Siamo incivili, senza controlli sarà sempre peggio...

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N. 19 | ANNO XIX | 11 DICEMBRE 2016 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.com Aversa, la telesorveglianza c’è e funziona Lsu, com’è facile essere trasferiti ad Aversa Aigo, Amedeo Cecere alla presidenza regionale I loculi delle ultime figlie della Madonna L’assurdo autovelox di Aversa Nord Vergogna Parco Grassia Virgilio e Dello Vicario con il Sindaco? Nunzia Orabona passa il testimone Ad Aversa il Black Friday Weekend Santulli: “Texas, convocheremo noi il Consiglio” Siamo incivili, senza controlli sarà sempre peggio “Io resisto”, la mostra a Casal di Principe

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N. 19 | ANNO XIX | 11 DICEMBRE 2016 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.com

Aversa, la telesorveglianza c’è e funziona

Lsu, com’è facileessere trasferitiad Aversa

Aigo, Amedeo Cecere alla presidenza regionale

I loculi delle ultime figlie della Madonna

L’assurdo autoveloxdi Aversa Nord

Vergogna Parco Grassia

Virgilio e Dello Vicariocon il Sindaco?

Nunzia Orabonapassa il testimone

Ad Aversa il Black Friday Weekend

Santulli: “Texas,convocheremo

noi il Consiglio”

Siamo incivili, senza controlli sarà sempre peggio

“Io resisto”, la mostraa Casal di Principe

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Consigli comunalio inutili discussioni?

Il Papa telefona a don Giuseppe Marmorella

La grande vergognadel Parco Grassia

La Sigma Aversa aiquarti di Coppa Italia

Le Pro Loco, tutte unite per il #brindAsprinio

“Thanksgiving day at Froebel”

L’arresto di Cimarosa nel dipinto di Mollica

PERIODICO DI CULTURA VARIADELL’AGRO AVERSANO

A DISTRIBUZIONE GRATUITA

Anno XIX n° 19 - 11 Dicembre 2016

Direttore ResponsabileGiuseppe Lettieri

Direttore EditorialeNicola De Chiara

Consulente di RedazioneGiuseppe Cristiano

Coordinamento EditorialeVito Faenza

Segreteria di RedazioneRaffaele De Chiara

Garante dei LettoriFranco Terracciano

Fotografi eNicola Baldieri

EditoreAssociazione Dimensione Cultura

Periodico registrato presso il Tribunale di S. Maria C.V.

al n. 514 del 17.11.1998

RedazioneVia Michelangelo, 108 - Aversa (Ce)Tel. 081.198.14.930 - 388.19.87.510

www.nerosubiancoaversa.come-mail: [email protected]

StampaTuccillo Arti Grafi che srl

Afragola (Na)

SOMMARIO10

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Anche Aversa vota in massa “No”!

di Giuseppe Lettieri

AVERSA

LA STORIA

LA VERGOGNA

LO SPORT

ASSOCIAZIONI

CULTURA

ARTE

nerosubiancoaversa.com

[email protected]

Nero su Bianco

L’Editoriale

L’Italia ha bocciato la revisione costituzionale e anche Aversa ha fatto la sua parte. Nella cit-

tà normanna il No trionfa con il 71,48% superando il Sì (fermo al 28,58%) con oltre diecimila preferenze di distacco su 24.262 votanti, segno che il popolo del Sì viene praticamente doppiato. La campagna referendaria è stata lunga ed estenuante e mentre ad Aversa si è svolta in maniera corretta, con incontri interessanti sulle ragioni del Sì e del No, non possiamo dire che lo stesso sia accaduto a livello regionale, dove invece ha tenuto banco il presidente De Luca, tra fritture di pesce ed uscite improbabili e non certo consone al suo ruolo istituzionale. Forse, però, il dato non è tutto politico e di percentuali. La revisione Boschi-Verdini per molti era da bocciare nei contenuti e sicuramente si poteva fare meglio, molto meglio.Il trionfo del No in città potrebbe aprire nuovi scenari e accelerare nuove alleanze compreso il ritorno di Forza Italia all’interno della maggioranza ad Aversa. Quello che preoccupa, invece, è l’aspetto amministrativo con l’attuale Amministrazione che ha previsto nel piano triennale della Opere Pubbliche una concessione-gestione per l’am-pliamento del cimitero. Abbiamo letto bene? L’ampliamento sarà realizzato e gestito dai privati? Inoltre, è stata spo-stata ancora una volta la realizzazione

di piazza Marconi, uno dei luoghi più abbandonati della città. E questo dispia-ce. Sulla ex Texas continua, intanto, il silenzio di De Cristofaro e friends.Così come dispiace che la Provincia di Caserta ha deciso di collocare un autovelox a cento metri dall’uscita di Aversa Nord per tartassare i cittadini aversani e non solo. Sessanta chilometri orari sono un limite assurdo su una strada a scorrimento veloce come l’asse mediano. Il clima natalizio inizia a sentirsi nonostante, mentre andiamo in stampa, manchino ad Aversa ancora la luminarie. E, a proposito del Natale, nell’augurarvi serene feste, vi diamo appuntamento in edicola proprio nel giorno della Santa Festa.

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L’ex assessore Gennaro Morra ne è convinto: “Ad Aversa si è deciso di non decidere”

“Non siamo più padroni della nostra città. Gli ordini, quando e se saranno impartiti, verranno non dalla casa comunale ma da qualche città vicina”

“Aversa a un passo dal baratro e il Sindaco tace”

w Nicola Rosselli

PRIMO PIANO

“Il sindaco Enrico De Cristofaro mira alla presidenza della pro-vincia e vorrebbe collocare il

figlio Orlando nel consiglio regionale. Chi dice che il primo cittadino norman-no non ha una strategia politica sbaglia e di grosso. De Cristofaro ha le idee ben chiare su quello che è il proprio futuro, anche a livello familiare. Ha, invece, poche e confuse idee su quella che deve essere il futuro della nostra città”. Gen-naro Morra, ex assessore ed esponente di spicco di Fratelli d’Italia, esprime un giudizio completamente negativo di questi primi mesi di amministrazione da parte di persone “sulla cui onestà non discuto, ma che politicamente stanno distruggendo quel poco di buono che era rimasto”.

“Basta fare un giro per Aversa - afferma l’esponente del partito di Meloni - per accorgersi che è diventata, oramai, una città invivibile. Senza voler assolutamente criticare quei pochi vigili urbani rimasti in servizio, non si può non sottolineare che la mobilità è peggiorata e siamo, oramai, al collasso. De Cristofaro e soci stanno amministrando da sei mesi e ancora non hanno messo mano nemmeno a provve-dimenti tampone per evitare che le strade aversane ven-gano occupate da un unico lungo serpentone di lamiere bloccato per ore”.“Un discorso a parte – conti-Gennaro Morra

Una leggenda metropolitana ad Aversa racconta che le teleca-mere ci sono, si vedono ma non

funzionano. Ne sono convinti tanti cit-tadini che se ne infischiano di regole e divieti e fanno il comodo loro pensando che le telecamere presenti in città siano solo uno spauracchio per dissuadere gli ingenui. Le cose non stanno così. Lo abbiamo verificato personalmente recandoci al comando della polizia mu-nicipale e constatando che le telecamere funzionano, che la videosorveglianza c’è e di conseguenza ci sono anche le sanzioni per chi non rispetta le regole. Sanzioni che arriveranno praticamente in tempo reale appena sarà attivata la zona a traffico limitato, controllata da telecamere collegate direttamente con l’ufficio contravvenzioni. A proposito

54 telecamere nei punti ...calditografano le targhe senza fare eccezioni. Ovviamene perché si possa sanzionare i contravventori della ztl è stata chiesta al Ministero competente l’autorizzazione, indispensabile per renderle valide. Ad Aversa sono presenti ben 54 teleca-mere, e potrebbero aumentare, tenendo d’occhio i punti caldi della città. Un operatore è sempre presente nella sala controllo dove vengono registrate le immagini conservate per sette giorni, a meno che non siano chieste dalla forze di polizia per indagini in corso, in tal caso restano in memoria in maniera definitiva. Tra i punti caldi, ovviamente, ci sono anche quelle in cui viene effet-tuato il deposito abusivo dei rifiuti che, una volta individuati, possono essere sanzionati senza alcuna difficoltà.

Antonio Arduino

di ztl va ricordato che potrà essere attraversata anche dai non residenti se autorizzati dal comando di polizia municipale ma chi lo fa deve segnalare il transito all’ufficio per non essere mu-tato dal momento che le telecamere fo-

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PRIMO PIANO

“Tutto questo senza che De Cristofaro & friends se ne rendano conto. Il grande assente è la programmazione. Il motivo? Non ci sono idee per l’Aversa del futuro”.

nua Morra - deve essere fatto per quanto riguarda il settore scolastico. Sono diverse, non una Le scuole cittadine di competenza dell’amministrazione comunale dove piove nelle aule senza che la baby assessore Federica Turco si preoccupi minimamente, mentre i dirigenti fanno i salti mortali per trovare aule alternative chiudendo i laboratori che, invece, oggi sono essenziali per la didattica. Per non parlare del servizio di mensa scolastica, un settore dove è emerso tutto il dilettantismo di questa amministrazione. Infatti, a giugno, appena insediati, al di là della nomina degli assessori, certi discorsi andavano affrontati. Invece, stiamo assistendo solo

a parate di facciata in piazza Municipio, ma nulla o quasi a livello di sostanza”. Per l’esponente di centrodestra, inoltre, “ad Aversa sembra si sia deciso di non decidere, almeno per quanto riguarda le questioni importanti. Infatti, mentre si è solerti nel coprire con immediatezza la buca in strada, non si capisce quale sarà il destino di aree che sono strate-giche per il futuro della città Prima fra tutti quella che ospita l’ex stabilimento Texas. Il silenzio dell’amministrazione in proposito è assordante ed è tanto più grave se si considera la triangolazione Sant’Antimo-Caserta-Aversa. Insom-ma, non siamo più padroni della nostra città. Gli ordini, quando e se saranno impartiti, verranno non dalla casa co-munale ma da qualche città vicina”.Insomma, per Gennaro Morra, ex as-sessore delle giunte guidate dall’allora sindaco Mimmo Ciaramella, Aversa è ad un passo dal baratro “senza che De Cristofaro & friends se ne rendano conto. Il grande assente è la program-mazione. Il motivo? Non ci sono idee per l’Aversa del futuro”.

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De Cristofaro, la Texas ed il Puc, ne abbiamo parlato con Paolo Santulli

Strano che un Presidente dell’Ordine degli Architetti, che si è tenuto la delega all’Urbanistica, non voglia affrontare un tema spinoso come l’ex Texas”

“Texas, convocheremo noi il Consiglio comunale”

w Nicola De Chiara

PRIMO PIANO

Strano che un Sindaco che è anche Presidente dell’Ordine degli Architetti della sua Provincia

(e dicono anche della sua Regione) ed un Sindaco che da Presidente degli Architetti, oltre che da architetto, per “trasparenza” si è tenuto per sé la delega all’Urbanistica, non se la senta di di-scutere pubblicamente del destino della ex Texas. E’ la cosa è ancora più strana perché gli attuali proprietari dell’ex Te-xas, così come ampiamente pubblicato dai media, hanno fatto il tifo per lui in campagna elettorale. E’ vero, ultima-mente in Consiglio Comunale è stata discussa una mozione sulla ex Texas, presentata da Capasso e Innocenti, però, il dibattito è stato scarno, quasi nullo, e nessuno della maggioranza ha voluto approfondirlo. Il tema è molto sentito in Città e l’ex Deputato, oggi consigliere comunale di opposizione, Paolo Santulli ha più volte sollecitato il Sindaco Enrico De Cristofaro a convocare un Consiglio Comunale specifico, ma il Sindaco pare abbia fatto orecchie da mercante. Cosa starà accadendo? Ne abbiamo parlato con lo stesso Santulli.Santulli, è vero che il Sindaco non ha intenzione di convocare un Consiglio Comunale sulla Texas?Credo proprio di sì, perché più volte in Consiglio, pubblicamente, l’ho invitato a prendere un impegno per una discus-sione Consiliare sulla Texas, ma non ho avuto risposta. Le dico di più, il 19 ottobre scorso ho inviato una nota al Presidente della Commissione Urbani-stica ed al Sindaco, con la quale, avendo appreso dalla stampa che il Sindaco rimandava la definizione dell’area Te-xas al Piano Urbanistico Comunale, al

quale già aveva messo mano, chiedevo un dibattito in Commissione anche se ritenevo necessaria la Convocazione di un apposito Consiglio.Perché ha avanzato questa richiesta?Intanto perché il Puc non è una cosa privata, ma va deciso in Consiglio Comunale e poi perché relativamente all’area Texas, come ho precisato nella nota, sarebbe opportuno conoscere gli orientamenti politici della maggioranza, tenuto conto che fino ad oggi non abbia-mo avuto alcun segnale. Inoltre, il Con-siglio Comunale potrebbe sanare anche pregresse lacune, rispetto a precedenti delibere relative alla Texas, contestate

anche in alcune sentenze sollecitate dai proprietari dell’area che rivendicano un diritto rispetto a richieste edificatorie.E, dunque, cosa intendete fare?Bisogna fare chiarezza, sia sul PUC sia sull’area ex Texas, sono temi fondamen-tali, la Città attende risposte dalla Poli-tica che non può esimersi di affrontare “pubblicamente” e con serietà, tali argo-menti. In ogni caso stiamo provvedendo noi dell’opposizione a fare una richiesta di convocazione del Consiglio, il Sinda-co può prenderne nota ed eventualmente anticiparci, come fa solitamente, per poter dire anche stavolta che è arrivato “primo”.Secondo lei il Sindaco punta, dunque, più alle “primogeniture”?Per Aversa si devono fare molte cose, noi continueremo a suggerirle, poi che il Sindaco dirà che è arrivato prima della minoranza il problema non esiste, pur-ché i problemi si possano risolvere. Tra Noi, non abbiamo ansie di prestazione.Santulli dice che sulla stampa il Sindaco ha già messo mano al Puc (Piano urbano comunale. Noi ci chiediamo: si può mai programmare il furuto urbanistico di Aversa senza partire dal destino di una area strategica come la ex Texas?

