IL CURRICOLO LOCALE - · PDF fileLa necessità di destinare una quota del monte ore...

6
IL CURRICOLO LOCALE a cura della D.S. Gabriella Serafini e dell’ins. A. Pallini L’art. 8 del D.P.R. 275/1999 assegna alle scuole la possibilità di determinare una quota del curricolo obbligatorio, scegliendo liberamente discipline e attività da proporre nel proprio Piano dell’Offerta Formativa al fine di: - valorizzare il pluralismo culturale e territoriale, pur nel rispetto del carattere unitario del sistema di istruzione, garantito dalla quota definita a livello nazionale; - rispondere in modo adeguato alle diverse esigenze formative degli alunni, che si determinano e si manifestano nel rapporto con il proprio contesto di vita; - tenere conto delle esigenze e delle richieste delle famiglie, degli enti locali e, in generale, dei contesti sociali, culturali ed economici del territorio di appartenenza delle singole scuole. La necessità di destinare una quota del monte ore annuo ad attività legate al territorio nasce dal bisogno emergente negli individui di riappropriarsi delle proprie radici locali rispetto ad una società globalizzata che, in un’ottica di relazioni ormai di livello planetario, tende ad annullarle, assimilando e uniformando consumi, abitudini, stili di vita. Allo stesso tempo, i flussi migratori verso l’Italia, notevolmente aumentati, pongono cittadini di diverse culture a stretto contatto tra loro, a volte generando tensioni, rifiuti, chiusure, dovuti alla vicinanza di ciò che è sentito come “diverso” e, solo per questa sua caratteristica, pericoloso per se stessi e per la propria identità. Una società così caratterizzata pone il ragazzo di fronte a possibilità di scelta infinite, di fronte alle quali non sempre egli riesce a trovare una propria identità. Alla scuola è assegnato il compito di supportarlo nel suo rapporto con il proprio contesto di vita, elaborando proposte formative che lo rendano consapevole e partecipe del suo contesto, capace di coglierne le ricchezze culturali e di individuare le opportunità per realizzare se stesso. Conoscere, riconoscere, ricostruire e valorizzare il proprio patrimonio culturale infatti può condurre ad apprezzare la propria storia (personale, familiare, sociale) per essere così aperti alla conoscenza di quella degli altri, in una cultura del confronto e dello scambio che si basi sui presupposti della convivenza civile e democratica. Solo in questo modo il locale non scomparirà nel globale, ma sarà un suo elemento di ricchezza, e la stessa costruzione della cittadinanza europea sarà

Transcript of IL CURRICOLO LOCALE - · PDF fileLa necessità di destinare una quota del monte ore...

Page 1: IL CURRICOLO LOCALE - · PDF fileLa necessità di destinare una quota del monte ore annuo ad attività legate al territorio nasce dal bisogno emergente negli individui di riappropriarsi

IL CURRICOLO LOCALE

a cura della D.S. Gabriella Serafini e dell’ins. A. Pallini

L’art. 8 del D.P.R. 275/1999 assegna alle scuole la possibilità di determinare una quota del curricolo obbligatorio, scegliendo liberamente discipline e attività da proporre nel proprio Piano dell’Offerta Formativa al fine di:

- valorizzare il pluralismo culturale e territoriale, pur nel rispetto del carattere unitario del sistema di istruzione, garantito dalla quota definita a livello nazionale;

- rispondere in modo adeguato alle diverse esigenze formative degli alunni, che si determinano e si manifestano nel rapporto con il proprio contesto di vita;

- tenere conto delle esigenze e delle richieste delle famiglie, degli enti locali e, in generale, dei contesti sociali, culturali ed economici del territorio di appartenenza delle singole scuole.

La necessità di destinare una quota del monte ore annuo ad attività legate al territorio nasce dal bisogno emergente negli individui di riappropriarsi delle proprie radici locali rispetto ad una società globalizzata che, in un’ottica di relazioni ormai di livello planetario, tende ad annullarle, assimilando e uniformando consumi, abitudini, stili di vita.

