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DIRETTORE RESPONSABILE Michela Lanza

CONSULENTE EDITORIALEAlessandro Rialti

EDITORE E PUBBLICITà Salvini editore srl

REDAZIONE [email protected]

GRAFICA E IMPAGINAZIONE Chiara Reggiani

[email protected]

STAMPA Grafiche Cappelli - Sesto F.noHANNO COLLABORATO

Alessandro Rialti, Luca Caneschi, Michela Lanza, Ruben Lopes Pegna, Alessandro Latini, Cristina Mattioli,

Alfredo Verni, Luca Capanni, Federico Pettini, Chiara Baglioni,

Duccio Magnelli, Giampiero Tosi

FOTO La Presse

xxx L’INTER COME LE ROVINE DEL SACRO ROMANO IMPERO e allora perché non farci un bel pensierino?

Fare in fretta, prima possibile. Perché non già da questa gara? Sarebbe bellissimo tirarsi fuo-ri dalle peste battendo un’altra grande. D’altra parte se è vero che la squadra nerazzurra ha ritrovato un po’ di verve nel pas-saggio di allenatore con l’approdo del giovane Stramaccioni, è altre-sì vero che nel girone di ritorno i nerazzurri hanno fatto male, ma-lissimo. Come la Fiorentina, forse peggio.E allora è giusto farci un pensie-rino. Perché se da una parte l’In-ter vincente a Firenze potrebbe continuare ad alimentare residue, quasi disperate, speranze per il 3° posto che varrebbe la parteci-pazione alla Champions League, dall’altra una vittoria questa volta contro la squadra di Moratti da-rebbe ai Della Valle una doppia immensa soddisfazione: battere la società nella quale hanno mi-litato nel Cda e dalla quale sono ormai lontanissimi (vedi gli attri-ti neppure troppo lontani con lo stesso patron nerazzurro) e final-mente tirare un sospiro di sollievo.Vero che l’Inter ha ancora i resti di quella formidabile squadra che solo due anni fa seppe vincere tutto, ma è un po’ come le rovine del Sacro Romano Impero. Trop-pe cose hanno cominciato a non funzionare più da quando se ne è

andato Eto’o. E se anche ci sono giocatori maledettamente perico-losi come Milito o come Pazzini che pare rianimarsi ogni volta ri-trova il suo ‘vecchio’ amore viola, è anche vero che questa Inter ha diversi problemi specie nell’asset-to difensivo. Ai viola mancherà, si sa, Amauri, il centravanti che pa-reva essersi ritrovato dopo la re-te-vincente al Milan. E purtroppo mancherà anche Jovetic, un gio-catore che davanti alle platee più importanti ha mostrato di sapersi esaltare: quest’anno ha segnato alla Juve a Torino e ha segnato ai rossoneri nel successo prestigio-

so e importantissimo di San Siro. Gli ci sarebbe voluto un bel colpo anche al Franchi dove invece i viola ancora stanno un po’ latitan-do: nelle ultime due gare interne prima hanno perso con il Chievo poi pareggiato dopo una buona prestazione con il Palermo, per questo sarebbe fondamentale tornare al successo anche per i tifosi che hanno deciso di lasciare alle spalle almeno fino alla con-clusione della stagione polemiche e contestazioni per concentrarsi sulle maglie viola che sosterranno per tutta la partita. E allora Rossi proverà a puntare sulla voglia di

riscatto di Cerci e Ljajic. Loro al-meno non mancheranno.Ci sono poi altri dubbi di formazio-ne ma ormai non più questione di uomini, ora conta solo il coraggio collettivo, la sfida come quella con l’Inter può essere vinta solo se la Fiorentina torna a essere una squadra. Se l’Inter ha difficoltà a riconoscersi, solo un altro gruppo di giocatori che riescano a trovare un minimo comun denominatore può togliere ai nerazzurri le spe-ranze di restare agganciati all’ul-timo vagone per la Champions e conquistare a sua volta quelle per un futuro decisamente migliore.

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Ci vorrà un miracolo. La Fiorentina contro l’Inter giocherà senza Amauri squalificato, senza Jovetic bloccato da un infortunio muscolare e senza Vargas per il quale la stagione per un infortunio al ginocchio è definitivamente finita. Se le premesse sono queste verrebbe voglia di restare a casa a mangiarsi le lasagne annaffiate con un buon Chianti. Ma siamo in piena bagarre ed è per questo che nonostante le coltellate ricevute dalla sfortuna Firenze deve alzarsi in piedi e battersi accanto ai “resti” della propria squadra per tentare, appunto, un miracolo al Franchi.C’è stato il famoso miracolo a Milano perché non sperare che si possa ripetere pure a Firenze. Toccherà ai riesumati Cerci, Ljajic, Kharja, provare a recuperare credibilità personale e un risultato assolutamente importante per la lotta per non retrocedere. C’è pure il dubbio Montolivo ma questo francamente fa parte della serie: chi se ne frega.

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STADIO22 aprile 2012 Fiorentina - Inter6Intervista all’ex portiere di Fiorentina e Inter

che non risparmia frecciate a Rossi e a Moratti

SARTI: SOLO I DELLA VALLE POSSONO RIPORTARE LO SCuDETTO A FIRENzE

l’Esclusivadi Cristina Mattioli

La Fiorentina è stata il suo tram-polino di lancio nella stagione 1954-55. Solo un anno dopo, con la maglia viola, Giuliano Sarti fe-steggiò la vittoria del primo dei due scudetti vinti dalla squadra viola, oltre a una Coppa delle Coppe e

una Coppa Italia. Dopo tante sod-disfazioni e presenze con la ma-glia della Fiorentina, poi, passò all’Inter dov’è rimasto per cinque stagioni vincendo tutto quello che c’era da vincere: due scudetti, due Coppe dei Campioni e una Coppa

Intercontinentale. In-tervistato in esclusiva dal Brivido Sportivo, l’ex portiere di Fioren-tina e Inter ha dato un giudizio sui numeri uno dell’attuale rosa della Fiorentina, non risparmiando critiche anche a chi questa maglia non la veste più. Ma soprattutto ha individuato nei Della Valle la proprietà giu-sta per sperare anco-ra di vincere qualcosa di importante, ha sol-

levato dubbi su Delio Rossi dando infine un piccolo consiglio a Moratti sul suo giovane tecnico.Oggi andrà in scena Fiorentina-Inter: da una parte i viola alla caccia di punti salvezza, dall’al-tra i nerazzurri che stanno cer-cando di riagganciare il terzo posto. Che partita si aspetta?«Devono riscattare entrambe un’annata che non è stata sicu-ramente come si aspettavano. E’ una partita molto importante per la Fiorentina per portare a casa punti per la salvezza, mentre per l’Inter è l’ultima occasione per riagganciare il ‘treno’ Europa. Sarà sicuramente un match molto interessante, tutto da vivere».Due allenatori molto diversi alla guida di Fiorentina e Inter. Cosa ne pensa?«Rossi è un allenatore molto esperto e Stramaccioni invece è

un traghettatore, anche se io spe-ro che non lo sia perché il nostro calcio ha bisogno di tecnici giovani, nuovi e soprattutto italiani. C’è da dire che entrambi, sia Rossi che Stramaccioni, dovranno cercare di salvare il proprio posto con più ri-sultati utili possibili. Credo che se Moratti vedrà che l’allenatore è ben accetto dai suoi giocatori ed ha la possibilità di dare quel qualcosa in più alla squadra, potrà anche dargli un’altra opportunità e lasciarlo sul-la panchina nerazzurra anche per il prossimo campionato. Io, fossi il presidente, ci penserei bene prima di mandarlo via. Penso piuttosto che tra i due sia più traghettatore Rossi, perché non vedo in lui l’en-tusiasmo giusto per allenare la Fio-rentina. Inoltre la società non si è ancora sbilanciata sul fatto di con-fermarlo oppure no, quindi…».Lei è un ex portiere: ci dà un

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giudizio su Boruc e Julio Cesar?«Julio Cesar è condizionato molto da quello che sta succedendo all’Inter. Fin dallo scorso anno avevo detto che la società nerazzurra aveva bi-sogno di cambiare tutto, compreso il presidente. Moratti doveva fare come fece suo padre: dopo aver vinto tutto rimase un altro anno e poi lasciò. L’Inter ha bisogno di una rimodernizzazione ora più che mai. Dopo molti anni subentra una sa-turazione psicologica e lo dimostra il fatto che moltissimi giocatori hanno dato sul campo meno del 50% di quello che avevano dato negli anni passati. Per quanto riguarda Boruc è una situa-zione diversa. Lo scorso anno la società viola ha venduto Frey tenendo il portiere polacco, ma credetemi non sarebbe cambiato niente se la Fiorentina avesse deciso di tenere il francese. Sono due portieri che alla fine del campionato avranno avuto lo stesso rendimento. Ci sono inoltre due grosse differenze che li distinguono: Boruc è più geometrico e per farsi perdonare un errore dal pubblico ci mette due partite, Frey è più plateale e si fa perdonare subito con, appun-to, una parata plateale». La Fiorentina a giugno potrebbe non rinno-vare a Boruc, cedere Neto e ingaggiare Vi-viano. Secondo lei sarebbe una mossa az-zeccata?«E’ un vero peccato che la Fiorentina voglia li-berarsi anche di Neto che ha delle qualità vera-mente eccezionali. Però non vorrei che fosse un portiere da giovedì e non da domenica, cioè uno che in allenamento dà il meglio di sé, ma che quando scende in campo sente troppo la pres-sione e il pubblico e che quindi rende la metà. Dico questo perché le poche volte che l’ho visto giocare, ho notato che è spesso caduto in er-rori banali che sembravano dovuti alla tensione nervosa». Ma Viviano lo vedrebbe bene alla Fiorentina?«Certamente, perché la Fiorentina avrebbe un portiere con una motivazione in più: è fiorentino. Ma non posso dare un giudizio tecnico perché non lo conosco, l’ho solo visto in televisione. Quello che noto è che ultimamente tutti quanti i portieri hanno delle grosse difficoltà: non rie-scono a gestire la partita e a guidare la difesa.

Queste sono le due cose fondamentali che dovrebbe fare un numero uno. Inoltre quando una società ingaggia un portiere straniero deve dargli almeno un paio di anni per ambientarsi e per imparare la lingua affinché possa essere il punto di riferimento per la difesa. L’importante non sono le parate ma saper dirigere i giocatori che hai davanti a te».E Frey che al Genoa sta subendo gol a raf-fica?«Il portiere francese purtroppo si è rivelato per quello che è: se ha davanti una difesa poco equi-librata come quest’anno, viene fuori il vero Frey». Come mai, secondo lei, molte squadre pre-feriscono acquistare portieri stranieri invece di dare una possibilità a quelli italiani che, fino a qualche anno fa, erano considerati i migliori del mondo?«Penso che il problema stia tutto nel fatto di come i nostri portieri vengono allenati. Adesso quello che conta è la rapidità, la spettacolarità e il tuffo ‘perenne’. La preparazione di un portiere è diventata quasi nevrotica e questo non li aiuta.

