Il Brivido Sportivo n. 40 del 07.11.2012

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COPIA OMAGGIO A Milano per provare a fare il salto triplo e continuare la corsa-Europa con o senza Jo-Jo L’editoriale Segue in ultima di ALESSANDRO RIALTI O ra parlare di Europa non ha più i con- torni del sogno, quel- lo che fino a poco tempo fa pareva un obiettivo lontano e difficile da raggiun- gere, gara dopo gara si sta dimostrando un tragitto possibi- le. Non solo, i nume- ri di questi giorni dopo la bella vittoria con i Cagliari stan- no dimostrando che i viola potrebbero, questo clamoro- samente, puntare addirittura ad ar- rivare fra le prime tre della classifica. Son giorni che anche i media nazionali si stanno accorgendo della grande qua- lità di questa Fio- rentina. Gli addetti ai lavori lo avevano già pronosticato dai RIPARAZIONI DI VETTURE E FURGONI CON BANCO DI CONTROLLO. ASSISTENZA LEGALE MACCHINA SOSTITUTIVA Autocarrozzeria Tesi VIA FRA GIOVANNI ANGELICO 19/21 R - FIRENZE Tel. 0552343906 - 334 7971157 - 334 7971111 email: [email protected] SETTIMANALE DI CRITICA E ATTUALITÀ SPORTIVA FONDATO NEL 1927 ANNO 86 - N.40 - MERCOLEDI 7 NOVEMBRE 2012 dei Gadgets Sciarpe Santi Diva SPORT PORTICI GAMBRINUS MONTECATINI TERME I SANTI PORTICI GAMBRINUS MONTECATINI TERME (PT) TEL. 0572.75196 LA DIVA VIA LIVORNESE DI SOTTO, 26 CHIESINA UZZANESE (PT) TEL. 0572.489040 con le maglie ufficiali dei tuoi campioni NON SOLO FIORENTINA... ma anche Juve, Inter, Roma, Napoli ecc... METTITI IN MOSTRA Palloni arpe Maglie Pall Gadget Sciarpe Accademia Musicale Santa Caterina via Santa Caterina,18 Sesto F.no (FI) 055 4200025 La Musica stimola l’ intelligenza ! Corsi di canto e per tutti gli strumenti Bollettini Postali Tributi Equitalia IMU Canone Rai Via delle Molina, 3 - S. Mauro a Signa (FI) - Tel/Fax 055 8738268 Tabacchi Dintorni e Tabacchi Dintorni e di Cristina Calamai da noi trovi: Valori Bollati Ricariche Telefoniche Ricariche Postepay Voucher Inps Da noi puoi pagare Cartoleria - Articoli da Regalo - Piccolo spazio Alimentari Vendita Buoni Mensa Vieni a provare i nostri massaggi!! VIA PO, 61 - CAMPI BISENZIO (FI) tel. 320 1629480

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Il Brivido Sportivo n. 40 del 07.11.2012

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COPIAOMAGGIO

A Milano per provare a fare il salto triplo e continuare la corsa-Europa con o senzaJo-Jo

L’editoriale

Segue in ultima

di alessandro rialti

Ora parlare di Europa non ha più i con-

torni del sogno, quel-lo che fino a poco tempo fa pareva un obiettivo lontano e difficile da raggiun-gere, gara dopo gara si sta dimostrando un tragitto possibi-le. Non solo, i nume-ri di questi giorni dopo la bella vittoria con i Cagliari stan-no dimostrando che i viola potrebbero, questo sì clamoro-samente, puntare addirittura ad ar-rivare fra le prime tre della classifica. Son giorni che anche i media nazionali si stanno accorgendo della grande qua-lità di questa Fio-rentina. Gli addetti ai lavori lo avevano già pronosticato dai

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C’eravamo tanto ama-ti, e ora? Ora Riccardo Montolivo e la Fiorentina hanno preso due strade diverse. Sulla vicenda si è detto tanto e si dirà altro ancora: fiumi di pa-role da parte di addetti ai lavori, appassionati di calcio e media. In fondo è giusto così, è normale, fa parte del gioco e del canovaccio delle storie importanti che finiscono. Fra le tante parole appa-iono sicuramente signifi-cative quelle del procura-tore dell’ex capitano vio-la, Giovanni Branchini, interpellato in esclusiva dai microfoni del Brivido Sportivo.

