Il Mosaiko Kids 8-2006

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Il Mosaiko Kids si riceve tramite abbonamento annuale, richiedendolo al seguente indirizzo: Favolarevia Editore, via C. Alberto 13 15053 Castelnuovo Scrivia (AL) - Tel. 0131 856018 e-mail: [email protected] - [email protected] Anno 3 - n° 8, settembre - ottobre 2006 Aut. Tribunale di Tortona N° 2/04 reg. periodici del 22/09/2004 Proprietà ed Editore: Favolarevia, via C. Alberto, 13 - Castelnuovo S. (AL) Periodico mensile Direttore responsabile: Antonella Mariotti Stampa: Tipografia-litografia Fadia, via Soldini 12 - Castelnuovo Scrivia (AL) i i d d Il Mosai o K Il M osai o K s s pag.3 pag. 4 pag.5 pag.6 pag.7 I racconti fantastici del Mosaiko FURETTI ROSA & CO. di Sofia Falchetto Coscritti in piazza a Castelnuovo I CAMPIONI DEL MONDO SIAMO NOI! di Elena Pisa Isola S. Antonio - Intervista a Carola Picotto L’EMOZIONE DEL PATTINAGGIO di Marta Lamanuzzi Voghera - Intervista a Veronica Bello UNA CANTANTE... VERA! di Mimma Franco “Stupefacente è solo la nostra creatività” LA PREMIAZIONE! Mimma Franco, Marta Lamanuzzi, Davide Varni Alessandra Tava, un “pezzo” del nostro Basket a Roma q u a t t r o c h i a c c h i e r e sotto il canestro An che un campetto di provincia p uò aprire molte porte... Un’intervista, o meglio una chiacchierata, con Franco Bal- duzzi, allenatore del Basket Club Castelnuovo Scrivia, che ha ottenuto ottimi risultati con la squadra femminile, riuscen- do a costruire un gruppo affia- tato ed unito anche al di fuori dei confini del campo da gioco! P er iniziare ci piacerebbe avere qualche notizia ri- guardo la nascita e l’evo- luzione della squadra femmi- nile… A Castelnuovo, in passato, ab- biamo avuto delle ottime gioca- trici, quali Luigina Damiani, De- si Cermelli, Laura Bisio, ma ne- gli anni seguenti non eravamo riusciti a mantenere una squa- dra. La squadra femminile attuale è quindi nata dopo un periodo di “stop”, grazie a Michela Tollen- tino che nel 1996/1997 è riusci- ta a raccogliere attorno a sé questo gruppo formato inizial- mente da circa una quindicina di ragazze. Io sono subentrato a lei nel 2000, ereditando una squadra formata da ragazze molto giovani, dai 12 ai 14 anni. Nel 2001 si sono poi aggiunte anche giocatrici provenienti da altre squadre, soprattutto da Tortona, e fondendo così questi due gruppi siamo riusciti a creare una squadra competiti- va. Quali risultati avete ottenuto sinora e quali sono le vostre speranze per il futuro? L’anno scorso abbiamo ottenuto un buon risultato classificando- ci terzi in serie C ed abbiamo partecipato alle finali regionali juniores piazzandoci in quinta posizione. Per quanto riguarda quest’anno, invece, c’è il pro- getto di confrontarsi con la se- rie B, ma non ne siamo ancora del tutto sicuri. Inoltre abbiamo formato anche un nuovo gruppo, che raccoglie ragazze nate dal 1994 al 1996, che speriamo possano in futuro fornire i ricambi generazionali per la prima squadra. Pensa che ci siano più possibi- lità di emergere nel settore femminile piuttosto che in quello maschile? Sì, penso proprio di sì. Nel set- tore maschile c’è più concor- renza, ci sono molte più squa- dre e, di conseguenza, anche Livia Granata segue a pag. 2 Alessandra Tava (foto Bruno De Faveri) N elle prime file del Cinema Teatro So- ciale di Tortona sie- dono, come per ogni even- to importante, le autorità: il Sindaco Francesco Mar- guati, l’Assessore alle poli- tiche giovanili Gianluca Silvestri, e i medici che hanno seguito con affetto e partecipazione la nostra iniziativa, il dott. Costan- tino Girardengo e il dott. Luigi Bartoletti. Accanto a loro, i volti a noi meno no- ti di altre autorità e cari- che istituzionali, la cui presenza insinua nell’atte- sa dell’inizio quella fredda tensione che appartiene a tutte le cerimonie ufficia- li. All’improvviso 500 per- sone trattengono il respi- ro, gli occhi sgranati verso il palco su cui si intuiscono i primi movimenti. Tutti attendono la consueta ce- rimonia di premiazione, con discorsi, letture e tar- ghe d’ottone, e invece, sorpresa! Quattro splendi- de bambine (nonché re- dattrici del Mosaiko per i piccoli, Laura Mandirola, Cecilia Crivelli, Federica Marini e Irene Gavio) han- no spiegato con classe e semplicità che cos’è il no- stro mensile, a chi si rivol- ge e dove vuole arrivare. Ma la mattinata scivola su- bito verso la sua naturale dimensione artistica con l’ingresso di Veronica Bel- lo, che con una canzone toccante e diretta ci tra- scina nella quotidianità di- sperata di chi si trova a di- pendere dalla droga. La musica, la coreografia, le luci, l’argomento: tutto improvvisamente si tinge di emozioni forti e un bri- vido corre sulla pelle. Dalla scaletta laterale del palco entrano tre angiolet- ti azzurri, e, sopraffatta dall’emozione, stento a ri- conoscere i ragazzi della nostra redazione, Laura Mandirola, Cecilia Crivelli stupefacente è solo la nostra creatività... La premiazione! a pagina 3 Mimma Franco, segue a pag.3

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Il periodico dell'Associazione Il Mosaiko Kids

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Il Mosaiko Kids si riceve tramite abbonamento annuale, richiedendolo al seguente indirizzo:Favolarevia Editore, via C. Alberto 1315053 Castelnuovo Scrivia (AL) - Tel. 0131 856018e-mail: [email protected] - ilmosaiko @tiscali.it

Anno 3 - n° 8, settembre - ottobre 2006 Aut. Tribunale di Tortona N° 2/04 reg. periodici del 22/09/2004Proprietà ed Editore: Favolarevia, via C. Alberto, 13 - Castelnuovo S. (AL)Periodico mensileDirettore responsabile: Antonella MariottiStampa: Tipografia-litografia Fadia, via Soldini 12 - Castelnuovo Scrivia (AL)

ii ddIl Mosai oKIl Mosai oK ss

pag.3

pag. 4

pag.5

pag.6

pag.7 I racconti fantastici del Mosaiko

FURETTI ROSA & CO.di Sofia Falchetto

Coscritti in piazza a Castelnuovo I CAMPIONI DEL MONDO SIAMO NOI!

di Elena Pisa

Isola S. Antonio - Intervista a Carola PicottoL ’EMOZIONE DEL PATTINAGGIO

di Marta Lamanuzzi

Voghera - Intervista a Veronica Bello

UNA CANTANTE . . . V ERA !

di Mimma Franco

“Stupefacente è solo la nostra creatività”L A P R E M I A Z I O N E !

Mimma Franco, Marta Lamanuzzi, Davide Varni

A l e s s a n d r a Ta v a , u n “ p e z z o ” d e l n o s t r o B a s k e t a R o m a

q u a t t r o c h i a c c h i e r e

s o t t o i l c a n e s t r oA n c h e u n c a m p e t t o d i p r o v i n c i a p u ò a p r i r e m o l t e p o r t e . . .

Un’intervista, o meglio unachiacchierata, con Franco Bal-duzzi, allenatore del BasketClub Castelnuovo Scrivia, cheha ottenuto ottimi risultati conla squadra femminile, riuscen-do a costruire un gruppo affia-tato ed unito anche al di fuoridei confini del campo da gioco!

Per iniziare ci piacerebbeavere qualche notizia ri-guardo la nascita e l’evo-

luzione della squadra femmi-nile…

A Castelnuovo, in passato, ab-biamo avuto delle ottime gioca-trici, quali Luigina Damiani, De-si Cermelli, Laura Bisio, ma ne-gli anni seguenti non eravamoriusciti a mantenere una squa-dra.La squadra femminile attuale èquindi nata dopo un periodo di“stop”, grazie a Michela Tollen-tino che nel 1996/1997 è riusci-ta a raccogliere attorno a séquesto gruppo formato inizial-mente da circa una quindicinadi ragazze. Io sono subentrato alei nel 2000, ereditando unasquadra formata da ragazzemolto giovani, dai 12 ai 14 anni.Nel 2001 si sono poi aggiunte

anche giocatrici provenienti daaltre squadre, soprattutto daTortona, e fondendo così questidue gruppi siamo riusciti acreare una squadra competiti-va.

