Il Chinino (n. 3 - agosto 2014)

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Il Chinino Pontinia Magazine - Il bimestrale dagli effetti collaterali.Edizione online della versione cartacea n. 3 - agosto 2014

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    Chinino

    IL BIMESTRALE CON EFFETTI COLLATERALIIl Chinino | Bimestrale dinformazione | Anno IV - numero TRE - Agosto 2014 | Copia gratuita

    Desertoindustriale

    Anche la Sapa chiude e licenzia

    LINCHIESTA

    La comunit ferraresenella bonifica pontinaCristina Rossetti e le

    testimonianze dei coloni

    Pontinia in Europa,lEuropa a PontiniaIl progetto green

    dellassociazione Gap

    PONTINIA OTTANTA CRONACHE CITTADINE

    il

    Il Comune dice no albiogas senza regolePrimo passo contro la

    proliferazione selvaggia

    AGRI_CULT

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    Lalberg Potino, in origine Albergo Pontino, una spinanel cuore di chi ama Pontinia. E un pugno nellocchioper chi ci capita. Oltre a essere brutto, anche perico-lante. Questo il nostro patrimonio storico. Le nostre

    radici, tanto difese a parole sui social network, stanno ineso-rabilmente crollando. Proprio in piazza.

    Com possibile che non ci sia un uso migliore di quello attua-le, ovvero di dimora per i ratti? Si potrebbe farne di tutto, dauna biblioteca a un ostello della giovent (come accaduto aRoccagorga, con il palazzo baronale che stato riconvertito).Si potrebbe dare occupazione a chi di questi tempi non lha.Possibile mai che a nessuno importi nemmeno della prospetti-va del lavoro, se non quello del recupero artistico?

    Quanti sono gli Alberg Potini nel territorio? Tanti, troppi. Eccouna lista sommaria, giusto per rendere lidea. LospedalettodellOnc in via Migliara 48, divenuto riparo per senzatetto, op-pure gli edifici del Consorzio di Bonifica come le idrovore di For-cellatta e del Lungo Ufente, oltre a tutte le case cantoniera lun-go la via Appia, ma l elenco sarebbe veramente troppo lungo.

    A non voler essere nemmeno un pochino sentimentalistici,quantomeno stiamo parlando di un patrimonio immobiliare la-sciato l a crollare. Facendo cos crollare il nostro passato. Econ esso anche il nostro futuro. chiaro che non sar un edito-riale scritto da un gelataio a cambiare le cose, perch sarannosolo le nostre coscienze a poterlo fare.

    SOSTIENI IL CHININO

    Ecco le coordinate bancarie: Associazione Il ChininoCausale: contributo volontarioIBAN: IT 41 H087 3874 0600 0000 0027 024

    Simone Coco

    SPINA NEL CUORE E PUGNO NELLOCCHIO

    Il Chinino

    Bimestrale dinformazione

    Anno IV numero 3

    Agosto 2014

    Registrato al Tribunale di Latina

    numero 6 del 29/04/2011

    Copia gratuita

    http://ilchinino.blogspot.com - [email protected]

    DirettoreVicedirettore

    Collaboratori

    Fotograe

    Progetto Graco

    Stampato presso

    Andrea ZuccaroPaolo Periati

    Federica Guzzon, Gianpaolo Danieli, AlessandroCocchieri, Ilenia Zuccaro, Graziano Lanzidei, Lucre-zia Zuccaro, Simone Coco, Giancarlo Incitti.

    Emanuele Palombi, Alessandro Rogato, SimoneOlivieri, Fabrizio Bellachioma, Antonio Morelli.Foto di copertina: Emanuele Palombi.

    Keller Adv

    Nuova Graca 87 srl, Via del Tavolato, snc04014 Pontinia (LT)

    SOMMARIO

    4LINCHIESTASullorlo della disoccupazione8CRONACHE CITTADINEAAA pediatri cercasi10CRONACHE CITTADINEMolluschi giganti12

    AGRI_CULTRegole per il biogas

    14PRIME PIETREPomezia18PONTINIA OTTANTAPerch i ferraresi?20LANGOLO DEL POETARispetto per la citt22ANTICHE ORMEViaggio sullAppia antica24CRONACHE CITTADINEIl progetto della Gap27

    I SEGRETI DEL MAP

    Le medaglie del papa

    29TIPI PONTINIPasquale Rinaldi leroe30CRONACHE CITTADINEUna rotonda piccina piccina32BCCMolto pi di una festa34SPORT CITTADINODieci anni in Ducati

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    LINCHIESTAdi ANDREA ZUCCARO

    foto di EMANUELE PALOMBI

    Fossanova non si tocca!. Lavoro! Lavoro! Lavo-ro!. Da qualche settimana nella zona industrialedi Mazzocchio si odono le urla degli operai dellaSapa Profili, impegnati in una lotta durissima

    con la propriet aziendale per evitare la chiusura dello

    stabilimento e il licenziamento di 136 operai e impiegati.Una lotta impari.

    Da una parte la propriet, la multinazionale Sapa As, che nel2013 si fonde con la Norsk Hydro per dare vita a un colossomondiale nella lavorazione dellalluminio, dallaltra gli operai,afancati dai sindacati e dai sindaci della zona, gli unici politici

    che nora hanno portato il proprio sostegno beccandosi anche

    una denuncia penale per aver partecipato alloccupazione dellafabbrica insieme ai dipendenti. Lo schema portato avanti dallaSapa nel perseguire il proprio tornaconto un classico dellastoria industriale degli ultimi anni: avviso di licenziamento,chiusura dello stabilimento e tutti a casa con qualche spiccioloe zero prospettive. Dopo la fusione, la nuova azienda ha gi

    chiuso e venduto lo stabilimento di Bolzano e si appresta a farelo stesso con quello di Fossanova per concentrare tutta la pro-duzione negli ultimi tre siti rimasti: uno ad Adessa, vicino Chieti,e due in provincia di Belluno.

    Secondo gli operai che da un mese occupano la fabbrica, lascelta di chiudere Fossanova rimane incomprensibile e illogica.A meno che non conti la politica locale, e allora anche lillogicodiventa logico: probabilmente nelle zone dove rimarr la produ-zione di alluminio c un politico di peso che riesce ancora afar sentire la propria voce. Mentre qui a Latina il massimo che stato concesso agli operai sono stati quattro incontri pressola sede dellUnindustria del capoluogo, un incontro informalein Regione, mentre presso il Ministero delle Attivit Produttivec un tavolo aperto, ma vir tuale. Alla Sapa bastato presen-tare un documento di poche pagine per mettere in crisi due-cento persone, se si considera anche lindotto. Il ritornello sempre lo stesso: per via della crisi, della caduta di domandadellalluminio lavorato lazienda in perdita da svariati anni.

    In particolare, secondo i calcoli economici della propriet, nel2013 lazienda ha chiuso con 35 milioni di euro di perdite e lostabilimento di Fossanova ha registrato un passivo di 4 milioni.

    vero spiega Antonio, uno degli operai pi combattivi che

    la produzione scesa: da quasi 25mila tonnellate si passatialle attuali 14 o 15mila, ma anche vero che cambiato ilnostro fornitore. Dopo la chiusura dellAlcoa in Sardegna, lallu-minio arriva dallo stabilimento Sapa di Feltre, ma la qualit non la stessa e c molto pi scarto. E poi sono stati licenziatilamministratore delegato di Sapa Italia e il direttore dello sta-bilimento di Fossanova. Non che le liquidazioni di queste duegure apicali sono state inserite nel bilancio dello stabilimento

    di Fossanova?. Un dubbio che sorge guardando i dati fornitidalla stessa azienda, dove si nota che le perdite sono schizzateda 251mila euro del 2010, ai 4 milioni del 2013.

    Questo stabilimento continua Antonio non pu chiudere.La nostra tecnologia di estrusione dellalluminio unica in Italia

    e siamo fornitori di importanti aziende nel settore automobilisti-co e in quello delledilizia. Certo sono lontane le 35mila tonnel-late prodotte nel 2003, ma questo stabilimento si pu salvarecome lElectrolux. Di questo ne convinto anche Enzo, operaiocinquantenne, di cui ventisette spesi proprio alla Sapa: Cera

    un po di crisi, ma si poteva chiedere aiuto al governo, alle partisociali. Tra il 2009 il 2013 abbiamo fatto cassa integrazionea rotazione. Il futuro non roseo. Non so quale sia il rimedio,ma la politica va avanti a parlare di senato e legge elettoralequando la priorit il lavoro.

