Il Notiziario Agricolo N. 13/2012

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Anno 61° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI ASTI COLDIRETTI Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 13 - Anno 2012. In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo 13 numero 2 novembre 2012

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Anno

61° Periodico della FederazioneProvinciale COLDIRETTI ASTI

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13 numero 2 novembre 2012

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CREIAMO E STAMPIAMO LA TUA COMUNICAZIONE

l’informazione quotidiana

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A Vesime la Festa

del Ringraziamento

Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: [email protected] ufficiale Coldiretti Anno 61° numero 13- 2 novembre 2012*Realizzazione grafica e stampaRiflesso – S.r.l. F.lli Scaravaglio & C.Reg. Trib. di Asti n.44 del 10-8-2011 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano ZuninoPubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarlTel. 0141.380.400 – 0141.590425Abbonamento annuale: Euro 20,00*Data di chiusura del giornale

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

a r g o m e n t i i n e v i d e n z a

o m m a r i oS

Som

mar

ioIn 10 puntiecco “l’Italiache vogliamo”

Speciale Misura 111 - Anteprima della Barbera; Consuntivo dell’Annata Agraria; L’uso della bentonite in enologia; Ecco il primo vino dell’annata 2012; Rilancio dell’imprenditoria giovanile; Indicazione degli allergeni per i vini 2012; Le nuove norme sui pagamenti

Un duplice motivo di “Festa”

Il Condifesatorna in attivo

Contraffazione a tavola: la più temuta

dal 60% degli italiani

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Il cibo: importante leva competitiva

per la ripresa

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La Coldiretti, nata quan-do la Provincia di Asti era appena decenne, celebra

quest’anno la Festa del Ringra-ziamento a Vesime, in quella punta estrema della figura sim-bolica del “grappolo d’uva” che la nuova realtà assunse nel di-stacco da Alessandria.La dimensione provinciale è ar-ricchita dall’appartenenza dei nostri paesi a ben cinque “chiese locali” diverse, e il 18 novembre sarà il Vescovo di Acqui, mons. Pier Giorgio Micchiardi, a presie-dere la solenne concelebrazione che segnerà il momento spiritua-le più alto della manifestazione.La data naturale collocata nella seconda metà di novembre, su-bito dopo quella canonica di San Martino che chiude l’annata agri-cola, fa incrociare la nostra festa con le ultime domeniche dell’An-no liturgico, coincidendo a volte con la Festa di Cristo Re, o con l’inizio dell’Avvento. Coincidenze che permettono considerazioni variate anche sul-la natura dell’appuntamento di tutta la Federazione astigiana.Quest’anno si aggiunge un altro motivo di riflessione, poiché il 18 di novembre in tutte le diocesi del Piemonte si celebra la Festa della Chiesa Locale, ricordando anche la Dedicazione della pro-pria chiesa.Entrambi i motivi di festa conflui-scono nella certezza che noi sia-mo membra di un unico grande Corpo che è la Chiesa, che ha come capo Cristo Signore, e che noi professiamo di credere “cat-tolica”, cioè universale.

Un duplice motivo di “Festa”Con il Ringraziamento si celebra la Chiesa locale

di don Francesco Cartello, Consigliere Ecclesiastico

Coldiretti Asti

Ma ci ricordano ache che noi sia-mo chiamati a vivere nella con-cretezza delle nostre famiglie e delle nostre case, dei nostri pa-esi e delle nostre chiese parroc-chiali, e in dimensioni più ampie come è una Diocesi, o una Pro-vincia. Importante è essere, come ci dice San Pietro nella messa di quella domenica, “pietre vive”, capaci di coesione per formare insieme un solo “edificio”. L’as-sociazione dei Coltivatori Diretti è, per i credenti, uno di questi “luoghi” intermedi dove la nostra fede, la nostra speranza e la no-stra carità sono chiamate a vive-re ed impegnarsi concretamente.Infine, con una di quelle “casua-lità” che chi frequenta abitual-mente la messa festiva sa che capitano piuttosto di frequente,

anche la pagina del Vangelo di Giovanni sembra scelta apposi-tamente per una Festa che nei coltivatori, vignaioli in specie, i protagonisti. Noi che sappiamo bene le stagioni, i pericoli e le necessità della vite, ci sentiremo dire da Gesù: “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché por-ti più frutto... Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, per-ché senza di me non potete far nulla…” .Lavoriamo per essere ciascuno un tralcio vivo, e tutti insieme una vigna che porta molto frutto.

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A Vesime la Festa del RingraziamentoSi terrà domenica 18 novembre; il 15 “L’Anteprima Barbera 2012”, il 17 il “Consuntivo dell’Annata”

Quest’anno tocca alla Valle Bormida ed esattamente a Vesime ospitare la Festa

provinciale del Ringraziamento. L’ap-puntamento annuale itinerante orga-nizzato da Coldiretti per suggellare la fine della stagione agraria, riunire la base associativa in un momento di festa aperto anche alla cittadinanza e proporre spunti e riflessioni sul pre-sente e sul futuro del settore prima-rio.Il primo appuntamento in program-ma è per giovedì 15 novembre alle ore 17, presso il Salone Parrocchia-le di piazza Vittorio Emanuele con l”Anteprima della Barbera d’Asti DOCG 2012”, il Meeting di degusta-zione rivolto a giornalisti, tecnici ed operatori del settore, per una prima analisi delle caratteristiche e poten-zialità della nuova annata.Sabato 17 novembre, alle ore 11,00, sempre nel Salone Parrocchiale di Vesime, si terrà la Conferenza Stam-pa di presentazione del “Consunti-vo dell’Annata Agraria 2011-2012”, con l’esposizione di tutti i dati e un’analisi critica suddivisa per ogni settore produttivo. Al centro delle iniziative, il presidente provinciale e il direttore, Roberto Cabiale e Antonio Ciotta, metteranno i grandi sviluppi registrati dal progetto Coldiretti “Una filiera agricola tutta italiana”.Infine, come ogni anno, la Festa si

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In alto: Roberto Cabiale, presidente provinciale Coldiretti e la bendizione degli operatori delle macchine agricole; sopra: Antonio Ciotta, direttore provinciale Coldiretti

e l’offerta dei doni della terra all’altare alla Giornata dell’anno scorso

chiuderà con la Giornata Provincia-le del Ringraziamento, domenica 18 novembre, nella chiesa di Vesime alla presenza del Vescovo Diocesa-

no, Mons. Pier Giorgio Micchiardi.

Approfondimenti a pag. 16 - 17 - 18.

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La commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace ha diffuso il proprio mes-saggio in occasione della 62a Giornata Nazionale del Ringraziamento, che si celebra l’11 novembre 2012, ad Asti e precisamente a Vesime si celebrerà il 18 novembre (vedasi articoli nelle altre pagine di questa

stessa rivista).

Messaggio per la 62ª Gior-nata nazionale del Rin-graziamento 11 novem-

bre 2012 Confida nel Signore e fa’ il bene: abiterai la terra «Confida nel Signore e fa’ il bene: abiterai la terra» (Sal 37,3). Questo bel versetto descrive ef-ficacemente il cuore di tutti noi nella tradizionale Giornata del Rin-graziamento rurale, che celebria-mo agli inizi dell’Anno della Fede, tempo di grazia e di benedizione, indetto da Benedetto XVI. Le parole del salmo sono l’espres-sione di uno stile di vita radicato nella fede, con il quale desideria-mo ringraziare il Signore per ogni dono che compie nelle nostre campagne e per il lavoro dei nostri agricoltori.

La fede e il mondo agricolo È l’Anno della Fede, da cogliere nei gesti stessi del lavoro dei cam-pi. Che cosa sono infatti le mani dell’agricoltore, aperte a semi-nare con larghezza, se non mani di fede? Non è forse la fede nella gioia di un raccolto abbondante, solo intravisto, a guidare le sue mani nella necessaria potatura, dolorosa ma vitale? E quando il corpo si piega per la fatica, che cosa lo sorregge e ne asciuga il sudore se non questa visione di fede, che allarga gli oriz-zonti e apre il cuore? Ecco perché in questa festa, occa-sione attesa per benedire il Signo-re per i frutti della terra, diciamo il nostro grazie a tutti coloro che operano tra i campi e i filari, che credono nel futuro investendo, an-che con grande rischio, i loro sa-crifici per il bene della famiglia e della società tutta. Non ci stancheremo mai di far

sentire come importante questa Giornata del Ringraziamento, me-mori dell’esortazione di papa Be-nedetto XVI a «fare spazio al prin-cipio di gratuità come espressione di fraternità» (Caritas in veritate, n. 34). Nella fede riconosciamo la mano creatrice e provvidenziale di Dio che nutre i suoi figli. Ciò appare in modo speciale a quanti sono immersi nella bellezza e nell’operosità del lavoro rurale. Guai se dimenticassimo la relazio-ne d’amore e di alleanza che Dio ha intrecciato con noi e che diven-ta vivissima davanti ai frutti della terra, per i quali rendiamo grazie secondo il comandamento bibli-co: «Il Signore, tuo Dio, sta per farti entrare in una buona terra: terra di torrenti, di fonti e di acque sotterranee, che scaturiscono nel-la pianura e sulla montagna; terra di frumento, di orzo, di viti, di fichi e di melograni; terra di ulivi, di olio e di miele; terra dove non mange-rai con scarsità il pane, dove non ti mancherà nulla; terra dove le pietre sono ferro e dai cui monti scaverai il rame. Mangerai, sarai sazio e benedirai il Signore, tuo Dio, a causa della buona terra che ti avrà dato» (Dt 8,6-10).

La valenza educativa del ringra-ziare, guardando ai giovani La valenza educativa propria del-la Giornata del Ringraziamento ha una ricaduta importante nell’at-tuale società, in cui l’appiattimen-to sul presente rischia di cancel-lare la memoria per i doni ricevuti. Pensiamo in particolare ai giovani, che in tanti stanno riscoprendo il lavoro agricolo: nel ritorno alla ter-ra possono aprirsi nuove prospet-tive per loro e insieme un modo

nuovo di costruire il futuro di tutti noi. Un grazie particolare va alle Coo-perative agricole che ridanno vita a terreni abbandonati, in non po-chi casi togliendoli alla malavita organizzata, con una forte ricadu-ta educativa per tutto il territorio dove si trovano a operare. Infatti, la bellezza di una terra ri-scattata, che da deserto diven-ta giardino, parla da sé: non solo cambia il paesaggio, ma soprat-tutto rincuora l’animo di tutti. Una terra coltivata è una terra ama-ta, sposata, come narra il profeta Isaia, nel celebre capitolo 62. Ce lo ricorda soprattutto il “Progetto Policoro”, la cui opera benemerita non cessiamo di indicare in chiave esemplare a tutte le comunità. Anche nelle regioni del Nord que-sta esperienza si sta rivelando feconda, ed è bello vedere tanti ragazzi del Sud, che da tempo vi-vono in condizioni difficili, farsi in un certo senso maestri di itinerari concreti di speranza e di sviluppo. Certo, i giovani hanno bisogno di adulti che si schierano dalla loro parte, che investono per loro e con loro, offrendo garanzia per il futuro. Gli orientamenti pastorali Educare alla vita buona del Vangelo ci in-vitano a riscoprire un verbo molto importante: accompagnare i gio-vani. La nota pastorale “Frutto della ter-ra e del lavoro dell’uomo”. Mondo rurale che cambia e Chiesa in Ita-lia, del 19 marzo 2005, indicava al-cune modalità concrete (cfr. n. 24) che intendiamo riproporre: - diffondere una azione educativa

e culturale che valorizzi la digni-tà di chi sceglie di rimanere a lavorare in campagna;

- garantire ai piccoli comuni le

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condizioni necessarie per una dignitosa qualità della vita, con servizi adeguati e opportunità di scambio;

- favorire nuove politiche per l’ac-cesso dei giovani al mercato fondiario e degli affitti, strumen-ti fiscali adeguati, incentivi per mettere a disposizione le ter-re, sostegno nella fase iniziale dell’attività aziendale, aziona-riato popolare diffuso;

- rendere facile l’accesso al credi-to agevolato per i giovani agri-coltori.

