riferimento”, cor-rispondente agli anni civili 2000, 2001 e 2002.Nel corso degli anni nel regime di pagamento unico sono confluiti altri settori come il tabacco, il latte, lo zucchero, gli oliveti, gli agrumi, pere e pesche e prugne destinate alla trasformazione, ge-nerando nuovi titoli o l’aumento degli eventuali titoli già in pos-sesso dell’agricoltore che richie-de il sostegno. I titoli all’aiuto si suddividono in titoli ordinari, titoli speciali e titoli con deroga. I titoli ordinari sono quelli che vengono attivati con un analogo numero di ettari ammissibili.I titoli speciali, anziché essere utilizzati con un corrispondente numero di ettari ammissibili, sono attivati purché venga mantenuta

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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almeno il 50% dell’attività agricola svolta durante il periodo di riferi-mento espressa in Uba.Nei casi di trasferimento di titoli, la predetta eccezione è applicabile soltanto se vengono trasferiti tutti i titoli speciali.I titoli con deroga sono stati pre-visti per quegli agricoltori che, per i disaccoppiamenti a partire dal 2010, possiedono solo titoli all’aiuto in affitto il primo di anno di integrazione dei regimi di aiuto accoppiati nel regime di paga-mento unico.In questo caso, qualora l’agricol-tore non abbia ettari ammissibili sufficienti per dichiarare sia i titoli in affitto che i nuovi titoli derivanti dal nuovo disaccoppiamento, ri-ceverà dei titoli con deroga che possono essere attivati senza di-chiarare ettari corrispondenti. Tale deroga è limitata fino al momento in cui l’agricoltore non dichiara sufficienti ettari ammissibili e de-cade se i titoli sono trasferiti (con eccezione delle successioni).Ettari ammissibiliPer ettaro ammissibile si inten-de: qualsiasi superficie agricola dell’azienda, nonché le superfici investite a bosco ceduo a rotazio-ne rapida, utilizzata per un’attività agricola o, qualora le superfici siano utilizzate anche per attività non agricole, utilizzate preva-lentemente per attività agricole; qualsiasi superficie che abbia dato diritto a pagamenti nell’ambito del regime di pagamento unico o del regime di pagamento uni-co per superficie nel 2008 e che non risponde più alle condizioni di ammissibilità in seguito all’at-tuazione della direttiva 79/409/CEE (conservazione degli uccelli selvatici), della direttiva 92/43/CEE (conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche), nonché

della direttiva 2000/60/CE (isti-tuzione di un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque), oppure per la durata del pertinente impegno del singolo agricoltore è oggetto di imboschimento a norma dell’art. 31 del Reg. (CE) n. 1257/1999 o dell’art. 43 del Reg. (CE) n. 1698/2005, oppure per la durata del pertinente impegno del singolo agricoltore è ritirata dalla produzione ai sensi degli artt. 22, 23 e 24 del Reg. (CE) n. 1257/1999 o dell’art. 39 del Reg. (CE) n. 1698/2005.

Sono dunque eleggibili tutte le superfici agricole dell’azienda: seminativi, incluse le ortive e le patate; pascoli permanenti; col-ture permanenti, ovvero i frutteti, frutta a guscio, oliveti, vigneti, agrumeti, i vivai e i boschi cedui a rotazione rapida (pioppi, salici, eucalipti, robinie, paulownie, on-tani, olmi,, platani, acacia saligna) con turno di taglio pari o inferiore ad 8 anni.La superficie agricola abbinata ai titoli deve essere utilizzata per un’attività agricola o, qualora sia utilizzata anche per un’attività non agricola, utilizzata prevalentemen-te per attività agricole.Fermo restando l’utilizzo prevalen-te per un’attività agricola, quindi,

è consentito svolgere un’attività non agricola a condizione che questa non interferisca: con lo svolgimento delle ordinario ciclo colturale; con il mantenimento di buone condizioni agronomiche e ambientali.Le superfici devono soddisfare le condizioni di ammissibilità nel corso dell’anno civile.DomandeLa Domanda Unica è la fase di-chiarativa necessaria per ottenere il pagamento dei titoli all’aiuto.L’agricoltore deve presentare la domanda all’Organismo Paga-tore di competenza, avvalendosi anche di un Centro di Assistenza Agricola, entro il 15 maggio di ogni anno. I Caa Coldiretti sono a disposizione per l’assistenza necessaria.La Domanda Unica può essere presentata anche oltre la data di scadenza ma per ogni giorno di ritardo è prevista una penali-tà sull’importo cui l’agricoltore avrebbe diritto. Si considerano in ogni caso irrice-vibili le domande pervenute oltre il 9 giugno di ogni anno.Modalità di pagamentoI pagamenti sono effettuati tra il 1° dicembre e il 30 giugno dell’anno successivo alla presentazione della domanda.

