Racconti Del Brivido

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1 BAMBINI DELLA CLASSE QUARTA DELLA SCUOLA PRIMARIA DI VENZONE ANNO SCOLATICO 2012-13

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Racconti scritti dagli alunni della classe Quarta della Scuola primaria di Venzone (UD)

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BAMBINI DELLA CLASSE QUARTA

DELLA SCUOLA PRIMARIA DI VENZONE

ANNO SCOLATICO 2012-13

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Era un sabato. Io e mio fratello siamo andati a visitare una casa buia senza

illuminazione. La casa era distrutta, e possiamo dire che era anche abbandonata.

I vetri erano rotti e la porta era spaccata.

Io sono entrata in una specie di stanza e ad un certo

punto ho sentito un rumore

Strano…scric! Si è aperta la porta e sentivo avvicinarsi

qualcuno con passi lenti. Mi sono allontanata piano,

piano, e non guardavo dove andavo e

sono finita addosso al MURO. Il cuore mi andava a

diecimila all’ora. Avevo così tanta paura perché

i rumori erano sempre più vicini. Ho sentito che lo

strano essere apriva la prima porta, poi ho sentito che

anche la seconda porta si è spalancata e a quel punto

qualcuno è entrato. Sentivo il suo respiro e percepivo che teneva in mano un .

Io ho urlato: “Aiuto!! Aiuto!! C’e un

Avevo gli occhi chiusi, ma quando li ho aperti vicino a me c’era mio fratello che mi ha

chiesto:”

Io balbettando, gli ho spiegato: “ Avevo tanta paura e pensavo ci fosse una persona

cattiva che volesse farmi del male”. Mio fratello ha riso poi siamo andati a casa.

L’avventura era finita bene, e io arrivata a casa mi sono scolata un litro di aranciata

perché urlando mi era venuta molta

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Era una notte BUIA e non riuscivo a dormire. ALL’IMPROVVISO sentii degli

scricchioli in soffitta. Mi sono alzato

dal letto e mi sono subito avviato in

soffitta con il mio cane. Salii le scale

scricchiolanti e si

sentiva: scri, scri,

scri…

Arrivato in soffitta

aprii la porta con

tantissima paura.

Anche il mio cane

tremava dalla paura

TREMAVA come una

foglia che cade

dall’albero, aveva la

coda fra le gambe e

le orecchie aderenti al muso. Tornammo al

piano di sotto, eravamo troppo

e avevo tanta fifa da

non riuscire ad avanzare oltre. Il cuore

mi batteva a mille. Dovevo tornare in

soffitta, non poteva arrendermi.

Affrontai la paura e salii di nuovo. Il

mio cane era rimasto sotto sicuramente per

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la paura .Ho aperto la porta lentamente e vidi un ombra nera passarmi davanti. Non

riuscivo a capire chi fosse. Presi un

bastone ma in quel momento arrivò mio padre che mi disse: “Ma cosa stai

facendo? Non vedi che è tua mamma che sta

pulendo” Tornai a letto e quando sento

dei rumori so che è la mamma.

Andrea B.

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Un mezzogiorno dell’anno 1976 del

mese di maggio, un ragazzo di

dieci anni

che si

chiamava

Luca, andò in

un prato

immenso dove

l’erba era

alta e luminosa. Luca trovò nel

prato una mascherina, non una

mascherina per il viso ma un

insetto. La prese e la schiacciò,

non l’aveva fatto a posta. Poi si

divertì a giocare con l’ erba

alta.

Andò a casa dai suoi genitori a

mangiare perché era ora

di pranzo. Arrivato a

casa, salutò i suoi

genitori ed entrò in

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camera sua per cambiarsi. Ma

mentre si stava togliendo i

vestiti nella finestra trovò una

chiocciola con il guscio marrone e

sopra il guscio c’era un punto

grossino di colore rosso sangue.

La prese e la appoggiò a terra.

Rientrò è mangiò con i suoi

genitori.

Dopo pranzo Luca andò a giocare

con Alessandro e Tomas, i suoi

migliori amici.

Era passata solo un’ora che Luca

trovò, vicino a Tomas, la stessa

chiocciola che aveva lasciato per

terra. Siccome era stufo di vedere

il punto grossino di colore rosso

sangue sopra il suo guscio, disse

a Tomas di andare vicino ad

Alessandro. Luca si avvicinò alla

chiocciola, prese il guscio e con

il piede lo ruppe. La chiocciola

diventò rossa come il sangue,

divenne gigante e tutta molliccia,

alta 4 metri e 55 centimetri. Luca si

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spaventò e disse gridando a Tomas

e ad Alessandro di andarsene e di

andare a nascondersi a casa mentre

lui corse. Voleva ripararsi in

una vecchia fattoria che si

trovava lì vicino.

era velocissima

e prima che Luca si fosse messo al

riparo, lo prese. In quel preciso

momento arrivò il terremoto e

rissucchiò la creatura. Luca corse

dai suoi genitori. Quando arrivò

vide che la sua casa era distrutta

e c’erano le macerie ovunque. La

sua famiglia era viva e anche

Alessandro e Tomas erano

sopravissuti. Si abbracciarono

tutti e vissero felici e anche

senza casa.

