Il Chinino (num. 3, giugno 2015)

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Chinino IL BIMESTRALE CON EFFETTI COLLATERALI Il Chinino | Bimestrale d’informazione | Anno V - numero TRE - Giugno 2015 | Copia gratuita Occasioni perdute L’INCHIESTA Scende in campo il Pontinia Cricket Club Una scommessa multiculturale Claudio Volpe alla ricerca della felicità L’autore pontino svela la genesi dell’ultimo romanzo SPORT CITTADINO TIPI PONTINI il Il mini-restyling dell’Albergo Pontino Ne parla il Presidente del Consiglio Giuseppe Belli CRONACHE CITTADINE

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Chinino

Il bImestrale con effettI collateralIIl chinino | bimestrale d’informazione | anno V - numero tre - Giugno 2015 | copia gratuita

Occasioni perdute

L’inchiesta

Scende in campo il Pontinia Cricket ClubUna scommessa multiculturale

Claudio Volpe alla ricerca della felicitàL’autore pontino svela la genesi dell’ultimo romanzo

sPORt cittaDinO tiPi POntini

il

Il mini-restyling dell’Albergo PontinoNe parla il Presidente del Consiglio Giuseppe Belli

cROnache cittaDine

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IL CHININOAnno V n° 33

jOb’S Art

“Ogni gioiello è una scultura in miniatura”

Gioiellieri Gazzetti

di Fabrizio bellachioma

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.

Sorge sempre il dubbio che quando si parli incessantemente di un problema, bombardando le persone con decine di notizie, cifre, opi-nioni, dichiarazioni, poi alla fine non si voglia fare niente per risolver-lo. Si applica insomma la più classica delle azioni diversive: fumo negli occhi. Per tutti.

Sul lavoro si sta compiendo il medesimo scempio. Un problema enor-me che ormai ci trasciniamo da anni. E si propinano sempre le stesse ricette, cambiandogli di nome e addossando la colpa dei fallimenti a fantomatici nemici del “lavoro”. Gli sgravi contributivi introdotti dal job’s Act, per esempio, già c’erano, bastava essere iscritti per un po’ di tempo al Centro per l’Impiego.

Sul lavoro giovanile si passa dallo scempio, all’insulto. tra chi parla di “cassette da spostare durante l’estate” (quali cassette?), a chi invece li ha definiti “choosy” (di quali figli parlava?). Passando per i migliaia di posti da panettiere e tornitore che non si riescono a coprire (quali? dove?). La politica però dovrebbe guardare in casa propria prima di parlare dei giovani e del lavoro.

“Garanzia Giovani” potrebbe essere pure un buon progetto. Ma se la regione non paga i ragazzi che lavorano per mesi, poi non li si può accusare di non voler lavorare. E se i lavori che gli hanno offerto, ed hanno accettato, non hanno niente di innovativo o non si avvicina-no neanche alle ambizioni o agli studi che questi giovani hanno fatto, allora non si può definirli “schizzignosi”. Sarebbe solo ora di finirla di prenderli in giro, questi giovani. Dargli fiducia e una paga dignitosa.

SOSTIENI IL CHININOecco le coordinate bancarie: Associazione Il Chininocausale: contributo volontario Iban: IT 41 H087 3874 0600 0000 0027 024

di Andrea Zuccaro

PANE E DIGNITÀ

il chinino bimestrale d’informazione

anno V numero 3Giugno 2015

registrato al tribunale di latinanumero 6 del 29/04/2011

copia gratuita

http://ilchinino.blogspot.com - [email protected]

Direttore

Vicedirettore

collaboratori

Fotografie

Progetto Grafico

stampato presso

andrea Zuccaro

Paolo Periati

Gianpaolo Danieli, erika badalamenti, alessia ragni, Ilaria Palleschi, Gianfranco mingione, Ilenia Zuccaro, luca Ghidoni, alessandro cocchieri, federica Guzzon, Giancarlo Incitti.

alessandro rogato, fabrizio bellachioma, emanuele Palombi, andrea Zuccaro, salvatore badalamenti.

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Nuova Grafica 87 srl, Via del Tavolato, snc

L’EDItOrIALE

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L’INCHIEStA#1di ILENIA e ANDrEA ZUCCArO

foto di EMANUELE PALOMbI

Nel 2013 l’Unione Europea raccomanda ad ogni Stato membro, con tassi di disoccupa-zione giovanile superiori al 25 per cento, di implementare un piano “Garanzia Giovani”

per combattere questa piaga degli ultimi anni.

Con questo obiettivo sono stati previsti dei finanziamenti per alcuni Paesi, che saranno investiti in politiche attive di orien-tamento, istruzione e formazione e inserimento al lavoro, a sostegno dei giovani compresi nella fascia di età tra 15 e 24 anni. Non rientrano in questi finanziamenti la Germania (7,9 per cento di giovani disoccupati), l’Austria (9,2 per cento), e la Francia (23,9 per cento), che hanno fin dagli anni ‘80 politiche attive di orientamento e inserimento nel mercato del lavoro specifiche per i giovani.

l’Italia ha un tasso di disoccupazione giovanile per la fascia di età 15-24 anni al 40 per cento, per la fascia 25-29 anni al 26 per cento. Seppure non risultiamo i primi della classifica europea (Spagna e Grecia sfiorano il 50 per cento), abbiamo il primato in europa per quanto riguarda i giovani “neet”, ovve-ro ragazzi che non studiano, non lavorano e non seguono un percorso formativo o professionale: sono 2,2 milioni e mezzo

di cittadini. In Italia il “Piano Garanzia Giovani” viene lanciato il primo maggio 2014, ed è rivolto a tutti quei giovani “neet” di età compresa tra i 15 e i 29 anni, invece che fino ai 24 anni (anche Grecia e Portogallo hanno fatto questa scelta). Ad oggi i giovani iscritti sono 607mila, quelli che hanno ricevuto una proposta solo 107mila e 859. Data la divisione di competenze all’interno dello stato italiano, ogni regione è responsabile della pianificazione e attuazione dello “Schema Garanzia Giovani”, quindi per il nostro territorio tutto ciò che concerne il piano è gestito dalla regione lazio.

a poco più di un anno dal lancio del Piano sono già sorte molte criticità: dalla poca informazione rivolta ai giovani, alla scarsa preparazione delle strutture competenti, a cui possiamo aggiun-gere un modus operandi caratteristico dell’italianità, ovvero la trasformazione di un’opportunità per un giovane di imparare un mestiere, in sfruttamento di forza lavoro gratuita.

ma andiamo con ordine, cerchiamo di capire come funziona “Garanzia Giovani” e, attraverso le storie di chi ci ha creduto, cercare di capire come si sta attuando questo Piano soprattut-to nel nostro territorio. se sei un giovane tra i 15 e i 29 anni e non stai facendo niente nella tua vita puoi iscriverti online

(e solo online), al “Piano Garanzia Giovani”. Dal momento in cui ti iscrivi, i centri per l’Impiego o altri enti pubblici e privati accreditati dovrebbero contattarti per un primo colloquio di orientamento, ed entro 4 mesi dovrebbero offrirti una possi-bilità di tirocinio, di percorso formativo, di contratto di lavoro o di apprendistato in linea con il tuo bagaglio di esperienze e competenze. Invece le aziende per usufruirne devono iscriversi al catalogo online e rendersi disponibili ad accogliere qualsiasi giovane.

la regione lazio ad oggi ha attivato solamente alcune misure previste, tra le quali spicca il tirocinio formativo, ovvero la possi-bilità di spendere un «periodo di formazione fino a 6 mesi, utile all’acquisizione di nuove competenze da utilizzare per inserirsi o reinserirsi nel mercato del lavoro», non assimilabile in alcun modo a un rapporto di lavoro subordinato, secondo quanto cita il ministero del lavoro. Per un giovane che riesce ad avere un offerta di tirocinio sotto il programma “Garanzia Giovani” è previsto un indennizzo di 500 euro lordi al mese, erogati diretta-mente dall’Ins. erano 400 euro due mesi fa, ma a seguito delle forti proteste dei giovani tirocinanti che non percepivano ancora il rimborso spese, la regione lazio, ancor prima di risolvere i ritardi nei pagamenti, ha alzato il massimale.

