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LAMPADE VOTIVE: LAVORANO GRATIS E IL COMUNE INCASSA! «SAPORI TIPICI AVERSANI», COSTANTINO HA FATTO ...13! ELEZIONI, ARRIVA UN TERZO POLO CON D’AMORE SINDACO? N. 1 | ANNO XIX | 24 GENNAIO 2016 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.it L’addio di Aversa a Sagliocco SULLA BARA LA FASCIA DA SINDACO E IL GAGLIARDETTO DELL’AVERSA NORMANNA Percorso per non vedenti, la barzelletta di via Roma Carlo Lombardi porta Albert Roger nel suo store Inquinamento, Aversa senza controlli

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LAMPADE VOTIVE:

LAVORANO GRATIS

E IL COMUNEINCASSA!

«SAPORI TIPICI AVERSANI»,

COSTANTINOHA FATTO

...13!

ELEZIONI,ARRIVA UN

TERZO POLO CON D’AMORE

SINDACO?

N. 1 | ANNO XIX | 24 GENNAIO 2016 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.it

L’addio di Aversa a SaglioccoSULLA BARA LA FASCIA DA SINDACO E IL GAGLIARDETTO DELL’AVERSA NORMANNA

Percorso per non vedenti,la barzelletta di via Roma

Carlo Lombardi portaAlbert Roger nel suo store

Inquinamento, Aversasenza controlli

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STORIA NOSTRA

Elezioni, una nebulosa in campo

«Moscati», ambulatorisenza barelle

Chi ha coperto sulComune via Cece?

Sindacati in rivoltasul Comune

Pallavolo, Clendy alla riscossa

La Froebel è multicultura

PERIODICO DI CULTURA VARIADELL’AGRO AVERSANO

Anno XIX n° 1 - 24 Gennaio 2016

Direttore ResponsabileGiuseppe Lettieri

Direttore EditorialeNicola De Chiara

Consulente di RedazioneGiuseppe Cristiano

Coordinamento EditorialeVito Faenza

Garante dei LettoriFranco Terracciano

Fotografi eNicola Baldieri

EditoreAssociazione Dimensione Cultura

p.zza Municipio, 22 - Aversa (Ce)

Periodico registrato presso il Tribunale di S. Maria C.V. al n. 514 del 17.11.1998

RedazioneVia Michelangelo, 108 - Aversa (Ce)Tel. 081.198.14.930 - 388.19.87.510

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Castellammare di Stabia (Na)

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SOMMARIO

La Vignetta di Alessio D’Elia

61216344650

SALERNO REGINA DELLE LUCI E AVERSA ...DELLE BUCHE

Un’orchestra tutta aversana!

Ti riferisci alle luminarie?

Tra poco diventeranno un‛attrazione turistica!

No alle buche nelle strade di Aversa!

Proprio mentre ci accingevamo a scrivere l’editoriale è arrivata la triste notizia della dipartita

dell’ex primo cittadino Giuseppe Sa-gliocco. in tanti eravamo a conoscenza del pessimo stato di salute dell’ex sin-daco, con un quadro clinico difficile da alcuni anni aggravatosi nei mesi scorsi, ma non ci aspettavamo certo una cosa simile.. Noi da queste colonne abbiamo avuto pochissimi momenti di condivisione sulla gestione amministrativa di Sa-gliocco e tanti momenti di scontro e di critica, ma ciò non ci impedisce di pro-vare un senso di dolore e nel contempo di cordoglio nei confronti dei familiari per la perdita dell’uomo, come padre, marito, fratello, amico. Ma parliamo d’altro. Aversa strade gro-viera e fossi ovunque, piogge che subito allagano le vie anche del centro cittadi-no, trasformando la città in una Venezia del Sud. Problema storico, se ne parla da anni, ma quando vedremo delle solu-zioni? Quando ci sarà la manutenzione ordinaria della cosa pubblica. Ad esem-pio come è concepibile in pieno centro tenere quella Cassa Armonica in mezzo

alla villetta comunale ridotta in quello stato? Basterebbero poche migliaia di euro per rimetterla in sesto e cancellare la vergogna! Commissario Ruffo se ci siete battete colpo! Infine, ci piace chiudere con il mes-saggio di speranza lanciato dall’amico Eduardo Amiran te, valente musicista virtuoso del violino, un ragazzo che se lo incontri per strada non assomiglia di certo a Niccolò Paganini, ma che se lo senti suonare i dubbi ti vengono. Lui nella sua semplice genuinità ha deciso di creare uno stravagante momento musi-cale di aggregazione rivolto soprattutto ai più giovani con l’obiettivo di creare una orchestra aversana, e senza chiac-chiere ha già iniziato presso la libreria sociale “Il Dono”, a proporre attraverso le prove delle Quattro Stagioni di Vival-di questo nuovo modo di aggregazione. Noi sosterremo il Maestro Amirante senza se e senza ma: questa bellissima iniziativa è uno di quei passi da fare per una Aversa migliore!

di Giuseppe LettieriL’EDITORIALE

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PRIMO PIANO

Il 18 gennaio l’ex fascia tricolore muore al «Monaldi» di Napoli, senza sconfiggere il male crudele

«Sono sconvolto - ha dichiarato il predecessore Mimmo Ciaramella - la politica è una cosa, il rapporto umano è altro». Per Peppe Stabile, ex presidente del Consiglio comunale «con Sagliocco è andato via un valido punto di riferimento politico e istituzionale del nostro territorio»

La morte di Saglioccoe i commenti dei politici

Nicola Rosselli

Grande partecipazione con la retorica e l’ipocrisia che non sono mancate

L’addio di Aversa all’ex sindaco Sagliocco

Peppe Sagliocco con la fascia tricolore

L’ex sindaco di Aversa Giu-seppe Sagliocco è venuto a mancare il 18 gennaio scorso.

La notizia del decesso di quello che è stato il primo cittadino sino allo scorso mese di settembre, quando è decaduto insieme al Consiglio comunale per non aver approvato nei termini previsti il bilancio preventivo 2015 è giunta poco dopo le 20, 00 e si è rapidamente diffusa in città, provocando un vivo e sincero cordoglio non solo tra quanti gli erano vicini, ma anche tra gli avversari politi-ci che ne hanno, comunque, apprezzato la tenacia nel perseguire gli obiettivi prefissati e le doti umane. Sebbene da anni Sagliocco lottasse contro una ter-ribile malattia, la notizia è giunta come un fulmine a cuor sereno.«Abbiamo avuto modo di dialogare con

lui – ha dichiarato un visibilmente scos-so monsignor Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa - di molte questioni relative alla vita della città. Questa notizia ci coglie di sorpresa anche se sapevamo del suo male. L’ho visto nel periodo natalizio più volte e ho notato questa tensione viva come si rendesse conto che alla fine ciò che conta è il rapporto umano ed è questo il particolare che mi sovviene in questo momento triste».«Sono veramente costernato, addolo-ratissimo. Specialmente in questo mo-mento difficile per lui – ha dichiarato l’ex senatore Pasquale Giuliano - l’uo-mo non aveva abbandonato la passione civica e la sua tempra di combattente continuava a tenerlo in tensione. Ama-va Aversa in maniera viscerale ed era pronto a tornare in campo per guidare da dietro le quinte un gruppo di giovani per migliorare una città che sentiva sua.

Sulla bara di Peppe Sa-gliocco la sua

fascia da Sindaco ed il gagliardetto dell’Aversa Nor-manna. Centinaia le persone giunte per l’ultimo saluto in una chiesa di S. Ni-cola che si è rivelata angusta per acco-gliere i tantissimi partecipanti al rito. A concelebrare, con mons. Giovanni D’Aniello, c’è il parroco Pellegrino ma anche tanti altri suoi colleghi. I

gonfaloni della Re-gione e della Città di Aversa attestano ai lati dell’altare la presenza di quelle istituzioni nelle quali Sagliocco ha militato da protagonista negli ultimi quindici anni. In chiesa e sul sa-grato tanti amici ma anche tante persone che hanno avuto, specie negli ultimi

tempi, un rapporto burrascoso con l’ex Sindaco. La morte sembra cancellare ogni cosa e così anche durante i funerali

la retorica e l’ipocrisia talvolta pren-dono il sopravvento senza rendere giu-stizia a chi ci ha lasciato. Di fronte alla morte si dovrebbe avere la dignità del silenzio. Il mistero della morte richiede il silenzio, senza nessun fronzolo, in maniera da poter ricordare ciò che è sta-to fatto, ciò che non si è realizzato e nel silenzio rendere veramente omaggio ai familiari dello scomparso. E ai familiari di Sagliocco noi formuliamo le nostre sentite condoglianze certi che la moglie Lucia, le figlie Maria e Lorella, i fratelli Luciano ed Antonio hanno perso un marito affettuoso, un padre premuroso ed un fratello sempre presente.

Nicola De Chiara

I funerali alla chiesa di S. Nicola

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PRIMO PIANO

Il senatore Romano riconosce a Sagliocco «una grande forza caratteriale che ha

profuso nella sua lunga attività politica»

Era un sindaco di strada nel senso più nobile di questo termine. Era presente ad ogni evento in prima persona».«Sono sconvolto - ha dichiarato il pre-decessore Mimmo Ciaramella, che con Sagliocco non ha certamente avuto un rapporto idilliaco - la politica è una cosa, il rapporto umano è altro». Il senatore cittadino Lucio Romano ha affermato: «Esprimo vive condoglianze per la morte del sindaco Sagliocco al quale ho sempre riconosciuto una grande forza caratteriale che ha profuso nella sua lunga attività politica, avendo assunto ruoli di significativa responsabilità. Ho condiviso alcuni passaggi della sua vita politica così come in altri, pur in visioni

distanti, gli ho riconosciuto rispetto per la persona, attenzione particolare per la sua drammatica lotta con una malattia che purtroppo lo ha portato via». Di «perdita di una persona valida. Una perdita per Aversa e per l’intera provincia. Un lutto che colpisce non solo il mondo della politica ma anche la società civile casertana» ha parlato il presidente e consigliere regionale Pd Stefano Graziano. Per Peppe Stabile, ex presidente del Consiglio comunale “con Sagliocco è andato via un valido punto di riferimento politico e istituzionale del nostro territorio”.Sagliocco, 62 anni, avvocato, era origi-nario di Trentola Ducenta dove nel 1982 è stato sindaco. Dal 1985 consigliere e assessore provinciale con delega alle Politiche Sociali. Dal 2000 al 2010 è stato Consigliere Regionale, Presidente della Commissione Speciale sulla trasparenza degli Atti Amministrativi della Regione Campania. Dal maggio 2012 a settembre scorso è stato sindaco di Aversa e, essendo primo dei non eletti alla Regione, per Fi, era ritornato in aula per due sedute prima di optare definitivamente per la carica di primo cittadino di Aversa.

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ELEZIONI

Mancano ancora cinque mesi (si parla del 12 giugno) ma le liste nascono già come funghi

A sinistra il cardiochirurgo Vincenzo Caianiello, che si è tirato fuori dai giochi, potrebbe sempre essere convinto a scendere in campo per rappresentare quella parte di Aversa stanca dei soliti noti.A destra ci sono tre gruppi. Ma fa paura un polo di centro che potrebbe trovare la quadra su D’Amore

Una nebulosa quella pronta a scendere in campo

Nicola Rosselli

Aversa a testa alta, il Futuro per Aversa, Ora, Aversa libera, Pro-getto Comune, Noi Aversani,

Osservatorio Politico e tante altre liste civiche. E’ una nebulosa quella pronta a scendere in campo in vista della tornata elettorale per le amministrative della prossima primavera, quando gli aver-sani saranno chiamati (con due anni di anticipo a causa dello scioglimento del Consiglio comunale per non aver ap-provato l’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Sagliocco nei termini previsti il bilancio 2015) ad eleggere il nuovo primo cittadino e la nuova assise cittadina.Mancano ancora cinque mesi (si parla del 12 giugno prossimo quale data per l’election day a livello nazionale), ma in questi giorni i muri degli edifici aversani sono già tappezzati di decine di manifesti ognuno inneggiante non ai partiti nazionali già noti, ma ad una serie di liste che stanno nascendo non solo dalla società civile, ma anche (e soprattutto) dai diversi dissidenti nelle diverse coalizioni a causa delle pro-fonde lacerazioni che si registrano, so-prattutto nel centro destra dove sembra

di essere di fronte ad una vera e propria Babele di distinguo. Una situazione dovuta non solo all’eredità lasciata dall’ammini-strazione Sagliocco, che tanto ha lavorato per dividere, ma anche dai numerosi soggetti desiderosi di sedersi sulla poltrona più importante della casa comunale aversana.Alcune coalizioni hanno già i loro nomi, almeno provvisori, come quella di centro sinistra che ha un primo partecipante alle primarie nella persona dell’ex consigliere comunale Pd Marco Villano al quale dovreb-bero aggiungersi Luigi Men-ditto dell’Udc, Paolo Santulli o Sergio di Meo. Il tutto senza considerare che il cardiochirur-go Vincenzo Caianiello, che si è tirato fuori dai giochi, potrebbe sempre essere convinto a scendere in campo per rappresentare quella parte di Aversa stanca dei soliti nomi dei soliti noti.A destra la situazione sembra essere più ingarbugliata rispetto a quella iniziale. Abbiamo Forza Italia (quella antisagliocchiana) che non ha ancora

un candidato ufficiale, ma sembra sempre più essere d’accordo sul nome di Enrico de Cristofaro, presidente regionale e provinciale degli architet-ti, che porterebbe in dote tre liste civiche. Da questa Fi si è, oramai, staccato Giampaolo dello Vicario, vice presidente della provincia di Caserta, che parrebbe voler tentare la scalata con la lista

civica Aversa Libera e l’appoggio di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale che lo appoggerebbero proprio per quella origine alleanzina comune. Ma a destra c’è ancora una terza coalizione che si muove. Ruota intorno all’ex senatore Pasquale Giuliano e alla sua associa-zione culturale Palaestra Normanna. Da qui potrebbe venire fuori un nome della società civile che potrebbe mettere d’accordo, interessare, anche parte del centro e del cento destra. A proposito del centro, infine, rimane dietro le quinte Mariano d’Amore, il docente universitario ex segretario cittadino del Pd, che molti vorrebbero candidato a sindaco. Lui non si fa tro-vare, ma sono in tanti, a quanto pare, da alcune liste “moderate” ad Armando Lama allo stesso europarlamentare Ni-cola Caputo che lo vorrebbero sindaco di Aversa.

Mariano D’Amore, sotto Luigi Menditto

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L’INTERVENTO

Dopo Perla e Coppola è la volta dell’avv. Filippo Trofino analizzare il prossimo voto aversano

«Servono impegno, onestà ed amore per la citt໫Va osservato che le due facoltà universitarie, a tacer d’altro, sono rimaste corpi assolutamente estranei al contesto cittadino, con buona pace delle aspettative avanzate dai compianti Alfredo Pozzi e Tiberio Cecere. Vanno privilegiate: la vivibilità concreta, la mobilità cittadina, i servizi»

Geppino De Angelis

Filippo Trofino

Dopo l’amministrativista Fabri-zio Perla e l’urbanista Alberto Coppola, continua la “carrella-

ta” del nostro periodico tra professioni-sti cittadini per conoscere il loro parere sulle prossime amministrative, sui pro-blemi più importanti da risolvere per assicurare una vera vivibilità alla nostra città, sempre più degradata, azzardando un pronostico su chi potrebbe essere il Sindaco ideale e sui nomi che circolano. Questa volta è il turno del nostro carissi-mo amico avvocato Filippo Trofino che, dopo essere stato anche candidato alla Camera dei Deputati riscuotendo una larga messe di voti oltre venti anni fa, fu

candidato a Sindaco da indipendente nel novembre del 1998, capeggiando una coalizione composta da Forza Italia, Al-leanza Nazionale, Cristiani Democratici ed Unione Democratica per la Repub-blica, venendo sconfitto al ballottaggio da quell’autentico galantuomo che è il dottor Gennaro Golia, che, nel ferrago-sto due anni dopo, veniva “fagocitato” dai suoi stessi “compagni” della mag-gioranza, mentre pochi mesi prima, per gravi motivi familiari, Filippo Trofino era costretto a dimettersi da consigliere comunale. Nella seduta del 4 maggio del 2000 il civico consesso tributò un omaggio all’avv. Trofino riconoscendo il contributo di “grosso spessore” ap-portato nei lavori consiliari.