Fine

DAVIDE B.

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Sono partito per un escursione sul K2. A proposito mi chiamo

Marco e ho 30 anni e fin da bambino sognavo di scalare questa

montagna!

Arrivato a metà montagna si scatena una tempesta. L'unica via di

salvezza è una grotta di un buio così e spaventoso che però

ho dovuto affrontare.

All' interno sento una specie di ululato e all'improvviso intravedo

aprirsi lentamente due occhi gialli

.

Per fortuna ho una lampada, ma piano, piano la sua luce cala,

diventa sempre più debole finchè sparisce del tutto!

Gli avanzano sempre di più, ma ad un certo punto

scompaiono, poi qualcosa mi scaraventa a terra.

Quel qualcosa ha artigli lunghi ed è tanto, tanto peloso ed

è lui ad avere gli occhi gialli e li ha appena

riaccesi. Io riesco a prendere la , a

colpirlo e ad allontanarlo.

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Aspetto che la tempesta cessi, intanto mangio un piccolo panino, ma

i passi e gli occhi gialli ricompaiono.

Ho acceso la lampada di riserva e vedo un piccolo orsetto con la

sua mamma allora lentamente tiro fuori due panini e li getto verso di

loro.

Gli orsi se ne vanno.

E’ stata una notte movimentata.

Nel frattempo la tempesta si è calmata ed io riprendo il cammino per

conquistare la cima.

Lascio a voi immaginare la continuazione del mio viaggio. Pensate

che arrivi in cima?

The end!

MARCO B.

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Era una come tante. Io avevo appena messo nel

lettino la mia . Andai a prendere una

candela per andare in soffitta.

Appena arrivai in sentii dei rumori

strani; sentii come delle unghie che grattavano la

porta. Dalla paura

buttai giù la

candela. Avevo la

gola secca e stavo

sudando freddo. Il

cuore mi batteva

all’impazzata direi a

mille all’ora.

Incominciai a gridare

a squarciagola. All’improvviso arrivò qualcuno,

pensai fosse mia madre e che volesse

tranquillizzarmi ma invece era una signora. Era

girata di spalle e al suo fianco c’era un cane. Le

dissi con una voce balbettante: ”C-c-c-c-ciao, c-

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c-come t-t-ti ch-ch-chiami? “E lei senza girarsi

mi rispose:” Mi chiamo Elisabetta!”.

Finì la frase e fece una risata malefica!!.

Io mi chiesi: “Come è possibile che si chiami come

mia madre?.”

Quando si girò vidi che aveva gli occhi verdi come

l’erba, anzi come uno zombie! Non ci pensai due

volte e cominciai a correre più veloce che potevo

ma era quello che pensavo io perché ero sempre al

mio posto. Era come se avessi i piedi incollati. La

signora mi disse: “Ti prenderò vedrai!!”

Poco dopo sentii il cigolio della porta e di alcune

finestre che si aprivano.

Incominciai di nuovo a sudare freddo e ad avere

paura. Sentii - tic – tac – tic – tac.

Girai gli occhi a destra e a sinistra e li chiusi.

Quando li aprii mi ritrovai nel mio letto che mi

stavo girando e rigirando. Per fortuna era solo un

sogno, il rumore dei graffi erano quelli del mio

cane Oliver che si stava facendo le unghie e quella

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signora non era affatto uno zombie ma era la mia

mamma.

Che bello sapere che era solo un sogno!! E quel tic

– tac – tic - tac non era altro che un orologio a

pendolo!! E da quel giorno dormii tranquilla.

Il giorno dopo andai in soffitta ma non era

successo niente.

NIVES C.

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Una mattina tranquilla andai a scuola. Quando entrai

sembrava tutto normale ma c’era qualcosa che non mi convinceva. Chiesi alla maestra se potevo andare in bagno e

lei mi disse di sì. Appena arrivata aprii la porta e vidi enormi

scheletri in bagno!! Correndo andai verso la porta e provai e

riprovai ad aprirla ma gli scheletri l’avevano chiusa a chiave.

Mi feci coraggio e andai verso il percorso, dopo qualche

minuto sentii come dei passi venire verso di me, passi forti,

veloci e furtivi. Aprii una porta e mi precipitai subito dentro

alla stanza. Ma il buio avvolse ogni cosa. Allora decisi che

sarei uscita da quell’orribile posto buio. Sentii come qualcosa

avvicinarsi sempre di più con passi lenti, ma più pesanti.

Dalla paura iniziai a correre a più non posso ma non trovavo

più la via di uscita e

la luce continuava

ad accendersi e a

spegnersi in ogni

posto dove andavo.

