Il Notiziario Agricolo n.1/2011

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Anno 60° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI ASTI COLDIRETTI Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 1 - Anno 2011. In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo 1 numero 18 gennaio 2011

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Il Notiziario Agricolo n.1/2011

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60° Periodico della FederazioneProvinciale COLDIRETTI ASTI

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1 numero 18 gennaio 2011

Strada per Alessandria, 23 15026 Carentino (AL)

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Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: [email protected] ufficiale Coldiretti Anno 60° numero 1-18 gennaio 2011*Realizzazione grafica e stampaRiflesso – S.r.l. F.lli Scaravaglio & C.Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-4-1949 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano ZuninoPubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.590425Abbonamento annuale: Euro 20,00*Data di chiusura del giornale

L’etichettaturaobbligatoria è legge

dello Stato

La rivoluzionedella vendita diretta

organizzata

Moscato:ora si ascolti

la parte agricola

Via liberaalla distillazionedei vini: come si

applica

ConsorzioCarcasse animali:nuove esenzioni

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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Come equando si va in

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVAai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013

Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Notizie Coldiretti sempre aggiornateRichiedete l’invio delle notizie tramite e-mail o SMS

da ritagliare e spedire a: ColdiREtti ASti - C.So CAvAllotti 41 - 14100 ASti

Io sottoscritto_____________________________________________________________

Indirizzo__________________________________________________________________

Settore produttivo di interesse_______________________________________________desidero ricevere l’invio delle informazioni divulgate da Coldiretti Asti inerenti i vari argomenti di interesse per la propria impresa agricola, tramite:

e-mail all’indirizzo: _______________________________________

SMS al telefono di cellulare: _______________________________

Coldiretti Asti, nell’ambito dell’Azione 111-1B del PSR, ha predisposto un nuovo servizio per la diffusione delle notizie in tempi rapidi e puntuali. Per essere sempre informati sugli adempimenti, le scadenze, le opportuità inerenti l’attività delle imprese agricole, Coldiretti divulgherà le noti-zie tramite e-mail e/o SMS telefonici. Si tratta di un’opportunità per essere sempre aggiornati e tenere sotto controllo la propria azienda, dal punto di vista tecnico, burocratico ed economico.Per aderire all’iniziativa e ricevere quindi le notizie è sufficiente compilare e restituire il presen-te modello agli uffici Coldiretti.

Autorizzo Coldiretti Asti ad inserire i miei dati nelle liste per la gestione dell’invio dei comunicati in-formativi. In qualsiasi momento in base all’Art. 13 della legge 675/96 potrò chiedere la modifica o la cancellazione, oppure negare il consenso al loro utilizzo scrivendo a Coldiretti C.so F. Cavallotti 41 – 14100 Asti.

Luogo ____________________________________Data__________________________Firma_____________________________

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E alla fine ce l’abbiamo fatta! La norma che obbliga di indicare l’origine geografica

del prodotto agricolo su tutti gli alimentari è diventata legge dello Stato italiano.E’ una nostra vittoria che premia la costanza e la determinazione con la quale, in questi anni, abbiamo sostenuto una denuncia forte e una proposta coerente ampiamente condivisa dalla gente.Lo abbiamo fatto presidiando le nostre frontiere e mettendo a nudo le inquietanti anomalie che vi abbiamo riscontrato; lo abbiamo fatto esternando con coraggio la nostra indignazione di fronte al susseguirsi delle troppe emer-genze alimentari; lo abbiamo fatto contrastando con forza la sfacciata supponenza degli affaristi del finto made in Italy; lo abbiamo fatto resistendo al boicottaggio di chi ha ripetutamente agitato la tagliola della competenza europea per fermare tutto. Questa legge è una vittoria per i cittadini e per i consumatori che potranno finalmente sapere da dove viene ciò che mangiano e scegliere italiano, perche l’agricol-tura italiana e il cibo vero italiano sono i più controllatati, i più sicuri e i più apprezzati al mondo.E’ una vittoria per le nostre im-prese agricole che potranno far riconoscere il valore del proprio lavoro e della propria qualità e contrastare la concorrenza sleale di chi vende per italiano ciò che di italiano non ha neppure l’incarto. E’ una vittoria per la filiera agricola italiana, ma anche per le industrie e la distribuzione italiana che vorranno valorizzare il vero made in Italy quale leva competitiva esclusiva per fronteggiare mercati

interni ed internazionali. E’ una vittoria per la politica italiana tutta, perche la legge è stata votata all’unanimità da tutti i partiti e da tutti i parlamentari, e questo fa onore a un Paese che generalmente è diviso su ogni cosa e che ha, invece, ritrovato l’unita proprio su una norma dove è in gioco la corretta informazione ai consumatori e la difesa della trasparenza.E, infine, questa legge è una vitto-ria dell’Italia intera perche il nostro Paese ha dimostrato di essere leader in Europa in tema di sicu-rezza alimentare avendo avuto il coraggio di legiferare laddove invece l’Europa, ancora troppo distante dai cittadini, ha trovato sempre il modo di impantanarsi perpetuando di fatto gli interessi delle lobby degli affari. Per tutti noi si tratta di un passo

avanti nella democrazia economica e nei diritti dei consumatori, ed è, quindi, sentito e doveroso il nostro ringraziamento a tutti coloro - soci, associazioni, cittadini, esponenti politici -che hanno permesso di vincere questa battaglia.Sappiamo che un ulteriore e de-cisivo impegno servirà per far sì che la legge venga applicata bene e velocemente, aspro infatti potrebbe essere il confronto con una Ue che rema ancora contro, e poi i soliti portatori insani di interessi proveranno di certo a rimettersi di traverso.Ma noi saremo lì a monitorare, a sollecitare, a denunciare, ci saremo con quel senso di re-sponsabilità proprio di una forza sociale come Coldiretti che ogni giorno, e sempre di più, si sente impegnata ad arricchire di futuro il nostro Paese.

Una vittoria per l’intero Paesedi Sergio Marini, presidente nazionale Coldiretti

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Sergio Marini, pres. nazionale Coldiretti

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Martedì 18 gennaio 2011, la Commissione Agri-cola della Camera dei

Deputati approva definitivamente la legge sull’etichettatura obbli-gatoria.E’ una giornata storica. La storia è scritta e il futuro è tracciato.Ci sono voluti anni e decine di manifestazioni ad opera di Coldi-retti. Anche i più strenui e scorretti oppositori sono vinti, ora non si torna indietro. A mente fredda, anche Coldiretti Asti saluta l’avve-nimento con un commento politico al di fuori degli schemi: “Nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, nel pieno del dibattito sul federalismo e nella settimana del disorientamento nazionale, questo è il provvedimento che fa grande il nostro Paese”.Troppa enfasi per un interesse di settore? Niente affatto: la legge sull’etichettatura agroalimentare rende onore ad un paese da sem-pre riottoso all’unità e all’orgoglio nazionale. Intanto coinvolge il cibo, vero elemento distintivo della nostra italianità, con le sue tradizioni e i suoi riti. Concede la rintracciabilità dei prodotti dalla tavola al campo di coltivazione, fornendo una trasparenza ina-spettata agli italici costumi. Fa emergere l’origine delle produ-zioni, garantendo il palcoscenico

a tutti i nostri campanili, in questo senso è un vero provvedimento federalista, pur rinsaldando l’unità nazionale. Tutto questo mentre in nuce al provvedimento rimane la salvaguardia del Made in Italy agroalimentare. Gli italiani, per una volta, fanno scuola di moralità nel mondo: via le schifezze dalle tavo-le, vogliamo i prodotti di qualità, la serietà, l’onestà in tutti i passaggi della filiera. Noi italiani, sui nostri prodotti ci mettiamo l’etichetta, ci mettiamo la faccia. Via i furbetti, via le rendite parassite, avanti col

lavoro, la salubrità, il giusto prezzo.Ci sta tutto nella legge sull’eti-chettatura. La salute, l’ambiente, il benessere.Un grande traguardo che apre nuovi confini, frutto di quello che il presidente nazionale Coldiretti, Sergio Marini, ha definito l’unico vero progetto economico sulla scena politica nazionale: “La filiera agricola tutta italiana”.La legge sull’etichettatura unisce l’Italia, rende dignità agli impulsi federalisti e rilancia, nel mondo, l’onorabilità di un’intera nazione.

Una giornata storicaL’etichettatura è obbligatoria, la storia è scritta, il futuro è tracciato

“Nell’anno del 150° anniversariodell’Unità d’Italia, nel pienodel dibattito sul federalismoe nella settimana del disorientamentonazionale, questo è il provvedimentoche fa grande il nostro Paese”.

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“Dopo anni di richieste, manife-stazioni, documenti, battaglie nelle sedi istituzionali e politi-

che finalmente la più volte annun-ciata legge sull’etichettatura è stata approvata”. Questa la dichiarazione soddisfatta di Paolo Rovellotti e Bruno Rivarossa – presidente e direttore di Coldiretti Piemonte. E continuano “con i nostri dirigenti ed associati abbiamo partecipato a decine di manifestazioni, sem-pre appoggiati dalle associazioni dei consumatori. Ricordiamo le frontiere del Frejus e del Brenne-ro, la mucca Lola con la carta di identità davanti ai supermercati e in Piazza Palazzo di Città a Torino per denunciare l’agropirateria sono servite. Della disposizione di legge si avvantaggerà l’agricoltura perché finalmente chi vorrà comprare il pro-dotto italiano lo potrà riconoscere evitando che i prodotti esteri siano spacciati per italiani e i consumatori perché saranno posti in condizione di capire da dove arriva il prodotto oggetto d’acquisto”.E ora i contenuti della legge. L’arti-colo centrale è il numero 4 sull’eti-chettatura dei prodotti alimentari. “Vi si prevede che - sottolinea la Coldiretti - al fine di assicurare ai consumatori una completa e corret-

ta informazione sulle caratteristiche dei prodotti alimentari commercia-lizzati, trasformati, parzialmente trasformati o non trasformati, nonché al fine di rafforzare la pre-venzione e la repressione delle frodi alimentari, è obbligatorio, nei limiti e secondo le procedure stabilite, riportare nell’etichettatura di tali prodotti, oltre alle indicazioni di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 109, e succes-sive modificazioni, l’indicazione del luogo di origine o di provenienza e, in conformità alla normativa dell’Unione europea, dell’even-tuale utilizzazione di ingredienti in cui vi sia presenza di organismi geneticamente modificati (OGM) in qualunque fase della catena alimentare, dal luogo di produzione iniziale fino al consumo finale”. “Per i prodotti non trasformati - continua la Coldiretti - il luogo d’origine ri-guarda il paese di produzione. Per quelli trasformati dovranno essere indicati il luogo dove è avvenuta l’ultima trasformazione sostanziale e il luogo di coltivazione o alleva-mento della materia prima agricola prevalente utilizzata. Entro sessan-ta giorni dall’approvazione della legge dovranno essere emanati decreti interministeriali da parte

del Ministero dello Sviluppo eco-nomico e di quello delle Politiche Agricole, sentite le organizzazioni maggiormente rappresentative a livello nazionale nei settori della produzione e della trasformazione agroalimentare e acquisiti i pareri delle competenti Commissioni parlamentari, con cui verranno de-finite le modalità per l’indicazione obbligatoria, nonché le disposizioni relative alla tracciabilità dei prodotti agricoli di origine o di provenienza del territorio nazionale.Con gli stessi decreti saranno definiti, relativamente a ciascuna filiera, i prodotti alimentari soggetti all’obbligo dell’indicazione nonché il requisito della prevalenza della materia prima agricola utilizzata nella preparazione o produzione

