Nell’ex manicomio trovato il cadavere di un giovane...

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N. 5 | ANNO XX | 19 MARZO 2017 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.com L’opera rubata a Frignano era del Guercino? I genitori della scuola “Parente” sono stufi Sara Kowalczyk con la spada fa grande Aversa Montevergine, la chiesa dimenticata Le adozioni “allegre” degli spazi verdi Arrestato il Sindaco, città sgomenta Gli 80 anni di Geppino De Angelis La nomina di Zinzi inguaia il Sindaco Pasquale Ronza: “Aversani, vi vorrei più olandesi” Furti in appartamenti come prima più di prima 1998 - 2017: ventesimo anno di pubblicazione Degrado e morte Nell’ex manicomio trovato il cadavere di un giovane

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N. 5 | ANNO XX | 19 MARZO 2017 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.com

L’opera rubata a Frignano era del Guercino?

I genitori della scuola “Parente”sono stufi

Sara Kowalczykcon la spada fa grande Aversa

Montevergine,la chiesa dimenticata

Le adozioni “allegre” degli spazi verdi

Arrestato il Sindaco,città sgomenta

Gli 80 anni di Geppino De Angelis

La nomina di Zinzi inguaia il Sindaco

Pasquale Ronza: “Aversani, vi vorrei

più olandesi”

Furti in appartamenticome prima più di prima

1998 - 2017: ventesimo anno di pubblicazione

Degrado e morteNell’ex manicomio trovato il cadavere di un giovane

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Tutti insiemeappassionatamente

Montevergine, la chiesa dimenticata

Chi ha barato per i poveri morti di Nassirya?

La morte volontaria non mette tutti d’accordo

“ArditamenteDonna”, lesculture di Nicoletta Francia

Sara Kowalczyk fa grande Aversa

Arcate Musicali, musicae cultura nell’Aversa antica

PERIODICO DI CULTURA VARIADELL’AGRO AVERSANO

A DISTRIBUZIONE GRATUITA

Anno XX n° 5 - 19 Marzo 2017

Direttore ResponsabileGiuseppe Lettieri

Direttore EditorialeNicola De Chiara

Consulente di RedazioneGiuseppe Cristiano

Coordinamento EditorialeVito Faenza

Segreteria di RedazioneRaffaele De Chiara

Garante dei LettoriFranco Terracciano

EditoreAssociazione Dimensione Cultura

Piazza Municipio, 22Aversa

Periodico registrato presso il Tribunale di S. Maria C.V.

al n. 514 del 17.11.1998

RedazioneVia Michelangelo, 108 - Aversa (Ce)Tel. 081.198.14.930 - 388.19.87.510

www.nerosubiancoaversa.come-mail: [email protected]

StampaTuccillo Arti Grafi che srl

Afragola (Na)

SOMMARIO10

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Abusivi “pubblici” e parcheggi privati

di Giuseppe Lettieri

POLITICA

MONUMENTI

LA POLEMICA

L’OPINIONE

LA MOSTRA

SPORT

MUSICA

nerosubiancoaversa.com

[email protected]

Nero su Bianco

L’Editoriale

La problematica dei parcheggia-tori abusivi, rilanciata, prima, da giornalisti locali e, poi, immor-

talata, a livello nazionale, in un servizio di Luca Abete per “Striscia la Notizia” presso il Tribunale di Napoli Nord, ha aperto diversi interrogativi in città. A prescindere dalla posizione dei Vigili, in molti si sono stupiti di come mai, avvocati e frequentatori degli uffici giudiziari, lascino le chiavi in mano a questi parcheggiatori. Ma come, lì dove c’è il Palazzo della Giustizia e della Legalità, appena varcato il cancello, lo Stato sparisce, si dissolve, lasciando posto ad una illegalità diffusa? Sarebbe forse semplicistica questa analisi perché le problematiche in campo sono diver-se. La disoccupazione che da sola non giustifica l’illegalità, ma che spinge di sicuro all’arte dell’arrangiarsi. Lo Stato che sul lavoro (ma anche in altri campi) è quasi del tutto assente nel nostro ter-ritorio. I rappresentanti nazionali delle Istituzioni di solito li vediamo soltanto in campagna elettorale. E poi la difficol-tà di parcheggio per gli utenti e, quando ci sono le strisce blu, i costi troppo alti. Adesso, da quel che apprendiamo, pare sia pronta la nuova gara per la gestione degli stalli di parcheggio. Speriamo che non sia uguale a quella di quasi due lu-stri fa! Già all’epoca presentava diverse lacune, come, ad esempio, l’assenza o quasi di parcheggi nelle adiacenze della Metropolitana ed ora che c’è il Tribuna-

le non si può non tenerne conto! Così come non si può non tener conto delle esigenze dei residenti, che non possono pagare dazio per parcheggiare sotto la propria abitazione. Del resto, una perso-na che deve andare a Napoli per lavoro con i mezzi pubblici può spendere dieci o più euro al giorno per la sosta? Ovvia-mente questo discorso si può estendere a tutti i pubblici servizi, dall’Ospedale al Tribunale alla Ferrovia. Dunque, nella nuova gara si tenga conto delle esigenze dei cittadini ed anche di non caricare oltremodo i costi della sosta sulla cittadinanza. E forse sarebbe utile che l’Amministrazione comunale si prodigasse, prima di emanare il bando, a ricercare nuove aree parcheggio. Vici-no al Tribunale ci sono! Sono private? Bene, esiste l’esproprio per pubblica utilità, non dimentichiamolo.

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PRIMO PIANO

Quali saranno le conseguenze per l’Amministrazione è prematuro prevederlo

L’inchiesta della Dda di Napoli indaga su una serie di appalti che finivano a poche ditte collegate a Zagaria. Una città già ferita vive il caso con assoluto sconcerto

Arrestato il Sindaco,una città colta di sorpresa

Il sindaco di Aversa Enrico De Cri-stofaro è stato arrestato nella qualità di ex presidente dell’Ordine degli

Architetti di Caserta in una vicenda che vede coinvolte altre settanta persone. Anche Al momento in cui scriviamo non è ancora chiara la posizione del primo cittadino normanno che è stato preleva-to dalle forze dell’ordine su ordinanza della Dda di Napoli. In manette anche i sindaci di Riardo e Pompei e l’ex sin-daco di San Giorgio a Cremano. Coin-volto anche l’ex sindaco di Casapulla, Ferdinando Bosco. E Claudio Borrelli, direttore Adisu, oltre al consigliere

w Nicola Rosselli

Enrico De Cristofaro

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PRIMO PIANO

regionale Pasquale Sommese Ncd.Tra i destinatari delle misure cautelari figura anche l’imprenditore Alessandro Zagaria, ritenuto legato al clan del boss omonimo. Agli arresti, inoltre, Raffaele De Rosa, fratello dell’attuale sindaco di Casapesenna, comune nel Casertano in cui è nato e vissuto, trascorrendo parte della sua latitanza, il boss Michele Zagaria. Nel mirino degli inquirenti sono finiti 18 appalti concessi tra il 2013 e l’inizio del 2016 da vari comuni del Casertano, come Alife, Francolise, Riardo, tra cui

Il Sindaco di Aversain manette non per fatti legati alla gestione del Comune, ma forse per il suo ruolo di ex presidente dell’Ordine degli architetti di Caserta

lavori per ristrutturazioni di importanti immobili storici; tra gli indagati soprat-tutto professionisti, come ingegneri e architetti componenti delle commissio-ni di gara nominate dai vari Comuni re-sponsabili dell’affidamento dei lavori, che, secondo i magistrati della Dda di Napoli, finivano quasi sempre a poche ditte, alcune collegate al clan Zagaria. L’indagine ruota attorno alla figura dell’ingegnere Guglielmo La Regina, anche per questo è stata denominata «The Queen»; lo stesso Gip parla di «sistema La Regina». L’inchiesta rappresenta una tranche di quella che nel 2016 portò in carcere l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Di Muro per presunta corruzione in relazione ai lavori dello storico palazzo Teti Maffuccini; anche allora furono arrestati La Regina e l’imprenditore Alessandro Zagaria.Auguriamo al sindaco De Cristofaro di poter dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati, mentre riteniamo ancora prematuro fare ipotesi sulle conseguenze che questo episodio avrà sull’amministrazione comunale di Aversa.

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PRIMO PIANO

I due ultimi episodi accaduti sul Comune lasciano poco spazio alla fantasia

Prima la vicenda dell’adozione delle aiuole e poi la querelle tra l’assessore Sagliocco e il consigliere Oliva. A questa amministrazione non ne va bene una

Figurelle a go go,“Statevene a casa”

“Statevene a casa”. Li aveva-mo definiti “dilettanti allo sbaraglio” ed ora la locu-

zione è divenuta un “must”. Sono in molti, nemmeno tanto nascostamente, a definire tale l’amministrazione guidata dal sindaco Enrico De Cristofaro. Ora, però, c’è stata l’evoluzione in “State-vene a casa”. Un’evoluzione dettata da due episodi specifici che lasciano poco spazio alla fantasia e portano direttamente alla convinzione che, per il bene di Aversa, per il bene di questa sciagurata città, qualcuno farebbe bene a farsi un breve esame di coscienza e se ne ritorni a casa, barricandosi.Quali sono questi episodi? Il primo è relativo all’affidamento del verde pub-blico ad imprenditori locali. Ebbene, questa amministrazione ha approvato due delibere di adozione di spazi verdi senza accorgersi che non era ancora passato in Consiglio comunale il rela-tivo regolamento che era stato varato solo dalla Commissione Statuto. Un’in-tera Giunta ha fatto una figura barbina. E’ stato necessario l’intervento del consigliere comunale Mario Tozzi, in sede di riunione dei capigruppo di mag-gioranza, per far capire cosa l’esecutivo targato De Cristofaro era stato capace di fare. A lui si sono uniti quasi tutti gli altri, primo fra tutti Nico Nobis di “Noi Aversani”.Il secondo episodio è relativo allo psico-dramma costruito intorno ad una scioc-chezza: la vicenda che ha visto protago-nisti in negativo due esponenti di primo piano di questa allegra maggioranza: l’assessora alle finanze Francesca Sa-gliocco (ricordiamo che è un tecnico) e il consigliere comunale di “Aversa Futura”, nella veste, nello specifico, di

w Nicola Rosselli

Renato Oliva e, sotto, Francesca Sagliocco

Si è passati al patetico quando il consigliere Renato Oliva ha cercato di metterci una toppa. Un rimedio peggiore del male dal presidente della commissione bilancio

presidente della commissione consiliare bilancio, Renato Oliva. Quest’ultimo, se è vero quanto messo nero su bianco da Sagliocco (e non ci sono motivi per dubitarne), ha commesso una grande ingenuità nel non far prendere parte alle sedute della commissione di settore l’assessora, soprattutto quando ci sono sul tappeto temi importanti come il recupero dei tributi comunali. Ancora

più ingenua (ma lei è giustificata perché si tratta di una tecnica prestata alla politica) l’assessora Saglioc-co. Mentre, poi, si è passati al patetico quando Renato Oliva ha cercato di metterci una toppa. Un rimedio peggiore del male.A splendere per la sua assenza il primo cittadino. In una vi-cenda così delicata, in una vicenda che mette in discussione equilibri base in

seno a questa allegra maggioranza, Enrico De Cristofaro non ha ritenuto opportuno compiere alcun intervento

pubblico per ribadire la compattezza e l’unità della sua maggioranza. L’al-lenatore della squadra non può rima-nere a guardare quando la sua squadra sbrocca.“Statevene a casa” per il bene di Aversa. “Statevene a casa” per difendere anche la vostra dignità. Non a caso un detto tutto aversano recita : “Quando non è arte vostra, statevene a casa vostra”.

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La segnalazione è arrivata da alcuni genitori, ma la Dirigente ha già segnalato la cosa

La scuola “Parente” e le tante criticità

L’SOS

La segnalazione è arrivata da alcuni genitori ma è bastato andare sul posto per toccare con

mano la situazione disastrosa, quanto a sicurezza, presente nell’istituto com-prensivo “Gaetano Parente” di Aversa. Aule chiuse perché inagibili nel plesso di via Corcioni, dove solo una parte di circa settanta metri quadrati del tetto è stata impermeabilizzata a fronte della necessità di intervenire sull’intera co-pertura che, causa la pioggia, avrebbe prodotto muffa nel soffitto di alcune aule, un ufficio di segreteria utilizzabile sotto la responsabilità del personale che deve occuparlo per la presenza di crepe nella parete di divisione con l’ufficio di direzione, laboratori chiusi e inutilizza-bili, certificazione antincendio assente, Scuola “Parente” il cancello fradicio di via D’Aragona

w Antonio Arduino

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L’SOS

Le aule inagibili La scalinata di via Di Giacomo

estintori non controllati da tempo, uscite a rischio per il transito continuo delle autovetture quella di via D’Ara-gona, per la presenza di scale di fatto inesistenti e di un cancello automatico reso fradicio dalla ruggine del tempo, quella di via Di Giacomo, una autoriz-zazione al tempo polungato arrivata dal Ministero ma non applicata per ragioni da chiarire. Sono queste alcune delle criticità pre-senti nell’istituto comprensivo “Gaeta-no Parente” che, secondo voci degne di fede, la dirigenza avrebbe comunicato al Sindaco fin dai primi giorni di set-tembre, sollecitando con una diffida ad adempiere l’Amministrazione che, ad oggi, pur sollecitata da una seconda diffida, non avrebbe preso in consi-derazione intervenendo prima che si verifichi una situazione di emergenza. Una situazione che è conosciuta anche dai capigruppo consiliari ai quali la dirigenza della “Parente” avrebbe trasmesso la stessa nota informativa sulle condizioni dell’istituto inviata al Sindaco, all’Assessore competente, all’ufficio scolastico regionale. Cosicché se l’Amministrazione nicchia l’opposizione non sarebbe da meno, preferendo polemizzare sul sesso degli

angeli anzic hé intervenire su una que-stione di sicurezza che potrebbe trasfor-marsi in tragedia in caso di emergenza.Ci chiediamo: quanto tempo ancora devono aspettare Dirigente scolastica, docenti, personale ata, alunni (e genito-ri) per poter vivere una scuola degna di questo nome e che, guarda caos, porta il nome di quel Gaetano Parente, primo Sindaco di Aversa dopo l’Unità, che proprio all’istruzione pubblica destinò le migliori sue energie?

Una situazione che è conosciuta anche dai capigruppo consiliari ai quali la dirigenza della “Parente” avrebbe trasmesso la stessa nota informativa sullecondizioni della scuola

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POLITICA

Forza Aversa, Aversa Futura, Forza Italia ed il Sindaco verso un unico gruppo?