Vedevo e toccavo

viscidi scheletri e

un mucchio di

ragnatele. Ad un

tratto sentii un

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rumore e avanti a me apparve una insospettata mummia: era

arrotolata in bende di seta bianca. Non era sola era seguita da

altre mummie uguali a lei sia nella grandezza che nella

forma. A quel punto iniziai a gridare e a cercare finchè trovai

la porta per uscire. La aprii e uscii da quell’incubo. Quando

mi girai c’era la nebbia e tutto era uguale. Mummie, mostri,

scheletri, ragnatele erano tutti avanti a me io riniziai a

correre, ma in pochi minuti tutto finì mi alzai dal letto e

scoprii che era tutto un sogno .

Gloria D.

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C’era un ragazzo di nome che

aveva quindici anni. Un giorno

decise di fare un’ escursione sulla

montagna . Partì alle 6.00 di

mattina. Arrivato ai piedi della

montagna incominciò a salire.

Fece pochi passi e sentì dei

rumori dietro di sé, si girò e non vide nessuno,

allora continuò a salire. Arrivato in uno spiazzo di

montagna dove c’era molta ghiaia vide qualcuno

davanti a sé. Corse verso di lui. Lo strano

personaggio era girato di spalle ed era

fermo. , lunga con un cappuccio

che gli copriva la testa, era

molto magro ed era molto

vecchio e disse a Dag:<< Ti

aspetto!>>

Dag non capì e continuò il

suo cammino, passò vicino

al vecchio è rincominciò a

salire. Entrò nel bosco e vide

di nuovo il vecchio che gli disse:<< Ci vediamo in

cima!>>

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Dag era veramente stufo di quel vecchio che gli

dava sui nervi. Arrivato in cima vide un rifugio

abbandonato, era molto stanco. Aveva

incominciato a piovere e a tuonare e decise di

dormire lì.

Dentro il rifugio era tutto buio c’erano ragnatele

dappertutto. Prese la torcia dallo zaino ed iniziò

ad esplorare. Trovò una botola in terra e ci entrò

e lo sportello si chiuse da solo. Dag pensava di

trovarsi in un magazzino invece si trovava in uno

scantinato immenso e lì vide il vecchio che

disse:<< Non potrai uscire mai più!>>

Dag corse allo sportello ma era chiuso. Allora si

avvicinò dove era scomparso il vecchio e non si

accorse che c’era un buco senza fine. Dag cadde

dentro e urlò. Mentre cadeva Dag sentiva una

voce che diceva:<<Dag!>> .

Era sua madre che lo chiamava. Dag pensò fra

sé:<<Ma stavo sognando?>>.

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C’era una volta un bambino che si chiamava

Giorgio. Giorgio una sera ha sentito dei rumori

sotto il .

Il fatto era iniziato in camera. I rumori potevano

sembrare il tic- tac- tic- tac dell’orologio ma non

era l’orologio.

Giorgio quando ha sentito il primo scrac si è

guardato in giro e ha cercato di capire cosa stava

succedendo, al secondo scrac si è nascosto e al

terzo scrac ha cambiato letto. Dopo aver pensato,

ha capito che non c’era nessun . Alla fine ha

scoperto che era il suo letto che provocava quei

rumori perché un pezzo di asse era rotta. Da quel

giorno Giorgio dorme felice senza paura e se

sente rumori sa che è solo il suo letto.

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Una notte Sonia con la sua bicicletta era

andata al cimitero, doveva portare i fiori a

sua nonna. Mentre era vicino alla lapide

della nonna il guardiano chiuse il cancello.

Sonia provò a gridare ma il guardiano non

sentiva: aveva le cuffie e ascoltava musica.

Poi se ne andò con la sua auto. Sonia era

impaurita e le batteva il cuore. Per ripararsi dalla pioggia

si mise sotto un entrata

delle TOMBE.

Dentro si sentiva una puzza

di carogna marcia e ad un

certo punto vide i coperchi

delle tombe aprirsi e ne

uscirono degli ZOMBIE!!!!!

Avevano vestiti bucati e si scorgevano alcuni vermi

dentro quella pelle verde,

molliccia e squamosa. Fra gli zombie c’era

anche sua nonna. Sonia la salutò ma lei

rispose con un grugnito da bestia ferita.

Uno zombie le prese un piede e la trascinò

sotto terra. In quel momento desiderava

svenire ma non riusciva. Le tremavano i denti e le tremavano le ginocchia. Vide vermi, ossa

di animali, ossa umane sparse.

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Scappò dallo zombie e senza accorgersene

cadde in una buca. Era tutta buia e si

sentiva il rimbombo delle gocce d’acqua che

scendevano dalle stalattiti. In quel momento

si ricordò di avere dei cerini nella tasca,

ne accese uno e vide davanti a sè una figura

che dormiva. Era…un TROLL!!!! Era ciccione, aveva pantaloni corti e bucati, il

corpo era sporco di fango ed emanava un tanfo

nauseabondo.