Ai miei tempi non c’era il preparatore di portie-ri, ci allenava l’allena-tore: se era bravo allora anche noi miglioravamo, sennò no. Non c’è un por-tiere attuale che usa la ge-ometria perché, ripeto, non c’è nessuno che gliela insegna».Facciamo un grosso salto nel passato. Lei con la Fiorentina ha vinto uno scudetto nella stagione 1955-56. Quando i tifosi potranno festeggiare un altro?«Spero presto anche perché penso che i fra-telli Della Valle abbiano tutte le carte in regola per farlo vincere a questa squadra. Entrambi però devono mettere alla guida della squadra personaggi che possano guidarla giorno dopo giorno, che stiano a contatto con i ragazzi e che abbiano piena libertà di prendere decisioni importanti senza aver sempre bisogno dell’in-tervento del presidente o del patron».A proposito: Diego Della Valle è finalmente tornato in visita ai propri giocatori e questa sua ‘sorpresa’ in qualche modo ha contribu-ito alla vittoria, inaspettata, dei viola contro il Milan.«Il patron ha un modo di gestire e vedere le cose unico. Fa valere la sua autorità e riesce sempre a farsi capire dai suoi ragazzi: riesce ad essere un maestro di vita, non solo un presiden-te. Bisognerebbe che fosse più presente, se ciò accadesse le cose sicuramente andrebbero in modo diverso».Tornando alla Fiorentina che squadra si im-magina per la prossima stagione?«Non so cosa accadrà. La Fiorentina ha dei giocatori molto buoni, ma ho paura che questi ragazzi siano poco convinti. Mi spiego meglio: l’espressione in campo di questi atleti rispec-chia al 100% il clima dello spogliatoio. Sono convinto che questi ragazzi, dopo la partita, non vedono l’ora di andarsene a casa, per non stare negli spogliatoi dove si respira evidente-mente un’aria molto pesante: i risultati negati-vi poi non aiutano, quando si vince tutto è più facile».

l’Esclusivadi Cristina Mattioli

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Mai come adesso auguriamoci di PESCARE BENE NEL MAzzO

Pensare al futuro è un lusso che la Fiorentina attuale non può permettersi.

Un vecchio luogo comune del calcio dice che le stagioni si costruiscono in questo periodo, ma in realtà nel povero scenario di oggi se hai idee (sempre più rare) e soldi (addirittura intro-vabili) una squadra competitiva la fai anche ad agosto. Per i viola, invece, l’attualità è l’unica cosa che può e deve avere importanza, per-ché la classifica ed il calendario impongono un finale di stagione all’insegna della concentra-zione e dell’applicazione totale. Anche l’Inter, formazione che ha disputato un campionato più che deludente, oggi, con Stramaccioni in panchina, diventa uno spauracchio per una squadra che la gara con il Palermo ha mo-strato, dopo un buon inizio, nuovamente im-paurita, tanto da cancellare quell’effetto San Siro che aveva fatto sperare in un finale di torneo senza gravi ambasce. Stramaccioni, un cognome che sembra uscito da un film di Monnezza, è stato promosso in prima squadra dopo la vittoria in quella che è stata spacciata come “la Champions League” delle formazio-ni Primavera, per la verità senza esserlo, ed oggi si gioca le sue carte. Il tecnico romano in questi anni si è affinato sia nel look (vedere

le sue foto di venti chili fa per credere) che nei modi, coltiva le speranze di terzo posto (per la verità remote) legandole a quelle di una sua eventuale conferma, ma in realtà sembra pa-lese che i nerazzurri del prossimo anno saran-no rifondati su basi nuove. Paradossalmente si trova in una situazione simile anche Delio Rossi, pur forte di un’investitura popolare che ancora garantisce i suoi effetti e di un contratto a più lunga scadenza. Pensa-re oggi alla sua riconferma, o addirittura paventare già even-tuali successori, serve solo a far perdere ancora di più au-torevolezza ad un allenatore che è sembrato in deficit da questo punto di vista. Rossi fa le sue scelte, che potrebbero e dovrebbero essere facilitate, ad esempio, dalla divulgazione del segreto di Pulcinella, e cioè la firma del contratto con il Mi-lan da parte di Montolivo, e la partita di oggi darà indicazioni chiare sugli uomini su cui il tec-nico romagnolo pensa di poter contare sul piano caratteriale

prima che tecnico. Dal ripescaggio di Marchion-ni a quello di Felipe, nelle ultime settimane non ci sono più logiche, né gerarchie: l’augurio è che si peschi bene nel mazzo, nel quale per la verità ci sono pochi assi e molte scartine. Le partite che restano sono solo sei, i calcoli sui punti da conquistare sono difficili da fare e l’unica certez-za è che il popolo viola pretende, ed ha ragione, veri uomini in campo. E’ così difficile?

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Kharja il pendolare NON PuO’ PIu’ PERDERE ALTRI TRENIE’ stato uno degli acquisti del mercato estivo della Fiorentina che più hanno deluso le aspet-tative visto che i trascorsi di Houssein Kharja, nei sei mesi giocati nell’Inter, erano stati più che soddisfacenti. Una vera e propria involuzione quella del franco-marocchino che, da quando ha messo piede a Firenze, non è mai riuscito a dimostrare il proprio valore. Ciò forse è dovuto anche al fatto che, arrivato credendo di poter prendere il posto a Montolivo, prima Mihajlovic e poi Rossi, invece non l’hanno chiamato spesso in causa. Inoltre al centrocampista non ha sicu-ramente giovato il fatto di essere stato preso di ‘mira’ dai tifosi viola avendo fatto parlare di sé quasi esclusivamente per i suoi continui viaggi

in treno sulla rotta Firenze-Milano.QUANTE TRASFERTE. I suoi viaggi invece avvenivano tre-quattro volte la settimana: subito dopo la fine degli allenamenti il centrocampista viola prendeva il treno per Milano dove vive la famiglia. La cosa grave è che la Fiorentina non ne era al corrente. Una mancanza da parte della società, ma non un alibi per il giocatore. Svelate le bravate, il marocchino è stato prima multato dalla società poi, per punizione, tenuto fuori da Mihajlovic per la partita Chievo-Fiorentina (ul-tima del tecnico sulla panchina viola). Questo comportamento, al di fuori delle regole interne, sicuramente ha leso la sua immagine di profes-sionista e non lo ha certo fatto vedere di buon occhio dai tifosi viola. Dopo varie polemiche se-guite a questi fatti, il marocchino è finito ai mar-gini e di lui si è parlato solo per ricordare alcune buone partite giocate con la sua Nazionale.IL RISVEGLIO? Rossi però, in queste ultime sei partite, vuole che tutti i suoi giocatori si facciano trovare pronti all’evenienza, adesso che l’obiet-tivo è portare a casa più risultati utili possibili. Il tecnico viola potrebbe così, proprio oggi, sce-gliere di schierare Kharja già dal primo minuto. Per il centrocampista questa potrebbe essere la partita del riscatto, visto che nell’ultima gara, giocata in casa contro il Palermo, non ha con-vinto ancora una volta. Chissà che stavolta lui non possa essere l’arma in più della Fiorentina contro la sua ex squadra. Risveglieranno, le stri-sce nerazzurre, quel buon giocatore visto nello scorso campionato e sul quale tante squadre avevano messo gli occhi?CIAO FIORENTINA. Un giocatore Kharja sul quale la Fiorentina aveva scommesso, prelevan-dolo in compartecipazione per 2,5 milioni di euro nello scorso mercato estivo dal Genoa ma che, già dal campionato 2012-13, potrebbe non in-dossare più la maglia viola data la volontà della società dei Della Valle è non riscattarlo. Sì, per-

ché la Fiorentina sta già pensan-do ad una vera e propria rivoluzione della squadra così che possa, già dal prossimo anno, tornare a competere per un posto in Eu-ropa. Al franco-marocchino, però, le offerte non sembrerebbero mancare. Nel mercato invernale era stato addirittura accostato al Milan anche se pare non essere mai stata intavolata una vera e propria trattativa. Il centrocampista però stareb-be pensando ad una nuova e affascinante av-ventura, lontana dall’Europa, più precisamente in Qatar. La squadra dell’Al Rayyan avrebbe già sondato il terreno per lui e potrebbe chiudere la trattativa già ad inizio calciomercato. Insomma le dodici partite finora giocate con la maglia della Fiorentina resteranno per Kharja solo un lontano ricordo. Quello che è certo e che i tifosi viola non si dimenticheranno di aver avuto nella loro squa-dra un pendolare di lusso.

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STADIO22 aprile 2012 Fiorentina - Inter12PAzzINI, l’ex in crisi atteso ad una SFIDA DI RISCATTO E DI RICORDI

Chi si rivede, Giampaolo Pazzini. Sembrano passati secoli da quando l’attaccante toscano, con la sua faccia giovane e pulita, scalpitava a Firenze alla ricerca della chance, dell’occasione giusta. Sembrano passati anni e anni da quan-do il Pazzo sentiva la pressione dell’ombra dei grandi nomi dei bomber italiani che alternati lo hanno in qualche modo ostacolato in maglia viola: da Toni a Vieri, fino a Gilardino. Sembra-

no passati secoli da quando Pazzini era ancora considerato il ‘futuro’. Alla fine, tutto questo risa-le solamente a poco più di tre anni fa. Giovane, educato, idolo delle ragazzine, fisicamente da fi-nire di maturare: era il centravanti che a Firenze doveva ancora completarsi, anche psicologica-mente. Doveva trovare la cattiveria giusta, con-vincersi delle sue qualità ed imparare ad essere più egoista. Solo quello… Ma non c’erano tem-po, né possibilità di farlo in viola e quindi la scel-ta di lasciare la Fiorentina nel mese di gennaio del 2009 donando in ricordo qualche splendido gol accompagnato da qualche errore e qualche broncio dovuto al rapporto col tecnico Prandelli.DA BAMBINO A UOMO. Oggi lo ritroviamo maturo, uomo, marito (ha sposato la fidanzata storica Silvia Slitti l’8 luglio del 2011) e padre (il 21 dicembre scorso è nato il primogenito Tom-maso). E dopo due anni di exploit con gol se-gnati a raffica e la conquista della maglia della Nazionale nonché la stima di chi lo aveva la-sciato partire da Firenze, si trova ad affrontare un periodo di crisi. Infatti Pazzini sta passando nell’Inter la sua stagione-no. Quella dove le pre-senze sono poche (29 in totale, 21 da titolare, 8 da riserva subentrata a partita in corso) e le realizzazioni latitano (appena 5 in campionato). Quella che spinge coloro che non credevano in lui ad uscire allo scoperto e ribadire le loro ragioni (o presunte tali). In realtà ci può stare un’annata storta, soprattutto perché arrivata in concomitanza di una stagione per l’Inter del tut-to fallimentare (una squadra come quella neraz-zurra partita con ambizioni scudetto, ha prima toccato il fondo della classifica nella prima parte della stagione, per poi trovarsi adesso a rincor-rere un terzo posto che sarebbe dovuto essere già suo e invece è ancora molto lontano). Paz-zini è un attaccante abile nel gioco aereo e pre-

dilige i cross dal fondo per avventarsi su di essi come un rapace dell’area di rigore. Quest’anno, invece, la squadra nerazzurra non ha quasi mai agito sulle fasce preferendo spesso il dialogo per vie centrali tagliando fuori il Pazzo dal suo habitat naturale. A tal proposito il suo rendimen-to è stato al di sotto rispetto ai primi mesi di Inter (gennaio 2011 – giugno 2011) quando in sole 19 presenze collezionò 11 gol. La sua avventura in nerazzurro, quindi, si è intristita in poco tempo. Per questo già si mormora di un possibile addio di Pazzini. È chiaro che molto dipenderà da chi arriverà sulla panchina della squadra di Moratti per la prossima stagione e da come il neo alle-natore (che comunque potrebbe essere ancora Stramaccioni) intenderà far giocare la ‘sua’ Inter. Sta di fatto che in agguato ad attendere novità

