Il Cagliaritano - Ottobre '12

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ANNO 40, N. 4 - OTTOBRE 2012 1 € 1 € I CAGLIARITANI SCELGONO LA BICICLETTA RIVOLUZIONE A DUE RUOTE Ma la città cambia davvero? GRAZIE, EMANUELE 5 MARCO SAU, IL TALENTINO DI TONARA 22 COME FARE LA SPESA 26

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ANNO 40, N. 4 - OTTOBRE 2012 1 €1 €

I CAGLIARITANI SCELGONO LA BICICLETTA

RIVOLUZIONEA DUE RUOTEMa la cittàcambia davvero?

GRAZIE, EMANUELE 5 MARCO SAU, IL TALENTINO DI TONARA 22 COME FARE LA SPESA 26

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Dialogo 5

Portfolio 6IsArenas

Primopiano 8IlnuovovoltodelLungomareSant'Elia/Ilfuturodellostadio

L'intervista 10IncontroconStefanoTunis,direttoredell'AgenziaregionaleperilLavoro

Storiadicopertina 12ComecambiaCagliarisulledueruote

SOMMARIO· OTTOBRE 2012 ·

Personaggicagliaritani14EnricoEndrich

EnricoAtzenisiracconta 18QuellavoltachescoprimmoiGiganti

Passionebiancoblù 20LaDinamoSassariharottoicampanili

MarcoSau 22AllascopertadeltalentinodiTonara

Diecidomandedieci 24LeaGramsdorff

Fotogallery 25Caricatureinmostra

Parolaall'esperta 26Comefarelaspesa

TalkShow 27Parlacomemangi/Lacagliaritanitàdiieriedioggi

FilodirettoconMetroCagliari28Voceailettori

TimeOut 29Salute,musica,cucina,tech,cinema,arte,moda,sport&fitness,viaggi

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Marco Sau

Alla scoperta del talentino di Tonara.Pattolino è tornato

e ha voglia distupire.

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«C’è chi muore di fame e chi spreca. Mentre persiste per mi-liardi di uomini il drammatico problema della fame e mentre ancora insufficiente appare

l’impegno dei governi e degli organismi internazionali. E dentro casa nostra si in-comincia a sbagliare col neonato». Ema-nuele Sanna, medico pediatra, nel 1981 denunciava così nelle nostre pagine de Il Cagliaritano le cattive abitudini alimentari e rilanciava l’importanza dell’allatta-mento dei neonati con il seno materno. Da anni curava per il nostro giornale tutti gli aspetti della medicina legati alla prevenzione. Mi aveva consegnato con orgoglio la sua tesi di laurea sul tema dell’allattamento e aveva coinvolto nella "nostra" missione altri collaboratori: il suo maestro Mario Silvetti, Gianfranco Ferret-ti, Gianluigi Gessa, Sandro Tagliamonte, Duilio Casula e tanti altri. A cavallo degli anni ’70 e ’80, altre prestigiose firme ir-robustivano il nostro Giornale: Francesco Masala, Fernando Pilia, Paolo Montaldo, Ugo Ugo, Siro Vannelli, Michelangelo Pira, Francesco Macis, Luigi Cogodi, Gio-vanni Lilliu, Vincenzo Caredda, Vindice Ribichesu, Mannelli, Giuseppe Podda, Michelangelo Pira, Maria Rosa Cardia, tra gli altri; e tanti esordienti iniziavano

dal nostro Giornale: Alfredo Franchini, Paolo Figus, Gianfranco Murtas, Stefano Lenza, Nando Mura, Giorgio Pellegrini, Giampaolo Meloni, Lucio Salis, Giuseppe Macciotta, Antonello Angioni, Paolo Figus, Ignazio Artizzu. Ebbene, Emanuele Sanna fungeva da catalizzatore. Uomo di sinistra aperto al confronto, aveva capito che dentro il giornale a scrivere di arte ci stava bene pure Enrico Endrich, l’ex podestà, e aveva capito anche il mio rifiuto a dirigere e rifondare “Rinascita Sarda”, la nobile voce del PCI, rivolto nientemeno che al Padre Nobile di tutta la sinistra, Umberto Cardia. Il comunista Emanuele Sanna, figlio di contadini, spau-rito universitario da Samugheo alla Casa dello studente dei tanti “imboscati” e dei tanti marpioni, aveva trovato subito dalla sua parte il “boss muscolare” Giorgio Oppi. Il dialogo era la sua missione. E così aveva suggerito a Giuseppe Podda di far esordire qui da noi Sergio Atzeni, e a me - nel 1980 - aveva fornito la generosa consulenza per la rubrica “È salute” all’interno del talk show “Fatti sentire” a Videolina. E ancora la spinta decisiva perché curassi importanti Campagne Sociali, con epicentro il Brotzu, attorno alla Donazione del Sangue (testimonial Gigi Riva, tra gli altri) e alla Lotta al Favi-

smo. Egli ha voluto spesso stare accanto al nostro lavoro, generosamente e con quella carica sorridente che ci permette-va di sognare da giovani comunicatori. Emanuele ha lasciato la Sua Sardegna, la Sua Samugheo, la Sua bella famiglia, la moltitudine di amici troppo presto. Da lassù ci guarderà ancora col sorriso generoso. Grazie ancora.

Il Cagliaritano: 40 anni giovane giovane

Febbraio 1973-ottobre 2012: da 40 anni circa dirigo questo giornale.Una vita. Iniziammo coi calzoni corti, liberi e folli pensatori. Con

il formato tabloid. Ora, dopo i continui rifacimenti di grafica e contenuti, ci rin-noviamo ancora, ma non solo nella veste così giovane. Porte e finestre sempre aperte al nuovo, ai giovani. La grande Palestra de Il Cagliaritano, irriducibile e libero come sempre, affronta la Grande Crisi da Guerriero militante sempre in cer-ca di un po’ di luce che illumini il nostro e il cammino dei sardi.

Grazie, Emanuele

DIALOGOLa rubrica del direttore Giorgio Ariu

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PORTFOLIOFOCUS

PORTFOLIO

Focus

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PORTFOLIOFOCUS

PrimeluciaIsArenasIl nuovo stadio del Cagliari, dopo

la prima gara a porte chiuse e l'an-nullamento di quella con la Roma,

finalmente ha aperto i battenti ai circa 4.000 tifosi abbonati.

Le polemiche, tante, sono all'ordine del giorno. La stagione dei rossoblù

è appena cominciata, ma appare lunga e piena di difficoltà.

Foto,EugenioMatta

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Nessuna utopia, nessun sogno. È l’assicurazione che giunge dal Comune di Cagliari: il progetto di riqualificazione

del Lungomare Sant’Elia sta partendo e cambierà il volto di una delle zone più belle della città. «Se tutto va come abbia-mo previsto, il prossimo ottobre Cagliari avrà un nuovo lungomare, e presto il collegamento tra la via Roma e il Poetto attraverso Sant’Elia», ha affermato il sindaco Massimo Zedda.Una passeggiata con chioschi, servizi igenici e aree verdi, area parcheggi

e pista ciclabile, oltre a una terrazza panoramica in legno direttamente affacciata sul mare, in cui sarà possibile prendere il sole e accedere all’acqua. I lavori riguarderanno l’area del Piazzale Lazzareto, dove saranno disposti un’area pedonale di accesso al centro culturale e un parcheggio alberato, e la passeggiata verso la piccola darsena dei pescatori. Poi da lì all’Arena Spettacoli, nei pressi del canale di Terramaini. La prima parte della passeggiata prevede sei fasce parallele alla costa, ognuna con una propria caratteristica: la prima sarà la terrazza

con docce a servizio della balneazione e scalette per l’accesso all’acqua; la seconda la vera passeggiata sul mare; la terza sarà la zona destinata ai chioschi e su cui si potrà realizzare il tradizionale mercato domenicale; la quarta, una seconda passeggiata; la quinta prevede la pista ciclabile e la sesta sarà destinata ad uno spazio verde. Dall’imboccatura della darsena fino al canale di Terramaini, la passeggiata sarà suddivisa invece in quattro fasce: la prima terrazza sul mare; la seconda ospiterà un filare di palme; la terza sarà destinata alla pista ciclabile,

Il nuovo volto del lungomare cagliaritano, una zona con un grande potenziale turisti-co lasciata troppo a lungo all’abbandono. Entro un anno rinascerà, grazie a un proget-to finanziato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dalla Regione Sardegna e dal Comune di Cagliari.

Lungomare Sant’Elia

PRIMO PIANO

Focus

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la quarta sarà costituita da uno spazio verde. Il tutto con l’utilizzo di materiali che daranno continuità con via Roma e il Poetto: legno, calcestrutto effetto lavato, ghiaia a vista, inserti naturali e pietra calcarea di Orosei.«Una bella occasione di sviluppo per il quartiere e per Cagliari», continua il sindaco, «perfettamente inserita nell’idea che ci siamo dati: che Cagliari e i caglia-ritani, nonché i turisti, possano riappro-priarsi del mare».I lavori avranno un costo di 4,6 milioni di euro, finanziati dal Ministero delle Infra-strutture e dei Trasporti, dalla Regione Sardegna e dal Comune di Cagliari, e la loro ultimazione è prevista per il prossimo autunno.

La riqualificazione di Sant’Elia passerà anche attraverso il rinno-vamento dello stadio. La Giunta, infatti, ha approvato l’istituzione di un concorso internazionale d’idee volto a dare nuova vita all’intera struttura.

Polifunzionalità e modernità saran-no le linee guida dell’intero proget-to, con l’intenzione di consolidare lo stretto rapporto tra quartiere e stadio aumentando le possibilità d’interazione tra le parti. Spazio quindi a impianti collaterali per la pratica sportiva riservati al comune fruitore, contornati da strutture per la medicina sportiva; uffici e sale a disposizione di gruppi e associazio-ni, superfici in e outdoor dedicate a mostre e spettacoli; largo anche all’inserimento di ristoranti e caffet-terie, e la possibilità di impiantare un centro benessere. Nessuna demolizione però, solo interventi strutturali di messa a nuovo.Lo stadio punta così a diventare un fulcro fondamentale per la ripresa e la valorizzazione dell’intera area, istituendo un vero e proprio centro nevralgico della vita rionale.

Futuro senza Cagliari Calcio, dunque? Sulla questione è intervenu-to, ancora una volta, Gigi Riva: «Questo sta-dio ha già dato tanto alla Sardegna, sono fermamente convinto che lo spazio ideale per la squadra del Cagliari rimanga il Sant'Elia e che, opportunamente ri-strutturato, possa anche mantenere la funzione di stadio olimpionico. Aspetto con molta curiosità e otti-mismo l'esito del concorso di idee bandito dal Comune». Noi tutti aspettiamo, tifosi e non.

Anche lo stadio verso vita nuo-va. Futuro senza calcio?

4.609.444

euro Il costo complessivodella riqualificazione.

705 metriLa lunghezza complessiva.

5.000mq L’area pedonale del

Lazzareto.

8.000 mq

L’area dei parcheggi (156 posti auto).

10 OTT.2013 La data di consegna

dei lavori.

IL LUNGOMARE

IN CIFRE

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LAVORO

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Le cifre impietose sulla disoccu-pazione ci portano dentro un osservatorio particolare, l’Agenzia regionale per il Lavoro.

Direttore, ci dia una sua lettura.«Il problema non sono le cifre ma il man-cato adattamento al sistema economico che deve accompagnarci nell’avvenire e che sarà fondato sul settore terziario (servizi, turismo, etc.)».

Ci spieghi il ruolo dell’Agenzia: come vi muovete per aggredire la Grande Crisi?«Esiste un gap sulla veicolazione nel mondo del lavoro. Per questo abbiamo progettato alcune misure che hanno dato impulso al mondo dell’occupazione, in particolare i Tirocini con Voucher (TFO) e i Piani di Inserimento Professionale (Pip)».

Quali sono i risultati di queste azioni?«A partire dal 2010 il nostro contributo è stato l’attivazione di 2200 Pip e 3700 TFO, oltre ai mille percorsi di inserimento con Master and Back».

Alla luce della Riforma del Lavoro, avete accolto nuovi segnali?«È molto presto per recepire nuovi segnali ma i tecnicismi lavoristici non penso possano portare risultati sul lavoro. Ciò che conta è l’economia nel suo com-plesso, i tecnicismi sul mercato del lavoro non producono occupazione. Pare che questa riforma sia stata impostata sulla possibilità di un incremento del gettito

«Ciò che conta è l’economia nel suo complesso, i tecnicismi sul mercato del lavoro non produ-cono occupazione»

Al servizio delle istituzioni e, soprattutto, dei sar-di: l’Agenzia regionale per il Lavoro si scontra ogni giorno con i problemi di un’isola sempre più in crisi. Il Cagliaritano ha incontrato il suo direttore, Stefano Tunis, per parlare di questo momento difficile.

Incontro di Giorgio Ariu

I nuovi percorsi per l'occupazione

fiscale previdenziale, mentre non ha riguardato la prestazione e la retribuzio-ne, che sono gli elementi essenziali del contratto di lavoro».

I giovani talentuosi: quali sono le stra-tegie messe in campo dall’Agenzia per connetterli con le aziende?«Normalmente i giovani con talento e un bagaglio culturale competitivo non hanno bisogno del nostro aiuto. Ne han-no bisogno quelli meno dotati di talento

e di possibilità. È a loro che rivolgiamo maggiormente la nostra attenzione. Chi è dotato di talento ha bisogno di aiuto so-prattutto in quelle che vengono chiamate “competenze trasversali”».

Risulta anche a voi che i giovani, e non solo loro, rifiutino lavori come panettiere, falegname, infermiere...?«È un fatto legato all’economia italiana: l’abbandono di professioni a carattere manuale ha costituito un problema per la nostra economia, infatti in alcuni settori c’è stata la necessità del supporto dei lavoratori extracomunitari. Il nostro stile

di vita ci ha allontanato dalle professioni che avevano minore attitudine a mante-nere un alto livello di vita».