Infastidito dalla luce del suo cerino si

svegliò e la schiacciò con un dito.

Si svegliò anche Sonia… ero nel mio letto ed

era tutta sudata .Capì che era un sogno e

continuò a dormire.

LUCA F.

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Era una notte tempestosa e io ero andata dal

mio amico dottor Strambic, nelle Torri Tetre.

Dovete sapere che le Torri Tetre sono un

luogo abbandonato che accoglie molti

fantasmi. Trovai il cancello aperto ed

entrai. Una volta entrata il cancello si

chiuse tenebrosamente da solo. Andai nel vivaio

e vidi due piante carnivore, esotiche che

volevano MANGIARMI! La mia unica speranza era quella di lanciare

nella loro bocca piena di denti acuminati un

frutto spinoso che le avrebbe uccise. Prima

però tentai di

contattare Luigi con

il telefono ma quando

provai a telefonare mi

accorsi che il filo

era stato tagliato.

Fu a quel punto che

vidi uno della

famiglia dei verdini

(una specie di

fantasma color

verde),uno degli spacconi (fantasmi rossi

dall’aspetto brutale e spietato),tre ninjasmi

(fantasma color lilla che sgattaiolano dietro

le spalle delle loro vittime). Vidi anche uno

dei bavosi un fantasma giallo che sputa bava

pericolosa.

Era troppo pericoloso rimanere lì, scappai

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spaventata verso la cripta nel cimitero perché

era l’unica strada lasciatami libera.

Stranamente lungo il percorso trovai un

cellulare, chiamai Luigi sperando che

rispondesse. Per fortuna rispose, io gli

dissi che ero nella cripta alle Torri Tetre e

aggiunsi:”Porta il portergast 500.”

Luigi arrivò in un batter d’occhio e fece

piazza pulita dei fantasmi. Mi portò al bunker

sana e salva e feci la chiacchierata con il

dottor Strambic che mi disse che la luna scura

si era spezzata e i fantasmi erano diventati

cattivi. Io mi ricordai di quel frammento

trovato nelle Torri Tetre vicino all’albero

cavo, lo consegnai a Strambic senza sapere

che fosse l’ultimo frammento di luna scura.

Lui lo aggiunse agli altri e portò la luna

scura in cielo e tutti i fantasmi diventarono

buoni.

Alessandra M.

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C’era un bambino di nome Luigi che

aveva 9 anni e abitava a Villa

Colle. Luigi un giorno entrò in

casa e vide uno specchio che non

aveva mai visto. Si

specchiò e vide

dietro di sè un

ombra, si girò

spaventato e invece

era solo la sua

giacca appesa

all’appendino. Si rispecchiò,e

vide di nuovo l’ombra.

Stavolta guardò bene e

vide anche la faccia.

L’ombra aveva gli occhi

come BOTTONI, dal mento

gli colava la bava. Urlò”

Aaaah, un mostro”

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e corse fuori dalla casa. Era

notte e nel cortile vedeva dei

mostri appesi agli alberi…ma

guardando meglio si rese conto che

erano dei frutti che penzolavano.

Quando Luigi fu più tranquillo

rientrò in casa e vide che l’ombra

era il suo cane: Rex.

Lo abbracciò e insieme giocarono.

Luca M.

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Il protagonista della storia si chiama Nicola cioè io.

Un giorno mia mamma e mia nonna sono andate dal

medico e mi

hanno lasciato da solo.

Io mi sono messo sul divano a guardare la TV.

Ad un certo punto ho sentito un rumore che proveniva dalla cantina. Io non avevo il coraggio di scendere le scale mi batteva fortissimo il cuore

ed

ero immobilizzato.

Sono rimasto bloccato finchè non sono tornati i

miei

genitori. Quando è tornata mia mamma mi ha calmato

e insieme

siamo scesi in cantina. Una pentola era caduta ma

non c'era nessuno. Allora ho capito che non c'era

bisogno di avere paura.

NICOLA M.

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Una sera ero nella stanza giochi di casa mia che leggevo i

miei libri preferiti di . Fuori pioveva a dirotto,

c’erano che squarciavano il cielo nero. Faceva

molto freddo nella stanza. Io pensai: “ E’ normalissimo

perché lì c’è sempre un po’di freddo. “

All’improvviso andò via la luce e rimasi al buio. I miei

genitori e Marlene, mia sorella, erano andati a dormire e io

ero sola al buio. Volevo correre a letto ma era buio e non

sapevo dov’era la porta. Mi ricordai di avere una torcia

sulla scrivania, e allora mi misi a cercarla a tentoni. Trovata

la torcia la accesi e tirai guardai il letto

dove avevo lasciato i libri ma non li vidi più! Spostai il mio

sguardo verso il soffitto e vidi i libri, volavano, erano

sospesi nell’aria. Il primo libro “Nina la bambina della

sesta luna” si aprì e uscì uno

strano personaggio. All’inizio

non lo vidi chiaramente ma poi

sì. I brividi mi percorsero tutta

da capo a piedi e urlai perché

Karkon Ca D’Oro è una

persona tutta verde e possiede

una il

pandemon mortalis. Lui è un

mago cattivo e… “aiuto”era

uscito con la spada. Mi nascosi

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sotto il letto con il primo libro che avevo acchiappato.