Santulli: “Ho inviato una nota il 19 ottobre al Sindaco. Chiedevo un dibattito in Commissione anche se ritenevo necessario un Consiglio comunale. Non ho avuto risposta”

Paolo Santulli ed Enrico De Cristofaro

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Il rapporto tra “Noi Aversani” e il Sindaco è rotto. Pronti a entrare Dello Vicario e Virgilio

Il centrodestra sta per cambiare faccia ad Aversaw Nicola Rosselli

POLITICA

Prospettive di ampliamento della maggioranza di ispirazione di centrodestra che amministra

Aversa. La coalizione guidata dal sin-daco Enrico De Cristofaro, infatti, po-trebbe vedere l’ingresso di Forza Italia e con essa dei due consiglieri comunali azzurri Gianpaolo Dello Vicario (c he è stato candidato sindaco proprio contro De Cristofaro) e Nicla Virgilio, già più volte assessore e vice sindaca con il compianto sindaco Giuseppe Sagliocco. Una notizia che tutti gli interessati all’operazione negano più o meno decisamente, ma che sembra essere fondata con tempi già scanditi. Si parla, infatti, di una concretizzazione del tutto a cavallo delle festività natalizie.A renderla possibile soprattutto il tenta-tivo che il consigliere regionale di Forza Nicla Virgilio e Gianpaolo Dello Vicario

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POLITICA

Italia Giampietro Zinzi sta mettendo in atto in tutte le realtà casertane con una riunione degli amministratori moderati, sebbene, in una prima fase, solo a livello politico non amministrativo locale. Bi-sogna anche ricordare che l’esponente azzurro, per quanto riguarda la specifi-cità aversana, nonostante la presenza di un candidato sindaco specificatamente di Forza Italia, come lo era Dello Vica-rio, non ha fatto mistero, in occasione della campagna elettorale per le ultime amministrative di giugno, di sostenere (e con forza) De Cristofaro, testimoniando il proprio appoggio con la presenza in occasione della presentazione della candidatura dell’attuale primo cittadino.«Non so niente di ufficiale, ma credo – ha dichiarato l’assessore e portavoce di Forza Aversa, Paolo Galluccio – che qualcosa possa esserci, anche se non credo che in questa fase ci possa essere una riuscita. Noi come Forza Aversa crediamo che se si vuole un’apertura ci debba essere anche una necessità sia po-litica che amministrativa di cui l’attuale maggioranza, a mio personale avviso, non ha bisogno».Potrebbe, però, proprio Forza Aversa, li-sta civica composta da dissidenti azzurri che si sono staccati in occasione delle ultime amministrative, ad essere più in-

Paolo Galluccio

“Non so niente di uffi ciale, ma credo - ha dichiarato l’assessore e portavoce di Forza Aversa, Paolo Galluccio - che qualcosa possa esserci”

sere un obiettivo naturale. Al momento, però, non ne vedo traccia. Credo che qualcosa di più concreto possa registrar-si dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo, quando il fronte di centrodestra che appoggia il No do-vrebbe proseguire l’attività».L’ingresso di Dello Vicario e Virgilio in maggioranza dovrebbe portare la seconda ad avere un assessorato che potrebbe essere quello all’ambiente attualmente retto dalla tecnica Tiziana D’Aniello che, a detta di tutti, sino ad oggi avrebbe brillato soprattutto per il suo silenzio. Unica perplessità all’in-gresso in giunta dell’ex vice sindaca, l’ulteriore ingresso quale primo dei non eletti della lista di Forza Italia dell’ex assessore Gino Della Valle, da tutti ritenuto poco incline ad appoggiare il sindaco De Cristofaro del quale, ancora oggi, attraverso il suo Osservatorio Politico, è uno dei maggiori detrattori.Per lo stesso De Cristofaro, poi, l’in-gresso nella maggioranza dei due consi-glieri di Forza Italia potrebbe significare anche l’avere le mani più libere rispetto al movimento “Noi Aversani”, voluto dal compianto sindaco Sagliocco. Il sindaco, approfittando di crepe interne al gruppo sagliocchiano, potrebbe sosti-tuire i più intransigenti con i due azzurri.

teressata. Sulla vicenda, però, Michele Galluccio, consigliere comunale, affer-ma: «Quello della riunione potrebbe es-

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C’è un muro palese tra maggioranza e opposizione. Il clima è esacerbato

Si avverte in maniera palpabile che le parti stanno recitando seguendo un copione da film di terza classe. Parlano solo per il gusto di sentirsi e di farsi sentire

Consigli comunalio inutili discussioni?

AVERSA

Assistere ai lavoratori del civico consesso comodamente dalla poltrona di casa non ha prezzo.

E’ possibile grazie allo streaming. Pur-troppo, però, sembra di assistere a un film già visto, con gli stessi attori e la stessa trama.Il sindaco De Cristofaro ha evidenziato anche il comportamento, ritenuto poco corretto, del capogruppo consiliare Marco Villano relativamente ai la-vori dell’ultimo consiglio comunale che avrebbe detto, rivolgendosi alla consigliera comunale pentastellata Maria Grazia Mazzoni, “Questo è il

w Nicola Rosselli tuo sindaco” in maniera dispregia-tiva, mancando di rispetto all’istitu-zione più che alla persona perché, come ha fatto osservare lo stesso De Cristofaro: “io sono il sindaco di tutti, anche di Villano”. Provo-cando la risposta di quest’ultimo: “il mio sindaco non sarà mai uno che accompagna i consiglieri comu-Aversa, Consiglio comunale in diretta streaming

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AVERSA

nali fuori dall’aula consiliare per non far continuare una discussione o una votazione. Il mio sindaco, o meglio, il sindaco che meriterebbe questa città non scappa dal consiglio comunale o dall’affrontare questioni importanti come il destino dell’ex area Texas con la scusa che poi lui farà il Puc, il mio sindaco, il sindaco di Aversa dovrebbe essere da esempio per i cittadini”. Insomma, manca solo che si passi alle mani. Il clima è esacerbato, troppo esacerba-to. Si sente, si vede un muro palese tra maggioranza e opposizione. Qualsiasi cosa uno dei due schieramenti pro-ponga, l’altro è pronto a bocciarlo. La tragedia, per chi sta fuori da questi gio-chi, per il cittadino che sta in poltrona a “godersi” lo streaming, è che su ogni cosa si trascinano lunghe, spocchiose e inutili discussioni. Lo si avverte in maniera palpabile che le parti stanno recitando seguendo un copione da film di terza classe. Ore di inutili discussioni, di parlarsi addosso, per il gusto di sentirsi e di farsi sentire, senza che vi sia la possibilità che una delle due bande si convinca. E’ avvenu-to, ad esempio, per l’acquisto del drone. Mentre su altri temi si capisce bene che si ha il timore di discuterli (e non vogliamo affatto pensare che sia colpa di diktat santantimesi come afferma la minoranza). Il destino della Texas, di quell’area certamente strategica per il futuro della città, infatti, sembra essere un tabù. Rosario Capasso, nella sua te-stardaggine, ha tentato più volte di far discutere questo argomento, ma il muro innalzato dalla maggioranza (hai voglia di affermare che sarà deciso con il Puc il destino di quell’area) è palese. E, a proposito di Puc, ma chi sta de-cidendo le linee guida? La normativa esige, pretende, un piano urbanistico partecipato. L’impressione, invece, è che lo redigeranno gli uffici comunali, ma si deciderà nel chiuso di qualche stanza, di quelle stanze che hanno sempre deciso i destini della città negli ultimi cinquant’anni, limitandosi a cambiare solo le casacche, con gli aver-sani più o meno inconsapevoli vittime.In tutto questo, inutile dirlo, a rimetter-ci saremo solo ed esclusivamente noi poveri aversani.

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Il Comune non ha soldi ma comunque progetta 75 milioni di opere pubbliche

Il Sindaco e la sua Giunta hanno fatto il possibile per redigere un atto programmatico credibile, rispunta la piscina e affascina il progetto del grande Parco Urbano

L’ampliamento del cimitero andrà ai privati

AVERSA

Piano triennale delle opere pub-bliche licenziato dalla Giunta comunale normanna. Nonostante

le casse dell’ente normanno non con-sentano grandissimi progetti, sono ben settantacinque i milioni di euro (anche con apporto di capitali privati con inve-stitori ai quali sarà affidata la gestione di quanto realizato) che si intendono investire in opere pubbliche nell’arco temporale che va dal 2017 al 2019, con la previsione di vendita di immobili di proprietà del comune di Aversa che rientrano nel patrimonio disponibile, anche se non sono stati espressamente indicati.

Aversa, particolare del palazzo municipale

dallo scorso mese di giugno. Almeno per il 2017 sono poche le novità rispetto ad opere già presenti in precedenti piani programmatici, anche se, occorre riconoscerlo, spazio viene dato per la

w Livia Fattore

E’ questo il primo atto programmatico della nuova maggioranza, composta da liste civiche di ispirazione di cen-trodestra, guidata dal sindaco Enrico De Cristofaro, che amministra la città

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AVERSA

modernizzazione degli edifici scolastici e per la manutenzione di strade citta-dine i cui manti stradali sono ridotti al lumicino, per non parlare del recupero di buona parte del patrimonio storico – immobiliare. In tema di infrastrutture ampio spazio a rifacimento di fogne e rete idrica. Senza dimenticare l’ambien-te e lo sport. Farà certamente parlare di sé, come già avvenuto nel recente passato, la previsione della Casa delle farfalle con una previsione di spesa di 1,35 milioni di euro.«Per il 2017 – afferma l’assessore alle opere pubbliche Michele Ronza - c’è un piano riduttivo perché nel bilancio non abbiamo fondi. Per il 2017 e il 2018 puntiamo su finanziamenti comunitari e statali. Un discorso a parte merita l’ampliamento del cimitero per il quale ci sarà una concessione/gestione che po-trebbe prevedere anche la realizzazione di un forno crematorio».Dieci milioni di euro per la realizzazione del Parco Urbano (con il coinvolgimen-to della Maddalena, dell’area antistante Santa Maria La Nova, del complesso del Carmine, del Parco Pozzi, dell’ex Opg Filippo Saporito e di Piazza Marconi) ed altrettanti per la realizzazione del nuovo mercato ortofrutticolo in sostituzione di quello fatiscente di viale Europa, mentre sei sono i milioni di euro destinati alla realizzazione di un parcheggio interrato al Parco Pozzi. Sono questi gli impegni maggiori previsti nel piano triennale delle opere pubbliche, il primo nel 2018, nel 2019 il secondo. Sempre per il 2018 prevista la realizzazione di una piscina comunale al costo preventivato di sei milioni e mezzo. Spicca, inoltre, il consolidamento, il restauro e l’adegua-mento funzionale del complesso monu-mentale di San Domenico, con cinque milioni di euro per la realizzazione, non più di un polo giudiziario (superato dai fatti), ma di un edificio multifunzionale per grandi eventi e manifestazioni.Particolare interesse agli edifici sto-rici. A San Domenico «il Percorso delle Mura Medievali», con spesa di 2,5 milioni; il completamento della Chiesa dell’Annunziata per 3 milioni; il recupero del padiglione Bianchi nella Maddalena per 3,5 milioni; la ristrutturazione e l’adeguamento di Palazzo ex Pime in via Drengot, da adibire a scuola, per 1,15 milioni.

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LA STORIA

La bella, sorprendente esperienza del vice parroco della chiesa di Costantinopoli

“Proprio non mi aspettavo la telefonata del Papa al quale avevo scritto una lettera con la speranza di poterlo incontrare di persona o di poterlo ascoltare al telefono”

Don Giuseppe scrive al Papa e Sua Santità gli telefona

w Antonio Arduino

Scrive a papa Francesco raccon-tandogli la sua esperienza di sacerdote in un territorio difficile

qual è l’Agro aversano, chiedendo di poter celebrare messa con lui a Santa Marta e dopo pochissimi gorni riceve la telefonata dal Santo Padre. E’ accaduto a Don Giuseppe Marmorella, giovane sacerdote, vice del parroco di Santa Maria di Costantinopoli, che ha voluto condividere con i parrocchiani e con gli studenti del liceo Jommelli, in cui pre-sta servizio come docente di religione, la gioia provata nell’ascoltare la voce del Papa che, dopo una prima telefonata andata a vuoto per l’intervento automa-tico della segreteria telefonica, lo ha chiamato al cellulare. “Proprio non mi aspettavo la telefonata del Pontefice al quale avevo scritto una lettera concludendo con la speranza di poterlo incontrare di persona o, quanto meno, di poterlo ascoltare al telefono di cui, sperando che accadesse, avevo indicato il numero” - ha detto ai fedeli e agli studenti in occasione di un’as-semblea d’Istituto per condividere la sua goia. Una condivisione considerata doverosa, soprattutto quella con gli studenti sia perchè la prima telefonata, quella a cui non ebbe la possibilità di ri-spondere, era arrivata proprio mentre si trovava con alcuni di loro in parrocchia, sia per il particolare rapporto di affetto che gli studenti dello Jommelli hanno con il Santo Padre che hanno incontrato in piazza San Pietro in occasione di una udienza generale del mercoledì alla quale parteciparono in massa nell’aprile dello scorso anno. “Avevo scritto al Papa una lettera semplice, in cui non raccontavo segreti di Stato, ma

lo ringraziavo per la gioia donatami con l’indizione del Giubileo, raccon-tandogli - ricorda- la mia esperienza di sacerdote, esprimendo il desiderio di poter celebrare con lui in Santa Marta e concludendo con la speranza di poterlo incontrare per ringraziarlo di persona del Giubileo un giorno o, se non fosse stato possibile, di poterlo fare al telefono come era accaduto qualche tempo fa a don Sebastiano parroco a Lusciano e a tanti altri in questi anni del suo pontificato”. “Certo, speravo

che la lettera gli arri-vasse, speravo che la leggesse, ma proprio non mi aspettavo che potesse chiamarmi al telefono”. Invece è accaduto e ascoltan-dolo mentre racconta l’episodio di cui è stato protagonista si ha la sensazione che le parole del ponte-fice devono avergli fornito una carica enorme, capace di dargli la forza di smuovere le monta-gne. Una carica che

ha inteso trasmettere a tutti raccontando pubblicamente l’accaduto.

Papa Francesco

Don Giuseppe Marmorella

“Certo, speravo che la lettera gli arrivasse, speravo che la leggesse, ma proprio non mi aspettavo che potesse chiamarmi al telefono”

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E’ facile trasferire gli Lsu presso il Comune di Aversa, ne sono arrivati ben sette!

Il Sindaco deve ringraziare il Commissario Prefettizio che ha previsto 69 Lsu. Oggi, al netto dei nuovi ce ne sono solo 63. Dunque c’è ancora spazio per farsi avanti

Una manna dal cielo per Enrico e company!

w Nicola Rosselli

LA SCOPERTA

Orta di Atella, Teverola, Carinaro ed ancora altri Comuni dell’A-gro Aversano hanno concesso

il nulla osta al trasferimento di propri lavoratori socialmente utili nella città normanna. Sono ben sette le unità lavorative che sono arrivate presso la casa comunale aversana. Una vera e propria manna considerato che i trasferimenti sono avvenuti a costo zero e se si considera che questi signori lavorano per quattro ore al giorno per avere diritto al sussidio che viene corrisposto dalla Regione Campania. Insomma, è come avere almeno tre impiegati e mezzo in più a costo zero. Ad Aversa arrivati nuovi lavoratori socialmente utili

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Il Comune è pronto a sborsare la integrazione. Si dice che gli lsu non sarebbero stati scelti a caso. Se così fosse vuol dire che i nostri hanno imparato subito ad ...amministrare!

LA SCOPERTA

Questo, però, così non è considerato che buona parte di questi lavoratori so-cialmente utili, se non addirittura tutti, saranno destinatari dell’integrazione salariale. Non a caso sono stati presi proprio con questa premessa, come qualcuno di loro ha candidamente con-fessato e come sta già avvenendo.Una cosa possibile sicuramente per sei di loro considerato che quando il

commissario straordinario ha approvato il bilancio per il 2016 ha previsto la pre-senza di 69 lavoratori socialmente utili e che oggi, al netto dei nuovi, sono 63. Tant’è che, al momento in cui scrivia-mo, per uno di essi, proveniente da Teverola, c’è già stata l’integrazione salariale.Nulla di negativo. Anzi. Si riesce a rim-piazzare una parte dei tanti dipendenti andati in pensione e non sostituiti a causa della normativa vigente.Qualcuno (ma noi non ci crediamo) dice che questi lavoratori socialmente utili non sarebbero stati scelti a caso, ma per-ché vicini a questo o a quel consigliere comunale di maggioranza. Addirittura, si dice (ma noi non ci crediamo), che una lavoratrice socialmente ha lavorato per anni nello studio del padre di una consigliera molto vicina al sindaco De Cristofaro. Noi non ci crediamo, ma se fosse vero ci sarebbe una sola considera-zione: questa maggioranza composta da dilettanti allo sbaraglio ha imparato pre-sto ad amministrare, ma ha assimilato evidentemente solo la possibilità di fare clientelismo. L’opposizione è, dunque, invitata a veificare caso per caso chi sono questi lavoratori socialmente utili passati al Comune di Aversa e rendere pubblico, forse, un fatto ineccepibile: il Sindaco e company hanno imparato davvero in fretta ad ...amministrare.

