Il Notiziario Agricolo 15/2012

16
Anno 61° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI ASTI COLDIRETTI Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 15 - Anno 2012. In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo 15 numero 28 dicembre 2012 Speciale Consuntivo Annata Agraria

description

Periodico Ufficiale Coldiretti Asti

Transcript of Il Notiziario Agricolo 15/2012

Page 1: Il Notiziario Agricolo 15/2012

Anno

61° Periodico della FederazioneProvinciale COLDIRETTI ASTI

COLDIRETTI

Sped

izion

e in a

bbon

amen

to po

stale

-45%

Poste

Italia

ne Sp

a – Sp

edizi

one i

n A.P.

D.L. 3

53/0

3 (Co

nv. 27

/02/

04 L.

46) A

rt. 1

comm

a 1, D

CB As

ti. Nu

mero

15 - A

nno 2

012.

In ca

so di

man

cato

recap

ito rin

viare

all'Uf

ficio

P.T. 1

4100

Asti C

PO de

tentor

e del

conto

, per

la res

tituzio

ne al

mitte

nte ch

e si im

pegn

a a pa

gare

il rela

tivo i

mport

o

15 numero 28 dicembre 2012

Speciale ConsuntivoAnnata Agraria

Page 2: Il Notiziario Agricolo 15/2012
Page 3: Il Notiziario Agricolo 15/2012

3

nu

me

ro 1

5 –

20

12

Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 - Fax 0141.355.138 e-mail: [email protected] ufficiale Coldiretti - Anno 61°numero 15- 28 dicembre 2012*Realizzazione grafica e stampaRiflesso – S.r.l. F.lli Scaravaglio & C.Reg. Trib. di Asti n.44 del 10-8-2011 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano ZuninoPubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarlTel. 0141.380.400 – 0141.590425Abbonamento annuale: Euro 20,00*Data di chiusura del giornale

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Fest

ival

del

le S

agre

Consegna del premio “Garantiamo l’Origine”Alla pro loco di Isola i 1000 € elargiti al Festival delle Sagre da Coldiretti in collaborazione con Fondazione Campagna Amica

Si sono tenute il 9 dicembre alla Camera di Commercio le premia-zioni dell’edizione 2012 del Festi-

val delle Sagre Astigiane. Coldiretti ha consegnato alla pro loco di Isola d’Asti l’undicesima edizione del Premio “Ga-rantiamo l’Origine”. Istituito in colla-borazione con Fondazione Campagna Amica, premio, di mille euro, intende valorizzare lo sforzo compiuto negli anni dalle pro loco astigiane per dare risalto al territorio e ai suoi prodotti di eccellenza. La giuria di esperti nomi-nata per l’occasione, ha analizzato con attenzione i numerosi piatti concorrenti al premio, riscontrandone l’ottima trac-ciabilità e qualità delle materie prime uti-lizzate nella preparazione. Nel caso del piatto proposto dalla pro loco di Isola d’Asti, i “Baciuà”, in particolare sono stati valutati con il massimo dei giudizi, la completezza della documentazione presentata al concorso e, soprattutto, i contenuti espressi nel dossier di pre-sentazione con particolari riferimenti alla filiera corta. Naturalmente, molto sod-disfatti, i rappresentanti della pro loco, per aver portato alla ribalta un piatto della tradizione il cui singolare nome, “Baciuà”, prende origine dal francese (bas de soie, calza di seta) e la cui ricet-

ta, oltre ad alcuni segreti custoditi ge-losamente dai volontari di Isola d’Asti, consiste in un soffice zampino di maiale lessato, posto sotto aceto ed aromatiz-zato, impanato e fritto in padella. “Sia-mo molto soddisfatti delle numerose e qualificate adesioni al nostro concorso – ha affermato il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale che ha supervi-sionato il lavoro della giuria –. Il livello delle proposte gastronomiche in gara è stato veramente alto, direi eccellente, e non è stato semplice individuare il vinci-tore. Questa è anche la dimostrazione di come tutte le pro loco siano costante-mente impegnate in un’attenta ricerca e selezione delle migliori materie prime del territorio, per assicurare alla manifesta-zione un ventaglio qualitativo che possa

contribuire alla valo-rizzazione dello svi-luppo turistico della nostra provincia”. Le premiazioni del Festival delle Sagre, come da tradizione, si terranno quest’in-verno alla Camera di Commercio di Asti con una cele-brazione ufficiale.

Via C. Botta, 4 - 14015San Damiano d’Asti

Tel. & Fax 0141.975146cell. 336.253369

S. DamianoCisternaCelle EnomondoFerrere

ALBO D’ORO DEL CONCORSO2002: Moncalvo2003: Isola d’Asti2004: Cessole2005: Cellarengo2006: Moncalvo2007: Castagnole Monferrato2008: San Damiano d’Asti2009: Azzano2010: Villafranca d’Asti2011: Cellarengo2012: Isola d’Asti

Page 4: Il Notiziario Agricolo 15/2012

4

nu

me

ro 1

5 –

20

12

ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Mis

ura

111-

1B

Settore viticoloElevato il livello qualitativo nell’Astigiano

L’annata viticola 2012 è iniziata con temperature invernali particolarmente

rigide, si è andati al di sotto dei -20 °C, in particolare nelle zone più a fondovalle, con danni anche importanti alle viti. Nella maggior parte dei casi, i danni sono stati limitati grazie all’azione isolante del manto nevoso, infatti i prin-cipali problemi si sono riscontrati nelle forme di allevamento alte dove si è osservato una notevole moria di viti. Le piogge di aprile-maggio hanno favorito le prime infezioni di peronospora prima-ria. In seguito, soprattutto nella parte meridionale della provincia, si sono registrati numerosi casi di Oidio favoriti dal clima più venti-lato, mentre nel centro-nord Asti-giano hanno insistito peronospo-ra e altre malattie fungine minori (Black rot ed Escoriosi) favorite dal clima più umido. Questa si-tuazione climatica, ancora pre-sente durante la fase di fioritura della vite, ha provocato la dimi-nuzione della fertilità fiorale con conseguente formazione di un numero inferiore di acini per grap-polo. Il sud Astigiano e in partico-lare la zona di Agliano, Moasca e San Marzano Oliveto, è stato in-teressato da forti fenomeni gran-dinigeni il 22 giugno, con danni molto consistenti ai vigneti e una perdita di produzione stimabile intorno al 70%. A partire da metà del mese di giugno è iniziato un periodo particolarmente caldo e secco che si è prolungato fino ad agosto; tale periodo è stato ca-ratterizzato mesi dalla quasi to-tale assenza di precipitazioni, ad eccezione di alcuni temporali nel

nord astigiano. Nonostante que-sto andamento climatico le piog-ge primaverili, unite alle abbon-danti nevicate invernali, hanno garantito un’ottima disponibilità idrica per le viti fino ad almeno l’inizio di luglio. Questo ha provo-cato un notevole accrescimento della vegetazione tanto da ren-dere particolarmente onerose le operazioni di gestione del verde, tanto che spesso i viticoltori sono stati costretti ad effettuare fino a 3 interventi di cimatura. La situazione si è capovolta nel-le settimane successive, infatti in vaste aree della Provincia la man-canza di precipitazioni ha provo-cato un ridotto accrescimento degli acini, con conseguente ri-duzione della resa in mosto. Il 5 agosto è stata registrata una grandinata di proporzioni deva-stanti nella parte settentrionale della provincia, in particolarmen-te coinvolti i comuni di Berzano San Pietro, Aramengo, Albugna-no, Passerano Marmorito e alcu-ne aree del Moncalvese prossi-me alla provincia di Alessandria. I danni, veramente notevoli, in molti casi hanno interessato l’in-tera produzione dell’annata, e sicuramente si ripercuoteranno su quella della prossima annata a causa della rottura di gemme e tralci. Particolarmente preoccupan-te è stata la recrudescenza del-la Flavescenza dorata, che si è presentata in maniera virulenta anche in zone fino ad ora non particolarmente colpite, come il Canellese su Moscato bianco, vitigno fino ad ora considerato poco soggetto all’ampelopatia.