Allo stesso tempo, i flussi migratori verso l’Italia, notevolmente aumentati, pongono cittadini di diverse culture a stretto contatto tra loro, a volte generando tensioni, rifiuti, chiusure, dovuti alla vicinanza di ciò che è sentito come “diverso” e, solo per questa sua caratteristica, pericoloso per se stessi e per la propria identità.

Una società così caratterizzata pone il ragazzo di fronte a possibilità di scelta infinite, di fronte alle quali non sempre egli riesce a trovare una propria identità. Alla scuola è assegnato il compito di supportarlo nel suo rapporto con il proprio contesto di vita, elaborando proposte formative che lo rendano consapevole e partecipe del suo contesto, capace di coglierne le ricchezze culturali e di individuare le opportunità per realizzare se stesso.

Conoscere, riconoscere, ricostruire e valorizzare il proprio patrimonio culturale infatti può condurre ad apprezzare la propria storia (personale, familiare, sociale) per essere così aperti alla conoscenza di quella degli altri, in una cultura del confronto e dello scambio che si basi sui presupposti della convivenza civile e democratica.

Solo in questo modo il locale non scomparirà nel globale, ma sarà un suo elemento di ricchezza, e la stessa costruzione della cittadinanza europea sarà

Page 2: IL CURRICOLO LOCALE - · PDF fileLa necessità di destinare una quota del monte ore annuo ad attività legate al territorio nasce dal bisogno emergente negli individui di riappropriarsi

possibile, perché sarà arricchita dalla consapevolezza delle peculiarità di ciascuno e, insieme, dall’individuazione degli elementi comuni.

Facendo incontrare a scuola, in percorsi didattici intenzionali, la cultura diffusa, quella dell’extrascuola, con quella “ufficiale”, si evita il frazionamento del sapere e si trasmette al soggetto che apprende la consapevolezza dell’importanza di ogni forma di cultura, in quanto espressione dell’umanità che l’ha prodotta.

Il proprio ambiente di vita diventa così il luogo delle esperienze concrete, degli apprendimenti vivi, una palestra dove allenare le proprie capacità di esprimersi, di confrontarsi, di imparare, il contesto in cui crescere e realizzare se stessi, anche dal punto di vista professionale.

Così le tradizioni locali, le forme artistiche artigianali, le produzioni dialettali, le attività economiche caratteristiche di un territorio, il suo ambiente naturale, la sua musica popolare entrano nella scuola, possono essere tramandate e contribuiscono a ricostruire l’identità locale dei singoli territori che molto spesso rischia di essere perduta e, altrettanto spesso, viene rinnegata dai giovani, indotti dalle tecniche di mercato a vivere più nel globale che nel proprio mondo concreto.

Chiamata ad assolvere questo compito educativo, per la scuola è indispensabile un rapporto costante con il territorio, perché esso è il contesto da cui provengono i bisogni formativi che è chiamata a soddisfare.

La scuola quindi deve “andare verso” il territorio per conoscerlo. Allo stesso tempo, tuttavia, la scuola deve “fare entrare” il territorio all’interno delle sue aule, poiché gli elementi che lo costituiscono (patrimonio naturalistico, storico, artistico, culturale, ma anche sociale e relazionale) sono quelli dove l’allievo è inserito, quelli di cui dovrà farsi custode, attento e sensibile.

Forse così sarà possibile per la scuola colmare la distanza che la separa dagli interessi e dal contesto di vita dei suoi studenti e che genera quel senso di distacco che può portare alla dispersione.

Pertanto, collaborare con tutti i soggetti del proprio contesto, lavorare per rispondere alle esigenze sociali evidenziate, è un fattore di successo per un’istituzione scolastica che voglia essere significativa nella vita dei suoi studenti.