Pensai velocemente che dovevo far uscire Nina dal libro

l’unica ragazzina che avrebbe potuto sconfiggere Karkon

con uno scettro magico il Taldom Lux. Aprii il libro e Nina

uscì. Iniziò la battaglia ma non osavo uscire da sotto il

letto. Sentivo rumori strani, rumori di passi ma non umani,

erano passi di animali. I passi erano pesanti e non felpati

quindi non era il mio gatto ma un altro Dal

rumore dei passi sembrava molto grande. Sentii: PF e un

altro personaggio uscì. Dissi tra me e me “E’ Loris Sibillo

Loredan detto LSL che era comparso in forma di serpente”

perché lui nella storia era il serpente piumato. Dalla paura

iniziai a tremare. Uscii lentamente e vidi il serpente

piumato e Karkon a terra. Con l’aiuto di Nina li feci

rientrare nel libro.

Salutai e anche lei la feci rientrare nel suo libro.

Molto ma molto lentamente andai in cucina e vidi che il

mio cane, stava inseguendo il mio gatto ecco

Presi il gatto e lo misi fuori e andai a letto, ma stavolta

felice.

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Il protagonista della storia è Matteo. Un

giorno a scuola Matteo è andato in bagno e ha

visto alla finestra un ombra. Sembrava un

uomo che voleva entrare nella scuola. Matteo

era spaventato e gli tremavano le

gambe. Matteo ha guardato e si

è accorto che non era una

persona normale ma al posto

degli occhi aveva dei grandi

bottoni neri. Poi sono

arrivati degli alunni ma non

erano i suoi compagni, erano

magri e bianchi in viso.

Terrorizzato è scappato

lungo il corridoio che non

finiva più e ha gridato aiuto tre

volte a squarciagola. Nessuno lo ha sentito.

Matteo si è fermato e ha provato a togliere

gli occhi alla persona

che lo inseguiva. Ad un

certo punto gli alunni lo

hanno afferrato e MATTEO

ha cercato di liberarsi. Gli alunni l’hanno messo

su una sedia,lo hanno

legato e lo hanno

pizzicato con le forbici.

Matteo si è svegliato e ha visto i suoi

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VERI e la sua maestra che erano

preoccupati vicino a lui. I compagni gli

hanno raccontato che aveva battuto la testa

al muro, era caduto ed era svenuto.

MATTEO P.

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Ero in casa con la mia gatta Joy. Stavo andando nel secondo piano

Corsi in camera inseguita dalla mia gatta, ma quell’ombra la ritrovai davanti, mi fermai per un istante e mi perseguitava in qualsiasi posto. Ad un certo punto la guardai:

Entrai in bagno, mi guardai allo specchio e vidi un mostro con la testa da drago e il corpo da uomo. Iniziai a gridare. Il punk con la motosega batteva il pugno e faceva questo- pum pum pum. Iniziai a sentire

, il mio cuore batteva a mille -tutuntutuntutun-.

Tremavo dalla testa ai piedi per la paura, mentre la mia gatta miagolava, sembrava volermi dire che anche lei aveva paura.

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La presi in braccio e le feci delle carezze. Lei si tranquillizzò, ma io avevo ancora molta paura, brr brr!

Avevo la brutta sensazione che il punk con la motosega sarebbe riuscito ad entrare.

Iniziai ad andare avanti e indietro e cominciai a pensare e ripensare, a cantare e ricantare! Desideravo tanto che fosse

un sogno. ma non stavo sognando. Guardai l’ orologio, erano le otto e dovevo andare a scuola. In punta di piedi uscii dal bagno. Vidi che il punk con la motosega si era messo

a guardare la TV.

Arrivati a scuola entrai, non c’ era NES-SU-NO!

Io mi guardai attorno ma . Andai nel mio armadietto e vidi che c’era la giacca di Nilde e anche quella di Asia. Pensai: “Che FORTUNA ci sono Asia e Nilde.” Andai in classe le guardai e ci abbracciammo. Nilde e Asia mi dissero che anche loro, non avevano visto anima viva. Noi tornammo a casa mia e raccontai tutto quello che mi era successo.

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Il giorno dopo ci svegliammo e non c’ era più il punk con la motosega e mi guardai allo specchio e per fortuna non vidi

più il mostro!!!! FINE

Fatto da Alika P.