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L’INTERVENTO

Sui nomi circolanti da tempo, un tuo parere disinteressato. In ordine ai nomi estrapolati dall’elenco fornito da Alberto Coppola, alcuni già sono noti ed altri ancora se ne aggiunge-ranno nel crogiuolo delle ipotesi. Molti di essi meritano particolare attenzione ma altri, sinceramente, si segnalano per la loro assoluta inadeguatezza. Segnalo che, negli ultimi tempi, il problema più grave non è l’indicazione e scelta del Sindaco ma, soprattutto, la com-posizione del Consiglio comunale che, molto spesso, non è stato all’altezza del compito per incapacità intrinseca e per il mancato contrasto al dispotismo di Sagliocco.Quale l’identikit del Sindaco ideale?Ritengo di non poter fornire indicazioni miracolistiche in ordine alla indivi-duazione del prossimo capo dell’Am-ministrazione. Basterebbe un Mimmo Ciaramella, contornato da una squadra di esperti fuoriclasse, che non mancano in città, disposti ad assicurare impegno, onestà, autonomia ed amore per la città.Quali sono i problemi da risolvere per la vivibilità in Aversa?È da privilegiare il ruolo e la funzione di Aversa città, evitando ulteriore emarginazione nei confronti dell’Area Metropolitana Napoletana, rifuggendo

dall’essere inglobati nel più vasto sub-ambito metropolitano in cui la città sta per essere risucchiata. Va, altresì, osservato che le due facoltà universita-rie, a tacer d’altro, sono rimaste corpi assolutamente estranei al contesto citta-dino, con buona pace delle aspettative avanzate dai compianti Alfredo Pozzi e Tiberio Cecere; ai presidi delle stesse andrebbe, tra l’altro, affidato il compito di offrire soluzioni per gli immensi contenitori inutilizzati (Psichiatrico- Giudiziario, Complesso Annunziata ed ex Texas). Vanno privilegiate: la vivibilità concreta, la mobilità cittadi-na, i servizi. Tra i provvedimenti più urgenti io privilegerei questi: dotare l’area dove è sorto il Tribunale di par-cheggi e spazi vitali per i nuovi flussi veicolari e pedonali; attivare una sema-forizzazione intelligente; migliorare la qualità dell’ambiente anche a mezzo di verifiche assidue sulla gestione e smal-timento dei rifiuti solidi; una migliore distribuzione ed utilizzo dei Vigili sul territorio; sollecitare il completamento di Metrocampania con la valorizzazio-ne dei mezzi pubblici, istituendo due minibus Circolare destra e sinistra per tutto il territorio cittadino;istituire altre succursali di uffici postali per evitare di gravitare tutti su quello di

viale Europa, evitando che, per ritirare una raccomandata, occorrano ore di attesa; istituire un assessorato che, di concerto ed in continuo contatto con gli uffici dell’Unione Europea, possa migliorare la formazione professionale di studenti e lavoratori, utilizzando con-cretamente tutte le risorse disponibili; abbattere l’attuale mercato ortofruttico-lo e trasferirlo in sede più idonea crean-do una struttura, magari coperta, degna di una moderna città e regolamentando il tutto con precise disposizioni per con-cessionari ed acquirenti; regolamentare la movida del Seggio con presidi effi-caci e misure concordate con esercenti e popolazione residente; incentivare, infine, la tradizione culturale, con la valorizzazione del patrimonio artistico e della storia cittadina, soprattutto nell’ambito musicale.Un pronostico sull’esito del voto? Più che un pronostico vorrei formulare un auspicio: atteso il crollo di ogni fu-rore e contrasto ideologico ed essendo possibile una aggregazione trasversale anche per ceto e per censo, spero che il nuovo Sindaco realizzi finalmente quello che, oltre vent’anni fa, non fu possibile conseguire per la miopia politica di qualcuno, realizzando un programma serio, concreto e fattibile.

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ELEZIONI

I due meet-up della città non hanno ancora ottenuto la «certificazione» della lista da Grillo

Cinque Stelle, una corsa a eliminazioneDopo Maria Grazia Mazzoni, colpevole di essere stata vicina ad Antimo Castaldo, è già tramontato un secondo nome, quello del medico Nicola Grimaldi, che ha ritirato la propria candidatura dopo che qualcuno ha fatto notare che è figlio di un sindacalista considerato troppo vicino a Peppe Stabile

Salvatore de Chiara

Carmine Monaco

Sembra una corsa ad eliminazione il percorso che sta portando il Movimento 5 Stelle ad Aversa a

prepararsi alle imminenti amministrati-ve. I pentastellati aversani in realtà non sanno ancora se potranno correre con il simbolo del movimento fondato da Beppe Grillo, e di cui lo stesso Grillo è proprietario, poiché i due meet-up della città non hanno ancora ottenuto la “certificazione” della lista per poter correre alle elezioni in rappresentanza del Movimento 5 Stelle. Dopo che il gruppo dei militanti storici, che fa capo al professor Giuseppe Luiso, è stato

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ELEZIONI

duramente contestato e ridimensionato nei mesi scorsi, il secondo meet-up si è raccolto intorno alla figura di Carmine Monaco, noto cantante lirico aversano, ma guai a parlare di leader con i grillini, loro preferiscono ripetere il leit motiv “uno vale uno”. Nelle recenti consulta-zioni interne per scegliere il candidato sindaco il primo nome ad essere giubi-lato è stato quello di Maria Grazia Maz-zoni, blogger ed attivista di lungo corso considerata però troppo “istituzionale”, ma soprattutto “colpevole” di aver militato nel movimento Democrazia e Territorio dell’ex esponente piddino

Antimo Castaldo. Nella speranza di ricompattare tutte le anime dei penta-stellati in un’unica lista era stata predi-sposta una terna di nomi da sottoporre alla cosiddetta “graticola”, cioè la fitta sequenza di domande che gli attivisti rivolgono agli aspiranti candidati, ma subito dopo il primo appuntamento è già tramontato un secondo nome, quello del medico Nicola Grimaldi, che ha ritirato la propria candidatura dopo che qualcuno ha fatto notare che è figlio di un sindacalista considerato troppo vicino all’ex presidente del consiglio comunale Stabile, una colpa evidentemente intollerabile agli occhi grillini. Restano così in campo i nomi del professor Domenico Napolitano e del giovane avvocato Enzo Noviello. Per quest’ultimo l’M5S potrebbe anche concedere una deroga alla norma, fino ad ora applicata solo alle elezioni regio-nali e politiche ma da quest’anno anche in molti comuni per evitare inserimenti dell’ultim’ora, che impedisce la candi-datura a chi è già stato candidato in una precedente tornata per lo stesso tipo di elezione. Infatti nel 2012 Noviello fu tra i candidati consiglieri della lista Italia dei Valori. Alla ricerca del candi-dato perfetto, cittadino onesto e grillino immacolato, il gioco ad eliminazione continua.

Per i pentastellati ad Aversa restano così in campo i nomi

del professor Domenico Napolitano e del giovane

avvocato Enzo Noviello

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SANITA’

A causa del grande numero di ricoveri in barella e la straordinaria affluenza in Pronto Soccorso

«Moscati», niente barellenegli ambulatoriUna sorta di avviso surreale che suona quasi come il dantesco «lasciate ogni speranza voi che v’entrate». Insomma, inizia così come era terminato, se non peggio, l’anno per pazienti e addetti ai lavori di quello che si appresta ad essere il pronto soccorso con più interventi in Campania

Nicola Rosselli

«A causa dell’altissima affluenza in Pronto Soccorso e a causa del

grande numero di ricoveri in barella, nell’ospedale, attualmente ci troviamo nella condizione di non poter garantire un’adeguata assistenza per la mancanza delle barelle negli ambulatori». Questo l’ennesimo avviso affisso al pronto soccorso dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa nei giorni scorsi. Una sorta di avviso surreale che suona quasi come il dantesco «lasciate ogni speranza voi che v’entrate». Insomma, inizia così come era termina-to, se non peggio, l’anno per pazienti Il Pronto Soccorso del «Moscati» di Aversa

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SANITA’

«Moscati», niente barellenegli ambulatori

e addetti ai lavori di quello che si ap-presta ad essere il pronto soccorso con più interventi in Campania. Sino allo scorso anno, infatti, era secondo solo al più accorsato e imponente Cardarelli di Napoli che ha, ovviamente, molto più personale e strutture. Nel 2016, complice anche la chiusura del pronto soccorso dell’ospedale «San Giovanni di Dio» di Frattamaggiore, infatti, gli accessi al nosocomio aver-sano sono aumentati del 30 per cento circa, senza, però, che siano stati adot-tati a livello regionale accorgimenti per cercare di far fronte a questo esodo che era facile da prevedere.Un solo numero su tutti, per capire l’assurda e disperata situazione in cui versa il pronto soccorso del Moscati: 2156 accessi nei primi nove giorni dell’anno. Continuando su questa scia si raggiungeranno a fine anno numeri che hanno dell’assurdo e, ovviamente, cosa più importante, non si riuscirà a garantire un livello adeguato di servizio ad un’utenza sterminata. A fronte di questa situazione, presso il reparto vi sono tre medici (di cui due internisti ed un chirurgo), tre operatori socio sanitari e cinque infermieri. Con l’handicap per uno dei tre turni di avere

un chirurgo in allattamento, quindi con due ore praticamente scoperte ad inizio turno. Quindi, se questo è di mattina, dalle 8 alle 10, se di pomeriggio dalle 14 alle 16, non c’è nessuno a meno che non vi sia un codice giallo o rosso. In questo caso si stacca un internista per i primi soccorsi. «La verità –affermano alcuni addetti al reparto, costretti dalla normativa interna a rimanere anonimi per evitare sanzioni disciplinari- è che c’è poco personale a fronte di accessi di pazienti spesso per cose futili, di competenza dei medici di base».«L’avviso - afferma il direttore del Moscati Mario Borrelli - sarà opera

di qualche buontempone, ma resta il fatto che la situazione è veramente critica tanto che, nel corso di una riu-nione tenuta questa mattina (ieri per chi legge, ndr), ho avanzato una proposta provocatoria di accettare e curare solo i codici rossi e dirottare gli altri codici agli altri pronto soccorso della zona». La riunione alla quale accenna il diri-gente si è tenuta con i responsabili del 118 e dei pronto soccorso per affrontare la situazione di emergenza redigendo un apposito piano. «Credo - ha continuato Borrelli - che il dato da lei indicato pecchi per difetto. Non siamo al collasso, ma quasi. Se si considera che in tempi normali il pronto soccorso opera in emergenza, figuriamoci in casi straordinari come quello della chiusura del vicino pronto soccorso di Frattamaggiore. Stiamo acquistando direttamente con il nostro economato altre barelle. Il problema vero è che la medicina di base non fun-ziona come dovrebbe. Di conseguenza, presso il pronto soccorso giungono pazienti che vanno via dopo aver fatto al massimo una flebo». Una situazione incredibile ma vera che continua tra accuse e contraccusse da tempo imme-morabile.

I numeri della disperata situazione in cui versa

il Pronto Soccorso del «Moscati» di Aversa:

2156 accessi nei primi nove giorni dell’anno!

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SOS

Chi ha progettato via Roma non si è accorto che il percorso è di appena 40 metri?

Il non vedente Marco Olivetti, presidente dalla consulta cittadina dei diversamente abili, con una nota ufficiale trasmessa al commissario prefettizio Mario Rosario Ruffo ne ha chiesto la rimozione: «E’ stato realizzato un percorso tattilo-plantare da comiche o, se preferite, da via dei miracoli»

Percorso per non vedenti,che barzelletta!

Antonio Arduino

Via Roma, il percorso per non vedenti

Quando si parla di progetto migliorativo ci si riferisce alla proposta fatta dalle ditte parte-

cipanti ad una gara d’appalto per mi-gliorare, come dice la parola, il progetto originale presentato dal committente al fine di poter guadagnare punti necessari a vincere l’appalto. È questo il caso della ditta vincitrice della gara indetta dal comune di Aversa per il rifacimento di via Roma. L’arteria principale della città aveva bisogno di essere rifatta, un intervento effettuato nell’ambito del programma Piu Europa appaltato con un’apposita

gara alla quale hanno partecipato nu-merose ditte presentando le loro offerte migliorative. Una in particolare deve avere colpito la commissione aggiudi-catrice perché proponeva di abbattere la barriera architettonica molto sentita dai diversamente abili, specialmente se non vedenti, di essere il più possi-bile autonomi. In particolare di poter camminare per le strade della città in sicurezza, senza dover fare ricorso all’a-iuto di accompagnatore. Da qui l’idea di creare sui marciapiedi un percorso tattilo-plantare realizzato con una pavi-mentazione dotata di rilievi percepibili dai piedi dei non vedenti che permettono di camminare da soli, senza aiuto. Una

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SOS

idea brillante, peccato che il percorso realizzato sia di appena 40 metri e che non rispetti le norme di legge in materia di abbattimento delle barriere architetto-niche al punto che, dopo averlo definito “inefficace, pericoloso e fuorilegge”, il non vedente Marco Olivetti, presidente dalla consulta cittadina dei diversamen-te abili, con una nota ufficiale trasmessa al commissario prefettizio Mario Ro-sario Ruffo ne ha chiesto la rimozione. “In quanto - scrive nella nota - lascia l’utente disorientato su un percorso tattile non completo e con informazioni scorrette”. In proposito - ricorda Olivet-ti - “la nostra consulente tecnica, arch. Carla Cuomo, esperta di progettazione universale, presa visione dei grafici di progetto, attraverso specifiche relazioni tecniche, segnalava talune criticità ed invitava ad adottare sistemi di percorsi tattilo-vocali tali da garantire, in ot-temperanza della legislazione vigente, autonomia e sicurezza alle persone con disabilità percettive-sensoriali. L’asses-sore ai lavori pubblici, ing. Elia Barba-to, nell’intento di far rispettare quanto prescritto dalle specifiche norme da noi richiamate, disponeva, in accordo con l’ing. Torromacco e l’ing. D’Orazio, rispettivamente direttori dei lavori di via Di Jasi e di viale Olimpico, opportune varianti ai progetti che assicurassero l’adozione dei sistemi di percorsi tattilo-vocali LVE. Si stabiliva, quindi, che i progetti modificati sarebbero stati sottoposti all’approvazione della nostra consulente tecnica arch. Carla Cuomo e che la stessa, insieme ai suddetti tecnici, avrebbe effettuato sopralluoghi su cia-scuna delle strade di cui trattasi”. Tutto questo non è accaduto. “E - sottolinea Olivetti - da circa otto mesi ad oggi, an-cora non siamo stati informati sull’avan-zamento dei sopraelencati lavori”. Ed i risultati si vedono perché per eseguire il cosiddetto “progetto migliorativo” è sta-to realizzato un percorso tattilo-plantare da comiche o, se preferite, da via dei miracoli. Perché una volta imboccato il percorso che inizia circa un metro dopo l’ingresso principale dell’Annunziata il non vendente diretto al centro storico può camminare da solo per ben 40 metri poi o riacquista di colpo la vista o deve essere aiutato per continuare il cammi-no. Questo se non viene investito da chi esce dal parcheggio dell’università pro-prio dal punto in cui termina il percorso.

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AVERSA

Un ex dipendente comunale che vuole mantenere l’anonimato getta nuove ombre sul caso

L’ex dipendente municipale ci ha trasmesso una foto della pagina dello stradario comunale, pubblicato il 6 agosto 2009, in cui si legge chiaramente, nelle note relative alla natura delle strade, che via Cece è privata e non pubblica, come invece NerosuBianco ha dimostrato

Chi ha coperto sul Comune la sottrazione di via Cece?

Antonio Arduino

Via Cece ad Aversa

Oggi torniamo sul “caso” di via Antonio Cece che, come abbiamo dimostrato il numero

17 del nostro periodico, è stata sottratta all’uso pubblico per interesse privato. Lo facciamo per aver ricevuto la nota di un ex dipendente comunale che, chie-dendo l’anonimato per ovvie ragioni, prova a chiarire l’arcano ma riesce solo a suggerire nuove domande, originando il dubbio che nella vicenda, a livello comunale, qualcuno abbia commesso qualche errore volontario. L’ex dipendente municipale ci ha trasmesso una foto della pagina dello stradario comunale, pubblicato il 6 ago-sto 2009, in cui si legge chiaramente, nelle note relative alla natura delle strade, che via Cece è privata proprio a seguito della delibe-ra di giunta 296 del 2005. Ma la delibera in questione come ha specificato Nero su Bianco era fina-lizzata ad intitolare al vescovo Antonio Cece l’arteria di proprietà comunale. Perché se non fosse di sua proprietà nes-sun Ente potrebbe intitolare ad alcuno proprietà altrui. A questo punto sorge la domanda: si tratta di un errore

voluto per coprire qualche magagna o semplicemente un errore creato dalla superficialità di chi ha realizzato lo stradario? Volendo pensare bene siamo per la seconda possibilità dal momento che sfogliando lo stradario troviamo che ad Aversa c’è una strada intitolata a Don Giuseppe Diana. Secondo quel docu-mento ufficiale al sacerdote con l’atto di Giunta numero 296 del 1 ottobre 2004, sarebbe stata intitolata una strada lunga 150 m e larga 6 m 10 cm che va da piazza Principe Amedeo a piazza Muni-cipio. Un errore marchiano perché basta portarsi nella zona per rendersi conto

che a Don Giuseppe Diana non è intito-lata una strada ma una piazza. Resta il fatto che via Anto-nio Cece ad Aversa è stata sottratta all’uso pubblico per interessi privati, impedendo alla città l’utilizzo di due aree diventate di proprietà comunale per cessione all’ente comunale della cooperativa “Oasi 87”, che successiva-mente ha edificato in quella zona: due aree della superficie rispettivamente di mq. 1706 (diventata poi via Cece) e di mq. 4.838 (standard comunale). Questi sono i fatti sui quali sarebbe il caso che il commissario prefet-tizio Ruffo facesse luce.