Sullo scenario internazionale si muovono, come voi, altre agenzie tipo Menpower, Openjobmetis e Randstad. In tempo di crisi è un proliferare di sigle, agenzie e presidi: vi misurate su scenari drammatici, si può fare di più?«Non si possono assimilare le attività di soggetti privati come queste agenzie, che si occupano soprattutto di somministra-zione, con quella di un soggetto pubblico come noi. Queste agenzie svolgono sicuramente un ruolo importante ma è un altro mestiere. Le modalità di incontro domanda-offerta per tramite di soggetti pubblici sono sicuramente insufficienti, quindi riescono a ritagliarsi uno spazio importante in questo frangente. Noi siamo invece a disposizione delle istitu-zioni, in qualunque modalità decidano di indirizzare la loro decisione politica. L’Agenzia fornisce l’impegno professiona-le per dare contenuto tecnico adeguato all’indirizzo deciso dalla politica. Siamo

umili faticatori al servizio degli organi istituzionali».

Il vostro presidio, nel quar-tiere di Is Mirrionis, assume quasi il valore di un simbolo di questa missione...«Sicuramente il contatto con il disagio aumenta certe sensibilità,

tant’è che abbiamo progettato un’azione di inclusione per i quartieri svantaggiati, “Med more and better job,” che ha coinvolto migliaia di residenti e si proietta nel futuro perché offre la possibilità agli abitanti del quartiere di partecipare alle decisioni sulla ristrutturazione di una struttura importante come l’Hangar. Bisogna precisare però che noi non ci occupiamo direttamente di incontro domanda-offerta di lavoro, per questo ci sono gli sportelli specializzati».

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Tra entusiasmi, scetticismo e pole-miche, continua la trasformazione di Cagliari “a misura di ciclisti”. C’è chi sostiene che sia solo una

moda, una delle tante che in città divam-pano per poi riassorbirsi nel giro di qual-che anno. Ma che sia una moda o un vero e proprio cambiamento di abitudini dei cagliaritani, ora più sensibili ai problemi ambientali, con la complicità della crisi e dell’aumento del prezzo del carburante, il boom della bici è una realtà. Nel giro di qualche mese esaurite le tessere del bike sharing, in aumento le vendite dei negozi specializzati, i bike rentals e gli iscritti alle associazioni. «Le iscrizioni e la partecipa-zione attiva sono andate oltre ogni nostra aspettativa», conferma Virgilio Scanu, presidente di Cagliari Città Ciclabile, «è il sintomo di un cambio di mentalità che sarà ulteriormente incrementato dalle nuove piste ciclabili».Il popolo su due ruote è in attesa infatti dei percorsi che completeranno il proget-to di creare un anello intorno al centro storico della città in collegamento con l’hinterland: con circa due milioni di euro di finanziamento che la Regione ha sbloc-cato di recente, alle piste già realizzate come quella di via Dante, via Paoli e via

dei Conversi, si aggiungeranno il collega-mento tra piazza Matteotti e Su Siccu, che arriverà fino alla pista ciclabile a ridosso del canale di Terramaini e all’ingresso del Parco di Molentargius. Da lì, il percorso si congiungerà con quello che da Su Siccu attraverserà viale Diaz, via Cimitero e via Dante fino a piazza Giovanni. Da piazza Matteotti si potrà poi arrivare fino al Po-etto attraverso uno scavalcamento del canale di Mammarranca, verso il quartiere di Sant’Elia. E sempre all’interno del finan-ziamento regionale è compreso anche l’ampliamento delle stazioni di bike sha-ring, che da quattro passeranno a sedici coprendo i punti nevralgici della città, da Bonaria a viale Buoncammino, dal parco di Monte Urpinu a quello di Terramaini. Altre sei stazioni integrate con il bike sha-ring elettrico, poi, saranno pronte entro l’anno.«Un progetto molto vasto che coinvolge Regione, Provincia e sedici Comuni sino a Maracalagonis e che al momento si trova

Una città più vivibile grazie alla mobilità “alternativa”: questa è la base della rivoluzione promossa dal Comune di Cagliari e supportata da tante associazioni. Una rivoluzione a doppio senso, che parte non solo dalle istituzioni, ma dagli stessi cagliaritani che, sempre più numerosi ed entu-siasti, scelgono la bicicletta.

di Lorelyse Pinna

Come cambia Cagliarisulle due ruote

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nella sua fase iniziale, ma che dovrebbe rendere entro un anno Cagliari interamen-te ciclabile e collegata con tutti i paesi dell’hinterland, da cui finalmente si potrà raggiungere il capoluogo anche in biciclet-ta», commenta Scanu.L’altro passo sarà posizionare nuove ra-strelliere per le biciclette nelle zone più importanti del centro. «Sono interventi mutuati dalle esperienze di altre città euro-pee ed italiane», spiega il presidente della Commissione Trasporti Guido Portoghese, e porteranno un vantaggio per i cittadini non solo dal punto di vista economico ed ecologico, ma anche da quello della sicu-rezza stradale: «I percorsi ciclabili urbani permettono di ottenere una riduzione del-la sezione stradale», continua, «per esem-pio in via Sonnino le tre corsie si riducono così a due, con una riduzione anche della velocità degli autoveicoli che ancora nelle ore di minor traffico risulta troppo alta». È il cosiddetto “traffic calming”, istituito per la prima volta a Cagliari e che prevede la razionalizzazione dell’asfalto riducendo al minimo i rischi e creando una mobilità so-stenibile migliore di quella esistente e non riservata solo alle auto. Di queste azioni fanno parte l’istituzione e l’ampliamento delle aree pedonali, come quella della Marina e di Corso Vittorio Emanuele nei weekend, come anche la proposta di ab-bassare il limite di velocità nelle strade del centro a 30 Km orari. Proposte che fanno discutere ma che rispondono alle esigenze

di una città più “sostenibile” e a misura di persona, in adeguamento alle Direttive europee in materia di sicurezza stradale. «Questa è la direzione da seguire se Ca-gliari vuole diventare una città più moder-na e vivibile», conclude Portoghese, «gran parte della città risulta già accessibile alle bici, ora rimane da risolvere il problema delle auto».Ancora troppe auto, ma anche poca di-sciplina. E fanno notizia anche a Cagliari i diverbi tra ciclisti e automobilisti. Virgi-lio Scanu minimizza: «Abbiamo notato che talvolta emerge l’idea sbagliata di un presunto conflitto generalizzato tra cicli-sti e automobilisti, di contese sugli spazi stradali e interessi contrastanti, che non esistono e non hanno motivo di esistere. Diverbi tra ciclisti e automobilisti possono apparire una novità per la nostra città, dove nell’ultimo anno è cresciuto note-volmente l’uso della bicicletta. Ma se fac-ciamo un confronto tra il numero degli episodi analoghi tra automobilisti e auto-mobilisti, ci rendiamo conto che nell’uso della bicicletta questi episodi sono vera-mente sporadici».La convivenza tra questi due modi di spostarsi per il centro cittadino deve co-munque migliorare a partire dall’idea che la maggior parte dei ciclisti è anche auto-mobilista. Il consiglio del presidente di Ca-gliari Città Ciclabile è scegliere la bici per i percorsi brevi, per esempio quelli verso le scuole. Si ridurrebbero così il traffico e gli ingorghi, le famiglie spenderebbero meno e sia i genitori che i figli si sentirebbero più liberi e indipendenti.E chissà se i cagliaritani, a cose fatte, non apprezzeranno anche queste soluzioni.

Come nelle grandi rivoluzioni culturali, anche tra gli appassio-nati di bici cagliaritani ci sono varie tendenze, modi diversi di approcciarsi ai problemi della città e di rivendicare i propri diritti. I più “aggressivi” sono quelli di Critical Mass, l’iniziativa diffusa in tutto il mondo che prevede un raduno settimanale di ciclisti, che tutti insieme invadono una strada rallentando il traffico cittadino. Partono da piazza Repubblica, annunciati dal suono dei campanelli delle loro bici. Ci sono poi modi più “soft” per promuovere l’uso della bicicletta: l’iniziativa dell’associazione Città Ciclabile per esempio, che ogni mercoledì estivo propone la sera-ta “Bici+gelato”. Ci si incontra in piazza Giovanni, si scegli una gela-teria artigianale e via, alla volta di quello più buono. E in inverno si passa alla pizza. Un’occasione per stare insieme e fare un po’ di movimento, che coinvolge dai più giovani ai pensionati. E c’è anche chi punta sull’informazione, come sul sito pisteciclabili.com, dove i ciclisti, anche cagliaritani, si scambiano esperienze ed opinioni sui percorsi cittadini e quelli fuori porta. Per ogni percorso vengono indicate tipologia (pista ciclabile, pedonale, sentiero), lunghezza, difficoltà, pendenza e dislivello.

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LE TENDENZE

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Sono passati oltre 25 anni dalla sua morte. Eppure alla commemorazione di Enrico Endrich, svolta a Cagliari il 10 dicembre 2010 nel sottopiano del Palazzo Civico,

in quel suggestivo spazio che fu la sede storica delle animate conferenze degli “Amici del Libro”, non si trovava posto a sedere.Il tempo è giudice implacabile: attua una sorta di selezione naturale tra gli uomini lasciando “in vita”, attraverso il ricordo, solo quelli di maggior valore.È proprio il caso di Enrico Endrich, avvocato pe-nalista, uomo politico, oratore di rara chiarezza, esperto d’arte e, prima di tutto, vero galantuo-mo. Originario del Trentino, era nato a Meana Sardo nel 1899 da Ferdinando e Amalia Altieri. Il 30 dicembre 1919, appena ventenne, conseguì la laurea in giurisprudenza, presso l’Università di Cagliari, riportando la votazione di 110 e lode e la pubblicazione della tesi in diritto romano. Il 28 agosto 1921 si iscrisse all’Albo degli Avvocati.Impegnato in politica, aderì al Partito Sardo d’Azione e, quando il prefetto Asclepia Gandolfo promosse la fusione tra sardisti e fascisti, ne fu uno dei principali artefici, cosa che fece “per amore della Sardegna” come ebbe a precisare. Nel 1923 fece parte del direttorio incaricato della ricostituzione del fascio di Cagliari e, nello stesso periodo, studiò a fondo la natura giuridica e le funzioni dei sindacati e delle corporazioni. Fu podestà di Cagliari dal 1928 al 1934: sono gli anni in cui la città vola verso la modernità dotandosi (o progettando la costruzione) di edifici pubblici che verranno realizzati dopo breve tempo. Alla sua dinamica e intelligente amministrazione si deve la sistemazione del Terrapieno con le palestre, i vivai comunali e l’ingresso dei giardini pubblici nonché l’istituzio-ne, nel fabbricato dell’ex polveriera dei Giardini Pubblici, della Galleria Comunale d’Arte. In tutto ciò Endrich era coadiuvato dall’architetto Ubaldo

Badas, personaggio dalle grandi capacità tecni-che e professionali.Sempre agli anni della sua amministrazione vanno ascritte la sistemazione della via Roma (con i portici ed il viale alberato) e della piazza del Carmine, la realizzazione della nuova facciata della Cattedrale, la costruzione dell’Albergo del Povero in viale Sant’Ignazio, la sistemazione dei bastioni di Santa Croce, le case popolari di piazza Kennedy ed altri importanti interventi tra cui vanno ricordati la creazione della strada per il Poetto, la sistemazione dell’arenile e la costruzio-ne dell’ippodromo.Lasciata la funzione di podestà, dal 1934 ricoprì l’incarico di segretario federale e, dal 1939 all’agosto del 1943, fu consigliere nazionale nella Camera dei Fasci e delle Corporazioni per la XXX legislatura. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu ispettore nazionale in Tripolitania. Fu prefetto di Cosenza nel 1943 fino all’arrivo delle truppe anglo-americane (anche se in realtà Endrich rima-se al suo posto sino al mese di dicembre).Dopo la guerra, esercitò con successo per qualche anno la professione forense a Napoli. Rientrato a Cagliari nel 1951, due anni dopo, venne eletto deputato al parlamento nelle liste del Movimento Sociale Italiano. Tuttavia nel gen-naio del 1955 si dimise allorché venne approvata la legge che istituiva la pensione ai parlamentari. Ciò - secondo Endrich - era il segno evidente della politica intesa come professione anziché come missione: cosa ch’egli non approvava in alcun modo. Questo particolare - sconosciuto ai più - ci dà il senso dell’uomo e della sua moralità, perché Endrich è stato una delle persone più integre che sia possibile immaginare, la voce di una politica fondata su valori alti.

Nel 1972 venne eletto senatore, sempre nelle file nel Movimento Sociale Italia-no, e nel 1974, conclusa la legislatura, si ritirò dalla vita politica attiva per de-

ENRICOENDRICH

Un uomo con un alto sen-so dello Stato, inteso come fatto spirituale e morale

Il ricordo di Enrico Endrich, avvocato penalista, uomo politico, oratore di rara chiarezza, esperto d’arte e, prima di tutto, vero galantuomo.

