Siamo sulle tracce di una sensazionale scoperta Una...

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N. 7 | ANNO XX | 16 APRILE 2017 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.com Paolo Santulli nel Pd: “Non ho preso la tessera” L’assessora Sagliocco lascia e lancia gravissime accuse Ad Aversa la prima realtà di Odontoiatria Etica I Circoli aversani tra Otto e Novecento Centro per l’Impiego, è caos totale Street Food, Pollini sotto accusa Igiene urbana, si andrà avanti in prorogatio S. Domenico, iniziati i lavori “privati” 1998 - 2017: ventesimo anno di pubblicazione Una carrozza in via Presidio Siamo sulle tracce di una sensazionale scoperta LA CITTA’ DA BOMBARDARE

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N. 7 | ANNO XX | 16 APRILE 2017 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.com

Paolo Santulli nel Pd: “Non ho preso la tessera”

L’assessora Sagliocco lascia e lancia gravissime accuse

Ad Aversa la prima realtà di Odontoiatria Etica

I Circoli aversanitra Otto e Novecento

Centro per l’Impiego,è caos totale

Street Food, Pollini sotto accusa

Igiene urbana, si andrà avanti in prorogatio

S. Domenico, iniziati i lavori “privati”

1998 - 2017: ventesimo anno di pubblicazione

Una carrozza in via PresidioSiamo sulle tracce di una sensazionale scoperta

LA CITTA’ DA BOMBARDARE

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Finanza sul Comune,tre le ipotesi

I “piombi” che condizionano l’Italia

Paolo Santulli nel Pd: “Non ho preso la tessera”

Piazza della Concordia o meglio ...“foresta”

Cyberbullismo, i Lions al “Mattei”

Turisti nella propria città.Ad Aversa si può

I miracoli di Sant’Arpinoe la ribalta nazionale

PERIODICO DI CULTURA VARIADELL’AGRO AVERSANO

A DISTRIBUZIONE GRATUITA

Anno XX n° 7 - 16 Aprile 2017

Direttore ResponsabileGiuseppe Lettieri

Direttore EditorialeNicola De Chiara

Consulente di RedazioneGiuseppe Cristiano

Coordinamento EditorialeVito Faenza

Segreteria di RedazioneRaffaele De Chiara

Garante dei LettoriFranco Terracciano

EditoreAssociazione Dimensione Cultura

Piazza Municipio, 22Aversa

Periodico registrato presso il Tribunale di S. Maria C.V.

al n. 514 del 17.11.1998

RedazioneVia Michelangelo, 108 - Aversa (Ce)Tel. 081.198.14.930 - 388.19.87.510

www.nerosubiancoaversa.come-mail: [email protected]

StampaTuccillo Arti Grafi che srl

Afragola (Na)

SOMMARIO10

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Come può nascere un uomo quando è vecchio?

di S. E. Angelo Spinillo

AVERSA

L’INTERVENTO

L’INCONTRO

AVERSA

SCUOLA

IL TOUR

STORIA NOSTRA

L’Editoriale

Mentre continuiamo a sentirci travolti nel vortice di terribili notizie di guerre che

straziano in maniera crudele l’umanità; mentre siamo ancora più atterriti dalle improvvise esplosioni di irragionevoli attentati terroristici; mentre ci scoraggiano le forme di organizzazione malavitosa, di corruzione e di irresponsabilità; mentre siamo delusi da un mondo che, come dice Papa Francesco, sembra più attento alla notizia di un ribasso di punti nelle borse mondiali piuttosto che alla morte per assideramento di un anziano che vive per strada; mentre assistiamo perplessi a scaramucce e polemiche tanto roboanti quanto vuote di un fare politica incapace di aprire strade nuove al vivere umano, celebriamo i giorni santi della Pasqua, i giorni in cui la contemplazione della passione del Cristo e l’annunzio della sua risurrezione aprono orizzonti di speranza e di redenzione per l’umanità. Nella notte del mondo in cui sembra che questa nostra umanità, debole e invecchiata, sia come sclerotizzata nella ripetizione di antichi peccati, ritorna la domanda posta a Gesù dal sapiente Nicodemo: “Come può nascere un uomo quando è vecchio?” (Gv 3,4). Nicodemo aveva ascoltato e apprezzato l’intenso insegnamento di quel giovane che veniva da Nazareth e che tutti chiamavano “Rabbì, che… signifi ca Maestro” (Gv 1,38). Era affascinato

dall’effi cacia dei “segni” che Gesù andava compiendo, e sentiva di condividere l’annuncio messianico che chiamava l’umanità a rinnovare totalmente la propria vita, ad aprirsi alla luce della verità, alla speranza di un rinnovato incontro con il Dio della vita. Forse, però, come tanti di noi, anche Nicodemo non aveva suffi ciente fi ducia che questo potesse accadere. Aveva compreso che non bastava qualche forma di dottrina o di generico richiamo a valori morali per coinvolgere l’umanità in una vita nuova, e percepiva la necessità di un rinnovamento radicale, ma non riusciva ad intravederne la strada. Ma Gesù parlava con convinzione ai suoi discepoli della possibilità di rinascere. Ecco il senso della domanda di Nicodemo. In realtà anche in tanti di noi prevale una sorta di insuperabile rassegnazione alla vecchiezza di un’umanità che si smarrisce nella “globalizzazione dell’indifferenza” (Eg 54), come ancora dice Papa Francesco. La Pasqua, la luce del Cristo risorto, ci chiama a celebrare la verità del poter essere un’umanità nuova, un’umanità che rinasce “da acqua e da Spirito” (Gv 3,5), un’umanità che guarda con fi ducia al regno di Dio, alla reale possibilità di un nuovo ordine delle cose del mondo, un’umanità purifi cata dall’acqua della misericordia e resa feconda di vita per la presenza dello Spirito dell’amore. +Angelo Spinillo Vescovo di Aversa

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PRIMO PIANO

Ecco cosa è accaduto dopo il provvedimento di revoca degli arresti da parte del Riesame

La legge (il Testo Unico sugli Enti Locali e la Severino) come al solito è lacunosa, non specificando le modalità precise della cessazione della sospensione del Sindaco

De Cristofaro reintegrato,ma troppi giorni persi

Il Sindaco di Aversa Enrico De Cristofaro è stato reintegrato con provvedimento del Prefettomdi

Caserta lunedì 10 aprile e da allora è nuovamente al suo posto alla guida dell’Amministrazione comunale. Nes-suno aveva comunicato al Prefetto il provvedimento del Riesame, cosa che hanno fatto solo sabato mattina 8 aprile gli avvocati di De Cristofaro. Ecco svelato l’arcano che ha fatto perdere al Sindaco altri 10 giorni di mandato. Il percorso amministrativo che ha porta-to alla reintegra del primo cittadino è ri-sultato, però, complesso ed accidentato. A seguito della scarcerazione ci si aspettava una rapida reintegra con provvedimento del Prefetto che revo-

w Lello Ponticelli

Enrico De Cristofaro

Dopo una lunga preparazione, sono finalmente iniziati i lavori di restauro della chiesa di San

Domenico ad Aversa, promossi dall’as-sociazione I Normann. Il progetto, de-nominato “Operazione San Domenico”, prevede la messa in sicurezza della de-corazioni in stucco e delle cornici, il re-stauro degli altari, la messa in sicurezza degli impianti elettrici e la riparazione di tutte le vetrate. Tutti gli interventi sono finalizzati a rendere nuovamente agibile l’antica chiesa aversana, così da consentirne nuovamente l’accesso ai fe-deli e, con loro contributo, completare l’imponente opera di restauro di quella che fu uno degli esempi più caratteristi-ci del barocco napoletano. L’iniziativa è stata promossa assieme all’Arciconfraternita del SS. Rosario che, da secoli, opera nel complesso

La chiesa da riaprire

Iniziati i lavori a S. Domenico grazie ai privati

di San Domenico, con il contributo di numerosi sponsor privati, tra i quali il Centro Santulli, la Senesi, il gruppo UnionGas, l’associazione l’AltrAversa di Peppe Andreozzi, e la collaborazione

a titolo personale del Sindaco Enrico de Cristofaro. Il progetto, realizzato dagli architetti Dina D’Alessandro e Massi-mo Apollonio Capasso, ha coinvolto sia il Ministero dei Beni Culturali che il Fondo Edifici per il Culto del Ministero degli Interni, proprietario dell’immo-bile, nonché la Diocesi di Aversa, con l’adesione entusiasta del Vescovo Spinillo. Anche molti privati hanno voluto contribuire, sottoscrivendo una donazione per la realizzazione delle panche della chiesa rinnovata. L’anima dell’iniziativa di restauro è l’ingegnere Pasquale Leggiero, un giovane aversano che da molti anni, con tenacia e passio-ne, ha lanciato l’idea di riaprire l’antica chiesa, rimasta chiusa dal terremoto del 1980. Pasquale Leggiero sta anche partecipando in prima persona ai lavori.

Emmanuele Iavazzo

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PRIMO PIANO

casse l’efficacia della sospensione. Ma la normativa, cioè l’art. 59 comma 5 del Testo Unico sugli Enti Locali, così come integrato dall’ articolo 11 comma 6, della Legge Severino, recita: «La sospensione cessa nel caso in cui nei confronti dell’interessato venga meno l’efficacia della misura coercitiva». Come si vede, tali disposizioni non spe-cificano se, nelle modalità di cessazione della sospensione, sia necessario un atto del Prefetto, di annullamento dell’atto di sospensione (che invece è esplicita-mente regolamentato dal comma 5 dello stesso art.11 delle Legge Severino).

Amministratori e funzionari comunali per giorni alla ricerca di una soluzione.

Questa incertezza ha determinato una ridda di interpretazioni circa la vicenda del sindaco De Cristofaro. Secondo ta-luni amministratori, come recentemente accaduto per il Sindaco di Teverola, sarebbe stata necessaria una convoca-zione del Consiglio Comunale, al quale comunicare l’avvenuta ordinanza di scarcerazione del Riesame, per deter-minare il ritorno del primo cittadino nelle sue piene funzioni. Secondo altri, amministratori e funzionari comunali, per il rientro del Sindaco sarebbe stata sufficiente una comunicazione ufficiale ai singoli consiglieri comunali. In molti, però, restava il dubbio che fosse, comunque, necessaria la revoca della sospensione da parte del Prefetto stesso, Il silenzio del Prefetto ha fatto persino ipotizzare che l’Ufficio Territo-riale del Governo indendesse attendere il deposito delle motivazioni da parte del Tribunale della Libertà. Il Sindaco nella serata di lunedì è stato messo proprio da De Felice in condi-zione di riprendere le sue funzioni alla guida del Comune, anche se il ritardo del provvedimento ha comportato un notevole danno per il buon andamento dell’Amministrazione stessa, peraltro, in un momento particolarmente critico, avendo ricevuto dallo stesso Prefetto giorni addietro la diffida ad approvare il bilancio del Comune entro il 25 aprile.

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PRIMO PIANO

Siamo da tempo sulle tracce di una sensazionale scoperta per la storia di Aversa

Nel 1978 venne individuata da un gruppo di operai mentre si sta realizzando un nuovoedificio in via Presidio. Abbiamo trovato un testimone. Ora bisogna vederci chiaro

Aversa sotterranea e la carrozza della Regina

w Nicola De Chiara

E’ una notizia che inseguiamo da tempo. Abbiamo deciso assieme a chi ce l’ha data di

non fare nomi, per il momento. L’im-portante è recuperare quanto si deve. Poi ci sarà tempo per ringraziare do-vutamente quanti si sono prodigati per questa scoperta che si annuncia, se le indiscrezioni saranno confermate, dav-vero sensazionale. E’ il 1978 o giù di lì. Ad Aversa, in via Presidio, è in costru-zione un moderno fabbricato per civili abitazioni. Il fabbricato sta prendendo il posto del vecchio edificio demolito che si allungava per buona parte della strada fino a toccare il convento di Sant’Anna, oggi sede del liceo Artistico di Aversa. La scoperta avviene, secondo i nostri informatori, durante la fase di realiz-zazione delle fondamenta del palazzo. Proprio al confine con il monastero di S. Anna la terra improvvisamente cede ed un gruppo di increduli operai si trova di fronte ad una immagine di altri tempi. La terra ha restituito un pezzo di galleria dell’antico camminamento di Aversa. Al muro, ci hanno detto, ci sono ancora appese le torce che servivano per illuminare il percorso. Con l’aiuto di una torcia improvvisata gli operai percorrono alcuni metri e si trovano di fronte, appoggiata su di un lato, una maestosa carrozza d’epoca, che serviva evidentemente a chi fosse stato costretto a percorrere il tragitto sotterraneo che si dice arrivasse fino al castello di Casa-luce, passando per il castello angioino di Aversa, accanto la parrocchia della Madonna di Casaluce in via Roma. La notizia ci è arrivata tempo fa da un nostro amico amante della storia e dei monumenti nostrani. Con fatica abbia-

mo rintracciato il figlio, oggi 54enne, di uno degli operai che assistettero al ritrovamento. Il padre raccontò la cosa in famiglia. Lo stesso ragazzo ebbe la possibilità di vedere da lontano la car-rozza. Ma allora aveva solo 14 anni e non ne ricorda i particolari. Nel 1978, così com’è accaduto ed accadrà ancora in altri cantieri, una colata di cemento mise fine ad ogni altro ragionamento. La necessità di concludere i lavori senza che la Soprin-tendenza facesse problemi, spinse tutti ad un rigoroso silenzio. Ma oggi è più

che mai importante ritornare sul posto e recuperare quello che c’è da recuperare. Si tratta di una carrozza medievale? L’ipotesi che si possa trattare di una carrozza usata dalla Regina Giovanna I di Napoli resta per il momento solo un’ipotesi anche se molto affascinante: un motivo in più per intervenire. La sto-ria dice che il monastero di Sant’Anna fu edificato come Conservatorio delle Zitelle il 14 marzo 1708 (Aldo Cecere), ma poco lontano dal monastero di S. Anna, sempre in via Presidio, si trovava fino a pochi anni fa il Convento di Montevergine fondato nel 1314 assieme a quelli di Napoli e di Capua. Quindi l’esistenza di un camminamento in via Presidio di epoca medievale potrebbe essere legata anche al convento di Mon-tevergine. Ci sono, insomma, tutti gli elementi per interessare della vicenda la Soprintendenza per i Beni Pesaggistici ed Artistici. Questa sarà una battaglia principlamente dello scrivente e dell’in-tera Redazione di NerosuBianco. Ma deve essere una battaglia dell’intera città di Aversa.

Aversa, via Presidio

Interesseremo la Soprintendenza e se davvero c’è una carrozza da recuperaresi recupererà. Questasarà una battaglia dello scrivente e di tutta la nostra Redazione

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La gara per eccellenza di un Comune bandita alla vigilia della scadenza del contratto

Igiene urbana, si andrà avanti in prorogatio

AVERSA

Il dirigente del settore tecnico del Comune di Aversa, ingegnere Raf-faele Serpico, ha provveduto alla

pubblicazione della gara di appalto per il servizio di igiene urbana essendo in scadenza il contratto attualmente in corso con la Senesi.Si tratta di una gara che prevede per i prossimi cinque anni una spesa com-plessiva di poco meno di 40 milioni di euro.Un provvedimento che giunge con molto ritardo rispetto alla abituale tabella di marcia, tenuto conto che sarà necessario un periodo di almeno 6 o 7 mesi per l’espletamento della gara, sal-va la possibilità di ricorsi dall’autorità amministrativa da parte delle ditte che saranno escluse. Raffaele Serpico

w Nicola Rosselli

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AVERSA

Rodolfo Briganti

Una vicenda questa del mancato varo della gara d’appalto in tempi consoni, che apre una serie di interrogativi. In primo luogo (a voler essere buoni) sulla mancanza di esperienza di questa amministrazione che non si avvede che sta scadendo un contratto di ben qua-ranta milioni di euro. “Il contratto” per eccellenza di un’amministrazione. Un contratto importante e imprescindibile per i bisogni della città. Eppure, non solo l’esecutivo ma tutta l’Amministra-zione non si è preoccupata di questa scadenza e con essi (occorre dirlo) anche il dirigente del settore. Insomma, a voler essere buoni, ripetiamo, siamo all’inesperienza e all’incapacità.In città, però, si registrano voci (queste a voler essere cattivi; alle quali non cre-diamo e che riportiamo solo per onore di cronaca) secondo cui il ritardo nel varare la gara per l’igiene urbana sareb-be stato voluto per “premiare” la Senesi con una proroga dopo che questa ha sponsorizzato una parte delle iniziative di Natale ad Aversa. Una circostanza che escludiamo categoricamente, ma, relativamente a questa sponsorizzazio-ne non possiamo non dire che sia stata inopportuna tenuto conto che con la società di Porto Sant’Elpidio vi sono

diversi giudizi pendenti, per cui non era il caso di accettare sponsorizzazioni. Intanto, ovviamente, sarà proprio la Senesi, come previsto anche dalla nor-mativa vigente, ad espletare il servizio di igiene urbana in regime di prorogatio sino a quando non sarà espletata la nuova gara. Una meta che, conoscendo i tempi biblici della stazione unica appaltante e gli eventuali strascichi giudiziari davanti alla giustizia amministrativa, è lontana ...anni luce.

