Il Manifesto dell'ORTOCOLLETTIVO

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Manifesto dell’ORTOCOLLETTIVO a cura del Collettivo Edizioni in proprio

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Il 24 luglio 2015 mostra la "rivoluzionaria" visione del territorio operata nell'area di Ge - Campi.

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Manifestodell’ORTOCOLLETTIVO

a cura del Collettivo

Edizioni in proprio

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Le ragioni, i metodi, i tempi e i luoghi

per rivoluzionare uno dei più antichi e affascinanti

momenti vitali dell’essere umano.

Genova, 24 Luglio 2015

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Manifestodell’ORTOCOLLETTIVO

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Manifesto dell’ORTOCOLLETTIVO

Premessa

Non è certo per presunzione che introducendo il modello dell’ORTOCOLLETTIVO, ci siamo presi la briga di riproporre ai lettori la prefazione all’edizione tedesca del 1883 del Manifesto del Comunismo, firmata da Engels, ma solo ed esclusivamente per riproporre la frase che lo stesso ebbe a scrivere riempendola di un significato che, oggi, a distanza di quasi 200 anni, appare quanto più possibile errata.Sbagliò infatti Engels quando criticò l’abolizione della proprietà comune della terra essendo lui, come noto, un ricco possidente.Questa la frase:”dopo l’abolizione dell’arcaica proprietà comune della terra”.L’ORTOCOLLETTIVO, infatti, afferma nella maniera più determinata possibile l’importanza della proprietà comune, negando ogni valore positivo alla privatizzazione delle terre se queste, come nel caso di specie, devono determinare la sovranità totale e quindi alimentare energetica e spirituale.

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affrontare; la pendenza del terreno, la scarsa tenuta delle calzature, la necessità di spostarsi su un rilevante strato di necromassa dovuto all’ultradecennale abbandono del bosco, il rischio di caduta di una consistente quantità di ramatura ormai rinsecchita proveniente da piante interamente aggredite da infestanti rende l’attività di preparazione dei terrazzamenti coltivabili, qualche cosa di affascinante e di memorizzabile nel “baule delle gioie”.La già richiamata pendenza del terreno allontana questo progetto dalle migliaia di insediamenti orticoli normalmente sviluppati in varie regioni italiane, dove la conformazione del terreno consente la messa in opera di aree orticole normalmente pianeggianti o con pendenze estremamente lievi.Stante questa pendenza, il progetto analizza le condizioni negative normalmente rappresentate in un area boschiva in stato di abbandono (smottamenti/frane, irregolare regimentazione delle acque, produzione eccessiva di cO2, incendi, etc etc) ed anche le necessità che l’essere umano si pone in relazione a tutto ciò che viene genericamente chiamato “natura”.Nello specifico risponde a delle esigenze che paiono troppo frettolosamente riconducibili a valutazioni dette di emergenza, anche, forse, perché tutto ciò che entra nel criterio dell’emergenza è vicino all’”homo monetarius”, ovvero quella specie moderna estremamente diffusa che ha chiuso il suo mondo nel tragitto breve che parte dall’appropriazione di beni materiali e che termina con una morte dopo una vita mai vissuta. L’emergenza è normalmente figlia della mancanza di conoscenza, conseguente previsione e successiva progettazione di particolari funzioni che la natura mette in evidenza anche troppo e appare veramente strano ignorarle, se non si ricorresse a quanto appena descritto nel paragrafo precedente.In ultima sintesi l’ORTOCOLLETTIVO permette di ottenere diversi risultati di ordine generale ma a livello individuale restituisce ai partecipanti la grande soddisfazione di essere parte della vita di un contadino pur disponendo di sole poche ore settimanali. Il progetto dell’ORTOCOLLETTIVO in quanto progetto collettivista non prevede l’assegnazione degli spazi ai singoli ma impone un progetto comune che non prevede il rischio di abbandono parziale.