Quali risultati avete ottenutosinora e quali sono le vostresperanze per il futuro?

L’anno scorso abbiamo ottenutoun buon risultato classificando-ci terzi in serie C ed abbiamopartecipato alle finali regionalijuniores piazzandoci in quintaposizione. Per quanto riguardaquest’anno, invece, c’è il pro-getto di confrontarsi con la se-rie B, ma non ne siamo ancoradel tutto sicuri.Inoltre abbiamo formato ancheun nuovo gruppo, che raccoglieragazze nate dal 1994 al 1996,che speriamo possano in futurofornire i ricambi generazionaliper la prima squadra.

Pensa che ci siano più possibi-lità di emergere nel settorefemminile piuttosto che inquello maschile?

Sì, penso proprio di sì. Nel set-tore maschile c’è più concor-renza, ci sono molte più squa-dre e, di conseguenza, anche

Livia Granata

segue a pag. 2

Alessandra Tava

(foto Bruno De Faveri)

Nelle prime file delCinema Teatro So-ciale di Tortona sie-

dono, come per ogni even-to importante, le autorità:il Sindaco Francesco Mar-guati, l’Assessore alle poli-tiche giovanili GianlucaSilvestri, e i medici chehanno seguito con affettoe partecipazione la nostrainiziativa, il dott. Costan-tino Girardengo e il dott.Luigi Bartoletti. Accanto aloro, i volti a noi meno no-ti di altre autorità e cari-che istituzionali, la cuipresenza insinua nell’atte-sa dell’inizio quella freddatensione che appartiene atutte le cerimonie ufficia-li. All’improvviso 500 per-sone trattengono il respi-ro, gli occhi sgranati versoil palco su cui si intuisconoi primi movimenti. Tuttiattendono la consueta ce-rimonia di premiazione,con discorsi, letture e tar-ghe d’ottone, e invece,sorpresa! Quattro splendi-de bambine (nonché re-dattrici del Mosaiko per ipiccoli, Laura Mandirola,Cecilia Crivelli, FedericaMarini e Irene Gavio) han-no spiegato con classe esemplicità che cos’è il no-stro mensile, a chi si rivol-ge e dove vuole arrivare.Ma la mattinata scivola su-bito verso la sua naturaledimensione artistica conl’ingresso di Veronica Bel-lo, che con una canzonetoccante e diretta ci tra-scina nella quotidianità di-sperata di chi si trova a di-pendere dalla droga. Lamusica, la coreografia, leluci, l’argomento: tuttoimprovvisamente si tingedi emozioni forti e un bri-vido corre sulla pelle.Dalla scaletta laterale delpalco entrano tre angiolet-ti azzurri, e, sopraffattadall’emozione, stento a ri-conoscere i ragazzi dellanostra redazione, LauraMandirola, Cecilia Crivelli

stupefacenteè solo la nostra

creatività...

La premiazione!

a pagina 3

Mimma Franco, segue a pag.3

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più giocatori. Nel femminileinvece c’è più possibilità, logi-camente bisogna lavorare mol-to bene!

Alcune giocatrici del Castel-nuovo sono giunte ad imporsianche sulla scena nazionale,potrebbe parlarcene?

Sì, dalla squadra sono emersein particolar modo due gioca-trici: Alessandra Tava(chequest’anno ha anche parteci-pato all’Europeo in Finlandia),e Giulia Leva, entrambe sonostate convocate in *Azzurri-na*. Azzurrina è un progetto volutodal settore nazionale femmini-le, nato a Roma, esteso poi atutte le regioni italiane. Ogniregione, all’interno di questoprogetto, seleziona le 15 mi-gliori giocatrici di ogni anna-ta, e noi dal 2000 ad ora ab-biamo avuto quattro convoca-te: oltre ad Alessandra Tava ea Giulia Leva sono state nota-te anche Codispoti e Marciano.Per un paese come Castelnuo-vo avere avuto ben quattroconvocazioni è sicuramenteuna grande soddisfazione.

E cosa può dirci di AlessandraTava? Ci piacerebbe conosce-re un po’ il suo percorso…

Alessandra è stata inizialmen-te allenata da Michela, poi èstata allenata sia da me cheda Cristiano Lunaschi, in quan-to disputava due campionati:con Cristiano giocava nel cam-pionato riservato alle ragazzedella sua età, nate cioè nel1990/1991 (NdM. Alessandra ènata nel 1991), e poi io la ag-gregavo alla squadra delle piùgrandi, delle ragazze nate nel1988 e disputava anche il lorocampionato. Alessandra hasempre dimostrato molto im-pegno, scegliendo di allenarsiquattro volte alla settimanainvece di due, e sicuramenteallenarsi e confrontarsi congiocatrici che avevano due otre anni più di lei l’ha aiutata

molto. E i risultati si sono vistidal momento che quest’anno èstata convocata per disputarei campionati europei giovanili.

Potrebbe raccontarci qualco-sa di più su questa esperien-za “europea” di Alessandra?

Per entrare a far parte dellanazionale under 16 ha primadovuto superare una pre-sele-zione a Caorle, dove c’eranoventi ragazze. Dalle venti ini-ziali ne sono state scartatequattro, e le sedici rimanentisi sono trasferite a Bormio,dove altre quattro sono stateeliminate. Alessandra era in-vece fra le dodici che sonostate selezionate per parteci-pare in Finlandia agli EuropeiB. Non so se sapete come fun-ziona il torneo….

No, in effetti no, potrebbespiegarcelo?

C’è un girone A, che è il giro-ne in cui si gioca per vincere iltorneo vero e proprio, e poic’è il girone B, in cui l’Italia èretrocessa due anni fa perchési era classificata agli ultimiposti. Per poter ritornare nel gironeA l’Italia quest’anno dovevaclassificarsi fra le prime duedel girone B, purtroppo sonoarrivate terze, perdendo la se-mifinale con la Svezia, quindil’anno prossimo rigiocherannol’Europeo B. Ma comunque noncapita certo tutti i giorni dipartecipare ad un torneo diquesto calibro! In Finlandiainoltre Alessandra ha ancheconosciuto l’allenatore di Ro-ma, che è la squadra in cuigiocherà la prossima stagione.

Quindi Alessandra ha decisodi trasferirsi?

Alessandra ha indubbiamentefatto una scelta coraggiosa,nonostante avesse ricevutoproposte interessanti da alcu-ne squadre più vicine qualiBroni e Torino ha scelto di tra-

sferirsi a Roma, per giocarenel *San Raffaele Roma*, unasquadra di serie A1, neopro-mossa, che milita nel campio-nato nazionale. Lei disputeràsia il campionato cadette chequello juniores, quindi inizial-mente si dedicherà solo aicampionati giovanili, e poi, seriuscirà a meritarselo, verràaggregata alla prima squadra,cominciando quindi a conosce-re un ambiente sempre piùprofessionale.

Può dirci qualcosa sulla gior-nata tipo di Alessandra?

Io purtroppo non conosco benei particolari, so che abita conun’altra ragazza in una fami-glia di Roma. Al mattino fre-quenta la scuola, il secondoanno di liceo scientifico per laprecisione, e sicuramente nelpomeriggio è impegnata congli allenamenti.

E quali possibilità per il futu-ro può offrirle,secondo lei,questa esperienza?

Per quest’anno Alessandra èsolo in prestito, a giugno deci-derà se si è trovata bene e haintenzione di proseguire con il*San Raffaele* oppure se ac-cettare una delle altre nume-rose proposte che ha ricevutoda svariate società di serie A,oltre a Torino e a Broni eranointeressate infatti anche Par-ma e La Spezia. Pertanto Ales-sandra può scegliere fra moltepossibilità. E’ sicuramenteuna ragazza molto matura,perciò sono sicuro che sapràscegliere per il meglio!

Tornando invece a parlare unpo’ di lei, che cosa le tra-smette il basket?

Il Basket per me è prima ditutto una grandissima passio-ne, che è stata capace di re-galarmi anche grandissimesoddisfazioni. Abbiamo cerca-to di costruire delle squadreche fossero senz’altro compe-

titive, ma in cui non mancas-sero mai, prima di tutto, il di-vertimento e la voglia di stareinsieme. Il Basket è infatti, ol-tre che uno sport completo emotivante, un’occasione e unmomento per conoscersi, farenuove amicizie ed imparare acollaborare con gli altri.Io personalmente adoro alle-nare i ragazzi giovani, fra i do-dici e i quattordici anni, per-ché a quell’età sono presentisoprattutto la purezza e la vo-glia di divertirsi, qualità chepurtroppo, con il passare deglianni, alcuni perdono.