    Anche perch senza lavoro non facile per nessuno, soprat-tutto per chi amministra il territorio, come sottolinea il sindacodi Pontinia Eligio Tombolillo: Ci troviamo in una situazione gra-vissima e temo problemi di ordine pubblico. I Comuni possonofare quello che possono, ma devono intervenire enti posti piin alto, noi possiamo stare vicino agli operai. Questo un durocolpo alla zona industriale di Mazzocchio. Siamo di fronte a uncapitalismo selvaggio glio della globalizzazione. Un capitalismo

    LORA DELLA LOTTASapa ultima trincea della crisi. I lavoratori

    occupano lo stabilimento di Mazzocchio

    IL CHININOAgosto 2014 4 IL CHININOAnno IV n 35

    Operai della Sapa mentre occupano la Strada Regionale dei Monti Lepini.

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    di rapina che non pensa al territorio e alle famiglie. Perch nonsi tratta solo di salvare lo stabilimento di Fossanova. Qui c un

    intera provincia, quella di Latina, che sta lentamente morendosotto i colpi di una c risi che riguarda tutti i settori produttivi. Loha certicato uninchiesta de Il Sole 24Ore di qualche setti-mana fa: Latina al secondo posto tra tutte le province italianead aver distrutto pi ricchezza in questi ultimi sette anni. Alprimo posto c Viterbo. I dati della cassa integrazione (ordina-ria, straordinaria e in deroga), sono impietosi: nel solo settoreindustriale si passati dalle 971mila ore del 2008 ai 4 milioni

    e mezzo del 2013. Il problema riguarda tutti i settori: nelledili-zia si passati da 85mila ore del 2008 alle 900mila del 2013.In pratica si sono moltiplicate per dieci volte le richieste di aiutoin un settore che a Latina si praticamente fermato.

    E se si ferma lindustria e ledilizia si ferma anche il resto: solonel commercio, un settore che nel 2008 non faceva neancheunora di cassa integrazione, nel 2013 si arrivati a 765mila

    ore, anche se il picco si registrato nel 2012, con quasi900mila ore di cassa, autorizzate dallInps. Segue il settore de-gli artigiani, dove dal 2008 al 2013 i numeri si sono moltiplicatiper dieci, arrivando al picco massimo di 162mila ore del 2012per scendere leggermente nel 2013. Masempre in piena crisi siamo, perch ancheil settore impiegatizio ha dovuto ricorrereagli ammortizzatori sociali passando dalle200mila ore del 2008 ai 2 milioni del

    2013.

    Finiti poi i sussidi di disoccupazione e lacassa integrazione, rimane il nudo dato deidisoccupati che a Latina sono raddoppiati.Il tasso di disoccupazione era del 7,93 per cento nel 2007,

    oggi sora il 15 per cento dati arrangiati per difetto, perch

    non comprendono quelli che hanno smesso di cercare impiegoe non rientrano nelle statistiche. Cos come crollato il poteredacquisto dei cittadini. Non ci sono pi aziende che produconoricchezza e allora anche il portafogli si svuota: da un redditodi 21mila euro si scesi a 17mila, con una perdita secca di

    4mila euro per abitante. In sette anni abbiamo bruciato il 25per cento della nostra ricchezza pro capite. Si tratta comunque

    di medie: qualcuno nella crisi ci sguazza, altrimenti non si spie-gherebbe come mai i depositi bancari medi sono aumentati da8mila euro del 2007 agli attuali 13mila e 700. C chi prefe-risce tenere soldi in banca piuttosto che investirli, ma un taleaumento non pu avere questa unica spiegazione.

    Sullo sfondo restano le storie delle operaie e degli operaicome quelli della Sapa di Fossanova, il cui futuro non incerto. nero. Lavoro qui da 18 anni spiega Giuseppe e ne ho 44. Questo uno stabilimento di operai giovani.

    Bisogna creare una corsia preferenzialeper chi non ha neanche 50 anni. Altreofferte di lavoro non ci sono. Oppure cchi pensava di aver trovato una tranquil-lit con la rma di un contratto a tempo

    indeterminato, come Cristian: Ho 26 annie dopo otto anni di lavoro non me lo sareimai aspettato di essere licenziato. Hofatto sei anni di contratti settimanali, poidue contratti da nove mesi e mi avevano

    preso sso il primo dicembre del 2013. Non sono ottimista

    per niente sul mio futuro. La disperazione palpabile negliocchi di Giovanni: Lavoro qui da 17 anni, ho fatto anche il ca-poreparto. Mancava il lavoro ma per il sindacato andava tuttobene. Poi il 5 maggio arrivata la lettera di licenziamento. Cihanno offerto tre anni di mobilit. E poi? Sono in mezzo a unapalude con un glio e una moglie a carico e un piccolo nan -ziamento che ho preso alcuni mesi fa per far fronte a spesemediche. Ora non so proprio dove sbattere la testa.

    Latina una delleprovince pi

    colpite dalla crisidi questi anni.

    LINCHIESTA

    Lo stabilimento Sapa nellarea industriale di Mazzocchio di Pontinia.

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    Se tre pediatrisembran pochi

    nonostante a Pontinia rimangano esclusi circa duecentobambini dal rango dei medici del paese, questo non risultaanomalo.

    La zona rossa Latina. Avendo pi bambini e una densitabitativa pi elevata, ha la precedenza per lo stabilirsi dinuovi professionisti. Bisogna tener conto, inoltre, che lin-sediamento di un nuovo pediatra a Pontinia non affattovantaggioso per il medesimo, poich avrebbe la possibilitdi accogliere solo un terzo dei bambini rispetto alla quotaavente diritto. Lo stipendio percepito dai pediatri mutuabili,infatti, relativo al numero dei pazienti. Sarebbe quindi pifacile che lAsl alzasse il tetto di pazienti per pediatra inmodo da garantire a tutti i genitori di non doversi spostarenelle citt limitrofe.

    Molte mamme e pap per questo si sono lamentati, inparticolare chi ha difcolt per gli spostamenti urgenti.

    La Asl vuole sottolineare che sempre nelle libert dei

    genitori scegliere il medico curante, per bisogna attenersia quelli disponibili. In ogni caso per coprire i giorni in cuiil pediatra mancante prevista la guardia medica e lastessa dottoressa Peppina Di Mambro ha affermato che le capitato spesso di visitare pazienti non di sua pertinenzao stranieri in viaggio, quindi almeno per le urgenze sembraesserci una copertura.

    Di certo importante uscire dalla realt di paese e inse-rirsi in un contesto maggiore, ma ogni scelta che portaalla creazione di una rete pi grande andrebbe correlatacon altre decisioni, come quella di garantire dei servizi ditrasporto pi efcienti e che colleghino pi zone e abbiano

    pi fasce di orario coperte.

    CRONACHE CITTADINE

    Quando si parla di bambini ogni attenzio-ne non mai sufficiente, in particolarequando hanno bisogno di cure, perch lasalute viene sempre al primo posto.

    Da qualche tempo, alcune madri di Pontinia hanno postoin risalto la questione dei pediatri: a loro dire, pochi e didifcile accesso.In effetti, i pediatri a Pontinia sono sol-tanto due: la dottoressa Peppina Di Mambro e il dottoreSergio Morandini, i quali coprono lorario di cinque turnia settimana secondo le indicazioni stabilite dalla Asl. Daqualche mese, inoltre, a questi si aggiunta la dottores-sa Maria Antonietta De Felice, la quale per attiva soloper un turno a settimana.

    Il caso, dunque, piuttosto legato alle normative della Re-gione Lazio, che attualmente li ritiene tutti occupati, indiper cui i nuovi nati devono giocoforza essere assegnati aipediatri di Sabaudia e Latina, con le famiglie che si vedo-no costrette ad affrontare tutte le conseguenze del caso.

    La Regione Lazio, infatti, organizza la dislocazione deimedici mutuabili in base a dei piani calcolati per distrettoe non per citt. Cos Latina, Sabaudia, Pontinia e Normavengono riconosciute come una sola zona nella qualeviene stabilito il numero di pediatri necessari in rapportoagli abitanti da zero ai sei anni. Il distretto comprendesettantadue pediatri di cui ne sono rimasti liberi solo ven-ti. Ogni pediatra pu coprire ottocento bambini cos che,

    Lingresso della Asl di Pontinia.

    di FEDERICA GUZZON

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    CRONACHE CITTADINE

    di LUCA GHIDONI

    LINVASIONEDEI VONGOLONI

    Uno dei molluschi trovati vicino a Borgo Hermanda. Foto di Antonio Morelli.

    lacqua. Infatti, quando in salute capace anche difiltrarne pi di 40 litri allora.

    Ad avvistarli nei bacini nostrani sono stati dei pesca-tori che in alcune di essi hanno trovato delle piccoleperle. Infatti, la maggior parte dei molluschi che pro-ducono perle sono bivalve, il che significa che la loroconchiglia hanno due met connesse da una cerniera.