Via Cece, l’amministratore la apre al pubblico

Questa la lettera che Felice Coscione, l’amministratore del condominio “Oasi 87” ha inviato al Commissario Prefettizio del Comune di Aver-sa, Ruffo e al Comandante della Polizia Municipale, Guarino.

“Il sottoscritto Coscione Felice, in qualità di amministratore pro tempore del condominio “Oasi 87” sito in Aversa alla via Michelangelo n. 141, comunica che in data 15.11.2015 è venuto a conoscenza attraverso la stampa locale, precisamente il giornale “Nero su Bianco”, che la strada di accesso ai box del condomino di cui all’oggetto, era, presumibilmente, di proprietà comunale e che era stata anche denominata via Cece. Dunque, in base a quanto scritto sul giornale, alla fine dei lavori di costruzione del parco era stata chiusa abusiva-mente con un cancello.Tale chiusura, si precisa, risale ad epoca antecedente alla nomina di ammi-nistratore del sottoscritto ed, inoltre, fino al momento della pubblicazione sulla stampa locale, non era mai stata sollevata da alcuno la problematica circa la proprietà della strada stessa, per cui era pacifico per il sottoscritto che fosse proprietà privata del Condominio. A testimonianza della buona fede dei Condomini si precisa ulteriormente che la realizzazione della strada e della pubblica illuminazione fu realizzata a cura e spese degli stessi con relativa manutenzione. Tuttavia, preso atto di tale situazione di incertezza vi è la piena disponibilità del sottoscritto e, dunque, del Condominio a rimuovere la chiusura della strada ed a consentirne il pieno utilizzo alla cittadinanza tutta, nel frattempo che se ne accerti la proprietà. Pertanto, a partire dalla giorno 01.12.2015 la strada sarà completamente aperta al pubblico ed il cancello po-sto a chiusura della stessa sarà bloccato per consentire l’accesso a qualsivoglia veicolo. A totale chiarezza si evidenzia che l’illuminazione della strada è stata fino ad oggi a carico del Condominio il quale una volta aperta la stessa non potrà più farsene carico”.

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AVERSA

Parla di pressapochismo e dilettantismo l’ex consigliere comunale di «Noi Aversani» Nico Nobis

Il consigliere ha anche evidenziato che l’opuscolo è stato curato da una ditta aggiudicataria di gara a seguito di regolare bando per circa 40mila euro: «Sarebbe interessante capire se l’errore è stato commesso da chi ha commissionato la brochure ossia l’amministrazione comunale o dalla ditta»

Brochure Differenziata, un bicchiere di troppo

Livia Fattore

C’è un bicchiere di troppo nella brochure per lanciare il nuovo calendario della

raccolta differenziata ad Aversa. Quale simbolo per la raccolta dei rifiuti indifferenziati, infatti, è stato scelto un’icona riproducente un bicchiere di plastica. Questo tipo di rifiuto, però, a ben leggere nella stessa brochure, deve essere buttato nella categoria «Plastica e metalli» che, proprio al primo posto riporta i piatti e i bicchieri in plastica.In relazione alla vicenda parla di pres-sapochismo e dilettantismo l’ex consi-gliere comunale di Noi Aversani, Nico Nobis, uno dei più vicini all’ex sindaco Giuseppe Sagliocco. L’avvocato aversano si è accorto di

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AVERSA

La novità nella raccolta differenziata è il passaggio

porta a porta per la raccolta del vetro

con cadenza settimanale

questa marchiana svista ed ha dichiara-to: «Come si può notare, c’è un errore abbastanza grave, in quanto accanto al simbolo della raccolta del Rifiuto indifferenziato è posto un bicchiere di plastica la cui presenza crea confusione nei malcapitati cittadini dal momento che nello stesso opuscolo la stessa amministrazione specifica, invece, che bicchieri e piatti di plastica vanno riposti in plastica e metalli». «Questo fatto - conclude Nobis - potrebbe creare un grave danno alla raccolta differenzia-ta e, di conseguenza, anche alla nostra città, facendole perdere eventuali pre-mialità in ordine alla percentuale della raccolta, per cui è opportuna un’im-mediata correzione e redistribuzione di nuovi opuscoli. Concludo evidenziando che l’opuscolo è stato curato da una ditta aggiudicataria di gara a seguito di regolare bando per circa 40mila euro. Sarebbe interessante capire se l’errore è

stato commesso da chi ha commissiona-to la brochure, ossia l’amministrazione comunale o dalla ditta».In questi giorni, infatti, anche in vista della collocazione di una serie di nuovi contenitori da sistemare presso i con-domini e le grandi utenze cittadine, è partita una nuova campagna di sensibi-lizzazione per migliorare la percentuale di raccolta differenziata ferma intorno al 50 per cento da diversi anni, senza che si riesca a migliorarla. La novità consi-ste nel togliere le campane di raccolta del vetro, quelle verdi, dalle strade ed effettuare un passaggio porta a porta per la raccolta del vetro con cadenza settimanale. Una novità voluta un po’ da tutti, tanto che il consigliere comu-nale di opposizione Michele Galluccio, forzista dell’ala anti Sagliocco, ha dichiarato: «Abbiamo dovuto attendere l’arrivo del commissariato per ottenere una decisione semplice da attuare, ma efficacissima sul piano dei risultati per la raccolta differenziata».

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Da noi non esistono sistemi di controllo. «Questo tipo di verifi ca era effettuato dalla Provincia»

Occorre installare centraline di rilevamento almeno nei punti critici, come piazza Fuori Sant’Anna e piazza Vittorio Emanuele, che permettano un’analisi continua della presenza di polveri sottili che, come suggerisce il WWF, non deve essere limitato alle PM10 gli inquinanti più noti

Polveri sottili, ad Aversa chi controlla?

Antonio Arduino

AVERSA

Secondo l’agenzia europea dell’ambiente l’inquinamento dell’aria provoca ogni anno

oltre 84mila morti premature, colpendo soprattutto bambini e anziani, causando allergie. asma, dermatiti, malattie respi-ratorie e aumentando il rischio di morte in chi è affetto da malattie cardiache e circolatorie. Per ridurre il rischio salute causato dalle cosiddette polveri sottili PM10, prodotte anche dagli scarichi delle automobili e dagli impianti di riscaldamento che hanno costretto nei primi giorni del nuovo anno moltissime città italiane ad imporre il blocco del traffico veicolare e disporre la riduzione

dell’orario di accensione e del-la temperatura degli impianti di riscaldamento, l’agenzia eu-ropea dell’ambiente ha fornito una serie di consigli uno dei quali si riferisce all’alimen-tazione, invitando i cittadini a consumare verdura fresca, frutta e cibi con proprietà antiossidanti. Nulla da dire se questi alimenti sono esenti da inquinamento ma se gli alimenti sono esposti. Senza alcuna protezione, in strada o venduti da ambulanti è possi-bile consumarne con sicurezza in una città dove il livello di polveri sottili è così alto da im-Controlli zero ad Aversa e nell’Agro aversano

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AVERSA

porre drastiche misure di prevenzione come il blocco del traffico veicolare o la riduzione dei tempi e delle temperature degli impianti di riscaldamento? È la domanda posta da un nostro lettore pre-occupato per la presenza di cibi messi in vendita senza alcuna protezione in banchetti improvvisati, posizionati sui marciapiedi antistanti molti negozi pre-senti nella nostra città. Probabilmente non si può parlare di cibo sicuro in una città in cui i livelli di inquinamento superano i limiti di legge, ma ad Aversa il livello d’inquinamento si controlla? “Ad oggi no. Nessuno controlla” risponde in maniera decisa Alessandro Gatto responsabile regionale per il settore ambiente del WWF. “Gli ultimi controlli sulla qualità dell’aria sono stati effettuati circa 20 anni fa, con centraline posizionate in alcune zone della città proprio dal WWF e i risultati non furono positivi” aggiunge. Un dato che non è cambiato negli anni. Infatti Aversa è presente nella lista nera dei 44 siti con livelli di inquinamento più alti della norma diffusa dal Ministero della Salute nel 2013. Le principali cause dell’inquinamento atmosferico ad Aversa sono ascrivibili ai prodotti volatili del riscaldamento di uffici

pubblici e abitazioni, all’inquinamento del territorio legato allo smaltimento abusivo di rifiuti di origine industriale, di rifiuti urbani e di rifiuti speciali trop-po spesso bruciati, sia nelle campagne che all’interno della città, e al traffico veicolare. È questo uno dei punti dolen-ti del problema perché se per impedire i depositi abusivi si fa qualche cosa, a fronte di oltre 39 mila veicoli intestati ai cittadini, registrati nel 2014 dall’Aci, e quindi, probabilmente, circolanti ai quali vanno aggiunti migliaia di veicoli provenienti dai comuni dell’hinterland che per tantissime ragioni arrivano quo-tidianamente ad Aversa contribuendo con gli scariche ad inquinare l’ambien-te, non c’è alcun sistema di rilevamento della qualità dell’aria. “Ad Aversa - conferma il comando di polizia municipale - non esistono centraline di controllo. Questo tipo di verifica era effettuato dalla Provincia”. Dunque non c’è controllo, quindi l’unica possibilità per rendersi conto della bontà dell’aria che viene respirato da chi vive, lavora o semplicemente cammina per le strade di Aversa è legata all’aumento delle malattie respiratorie, in particolare le forme asmatiche e quelle allergiche, oltre che

dall’aumentata incidenza di decessi causati da tumori polmonari e cerebrali. Quando agli alimenti esposti senza al-cuna protezione alle particelle presenti nell’aria l’unica notizia reperita sulla possibilità che producano danno alla salute arriva ancora una volta dal co-mando della polizia municipale che, nel 2007, ponendo il problema all’allora responsabile dell’unità di prevenzione collettiva dell’azienda sanitaria locale ebbe come risposta che non c’è nulla da temere giacché quell’ufficio rilascia “certificati di igienicità”. Probabilmente nel 2007 la risposta poteva bastare, nove anni dopo, dopo il dato fornito dal Ministero della Salute che nel 2013 ha inserito Aversa tra i 44 siti in cui i livelli di inquinamento sono più alti della norma, ricordando che la città è nel mezzo della Terra dei fuochi, dovrebbe essere necessario un interven-to di verifica. Sia installando centraline di rilevamento almeno nei punti critici, come piazza Fuori Sant’Anna e piazza Vittorio Emanuele, che permettano un’analisi continua della presenza di polveri sottili che, come suggerisce il WWF, non deve essere limitato alle PM10 gli inquinanti più noti ma non i soli.

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IL CASO

Vi raccontiamo quanto sta incredibilmente accadendo nel cimitero cittadino

Una storia che inizia nel lontano 1956. I problemi iniziano nel 2013 quando muore il titolare della ditta Iciec, Nicola Rocco. I due suoi dipendenti rimangono con affi damenti temporanei. Risultato: oggi non percepiscono una lira dal Comune che incassa 200mila euro all’anno per il loro lavoro

Lampade votive, Napolano e Vitolo lavorano ...gratis!

Raffaele De Chiara

Il commissario Ruffo deve assolutamente intervenire,

ovviamente premiando il grande senso di

responsabilità che Napolano e Vitolo hanno dimostrato

fi no a questo momento

Francesco Napolano

In redazione è venuto a trovarci Francesco Napolano che insieme a Salvatore Vitolo sta garantendo da

circa otto mesi il servizio lampade voti-ve nel cimitero di Aversa. La loro è una storia che merita di essere raccontata, anche per rispondere a qualche articolo di stampa “tendenzioso” e, soprattutto, per dare una risposta ai tanti nostri lettori che vogliono capire cosa sta ac-cadendo. Dal 1956 il servizio lampade votive nel cimitero cittadino è stato ga-rantito dalla ditta Iciec di Nicola Rocco, in virtù di un affidamento che per quasi sessant’anni, fino alla morte del titolare avvenuta nel mese di dicembre 2013, ha permesso di gestire il servizio in ma-niera privatistica. I problemi iniziano ovviamente con la dipartita di Rocco, i cui eredi prontamente comunicano al Comune di Aversa di non essere più disposti a proseguire nell’attività e a ga-rantire il servizio. E’ a questo punto che entrano in scena i dipendenti della ditta Napolano e Vitolo che costituiscono una ditta per proseguire l’attività. La Giunta Sagliocco recepisce la doppia esigenza, da un lato garantire un servizio indi-spensabile ai cittadini e dall’altro salva-guardare i due posti di lavoro che sono anche posti di esperienza, in quando Napolano e Vitolo operano nel cimitero da oltre vent’anni. L’Amministrazione comunale, in regime di emergenza, dà un primo affidamento semestrale alla nuova ditta, la NaVi snc. In attesa di una decisione politica che però tarda ad arrivare. A settembre del 2014 arriva il secondo affidamento. Sono i giorni del black out originato da improvvisi e fortissimi temporali. Napolano e Vitolo lavorano n maniera indefessa per ripristinare l’impianto. Tutto sembra

andare bene. Nel febbraio 2015 scade, però, il secondo affidamento. Napolano e Vitolo tornano ad essere improvvisa-mente “abusivi” pur lavorando otto ore al giorno per garantire la manutenzione alle circa diecimila lampade in fun-zione e per attivare le nuove utenze. Sagliocco rimanda la risoluzione del caso all’approvazione del bilancio comunale, nel quale viene appostata una somma di € 24.000 per pagare la ditta nei mesi rimanenti dell’anno. E qui diciamo subito che Napolano e Vitolo non gravano sulle tasche dei citatdini aversani perché il Comune introita per il loro servizio nelle sue disastrose

casse oltre 220.000 euro l’anno, a fronte di “misere” bollette per fornitura elet-trica che non superano i diecimila euro all’anno. Il danno e la beffa sono subito spiegati. Dal giugno scorso Napolano e Vitolo non hanno sospeso il servizio e lo hanno fatto assolutamente a loro spese. Non solo non hanno preso un euro dal Comune di Aversa per il loro lavoro, ma hanno anche provveduto ad acquistare i materiali occorrenti (cavi, lampade, portalampade, nastro isolan-te) per garantire la manutenzione alle lampade e l’attivazione delle nuove. Senza contare il fatto che l’impianto è vecchio e necessità di manutenzione straordinaria quotidianamente. Napo-lano e Vitolo non hanno potuto parlare con il Commissario. Il nuovo dirigente Stefano Guarino assieme al direttore Nicola Menale hanno fatto orecchie da mercante o non sono a conoscenza del “disastro”. Sta di fatto che Napolano e Vitolo non posso fare di più: garantisco-no la manutenzione ordinaria ma non i nuovi allacci in certe zone del cimitero perché occorrono ripristini strutturali. Fino a quando la situazione potrà andare avanti? Ruffo deve assolutamente inter-venire, ovviamente premiando il grande senso di responsabilità che Napolano e Vitolo hanno dimostrato fino a questo momento.

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RagionamSconveniENTI di Mario Francese

E tu da cheparte stai?