Mentre vediamo crescere la pre-senza confortante dei giovani nell’agricoltura, non possiamo tacere il nostro dolore davanti alle immagini che mostrano molti braccianti agricoli, in gran parte immigrati, lavorare in condizioni davvero inique. Che dire, ad esem-pio, delle baracche dove spesso sono accolti? Ancora assistiamo a casi in cui la dignità del lavoratore è smarrita, per le condizioni di av-vilente sfruttamento in cui versa, come attesta anche il perdurante dramma del caporalato. Già molte volte le Chiese locali hanno fatto sentire la loro voce contro le ingiu-stizie. Invitiamo le nostre comunità a un’ulteriore vigilanza per favorire la difesa della giustizia e della le-galità nel settore agricolo.

La priorità dell’economia rurale per ritornare al territorio Di fronte alla grave crisi che tocca il mondo economico e industriale,

occorre guardare al futuro del no-stro Paese andando oltre schemi abituali. È importante guardare al nostro futuro nel rispetto e nel-la valorizzazione delle tipicità dei diversi territori che la bella storia d’Italia ha posto nelle nostre mani e che costituiscono l’unico Paese. Se è vero che investire «è sempre una scelta morale e culturale», come scriveva Giovanni Paolo II nella Centesimus annus al n. 36, è necessario legare tali investimenti alla cura dell’uomo e del territo-rio, così da rendere quest’ultimo fecondo di beni, sostenibile per l’ecosistema, rispettato e amato, arricchito di forza per le nuove e per le future generazioni. Investire nell’agricoltura è una scelta non solo economica, ma anche culturale, ecologica, socia-le, politica di forte valenza edu-cativa. Infatti «le modalità con cui l’uomo tratta l’ambiente influisco-no sulle modalità con cui tratta se stesso e, viceversa. Ciò richiama la società odierna a rivedere se-riamente il suo stile di vita che, in molte parti del mondo, è incline all’edonismo e al consumismo, restando indifferente ai danni che ne derivano» (Caritas in veritate, n. 51). Chiudiamo il nostro appello al mondo rurale e agricolo con le belle parole del Compendio della dottrina sociale della Chiesa che, nell’ottica dell’Anno della Fede, ci invitano a cogliere il passaggio di Dio nella fatica e nella bellezza del lavoro dei campi: se «si arriva

a riscoprire la natura nella sua di-mensione di creatura, si può sta-bilire con essa un rapporto comu-nicativo, cogliere il suo significato evocativo e simbolico, penetrare così nell’orizzonte del mistero, che apre all’uomo il varco verso Dio, Creatore dei cieli e della terra. Il mondo si offre allo sguardo dell’uomo come traccia di Dio, luogo nel quale si disvela la Sua potenza creatrice, provvidente e redentrice» (n. 487). Ci aiuti San Martino, il cui gesto di condivisio-ne del mantello è simbolo di ogni dono perfetto che viene dall’alto e che ci rende solidali. E ci accompagni il cuore di Ma-ria di Nazareth, che custodisce e medita nella sua storia ogni fram-mento di esistenza, per elevare un inno di benedizione, un perenne “Magnificat” che canti come il no-stro Dio faccia emergere i piccoli e i deboli, precipitando i potenti dai loro troni.

Fiocco AzzurroLieto evento per la famiglia del presidente di Coldiretti Asti, Ro-berto Cabiale. Per la gioia dei fratellini Virginia ed Edoardo, il 17 settembre è nato Enrico.Felicitazioni al papà Roberto e alla mamma Isotta da parte della redazione de “Il Notiziario Agrico-lo”.

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Festa Provinciale del Ringraziamento15 - 18 Novembre 2012 - VESIME

COLDIRETTIASTI

Segreteria organizzativaCOLDIRETTI ASTI

Tel. 0141.380.400/426 - Fax 0141.35.51.38e-mail: [email protected]

UFFICIO ZONA DI VESIME Tel. 0144.859801 - Fax 0144.859802 - Cell. 335.750.20.69

www.coldiretti.it - www.asti.coldiretti.it

Giornata Provinciale del Ringraziamento

Giovedì 15 novembre 2012 Ore 17,00Vesime - Salone parrocchiale - P.zza Vittorio Emanuele IIPresentazione “Anteprima della Barbera d’Asti DOCG 2012”Meeting di degustazione rivolto a giornalisti, tecnici ed operatori del settore, per una prima analisi delle caratteristiche e potenzialità della produzione 2012. Conduce il Prof. Vincenzo GERBI del Di.Va.P.R.A. Industrie Agrarie Università di Torino,

Sabato 17 novembre 2012 Ore 11,00Vesime - Salone parrocchiale - P.zza Vittorio Emanuele IIConferenza Stampa di presentazione del “Consuntivo dell’Annata Agraria 2011-2012”Segue buffet

VESIME, DOMENICA 18 NOVEMBRE- ore 10,40 Ritrovo degli Associati, delle Autorità e dei Sindaci presso P.zza Vittorio Emanuele II - ore 11,00 Chiesa Parrocchiale San Martino Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo di Acqui Terme, Mons. Pier Giorgio Micchiardi; concelebrano Padre Pietro Macciò, Parroco di Vesime, e Don Francesco Cartello, Consigliere Ecclesiastico di Coldiretti Asti- ore 12,15 Benedizione operatori macchine ed attrezzature agricole- ore 12,30 Pranzo sociale del Ringraziamento, presso Ristorante Santamonica, Via Roma Cessole

Il Direttore Il Presidente Antonio Ciotta Roberto Cabiale

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Il cibo: importante leva competitiva per la ripresaL’intervento del presidente nazionale Coldiretti al “Salone del Gusto”

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Il 25 ottobre Marini ha preso parte al convegno “Ripensare la grande distribuzione: è pos-sibile?”. Affollata la “Bottega di Campagna Amica” con l’azien-da agricola San Desiderio di Monastero Bormida. Marini: l’agroalimenatre e il cibo sa-ranno il futuro dell’economia del mondo

“Nelle occasioni come il Sa-lone del Gusto di Torino, che rappresenta il meglio del

cibo mondiale, ci sentiamo orgo-gliosi di rappresentare la nostra Italia, le nostre grandi qualità, la biodiversità e la sicurezze alimen-tare”, sono le parole del presi-dente nazionale Coldiretti, Sergio Marini, intervenuto il 25 ottobre a Lingotto Fiere.Coldiretti e il suo Presidente stan-no unendo con un filo conduttore le tante iniziative del grande pro-getto di “Una filiera agricola tutta italiana”, insieme al resto del no-stro Paese ed aprendo la via per risolvere la grave crisi economica.“Coldiretti rappresenta l’econo-mia vera, reale, quella delle im-prese che effettivamente opera-no, qui al Salone – ha sottolineato Marini - non c’è solo l’agricoltura raccontata, c’è quella praticata, realizzata, in cui i valori sono ef-fettivamente trasferiti nei prodot-ti con tanti sacrifici. Il cibo non è solo un alimento, ma è passione, territorio, cultura, tradizione, sa-pienza”. Visitando la Bottega di Campagna Amica, gestita nell’oc-casione dall’azienda agricola San Desiderio di Monastero Bormida, il presidente nazionale Coldiretti ha sottolineato come l’agroali-mentare, il cibo, firmato dagli agri-coltori italiani abbia valori come la sicurezza alimentare, la qualità, la distintività territoriale che si tra-ducono in una prospettiva eco-nomica sempre più importante. Non a caso la nostra agricoltura è l’unico settore che registra un mi-glioramento in termini di prodotto interno lordo, di occupazione dei giovani e di export.Concetti ribaditi anche nel conve-gno a cui il Presidente ha parte-cipato, un interessante confronto

sul futuro della grande distribuzio-ne organizzata a cui hanno preso parte, fra gli altri, i rappresentan-ti di Coop, di Auchan e Farinetti di Eataly. Dal dibattito è emersa chiaramente la difficoltà della G.D.O. nazionale di proporre il Made in Italy, soprattutto all’este-ro. “L’agroalimentare, il cibo ita-liano, sono una leva competitiva su cui si potrà contare sempre più in futuro – ha concluso Marini -. Una leva competitiva che possia-mo giocare sul mercato mondiale, senza problemi, basta crederci. Basta volerlo, anche la politica deve crederci”. Tutto questo si unisce dunque idealmente alla settima prece-dente, a Cernobbio, quando l’or-ganizzazione ha incassato ampie rassicurazioni da parte del pre-sidente del Consiglio Monti (su cui, ha detto con sincerità Marini, nutrivamo alcuni dubbi). Ha detto Monti al Forum dell’alimentazio-ne: “Una frase celebre del presi-dente Usa John Kennedy recita:

Non chiederti che cosa il tuo Pa-ese può fare per te, chiediti che cosa tu puoi fare per il tuo Paese. Ebbene, leggendo i dieci punti del documento presentato dal pre-sidente Marini su ‘l’Italia che vo-gliamo’ (vedasi a lato, ndr), sono rimasto colpito proprio perché c’è una parte che dice come voi vor-reste il Paese e una, molto ricca, su cosa voi state facendo per il Paese che volete. Oggi – ha rassi-curato il presidente del Consiglio - il Governo intende impegnarsi nella trattativa per il bilancio dei prossimi anni affinché resti stabile la dotazione finanziaria per l’agri-coltura”.