Una conquista tutta di ColdirettiCi sono voluti anni e decine di manifestazioni

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dei prodotti”. Sanzioni per chi non rispetta le norme. Chi immette in commer-cio prodotti privi dell’indicazione d’origine rischia una sanzione fino a 9.500 euro.La legge sottolinea anche all’arti-colo 5 che le informazioni relative al luogo di origine o di provenienza delle stesse materie prime sono necessarie al fine di non indurre in errore il consumatore medio e l’omissione delle stesse costituisce pratica commerciale ingannevole. In questo modo si assicura lo stop alle pratiche commerciali sleali nella presentazione degli alimenti per quanto riguarda la reale origine geografica degli ingredienti utiliz-zati. L’origine degli alimenti dovrà essere prevista obbligatoriamente in etichetta e non potrà essere omessa anche nella comunicazione commerciale, per non indurre in errore il consumatore. Basta con la pubblicità ingannevole. Niente più pubblicità al succo di arancia con le immagini della Sicilia se viene utilizzato quello prove-niente dal Brasile, come purtroppo spesso avviene. O ancora, niente pubblicità alla mozzarelle con le immagini del Golfo di Napoli se provengono dalla Germania come è successo per quella diventata blu. L’articolo 2 della legge introduce il divieto di inserire il nome di formag-gi Dop nell’etichetta delle miscele di formaggi. Il nome potrà comparire solo tra gli ingredienti e a patto che la presenza di formaggio Dop non sia inferiore al 20 per cento della miscela. La legge contiene anche altri provvedimenti che vanno dalla promozione di contratti di filiera e di distretto a livello nazionale all’isti-tuzione di un Sistema di qualità nazionale di produzione integrata, fino all’introduzione dell’obbligo per gli allevatori di bufala di rilevare il latte prodotto giornalmente per assicurare la piena trasparenza ai consumatori.

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Sacchetto: una grande notizia per il PiemontePlauso della Regione Piemonte: l’agroalimentare ora può davvero crescere

L’eccellenza agroalimentare della nostra regione finalmente è tute-lata da una legge. L’approvazione da parte della Commissione agri-coltura della Camera per quanto concerne il disegno di legge sull’etichettatura degli alimenti non può che essere accolta come una grande notizia per il Piemon-te. Una legge di immensa impor-tanza a difesa della genuinità e della bontà degli alimenti.La vera novità è rappresentata dall’introduzione di una regola-mentata e completa etichettatura di tutti i prodotti alimentari. L’indi-cazione accurata del luogo d’ori-gine o di provenienza del bene, e la segnalazione dell’eventuale utilizzazione di ingredienti in cui vi sia presenza di organismi gene-ticamente modificati, permettono il raggiungimento di un duplice fondamentale obiettivo: in primo luogo la chiarezza e la sicurezza nei confronti del consumatore, il quale può conoscere realmente ciò che consuma, inoltre vi sarà la possibilità di reprimere le frodi nel campo alimentare. “La legge sull’etichettatura rappresenta un’ottima notizia per il Piemonte, da sempre terra caratterizzata dalla produzione di prodotti alimentari eccellenti, invidiati in

tutto il mondo, ma troppo spesso danneggiati da una concorrenza non chiara di beni agroalimentari spacciati per nostrani” commenta l’Assessore regionale all’agricol-tura Claudio Sacchetto “Un atto dovuto nei confronti del consu-matore ed un punto di partenza per poter cominciare un nuovo percorso puntando sulla produ-zione alimentare Piemontese: la regione Piemonte avvierà una serie di iniziative per rilanciare i settori che soffrono particolar-mente la crisi, in primis la carne. I dati delle importazioni sono preoccupanti, con questo nuovo strumento si potrà dare vita ad una vera e propria informazione ai consumatori sull’origine dei prodotti e tutelare meglio quelli piemontesi”.

Claudio Sacchetto, Ass. Reg. Agricoltura

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Più di un terzo della produzio-ne complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia

ed esportati, per un valore di 51 mi-liardi di euro di fatturato, deriva da materie prime importate, trasformate e vendute con il marchio Made in Italy, in quanto la legislazione, sino ad oggi, lo consentiva, nonostante in realtà potessero provenire da qualsiasi Stato. E’ quanto emerge dalle anticipazioni del rapporto Coldiretti/Eurispes divulgate in oc-casione dell’approvazione definitiva della legge salva Made in Italy che la maggiore organizzazione agricola italiana ed europea ha festeggiato con un migliaio di agricoltori in piaz-za Montecitorio con il presidente nazionale Sergio Marini. “Gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano - riferisce la Coldiretti - due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conserva-zione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all’insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere”.L’approvazione della legge pone fine ad un grave inganno nei confronti dei produttori italiani e dei consumatori che attribuiscono grande importanza

alla provenienza degli alimenti: per quasi un italiano su quattro (23 per cento) il cibo italiano dal campo alla tavola vale almeno il doppio con due italiani su tre (65 per cento) che sono disponibili a pagare dal 10 per cento in su, secondo l’indagine Coldiretti-Swg. La fiducia nel Made in Italy rispetto al prodotto straniero è del 91 per cento per gli alimenti, del 66 per cento per i vestiti, del 55 per cento nei mobili, del 49 per cento per la cosmetica, del 39 per gli utensili, del 26 per auto e motorini e del 18 per l’elettronica e cresce nel 2010 in tutti i settori. La superiorità del Made in Italy alimentare è attribuita al rispetto di leggi più severe, alla bontà e freschezza e alla garanzia di maggiori controlli. “La fiducia accordata alle produzioni agricole italiane è giustificata dal primato nei controlli con oltre un milione tra le verifiche e le ispezioni effettuate sul Made in Italy alimen-tare nel 2010 – dice il presidente della Coldiretti Sergio Marini -. Tra

Agenzie delle Dogane, Nas dei Ca-rabinieri, Istituto Controllo Qualità, Capitanerie di Porto, Corpo Fore-stale e Carabinieri delle Politiche Agricole, Asl, ai quali si è aggiunta l’attività degli organismi privati, sono stati effettuati nel 2010 oltre un milione di controlli sul Made in Italy, a garanzia delle imprese e dei consumatori. Una garanzia che ha consentito di far conquistare nel 2010 il primato nella sanità e nella sicurezza alimentare, con un record del 99 per cento di campioni regolari di frutta, verdura, vino e olio, con residui chimici al di sotto dei limiti di legge”. Nel nostro Paese si trova un terzo delle imprese biologiche europee e un quarto della superficie bio dell’Unione, superando il milione di ettari. L’agricoltura italiana vanta inoltre la leadership nei prodotti tipici con 214 prodotti a denominazione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall’Unione Europea, senza contare le 4511 specialità tradizionali censite dalle regioni.

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Fermato un business di 51 miliardiL’etichettatura obbligatoria stronca il falso Made in Italy

Via C. Botta, 4 - 14015San Damiano d’Asti

Tel. & Fax 0141.975146cell. 336.253369

S. DamianoCisternaCelle EnomondoFerrere

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Una salsiccia lunga oltre 100 metri nella piazza antistante Palazzo Monte-

citorio è stata preparata, cotta e mangiata, una performance nor-cina “Made in Italy” da Guinness per festeggiare la definitiva approvazione alla Camera della legge sull’etichettatura obbliga-toria di tutti i prodotti alimentari. L’iniziativa è degli allevatori di maiali di Coldiretti che dalla pro-vincia di Rieti hanno fatto arrivare allestito la gigantesca macinata di carne di maiale da insaccare in piazza, garantita contro i rischi della diossina dalla Germania.Sono stati necessari - sottolinea la Coldiretti - ben 80 chilogrammi di carne da inserire in una ma-tassiana di budello vegetale di circa 100 metri.Tre rotoli di spago hanno poi consentito la legatura che ha dato vita a più di mille salsicce. Il risultato è stato compiuto gra-zie al lavoro di numerosi giovani della Coldiretti che sulla maglia gialla portavano la scritta “Gli italiani lo fanno meglio!”. Una sorta di “certificazione” fai da te del lavoro italiano su un prodotto rigorosamente italiano (i maiali sono stati allevati in una azienda zootecnica Coldiretti di Magliano Sabina) in attesa che la garanzia venga direttamente dalle istitu-zioni. Per la supersalsiccia sono occorsi oltre alla carne di maiale, sale, pepe quanto basta e qual-che bicchiere di vino. Il risultato finale, suggestivo a vedersi, ha espresso il suo meglio quando le salsicce sono state collocate su una megagraticola che ha inizia-to ben presto a inondare piazza Montecitorio di eflluvi invitanti. Ai parlamentari e ai rappresentati

delle Istituzioni e ai numerosi cittadini che hanno sostenuto l’iniziativa della Coldiretti sono stati distribuiti centinaia di pa-nini”. L’iniziativa è stata anche l’occasione per far conoscere ai cittadini i contenuti della legge sull’etichettatura approvata che colloca l’Italia in una posizione da leader a livello Europea nella trasparenza dell’informazioni e nella difesa dei consumatori.Assieme al presidente Sergio Marini e ad oltre un migliaio di agricoltori Coldiretti, il salsiccio-ne da Guinness è stato gustato dal ministro dell’Agricoltura

Giancarlo Galan, dal presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Paolo Russo, dal presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Paolo Scarpa Bonazza Buora, Alfonso Andria, Viviana Beccalossi, Te-resio Delfino, Antonio Di Pietro, Sebastiano Fogliato, Colomba Mongello, Alfonso Pecoraro Scanio, Leana Pignedoli, Ermete Realacci, Marco Reguzzoni, Fe-dele Sanciu, mentre il Governa-tore del Veneto, Luca Zaia, tra i firmatari della legge, ha espresso telefonicamente la sua vicinanza all’iniziativa.

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I festeggiamenti davanti a MontecitorioLa giornata storica celebrata con 100 metri di salsiccia

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UE: avanti con latte, pollo e passataC’è già l’accordo per estendere l’etichetta a tutte le carni

latte fresco, passata di pomodoro e carne di pollo sono da tempo etichettati in

Italia sulla base di norme nazionali che obbligano ad indicare l’origine con il consenso dell’Unione Euro-pea dalla quale arriva l’annuncio che sull’estensione dell’etichet-tatura a tutti i tipi di carne c’è già l’accordo tra i 27 Paesi.E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che l’Italia è chiamata a svolgere un ruolo da apripista a livello comunitario per la leadership conquistata nella qualità e sicurez-za alimentare delle produzioni. I tre precedenti del latte fresco, passata e pomodoro di norme nazionali, una maggiore sensibilità comuni-taria sui temi della sicurezza con il via libera all’etichettatura della carne e soprattutto il rincorrersi di emergenze come l’ultima della diossina nelle uova e nel pollo sono - sostiene la Coldiretti - ra-gioni valide per non cedere alle pressioni delle lobby interessate e per sostenere e applicare la legge nazionale, che è stata formulata nel pieno rispetto della normativa comunitaria. Oggi più che mai la nostra legge nazionale rappresenta un punto a favore della civiltà e della democrazia, ma anche un chiaro monito alla Ue: quando forze sociali, consumatori e cit-tadini fanno squadra è possibile sconfiggere le lobby e far vincere la gente, se è in gioco la salute e la sicurezza di ciò che mangiamo si deve agire subito e non darsi tre anni per pensarci su, come vuole fare l’Europa”, ha affermato il presi-dente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “questa nuova emergenza cozza clamorosamente con la inerzia comunitaria. Ecco perché dopo aver approvato la

nostra legge italiana dobbiamo applicarla subito anche a costo, se necessario, di aprire un contenzio-so con l’Ue perché – ha concluso Marini - dobbiamo confermare ancora una volta che quando si parla di trasparenza, sicurezza e qualità dei cibi italiani ovvero della filiera agricola italiana noi siamo un passo avanti a tutti”. Sono oltre un milione – sottolinea la Coldiretti - i controlli effettuati in Italia tra verifiche e le ispezioni effettuate sul Made in Italy alimentare nel 2010 tra Agenzie delle Dogane, Nas dei Carabinieri, Istituto Con-trollo Qualità, Capitanerie di Porto, Corpo Forestale e Carabinieri delle Politiche Agricole, Asl, ai quali si è aggiunta l’attività degli organismi privati. Una garanzia che - precisa la Coldiretti - ha consentito di far conquistare nel 2010 il primato nella sanità e nella sicurezza alimentare, con un record del 99 per cento di campioni regolari di frutta, verdura, vino e olio, con residui chimici al di sotto dei limiti di legge. Nel nostro Paese si trova un terzo delle imprese biologiche europee e un quarto della super-

ficie bio dell’Unione, superando il milione di ettari. L’agricoltura italiana vanta inoltre la leadership nei prodotti tipici con 214 prodotti a denominazione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall’Unione Europea, senza con-tare le 4511 specialità tradizionali censite dalle regioni. Ma il Made in Italy a tavola è anche - conclude Coldiretti - l’emblema nel mondo della dieta mediterranea che è sta-ta riconosciuta dall’Unesco anche per il modello nutrizionale ormai universalmente riconosciuto fon-damentale ai fini del mantenimento di una buona salute e che si fonda su una alimentazione basata su prodotti locali, stagionali, freschi di cui l’Italia è particolarmente ricca.