Tutta una vita per amore della Sardegna

I GRANDI PERSONAGGI CAGLIARITANI A cura di Antonello Angioni

Avvocato e scrittore

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dicarsi prevalentemente alla professione forense. Nel contempo poté coltivare la sua passione per le arti figurative e la pittura in particolare. A lui si devono, tra l’altro, alcuni dei migliori “profili” di pittori sardi.Enrico Endrich era uomo di grande cultura e molteplici interessi. Scrisse anche alcuni pregevoli saggi tra cui ricordiamo: Il gregge e il pastore. Sul fascismo in Sardegna, in Il Littore Sardo, 1923; Lineamenti storici, politici e militari della Sardegna, in Archivio storico sardo, XXI, 1-2, 1938; Profili d’artisti, 1985; Cinquant’anni dopo, scritto nel 1977 ma pubblicato postumo nel 1990.Ed è stata proprio la recente ristampa di quest’ul-timo lavoro l’occasione per ricordare Endrich a venticinque anni dalla sua scomparsa. Ci hanno pensato, con le loro brillanti relazioni, lo storico Aldo Accardo (docente universitario), il giurista Rafaele Corona (già presidente della II Sezione Civile della Corte di Cassazione), l’allora asses-sore alla cultura del Comune di Cagliari Giorgio Pellegrini (docente universitario) e l’avvocato Francesco Onnis (già deputato di Alleanza Nazionale).L’incontro - coordinato dall’avvocato Mariano Delogu, senatore del PDL - è stato assai inte-ressante e piacevole grazie anche alla messa in onda, nel megaschermo allestito nel sottopiano del Palazzo Civico, di una video intervista allo scrittore Marcello Veneziani e di un filmato di un comizio tenuto da Endrich a Cagliari nel 1980, vale a dire cinque anni prima della morte. Duran-te l’incontro ha preso la parola anche il Sindaco di Cagliari dott. Emilio Floris.Dai diversi interventi, è emerso il ritratto di un uomo di grande valore e carisma: onesto e integerrimo, di profonda umanità e generosità d’animo, desideroso di giustizia, assai severo nel giudicare se stesso ma indulgente verso gli altri, contrario ad ogni forma di violenza e ipocrisia, coerente e coraggioso. Un uomo con un alto senso dello Stato, inteso come fatto spirituale e

morale attraverso il quale trova forma concreta l’organizzazione politica, giuridica ed economica della nazione.

L’avvocato Endrich è stato un gran-dissimo oratore. «Da quando l’ho conosciuto - ha ricordato Raffaele Corona - ho sempre sentito parlare

della sua eloquenza, della sua straordinaria perizia nell’arte del dire. Egli conosceva alla perfezione le regole dell’oratoria che sfoderava nelle arringhe davanti ai giudici, come pure nei comizi e nelle conferenze. Aveva un’ottima padronanza della lingua italiana e una memoria prodigiosa: preparava con scrupolo i discorsi, li mandava a mente, li ricordava alla perfezione e li pronunziava sempre a braccio, spesso senza il sussidio di appunti».Nello scrivere Cinquant’anni dopo, Endrich voleva rivolgersi alle giovani generazioni. E ciò è naturale, perché l’uomo guardava sempre verso il futuro. E certo non nascondeva tale intento: «Queste note - esordisce - sono scritte per i giovani, per i giovani sardi, i quali probabilmente non le leggeranno mai. Queste note, buttate giù alla buona, non sono uno sfogo di rancore. Figuriamoci! All’età in cui sono giunto [allora aveva 78 anni n.d.r.] non c’è più spazio, nella mente e nel cuore, per i rancori. Si pensa a ben altro: si pensa al trapasso supremo e si paventa il giudizio dell’Eterno. Se mai, queste note auto-biografiche sono un tentativo d’impedire che si continui a travisare un certo periodo della storia sarda. So bene che è un tentativo vano perché i più “dritti” continueranno a costruire le loro fortune sul travisamento dei fatti».È certo non si sbagliava, ma non per questo si tirò indietro. Come aveva sempre fatto, fino a che la vita glielo consentì, combatté la sua battaglia, senza piegarsi alle convenienze, senza indugiare in sterili giochi di potere, assolutamen-te indisponibile a patteggiamenti o riverenze. A costo di autoescludersi.

Fino a che la vita glielo consentì, combat-té la sua battaglia senza piegarsi alle con-venienze

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Rete regionale delle economie solidalicontro gli sprechi alimentari

Rete regionale delle economie solidalicontro gli sprechi alimentari

Cosa è

Il progetto Alimentis, promosso nel 2004 dall’Agenzia regionale per il lavoro attraverso una sperimentazione del modello “Last Minute Market” nell’area vasta di Cagliari, consolida la propria attività attraverso la costruzione di altri rapporti donatore/beneficiario per la donazione di alimenti invenduti ma ancora salubri ai fini solidali da parte di soggetti operanti in altre aree della Sardegna, con la specifica finalità di costruire una vera e propria “rete regionale delle economie solidali contro gli sprechi ”. Il modello LMM può essere esteso ad altri ambiti di inter-vento oltre a quello food (farmaci, libri e raccolta diretta di prodotti agricoli).

Fasi e obiettivi

Il progetto è diviso in differenti fasi che partono dal potenziamento nell’area in cui il modello è stato sperimentato, attraverso la stabilizzazione o la formalizzazione dei rapporti in essere tra donatore e beneficiario e arrivano all’attivazione della rete su scala regionale:

1. Potenziamento del modello nell’area vasta di Cagliari2. Identificazione delle aree territoriali nel cui ambito attuare il modello “Alimentis” già sperimentato nell’area vasta di Cagliari;3. Identificazione e contatto dei soggetti potenzialmente interessati all’attuazione del modello “Ali-mentis” nei territori identificati come oggetto degli interventi;4. Attivazione delle esperienze “Alimentis” territoriali;5. Coordinamento operativo delle esperienze territoriali in funzione della costituzione della rete regionale prevista dal progetto Alimentis;6. Diffusione nei punti della rete, costituita nel tempo, di un’ omogenea metodologia di rilevazione dei dati finalizzati all’operatività dell’Osservatorio regionale delle povertà, previsto dalla L.R. 23/2005;

Gli obiettivi specifici del progetto sono: - la diffusione su tutto il territorio regionale del modello già sperimentato nel precedente progetto Alimentis;- la promozione, a livello regionale, di una rete che, utilizzando il modello Alimentis”, favorisca il raccordo tra tutti i soggetti impegnati nella donazione, nella raccolta e nel riutilizzo a fini solidali dei prodotti invenduti;- il supporto all’Osservatorio regionale delle povertà, attraverso la raccolta dei dati forniti dalla rete, nelle sue attività istituzionali.

La “Rete regionale delle economie solidali contro gli sprechi”, attraverso il raccordo tra tutti gli attori indispensabili per l’attuazione, l’espansione e il consolidamento del modello su tutta l’area regionale, darà continuità e sostenibilità all’intervento sperimentale proposto dal progetto Alimentis.

Per aderire al progetto come donatore o beneficiario basta contattare i nostri uffici:

Via Is Mirrionis, 195 09122 CagliariUfficio Relazioni con il Pubblico - Tel. 070/6067039 - fax 070 606 7968

www.regione.sardegna.it/servizi/cittadino/agenziadellavoro.htmlwww.lastminutemarket.it

e.mail: [email protected] - [email protected]

Caritas  San  Saturnino  Fondazione  Onlus  

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COS’È ALIMENTISIl progetto Alimentis, promosso nel 2004 dall’Agenzia regionale per il lavoro attraverso una sperimentazione del modello “Last Minute Market” nell’area vasta di Cagliari, consolida la propria attività attraverso la costruzione di altri rapporti donatore/beneficiario per la donazio-ne di alimenti invenduti ma ancora salubri ai fini solidali da parte di soggetti operanti in altre aree della Sardegna, con la specifica finalità di costruire una vera e propria “rete regionale delle economie solidali contro gli sprechi”. Il modello LMM può essere esteso ad altri ambiti di inter-vento oltre a quello food (farmaci, libri e raccolta diretta di prodotti agricoli).

FASI E OBIETTIVIIl progetto è diviso in differenti fasi che partono dal potenziamento nell’area in cui il modello è stato sperimentato, attraverso la stabilizzazione o la formalizzazione dei rapporti in essere tra donatore e beneficiario e arrivano all’attivazione della rete su scala regionale:1. Potenziamento del modello nell’area vasta di Cagliari;2. Identificazione delle aree territoriali nel cui ambito attuare il modello “Alimentis” già speri-mentato nell’area vasta di Cagliari;3. Identificazione e contatto dei soggetti poten-zialmente interessati all’attuazione del modello “Alimentis” nei territori identificati come ogget-to degli interventi;4. Attivazione delle esperienze “Alimentis” ter-ritoriali;5. Coordinamento operativo delle esperienze territoriali in funzione della costituzione della rete regionale prevista dal progetto Alimentis;

6. Diffusione nei punti della rete, costituita nel tempo, di un’ omogenea metodologia di rileva-zione dei dati finalizzati all’operatività dell’Os-servatorio regionale delle povertà, previsto dalla L.R. 23/2005;

LE SPECIFICHE DEL PROGETTO- la diffusione su tutto il territorio regionale del modello già sperimentato nel precedente pro-getto Alimentis;- la promozione, a livello regionale, di una rete che, utilizzando il modello Alimentis”, favorisca il raccordo tra tutti i soggetti impegnati nella do-nazione, nella raccolta e nel riutilizzo a fini soli-dali dei prodotti invenduti;- il supporto all’Osservatorio regionale delle po-vertà, attraverso la raccolta dei dati forniti dalla rete, nelle sue attività istituzionali.La “Rete regionale delle economie solidali contro gli sprechi”, attraverso il raccordo tra tutti gli at-tori indispensabili per l’attuazione, l’espansione e il consolidamento del modello su tutta l’area regionale, darà continuità e sostenibilità all’in-tervento sperimentale proposto dal progetto Alimentis.

INVENDIBILE MA BUONOTrasformare lo spreco in risorsa: questo è l’obiet-tivo del modello Last Minute Market (il “mercato dell’ultimo minuto”). Un mercato dove per favo-rire gli indigenti, gli ultimi, non bisogna sprecare neppure un minuto e neanche un prodotto.Il terreno privilegiato per la sperimentazione di questo nuovo mercato è quello della gestione dell’invenduto alimentare. Nasce così il Last Mi-nute Market Food:“(...) i surplus, che hanno perso il loro valore

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Trasformare lo spreco in risorsa: questo è l’obiettivo del modello Last Minute Market (il “mercato dell’ultimo minuto”). Un mercato dove per favorire gli indigenti, gli ultimi, non bisogna sprecare neppure un minuto e neanche un prodotto.Il terreno privilegiato per la sperimentazione di questo nuovo mercato è quello della gestione dell’invenduto alimentare. Nasce così il Last Minute Market Food:“ (...) i surplus, che hanno perso il loro valore commerciale, vengono donati a chi è in deficit. Questi beni, pur avendo perso il valore di scambio, mantengono il valore d’uso, ma non solo. Grazie al dono ed alla solidarietà, questo scambio amplia le relazioni sociali ed estende la nozione di valoriz-zazione perché deve avvenire in un luogo, un non mercato appunto, dove possono entrare a pieno titolo anche attori diversi dalle imprese commer-ciali (for profit) e dai consumatori con potere d’acquisto. Qui entrano in scena le organizzazioni no profit e le persone bisognose da queste assis-tite.” (da Andrea Segrè, Lo spreco utile. Il libro del cibo solidale. Trasfor-mare lo spreco in risorsa con i Last Minute Market: Food & Book, Edizioni Pendragon, Bologna, 2004, pp.19-20)

Invendibile ma buono...

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Il modello Last Minute Market Food è una metodologia studiata e collaudata dall’Università di Bologna, Dipartimento di

economia e ingegneria agrarie, che, attraverso il suo Spin-Off, Last Minute Market srl, è in grado di fornire tutte le competenze necessarie

all’attivazione e gestione di progetti di recupero dell’invenduto. Il metodo consiste nella possibilità di recuperare e ridistribuire in loco i beni

alimentari rimasti invenduti per le ragioni più varie, ma ancora perfettamente salubri, alle associazioni di assistenza che gestiscono mense per indigenti e a quelle che gestiscono l’assistenza agli animali d’affezione.La differenza con gli altri modelli già in uso è il concetto di spesa dell’ultimo minuto, che non prevede quindi stoccaggio e giacenza di prodotti e ne riduce al massimo i successivi sprechi e costi.

Nei moduli applicativi finora attuati di Last Minute Market Food non viene esclusa nessuna tipologia di attività commerciale, dalla

grande struttura distributiva (ipermercato) al piccolo ne-gozio di alimentari di vicinato per arrivare alla mensa

industriale.

Vantaggi per tutti!

Il Mondo ringrazia.

Le imprese possono gestire i prodotti invenduti in maniera innovativa e attivare un’azione concreta di Responsabilità Sociale di Impresa, oltre a risparmiare sui costi di smaltimento.

Le Istituzioni vedono diminuire il flusso di rifiuti da gestire e ottengono maggiori risorse per l’assistenza alle fasce più deboli della popolazione.

Il terzo settore (associazioni e enti di carità) riceve prodotti gratuiti e di qualità e può così ridurre i costi di gestione e liberare maggiori risorse da reinvestire in qualità e quantità di servizi offerti ai propri assistiti.

I cittadini hanno una migliore qualità di vita vivendo in un ambiente con meno rifiuti e più solidarietà.

Rete regionale delle economie solidalicontro gli sprechi alimentari

Rete regionale delle economie solidalicontro gli sprechi alimentari

Cosa è

Il progetto Alimentis, promosso nel 2004 dall’Agenzia regionale per il lavoro attraverso una sperimentazione del modello “Last Minute Market” nell’area vasta di Cagliari, consolida la propria attività attraverso la costruzione di altri rapporti donatore/beneficiario per la donazione di alimenti invenduti ma ancora salubri ai fini solidali da parte di soggetti operanti in altre aree della Sardegna, con la specifica finalità di costruire una vera e propria “rete regionale delle economie solidali contro gli sprechi ”. Il modello LMM può essere esteso ad altri ambiti di inter-vento oltre a quello food (farmaci, libri e raccolta diretta di prodotti agricoli).