Il patriarca della famiglia Merlo di Mona-stero illustra a Marini l’attività

nella Bottega di Campagna Amica allestita al Salone del Gusto

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In 10 punti ecco “L’Italia che vogliamo”Le proposte presentate a Cernobbio da Coldiretti per la ripresa economica

“L’ltalia che vogliamo” è una proposta in dieci punti pre-sentata dal presidente nazio-

nale Coldiretti, Sergio Marini, al Fo-rum Internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio, dove si sono dati appuntamento opinion leader, segretari di partito, membri dell’esecutivo, compreso il presidente del Consiglio Mario Mon-ti. Dall’esigenza di un governo globa-le di beni comuni come il cibo contro gli effetti di una globalizzazione sen-za regole fino all’etica che deve tra-guardare insieme alla politica anche le forze sociali e tutti i cittadini.1. Un governo globale dei beni co-muni: “È necessario che i decisori politici ne tengano conto mettendo ai vertici della loro agenda la strate-gicità del cibo e promuovendo politi-che che a livello globale definiscano una regia di regole per i beni comuni come il cibo, l’acqua e il suolo”.2. Più Europa: “È necessario lavora-re alacremente alla costruzione degli Stati Uniti di Europa, dotando l’Unio-ne di forti istituzioni politiche elette democraticamente, capaci di orien-tare sia il cammino di integrazione iniziato, che di ricondurre le spinte disgreganti in atto. Dal punto di vista del sistema agroalimentare italiano

• Az. Vitivinicola Giachino Franco di Costigliole d’Asti• Coop. Agr. San Salvatore a r.l. di Monale• Az. Agr. Le Api di Clara Bandiera di Montechiaro d'Asti• Az. Agr. La Tagliana di Paolo Albenga di San Marzano Oliveto• Az. Agr. Maccario Francesco di Castelnuovo don Bosco• Az. Agr. La Tizianella di Tiziana Maria Bertolin di Costigliole d'Asti• Az. Agr. La Colombina di Piercarlo Beccaris di Variglie• Az. Agr. Il Palazzo di Vincenzo Leone di Montiglio M.to• Az. Agr. Fabrizio Rizzotti di Vespolate (No)• Az. Agr. Vecchiattini Antonella di Cortazzone

GLI ESPOSITORI IL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA IN S. MARIA N.

dobbiamo essere in grado di portare pienamente “l’Italia in Europa”, fa-cendo sì che la nuova Politica Agri-cola Comunitaria riconosca il valore strategico del “modello italiano” e le sue straordinarie peculiarità, consen-tendo che esso diventi patrimonio della comunità contaminando virtuo-samente il pensiero comunitario”.3. L’Italia, una, sussidiaria e soli-dale: “Di fronte alla ripresa - dopo quasi un secolo - di forti squilibri nella distribuzione della ricchezza prodotta e nel contesto di un neces-sario contrappunto federale il valore della sussidiarietà diventa strumento

cardine per gestire la semplificazione burocratica e i principi di solidarie-tà sono indispensabili per superare le diseguaglianze. Al tempo stesso quando pensiamo a “una” Italia fac-ciamo riferimento alla pletora di livelli amministrativi che ostacolano il di-spiegarsi del potenziale dell’impren-ditoria nazionale”.4. I nostri punti di forza: “Gli assets su cui il nostro Paese può e deve puntare, sono di natura materiale e immateriale: patrimonio storico ed artistico, paesaggio, biodiversità, ricchissima articolazione territoriale, originalità e creatività, gusto e pas-

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• Az. Vitivinicola Giachino Franco di Costigliole d’Asti• Coop. Agr. San Salvatore a r.l. di Monale• Az. Agr. Le Api di Clara Bandiera di Montechiaro d'Asti• Az. Agr. La Tagliana di Paolo Albenga di San Marzano Oliveto• Az. Agr. Maccario Francesco di Castelnuovo don Bosco• Az. Agr. La Tizianella di Tiziana Maria Bertolin di Costigliole d'Asti• Az. Agr. La Colombina di Piercarlo Beccaris di Variglie• Az. Agr. Il Palazzo di Vincenzo Leone di Montiglio M.to• Az. Agr. Fabrizio Rizzotti di Vespolate (No)• Az. Agr. Vecchiattini Antonella di Cortazzone

IL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA IN S. MARIA N.

TUTTI I GIOVEDÌ POMERIGGIO

Comune di Asti

ASTI, PIAZZA “DE ANDRÈ”ex Caserma “Colli di Felizzano”

sione, intuito e buonsenso. Accanto a questi fattori, siamo stati capaci di sviluppare nel tempo un capitale sociale che rimane fortissimo; resta viva una forte capacità di relazionarci e di fare comunità, di innovare man-tenendo in vita saperi antichi. Risorse che appartengono al Dna del Paese e che garantiscono quel valore ag-giunto inimitabile e non delocalizza-bile al “saper fare” italiano. La nostra agricoltura ha fondato su tali risorse il suo successo. Se essa mette in luce elementi di competitività, distintività, innovazione ed eccellenza, è perché ha saputo innovarsi ancorandosi al paradigma antico e non omologabile del Paese”. 5. Il nostro modello di sviluppo: l’Italia che fa l’Italia: “L’Italia e il suo futuro sono legati invece alla capaci-tà di tornare a fare l’Italia, imboccan-do intelligentemente la strada di un nuovo modello di sviluppo che trae nutrimento dai punti di forza a cui abbiamo già fatto riferimento. È nella nostra capacità di trasferire nei nostri prodotti e nei nostri servizi il valore materiale e immateriale della distin-tività italiana e nel rafforzare il nostro saper “fare rete” che troveremo la forza e l’autorevolezza per riconqui-stare la giusta capacità competitiva, anche nella dimensione globale”.6. Le politiche necessarie: “Per ac-compagnare la crescita, abbiamo bi-sogno di “buona politica” e ciò signi-fica in primo luogo il ritorno a funzioni di mediazione intelligente fra ceti e

interessi distinti e contrastanti ai fini di perseguire un più ampio interesse di carattere generale, ciò che si defi-nisce “bene comune”. “Alla politica, fortemente deficitaria, chiediamo un’operazione coraggiosa di verità, giustizia e legalità, aspetti la cui de-clinazione è diventata in questi anni via via più opaca”. “E per la nostra agricoltura chiediamo un impegno speculare, a servizio di ciò che stia-mo perseguendo con il nostro agire quotidiano: - la verità, per garantire trasparenza ai cittadini consumatori e metterli in condizione di conosce-re ciò che va sulle loro tavole (lotta all’italian sounding, norme per l’in-formazione ai consumatori, applica-zione di quelle leggi approvate dal Parlamento ma finite in un binario morto); - la giustizia, per contrasta-re le posizioni di rendita e ridistribu-ire il valore aggiunto a vantaggio di chi lo produce (sostegno ai nostri progetti di Campagna Amica e della Filiera Agricola Tutta Italiana tesi ad accorciare e costruire nuove relazio-ni di filiera); - la legalità, per impedire i fenomeni che minacciano il valore del marchio “Italia” (continuità di im-pegno nella lotta alla contraffazione e sofisticazione, condivisione della nostra denuncia sulle Agromafie in stretta collaborazione con magistra-tura e forze dell’ordine)”.7. La molla per tornare a cresce-re: “L’Italia è un Paese in cui le scelte economiche, politiche e sociali sono fortemente condizionate da dimen-

sioni emozionali. Elementi come “la fiducia” tendono a ripercuotersi in maniera più che proporzionale sui comportamenti degli individui e del-le famiglie. In stagioni congiunturali particolarmente difficili, “la fiducia” diventa una sorta di “molla” che se nutrita dal giusto orgoglio nazionale e messa in tensione va a costituire un fattore rigenerativo, se trascurata si traduce in un ulteriore chiave “de-pressiva”. 8. Far crescere il Pil con il benesse-re: “È tempo di ripensare lo sviluppo in una logica di benessere secondo principi di sostenibilità, etica del lavo-ro e coesione sociale. Il Pil in tal caso è strumento e non fine ultimo di una crescita sostenibile. Dentro al consu-mo di cibo c’è la cultura dei territori, la tipicità e la creatività di tutta la gen-te che l’ha generato. Dentro al cibo c’è la sicurezza alimentare che noi abbiamo garantito. C’è la qualità e la diversificazione assicurata dalla lotta continua che facciamo per difendere la biodiversità. Si tratta di tutta una serie di componenti immateriali che quando ci fanno stare a tavola ci fan-no stare bene al di là del Pil”.9. Il valore della comunità: “La cri-si ci ha fatto riflettere sulla necessità di investire su alcuni valori, che sono anche essi durevoli, continuativi, che non conoscono erosione: la socia-lità, l’amicizia, la famiglia, lo stare bene assieme, la spiritualità nelle sue varie espressioni culturali e reli-giose, la solidarietà. Nella “prossimi-

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tà”, che è elemento fondante della comunità, c’è l’essenza, il concetto base del modello di sviluppo verso cui dobbiamo tendere; c’è la chiave, per potersi integrare nel mare della globalizzazione senza smarrirsi, con-servando la solidità e la coerenza dei nostri modelli identitari e valoriali. Del resto l’agricoltura multifunzionale e la stessa produzione agroalimentare sono nello stesso tempo generatrici e rappresentazione di questo model-lo, e la stessa impresa multifunziona-le, continua a rimanere al centro di questo fare “comunità””. 10. Etica prima di tutto: “Una mol-teplicità di episodi in questi anni e mesi ha messo pesantemente a nudo le debolezze del ceto politico nazionale e locale. Ciò da un lato ha generato una diffusa indignazio-ne all’interno dell’opinione pubblica, dall’altro ha dato vita a forme, mo-vimenti e pulsioni di sapore antipo-litico”. “Tutto ciò - e si tratta di un problema non trascurabile - rischia di produrre un meccanismo di rimo-zione individuale: se la colpa è degli “altri”, le persone nel loro quotidia-no agire finiscono per sciogliersi da quelle responsabilità che pure hanno e dovrebbero esercitare nella sfera pubblica e in quella privata. Se tut-tavia in questi anni c’è stato un venir meno dei valori di trasparenza, di ve-rità, di assunzione di responsabilità ciò, in taluni casi, ha investito anche le forze di rappresentanza. A volte, infatti, è accaduto che esse abbiano espresso scarsa progettualità, bassa propensione a rischiare, incapacità di essere punto di riferimento esem-plare per i loro associati, che siano rimaste prigioniere di logiche legate a rendite corporative. Ma soprattutto ci è parso che esse non abbiano sa-puto fuoriuscire dalla logica schiac-ciante del “presente” e a configurare quella proiezione in chiave futura di cui il Paese ha bisogno. Che ciò sia il riflesso di una più generale miopia e assenza di lungimiranza della classe politica, non è motivo di consolazio-ne”.