Con la partecipazione di Io (ALIKAALIKAALIKAALIKA ) ) ) ) Le amiche Le amiche Le amiche Le amiche ASIAASIAASIAASIA NILDENILDENILDENILDE La mia gatta JOY Mia madre ( Mia madre ( Mia madre ( Mia madre ( EmanuelaEmanuelaEmanuelaEmanuela ) ) ) ) Il punkIl punkIl punkIl punk con la motosega con la motosega con la motosega con la motosega Il mostro allo specchio

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UNA NOTTE DI PAURAUNA NOTTE DI PAURAUNA NOTTE DI PAURAUNA NOTTE DI PAURA

Questa storia inizia un Venerdì sera quando mi mi mi mi successe un fatto molto strano…successe un fatto molto strano…successe un fatto molto strano…successe un fatto molto strano…

Adesso vi racconto…

Ero nel mio letto e non riuscivo a prendere sonno riuscivo a prendere sonno riuscivo a prendere sonno riuscivo a prendere sonno così guardavo il chiarore della luna alla finestra.

Ad un certo punto sentii un ticchettioticchettioticchettioticchettio come quello di un orologio seguito da dei passi silenziosi e furtivipassi silenziosi e furtivipassi silenziosi e furtivipassi silenziosi e furtivi. Io ero molto spaventata, mi batteva forte il cuore e le gambe non smettevano di tremaretremaretremaretremare…a quel punto pensai chi poteva esserci in casa.

Poi vidi il mio orsacchiottoorsacchiottoorsacchiottoorsacchiotto .

Era molto strano, forse perché sembrava che mi volesse mangiare? Forse perché aveva gli occhi rossi? O forse perché camminava? Bo, ma una cosa era certa, dovevo difendermi e decisi di tirargli il cuscino addosso. Infatti funzionò! –La “bestia” è

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morta, la “bestia” è morta! Gridai. Però guardando meglio scoprii che la bestia non era l’orsacchiotto ma era il mio cane Maily Maily Maily Maily che non riusciva a dormire e che si divertiva a farmi scherzi. Anche se gli avevo tirato il cuscino non era morto. Ed è così che feci una bella risata e lo accarezzai. Lui scodinzolò felice . Persano N.

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Un sabato sera mi successe un fatto strano.

Stavo andando in giro con la mia bicicletta fuori dalle mura di

Venzone. All’improvviso sentii dei passi e una voce inquietante che

diceva: “ Voglio carne, tanta carne e cuore.”

Rabbrividii e cercai di scappare ma la catena della bicicletta si era

rotta e non mi potevo muovermi.

Il rumore dei passi diventava sempre

più forte e la voce continuava a dire:

“Mi hai sentito? Voglio tanta carne e il

tuo cuore.”

Stavo per svenire perché non avevo mai

sentito una voce inquietante.

Ero sudato e molto agitato.

I minuti passavano e passavano e

pensavo di non ritornare più a casa.

Appena la creatura spaventosa si

avvicinò lo vidi e capii.

Era uno ZOMBIE, era verde, aveva la maglia bucata e piena di

sangue. Gli occhi erano neri come il buio, era pelato ed era assetato

di sangue umano. Disse: “ Non ne posso più. Voglio carne, tanta

carne e il tuo cuore.”

Urlai a squarciagola mentre lo zombie continuava: “Adesso ti

prendo e ti divoro tutto, così la finiamo.”

Urlai ancora di più.

Chiusi gli occhi e quando li riaprii mi accorsi che era un incubo e

che avevo sognato.

ALESSANDRO R

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E’ buio, sono in camera e sento strani rumori che

provengono dal bagno. Mi faccio coraggio e vado a vedere

cosa succede. Vedo un ombra strana sul davanzale della

finestra. INCURIOSITO vado a toccare e sento che il

davanzale è tutto bagnato e sento che fa sgnic sgnic. Il

rumore mi fa paura, quindi torno in camera ma si sente

. Continuo a tremare per il

freddo e per i brividi. La porta del bagno si chiude di

scatto facendo un rumore fastidioso sgniccc… sgniccc e poi

BAM. Vado a vedere e mi accorgo che la finestra era

spalancata e la corrente d’aria aveva fatto sbattere la

porta. Ho chiuso la finestra e ho

intravvisto di nuovo l’ombra

gigantesca con in mano qualcosa.

SONO SCAPPATO CON IL

TURBO. Mi sono chiuso a chiave in

camera e per calmarmi ho letto un

po’. Mi sono addormentato con il

libro in faccia e il mio cane sopra la

mia pancia. Quando il mio cane ha

sentito qualcosa muoversi, per

svegliarmi, e

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mi ha spinto in bagno. Ho visto che l’ombra era diventata

più grande e minacciosa. Il tempo passava lento e ad un

certo punto è caduto qualcosa … era il detersivo. L’ho

rimesso a posto e l’ombra si era sdoppiata. Io e il mio cane

avevamo una paura incredibile. Mi feci coraggio accesi la

luce e scoprii che il mostro erano…….. i due accappatoi

appesi con delle ventose alle piastrelle del bagno.

Ho spento la luce, ho aperto la porta sono andato in camera

è ho dormito tranquillo con il mio cane.