Un uomo che ha fatto dell’estro e della sensibilità artistica le ragioni di una vita

Michele Gioia, un amico da ricordare per sempre

Michele Gioia

Tutti insieme appassionatamente, ma in rigoroso ordine sparso, verso le elezioni amministrative

aversane di giugno 2016. Possiamo già essere certi che lo spettacolo di varietà sarà garantito al popolo festante come in una sorta di anticipo di «Estate ad Aversa».E finalmente godremo di un pò di di-vertimento utile a rompere il plumbeo e narcotizzato grigiore di questa ex città.Sul palcoscenico di questa festa saranno presenti tutti, ma proprio tutti i più affermati politici «neomelodici» aversa-ni, sia vecchi sia soprattutto «giovani vecchi» sia in forma personale e diretta sia in rappresentanza di famiglie, tribù e condominii vari.Con bandiere e simboli di partito?Giammai! Solo liste civiche, please....i partiti, semmai, saranno in secondo piano perché notoriamente «passati di moda». Sì, ci saranno tutti, a partire da chi nel simbolo del suo neo-movimento

civico ha esposto la bandiera dell’Iran (confusa con quella italiana) diciamo ...con una certa involontaria coerenza!Ci saranno i rissosi transfughi di destra e di sinistra che si autocandidano a Sinda-co solo per «non fare» o «tornare a non fare» i consiglieri comunali. Ci saranno gli sfortunati ed inconsapevoli portatori di handicap mentale ancora convinti che Aversa sia territorialmente, socialmente, strutturalmente ed economicamente un’isola racchiusa tra il ponte di Teve-

rola ed il Ponte Mezzotta. Ci saranno gli esaltati mitomani ed i prezzemolini di sempre, come certi personaggi della provincia felliniana, pronti a tuffarsi nel battage elettorale solo per rime-diare qualche «selfie» in primo piano.Ci saranno i «nuovi duri e puri» portatori in politica dell’incrollabile certezza che un onesto ciabattino possa e debba sostituire in tutto e per tutto un disonesto chirurgo d’urgenza.E non mancheranno (per la verità, sono sempre attivi) i «Soloni» che pontifica-no «a perdere» dai comodi e caldi salotti di casa propria, pur guardandosi bene di scendere in strada e «sporcarsi le mani».Divertimento assicurato, pertanto, per quanti aversani, disillusi o meno, frequenteranno la «piazza» fino al prossimo giugno, seppur col piccolo inconveniente dell’essere tirati per la giacca da questo o quel candidato.«Tu da che parti stai?». «Dalla mia...ed è già molto difficile».

Con Michele Gioia è andato via un pezzo di me. La grande fami-glia di NerosuBianco ha perso

non solo un prezioso collaboratore ma l’amico sempre disponibile, straordina-riamente generoso e sensibile. Michele Gioia non era solo un pubblicitario, come amava definirsi, ma un creativo a 360 gradi, un uomo che ha fatto dell’estro e della sensibilità artistica le ragioni di una vita. Formatosi profes-sionalmente in una importante agenzia pubblicitaria di Milano, Michele Gioia fin da giovane si divide tra gli studi di Architettura e le sue grandi passioni, la grafica e la pittura. Inizia alla metà degli anni Settanta una carriera fortu-nata che lo porterà ad essere uno dei pubblicitari più apprezzati del panora-ma italiano. Alla guida della Mebius Advertising, l’agenzia di pubblicità che apre ad Aversa in via Corcioni, è autore

di autentiche performance sia a livello nazionale (dove si impone con il nuovo marchio di Ferrovie dello Stato) sia a livello locale (sua l’invenzione della prima guida allo shopping aversano dal titolo “aversando aversando”). L’ho conosciuto quando Raffaele Sardo lo chiamò a ridare brio a “Lo Spettro”, che Michele trasformò da periodico mensile a prima rivista d’informazione a colori di Aversa e dell’Agro. Con i suoi preziosi consigli iniziammo NerosuBianco per il quale Michele Gioia inventò la testata ed il progetto editoriale. Ho avuto la fortuna di stargli vicino nella sua ultima grande opera d’arte: quel presepe ambientato nell’amatissima “Corricella”, il borgo marinaro più antico di Procida, che volle donare alla figlia Veronica. L’amore per l’arte e per la sua famiglia lo ha aiutato ad affrontare con fede anche gli ultimi

difficili giorni. Dal 4 gennaio scorso Michele Gioia, hanno scritto due amici di sempre come Enrica Cristiano e Claudio Del Villano, è con Iddio “che lo attendeva per dipingere i mari e le volte celesti”. Ma so che anche da lassù continuerà a starmi vicino e a darmi quei preziosi consigli che solo lui sapeva dare. Ciao, Michele.

Nicola De Chiara

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di Geppino De Angelis

Un pizzico di umanità anche per Cosentino

Premesso che abbiamo il massimo rispetto per la magistratura, le cui decisioni vanno osservate ma

nulla vieta che possano essere discusse quando sembrano non essere osservanti di quel minimo di umana sensibilità che ci dovrebbe essere sempre, ha suscitato non poche polemiche la decisione di negare alla moglie di Nicola Cosentino (nella foto) il permesso di far visita al marito in occasione delle festività natalizie. Non siamo in grado di conoscere i motivi del doppio rifi uto opposto alla richiesta avanzata dalla signora Cosentino ma, a prescindere dal fatto che il nostro ex alunno si trova coinvolto nelle vicende giudiziarie da oltre due anni, non ci sembra di ricordare che lo stesso trattamento sia stato riservato a tanti altri accusati. Sembra che Nicola Cosentino sia il peggiore dei criminali, tanto da essere defi nito “socialmente pericoloso”. Da

anni, tra l’altro, illustri giuristi e anche politici di notevole caratura, di tutti gli schieramenti, stanno dibattendo sull’iniquità della carcerazione preventiva ma resta il fatto che il nostro ex alunno è in carcere da anni, senza dimenticare che il secondo comma dell’art. 27 della nostra Costituzione recita testualmente “L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna defi nitiva” e fi nora, ad onta delle varie……nefandezze che gli vengono addebitate, se non erriamo non c’è ancora un sentenza di condanna di primo grado. Ma Cosentino è tanto…“socialmente pericoloso” che non può nemmeno incontrare, dopo tantissimi mesi di carcerazione preventiva, la moglie in occasione del Natale che,

per antonomasia, è la festa della famiglia e per di più nell’anno della misericordia! A prescindere, comunque, dalle polemiche trasversali che ha suscitato il “caso” in segno di solidarietà umana per i coniugi Cosentino, non possiamo esimerci da una “puntura-

interrogativo”: dove sono fi niti, anche nelle nostre zone, i tantissimi pseudo amici di Cosentino, al quale devono le loro fortune politiche? Come mai fi nora, mentre stendiamo queste note, non c’è stata nessuna interrogazione parlamentare sul “caso”? Non di rado, da voci autorevoli, abbiamo sentito affermare che la legalità dovrebbe essere coniugata con l’umanità: solo chiacchiere, come dimostra il “caso” Cosentino!

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Davvero meritiamo questo?

miomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomio di Giuseppe Chiatto

Nel mio ultimo articolo segnala-vo l’incapacità dei “politicucci” aversani di gestire la situazione

politica della nostra città, non c’è nulla da fare, i “nostri politicucci” sono nati “eterni secondi”, e tale rimarranno. Nel Pd è inutile ricordarlo si attendono anco-ra gli oracoli dei “teverolesi” nemmeno stessimo parlando di Isaia o di Gesù nel Tempio. Il che mi fa pensare che il Pd ad Aversa non ha potere decisionale, quindi se non hanno il coraggio di portare avanti le loro scelte, nella loro città, e, di mettere elegantemente alla porta chi non è di Aversa, non dovrebbero nem-meno chiedere il voto a noi aversani ma altrove. Nel Centrodestra nell’ultima Ammi-nistrazione siamo stati testimoni di una sorta di dittatura con una sfilza di lecchini, ruffiani, nullatenenti, che un tempo venivano chiamati semplicemen-te “schiavi”. Risultato? Il centro-destra

è come il centro-sinistra, allo sbando. Il problema è che comunque dobbiamo andare a votare, è un nostro diritto e se non lo facciamo noi, lo faranno gli altri e gli altri scelgono sempre Barabba. Tutto questo l’ho sottolineato perché qualche giorno fa, su un noto quotidiano è appar-so un articolo, che ha suscitato ilarità tra i cittadini. L’articolo che ha destato tanta meraviglia tra i cittadini aversani è stato quello che su un noto quotidiano diceva testualmente: “Nicola Palmese, primo

dei candidati Sindaco”. Ovviamente il candidato Sindaco rilasciava un’in-tervista alla giornalista e si presentava come imprenditore; strano, ero convinto che fosse un astrofisico, ma nel dubbio ho domandato in giro ed è risultato che Palmese è un pensionato, tanto è vero che fu pure candidato qualche anno fa nella lista dei Pensionati, con una buona affermazione di voti. Quanti? Uno ov-viamente, ma forse è meglio se lo scrivo a numeri, sempre 1. Ora, cari lettori, vi domanderete perché manifesto tanta cat-tiveria su tanta povera gente? Ebbene, innanzitutto perché sono realmente cat-tivo e, poi, perché vi voglio dire che la colpa di tutto questo è dovuta al fatto che molti di voi votano i “compari e com-parielli”. Risultato? Voteremo o quelli imposti dai “paesani” o gli “schiavi” o i “compari” o, in alternativa, l’astrofisico, pardon, il pensionato Nicola Palmese. Davvero meritiamo questo?

Barabba interpretato da Billy Zane

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di VITO FAENZA

Il silenzio non è sempre d’oro...

L’ultima volta che ho scritto che l’onestà non basta per fare un buon politico, mi sono preso

una serie di rimproveri da parte di un esponente pentastellato (ma quante sono le stelle ad Aversa?). Con quello che scrivo oggi me ne prenderò altri, ma poco importa, lo dò per scontato ricevere insulti (o cose simili), da chi non ha che il qualunquismo come arma propagandistica. Detto questo credo che tutti conosciate la vicenda che si è svolta a Quarto. Il problema non è, però cosa sia avvenuto, ma il fallimento di questi partiti liquidi, dove la democrazia è solo virtuale, nei quali c’è un serio rischio di inquinamento. La cosa non riguarda solo i pentastellati, ma tutti i partiti nati dopo la seconda Repubblica. Non è sicuramente (e non lo è stato) un partito Forza Italia, non lo sono stati i Ds o la Margherita, non lo sono i Leghisti o i Fratelli d’Italia, non lo è, nel senso classico della parola, il Pd. Un partito è una cosa seria: ha uno statuto, degli organi dirigenti, delle regole e non è che uno si sveglia la mattina e decide la sorte degli altri. Al contrario vediamo che invece di discutere di cosa si deve fare c’è una personalizzazione della politica, una pratica di insulto continuo, una serie di goliardate vergognose, fatte solo per attirare le telecamere e qualche titolo di giornale. La così detta anti-politica con la vicenda di Quarto ha dimostrato di aver appreso bene i metodi e i comportamenti della vecchia politica. Anzi c’è una tendenza allo stalinismo politico. Non potendo mandare in Siberia chi non ha la tua stessa opinione, lo si espelle dal

partito. Ma nessuno si chiede: di chi è questo simbolo, di chi è il partito. E principalmente chi sono gli esponenti di questo. La regola è sempre “rimaniamo zitti fino a quando non ci beccano con le mani nella marmellata”. Poi diamo la colpa al Pd che è al governo e ai suoi

aderenti. Ma di quel nostro esponente arrestato perché faceva le estorsioni, in Veneto, o di quell’altro, in Liguria, perché parlarne? E gli unti dal signore (non adombratevi cari pentastellati, la questione non riguarda solo voi) si moltiplicano, fanno movimenti e liste civiche, aspirano a diventare sindaci per noi poveri cittadini, ma non ci dicono come vogliono migliorare la nostra vita. Basta con questa cretinata dei compensi dei politici e dei vitalizi. E’ solo propaganda qualunquista. Basta con le decisioni prese dall’alto. E principalmente cerchiamo di parlare, invece di fare monologhi pieni di insulti.La verità è che alcuni esponenti del M5S avevano puntato tutto su Quarto ritenendolo il grimaldello per poter scardinare una città, Napoli, e i piddini hanno reso tutto facile. Poi, scoppiato il pateracchio, sembra di essere all’asilo infantile. Noi abbiamo espulso questo, mentre voi avete 86 inquisiti si ode

squillare a manca, mentre a si risponde che nessuno ha il primato morale a prescindere. Obiezione: siete il partito più inquisito d’Italia. Risposta: ma avete presentato le scuse alle persone che avete attaccato e che sono state assolte per non avere commesso il fatto?

Sembra di essere all’asilo infantile. Cosa succederà ad Aversa? Non lo so! Per ora vedo che si applica il codice borbonico (ma era immaginario e mai veramente esistito) del “facimme ammuina” con candidati che vanno da sopra a sotto, da destra a manca, da prua a poppa. E siamo ancora a cinque mesi dalle elezioni,

figurarsi cosa succederà nei prossimi. In attesa di conoscere quelle che sono le vere decisioni degli antipolitici, i risultati delle primarie (se si faranno) del centrosinistra, delle decisioni della sinistra e di quelle che fu la destra di governo, ma non di lotta, non ci resta che guardare le partite di calcio dell’Aversa Normanna, del Volley, lanciato (si spera) verso una promozione, e sognare con la maglia azzurra del Napoli che possa essere vero il proverbio del non c’è due senza tre. Forse sono cose più serie della politica nostrana e non solo. Vorrei soltanto dire che se qualcuno ha da contestare qualcosa, invece di mettere le sue critiche su social network (facendo fare una brutta figura all’addetta stampa di turno, dimostrando che non conosce le regole basilari del giornalismo) può mandare una e mail a Nero su bianco. A meno che non si voglia declamare in solitudine per convincersi che quello che si dice è vero.

Il Sindaco di Quarto, Anna Capuozzo

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L’ALLARME

Che confusione nelle norme che regolano l’uso del colorante E 153 negli alimenti!

La Commissione europea ne ha vietato l’uso nei formaggi a pasta filante ma questo non vuol dire che ingerirne sia pericoloso per la salute. perché la stessa Commissione europea ne ha approvato l’uso sanitario. Insomma non si capisce se l’uso del carbone vegetale fa male o fa bene alla salute

Mozzarella nera, l’Europa dice ...ni!

Antonio Arduino

Nel pane il carbone vegetale non può essere presente ma è presente in grissini, gallette,

taralli ed altri alimenti sostitutivi del pane. Capito?

Pane nero e mozzarella nera, gra-zie al carbone vegetale utilizzato come additivo, si possono pro-

durre e si possono mangiare senza pe-ricolo per la salute? La domanda è con-seguenza dell’allarme lanciato da alcuni servizi televisivi in cui è stato toccato il tema per fare spettacolo senza, però, affrontarlo in maniera complessiva. E allora proviamo a farlo noi. Partiamo dalla mozzarella di bufala nera che viene venduta in alcuni esercizi commerciali della zona. Premesso che “mozzarella di bufala” è solo quella Dop Campana - marcata Dop - prodotta con latte pre-levato da bufale allevate nelle aree Dop del casertano e del salernitano utilizzato entro 60 ore dal prelievo, altrimenti va definita mozzarella fatta con latte di bu-fala, se il colore nero non vi ispira una sensazione negativa la mozzarella nera si può anche mangiare, in realtà sarebbe meglio dire si potrebbe anche mangiare perché le norme europee che regolano l’uso dei coloranti negli alimenti (CE n. 1333/2008, reg. UE n. 1129/2011) vie-tano l’uso nei formaggi a pasta filante del carbone vegetale. Questo additivo che rende nera la mozzarella è una forma di carbone finemente suddiviso, ottenuto mediante attivazione a vapore di materie prime di origine vegetale carbonizzate. In pratica è una sostanza organica naturale, derivata dalla de-composizione del legno in assenza di combustione. Viene impiegato come ingrediente salutista o come colorante, come tale è classificato con la sigla E 153 dalle norme europee sugli additivi utilizzabili negli alimenti. Come detto in precedenza, la Commissione europea ne ha vietato l’uso nei formaggi a pasta filante ma questo non vuol dire che

ingerirne sia pericoloso per la salute. perché la stessa Commissione europea ne ha approvato l’uso sanitario. Affer-mando che: “contribuisce alla riduzione dell’eccessiva flatulenza post-prandia-le” e imponendo che nell’informazione commerciale, fornita all’utente tramite etichette, cartelli nei punti vendita, pubblicità sia specificato che tale effetto è valido “solo per un alimento che contiene 1g di carbone vegetale per porzione quantificata e che l’effetto be-nefico si ottiene con l’assunzione di 1g almeno 30 minuti prima del pasto e di 1g subito dopo il pasto, considerando, in pratica, il carbone vegetale come un farmaco, utile se preso nella dose giusta, dannoso se preso in eccesso. Perché, pur non rilasciando sostanze tossiche o

potenzialmente tali ed essendo sicuro al punto da venire ammesso in una ampia gamma di integratori alimentari, auto-rizzati ed elencati dal Ministero della Salute. superando le dosi indicate essendo una sostanza capace di assorbimento non selettivo, tant’è che viene usata in caso di avvelenamento, il carbone vegetale assorbe anche i principi attivi dei medicinali riducendone o annullandone l’effetto terapeutico, a secondo della quantità assunta. Tenendo bene a mente questo importante particolare, cosicché chi decide

di fare uso di alimenti al carbone vegeta-le ne ottenga solo beneficio va ricordate che la sostanza colorante indicata come E153 è ammessa nell’Unione Europea in un’ampia gamma di alimenti, come i formaggi stagionati arancione, giallo e di colore biancastro, la pasta di pesce, i crostacei, i crostacei precotti, il pesce affumicato e vari prodotti da forno. Quanto al pane, secondo alimento oggetto della domanda dei consumatori, non figura nell’elenco stilato dall’Unio-ne Europea degli additivi utilizzabili come colorante negli alimenti. Sulla base delle norme comunitarie il carbone vegetale o E153 non può essere presente nella produzione del pane propriamente detto ma può essere usato per produrre alimenti sostitutivi del pane come gris-sini, cracker, gallette, freselle, taralli, fette biscottate ed altri. Infine va sottolineato che quando il contenuto in carbone vegetale negli alimenti è molto basso, tecnicamente definibile carry over, per legge non è obbligatorio indicarne la presenza negli ingredienti cosicchè viene assunto inconsapevolmente.