    Nonostante ci siano approssimativamente 20milaspecie di molluschi bivalve, solo relativamente pochequelle che vengono utilizzate nella coltivazione delleperle per il commercio. Il termine ostrica perlifera,comunemente usato nel mercato delle perle, di fattoincorretto, perch i molluschi che producono perlenon sono ostriche. Seppure le ostriche commestibilipossano occasionalmente produrre una perla, questenon hanno alcun significato dal punto di vista com-merciale.

    Inoltre, per la salute dei nostri denti, le perle nelleostriche commestibili non sono desiderabili. Gli alle-vamenti commerciali di banchi di ostriche commestibi-li sono destinati a chiudere i battenti se persistono aformarsi delle perle al loro interno.

    LAnodonta Woodiana prender il sopravvento sullespecie di vongole autoctone? Di certo ancora prestoper dirlo. Occorrer capire quanto riescono a colo-nizzare e analizzarne in seguito le ripercussioni sullabiodiversit. Di solito, per, quando una specie numerosa e molto resistente le conseguenze si verifi-cano presto, cos come la loro gravit.

    Nelle nostre acque dolci dei fiumi e deicanali dellAgro Pontino si sta diffon-dendo con una certa velocit un mol-lusco molto particolare, il cosiddetto

    vongolone.

    Chiaramente, le conseguenze dellimpatto di questevongole giganti sullecosistema acquatico localesono davvero pericolose: la sua diffusione potrebbecancellare le specie autoctone che sono di dimensio-ni pi piccole.

    LAnodonta Woodiana questo il nome scientificodellanimale un mollusco proveniente dal con-tinente asiatico ed noto per essere tra le specie

    invasive di pi rapida e ampia diffusione a livellomondiale. stato avvistato per la prima volta in Italianellanno 2004 in Toscana. Da allora tante segna-lazioni, dalla Montagnola senese al fiume Tevere adaltri bacini idrici che sfociano nel Mar Adriatico, finoa giungere nei fiumi pontini. una vongola cometante altre se non fosse per le sue dimensioni, chemediamente sono di 16 centimetri, ma pu arrivare amisurare anche fino a 30 centimetri.

    Meglio non farsi tentare dalle dimensioni giganti ecucinarle, perch sono una specie molto for te cheriesce a vivere in acque non proprio cristalline. Cometutti i molluschi, la sua funzione quella di filtrare

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    Situata in via Napoli, al civico n 1, lagioielleria Elda Gioielli fa ormai partedella storia di Pontinia. Era la fine deglianni sessanta, un periodo di splendo-

    re e speranza nel futuro, quando i due novelli

    sposi, Antonio ed Elda hanno scelto Pontiniaper aprire la loro attivit.

    Lui era un giovane appassionato di orologi, attrattoda quei piccoli meccanismi capaci di calcolare iltempo cos, da autodidatta, ha iniziato a impara-re e poi a lavorare in quella che era allinizio unapiccola oreficeria. Lei una fedele compagna prontaa iniziare una nuova avventura senza alcuna sicu-rezza.

    Allinizio, lentrata del negozio dava su via Marconie aveva delle dimensioni ridotte di un terzo rispet-to allassetto attuale, con una piccola vetrina, il

    banchetto e il laboratorio. Poi con gli anni, graziealla loro professionalit e passione, la clientelaandava aumentando e a questo consegu una seriedi cambiamenti. Cos, quando agli inizi degli anninovanta sono subentrati il figlio Angelo, insieme

    alla consorte Marina, il locale si ingrandito.Lacquisto del negozio adiacente ha permesso diampliare lo spazio riservato al pubblico, che verrpoi sommato allaggiunta dei metri quadri per illaboratorio interno di primaria importanza. InfattiAngelo, ereditando dal padre lamore per gli oggettipreziosi, autore di notevoli creazioni artigianali,uniche nel genere, con combinazione di oro, argen-to e pietre preziose.

    Allaffabilit dei titolari si addiziona la scelta quali-tativa dei materiali. Contano, infatti, marchi di altagioielleria, non reperibili facilmente. La selezioneattenta dei prodotti, grazie allesperienza decenna-

    le, ha permesso loro di combinare la qualit senzarinunciare a un prezzo accessibile ai pi. Inoltre,per i pi esigenti sono custoditi con cura quelli chesi suol chiamare oggetti dei desideri.

    Unattivit che con i suoi quarantanni ha visto cre-scere Pontinia e ha accompagnato i suoi clienti lun-go la strada della vita. Come dimostra lesperienzadi una coppia venuta ad acquistare le loro fedinuziali fiduciosi, perch proprio l i genitori si era-no recati per le loro prime fedi e anche per quelledelle nozze dargento. Un sigillo sicuro, quindi, peril loro amore. Ed stato bello ha detto Ange-lo che a servire i genitori sia stato mio padre epoi toccato a me e Marina. Spero che i miei figlipotranno continuare questa strada. Un percorsofatto di sacrifici, dato il tempo in cui viviamo, maanche di tante gioie, perch non c niente di pibello di saper rendere felici le persone, che rac-

    chiudono nella forma di un oggetto, quale un gioiel-lo, i loro sentimenti pi puri e forti. Verso la metdegli anni 90, Antonio ed Elda aprono un secondopunto vendita a Sabaudia, per esportare anchenella rinomata localit balneare la loro arte orafa

    e il loro gusto per i gioielli, consapevoli di trovareanche l una clientela che avrebbe apprezzato illoro lavoro. Oggi, la gioielleria gestita da KatiaCologgi, insieme ai suoi figli.

    Elda Gioielli resta un punto di riferimento per laqualit della merce e del servizio, non solo per iconcittadini, ma anche per i diversi clienti prove-nienti da Sabaudia, Latina, Cisterna e anche Roma.Tutto ci grazie al costante impegno dei titolari nelseguire ogni cliente dallacquisto alla durata interadel prodotto: garanzia di un investimento sicuro inun gioiello od orologio che possa davvero durareper sempre.

    IL CHININOAnno IV n 113

    Nella foto: Angelo e Marina allinterno della loro attivit di via Napoli

    AGRI_CULT

    UN FRENO AL BUSINESSDEL BIOGAS

    IL CHININOAprile 2014 12

    Lo stop alle cupole verdi arriva dallAmmi-nistrazione Comunale con la delibera n.23 del 10 luglio 2014, che mette un freno alproliferare degli impianti biogas.

    Potranno essere prese in considerazione e valutate lebiomasse derivanti per oltre il 50 per cento in termini dipeso, dalla coltivazione del fondo o del bosco o dallal-levamento di animali. Per poter generare energia da undigestore biogas c bisogno di una sostanza organica(biomassa), da accumulare dentro una cisterna di ce-mento (la cupola verde), in assenza di ossigeno.

    Per biomassa si intende qualsiasi materiale organico:liquami e letame bovino, suino e avicolo, legno verdetriturato, scarti della lavorazione agro-industriale, colti-vazioni vegetali dedicate o residuali, compresi i fanghidi depurazione fognari e industriali e la frazione umidadei riuti solidi urbani. La biomassa viene distrutta dai

    batteri creando cos il gas (Ch4, H2S, O2 e Co2), me-tano al 55 per cento. Il gas prodotto viene bruciato a800/900 C sprigionando nanoparticelle Pm 2,5 e tantialtri elementi. Un motore fa girare la turbina da questaenergia. Il materiale inserito quando perde la sua azione

    per gli addetti ai lavori un sottoprodotto, per le regoleeuropee un riuto speciale da trattare con metodi di

    compostaggio e integrato nei terreni come ammendante.Studi agrari confermano che il digestato, il riuto a ne

    processo, un buon ammendante per le coltivazioni.

    Michele Corti, docente allUniversit degli Studi diMilano, ha messo in guardia i dirigenti delle Asl: Lafermentazione anaerobica favorisce la produzione dibatteri sporigeni come il Clostridium Botulinum, Salmo-nella ssp., Lysteria monocytogenes e Escherichia coli.Il processo di pastorizzazione non basta, c sempre ilrischio che i Clostridi possano causare infezioni nelle fe-rite di animali, come accadde in Svezia con il Costridum

    Chauvoei fautore della zampa nera. Gli elementi chimicie batteriologici contenuti negli sversamenti dei digestatisui terreni, specie quando questi sono saturi di acqua,ltrano nelle falde e nei canali dirrigazione inquinandoli.

    Allinterno dellimpianto, oltre agli escrementi degli ani-

    mali, vengono inserite coltivazioni cerealicole ricche dizucchero, esperimenti dibridazione hi-tech: il mais dellemultinazionali americane e francesi.

