Ritrovato il certificato di nascita dell’epico pilota...

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N. 2 | ANNO XX | 5 FEBBRAIO 2017 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.com E’ allarme sicurezza. Il Sindaco va dal Prefetto “Noi Aversani” e “Forza Aversa”, separati in casa Il Barocci di Aversa è come quello del “Prado” a Madrid La cremazione, da morte laica a religiosa Piazza Marconi, secondo progetto: lavori nel 2018 Ugo Sivocci è nato ad Aversa Caianiello in Tanzania: “Sorrisi indimenticabili” Il corpo dei Vigili compie 151 anni Mensa, il servizio slitta ancora La Soprintendenza ci restituirà le opere in deposito Ritrovato il certificato di nascita dell’epico pilota Da manicomio criminale a carcere modello 1998 - 2017: ventesimo anno di pubblicazione

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N. 2 | ANNO XX | 5 FEBBRAIO 2017 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.com

E’ allarme sicurezza.Il Sindaco va dal Prefetto

“Noi Aversani” e “Forza Aversa”,separati in casa

Il Barocci di Aversaè come quello del “Prado” a Madrid

La cremazione, da morte laica a religiosa

Piazza Marconi, secondo progetto: lavori nel 2018

Ugo Sivocci è nato ad Aversa

Caianiello in Tanzania:“Sorrisi indimenticabili”

Il corpo dei Vigilicompie 151 anni

Mensa, il servizioslitta ancora

La Soprintendenza ci restituirà le opere

in deposito

Ritrovato il certificato di nascita dell’epico pilota

Da manicomio criminalea carcere modello

1998 - 2017: ventesimo anno di pubblicazione

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Silenzio sulla ex Texas ed il centro commerciale

Responsabilità dei medici,fi nalmente si cambia

Via Madonna dell’Olio,arriva l’ampliamento

Mensa, l’attivazione delservizio slitta ancora

Caianiello in Tanzania: “Sorrisi indimenticabili”

La Soprintendenza restituiràle opere ad Aversa

Secondo progetto (pagato) per piazza Marconi

PERIODICO DI CULTURA VARIADELL’AGRO AVERSANO

A DISTRIBUZIONE GRATUITA

Anno XX n° 2 - 5 Febbraio 2017

Direttore ResponsabileGiuseppe Lettieri

Direttore EditorialeNicola De Chiara

Consulente di RedazioneGiuseppe Cristiano

Coordinamento EditorialeVito Faenza

Segreteria di RedazioneRaffaele De Chiara

Garante dei LettoriFranco Terracciano

Fotografi eNicola Baldieri

EditoreAssociazione Dimensione Cultura

Periodico registrato presso il Tribunale di S. Maria C.V.

al n. 514 del 17.11.1998

RedazioneVia Michelangelo, 108 - Aversa (Ce)Tel. 081.198.14.930 - 388.19.87.510

www.nerosubiancoaversa.come-mail: [email protected]

StampaTuccillo Arti Grafi che srl

Afragola (Na)

SOMMARIO08

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Allarme sicurezza, facciamo sul serio

di Giuseppe Lettieri

LA POLEMICA

L’INCONTRO

IL CASO

SCUOLA

L’INTERVISTA

LA NOTIZIA

LO SCANDALO

nerosubiancoaversa.com

[email protected]

Nero su Bianco

L’Editoriale

La sicurezza in città non è un optional! Siamo sicuri che molti aversani percepiscono il fatto

che negli ultimi anni, probabilmente an-che a causa della forte crisi economica, furti in appartamento, rapine e altri atti delinquenziali sono in forte aumento. Persino i furti di stereo nelle auto e ne siamo stati vittime anche noi. Ci sono strade al buio e in molti si chiedono se le telecamere installate in città davvero funzionino e se esse siano numerica-mente sufficienti. L’allarme lanciato da alcuni esponenti della minoranza non deve essere interpretato come atto di mero contrasto alla maggioranza, rite-niamo che sulla faccenda il sindaco De Cristofaro, come garante della sicurez-za cittadina, debba intervenire con atti concreti, magari richiedendo un tavolo sulla sicurezza con le forze dell’ordine e prefettura, al fine di porre degli argini a questo fenomeno che davvero rischia di diventare una vera e propria piaga. Mentre andiamo in stampa l’attenzione pubblica è concentrata sulla querelle della pista di atletica leggera, tanto voluta da Paolo Santulli, sulla possibile perdita dei finanziamenti per realizzarla e sulla mancata concessione da parte del Sindaco dell’aula consiliare, aula che a detta del primo cittadino non deve esser luogo di scontro pugilistico (ring) ma di confronto. Sulla vicenda torneremo di sicuro nei prossimi numeri di Nerosu-bianco. Ma parliamo di altro. A comin-

ciare da un personaggio “riscoperto” come Ugo Sivocci, tra i primi assi delle quattro ruote aversane, vinse la gloriosa Targa Florio e fu compagno di scuderia di Enzo Ferrari. Sivocci vide i natali ad Aversa: abbiamo ritrovato il certificato di nascita. Infine il “rinnovato” amore per l’arte aversana (la guercinomania), che ha portato tantissimi giovani, accompagnati dal Vescovo Spinillo, alla scoperta dei tesori della Cattedrale. E, a proposito di tesori, proprio nel Duomo c’è un’opera molto particolare raffigurante “La Natività” clone esatto e contemporaneo del capolavoro del celebre pittore urbinate, tanto lodato da Michelangelo, Federico Barocci, espo-sto al Prado di Madrid. Buona lettura e buona domenica.

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Tentativi di furto a raffica anche in pieno centro

Il Pd chiede una riunione straordinaria del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. De Cristofaro: temiamo di più la delinquenza organizzata

E’ allarme sicurezza.Il Sindaco va dal Prefetto

w Nicola Rosselli

PRIMO PIANO

Tentativi di furto a raffica anche in pieno centro, come via Cilea, via Andreozzi e persino in via

Roma. Per non parlare degli arresti quasi quotidiani di pusher che vendono droga di ogni tipo, dall’erba alla cocai-na, ai giovani aversani che la consu-mano in zone come piazza Municipio o via Seggio senza alcuna remora. Per non parlare del fenomeno movida dove, sebbene non segnalate ufficialmente, nelle sere di fine settimana si registra la oramai canonica rissa.E’ allarme sicurezza ad Aversa e a farsene portavoce è Teresa Gordon,

prima dei non eletti del Pd alle scorse amministrative insieme ai consiglieri democratici Marco Villano, Elena Caterino e Alfonso Golia. «Il sindaco -afferma l’esponente democrat- chieda subito una riunione straordinaria del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica perché l’escalation della microcriminalità nella nostra città sta assumendo proporzioni preoccupan-ti contro cui bisogna dare una risposta ferma e immediata». «Purtroppo non passa giorno senza leggere notizie di cronaca nera che riguardano la nostra città. Ci sono stati furti nelle abitazioni e in un caso –ricordano gli esponenti Pd- si è rischiato che ci scappasse il Enrico De Cristofaro

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PRIMO PIANO

morto (durante la notte di Natale in un’abitazione di Costantinopoli, ndr); non si contano più i raid contro le attività commerciali, anche quelle in pieno cen-tro cittadino, così come non si contano più gli arresti per spaccio di droga. La paura e la sfiducia stanno prendendo il sopravvento. E’ un quadro allarmante che esige una risposta immediata e coordinata di tutte le istituzioni. Credia-mo che per il nostro territorio bisogna stabilire immediatamente la fiducia tra

le persone su base egalitaria così da poter facilmente diventare veicolo di reciproca solidarietà, potenziare le rete di videosorveglianza, misure concrete di contrasto della povertà e una costante azione formativa ed educativa a partire dalle scuole primarie per diffondere e far affermare la legalità». Gordon e compagni, in chiusura, evi-denziano che «Naturalmente, non tutte queste azioni sono di competenza co-munale ma senza un’amministrazione cooperante su questo fronte è difficile far in modo di trasformare il dato per-cettivo e reale di vivere in una città sicura e solidale».«Intanto, - è la risposta del sindaco En-rico De Cristofaro - le forze dell’ordine stanno facendo il loro dovere visto i risultati raggiunti in città. Il controllo del territorio (e per territorio intendo tutto l’Agro) è importante. Andremo dal Prefetto anche perché lo avevamo già in animo, come avevamo preannunziato già per la movida, ma l’allarme cri-minalità non viene da questi sporadici tentativi di furto, che meritano comun-que interesse. Quello che temiamo è la delinquenza organizzata e silente, come le minacce al sindaco di Cesa, al quale abbiamo espresso solidarietà, che dimostra essere sempre presente».

“Intanto, - è la risposta del sindaco Enrico De Cristofaro - le forze dell’ordine stanno facendo il loro dovere visto i risultati raggiunti in città”

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Ultima puntata dello scontro: la querelle tra la Turco e Paolo Galluccio

“Chiamami dottoressa perché io sono laureata”. “A questo punto credo che tu debba chiamarmi avvocato”. I due sarebbero addirittura arrivati a queste affermazioni

“Noi Aversani” e “Forza Aversa”, separati in casa

w Nicola Rosselli

POLITICA

Sempre più divisi in casa “Noi Aversani” e “Forza Aversa”. Os-sia, nulla di nuovo sotto il cielo

di Aversa. Così come si osteggiavano quando era tra noi il compianto sindaco Giuseppe Sagliocco, così continuano a fare oggi, nonostante siano all’interno della stessa maggioranza, con il primo cittadino Enrico De Cristofaro a sudare le proverbiali sette camicie per tentare di tenere insieme la baracca.Al di là delle telefonate continue di “consultazione” con i vertici del movi-mento, stile “Non è la Rai”, dei rappre-sentanti di “Noi Aversani” in Giunta, da evidenziare un episodio effettivamente accaduto, avallato da diversi presenti e dallo stesso Sindaco, ma smentito dalla vice sindaca che su Fb, insieme a diversi suoi seguaci, ci ha malamente diffamato parlando, in pratica, di “non giornalismo”. “Chiamami dottoressa perché io sono laureata in Giurisprudenza”. “A questo punto credo che tu debba chiamarmi avvocato”. Sarebbero addirittura arri-vati a queste affermazioni la Turco e l’assessore alle politiche sociali Paolo Galluccio. Quest’ultimo, stufo delle continue intromissioni nella propria delega da parte della esponente di “Noi Aversani” che, forte della sua parteci-pazione come volontaria alla Caritas, non risparmierebbe invasioni dei campi di competenza altrui, l’avrebbe rimpro-verata dando vita ad una reazione che avrebbe poco di politico se fosse vera, rafforzando le perplessità di nominare vice sindaco una persona così giovane, come da più parti si fa notare.Galluccio avrebbe avuto da ridire anche sulla troppa attività “social”, ossia su

Facebook da parte della stessa Turco che, a suo avviso, avrebbe esposto ad una figuraccia l’intera amministrazione nella vicenda del mancato funziona-mento dei termosifoni nelle scuole di competenza comunale alla ripresa delle lezioni dopo la pausa natalizia.Insomma, “Noi Aversani” con le mani libere e tutelato dal Sindaco inizia a non

andare giù a tutti e le prime avvisaglie si vedono tutte.Lo stesso Sindaco, però, da galantuomo, ha ammesso quanto accaduto ed ha di-chiarato: “Sì, è vero. Gli assessori Paolo Galluccio e Federica Turco hanno avuto un battibecco, ma nella stessa sede si sono spiegati e siamo andati avanti”. In pratica, De Cristofaro ammette che tra i suoi assessori ci è stato un vivace chiarimento e che lui, per sedare gli animi, ha gridato più forte di loro, ma sottolinea anche che la maggioranza va avanti senza patemi.“Avevo convocato - continua, infatti, il primo cittadino - alcuni esponenti della coalizione per un confronto sulla programmazione futura. Dopo il duro diverbio tra i due assessori c’è stato il chiarimento e la continuazione dell’incontro in un clima disteso”. Per dovere di cronaca riportiamo anche la posizione della Turco che ha dichiarato che tra lei e Paolo Galluccio c’è stato solo una pacata discussione.

Galluccio avrebbe avuto da ridire anche sulla troppa attività “social”, ossia su Facebook da parte della stessa Turco che avrebbe esposto ad una figuraccia l’intera amministrazione

Federica Turco e Paolo Galluccio

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Urbanistica, la nota della società che sta realizzando in via Fermi: “Sono uffi ci. Tutto ok”

Silenzio sulla ex Texas e sul centro commerciale

LA POLEMICA

Il nostro articolo sull’urbanistica ha provocato due reazioni distinte. Si-lenzio assoluto per quanto riguarda

la Texas e il suo futuro (e noi non ci speravamo affatto considerato gli inte-ressi in gioco); silenzio assolut o anche in merito alle perplessità espresse per la realizzazione del centro commerciale con tanto di parcheggio sopraelevato in via Lennie Tristano angolo via Ettore Corcione.Dalla società che sta realizzando un immobile in via Enrico Fermi, invece, abbiamo ricevuto una breve nota. “In riferimento a perplessità sorte sulla le-gittimità del titolo autorizzativo relativo al costruendo fabbricato in via Fermi si precisa quanto segue: Il suolo sul quale sorge il fabbricato è urbanisticamente classificato come zona omogenea di Piano Regolatore Generale ‘zona omogenea D 1.1 / D 2.1’ in virtù di Il nascente centro commerciale di via Tristano

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LA POLEMICA

Delibera di Consiglio Comunale n.28 del 29/07/2003 avente ad oggetto Con-trodeduzioni alle osservazioni prodotte al P.R.G. adottato con Deliberazione di consiglio comunale n.4 del 24/01/2001 – Provvedimenti ; Il Permesso a Costru-ire n. 187 del 10/10/2011, in virtù del quale è stato autorizzato il fabbricato di cui trattasi, riguarda la realizzazione di immobili a destinazione artigianale/commerciale quindi totalmente con-formi alle norme urbanistiche vigenti.Non trattasi di zona classificata “F1” ed il Permesso a Costruire rilasciato dal Comune non riguarda la realizzazione di civili abitazioni”.Tutto vero, anche se a fare confusione è, a nostro avviso, una discrepanza tra il permesso a costruire n. 187/2011 che parla di “un complesso immobiliare per attività artigianale ed uffici” e il successivo Permesso di costruire in variante n. 51 del 21 luglio 2016 che parla di”fabbricato ad uso artigianale/commerciale”.Probabilmente un falso problema tenuto conto che l’articolo 43 delle norme che regolano il Prg della Città di Aversa descrive le zone D1: “Le aree destinate prevalentemente alle attivita’ economi-che, individuate con apposita simbo-

La Texas negli anni Settanta

La nota arrivata da via Fermi: “Il permesso a Costruire rilasciato dal Comune non riguarda la realizzazione di civili abitazioni”

materiali energetici, agli impianti e attrezzature per le comunicazioni ed i trasporti purche’ non inquinanti e co-munque nocivi nonche’ ad attivita’ ter-ziarie, amministrative, e commerciali, per una aliquota non superiore al 30 per cento della superficie utile ammessa, con un massimo di 300 metri quadrati”.Nelle zone D2, invece: “Sono con-sentite pertanto costruzioni per usi direttamente connessi con l’attivita’ produttiva quali uffici e punti vendita dei relativi prodotti ed accessori, servizi di interesse collettivo al servizio delle aziende (mensa, sala di ritrovo, ecc.) nonche’ l’edificazione di n. 1 alloggio per ogni azienda insediata di superficie non superiore a 95 mq. di Su, aventi caratteristiche di ERP, da destinare ad alloggio di servizio o per il personale addetto alla sorveglianza. Le aree destinate prevalentemente alle attività’ economiche sono riservate alle attività di produzione e commercializzazione di beni e servizi”. In particolare, al punto 3 dell’art. 43 si legge; per le Zone D1.1: industriali ed artigianali esistenti e per le Zone D2.1: artigianali e commerciali esistenti. Dubbi, allora, non possono esserci.