Fasi e obiettivi

Il progetto è diviso in differenti fasi che partono dal potenziamento nell’area in cui il modello è stato sperimentato, attraverso la stabilizzazione o la formalizzazione dei rapporti in essere tra donatore e beneficiario e arrivano all’attivazione della rete su scala regionale:

1. Potenziamento del modello nell’area vasta di Cagliari2. Identificazione delle aree territoriali nel cui ambito attuare il modello “Alimentis” già sperimentato nell’area vasta di Cagliari;3. Identificazione e contatto dei soggetti potenzialmente interessati all’attuazione del modello “Ali-mentis” nei territori identificati come oggetto degli interventi;4. Attivazione delle esperienze “Alimentis” territoriali;5. Coordinamento operativo delle esperienze territoriali in funzione della costituzione della rete regionale prevista dal progetto Alimentis;6. Diffusione nei punti della rete, costituita nel tempo, di un’ omogenea metodologia di rilevazione dei dati finalizzati all’operatività dell’Osservatorio regionale delle povertà, previsto dalla L.R. 23/2005;

Gli obiettivi specifici del progetto sono: - la diffusione su tutto il territorio regionale del modello già sperimentato nel precedente progetto Alimentis;- la promozione, a livello regionale, di una rete che, utilizzando il modello Alimentis”, favorisca il raccordo tra tutti i soggetti impegnati nella donazione, nella raccolta e nel riutilizzo a fini solidali dei prodotti invenduti;- il supporto all’Osservatorio regionale delle povertà, attraverso la raccolta dei dati forniti dalla rete, nelle sue attività istituzionali.

La “Rete regionale delle economie solidali contro gli sprechi”, attraverso il raccordo tra tutti gli attori indispensabili per l’attuazione, l’espansione e il consolidamento del modello su tutta l’area regionale, darà continuità e sostenibilità all’intervento sperimentale proposto dal progetto Alimentis.

Per aderire al progetto come donatore o beneficiario basta contattare i nostri uffici:

Via Is Mirrionis, 195 09122 CagliariUfficio Relazioni con il Pubblico - Tel. 070/6067039 - fax 070 606 7968

www.regione.sardegna.it/servizi/cittadino/agenziadellavoro.htmlwww.lastminutemarket.it

e.mail: [email protected] - [email protected]

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commerciale, vengono donati a chi è in deficit. Questi beni, pur aven-do perso il valore di scambio, mantengono il valore d’uso, ma non solo. Grazie al dono ed alla solidarietà, questo scambio amplia le rela-zioni sociali ed estende la nozione di valorizza-zione perché deve av-venire in un luogo, un non mercato appunto, dove possono entrare a pieno titolo anche attori diversi dalle im-prese commerciali (for

profit) e dai consumatori con potere d’acquisto. Qui entrano in scena le organizzazioni no profit e le persone bisognose da queste assistite”.

da Andrea Segrè, Lo spreco utile. Il libro del cibo solidale. Trasformare lo spreco in risorsa con i Last Minute Market: Food & Book, EdizioniPendragon, Bologna, 2004, pp.19-20.

DA SPRECO A RISORSAIl modello Last Minute Market Food è una me-todologia studiata e collaudata dall’Università di Bologna, Dipartimento di economia e ingegne-ria agrarie, che, attraverso il suo Spin-Off, Last Minute Market srl, è in grado di fornire tutte le competenze necessarie all’attivazione e gestione

di progetti di recupero dell’invenduto.Il metodo consiste nella possibilità di recuperare e ridistribuire in loco i beni alimentari rimasti in-venduti per le ragioni più varie, ma ancora per-fettamente salubri, alle associazioni di assistenza che gestiscono mense per indigenti e a quelle che gestiscono l’assistenza agli animali d’affezio-ne.La differenza con gli altri modelli già in uso è il concetto di spesa dell’ultimo minuto, che non prevede quindi stoccaggio e giacenza di prodot-ti e ne riduce al massimo i successivi sprechi e

costi.Nei moduli applicativi finora attuati di Last Minu-te Market Food non viene esclusa nessuna tipo-logia di attività commerciale, dalla grande strut-tura distributiva (ipermercato) al piccolo negozio di alimentari di vicinato per arrivare alla mensaindustriale.

UN AIUTO CONCRETOI beni recuperati creano una risorsa sul territorio di valore estremamente superiore ai costi neces-sari per individuarla e renderla accessibile per le associazioni caritative.Il modello è stato sostenuto normativamente con la Legge n. 155 del 25 giugno 2003, la co-siddetta “legge del buon samaritano”.Così come vengono coinvolti tutti gli enti carita-tivi e le associazioni, in grado di esercitare una domanda di prodotti invenduti, come quelle che assistono indigenti e quelle che si occupano del mantenimento degli animali abbandonati. I pro-getti Last Minute Market Food sono stati finora attivati, oltre che in Sardegna, in Piemonte, Emi-lia Romagna, Liguria, Veneto, Sicilia, Lombardia, Toscana e Marche.

VANTAGGI PER TUTTILe imprese possono gestire i prodotti invenduti in maniera innovativa e attivare un’azione con-creta di Responsabilità Sociale di Impresa, oltre a risparmiare sui costi di smaltimento.

Le Istituzioni vedono diminuire il flusso di rifiuti da gestire e ottengono maggiori risorse per l’as-

Rete regionale delle economie solidalicontro gli sprechi alimentari

Rete regionale delle economie solidalicontro gli sprechi alimentari

Cosa è

Il progetto Alimentis, promosso nel 2004 dall’Agenzia regionale per il lavoro attraverso una sperimentazione del modello “Last Minute Market” nell’area vasta di Cagliari, consolida la propria attività attraverso la costruzione di altri rapporti donatore/beneficiario per la donazione di alimenti invenduti ma ancora salubri ai fini solidali da parte di soggetti operanti in altre aree della Sardegna, con la specifica finalità di costruire una vera e propria “rete regionale delle economie solidali contro gli sprechi ”. Il modello LMM può essere esteso ad altri ambiti di inter-vento oltre a quello food (farmaci, libri e raccolta diretta di prodotti agricoli).

Fasi e obiettivi

Il progetto è diviso in differenti fasi che partono dal potenziamento nell’area in cui il modello è stato sperimentato, attraverso la stabilizzazione o la formalizzazione dei rapporti in essere tra donatore e beneficiario e arrivano all’attivazione della rete su scala regionale:

1. Potenziamento del modello nell’area vasta di Cagliari2. Identificazione delle aree territoriali nel cui ambito attuare il modello “Alimentis” già sperimentato nell’area vasta di Cagliari;3. Identificazione e contatto dei soggetti potenzialmente interessati all’attuazione del modello “Ali-mentis” nei territori identificati come oggetto degli interventi;4. Attivazione delle esperienze “Alimentis” territoriali;5. Coordinamento operativo delle esperienze territoriali in funzione della costituzione della rete regionale prevista dal progetto Alimentis;6. Diffusione nei punti della rete, costituita nel tempo, di un’ omogenea metodologia di rilevazione dei dati finalizzati all’operatività dell’Osservatorio regionale delle povertà, previsto dalla L.R. 23/2005;

Gli obiettivi specifici del progetto sono: - la diffusione su tutto il territorio regionale del modello già sperimentato nel precedente progetto Alimentis;- la promozione, a livello regionale, di una rete che, utilizzando il modello Alimentis”, favorisca il raccordo tra tutti i soggetti impegnati nella donazione, nella raccolta e nel riutilizzo a fini solidali dei prodotti invenduti;- il supporto all’Osservatorio regionale delle povertà, attraverso la raccolta dei dati forniti dalla rete, nelle sue attività istituzionali.

La “Rete regionale delle economie solidali contro gli sprechi”, attraverso il raccordo tra tutti gli attori indispensabili per l’attuazione, l’espansione e il consolidamento del modello su tutta l’area regionale, darà continuità e sostenibilità all’intervento sperimentale proposto dal progetto Alimentis.

Per aderire al progetto come donatore o beneficiario basta contattare i nostri uffici:

Via Is Mirrionis, 195 09122 CagliariUfficio Relazioni con il Pubblico - Tel. 070/6067039 - fax 070 606 7968

www.regione.sardegna.it/servizi/cittadino/agenziadellavoro.htmlwww.lastminutemarket.it

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sistenza alle fasce più deboli della popolazione.

Il terzo settore (associazioni e enti di carità) riceve prodotti gratuiti e di qualità e può così ridurre i costi di gestione e liberare maggiori ri-sorse da reinvestire in qualità e quantità di servizi offerti ai propri assistiti.

I cittadini hanno una migliore qualità di vita vivendo in un ambiente con meno rifiuti e più solidarietà.

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Rete regionale delle economie solidalicontro gli sprechi alimentari

Rete regionale delle economie solidalicontro gli sprechi alimentari

Cosa è

Il progetto Alimentis, promosso nel 2004 dall’Agenzia regionale per il lavoro attraverso una sperimentazione del modello “Last Minute Market” nell’area vasta di Cagliari, consolida la propria attività attraverso la costruzione di altri rapporti donatore/beneficiario per la donazione di alimenti invenduti ma ancora salubri ai fini solidali da parte di soggetti operanti in altre aree della Sardegna, con la specifica finalità di costruire una vera e propria “rete regionale delle economie solidali contro gli sprechi ”. Il modello LMM può essere esteso ad altri ambiti di inter-vento oltre a quello food (farmaci, libri e raccolta diretta di prodotti agricoli).

Fasi e obiettivi

Il progetto è diviso in differenti fasi che partono dal potenziamento nell’area in cui il modello è stato sperimentato, attraverso la stabilizzazione o la formalizzazione dei rapporti in essere tra donatore e beneficiario e arrivano all’attivazione della rete su scala regionale:

1. Potenziamento del modello nell’area vasta di Cagliari2. Identificazione delle aree territoriali nel cui ambito attuare il modello “Alimentis” già sperimentato nell’area vasta di Cagliari;3. Identificazione e contatto dei soggetti potenzialmente interessati all’attuazione del modello “Ali-mentis” nei territori identificati come oggetto degli interventi;4. Attivazione delle esperienze “Alimentis” territoriali;5. Coordinamento operativo delle esperienze territoriali in funzione della costituzione della rete regionale prevista dal progetto Alimentis;6. Diffusione nei punti della rete, costituita nel tempo, di un’ omogenea metodologia di rilevazione dei dati finalizzati all’operatività dell’Osservatorio regionale delle povertà, previsto dalla L.R. 23/2005;

Gli obiettivi specifici del progetto sono: - la diffusione su tutto il territorio regionale del modello già sperimentato nel precedente progetto Alimentis;- la promozione, a livello regionale, di una rete che, utilizzando il modello Alimentis”, favorisca il raccordo tra tutti i soggetti impegnati nella donazione, nella raccolta e nel riutilizzo a fini solidali dei prodotti invenduti;- il supporto all’Osservatorio regionale delle povertà, attraverso la raccolta dei dati forniti dalla rete, nelle sue attività istituzionali.

La “Rete regionale delle economie solidali contro gli sprechi”, attraverso il raccordo tra tutti gli attori indispensabili per l’attuazione, l’espansione e il consolidamento del modello su tutta l’area regionale, darà continuità e sostenibilità all’intervento sperimentale proposto dal progetto Alimentis.

Per aderire al progetto come donatore o beneficiario basta contattare i nostri uffici:

Via Is Mirrionis, 195 09122 CagliariUfficio Relazioni con il Pubblico - Tel. 070/6067039 - fax 070 606 7968

www.regione.sardegna.it/servizi/cittadino/agenziadellavoro.htmlwww.lastminutemarket.it

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Page 18: Il Cagliaritano - Ottobre '12

La preistoria della Sardegna, quella che apprendiamo dai libri, quella che si impara a scuola e all’università, oggi non sarebbe così importante e conosciuta

se non fosse per l’instancabile opera di grandi studiosi che hanno trascorso la loro vita riportando alla luce quegli antichi siti che parlano di una terra dal passato ricco e glorioso. Uno di questi è il professor Enrico Atzeni, archeologo cagliaritano di fama internazionale, professore ordinario di Paletnologia e Antichità Sarde che ha insegnato per oltre quarant’anni a Cagliari. Allievo e, in seguito, collega del compianto Giovanni Lilliu, è stato direttore del Dipartimento di Scienze Archeologiche e Storico-Artistiche e della Scuola di Specializzazione in Studi Sardi, membro della Société Préhistorique Française e dell’Istituto Italiano di Preisto-ria e Protostoria. Lo abbiamo incontrato nel suo laboratorio che si trova sotto il Museo Archeologico di Cagliari, nella Cittadella dei Musei. È così che ha inizio un racconto emozionante, di quelli che incantano.«Ho sempre avuto la passione dell’ar-cheologia, avevo letto i testi di numerosi autori del passato come il La Marmora, lo Spano, il Patroni e il Taramelli e anche autori stranieri che avevano visitato e raccontato l’Isola attraverso le loro opere. Lo studio delle culture antiche, l’antropologia era una materia che mi appassionava tantissimo. Ma l’insegna-mento di antropologia culturale, quella che interessava a me, ancora non esiste-va, vi erano solo i corsi di antropologia umana nella facoltà di Medicina che però riguardavano l’evoluzione dell’anatomia umana e non la cultura antica. Così da principio mi iscrissi proprio in Medicina e studiai antropologia umana, anche se la mia passione era un’altra. Un giorno incontrai Giovanni Lilliu, quando la facoltà di Lettere era ancora in via Corte

d’Appello a Cagliari, prima di trasferirsi a Sa Duchessa negli anni ‘40. Gli dissi che non riuscivo a inquadrare certi sporadici reperti dell’area cagliaritana, per lo più ancora inediti ma di certo importanti per i raffronti extrainsulari, i quali non ritrova-vo nemmeno nella letteratura archeolo-gica. Mi sembravano, però, informazioni piuttosto interessanti che mi sarebbe piaciuto far vedere a lui, così mi diede appuntamento a casa sua. Fu una lunga chiacchierata: gli portai i materiali di una tomba sconvolta nei terreni arativi di Settimo S. Pietro e lui mi chiese di realizzare una sintesi che avrebbe poi pubblicato nella rivista di studi sardi di cui era direttore. Realizzai così il mio primo articolo».La stesura dell’ar-ticolo permise al professore di ritornare più volte nei siti che aveva precedentemente esplorato. Erano gli anni ‘50 e l’archeologo si rese conto della presenza di reperti che ave-vano caratteristiche molto simili tra loro, in primis il tipo di decorazione. Reperti che, messi insieme, costituivano una vera e propria fase culturale inquadrabile cro-nologicamente, che aveva quindi bisogno di essere isolata all’interno del contesto preistorico fino ad allora inteso in senso troppo generale. In questo modo si è pre-sa sempre più coscienza dell’importanza che rivestì la storia sarda, del progresso culturale e sociale, tanto da seguire un percorso unico nel Mediterraneo e che ha portato a fare necessariamente distinzioni tra diverse culture o “facies” prenuragiche esclusivamente sarde, oggi alla base degli studi di preistoria mediter-ranea, e che prendono nome dal luogo in cui furono individuate per la prima volta.