Molto soddisfatto per i contenuti e la dispo-nibilità del premier

Mario Monti, in particolare sui temi della Politica agricola comune (Pac) e sul riconosci-mento del valore dell’agricol-tura e dell’agroalimentare ita-liano, quale pezzo importante dell’economia, della qualità, della vita e della coesione so-ciale del Paese. È quanto ha affermato il presidente di Col-diretti, Sergio Marini, nel suo intervento alla giornata con-clusiva del Forum Internazio-nale dell’Agricoltura e dell’Ali-mentazione. Siamo orgogliosi dell’importante riconoscimen-to alla nostra organizzazione per la capacità di promuovere un’idea di sviluppo ma anche di realizzarla concretamente nei fatti. Questo, in sintesi, l’intervento di Mario Monti:“Una frase celebre del presidente Usa John Kennedy recita: “Non chiederti che cosa il tuo paese può fare per te, chiediti che cosa tu puoi fare per il tuo paese”. Ebbene, leggendo i dieci pun-ti del documento presentato dal presidente Marini su ‘l’Italia che vogliamo’ sono rimasto colpito proprio perché c’è una parte che dice come voi vorreste il Paese e una, molto ricca, su cosa voi sta-te facendo per il Paese che vo-lete”. Ha chiuso così il suo intervento al Forum Coldiretti di Cernobbio il presidente del Consiglio Ma-rio Monti. Un intervento apertosi con l’annuncio di voler evitare di parlare di temi generali, come la legge di stabilità e il disegno di legge anticorruzione, per dare priorità esclusivamente ai temi

L’intervento del presidente del Consiglio a CernobbioIl presidente Marini: “Pieno apprezzamento per il suo discorso”

agricoli, che costituiscono – ha detto – “una parte importante non dell’economia italiana, ma anche della società e della civiltà italiana”. Monti ha voluto sottolineare il ruolo collegiale del Consiglio dei Ministri dove “non vengono rati-ficate decisioni prese altrove” e il ruolo del ministro Catania “che non è solo ministro dell’agricoltu-ra, ma anche portatore di quegli aspetti di società e civiltà di cui voi siete portatori”. “La civiltà contadina – ha detto – ha profondamente plasmato la società italiana dandogli una connotazione di comunità, basa-ta sulla solidarietà e sulla condi-visione, che ancora oggi costitu-isce una infrastruttura sociale di grandissimo valore per il nostro Paese. Questo non è estraneo al fatto che il nostro Paese ha finora dato dimostrazione di grande re-sponsabilità nel sopportare prov-vedimenti restrittivi, a pochi mesi, spero, di chiari segni di ripresa”. Monti ha sostenuto che l’agricol-tura è il presupposto fondamen-tale della tutela ambientale e pa-esaggistica e della valorizzazione dei territori. “È anche un’occasione di oc-cupazione qualificata per mol-ti giovani, per concretizzare le loro ambizioni imprenditoriali. Gli agricoltori sono gli artefici della filiera agroalimentare che rende il nostro Paese unico al mondo”. Il presidente del Consiglio ha af-fermato che i successi del made in Italy sono frutto di “una preci-sa scelta strategica delle imprese agricole e agroalimentari, orien-tata alla qualità, all’eccellenza produttiva, alla trasparenza, alla sicurezza alimentare, come te-stimonia il successo dell’export

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“Riteniamo opportuno come atto di coerenza di non par-tecipare ai lavori della co-

siddetta Todi 2”. Lo ha affermato Sergio Marini presidente nazio-nale Coldiretti che fa parte del-le sette associazioni del “Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica del mondo del lavoro” organizzatore dell’ini-

nei primi sei mesi di un anno dif-ficile come il 2012, nonostante la concorrenza dei prodotti italian sounding, ma non italian tasting”. Monti ha poi ricordato che il con-siglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge volto a salva-guardare la destinazione agricola del suolo, a tutelare la vocazione naturalistica del territorio, ad ar-ginare la cementificazione, rico-noscendo il ruolo multifunzionale dell’agricoltura. Altro fronte di im-pegno constante è stato indicato da Monti nella difesa del made in Italy, troppo spesso oggetto di concorrenza sleale. “Il Governo – ha detto – a Bru-xelles dedica molta attenzione e insistenza al tema delle barriere non tariffarie, che molto spesso finiscono con il colpire prodotti italiani, in ambito Wto propone interventi contro le contraffazio-ni dei prodotti a denominazione d’origine e a livello comunitario sostiene e la tracciabilità delle produzioni”. Il presidente ha ricordato di es-sere di ritorno dal Consiglio eu-ropeo in cui sono state prese decisioni importanti in ambito di unione bancaria, necessarie per accelerare l’uscita dalla crisi e per rafforzare la governance eu-ropea attraverso una più efficace supervisione delle attività banca-rie. “È un fatto importante – ha dichiarato - visto che gran arte delle decisioni che riguardano

l’agricoltura avvengono a Bru-xelles e il rapporto tra governo europeo e governo italiano è im-portante per l’economia italiana e doppiamente importante per il settore agroalimentare. Il Governo non è portatore in Ita-lia della volontà dell’Europa, ma ha competenze europee per inci-dere a livello europeo. Troppe volte – ha ricordato Monti –abbiamo minacciato il diretto di veto, senza esercitarlo quasi mai. Noi lo abbiamo fatto il 28 e 29 giugno e abbiamo ottenuto che le decisioni che riguardano l’Eu-ropa non fossero in mano a un

solo Paese. Oggi il Governo inten-de impegnarsi nella trattativa per il bilancio dei prossimi anni affin-ché resti stabile la do-tazione finanziaria per l’agricoltura”. Al termine il presiden-te Monti ha fatto rife-rimento al problema dell’alimentazione e dell’accesso al cibo: “Il mondo della crisi – ha detto – è il mondo de-gli squilibri, in cui pochi eccedono nei consumi e sprechi e moltissimi non hanno di che sfa-marsi. Sappiamo che il pro-blema non risiede nelle quantità prodotte, ben-

sì nella loro redistribuzione squili-brata e ingiusta. Secondo una ricerca del Politec-nico di Milano, lo spreco di cibo in Italia dell’intera filiera agroali-mentare è pari a 5 milioni e mez-zo di tonnellate l’anno e al 16% dei consumi complessivi; il 32% dei prodotti alimentari sprecati fi-nisce nelle discariche. Combattere lo spreco di cibo quindi significa combattere per un mondo più equo. È una responsabilità condivisa tra i governi che devono adope-rarsi per cambiare le regole della governance globale”.

FORUM CATTOLICI: COLDIRETTI NON PARTECIPI A TODI 2ziativa. “Percorsi, contenuti e for-me – ha sottolineato Marini - non ci sembrano adeguatamente ap-profonditi per trarre conclusioni condivise. Non vorremmo che l’ambizio-so progetto sul piano culturale e propositivo che il Forum si è dato si trasformi o possa essere stru-mentalizzato come vetrina verso

questa o quella ipotesi di candi-datura invece che - continua Ma-rini - una rappresentazione chiara e compiuta dell’Italia che vorrem-mo. Abbiamo assunto questa decisio-ne nell’interesse di chi rappresen-tiamo, in coerenza – ha concluso Marini - con il nostro stile e il no-stro fare quotidiano”.

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Il Condifesa torna in attivoIn poco più di un anno risanato il bilancio e le imprese agricole ci guadagnano

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Lo aveva promesso. E lo ha fatto: In poco più di un anno, il bilancio è tornato positivo

dopo anni di profondo rosso. Il pre-sidente del Consorzio per la Difesa delle Colture Agricole dalle Cala-mità Atmosferiche della provincia di Asti, Roberto Cabiale, nel frat-tempo diventato anche presidente di Coldiretti, è soddisfatto di come vanno le cose. Aveva spiazzato tut-ti fin dal suo insediamento, quando aveva subito annunciato di voler dimezzare l’indennità prevista per il presidente e di azzerare i gettoni di presenza per il Consiglio di ammi-nistrazione. La sua proposta passò solo a maggioranza, ma oggi, an-che grazie a questo provvedimen-to, il Condifesa è tornato in buona salute.“Abbiamo lavorato intensamente – sottolinea Cabiale – e non senza difficoltà, ma i risultati sono stati fin da subito evidenti e il risparmio per gli associati è considerevole. In questo periodo di crisi, quando tutto aumenta, possiamo essere orgogliosi di aver ridotto notevol-mente i costi per assicurare le pro-duzioni agricoli. Per il sottoscritto, e per molti del Consiglio direttivo del Consorzio che ha subito un net-to ricambio generazionale, questa battaglia si doveva vincere. Dopo aver rischiato la chiusura tre anni fa, volevamo e dovevamo riportare il Condifesa su un binario nuovo, non fosse altro per onorare la memoria di chi aveva “combattuto” per ave-re il Fondo di solidarietà nazionale. Non dimentichiamolo mai, questo di Asti è stato il primo Consorzio di Difesa sorto in Italia, nel 1971”.I costi di gestione del Condifesa, calcolati sul totale del valore assi-curato dagli agricoltori della pro-vincia di Asti, sono passati, prima dallo 0,59% allo 0,50, e nell’ultimo

bilancio allo 0,35%. Un bel risparmio per il mondo agricolo, reso possibile con una ra-zionalizzazione dei costi del personale, di quelli degli affitti degli storici uffici di Viale alla Vittoria e da un risparmio genera-lizzato che va dalle utenze telefoniche ai costi delle fotocopia-trici.Detto in percentuale forse non rende bene l’idea, di cosa possa significare per una pur piccola provincia come quella di Asti che però ha un’alta densità di caratte-rizzazione nel setto-re agricolo. Stiamo parlando di oltre 670 mila quintali di prodotto assicura-to nell’anno 2012 per un valore di quasi 35 milioni di euro. Non sono certo bruscolini.Sia per il risparmio, sia per il rinno-vato entusiasmo sorto con il risana-mento del Consorzio, quest’anno la superficie assicurata è cresciu-ta quasi del 15%, si è passati da 5.830,59 ettari del 2011 a 6.811,88 ettari di superficie assicurata con-

tro la grandine, principalmente, ma anche contro la brina, la siccità e gli eccessi di pioggia. La coltura più assicurata è naturalmente l’uva, con 4 mila e 710 ettari, ma sono i cereali ad aver più che raddoppiato la superficie con copertura assicu-rativa, in totale 1.902 ettari.

La storica sede di viale alla Vittoria del Consorzio Antigrandine

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Seppure il meccanismo per de-terminare i premi delle polizze imposto dal Ministero, che per

altro interviene con un contributo dell’80%, sia piuttosto complicato in quanto varia da comune a comune in base ai valori assicurati, abbiamo voluto portare all’attenzione dei no-stri lettori uno schema esplicativo che riportiamo di seguito. Abbia-mo individuato nel comune di Nizza Monferrato, un campione rappresen-tativo della realtà dell’Astigiano. Es-sendo Nizza mediamente assicurato, rispetto a comuni in cui l’alta super-ficie assicurata fa diminuire il costo delle polizze o, viceversa, rispetto a comuni dove poche polizze alzano inevitabilmente il premio. L’esempio riportato è per un’azienda viticola con 2 ettari di vigneto, il valore assi-curato, stando ai mercuriali delle uve Barbera dell’anno precedente, è di

Perchè oggi conviene assicurare le produzioni agricoleSi possono assicurare 2 ettari di vigneto con 100 €

8.519 euro. Come si vede l’esborso per l’imprenditore agricolo che vuole salvaguardare le sue uve è di 191,40 € con una franchigia del 10%. Da no-tare che, qualora si ritenesse di avere

poche probabilità di essere colpiti da una calamità atmosferica, c’è la pos-sibilità di assicurare il prodotto con una franchigia del 30%, il che si tra-duce in un esborso inferiore ai 100 €.

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Anteprima della BarberaMeeting di degustazioni: prima analisi delle caratteristiche e potenzialità dell’annata 2012

A Vesime, giovedì 15 novembre ore 17 nel Salone parrocchiale

Importante primo appunta-mento per la Barbera d’Asti 2012.