Le situazioni più gravi si sono ve-rificate su Barbera, Chardonnay e Grignolino, con notevoli perdi-te di produzione a lungo termine. Dalle osservazioni condotte sul territorio si può affermare che vi è stata in questi ultimi due anni un’impennata nel numero di nuo-ve piante sintomatiche, soprat-tutto in aree viticole specializzate ove solitamente le piante infette venivano eliminate. Poiché ad oggi non esistono in-terventi curativi sulle viti malate si ribadisce che esistono solo due interventi certi: l’annullamen-to del potenziale di inoculo con l’estirpo delle viti malate e l’elimi-nazione dello Scafoideus titanus, l’insetto vettore, con trattamenti insetticidi e pulizia di gerbidi li-mitrofi al vigneto. Uno strumento fondamentale per l’esecuzione corretta dei trattamenti insetticidi (peraltro obbligatori per legge) è quello del monitoraggio: è bene che ogni viticoltore posizioni nel proprio vigneto delle trappole cromotattiche e periodicamente le sostituisca ed effettui la lettu-ra degli esemplari di Scafoideus titanus, supportato se necessario da un tecnico, per poter scegliere il momento più adatto per il trat-tamento. Da un punto di vista dei costi di produzione, il danno da Flave-scenza risulta enorme se si con-siderano i ripetuti passaggi in vigneto per l’individuazione delle vite sintomatiche e la loro suc-cessiva sostituzione. Ciò deter-mina in vigneto una conseguen-te disomogeneità di sviluppo vegetativo e di produzione, con appesantimento di molte opera-

Page 5: Il Notiziario Agricolo 15/2012

5

nu

me

ro 1

5 –

20

12

ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Mis

ura

111-

1B

zioni colturali. Per quanto riguar-da la Flavescenza dorata mentre rimandiamo alle altre conside-razioni espresse nella relazione degli esperti del Settore Fitosani-tario Regionale, ci preme sottoli-neare ancora le seguenti criticità:- La recrudescenza di questi ulti-mi anni ha accelerato il progres-sivo estirpo di vigneti, tanto più in aree meno specializzate o più colpite, con il progressivo col-lasso dell’economia agricola, un minore ricambio generazionale e la prospettiva di abbandono del territorio.

- Dai vigneti estirpati, negli anni successivi vi è un significativo “ricaccio” del portainnesto, con creazione di preoccupanti ser-batoi della fitoplasmosi e habi-tat per lo Scafoideo.

-Necessità di un piano regionale specifico per la produzione di materiale vivaistico sano.

-Scarsa applicazione delle san-zioni amministrative, a due anni dalla loro approvazione in Piemonte, con mancato effetto deterrente sulle diffuse inadem-pienze rispetto a quanto previ-sto dalla Lotta Obbligatoria.

La vendemmia, ritardata rispetto all’anno scorso, ma in anticipo di una settimana rispetto alla media delle ultime annate, è iniziata in-torno a metà agosto con le uve destinate a vini base spuman-te (Pinot noir e Chardonnay) per concludersi intorno al 25 agosto, approssimativamente data di ini-zio vendemmia per le uve aroma-tiche, come Moscato e Brachet-to, e le uve bianche destinate a vini “fermi” come Cortese e Ar-neis. A partire dalla prima deca-de di settembre è iniziata la ven-demmia delle uve a bacca nera precoci come Dolcetto e Malva-sia e a seguire Bonarda, Ruché, Freisa e Grignolino. Per il Barbe-ra, principale vitigno della provin-

cia, la raccolta è iniziata verso la metà del mese di settembre e si è protratta fino ai primi di ottobre, poiché la maturazione delle uve è stata molto influenzata dall’espo-sizione del vigneto, dalla sua ge-stione e non ultimo dalla dispo-nibilità idrica, che è risultata un fattore limitante. Per i Nebbioli per iniziare la ven-demmia si è andati fino all’ultima settimana di settembre. Anche per l’astigiano, dal punto di vista quanti-qualitativo, vale in media quello che è accaduto a livello nazionale, con una deci-sa contrazione quantitativa e un livello qualitativo decisamente elevato. Tali aspetti hanno sicuramente fa-vorito l’aumento delle quotazioni del prodotto e presumibilmente lo stesso andamento dovrebbe ve-rificarsi sui vini considerato che vi sono molti segnali di un aumento complessivo del consumo, so-prattutto in Paesi come Russia e Cina che contrastano una certa ristagnazione nei Paesi produt-

tori storici come Spagna, Francia e Italia. Sempre da un punto di vista economico va tenuto pre-sente quanto evidenziato in una recente ricerca di Coldiretti, se-condo la quale per ogni grappo-lo di uva raccolta si attivano ben 18 settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosme-tica, bioenergie, solo per citarne alcuni. Ma la vendemmia rappresenta anche una chance lavorativa im-portante per immigrati e giovani anche grazie allo strumento dei voucher, i buoni lavoro introdot-ti per la prima volta proprio in agricoltura in occasione della campagna di raccolta delle uve dell’agosto 2008. Da allora ne sono stati utilizzati complessiva-mente circa 2 milioni solo per i lavoratori del settore vitivinicolo, che ne risultano essere i princi-pali utilizzatori.

Page 6: Il Notiziario Agricolo 15/2012

6

nu

me

ro 1

5 –

20

12

ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Mis

ura

111-

1B

Flavescenza Dorata della viteLa lotta all’insetto vettore attraverso i progetti “pilota”

(Riportiamo alcuni stralci di una re-lazione redatta dagli esperti del Set-tore Fitosanitario Regionale: Dr. Au-relio Del Vecchio, Dr. Italo Aimasso e Dr.ssa Paola Gotta.)