La trattativa già iniziata sembra poter raggiungere un positivo risultato grazie alla nomina di Gianpiero Zinzi a coordinatore provinciale di Forza Italia

Tutti insieme appassionatamente

w Nicola Rosselli

Forza Aversa, Aversa Futuro, Forza Italia e, soprattutto, il sindaco Enrico De Cristofaro e

il suo entourage tutti insieme appassio-natamente. Quello che doveva essere il risultato di una trattativa iniziata subito dopo le elezioni amministrative della scorsa estate, sembra poter essere raggiunto grazie alla nomina di Giam-piero Zinzi a coordinatore provinciale di Forza Italia. Il consigliere regionale azzurro è trasversale a maggioranza e opposizione nel Consiglio comunale normanno. In questo senso, infatti, le dichiarazioni non si sono fatte attende- Dello Vicario, Alfonso Oliva e De Cristofaro

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POLITICA

re. Una premessa è, però, d’obbligo: Giampiero Zinzi si è schierato, senza se e senza ma, dal primo momento con De Cristofaro, appoggiandolo anche in campagna elettorale nonostante in città ci fosse un candidato a sindaco di Fi: Giampaolo Dello Vicario. «Leggo con piacere - ha dichiarato Pao-lo Galluccio, assessore e coordinatore di Forza Aversa (il movimento composto da dissidente di Fi dell’epoca tra cui anche l’ex sindaco Mimmo Ciaramel-la) - che Gianpiero Zinzi è il nuovo segretario provinciale di Forza Italia in Provincia di Caserta coadiuvato dal Presidente di Partito Carlo Sarro. Chie-do, pertanto, ai vertici provinciali di far sentire fin dalle prime ore forte la loro presenza rendendola fattiva e propulsiva anche attraverso iniziative che aprano il dibattito su questioni cittadine di grande interesse quali la sicurezza, accoglienza ed integrazione sociale, asilo, sanità, ambiente, lavoro. Insomma ai nuovi vertici provinciali chiediamo concretezza, vivacità, sensibilità ma soprattutto che la politica ritorni a fare la sua parte esaltando i singoli territori rendendoli protagonisti in toto e non immaginan-doli solo come contenitori elettorali». Alfonso Oliva, assessore di Aversa Fu-tura, considerato l’elemento di unione nelle trattative in corso, ha dichiarato: «Con la famiglia Zinzi e con Giampiero in particolare mi lega una profonda ami-cizia. Sono felicissimo di questa nomina che premia un percorso iniziato nel 2015. Giampiero rappresenta il territo-rio. Questa amministrazione è nata con lui, al suo fianco, l’unico politico che si è seduto al fianco di De Cristofaro in tempi non sospetti. Sono convinto che questa nomina sarà importante per la nostra città e per il governo cittadino». Il gruppo consiliare di Fi, con Dello Vicario e Virgilio, si mantiene sulle pa-role di circostanza e, dopo aver espresso soddisfazione e speranza per e nomine di Zinzi e Sarro, affermano: «Nel for-mulare i migliori auguri di buon lavoro e nel ribadire la piena collaborazione, siamo certi che ora il partito riuscirà ad essere più incisivo nella definizione del-la politica regionale». Ma è certo che la nomina di Zinzi ha spianato una grande strada per vederli nella maggioranza De Cristofaro.

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Abbiamo incontrato il primo cittadino che auspica l’allargamento della maggioranza

“Sarei ben lieto se altri consiglieri comunali sposassero il progetto di città della mia coalizione e che lavorassero con noi per la sua realizzazione”

Il Sindaco apre a FI con la benedizione di Zinzi

L’INTERVISTA

La nomina di Gianpiero Zinzi a coordinatore provinciale di For-za Italia sta creando non poche

fibrillazioni ad Aversa dove il partito è diviso in Forza Italia che è all’opposi-zione e Forza Aversa che ha appoggiato il sindaco Enrico De Cristofaro. Lo stesso De Cristofaro è legato a doppio filo al consigliere regionale azzurro, pur essendosi dichiarato sempre un espo-nente della società civile a capo di una coalizione di liste civiche. Un evento che impone di porre alcune domande al primo cittadino aversano, soprattutto tenendo conto del fatto che trattative ed incontri per giungere all’ingresso di Gianpiero Zinzi

w Nicola Rosselli

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L’INTERVISTA

Forza Italia in maggioranza erano già in atto.Zinzi è stato il suo più importante sponsor elettorale. Ora è il coordi-natore provinciale di Forza Italia. Cosa significa questo per lei a livello personale?Gianpiero Zinzi prima di tutto è un amico. È una persona che stimo tanto e quest’incarico gli spettava di diritto per meriti politici e per il suo impegno, abnegazione e passione per la politica e per il nostro territorio. Sono felice che un giovane sia alla guida di Forza Italia. Con lui il partito può avere una nuova linfa e ripartire.E a livello della sua maggioranza? Forza Aversa con Paolo Galluccio e Aversa Futura con Alfonso Oliva hanno già plaudito, ma ufficialmente Fi è all’opposizione ad Aversa.Credo che il compito di Giampiero sia quello di mettere assieme dei pezzi di un puzzle sia ad Aversa che in tutti le realtà della nostra provincia. E dato che lui è un aggregatore non ho alcun dub-bio sulla bontà del suo operato. La mia colazione, come ho sempre detto, è una coalizione civica di centrodestra. Mi unisco agli auguri ed al plauso di Paolo Galluccio ed Alfonso Oliva e credo che Enrico De Cristofaro

non sia un problema di maggioranza ed opposizione ma solo di uomini e donne di buona volontà che vogliono lavorare per il bene della Città. Al momento Forza Italia ad Aversa è all’opposizione, è vero, ma non ho avuto alcun problema a prendere come guida il regolamento sul patrimonio redatto da Nicla Virgilio nel corso della scorsa consiliatura da Assessore al patrimonio e vice Sinda-co. Quando si lavora per la Città, non dovrebbe esistere maggioranza ed op-posizione, e soprattutto non dovrebbero esistere steccati mentali piuttosto che reali.Ci sarà un allargamento della coali-zione?L’allargamento della maggioranza è sempre auspicabile. Sarei ben lieto se altri consiglieri comunali sposassero il progetto di Città della mia coalizione e che lavorassero con noi per la sua realiz-zazione. Ciò che succederà all’interno di Forza Italia, però, non sono in grado di prevederlo. Attendo le risultanze degli incontri che Gianpiero Zinzi farà con gli esponenti cittadini del partito. Al di là di questo, però, auspico che dalla collaborazione tra amministrazioni di centrodestra si possano avere dei risul-tati reali e concreti per i nostri territori .

“Sono felice che un giovane sia alla guida di Forza Italia. Con lui il partito può avere una nuova linfa e ripartire. Gianpiero Zinzi saprà aggregare le varie parti in campo”

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MONUMENTI

La chiesa non è recuperabile perché sono rimaste solo le mura, ma potrebbe diven-tare un auditorium per concerti, convegni ed anche mostre, nel pieno centro

w Giuseppe Lettieri

Il nostro viaggio nel patrimonio artistico aversano continua, questa volta non parleremo di un dipinto.

Aversa è nota come la città delle Cento Chiese. E probabilmente proprio per questo gran numero (in realtà oggi si e no ne sono visibili una sessantina, che per otto chilometri quadrati restano comunque tantissime) che molte di esse versano in un degrado ed abbandono assoluto. Basti pensare alla Maddalena con i suoi capolavori o al Carmine, depredato e dimenticato, ed ancora a Santa Maria degli Angeli, o San Domenico, chiesa per la quale un gruppo di volontari, coordinati da Pasquale Leggiero, sotto l’egida della Diocesi e della Congrega del SS.Rosario, sta cercando di riaprire. Il caso più emblematico, proprio perché si trova in linea d’area a cinquanta metri dal Municipio e dal pieno centro di Aversa, è la chiesetta di Montevergine. Di questa chiesa nessuno ne parla, nes-suno se ne interessa mai. Il culto della Madonna di Montevergine fu molto caro agli angioini, tanto che, nella celebre icona dell’omonimo mo-nastero nell’avellinese, dove è raffigu-rata la “Mamma Schiavona”, appaiono i gigli, simbolo del casato dei d’Angiò. E anche Aversa fu molto cara agli angioi-ni, che la elessero come loro residenza preferita, soggiornando a volte più a lungo nelle nostre contrade che nella Napoli capitale. A quel periodo (XIV secolo) risalirebbe, nella zona nord di Aversa, in tenimento di Santa Maria a Piazza, il primo monastero dedicato alla Madonna di Montevergine. In seguito, con acquisti e donazioni di edifici e terreni, sul finire del XVI secolo sorse

il nuovo convento nella zona attuale in via Vittorio Emanuele III (nome attuale della strada) proprio al confine con l’al-lora monastero di San Francesco delle Monache. Secondo voci di popolo, sotto il monastero esiste un tunnel che lo col-legava con il monastero di Sant’Anna, oggi sede del Liceo Luca Giordano, e che in questo tunnel vi fosse occultata, la vera carrozza della regina Giovanna (da non confondere con la berlina di Gala, settecentesca, oggi esposta nel tribunale Napoli Nord, appartenuta alla famiglia dei Pignatelli). Un’ ipotesi suggestiva, e chissà che non si tratti più che di una mera ipotesi. Oggi del monastero non vi sono più

tracce, poiché lo stesso fu definitiva-mente trasformato, dopo una radicale ristrutturazione, in un palazzo adibito a civile abitazione, appena quindici anni fa. Ma la chiesa esiste ancora, o meglio quello che ne resta. Va detto che la stessa è sconsacrata da oltre due secoli e che anche all’epoca di Parente (metà Ottocento) non esistevano quadri ed affreschi nella stessa, che era già stata trasformata in refettorio per la sezione del manicomio femminile ubicato già da diversi lustri in quei luoghi, dove le recluse erano controllate dalle Suore di Carità. Tra le curiosità, nella stessa chiesa nel 1717 vi fu un femminicidio ad opera di un frate, tal Pietro Bosco. Oggi non è possibile riportare agli an-tichi splendori l’edificio, però con una adeguata ristrutturazione la chiesa di Montevergine potrebbe, magari essere affidata ad una nascente Fondazione Cimarosa, diventando un piccolo audi-torium, dove tenere concerti, convegni, ed anche mostre, nel pieno centro.

La chiesetta di Montevergine in via Vittorio Emanuele ad Aversa

Il nostro viaggio nel patrimonio artistico aversano continua

Montevergine, la chiesa dimenticata

Ai tempi di Parente era sede della sezione femminile del manicomio

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Parla un consigliere di maggioranza che chiede di rimanere anonimo

“La Giunta ha dimostrato di avere notevoli carenze in materia amministrativa, mettendo in ridicolo l’intera coalizione che appoggia l’esecutivo”

Le adozioni “allegre” degli spazi verdi

w Livia Fattore

LA POLEMICA

“E’ sempre più dilettanti allo sbaraglio”, Ad affermarlo questa volta

non è il sottoscritto o le opposizioni, come già avvenuto in passato, ma un consigliere di maggioranza che chiede di rimanere anonimo. Motivo della cri-tica interna il via alle adozioni di spazi verdi di proprietà comunali. La Giunta guidata dal sindaco Enrico De Cristofaro, infatti, nel corso di una delle ultime seduta, aveva autorizzato l’adozione di due spazi verdi comunali da parte di altrettanti esercizi com-merciali. La birreria pub “Drengot” di Rodolfo Vitale aveva chiesto ed ottenuto di poter prendersi cura della La Giunta De Cristofaro

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“Possibile che nessuno si è accorto che il relativo regolamento è ancora presso la Commissione Statuto per l’approvazione?”

LA POLEMICA

piazzetta Nicola De Simone sulla quale si affaccia l’esercizio commerciale. La ditta “Tendenze di Savana”, un fiorista, aveva chiesto ed ottenuto di adottare le quattro ampie fioriere antistanti il ples-so di via Giotto dell’istituto comprensi-vo ‘Domenico Cimarosa’. In entrambi i casi la proposta è stata portata all’esame dell’esecutivo normanno dall’assessore all’ambiente Tiziana D’Aniello.

“Quest’ultima e l’intero esecutivo - ha continuato l’anonimo consigliere comunale di maggioranza - hanno dimostrato di avere notevoli carenze in materia amministrativa, mettendo in ri-dicolo l’intera coalizione che appoggia l’esecutivo. Possibile che nessuno si è accorto che il relativo regolamento è ancora presso la Commissione consilia-re Statuto per l’approvazione? Possibile che nessuno si è accorto che queste ai-uole interessate dalle due delibere non sono ricomprese nell’elenco allegato al regolamento che, dopo la commissione statuto deve avere anche il via libera del consiglio comunale”.“Ed è per questo - conclude l’esponente della maggioranza - che dopo qualche giorno, nel corso della riunione dei capigruppo della coalizione questi ul-timi, praticamente all’unanimità, hanno chiesto al sindaco De Cristofaro e al suo esecutivo di sospendere o revocare le due delibere di giunta che non potevano assolutamente essere varate. Intanto, la maggioranza, compreso chi non ne era proprio a conoscenza, ha collezionato l’ennesima figura barbina perché il sindaco e la sua giunta vogliono fare i testa propria senza coinvolgerci. Ma sino a quando potrà durare questo stato di cose?”.

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IL COMMENTO

Maggioranza sull’orlo di una crisi di nervi

“Ti devi decidere o con me e con il centrodestra o con Nicola Caputo e il centrosinistra. Non puoi continuare a non decidere”. Zinzi, neo segretario di Fi, è stato perentorio

Enrico cerca di capire dove posizionarsi

Maggioranza sull’orlo di una crisi di nervi con il Sindaco che cerca di capire come

e dove posizionarsi, centro destra o centrosinistra e, intanto, spazza via, in un sol colpo, tutti i componenti del suo gabinetto, quasi a voler tagliare qualsi-asi filo lo leghi alla precedente ammi-nistrazione, sentendosi, forse, soffocato o controllato da chi stava nella stanza accanto alla sua. Un nuovo schiaffo, fosse anche inconsciamente, a “Noi Aversani” che, almeno per il momento, sembra non voler reagire ai continui atti denigratori del primo cittadino. “Ti devi decidere o con me e con il

w Nicola Rosselli

Nicola Caputo

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IL COMMENTO

centrodestra o con Nicola Caputo e il centrosinistra. Non puoi continuare a non decidere”. Deve essere stato que-sto, più o meno, il tenore della telefona-ta che il consigliere regionale di Forza Italia, Giampiero Zinzi, avrebbe fatto al primo cittadino di Aversa Enrico De Cristofaro. L’esponente azzurro, padre

padrone del partito di Silvio Berlusconi in provincia di Caserta, in tempi non sospetti, come si ricorderà, ha aiutato pubblicamente l’architetto aversano sostenendolo in tutta la campagna elet-

torale. Lo ha fatto schierandosi senza se e senza ma. Di conseguenza, si sarebbe aspettato altrettanto appoggio nel mo-mento del bisogno. Pare, invece, che il numero uno normanno stia pensando seriamente di trovare un appoggio an-che nel Partito Democratico (o, almeno, in parte di esso) con la speranza che, al momento delle elezioni provinciali, riceva appoggi da ambo i lati e riesca a diventare presidente dell’amministra-zione provinciale. Del resto, la cosa non desta scalpore più di tanto consi-derato che nell’amministrazione targata De Cristofaro rappresentati del Pd più o meno ufficiali ci sono. Si tratta degli amici dell’europarlamentare Nicola

Caputo, in particolare, come il consi-gliere comunale Francesco Di Virgilio e la sua assessora di riferimento Tiziana d’Aniello. Entrambi non hanno fatto mai mistero dell’amicizia che li lega all’europarlamentare teverolese. En-trambi potrebbero essere traghettatori.A questo punto, però, De Cristofaro dovrà decidere e non potrà farlo senza contraccolpi in seno alla sua maggio-ranza. Non a caso vi è stato un duro faccia a faccia con l’assessore Alfonso Oliva, notoriamente vicino a Zinzi. Insomma, sarà una primavera calda per l’esecutivo aversano. Intanto, si è registrato anche il trasferimento di massa dal gabinetto del sindaco. Da qualche giorno, infatti, il primo cittadi-no normanno Enrico De Cristofaro ha trasferito tutti quelli che erano i suoi più stretti collaboratori amministrativi. E lo ha fatto in maniera radicale, spo-standoli non solo dalla stanza antistante la sua, ma anche dal secondo piano. Unico superstite, per il momento, il te-nente Ertilio Mezzacapo, che, sebbene gran lavoratore, non potrà fare tutto da solo, per cui sulla casa comunale si at-tendono nuovi movimenti. Nel mentre, sono in molti a chiedersi il motivo di questa mossa del Sindaco.