Nicola Rosselli

logia sulle planimetrie di P.R.G., sono riservate alla produzione industriale ed artigianale dei beni, alla lavorazione ed alla trasformazione dei prodotti agricoli allo stoccaggio e manipolazione di

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Il Senato ha approvato un cruciale disegno di legge voluto dal nostro Lucio Romano

“Norme chiare su responsabilità, procedure e alleanza di cura sono garanzia di sicurezza per i pazienti e permettono ai sanitari di lavorare con maggiore serenità”

Responsabilità dei medici,finalmente si cambia

L’INCONTRO

In tema di responsabilità medica il Senato ha approvato il disegno di legge “Disposizioni in materia di

sicurezza delle cure e di responsabilità professionale degli esercenti le pro-fessioni sanitarie”. Un provvedimento atteso da anni nel mondo della sanità, che ha visto in prima linea il senatore aversano Lucio Romano. Senatore Romano, da quali criticità è nata l’esigenza di una riforma orga-nica sul tema? Si tratta di una significativa innovazione ispirata dalla finalità di riequilibrare la relazione assistenziale medico-pazien-te, spesso conflittuale e condizionata

w Geppino De Angelis da una forte ingerenza della medicina difensiva che comporta inutili aggravi economici a carico dello Stato e, di conseguenza, sui cittadini. Con questa legge si vuole tutelare ancor più la salu-te di ogni paziente. Infatti, norme chiare su responsabilità, procedure e alleanza di cura sono, da un lato, garanzia di sicurezza per i pazienti e, dall’altro, permettono al personale sanitario di lavorare con maggiore serenità. Quali sono le novità riguardo al potenziamento della sicurezza delle cure ai cittadini? Attivazione in ogni Regione di un Centro per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente; istituzione dell’Osservatorio nazionale Lucio Romano

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L’INCONTRO

delle buone pratiche sulla sicurezza in sanità; trasparenza e celerità per il paziente di ottenere la cartella clinica in 7 giorni a fronte dei 30 finora previsti; elaborazione delle linee-guida, da parte di società scientifiche e associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie iscritte in apposito elenco presso il Ministero della Salute, che costituiranno, tanto per il giudice civile che per quello penale, strumento di valutazione della condotta del medico. Che conseguenze avranno le norme introdotte sul fronte del contenzioso? In ambito civile, il paziente che riterrà di aver subito un danno potrà innanzitutto rivolgersi direttamente all’assicurazio-ne della struttura. Se non soddisfatto può agire attraverso la conciliazione obbligatoria, preceduta da una consu-lenza tecnica per l’accertamento della effettiva sussistenza del danno. Se ne-anche questa soluzione va in porto, può intentare un procedimento civile contro la struttura che dovrà dimostrare di es-sersi comportata correttamente. Inoltre, il paziente dovrà lui stesso provarne il danno qualora vorrà rivalersi anche nei confronti del sanitario. In ambito penale, con l’introduzione di apposito articolo nel codice penale, si esclude la colpa del medico per imperizia laddove abbia rispettato le specifiche linee-guida. Le novità non si fermano qui, ma investono anche il fronte della responsabilità del danno erariale e del rapporto tra rischio sanitario e profili assicurativi per le strutture sanitarie pubbliche e private, per i sanitari e per la salvaguardia dei diritti dei pazienti danneggiati. Finalmente, dopo oltre 15 anni, una legge organica sulla respon-sabilità professionale del personale sanitario e sulla sicurezza delle cure per i pazienti. È il risultato di un efficace lavoro, che contiene diverse proposte contenute nel mio Disegno di Legge che ho presentato come primo firmata-rio, che si è articolato in un confronto costruttivo in Commissione, anche attraverso le audizioni e il dialogo con le categorie coinvolte: medici, pazienti, giuristi. Abbiamo voluto dare una risposta complessiva, creando un giusto equilibrio tra le istanze di tutti i soggetti coinvolti, su una materia - quella del di-ritto alla salute - che riveste una grande portata sociale ed economica.

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“E’ il risultato del continuo litigio tra assessori e consiglieri”

Il Comune ha perso i fondi per acquistare giostrine per i disabili: mancava la copia della carta d’identità! I consiglieri del Pd presenteranno un’interrogazione

Il conto purtroppo lo paga la città

AVERSA

Il Comune di Aversa non è nell’e-lenco dei beneficiari dei fondi regionali per acquistare giostrine

per le persone con disabilità per non aver allegato alla domanda di parteci-pazione la copia del documento di rico-noscimento del sottoscrittore e scoppia una polemica senza fine tra il sindaco Enrico De Cristofaro e i consiglieri co-munali del Pd Marco Villano, Alfonso Golia ed Elena Caterino.«E’ il risultato del continuo litigio tra assessori e consiglieri. Il conto purtroppo lo paga la città. Quello che ci fa più rabbia – hanno dichiarato - sono le motivazioni dell’esclusione Alfonso Golia

w Livia Fattore

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AVERSA

ossia la mancata presentazione della copia di un documento. Presenteremo un’interrogazione per sapere quali sono i motivi che hanno bloccato l’acqui-sto di giostrine per disabili disposto dall’amministrazione Saglioc co che approvò un emendamento del Pd per dotare i parchi cittadini di giochi senza barriere architettoniche. In commis-sione ambiente, competente anche per i parchi, l’assessore D’Aniello ci aveva rassicurati sulla tempistica della partecipazione al bando, purtroppo la graduatoria della regione Campania evidenzia che così non è.In pratica, siamo fuori anche in caso di nuovi fondi e scorrimento della gradua-toria». «Non voglio entrare in polemica – ri-sponde da parte sua il sindaco - con chi sta provando a fare una speculazione politica su questo tema, ma voglio affermare con forza che la mia ammi-nistrazione ha fatto tutto il necessario affinché il Comune di Aversa potesse ottenere quei fondi. Il bando presentava delle lacune, infatti non era specificato in alcun modo che la mancanza della copia del documento d’identità sarebbe stata causa d’esclusione, per questo motivo stiamo valutando eventuali

azioni ulteriori per far valere i diritti di Aversa. Inoltre, c’è stato un problema di natura tecnica che è integralmente imputabile alla piattaforma informatica regionale, poiché, come è facile rilevare dal sistema di invio della posta certifi-cata, la documentazione per partecipare al bando è stata inviata dal Comune di Aversa alle ore 7.55 ma è stata recepita dal sistema informatico regionale solo alle 8.25, stando a quanto dichiarato dalla Regione stessa. È chiaro allora che l’esclusione non può essere addebi-tata ad una nostra disattenzione». «De Cristofaro – sono ancora i con-siglieri Pd a parlare - avrebbe fatto meglio a tacere perché la toppa che

vuole mettere è peggiore del buco. Il sindaco, forse, non ha letto il bando, che prevedeva il finanziamento delle richieste secondo l’ordine di arrivo. Inoltre per scaricare le responsabilità sulla Regione sostiene che la pec è stata inviata alle 7,55, ma nel bando è scritto chiaramente che le domande andavano inviate dopo le 8. Sono stati vari, come si evince dall’istruttoria, i comuni esclusi per aver inviato la domanda prima di tale ora. È quindi superfluo spiegare, ma lo facciamo lo stesso, che se la regione avesse ricevuto la documentazione di Aversa alle 7,55 l’istruttoria sarebbe stata lo stesso ne-gativa. Danno e beffa. In poche parole caro sindaco pur cambiando i fattori il risultato non sarebbe cambiato, ahinoi. Le responsabilità di questo fallimento sono da individuare e dividere tra chi ha seguito la pratica al comune. Respingiamo al mittente le accuse di speculazione politica. Abbiamo solo evidenziato una questione che per noi segna un discrimine tra la buona e catti-va amministrazione. Su questa vicenda resta un grande rammarico perché nella legge di stabilità della Regione sono stanziati ulteriori fondi per far scorrere la graduatoria, ma Aversa non c’è».

Il Sindaco si difende: “Il bando presentava delle lacune, non era specifi cato che la mancanza della copia del documento d’identità sarebbe stata causa d’esclusione”

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L’ANNIVERSARIO

La Polizia Municipale di Aversa celebra nel 2017 i 151 anni della fondazione

Agli inizi del 1866 la Provincia di Terra di Lavoro approvava il primo regolamento organico che istituiva ufficialmente il Corpo delle Guardie Municipali di Aversa

Vigili Urbani, celebrazioneultracentenaria

w Salvatore de Chiara

La Polizia Municipale di Aversa celebra in questo 2017 il 151° anniversario della sua fondazio-

ne, infatti, esattamente a gennaio del 1866 l’Amministrazione Provinciale di Terra di Lavoro approvava il primo regolamento organico che istituiva ufficialmente il Corpo delle Guardie Municipali. Quel primo provvedimento aboliva le squadre delle Guardie Cam-pestri ed Annonarie e disponeva che il nuovo corpo fosse posto al comando di un sottufficiale, con il grado di Briga-diere, e composto da una truppa di otto guardie, dipendesse direttamente dal Sindaco ed operasse di concerto con le autorità statali di pubblica sicurezza. Nel 1874 l’organico fu ampliato e fu va-rato un nuovo Regolamento Organico, i compiti del Corpo erano di assicurare la vigilanza cittadina e l’osservanza dei regolamenti comunali, in città e nelle campagne circostanti. All’inizio del ‘900 le guardie erano ormai divenute una presenza familiare e rassicurante ad Aversa, con i loro ca-ratteristici caschi in feltro e la sciabola di cui erano forniti i graduati, nacquero anche delle figure quasi mitiche nell’im-maginario cittadino, come l’inflessibile agente Cannavale, noto col nomignolo di “Carusiello o’ guardia”. Tra gli anni ’20 e ’30 le guardie municipali am-pliarono la propria competenza, con la costituzione di due sezioni nei comuni aggregati di Lusciano e Gricignano. Il periodo della Seconda Guerra Mon-diale risultò particolarmente drammati-co, le guardie municipali affiancarono le autorità comunali nell’organizzazione dei servizi di protezione antiarea e nei controlli per accertare le condizioni

economiche dei tanti che richiedevano i sussidi speciali di guerra. Negli anni ’50 si avviò un profondo rinnovamento del corpo, che fu a lungo guidato dal nuovo comandante Euclide Donadio. Nacque il servizio di Polizia Municipale e, nel generale ammodernamento del Paese, anche i vigili urbani di Aversa dovettero far fronte alle esigenze del dopoguerra. Si ampliò la loro competenza in materia di controlli edilizi e commerciali e

soprattutto si moltiplicò i loro lavoro di direzione del traffico urbano, in paralle-lo con il moltiplicarsi dei veicoli sulle nostre strade. Aumentarono anche gli organici, negli anni ’70 comparvero i vigili mo-tociclisti, indispensabili in una città che si stava rapidamente espandendo. Quando Giovanni Paolo II visitò Aversa nel 1990, ad accoglierlo, impec-cabili, c’erano due vigili in uniforme storica, fatta realizzare per l’occasione sul modello delle divise ottocentesche.

Negli ultimi decenni la Polizia Muni-cipale ha attraversato notevoli trasfor-mazioni, tuttora in corso, la normativa nazionale ha ridato dignità al lavoro oscuro dei tanti uomini in divisa che rappresentano il braccio operativo dei comuni. I comandanti dei corpi delle città maggiori, come Aversa, hanno ot-tenuto la qualifica di Dirigenti, potendo gestire i loro incarichi con maggiore autonomia e responsabilità, gli agenti con particolare esperienza e formazione hanno ottenuto il grado di Tenenti. At-tualmente il corpo di Polizia Municipale di Aversa è formato da circa cinquanta unità, guidate dal Tenente Colonnello Stefano Guarino,che è al comando del corpo da 2007. Malgrado le difficoltà di un organico che va assottigliandosi negli anni per il blocco delle assunzioni nel settore pubblico e nonostante i gravi ed improvvisi lutti che, anche recentemente, si sono verificati, i vigili aversani continuano ad assicurare la loro presenza facendosi carico delle nuove e molteplici esigenze che la città vive.

I Vigili Urbani feteggiano i 151 anni di vita

Negli ultimi decenni la Polizia Municipale ha attraversato notevoli trasformazioni, la normativa nazionale ha ridato dignità al lavoro oscuro di tanti uomini in divisa

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Si tratta del tratto che collega i Comuni di Aversa, Cesa e Gricignano

Trovato l’accordo con la Gardenia: la società costruirà un parcheggio ed in cambiocederà diecimila metri quadrati al Comune, oltre a realizzare opere di urbanizzazione

Via Madonna dell’Olio,arriva l’ampliamento

w Livia Fattore

IL CASO

Finalmente sarà ampliato il tratto di via Madonna dell’Olio che collega i comuni di Aversa, Cesa

e Gricignano. Un’operazione resa pos-sibile grazie ad un accordo transattivo raggiunto tra l’amministrazione comu-nale e la società Gardenia che è proprie-taria di un terreno limitrofo all’attuale ciglio stradale. I termini dell’accordo sono contenuti in una delibera appro-vata dall’esecutivo guidato dal sindaco Enrico De Cristofaro.La società Gardenia, infatti, a tacitazio-ne di un ricorso amministrativo in atto contro un diniego da parte dell’ammi-nistrazione di autorizzare la costruzione di un silos per parcheggio con esercizi I lavori per il sottopasso ferroviario da via Atellana

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Il parcheggio servirà per quei pendolari che utilizzano la stazione ferroviaria di Aversa. La struttura sarà utilissima nel momento in cui diventerà fruibile il sottopasso ferroviario

IL CASO

commerciali a piano terra, ha presenta-to atto unilaterale d’obbligo con il quale la stessa si impegna a sottoscrivere un accordo con il quale, a fronte del rila-scio dell’autorizzazione a realizzare il parcheggio, cederà al Comune duemila metri quadrati di terreno per consentire l’ampliamento di via Madonna dell’O-lio, nonché a realizzare gratuitamente opere di urbanizzazione primaria,

quali marciapiedi, impianti elettrici e di illuminazione, nonché sottoservizi quali adeguamento alle rete idrica e fogne relativamente al tratto in questione. Stabilito anche il costo orario del parcheggio che non potrà superare i 50 centesimi all’ora. Il parcheggio servirà soprattutto per quei pendolari che utiliz-zano la stazione ferroviaria di Aversa. In particolare, la struttura sarà utilissima nel momento in cui diventerà fruibile il sottopasso ferroviario, attualmente in via di realizzazione da parte delle Ferrovie, su via Atellana.Un accordo questo che, quando vedrà la propria realizzazione metterà final-mente la parola fine ad una situazione di degrado che aveva raggiunto picchi insopportabili. Attualmente il tratto di strada che dovrà essere ampliato, infatti, oltre ad essere praticamente impercor-ribile a doppio senso perché stretto, è abitualmente ridotto a discarica a cielo aperto, nonostante la continua pulizia attuata dai due comuni interessati, quel-lo di Aversa e quello di Gricignano.Negli anni scorsi si erano anche avuti, grazie a raccolte di firme di un comitato, incontri tra i sindaci e assessori dei due centri, ma nulla si fece perché il comune di Aversa si sarebbe dovuto imbarcare nell’avventura di un esproprio non avendone la possibilità economica.