L’applicazione di trattamenti insetticidi, nel rispetto delle indicazioni di buona pratica

(non trattare in fioritura, sfalciare e fare appassire la vegetazione sotto-stante nel caso di presenza di fio-riture spontanee prima di eseguire i trattamenti, non trattare in presenza di vento per evitare fenomeni di de-riva, utilizzare appropriati mezzi di protezione degli operatori) e l’estir-pazione di piante infette (anche del ceppo), in accordo con le indicazio-ni della Regione (che derivano da un continuo monitoraggio della pre-senza di vettori nelle varie fasi del ciclo) sono attualmente l’unica cura disponibile per affrontare la Flave-scenza dorata. A conferma di ciò si può aggiungere che anche negli altri paesi europei colpiti dal problema, le soluzioni proposte sono le stes-se. Questo, naturalmente, in attesa e nella speranza che i numerosi stu-di che vengono attualmente portati avanti, anche con il contributo della

Regione Piemonte, possano fornire nel tempo più completi ed efficaci strumenti per la gestione di questa avversità.La Flavescenza […] è così capillar-mente diffusa sul territorio che non si può pensare che basti l’intervento “centrale” del Settore Fitosanitario Regionale per seguire tutti i Comu-ni vitati piemontesi: è necessario dunque che il territorio verifichi la situazione locale e coinvolga i propri concittadini viticoltori ed hobbisti in un progetto comune.Questa è appunto l’esperienza fran-cese ed anche, in parte, quella che si comincia da alcuni anni a vivere con i primi progetti pilota comuna-li ed intercomunali che sono nati in Piemonte.In Piemonte, con tutta evidenza, il futuro della lotta alla Flavescenza e le sue possibilità di successo risie-dono appunto nella nascita sul ter-ritorio di una rete di progetti pilota a livello intercomunale, che intercet-tino le energie di chi è più motivato e permettano di coinvolgere via via anche gli altri viticoltori ed eventual-mente anche semplici concittadini interessati ad aiutare. L’importanza dei progetti pilota è

data anzitutto dal fatto che si tratta di effettive esperienze in cui gli agricol-tori, assieme ai tecnici di zona e alle amministrazioni locali, cooperano per la lotta alla Flavescenza, adat-tando quanto prescritto dal Settore Fitosanitario al contesto produttivo, agronomico ed ambientale locale e divenendo parte attiva nell’organiz-zazione logistica dei monitoraggi e nella valutazione dei risultati. I progetti pilota sono già oggi una realtà, costituita da un nucleo ormai “storico” di comuni e da nuove aree che progressivamente si stanno ag-giungendo.Il nucleo più storico è costituito dai progetti del Comune di Mongardi-no (AT), del Comune di Vinchio (AT), della Comunità Collinare Munfrin - Progetto Sentinella (AL), dei Comuni del Tortonese (AL), dei Comuni del Doglianese e Monregalese (CN), di Cossano Belbo e comuni limitrofi delle valli Belbo e Tinella (CN).A questi si sono aggiunti quest’anno numerosi Comuni del circondario di Acqui Terme e di Nizza Monferrato, di modo che oggi gran parte del ter-ritorio dell’Asti D.O.C.G. e del Mo-scato d’Asti D.O.C.G. è inclusa in un progetto pilota.

Settore conserve e trasformatiNonostante la crisi, situazione stabile per i prodotti lavorati

Il settore dei trasformati (vini esclusi) nella provincia di Asti nel 2012 è stato caratterizzato da

una sostanziale tenuta delle realtà esistenti che, pur nelle evidenti dif-ficoltà imposte dalla crisi, hanno tut-tavia mantenuto la propria identità. Quattro agriturismi, già aperti in pre-

cedenza, hanno deciso di ampliare l’attività avviando la produzione di conserve, (tra questi, due anche con produzione di salumi), e due aziende agricole hanno aperto il laboratorio multifunzionale avviando l’attività di produzione conserve. È stato inoltre autorizzato dall’ASL

Asti un birrificio. Infine, sono stati aperti: n. 2 agrimacellerie ed un la-boratorio per la produzione di salu-mi e formaggi. Per tutti i prodotti in oggetto, la vendita è sempre preva-lentemente aziendale o presso mer-catini, ma anche presso negozi del circuito Campagna Amica.

Page 7: Il Notiziario Agricolo 15/2012

7

nu

me

ro 1

5 –

20

12

ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Mis

ura

111-

1B

Settore enologicoImportante apporto del Centro Studi Vini per la vinificazione

Anche nell’anno 2012 è pro-seguita l’attività di cam-pionamento nei vigneti

per la rilevazione delle “curve di maturazione” a cura del Centro Studi Vini del Piemonte (CSVP).Sono state condotte analisi di maturazione sui principali vitigni ed in particolare su Chardonnay, Moscato, Pinot nero, Grignoli-no, Cortese, Bonarda, Malvasia, Merlot, Ruchè, Cabernet, Bar-bera, Dolcetto. Le aziende che intendevano effettuare le analisi di maturazione hanno segnalato il loro interesse al servizio di as-sistenza tecnica Coldiretti, che ha provveduto ad inoltrare le ri-chieste al laboratorio del CSVP. Il CSVP ha selezionato le richieste pervenute al fine di ottenere un numero di prelievi uniforme per territorio e per vitigno. Sulla base delle diverse epoche di matura-zione è stata fissata la data del primo campionamento in modo da permettere almeno 3 prelievi a cadenza settimanale ed un ultimo prelievo a ridosso della vendem-mia. Le analisi hanno riguardato i parametri analitici più significati-vi per la maturazione, ovvero gli zuccheri riduttori, il grado Babo, l’alcol potenziale, l’acidità totale, il pH, l’acido malico e l’acido tar-tarico. Si allega una tabella riepi-logativa riguardanti le analisi alla maturazione di alcuni vitigni bian-chi, rossi ed aromatici dell’annata 2012.In generale la vendemmia si è caratterizzata con produzioni di elevata qualità con produzioni in-feriori alle medie.Le gelate primaverili, la siccità, i colpi di calore estivi, la grandine,

la flavescenza dorata e gli at-tacchi non indifferenti di perono-spora ed oidio hanno creato seri problemi di gestione della produ-zione.Le precipitazioni di inizio settem-bre hanno rinfrescato l’ambiente condizionando positivamente il decorso della maturazione, sti-molando nuovamente i processi di maturazione e reidratando gli acini chi stavano asciugando in maniera preoccupante.Per il moscato si è presenta-ta una vendemmia in linea con la produzione della DOCG, con buone gradazione ed aromi. Sul cortese, chardonnay e altre varie-tà a bacca bianca si è presentata un’ottima qualità, con produzioni scarse, condizionate anche dagli attacchi di Flavescenza dorata. Per le uve nere destinate a vinifi-cazione in bianco la qualità è sta-ta ottima con discrete produzioni. Sul brachetto si sono registra-te produzione nella media con buona qualità; il dolcetto ha dato soddisfazioni sia come qualità sia in un termini di produzione.Per la barbera si è registrata grande qualità, scarsa produzio-ne, con circa il 25-30% in meno rispetto alla vendemmia 2011 che pure non è stata una annata pro-duttiva.La vinificazione ha avuto un de-corso regolare per tutti i vitigni con minori difficoltà di conclusio-ne della fermentazione alcolica rispetto all’anno 2011. In conco-mitanza delle elevate temperature di maturazione si è registrato un abbassamento dei valori di APA (azoto prontamente assimilabile dai lieviti), molto carente alla ven-

demmia, con particolare deficit di azoto ammoniacale, soprattutto nei vigneti inerbiti.Per garantire il regolare svolgi-mento della fermentazione e evi-tare la formazione di fenomeni di riduzione, si è dovuto intervenire sistematicamente con l’aggiunta di formulati a base di azoto am-moniacale ed azoto amminico. La percentuale di acido malico nei mosti e nei vini risulta sensibil-mente inferiore rispetto alla me-dia, in concomitanza delle elevate temperature registrate durante la maturazione, che hanno deter-minato una maggior respirazione di questo acido e di conseguen-za un suo minor accumulo nelle uve. Il CSVP ha erogato assisten-za e consulenza tecnica, con il supporto delle necessarie analisi chimiche, durante tutto il periodo della fermentazione e nelle suc-cessive fasi della vinificazione. Sono stati divulgati i protocolli di vinificazione, specifici per cia-scun vitigno, ed è stato elaborato un compendio per la vinificazione in rosso, particolarmente adatto alla produzione di barbera da af-finamento.I vini dolcetto, bonarda, merlot, ruché e freisa non hanno avuto problemi ad iniziare e a svolgere la fermentazione malolattica men-tre un sensibile ritardo e qualche difficoltà si sta registrando per la barbera.Il CSVP rimane a disposizione nei produttori per analizzare e valuta-re tutti gli interventi necessari in fase di affinamento e stabilizza-zione dei vini al fine di ottimizzare in cantina la buona qualità otte-nuta in vigneto.