Ha un sogno nel cassetto chepuò raccontarci?

Sì, a dire il vero c’è un sognonel cassetto. Io, e chi comeme collabora da tempo con lasocietà di Basket, abbiamosempre sperato di poter crea-re un giorno una Polisportivaqui a Castelnuovo, finalizzataa fare in modo che i ragazzipratichino sport, non importaquale. Si tratta chiaramentedi una cosa complicata da rea-lizzare, perché bisognerebbeche tutti facessero un passoindietro, rinunciando a qual-cosa di loro per poter però da-re qualcos’altro a tutti gli al-tri. Penso che molta gente po-trebbe essere coinvolta inquesto progetto, e sono sicuroche troverebbe molti riscontrie approvazione.

Che consiglio si sentirebbe didare ad un ragazzo che vo-lesse cominciare a praticarequesto sport?

Secondo me il Basket è unosport bellissimo, oltre che unodei più completi in assolutoinsieme al nuoto!Inoltre è unosport di gruppo, e credo chegli sport di gruppo, in genera-le, aiutino a crescere in quan-to insegnano a condividerecon gli altri determinate cose:devi imparare a impegnarti eanche a sacrificarti per il bene

della squadra, sviluppando co-sì un notevole senso di respon-sabilità. Soprattutto al giornod’oggi credo che sia davveroimportante per i ragazzi stareinsieme agli altri.Fondamentale però sono pri-ma di tutto l’impegno e la cor-rettezza, pertanto ad un ra-gazzo che si avvicina per laprima volta a questo sportconsiglierei prima di tutto diimpegnarsi, perché, anche sesi gioca per divertirsi, l’impe-gno e la correttezza non devo-no mai venire meno, anzi!

s e g u e d a l l a p r i m a - L i v i a G r a n a t a

q u a t t r o c h i a c c h i e r e sotto il canestro

Alessandra Tava e Gianmarco Pozzecco, icona del Basket italiano

Franco Balduzzi e Livia Granata

(foto Elena Pisa)

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e Andrea Marcone. Vederli così, in vestedi ballerini di grande talento, tessere laloro tela di figure sotto l’occhio atten-to di Margherita Roda, che li ha forma-ti e diretti alla California Dance Schooldi Voghera, mi commuove e mi riempied’orgoglio. Dalla sinistra del palco en-tra Sonia Bedeschi, si siede per terrascalza in abito lungo verde e si mette aleggere una frase davvero toccante chemette in gioco tutto ciò che di più im-portante ci può essere nella vita, e aquel punto sono quasi alle lacrime.Lo spettacolo delicato che va in scena,animato, diretto e interpretato da Mar-gherita Roda, si intitola Balletto alla vi-ta. Come si può insegnare ad amare lavita, apprezzarla, gustarla e difender-la? Come si può insegnare che non bastauna pillola per condire la realtà di tut-to il sale che le manca? Forse ci si può

riuscire solo con l’arte, e questi straor-dinari ragazzi sono sul palco per farlo…Il rito della premiazione a questo puntopuò iniziare in un clima di forte emo-zione e completamente spoglio di inuti-li cerimoniosità.Devo davvero ringraziare dal profondodel cuore tutte le persone che hannoreso possibile l’avventura del ConcorsoNazionale “Stupefacente è solo la no-stra creatività” e che hanno permessoche prendesse questi accenti di intensaespressività. L’elenco dei collaboratori, degli entu-siasti, dei sostenitori, di tutte le perso-ne a qualche titolo coinvolte sarebbelunghissimo e finirebbe inevitabilmenteper escludere qualcuno. Mi limiterò quiad abbracciare idealmente le persone ele istituzioni che più hanno partecipa-to, offerto e sofferto: Margherita e tut-

to il suo corpo di ballo, Antonella Ma-riotti, Giovanna Spantigati, il Comunedi Tortona, la Consulta Comunale Gio-vani, Il dott. Girardengo e il dott. Bar-toletti, la redazione del Mosaiko, Elenae Claudio, in particolare, che sono sem-pre al mio fianco.Sono profondamente convinta che i gio-vani e i meno giovani che hanno parte-cipato a questa esperienza sapranno av-vicinarsi al drammatico problema delledipendenze da stupefacenti con minoreincertezza e senza quel carico di pre-giudizi che crea un muro invisibile mainvalicabile in cui la persona che ha bi-sogno di aiuto si trova rinchiusa e ghet-tizzata. Credo anche che da questoconcorso tutti abbiamo imparato unaverità semplice quanto difficile: fuggirela propria vita è rincorrere la propriamorte.

La premiazione!E m o z i o n i e a r t e p e r s u g g e l l a r e i l c o n c o r s o

30settembre 2006, il concorso“Stupefacente è solo la nostracreatività” ha avuto termine in

un tripudio di premi. Anche il sottoscrit-to ha preso parte alla manifestazione,non solo come rappresentante della reda-zione ma, udite udite, nell’inedita vestedi presentatore. Nonostante il terrore di“impappinarmi” (gergo squisitamentetecnico che descrive bene la figura che fail presentatore quando non parla, comin-

cia a sudare e balbetta), ho intrattenutoil pubblico per cinque minuti, insieme aMarta, per lodare e ringraziare i parteci-panti e gli sponsor in nome del nostrogiornale. Non ho però l’ardire di prender-mi un qualche merito per l’organizzazio-ne del tutto: i complimenti vanno tutti aMimma ed Elena, che, nonostante le oredi sonno perse, i frequenti trasferimentiCastelnuovo- Tortona e le ore passate arevisionare la scaletta, hanno portato atermine la premiazione vive, vegete estanche morte. Una “sfacchinata” cheperò è valsa i riconoscimenti delle auto-

rità presenti per l’ottima riuscita dell’o-riginale connubio di ballo e canto, ideanon molto sfruttata nel contesto dellecampagne contro le tossicodipendenza,ma indubbiamente avvincente. E chissà che, dato il successo sia della ta-vola rotonda che della premiazione, que-sto colloquio non possa diventare un ap-puntamento fisso nel processo di sensibi-lizzazione giovanile, insieme al comunedi Tortona, sempre molto attento a que-ste necessità.E se avete bisogno di un presentatore, sa-pete a chi rivolgervi.

stupefacenteè solo la nostra

creatività...

S a b a t o 3 0 s e t t e m b r e a l C i n e m a T e a t r o S o c i a l e d i T o r t o n a

Mimma Franco, segue dalla prima

C e l ’ a b b i a m o f a t t a !

La mattinata di sabato 30 settembrenon è stata, come potrebbe sembra-re ai più distratti, un bell’espediente

per saltare cinque ore di noiose spiegazio-ni di matematica, storia e letteratura; néun lasso di tempo da dedicare all’ascoltodella musica o alla lettura di fumetti; èstata al contrario una piacevole ed alter-nativa fonte di insegnamento, crescita edisincanto. Una prova solida ed evidentedell’importanza della manifestazione èstata la presenza di diverse autorità: il sin-daco di Tortona Francesco Marguati, l’as-sessore alle politiche giovanili Gianluca

Silvestri, il dottor Girardengo e il dottorBartoletti.Le tossicodipendenze, e in modo partico-lare alcool e canne, che sono le più vicineal mondo dei giovani, sono state il filoconduttore dei diversi interventi previstidalla scaletta. Come la serietà del temarichiedeva, un’equipe di esperti ha rela-zionato, analizzando il problema da piùangolazioni e in molti dei suoi aspetti. Èstato proprio grazie alle fondamenta get-tate da queste trattazioni, che la premia-zione del concorso del Mosaico Kids ha as-sunto un significato che va oltre al ricono-scimento della fantasia e della creativitàdei vincitori, oltre al valore estetico dellecoreografie e dei canti. Credo che sabatomattina il nostro concorso sia apparso agli

occhi del pubblico, sia a quelli dei ragazzisia a quelli degli adulti, come un’iniziati-va davvero profonda, degna di attenzioneed innovativa. Non si è trattato solo di unpotente mezzo di sensibilizzazione, ma,forse inaspettatamente, ha anche messoin luce che sono i giovani stessi a possede-re la forza e l’ingegno più stupefacenti perla risoluzione dei loro problemi. Una sco-perta che avvalora ulteriormente gli ela-borati dei partecipanti rendendoli prezio-si spunti di riflessione. In quest’ottica sispiega la suggestione che hanno suscitatola coreografia di Margherita Roda e la can-zone di Veronica Bello, toccanti interpre-tazioni della sofferenza, ma anche del co-raggio e della determinazione che accom-pagnano l’abisso delle tossicodipendenze.