    Per il mantenimento di un impianto a biogas da 50 Kwe(Kilo Watt elettrici), servono 3 tonnellate di mais algiorno, 20 ettari di supercie solo per il digestore, come

    affermano i produttori del Nord Italia sul sito forumdia-graria.org. Da questi ettari devono uscire due cicli dimais, pi altre coltivazioni energetiche e anche lalimen-tazione per il bestiame. Per dare unidea delle quantitche occorrono, le aziende agricole che vogliono ottenereenergia dai loro campi devono sfruttarli allosso con tuttii rischi del caso (depauperamento), lavorare per alimen-

    tare un digestore e sostenere spese aggiuntive per iltrasporto della materia organica in uscita e in entrata e,come se non bastasse, anche per lacquisto di bio-massa aggiuntiva. E se gli incentivi nissero? La nuova

    regola introdotta dal Consiglio Comunale un primo

    passo che limita in modo marginale il boom del biogas.Linserimento della clausola crea una linea direttrice perchi pu e chi no. La strada si divide tra piccoli impiantidi autosufcienza da 10 Kwe a situazioni pi grandi per

    chi vuole farne un business: la nuova regola non speci-ca se laftto di altri terreni da considerarsi parte del

    fondo.

    La Commissione Agricoltura dovr lavorare sodo perstrutturare e salvaguardare un territorio che rischia dicadere nella bolla speculativa degli aftti, cambiando il

    mercato dei prodotti alimentari per lallevamento. arri-vata lora per i politici di pensare a progetti pi vicini allepersone e meno alle industrie e di salvaguardare i pochicaseici che rimarranno dopo il boom del biogas.

    di GIANPAOLO DANIELIfoto di FABRIZIO BELLACHIOMA

    Impianto a biogas in zona La Cotarda.

    IL CHININOAnno IV n 313

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    PRIME PIETREdi GRAZIANO LANZIDEI

    foto di SIMONE OLIVIERI

    LABORATORIO POMEZIACitt simbolo, centro di sperimentazione

    dellitaliano di ieri e di oggi.

    IL CHININOAprile 2014 14

    APomezia ho lavorato dieci lunghissimianni, in unazienda del Gruppo Telecomche si chiamava Saritel. Si trovava ai mar-gini della citt, proprio sulla strada che ti

    riporta sulla Pontina e quindi verso Roma.

    La Saritel era una comunit a s, in cui vigevano rego-le e comportamenti che hanno anticipato lItalia chesarebbe venuta poi. Quella della decadenza berlusco-niana, della facciata perbenista e dei comportamentilibertini. Si cacciavano dipendenti perch portavano lagonna troppo corta e perch avevano comportamentinon consoni, ma i festini dellultimo piano rimangonoleggendari, almeno nei racconti delle bariste che do-vevano portare le vivande rifocillanti. Dice che ceraComunione e Liberazione a farla da padrona, ma questonon lo so, solo un sentito dire. Quello che so chesi trattava di un centro di sperimentazione. L ci sonostati i primi contratti interinali, l sono state messe a

    punto le tecniche di flessibilit del personale, l si sonofatte le prove per schiacciare una generazione con laformula hobbesiana che oggi impera in ogni posto dilavoro: homo homini lupus. L hanno spezzato le renial sindacato e ai diritti del lavoro. Perch capivi subito

    che la tua sorte dipendeva dalla disgrazia di un qual-siasi altro tuo collega. Non sempre, perch altrimentila regola si notava subito, ma spesso, cos da poterlacomunque considerare una regola. Capi stronzi, sottopo-sti selezionati in base allinfamit. Diventavi una bestiae per un periodo di tempo, bestia lo sono stato ancheio. Poi, allimprovviso, lilluminazione. E la fuga. Il ritor-no a casa. Ma ci sono colleghi che ancora non hannorealizzato, altri che invece lo hanno fatto ma si sonosbrigati a rimuovere il ricordo, altri che hanno scopertola bestialit che covava dentro da sempre e ci si sonotrovati bene. Tutti siamo stati cavie a nostra insaputae ne siamo usciti cambiati, in qualche maniera, chi inpeggio e chi in meglio.

    Credo per che Pomezia non sia stata scelta a caso.Essere centro di sperimentazione una questione didna, di origini, di nascita. una delle citt di fondazionedellAgro Pontino. La prima pietra venne posata il 25

    aprile 1938 e il 29 ottobre 1939 vennero inaugurati iprimi insediamenti con le quaranta famiglie di colonifatte venire direttamente dallEmilia Romagna il giu-gno precedente. L sarebbe dovuta nascere una nuovaclasse di rurali che avrebbe dovuto costituire la nuovaspina dorsale del regime. Erano loro che dovevanopermettere a Mussolini il cambio di passo che aveva inmente. Perch la borghesia era una classe troppo molleper poterci contare, erano i contadini, e il sistema disopravvivenza in cui erano calati a forza, che avrebberodovuto costituire il modello, lUomo Nuovo. E per nonfar dimenticare a nessuno lobiettivo di fondo che si eraposto il regime, basta andare a vedere il simbolo dellacitt. Dazzurro alla bordura doro, al busto di giovinet-

    ta rurale di carnagione, vestita di verde, con fazzolettorosso sul capo annodato alla nuca, ed una cesta doro,sistemata sulla testa ricolma di spighe e di frutta alnaturale. Ma il progetto che aveva in testa Mussolini fallito miseramente, visto che lItalia, nemmeno un anno

    dopo linaugurazione, entr in una guerra che trascintutto il Paese alla distruzione e alla rovina. Sono i casidella vita, fondi una delle tante citt per poter formareuna nuova classe dominante e poi la fai morire durantela guerra. Perch a Pomezia devono essere stati tragi-ci gli anni della guerra, visto che venne praticamenteannientata dagli Alleati con decine di bombardamenti.Soprattutto a copertura dello sbarco di Anzio. A testi-monianza dei bombardamenti, degli scontri e dei morti,nascosto in una zona periferica della citt, c il cimite-ro tedesco che viene annunciato da un cartello stradale,piccolo e scuro, alluscita della Pontina.

    La rimozione del passato e dei ricordi e delle responsa-

    IL CHININOAnno IV n 315

    Veduta di Pomezia con la chiesa di San Benedetto e la Casa del Fascio.

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    IL CHININOAgosto 2014 16

    bilit a Pomezia cosa seria. Per esempio sulla storia,non so se per i danni e le vittime causate dai bombar-

    damenti o per la damnatio memori che ha colpitola questione della fondazione fascista in epoca repub-blicana. Ma sta di fatto che nonostante avessi molticolleghi di Pomezia, nessuno ha mai fatto cenno al fattoche fosse stata fondata da Mussolini. Mai. A Latina quasi una ossessione, a Pomezia sembra non farci casonessuno. A Latina il palazzo comunale e la fontana conla palla sono ritratte in ogni foto o cartolina o disegnodei bambini, a Pomezia parecchi dei cittadini non sannonemmeno che forma ha la torre civica della citt. Sarper questo che appare come una citt senza storia. Conun vissuto che parte da un punto imprecisato degli anni60, del boom economico, dello sviluppo industriale.Pensare, per esempio, che nonostante il piano rego-latore lo disegni unurbanista stimato come ConcezioPetrucci, il centro oggi caratterizzato dai palazzoni cheti accompagnano, a destra e a sinistra, lungo tutta viaRoma. E i palazzoni sono un po il tratto distintivo dellacitt. Li vedi dalla Pontina, li vedi su via Roma. Sonocompagni costanti di chiunque si fermi in citt. Loro,i palazzoni, e le fabbriche. PerchPomezia, da centro rurale che dovevaessere, con la Cassa del Mezzogiorno diventata la zona industriale piimportante di tutto il basso Lazio.

    Migliaia e migliaia di operai che sonoarrivati da ogni parte del circondario edItalia e che, almeno cos pare, han-no cancellato ogni traccia della storiacittadina.

    In quei dieci anni di lavoro, a contatto con migliaia di al-tri giovani pi o meno della mia et, mi sono reso contodi quanto Pomezia sia una citt che ti scivola addosso,perch niente riesce a rimanerti attaccato, se non losmog, il traffico nelle ore di punta, qualche bella perso-na che si incontra casualmente. Sar forse per questoche, nonostante sia una citt in cui la bruttezza si accumulata nel tempo, in ogni tempo dalla sua fondazio-

    ne fino a oggi, uno strato sopra laltro senza soluzionidi continuit, nessuno se ne sente responsabile. O sene sentono responsabili un po tutti. Questo, a voleressere sincero, non lho ancora capito.