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I residenti vogliono che il Comune attrezzi la grande area standard recuperata

Al Rione Bagno solo quando c’è da votarew Livia Fattore

AVERSA

“L’amministrazione co-munale dimostri che il Rione Bagno non è una

periferia di serie B e avvii subito la valorizzazione dello standard appena rivendicato realizzando un’area a verde attrezzata”. A parlare Rosa Verde candi-data alle ultime amministrative nella lista del Partito Democratico e residente nel quartiere che, pur trovandosi fisicamen-te a Cesa, dipende amministrativamente da Aversa. “Con Marco Villano, Elena Caterino e Alfonso Golia - continua la giovane avvocato - abbiamo notato che è stata affissa la famosa tabella di rivendicazione di uno standard da parte del Comune. Crediamo che sia giusto intervenire subito per evitare lo scempio che si è verificato su altri standard comu-nali, oggi ricettacolo di rifiuti. Bisogna,

però, intervenire in modo tale da andare incontro alle esigenze dei residenti. Crediamo che in quell’area vada realizzato uno spazio dove le persone possano trascorrere delle ore in tota-le tranquillità, uno spazio di socializzazione con verde, panchine e magari qualche gioco per i bambini. Sareb-be un’opera dalla portata storica in un Rione che non ha mai ricevuto attenzioni se non durante le campagne elettorali e la giusta qualità dei servizi”. Lo standard è di oltre duemila metri qua-drati e può rappresentare una risorsa per quella zona che viene sistematicamente dimenticata. Lo standard al Rione Bagno

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Dieci dei detenuti si trasformeranno in agricoltori, coltivando ortaggi e frutta

Da Ospedale Psichiatricoa carcere modellow Antonio Arduino

AVERSA

L’area verde per i detenuti

Da Opg a carcere modello, è la struttura del “Filippo Saporito” che a seguito del decreto del

Ministro della Giustizia del 17 agosto 2016 si è trasformata in “Casa di Reclu-sione Filippo Saporito”, un carcere a custodia attenuata, in cui sono presenti detenuti che scontano gli ultimi periodi della pena. Dieci dei detenuti si tra-sformeranno in agricoltori, coltivando ortaggi e frutta nell’enorme area verde interna all’ex Opg. Il progetto predi-sposto dalla direttrice della struttura Elisabetta Palmieri è stato finanziato con 72 mila euro dal Ministero della Giustizia. Consentirà ai detenuti di la-vorare all’aperto e di sentirsi in qualche modo inseriti nel tessuto sociale esterno alle mura del carcere perché potranno lavorare la terra, ricavandone prodotti

ortofrutticoli che potranno essere anche venduti all’esterno. Un pro-getto pilota che, come ha sottoline-

ato il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri al termine della vista compiuta all’ex Opg nella mattinata di mercoledì, va nella direzione di recuperare i detenuti e dare loro la possibilità di rientra-re nelle società in maniera fattiva. Così come già viene offerto dalle attività lavorative ed educative svolte ogni giorno nel carcere che si avvale dei detenuti per lavori

di pubblica utilità come cucina e lavanderia e che offre possibilità di studio finalizzate anche al conse-guimento della licenza media per coloro che ne abbiano la possi-bilità e la volontà.

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La colpa non è dell’Amministrazione comunale di Aversa

Comunque una buona notizia c’è, perché l’appalto avrà la durata di tre anni, così per i prossimi due anni l’agognato servizio dovrebbe subito partire

Mensa, l’attivazione del servizio slitta ancora

w Antonio Arduino

SCUOLA

Cattive notizie per chi contava sulla mensa scolastica per i figli che frequentano la scuola

dell’obbligo, Il servizio partirà dopo la metà di febbraio, salvo complicazioni. E’ quanto emerge dall’iter procedurale che sta compiendo la vicenda. Era il 10 di ottobre quando il Sindaco, in uno con l’assessore alla pubblica istruzione e vice sindaco Federica Turco, spiegava alla stampa che la responsabilità del ri-tardato inizio della mensa scolastica non era dell’amministrazione in carica ma conseguenza della mancata attivazione, in tempo utile, dell’iter burocratico (che Tempi ancora lunghi per l’attivazione del servizio mensa

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SCUOLA

avrebbe potuto attivare il commissario straordinario) necessario per effettuare la gara per l’affidamento del servizio per i prossimi tre anni, essendo scaduto l’affidamento precedente. Una gara che doveva essere effettuata, per legge, dalla Stazione Unica Appal-tante essendo di un importo superiore ai 2 milioni di euro, quindi ben più alto dei 40 mila euro che avrebbero consen-tito l’affidamento tramite gara effettuata dal Comune. Circa le responsabilità il primo cittadino sottolineava che l’amministrazione, già 4 giorni dopo l’ufficializzazione della sua nomina a Sindaco, avvenuta il 25 giugno, si era preoccupata di avviare l’iter per tra-smettere gli atti necessari alla Stazione Unica Appaltante che, però, solo il 12 settembre aveva effettuato la pubblica-zione del bando di gara con scadenza al 21 ottobre. Tre giorni dopo, il 24 ottobre, sarebbe stato possibile aprire le buste ed effet-tuare l’affidamento del servizio, così – salvo ricorsi – il problema sarebbe stato risolto. Ma, stando ai fatti, le cose non sono andate così perché ad oggi le scuole cittadine sono ancora senza servizio mensa. La ragione sarebbe da ricercare in offerte anomale che avreb-bero imposto, per legge, la valutazione analitica degli elementi concorrenti alla formulazione delle offerte. Solo dopo questo passaggio sarebbe stato possibile portare a termine la gara. Un atto che potrebbe essere stato compiuto nel corso della settimana appena conclusa, essen-do state previste due riunioni della com-missione di valutazione. Se così, come speriamo, fosse accaduto, valutando ot-timisticamente i tempi tecnici necessari alla realizzazione delle graduatorie che determinano le quote da pagare da parte delle famiglie sulla base del reddito Isee, sarebbero necessari almeno una ventina di giorni prima di poter dare il via al servizio. Da qui l’ipotesi che la mensa scolastica potrebbe essere fruibile tra la seconda e la terza settimana di febbraio, liberando, finalmente, le famiglie da un problema che per tanti non è facile da risolvere. Comunque una buona notizia c’è, perché l’appalto avrà la durata di tre anni, così per i prossimi due anni la mensa dovrebbe partire da subito. Resta il problema della stazione appaltante che crea difficoltà ai Comuni.

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SCUOLA

La Giunta regionale ha approvato il piano di dimensionamento della rete scolastica

Al “Volta” di Aversa l’indirizzo “Trasporto e logistica”, al “Siani” ci sarà anche “Scienze Meteorologiche”, allo “Andreozzi” “Servizi Socio Sanitari”

Istituti superiori, aumental’offerta formativa

Come ormai rientra nella tradi-zione invernale, in vista del nuovo anno scolastico, la Giun-

ta regionale ha approvato il piano di dimensionamento della rete scolastica per il 2017/18, in attuazione delle pro-poste deliberate dalle amministrazioni provinciali e comunali, in adeguamento agli indirizzi regionali. Per la provincia di Caserta, a prescinde-re da alcuni “accorpamenti” tra scuole dell’obbligo, le maggiori novità riguar-dano gli istituti superiori, con l’aumento dell’offerta formativa in molte istitu-zioni scolastiche sui cui provvedimenti, però, prima di scendere nei dettagli, ci preme fare qualche considerazione. Non

w Geppino De Angelis

L’istituto “Andreozzi” di Aversa

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di rado l’aumento dell’offerta formativa con l’istituzione di nuovi indirizzi pres-so i vari istituti (ce ne sono alcuni che ne hanno addirittura sette, otto, se non di più) è la conseguenza della convin-zione degli esponenti politici delle zone, ma anche talvolta di alcuni dirigenti scolastici, che il vantare un maggior numero di indirizzi, possa rappresentare

non solo un ottimo biglietto da visita per ….conquistare voti e iscrizioni, ma anche una questione di prestigio per il proprio istituto e per la propria zona, senza aver effettuato un rigoroso, oculato, attento monitoraggio delle reali esigenze del territorio, in vista dello sbocco occupazionale.

L’istituto “Conti” di Aversa

Un monitoraggio delle esigenze del ter-ritorio non disgiunto dalla disponibilità di aule, laboratori, attrezzature didatti-che indispensabili per evitare rotazioni, doppi turni o per ritrovarsi dinanzi a “casi” veramente clamorosi verifica-tisi negli anni scorsi per alcuni istituti alberghieri, cominciando da quello di Caserta, i cui alunni, per mancanza di laboratori, furono costretti ad …imparare il mestiere e fare esercitazioni pratiche presso alcuni ristoranti. Fatte, comunque, queste considerazioni, frutto di una ultraquarantennale esperienza personale nel mondo scolastico, diamo uno sguardo alle cose di casa nostra, fa-cendo presente che è stata soppressa la

Il “Conti”avrà il settore tecnologico con curvatura elettrico-elettronico e meccanico. Soppressa la succursale del “Gallo” nella vicina Orta d’Atella

succursale del “Gallo” nella vicina Orta d’Atella. Presso il “Volta” di Aversa, nel prossimo anno scolastico, funzionerà l’indirizzo dell’articolazione e condu-zione del mezzo aereo per l’indirizzo Trasporto e logistica, al “Siani” sarà ampliato il liceo scientifico ad opzione scienze applicate e meteorologiche, allo “Andreozzi” sarà istituito l’indirizzo dei servizi socio sanitari, articolazione arti ausiliarie delle professioni sanitarie, mentre il “Conti”avrà il settore tecnolo-gico con curvatura elettrico-elettronico e meccanico. Nuovi indirizzi, inoltre, funzioneran-no presso il “Foscolo” di Teano , il “Giannone” di Caserta, il “Garofano” di Capua , il “Federico II “ di Capua. Per chiudere queste note, una buona notizia per molti docenti che, immessi in ruolo, sono stati costretti a trasferirsi lontano dalle proprie famiglie. Nei giorni scorsi, infatti, è stato firmato un accordo tra la neoministra Valeria Fedeli ed i sindacati che hanno sbloccato per il prossimo anno i trasferimenti che, per la legge della “ buona scuola”, avrebbero dovuto essere triennali. Prevedere quanti potranno far ritorno a casa non è facile anche se sono tantissimi a sperare ; tanto sperare non costa niente, con l’augurio che non salti fuori qualche altro …algoritmo.

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LA SCOPERTA

Ad Aversa non solo il dipinto del Guercino. Nel Duomo altra sensazionale scoperta

“La Natività” del Barocci, gemella di quella al Pradow Giuseppe Lettieri

La scoperta del dipinto del Guercino nella chiesa di San Francesco ad Aversa ha sicu-

ramente contribuito a riaprire, almeno tra appassionati e cultori, un dibattito sull’arte nella nostra città. E così sono riaffiorate nella nostra memoria vecchi ricordi, quando quasi una trentina di anni fa, passeggiavamo nelle strade del centro storico, in compagnia del compianto architetto Tiberio Cecere, uno che Aversa l’amava e la conosceva nelle più remote pietre. Quando alla fine degli anni Ottanta, giovanissimi, ci preparavamo a diven-tare novelli ciceroni, girando le “cento” chiese, osservando e prendendo appun-ti, leggendo diverse pubblicazioni e non solo Parente, ci imbattemmo in uno dei tanti “misteri” dell’arte aversana. A sinistra il Barocci di Aversa, a destra quello al Prado di Madrid

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L’opera meriterebbe un restauro. Potrebbe anche essere la prima versione che il pittoremarchigiano, ammirato da Michelangelo,realizzò per i privati che poi lo donarono alla Cattedrale di Aversa

LA SCOPERTA

Nella Cappella del SS. Sacramento in Cattedrale, dove è collocato lo stupen-do monumento funebre del Cardinale Innico Caracciolo, tra i Vescovi più illuminati che abbia avuto la nostra Diocesi, si trova, proprio di fronte ad esso un quadro di non grandi dimensio-ni che raffigura “La Natività”. L’opera un poco rovinata, che meri-terebbe restauro, è molto interessante oltre che enigmatica. Questa “Natività” ha la sua gemella in un dipinto che si trova esposto al Museo del Prado di Madrid, “La Natività” del grande pitto-re Federico Barocci. Pittore di origini lombarde ma nato nel 1535, con ogni probabilità nella città dove morì nel 1612, vale a dire Urbino, Barocci fu tra i maggiori protagonisti dell’arte europea della seconda metà del Cinquecento, annoverando tra i suoi ammiratori anche il grandissimo Michelangelo Buonarroti. Le sue opere si trovano in tutto il mondo. Dalla Pinacoteca Vaticana agli Uffizi, da Mo-naco a Vienna, dal Louvre alla National Gallery of Art di Washington, proprio a testimonianza che stiamo parlando di uno dei massimi pittori non solo della storia italiana ma anche mondiale. Ebbene, come anche il più distratto lettore, guardando le foto (che pubbli-

modificando piccolissimi dettagli. La storia dell’arte è piena di esempi. Dalla “Vergine delle Rocce” di Leonardo da Vinci (una al Louvre e l’altra alla National Gallery di Londra) alla “Cena in Emmaus” di Caravaggio (le due versioni quella di Brera e quella di Londra, non sono proprio del tutto identiche) solo per citare un paio di casi di cui la letteratura dell’arte è ricca. E così anche l’opera aversana, che meri-terebbe una attenta analisi, oltre che un doveroso restauro, secondo noi è del noto pittore marchigiano, anche perché datata a quel periodo. La tela arriva in Cattedrale come dona-zione del canonico Di Lauro, proprio alla fine del XVI secolo (come del resto sosteneva in suo libro lo studioso aversano Aldo Cecere) e quindi potreb-be anche essere la prima versione del dipinto presente a Madrid. Adesso non sta a noi, non ne avremmo le competenze, dare certezze e pater-nità, ma il nostro compito è quello di divulgare e promuovere l’arte aversana. Accendere un riflettore su un dipinto quasi dimenticato, che meriterebbe un restauro e chissà che proprio dal re-stauro non si evinca con certezza che la “Natività” aversana sia proprio a firma di Federico Barocci, detto il Fiori.