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Siamo incivili, senza controlli sarà sempre peggio

Parco Grassia, una grandevergogna aversanaw Antonio Arduino

LA VERGOGNA

Non basta la buona volontà per recuperare e rendere funziona-le il parco “Grassia” di Aversa.

E’ questa la sensazione che si ha nel guardare le condizioni in cui è ridotta un’area che avrebbe dovuto essere un polmone verde e un punto di ritrovo realizzato per una zona periferica della città, costato oltre 250mila euro. L’abbandono pressoché totale. Una condizione legata all’assenza di con-trollo, a detta dei residenti della zona che portano a spasso i cani nell’area. Basterebbe, sostengono, utilizzarne uno spazio per realizzare anche solo un chioschetto da bibite o affidare la struttura ad associazioni private, capaci di ricavare un utile da eventuali attività commerciale che potrebbero intrapren-dere, per ottenere in cambio un control- Distrutto tutto finanche i mattoni del muretto centrale

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Abbandono totale,l’incuria ha fatto morire tutto. Tutto quello che c’era all’inaugurazionee fatto nei mesi successivinon c’è più. Ci viene un dubbio: quanto durerà il Parco Pozzi?

LA VERGOGNA

lo della struttura oggi vandalizzata in maniera indecente. Basta fare un giro per rendersi conto che praticamente tutto quello che c’era all’inaugurazione e tutto quanto è stato fatto nei mesi im-mediatamente successivi non c’è più. I cestini gettacarte sono quasi del tutto scomparsi, portati via insieme ai sostegni in metallo, i pochi rimasti sono distrutti e distrutte sono le strutture in muratura dell’agorà, in cui era possibile effettuare anche spettacoli all’aperto, dove sono stati divelti persino gran parte dei mattoni utilizzati per realiz-zala, asportati gli infissi della struttura in muratura destinata ad ospitare un punto di ritrovo, asportati gli infissi dei servizi igienici dove sono stati portati via anche i rubinetti dei lavandini, por-tate via le lampade esterne, scomparse finanche alcune delle panchine in legno realizzate tra i basamenti in mattoni di due alberi contigui. L’incuria ha poi fatto morire le ottocento piantine messe in sede dall’amministra-zione Sagliocco e resa inutilizzabile, anche perché ermeticamente chiusa, l’area dedicata ai cani. cosicché i pic-coli e grandi amici possono scorrazzare all’interno del parco creando problemi ai pochi frequentatori che sperano di

fare un giro all’aria aperta senza sentirsi abbaiare addosso. Certo l’attuale am-ministrazione qualche cosa sta facendo, parliamo della pulizia delle aiuole che gli operatori del verde stanno liberando dalle erbacce e dai rifiuti ma poi acca-tastano quanto raccolto in grossi sacchi bianchi che lasciano depositati nelle aiuole per portali via non si sa quando e non si sa quando potrebbe essere completato il lavoro dal momento che, come affermato dagli utilizzatori del

parco, non prestano servizio ogni giorno. Possibile che debba andare così? Possibile che quel parco debba continuare ad essere nel degrado? Per chi, abi-tando in zona, vi porta a spasso il cane meglio tener-lo aperto, è più comodo che andare a parco Pozzi, meglio accontentarsi di un’area che definiscono “una vergogna” che raggiungere il centro della città. Ma se l’Ammi-nistrazione lo riqualificasse e, soprattutto, se poi ne garantisse la sorveglianza quel parco sarebbe da dieci

e lode.Bagni in condizioni pietose

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Il limite di 60 km all’ora appare davvero eccessivo su asse a scorrimento veloce

Collocato pochi metri prima dell’uscita dall’asse mediano dalla Provincia di Caserta che ha così deciso di far cassa ai danni degli automobilisti aversani. Tutto regolare?

Assurdo Autovelox ad Aversa Nord

w Giuseppe Lettieri

LA POLEMICA

La Provincia di Caserta l’ha fatta grossa. Per fare cassa ha deciso di “spennare” i cittadini, in

particolare gli aversani e quelli dell’A-gro aversano, collocando uno spietato autovelox all’uscita dell’asse mediano che da Marcianise-Caserta giunge ad Aversa. Il diabolico apparecchio è collocato a circa cento metri prima dell’uscita Aver-sa Nord-San Marcellino. Ma la cosa che più dà da pensare è la collocazione del limite di velocità di 60 km orari che scende addirittura a 30 km orari per au- L’autovelox contestato

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LA POLEMICA

tocarri e tir. Insomma, su un asse a scor-rimento veloce appare non solo assurdo ma addirittura pericoloso che le vetture vadano a queste velocità. Provateci, pare quasi di stare fermi. Inoltre bisogna tener conto che le vetture di grossa cilindrata che superano tranquillamente i 200km orari, sono dotate di sistemi navigatori via satellite che segnalano poche decine di metri prima la presenza dell’infernale aggeggio rilevatore. Quindi cosa accade? Che l’automobili-sta che fino a pochi metri prima andava magari a 100km ora (ma talvolta, e sbagliando, anche di più!) inchioda con una brusca frenata per scongiurare la multa, rischiando così di provocare un incidente con chi, ignaro, segue dietro. L’appartenenza dell’autovelox alla Provincia la si deduce da un cartello col-locato un centinaio di metri prima in cui campeggia lo stemma della Provincia. Insomma l’Amministrazione Provin-ciale pur fregandosene di fare manuten-zione alla superstrada (così la si rende più sicura e si cerca di prevenire gli incidenti), con le uscite e i bordi della stessa piene di immondizia ed erbacce, decide di tartassare gli automobilisti con un apparecchio che pare sia costato molte migliaia di euro. La collocazio-ne dello stesso ha scatenato l’ira sul web e non solo di tantissimi cittadini. Adesso attendiamo anche una presa di posizione delle autorità cittadine perché non crediamo che i 60 km orari su un asse a scorrimento veloce siano giusti. E non crediamo neanche che sia giusto tartassare, i già tartassati (dalle tasse e dall’elevato regime fiscale) cittadini aversani e della provincia, con ulteriori sanzioni. Ora non vogliamo elevarci al rango di esperti della materia, ma un dubbio ci viene, e ci chiediamo se sia davvero legale l’ubicazione, se sia in regola l’apposizione di cartelli che segnalano la presenza dell’autovelox, che a quanto pare è un modello di ultima generazione. E, poi, se proprio deve restare, la Provincia provveda non solo a riscuotere i proventi delle multe ma ad adeguare l’intero asse stradale, eliminando le numerose buche, molto pericolose per gli automobilisti, l’immondizia lungo i cigli, verificando che tutti i viadotti di un asse attivo da circa quarant’anni siano integri e non a rischio cedimento.

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Il 16 dicembre al “Cimarosa” il film “Indivisibili” di Edoardo De Angelis

Grande appuntamento organizzato dall’Associazione Nazionale magistrati di Aversa Nord, in collaborazione con AversaDonna e Aisla. Ingresso aperto a tutti

La storia delle gemelle siamesi di Casapesenna

L’APPUNTAMENTO

Le scuole superiori provinciali messe male

I 93 plessi scolastici presenti nella provincia di Caserta sono a rischio chiusura per la mancanza dei fondi

necessari a garantire i servizi essenziali comunicata dall’Amministrazione Pro-vinciale con una nota del 7 ottobre 2016 indirizzata ai dirigenti scolastici in cui affermava “per ragioni ad essa in alcun modo ascrivibili” che dal 31 dicembre non avrebbe potuto più garantire nem-meno il pagamento della luce elettrica, figuriamoci il riscaldamento necessario nei periodi di freddo invernale partico-larmente per quegli istituti in cui esiste il tempo lungo, prospettando una “trau-matica interruzione dell’anno scolastico 2016/17”. Se a questo si aggiunge che dei 93 plessi uno solo, realizzato

di recente, ha il sistema antincendio messo a norma e che l’adeguamento, obbligatorio per legge, doveva essere effettuato entro il 25 novembre, cosa impossibile per la già ricordata mancan-za di fondi, appare più che probabile che dopo il controllo annunciato entro il 31

dicembre, dai vigili del fuoco potrebbe davvero accadere che la scuola caserta-na chiuda i battenti, mettendo a rischio l’anno scolastico in corso. Cosicché ci è parso logico chiedere da che cosa sia dipesa la mancanza di fon-di. La risposta è arrivata da Francesco Bortone, vice presidente della Provincia e responsabile del settore scuola. “E’ molto semplice - ha detto - il bilancio della Provincia è di 70 milioni di euro, la maggior parte di quanto rimasto in cassa è stato utilizzato per pagare gli stipendi del personale, di conseguenza per le attività di competenza provinciale, vale a dire scuola e viabilità, sono rimaste le briciole”.

Antonio Arduino

Nell’ambito del cartellone del “Natale ad Aversa” promosso dall’Amministrazione comu-

nale il giorno 16 dicembre alle ore 16.45 al Teatro Cimarosa organizzato dall’Associazione Nazionale Magistrati sezione Napoli Nord in collaborazione con AversaDonna e con l’AISLA (As-sociazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) si terrà la proiezione del film “Indivisibili” di Edoardo De An-gelis che ha portato sul grande schermo la storia delle gemelle siamesi Fontana di Casapesenna. Il film che ha riscosso un gradissimo successo di pubblico e di critica all’ultimo Festival di Venezia darà, poi, spunto al dibattito a cui parteciperanno lo stesso regista De Angelis e gran parte del cast. Ad introdurre e moderare l’incontro ci sarà Elena Severino, neo

presidente di Aversa Donna con le premesse di Claudia Maone segretaria di ANM. Dopo i saluti del Sindaco De

Cristofaro e del presidente di ANM (Napoli Nord) Giuseppe Cioffi, ci saranno gli interventi del regista, di Luigi Caramiello professore aggregato di Sociologia della Federico II, e di S.E. Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa. Le conclusione erano affidate al sot-tosegretario alla Cultura on. Antimo Cesaro che a seguito delle votazioni referendarie potrebbe disertare l’incon-tro. Una iniziativa importante: ci sentiamo di consigliare a tutti i nostri lettori che non abbiano ancora visto il film di partecipare, tenendo conto anche che l’ingresso è libero e bisogna solo rispettare gli orari della kermesse. L’i-niziativa segnerà anche la prima uscita pubblica della neopresidente di Aver-saDonna Elena Severino. Al termine dell’incontro nella splendida cornice del salone Romano è previsto un ricco buffet offerto dagli sponsor della serata.

w Giuseppe Lettieri

Francesco Bortone

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L’INTERVISTA

Quattro lustri di successo nel segno della cultura e dell’impegno sociale

AversaDonna, Nunzia Orabona lascia la presidenzaw Giuseppe Lettieri

A ventidue anni dalla fondazione la prof.ssa Nunzia Orabona lascia la presidenza di Aversa-

Donna. La abbiamo incontrata per un doveroso bilancio dopo tanti anni di successo alla guida dell’associazione femminile aversana fondata 22 anni fa.Prof. Orabona ci parla degli inizi di questa spendida avventura?Era il 1994 quando inaugurammo le attività sociali. Arrivò ad Aversa per un seguitissimo convegno il compianto scrittore e regista Alberto Bevilacqua. Da quel momento - ci dice Nunzia Ora-bona - tanti gli ospiti dell’associazione che sono giunti nella nostra città. Perso-naggi del mondo della cultura, dell’arte, dello spettacolo, che abbiamo voluto condividere con l’intera cittadinanza per favorire una interazione con il nostro Inaugurazione museo degli esposti, De Chiara, Orabona e Lettieri

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“Non ci siamo mai sentite in competizione, abbiamo solo voluto offrire il nostro impegno alla comunità favorendo la crescita soprattutto della donna. Mai femministe, ma per la donna!”

L’INTERVISTA

territorio. E così da Dacia Maraini a Vit-torio Sgarbi, da Luciano De Crescenzo a Lina Wertmuller, da Monica Vitti a Stefano Zecchi, da Sergio Zavoli a Bar-bara Alberti, senza dimenticare Enzo Bettizza, Alba Parietti, Marisa Laurito, Marcello D’Orta, Pino Sangiuliano. L’elenco sarebbe lunghissimo e vale la pena sottolineare che molti di questi illustri ospiti sono tornati più volte all’ombra dell’Arco dell’Annunziata. AversaDonna non è solo incontri culturali con personaggi di rilievo na-zionale ma anche altro. Ne vogliamo parlare? Certo. Abbiamo posto sempre l’inte-resse ad incoraggiare e contribuire alla crescita culturale e sociale della comu-nità aversana. Quando partimmo noi di AversaDonna nel 1994, la città era un po’ assopita dal punto di vista associa-tivo ed il primo obiettivo fu quello di stimolare la cittadinanza, di far ridestare un dibattito a 360 gradi, trattando le tematiche più diverse e credo che siamo riuscite in pieno nell’intento, fornendo stimoli non solo alle associazioni già esistenti ma anche favorendo, seppur indirettamente, la nascita di nuovi sodalizi. Non ci siamo mai sentite in competizione ma abbiamo solo voluto offrire il nostro impegno alla comunità

favorendo la crescita soprattutto della donna. Mai femministe ma per la donna! Sono stati tanti i momenti di forte impegno sociale.Basti citare la mostra-convegno “Le Cento Scarpe Rosse”, tenutasi presso la Facoltà di Ingegneria, a cui va il mio ringraziamento perché ha sempre dato la massima disponibilità e accoglienza alle nostre iniziative, con la parteci-pazione di Maria Rita Parsi, la nota psicoterapeuta, scrittrice di successo e spesso protagonista di importanti programmi televisivi su Rai e Mediaset, che per AversaDonna non è stata una semplice ospite. Infatti, la Parsi fin dal primo incontro ha abbracciato il nostro progetto diventando nostra socia affettiva ed è stata spesso presente e protagonista di tante nostre iniziative. Tra queste ricordo il corso di “Genitori con la Patente”, un ciclo di Incontri sot-to la direzione della Parsi in cui diversi anni fa abbiamo anticipato temi, come il bullismo, che in quel momento erano sul nascere, come era sul nascere la rete. Parlavamo di attenzione a trecento-sessanta gradi verso le tante tema-tiche che interessano la collettività. Quali vogliamo ricordare oggi? Tantissime sono state le iniziative ma se proprio ne vogliamo menzionare Orabona con Lina Wertmüller

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L’INTERVISTA

Orabona con Maria Rita Parsi

qualcuna non ometterei quella sulla pedofilia, una vera e propria piaga non semplice da trattare, in cui abbiamo ra-dunato ad Aversa non solo esperti della prevenzione ma anche della repressione del reato, con alti vertici della polizia postale, e abbiamo prodotto, in diverse migliaia di copie, un libretto donato alla cittadinanza. Ma anche l’attenzione all’ambiente con “Art Eco”, una intera settimana all’ex Macello con mostra ed incontri. E poi come dimenticare la sen-sibilizzazione sociale sulle tematiche della salute. Già nel 1995 portammo ad Aversa il CamperDonna, per le visite gratuite per la prevenzione dei tumori al seno. E ci fa piacere che su quel modello tante benemerite associazioni aversane si siano attivate facendo anche loro questo tipo di proposte. L’iniziativa poi fallita che ricorda con più nostalgia?Sicuramente la Mostra mercato dell’An-tiquariato che lanciammo nel 1995 all’interno dell’Annunziata (Facoltà di Ingegneria). Si è tenuta per circa tre anni sotto le nostre cure richiamando ad Aversa grandi antiquari non solo della Campania ma da tutta Italia. Poi l’Amministrazione Comunale dell’epo-ca la fece propria, diciamolo pure senza

polemica perché sono passati tanti anni, estromettendoci e l’evento fu snaturato e declassato quasi a mercatino delle pulci. Quindi l’iniziativa è fallita ma non per colpa nostra.La più bella, invece, dal punto di vista artistico?Tante, ma se proprio devo citarne una cito gli spettacoli di Lucilla Giagnoni, la grandissima attrice, credo tra le più brave nel panorama nazionale, che non solo sono belli da vedere ma hanno una grandissima carica emozionale e soprat-tutto invitano alla riflessione. Parlare di Dante come fa lei, della Creazione oppure citando l’ultimo di aprile scorso,

quello sulla Misericordia, credo sia qualcosa di straordinario. La cosa più importante che avete prodotto in questi ventidue anni?

