Il cardinale aversano fu pietrificato da Efisio Marini? Riesumiamo...

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N. 20 | ANNO XIX | 25 DICEMBRE 2016 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.com Politica, Aversa e il Sindaco che non ti aspetti E’ ora di parlare del tribunale di Aversa Tre info point inutilizzati. Altro che turismo! La storia vera del Ponte Mezzotta Amirante in concerto il 27 dicembre Riesumiamo Sanfelice “L’approssimazione dell’Amministrazione” Diana e Imma, la nostra storia di Natale La cappella del tesoro, i meriti di don Clemente Piu Europa, 5 milioni salvano il Comune Il cardinale aversano fu pietrificato da Efisio Marini?

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N. 20 | ANNO XIX | 25 DICEMBRE 2016 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.com

Politica, Aversa e il Sindaco che non ti aspetti

E’ ora di parlaredel tribunaledi Aversa

Tre info point inutilizzati. Altro che turismo!

La storia veradel Ponte Mezzotta

Amirante in concertoil 27 dicembre

Riesumiamo Sanfelice

“L’approssimazionedell’Amministrazione”

Diana e Imma, la nostra storia di Natale

La cappella del tesoro, i meriti di don Clemente

Piu Europa, 5 milioni salvano il Comune

Il cardinale aversano fu pietrificato da Efisio Marini?

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Piu Europa, cinque milioni salvano il Comune

I sacchi della vergogna e il silenzio dell’assessore

Piazza ex Opg: “Potate subito quelle piante!”

Aversa dà l’addio al 2016con un museo in più

Dopo 24 anni rinasce Radio Aversa

A Natale si mangiavail torrone di Aversa

Uno strano “prevetariello”

PERIODICO DI CULTURA VARIADELL’AGRO AVERSANO

A DISTRIBUZIONE GRATUITA

Anno XIX n° 20- 25 Dicembre 2016

Direttore ResponsabileGiuseppe Lettieri

Direttore EditorialeNicola De Chiara

Consulente di RedazioneGiuseppe Cristiano

Coordinamento EditorialeVito Faenza

Segreteria di RedazioneRaffaele De Chiara

Garante dei LettoriFranco Terracciano

Fotografi eNicola Baldieri

EditoreAssociazione Dimensione Cultura

Periodico registrato presso il Tribunale di S. Maria C.V.

al n. 514 del 17.11.1998

RedazioneVia Michelangelo, 108 - Aversa (Ce)Tel. 081.198.14.930 - 388.19.87.510

www.nerosubiancoaversa.come-mail: [email protected]

StampaTuccillo Arti Grafi che srl

Afragola (Na)

SOMMARIO06

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Il Natale, inizio di un nuovo modo di essere

di don Pasquale De Cristofaro

PRIMO PIANO

AMBIENTE

L’SOS

AVERSA

LA NOTIZIA

TRADIZIONI

STORIA NOSTRA

nerosubiancoaversa.com

[email protected]

Nero su Bianco

L’Editoriale

Il Natale dei ricordi, delle nostalgie, del tempo che fu e dei rimpianti deve essere messo un po’ da parte

per non cadere in uno stato di sottile tristezza ed essere così in condizione di avere un cuore libero e di gettare uno sguardo sereno sul significato del Natale per l’uomo di oggi. C’è però un pericolo che dura da sem-pre: è quello di ridurre il Natale ad una festa chiassosa dimenticando che resta sempre un evento che ha segnato la storia dell’uomo essendo lo spartiacque della storia, del prina e del dopo Cristo. Purtroppo lo shopping lo fa ancora da padrone! Il Natale è il dono gratuito che Dio, attraverso il Cristo, fa di se stesso, all’u-manità per riscattarla, perdonandola, per elevarla, per aiutarla a scoprire e a so-stenerla nel suo faticoso cammino verso l’eternità. Questa unione di Dio con la natura umana restituisce all’uomo la sua dignità, il suo destino e gli fa scoprire che egli può diventare una sorgente del-la gioia perché si sente amato,come solo Dio sa e può amare. Ci sono delle difficoltà oggettive a capi-re tutto questo. La sacralità del Natale è nascosta dall’immaginario tecnologico, dall’avidità. Al Dio Trino l’uomo ha so-stituito il Dio denaro, che lo schiavizza e lo soffoca nella morsa dell’egoismo e distrugge la parte più nobile di se stesso: i suoi sentimenti, la sua libertà inte-riore. L’apertura del cuore ai poveri è

diventato l’assillo del magistero di Papa Francesco.Cito solo due documenti ufficiali Amoris laetitia e Misericordia et Misera. Purtroppo resta un messag-gio di difficile attuazione. Il Natale ci appartiene ed è destinato a tutti. Il guaio è che in nome del pluralismo culturale e del rispetto delle altre culture si sta ab-dicando ai valori che hanno segnato la nostra civiltà cristiana: la condivisione, la solidarietà e la fratellanza che sono i segni concreti della carità cristiana a partire dall’amore per i poveri. Nel corso della storia abbiamo abdicato a molte cose ma se perdiamo lo spirito del Natale vuol dire che si è arrivati al capolinea. Il Natale vero non si riduce alla celebrazione di un giorno inclusa la messa di mezzanotte, ma è l’inizio di un modo di essere che deve durare tutta la vita e ha come punto di partenza la lotta senza quartiere ad ogni forma di egoismo. Buon Natale!

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Riesumiamo le spoglie del grande prelato aversano attualmente nel Duomo di Napoli

Una figura inquietante, il medico cagliaritano Efisio Marini detto “Il Pietrificatore”, immerse il cadavere di Sanfelice in un liquido rimasto misterioso

Giallo sulla “pietrificazione”del cardinale Sanfelice

w Franco Terracciano

PRIMO PIANO

Natale con un giallo clamoroso. Dopo la sua morte il corpo del cardinale aversano Guglielmo

Sanfelice, arcivescovo di Napoli dal 1878 fino alla morte, fu pietrificato. Così dicono fonti autorevoli. Si po-trebbero oggi analizzare le spoglie, conservate nel Duomo di Napoli, per verificare l’attendibilità di questa noti-zia? Il grande prelato della chiesa napo-letana, nato ad Aversa nel 1834, fu pietrificato nel 1897 dallo scienziato e medico cagliaritano Efisio Marini, che elaborò uno straordinario metodo di mummificazione che permetteva di pietrificare i cadaveri senza effettuare tagli o iniezioni sugli stessi.Efisio Marini, detto “il Pietrificatore”, preservava le salme dai processi di decomposizione, tra cui quelle famose di Luigi Settembrini, di Benedetto Cai-roli e, appunto, del cardinale Sanfelice, attraverso un’immersione completa dei corpi in un preparato segreto di cui soltanto lui conosceva la formula.In vita Marini non fu particolarmente valorizzato, anche quando si trasferì a Napoli dove morì, l’11 settembre del 1900, senza rivelare le formule del suo metodo di pietrificazione. Attualmente le sue opere sono esposte al Museo Anatomico della città partenopea, tra cui feti, teste, corpi con contusioni e cadaveri di bambini che sembrano vere e proprie sculture. Il più incredibile pezzo è un tavolino realizzato con un frullato di cervello, bile, polmoni, fega-to e sangue sul quale è appoggiata una mano di donna, anch’essa pietrificata.Marini, comunque, conobbe il cardinale Sanfelice durante il periodo del colera a Napoli, nei primi anni ottanta, perché

partecipò attivamente ai soccorsi dei malati così come richiesto dal grande prelato a tutti i professioni-sti della città. Testimonia il rapporto tra Marini e il cardinale San-felice questo passaggio di una lettera che lo scienzia-to, a seguito di una lunga polemica in merito al suo metodo di pietrificazione, inviò sdegnato all’allora sindaco di Cagliari: “Le salme di Benedetto Cairoli e del cardinal Sanfelice stanno ad attestare che Ella ignora completamente quali siano i risultati dei miei studi e che i fatti non si possono distruggere con un’ordinanza sindacale”. Dopo la sua morte, avve-nuta nel 1897, il cardinale Sanfelice fu inizialmente sepolto nella chiesa di Santa Maria del Pianto ubicata nel cimitero di Na-

poli. Una chiesa seicentesca da più di trent’anni ridotta ad un rudere e dove il vuoto sepolcro del cardinale Sanfelice, dalle forme neoclassiche ai lati della zona absidale, è coperto da anni da una spessa coltre di merda di piccioni. Una vera vergogna. Successivamente la salma del cardinale Sanfelice fu traslata nella cappella Brancaccio del Duomo di Napoli dove attualmente troneggia il maestoso monumento funerario. Rin-freschiamo la memoria ai tanti aversani che adesso devono incominciare ad amarlo con la speranza nascosta di poter riportare un giorno le sue spoglie ad Aversa ed onorarle nella Cattedrale. Pietrificate o non.

La tomba monumentale di Sanfelice

Tavolino “umano” di Marini

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PRIMO PIANO

Gli aversani devono incominciare ad amarlo con la speranza nascosta di poter riportare un giorno le sue spoglie ad Aversa nella nostra Cattedrale

Efisio Marini

Mano pietrificata da Marini

Testa pietrificata di bambino

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Regalo di Natale dalla Regione: recuperata parte dei finanziamenti comunitari

A guadagnarci anche la facoltà di Ingegneria che recupera i soldi per completare il terzo lotto dei lavori all’Annunziata. Ritorna il progetto dei Sagrati

Piu Europa, cinque milionisalvano il Comune

w Livia Fattore

PRIMO PIANO

Aversa e la Regione Campania riescono a salvare cinque mi-lioni di euro dei finanziamenti

dei progetti Piu Europa. La notizia, ufficiale con la pubblicazione sul Burc (Bollettino Ufficiale della Regione Campania), salva una serie di progetti che, sebbene già finanziati, rischiavano di finire a carico delle casse comunali (già non floride), non essendo state ultimate le relative opere pubbliche nei termini previsti.Così come previsto dalla normativa comunitaria e regionale, l’ammini-strazione comunale «ha richiesto la riprogrammazione del Programma tra-smettendo da ultimo la documentazione contenente progetti realizzabili con l’utilizzo tra l’altro delle rinvenienze per un importo pari a € 4.893.219,25 maturate a seguito di rimborso di spese certificate per progetti originariamente finanziati con altre risorse e conformi al POR e che rientrano nella program-mazione unitaria». Si tratta di una terza tranche del programma Piu Europa at-tivata dall’amministrazione guidata dal sindaco Peppe Sagliocco grazie all’i-niziativa dell’allora governatore della Campania Stefano Caldoro e portata a termine dall’attuale amministrazione regionale.Gli interventi che rientrano in questa fattispecie sono: Restauro, ristruttura-zione e adeguamento funzionale della Real Casa dell’Annunziata-Terzo lotto funzionale del valore di € 4.374.419,42 (si tratta di opere in testa all’università e, in particolare, alla facoltà di inge-gneria); Recupero e riqualificazione dell’area verde Parco Pozzi, del valore di € 2.641.086,03 (in questo caso un

milione e duecentomila euro circa sarà restituito al Comune che li aveva anticipati in occasione del restyling dell’ormai unico polmone verde citta-dino); Completamento statico, recupero e restauro di Casa Cimarosa (in questo caso i lavori sono ripresi da poco più di un mese e, dopo anni di inspiegabili stand-by, si sta, finalmente, andando avanti in maniera spedita) del valore

complessivo di € 657.570,42; Recupero dei Sagrati delle Chiese del Centro Storico del valore di € 2.923.758,87.Si tratta, in pratica, di somme che ver-ranno introitate dall’ente normanno per la realizzazioni di opere pubbliche con il solo vincolo che queste opere siano di natura strutturale. In pratica, una vera e propria boccata di ossigeno per le asfittiche casse comunali. A questo punto inizia ad avere un senso anche il piano triennale delle opere pubbliche in itinere. Alcuni di quei progetti, infatti, se sino a ieri potevano essere rubricati come contenuti in un libro dei sogni, oggi, con l’arrivo di cinque milioni di euro nelle casse comunali, potrebbero diventare realtà. Al momento, comun-que, il piano triennale è stato approvato dalla Giunta guidata dal sindaco Enrico De Cristofaro e deve ancora essere sot-toposto al vaglio del consiglio comu-nale. L’atto formale per la restituzione dei cinque milioni al comune di Aversa dovrebbe essere formalizzato a breve.

A questo punto inizia ad avere un senso anche il piano triennale delle opere pubbliche in itinere. L’atto formale della restituzione dei fondi ad Aversa formalizzato a breve

Saranno recuperati anche i fondi per il completamento del “Pozzi”

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Alfonso Golia ed Elena Caterino sulla mancata adesione del Comune all’Ato rifi uti

“L’approssimazionedell’Amministrazione”w Livia Fattore

POLITICA

“Dall’inizio della consi-liatura contestiamo che questa amministrazione

comunale opera alla giornata senza affrontare i problemi della città. Un’ap-prossimazione che viene certificata anche dalla Regione Campania che ha dovuto nominare un commissario ad acta perché De Cristofaro e i suoi non sono stati capaci di fare copia e incolla e portare in Consiglio comunale l’ade-sione al nuovo Ato rifiuti disposto dalla nuova legge regionale”. A parlare, dopo che ieri sull’argomento era intervenuto il capogruppo Pd Marco Villano, è il compagno di partito Alfonso Golia, che commenta la nomina del commissario ad acta da parte della Regione per quei Comuni che non hanno rispettato le scadenze di legge. Elena Caterino

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POLITICA

«I rifiuti - continua Golia - sono un settore delicato per l’amministrazione comunale e bisognerebbe operare con metodo e rigore. E’ appena il caso di sottolineare che la differenziata è ben lontana dalle percentuali minime impo-ste dalla legge e che tutti noi aversani paghiamo questa inefficienza con una tassa più alta. Insomma sui rifiuti serve una svolta vera, radicale e totale ma in comune non riescono nemmeno a rispettare una legge regionale”. S ulla stessa scia la consigliera co-munale Pd Elena Caterino che, dopo essersi dichiarata stupita per la mancata adesione all’Ato rifiuti da parte del comune di Aversa e al successivo commissariamento, aggiunge: “La Giunta Regionale dopo aver inviato comunicazione al Comune di Aversa nel mese di agosto, ha provveduto a sollecitare l’adempimento, inviando anche in allegato lo schema di Delibera di consiglio Comunale da adottare con l’invito al tempestivo invio della Delibera adottata dalla Regione. De-corso il tempo stabilito dalla norma, il Comune è stato invitato a provvedere all’adozione della delibera di Consi-glio con espresso avvertimento che, in mancanza, si sarebbe dato corso all’esercizio dei poteri sostitutivi con

Alfonso Golia

La maggioranza tenta di mettere una pezza, portando l’argomento in Consiglio comunale, ma anche se il commissariamento sarà evitato resta la fi guraccia maturata

rito nella sua situazione di inadem-pimento costringendo così la regione Campania a provvedere alla nomina del commissario ad acta dott. Mario D’Adamo addebitando le relative spese a carico dell’Ente inadempiente”.Il Commissario, come spiega l’espo-nente democratica, ha trenta giorni di tempo a decorrere dalla sua nomina per mettere in atto il provvedimento. Invi-terà in primis il Comune a provvedere alla Delibera di Consiglio Comunale e se ciò non dovesse accadere, provvede-rà a sostituirsi ai consiglieri comunali. “Tutto questo - conclude Caterino - è molto grave perché denota non solo la non conoscenza delle norme di attuazione della disciplina europea e nazionale in materia di rifiuti ma anche un eccessivo lassismo. L’accaduto denota ancora una volta un continuo tener fuori la minoranza da situazioni non solo politiche, ma anche tecniche dove la sopracitata minoranza potrebbe dare dei contributi validi e propositivi per il bene della Comunità. A pagarne le spese sono sempre i cittadini”.Mentre andiamo in stampa la maggio-ranza tenta di mettere una pezza, por-tando l’argomento in Consiglio comu-nale, ma anche se il commissariamento sarà evitato resta la figuraccia maturata.