Page 8: Il Notiziario Agricolo 15/2012

8

nu

me

ro 1

5 –

20

12

ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Mis

ura

111-

1B

8

Settore seminativiUn’annata particolare, ma soddisfacente rispetto ad altre regioni

Frumento e orzoLa semina è stata effettuata in condi-zioni climatiche e agronomiche nor-mali permettendo una buona emer-genza delle coltivazioni. Le abbondanti nevicate del periodo invernale hanno accompagnato la coltura fino a inizio primavera con l’effettuazione delle prime concima-zioni azotate del mese di marzo. Alcuni problemi si sono riscontrati, invece, per la seconda concimazione azotata e per i trattamenti erbicidi e fungicidi, a causa delle abbondanti piogge di aprile e maggio, che non hanno permesso di entrare nei campi e trattare tempestivamente. È da evidenziare anche per questa campagna agraria che chi ha effet-tuato i due trattamenti fungicidi, uno ad aprile contro la septoriosi e l’altro, in fase di fioritura, contro le fusariosi, ha ottenuto un buon risultato a livello qualitativo di sanità della granella e della paglia.Le produzioni sono state nella me-dia per frumento tenero e orzo, atte-standosi sui 50 q/ha, ma con casi e zone dove le produzioni sono state inferiori per l’andamento primaverile difficile. A livello qualitativo il raccolto 2012 si caratterizza per: • elevata qualità dal punto di vista

merceologico (discreti pesi ettoli-trici e delle cariossidi);

• buona qualità dal punto di vista tecnologico (proteine, qualità al-veografica);

• ottima qualità sanitaria (assenza di micotossine).

Per quanto riguarda le produzioni del frumento duro, coltura marginale per la provincia di Asti, si sono ottenuti scarsi risultati sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.

Il prezzo indicativo di commercializ-zazione (Euro/tonnellata) si è asse-stato nel modo seguente:- In trebbiaturaFrumento tenero comune € 210,00Frumento tenero panificabile e panif. superiore € 250,00Frumento di forza € 270,00Orzo € 210,00- A metà ottobre Frumento tenero comune € 200,00Frumento tenero panificabile e panif. superiore € 240,00Frumento di forza € 260,00Orzo € 210,00

Mais Le superfici investite a mais sono rimaste invariate rispetto all’annata agraria 2010/2011. L’andamento cli-matico avverso nei mesi di aprile e maggio, con piogge persistenti, ha condizionato le semine posticipan-dole, in alcuni casi, fino al mese di giugno. Il ciclo vegetativo è stato de-terminato, soprattutto nella fase di maturazione, dal periodo siccitoso di luglio e agosto. Per quanto riguarda le produzioni dei mais in asciutta sono state deludenti, infatti lo stress idrico in fase di ma-turazione ha determinato un cattivo riempimento delle cariossidi e in al-cuni casi ha portato a delle produzio-ni molto scarse. Oltre alle scarse produzioni vanno registrati forti attacchi di piralide e, in alcuni casi, una scarsa sanità della granella per la presenza di micotos-sine, in particolare di fumosina.Le semine scalari da marzo a giugno e l’andamento siccitoso di luglio e agosto hanno causato un anticipo della raccolta della coltura ai primi

giorni di settembre. A fronte di produzioni mediamente scarse il prezzo del mais nelle prima fase di raccolta si è aggirato intorno a 190,00 Euro/Tonnellata (base 30% di umidità) andando a posizionar-si sui 175,00 Euro/Tonnellata (base 30% di umidità) nel mese di ottobre.

GirasoleLe superfici investite a girasole sono rimaste invariate rispetto all’annata agraria 2010/2011. Non si sono rilevati problemi partico-lari per la coltivazione e lo stato fito-sanitario ma solo ritardi nella semina per le piogge abbondanti primaverili. Le rese rilevate sono state media-mente di 18 q/Ha.Il prezzo di mercato si aggira intorno ai 380 Euro/Tonnellata.

SoiaLe superfici investite a soia sono ri-maste invariate rispetto all’annata agraria 2010/2011. L’andamento climatico siccitoso del periodo di luglio e inizio agosto, a fronte di una buona densità di semi-na, ha condizionato negativamente l’ultima parte del ciclo vegetativo e di conseguenza le produzioni che si sono aggirate intorno ai 18 q/Ha. Il prezzo di mercato si aggira intorno i 460 €/Tonnellata.

Page 9: Il Notiziario Agricolo 15/2012

9

nu

me

ro 1

5 –

20

12

ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Mis

ura

111-

1B

Settore zootecnicoIl comparto bovino mostra un andamento negativo rispetto agli altri settori

SETTORE BOVINOTra tutti i comparti, il settore della carne bovina è l’unico che, con il trascorrere delle annate, mostra una maggiore staticità del merca-to. Anche per l’annata 2012 è prose-guito il trend negativo per gli alle-vamenti bovini.Le quotazioni di mercato dei bo-vini da macello (prezzo pagato ai produttori) hanno mantenuto i va-lori pressoché invariati rispetto allo scorso anno, mantenendo tuttavia una scarsa remunerazione, se si esclude nelle ultime settimane un leggero rialzo per il castrato. Il mercato della razza Piemonte-se in particolare paga ancora una volta le tradizionali criticità, dovu-te all’elevata frammentazione de-gli allevamenti che sommata alla scarsa organizzazione dell’offerta, rimane il vero fattore di debolezza contrattuale per la maggior parte degli allevatori, solo alcune real-tà importanti di cooperazione tra i produttori riescono a posizionarsi adeguatamente al mercato .A livello Astigiano nell’anno 2012 c’è da registrare una diminuzione del numero di allevamenti censiti presso il servizio veterinario (-20) ed una notevole riduzione dei capi specialmente da ristallo (- 1375). In provincia di Asti sono presenti n. 263 allevamenti con presenza in stalla inferiore ai 5 capi e sola-mente 113 con un numero di capi superiore a 100 . Tali dati ancora una volta eviden-ziano le problematiche contrattuali anche se in presenza di un eleva-to standard qualitativo delle carni prodotte che però viene scarsa-mente valorizzato .

Le quotazioni sono rimaste an-cora insoddisfacenti a cui si deve aggiungere l’aumento dei cereali, in particolare il mais, per l’alimen-tazione dei capi. Anche per gli al-levamenti di francesi il mercato rimane difficile. Sul fronte del mer-cato nazionale si rileva un calo ge-neralizzato dei consumi nazionali. In prospettiva occorrerà perciò trovare nuovi sbocchi, soprattutto verso quei mercati dove il consu-mo di carne sta invece crescen-do, come nel caso di Cina, India e Russia. Coldiretti, anche sul comparto sta vagliando la realizzazione di accor-di dil filiera con alcuni importanti gruppi industriali di cui, nei pros-simi mesi potrebbero emergere nuovi sviluppi. soprattutto aumen-tando la presenza e a diversifica-re il prodotto “Made in Piemonte” all’interno dei canali della GDO.