Abbiamo raccolto diverse storie di giovani e tutte fino ad ora ci hanno mostrato una situazione caotica, poco chiara e confusio-naria, dove solo se hai già un’azienda pronta ad accogliere te, “mario rossi”, forse il periodo di formazione non si trasforma in sfruttamento di forza lavoro, ma in un vero e proprio tirocinio, però senza la prospettiva di un contratto di lavoro al termi-ne dello stesso. altre storie ci hanno invece mostrato come “Garanzia Giovani” si sia trasformata in un’opportunità solo per l’azienda e non per il giovane.

Luca (nome di fantasia), ha 26 anni, lavorava come pastic-ciere ormai da circa un anno in un negozio della zona. niente contratto, il salario era basso, ma almeno stava imparando il mestiere e gli piaceva proprio. Propone al suo datore di lavoro di assumerlo con “Garanzia Giovani” come tirocinante, spe-rando che magari aumentasse anche il suo stipendio. Invece lo stipendio è rimasto uguale, anzi ancora deve percepire l’indennità prevista, ma cosa ancora più grave è che luca al termine dei 6 mesi di tirocinio è stato rimpiazzato da un altro giovane tirocinante, perdendo quindi anche il suo lavoro. l’azienda così sfrutta la possibilità di avere manodopera a costo zero, rinnovandola due volte l’anno grazie a “Garanzia Giovani”.

nessuna garanziaL’ennesimo flop delle politiche istituzionali per aiutare i giovani in cerca di lavoro

IL CHININOGiugno 2015 6 IL CHININO

anno V n° 37

Il progetto “Garanzia Giovani” ha prodotto solo tante carte bollate.

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IL CHININOGiugno 2015 8

Giovanna invece di anni ne ha quasi 30, laureata in discipline giuridiche in attesa di diventare avvocato, dopo anni di pratican-tato (gratuito), si iscrive a “Garanzia Giovani”. Alla ricerca di un tirocinio formativo, trova solamente offerte poco specializzate o lavoro di segreteria in un’agenzia immobiliare con orari full time dal lunedì al sabato, ovviamente per 500 euro lordi al mese. Decide così di coinvolgere l’azienda di famiglia, dove ora sta svolgendo un tirocinio in ambito amministrativo e contabile. forse in famiglia potranno costruire insieme una strategia per trasformare il contratto di tirocinio in un contratto di lavoro, ma questo ancora non lo sa.

sonia emiliozzi, consulente del lavoro, ha attivato da novembre 2014 più di una decina di tirocini e ci racconta di enormi difficoltà e perdita di motivazione da parte dei primi tirocinanti, i quali dopo mesi di lavoro ancora non percepivano l’indennità spettante. le aziende non si lamentano, anzi alcune di loro si sono rese disponibili ad accogliere più di un giovane, senza però la prospettiva di un contratto di lavoro chiaramente. D’altronde assumere un dipendente oggi compor-ta delle uscite fisse mensili che metterebbero l’impresa in una condizione di alto rischio.

allo sportello del segretariato sociale del comune di Pontinia troviamo già una decina di domande per “Garanzia Giovani” avanzate da ragazzi, ma non esiste una strategia di matching che il comune può strutturare, o meglio c’è, ma tutto per il momento è fermo, anche perché l’ufficio Informagiovani ancora

non è attivo. rilevano anche come “Garanzia Giovani” stia sola-mente alimentando un turnover disperato di tirocinanti all’inter-no delle aziende senza prospettive per i giovani interessati.

In effetti per un’azienda che accoglie un tirocinante non ci sono condizioni particolari, come farsi carico dell’assicurazione, pa-gare delle tasse o assicurare un contratto di lavoro al giovane che si prende in carico. al contrario non esistono limitazioni nel numero dei tirocinanti che può accogliere, non esistono dei criteri di selezione all’ingresso, né un piano formativo da presentare all’atto dell’iscrizione dove si evince chiaramente il percorso offerto al giovane tirocinante. ed è così che troviamo offerte di tirocinio sotto “Garanzia Giovani” come addetto alle

pulizie, scaffalista nei supermercati o vendita al dettaglio nei negozi. orari di lavoro full time, disponibilità a lavorare nei weekend e nessuna garanzia di un contratto di lavoro al termine del pe-riodo di tirocinio. tutto questo per 500 euro lordi al mese, senza la certezza del pagamento da parte dell’Inps in tempi brevi.

e allora, a cosa serve “Garanzia Giovani”? Possiamo veramen-te considerarla una politica attiva per il lavoro? a livello europeo si lamenta uno scarso monitoraggio dell’implementazione del Piano, in tutti i Paesi membri, non solo in Italia. I giovani non hanno voglia di lavorare? a queste condizioni si potrebbe pen-sare che sia meglio rimanere a casa, proprio ora che l’estate è iniziata poi… continuando ad alimentare quel senso di fatalità e pessimismo che caratterizza la percezione del mercato del lavoro da parte delle giovani generazioni, dove avere un lavoro diventa un privilegio di pochi.

Per i giovani il lavoro è percepito come un privilegio per pochi.

L’INCHIEStA#1

In alto: il Centro per l’Impiego di Latina. Foto di: Alessandro Rogato.

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IL CHININOGiugno 2015 10

quando si parla di giovanic’È sempre tempo

Lo “Sportello Giovani Europa” sarebbe pronto a partire e ad aiutare chi cerca lavoro. Ma come al solito mancano i fondi. L’ennesima illusione

di ILENIA ZUCCArO

INCHIEStA#2

Il bando si è chiuso da alcuni mesi, ma l’ufficio non ha ancora aperto. Perché questi ritardi? Quali sono i tempi per l’avvio del servizio?

l’ufficio è attualmente finanziato dal “Piano locale Giovani” con capofila il comune di latina. non co-nosciamo la natura del blocco dei finanziamenti. la Gap è pronta per partire qualora l’amministrazione decidesse di finanziare internamente lo sportello. Perché secondo voi Sportello Europa e Informa-giovani sono importanti per Pontinia? Qual è il suo valore aggiunto?

Gli obiettivi e le relative attivi-tà proposte contribuiranno alla crescita culturale del territorio e alla sua consapevolezza euro-pea. tra le finalità, forse la più importante è quella di accrescere l’efficienza dell’amministrazione comunale nell’accesso ai fondi comunitari, nazionali e regionali, al fine di creare un processo di capacity building del personale addetto e dei decisori politici che abbia effetti a lungo termine, raf-forzando al contempo il dialogo e la cooperazione tra le associa-

zioni e i giovani in un’ottica di governance locale. lo sportello vorrebbe proporsi come primo passo per la costituzione di un vero e proprio “Ufficio europa” organizzato e strutturato con personale qualificato, che non svolga solo attività di informazione e pro-mozione, ma anche di progettazione di dettaglio per integrare le risorse comunali con fondi extracaptabili grazie alla nuova programmazione europea e regiona-le 2014-2020.

L’associazione Gap, Generation Activities Project, ha vinto il bando per l’asse-gnazione dell’ufficio Informagiovani e Sportello Europa, indetto dal Comune di

Pontinia. Ne abbiamo parlato con il presidente Alessandro Franco, giovane ingegnere ambien-tale.