la nomina del Commissario ad acta.Ma tutto ciò non è bastato al Comune di Aversa che ha continuato imperter-

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Da mesi sacchi bianchi in via Dell’Archeologia e in piazza Mazzini

La Senesi, interpellata, scarica le responsabilità sul Comune: “Il recupero di quei rifiuti speciali dovrebbe essere fatto dalla Società Recupero Imballaggi”

I sacchi della vergognae il silenzio dell’assessore

AMBIENTE

Come ogni città anche Aversa ha un assessore all’ ambiente, una commissione Ambiente ma che

cosa intendono per “ambiente” l’asses-sore e i componenti della commissione e che cosa intende il responsabile del decoro cittadino se Aversa ne ha ancora uno come era nel passato? Questa la domanda che pone un lettore che, percorrendo via dell’Archeologia, ha potuto rendersi conto della presenza di decine di sacchi bianchi di grosse dimensioni contenenti rifiuti. Erano lì, scrive il lettore, dal mese di settembre ed ancora oggi ci sono, controllate se

w Antonio Arduino

Rifiuti speciali in bella mostra in via Dell’Archeologia in Aversa

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AMBIENTE

non credete. L’abbiamo fatto e abbiamo toccato con mano una situazione ancora più grossa di quella segnalataci perché i sacchi bianchi non sono presenti sol-tanto in via dell’Archeologia, sia lungo la strada sia concentrati in numero elevatissimo nei pressi dell’Istituto Tecnico “Alessandro Volta”, ma anche a ridosso del muro di cinta dell’Istituto Tecnico “Alfonso Gallo” e, come non bastasse, completando il giro di verifica

ne abbiamo trovati anche in piazza Mazzini, addossati al muro di cinta del parcheggio della stazione poco distanti dal suo ingresso. A questo punto è logico chiedere che cosa si intende per ambiente se non si provvede a far rimuovere quei ri-fiuti sparsi per la città e chi e quando dovrebbe farlo. Abbiamo posto la domanda ad uno dei responsabili della Senesi, la società che gestisce il servizio di igiene urbana, compreso quello di prelievo di rifiuti della città. La risposta è stata inequivocabile: “Premesso che la preparazione di quei sacchi che conten-gono rifiuti differenziati viene fatta da personale di Campania Ambiente, una società convenzionata con la Regione, il prelievo e quindi il trasporto nei centri deputati al recupero e trasformazione di quei rifiuti, definiti speciali, dovrebbe essere fatto dalla Società Recupero Im-ballaggi (SRI) una piattaforma, questo il nome tecnico dato alle società del settore, specializzata”. “Naturalmente - hanno sottolineato - perché il personale di quella piattaforma intervenga occorre che l’amministrazione comunale sotto-scriva una convenzione con la SRI per questo tipo di servizio. Probabilmente Aversa non l’ha ancora fatto”. Possibi-le? Se così fosse, quei sacchi potrebbero restare in strada ancora per chissà quanti mesi.

A questo punto è logico chiedere che cosa si intende per ambiente se non si provvede a far rimuovere quei rifiuti sparsi per la città e chi e quando dovrebbe farlo

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Sprovveduto? Dilettante allo sbaraglio? Senza strategia? No, sa bene cosa deve fare

Padre e fi glio puntano a Provincia e Regione e si vocifera che sarebbero scesi in campo per gestire la vicenda delle nomine del servizio civile, ma noi non ci crediamo

Aversa e il Sindaco che non ti aspetti

IL COMMENTO

Sprovveduto? Dilettante allo sbaraglio? Senza strategia? No, il sindaco di Aversa Enrico De

Cristofaro non è nulla di tutto questo. Il primo cittadino normanno sta di-mostrando, a dispetto di quella che è l’apparente sbadataggine che colpisce di primo acchito e che potrebbe con-traddistinguerlo, è molto più smaliziato dei politici di razza. Insomma, per ri-prendere un discorso iniziato proprio da queste colonne, dopo il sindaco “amico mio” di ciaramelliana memoria e il sin-daco “cazzuto” di scuola sagliocchiana, abbiamo non il sindaco senza caratteri-stiche, ma il sindaco “parla tu, tanto io

so già dove voglio ar-rivare”. Lo si vede da come tratta i consiglieri comunali di opposizio-ne. Parla di c o n f r o n t o leale, parla di collabo-razione ma, poi, è il pri-mo a tirare diritto per raggiungere gli obiettivi

w Nicola Rosselli

Enrico De Cristofaro

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IL COMMENTO

che si è prefissato senza tener conto di quanto di buono potrebbe venire da chi non la pensa come la sua maggioranza.La strategia ce l’ha ed è sia a breve sia a lungo termine. Per lui la poltrona più importante dell’Amministrazione Provinciale, la presidenza dell’ente di corso Trieste. Per il figlio Orlando, già consigliere comunale, uno scranno in consiglio regionale. Due obiettivi non facili da raggiungere, ma per il cui per-seguimento il “nostro” primo cittadino ha tessuto un’alleanza con quella che è oggi la famiglia più potente, politica-mente parlando, quella che fa capo a Mimì Zinzi e al figlio Giampiero. I due che, nonostante fossero di Forza Italia e ad Aversa fosse presente un candidato azzurro ufficiale, in campa-gna elettorale lo hanno sostenuto. Due obiettivi non facili da raggiungere, ma per i quali, come sussurra qualche “gola profonda” della maggioranza (ma noi non lo crediamo possibile), sarebbe sceso in campo in prima persona anche lo stesso figlio del primo cittadino nor-manno che, sempre secondo voci non confermate, avrebbe, ad esempio, ge-stito in maniera diretta tutta la vicenda delle nomine dei giovani che anelavano allo svolgimento del servizio civile per racimolare qualche euro. Lungi da noi il condividerlo, ma, per dovere di cronaca, riportiamo queste voci che vorrebbero essersi realizzata una sorta di spartizione in seno alla maggioranza. La parte del leone l’avrebbe fatta (il condizionale è d’obbligo) il sindaco. Qualcosa sarebbe andato a “Noi Aversa-ni” e qualche briciola a “Forza Aversa”. Sarebbe stata (ancora condizionale) cestinata con “soddisfazione” una segnalazione giunta da un esponente di “Forza Italia”. Una di quelle azzurre di peso. Una scelta che potrebbe pesare sull’e-ventuale ingresso dei due consiglieri comunali azzurri in maggioranza, un’eventualità che, comunque, il ca-pogruppo consiliare forzista Gianpaolo Dello Vicario esclude categoricamente avendo affermato in un recente incon-tro: “Da quando hai scritto del nostro ingresso in maggioranza sto ricevendo tantissimi inviti a non farlo. Posso rassicurare tutti (anche “Noi Aversani” ndr), continueremo a stare convinta-mente all’opposizione”.

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L’SOS

Allarme sicurezza nella piazzetta antistante l’ex ospedale psichiatrico giudiziario

L’intervento di potatura è non più procrastinabile. Programmato dal Commissario prefettizio, è ora richiesto ai nuovi amministratori dai responsabili del carcere

Potate quelle piante, per favore, perché c’è già poca luce

w Antonio Arduino

Allarme sicurezza nella piazzetta antistante l’ex ospedale psi-chiatrico giudiziario “Filippo

Saporito”, intitolata al cardinale Innico Caracciolo, in cui ha sede anche una banca. A lanciarlo sono i residenti dell’edificio che ospita l’istituto di credito che segnalano la mancata pota-tura degli alberi presenti nella piazza. Un intervento di manutenzione che sarebbe stato programmato da qualche mese dall’amministrazione ma che ad oggi non è ancora avvenuto e difatti non sarebbe stato effettuato nemmeno dall’amministrazione commissariale malgrado ne fosse stata fatta richiesta anche dal comando nella polizia peni-tenziaria dell’ex Opg, oggi carcere a custodia attenuata. Sia i residenti sia il comando della po-

lizia penitenziaria avrebbero segnalato il problema della mancata potatura che, rendendo estremamente folta la chioma degli alberi, impedirebbe completamen-te la visibilità dalla piazza rendendo

impossibile controllare dall’alto le auto parcheggiate. spesso oggetto di atten-zioni da parte dei tossicodipendenti che, particolarmente nelle ore notturne, la af-follano consumando liberamente droga e infastidendo i passanti con richieste di denaro. A peggiorare le cose è la carenza di illuminazione della piazza per l’oscu-ramento delle lampade prodotto dalle chiome degli alberi che fanno letteral-mente da scudo alla luce. Un problema particolarmente sentito dal personale di vigilanza del “Filippo Saporito” per l’impossibilità di controllare la piazza nelle ore notturne con le telecamere di sorveglianza, cosa importante ora che l’ex Opg è diventato un vero e proprio carcere. Considerando che con il ritorno dell’ora solare e l’arrivo dei mesi inver-nali il buio scenderà più rapidamente nella zona, sarebbe importante, ai fini della sicurezza, disporre l’immediata potatura degli alberi.

La situazione di fronte l’ex Opg

Aspiranti giornalisti crescono al Secondo Circolo Didattico di Aversa, diretto egregiamente

dalla prof.ssa Milly Tornincasa, dove è in fase di attuazione un progetto teso alla realizzazione di un giornalino d’istituto. Referenti dell’interessante progetto le insegnanti Rosa Scalzone e Maria Preziosa Zippo che, con Raffael-la De Angelis, vicaria in rappresentan-za della preside, hanno accompagnato i giornalisti in erba, componenti la redazione del giornalino, in visita alla redazione del nostro periodico, accolti dal direttore editoriale Nicola De Chiara, dallo scrivente e dal segretario di redazione Raffaele De Chiara, per il quale è facile prevedere un brillante

Giornalisti in erba a NerosuBianco

Aspiranti giornalisti al Secondo Circolodi un giornale, dalla gerenza ai titoli, dalle foto all’impaginazione. Si è poi passati dalla teoria alla pratica, quando i ragazzi dalla sala riunione sono pas-sati nella redazione vera e propria di “NerosuBianco”, dove hanno potuto vedere come nasce il nostro giornale. Ai nostri futuri …colleghi, alle docenti referenti ed alla preside Tornincasa gli auguri per le migliori fortune di questo progetto. Questi i componenti della “redazione” del nascente giornalino: Ugo Pirolo, Angelo Conte, Caterina Garofalo, Karam, Federica Russo, Michela Dina, Marta Mariniello, Angelo Micillo, Te-resa Pisanelli e Jouet Awahougan. Geppino De Angelis

futuro giornalistico. Nel corso dell’in-teressante, proficuo incontro, Nicola De Chiara, attentamente seguito dai giornalisti in erba, ha spiegato loro i vari significati “tecnici” nella composizione

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Buone Feste

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Il sito di trasferenza in viale Europa sarà trasformato in parcheggio per il Tribunale

Alla Ctp di Caserta ha chiesto due minibus che dovrebbero unire la stazione ferroviaria le due fermate della metropolitana con il Tribunale e con l’ospedale

Mobilità, le idee del sindaco De Cristofaro

w Nicola Rosselli

AVERSA

Un mega parcheggio nel sito di trasferenza di viale Europa e due bus navetta per completare

il percorso dalle stazioni di Ferrovia e metropolitana sino all’ospedale e al tribunale. Sono questi i due obiettivi principali che l’amministrazione guida-ta dal sindaco Enrico De Cristofaro si propone di raggiungere in tempi brevi per quanto riguarda la mobilità cittadi-na, soprattutto in relazione agli uffici giudiziari ospitati nel castello aragonese e nella limitrofa palazzina detta Caval-lerizza, sino a poco fa entrambi nel perimetro dell’ex ospedale psichiatrico giudiziario “Filippo Saporito”.“In occasione di un recente convegno Mobilità, ci si muove finalmente

dell’Aiga (Associazione Italiana Giovani Avvocati), presenti anche la presidente del tribunale di Napoli Nord Elisabetta Garzo e il vescovo di Aversa Angelo Spinillo, ho preannunziato - ha dichiarato il sindaco De Cristofaro - che stiamo programmando la scelte di nuo-ve aree da destinare a zona parcheggio a servizio della cittadella giudiziaria. Una notizia, ovviamente, reale, considerato che stiamo già verificando la fattibilità di cambiare la destinazione d’uso al sito di trasferenza di viale Europa, la cui collocazione, a ridosso di abitazioni, non è certamente delle migliori. Così facendo risolveremmo con una sola azione due situazioni: la vicinanza del sito ad abitazioni e la presenza di un ampio parcheggio dal quale si può rag-

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“Sono in costante contatto con il comandante Stefano Guarino affi nché si possa assicurare una presenza costante degli agenti sul territorio cittadino”

AVERSA

giungere facilmente il tribunale e l’uffi-cio del giudice di pace. Questo in attesa che si giunga anche al trasferimento dell’attuale mercato ortofrutticolo in altra zona, per fare in modo che anche quest’area possa essere riqualificata ed in parte destinata a parcheggio”.Intanto, il primo cittadino normanno ha già preso contatto con il Consorzio Tranvie Provinciali di Caserta affinché,

sulla falsariga di quanto già avvenuto con l’università della Campania “Luigi Vanvitelli”, si possano destinare due minibus ad un percorso che dovrebbe unire la stazione ferroviaria di piazza Mazzini e le due fermate della me-tropolitana di Aversa Centro e Aversa Ippodromo con il Tribunale di Napoli Nord e con l’ospedale cittadino.“Il problema della mobilità, ovviamen-te, - continua il sindaco De Cristofaro - non è solo legato alla presenza del tribunale e delle due facoltà universita-rie di ingegneria e architettura. Aversa è il capoluogo di una conurbazione che raccoglie un bacino di Comuni a caval-lo tra le province di Napoli e Caserta. Ogni mattina si riversano in città mi-gliaia di studenti a causa della presenza di una ventina di istituti superiori, per non parlare dei servizi. In questo senso, pur essendo a conoscenza delle gravi carenze di organico del corpo di polizia municipale, sono in costante contatto con il comandante Stefano Guarino af-finché si possa assicurare una presenza costante degli agenti sul territorio cit-tadino”. Il primo cittadino preannunzia un secondo ed ultimo incontro con gli operatori commerciali delle zone topi-che della movida normanna, area di via Seggio in particolare, prima di rendere definitivamente operativo il dispositivo presentato.