Inesperienza o incapacità? Non lo sappiamo. Sappiamo solo che nessuno si è preoccupato dovutamente di una scadenza importantissima

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AVERSA

Standard comunali, apertura di un market aperto sempre o la gara per l’igiene urbana

Dalla caserma di via Antonio Gramsci si afferma che l’intervento era finalizzato semplicemente all’acquisizione di atti relativi ad alcuni presunti abusi edilizi

Finanza sul Comune,tre le ipotesi

w Nicola Rosselli

Guardia di finanza nuovamente presente al quarto piano della casa comunale, sede dell’uf-

ficio tecnico e dell’ufficio urbanistica. Silenzio assoluto sulle motivazioni che hanno portato gli uomini del tenente colonnello Danilo Toma, comandate del locale gruppo, a portare con loro, al termine di un colloquio con il dirigente Raffaele Serpico, una serie di docu-menti sulla cui natura poco o nulla si è saputo.Molte le illazioni e le ipotesi sul man-dato che i finanzieri hanno avuto dai magistrati della Procura della Repub- La Finanza sul Comune e, nel riquadro, Danilo Toma

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AVERSA

blica presso il tribunale di Napoli Nord. In molti ipotizzano che le fiamme gialle abbiano continuato a portare via, come già fatto in precedenza, documentazio-ne relativa agli standard urbanistici, ossia, quei terreni che i privati cedono al Comune in cambio di concessioni, autorizzazioni e permessi a costruire. Terreni che, in molti casi, sono rimasti, di fatto nelle mani di quegli stessi privati che, giuridicamente, li avevano ceduti. Nel corso della sindacatura di Giuseppe Sagliocco, anche su pressione di un’indagine della sezione regionale della Corte dei Conti, fu avviata un’atti-

vità di recupero che ha visto impegnata, sino ad oggi, la Polizia Municipale con il comandante Stefano Guarino che ha portato al recupero di oltre settanta standard con una serie di ricorsi al Tar.Altri ipotizzano che a portare le fiamme gialle sulla casa comunale siano state le polemiche seguite all’apertura, su un suolo zona G, ovvero per strutture a servizio della città, di un supermercato aperto sempre. Supermercato che dove-va essere a supporto di un parcheggio che, però, non è ancora operativo, mentre il market ed un locale di som-ministrazione esercitano regolarmente. Secondo alcuni urbanisti, infine, non sarebbero state rispettate nemmeno le distanze del manufatto in questione dalla strada. La terza ipotesi, infine, è relativa ai presunti ritardi registrati sull’indizione della gara di affidamento del servizio di igiene urbana, giunta pra-ticamente quando il precedente contrat-to era già scaduto ed ora si ipotizza una proroga milionaria alla vecchia ditta. Tutte ipotesi che i finanzieri bocciano. Dalla caserma di via Antonio Gramsci, infatti, si afferma che la presenza sulla casa comunale era finalizzata semplice-mente all’acquisizione di atti relativi ad alcuni presunti abusi edilizi. Per molti solo una foglia di fico.

Le illazioni e le ipotesi sul mandato che i finanzieri hanno avuto dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli Nord

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Sono la Giustizia e la corruzzione nella Pubblica Amministrazione

I tempi della giustizia stanno bene a tutti: magistrati, avvocati, operatori diversi.“Causa che pende….causa che rende…” dice un vecchio adagio!

I “piombi” che condizionano l’Italia

L’INTERVENTO

L’Italia è frenata nella sua quotidianità da “piombi “ che ne condizionano ogni attività:

la Giustizia - Penale, Civile, Ammini-strativa, la corruzione nella Pubblica Amministrazione.La Giustizia penale, in sede inquirente, non riesce a tranquillizzare il Cittadino sulla utilizzazione degli strumenti “av-viso di garanzia” e “custodia cautelare”.Entrambi sorti a garanzia dell’indagato, il primo, e dell’interesse generale, il secondo, sono percepiti, nell’imma-ginario collettivo, come condanna già definita e passata in giudicato, anche per una divulgazione impropria ed un

w Alberto Coppola abuso di utilizzazione. La Giusti-zia Civile, con le sue procedure, lunghe, esasperanti, asfissianti, dissuade ogni investitore nazio-nale e straniero, a causa dei tempi indefiniti del contenzioso.Uno sfratto per morosità, avviato dopo “soli” 5 mesi di morosità, perché determini la liberazione dell’immobile, viene a luce, mediamente, dopo 12-14 mesi dall’avvio della procedura.La Giustizia Amministrativa, nella miriade di leggi che regolano l’at-tività della Pubblica Amministra-zione ed il rapporto tra Cittadino e Pubblica Amministrazione, dilata a dismisura i tempi di qualunque Alberto Coppola

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L’INTERVENTO

provvedimento, paralizzando, di fatto, lo svolgimento di qualunque attività - edilizia, appalti pubblici di servizi o di lavori, pubblici concorsi - che si interfacci con la P. A. (La sospensione dei lavori per la realizzazione di un investimento per la costruzione di una rete energetica continentale appartiene, per legge, alla competenza di un Tribu-nale Amministrativo).Comune denominatore dei tre settori è il tempo; per gli operatori della Giusti-zia, tutti, un rinvio di un procedimento per l’udienza successiva, a 8 – 10 mesi, viene decantato come un successo professionale! Come viene percepito in forma relativa il tempo nella Giustizia!In 9 mesi nasce una Creatura! Nella Giustizia Italiana in nove mesi se tutto va bene, si ha il rinvio di un’udienza!Ma è un sistema che sta bene a tutti: Magistrati, Avvocati, operatori diversi. “Causa che pende….causa che ren-de…” dice un vecchio adagio!La corruzione, patologia endemica di carattere “culturale”, imperversa, ormai, nella quotidianità di ogni settore della vita civile dove vi siano interessi economici o personali.In particolare, nella Pubblica Ammi-nistrazione, particolarmente negli Enti

ci siano fondi pubblici (sanità e fondi europei, innanzitutto ).Un immenso patrimonio edilizio è stato realizzato nell’area metropolitana napoletana, particolarmente nell’area a nord, a confine con la provincia di Ca-serta, senza che ve ne fosse la necessità.La costruzione di “case”, anziché essere una risposta alla domanda di un bisogno sociale, ha rappresentato la “lavanderia” di capitali illeciti. E chi dovrebbe controllare l’abusivi-smo che ha consentito la realizzazione di interi quartieri ( quando non di città intere)? Gli uffici tecnici locali, spesso, crocevia del malaffare coperto dal “cor-to circuito” rappresentato da tecnici privati “coperti” ed in combutta con i tecnici degli uffici pubblici (non solo nei Comuni, ma tutti gli Enti pubblici).Appuntamento al prossimo “pentito” del sistema-corruzione per scoprire altri ambienti pubblici interessati da fenomeni corruttivi, che, è necessario chiarirlo, non è rappresentato solo dalla “valigetta con i soldi dentro”; la corruzione, ormai, è culturale in ogni parte del Paese ed in ogni ambiente del-la P. A.! E chi si oppone o denuncia ...è l’eccezione! Questa è la nostra povera Italia.

La corruzione, ormai, è culturale in ogni parte del Paese ed in ogni ambiente della Pubblica Amministrazione! E chi si oppone o denuncia è l’eccezione!

Locali, è diventata soffocante, insop-portabile, opprimente!Della Pubblica Amministrazione si serve la criminalità organizzata (mafia, camorra, ‘ndrangheta) ed ad essa i pubblici dipendenti (quelli disonesti, ovviamente) fanno riferimento con più devozione che allo Stato.Nel settore delle costruzioni, la cri-minalità organizzata (mafia, camorra, ‘ndrangheta), a causa dei maggiori con-trolli da parte delle Forze dell’Ordine sui requisiti soggettivi, l’interesse si è girato verso l’edilizia privata e laddove

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L’INCONTRO

“Stefano Graziano stia tranquillo: “Io non ho preso niente. Io ho “portato” la mia carica di Consigliere comunale e la mia esperienza”

Un passaggio che dà un nuovo peso al Partito Democratico ad Aversa

Paolo Santulli nel Pd: “Non ho preso la tessera”

w Nicola De Chiara

Era nell’aria dalle elezioni Ammi-nistrative questa ipotesi che si è concretizzata nei giorni scorsi.

Stiamo parlando dell’desione di Paolo Santulli al Gruppo Consiliare del Partito Democratico ad Aversa. L’invito, come è stato spiegato in conferenza stampa, è stato avanzato da Villano, Caterino e Golia, ma come si sussurra, Santulli sa-rebbe vicino agli ambienti romani che sostengono Renzi, a cominciare dalla sottosegretaria Paola De Micheli, che poi è intervenuta telefonicamente alla manifestazione per fare, in diretta, gli auguri all’ex Parlamentare aversano.Questo passaggio trasferisce un nuovo peso ai Democrat aversani e del territo-rio, grazie al lavoro che Paolo Santulli ha sempre svolto e continua a svolgere nei settori della Scuola, dello Sport, del Sociale, nel campo della Sanità, della Cultura, dell’Arte e dell’Ippica. A supportarlo ci saranno ancora anche nel Partito Democratico gli amici dell’Os-servatorio Politico Sociale, che è diven-tato oggi anche il Circolo “ Con Renzi per l’Italia”. Un “covo” di moderati, entusiasti, che operano in tante realtà professionali ed economiche cittadine.Tutto questo non potrà che apportare un nuovo slancio al Partito Democratico.Abbiamo chiesto a Santulli, tenuto conto di alcuni mugugni che abbiamo registrato, come gli è sembrato que-sto “battesimo”.Ho avuto il piacere di essere accolto dalle massime autorità locali del Partito e dal saluto della sottosegretaria De Mi-cheli, meglio di così non poteva andare.Certo, avere l’unanimità dei consensi è difficile, soprattutto perché, come ac-cade spesso, qualcuno potrebbe preoc-

cuparsi di perdere qualche posto.Ma ho avuto modo di chiarirlo, stessero tutti tranquilli, io parto dal basso, vengo per dare una mano. Gli eventuali successi li dobbiamo conquistare insieme.Come mai la scelta di aderire proprio all’indomani dell’arresto del Sindaco De Cristofaro ?No, è male informato, l’annuncio della mia adesione è stato dato in una riunio-ne nel Partito Democratico la sera stessa dopo l’ultimo Consiglio Comunale Pre-sieduto da De Cristofaro. A Proposito ho l’esigenza di confermare la mia sod-

disfazione per l’avvenuta liberazione. Aversa ha bisogno del Sindaco, ci sono troppe scadenze che si sono accumulate già dopo i nove mesi di Commissaria-mento, un ulteriore commissariamento sarebbero una iattura.Qualcuno sussurra che tra lei e il Consigliere regionale Stefano Gra-ziano non corra buon sangue e che proprio nella conferenza stampa ebbe a fare delle sottolineature non proprio carine, relativamente a quanti stanno aderendo al Partito Democratico. Anche qui si sbaglia, ho sempre avuto ottimi rapporti con Graziano, poi come ho avuto già modo di chiarire, io non sono venuto a “prendere” la tessera del Partito Democratico, infatti non l’ho presa, per non generare preoccupazioni in un momento di elezioni e Congressi.Io ho “portato” la mia carica di Con-sigliere comunale e la mia esperienza.Cosa risponde a chi l’accusa di aver cambiato l’ennesimo partito?Già credo di aver risposto. Io sono un cattolico democratico. Ho iniziato la mia formazione nel movimento giova-nile della Dc ed ho continuato nel mio impegno politico seguendo sempre gli stessi orientamenti. Chi non ha memoria corta ricorderà che, quando fui scelto da Alleanza Aversana quale candidato Sindaco, regalai a tutti i candidati delle nostre liste un vangelo affermando proprio quello che ho detto. Ed oggi continuo ad essere quello che sono sempre stato, non sono io che cambio è la politica e le organizzazioni politiche. Pertanto, essendo un riformista cattoli-co ed avendo apprezzato quanto fatto da Renzi a partire dal lavoro fino ad arrivare alla magistratura, ho deciso di dare un contributo per l’affermazione di questa linea politica.

Paolo Santulli

“Oggi continuo ad essere quello che sono sempre stato, non sono io che cambio è la politica e le organizzazioni politiche. Sto con Renzi perché apprezzo ciò che ha fatto”

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Lodevole l’iniziativa di Paolo Galluccio che chiede fondi alla Regione per gli oratori

Esclusi i soliti corsi per cresima e comunione, ci sono ancora gli oratori di una volta, punti di aggregazione e di riferimento per fanciulli e adolescenti?

Ma ci sono gli oratori nelle nostre parrocchie?

w Geppino De Angelis

IL COMMENTO

Quanti della nostra generazione e di quelle immediatamente suc-cessive si sono formati negli

oratori parrocchiali che rappresentava-no, tanti decenni addietro, un notevole supporto nell’educazione familiare, evitando che i ragazzi e gli adolescenti trascorressero il tempo in strada, nei bar e via discorrendo, come purtroppo è facile constatare oggi, con tutte le conseguenze negative che ognuno può immaginare? Una funzione sociale di notevole importanza di guisa che, insie-me all’interrogativo col quale abbiamo dato inizio a queste note (originate peraltro da un’iniziativa dell’assessore, avvocato Paolo Galluccio), ci sembra

lecito porci (e por-re a tanti parroci) altri interrogativi ovvero presso quante parrocchie della nostra diocesi esistono ancora gli oratori di una volta, per rappre-sentare punti di aggregazione e di socializzazione per i fanciulli e gli adolescenti, a prescindere dai soliti corsi di preparazione alla Prima Comunione ed alla Cresima? Paolo Galluccio

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Quante parrocchie hanno saloni che vengono “custoditi” come …tesori e che potrebbero essere utilizzati per i giovani?

IL COMMENTO

In quante parrocchie della nostra diocesi, che abbiamo sempre ritenuto e continuiamo a ritenere molto diffi-cile sotto molteplici aspetti, ci sono le associazioni cattoliche, quelle che, ai nostri tempi, rappresentavano, oltre famiglia e scuola, agenzie educative e formative di notevole spessore? Non a caso ricordiamo, pur a distanza di circa settant’anni, i felici pomeriggi trascorsi

con tanti amici nello spazio retrostante la sagrestia della chiesa di San Nicola (la nostra parrocchia da fanciulli e ado-lescenti) ai tempi dei parroci don Luigi Ferrara e don Arturo Petrarca, dove facevamo “combattute” partite di volley sfruttando l’angusto spazio di pochi metri. Quante parrocchie oggi hanno spazi e saloni che potrebbero essere utilizzati per far trascorrere ai giovani del tempo con giochi sportivi, confe-renze, incontri, ma vengono “custoditi” come …. tesori? L’elenco dei nostri interrogativi sarebbe ancora lungo ma vogliamo solo far notare, per quel che possa valere il nostro parere, come ci sia sembrata encomiabile l’iniziativa dell’assessore Paolo Galluccio di pre-sentare alla Regione una richiesta per l’erogazione di contributi per “poten-ziare il lavoro svolto negli oratori, per riconoscere, valorizzare e promuovere la funzione educativa, formativa, aggre-gatrice e sociale svolta dagli oratori”. Una richiesta che è da auspicare venga accolta dall’Ente Regionale ma, so-prattutto, che, in caso positivo, sia resa funzionale da parte delle parrocchie che ne dovessero beneficiare. La richiesta dell’avvocato Galluccio si riferisce ad un provvedimento regionale che pre-vede un finanziamento che riconosce la funzione sociale, educativa e formativa delle parrocchie attraverso gli oratori.