In cosa consiste questo Ufficio?

lo “sportello Giovaneuropa” intende partire da una visione strategica del territorio, in termini di interna-zionalizzazione e partecipazione concreta al processo politico ed istituzionale comunitario, dato l’interesse mostrato dall’ente locale verso le politiche comunitarie e le op-portunità che da esse derivano. l’Ufficio svilupperà le proprie atti-vità articolandosi su tre soggetti chiave: la Pubblica amministrazio-ne di Pontinia, il mondo giovanile e le associazioni presenti sul territorio.

Quali sono le proposte e le iniziative progettuali che la Gap intende realizzare attra-verso Informagiovani e Spor-tello Europa? lo sportello offre una serie di attività di orientamen-to, sensibilizzazione e capacity building ai soggetti a cui si rivolge: permetterà loro di ottenere informazio-ni e linee guida sui progetti dell’Unione europea, con particolare attenzione ai fondi strutturali; fornirà in particolare orientamento alla Pubblica amministrazio-ne nell’individuazione di finanziamenti per i progetti in ambito di sviluppo urbano sostenibile e green economy.

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Illustrazioni: Ilaria Palleschisoggetto: Paolo Periati, Gianpaolo Danieli, Luca Ghidoni

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IL CHININO IL CHININOGiugno 2015 Anno V n° 31514

NINOdi NICOLA SACCÀ

tIPI PONtINIdi GIANFrANCO MINGIONE

la chimera del turismoL’impietosa analisidi Pier Giacomo Sottoriva

In alto: Pier Giacomo Sottoriva durante una conferenza.

Solo poco più di quarant’anni fa l’Italia era la prima destinazione turistica del mondo. Co-s’hanno Madrid o altre capitali internazionali che non ha roma? E la nostra Provincia è da

meno rispetto ad altre, in Europa e nel mondo, che si sono anche abbruttite con il turismo di massa sel-vaggio e cementificatore?

Pier Giacomo sottoriva è il Presidente della “fondazione roffredo caetani”, già direttore dell’ente Provinciale per il turismo di latina e poi dell’azienda di Promozione turistica della Provincia di latina, giornalista pubblicista e autore di libri, saggi, articoli, studi ed eventi inerenti la storia del ter-ritorio pontino e laziale. Con lui riflettiamo sul sistema turi-stico locale che sconta, ormai da decenni – potremmo dire dalla fondazione delle città nuove stesse – la mancanza di una vera cultura turistica. Perché il turismo è cultura e di turismo potremmo, se veramente lo volessimo, magnificare la nostra Provincia ai nostri occhi e a quelli dei turisti che qui si soffermano, incantati da una terra così ricca di ecosi-stemi, difficili da ritrovare in un altro luogo lungo lo Stivale.

e i primi a saperlo devono essere proprio i suoi abitanti. Infatti accade di sovente che i peggiori pubblicitari di un territorio siano proprio coloro i quali lo vivono. Pensando alla nostra Provincia, ci accorgiamo sin da subito quanto ciò sia vero, osservando i comportamenti e le azioni di chi dovrebbe tutelarla e promuoverla. ecco perché qui sten-tano a prendere corpo e forma concetti complessi, strut-turati e utili dal punto di vista politico, sociale, culturale ed economico-turistico. concetti chiave per la tutela e lo sviluppo come “fare sistema”, “creare relazioni”. a meno che non si parli, per esempio, di questa o quella relazione tra il politico locale di turno e l’eventuale imprenditore o cittadino, al fine di far sistemare il verde pubblico davanti il proprio esercizio commerciale e così via (gli esempi sa-rebbero troppi da citare). eppure di esempi positivi, casi di studio che devono fare scuola presso enti pubblici, privati, imprese, organizzazioni e cittadini ne abbiamo molti. basta gettare lo sguardo sulla toscana o sul trentino alto adi-ge, tanto per citare due regioni virtuose dal punto di vista economico-turistico. Insomma non si deve inventare nulla, ma studiare chi ha saputo imboccare la strada giusta e

fare del turismo un’industria di virtù e talenti. farla diventa-re davvero la prima industria italiana.

In molte parti del bel Paese, e del nostro complesso e variegato contesto provinciale, sembra mancare una vera “cultura turistica”. Una cultura che non solo promuova verso l’esterno, in modo reale ed efficiente le varie bellezze, ma sia in grado anche di farle vivere concretamente a chi viene alla scoperta dei nostri tesori. Perché?

Perché non vi è chi provi a trasmettere quella cultura e chi non è disposto a farsela trasmettere. Desidero premette-re che parlo sulla base di una esperienza che può anche considerarsi esaurita e invecchiata, ma queste domande e un tentativo di risposta già vi sono in una quantità di cose che ho scritto, e per tutte nei due volumi “scritti di turismo”. ma chi deve far crescere la “cultura turistica”? Innanzitutto gli stessi operatori del turismo e le organizzazioni di categoria, poi le amministrazioni quali soggetti “passivi”, oltre che attivi, di quella cultura che prima debbono appren-dere e poi attuare nel concreto della loro azione amministrativa in mille modi: curando le spiagge, i monumenti, l’educazione al servi-zio, il paesaggio e tutto quello che fa “relazione” e, infine, trasmetter-la come esempio da imitare. ma i soggetti sono tanti, ad iniziare dagli stessi operatori del settore, che prima debbono capire la quali-tà del loro mestiere, poi la debbo-no applicare nel concreto. Debbo affermare che ai miei tempi quella qualità era insufficiente. Oggi non saprei, perché cerco di non segui-re più il settore come “voce” da portare all’esterno. continuo a studiarlo per mia passione, ma io ho fatto il mio tempo, quindi largo ai giovani.

«Abbiamo il dovere di stare al passo con i tempi. Il commercio può risolvere i suoi problemi solamente facendo rete. Non si va più avanti da soli». Questo è quanto ha affermato il Presidente di Confcom-mercio Latina, Vincenzo Zottola, in occasione del rinnovo del direttivo Ascom. Perché nella nostra Provincia è così difficile pensare al turismo come a un insieme integrato di offerte, i cui operatori non possono che trarre vantaggio dal lavorare in un’otti-ca di gestione integrata?

la risposta è contenuta nella precedente: perché man-ca la “cultura del turismo”. Zottola ha ragione, ma io di

“reti”, di sinergie, di solidarietà, di coscienza dell’agire in comune, ne sento parlare da cinquant’anni, ma non ne ho mai visto un esempio. l’enunciato è giusto e valido, mancano le azioni conseguenti.

Il mondo corre a velocità sempre più sostenuta. ri-usciremo come “Sistema Paese” a mettere in campo nuove strategie e azioni al fine che il turismo sia davvero la prima industria nazionale?

Intanto bisogna capire che cosa sia il “sistema Paese”, altra espressione suggestiva a sentirla, ma logorata dall’uso improprio fino a ridurla a un fantasma a voler cercare di individuarlo nell’agire concreto. tanti anni fa si diceva che l’Italia non è in grado di partorire una stra-tegia di aggressione al mercato perché non vi destina sufficienti risorse che i nostri competitors (i Paesi nostri

concorrenti), impiegano. ma poi se si fa la somma di tutto quello che lo stato, comunque, schiera in campo e di tutto quello che ciascuna regione mette nel proprio budget turistico, si scopre che la massa monetaria reale che tutta l’Italia destina a promuo-vere il turismo nostrano è dieci volte quello che fanno gli altri Paesi. e se non riesce a produrre significa che tutto è sbagliato, dispersivo, inutile, individualistico (il contrario di “rete” e di “sistema Italia”). ma nessuno prova a rimediare mentre il rimedio c’è: la legge-cornice che lo stato ha il diritto e il dovere di emanare per co-ordinare le azioni regionali e renderle fruttuose. ma se lo stato si azzarda a pensare con le leggi-cornice, le regio-ni paralizzano tutto con la demagogia del decentramento e col ricorso alla Corte Costituzionale. Questo significa che la Politica (ma andrebbe scritta con la iniziale minuscola: politica),

non ha interesse a risparmiare soldi pubblici, ma a creare occasioni di spendita, di dilapidazioni, di sperpero, di poltrone, di ordinazioni di oggetti che non servono a nulla. né si pensa a una “politica dei prezzi”, se non aumentan-doli. e se un prodotto è più costoso di un altro e meno qualitativo (per la parte che l’uomo non ha inventato, non di cui si trova a disporre), dove si orienta la spesa del turista-consumatore?