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Abbiamo incontrato il Presidente della Camera Civile, l’avvocato Carlo Maria Palmiero

“E’ ora di parlare di Tribunale di Aversa”w Nicola Rosselli

L’INCONTRO

E’ ora di parlare di Tribunale di Aversa e dire basta a quella denominazione esclusiva-

mente geografica e fuorviante di Napoli Nord. L’ufficio giudiziario normanno, unico di nuova istituzione grazie alla ri-forma della geografia giudiziaria, si era visto appioppare quel “Napoli Nord” perché, quando fu approvata la normati-va che ne prevedeva la nascita, nessuno sapeva con certezza quale sarebbe stata la sede definitiva. In ballottaggio c’erano almeno tre Comuni: Aversa, Giugliano e Afragola. Alla fine, anche e soprattutto grazie all’intervento dell’ex sottosegretario alla giustizia Pasquale Giuliano, che evidenziò come la nostra città avesse le strutture giuste, la scelta cadde su Aversa. Subito dopo si sarebbe dovuto cambiare il nome in Tribunale di Il tribunale di Napoli Nord

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Palmiero: “È arrivato ormai il momento di porre con la dovuta fermezza il problema della denominazione del tribunale ubicato ad Aversa. Napoli Nord genera confusione”

L’INCONTRO

Aversa. Invece, unico tribunale in Italia che non viene chiamato con il proprio nome, con il nome cioè della città che lo ospita. A questo punto i tempi sono maturi affinché chi di dovere decida. Per farlo giungere a tanto l’appello sia ai politici che ai vertici del tribunale.Intanto, sull’argomento da registrare le dichiarazioni del presidente della Camera Civile di Aversa avvocato Carlo Maria Palmiero. “È arrivato ormai il momento - ha dichiarato l’avvocato aversano - di porre con la dovuta fer-mezza il problema della denominazione del tribunale ubicato in città. Non è ammissibile che continui ad essere de-nominato come un casello autostradale, generando negli avvocati di altre regioni e nell’utenza meno avveduta confusione sulla competenza e ubicazione di tale ufficio giudiziario. Anche la stampa, spesso, della confusione che si gene-rava per la quasi omonimia col vicino Tribunale di Napoli, ha cominciato ad utilizzare l’appellativo tribunale di Aversa. Questo Tribunale è ormai una realtà, via via sta risolvendo i propri problemi e sta dimostrando, grazie al lavoro dei magistrati, del personale di cancelleria nonché degli avvocati, di

essere all’altezza delle sfide che questo territorio pone”. Palmiero, poi, si rivolge alle autorità politiche locali e conclude: “Restiamo, però, in attesa delle risposte dell’amministrazione comunale rispetto ai problemi che tutte le liste partecipanti alle ultime elezioni amministrative han-no dichiarato di condividere, primi tra tutti quello dei parcheggi e dell’accesso veloce in città. Bello e utile, inoltre, cre-are o favorire infrastrutture di supporto alla vita di detto ufficio quali bed and

breakfast, sale per riunioni e convegni, al fine di mantenere in Aversa tutte le ricadute altri-menti riversate su realtà esterne a questo circondario. Ormai, e finalmente, sono del tutto sopite, se non eliminate, anacronistiche competizioni campanilistiche che, in un primo tempo, ave-vano generato conflittualità tra professionisti provenienti da diverse aree. Primaria è l’esi-genza di giustizia onde regolare correttamente i rapporti sociali e tanto potrà essere fatto sempre meglio là dove la città tutta si dimostri all’altezza dell’ onore e del prestigio che le è caduto addosso”.Carlo Maria Palmiero

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Mentre decantiamo le potenzialità turistiche della città delle cento chiese

Tre strutture di fatto abbandonate. Senza dimenticare il Sedile di San Luigi inaugurato dalla precedente amministrazione e mai utilizzato

Turismo, tre info pointinutilizzati. Che vergogna!

w Antonio Arduino

L’INTERVENTO

Aversa città a vocazione turistica per le sue cento chiese, per i tan-ti tesori d’arte chiusi all’interno

delle chiese e non solo dal momento che, sparse nel centro storico, è presente una serie di palazzi dotati di caratteristiche architettoniche ed artistiche degne di essere mostrate ai turisti come Palazzo Golia, che ospitò Giuseppe Garibaldi. Una città a vocazione turistica anche per la presenza di tante associazioni che operano nel settore a carattere volonta-rio, proponendo visite guidate a chiun-que abbia piacere di conoscere la storia e l’arte della città; da qui la necessità I tre inutilizzati punti d’informazione turistica di Aversa

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L’INTERVENTO

promozionare il turismo, che potrebbe rappresentare una importante risorsa economica per la città, attraverso la creazione di punti informativi specifici. E’ proprio questa la pecca della città che non è stata capace in ormai quasi mille anni di vita di creare almeno un Punto Informativo Turistico. Eppure basta guardarsi intorno per ve-dere che esistono ben tre strutture create dagli amministratori succedutesi negli anni per dare informazioni ai turisti: la Pro Loco di via Botticelli, la casetta di legno collocato all’interno di quello che fu l’Istituto Mattei di via Di Jasi e l’info point realizzato circa 7 anni fa in piazza Mazzini. Tre strutture costate ai cittadini fior di quattrini. Tre strutture lasciate di fatto abbandona-te essendo la Pro Loco utilizzata quasi come dopo lavoro per anziani, fino a qualche anno fa, ed occasionalmente come sala per esposizione di quadri o ceramiche oggi sostituita dall’audito-rium interno alla Casa della Cultura di via Tristano, con le altre due com-pletamente abbandonate. Eppure in tutti i programmi elettorali fatti dai tanti aspiranti sindaci, c’è sempre un passag-gio dedicato alla cosiddetta vocazione turistica della città da concretizzare per creare occasioni e posti di lavoro. Di questi intenzioni restano solo le trac-ce nei programmi elettorali distribuiti in occasione delle campagne amministrati-ve, mentre a ricordo perenne dell’inerzia delle amministrazioni, tutte, che si sono succeduti alla guida della città, restano il catafalco in legno posto all’interno di quello che fu la succursale dell’Istituto Mattei in via Di Iasi che, pur essendo di di proprietà comunale, è diventato un elemento decorativo per quella struttura, e il catafalco prefabbricato presente in piazza Mazzini, per il resto si è trattato solo di parole, parole che nessuno degli Amministratori ha saputo concretizzare. La speranza è che nel 2017 la nuova am-ministrazione sia capace quanto meno di usare quello che doveva essere il Punto Informativo Turistico di piazza Mazzini magari affidandolo in concessione a qualcuno che potrebbe servirsene per creare un’attività lavorativa. Senza dimenticare il Sedile di San Luigi inau-gurato in pompa magna dalla precedente amministrazione per finalità turistiche ...senza che sia sta mai utilizzato.

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AVERSA

Dov’è finito il Patto per la Movida?

Dove è finito il “Patto per la movida” presentato un mese fa dal primo cittadino di Aversa

insieme ad Antimo Castaldo, presidente del movimento politico culturale “De-mocrazia e Territorio”? Era un progetto che, a detta del sindaco nel giorno della presentazione alla stampa, l’ammini-strazione intendeva realizzare in tempi brevi per regolamentare il fenomeno movida nell’intera città perché da fonte di liti, tafferugli, proteste si trasformas-se in concreta possibilità di sviluppo economico-turistico. Ad oggi di quel progetto sembra si siano perse le tracce, da qui l’esternazione di Antimo Castaldo: “Non siamo interes-sati a spot. Democrazia e Territorio da

sempre cerca soluzioni ai problemi della vivibilità cittadina ed è stato in questa ottica che abbiamo presentato, insieme ad Enrico de Cristofaro un progetto che avevamo deciso di proporre alla stampa da soli ma che il sindaco stesso ci ha chiesto di presentare insieme avendone apprezzato e condiviso il contenuto“. “Il Patto per la movida - continua Castaldo - è nato per risolvere il problema esi-stente in via Seggio ma, a nostro parere, va esteso all’intera città, oggi ostaggio della movida. E’ stato realizzato da nostri tecnici e offerto gratuitamente all’Amministrazione, nella persona del sindaco, che dopo averne preso visione l’ha fatto proprio presentandolo pubblicamente alla città e affermando

di volerlo attuare immediatemente portandolo, come primo atto, in Giunta. Un atto che oggi, dopo circa un mese dalle dichiarazioni ufficiali, ancora non è avvenuto». «A questo punto - continua Castaldo - è obbligo domandare se ci sia qualcuno che rema contro all’interno della maggioranza o se esista una dis-sociazione fra l’attività politica degli amministratori, ai quali compete dare indirizzi operativi, e quella dei funzio-nari comunali che dovrebbero attuare le indicazioni della politica. In alternativa, bisogna pensare che il sindaco, persona ottima e degna di stima e rispetto, non abbia la capacità di mantenere il timone di una città complessa qual è Aversa”.

Antonio Arduino

Ad accogliere i visitatori, gli alunni della sezione turistica del “Gallo” che hanno fatto da guida nell’interessantis-simo tour del monumentale complesso francescano. La riuscitissima cerimonia, dopo gli in-terventi di don Pasqualino, del Vescovo Spinillo, dell’architetto Arturo Pozzi (che ha diretto il restauro degli affreschi

Un folto e qualificato pubblico all’inaugurazione nel complesso di San Francesco

Gli interventi di don Pasqualino, del Vescovo, di Arturo Pozzi e di Pignatelli. La bolla papale di scomunica per i ladri nelle chiese francescane

Aversa dà l’addio al 2016 con un museo in più

Alla presenza di un folto, qua-lificato pubblico di fedeli ed appassionati dell’arte sacra, ha

avuto luogo l’inaugurazione del museo di San Francesco di Aversa, una merito-ria opera di raccolta e di ricerche attuata dal rettore del complesso monumentale francescano, don Pasqualino de Cristo-faro, validamente collaborato da Nino Di Nardo, Franco Matacena, Minì ed Emilio Stabile, Lucia Pisano ed Emilio Iavarone. Un’inestimabile raccolta di paramenti sacri, oggetti in argento, in legno, tele preziosissime, statue, affre-schi, il tutto risalente a circa tre secoli fa. L’inaugurazione è avvenuta alla pre-senza del Vescovo, mons. Spinillo, del vicesindaco Turco, del principe Fabrizio Pignatelli, della famiglia di Papa Inno-cenzo XII e di altre autorità religiose e civili.

riportati alla luce) e del principe Pigna-telli, che ha messo in luce l’importanza del museo, che sarà aperto due volte nel corso della settimana per consentirne la visita ai cittadini ed alle scolaresche, si è conclusa con il taglio del nastro e la benedizione da parte del Vescovo di un affresco che riproduce San Francesco. Al principe Pignatelli è stato offerto in dono un libro sui cento personaggi che hanno fatto grande la Chiesa, con la firma del Vescovo e degli organizzatori della cerimonia. Da evidenziare che, nel corso del suo intervento, don Pasquali-no ha dato notizia di una “bolla” di Papa Innocenzo XII con la quale venivano colpiti da scomunica quanti avessero perpetrato furti nelle chiese francescane. Un avvertimento da non ignorare per i ladruncoli nostrani! E’ mai possibile che il Duomo e la chiesa di San Francesco hanno il loro museo, mentre Aversa lo aspetta da oltre mezzo secolo?

w Geppino De Angelis

Il taglio del nastro

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SCUOLA

Mentre sono iniziate le occupazioni scolastiche per anticipare le vacanze natalizie

Il Natale tra autogestioni, presepi viventi e concertiw Geppino De Angelis

Siamo alle solite! Col primo suono delle cornamuse dei pochi zampognari (il cui numero va

sempre più affievolendosi, da quando l’albero di Natale ha sostituito quasi ovunque il tradizionale presepe) sono tornate le occupazioni e le autogestioni in molti istituti italiani, come se il suono delle cornamuse avesse il potere di risvegliare, dopo un lungo …letargo, gli studenti facendo ricordare loro l’inefficienza numerica di aule scolastiche, la mancanza di laboratori, la mancanza di sicurezza, la necessità di ricorrere a “collette” facoltative (che talvolta finiscono per essere obbligatorie) per acquistare anche la carta igienica, come non di rado si legge su vari quotidiani. Una situazione che, ormai, si ripete da molti Tante le esibizioni in occasione del Natale tenute dalle nostre scuole

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Vero è che tutte le scuole di Aversa e Agro vanno elogiate per l’impegno dei dirigenti scolastici, dei docenti, del personale ata per festeggiare nel migliore dei modi il Natale

SCUOLA

lustri monotonamente con notevoli conseguenze negative sull’andamento didattico ed in molti casi con atti vandalici in danno del patrimonio (non sempre ricco) delle varie scuole. Durante le “occupazioni” o le “autogestioni” i giorni di lezione sono sostituiti da balli, scherzi di vario genere e tanti altri …diversivi. Quel che è strano è che da lustri le proteste studentesche, per i motivi più variegati, si registrano con l’approssimarsi del Natale per poi tutto ricadere come sempre nell’oblio, senza che i problemi siano stati affrontati e risolti. Ed allora sembra naturale pensare che debba trattarsi di pretesti per anticipare l’inizio delle già lunghissime ferie natalizie.Ma oggi è Natale, pensiamo perciò agli aspetti positivi delle nostre scuole. All’insegna della migliore tradizione cristiana, sempre viva nella città normanna, molte scuole cittadine, so-prattutto dell’obbligo, hanno salutato la nascita del Salvatore, dando anche l’addio al 2016, con presepi viventi, concerti natalizi, pesche di beneficenza in favore degli emarginati e dei colpiti dai recenti terremoti nel centro Italia. Vero è che tutte le scuole vanno elogiate per l’impegno dei dirigenti scolastici, dei docenti, del personale ata per festeg-

e Tina Stazio, hanno rappresentato la natività riscuotendo applausi da parte di genitori, nonni e parenti. Gli stessi applausi sono risuonati all’interno dell’Abbazia dove si sono esibiti, sotto la guida dei docenti Marchese, Di Pasqua, Grimaldi, Rea, Marrazzo, Borriello, Carrillo e Graniero i ra-gazzi del coro polifonico della scuola secondaria e dell’orchestra del corso ad indirizzo musicale. Nell’affollato duomo normanno riscuotendo applausi a scena aperta, si è esibita la corale polifonica della “De Curtis”, che sotto la direzione artistica e di coro dell’in-segnante Emiliana Virgilio D’Amore e con l’arrangiamento musicale del prof. Paolo Convertito. Una simpatica “tre giorni”, per conclu-dere, con scambio di auguri tra alunni, docenti e genitori, ha visto impegnato il Secondo Circolo Didattico, diretto da Milly Tornincasa, con i ragazzi che, dopo aver partecipato ad alcune manifestazioni Unicef, si sono esibiti, presso i plessi di S. Agostino e presso la sede centrale di via Linguiti, in applau-ditissimi canti natalizi. Non possiamo chiudere queste note senza fare i nostri più sentiti auguri di Buon Natale e Buon Anno a tutti coloro che operano a vario titolo nelle scuole aversane.

giare nel migliore dei modi il Natale ma, senza nulla togliere alle altre istituzioni scolastiche, ci sembra di poter dire che in primo piano vanno posti l’istituto comprensivo “Cimarosa-Quarto Cir-colo” ed il comprensivo “De Curtis”, diretti da Mario Autore e da Adele Cerullo. Due scuole, tra le migliori dell’obbligo in provincia, che hanno scelto due location prestigiose ovvero l’Abbazia di San Lorenzo (da molti ritenuta la più antica chiesa di Aversa) ed il duomo normanno. Nel chiostro monumentale, gli alunni di Mario Autore, della scuola primaria e dell’infanzia, in artistici, caratteristici costumi, guidati dai loro docenti, con la coordinazione delle insegnanti Ziello

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PENSIERI

Aversa, la cassa armonica con la ruota panoramica

Aversa si è vestita a festa, le luci di Natale, gli addobbi, l’aria che si respira...

E’ Natale, bisogna sorrideree guardare avantiw Donato Liotto

Cari amici lettori, finalmente è Natale! Ricordo lo scorso anno, cominciai un pezzo simile a

quello che sto per scrivere, proprio con questa frase. Azzò, secondo me nulla è cambiato da allora. Innanzitutto, la città di Aversa si è vestita a festa, le luci di Natale, gli addobbi, l’aria che si respira sape e castagne arrosto e, si pure fa nu cazze e fridde, l’avimma respirà, altrimenti nun è Natale. Lascia stare, poi, che ti fai cinque giorni a letto con broncopolmonite, fa niente: è Natale! Intanto, anch’io, come voi, ho voluto fotografare le belle luminarie messe in piazza Municipio, al parco Pozzi e in via Roma. Un bel pensiero, per “noi aversani,” forse è meglio se dico “noi normanni” a scanso di equivoci, faccio un plauso all’Amministrazione

comunale. Ovviamente, anche per questa cosa, come lo scorso anno, polemiche a non finire. “Hai visto?