Montolivo è reduce da un periodo di ascesa con il Milan, suggella-to anche da un bel gol nella vittoria contro il Chievo. Con quale oc-chio Riccardo guarda adesso la Fiorentina? «E’ ancora molto legato alla Fiorentina, come tut-ti noi, e siamo contenti di quanto abbia fatto bene la Fiorentina in questa prima parte di campiona-to. Questo lo dico senza il minimo tentennamento. Firenze è una città che lui ha sempre amato e alla quale deve tantissi-mo. Purtroppo l’esito di certe vicende dipende da come esse vengono gesti-te, quella di Riccardo è

stata gestita male e pur-troppo ha avuto risvolti spiacevoli come qualche volta capita. Ma l’affetto e la riconoscenza verso la Fiorentina ed il legame con Firenze non sono mai stati in dubbio».Una vicenda gestita male da entrambe le parti? «Mi limito ad affermare che è stata gestita male, non voglio riaprire nes-suna polemica anche per-ché credo che tante cose siano già state dette. Il tutto poteva essere meno ‘cruento’ di com’è stato, ci è dispiaciuto allora e ci dispiace oggi ricordarlo. Posso soltanto dire che quando a suo tempo ci furono dei problemi con

Luca Toni il suo agente ebbe l’onore di poter par-lare con i fratelli Della Valle e affrontare il di-scorso in un certo modo. Io non ho mai avuto que-sta fortuna, né io né Ric-cardo, e questo ha un po’ complicato le cose. Con questo non intendo dare colpe a nessuno, ci tengo a sottolinearlo. Tanto per esser chiari, non ho mai ritenuto Corvino colpe-vole del mancato rinnovo di Montolivo. Corvino ha fatto quello che doveva fare nei tempi giusti, ma purtroppo c’erano altri aspetti che non siamo ri-usciti ad affrontare e non abbiamo potuto svilup-pare. Però mai, in nessun momento, si sono allen-tate la riconoscenza e la simpatia nei confronti della Fiorentina e di Fi-renze. La vicenda è finita così, inutile aggiungere altro».Avrebbe fatto bene Mon-tolivo a questa Fiorenti-na?«Credo che ai tifosi della Fiorentina interessi poco questo tipo di riflessio-ne, credo siano contenti dei giocatori che hanno e pensino giustamente al presente ed a quello che la società sta costruendo. Detto questo, ritengo co-munque di non esagerare

dicendo che un giocatore come Montolivo può gio-care e rendersi utile in qualunque squadra».Domanda inversa: la Fio-rentina avrebbe fatto bene a lui se fosse rima-sto? «La Fiorentina gli ha già fatto molto bene, la Fio-rentina l’ha sempre aiu-tato a crescere. Anche nei momenti difficili, ad esempio quando i tifosi, che fino al giorno prima lo avevano incitato, han-no poi cambiato radical-mente atteggiamento nei suoi confronti. Oppure quando gli è stata tolta la fascia di capitano in un certo modo. Tutto questo l’ha aiutato a scoprire un aspetto del calcio che fino a quel momento lui non conosceva, l’ha aiuta-

to a fare un tipo di espe-rienza importante».Poi chissà, magari un giorno ci sarà un riavvi-cinamento e Montolivo, come Toni, potrebbe pure tornare a Firenze a fine carriera…«Questo sinceramente non è un aspetto che in questo momento pos-siamo valutare, perché qualunque cosa dicessi in proposito sarebbe una sciocchezza. E’ vero che il calcio oggi vive molto di queste cose, e poco di quelle vere, ma io ho ri-spetto delle persone che leggono i giornali e che apprendono le dichiara-zioni attraverso i media. Qualunque cosa dicessi, in un senso o nell’altro, sarebbe una sciocchezza ed a me non piace dirne».