Cibi con indicazionedi provenienzaCarne di pollo e derivati(norma nazionale)Carne bovinaFrutta e verdura frescheUovaMielePassata di pomodoroLatte fresco (normanazionale)PesceExtravergine di oliva

Cibi senza indicazionedi provenienzaPasta

Carne di maiale e salumiCarne di coniglioFrutta e verdura trasformataDerivati dal pomodoro diversi da passataFormaggiDerivati dei cereali (pane, pasta)

Carne di pecora e agnelloFonti: Elaborazioni Coldiretti

I CIBI CON L’ETICHETTA: L’ORIGINE SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI

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Moscato: ora si ascolti la parte agricolaColdiretti per ora non chiede un nuovo Consorzio, anche se i numeri ci sono

Nel Consorzio di Valorizza-zione e Tutela dell’Asti, non c’è pari dignità tra

produttori agricoli ed industriali trasformatori. Era inevitabile che il mondo agricolo desse un se-gnale forte al Consorzio stesso: 18 aziende private sono fuoriu-scite, così alcune cantine sociali insieme all’associazione produttori “Muscatellum”. Altre disdette sono state annunciate ed arriveranno nei prossimi giorni, nonostante siano state date adesioni “al buio” al Consorzio. Vista la situazione, Coldiretti segue con attenzione gli sviluppi della vicenda, in un incontro tenutosi a Santo Stefano Belbo ad inizio gennaio, si è fatto il punto della situazione con la base associativa e alla presenza dei vertici regionale dell’organiz-zazione.Coldiretti pone esclusivamente un problema di gestione e di effettiva rappresentanza senza pensare né alla chiusura del consorzio attuale, né alla costituzione di un nuovo consorzio, semmai di dare più forza alla compagine consortile con la partecipazione attiva della parte agricola.Secondo il presidente provinciale Coldiretti, Maurizio Soave, coin-cidono i tempi: a gennaio sarà messo in discussione lo statuto del Consorzio, dove la parte agri-cola vuole contare di più, almeno quanto quella industriale. Conse-guentemente occorre che l’attuale presidente del Consorzio trovi un’intesa con la parte agricola, altrimenti si arriverà alla conta della rappresentanza in Consiglio.Non si può dimenticare come, nel 2010, la commissione paritetica per la fissazione del prezzo delle uve, abbia lavorato troppo a senso

unico. “Vogliamo avere la possibi-lità di discutere la resa, il prezzo e soprattutto ai produttori che fanno riferimento alla Coldiretti, interessa l’elaborazione di una strategia che valorizzi il prodotto del territorio”. Questo il commento di Maurizio Soave che ha la delega regionale per il settore vitivinicolo. L’inserimento nella bozza del nuovo disciplinare della possibili-tà di aumentare la resa delle uve oltre al disciplinare è strumentale a penalizzare la tipicità delle uve prodotte dal territorio piemontese e favorisce produzioni elevate che andrebbero in concorrenza con il prodotto commodities ottenuto con l’uva Moscato in mezzo mondo.Occorre guardare avanti e pensare al futuro del Moscato perché l’in-dustria può delocalizzare i propri acquisti, mentre la produzione è ancorata al territorio. Se si perde la tipicità, si perde sia il Moscato, che l’Asti Spumante. “La tenuta della Commissione pari-tetica – sottolinea Bruno Rivarossa, direttore Coldiretti Piemonte - in questo momento è a forte rischio. Chiediamo all’assessore regionale

all’Agricoltura un incontro per de-nunciare l’attuale situazione. Con-siderato però l’indebolimento della rappresentatività del Consorzio dovuto alle fuoriuscite, Coldiretti chiede che venga considerata la necessità dei produttori di elabora-re strategie durature nell’interesse del territorio piemontese. Di qui, la necessità che la Commissio-ne paritetica debba garantire gli equilibri della filiera. Un ruolo che l’assessore regionale all’Agricoltura può svolgere”.“Anziché pensare di aumentare ulteriormente le rese produttive – rileva Antonio Ciotta, direttore Coldiretti Asti – è indispensabi-le analizzare l’andamento delle vendite di quest’anno e fare una comparazione con i prezzi di ven-dita, sia del Moscato che dell’Asti spumante. Il decantato aumento delle vendite è stato solo pre-sentato a parole e, poi, è inutile vendere di più, ma a prezzi che squalificano il prodotto. In ogni caso, tutte le previsioni più otti-mistiche non coprono ancora la quantità di prodotto ottenuta dalla vendemmia 2010. E’ su questo che

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occorre ragionare”.Coldiretti chiede al Consorzio di tutelare maggiormente la qualità del prodotto, in stretta connes-sione con il territorio.Questo inizio anno, dunque, sarà decisivo per il futuro del Consorzio attuale. Nonostante le rassicura-zioni della dirigenza di Coldiretti, non si esclude che se dalla tratta-tiva non dovesse emergere nulla di quanto richiesto dalla parte agricola, si approdi alla costitu-zione di un nuovo consorzio tra i fuoriusciti sia di parte agricola che industriale. I numeri ci sono.

Chiesta la convocazione della “Paritetica”Nell’incontro del 9 gennaio con l’assessore regionale all’Agricoltura

Come da impegni assunti dalla dirigenza di Coldiretti Piemonte nella riunione

del 4 gennaio con i dirigenti che operano nella zona del Mosca-to, il 9 gennaio una delegazione composta da Maurizio Soave, presidente di Coldiretti Asti, Ro-berto Paravidino, presidente di Coldiretti Alessandria, Federico Vacca, vicepresidente Coldiretti Cuneo, ha incontrato l’Assessore regionale all’agricoltura, Claudio Sacchetto.Maurizio Soave, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega al settore vitivinicolo, ha illustrato le preoccupazioni di Coldiretti all’assessore regionale. In parti-colare, per le questioni relative al mondo del Moscato, ha sottoline-ato che il Consorzio dell’Asti ha una progettualità che non risponde alle attese del mondo agricolo. Coldiretti chiede che all’interno del Consorzio ci sia maggior rappresentanza e considerazione della parte agricola. La vera prio-rità del settore Moscato va posta all’interno della “paritetica”, che deve essere il vero ed unico mo-

mento di incontro di tutta la filiera vitivinicola del Moscato. In tale senso, è stato chiesto all’Assessore di convocarla al più presto per programmare l’annata 2011 e discutere delle problema-tiche in atto. Il presidente dell’Associazione Muscatellum, Paolo Saracco, ha evidenziato quanto sia necessario affrontare le questioni sorte in questi ultimi mesi, cercando una progettualità condivisa da tutte le parti. Il presidente Maurizio Soave

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Distillazione vino: massimo rigoreColdiretti: si vigili su eventuali speculazioni

dopo il via libera della Con-ferenza Stato Regioni, le modalità di applicazione

della distillazione dei vini Doc Barbera, Dolcetto e Brachetto, in questi giorni sono al centro delle attenzioni dell’intero comparto agricolo.Se ne è parlato anche il 9 gennaio nell’incontro di una delegazio-ne di Coldiretti Piemonte con l’assessore regionale all’Agri-coltura, Claudio Sacchetto. Erano presenti Maurizio Soave, presidente di Coldiretti Asti, Ro-berto Paravidino, presidente di Coldiretti Alessandria, Federico Vacca, vicepresidente Coldiretti Cuneo.Il Ministero mette a disposizione 10 milioni di euro, per consentire di distillare la Barbera doc, ad esempio, per circa 50 centesi-mi al litro. La bozza di decreto prevede, in caso di adesione alla distillazione di crisi, la riduzione della resa produttiva della pros-sima annata del 20%. Coldiretti ha chiesto all’Assessore una applicazione rigorosa e controlli seri. Da sempre contraria alla pratica della distillazione, Coldi-retti pretende che non vengano distolte risorse agli investimenti produttivi utilizzandole solamente per la distillazione. “Troppe voci di compravendite speculative sono circolate in questi mesi – denuncia il presidente Coldiretti Asti, Maurizio Soave -. Occorre scoraggiare ed isolare i “furbetti del quartierino”, chi distilla deve impegnarsi a non fare più ecce-denze, la nostra proposta è di costituire tavoli “paritetici” per i vitigni Barbera e Dolcetto che sono tra i vini più in difficoltà nel panorama vitivinicolo pie-

montese”.Si pretende massima rigorosi-tà, con un’attenta valutazione delle partite di vino portate alla distillazione e, soprattutto, alla provenienza e ai passaggi lun-go la filiera. “C’è anche un altro aspetto da considerare – sotto-linea Antonio Ciotta, direttore Coldiretti Asti –: a fronte di un esborso di circa 5 milioni di euro per l’arricchimento dei vini, ora ci si appresta a concedere 10 milioni di euro per la distillazione di crisi. In caso di distillazione, deve esserci la garanzia della restituzione del denaro incassato per arricchire”.Una linea intransigente, dunque, quella di Coldiretti a favore della trasparenza. Dopo i presidi dei Tir alle frontiere e nei porti per salvaguardare i made in Italy e

stroncare i taroccamenti, dopo le battaglie sull’origine e la rin-tracciabilità, dopo aver stanato i furbetti del latte, del formaggio, dei prosciutti, dell’olio, ora tocca a quelli del vino. “Noi vogliamo tutelare la filiera agricola italiana – conclude Soave - quella seria ed onesta, quella delle vere im-prese agricole. Se qualcuno ha comprato il vino solo per portarlo alla distillazione, ora si deve fare in modo che non accada mai più”.