SETTORE LATTIERO-CASEARIOPer quanto riguarda la campagna 2011/2012, l’Italia ha mantenuto seppur per poco la sua produzio-ne al di sotto della propria quota nazionale. Nel 2011/2012 la pro-duzione italiana è rimasta nei limiti per sole 41.122,489 tonnellate.Allo stato attuale, se dovesse mantenersi il trend di aumento del-la produzione, per l’annata in cor-so si arriverebbe ad avere un supr-lus, con la conseguenza di dover pagare il prelievo supplementare. E in questi ultimi mesi la preoccu-pazione di splafonamento è una realtà che si sta facendo sempre più pericolosa. Secondo quanto diffuso da Agea, a meno che non si verifichi nei prossimi mesi un’inversione della

produzione, il rischio di sforamen-to della produzione sta diventan-do sempre più concreto, facendo scattare, conseguentemente, i meccanismi della compensazione nazionale (attualmente chiama-ta “restituzione”) con tutti i suoi complicati calcoli di prelievo e del-le diverse casistiche di priorità (in ordine: zone di montagna, zone svantaggiate, livello produttivo 2007/2008, limite 106%). Anche nel corso dell’annata agra-ria 2012 è proseguito il progetto “Polvere di latte”, consolidando le proprie cifre, con un conferimento quotidiano di oltre 3.500 quintali di latte alla torre di sprayatura del-la Inalpi di Moretta da parte della Compral-latte, cooperativa nata dalla sinergia tra Coldiretti e APA. Sul fronte della trattativa regionale, invece, se lo scorso anno il prez-zo indicizzato era divenuto il riferi-mento regionale, altrettanto non si può dire per la campagna in cor-so. Coldiretti sostiene fortemente l’applicazione dell’indice storico, il quale ha garantito e conferma-to negli ultimi anni la sua validità, mantenendosi perfettamente in linea all’andamento del mercato, non solo nazionale ma anche eu-ropeo e globale. Al momento la trattativa sta attraversando una fase interlocutoria che fa ipotizza-re, verosimilmente, un’altra anna-ta senza accordo regionale, come peraltro già avvenuto in passato, rimandando il tutto alla prossima campagna.Da una media pura aritmetica il prezzo indicizzato (con parame-tri standard di proteine e grasso), l’annata agraria 2012, è di 39,62 €cent./litro.

Page 10: Il Notiziario Agricolo 15/2012

10

nu

me

ro 1

5 –

20

12

ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Mis

ura

111-

1B

SETTORE SUINICOLOIl settore suinicolo, dopo un’an-nata agraria che nel 2011 aveva mostrato i primi segnali di ripresa, ha proseguito anche nel corso del 2012 la crescita. La conferma arri-va anche dalla CUN – Commissio-ne Unica Nazionale - di Mantova, che settimanalmente si riunisce per fissare le quotazioni del suino pesante da macello, da destinare alle filiere DOP. Nelle ultime settimane il prezzo è rimasto stabilmente al di sopra di 1,7 €/kg. Nel corso dell’anna-ta 2012 il prezzo medio è stato di 1,48 mentre nel 2011 la media era di 1,37. Tali aumenti, auspicati da tempo dagli allevatori, sono stati però parzialmente ridotti a causa dell’aumento considerevole dei costi delle materie prime, mais in primis.I suini da destinare ai circuiti DOP, Prosciutto di Parma e San Daniele in particolare, continuano progres-sivamente a scarseggiare. A dimo-strazione del calo dell’offerta dei suini, si prevede un deficit di cosce DOP inviate alla stagionatura, su base a annua.Le cause della contrazione dei suini è dovuta principalmente alla chiusura di diversi allevamenti, per lo più piccoli e medi. Dal 1 gennaio 2013, inoltre, scat-teranno le nuove norme relative al benessere all’interno delle scrofa-ie, che comporterà l’adeguamento delle strutture ante 2003. Gli inve-stimenti da effettuare alle strutture e la riduzione della consistenza, potrebbero avere come conse-guenza un’ulteriore diminuzione dell’offerta. L’Unione Europea nei giorni scorsi ha dichiarato che sarà inflessibile sul rispetto delle norme per il be-nessere dei suini e che non sarà prevista alcuna deroga anche se non tutti i paesi hanno raggiunto il medesimo stan¬dard di rispetto

delle nuove norme sul benessere. La suinicoltura piemontese, pur contando su oltre 1 milione di capi, per lo più suini pesanti, non ha ancora a disposizione una filiera territoriale strutturata. La maggior parte dei suini piemontesi vengo-no destinati alle filiere DOP o IGP realizzate fuori regione, le quali si ripartiscono l’intero valore aggiun-to, senza alcuna ricaduta significa-tiva per il nostro territorio.A ciò si aggiunge un numero ele-vato delle importazioni di suini esteri, la mancanza dell’obbligo di etichettatura delle carni, ad oggi in attesa di essere applicata a livello nazionale e comunitario, ed anche una diversificazione della stessa fi-liera rivolta ancora principalmente al suino pesante.È necessario in questo settore di-versificare l’offerta in modo da evi-tare la saturazione del mercato. E allo stesso tempo creare una real-tà territoriale sostenibile, con defi-nizione del prezzo che garantisca una ripartizione equa del valore aggiunto tra tutti i soggetti della filiera. Di seguito un grafico riepilo-gativo delle quotazioni 2012.

SETTORE AVICUNICOLOL’annata 2012 per il settore avico-lo da carne, ha mantenuto il trend positivo delle precedenti due an-nate, con quotazioni medie addi-rittura in crescita. Da una somma-ria analisi dei prezzi, nelle ultime settimane addirittura stabilmente a 1,26 – 1,28 €/kg, ha mantenuto una media di 0,80 – 1,10 €/kg, in-dice di una buona domanda, con consumi in crescita.Anche il comparto delle galline ovaiole ha avuto ottimi riscontri dal mercato durante l’annata 2012. Le quotazioni delle uova sono au-mentate sin dall’inizio del mese di gennaio, per poi mantenersi pres-soché invariate per tutto l’anno. Le principali motivazioni sono da

ricondurre principalmente all’en-trata in vigore delle nuove dispo-sizioni sul benessere delle galline ovaiole stabilite dall’Unione euro-pea. Dal 1 gennaio 2012 è scattato l’obbligo di elevare la densità mi-nima a 750 cm²/capo per gli alle-vamenti in gabbia. L’adeguamen-to degli impianti per il rispetto dei nuovi standard ha comportato no-tevoli investimenti per le imprese e una riduzione dell’offerta comples-siva nazionale e anche europea di uova, generando un innalzamento dei prezzi. Il mercato italiano, se si è esclude una lieve flessione nel mese di giugno, ha mantenu-to un trend costante di crescita, con quotazioni medie nell’ordine dei 0,15 €/uova per la categoria L. Ad inizio annata i prezzi, per la me-desima categoria, si aggiravano nell’ordine dei 0,12 €/uova mentre, nelle ultime settimane sono stabil-mente intorno ai 0,163 – 0,1650 €/uova.Per quanto riguarda il comparto cunicolo dallo scorso 3 agosto 2012 ha preso il via ufficialmente la CUN Conigli, sulla falsa riga di quanto avviene per il settore sui-nicolo da alcuni anni. La Com-missione Unica Nazionale Conigli, composta da 6 membri degli al-levatori e da 6 in rappresentanza dei macellatori, si riunisce ogni venerdì a Verona con il compito di fornire il prezzo settimanale dei conigli da macello, sulla base del monitoraggio del mercato effet-tuato dalle parti e dai dati forniti da Ismea. Dopo una fase di avvio un po’ stentata, la CUN sta dando i primi risultati positivi e raccoglien-do il plauso degli allevatori che ora possono contare su di un riferi-mento nazionale. La concretizza-zione della CUN premia gli sforzi messi in campo in questi anni da Coldiretti, sin dall’inizio sostenitri-ce di questa iniziativa sia a livello nazionale che territoriale.