Ho capito che quel mostro non esisteva era solo un ombra

strana, stranissima e da quel giorno non ho avuto più paura.

NICOLAS S.

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Un giorno ero a scuola e mentre stavo andando

a fare le fotocopie sono passata in un

corridoio in cui c’era una porta che era

sempre chiusa. La porta si distingueva perché

era di colore nero e le altre erano rosse. Ci

entrai con un po’ di

curiosità ma avevo anche

tanta . Appena

dentro impallidii, era

tutto buio. Mi ricordai

che nel ripostiglio dei

bidelli c’erano tantissime

pile di quelle che si

ricaricano girando la

manovella. Ne presi una,

mi affidai a

quella. Guardai dentro si

intravedevano appena,

appena delle scale di legno che andavano

verso il basso. Decisi di scendere. Le scale

sotto i miei piedi. Le scale

erano a chiocciola e decisi di andare fino in

fondo. Guardai in alto il soffitto era

ricoperto di non sapevo come

potevano essere arrivati lì. Stavo per

mollare un urlo ma mi tappai la bocca con una

mano, non volevo farmi sentire. Quando

arrivai in fondo c’erano tre entrate, decisi

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di entrare in quella in mezzo dove i muri

erano cosparsi di muschio. Ad un certo punto

sentii che i muri si stavano stringendo e mi

volevano spiaccicare. Tornai indietro

e uscii da dove ero entrata cioè

dalla seconda entrata, ma in quel momento mi

scivolò dalla mano la pila che andò a finire

tra i due muri e si . Adesso era tutto

: “La pila, la pila !”

urlai. Subito dopo mi svegliai

ero nel mio letto, sentii dei

passi .

La luce si accese in un colpo secco, nel mio

campo visivo vidi comparire la faccia di mia

mamma che mi chiese se stavo bene. La

tranquillizzai e risposi di sì.

Il giorno dopo andai a scuola e la maestra mi

chiese di andare a fare una fotocopia.

Mi salì un lungo la schiena

quando passai davanti alla porta di colore

nero: ERA APERTA!!! Volevo urlare “Aiuto!”.

Ma decisi di filare dritto.

NILDE S.

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Era una notte in pieno inverno, fuori diluviava e io ero nel letto e stavo leggendo un bel libro.

Ad un certo punto sentii un rumore strano e puffi... andò via la luce. Era buio pesto, non riuscivo a vedere niente … mamma mia che paura! Un silenzio cadde nella stanza. Strano pensai un po' preoccupata e quegli attimi durarono un'eternità. Un lampo

sul tetto di casa mia e illuminò la notte e tutta la stanza. Sentii un cigolio e non capii da dove provenisse, pensavo fosse mia madre che stesse trafficando in corridoio.

Mi alzai battendo i denti mentre le gambe mi tremavano. Mi feci coraggio e in punta di piedi andai a sbirciare in cucina, ma non c'era nessuno, nemmeno il mio gatto. tornai in camera mia. Provai a chiudere gli occhi ma quel momento durò poco. Tornai a sentire quel cigolio e

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c'era qualcosa che spingeva sotto il letto. Mi feci coraggio e senza alzarmi dal letto abbassai la testa per sbirciare. Vidi il mio gatto che cercava di trovarsi un bel posto sotto il letto. Avevo capito tutto, il mio gatto non riusciva a sistemarsi, non trovava la posizione giusta e aveva iniziato a spingere muovendosi causando il cigolio sulla rete. Tranquillizzata feci una risata. Presi il gatto e gli feci le coccole.

ALICE T....

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Era una giornata molto piovosa. Era un venerdì sera, io e le mie amiche eravamo appena rientrate da scuola. Nei giorni precedenti ci eravamo messe d’accordo di andare a casa di una di loro per fare un pigiama PARTY .

Ci siamo sedute e abbiamo messo il pigiama poi io iniziai a raccontare una storia di paura che faceva così : “Una notte, un bambino, camminava sotto la pioggia battente. Era uscito da scuola arrabbiato perché aveva preso una nota grazie a un suo compagno che aveva fatto la spia. –Maledizione! - disse calciando un sasso, che andò a finire proprio davanti alla porta di un castello abbandonato . Proprio in quel momento un lampo Maxigigamega grande squarciò il

cielo e contemporaneamente un lanciò il suo

e........” -Basta storie di paura adesso tutte a nanna !- disse la mamma della mia amica irrompendo nella stanza. Tutte dissero – Uffa!- e aggiunsero - Questo è un pigiama-party non un dormi-party! Sbuffando e rimuginando alla fine si misero sotto il sacco a pelo e iniziarono a dormire o quasi…..Io rimasi sveglia, stavo pensando alla storia di paura che dovevo finire. Quando ……ad un tratto …….sentii un rumore di passi, la paura mi prese alla gola, soffocai un mugolio per svegliare la mia amica. Tutto inutile! Allora mi feci coraggio e la spintonai chiamandola, allora lei si svegliò con un brusco -Che c’è?- io le sussurrai –Ho sentito dei passi !- -Sarà stata mia madre ! -Impossibile, sai benissimo che tua madre a quest’ora è già