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POLITICA

Una maggioranza sull’orlo di una crisi di nervi alla guida di Aversa

Ognuno sembra andare sempre di più per la sua strada e le contrapposizioni tra le diverse anime della coalizione sono all’ordine del giorno

Ora al Comune si litiga anche sui cassonetti dell’immondizia

Litigi tra Forza Aversa e Noi Aversani su inezie tipo l’acqui-sto o meno di cassonetti per la

differenziata. Insoddisfazioni da più parti. Dimissioni preannunziate a di-versi esponenti del suo partito da Paolo Galluccio.Il quasi omonimo di quest’ultimo, Mi-chele Galluccio, che si pone in disparte dopo che il Consiglio comunale gli ha bloccato (toh si rivedono) l’acquisto dei cassonetti. La volontà, da parte di diversi esponenti della maggioranza, di voler ritirare la delega al bilancio all’assessora Francesca Sagliocco (che li ha, intelligentemente, anticipati),

w Nicola Rosselli

Michele Galluccio

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POLITICA

È stato tutto un pullulare di frizioni che non hanno fatto bene non solo alla maggioranza, ma alla stessa città che, di fatto, checché se ne dica, è praticamente ingessata

tecnica scelta direttamente dal sindaco Enrico De Cristofaro e avversata dai suoi stessi colleghi per il solo fatto di aver preteso un bilancio “tecnico” che non permette divagazioni simil cultura-li. E’ una maggioranza sull’orlo di una crisi di nervi quella che ha visto per un mese l’assenza del primo cittadino dopo la sospensione (quale atto dovuto e previsto dalla legge Severino) da parte del prefetto di Caserta Arturo De Felice a seguito del suo arresto (misura poi annullata dal tribunale del riesa-me) nell’ambito dell’inchiesta “The Queen” che ipotizza il coinvolgimento di colletti bianchi in diversi episodi di appalti pubblici in presunto odore di corruzione o turbativa d’asta, a seconda dei 69 soggetti implicati.Una maggioranza abulica e scorbutica della quale si fa fatica a tenere le redini. Ognuno sembra andare sempre di più per la sua strada e le contrapposizioni tra le diverse anime della coalizione, soprattutto tra Forza Aversa e Noi Aversani, sono all’ordine del giorno. Una situazione che la vicenda che ha visto protagonista Enrico De Cristo-faro (al di là della sussistenza o meno di colpevolezza da parte del primo cittadino) sembra aver fatto emergere

con prepotenza, mentre sino ad ora riuscivano a rimanere a pelo d’acqua, con discussioni, più o meno veementi, che non uscivano dalle segrete stanze, mentre ora sono ordinariamente sulle pagine dei quotidiani. Dalle giostre nel Parco Pozzi nel periodo natalizio alla polemica sui cassonetti. È stato tutto un pullulare di frizioni che non hanno fatto bene non solo alla maggioranza, ma alla stessa città che, di fatto, checché se ne dica, è praticamente ingessata. Dove la grandi decisioni, oramai a quasi un anno dall’insediamento, non

si prendono o si prendono con ritardi enormi che fanno sorgere interrogativi legittimi.La redazione del Piano Urbano Comu-nale (inutile dire che è qui che si gioca-no i destini economici dei faccendieri e dei signori del mattone) sembra essere ancora lontana. Oramai non se ne parla più, anche se nel bilancio programmatico per il 2017 è prevista una spesa di duecentomila euro. Servizi importanti come la mensa scolastica, al di là delle colpe, sono saltati, mentre per altri ci sono colpe-voli (con cause da approfondire) ritardi, vedi la gara per l’assegnazione del servizio di igiene urbana bandita alla scadenza del contratto in corso, quando tutti sanno i tempi biblici necessari alla Stazione Unica Appaltante per l’e-spletamento. Intanto si andrà avanti in prorogatio per servizi che prevedono esborsi di oltre cinque milioni all’anno. Una maggioranza che non trova un suo equilibrio. E’ vero la situazione è pre-cipitata a seguito dell’arresto del primo citatdino, ma anche quando questi è ritornato a piede libero le frizioni sono continuate. Forse c’è già chi ha deciso che questa esperienza amministrativa è finita.

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POLITICA

L’assessora Francesca Sagliocco si dimette con una lettera in cui fa accuse gravissime

Villano: “Fallimento dell’Amministrazione: un tecnico deve avere le mani libere”. Dello Vicario: “Dica la parte che ha esercitato pressioni e soprattutto quali”

Via perchè “non conciliabile con le esigenze politiche”

“Ritengo che la presenza in giunta di un tecnico con delega al Bilancio ed ai Tri-

buti non sia compatibile con gli obiettivi dell’attuale maggioranza in quanto non conciliabile con le ‘esigenze politiche’ della stessa maggioranza, o almeno di una parte di questa, che amministra oggi la nostra città”. Ha usato parole dure nella propria lettera di dimissioni l’assessora Francesca Sagliocco, de-nunziando attacchi che erano stati più volte evidenziati da parte di componenti della stessa giunta che avrebbero voluto scelte di bilancio diverse. Renato Oliva

w Livia Fattore “Un’incisiva azione amministrativa – ha scritto ancora Sagliocco - può essere realizzata solo attraverso scelte finanziariamente sostenibili, supportate da comportamenti coesi e finalizzati al raggiungimento di obiettivi e progetti comuni e condivisi, oggi individuati in contesti e in ambienti a connotazione squisitamente ‘politica’ difficilmente comprensibili e condivisibili da un tecnico”.L’assessora rivela anche di aver ma-turato l’idea delle dimissioni, “ma, in primo luogo, per senso di responsabilità rispetto all’incarico rivestito in vista dell’approvazione del bilancio di pre-visione 2017/2019 e, poi, per evitare strumentalizzazioni sui reali motivi

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POLITICA

delle mie dimissioni rispetto alle note vicende che hanno visto coinvolta la nostra città nelle ultime settimane, ho aspettato fino ad oggi”.“Le dimissioni dell’assessore Saglioc-co, al di là di quelle che possono essere le motivazioni ufficiali, - ha dichiarato, da parte sua, il capogruppo consiliare del Pd Marco Villano - rappresentano un ulteriore fallimento dell’ammini-strazione, perché un assessore tecnico, della sua caratura professionale, avrebbe dovuto avere le mani libere nella delicata gestione della situazione economica e finanziaria dell’ente. Dopo e nonostante un grande lavoro è stata te-nuta costantemente in scacco e ostaggio dall’amministrazione e dai consiglieri di maggioranza. Ricordiamo il caso della polemica con il consigliere Renato Oliva, presidente della Commissione Bilancio ma denunciamo politicamente i tantissimi emendamenti scritti dai consiglieri della maggioranza”. Villano, poi, spiega che il Partito Democratico ha presentato 70 emen-damenti, per un totale di 100 di tutta la minoranza. “Un lavoro straordinario, di merito e non strumentale per dimostra-re, qualora ce ne fosse ancora bisogno, di fare un’opposizione costruttiva e mai strumentale. Un atteggiamento che teniamo dall’inizio della consiliatura e che ci ha visto votare più volte a favore di provvedimenti predisposti proprio dall’Assessore Sagliocco per il risanamento dell’ente. Ci auguriamo che le dimissioni di Sagliocco non diventino una scusante per effettuare il rimpasto di giunta che il sindaco aveva promesso a metà mandato. Cambiare la giunta oggi sarebbe come ammettere il fallimento politico di questo esecutivo”.Critico anche il capogruppo consiliare di Forza Italia Giampaolo Dello Vicario che ha affermato: “Le dichiarazioni di Francesca Sagliocco, ‘ritengo che la presenza in Giunta di un tecnico con delega al Bilancio ed ai Tributi non sia compatibile con gli obiettivi dell’attuale maggioranza in quanto non conciliabile con le ‘esigenze politiche’ della stessa maggioranza, o almeno di una parte di questa, che amministra oggi la nostra città’, sono gravissime. Quali sono que-ste esigenze politiche? Faccia nomi e cognomi. Dica la parte che ha esercitato pressioni e soprattutto quali”.

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LA STORIA

Non ha avuto l’accredito previsto per chi come lei è in possesso di codice

Avendo comprato i biglietti le è stato negato l’accesso al settore riservato ai disabili, le tribune laterali, le uniche dotate di rampa per disabili

Felicia va al S. Paolo, ma non la fanno entrare

I diversamente abili sono una ric-chezza in campagna elettorale e si utilizzano per mettersi una etichetta

ma si trasformano in «fastidio» nella vita reale E’ quanto accaduto a Felicia D’Angiolella, una diversamente abile su sedia a rotelle che, per la patologia da cui à affetta, ha necessità di respirare ossigeno servendosi di una mascherina, collegata ad un apposito macchina con-nessa alla sedia a rotelle, anche uscendo da casa.Non avendo ottenuto l’accredito, in pratica un biglietto d’ingresso parti-colare, previsto dalla Società Sportiva

w Antonio Arduino

Due foto con Felicia impossibilitata ad accedere allo stadio S. Paolo

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Calcio Napoli per i diversamente abili in possesso di codice, di cui è fornita, per assistere alla partita di campionato Napoli-Juventus del 2 aprile Felicia aveva deciso di acquistare per se e per l’accompagnatorice i biglietti necessari.

Novanta euro di spesa per due biglietti di curva, acquistati convita di poter ac-cedere al settore tribune laterali, l’unico dotato di rampa per carrozzine, riservato ai diversamente abili in possesso di accredito, dal costo di cinque euro con gli eventuali accompagnatori che entrano gratuitamente, ma è stata una spesa inutile perchè non solo le è stato negato comunque l’accesso nel settore riservato, ma non ha potuto occupare il posto acquistato con il biglietto norma-le, perchè non esistono rampe negli altri settori dello stadio San Paolo. Come se non bastasse, Felicia D’Angiolella non ha potuto tornare a casa perché la

sua autovettura, dotata dell’elevatore indispensabile per farla accedere essen-do in carrozzina, era bloccata da auto parcheggiate in maniera selvaggia che nessuno ha fatto spostare malgrado ne abbia fatto richiesta al personale della struttura ottenendo come risposta dagli addetti al servizio «prenda un taxi», Una cosa tecnicamente impossibile dal momento che non sembra esistano taxi attrezzati per passeggeri su sedia a rotelle, almeno non a Napoli. Tutto questo è accaduto malgrado fosse evidente la sua condizione di disabile su sedia a rotelle, la presenza sul suo volto di una mascherina collegata ad un respiratore meccanico e la serata fosse piovosa. Una realtà che Felicia non solo può raccontare ma anche dimostrare con testimoni e che, purtroppo, dimostra come la legge sull’abbattimento delle barriere architettoniche varata nel 1989 non sia rispettata e quanto siano sensi-bili i cosiddetti normodotati che non si accorgono di essere comunque dei di-versamente abili. La disavventura capi-tata a Felicia ha davvero dell’incredibile e crediamo che la società calcio napoli debba comunque porvi in qualche modo rimedio.

LA STORIA

Felicia non ha potuto tornare a casa perché la sua autovettura, dotata dell’elevatore per farla accedere essendo in carrozzina, era bloccata da auto parcheggiate in maniera selvaggia

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Dopo cinque mesi dalla riaper-tura del Centro per l’Impiego di via Pommella, chiuso il

14 aprile 2014 per lavori urgenti di adeguamento alle norme di sicurezza, imposti dall’Asl Caserta 2, che doveva-no concludersi entro due mesi, arrivano le prime proteste. In una lettera trasmessa in redazione Luigi Marino racconta «l’avventura» vissuta nel raggiungere il Centro per «fare il rinnovo della scheda anagrafica (ex modello C1)». «Purtroppo - scrive - è possibile constatare da tutti noi cit-tadini che quel Centro per l’impiego è mal organizzato, gestito da pochissimo personale e talvolta poco preparato nel servirci. Gli orari di attività dell’ufficio «dovrebbero» essere tali da permettere

IL CASO

Marisa Schiano ammette le problematiche: “Ma nessuno torna a casa senza risposta”

Centro per l’Impiego, è caos totale senza personalew Antonio Arduino di soddisfare le

richieste di tutti noi utenti, ma così non è. La mattina l’ufficio apre alle 9.00, e già dalle 6.30 c’è tanta gente ad attendere fuori, proprio come avviene quando gli anziani si mettono in fila fuori la posta nel giorno di ricevimen-to della pensione. Il giorno martedì 28/03 mi ero recato al CPI di Aversa per fare il rinnovo della scheda anagrafica (ex modello C1), e pensate che c’erano più di 60 persone, tra cui anche donne Marisa Schiano

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IL CASO

incinte, anziani ed invalidi con sedie a rotelle, tutti ammassati in quella piccola aula e oltretutto anche dietro il bancone, dove dovrebbe esserci solo il personale. Alle ore 15.45 di quella data, su circa 60 utenti che dovevano essere serviti, erano appena al numero 6 sulla lista, e alle ore 17 l’ufficio chiude, e molti, tra cui io, dovettimo ritornare a casa senza poter mai essere serviti... (Nota: all’uf-ficio non rispondono MAI al telefono, vista la scarsità di personale, l’enorme folla non mi ha permesso di vedere e di capire se in quella giornata ci fossero più addetti del personale, ma l’unica persona che ho visto e pare sia l’unica, era una signora che andava avanti e indietro, dal computer alla gente.)». «Ad «appellare gli utenti, non c’era e non c’è - continua Marino - il cosiddetto «numeratore/display» che stabilisse il turno in maniera civile, ma bisognava e bisogna tuttora mettere la propria firma affiancata da un numero su semplici foglietti di carta volanti, e potete solo immaginare, il continuo scoppiare di liti tra chi pensa di dover venire prima dell’altro, tra urla e spintoni, senza dare nemmeno precedenza a invalidi e donne incinte». «Successivamente quella data, ho chia-

mato il Centro per l’impiego di Caserta, quello sito in Via Santa Chiara n°42 (Complesso Regency) e avendo segna-lato la cosa all’accoglienza, mi è stato detto dal funzionario dell’accoglienza (il portiere) di spiegare la situazione al «dirigente del settore» (che risponde al numero 0823 21 02 28 - tasto 7) e una volta messomi in contatto con questo «dirigente del settore», ed avendo lamentato quello che sto lamentando a voi, se n’è letteralmente lavato le mani, rimbalzandomi nuovamente al portiere/usciere dell’accoglienza utenti, che a sua volta, meravigliandosi dell’accadu-to, non sapeva più come aiutarmi».