Il curricolo locale rappresenta una possibilità offerta dalla normativa sull’autonomia alle singole istituzioni scolastiche di rispondere in modo adeguato, puntuale e rapido ai bisogni formativi evidenziati nel proprio contesto di riferimento, pur nel rispetto del senso di appartenenza, della memoria culturale, dell’identità storica dello Stato e di uniformi possibilità di formazione sul territorio nazionale, elementi garantiti dalla presenza di una quota del curricolo (l’80%) di livello nazionale, quindi condivisa da ogni scuola.

Page 3: IL CURRICOLO LOCALE - · PDF fileLa necessità di destinare una quota del monte ore annuo ad attività legate al territorio nasce dal bisogno emergente negli individui di riappropriarsi

Spetta alle scuole realizzare la portata innovativa legata alla definizione autonoma del 20% delle attività didattiche del monte ore annuale e compete ai collegi docenti elaborare proposte che riescano ad avvicinare realmente la scuola al territorio e, allo stesso tempo, gli alunni, le famiglie, la società alla scuola stessa. Solo questa azione sinergica la potrà condurre al successo formativo.

Alle Regioni dovrebbe spettare il compito di definire gli indirizzi generali che le istituzioni scolastiche sono tenute ad osservare nella definizione della loro quota, ma potrebbero anche collaborare o contribuire alla elaborazione di questa quota. Sicuramente esse potrebbero fungere da collegamento tra le scuole e la realtà economico-produttiva del proprio contesto, in modo da sostenere le scuole nel loro tentativo di conoscere il territorio e organizzare curricoli adeguati alle sue esigenze, anche in ottica europea. Le Regioni potrebbero quindi condurre un’analisi del territorio e delle sue risorse, e dare indicazioni operative alle scuole.

Spetterà alla sensibilità delle scuole, di conseguenza, definire dei curricoli in cui il livello locale si contemperi con quello nazionale e, insieme, con quello europeo.

Le istituzioni scolastiche quindi devono operare affinchè il processo di insegnamento sia partecipato e avvenga in un contesto sociale corresponsabile e attento, all’interno quindi di una intera comunità educante che collabori con la scuola alla realizzazione di un patto formativo integrato, funzionale alla formazione di un individuo consapevole delle caratteristiche e delle ricchezze e/o dei limiti del territorio in cui vive.

Pertanto, la scuola può stipulare reti, accordi, convenzioni, con associazioni, enti, agenzie formative affinchè tutti collaborino alla realizzazione di un’offerta formativa che abbia sul territorio ricadute – sociali, culturali, economiche – positive.

Tali collaborazioni, tuttavia, non devono limitarsi alla ricerca, da parte delle scuole, di risorse o servizi ai soggetti che, nel territorio, possono offrirli, ma deve estendersi alla costituzione di proposte progettuali condivise, sulla base delle esigenze che ciascuno dei diversi partners, in seguito alla specificità della sua azione, può avere evidenziato e quindi può comunicare.

Agendo in questo modo, è possibile per la scuola riacquistare consenso sociale, rendere la sua azione visibile nel territorio e, quindi, diventare centro di produzione e di diffusione di cultura nel proprio contesto di azione.

Questi grandi obiettivi possono essere raggiunti se si lavora per l’integrazione e la collaborazione tra sistemi formativi, con investimenti diffusi e condivisi da parte dell’intera comunità.

Così attraverso la crescita personale, la piena espressione e realizzazione dei talenti e il successo formativo di ogni cittadino, consapevole e responsabile della propria identità, locale, nazionale ed europea, sarà possibile migliorare il successo del sistema nazionale di istruzione e, di conseguenza, aumentare la crescita culturale ed economica dello Stato.