    I cittadini alle ultime elezioni comunali hanno votatocompatti per il M5S, eleggendo il sindaco Fabio Fucci.Giovane e competente, almeno a stare al curriculum.E nonostante a Pomezia, da allora, non sia miglioratoassolutamente niente, tutti ancora mantengono fiducia.

    Lasciamolo lavorare esattamentecos come si diceva di Stefano Zap-pal o di Enrico De Fusco. Rispettoal passato, dicono tutti, anche un excollega di lavoro che pare essersi

    interessato tutto a un tratto di politi-ca, si fanno assemblee pubbliche suogni singola questione amministrati-va, viene spiegato nel dettaglio che sidevono pagare le tasse al massimo

    per evitare che venga dichiarato il dissesto finanziario,per i debiti lasciati dalle amministrazioni precedenti, siaccolgono le proposte dei cittadini anche se sono dellecagate pazzesche, come lultima polemica sulle men-se a doppia velocit, per i figli dei benestanti e i figli deipoveri. Non so come andr questultima sperimentazio-ne. Per i cittadini di Pomezia spero bene. Certo, a vede-re come sono andate le due sperimentazioni precedenti,non c da stare allegri.

    Palazzoni,fabbriche e un

    passato chesembra cancellato

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    IL CHININO IL CHININOAgosto 2014 Anno IV n 31918

    PONTINIA OTTANTAdi PAOLO PERIATI

    FERRARESI IN AGROSacrifici e sofferenze dei coloni

    nelle parole di Cristina Rossetti

    Cristina Rossetti davanti lingresso dellArchivio di Stato di Latina.

    Giunta a Pontinia con un po di ritardorispetto ai suoi conterranei, durante isuoi insegnamenti alle scuole medieG. Verga negli anni 70, Cristina Ros-

    setti scopr che molti ragazzi e ragazze conosce-vano il dialetto ferrarese che anche lei parlava.Da qui, la curiosit di chi vuol saperne di pi ela passione per la ricerca storica lhanno porta-

    ta a indagare s ulla storia dellimmigrazione inAgro Pontino, un modo per non dimenticare leproprie radici e potersi fregiare di due patrie:Ferrara e Latina. Il pi alto numero dimmigratiproveniente dallarea ferrarese venne assegnatoal comune di Pontinia. Ora che abbiamo 80 anni sembrato doveroso ascoltare chi li ha ascoltatie di loro ha scritto in diversi libri tra cui: I fer-raresi nella colonizzazione dellAgro Pontino,dato alle stampe esattamente dieci anni fa.

    Il Chinino Come ha svolto e che metodo ha utilizzatoper la sua ricerca?

    Cristina RossettiLa consulenza scientifica di MarioEinaudi e Mario Sitti (direttore del centro etnografi-co di Ferrara), mi ha fatto considerare limportanzadelle testimonianze orali. Parlando di un periodo incui cera la censura, le fonti scritte risultano omolo-gate alla volont del regime e non facevano altro cheparlare bene dellimmigrazione in Agro Pontino. Perconoscere se ci che i canali di governo dicevano eravero, cio che realmente quel tipo di vita era accet-tata, e se era vero che tutti i venuti fossero di fedefascista, decisi di controllare intervistando le perso-ne pi anziane. Purtroppo non potei seguire il meto-do che avevo pianificato a tavolino con le domandee le schede da riempire con i dati (numero di uominie donne, distribuzione geografica della popolazionee altri parametri), perch alcune persone non volle-ro parlare, alcune erano decedute, mentre altre sifecero avanti, e cos dovetti sfruttare le opportunitadeguando il progetto alla realt.

    Il Chinino Cos scaturito dalle interviste effettuate?

    Cristina RossettiChe pur essendo obbligatoriolessere di fede fascista per i coloni che dovevanoemigrare, invece i sindacalisti che nel ferrarese sioccuparono di trovare le persone adatte usaronocriteri diversi. E questo lo seppi solo facendo leinterviste. Alcuni affermarono che i propri nonni egenitori vennero mandati qui proprio perch antifasci-sti e, dunque, davano fastidio. In generale, riscontraicome la realt dellantifascismo fosse abbastanzacomune: il maggior numero degli intervistati mi disseche la gran parte degli immigrati era antifascista.Lanalisi dei dati che emergono dalle elezioni liberedel dopoguerra a Pontinia, che ho analizzato, mostra-no come sia sempre stato votato il partito socialistae questo conferma le voci raccolte con le intervisteriguardo allantifascismo di tanti ferraresi. Per, citengo a sottolineare che, una volta giunti a Ponti-nia, allinterno della comunit ferrarese molte delle

    divisioni politiche cessarono e ci fu uno stringersiassieme di fronte alle difficolt. La vita era talmentedura allinizio, che ebbero bisogno di unirsi e trovaresolidariet fra di loro. Mi piaciuto riscontrare chealcune abitudini sopravvissero, come per esempio ilballo che, siccome destavasorpresa, spesso fu la fonteda cui scaturiva il confrontotra locali e ferraresi e traquesti ultimi e i veneti. Piche altro fu un modo percriticarsi che piano pianoport gli uni e gli altri adassumere a vicenda carat-teri e usi specifici. Poi con imatrimoni misti si giunti aunintegrazione che ha arricchito lintera comunit.

    Il ChininoCi sono margini dapprofondimento per lastoria dellimmigrazione in Agro Pontino?

    Cristina Rossetti Moltissimi. I dati utilizzati sonolacunosi e andrebbero integrati. Riuscii a fare ricercanella sede dellOpera Nazionale Combattenti, primache venisse soppressa, e trovai le schede podera-li. Fra esse scelsi quelle relative ai ferraresi, maspesso ho riscontrato errori e vuoti che andrebberoriempiti. Occorre completare i dati e analizzare lesat-tezza delle fonti.

    Il ChininoPerch il governo fascista si rivolse proprioal bacino ferrarese per bonifica e colonizzazione?

    Cristina Rossetti Le ragioni si trovano nei rapportidei prefetti di Ferrara in cui si fa riferimento allenor-me massa di braccianti presente in quellarea. Unnumero che era cresciuto dopo le grandi bonifichee con la nascita delle societ latifondiste e capitali-ste che richiedevano molta manodopera. Per, dalla

    fine della semina al raccolto non cera nulla da fareper una massa umana che, dopo un primo momentoin cui era stagionale, col tempo cominci a esserestanziale trasformandosi in una elevata quantit didisoccupati che per sei o sette mesi allanno preme-va in cerca di lavoro. I braccianti arrivarono a esserealmeno 75mila. Non si deve dimenticare anche la

    forte presa che ebbe in quei territori lideale socia-lista, a partire dai primi del 900 e con il culminenelle turbolenze del biennio rosso (1919-1920). Lasituazione era esplosiva dal punto di vista sociale,politico ed economico. I ras premevano sul governoaffinch si concedessero terre ai ferraresi per poterlispostare e far diminuire le tensioni. A tal fine fecerotanta propaganda attraverso le organizzazioni sin-dacali per convincere le persone a partire, ma dallecarte dei prefetti emerge come ci fosse una difficoltnel concepire unemigrazione definitiva, unostilit a

    lasciare amici, famiglia e paese.

    Il ChininoCome ci si dovrebbe porre nei confronti diquestesperienza per comprenderla meglio?

    Cristina Rossetti Apprezzando molto ciche stato fatto e riconoscendo valore emerito, tenacia e coraggio di ferraresi enon. Vanno onorati per aver tenuto duroin condizioni difficili. Soprattutto si devericonoscere il merito delle donne, moltedelle quali si fecero carico di tante fatiche.In particolare quando ci fu la c hiamata allearmi degli elementi pi validi. Le donnesi occupavano della casa, della famigliae faticavano nei campi. Luomo al ritorno

    dal lavoro andava allosteria o si piazzava davanti alcaminetto a fumare, mentre la donna cominciava len-nesima mansione della sua lunga giornata per pre-parare i pasti. Andrebbe messa in luce la sua impor-tanza: stato fatto un monumento al bonificatore eal contadino, sarebbe giusto erigerne uno anche alladonna della bonifica, perch senza il suo coraggio lafamiglia non sarebbe mai potuta rimanere qui.

    Il Chinino Perch resiste una certa visione idilliacadella bonifica?

    Cristina Rossetti In tutto questo grandioso scenariodi epopea non devessere dimenticato il sacrificio ele sofferenze costate a quella gente, anche in termi-ni politici. Purtroppo, c il timore di far emergere ilati riguardanti i grandi sacrifici, le ingiustizie subitee le limitazioni alle libert fondamentali attuate dalregime fascista. Chi vuole cancellare ci vuol metterein evidenza solo il lato positivo di quellesperienza,che invece va vista nel complesso. Anzi, a maggiorragione andrebbero sottolineate le sofferenze peraumentare il riconoscimento dei meriti.