De Cristofaro dovrà decidere e non potrà farlo senza contraccolpi in seno alla sua maggioranza.Intanto ha trasferitoi componenti del suogabinetto

Alfonso Oliva

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L’INCONTRO

L’aversano Gianni Bo con Monorchio alla premiazione dei maestri del lavoro

“Il debito dello Stato italiano si può sanare a condizione che le strutture burocratiche si snelliscano e tanti enti inutili scompaiano” ha detto Monorchio

Alternanza scuola lavorocon la Piccola Impresa

“Il debito dello Stato italiano si può sanare a condizione che le strutture burocratiche si snelli-

scano e tanti enti inutili scompaiono”; lo ha detto l’ex ragioniere generale dello Stato italiano Andrea Monorchio alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico del Centro Studi ed Alta Formazione maestri del lavoro d’Italia che si è tenuta nella sala convegni di Confindustria Caserta. Di fronte ad una platea di oltre cento studenti ed autorità a relazionare anche l’ex presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri che, nella sua lectio magistralis, ha affronta-to il tema delle lobby parlamentari ed in particolare si è soffermato sul reato di influenza che è agli onori delle cronache Gianni Bo e Andrea Monorchio, ex Ragioniere generale dello Stato

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L’INCONTRO

negli ultimi tempi: “Un illecito previsto dalla legge difficilmente controllabile se non invadendo la privacy delle persone”. A ricevere gli illustri ospiti il prefetto di Caserta Arturo De Felice ed il questore Antonio Borrelli, i comandi provinciali della finanza e dei Carabi-nieri nonché i massimi esponenti degli ordini professionali di terra di lavoro.Una giornata che si inquadra nel progetto alternanza scuola lavoro ed infatti non a caso tra le domande po-ste dagli studenti brillava quella del percorso scolastico e professionale che ha portato i protagonisti al vertice delle massime cariche dello stato. A fare gli onori di casa il presidente della Piccola impresa di Confindustria Giovanni Bo ed il presidente del CeSAF Mauro Nemesio Rossi, nonché esponenti delle delegazioni di maestri del lavoro di Roma, Napoli, Salerno. A moderare l’incontro Adele Vairo nella sua qualità di componete del Consiglio direttivo dell’associazione.Un anno accademico quello degli in-signiti della stella al merito del lavoro nel segno della continuità e che diventa sempre più a misura degli studenti, gra-zie anche alla disponibilità mostrata da Confindustria Caserta e in particolare della piccola impresa che attraverso il presidente Giovanni Bo sta aprendo le porte di molte attività produttive agli studenti in alternanza. Oltre alla Summer school che si svolge-rà come ogni anno a luglio con il con-tributo dell’università della Campania ed in particolare con il dipartimenti di matematica e fisica e quello di scienze ambientali e farmaceutiche, sono previsti corsi di umanesimo del lavoro per gli studenti degli istituti tecnici in virtù del gemellaggio sottoscritto tra il liceo Manzoni e l’ITIS Giordani, come pure è in corso uno studio sulle aree industriali dismesse nella zona di Mar-cianise in collaborazione con la facoltà di architettura. Alla fine dell’incontro gli illustri ospiti hanno visitato il museo dinamico della tecnologia Adriano Oli-vetti sito in Villa Vitrone. A breve sarà sottoscritto un protocollo di collabora-zione tra il CeSAF Maestri del lavoro d’Italia e l’associazione dei Cavalieri di gran croce della Repubblica al fine di integrare le opportuna culturali da offrire agli studenti .

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AMARCORD

Si gettava il sangue nei “Mazzoni” per allevare le bufale e produrre l’oro bianco

Vi raccontiamo cosa accadeva nelle nostre terre nelle cosiddette “pagliare”, mentre ad Aversa si stabiliva il prezzo “quotidiano” della mozzarella

Tu ti mangi la mozzarella e io mi schiatto le budella

Fiato a fiato con le bufale. Dall’al-ba alla notte. Sempre vicini. I mazzonari dormivano nelle

stalle su materassi imbottiti di foglie di granturco, si nutrivano di cicorie che cucinavano con il burro e di cefali, anguille che, nei Regi Lagni, pescavano con le reti dette “calacala”. Con il fucile sempre pronto all’uso proteggevano le bufale che chiamavano con nomi fantasiosi: “E corn e’ mammeta”, “Facc e’ pupazza”. E le bufale obbedivano sempre ai loro comandi, come cani affettuosi. Nella mozzarella è racchiuso tutto il

w Franco Terracciano

Bufala in ammollo e, a lato, le rose dei Mazzoni

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dolore del mondo: la fatica, l’ingiusti-zia storica, la violenza necessaria per proteggersi, la discriminazione sociale, la rassegnazione alla volontà della natura ma mai la rinuncia alla vita che ci è stata data. Una religiosità correlata bene con il paganesimo. La terra dei “Mazzoni”, così chiamata perché una volta in quell’area brulla si coltivavano le rose che poi, confezionate in artistici “mazzi”, venivano vendute nei mercati di Napoli, brulicava di malaria, ma an-

che di corsi d’acqua argentina e sentieri che partivano da Cancello e Arnone e arrivavano fino alla costa domizia. I mazzonari, nelle cosiddette “pagliare”, locali adibiti a depositi e cucina, in una variopinta confusione di arnesi utilizzati

in assenza di ogni norma sanitaria e con nugoli di insetti vaganti, producevano la mozzarella più buona del mondo che veniva quotidianamente trasportata ad Aversa dove si stabiliva il prezzo e dove si commercializzava contribuendo non poco all’economia di tante famiglie della città. In quella realtà “paludosa”, piena di conflitti, di rancori, di spietati delitti e dove vigeva un codice tribale, c’era una rigida gerarchia nell’organiz-zazione del lavoro. A capo di tutto c’era il “signore”, il padrone che apparteneva alle grandi fa-miglie di latifondisti come i D’Amore e i Lupoli di Frignano, i Basile di Aversa, i Sagliocco e i Pirnocco di Marcianise che vivevano nelle città e raramente si recavano nelle pagliare. Il padrone aveva come referente il “fattore” che amministrava tutta l’attività e impartiva gli ordini al “minurent” che si dedicava all’allevamento bufalino e alla produ-zione del latte. Seguiva il “massaro” che aveva il compito di procacciare l’alimentazione invernale degli animali. I “cambianti”, invece, conducevano le bufale al pascolo che erano controllate dai “butteri” a cavallo. Ma gli autentici specialisti della cottura del latte e del

trattamento della pasta filata erano i “curatini” che, in modo prodigioso, non sbagliavano mai. La vita dei “pagliarari” era durissima, tornavano a casa presso le loro famiglie soltanto “di quindicina”, ogni due settimane, por-tando le “prestazioni” consistenti in un po’ di mozzarella e di ricotta e qualche fascetto di verdura. Con la bonifica integrale degli anni ’30 del secolo scorso si avviò il dis-sodamento del terreno paludoso, la sistemazione i d rogeo log i ca del territorio e la lotta alla malaria. Incominciava la grande redenzio-ne dei Mazzoni e la trasformazione in meglio dell’atavica esistenza selvatica. Rimane, comunque, la memoria di quella vera fatica che dovrebbe essere ricordata ogni minuto a quei fannulloni di m…a che, negli ospedali, timbrano il cartellino e poi se ne vanno a fan….lo.

AMARCORD

Il buttero

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Un altro tassello per la realizza-zione dell’ampliamento di via Madonna dell’Olio, strada al

confine tra Aversa e Cesa, ai limiti anche del territorio di Gricignano, è andato in porto.Vi è è stata la firma del protocollo di intesa tra i sindaci di Aversa, Enrico de Cristofaro, e di Cesa, Enzo Guida, alla presenza dell’Assessore ai lavori pubblici della città normanna, Michele Ronza. A breve partiranno la conferenza dei servizi e le procedure di esproprio. Via Madonna dell’Olio è un’arteria importantissima perché collega tre centri, Aversa, Cesa e Gricignano, ed è anche collegata con via Atellana che conduce, appunto, ai centri dell’Agro Atellano. Oltre al tratto di Cesa, il Comune di Aversa amplierà anche

AVERSA

Protocollo d’intesa tra i Comuni di Aversa e di Cesa

Via Madonna dell’Olio,parte l’ampliamentow Livia Fattore il tratto condiviso con

Gricignano grazie ad un accordo raggiunto con un privato e grazie all’edili-zia convenzionata. L’ente normanno ha concesso al privato la realizzazione di un parcheggio multipiano con esercizi commerciali a piano terra. In cambio, lo stesso privato, a suo spese, effettuerà i lavori di ampliamento dell’arteria, sotto servizi compresi. Si tratta di un’opera essen-ziale in una zona non solo di transito per raggiungere stazione ferroviaria e metropolitana, ma sulla quale insistono due istituti scolastici superiori con migliaia di alunni.Aversa, via Madonna dell’Olio

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CRONACA

Il ladro in ambulanza

In via Michelangelo presi ma non arrestati perché “il furto non è stato consumato”

Furti in appartamenticome prima e più di primaw Lello Ponticelli

C’è un’emergenza ad Aversa che le forze dell’ordine stanno sottovalutando.

E’ quella dei furti negli appartamenti che avvengono oramai a tutte le ore ed in tutte le zone della città, anche in quelle che fino a qualche tempo fa erano considerate più “sicure”. Quello che è successo, il prima e il dopo, in via Michelangelo, il 7 marzo, durante la partita Napoli-Real Madrid, ha però dell’incredibile. I ladri, un polacco ed un georgiano, più certamente un terzo elemento che faceva da “palo” e che è riuscito ad allontanarsi, sono stati colti in “flagranza di reato” dai carabinieri.Gli uomini della benemerita sono accorsi chiamati da un condomino. La sfortuna dei ladri è stata che quel palazzo è corso ai ripari (essendo stato

visitato varie volte negli ultimi mesi) facendo installare una serie di teleca-mere, nascoste all’occhio umano, che hanno colto i ladri sul fatto. Il georgiano e il polacco, all’arrivo dei militari dell’Arma, si sono lanciati nel vuoto, finendo malamente sulla rampa di discesa che conduce ai garage dell’e-dificio, uno di loro si è fratturato le gam-be. Sul posto è, infatti, anche arrivata

un’ambulanza del 118 per prestare le cure ai due “topi d’appartamento”, uno dei quali ha dovuto subire al “Moscati” di Aversa una bruttissima operazione, sedato, come si è detto, con morfina dai sanitari per il dolore lancinante che accusava. Questo è il prima: incredibile ed avventuroso come in un film.Non di meno è stato il dopo che rimane egualmente incredibile. A cominciare dalla Polizia di Stato che, seppur chiamata, non si è preoccupata neanche dopo di sapere cosa fosse successo. Silenzio assoluto. Più incredibile ancora è stata, a quanto ci hanno riferito, la decisione del Giu-dice. I due “topi di appartamento” sono stati denunciati ma non arrestati “per-ché il furto non era stato consumato!”. Rimane l’amarezza e il dispiacere per quei coraggiosi carabinieri che hanno rischiato la pelle inutilmente.

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L’EMERGENZA

Ex Maddalena, ritrovato il cadavere di un 19enne rumeno

Degrado e mortealla “Maddalena”Si è tinta di nero la realtà già

tetra e squallida dell’ex ospe-dale psichiatrico “Santa Maria

Maddalena” ad Aversa, nella mattinata del 13 marzo è infatti stato rinvenuto all’interno del complesso il cadavere di un giovane straniero. Si trattava di un ragazzo rumeno di 19 anni, di nome Gabriel, che risultava ricercato dalla questura di Arezzo e che chissà era ar-rivato ad Aversa. Nei giorni precedenti il ritrovamento del cadavere era stato visto da diverse per-sone in compagnia di un altro straniero, dalle fattezze magrebine, recarsi al Sert, il centro per le tossicodipendenze che ha sede proprio all’interno dell’area dell’ex ospedale psichiatrico, probabilmente per ottenere la somministrazione di farmaci a basso contenuto di sostanze stupefacenti. Il corpo, ormai senza vita, è stato ritrovato all’interno del grande

“Maddalena” come sede del Servizio per Tossicodipendenze, si è rivelata, negli anni, elemento peggiorativo dell’intera situazione del complesso, poiché è divenuto centro di richiamo per tossicomani che nulla più hanno da per-dere, abbrutiti dall’astinenza, e famelici di qualche spicciolo per raggranellare quanto necessario per acquistare una dose. E così, nell’immenso parco della “Maddalena”, trovano sia il comodo luogo per appartarsi e drogarsi in tutta tranquillità, sia il modo per recuperare qualche vecchia ferraglia, arrecando altri danni, per rivenderla e intascare qualche soldo. Una giostra del degrado. Emmanuele Iavazzo

parco verde, non distante dal padiglione Virgilio e dalla piccola edicola votiva che si trova in un’area attrezzata con qualche panchina, che spesso funge da punto di sosta per i vagabondi che si aggirano tra le strutture cadenti del vecchio manicomio. Un episodio drammatico, che sottolinea la necessità di intervenire rapidamente per ridare dignità e vivibilità a tutta l’a-rea della “Maddalena”, da troppo tempo abbandonata all’incuria e al degrado. Gli scheletri pericolanti dei vecchi padiglioni sono diventati ricovero di senzatetto e vagabondi, rifugi ideali per tossicomani e fonte da cui attingere metalli di recupero per rom e immigrati, che sovente distruggono i muri e brucia-no la gomma che riveste i cavi elettrici per ricavarne il rame. Si aggiunge, così, distruzione a distruzione. La scelta fatta dall’ASL di individuare proprio la