Hanno illuminato via Roma e le solite strade, mentre viche e vicarielle, comprese le periferie se li sono

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PENSIERI

Avite viste o trenino a via Roma? Nu spasse! Io lo lascerei per sempre sapite pecché? Lo trasformerei in servizio navetta, sai il divertimento di andare annanze e arreta per via Roma

dimenticati”. “Hai visto, hanno speso un sacco di soldi per il Natale, quando poi, potevano fare cose più importanti: strade dissestate, marciapiedi rotti, verde pubblico e potrei continuare”. Premesso che queste lamentele ci sono sempre state, ora è Natale, per una volta, una sola volta, facimme finte e niente e godiamoci questi giorni con spensieratezza. La città di Aversa con gli addobbi è ancora più bella. Avite viste o trenino a via Roma? Nu spasse! Io lo lascerei per sempre sapite pecché? Lo trasformerei in servizio navetta, sai il divertimento di andare annanze e arreta per via Roma ma andrebbe bene anche per l’intera città. Immagino la scena: Pasquale che sta sotto all’Arco dell’Annunziata, mentre aspetta a Vicienzo, lo chiama al telefono: “Ne Viciè, ma addò staie? E’ mezz’ora che ti aspetto!”. “Vicienze risponne e dice: “Pascà, o trenino porta dieci minuti e ritardo, ha dovuto fare due fermate a viale Europa, c’era un carico di vecchietti che avevane ritirà a pensione alla posta centrale”. Pasquale capisce il problema e risponde: “Viciè, si stanne a poste a piglià a pensione, scurdammece o trenino e facimmacelle

appere!”- “Vicienzo risponde di nuovo e dice-“Pascà, nun te preoccupà, a prossima fermata, dopo viale Europa, è o campusante!”.Il trenino è così, ci riporta alla nostra infanzia e si pure arriva tardi fa niente, lo aspettiamo lo stesso. Avete visto la ruota panoramica nella villa comunale? Anche lì si ritorna bambini, anche lì se ci sali per farti un giro, puoi finalmente vedere sulla Cassa Armonica che ci sta. Che volete che ci sia? Due super

santos bucati, una scarpa vecchia che dicasi essere appartenuta a Ciccillo o’ salumiere (parliamo del 1970) : la storia ci narra che la scarpa si trova la sopra a causa di un lancio olimpionico fatto dal Ciccillo, mentre rincorreva la malcapitata moglie, la quale aveva commesso il grave peccato di averlo cornificato. Poi si è saputo che, in realtà, il lancio della scarpa era avvenuto non tanto per le corna ricevute, questione superabile, ma in quanto la moglie fedigrafa le corna gliele aveva messe con un altro salumiere. Pertanto dicasi concorrenza sleale tra le due puteche, se si fosse sparsa la voce in giro che il salame di Ciccillo non era più buono, avrebbe dovuto chiudere bottega. Le corna sì ma ‘o salame nun ze tocche! Rispetto allo scorso Natale, forse qualche novità c’è nella nostra amata città: traffico in tilt, centri commerciali presi d’assalto, gente schizzata che corre sempre e questo da inizio novembre: Ma addò corre? “Lasciami stare, vado di fretta, tra poco è Natale”. “Non mi posso fermare”. Già, è proprio così, è Natale. E in questo giorno così importante di strapparvi un sorriso ce n’è davvero bisogno. Viva Aversa e viva il Natale! Auguri a tutti e alla prossima.

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Tanti artigiani ed artisti hanno esposto a S. Francesco. Mariniello soddisfatto

Notevole la varietà degli espositori. Dai 18enni agli over 70, dai presepisti ai falegnami, dalle associazioni di volontariato alla Croce Rossa

Mercatino di Natale, esperimento riuscito

Durante il secondo weekend di dicembre si è tenuto il Mer-catino di Natale. Il cortile del

chiostro di San Francesco si è riempito di molti stand dedicati all’artigianato. Il dott. Mariniello, organizzatore dell’e-vento, ha dichiarato: “Questa iniziativa nasce per dare delle opportunità ai creatori sia artigiani che artisti di tutto il territorio. Molti sono gli espositori che vengono dalle province di Napoli e di Caserta”. Sicuramente innovativa la manifestazione, aggiungiamo noi, sia per il contenuto dei vari stand che per il vasto intrattenimento. Gli ospiti, infatti, sono stati deliziati con canti, musiche e attività teatrali. Hanno partecipato alle varie esibizioni i ragazzi e i prof. del comprensivi ”De Curtis” e “Cima-rosa” e del liceo artistico. Notevole la varietà dei creatori. Dai 18 agli over 70 anni, dai presepisti ai falegnami, dalle associazioni di volontariato alla croce rossa. Tutte categorie diverse ma unite dall’amore per l’arte e la passione e la cura delle loro opere. “Vogliamo indica-re che l’arte è senza tempo e che Aversa continua ad essere una città fulcro a vocazione artistica, culturale, artigiana-le.” - dichiara ancora il dott. Mariniello. Tutti gli espositori sono rimasti soddi-sfatti. “Per me è la prima esperienza, ci stiamo trovando bene. Molti sono interessati alla tipologia dei lavori che facciamo. Ero molto scettico all’inizio, invece adesso sono soddisfatto. Mi interessava far sapere che ad Aversa c’è qualcosa che si produce ancora a mano” ci dice il falegname Giuseppe Fiumario, figlio di una famiglia di artigiani e di restauratori, che data almeno un secolo. Una giovane ragazza, poi: “Sono rima-sta contenta per questa manifestazione

queste manifestazioni possano trasfor-mare il volto di Aversa. Molti giovani, attualmente sono sfiduciati. Manca la volontà delle istituzioni e l’amore vero per l’arte. Ho intenzione di fare nascere l’accademia di scuola di Posillipo ad Aversa. Il mio sogno, sperando nell’aiu-to del Comune e della facoltà delle belle arti, è di realizzare arte-terapia e cromo-terapia. Le mie opere rispecchiano la scuola della luce. Perché per osservarle non si può tralasciare la tradizione. Si

chiama innovazione nella tradizione. Senza passato non possiamo innovarci”. Carmine Nappa, bravissimo artigiano nell’arte del presepe, invece, ha detto: “Desidererei farmi conoscere. Quando creo i presepi mi ispiro alla mia città. Sono appassionato dell’arte di Aversa. Un mio lavoro, il Duomo, è stato anche esposto in una delle sale del Comune. Si trova nella sala antecedente l’ufficio del sindaco. Sono rimasto un po’ deluso però, perché non gli è stato dato nessu-na importanza”. È un vero peccato che non vengano valorizzati questi grandi talenti. Tutti gli oggetti e le opere messe in mostra sono state di straordinaria bel-lezza e dovrebbero essere conosciuti. Il ricavato è stato devoluto in beneficenza.

w Martina Melino

perché ha concesso ai vari artisti di mettere in evidenza le loro opere”. Particolarmente appassionato è Nicola Franceschini. L’ultimo discendente di Vincenzo Franceschini della scuola di Posillipo, considerato uno degli impres-sionisti campani. “È una buona occasio-ne per rivalutare l’arte e la cultura nel nostro paese. Spero che al più presto

LA MOSTRA

Il 10 e 11 dicembre a S. Francesco

Un presepe di Carmine Nappa

Il chiostro con tanti espositori

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Rifi uti,che fi gura

di m...!

Cari lettori, è giunto il momento di citare una frase di Emilio Fede quando, fuori onda televisiva, si

adirò verso i suoi collaboratori e citò la famosa frase, poi passata per “tormen-tone” televisivo, “che figura di m.....”. Chi è che fa questa figura? Ma la nostra amministrazione comunale ovviamente. Vedete, ho già trattato questo argomento più volte e sono sempre più convinto delle mie teorie, pochi Comuni vogliono avere a che fare in termini di servizio di igiene urbana con enti pubblici. Perché? Evito la risposta, cari lettori, l’ho spie-gato già altre volte, l’Ente Pubblico non commercia, non vende, non compra, non corrompe. Qualche giorno fa al Comune di Aversa è stato nominato il Commissario ad Acta in materia dei rifiuti. Esiste un legge che per motivi sopra citati, viene ignorata, ed ecco che 17 Comuni della provincia di Caserta, di cui la nostra Aversa, sono stati commissariati. E’ bene che vi citi alcuni punti recitati dalla legge regiona-le: “Ai comuni della Campania è fatto obbligo di aderire all’Ente d’Ambito

territoriale in cui ricade il rispettivo ter-ritorio per l’esercizio in forma associata delle funzioni in materia di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, ai sensi dell’art. 25, comma 2 della legge Re-gionale. Per formalizzare l’adesione all’ATO (Ambito Territoriale Ottimale), la normativa citata prevede l’obbligo dei Comuni di adottare Delibera di Consi-glio Comunale di presa d’atto dello Sta-tuto tipo, da comunicarsi entro il temine di 20 giorni dalla pubblicazione dello Statuto tipo sul BURC e stabilisce che, decorso tale termine, il Presidente della

Regione esercita i pote-ri sostitutivi mediante nomina di commissario ad Acta e addebita le relative spese all’Ente inadempiente”. Capito, cari lettori, per quanto riguarda l’Ambiente, il nostro Comune è commissariato, con un commissario che pagate voi, sì proprio voi cari cittadini, voi che avete

eletto questa Amministrazione. Ma del resto anche l’opposizione dorme, tranne qualche sporadica affermazione sull’argomento dopo che però i giochi sono stati già fatti. Ma la mia domanda è questa? Se è vero che l’opposizione si è così risentita di tale lassismo da parte dell’Amministrazione, perché non ha vigilato su una questione così interes-sante? Vi rispondo io: o sono come la maggioranza o dormono come hanno sempre fatto sogni da gonzi. La mia dedica è, dunque, all’Amministrazione e all’opposizione: “Che figura di m.. .”.

“Erasmus KA2”, il “Fermi” vince ancora

All’insegna della “internaziona-lizzazione” il liceo scientifico “Fermi”, guidato dalla Dirigen-

te Scolastica Adriana Mincione , con un gruppo docente veramente al top, per la seconda volta si è imposto nel progetto europeo “Erasmus KA2” che vede impegnati i normanni con alunni di Cracovia, Madrid, Riga, Craovia (Romania). Un progetto su “ My Micro-regio in Micro- Europe –A Uropean Young Citizen in a Restructored Area”, di durata triennale, coordinato dal liceo polacco di Cracovia, sulla tematica della cittadinanza digitale, sull’occupabilità e sullo sviluppo delle soft skills. Il via al progetto è stato dato, per mettere a punto tutti i dettagli dell’or-ganizzazione, a Cracovia dove la D.S. Mincione, con la referente del progetto, professoressa Costanza Chirico ed il prof. Rino Sasso, sono stati per

confrontarsi con i colleghi spagnoli, polacchi, rumeni e lettoni. Nel pro-getto, in rappresentanza del “Fermi”

sono coinvolti 15 alunni delle classi seconde, che nel mese di marzo, si recheranno a Riga per incontrare i coetanei degli altri Paesi partner nel progetto. Nel corso della permanenza a Cracovia , la delegazione del “Fermi” è stata ricevuta dal direttore dell’istituto di cultura italiana di Cracovia, dr. Ugo Rufino, allo scopo di dar vita a nuove collaborazioni nell’interesse degli alunni e del buon nome del “Fermi”, senza dubbio uno dei migliori e più frequentati istituti superiori della Campania con i suoi circa duemila alunni. Da evidenziare che i prodotti e le attività con le

scuole partner sono resi noti sul portale eTwinning del Miur.

Geppino De Angelis

La cerimonia di chiusura del progetto

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di VITO FAENZA

Non ci resta che ridere

La prima cosa ridicola è la polemica sul Ministro alla Pubblica Istruzione senza laurea. Una polemica fatta da dei non laureati, Salvini, Di Maio & company

Confesso che avevo pensato di iniziare questo mio discorso con voi con un titolo di un film

che ebbe tanta fortuna tra il 1984-1985 e incassò 15 miliardi: “Non ci resta che piangere”, interpretato da Begnini e Troisi (ai più giovani ricordo che nel 2006 è uscito anche il dvd che consiglio di acquistare o regalare). Poi ho pensato che, visto il clima natalizio, era meglio “non ci resta che ridere”, visto che sto parlando di cose davvero ridicole. La prima cosa ridicola è la polemica sul ministro alla pubblica istruzione senza laurea. In realtà, la ministro ha conseguito un diploma triennale che oggi sarebbe considerata laurea breve. A parte che mi sembra una polemica davvero stucchevole (e dimostra la mancanza di argomenti dei nostri politici all’opposizione), quello che mi sembra più ridicolo è che a fare questa polemica sono stati dei non laureati, Salvini, Di Maio & company che, tra l’altro, si candidano a diventare premier. Insomma, è sempre il bue che chiama cornuto l’asino. Quando era evidente che era una polemica ridicola hanno cominciato a dire che aveva mentito sul suo curri-culum. Oppure che da sindacalista si era occupato d’altro. Io avrei preferito una polemica di spessore sui contenuti, invece sotto le prese di posizione c’è il nulla, lo stesso vuoto di cui si accusa la maggioranza. Al che mi verrebbe da scrivere “io speriamo che me la cavo!”La seconda ridicolaggine è quella che ha colpito l’ex ministro Poletti il quale ha detto che se ci sono elezioni non si può fare il referendum sul Jobs act (la riforma del lavoro voluta dal governo Renzi). Ma ha detto l’acqua calda. E’ previsto dalla costituzione, se ci sono elezioni il referendum, se ammesso dalla Consulta (il che si saprà a metà gennaio), sarà rinviato. Lo prevede la Costituzione ed è già successo. Ma chi si è inalberato ed ha criticato lo scanda-

detto di difendere. I grillini. Ne conosco alcuni veramente capaci (ma sono pochi). Poi c’è una massa che fa paura perché ha un culto di se stessi, e della propria formazione po-litica, che fa invidia ai regimi totalitari del secolo scorso e ai suoi supporter. Firme false a Palermo, non è successo nulla, poi - dicono - anche quelli del Pd sono invischiati in una inchiesta simile a Siracusa. Ma, cari signori, che il Pd sia invischiato in tanti affari lo sapevamo, ma siete voi che quando commettete qualcosa di illegittimo se non illegale

dimostrate di essere uguali agli altri e tacete come gli altri.Infine, mentre scrivo queste righe, sento la dichiarazione della Raggi, sindaca di Roma, colpita da due diretti giudiziari in rapida successione, e un gancio al mento (figurato). L’avviso di garanzia all’assessore Mura-ro (della quale abbiamo parlato diffusa-mente tre mesi fa) e relative dimissioni, il sequestro degli atti relativi alle nomi-ne effettuate dalla sua Giunta, e quelle del direttore generale dell’Ama stretto dalle nomine effettuate prima della sua nomina. La sindaca ha dichiarato che a denunciare “inesistenti problemi” è l’ex direttore generale del Comune, una magistrato milanese, scappata da Roma alla fine di agosto. E ha sostenuto che questa capo di gabinetto era la respon-sabile delle nomine. Ma la sindaca ha dimenticato (ed è un avvocato!?!) che le nomine sono le sue e che la capo di gabinetto del Comune l’ha nominato lei, facendola arrivare da Milano? Resto in attesa degli eventi e dico che non “ci re-sta che ridere” di fronte a tanta incapaci-tà e attendo le grida di “Onestà, Onestà” rivolta dai propri eletti e non solo contro gli avversari politici. Detto questo, Buon Natale e Felice Anno Nuovo.