    Andrebbe erettoun monumentoanche alla donnadella bonifica.

  • 5/21/2018 Il Chinino (n. 3 - agosto 2014)

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    IL CHININOAgosto 2014 20

    Cala il buiosulla citt

    Come coriandoli a carnevale

    Cadono a terra rifiuti,

    Gettati dalla mano

    cieca alla sua citt.

    Il primo strappa gambi,

    Il secondo spezza rami.

    Su tutto passa,

    Quasi un elefante

    Dal pesante piede.

    Abbiamo, crudeli,

    lattenzione dellape che

    Impollinato il fiore

    Lo abbandona.

    La nostra piazza cinta

    Di aiuole colme

    Di terra frastagliata.

    Non zampillano le fontane

    Di acqua limpida

    E la luna copre

    I suoi grandi occhi

    Alla sgradevole vista

    Spaventosa.

    Casa comuneo pattumiera?

    Camminando per la citt mi sono resa

    conto che la malcuranza sta crescendo,

    con disinteresse e inconsapevolezza.

    I fumatori non si preoccupano che but-

    tare le loro cicche a terra sporca, dallal-

    tro canto non ci sono abbastanza secchi

    dellimmondizia e posti dove gettare i

    mozziconi.

    Ho sentito spesso dire: Lo butto a terra,

    gli spazzini vengono pagati per pulire,

    e dietro questa frase si nasconde tutta

    lindifferenza verso lambiente nel quale

    cresciamo, nel quale respiriamo, nel quale

    facciamo giocare i nostri bambini.

    La questione non pi chi pulisce, ma

    chi sporca. Linquinamento europeo sta

    raggiungendo dei picchi massimi e sono

    state imposte delle tasse extra da pagarea quei Paesi che non adottano la raccolta

    differenziata.

    Eppure, la disinformazione per tali que-

    stioni duopo e sembra che preferiamo

    risolvere tutto con i soldi, piuttosto che

    pensare alle ripercussioni future dei no-

    stri comportamenti.

    LANGOLO DEL POETAdi FEDERICA GUZZON

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    IL CHININO IL CHININOAgosto 2014 Anno IV n 32322

    ANTICHE ORMEfoto di ALESSANDRO ROGATO

    VERSO SUDAppia antica,

    regina delle strade

    Il nome di Regina Viarum gli venne dato dai romani per

    la sua maestosit e bellezza, quando nel 312 a. C. lAppia

    fu trasformata per volere di Appio Claudio Cieco.

    Sulla base di strade gi esistenti e dopo un attento studio

    di bonifica delle zone, gli ingegneri iniziarono i lavori.

    Apportarono alcune modifiche importanti allargando

    la carreggiata di 4,1 metri facendo s che lAppia avesse

    il doppio senso di marcia e ponendovi ai lati le pietre

    miliari che segnavano la distanza percorsa.

    Lunga 540 chilometri, collegava Roma con diverse

    citt del sud fino a Brindisi e fu la prima strada romana

    extraurbana ad avere una pavimentazione, in modo da

    permettere il transito in qualsiasi condizione climatica.

    In alto a sinistra: lAppia del 1784 con veduta di Mesa.

    In basso a sinistra: lAcquedotto Traiano e tratto

    dellantica strada ricoperto con il bitume.

    In alto: il basolato dellAppia del 312 a. C.

    In basso: lAppia del 112 a. C. nel centro di Terracina.

  • 5/21/2018 Il Chinino (n. 3 - agosto 2014)

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    CRONACHE CITTADINE

    IL CHININOAgosto 2014 24

    Le aree urbane consumano circa l80 percento di tutta lenergia prodotta e rappre-sentano la fonte di emissione pi importan-te di anidride carbonica (CO2), per questo

    importante che le amministrazioni locali sianoimpegnate in prima linea.

    Pi di 5mila e 885 citt europee hanno aderito a unini-ziativa della Commissione Europea, chiamata Patto deiSindaci, con lobiettivo della riduzione del 20 per centoentro il 2020 del consumo di energia.

    Anche Pontinia rmataria del Patto: il 13 luglio 2012

    il Consiglio Comunale e il sindaco, in rappresentanzadellintera comunit, si sono formalmente impegnati aridurre limpatto ambientale della nostra cittadina susuggerimento di un gruppo di dieci giovani ingegneriprofessionisti, membri dellassociazione Gap (GenerationActivities Projects), costituitasi tre anni fa con lobiettivodi afancare il Comune da un punto di vista tecnico per le

    questioni ambientali ed energetiche. Cos hanno bussatoalle porte del Sindaco e hanno spiegato chiaramente qua-li vantaggi ambientali ed economici garantiva ladesioneal Patto, proponendosi come volontari per il lavoro prepa-ratorio. Difatti, al ne di tradurre limpegno politico delle

    amministrazioni in misure e progetti concreti, il Pattodei Sindaci richiede che queste ultime si impegnino a

    preparare un Inventario di Base delle Emissioni (Ibe), ea presentare un Piano dazione per lenergia sostenibile(Paes), in cui sono delineate le azioni principali che sivorrebbero avviare. Questo lavoro preparatorio, se tra-dotto in proposte progettuali concrete, potr trovare unacorsia preferenziale nellaccedere a fonti di nanziamento

    europee: sia attraverso fondi diretti al Comune stanziatidalla Commissione Europea, dalla Banca Europea degliInvestimenti, dal Comitato delle Regioni e da altre isti-tuzioni e con specici programmi di assistenza europei

    dai nomi piuttosto stravaganti come Jessica (Sostegnoeuropeo comune agli investimenti sostenibili nelle areeurbane), ed Elena (European Local Energy Assistance);sia attraverso fondi strutturali, ovvero quelli di provenien-za europea, per gestiti da Province, Regioni e Ministeri.

    Per realizzare lIbe di Pontinia, i ragazzi della Gap, a parti-re dal 2005 (lanno precedente al boom degli ecoincentiviper lenergia rinnovabile), hanno confrontato la misura delconsumo energetico (elettrico e termico), di tutti gli edici

    pubblici di Pontinia, delle residenze private, i consumidel settore terziario e primario e dei trasporti privati. Ilrisultato, denito in merito allanno 2012, segna meno

    14 per cento di emissione di CO2 grazie a un aumentodellenergia prodotta da fonti rinnovabili (pannelli solari suterreni agricoli), e alla recente crisi economica e nanzia -ria che ha dimezzato i consumi energetici degli impianti

    privati, soprattutto a causa della chiusura di diverseattivit imprenditoriali. I risultati fuoriusciti dal calcolodellIbe vanno letti con molta attenzione, considerato chesi tratta di sostenibilit, energie alternative, ambiente econsumi energetici. Lo studio dellIbe ha permesso di rile-vare determinate criticit del territorio e, proprio partendoda questi dati concreti, gli esperti dellassociazione Gaphanno stilato il Piano di Azione per lEnergia Sostenibileper Pontinia, che si dovrebbe realizzare attraverso bandipubblici che prenderanno in considerazione i progetti pivalidi. Le azioni sono molte, le idee allavanguardia erichiederanno un impegno concreto da parte dellAmmi-nistrazione Comunale se vuole tenere fede al Patto deiSindaci che stato sottoscritto.

    Le proposte del Paes interessano il settore dei trasporti(ammodernamento e acquisto di bus ecologici a metanoo attuazione del progetto Piedibus che ha riscossomolto successo in Nord Europa per le scuole del cen-tro), la pianicazione territoriale sostenibile (introduzione

    di premialit per la bioedilizia, piano urbano della mobilitsostenibile, catasto energetico), la produzione locale dielettricit (impianti fotovoltaici da porre sui tetti degli edi-ci del Comune e anche per i privati, microimpianti di co-

    generazione a biogas), oltre al coinvolgimento dei cittadinicon la raccolta differenziata, la sensibilizzazione al rispet-to del territorio e leducazione ambientale. Tra i risultati

    gi ottenuti dal lavoro di progettazione dellassociazioneGap che i ragazzi stanno svolgendo in modo ancora deltutto volontario, senza ricevere alcun compenso ci sonola riqualicazione energetica di quattro scuole e di impian -ti sportivi comunali, grazie al nanziamento regionale di

    circa 240mila euro da poco ricevuto dal Comune. Dallen-te provinciale, inoltre, stato ottenuto un nanziamento

    di circa 400mila euro per la raccolta differenziata (acqui-sto materiali e mezzi), e si spera di riceverne altrettantinei prossimi mesi sempre dalla Regione Lazio e dallaProvincia di Latina per avviare una dinamica raccoltaporta a porta.