Page 11: Il Notiziario Agricolo 15/2012

11

nu

me

ro 1

5 –

20

12

ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Mis

ura

111-

1B

Il 2012 è stato per il settore corili-colo un anno piuttosto scarso sia in termini di quantità che di prezzo

delle nocciole. Durante il periodo del-la fioritura (terza decade di febbraio) le abbondanti nevicate e le temperature estreme (fina a -25°C) hanno limita-to la fecondazione dei fiori femminili, causando una cascola fiorale e una mancata allegagione. Collateralmen-te il gelo ha causato delle ferite alla base delle pertiche, provocando una degenerazione delle stesse a causa del danneggiamento dei vasi linfati-ci e, secondariamente, facilitando la colonizzazione del legno da parte di funghi e batteri parassiti. Gli interventi fitosanitari contro l’eriofide del nocciolo sono stati effettuati con regolarità, sep-pure alcune piogge primaverili abbiano limitato l’accesso nei noccioleti. Non essendo stato però fino a quest’anno un problema molto sentito gli interventi

Settore corilicoloUn anno all’insegna della scarsa qualità e della contrazione dei prezzi

a base di olio minerale contro la coc-ciniglia non sono stati programmati dagli agricoltori, questo ha causato in diversi corileti la presenza dell’insetto. In collaborazione con il CRESO sono stati eseguiti nei mesi di giugno e luglio numerosi frappage, nelle differenti aree della provincia, per valutare la presen-za delle cimici e del balanino: i principi attivi utilizzabili contro quest’avversità sono davvero pochi e la loro efficacia è limitata a pochi giorni di azione. Occor-re pertanto monitorare costantemente il corileto in questa fase particolarmen-te a rischio al fine di collocare con pre-cisione l’intervento insetticida nel mo-mento più critico. La cascola a terra dei frutti è iniziata nell’ultima decade di luglio, consenten-do un anticipo della raccolta dei frutti di circa una decina di giorni rispetto alla media. In post-raccolta è stato possi-bile, su deroga della Regione Piemon-

te, effettuare 2 interventi curativi per la Gleosporiosi, malattia in forte diffusio-ne soprattutto nelle zone più umide. La potatura del nocciolo è stata consiglia-ta per le ultime fasi verdi della pianta e prima del completo riposo vegetativo in modo da consentire il riequilibrio del suo carico vegetativo prima dell’inver-no e affrontare un risveglio primaverile con una produzione di linfa non supe-riore al suo fabbisogno, evitando così fenomeni di abrasione della corteccia. Le prime compravendite di nocciole hanno fatto registrate un prezzo medio di 210-230 € al quintale, in diminuzio-ne rispetto al 2011 nonostante la dimi-nuzione di produzione registrata. La coltura del nocciolo sta riscuotendo sempre più interesse per gli agricoltori della provincia, anche per la necessi-tà di trovare una coltura alternativa ai vigneti estirpati per la recrudescenza delle fitoplasmosi.

Settore ortoflorovivaisticoLe piantine orticole l’elemento trainante di tutto il comparto

Per l’astigiano interessano soprat-tutto il settore delle piantine orti-cole, dei fiori finiti e delle piante

ornamentali e da giardino. Dal punto di vista economico il 2012 conferma un trend di crescita nella produzione di piantine orticole, soprat-tutto destinate a garden-center, a det-taglianti e negozi specializzati, per la ricoltivazione hobbistica. Tale sviluppo è da attribuirsi alla maggiore sensibilità nei consumatori verso la coltivazione diretta dei propri ortaggi, anche per motivazioni economiche e salutistiche. Per quanto riguarda invece l’orticoltura professionale, le piantine provengono soprattutto da autoproduzione azien-dale oppure da pochi vivaisti specializ-zati, a livello regionale o nazionale. Non altrettanto possiamo dire per il settore delle piante fiorite e delle ornamenta-li; qui, trattandosi di un consumo più

voluttuario, vi è una maggiore influen-za della crisi economica generale, per tanto i consumatori rispetto al passa-to sono più attenti, acquistano meno, ricercano soprattutto piante più sicure dal punto di vista della rusticità, sono più attenti alle offerte promozionali, senza evitare di acquistare anche nei supermercati prodotti standardizzati di bassa qualità ma a prezzo concorren-ziale. I prezzi hanno risentito fortemente dell’aumento dei costi dei mezzi tecnici (almeno del 10% rispetto al 2011) che in questo settore sono molto inciden-ti, sia per la coltivazione (es. riscalda-mento e climatizzazione) che per il tra-sporto, tenendo conto che solitamente prevalgono piantine ottenute in grandi aziende vivaistiche specializzate, fuori Regione, destinate alla ricoltivazione e la successiva vendita nei punti vendi-ta e aziende locali. Il numero di azien-

de è in una fase di crescita, anche se spesso si punta a dimensioni inferiori e con minore diversificazione dell’offerta. Come specie vegetali trattate si da più attenzione a piantine frutticole e a pian-te in fiore/ornamentali dotate di mag-giore rusticità e più agganciate alla tra-dizione locale (es. rose), a scapito dei fiori annuali. Contrariamente a quanto accennato per le piantine da orto, nel caso delle piante fiorite e delle orna-mentali vi è stata una contrazione di venduto pari ad almeno il 10%; i prezzi di vendita praticati sono risultati gene-ralmente stabili nonostante l’aumento dei costi di produzione. Nei tradizionali garden-center resta stabile l’afflusso di consumatori che cercano maggiore qualità, servizio, e diversificazione (di-mensioni, varietà, confezionamento) e, per questo, disposti a sostenere un maggiore esborso.