C’è molta attesa per conoscere quali saranno le peculiarità e i punti distintivi della nuova annata del vino più diffuso in Piemonte.Dopo una buona vendemmia, nel momento più importante per l’af-finamento dei vini nelle cantine, Coldiretti Asti propone l’Antepri-ma della Barbera, il meeting di degustazioni della Barbera d’Asti Docg annata 2012, molto atteso in particolare dai tecnici, dai vi-gnaioli, dagli operatori del settore e dai giornalisti.L’appuntamento è per giovedì 15 novembre alle ore 17 presso il Salone Parrocchiale di Vesime in Piazza Vittorio Emanuele II. Grazie a Coldiretti Asti anche quest’anno con l’“anteprima” si potranno raccogliere le indica-zioni utili per una analisi appro-fondita della nuova produzione vinicola in un ottica di costante crescita qualitativa media, che rimane fondamentale per l’eco-nomia e l’immagine vitivinicola dell’importante vino piemontese.Un appuntamento organizzato con l’apporto fondamentale del Centro Studi Vini del Piemonte con sede a San Damiano d’Asti che metterà a disposizione centi-naia di analisi realizzate sia sulle uve che sui vini.Naturalmente i vini presi in con-siderazione per l’“Anteprima” ri-guarderanno, a campione, tutto il territorio provinciale e potran-no essere messi a confronto con l’esperienza ormai decennale maturata nelle edizioni preceden-ti dell’iniziativa di Coldiretti.

L’incontro - degustazione sarà condotto, come negli anni pre-cedenti, dal Prof. Vincenzo Gerbi del Di.Va.P.R.A. Industrie Agrarie Università di Torino, tra i maggiori esperti di viticoltura ed enologia a livello nazionale. L’Anteprima Barbera d’Asti è di fatto la prima analisi pubblica delle caratteristiche e potenzialità del vino annata 2012 ovviamente ancora in piena fase evolutiva. L’iniziativa ha dimostrato ne-gli anni che la personalità di un grande vino si rivela con imme-diatezza, anche quando deve an-cora maturare e concludere il suo ciclo produttivo in cantina. L’assaggio da parte di tecnici

L’Anteprima Barbera dell’anno scorso a San Damiano

esperti è poi molto utile per pro-cedere agli affinamenti e per indi-viduare le partite migliori.Come nei precedenti appunta-menti, i campioni dei vini, rigoro-samente proposti anonimi all’as-saggio, ovvero senza indicare il produttore, ma con la sola zona di provenienza, riguarderanno in pratica tutte le aree di produzione della Barbera in provincia di Asti. Questo aspetto fornirà altri utilis-simi strumenti agli esperti, per va-lutare in anticipo e con maggiori dati di riferimento, l’andamento medio dell’ultima vendemmia sul piano qualitativo e fare i pri-mi raffronti tra una zona e l’altra dell’Astigiano.

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Un’ “Anteprima Barbera” dedicata ai giovaniQuest’anno il meeting è allargato agli studenti dell’ “Enologica”

A giudicare dai risultati di questa vendemmia e dal numero di campioni arri-

vati al Centro Studi Vini del Pie-monte di Coldiretti, riteniamo che il servizio di analisi e di consulen-za enologica sia stato comples-sivamente apprezzato e valuta-to positivamente da parte delle aziende vitivinicole.Al CSVP si continuano a racco-gliere dati preziosi; come si è sot-tolineato in più occasioni, con questa iniziativa non si ha certo a presunzione di sviluppare attività di ricerca o di sperimentazione (ruolo che riteniamo debba es-sere svolto da altri organismi) ma si persegue l’obiettivo di racco-gliere utili informazioni che ser-viranno ad “analizzare” soluzioni nuove per sostenere e migliora-re le nostre produzioni di grande qualità. L’iniziativa racchiude in se aspet-ti tecnologici e deve essere di supporto per tutte le iniziative di carattere economico e sindacale sviluppate da Coldiretti.In questa direzione si collocano anche le iniziative di sensibiliz-zazione rivolte ai giovani, per un consumo responsabile del vino, sottolineando il suo legame con il territorio e la sua cultura.Il vino può realmente rappresen-tare per i giovani un segno di-stintivo per un nuovo stile di vita, così come è stato per altre cam-pagne di Coldiretti, che hanno ri-avvicinato i cittadini ai consuma-tori, alla filiera corta, con le molte iniziative di “Campagna Amica”.Non c’è più tempo per l’appros-simazione; bisogna mettere in campo iniziative e momenti di

confronto e socializzazione, at-traverso degustazioni guidate ed incontri tematici. La crescita fra i giovani dell’abi-tudine al consumo di superalcoli-ci, aperitivi e amari, deve soltanto stimolarci a fare di più e meglio, perché queste altre bevande non hanno nulla da spartire con il vino.I ricarichi eccessivi presso la ri-storazione, le campagne antial-col e la stretta sulle norme del codice della strada hanno colpito senza distinzione il vino, alla stre-gua dei superalcolici o dei drink, senza mai considerare che esso rappresenta una parte integran-te della nostra cultura ed identità nazionale.Il CSVP è già all’opera per fare la sua parte, soprattutto con i gio-vani.Forti di queste convinzioni ci ac-cingiamo a organizzare un’altra edizione dell’Anteprima del Bar-bera d’Asti 2012, meeting di de-

gustazioni della Barbera d’Asti DOCG rivolto a giornalisti, tecnici ed operatori del settore, come prima analisi delle caratteristi-che e potenzialità del prodotto dell’anno.Quest’anno sarà riservata un’at-tenzione particolare ai giovani che saranno i veri protagonisti dell’iniziativa.Parteciperanno tra gli altri anche gli allievi del sesto anno della Scuola Enologica di Alba (tra le ultime leve a conseguire il diplo-ma di enotecnico con corso ses-sennale – considerato che la ri-forma scolastica ha equiparato a 5 anni il diploma), accompagnati dal loro Preside Renato Parisio, che potranno confrontarsi e rivol-gere domande al Prof. Vincenzo Gerbi del Di.Va.P.R.A. - Industrie Agrarie Università di Torino, che, almeno per coloro che intende-ranno proseguire gli studi, po-trebbe diventare il loro futuro do-cente universitario.

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Consuntivo dell’Annata AgrariaA Vesime, sabato 17 novembre alle ore 11 presso Salone parrocchiale

Sabato 17 novembre, alle ore 11, è in programma il consueto e molto atte-

so appuntamento dedicato alla presentazione del “Consuntivo dell’Annata Agraria 2011-2012”, elaborato da Coldiretti Asti. L’in-contro si terrà nel Salone parroc-chiale di Vesime e sono invitati i giornalisti e i principali operatori economici e finanziari provinciali, ai quali sarà consegnato il dos-sier, particolarmente ricco di do-cumentazioni, con relazioni, gra-fici e dati definitivi dell’annata.Il “Consuntivo dell’Annata Agra-ria”, divulgato ogni anno da Col-diretti Asti, è diventato infatti da tempo un ottimo strumento in-formativo per gli operatori del settore, i media, gli studenti e tut-ti coloro che si occupano di eco-nomia e di lavoro, per analizzare con una pubblicazione sintetica, ma completa, la realtà agricola provinciale.I rilievi e le analisi di mercato, suddivisi per ogni settore produt-tivo agricolo, rappresentano uno strumento statistico importante anche per impostare al meglio le strategie e gli interventi futuri, nel medio e lungo termine, da parte

degli imprenditori agri-coli.Il presidente provincia-le Coldiretti, Roberto Cabiale, e il direttore, Antonio Ciotta, faran-no anche il punto della situazione sul grande progetto Coldiretti “Una filiera agricola tutta italiana” che in questi mesi ha ulteriormente sviluppato numerose iniziative a cominciare dalla sviluppo del cir-cuito delle “Botteghe di Campagna Amica”.A seguire sono poi pre-visti gli interventi dei re-sponsabili dei principali enti istituzionali, econo-mici e finanziari provin-ciali. Durante l’incontro ogni partecipante potrà ri-cevere gratuitamen-te il dossier con tutti i dati dell’annata agraria 2011-2012. A fine mattinata sarà of-ferto un buffet con vini e prodotti tipici del ter-ritorio.

Ricerca, studio e caratterizzazione.

Corso Roma 53/b14015 San Damiano d’Asti (AT)Tel. 0141 982 455 Fax 0141 980 [email protected]

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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La crisi continua a cambiare la vita di molte persone. L’unica possi-bilità è sopravvivere, sperando che tutto prima o poi passi? Perché

riproporre proprio oggi la Colletta Alimentare? Che novità ci attendiamo?

Anche dentro le difficoltà, io esisto e non mi sto dando la vita da solo, sono fatto e voluto in questo istante da Dio: questo, come dis-se don Giussani, “è il tempo della persona”. Solo la riscoperta di questo rapporto originario permette di vivere ogni cosa da uomini: perché tutto è occasione per incontrare Chi mi sta dando la vita ora.

Questa è la novità che attendiamo: poterLo incontrare ancora.Per questo ti invitiamo a partecipare insieme alla Giornata Nazionale

della Colletta Alimentare: fare la spesa per chi ha più bisogno.

Coldiretti per la Giornata nazionale della Colletta AlimentareSabato 24 novembre in tutti i supermercati dell’Astigiano

Coldiretti Asti, tra le tante ini-ziative collegate alla Festa annuale del Ringraziamento,

partecipa in modo significativo alla realizzazione della sedicesima edi-zione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, sabato 24 no-vembre 2012 presso i principali su-permercati della provincia di Asti. Tutti gli interessati a prestare volon-tariamente un po’ del proprio tempo, possono segnalarlo presso la sede di Asti ad Antonio Bagnulo, tel. 0141-380427, cell. 335-7502061, [email protected].

Ecco il primo vino dell’annata 2012Il 30 ottobre è entrato sul mercato il novello

Entro il 31 dicem-bre ogni apicol-tore, sia profes-

sionale che amatoriale, dovrà far pervenire all’Ufficio Zootecnia della Provincia la de-nuncia annuale de-gli alveari posseduti, utilizzando l’apposito modello. Per ulteriori informazioni rivolgersi agli uffici Coldiretti.

Il 30 ottobre, è stato messo in commercio il primo vino della nuova annata, la 2012. Natural-

mente si tratta del vino Novello, un prodotto da consumare subito, di pronta beva, non adatto all’invec-chiamento, da abbinare con i piat-ti tipici dell’inizio inverno, come la bagna cauda e anche le castagne e alcuni formaggi. La commercializza-zione del novello praticamente bru-cia sul tempo i ben più noti Beaujo-lais nouveau francese, arrivando sul mercato ben sedici giorni rispetto al concorrente che si potrà assaggia-re solo a partire dal terzo giovedì di novembre e cioè dal 15 di novembre prossimo. In totale in Italia si pro-ducono circa 4 milioni di bottiglie di vino novello e anche nell’Astigiano, in questi ultimi anni la produzione è cresciuta, con prodotti a base di barbera e di freisa. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che la qua-lità si prevede buona, ma la produ-zione risulta in calo del 30 per cento

quest’anno in cui il “deblocage” è stato anticipato rispetto al passato secondo quanto disposto dal decre-to del ministero delle Politiche agri-cole del 13 agosto 2012. Il fatturato previsto dal vino novello italiano è di circa 20 milioni di euro, quindi con una media di 5 euro a bottiglia. Il

Piemonte è ancora lontano da una produzione consistente, infatti oltre un terzo del totale delle bottiglie na-zionali esce dalle cantine del Veneto che insieme al Trentino copre quasi la metà della produzione nazionale, seguono la Toscana, la Sardegna, l’Emilia Romagna e la Puglia.