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Prima si paga perl’arricchimento, ora per distruggere il vino:non è più tollerabile

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Si rilancia sulla sicurezza alimentareChiarimento sulla legge antifrode: 1 milione di controlli nel 2010

i chiarimenti sulla piena ap-plicabilità delle norme anti frodi alimentari, insieme al via

libera del Parlamento alla legge sull’etichettatura, rafforzano la lotta alle sofisticazioni alimentari che vedono l’Italia all’avanguardia a livello comunitario con oltre un milioni di controlli e verifiche effettuate nel corso del 2010.E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’informazione provvisoria con la quale la terza sezione penale della Suprema Corte precisa che ‘’La disciplina in tema di tutela degli alimenti contenuta nella legge 283 del 1962 non rientra fra quelle abrogate dalla legge 246 del 2005 (la cosiddetta ‘’taglialeggi’) e relativi decreti attuativi’’.Nel 2011 la riaffermata operatività della legge antifrodi sarà accom-pagnata da una stretta nelle ma-glie larghe della legislazione che non consentirà più di “spacciare” come Made in Italy quasi la metà della spesa fatta dagli italiani grazie all’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima in tutti i prodotti alimentari in vendita.Sono oltre un milione – sotto-

linea la Coldiretti - i controlli effettuati in Italia tra verifiche e le ispezioni effettuate sul Made in Italy alimentare nel 2010 tra Agenzie delle Dogane, Nas dei Carabinieri, Istituto Controllo Qualità, Capitanerie di Porto, Corpo Forestale e Carabinieri delle Politiche Agricole, Asl, ai quali si è aggiunta l’attività degli organismi privati.Una garanzia che - precisa la Coldiretti - ha consentito di far conquistare nel 2010 il primato nella sanità e nella sicurezza alimentare, con un record del 99 per cento di campioni regolari di frutta, verdura, vino e olio, con residui chimici al di sotto dei limiti di legge.Nel nostro Paese si trova un terzo delle imprese biologiche europee e un quarto della superficie bio

dell’Unione, superando il milione di ettari.L’agricoltura italiana vanta inoltre la leadership nei prodotti tipici con 214 prodotti a denomina-zione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall’Unione Europea, senza contare le 4511 specialità tradizionali censite dalle regioni.Ma il Made in Italy a tavola è anche - conclude Coldiretti - l’emblema nel mondo della dieta mediterranea che è stata riconosciuta dall’Unesco anche per il modello nutrizionale ormai universalmente riconosciuto fondamentale ai fini del mante-nimento di una buona salute e che si fonda su una alimenta-zione basata su prodotti locali, stagionali, freschi di cui l’Italia è particolarmente ricca.

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Lo scandalo dei mangimi alla diossinaMiliardi di danni in tutta Europa, per colpa dei soliti furbi

l ’anno nuovo è iniziato con una nuova emergen-za alimentare: la diossina

su uova latte e carne prodotti in Germania. Per dirla in maniera molto semplice, gli oli esausti dei motori sarebbero stati “riciclati” da una industria tedesca come mangimi per alimentare galline, maiali e vacche da latte.In pochi giorni lo scandalo dios-sina si è allargato a migliaia di allevamenti, sicuramente ignari di aver utilizzato mangime contami-nato prodotto da più fornitori.Inizialmente lo scandalo ha col-pito gli allevamenti della bassa Sassonia, poi l’emergenza si è estesa anche a quelle in Nor-dreno-Westfalia, Brandeburgo e Baviera. Anche in Italia sono scattati i controlli sui flussi di importazione dalle aziende coinvolte: il nostro Paese è un forte importatore di carne di maiale dalla Germania, soprattutto destinata alla pro-duzione di prosciutti (circa 13 milioni di pezzi all’anno) per un totale di 220 milioni di chili nei primi nove mesi del 2010 con un aumento del 12 per cento rispetto allo scorso anno.Uno scandalo, questo tedesco,

che ha provocato danni per mi-liardi e miliardi di euro, ha profon-damente turbato i consumatori e danneggiato gli allevatori, il tutto a causa di quei “furbetti senza scrupoli” che, come da anni denuncia Coldiretti, sfruttano la filiera agricola per arricchirsi. Solo portando avanti, anche in ambito europeo, una chiara eti-chettatura lederemmo gli interessi commerciali di quei “delinquenti” che fabbricano alimenti zootec-nici con olio bruciato di motori, ovvero del mercato di quella carne, quel latte e quelle uova che avvelenano le nostre tavole e uccidono le nostre imprese oneste. L’Europa deve riuscire a scardina-re quelle lobby e quegli interessi che conosciamo bene anche in Italia e che fino all’ultimo si sono opposte alla legge sull’etichet-tatura. “Una legge che ci siamo fatti in casa – ha detto il presi-dente nazionale Coldiretti, Sergio Marini - e che oggi più che mai rappresenta un punto a favore della civiltà e della democrazia. Rappresenta anche un chiaro mo-nito alla Ue: quando forze sociali, consumatori e cittadini fanno squadra è possibile sconfiggere

le lobby e far vincere la gente, quando è in gioco la salute e la sicurezza di ciò che mangiamo si deve agire subito e non darsi tre anni per pensarci su, come vuole fare l’Europa”.

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Sergio Marini, presidente nazionale Coldiretti

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È stato calcolato come i prodotti consumati in ogni pasto dagli italiani,

percorrano mediamente quasi 2mila chilometri prima di giungere sulle tavole.

Il solo aumento del costo dei carburanti, rischia di determinare un effetto valanga sulla spesa e sull’inflazione.Consumare prodotti locali non solo aiuta l’ambiente perché riduce le emissioni di gas ad ef-fetto serra, ma anche le tasche di tutti noi.I costi dei trasporti a novembre hanno infatti fatto segnare un aumento record del 4,3%.In Italia l`86 per cento dei trasporti commerciali avviene su gomma e l’aumentano dei carburanti in-cide notevolmente sui costi della logistica che sulla sola frutta e verdura rappresentano quasi un terzo del prezzo pagato dal consumatore. Il progetto Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana ha l’obiettivo di tagliare le intermediazioni e arrivare ad offrire in tutte le cit-tà, attraverso la rete di Consorzi Agrari, cooperative, farmers mar-ket, agriturismi e imprese agricole, prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agri-coltori al giusto prezzo.

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2MILA KM PERRAGGIUNGERE LENOSTRE TAVOLE

Oggi è il percorso medio dei prodotti consumati ad ogni pasto

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La rivoluzione della vendita diretta organizzataIllustrato dal presidente nazionale Coldiretti il piano per rendere operativa la VDO

CoopColdiretti in poco più di un anno è diventato lo strumento per la rivolu-

zione del sistema commerciale agroalimentare nazionale. All’inizio c’era solo Campagna Amica, un semplice patto con il consumatore.

Poi sono arrivati i primi mercatini di vendita diretta dal consuma-tore, quindi i distributori di latte negli allevamenti, poi i farmers market e i mercati più grandi. Ora i produttori si sono aggregati, e CoopColdiretti è pronta a mettere in campo la grande vendita diretta organizzata (VDO).Ad affiancare i colossi della gran-de vendita organizzata (GDO), da aprile ci sarà la VDO di Campagna Amica. L’annuncio è stato fatto dal presidente nazionale Coldiretti, Sergio Marini, mercoledì scorso a Roma per il primo grande raduno economico delle cooperative Co-opColdiretti.All’incontro hanno partecipato anche i responsabili di cinque im-portanti cooperative dell’Astigiano, accompagnati dal direttore Coldi-retti Asti, Antonio Ciotta. Questa primavera fra i 50 punti di vendita diretta organizzata che apriranno in Italia ce ne sarà sicuramente uno anche ad Asti.Le CoopColdiretti uniranno le forze e si presenteranno sul mercato per

vendere direttamente i prodotti ottenuti nelle imprese agricole. Tutti i punti vendita saranno con-traddistinti dal marchio Campagna Amica e i prodotti da quello della Filiera Agricola Italiana. Il grande progetto illustrato dal presidente nazionale ha visto l’apprezzamento unanime dei dirigenti di CoopCol-diretti, entusiasti di intraprendere questa nuova forma di mercato, chi come semplice fornitore dei prodotti Filiera Agricola Italiana, chi come gestore di un Punto Vendita Diretta Organizzata Campagna Amica.Per molti potrà essere realizzato quello che fino ad ora poteva sem-

brare un sogno: la vendita diretta organizzata dal produttore al con-sumatore, senza intermediari, con prezzi equi sia per l’imprenditore agricolo che per il consumatore. In più ci sarà la massima rintraccia-bilità dell’origine dei prodotti e la garanzia del vero made in Italy.

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naDa aprile l’apertura di 50 punti di distribuzione dell’agroalimentare,uno sicuramentesarà ad Asti

Saranno denominati Campagna Amicaed offriranno prodotti con i marchiFiliera Agricola Italiana

Antonio Ciotta, direttore Coldiretti Asti

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Aumentata del 41% la spesa nei mercatiPer il settore agricolo, nel 2010 c’è stato un vero boom delle vendite dirette

Operazioni intracomunitariLe autorizzazioni per la cessione o l’acquisto dei beni

in controtendenza rispetto all’andamento generale, nel 2010 è aumentata del 41% la

spesa nei mercati degli agricoltori che insieme alle vendite dirette aziendali hanno realizzato la mi-gliore performance di crescita del commercio. Il fatturato si è asse-stato abbondantemente oltre i 3 miliardi di euro.E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti divulgata in occasione dello studio Confcommercio sui consumi, dal quale si evidenziano ottime prospettive di crescita per la vendita diretta anche nel 2011.L’acquisto diretto dal produttore è stato il segmento più dinamico di tutto il 2010 con ottime pro-spettive anche per il 2011 grazie alla possibilità di fare acquisti di qualità al giusto prezzo. Insieme ai 705 mercati degli agricoltori di Campagna Amica in Italia presenti in tutte le Regioni - continua la Coldiretti - ci sono a 63.600 frantoi, cantine, malghe e cascine dove è possibile comperare direttamente nelle aziende agricole prodotti

alimentari da regalare a se stessi ed agli altri durante le feste (www.campagnamica.it).Nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica presenti nelle piccole e grandi città è possibile trovare direttamente senza inter-mediazioni esclusivamente prodotti locali a prezzi calmierati comprese le specialità tradizionali del terri-torio che si riscoprono proprio in occasione delle festività.Nel nostro Paese si trova un terzo delle imprese biologiche europee e un quarto della superficie bio dell’Unione superando il milione di ettari. L’agroalimentare Made in Italy può contare su 214 prodotti a denominazione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall’Unione Europea senza con-tare le 4.511 specialità tradizionali censite dalle regioni, mentre sono 501 i vini a denominazione di ori-gine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica (330 vini Doc, 52 Docg e 119 Igt).Le prospettive di crescita per la

vendita diretta sono positive per il 2011 grazie al progetto della Col-diretti per una filiera agricola tutta italiana con l’obiettivo di tagliare le intermediazioni e arrivare ad of-frire, attraverso la rete di Consorzi Agrari, cooperative, mercati degli agricoltori di campagna amica, agriturismi e imprese agricole, pro-dotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo.