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nel mondo dei sogni! - Allora lei sospirò e disse: –Hai ragione e poi so che tu riconosci subito i passi, ma dimmi, che passi hai sentito ? - Felpati e furtivi .- Allora lei sbarrò gli occhi e cominciò a svegliare le altre una ad una. Quando tutte si svegliarono io mi alzai in piedi e presi una torcia e sussurrai –Chi di voi vuole venire con me a vedere chi è?- Tutte ammutolirono tranne la festeggiata che disse: -Io Tutte si voltarono verso di lei che continuò: –Se vuoi vengo io- disse con uno sguardo sincero ma deciso. Allora io le lanciai una torcia e dissi: –Voi chiamateci con il cellulare se sentite altri rumori. Le altre annuirono spaventate. Io e la festeggiata, chiamiamola pure Alessandra, ci avviammo alla porta con le altre dietro che ci auguravano tremanti: – Buona fortuna !- –Fifone!- pensai io, ma in fondo anch’io avevo paura. I Io e Alessandra salimmo le scale scricchiolanti, sentivamo solo i nostri respiri affannati e lo scricchiolio delle scale. Ad un tratto sobbalzai sentendo degli altri passi – Corriamo!– dissi ad Alessandra. Lei partì come un razzo ed io la seguì in camera. Arrivammo con il respiro affannato e ci chiudemmo la porta dietro. Le altre chiesero: –Cos’è successo ?

Io, che ero ancora , risposi: – Ho sentito dei passi e ci siamo precipitate qui. Una di loro mi chiese: –Che cosa facciamo adesso ?

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Io risposi:– Forse ho già un piano, tu - dissi indicandola – prendi quel tavolo, lo useremo come ariete, tu appena quel…-

infatti cos’era? Immagini di Punk con la motosega, fantasmi senza testa e altre cose che cominciarono ad affollarmi la mente –Insomma quel ……mostro ecco!… quando arriverà gli lancerai il fazzoletto così per renderlo cieco. Dopo tu spalmi la

crema sul pavimento davanti alla porta così scivolerà non appena entrato. E io e Alessandra e le altre lo colpiremo con la spazzola per tramortirlo. Ok ! Siete tutte d’accordo? Un grido di gioia si alzò, eravamo pronte e nulla ci avrebbe fermato!, a meno che …… -Ragazze vi sembra questa l’ora di gridare? Sono solo le 11!- disse la mamma di Alessandra ancora in camicia da notte. -Ti prometto che non grideremo più – disse Alessandra. La mamma uscì e, dopo un po’ uscii anch’io per controllare la situazione.

Le ginocchia mi come una foglia al vento. Il

cuore mi batteva all’impazzata e la paura mi assaliva lenta. Alla fine sentii di nuovo i passi ma stavolta mi feci coraggio. Sentivo i passi avvicinarsi, chiusi gli occhi ma… - Asia ?Che ci fai qui?- aprii lentamente un occhio e poi l’altro e vidi davanti a me il papà di Alessandra. –Ero uscita per vedere se c’era il Punk Lui scoppiò a ridere

–IL PUNK?- -Abbiamo sentito dei passi furtivi e dei rumori – -Ero io

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-Allora tutti e due cominciammo a ridere. Io smisi subito perché mi era venuta un idea. Gli chiesi: –Mi scusi avrebbe una motosega e una maschera? -Sì- Allora io mi preparai allo scherzo …..Entrai in camera urlando: –AAAAAAAH!IL PUNK ! E dopo entrò il papà di Alessandra travestito da Punk! Tutte iniziarono a urlare. Ma dopo tutte iniziarono a ridere quando il papà di Alessandra si tolse la maschera.

Con la partecipazione di:ASIA (narratrice ) NICOLE PERSANO E NICOLE MORONI , NILDE ,ALIKA E ALESSANDRA (Amiche)

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INDICE

Una casa stregata……………………………………….2

Rumori in soffitta………………………………………3

Evviva il terremoto eroe………………………………..5

Paura sul K2……………………………………………8

Paura in soffitta………………………………………..10

Paura a scuola…………………………………………13

Paura in montagna…………………………………….15

Una notte di paura…………………………………….17

Una notte al cimitero………………………………….18

Fantasmi inquieti……………………………………...20

Una casa spettrale……………………………………..22

Paura in casa…………………………………………..24

Una sera tra i libri volanti……………………………..25

Una scuola malvagia………………………………….27

Una serata di paura……………………………………29

Una notte di paura…………………………………….32

Lo zombie carnivoro………………………………….34

Rumori in bagno………………………………………35

Paure nei sogni………………………………………...37

Rumori sotto il letto…………………………………...39

Passi e rumori in soffitta………………………………40