Esclusiva con l’agente dell’ex capitano della Fiorentina, ora al Milan, che domenica sfiderà i viola

Branchini: “Montolivo? Avrebbe voluto tanto parlare con i Della Valle, non averlo fatto ha complicato tutto”

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C’era una volta una Fiorentina brutta, insipida, insignifi-

cante, una squadra che per troppo tempo ha fat-to rimpiangere quella più concreta dell’era Prandelli. Sembra passata un’eterni-tà, invece si tratta solo di pochi mesi fa. Fino a quan-do su Firenze e al Franchi non è tornata la luce con l’avvento della Fiorentina di Vincenzo Montella. La squadra dell’Aeroplanino troppo spesso viene pa-ragonata a quella del suo amato predecessore, Cesa-re Prandelli. Giornalisti e opinionisti fanno a gara a chi rammenta per primo e con più convinzione il pa-ragone tra le due squadre. E i tifosi prendono nota. In realtà, al di là dei numeri, come ci suggerisce un noto film di un grande artista toscano, “non si somigliano pe’ niente”!SIMILI SOLO NEI NUME-RI. La Fiorentina di Pran-delli e quella di Montella, per adesso hanno in comu-ne solo i numeri. La squa-dra rivelazione del tecnico napoletano ha infatti fino ad ora collezionato 21 pun-ti ottenuti con 6 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte, facen-do 16 gol e subendone sola-mente 8. E allora andiamo a vedere, stagione per sta-gione, l’andamento delle prime undici giornate della squadra di Prandelli. Sta-gione 2005-06, quella dei 31 gol in 38 partite di Toni per intenderci: 25 punti fatti, 8 vittorie, 1 pareggio, 2 sconfitte, 24 gol fatti (di

cui, ben 13 dal solo centra-vanti di Pavullo) e ben 12 subiti; stagione 2006-07, quella dell’arrivo di Mutu come compagno di repar-to di Toni: 18 punti fatti, 6 vittorie e 5 sconfitte, 18 gol fatti (di cui 4 da Toni e 5 dal romeno), 13 subiti; sta-gione 2007-08, quella della staffetta Vieri-Pazzini al fianco di Mutu e della dif-ficile gestione delle punte tra le quali figurava un quarto nome, Osvaldo: 23 punti fatti, 6 vittorie e 5 pareggi, 18 gol fatti (di cui 3 dal ‘Pazzo’, 3 da ‘Bobone’ e 6 da Mutu, oltre – per gradire – una doppietta del giovane Osvaldo), so-lamente 7 subiti; stagione 2008-09, quella delle spe-se folli, dell’arrivo di Gi-lardino e Vargas: 20 punti fatti, 6 vittorie, 2 pareggi, 3 sconfitte, 14 gol fatti (dei quali ben 8 da Gila e 3 da

Mutu), 9 subiti; stagione 2009-10, quella delle 17 sconfitte in campionato, delle ripetute assenze di Mutu (in totale 11 presen-ze per lui) e dell’esplo-sione di Jovetic: 18 punti fatti, 5 vittorie, 3 pareggi, 3 sconfitte, 12 gol fatti (4 da Gila, 3 da Jo-Jo e 1 solo da Mutu) e 9 subiti. Alla luce dei numeri, in cinque anni solamente due volte i viola di Prandelli hanno ottenuto risultati migliori rispetto alla Fiorentina di Montella e solo una volta hanno avuto la difesa mi-gliore, nella stagione 2007-08 dove in undici giornate avevano subito appena 7 reti. Ad ora gli uomini di Montella ne hanno incas-sate 8. Una volta fatto il dovuto confronto in nume-ri, è giusto evidenziare la differenza maggiore tra le due compagini.

TANTI LEADER PER PRANDELLI. La diffe-renza sostanziale sta nel gioco e nei diversi leader. La squadra di Prandelli divertiva, piaceva, esal-tava, ma non offriva agli spettatori un gioco spet-tacolare, dall’accento spa-gnolo, come quello che oggi praticano gli uomini dell’Aeroplanino. In ogni formazione dell’era Pran-delli c’erano uno, due, tre giocatori che fungevano da leader del gruppo in campo: erano loro, con le loro giocate, il ‘gioco’ della Fiorentina. Talvolta, quan-do steccava qualcuno dei suddetti leader, steccava pure la squadra. Nella prima stagione di Cesare sulla panchina viola, la Fiorentina dipendeva dai gol di Toni: il centravanti di Pavullo, ben supportato da due esterni come Fio-