La cosa più importante che avete prodotto in questi ventidue anni?“Su questo non ho dubbi. Il museo della Ruota degli Esposti nell’Annunziata. Un vanto per noi e per la nostra città”

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L’INTERVISTA

Su questo non ho dubbi. Abbiamo ridato dignità ad un pezzo di storia importantissimo della nostra città. Un monumento che ci aveva ospitato sin dagli esordi, ma la cui storia recente sembrava quasi voler cancellare quello che era stato e che aveva rappresen-tato per circa sei secoli nella nostra Aversa. Sto parlando del Museo “La Ruota degli Esposti” nella Real Casa dell’Annunziata. E’ costato tanta fatica realizzarlo ma ci siamo riuscite grazie anche all’impegno di tante energie positive del territorio, che hanno messo a servizio le loro professionalità per la realizzazione di questo ambizioso progetto. Con questo museo siamo riu-scite a riprenderci un pezzo di storia e a restituirlo all’intera comunità aversana. Oltre quindicimila visitatori, alcuni stranieri, non sono il vanto per il nostro sodalizio ma per tutta la città. Ed il rammarico? Sempre il museo, chiuso da ormai un anno per il tragico crollo del solaio nella Facoltà di Ingegneria che causò anche un decesso. Alla nuova presiden-te chiedo un impegno forte, e noi tutte saremo con lei, per la riapertura quanto prima della Ruota degli Esposti. Come mai ha deciso di lasciare?

Nunzia Orabona con Lucilla Giagnoni ed il vescovo Spinillo

Dopo tanti anni di impegno, di soddi-sfazioni, di qualche piccola amarezza, credo sia giunto il momento di fare il passaggio del testimone. Ci vogliono nuove energie ed il sodalizio ha visto nella dottoressa Elena Severino, da sempre impegnata nell’organizzazione di eventi culturali e sociali, la figura giusta per continuare il cammino di AversaDonna. Un cammino che mi vedrà presente al suo fianco, perché lascio la presidenza per una volontà

anche di rinnovare il sodalizio con nuove energie, ma non di certo l’as-sociazione. Infine. voglio ringraziare tutte, ma proprio tutte le socie, anche quelle che hanno condiviso solo parte del cammino di questi ventidue anni, perché è grazie a loro che AversaDonna ha raggiunto tanti obiettivi importanti. E ovviamente un in bocca al lupo, direi quasi materno, ad Elena che inizia questa esaltante e non certo semplice esperienza. AversaDonna for ever!

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Troppe bufale ...in rete!

Tra i tanti cambiamenti nel modo di fare informazione introdotti dalla nascita dei social network,

uno dei comportamenti più abusati dai mass media nazionali, generalmente per fini politici o per incrementare sub-dolamente le vendite, è senza ombra di dubbio quello di dare dignità a qualsiasi parere pubblicato su Facebook o Twitter elevandolo al grado di “punto di vista significativo dell’opinione pubblica”. Tanto significativo da essere portato a conoscenza di tutta o quasi la po-polazione. Tutti i giornali quotidiani di grande tiratura e le reti televisive nazionali, ogni santo giorno, infatti, vanno a caccia dei post dell’uomo qua-lunque o della casalinga di Voghera per trasformarli in sentenze tombali. Se qualcuno, quasi sempre di livello culturale scarso, pubblica un post dal titolo “Era meglio quando c’era la lira!”, il giorno dopo i media nazionali sono capaci di titolare: “Il popolo con-tro l’euro” o “La protesta degli italiani contro la moneta unica”. Se è pubblicato un video dove in mezzo a duecentomila persone che sfilano in corteo per rivendicare un qualsivoglia diritto, se ne vede uno, dicasi uno, che urla di essere contro quella protesta perché “Tanto non cambierà niente”, il giorno dopo le tv nazionali aprono i telegiornali con il titolo a effetto “Il popolo sfiduciato dei social network contro la protesta. La manifestazione è riuscita solo a metà”. Elevare al grado di campione statistico rilevante, il pare-re di una singola persona o al massimo di pochi componenti di un “gruppo”, è una delle più ingiustificabili condotte di cui i direttori dei media nazionali alla fine dovranno dare conto ai propri lettori. Il bieco utilizzo, poi, da parte di alcuni noti giornali “lumbard”, di quanto è postato dai soliti “bastian contrari” sui social media, ha raggiunto livelli impensabili fino a pochi anni fa. Un

perfetto “signor nessuno” pubblica un post nel quale critica, ad esempio, un leader politico o un partito? Il giorno dopo ci si ritrova con titoloni a nove colonne del tipo “Il popolo di Facebook è contro Pinco Pallino” o “Sui social crollano i consensi per il partito XYZ”. Al contrario, se un altrettanto perfetto “signor nessuno” pubblica un post dicendo che il leader Tizio è “unto dal Signore” o che “la notte non dorme per vegliare sugli italiani”, il giorno dopo

i soliti due giornali mila-nesi aprono con titoloni a effetto del tipo “La rete ama il nostro condottie-ro” o “Il web decreta la vittoria della politica del nostro leader”. E’ un com-portamento superficiale o che, sempre più spesso, maschera veri e propri attacchi politici. Una moda che è diventata un vero e proprio incubo per chi si occupa seriamente d’informazione. Un modo di fare che porterà sicuramente danni incommensurabili a un mondo, come quello dell’informazione main-stream, che è già sottopo-sto a pressioni incredibili,

prodotte dall’introduzione delle nuove tecnologie digitali (vedi il caso eclatante dei software che scrivono articoli come se fossero veri giornalisti). Per questa ragione dare importanza, per interessi reconditi o per pura superficialità, ai blateramenti, provenienti dalla rete, dei milioni di signor chiunque che com-mentano qualsiasi cosa solo per sentito dire o perché “questo è il mio parere e, poi, Voltaire dice che devi difendere a ogni costo il mio diritto a dire quel che penso”, è puro masochismo. Certo, la tendenza a compiacersi nell’avvilire se stessi o nel subire dure umiliazioni è insita nel mestiere di chi fa il giornalista in questa seconda deca-de del nuovo millennio ma ora, a mio modesto parere, si è raggiunto davvero il punto del non ritorno. Occorre ridare il giusto peso alle cose. Se un qualsiasi Pinco Pallino pubblica un post dove si critica o si apprezza qualcuno o qualcosa, l’unica risposta di chi opera con serietà e professionalità nel mondo dell’informazione dovrebbe essere: “E chi se ne frega!”.

Elevare al grado di campione statistico rilevante il parere di una singola persona o al massimo di pochi componenti è una delle più ingiustificabili condotte dei media

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miomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomiomio di Giuseppe Chiatto

Grazie Lia e grazie “Figli delle Stelle”

La cosa che ammiro di più è quan-do certe idee riscuotono successo e grande interesse tanto da essere

prese in considerazione dalle istituzioni locali. È il caso della compagnia teatrale “I Figli delle Stelle”, nata dall’Asso-ciazione Emy Club esattamente dieci anni fa. Correva, infatti, l’anno 2006 quando Lia Cantile, fondatrice dell’As-sociazione, proponeva e coinvolgeva un gruppo di ragazzi ad interessarsi al Teatro, ai Musical ai Varietà, e a vari temi coinvolgenti, di interesse pubblico e non solo. Si trattava di temi di natura sociale e non solo, tutti raccontati sotto la sua attenta regia e con una inevitabile voglia di coinvolgere. Lia Cantile ha un grande dono, quello di rendere grandi anche chi non ha mai avuto nessuna esperienza nel campo dello spettacolo. Questa è una compa-gnia che seguo da anni, il motivo? Ne sono stato coinvolto emotivamente fino al punto da essere anche io uno pseudo-attore della compagnia teatrale. È questa la grande capacità della regista, quella di trasformare tutti noi in personaggi

dello spettacolo. Le celebri commedie recitate da questa compagnia sono tra le più popolari, da “Natale in casa Cu-piello” a “Miseria e Nobiltà”, passando per le commedie di Di Maio come “Tre san Giuseppe e Nù Bambinello”. Oltre-tutto sono state presentate commedie inedite e di artisti locali. Eccellente fu la rappresentazione al Teatro Cimarosa

del musical “Scugnizzi”, e della vita di San Francesco presso l’omonimo chiostro aversano, con la partecipazione di don Michele Salato parroco della chiesa di San Audeno, nei panni di San Francesco. Sono molti gli attori che si sono susseguiti nel corso degli anni, alcuni addirittura hanno avuto fortuna nel campo dello spettacolo, e tutti hanno sempre seguiti alla lettera i preziosi consigli di Lia Cantile. Quest’anno vi sono nuove entrate, ma io che seguo le prove vi posso garantire che sembrano tutti dei veterani. Quest’anno “I Figli delle Stelle” ripro-pongono la commedia di Scarpetta, “Mi-seria e Nobiltà”, inserita nel cartellone “Natale ad Aversa”. L’appuntamento è per lunedì 19 dicembre alle ore 20,00 presso il Teatro Cimarosa, vi invito a partecipare all’evento. Credetemi, sa-rete in molti a ringraziarmi per il con-siglio. Per il momento devo ringraziare i ragazzi della compagnia, don Michele Salato che ci ospita da anni, e chi ha reso possibile il sogno di molti: grazie Lia Cantile, grazie “Figli delle Stelle”.

Lia Cantile e don Michele Salato

Al Terzo Circolo di Aversa “Scugnizzeria”

“Scugnizzeria”, è il nome del progetto avviato dalla società sportiva “Romeo

Normanna Aversa Academy” presente nel campionato nazionale di pallavolo di serie C, dove dopo cinque gare gioca-te è prima in classifica, presentato nella sala convegni del plesso scolastico di via Madre Teresa di Calcutta del Terzo Circolo Didattico diretto da Anna Lisa Marinelli. Un progetto ambizioso che si propone di far coniugare ai partecipanti l’impegno nello sport e nello studio, illustrato in dettaglio dal direttore generale e responsabile del progetto Dino Lastoria, alla presenza del sindaco Enrico De Cristofaro, del vescovo della diocesi di Aversa Angelo Spinillo, del vice presidente del progetto Antonio Lampitella, del consigliere FIPAV Cam-pania Raffaele Piscolo, del rappresen-tante del gruppo Romeo, sponsor della

società sportiva, Nicola Castaldo, della dirigente scolastica e dei ragazzi della Circolo didattico. Come sottolineato dal responsabile, il progetto “Scugnizzeria” non si propone di formare giocatori di pallavolo, da allevare per la società sportiva, ma atleti nel senso pieno della parola utilizzando il valore educativo dello sport, da sempre capace di favorire

l’aggregazione, l’inclusione, l’integrazione sociale, l’impor-tanza di fare squadra. Si svilup-perà in stretta collaborazione con le istituzioni scolastiche cittadine partendo dal plesso di via Madre Teresa di Calcutta per coinvolgere tutti i Circoli didattici aversani i cui studenti saranno chiamati a partecipare gratuitamente iscrivendosi, se lo vorranno, alla “Romeo Nor-manna Aversa Academy”, che

offrirà loro la possibilità di apprendere i rudimenti della pallavolo, imparare ad amarla e praticarla. Organizzati nei diversi plessi scolastici, gli studenti ef-fettueranno lezioni ed allenamenti nelle palestre dei loro istituti gareggiando nel Palajacazzi, dove assaporeranno l’ atmo-sfera delle partite di campionato.

Antonio Arduino

L’incontro con il vescovo Spinillo

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di VITO FAENZA

“Io resisto”, una bella mostra

Inaugurata sabato 3 dicembre a Casal di Principe nella casa di don Peppe Diana una esposizione di 250 volti di persone, note e meno note, che in questi anni anno combattuto la malavita organizzata

Inaugurata sabato 3 dicembre a Casal di Principe nella casa di don Peppe Diana una esposizione di

250 volti di persone, note e meno note, che in questi anni anno combattuto la malavita organizzata. Entrare nella casa di don Peppe Diana in via Urano a Ca-sal di Principe fa una certa impressione per le foto delle vittime innocenti della camorra e della mafia che raccontano anni e anni di resistenza. Una impres-sione notevole per il sottoscritto che degli omicidi di queste vittime in molti casi è stato costretto a raccontare sui giornali per i quali ha scritto nel corso di 40 anni e mezzo di carriera giorna-listica. La sorpresa più grossa, però, è quella di vedere le foto di persone note e meno note al primo piano della casa. Certo c’è anche la mia assieme a quella di tanti altri, certo ci sono anche miei ar-ticoli, ma, come mi ha ricordato Renato Natale, il sindaco di Casale, noi due più che partigiani della libertà e della lotta alla camorra, siamo dei reduci di racconti di quanto nessuno ci credeva, quando raccontavamo di una malavita aggressiva, che inquinava tutto, dalla politica alle attività economiche. Devo dire che mi sento, come Re-nato Natale, un po’ un veterano, ma certamente non mi sento ancora un partigiano in riserva. Sono cambiate le prospettive, i modi di esprimermi, ma mi sento come ero quando nel 1976 ho cominciato di occuparmi di malavita, carceri, terrorismo, casi giudiziari. Diciamo così: in prima linea ci sono altri che svolgono un egregio lavoro e i reduci servono solo per non perdere la memoria di quanto lunga è stata la strada che abbiamo percorso e di quante vittime è costata la lunga marcia contro il malaffare, che non è affatto finita. Di certo proprio per i “resistenti” la camorra non ha vinto, come non ha vinto la mafia e non hanno vinto la ‘ndrangheta e la sacra corona unita. Una mostra che spero in molti vadano

gnano (spero di non sbagliare i nomi) abbiamo cominciato a ripercorrere i sentieri del passato. Guardando la foto di Giancarlo Siani gli ho ricor-dato che ben prima di Santoro e Saviano, dei giovani che diventavano camorristi, lui ne aveva scritto per “l’osserva-torio sulla camorra” a cavallo degli anni 70 e 80 e diretto da Amato Lamberti. Siani non solo scrisse dei “muschilli”, ma tracciò anche il percorso che da “muschilli” faceva entrare nella malavita orga-nizzata tanti giovani. Erano gli anni in cui si intuì che si doveva fare qualcosa per Ni-sida, la delinquenza minorile. E così in quell’isola che non c’è sono nate tante iniziative, che hanno salvato molte vite, ma non risolto la globalità del problema. E percorrendo

i sentieri del passato mi sono ricordato di quel servizio realizzato nelle vele di Secondigliano in una casa dove il padre era ergastolano, la madre in carcere per spaccio di droga, la prima figlia (16 anni) incinta, e i tre figli maschi (14,12, 10 anni) spacciatore, il più grande, vedetta il secondo, “muschillo” l’ultimo che con un motorino scassatissimo faceva le consegne a domicilio degli stupefacenti, nei quartieri della Napoli “così detta bene”. Dopo qualche anno il maggiore si è riunito al padre accusato di omicidio pure lui, la sorella in carcere a Pozzuoli per spaccio. Per questo accanto al ricordo dei morti innocenti per mano della malavita orga-nizzata, è importante far vedere ai gio-vani i “vivi”, coloro che hanno resistito, che hanno fatto sempre e solo il proprio dovere di cittadini. L’importante è che si capisca che non si deve essere “pro-fessionisti” delle lotta alla malavita,. ma semplicemente onesti cittadini.