ENTRO IL 31 DICEMBRE LA DENUNCIA ALVEARI

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L’uso della bentonite in enologiaA cura del Centro Studi Vini del Piemonte

La bentonite è un’argilla particolare – silicato idra-to di alluminio - con uno

strato attivato cationico (attiva-zione calcica e attivazione sodi-ca). Contiene in funzione dell’ori-gine calcio, magnesio e sodio.La chiarifica con bentonite risulta ottimale a 20°C ed a valori bassi di pH; il pH influenza infatti pe-santemente l’effetto deproteiniz-zante della bentonite.Le bentoniti calciche sono ca-ratterizzate da un maggiore po-tere chiarificante ed illimpidente rispetto alle bentoniti sodiche e una minore azione deproteiniz-zante.Le bentoniti sodiche sono carat-terizzate da un maggiore rigonfia-mento, da una maggiore azione deproteinizzante e dalla forma-zione di sedimenti più compatti.Le bentoniti si comportano come colloidi con carica negativa che flocculano in presenza di ioni cal-cio e magnesio e di altri colloidi di carica positiva (proteine).La bentonite agisce meglio a pH bassi: il limite massimo di pH pare sia intorno a valori di 3,45 – 3,50, oltre il quale la sua attività di adsorbimento si riduce note-volmente. In certi casi può essere utile acidificare prima del tratta-mento di chiarifica.Anche le basse temperature ini-biscono il suo effetto e la tempe-ratura ottimale si colloca intorno ai 20°C. La sperimentazione ci insegna che non c’è propor-zionalità tra dose impiegata ed effetto: essa può agire anche a piccole dosi. Le bentoniti si ca-ratterizzano per il loro indice di

Con questo articolo iniziamo un percorso di studio e di ap-profondimento sui coadiuvanti - chiarificanti enologici impie-gabili in enologia.Iniziamo volutamente dalla bentonite perché riteniamo che alcune chiarimenti e con-siderazioni vadano fatte, in particolare per quanto riguar-da il suo impiego eventuale nei vini rossi, intervento da valu-tare attentamente al fine di evi-tare un sensibile decadimento qualitativo .

rigonfiamento; esso può essere testato in laboratorio sciogliendo 5 grammi di bentonite in 100 ml di acqua distillata; viene misurato il volume occupato dalla bentoni-te dopo 24 ore di rigonfiamento; dal rapporto tra il volume occu-pato e il peso impiegato scaturi-sce il volume di acqua da impie-gare per la chiarifica (es. volume 50 / grammi 5 = 10 parti di acqua da impiegare per disciogliere la bentonite). Mediamente le buo-ne bentoniti assorbono fino a 10-12 volte il loro peso di acqua, con una elevata superficie adsorben-te (5 mq/g) ed una elevata capa-cità di scambio cationico.Vini ricchi di polisaccaridi e di colloidi protettori in genere osta-colano la flocculazione della bentonite: in questi casi si può valutare l’uso di un chiarificante complesso che può dare risultati migliori.

Applicazioni della bentonite in enologia.La bentonite può avere numero-

se applicazioni in enologia:viene impiegata per evitare la casse proteica nei vini bian-chi; essa asporta in preferenza l’azoto proteico fino al 30-40%, asporta in parte i polipeptidi ed in percentuale molto esigua gli am-minoacidi.Si impiega la bentonite per evita-re il surcollaggio, quando vengo-no utilizzati chiarificanti organici

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in dosi elevate.La bentonite ha un effetto anti-biotico e viene impiegata per eli-minare le sostanze antibiotiche e i residui di antiparassitari pre-senti nel mosto.Ha un effetto contro le ossidasi e serve ad eliminare la componen-te proteica a carica positiva delle ossidasi in fermentazione: ha una azione molto efficace sulla tiro-sinasi delle uve e meno efficace sulla laccasi della botrite; l’uso in dosi eccessive in fermentazione può indurre la produzione di aci-do solfidrico da parte dei lieviti.Si impiega la bentonite nei vini rossi di pronta beva, quando sono molto ricchi di sostanza colorante colloidale, per elimina-re la frazione instabile del colore; in questo caso le dosi da impie-gare sono molto basse per evita-re perdite di colore e di profumi.La bentonite ha un effetto sulle le ammine biogene, che posso-no indurre reazioni allergiche ed emicranie; esse hanno nei vini carica positiva e possono essere asportate dalla bentonite. Lo stesso effetto si ha nei con-fronti della cosidetta proteina killer – emessa dai lieviti killer, responsabile di arresti di fermen-tazione.Un certo effetto si ha anche sull’assorbimento della “ribofla-vina”, responsabile del c.d. “gu-sto di luce” nei vini bianchi.Sui vini bianchi il trattamento con bentonite deve essere effettuato dopo una prova di stabilità pro-teica o dopo aver misurato il con-tenuto di proteine del vino (analisi ormai di routine presso il CSVP di Coldiretti).Su mosti bianchi ricchi di protei-ne e di enzimi ossidanti si può utilizzare la bentonite durante la fermentazione alcolica dopo le operazioni di sfecciatura: ciò

consente un prolungato contatto con le proteine e gli enzimi ossi-danti, favorito dalla fermentazio-ne tumultuosa. Recenti esperienze hanno dimo-strato che questa tecnica può predisporre alla comparsa di odori di ridotto dovuti alle pro-teasi dei lieviti che attaccano le proteine legate alla bentonite in sospensione. Occorre quindi se-parare immediatamente il mate-riale feccioso grossolano a fine fermentazione.L’uso in fermentazione può in-cidere sulle glicosidasi per cui il suo impiego in fermentazione non è adatto nella vinificazione con lieviti varietali.Il battonage praticato sui vini bianchi consente di eliminare fino al 70% il rischio di casse pro-teica. I vini dopo affinamento in barrique sui lieviti necessitano di dosi di bentonite nettamente in-feriori per la stabilizzazione pro-teica con conseguenti vantaggi organolettici.La bentonite granulare si stem-pera meglio in acqua, non forma grumi ed è dotata di maggior po-tere illimpidente e stabilizzante. È opportuno impiegare acqua distillata o deionizzata preferibil-mente tiepida per evitare di neu-tralizzare la carica negativa delle lamelle di bentonite. Le dosi da impiegare variano molto in fun-zione del tipo di chiarificante usa-to e del tipo di vino. Ai fini organolettici è bene uti-lizzare sempre dosi minime in funzione del livello di stabilità proteica e del contenuto in pro-teine totali del vino, per evitare un certo effetto adsorbente sugli aromi. Sui vini da produrre vivaci o frizzanti è bene non eccedere nelle dosi per evitare l’eccessivo impoverimento di sostanze azo-tate utili per la rifermentazione e

per il mantenimento della spuma.

Impiego della Bentonite sui vini rossiL’impiego sui vini rossi non ri-guarda la stabilizzazione proteica bensì l’eventuale eliminazione di sostanze polifenoliche instabili, che si insolubilizzano con l’ab-bassarsi della temperatura. Ge-neralmente non si usa la bento-nite sui vini rossi da affinamento, se non in piccole dosi.Si può usare invece sui vini d’an-nata o sui vini novelli per elimi-nare la frazione di colore più in-stabile. Sui vini rossi il trattamento con bentonite può essere effettuato sui vini molto ricchi di sostan-za colorante colloidale; la carica positiva posizionata sul cristallo silicico permette di eliminare la frazione instabile del colore e di realizzare una stabilità dei vini in bottiglia superiore a quella otte-nibile con i chiarificanti proteici (gelatina, albumina di sangue o d’uovo); in questi casi le dosi da impiegare risultano molto basse per evitare la perdita di colore e di profumi.Sono state messe a confronto 15 diverse bentoniti (CRA) su vini diversi, determinando l’indice di rigonfiamento in acqua; il volume di deposito dopo 24 ore in una soluzione di bitartrato di potas-sio; l’assorbimento del blu di me-tilene; il potere adsorbente sulle proteine. La sperimentazione è stata con-dotta con 5 diversi vini che pos-siedono un patrimonio polifenoli-co molto differente.Barbera: ricco di antociani (in particolare malvidina fino al 50%) e contenuto di polifenoli flavanici relativamente modesto; dolcet-to: ricco di antociani (predomi-na la malvidina), e contenuto di

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polifenoli flavanici relativamente modesto; freisa: ricco di antocia-ni, (malvidina e petunidina preva-lenti), ricco di polifenoli flavanici; nebbiolo: vino con struttura di grande finezza: povero di anto-ciani (prevalenza di peonidina > 30%) e ricco di polifenoli flavanici che lo rendono adatto all’affina-mento; grignolino: povero di an-tociani, molto ricco di flavani, che non si prestano all’affinamento, da consumare generalmente en-tro il secondo anno di produzio-ne.

Influenza della bentonite sulle caratteristiche cromatiche dei vini rossiSu vini mediamente colorati il trattamento è stato molto pena-lizzante rispetto ai valori di inten-sità e tonalità di colore mentre sui vini ricchi di colore non si è evi-denziata una riduzione evidente dell’intensità colorante; si è visto che certe bentoniti tendono ad ingiallire il vino: ciò è correlato con l’intensità di colore, nel sen-so che bentoniti che rispettano di più l’intensità non influiscono sulla tonalità; il trattamento può risultare indicato su vini rosati ricchi di colore; parrebbe che la

riduzione maggiore si evidenzi nei vini in cui sono prevalenti i pigmenti malvidina e petunidina.Antociani: la riduzione degli anto-ciani è sempre evidente e risulta proporzionale alla dose di bento-nite utilizzata.Polifenoli totali: il trattamento con bentonite induce una riduzione dei polifenoli totali valutabile in-torno al 10%; l’impoverimento, a differenza degli antociani, non è proporzionale alla dose impiega-ta; vengono ridotti maggiormente

i flavani meno polimerizzati; per fare un confronto il trattamento con albumina a dosi molto eleva-te provocherebbe una riduzione massima intorno al 4%.La finalità di impiego della ben-tonite sui vini rossi riguarda so-lamente la stabilizzazione sulle molecole colloidali più instabili che costituiscono una frazione molto modesta del totale. Il suo impiego è quindi giustifi-cato soltanto per la riduzione del colore su vini troppo colorati.