A decorrere dall’ 1/1/2011 per poter effettuare acquisti o cessione di beni nell’ambito

dei paesi europei le imprese devono preventivamente accertarsi di essere iscritte nel registro informatico dei soggetti a compiere operazioni intra-comunitarie o in caso contrario deb-bono presentare istanza di iscrizione almeno 30 giorni prima di effettuare operazioni intracomunitarie.Con due provvedimenti del 29/12/2010 l’Agenzia delle Entrate ha avviato l’at-

tuazione effettiva di quanto disposto dal DL 78/2010 relativamente all’ au-torizzazione ad effettuare operazioni comunitarie di acquisto o vendita beni. Potranno effettuare operazione attive di vendita o passive di acquisto di BENI, nell’ambito dei paesi appar-tenenti alla Comunità Europea, le Imprese titolari di partita iva iscritte nel “registro informatico dei soggetti autorizzati alle operazioni intraco-munitarie” VIES. Occorrerà pertanto consultare il registro informatico dopo

il 28/02/2011 per accertarsi del corretto inserimento della partita iva dell’impresa autorizzata a compiere operazioni intracomunitarie.Nel registro VIES rimarranno AU-TOMATICAMENTE iscritte tutte le imprese già titolari di partita iva che nel corso del 2009 e/o 2010 hanno effettuato operazioni di beni o servizi nei confronti di paesi comunitari ed hanno presentato i relativi elenchi INTRASTAT. Su queste imprese l’Agenzia effettuerà una verifica dei

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Con provvedimento attuativo l’Agen-zia delle Entrate ha stabilito modalità e tempi di comunicazione delle operazioni superiori a 3.000,00 euro, obbligo introdotto dal DL 78/2010. In via transitoria per l’anno 2010 dovranno essere comunicati telema-ticamente, entro il 31/10/2011, i dati relativi ad operazioni fatturate nel corso dell’anno 2010 e di importo imponibile superiore a 25.000,00 euro. A decorrere dall’ 1/1/2011 occorrerà tener presente, invece, di tutte le operazioni con importo imponibile ( iva esclusa ) superiori ai 3.000,00 euro a cui si sommeran-no, con decorrenza 01/05/2011, le operazione effettuate nei confronti di privati consumatori di importo superiore a 3.600,00 euro totali (iva compresa). Per le operazioni effettuate nel 2011 la trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate dei dati dovrebbe essere effettuata entro aprile 2012. Ai fini delle operazioni da comuni-care occorrerà far riferimento alla cessione e acquisto di beni ma anche alla prestazione di servizi effettuati e ricevuti.Per quanto riguarda il corretto calco-

lo dell’importo occorrerà sommare gli imponibili di eventuali fatture frazionate per uno stesso bene e tener conto di importi in acconto e a saldo. Occorrerà pertanto, a decorrere dal 01/05/2011, acqui-sire e/o fornire i dati anagrafici ed il codice fiscale per gli acquisti di importo superiore ai 3.600,00 euro effettuati come privati consumatori ed integrare gli scontrini o ricevute fiscali. I dati acquisiti confluiranno in una banca dati dell’Agenzia delle Entrate e verranno utilizzati per i calcoli del “redditometro”.

COMUNICAZIONE TELEMATICA DELLEOPERAZIONI RILEVANTI

requisiti e, qualora riscontrasse delle anomalie, potrebbe comunicare la cancellazione d’ufficio. Qualora si ricevesse un provvedimento di cancellazione dall’ elenco l’impresa non potrà più mettere in essere operazioni intracomunitarie ed avrà facoltà di produrre istanza di ricorso entro i 60 giorni. Nel registro VIES verranno iscritte tutte le imprese che al momento della dichiarazione di inizio attività compilano il campo “operazioni intracomunitarie” del quadro I dei moduli AA7 e AA9. ( anche nel caso di inizio attività ef-fettuata con comunicazione unica ). In questo caso NON si potranno effettuare operazioni intracomunitarie nei primi 30 giorni, periodo in cui l’ Agenzia delle Entrate esaminati i requisiti potrebbe comunicare diniego all’iscrizione. In assenza di comunicazioni, a partire dal trentu-nesimo giorno, per silenzio assenso l’impresa verrà iscritta nell’elenco e potrà iniziare ad effettuare operazioni intracomunitarie.Nel registro VIES verranno iscritte tutte le imprese già titolari di partita iva che presenteranno apposita istan-za all’ Agenzia Entrate manifestando l’intenzione di effettuare operazioni intracomunitarie. Anche in questo caso NON si potranno effettuare operazioni intracomunitarie nei primi 30 giorni, periodo in cui l’ Agenzia delle Entrate esaminati i requisiti po-trebbe comunicare diniego all’iscri-zione. In assenza di comunicazioni, a partire dal trentunesimo giorno, per silenzio assenso l’impresa verrà iscritta nell’elenco e potrà iniziare ad effettuare operazioni intracomuni-tarie. L’Agenzia delle Entrate potrà verificare periodicamente i requisiti delle imprese inserite nel VIES e potrà effettuare cancellazioni motivate a cui sarà possibile produrre ricorso alla commissione tributaria nel termine di 60 giorni. A decorrere dalla notifica dell’avvenuta cancellazione l’impresa non potrà più effettuare operazioni intracomunitarie.L’impresa, qualora non intenda più effettuare operazioni intracomu-nitarie, dovrà produrre istanza di cancellazione dal VIES.

In presenza di debiti erariali (irpef-iva-ires) iscritti a ruolo e non pagati alla scadenza della cartella esattoriale, di importo superiore a 1.500,00 euro, NON si potranno effettuare compensazioni in F24

di crediti per pari importo.Eventuale compensazione, effettata in presenza di debiti scaduti e non pagati, verrà sanzionata nella misura del 50% dell’importo. Pertanto, per le persone fisiche o società che hanno situazioni di sofferenza relative a pagamenti iscritti a ruolo per irpef/iva/ires (non rilevano debiti previdenziali inps), occorrerà valutare, con i nostri uf-fici, l’eventuale diritto alla compensazione in F24 di eventuali crediti ( irpef-iva-ires).

Divieto di compensazione in presenza di debiti iscritti a ruolo scaduti e non pagati

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Stabili i prezzi della terraL’analisi Ismea rileva un valore medio di 18mila euro

il prezzo medio della terra ri-mane stabile intorno ai 18mila euro ad ettaro, mentre i canoni

di affitto fanno registrare un calo, soprattutto al Nord. E’ il quadro che emerge dall’analisi dell’Inea sul mercato fondiario nel 2009. Rispetto all’anno precedente il prezzo della terra in Italia è rimasto sostanzial-mente invariato (+0,1%), mentre a livello di singole zone geografiche si segnala una diminuzione nelle regioni dell’Italia centrale (-0,8%) e nelle zone della montagna (-0,7%) e collina interna (-0,4%).Una situazione che è il frutto degli aumenti dei prezzi dei mezzi tecnici e delle difficoltà generali del mercato, con una domanda di terra che resta meno dinamica rispetto agli anni scorsi. Se poi si prende in esame il confronto con il tasso di inflazione, viene fuori negli ultimi cinque anni il patrimonio fondiario si è svalutato mediamente del 6% in termini reali, con punte massime del -10% nel Veneto e in altre aree dove i prezzi della terra erano cresciuti in misura molto consistente a partire dalla fine degli anni Novanta.Per contro soltanto Piemonte, Ligu-ria, Valle d’Aosta e Marche presen-tano ancora una leggera crescita dei valori in termini reali nel medesimo periodo.Tra i nuovi fattori che influiscono sul mercato fondiario sta emergendo la sempre più rilevante richiesta di terreni adatti all’installazione di impianti eolici e fotovoltaici. Per quanto si tratti di estensioni ab-bastanza modeste, la particolarità delle nuove destinazioni d’uso e, soprattutto, l’eccezionalità delle ri-sorse finanziarie scambiate ne fanno un argomento all’ordine del giorno, tanto ad aver spinto il Governo, su richiesta di Coldiretti, a mettere dei paletti per evitare vere e proprie

speculazioni. Generalmente, ricorda Inea, l’acqui-sizione degli appezzamenti adatti a questo genere di impianti avviene su base temporanea piuttosto che attraverso acquisti veri e propri, ma i corrispettivi contrattati per ottene-re il “diritto di superficie” (diverso, quindi, da un contratto di affitto) sono talmente elevati che possono arrivare a superare il valore stesso del fondo.Per quanto riguarda invece gli affitti, la congiuntura economica sembra aver spinto gli imprenditori a prediligere proprio l’affitto rispetto all’acquisto della terra per ampliare le superfici aziendali. Il mercato è più dinamico nelle zone settentrionali, dove in genere la domanda prevale sull’offerta, mentre si attenua nelle regioni centro-meridionali in cui la domanda resta in equilibrio con l’offerta.L’incertezza determinata dall’attesa del varo della nuova riforma PAC dopo il 2013, ha influenzato la durata media dei contratti, spesso limitata a periodi inferiori a cinque anni.

Per quanto riguarda l’andamento dei canoni, la tendenza generale al Nord è al ribasso, in particolare per i terreni investiti a vigneti e frutteti, mentre nelle regioni del Centro-Sud si mantengono perlopiù stabili, con cali registrati per i seminativi, in con-seguenza anche alla riduzione dei prezzi che ha interessato i cereali. Nel 2009 è proseguita la tendenza dei canoni a incorporare l’entità degli aiuti previsti, definendo una sorta di mercato parallelo tra terreni dotati o meno di titoli.Aumenta la domanda di seminativi per la coltivazione di colture ener-getiche, soprattutto nelle regioni del Nord, e sono sempre più frequenti contrattazioni di lungo periodo, spesso ventennali, tra aziende agricole e grandi società private, per l’istallazione di impianti foto-voltaici ed eolici, con canoni annui molto elevati (sino a 4.000 euro/ha), assolutamente indipendenti dalle caratteristiche agronomiche dei terreni, i quali vengono però in questo modo sottratti a qualsiasi attività di coltivazione.

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l ’associazione benefica alimentare e agricola Su-stain, con base a Londra,

ha riconosciuto a multinazionali Kellogg’s e Coca Cola i “meriti” per l’impegno dimostrato nel mi-nare la salubrità e la sostenibilità dell’attuale sistema alimentare. Ciò è avvenuto durante la con-segna dei “Food Hall of Fame and Shame Awards”, ovvero dei premi appositamente attribuiti per celebrare il lavoro di persone ed organizzazioni che si sono distinte nella produzione alimentare nel 2010 per qualità e sostenibilità dei prodotti, e all’opposto per mettere in imbarazzo per chi invece ha dimostrato di non interessarsi di salute dei consumatori e impatto ambientale dei propri prodotti, tramite azioni spesso dannose.Sotto accusa la nuova campa-gna pubblicitaria della Kellogg’s, espressamente indirizzata ai gio-vani studenti inglesi e mirata a convincerli a consumare una qua-lità di cereali ad alto contenuto di zuccheri come ideale spuntino doposcuola, e in diretta contrad-dizione, afferma Sustain, con i principi cardine della campagna anti-obesità Change4Life, pro-mossa dal governo e sottoscritta dalla stessa multinazionale. La campagna si è così aggiudicata uno “shame award”, un “premio della vergogna”.Non si tratta del primo ricono-scimento del genere ottenuto da Kellogg’s nel corso dell’anno; la giuria dei genitori australiani ha attribuito all’azienda i premi “Potere nel tormento” e “Fumo e specchi” a causa delle sue campagne volte a promuovere cibo ritenuto non salutare, at-tribuendogli il titolo di “peggior nemico del 2010”.Nel mirino anche la Coca Cola, prossimo sponsor delle Olimpiadi

previste a Londra nel 2012, per il “piano logistico sostenibile” presentato gli scorsi mesi, con-sistente nel predisporre di servire durante l’evento 25 milioni di bi-bite, con un apporto di zucchero approssimativo di otto cucchiai di zucchero a testa per ciascuno degli 8,8 milioni di possessori dei biglietti dell’evento. L’associazio-ne benefica mette in luce anche dubbi sui vanti della multinazio-nale riguardo alla sostenibilità dei suoi prodotti, evidenziando un recente rapporto della Food Standard Agency che riporta l’elevata impronta del carbonio delle bevande zuccherate, rac-comandandone una drastica diminuzione dell’utilizzo.“Il 2010 è stato un anno di sfide per il mondo agro-alimentare” ha affermato uno dei responsa-bili della campagna di Sustain. “Quest’anno abbiamo visto le coalizioni di governo mettere in mano le politiche sulla salute alle industrie di cibo spazzatura, e la pubblicità di queste ultime influenzare la politica a livello sia nazionale che locale. In positivo, possiamo notare come comunità

in tutto il territorio inglese stanno cercando di riprendere il controllo sul cibo che consumano, tramite campagne, progetti e il supporto all’acquisto responsabile di ali-menti per le scuole e le istituzioni locali”.Impegno, quest’ultimo, che nel nostro paese viene portato avanti già da anni da Coldiretti, tramite i progetti di Campagna Amica e le iniziative concertate insieme alle scuole. Un impegno fonda-mentale per poter affrontare un problema emergente quale quello dell’obesità infantile, che solo tramite un’adeguata educazione alimentare e l’offerta di valide al-ternative a cibi elaborati e ricchi di zuccheri aggiunti si può sperare di affrontare.