Valeria Fedeli

lo? Quelli che hanno respinto la riforma costituzionale in nome della difesa della stessa costituzione. Ancora un caso in cui la testa è un sostegno per le orecchie.Spiritoso, un docente di diritto costitu-zionale ha invitato i propri studenti a non presentarsi al suo esame se sosten-gono che il premier è abusivo perché non eletto. Mai e poi mai un premier è stato scelto dagli elettori, ma sempre dal Presidente della Repubblica che lo incarica sulla base delle indicazioni delle forze che possono costituire la maggioranza. Dai difensori della nostra Costituzione mi sarei aspettato un sono-ro silenzio piuttosto che dimostrare una grande ignoranza della Carta che hanno

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me sul divano, cercava di non farmi abbassare, toglieva da mezzo i suoi giochini per non farmi inciampare e affaticare. Poi, crescendo, purtroppo, man mano ha dovuto suo malgrado accollarsi varie responsabilità. E’ stata una sua scelta, la sua paura più grande è quella di perdermi. Prima di andare a scuola mi aiuta ad alzarmi dal letto, sistemarmi un pochino, il suo è un pensiero costante, è il mio Angelo”. Il male che ha colpito

la signora Diana, sta avanzando inesorabilmente, da un occhio non ci vede più, ha perso l’uso di un braccio, le gambe la reggono ancora, anche se cammina con molta fatica. Imma ha tanta voglia di imparare, di crescere e pur mettendoci tutto l’impegno possibile cerca, con grande forza d’animo, di stare al passo con gli studi: per lei la scuola è importante. Se manca la serenità, qualsiasi cosa diventa difficile da superare, ancora più difficile se hai sedici anni. Una storia questa, forse somigliante a tante altre storie “nascoste,” una storia bella da raccontare a Natale, perché sono queste le storie che ci riscaldano il cuore. Natale passerà, la storia di Imma continuerà e, lo auguriamo per la sua mamma, per molti anni ancora. Buon Natale, cara e dolce Imma, buon Natale a te, alla tua mamma, al tuo papà e a tutte quelle persone che come te scelgono di aiutare il prossimo tutto l’anno e non solo a Natale.

Da tredici anni è affetta da sclerosi multipla ed è assistita dal suo angelo, la figlia

Una storia bella da raccontare a Natale, perché sono queste le storie che ci riscaldano il cuore. Buon Natale, care e dolci Diana e Imma

Imma a 16 anni vive per la mamma ammalata

w Donato Liotto

In questo periodo dell’anno nasce con spontaneità tanto buonismo e voglia di fare opere di bene. Questa

cosa la dico senza alcuna ironia. Tante di queste storie le vediamo poste alla nostra attenzione, solo e sempre in questo periodo prenatalizio. Pochi giorni di beneficenza, pochi giorni, dicevo, per dedicarsi al prossimo, poi passata la festa tutto ritorna ad essere come prima. La storia di oggi, invece, parte da lontano e la protagonista è una ragazza di sedici anni, una ragazza che ha deciso di dedicare l’intera sua pur breve esistenza ad occuparsi della sua dolce mamma, ammalata di sclerosi multipla. La “nostra” protagonista, si chiama Imma, ha 16 anni, frequenta l’Istituto pedagogico Iommelli di Aversa. E’ al secondo anno. Imma, è figlia unica e fin dalla tenera età si dedica ad assistere la mamma. La mamma, la signora Diana, ha quarantaquattro anni e da ben tredici anni soffre di sclerosi multipla. Era di fronte a me, leggevo sul suo volto tanta preoccupazione, una sofferenza malcelata, sofferenza dovuta non alla malattia che l’affligge, no, lei era ed è preoccupata per questa sua giovane figlia. Lei desidererebbe per Imma una vita più serena e spensierata. Il “suo angelo” vive solo ed esclusivamente per lei. E lei, la signora Diana, si sente in “colpa”: questa figlia, la sua amata figlia, ha smesso di sorridere, di gioire e di vivere la sua adolescenza. Anche il papà di Imma, Paolo, che lavora all’ospedale civile di Aversa, seppur abituato anch’egli a vedere tanta sofferenza, assieme alla moglie Diana, non vorrebbe far pesare sulla figlia

questa situazione. Ecco cosa mi ha detto la signora Diana: “Mia figlia per me è tutto, è il mio punto di riferimento. Perché pur essendo una ragazzina di 16 anni, siamo cresciute insieme, io lei e la malattia. Lei fin da piccola, cercava di adattarsi, notava i miei cambiamenti. All’inizio giocavo spesso con lei, mi buttavo a terra, giocavamo a palla, correvo. Poi ad un certo punto, lei ha visto che tutte quelle cose non potevo più farle. Lei si adattava, si sedeva con

Diana e Imma

La signora Dianasi sente in “colpa”: questa figlia, la sua amata figlia, ha smesso di sorridere, di gioire e di vivere la sua adolescenza ma per lei rappresenta “tutto”

LA STORIA DI NATALE

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Il condominio in...forma! dell’avv. Maurizio Golia

Nei casi in cui vi sia necessità di eseguire lavori straordinari (cioè lavori di riparazione e/o

sostituzione per guasti signifi cativi o per vetustà) sui beni comuni condominiali l’amministratore convocherà l’assemblea inserendo nell’ordine del giorno la voce relativa alla discussione e la deliberazione sulla necessità di approvare i lavori straordinari ritenuti necessari. L’assemblea successivamente nominerà un tecnico per la redazione di un computo metrico e capitolato per i lavori da farsi, con ulteriore assemblea i condomini porteranno e sceglieranno i preventivi di spesa di diverse imprese disposte ad eseguire i lavori specifi cati nel capitolato. E’ consigliabile, per accelerare i tempi far partecipare all’assemblea i rappresentanti delle imprese che hanno presentato i preventivi in modo da chiarire ogni dettaglio. L’assemblea delibera e sceglie

uno dei preventivi presentati; vengono anche deliberati i tempi e le modalità di pagamento della spesa indicata nel preventivo prescelto. L’assemblea nomina il direttore dei lavori ed il responsabile della sicurezza sempre sulla scorta dei preventivi presentati dai condomini possono anche essere la stessa persona. Successivamente viene,

quindi, dato incarico all’amministratore di sottoscrivere un contratto di appalto con la impresa vincitrice in cui andranno specifi cati, sulla base di quanto deciso dall’assemblea, i lavori che l’impresa dovrà eseguire e fi ssati i tempi e modi di realizzazione dei lavori, le responsabilità per i casi di ritardo o di errori o di vizi nella esecuzione dei lavori (conviene farsi rilasciare dall’impresa una fi deiussione a garanzia sull’importo dei lavori appaltati). Le somme ripartite per la tabella di competenza dovranno transitare sul conto del condominio e l’amministratore poi dovrà bonifi carle all’impresa. Il saldo fi nale verrà corrisposto dopo l’esito positivo del collaudo, cioè della verifi ca fi nale dei lavori eseguiti. Per la detrazione fi scale, l’amministratore rilascia ad ogni condomino la certifi cazione dei bonifi ci versati all’impresa ed attesterà quanto ha versato ogni condomino.

Lavori straordinari e ...necessari

Dopo la bella vittoria con il Tuscania Viterbo la Sigma Aversa perde di misura nelle

due doppie trasferte contro la prima in classifica, il Castellana Grotte e contro il Potenza Picena. Due partite in cui la squadra allenata da mister Bosco riesce comunque a portare via due punti utili non solo per quella che Di Meo e com-pany continuano a chiamare la lotta per la salvezza ma anche per rimanere, visti i risultati incrociati, saldamente quarti in classifica, posizione utile per l’ac-cesso ai play off promozione. Diciamo a giustificazione anche di questi piccoli cali di prestazione che i ragazzi hanno dovuto affrontare anche la trasferta di Mondovì per la coppa Italia persa per tre a uno, e quindi in appena sette giorni hanno dovuto macinare oltre quattro-mila chilometri, e il continuo impegno agonistico con tante partite in pochi giorni, ha anche contribuito a piccoli

Ritorna la storica sfi da con il Lagonegro

infortuni, che non hanno permesso ad alcuni giocatori di rendere al cento per cento. E il campionato prosegue inesorabile non rispettando neanche la festa del Santo Natale. I ragazzi infatti saranno in campo il giorno di Santo Stefano al PalaJacazzi contro ormai la storica avversaria: il Lagonegro. I

lucani protagonisti proprio con l’Aversa negli scorsi campionati di serie B2 e B1 di sfide epiche, e talvolta anche di strascichi polemici. Quindi alle 18.30 del giorno 26 dicembre tut-ti al PalaJacazzi per tifare Sigma Aversa, ricordando inoltre che il giorno 5 gennaio, alla vigilia della Befana, i ragazzi scende-ranno di nuovo in campo alle 20.30 nel palazzetto dello sport aversano contro

il Club Italia (squadra vivaio della Na-zionale Italiana di volley). Nella calza ci aspettiamo sei punti da questo doppio impegno casalingo, che serviranno a proiettare la squadra di Sergio di Meo e del vice presidente Paolo Santulli sem-pre di più in posizioni di primo piano.

Giuseppe Lettieri

Time out con il coach Bosco

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COMPLEANNO

LAUREA

AUGURI

AUGURI

AUGURI

AUGURIPotete scriverci alla nostra e-mail: [email protected] Gli

annunci e le foto saranno pubblicati dando la priorità ai primi pervenuti

Ha festeggiato i suoi primi 6 anni il 13 dicembre la graziosa Emma. Per lei au-guri speciali da i genitori e dalla nonna Emma.

I più affettuosi auguri alla bellissima Enza Roma, figliuola dell’avvocato Angelo e della dottoressa Iolanda Dello Margio , per il suo secondo compleanno festeggiato con i nonni paterni Marcello ed Enza ed i nonni materni Giovanni e N unzia e tanti famigliari ed amichetti.

Nella chiesa della Madonna di Casa-luce, don Pasqualino De Cristofaro ha amministrato il sacramento del battesi-mo ai due bellissimi gemelli Angelo e Giuseppe , diletti figlioli dell’avvocato Maurizio Golia e della dottoressa Ma-riarosaria de Angelis. Padrini di fonte battesimale l’ortopedico dott. Mimmo Falco e lo zio paterno dei bambini, Francesco Golia.

Affettuosi auguri per Martina Mari-niello, figliola dell’ingegnere Franco e della dottoressa Tonia Caterino che, venerdì 30 dicembre festeggerà il suo tredicesimo compleanno con i genitori, i nonni paterni Giuseppe e Francesca, la nonna materna Giovanna e tanti amici.

Tanti auguri a Noemi, che ha festeg-giato l’onomastico il 14 dicembre, dai genitori Rosalia e Francesco e dalla nonna Emma.

Augurissimi alla neo dottoressa Maria Donnini che si è laureata col massimo dei voti (110 e lode) presso la “Federico II” di Napoli in Scienze Biologiche. Au-guri da papà Paolo, da mamma Imma e dagli amici.

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L’abitudine al fumo ha effetti negativi sulla salute del parodonto

Tabagismo e Malattia ParodontaleLa parodontite è un infiamma-

zione che riguarda i tessuti che sostengono i denti (tessuti paro-

dontali) e se non adeguatamente curata ne determina la perdita. Alla base dello sviluppo dell’infiammazione a carico dei tessuti parodontali vi è l’accumulo di placca batterica, cioè depositi estesi di microrganismi i cui processi metabolici producono una varietà di fattori irritanti e dannosi alle strutture di mantenimento dei denti.Il rischio aumenta con l’età e se non si osserva un’adeguata igiene orale, si deduce da ciò l’importanza di eseguire controlli periodici per fare una adeguata prevenzione. Il trattamento terapaeutico del paziente comprenderà: 1. Misure causali, che hanno come obiettivo la rimozione e il controllo delle varie infezioni causate da placca; 2. Misure correttive che includono i procedimenti

terapeutici tradizionali come la chirurgia parodontale, la terapia endodontica ed il trattamento restaurativo e protesico; 3. Misure di mantenimento per la preven-zione delle recidive della malattia. Ogni paziente viene inserito in un sistema di richiami che include : un programma di controllo della placca eseguito con procedimenti di detartrasi e levigatura

delle radici , applicazioni di fluoro ecc. ed istruzioni d’igiene domiciliare sotto supervisione professionale.Tutti gli studi scientifici hanno dimo-strato che l’abitudine al fumo ha effetti negativi sulla salute del parodonto (gengiva, osso, fibre, radice dentale) e che influenza negativamente la progres-sione della malattia parodontale. Tali ricerche hanno suggerito che i sintomi dell’infiammazione appaiono ridotti nei soggetti fumatori, questa condizione è tuttavia sfavorevole perché non consen-te di intervenire negli stadi iniziale della malattia parodontale se non quando i danni sono irreversibili e i denti irrecu-perabili. Inoltre sono risultati aumentati i valori come: la perdita d’attacco pa-rodontale e la perdita di osso alveolare inducendo ad ipotizzare una relazione dose-effetto nell’uso delle sigarette.

dott. Vito Silvestri

SALUTE

Vito Silvestri

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Pienone esagerato al Metropolitan per la serata di beneficenza pro terremotati

Giovanni Bo, Presidente della Piccola e media Industria di Caserta, ha omaggiatoil cantante di uno stupendo e gigantesco piatto di ceramica

Peppino Di Capri, grandi successi e nuovi brani

w Luca Faenza

MUSICA

Pienone esagerato al Metropolitan per la serata di beneficenza pro terremotati del Centro Italia or-

ganizzata dal Lions Club Aversa Città Normanna, con il patrocinio della Città di Aversa, e che ha visto protagonista assoluto il cantante Peppino di Capri, vera icona della musica leggera italiana. “Vedere il Teatro Metropolitan pieno in ogni posto - ha detto Anna Maria Petrillo presidente dei lions aversani - mi ha davvero emozionato. La gara di solidarietà ha funzionato e devo ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile tale successo, dall’immenso Peppino Di Capri, ai suoi musicisti, con un particolare riferimento ad Enzo Anoldo, tra l’altro nostro concittadino, che è stato fondamentale per l’orga-nizzazione dell’evento. Poi il sindaco De Cristofaro e l’assessore Oliva, le associazioni che hanno collaborato in sinergia con noi, l’istituto alberghiero “Drengot” con il suo dirigente Nicola Buonocore e le professoresse Elisabetta Mazzarella e Brigida Bortone, il diretto-re di “Nerosubianco” Giuseppe Lettieri per aver condotto perfettamente l’intera manifestazione, e anche tutte le amiche che mi hanno sostenuto e gli sponsor. Ovviamente un ringraziamento parti-colare ai soci del club lions aversano per il sostengo e l’impegno alla miglior riuscita dell’iniziativa”. Prima di Di Capri, sulle tavole del mas-simo aversano, si era esibita la Mille Culure tribute band a Pino Daniele che aveva riscaldato, musicalmente in modo egregio, il pubblico con le splen-dide canzoni dell’artista napoletano scomparso due anni fa. Peppino Di Capri poi non ha lesinato i

suoi successi alternandoli con tre brani in anteprima assoluta, che fanno parte del suo nuovo Lp uscito in questi giorni. Ed inoltre tanti i momenti di dialogo con il pubblico che ha davvero apprezzato in modo unanime l’iniziativa facendo

anche delle vere coreografie con le luci dei cellulari accesi che hanno preso il posto dei superati accendini. Alla fine del concerto e prima del bis, sul palco insieme al sindaco De Cristofaro, è salito anche il professore dell’universita “Federico II” di Napoli, Ermanno Bocchini, past direttore inter-nazionale dei Lions, che ha annunciato che Di Capri sarà testimonial in alcuni eventi Lions. Infine Giovanni Bo, già presidente dei Lions aversani e Presidente della Picco-la e media Industria di Caserta ha fatto omaggio al cantante di uno stupendo e gigantesco piatto di ceramica, molto apprezzato da Peppino di Capri, che, nel ringraziare tutti della splendida ac-coglienza, ha sottolineato anche di aver particolarmente gradito la mozzarella donatagli dal presidente del Leo Club Antonio Ferraiuolo.