Vista la sua lunga esperienza in questo settore, se-condo lei cosa manca oggi che ieri c’era e potrebbe riproporsi?

a questa domanda ho praticamente già risposto. no com-ment. Parlino i giovani operatori e i giovani amministratori. se hanno idee da schierare.

Di reti, di sinergie, di solidarietà, di coscienza dell’agire comune, ne sento parlare da cinquant’anni, ma non ne ho mai visto un esempio. Manca una cultura del turismo, malgrado si spenda dieci volte di più degli altri paesi europei. Ma i fondi li usiamo male.

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IL CHININOGiugno 2015 16

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Pane e Fantasia al “Forno della Cotarda”

che, ghirlande, pupazzi, poltrone, trecce ed altro ancora. Vi chiederete cosa ne è stato di tutto ciò? I bravissimi angelo e Pasquale hanno fatto mettere ai bambini tutto in grandi teglie a lievitare, una spennellata di olio e via in forno.

che meraviglia quando i bambini hanno visto i loro manufatti raddoppiati di volume, dorati e dal profumo in-vitante. Poco dopo anche le deliziose pizze preparate da Pasquale sono pronte. che bontà! Pizza e pizzette rosse, pizza bianca, pizza bianca con patate, focaccia, treccia dolce, panini al latte,ciambelline al vino bianco sono state il nostro gradito pranzo al “forno della cotarda”, accompagnato da succhi di frutta e cola, ma soprattutto dall’ospitalità e cortesia di questa famiglia che da ormai trent’anni produce prodotti sani e genuini lavorando con amore e ricordo delle origini; ogni prodotto viene fatto con lo stesso procedimento, passione e amore di un tempo.

cosa aggiungere di più, le insegnanti andreina ed assun-ta ringraziano pubblicamente l’intera famiglia lauretti per l’ospitalità e la generosità. I bambini della sezione c sono tornati a casa entusiasti per l’esperienza vissuta, portando le loro creazioni di pasta di pane e un panino offerto dai proprietari, nonché un attestato di partecipa-zione ideato da fabiola. a questo punto si potrebbe ben concludere con una frase che per i lauretti è sinonimo di qualità: «mangiamo sano non mangiamo la pubblicità».

CrONACHE CIttADINE

Immerso nel verde della campagna di Pontinia in località Cotarda sorge il “Forno della Cotar-da”. Quale luogo più appropriato per far vivere ai bambini della scuola dell’infanzia un’espe-

rienza diretta nella lavorazione e produzione di pane e pizza. Questa esperienza è stata ritenuta valida dalle insegnanti in quanto trasversale al progetto di sezione “Dal colore del grano al profu-mo del pane”.

I bambini e le insegnanti del Pio XII sezione c di anni 4, giungono al forno con il pulmino. subito accolti dal dolce sorriso di fabiola lauretti che ci ha fatto strada nella sua tenuta dove si trova il panificio. All’interno ci atten-dono i proprietari: angelo e maria lauretti e il bravissimo panettiere Pasquale, marito di fabiola. I bambini sono stati messi a loro agio e coinvolti nella preparazione del pane. Hanno potuto vedere e toccare gli ingredienti fondamentali con cui viene realizzato il pane: farina, lievito madre, sale, acqua… e da li a poco si è realizzato un’interessante laboratorio di cucina.

le panche si sono presto trasformate in tavoli da lavoro ed è così che per la gioia dei bambini la farina è volata ovunque. Provate a immaginare. la produzione dei bam-bini è stata davvero soddisfacente: panini, pizze, ciam-belle, biscotti, trecce e tutto ciò che la fantasia di un bambino può realizzare avendo tra le mani una morbida palla di pasta di pane: automobili, animali, fiori, luma-

In alto: un momento della gita al panificio della Cotarda.

di ANDrEINA MArFUGGIe ASSUNtA ASCIONE

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IL CHININOGiugno 2015 18

Idee per la rinascita dell’Albergo Pontino

sua prossima destinazione d’uso: «Potrebbe torna-re un albergo, un ostello o essere adibito a uffici comunali o attività sociali. a me personalmente – ha svelato – preme molto la questione dell’albergo ed è uno dei principi cardine di questa trattativa, essen-do situato nella piazza principale, nonché una bella struttura. la ricordo quando ero ragazzo: era ancora aperto e adesso che l’ho rivisitato devo dire che le sue condizioni sono discrete».

se non si volesse stravolgerlo completamente, non ci sarebbe bisogno neppure di troppi soldi da inve-stire per riportarlo all’antico splendore o anche solo semplicemente per tornarlo a far diventare un luogo vivibile. Qualunque sia il progetto finale. «sarebbe bello farlo risorgere come albergo od ostello della gioventù», ha poi concluso, aggiungendo che si tratta «comunque di una struttura che potrebbe offrire dei posti letto a Pontinia, perché se vogliamo far diventa-re la nostra cittadina un polo turistico come si deve, occorre dare una recettività. anche questa è una sfida del comune».

Per il Presidente del consiglio comunale, insomma, qualunque sia il futuro dell’albergo Pontino, sicuramen-te sarà destinato a dare dei servizi, perché – come affermato ancora dallo stesso: «la cosa più importante per un buon amministratore è dare servizi, cercare di abbassare le tasse e far sorridere i cittadini».

CrONACHE CIttADINE

Avremo notato tutti delle impalcature in piazza Indipendenza a Pontinia, di fronte l’ex Albergo Pontino, ormai in disuso da anni.

Il Presidente del consiglio comunale, Giuseppe silvio belli – per gli amici beppe – ha spiegato il motivo di questi lavori edilizi e quale sarà il futuro dello sta-bile. la struttura è in questo momento è proprietà della regione lazio e i lavori sono iniziati dopo le sollecitazioni del comune poiché «la piazza è il cuore di Pontinia e vedere l’albergo in quelle condizioni non faceva piacere a nessuno», come ha esordito il Pre-sidente. I lavori, che dovrebbero terminare alla fine del mese di giugno, riguardano la restaurazione della sola facciata.

la volontà della regione lazio è vendere i suoi beni: non è solo l’albergo Pontino, ma anche i due par-cheggi “bianchi” di Pontinia, uno dietro il palazzo comunale e l’altro in via Giulio cesare. «non sarà una trattativa facile – ha ammesso Giuseppe belli – poiché c’è sempre una parte che vuole vendere, la regione, e una parte che vuole acquistare, il co-mune, quindi bisogna trovare la strada giusta nella trattativa».

I siti ovviamente andrebbero riqualificati e per quanto riguarda l’albergo Pontino, ancora non si conosce la

di LUCA GHIDONI

GO KART

In alto: i lavori di ristrutturazione dell’Albergo Pontino.Foto di: Emanuele Palombi.

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IL CHININOGiugno 2015 20

A pesca di rifiuti

elementi, poiché i nuovi arrivati si sono dimostrati affidabili e competenti, come ha tenuto a sottolineare il presidente francesco minarchi.

nuovi progetti per il futuro ancora non sono stati orga-nizzati, ma intanto l’associazione cerca di crescere e migliorare. Infatti sono proprio loro ad organizzare la gara nazionale sul lago del turano, in abruzzo. Dun-que, si può dire che grazie all’asd Kayman team carp si riesce a dare il giusto valore allo sport del carfi-shing salvaguardando allo stesso tempo l’ambiente in cui esso si pratica.