La mostra da visitare a Casal di Principe

a vedere, magari per fare un “pacco alla camorra” oppure per andare a Casal di Principe che è una cittadina che sta vi-vendo una propria primavera, anche se si trascinano i problemi vecchi di decine di anni. Uno per tutti l’abusivismo.Proprio assistendo alla presentazione della mostra, conversando con Umberto De Santis, uno degli ideatori della espo-sizione, osservando le foto di Mauro Pa-

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na – aggiunge Cecere anche se la stragrande maggioranza dei cam-pani affetti da malattie dell’appa-rato digerente vengono ricoverati in reparti non-gastroenterologici, ricevendo quindi un ricovero inappropriato, con un dato su tutti: la mortalità intra-ospedaliera è ridotta nei pazienti assistiti in re-parti di gastroenterologia rispetto a quelli assistiti altrove. Una ricerca sviluppata dall’Aigo nazionale in collaborazione con il Ministero della Salute ha dimostrato che la mortalità intra-ospedaliera per è del 4,1 per i pazienti assistiti in reparti di gastroenterologia, invece è del 2.2 se l’assistenza viene erogata in altro reparto di ricovero. La stessa ricerca su un campione

di migliaia di pazienti tra il 2010 ed il 2014 ha dimostrato che i pazienti affetti da malattie dell’apparato digerente sono ricoverati per il 92.7 per cento in reparti non gastroenterologici (49.8 per cento in UO di Chirurgia, 23.9 per cento me-dicina ; 5 per cento in peditaria,13.65 in altre unità operative) e quindi solo il 7.3 per cento dei pazienti riceve un ricovero appropriato. Inoltre, dall’analisi dei dati SDO 2013, prodotta dal Commissariato alla sanità regione Campania in colla-borazione con l’AIGO Campania, si evince che i ricoveri per patologie acute dell’apparto digerente rappresentano il 13 per cento di tutti i ricoveri per patologie acute (127.036 su 1.280.000 ricoveri per acuti) e che di questi solo il 6 per cento viene assistito in UU.OO di Gastroenterologia. In definitiva, l’analisi dei dati dimostra che l’adeguato sviluppo della gastroen-terologia produce benefici sia in termini di dei ricoveri che in termini di rispar-mio delle risorse”.

Un aversano alla guida dell’Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri

“Assumo la presidenza dell’Aigo Regionale in uno dei periodi più critici e difficili della storia della gastroenterologia campana. Il nostro compito è molto importante”

Aigo, Amedeo Cecere alla presidenza regionale

w Martina Melino

L’assemblea regionale dei medi-ci gastroenterologi ospedalieri campani, che si è tenuta a Poz-

zuoli in data 3 dicembre 2016 , ha eletto presidente regionale, per il quadriennio 2017-2020, il dott. Amedeo Cecere, direttore dell’U.O. di Gastroenterologia ed Epatologia dell’Ospedale “San Giuseppe Moscati di Aversa. L’AIGO è una società scientifica impegnata da anni sul fronte della difesa della salute quale bene fondamentale della persona e della collettività sia organizzando campagne di prevenzione per i cit-tadini sia favorendo la ricerca clinica nell’ambito delle malattie dell’apparato digerente negli ospedali italiani. A tal fine essa interagisce strettamente con i vari soggetti del SSN (Ministero della Sanità, Assessorato Regionale della Sanità, Agenzie Sanitarie Regionali) e con le varie associazioni di pazienti. Abbiamo interpellato il dott. Cecere per una dichiarazione. “Sono chiamato ad assumere la pre-sidenza dell’Aigo Regionale in uno dei periodi più critici e difficili della storia della gastroenterologia campana. Il Commissario ad Acta per il settore sanitario della Regione Campania con il decreto regionale n. 67 del 14 luglio 2016 – decreto che ridefinisce il fabbiso-gno di personale medico e non-medico delle Aziende Sanitarie - ha collocato la gastroenterologia tra le specialità di base medica “a media diffusione”. Da ciò ne consegue che il numero dei posti-letto per i cittadini campani affetti da patologie dell’apparato digerente non aumenteranno né aumenterà il personale medico e non medico ad essi dedicato. Eppure le patologie acute dell’apparato

digerente rappresentano la seconda causa di ricovero in ospedale in Italia ed in Campania. Il mio compito e di tutto il direttivo regionale sarà, perciò, quello di far valere questi numeri in sede poli-tica, spingendo il “decisore regionale” ad operare un riassetto organizzativo della gastroenterologia che tenga conto realmente del peso della nostra specia-lità in termini sia di appropriatezza di assistenza ai pazienti sia di risparmio di risorse per l’ente”. “E’ innegabile lo sviluppo della gastroenterologia campa-

Amedeo Cecere

“Il Commissario ad Acta per la sanità campana ha collocato la gastroenterologia tra le specialità “a media diffusione”. Ma i dati che abbiamo dicono tutta un’altra cosa”

SALUTE

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Il condominio in...forma! dell’avv. Maurizio Golia

In questo numero approfondiamo la tematica del compenso dell’am-ministratore di condominio, riguar-

dante la possibilità di chiedere un extra per i lavori straordinari determinato in misura percentuale sull’ammontare totale dei lavori medesimi. L’amministratore in merito al compen-so per lavori straordinari ha a disposi-zione due opportunità: -domandare un compenso extra per l’attività connessa all’esecuzione dei lavori straordinari determinandolo in misura fissa; -ri-chiedere una remunerazione aggiuntiva percentuale, specificando che la stessa andrà ad essere parametrata all’importo deliberato per le medesime opere stra-ordinarie. Non v’è alcun motivo per ritenere tale percentuale (del 2%, del 3%, ecc.), illegittima. La norma che disciplina l’elencazione dettagliata del compenso dell’amministratore ha la chiara funzione di imporre chiarezza e

trasparenza nei rapporti con i condomi-ni. E’ evidente che, allorquando questa voce di costo sia inserita nel preventivo o comunque nel dettaglio del compenso, nessuna obiezione potrà essere opposta all’amministratore. Si deve ricordare, infatti, che al rapporto amministratore condominio si applicano le norme sul mandato, che per l’attività di ammini-

stratore non esistono tariffari di riferi-mento e che dunque la determinazione del compenso è rimessa all’accordo tra le parti (cfr. art. 1709 c.c.). In sostanza, siccome nessuna norma vieta la deter-minazione del compenso in questa for-ma, purché essa sia chiara fin da subito, è da ritenersi legittima la richiesta di un compenso extra - specificato nei modi di cui all’art. 1129, quattordicesimo comma, c.c. - e determinato in misura percentuale rispetto all’ammontare dei lavori straordinari. Se l’amministratore che ha ottenuto il riconoscimento di questo compenso venisse revocato prima della fine dei lavori, egli avrebbe diritto al compenso per l’attività svolta in misura percentuale ai lavori fino ad allora eseguiti e pagati. Il nuovo amministratore avrebbe diritto al com-penso per la parte finale se richiesto e specificato al momento della nomina ed accordatogli dall’assemblea.

Lavori straordinari e compenso extra

Dopo sei vittorie consecutive, un vero record in serie A2 per l’Aversa del volley arriva per

la Sigma una sconfitta di misura (al tie-break 17-15) in terra toscana contro l’Emma Villas Siena, una delle squadre che gli addetti ai lavori accreditano come possibile vincitrice del campio-nato. Una vittoria dei toscani segnata anche da qualche “errorino” arbitrale e dal mancato buon funzionamento della prova televisiva. Nulla è compromesso. Un punto a casa i ragazzi di Pasquale Bosco dalla città chigiana lo portano via, e il quarto posto è dei normanni, per un campionato che adesso riparte dal girone di ritorno. Del resto il presidente Di Meo ha sempre parlato di obiettivo chiaro e prioritario: la salvezza. Ma visto il cammino dei ragazzi della Sigma, adesso gli obiettivi sono ben altri. Nel girone di ritorno ad esclusione della difficile trasferta con il Castellana

Enrico Libraro

La Sigma Aversa ai quarti di Coppa Italia

Grotte, unica squadra che ci ha battuti al PalaJacazzi nel girono d’andata, le altre “forti” vale a dire Tuscania Viterbo e proprio il Siena saranno di scena ad Aversa, e siamo sicuri che potremmo invertire il pronostico avendo perso en-trambe le partite 3-2 in terra avversaria. E proprio mentre andiamo in stampa

(l’otto dicembre) è giunto ad Aversa il Tuscania Viterbo. Inizia così un vero e proprio tour de force per la squadra aversana che oggi domenica 11 dicem-bre sarà di scena proprio a Castellana Grotte. Poi giovedì 15 dicembre (nda ri-cordiamo che il terzo posto in classifica al 27 novembre valeva anche l’acceso ai quarti di finale di Coppa Italia) si parte per Mondovì in Piemonte, per il quarto di Coppa Italia (in caso di successo si gioca il 29 dicembre la semifinale) per poi tornare in campionato domenica 18 dicembre nella Marche contro il Poten-za Picena. Inoltre si giocherà ad Aversa il 26 dicembre giorno di Santo Stefano contro il Lagonegro. Insomma un as-surdo programma che sarà come le sette fatiche di Ercole per capitano Enrico Libraro e compagni. Senza un attimo di respiro, ma siamo convinti che i ragazzi ce la metteranno tutti. Forza Sigma!

Giuseppe Lettieri

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COMPLEANNO

AUGURI

AUGURI

AUGURI

AUGURI

LAUREA

Potete scriverci alla nostra e-mail: [email protected] Gli

annunci e le foto saranno pubblicati dando la priorità ai primi pervenuti

Ha festeggiato i suoi primi 70 anni, circondato da parenti ed amici, Nicola Barra, volto noto della sanità e della politica aversana. A Nicola giungano gli auguri di tutti e, in particolare, della nostra Redazione.

I più fervidi auguri per il nostro amico fedelissimo del nostro periodico, presi-de Gino Fabozzi, che il 1° dicembre ha festeggiato i suoi….primi sessantasette anni con la moglie Liliana, le figlie Paola ed Alessandra , con i familiari e tanti amici.

Affettuosi auguri per lo studente uni-versitario Giuseppe Pirolo, primogenito dell’avvocato Vittorio e dell’indimen-ticabile prof.ssa Lia Orabona , per il diciottesimo compleanno festeggiato nei giorni scorsi con familiari ed amici.

Tanti auguri ad Antonella D’Alesio, che il primo dicembre ha compiuto 17 anni. Da parte del padre Tommaso, la mamma Milena, la sorella Michela ed i cugini Marco e Raffaele. Ai quali si aggiungono quelli dei parenti e della nostra redazione.

Tanti auguri a Daniela di Santo, che il 5 dicembre è diventata maggiorenne. Da parte del padre Antonio, della madre Rosa, delle le sorelle Claudia e Federica e del fidanzato Giuseppe.

Doppi auguri alla dottoressa Maria Assunta Terracciano, figlia del nostro garante dei lettori Franco Terracciano, che si è brillantemente laureata in Odontoiatria alla Seconda Università degli Studi di Napoli e abilitata alla professione di dentista.

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Edilizia Scolastica, mentre la Provincia di Caserta si arrende De Luca sposta i fondi

30 milioni per ...l’innalzamento delle capacità istituzionali

Edilizia scolastica, veramente as-surdo quello che si verifica con la Giunta regionale che ritiene

opportuno destinare trenta milioni di euro (che Caldoro aveva stanziato per l’edilizia scolastica) ad altri progetti certamente di minore importanza. Il tut-to è stato oggetto di un’interrogazione del Consigliere regionale di Forza Italia Armando Cesaro. Una vicenda sulla quale sarà opportuno che, nei prossimi giorni, si sappia qualcosa di più, se non altro per conoscere in base a quali motivazioni i trenta milioni siano stati destinati ...all’innalzamento di compe-tenze letterarie e numeriche, all’innal-zamento delle capacità istituzionali ed altre ...bazzecole del genere, mentre ci sono scuole dove ci piove, dove di tanto in tanto si registrano cadute di calcinac-ci, dove le aule sono numericamente insufficienti ed in molti casi poco sicure

e chi più ne ha più ne metta. Vero è che il potenziamento (tanto per usare un termine ormai in voga nel settore scolastico, tenuto conto delle centinaia di docenti giunti in tutte le scuole per il ….potenziamento previsto dal Miur) di italiano, matematica ed altro ha la sua

importanza, ma siamo dell’avviso che siano prioritari i problemi relativi alla sicurezza di quanti operano nelle scuole della Campania. Non a caso, i trenta mi-lioni destinati all’edilizia scolastica da Caldoro dovevano servire per l’adegua-mento alle norme sulla sicurezza degli Istituti superiori, con la Provincia di Ca-serta che nei giorni scorsi si è dichiarata impotente ad intervenire per mancanza di fondi. La Regione ha stabilito che i fondi per l’edilizia scolastica saranno individuati ma, se non erriamo, fino a questo momento pare che l’intenzione non sia stata ancora suffragata dai fatti. Come dire, campa cavallo che l’erba cresce… Ed allora, non sarebbe stato più opportuno, più logico destinare quei soldi alle Provincie per adeguare alle norme di sicurezza gli Istituti scolastici? E’ il caso di dire che chi vivrà vedrà...

Geppino De Angelis

IL COMMENTO

Vincenzo De Luca

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Inizia il percorso comune di diverse Pro Loco dell’Agro Aversano

La campagna invita al consumo di Vino Asprinio, soprattutto nella versione spumante, durante i fasti natalizi e per il brindisi augurale del Cenone di fine anno

Tutte unite per il #brindAsprinio

w Luca Faenza

ASSOCIAZIONI

Le Pro Loco dell’area aversana-atellana si sono riunite nella sede della Pro Loco di Cesa

con l’obiettivo di pianificare le inizia-tive future e concretizzare gli strumenti operativi di un percorso comune. Durante l’incontro si è cercato di orga-nizzare un lavoro sinergico al fine di potenziare le peculiarità di ognuno per farle diventare una unicità che renda il territorio appetibile e competitivo dal punto di vista sociale e turistico. Inoltre si è discusso dell’operatività delle Pro Loco in relazione all’avvio dei progetti del Servizio Civile Nazionale nonché dell’iscrizione alla Legge 383/2000 “Disciplina delle Associazioni di Pro-mozione Sociale”. Le Pro loco, infatti, restano avamposti di socialità unici nel loro genere in quanto permettono ai residenti del territorio di riscoprire momenti di animazione collettiva basata sulle tradizioni e sulla conoscenza di altre realtà. All’incontro erano presenti, oltre alla Pro Loco ospitante con il consi-gliere Michele Autiero e la presidente UNPLI Caserta Maria Grazia Fiore, i consiglieri regionale, Antimo Rivetti, e provinciale, Letizia De Crosta, le Pro Loco Agro Aversano, Casapesenna, San Marcellino, Villa di Briano, “San Mi-chele Arcangelo” di Orta di Atella, Orta di Atella, “Sant’Eufemia” di Carinaro e “Fertilia” di Teverola. Tra gli argomenti trattati l’importanza del rispetto delle regole dettate dalla L.R. 18/2014 che regolamenta i rapporti con le Pro Loco iscritte all’albo regio-nale, “le pro loco fuoriuscite dall’Albo Regionale nello scorso mese, afferma la Fiore, dovranno aspettare due anni per

il reintegro, ecco perché è indispensabi-le, laddove si voglia il riconoscimento regionale, che le pro loco siano respon-sabili e si attengano al dettato legisla-tivo”. È stata espressa soddisfazione, partecipazione ed entusiasmo da parte dei presidenti partecipanti e sono state gettate le basi per l’avvio della cam-pagna promozionale “#brindAsprinio”

che invita al consumo di Vino Asprinio, soprattutto nella versione Spumante, durante i fasti natalizi e per il brindisi augurale del Cenone di fine anno. La campagna promozionale è aperta a tutti coloro che vorranno aderirvi. “In un cli-ma ispirato ai principi di unione e con-divisione, - ha affermato la presidente provinciale - non vi è cosa migliore che valorizzare un prodotto comune a tutti attraverso il quale prende valore anche il territorio di provenienza, illuminando così con una luce nuova l’area geogra-fica di riferimento. Restare uniti rimane l’unica vera manovra da portare avanti per continuare ad essere interlocutori autorevoli nei confronti dei cittadini e delle comunità. Attivarsi per sfruttare al meglio ogni opportunità di finan-ziamento che possa dare ossigeno in termini di risorse, superando i localismi e imparando a lavorare in rete: è questa la chiave per aprire la porta verso la valorizzazione del locale intesa come moltiplicatore di ricchezza economica e sociale”.