Page 4: IL CURRICOLO LOCALE - · PDF fileLa necessità di destinare una quota del monte ore annuo ad attività legate al territorio nasce dal bisogno emergente negli individui di riappropriarsi

Normativa relativa al curricolo locale*

Elemento normativo fondante per la definizione di un curricolo locale è l’art. 8 del D.P.R. 8 marzo 1999, n° 275 – Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche ai sensi dell’art. 21 della L. 15 marzo 1997, n° 59.

o Art. 8 Definizione dei curricoli (nel CAPO III – CURRICOLO NELL’AUTONOMIA) 1. Il Ministro della Pubblica Istruzione, previo parere delle competenti

commissioni parlamentari sulle linee e sugli indirizzi generali, definisce a norma dell’art. 205 del D. Lgs. 16 aprile 1994, n° 297, sentito il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, per i diversi tipi e indirizzi di studio:

• gli obiettivi generali del processo formativo; • gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze

degli alunni; • le discipline e le attività costituenti la quota nazionale dei curricoli

e il relativo monte ore annuale; • l’orario obbligatorio annuale complessivo dei curricoli comprensivo

della quota nazionale obbligatoria e della quota obbligatoria riservata alle istituzioni scolastiche;

• i limiti di flessibilità temporale per realizzare compensazioni tra discipline e attività della quota nazionale del curricolo;

• gli standard relativi alla qualità del servizio; • gli indirizzi generali circa la valutazione degli alunni, il

riconoscimento dei crediti e dei debiti formativi; • i criteri generali per la organizzazione dei percorsi formativi

finalizzati all’educazione permanente degli adulti, anche a distanza, da attuare nel sistema integrato di istruzione, formazione, lavoro, sentita la Conferenza unificata Stato - Regioni – città e autonomie locali.

2. Le istituzioni scolastiche determinano, nel POF, il curricolo obbligatorio per i propri alunni in modo da integrare, a norma del comma 1, la quota definita a livello nazionale con la quota loro riservata che comprende le discipline e le attività da esse liberamente scelte. Nella determinazione del curricolo le istituzioni scolastiche precisano le scelte di flessibilità dal comma 1, lettera e).

3. Nell’integrazione tra la quota nazionale del curricolo e quella riservata alle scuole è garantito il carattere unitario del sistema di istruzione ed è valorizzato il pluralismo culturale e territoriale, nel rispetto delle diverse finalità della scuola dell’obbligo e della scuola secondaria superiore.

4. La determinazione del curricolo tiene conto delle diverse esigenze formative degli alunni concretamente rilegate, della necessità di garantire efficaci azioni di continuità e di orientamento, delle esigenze e delle attese espresse dalle famiglie, dagli enti locali, dai contesti sociali, culturali ed economici del territorio. Agli studenti e alle famiglie possono essere offerte possibilità di opzione.

5. Il curricolo della singola istituzione scolastica, definito anche attraverso una integrazione tra sistemi formativi sulla base di accordi con le Regioni e gli Enti locali negli ambiti previsti dagli articoli 138 e 139 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, può essere personalizzato in relazione ad azioni, progetti o accordi internazionali.

Page 5: IL CURRICOLO LOCALE - · PDF fileLa necessità di destinare una quota del monte ore annuo ad attività legate al territorio nasce dal bisogno emergente negli individui di riappropriarsi

6. L’adozione di nuove scelte curricolari o la variazione di scelte già effettuate deve tenere conto delle attese degli studenti e delle famiglie in rapporto alla conclusione del corso di studi prescelto.

In seguito, il D.I. 26 giugno 2000, n° 234 – Regolamento recante norme in materia di curricoli dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’art. 8 del D.P.R. 8 marzo 1999, n° 275, si è occupato dei curricoli delle scuole autonome.

Art. 1 – Curricoli delle istituzioni scolastiche autonome

1. A decorrere dal primo settembre 2000 e sino a quando non sarà data concreta attuazione alla legge 10 febbraio 2000, n. 30, gli ordinamenti e relative sperimentazioni funzionanti nell’anno scolastico 1999/2000, sia per quanto riguarda i programmi di insegnamento che l’orario di funzionamento delle scuole di ogni ordine e grado, ivi compresa la scuola materna, costituiscono, in prima applicazione dell’articolo 8 del D. P.R. 8 marzo 1999, n° 275, i curricoli delle istituzioni scolastiche alle quali è stata risconosciuta autonomia a norma dell’articolo 21 della L. 15 marzo 1997, n° 59.