La mozzarella nera di bufala

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LA QUERELLE

I sindacati della Cgil Cisl, Uil e Sulpl del Comune di Aversa minacciano lo stato di agitazione

«La nota sottolinea - affermano i sindacalisti - la grande amarezza del personale non dirigente e non destinatario di particolari incarichi. Amarezza che nasce dalla continua disattenzione e stra-fottenza della parte dirigente proprio verso questo personale»

«Gli extra ci sono soloper i Dirigenti»

Livia Fattore

Deiezioni ed educazione

Espletare funzioni vitali rientra nella normalità. Raccogliere ciò che consentite di fare ai vostri amici a 4 zampe per le vie e i marciapiedi sarebbe da persone civili. E i controlli delle autorità... inciampati sulla cacchetta!?

Il municipio di Aversa

«La dirigenza al Comune di Aversa non perde occa-sione per nominarsi desti-

nataria di extra mentre per i dipendenti comunali si scontrano sempre con la ca-renza di fondi. Chiediamo una maggiore attenzione pena la dichiarazione dello stato di agitazione». A scriverlo in una nota i rappresentanti sindacali di Cgil Cisl, Uil e Sulpl del comune di Aversa che, come si ricorderà, è commissariato dallo scorso mese di settembre.«La nota sottolinea - affermano i sindacalisti - la grande amarezza del personale non dirigente e non destina-tario di particolari incarichi. Amarezza che nasce dalla continua disattenzione e strafottenza della parte dirigente proprio verso questo personale. Oramai sono anni che quando si tratta di riconoscere qualche piccola cosa a questo personale

le procedure sono complicatissime, gli iter lunghissimi, in pratica è quasi impossibile. Quando invece si tratta di riconoscere cose molto consistenti ai pochissimi altri tutto funziona alla perfezione e non esistono ostacoli o ritardi. Ovviamente si tratta di vicende che avviliscono gravemente il personale che lavora».L’episodio scatenante è la mancata erogazione questo mese, nonostante

gli accordi sottoscritti in delegazione trattante, al personale dipendente non dirigente e non destinatario di somme esclusive dell’anticipo della produttivi-tà pari ad € 240,00 lordi per circa otto mesi (indennità di disagio e di rischio). Ma si ricorda anche «la improvvisa spa-rizione dei fondi ex art. 208 codice della strada destinati ai servizi aggiuntivi del personale della polizia municipale, vicenda che mortifica e danneggia non solo quel personale ma tutto, ricordia-mo la telenovela dei “ticket mensa”, un problema ogni volta che devono erogar-si ed i surreali ostacoli manifestati per non erogarli quotidianamente a tutto il personale». Problemi che si dissol-vono quando si tratta di riconoscere emolumenti ulteriori ai dirigenti o altre figure apicali. «Per questo personale - si conclude - non esistono ostacoli e qua-lora si manifestino sono risolti in tempo reale con immediata costruzione di atti di ogni genere e natura».

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Nuove iscrizioni, il Secondo Circolo ha aperto le porte

Il Dirigente Scolastico con tanti docenti ha accolto i genitori, spiegando loro i progetti della scuola che faranno da corollario ad un ottimo insegnamento delle varie discipline

Un Open Day targato Tornincasa

Geppino De Angelis

Milly Tornincasa

Con l’arrivo di gennaio, da alcuni anni è tempo di iscrizioni sco-lastiche on line, il cui termine

di scadenza è fissato per il prossimo anno scolastico al 22 febbraio, mentre le domande possono essere presentate fin dalle 8,00 del 22 gennaio, anche se può essere anticipata la fase della registrazione al portale delle iscrizioni on line dal 15 gennaio con collegamento all’apposito sito. Un periodo, quello che precede le iscrizioni a scuola, che viene utilizzato da tutte le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado per presentarsi nella maniera migliore possibile ai genitori dei ragazzi che vanno alla ricerca della scuola migliore per i propri figli, tenendo nella dovuta considerazione l’ambiente, la logistica, la tranquillità, oltre che, ovviamente, la

preparazione, l’equilibrio, il senso del dovere del corpo docente, nel tentativo di non sbagliare la… strada che avrebbe negative conseguenze sulla formazione, sull’educazione, sull’istruzione dei propri figli, fin dalla scuola elementare e media. E l’occasione per presentarsi nella maniera migliore possibile ai geni-tori dei futuri alunni è offerta dall’open day, tra i quali una menzione particolare spetta a quello del Secondo Circolo Didattico che ha visto l’affluenza di tan-tissimi genitori sia presso la sede delle elementari in via De Chiara (plesso Liunguiti) ed in via San Nicola (plesso Sant’Agostino) sia presso il plesso dell’infanzia in via Ovidio. Per tutta la mattinata di sabato 16 gennaio, la dirigente scolastica Milly Tornincasa, con le collaboratrici e tutti i docenti, ha accolto i genitori, spiegando loro i progetti della scuola, da quello

sulla legalità all’amico computer, da “risolviamo… insieme” a “Children in Theatreland”, da “ Di te mi fido” a “Con Mani di Fata”; progetti che vanno inseriti “nella giornata mondiale dei diritti dell’infanzia”, nella “Festa degli alberi”, “Festa della legalità”, “Il giorno della Shoa”, “Le Foibe” che faranno da corollario ad un ottimo insegnamento delle varie discipline, utilizzando i laboratori di informatica, l’aula mul-timediale con Lim per le elementari, mentre i bambini dai 3 ai 5 anni avranno a loro disposizione quattro magnifiche aule, una ludoteca, la sala pranzo ed il servizio della mensa, potendo restare a scuola dalle ore 8,00 alle 16,00 dal lu-nedì al venerdì. Una scuola dell’obbligo tra le migliori delle nostre zone grazie all’impegno e alle competenze della di-rigente scolastica Tornincasa, del corpo docente e del personale Ata.

Duemila euro raccolti per «Un sorriso per l’Unicef»

«Pascoli», un Natale in solidarietà

Vaccinazioni nei Paesi poveri, tende scuole nei campi pro-fughi siriani. La scuola media

Giovanni Pascoli di Aversa, come ora-mai tradizione, nelle festività natalizie scende in campo con la solidarietà e mette in scena una giornata dal titolo significativo: “Un sorriso per l’Unicef”. Giornata con canti, numeri di ginnasti-ca artistica e mercatino solidale, il tutto con l’obiettivo di essere veramente utile alla causa della solidarietà.Alla fine, anche grazie ai salvadanai posti nella scuola con il motto «Non è un viaggio, ma una fuga», sono stati raccolti circa duemila euro, una somma che riuscirà a garantire diversi pro-

grammi Unicef: vaccinazioni per i Paesi poveri; realizzazione di tende scuola nei campi profughi ai confini con la Siria per i bambini in fuga dalla guerra civile in atto in quel paese; lotta alla fame e alla malnutrizione.Un’attività che ha fatto sottolineare alla dirigente scolastica Maria Rosaria Bocchino come l’istituto sia saldo sulle proprie tradizioni culturali, ma aperto al confronto e al dialogo con le altre culture, evidenziando l’educazione al sentimento. Un concetto ribadito anche dal vice presidente provinciale Unicef Francesco Di Virgilio presente all’iniziativa insieme alla responsabile provinciale Emilia Narciso. La dirigente

ha colto l’occasione per ringraziare tutto il corpo docente che si è prodigato per la buona riuscita dell’iniziativa e ha affermato di voler continuare sulla strada intrapresa. L’auspicio, anche se non dichiarato, è che la scuola media Giovanni Pascoli possa essere nomi-nata ambasciatrice Unicef e dei suoi valori, un riconoscimento che in questi anni l’istituto aversano ha decisamente meritato grazie alla continua attività a favore della solidarietà.

Italia Mauriello

Milly Tornincasa

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Il «querulo belato» continua anche nel 2016

Speravo che dopo le manfrine di fine anno dei nostri governanti, (che avevano ampiamente supe-

rato la soglia dell’indecenza), il 2016 ci riservasse un futuro privo della «sag-gezza» regalata tanto al chilo di Salvini, Gasparri, Verdini, Renzi, Berlusconi, Casaleggio & company. Speranza vana. La vacuità dei loro di-scorsi o l’improntitudine con la quale continuano a “svalangare” nelle nostre povere orecchie immani sciocchezze e balle colossali mi hanno già fatto venire il voltastomaco. Sono già stanco morto di stare ad ascoltare il loro vacuo blate-rare eppure siamo solo a gennaio.Quelli che, però, riescono a farmi incaz-zare più dei politici sono gli italiani. Un popolo che, a parte qualche rara eccezio-ne, somiglia più a un gregge di pecore che ai discendenti dei valorosi legionari di Roma. Ormai siamo un’accozzaglia di vigliacchi che non hanno più nulla a che vedere col coraggio dimostrato dai nostri avi che, ad esempio, combatte-rono sotto le insegne della Repubblica di Venezia, del Regno di Napoli e di Sicilia, della Repubblica di Genova, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana e del Ducato di Urbino nella vittoriosa battaglia di Lepanto contro i turchi. Ora siamo nella N.A.T.O. accan-to ai turchi, mentre i turchi finanziano allegramente l’I.S.I.S.Nel corso dei secoli ci siamo trasformati in tanti pecoroni che mai e poi mai sce-glierebbero di salire sulle montagne per diventare partigiani e lì morire combat-tendo il nazifascismo. Siamo diventati un popolo nel quale difficilmente potrebbe ancora nascere qualcuno come Salvo d’Acquisto, Fran-cesco Ferrucci, Cesare Battisti, Gugliel-mo Oberdan, Damiano Chiesa, Fabio Filzi, Francesco Rismondo o Nazario Sauro. Ormai sappiamo solo piagnuco-lare, e forse neanche quello sappiamo fare bene. Il querulo belato, infatti, che con frequenza irritante si leva dai nostri

mezzi d’informazione, dai social net-work o ascoltabile semplicemente cam-minando per strada è, oltre che insop-portabile, del tutto inutile. Lagnarsi in continuazione, dolendosi per le ingiusti-zie subite, maledicendo la sorte avversa non serve più a nulla. Anzi, no. Serve solo a legittimare chi si fa forte della cer-tezza che gli italiani sanno solo lagnarsi per poterli dominare, sfruttare, irridere e spremere come un limone, e questo solo per farsi i propri sporchi affaracci. Chi ci governa è convinto, a ragione, che mai, dicasi mai, gli italiani oltre ad alza-re la voce per dire basta, passeranno alle vie di fatto per bloccare le super pensio-ni d’oro, le mega truffe bancarie, i licen-ziamenti di massa, la rapina quotidiana dei nostri risparmi per finanziare alcuni partiti politici che sono, senza tema di smentita, delle autentiche associazioni per delinquere. Mai e poi mai il popolo italico capirà che il solo lamentarsi non porta da nessuna parte. Questo irritante comportamento remissivo, buonista da far vomitare, codardo e collaborazioni-sta (stile Kapò), è la garanzia, per chi sfrutta il potere per raggiungere i propri obiettivi (di solito latrocini) e/o soddi-sfare il proprio ego ipertrofico, di poter continuare, impunemente e all’infinito, a fregare il prossimo. Se non ci sarà una netta inversione di marcia e gli italiani

finalmente costringeranno con metodi democratici, non violenti ma decisi, i componenti di questa indegna e inde-cente classe politica a lavorare per il bene comune e non per il loro esclusivo interesse, credo proprio che la pratica del “belato querulo” debba essere inserita di diritto nell’elenco dei comportamenti autolesionisti e come tale curata oppor-tunamente dagli specialisti in malattie mentali. Ma capisco che per ribellarsi ci vuole coraggio. Coraggio di rinunciare alla propria piccola dose quotidiana di privilegio. Coraggio per doversi gestire la vita da soli, senza delegare ai potenti di turno il compito di “guidare” la tua esistenza e quella dei tuoi cari. Ci vuo-le coraggio per affrontare i problemi da soli e da soli trovare le soluzioni.Insomma, per liberarsi dal giogo occor-re forza d’animo e determinazione, e gli italiani del nuovo millennio non hanno più né la prima né la seconda. Per uscire dal baratro bisogna che ognuno, senza ulteriori indugi, trovi le energie mentali e fisiche per reagire. Ma prima, come fa-ceva lo scrittore e drammaturgo austria-co Arthur Schnitzler, bisogna porsi delle domande cui dare delle risposte sincere “Se ti senti disposto a essere conciliante, chiediti soprattutto che cosa ti rende in realtà così indulgente: una cattiva me-moria, la comodità o la codardia?”.

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AUGURI

18 ANNI!

Potete scriverci alla nostra e-mail: [email protected] Gli

annunci e le foto saranno pubblicati dando la priorità ai primi pervenuti

Auguri alla dodicenne Martina Mari-niello, figliuola dell’ing. Franco e della dottoressa Tonia Caterino, per l’onoma-stico che festeggerà il prossimo sabato 30 gennaio.

Tantissimi auguri alla signora Anna Lecce che il 31 dicembre ha festeggiato i suoi 40 anni attorniata dall’affetto del marito Enzo Romano, della figlia Gabriella e delle sorelle Concetta ed Angela. Auguri anche dalla nostra Redazione.

AUGURI

Giungano alla dott.ssa Mariarosaria De Angelis che il 22 dicembre ha varcato la soglia dei 50 anni, fervidi auguri da parte dei genitori Anna e Geppino De Angelis e quelli particolari del compa-gno Maurizio Golia.

COMPLEANNO

AUGURI

Attorniato dalla moglie prof.ssa Maria assunta Ciccarelli, dai figli, nipoti e parenti vari, ha festeggiato i suoi… primi ottanta anni il nostro amico d’adolescenza dottor Aldo Pirro. In pensione da quindici anni, continua a svolgere la libera professione; dal 2012 è “senatore” dell’ordine dei geologi. Mentre negli oltre quarant’anni della prestigiosa carriera ha raccolto nelle varie miniere da lui ispezionate molti minerali belli e rari, che intende donare a qualche struttura pubblica ancora da individuare

Tantissimi auguri dal profondo del cuore per i 18 anni di Vanna Tufano dai genitori Lello e Anna Tufano, dalla sorella Giovanna, dal fidanzato Felice, dalla nonna Giovanna Diomaiuto, dallo zio Vincenzo Tufano e da tutti i parenti e amici.