CrONACHE CIttADINE

Nel 2014 viene formato il team dell’Asd Kayman team Carp, che pratica la tec-nica del “carfishing” – da non confon-dere con la tipica pesca.

Infatti, questo tipo di sport di origine inglese consiste nella cattura della carpa e nel rilascio del pesce solo dopo avergli scattato una foto ricordo. l’associazione non si occupa soltanto del pescato, ma anche della tutela dell’ambiente. Infatti, sono previste delle “Gior-nate ecologiche” durante l’anno con la collaborazione delle guardie ittiche zoofile ambientali (appartenen-ti alla fipsas). le giornate di volontariato dedicate all’ambiente consistono soprattutto nel rimuovere i rifiuti dagli argini dei fiumi.

la prima “Giornata ecologica” si è svolta il 19 ottobre 2014, mentre la seconda il 17 maggio scorso, durante la quale i lavori di pulizia sono stati effettuati sugli argini dalla via migliara 49 e alla migliara 51. Durante i lavori talvolta sono state trovate anche degli pneu-matici di automobili che, essendo rifiuti speciali, sono poi state rimosse affidandosi ad un’azienda specializ-zata di latina.

secondo il regolamento dell’associazione stabilito dai quattro membri principali, la Kayman team carp può contare un massimo di 15 componenti. nonostante ciò, quest’anno il numero degli iscritti è salito a 20

di ALESSIA rAGNI

In alto e sotto: i volontari mentre puliscono gli argini del fiume Selcella.Foto di: Salvatore Badalamenti.

di Ambrifi Umberto

T/F (+39) 0773 866829 [email protected]

- Auto di cortesia gratuita- Gestione pratiche su estensioni garanzie dei finanziamenti auto- Associato con SOCCORSO STRADALE 24H- Convenzione con assicurazioni- Pratiche assicurative cristalli, atti vandalici ed infortunistica stradale con assistenza legale in sede

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04014 PONTINIA (LT) · Via Tavolato 2829

Page 12: Il Chinino (num. 3, giugno 2015)

IL CHININO IL CHININOGiugno 2015 Anno V n° 32322

Un passo verso Sud

sociali. massiva è stata la partecipazione dei soci, caratteriz-zata da interventi che hanno sottolineato l’importanza della fusione e la volontà di mantenere la cassa rurale ed artigiana dell’agro Pontino ai livelli di eccellenza che la caratterizzano ormai da diversi anni. oltre alla presentazione e alla relativa approvazione dei due bilanci, durante i lavori è stato mostrato a tutti i presenti il progetto del nuovo centro Direzionale. la struttura sorgerà in via leonardo da Vinci a Pontinia. nel mese di maggio, in concomitanza con l’assemblea, è stato dato avvio ai lavori. Progetto ambizioso ma necessario, sia per la cassa che per la comunità di Pontinia.

bCC

Il 18 aprile 2014 il presidente della Cassa rurale ed Artigiana dell’Agro Pontino, Maurizio Manfrin, e il presidente della banca di Credito Cooperativo del Garigliano, Michele Fasulo, hanno firmato la

lettera di intenti per definire e formalizzare la volontà di procedere alla fusione per incorporazione della bcc del Garigliano in quella dell’Agro Pontino.

non è la prima fusione che vede coinvolta la cassa rurale dell’agro Pontino. nel 1996 fu incorporata la cassa rurale ed artigiana di sermoneta e dopo quasi 20 anni, guardando indie-tro, si può affermare come sia stata una decisione saggia ai fini dello sviluppo della banca.

la banca di credito cooperativo del Garigliano era una banca che operava nel sud Pontino con due succursali e, data la loro ridotta dimensione, ha ritenuto necessario, al fine di dare maggiore impulso alla mutualità del suo territorio, cercare un’aggregazione con una consorella, individuando nella cassa rurale dell’agro Pontino l’interlocutore migliore con il quale pro-cedere ad un’aggregazione. Il 23 novembre 2014, con delibera favorevole dell’assemblea straordinaria della cassa rurale, è stato portato a termine il progetto di fusione intrapreso in aprile. È stato dunque compiuto un altro importante passo affinchè la Cassa Rurale possa rappresentare sempre più un punto di riferimento per l’intero agro Pontino. a conclusione del percorso durato più di un anno, lo scorso 17 maggio si è svolta la prima assemblea che ha visto riunite le due compagini

di LOrEtANA CACCIOttI

Nelle foto: due momenti dell’assemblea dei soci della nuova Bcc.

Anche il mare è amico dei capelli

tagli per eliminare quelle antiestetiche punte rovinate?Ma la soluzione finalmente c’è, “Eks” è riuscita a venir in-contro alle esigenze del pubblico con prodotti specifici per risolvere i problemi derivanti dal mare con soluzioni sem-plici e naturali che vengono proprio dal mare. l’esperien-

za dei suoi laboratori, infatti, ha sviluppato una linea di cosmesi per trarre benefici dalle alghe marine

composte con le esclusive acque surgive di cui “eks” si avvale per creare “aquamaris com-

plex”, che avvolge il capello proteggendolo durante l’esposizione ai raggi ultravioletti e agli agenti sfibranti.

“eks” è da sempre attenta alle esigenze dei propri clienti e per loro ha sviluppa-to un vero e proprio percorso benesse-re di cui poter beneficiare nella tran-quillità del proprio salone di bellezza, la “talassotherapy”. Questa si compone di un vero e proprio percorso benessere che prende vita dai fanghi nutritivi: ele-menti marini ed il potere rigenerante e rilassante dei massaggi, una vera e pro-

pria esperienza spa alla portata di tutti. Il relax non lo troverete solo in riva al mare!

Con la collaborazione di Laura Berti.

Ci incontriamo di nuovo per parlare di beauty e benessere, finalmente avvolti dal calore della bella stagione.

le novità dell’estate 2015 sono numerosissime, ma sicu-ramente quella di maggiore spicco è data dalla mole di attività offerte dagli stabilimenti balneari che, in linea con la crescente tendenza a mantener-si in forma, offrono la possibilità di fare sport con discipline e percorsi fitness da prati-care in riva al mare con la collaborazione di specialisti del settore, non più solo il classico relax al mare dunque, ma anche tanta voglia di salute e benessere.

ma non dimentichiamoci che prepararsi a una giornata al mare non vuol dire solo armarsi di racchettoni e asciu-gamano! Affinché le ore passate al sole non ci riservino brutte sorprese è bene acquistare creme corpo protetti-ve e oli doposole da applicare dopo la doccia per lenire la pelle e fargli ritrovare l’elasticità di cui purtroppo il sale marino tende a privarci.

a questo punto avremo quasi completato la missione... cosa manca? I capelli ovvio! Quante volte siete corse ai ripari a settembre per recupe-rare un capello maltrattato, spesso ricorrendo a drastici

di MArIO StIrPE

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IL CHININO IL CHININOGiugno 2015 Anno V n° 32524

Si sa poco, nulla. Rimangono i suoi capannoni, le sue sedie, le sue stanze degli uffici e degli immensi hangar abitati da piccioni e da altri animali.

Un’altra testimonianza del sogno industriale, basato su materiali del futuro, in questo caso la vetroresina. Una cosa innovativa, così innovativa che ora chissà dove la stanno producendo quella che avrebbe dovuto essere prodotta a Mazzocchio. Lì è rimasto il sogno di vetro e lamiera.