chiamo) dei due dipinti potrà intuire che si tratta di due quadri praticamente identici o quasi. Ovviamente l’opera aversana potrebbe essere una copia del famoso dipinto “spagnolo” di Barocci. Ma a guardarla bene, nonostante i guasti del tempo, la Natività “aversa-na” presenta degli spunti troppo forti per esser archiviata come una copia di ignoto dal capolavoro di Barocci. A quei tempi non era raro che un pittore dipingesse due volte lo stesso quadro, con il medesimo soggetto, talvolta

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LO SCANDALO

Incredibili condizioni in via Rossa

Alla materna di via Rossa si è arrivati a febbraio per risolvere il problema dell’acqua

Ritardi nei lavori, ma ai bambini chi pensa?w Martina Melino

A far notizia è nuovamente il ples-so Guido Rossi, facente parte del comprensivo “Cimarosa-IV

Circolo”. Mesi fa in seguito ad un nostro articolo sulla mancanza della mensa e su delle infiltrazioni d’acqua sono stati possi i sigilli sia all’ingresso principale che nei locali adibiti a mensa.Ma la situazione non è migliorata. Quelle che erano semplici infiltrazioni sono divenute vere e proprie perdite. Ora anche il corridoio è inagibile! Ed i bambini? Stiamo parlando, infatti, di una scuola materna. Bambini piccoli che rischiano di farsi male. Seriamente! Non bastano dei cartelli che avvisano che il pavimento è bagnato. Ora si è arrivati anche all’uso di contenitori di plastica per raccogliere le varie perdite. Uno scandalo!Le varie rappresentati di classe si sono

riunite, cercando una soluzione. Si è arrivati a chiamare i vigili del fuoco. “Non possiamo intevenire, se non sia-mo chiamati direttamente dal dirigente scolastico” è stata la loro risposta. Non è giusto che i nostri bambini debbano stare in questa situazione. Un secondo incontro è avvenuto tra le

varie rappresentati, l’architetto Gianni Frattoloso, il dirigente scolastico e la vicesindaco Turco. La causa del mancato inizio dei lavori è stata duplice. Sia le sfavorevoli condizioni metereo-logiche, che impedivano l’inizio dei lavori, sia il ritardo della ditta aggiudicataria dei lavori nella fir-ma del contratto. Il 26 Gennaio, sono iniziati i lavori. Finalmente! Il preside Mario Autore dice: “Abbiamo avuto il certificato di idoneaità statica dal Comune. Ho ottenuto il diretto contatto con

l’impresa e ho chiesto di dare delle pri-orità immediate. L’impresa mi sembra benevolmente orientata a risolvere nel più breve tempo possibile la situazione. I lavori forse alla nostra uscita saranno già conclusi, ma si spera che eventi del genere non debbano più verificarsi. So-prattutto per la sicurezza dei bambini.

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L’INTERVISTA

Il cardiochirurgo dimessosi dal “Monaldi” oggi è al servizio dei più bisognosi

“L’obiettivo ‘Cantieri Missionari’ e ‘Obiettivo Cuore ABC Onlus’, a cui mi sono entusiasticamente aggregato, è di promuovere lo spirito missionario in queste zone”

Caianiello in Tanzania:“Sorrisi indimenticabili”

w Geppino De Angelis

“Pur avendo già partecipa-to, con organizzazioni internazionali, a missioni

umanitarie, in Palestina, in Algeria, in Colombia, questa in Tanzania è sicura-mente quella che più mi ha colpito”: comincia così la nostra chiacchierata con il nostro carissimo amico Peppe Caianiello, cardiochirurgo pediatrico di fama internazionale, con al suo attivo circa cinquemila interventi, dal 1979 al 2015, presso il “Monaldi” di Napoli, con una ventina di trapianti cardiaci, tutti perfettamente riusciti e quindici cuori artificiali. Pur potendo restare in servizio per qualche anno ancora, agli inizi di ottobre di due anni addietro, il nostro amico, in segno di protesta, decise di dimettersi creando un vero “caso” sulla malasanità in Campania, lanciando un vero “j’accuse” contro le competenti autorità politiche ed ammi-nistrative per la vergognosa carenza di risorse fisiche, con un organico nume-ricamente insufficiente ad onta delle reiterate richieste di interventi. Ma se si è dimesso dal “Monaldi”, Peppe Ca-ianiello continua a mettere al servizio dei più bisognosi le sue elevate capacità professionali, rispondendo alla nostra domanda sul come e perché si reca in Tanzania, dicendo: “Stimolato da padre Paolo, carmelitano tanzaniano della Madonna del Carmine di Napoli che ho avuto il piacere di conoscere, da solo ho raggiunto Buyango (Misseneyi) che è l’insieme di una quindicina di villaggi situati vicino Boukoba, una zona della Tanzania ai confini con Uganda, Ruan-da e Burundi, completamente tagliata fuori da ogni programma di sviluppo. La popolazione del posto, con tantis-simi bambini, vive una vita di miseria

tra difficoltà e disagi enormi. Non vi è acqua corrente, non vi sono mezzi di comunicazione, non vi sono presidi sa-nitari. Vige ancora la selezione naturale, il più forte sopravvive, la vita media è di solito molto bassa”. Peppe, vuoi scendere nei dettagli per quel che concerne il tuo operato in questa zona? “Ho svolto la mia atti-vità professionale, vivendo con loro, condividendo la loro vita, i loro disagi, le loro ansie. Ed essi, a loro volta, mi hanno dato un pezzo del loro cuore, regalandomi sorrisi indimenticabili, ma ponendomi tanti interrogativi sulla Società in cui viviamo”. Peppe, quali sono gli obiettivi principali da perseguire? “L’obiettivo di alcuni volontari missionari ‘Cantieri Missio-nari’ e l’associazione ‘Obiettivo Cuore ABC Onlus’, a cui mi sono entusiasti-camente aggregato, è di promuovere lo spirito missionario di cooperazione in queste zone. E’ stata già realizzata una casa missionaria, abbiamo fatto scavare un pozzo che ci proponiamo di completare con la costruzione di un grosso serbatoio d’acqua, affinché la

popolazione possa usufruirne per uso domestico. Il nostro prossimo obiettivo è di realizzare un poliambulatorio per offrire un servizio qualificato ed impegnarci nell’educazione sanitaria, realizzando anche una scuola materna ed una scuola tecnica con laboratori d’inglese, informatica, taglio e cucito, falegnameria ed artigianato locale, insegnamento alla realizzazione di prodotti caseari e conserve alimentari. Oltre all’aiuto economico, però, è ne-cessaria la collaborazione di volontari che vogliano spendere un po’ del loro tempo libero in queste zone bisognose. Il compenso ai sacrifici ed ai disagi sopportati sta nei sorrisi dei bambini e negli sguardi innocenti e bisognosi che riempiono il cuore. “Una vera, autentica pagina del libro “Cuore” quella raccon-tataci dal nostro amico, alle cui dichia-razioni riteniamo opportuno aggiungere alcuni dati importanti per chi volesse dare una mano: Cantiere Missionario - Via Francesco Baracca 13 - Casoria. IBAN: ITNO33590I600100000I34498; Obiettivo Cuore ABC Onlus :IBAN IT20D02008034000401156612.

Caianiello in Tanzania

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miomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomio di Giuseppe Chiatto

Ladrida strapazzo

da don Michele

Nella notte tra il 6 e il 7 gennaio, presso la casa canonica di don Michele Salato, antistante alla

chiesa di Sant’Audeno, è stato portato a termine un furto degno di Arsenio Lu-pin. I ladri hanno scavalcato l’edificio a fianco, con grande maestria, hanno raggiunto il terrazzo dell’immobile preso di mira e, quindi, calati nella casa di don Michele, con tanta attenzione, forse con un attrezzo particolare, hanno tagliato il vetro, quindi forzato la serra-tura e si sono intrufolati. Adesso però è opportuno che vi menzioni il bottino, cioè l’interesse che ha spinto i ladri al clamoroso colpo. I ladri hanno preso delle Sacre Immagi-ni di Gesù Bambino, che il 12 dicembre scorso furono esposte presso la sala Auditorium “Vincenzo Caianiello”. Erano circa 30 statuette che don Mi-chele aveva ricevuto in prestito dai tanti fedeli per l’esposizione, tutte ovvia-mente senza alcun valore effettivo, ma solo affettivo. Erano delle statuette di gesso, di creta, che avevano un valore irrisorio.

Oltre questo hanno preso qualche oggetto di poco valore, qualcosa in oro, ma di poco conto, che don Mi-chele aveva ricevuto da persone care, qualche orologio di medio valore, e, badate bene, un servizio completo di posate. Adesso voi, cari lettori, vi domanderete, ma le posate erano di oro zecchino? No! Di Argento? No! Di una

particolare fusione di metalli preziosi? No, assolutamente no, erano delle posa-te di semplice acciaio dal valore di circa quindici o al massimo venti euro. I ladri, di ritorno dal colpo, invece di scendere dall’appartamento, sono ritornati con la refurtiva sui loro passi, cioè hanno di nuovo scavalcato i tetti, senza incorrere in nessuno incidente, per loro fortuna. Penso, però, che se fossero caduti dal tetto sarebbero stati comunque fortunati, perché don Michele che conosco molto bene, è così buono che avrebbe di sicuro dedicato a loro un’omelia, a dispetto di quelli, che come me, dedicherebbero ai ladri una diversa attenzione, che è meglio non spiegare.Vedete, “cari” ladri, il cognome di don Michele è Salato non Rockefeller, avete fatto un colpo che nella dinamica è stato eccellente, degno di Arsenio Lupin ma nel risultato, forse, era meglio rubare alla Caritas, avreste trovato certamente di più. A proposito, nella fretta “cari” la-dri, avete dimenticato di portare via tre asciugamani da bidè, due asciugamani da viso, un accappatoio e tre saponette.

Don Michele Salato

Il condominio sotto accusa

L’Uffi cio Tributi sbarrato ai disabili

Se é vero che il Sindaco ha “le esigenze dei diversamente abili” al primo posto delle sue

preoccupazioni gli chiedo perché non si impegni a risolvere in tempi brevi i problemi di barriere architettoniche per i quali ci battiamo da anni? A porre la domanda è Carlo Zaccariello esponente del Codacons nella consulta dei diver-samente abili nata con l’amministra-zione Sagliocco e che aspetta di essere ricostituita dall’amministrazione De Cristofaro. La prima barriera che Zaccariello segnala è quella esistente all’ Ufficio tributi di via de Chirico, inaccessibile a chi, come lui, è obbligato a servirsi della sedia a rotelle senza soluzione di continuità. “Per accedere all’ufficio, in realtà, occorre superare non una ma quattro barrriere” dice Zaccariello elecandole una ad una. “La prima -

dice - è rappresentata dal gradino posto all’ingresso del condominio in cui è collocato l’ufficio, alto quanto basta per rendere necessario l’aiuto di qualcuno che possa sollevare la carrozzina. Poi c’è il citofono che può essere usato solo dopo avere letto, da un apposito elenco, l’interno dell’ufficio, cosa possibile solo stando in piedi data l’altezza a cui sono collocati l’elenco e i pulsanti. La

stessa cosa accade quando, dopo avere utilizzato lo scivolo, si raggiunge l’in-gresso della scala A2 in cui è collocato l’ufficio. Anche qui c’è da superare una barriera, la terza, rappresentata ancora una volta dal citofono che va utilizzato per farsi aprire, collocato esattamente come quallo presente all’ingresso del condominio. Infine, c’è la quarta bar-riera rappresentata dall’ascensore. Un ascensore non a norma, inutilizzabile da chi, come me, fa uso di una carrozzina elettrica per avere un minimo di auto-nomia negli spostamenti. Inutilizzabile perché non è sufficiente a contenere la carrozzina, cosicché la porta non si chiude. Se il sindaco De Cristofaro ha davvero a cuore le esigenze dei diversa-mente abili lo dimostri risolvendo questi problemi a partire dall’ufficio tributi” conclude Zaccariello.