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di VITO FAENZA

Figli di un dio minore

Non so quanti di voi abbiano visto il film “figli di un dio minore” del 1986. Racconta la storia di

un istituto per sordi e delle vicende di una ragazza, Sarah, e di un insegnante Leeds. Storia toccante e bella, tratta da un’opera teatrale di Mark Medoff del 1980. Il titolo è stato ampiamente usato (e abusato) per descrivere situazioni di disagio. Ne abuso anch’io per scrivere dello stato di trascuratezza in cui versa la zona sud di Aversa. Una volta zona residenziale, oggi mi ricorda tantissimo la definizione della nave negriera di Benito Cereno (roman-zo breve di Melville) che “somigliava ai palazzi nobiliari italiani, dei quali si intuivano i fasti del passato, ma che mostrano gli inequivocabili segni del tempo”. E’ proprio così: la zona residenziale di Aversa, nonostante la presenza di banche, uffici e servizi vari, è una “nobile decaduta”. Io passo buona parte del tempo che trascorro fuori casa (non molto per la verità) a dare indicazioni sulla dislocazione di questo o quell’uf-ficio, per finire a fare le funzioni di “usciere comunale” per l’ufficio tributi che si trova nel parco dove risiedo. E come me tanti amici coi quali pren-diamo il caffè la mattina svolgono la funzione di informatori. Caserma dei Carabinieri, Inps, Equitalia, Banca, Ufficio imposte, ufficio tributi. Tutti nel raggio di duecento metri. Uffici ai quali, un po’ più in là, si aggiungono due scuole e un Palazzetto dello Sport. In trecento metri ci sono tre centri dia-gnostici. E su piazza Bernini aprono i battenti quattro bar e un quinto, a quanto pare, è in via di apertura.Direte, che c’entra con la trascuratezza? E’ presto detto, i vigili urbani sono sconosciuti nella zona. Si vedono raramente e solo per qualche minuto. Abbiamo la caserma dei Carabinieri, ma un esercizio commerciale (distante

Il parco pubbli-co “Balsamo”, nei pressi della chiesa è quasi abbandonato e suonano come una beffa i cartelli di di-vieto che sono esposti. Per non parlare del traffico che assilla via Vito Di Iasi, o delle auto che, a forte velocità, percorrono in senso vietato via Da Vinci e, peggio ancora,

in via Ligabue. O ancora le macchinine, quelle che si guidano senza patente, che parcheggiano un po’ dovunque attorno all’ufficio postale, di sera, dove venne accoltellato un ragazzino qualche anno fa e le scritte tracciate allora suonano come ironica presa in giro per quella tragedia.Non solo, se dovete ritirare una racco-mandata, dovete attraversare la città come se doveste andare al comando dei vigili urbani. E gli aversani della zona nord per arrivare all’ufficio tributi devono fare il percorso inverso. Un amico, incontrato mentre facevo la spesa, mi ha fatto notare che tutta la città è trascurata e abbandonata. In effetti un traffico così caotico negli ul-timi vent’anni non si era mai visto, con punte massime dalle ore 18,00 in poi, senza che nessuno prenda dei seri prov-vedimenti, anche a tutella della salute pubblica e della sicurezza dei pedoni. Provo pena a superare l’arco dell’An-nunziata e resto nella zona dove abito, cercando di stare fuori il meno possibile per non essere preda della depressione e dello sconforto. Povera Aversa, come ti sei ridotta!

“E’ proprio così: la zona residenziale di Aversa, nonostante la presenza di banche, uffici e servizi vari, è una “nobile decaduta”,mancano sicurezzae controlli”

duecento metri dalla caserma) ha subito un numero record di rapine. Dovrebbe esserci controllo e, invece, non c’è assolutamente niente di tutto questo. Lungo le strade mancano i cestini (o che ne sono pochi) e fino all’ospedale non c’è una panchina. Potrei continuare, ma quello che mi fa veramente male è che i ragazzi sono costretti a giocare per strada, nonostante ci siano standard urbanistici da poter utilizzare, senza spese eccessive, e in qualche caso senza alcuna spesa.

Il quartiere degli orrori

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Rita Rapuanoe la vena

dell’artista

Rita Rapuano

La Fidapa il 24 marzo sulla Terra dei fuochi

Verità sulla Terra dei Fuochi. A che punto stiamo? Questo è il titolo dell’interessante incontro

che si terrà il giorno venerdì 24 Marzo alle ore 17.30 presso la sala convegni dell’hotel del Sole (adiacente piazza Mazzini – stazione FS) promosso dalla Fidapa di Aversa. A coordinare i lavori sarà la coordinatrice del Gruppo Lavoro- Ambiente del Distretto Sud Ovest Fidapa. Sono previsti i saluti del sindaco normanno Enrico De Cristofa-ro, di Caterina Mazzella vicepresidente nazionale Fidapa, Vincenzina Nappi presidente del distretto Sud Ovest e di Silvana Gatto, presidente della sezione locale della Fidapa. Seguiranno gli in-terventi di Tiziana D’Aniello, assessore all’ambiente del Comune di Aversa, di Sergio Costa generale del Corpo della Forestale, di Antonio Marfella, oncolo-go tossicologico presso la “Fondazione G. Pascale” di Napoli alla presenza dei

giornalisti Ciro Giugliano, Giuseppe Lettieri e Vincenzo Sagliocco. Una occasione importante per fare il punto su quella che ormai è una gravissima

piaga, un marchio per tutto il territorio aversano e cam-pano. Ma davvero stiamo cosi rovinati? Nessuno vuo-le sposare il negazionismo, ma probabilmente neanche l’eccessivo allarmismo, fomentato soprattutto da molti media. Cosa ha prodotto Terra dei fuochi in questi anni? Davvero nei nostri territori ci si ammala di tumore dieci, venti volte di più che in altre parti del Paese? E perché l’insalata prodotta nelle nostre terre, ha più che dimezzato il proprio valore negli ultimi cinque anni, ma pare,

secondo alcune fonti, che la produzione sia aumentata di un terzo? Gli interro-gativi sono davvero tanto e speriamo che qualche risposta arriverà.

Devo ammettere, questo articolo non rispetta il mio genere, quello che mi consente di

crearmi gratuitamente dei nemici e di consacrarmi come “maligno di turno”. Ma quando incontro le persone creative ne resto affascinato, forse perché per mia sfortuna sono spesso circondato da leccapiedi e portaborse, ma passiamo ai fatti. Qualche giorno fa per pure caso, ed in circostanze del tutto fortuite, ho incontrato una giovane scrittrice che risponde al nome di Rita Rapuano. Rita è nata a Napoli il 1990, dove ha vissuto fino al 2011, cioè fino a quando si è spo-sata e si è trasferita in Aversa in pieno centro storico, dove attualmente vive con il marito e i suoi tre splenditi figli. Si è diplomata all’Accademia Campana ma la sua cultura multiforme ed il suo ingegno versatile la rappresentano come una vera artista, è questa la sua vera forza. Rita Rapuano si dedica alla sua famiglia, ma ha il gusto, o per meglio dire, la vena dell’artista. Si dedica, in-

fatti, al canto, alla pittura e alla poesia, ne ha già scritte tante, e per finire ha esordito anche come scrittrice con il romanzo “La Tana del Buongustaio”, edito dalla Mreditori. Il libro racconta la storia di una giovane donna che gestisce un ristorante, dove conosce il suo grande

amore, l’uomo che ha sempre sognato di incontrare. Ovviamente la scrittrice si sofferma sul ruolo fondamentale che ha avuto in questa storia il destino. La storia è davvero bella, la si legge tutta d’un fiato e affascina, coinvolge, ma soprattutto fa sognare. Il libro è stato presentato sabato 11 marzo presso lo studio Menna, in Melito di Napoli, ma sarà ripresentato sabato 25 alle ore 18,30 presso la Libreria Biblos sita in Aversa. Quasi sempre nell’immaginario collettivo essere scrittrici o scrittori equivale solo a produrre best seller in grado di attrarre il lettore. Provo a sfa-tare, almeno in parte, questo mito. Ho preferito dare spazio nella mia rubrica a una giovane scrittrice e, credetemi, il mio scopo non è quello di pubblicizzare il libro, ma bensì quello di parlarvi di un’artista aversana di adozione che ama l’arte come pochi sanno amarla. Come diceva William Hazlit “Gli unici scritto-ri o scrittrici impeccabili sono quelli che non hanno mai scritto”.

Una tematica di grande attualità

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Cagnazzo difende il comandante Stano condannato a risarcire i familiari delle vittime

Per la strage di carabinieri del 2003 condannato solo il comandante. Il generale aversano: “Colpa dello Stato perché era una missione di guerra camuffata da pace”

Chi ha barato per i poveri morti di Nassirya?

w Geppino De Angelis

Veramente uno strano Paese, il nostro, dove spesso chi fa com-piutamente il proprio dovere,

pur tra difficoltà di vario genere, finisce col pagare le colpe altrui. Questo, a nostro avviso, il commento a margine di una vicenda che, a distanza di ben quat-tordici anni dal 12 novembre del 2003, ha riportato alla ribalta della cronaca la strage di Nassirya dove rimasero vittime in un attentato 18 italiani, di cui dodici carabinieri. Una strage che è ritornata alla mente degli Italiani nei giorni scorsi quando dagli organi d’informazione si è avuto modo di apprendere che il generale Stano, allora comandante della “missione di pace”, è stato condannato da un tribunale civile a risarcire i fa-miliari delle vittime. Una notizia che ha suscitato polemiche e perplessità soprattutto negli ambienti militari e che ci ha indotto a conoscere sulla triste vicenda il parere del nostro carissimo amico, generale di corpo d’armata dott. Domenico Cagnazzo (Massimo per gli amici) del quale riportiamo di seguito le dichiarazioni. “Data indimenticabile per gli Italiani il 12 novembre 2003! Al Quaeda fa esplodere un camion-bomba all’ingresso della base dei Carabinieri “Maestrale” a Nassirya. Diciotto i morti, di cui dodici carabinieri. Un pen-siero reverente ai Caduti, una vicinanza affettuosa ai familiari delle vittime. Il comandante della “missione di pace” era il generale Stano, comandante della Brigata meccanizzata “Sassari”, giunto in loco da circa un mese. A differenza degli altri contingenti italiani erano dotati solo di mitragliatrici, erano privi di carri armati, mentre il Genio militare non aveva fatto in tempo a potenziare le

mura di cinta della caserma. Ai nostri militari, inoltre, erano stati negati i tank e gli elicotteri da attacco “Mangusta” perché considerati “armi offensive”, inadatte ad una “missione di pace”. Tali carenze, quindi, non possono essere addebitate al generale Stano, ma gli stati maggiori, al Governo che coscien-temente sbagliano a siglare “regole d’ingaggio” camuffando “missioni di guerra” in “missioni di pace” o uma-nitarie. Ed intanto, a cadere sul campo sono i militari italiani che affrontano la

guerra con armi di pace. Il ge-nerale Stano è vittima di queste carenze che devono farsi risalire alla politica ed alla sua ipocrisia. E’ come voler festeggiare le noz-ze con i fichi secchi. Il generale Stano è stato assolto penalmente dai tribunali militari. Perché un tribunale civile, quindi, lo ha condannato a risarcire i familiari delle povere vittime, quando sono state risarcite già dallo Stato? Dov’è la civiltà giuridica dell’Italia, già patria del diritto? Con quale animo i vari coman-danti si assumeranno l’onore e l’onere di capeggiare i loro commilitoni nelle false missioni di pace? La sentenza in danno

del generale Stano è devastante per il messaggio che trasmette ed è destinata ad incidere profondamente e negativa-mente sui comandanti di ogni livello, di oggi e di domani. E’ l’unico caso al mondo! Questo dovrebbe far riflettere la politica italiana e costringerla ad adottare provvedimenti legislativi più adeguati alla dura realtà delle cosiddette “missioni di pace” che, giocoforza, sfociano in “missioni di guerra”. Non si può barare anche quando è in gioco la vita dei propri connazionali! Se voglia-mo evitare o limitare vittime, quindi, i contingenti italiani inviati nelle varie missioni devono essere equipaggiati ed armati adeguatamente non per attaccare (noi ripudiamo la guerra), ma per difen-dersi e respingere gli attacchi ai quali sono potenzialmente, realisticamente e drammaticamente esposti”. Fin qui l’intervento del nostro fraterno amico che, more solito, non le manda a dire ma anche questa volta ha affrontato la tematica con parole anche “dure” ma adeguate alla vicenda.

LA POLEMICA

“La sentenza trasmette un messaggio devastante ai comandanti di ogni livello. Non si può barare quando è in gioco la vita dei connazionali”

La caserma devastatav a Nassirya

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L’OPINIONE

Sui temi del fi ne vita interviene il senatore Lucio Romano

“Non si strumentalizzi la scelta di Dj Fabo, nella sua umana drammaticità, per evocare una legge a favore dell’eutanasia”

La morte volontaria non mette tutti d’accordo

w Geppino De Angelis

I casi Englaro, Welby, Bettamin e, in ultimo, quello di Dj Fabo, pongono problematici interrogativi di ordine

scientifico, etico e morale. Al senatore Lucio Romano, esperto di bioetica e au-tore del libro sui temi del fine vita “Non resistere. Non desistere. Un’alleanza di cura per rispettare la vita e la dignità umana”, poniamo alcune domande per fare chiarezza anche sul dibattito in corso alla Camera. Il caso Bettamin è simile al caso Piergiorgio Welby, Eluana Englaro e Dj Fabo? Su Bettamin è stata praticata la sedazio-ne profonda palliativa nell’imminenza della morte. Su Welby si sospese la ventilazione assistita dopo la sedazione. In Eluana Englaro si sospesero l’ali-mentazione e l’idratazione artificiale. Nel caso di Dj Fabo si è praticato il suicidio assistito. Senatore, la sedazione palliativa pro-fonda continua significa eutanasia? Si pongono su finalità e piani diversi. Per eutanasia, infatti, s’intende un’a-zione o un’omissione che di natura sua, o nelle intenzioni, procura la morte, allo scopo di eliminare ogni dolore. L’eutanasia si situa, dunque, al livello delle intenzioni e dei metodi usati. La sedazione palliativa profonda continua nell’imminenza della morte, invece, rientra nella medicina palliativa e fa ri-corso alla somministrazione di farmaci, alla dose necessaria richiesta per ridur-re, fino ad annullare, la coscienza del paziente allo scopo di alleviare sintomi fisici o psichici intollerabili e refrattari a qualsiasi trattamento. Si richiede il consenso informato e rigorosi criteri per l’applicazione delle procedure.