La presidente Unpli di Caserta, Maria Grazia Fiore: “Dobbiamo restare uniti, superare i localismi e lavorare in rete: questa è la chiave verso la valorizzazione della cultura locale”

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I programmi della Camera Penale del Tribunale di Napoli Nord nelle dichiarazioni dell’avvocato Paolo

Trofino, riconfermato presidente per la seconda volta.Lei che è il decano dei penalisti la gratifica questa riconferma?Più che gratificato, mi sento onorato di rappresentare la ‘giovane’ Camera Pe-nale di Napoli Nord. E’ dagli inizi della mia carriera che mi accompagna questo impegno al servizio della categoria: ap-pena trentenne, e quindi tra i più giovani d’Italia, entravo a far parte del direttivo della Camera Penale di Santa Maria C.V., tra le più antiche per istituzione. Oggi, dopo quarant’anni di carriera e di ‘militanza’ in difesa della bistrattata categoria degli avvocati penalisti, il cerchio si chiude. In questa mia ultima avventura da Presidente sono accom-pagnato, sostenuto e supportato da un validissimo Direttivo e soprattutto da un prezioso collega (normanno come il sot-toscritto), l’avv. Felice Belluomo, che della Camera Penale è il Segretario. E’ questa l’occasione per ringraziarli tutti.Uno sguardo all’indietro ed uno al futuro. Che cosa ha fatto e quale la ‘mission’ della Camera Penale di Napoli Nord nel prossimo biennio?La riconferma del Direttivo deve neces-sariamente interpetrarsi come un ricono-scimento dell’ottimo lavoro svolto dal gruppo. Come sapete, il Circondario di Napoli Nord non esisteva nel panorama giudiziario italiano e la sua istituzione ha dato una ‘casa’ ad una brillante classe forense, da sempre esistita ma prestata per ragioni d’ufficio ai Tribunali di San-ta Maria C.V. e Napoli. La vera sfida ora è quella di accrescere l’autonomia degli

“Più che gratifi cato, mi sento onorato di rappresentare la ‘giovane’ Camera Penale di Napoli Nord. Sarò sostenuto da un Direttivo validissimo”

Paolo Trofi no, confermato alla guida della Camera Penale, parla dei programmi

“I penalisti, un caposaldo del nostro Tribunale”

w Geppino De Angelis

L’INTERVENTO

avvocati di Napoli Nord, puntando su formazione e divulgazione, promuo-vendo iniziative legate alle specifiche caratteristiche ed esigenze del territorio e svolgendo anche una funzione di supplenza (nel rispetto dei limiti istitu-zionali) del Consiglio dell’Ordine, che non vedrà la luce prima del 2017.Il circondario della cosiddetta “Terra dei Fuochi” per intenderci?Chi mi conosce sa che non amo questa espressione. Questa terra è stata innega-bilmente stuprata e mortificata, esposta al ludibrio di stampa nazionale, televi-sioni e cinema; tuttavia essa conserva una sua dignità rappresentata da quella grossa fetta di società civile che invece la ama e la rispetta. Ed in difesa di quel-la società civile ed a presidio di questo territorio così complesso che il Tribu-nale è stato creato. Per questo spiace dover constatare che lo Stato, dopo aver provveduto alla sua istituzione, non stia allocando le giuste risorse al Tribunale

di Napoli Nord, diversamente da quel ‘modello Caserta’ attuato qualche anno fa e definito una-nimemente virtuoso ed efficace. La Camera Penale, in tal senso, ha sempre vigilato e sollecitato il massimo sforzo da parte delle istituzioni, dialogando quasi quo-tidianamente con la Presidenza del Tribunale, nella persona della dott.ssa Elisabetta Garzo, e con il Procuratore della Repubblica, dott. Francesco Greco.In questo senso si inserisce il convegno del 19 Dicembre “ Tutela del territorio ed ordine pubblico”?Certo, la formazione è una pietra miliare della Camera Penale di Napoli Nord; in poco più di due anni, ad Aversa, si sono

susseguiti eventi formativi e convegni di rilievo nazionale che hanno visto le più grosse cariche della Magistratura e dell’Avvocatura Penalista, tra i quali ricordo con piacere il primo presidente della Corte di Cassazione dott. San-tacroce, il presidente ed i componenti della giunta dell’UCPI avv. Beniamino Migliucci- avv. Anna Chiusano. Su tale scia si innesta il prossimo evento della Camera Penale di Napoli Nord in collaborazione con l’Università degli studi di Roma “Niccolò Cusano”. Un grazie all’amico e collega avv. Paolo Tanda, che nell’occasione presenterà il suo nuovo libro. Con Tanda, respon-sabile della scuola di formazione della Camera Penale, tanti illustri relatori ed il Procuratore Nazionale Antimafia dott. Franco Roberti, nella consapevolezza che eventi come questo in programma siano un faro di cultura e di speranza non solo per gli addetti ai lavori ma per l’intero nostro territorio.

Paolo Trofino quando difendeva Moggi

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Favorita da una splendida, serena serata novembrina, nell’affol-latissimo Duomo normanno,

organizzata dall’ispettorato regionale dell’Associazione Carabinieri di cui è responsabile il nostro amico Generale di Corpo d’Armata dott. Domenico (Mas-simo per gli amici) Cagnazzo, ha avuto luogo, come oramai da tradizione che si ripete da 14 anni, la celebrazione della Messa in onore della “Virgo Fidelis”, patrona della gloriosa arma dei CC, ed in suffragio dei Caduti in servizio e dei soci dell’associazione deceduti. Tra i presenti, oltre a tantissimi carabinieri in servizio ed in pensione con i loro fa-miliari, tante autorità col rappresentante della Presidente del Tribunale, il sindaco di Aversa De Cristofaro, di Gricignano Moretti, il maggiore dei CC Forte, il Dirigente della P.S. Iodice, il Dirigente del carcere militare di Santa Maria C.V., il maresciallo Mosca del “Saporito”, rappresentanti di alcuni comuni dell’a-gro aversano ed una rappresentanza dei piccoli atleti del ‘Team Capasso’, centro sportivo dell’associazione Carabinieri, unico in Italia, con sede in san Cipriano

d’Aversa. Nell’omelia il vescovo Mons. Spinillo, con parole dense di spiritualità, ha messo in luce la figura della Vergine ed il concetto di fedeltà che deve essere un valore sempre sacro, oltre ad eviden-ziare il ruolo dell’Arma dei Carabinieri al servizio dei cittadini a sprezzo della loro stessa vita, in ossequio al motto ‘fedeli nei secoli’. A conclusione della celebrazione, svoltasi in un clima di no-tevole spiritualità, il Generale Cagnaz-zo, dopo aver ringraziato il Vescovo,

le autorità presenti e tutti i Carabinieri e soci dell’associazione, ha detto tra l’altro “in questa solenne giornata, i carabinieri d’Italia sono orgogliosi di aver rinnovato, come ogni anno, il solenne giuramento di fedeltà alla loro Patrona ed alla loro Patria, al popolo italiano ed agli ultimi, dei quali sono la voce possente. Il loro amore per coloro che soffrono, per coloro che sono sotto la minaccia della malavita organizzata e comune sono l’imperativo categorico che caratterizza la loro missione di tutori dell’ordine e della sicurezza pub-blica”, invitando poi tutti, in momenti così critici sotto molteplici aspetti, ad un risveglio delle coscienze affinché ognu-no, per il bene comune, faccia la propria parte con responsabilità ed impegno fattivo. Un’esortazione che deve essere accolta e condivisa da quanti nel quoti-diano operato devono fare il loro dovere in toto, soprattutto nell’interesse delle nuove generazioni per le quali da varie parti viene l’appello alla loro speranza ma quasi sempre a chiacchiere, senza porre in atto iniziative concrete. Geppino De Angelis

Una scuola di vita, una eccellenza sportiva nella terra dei fuochi. Nel 1996 nasce il progetto “Po-

lisportiva Team Capasso”. Nel 2008 il maestro Nicola Capasso ha la “fortuna” di partecipare ad un bando messo in atto da AGRORINASCE per l’assegnazione del Parco della Legalità di San Cipriano d’Aversa come Centro Sportivo. In loco era già esistente una parte dell’attuale complesso e, grazie all’aiuto di alcuni genitori e dei tanti ragazzi che hanno creduto nel progetto Polisportiva, lo stesso ha mosso i primi passi. Dopo due anni, dopo i primi successi sportivi, ottenuti in vari settori, e con l’impegno nel sociale della Polispor-tiva, il destino ha voluto che dirigenti regionali e nazionali dell’Associazione Nazionale Carabinieri,in primis il

La bella favola della Polisportiva Team Capassoorganizzano anche convegni medici.Il territorio, inteso come giovani che si legano al mondo dello sport, risponde in modo notevole ottenendo continui risultati sportivi con riconoscimenti regionali e nazionali. La nota dolente riguarda la risposta che si dovrebbe avere dagli enti e dalle agenzie che si trovano sul territorio, le quali, nono-stante i continui risultati sportivi che gli atleti ottengono, rimangono, purtroppo, lontani anni luce. Presenti sempre a vigilare ed a collaborare con questa stupenda organizzazione, inserita in un territorio ad alto indice criminale, sono la Compagnia dei Carabinieri di Casal di Principe, la Stazione dei Carabinieri di San Cipriano D’Aversa e il Comando Provinciale Carabinieri di Caserta. Geppino De Angelis

generale Domenico Cagnazzo, sempre presente ad ogni manifestazione sociale, sportiva e culturale del territorio, si com-plimentassero con il Maestro Capasso anche per il contesto territoriale in cui conduceva la sua attività sportiva. Sulla scorta di ciò nasceva il Gruppo Sportivo Associazione Nazionale Carabinieri, unico in Italia, come da statuto, con il progetto di creare altri distaccamenti sportivi che dipendano dalla sede di San Cipriano D’Aversa.La Polisportiva è iscritta al Centro Avviamento Sportivo Giovanile del Coni, dotata di una grande area verde con giochi per bambini, provvista di un campo di pallacanestro e da tennis all’aperto, campo da pallavolo, sala pesi e tatami per il Karate al chiuso. Dotata di spogliatoi separati, medicheria, si

Domenico Cagnazzo

Una tradizione che si ripete ad Aversa da 14 anni grazie al generale Cagnazzo

I carabinieri e la Virgo Fidelis

LA MANIFESTAZIONE

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CULTURA

Il giorno del ringraziamento alla Froebel: due culture a confronto

Una festa indimenticabile per docenti, genitori e figli. L’incontro tra due culture, sono quella americana e quella italiana, usi diversi ma tante cose in comune

“Thanksgiving day at Froebel”

In occasione del Thanksgiving e del-la settimana che l’Istituto Froebel di Aversa ad esso ha dedicato, abbiamo

avuto la possibilità di osservare come le diverse culture si possono mescolare e quanto sia positivo quando si incontra-no, in particolare quando le due culture sono quella americana e quella italiana. Partendo dalla cucina e dal piacere di stare a tavola abbiamo capito quanto il Thanksgiving è molto simile ad una delle nostre festività solo con pietanze diverse e partendo da motivazioni diverse. Ci accomuna certamente l’amore per il buon cibo, la voglia di preservare le tradizioni e di stare insie-me serenamente oltre che di costruire solide basi culturali per i nostri ragazzi. Il concetto di gemellaggio di cui si fanno portavoce i docenti e i dirigenti dell’i-stituito è sia una cosa molto attraente per gli italiani, che sono giustamente orgogliosi della propria cultura, storia e tradizione culinaria, ma che allo stesso tempo, essendo anche persone molto ospitali, colgono questa occasione come motivo di osmosi continua con la comu-nità americana, anch’essa consistente e ben integrata sul territorio grazie a strutture come questa.Conoscere, farsi conoscere, scambiare usi e costumi. Dare ai propri alunni esperienze totalizzanti che in concreto riescano a proiettare i giovani in altre culture. Questa è la mission che viene perseguita con tenacia.Nella nostra scoperta di nuovi punti di vista da cui partire per analizzare il rapporto fra diverse comunità, oggi parliamo dei gemellaggi tra comunità studentesche, tra genitori ed alunni, tra alunni italiani ed alunni americani

nell’ottica di una crescita emotiva ed esperienziale senza precedenti. Tre giorni di preparazione e più di tre ore di cottura per preparare quello che negli Usa e Canada è un’istituzione: il tacchino. Tanto ha impiegato Nicola, lo chef dell’istituto Froebel che ha avuto il compito di svelare a docenti, genitori e studenti tutti i segreti culinari del Thanksgiving Day (Giorno del Rin-graziamento) festa di origine cristiana, che si tramanda di generazione in generazione, osservata negli Stati Uniti

d’America (il quarto giovedì di novem-bre) e in Canada (il secondo lunedì di ottobre) in segno di gratitudine per la raccolta e per quanto ricevuto durante l’anno trascorso, ma anche una sorta di celebrazione della memoria, la nascita del nuovo mondo e il superamento del duro periodo della Guerra di Secessione.Un’esperienza unica ed una giornata davvero singolare quella che si è svolta alla Froebel dove è stato preparato per l’occasione il vero Thanksgiving Menù, ovvero, tacchino arrostito con crosta croccante aglio ed erbe, tacchino intero arrosto con ripieno di pane, funghi e ca-stagne, serviti con salsa gravy e salsa di cranberries, purè di patate, patate dolci caramellate, verdure arrostite e cavolo brasato, il tutto accompagnato da pane allo zenzero. E per non far mancare un tocco di sana napoletanità è stata servita anche una ricca lasagna. Tutto si è svolto all’insegna della conoscenza, di nuovi sapori, di nuovi umori e di nuove tradizioni, che i piccoli hanno immedia-tamente conosciuto, riconosciuto e fatto propri.

Un’esperienza unica in una giornata davvero singolare

w Italia Mauriello

Più di tre ore di cottura per preparare quello che negli Usa e in Canada è un’istituzione: il tacchino. I segreti culinari del “Thanksgiving Day”

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di Geppino De Angelis

Scuola e pareri a ...vanvera!

Se è vero che nel mondo del calcio siamo tutti tecnici, allenatori et similia, spesso ignorando anche

se il pallone è tondo oppure …ovale, talvolta ci s’imbatte in persone che, pur avendo notorietà e competenza nel loro settore professionale, sono aduse a spa-rare pareri ricordando, forse, quella che era la scuola dei loro tempi, ignorando la realtà odierna, con tutte le difficoltà che chi opera nelle aule scolastiche, in primis i presidi, devono affrontare. Considerazioni, queste, che ci sembra-no più attuali che mai dopo quel che si è verificato presso il “glorioso” liceo Genovesi di Napoli, la cui preside, principale responsabile della sicurezza dell’Istituto, ha vietato l’assembramen-to nei corridoi dei circa seicento alunni nel momento dell’intervallo. Premesso che, in pensione da sedici anni scolastici, dopo la nostra ultra-quarantennale attività nel mondo della

anche la raccolta di trecento firme contro l’operato della preside e, meno che mai, il parere negativo di attori, politici, imprenditori ed altri personaggi che, essendo anche genitori, avrebbero dovuto condividere l’ope-rato della preside, invece di dissentire da una decisione assunta nell’interesse dei loro figli. Coloro che hanno espresso il parere negativo, evidentemente ignorano che, per un’assurda legge,

da anni il Dirigente scolastico è consi-derato datore di lavoro, quasi la scuola fosse un’azienda privata e non un’ema-nazione dello Stato, per cui diventa re-sponsabile, penalmente e civilmente, di quel che si verifica nell’Istituto e degli eventuali danni che possono derivare per docenti, alunni e personale ATA.