Antonio Arduino

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di VITO FAENZA

Ad Aversa è quasi sempre carnevale

Scontri in Giunta fra assessori, perdita di finanziamento per le giostrine, perdita della pista di atletica, i cittadini si lamentano, ma votano sempre gli stessi

A carnevale ogni scherzo vale, ma nella nostra città mi sembra che sia sempre carnevale a

leggere quello che avviene in città. Non ci volevo credere quando ho letto che due assessori in Giunta si sono attaccati a suon di titoli di studio e non volevo credere alla presa di posizione, qualche giorno dopo, quando ho letto che non era successo nulla. E’ vero che noi non abbiamo una Giunta (e se l’abbiamo non ce ne siamo accorti), ma è anche vero che prendersi a “tu non sai chi sono…” e così via non mi sembra il massimo. Poi, mentre passeggiavo domenica scorsa con il mio cane (ormai penso che tutti sappiano i miei orari), uno dei miei lettori mi ha invitato ad andare al cimitero dove tutte le fontanelle sono intasate. Lo scrivo sperando che qual-cuno trovi il tempo per cercare di fare un po’ di manutenzione per rispetto per i morti e per i vivi. Sempre domenica scorsa ho appreso che ci sarà un convegno sul Guercino e sul quadro ritrovato nella chiesa San Francesco, con la partecipazione del vero esperto e non del critico presente sulle Tv e pronto a dichiarare su tutto e tutti. Ma mi chiedo, e vi chiedo, che fine hanno fatto la biblioteca, le altre chie-se, i nostri monumenti. Mistero, come resta per me un mistero se abbiamo un assessore alla (in)cultura perché negli ultimi quindici giorni non ho visto segni di vita. Grande delusione se non altro per il fat-to che, avendo fatto una piccola osser-vazione sull’assessore alla cultura del Comune di Napoli, mio vecchio amico, non solo ho ricevuto una immediata risposta, ma anche i ringraziamenti per aver segnalato il problema.Finiamola qui. Aspettiamo che arrivi la quaresima, tanto in questi altri quin-dici giorni, e quelli che ci separano dalle Ceneri, sono convinto che non

Beppe Grillo è stato costretto a cambia-re lo statuto per non smentire la Sindaca della capitale e la società che tiene le fila del movimento. Come aspetto che i magistrati si metta-no sul serio a lavorare, senza dire che sono oppressi dai fascicoli, lasciando ai giornalisti le inchieste sulle “fritture di pesce e voti, presunti, di scambio”, considerando che se dovessero aprire inchieste su tutte le promesse dei poli-tici non se ne salverebbe nessuno. Ma, come ho scritto, siamo a carnevale e ogni scherzo vale. Come quello che sta giocando per l’ennesima volta D’Alema alla sinistra. d’Alema sta facendo di tutto per far vincere la destra, come ha sempre fatto, pur di conservare un piccolo pezzo di potere. Non ci resta che ridere, cari lettori, magari pensando alla lasagna che il 26 di febbraio mangeremo (beato chi può), assieme alle chiacchiere e al sanguinaccio. Non facciamoci il sangue amaro: qui da noi e in Italia non cambie-rà nulla. Pensiamo al carnevale e solo così. forse, potremo ritrovare l’allegria perduta.

succederà nulla, se non le solite, sterili, polemiche che non portano a nulla. Tra le persone che mi ricordano ciò che ho scritto nei mesi scorsi, ce n’è una che mi ricorda che mesi fa ho affermato che il M5S sarebbe crollato sulla Giunta di Roma. I fatti mi stanno dando ragione, ma non è questo che mi interessa. Sto aspettan-do di leggere da parte de militanti M5S nostrani una dichiarazione di scuse nei confronti di Stefano Graziano dopo che

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Nell’aula consiliare la presentazione del testo di Tonino Della Volpe

A presentarlo un parterre d’eccezione di relatori, dal critico Angelo Calabrese ai giornalisti De Angelis, De Chiara e Rosselli, moderati daLuciano Ghelfi, di Rai 2

Gli artigiani di ieri e di oggi della città di Aversa

w Donato Liotto

C’è stata la presenza delle grandi occasioni alla “pri-ma” del volume di Tonino

Della Volpe “Artigiani di ieri e di oggi nella città di Aversa”. Domenica scorsa, nell’aula consiliare, tanti rappresentanti di questa nobile categoria produttiva di cui Della Volpe ha realizzato un’opera che ne ricorda quasi settecento. A presentare il testo relatori d’eccezione come il prof. Angelo Calabrese, saggista e critica d’arte, i giornalisti Geppino De Angelis, Nicola De Chiara e Nicola Ros-selli, la prof. Assunta Colella, presidente del neonato Centro Studi e Ricerca per l’Artigianato. Tutti sono stati moderati dal giornalista parlamentare di Rai 2, Luciano Ghelfi. A intervenire è stato anche Luciano Luongo, presidente re-gionale della Casartigiani, rappresentata a livello provinciale proprio dall’autore del testo. “Questo libro rappresenta un tuffo nella mia fanciullezza e mi ha consentito di vedere molte immagini di persone che ho conosciuto. Un’opera meritoria che ricorda i nostri straordinari artigiani” - ha detto Geppino De Angelis. “Un testo che rappresenta un grande atto d’amore - gli ha fatto eco il nostro direttore edito-

“Diciamola tutta - ha detto Della Volpe - l’artigianato non è tutelato in nessun modo, mentre potrebbe rappresentare una valida risorsa per il territorio e i giovani”

LA PRESENTAZIONE

Tre momenti della presentazione del libro

Tonino Della Volpe

riale Nicola De Chiara - perché costato tanta fatica, la fatica di mettere insieme

nomi, vite ed esperienze passate e presenti”. “E’ una grande operazione di recupero dell’identità cittadina” - ha detto, in-vece, Nicola Rosselli. Per Luongo Della Volpe ha realizzato il suo sogno. “E’ uno studio - per il critico Angelo Calabrese - che diventa antropolo-gia culturale. L’artigiano

quando crea “ t r a n s i t a nell’artista”.Poi l’inter-vento dell’au-tore, che non n a s c o n d e l’emozione: “D ic i amo la tutta - ha detto Della Volpe - l’arti-gianato non è tutelato in nessun modo, mentre potrebbe rappresentare una valida risorsa per il territorio e per i gio-vani perché produce lavoro”. Al termine della manifestazione lo stesso Tonino Della Volpe ha voluto consegnare delle pergamene-ricordo agli artigiani di Aversa. “Una categoria - ha detto - che oggi consegnamo alla storia”. Le foto-grafie della manifestazione sono state realizzate da Franco Improda. L’opera è stata stampata con maestria dalla ti-pografia di Vincenzo Bianco di Aversa, altro “storico artigiano” ricordato nel testo di Tonino Della Volpe.

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Il condominio in...forma! dell’avv. Maurizio Golia

Tra le parti di balcone soggette a manutenzione, quella dei corni-cioni è probabilmente la compo-

nente più problematica avuto riguardo a competenza a disporre gli interventi manutentivi e di conseguenza addebito dei costi. Partiamo dal dato certo: se si tratta di balcone incassato (balcone che non sporge dalla facciata dell’edificio, sicché il piano di calpestio dev’essere considerato alla stregua di un solaio e il parapetto parte della facciata comune), la spesa per il cornicione andrà impu-tata a tutti i condòmini sulla base dei millesimi di proprietà, rappresentando questa demarcazione quasi certamente un elemento decorativo della facciata nella quale la parte frontale del balcone è inserita. Diversa la situazione relati-vamente ai balconi aggettanti (balconi che sporgono rispetto a muri perimetrali dell’edificio costituendo “un «prolun-gamento» della unità immobiliare): essi

secondo l’indirizzo con-solidato espresso dalla Suprema Corte di Cas-sazione sono parti di proprietà esclusiva non avendo alcuna funzione strutturale utile all’intero edificio Quindi è stato affermato che “i balconi aggettanti, costituendo un «prolungamento» della corrispondente unità immobiliare, ap-

partengono in via esclusiva al proprie-tario di questa; soltanto i rivestimenti e gli elementi decorativi della parte frontale e di quella inferiore si debbono considerare beni comuni a tutti, quando si inseriscono nel prospetto dell’edificio e contribuiscono a renderlo estetica-mente gradevole (v., da ultimo, Cass.

23 settembre 2003 n. 14076)” (così Cass. n. 14576/2004). Elementi decorativi della parte frontale e di quella inferiore, si badi: non l’intera parte frontale ed inferiore, ma solamente gli elementi decorativi che hanno un’incidenza sul decoro dell’e-dificio. La decoratività del

cornicione, nella misura in cui questo rappresenti integralmente un aggiunta alla parte frontale del balcone, è rap-presentata della sua globale presenza, mentre ove esso non sia distinguibile in termini strutturali dalla parte frontale.

Cornicioni del balcone, la spesa a chi compete

E’ proprio vero che la goccia scava la pietra. Un detto che nel nostro caso si traduce nel-

la frase segnalare e risegnalare conviene perché alla fine qualche cosa succede.

Ex Opg, alberi potati, fi nalmenteE’ il caso degli alberi presenti nella piaz-zetta antistante l’ex Opg, oggi carcere a custodia attenuata, che avevano fatto lanciare l’allarme sia dai residenti del condominio affac-ciato sull’area sia dagli operatori della struttura carceraria. La potatura degli alberi presenti nella piazza, chiesta in maniera ufficiale dal personale dell’ex

Opg al Commissario straodinario Ruffo, non era stata ancora effettuata. L’inter-vento di manutenzione programmato, da qualche mese, dall’attuale ammini-strazione non era ancora avvenuto come

segnalammo nel secondo numero di dicembre del nostro periodico, malgra-do questo creasse problemi di sicurezza perché la folta ed abbondante chioma degli alberi resse impossibile controlla-re dall’alto le auto parcheggiate. spesso oggetto di attenzioni da parte dei tossi-codipendenti che, particolarmente, nelle ore notturne la affollano consumando liberamente droga e infastidendo i pas-santi con richieste di denaro, e creasse una carenza di illuminazione dell’area rendendo inutilizzabili le telecamere di sorveglianza poste all’esterno del carcere. Da qui l’ennesima richiesta d’intervento di potatura, che finalmente è stato effettuato. Soddisfatti i residenti e gli operatori della polizia penitenziaria che con l’aumento dei detenuti passati, con gli ultimi arrivi, da 120 a 230 de-vono avere gli occhi sempre più aperti.

Antonio Arduino

Gli alberi potati davanti all’Opg

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AUGURI

AUGURI

AUGURI

AUGURIAUGURI

AUGURI AUGURI

Potete scriverci alla nostra e-mail: [email protected] Gli

annunci e le foto saranno pubblicati dando la priorità ai primi pervenuti

Gioia grande in casa del dott. Marco Angelillo e della dott.ssa Annalisa Amoroso per la nascita del terzogenito al quale è stato imposto il nome di Francesco in omaggio al nonno paterno, il prof. Angelillo storica figura della medicina locale.

Augurissimi ai coniugi Della Volpe per le loro nozze d’argento.

Auguri al dott. Gilberto Privitera per l’onomastico che ha festeggiato ieri insieme ai suoi cari.

Tantissimi auguri di buon compleanno a Luigi Cipullo per i suoi 7 anni dai genitori Domenico e Anastasia, i nonni Luigi e Antonietta, Maria e Salvatore e tutti gli zii.

I più fervidi auguri di buon compleanno alla studentessa Carla Mellino, adorata figlia del prof. Luigi e della prof.ssa Lucia Vitolo, che, mercoledì 8 febbraio, festeggerà il suo quindicesimo comple-anno. Gli auguri della nostra redazioni si aggiungono a quelli dei nonni paterni Giuseppe e Carla e della nonna materna Lena.

I più fervidi auguri per la studentessa Francescapia Mellino, adorata figliuola del prof. Ciro e della dott.ssa Raffaella de Angelis che, martedì prossimo, 7 febbraio, festeggerà il suo sedicesimo compleanno. Agli auguri dei nonni paterni Giuseppe e Carla, dei nonni materni, preside Geppino e prof.ssa Anna, vanno aggiunti quelli della nostra Redazione.

Auguri all’amico Luigi Marino per il suo compleanno dagli amici di sempre, Vittorio Scaringia, Antono Tagliafierro, Giuseppe Lettieri, Giovanni Costanzo e Corrado de Paoli.

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Tanti momenti signifi cativi nella Giornata Mondiale del Migrante ad Aversa

La Diocesi si apre al mondo dei rifugiatiDomenica 22 Gennaio 2017, la

Diocesi di Aversa ha celebrato l’annuale Giornata Mondiale

del Migrante e del Rifugiato, nella Par-rocchia San Giovanni Battista a Piazza Savignano. Quest’anno la giornata è stata dedicata al tema dei ‘Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce’, che Papa Francesco ha definito tre volte indifesi “perché minori, perché stranieri e perché inermi, quando, per varie ragioni, sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d’origine e separati dagli affetti familiari”.È un fenomeno sempre più esteso quello del “dramma della migrazione”: così lo definisce don Nicola Barbato, direttore dell’Ufficio Migrantes diocesano. “Non possiamo dimenticare cosa spinge i migranti ad abbandonare le loro case per trasferirsi altrove: essi sono mossi dalla speranza di un avvenire migliore,

dalla prospettiva di vivere con onestà e dignità. Bisognerebbe poi toccare con mano in quali condizioni di vita si trovano i tanti disperati che fuggono da situazioni di guerra”.La giornata diocesana si è aperta al cimitero di Aversa dove, con un gruppo

di bambini, si è pregato per le vittime degli sbarchi e dei viaggi della speranza. Ricordiamo che nel 2016 si è registrato il più alto nu-mero di persone che hanno perso la vita in mare: oltre cinquemila. Poi il corteo ha raggiunto la Parrocchia San Giovanni Battista in Piazza Savignano: qui la messa è stata seguita dall’apertura degli stand etnici e da un momento di scambio in-terculturale. Concluderà la

giornata la Concelebrazione Eucaristica nel pomeriggio presieduta dal vescovo Spinillo e, poi, un momento di intratte-nimento con musiche e danze etniche. Il Vescovo ha anche partecipato alla affollata processione in onore del santo patrono, San Paolo, il 25 gennaio.

DIOCESI

La processione di S. Paolo (foto Cascella)

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C’è voluta la scoperta della pala del Guercino, fatta da Massimo Pulini, architetto,

pittore ed esperto di livelli internazio-nale della pittura del seicento, per sol-lecitare l’attenzione del Sovrintendente ai Beni Culturali ed Artistici di Casera e Benevento Salvatore Buonomo verso i tesori di arte presenti nella chiesa mo-numentale di San Francesco e dell’an-nesso convento. Vero è che nell’intervista concessaci Buonomo ha dichiarato di essere già stato in altre occasioni ad Aversa, ma il complesso di San Francesco delle Monache probabilmente gli era sfuggi-to se non era informato della presenza, nella seconda cappella a sinistra, della ‘Natività dipinta‘ di Pietro da Cortona, tra i massimi esponenti della pittura barocca, e de ‘L’Estasi di San France-sco‘ dipinta da Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto, tra i massimi esponenti della pittura del Seicento. Senza contare gli affreschi presenti nel chiostro, la Madonna Lactans, attribuita al grande pittore duecentesco Guido da Siena, che fu esposta al museo di Cracovia, e le testimonianze degli usi sepolcrali di frati e monache quali erano gli scolatoi o putridarium, luoghi in cui si facevano disseccare i cadaveri dei defunti prima di riporli nelle tombe definitive, scomparsi gradualmente dopo il concilio di Trento del 1563, o il cosiddetto “frigorifero delle monache” la maxi dispensa in cui le monache di clausura, ospiti del convento, conser-vavano le vettovaglie. perché non si deteriorassero nel corso dell’anno, con accanto la grande cisterna che racco-glieva l’acqua piovana da utilizzare per

tutte le necessità, Perle d’arte e di storia di cui la Sovrintendenza, probabilmen-te, ignorava l’esistenza dal momento che la cura e il mantenimento in buone condizioni del tutto è stato sempre un impegno che si è assunto, anche eco-nomicamente, il rettore della Rettoria di San Francesco delle Monache don Pasquale de Cristofaro. Per Buonomo è stata una sorpresa anche il neonato museo, inaugurato circa un mese fa, che riteneva fosse stato aperto in occasione della sua visita ma che in realtà, come

L’impegno di Buonomo: presto arriverà una lista di opere da restaurare e, anche se sono pochi i fondi disponibili, Aversa rivedrà parte dei suoi tesori

C’è voluta la scoperta del Guercino per vedere il Soprintendente a S. Francesco

La Soprintendenza restituirà i capolavori aversani

w Antonio Arduino

Salvatore Buonomo e don Pasquale De Cristofaro

ha fatto osservare don Pasqualino, è visibile sempre, ovviamente se c’è la possibilità di ga-rantire la presenza di accompagnatori-custodi, indispen-sabili per prevenire tentazioni possibili data la ricchezza dei paramenti esposti, tenuti d’occhio co-munque sempre da telecamere. La vista di tanta bellezza artistica ha solle-citato Buonomo che si è impegnato

con il primo cittadino a riportare ad Aversa le opere conservate da tempo, tanto, troppo tempo nei laboratori della Sovrintendenza dove sarebbero state restaurate. Le prime che torneranno a casa do-vrebbero essere due dipinti prelevati dalla chiesa di Santa Maria a Piazza, ma il Sovrintendente è andato oltre impegnandosi con il sindaco a verifica-re la presenza di dipinti nei laboratori della sovrintendenza che necessitano di essere restaurati ma che non hanno potuto ancora essere trattati, per la cro-nica carenza di fondi, promettendone la trasmissione di un elenco perché indichi le priorità così da poter restaurare quan-te più opere possibili con i pochi fondi disponibili. Un impegno da seguire da parte dell’Amministrazione per poter riportare ad Aversa tesori d’arte che potrebbero far inserire d’autorità Aversa nel settore del turismo d’arte che porta lavoro e denaro a tanti piccoli centri che non hanno neppure la metà della potenzialità di Aversa.