La fabbrica ha chiuso nel 2003, forse. Ha chiuso dopo pochi anni. Ha illuso quasi subito l’Unione Europea che l’ha finanziata, come emerge dall’archivio del web. Prendi i soldi, produci qualcosa e poi qualcosa succederà. Lo schema è un classico.

Nel deserto di Mazzocchio dove resistono ancora delle oasi, rimarrà quell’insegna sferzata dal vento e quelle curve avveneristiche di un luogo post atomico. Il sogno industriale continua.

tEStIMONI DEL ’900foto di ALESSANDrO rOGAtO

produzioni inutiliDove il sogno della vetroresina

finì prima di iniziare

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IL CHININOGiugno 2015 26

Una rete solidale per un futuro di pace

CrONACHE CIttADINE

CLASSI V A,b,C DON MILANI

In alto: “Le vie della solidarietà”. Sotto: “I disegni della speranza”.

“Oggi in classe abbiamo visto delle immagini e abbiamo letto dei testi che parlavano dell’immi-grazione. Mentre guardavamo le foto, ho pensato che le persone che stavano sui barconi dove-vano essere proprio disperate: rischiavano la propria vita pur di scappare dalla guerra e dalla fame.

Mi dispiace tanto per loro e vorrei aiutarli in qualche modo, anche se noi bambini non possia-mo fare molto. Spero che anche loro, proprio come noi, possano avere una casa, un lavoro e un futuro migliore”.

26.06.2015

Arte e Territoriodi Michelangelo Pistoletto

La Venere degli straccia cura di Francesco Saverio Teruzzi, Stefania Crobe, Lorenza Lorenzon

dal

In attesa di ospitare il prossimo autunno l’artista internazionale Michelangelo Pistoletto e ponendo

l’accento sulla necessità di una relazione con il territorio, proseguiamo la nostra collaborazione con Cittadellarte

Fondazione Pistoletto, Artivazione e SITI – iniziata con il «Rebirth-day» e con «La Mela del Terzo Paradiso» – ospitando Venerdì 26 Giugno 2015, nell’ambito

del progetto corale ARTE e TERRITORIO, l’opera manifesto dell’Arte Povera, La Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto. Ideata tra il 1967-68 mettendo in contrapposizione l’aulicità dell’arte classica – al Map l’artista mette a disposizione un calco in grande scala della Venere

Callipigia – con la realtà del quotidiano – rappresentata simbolicamente da una montagna di stracci – allora come

oggi l’opera è espressione di un’arte profondamente radicata nella società, attitudine che da sempre

accompagna l’artista Pistoletto.

Artivazione, Map e SITI, ancora una volta insieme, danno così avvio a una riflessione aperta sull’abito, sull’abitare e

sulle abitudini, con l’invito all’adozione di modelli di comportamento sostenibile e responsabile, per un’ecologia del

pensiero e dello sguardo.

Il MAP Museo Agro Pontinoospita l’opera manifesto dell’Arte Povera,

la Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto

c i t t a d e l l a r t eF O N D A Z I O N E P I S T O L E T T O

con il patrocinio di

Un “atto di resistenza” contro la società della ricchezza e del consumo ma anche di solidarietà, per la raccolta di indumenti usati

che, al termine della sua permanenza al museo, saranno donati alla Caritas. Rinnovando il nostro impegno nella sensibilizzazione

verso il riciclo ed il riuso del materiale di scarto,

La Venere arriverà al museo priva di stracci, pronta ad accogliere e a restituire dignità ai vestiti usati che i cittadini

vorranno donare, diventando essi stessi parte dell’opera.

La Venere diventa anche un’occasione di formazione e riflessionesullo «scarto» grazie al workshop di auto-costruzione di «sedute»

- attraverso l’utilizzo di abiti dismessi - SIT-in, ideato e sperimenta-to da SITI ed aperto ad adulti e bambini (ore 11.00).

in collaborazione con

di Lorenza Lorenzon

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IL CHININO IL CHININOGiugno 2015 Anno V n° 32928

CrONACHE CIttADINE di ALESSANDrO COCCHIErI

foto di FAbrIZIO bELLACHIOMA

il map rilanciaCon l’annessione dell’ex Torre Idricail Museo allarga i suoi orizzonti culturali

Nel lasciare un testamento “contemporaneo” l’Amministrazione ha rinnovato la fiducia agli operatori culturali del Map annettendo la ex torre Idrica al museo.

L’azione è la stesura ardua di un epitaffio congiunto, in quan-to tra un anno si rimescoleranno le cariche anche in piazza J. F. Kennedy, nessuno escluso. Un flashback mi riporta al 2011, quando l’istituzione museo agro Pontino si presentò come una guerra di parole scagliate contro un’amministra-zione che stava per reinsediarsi al potere e si vedeva nel museo il “testa d’ariete” per riaprire le porte del municipio.

oggi però la mia testa, ancora ben salda sul collo, sente solamente lieve il bombardamento semiotico legato all’o-perazione ex torre Idrica. È troppo presto per dirlo – o sarà forse che la ballata sta finendo e chi è pronto ai saluti vuole “veramente” lasciare qualcosa d’importante, dunque segna-

re con segno lodevole un tracciato memorabile di ventennio post – moderno – che si sta introducendo a “bomba” senza mezzi termini nel contemporaneo? certo è che l’indirizzo culturale di questa amministrazione è al suo ultimo giro di valzer e, per come la vedo io, riuscirà a far crescere la consapevolezza che Pontinia può riservare delle sorprese attrattive uniche senza camouflage: le concretizzerà portando sempre più pubblico, ancorandosi alla tangibile possibilità di far diventare la “terza gemma” un centro multidisciplinare di rilevanza nazionale.

con l’annessione della ex torre Idrica al map si andrà a consolidare un raccordo con l’arte contemporanea senza controindicazioni. l’ambizioso progetto di trasformare il giovane bagaglio etnografico in un sight autentico da far esperire per mano di artisti contemporanei – la cui dote è indiscussa – trova già un suo storico negli ambienti di piazza Kennedy dove si è fatto e si sta facendo qualcosa di unico e

permanente. Quindi dopo Paride Petrei, Diego miguel mirabel-la e francesco saverio teruzzi sarà la volta di Daniele spanò e del duo bianco-Valente. Verrà e ne varrà, dopo quattro anni di rodaggi, un grosso inchino per la breve ma clamorosa parentesi dedicata al passaggio di michelangelo Pistoletto e a maurizio Galimberti pronto a creare mosaici di polaroid con protagoniste le “nostre” architetture di fondazione. Vedo all’orizzonte un lascito pieno di cultura con la “c” fuori orbita, perché quando si pensa ad una piccola realtà è difficile immaginarsi di trovare un museo che produce arte da fare enciclopedia. In alcuni ambienti – non molto lontani se si pensa a Roma – è difficile anche credere che degli ammini-stratori abbiano investito risorse per la nascita di un museo, figuriamoci di un polo culturale.

sarebbe stato meglio un parcheggio. o verrà naturale pensare che sia esistita un’amministrazione che non ha fatto tanto per fare, ma nei limiti delle capacità, della diplomazia e della

fiducia concessa, sia arrivata al termine del proprio mandato, senza dover più fare propaganda, lasciando qualcosa per la quale è valsa e varrà la pena transitare a Pontinia? oppure ci rincorreremo e attorciglieremo nella convinzione che nulla è cambiato ed è stato semplicemente il voler lasciar fare al “visionario” amico dell’assessore, un ex rivoluzionario gua-stafeste al quale è stato pagato il silenzio con un incarico? Parte il countdown dando inizio all’ultimo atto prima dell’inchino, quando le bacchette si leveranno per aria lasciando il tempo al più forte applauso. sarà la torre una lapide in verticale o una rampa per lo spazio? forse troverete alcune risposte partecipan-do attivamente al canovaccio, e poi, chissà, si rimescoleranno le arti: una ballata nuova, un alessandrino baciato o semplicemen-te un più autentico ritorno alle balere. Il consiglio, spassionato, è di non farsi meraviglia se il prossimo maggio vedrete David Copperfield attraversarla da parte a parte mentre una Venere “con gli stracci” farà scendere la sua coda per condurre in salita il nuovo re.