«Il portiere mi ha anche spiegato che l’ufficio di Aversa, a breve, rischierebbe di chiudere dato il poco personale che non riesce a gestire le tante persone. Anche l’ufficio di Caserta sarebbe scarso in termini di personale (sempre a detta del portiere)... Ciò che vorrei dire è che in un’era così tecnologica, quando tutto potrebbe svolgersi con più facilità, ovvero tramite una e-mail o un messaggio e quant’altro, mi sembra di ritornare ai tempi di Pappagone, e pen-sare che in un’agenzia di collocamento, dove ognuno «dovrebbe» avere un minimo di aiuto, a maggior ragione in un periodo abbastanza precario per noi giovani, ci si ritrova in mezzo a decine e decine di persone, strattonato a destra e manca, non sapendo se riescono a ser-virti in tempo, e oltretutto, dopo lunghe interminabili ore di fila. Oltre il danno la beffa!». Fin qui la protesta di Luigi Marino. Per verificare abbiamo incon-trato Marisa Schiano, responsabile del Centro per l’Impiego di Aversa. «Le problematiche ci sono - esordisce la responsabile - nessuno le nega: l’af-fluenza c’è, basti pensare che il Centro serve 12 Comuni popolosi ed ha un nu-

In redazione è arrivatala lettera di Luigi Marino che racconta l’avventura vissuta al Centro per l’Impiego di Aversa per tentare di “fare il rinnovo della scheda anagrafica”

Segue a pag. 26

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IL CASO

mero di iscritti superiore ai centomila, la carenza di personale c’è, come c’è in tutte le amministrazioni pubbliche essendo stato bloccato il tournover del personale (vale a dire c’è chi va in pen-sione ma non c’è chi viene assunto per rimpiazzarlo, ndr), qualche problema tecnico, però risolvibile, c’è, mi riferi-sco al telefono che non funziona come dovrebbe tant’è che proprio questa mattina (7 aprile, ndr) abbiamo avuto la visita di un tecnico per verificare e rimediare al guasto, ma il Centro fun-ziona e dà risposta a tantissime esigenze dell’utenza». «Innanzitutto - continua la responsabile - all’anagrafica che va aggiornata conti-nuamente, al rilascio delle certificazioni necessarie per l’esenzione dal ticket, per l’accesso a contribuzioni dedicate ai disoccupati, a molti bandi emessi dai Comuni, al servizio ricollocami, al pro-getto garanzia giovani e tante alte cose che richiedono l’impiego di personale». Personale di cui il Centro non ha dispo-nibilità, così come non ne hanno tutti i Centri per l’impiego della provincia. Quello di Aversa, a detta della respon-sabile, avrebbe bisogno di personale da dedicare esclusivamente alla ricezione

e di 4-5 assitenti amministrativi da affiancare a quelli di cui oggi dispone. «Quanto alla mancanza di display lumi-noso - aggiunge la responsabile - è una scelta dell’Ente che non ha ritenuto di utilizzare il sistema nei Centri. Circa il foglio a cui fa riferimento l’utente che ha segnalato il «problema» va detto che non è stato autorizzato da noi ma

è una iniziativa autonoma dei cittadini che hanno voluto creare un elenco di precedenze, così come accade negli uffici dell’Inps o dell’Equitalia, creandosi l’obbli-go di raggiungere il Centro molto prima dell’apertura ufficiale». «Per noi se il fo-glio non esistesse sarebbe la stessa cosa perché - conclude Marisa Schiano - serviamo tutti gli utenti che

sono ancora all’interno della sala d’a-spetto dopo l’orario di chiusura della porta d’accesso, anche a costo di restare oltre l’orario di lavoro, impegnando un tempo che non viene pagato perché non è previsto che si faccia dello straordi-nario. Di conseguenza nessuno torna a casa senza avere ottenuto risposta alla sua esigenza».

Il centro per l’Impiego di Aversa

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di VITO FAENZA

Le poste di Aversa? A Gricignano!

Gricignano era una frazione di Aversa, poi (come Cesa, Cari-naro e Trentola) è diventato un

Comune autonomo. Se Aversa avesse conservato anche queste frazioni (anche Giugliano qualche secolo fa è stata una frazione del nostro Comune) avrebbe avuto più abitanti del capoluogo. Ma niente paura. Ci pensano le poste a far tornare Gricignano nell’area di influenza di Aversa. Infatti, se avete la disgrazia di ricevere una raccomandata e non siete a casa (può capitare), allora dovete andare a Gricignano, all’ufficio postale (dove ho trovato una ineducata e sgarbatissima impiegata, a differenza della stragrande maggioranza dei dipendenti delle poste). Non so quale mente perversa abbia pensato questo decentramento dopo aver costretto per anni gli aversani al ritiro all’ufficio postale di viale Europa. E non capisco come nessuno prenda per le orecchie il Ministro, il Direttore gene-rale delle poste, il dirigente provinciale e gli chieda ragione di queste decisioni. Lo chiedo a Lucio Romano. Il senatore è molto attivo a livello nazionale, in difesa della vita, ma mi piacerebbe che si occupasse un po’ di più dei problemi dei suoi poveri cittadini. E lo chiedo anche al Sindaco rientrato in carica dopo la sospensione della sospensiva (io al suo posto presenterei le dimissioni, magari questo lo spiego la prossima volta aspettando gli esisti della crisi in Giunta). Che primo cittadino è se non si accorge dei disagi a cui sono sottoposti i suoi cittadini. Se devi andare all’ufficio tributi e abiti ad Aversa Nord, devi attra-versare la città, se invece abiti ad Aversa sud e devi andare dai vigili urbani devi compiere il percorso inverso. Un Sin-daco si porrebbe questi problemi e se li dovrebbe porre anche l’opposizione. Mi vanno bene i droni e la polemica sulle compostiere, ma qualcuno di questi nostri rappresentanti si è reso conto di questo e di altri disagi cui sono condan-nati i cittadini?

qui lo spero), come spero che qualcuno del Consiglio comu-nale faccia notare che questa città è organizzata male tanto che ricorda quell’articolo del-la marina borbonica (ma è un falso) nel quale si imponeva ai marinai di andare da una parte all’altra, di sopra e di sotto e se non si aveva nulla da fare si doveva fare chiasso. Sono un illuso. Sì, sono un illuso che le belle parole che ci propinano diventino fatti. Tanti anni fa mi occupai degli ospedali dello scandalo, strut-ture che terminate rimanevano chiuse. Non solo l’assessore regionale (un socialista)

intervenne assieme al presidente della Giunta (democristiano), ma il Ministro della Sanità mi fece chiamare da un di-rettore generale per avere informazioni. Era il 15 giugno del 1979 (lo ricordo bene perché era il mio onomastico e il direttore mi fece gli auguri). Gli spiegai i disagi di alcune zone, come quella di Sapri. Mi assicurò l’interesse del Mi-nistro e nel mese di settembre aprirono alcuni ospedali e, naturalmente, quello di Sapri con una grande festa alla quale partecipai. Anche quello di Aversa aprì con l’impegno di un democristiano e di un comunista che erano nel Consiglio di amministrazione. Lo ricordo perché di fronte a segnalazioni serie la politica si muoveva, come di fronte a inchieste giudiziarie, più che prendersela coi ma-gistrati e coi giornalisti, metteva da parte i protagonisti. E questo lo facevano de-mocristiani, socialisti, comunisti. C’era un feeling fra cittadini e politica che si è irrimediabilmente spezzato e la colpa è di tutti noi. E se dovremo continuare a ritirare le raccomandate a Gricignano dobbiamo solo prendercela con noi stes-si che abbiamo eletto degli incapaci ad agire per alleviare i disagi dei cittadini. Detto questo vi auguro buona Pasqua.

Un tempo di fronte a segnalazioni serie la politica si muoveva, come di fronte a inchieste giudiziarie, più che prendersela coi magistrati, metteva da parte i protagonisti.

Qualcuno si è accorto che le facoltà universitarie aversane usufruiscono di un trasporto riservato? Insomma, se dovessi andare al borgo potrei usufruire dei bus della Sun, che magari, per le note vicende, non riesce da una ventina di anni ad aprire la “Casa dello Studente”, ma si è posto, meritoriamente, il proble-ma della mobilità dei propri studenti. E incredibilmente il trasporto funziona, gli orari sono rispettati, i bus passano e gli studenti li usano. Credo che il senatore Lucio Romano in-terverrà (o almeno lo spero), come spero che intervenga Stefano Graziano (anche

Lucio Romano

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miomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomio di Giuseppe Chiatto

Maggioranza pessima comel’opposizione

Infortuni fasulli, Oliva pensa alla banca dati

Dare vita ad una banca dati dei danni derivanti da insidie e trabocchetti stradali per evitare

che il Comune sia truffato e le casse dell’ente siano costrette a rimetterci centinaia di migliaia di euro all’anno. E’ questa l’idea lanciata dall’assessore al contenzioso Alfonso Oliva che, insieme al responsabile dell’ufficio legale del Comune di Aversa, l’avvocato Giusep-pe Nerone, si è rivolto alla direzione dell’Asl Caserta, alla direzione ammi-nistrativa dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa, al presidente del Tri-bunale di Napoli Nord e al Procuratore della Repubblica dello stesso ufficio giudiziario per chiedere un incontro du-rante il quale stabilire delle direttive per l’organizzazione di una banca dati che impedisca la possibilità di dare vita a infortuni fasulli dovuti a sinistri stradali derivanti dalle cattive condizioni delle strade cittadine.

«In questi giorni – ha dichiarato l’assessore Oliva - al Comune di Aversa è pervenuta una richiesta di risarcimen-to per danni subiti circa dieci anni fa. A riprova di questo e per evitare che l’ente possa eccepire la prescrizione ac-cludono due cartoline di ricevimento di

raccomandate inviate da quell’avvo-cato al Comune. Ora, queste ricevute saranno relative effettivamente a quel sinistro, ma potrebbe trattarsi di due ricevute di raccomandate inviate nel tempo da quell’avvocato al Comune. Per cui, abbiamo pensato a questo tipo di risposta istituzionale da dare per far fronte ad una situazione che è veramente critica». Nello specifico l’avvocato Oliva ha chiesto all’Asl «di poter concertare la possibilità e le modalità di trasmissio-ne di referti medici afferenti lesioni ascrivibili ad insidie e trabocchetti, richiedendo, nel contempo, che detti

referti riportino l’indicazione del luogo e dell’evento ove il fatto si è verifica-to». Spesso infatti, solo in un secondo momento si dichiara che l’infortunio è avvenuto a causa di un’insidia o un trabocchetto presente nella pubblica via.

Livia Fattore

Che il Pd navighi in brutte acque è ormai cosa risaputa. Pare di averlo già scritto ma, quando

cadde il muro di Berlino, Giulio An-dreotti pronunciò una frase che diceva pressapoco così: “Non rallegratevi tan-to, a quel muro c’eravamo aggrappati tutti, me compreso”. Cosa volesse dire, ovviamente non l’ha mai spiegato, ma si intuiva che c’era qualcosa di serio e di estrema importanza in quella frase. Chi ha una conoscenza storica può confermare. Ebbene, tra poco ci sarà il Congresso del Pd che sancirà il nuovo Segretario Nazionale. I candidati? Ec-coli: Andrea Orlando, Michele Emilia-no e il “rottamatore” Matteo Renzi che, a furia di rottamare, c’è rimasta solo la sua lingua. Oddio non è che dall’altro lato le cose vadano meglio. È tornato a fare politica addirittura l’ottantenne Silvio Berlusconi che, a furia di lifting, somiglia sempre di più a Joker, il ne-mico giurato di Batman. Il “Cavaliere” cerca accordi con chiunque, compresa la

mente di Matteo Salvini. Ma torniamo al Pd: a livello nazionale vale poco, a livello regionale ancora meno, mentre a livello locale, grazie anche a Marco Vil-lano, dorme ...in piedi. Qualche giorno fa si è dimessa l’Assessore al Bilancio, Francesca Sagliocco. Ed ecco che esor-

disce Villano, che sostiene che l’opposizione ha presentato un’infinità di emendamenti, probabilmente li ha letti solo lui. La verità è questa, cari let-tori: tanto per non passare per il solito disfattista, ritengo che questa sia una pessima Am-ministrazione, continuamente sotto scacco e, soprattutto, composta da personaggi che non sono nemmeno aversani (vergogna!) ma, dall’altro lato il candidato a sindaco del Pd delle ultime elezioni comu-nali, Marco Villano, dorme. Quando una notizia eclatante salta agli occhi di tutti, ecco

che si sveglia e dice la sua e poi, bea-tamente, ritorna immediatamente al suo dolce dormire. Ho le prove ti tutto quello che ho scritto ma non intendo parlarne, mi servirebbero tutte le pagine del quin-dicinale NerosuBianco, probabilmente arricchito da qualche appendice.

Infortuni fasulli e buche vere

Marco Villano

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Iacp, la periferia abbandonata dopo le promesse elettorali

Un’area verde diventata una selva di erbacce in cui si deposita di tutto, si realizzano baracche in lamiera e si delimitano (abusivamente?) aree per fini privati

Piazza della Concordiao meglio ...“foresta”

w Antonio Arduino

Recuperare le periferie. E’ stato questo un punto di forza del programma elettorale di tutti i

candidati sindaci della città negli ultimi venti-trenta anni. Il risultato è l’esistenza in piazza della Concordia di un generale panorama di abbandono, in particolare nell’area compresa tra via Chianca e via Vecchia Teverola. Un’area verde diventata una selva di erbacce in cui si deposita di tutto, si realizzano baracche in lamiera e, stando a quanto riferito dai residenti, si delimitano (abusivamente?) aree per fini privati. Il tutto senza che l’Istituto Autonomo Case Popolari, pro-prietario delle abitazioni e dell’intero rione, intervenga pur riscuotendo affitti e condominio dai residenti, e senza che l’Amministrazione comunale prenda coscienza di quanto accade in quella area verde che potrebbe essere uno standard comunale. I residenti hanno provato a chiedere un intervento di bonifica ma sembra non sia chiaro chi debba realizzarlo.

Il risultato è l’abbandono totale in cui versa quella periferia citadina dove è possibile trovare baracche di lamiera posizionate nella aiuole verdi persino accanto alla statua di Gesù Cristo, posta all’ingresso del rione, ed erbaccia alta oltre due metri, Erbaccia che nella zona nascosta di piazza della Concordia si è trasformata in una sorta di foresta,

impossibile da attraversare senza essere appositamente attrezzati. Possibile che le periferie servano solo a fare da spon-sor nelle tornate elettorali? Possibile che nessuno dei consiglieri comunali abbia mai visto in quali condizioni si trova quella zona malgrado l’intero com-plesso dell’ Iacp sia stato «visitato» nel corso dell’utima campagna elettorale ?

AVERSA

Aversa, piazza della Concordia

Se la nostra città non ha un museo, facciamolo noi. E’ stata questà l’iniziativa realizzata dai ragazzi

frequentanti le classi 5 sezioni C e D del Secondo Circolo Didattico diretto da Emilia Tornincasa. L’idea è nata dopo una visita effettuata al museo archeologico di Napoli dove hanno potuto vedere, fotografare e studiare opere d’arte che raccontano la civiltà millenaria della penisolo Italiana. Così, diretti e coadiuvati dalle maestre Giancarla Perugini e Rita Lastoria, Il Secondo Circolo di Aversa

Al Secondo Circolo i maghi del ricicloutilizzando materiali riciclabili, come scatolette di formaggini, figurine ritagliate da libri, giornalini ed altro, i piccoli allievi del Secondo Circolo han-no realizzato un museo archeologico in miniatura ricco di animali preistorici. Riproducendo quanto avevano visto e fotografato nella visita al museo napo-letano. Un lavoro che ha stimolato la fantasia dei ragazzi, affrontato come un gioco ma realizzato a regola d’arte.

Antonio Arduino

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L’INTERVISTA

Intervista al segretario della Camera Penale Napoli Nord, avv. Felice Belluomo

Nell’indagine “The Queen” che ha coinvolto il primo cittadino e tanti altri professionisti e politici, su oltre sessanta arresti, quasi tutti liberati. Come è possibile che ciò accada?

Prima arrestati poi scarcerati

w Giuseppe Lettieri

e investigativa, e di un troppo superfi-ciale approccio alla valutazione della prova: questo è il nodo del problema, la valutazione della prova! È vero che non tutti i casi di errore corrispondono ad una responsabilità del Magistrato, ovvero a una sua colpa inescusabile, è tuttavia vero che un procedimento viziato nel metodo spesso produce un risultato scorretto. Ciò che spesso accade è che il Pubblico Ministero non verifichi con sufficiente accuratezza il metodo investigativo adottato dalla Polizia Giudiziaria, e che a sua volta il Giudice della misura cautelare operi un eccessivo “affidamento” sui risultati probatori offerti dal pubblico ministero. E quindi cosa succede? Accade che Giudice e Pubblico Mi-nistero, anziché rivestire i ruoli che gli spetterebbero del controllore e del controllato, si trovano spesso affiancati in un medesimo ruolo di “scopritori della verità”, facendo venire meno ogni possibile rimedio all’eventuale errore investigativo, e sottovalutando spesso gli effetti devastanti delle loro scelte.