«Mi resi conto che certi reperti con decorazioni stilisticamente rapportabili tra loro non erano ancora stati inqua-drati cronologicamente. Era una fase culturale ancora ignorata in Sardegna, si conoscevano dei pezzi isolati provenienti dal Sulcis, della stessa tipologia, che chia-marono cultura di Bonnanaro, ma non si era mai trovato un contesto unitario e poi sepolcrale come quello che avevo appena studiato a Settimo San Pietro nel sito di Cuccuru Nuraxi.

Il lavoro di una vita che ha dato all’archeologo la più grande soddi-sfazione della sua carriera: «La più grande soddisfazio-ne nella mia profes-sione fu proprio il recupero di queste importanti fasi del prenuragico, della preistoria e proto-

storia della Sardegna, una testa di ponte di straordinaria importanza sulla via della trasmissione della civiltà. Gli elementi fondativi dell’Europa moderna risalgono al Neolitico e all’età del Bronzo. La Sarde-gna, nella specificità della sua insularità, manteneva, conservava e sviluppava gli elementi di fondazione, di derivazione e arrivo e nel contempo fondamentale era anche il rapporto col resto del Mediter-raneo: esportava la selce ed esportava l’ossidiana. Lentamente siamo quindi arrivati ad una cronologia prenuragica che prima veniva fatta partire dall’inizio del II millennio, ora invece grazie a questi studi facciamo risalire al lontano VI millennio a.C.».Scoperte che ci permettono di compren-dere quanto fosse importante, anche dal punto di vista strategico e delle risorse, quest’isola situata al centro del Mediter-raneo, con un fertile retroterra, ricca di

di Valentina Caruso

«Ho sempre avuto la passione dell’archeolo-gia, avevo letto i testi di numerosi autori antichi e stranieri che avevano vi-sitato e raccontato l’isola attraverso le loro opere»

La vita di un archeologo innamorato del proprio mestiere e della propria terra: collega e amico del compianto professor Lilliu, Enrico Atzeni racconta l’inizio della sua carriera, le sue scoperte, e svela la sua seconda passione, il calcio.

“Quella volta chescoprimmo i Giganti”

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metalli nel sottosuolo e luogo fondamen-tale per i traffici verso tutte le direttrici del mondo allora conosciuto: Nord-Africa, penisola iberica e soprattutto il settore orientale del Mediterraneo. «La Sardegna ci porta verso le aree orientali dove sono di casa le statuine della Dea Madre, gli ipogei a “Domus de Janas”, i vasi tripodi che non si trovano in nessun’altra parte d’Europa se non nell’area egeo-balcani-ca».A lui e al professor Lilliu si deve un altro fondamentale apporto alla storia antica della Sardegna: un fondamentale apporto agli studi e delle ricerche sui celebri giganti di Monti Prama grazie a una improvvisata escursione nel periodo natalizio. «Abbiamo dato il primo contributo al loro studio nei lontani anni ‘70. Vidi i loro resti nelle fotografie che mi diede l’ispettore onorario di Orista-no, appassionato di archeologia: migliaia di miste-riosi frammenti di statue in pietra bianca e gessosa sparsi dall’aratro. Erano irriconoscibi-li, sfigurati, e non c’era un elemento che potesse permet-terci di fornire una datazione. Passò circa un anno da quando erano venuti alla luce e nessuno si era ancora pronunciato su quei frammenti, quando il professor Lilliu mi chiese di accompagnarlo nel Sinis. Era il periodo delle vacanze di Natale, purtroppo o forse per fortuna, si avvicinò un temporale e ci affrettammo a tornare

alle macchine. Io mi ero incantato, con-tinuavo a fotografare questi frammenti non preoccupandomi dell’arrivo della pioggia, quando notai una sorta di zanna bianca ricurva immersa in una pozza d’acqua. Mi dissero che era un pezzo di calcarenite levigato dall’acqua, ma io un po’ perplesso notai che presentava una placca con un motivo a zig-zag e dissi che l’acqua queste cose di certo non era in grado di realizzarle. Risalii su, mi tolsi la giacca, affondai le mani e riuscii a tirarlo fuori dalla fossa: era una grande testa ancora ben conservata, la testa più bella che potessi recuperare, col naso e gli occhi a cerchi concentrici, con quel motivo tipico che finalmente ci permise con grande gioia di inquadrarli cronolo-gicamente e culturalmente nel periodo

nuragico». Un’av-venturosa scoperta alla Indiana Jones, che ha permesso di far riaffiorare le statue simbolo di un’importante fase della storia della Sar-degna, i Giganti di Monti Prama, la cui datazione è tutt’ora oggetto di studi ma che i più fanno

risalire all’età del Ferro, nel periodo della piccola bronzistica. Infatti altro non sono che il parallelo colossale dei bronzetti nuragici: pugilatori, arcieri, guerrieri nel periodo della massima espansione della civiltà nuragica tra VIII e VII secolo a.C.Sono tante le soddisfazioni professionali del professor Atzeni, le scoperte si sono susseguite così come le pubblicazioni di

articoli e volumi di archeologia (una fra tutte l’opera intitolata “La preistoria del Golfo di Cagliari”) sui punti nodali della ricerca scientifica; a lui si deve la creazio-ne dei numerosi Civici Musei Archeologici quali a Paulilatino, Laconi con la straordi-naria scoperta delle enigmatiche “statue-menhir”, risalenti al IV-III millennio a.C., Villanovaforru, Mogoro, Settimo S.Pietro, Santadi. Ma quanto c’è ancora da stu-diare e cosa si può fare per fare in modo che l’archeologia non venga messa da parte? «Bisognerebbe creare un vertice, una cabina di regia per la voce Preistoria e Protostoria della Sardegna che allarghi e prosegua la ricerca con competenza. Purtroppo è un settore che sta andando in crisi per mancanza di finanziamenti e per un diffuso poco interesse verso la cultura». C’è ancora tanto da studiare e indagare, la ricerca non può fermarsi.Il professore ci riserva un’altra piacevole sorpresa: nella sua vita infatti non c’è sta-ta solo l’archeologia, ma anche lo spazio e la passione per il calcio. «Ho giocato nel Cagliari quando ancora il campo stava in via Pola. Ho fatto il settore giovanile a partire dagli allievi del grande allenatore Mariolino Congiu e stavo per esordire in prima squadra, quando il Cagliari era in Serie C ed era guidato da un mister ungherese. Dovevo esordire proprio in prima squadra, all’incirca il 18 dicembre, ma ricordo ancora che mi ammalai in una giornata gelida precedente in cui soffiò un forte maestrale. Mi svegliai con la febbre alta, ebbi una pleurite. Allora non c’erano i medicinali di oggi e mi misero due anni a riposo. Poi dovetti abbando-nare il calcio anche per via dello studio, ma lo spirito agonistico lo conservai e utilizzai proprio per l’archeologia».Un archeologo innamorato del proprio mestiere che ha dedicato la propria vita a far riemergere un passato ancora tanto misterioso e affascinante. La fierezza del popolo sardo, l’identità, l’appartenenza a questa terra forse oggi non sarebbero così sentite se non ci fossero state perso-ne come lui, che hanno permesso a tutti i sardi di scoprire il proprio grandioso passato.

«Ho giocato nel Cagliari e stavo per esordire in prima squadra. Era il 18 dicembre, ricordo che mi svegliai con la febbre alta, ebbi una pleurite e il sogno svanì»

Il professor Enrico Atzeni e, a sinistra, un esemplare del Museo Archeologico di Cagliari.

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Forse non tutti ricordano quel tiro di Marcelus Kemp, giugno 2010, contro Veroli: il tiro simbolo della promozione, il tiro da cui è iniziato ufficial-mente il sogno biancoblù di una città, Sassari, che sembra emanare da tempo gli aromi cestisti-ci lituani, vista la passione, l’energia e la posizio-

ne che - dopo anni - la pallacanestro occupa nelle gerarchie sportive dei sardi. Da quel tiro sono passati ormai due anni. Kemp fa la differenza in Turchia col Besiktas, mentre la Di-namo, dopo una clamorosa stagione d’esordio nella massi-ma serie, culminata - nonostante le mille difficoltà economi-che e la forsennata ricerca di uno sponsor - con un più che dignitoso sesto posto, fra pochi giorni si appresta a giocare un’inattesa EuroCup. E non grazie ad un colpo di fortuna. Facendo qualche passo indietro, l’estate 2011 rappresen-ta lo spartiacque di questa favola. Luciano Mele mette in vendita la società: il più lugubre scenario è quello di una cessione del titolo altrove, fuori dall’isola. Poi l’arrivo di Ste-fano Sardara, allora patron della Robur, la seconda squadra sassarese. Sardara, alimentato dall’immensa passione cesti-stica che gli scorre nel sangue, sigla un accordo con lo sto-rico marchio Banco di Sardegna, che dopo un anno sabba-tico torna ad essere il main sponsor biancoblù, e conferma l’intoccabile coach Sacchetti. Ma soprattutto il funambolico playmaker Travis Diener, da Fond du Lac, Wisconsin, a cui vengono affiancati il cugino fraterno Drake Diener, il figlio dei playground americani Quinton Hosley, e l’enfant prodi-ge di Atlanta Kito Benson, scelto al draft NBA dagli Hawks ma disponibile grazie al lockout americano. La prima volontà di Sardara sembra quella di voler traspor-tare la realtà Dinamo in tutta l’isola, e da fenomeno pro-vinciale farlo diventare un fenomeno regionale. E proprio oltre i confini sassaresi, a Cagliari, il prestigioso torneo con la Montepaschi Siena campione d’Italia, l’Olympiacos cam-pione d’Europa, e il Partizan Belgrado, avvicina anche i ca-gliaritani alla compagine di coach Sacchetti. Tanti scelgono di abbonarsi al PalaSerradimigni, altri si accontentano di festeggiare i risultati nelle dirette delle trasferte trasmesse in Tv. La cavalcata della Dinamo parte il 9 ottobre 2011, nel mi-gliore dei modi: battuta nettamente la matricola Casale, i sassaresi inanellano una clamorosa serie di successi che a febbraio li catapulta, per la prima volta nella loro storia, alle final eight di Coppa Italia. E poco importa se ai quarti di fi-nale arriva una sconfitta con Siena, che si laureerà vincitrice della competizione pochi giorno dopo. Questa storica par-tecipazione rappresenta per il Banco un’iniezione di fiducia, le cui conferme arrivano dai risultati del girone di ritorno. Guidata dal suo quintetto base, con l’ausilio dei comprimari

Dall'estate 2011, quando Mele decise di vendere la società, di strada la Dinamo ne ha fatta parecchio. Grazie al nuovo presidente Sardara, agli sponsor ritrovati e ad un caloroso pubblico. A Sassari, e in tutta l'isola, non si vuol smettere di sognare.di Alessandro Perra - Fotoservizio, Mario Lastretti

La Dinamo Sassari ha rotto i campanili

Sopra, coach Sacchetti e, a destra, Plisnić abbraccia il presidente Stefano Sardara.Sotto, l'ex Quinton Hosley va a canestro in un PalaSerradimigni gremito.

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italiani come Pinton, Vanuzzo e Sacchetti, all’occorrenza chirurgici, la Dinamo con-serva l’imbattibilità casalinga eguagliando anche il record senese di sette vittorie con-secutive in stagione. Al termine della re-gular season la formazione sassarese chiu-de quarta in classifica. Ad attenderla ai playoff c’è la Virtus Bologna, compagine storica del nostro basket e ultima italiana ad avere portato a casa l’Eurolega. Ma il

Dopo 15 ani la squadra femminile dell’ASD GS Basket San Salvatore di Selargius torna in serie A2, all’apice della pallacanestro femminile isolana. Una grande gioia per le ragazze selargine, che nel corso degli ultimi anni avevano solo sfiorato l’impresa. Il coronamento di un sogno, guadagnato con un campionato eccezionale: 22 vittorie su 22 gare, dimostrazione della classe, ma anche del grande spirito di gruppo della squadra di Fabrizio Staico.

campo, ancora una volta, regala sorprese tanto piacevoli quanto inattese: Sassari fa sua gara-1, ripetendosi poi in gara-2 con un clamoroso tiro di Drake Diener sulla sirena. Si va a Bologna per gara-3, dove i padroni di casa giocano meglio ma vacilla-no nei momenti decisivi. La Dinamo ci cre-de e, con un’altra tripla allo scadere, sta-volta di capitan Vanuzzo, centra la storica semifinale contro i cinque volte campioni

d’Italia della Mens Sana Siena. Sfida che si dimostrerà senza storia, troppo più forti i senesi che, dopo aver battuto la squadra del patron Sardara, batteranno in finale l’Olimpia EA7 Milano. Ma la notizia più bella arriva pochi giorni dopo la fine del campionato. A sorpresa, infatti, vengono confermati per la stagio-ne appena cominciata i cugini Drake e Tra-vis Diener, affiancati dal veterano di lusso Thornton, dal polacco Ignerski, dall’italo-americano Diliegro, e dai confermatissimi Pinton, Sacchetti, Vanuzzo, Easley e il gio-vanissimo Spissu. Proveranno, dopo uno splendido pre-campionato illuminato dalla vittoria contro il Fenerbache di Pianigiani e McCalebb, a ripartire da dove ci si era lasciati. Lo faranno con l’umiltà di sempre, portando avanti uno splendido progetto che oramai sta allargando sempre più il suo perimetro, permettendo alla Dinamo di diventare la squadra, non solo di Sassari ma di tutta la Sardegna.