In alto: l’eterno cantiere dell’acquedotto di epoca fascista.

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IL CHININO IL CHININOGiugno 2015 Anno V n° 33130

NINOdi NICOLA SACCÀ

tIPI PONtINIdi FEDErICA GUZZON

soffrire per rinascereL’ultimo romanzo di Claudio Volpe

In alto: lo scrittore Claudio Volpe. Nella pagina accanto: la copertina del libro.

Solo una cosa chiedo adesso a mio figlio, ora che la mia vita in un modo o nell’altro è anda-ta, sacrificata per tenere uniti i pezzi del suo futuro: ogni tanto, amore mio, ricordati di

essere felice». Un libro di racconti che vuole essere un elogio alla vita.

«sono racconti considerati come monologhi», esordisce il giovane scrittore claudio Volpe, parlando del suo ultimo libro “Ricordami di essere felice” (ed. Nordest). «L’ultimo monologo è andato in scena a roma – ha detto – ognuno pone una domanda, lo scrittore non deve dare risposte. È un libro di voci».

Chi è e che ruolo ha per te lo scrittore?

l’idea che ho io è partire a scrivere muovendo dalle ingiu-stizie. la scrittura deve avere un dato di bellezza, cercando, con uno stile che possa emozionare o meno, di dare un contributo alla crescita collettiva della società. che è un po’ la figura che aveva lo scrittore nel passato, intriso nella

realtà in cui viveva, ne denunciava i problemi, avanzando ipotesi di significato e tentativi di comprensione; solo negli ultimi decenni il libro è diventato un prodotto commerciale.

Si può vivere scrivendo?

economicamente no. lo scrittore non è chi vive di scrittura, ma colui che senza scrittura non vive.

ti sei sempre sentito scrittore?

Ho sempre amato raccontare storie. a ventun’anni ho scrit-to il mio primo romanzo. Raramente mi definisco scrittore, sono una persona che sta compiendo un percorso, sta provando a diventarlo. c’è bisogno di molto tempo, fatica e impegno.

bastano le parole per cambiare il mondo?

a me piacerebbe pensare di si. sicuramente le parole non cambiano il mondo. non possono farlo dall’oggi al domani,

però sono sicuramente molto forti. Possono far riflette-re, far osservare le cose da un diverso punto di vista, ad aprire la mente. nell’immediato ci sono interessi economici più forti. nonostante tutto, leggere rende l’uomo più libero e più felice.

Scegli le parole in base al lettore o parti da qualcosa che ti senti dentro?

solitamente non sto lì a pensare al lettore, faccio i conti con me stesso. la narrativa parte da un motore interno. la scrittura è un viaggio che affronti a partire da te stesso senza rimanere chiuso in te; senza pensare di dover dare qualcosa al lettore o all’editore, ma lo fai per la collettività. trattare temi forti, sociali, etici, ti farà vendere di meno però non farlo sarebbe per me non spontaneo.

Come nascono le tue storie? Quanto c’è di tuo? ti senti a nudo quando pubblichi?

Dall’oggi al domani si forma nella mia mente una storia, un personaggio. a un certo punto dici: voglio raccontare questa storia. a volte passano mesi, anni… alcune cose le ho viste, altre sono tentativo di immedesimazione. sicuramente non c’è niente di autobio-grafico nel senso proprio del termine. Io scrivo tutti i giorni pensieri, riflessio-ni, descrizioni di un personaggio, che poi userò rielaborandoli. scrivere signi-fica spogliarsi ma non crea imbarazzo, io mi risolvo in mezzo alla folla. svelo tutto perché mi fa stare bene.

«La poesia è quando sei troppo codardo e vigliacco e spaventato per restare senza fare nulla, fermo come una stalattite di ghiaccio che cala a picco sul nulla. La poesia è azione, è fare». Cosa pensi della poesia? La poesia si vende? Come hai pensato di inserirla nei racconti?

In Italia si legge poco, ancor meno la poesia. mi piace partire dall’etimologia greca “poiesis”, che significa “fare”, “costruire”. costruire una società, la civiltà, una dimensione di riflessione. Penso che ci sono versi che ti illuminano, per-ché in quell’istante ti si apre un mondo. Penso per esempio ad alda merini: è bello ascoltarli, al di là della comprensione, ti educano a vedere la bellezza delle cose, a percepirne il suono e noi non siamo più abituati. tante frustrazioni dipen-dono da questo. le poesie le avevo già scritte e mi è venuto spontaneo inserirle. a me piace scrivere la prosa come una lunga poesia; cerco di concentrare la scrittura in breve tem-po, per avere la stessa intensità costante. torno sul testo, ma solitamente quello che scrivo in un primo tempo è quello che resta, perché quando scrivi vedi e senti delle cose. Quando inizio a scrivere non so dove andrà a finire. Come diceva Pirandello in “sei personaggi in cerca d’autore”, sono i personaggi che ti vengono a cercare.

Qual è il rapporto con Dacia Maraini, a cui hai dedi-cato questo libro?

la considero la mia maestra ed è nato un rapporto di ami-cizia e quotidianità da quando mi ha presentato al “Premio strega”. Questi sono i rapporti che crea la letteratura. la dedica l’ho inserita per la mia gratitudine e l’ammirazio-ne per l’umiltà che lei ha. la cosa più grande che mi ha insegnato è scrivere a partire dalla lotta a un’ingiustizia. Il titolo è un richiamo alla felicità, ma si parla di storie di do-lore. Il contrario della felicità non è la tristezza, ma la noia, come diceva Schopenhauer. Soffrire significa prepararsi alla vita. tutti i personaggi soffrono ma non si arrendono, resistono. alcuni sembrano soccombere, il vero problema non è il male, ma è il non vivere. bisogna imparare a sor-bire i colpi della vita e ripartire. bisogna lasciarsi amare e affidarsi agli altri.

Non hai avuto paura che i temi risultassero banali?

Sicuramente ci sono temi inflazionati, temi storici. Io ho cercato di raccontare le storie da un punto di vista inedi-

to, come immedesimarmi nel mare per parlare dell’immigrazione. ci sono tanti modi di raccon-tare, è il come che cambia la narrazione. Dacia dice che ha trovato nel racconto della prostituta una scelta inedita, perché viene ammessa l’idea che si è vittime di se stesse e non c’è consape-volezza iniziale.

Usi molto spesso la figura del climax, che funzione ha?

mi piace la scrittura impetuosa, visionaria, visce-rale, molto plastica. Per me il climax ascendente rappresenta l’enfasi, il dramma, la disperazione, il percorso che il personaggio sta affrontando. la scrittura è una cavalcata, come la vita, che provi

a rincorrere e devi domare.

Non pensi che le molte figure retoriche diano fasti-dio alla lettura?

certo. chiunque deve migliorare. la scrittura devi impararla a gestire. a me gli eccessi piacciono, non l’ostentazione; dimostrano quanto tu ci creda, quanto voglia far esplodere la bellezza delle cose. comunque fa parte dello stile, che il lettore può gradire o meno.

I personaggi femminili sembrano indefiniti, come un soggetto impressionista.

sicuramente il mio è un punto di vista maschile. credo però fermamente che le donne siano più complesse, una sorta di quadro impressionista, sì. non per fare una discri-minazione al contrario, ma amo particolarmente le scrittrici donne. effettivamente le racconto come un’esplosione e trovo maggior fascino nel loro modo di approcciare al pensiero.