La posologia dei farmaci deve essere proporzionata all’effetto desiderato. Pertanto, la sedazione profonda continua nell’imminenza della morte, riconosciuta come diritto del paziente nel pieno rispetto della persona, non va confusa con l’eutanasia o con il suicidio assistito o l’omicidio del consenziente. Si possono sospendere alimentazione e idratazione assistite? È una questione problematica quella della sospensione di cure, quali idra-tazione e alimentazione assistite, che garantiscono la continuità delle funzioni vitali. Il Comitato Nazionale di Bioetica evidenzia che per quanto riguarda il col-legamento tra la sedazione profonda e la necessità/dovere di sospendere tutte le terapie di sostegno vitale si dovrà giu-dicare caso per caso, tenuto conto che molte di queste cure sono sintomatiche e necessarie per alleviare la sofferenza. È importante che il paziente sia monito-rato regolarmente e non sia sottoposto a interventi sproporzionati e futili. Con particolare riferimento all’idratazione e nutrizione, nella gran parte dei pazienti

che si trovano nell’imminenza della morte, la nutrizione/idratazione artificiale non trovano indicazione per le gravi concomitanti alterazioni del metabolismo. Inoltre, un paziente che è ancora in grado di alimentarsi e idratarsi, o per il quale è indicato e riceve un supporto nutrizionale e/o idratazione, non è di norma trattabile con una sedazione profonda continua in quanto, verosimilmente, la morte non è prevista in breve tempo. Anche nella Nuova Carta degli operatori sanitari, redatta dal Pontificio Consiglio per gli

operatori sanitari, la posizione è chiara e in continuità con il magistero della Chiesa. Si premette, prima di tutto, che nutrizione e idratazione, anche artificialmente somministrate, rientrano tra le cure di base dovute al morente, quando non risultino troppo gravose o di alcun beneficio. Come sta procedendo la discussione della legge alla Camera? Non si strumentalizzi, pertanto, la scelta di Dj Fabo, nella sua umana dramma-ticità, per evocare una legge a favore dell’eutanasia. Nessuna legge, per quanto puntuale sia, potrebbe dare una risposta compiuta e chiara in situazioni sempre singolari e laceranti che meri-tano profonda attenzione. Un esempio sono, appunto, le diversità tra i casi che sopra accennavo. La legge, in discussio-ne alla Camera a partire dal 13 marzo, riguarda le Dichiarazioni anticipate di trattamento e non l’eutanasia. Sono necessari correttivi al testo, in partico-lare per quanto riguarda i profili critici della vincolatività per il medico e della alimentazione e idratazione artificiale.

Fabo si è liberato dal dolore

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Il condominio in...forma! dell’avv. Maurizio Golia

Il decoro architettonico è costituito da quell’insieme di linee ed elemen-ti che sia pur estremamente semplici

sono in grado di caratterizzare l’estetica dell’edificio che è un bene comune, suscettibile di valutazione economica. Alterare il decoro vuol dire peggiorare l’estetica dell’edificio e di conseguenza cagionare un danno economicamente valutabile (es. deprezzamento unità immobiliare) agli altri condòmini singo-larmente e collettivamente Divieto di alterazione, quindi, non vuol dire divieto di assoluta immodi-ficabilità, ma semplicemente divieto di modificare in peggio l’estetica. Un abbellimento, ad esempio, non può mai essere contestato. Resta ferma la possibilità di prevedere nel regolamento condominiale contrattuale una assoluta immutabilità delle parti comuni. Una recente sentenza della Corte di Cas-sazione n. 4437 del 21 febbraio 2017 consente di comprendere, più da vicino,

come si sviluppa un ragionamento volto a valutare l’avvenuta (o meno) lesione dell’estetica di un edificio. In questo caso dei condòmini lamentavano, tra le altre cose, l’alterazione del decoro architettonico dell’edificio connessa all’opera di un loro vicino che aveva trasformato una finestra in un portone per ricavare un autorimessa in un vano prima adibito ad altri usi. Laddove prima

c’era una sequenza del genere “finestra – portone – finestra” dopo l’intervento edilizio se ne presentava uno del genere “portone – portone – finestra”. Questa modificazione, per la Corte d’appello (e in realtà anche per la Cassazione che ha confermato la sentenza sul punto), non era alterativa del decoro. Come si legge nella pronuncia in esame “la nuova apertura è stata munita di una porta con caratteristiche del tutto simili al vicino portone che, all’evidenza, richiama sotto il profilo estetico”. Sì c’è stato un cambiamento ma in armonia con quanto già presente. La valutazione dell’assenza di alterazione è stato poi rafforzata dai giudici argomen-tando sulla vetustà dell’edificio, senza particolare pregio, sorto nel 1947 e del contesto urbano similare alla costru-zione oggetto di modifica, la quale per queste ragioni non ha comportato alcun danno, concludendo che lo stile della facciata resta immutato.

Il decoro architettonico

Sul Comune cellulari ...a consumo!

Quanto costa oggi un abbona-mento mensile per un cellulare con minuti illimitati di con-

versazione e con collegamento interno di 4 giga? Qualsiasi gestore telefonico ha offerte che vanno da 10 a 15 euro. Partendo da questo assunto, ci risulta difficile capacitarci di quanto contenuto nella determina dirigenziale n. 45 del 2017 a firma del “dirigente ad interim Area Affari Generali dr.ssa Anna di Ronza”. Prima di proseguire è d’obbli-go sottolineare che quest’ultima non ha alcuna colpa, dovendo solo verificare la regolarità formale, anche se “un buon padre di famiglia” qualche interrogativo se lo porrebbe quando vede cifre che non stanno assolutamente sul mercato della telefonia mobile e che significano solo buttare dalla finestra danaro pub-blico, poco o molto che sia.

Premesso che il Comune, come per legge si è rivolto alla Consip (proprio quella dell’indagine su Romeo, Renzi, Bocchino e company) per cui i prezzi sono quelli stabiliti a livello nazionale, lascio al giudizio dei lettori i dati che di seguito evidenzio e che, si badi, sono riferiti all’abbonamento del primo bimestre 2017 e ai consumi del periodo ottobre-novembre 2016. Sottolineo “consumi” a significare che potrebbe es-sere stato fatturato un traffico telefonico da parte dell’utilizzatore del cellulare che andrebbe verificato per un eventua-le addebito se si dovesse scoprire che c’è stato un uso irregolare del cellulare aziendale. Ma, almeno dalla determina, questo aspetto non si evince. Per il settore Assistenza il costo delle relative sim telefoniche per il periodo indicato è stato di Euro 115,72. Per il Settore

Area Tecnica parliamo di Euro 233,76. Saliamo sensibilmente per quanto ri-guarda il settore Polizia Municipale con Euro 637,06 per poi giungere ai 934,98 Euro del settore Legale, Finanze, Sport, Cultura, Messi, Urbanistica, Anagrafe, Ced e Affari Generali. Ora, senza voler minimamente fare processi sommari nei confronti di chicchessia, mi domando: a casa nostra avremmo verificato se c’è stato un uso anomalo del cellulare aziendale? Se è possibile variare contratto sempre tra quelli offerti da Consip? Domande alle quali non so rispondere se non cogliendo un altro passaggio della determina dove si legge testualmente: “Riscontratane e accertatane la regolarità e ravvisata l’opportunità di provvedere alla liqui-dazione..”. Insomma, tutto ok.

Nicola Rosselli

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AUGURI

AUGURI

AUGURI

AUGURI

AUGURI

AUGURI

Potete scriverci alla nostra e-mail: [email protected] Gli

annunci e le foto saranno pubblicati dando la priorità ai primi pervenuti

Ha compiuto il 6 marzo 2017 i suoi primi 92 anni la signora Angelina D’A-lesio. Augurissimi dai figli Alfonso, Luisa, Franco, Michele, Ciro e Lena. E dalla nostra Redazione naturalmente.

Carlo Citarella festeggerà il suo 68 compleanno il 23 marzo 2017. La moglie Amalia, i figli Nicola, Caterina, Giuseppe e Fedele e i nipotini augurano al marito, padre e nonno esemplare tanti auguri.

Affettuosi auguri per Giuseppe Golia, adorato figliolo del nostro collaboratore avvocato Maurizio Golia e della dotto-ressa Mariarosaria de Angelis, che oggi festeggerà il suo primo onomastico con i felici genitori, il gemellino Angelo ed i nonni Geppino ed Anna.

I più sinceri auguri di buon compleanno per la signora Liliana Tambelli, stimata docente del terzo Circolo didattico di Aversa, che nei giorni scorsi ha festeg-giato il compleanno con il marito, diri-gente scolastico Gino Fabozzi, con le figlie Alessandra e Paola e tanti amici.

Attorniata dai genitori Ciro e Mary, dal fratello Umberto e da tanti parenti ed amici, ha festeggiato il suo diciottesimo compleanno, venerdì, 10 marzo scorso, Lucrezia Violante, alla quale vanno tantissimi auguri.

Al piccolo Domenico Molitierno che il 17 marzo 2017 ha compiuto un anno gli auguri dai genitori Antonio e Jessica Citarella, dai nonni Paolo, Anna, Dome-nico e Alba, dagli zii Nicolina, Nicola, Enzo e Nicla.

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A margine della querelle al plesso S. Agostino

Non litigi ma opere di bene

IL COMMENTO

L’ingresso contestato

“A nostro avviso la Giunta, a prescindere dall’indi-scutibile professionalità

ed onestà degli assessori (che, peraltro non conosciamo) sembra che, fatta eccezione per qualcuno, manchi della necessaria esperienza per affrontare i numerosi problemi che sono sul tappeto in una città come Aversa, difficile sotto tanti punti di vista da amministrare”. Queste frasi scritte su queste colonne nel numero del 18 settembre dello scor-so anno, ci sembrano più che mai attuali in margine alla “querelle” in riferimento al plesso delle scuole elementari di Sant’Agostino. Una “querelle” sulla quale ci permettiamo di esprimere qual-che semplice considerazione, se non altro perché abbiamo dedicato buona parte della nostra vita al mondo scolasti-co, acquisendo una notevole esperienza, senza avere la presunzione di poterlo

affermare. Nel corso della nostra ultra-quarantennale attività scolastica abbia-mo avuto modo di avere rapporti con vari Sindaci ed Assessori; rapporti non sempre idilliaci con i sindaci di Caserta: Gallicola, Bulzoni, Gasparin e Falco; di Aversa: Ferrara, Bisceglia, Ciaramel-la; di Giugliano, Afragola, Pozzuoli, Assessori comunali e provinciali come: Federico Santulli, Maria Teresa Jacazzi, Elena Giunnelli, Federico Marfuggi, Enzo Spezzaferri, Sergio Di Meo, Gen-naro Caserta, tanto per citarne soltanto alcuni. Sindaci ed Assessori con i quali, nel reciproco rispetto dei ruoli, non di rado (a prescindere anche dai rapporti di amicizia) abbiamo dovuto “combattere” in difesa della scuola pubblica di cui avevamo la responsabilità.Una “ querelle” che, a nostro modesto avviso, non avrebbe avuto ragione di nascere se ci fosse stato un poco di buon

senso e di esperienza, difendendo i diritti e gli interessi degli alunni del plesso del-la scuola pubblica (è opportuno ribadir-lo: pubblica!) di Sant’Agostino, per cui è oltremodo opportuno ed inderogabile che, una volta per sempre, si ponga fine alla “storia” che sta assumendo le pieghe di una brutta telenovela, dagli sviluppi imprevedibili, anche perché non ancora sembra sia chiaro fin dove finiscano i li-miti …territoriali della scuola pubblica e quelli della “paritaria”, scuola peraltro che, se non erriamo, gode (come tutte le paritarie) di sovvenzioni dello Stato, pur essendo gestita da privati. Una “tegola”, insomma, che non ci voleva per Enrico De Cristofaro che abbiamo votato e per la cui vittoria abbiamo fatto il tifo perché, pur non conoscendolo prima delle elezioni, era il candidato di una coalizione di centrodestra. Geppino De Angelis

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Dal riciclo può nascere l’arte. E’ quanto ha dimostrato Nicoletta Francia di Trentola Ducenta re-

alizzando con materiali riciclati, come cannucce, fogli di carta, bottiglie, lattine, carta stagnola, quindici sculture dedica-te ad altrettante donne che hanno rotto gli schemi tradizionalmente maschilisti della società in cui viviamo. Tra le don-ne rappresentate ricordiamo la scrittrice Matilde Serao prima donna italiana ad avere fondato e diretto un giornale (Il Mattino), l’erede al trono di Spagna Maria Teresa d’Asburgo rappresentata indossante un vestito classico ottenuto lavorando un fiasco vuoto, la religiosa diventata santa Madre Teresa di Cal-cutta, la pittrice romana della scuola di Caravaggio Artemisia Gentileschi diventata nel 1600 simbolo del femmi-

nismo per avere denunciato lo stupro subito, la veneziana Elena Lucrezia Cornaro Piscopia la prima donna lau-reata al mondo, l’indiana Indira Gandhi che fu la prima donna di quella nazione a diventare primo ministro e una chicca rappresentata da una sorta di monumen-

Da cannucce, fogli di carta, bottiglie, lattine, carta stagnola, quindici sculture dedicate ad altrettante donne famose

Dal riciclo può nascere l’arte, mostra nella libreria “Il Dono”

“ArditamenteDonna”, lesculture di Nicoletta Francia

w Antonio Arduino

Le sculture: Serao e Frank

to dedicato ad Anna Frank, diventata simbolo della Shoah, che rappresenta un albero realizzato con fogli del diario

della pic-cola mar-tire ebrea, deportata dai nazisti e morta nel campo di concen-t ramento di Bergen-Belsen, le cui radici

escono dal diario in cui l’allora sedicen-ne raccontò la storia della deportazione della sua famiglia. Per Nicoletta Francia è stata la prima personale in assoluto, dal titolo “ArditamenteDonna”, propo-sta nella sala della libreria sociale “Il Dono” ma, siamo certi, che avrà più di un seguito.

LA MOSTRA

Il Parco Pozzi senza “ristoro”

La struttura destinata al ristoro

Chi o che cosa ostacola l’apertura del punto ristoro che dovrebbe essere ospitato nella struttura

appositamente realizzata all’interno di Parco Pozzi ad Aversa? Questa la do-manda che si pongono in tanti ricordan-do che il taglio del nastro dell’area verde ristrutturata completamente grazie ad un finanziamento avvenne il 7 luglio 2016. Otto mesi all’amministrazione non ba-stano per dare il via alla gara necessaria per l’affidamento di un servizio che potrebbe essere utilissimo ai tanti che frequentano il parco? C’è chi ipotizza che il ritardo sia legato alla necessità di far quadrare un cerchio di accordi pre-elettorali così da mantenere compatta

goli o gruppi, sembrano più interessati a tutelare ambizioni personali che l’inte-resse della cittadinanza. Noi ci auguria-mo che questo non sia vero. Occupare poltrone, acquisire cariche sembra più semplice che soddisfare le necessità della cittadinanza che finora non vede fatti concreti realizzati dall’amministra-zione malgrado siano trascorsi otto mesi dall’insediamento del primo cittadino. Se questo tempo non basta per affidare un semplice punto ristoro come si può ipotizzare, si domandano i cittadini, che l’amministrazione sia in grado di dare il via ad un cambiamento vero nella città di Aversa?