U n a l e z i o n e d i v i t a

Davide Varni

Da sinistra: Federica Oliva, Alice Marzella, Chiara Fossati (vincitori 1° premio Slogan), Sonia Bedeschi, Margherita Roda.

Dall’alto al Basso: Andrea Marcone e Margherita Roda (foto 1), Laura Mandirola, Sonia Bedeschi e Cecilia Crivelli (foto 2)interpretano “Balletto alla vita”.Foto 3: una scena dallo spettacolo “La rinascita” (foto Guido Colla).

Marta Lamanuzzi

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Certo che è strana la vi-ta… sembra che il tem-po dei coscritti non ar-

rivi mai, invece ecco che glianni passano alla velocitàdella luce… e non riescineanche a gustarteli a dove-re…Dopo molti anni di lontanan-za, dovuti alle differentiscelte della scuola superio-re, ci siamo ritrovati tuttiper festeggiare la nostra en-trata in società…Non eravamo più quelli di untempo, siamo cresciuti, sia-mo cambiati oltre che fisica-mente anche caratterial-mente, abbiamo avuto tuttiesperienze diverse e nuoveamicizie, ma siamo riusciti amettere da parte tutte le ri-valità per realizzare unosplendido (anche se un po’noioso) spettacolo nellapiazza del nostro paese. Il momento più affascinanteè stata l’attesa della nostraentrata… urlavamo eccitati,strombazzavamo, rombava-mo, fischiavamo, saltava-mo… l’agitazione e l’emozio-ne erano alle stelle!Il momento tanto atteso èarrivato… siamo partiti conrisciò e scooter verso la piaz-za con quanta più foga ave-vamo in corpo! ECCO A VOI ICOSCRITTI DEL 1988!!!Non avevo mai provato un’e-mozione simile in tutta lamia vita… è proprio vero chei coscritti sono un’esperien-za indimenticabile che nonbisogna perdere!Sei di noi hanno ballato la si-gla dei presentatori: il no-stro sindaco Gianni Tagliani ela nostra migliore e amatissi-ma ballerina ed insegnantedi danza Margherita Roda!Finalmente dopo tutto ciò, èiniziata la sfilata delle 17coppie partecipanti, adognuna veniva concessoqualche minuto di conversa-zione per dare la possibilitàdi presentarsi al pubblico…

Ero in stato confusionale:ero agitata ed eccitata, ave-vo paura di inciampare, didire qualche strafalcione,non riuscivo a stare ferma,non sapevo dove andare…passato il mio momento sonoriuscita a tranquillizzarmi

leggermente.Un particolare della seratache ricordo con divertimen-to, sono stati i simpatici“battibecchi” tra i presenta-tori: Gianni impegnato con ilcellulare per leggere i mes-saggi e Margherita che lo

rimproverava!La serata passò volando,purtroppo…e lo stesso valeper la discoteca! Il giorno se-guente pochi i superstiti chesono riusciti a trovare la for-za di venire a messa… ma do-po una bella dormita erava-

mo pronti per la cena dellasera!Sono stati due giorni intensima purtroppo brevi! Tuttiabbiamo una gran voglia diripercorrere ancora queifantastici momenti! Ora sia-mo maggiorenni e questo im-

plica avere a tutti gli effettiserie responsabilità delle no-stre azioni, una continuamaturazione… che ci per-metterà di crescere in modomigliore!SIAMO NOI, SOLO NOI ICOSCRITTI DEL 1988!!!

Progetto grafico e impaginazione:

Favolarevia

Fotografie: favolarevia - Manuela Gan-

dolfi - Elena Pisa - Bruno De Faveri - Stu-

dio Controluce - Guido Colla.

Redazione

Direttore Resp.: Antonella Mariotti

Presidente: Mimma Franco

Giovanna Spantigati - Paola Maggi - Sil-

via Pareti - Marta Lamanuzzi - Livia Gra-

nata - Simona Lucarno - Davide Varni -

Elena Pisa - Giorgia Bresciani - Andrea

Accatino - Claudio Bertoletti - Elio Pisa -

Manuela Gandolfi - Paola Picena - Ric-

cardo Torti - Mattia Conte.

Piccoli Piccoli

Lisa R. Magnaghi - Cecilia Crivelli - Chia-

ra Fossati - Federica Oliva - Cecilia Ma-

riotti - Martina Ruta - Sofia Falchetto -

Daniele Accatino - Federica Marini - Mar-

ta Chiapedi - Laura Mandirola - Marco

Mandirola - Irene Gavio - Andrea Marco-

ne - Riccardo Allegrone.

Illustrazioni

Carlotta Ruotolo - Martina Delfanti

Segreteria

Elena Pisa

Proprietà artistica letteraria

Casa Editrice

Favolarevia

Via C. Alberto, 13

15053

Castelnuovo Scrivia (AL)

Vietato riprodurresenza autorizzazionetesti, fotografie eimpostazione grafica

I campioni del mondo siamo noi!L a c l a s s e 1 9 8 8 i n p i a z z a a C a s t e l n u o v o

Elena Pisacoscritta ‘88

foto Controluce

C A L I F O R N I AD A N C EA C A D E M Y

Via Sturla, 21 VOGHERA presso Infoschool 338 8340527FUTURA

Corso di Majorettein collaborazione con il Gruppo Amici San Vittore

Danza CaraibicaLatino - AmericaniCorsi per bambini

Hip HopBambini - Adulti

FunkyBambini - Adulti

Break Dance Contemporaneo

Collaborazione e supervisione artisticad i G a r r i s o n

Propedeutica alla Danza classica e moderna da 3/5 anni

Danza Classica Principianti - Intermedio - Avanzato - Professionisti

Danza Moderna Principianti - Intermedio - Avanzato - Professionisti

Psicomotricità dell’età evolutivaDanza - Terapia (Novità)

Studio sui Musical (Novità)

Coreografie Televisive

Stage nel corsodell’anno con

i massimiesponenti del

settore

Direzione ArtisticaMargherita RodaGarrison Rochelle

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non si r iesce a spiegare...

I n t e r v i s t a a C a r o l a P i c o t t o , p r o m e s s a d e l p a t t i n a g g i o a r t i s t i c o

Venerdì 8 settembrequattro inviati dellaredazione del Mosaiko

Kids sono stati calorosamen-te accolti nella corte anti-stante un grazioso casale dicampagna ad Isola Sant’An-tonio. Motivo della visital’intervista a Carola Picotto,giovane promessa della Na-zionale di pattinaggio arti-stico. Ripercorrere insiemea lei le tappe del suo per-corso e ricevere informazio-ni su allenamenti, obblighi esacrifici che l’agonismo ri-chiede induce a riflettereseriamente sulla costanza esull’impegno che una fortepassione sportiva può gene-rare nell’animo di una ra-gazza di soli sedici anni,quella costanza e quell’im-pegno che potrebbero costi-tuire per ognuno di noi lachiave per realizzare i pro-pri sogni. Riportiamo i pas-saggi più interessanti del-l’intervista per mettere afuoco la personalità e la sto-ria di Carola.

Come è nata la tua passio-ne per il pattinaggio?A nove anni vedendo suStream gli europei e i mon-diali di pattinaggio ho dettoa mia mamma: “voglio patti-nare come loro”.Quali sono le tappe del tuopercorso artistico? Ho iniziato a frequentare uncorso di pattinaggio artisti-co, tre volte alla settimana,allo Sportincontro di Torino,dove sono nata e ho passatol’infanzia. Nel giro di pocotempo sono entrata nell’a-gonismo e ho passato cinquesettimane in Slovenia per ilmio primo stage estivo, chegli anni successivi si è sem-pre tenuto a Courchevel (Al-bertVille) insieme a PierreTrènt, supervisore della Na-zionale italiana, francese efinlandese. A quattordici an-ni ho cominciato ad allenar-mi con gli insegnanti dellaNazionale all’Ice Academy,oggi Forum S.s.d.r.l. , di Mi-lano. Nel frattempo mi erotrasferita prima in un paesevicino a Torino e di recentequi a Isola Sant’Antonio, unposto tranquillo e che soddi-sfaceva sia la mia esigenzadi avvicinarmi a Milano, sia ildesiderio di campagna dimio papà. Qual è la tua giornata ti-po?Alle nove mi sveglio e vado afare allenamento, tre ore sughiaccio, una di balletto euna di ginnastica, che consi-ste ad esempio in addomina-li e pesi, sfrutto le pause perstudiare. Poi prendo la me-tropolitana e vado alla scuo-la della Scala, dove frequen-to un normale corso di Liceoscientifico dalle sei e mezzaalle undici meno un quartodi sera. Tornata a casa versomezzanotte ceno e vado aletto per poi ricominciarel’indomani. Devi seguire qualche dietaparticolare?Sì, veniamo sottoposte amolti esami e frequenti con-trolli in base ai quali il Prof.Boselli, che è il nostro dieto-logo, elabora una dieta sumisura per ciascuna di noi.Io ad esempio posso mangia-re un po' di tutto, tranne ilformaggio, ma in determina-te dosi; devo pesare tutto,anche l’acqua.Tra i sacrifici che l’agoni-smo comporta, quali ti pe-sano di più?A volte , il fatto che quandogli altri ragazzi escono, io hoallenamento oppure le gare,ma nel momento stesso incui entro in pista questa sen-sazione svanisce. Il sabatovado a scuola dalle due allesei e mezza, così spesso mimetto d’accordo con i mieicompagni di pattinaggio edesco con loro.Hai pause e vacanze duran-te l’anno?Ho una settimana di vacanzea giugno, due a luglio e unaad agosto, per il resto duran-te l’estate gli allenamentisono più lunghi e c’è lo sta-ge di cinque settimane.Come si svolgono le gare?Occupano due giorni, il pri-