“Vedere il Teatro Metropolitan pieno in ogni posto - ha detto Anna Maria Petrillo presidente dei lions aversani che hanno organizzato - mi ha davvero emozionato”

La consegna a Peppino Di Capri del piatto in ceramica di “Esagono”

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Ancora una grossa soddisfazione per il laboratorio Biomedical di Aversa del dott. Antonio

Carrino. Al tradizionale congresso dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani, associazione scientifica senza scopo di lucro per lo sviluppo della Microbiologia clinica, il Laboratorio Biomedical ha, infatti, presentato un proprio contributo scientifico, valutato positivamente e accettato dalla Segre-teria Scientifica. Il lavoro, realizzato in collaborazione con i ricercatori Ab Analitica di Padova e l’Uoc Medicina di laboratorio dell’ospedale di Dolo (Ve-nezia), per tutta la durata del Congresso è stato esposto nell’apposita area.L’argomento tratta di una patologia conosciutissima ma non ancora ab-bastanza da essere del tutto debellata, “l’Epatite C”. L’epatite C, invero, è una

In laboratorio, grazie alla tenacia del dott. Pasquale Griffo e della dott.ssa Rita Carrino, sono riusciti a riconoscere il genotipo di diffi cile identifi cazione

Il lavoro presentato al Congresso dell’Associazione Microbiologi Clinici

La Biomedical e il genotipo dell’epatite C

w Italia Mauriello

SCIENZA

delle malattie del fegato più diffuse e costituisce ancora un serio problema per la sanità pubblica, anche se negli ultimi

anni molto si è speso e fatto in prevenzione, diagnosi precoci e terapie farmacologiche.Relativamente alla terapia far-macologica da somministrare ad un paziente affetto da epatite C la determinazione del genotipo del virus è importantissimo: conoscere il genotipo dell’ HCV permette di personalizzare le dosi e la durata del trattamento farmacologico con evidenti benefici per il paziente stesso. Il lavoro presentato ha preso avvio dal caso di un paziente affetto da Epatite C e per il quale alla Biomedical di Aversa, in labora-torio, grazie alla tenacia del dott. Pasquale Griffo e della dott.ssa Rita Carrino, sono riusciti a rico-noscerne il genotipo di difficile

identificazione. Questo permetterà una cura estremamente mirata del paziente in questione.

La sede Biomedical di Aversa

Anche quets’anno La Ck Street Dance di Alfredo Ruffo, scuola di hip hop di Aversa, vince

i piu importanti contest Italiani, non facendosi mancare nulla: ha riaperto con il progetto “Il Give Your Knowleg-de”, che vede i migliori ballerini di hip hop, house , popping , dance hall, locking breaking confrontarsi con le metologie innovative della danza hip hop con Dario dange Claudi, Johannes Palmieri, Salvatore Perugini, Alessio Alterio, Gianluca Cacace, Claudia Orefice, Chiara Stella Saporito, Alessio Sardiello, Flavia Ginorio, Marco Ruben Mataluna, Francesco Ciliberti, Enrico Andreozzi Antonio Petruccio, Martina Nuovi successi per l’equipe di Ruffo

Hip hop, l’equipe di Ruffo si confermaVollero, Luigi Basilico, Luigi Swan, Federia Giusto e tanti altri. Portando i ballerini della Ck a livelli si sono svolte le competizioni a squadre e contest di Hip hop del Listen to My flow dove la la squadra aversana ha gareggiato con due gruppi under 13 e over 18 e dove i nostri ragazzi si sono distinti rispetto a tutti gli altri, vincendo nelle categorie e vincendo nel contest 1vs1 under 18 con la ballerina Noemi Chmielewska, mentre nella competizione urban supremacy under 18 1vs1 svoltasi in Calabria ha vinto la nostra Sabri-na Fanara e vince anche il 2vs2 con Arianna Pucci.

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Radio Aversa tor-na a dare voce agli aversani

dopo ben ventiquattro anni. Era il 1992 quando per impegni familiari inderogabili fui costretto a chiudere le trasmissioni. Era il 1982, infatti, quando in un grande appartamen-to ubicato nel Parco delle Acacie, nacque Radio Aversa. Gli studi ampi, moderni e attrezzati con le ultime diavolerie elettroniche in quei dieci anni ospitarono e diedero voce a migliaia di aversani. Tra i più noti professionisti aversani cito, solo ad esempio, l’amico Nino Mazzarino, per anni voce simbolo di Radio Aversa prima e City Radio dopo, attualmente personaggio di punta di una delle emit-tenti radiofoniche più famose d’Italia: RTL 102.5, Radio Aversa e City Radio hanno, quindi, rappresentato per la città

di Aversa e per tutti gli aversani una delle poche realtà locali in grado di controbattere lo strapotere in campo informativo di Napoli e Caserta. I piacevoli e indelebili ricordi di quella straordinaria esperienza mi hanno convinto a chiedere ad alcuni carissimi amici di rifondare la radio e continuare il viaggio interrotto nel ’92. A quest’appello hanno risposto entu-

siasticamente Stefano Montone, Pino Cannavale, Benny Fedele e mio fratello Gianluca che, insieme al sottoscritto, hanno creato l’Associazione di Promo-zione Sociale Prometheus che, tra le tante altre iniziative, si occuperà anche della gestione editoriale di Radio Aver-sa. E’ iniziata, quindi, anche grazie alla collaborazione degli sponsor Union Gas Metano&Energy e YOU Call Internet e

Voce, questa nuova avventura, inizial-mente solo sul web (www.radioaversa.it) e successivamente in Fm. Tra l’altro l’utilizzo del web, che agli inesperti potrebbe apparire come una limitazione, in realtà è una straordinaria occasione per far ascoltare la “voce della tua città”, come recita il claim, a tutti gli aversani e in qualunque luogo essi si trovino. Tramite il web, Radio Aversa è ascoltabile in Italia e all’estero, senza quelle limitazioni geografiche tipiche della Modulazione di Frequenza. Con le nostre App (scaricabili facilmente da Google Play e prossimamente da Apple Store) la radio è ascoltabile dovunque tramite qualsiasi smartphone o telefoni-no dotato di accesso a internet. Con l’ADSL e nelle zone coperte dal Wi-Fi, si potranno ascoltare i programmi con tablet, computer fissi e portatili. Con gli apparecchi stereo dotati di Bluetooth (praticamente tutti) Radio Aversa si può ascoltare anche in auto. Una copertura totale che ai tempi delle trasmissioni in FM era impensabile poter avere. Giuseppe Cristiano

Mi è caro, nel rinnovo delle adesioni in questo Natale, recuperare la memoria del

Presidente dell’Azione cattolica e poi Vicepresidente della Magistratura per averlo incontrato la prima volta in Napoli, a Cappella Cangiani, il 2-3 dicembre 1967, nella Casa dei Gesuiti, e mai avrei immaginato che quell’incontro era destinato a segnare tanta parte della mia vita. Colà il Presidente “generale” (non ancora “nazionale”) dell’Azione cattolica italiana aveva convocato le presidenze diocesane dell’Azione cattolica di tutte le regioni del Meridione, nel terzo convegno interregionale (dopo quelli di Milano e di Roma) per dare mano all’opera di rinnovamento associativo conseguente al ringiovanimento della Chiesa con il Vaticano II. Il Concilio

La Diocesi di Aversa e Vittorio Bacheletdell’apostolato dei laici secondo le norme e lo spirito del ringiovanimento conciliare della Chiesa. Egli volle perciò che il nuovo statuto partisse dalla base con la scelta a votazione segreta di quattro presidenti diocesani nella Giunta Centrale, la storica Giunta della quale era stato a suo tempo segretario don Luigi Sturzo. Ci accingemmo al lavoro in Roma, nella sala Armida Barellid, dal 1967 al 1970, in quattro sessioni trimestrali di marzo, giugno, settembre, dicembre. L’assiduità frequentazione mi consentì di chiedergli di venire nella diocesi di Aversa e fu così che venne tra noi il 30 marzo e il 13 aprile 1968, quale Maestro di vita, specchio di bontà e perciò martire di coerente testimonianza da Vicepresidente del consiglio superiore della magistratura.

Luciano Orabona

ecumenico, indetto da san Giovanni XXIII, era stato celebrato dall’11 ottobre 1962 al 5 dicembre 1965. Il 18 novembre dello stesso anno il Beato papa Paolo VI aveva promulgato il decreto Apostolicam Actuositatem, con cui venivano applicate al laicato cattolico le norme della costituzione dogmatica del concilio sulla Chiesa Lumen gentium, il testo sull’apostolato dei laici che tratteggia al. n. 20 le quattro note distintive dell’Azione cattolica: suo fi ne è il fi ne apostolico della chiesa di evangelizzazione e santifi cazione, con la formazione cristiana delle coscienze; collaborazione con la gerarchia ecclesiastica in modo proprio e responsabile; azione a guisa di corpo organico; mandato eventuale della gerarchia. Tutto ciò comportava riformare l’organizzazione primigenia

Era il 1992 quando fummo costretti a chiudere le trasmissioni

Rinasce “Radio Aversa”

LA NOTIZIA

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L’EVENTO

“Tota Pulchra”: presentati anche i restauri di quattro chiese mariane di Aversa

La Cei, di cui è vice presidente il nostro Vescovo, salva i tesori aversani con l’otto per mille ma don Ernesto Rascato lo dimentica esaltando solo gli altri contributi

La Cappella del Tesoro e i meriti di don Clemente

Un bel momento quello vissuto il 15 dicembre scorso nella Chie-sa Cattedrale di Aversa. E’ stata

inaugurata la Cappella del Tesoro delle Reliquie, chiusa per quasi un decennio per lavori di restauro architettonico e storico-artistico, e sono stati presentati i lavori di restauro di quattro chiese mariane cittadine, restituite al pubblico culto grazie al contributo dei fondi otto per mille della Conferenza Episcopale italiana: la chiesa dell’Immacolata Concezione, la chiesa di S. Maria delle Grazie, la chiesa di S. Maria la Nova e la chiesa di S. Maria della Pietà.A segnare la manifestazione “Tota Pulcra” in positivo è stato il convegno con la partecipazione del Vescovo, del Soprintendente alle Belle Arti di Caserta e Benevento, l’arch. Salvatore Buono-mo, dell’l’arch. Giuseppina Torriero, per anni delegata in Soprintendenza per il nostro territorio, e di mons. Ernesto Rascato, responsabile regionale dei beni culturali ecclesiastici. Positivo perché sono state dette cose chiare e precise, senza peli sulla lingua, come il “richia-mo” che è arrivato dal Soprintendente alla Diocesi per la lenta e difficile opera di catalogazione di tutti i beni posseduti “l’unica vera azione per combattere sottrazioni e furti” quasi all’ordine del giorno, o come la puntualizzazione del Vescovo all’intervento di don Ernesto che ringraziava oltre misura alcune ditte private, senza sottolineare che il merito principale di questi restauri sta solo nei fondi della Conferenza Episcopale Italiana dell’“ottoxmille”, senza i quali nulla sarebbe iniziato. Una dichiara-zione, quella di don Ernesto, oltretutto politicamente infelice considerando

il fatto che il nostro Vescovo è il vice presidente della Cei per il sud. La nota negativa è stata la scarsa presenza di pubblico che denota ancora una volta la disaffezione degli aversani per il nostro straordinario patrimonio culturale e per il bello in generale. All’inaugurazione della Cappella del Tesoro, dove sono custodite le reliquie dei santi patroni della città e della diocesi, infatti, do-

vevano essere almeno presenti le rappresentanze di tutte le scuole di Aversa (ma sono state invitate?) e tutti coloro che fanno della difesa delle nostre bellezze il loro vessillo quotidiano. Così non è stato e questo rattrista non poco. Don Ernesto ha presentato il restauro della Cappella del te-soro quasi come un suo merito. Non ha detto, ad esempio, del grande ruolo avuto da don Cle-mente Petrillo, il parroco della Cattedrale, che invece è abitua-to a seminare anche se lontano dalle luci della ribalta. A don Clemente abbiamo chiesto di

parlarci dei segreti di questo straordi-nario recupero. “Questo restauro parte in effetti dal mio interessamento - ci ha detto - sostenuto dall’on. Nicola Caputo che, circa dodici anni fa, mi fece avere un contributo regionale di 150.000 euro. Sento di ringraziare in questa occasione la dottoressa Maria Rosaria Arena, che ora non è più tra noi, che ha lavorato molto al restauro della cappella del teso-ro. Dopo la sua morte mi sollecitò l’ex sindaco Sagliocco a proseguire, anche se, con la sua dipartita, dal Comune non è arrivato il contributo che mi era stato promesso. Trovai un’impresa, quella dei Della Rossa di Vitruvio Restauri, che ha completato il lavoro con appena altri ventimila euro che ho messo a disposi-zione con i risparmi della parrocchia. Così come l’impresa di Angelo Gallo ha allestito gratuitamente l’impalcatura per diversi mesi. Gli interventi hanno riguardato soprattutto il recupero degli affreschi e delle porte in oro zecchino”. Oggi la cappella del tesoro del Duomo di Aversa è uno spettacolo che non può non essere goduto.

La cappella del tesoro del Duomo

Don Clemente Petrillo

w Nicola De Chiara

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di Geppino De Angelis

Dibattiti politici e…….caciare

Se qualcuno all’indomani dell’esi-to del referendum costituzionale, conclusosi con una sonora….

sberla per il premier (ormai ex) Renzi e per quanti si erano impegnati per la vittoria del “sì” avesse seguito i vari dibattiti televisivi per conoscere da esponenti politici ed opinionisti le cause del risultato, certamente ne avrebbe tratto, come noi, delle conclusioni a dir poco…..nauseanti. Si è assistito, infatti, per varie sere ad una serie di risse verbali che poco o niente avevano di un dibattito. Esponenti politici (o pseudo tali) che hanno dato la peggiore dimostrazione della loro aggressività verbale, con sovrapposizione degli interventi, quasi dovesse essere il tono di voce esasperato per far valere le proprie ragioni, dimenticandosi nella maniera più assurda di quei ...poveri disgraziati telespettatori che speravano solo di sapere se a far vincere il “no” era

Ma dove, a nostro modesto parere (che non siamo bacchettoni o moralisti d’as-salto) e di tanti nostri lettori, si è supera-to ogni limite, è stata la teletrasmissione de “La7” dove ha ….spadroneggiato, ad onta dei continui, inutili interventi del conduttore (vero asino in mezzo ai suoni, come suol dirsi dalle nostre parti) Vittorio Sgarbi con la sua veemente aggressività verbale ed il suo ben noto linguaggio scurrile da c…..zo a c…lo. Un linguaggio che, se serve a richiamare l’attenzione, dovrebbe essere bandito da un uomo di cultura com’è. Si obietterà, forse, che la teletrasmissione “Piazza pulita” con lo show “sgarbiano” era oltre la fascia oraria “protetta” , ma an-che le persone anziane come noi hanno diritto ad assistere a dibattiti “normali”, se non altro per non …..farsi rompere i timpani da interventi urlati, salvo che non si debba essere costretti ad utilizza-re il telecomando.

Vittorio Sgarbi

stata la “ personalizzazione” renziana o la rabbia degli italiani per la crisi, la disoccupazione giovanile, le ruberie, gli scandali e così via. Uno squallido spettacolo offerto non solo da alcune emittenti “commerciali” ma anche da qualcuna più importante, a livello nazionale.

“Oscar è un Campione. Lo è stato in campo e continua ad esserlo fuori.