Dovrebbero arrivaretanti tesori d’arte dafar inserire d’autorità Aversa nel settore del turismo d’arte che porta lavoro e denaro a tanti piccoli centri

LA NOTIZIA

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“Sulla questione del bando regionale per il fondo rotativo registriamo

posizioni che sembrano esagerate. Troppa esaltazione o tanta depres-sione. Aversa è una delle città più importanti della regione Campania ed è quindi normale che su 210 progetti approvati ci siano finanziamenti per la città normanna”. A parlare il più volte assessore e primo dei non eletti nella lista di Forza Italia Gino Della Valle, profondo conoscitore della macchina burocratico-amministrativa, che inter-viene sulla questione dell’approvazione di tre progetti presentati dall’attuale amministrazione comunale, guidata dal sindaco Enrico De Cristofaro, da parte della Regione Campania. “Ricordiamo - dice Della Valle, evidenziando un

LO SCANDALO

aspetto importante - che questo bando finanziava la sola progettazione e non la realizzazione dell’opera. Alcune dichia-razioni di autorevoli esponenti dell’Am-ministrazione fanno capire tutt’altro. In realtà i fondi per realizzare l’opera dovranno essere ancora reperiti e viste le difficoltà di bilancio del Comune e lo scarso potere di indebitamento attuale non sarà impresa facile”. L’esponente del partito dell’ex premier

Silvio Berlusconi conclude con un invito e ricordando all’attuale ammini-strazione del sindaco De Cristofaro che un progetto finanziato già c’è ed attende di essere realizzato. “Invece di fare confusione bisognerebbe fare chiarezza. Ad esempio - conclude Della Valle - bisognerebbe chiarire perché con questo bando la giunta De Cristoforo ha chiesto soldi per la progettazione di piazza Marconi visto che la Giunta Sagliocco già approvò il progetto definitivo per la riqualificazione di piazza Marconi nel 2015. Tale progetto tra l’altro è stato pagato ben 25mila euro. Perché un pro-getto definitivo e con un finanziamento attestato negli ultimi due piani triennali (del sindaco Giuseppe Sagliocco e quel-lo del Commissario) è stato spostato da De Cristofaro nel 2018? Se si ritiene che il progetto definitivo non sia più idoneo alle esigenze della città qualcuno dovrebbe dirlo pubblicamente”.

“J’accuse di Gino Della Valle: “Se si ritiene che il progetto defi nitivo non sia più idoneo alle esigenze della città qualcuno dovrebbe dirlo pubblicamente”

Mentre la realizzazione della piazza (perché non ci sono fondi) slitta al 2018

Piazza Marconi, arrivaun secondo progetto

w Nicola Rosselli

Aversa, piazza Marconi

Alla presenza del Vescovo, mons. Spinillo, del senatore Lucio Romano, del sindaco

De Cristofaro e di diverse centinaia di persone che hanno affollato l’antica e monumentale chiesa di san Francesco, si è svolto l’oramai tradizionale concer-to natalizio (dedicato quest’anno alla memoria dell’indimenticabile Adriana La Canna Di Nardo, scomparsa pochi mesi fa) con la premiazione della XXIV edizione del concorso per il miglior presepe. Ancora una volta il concerto del coro di San Francesco, organizzato da don Pasqualino De Cristofaro, rettore del complesso monumentale e dell’associa-zione ‘Amici del presepe’ col presidente Nino Di Nardo, la segretaria Lucia Pisano ed altri appassionati dell’arte presepiale, ha rinverdito gli allori degli anni scorsi,

S. Francesco ricorda Adriana La Cannagrazie alla direzione del maestro Paolo Convertito, alla maestria di tutti i coristi, dei solisti Nicola Menditto, Nadia Tinto, Geltrude Masella e Stefania Esposito, con la moderazione di Ivana Sozio che, con emblematiche espressioni, ha presentato i vari canti natalizi chiusi, come sempre, da ‘Aggiungi un posto a tavola’, che invita alla fratellanza, alla solidarietà, all’inte-grazione tra i popoli. L’importanza del Natale è stata messa in evidenza dal Vescovo che, tra l’altro, si è soffermato sul concetto di tendere tutti alla ‘educazione della non-violenza’ aggiungendo che, non a caso, Gesù è nato a mezzanotte per fare luce piena sull’umanità squarciando le tenebre della notte, mentre don Pasqualino De Cristo-foro e Nino Di Nardo, nel ringraziare autorità pubblico ed appassionati dell’arte

presepiale, hanno voluto mettere in luce l’importanza della tradizione del presepe, comunicando poi il risultato del concorso che ha visto premiato al primo posto Vincenzo Piatto, seguito da Salvatore Er-richiello ed Alfonso Manco, con targhe di merito a Raffaelina Nugnes ed all’Istituto tecnico ‘Andreozzi’, mentre diplomi sono stati assegnati a Pasquale Sozio, Anna Ceraso, Giuseppe Barile, Antonio Nani ed alla famiglia Saitto. Sulla magnifica …torta natalizia offerta col concerto da Don Pasqualino e dai suoi collaboratori c’è sta-ta poi la classica ciliegina rappresentata, quando le persone stavano abbandonando la Chiesa, dall’arrivo di Vittorio Sgarbi, proveniente da Napoli dove aveva curato la mostra del Caravaggio alla basilica di santa Maria alla Pietrasanta. Geppino De Angelis

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Quel luna park all’interno di un parco pubblico come il Parco Pozzi non deve esserci. Ad

affermarlo, entrando nel dibattito in corso anche all’interno della stessa maggioranza del sindaco Enrico De Cristofaro, gli ambientalisti del Wwf Caserta, competente anche per la città normanna.L’associazione, dopo aver ricordato di aver «appreso che all’interno del Parco Pozzi, grande area verde di Aversa, si è autorizzato l’insediamento di giostre a strutture pesanti su un’area destinata al verde» e che «in passato queste stesse giostre erano collocate su un’area asfaltata» lanciano un appello al primo cittadino normanno.

«Pur non volendo entrare nel dibattito sull’opportunità o meno di autorizzare un privato ad avere il privilegio di una concessione del genere - dichiara Raf-faele Lauria, presidente provinciale del Wwf di Caserta - chiediamo al sindaco di Aversa di evitare assolutamente l’in-sediamento su area destinata al verde.

Anche perché quell’area era destinata ad altra funzione all’interno del parco».«Un argomento del genere - gli fa eco Alessandro Gatto, referente del WWF Caserta per l’agro aversano - sarebbe opportuno che le associazioni di cittadini interessati a tale argomento po-tesse avere l’opportunità di conoscere, attraverso, ad esempio, la consulta per l’ambiente. Quindi cogliamo l’occasio-ne per chiedere nuovamente al sindaco l’istituzione di una consulta ambientale aperta a tutte le realtà associative, come il Wwf, che ne volessero far parte. La consulta per l’ambiente deve essere un luogo dove i referenti delle varie asso-ciazioni e i consiglieri comunali della commissione ambiente, e soprattutto il Sindaco o suo delegato all’ambiente po-tessero confrontarsi democraticamente sulle politiche ambientali di Aversa».

Al liceo “Giancarlo Siani”, in occasione dell’Open Day e della settimana dello studente

si è tenuta la manifestazione “I nostri Campioni”. La kermesse è nata su iniziativa dei rappresentanti di istituto e dei docenti del dipartimento di scienze motorie, in collaborazione con il Co-mitato Nazionale Fair Play - Regione Campania e della società di marketing sportivo Sport Management Italia. Pre-senti all’evento, per premiare i giovani studenti che si sono distinti in diverse discipline sportive, Vincenzo Boni, nuo-tatore e vincitore del bronzo alle ultime Paralimpiadi di Rio 2016, il teverolese Giovanni Improta, campione del mondo di Kick-boxing, con il maestro Antonio Improta. Molto soddisfatta dell’inizia-tiva anche il dirigente scolastico del

Al “Siani” la manifestazione “I nostri campioni”Forte, accompagnato dall’ap-puntato Giovanni Marino. Ed ecco i premiati: Francesco Tramaglino (tennis), Bryan Lo Schiavo (boxe), Jessica la Grotta (pallavolo), Rossella Bamundo (pallavolo), Mi-chele Improta (kick-boxing), Francesco Esposito (nuoto), Giovanni Di Martino (atle-tica leggera), Nicola Falco (pallacanestro), Noemi Della Gatta (danza sportiva), Simo-ne Pezone (danza), Giorgia

Pezone (danza), Martina Verde (danza) Rosapia Conte (ginnastica artistica), Dario Barbato (calcio), Giuseppe Co-lella (taekwondo) e Francesco Battista (rugby).

Giuseppe Lettieri

Siani, la prof.ssa Rosaria Barone, che ha ricevuto un attestato dal Comitato Fair-play, dalle mani del segretario regionale Filippo Mincione. Presenti anche il comandante del reparto territoriale dei Carabinieri di Aversa, maggiore Antonio

I ragazzi premiati al “Siani” di Aversa

LA POLEMICA

Gatto: “Quindi cogliamo l’occasione per chiedere nuovamente al Sindaco l’istituzione di una consulta ambientale aperta a tutte le associazioni come il Wwf”

Il Wwf richiama l’amministrazione comunale sulle giostre al Parco Pozzi

Il verde? Ad Aversa sopporta struutre pesanti!

w Nicola Rosselli

Alessandro Gatto

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SPORT

Lo schiacciatore Antonio De Paola pronto ad entrare in campo

Inizia per la squdra di pallavolo di Sergio Di Meo la scalata ai primi postiper centrare i quarti di finale dei play off, per l’accesso alla Super Lega

Sigma Aversa, partela corsa promozione

La pallavolo aversana maschile, con la Sigma Aversa, ha già festeggiato, con alcuni turni di

anticipo, la permanenza in serie A2, ed ora giocherà il torneo per l’accesso ai play off per la promozione in super lega. Una affermazione che in molti non si aspettavano e che proietta la città normanna al vertice di questo sport in Campania, e tra le prime al sud Italia. Mentre il giornale è in stampa è andata in scena al PalaJacazzi l’ultima giornata di campionato contro l’Emma Villas Siena, ininfluente per la qualificazione alla fase successiva del torneo, se non per la posizione di classifica. Ora la squadra allenata da Mister Bosco, che ha militato nel girone bianco, dovrà scontrarsi, dalla prossima settimana, in un nuovo campionato di andata e ritorno, contro le prime cinque classi-ficate del girone blu, che sono Spoleto,

centrare l’accesso ai quarti di finale dei play off promozione. Un torneo davvero impegnativo, dove, però, il traguardo che si era posto Sergio Di Meo, sin dall’inizio, era la permanenza in serie A2! L’appetito vien mangiando e il presidente ora non si nasconde più, volendo a tutti i costi cen-trare i quarti di finali. Ed è pron-to ad entrare in campo anche, reduce dal lungo infortunio, il neo acquisto Antonio De Paola, il ventinovenne schiacciatore, di origini aversane, che dal 2005 ha militato in diversi campionati in A2 ed A1, vincendo con il

Trento anche la Champions League di pallavolo. La presenza di Antonio De Paola, rafforzerà il sestetto aversano e, inoltre, visto il suo legame con il territorio, richiamerà la presenza anche dei tanti parenti in città. Tutti, allora, a gridare forza Sigma!

Antonio De Paola e Sergio Di Meo

w Giuseppe Lettieri

Mondovì, Bergamo, Civita Castellana, che è una vecchia conoscenza di quan-do Aversa militava in serie B, e Reggio Emilia. Cinque partite in casa e cinque in trasferta, dove bisognerà arrivare tra le prime otto (Aversa non si scontrerà con le squadre del girone bianco), per

Buone notizie per lo sport aver-sano. La giovane spadista Sara Kowalczyk, che come giornale

seguiamo già da alcuni anni quando poco più che bambina vinceva gare na-zionali, due settimane fa ha trionfato in Lussemburgo in Coppa Europa under 17, vincendo la medaglia d’oro a squa-dre e la medaglia d’argento nell’indivi-duale. La giovane schermitrice aversana frequenta con profitto il liceo sportivo Niccolò Jommelli ed è figlia d’arte. La madre, infatti, è Ewa Borowa, che prima per la Polonia, e poi per l’Italia ha raggiunto la vetta mondiale nella spada diverse volte ed attualmente continua a Sara Kowalczyk

Scherma, Sara è d’oro in Europagareggiare, nella categoria Master, per i colori italiani (Campionessa Europea e vicecampionessa Mondiale), avendo scelto da diversi anni di vivere in Italia, ad Aversa, insieme al marito Giovanni Kowalczick, città appunto dove è nata Sara. La stessa Ewa Borowa è anche una punta di diamante per il Liceo Jommelli dove da atleta collabora con il corpo docenti. Noi di Nerosubianco non potevamo non celebrare questo suc-cesso della giovane Sara che, a detta di molti esperti, è una promessa di livello mondiale della scherma, incitandola ad andare avanti con lo sport ed anche con la scuola. Ad maiora!