mo giorno eseguiamo il “cor-to”, un pezzo breve, il se-condo il “lungo”, di tre mi-nuti. Ci sono tre giudici cheanalizzano la tecnica di ese-cuzione e la coreografia, piùdue technical specialists cheosservano la precisione deglielementi: passi, salti , trot-tole, angeli e contano le ca-dute..Ti sei mai fatta male?Sono dovuta rimanere fermaper quattro mesi per una dis-torsione al ginocchio e misono rotta due volte il polso.Ti capita di agitarti primae durante le gare?Capita spesso, soprattutto achi come me è nel pieno del-l’adolescenza. Per questovengono organizzate sedutecon lo psicologo della Nazio-nale, Cignozzi, che ci aiuta aconcentrarci, ci fa immagi-nare il nostro programmacronometrandoci per vederese rispettiamo i tempi, e ciaiuta a evitare crisi e para-noie.In che categoria sei?Negli allievi, siamo una tren-tina in tutta Italia. Io ho ini-ziato tardi, di solito si co-mincia a tre, quattro anni,ma se riesco a guadagnarepunti nelle prossime gareforse passo subito alla cate-goria successiva anzichél’anno prossimo. Le catego-rie sono: esordienti, princi-pianti, cadetti, allievi, ju-nior e senior, grandi campio-ni. Se sei bravo, però, giànella categoria junior hai lapossibilità di partecipare aGrand Prix e Coppe del mon-do. Hai un idolo o un modello acui ispirarti?Mi piace molto YevgeniyPlyushenko, che vedremoesibirsi a Ottobre a Milano,Alexei Yagudin, MichelleKwan e la Sasha Cohen.In questo sport spesso siemerge tardi, dopo i ven-t’anni, perché solo allora,dopo aver assimilato al me-glio la tecnica, si riesce adare il massimo in gara.Il tuo sogno?Portare il nome dei Picottoalle Olimpiadi. Nel 1955 miononno Carlo aveva vinto lepre-olimpiadi di lotta greco-romana medio leggeri, ma lasua squadra si ritirò dallecompetizioni e lui non potèpartecipare alle Olimpiadil’anno successivo a Melbour-ne/Stoccolma del 1956.Dopo le Olimpiadi, fare qual-che anno di professionismofacendo un tour di spettaco-li per tutto il mondo, per poidiventare insegnante di pat-tinaggio.Vorrei anche entrare nell’Ar-ma dei Carabinieri comeavevano fatto papà ed il bi-snonno. In ogni caso vedre-mo cosa mi riserverà il futu-ro.

Determinazione, coraggio eottimismo, questo lo spiritocon cui Carola, tramite lesue risposte, ha dimostratodi affrontare le difficoltà,le delusioni e le soddisfazio-ni che compongono il mondodell’agonismo.

Marta Lamanuzzi

Carola Picotto, 16 anni, gareggianella categoria Allievi.

Pattinaggio: un’emozione che

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Abbiamo ascoltato Veronica al Ranch Sa-loon di Voghera e ci siamo lasciati tra-sportare dalla sua passione e dalla suavoglia di riscattare la quotidianità op-primente coltivando la propria dimen-sione creativa. Un sogno che non è maievasione ma che, anzi, diventa impegnoe adorabile sacrificio. Non a caso canta-va una canzone che parla di droga, lostesso desiderio di fuggire dalla vita ditutti i giorni, ma trasformato in un in-cubo mortale. Per capire meglio come l’ansia di sogna-re possa portare a imboccare strade co-sì drasticamente lontane, abbiamo chie-sto a Veronica di raccontarsi alla reda-zione del Mosaiko.

Mi chiamo Veronica Bello (Vera -per gli amici e nome d’arte), sononata a Cantu’ (Como) il

12/10/1984 e vivo a Voghera..Fin da piccola, ho sempre avuto una pas-sione tormentata per il canto...ovunqueero e ovunque andavo senza timore por-tavo allegria e intonavo sempre qualchecanzoncina... ai tempi quelle di CristinaD’avena... per poi arrivare a Laura Pau-sini e Ivana Spagna (miei idoli da picci-na).Crescendo ero sempre piu’ sicura di mestessa e quasi tutti i giorni dicevo ai mieigenitori che da “grande” avrei voluto fa-

re la cantante, scrivere canzoni e faretournée... e devo dire che il mio tragit-to inizia proprio 12anni fa... nel 1994,andavo ancora a scuola alle elementarise non erro... dai, ero ancora piccina...Mi iscrissi alla corale di Voghera “PietraGavina” dove lì l’insegnante Sara Boninimi insegnò i piccoli esercizi di respira-zione, e fece di me un soprano, anche sericoprivo entrambi i ruoli di “basso e so-prano”.-Feci una bella esperienza, perchè la mu-sica lirica è proprio quella che impostala voce e la crescere. Feci diversi con-certi di gruppo alla quale associavo an-che divertimento e nuove amicizie.Nel 1998 decisi di smettere di cantare inquella corale e arrivata alle scuole me-die, chiesi alla mia insegnante di darmiqualche lezione di tastiera, perchè miinteressava imparare anche a suonarequalcosa.Anche quelle lezioni servirono molto, eavendo tanto orecchio, riuscì a compor-re anche un breve pezzetto di musica...diciamo che ero bravina.Dico bravinaperché ora è passato un pò di tempo daquando suonavo.Queste lezioni sono durate un annetto,dopodiché, crescendo, mi appassionai dikaraoke, mi documentai su qualche librodi musica, mi feci dare una chitarra dal-lo zio cantante (di Como), ma per quel-

la chitarra non trovai mai tempo...Negli anni continuai a canticchiare nelmio privato finché nel febbraio 2003sempre in un karaoke al “Movie Stop” diMontebello D.B., mi informarono di unagara di canto alla quale partecipai, arri-vando in finale e classificandomi terza.Eravamo in 45, e per me era già una vit-toria aver superato tutte quelle perso-ne.Vinsi con la canzone di Dolcenera“Siamo tutti là fuori”.Con quella vincitami diedero la possibilità di andare in sa-la di registrazione a Codevilla e registra-re per 2 ore.In quel momento ero alle stelle, agita-tissima... e non immaginate quando ar-rivò il giorno della registrazione e feci ilmio primo cd. Incisi “Luce tramonti anord est” di Elisa, “Come saprei” diGiorgia.Nello stesso anno partecipai alla tra-smissione “Superstar” presentata da Da-niele Bossari e M. Di Cataldo. Anche quelgiorno era importante e anche lì portai ilmio cavallo di battaglia “Siamo tutti làfuori”. Arrivai alla seconda selezione ealla terza andai a casa...(dispiaciuta), sisa in quel giro come funzionano tantecose...se paghi o dai... ma non voglio di-lungarmi o generalizzare perché non pertutti funziona nella stessa maniera.Chiamiamolo successo ugualmente: misono vista in tv e da lì mi son sentita

cantante anche fuo-ri...Ma non è tutto. Nelfrattempo ho fattodiverse registrazioni,anche se le chiamereibozze (perché nonson state registrazio-ni fatte bene).Nel 2004 non ho fattoaltro che qualche se-rata con lo zio neipressi di Como, gi-rando locali nelle vi-cinanze per farmi co-