Testo

Da più parti e da parecchio tempo si evidenziano tentativi di denunciare la perduta sovranità popolare, senza probabilmente sapere che cosa venga inteso per sovranità.Sovrano è colui che sta sopra ogni altro ente e come tale decide o annulla le decisioni di altri. Perchè il popolo possa essere sovrano, così come appunto si invoca da piu parti, occorre che abbia la capacità totale di essere indipendente nel recupero energetico, nella produzione del cibo e nella dotazione di tutti gli elementi vitali che compongono l’equilibrio e la felicità.Un orto, in quanto produttore di energia (attraverso la carica elettronica degli vegetali), consente la sopravvivenza della specie se e soltanto il produttore è pienamente consapevole del danno arrecabile dall’utilizzo di sostanze e modalità tipiche della produzione industriale che ha come fine la generazione di patologie che allargano il campo del profitto per le multinazionali del cartello di Big Pharma. Un orto, in quanto produttore di cibo è anche “banca di emissione” se, convenzionalmente, siamo in grado di dare, per esempio, ad una foglia di insalata un valore di scambio che non ha nulla di diverso del valore che convenzionalmente diamo ad una moneta da 5 euro; anzi il valore della foglia di insalata, per chi ha anche solo un minimo di conoscenza del pensiero di costruzione della moneta, è ben superiore perché è intrinseco e non convenzionale. Un orto, in quanto fornitore di elementi vitali, attraverso la socialità collaborativa dei partecipanti arriva persino a coinvolgere talmente alcune di queste figure che le stesse trovano difficoltà a individuare modelli sociali di simile intensità.L’ORTOCOLLETTIVO si pone poi degli obiettivi che trovano, nelle particolari caratteristiche del terreno, l’ispirazione a un “magico sforzo” riconoscibilissimo nella soddisfazione risultante dall’aver affrontato un terreno boschivo in forte pendenza che in ogni momento sembra suggerire un nuovo e ulteriore sforzo che esalta la magia delle esecuzioni. Al solo scopo di fissare determinate condizioni, giova ricordare che in questo progetto si lavora sempre in equilibrio precario, una delle condizioni che la “comodità della vita moderna” ha reso gli urbanizzati incapaci di

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INTRODUZIONE AL PROGETTOPerchè la scelta di un terreno cosi impervio e difficoltoso?

Perchè il terreno difficile consente una forte selezione dei partecipanti ed in particolare di colore che sono cresciuti seguendo i motti: “tutto e subito” e “il massimo risultato con il libero sforzo”. Il progetto dell’ORTOCOLLETTIVO si sviluppa attraverso la passione e la soddisfazione derivata dal risultato raggiunto.

Come si presentano questi terreni?

I terreni richiesti da questa tipologia di progetto si presentano in forte pendenza, fittamente boscati e abbandonati, con alberatura fuori sagoma (piante di altezze eccessive, massa fogliare ridotta, attaccati da piante parassite infestanti) che in assenza di manutenzione porta a creare situazioni di pericolo come la caduta degli alberi per smottamento del terreno e la successiva possibile frana.

Come risolvere le problematiche create dal cambiamento climatico e dall’abbandono dei terreni?

La nuova situazione metereologica globale costringe ad individuare e attivare nuovi metodi di coltivazione che consentano la gestione delle acque e proteggano i nostri raccolti dalle possibili e inaspettate bombe d’acqua. La pendenza e la nuova tipologia di bancali utilizzata nell’ORTOCOLLETTIVO evita la marcescenza delle radici nel caso di un quantitativo d’acqua superiore ai 250 mm di precipitazione in 24 ore e quindi la perdita del raccolto, come accadrebbe in un orto di pianura, a meno che non si provveda all’oneroso carotaggio del terreno coltivo. Grazie al sistema adottato dall’ORTOCOLLETTIVO le acque possono essere regimentate, direzionandole nelle apposite vasche, che trattengano l’acqua a monte dei bancali con successiva e lenta irrigazione naturale, capacità di accumulo circa 650 litri/m.

Come ricavo i materiali necessari al progetto?

Tutti i materiali necessari provengono dalla necromassa e dalla biomassa del bosco in abbandono. Per realizzare questi bancali si richiede il taglio degli alberi e l’eradicazione della gran parte di essi trattenendo esclusivamente quelli che fungeranno da supporto per la posa dei pali orizzontali (recuperati dagli alberi tagliati); ciò significa che le piante conservate diverranno i pilastri portanti dell’architettura dei bancali.Il taglio degli alberi va effettuato nella stagione di emissione di linfa allo scopo di essere certi che l’albero destinato al supporto sia vivo e ricacci immediatamente una nuova alberatura al fine ulteriore di poter ricreare il bosco iniziale e coltivare in una situazione di parziale ombreggiatura derivante dalle masse fogliari equilibrate degli alberi rinati e contenuti nelle dimensioni tradizionali delle speci, non essendo forzati ad un allungamento anormale come nelle condizioni del bosco in abbandono.