I “premi della vergogna”A due multinazionali per la “maleducazione alimentare”

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UE: Via al semestre unghereseLe priorità sono la riforma della Pac, il latte e i suini

la comunicazione sulla riforma della Pac, le proposte relative al pacchetto legislativo sul

latte e le problematiche relative al settore della carne suina, rappre-sentano i tre dossier prioritari nel semestre di Presidenza ungherese del Consiglio dell’Ue. Sulla base della comunicazione della Commissione europea, la Presiden-za ungherese intende finalizzare il dibattito tecnico e politico sui princi-pali orientamenti futuri della Politica agricola comune, in prosecuzione della discussione iniziata con la Presidenza belga. In particolare sono in calendario due dibattiti di orientamento: in gennaio, sulla gestione sostenibile delle risorse naturali e sulle misure in favore del clima e, in febbraio, sullo sviluppo territoriale equilibrato. L’obiettivo è preparare un documento di conclu-sioni per la sua adozione da parte dei ministri dell’agricoltura nella riunione di Consiglio del 17 e 18 marzo. Nel settore lattiero-caseario la Presidenza organizzerà il dibattito, sul pacchetto di proposte presen-tate dalla Commissione europea, riguardanti le relazioni contrattuali tra produttori e trasformatori del settore lattiero–caseario, attraverso uno scambio di opinioni tra i ministri dell’agricoltura dell’Ue, nel tentativo di giungere ad una posizione comu-ne entro giugno 2011.Su propria iniziativa, la Presidenza ungherese intende poi affrontare le problematiche relative al settore della carne suina e, allo scopo, verrà creato un apposito gruppo di esperti europei ad hoc. Nel corso del seme-stre si porterà avanti la discussione relativa alle proposte relative del nuovo “Pacchetto Qualità”, in attesa del parere del Parlamento europeo previsto entro la prossima estate.

Inoltre, sempre nella prima metà del 2011, il Parlamento europeo dovrà esprimere la propria posizione, in seconda lettura, sulla proposta relativa alle informazioni alimentari ai consumatori e al seguito spetterà di nuovo al Consiglio pronunciarsi sul testo.In merito alla proposta legislativa della Commissione europea, volta a vietare, da parte di uno Stato membro, la coltivazione di Ogm per ragioni diverse dalla protezione della salute umana, animale e dell’am-biente, la Presidenza ungherese farà in modo che il Consiglio possa chiudere il dibattito, in prima lettura, entro il mese di giugno 2011.In materia di biodiversità, si lavorerà affinché la nuova strategia comu-

nitaria per la salvaguardia della biodiversità, valida per il periodo post 2010, possa essere adottata nel Consiglio di giugno 2011. Inol-tre, durante il proprio semestre, la Presidenza ha intenzione di portare a conclusione il lavoro di valutazio-ne del piano di azione comunitario per la protezione degli animali. Per ragioni di semplificazione e tenuto conto dei recenti sviluppi, si intende anche revisionare la regolamentazio-ne comunitaria relativa alla malattia della lingua blu.Il raggiungimento di un accordo europeo, in materia di silvicoltura, compare all’ordine del giorno della conferenza ministeriale che sarà organizzata ad Oslo, riguardante la protezione delle foreste europee.

Record storico per il vinoNel 2010 sono stati esportati 3,7 MLD di euro

Nel 2010 si registra il record storico delle esportazioni di vino italiano nel mondo

dove le aziende italiane hanno realizzato un fatturato stimato in 3,7 miliardi di euro, in aumento del 9 per cento, la voce più impor-tante dell’export agroalimentare nazionale. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero dalle quali si evidenzia che nel mondo sono state stappate più di 2 miliardi di bottiglie di vino italiano.Oltre un quinto del fatturato viene realizzato negli Stati Uniti che nel 2010 con un aumento in valore del 9 per cento sono diventati il primo mercato di sbocco metten-do a segno uno storico sorpasso sulla Germania dove la domanda è cresciuta solo di un punto percen-

tuale. Non mancano però risultati sorprendenti sui nuovi mercati come la Cina dove è addirittura raddoppiato nel 2010 il valore del vino Made in Italy esportato con un aumento del 102 per cento, mentre la Russia con un aumento del 51 per cento è un valore delle esportazioni nel 2010 stimato in 100 milioni di euro è divenuto uno dei principali partner commerciali. Il risultato sui mercati esteri è di buon auspicio per la vendemmia 2010, stimata su valori contenuti compresi tra i 45 ed i 47 milioni di ettolitri, con il 60 per cento della produzione che è destinato alla realizzazione dei 501 vini a denominazione di origine control-lata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica (330 vini Doc, 52 Docg e 119 Igt).

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Distillazione di crisi dei viniCome, tecnicamente, sarà applicato il provvedimento

in questi giorni a livello Mini-steriale sembra ormai chiara la possibilità per la nostra

Regione di poter usufruire della distillazione di crisi, la riforma del settore del vitivinicolo, denomina-ta OCM vino in vigore dagli anni 2000, ha introdotto la possibilità della misura denominata appunto “distillazione di crisi” si tratta di uno strumento di sicurezza per i produttori di fronte a situazioni eccezionali come eccessive pro-duzioni o problematiche legate ai mercati.La distillazione di crisi è stata infatti pensata per affrontare su base volontaria casi eccezionali che potrebbero turbare il mercato oppure gravi problemi qualitativi in sostituzione delle precedenti distillazioni preventive, obbliga-torie di sostegno al settore.Di fatto, la misura permette di sot-trarre dal mercato una parte del prodotto eccedente trasformando in alcool, salvaguardando così in parte il reddito dei produttori. L’attuale situazione di crisi vitivi-nicola della nostra regione è de-terminata da un consistente quan-titativo di giacenze di prodotto che non consente una ripresa del mercato dei vini di qualità, la cui produzione al momento non può essere considerata remunerativa dai produttori delle denominazioni storiche del nostro territorio. la nostra regione da lungo tempo ha scelto la strada della qualità attraverso il contenimento delle rese, destinando quasi l’85% della produzione ai vini a deno-minazione e solo una marginale parte ai vini comuni. Pertanto

l’intervento di distillazione di crisi, del tutto contingente, do-vrà necessariamente riguardare le giacenze di vini di qualità ed essere commisurato ai costi sostenuti dai produttori, al fine di assicurare la fisiologica ripre-sa del mercato e il futuro delle aziende vitivinicole.Certamente la distillazione do-vrà essere vissuta da tutti gli operatori del settore come un momento importantissimo ma solo un tassello del progetto vino Piemontese in quanto tale misura straordinaria dovrà essere accompagnata da altre iniziative e strumenti necessari alla ripresa dell’intero settore oggi non pos-siamo assolutamente immaginare tale misura come risolutiva dei problemi legati alle denominazioni importanti del Piemonte.La stessa OCM prevede altre misure importantissime, fonda-mentali, ed indispensabili per

la corretta gestione dei mercati vitivinicoli ad oggi non possiamo dimenticare l’opportunità della vendemmia verde o la ristrut-turazione vigneti misure certa-mente impegnative ma che fin a quando non verranno sfruttate ed applicate al meglio rimarranno sempre solo grandi opportunità che potrebbero contribuire alla ripresa degli equilibri struttu-rali dei mercati vitivinicoli ,ma utilizzate solo per una piccola percentuale delle risorse messe ogni anno a disposizione, OCM VINO prevede anche la grande possibilità di accedere agli aiuti messi a disposizione dalla Co-munità per la promozione dei vini all’estero, opportunità importante e fondamentale della tanto au-spicata ripresa dei mercati viti-vinicoli, inoltre tale aiuto se ben organizzato e coordinato a livello regionale potrebbe sicuramente essere un volano fondamentale

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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per le realtà vitivinicole della nostra regione che potrebbe far meglio conoscere ai mercati mondiali del vino la grande e straordinaria cultura vitivinicola piemontese.Quindi tecnicamente nei prossimi giorni dopo l’approvazione mini-sterile verrà attivata, per la cam-pagna 2010/2011, la distillazione di crisi dei vini a denominazione di origine protetta, aventi una gradazione alcolica non inferiore a quella prevista nei relativi di-sciplinari di produzione.Ogni produttore di vino, che ha adempiuto all’obbligo della pre-sentazione delle dichiarazioni vitivinicole, potrà stipulare al massimo due contratti di distilla-zione per i volumi di vino giacenti in cantina, come risultante dalla dichiarazione di giacenza al 31 luglio 2010, e che figura nei registri di cantina alla data di presentazione del contratto.Il contratto di distillazione verrà messo in atto tra produttore e distillatore e non sarà trasferibile. L’alcool derivante dalla distilla-zione è utilizzato esclusivamente per fini industriali o energetici.Qualora il vino avviato alla di-stillazione abbia usufruito degli aiuti all’arricchimento, il prezzo minimo di acquisto, è ridotto in misura pari all’aiuto percepito

per tale misura.La distillazione dei vini a denomi-nazione di origine protetta è con-sentita a condizione che sia stato assunto l’impegno di procedere, nella campagna 2011/2012, alla riduzione di almeno il 20% delle rese previste dal disciplinare delle denominazioni d’origine protette per le quali si chiede l’attivazione della distillazione di crisi.Il vino avviato alla distillazione dovrà avere i requisiti previsti dai relativi disciplinari di produzione nonchè la prescritta certificazione attestante l’idoneità del vino ad essere immesso al consumo.Ai fini della individuazione delle tipologie dei vini a denominazione d’origine protetta da avviare alla distillazione, la regione dovrà far pervenire al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, entro il 28 febbraio 2011, apposita richiesta suppor-tata da idonea documentazione attestante lo stato di crisi delle produzioni coinvolte, il quanti-tativo dei vini a denominazione di origine protetta per i quale si rende necessario il ricorso alla misura, espresso in ettolitri, e i criteri per la determinazione del prezzo minimo di acquisto.Con successivo decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali dichiarerà

lo stato di crisi di mercato dei vini a denominazione d’origine protetta per i quali è richiesta l’attivazione della misura della distillazione di crisi. Nel medesimo provvedimento verrà indicato, altresì, il prezzo minimo di acquisto del vino a denominazione di origine pro-tetta.Il prezzo minimo di acquisto dei vini a denominazione di origine protetta non potrà superare il 65% del prezzo di mercato di ciascun vino oggetto di distillazio-ne, come risultante dai bollettini ufficiali delle Camere di Commer-cio nel semestre antecedente la richiesta.Il controllo presso il produttore delle caratteristiche del vino avviato alla distillazione e, in particolare, del titolo alcolome-trico volumico effettivo, della presenza del denaturante e della certificazione attestante che il vino è a denominazione di origi-ne protetta, verranno effettuati dall’ICQRF.Mentre il controllo presso il di-stillatore sarà effettuato dall’Uf-ficio competente dell’Agenzia delle Dogane e per concludere i controlli relativi alle domande, ai contratti, alle garanzie ed ai conferimenti saranno svolti da Agea.