I recenti fatti di cronaca giudiziaria che hanno coinvolto il primo cit-tadino di Aversa, ci hanno spinto

a contattare un tecnico della materia, che l’aula giudiziaria la vive quotidia-namente per il lavoro che svolge. E così ci siamo rivolti a Felice Belluomo, avvocato penalista, patrocinante in Cassazione e Segretario della Camera Penale del Tribunale Napoli Nord. Come giudica quanto accaduto che ha portato alla scarcerazione da par-te del Tribunale del Riesame di quasi tutti gli indagati dell’inchiesta “The Queen”? Non è mia abitudine parlare di singole indagini o singoli processi semmai cre-do che la vicenda per l’altissima percen-tuale di scarcerazioni che si sono avute imponga delle riflessioni. La legge sulla custodia cautelare in carcere è stata più volte riformata e non meno di due anni fa ne sono stati ridotti ulteriormente gli ambiti di applicazione considerandola la extrema ratio; ciò nonostante vedrà che il numero dei detenuti in attesa di giudizio è ancora cresciuto. Come è possibile che tutto ciò si ve-rifichi? Sono contrario alle generalizzazioni; è errore sia se un Giudice applica una misura restrittiva della libertà perso-nale in mancanza di una piattaforma indiziaria grave, precisa e concordante sia se applica una limitazione alla libertà personale magari a distanza di svariati anni ed in assenza di esigenze attuali e concrete quali il pericolo di reiterazione o di fuga o di inquinamento probatorio. Ciò che mi sento di dire è che l’errore giudiziario è quasi sempre il frutto di una erronea prassi giudiziaria

E poi ci sono i media! Vuoi vedere che è colpa della stampa? Non sto dicendo che è colpa dei media, dico che anche i media e chi è fonte continua per gli stessi, dovrebbero avere a mente il delicato rapporto tra processo penale ed informazione evitando la spettacolarizzazione del processo penale perché al centro di qualsiasi indagine o processo penale c’è prima di tutto una persona.Gioverebbe per quanto riguarda i media un uso più moderato delle vicende giudiziarie, e non gli

strilloni da dare in pasto alle folle che non cercano la verità ma un colpevole. Nel contempo mi rendo conto che c’è una crisi spaventosa della classe politica e della pubblica amministrazione. Ma i Magistrati devono resistere alla tenta-zione di sostituirsi ad altre articolazioni dello Stato evitando che anche involon-tariamente l’utilizzo delle misure caute-lari si presti a tale effetto; occorrerebbe insomma molta più cautela. Lei è un fautore della Separazione delle Carriere? Come Camera Penale di Napoli Nord abbiamo aderito immediatamente alla campagna di raccolta firme per una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare che partirà dal prossimo 4 maggio, anche ad Aversa ed in tutto il circondario del Tribunale di Napoli Nord. La separazione delle carriere nella Magistratura la troverei estremamente significativa. Il giudice, secondo la norma costituzionale, oltre ad essere imparziale, deve essere anche terzo, e cioè, distinto da chi accusa e da chi difende.

Felice Belluomo

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Abbiamo incontrato il dott. Antonio Di Napoli, Presidente di Smile Medi Onlus

Grazie a convenzioni con professionisti e aziende leader del settore, l’Associzione è in grado di assicurare prestazioni a prezzi estremamente vantaggiosi

Ad Aversa la prima realtà di Odontoiatria Etica

w Donato Liotto

E’ nata da pochi mesi ad Aversa l’Associazione Smile Medi Onlus con

l’obiettivo di promuovere la salute orale tra le fasce disagiate della popolazione aversana. Abbiamo incontrato il presidente dott. Anto-nio Di Napoli per capirne di più.Un vostro slogan recita: “Con Smile Medi Onlus puoi fare pre-venzione dentale gratuita”. Cosa c’è di vero e cosa significa?Di vero c’è tutto. L’associazione nasce per la promozione della salute orale e per prevenire le patologie legate all’apparato stomato-gnatico. Tenendo presente la necessità di favorire le prestazioni odontoiatriche per la carenza di cure assistenziali nel settore. Come lavorate?Tutte le azioni dell’associazione sono il risultato di un continuo scambio virtuoso e di solidi rapporti con tutti gli attori del territorio, perché siamo fortemente convinti della necessità di sensibilizzare le coscienze in merito al benessere personale attraverso la salute e le cure del cavo orale. Le attività organizzate dall’associazione sono tese al benessere ed alla salute della persona e sono isspirate da principi etici, civili e professionali. Le iniziative svolte da Smile Medi Onlus sono a sostegno della prevenzione e della salute odontoiatrica e sono mirate a tutti i livelli sociali, con marcata attenzione verso i soggetti socialmente più vulnerabili.Come funziona?Il miglior modo per aiutare il prossimo è la prevenzione. Solo una buona cultura della prevenzione aiuta i cittadini a

risparmiare in cure mediche. La Smile Medi Onlus ha stretto alcune convenzioni sia con professionisti del settore odontoia-trico sia con aziende leader di materiali ed apparecchiature affinché i tesserati possano usufruire di cure a prezzi cal-mierati. Per fare un esempio concreto, presso il nostro centro convenzionato, che si trova ad Aversa in viale Kennedy 151 nei pressi dell’ospedale “Moscati”, è possibile sottoscrivere al prezzo di 20 euro la Smile Medi Card con cui avranno diritto a otto prestazioni odon-toiatriche di base ad un prezzo di 56 euro complessive.A chi si rivolge la vostra associazione?A tutte le fasce di reddito, ai giovani, alle famiglie ed agli anziani, a chi ha bisogno di cure dentistiche e a chi desi-dera fare prevenzione. Perché la vostra Associazione ha ini-ziato la sua attività proprio ad Aversa

e nell’Agro aversano?C’è un motivo contingente e che è legato al fatto che la maggior parte dei soci fondatori della onlus sono di Aversa o dell’Agro aversano, ma in realtà c’è anche un motivo di carattere pratico, poiché siamo con-vinti che proprio in questo territorio c’è un forte bisogno di un’attività di prevenzione e di assistenza sanitaria che sia più etica che speculativa. La nostra è la prima realtà campana di odontoiatria etica, patrocinata dalla

Regione e da Enti Locali. Quali sono le cure che riusci-te a garantire?Oltre alle terapie di base che sono la pulizia dei denti, le carie, le estrazioni e le devitalizzazioni, siamo specializ-zati in interventi di implantologia, protesi, ortodon-zia e chirurgia,

riuscendo a garantire tali prestazioni con un risparmio considerevole.Per associarsi alla vostra onlus cosa bisogna fare?Il primo atto è quello di recarsi presso lo studio convenzionato di Aversa. Qui il paziente effettuerà una prima visita gra-tuita, in seguito alla quale potrà decidere se tesserarsi, senza obbligo di sottoporsi al trattamento. Come sta andando?Nei primi due mesi di attività abbiamo registrato circa cinquecento visite ed emesso circa 250 card. Un buon risul-tato iniziale che dimostra la carenza e l’esigenza di simili iniziative.

Antonio Di Napoli

L’INCONTRO

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“L’occhio sulla città” di Edicolè

L’occhio sulla città. Questa la nuova iniziativa avviata da Edicolé, la rivendita di libri

e giornali di via Leonardo da Vinci, per diffondere l’informazione fornita dai social che operando in tempo reale rappresentano, oggi, lo strumento informativo più seguito dai giovani. Uno strumento poco o per niente uti-lizzato dagli over sessanta-settanta, che rappresentano una grossa parte della popolazione, che si limitano ad ascol-tare telegiornali o leggere il quotidiano a cui sono abituati da anni senza avere elementi di confronto capaci di stimo-lare una valutazione personale dei fatti che accadono ogni giorno. Da qui l’idea di Paolo, il più giovane degli operatori di Edicolé, di realizzare una bacheca informativa prendendo notizie sia dalla carta stampata sia, ma soprattutto, da

network on line e social. Fotocopiandole ed in-grandendone i caratteri in modo da renderli leggibili a tutti, ogni giorno forni-sce notizie cittadine a chi desidera averne, dando la possibilità agli abituè, e non solo, della lettura dei titoli dei quotidiani esposti di approfondire le notizie e magari di decidere se saperne di più acquistando un quoti-diano cartaceo. Un modo per informare ma anche per rilanciare la stampa quotidiana cartacea che è sempre più in crisi di vendite.

Antonio ArduinoL’iniziativa di Edicolè

Lodevole l’iniziativa di Elena Caterino ma non ci crediamo

Biblioteche nei parchi, un’utopia? Aversa, il parco “Balsamo”

Premesso che, per tantissimi motivi, abbiamo sempre ritenuto che la lettura non solo sia uno

degli elementi fondamentali della formazione di una persona (non a caso, nella nostra fanciullezza, ci siamo …sciroppati tantissimi libri, da quelli sto-rici a quelli di avventura) ma consente anche di tenere la mente lucida e pronta (soprattutto quando le … primavere cominciano a pesare sul groppone), pur apprendendo in modo positivo la notizia dell’approvazione all’unanimità (una tantum…) da parte del Consiglio comunale di Aversa della mozione del consigliere comunale del PD, Elena Caterino, di organizzare giornate di lettura con i cittadini nei parchi (che solo eufemisticamente possono essere definiti tali, considerato lo stato di degrado e di abbandono, in primis il

parco Grassia nei pressi della stazione ferroviaria), ci sia consentito di fare qualche semplice considerazione al riguardo. Se abbiamo ben capito, per quel che lo permettono i nostri ottanta anni…, i libri andrebbero custoditi all’interno dei manufatti di cemento, già più volte in passato vandalizzati dai soliti teppistelli che, purtroppo, non mancano mai nella nostra città. A gestire il tutto, stando all’idea, do-vrebbero essere gli alunni delle scuole cittadine di secondo grado, addetti allo scambio di libri. Non vogliamo essere …“disfattisti” ma soltanto realisti, ben conoscendo, purtroppo, la realtà cittadina dove, non ce ne vogliano i nostri concittadini, almeno una parte di essi, ma sotto diversi aspetti il concetto di uso civile dei beni comuni, a nostro modesto avviso, sembra sia ancora astratto se si tiene presente lo stato in cui sono ridotti diversi monumenti

cittadini con scritte (da quelle offensive ai messaggi amorosi) che si ritrovano anche nei pressi di scuole, chiese, abita-zioni private. Una volta depositati i libri nei manufatti in cemento, chi sarebbe adibito al controllo? Quel controllo sempre mancato sia nel parco Balsamo (dove nonostante il divieto i cani sono liberi di correre senza museruola e guinzaglio, con pericolo per i bambini, per non parlare di altre …delizie) senza toccare, ovviamente, l’ancor più dolente tasto del parco Grassia, chiuso, se non erriamo, dalla notte dei tempi. Vorremmo tanto sbagliarci ma, pur ritenendo veramente positiva l’inizia-tiva del consigliere Elena Caterino, ci sembra un po’ un’idea utopistica, pronti a cospargerci il capo di cenere se il tutto andasse nel miglior dei modi. Significherebbe che una parte dei nostri concittadini avrà fatto un passo in avan-ti verso la civiltà.

w Geppino De Angelis

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Il condominio in...forma! dell’avv. Maurizio Golia

Nel caso in cui un condomino decidesse o fosse costretto a sostituire la pavimentazione del

proprio balcone - sia esso incassato o aggettante - dovrebbe farlo avendo cura di non alterare il decoro architettonico dell’edificio? La risposta è sì. Il decoro architettonico è dato dall’insieme delle linee e delle caratteristiche dell’edificio che connotano la sua estetica. Non si pensi necessariamente a ornamenti e fregi di chissà quale tipologia e pregio; anche una semplicissima fascia marca-piano di colore differente dalla facciata costituisce elemento caratterizzante l’estetica dello stabile. Chi lamenta l’alterazione deve darne dimostrazione in giudizio (art. 2697 c.c.). Alterazione, quindi, non vuol dire divieto di assoluta modificabilità, ma solamente divieto di peggioramento. La valutazione del de-

coro che non si limita solamente all’a-spetto esteriore, ma anche all’alterazio-ne estetica percepibile esclusivamente o primariamente dai condòmini; com’è noto la facciata interna dell’edificio soggiace alle stesse regole in materia di decoro architettonico prevista per quella esterna. Quando si parla di decoro archi-tettonico con riferimento ai balconi si è soliti guardare alla parte frontale ed al cosiddetto sottobalcone. Eppure, anche la pavimentazione ha il suo valore in re-lazione all’estetica. Esempio: pavimenti di tutti i balconi con classiche mattonel-le marroni. Un condomino esegue lavori e lo sostituisce con del semplice bitume, tipo quello utilizzato per asfaltare le stra-de o i marciapiedi. In tali casi, quindi, bisogna fare applicazione dell’art. 1122 c.c.: Nell’unità immobiliare di sua pro-prietà ovvero nelle parti normalmente

destinate all’uso co-mune, che siano state attribuite in proprietà esclusiva o destinate all’uso individuale, il condomino non può eseguire opere che rechino danno alle parti comuni ovvero determinino pregiudizio alla stabilità, alla sicurezza o al decoro architetto-nico dell’edificio. Ogni intervento da eseguire impone la comunicazione all’amministratore. Quindi anche la sostituzione della pavimentazione del balcone deve essere rispettosa del deco-ro dell’edificio. Inutile dire che il piano di riferimento è in grado d’incidere e non poco sulla lesione dell’estetica. Un balcone ai piani bassi può essere visto da tutti i condòmini sovrastanti.

La pavimentazione dei balconi

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AUGURI

AUGURI

AUGURI

AUGURI

AUGURI

AUGURI

Potete scriverci alla nostra e-mail: [email protected] Gli

annunci e le foto saranno pubblicati dando la priorità ai primi pervenuti

Attorniato dalla moglie prof.ssa Lucia Vitolo, dalle figlie Carla e Maddalena, da familiari ed amici ha festeggiato il suo cinquantesimo compleanno il prof. Luigi Mellino, al quale vanno gli auguri della nostra redazione.

Sinceri auguri a Mario Schiavone, per molti lustri stimato dipendente comuna-le, e signora insegnante F ilomena Maz-zarella che, attorniati dai figli, familiari ed amici, domenica prossima, 23 aprile 2017, nella chiesa di S. Francesco in Aversa, festeggeranno le nozze d’oro.

In un clima di commovente spiritualità, nella monumentale chiesa di Santa Maria a Piazza in Aversa, il parroco don Gaetano Rosiello ha unito in ma-trimonio la dottoressa Gaia Toscano, figliola dell’ingegner Carlo e della prof.ssa Anna Navarra, ed il dott. Gennaro Varavallo, figliolo di Arcangelo ed Antonietta. Alla coppia, gli auguri del nostro periodico.

Ha spento le sue prime 89 candeline Raffaele Vernetti. Per lui gli auguri dal-le “sue” donne Potenzia, Rosa, Maria, Alessandra, Luciana,Federica, Claudia, Daniela e le piccole Chiara e Gabriella.

Tanti auguri ad Andrea Pellegrino per i suoi 13 anni dal papà Giuseppe, dalla mamma Vittoria e dal fratello Raffaele.

Auguri ai bellissimi Ginevra e Giuseppe per il loro secondo compleanno da mamma Rosa, da papà Carlo, dai nonni e dagli zii. A cui si aggiungono gli auguri della Redazione.