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STADIO13

sul futuro di Pazzini c’è, tra gli altri, Carletto An-celotti, da sempre suo estimatore. L’allenatore attualmente sulla panchina del Paris Saint Ger-main in Francia farebbe carte false per portare il Pazzo nella Ligue 1, del resto lo avrebbe voluto anche quando allenava il Chelsea e, ancor pri-ma, nel suo Milan. L’eventuale presenza di oggi, quindi, potrebbe essere una delle ultime dell’at-taccante toscano in maglia nerazzurra anche se tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare. Chissà se tornare al Franchi farà ancora effetto a Pazzini? Chissà se Firenze gli evocherà qualche ricor-do dolce-amaro? È possibile che sia così anche perché nel capoluo-go toscano sono tanti gli amici che gli vogliono ancora bene.LA VIOLA COME LA SUA SAMP? È possibile anche che ve-dere la Fiorentina lottare per non retrocedere possa fargli tornare in mente la sua ex squadra, la Sam-pdoria. Del resto se il club dei Del-la Valle lo ha prelevato dall’Atalan-ta per introdurlo nel grande calcio a spizzichi e bocconi (16 presenze europee per lui tra Champions e Uefa oltre ai 136 gettoni nella massima serie), la Sampdoria gli ha dato la totale fiducia, la ribalta dei riflettori, l’etichetta di vice-Vialli e la convocazione in azzurro. Lui ha ripagato la fiducia dell’ambien-

te blucerchiato e, dimostrando di essere cre-sciuto vertiginosamente, per due anni è stato insieme al compagno Cassano il leader della Samp, portandola fino in Champions grazie ai suoi innumerevoli gol. Forse quello con la ma-glia della Sampdoria è stato, per adesso, il pe-riodo più felice della sua vita calcistica. Quello più redditizio e ricco di soddisfazioni. Poi l’ad-dio, il passaggio all’Inter e il crollo del team ge-novese che, senza neanche rendersene conto,

è sprofondato in serie B. Molti sono gli acco-stamenti e i paragoni tra quella Samp e questa Fiorentina, la stessa Fio-rentina che Pazzini cercherà di battere sia per incrementare il suo scarno bottino di gol annuale (ammesso che Stramaccioni lo mandi in cam-po visto che dovrebbe partire dalla panchina),

sia per cercare di dare una mano all’Inter a raggiungere il traguar-do Champions (distante ancora 6 punti). Dall’altra parte troverà una squadra alla disperata ricerca di punti, impaurita e irriconoscibile per chi come lui l’ha vissuta (seppur spesso da spettatore non pagan-te) vincente e sicura di se stessa. Una squadra modello che divertiva in campionato e in Europa che oggi ha perso tutto il suo fascino non-ché molti dei suoi attori protagoni-sti. Non può non essere la partita di Giampaolo Pazzini quella che in queste ore andrà in scena al Fran-chi. Ma dovrà essere anche la par-tita della Fiorentina. Il destino vuole che il Pazzo tenti di salvare la sua stagione e quella dell’Inter in casa viola e che la squadra di Rossi tenti di salvare se stessa dall’etichetta di vice-Samp. Chi vincerà?

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Vincere con l’Inter oggi sarebbe importantis-simo. Non sarà facile. Ma i viola talvolta con i nerazzurri hanno compiuto imprese straor-dinarie come in occasione del match del 12 febbraio 1989.E’ una partita quella che è passata alla storia, perché di gare palpitanti terminate 4-3 non c’è stata solo Italia-Germania giocata a Cit-tà del Messico il 17 giugno 1970, ma anche Fiorentina-Inter di oltre 23 anni or sono. E noi ve la vogliamo raccontare. Per l’incontro valido per la diciassettesima giornata, ultima del girone d’andata, il tecnico svedese Sven Goran Eriksson manda in campo la seguente formazione: Landucci; Bosco, Mattei; Dunga, Battistini, Hysen; Salvatori, Cucchi, Borgono-vo (Stefano Pellegrini dall’88’), Baggio (Pe-rugi dall’89’), Di Chiara. L’Inter di Giovanni Trapattoni è in testa al campionato e arriva al Comunale imbattuta. Il che la dice tutta sul valore della squadra. In riva all’Arno l’atte-sa per questa sfida è enorme. I tifosi viola preparano un’accoglienza particolare a uno degli ex di turno, il centrocampista Nicola Berti (l’altro è l’attaccante argentino Ramon

Diaz) che, dopo aver promesso amore eter-no a Firenze, l’estate precedente è passato al club nerazzurro. Per lui ci sono fischi ed insulti all’ingresso in campo ed ogni volta che tocca il pallone. L’incontro è elettrizzante sin dalle prime battute. Al 13’ il terzino tedesco Brehme lancia in area Aldo Serena. Lo sve-dese Hysen lo mette giù. E per l’arbitro Agno-lin di Bassano del Grappa non ci sono dubbi: è calcio di rigore. L’altro tedesco dell’Inter, Matthaus, va sul dischetto e trafigge Landuc-ci. La Fiorentina si butta in avanti e Zenga compie alcuni interventi decisivi. Alla mez-zora Trapattoni opera il primo cambio: toglie dal campo il frastornato Berti che non ne az-zecca una ed inserisce al suo posto Beppe Baresi. Tre minuti più tardi Roberto Baggio riprende un tiro di Borgonovo respinto da un difensore e batte Zenga. E’ il gol dell’1-1. Nel-la ripresa la partita diventa ancora più emo-zionante. Al 7’ l’ex nerazzurro Enrico Cucchi, prematuramente scomparso per un male in-curabile, porta in vantaggio la Fiorentina con un preciso rasoterra. L’Inter, però, non si ar-rende e nel giro di cinque minuti addirittura

ribalta il risultato. E’ Aldo Serena di testa per due volte, tra il 10’ e il 12’, ad andare a se-gno. Per i viola la gara sembra stregata. Ma si buttano comunque in avanti alla ricerca del pareggio. Al ventottesimo Stefano Borgono-vo batte Zenga con un secco diagonale per il gol del 3-3. Poi a cinque minuti dal 90’ ac-cade l’imponderabile. Ferri batte una punizio-ne al limite dell’area nerazzurra, toccando il pallone per Bergomi. Questi tenta il passag-gio all’indietro verso il portiere Zenga. Sulla sfera, però, si avventa come un falco Borgo-novo che batte nuovamente il portiere dell’In-ter, siglando il suo secondo gol della partita sotto la curva Fiesole. I tifosi viola sono in visibilio. La festa è grande in campo e sugli spalti. Per i nerazzurri è la prima sconfitta del campionato. Comunque la formazione di Tra-pattoni conquisterà lo scudetto. La Fiorenti-na, dal canto suo, arriverà allo spareggio per un piazzamento in Coppa Uefa con la Roma sul campo neutro di Perugia. Sarà un gol del centravanti Roberto Pruzzo, sostituto dello squalificato Borgonovo, a regalare ai viola il passaporto per l’Europa.

amarcorddi R. Lopes Pegna 23 Anni fa FIORENTINA-INTER

SuLLA SCIA DEL 4-3 FRA ITALIA-GERMANIA


Prima una voce, poi una mez-za indiscrezione seguita da qualcuno che sussurra la noti-zia. Mihajlovic è il nuovo allena-tore dell’Inter. Giugno 2011, a Fi-renze sono i giorni della speran-za: dopo una stagione deludente disputata interamente senza Jo-vetic c’è voglia di tornare ad es-sere protagonisti, di lottare con le squadre importanti per i posti in cima alla classifica. E quella no-tizia fa il giro della città in breve tempo. In tanti sarebbero con-tenti di un cambio d’allenatore, qualcuno storce il naso per una questione di principio. “Possibile che contiamo talmente poco che appena chiama una società abbia la strada spianata per prendersi il nostro allenatore?”. Questo il quesito che si pone qualche tifoso un po’ più diplomatico e attento in quei giorni, anche perché magari Mihajlovic non sarà pia-

ciuto come allenatore, ma in molti ne apprez-zavano (e continuano probabilmente a farlo) le doti umane. Il problema del ‘peso politico’ della società passa subito in secondo piano. In città prevale la voglia di cambiamento. L’aver

promesso la Champions League e l’essersi ritrovato ultimo in clas-sifica (dopo la sconfitta contro la Sampdoria) è una macchia che non riesce a mandar via. Ecco quindi la possibilità di svoltare, tra l’altro piovuta dal cielo. L’Inter vuole Mihajlovic per il dopo Le-onardo. Serve un uomo che co-nosca l’ambiente alla ‘Pinetina’, con una forte influenza sui gio-catori. Il presidente Moratti pas-sa da un colloquio all’altro, ma nella testa c’è sempre il nome di Sinisa.GIORNI FRENETICI. Per l’alle-natore della Fiorentina sono gior-ni particolari. Buona parte della

città lo spinge lontano da Firenze, ma lui non è abituato a lasciare le cose a metà. L’orgo-glio gli dice di rimanere, anche quando arriva puntuale la chiamata di Moratti. Sono ore fre-netiche, con i più importanti quotidiani sportivi