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Etichette: annata obbligatoriaPer tutte le Doc a partire dalla vendemmia 2010

Nuovo adempimento nell’am-bito dell’etichettatura dei vini a denominazione di

origine, con la pubblicazione in gazzetta ufficiale del 23 ottobre n° 249 viene introdotto l’ennesimo decreto attuativo datato 5 otto-bre 2010 mediante il quale viene data attuazione all’articolo 6 del Dlgs 61/2010 nella parte in qui prevede l’obbligo di indicazione in etichetta dei vini Docg e Doc dell’annata di vendemmia delle uve. Tale indicazione sarà ob-bligatoria per tutti i vini prodotti nell’ultima annata 2010 ponendo in deroga tutti quelli prodotti fino all’annata 2009, inoltre se non diversamente indicato dai vari disciplinari di produzione in vigore, tale adempimento non è previsto per i vini liquorosi, spu-manti e frizzanti. La chiarezza e l’informazione per il consumatore nell’ambito dell’etichettatura è da sempre un punto saldo delle battaglie portate avanti da Col-diretti oggi con questo piccolo tassello possiamo affermare che con l’indicazione obbligatoria delle annate in etichetta per tutti i vini a denominazione viene confermato lo spirito di chiarezza ed informazione già dimostrato in questi anni dai produttori legati da sempre alla storicità delle proprie produzioni.

Scomparsa della menzione “da tavola” per tutti i vini

La nuova Ocm vino prevede la scomparsa della menzione aggiuntiva “da tavola” per i vini base Rosso, Bianco, Rosato sui registri vitivinicoli e sulle etichette avremo quindi l’indica-zione di “VINO ROSSO - VINO BIANCO- VINO ROSATO Inoltre caricando il prodotto vendem-mia 2010 su apposita colonna e indicando l’annata di produzio-ne sarà possibile riportare tale informazione anche in etichetta dei vini non a denominazione,

ricordiamo che tale indicazione dell’annata di produzione rientra nelle tipologie dei vini varietali e sottoposti al controllo dell’ente di certificazione.Quindi le aziende che vorranno indicare l’annata anche sui vini non a denominazione di origine dovranno predisporre tutta la documentazione necessaria al controllo e richiedere le certi-ficazioni documentali all’ente di controllo competente sul territorio.

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Premio all’arricchimentoPer i vini della campagna 2010/11

i l 31 gennaio ’11 con circo-lare agea n 41 prot UMU 2010.167 del 28 dicembre 10

viene fissato il termine ultimo per la presentazione delle domande di aiuto all’arricchimento dei mosti d’uva concentrati e ai mosti d’uva concentrati e rettificati utilizzati per l’aumento della gradazione alcolica per la campagna in corso.Come già avvenuto nella scorsa campagna le domande di aiuto all’arricchimento potranno essere presentate esclusivamente per via telematica tramite i centri di assistenza agricola CAA o direttamente tramite accesso diretto dalle cantine interessate al sistema.Ricordiamo che le pratiche di arricchimento per la campagna 2010/11 potevano essere eseguite solo fino al 31 dicembre 2010, tali pratiche dovevano assolu-tamente essere avallate dalla documentazione richiesta dal ministero, cioè dalla comunica-zione preventiva inviata agli uffici dell’ICQ competenti sul territorio, rispetto alla scorsa campagna da questo anno l’unica sostanziale novità che viene introdotta nella compilazione delle domande ri-guarda l’indicazione esatta delle operazioni di arricchimento con aumento della gradazione fino all’1% e da quelle che hanno prodotto un aumento superiore all’ 1%, anche se l’aumento di gradazione tramite l’ arricchimento non può essere superiore all’1.5% e l’aiuto corrisposto alle cantine riguarda solo fino all 1%.Anche quest’anno per le cantine che lo richiederanno sarà possibile

ottenere il pagamento anticipato dell’aiuto, previa costituzione di una cauzione a favore di Agea pari al 120% dell’aiuto richiesto, la fideiussione dovrà poi essere allegata in originale alla domanda sottoscritta comprensiva degli

allegati ed inviata entro il 15 febbraio 11 come da circolare Agea n 41 all’Uffcio Ammassi, Distillazione, Vino e altri aiuti - Aiuti all’arricchimento dei vini campagna 2010/11 Via Palestro, 81 - 000185 Roma.

SOLFATO FERROSO PERDENATURARE LE FECCE

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 301 del 27 dicembre 2010 è stato pubblicato il Decreto che adotta il Solfato ferroso come nuova sostanza denaturante per le fecce destinate a uso agronomi-co. L’aggiunta deve essere effettuata prima dell’estrazione delle fecce dalla cantina e nella misure minima di 100 grammi per ogni 100 litri di feccia. Il provvedimento, fortemente sostenuto dalla Coldiretti, va nella giusta direzione di rendere sempre meno difficoltosi gli usi al-ternativi alla distillazione per i sottoprodotti di vinificazione.

PROGRAMMA ANNUALEAZIENDE BIOLOGICHE

Le imprese biologiche devono trasmettere al proprio Organi-smo di Controllo il Programma Annuale di Produzione (PAP), dei prodotti ottenuti secondo il metodo di agricoltura biologi-ca, entro il 31 gennaio di ciascun anno oppure entro 30 giorni dall’ammissione dell’azienda al regime di controllo.Le informazioni dovranno riferirsi al periodo 1° gennaio-31 di-cembre dell’anno in corso, oppure alla frazione di anno compresa fra la data di inizio del regime di controllo ed il 31 dicembre dello stesso anno. Il PAP va altresì trasmesso nel caso intercorrano variazioni successive delle informazioni notificate precedentemente, es. estremi identificativi dei soggetti coinvolti, superfici agricole utilizzate, colture, ecc..Gli interessati possono rivolgersi agli uffici tecnici zonali della Coldiretti.

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Contributi per gli apicoltori

Ricordiamo che la Provincia di Asti ha disposto l’apertura della presentazione delle domande di contributo previste per l’acquisto di arnie idonee alla lotta alla Varroa ai sensi del Regolamento CE 1234/2007.Il termine ultimo per la presen-tazione delle domande è il 31 marzo 2011.Possono accedere alla conces-sione dei contributi gli apicol-tori in possesso dei seguenti requisiti:

- aver presentato regolare de-nuncia annuale di possesso alveari– essere in possesso di P.IVA;– essere iscritti al registro delle imprese della Camera di Com-mercio;– condurre almeno 52 alveari;– aver costituito il fascicolo aziendale presso un CAA con regolare mandato.Presentando domanda entro il 31 marzo si potranno richiedere contributi per l’acquisto di arnie per la lotta alla Varroa e arnie con fondo a rete. Per poter es-sere ammessi al contributo sarà necessario acquistare un numero

minimo di 30 arnie ed un numero massimo di 50. La spesa am-missibile per ogni singola arnia è stata quantificata in € 80,00 per ogni arnia iva esclusa.La percentuale del contributo varia dal 35% al 45% a seconda dell’età degli apicoltori e dalla zona altimetrica in cui è situata l’azienda.Per l’accesso ai contributi sarà predisposta un’ apposita gra-duatoria provinciale.Gli uffici centrali e periferici di Coldiretti sono a disposizione degli inte-ressati per la predisposizione delle istanze in tempo utile.Per informazioni: Coldiretti Asti, tel. 0141-380.400.

REGISTRAZIONE AFFITTI

FONDI RUSTICI

Il 28 febbraio 2011 scade il termine per la presentazione alla Agenzia delle Entrate della denuncia riepilogativa dei contratti di affitto stipula-ti o rinnovati nell’anno 2010. Si ricorda che tutti i contratti di affitto di immobili devono essere registrati indipenden-temente dall’ammontare del canone di affitto.La denuncia annuale deve essere sottoscritta e pre-sentata in doppio originale da una delle parti contraenti (proprietario o affittuario) dopo aver provveduto a versare l’imposta pari allo 0.50% sul totale dei canoni di affitto, con un minimo di euro 67,00 oltre ai tributi speciali per rilascio copia (minimo euro 3,72) per totale complessivo minimo di euro 70,72.Si ricorda altresì che even-tuali modifiche a contratti di affitto già registrati (es. rilascio anticipato di tut-to o parte dei terreni o modifica del canone di affitto, ecc.) comportano il pagamento nuovamente dell’imposta e vanno co-municate alla Agenzia delle Entrate presso cui è stata fatta la denuncia iniziale.Si consiglia quindi a tutti gli interessati di rivolgersi tempestivamente agli uffici Coldiretti per un esame della situazione affitti onde evitare di incorrere nelle san-zioni previste per l’omessa registrazione.

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Programma annuale del CO.SM.AN.4,8 milioni dalla Regione per le iniziative annuali del Consorzio

la Giunta Regionale con la DGR n. 26-1405 del 19/01/2011 ha approvato il

Programma annuale di attività del Consorzio CO.SM.AN. stanzian-do 4,8 milioni di Euro per l’anno 2011. I Fondi consentiranno di agevolare le polizze assicurative stipulate dal Consorzio a favore di tutti gli allevatori piemontesi per la copertura dei rischi da epizo-ozie, calamità naturali, e per la copertura dei costi di smaltimento per la mortalità ordinaria e per la mortalità a seguito di epizoozie e calamità naturali.Ecco le principali novità previste nel Programma di attività 2011:L’innalzamento della fascia di esenzione dall’obbligatorietà di adesione al Consorzio che passa dalle 5 alle 10 UBA (Unità Bovino Adulto), consentendo comunque a tutti i piccoli allevatori di con-tinuare a consorziarsi volonta-riamente;L’innalzamento della percentuale di contributo che passa dal 50% al 70% del costo del premio assi-curativo per la polizza assicurati-va sul costo di smaltimento;Per tutti gli allevatori tenuti a consorziarsi, permane l’obbli-gatorietà della polizza per la co-pertura dei costi di smaltimento dovuti a mortalità ordinaria ed a mortalità a seguito di epizoozie e calamità naturali.Rimane invece volontaria l’ade-sione alle polizze per la coper-tura dei danni conseguenti ad epizoozie (valore degli animali, compreso eventuale valore gene-tico, mancato reddito a seguito di fermo dell’allevamento o co-munque limitazioni alla vendita o alla movimentazione, ecc.).L’efficacia del nuovo sistema di

assicurazione agevolata in zoo-tecnia e della nuova organizza-zione del servizio di smaltimento delle carcasse, introdotti dal Consorzio dall’inizio dell’anno 2010 e gestiti congiuntamente con la Compagnia di Assicura-zione ed il Broker Assicurativo, hanno consentito di far registrare, rispetto all’anno precedente, un

notevole aumento dei quantitativi smaltiti (+50%) ed una sensibile riduzione dei costi di ritiro e smal-timento delle carcasse animali in Piemonte (-15%) con positivi effetti sia dal punto di vista eco-nomico e sanitario, per il settore zootecnico, sia dal punto di vista ambientale per l’intero territorio regionale.

INNALZATO A 10 IL NUMERO DI CAPI PER L’ESENZIONE

Il programma annuale del Con-sorzio per lo smaltimento di rifiu-ti di origine animale, approvato dalla giunta regionale del 19 gennaio scorso, ha visto come elemento prioritario l’approvazio-ne della proposta dell’assessore Claudio Sacchetto, di innalzare, da 5 a 10 capi bovini, il limite di esenzione dall’obbligatorietà di adesione degli allevamenti al consorzio.

Questo per evitare una onerosa gestione sul piano amministrati-vo a fronte della scarsa entità dei capi da smaltire e dell’elevato numero di allevamenti con tale tipologia.Nella medesima riunione della giunta regionale è anche sta-to approvato il programma di attività per il 2011 dei servizi antisofisticazioni vinicole delle province.