SELARGIUS IN A2 CON LA SQUADRA FEMMINILE

Sotto, il caloroso "Commando", il tifo organizzato della Dinamo che ad ogni partita casalinga infiamma il PalaSerradimigni. A destra, la guardia americana Drake Diener.

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L’erba del vicino è sempre più verde. E anche Cagliari e il Cagliari non fanno eccezio-ne. Prestiti, comproprietà,

acquisti di giocatori stranieri, scommesse sudamericane, giovani proveniente dai vivai di altre squadre. E poi va a finire che il talentino lo hai in casa. Marco Sau da Tonara, paese del famoso e delizioso torrone, si è finalmente presentato al popolo rossoblù in tutto il suo splendore. Lui, piccoletto e rapido, ha impiegato poco meno di mezz’ora per conquistare e conquistarsi il Cagliari. La sua rincorsa al sogno Serie A era partita fin da bambino. Cresciuto nel settore giovanile della sua Tonara, è passato al Cagliari nel 2005. Qui ha disputato due campionati con la Primavera. Nel 2007, intravisto il suo talento, viene mandato per la prima volta in prestito, al Manfredonia. 31 presenze e 10 gol, mica male come esordio tra i professionisti. Poi il salto in B, all’Albino-Leffe, inserito come contropartita nella trattativa che porta Marchetti in rossoblù. Forse un passo affrettato, azzardato. Sau gioca 18 partite senza segnare nemmeno un gol. Nella stagione successiva si torna in Lega Pro con la maglia del Lecco: 30 presenze e 4 gol. Il Cagliari lo riscatta e lo manda a crescere al Foggia, con Zeman in panchina. Il boemo, da sempre grande maestro del gioco offensivo, dà fiducia al folletto sardo e Sau la ricambia con gli interessi. Stagione da autentico bomber: 33 presenze condite da ben 20 gol. Pattolino, soprannominato così perché un cuginetto lo chiamava Patto non riuscen-do a pronunciare ancora il nome Marco, si presenta all’Italia e torna al Cagliari (nonostante il contenzioso tra i rossoblù e il Foggia). L’ultimo giorno di mercato viene girato in prestito alla Juve Stabia. Senza aver fatto la preparazione estiva, Pattolino si mette al servizio di mister Bra-glia che piano piano gli dà fiducia. Marco ricambia a suon di grandi prestazioni e di gol, alla faccia di chi diceva che «Fare gol in B è più difficile che farlo in Lega Pro». A fine stagione Sau viene premiato per il

gol più bello della stagione (destro a giro a Marassi contro la Samp poi promossa in A) e conclude l’anno con 36 presenze e 21 gol, secondo nella classifica dei capocannonieri dietro Immobile del Pescara.Quest’estate è tornato finalmente al Cagliari, stavolta per restarci, nonostante gli scettici continuavano con la solita tiritera: «Fare gol in A è più difficile che farlo in B». Ci ha messo poco meno di 30 minuti per smentirli tutti. Prima due bei cross non sfruttati dai compagni, poi un numero in mezzo a due sulla fascia e infine il gol, di testa, dopo una ribattuta corta di Ujkani. Pattolino Sau è tornato. Tornato a casa dopo anni a girovagare per l’Italia, da Nord a Sud. È tornato più maturo, convinto dei suoi mezzi e delle sue capacità. Non per questo presentuoso, tutt’altro. Risponde alle domande di Sky che lo premia come man of the match a Palermo (terza giornata di campionato, quella del suo esordio stagionale) con una calma e una sincerità da campione consumato. Lui che nell’in-tervista lancia un messaggio di solidarietà ai lavoratori sardi in difficoltà e dice di essere contento, con le sue prestazioni, di portare alto il nome della Sardegna. I tifosi ormai lo hanno già adottato, lui sardo come loro. Ora Pattolino non può più nascondersi. Ha dimostrato, in poco meno di mezz’ora, che in Serie A ci può stare eccome. Qualche squadra importante ha già segnato il suo nome sul proprio taccuino (vedi Zeman e la sua Roma), qualche altra lo farà a breve. Compito del Cagliari è proteggere e far crescere al meglio il suo talentino, che dopo Palermo non si vuole più fermare. Pattolino è tornato e ha voglia di stupire. In barba a tutti i critici e a chi, tempo fa e anche recentemente, ha forse dubitato del suo talento.

I VOTI AL GIOCATORE

LA PAGELLA

PIEDE DESTRO 8PIEDE SINISTRO 7COLPO DI TESTA 6SENSO DEL GOL 7TECNICA

8FANTASIA

8

MARCOSAU

Così fa girare palla il talentino di Tonara, ormai sogno proibito delle grandi squadre. Pattolino è tornato e ha voglia di stupire.

di Giampaolo Gaias,Curatore Editoriale TuttoCagliari.net

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Lea GramsdorffDIECI DOMANDE DIECI

01. Cosa ti ha spinta a diventare un’at-trice?«Un sogno d’infanzia».

02. Fare l’attrice è una scelta professio-nale o di vita?«Nessuna delle due. È una questione vocazionale: non si sceglie, purtrop-po».

03. Quali personaggi, tra attori e registi, hanno influenzato il tuo percorso?«L’incontro con un grande maestro russo, Jurij Alshitz; Meryl Streep; Etto-re Scola; gli amici colleghi e le discus-sioni nei bar. Non so, davvero tanti, e forse allo stesso tempo nessuno».

04. Qual è stata, fino ad oggi, l’esperien-za più significativa della tua carriera?«Un film intitolato “Mathilde”, di una regista croata, Nina Mimica, mai uscito purtroppo. E poi sempre la prossima».

05. Quali qualità deve possedere un attore?«Arte e scienza, direbbe Platone. Poi attrazione morbosa per l’animo umano, disciplina e irrequietezza. Carisma».

06. Un consiglio che senti di dare ad un aspirante attore?«Scoprire chi è come artista. E stu-diare, tanto. Ho conosciuto Harvey Keitel, lavorato con Jeremy Irons: vanno ancora a scuola».

07. Qual è la difficoltà più grande nel fare teatro in Sardegna?«La stessa che c’è in tutta Italia: pochi soldi per la cultura. Per il resto, a Cagliari ci sono molte realtà teatrali di qualità, quindi non è cosi difficile».

08. Meglio protagonisti in un’opera poco nota o un ruolo secondario in una “da tutto esaurito”?«Comunque vada, avere un bel personaggio per le mani. Poi, certo, fare l’attore senza pubblico è una tragedia...».

09. Le razioni della platea influiscono un’esibizione?«Sì, tanto. Il pubblico fa buona parte del lavoro, durante uno spettacolo, può renderlo fantastico o una noia mortale. In scena si riceve il respiro di chi guarda, la sua attenzione o la sua distrazione. È per loro che si fa, dopotutto».

10. Quale futuro per il teatro in Sarde-gna?«Radioso, ovviamente! Tanti teatri, grandi e piccoli, dove i professionisti vivono della loro professione, e tanto pubblico».

Incontro di Simone Ariu

Sin da piccola aveva capito che la sua vera passione era la recitazione e ha deciso di seguirla. Ammessa all’esclusivo Centro Sperimentale di Cinematografia, ha lavorato con grandi registi del calibro di Lina Wertmuller, Ettore Scola e Liliana Cavani. Il trasferimento a Cagliari l’ha poi allontanata dal cinema, avvicinandola però ad un’altra sua grande passione, la pittura. Ma per poco: l’incontro con Lelio Lecis, fondatore e direttore artistico del Teatro Stabile di Innovazione e Ricer-ca Akròama, l’ha portata di nuovo a recitare, stavolta in teatro.

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CARICATURE IN MOSTRA

MOSTRA "DI... SEGNI & DI SOGNI"

Sono stati oltre centocinquanta i visi-tatori accorsi al vernissage di Renato Figari, avvocato e vignettista cagliarita-no in mostra di recente alla Galleria Espace S&P con le caricature dal titolo "Di... segni & di sogni". Tra questi, il sindaco Zedda, il preside della Facoltà di Giurisprudenza Deiana, l’assessore ai Trasporti Solinas, i giornalisti Enrico Pilia e Giorgio Porrà.Tutti si sono divertiti nel vedere le caricature esposte, attrazione per cagliaritani e turisti anche nei dieci giorni successivi.

Fotoservizio, Massimiliano Trotta

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Chi ha detto che tutti i mali vengono per nuocere di certo si sbagliava: le difficoltà che la vita ci offre sono delle otti-me opportunità per crescere

e migliorare, basta saperle cogliere. Di solito non abbiamo con noi una guida che aiuti a destreggiarci, perciò diventa facile sbagliare. Ecco qualche consiglio su come orientarsi tra gli scaffali degli alimentari imparando a saper scegliere, anche quando i soldi sono pochi. La recente crisi e il ridotto potere d’acquisto impongono tagli alle spese per arrivare a fine mese. La domanda è: cosa tagliare e come? Gli Italiani hanno risposto con una forbice sul paniere alimentare.

Come disse il filosofo Feuerbach, “Siamo quello che mangiamo”, questa è la prima regola da tenere a mente. La bussola ci deve guidare a tagliare, sì, ma facendo scelte oculate. Vediamo cosa non deve mai mancare e quando il ridotto consu-mo risulta persino un toccasana, non solo per il portafoglio ma anche per la salute.Mai rinunciare a frutta e verdura. Devono essere presenti tutti i giorni nelle nostre tavole perché sono ricchi di vita-mine, sali minerali e fibre, fini regolatori delle funzioni vitali che esercitano azioni antiossidanti. Inoltre, ci proteggono da stati infiammatori, malattie cardiocircola-torie, degenerative e tumorali.Scegliere in base alla stagionalità e comprare direttamente dai produttori, che spesso possiedono piccole botteghe, o nelle cooperative locali. La garanzia è un prodotto “a km zero”, meno caro e più fresco.Quanto comprare? Piccole quantità per il fabbisogno di pochi giorni perché, in quanto prodotti facilmente deteriorabili, andrebbero consumati subito dopo la raccolta e conservati adeguatamente. Il rischio è dover buttare parte dell’acqui-

sto, e con esso il risparmio.Per contro, quello che si può limitare è il consumo di formaggi, insaccati e carni rosse. Un vantaggio per la nostra salute, oltre che un risparmio economico: sono ricchi di grassi saturi e sale, fattori di rischio nell’ipertensione, malattie cardio-circolatorie, implicati nei processi tumorali come quelli all’intestino, soprattutto se consumati in quantità eccessive. Ridurre il consumo settimanale è buona regola, ma attenzione alla qualità: anche in questo caso rivolgersi a rivenditori di prodotti locali, facendo particolare attenzione alle carni d’importazione di cui è difficile trac-ciare la filiera. Può capitare d’imbattersi

in prodotti scadenti, animali malati, dalle proprietà nutrizionali dubbie.Un’alternativa ottima oltreché economica ai prodotti animali è rappresentata dai legumi che forniscono proteine vegetali e, quando abbinati ai cereali, serviti come piatto unico, forniscono tutti gli ammino-acidi essenziali al nostro organismo.Consumare pasta, riso e pane quotidia-namente, stando attenti alle quantità, è indispensabile per garantirci buone fonti d’energia pulita. Molti centri di distribu-zione organizzata lanciano periodicamen-te offerte vantaggiose: sono i prodotti meno deteriorabili, quindi può risultare utile fare delle scorte.La bilancia è nostra alleata nel risparmio, infatti sarebbe buona prassi pesare le quantità individuali di consumo, così da evitare di buttare la pasta avanzata e agevolando anche il controllo del peso forma. Risparmia di più chi si applica ai

fornelli. Cibi precotti e pasti pronti sono un onere che pesa sul portafoglio. Ma tutto ciò si può facilmente evitare cucinan-do anche piatti semplici, sen-za essere dei cuochi provetti.Prodotti dolciari industriali, me-rendine, snack salati e bevande gasate rappresentano una spesa superflua su cui si può agire tagliando e sostituendo con la preparazione domestica di torte e spremute di frutta,

ottime per la prima colazione di grandi e piccoli.

Per concludere, si tratta di invertire com-portamenti e abitudini acquisiti durante gli anni del boom economico, che se da una parte ci ha consentito di vivere me-glio, dall’altra ha influenzato - spesso ne-gativamente - le nostre scelte alimentari, con la conseguente epidemia crescente di obesità e sovrappeso. In questo senso va intesa e colta l’opportunità di rivalsa che la crisi attuale ci offre, costringendoci a mettere in atto le buone norme della cucina tradizionale mediterranea che i nostri nonni conoscevano bene.

Come disse il filosofo Feuerbach, “Siamo quello che mangiamo”: va intesa e colta l’opportunità di rivalsa che la crisi attuale ci offre, costringendoci a mettere in atto le buone norme della cucina tra-dizionale mediterranea

Come farela spesa

Consigli pratici per sopravvivere al caro prezzi, acquistando prodotti ad elevato valore nutrizio-nale per mangiar bene e vivere meglio.