noscere.Tutto avviene nel 2005 (ottobre-novem-bre) quando a fine estate la mia carissi-ma amica (nonché manager) mi proponedi partecipare ad una gara canora in unlocale (con iscrizione obbligatoria) vici-no a Milano, e precisamente a Roncaro.Qui a presentare il tutto era la famige-rata Lidia Mingrone... C’era la giuria, etantissima gente. Le fasi sono state tre.Io Alla prima e seconda fase mi son clas-sificata prima e alle finali quarta (anchese tutti dicevano che meritavo di piu’).Ho vinto un libro autografato e ho fattotante, ma tante conoscenze che mi hanportato al Ranch di Voghera (ma prima diarrivarci mi sono allenata parecchio). Alranch nel febbraio 2006 ho partecipatoal concorso “Open Stage” dedicato aicantanti emergenti. In quel momentocapii che era una buonissima occasioneper farsi conoscere nella zona stessa...enon solo. Ogni giovedì c’era un solista eun gruppo e alla fine in dieci arrivavanoin finale. Io ci speravo... ma non troppo,perché erano veramente tutti bravi emeritavano di vincere davvero.Ricordo ancora che quella sera ho porta-to un repertorio tutto mio, misto, senzaseguire un vero ordine: Irene Grandi,John Lennon, Mery Claire D’ubaldo,Giorgia, Ana Johnson, Tina Turner, LeneMarlin..Ogni cantante aveva a disposizione40minuti per esibirsi. E devo dire cheson riuscita a trasmettere tutta la grintache ho dentro facendo divertire anche ipiù grandi. Non pensavo, ma quella serafu un vero successo, e mi sentì davveroimportante. Una valanga di fotografie ecomplimenti, ma nulla mi distraeva dal-le mie canzoni!A giugno vengo a sapere che sono tra i fi-nalisti e lì vinco il PRIMO PREMIO DELLACRITICA con l’inedito “TI UCCIDERO’”,canzone dedicata al delicato tema delladroga.Questo inedito l’ho presentato prima an-

cora al concorso del “VideoFestival live”a Cattolica....dove arrivai alle semifina-li e per un pelo non entrai in finale...maeravamo in 700, e per me arrivare a Cat-tolica e presentare il mio primo singolo,è già stata una vittoria!!!!!!!!!Questo inedito è stato scritto da Giusep-pe Sette, un ragazzo foggiano che nonho mai conosciuto, e che ho visto solo infoto quando mi fecero ascoltare l’inedi-to. E’ da quel momento che ho deciso di“acquistarlo” e farlo diventare mio: iltema mi piace, è una canzone dal ritmogrintoso... fa per me... e poi finora mainessuno aveva portato un canzone cheparlasse di quel tema. Dopotutto, oggiviviamo in una società dove i ragazzidella mia età fanno uso e abuso di stu-pefacenti, come se fosse una cosa NOR-MALE ..ROVINANDOSI LA VITA POCO APOCO..E ROVINANDO SOPRATTUTTO LAVITA DELLE PERSONE CHE HANNO AC-CANTO.Penso che questo sia un buonmotivo per ascoltare la canzone e riflet-tere...chissà che un giorno non andrà in ondasu qualche radio..Mi piacerebbe metterlo in vendita, maoggi di case discografiche che finanzianonon ce ne sono più, ed io sinceramenteho poco denaro...o meglio, cerco dimetterlo via, sperando che un giornotutti i ragazzi della mia età e non solo,ascoltino Vera!Ora come ora in questo periodo ho fattoqualche serata a Salice Terme, qualchematrimonio... e nient’altro. Ho scrittouna canzone dedicata ad un ragazzo acui ho voluto bene e sono in attesa di ar-rangiamenti musicali da un amico di Pia-cenza. Spero di inciderla quest’inverno.Sono una cantante che scrive di botto,sul momento, quello che sente, quelloche percepisce in quell’istante. Se mitrovo a lavoro, per esempio, e mi vienein mente una frase, prendo un pezzo dicarta e scrivooo!E’ questo il segreto.. ..

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Molto spesso gli errori posso-no portare spiacevoli con-seguenze, ma c’è anche chi

per errore scopre cose mai viste,interessanti, affascinanti e, per-chè no, magiche!!! Ebbene io sonouna di queste persone. Accadde tutto circa quattro annifa, mentre stavo tranquilla in ca-mera mia a pensare ad una storiada scrivere per un compito asse-gnatoci dal professore che consi-steva nell’inventare un raccontofantastico. Io ero in crisi: eranogià dieci alle quattro e stavo an-cora con la penna in mano a gio-cherellare cercando di farmi veni-re in mente qualcosa. Fu proprio in quel momento cheaccadde un fatto in grado di stra-volgermi la giornata. Mi capitò dichiudere tre volte il tappo dellabiro e di far rimbalzare a terral’oggetto altrettante volte. Fino aqui vi chiederete che c’è di stra-no, non c’è nulla di male a gio-cherellare con una penna, e poi lofanno così tante persone, ma fuproprio quella involontaria se-quenza la causa di ciò che vi stoper raccontare. Dopo aver eseguito i tre apri echiudi e gli altrettanti rimbalzisentii un forte rumore che mi fe-ce sobbalzare, e vidi che la mia li-breria si stava girando. Una voltacompiuti 180° si fermò; era prati-camente girata al contrario. Il miosguardo fu subito attratto da unaporta, alta più o meno un metro esettanta, situata nel centro delretro della mia libreria. Dovevaessere abbastanza antica dato chein certi punti era stata bucata datarme, ma nonostante ciò conser-vava meravigliosamente (tanto dasembrare appena dipinta) il suocolorino verde pistacchio. Noncredevo ai miei occhi, mi misi pu-re a scrutare la penna per verifi-care che fosse totalmente norma-le e toccai anche la porta per as-sicurarmi che fosse vera.Improvvisamente un rumore uscìda quella porta. Spaventata ini-ziai ad indietreggiare, ma datoche dietro di me era situato il mioletto, ci inciampai e mi ritrovaiseduta sopra ad esso. Dopo quel suono udii una voceproveniente dalla porta che dissequeste parole: “Arrivo, arrivo!!!”.Provavo contemporaneamentepaura e curiosità, ma dal tono divoce mi sembrava che, chiunquefosse stato dietro a quella porta,non avesse cattive intenzioni. Ve-devo la maniglia della porta ab-bassarsi, avevo il cuore a mille,tanto che mi venne automaticonascondermi dietro ad un lato delmio letto.Ad un tratto la porta si spalancò,non ebbi il coraggio di guardare,sentii solo una voce che disse:“Voilà, eccomi qua!!!”. Sincera-mente non mi aspettavo tantacordialità! Questa voce così alle-gra mi spinse a lasciare il mio ri-fugio per scrutare ciò che fosseuscito dalla mia libreria. Osservaiquell’ “essere” che a prima vistasembrava una persona normale;già, perchè indossava un paio discarpe da ginnastica nere (appa-rentemente normali), un paio dipantaloni scuri pieni di tasche eduna maglia blu a maniche lunghe.Anche la faccia non era strana: lapelle era come quella di un ragaz-zino (anche se l’aspetto era quel-lo di una persona sui 40 anni) labocca era normale, gli occhi era-no marroni ed i suoi capelli eranoanch’essi marroni e acconciati inuna tipica pettinatura corta damaschio. Finito questo mio rapido esame,rimasi un istante a guardarlo in