Antonio Arduino

una maggioranza in cui una parte dei componenti, al di là delle dichiarazioni di compattezza rilasciate a turno da sin-

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Il gelataio italiano più famoso d’Olanda è venuto a trovarci in Redazione. Il signor Pasquale

Ronza è nato ad Aversa l’8 ottobre 1940 in via Costantinopoli 49. Il papà, Nicola, era un carabiniere: Pasquale è uno dei tre figli maschi. Il sig. Ronza lascia la sua città natale nel lontano 1962 per emigrare in Germania, dove per sei mesi lavora nell a Volkswagen. Poi si sposta in Olanda dove, per 11 anni, ai grandi magazzini fa il calzolaio. La svolta arriva alla metà degli anni Settanta, quando Pasquale si inventa l’attività della vita, producendo arti-gianalmente il famoso gelato italiano. L’aversano vive ormai all’Aia da 53 anni, a 10 minuti di cammino dal tribunale internazionale di giustizia, e produce un ottimo gelato artigianale italiano nel suo negozio ambulante a Scheveningen, la località balneare più famosa d’Olanda, una straordinaria cit-tadina di pescatori. Nel 2002 Pasquale è stato pre-miato come Maestro del Lavoro dal nostro Ministro degli Esteri Lamberto Dini all’Aia. Nel 2015 ha ricevuto l’onorificenza dell’Ordine della Stella d’Italia nell’ambasciata italiana all’Aia dall’ambasciatore italiano Francesco Azzarello, che oggi è l’agente del governo italiano davanti al Tribunale arbitrale all’Aia per il caso dei due Marò accusati dall’India, e dal Sindaco dell’Aia Jozias Van Aartsen. E’ un imprenditore di successo in Olanda Pasquale Ronza ed è molto impegnato nel sociale. Ha raccolto migliaia di euro, ad esempio, per l’ospedale pediatrico Juliana e, in occasione dello spaventoso terremoto in Irpinia nel 1980, organizzò

LA STORIA

un ponte aereo dall’Olanda con materi-ali di soccorso. Pasquale Ronza ritorna sempre ad Aversa nella terza settimana di ottobre, in occasione della festa della Madonna di Casaluce alla quale è devotissimo fin da bambino. L’anno scorso ha voluto incontrare la vice sindaco Turco per lamentarsi delle con-dizioni indecenti in cui aveva trovato i gabinetti del Cimitero. “Quest’anno sono ritornato – ci dice - e ho trovato la situazione leggermente migliorata, ma i bagni del cimitero restano comunque neri. Vorrei sapere perché nei giorni dei

morti c’è sempre qualcuno a pulirli?”. Aversa avrebbe bisogno di tante cose secondo Pasquale ma “soprattutto di parcheggi a pagamento, di più strisce pedonali e di più rispetto da parte dei cittadini del codice della strada. Ho visto cose che in Olanda non esistono. Sotto l’arco di via Iommelli in una macchina c’era una donna giovane che gui-dava senza cintura, con una bambina in braccio, con il telefonino all’orecchio e

una sigaretta in bocca. Mi sono chiesto: ma come fa a guidare questa qui? A voi di NerosuBianco faccio i compli-menti. È un grande giornale di denuncia e questo mi piace molto”. Domani sera

Pasquale Ronza nella nostra Redazione

Ronza premiato nel 2015

Tante critiche per la sua cara città, si lamenta dei pochi parcheggi, del poco rispetto per il cimitero e per il mancato rispetto del codice della strada

Vive all’Aia da oltre cinquant’anno ma ritorna sempre nella sua Aversa

Pasquale Ronza: “Aversani, vi vorrei più olandesi”

w Nicola De Chiara

(lunedì scorso, nda) lo attende l’aereo che da Napoli lo riporterà in Olanda: il suo carrettino lo aspetta nella zona del porto a Scheveningen, ma quest’anno, dopo l’estate, Pasquale ha intenzione di smettere. Così, forse, potrà tornare più spesso ad Aversa, nella sua città e nella sua terra che porta nel cuore.

Premiato nel 2015 con la Stella d’Italia da Azzarello, che oggi è l’agente del governo italiano davanti al Tribunale all’Aia per il caso dei Marò accusati dall’India

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Vendetta, sportivamente parlan-do, è fatta. Con il Mondovì la Sigma Aversa vince tre a zero.

La squadra, che due anni fa ci ha battuti in finale play off, ritardando di un anno l’approdo degli aversani in serie A, esce sconfitta in maniera perentoria dal PalaJacazzi, dopo anche la partita gio-cata in Piemonte quando gli aversani, anche a causa di diverse distrazioni dei giocatori e degli arbitri, aveva perso una occasione d’oro di guadagnare tre punti. Adesso la pool promozione ha poco da chiedere agli aversani, che però hanno fatto un campionato eccellente. Dati quasi per spacciati dagli addetti ai lavori, che la vedevano già retrocessa, la Sigma di Sergio Di Meo, allenata da Pasquale Bosco, con una splendida regular season, ha staccato con mesi di anticipo il diritto a permanere tra le grandi, invertendo tutti i pronostici. Poi

purtroppo lo sforzo prodotto, e quindi qualche infortunio, come quello capitato ad Hister, il mancato apporto di Antonio De Paola, non ancora in forma dopo il lungo stop, hanno fatto sì che la squadra fosse penalizzata fortemente in questa

farraginosa e stressante (una partita ogni quattro giorni con turni anche di mercoledì) e non riuscisse a centrare i quarti di finale per la promozione in Su-per Lega, ma va bene lo stesso. Grazie ragazzi per aver fatto sognare Aversa e aver regalato un altro anno di serie A, con particolare riferimento a capitano Enrico Libraro, un vero leone in cam-po, che quest’anno ha disputato una delle sue miglior stagioni agonistiche! Grazie Sergio Di Meo, che con grandi sacrifici economici sei riuscito a portare avanti questa impresa titanica. Grazie mister Pasquale Bosco che ha saputo tirare fuori il meglio anche da giocatori alla prima esperienza in A! Grazie allo staff, e tutti coloro, a cominciare da al-cuni super tifosi, che sono andati anche in trasferta, per aver portato il nome di Aversa tra le grandi.

Giuseppe Lettieri

Seguiamo Sara Kowalczyk da quando era un “pulcino” e già faceva intravedere le sue doti di

spadista, vincendo i primi tornei per ragazzini. Ma ora la musica inizia a cambiare. La giovane atleta aversana, perché ricordiamolo Sara è nata ad Aversa, da genitori polacchi. La madre Ewa Borowa, campionessa mondiale, e campionessa nazionale in Polonia prima e poi in Italia, ha scelto più di venti anni fa, di vivere ad Aversa con il marito, Giovanni, anche lui ex atleta nazionale polacco nei 400 ad ostacoli. Persone perbene, con valori sani, che nello sport danno lustro alla nostra città. E così Sara, seguendo questi modelli, e con la scuola, poiché frequenta il Liceo Sportivo Jommelli, il primo della nostra

Sara Kowalczyk fa grande Aversa17 (Sara ha solo 15 anni!) di Plovidiv in Bulgaria, indossando la maglia della nazionale italiana. Con lei, quel monu-mento dello sport nazionale, Valentina Vezzali, pronta ad incoraggiarla ad ogni assalto. Non solo, è arrivata nel singolo ai quarti di finale, dietro soltanto ad un’altra italiana, e così con molta probabilità, nonostante la giovanissima età, lei il primo aprile prossimo, a Plovidiv, dovrebbe ritornarci, ancora con la maglia azzurra, ma questa volta non per difendere il tricolore in Europa, ma nel Mondo. Noi di Nerosubianco da sempre tifiamo per la giovane atleta e le auguriamo sempre maggior successi. Sarà arriverà lontano, ne siamo sicuri, e porterà in alto il nome di Aversa! Giuseppe Lettioeri

provincia ad avere questo indirizzo, di-retto da Rosa Celardo, inizia a diventare grande ed appena quindici giorni fa ha conquistato la medaglia di bronzo a squadre ai campionati Europei under

Sara nella nazionale under 17

SPORT

Vendetta sportiva con il Mondovì: 3-0! Grazie ragazzi per aver fatto sognare Aversa e aver regalato un altro anno di serie A

Staccato con mesi di anticipo il diritto a permanere tra le grandi

GrAzie Sigma Aversa:resti in A con merito!

Grande risultato per la Sigma

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A proposito di turismo: per una città come Aversa ricca di arte potrebbe diventare fonte di

occupazione e di incassi, anche per l’Ente locale, se promozionato attra-verso un ufficio turistico che non c’è. In mancanza di inziative ufficiali delle amministrazioni comunali che, negli ultimi vent’anni, si sono limitatate a realizzare inutili monumenti come l’uf-ficio turistico in legno posizionato in via Di Jasi, nello spazio antistante l’ex succursale dell’Istituto Mattei, o l’info point di piazza Mazzini, c’è il privato che si muove. E’ il caso dell’improv-visato ufficio d’informazioni turistiche realizzato dai titolari della rivendita di L’improvvisato “ufficio” di Edicolè

A proposito di turismo...giornali, riviste e quotidia-ni “Edicolé”. Un collage con al centro una piantina della città contornata da foto delle tante possibili mete turische rappresenta-te da monumenti e strutture meritevoli di essere viste da chi ama l’arte, il tutto contornato da libri dedicati alla storia, all’archietttura e all’arte della città. Pro-babiblmente è poco, ma di sicuro è un suggerimento per l’amministrazione comunale.

Antonio Arduino

di Geppino De Angelis

L’orgoglio di essere napoletani

Benché siano trascorse oltre due settimane dall’ormai “famige-rata” partita di Coppa Italia, che

ha visto il Napoli sconfitto dalla coppia Juve-Valeri, ci si consenta, a biglie ferme di esprimere qualche semplice considerazione non sul risultato (che, purtroppo, non può essere cambiato) ma su tutto quello che sui giornali “nordisti” è stato scritto sui napoletani, in aggiunta, ormai, agli stantii, stereo-tipi cori beceri dei tifosi zebrati contro Napoli città ed i napoletani, invocando ancora un loro “lavaggio” da parte del Vesuvio, dimenticando ovviamente che, in caso di un tale malefico evento, la lava vesuviana non farebbe distinzione tra supporters del Napoli e quelli della Juve. Ci sembra inutile stare qui a ripetere quante volte gli arbitri, segnalinee, terzi e quarti uomini, negli ultimi decenni hanno scandalosamente dato il loro “aiutino” alla “vecchia signora”, “aiu-tini” che hanno danneggiato non solo il Napoli ma anche altre squadre, ad ulteriore dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, dell’ormai conclamata

pagine dei giornali del Nord (a cominciare da qualcuno diretto ad un nostro conterraneo) che suonano offesa per Napoli città, la squadra ed i tifosi. E’ altrettanto vero che non si possono cancellare le retro-cessioni, le revoche di scudetti, le coppe e chi più ne ha più ne metta, senza ovviamente, dimenticare certe partite nelle quali, per fatti esterni, il Napoli è stato sconfitto, cominciando da Pechino quando il team partenopeo fu letteralmente “scippato” della Supercoppa grazie

(?!) ad un arbitraggio filoiuventino. Ecco perché, dinanzi a certi fatti, che al-lontanano dal mondo del calcio gli spor-tivi “veri”, che continuano a credere in certi valori-cardine dello sport, ad onta di quel che scrivono certi giornali “nor-dici”, dei cori beceri dei tifosi della Juve e di altre squadre, abbiamo l’orgoglio di essere napoletani e tifosi del Napoli, a differenza di tantissimi altri che, benché nati e cresciuti in queste terre, tifano la Juve o, per motivi opportunistici, dimenticano le loro origini, cantando peste e corna di noi “terroni”.

sudditanza psicologica verso la Juve che, tra l’altro, con tanti campioni che può annoverare nelle sue fila, non avreb-be bisogno di tali “aiutini” che servono soltanto a rendere sempre più invisa la squadra zebrata al resto del mondo calcistico italiano, senza dimenticare le …imprese di “calciopoli” che, lustri addietro, costarono la retrocessione della squadra in serie B ed il processo penale ad alcuni personaggi di spicco della squadra torinese. Quello che non va giù in nessun modo sono alcuni titoli “sparati” nelle prime

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Il progetto nasce da un’esperienza scolastica

Tutto è nato dalla partecipazione di due studentesse alle Olimpiadi del Patrimonio.Mariapia Napoletano: “Acculturiamoci, è l’unica nostra salvezza”

“AversArte” per rilanciareuna città dimenticata

Il Duomo di Aversa

Foto di gruppo a Caserta

w Martina Melino

La nostra città scopre l’amore per l’arte. Nasce, infatti, un nuovo progetto, “AversArte”, grazie

all’iniziativa del presidente Dario Au-tiero, del laboratorio “FareAmbiente” e della Consulta Pastorale Universitaria. “Il progetto è nato dall’idea di fare qualcosa per la cultura. Nasce da un’e-sperienza scolastica, avvenuta l’anno scorso - ci racconta la coordinatrice del progetto, Mariapia Napoletano, studen-tessa. Insieme ad una mia compagna abbiamo partecipato alle olimpiadi del patrimonio. Una competizione naziona-le nella quale bisogna portare avanti un progetto, nel quale si deve parlare delle opere d’arte vicine a noi. E così c’è stato uno studio sul cambiamento urbanistico della città di Aversa e sulla costruzione di piazza Municipio. Si percepisce l’im-portanza di valorizzare ciò che abbiamo intorno a noi. Aversa non è solo la città delle cento chiese ma ha un patrimonio

Nascendo come volontariato, si punta a sviluppare una coscienza civica nei gio-vani cittadini. E l’osservazione da parte degli studenti della gestione e della cura dei monumenti. È importante prendersi cura di ciò che è nostro!La coordinatrice continua: “Vogliamo attirare l’attenzione. Trovare persone che sono disposte a mettersi in gioco, che si impegnano per la propria città e che vogliano realmente fare qualcosa. Vogliamo creare progetti di sensibiliz-zazione che possano realmente servire sul territorio. I progetti sono tanti. Vorremo creare la possibilità di visitare gratuitamente i monumenti conosciuti e le chiese, nel giorno della domenica. Vorremo fare attività di raccolta fondi per poter agevolare lavori utili o pub-blicare degli opuscoli per ampliare la conoscenza negli abitanti”. Insomma, un progetto incentrato sugli studenti ma che può essere utile a tutti i cittadini. Siamo ricchi di storia, acculturiamoci e approfittiamo delle meraviglie offerte dalla nostra città!

L’INIZIATIVA

culturale molto importante. È difficile, però, per chi non si sofferma a guardare ciò che ci circonda, capirlo”.Le finalità del progetto sono varie. Si vogliono mostrare i monumenti e le loro strutture, approfondendo sulle tecniche architettoniche e la loro storia.