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“Il pericolo corre sul web: il fenomeno del cyberbul-lismo”. Questo il titolo

dell’interessante service organizzato dal Lions Club “Aversa Città Normanna”, presieduto dalla prof. Annamaria Petrillo. L’incontro si è tenuto presso l’istituto “Mattei” di Aversa, diretto dal prof. Giuseppe Manica, il 31 marzo scorso. Dopo i saluti della presidente Petrillo, che ha sottolineato l’importanza di tenere alta l’attenzione su una tematica di estrema attualità come il rapporto tra giovani e la rete, quello del dirigente Manica, che si è detto contento per aver aperto le porte della sua scuola per dis-cutere di un argomento delicato quanto importante per i ragazzi in età scolare, e di Maria Pia Napoletano, che ha portato i saluti del Leo Club “Aversa città Normanna”, si è entrati subito nel vivo. A moderare l’incontro è stato il giornalista Nicola De Chiara, Direttore editoriale di NerosuBianco, che ha in-trodotto il tema facendo riferimento al recente sondaggio effettuato da Skuola.net e AdoleScienza.it su un campione di 7000 studenti appartenenti a scuole superiori di tutta Italia, dal quale è em-erso che, se il bullismo è di gran lunga il fenomeno più comune, le conseguenze della violenza on line si rivelano ben più pericolose.Ad aprire la serie degli interventi è stata Maria Donadio, Socio psico pedagoga ed anche docente del “Mattei”, figura di riferimento riguardo lʼinformazione e la formazione del cyberbullismo nell’istituto. “Vi invito ai valori e alle passioni. Il cyberbullismo è un fenom-eno invisibile, elimina ogni relazione; è un veleno forte e devastante. Le

vittime devono parlarne e denunciare, i docenti devono essere formati, i genitori devono essere formati. Bisogna essere attenti al proprio figlio. Questo non è un malessere adolescenziale. La famiglia deve aprire gli occhi e aiutare il figlio a risolvere un grande problema. Anche il bullo è una persona disagiata che vuole combattere le sue paure nascondendosi nella rete”. E’ stata, poi, la volta della preside prof.ssa Cecilia Amodio, testimonial Unicef. Rivolgendosi ai ragazzi Amodio ha detto: “La vostra è un’età difficile lo sappiamo, è un eta che vi dà un senso di indeterminatezza e che vi dà anche un senso di onnipotenza. Sul web si perde la propria identità e se si perde l’identità significa che ci sono problemi seri. Il problema del cyberbullismo si pone sempre in termini di educazione. E se accettate il pericolo dovete accettare anche di farvi aiutare. Mi auguro che la vostra sia sempre una comunicazione responsabile e corresponsabile”. E’ poi intervenuto il dott. Michele De Capola, Vice Questore aggiunto della

Tanti consigli ai ragazzi da Maria Donadio, Cecilia Amodio, Michele De Capola ed Eufrasia Cannolicchio

Interessante service voluto dalla presidente Petrillo

Cyberbullismo,i Lions al “Mattei”

w Italia Mauriello

Gli interventi dei ragazzi

Polizia postale e delle Co-municazioni. “Le denunce non sono moltissime - ha detto - perché la vittima si vergogna. Qualunque azione fatta su internet lascia una traccia informatica attraverso lʼip del computer. Il bullo non è anonimo. E non sa neanche probabilmente che ha com-messo un reato. Quando si utilizza un social network at-tenzione alla vostra privacy. Tutte le informazioni messe su internet possono essere utilizzate. Non mettete come password il vostro nome e la data di nascita: è banale. Le

password devono essere alfanumeriche. Potrà essere faticoso ricordarle ma è utile”. E poi ha suggerito ai ragazzi per un uso consapevole della rete e per imparare a riconoscere i rischi ad esso legato il sito www.generazioniconnesse.it. Infine, l’avv. Eufrasia Cannolicchio, esperta in Diritto di Famiglia ed in Diritto dei minori, ha parlato della legge in discussione alla Camera. “Eʼ prevista la possibilità – ha detto Cannolicchio – per gli over 14 di denunciare da soli perché il ragazzo ha vergogna. Ma la legge parla solo di ammonimento e qui il dibattito è aperto. Senza una reale punizione il minore non capirà cosa ha fatto. La legge è ferma perché non si è ancora deciso se è giusto lasciare solo lʼammonimento o optare per la punizione”. Le conclusioni sono state affidate all’avv. Giuseppe Cerone, Presidente della zona 11 Lions, che ha invitato i ragazzi ad un uso consapevole ed attento di internet. Presenti anche il responsabile dei service dei Lions, col. Michele Coscetta, e il cerimoniere Paolo Borzacchiello.

L’incontro Lions al “Mattei”

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LA POLEMICA

Si dice che sia stato l’assessore Alfonso Oliva a volere a tutti i costi coinvolgere il Sindacato, senza che Maurizio Pollini sapesse niente dell’organizzazione

I commercianti di via Roma arrabbiati per la “concorrenza” ...forestiera

Street Food con polemiche.La Confesercenti sotto accusa

w Martina Melino

La Street Food arriva anche ad Aversa. Nel weekend del 31 marzo, via Roma ha ospitato

la ben nota manifestazione culinaria, intrattenendo i passanti con musica e animazione. L’intrattenimento, pensato per grandi e piccini, ha avuto un succes-so quasi inaspettato. A parlarci è la responsabile dell’evento, Clara: “Streetaly è un marchio che la “Apestreetfooding” e la “Break point ADV” hanno deciso di lanciare per organizzare eventi sullo street food. Partiamo dalla Campania per poi uscire anche dai confini regionali. Abbiamo solo e unicamente una carovana di mezzi adibiti e riadattati alla vendita dei prodotti. Abbiamo trovato grande disponibilità da parte dell’assessore Oliva. È un progetto che due aziende napoletane stanno portando avanti. Aversa è stata scelta perchè diretta-mente e indirettamente abbiamo legami sul territorio. È una città che ha tanto da esprimere anche dal punto di vista culturale. Sono trent’anni che faccio questo lavoro e al di là del malumore dei commercianti questi eventi portano soltanto beneficio al territorio”. Ed il malumore è stato tanto. “Bisognerebbe aiutare i commercianti locali, non dan-neggiarli!” è il pensiero comune. “E’ bello fare la fusione tra concept e centro urbano ma bisogna stare attenti - afferma Stefano, proprietario della Caffetteria del Corso. L’evento è appoggiato dalla Confesercenti Aversa. Non penso sia corretto. È un’associazione per tutelare i commercianti locali. Prima di appoggiare qualcuno che viene da fuori città dovrebbe pensare a noi! Sul corso ci sono molti riferimenti alimentari e non

è corretto che debbano mettersi delle “bancarelle” per vendere i loro prodotti. Va bene che l’attività porta gente se è ben pubblicizzata ma i commercianti sono sul piede di guerra. Questi tipi di fiere vanno fatti in posti adatti! Non davanti ai negozi. A Natale, il Comune si è tanto pavoneggiato del parco Pozzi. Perchè questi eventi non vengono svolti lì?”. Si dice, in realtà, che il presidente dalla

Confesercenti, Maurizio Pollini, abbia semplicemente prestato il logo ad un progetto già programmato e organizza-to. Un supporto, semplicemnete, dopo un brevissimo incontro con l’assessore Alfonso Oliva. Sulla locandina dell’e-vento è stato solo aggiunto il logo che ha creato tanto scalpore.Un’iniziativa con i suoi pro e contro. Se la si guarda da un doppio punto di vista. “È un ottima iniziativa, porta affluenza nella nostra città. Se le varie attività hanno un prodotto di qualità, dubito siano danneggiate” è la dichiarazione di un passante. “Non c’è igiene - ci dice una signora - ho visto con i miei occhi i pizzaioli impastare la pasta sul marcia-piede”. Nonostante tutte le lamentale, la Street Food ha avuto successo. Alcuni commercianti addirittura si sono ricre-duti: “Effettivamente c’era gente nuova per strada, ho sbagliato a pensare male”. Anche i proprietari dei vari trunk sono stati molto soddisfatti: “C’è stata molta affluenza. È una bella città”. Che ci sia stata tanta polemica per niente?

Un momento della contestata manifestazione ad Aversa

“Bisognerebbe aiutare i commercianti locali, non danneggiarli!” . “Non è corretto che delle “bancarelle” vendano i loro prodotti davanti ai nostri negozi”. Queste le lamentele

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“Gli uomini passano, le idee restano”: all’insegna di questa frase del magistrato

Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia si-ciliana con la moglie e la scorta, presso l’istituto comprensivo “Cimarosa-Quar-to Circolo”, diretto dal nostro amico Mario Autore, è stata celebrata la “Gior-nata della Memoria e dell’Impegno per Tutte le Vittime delle Mafie”, che viene celebrata in tutta Italia per evitare che il loro ricordo sia cancellato dall’ineso-rabile scorrere del tempo. Una 2Gior-nata”, decisa da un’apposita legge del Parlamento, come quella analoga delle vittime del nazismo. Da oltre vent’anni, ormai, l’Associazione Libera, fondata da don Ciotti e sostenuta da tantissime persone, chiede, con pubbliche oceani-che manifestazioni, giustizia per quelle morti ingiuste di semplici cittadini, ma-gistrati, politici, ricordando una per una quelle vite spezzate. La “Giornata” ha rappresentato un’altra tappa nell’ambito di un progetto sulla legalità , di percorsi didattici sulle vittime della camorra nelle nostre zone. Nell’affollatissima aula magna della “Cimarosa”, oltre a Valerio Taglione del “Comitato Don Peppe Diana”, e Gianni Solino per libera, erano presenti tanti familiari delle vittime, oltre a docenti ed alunni del Comprensivo ed il fotografo Augusto Di Meo, la cui coraggiosa te-stimonianza servì ad identificare e a far arrestare i responsabili dell’uccisione di don Peppe Diana il 19 marzo del 1994 , mentre si accingeva a celebrare la Santa Messa. La riuscitissima cerimonia che, a nostro avviso, è servita molto più che alcune ore di lezione nelle aule scolasti-che, ha avuto inizio con lo scoprimento

di una targa ed il taglio del nastro all’ingresso dell’aula magna mentre, in un clima di palese emozione, gli alunni dell’indirizzo musicale, guidati dalle prof.sse Loredana Marchese e Giusep-pina Di Pasqua, eseguivano l’inno di Mameli cantato da tutti i presenti. Subito dopo si è entrati nel vivo della Giornata con l’intervento del preside Autore che ha detto, tra l’altro: “La targa che ab-biamo scoperto è una testimonianza del percorso di legalità che da anni questa scuola ha intrapreso ed ha l’intento di

ricordare tutti coloro, nessuno escluso, che hanno dato la loro vita in cambio di valori veri e che non si sono piegati ai vincoli dell’illegalità. Con questa targa, inoltre, vogliamo lasciare una traccia ben visibile, un riferimento assoluto per i giovani presenti e per quelli che ver-ranno per comunicare loro che lottare per un ideale, per un valore può isolare ed abbattere la camorra, le mafie, la cor-ruzione, l’illegalità”. Successivamente sono intervenuti Taglione e Solino, oltre allo scrivente. Certamente il momento più commovente, seguito in religioso silenzio dai presenti, si è avuto quando hanno parlato della dolorosa esperienza la sorella di Attilio Romanò, la sorella di don Peppe Diana, i fratelli del cara-biniere Salvatore Nuvoletta, il figlio di Mimmo Noviello, la sorella di Genovese Pagliuca, il figlio di Antonio Di Bona, il padre di Antonio Petito, Augusto Di Meo. La riuscitissima manifestazione, coordinata dalle docenti Vincenza Brusciano e maria Rosaria Ziello, si è concluda con la visita ai lavori didattici esposti nei corridoi dell’istituto.

LA MEMORIA

Commovente il ricordo dei familiari di vittime della camorra come Attilio Romanò, don Peppe Diana, Salvatore Nuvoletta, Mimmo Noviello, Genovese Pagliuca ed altre

Al comprensivo “Cimarosa” celebrata la Giornata per le Vittime delle Mafie”

Una targa per non dimenticare

La manifestazione al comprensivo “Cimarosa-Quarto Circolo”

w Geppino De Angelis

Mario Autore: “La targa che abbiamo scoperto è una testimonianza del percorso di legalità che da anni questa scuola sta portando avanti”

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“Il maestro disse a un suo allie-vo: vuoi che ti dica in che cosa consiste la conoscenza? Consi-

ste nell’essere consapevoli, sia di sapere una cosa che di non saperla. Questa è la conoscenza. Questa frase di Confucio, il filosofo cinese può orientarci nella no-stra strada di costruttori di coscienza”. Così Francesca Russo, allieva dell’ul-timo anno dello Jommelli, ha esordito presentando l’ultima delle quattro giornate del Liceo. E’ toccato a lei fare una disamina del percorso compiuto dall’8 marzo (la festa della donna ma non solo) a quella del 15, dedicata a una riflessione sulla violenza, anche quella virtuale, mentre il 21 hanno ricordato le vittime innocenti della violenza crimi-nale. Guidate dalle docenti Maddalena

Alunni accolti con versi famosi

Costruttori di coscienze al liceo JommelliCalabritto), la responsabile della coope-rativa “Altri Orizzonti” (Maria Cirillo), il presidente di “Libera” Gianni Solino e la responsabile del settore scuola della associazione di don Ciotti, Lina Ingan-nato. E il discorso non si è discostato dall’attualità, dagli episodi di violenza avvenuti in questi giorni che hanno vi-sto come protagonisti uomini (per lo più carnefici) e donne (le vittime). L’inter-vento della Dirigente ha aperto e chiuso l’ultima delle quattro giornate alla quale hanno partecipato i dirigenti scolastici, Mario Autore e Michele De Martino, la presidentessa del Lions, Annamaria Petrillo, particolarmente interessati alla iniziativa che si replicherà anche nei prossimi anni.

Luca Faenza

di Geppino De Angelis

Ma che giustizia è questa?

In un Paese civile e democratico qual è (meglio dovrebbe essere) l’Italia, pur con tutto il rispetto

verso la magistratura, spesso sorge spontaneo l’interrogativo: ma che giustizia è questa? Un interrogativo più che mai attuale dopo gli episodi che si sono verificati nelle ultime settimane, che hanno suscitato non poche perples-sità, polemiche sull’amministrazione della giustizia che dovrebbe mandare in carcere i responsabili di inqualificabili reati e lasciare libere persone innocenti. Considerazioni logiche, facili, che farebbe anche un ragazzino della scuola primaria ma, purtroppo, la realtà non di rado è il contrario. A Catanzaro un uomo, accusato di omicidio, dopo venti anni di carcere è stato assolto dalla Cor-te d’Appello per non aver commesso il fatto perché era stato condannato grazie (!?) ad una frase pronunciata in dialetto dalla moglie e fraintesa; in alta Italia il responsabile di uno stupro verificatosi venti anni fa in danno di una bambina di sette anni se l’è fatta franca perché

addosso alla magistra-tura), per convincervi che, purtroppo, spesso la giustizia italiana fini-sce con l’essere ingiu-sta, basta che seguiate (come è capitato a noi per alcune settimane) la trasmissione “Io sono innocente” su Rai Tre, per giungere anche voi all’interrogativo col quale abbiamo dato ini-zio a questa “puntura”.

Senza ignorare, infine, che, talvolta, si ha l’impressione, soprattutto in caso di arresto di personaggi di spicco (in pri-mis i politici), si vada a caccia di scoop spettacolari, mancando i presupposti (pericolo di fuga, reiterazione del reato, inquinamento delle prove) per l’arresto. E poi …arrivano i proscioglimenti, le assoluzioni ma, intanto, molte vite sono state distrutte con le loro famiglie, sotto il profilo civile, della dignità, del prestigio, della credibilità...

udite, udite, il reato è caduto in prescri-zione, ovvero chi avrebbe dovuto pro-cessarlo e condannarlo, non ha …avuto il tempo per farlo, pur essendo trascorsi ben venti anni. Due episodi gravissimi, che rappresentano la punta di un iceberg ma che sono soltanto una parte dei tanti errori giudiziari di cui restano vittime i moderni “Tortora” anche se poi arri-vano le scuse e l’invio di ispettori per accertare cosa sia avvenuto . Ma, cari lettori (ben lungi da noi l’idea di dare

Russo, Lucia Mariniello, Tania Manna, con la supervisione della dirigente Rosa Celardo, si è arrivati all’ultima giornata, quella dedicata ai “costruttori di coscienze” con un confronto con due giornalisti (Marilena Natale e Claudio Coluzzi), una psicoterapeuta (Maria Donadio), una avvocato (Rossella

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L’Associazione “Aversa il Tesoro Sepolto” protagonista di un’altra grande iniziativa

Il Presidente, Domenico Napolitano, ha le idee chiare: “Salviamo la storia di Aversa e facciamone una fonte di reddito in futuro per i giovani”

Turisti nella propria città.Ad Aversa si può

I partecipanti al tour e, sotto, la visita alla casa natale di Jommelli

w Martina Melino

Un tuffo nel passato. Domenica 2 aprile, grazie all’associa-zione Onlus “Aversa il tesoro

sepolto”, si è stati turisti nella propria città. Anche se per poco! Un’esperienza meravigliosa! Aversa ha, infatti, dato i natali a due grandi della musica europea. Domenico Cimarosa e Niccolò Jommel-li. Il vanto degli Aversani. E proprio la loro storia è stata oggetto del tour.“L’associazione è nata circa due anni fa - ci racconta il presidente, Domenico Napolitano. Lo scopo è sensibilizzare i citta-dini. Abbiamo a cuore la rivalutazione del patrimonio e vorremo far inserire Aversa nell’albo delle città Europee della cultura e dell’ Unesco. Da qual-che settimana ci siamo dati veste ufficiale dal notaio. Siamo 21 soci fondatori che investono una parte del proprio tempo e dei propri fondi. Speriamo di fare rete con le altre associazioni. Stiamo tentando di chiede-re di fare un forum della cultura. Voglia-mo mappare la città, in modo che anche senza guida sia possibile orientarsi tra la storia che ci circonda. Gli iter burocrati-ci sono infiniti ma abbiamo già iniziato! È, inoltre, una riserva incredibile per lo sviluppo economico del territorio. Molti luoghi sono stati chiusi e stanno lì ad ammuffire. Perchè non fare un bando e dare questi spazi a tutte le associazioni? Lavoriamo, sperando che in futuro i giovani possano decidere di farne una fonte di reddito!”. Il tour inizia davanti

IL TOUR

al liceo Artistico, situato a piazza fuori Sant’Anna. “I fossi che circondavano largo Sant’Anna furono riempiti e vennero a creare la piazza oggi esistente. L’attuale liceo Artistico era, in realtà, il conservatorio di Sant’Anna. Uno dei tanti, nati come istitu-zioni benefiche. Con lo scopo di conservare

i fanciulli. All’epoca la musica era stru-mento di emancipazione sociale” - è la spiegazione data dal presidente nonché Cicerone.Si continua con la visita alla chiesa di Sant’Ouen ormai in stato di abbandono. Ciò che resta sono solo i due archetti che sorreggevano le campane della chiesa: “E’ un unicum. - afferma - ci dimostra che sia Jommelli sia Cimarosa, che furono battezzati lì, erano dello stesso quartiere. Questa di Aversa è una delle poche chiese rimaste, in tutta Italia, che venera Sant’Ouen dei normanni. Sono i vicoli dove giocavano felici i due compositori, anche se in tempi diversi”.