    Questi contributi sono diventati accessibili e resterannotali solo grazie al lavoro di qualit eseguito da pro-fessionisti del settore, come i giovani della Gap, i qualinegli ultimi due anni hanno portato avanti un lavoro didimensioni enormi, con la redazione di un Inventario diBase delle Emissioni, realizzando il Piano dazione perlenergia sostenibile e spesso andando anche oltre illoro impegno iniziale per supportare lAmministrazioneComunale. Secondo i ragazzi dellassociazione le poten-zialit per raggiungere lobiettivo di riduzione delle emis-sioni di CO2 da oggi al 2020 sono molto concrete, perserve una maggiore volont politica e, da parte degli ufci

    competenti, pi capacit nel cogliere le occasioni quandoesse si presentano.

    di ILENIA ZUCCAROfoto di FABRIZIO BELLACHIOMA

    PATTO DEI SINDACIRidurre le emissioni di CO2 e i consumienergetici per una Pontinia pi verde

    IL CHININOAnno IV n 325

    Le scuole medie G. Verga rientrano nel progetto di riqualicazione energetica.

  • 5/21/2018 Il Chinino (n. 3 - agosto 2014)

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    IL CHININOAnno IV n 327

    Dove non arrivarono i romani arriv il duce,niente gli fu impossibile, almeno a chiac-chiere e fanatismi. Nel mezzo, per, an chei papi si misero a scavare, o meglio, a far

    insudiciare poveri cristiani per redimere il tratto divia Appia sommerso nel vortice oscuro delle acquedella Palude Pontina.

    Di Bonifacio VIII, nulla di tangibile, non come quel papache faceva coniare in forma ci rcolare le proprie vittorie, itraguardi raggiunti e, certonon fu Dio, ma i vicaridellaltissimo a mandare amorire genti per tracciarela grande retta che in par-te prosciug la via romanache portava a Brindisi. Allane, per, con qualche mal

    di pancia, la Linea Pia funavigabile e lAppia torn afacilitare il transito ai gran-di possidenti e blasonatidel tempo; tutto merito dipapa Pio VI. Lonore dello-

    pera trov il conio i n oro,in argento e in bronzo.

    Ed ecco arrivare al Map due medaglie coniate per le operefatte sul territorio pontino, nelle quali rafgurato chiara-mente il papa del momento. Il canale che costeggia lAppiaa Pontinia semplicemente il Linea. Per la storia e per ireperti conservati nelle teche del museo, il canale LineaPio, o meglio la Linea Pia.

    Le medaglie ci restituiscono le vicende di questo e, sepolemica pu nascere per i poveri scavatori mandati a mo-rire di malaria, non fu pi la stessa cosa per chi la terra diconne la transitava con il cocchio: ricchi curiosi nel voler

    QUEL LUCCICHIO BRONZEOCHE CELEBRA PIO VI

    Custodite nel Map le medaglie in onore degli sforzi volutida papa Braschi per la bonifica delle Paludi Pontine

    di ALESSANDRO COCCHIERI

    I SEGRETI DEL MAP

    attraversare via monte, si ritrovarono spianata e percorribi-le la terra pontina.

    Ci troviamo alla ne del 1700, forse un inizio vista la gran -de opera che ha la paternit fascista, ma a dare il primosegno di bonica tangibile furono i papi, una ventina, e

    le nostre medaglie portano il segno indelebile dellultimovescovo a tentare lopera.

    La prima, coniata nel 1788, fu dedicata al restauro del -la Via Appia, mentre laseconda del 1791 ssa il

    primo punto fermo sullabonica della valle. Due

    reperti, ben conservati, dibronzo lucente, portatemida un collezionista dellavicina Sabaudia. Brillanooggi nel fondo del padi-glione che racconta glianni pre-bonica integra-le: raccontano di Statoponticio, di magnicenza,

    di lustro al portavoce

    di Dio, ma nascondonodietro la loro lucentezza lapaura dei monti al conne,

    dei briganti e di quel limbo alimentato da uno stato che,come negli anni segnati dal ventennio mussoliniano, con lascusa della malaria mand a morire per solcare la terra e,seppur con il nulla osta del divino, segnare la forza terrenadel potere del pontece.

    Forse una storia visionaria, forse il papa si ferm perchtroppo rischioso andare oltre, forse non aveva pi troppiconsensi. Certo che il mezzo busto di Pio VI si lega a noie alle nostre radici e il Linea Pio ancora oggi un fonda-mentale meccanismo di acque e afuenti.

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    IL CHININO IL CHININOAgosto 2014 Anno IV n 32928

    Storia di un eroedi casa nostra

    Presidente della Repubblica perch: Bench inespertodel nuoto, si slanciava nelle acque di un canale per trar-re in salvo i tre occupanti di un automezzo ivi precipitatoin seguito ad un incidente stradale; con reiterati sforzi,riusciva ad estrarre dalle lamiere contorte del veicolosemisommerso, uno alla volta, i malcapitati, gravementeferiti. Luminoso esempio di grande ardimento e di ope-rante solidariet umana, concessa dal Ministro degliInterni Francesco Cossiga, in data 31 marzo 1977.

    Ho avuto il piacere di incontrare pi volte il Cav. Pasqua-le Rinaldi al Centro Anziani di via Aldo Moro a Pontinia, eho potuto cos approfondire la sua conoscenza venendoa sapere leroica avventura di un signore distinto, umilee timido. Nato a Ceccano l11 dicembre 1929, qui havissuto sin quando il padre non dovette trasferirsi a Pon-tinia perch impiegato al Consorzio di Bonica Pontino. A

    Ceccano ha frequentato la prima elementare, la secon-da alla don Milani di Pontinia, la terza a La Cotarda, laquarta e la quinta a Mesa di Pontinia. Terminati gli studidellobbligo anchegli venne assunto dal Consorzio diBonica Pontino nel periodo 1945-1949 per mettere i

    ceppi lungo il ume Sisto e segnare i conni di compe-tenza dellente.

    Inseritosi nel settore caseario, ha lavorato in alcuni gran-di caseici del territorio dal 1966 al 1994, guadagnan -dosi il titolo di Pioniere del latte e ricevendo nel 2009lattestato di merito come raccoglitore di latte dallazien-da Latticini Francia. Dal 1983 inscritto nellelencodei Cavalieri Nazionali. Onoricenza conferitagli dal Presi -dente della Repubblica Sandro Pertini, contrormata dal

    Presidente del Consiglio Amintore Fanfani.

    Era il 2 giugno 1975, ore 22 circa. Il Cav.Pasquale Rinaldi fu testimone di un gra-vissimo incidente stradale: unautomobilecon tre militari a bordo era piombata nelle

    acque del Linea Pio, il grande canale che costeggiala via Appia.

    Nellincidente morirono due coniugi che si erano immes-si sulla strada senza rispettare la segnalazione, ma ilcolonnello Arcangelo Esposito, il capitano Paolo De Filip-pis e il militare Vincenzo Maddaloni riuscirono a salvarsi.I giovani erano rimasti imprigionati nellautomobile e ilsignor Pasquale, nonostante non sapesse nuotare, nonesit neanche un secondo e si slanci in loro aiuto por-tandoli in salvo uno ad uno. Dopo aver traghettato a rivadue uomini, mentre portava aiuto allultimo ancora rima-sto incagliato, da costui ricevette una fortuita testatatrovandosi anchegli in pericolo di vita. Fu salvato grazieallintervento di un medico di Frosinone.

    Per festeggiare i protagonisti dellavventura, una commo-vente cerimonia si svolse il 21 dicembre del 1975 allin-terno del palazzo comunale di Pontinia, inserita anchenelle solenni celebrazioni per il 40esimo compleannodi Pontinia. Nelloccasione il signor Rinaldi ricevette lamedaglia doro, tutto riportato nella cronaca del giornali-no parrocchiale diretto dal parroco Gaetano Manfredini.Soprattutto, per questo gesto impavido gli venne confe-rita la medaglia dargento al valor civile con decreto del

    di LUCREZIA ZUCCARO

    Il Cav. Pasquale Rinaldi (II da dx), ritratto assieme agli uomini che ha salvato.

    I SEGRETI DEL MAP

    TIPI PONTINI

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    rotonda la trovo un ottima soluzione, perch questastrada si stava degradando e sembrava abbandonata ase stessa. Ora c bisogno che gli interventi di riqualifi-cazione continuino. Anche per Cristina, commerciantea ridosso della nuova rotonda, questa soluzione non male: Ora la situazione meno caotica e c pispazio per parcheggiare. Certo bisognerebbe rispettarela segnaletica.