Il 7 marzo scorso, presso la sede Inps di Napoli, c’è stato un incontro tra il direttore regionale dell’Istituto

Giuseppe Greco, il consigliere regio-nale di “Campania libera-Psi-Davvero Verdi” Luigi Bosco e una delegazione di “Campania libera Aversa”, composta dal consigliere comunale Rosario Capasso, dal referente cittadino Lino Fierro e dal funzionario dell’Inps Gio-vanni Esposito. Al centro della riunione c’era la possi-bilità di assegnare la competenza delle visite per l’invalidità civile alla sede zonale di Aversa. Alla fine di un vertice

L’Inps e le visite per le invalidità civili75. Inoltre, Greco ha lasciato aperta la possibilità, nel medio periodo, di trasfe-rire totalmente nella città normanna il servizio riguardante l’invalidità civile. Le prestazioni si rivolgono ai residenti di Aversa e dei diciannove comuni dell’agro aversano. La determinazione e la dedizione mostrata dal consigliere comunale di Aversa Rosario Capasso, dal referente cittadino di ‘Campania libera’ Lino Fierro e dai componenti del gruppo di tutta la zona permetterà di ottenere un importante risultato, soprattutto per i cittadini di questa vasta area della provincia di Caserta”.

sicuramente proficuo, il direttore Greco si è reso disponibile ad accordare, già nel breve periodo, le visite per quanto riguarda i cittadini under 18 e quelli over

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Il decano dei giornalisti casertani e colonna di NerosuBianco

Iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1962, storico giornalista del “Roma” e de “Il Mattino”, ha collaborato con diverse testate locali e fondato “Il Basilisco”

Tanti auguri, Geppino!Sono solo 80 candeline

Sono ottanta le candeline sulla tor-ta di compleanno del nostro inos-sidabile collaboratore Geppino

De Angelis. Lo abbiamo incontrato in Redazione, pregandolo, in una ricor-renza così importante, di riaccendere la moviola dei ricordi. Nato ad Aversa, il 19 marzo 1937, il nostro amico, che ha trascorso una vita nel mondo della scuola come docente di Diritto ed Economia Politica, prima, e come Preside in alcuni istituti superiori delle province di Napoli e di Caserta,, poi, è stato iscritto all’Ordine dei Giornalisti “della Calabria e della Campania”, il 24 luglio 1962. A luglio saranno 55 gli anni “ufficiali” di attività giornalistica che lo fanno attualmente il decano dei giornalisti della nostra provincia. Nel 2014 Geppino De Angelis è stato premiato come “senatore della stampa casertana”.Caro amico, un altro traguardo rag-giunto con gli ottant’anni d’età. Ti senti vecchio?No, per niente. Anche se può sembra una risposta presuntuosa, è la verità. Ritengo che non sia l’età anagrafica quella che conta ma la passione e l’en-tusiasmo che si mettono nella propria attività. Il giornalismo come l’ho sem-pre vissuto, pur definendolo un hobby, mi ha permesso e mi permette di essere a contatto con la realtà di ogni giorno.E poi c’è un segreto che da queste colonne non puoi non rivelarci.Hai ragione, ho un motivo in più per non invecchiare ed è rappresentato dai miei tre gioielli, mia nipote Francesca Pia, di sedici anni, e dai due gemellini, Angelo e Giuseppe, che non hanno ancora compiuto il primo anno di età.

Sono vent’anni che scrivi su “Nerosu-Bianco”. Quali sono state le collabo-razioni giornalistiche più importanti in questi oltre sessant’anni di attività?Ho iniziato a 17 anni con il classico articolo sportivo uscito sul “Roma” del comandante Lauro. Con tale storico quotidiano ho proseguito fino al 1980, quando il giornale sospese le pubblicazioni. Nel 1982 comincia la mia collaborazione con “Il Mattino”,

Geppino De Angelis

IL COMPLEANNO

w Nicola De Chiara

“Il giornalismo è stato il mio hobby, la scuola la mia attività professionale, la mia famiglia il sostegnonei momenti più difficili che non mancano nella vita di ognuno”

continua a pag. 52

durata fino al 1990 quando, con il ritorno del “Roma” in edicola”, fui richiamato dal vecchio amore. Successivamente ho firmato tantissimi pezzi sulla “Gazzetta di Caserta” e sul “Corriere di Caserta”. Dallo sport sono passato alla cronaca nera e a seguire la politica aversana. Ho collaborato anche con due giornali satirici napoletani “Monsignor Perrella” ed il “Sei e ventidue”. Sono stato corrispondente dell’Ansa per molti anni. Esaltante è stata anche l’esperienza televisiva di Canale 47 con gli indimenticabili Giovanni e Corradino Motti e con Raffaele Maisto.La tua lunga esperienza nell’ambito della stampa locale.

Ho fondato con alcuni amici e diretto “L’Ora di Terra di Lavoro” e la rivista culturale “Il Basilisco”, edita dalla Pro Loco ai tempi della prestigiosa presi-denza di Enzo Nugnes e del preside Giacomo Zapparrata. Sono stato anche collaboratore di “Sport Sud”, “Sport del Mezzogiorno” e “Gazzetta Aversana”. Sono molto contento, ovviamente, di far parte oggi della famiglia di Nerosu-Bianco che ha sempre consentito a tutti i collaboratori di esprimere liberamente e senza alcun condizionamento le proprie opinioni, a prescindere dalle ideologie politiche.Se dovessi darmi un numero, quanti articoli hai scritto?Se devo contarli tutti, superiamo ampia-mente i 15.000 pezzi. Ma sono certo di averne perso il conto. Com’è cambiata la stampa regionale e locale dai tuoi inizi a oggi?Penso che molto si sia perso in termini

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IL COMMENTO

di obiettività e di lealtà tra i colleghi giornalisti. La professione giornalistica nelle nostre zone è stata mortificata dall’eccessiva proliferazione di iscritti all’Ordine a prescindere dalle capacità, dall’esperienza e dall’effettiva attività svolta. Naturalmente questo ha influito anche sull’autorevolezza dei giornali che, da questo punto di vista, sono morti ancora prima dell’avvento di internet e dei social network.A proposito di tecnologia, viene da sorridere quando ti penso ancora alle prese con la tua Olivetti 22 e con i pezzi che, in redazione, devono essere puntualmente scannerizzati. E’ tanto difficile adeguarsi ai tempi?Caro Nicola, hai ben donde di sorridere ma, come ho avuto modo di dire e scrivere più volte, ho un’avversione viscerale per tutto ciò che è tecnologia moderna, anche se non ne nego l’utilità. Anzi, spesso mi chiedo come me la sarei

cavata se nel 1982, quando sostenni il Concorso a Preside, se ci fosse stata anche una prova di informatica.

Mi racconti un aned-doto che ti è rimasto impresso?Quando i lettori si lamentano di refusi di stampa sul nostro perio-dico, io ricordo sempre come rispose il direttore del “Roma”, Alberto Giovannini, a noi cor-rispondenti quando ci lamentavamo dei refusi che anche allora compa-rivano sul giornale. Gio-vannini amava ricordare

Tanti auguri, Geppino! Solo solo 80 candeline

che, ai tempi del fascismo, il direttore di un quotidiano nazionale, in occasione della ricorrenza della marcia su Roma, fu licenziato in tronco perché nell’edi-toriale che avrebbe dovuto concludersi con la frase “le campane suonarono a stormo” si lesse, invece, “le campane suonarono a morto”. Ricordi qualche direttore di testata in modo particolare?Oltre a Giovannini, ricordo in partico-lare Alfredo Signoretti, Piero Buscaroli, Antonio Spinosa e Giovanni Ansaldo, per quello che mi hanno dato e insegna-to.Oltre al giornalismo, quali sono state le cose più belle della tua vita?Il giornalismo è stato il mio hobby, la scuola la mia attività professionale, la famiglia, con mia moglie Anna e le mie figlie Raffaella e Mariarosaria, il mio

sostegno nei momenti più difficili che non mancano nella vita di ognuno.Come mai non hai pensa-to di fare politica?Non ho fatto politica perché avrei dovuto rinunciare a fare giornali-smo, ovviamente come lo indendo io cioè senza ba-vagli ideologici e di parte.Come festeggerai questo compleanno?Lo festeggerò in due momenti distinti. Con i familiari e con gli amici di “NerosuBianco”.

1993, con i colleghi “senatori” per i 30 anni di iscrizione all’Ordine

Premiato nel 2003 da Ermanno Corsi

De Angelis con il gen. Cagnazzo nel 2008 Anni ‘70 con il sindaco Bisceglia

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IL CONVEGNO

Lo sportello ha festeggiato l’anno di vita con un Convegno seguitissimo

Presso il “Fermi” e la “Cimarosa” aperti due sportelli d’ascolto D.S.A. il primo e terzo venerdì del mese su appuntamento. Evento seguito da docenti e genitori

Dislessia, funzionano i due Centri di Aversa

w Raffaela Chiatto

Sono due gli sportelli di ascolto D.S.A. e si trovano ad Aversa presso il liceo scientifico “Enrico

Fermi” e l’istituto comprensivo “Do-menico Cimarosa”. Sono aperti, previo appuntamento, dalle 15,00 alle 17,00 il primo e il terzo venerdì del mese. Chiun-que ne abbia bisogno può, pertanto, in-viare una email a [email protected] oppure contattare il numero 3883651840. I genitori, i docenti o gli alunni che vorranno accedere verranno accolti da genitori con esperienza matu-rata e clinici dell’ANDA (Associazione Nazionale Disturbi dell’Apprendimen-to) e dello studio Meta.Lo sportello ha festeggiato il primo anno con un evento di sensibilizzazione e formazione intitolato “Le difficoltà di apprendimento: affrontiamole in-sieme”, tenutosi il pomeriggio del 10 marzo presso il liceo scientifico “Enrico Fermi” di Aversa, egregiamente presie-duto dal dirigente Adriana Mincione, grazie anche alla collaborazione della referente DSA prof.ssa Maria Rosaria Sarnelli. Al convegno, moderato dal Dirigente stesso, sono intervenute le mamme Angela Maria Negrini (re-sponsabile dello sportello) e Tonia di Tullio, il Presidente dell’ANDA Andrea di Somma, il Vice presidente Vincenzo di Maro e le dott.sse Imma Buonanno e Maria Rosaria Cicatiello. Presenti all’evento anche Mario Autore, Dirigente Scolastico dell’IC Domenico Cimarosa, da sempre sensibile alla pro-blematica, e il Dirigente Scolastico Lu-isa Diana Motti che nel 2015, in qualità di Presidente della FIDAPA di Aversa, ha dato avvio al progetto. Numerosi e interessati sono stati i docenti che vi

hanno preso parte e che hanno potuto confrontarsi con gli esperti del settore. Con l’acronimo DSA (Disturbi Spe-cifici dell’Apprendimento) vengono identificati disturbi funzionali quali la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia che sono associati a quo-zienti intellettivi nella norma e, spesso, superiori alla media. Gli alunni con D.S.A., secondo le caratteristiche individuali, presentano difficoltà nel leggere, nello scrivere o far di conto, caratteristiche che spa-ventano e appaiono insormontabili se non se ne conoscono bene le cause. Non è inusuale che il docente che si trovi dinanzi a casi simili non riesca a riconoscerli. Altre volte sono gli stessi genitori a non comprendere le difficoltà dei propri figli o a non accettarle. E per questi ed altri motivi ancora che, nel 2011, è nata l’associazione di vo-lontari “D.S.A. – Dislessia, un limite

da superare” composta da genitori determinati a tutelare il diritto allo studio degli studenti con D.S.A., supportare famiglie e contrastare i pregiudizi e le ingiustizie che limitano il futuro universitario e la-vorativo dei ragazzi dislessici. Nu-merosissimi gli sportelli di ascolto D.S.A., gratuiti, che l’associazione ha attivato presso le scuole di Napoli e provincia, Frosinone e, da un anno, ad Aversa. Agli sportelli, come già detto, possono rivolgersi i genitori che vogliano essere sup-portati o informati, gli stessi ragaz-zi o i docenti che vogliano essere consigliati per evitare di incorrere in grossolani errori di valutazione o di metodologie didattiche. È il caso di una recente decisione del Ministero dell’Istruzione che ha vietato ai candidati con D.S.A., per

le prove di ammissione all’Università, l’uso degli strumenti compensativi (dizionario e/o vocabolario; formulario; tavola periodica degli elementi; mappa concettuale; personal computer/tablet) utilizzati durante il percorso scolastico per superare le difficoltà nello studio. “Tale divieto è un’assurdità e una discriminazione – ci spiega la presi-dente Titti Gaeta – poiché questi stessi strumenti possono essere utilizzati nel corso della formazione e dello studio universitari. Vietarli durante le prove di ammissione significa mettere questi ra-gazzi in una condizione di svantaggio”. A tal proposito la sua associazione ha lanciato una petizione che può essere firmata online semplicemente acceden-do al link tramite la pagina di Facebook “D.S.A.-Dislessia, un limite da supera-re”. Comunque, la strada da percorrere è ancora lunga, ma può essere costruita grazie alla cooperazione e al dialogo.

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ARTE

Vi parliamo delle opere restaurate che sono ancora nelle mani della Soprintendenza

Noi ricordiamo che i dipinti sono tre e sono stati esposti, fin dal lontano 1995, nel Museo dell’Opera e del Territorio annesso alla Reggia di Caserta

Gli affreschi di Santa Maria a Piazza tornano a casa?

w Franco Pezzella

Nel corso di una recente visita ad Aversa, il Sovrintendente ai Beni Culturali ed Artistici

di Caserta e Benevento, l’architetto Salvatore Buonomo, si è impegnato con il Sindaco a riportare in città le opere trasferite da lunghissimo tempo nei laboratori della Soprintendenza di Ca-serta per essere restaurate e non ancora restituite. In particolare si è impegnato a restituire a breve i due affreschi pro-venienti dalla chiesa di Santa Maria a Piazza. Noi ricordiamo, però, che i dipinti dati in restauro sono tre e sono stati esposti, fin dal lontano 1995, nel Museo dell’Opera e del Territorio del capoluogo di Terra di Lavoro annesso alla Reggia, chiuso da qualche anno ma prossimo alla riapertura. Si tratta, per andare subito nel merito, di un primo frammento, databile al XII secolo, dove sono riporati due episodi della Vita di di San Nicola, già trasportato a suo tempo a Capodimonte e successivamente a Caserta, di cui non si conosce l’originaria ubicazione all’interno del sacro recinto ma che, pre-sumibilmente, faceva parte di un ciclo di affreschi dedicati al santo, il quale si sviluppava su due registri sovrapposti con un imprecisabile numero di episodi divisi da cornici dipinte in giallo-ocra e rosso, come ancora è dato vedere nel lacerto in oggetto. Il secondo affresco era posto sulla facciata, nella lunetta a destra, e rappre-senta Santa Caterina d’Alessandria. Ri-conducibile al periodo immediatamente successivo al 1349, quando, dopo il ter-remoto che colpì la città in quell’anno, furono realizzate le due navate laterali, raffigura la santa nelle vesti di orante,

con le braccia aperte a simboleggiare il desiderio dell’elevazione a ciò che è “altro”, il capo coperto da una paenula rossa (una sorta di mantello molto ruvido), il mirto e la corona. Ai lati della santa s’intravedono due ruote dentate, simbolo del martirio cui fu sottoposta, e le vasche, utilizzate per raccogliere il suo sangue. Il terzo affresco, sicura-mente il più interessante, benché molto lacunoso, risale verosimilmente al quar-to decennio del XIV secolo e fu stac-cato nei primi anni Novanta del secolo scorso da un un muro sul lato destro del transetto, già parte dell’originaria absi-de romanica, per recuperare un affresco sottostante ancora più antico raffiguran-te una Crocifissione. Il dipinto raffigura, secondo una tradizione iconografica che fa riferimento ai Vangeli apocrifi, i quali riportano che Maria non sarebbe morta, ma soltanto caduta in un sonno profondo per poi essere assunta in cielo, il cosiddetto episodio della Dormitio Virginis. La raffigurazione rappresenta gli apostoli che assistono alla dormizio-ne della Vergine e Gesù che ne raccoglie

l’anima e il corpo per presentarli al Padre. L’affresco è attribuito a un artista giottesco conven-zionalmente indicato come il Maestro di Giovanni Barrile (a ragione delle decorazioni rea-lizzate nell’omonima cappella della chiesa di San Lorenzo Maggiore a Napoli), uno dei maggiori esponenti della pittura trecentesca nell’Italia meridio-nale, attivo anche in Castel Nuo-vo, Santa Chiara e a San Pietro a Maiella, a cui si deve, tra l’altro, il bel Crocifisso del duomo di Teano. Allievo e collaboratore di Giotto nel cantiere assisiate di San Francesco, il Maestro si di-

stinse all’interno della sua folta bottega perchè seppe coniugare mirabilmente

Storie di S. Nicola (XII sec.)