Il glorioso liceo partenopeo

scuola (come docente, vicepreside e poi preside) ci sembra del tutto assurdo parlare di intervallo, o ricreazione che dir si voglia, in un istituto superiore, non riusciamo a concepire non solo la “rivolta” degli studenti (come si legge dal quotidiano napoletano che ha dedi-cato un’intera pagina all’episodio), ma

Re c e n t e m e n t e pubblicato per i tipi della Libreria

Musicale Italiana un nuovo importante saggio di Enrica Donisi dal titolo “La scuola violoncellistica di Gaetano Ciandelli”. La studiosa, musicologa e storica della musica, che già in passato, con le sue ricerche sulle Scuole Musicali dell’Istituto San Lorenzo e sulle Bande Musicali Milita-ri, ha messo in luce l’importante ruolo di Aversa nello sviluppo della musica moderna, riscopre in questo nuovo libro la storia della scuola violoncellistica che prese le mosse, nel XIX secolo, da Gaetano Ciandelli, un illustre violon-cellista a lungo sottovalutato, allievo di Niccolò Paganini che lo additò finanche quale alter-ego di sé stesso.

Tanta Aversa nell’ultimo testo di Donisivolta come allievo Giuseppe Magrini da cui si sviluppò la scuola violoncel-listica milanese che ebbe tra gli epigoni Luigi Broglio, iniziatore della scuola violoncellistica a Padova, Ferruccio Carlo Alberti e Mario Pezzotta. A Roma fu Ciandelli medesimo a formare una scuola di violoncellisti applicando il suo metodo. Ad Aversa furono numerosi gli studenti di Ciandelli, da Pasquale Lozzi, a Generoso Risi, clarinettista che fu direttore di banda a Londra. Al San Lorenzo di Aversa si sviluppò grazie alle innovazioni del Ciandelli anche una valente arte di accordatori e costruttori di strumenti, assecondata da docenti illuminati dell’orfanotrofio come Ferdi-nando Pinto. L’opera di Donisi è dunque una novità assoluta, un lavoro rigoroso e completo che getta una luce del tutto inedita su un argomento di grande inte-resse per la storia della musica.

Salvatore de Chiara

Virtuoso incontrastato, si dedicò prevalentemente all’insegnamento, sia presso il Conservatorio San Pietro a Maiella sia presso l’Orfanotrofio San Lorenzo, ove fu a lungo docente, ma soprattutto come precettore privato trasmettendo la sua arte ad una numerosa proge-nie di allievi che diffusero le sue innovazioni in tutto

il mondo. Ciandelli operò una profonda innovazione della tecnica e della di-dattica, una vera rivoluzione per i suoi tempi, dando origine alla scuola che ora, grazie all’opera della Donisi che attinge fonti inedite e presenta nuove letture dei dati conosciuti, gli viene giustamente attribuita. Suoi principali allievi furono Domenico Laboccetta, Carlo Mercadan-te e Gennaro Giarritiello, che ebbe a sua

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Il popolarissimo giornalista televisivo d’Abruzzo era originario di Gricignano

E’ stato proprio Bruno Vespa, suo collega e amico, a ricordarlo durante un convegno a Pescara organizzato dal governatore della regione Luciano D’Alfonso

Bruno Vespa ricordaPasquale Pacilio

“Il Bruno Vespa d’Abruzzo”. Così veniva definito Pasquale Pacilio, popolarissimo gior-

nalista televisivo d’Abruzzo, originario di Gricignano, e storico direttore di Rete8, principale emittente televisiva privata della regione, spentosi lo scorso luglio, all’età di 67 anni, a causa di una terribile malattia che ha contrastato con tutte le sue forze fino all’ultimo giorno.Ed è stato proprio Bruno Vespa, suo collega e amico, a ricordarlo durante un convegno organizzato a Pescara, all’Auditorium Petruzzi, dal governa-tore della regione Luciano D’Alfonso.“Pasquale diceva che era onorato di es-sere definito così? Onore a me, perché io sono nato in provincia e sono stato doppiamente fortunato, sia perché ho avuto la possibilità di andare a Roma, alla Rai, sia perché sono ancora vivo. Ho visto le cose belle che ha fatto e ho ritrovato parola per parola il mio entu-siasmo, e quindi sono stato veramente onorato di aver potuto contribuire al suo ricordo”, ha commentato il conduttore di ‘Porta a Porta’.Tra gli ospiti del convegno, moderato dal direttore responsabile di Rete8, Car-mine Perantuono, oltre a Vespa e D’Alfonso, erano presenti Stefano Trai-ni, preside del corso di laurea in Scienze della Comunicazione Unite, Pasquale Tritapepe, giornalista e amico di Pacilio, il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Abruzzo, Stefano Pallotta, e il presidente del Corecom Abruzzo, Filippo Lucci.Un evento per ricordare il lavoro svolto dal direttore Pacilio in oltre 40 anni di carriera, sempre in prima linea nel rac-

contare i fatti e gli eventi più importanti che hanno interessato la regione.“Noi siamo tutti molto legati a Pasquale Pacilio, uno dei padri dell’opinione pubblica cresciuta d’Abruzzo. Ha consentito a ciascuno di comprendere al momento la questione della classe dirigente, delle elezioni. Insomma, ha ‘volgarizzato’ il dibattito politico nella nostra regione”, le parole del governa-tore D’Alfonso.Originario di Gricignano di Aversa (Caserta), Pacilio fu collaboratore de “Il Mattino”, poi, alla fine degli anni ‘70, il suo trasferimento in Abruzzo dove contribuì alla nascita e alla diffusione delle prime televisioni private.Dapprima fu direttore di Telemare con cui diede un impulso decisivo alla crescita dell’informazione televisiva, consentendo ad una delle prime emit-tenti private pescaresi di diventare in breve tempo azienda leader in regione. Storiche le sue interviste, in quegli anni, a personaggi del mondo della politica e della cultura in generale, in particolare quella con l’allora ministro Remo Ga-spari. Ma Pacilio era anche uno stra-ordinario anchorman, conducendo con sapienza, ed anche un pizzico d’ironia, le sue trasmissioni di politica e costu-

me. Legato a filo doppio al noto edito-re Luigi Pierangeli, lo seguì fedelmente nell’evoluzione dell’azienda, passando da Telemare a Rete8, raggiungendo la leadership incontrastata nel panorama dell’informazione televisiva locale.Con la sua fine e tagliente ironia riu-sciva a gestire al meglio le interviste ai potenti di turno, che si trattasse di Gaspari o di Nenna D’Antonio, di Ric-ciuti o di Susi, di Sospiri o di D’Ange-losante o, in ultimo, di D’Alfonso. Non c’era tribuna politica, elezione, dibattito che non vedeva in prima fila Pasquale Pacilio. Grande seguito avevano le sue trasmissioni, da «Sos» a «Il Fatto», ma tra tutte la sua «8 Volante».Pasquale ha lasciato due belle fami-glie. In primis, quella naturale: la madre Filomena, oggi 92enne (vedova di Costantino Pacilio, scomparso nel 1986), i fratelli Linda e Gennaro, la moglie Giulia e i figli Massimo, Mar-co e Silvia); e quella della sua redazione televisiva che mai sapranno colmare il vuoto lasciato dalla sua improvvisa perdita. Perdita che coinvolge anche la redazione del sito web campano Pupia.tv, diretto dal nipote di Pacilio, Antonio Taglialatela, il cui lavoro proseguirà sempre nel suo ricordo.

Pasquale Pacilio con Bruno Vespa

IL RICORDO

w Lello Ponticelli

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STORIE

Se passate di là, lasciate un fiorellino e un’esile preghiera

Non oso immaginare la storia delle loro vite travagliate. Riapriamo il piccolo museo della “Ruota degli Esposti”, quel luogo di sofferenza non indigna più

I loculi delle ultimefiglie della Madonna

w Franco Terracciano

Indivisibili pure dopo la morte. Fanno molto tenerezza i due lo-culi vicini vicini delle ultime due

figlie dell’Annunziata di Aversa che si trovano nel cimitero cittadino. Si chia-mavano Pioggia e Vigilia, due cognomi improbabili, come sono tutti i cognomi grotteschi che impiegati giocherelloni appioppavano a casaccio ai figli della Madonna quando, dopo aver attraversa-to la ruota, venivano accolti nella casa dell’Annunziata. In una bigia mattinata aversana all’im-provviso ho scovati i due loculi sul muro di confine del cimitero, dalle parti del grande mausoleo innalzato in memoria del podestà Andreozzi. Due loculi che indicano l’origine delle due signore. Non oso immaginare la storia delle loro vite travagliate. Questi poveri nostri fratelli e nostre sorelle, abbandonati soprattutto per miseria dai genitori o da ragazze madri, venivano chiamati in modo indegno “infanti reietti”, “gettatelli”, “esposti”. Il pas-saggio attraverso la famigerata “ruota degli esposti” e il ricovero nelle strut-tura dell’Annunziata evitavano a questi figli “della terra e del cielo” di essere abbandonati nei fossi, di essere sbranati dai cani randagi, di essere uccisi dalle

loro stesse madri. Paradossalmente tutti i cuccioli degli animali presenti sulla terra avevano più probabilità di so-

pravvivenza rispetto a questi bambini. Aversa ha avuto una grande storia relativa all’assistenza dei figli della Madonna e concentrata tutta nella struttura dell’ex Real Casa Santa dell’An-nunziata che accoglie-va “i figli illegittimi,

reietti o abbandonati, i figli dei carce-rati o dei genitori ricoverati in ospedale per malattie dichiarate incurabili, i figli dei poveri assoluti oppure orfani di entrambi i genitori”. Un’assistenza che si prolungava fino alla maggiore età. Questa memoria sembra oggi volatiliz-zata. Questi luoghi della sofferenza non indignano più, non vengono ricordati, sono annullati dall’indifferenza. Quanti aversani, soprattutto i giovani, sanno che vicino all’arco dell’An-nunziata c’è una buca che ricorda la sofferenza della ruota degli esposti, c’è un locale da troppo tempo colpe-volmente chiuso in cui sono conservati non solo documenti che raccontano la storia dell’Annunziata di Aversa ma la stessa ruota di legno miracolosamente salvata dall’incuria del tempo. Il picco-lo museo della “Ruota degli esposti” fu inaugurato nel 2004 dall’associazione “AversaDonna” presieduta da Nun-zia Orabona. Adesso sarebbe bello, opportuno, doveroso riaprire questo scrigno della nostra memoria non solo nel periodo natalizio ma per sempre. Se passate di là, lasciate un fiorellino e un’esile preghiera.

Il loculo dell’ultima figlia della Madonna, Elena Pioggia

Elena Pioggia

Il loculo con le spoglie di Natalia Vigilia

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L’EVENTO

Successo per il “Black Friday Weekend” nonostante un venerdì ...nero

L’unica pecca è stata l’apertura anticipata della strada. Senza autorizzazione, la polizia municipale non ha potuto prolungare la ztl. Tanto per cambiare!

In via Roma va di scenal’iniziativa ...americana

w Martina Melino

La presentazione del testo di Delle Curti a Palazzo Parente

Il “Black Friday” arriva ad Aversa. L’ultimo weekend di novembre, infatti, si è chiuso con un’iniziativa

dei commercianti di via Roma. “Ha preso spunto dalla tendenza americana del momento. Noi, però, abbiamo lanciato il “Black Friday Weekend”. Perché non approfittare delle domeni-che in cui siamo aperti?” - ci ha detto un esercente. L’iniziativa ha avuto il 90 per cento circa delle adesioni. Avverse, però, le condizioni meteo di venerdì 25 novembre. Quello che in America è il giorno dopo il ringraziamento, è stato anche per questo motivo letteralmente un venerdì nero. Altro che inizio di stagione dello shopping natalizio. Per noi! “La giornata di oggi è un bluff, le persone stanno tutte nei centri com-merciali” - ci dice un commerciante amareggiato.Fortunatamente, per il resto del weekend, l’iniziativa ha davvero funzionato. Via Roma si è animata alla grande. E tutti, dal primo all’ultimo ne-gozio della strada principale, sono stati soddisfatti. In fondo perché non appro-fittare dei saldi? Non capita spesso di avere dal 20 al 50 per cento di sconto. Ha aiutato a sponsorizzare l’evento la pagina facebook “Aversa la città dello shopping”. I social fanno parte della comunità odierne, perché non usarli a proprio vantaggio? La pagina in appena sei mesi di vita conta più di 2000 like. Stefano, proprietario della Caffetteria del Corso ci spiega: “La strada di via Roma si è sempre organizzata in manie-ra indipendente rispetto a tutta una serie di consigli sindacali e amministrazioni comunali che si sono susseguiti. Ab-biamo sempre presentato vari progetti.

Siamo stati fautori e creatori di molte iniziative insieme a Confesercenti”. Un altro commerciante ci dice: “L’idea è partita dalla speranza di non far deviare le persone in altri posti. Qualche volta, però, dovremmo organizzarcela da soli una piccola festicciola. Basta copiare dagli americani!”.

L’unica pecca è stata l’apertura an-ticipata della strada. Senza adeguata autorizzazione, la polizia municipale, non ha potuto prolungare la ztl. Ma ciò non ha fermato nessuno. I commercian-ti, infatti, sono pieni di aspettative e carichi di buoni propositi: “Siamo stati bloccati per tre anni a causa dei vari lavori. Ora vogliamo dare nuova luce al commercio”. “Vogliamo comunicare che noi esi-stiamo come entità unica. Vorremmo pubblicizzare Aversa come unico cen-tro commerciale naturale. È una città a pianta spontaneamente organizzata per il commercio. È presente, infatti, il viale principale, che sfocia in due piaz-ze. Al cui interno offriamo una serie di servizi, dal parco giochi per bambini, al parcheggio”. La nostra bellissima città ha un grande potenziale. Perché non sfruttarlo al massimo? Impegniamoci allora per sfruttarlo al massimo.