Dott.ssa Sara Canu,Biologo Nutrizionista

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«Buongiorno»«Buongiorno, desidera?»«Un croissant, grazie»«Ecco a lei, buona giornata»

A occhio e croce potrebbe sembrare un

dialogo tradotto dal francese all’italiano, tratto da un libro di qualche scrittore parigino, invece è semplice ordine fatto nei “peggiori bar di Caracas”, o meglio di Cagliari. Siamo in Italia, terra del padre Dante e del suo erede Benigni.Sono conversazioni che, se notiamo, si possono sentire all’ordine del giorno: domandare un panino per il break mat-tutino non è in fin dei conti così trendy come chiedere un toast con salsa cocktail o un sandwich (probabilmente sono più saporiti).Quella di oggi è la lingua del brunch, dell’happy hour, dei drink ma anche dei buffet, dei self-service; gli assidui frequentatori dei pub più in della città comunicano così tra di loro, rientra nella quotidianità.Forse, per chi dei lounge bar ne conosce appena la location, parlare in questi termini potrebbe risultare inusuale, oserei dire ridicolo. Bisogna però spezzare una lancia in favore dei fan degli stranieri-smi: oggigiorno è impossibile non stare al passo coi tempi e non adeguarsi ai mutamente che una lingua può subire negli anni.Sembra comunque esagerato sostituire qualsiasi parola con il corrispettivo ingle-se, francese o tedesco quando esistono validi equivalenti nella nostra lingua.

Sa crabonera cagliaritana consiste nel raggiungere di nascosto e all’improvviso una persona alle spalle mettendole la mano destra sul fondo dei pantaloni e l’altra sul collo. Con molto vigore e mas-sima rapidità la si spinge, poi, di corsa in avanti per decine di metri tra l’imman-cabile ilarità dei presenti. Il malcapitato,

colto di sorpresa, tenterà ripetutamente di voltarsi per capire per lo meno chi gli sta tirando l’inopinata beffa. Ma la vera abilità dell’autore della crabonera è anche quella di fare in modo che questo dubbio resista il più a lungo possibile e che la vittima non riesca a raccapezzarsi affatto per l’intera durata del veloce tragitto.Lo scherzo, oggi in disuso, era tipico della cagliaritanità di un tempo, quella stessa che era formidabile nell’affibbiare i soprannomi a quasi tutta la popolazione. I luoghi preferiti nei quali agire erano naturalmente quelli più frequentati, come il mercato, il porto, le passeggiate, la spiaggia. I soggetti presi di mira erano so-prattutto i boriosi, i superbi e, insomma, i meno simpatici.In tanti mettevano la loro ben nota e vasta esperienza a disposizione di chiun-

que si accingesse a fare una crabonera; elargivano consigli preziosi come, ad esempio, quello di preferire nettamente i tratti in pianura o, meglio ancora in disce-sa, ma mai in salita perché troppo faticosi (traballosus) e non adatti a chi soffriva di mal di schiena (de dolori a sa schina).Sa crabonera è diventata sinonimo di allontanamento di una persona da un certo contesto. Perciò sono molti quelli che sognano di vederla finalmente attuata nei confronti di quei politici ed amministratori locali che con la loro azio-ne maldestra hanno procurato solo danni irreparabili alla collettività. La canzone satirica Tangu e arena, sui recenti disastri subiti dal Poetto, la propone, addirittura, come immediata “sanzione” popolare: ’oliat circada sa manera po ddus spesai a crabonera! (occorrerebbe trovare la ma-niera per mandarli via con la crabonera!).

La cagliaritanitàdi ieri e di oggi

di Giampaolo Lallai

Parla come mangi

di Chiara Fadda

Ma torniamo ‘’a bomba’’ sul cibo: chi non è amante dei dolci? Nelle nostre pasticcerie ne possiamo trovare di tutti i tipi: torte farcite con la chantilly (sempre per ragioni di economia linguistica, dire ‘’torte farcite con crema e panna mon-tata’’ sarebbe troppo impegnativo) o un bel krapfen ripieno di crema, cioccolato o marmellata (come si diceva? Bomba con la crema? No, troppo kitsch).Mi chiedevo: cosa c’è di meglio di un bel vassoio di bignè mignon per un pranzo in famiglia o con dei cari amici? Come già accennato all’inizio dal cliente del bar, abbiamo i croissants e, nelle ‘’chiare sere d’estate’’, come ci cantava il nostro connazionale Claudio qualche anno fa, è sempre un piacere, sia per grandi che per piccini, gustare un’ottima mousse al cioc-colato o alle fragole, oppure un fresco frappé o un milkshake alla frutta.Potrei continuare per ore, potrei elencare tanti altri esempi attinenti alla cucina, passando dal dolce al salato, dalle bevan-de ai gelati, dagli snacks alle quiches, ma rischierei di risultare prolissa. Concludo affermando che sia un discreto paragone quello tra cibo e lingua: la cucina italiana è conosciuta, apprezzata e preservata in ogni angolo del pianeta; facciamo in modo che lo diventi anche il nostro idioma.

TALK SHOW

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DIAMO VOCE AI LETTORIFILO

DIRETTO

> Di recente ho acquistato una bici che, finalmente, posso usare in più zone di della città. Quando sarà possi-bile portarla anche su MetroCagliari?

Mario

«Abbiamo appena completato tutte le necessarie attività tecniche, propedeuti-che all’avvio del servizio, che coinvolgono non solo l’Azienda ma anche il Ministero delle infrastrutture e trasporti. Abbiamo pure inviato una proposta di tariffazione alla Regione Sardegna – competente in materia di tariffe – ed attendiamo questa ultima autorizzazione per definire la data di avvio».

> Sono una studentessa universitaria che vive in centro città. Potrò mai andare alla Cittadella Universitaria di Sestu, dove seguo le lezioni, con MetroCagliari?

Luisa

«Confidiamo di inaugurare la nuova tratta, in corso di costruzione, entro il

prossimo mese di giugno 2013. Da quel momento, la Cittadella sarà perfettamen-te raggiungibile da Piazza Repubblica (e dalle altre altre fermate) attraverso MetroCagliari».

> In quanto studente, ho un abbo-namento ai mezzi di trasporto Ctm di Cagliari. Posso utilizzarlo anche su MetroCagliari? Se sì, con dei costi aggiuntivi?

Antonio

«La convenzione che regola i rapporti tra ARST e l’azienda che opera a livello cit-tadino, è in corso di revisione in quanto scaduta. Siamo in attesa che la Regione, cui compete la materia, definisca il quadro generale del sistema tariffario da applicare posto che non sono pochi i viaggiatori che utilizzano solo MetroCa-gliari e vorrebbero poter acquistare i rela-tivi abbonamenti senza necessariamente disporre di un abbonamento urbano».

> I cani sono ammessi su MetroCa-gliari?

Carlotta

«Non vi è al momento una norma specifica per MetroCagliari mentre esiste per i servizi extraurbani; in detti servizi è possibile portare a bordo cani

di piccola taglia purché trasportati con gli appositi contenitori. Sono fatti salvi i cani utilizzati da particolari categorie di persone svantaggiate. Si ritiene che le stesse regole possano essere estese a MetroCagliari».

> Posso usare un abbonamento ARST (della corriera) su MetroCagliari?

Armando

«Tutti i titoli di viaggio ARST possono essere utilizzati su MetroCagliari, purché in corso di validità».

> Ultimamente si parla tanto di Metro fino alla via Roma. Solo voci o qual-cosa di più concreto? Nel caso, quali i tempi di realizzazione?

Giuseppe

«Sia la Regione Sardegna che il Comune di Cagliari considerano l’estensione di MetroCagliari una fondamentale scelta strategica per il futuro della mobilità di Cagliari e dell’area vasta. Al propo-sito, l’opera è stata inserita nel Piano Strategico dell’Area Vasta recentemente approvato da tutti i sindaci dell’Area. Quindi ben di più di semplici voci. I tempi di realizzazione dell’opera, dal momento dell’inizio dei lavori, non superano i due anni».

Ing. Carlo Poledrini, Direttore Generale ARST

Fai le tue domande su MetroCagliari inviando una mail a: [email protected] con oggetto "Filo diretto con MetroCagliari".

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La rincorsa alla perfetta forma fisica è per molti una vera impresa, soprattutto se fatica e divertimento non viaggiano sullo stesso binario. Quella che per

tanti è una chimera è invece diventata una realtà, e risponde al nome di Zumba Fitness.Armonico connubio di fitness e danza, la Zumba, nata in quel di Miami dalla men-te del personal trainer colombiano Beto Perez, attraversa i confini del training ideando un nuovo modo di fare aerobica. I movimenti del fitness si mescolano alle note caraibiche, generando un fenomeno che dagli anni ’80 ad oggi ha coinvolto e travolto quasi dieci milioni di persone in tutto il mondo.Anche in Italia l’onda Zumba comincia progressivamente a mietere vittime. Sarà per la freschezza delle sue musiche, sarà per l’allegria che ogni lezione riesce ad infondere, fatto sta che pure la Sardegna non ha saputo resistere all’uragano di matrice americana. E mentre altrove la Zumba diventa un must, nelle coste isola-ne a decollare è l’Acqua Zumba.

Cos’è l’Acqua Zumba? A delinearne meglio i contorni ci aiuta Jak Are, unico promotore in Sardegna dell’affascinante variazione sul tema: «L’Acqua Zumba si propone di trasferire in acqua i movi-menti della disciplina tradizionale, così i vantaggi dello sforzo fisico si sommano ai benefici del lavoro acquatico, favorendo l’azione dimagrante e assecondando il senso di benessere». Sole, mare e musica ritmata per sentirsi meglio? Suona quasi come un sogno ad occhi aperti. Ed è un bel sogno quello che i quasi trecento avventori delle lezioni di Acqua Zumba, tenute dallo stesso Jak nelle acque del mare di Santa Margherita di Pula, hanno avuto modo di sperimentare da giugno ad agosto. «Abbiamo avuto un seguito davvero inaspettato: in pochi giorni siamo passati dall’avere dieci intrepidi allievi a dover gestire più di trecento divertiti compagni d’avventura. Bambini, anziani, donne, uomini: tutti hanno voluto condividere con noi la gioia del movimento». E proprio per la sua grande versatilità la Zumba incontra il favore del vasto pubblico: movimenti semplici,

coreografie di facile memorizzazione e libertà d’interpretazione fanno sì che le porte della disciplina rimangano aperte a chiunque.Sforzo fisico e sacrificio diventano alla stesso tempo àncora e via di fuga dalla routine quotidiana, un nirvana a tempo determinato. Quindi non c’è da stupirsi se il fenomeno Zumba continui a reclu-tare sempre nuovi adepti. «In una realtà difficile come quella odierna, la gente ha soprattutto necessità di ricominciare a sorridere. La Zumba è questo: divertirsi, ritrovare l’armonia con il proprio corpo e il piacere di condividere la propria gioia con gli altri. Ciò che più conta è sgom-berare la mente. Mens sana in corpore sano, appunto.Lontani dalle scrivanie e dagli squilli del telefono, quello che conta rimane il bisogno ancestrale della condivisione. Tra un tweet e l’altro l’esigenza è comunque stare insieme, fianco a fianco. Con la musica in sottofondo, il sole in fronte e l’acqua a circondare il tutto. E poco im-porta inciampare o sbagliare il movimen-to: l’importante è divertirsi. Zumba docet.

Zumba mania tutto l’annoÈ venuto a trovarci in redazione Jack, il brasiliano che ha fatto ballare la costa con i ritmi afro-caraibici

TIMEOUTsalute + musica + cucina + tech + cinemaarte + moda + sport & fitness + viaggi

A cura diSimone Ariu,

Lorelyse Pinnae Manuela Salidu

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EJE '12, festival di suoniL'European Jazz Expò, uno dei più importanti eventi musicali dell'isola, ha portato con sé una ventata di buona musica: Enrico Rava, Billy Cobham e tanti altri

Yves Saint Laurent lancia sul merca-to la sua nuova fragranza, “Mani-festo”, scegliendo come testimo-

nial l’affascinante e richiestissima attrice Jessica Chastain, candidata all’Oscar per il film The Help. Ma a far notizia, almeno per noi sardi, è la presenza della giovane modella Vanessa Barrui nello spot Tv della maison francese. Vanessa, reduce da un anno lavorativo di grandissime soddisfazioni, si è dichiarata «al settimo

cielo, è stata un’esperienza fantastica». Già, perché non solo è stata scelta tra oltre quattrocento ragazze, ma ha avuto l’opportunità di lavorare con un regista come Nicolas Winding Refn (suo il capolavoro Drive, con Ryan Gosling) e la Chastain, appunto. A caratteriz-zare la campagna pubblicitaria di Manifesto, fragranza con note di vaniglia e ribes nero, è il viola: «il colore della seduzione assoluta per il signor Saint Lau-

rent», ha spiegato Stephan Bezy, general manager del marchio YSL. E la scelta della testimonial è ricaduta sulla Chastain (nella foto assieme alla “nostra” Vanessa Barrui, nel backstage) perché - continua Bezy - «incarna la quintessenza della femminilità, è una donna della sua epoca: indipendente, determinata e origi-nale. Ci hanno convinto la forza delicata di Jessica, il suo fascino solare e la sua mente libera».

Vanessa Barrui con Jessica Chastain per YSL

PechaKucha Night Cagliari chiama a raccolta designer, architetti, grafici, fotografi, ma anche artisti, stilisti,

scrittori e fumettisti, musicisti, videoma-ker e professionisti nel campo dell’edito-ria e della comunicazione, per la quarta edizione dell’evento dedicato a chiunque abbia un progetto creativo, un’idea, una passione, e voglia condividerli.Il PechaKucha Night della città di Cagliari offrirà ai partecipanti la possibilità di esporre il proprio progetto al Teatro Civico. I selezionati prenderanno parte all’evento, incluso nella terza edizione di Alig’Art, il progetto che si propone di favorire la crescita e lo sviluppo di un cittadino libero e consapevole attraver-so la pratica artistica e la didattica non convenzionale.