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STADIO17

totalmente divisi sulla questione. C’è chi so-stiene che per Mihajlovic all’Inter manchi solo la firma, altri parlano di un Gasperini in netto vantaggio per la panchina nerazzurra, anche perché Sinisa avrebbe declinato la proposta. Il diretto interessato decide di sgombrare il cam-po da equivoci e la mattina del 23 giugno viene organizzata una conferenza stampa in fretta e furia allo stadio Franchi: «Sono contentissimo di stare a Firenze e spero di restarci tanti anni e di fare bene con la Fiorentina. E’ vero che ho avuto contatti con l’Inter, mi hanno chiamato: volevano sapere se ero disponibile ad andare ad allenare i nerazzurri. Se io avessi chiesto alla Fiorentina di lasciarmi andare a Milano non credo che la società avrebbe fatto proble-mi. Ma a questo punto non ci siamo mai arriva-ti, perché la volontà mia era di restare qui. Non ho mai avuto nessun dubbio. Qualcuno sarà dispiaciuto di questa mia conferma ma io resto a Firenze, mi piace il progetto viola e sto bene, spero di rimanere per tanti anni. So che i tifo-si non hanno entusiasmo in questo momento ma chiedo loro di credere in me, nella società e in questa squadra. Con questa conferenza stampa spero di chiarire definitivamente la mia volontà e la mia posizione».L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA. Le voci si affievoliscono, Mihajlovic torna a la-vorare serenamente con il gruppo gigliato, ma nelle settimane successive emerge l’altra faccia della medaglia. E’ vero che il contatto diretto tra Moratti e Mihajlovic c’è stato ed è altrettanto vero che nella testa del presidente

era Sinisa il candidato ideale fra quelli raggiun-gibili in quel momento. Ma Mihajlovic non ave-va fatto i conti con Marco Branca, il direttore dell’area tecnica dell’Inter. E’ stato lui a bloc-care l’approdo a Milano dell’allora allenatore viola, caldeggiando con forza il nome di Ga-sperini. C’è addirittura chi racconta di una forte antipatia tra Branca e Mihajlovic (nata ai tempi della gestione Mancini), tanto che il dirigente avrebbe minacciato le dimissioni in caso di in-gaggio di Mihajlovic come allenatore dell’Inter. Tutta la querelle non sarebbe piaciuta nemme-no all’allenatore serbo, che non è mai arrivato a chiedere alla famiglia Della Valle di essere liberato proprio perché non si è mai del tutto sentito accettato e ben voluto a Milano. I voli

in Portogallo per trat-tare con Villas Boas, gli incontri segreti con Bielsa e i tentativi di-sperati per Capello lo hanno fatto sentire una specie di ‘ripiego di lusso’ (al pari di Gasperini). Se aves-se forzato la mano con Moratti (il rapporto tra i due è splendido ancora oggi, si sentono spesso al telefono) probabilmente sarebbe davvero potuto andare ad allenare l’Inter, a dispetto di Branca e di qualche altro dirigente a cui non va a genio. La componente dell’orgoglio non deve passare comunque in secondo piano. Mihajlovic è rimasto a Firenze convinto di portare a termine il suo percorso e fiducioso di poter regalare qualcosa di bello ai tifosi. In fin dei conti la Fiorentina era reduce da un buon girone di ritorno e poteva contare su uno Jovetic in più. La scelta di ostacolare in tutti i modi l’ingaggio di Mihajlovic potrebbe costare cara a Branca, perché da Gasperini in poi l’Inter non ha ancora trovato una guida tec-nica che regali garanzie per il futuro e chissà che lo stesso Moratti non abbia voglia di avva-lersi di qualche altro dirigente al suo posto. Ma il calcio è bello proprio per questo. Le scelte fanno parte del passato un minuto dopo che sono state compiute. Mihajlovic oggi sarebbe potuto tornare per la prima volta a Firenze da avversario, ma probabilmente dovrà aspettare ancora molto per farlo, visto che sembra ad un passo dalla panchina della Serbia.

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Le probabili formazioni FIORENTINA-INTER

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Il modulo con la difesa a tre e un folto centrocampo sembra, al momento, quello che dà maggiori garanzie a Delio Rossi. Il tecnico avrebbe affrontato con questo modulo la Roma domenica scorsa e quindi tutto lascia pensare che anche contro l’Inter sarà riproposto. A protezione di Boruc dovrebbero essere scelti Gamberini, Natali e Nastasic. Il condizionale è d’obbligo per

almeno due elementi. Il capitano infatti non sta attraversando un buon periodo di forma e all’Olimpico (se la partita si fosse giocata) sarebbe rimasto fuori. Il giovane serbo invece è reduce da un problema fisico, ma già da mercoledì è rientrato in gruppo e quindi dovrebbe essere al suo posto. Capitolo centro-campo. Cassani (in netto vantaggio su De Silvestri) e Pasqual sembrano

sicuri del posto sulle corsie esterne, mentre la zona centrale è un vero e proprio rebus. Behrami dovrebbe stringere i denti (in alternativa spazio a Kharja), mentre Vargas ha accusato un nuovo problema al ginocchio nella partitella del giovedì (per lui stagione finita), allora spazio a Lazza-ri che è pronto per una maglia da titolare. Discorso a parte per Montoli-vo. Rossi non lo riterrebbe più fondamentale e nella sua testa starebbe studiando una Fiorentina senza di lui per questo finale di campionato (voci di corridoio raccontano che già a Roma il centrocampista giglia-to sarebbe finito in panchina). Difficile dire se l’esclusione avverrà già contro i nerazzurri anche perché c’è una certa emergenza dettata dagli infortuni. In caso di ‘taglio’ del centrocampista bergamasco potrebbe essere schierato addirittura Salifu dal primo minuto al suo posto. In at-tacco i problemi maggiori. I guai fisici di Jovetic non lasciano alternative a Rossi, che proporrà in partenza l’inedita coppia formata da Ljajic e Cerci. Per l’esterno romano si tratta del ritorno dopo la squalifica rime-diata per l’espulsione contro la Juventus. Stramaccioni invece dovrebbe affidarsi al collaudato 4-3-3. All’inizio della settimana si era parlato di un probabile cambio di modulo per inserire Sneijder nella formazione titolare, ma in casa nerazzurra non sembra essere tempo per gli esperimenti anche perché l’olandese (al pari di Maicon) non è ancora al meglio fisicamente. In porta andrà Julio Cesar, e davanti a sé avrà una linea a quattro composta da Zanet-ti, Lucio, Chivu e Nagatomo. A centrocampo, dove la Fiorentina farà molta densità avendo tre giocatori nella zona centrale, potrebbero tro-vare posto Cambiasso, Stankovic e Obi. In attacco pronto il tridente formato da Forlan, Milito e Zarate. Possono sperare in un posto da titolari anche Poli e Guarin, che entrerebbero in concorrenza per il po-sto di Stankovic qualora il serbo non fosse in buone condizioni fisiche.

FIORENTINA (3-5-2): Boruc; Gamberini, Natali, Nastasic; Cassani, Behrami, Montolivo, Lazzari, Pasqual; Cerci, Ljajic. All.: Rossi

INTER (4-3-3): Julio Cesar; Zanetti, Lucio, Chivu, Nagatomo; Cambias-so, Stankovic, Obi; Zarate, Milito, Forlan. All.: Stramaccioni

Arbitro: Valeri Assistenti: Viazzi-Liberti IV uomo: Mazzoleni

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A 11.09.11 2a GIORNATA R 01.02.12

0 0 Catania-Siena 1 01 3 Cesena-Napoli 0 02 2 Chievo-Novara 2 12 0 Fiorentina-Bologna 0 22 2 Genoa-Atalanta 0 14 1 Juventus-Parma 0 00 2 Lecce-Udinese 1 22 2 Milan-Lazio 0 24 3 Palermo-Inter 4 41 2 Roma-Cagliari 2 4

A 18.09.11 3a GIORNATA R 05.02.12

1 0 Atalanta-Palermo 1 20 2 Bologna-Lecce 0 02 1 Cagliari-Novara 0 01 0 Catania-Cesena 0 00 0 Inter-Roma 0 41 2 Lazio-Genoa 2 33 1 Napoli-Milan 0 02 1 Parma-Chievo 2 10 1 Siena-Juventus 0 02 0 Udinese-Fiorentina 2 3

A 21.09.11 4a GIORNATA R 12.02.12

1 2 Cesena-Lazio 2 31 0 Chievo-Napoli 0 23 0 Fiorentina-Parma 2 23 0 Genoa-Catania 0 41 1 Juventus-Bologna 1 11 2 Lecce-Atalanta 0 01 1 Milan-Udinese 2 13 1 Novara-Inter 0 13 2 Palermo-Cagliari 1 21 1 Roma-Siena 0 1

A 25.09.11 5A GIORNATA R 19.02.12

2 1 Atalanta-Novara 0 01 3 Bologna-Inter 3 00 0 Cagliari-Udinese 0 01 1 Catania-Juve 1 32 1 Chievo-Genoa 1 00 0 Lazio-Palermo 1 51 0 Milan-Cesena 3 10 0 Napoli-Fiorentina 3 00 1 Parma-Roma 0 13 0 Siena-Lecce 1 4

A 02.10.11 6A GIORNATA R 26.02.12

0 0 Cesena-Chievo 0 11 2 Fiorentina-Lazio 0 10 3 Inter-Napoli 0 12 0 Juventus-Milan 1 10 2 Lecce-Cagliari 2 13 3 Novara-Catania 1 32 0 Palermo-Siena 1 43 1 Parma-Genoa 2 23 1 Roma-Atalanta 1 42 0 Udinese-Bologna 3 1

A 16.10.11 7A GIORNATA R 04.03.12

0 0 Atalanta-Udinese 0 00 0 Cagliari-Siena 0 32 1 Catania-Inter 2 20 0 Cesena-Fiorentina 0 20 0 Chievo-Juventus 1 10 0 Genoa-Lecce 2 22 1 Lazio-Roma 2 13 0 Milan-Palermo 4 01 2 Napoli-Parma 1 20 2 Novara-Bologna 0 1

A 23.10.11 8A GIORNATA R 11.03.12

0 2 Bologna-Lazio 3 10 0 Cagliari-Napoli 3 62 2 Fiorentina-Catania 0 11 0 Inter-Chievo 2 02 2 Juventus-Genoa 0 03 4 Lecce-Milan 0 21 2 Parma-Atalanta 1 11 0 Roma-Palermo 1 02 0 Siena-Cesena 2 03 0 Udinese-Novara 0 1

A 26.10.11 9A GIORNATA R 18.03.12

1 1 Atalanta-Inter 0 01 1 Cesena-Cagliari 0 30 1 Chievo-Bologna 2 22 1 Genoa-Roma 0 12 1 Juve-Fiorentina 5 01 1 Lazio-Catania 0 14 1 Milan-Parma 2 02 0 Napoli-Udinese 2 21 1 Novara-Siena 2 02 0 Palermo-Lecce 1 1

A 30.10.11 10A GIORNATA R 25.03.12

3 1 Bologna-Atalanta 0 20 3 Cagliari-Lazio 0 12 1 Catania-Napoli 2 21 0 Fiorentina-Genoa 2 21 2 Inter-Juventus 0 21 1 Lecce-Novara 0 02 0 Parma-Cesena 2 22 3 Roma-Milan 1 24 1 Siena-Chievo 1 11 0 Udinese-Palermo 1 1

A 06.11.11 11A GIORNATA R 01.04.12

1 0 Atalanta-Cagliari 0 20 1 Cesena-Lecce 0 01 0 Chievo-Fiorentina 2 10 1 Genoa-Inter 4 51 0 Lazio-Parma 1 34 0 Milan-Catania 1 13 3 Napoli-Juventus 0 30 2 Novara-Roma 2 53 1 Palermo-Bologna 3 12 1 Udinese-Siena 0 1

A 20.11.11 12A GIORNATA R 07.04.12

0 1 Bologna-Cesena 0 01 2 Catania-Chievo 3 20 0 Fiorentina-Milan 2 11 0 Genoa-Novara 1 12 1 Inter-Cagliari 2 23 0 Juventus-Palermo 2 00 0 Napoli-Lazio 1 32 0 Parma-Udinese 1 32 1 Roma-Lecce 2 42 2 Siena-Atalanta 2 1