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SANITA’

Il dott. Pulella vuole aprire un dialogo con i cittadini di Aversa

Igiene orale e prevenzioneGentili lettori, colgo con piacere

la possibilità di poter aprire un dialogo con tutti i cittadini di

Aversa e dintorni per provare a condi-videre con Voi una serie di indicazioni e suggerimenti; iniziamo affrontando il quotidiano, cioè le nostre abitudini di vita.Questa scelta nasce dalla mia esperienza di studio, dove sempre di più rilevo “la non conoscenza” di alcune semplici regole e le conseguenti abitudini da rimuovere o modificare. Parliamo di igiene orale. Bisogna sapere che per prevenire la malattia parodontale in tutte le sue espressioni, quella che prima veniva definita “piorrea o la caduta di denti sani”, si deve combattere la placca batterica prevalentemente con le corret-te manovre di igiene orale.Viene spontaneo chiedersi come mai

poniamo tanta cura verso la nostra auto-mobile facendola lavare accuratamente e con scadenze estremamente ravvicina-te , mentre i nostri denti non li “portia-mo al lavaggio” dal dentista, se non in determinate occasioni. E’ buona norma sottoporsi a periodiche pulizie dei denti, inoltre questa pratica non determina alcun danno e nei casi più complessi è possibile avvalersi dell’anestesia. La pulizia dentale consente all’odonto-iatra una visita accurata e pertanto una elevata prevenzione nei confronti delle carie, delle patologie del cavo orale, verso problematiche occlusali, e tanto altro ancora. Non dimentichiamo che i batteri che albergano nel cavo orale pos-sono essere determinanti nello sviluppo di gravi patologie in distretti anche ben distanti dalla bocca. Quindi la prima abitudine di vita da acquisire è quella

di includere almeno una visita odon-toiatrica ogni sei mesi, per valutare la necessità di una seduta di igiene orale e per aggiornarsi in tema di strumenti de-dicati. Spesso il nostro unico veicolo di formazione/informazione è la pubblicità televisiva. Vorrei ricordare che questo tipo di informazione è di parte e spesso neanche qualificata, in quanto ha come scopo il profitto derivante dalla vendita dei prodotti industriali, mentre per l’o-dontoiatra lo scopo è esclusivamente la buona salute del paziente. Non volendo spaventare alcuno, ma volendo dare un dato che spesso passa sotto silenzio, il tumore del cavo orale è all’ottavo posto come causa di mortalità nel mondo. Per qualsiasi domanda scrivete a [email protected], dove un pool di esperti rispon-dere ai vostri quesiti.

dott. Carmelo Pulella

Carmelo Pulella

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IL CONCORSO

A S. Francesco il tradizionale concerto di Natale e il Concorso Presepe

Il significato del presepe è stato messo in risalto con significative espressioni dal vescovo Spinillo, mentre alla famiglia Vigliar-La Sala è stata assegnata una medaglia d’oro per aver provveduto a far restaurare l’antico, artistico presepe di San Francesco

Presepe, la 23a edizionenon tradisce le attese

Geppino De Angelis

Il presepe in corallo di Di Nardo

Veramente eccezionale (forse ancor più delle precedenti edizioni) il concerto natalizio

della corale di San Francesco, formata da giovani professionisti formatisi nei lustri scorsi sotto la giuda spirituale del rettore della monumentale chiesa, don Pasqualino de Cristofaro. Ad eseguire i tradizionali canti natalizi, non solo gli adulti ma anche i piccoli (quasi tutti figli dei coristi) che, guidati dalla bravissima Nadia Tinto e da Paolo Convertito. Se tutti i componenti della corale sono da elogiare riteniamo che un plauso particolare vada tributato ai “solisti” Nadia Tinto, Nicola Menditto, Geltrude Masella e Stefania Esposito. Un con-certo natalizio, quello della corale di San Francesco, che va di diritto inserito tra i migliori tra quanti si registrano in città e nell’intera provincia di Caserta nelle festività natalizie, il tutto grazie alla bravura dei coristi ed alla perfetta organizzazione della “Associazione

Amici del Presepe” il cui comitato è for-mato da don Pasqualino de Cristofaro, Nino Di Nardo, Lucia Pisano, Mimmo Stabile, Franco Matacena ed Emilio Iavarone. Nel corso della manifestazio-ne presentata magistralmente da Ivana Sozio, Nino di Nardo ha dato lettura di un interessante, vecchio articolo di Pi-ronti sulla storia e sulle varie specie del presepe, il cui premio aversano è giunto alla sua ventitresima edizione, con una quantità e qualità di opere presentate

che vanno progredendo di anno in anno. La giuria del premio ha giudicato meritevole del primo posto l’opera di Antonio Palumbo mentre ex aequo al secondo posto si sono piazzate le signo-re Raffaelina Nugnes, Giovanna Cirillo, Carla Della Volpe, la scuola “Rodari” di Cesa, l’Istituto Tecnico “Andreozzi” ed i signori Pasquale Sozio, Salvatore Erri-chiello e Vincenzo Sorbo ai quali sono state assegnate artistiche targhe, mentre diplomi ed attestati hanno ricevuto tutti i partecipanti al concorso. Un premio speciale è andato a Michele Gioia per la sua “Natività a Procida”. Il significato del presepe è stato messo in risalto con significative espressioni dal vescovo Spinillo, al quale è stata consegnata una scultura in legno raffigurante Gesù, la Madonna e San Giuseppe, ricavata da un solo pezzo di legno dal signor Giuseppe Di Grazia di Caserta, mentre alla famiglia Vigliar-La Sala è stata assegnata una medaglia d’oro per aver provveduto a far restaurare l’antico, artistico presepe di San Francesco.

Open Day del Liceo Scientifico di Trentola Ducenta

Presepe Vivente, un plauso ad Antico

Il liceo Scientifico di Trentola Ducenta ha aperto le sue porte al territorio in un open day dove a

imporsi, tra le varie iniziative, è stato soprattutto il “Presepe Vivente”. Tan-tissimi i figuranti scelti tra gli alunni del secondo biennio e del quinto anno, sono stati ricreati gli ambienti tipici del presepe con grotte e botteghe. Docenti ed alunni hanno trasformato entusiasmi e competenze in qualcosa di straordina-rio, che ha avuto un vero plauso da parte della Dirigente Silvia Molinaro che si è congratulata con i docenti e soprattutto

con la professoressa Giovanna Antico, organizzatrice di tutto.In mesi in cui una frenetica tensione attraversa la Scuola italiana, occupata a integrare nelle pratiche quotidiane le innovazioni dettate dall’ennesima e con-troversa Riforma, nel Liceo Scientifico di Trentola Ducenta i veri protagonisti della Scuola hanno saputo ritrovare il sapore autentico del “fare insieme”.Giovanna Antico, che ha ideato, proget-tato e seguito, in ogni sua fase, l’intero progetto, non facendo mai mancare il suo prezioso appoggio e spendendosi

senza sosta in energie fisiche e mentali, affinché tutto fosse curato nei minimi particolari. E l’apprezzamento per quanto realizzato ne è testimonianza.

Il presepe vivente a Trentola Ducenta

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AVERSA

Altro successo di rilievo per la scuola di hip hop di Alfredo Ruffo

L’evento è stato creato magistralmente dal breker Enrico Andreozzi e dalla federazione Csen 1 in Italia e giudicata dai campioni d’Italia di hip hop house e popping Dario Dange Claudi, Wolly e Sasa Perugini. Alla Decroly Ruffo coreografa alla sua maniera «Lo Schiaccianoci»

«Listen to my flow», vince la Ck Street Dance

Lello Ponticelli

Altro successo di rilievo per la Ck Street Dance di Alfredo Ruffo che a dicembre nel con-

corso coreografico e contest di hip hop, tenutosi a Maddaloni, dal titolo “Listen to my flow”, evento che giudica le mi-gliori crew campane, ha vinto l’under 13 coreografico e l’under 16.Tantissime le Crew che hanno parteci-pato, tantissimi costumi di scena e tanta bravura. L’evento è stato creato magi-stralmente dal breker Enrico Andreozzi e dalla federazione Csen 1 in Italia e giudicata dai campioni d’Italia di hip hop house e popping Dario Dange Claudi, Wolly e Sasa Perugini. A salire la vetta più alta del podio sono stati questi ballerini guidati magistralmente dal maestro Luigi Basilico e da Alfredo Ruffo: Chiara e Carlo Cafarelli, Angelo

e Gaetano Primizia, Viola Ferrigni, Ma-ria Sgulo, Arianna Andreozzi, Federica Commodo, Leonardo junior e Liliana Pagano, Giovanni Del Piano, Lucia Di Sarno,Tania Tomnyuk, Noemi Chmie-

lewska, Gaetano Primi-zia j, Rebecca Melillo e Daniele Micillo. Ma non è tutto. Alfredo Ruffo ha coreografato il Musical di Natale lo Schiac-cianoci di Cajkovskij, diretto magistralmente dalla regista attrice Rosa Farinaro, presentato dalla Scuola Decroly di Aversa, con i coreografi Francesco Mariniello e Anna Grassia. Sessanta bambini della scuola dai 5 ai 10 anni hanno emo-zionato l’intera platea,

con la scenografia di Ciro Rubinacci del teatro Bellini e musiche dirette da Paolo Convertito il tutto in uno spettacolo na-talizio che ha portato tutti magicamente indietro nel tempo.

Lo scorso 8 gennaio è stato presentato presso il circolo dell’Aeronautica ad Aversa

Il nuovo direttivo aversano di FareAmbientealla dieta mediter-ranea ed alle frodi agroalimentari. Tra gli obiettivi anche il rilancio delle attività del gruppo sul territo-rio, in particolare per la valorizzazione del-le aree verdi e dei beni culturali aversani. Alla presenza del co-ordinatore provincia-

le di FareAmbiente, Gennaro Caserta, dei generali dell’aeronautica Palermo e De Felice e del colonnello Franco Schiavone, sono stati presentati anche i numerosi nuovi giovani aderenti al so-dalizio ambientalista e sono stati espres-

Lo scorso 8 gennaio è stato presen-

tato presso il circolo de l l ’Aeronaut ica ad Aversa, il nuovo direttivo del labo-ratorio aversano del movimento ecologi-sta FareAmbiente. Il presidente Dario Autiero, nominato nel mese di dicembre, ha presentato le iniziative volte alla valorizzazione e tutela ambientale mediante lo sviluppo ordinato delle potenzialità del territorio aversano. Si prevede la realizzazione di convegni, con particolare attenzione

si ampi ringraziamenti al presidente uscente Salvatore Abate per l’opera svolta. Il laboratorio aversano è anche stato presente al recente convegno svol-tosi nell’aula consiliare di Teverola sul tema dello spreco alimentare nel terzo millennio, con l’intervento del presi-dente nazionale prof. Vincenzo Pepe, del coordinatore provinciale Caserta e del responsabile regionale avv. Della Corte. Nell’occasione si è evidenziata la farraginosità e la carenza del sistema normativo sull’argomento auspicando una più diretta collaborazione tra gli enti che si occupano di redistribuzione, quale la Caritas ed altre simili organiz-zazioni.

Salvatore de Chiara

Caserta e i giovani di FareAmbiente

La Ck Dance schierata durante le feste di Natale

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SPORT

Questa sera la Mobilya alle 18.00 si gioca il primato in campionato e la conquista della Final Four

Al Palajacazzi per la finale di Coppa Italia

Sarà un 2016 diverso per la squadra femminile di pallavolo in serie A2

Clendy obiettivo riscossa

Partenza con il botto nella prima gara ufficiale in trasferta della Mobilya Aversa nel 2016. I

ragazzi guidati da coach Bosco erano impegnati in una difficile partita contro la capolista Cis Reti Tlc Latina. Un in-contro così importante per il prosieguo del campionato, tanto che da Aversa, insieme alla squadra, si sono recati in terra laziale molti tifosi con un pullman organizzato dalla stessa tifoseria. Forse l’unico rammarico è che i ragazzi di Di Meo si lasciano sfuggire l’opportunità al quarto set di chiudere la partita, perden-dolo per 29 a 27, e quindi arrivano al tie-break, che vincono per 15 a 10, portando due punti a casa, che hanno sempre più il sapore di serie A. La classifica però al momento, alla penultima del girone di andata, ci vede secondi (27) proprio ad un punto dal Latina, e a pari punti con il Castellana, e nella giornata di oggi, ore 18.00 al PalaJacazzi di Aversa, occorre vincere a tutti costi la partita con S.N.T. Messaggerie Catania poiché

chiudere al primo posto, o come miglior seconda, significherebbe staccare il biglietto di ingresso per la Final Four di Coppa Italia, che ricordiamolo lo scorso anno si tenne, con un evento sportivo di grandissimo spessore, proprio nella nostra città. E pur essendo secondi que-sto è possibile, perché mentre Aversa giocherà con Catania, impegno sulla carta molto abbordabile, a Castellana Grotte, la squadra locale a pari punti con la nostra se la vedrà proprio con il Latina. Il risultato ideale per proiettarci

in final four, oltre alla vittoria netta ed indispensabile della Mobilya, sarebbe il tiebreak, con la vittoria del Castellana che ci regalerebbe in solitaria il primato in classifica. A Latina, comunque è stata impresa da veri leoni, e sugli scudi questa volta il gigante Cittadino e San-tagelo, protagonisti di una grandissima prestazione. Sulla carta poi il girone di ritorno dei ragazzi del presidente Sergio Di Meo è più favorevole. Infatti dopo aver disputato meno partite in casa all’andata, al ritorno, soprattutto i big match, con le rivali Latina e Castellana, ma anche Lagonegro e Leverano, si giocheranno al PalaJacazzi dove anche il tifo ed il calore degli sportivi aversani farà sentire la sua. Le ambizioni ma so-prattutto le premesse per riportare Aver-sa in serie dopo trent’anni ci sono tutti. Quindi questa sera tutti al PalaJacazzi, c’è da staccare il ticket per la finale di Coppa Italia ed i tre punti per il primato in classifica!

Giuseppe Lettieri

Sarà un 2016 diverso per la Clen-dy Aversa, la squadra femminile di serie A2 che, partita con tante

ambizioni, è stata fortemente ridimen-sionata dalla sfortuna, che le ha sottrat-to, durante il girone d’andata, diverse giocatrici per infortunio e anche diversi punti, complicandole una classifica che a pieno organico per la squadra di mi-ster Della Volpe sarebbe stata di sicuro diversa e con molti punti in più! Comunque domenica scorsa al Pa-laJacazzi, dopo i nuovi acquisti del mercato di gennaio, tra cui l’ultimo colpo proprio alla vigilia della partita con il Rovigo, con l’arrivo nella città normanna della schiacciatrice Nikolina Jelic, nazionale croata, reduce proprio dal torneo preolimpico di due settimane

fa, la musica è cambiata e le ragazze sono apparse rigenerate, vincendo con un perentorio 3 a 0. Una partita che sulla carta non era certo difficile ma che ave-va il sapore di riscatto in considerazione anche degli scontri dello scorso anno che videro proprio quelli della Beng Rovigo ridimensionare i sogni aversani. Insomma, la presidente Tina Musto e la società fanno sul serio e vogliono recuperare i punti persi durante il cammino, per puntare decisamente non solo alla salvezza ma soprattutto ai play off che erano l’obiettivo di inizio stagione, prima che la mala sorte si accanisse contro la squadra. Capitano Elena Drozina, protagonista nella sfida con le veneti, così come Astarita, la stessa Jelic non ancora integrata a pieno,

ma diamo tempo al tempo e anche la centrale Camilla Neriotti recupererà. Adesso difficile trasferta oggi ad Olbia, con l’auspicio che la “remuntada” sia davvero iniziata, poiché attualmente la posizione di classifica vede la Clendy in play out retrocessione ma solo a tre punti dai play off promozione! Biso-gnerà tener duro fino alla fine, punto su punto! Forza Clendy.

Pasquale Bosco e Sergio Di Meo

Tina Musto alla presentazione

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L’INCONTRO

Presso la Libreria «Il Dono» un progetto nato per sensibilizzare le persone all’ascolto della musica

La particolarità dell’iniziativa, e il conseguente successo, sono legati al fatto che prima dell’esecuzione di un movimento, con una rara dote comunicativa Amirante descrive con le parole quello che da lì a breve eseguirà con il suo magnifico violino

Amirante, «Stravaganze musicali in prova»

Giuseppe Cristiano

Domenica scorsa, presso la Libreria Sociale Regionale “Il Dono”, in piazza Don Peppe

Diana ad Aversa, un folto pubblico, composto di oltre un centinaio di amanti della buona musica, ha avuto la fortuna di assistere a un evento che resterà, per molto tempo, nell’angolo dei loro ricordi più cari. Questi fortunati, infatti, hanno assistito a quelle che gli stessi protagonisti definiscono “Stravaganze Musicali in Prova”, ma che di “strava-gante” non hanno nulla, se non il facile accostamento con “La stravaganza”, una raccolta di dodici concerti compo-sta da Antonio Vivaldi.