Page 12: Il Notiziario Agricolo 15/2012

12

nu

me

ro 1

5 –

20

12

ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Mis

ura

111-

1B

Purtroppo l’annata frutticola 2012 non è stata una delle più fortunate, sia per quanto

riguarda la quantità della produzio-ne, sia in termini di qualità. Di se-guito ci soffermiamo in particolare sulla coltura del melo. I primi interventi fitosanitari sono stati effettuati agli inizi di marzo, in particolare per la ticchiolatura e l’antonomo del melo. Le piogge pri-maverili hanno, da una parte, per-messo l’accumulo di riserve idriche nel suolo ma, dall’altra, hanno de-terminato una particolare attenzio-ne nella difesa anticrittogamica. Grazie ai trattamenti in pre-fioritura, per la lotta all’afide grigio e alla Pandemis, sono stati decisamente ridotti i trattamenti aficidi e, collate-ralmente, quelli per il cemiostoma. L’evento che, purtroppo, ha com-promesso l’annata è stata la forte grandinata di metà giugno, con un danno nella zona di San Marzano Oliveto variabile dall’80 al 100%. Tale calamità si è ripetuta su altre aree dell’astigiano, nel corso del mese di luglio, con danni altrettan-to gravi. La produzione ormai non più commerciabile per il consumo fresco ha scoraggiato i produttori nelle cure ordinarie, limitandosi ad alcuni interventi e operazioni nei

momenti più critici. La confusione sessuale contro la carpocapsa del melo, i cui erogatori erano già stati applicati, ha comunque contribu-ito al controllo della popolazione dell’insetto nella zona ma, conside-rata la pressione del lepidottero ed in virtù di quanto appena indicato, è stata registrata una significativa presenza di frutti bacati. Nonostan-te la minor visibilità dei risultati ri-spetto agli anni passati è continuata l’attività tecnica di sensibilizzazione verso l’adozione della tecnica del-la confusione sessuale (sia liquida che disorientamento); considera-te le nuove restrizioni in materia di agrofarmaci, e l’imminente obbli-go per tutti ad adottare le norme di difesa integrata diventa quanto mai opportuno introdurre tecniche ecocompatibili e alternative a quel-le tradizionali, a maggior ragione se si tratta di problemi chiave come la carpocapsa del melo. La raccolta delle mele è iniziata attorno alla se-conda metà di agosto (salvo alcu-ne varietà precoci raccolte alla fine di luglio) con il gruppo Gala, per proseguire intorno ai primi di set-tembre per le Golden e concluder-si nella seconda metà di settembre con le Fuji. Laddove i meleti sono stati risparmiati dalle calamità na-

turali la produzione presenta una buona colorazione della buccia, con sfaccettature aranciate per la varietà Golden Delicious (cultivar di eccellenza della melicoltura asti-giana), un’ottima concentrazione di zuccheri e un’ottima pezzatura nei meleti opportunamente dirada-ti in post-fioritura. A tale risultato ha contribuito anche l’estate calda e le piogge scarse da giugno alla raccolta. La superficie nella nostra provincia coltivata a frutteto è in costante calo: purtroppo le difficol-tà economiche del periodo, il con-tinuo aumento del prezzo dei mezzi tecnici di produzione e la comples-sità degli interventi, rendono questo tipo di coltivazione sempre meno redditizia e a rischio di abbandono, anche nelle aree più vocate.

Ricerca, studio e caratterizzazione.

Corso Roma 53/b14015 San Damiano d’Asti (AT)Tel. 0141 982 455 Fax 0141 980 [email protected]

Settore frutticoloUn’annata difficile per i produttori di mele

Page 13: Il Notiziario Agricolo 15/2012

13

nu

me

ro 1

5 –

20

12

ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Mis

ura

111-

1B

Per quanto riguarda il settore orticolo, nel 2012 dobbiamo registrare luci e ombre.

Dal punto di vista meteorologico an-che la produzione orticola astigiana ha subito profondamente gli alti e bassi del 2012, ma in particolare è la fase estivo-autunnale, calda e sic-citosa, ad aver condizionato negati-vamente la quantità e la qualità degli ortaggi prodotti e, soprattutto, i costi e l’impegno richiesto agli agricoltori. La possibilità di irrigare ha realmen-te significato il successo o meno di determinate colture estivo-autunnali, es. tutto il gruppo dei cavoli e degli ortaggi a foglia/stelo, hanno avuto grossi problemi di carattere fisiolo-gico (dovuti a elevate temperature, squilibri nutrizionali e squilibri idrici) e forte aumento dei costi di produ-zione per i ripetuti interventi irrigui e la maggior attenzione richiesta agli agricoltori per riuscire a climatizzare adeguatamente le coltivazioni (rinfre-scamenti, ombreggiature, pacciama-ture). Ma l’aumento dei costi di pro-duzione è derivato anche dal generale aumento (oltre il 10%) del prezzo dei mezzi tecnici impiegati, derivati del petrolio, concimi, sementi, piantine, antiparassitari. L’aumento del costo

dell’energia ha poi condizionato for-temente i costi logistici di trasporto e movimentazione dei prodotti, con conseguente aumento dei prezzi di vendita al consumatore. Nonostante la sfavorevole congiuntura generale, il 2012 per il settore orticolo fa però registrare una controtendenza rispet-to al passato, con una certa vivacità e interesse nei giovani agricoltori in-sediati, dopo anni di scarso ricambio generazionale con cessazione di atti-vità anche in zone molto vocate (es. Valle Tanaro). A macchia di leopardo sul territorio vediamo ricomparire interesse e investimenti sulle coltu-re orticole, ma con un modo nuovo rispetto alla tradizionale orticoltura astigiana; dal punto di vista commer-ciale sempre più i giovani puntano sul rapporto diretto con il consuma-tore, sulla riduzione degli intermedia-ri di mercato, con accordi di fornitura diretta con la distribuzione organiz-zata, oppure con accordi di filiera per avere maggiori certezze di reddito. In particolare i neo-ortolani astigiani mostrano molto interesse e riscontro economico per le modalità di vendita diretta, mercatini rionali, vendite por-ta a porta, fornitura a gruppi di acqui-sto, vendita via web, ecc..

Anche dal punto di vista delle tec-niche di coltivazione, i tradizionali mezzi tecnici segnano il passo, ad esempio le restrizioni sugli agrofar-maci e l’aumento dei prezzi di acqui-sto stanno favorendo la diffusione di metodi integrati e biologici di pro-duzione, con maggior utilizzo delle rotazioni colturali, del sovescio (per arricchire il terreno in sostanza or-ganica e per contrastare determina-te patologie e parassiti), degli insetti utili per la lotta biologica ai parassiti, dei sistemi di irrigazione localizzata (per il risparmio idrico, la distribuzio-ne più efficiente dei fertilizzanti, oltre al risparmio dei tempi di lavoro). Quindi un momento di forte innova-zione che va incontro alle moderne tendenze del consumatore nel pre-miare i prodotti del proprio territorio, stagionali, ecocompatibili e più con-venienti economicamente.

Settore orticoloLa produzione ha subito gli sbalzi climatici incidendo sui costi e sull’impegno

Page 14: Il Notiziario Agricolo 15/2012

14

nu

me

ro 1

5 –

20

12

ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Mis

ura

111-

1B

Settore apicolturaNonostante le difficoltà forti segnali di crescita

La spirale negativa iniziata nel 2011 purtroppo non si è ar-restata. Pur senza gli eccessi

del 2011, tuttavia nelle zone collinari astigiane anche quest’anno si sono registrate produzioni generalmen-te scarse e di qualità non sempre elevata. Il settore apistico in Italia, pur attraversando momenti di dif-ficoltà legati alle sempre maggiori complessità tecniche nel garantire la sopravvivenza delle api, presenta anche quest’anno dati in crescita. Aumentano il numero degli opera-tori, molti dei quali spinti dalla crisi di altri settori e aumenta il numero degli alveari allevati. Il Piemonte è sempre all’avanguardia con oltre 3600 apicoltori e oltre 130.000 alve-ari in allevamento. La provincia di Asti, nello specifico, riporta 237 apicoltori (dati del censi-mento apistico 2011), 116 dei quali professionali, e rappresenta oltre 14.000 alveari, circa l’11% del pa-trimonio apistico regionale, dato di tutto rispetto per l’economia agrico-la astigiana.L’avvio della stagione produttiva è avvenuto all’insegna della incertez-za. Infatti, se lo stato di svernamen-to delle api è stato generalmente buono, con una perdita media inver-nale nella norma, diverso è stato il discorso dal punto di vista meteo-rologico. Si sono verificati due feno-meni negativi: una settimana a ini-zio mese di aprile con temperature elevate che hanno determinato un considerevole anticipo della vege-tazione e un livellamento delle fio-riture a prescindere dalle quote al-timetriche, seguito da un’ondata di maltempo che ha colpito gran parte della penisola, con pioggia e bas-se temperature notturne che hanno