A 27.11.11 13A GIORNATA R 11.04.12

1 1 Atalanta-Napoli 3 11 1 Cagliari-Bologna 0 12 0 Cesena-Genoa 1 10 1 Lazio-Juventus 1 20 1 Lecce-Catania 2 14 0 Milan-Chievo 1 02 1 Novara-Parma 0 22 0 Palermo-Fiorentina 0 00 1 Siena-Inter 1 22 0 Udinese-Roma 1 3

A 04.12.11 14A GIORNATA R 15.04.12

1 0 Bologna-Siena0 1 Catania-Cagliari0 0 Chievo-Atalanta3 0 Fiorentina-Roma0 2 Genoa-Milan0 1 Inter-Udinese2 0 Juventus-Cesena3 0 Lazio-Novara4 2 Napoli-Lecce0 0 Parma-Palermo

A 11.12.11 15A GIORNATA R 22.04.12

1 1 Atalanta-Catania2 2 Bologna-Milan0 0 Cagliari-Parma2 0 Inter-Fiorentina2 3 Lecce-Lazio1 1 Novara-Napoli0 1 Palermo-Cesena1 1 Roma-Juventus0 2 Siena-Genoa2 1 Udinese-Chievo

A 18.12.11 16A GIORNATA R 29.04.12

2 0 Catania-Palermo0 1 Cesena-Inter2 0 Chievo-Cagliari2 2 Fiorentina-Atalanta2 1 Genoa-Bologna2 0 Juventus-Novara2 2 Lazio-Udinese2 0 Milan-Siena1 3 Napoli-Roma3 3 Parma-Lecce

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A 27.11.11 13A GIORNATA R 11.04.12

1 1 Atalanta-Napoli 3 11 1 Cagliari-Bologna 0 12 0 Cesena-Genoa 1 10 1 Lazio-Juventus 1 20 1 Lecce-Catania 2 14 0 Milan-Chievo 1 02 1 Novara-Parma 0 22 0 Palermo-Fiorentina 0 00 1 Siena-Inter 1 22 0 Udinese-Roma 1 3

A 04.12.11 14A GIORNATA R 15.04.12

1 0 Bologna-Siena0 1 Catania-Cagliari0 0 Chievo-Atalanta3 0 Fiorentina-Roma0 2 Genoa-Milan0 1 Inter-Udinese2 0 Juventus-Cesena3 0 Lazio-Novara4 2 Napoli-Lecce0 0 Parma-Palermo

A 11.12.11 15A GIORNATA R 22.04.12

1 1 Atalanta-Catania2 2 Bologna-Milan0 0 Cagliari-Parma2 0 Inter-Fiorentina2 3 Lecce-Lazio1 1 Novara-Napoli0 1 Palermo-Cesena1 1 Roma-Juventus0 2 Siena-Genoa2 1 Udinese-Chievo

A 18.12.11 16A GIORNATA R 29.04.12

2 0 Catania-Palermo0 1 Cesena-Inter2 0 Chievo-Cagliari2 2 Fiorentina-Atalanta2 1 Genoa-Bologna2 0 Juventus-Novara2 2 Lazio-Udinese2 0 Milan-Siena1 3 Napoli-Roma3 3 Parma-Lecce

A 08.01.12 17A GIORNATA R 02.05.12

0 2 Atalanta-Milan2 0 Bologna-Catania3 0 Cagliari-Genoa5 0 Inter-Parma0 1 Lecce-Juventus0 3 Novara-Fiorentina1 3 Palermo-Napoli2 0 Roma-Chievo4 0 Siena-Lazio4 1 Udinese-Cesena

A 15.01.12 18A GIORNATA R 06.05.12

1 1 Catania-Roma3 1 Cesena-Novara1 0 Chievo-Palermo0 1 Fiorentina-Lecce3 2 Genoa-Udinese1 1 Juventus-Cagliari2 0 Lazio-Atalanta0 1 Milan-Inter1 1 Napoli-Bologna3 1 Parma-Siena

A 22.01.12 19A GIORNATA R 13.05.12

0 2 Atalanta-Juve0 0 Bologna-Parma0 0 Cagliari-Fiorentina2 1 Inter-Lazio2 2 Lecce-Chievo0 3 Novara-Milan5 3 Palermo-Genoa5 1 Roma-Cesena1 1 Siena-Napoli2 1 Udinese-Catania

PARTITA GOL RIGORE C F T C F T RF RC

SQUADRE Pt G V N P G V N P G V N P M.I. R S R S R S T R T RJuventus 68 16 11 5 0 16 7 9 0 32 18 14 0 4 32 10 21 8 53 18 1 1 3 1Milan 67 15 9 4 2 17 11 3 3 32 20 7 5 5 30 9 32 17 62 26 9 9 1 1Lazio 54 16 9 4 3 16 7 2 7 32 16 6 10 -10 23 13 25 27 48 40 6 6 4 4Udinese 51 16 11 4 1 16 3 5 8 32 14 9 9 -13 28 10 16 22 44 32 5 4 6 4Roma 50 16 10 3 3 16 5 2 9 32 15 5 12 -14 34 16 18 26 52 42 3 2 7 7Napoli 48 16 7 6 3 16 5 6 5 32 12 12 8 -16 33 21 23 20 56 41 8 3 1 1Inter 48 17 8 4 5 15 6 2 7 32 14 6 12 -18 30 24 17 21 47 45 8 5 9 6Catania 43 16 8 5 3 16 2 8 6 32 10 13 9 -21 22 12 20 31 42 43 9 8 5 4Chievo 42 16 7 4 5 16 4 5 7 32 11 9 12 -22 15 15 15 25 30 40 3 2 7 4Atalanta 40 16 7 6 3 16 4 7 5 32 11 13 8 -18 20 13 17 21 37 34 4 3 7 6Palermo 40 16 10 1 5 16 1 6 9 32 11 7 14 -24 32 23 12 26 44 49 4 4 6 6Bologna 40 17 6 4 7 15 4 6 5 32 10 10 12 -26 18 22 15 16 33 38 3 2 6 6Siena 39 16 8 3 5 16 2 6 8 32 10 9 13 -25 25 12 12 22 37 34 8 7 7 6Cagliari 38 16 6 7 3 16 3 4 9 32 9 11 12 -26 20 14 13 25 33 39 6 6 3 3Parma 38 16 7 5 4 16 2 6 8 32 9 11 12 -26 27 19 14 31 41 50 6 5 6 3Fiorentina 37 16 7 4 5 16 2 6 8 32 9 10 13 -27 22 20 10 18 32 38 5 5 6 6Genoa 36 16 7 6 3 16 2 3 11 32 9 9 14 -28 24 19 19 39 43 58 6 5 9 8Lecce 34 16 3 6 7 16 5 4 7 32 8 10 14 -30 21 24 16 24 37 48 7 6 5 5Novara 25 16 3 8 5 16 2 2 12 32 5 10 17 -39 15 22 12 32 27 54 4 3 4 2Cesena 21 15 2 6 7 17 2 3 12 32 4 9 19 -41 11 17 8 31 19 48 6 4 9 7

CLASSIFICA - SERIE A

23 Ibrahimovic z. (Milan), 20 Di Natale A. (udinese), Milito D. (Inter), 19 Cavani E. (Napoli),16 Palacio R. (Genoa), 15 Denis G. (Atalanta), 13 Jovetic S. (Fiorentina), Klose M. (Lazio),12 Miccoli F. (Palermo), 11 Calaio’ E. (Siena), Di Michele D. (Lecce), Giovinco S. (Parma), Osvaldo D. (Roma),

10 Di Vaio M. (Bologna), Matri A. (Juventus), 9 Borini F. (Roma), Lavezzi E. (Napoli), Nocerino A. (Milan), Pinilla M. (Cagliari),8 Destro M. (Siena), Hernanes A. (Lazio), Lodi F. (Catania), Mutu A. (Cesena), 7 Bergessio G. (Catania), Hamsik M. (Napoli), Larrivey J. (Cagliari), Marchisio C. (Juventus), Muriel L. (Lecce), Rigoni M. (Novara),6 Bojan P. (Roma), Budan I. (Palermo), Diamanti A. (Bologna), Floccari S. (Parma), Pandev G. (Napoli), Pellissier S. (Chievo), Pepe S. (Juventus), Thereau C. (Chievo), Vucinic M. (Juventus),5 Acquafresca R. (Bologna), Basta D. (udinese), Gilardino A. (Genoa), Hernandez A. (Palermo), Jankovic B. (Genoa), Moralez M. (Atalanta), Paloschi A. (Chievo), Pazzini G. (Inter), Ramirez G. (Bologna), Robinho R. (Milan), Rocchi T. (Lazio), Rossi M. (Genoa), Totti F. (Roma),4 Almiron S. (Catania), Barrientos P. (Catania), Boateng K. (Milan), Cambiasso E. (Inter), Cerci A. (Fiorentina), Conti D. (Cagliari), Legrottaglie N. (Catania), Lulic S. (Lazio), Marilungo G. (Atalanta), Maxi Lopez G. (Milan), Morimoto T. (Novara), Moscardelli D. (Chievo), Quagliarella F. (Juventus), Sculli G. (Genoa), Vidal A. (Juventus),3 Asamoah K. (udinese), Biabiany J. (Parma), Bogdani E. (Siena), Candreva A. (Lazio), Caracciolo A. (Novara), Cuadrado J. (Lecce), D’agostino G. (Siena), De Rossi D. (Roma), Dzemaili B. (Napoli), Floro Flores A. (udinese), Giacomazzi G. (Lecce), Gomez A. (Catania), Isla M. (udinese), Juan S. (Roma), Lamela E. (Roma), Maggio C. (Napoli), Mascara G. (Novara), Mauri S. (Lazio), Modesto F. (Parma), Motta T. (Inter), Paletta G. (Parma), Pjanic M. (Roma), Ribeiro T. (Cagliari), Silvestre M. (Palermo), Simplicio F. (Roma),

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STADIO22 aprile 2012 Fiorentina - Inter22storia violadi Alfredo Verni Dal vivaio alla prima squadra:

DuRA LA VITA PER I TECNICI VIOLAQuest’oggi la Fiorentina ospite-

rà l’Inter di Stramaccioni allo stadio Franchi. Fino a poche settimane fa nessu-

no poteva immaginarsi che sulla panchina dei nerazzurri ci fosse lui, giovane allenatore romano alle prime armi, con un’esperienza li-mitata al solo settore giovanile. BUSO ACCANTONATO. Anche per la squa-dra viola, nel corso degli ultimi anni, il settore giovanile ha rivestito un ruolo importante. Con l’avvento della famiglia Della Valle si è assi-stito ad una vera e propria rifondazione per mano di Pantaleo Corvino. E anche nel mon-do Fiorentina sono nati allenatori dalle qualità tecniche evidenti. Pensiamo agli anni recenti. Parallelamente al ‘progetto giovani’ sono ar-rivati anche i trofei e le vittorie, come gli scu-detti vinti da Allievi e Giovanissimi Naziona-li, la Coppa Italia strappata dalle mani della Roma e la Supercoppa italiana vinta all’inizio di questa stagione. Di questi successi Renato Buso ne ha firmati due. Lo scudetto con gli Allievi e la Coppa Italia con la Primavera, an-che se metà Supercoppa (come si usa dire in questi casi quando tra una vittoria e l’altra una squadra rimane più o meno la stessa ad ec-cezion fatta dell’allenatore) gli spetta di diritto