E, appunto, il grande com-positore e violinista veneto, Antonio Lucio Vivaldi, esponente di spicco del tardo barocco veneziano, è stato il protagonista assoluto della memorabile giornata, grazie alle magnifiche ese-cuzioni dell’Ensamble del maestro Edoardo Amirante, al quale abbiamo chiesto di illustrarci l’iniziativa: “Stra-vaganze Musicali in Prova è un progetto musicale nato per sensibilizzare le persone all’ascolto della musica e, quindi, consentire loro di conoscere, attraverso delle Amirante con la sua Ensamble a «Il Dono»

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L’INCONTRO

prove realizzate con umiltà e semplicità da giovani maestri, come si struttura e come viene sviluppata la realizzazione di un repertorio musicale che parte dal 1600 per giungere fino ai giorni nostri. Con questo progetto vogliamo consen-tire a tutti gli amanti della buona musica di vivere esperienze di condivisione culturale e, naturalmente, musicale. Con questa iniziativa, inoltre, intendia-mo aprire le porte a tutti quei musicisti che hanno voglia di partecipare alla formazione di un’orchestra stabile che sarà intitolata a uno dei tre grandi compositori aversani e, nel contempo, dare la possibilità ai semplici appassio-nati della buona musica di assistere dal vivo, a distanza davvero ravvicinata, alla costruzione di un evento musicale”. Nel corso di questa prima giornata di prove, precedute da una presentazione della figura e dell’opera di Vivaldi da parte del nostro amico e collega Mario Francese, e dalla lettura di un intenso testo scritto per l’occasione da Mario Panarella, sono state eseguiti tutti e tre i movimenti della Primavera, preceduti da una vera e propria lezione di musica impartita dal maestro Amirante. La particolarità dell’iniziativa e il conseguente successo della stessa, sono legati proprio al fatto che prima

dell’esecuzione di un movimento, con la massima semplicità e con una rara dote comunicativa Edoardo Amirante ha descritto con le parole quello che da lì a breve avrebbe eseguito con il suo magnifico violino del ‘700. L’Ensamble, formato oltre che dal vio-lino solista di Amirante, dal violino di Guido Esposito, dalla viola di Lorenzo Iaquinta, dal violoncello di Davide Maria Viola e dal Pianoforte elettronico Yamaha (che riproduceva in maniera impeccabile il suono del Clavicembalo) di Marco Fiorenzano, ha eseguito tutti i tre movimenti di cui consta la Primave-ra. Preceduti e seguiti dalle interessanti spiegazioni del maestro Amirante, sono stati eseguiti i tre momenti della sta-gione: il canto degli uccelli (allegro), il riposo del pastore con il suo cane (largo) e la danza finale (allegro). I musicisti con i loro strumenti hanno riprodotto, così come voleva Vivaldi, il

canto degli uccelli, il fruscio del vento, l’abbaiare del cane. Il pubblico si è sen-tito a tal punto trasportare nelle scene bucoliche immaginate dal grande genio veneziano da applaudire ripetutamente tra un’esecuzione e l’altra (cosa che in teatro si dovrebbe fare solo al termine del concerto). Tutti hanno gradito l’impostazione data all’evento. Molte domande sono state rivolte ai musicisti per chiarire alcuni aspetti legati all’intera opera del Vivaldi. Al termine della performance, su proposta dell’avv. Lello Santulli, è partita anche una sottoscrizione per raccogliere fondi da destinare alla costituenda Orchestra Stabile. Il Prof. Fortunato Allegro, presidente della Libreria “Il Dono”, ha invece, sottoli-neato ancora una volta come il progetto del restauro della Cassa Armonica in Villa Comunale, dopo non essere stato una priorità dell’Amministrazione Sa-gliocco, non sembra essere nemmeno una delle priorità del Commissario Prefettizio. Visto il notevole gradimento del pub-blico e le richieste di ulteriori appunta-menti in tempi ravvicinati, “Stravagan-ze Musicali in Prova” proseguirà con cadenza quindicinale e non mensile, sempre presso la Libreria “Il Dono”.

Al termine della performance è partita anche una

sottoscrizione per raccogliere fondi per la costituenda

Orchestra Stabile

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SCUOLA

Abbiamo incontrato Maria Rosaria e Danila Galdieri, dirigenti scolastiche di una bella realtà

Le novità per l’anno scolastico 2016, tanti Corsi per alunni e genitori. L’istituto aversano si conferma realtà multilinguistica ed aprifila per il mondo dell’istruzione campano introducendo lo spagnolo come seconda lingua curriculare. La storia di un istituto all’avanguardia

Froebel è multicultura:dieci anni di bilinguismo

Italia Mauriello

Abbiamo incontrato Maria Rosa-ria e Danila Galdieri, dirigenti scolastiche di questa bella realtà

educativa aversana, il Froebel Interna-tional Institute, nata tanti anni fa e che oggi si configura come istituto leader nel panorama dell’istruzione campana. Maria Rosaria e Danila spendono la loro vita fra i banchi di questa coloratissima scuola: il primo istituto «bilingue» sul territorio, oggi multilingue, che serve un’utenza proveniente non solo dalla città capoluogo, ma anche da tanti paesi della provincia. Froebel muove i primi passi nel 1912, ad opera della giovane maestra Maria Cantone. Negli anni ’60 “il colpo di coda” rende l’istituto già moderno per l’epoca: ispirandosi a canoni pedagogici lungimiranti, diventa luogo di istruzione e di vita. Con gli anni la scuola è diven-tata a tutti gli effetti internazionale dal punto di vista linguistico ma anche dal punto di vista didattico offrendo una realtà multilingue che parte dal nido e prosegue fino alla scuola primaria.Com’è nata la vostra passione per la scuola?Danila: Ho verificato che nel tempo e nel tessuto sociale in cui mi sono for-mata, dopo attenta analisi del contesto, avrei potuto dare agli altri qualcosa di buono, e poi è una lunga tradizione di famiglia.Quali sono gli aspetti positivi del ruolo di dirigente scolastico, in un contesto particolare e multiculturale come quello presente al “Froebel”? Maria Rosaria: Di trovarsi al centro nel crocevia del quotidiano dell’Istituto e di poter decidere se “dare il rosso oppure il verde”, qualora si presentassero situa-zioni di particolare criticità, oppure da

promuovere tacitamente le stesse.Cosa offre un istituto come quello da voi gestito? E quali sono i vantaggi ri-spetto ad una scuola “tradizionale”? Danila: La nostra scuola si pone come obiettivo quello di accompagnare i bambini e le loro famiglie in un percorso educativo e scolastico unico, non rintracciabile nelle altre realtà scolastiche territoriali, valorizzando l’autonomia, l’educazione al vivere sociale e alla scelta responsabile e la dimensione internazionale dell’ap-prendimento. I cardini del nostro progetto educativo sono: insegnamento di qualità, bilinguismo. Una scuola indipendente, dinamica e che si fonda sia sulla tradizione, che non bisogna ignorare, sia sull’innovazione verso la quale occorre essere aperti e disponibili. Sembra essere di moda la scuola bilingue tanto che nella zona e in generale in tutto il capoluogo napo-letano spuntano scuole “internazio-nali” o “bilingue” come funghi, cosa bisogna sapere e come scegliere? Maria Rosaria: E’ vero! Quello che mi sento di consigliare ai genitori è di verificare i programmi didattici e la loro

coerenza. Il lavoro che c’è dietro ad un Istituto bilin-gue serio come il Froebel è immenso. Mi spiego meglio: esso si è sviluppato prendendo un po’ il meglio dei vari sistemi didattici nel mondo. Dirlo è semplice, ma farlo è tutto un altro paio di maniche. Nel pratico costruisce un grossissimo impiego di risorse umane ed economiche che devono essere correttamente cana-lizzate: dalla formazione degli insegnati al semplice

rigore delle divise scolastiche. Tutto è organizzato con grande coerenza.Quale sono le novità per l’anno scola-stico 2016?Danila: Le novità sono tante. Abbiamo corsi di musica, di ginnastica, di “arte, architettura e design”. Altra novità è il corso di scacchi curriculare, un gioco che affina le capacità di concentrazione e focalizzazione, pertanto le scuole più all’avanguardia prevedono l’utilizzo del gioco degli scacchi come strumento pe-dagogico. Da gennaio, inoltre, inizierà il corso di sopravvivenza “survival skills” illustrato in inglese, orientato a fornire ai bambini piccole nozioni di vita all’aria aperta e nel contempo insegnare ad ave-re dimestichezza nel prendere decisioni in situazioni di difficoltà. Con i corsi di cucina per bambini i nostri piccoli chef scopriranno tanti sapori ed odori nuovi attraverso l’utilizzo di alimenti che accresceranno la loro creatività e manualità. Rispettando sempre la nostra attenzione nei confronti dei genitori, continueranno le lezioni di yoga, corso di difesa personale femminile, corso di cucina e da gennaio inizierà anche il corso di pilates.

Abbiamo incontrato Maria Rosaria e Danila Galdieri, dirigenti scolastiche di una bella realtà

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SALUTE

Le terapie odontoiatriche per chi assume farmaci per rendere il sangue più fl uido

La gestione dei pazienti che assumono anticoagulantiIl coumadin è un

farmaco che si assume per rendere

il sangue più “fl uido” e in questo senso potrebbe rendere le terapie odon-toiatriche e quindi anche l’inserimento di impianti più complesse ma non impossibili. Cosa da valutare attentamente è il perché si utilizza il farmaco, infatti se la terapia non è una controindica-zione assoluta agli interventi odon-toiatrici, potrebbe invece esserlo la patologia di cui soffre a sconsigliare le terapie chirurgiche, quindi è fon-damentale per l’odontoiatra instaurare una comunicazione con lo specialista che cura la sua patologia di base. Qualora il suo quadro clinico non precluda l’intervento a cui deve esse-re sottoposta, il valore fondamentale per il chirurgo orale è un indice facilmente ottenibile con un semplice

prelievo venoso: l’INR , un valore che ci da indicazioni su che tipo di sanguinamento aspettarsi durante e dopo un intervento, diciamo che con INR inferiore a 3,5 si può intervenire senza la sospensione del farma-co, ma l’intervento va

eseguito da un odontoiatra provvisto di tutti i presidi antiemorragici locali e che abbia la necessaria esperienza per utilizzarli. Altra cosa fondamenta-le da considerare è il rischio a cui si sottopone il paziente nel momento in cui si decide di sospendere il couma-din. Spesso si preferisce sospenderlo per poi sostituirlo con l’eparina e poi sottoporre il paziente alla terapia chirurgica. Questa strategia però non tiene conto delle alterazioni emodina-miche a cui è sottoposto il paziente con rischi spesso superiori al rischio

emorragico intra e post operatorio senza sospensione dell’anticoagulante in questione. Personalmente mi sono trovato nella necessità di estrarre dei denti senza la possibilità di sospende-re il farmaco, e non ho avuto nessun problema, perché utilizzo oltre ai normali presidi locali anche il PRF, sostanza ottenuta dallo stesso sangue del paziente (prelievo preoperatorio), che si è dimostrata particolarmente efficace nel promuovere la formazio-ne del coagulo. Altre considerazioni vanno fatte invece per un altro farmaco anticoagulante, il plavix . Questo farma-co agisce con un meccanismo d’azione diverso dal coumadin e nessun esame di laboratorio ci può dare indicazioni sul sanguinamento che segue un eventuale intervento. Quindi per i pazienti in cura con plavix , è meglio reindirizzare allo specialista che tiene in cura il paziente per concertare il più corretto approccio terapeutico.

Studio Arlotta&Sichel

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Il condominio in...forma!

dell’avv. Maurizio Golia

La porta ...sull’androne condominiale

L’androne è quell’ambiente di passaggio esistente tra il por-tone d’ingresso dell’edificio

le scale ed il cortile. L’art. 1117 c.c. non menziona l’androne tra le parti dell’e-dificio che debbano essere considerate soggette al diritto di condominio. È sem-pre bene ricordare, infatti, che: a) l’art. 1117 c.c. contiene un’elencazione me-ramente esemplificativa e non tassativa dei beni comuni (cfr. Cass. 04-06-2014 n. 12572); in ogni caso il titolo (atto d’acquisto o regolamento condominiale contrattuale) può specificare se una cosa deve o meno considerarsi condominiale, sgombrando il campo da ogni dubbio. L’androne condominiale, quindi, può es-sere utilizzato da tutti i condomini in re-lazione alle proprie specifiche esigenze, nel rispetto di quanto stabilito dall’art.

1102 c.c. È utile ricordare che secondo questa norma, ciascun condomino ha di-ritto al pari uso dei beni comuni purché: a) il proprio uso non pregiudichi quelli altrui; b) non alteri la destinazione ed il decoro dell’edificio; c) non rechi perico-lo alla sicurezza e stabilità dell’edificio. In questo contesto, è possibile aprire sull’androne condominiale una porta di accesso ad un’unità immobiliare di proprietà esclusiva? La domanda l’ave-va posta un condomino all’assemblea, sentendosi fornire risposta negativa. Quella delibera assembleare, era stata impugnata con ricorso all’Autorità Giudiziaria. La Cassazione (sent. n. 24295 del 14-11-2014), ha ritenuto illegittima la decisione dell’assemblea. Si legge nella sentenza che l’apertura nell’androne d’ingresso di una nuova

entrata per un’unità di proprietà esclusi-va, “non impedisce agli altri condomini di fruire dell’androne per raggiungere i propri appartamenti. Né, tantomeno, si potrebbe ragionevolmente affer-mare che l’ingresso de quo sia idoneo ad alterare irreversibilmente la de-stinazione dell’androne. Al contrario, l’apertura del nuovo accesso all’im-mobile dell’intimata valorizzerebbe e potenzierebbe la funzione dell’androne in esame, ossia quella di facilitazione del transito dei condomini, e dei terzi, da e verso le singole unità abitative della scala». Una porta non dà fastidio salvo diversa indicazione del regolamento contrattuale.

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L’EVENTO

Albert Roger, fondatore e proprietario del marchio «Makeup Revolution» incontra Carlo Lombardi

«Enjoy Makeup Revolution», questo il titolo che Carlo Lombardi, ideatore e fondatore del franchising «LoRita Bijuox & Make Up» ha voluto dare all’evento organizzato dall’azienda che vende e distribuisce accessori moda femminili e make up con brand esclusivi

«LoRita Bijuox & Make Up» vola alto

Nicola De Chiara

Dopo S. Marcellino è arrivata l’apertura a Casal di Principe.

In cantiere anche l’apertura di un store a Pozzuoli, che

vedrà la luce il primo marzo

«Enjoy Makeup Revolution», questo il titolo che Carlo Lombardi, ideatore e fon-

datore del franchising “LoRita Bijuox & Make Up” ha voluto dare all’evento organizzato dall’azienda che vende e distribuisce accessori moda femminili (bigiotteria, borse, cappelli, guanti, sciarpe) e make up con brand esclusivi. Ospite d’onore l’inglese Albert Roger, fondatore e proprietario del marchio “Makeup Revolution”. Abbiamo incon-trato Carlo Lombardi nel suo store di S. Marcellino, in corso Europa 232. “Da tempo Albert Roger – ha esordito Carlo - aveva promesso di visitare i miei store, volendo anche premiare i nostri ottimi risultati come concessionari esclusivi per Napoli e Caserta e provincia dei suoi brand. L’occasione è stata offerta dall’apertura del nuovo store di S. Marcellino che ha aperto i battenti poco più di un mese fa e con risultati più che soddisfacenti”. All’evento, che si aperto alle ore 11,00 del 12 gennaio 2016 ed è proseguito fino alle ore 17,00, hanno partecipato esperte ed appassionate di trucco, le cosiddette Makeup Lovers. Le ragazze dello staff di “LoRita Bijuox & Make

Up” hanno accolto il patron di “Makeup Revolution” e i tanti curiosi e clienti dello store. “In onore di Albert Roger e dei tanti partecipanti - continua Carlo - è stato organizzato un buffet curato dalla pasticceria di famiglia, la pasticceria Lombardi di Casal di Principe, con il nostro ospite che ha particolarmente

apprezzato le sculture e composizioni di frutta, le prelibatezze culinarie locali e un autentico capolavoro di cake design, opera del pastic-cere Andrea Lombardi, dedicato a “Makeup Revolution”. Albert è rimasto particolarmente colpito dal nostro senso di ospitalità e dalla pas-sione che mettiamo nelle

nostre attività. Da Albert sono anche arrivati utilis-simi consigli sia sul piano commerciale sia sul piano dei futuri progetti da porre in essere, in primis con lo sviluppo del franchising “LoRita Bijuox & Make Up” in Italia e nel resto d’Europa. Secondo Albert il mio format è vincente perché può andare bene sia nelle grandi città sia nei piccoli centri, mirando a creare veri e propri punti

di riferimento nella clientela del make up locale, potendo trovare nei nostri

store sia personale altamente qualificato (make up artist) sia prodotti di brand nazionali ed internazionali anche con linee biologiche e vegane”. Dopo S. Marcellino è arrivata l’apertura a Casal di Principe. In cantiere anche l’apertura di un store a Pozzuoli, che vedrà la luce il 1° marzo. “Sono tante le richieste di affiliazione arrivate – conclude Carlo. Apriremo prossimamente a Castellam-mare e a Qualiano”.