L’ottava edizione dell’European Jazz Expò, nonostante i tagli ai finanziamenti, ha offerto come

ogni anno tanta musica di qualità: nume-rosissimi gli artisti che si sono avvicendati sui palchi, sul meraviglioso sfondo del parco di Monte Claro. I nostrani Paolo Carrus, Gianrico Manca, Andrea Morelli e Simona Bandino (in duo con Peter Waters) durante la prima serata; Alberto Sanna, Rossella Faa, Sebastiano Dessa-nay, Mario Brai e Arrogalla nella seconda. E poi Nico Casu, Gianluca Dessì e Alessia Annis. Ma anche grandi nomi della musica nazionale ed internazionale, in una miscela di generi, stili e tradizioni: da Alex Britti e Stefano di Battista a Enrico Rava e i Sud Sound System, dall’orchestra balcanica di Boban I Marko Markovich a Billy Cobham, batterista che suonò con Davis e Mahavisnhu Orchestra. Insomma, difficile riassumere tre serate davvero dense, tutte concluse nello spazio del Teatro dei Fiori, dove lo spettacolo è con-tinuato fino a tarda notte con live session che hanno coinvolto il pubblico presente. Non ci resta che attendere la prossima edizione...

La notte dei creativiSA

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Il programma degli spettacoli della Sta-gione di Prosa del Teatro Stabile della Sardegna è stato svelato. Per l’anno

2012/2013, il terzo di permanenza e gestione del Teatro Massimo di Cagliari, sono previste cinque produzioni, ma an-che l’ospitalità di compagnie e attori di prestigio internazionale: il Teatro Stabile di Genova che presenterà “Moscheta” di Angelo Beolco detto Ruzante, con la regia di Marco Sciaccaluga e con Tullio Solen-ghi, Irma spettacoli con “Arie” di Giorgio Gallione con Lella Costa, il Teatro Stabile di Bologna che presenterà “Otello”, con Massimo Dapporto e Maurizio Donadoni e la regia di Nanni Garella, Teatro dell’Al-be con lo spettacolo “Pantani”, scritto e diretto da Marco Martinelli, e Familie Flöz

con “Infinita”, di e con B. Leese, B. Reber, H. Schüler e M. Vogel.Fuori abbonamento le residenze artistiche per giovani compagnie sarde, la secon-da edizione del “Festival della Filosofia”, che, dopo il grande successo dello scorso anno, prevede lo spettacolo “L’avventura d’essere sé – identità, verità e finzione” a cura di Roberta De Monticelli e Pierluigi Lecis, la Vetrina sulle Residenze Teatrali Lombarde in collaborazione con Cada Die Teatro e le tre “Serate tra amici”. Come ogni anno saranno organizzati anche in-contri, laboratori e recite dedicate a scuo-le e Università, insieme a numerose altre iniziative. Tante anche le formule di abbo-namento e le offerte riservate a giovani, studenti, insegnanti e associazioni.

Nuova stagione al Teatro MassimoCagliari e l'amore di sempre per la stagione di prosa: nel capoluogo arriveranno Solenghi, Costa, Dapporto e uno spettacolo su Pantani

Marina Cafè Noir e Vertical Stage Session: un connubio particolare e ben

riuscito di letteratura e musica, quello sperimentato in via Roma. Dai balconi dell’antico palazzo Manca, al numero 75, proprio di fronte al porto, si è diffusa la dichiarazione d’amore per la città di Cagliari e il Marina Cafè Noir del reading di Giacomo Casti, accompagnata da Arrogalla e Waves

on Cavas, l’inno alla letteratura di Paco Ignacio Taibo, ma anche la musica del dj

set di Andrea Bertolini e le canzoni di Samuel, Pierfunk, Dj Pisti e

i Motel Connection, per una serata che ha confermato quanto Cagliari meriti un posto speciale tra le città di cultura.

Migliaia i giovani, e non solo, che hanno affollato la via sul

mare e che hanno ballato in questa serata dal sapore di festa. Ma

l’evento ha coinvolto anche i residenti

del palazzo, che dalle finestre delle loro abitazioni hanno applaudito e salutato la folla: contente Sabrina e Alessandra che gestiscono il B&B che ha ospitato il “palco”, contenti i loro ospiti e tutti i giovani che ballavano sui balconi. Persino i meno giovani, che hanno partecipato e sorriso divertiti.Unico neo: la rimozione tardiva dei rifiuti. I residenti della Marina si sono lamentati la mattina successiva per aver trovato il quartiere ancora invaso da buste e bot-tiglie a causa del ritardo nell’intervento della società De Vizia.

Si è svolta di recente, al Parco della Musica di Cagliari, la IIª edizione di “Sfila che ti passa – Le mode cam-

biano, lo stile resta”, evento benefico or-ganizzato dal Rotaract Club di Quartu S. Elena Margine Rosso. Alla sfilata hanno partecipato dieci giovani stilisti emergen-ti che hanno gareggiato con le loro cre-azioni davanti ad un pubblico numeroso ed un’attenta giuria. Vincitori della serata il brand Feel Good (Premio giuria popo-lare) e Lucia Pia (Premio giuria tecnica). Corollario dell’evento la raccolta fondi (oltre 4.000 euro raccolti) per i progetti Service da destinarsi ad enti come l’Ospe-dale Oncologico Businco di Cagliari. Sod-disfazione da parte del presidente del Club, Luca Baltolu: «Questa prospettiva di Service sarà l’emblema dell’Anno Sociale perché, considerando il momento di crisi globale che stiamo vivendo, nel suo pic-colo, il Club Quartu non si limiterà unica-mente alla raccolta fondi, ma cercherà in ogni suo evento di valorizzare e dare una concreta opportunità, un piccolo spiraglio di luce per tutte le professionalità che provano ad emergere in ambito artistico-artigianale dove l’insularità gioca un ruolo determinante in negativo».

Quelle performance sotto la finestra

Passerella di talenti

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Quando pensiamo agli Stati Uni-ti, la prima città che ci viene in mente è New York, giusto? E se provate a cercare New York

su Internet, non potrete fare a meno di accedere a NYC-Site.com, il primo sito italiano dedicato a questa incredibile me-tropoli, importante punto di riferimento consultato soprattutto da coloro che sono alla ricerca di informazioni, notizie e curiosità, in vista di un imminente viaggio o semplicemente per condividere una passione.

Ed è proprio la passione il semplice ingrediente che quasi quindici anni fa, esattamente nel 1998, ha contribuito alla realizzazione di questo sito che ha preso vita proprio qui, nella nostra città, Caglia-ri, grazie al lavoro di un gruppo di amici col pallino della Grande Mela. E ancora oggi è da qui che il sito viene gestito, anche se vanta numerose collaborazioni con persone che vanno ben oltre i confini sardi. Una passione quindi, e il desiderio di condividerla con gli altri. E questo è anche il cuore del portale: la condivisione delle proprie esperienze per scoprire ogni volta una New York nuova. La comunità che negli anni si è venuta a creare è una fonte inesauribile di consigli, esperienze, risposte utili a chi legge ma anche a chi scrive. NYC-Site.com nasce dal basso, da quelle persone che questa città la amano e la vogliono condividere con gli altri. Tut-to quello che è New York passa da qui, in piena libertà e nel rispetto di tutti.

La vita, si sa, diventa ogni giorno più angusta e frenetica: barcame-narsi tra mille impegni diventa una regola non scritta ma fondamen-

tale per sopravvivere alla quotidianità. E quando anche trovare il tempo per fare la spesa diventa un’utopia, a farne le spese sono le buone vecchie abitudini di una volta, come le cene in famiglia. Siamo forse giunti alla fine di un’epo-ca? Non ancora, perché a preservare il feeling con la realtà casalinga hanno pensato gli ideatori di iDinner! Tutto nasce, curiosamente ma non troppo, davanti ad una tavola apparecchiata per cena: è proprio qui, dal semplice dialogo tra due famiglie alle prese con i problemi di tempo, che prende vita il progetto. Artefici del nuovo servizio sono Federica Budroni, nutrizionista, Jenny Svensson, ingegnere edile, Fabio Mameli, odontoiatra e Andrea Masci, imprendito-re. Una task force quanto mai eteroge-nea e multinazionale per quello che, al

giorno d’oggi, sembra essere un vero e proprio miraggio: ritrovare il tempo per stare insieme, in cucina.Le linee guida del progetto sono molto semplici: iDinner! si occuperà di pianificare, bisettimanalmente, quattro cene per quattro persone, provvedendo alla spesa e alla consegna della stessa,

accompagnando il pacchetto con le indicazioni e le ricette per preparare, per sé e per la propria famiglia, sedici deliziosi pasti. Il tutto nel rispetto delle buone regole nutrizionali, con la predile-zione per la filiera corta nella scelta delle materie prime e con la ricerca della semplicità di preparazione, per venire incontro ad ogni tipologia di utente. Spazio ai fornelli quindi ai cuochi provetti ma

anche a chi ha poca dimestichezza con la cucina, siano uomini o donne.Il servizio (69,90 euro il costo) conse-gnerà all’indirizzo specificato dai fruitori l’intero pacchetto di ingredienti utili alla preparazione delle quattro pietanze, diversificate giornalmente e per categorie

di prodotti, per assecondare le richieste nutrizionali di un’alimentazione sana ed equilibrata. Il “manuale d’utilizzo” farà poi da spalla alla preparazione dei pasti. Intrinseca sarà poi la soddisfazione di aver ritrovato, tra le mura domestiche, un piccolo angolo senza tempo, dove riassa-porare le gioie di una cena in famiglia.iDinner! è attivo sul territorio isolano dal 23 aprile scorso, attraverso le sedi opera-tive di Cagliari e Sassari, ma l’espansione all’intero confine nazionale è imminente, con le prossime aperture delle sedi di Firenze, Milano, Pisa, Torino e Verona. La “novità” della cena casalinga si prepara quindi a varcare le soglie della penisola, in quella che si preannuncia come la rivincita dell’”oggi cucino io”.Patria del buon cibo, la Sardegna si risco-pre portatrice dell’idea del mangiar sano, specie in tempi duri come questi ultimi, in cui le congiunture sociali e societarie poco favorevoli ci allontanano dal piacere delle piccole cose. Come un sereno pasto in famiglia, ricordo di un tempo quasi remoto. Il futuro però è facilmente ricon-quistabile, anche stando ai fornelli. Basta volerlo: a pianificare tutto, poi, ci pensa iDinner!. Più semplice di così…

La cucina formato 4x4Nasce a Cagliari iDinner!, il servizio che rivoluziona l’idea del takeaway. E non solo...

Il successo di un gruppo di amici con il pallino della Grande Mela

New York a portata di clic

Prova storica del cagliaritano

Enrico batte Scheidt

L'impresa è compiuta. Nella pe-nultima giornata dei Campionati Italiani Classi Olimpiche, nelle acque di Follonica, il 24enne

Enrico Strazzera è riuscito a chiudere la prova al primo posto, lasciando solo le briciole al pluricampione olimpico Robert Scheidt, autentico dominatore della categoria laser. E lo ha fatto in condizioni climatiche estreme (vento oltre i 30 nodi) che rendono il sapore di questa vittoria ancora più buono. Strazzera ha poi chiu-so i CICO con un buon terzo posto finale.

SAIL

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Sa BarraccaViale Europa, 5309045 Quartu Sant’Elena (CA)Telefono 070 813570E-mail [email protected]

È la meta preferita per il pranzo fuori porta, il ristorante che richiama uomini d’affari e i tanti viaggiatori sull’asse Aeroporto di

Elmas-Strada Statale 125 per le spiagge. Ma anche un costante ed irrinunciabile approdo per i campidanesi orgogliosi del loro “storico locale”. Nella sala ampia e luminosa, curata nei dettagli, il pescato del giorno è a vista, così come la zona cottura. Poi la sequenza dei prodotti di stagione con la spettacolarità dei funghi. Il servizio veloce ed accurato, ma non assillante, sono una costante. L’ospitalità e l’efficienza di Alessandro, poi, un valore aggiunto che vi farà tornare volentieri a “Sa Barracca”.

Quei piatti che ti sorridonoAlessandro esalta al meglio la cucina di mare, ma per gli ovuli vale la pena cambiare menù

SE MANGIO FUORI CASA

Giacomo, Valentina e Andreana, emigrati di ritorno dopo le im-portanti esperienze nel circuito della buona tavola milanese,

hanno aggiunto più di una stella nell'of-ferta della ristorazione tipica della Mari-na. La favorevole posizione fronte porto, poi, esalta la cucina tipica cagliaritana. Tutto è improntato sulla trasparenza: dall'accoglienza, che ha sempre stregato calciatori e attori di passaggio, ad un menù con un rapporto qualità-prezzo tanto apprezzato da tutti.

La Stella Marina di MontecristoVia Sardegna, 14009124 Cagliari (CA)Telefono 347 5788964

Il top della Marina

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REDAZIONEECENTRODIPRODUZIONEviaSardegna,132-09124Cagliari·Tel.eFax070728356

CONCESSIONARIAPERLAPUBBLICITÀGIAComunicazione([email protected])

FOTODICOPERTINADiegoLecca

STAMPAEALLESTIMENTOGraficheGhiani

SCRITTIAntonelloAngioni,GiorgioAriu,SimoneAriu,SaraCanu,ValentinaCaruso,ChiaraFadda,GiampaoloGaias,GiampaoloLallai,AlessandroPerra,LorelysePinna,ManuelaSalidu

FOTOMaurizioArtizzu,Comunecagliarinews.it,SaraDeidda,StefanoFanni,MarioLastretti,DiegoLecca,EugenioMatta,MassimilianoTrotta

RegistrazionepressoilTribunalediCagliari(n.271del23Gennaio1973)

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I CAGLIARITANI SCELGONO LA BICICLETTA

RIVOLUZIONEA DUE RUOTEMa la cittàcambia davvero?

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