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Qualora si verifichino condizioni particolari che creino difficoltà agli agricoltori e su autorizzazione del-la Commissione, possono essere erogati degli anticipi, a decorrere dal 16 ottobre.ModulazioneLa modulazione consiste in una riduzione dei pagamenti diretti allo scopo di rafforzare gli stanziamenti della politica di sviluppo rurale.Tale riduzione si applica alle azien-de che percepiscono più di 5.000 €/anno di pagamenti diretti.Il calcolo della modulazione si effettua al momento dell’eroga-zione del pagamento, applicando la percentuale prevista all’importo dei pagamenti diretti spettanti al beneficiario.Per il 2012, la trattenuta per la modulazione è pari al 10% degli importi eccedenti i 5.000 €, con un ulteriore 4% per gli importi superiori a 300.000 €.Riserva nazionaleLa riserva nazionale, costituita per l’attribuzione di titoli all’aiuto, è utilizzata per le seguenti fatti-specie: agricoltori che iniziano l’attività agricola; agricoltori in zone sottoposte a programmi di ristrutturazione e/o sviluppo con-nessi con una forma di pubblico intervento; trasferimento delle terre date in affitto; acquisto di terreni dati in locazione; provve-dimenti amministrativi e decisioni giudiziarie. Qualora i fondi disponibili per la riserva nazionale non fossero suf-ficienti a coprire tutte le richieste, sono stati stabiliti criteri di priorità per l’attribuzione dei titoli, a par-tire dagli agricoltori che iniziano l’attività agricola, in base a carat-teristiche anagrafiche, territoriali, professionali (previdenza o titoli di studio in materia agraria, forestale o veterinaria) ed imprenditoria femminile.

CondizionalitàL’agricoltore beneficia dei pa-gamenti diretti a condizione che mantenga le proprie terre in buone condizioni agronomiche e di rispettare le norme in materia di sanità pubblica, di salute delle piante e degli animali, di ambiente e di benessere degli animali.Qualora l’azienda non ottemperi a tali norme, i pagamenti diretti sono soggetti alle riduzioni ed esclusioni previste dalla normativa comunitaria e nazionale. Tale riduzione può non essere ap-plicata quando, tenuto conto della sua gravità, portata e persistenza, un caso di inadempienza è consi-derato di rilevanza minore. Dal 2012, entra in vigore lo stan-dard 5.2 – introduzione di fasce tampone lungo i corsi d’acqua, che prevede una fascia di rispetto pari a 5 m , salvo deroghe e spe-cifiche regionali diverse.Misure di sostegno specificoIn attuazione dell’articolo 68 del Reg. (CE) n. 73/2009, sono state previste misure finanziabili sotto forma accoppiata, 147,95 milioni di euro e misure disaccoppiate, 169 milioni di euro.Nell’ambito delle misure accop-piate, erogate per il miglioramento della qualità, i settori interessati sono quelli del lattiero-caseario (40 milioni di euro), del tabacco (21,5 milioni di euro), della carne bovina (macellazione – 27,25 mi-lioni di euro – e vacche nutrici – 24 milioni di euro), dello zucchero (14,7 milioni di euro), degli ovica-prini (10 milioni di euro), dell’olio di oliva (9 milioni di euro) e del ruscus (1,5 milioni di euro).Per l’anno 2012, sono stati ap-portati determinati aggiustamenti tecnici che riguardano il settore dello zucchero, con l’introduzione dell’utilizzo delle sementi certifi-cate, confettate e caratterizzate

e l’inserimento di talune razze bovine nel relativo allegato.Le misure disaccoppiate prevedo-no il sostegno agli agricoltori che, quale attività intesa a promuovere l’utilizzo sostenibile dei terreni agricoli, attuano tecniche di av-vicendamento (99 milioni di euro) e contributi agli agricoltori per la sottoscrizione di premi assicurativi del raccolto, degli animali e delle piante (70 milioni di euro). Inoltre, per la misura dell’avvicen-damento biennale, dalla domanda unica 2013, ovvero per le semine autunno-vernine del 2012 è pre-visto l’obbligo di utilizzo della se-mente certificata per il grano duro, salvo per gli agricoltori certificati da agricoltura biologica.Aiuti accoppiatiCome stabilito nell’allegato XI del Reg. (CE) n. 73/2009, a partire dal 2012 vengono integrati nel regime di pagamento unico i seguenti regimi di aiuto: aiuto specifico per il riso; pagamento per superficie per la frutta a guscio; premio per le colture proteiche; aiuti per le sementi; il 75% dell’aiuto tran-sitorio produttori prugne d’Ente destinate alla trasformazione; aiuto alla disidratazione dei foraggi essiccati; aiuto alla trasformazione del lino e della canapa.Pertanto rimane accoppiata so-lamente una percentuale pari al 25% della componente relativa alle prugne d’Ente destinate alla trasformazione.

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