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Un pacchetto di servizi pen-sati ad hoc per il settore agricolo per incentivare

la nascita di imprese, il ricambio generazionale, l’espansione della dimensione aziendale. Lo stru-mento è stato messo a punto da Ismea e presentato al Ministero per le Politiche agricole. Un’arma in più per sostenere le aziende under 40, che va ad af-fiancarsi ad iniziative già in cam-po come il pacchetto promosso da Coldiretti Giovani Impresa e CreditAgri Italia, in collaborazio-ne con FriulAdria e Cariparma che prevede Start Up, Presti-to Informatizzazione Aziendale, Formazione, Fideiussione a favo-re di Ismea, “Tutto Compreso” e “Linea Scelgo Io”. Il pacchetto si rivolge a giovani imprenditori (meno di 40 anni), start up, imprenditori che voglio-no rilanciare o espandere l’azien-da e si compone di sei strumenti, di cui due completamente inediti: il Fondo capitale di rischio, os-sia un fondo (di circa 50 mln di euro) per supportare la capitaliz-zazione e l’espansione delle pmi, attraverso il quale Ismea diventa socio di minoranza in imprese agricole organizzate in spa o srl; il Fondo di credito per ridurre il costo dei finanziamenti bancari (in attesa del decreto attuativo). Reinserito, inoltre, il regime di primo insediamento dei giovani agricoltori, che permette di ac-quistare terreni agricoli, anche pubblici, a un tasso agevolato e bloccato. Allargato a tutta Italia il sostegno al subentro nella conduzione di aziende in cui avvenga il ricam-bio generazionale. Previste infine

Rilancio dell’imprenditoria giovanileFondi e misure promosse da Ismea con CreditAgri Italia

garanzie per l’accesso al credito agrario e incentivi per stipulare polizze assicurative per le av-versità atmosferiche. Secondo quanto emerso dalla presenta-zione, alla quale hanno preso parte il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, e il pre-sidente di Ismea Arturo Semerari, al settembre 2012 sono già stati rilasciati oltre 15 milioni di euro di fondi a garanzia diretta per lo start up di nuove imprese agrico-le avviate da giovani al di sotto dei quarant’anni. Proprio su questi ultimi due punti il ministro Catania ha sottolinea-to la necessità, in prospettiva, di “andare al di là” dell’intervento pubblico: “sul fronte del credito dobbiamo prendere in seria con-siderazione l’idea di ritornare ad un regime di credito agrario diffe-renziato, la cui scomparsa è stata un grave danno per il settore; sul fronte delle assicurazioni dobbia-

mo superare la logica di affron-tare il rischio ex post, facendo decollare, anche a livello comu-nitario, il sistema assicurativo ex ante”. Anche perchè, ha aggiunto Se-merari, “in otto anni il mercato assicurativo agricolo è pratica-mente raddoppiato”. “Occorre investire in intelligenti attività di accompagnamento alla progettazione, adeguati mecca-nismi di assistenza allo start up, filiere corte di accesso al credito gestiti dai confidi come Credita-gri Italia, vista la grande propen-sione agli investimenti da parte dei giovani imprenditori” ha com-mentato il delegato nazionale dei giovani Coldiretti Vittorio San-giorgio. Secondo un’indagine Coldiretti/Swg, 30, le giovani imprese han-no la metà delle possibilità di ac-cedere al credito rispetto a quelle adulte.

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Indicazione degli allergeni per i vini 2012Tutte le casistiche da indicare nelle nuove etichette

Per i vini targati 2012 che stanno per essere, l’imbot-tigliati e avviati alla com-

mercializzazione si ricorda che come già comunicato dalla nostra dalla nostra Organizzazione ser-vizio vitivinicolo nel mese di giu-gno in base al “REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) N. 579/12 della Commissione, del 29 giugno 2012 che modifica il regolamento (CE) n. 607/2009 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 479/2008 del Consiglio per quanto riguarda le denominazioni di origine protette e le indicazioni geografiche protette, le menzio-ni tradizionali, l’etichettatura e la presentazione di determinati pro-dotti vitivinicoli” impone l’obbli-go dell’indicazione al consuma-tore tramite l’etichettatura degli allergeni (derivati dal latte e dalle uova), così come da tempo già previsto per i solfiti.Categorie di prodotti sogget-ti all’obbligo dell’indicazione in etichetta-Tutti i vini di tutte le categorie (tranquilli, frizzanti, spumanti, li-quorosi, ottenuti da uve appassi-te e da uve stramature), a qualsia-si classe appartengono (generici, varietali, millesimati (annata), Igt, Doc e Docg;” mosti di uva par-zialmente fermentati”, quando immessi come tali al consumo diretto, tale indicazione interessa anche le bevande bevande a base di vino, ecc.).Limitazioni dell’obbligoA parte i solfiti, per i quali le norme in materia sono in vigore già da al-cuni anni l’obbligo della suddetta indicazione allergenica riguarda

solo i prodotti seguenti:• ottenuti totalmente da uve rac-

colte a partire dalla vendemmia 2012, nella cui preparazione sono stati utilizzati gli allergeni provenienti dal latte e dalle uova. In proposito non ci sono tolle-ranze e anche la lieve presenza dell’1% o meno di prodotti del 2012 fa scattare l’obbligo della menzione in etichetta;

• ottenuti dal taglio di prodotti da uve raccolte nel 2012, con pro-dotti da uve del 2011 e prece-denti, quando - in ambedue i casi - la partita ottenuta contie-ne allergeni in misura superiore alle soglie minime impartite dal regolamento.

Esonerati dall’obbligo di indica-zione in etichettaNon è necessario indicarne la eventuale presenza nei casi se-guenti:• ottenuti da uve raccolte esclusi-

vamente nelle vendemmie 2011 e precedenti;

• per i vini e prodotti di qualsiasi annata (compresi 2012 e se-guenti) che vanno al consumo con un quantitativo di allergeni che non supera le soglie di tol-leranza massime previste dalla normativa e, più precisamente:a) per i solfiti: 10 mg/l (anidride

solforosa e solfiti, espres-si come SO2) (Direttiva n. 2000/13/CE, art. 6 (par. 3 bis, 10 e 11) e All. III bis) come modificata da ultimo dalla Di-rettiva 2007/68/CE

b) per i derivati dal latte e dal-le uova: 0,25 mg/l, verifica-ti tramite analisi con metodi “raccomandati” e pubblicati

dall’OIV (Regol. n. 1.234/07, art. 120/8/1° cm

Etichettatura indicazioni in lingua italiana: Ove ne sussista l’obbligo in base a quanto sopra indicato, la pre-senza dei singoli allergeni deve essere dichiarata, a scelta dell’im-bottigliatore italiano, con una delle seguenti diciture testuali espres-samente elencate nell’All. X, par-te A, del Regolamento. n. 607/09, come sostituito dal Regolamento. n. 579/2012:a) per i solfiti: “contiene solfiti” o

“contiene anidride solforosa”.b) per le uova e i prodotti a base di

uova: “uovo”, “proteina dell’uo-vo”, “derivati dell’uovo”, “lisozi-ma da uovo” o “ovoalbumina”;

c) per il latte e i prodotti a base di latte: “latte”, “derivati dal latte”, “caseina del latte” o “proteina

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del latte”.Per i vini venduti al di fuori del no-stro paese è necessario informarsi se l’indicazione in italiano è accet-tata oppure è richiesta l’indicazio-ne con la lingua del paese Etichettatura: dimensioni e ubica-zione delle indicazioni predette: anche qui - ovviamente nei soli casi in cui sono obbligatorie - le dichiarazioni di detti ingredienti sono soggette ai seguenti limiti:a) ubicazione: possono figurare

in qualsiasi parte del recipien-te e, quindi, anche in etichette applicate al di fuori dello stesso campo visivo in cui compaiono le altre indicazioni obbligatorie;

b) dimensioni: è stabilito solo un vincolo apparentemente gene-rico: devono essere presentate

“in caratteri indelebili e chiara-mente distinguibili dall’insieme delle altre indicazioni scritte e dei disegni”.

Etichettatura Pittogrammi: la normativa prevede anche l’uso di quattro pittogram-mi (Regolam. n. 607/09 come modificato recentemente dal n. 579/2012, identici per tutta la Ue, costituiti da scritte in due corone esterne con la scritta “Allergeni” in italiano e altre 9 lingue, completa-te al centro con i seguenti simboli o figure:a) il primo: indica la presenza dei

soli solfiti, con il simbolo SO2 scritta al centro;

b) il secondo: indica la presen-za dei solfiti e dei derivati dalle uova (figura di due uova sopra e

SO 2 nella metà inferiore);c) il terzo: indica la presenza dei

solfiti e dei derivati dal latte (idem al precedente, ma con la figura di un brik in luogo delle uova)

d) il quarto: idem ai precedenti ma con le figure sia delle uova che del brik.

In quanto al colore, i pittogrammi possono essere stampati in scala di grigio o in bianco e nero.Per i pittogrammi, in quanto ripor-tati solo a titolo facoltativo, non sono stabilite misure minime spe-cifiche. Il pittogramma, può essere inse-rito nell’ambito dell’etichettatura a titolo facoltativo “aggiuntivo”, fer-mo restando l’obbligo di riportare comunque le scritte in chiaro.

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, martedì 28 ago-sto 2012, il Decreto del

13 agosto 2012, con entrata in vigore da mercoledì 29 agosto, recante le nuove disposizioni na-zionali attuative del Regolamen-to (CE) n. 1234/2007 del Consi-glio, del regolamento applicativo (CE) n. 607/2009 della Commis-sione e del decreto legislativo n. 61/2010, per quanto concerne le DOP, le IGP, le menzioni tradizio-nali, l’etichettatura e la presenta-zione di determinati prodotti del settore vitivinicolo.Attraverso un’importante opera di semplificazione e ricodifica-zione delle preesistenti norme nazionali, si costituisce così il testo unico delle disposizioni nazionali in materia di “etichet-

Il Testo Unico per l’etichettatura e confezionamento dei vinificatiLa ricodificatura elimina alcuni vincoli a carico dei produttori

tatura e presentazione dei vini DOP e IGP e altri prodotti viti-vinicoli”, tenendo anche conto degli aggiornamenti apportati dal quadro di riferimento norma-tivo e nazionale. I punti essenzia-li riguardano la ricodificazione, che apporta una notevole sem-plificazione normativa e nel contempo elimina alcuni vincoli dichiarativi a carico dei pro-duttori connessi all’etichettatura e presentazione; inoltre detta le norme sui recipienti e le tappa-ture dei vini DOCG, DOC e IGT. In questo caso, pur salvaguar-dando l’immagine delle produ-zioni più qualificate (DOCG), sono eliminati alcuni vincoli troppo restrittivi in materia di confezionamento, che ormai non sono più in linea con le esi-

genze dei principali mercati di esportazione, in particolare dei vini DOC.Oltre ad aggiornare le disposi-zioni sui contenitori alternativi al vetro per i vini DOC (introdot-ti nei disciplinari di alcune DOC ai sensi dell’apposito decreto del 2008), sono introdotte mi-sure di liberalizzazione intese a consentire l’uso delle varie tap-pature ammesse dalla vigente normativa comunitaria, tra cui il tappo a vite, che risulta assai richiesto dai mercati esteri ma anche in Italia. Resta comunque fatto salvo l’uso del tradizionale tappo di sughero per le produ-zioni maggiormente qualificate, conformemente alle disposizioni degli specifici disciplinari di pro-duzione.

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La Coldiretti di Asti, in collaborazione con INIPA Piemonte, or-ganizza le prime due edizioni del corso di formazione di 12 ore “Gestione boschiva in sicurezza per prevenire incendi e calamità

naturali” . Le due iniziative sono finalizzate a comunicare le norme che regolano il taglio dei boschi, nel rispetto del vigente Regolamento Forestale e delle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro (utilizzo di trattori, motosega ed altre attrezzature).