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di Geppino De Angelis

Calcio, due pesi e due misure

Dando per scontato che, dopo questa “puntura”, ci pioveran-no addosso accuse, critiche e,

forse, insulti da parte di quelli che il giornalista Carlo Alvino definisce “non colorati” da radio Kiss Kiss Napoli (accuse, critiche e, forse, insulti che rispediamo ai mittenti) non possiamo esimerci dal soffermarci, non più di tanto, sulla mancata squalifica (che era giusto e doveroso che fosse ) di mister Allegri, dopo aver insultato il quarto uomo (quel Di Liberatore che lo scorso anno fece convalidare un gol in netto fuori gioco dello juventino Caceres contro il Napoli) con la molto …..”allegra” e signorile espressione di testa di c…o, nel corso della gara persa dai bianconeri a Firenze. Un episodio gravissimo che, peraltro, pur escludendo ogni responsabilità del giudice sportivo che decide in base ai referti che gli vengono sottoposti, ci ricorda la famosa storiella delle tre scimmiette, ovvero “non vedo, non

te squalificati e multati altri allenatori come Gaparini, Oddo e qualche altro ad ulteriore dimostrazione che, nonostante i tanti bla- bla-bla di voler moralizzare una volta per sempre il calcio italiano, nulla è cambiato all’insegna dei due pesi e due misure, del “ la legge Non è uguale per tutti”. Ma il caso “Allegri” rappresenta soltanto uno dei tantissimi anelli di una lunghissima catena di fatti che, checché ne possano dire i soste-nitori zebrati, stanno lì a dimostrare come arbitri, segnalinee, terzi, quarti uomini e chi più ne ha più ne metta, fatte le pochissime eccezioni (come le classiche mosche bianche) continuano a subire la soggezione psicologica della società, dei giocatori e dell’entourage iuventino, i quali all’insegna della più smaccata arroganza, ritengono che tutto sia loro concesso. Guai, poi, se qualche arbitro commette quello che, a loro giudizio, è un errore, perché allora si …scatena la guerra mediatica. Per dirla con Cicerone, quousque tandem…?

Massimiliano Allegri

sento, non parlo”. Ebbene sì, perché è mai possibile che l’arbitro, il Di Libe-ratore, gli ispettori federali presenti a bordo campo, non abbiano sentito quel che (una volta tanto, poco…allegro ) l’allenatore juventino ha urlato nei confronti del quarto uomo? Per aver protestato nei confronti arbitrali ma senza essere scaduti nello scurrile, nella stessa settimana sono stati pesantemen-

La rete glo-bale, oltre a portare

tanti vantaggi, ha prodotto anche molte nuove problemat iche sociali e presenta molte insidie. L’uso della rete, talvolta smodato e senza con-trollo, da parte soprattutto dei più giovani, può produrre dei fenomeni molto pericolosi, come ad esempio il cosiddetto cyber-bullismo, dove la mania di apparire in rete attraverso i social può sfociare in comportamenti aggressivi e pericolosi, che nelle vittime

Cyber-bullismo, Celardo corre ai riparino ed un pool di insegnanti, composto dalle professoresse, Ivana D’Anna, Lu-cia Mariniello, Pina Padova, Mariagra-zia Tempra, Giuseppina Ruggiero. La proposta, denominata Noige, provvede a formare i giovani studenti all’etica e alla responsabilità dei rapporti umani. Così gli stessi, al termine del percorso formativo, diventeranno “ambasciatori per la prevenzione al cyber-bullismo” e al bullismo in generale, trasferendo, anche attraverso incontri e convegni che verranno organizzati dalla scuola, le proprie conoscenze agli altri studenti, in modo da sensibilizzare tutti verso quella che ormai è una vera e propria piaga so-ciale, con l’auspicio che comportamenti del genere non si abbiano mai più a verificare nella scuola.

Giuseppe Lettieri

di video, foto, e scritti, possono determinare gravi ripercussioni, in alcuni casi deva-stanti. Per questo il Ministero dell’Istruzione ha lanciato una serie di progetti di prevenzione da tenersi nelle scuo-le. E così anche

al Liceo Statale “Niccolò Jomelli” di Aversa, grazie alla sensibilità e all’attenzione al fenomeno della dirigente scolastica Rosa Celardo, dal mese di novembre è partito un pro-getto, che coinvolge diversi studenti dei vari indirizzi scolastici del liceonorman-

Il corso antibullismo del Jomelli

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Abbiamo ritrovato l’atto di nascita del pilota che lanciò Enzo Ferrari

Nacque il 29 agosto 1885 in via Porta S. Giovanni. Alla guida della mitica Alfa Romeo RL vinse la Targa Florio nel 1923. Dopo pochi mesi morì a Monza mentre correva

Ugo Sivocci, pioniere delleauto da corsa, è aversano!

Una grande scoperta targata NerosuBianco. Abbiamo ritrovato l’atto di nascita di

Ugo Sivocci. Il grande pilota che scoprì Enzo Ferrari, padre della mitica “rossa” è nato ad Aversa e non a Milano, Torino o Monza come si credeva (e si scrive su internet). Ugo Sivocci scoprì Enzo Ferrari e lo portò nel mondo delle cor-se. Creò il famoso “quadrifoglio verde” stampigliato per la prima volta sulla sua auto P1 che da allora è diventato il simbolo identificativo dell’Alfa Ro-

mocco, un piccolo Comune che faceva parte della città di Venezia. Con il fraterno aiuto di Salvatore Me-nale, Lsu addetto allo Stato civile del Comune di Aversa, abbiamo trovato l’atto di nascita di Ugo Sivocci che smentisce finalmente altre informazio-ni errate diffuse sul web, come quella che lo vorrebbero nato a Salerno o ad-dirittura a Milano. Non si sa per quanto tempo i coniugi Sivocci siano stati ad Aversa, ma riempie di orgoglio sapere di essere concittadini di un pilota che fu alle dipendenze dell’Alfa Romeo

insieme ad Enzo Ferrari ed Antonio Ascari. Ugo Sivocci, alla guida della mitica Alfa Romeo RL, nel 1923 vinse la XIV Targa Florio. In quell’occasione comparve per la prima volta il simbolo del quadrifoglio verde sulla calandra della sua auto da corsa. La Targa Florio era una competizione micidiale, veniva disputata sulle mulattiere della Sicilia più impervia, nella zona delle Mado-nie. Sivocci, nella sua breve vita da

Sivocci sulla sua “Quadrifoglio verde” nel 1923

LA SCOPERTA

w Franco Terracciano

Creò il famoso “quadrifoglio verde” stampigliato per la prima volta sulla sua auto P1 che da allora è diventato il simbolo identificativo dell’Alfa Romeo

continua a pag. 52

Ugo Sivocci

meo. Parliamo di questo grande pilota perché, pochi lo sanno, Ugo Sivocci nacque il 29 agosto del 1885 ad Aversa, in via Porta San Giovanni, da Giuseppe, militare e poi direttore di orchestra, e da Maria Clerici, casalinga. Fu il primo di otto figli, tra cui il fratello Alfredo, campione di ciclismo. I coniugi Sivocci si sposarono nello stesso anno a Mala-

Sivocci, “Targa Florio” del 1923

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STORIE

pilota, arrivò al primo posto, nel 1909, nella gara Torino-Colle del Sestriere; al secondo posto, nel 1921, nella Parma-Poggio Berceto; al quarto posto nel Circuito del Mugello, nel 1921; al nono posto, Targa Florio, nel 1922; al primo posto, Targa Florio, nel 1923.Tragica fu la fine di Sivocci: l’8 settembre del 1923, durante le prove del primo Gran Premio d’Europa, che si svolgeva presso l’autodromo di Monza, con la sua Alfa Romeo P1 uscì di pista e si schiantò contro gli alberi. Un impatto terribile. Enzo Ferrari dai box assistette con dolore al tremendo incidente, ma non poté fare nulla per salvare l’amico tanto amato che lo aveva fatto assumere, nel 1919, nella storica azienda “Costruzioni meccani-che nazionali” di cui Sivocci era socio. Ferrari, a quell’epoca, era un giovane in cerca di lavoro e Sivocci, che lo aveva conosciuto casualmente nel bar Vittorio Emanuele di via Orefici a Milano, gli offrì un posto da collaudatore e poi da pilota. Nel disastroso incidente si salvò, invece, il suo copilota-meccanico, An-gelo Guatta. L’auto da corsa di Sivocci in quell’occasione aveva il numero 17 ed era priva del beneaugurante simbolo del quadrifoglio verde. Coincidenze inquietanti. Da allora il numero 17 non è stato più assegnato alle auto da corsa italiane nel mondo delle competizioni.

Il certificato di nascita Aversa, via Porta S. Giovanni dove nacque Sivocci

Sivocci morì a 38 anni e lasciò la moglie, Marcella Cabrini, e i due figli, Renato, morto a otto anni, e Riccardo che lavorò come mec-canico di Nuvolari, Fangio e numerosi altri piloti.Giorgio, il nipote di Ugo Sivocci, così racconta in un’in-tervista del 2014 a Motor&Style: “A partire dal 1924 sulle Alfa Romeo da competizione è stato sempre disegnato il Quadrifoglio Verde ma senza il rombo a quattro punte come sfondo, bensì con un più semplice trian-golo, sempre bian-co, a simboleggiare la perdita del Pilota campano. Un segno di grande rispetto”. Quel rispetto che, adesso, deve essere fatto proprio dai tanti appassionati dell’automobilismo della nostra zona, che, insieme all’Amministrazione

Sivocci, pioniere delle auto da corsa, è aversano

comunale, dovrebbero mettere in piedi delle iniziative per ricordare degnamen-te questo nostro grande concittadino.

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STORIA NOSTRA

Ecco cosa successe nel 1922 per far tenere la tradizionale festa aversana

La Giunta riuscì ad assicurare il tradizionale contributo per i festeggiamenti ...trasformando in mandato di pagamento quanto ricevuto poche ore prima

La Madonna di Casalucee i cocomeri “salvatutto”

w Nicola De Chiara

Gli Aversani hanno sempre avuto una devozione particolare per la Madonna di Casaluce, la

seconda patrona della città dopo San Paolo. E hanno sempre celebrato il suo arrivo, e la sua partenza soprattutto, con grandi feste religiose e civili. Una tradizione talmente radicata nella città di Aversa che da oltre un secolo è diventata prassi per il Comune normanno stanziare fondi nel bilancio comunale per la festa di metà settembre, che segna il passaggio della Madonna Bruna da Aversa a Casaluce. Il contributo economico per la festa della Madonna di Casaluce si è sempre materializzato negli anni. Il Comune ha contribuito sempre anche nei tempi di magra. Ma quello che accadde nel 1922 merita di essere raccontato. In quegli anni il contributo del Comune non era determinante, nel senso che si andava ad aggiungere a quanto raccolto tra i cittadini dal Comitato dei festeggiamenti che pure fino agli anni ottanta del secolo scorso rappresentava una consolidata tradizione. Nel 1922, alla fine di agosto, quando il fascismo non aveva ancora preso il potere e la marcia su Roma non aveva ancora segnato l’epilogo della “rivoluzione” fascista, i rappresentanti del Comitato si recarono sul municipio normanno per rivendicare il consueto contributo. Gli amministratori normanni evidenziarono la difficoltà del Comune ad assicurare il contributo. L’assessore al bilancio e il ragioniere del Comune nei giorni successivi si impegnarono a trovare in bilancio le risorse necessarie. Niente da fare. Tutto era già impegnato. Lo stesso fondo di riserva languiva.

Insomma il contributo del Comune normanno era davvero a rischio per lo sconforto degli amministratori cittadini e soprattutto dei componenti del Comitato e del parroco che su quei soldi avevano da sempre contato. Quando più nessuno vi sperava, come succede anche ai nostri tempi, alla vigilia della festa, ci fu l’agognato provvedimento da parte della Giunta comunale. Il 9 settembre 1922 la Giunta di Aversa si riunì nella sala delle solite adunanze. La festa per la Madonna di Casaluce sarebbe partita il giorno dopo. Erano presenti l’assessore anziano Girolamo Vitale, che assunse le funzioni di Sindaco, e gli assessori Francesco D’Aniello e Leonardo Biancolella. Le pressioni del Comitato erano state particolarmente insistenti nelle ultime ore. La notizia del possibile mancato contributo da parte del Comune era di dominio pubblico: la stampa aveva diffuso la notizia. Il Comune si trovava davvero in una brutta

condizione di bilancio. Ma la Madonna, come suol dirsi, fece il miracolo. In quello stesso giorno il ragioniere comunale aveva denunziato una nuova entrata. Dai venditori di cocomeri erano arrivate per l’occupazione di suolo pubblico seicentoventicinque lire. Il problema della Madonna di Casaluce trovava improvvisamente ed insperatamente una soluzione. E così proprio la somma arrivata dai venditori di cocomeri venne devoluta al Comitato festeggiamenti. La Giunta comunale, che si riunì immediatamente, così deliberò: “Visto che nei giorni 9, 10 e 11 corrente si celebra in questa città la tradizionale festa in onore della Madonna di Casaluce – patrona della Città – per la quale contribuiscono tutti i cittadini per la buona riuscita della popolare festa; visto che in seguito alle insistenti premure del Comitato dei festeggiamenti, il Comune non ha potuto rimanere estraneo a concorrere, sia pure in tenue misura, tenuto conto poi che con la festa la città ne risente non lievi benefici per il concorso di popolo dai Comuni limitrofi; visto che con deliberazione in data odierna si è denunziata una nuova entrata di lire 625 quali compensi offerti al Comune dai venditori di cocomeri per l’occupazione di suolo; visto che tale somma può essere devoluta quale concorso del Comune per le feste della Vergine di Casaluce; visto l’art. 140 della vigente legge comunale e provinciale; di urgenza delibera emettersi mandato di lire 625 a favore del comitato popolare per i festeggiamenti in onore della Vergine di Casaluce quale concorso del Comune”. La festa si tenne regolarmente. I cocomeri famosissimi, freschissimi, amati già allora da grandi e piccini avevano fatto il miracolo.