(l’altra metà ovviamente spetta a Leonardo Semplici, suo successore sulla panchina della Primavera). I successi però non sono bastati a Buso per essere riconfermato. All’ex tecnico probabilmente non è mai stata perdonata la sconfitta nella semifinale scudetto persa ai ri-gori la scorsa stagione contro il Varese in tripla superiorità numerica. Fatto sta che la Fioren-tina, oltre a non credere in lui per un futuro in prima squadra, ha deciso di allontanarlo an-che dalla panchina della Primavera suscitan-do qualche doverosa polemica. Anche perché c’era stato un momento, per esempio, in cui in città veniva sottolineato (con un po’ di giusta ironia e spirito fiorentino) come l’unico tecnico vincente dell’epoca Della Valle fosse proprio Buso e che non sarebbe stato male provare ad affidargli la prima squadra. Un’eresia per molti pensare ad un salto nel buio affidando ad un tecnico una prima squadra. Sicura-mente un’eresia per la Fiorentina, non per l’Inter però che, non avendo ormai più niente da perdere e soprattutto dopo aver cambiato cinque allenatori in due stagioni, ha tentato la ‘linea verde’ dando fiducia al giovane tecnico romano. Così Stramaccioni, il giorno dopo il successo al NextGen Series, si è ritrovato alla

Pinetina a dirigere l’allenamento di Milito e compagni. Mentre Buso si è dovuto acconten-tare della panchina del Gavorrano.DA ULIVIERI A CHIARUGI. In questo senso la squadra viola non ha smentito la sua sto-ria. Infatti Renato Buso è in buona compa-gnia perché il club di viale Fanti non ha quasi

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mai concesso una chance agli allenatori pro-venienti dalle giovanili, fatta eccezione per la bandiera Chiarugi ma in momenti drammati-ci dove la situazione per i viola era già mol-to compromessa. Ma andiamo con ordine. Ecco allora che si può tornare indietro di circa trent’anni. A far parte dello staff delle giovanili viola c’era un certo Renzo Ulivieri. L’allena-tore di origini toscane arrivava dall’esperienza empolese in serie C1 ed è rimasto alla Fioren-tina dal 1976 al 1978. Nel biennio in viola la ‘sua’ squadra ha vinto il Torneo di Viareggio battendo per 4-0 la Roma dopo aver ottenuto un quarto posto l’anno precedente. Gli otti-mi risultati non gli hanno garantito la fiducia della proprietà che non lo ha riconfermato né nel settore giovanile, né ha puntato su di lui affidandogli la prima squadra (affidata invece nella stagione 1978-79 a Paolo Carosi). Ne-gli anni Ulivieri ha certamente dimostrato le sue capacità di allenatore altrove. Da UIivie-ri a Luciano Chiarugi. Appesi gli scarpini al chiodo alla fine del campionato 1984-85, inizia la carriera di allenatore nelle giovanili viola. Con la Primavera della Fiorentina, Chiarugi ha ottenuto risultati importanti arrivando in finale

del Torneo di Viareggio nel 1994 e vincendo una Coppa Italia nel 1995-96 contro il Torino. In prima squadra, però, anche per lui poche aspettative. Infatti all’ex ala della Fiorentina sono state concesse tre sole occasioni per sedere sulla panchina dei ‘grandi’, ma non per meriti o fiducia, bensì come mossa della disperazione per tentare (in due casi su tre) di salvare il salvabile con la Fiorentina per due volte in lotta per non retrocedere. La prima vol-ta risale alla stagione 1992-93 quando, con la squadra nei bassifondi della classifica, venne chiamato in coppia con Antognoni a sostituire Aldo Agroppi nelle ultime cinque giornate di campionato, senza tuttavia riuscire ad evita-re la retrocessione della squadra in serie B. La seconda parentesi risale al febbraio 2001 quando per una giornata siede sulla panchina della massima serie suben-trando a Fatih Terim: una sola gara, quel Bari-Fiorentina fini-ta 2-1 per i pugliesi, prima di passare il testimone a Rober-to Mancini, del quale diventa l’allenatore in seconda. Infine una terza occasione (se tale si può chiamare): quando alla fine della stagione 2001-02 (quella del fallimento per intenderci), dopo le dimissioni di Mancini prima e di Ottavio Bianchi poi, ha l’amaro com-pito di accompagnare inerme la Fiorentina per la seconda volta in serie B. Nessun allenatore del settore giovanile viola, però, può vantare una chiamata dalla prima squadra, un tentativo (magari anche fallito) sulla panchina dei ‘grandi’. Se chiamata c’è stata, si è trattato spesso di ‘ripiego’ o ten-tativo estremo per evitare ulteriori e onerose chiamate esterne.SACCHI ERA VIOLA. Ma nell’Olimpo degli allenatori che pur essendo passati dal settore giovanile viola non hanno avuto una chance in prima squadra vanta una poltrona speciale anche colui che ha cambiato il gioco del cal-cio, Arrigo Sacchi, l’inventore della zona e

del pressing in Italia per capirci. Prove-niente dal Rimini in C1, Sacchi arrivò sulla panchina del Fiorentina nel 1983-84 e rimase un solo anno alla guida delle giovanili viola. Il tecnico di Fusignano ottenne il terzo posto al Torneo di Viareggio dopo aver perso l’accesso alla finale con il Torino vincitore del torneo e vincendo la finale valida per il terzo e quarto posto contro la Roma per 3-2. Alla fine di quella stagione, Italo Allodi decise di man-darlo a fare esperienza a Parma: sulla panchi-na della prima squadra c’era ancora Giancarlo

De Sisti e sarebbe stato un rischio affidarla ad un gio-vane. Al Parma (che nel frattempo era retrocesso in serie C1) Sacchi dimostrò subito di avere stoffa, con-ducendo i ducali di nuovo in serie B. Non solo: fece molto clamore l’elimina-zione del Milan in Coppa Italia a San Siro per mano di un Parma spettacolare e grazie alla quale l’allena-tore dei Ducali si mise in mostra agli occhi di Silvio Berlusconi che se ne inna-morò letteralmente. Dopo l’esperienza sulla panchi-

na del Parma, però, la Fiorentina decise di non puntare su di lui, ma di affidare la prima squadra ad un giovane Aldo Agroppi (ottima la sua stagione) lasciando che fosse il Milan a godere del suo calcio spettacolare negli anni a seguire. Perché la Fiorentina, nella sua storia, non ha mai puntato sui giovani tecnici emergenti venuti fuori dal settore giovanile? A tale domanda, probabilmente, non verrà mai data risposta. Certo che per fare una scelta del genere, come quella fatta da Moratti, ser-vono coraggio e fortuna (anche se, nel caso del patron nerazzurro, pure mancanza di reali alternative).

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Un tempo le chiamavamo ‘partite-cartello’ e per riuscire ad accaparrar-

ci il biglietto bisognava essere vispi e pronti a comprarlo non appena iniziava la preven-dita. L’identikit di una partita-cartello, ovvero di una sfida importante, corrispondeva spes-so alle caratteristiche della gara odierna: av-versario con figurine famose in rosa, con la maglia a strisce e con qualche strascico di antipatia endemica che ogni squadra blaso-nata non riesce proprio a scrollarsi di dosso. Effetto automatico della partita-cartello era uno stadio “gremito - sempre come si diceva un tempo - in ogni ordine di posto”. Marzio Brazzini, ultras storico viola e ospite fisso di una trasmissione su Radio Blu dedicata ai tifosi, ne ha gremiti parecchi di stadi. Anche oggi occuperà il suo posto fra i gradoni del Franchi, ma non può fare a meno di constata-re un calo di partecipazione, sia in termini di numeri sia in termini di passione. «Il pubblico delle grandi occasioni, quello del tutto esau-rito allo stadio - afferma Brazzini - credo che possiamo momentaneamente scordarcelo». Quindi non è rimasta più neanche una goc-

cia di adrenalina per l’attesa di una sfida contro una ‘maglia a strisce’? «In questo momento mi pare di no, spero di sbagliarmi ma è questa la mia percezione da quello che sento in giro. Poi c’è anche il fatto dell’orario, le 12.30 non è che sia il massimo della vita». Il cosiddetto lunch-game rientra nell’am-bito di un ‘calcio spezzatino’ sempre più inarrestabile. Qual è il kit di sopravviven-za al cospetto di un calendario sempre più irregolare? «Non è facile sopravvivere. Al di là del rinvio che in questa settimana è stato doveroso per la tragedia di otto gior-ni fa in Pescara-Livorno, allo stato attuale lo ‘spezzatino’ è inevitabile perché le par-tite sono troppe. Nelle annate che prece-dono i mondiali o gli europei, soprattutto, il calendario è ancora più fitto e intasato». Alla luce di tutto ciò, come si fa a ri-portare la passione allo stadio? A pre-scindere dai risultati e dalle pay-tv, che giocano ormai un ruolo assodato e ri-levante, c’è qualche altro fattore su cui si può lavorare per salvare il tifoso e la passione? «Al di là delle prestazioni, che

ovviamente sono importanti, a mio avviso si dovrebbe innanzitutto ridurre la repressione nelle curve. Seconda di poi, si potrebbe ri-durre il numero di squadre, fare una serie A con 18 club per far respirare un po’ il ca-lendario. Inoltre servirebbe una politica dei prezzi bassi, la crisi economica è sotto gli occhi di tutti. Queste sarebbero già delle mi-gliorie fondamentali. Senza poi dimenticare gli stadi di proprietà, stadi più comodi. La Juventus ha dimostrato come un impianto nuovo possa fare il sold-out tutte le domeni-che. Prima ci andavano 20-25mila persone, oggi raggiungono sempre quota 40mila». Peraltro la Juventus si permette di ap-plicare anche tariffe alte, addirittura ‘iscrizioni-fedeltà’ online a pagamento, è veramente cambiato tutto. «E’ cambia-to tutto grazie allo stadio nuovo. Non pren-di l’acqua quando piove e accedi agevol-mente alla struttura. Prendi l’esempio dei cinema, quelli in centro ora sono un po’ in crisi perché non trovi posto per la macchi-na, hai problemi di viabilità e tutto il resto. Ora funzionano di più i multisala in perife-

allo stadiodi Luca Capanni Mezzogiorno (e mezzo) di fuoco:

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ria, mi sembra che la realtà sia questa». Torniamo al ‘lunch-game’ di oggi, diamo un consiglio ai tifosi: come si fa a non saltare il pranzo e a non litigare con la moglie (o marito, a seconda dei casi) che ci vede scappar di casa come ladri la do-menica mattina? «Personalmente, per non saltare il pranzo mi organizzo nel dopoga-

ra. Mangio dopo la fine del match, verso le due e mezzo del pomeriggio, d’altra parte sono abbastanza abituato per motivi di la-voro. Per quanto riguarda il rischio di litiga-re con la moglie, fortunatamente non devo affrontare questo problema, perché mia moglie è ancora più tifosa di me, quindi…». Va beh allora così non vale. Comunque si

può dire che il match di oggi sia l’ultima partita importante della stagione, per quanto riguarda le gare casalinghe? In fondo l’Inter è sem-pre l’Inter. «Guarda, dipende da come la vedi. E’ l’ultima partita importante dal punto di vista del blasone dell’avversaria. Ma for-se sono più importanti le gare interne con No-vara e Cagliari, perché

in esse abbiamo veramente l’obbligo del ri-sultato, mentre con l’Inter, in un certo senso, quel che viene viene. A meno che non vincia-mo le prossime tre: con l’Inter, con la Roma all’Olimpico ed a Bergamo con l’Atalanta». Perché non vederla così, allora? E augurar-si che questa, davvero, sia l’ultima partita-cartello al Franchi della stagione.