Obbligatorio il passaggio davanti la casa di Cimarosa. Dove la parola passa al baritono Carmine Monaco D’Ambrosia: “Cimarosa non ne era il proprietario. Probabilmente possedeva solo l’uso di un paio di locali. Vi rimase solo sei anni. La famiglia Cimmarosa, vero cognome del compositore, non era originaria di Aversa. E fu alla morte del padre che venne messo in conservatorio. La casa è oggi proprietà del Comune. Prima che iniziassero le ristrutturazioni, era in stato di completo abbandono”. Punto d’arrivo è stata la visita all’in-terno della casa di Jommelli, in via Costantinopoli. Grazie al proprietario che ha aperto le porte. “Non è la casa natale. Avrebbe dovuto essere del 1717 in realtà la struttura risale a fine secolo. Probabilmente è stata costruita in un secondo momento, al ritorno da Stoc-carda. Jommelli è un innovatore! Fa nascere l’orchestra della grande opera italiana. Tende ad essere dimenticato a causa della sua politica filoborbonica!”. È proprio parlando di questi due grandi musicisti che si può attirare l’attenzione su Aversa. I partecipanti sono rimasti soddisfatti e pieni di meraviglia e tutti d’accordo sull’esperienza da ripetere.

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L’INTERVENTO

Filippo Trofino ci spiega cosa sta accadendo in Parlamento

“Il tema è sentito: per la prima volta si sono registrate due milioni di sottoscrizioni per una proposta di legge”

Legittima difesa o “sceriffo fai da te”?

Negli ultimi anni il problema della legittima difesa sta richia-mando l’attenzione dell’opi-

nione pubblica ma soprattutto dei tanti “operatori del diritto” in seguito a vari episodi sfociati nell’uccisione di ladri e rapinatori da parte delle vittime desi-gnate dai malviventi. Vittime che, non di rado, sono incriminate perché ritenute responsabili di “omicidio volontario “ e non di rado condannati come si verificò ad Aversa alcuni lustri addietro quando un macellaio, da tutti riconosciuto uomo onesto e perbene, scontò un lungo periodo in carcere per aver ucciso un rapinatore. Ultimo episodio in ordine cronologico, quello verificatosi in pro-vincia di Lodi dove dal fucile da caccia imbracciato da Mario Cattaneo nel cor-so della notte è partito un colpo che ha ucciso un rumeno introdottosi, con altri tre complici, nella tabaccheria-osteria. Sulla vexata quaestio della legittima difesa abbiamo ascoltato il parere del nostro amico avvocato Filippo Trofino del quale riportiamo le dichiarazioni, ringraziandolo per la sua disponibilità.“Le recenti cronache - dichiara Trofino - hanno riproposto prepotentemente il dibattito sulla legittima difesa. La pub-blicazione dei selfie dell’oste di Lodi con i maggiori protagonisti della vita politica non ha, certamente, contribuito a rasserenare gli animi, essendo del tutto evidente che da parte di questi ultimi si cerca solo di accaparrarsi benevolenza in vista di una tornata elettorale che si preannuncia lunga ed incandescente. Va precisato che negli ultimi tempi il prov-vedimento all’esame del Parlamento di modifica dell’art. 614 e 55 c.p. che prevede l’aumento delle pene fino al tri-plo, rimbalza come una pallina di tennis tra le varie Commissioni parlamentari, alla ricerca di una quadra che non risulta

facilmente raggiungibile. Il tema è tanto sentito che, per la prima volta nella storia della Repubblica, si sono regi-strate sottoscrizioni per una proposta di legge popolare con oltre due milioni di condivisioni. Una così vasta platea di sottoscrittori ha certamente, sollecitato l’interesse di partiti e movimenti che, nel tentativo di apparire l’uno più realista dell’altro, hanno cercato di introdurre, qualche volta capziosamente, proposte del tutto demagogiche che hanno finito per intorbidire ancora di più il clima. In buona sostanza, riassuntivamente allo stato si confrontano 4 testi: quello originario a firma Lega Nord che mira a modificare l’art. 52 del codice penale; l’altro è il testo modificato dall’emenda-mento del Pd. Vi è poi un nuovo artico-lato presentato ancora dalla Lega Nord e, da ultimo, vi è la proposta a firma Fratelli d’Italia. Tutte queste proposte ruotano attorno alla ipotesi che per i più va sempre riconosciuta la legittima dife-sa a chi sorprende un ladro nella propria abitazione o nel proprio ufficio. Per gli altri, invece, basta riconoscere la non punibilità a chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio ed, inoltre, sussisterebbe sempre un rapporto di proporzione nella difesa della incolumi-tà ma anche dei beni materiali quando non vi è desistenza da parte dell’intruso

e vi è pericolo di aggressione”. “Conseguentemente - continua l’avvo-cato aversano - si è partiti dalla intui-zione di voler aggravare le pene raddop-piandole nei confronti di chi commette detti fatti con violazione di domicilio ed addirittura prevedendo che è escluso qualsiasi tipo di responsabilità da parte di chi, in possesso di un arma, la usi contro chi si è introdotto nelle sfere di privata dimora, escludendo addirittura anche la ipotesi dell’eccesso colposo. Non vi è dubbio che tale clima porti ad alimentare la cultura dello “sceriffo fai da te” al punto che, secondo le tesi più estremiste non ci dovrebbe essere da parte di terzi (neanche un Giudice) una valutazione sulla effettiva situazione di pericolo nella quale si è trovato l’autore del fatto ed anche verificare se vi sia possibilità di individuare “un grave turbamento psichico cagionato dalla persona contro cui è diretto il fatto”. Ritengo che le linee guida per la verifica della legittima difesa debbano essere individuate: nell’esistenza di un diritto da tutelare; dalla necessità della difesa; dall’attualità del pericolo; dal rapporto di proporzione tra difesa ed offesa non potendosi, dopo le modifiche legislative del 2006, allargare ancora le maglie della già prevista legittima difesa domiciliare, facendo ricorso ad incerte presunzioni legali ma rimettendo il tutto alla serena e corretta valutazione di menti sapienti ed esperte. Per Mario Cattaneo, in mancanza di nuove norme, l’iscrizione nel registro degli indagati non significa nulla di rilevante. Un corretto esercizio del suo diritto di difesa certamente lo porterà a non subire conseguenze di na-tura penale, pur rimanendo certamente segnato dagli eventi che lo hanno visto protagonista”.

Geppino De Angelis

Tutte le proposte prevedono che per i più va sempre riconosciuta la legittima difesa a chi sorprende un ladro nella propria abitazione

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La Sigma Aversa under 19 si lau-rea campione regionale e stacca il biglietto per le finali nazionali

di Bormio. Sabato e domenica scorsa proprio ad Aversa, ormai sempre più città simbolo del volley campano, si è svolta la final four regionale dell’Under 19. E tra le quattro squadre era presente anche la Romeo Normanna, altra squadra cittadina i cui seniores stanno puntando alla promozione in serie B. Questi ultimi si sono però arresi al Volley World Napoli che poi ha sfidato la Sigma Aversa in finale. I ragazzi allenati dai mister Scognamiglio e dal secondo Marrone, sostenuti dal pub-blico e dal presidente Sergio Di Meo, hanno piegato i forti partenopei per tre a zero. Un punteggio perentorio che

Sigma under 19 campione regionaledovuto sudare per staccare il ticket per Bormio, dove competeranno con i miglio-ri pari età d’Italia. Ecco la rosa completa: Silvestro, Limongello, Di Biase, Cefariello, Auriemma, Malanga, Sarno, Giordano, Gengaro, Monda, Cufino, La Piccirella (L2), Famoso, Simonelli, Marrone. Senza dimenticare la presenza del dirigente ( e noi aggiun-giamo anche portafortuna) Pasquale Sozio. Compli-

menti ai ragazzi da Nerosubianco con l’auspicio di un prossimo articolo con buone nuove anche da Bormio. Giuseppe Lettieri

non descrive una partita tiratissima, con i parziali che tracciano meglio il senso del risultato (25-21, 25-22 e 25-23) e di quanto i campioncini aversani abbiano

Sigma Aversa under 19: campioni!

ENTRATA OSPEDALIERAEntrata Parco Pozzi. Sembra l’accesso di un ospedale oncologico. Urge eliminare quello schifoso triangolo da sostituire con un vasto mosaico raffigurante il nostro simbolo storico, il gallo basilisco.

CASA CHIUSAQuando cavolo verrà aperta questa Casa dello Studente che ha inguaiato il sindaco Domenico detto Enrico De Cristofaro?

LA CITTA’ DA BOMBARDARE di Franco Terracciano

PALAZZO SCOSTUMATOIl palazzo scostumato, un dinosauro della città che dovrebbe essere abbattuto già domani. Fa affogare l’anima che, da quando è stato costruito, vagheggia tramortita, pezzentella, arrabbiata tra piazza Municipio, la Cassa Armonica e il teatro Cimarosa. Mio Dio, come è stato possibile concepire e realizzare questo stupro edilizio senza nessuna protesta popolare o politica, né di destra né di sinistra?

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ESCLUSIVO

Tra una “passata” di carte e l’altra si discute di strategie elettorali

Aversa pullula di Circoli, alcuni dei quali pubblicano anche dei giornali a cadenza quindicinale. Dal 1880 lo spazio politico appartiene anche alla borghesia locale

I Circoli aversani tra svago e ...politica

w Enzo Della Volpe

Dopo l’Unità d’Italia nacquero in tutto il Paese Circoli di fede liberale. Sono Circoli frequen-

tati da soli uomini. E’ negli ultimi due decenni dell’Ottocento che si segnala ad Aversa un proliferare di Circoli po-litici. I soci, tra una “passata” di carte e l’altra, discutono di strategie elettorali. Il gioco delle carte corre parallelamente alle vicende politiche e sociali della nostra città. Il corpo elettorale cresce in virtù della nuova legge elettorale del 1880. Il suffragio è riservato ai soli maschi che hanno compiuto il ventunesimo anno d’età. Si vota esibendo la licenza del biennio elementare o se si paga un reddito di 19,80 lire. La base elettorale passa dal 2 al 7 per cento. Aversa conta 26000 abitanti. Lo spazio politico, un tempo occupato dalla nobiltà aversana, ora appartiene anche alla borghesia locale che coinvolge i vari sodalizi presenti in città: ricreativi, culturali e sportivi. Di pari passo si fa sempre più incessante l’espansione nella nostra città dell’illegalità che si misura con gli sviluppi della lotta politica per la conquista del potere. La nuova legge favorisce ulteriormente gli intrecci tra proprietari terrieri, ceti emergenti, politici e camorristi. Non vi furono so-stanziali differenze tra Destra e Sinistra storica. Aversa pullula di Circoli, alcuni dei quali pubblicano anche un giornale con cadenza quindicinale. Più che Circoli ricreativi erano sedi di partito. Circoli e giornali, spesso, durano il tempo di una competizione elettorale. Ne citiamo solo alcuni: Anno 1884 il “Circolo dei Progressisti Aversani”, poi “Circolo

Democratici Aversani” pubblica “La Riscossa”; anno 1889 il “Circolo Costituzionale Aversano” pubblica “La Luce”, poi “La Nuova Luce”, giornale vicino al sindaco Francesco Orabona. In quegli anni Aversa vanta non poche tipografie. Il 19 luglio 1891 Orabo-na, nonostante l’appoggio dell’on. Cesare Golia, non vince le amministra-tive. Le vince don Pietro Candia. Poco dopo il Comune è sciolto per debiti. Portare l’acqua ad Aversa al Comune costò parecchio denaro.L’inizio del Novecento

segnò un’accanita lotta politica tra l’on. Pietro Rosano, deputato uscente, e il marchese Gerardo Capece Minutolo di Bugnano. Nelle elezioni politiche del 1900 Rosano è sconfitto. Fa ricorso e le elezioni sono annullate. L’on. Alfredo Capece Minutolo di Bugnano, fratello di Gerardo, rilascia al “Corriere della Sera” la seguente intervista: «Nelle elezioni del 1900 mio fratello Gerardo accettò la candidatura nel Collegio di Aversa perché bisognava combattere don Pietro Rosano, non come persona, ma perché legato a quanti di meno puro vi fosse nell’ambiente aversano. Giuseppe Romano era il vero potere di quell’ambiente e don Pietro Rosano era tutto nelle sue mani (…)». Si torna a fare campagna elettorale: il 12 novem-bre nel “Circolo la Vera Bilancia”, sito in Via Presidio, l’on. Gerardo Capece Minutolo tiene un incontro con i suoi elettori in vista delle elezioni del 1901.