Santino degli anni Venti

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ARTE

Il grande Giuseppe Verdi volle anche il nostro musicista tra gli otto grandi medaglioni

Autore degli affreschi, che adornarono la sala dei concerti nella Casa di Riposo per musicisti, fu lo scenografo e pittore milanese Angelo Comolli

Il ritratto di Cimarosa in Casa Verdi a Milano

w Franco Pezzella

Il 16 dicembre del 1899, in un pa-lazzo di piazza Buonarroti a Milano fatto edificare di proposito, Giu-

seppe Verdi istituì una Casa di Riposo per Musicisti «nella quale raccogliere e mantenere persone dell’uno o dell’altro sesso addette all’Arte Musicale, che siano cittadini italiani e si trovino in stato di povertà». Al progetto, che egli considerava, come scrive all’amico Giulio Monteverde, la sua «opera più bella», il maestro avrebbe dedicato gli ultimi due anni della sua vita, prima di morire nel 1901 a 88 anni. Cuore della Casa era, ed è, il Salone d’Onore, ovvero la splendida sala dei concerti impreziosita da ricchissimi decori e da otto grandi medaglioni con ritratti di altrettanti musicisti italiani, che, scelti personalmente da Verdi, ci restituiscono un’idea precisa delle preferenze musicali del maestro. In or-dine cronologico i musicisti raffigurati sono Giovanni Pierluigi da Palestrina, Claudio Monteverdi, Girolamo Fresco-baldi, Alessandro Scarlatti, Benedetto Marcello, Giovanni Battista Pergolesi, il nostro Domenico Cimarosa e Gioac-chino Rossini. Realizzati sulla falsariga di incisioni o dipinti già noti, i ritratti si svolgono all’interno di un fregio dipinto lungo il bordo superiore delle pareti, al di sotto del quale è illusionisticamente dipinta una serie di tendoni verdi, come si conviene a una sala di audizioni. Autore degli affreschi fu lo scenografo e pittore milanese Angelo Comolli che, stando ai documenti di pagamento rin-tracciati nei faldoni Origine e datazione conservati dell’archivio della Casa, fu scelto dallo stesso Verdi e provvide, in un arco di tempo compreso tra il 1896

e il 1902, con l’ausilio delle maestranze di una cooperativa, la “Lega pittori e imbiancatori”, a realizzare tutti gli ap-parati decorativi del palazzo, comprese le imbiancature, la posa dei marmi e, probabilmente, anche la realizzazione delle ringhiere delle scale interne, dei lampadari e delle appliques. Per il ritratto di Cimarosa, il Comolli s’ispirò all’incisione apparsa alcuni decenni prima, a firma di Luigi Bridi (Milano 1793-1868), nel I volume della raccolta denominata “Iconografia Italiana degli uomini e delle donne celebri dall’epoca del risorgimento delle scienze e della arti fino ai nostri giorni”, edita a Milano nel 1837 presso l’Editore Antonio Locatelli. Per l’inci-sione il Bridi s’era ispirato, a sua volta, come recita un’iscrizione posta al piede di essa, al disegno dal vero realizzato da Costantina Coltellini, una pittrice attiva

a Napoli nella seconda metà del XVIII secolo, sorella della più famosa Celeste, prima mezzosoprana e poi, cambiato registro, soprana. Amica di Cimarosa, proprio per lui, esordì la prima volta nella nuova veste di soprano a Vienna nell’anno 1785 su invito di Giuseppe II ne “La contadina di spirito”.Come nell’incisione di Bridi, la prima rappresenta-zione, in ordine cronologico, delle fattezze del musicista, nell’affresco di Casa Verdi, Cimarosa è raffigurato a mezzo busto con le spalle tondeggianti e la testa grossa su un corto collo; il viso, rivolto di tre quarti verso sinistra, è ornato da una folta e ricciuta capigliatura.

Un tocco di briosa vivacità traspare dall’espressione del volto, dominato dalle guance paffute, che formano una leggera piega ai lati del naso, e della bocca carnosa in procinto di dischiu-dersi ad un mesto sorriso.Figlio di Ambrogio, scenografo e pitto-re, Angelo Comolli (Milano 1863- Mo-rimondo 1949) fu allievo di Giuseppe Bertini all’Accademia di Brera, dove trascorse, poi, come insegnante tutta la sua vita. Parallelamente all’Accademia continuò l’attività paterna affrescando a Milano il vestibolo e il palazzo della Borsa, il salone della Camera di Com-mercio, la Banca d’Italia. Trattò anche la ritrattistica esponendo diversi Ritratti alla Permanente del 1888 e del 1890 e alla Triennale del 1894. Fuori Milano affrescò il palazzo di Giustizia di Varese e le chiese di Tione e di Induno Olona.

Il medaglione dedicato al nostro Cimarosa

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uscita Aversa sud

corsi pomeridiani di spagnolo

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STORIA NOSTRA

Ogni fatto, per quanto oscuro sia, ha una sua causa di fondo che lo chiarisce

La comara Primavera e la gatta impiccionaw Antonio Marino

Ogni fatto, per quanto oscu-ro sia, ha una sua causa di fondo che lo chiarisce

…dandogli una spiegazione. Ne portiamo un esempio saliente, ritornando indietro nel tempo, alla epoca in cui la superstizione e il malocchio erano di moda. In uno dpi tanti vicoli, che allora intersecavano Aversa, viveva una certa comara Primavera, chiamata così per il suo aspetto sempre fresco e giovanile. Una donna apparentemente normale, ben impostata fisicamente, che faceva un po’ di tutto per sbarcare il lu-nario. Contava molte amiche con le quali, di sera fino a notte tarda, soleva trattenersi giocando a carte

o alla tombola …non essendo ancora nata la televisione.Confluivono infatti nella sua casa la co-mara Pagnottella, la comarella Ciaccella, la figlia di Nicola ‘o guappo, Ernestina ‘a revettatrice, la moglie di Pippotto ‘o canteniere , la zia di Ciccione, Limpiella ‘a sturtarella, Car-melina ‘a Lavannara e altre “dame” di compagnia. Tra cui la giovanissima Ci-trosella linguacciuta, una ragazza che non sapeva tenere la boc-Aversa, piazza Vittorio Emanuele negli anni Venti

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STORIA NOSTRA

ca chiusa e, quando parlava, metteva di solito zizzani a. Un allegro assortimento di donne che, quando erano stufe di giocare, si stringevano intorno ad un tavolo e si mettevano a confabulare facendo fare le ore piccole. Una volta dato inizio alla discussione, si parlava del più e del meno e ognuna diceva la sua cercando di farla pesare sulle altre. E quello che si diceva la sera veniva poi portato fuori la mattina, passando di bocca in bocca, divenendo di dominio pubblico.Un modo di fare normale, sotto certi aspetti, che, col passar del tempo, divenne un pettegolezzo che finì col mettere le nostre “comarelle” una con-tro l’altra. In quanto, arrivando in piazza le cose e i fatti più intimi, su cui la gente cominciò a ricamare allegramente, ven-nero coinvolte le famiglie e successe il pandemonio.Sotto accusa principalmente la comara Primavera, la padrona di casa, sulla quale se ne dissero tante finanche che se la intendeva con un gerarca del regi-me …e via di seguito. Non sapendo con chi prendersela, la comara Primavera andò in fibrillazione

mentale e, diffidando di tutte, serrò l’uscio alle amiche: rimase sola con la compagnia di una gatta che le serviva anche per tener lontano i topi che, allo-ra, erano di casa. Purtroppo, nonostante le precauzioni prese, le maldicenze sul suo conto con-tinuarono e, essendo ormai nell’occhio del ciclone, andarono infittendosi col passar del tempo. Sta di fatto che quello che Lei faceva o diceva di notte, pun-tualmente lo si sapeva il giorno dopo …con dovizia di particolari. Chi poteva essere a spiarla? In casa c’era solo lei e una vecchia gatta …per giunta molto affezionata. Un affastellamento di pensieri la turbò per giorni ... finché prese l’ardi re di andare a consultare una sua conoscente, che era una cartomante. Questa, che la sapeva lunga, dopo un colloquio ben remunerato, le fece capire che la spiona era la gatta, la quale incarnava uno spirito maligno. La comara Primavera, da buon credu-lona, tornò a casa furiosa e cacciò via la gatta; ma questa, sempre che veniva messa fuori dalla porta, faceva ritorno mettendosi al calduccio vicino ad un grosso braciere. Inviperita al massimo

e sempre più insospettita, la comara Primavera cominciò allora a trattarla malissimo: tutto invano! Al colmo dell’ira, decise di sbarazzar-sene e una sera (mentre erano vicino al braciere) le bruciò il muso con la palettina infuocata. Un miagolìo terri-ficante di dolore e la getta scappò via, rompendo un vetro della finestra, senza farsi più vedere. Nonostante questo estremo gesto, le cose non cambiarono affatto e i fatti anche intimi dalla nostra comara con-tinuarono a tener banco in piazza …al punto da farle perdere le staffe. Dopo essersi isolata, cominciò a litigare con tutti coloro (soprattutto donne) che si trovavano a passare davanti al suo uscio e che cercavano di evitarla. Ad aprirle gli occhi, facendola uscire dall’incubo, fu Citrosella “la linguacciuta” che, in un incontro burrascoso, ebbe a spiattel-larle che era affetta da sonnambulismo e che era Lei stessa a dare in pasto al pubblico le sue intimità … deambu-lando nottetempo inebetita. Un colpo durissimo per la comara Primavera che, con l’aiuto del suo amico gerarca, in pochi lustri cambiò casa andando a vivere altrove.

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L’INTERVENTO

Una proposta: accogliamo nelle chiese “dismesse” di Aversa ossari e cinerari

La cremazione, da morte “laica” a morte “religiosa”w Enzo Della Volpe

I Patrioti del Risorgimento chiama-vano la cremazione dei defunti la “morte laica”: Si voleva sottrarre la

“gestione della morte” alla Chiesa Cat-tolica. Seismit, Ministro delle Finanze, nel 1907 inaugura nel modenese un “cimitero laico”. La Chiesa, ritenendo che la crema-zione avesse carattere antireligioso perché propugnata da esponenti della Massoneria, prese posizione con un documento del Sant’Uffizio nel 1887 in cui negava la messa d’esequie a chi avesse ordinato la cremazione della propria salma (la Massoneria, fondata in Inghilterra il 24 giugno 1717, nacque con l’obbiettivo di promuovere i buoni comportamenti, la dignità collettiva, il rispetto della legge e il mutuo soccor-

La cremazione è vista con maggiore attenzione dalla Chiesa

so). Solo con il Concilio Vaticano II del 1963 la Chiesa si aprì alla cremazione: il Sant’Uffizio ammetteva si la crema-

zione, anche se preferiva la sepoltura tradizionale. Non la vietava, ma nem-meno la incoraggiava.

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INTERVENTO

Aversa nel 1837, anno del colera, iniziò a esumare nell’odierno cimitero, il cui terreno era di proprietà dell’Annunziata di Aversa. Prima dell’avvento dei cimi-teri i defunti venivano esumati all’inter-no delle chiese e questo rendeva l’aria maleodorante: all’odore cadaverico e dell’umidità si univa quello dell’incen-so e dei ceri.Oggi, con le disposizioni varate dal Par-lamento italiano nel 2001, legge 130, si lascia la libertà di custodire le ceneri del defunto o nel cimitero o in casa propria, oppure spargerle. La legge dà anche indicazioni alle amministrazioni locali per la costruzione di crematori. La Chiesa è favorevole alla legge emanata solo in parte. Infatti, pochi mesi fa, la Compagnia della Dottrina della Fede ha fatto chiarezza per i suoi fedeli: la cremazione non deve essere fatta come odio alla fede cattolica; non deve negare la risurrezione dei corpi come viene recitata nel “Credo”; il defunto può essere cremato solo dopo le esequie; e solo con la dispensa del Vescovo l’urna cineraria è ammessa in chiesa per svolgere il funerale; non è consentito disperdere le ceneri e né di custodirle in casa, ma nel cimitero o in

la cancellazione della morte. Ma non fu Epicuro che affermò che dove c’è vita non c’è morte e dove c’è morte non c’è vita? Nei paesi del Nord Europa la cremazione sfiora il settanta per cento; l’Italia è fanalino di coda insieme a Grecia e Portogallo; nel sud Italia è irri-soria. E’ vero anche che la pratica della cremazione cresce là, dove è presente un impianto per tale scopo. Sono passati duecento anni dal famoso Editto di Saint Cloud, 1804, con il quale Napoleone Bonaparte proibiva, per motivi d’igiene, la sepoltura dei defunti all’interno delle chiese, e face-va obbligo alle amministrazioni locali di costruire cimiteri fuori dalle mura cittadine. I morti non avrebbero più convissuto con i vivi. A questo punto il lettore avrà già capito l’approdo finale del nostro ragionamento: sì, anche con la cremazione si può credere che i morti possano fare ritorno tra noi. Lanciamo una nostra idea: Aversa non é forse la città dalle cento chiese? E allora perchè non riutilizzare quelle “dismesse” come ossari e cinerari? Oltretutto recu-pereremmo dall’oblio quella parte del nostro patrimonio artistico lasciato da anni a se stesso.

Crematorio mobile del 1886

un luogo sacro. Vero, oggi la cultura dominante occidentale è portatrice del-

Per la Chiesa la creamazione non deve negare la risurrezione dei corpi, ma l’urna cineraria è sovente ammessa in chiesa solo con la dispensa del Vescovo

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Don Mario Vaccaro è stato il promotore dell’iniziativa

Centinaia di giovani all’evento promosso dal Copasun, in collaborazione con la Diocesi e il patrocinio della città di Aversa

“Una notte al Museo”,tesori aversani in mostra

w Giuseppe Lettieri

L’EVENTO

Le belle iniziative vanno raccon-tate, così come quella organiz-zata, giovedì 26 gennaio, dalla

Consulta della Pastorale Universitaria e della Cultura, con il patrocinio della Diocesi e della Città di Aversa, con il supporto del Servizio Pastorale Univer-sitaria, Museo Diocesano e Parrocchia di S. Paolo apostolo e Punti di Vista, denominata “Una Notte al Museo”. Centinaia di giovani, e non solo, si sono dati appuntamento in Cattedrale per una visita guidata particolare condotta da don Ernesto Rascato, responsabile regionale dei beni diocesani, in compa-gnia del vescovo Spinillo, di don Mario Vaccaro responsabile della Pastorale Universitaria e promotore dell’inizia-tiva, e dell’assessore alla Cultura della città, Alfonso Oliva. Ai presenti è stata illustrata parte della storia della Diocesi, del Duomo, che nella parte normanna fu terminato nel 1090 e in quella barocca, alla metà del Settecento dall’architetto pontificio Carlo Buratti, senza dimenticare l’al-tare maggiore disegnato da Vanvitelli e impreziosito dal ciclo di affreschi di Camillo Guerra. Ed ancora la parte del deambulatorio normanno, un unicum dell’architettura medievale in Italia, con la raccolta del Museo Diocesano, dove campeggia “La Madonna con il Gonfalone e San Bonaventura” uno dei quadri più belli del grandissimo pittore settecentesco Francesco Solimena, e poi la stupenda collezione dei dipinti del Quattrocento di Angiolillo Arcuccio, l’allievo di Colantonio e condiscepolo con Anto-nello da Messina. Ma l’occasione è stata propizia anche per fare ammirare

la Cappella del Tesoro, il capolavoro ritrovato, dopo il recentissimo restauro, durato diversi anni, che ha restituito alla cappella, che contiene le reliquie dei santi ed alcuni stupendi busti argen-tei di scuola napoletana e del Vaccaro, gli antichi splendori. Alla fine Angelo Spinillo si è intratte-nuto con i giovani e con tutti i presenti parlando della bellezza, della Fede e

Visitatori alla cappella del tesoro del Duomo

Don Ernesto Rascato, Cicerone per una notte

dell’arte. Grazie ovviamente a tutti gli attori che hanno reso possibile tale ini-ziativa, come l’Associazione In Octabo, rappresentate dal suo presidente Giulio Santagata, a don Clemente Petrillo parroco della Cattedrale e ad Aniello il sacrestano per la loro disponibilità ed accoglienza. Il prossimo appuntamento sarà presso la chiesa ed il monastero di San Biagio.

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