faccia sperando che iniziasse lui adire qualcosa, perché io non ave-vo la minima idea di cosa chieder-gli. Per fortuna con un sorrisettolui mi domandò subito: “Ciao! ache cosa ti servo?” Mi venne digetto rispondergli: “Non lo so!Non so chi sei, come ti chiami, dadove vieni, cosa fai, e soprattuttocosa ci facevi dietro alla mia li-breria!”. Lui mi guardò sgranando gli occhie disse: “Va bene, calma,ti spie-gherò. Allora, mi chiamo MobyOlef, faccio parte della più gran-de e famosa famiglia di ispiratoridel mondo, e… ”. Lo interruppi:“Scusa un attimo che cosa sareb-bero gli ispiratori?”; rispose: “Gliispiratori svolgono lo stesso lavorodelle muse ispiratrici. Pensa chela mia bis bis bis bis bis bis bis bisbis bis nonna aiutò Dante a scrive-re la “Divina Commedia” e la miabis bis bis bis bis bis nonna aiutòManzoni a scrivere “I PromessiSposi”. Non sempre appaiamo allepersone (anzi, quasi mai) però ame è sempre piaciuto lavorare astretto contatto con le personeche devo aiutare; infine volevodirti che noi non abbiamo un cor-po, siamo degli spiriti, ma per ilmotivo che ti ho detto prima hodovuto per forza fabbricarmeneuno. Ora posso finire il mio dis-corso?” Gli risposi positivamente, quindilui mi propose di sederci sopra alletto e continuò: “Come ti stavodicendo mi chiamo Moby Olef esono un ispiratore. Tu sei abba-stanza fortunata perchè noi vivia-mo solo nelle case di chi è o di-venterà famoso per la sua fanta-sia, per ciò che scriverà!” Il mio stupore per queste parolefu enorme, tanto che stetti quasiper svenire, comunque cercai dimantenere il controllo e tornai adascoltare Moby che proseguiva:“Sono qui per svolgere il mio lavo-ro, o meglio per aiutarti a farequesto tema fantastico; innanzi-tutto per quando lo devi prepara-re?” Risposi: “Oggi è venerdì ed iltema è per sabato, quindi devoassolutamente farlo oggi!”. Guar-dando l’orologio mi disse: “Bene,bene, bene, ora sono le quattroquindi possiamo iniziare già da su-bito”. Appena finì di pronunciare questeparole sentii bussare alla porta eudii la voce di mia mamma che midiceva: “Allora, tesoro, stai fa-cendo i compiti?” le dissi (facendosegno a Moby di nascondersi daqualche parte, ma lui restava im-mobile): “Sì mamma, sto facendoi compiti di italiano”. Ribatté lei:“Ok, vedi di finire presto, ora va-do a fare la spesa e poi devo faredue commissioni. Non so a che oraarriverò, comunque quando arrivomi prendi. Ciao!”. Le risposi:“Ciao! ci vediamo!”. Appena sentii il rumore dellamacchina che se ne andava chiesia Moby: “Perchè non ti sei mosso,se fosse entrata ti avrebbe visto!”Lui replicò: “Tua madre, comequalsiasi altra persona, non mipuò vedere, tu sei l’unica perchésolo la persona che riceve il mioaiuto può vedermi”. Gli replicai:“Ah! Comunque occupiamoci delmio tema, che cosa puoi fare perme?” Mi rispose: “Allora, ci sonotre possibilità:Ti faccio fare un bel viaggettoFaccio venire qui qualcunoTi faccio scoprire la tua camera”Mi attirava molto la 3° possibilitàperciò gli chiesi in che cosa consi-steva. Lui mi spiegò: “Tu non saiche nella tua camera, come inquella di ogni altra persona, abi-tano delle creature fantastiche,anche molto simpatiche, solo cheper sopravvivere si sono dovutecercare un nascondiglio molto si-curo, comunque io so dove sono.Allora, le vuoi vedere?” Ero entusiasta e incuriosita, chimai poteva abitare nella mia stan-

za? Allora gli dissi: “Ok, mi piace-rebbe proprio vederle. E’ da sem-pre che abitano qui?” rispose:“Certo! vivono qui da quando èstata costruita la casa. Da dovevuoi iniziare?” Lo guardai stupitaperché non sapevo nulla, quindilui si corresse: “Scusa, che sbada-to, è vero non sai dove si trovano.Dunque: 3 razze abitano sotto altuo letto ed una nella presa dellacorrente che non usi, vedi tu dadove vuoi iniziare” Gli dissi: “An-diamo nell’ordine che mi hai det-to tu, iniziamo da sotto il letto”Lui annuì. Mi fece segno di andare sotto alletto e mi disse di rimanere con lafaccia girata verso il muro, vennesotto anche lui e si mise a toccareil muro come se stesse digitandoqualcosa; quando ebbe finitospuntarono, o meglio si resero vi-sibili perché prima erano invisibi-li, 3 porticine con ognuna sopraun’etichetta. Le lessi partendo da

destra: IPPOPOTAMI VERDI, FU-RETTI ROSA, RANE AZZURRE. Noncredevo ai miei occhi, guardai an-cora incredula Moby che mi disse:“Dentro ci abitano i rispettivi ani-mali, vuoi provare ad entrare?”Gli risposi: “Volentieri, ma non cela farò mai ad entrare in una por-ta così piccola” Lui ribatté: “Ov-viamente io posso farti rimpiccio-lire e farti passare perfino attra-verso ad una zanzariera, perciòpuoi entrare dove vuoi” Replicai:“Wow! Allora non vedo l’ora dientrare nella porta dei furetti ro-sa, hanno l’aria di essere moltocarini e simpatici”. Moby scroc-chiò le dita ed improvvisamentediventammo piccoli quanto basta-

va per entrare dentro a quellaporticina. Sempre lui bussò e civenne ad aprire una di quelle sim-patiche creature: era davvero unfuretto rosa!!! Moby e l’animale sisalutarono come se fossero degliamici di lunga data, parlando tut-ti e due benissimo l’italiano, cosache mi stupì molto; poi il furettosi rivolse a me: “Ciao! Tu non saiquante volte ti ho visto, ma tunon mi potevi vedere senza la ma-gia di Moby. Comunque mi chiamoFotigno e vivo qui da sempre.” Poi aggiunse facendoci cenno conla mano: “Venite, vi faccio vederedove vivo”. Attraversammo uncorto tunnel nero che ci portò inun giardino largo a perdita d’oc-chio: invece dell’erba c’erano unamiriade di strani e simpatici fiorigialli, tutti dotati di due occhi, unnaso e una bocca, che sorrideva-no, gli alberi presenti nel giardinoerano tutti ciliegi in piena fioritu-ra, cosa che mi stupì molto dato

che eravamo in autunno, alloradomandai a Fotigno il perchè diquegli alberi fioriti e lui mi rispo-se: “Questi alberi sono magici,hanno sempre i fiori e non solo!Riescono ad avere contempora-neamente fiori e frutti, infatti noici cibiamo di ciliegie, è per questoche siamo rosa!”. Sarei rimasta inquel giardino per sempre a vede-re quegli animali giocare, a senti-re l’odore delle ciliegie, a saluta-re quei simpatici fiori che quandocamminavi scomparivano primache tu appoggiassi il piede pernon essere pestati e riapparivanosubito dopo, a osservare le farfal-le, anch’esse rosa, cosparse dibrillantini che facevano riflessi di

ogni colore mentre volteggiavanoin quel cielo azzurrissimo senzaneanche l’ombra di una nuvola;ma sentii la voce di Moby che midisse: “Dobbiamo andare, Sofia,non vorrai mica parlare solo deifuretti rosa nel tuo tema!! Abbia-mo ancora gli ippopotami verdi, lerane azzurre e l’altra razza dellapresa elettrica che ci aspetta-no!!” Io mi ero totalmente dimen-ticata del tema, e in fondo Mobyaveva ragione, perciò salutai tuttii furetti, i fiori, e, assieme a Mobye a Fotigno, mi diressi verso l’u-scita. Una volta venuti fuori daquel regno incantato mi ricordaianche di essere nella mia camerae rimasi stupita, perchè mi resiconto di come era straordinariotutto ciò. Mi fece uscire da tutto quello stu-pore Moby che mi disse: “Allora,vieni o no?! Non sei curiosa di visi-tare gli ippopotami verdi?” diri-gendomi assieme a lui verso laporta di quegli strani animali, glirisposi: “Certo che sono curiosa!”.Moby bussò e ci venne ad aprireun autentico ippopotamo verde.La scena iniziale fu identica aquella con i furetti, e, finita laconversazione, Fibimese (questoera il nome dell’animale) ci ac-compagnò dentro alla sua porta.Anche qui c’era un corto tunnelnero solo che non sbucava in ungiardino enorme, ma in una spe-cie di ufficio: a differenza dellacasa dei furetti dove il prato nonaveva confini, in questa degli ip-popotami si distinguevano i muriperchè erano ricoperti da disegnibellissimi, fatti con straordinariabravura e precisione. Intanto che Moby e Fibimesechiacchieravano, io mi allontanaied andai ad osservare da vicinoquei capolavori. Mentre ero a cir-ca 30 centimetri da quelle operesentii la voce di Fibimese che miurlò: “Ferma! Non avvicinarti!L’anidride carbonica rovina i no-stri disegni!” mi girai di scatto erisposi: “I vostri disegni?” l’ippo-potamo verde ribattè: “Sì, i nostridisegni” e mi indicò un lungo ta-volo, poco lontano, al quale eranoseduti tantissimi suoi simili. Tuttie tre ci avvicinammo e vedemmoogni esemplare che dipingeva edisegnava degli autentici capola-vori di perfezione con qualsiasitecnica: pastelli a cera, matitecolorate, gessi, acquerelli, tem-pere, pennarelli, ecc… Fibimeseci spiegò che da quando avevanoscoperto di possedere quella doteerano andati avanti a dipingerequasi senza interruzione, ed unavolta finiti, appendevano i loro la-vori sulle pareti per poter farli ve-dere agli altri ippopotami verdi.Dopo questa spiegazione di Fibi-mese, uscimmo per andare a visi-tare il regno delle rane azzurre.Moby bussò a quella porticina checi fu aperta da una rana azzurra dinome Rambo; l’impatto iniziale fusempre il solito, solo che, a diffe-renza dell’abitazione degli ippo-potami verdi dove regnava il si-lenzio, qui mentre attraversava-mo il consueto tunnel nero si sen-tivano tanti strani rumori che fa-cevano così “TIC-TIC TIC-TIC-TIC”. Incuriosita chiesi a Ramboperchè udivamo quel rumore e luimi rispose: “Aspetta e vedrai” . Una volta entrati nel loro regnofummo accolti da una stanza conle pareti coperte da enormi scaf-fali tutti colmi di coppe di qual-siasi forma, colore, dimensione edanche lì quei rumori erano pre-senti; Rambo ci spiegò: “Vedete,noi rane azzurre siamo le più bra-ve giocatrici di ping pong di tuttoil regno fantastico e queste sonotutte le coppe che abbiamo vintofino ad ora. Venite, vi faccio ve-dere dove ci alleniamo”. Tra tutti quegli scaffali c’era unaporta, Rambo la aprì e sbucammoin un’enorme sala piena di tavolida ping pong con rispettivi gioca-