Tra tutti i tipi di terrazzamenti (in palificata di legno, in pietra, in erba, in terra compressa) quello scelto dall’ORTOCOLLETTIVO ha la caratteristica di essere interamente lavorabile in posizione eretta, derivata dalla specifica disposizione dei bancali.

Tra le caratteristiche della bancalatura a sezione triangolare con canale di trattenuta delle acque a monte, ne vanno fissate tre in particolare:1)La superficie complessiva utile alle coltivazioni (somma di a+b) è superiore alla superficie utilizzabile su un terrazzamento in piano.2)Il lato a monte, naturalmente piu umido di quello a valle, stante la contiguita’ con il canale, si utilizza per piante orticole a radice fittonante che rimarranno in posizione per diversi anni.3)Il canale di trattenuta (c), dopo ogni consistente avvenimento piovoso, diventa un ricco serbatoio di limo, utilissimo da riportare in bancale ad ogni sucessiva semina.

a

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Superficie utile coltivazione in piano

INCREMENTO

b

b

c

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MODALITA' ESECUTIVA VERSIONE PER TERRENI IN FORTE PENDENZA

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Punto 2Gli alberi scelti vanno tagliati ad un altezza sufficiente da contenere l'appoggio dei pali orizzontali distanziati tra loro da porzioni di tronco di diametro inferiore (traversi), normalmente recuperati dai rami primari della pianta abbattuta.(Vedi foto 4-5)

Punto 3Le rimanenti parti dell’albero abbattuto spezzettate, (ramaglia e fogliame) costituiscono il materiale di primo riempimento del terrazzamento nella parte in aderenza ai pali orizzontali così da costituire un cuscinetto morbido degradante in compost ed anche un facilitatore dell’areazione del corpo in via di realizzazione. (Vedi foto 6-10)

Quota partenza bancale

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Punto 1Il terreno viene osservato e analizzato per comprendere il posizionamento dei bancali. Vengono individuati gli alberi con caratteristiche di sostegno utili ad una palificazione con travi orizzontali, ricavati dalla stessa pianta o da piante limitrofe.(Vedi foto 1-2)

ATTREZZI DA UTILIZZARE

Dato un bosco alberato con pendenza compresa tra il 40% e il 60%, per renderlo terrazzato e fruibile all'orticolo occorre seguire questo percorso:

Foto 1

Foto 3

Foto 2

Foto 4

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Punto 5Sbancamento in terra della porzione a monte del terrazzamento con sovrapposizione della terra di risulta alla massa ramata e fogliare precedentemente costipata all’interno della palificazione.(Vedi foto 6)

Punto 4Gli alberi tagliati fungono da pilastri ai quali vengono appoggiati gli elementi orizzontali del bancale in modo da formare il contenitore dove verrà inserita la ramaglia (punto 3) e poi la terra.Come si puo’ vedere dall’immagine, la freccia indica il ramo che e’ stato ricacciato dall’albero, fondamentale per ricreare la semi ombreggiatura necessaria all’orto, ripristinando una alberatura boscale con corretta distanza tra gli alberi.(Vedi foto 6-7)

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Punto 6Iniziale composizione del bancale di coltivazione a sezione triangolare utilizzando il residuo dello sbancamento precedente.(Vedi foto 3)

ATTREZZI DA UTILIZZARE

ATTREZZI DA UTILIZZARE

ATTREZZI DA UTILIZZARE

Foto 5

Foto 6

paranco

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Punto 7La terra ottenuta dallo scavo del camminamento permette di ottenere l’altezza ottimale del bancale.

Punto 8Il camminamento a monte ha lo scopo, di primaria importanza, di contenere fino a circa 500 mm di precipitazioni in 12 ore costituendo di fatto un serbatoio a tampone per le naturali canalizzazioni di indirizzo delle acque verso i torrenti di prossimità.

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Punto 6Scavo del camminamento a monte con riporto della risulta a completamento del bancale fino alla realizzazione della sezione triangolare. Con il tempo il percorso puo’ essere scavato ulteriormente e la terra essere riposta sul bancale a seguito del naturale abassamento. Questo procedimento rende la quota del camminamento ulteriormente inferiore, agevolando ancor di piu la posizione di lavoro. (Vedi foto 11-z

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Foto 7

Foto 9 Foto 10

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ATTREZZI DA UTILIZZARE