frenato i primi raccolti primaverili. Le produzioni sono state quindi piut-tosto scarse (3kg/alveare di media) per il miele di colza e di tarassaco, ma anche per la robinia ( 7-15 kg/alveare). La qualità organolettica dei prodotti è risultata anche non eccel-sa.Per quanto riguarda la produzione del miele di castagno, malgrado la forte preoccupazione registrata in maggio a seguito della mancanza di fioritura su vasti areali a causa del nuovo parassita della pianta, il cini-pide o vespa cinese, la situazione è poi risultata migliore del previsto con produzioni di qualità attorno ai 25 kg/alveare, nelle zone maggior-mente vocate. Anche il tiglio ha riportato produzio-ni di qualità con medie maggiori ri-spetto al 2011, intorno ai 20-25 Kg/alveare in Piemonte.Dalla metà di luglio in avanti la situa-zione meteorologica si è aggrava-ta, con alte temperature persistenti unite alla siccità: oltre che portare a scarse produzioni, si è verificato anche un elevato consumo di miele nei melari da parte delle api, in taluni casi ridotte alla fame. La produzione di miele di melata è stata così a macchia di leopardo, in funzione della maggiore o minore di-sponibilità di umido dal terreno (fon-di valle o zone ripariali sono state infatti più produttive delle postazioni in collina o nei versanti secchi). Nel 2012, a seguito della conside-revole perdita di alveari nel corso dell’inverno, sono poi state osser-vate colonie generalmente sane e, stranamente, con poca varroa. Cio-nonostante, l’andamento stagionale caratterizzato da temperature inco-stanti e forte siccità ha causato una

riduzione spontanea della camera di covata; situazione completamente diversa quella registrata nelle colo-nie condotte in aree di bottinatura meno siccitose. Per quanto riguarda i trattamenti estivi, quest’anno si è assistito ad un frequente ricorso al blocco della covata, peraltro con ottimi risultati, affiancato dal più tradizionale Api-life Var che si è avvantaggiato del-le temperature ottimali del mese di agosto. La lotta chimica, invece, necessi-ta sempre di grandi attenzioni per verificarne continuamente la reale efficacia e la eventuale comparsa di ceppi resistenti. Nell’autunno, le alte temperature protratte fin quasi alla fine del mese di ottobre, hanno rallentato il naturale restringimento delle colonie. Di questo occorrerà tener conto nel-la programmazione dei trattamenti di pulizia invernali, che pongono le basi per la stagione seguente.Lo scarso andamento produttivo del 2012, unito alla scarsità delle scor-te di miele nei magazzini dei gran-di invasettatori e alla riscoperta del miele italiano di qualità da parte dei consumatori, dovrebbe conservare il valore commerciale dei mieli ad un livello di tutto rispetto.

Page 15: Il Notiziario Agricolo 15/2012

15

nu

me

ro 1

5 –

20

12

ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Mis

ura

111-

1B

Settore agricoltura biologicaSoddisfa la domanda di un consumatore attento a qualità e salubrità del prodotto

Ll mercato del biologico in Italia continua a crescere, spinto da un consumatore

sempre più attento alla qualità e salubrità dei prodotti.Le recenti statistiche confermano che il consumo di prodotti biolo-gici fa registrare un valore positi-vo (+ 8,9% rispetto all’anno pre-cedente ), mentre si registra una leggera flessione della superficie coltivata e del numero di aziende agricole. La Superficie Agricola Utilizza-ta, biologica e in conversione, è in leggera diminuzione (- 1,5% ), mentre il numero degli operatori del settore dimostra un leggero incremento (+ 1,3%). Entrando nel dettaglio delle tipologie degli operatori si evidenzia una dimi-nuzione di produttori con atti-vità agricola esclusiva, mentre crescono i preparatori esclusivi ( senza attività agricola) e gli ope-ratori con attività mista di produ-zione e trasformazione (+ 25% ). Segnali di crescita anche per gli operatori importatori di prodotti biologici. È in particolare l’attività di pro-duzione primaria che non risente degli effetti positivi della crescita del mercato, che invece stimola gli investimenti nel settore della preparazione e della distribuzio-ne. Attualmente solo il 3% del budget alimentare di una famiglia è destinato al bio, ma ormai il bio è entrato nelle case di un italiano su due. Il canale della Gdo italiana veicola circa il 40% delle vendite nazio-nali del settore; l’assortimento di prodotti bio è sempre più ampio: l’esempio più eclatante è quello

di Coop Italia con la linea Viviverde che ha registra-to un incremento nelle vendite del 22%. Anche nei canali di vendita alternativi si re-gistra una certa vivacità: merito soprattutto della filiera corta che spesso riesce a garantire prezzi più convenienti specie sui prodot-ti freschi. Una recente indagine ha rileva-to che presso i Gruppi di acqui-sto solidali (Gas) l’ortofrutta bio costa il 20% in meno rispetto ai supermercati e ai negozi specia-lizzati. Proprio la convenienza e il legame diretto con i produttori stanno spingendo la crescita dei Gas, dei farmers market e dei ser-vizi di consegna a domicilio dei prodotti bio.L’acquirente tipico per i prodotti biologici è giovane e con elevato livello di istruzione, appartenente alla classe economica medio-al-ta, residente al Nord.I prodotti biologici più consumati risultano la frutta e verdura fre-sca, seguiti da miele e marmella-te, uova, yogurt, olio extra vergine d’oliva, formaggi, succhi di frutta, biscotti e carne. Tra le novità 2012 va ricordato che, con la vendemmia 2012, è entrato in vigore il nuovo regola-mento Ue sul vino biologico. Una novità assoluta considerato che fino allo scorso anno era possi-bile produrre e etichettare il vino

facendo riferimento unicamen-te alla materia prima (uva) e non al prodotto trasformato (vino). Sull’etichetta poteva comparire la dicitura : “uve da agricoltura bio-logica “ o “ uve biologiche”, ma non “vino biologico”. In sostanza mancava una regolamentazione della trasformazione dell’uva in vino. Il vuoto normativo è sta-to colmato con il regolamento 203/2012 dell’8 marzo 2012 che disciplina la produzione del vino biologico. Le nuove norme giun-gono in un momento di crescente interesse per il vino biologico in tutta Europa. Si stima che attualmente sia pos-sibile rendere bio il 3-4% del vino made in Italy. Mentre in passa-to era una prerogativa di piccole aziende, oggi stanno investendo anche imprese di maggiori di-mensioni. I dati sui vigneti bio risultano in crescita, in controtendenza con le superfici vitate in genere che in-vece diminuiscono, e in quest’ot-tica l’opzione bio può rappresen-tare anche una nuova possibilità per affrontare la crisi.

Page 16: Il Notiziario Agricolo 15/2012