Carlo Lombardi e Albert Roger

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STORIA NOSTRA

Salvatore di Grazia

Ogni volta che guardo questa foto mi vengono in mente sprazzi di ricordi, giochi, cose fatte insieme

«E quanti cumpagnellica tenevo»Stavano iniziando i favolosi anni ‘60 ma per noi era ancora un’epoca di prime penne a sfera che macchiavano sempre il quaderno, di bacchettate sulle mani, di ascolti radiofonici, di viaggi con la fantasia con le prime raccolte di figurine, di iperbolici futuri lavorativi

«Graziano Agostino fu un buon professore,

bacchettate a parte, ma così si usava allora, e la sua

parola non si discuteva»

«E quanti cumpagnielli ca tenevo, Ciccio, Peppino, Tore e Carminiello…» ver-

si di una poesia napoletana della quale non mi ricordo l’autore. Ogni volta che guardo questa foto, “i cumpagnielli” mi vengono in mente, sprazzi di ricordi, di giochi, di cose fatte insieme. Provo a ricordarmi i loro nomi, e mannaggia à marina, non me li ricordo tutti! Turco che adesso fa ò pizzaiuolo, Biagino di Grazia, stesso cognome, lui me lo ricordo, era forse un lontano parente che abitava “addret Sant’Andrea”, Tro-vato, che abitava in viale Platani, Caso Pasquale, Incertopadre, che con Dio-miaiuta sono cognomi che difficilmente dimentichi, come Schirru Benigno, un sardo... eh già, quanti cumpagnielli ca tenevo alle elementari di San Domenico. Eccoci qua, tutti insieme in questa foto ricordo della II Elementare, col maestro Graziano Agostino impettito in posa e che tutti noi chiamavamo “professore” perché allora si usava chiamare così i maestri. E noi, ignari della storia che ci circondava, di Pupia e Cossutia che ci guardavano le spalle, stavamo lì a goderci il momento, il futuro ancora tutto da scoprire. Le classi erano ancora divise tra maschi e femmine, e chi fini-va, per inspiegabili ragioni in una classe di “femmine”, anche per un solo giorno, veniva “sfottuto”. E intanto il mondo lo scoprivamo leggendo “Il Giornalino” che una spilungona «suora di San Pa-olo» portava ogni settimana in classe in un gonfio borsone nero, girando per le aule, ma che non tutti compravamo perché le nostre famiglie non potevano sempre permetterci questo “lusso”. Io fui più fortunato, ogni tanto mi davano i soldi per comprarlo anche

se neanche noi ce la passavamo bene. Molti altri no, come con i grembiuli azzurri, qualcuno nero, che portavamo col fiocco tricolore pendente dal collet-to bianco e lo scudetto di plastica col numero romano della classe all’altezza del cuore. Le femminucce portavano grembiuli a righe rosa, e non tutte le fa-miglie potevano permettersi queste spe-se. Stavano iniziando i “favolosi anni ‘60” ma per noi era ancora un’epoca di prime penne a sfera che macchiavano sempre il quaderno, di bacchettate sulle mani, di ascolti radiofonici, di viaggi con la fantasia con le prime raccolte di figurine, di iperbolici futuri lavorativi,

da grandi. E il “profes-sore” che ci spiegava le varie materie, e noi che ci stavamo incanalando verso quelle preferite, chi con la ma-tematica chi in “Italiano” come me, e complici le figure che vedevo sui libri dei miei fratelli mag-

giori avevo imparato ad amare l’epica, la storia, e già sapevo tutto di Ettore ed Achille. Io ero per Ettore, strenuo difen-sore della Patria e della famiglia, che combatteva un duello perso in partenza contro un viziato semidio. E odiavo mortalmente la matematica. Graziano Agostino fu un buon “professore”, bacchettate a parte, ma così si usava allora, e la sua parola era Legge, non si discuteva. E se ne parlava coi tuoi, oltre alle sue bacchettate ti prendevi pure i ceffoni a casa. E tutti ritti sull’attenti quando entrava “il Signor Preside”! Conscio della critica situazione fa-miliare di molti dei suoi alunni, non commentava se uno si presentava col maglione o la giacca unta, o il panta-lone rotto, ma profondeva tutto il suo impegno ad educare i suoi ragazzi. E se qualche discolo rubava i guanti di lana fatti a mano (i miei…) perquisiva tutta la classe, finché non usciva fuori il cor-po del reato. Adesso qualche genitore “progressista” lo denuncerebbe seduta stante...

La seconda elementare dell’Istituto S. Domenico, anno scolastico 1962

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TRADIZIONI

Il 29 gennaio l’annuale, atteso appuntamento con il ritorno dei Fagnoni e il tenore Pietro Quirino

Abbiamo incontrato Pietro Turco e gli abbiamo chiesto di accendere per i nostri lettori la moviola dei ricordi di questa fortunata iniziativa. «La prima edizione - ci dice Pietro, che non nasconde un pizzico di emozione - la tenemmo nel 2004. Fu bellissimo»

«Sapori Tipici Aversani», Costantino ha fatto ...13!

Raffaele De Chiara

Pietro Turco

Costantino ha fatto ...13. L’atte-sissima manifestazione «Sapori tipici aversani», che abbina

l’enogastronomia aversana con la buona musica e che ogni anno è organizzata dallo storico ristorante-pizzeria di via Mancone ad Aversa, terrà, infatti, la sua tredicesima edizione il prossimo 29 gennaio con inizio alle ore 20,00. Ad allietare gli ospiti di mamma Cristina, di Pietro e Giulia, di Lina e di Costantino ci sarà ancora la magica voce del tenore Pietro Quirino. Con un grande ritorno, quello del Fagnoni Group per rendere l’evento davvero indimenticabile.

In realtà, viste le tante richieste arrivate anche quest’anno solo a pochi fortunati spetterà di partecipare alla tredicesima edizione di «Sapori tipici aversani». Tra i piatti che registreranno certamente il tutto esaurito anche quest’anno, l’an-tipasto, «A’ fellata mista, o’ formaggio» e «Aulive e mulignane sott’uoglio», e soprattutto gli attesissimi assaggi di pri-mi piatti, tra cui figurano la tipica pasta e fagioli (pasta e fasule), la caratteristica pasta e ceci (cicere ‘e tagliarelle) e la saporitissima pasta e patate (pasta ‘e patane). Bocconi prelibati anche tra i secondi piatti: a trippa cu a pummarola, braciole di cotica (‘e braciole è cotene), o’ suffritto (soffritto) e… i classici

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TRADIZIONI

«Sapori Tipici Aversani», Costantino ha fatto ...13!

«Abbiamo avuto il coraggio di proporre un menù del genere

e siamo stati premiati»

Gli stentinielli d’agnello

O’ suffritto

Le braciole di cotica

«stentinielli» (intestini di agnelli al sugo). Tra i dolci anche quest’anno, a grande richiesta, sarà servita «’a preta ‘e San Glorm» accompagnata da «‘o limunciello nuostro». A condire da par suo tutto questo ben di dio ci sarà come sempre “‘na votta è vino russo”.Abbiamo incontrato Pietro Turco e

visto giusto e che quella manifestazione dovesse diventare un punto di ricono-scimento per il nostro locale. Tra l’altro ne avevo spesso parlato con mio fratello Luigi, che già non c’era più, ma sono contento che la sua idea siamo riusciti a realizzarla”. Quando a Pietro chiediamo il segreto di queste serata, ci risponde così: “Proponiamo piatti che da tempo non vengono più insegnati a cucinare e soprattutto a mangiare. «Sapori tipici aversani» si presenta, perciò, come un’occasione unica per assaggiare tutte insieme queste prelibatezze locali. Ci sono persone che non hanno voluto mancare ad una sola edizione: questo ci rende particolarmente orgogliosi”.

gli abbiamo chiesto di accendere per i nostri lettori la moviola dei ricordi di questa fortunata iniziativa. «La prima edizione - ci dice Pietro, che non nasconde un pizzico di emozione - la tenemmo nel 2004. Fu bellissimo. Ap-prezzate furono la novità, il coraggio di proporre un menù del genere che

rispolverava tutte insieme straordinarie ricette della cucina aversana. Ricordo che i complimenti me li fece anche qualche collega. Quirino chiuse quella serata con l’immancabile “Tammurriata Nera”. Alla fine tutti i partecipanti si alzarono in piedi: l’applauso duro quasi dieci minuti. Era il segno che avevamo

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LA MANIFESTAZIONE

Lello Ponticelli

Il 6 gennaio l’evento si è chiuso con l’Epifania dei Bambini e la finale del «Canto Anch’io»

Natale a Teverola, una grande edizioneIl concorso «La vetrina più bella» ha premiato quelle di Pichs, Il Magnifico ed Emporio Intimo. Soddisfatti il sindaco Dario Di Matteo e l’assessore alla Cultura Margherita Pennini. Gennaro Caserta ringrazia la Camera di Commercio di Caserta per il contributo concesso alla città

L’Epifania dei Bambini a Teverola

Si è chiusa con una grande gior-nata la manifestazione “Il Natale di Teverola 2015”. Il 6 gennaio

2016 triplo appuntamento: prima con “L’Epifania dei bambini”, che ha visto un’aula consiliare affollatissima di bambini e genitori con la grande performance degli animatori interve-nuti; poi la premiazione del Concorso “La vetrina più bella”, che ha visto aggiudicarsi oltre ai tre premi in palio anche un riconoscimento speciale e poi, ancora, in chiusura, la finale e le premiazioni della seconda edizione di «Canto Anch’io» che ha visto la vittoria della squadra gialla composta da An-

tonella Bifone, Armando D’Agostino, Margherita Picca, Giorgia Lo Faso ed Emanuela Lubrano e tanti altri premi come quello per la migliore interpre-tazione andato ad Anna Bove, quello riservato al miglior cantante assegnato

a Ciro Gentile, il premio della giuria che ha premiato Alessandra Addonisio ed il premio della critica andato ad Alessia Tortora. Ospiti della serata il cabarettista Bolide di “Made in Sud”, Barbara Carere, direttrice di Telelibera Campania e l’attrice, cabarettista e cantante Lucia Cassini. Il concorso “La vetrina più bella” che ha visto trentatré esercizi partecipare ha fatto salire sul podio, come primo pre-mio, Pichs Floreal Design, ritirato da Giovanni Picca, come secondo premio Il Magifico, ritirato da Dino Caputo, e come terzo premio Emporio Intimo di Raffaelle D’Aniello. Il premio spe-ciale è andato a Sister On The Road di Antonella Menale. In definitiva, “Il

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LA MANIFESTAZIONE

Natale a Teverola, una grande edizione

Primo premio a Francesco Picca Secondo premio a Dino Caputo

Terzo Premio a Raffaele D’Aniello Premio speciale per Antonella Menale

Natale di Teverola 2015” è andato oltre le aspettative. Ampiamente soddisfatti il sindaco dott. Dario Di Matteo, l’as-sessore alla Cultura Margherita Pennini

ed il presidente del Consiglio Gennaro Caserta, anche nelle vesti di presidente dell’associazione A.R.&.S. «Abbiamo dimostrato - ha dichiarato il sindaco

Di Matteo - di voler dare una svolta a Teverola anche nelle cosiddette attività immateriali. La città ha voglia di scen-dere in piazza e di divertirsi. L’arte e la cultura con la nostra amministrazione ritornaeranno prepotentemente a Teve-rola». «Tredici eventi non sono pochi - ha dichiarato , invece, l’assessore Pennini - e l’anno prossimo contiamo di fare ancora meglio. Ringrazio le associazioni che hanno collaborato con l’Assessorato per la riuscita della manifestazione, l’Ares, la Pro Loco, FareAmbiente, Aria Pulita ed Anes, ma anche voi di NerosuBianco che ci avete dato una grande mano». Gli fa eco Gennaro Caserta che aggiun-ge: «Eventi come ‘Canto Anch’io’ e il concorso ‘La Vetrina più bella’ saranno sicuramente riproposti. Voglio ringra-ziare tutti coloro che hanno permesso a Teverola di organizzare una manifesta-zione di livello, compresa la Camera di Commercio provinciale il cui sostegno economico si è fatto sentire». Tra gli eventi più apprezzati del Natale di Teverola il musical dedicato a don Peppe Diana tenutosi il 22 dicembre, il concerto dell’orchestra Odissea Vene-ziana in costumi dell’Ottocento del 30 dicembre e il Concerto di Capodanno nell’auditorium di via Campanello.

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CULTURA

La pubblicità del noto marchio ha una colonna sonora tutta «aversana»

Si tratta de «Tu il fato regola di questo Impero» un’aria da La Vergine del Sole del Cigno di Aversa (potete vedere su you tube non solo la pubblicità ma anche il bel video legato proprio a quest’aria) interpretata da una star della lirica quale Cecilia Bartoli

La Conad nello spotricorre a Cimarosa

Giuseppe Lettieri

A Palazzo Parente le Marie Cristine si superano con un evento apprezzato

Le figure femminili di Giovan Battista Basile

Non molti aversani sanno che la pubblicità della Conad, quella che ci ha accompagnato in

tutto il secondo semestre 2015 e anche in questo primo mese del 2016, ha una colonna sonora tutta “aversana”. Infatti ad accompagnare lo spot una melodia, che sta avendo grande successo, del nostro Domenico Cimarosa. Si tratta de “Tu il fato regola di questo Impero» un’aria da La Vergine del Sole (potete vedere su you tube non solo la pubblici-tà ma anche il bel video legato proprio a quest’aria) interpretata da una star della lirica quale Cecilia Bartoli. La Vergine del Sole è un dramma serio in tre atti su libretto di Ferdinando Moretti, andato in scena a San Pietroburgo per la zarina Caterina, nel 1788. L’opera fu rappre-sentata per la prima volta al Teatro Bol’šoj Kamennyj, costruito nel 1783 da Antonio Rinaldi e poi dopo essere

stato durante quasi tutto l’Ottocento il tempio mondiale del balletto, venne trasformato nel Conservatorio di Stato Rimski-Korsakov. L’uso di Cimarosa in pubblicità (già è presente con la sua musica in molti film addirittura in alcuni di Totò!) è senza dubbio un fatto positivo perché rende la melodia molto popolare. Cimarosa fu apprezzato mol-to dai contemporanei, come Goethe e

Stendhal. L’autore del Rosso e il Nero fu ac-canito fan del compo-sitore aversano, tanto da dedicargli diversi passaggi nei suoi tanti romanzi. Ma anche dopo, persino dai col-leghi musicisti (spesso regna l’invida in campo musicale) come Verdi e Rossini, fu ricordato come un grande della musica. Adesso anche

la pubblicità scopre il nostro Cimarosa, mentre noi ad Aversa abbiamo la casa natale ridotta a discarica di cessi e ri-fiuti in genere, e non siamo in grado di organizzare (tralasciando il vergognoso festival di due anni fa dedicato anche Jommelli) nemmeno una stagione con-certistica dedicata al geniale musicista aversano. Che vergogna! Per fortuna che c’è Conad!

Continuano le ini-ziative culturali dei Convegni di

Cultura Beata Maria Cri-stina di Savoia di Aversa, che in collaborazione con il Serra Club ha proposto un incontro presso la bella cornice di Palazzo Parente su “Le figure femmi-nili ne Lu Cunto de li cunti, di Giovan Battista Basile”. Relatrice la professoressa Rosa Morel-li, dell’I.S.S.R. di Capua e presidente del Convegno Beata Maria Cristina di Savoia di Napoli. L’incontro è stato im-preziosito dagli interventi dell’attrice

Teresa Barretta, anche lei di Giugliano, come il Basi-le, che in abiti popolani, ha recitato, con grandissima padronanza del difficile dialetto antico, diversi brani tratti dall’opera del

grande poeta e scrittore giuglianese vissuto a cavallo dei secoli XVI e XVII, che fu il primo ad utilizzare la fiaba come forma di espressione popolare. Per Basile, che ricordiamolo fu anche per alcuni anni Governatore della Città di Aversa, la figura della donna, quasi sempre popolana e del quotidiano, è fondamentale, come lo è anche nel come

quella che è considerata la maggiore opera del dialetto napoletano, a cui si sono ispirati anche in tempi recenti grandi autori, musicisti ed artisti, come Roberto De Simone, attraverso la “Gatta Cenerentola”, sia arrivata a noi. Fu grazie alla celebre cantante Adriana Basile, il più grande soprano italiano del primo seicento, sorella dello scrit-tore, che i manoscritti de Lo Cunto de li cunti, furono pubblicati, come opera postuma del letterato. Soddisfatta Do-menica Fabozzi, presidente delle Maria Cristine di Aversa, che con la Coppola ha portato un saluto ai presenti. Giuseppe Lettieri

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