Non capita spesso di avere dal 20 al 50 per cento di sconto. Ha aiutato a sponsorizzare l’evento la pagina facebook “Aversa la città dello shopping”

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ARTE

L’opera del pittore napoletano fa parte della collezione del Comune di Napoli

L’autore propone la scena in cui i soldati, invasa la casa del musicista aversano, incominciano a saccheggiarla e a distruggere tutti gli spartiti del maestro

L’arresto di Cimarosa nel dipinto di Mollica

w Franco Pezzella

Il ruolo avuto da Domenico Cimaro-sa negli avvenimenti che portarono nel 1799, prima, all’avvento (22

gennaio) e, poi, alla caduta della Repub-blica Napoletana (13 giugno) è tuttora controverso. L’unico fatto certo è che il musicista scrisse, come racconta Pietro Colletta nella sua Storia del reame di Napoli dal 1734 al 1825, un inno patriottico su versi del «noto cittadino e poeta Luigi Rossi». Pertanto, quando, alla caduta della Repubblica, in seguito alla ferocissima e spietata reazione borbonica, fu mozzata la testa al povero Rossi, il Cimarosa pensò bene, credendo con ciò di far dimenticare il suo recente passato repubblicano, di musicare, dap-prima, l’inno reazionario Bella Italia, su versi di Vincenzo de Mattei, consigliere della Gran Corte della Vicaria e, poi, una Cantata a tre voci, appositamente composta, come si legge sul frontespizio dell’opera, «…in occasione del bramato ritorno di Ferdinando nostro amatissimo Sovrano»; con l’inattesa conseguenza, però, di essere comunque arrestato, il 9 dicembre di quell’anno, su istigazione del card. Ruffo, per essersi impropria-mente fregiato del titolo di maestro di cappella di sua Maestà sul suddetto frontespizio e, soprattutto, com’era emerso da un’indagine sul suo conto, per essere stato membro della Commissione repubblicana dei teatri. Anche le fasi che portarono all’arresto del Cimarosa sono a tutt’oggi non molto chiare. Se-condo la versione più accreditata, quella di Carlo Botta, autore di una Storia d’Italia dal 1789 al 1814, il musicista fu arrestato nella sua abitazione di Napoli, subendo, per giunta, l’onta di vedere il suo clavicembalo, fonte di tante soave

melodie, scagliato dalla finestra diretta-mente sul sottostante selciato dalla furia devastatrice della soldataglia venuta a prelevarlo. A questo episodio s’ispirò, verosimilmente, il pittore napoletano Emanuele Mollica nella realizzazione del dipinto I Sanfedisti nel 1799 lacera-no le carte di musica a Cimarosa, con cui, nel 1863, partecipò alla Promotrice di quell’anno, ora nella collezione del Comune di Napoli a Palazzo San Giaco-mo. L’autore ripropone, con uno schema compositivo largamente debitore della Furia iconoclasta di Domenico Morelli, il momento immediatamente precedente all’episodio narratoci dal Botta: quello in cui i soldati, invasa la casa del musi-cista, incominciano a saccheggiarla e a distruggere tutti gli spartiti del maestro.Come riportano diverse fonti storiche, il musicista, dopo quattro mesi di detenzione nel carcere di Santa Maria

Apparente, sarebbe stato liberato per intercessione del suo protettore, il potente cardinale Ercole Consalvi, ovvero, secondo Ulisse Prota Giurleo, per l’intervento del cav. Italinsky, ministro plenipotenziario della corte russa presso la Santa Sede, ovvero, secondo la versione del succitato Botta, per opera di alcuni musicanti di una banda russa, memori del soggiorno del maestro nel loro paese e ammiratori del suo genio musicale, che lo avrebbero imbarcato su una loro nave per condurlo a Venezia, dove sarebbe poi morto, dopo pochi mesi, l’11 gennaio del 1801. In ogni caso anche di quest’episodio abbiamo una testimonianza

iconografica: per la precisione in un dipinto di Raffaele Tancredi (Resina 1837-Napoli, 1916), esposto a Torino nel 1888, ora a Firenze nella Galleria d’Arte Moderna. Emanuele Mollica (Napoli 1820 ca-dopo il 1877) ebbe una formazione neoclassica, seguendo gli insegnamenti di Costanzo Angelini all’Accademia di Belle Arti di Napoli fino al 1843. Par-tecipò alle biennali borboniche (1837-1859) con diversi ritratti e quadri di carattere sacro. Alle promotrici napole-tane partecipò, invece, con quadri aventi a soggetto temi storici e letterari (oltre che con il nostro dipinto, con Dante e Casella nel 1866; con La Pimentel nel 1871). Negli anni ‘70 aderì alla pittura neopompeiana (Suonatrice pompeiana, Concerto di musica in casa di Cicerone a Pompei), opere presentate all’Esposi-zione Nazionale di Napoli del 1877.

Il dipinto di Emanuele Mollica

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bi.froebel.itbi froebel - The English Studio

corsi pomeridiani di inglese

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uscita Aversa sud

corsi pomeridiani di spagnolo

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STORIA NOSTRA

Una storia vera accaduta a cavallo degli anni Cinquanta ad Aversa

Cutillo e l’inseparabile barboncinow Antonio Marino

Proveniente dalla non vicina ba-ronìa, Bruno Cutillo comparve da queste parti a cavallo degli anni

cinquanta del secolo scorso, chiamato a coprire, come supplente annuale, un posto di operatore tecnico presso un noto istituto aversano. Messo piede in loco e accettata la nomina, subito si mise alla ricerca di un alloggio per stabilirvisi. Prese in fitto con un collega un modestissimo appartamentino ammobiliato, sito in un vecchio stabile della città, condividen-done le spese. Spese che ad anno scolastico avviato, all’approssimarsi delle festività nata-lizie, caddero interamente sulle spalle di Cutillo in quanto il collega ebbe a lasciare “baracca e burattini” per una

migliore e più stabile occasione di la-voro. Rimasto solo Cutillo non si perse d’animo e affrontò la nuova realtà con coraggi e decisione, portandosi a casa un cagnolino che la sorte gli aveva fatto trovare per la strada …che venne a sosti-tuire il collega andato improvvisamente via: un barboncino dal color grigiastro, i cui occhietti vispi s’intravedevano appena da sotto il folto pelo. Con questo cagnolino che, oltre a fargli compagnia, lo teneva su di morale visse giorni sereni dimenticandosi perfino del luogo natìo. Tra i due s’instaurò un tale rapporto affettivo, col passar dei giorni, da non privarsi l’uno dall’altro sia in casa che fuori. Sta di fatto che Cutillo, anche quando usciva per le compere o per qualche passeggiata, lo portava sempre con sè col guinzaglio oppure seduto in un ce-Il S. Lorenzo negli anni ‘50

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STORIA NOSTRA

“E’ risaputo che il cane è il migliore amico dell’uomo, ma lo è altrettanto l’uomo nei suoi riguardi?”. Ognuno può dare una risposta dopo aver letto questa storia

stino posizionato sul manubrio della sua bicicletta: una “Bianchi” d’occasione, che aveva comprato da un amico. E il barboncino era contentissimo di ciò e lo dimostrava apertamente con le sue movenze, vibrando la piccola lingua allegramente. Cosa che non faceva quando era costretto a rimanere solo in casa - non potendo Cutillo portarselo a scuola – nell’ansiosa attesa del ritorno dell’amico-padrone. Che, notando la sua grande tristezza, studiò tutti i modi per sottrarlo alla solitudine e, dopo tanti “batti e ribatti”, riuscì a convincere il custode dell’istituto a tenerselo nella gabbiola durante le ore di lezione… nonostante l’imbarazzo dell’autorità scolastica. Il cagnolino per la sua doci-lità e i modi delicati di fare, divenne in breve un po’ la “mascotte” di tutti e le acque si chetarono. Risolto il caso, si creò tra i due (padrone e cane) una sempre più forte simbiosi affettiva tanto che, quando li si vedeva, le gente soleva additarli dicendo sotto-voce: “Ué , sta passan santu Rocco e o’ cacciuttiello”. Questo idillio durò sino alla fine dell’anno scolastico quando Cutillo, finita la supplenza, dovette far ritorno al suo impervio paesello di

origine sui monti dell’avellinese. Par-tendo lasciò, oltre alle chiavi di casa, la bicicletta e il barboncino alla padrona dell’appartamentino dicendo che sareb-be ritornato a prenderseli non appena possibile; ma non fu così e per il cane sopraggiunsero giorni terribilissimi. Scappato di casa, andò girovagando in lungo e largo per la città facendo la spola tra la scuola e la casa… alla vana ricerca del padrone. E più i giorni passavano, più si disperava diventando furioso se qualcuno gli portava del cibo da mangiare. Quando vedeva qualche bicicletta per la strada, le correva ansimando dietro abbaiando a più non posso …quasi a

voler chiedere qualcosa. Tracorse la calura estiva nella tristezza più assoluta e, quando si avvicinò l’autunno, il povero barboncino era l’ombra di se stesso. La stagione invernale (molto fredda quell’anno) lo colse denutrito e malandato e con una zampetta rotta tan-to da far fatica a camminare.Affaticato, sporco e pieno di zecche, un giorno (uno degli ultimi per lui) si avvicinò alla casa da dove era scappato e la padrona, che forse non lo riconobbe nemmeno, lo mise in fuga brandendo una scopa. Trovò riparo sotto l’atrio di un vec-chio stabile, ubicato proprio di fronte l’istituto scolastico che ben conosceva, accasciandosi al suolo agonizzante un paio di giorni dopo. Tolse l’incomodo senza scomodare nessuno, sotto que-sto forzato rifugio, e la sua carcassa (chiusa in un sacco) fu gettata in aperta campagna. Il solo suo torto, se così possiamo definirlo, fu quello di essere stato fedele e di aver amato il padrone fino alla morte. E qui ci sia lecito porre una domanda: “E’ risaputo che il cane è il migliore amico dell’uomo, ma lo è altrettanto l’uomo nei suoi riguardi?”. Ognuno può dare, secondo il proprio sentire, una risposta.

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STORIA NOSTRA

La seconda puntata della storia dei Rebursa di Enzo Della Volpe

I beni di Riccardo erano della suocera Donna Maria w Enzo Della Volpe

Catturato Riccardo, furono presi anche gli altri oppositori, tra questi anche i suoi fratelli. Il

Grotta, per il fatto di aver nascosto l’amico, subì anch’egli la stessa sorte di Riccardo. Giovanni Villano di Aversa, pure Lui di fede Svevo, viene privato dei suoi beni.Il processo a Riccardo fu celebrato nel castello di Somma nel dicembre del 1268. Riccardo non partecipò alla bat-taglia di Tagliacozzo, ma lo si accusava di aver capeggiato la rivolta ad Aversa contro Carlo, e di aver spedito alcune lettere a Nicola Spinello di Somma invitandolo a schierarsi con Corradino. Lettere che Spinello dichiarò di non aver neppure aperto, e che consegnò ai governanti di Somma. La decapitazione di Corradino di Svevia

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STORIA NOSTRA

Donna Maria, suocera di Riccardo, essendo di Somma, si presume che avrebbe potuto essere imparentata con la famiglia Spinello. I beni portati in dote da Margherita, figlia di Donna Maria e moglie di Riccardo, ammontavano a dodici once d’oro. Dopo la confisca dei beni di famiglia, consigliata da amici, quelli non coinvolti nella rivolta, Mar-gherita presentò istanza al giustiziere di Terra di Lavoro per chiederne la restitu-zione. Margherita possedeva molti beni ad Aversa, anche una casa con giardino posta nella parrocchia di S. Andrea. E’ probabile che il padre di Margherita fos-se di Aversa, oppure che i suoi beni di Aversa siano stati acquistati con i soldi portati in dote. Margherita proveniva da una nobile famiglia di Somma, i Di Sorrento. La madre, “Domina Maria”, le aveva donato dei terreni posti nella città di Somma. Sua sorella, della quale ignoriamo il nome, andò in sposa a Sigario de Aprano (nel medioevo c’e-rano buoni rapporti tra la comunità di Aversa e quella di Somma. Ad Aversa, nel quartiere degli amalfitani, oggi Via Drengot, c’erano anche i sommesi oltre gli scalesi. La Strada Sommense colle-

funzionari non ancora provvedevano al pagamento. Sicché sia Margherita che Altruda ritornarono a fare di nuovo richiesta, lamentandosi del mancato appannaggio. Sempre tra marzo e ago-sto del 1273, le due donne avanzarono ancora l’ennesima istanza. La casa di famiglia dei Rebursa era posta fuori le mura della città di Aversa, nel Borgo Sant’Andrea, in prossimità della Porta S. Andrea, nella parrocchia di S. Audeno. Potrebbe essere – secon-do Enzo di Grazia – quella dove ora è posto al numero civico 40 dell’odierna Via Seggio. Dopo la confisca, 1268, il palazzo di famiglia dei Rebursa passò a Hugone de Ablans. Qui, fino al 1885, c’era il Seggio di S. Antonio. Le due nobildonne erano devote di San Francesco e di Santa Chiara, dal re avevano avuto il permesso di adibire il loro palazzo, quello che una volta era il castello di Riccardo, in monastero. Il complesso monastico, con chiesa si concretizzò intorno al 1230-1235. Dapprima fu realizzata la chiesa, dedi-cata ai due Santi, poi il monastero delle clarisse. Il complesso monastico è detto di San Francesco delle Monache.

2 - continua

Margherita, la moglie di Riccardo, proveniva da una nobile famiglia di Somma, i Di Sorrento. La madre Maria le aveva anche donato dei terreni posti nella città di Somma

gava Somma ad Aversa). Tra il 1271 e il 1273, Altruda de Rocca e Margherita, dopo la condanna a morte di Riccardo, inviarono istanza a re Carlo chiedendo il sostentamento che si accordava alle famiglie che avevano subito l’esproprio dei loro beni. Dalle missive inviate dalle due donne si evince lo stato di estremo bisogno di queste. Il 5 dicembre 1272 il re aveva autorizzato il giustiziere di Ter-ra di Lavoro ad assegnare a Margherita un tarì e mezzo l’anno per ogni oncia di bene della sua dote e alla suocera, il 31 dicembre 1272, assegnava lo stesso be-neficio di Margherita. Però, il 16 marzo 1273, a tre mesi dal benestare del re, i

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Tra gli interventi quelli di Josefa Idem e Alessandra Clemente

Particolarmente toccante la testimoninza di Alessandra, assessore con De Magistris, figlia di Silvia Ruotolo, uccisa per sbaglio dalla camorra

La Fidapa invita ad Aversa tante donne coraggio

w Giuseppe Lettieri

IL CONVEGNO

Interessante incontro organizzato dalla Fidapa sezione di Aversa pre-sieduta da Silvana Gatto sul tema

“Testimonianze di talenti femminili italiani ed Europei” alla presenza dei vertici fidapa, dalla vicepresidente na-zionale della Fidapa Caterina Manzella, alla presidente del distretto sud ovest Vincenzina Nappi e alla vice Giuseppi-na Porchia. La manifestazione si è tenuta presso la pinacoteca del Seminario vescovile di Aversa. Dopo i saluti di S.E. Angelo Spinillo, Vescovo della Diocesi, sono seguiti, moderati dalla vicepresidente della Fidapa aversana, Paolo Parascan-dolo, gli interventi dei senatori Lucio Romano e Josefa Idem, dell’assessore al comune di Napoli Alessandra Clemen-te, di Anna Grimaldi, docente di Storia dell’Arte presso la Sun, della scrittrice Carmen Pellegrino e della giornalista Margherita Sarno. Tutti ricchi di spunti le relazioni degli intervenuti. In particolare Josefa Idem, già ministro della Repubblica e senatore, ma soprattutto simbolo dello sport mondiale. Campionessa olimpica e mondiale della canoa, è stata l’atleta con il record di presenze di partecipa-zione alle Olimpiadi, ben otto (da Los Angeles 1984 a Londra 2012). Josefa Idem ha raccontato la sua esperienza personale nello sport: “Agli inizi cadevo sempre in acqua, non riuscivo neanche a salire sulla canoa. Ma non mi sono mai arresa. Ed è questo lo spirito che deve contraddistinguere l’agire delle donne. Da senatrice mi accorgo che spesso le donne oggi si sentono realizzate nella loro carriera, dimenticando le lotte e le rivendicazioni”.

Molto toccante invece l’esperienza di Alessandra Clemente oggi assessore al Comune di Napoli con De Magistris. Lei è la figlia di Silvia Ruotolo, la don-na uccisa dai proiettili vaganti durante un agguato camorristico. All’epoca dell’assassinio della madre, era l’11 giugno del 1997, Alessandra aveva soltanto dieci anni. Ha deciso di impe-gnarsi sin da giovanissima nella lotta alla criminalità attraverso un percorso

di recupero di tanti giovani, anche ospiti dei carceri minorili di Nisida e Airola. Il sorriso di Alessandra non nasconde la durezza che la vita le ha riservato, ma lei del suo dolore, per sua stessa affermazione, ne ha fatto la sua forza. Un messaggio importante che ha voluto condividere anche con il pubblico pre-sente nell’incontro aversano.

Josefa Idem ha raccontato la sua esperienza personale nello sport: “Agli inizi cadevo sempre in acqua, non riuscivo neanche a salire sulla canoa”

Il convegno della Fidapa al Seminario Vescovile di Aversa

Alessandra Clemente

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