    Perch quello che si nota stazionando nei pressi dellarotatoria la totale mancanza di rispetto del nuovosenso unico in direzione della farmacia. Si creatoancora pi disagio il pensiero dei dipendenti dellaLiabel perch la gente parcheggia sempre sui due latie nessuno rispetta il senso unico andando contromanoe creando il caos pi totale. Se la si centrava di pi esi faceva un senso unico con due macchinette per ilcontrollo degli accessi questo caos non ci sarebbe.Insomma, ci vorrebbe un energico intervento di educa-zione stradale da parte della Municipale.

    Molte sono state anche le critiche per via della presen-za di new jersey di plastica posizionati in modo precarioe pericoloso. Presto toglieremo tutto e completeremola riqualificazione dellarea assicura Giovanni Bottoni,assessore ai Lavori Pubblici e verr creata un aiuolaalberata e altri parcheggi con la riduzione dei marcia-piedi. Il tutto coster tra i 10mila e i 15mila euro.Bottoni difende anche la scelta della rotatoria definen-dola come Lunica soluzione per mettere in sicurezzaun incrocio con tre strade. E poi bisognava alleggerireil traffico su via Cavour e forse dovremmo ist ituire ilsenso unico anche in via Cattaneo.

    CRONACHE CITTADINE

    Ha suscitato non poche perplessit tracommercianti, cittadini, passanti eautomobilisti la nuova rotonda di viaFedor Von Donat.

    In quellarea da anni gli abitanti chiedono un inter ven-to urbanistico per regolare il traffico delle macchine edei pedoni, visto che il doppio senso di marcia r endevadifficile e pericoloso avventurarsi per quella via. Coscome era sempre lasciata al buon senso la regolazionedellincrocio tra via F. Von Donat, via Toscana e via G.Mazzini.

    Un altro punto diventato pericoloso era lincrocio tr avia Von Donat e via Cavour, dove si formava un c ollo dibottiglia che rallentava la circolazione in tutta la zona.Insomma ci voleva una svolta, ma nessuno pensava aun intervento del genere, oltretutto fatto un po per vol-ta e in base alle disponibilit economiche del Comune.Magari si pensava a un semplice senso unico o di limi-tare i parcheggi. La rotonda andrebbe anche bene spiega Pamela, commerciante della via ma avrebberodovuto farla pi grande perch la gente di Pontinia nonrispetta la nuova segnaletica. Bisognava fare qualcosaper risolvere il problema del parcheggio allincrocio convia Cavour.

    Chi la considera un ottima iniziativa Maddalena,anche lei commerciante di via Fedor Von Donat: La

    di ANDREA ZUCCARO

    LA ROTONDADEL NON-SENSE

    Veduta notturna della recente rotonda in via Fedor Von Donat.

    INSIEME

    PER FAR VIVERE

    LA NOSTRA

    CITT

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    principi la base della loro azione: la Caritas Diocesana di Latinaper lattenzione alle famiglie in difcolt e lassociazione La Rete

    per limpegno a favore dei disabili e delle loro famiglie.

    Sul palco cerano anche il direttore generale della Bcc, GilbertoGisandri, il parroco di Pontinia padre Valeriano e il vescovo diLatina, Mariano Crociata, il quale ha sottolineato che: Soloattraverso una ducia reciproca tra banca, clienti, soci e terri-torio si creano delle solide basi per portare avanti dei progettiche arricchiscono la nostra societ. Anche un arricchimentomateriale, oltre che spirituale. Bisogna continuare su questastrada incoraggiando chi si dedica allaiuto dei pi deboli per farcrescere la comunit. Una festa che sar ricordata anche per lospettacolo pirotecnico che si tenuto venerd sera. Tanti fuochidarticio che hanno incantanto gli ospiti e i cittadini di tutto il

    paese. Un augurio e un invito a ritrovarsi lanno prossimo, magariin altro prato di unaltra citt per continuare a condividere i valorie la missione della Cassa Rurale ed Artigiana dellAgro Pontino.

    BCC

    stata una festa come non se ne vedevano da anni,quella organizzata della Cassa Rurale ed ArtigianadellAgro Pontino al parco Baden Powell di Ponti-nia. Per la prima volta, nella lunga storia della Bcc

    locale, la Festa del Socio si svolta nel paese dove la banca nata e dove continua a tenere il suo quartier generale.

    Per questo motivo i preparativi sono durati settimane, mobilitan-do parrocchia e associazioni per far s che quelle due sere diinizio agosto potessero essere ricordate sia dai soci, sia dagliospiti, come un evento unico. Basta il numero dei partecipantiper dare il senso delle serate: pi di 3mila e 200 persone. Ilcolpo docchio era spettacolare: lunghe le di gazebo bianchi con

    tavoli e sedie occupavano in modo intelligente il prato, mentrenegli angoli strategici del parco erano state sistemate le cucinee i punti di ristoro, che mettevano a disposizione degli ospiti cibie bevande del territorio di Pontinia, mentre due gruppi musicalihanno allietato la fase digestiva. La cucina stata afdata

    allassociazione Nemesis, una macchina da guerra con tantaesperienza nel portare a termine questo compito.

    la prima volta che festeggiamo i nostri soci a Pontinia haspiegato il presidente della Cassa Rurale Maurizio Manfrin conil breve discorso di apertura della kermesse e abbiamo volutocondividere con il maggior numero possibile di persone i valoriche da sempre animano le azioni della banca. Perch uno deinostri capisaldi lattenzione verso il sociale e quelle personeche aiutano chi in difcolt. Stasera ha continuato pre -mieremo due associazioni che da sempre hanno fatto di questi

    di ANDREA ZUCCARO

    In alto: i fuochi darticio salutano i soci della Bcc.

    In basso: lintervento del presidente Maurizio Manfrin.

    FESTA DEL SOCIO

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    Dieci annidi passione

    ma, ci si riuniti presso il noto locale Dolcevitadi Misano Adriatico, tra laltro gi meta prestabilitadurante tutti gli altri eventi World Ducati Week, dovesi festeggiato tutti insieme.

    A onorare con la loro presenza e a rendere il tut-to unico, due grandi piloti della Sbk come DavideGiugliano e Pierfrancesco Chili, insieme a GiuseppeFilippi (club manager Ducati). Inoltre, erano presentii presidenti di altri club Ducati, oltre alla miriade diducatisti che hanno potuto festeggiare consumando,tra laltro, la torta gigante fatta per loccorrenza.

    Il Ducati Desmo Club uno dei club storici ufficia-li Ducati, fondato nellanno 2004 da un gruppo diamici che nutrivano la stessa passione del sistemadesmodromico e che tuttoggi conta pi di duecentocinquanta inscritti. Un Ducati Club che ha fatto e con-tinuer a far sentire la sua presenza ovunque corrauna rossa di Borgo Panigale. Sono ospiti fissi dellapista di Misano Adriatico ogni volta che c una gara,sia di Super Bike sia di Moto GP.

    Senza dimenticare le tre edizioni di Motori Romban-ti che si sono tenute a Pontinia negli anni passati.Eventi dove donne e motori, di tutti i tipi, invadevanolarea industriale di Mazzocchio richiamando migliaiadi appassionati e di curiosi.

    Volevo ringraziare la giunta e il sindaco di MisanoAdriatico Stefano Giannini conclude Milanese eLuca e Fabio, i proprietari del locale Dolcevita e tut-ti gli amanti della Ducati per questi giorni fantastici.

    SPORT CITTADINO

    Si conclusa domenica 20 luglio lottavaedizione del World Ducati Week (Wdw),il raduno internazionale della comunitDucati. Levento ormai dal 1998 si svolge

    ogni due o tre anni presso il circuito di MisanoAdriatico, intitolato al campione di motocicli-smo Marco Simoncelli, tragicamente scomparsoin pista.

    Con la stupenda cornice di tutta la riviera romagno-la, il grande raduno ha visto la partecipazione dioltre 65mila appassionati provenienti da ogni partedel mondo, riuniti per celebrare il loro attaccamentoal famoso marchio di Borgo Panigale, azienda fioreallocchiello del Made In Italy.

    Non potevano certo mancare i soci del DucatiDesmo Club D.O.C, che ha scelto la stessa loca-tion come meta per celebrare il festeggiamentodel decimo anniversario della fondazione. il miosettimo World President Meeting spiega il fonda-tore, nonch presidente del club Gianluca Milanese questanno siamo partiti da Vienna insieme ad altricinquantacinque presidenti dei club Ducati sparsi pertutto il mondo. stato magnifico poter approfittaredellevento Ducati per festeggiare questa nostra im-portante ricorrenza insieme a tutti gli appassionati.

    Al termine degli eventi ufficiali previsti in program-

    di ANDREA ZUCCARO

    Istantanea dei festeggiamenti del Ducati Desmo Club.

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