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Pensioni: le novità del 2011Da gennaio in vigore importanti modifiche normative

LE NUOVE REGOLE

Dal 1° gennaio 2011 un provve-dimento legislativo ha previsto che gli assegni di anzianità e di vecchiaia decorrano – per chi consegue il diritto alla pensione a carico delle forme di previden-za dei dipendenti – trascorsi 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti. Che diventano 18 per chi consegue il diritto alla pensione a carico delle gestioni dei lavoratori autonomi per i coltivatori diretti, gli artigiani e i commercianti, nonché della gestione separata. Sono esclusi da questa normativa e pertanto rimangono in vigore le vecchie decorrenze di pensione alcune categorie di lavoratori, primi fra tutti i soggetti che maturano i requisiti pensionistici entro il 31/12/2010.

Epac

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Dipendenti

Anzianità

12 mesi

A partire dal mese successivo alla maturazione dei requisiti

Vecchiaia

12 mesi

A partire dal mese successivo alla maturazione dei requisiti

18 mesi

A partire dal mese successivo alla maturazione dei requisiti

18 mesi

A partire dal mese successivo alla maturazione dei requisiti

Autonomi

Si continuano ad applicare le vec-chie finestre nei seguenti casi:Maturazione dei requisiti per la pensione entro il 31 dicembre 2010. Personale della scuola (1° settem-bre di ciascun anno). Lavoratori dipendenti con periodo di preavviso in corso al 30 giugno 2010 con

raggiungimento dei requisiti entro la data di cessazione del rapporto di lavoro. Lavoratori in mobilità nel limite di 10 mila unità con accordo stipulato entro il 30 aprile 2010 e che perfezionano i requisiti per la pensione entro il periodo di fruizione dell’indennità di mobilità. Lavoratori

i titolari di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà (esuberi per banche, assicurazioni e così via). Le nuove decorrenze delle pensioni di anzianità e di vecchiaia per chi perfeziona i requisiti dal 01/01/2011 possono essere così riassunte:

LAVORATORE DIPENDENTE

Requisitimaturati entroGennaio 2011Febbraio 2011Marzo 2011Aprile 2011Maggio 2011Giugno 2011Luglio 2011Agosto 2011Settembre 2011Ottobre 2011Novembre 2011Dicembre 2011

AnzianitàUscitaFebbraio 2012Marzo 2012Aprile 2012Maggio 2012Giugno 2012Luglio 2012Agosto 2012Settembre 2012Ottobre 2012Novembre 2012Dicembre 2012Gennaio 2013

VecchiaiaUscitaFebbraio 2012Marzo 2012Aprile 2012Maggio 2012Giugno 2012Luglio 2012Agosto 2012Settembre 2012Ottobre 2012Novembre 2012Dicembre 2012Gennaio 2013

LAVORATORE AUTONOMO

Requisitimaturati entroGennaio 2011Febbraio 2011Marzo 2011Aprile 2011Maggio 2011Giugno 2011Luglio 2011Agosto 2011Settembre 2011Ottobre 2011Novembre 2011Dicembre 2011

AnzianitàUscitaAgosto 2012Settembre 2012Ottobre 2012Novembre 2012Dicembre 2012Gennaio 2013Febbraio 2013Marzo 2013Aprile 2013Maggio 2013Giugno 2013Luglio 2013

VecchiaiaUscitaAgosto 2012Settembre 2012Ottobre 2012Novembre 2012Dicembre 2012Gennaio 2013Febbraio 2013Marzo 2013Aprile 2013Maggio 2013Giugno 2013Luglio 2013

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SALGONO LE QUOTE

Dal 1° gennaio aumentano anche i requisiti necessari per andare in pensione di anzianità.La maturazione del diritto alla pen-sione di anzianità, infatti, non dipen-de più solo dal raggiungimento di un numero minimo di contributi, ma

è legata anche al raggiungimento di un’età anagrafica minima.La somma di queste due voci (contributi ed età) non può essere inferiore ad una certa cifra.Per il 2011, il valore della quota è fissato a 96, con un’età minima che non può essere inferiore a 60 anni.Per gli autonomi coltivatori diretti,

artigiani, commercianti, la quota è fissata a 97, con un minimo di 61 anni di età.Per i lavoratori e per le lavora-trici che maturano i 40 anni di contributi ( norma che non ha subito variazioni) non si applica alcun requisito anagrafico per il pensionamento.

LE QUOTE

Le quote ottenute sommando l’età anagrafica el’anzianità contributiva

Dipendenti

201020112012Dal 2013

Autonomi Inps

201020112012Dal 2012

Età + contributi95969697

96979798

Età minima59606061

60616162

A seguito delle importanti modifiche che sono intervenute in materia pre-videnziale invitiamo tutti coloro che raggiungono il diritto alla pensione di anzianità o di vecchiaia (60 anni per le donne e 65 per gli uomini nel 2011 con un minimo di 20 anni di contributi salvo alcune deroghe) a volersi presentare presso i nostri Uffici del Patronato per il controllo e la verifica della propria posizione assicurativa, allo scopo di stabilire la decorrenza del futuro trattamento previdenziale e per l’inoltro in via telematica all’Inps della domanda di pensione.Questa attività viene svolta da EPACA sia per i lavoratori auto-nomi (coltivatori diretti, artigiani e commercianti) e sia per i lavoratori dipendenti.

Pensione di anzianità posticipataOpportunità per le sole donne non ancora pensionate

Non tutti sanno che in via sperimentale, fino al 31 dicembre 2015, le donne

possono ottenere la liquidazione della pensione di anzianità con almeno 35 anni di contributi e 57 anni di età, se lavoratrici dipen-denti, o di 58 anni, se lavoratrici autonome.In presenza di tali requisiti occorre che le interessate acconsentano alla liquidazio-ne della pensione calcolata esclusivamente con il sistema “Contributivo”. Tale sistema di calcolo potrebbe, in taluni casi rivelarsi svantaggioso, ma, per quanto riguarda le coltivatrici di-

rette iscritte nelle fasce più basse o coloro che hanno bassi redditi da lavoro, si potrebbe realizzare la condizione di non perdere nulla sull’importo pensionistico ed anticipare notevolmente la de-correnza della pensione ordinaria che, com’è noto, prevede finestre di uscita molto penalizzanti.Consigliamo a tutte le donne interessate che hanno già compiuto, o compiranno 57 o 58 anni prossimamente di ri-volgersi agli uffici dell’ Epaca Coldiretti dove potranno otte-nere più ampie informazioni al riguardo e verificare il diritto e la convenienza ad usufruire di

questa importante opportunità per ottenere la pensione imme-diatamente.

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Gli importi delle pensioni per il 2011

Assegno sociale temporaneo

Da quest’anno i trattamenti di pensione al minimo per gli autonomi passano da Euro 460,97 (valore effettivo 2010) a Euro 467,43 mensili. In pratica, i trattamenti pensionistici sono stati adeguati al costo della vita nella misura dello 1,4%. In questi giorni l’INPS sta provvedendo ad inviare ad ogni pensionato un modello con le notizie relative a tutte le pensioni erogate dall’Istituto nell’anno 2011. Inoltre per chi è titolare di prestazioni assistenziali (invalidi civili, pensioni sociali e assegni sociali), riceverà una dichiarazione che dovrà essere compilata allo scopo di verificare la permanenza dei

requisiti necessari al pagamento delle suddette prestazioni da parte dell’INPS. Invitiamo pertanto tutti coloro che rice-veranno la busta dall’Istituto a volersi presentare presso i nostri uffici EPACA per il controllo e per l’inoltro telematico della documentazione ricevuta.

La legge n. 122/2010 ha ulteriormente allontanato la de-correnza della pensione di vecchiaia, stabilendo che il pa-gamento della pensione non potrà avvenire prima del 19° mese successivo alla data di perfezionamento dei requisiti (almeno 65 anni di età e 20 anni di contributi), con un’attesa, quindi, di un anno e mezzo.Occorre tuttavia considerare che, al compimento dei 65 anni di età, esiste la possibilità di ottenere un assegno sociale temporaneo a partire dal mese successivo se l’interessato, tenuto conto dei propri redditi e di quelli del coniuge, nell’anno in cui presenta tale richiesta, non supera determinati limiti reddituali. La liquidazione dell’assegno – la cui decorrenza non è attualmente soggetta ad alcuna “finestra”, ma solo

all’effettiva presentazione della richiesta all’INPS – per il periodo intercorrente tra la data di compimento del 65° anno di età e la data di effettiva decorrenza della pensione di vecchiaia -, consente di limitare gli effetti negativi e le penalizzazioni economiche, conseguenti alle misure intro-dotte dalla Legge n. 122/2010. Consigliamo a tutti gli uomini interessati che hanno già compiuto, o compiranno 65 anni prossimamente, di rivol-gersi agli uffici dell’ Epaca Coldiretti dove potranno ottenere più ampie informazioni al riguardo e verificare il diritto e la convenienza ad usufruire di questa importante opportunità per ottenere temporaneamente l’assegno in attesa della liquidazione della pensione.

I trattamenti minimi con l’adeguamento dell’1,4%vanno a 467,43 euro

Opportunità per gli uomini non ancora pensionati

Controllo importi pensione

EPACA Coldiretti con tutti i suoi operatori è impegnata in questo inizio d’anno ad effettuare un con-trollo sulla correttezza degli importi pensionistici che sono stati messi in pagamento dall’INPS.In particolare si tratta di effettuare un’ analisi delle posizioni assicura-tive e delle situazioni pensionistiche degli assistiti. Le pratiche in que-

stione riguardano prevalentemente l’accredito di periodi di maternità o servizio militare, di periodi di lavoro effettuati successivamente o precedentemente la decorrenza della pensione o semplicemente la trasformazione della pensione da invalidità o vecchiaia.L’iniziativa assume un valore con-siderevole e va a privilegiare una

categoria quella dei pensionati coltivatori diretti che spesso gode di trattamenti pensionistici assai modesti.Per questo, è indispensabile rivolger-si agli sportelli di EPACA Coldiretti per un controllo della propria posizio-ne pensionistica e previdenziale.Informazioni presso Epaca Coldi-retti, tel. 0141.380.404 / 432.

Occorre verificare quanto si è percepito fin’ora

Riduzione dei contributi

La legge finanziaria 1997 introdusse alcune innovazioni in materia di con-tribuzione per i lavoratori agricoli au-tonomi. In particolare venne previsto per i coltivatori diretti già pensionati nelle gestioni INPS di età superiore a 65 anni, la facoltà di ottenere a richiesta la riduzione dell’importo del contributo previdenziale relativo alla sola quota di pertinenza della gestione pensionistica.La suddetta norma può essere

applicata per tutti quei coltivatori diretti pensionati ancora regolar-mente iscritti nella gestione che compiranno i 65 anni nel corso dell’anno 2011. Pertanto invitiamo tutti coloro che si trovino nella situazione soprade-scritta a volersi presentare presso il nostro ufficio Provinciale o Zo-nale per l’inoltro della richiesta di riduzione contributi all’INPS con la seguente documentazione:

- libretto pensione - codice fiscale- modelli di pagamento dei contributi CD anno 2010L’invito è rivolto solo a coloro che raggiungeranno i 65 anni nell’anno 2011, in quanto per coloro che hanno compiuto tale età nel 2010 e negli anni precedenti, la richiesta è già stata inoltrata, con conseguente riduzione contributiva sui modelli di pagamento.

Chi compie 65 anni può pagare di meno

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I trattamenti 2011 Gli importi mensiliTrattamento minimo 467,43 EuroPensioni Sociali 343,90 EuroAssegni Sociali 417,30 Euro