Le due edizioni si terranno con il seguente calendario: 1. Vesime (c/o Museo della Pietra)20/11/2012, dalle ore 8.30 alle ore 12.30 - Prescrizioni tecniche per interventi selvicolturali 22 e 23/11/2012, dalle ore 8.30 alle ore 12.30 - “Gestione boschiva in sicurezza. Prevenzione incendi e calamità naturali”2. Asti (c/o sede Coldiretti) 06/12/2012, dalle ore 8.30 alle ore 12.30 - Prescrizioni tecniche per interventi selvicolturali 11 e 13/12/2012, dalle ore 8.30 alle ore 12.30 - “Gestione boschiva in sicurezza. Prevenzione incendi e calamità naturali”

Gli interessati devono iscriversi quanto prima presso gli uffici Coldiretti, tenendo conto che saranno comunque organizzate prossimamente al-tre edizioni dello stesso corso.

“L’entrata in vigore delle nuove norme che interven-gono per riequilibrare il po-

tere contrattuale lungo la filiera agroalimentare tra distribuzione e produttori e che prevedono il rispetto dei termini di pagamen-to non devono rappresentare un alibi per la parte acquirente a ri-vedere al ribasso i compensi che spettano ai produttori. Sarebbe questo un atto gravissimo che denunceremo con tutta la nostra forza”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini alla vigilia dell’entrata in vigore, il 24 ottobre, delle nuove regole previste dal decreto legge sulle liberalizzazioni. L’articolo 62 ed il relativo decre-to applicativo sulla cessione dei prodotti agricoli e alimentari – ri-leva la Coldiretti - hanno il merito di qualificare determinati com-portamenti come illeciti a pre-scindere dalla dimostrazione del-la “posizione dominante” o dello “stato di dipendenza economica” che si è rivelata nei fatti quasi impossibile. “È molto positivo, in particolare – precisa Marini - che le nuove disposizioni consideri-no pratica commerciale sleale le condizioni contrattuali che deter-minano “prezzi palesemente al di sotto del costo di produzione medio” dei prodotti agricoli. Si tratta di un principio – aggiunge il presidente di Coldiretti - che trova sostegno nel recente rego-lamento comunitario sui rapporti contrattuali nel settore del latte laddove si evidenzia che biso-gna risolvere il problema della trasmissione del prezzo lungo la filiera, in particolare per quanto riguarda i prezzi franco azienda,

Le nuove norme sui pagamentiNessun alibi per gli acquirenti, non si ribassano i compensi dei produttori

“il cui livello non evolve general-mente in linea con l’aumento dei costi di produzione”.La Coldiretti esprime un giudizio positivo sul fatto che la normativa richieda l’obbligatorietà della for-ma scritta dei contratti di cessio-ne e della presenza di elementi essenziali in vista della realizza-zione dei principi di trasparenza, correttezza e lealtà commerciale e che fissi dei termini di paga-mento legali, trenta o sessanta giorni dal ricevimento della fat-tura che, a differenza di prima, sono tolti dalla disponibilità con-trattuale delle parti.

Le nuove norme introdotte dall’art.62 – conclude la Coldi-retti – devono essere applicate da subito, ma con intelligenza. Se necessario, potranno essere previste delle norme tecniche in grado di oliare gli ingranaggi del provvedimento.

AGGIORNAMENTO SULLE NORME DI GESTIONE DEI BOSCHI

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Contraffazione a tavola: la più temuta dal 60% degli italianiIl fenomeno dell’italian sounding ruba 60 miliardi ai produttori italiani

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Le contraffazioni a tavola sono quelle più temute dagli italiani con sei cittadini su dieci (60

per cento) che le considerano addirit-tura più gravi delle frodi fiscali e degli scandali finanziari.E’ quanto afferma la Coldiretti in oc-casione della presentazione della ri-cerca del ministero Sviluppo Econo-mico-Censis dalla quale si evidenzia che la contraffazione alimentare vale in Italia 1,1 miliardi di euro che sale però a 60 miliardi se si considera il fe-nomeno dei prodotti italian sounding. Non l’italian tasting come ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti al Forum di Cernobbio dove è stata presentata una esposizione, dal par-mesan al barbera bianco, dal provo-lone del Wisconsin ai pomodori san Marzano della California.A spaventare sono soprattutto gli ef-fetti sulla salute delle frodi a tavola che si moltiplicano nel tempo della crisi soprattutto con la diffusione dei cibi low cost. La frode alimentare è un crimine particolarmente odioso per-ché si fonda soprattutto sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti. Oltre un certo limite non è possibile farlo se non si vuole mettere a rischio la salute. Sul mercato si trovano ad esempio oli di oliva venduti come ita-liani a prezzi che non riescono a co-prire neanche i costi di raccolta delle olive e lo stesso vale per prosciutti o formaggi “spacciati” come nostrani o italiani senza esserlo.Gli ottimi risultati dell’attività di contra-sto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate confermano - continua la Coldiretti - la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata, volu-to con una legge nazionale all’inizio

Un cesto di falsi prodotti alimentari “made in Italy” scovati dalla Coldiretti in tutto il mondo

dell’anno appro-vata all’unani-mità dal parla-mento italiano ma non ancora applicato per le resistenze comu-nitarie. Un ritardo da colmare an-che per contra-stare il fenomeno dell’italian soun-ding all’estero che colpisce i prodotti più rappre-sentativi dell’iden-tità alimentare nazionale come è stato evidenziato dall’esposizione della Coldiretti sui casi più eclatanti di pirateria alimen-tare nei diversi continenti dove sono state scovate delle inquietanti aberra-zioni, dallo “Spicy thai pesto” statuni-tense al “Parma salami” del Messico, ma anche una curiosa “mortadela” si-ciliana dal Brasile, un “salami calabre-se” prodotto in Canada, un “barbera bianco” rumeno, il “provolone” del Wisconsin, gli “chapagetti” prodotti in Corea, una strana “pizza polla ci-polla Basilicata” prodotta in Olanda e un preoccupante sugo “mascarpone e ruccola” prodotto in Svezia.Le denominazioni Parmigiano Reg-giano e Grana Padano sono le più copiate nel mondo con il Parmesan diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada, dall’Australia fino al Giappone, ma in vendita c’è anche il Parmesao in Brasile, il Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesao in tutto il Sud America, ma anche Pa-mesello in Belgio o Parmezan in Ro-mania. Per non parlare del Romano, dell’Asiago e del Gorgonzola prodotti negli Stati Uniti dove si trovano an-che il Chianti californiano e inquietanti imitazioni di soppressata calabre-se, asiago e pomodori San Marzano “spacciate” come italiane. E in alcuni

casi sono i marchi storici ad essere “taroccati” come nel caso della mor-tadella San Daniele e del prosciutto San Daniele prodotti in Canada. Il co-mune denominatore degli esempi di imitazione e contraffazione di prodotti agroalimentari italiani è l’opportunità, per un’azienda all’estero, di ottenere sul proprio mercato di riferimento un vantaggio competitivo associando indebitamente ai propri prodotti l’im-magine del Made in Italy apprezzata dai consumatori stranieri, senza alcun legame con il sistema produttivo ita-liano e facendo concorrenza sleale nei confronti dei produttori nazionali impegnati a garantire standard elevati di qualità. Bisogna combattere un in-ganno globale per i consumatori che causa danni economici e di immagine alla produzione italiana sul piano in-ternazionale cercando un accordo sul commercio internazionale nel Wto per la tutela delle denominazioni dai falsi, ma è anche necessario fare chiarezza a livello nazionale ed europeo dove occorre estendere a tutti i prodotti l’obbligo di indicare in etichetta l’ori-gine dei prodotti alimentari come pre-visto dalla legge approvata all’unani-mità dal Parlamento italiano all’inizio della legislatura e rimasta fino ad ora inapplicata.

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Arriva il primo latte a lunga conservazione, firmato dagli agricoltori italiani. Per sma-

scherare sul mercato gli inganni del finto Made in Italy. È stato presen-tato dal presidente della Coldiretti Sergio Marini nel corso del Forum di Cernobbio e sarà distribuito pres-so supermercati, negozi e Botteghe di Campagna Amica. La sigla che lo contraddistingue è Fai, perché è Fir-mato dagli Agricoltori Italiani e provie-ne al cento per cento da allevamenti nazionali. “Il primo latte UTH tutto italiano vuole riportare trasparenza in un settore dove viene “spacciato” come nazionale il latte importato da Paesi comunitari ed extracomunita-ri perché non è ancora obbligatorio

Il primo latte cento per cento italianoFirmato (FAI) dagli agricoltori italiani

Una cerimonia toccante e molto partecipata, il 21 ot-tobre ad Isola d’Asti, per

la commemorazione di Paolo Va-stadore, giovane tecnico Coldiret-ti, tragicamente scomparso, il 19 gennaio 2010, all’età di 27 anni, in un incidente stradale mentre tor-nava a casa dopo una giornata di lavoro.Nella chiesa parrocchiale di San-ta Caterina ad Isola Piano, Mons. Giovanni Bertolino e don France-sco Cartello, hanno officiato una messa in suffragio, alla presenza di numerosissime persone, familiari, amici, colleghi di lavoro, autorità e moltissimi concittadini.A seguire, in Municipio, la conse-gna della Borsa di Studi allo stu-dente più meritevole dell’Istituto I.I.S. “G. Penna” di Asti diplomato-si con il miglior risultato all’esame di maturità.

indicare in etichetta la provenien-za, nonostante la legge approvata all’unanimità dal Parlamento all’inizio della legislatura – commentano Pa-olo Rovellotti e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Piemonte -. Al contrario della stra-grande maggioranza dell’Uht in cir-colazione in Italia, infatti, quello della filiera Fai arriverà solo da allevamenti nazionali selezionati e controllati e per la sua lavorazione verrà usata energia verde da fonti rinnovabili in accordo ai principi del protocollo di Kyoto”. Il contenitore, in materiale riciclabile e con un tappo a doppia sicurezza per garantire l’integrità del prodotto, porterà la scritta “Io sono italiano” e il logo tricolore FAI.

A Giovanni Picollo la Borsa di studio Paolo VastadoreConsegnata il 21 ottobre a Isola d’Asti dal presidente Coldiretti

Un’iniziativa voluta dai familiari di Paolo Vastadore insieme a Col-diretti Asti, sotto il patrocinio del Comune di Isola d’Asti, e con il contributo delle associazioni di vo-lontariato del paese, di tanti amici e colleghi.Vincitore della Borsa di Studi, e del premio di 750 euro, è risulta-to Giovanni Picollo di Costigliole d’Asti. La consegna è avvenuta ad opera del presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale, alla presen-

za dei familiari di Paolo Vastadore, e con gli interventi, coordinati dal professor Erildo Ferro, del Sinda-co di Isola, Franco Cavagnino, del preside dell’Istituto Penna, Renato Parisio, dell’assessore provinciale, Andrea Sodano, della consigliera regionale, Angela Motta e dell’Ono-revole Sebastiano Fogliato.

La consegna: il Sindaco e il presidente Coldiretti con Giovanni Picollo

e i familiari Vastadore

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