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IL CHININO IL CHININOGiugno 2015 Anno V n° 33332

SPOrt CIttADINOdi ANDrEA ZUCCArO

la sfida del cricketNasce l’Asd Pontinia Cricket Club,lo sport oltre le frontiere dell’intolleranza

Alcuni se li ricordano nello spiazzo vicino la rotonda di via Leonardo da Vinci. Prima che fosse fatta la nuova strada che costeggia il Si-sto e porta nel quartiere delle ex case popolari.

molti se li ricordano presso il campo di pallamano della scuola media Giovanni Verga, sotto il sole, ogni domenica. stiamo par-lando di gruppi di giocatori di origine indiana che hanno portato il cricket a Pontinia. Uno sport, al pari del curling, che gli italiani conoscono ma che giudicano troppo esotico e cervellotico. Poi c’è stata la forte immigrazione di cittadini indiani, venuti in Italia per trovare un avvenire migliore e, con le loro speranze, hanno portato anche le loro tradizioni. cioè il loro sport nazionale, il cri-cket appunto. ormai sono passati anni da quando il primo wicket fu piantato e il primo punto segnato. oggi, grazie alla collabora-zione della comunità indiana di Pontinia, di alcune associazione e delle istituzioni, il cricket è uscito dalla sua clandestinità con la nascita del Pontinia cricket club - asd, un associazione sportiva che vuole promuovere e far conoscere questo sport anche agli italiani. non si tratta solamente di un progetto dagli scopi uma-nitari e sociali, ovvero non si mira solamente all’integrazione tra due comunità, ma si fa sul serio. Il Pontinia cricket club intende partecipare ai tornei più o meno ufficiali che stanno prendendo

piede in Italia e, magari un giorno, poter avere usufruire di un campo sportivo in piena regola anche a Pontinia.

«Il Pontinia cricket club è nato lo scorso 6 maggio – spiega il presidente Gabriele Zanoli – come primo risultato intermedio del progetto “Infield, tutti in campo!”. Tale progetto mette in relazione due fattori chiave come la richiesta di ulteriori spazi del gran-de movimento sportivo pontiniano (45 Asd attive sul territorio comunale), e la presenza massiccia della comunità indiana (mille e 200 cittadini residenti), ponendosi come obiettivo principale la costruzione di un centro sportivo polifunzionale con annesso campo da cricket per favorire l’integrazione sociale di quest’ul-tima grazie alla pratica, regolare e continuativa, del loro sport nazionale e per creare sviluppo locale aprendo una nuova voce in bilancio legata al turismo sportivo». la grande valenza sociale del progetto l’ha portato, in soli 3 mesi, a ottenere il sostegno di istituzioni importanti come l’ambasciata Indiana di roma, la regione lazio, la federazione cricket Italiana e ovviamente il comune di Pontinia. Il prossimo passo è quello di organizzare un torneo di soft cricket per domenica 28 giugno presso il campo sportivo comunale. «Inizialmente – continua Zanoli – le reazioni sono state le solite, anche se in misura minore rispetto a quello che ci aspettavamo. c’è stato un pò di tutto: stupore, incom-

prensione, scetticismo, contrarietà e anche qualche commento razzista, ma poi mano a mano che il progetto prendeva piede si è iniziato a capire che l’obiettivo di “Infield” è quello di creare uno spazio e delle opportunità per tutti gli sportivi di Pontinia. a tal proposito – coclude il presidente dell’asd – mi sento di ringrazia-re l’appoggio dimostratoci dalla consulta dello sport e dall’asd Pontinia calcio».

Il colore della divisa sarà granata, colore storico della città di Pontinia, mentre continuano le selezioni interne per trovare i migliori quindici giocatori che formeranno l’ossatura della futura squadra. Si lavora infatti per partecipare a un torneo ufficiale che si terrà a Roma a fine luglio. «Fare lingua in classe è sicuramente una grande opportunità – spiega Patrizia esposito, consigliere dell’asd e presidente dell’associazione “Percorsi” – ma la lingua si impara ancora meglio facendo delle cose: musica, cucina, danza e sport. Infatti per ‘fare insieme” si devono condividere delle regole, si deve comunicare, si deve “trattare”. Da questo scambio finalizzato al divertimento e alla condivisione di spazi e di tempo può nascere la consapevolezza di poter migliorare il tessuto sociale della nostra città, preparandoci a una vita che sarà sempre più multietnica. stavolta stiamo partecipando a un progetto ambizioso: far avvicinare Pontinia al cricket, uno

sport che appartiene culturalmente alla comunità indiana, quindi suscitare interesse e curiosità per l’altro e nello stesso tempo sperimentare un innovativo percorso di integrazione». socialità con altri mezzi insomma, seguendo un percorso già avviato con le serate culinarie in salsa punjab e con i bangra brothers.

«a Pontinia abbiamo un grande numero di immigrati Indiani dal Punjab (circa mille e 500 regolari), che ormai da qualche anno giocano a cricket sulla piattaforma di cemento della Verga in maniera poco regolare», spiega l’assessore allo sport Gianluca cengia. «mi sembra giusto che invece lo facciano in regola come tutte le altre associazioni, pagando cioè la tariffa per ottenere l’autorizzazione. spinto da questa volontà mi sono fermato una domenica, li ho conosciuti, popi insieme a Patrizia esposito e Gabriele Zanoli, abbiamo lavorato per risolvere questa scomoda e irregolare situazione. così è nato quasi naturalmente il proget-to “Infield: tutti in campo!”. Tutta l’Amministrazione e il sindaco tombolillo hanno approvato tale progetto di integrazione sociale. Perché lo sport a Pontinia non ha limiti, non ha colori, non ha pregiudizi, è un mondo aperto a tutti, sempre nel rispetto delle regole e delle strutture. Questo – conclude – credo sia lo slogan del lavoro fatto da me e dall’amministrazione in questi ultimi anni sia come delegato, che oggi come assessore».

In alto: una fase dell’allenamento del Pontinia Cricket Club - Asd.

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IL CHININOGiugno 2015 34

Il gusto ricco di un piatto povero

Simbolo per eccellenza della cucina romana,

è un piatto della tradizione povera quando si

regalavano agli scortichini [i macellai, ndr.],

diversi scarti, come le code per l’appunto.

Avendo un sapore molto deciso non è pos-

sibile cucinarlo in brodo, ma è consigliato

vivamente di stufarlo con il sedano. Se non

avete modo di raggiungere Roma, cogliete la

possibilità di seguire la ricetta sottostante.

di Erika badalamenti - foto di Salvatore badalamenti

PONtINIA CUCINA

Ingredienti per 4 persone:- 6 pezzi di coda- 1 coda di bue- 1 sedano intero, 1 cipolla, 1 spicchio di aglio- guanciale q.b. - 1 kg di pomodori a pezzi- 2 bicchieri di vino bianco secco- sale, pepe, olio extra vergine q.b., acqua calda q.b.

Preparazione

lavare la coda per togliere il sangue in eccesso, tagliarla a pezzi e rosolare nella padella con un filo di olio, cipolla tritata, uno spicchio d’aglio mondato, un pizzico di sale e pepe. si lascia asciugare l’acqua della carne per aggiungere due bicchieri di vino secco bianco, che deve sfumare per un quarto d’ora. Poi si aggiungono i pomodori a pezzi, si mescola e si copre. Di tanto in tanto aggiungere un po’ d’ac-qua. far cuocere il tutto per tre ore circa. Quando la carne si staccherà dall’osso, sarà pronta per essere poi servita. lessare il sedano mondato in una padella con l’aggiunta di qualche cucchiaiata di sugo di coda. lasciar bollire per qualche minuto.

coda alla vaccinaraRicetta di SERENA URBANI

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