1 - continua

La Luce, il giornale del partito di Orabona

Progressista Campano”, pubblica “La Bilancia”, poi “La Nuova Bilancia”; anno 1892 il “Circolo Costituzionale Campano di Aversa” pubblica “Il Pipi-strello”; anno 1895 il “Circolo di Cul-tura di Aversa”, poi “Circolo Unione”, pubblica “Il Risveglio”; anno 1895 il “Circolo Costituzionale” pubblica “La Protesta”; anno 1901 il “Circolo dei

Circoli e giornali, spesso, durano il tempo di una competizione elettorale. Citiamoi più importanti fogli che videro la luce tra Otto e Novecento

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ARTE

Capolavori nascosti. Siamo entrati in un gioiello dimenticato dell’arte aversana

Siamo fermamente convinti, pertanto, che questo luogo sacro, depositario di tanta tradizione e profonda cultura, meriti di essere valorizzato di più

L’altare maggiore della chiesa dell’Immacolata

w Giusy Cirillo

La piccola chiesa dell’Immacola-ta Concezione, poco conosciuta dagli aversani, si colloca in via

San Nicola in prossimità dell’antica Porta San Nicola, ai confini della quarta cinta muraria cittadina. In essa ha sede l’omonima arciconfraternita, che si impegna nella venerazione dell’Imma-colata Concezione, impegno portato avanti già “ab antico” prima ancora che ne venisse ufficialmente riconosciuto il dogma, l’8 dicembre del 1854.Il 20 marzo 1582 viene posta la prima pietra (“prope mura civitatis”) dal ve-scovo Giorgio Manzolo e solo due anni dopo si assiste al suo completamento. La struttura originaria della chiesa è sottoposta, nel corso dei secoli, a diver-si interventi che ne modificano anche l’architettura. A partire dal 1739, infatti, alcuni la-vori di ammodernamento determinano l’aggiunta del vano presbiteriale e dello spazio antistante che ospita una finta cupola a calotta. Nel 1740, invece, viene posto il pavimento in marmo bianco e pardiglio, mentre, nel 1744, gli amministratori della confraternita patrocinano la costruzione dei quattro altarini nelle cappelle laterali. L’ele-gante facciata e l’interno risentono del gusto barocco, di filiazione borromiana, portato in città dall’architetto napoleta-no Filippo Raguzzini nella chiesa di San Domenico. La pala dell’altare maggiore è opera documentata del pittore napo-letano Vincenzo Camardella (1605). Le tele sugli altari laterali, risalenti alla seconda metà del Seicento, si attribui-scono, invece, ai pittori aversani Carlo e Nicola Mercurio.Bisogna sottolineare, però, che questo

edificio sacro, come uno scrigno, costu-disce altre gemme di assoluto pregio, tra le quali possiamo sicuramente anno-verare il pregevole altare maggiore, uno dei tanti capolavori che il famoso Aniel-lo Gentile, maestro marmoraro napole-tano, ci ha lasciato. Il suo committente, come ci informano alcuni documenti conservati nell’Archivio di Stato di Caserta, è l’argentiere napoletano Carlo Schisano che, in qualità di direttore dei lavori, gli fornisce il disegno. Il prezioso manufatto, datato 1739, è interamente realizzato in breccia rossa appenninica e si eleva sopra una predel-la formata da due gradini sormontati da una mensa, non molto aggettante, pog-giante su due pilastrini dall’andamento sinuoso; tra questi si situa il paliotto, al cui centro, contenuto in un clipeo, è rappresentato un monogramma mariano in rame dorato di mano dello Schisano. Il registro superiore si realizza in un

dossale ricurvo, a due ordini, con volute e cartocci, e si conclude con mensole intagliate ai capialtare. Il tabernacolo, invece, poco aggettante, è chiuso da una portella mistilinea d’argento, che riporta in rilievo la tradizionale im-magine dell’Immacolata Concezione, anch’essa di mano dello Schisano. La composizione appare nel suo insieme ben proporzionata nello spazio presbite-riale che conclude la visione prospettica della piccola chiesa, arricchita per il resto da un notevole cassettonato ligneo nella volta, e da pregiati stucci di scuola vaccariana.Siamo fermamente convinti, pertanto, che questo luogo sacro, depositario di tanta tradizione e profonda cultura, me-riti di essere valorizzato di più affinché nell’intera comunità cittadina possa ri-svegliarsi l’attenzione per i propri tesori e l’amore per le bellezze artistiche del territorio.

L’altare realizzato nel 1739 in breccia rossa appenninica

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STORIA NOSTRA

Trentotto anni fa accadde qualcosa degno delle Favole di atellana memoria

I “miracoli” di Sant’Arpino e la ribalta nazionalew Antonio Marino

Ciò che ricordiamo accadde nel 1979 a Sant’Arpino, un centro dell’aversano che vanta origini

antichissime. E che la tradizione vuole sia stato fondato nel V secolo di Cristo, dal vescovo africano (poi santificato) Elpidio sulle ceneri della celeberrima città osca di Atella. I cui resti (scoperti e dopo ricoperti) vennero alla luce nel 1966, per caso, suscitando grande com-mozione e una vasta risonanza a livello mondiale. Detto questo entriamo subito in argomento passando a parlare somma-riamente degli eventi “miracolosi” che hanno interessato il centro in oggetto nel corso degli ultimi due secoli. Per la cronaca, il primo di cui si ha menzione e che scosse non poco la

popolazione si verificò nel lontano 1809 ed ha per protagonista un certo Carmine Tanzillo. Costui, storpio sin dalla nascita, mentre camminava per un sentiero campestre, appoggiato a delle rozze stampelle, ebbe ad imabattersi in S. Elpidi o che gli gridò: “Lascia i legni e cammina”.Lo sventurato così fece e,1asciati i rudimentali appoggi, corse in paese ad annunciare la sua improvvisa gua-rigione che la gente ritenne un vero e proprio miracolo. Un salto in avanti nel tempo ed ecco che nel 1979 successe qualcosa di più, degno delle Favole di atellana memo-ria, che portò Sant’Arpino alla ribalta della cronaca nazionale. Durante il Carnevale di trentotto anni or sono, infatti, alcuni oggetti sacri della locale Chiesa madre di S. Elpidio Le foto del “miracolo”

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STORIA NOSTRA

cominciarono a piangere sangue miste-riosamente (?). Scattato il campanello d’allarme (sotto accusa inizialmente la perpetua e un benzinaio), la sorprendente notizia si allargò a macchia d’olio portando sul posto una fiumana di persone che si trovarono davanti a ben tre miracoli contemporaneamente. Unti dal sangue erano un Gesù crocifisso, un’immagine del Volto Santo e principalmente un Bambinello in una sorta di culla-giaciglio, visioni che sconvolsero non poco la popolazione non solo locale. Lo straordinario evento, fatto proprio dalla stampa, ebbe una risonanza nazionale facendo accorrere sul posto per giorni gente proveniente da ogni parte della penisola. Tanto che il piccolo centro di Sant’Ar-pino, non preparato per questo tipo di accoglienza, finì col collassare sotto il peso della marea umana che l’aveva preso d’assalto. Un qualcosa di indescrivibile, d’inusua-le, di eccezionale per non dire di pauro-so per certi versi che, scaraventando il paese nell’occhio del ciclone, lo espose a rischi d’ogni genere …nonostante gli espedienti in fretta adottati.

Chi (come noi) veniva da fuori era costretto, per raggiungere il luogo del miracolo (?), a parcheggiare l’auto nei campi a non meno di un paio di chilometri dalla Chiesa di S. Elpidio in quanto le strade erano tutte intasate e bisognava farsela a piedi, tra miriadi di bancarelle spuntate come funghi. Tra esse notammo quella di un panza-rottaro napoletano che accoglieva la gente, proveniente dal lato sud, con un cartello con su la scritta “Benvenuti nel paese dei miracoli”. Cartello che, verso la fine dello “sfuriato” pellegrinaggio, portava scritto dietro “I santi aversani non fanno miracoli”. Cosa che ci colpì

non poco e che ci fece supporre che l’autore di tanta ironia la sapeva lunga. Tra fede ei scetticismo dei più, la ma-gistratura ordinaria aprì un’inchiesta “per fare luce e vedere chiaro nella incredibile vicenda che aveva causato un così grande disagio all’intera zona. Una cosa del genere la fece la Curia aversana che nominò, dal suo canto, un Tribunale ecclesiastico (composto da religiosi e laici) per accertare la veridi-cità o meno del delicato caso. E, mentre chi di dovere portava avanti le proprie indagini, le botteghe atellane (questo il vero miracolo) facevano affari d’oro. Al punto che la maggior parte dei commercianti e dei laici cominciò a preventivare tutti i vantaggi economici che Sant’Arpino avrebbe tratto da un turismo religioso. Purtroppo per loro le cose non anda-rono come avrebbero desiderato e il fenomeno, con non i primi interrogatori e accertamenti di rito, andò smorzando-si nel giro di un paio di settimane. Si trattava di un bluff. Terminata la calca infernale, tornò la calma in paese e, ripuliti gli oggetti insanguinati, del miracolo rimase sol-tanto il ri cordo.

Mentre chi di dovere portava avanti le proprie indagini, le botteghe atellane (questo il vero miracolo) facevano affari d’oro. Ma tutto aveva i giorni contati

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STORIA NOSTRA

Tra le varie sue biografi e non si accenna ad un suo soggiorno nell’isola

Cimarosa è stato in Sicilia.Ecco le provew Franco Pezzella

Tra le varie biografie di Cima-rosa non c’è traccia di un suo soggiorno in Sicilia. Sappiamo,

però, che nel maggio del 1795 si rap-presentò per la prima volta, al Teatro delle Munizioni di Messina (cosiddetto perché ricavato nella prima metà del Settecento da un’ampia sala dove si conservavano le armi e le munizioni), una commedia semiseria in due atti, Le nozze in garbuglio, musicata dal compositore aversano su libretto di Giuseppe Maria Diodati È, pertanto, ipotizzabile un suo soggiorno nella città dello Stretto in quella occasione. Sappiamo ancora che Cimarosa intrat-teneva, grazie ai buoni uffici del prin-cipe di Biscari, contatti epistolari con la cappella musicale dei benedettini di Cimarosa al teatro di Catania

San Nicolò all’Arena di Catania, dove convergevano, numerosi, da tutt’Italia, cantori e musici, attirati dalla magnificenza dell’organo di un altro nostro conterraneo, quel Donato del Piano da Nevano (oggi Grumo Nevano), che era a quel tempo il più grande strumento del genere in Europa; ma mai si fa cenno in queste missive a un suo viaggio nella città etnea. In ogni caso il nome del nostro compo-sitore è indissolubilmente legato all’isola per via di una forma musicale - “la siciliana” appun-to - spesso inserita, già a partire dal periodo barocco, nelle arie delle opere e come movimento in lavori strumentali. Derivata da una danza di origine popolare, di carattere pastorale, “la siciliana”

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STORIA NOSTRA

Tra le varie sue biografie non si accenna ad un suo soggiorno nell’isola è una forma musicale, ad andamento cantabile e moderato, contraddistinta da particolari figurazioni ritmiche puntate che la rendono subito riconoscibile. Cimarosa, alla pari di Scarlatti, Bach ed Haendel, l’adoperò, con estrema cura delle sue proprietà espressive, nel terzo movimento del suo Concerto per oboe in Do maggiore. Numerose sono state, poi, nel corso dell’Ottocento e Novecento, le opere cimarosiane rappresentate nei più importanti teatri siciliani, alcuni dei quali hanno inteso onorare il suo genio dedicandogli un busto sulla facciata. È il caso del Teatro Nazionale Vittorio Emanuele II di Messina, del Teatro Bel-lini di Catania e del Teatro Comunale di Vittoria, in provincia di Ragusa. Sulla facciata del Massimo etneo, costru-ito su progetto dell’architetto milanese Carlo Sada nel 1890, il mezzo busto di Cimarosa lo ritroviamo, invece, a tutto tondo, affiancato da un genietto alato in altorilievo di grandi dimensioni e da un bassorilievo con strumenti musicali riuniti in una composizione, sul fianco destro del primo piano, in uno degli spazi creati tra gli archi dei finestroni e il cornicione. Gli fanno compagnia altri

due: il primo, in forma di medaglione in bassorilievo è posto nella parete di fondo del portico superiore, sopra uno delle cinque porte-finestre che vi si aprono, unitamente a quelli di Dante, Vittoria Colonna, fondatrice della città, Verdi e Boccaccio, tutti opera dello scalpellino-scultore locale Giuseppe Sciocco; l’altro, invece, è dipinto, insieme ai busti di Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi, Paisiello, Marchetti, Me-tastasio, Goldoni e Mercadante, inter-calati da decorazioni floreali, nel fregio che circonda il grande affresco posto al centro della volta della sala, raffigu-rante una danza di amorini intorno ad un rosone merlettato. Le rapprentazioni pittoriche, caratterizzate da un brillante cromatismo, furono eseguite nel 1877 da Giuseppe Mazzone (Vittoria 1838-1880). Una fonte ottocentesca, infine, ci documenta la presenza di un ritratto a mezzo busto del maestro aversano, dipinto ad affresco, su una parete del teatro “Garibaldi” di Avola, in provincia di Siracusa, realizzato nel 1874, insie-me ad altri busti, da Gregorio Scalia (S. Gregorio, Catania, 1842-Avola, Siracusa, dopo il 1912). Il teatro è in abbandono.

dieci compositori: in posizione centrale tre catanesi (Pacini, Bellini e Coppola), sul lato sinistro Mercadante, Palestri-na, Paisiello e Verdi, sul lato destro Rossini, Pergolesi e Donizetti. Tutte le decorazioni e le statue della facciata sono opera dello scultore Giulio Mo-schetti (Ascoli Piceno 1847-Catania 1909), artefice di alcune belle fontane monumentali di Catania e Agrigento. Sulla facciata e nella volta del teatro di Vittoria, realizzato su progetto dall’ar-chitetto gelese Giuseppe di Bartolo Morselli tra il 1881 e il 1877, i busti dedicati a Cimarosa sono addirittura

Nel 1795 al teatro delle Munizioni di Messina si rappresentò un’opera musicata dall’Aversano. Cimarosa intratteneva contatti epistolari con la cappella musicale dei benedettini di Catania

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Il dott. Luigi Levita ha tenuto una conversazione dal titolo “L’omicidio stradale”

Lo studente Alessandro Graziano premiato con una targa per aver partecipato al Concorso nazionale “La corruzione ci ruba il futuro” bandito dal Distretto 2080

Rotary, una serata all’insegna della legge

w Italia Mauriello

ASSOCIAZIONI

Una serata tutta all’insegna della legge quella che, giovedì 30 marzo, ha visto riuniti i soci del

Rotary Club Aversa Terra Normanna. In apertura di serata, è stata consegnata allo studente Alessandro Graziano una targa per aver partecipato al Concorso nazio-nale “La corruzione ci ruba il futuro”, bandito dal Distretto 2080, rientrante nel filone “Etica e legalità” ed essere stato ritenuto di “Menzione Speciale”. Quest’anno il tema era la corruzione e, dalle Scuole Medie all’Università, gli studenti di tutti i Distretti Rotary erano invitati a partecipare. Il R. C. di Aversa ha sponsorizzata la partecipazione dell’Istituto Comprensivo Domenico Cimarosa e il giovane Alessandro Graziano, studente della 3a classe, sez. B, è risultato vincitore per la sezione “Manifesti”. La targa, ritirata a Roma dal Presidente

Graziano premiato e, in alto, Luigi Levita

scuola. La serata è poi continuata con una conversazione dal titolo “L’omicidio stradale”, tenuta dal dott. Luigi Levita, magistrato ordi-nario presso il Tribunale di Nocera Inferiore ed autore di un testo de-dicato proprio a questa legge. Il dott. Levita ha illustrato, in maniera molto chiara, il processo di nascita della legge, chiesta con forza dalla opinione pubblica ma ha

posto tuttavia in evidenza come, dopo la sua approvazione, siano aumentati i casi in cui gli autori di un incidente si danno alla fuga. L’argomento è stato molto interessante ed ha dato origine ad un animato dibattito per cui il dott. Levita ha dato appuntamento ai soci per un nuovo incontro.

del Rotary Club Aversa, Giuliana An-dreozzi, è stata consegnata allo studente dalla Dott. Elisabetta Garzo, Presidente del Tribunale di Napoli Nord in Aversa. Alla consegna erano presenti non solo i genitori di Alessandro ma anche l’insegnante Cristina Tirabasso, docente di Alessandro, in rappresentanza della

Successo ad Arcate Musicali per i talenti aversani. Nel Salone degli Archi, si sono esibiti alcuni

talenti della nostra terra. Nella serata condotta dal direttore di Nerosubianco Giuseppe Lettieri e dal Maestro Piero Viti, si sono esibiti la chitarrista Adele Abate, il flautista Paolo Laiso, e poi i violinisti Niccolò Laiso ed Emanuela Antonucci, accompagnati al pianoforte dal maestro Antonio Capuano (tutti i musicisti citati frequentano il liceo mu-sicale “Cirillo” di Aversa) ed infine il giovanissimo pianista Simone Vettone, che a soli undici anni, ha dato saggio di virtuosismo e maestria sulla tastiera. “Una serata volta a promuovere i ta-

I talenti che si sono esibiti

“Arcate Musicali”: talenti sul palcovero e proprio concerto. Complimenti a loro, noi abbiamo voluto dare spazio all’estro musicale di questi giovani, augurando che questa sia solo il primo di una serie di tanti concerti. E mi preme sottolineare che durante la serata abbiamo voluto premiare anche Sara Kowalczyck, spadista aversana della nazionale italiana cadetti, medaglia di bronzo agli Europei di Plovdiv che con lo sport porterà il nome di Aversa sem-pre più in alto”. Ai giovani partecipanti oltre all’attestato è stata consegnata anche la vita di Domenico Cimarosa a fumetti, scritta da Nicola De Chiara e edita da Nerosubianco e che i giovani artisti hanno particolarmente gradito.

lenti - ha detto Piero Viti, chitarrista e docente presso il conservatorio “Sala” di Benevento - della nostra terra. Non un saggio, perché viste le abilità di tutti i partecipanti si è trattato di un

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