tori. Sempre lui ci presentò Ereil-la, una bravissima (ma come delresto tutte le rane azzurre) gioca-trice di ping pong con la qualeRambo si stava allenando prima divenirci ad aprire. Ci proposero direstare ancora un po’, così avreb-bero potuto insegnarci bene quel-la disciplina, ma io e Moby rifiu-tammo perché dovevamo ancoravisitare una razza, e, una volta sa-lutati Rambo ed Ereilla, uscimmoda quel regno. Appena usciti Moby battè le manie tutte le tre porte tornarono in-visibili; poi mi disse: “Ora ci man-ca solo di andare a visitare la raz-za che vive nella presa elettricache non usi, andiamo!”. Tra la fi-ne del mio armadio e il muro c’e-ra una presa della corrente chenon usavo, e proprio lì, secondoMoby, si trovava una razza fanta-stica. Eravamo ancora piccoli, amisura di porticina, quindi ri-uscimmo perfettamente a passaretra il muro e l’armadio, e la no-stra testa arrivava proprio all’al-tezza della presa. Una volta arrivati Moby toccò con-temporaneamente, per circa tresecondi, le due viti che tenevanoattaccato il bordo della presa almuro ed improvvisamente i duefori praticati per inserire la spinasi unirono formando una porta an-cora più piccola di quelle sotto illetto; guardai Moby sorridendo euna volta scrocchiate le sue ditadiventammo ancora più piccoli,grandi come una formica. Ci ar-rampicammo sul muro e raggiuntala porta vedemmo che sopra c’erascritto: FORMICHE GIALLE, bus-sammo. Ci aprì una vera formicagialla di nome Nilvo e, passata laconsueta scena iniziale ed il solitotunnel nero giungemmo in unastrana città: infatti ogni singolacosa (dagli alberi alle case, dal ci-bo ai loro vestiti) era fatta di queifili di rame che si trovano dentroai fili della corrente, tutto trannele formiche. Al posto del cieloc’era una grande, enorme lampa-dina che, secondo i racconti diNilvo, tenevano accesa di giorno espegnevano di notte. Camminan-do per quella città mi accorsi chenon c’era acqua, allora chiesi ilperchè di ciò a Nilvo che mi rispo-se: “Noi non abbiamo bisognod’acqua, ci basta mangiare i pro-dotti fatti con questo filo di rameper nutrirci, e ci basta la luce del-la lampadina per vivere. Noi citroviamo bene qui e, come avrainotato, tutte le nostre cose sonofatte di questo materiale che tro-viamo nei fili della corrente;quando vedi una lampadina chenon funziona più da ora in poi sa-prai il motivo: siamo noi che ab-biamo preso i fili per costruirequalcosa di nuovo!”. Mi sarebbepiaciuto visitare tutta quella cit-tà, ma dovevo assolutamente scri-vere il tema per l’indomani, per-ciò salutai Nilvo e me ne andai as-sieme a Moby. Battendo le maniMoby fece ritornare la presa nor-male e sempre la sua magia, conil solito scrocchio di dita, ci fecetornare alla nostra comune altez-za; sempre lui mi disse: “Il miodovere l’ho fatto ora devo anda-re. Non potrai visitare nuovamen-te, senza di me, queste creature,comunque ti assicuro che ci rin-contreremo ancora, la prossimavolta che avrai bisogno. Ciao!” Appena ebbe finito di dire questeparole lo salutai anch’io ringra-ziandolo di tutto; lui entrò nellaporta da cui era uscito e, una vol-ta chiusa, la mia libreria si girònel verso giusto. Pensavo che fos-se già tardi, ma erano solo lequattro e cinque minuti!!!! Tuttiquei miei straordinari viaggi eranoavvenuti in soli cinque minuti, in-credibile!!! Comunque, non persiun minuto di più ed iniziai a scri-vere la mia avventura convinta difare un figurone il giorno dopo ascuola.

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P i k k o l i8

s c r i t t o r i i n e r b a

Ai limiti del prato viveva una farfalla bellissima, tutta variopinta, più grande diqualunque altra.

Sapendo di essere ammirata non solo dalle sue compagne, ma da tutti gli altri animali,era diventata superba e non aveva più rispetto per nessuno, né dava aiuto a chi glielo chiedeva.Gli altri animali la prendevano in giro, ma la farfalla vanitosa era troppo occupataa rimirarsi per dar loro retta.Un giorno il ragno decise di darle una lezione.Le chiese di prendere una mosca fastidiosa, benchè la farfalla fosse veloce la mosca era più rapida, allora in pochi istanti il ragno la intrappolò nella sua ragnatela.Una volta tornato a terra il ragno disse alla farfalla “ Vedi, mia cara, sei la piùcolorata, la più bella, però non puoi fare a meno degli altri animali”.La farfalla imparò la lezione e da quel giorno cominciò a collaborare con gli altri e arispettarli.

RICCARDO ALLEGRONE

L a f a r f a l l a v a n i t o s a

S c u o l a S e c o n d a r i a d i P r i m o G r a d o

na nuova esperienzaMi chiamo Cecilia e ho 11 anni. Dopo la scuola Materna e la scuola Primaria ho

iniziato il triennio della scuola Secondaria. Durante le vacanze ho pensatospesso a questa nuova esperienza scolastica e devo confessare con un po’ di

timore. La struttura diversa, i nuovi compagni, i professori al posto dei maestri,alcune materie nuove e i programmi più approfonditi mi hanno spaventata un po’.Tutte le cose che non si conoscono ti fanno sorgere tanti dubbi e tanti interrogativi.Poi però quando si affrontano queste nuove esperienze piano piano molti dubbi emolti interrogativi svaniscono. Non bisogna dimenticare però che servono volontà,impegno e concentrazione per raggiungere gli obbiettivi finali.

Cecilia CrivelliIstituto Comprensivo “F. M. Baxilio”

Castelnuovo Scrivia

Quest’anno noi, che facciamo parte della classe 1995, abbiamo iniziato unanuova avventura scolastica. Il giorno prima di iniziare la scuola eravamo unpo’ tese e agitate, ma poi abbiamo scoperto che non è nient’altro che una

nuova esperienza. Dopo avere salutato calorosamente i nostri “vecchi” insegnanti,con cui non perderemo mai il contatto, intendiamo incontrare altri insegnanti chesicuramente ci aiuteranno nella nostra “carriera” scolastica; ci darannoinsegnamenti che non dimenticheremo mai. Speriamo anche di incontrare nuovicompagni con cui possa nascere una grande amicizia. Cresceremo con vari insegnamenti che ci aiuteranno sicuramente nella vita.Soprattutto d’ora in poi non ci spaventeremo più dei cambiamenti.La scuola secondaria di primo grado ci piace molto. Speriamo che continui apiacerci. Inoltre speriamo di essere sempre in buoni rapporti con gli insegnanti esoprattutto di non avere mai problemi.

Laura Mandirola e Federica MariniIstituto Comprensivo “F. M. Baxilio”

Castelnuovo Scrivia

Pillole

Bianconere

di Daniele Accatino

9Settembre ore16.oo Juventus –Rimini, prima

partita di campionato inserie b .Sono seduto sul divano easpetto impaziente ilfischio d’inizio. Sono unpo’ teso, emozionato,voglio vedere la MIAsquadra del cuore incampo, voglio vedere ilMIO “campione” AlexDel Piero, bandiera esimbolo della Juve cheha dimostrato, oltre allesue capacità e alla suatecnica, grande serietànel restare fedele allasua squadra in unmomento difficile.Voglio vedere in tutti iragazzi la voglia digiocare, l’agonismo, ladeterminazione: il calcioè e deve rimanere unosport pulito.La juve è e sarà semprela Juve!Forza ragazzi, tutti iveri bianconeri sono convoi!