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STADIO22 aprile 2012 Fiorentina - Inter30ANDREA STRAMACCIONI: Guarda l’Inter e punta alla Roma

A trentasei anni si può già essere alle-natori di panchine importanti, come quel-

la dell’Inter. A dispetto di un curriculum ancora da scrivere, Andrea Stramaccioni è stato scelto da Massimo Moratti per sostituire Claudio Ranieri il 26 marzo scorso. Romano, prometten-te difensore centrale, arrivò nella Primavera del Bologna nel 1990 per poi far parte della squadra alle-nata da Renzo Ulivieri in C1. Ma col calcio giocato la sua strada è stata breve, mentre in panchina… sem-bra appena iniziata.BREVE CARRIERA. Di lui si diceva un gran bene in Emilia, addirittura si prospettava un futuro da centrale della Nazionale. Invece il destino si è messo di traverso. Un grave infor-tunio ad un ginocchio, tre operazio-ni ed i legamenti lacerati lo costrin-sero ad un prematuro ritiro dall’atti-vità agonistica (a soli 20 anni), ma non gli hanno impedito, nel giro di due mesi, di farsi apprezzare come allenatore nelle giovanili della sua Roma. A dir la verità, nel 2000 ha iniziato con gli Allievi della AZ Sport, quartiere della capitale, quindi con la Romulea società affiliata (destino beffardo) alla Lazio. Con la Romulea ha vinto di tutto: campio-nato regionale, titolo nazionale di categoria, il posto da osservatore per il Crotone (dove come allenato-re c’era un certo Gianpiero Gasperini). Ma Stramac-cioni vede giallorosso dalla nascita, ha frequentato la curva sud fin da ragazzino, e sarebbe bastato uno schiocco di dita per farlo cedere alla corte della Roma. E questo lo sapeva benissimo Bruno Conti, il più esperto del calcio giovanile della regione La-zio. Conti ha notato Stramaccioni alla Romulea e lo ha convocato a Trigoria. La Primavera è da anni feudo esclusivo di De Rossi senior. Quest’ultimo vince scudetti, tornei e soprattutto non ambisce alla serie A. Conti non poteva promettere a Stramaccio-ni un possibile esordio nella massima serie con la

‘sua’ Roma, se prima non avesse passato almeno qualche anno in Primavera. Così il giovane allena-tore si è seduto sulle panchine di tutte le categorie possibili nel settore giovanile giallorosso: Esordien-ti, Giovanissimi Regionali e Nazionali, e Allievi, vin-

cendo due campionati e il Torneo Città d’Arco nel 2010. Dopo sei anni di successi, la Roma Prima-vera è sempre allenata da Alberto De Rossi. Stramaccioni allora, svincolato dal giugno 2011, ha deciso non senza dispiacere di non rinnovare. Sono state due le offerte importanti arrivate al gio-vane tecnico: una di Arrigo Sac-chi, che lo avrebbe voluto nuovo allenatore dell’Italia Under 17. L’altra di Massimo Moratti che gli avrebbe affidato l’Inter Prima-vera. Così il trentacinquenne si è laureato in Legge con una tesi su Sensi e la Roma, ha preso il

patentino da allenatore di seconda categoria a Co-verciano e ha fatto la sua scelta: iniziare la nuova avventura con i baby nerazzurri (rinunciando così all’Under 17). La vittoria della NexGeneration Se-ries (torneo giovanile Under 21 paragonato alla Champions Lea-gue) contro l’Ajax e sotto gli occhi del presidente Moratti, ha confer-mato le sue doti e lo ha inserito di diritto tra i giovani allenatori dal roseo avvenire. L’occasione per mettere subito in pratica questa tesi gli si è presentata lo scorso marzo, quando Moratti ha deciso di esonerare Ranieri e lo ha chia-mato per affidargli la prima squa-dra, quella che solo due stagioni fa si portò a casa Champions, scudetto e coppa Italia. Stramac-cioni, il ragazzo laureato e dalla

faccia pulita, si dice sia un maniaco nello studio de-gli avversari e intransigente sulla realizzazione dei calci piazzati.IL RAPPORTO CON CONTI. Nell’estate 2011 Stramaccioni, come detto, ha aspettato invano una chiamata della Roma con la speranza che gli venis-se proposta la panchina della Primavera gialloros-sa. Ma la chiamata del suo grandissimo amico Con-ti non è arrivata. Il trasferimento è stato necessario, una scelta di vita e di crescita professionale e oggi proprio Conti, che lo scoprì nella Romulea, lo ammi-ra felice, seppur da avversario, protagonista su una delle più importanti panchine del campionato italia-no. A testimonianza di ciò, durante la presentazione alla stampa come allenatore dell’Inter, Stramaccioni ha svela il contenuto del messaggio che gli ha fatto più piacere ricevere, quello di Bruno Conti appun-to: “Andrea quanto sei forte! Lo sapevo”. L’attuale responsabile tecnico e del settore giovanile della Roma si è poi pubblicamente complimentato con il tecnico interista: “Gli ho scritto di stare tranquil-lo e gli ho fatto i complimenti - ha dichiarato ad un quotidiano romano -. Lo continuerò a sentire, come accade anche con Vincenzo Montella. È bello aver portato due allenatori in serie A dal nostro settore giovanile. Andrea cura molto l’aspetto tattico, ma

è fissato anche per la preparazione atletica e lo studio degli avversari. Il suo è un gioco spettacolare che coinvolge tutta la squadra. Lo portai alla Roma che aveva 28 anni, ma si vedeva che aveva la stoffa per arri-vare lontano. Ho provato a trattener-lo ma lui voleva la Primavera e poi la prima squadra”. Intanto c’è già chi lo ha paragonato a Mourinho per il suo modo di camminare, per la sua pi-gnoleria tattica. Lui si è tirato indietro da paragoni esagerati. Lui è Andrea Stramaccioni, un giovane allenato-re che con un occhio guarda alla sua Inter, e con l’altro punta verso Roma.

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Parole di una notte di inizio primavera. C’è chi prende il vino, chi la birra, chi il più classico dei Coca Cola, chi tutto insieme, tanto non paga. Le classiche cene azien-dali, dove si spara su tutto, si fa un gran rumore e il giorno dopo non cambia nulla. Con le solite amarezze, le solite vittorie, le solite sconfitte. E quei tanti perché che non avranno mai risposta. Ma poco impor-ta. C’è la voglia di festeggiare e di ridere, alla fine senza neanche un buon motivo.Charlie e Wendy non sedevano vicino. In fondo, avevano sempre pensato che era meglio non far vedere agli altri della loro relazione. E c’erano proprio tutti. Compre-so il direttore Calderone, un po’ in dispar-te. Forse preoccupato dalla partita del giorno dopo, Fiorentina-Inter. Ma non tanto dal risultato. Infatti, Charlie l’aveva convinto ad andare allo sta-dio, in curva Fiesole.“Io te lo dico, se segna l’Inter, e di si-curo segna, anzi quando si sta due a zero, urlo e non me ne frega nulla”, aveva dichiarato qualche giorno pri-ma.“No via direttore, si contenga. Poi c’è anche Trevor che è juventino, come facciamo a difenderla?”, Charlie cer-cava di farlo rinsavire.“Meglio, così vado all’ospedale e chiedo i danni...”.Trevor intanto aveva appena preso il treno da Udine, per poi cambiare a Bologna e arrivare finalmente a Fi-renze. Saluti e baci, la cena era giun-ta alla fine e la gente cominciava ad andarsene veloce come aveva ripuli-to i piatti e scroccato sigarette.

Charlie si era offer-to di accompagnare Wendy a casa. Sulla strada del ritorno, Radio Senza Filtro era sempre accesa. E quella sera proponeva le canzoni di certi artisti emergenti. C’era silenzio, in quell’auto. Quasi assor-dante. Così che le parole di quella canzone erano diventate le uniche protagoniste.

Nato da un sospiro o da un temporale se l’Inter poi ti batte, non ti chiede serie A? Beh, benvenuto qui fra Lecce e Gervasoninessuno che t’ha chiesto se volevi, se

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STADIO33

volevi stare là. Allora vuoi tifare, oppure criticare Si sappia regolare: prima o poi c’è Cerci là! Guardare e non urlare guardare ed infamare e sei un po’ nervoso ed un motivo ci sarà. Vivo morto o ics Vivo morto o ics Vivo morto, vivo morto, Vivo morto o ics. Fa una croce qui! Un pareggio sì! Vivo morto, vivo morto, Vivo morto ics. E te lo porti dentro quel vecchio allenatore che ti ha rubato tempo con la sua mediocrità E puntano al fallimento e a alcuni sissignore e perfino a un giuramento e il patto poi con la città? Vivo morto o ics. Vivo morto o ics. Vivo morto, vivo morto, Vivo morto o ics. Teo sempre qui, quelli punto it! Vivo morto, vivo morto, Vivo morto o ics alla faccia di chi t’ha messo ics, ics. alla faccia di chi ti pensa ics, alla faccia di chi ti vuole..... T’han detto che c’è posto per chi sa stare a posto il posto, tele accesa e la play eccola là. Il sabato si trinca e il giorno dopo in campo e sei un po’ nervoso ed un motivo ci sarà. Vivo morto o ics. Vivo morto o ics Vivo morto, vivo morto, Vivo morto o ics alla faccia di chi t’ha messo ics, ics alla faccia di chi ti vuole ics alla faccia di chi ti pensa...

Mentre una chitarra elettrica faceva il suo as-solo, ecco che la Radio dava sfogo ad un’altra canzone. Tutt’altro genere, che magari poteva far riemergere ricordi ed emozioni.

Ci vorrebbe il Mou che accarezza i piedi, mentre si cammina ver-so la Champions che non vedi ci vorrebbe il Mou su questo bel campo ci vorrebbe Eto’o co suoi gol e co suoi assist e per questa squadra figlia di un’estate ci vorrebbe il sale per guarire le ferite dei sorrisi gialli fra le labbra rosa a sbuffare fumo mentre il cielo si riposa. Ci vorrebbe il Mou per arrivare in fondo anche se poi vinci una coppetta del mondo ci vorrebbe il Mou con le sue manette che urlasse ancora forte tutti i suoi porque? Ci vorrebbe il Mou sulla nostra squadra che lasciasse fuori dalla mente la manita così che la coppa potrei cogliere ed alzare ma per farlo ancora, giuro, ci vorrebbe il Mou. ...