La Dormitio Virginis (XIV sec.)

la saldezza dell’impianto spaziale e dei volumi assimilata da Giotto, con il gusto narrativo e cromatico propri della lezione dell’altro grande protagonista della pittura italiana dell’epoca, il sene-se Simone Martini.

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STORIA NOSTRA

I fatti “curiosi” che successero agli inizi degli anni Settanta in via Pola

Zampella e i fantasmidispettosi di Carinarow Antonio Marino

Per superare la monotonia paesana, fi no ad alcuni decenni or sono, i “buontemponi” del

nostro contado le distrazioni se le inventavano andando, talvolta, oltre i limiti. Eccone di seguito un esempio eclatante, verifi catosi agli inizi degli anni ‘70 del secolo scorso. Quando nellʼagro aversano fervevano gli incontri e i dibattiti sull’area da scegliere per a ccogliere il complesso Indesit e soprattutto su chi doveva attribuirsi, politicamente, il merito – la lotta era accanita - dell’industrializzazione della zona. In quel tempo (anni ‘70 - ‘71) il piccolo centro agricolo della vicina Carinaro fu scosso da alcuni episodi, a dir poco sconcertanti, che allertarono la

popolazione non soltanto del luogo. Sta di fatto che episodicamente, non appena la nera caligine della notte si infi ttiva, la confi nante via Pola era letteralmente presa d’assalto da una cragnola di sassi e bottiglie che, cadevano all’impazzata sulla gente del posto e principalmente nel retrostante cortile della abitazione di Antonio Zampella, che rasentava la scarpata ferroviaria nei pressi del ponte. Proprio nel punto dove i confi ni, come si sa, tra la nostra Aversa e Carinaro diventano più incerti… avvicinandosi in un tutt’uno. Un qualcosa apparentemente di strano (?) reso ancora più Foto d’epoca, curiosi in via Pola

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STORIA NOSTRA

assurdo dal fatto - come si vociferava - che le pietre, cadendo, non infrangevano i vetri né arrecarono danni alle cose e alle persone. L’eco di tanto, varcando i confi ni puramente Carinaresi, giunse alle orecchie della gente del circondario che, incuriosita al massimo, si mosse cominciando ad affollare, di sera, il luogo degli incredibili fenomeni. Questo, creando seri problemi di ordine pubblico, che impegnarono non poco il locale commissariato di pubblica sicurezza di Aversa, diretto dal solerte dott. Amodio Fusco. La comparsa della Polizia sul posto, seguita dalla stampa aversana, fece prendere agli spiriti o meglio agli “allegri” fantasmi un lungo periodo di congedo e, per alcuni mesi, non si presentarono all’appuntamento notturno con la gente. Il paese ricade nella sua abituale monotonia e, non cadendo i sassi e le bottiglie, tornò la pace in casa Zampella. Quando ci si era dimenticati di loro, ecco che improvvisamente riapparvero sulla scena, più dispettosi e feroci di prima seminando il terrore d’intorno con i loro pericolosissimi lanci alla rinfusa dii pietre e roba varia che facevano un frastuono indescrivibile;

e per di più, questa volta, con le bottiglie piene di biglietti offensivi che cantavano “peste e corna” un po’ a tutte le autorità e non solo carinaresi. Uno scenario apocalittico, reso ancora più fosco dalla fi oca luce di qualche lampadina che, ondulata dai lanci, allungava le ombre includendo panico tra la gente del paese (a cominciare dal malcapitato Zampella con la famiglia) che preferiva di notte tapparsi in casa. Protraendosi gli atti teppistici, cominciarono le prime denunce contro ignoti. Vi fu qualcuno, più credulone, che fece venire sul posto due stregoni (un maschio e una femmina) con l’intento di allontanare gli spiriti; qualche altro sparse lungo le strade sale e farina per tre giorni consecutivi; qualche altro ancora fece celebrare cinque messe: si ricorse ad ogni esorcismo… ma tutto risultò vano. La stampa diede ai fattacci lo spazio che meritavano ed ogni cronista, misurando la paura del popolino, li commentò criticamente facendo moltiplicare le persone che accorrevano sul luogo… soprattutto per divertirsi, per godersi passivamente l’insolito spettacolo. Uno spettacolo all’aperto, gratuito,

tragicomico (anche se per certi versi, pericoloso) i cui attori in erba erano cittadini carinaresi, ognuno dei quali recitava la sua parte. Molte le congetture che, accavallandosi una sull’altra, portarono al collasso delle idee e al superamento dell’incubo collettivo: la gente cominciò a rendersi conto che si trattava di una grossa mascalzonata e, poco alla volta, lasciò perdere quanto succedeva in via Pola. Lo stesso Antonio Zampella, vittima prescelta delle sassate, divenne più risoluto e riprese il suo lavoro abituale che, del resto, non aveva mai abbandonato. Per quanto riguarda i fantasmi, le cui ombre scure lungo la linea ferroviaria furono prese di mira da una doppietta (caricata a pallettoni) di un ignoto cittadino di Carinaro, pensarono opportuno – vista la mala parata - di cambiare aria trasferendo probabilmente il loro quartier generale altrove. Tornò la pace in paese. Su quanto detto fu stilato dalla Polizia un ricco dossier. Questo accadeva nella primavera del 1971, nel momento in cui saltava il gemellaggio (voluto dal Fante) tra Aversa e Cassino … venendo rinviato.

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IL CASO

Nel 1984 fu rubata una tela nella chiesa parrocchiale dei Santi Nazario e Cels0

L’opera rubata a Frignanoera del Guercino?w Nicola De Chiara

A proposito del Guercino ritro-vato nella chiesa di San Fran-cesco ad Aversa, 33 anni fa,

nel febbraio del 1984, a Frignano, nella chiesa di S. Nazario e Celso fu rubato un altro quadro attribuibile al pittore di Cento. Raffigurava “S. Francesco orante nel deserto” e ornava l’altare maggiore della chiesa parrocchiale di Frignano. Con una telefonata, il parroco Copersino faceva sapere ai discendenti della famiglia Serao che il bel quadro donato dagli avi alla Chiesa era stato rubato. I Serao, arrabbiatissimi, descrivendo il quadro e precisandone l’autore, vol-lero che la notizia del furto uscisse sul giornale. Da segnalare che il furto era avvenuto durante i lavori di ristruttura-

Frignano la chiesa dei Santi Nazario e Celso

zione della chiesa, mentre il parroco era fuori sede. Da segnalare ancora che il

quadro non era inventariato o catalogato e che era difficile risalire all’autore.

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IL CASO

Nel 1984 fu rubata una tela nella chiesa parrocchiale dei Santi Nazario e Cels0 Uscito il pezzo sul giornale, i carabin-ieri locali si mossero, svolgendo alcuni interrogatori, essendosi mossa nel frat-tempo anche la Soprintendenza alle Belle Arti. Al contrario di quanto rite-neva qualche esperto, che lo attribuiva a Francesco Solimena, il parroco chiuse la delicata faccenda asserendo che i Serao avevano sempre detto che si trattasse di un’opera d’arte mediocre, di un dipinto di nessun valore. Ma il dubbio rimase: per quale ragione ladri specializzati avrebbero dovuto rubare una semplice crosta, come si dice nel gergo artistico? Il dipinto con relativa cornice era stato donato, come ex voto, alla chiesa madre di Frignano 160 anni prima da un Serao. I ladri, dopo averla ritagliata ad arte portarono via sono la tela, che fu più facile avvolgere per occultarla. La scoperta di un quadro del Guercino ad Aversa sta a testimoniare che l’artista se non è stato da queste parti, sicura-mente ha operato per le nostre zone su commissione Che anche quello rubato a Frignano possa essere veramente un’opera del Guercino come non disse il parroco ma come volevano i Serao, che poi sono stati i primi proprietari

il Guercino di Aversa, chiederemo un ulteriore approfondimento, perché è giusto sapere se nella vicina Frignano il quadro rubato nel 1984 era o meno del Guercino. Qualche anno dopo, o forse anche in quello stesso periodo, ignoti cercarono di portare via anche la tela di Aversa. I committenti dei due furti, quello riuscito a Frignano e quello mancato ad Aversa, sapevano forse che si trattava di due opere del Guercino? Ci sono, a nostro parere, gli elementi per approfondire la questione. Se c’è un altro Guercino sottratto ad una chiesa di questo territorio bisogna saperlo.

Un’opera del Guercino

del dipinto, sarebbe bello ed importante scoprirlo. Noi abbiamo trovato il pezzo che uscì domenica 26 febbraio 1984 su “La Voce” di Guida che titolava “A Frignano rubato il S. Francesco. Furti d’arte su commissione?”. Una cosa è certa, se il dipinto non avesse avuta alcuna importanza artistica non sarebbe stato trafugato. L’articolista scrive: “Il quadro, che si pensava in un primo tempo fosse nientemeno opera del Guercino, era stato attribuito a Francesco Solimena…”. Insomma, il caso merita di essere approfondito. Al prof. Massimo Pulini, che ha scoperto

Raffigurava “S. Francesco orante nel deserto” e ornava l’altare maggiore della chiesa parrocchiale di Frignano. Era stata donata dai Serao 160anni prima

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E’ iniziata la terza stagione di concerti e iniziative dell’Accademia Mediterraneo Arte & Musica

Con il concerto della cantante Fiorenza Calogero accompagnata dalla chitarra battente (strumento progenitore della chitarra) del talentuoso Marcello Vitale

Arcate Musicali, musicae cultura nell’Aversa antica

w Italia Mauriello

MUSICA

Con il concerto della cantante Fio-renza Calogero accompagnata dalla chitarra battente (strumen-

to progenitore della chitarra) del talen-tuoso Marcello Vitale, è iniziata la terza stagione di Arcate Musicali, Musica e Cultura nel Centro Antico di Aversa, la rassegna di concerti e di iniziative cultu-rali, ideata dal Maestro Piero Viti e dal nostro direttore Giuseppe Lettieri, con l’associazione Accademia Mediterraneo Arte & Musica presieduta da Rosamaria Curcio. Fiorenza Calogero, artista dalle grandi qualità canore che proprio qual-che giorno prima aveva dato il lancio (promosso anche dalla RAI) al suo ulti-mo lavoro discografico prodotto e curato da Enzo Avitabile, ha saputo ammaliare il numeroso e attento pubblico presente, che alla fine non poteva non rimaner coinvolto dall’interprete e da Marcello Vitale, che ricordiamo è stato già autore

di brani per Sanremo spesso al fianco di altri importanti musicisti come Eugenio Bennato, tanto per citarne uno. “Siamo alla terza rassegna- ci dice il chitarrista Piero Viti- ed in sede abbiamo ospitato musicisti di grande talento, come il vir-tuoso chitarrista Vito Nicola Paradiso, il nostro flautista Fabio Di Lella, il duo

Fiorenza Calogero

Minimo Ensemble con la Daniela Del Monaco ed Antonio Grande, il violinista Michelangelo Massa, il trio Vesuvio, e tanti altri artisti di livello nazionale ed internazionale, facendo incursioni anche nel mondo del teatro con Peppe Lanzetta o del cinema con il noto critico Marco Lombardi. Ora proseguiamo questa rassegna primaverile con il prossimo concerto che vedrà impegnata la pianista Lucia Pascarella con uno dei massimi talenti italiani del mandolino, il giovane virtuoso Luca Natale (che fu ospite ai 18 anni di Nerosubianco al Teatro Cimarosa) per poi dare spazio al concerto del pianista aversano Luigi Marzano, fino all’atteso concerto del flautista Raffaele Bifulco, per anni primo flauto della Cherubini diretta da Riccardo Muti. E mi fermo qui perché l’elenco, fino a giugno dei concerti, sa-rebbe davvero lungo.” Per informazioni sulla rassegna basta andare sulla pagina Facebook Arcate Musicali.

A volte ritornano… non è il titolo di un libro di Stephen King, ma la realtà dei Playground Proyect,

che il 9 marzo sono tornati a Piacenza per presentare il loro primo album durante il Piacenza Jazz Fest 2017, loro che nel 2016 avevano vinto il primo premio ed il premio della critica. Ma chi sono i Playground Project? Sono tre giovani musicisti, due aversani d.o.c., il bassista Marco Galiero (tra l’altro figlio del compianto Giorgio che alcuni anni fa fu anche candidato a sindaco della città) ed il pianista Marco Fiorenzano, a cui si è uniti, ormai aversano di ado-zione anche lui, il batterista Emiliano Barrella.

Playground Proyect, tre aversani per il Jazzno, e con la loro bravura conquistano uno dei concorsi festival più importanti d’Europa. Grazie ad un approfondito studio del linguaggio jazzistico il Trio riesce da subito a ricercare un proprio stile, elegante ed energico allo stesso tempo. Oltre la musica ovviamente an-che l’amicizia e il talento che lega questi ragazzi, che hanno deciso di investire il premio vinto nell’incisione e nella produzione del loro primo album che si intitola “Be free”, con composizioni originali di Marco Fiorenzano. “Ora - dicono - stiamo preparando la prossima presentazione dell’album ad Aversa, ci teniamo moltissimo”. Giuseppe Lettieri

Tre giovani musicisti davvero bravi, ta-lentuosi, che senza godere di appoggi e spintarelle, partono da Aversa, che fino a qualche anno fa era una delle capitali mondiali del jazz, grazie al club Trista-

Il trio Playground Proyect

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