Un casertano a tutti gli effetti e quindi, il minimo che potessimo fare, noi di questo meraviglioso territorio, era conferirgli la cittadinanza onoraria e consegnargli il nostro premio 2016”. Così il Presidente del Panathlon ‘Terra di Lavoro’, l’onorevole Paolo Santulli durante il conviviale che si è svolto presso il Gran Hotel Vanvitelli di San Marco Evangelista. Più di un centinaio le persone presenti nella hall dell’albergo. Oltre ai soci della blasonata associazione (tra i quali i Presidenti delle aree vicine) e agli invitati, c’erano tanti tifosi. Giovani e meno giovani che sono cresciuti o si sono avvicinati al basket grazie ad O’Rey. Richieste di selfie, di autografi ma anche numerosi abbracci affettuosi e strette di mano. In sala il Presidente

Santulli premia il grande Oscars i m b o l i c a alla moglie di Oscar, C r i s t i n a Schmidt, li ha ringra-ziati “per-ché avete contribuito a far cono-scere ulte-r i o r m e n t e la nostra p r o v i n c i a in Europa e

nel Mondo. Ci siamo emozionati un po’ tutti quando lo abbiamo ammirato, nelle vesti di portabandiera del suo Brasile, alla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Rio, dal momento che lo consideriamo uno di noi. Da oggi Oscar diventa anche socio onorario del Panathlon ‘Terra di Lavoro”.

del Coni Ca-serta, Mimmo De Simone, il Delegato dell’Ussi Lu-cio Bernardo, il Presidente della Vol-leyball Aversa Sergio Di Meo, il Diret-tore generale della Pasta Reggia, Gino Guastaferro e, dulcis in fundo, il Sindaco di Caserta Carlo Marino. Successivamente è ini-ziato il meeting che ha visto protagonisti l’ex giocatore della Juvecaserta, il Pre-sidente del Panathlon ‘Terra di Lavoro’, Paolo Santulli, e il Governatore della Campania del club, dottor Poly San-guineti. Santulli, consegnando una rosa

Santulli premia il cestista Oscar

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Il Vescovo ridisegna la Curia, don Carlo Villano diventa responsabile dell’area “Carità”

“E’ stato un cammino faticoso ed entusiasmante al tempo stesso”. Alla direzione dell’ufficio comunicazioni sociali ora andrà don Francesco Riccio

“Ringrazio tutti, sono stati anni molto belli”

In occasione del tradizionale incon-tro con i giornalisti di fine anno, lo scorso 17 dicembre, il Vescovo

di Aversa, mons. Angelo Spinillo, ha ufficializzato una profonda revisione della curia e degli uffici diocesani. Dopo tanti anni, va segnalato anche l’avvi-cendamento alla direzione dell’ufficio comunicazioni sociali: don Francesco Riccio, già da tempo alla direzione della pastorale giovanile, prenderà il posto di don Carlo Villano, che abbiamo incontrato per un personale bilancio alla guida dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi.Don Carlo, quali sono le sue emozioni al riguardo e che bilancio si sente di tracciare?Al termine di questi anni sento il dovere di esprimere i miei personali ringrazia-menti ai Vescovi che mi hanno voluto prima, e confermato poi, nel ruolo di Direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali. È stato, quello di questi anni, un cammino faticoso ed entusiasmante al tempo stesso. Abbiamo cercato di instaurare rapporti personali di conoscenza con i giornalisti del nostro Territorio, i quali hanno sem-pre dimostrato molta attenzione e vivo interesse verso la vita della Chiesa di Aversa. Momenti molto belli sono stati gli incontri periodici dei giornalisti con il Vescovo, come quello ultimo per gli auguri di Natale, con la presentazione alla stampa della lettera Per amore del mio popolo non tacerò, in occasione dei venticinque dalla prima presentazione nel Natale del 1991, ad opera dei sacer-doti della forania di Casal di Principe, tra cui l’amico e mio Capo scout don Peppino Diana; mi piace pensare di

passare il Testimone proprio in questa occasioneQuali sono i valori sui quali ha scelto di improntare il lavoro svolto in questi anni e quali le principali innovazioni introdotte?Naturalmente io sono dell’idea che da soli non si fa nulla di buono, non si va da nessuna parte; forse questa convinzione parte dal mio vissuto, nella consapevolezza della necessità di dover lavorare in equipe. Ed allora vorrei sottolineare come nel corso degli anni si è creata ed implementata la Commis-sione Diocesana per le Comunicazioni Sociali; tengo qui a ringraziare Suor Giovanna, Giampaolo Graziano, Rita Castiello, Mariolina Ferraro, Riccardo dell’Aversana, Alfonsina Venditti ed Antonio Vitale. Oggi credo che il ruolo del comunicatore sia in una fase di pro-fonda trasformazione; basti pensare al ruolo, all’importanza ed alle domande che oggi i nuovi social portano con sé. È una comunicazione, quella delle notizie, che ha vissuto una profonda evoluzione: oggi internet ti porta il mondo in casa e la tua casa nel mondo. Gli stessi tempi della Comunicazione sono in una pro-

fonda trasformazione; basti pensare all’immediatezza della notizia che raggiunge in un attimo ogni angolo del mondo; basti pensare al controllo stesso dell’infor-mazione in diverse aree del globo. Ecco, credo siano questi i temi, eticamente interessanti, della comu-nicazione oggi. È a partire da questa situazione, e tenendo presente i mute-voli contesti, che l’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi ha assunto un

aspetto ed una connotazione differente nel corso degli anni. Se identici sono rimasti lo spirito e le finalità, certamente il metodo di lavoro e le attività hanno subito una profonda trasformazione. Oltre ai comunicati stampa abbiamo implementato il sito Internet, la pagina Facebook, l’account tweet del Vescovo e numerosi servizi video; abbiamo anche fornito dei comunicati video che sono passati attraverso tv locali. Altre iniziative sono in cantiere ma credo che di questo sia bello che a parlarne sia don Francesco Riccio, che raccoglie il testimone. Spinillo ha deciso di nominarla Responsabile dell’Area «Carità e dialogo con la società», uno dei tre macro-ambiti nei quali si suddividerà la curia in larga parte ridisegnata. Con quale spirito si avvicina a questo nuovo incarico?Con lo spirito di chi cerca di servire il Signore nel Territorio che viviamo; un territorio che ha bisogno sempre più di ponti tra credenti e cercatori di Dio, tra credenti e non credenti. Come sosteneva il Cardinale Martini in uno dei sui ultimi testi, siamo tutti nella stessa barca.

Don Carlo Villano

DIOCESI

w Nicola De Chiara

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L’ESCLUSIVA

I suoi abitanti si sono sempre sentiti separati da Aversa. Ecco il perché

Già il toponimo fa sorgere parecchie perplessità e ignoto è il richiamo al “ponte”, una struttura della quale non si ha memoria. Ma c’è ancora via Ponte di Friano...

La storia vera del “Ponte Mezzotta”

w Salvatore de Chiara

La zona della città di Aversa nota come “Ponte Mezzotta” rappre-senta un suggestivo esempio

delle stratificazioni storiche che hanno interessato il territorio aversano e che ne delineano attualmente le vicende, peraltro, senza che ne siano ben chiari i dettagli. Ancora oggi quella zona, ricadente tra Aversa e Sant’Antimo, è definita sovente una frazione del Comune di Aversa, pur non avendo tale status giuridico, ed i suoi abitanti si sono considerati fino a non molti anni fa, finché cioè non è intervenuta l’e-spansione edilizia a saldare i centri abi-tati un tempo separati dalle campagne,

come una sorta di enclave autonoma e separata rispetto ad Aversa, in maniera analoga con quanto avveniva, ed in parte avviene tutt’ora, con la zona di Borgo San Lorenzo. Le radici di questa condizione vanno ricercate nel passato

e nelle peculiari condizioni che nei secoli passati si sono verificate su quel territorio che oggi si considera a pieno titolo aversano. Già il toponimo fa sorgere parecchie perplessità, in epoca più risalente infatti l’area è indicata come “Ponte di Friano” ma non è chiaro da dove derivi tale denominazione, taluni hanno ipotizzato una derivazione latina, mettendo il toponimo in relazione con Frignano

e Briano e ricostruendo il nome come forma contratta di Forum Jani , cioè Foro di Giano, oppure ancora come riferimento ai posse-dimenti fondiari della famiglia ro-mana Freano. Ugualmente ignoto è il richiamo al “ponte”, una struttura della quale non si ha me-moria, eppure ancora attualmente una delle strade che in prossimità dell’area incrociano via Gramsci conserva la denominazione di Via Ponte di Friano. Nel corso del ’900 si è verificato un mutamento ancora più oscuro che ha portato quel territorio ad assumere il nome di “Ponte Mezzotta” per il quale non esiste alcun appiglio ricostruttivo, salvo l’ipotesi formulata dal giornalista Antonio Marino che

ritiene tale denominazione derivante da “mezz’otto” , cioè una località posta nel mezzo del tracciato moderno della via Appia tra Napoli e Capua, dividendo esattamente le circa sedici miglia che le separano in due percorsi di otto miglia ciascuno. La località Mezzotta è men-zionata con chiarezza almeno dal 1790. Storicamente la località risulta abitata con continuità, facendo salve eventuali presenze più antiche, dal XII secolo, quando vi fu edificata la chiesa di San Lorenzo di Friano, costruita nel 1151 e successivamente eretta in parrocchia: nei secoli cambiò anche intitolazione, venendo dedicata a Santa Maria delle Grazie, che ancora oggi è considerata patrona della “frazione”. Attualmente è diroccata ma testimonia ancora la pre-senza di un antico nucleo abitato di una certa rilevanza. Ponte di Friano è men-zionato nel 1459 tra i casali dipendenti da Aversa e sottoposti a tassazione.

1 - continua

La masseria Vergara (A. di Stato Napoli)

La chiesa di S. M. delle Grazie

In epoca più antica l’area è indicata come “Ponte di Friano” ma non è chiaro da dove derivi tale denominazione. Nel 1459 Ponte di Friano è un casale di Aversa

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TRADIZIONI

Un documento del 1774 riporta che era consuetudine ad Aversa regalarlo agli avvocati

Nel 1856 si contavano otto botteghe di “torrone”, tredici botteghe di “confettieri” o “speziali” e tre botteghe di “pasticcieri” o “credenzieri”

A Natale si mangiava il torrone di Aversa

w Enzo Della Volpe

Il torrone di Aversa

Un documento del 1774 riporta che era consuetudine per gli aversani, in occasione delle fe-

ste natalizie, regalare del torrone ai loro avvocati. Torrone che veniva regalato pure da alcuni proprietari terrieri ai loro «parzunali ‘e terre» (coloni) quando questi si recavano a casa loro per pagare il canone d’affitto, e lasciare, come consuetudine voleva, anche dei capponi.Nel 1856 nella città di Aversa si conta-vano otto botteghe di “torrone”, tredici botteghe di “confettieri” o “speziali” e tre botteghe di “pasticcieri” o “creden-zieri”. Aversa vanta da secoli una vasta produzione di dolciumi, basti pensare che già nel secolo XVII, durante la fiera dei SS. Apostoli, che si teneva nei pressi della Cattedrale di San Paolo, si consumavano quintali di «susamielli». Nell’Ottocento Aversa era conosciuta anche per la produzione di torroncini. E’ quanto abbiamo appreso dalla rivista “Le Cento Città d’Italia”, il supplemento mensile illustrato del giornale “Secolo”. Nel fascicolo dedicato alla nostra città si legge che Aversa era conosciuta non solo per il rinomato vino asprigno e la mozzarella di bufala, ma anche per i suoi richiestissimi torroncini. L’Agro Aversano ha sempre prodotto miele e cera. Nel secolo XVIII nella nostra zona si contavano circa trecento arnie per la produzione di miele, ma no-nostante ciò il quantitativo prodotto non era sufficiente per l’enorme quantità di torrone che si produceva nei laboratori dei nostri «torronai». Si narra che i commercianti di zucchero provenienti dalla Francia, prima di raggiungere la città di Napoli, si fermavano ad Aversa

per vendere ai nostri dolciari il loro prodotto. Il miele era il dolcificante dei poveri; lo zucchero costava parecchio. Ecco perché i nostri dolci natalizi, come gli struffoli, sono a base di miele. Il torrone, principalmente, è un dolce natalizio, ma gli aversani ne hanno sem-pre fatto un largo uso. Fino a pochi anni

fa i nostri torroncini, credo che ancora oggi qualche pasticciere aversano li produce, erano fedeli alla tradizione: a forma cilindrica, avvolti in carta bianca a mo’ di caramella con le estremità tagliuzzate. Questi torroni venivano regalati nei giorni di festa ai «fratielli», gli associati delle tante confraternite aversane. I caratteristici torroncini veni-vano regalati pure a quegli aversani che, per dar vita alla festa rionale, versavano alla commissione dei festeggiamenti un tanto a settimana ogni domenica per l’intero anno. Somme che venivano poi restituite con l’omaggio, appunto, dei tradizionali torroncini.Forse i più ad Aversa conoscono “la pietra di San Girolamo”, ancora oggi esposta nelle vetrine dei nostri pastic-cieri. Anche per la festività` di San Giuseppe gli aversani consumavano parecchio torrone e alla quale è legato un proverbio aversano: «San Giuseppe attacca ‘mpunto e l’Annunziata va truvanne reveglie». (San Giuseppe è puntuale, l’Annunziata cerca pretesti). I fidanzati, in occasione della festività di San Giuseppe, puntuali, regalavano alle loro fidanzate del torrone. Poi, queste, per la festività dell’Annunziata, sei giorni dopo, regalavano ai loro fidanzati delle zeppole ma, per le precarie condi-zioni economiche, queste inscenavano pretesti per non contraccambiare come voleva la tradizione. Questa breve pa-gina di storia aversana vuole non solo far conoscere la nostra storia e le nostre tradizioni ai più giovani, ma soprattutto vuole riscoprire quelle eccellenze che la nostra città ha sempre vantato in passa-to. Cosa che hanno saputo fare i maestri dolciari di Cremona, città conosciuta nel mondo soprattutto per il torrone. Insomma, vorremmo che anche da noi si coniugasse tradizione e modernità.

Nel supplemento “Le cento città d’Italia” si legge che Aversa era conosciuta non solo per il vino asprigno e la mozzarella, ma anche per i suoi richiestissimi torroncini

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I TESORI PERDUTI

E’ in un deposito del Museo Nazionale ma fu ritrovato nel nostro convento di S. Biagio

Molto probabilmente il pezzo proviene dalle rovine di Atella o di Liternum: un’epigrafe che celebra un grande personaggio romano, sommo triumviro

Il cippo marmoreo di Lucio Cesonio

w Franco Pezzella

La veste che ancora oggi ca-ratterizza il centro antico di Aversa è legata ai secoli finali

del Medioevo: soprattutto nella pianta urbanistica, dove vie e vicoli dagli an-damenti insoliti che talvolta seguono il percorso delle vecchie mura, intessono, come una ragnatela, percorsi imprevisti e collegano le varie arterie che si dipar-tono dal centro fino a darle un carattere radiocentrico. Ma anche le numerose chiese, i monasteri, i palazzi e i giardini che caratterizzano il nucleo antico della città, conservano, sebbene in misura mi-nore, i segni di un passato che affonda le proprie origini nel Medio Evo. Un passato, cui non fece specie, eviden-temente, il ricorso ai materiali di spolio provenienti dalle antiche città vicine di Atella e Literum a giudicare dai nume-rosi reperti d’epoca romana riutilizzati nelle fabbriche del tempo. Se è vero, infatti, che l’impiego di questi elementi (colonne, capitelli, pietre lavorate ecc.) fu determinato, specie nei primi periodi, dagli esosi costi dei materiali da costru-zione, dalla criticità dei trasporti, dalla mancanza di maestranze, e soprattutto dal facile reperimento di essi in loco, è pur vero che talvolta, particolarmente con la rinascita degli studi classici, que-sti materiali furono apprezzati anche per il loro valore estetico oltre che storico e simbolico, sebbene, il più delle volte sarebbero stati accostati arbitrariamen-te, secondo le necessità pratiche degli edifici per cui erano riutilizzati.Tra questi materiali va sicuramente annoverato il cippo marmoreo con un’i-scrizione dedicata a tale Lucio Cesonio Ovinio Manlio Rufiniano Basso che, conservato in un deposito del Museo

Archeologico Nazionale di Napoli, era stato trovato, alcuni decenni fa, nel cortile del convento delle benedettine annesso alla chiesa di San Biagio. Rin-venuto in circostanze ignote e segnalato

agli studiosi da uno studente napoletano, il cippo era stato trasformato, in epoca imprecisata, in vasca da abbeveraggio per le bestie, come denota la presenza di due fori, di cui quello nella parte superiore con tracce di ruggine, provo-cate senza dubbio dal tubo metallico della fontana e, ancor più, la presenza di consistenti segni di corrosione, sempre nella parte superiore, dovuti verosimilmente all’attrito esercitato dal muso degli animali che andavano ad abbeverarsi. Circa la provenienza del cippo, alcuni studiosi - sulla scorta dell’identificazione del Lucio Cesonio Ovinio Manlio Rufiniano riportato nel dettato epigrafico con un omonimo ricordato in un’altra iscrizione, andata dispersa ma sicuramente proveniente da Pozzuoli - lo ritengono non atellano ma proveniente, giusto appunto, dalla città flegrea o, in altra ipotesi, da Napoli. In quanto al personaggio celebrato dall’epigrafe ricaviamo che fu, tra l’altro, sommo triumviro, candidato alla questura, candidato alla pretura, sovrintendente del Tevere e delle cloache di Roma, curatore dell’ammi-nistrazione beneventana, legato della provincia dell’Africa cartaginese e tre volte sovrintendente della colonia di Cartagine, proconsole della provincia dell’Africa, giudice, prefetto di Roma e console suffetto (sostituto). Ricoprì inoltre le cariche sacerdotali di salio, sommo sacerdote del Sole e pontefice massimo. Una carriera pubblica inten-sissima, a ben vedere. Anche da qui, dunque, l’importanza dell’epigrafe che riportando un cursus honorum fra i più ricchi finora conosciuti della seconda metà del II secolo, fornisce agli studiosi della materia elementi importanti per lo studio dell’amministrazione pubblica in età romana.