Ci sarebbe il Gasp dove naufragare come quelle strane storie di Zarate che vanno in prestito per cercar vaini e non si sa perché come vorrei fare ancora, Eto’o mio, con te. Ci vorrebbe il Clau per andarci a fondo che a Marsiglia esci come un niente per il mondo ci vorrebbe il Mou con le sue tempeste che facesse ancora forte tutte le sue geste. Ci vorrebbe il Mou dove non c’è squadra il Mou in questa squadra da rifare

ci vorrebbe il Mouci vorrebbe il Mouci vorrebbe il Mouci vorrebbe il Mou ci vorrebbe il Mou...

E come cullata da melo-diche note, la macchina ral-lentava per poi fermarsi. Erano arrivati sotto casa di Wendy. Ancora qual-che secondo di silenzio. Poi hanno iniziato a parlare.“Pensi davvero che sia una buona idea resta-re seduti qui fino alle tre del mattino?”, disse Charlie. E il tempo sembrava non passare mai. Parlavano e parlavano. Discutere di ferie e lavoro, fare finta di niente. Che bella Firen-ze, le sere d’estate, le luci del centro, le nostre risate. Mentre la macchina, ormai spenta, non suonava più. Wendy alla fine era pronta ad aprire lo sportello.

“C’è qualcos’altro che vuoi dirmi?”, disse pia-no.“Eh, che cosa vuoi che ti dica...? Ti voglio bene, anche se ormai è finita...”, rispose Char-lie.Wendy era uscita dall’auto senza guardarsi indietro. Charlie aveva messo in moto ed era ripartito.

Cerchi di fumo si alzavano dal finestrino. Avrà smesso cento volte. Cento volte, adesso una in più.

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E così e si va avanti, partita co’ giallozzozzi rinviata al 25 aprile, e ora e c’è l’Inter di Stra-farcioni (ma che è un nome da allenatore questo?). Inutile dire icche e ci servirebbe come i’ pane e i’nonno e sarebbe pronto anche a chiama’ lo sciamano pe’ fa’ quarche macumba di quelle bone, però poi e pensa che più che uno sciamano e ci vorrebbe dimorto sciaculo e pe’

quello e c’è poho da fare, e c’è chi ce l’ha di nascita come la Belemme e chi nasce piallao come noi!Mettiamola sulla bischerata andante perché a piglialla su’ i serio e c’è da fassi veni’ le bolle. A forza di regala’ punti a questo e a quello e ci siam ritrovai con le tasche vote e i’ foho alle chiappe. Gli è lì i’Lecce a tenecci e’ fiammiferi accesi. A tre punti e lo scontro diretto ‘n casa e c’è da spera’ che quarche artro disgraziato tipi i’ Genoa di’ baloccaio e seguiti a gioha’ alla meno anche lui, perché se no gli è bigia.

Ma ora pensiamo a’ nerazzurri di’ dentacci gialli che anche nella faccenda delle decisioni pe’ questa partita da rinviare o da slittare e s’è fatto rihono-scere. Bisognerebbe levagni tutte l’idee di Scempionse e pigliagni questi tre punti che pe’ noi e vorrebben di’ tanto. Ma che ci riuscirà? Che sarà la Fiorentina di S. Siro, che delle probabilità la ce l’avrebbe, a scendere ‘n campo, o quella di’ Chievo che la farebbe meglio a dagni e du’ punti senza giohare e riposassi pe’ giallozzozzi? Va’ a sapello, questi e vanno sehondo la luna, un giorno brodi e pehoroni, quello dopo quasi giohatori veri come e dovrebben sempre esse’ e come e son ben pagati pe’ essere! Speriamo che sia la luna bona e nello scia…mano come e s’è belle detto.A Delio e gni diho di lascia’ perde’ i’ bello e mirare a i’ sodo. Primo non piglianne punti, poi, magari, fagnene uno e siam tutti contenti. I’ Mocio e un c’è e a i’nonno e gni dispiace, e allora e bisogna gioha’ movendosi dimorto, soprattutto davanti, e dietro attenti a i’ Milito anche troppo noto pe’ fare scherzi da prete appena e pole e se gli sta’ ritto (anche lui e va sopra l’età di Cristo). E rigioha Cespuglio. Mi raccomando fischiate bene appena gli entra ‘n campo così e vu’ gni fate coraggio! Ma che ci si vo’ mette’ ni’ capo che un siamo ‘n condizione di regala’ nemmen le cicche che si troa ‘n ter-ra? Tutti e’ viola e devano esser acclamati, finché la palla la ruzzola, come se fossen quelli di’ Barcellona che gli han cambiao maglia. E un saranno, e n’aranno combinae di tutti e’ colori, ma e sono e’ nostri e che e ci piaccia o no e son loro che e difendano e nostri colori. Pe’ dare i’ mi’ contributo e fo un sacrificio grande. Un tocco i’bicchiere finché e un si vince (meno male che so bere anche a boccia!). Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

I’ nonno PiladEdal nostro

inviato in cantina

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STADIO37

ProgrammaSabato 21 aprile Ristorante 19.00/22.00

Domenica 22 aprile Ristorante 12.00/15.00 e 19.00/22

Mercatino dell’Antiquariato

Lunedì 23 aprile Ristorante 19.00/22.00

Martedì 24 aprile Ristorante 19.00/22.00

Mercoledì 25 aprile Ristorante 12.00/15.00 e 19.00/22

11ª Mostra canina di tutte le razze

/Mercatino dellAntiquariato

Giovedì 26 aprile Ristorante 19.00/22.00

Venerdì 27 aprile Ristorante 19.00/22.00

Sabato 28 aprile Ristorante 19.00/22.00

Domenica 29 aprile Ristorante 12.00/15.00 e 19.00/22

Raduno di Auto d’Epoca

Lunedì 30 aprile Ristorante 19.00/22.00

Martedì 1° maggio Ristorante 12.00/15.00 e 19.00/22

Mercatino dell’Antiquariato

IL CIRCOLO ARCI MONTELORO e il G.S. IL GRUGNOVi invitano alla

11ªSAGRA del CINGHIALE a MONTELORO

dal 21 Aprile al 1° Maggio 2012

Per informazioni: tel.055 8363000 (mar./giov./ven. ore 21/24 – domenica ore15/19)Per Prenotazione GRUPPI tel.333 5770671 e-mail: [email protected] Circolo Ricreativo Culturale MONTELORO Via di Monteloro, 31 – Pontassieve (FI)

La puncicata questa volta se la pigliano la Lega Cal-cio e tutti quei presidenti di serie A che si son messi di traverso o che han fatto polemiche di bottega per spingere in una direzione o nell’altra la decisione di quando disputare la giornata di campionato sospesa per la tragica morte di Morosini. In queste occasioni le considerazioni fatte col bilancino se serve più gio-care prima con questo o con quello o giocarsi una squalifica contro questo o quello, non dovrebbero neppure sfiorare i cervelli di persone normalmente sensibili. Invece l’han fatto. Oltre tutto a dispetto di un regolamento che è preciso e che avrebbe ri-sparmiato tanti ghirigori e tante figuracce. Alla fine il regolamento è stato applicato, come doveva es-sere fatto da subito perché ogni negoziazione non poteva non apparire indegna. E allora perché tante telefonate, tanti sì, tanti no, tante mediazioni? Ma ci si diverte a fare la figura dei cioccolatai, con tutto il rispetto per gli artisti di questo mestiere?

Un’altra puncicata poi che ci avanza la diamo a chi ha messo in giro notizie per niente verificate sul presunto rifiuto di Della Valle di partecipare al bando Mercafir. Non c’è stata nessuna dichiara-zione né ufficiale, né ufficiosa in proposito e per un semplice motivo: come è universalmente noto, gli estremi esatti del bando non possono essere resi, al momento, né di pubblico, né di privato do-minio, quindi nessuno (almeno in teoria) li cono-sce in dettagli tali da poter fare calcoli o esprimere giudizi. Se li conoscesse non dovrebbe conoscer-li e quindi, comunque, non potrebbe esternare giudizi, pena l’ammettere una grave irregolarità procedurale. Perciò ogni illazione in proposito è da ritenersi invenzione allo stato puro, fatta fuori tempo, per quanto sopra e per il momento critico di tutto il vero mondo viola. Se è voce fatta girare ad arte dai soliti noti e per i noti motivi, la puncica-ta deve essere ancora più violenta.

Il Pungiglione Nel mirino la Lega Calcio

E CHI MALIGNA SuL RIFIuTO DI DDV

STADIO22 aprile 2012 Fiorentina - Inter38FuoriGiocodi Duccio Magnelli

L’anno prossimo si prospetta una vera rivoluzione per la Viola. I cartelli “svendita totale per rinnovo locali” sono già pronti. Manca

solo il nome di chi dovrà occuparsi della faccenda, ma i Della Valle hanno assicurato che a salvezza raggiunta sarà portato tutto alla luce del sole. L’unico problema, per chi si occuperà del prossimo mercato della Fioren-

tina, sarà la gestione delle (si presume) numerose cessioni. Sarà difficile, infatti, riuscire ad eguagliare la certificata abilità di Corvino nel piazzare i “fenomeni”. Diciamo la verità. Vedere squadre come il Genoa, che pullula di ex-viola (“roba” recente come Frey e Gilardino, ma anche stagionata come Moretti e Marco Rossi), e il Cesena − per il quale si sprecavano

gli “ohh!” di meraviglia quando riuscì a portarsi a casa il grande Mutu e il prode Comotto − navigare nei bassifondi della classifica, ci fa sentire veramente fieri di essere viola. Ci riempie di gioia osservare il presidente De Laurentiis che per giocare la Champions, e quindi avere una panchina di qualità e di sostanza, è venuto fin qui a prendersi Donadel e Santana. Salvo poi rivendere quest’ultimo al presidente del Cesena che, evidente-mente, non aveva ancora capito in quale guaio si era cacciato. Insomma, Corvino è stato bravo (e anche fortunato), ma adesso il dramma è che tutti gli operatori del settore sono pronti ad accogliere il nuovo direttore sportivo della Fiorentina con il coltello fra i denti e la spada sguainata. La voce si è sparsa: la Fiorentina vende solo fondi di magazzino (pec-cato che li compri anche) e, vista la situazione punteggio (comprereste un giocatore dalla squadra quint’ultima in classifica?), sarà molto difficile piazzare gli esuberi. Sembra che Galliani, che ahimè per lui ha già portato a Milano Natali e Montolivo, stia girando tut-to il paese alla ricerca di cornetti rossi per tenere lontano il malocchio che, è evidente, gli ex-giocatori della Fiorentina si portano die-tro. Ma forse doveva pensarci prima. L’unica possibilità, per il Milan, è provare ad assu-mere Corvino. Nel tentativo di rivendere i due il più presto pos-sibile. E lasciare ad altri la patata bollente degli ennesimi “fenomeni”.

Le svendite, gli ex viola E I CORNETTI DEL GEOMETRA GALLIANI

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