2. Ai curricoli come definiti nel comma 1 si applicano tutti gli strumenti di flessibilità organizzativa, didattica e di autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo, secondo quanto previsto dal piano dell’offerta formativa di ciascuna istituzione scolastica.

Art. 3 – Quota nazionale e quota riservata alle istituzioni scolastiche

1. La quota oraria nazionale obbligatoria dei curricoli di cui all’art. 1 è pari all’85% del monte ore annuale delle singole discipline di insegnamento comprese negli attuali ordinamenti e nelle relative sperimentazioni.

2. la quota oraria obbligatoria dei predetti curricoli riservata alle singole istituzioni scolastiche è costituita dal restante 15% del monte ore annuale; tale quota potrà essere utilizzata o per confermare l’attuale assetto ordinamentale o per realizzare compensazioni tra le discipline e attività di insegnamento previste dagli attuali programmi o per introdurre nuove discipline, utilizzando i docenti in servizio nell’istituto, anche in attuazione dell’organico funzionale di cui alla normativa citata in premessa, ove esistente in forma strutturale o sperimentale.

3. Il curricolo obbligatorio è realizzato utilizzando tutti gli strumenti di flessibilità organizzativa e didattica prevista dal D. P.R. 275/1999.

La L. 53/2003 ha trattato questo tema nei seguenti termini:

Art.1 comma 1 lettera l)

I piani di studio personalizzati, nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, contengono un nucleo fondamentale, omogeneo su base nazionale, che rispecchia la cultura, le tradizioni e l’identità nazionale, e prevedono una quota, riservata alle regioni, relativa agli aspetti di interesse specifico delle stesse, anche collegata con le realtà locali.

Art. 7

1. Mediante uno o più regolamenti da adottare a norma dell’art. 117, sesto comma, della Costituzione e dell’art. 17, comma 2, della L. 23 agosto 1998, n.

Page 6: IL CURRICOLO LOCALE - · PDF fileLa necessità di destinare una quota del monte ore annuo ad attività legate al territorio nasce dal bisogno emergente negli individui di riappropriarsi

400, sentite le Commissioni parlamentari competenti, nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, si provvede:

a. Alla individuazione del nucleo essenziale dei piani di studio scolastici per la quota nazionale relativamente agli obiettivi specifici di apprendimento alle discipline e alle attività costituenti la quota nazionale dei piani di studio, agli orari, ai limiti di flessibilità interni nell’organizzazione delle discipline.

Anche il D. Lgs. 59/2004, oltre ad affermare che, al fine di realizzare la

personalizzazione dei piani di studi, le istituzioni scolastiche possono organizzare attività facoltative ed opzionali, ha fatto questi riferimenti alla quota locale del curricolo:

Art. 7 1. Al fine di garantire l’esericizio del diritto-dovere di cui all’art. 4, comma 1,

l’orario annuale delle lezioni nella scuola primaria, comprensivo della quota riservata alle regioni, alle istituzioni scolastiche autonome e all’insegnamento della religione cattolica in conformità alle norme concordatarie di cui all’art. 3, comma 1, ed alle conseguenti intese, è di 891 ore, oltre a quanto previsto dal comma 2.

Successivamente, è stato emanato il D.M. 13 giugno 2006, n° 47 –

Schema regolamento obbligo di istruzione, il quale ha stabilito che il D. M. 28 dicembre 2005, relativo alla quota del 20% dei curricoli rimessa all’autonomia delle istituzioni scolastiche, nell’ambito degli indirizzi definiti dalle Regioni, produce i suoi effetti con riferimento agli ordinamenti vigenti e ai relativi quadri orari, nei singoli ordini di studio di istruzione secondaria superiore.

Una Nota Ministeriale del 721/2006 ha comunicato infine che la quota del 20% dei curricoli deve intendersi applicabile ad ogni ordine e grado di istruzione.

* Si sta procedendo ad una lettura analitica del testo “Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione” al fine di evidenziare i punti che fanno riferimento alla definizione di un curricolo locale. Le relative riflessioni verranno inserite in seguito a completamento di questo lavoro.