Il dipinto di Emanuele Mollica

Il cippo fu trasformato in vasca da abbeveraggio per le bestie, come denota la presenza di due fori

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STORIA NOSTRA

Il bambino venne su alla buona e i genitori non si accorsero di nulla fi nché...

Uno strano “prevetariello”w Antonio Marino

Frongillo ‘o campagnuolo e sua moglie Teresinella ‘a scapigliata, una coppia di villici del nostro

contado, conoscevano soltanto la casa e il lavoro. Lui, dalla sagoma grottesca e le sopracciglia aggrottate, viveva del duro e sudato lavoro nei campi con la compagnia di un bue da traino. Lei, dai vistosi capelli stopposi, andava a vendere i prodotti della terra coltivati dal marito, su una trainella , per i paesi della zona. I due si ricongiungevano solo di sera, a fatica ultimata, per rac-contarsi quanto era accaduto o avevano fatto durante la giornata. Entrambi solevano sacrificarsi per mettere da parte qualche risparmio per il futuro. E a furia di conservare misero insieme un consistente gruzzolo

di danaro da comprarsi, dopo la morte dell’anziana padrona una parte della campagna che coltivavano e l’intero sta-bile dove occupavano (come fittavoli) un paio di capienti locali a pianterreno con annessi servizi esterni. Trovando qualche anno dopo la casa troppo gronde per loro due, pensarono opportuno di mettere al mondo qualche bambino/a e tanto provarono, data l’età di Teresinella, che alla fine (propizian-dosi anche il santo Patrono del paese) questo miracolo avvenne. Dopo più di un aborto, infatti, la donna stremata diede alla Luce al settimo mese di una gravidanza difficile, un maschietto che fu chiamato come il santo invocato …non possiamo precisare di più. Nato anzitempo e mezzo asfittico, per non aver avuto l’assistenza necessaria (prima e al momento del parto). il Non era il figlio che si aspettavano

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STORIA NOSTRA

Il padre, coperto di vergogna e arrabbiatissimo, si alzò e tuonò ad alta voce in dialetto: “Quando mai ne hai fatta una buona, fi glio mio!”

bimbo venne su così - come suol dirsi - alla buona con un gradiente intellettivo insufficiente per la sua età. Trascorse la prima infanzia in campagna, all’aria aperta, vivendo come un animaluccio senza il conforto degli altri bimbi e senza che i genitori - per troppo amore o ignoranza - si accorgessero di nulla. Aprirono gli occhi soltanto quando de-cisero di mandarlo a scuola e notarono che il bambino non ce la faceva a mante-nere il passo dei compagni di classe. Per non farlo capitare in una classe differen-ziata, si rivolsero al parroco del paese e questo brigò per farlo entrare in un istituto privato, gestito dalle monache. Non potendo fare altrimenti, consigliati su tanto, gli fecero poi continuare gli studi in un convitto religioso (un quasi seminario) situato sui monti dell’Irpinia …dove la sola cosa che contava era la retta da pagare, molto contenti di avere un domani un prete in famiglia …che allora era più che un onore.Passarono alcuni anni e si avvicinò il giorno fatidico: il figlio, divenuto ormai giovanotto, all’approssimarsi della fine degli studi seminaristici (?), comunicò ai suoi che sarebbe tornato a casa per le ferie natalizie …per una vacanza di una

ventina di giorni. Grande fu la gioia del padre e della madre che cominciarono a fare preparativi per tale evento cer-cando di riattare, alla meglio, anche lo stabile. Nel giorno stabilito il padre, col calesse e il cocchiere, andò a prenderlo alla Stazione di Aversa e grande fu la sua emozione nel vederlo scendere dal treno vestito da “prevetariello”. Saliti sul calesse si misero sulla strada del ritorno, che era illuminata dai ba-gliori lunari e, durante il tragitto questi non fece altro che dire “Oibò, questa luna è simile a quella che vedo dal mio collegio” ma, dato il momento, nessuno badò a quel che diceva. Giunti a casa, gli si fece gran festa: si sedettero intor-

no ad una tavola imbandita e, mentre stavano desinando, il “prevetariello” ne fece un’altra. Alzando gli occhi al soffitto notò che delle travi (non ripulite per tempo) avevano un colore da sembrare cacca e esordì col dire: “Mamma, come potrebbe che il babbo appozzabbo, cacabbo, schizzabbo sotto le trabbe e non cadrebbe?”, Teresinella sentendolo andò in visibilio, credendo che il figlio parlasse una nuova lingua; il marito invece rimase di stucco e cominciò ad avere dei sospetti sul figlio. L’ultimo atto si ebbe il giorno dopo, durante l’incontro di presentazione ai parenti ed amici. Il malcapitato “pre-vetariello”, invitato a fare un discorso d’occasione, non seppe profferire altro (sorseggiando del vino) che le parole “Quando mai e quando mai”, ripeten-dole più volte. A questo punto il padre, coperto di ver-gogna e arrabbiatissimo, si alzò e tuonò ad alta voce in dialetto: “Quando mai ne hai fatta una buona, figlio mio!”. Poi rivolto al cocchiere aggiunse: “Gianni, prendi il calesse e riporta indietro que-sto sciagurato perché è partito ritardato ed è ritornato scemo”.

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STORIA NOSTRA

Moltisssimi furono gli assegnatari delle terre e dei beni dei nobili aversani

La distribuzione dei beni dei Rebursaw Enzo Della Volpe

Riccardo era uno dei baroni più ricchi di Aversa, possedeva, oltre la sua abitazione, un palazzo con

giardino donatogli da sua madre e non solo. possedeva pure, oltre “botteghe” e mulini, beni anche in molte altre città, Napoli, Somma, Nola, Marigliano, Sa-viano, Palma, Cicala, Frignano Piccolo e San Cipriano. Possedeva i casali di Catapano, Ponticchio, Villa di Briano e una Starza a Campomarino. Beni che gli fruttavano non poche rendite in tarì d’Amalfi. Dal 6 dicembre 1268, s’iniziò a distribu-ire i suoi beni: Guglielmo d’Extendard, Comandante dell’esercito di Carlo, beneficiò della gran parte dei beni. Il 22 marzo 1269 Johanni de Salsiaco ricevette dei casali appartenuti ad

gli animi, dovette intervenire il re che ammonì quest’ultimo. Il 27 settembre Johanni Barberio acquisì altri beni; il 29 settembre Johanni del Sole, poeta e musico di corte, si aggiudicò dei terreni. Al medico Johanni de Casamiczula fu conces-so un terreno nel territorio di Fri-gnano Piccolo, oltre ad alcuni beni appartenuti al fratello di Riccardo, Unfridello. Pedro Carrel, panettiere di corte, ricevette pure Lui dei terreni. Hugone de Ablans e Pietro de Burgis si accaparrarono altre proprietà ancora ed ils econdo inca-merò anche alcuni beni di Altrude. Johanni de Andigitu si assicurò pure altri beni. Altri beni ancora

furono donati a Herrico Burgundi e a Roberto Asbergerico. Al maestro d’armi Pietro Coco e ai suoi familiari andarono

Altrude. Johanni Gualterio contese a Simone Gogeres, castellano di Aversa, alcuni beni di Riccardo e, per placare

Lo stemma dei Rebursa

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STORIA NOSTRA

i beni confiscati a Johanni de Modio, condannato a morte pure lui per essersi schierato con gli Svevo. I frutteti e i vigneti di Somma, sempre dei Rebursa, andarono a Roberto de Pedis. Ci furono altri assegnatari, ma ci fermiamo qui. Unfrido Rebursa, primogenito di Bartolomeo, per distinguerlo dal bisa-volo fu chiamato Unfridello. Nel 1239 Unfridello riceve da Federico II in custodia uno dei baroni presi in ostag-gio a Padova, Petraccio de Valdrano. Anche Unfridello è annoverato tra gli oppositori di Carlo. Unfridello possede-va, oltre i beni posti a Ottaviano, molti altri in Aversa, a Nola, a Marigliano, a Somma e nelle vicinanze del lago di Patria. Si presume che pure lui sia morto sul patibolo. Unfridello prese in moglie Sinibalda Caracciolo che portò in dote 300 once d’oro. In un documento del 1277 Sinibalda è menzionata quale vedova di Unfridello.Giovanni Rebursa, terzogenito di Bar-tolomeo, in un diploma del 21 febbraio 1274 subì anch’egli la confisca dei suoi beni in Aversa, andati poi a Hugo, Conte di Brenna e di Lecce. Giovanni possede-va in Aversa un palazzo nella parrocchia di S. Nicola. Come da documento del 15

sti non lasciava eredi. Giovanni Villeri ebbe una figlia, Isabella che, nel 1270, andò in sposa a Pietro Minutolo di Na-poli, portò in dote 100 once d’oro. Un documento del dicembre 1268 riporta che Giovanni Rebursa era ancora vivo, detenuto in carcere, ma non dovette rimanerci per molto perché Carlo non risparmiava i suoi oppositori. Pietro Rebursa, quintogenito di Bartolomeo, anch’egli fedele agli Svevo, non si sa se sia morto in carcere o sul patibolo. Nei registri d’archivio si menzionano due sue figlie: Senissora ed Elena. Nel 1268, dopo la confisca dei beni di famiglia, le figlie, ancora bambine, fu-rono mandate nel monastero di “Donna Regina” in Napoli. Ricevevano tre once d’oro al mese per il loro sostentamento. Il 19 agosto 1272 Senissora ottenne il permesso di unirsi in matrimonio con Gentile di S. Giorgio, che portava in dote 100 once d’oro. Roberto Rebursa, l’ultimo figlio di Bartolomeo, anch’egli oppositore di Carlo, subì ugualmente la confisca dei suoi beni. Il Calefati, cronista del 1514, riporta che le sue terre passarono a Guglielmo d’Extendard.

3 - fine

Il 29 settembre del 1269 anche Johanni del Sole, poeta e musico di corte, si aggiudicò dei terrenidi Riccardo, che possedeva terre anche a Napoli, Somma, Nola, Marigliano e Saviano

ottobre 1279, che si conserva nell’Ar-chivio del Capitolo di Aversa (trascritto da Maiorana nel suo manoscritto), il conte di Brenna era già proprietario in Aversa di un altro palazzo posto nella parrocchia di Sant’Andrea. Altri beni confiscati a Giovanni furono dati a Giovanni Villeri, un cavaliere fedele a re Carlo. Villeri ricevette pure i beni dei vassalli Giovanni Conte e Giovanni di Nocera, altri oppositori di Carlo. I beni in Aversa di Giovanni confinavano con quelli di Giacomo Cutona, Giacomo Filomarino, Roberto Capece e altri. I beni dati al Villeri, alla sua morte, 1273, passarono alla Regia Curia perché que-

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Un appuntamento che ci sentiamo di segnalare tra tanti discutibili

Il virtuoso violinista si esibirà presso la chiesa della Madonna di Casaluce con l’Ensemble d’Archi Aversana. Ospiti i pianisti Fiorenzano e Marzano

Amirante in concerto il 27 dicembre

w Giuseppe Lettieri

L’APPUNTAMENTO

Appuntamento con la grande musica il giorno 27 dicembre alle ore 19.30 presso la chiesa

della Madonna di Casaluce (San Pietro a Majella) di via Roma ad Aversa. Il talentuoso violinista aversano Edoardo Amirante si esibirà con l’Ensemble di Archi Aversana in un concerto, ad in-gresso libero, nell’ambito del cartellone di Natale ad Aversa promosso dall’Am-ministrazione Comunale. Il programma prevede la musica dei grandi composi-tori, da Paganini a Vivaldi, da Bach ad Elgar, ed ancora Satie e Monti con la sua famosissima Ciarda. A comporre l’ensemble del Maestro Amirante i violinisti Francesca Masucci, Guido Esposito e Alfredo Tescione, il violista

Lorenzo Iaquinta ed il violoncellista Pasquale Termini. “Ringrazio il sinda-co De Cristofaro, l’assessore Oliva e l’intera Amministrazione aversana, ed anche il parroco don Carlo Villano, per l’opportunità avuta – ci dice il virtuoso violinista Amirante- di condividere la musica dei grandi compositori in questi giorni di festa, con la cittadinanza. Sarà anche l’occasione per farci gli auguri per il nuovo anno. E non mancheranno sorprese. Infatti saranno miei graditi ospiti altri due talenti aversani, i pianisti Marco Fiorenzano e Luigi Marzano. Qualche altra novità la svelerò durante il concerto, a cominciare dallo strumen-to che suonerò.” Insomma per scoprire queste novità e soprattutto per ascoltare il talento di Edoardo Amirante e di tutti i suoi musicisti non resta che partecipare a questo concerto.La locandina del concerto

In un Teatro Cimarosa affollato no-nostante l’insolito orario successo di pubblico per la manifestazione

organizzata dall’Associazione Nazio-nale Magistrati, sezione Napoli Nord, in collaborazione con AversaDonna e l’AISLA con la proiezione del film “Indivisibili” di Edoardo De Angelis, interamente ambientato sul litorale domizio. In sala erano presenti anche il Presidente Garzo e il procuratore Greco ed il vescovo di Aversa Angelo Spinillo. Dopo la proiezione del film, davvero bello, il pubblico si è trasferito nel sa-lone Romano attiguo al teatro, dove ad attenderli oltre al regista c’erano anche alcuni attori del cast a cominciare dalle due giovanissime gemelle protagoniste Angela e Marianna Fontana che da Casapesenna con la loro magistrale

La presentazione del film

“Indivisibili”, un film da vedereparroco “cattivo” del film. Al tavolo dei relatori c’erano Giuseppe Cioffi e Clau-dia Maone, rispettivamente presidente e segretaria della sezione Napoli Nord di ANM, Elena Severino, presidente di AversaDonna, il sindaco di Aversa Enrico De Cristofaro, l’on. Antimo Cesaro, già sottosegretario alla cultura ed ex alunno del liceo Cirillo di Aversa, ed il Vescovo Spinillo. “Un film molto bello e denso di significati - ci ha detto il Vescovo - che offre tantissimi spun-ti”. Dobbiamo dare merito al regista Edoardo De Angelis di aver affrontato il tema del degrado non con il solito cliché di gomorriana memoria ma con una storia dai colori forti, dove sentimenti contrastanti e dualismo sono davvero indivisibili.

Giuseppe Lettieri

interpretazione hanno conquistato anche la critica al Festival del Cinema di Venezia, e Gianfranco Gallo (figlio dell’indimenticabile Nunzio Gallo), il

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