re e Jorgensen (giocatore essenziale negli equilibri dell’epoca Prandelli, in campo e fuori) e dai cross di Pasqual, era il finalizza-tore del gioco semplice ed elementare della Fiorenti-na. Con Liverani in cabina di regia che innescava gli uomini sulle fasce e con un centravanti che trasfor-mava in gol ogni pallone che perveniva in area, tut-to diventava matematico. Nella stagione successiva è arrivato in viola un nuo-vo leader, Mutu: Prandelli ha beneficiato dei miglio-ri anni professionali del romeno (anche per merito del tecnico che lo gestiva come un padre gestisce un figlio viziato: coccolan-dolo e dandogliene tutte vinte… ma il suo metodo funzionava e allora era giusto così). E quindi la se-conda squadra di Prandelli

si è basata principalmente sulle giocate del Fenome-no che di fatto faceva la differenza e che, quando aveva voglia, sapeva anche servire l’altro leader viola, Toni. In due riuscirono a mettere a segno 32 reti in un campionato (16 a te-sta). Via Toni, Mutu ha poi preso in tutto e per tutto le redini e le sembianze dell’uomo-simbolo: nella terza stagione tutto ruo-tava intorno a lui. Lui che giocava accanto una volta a Vieri, una volta a Pazzini, una volta a Osvaldo: non faceva differenza, era solo il numero 10 che muoveva gli equilibri della squadra in positivo e in negativo, tanto da prenderla spesso (da solo) per mano e por-tarla grazie anche (e so-prattutto) ai suoi 17 gol ai preliminari di Champions. Si sentiva il numero uno,

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e lo dimostrava sul campo. Il quarto anno arrivarono altri due leader, uomini imprescin-dibili per il gioco di Prandelli: Vargas e Gilardino. Il bomber di Biella prese il suo posto in attacco spodestando Pazzini, Osvaldo e chi per loro e, seppur timidamente, si prese la scena con 19 gol segnati. Vargas, inve-ce, fece intendere al tecnico di non essere un terzino (fu così che inizialmente cercò di utiliz-zarlo il ‘mago’ di Orzinuovi), ma di essere il più potente esterno mancino che offriva il campio-nato di serie A. Così, grazie a tre elementi, tre giocatori di livello superiore, la Fiorentina volava. Ma non offriva spetta-colarità collettiva, se non nelle giocate imprevedibili di Mutu, nelle cavalcate devastanti di Vargas o nelle puntuali con-clusioni di Gilardino. Non ser-viva un ‘insegnante’ per i tre tenori viola. Serviva solamen-te qualcuno che dicesse loro:

‘vai in campo e fai quello che sai…’. Infine l’ultimo giovane leader prandelliano, Jovetic. L’unico ad aver brillato nell’ul-tima opaca stagione del buon Cesare sulla panchina viola, dove di bello c’erano solo i ric-cioli del montenegrino quando quest’ultimo accelerava, pun-tava la porta e rubava la scena europea a Torres e Gerrard. Immaginare una Fiorentina di Prandelli senza Toni era pres-soché impensabile. Così come una Viola senza Mutu. E anco-ra senza Gila. Infine senza Jo-vetic. Per 5 anni, Prandelli ha avuto (e ottenuto) il meglio dai suoi uomini-leader, tra i quali vanno annoverati anche Frey, Liverani e Jorgensen: erano loro ‘il gioco’ di quella Fioren-tina. I singoli che facevano la differenza nel gruppo.UN SOLO LEADER PER VIN-CENZO. Nella squadra di Mon-tella, invece, il leader non ha né un nome né un cognome,

perché non ha sembianze uma-ne, né un numero di maglia sulla schiena. Non si chiama Gilardino, né Mutu, né Toni. Si chiama ‘Gioco’: esso è il capo-fila della Fiorentina dell’Aero-planino. Pur avendo giocatori dalle ottime qualità tecniche in ogni reparto, ha già dimostrato in queste prime undici giorna-te di campionato che nessun elemento, seppur importante, è insostituibile nella squadra costruita con la mentalità del ‘giocare a calcio sempre e co-munque’. Abbiamo visto la di-fesa cambiare i suoi uomini e fare a meno di Nastasic (che tutti ritenevano pilastro del futuro), di Roncaglia, di Gon-zalo Rodriguez. Che al loro posto sia subentrato Tomovic o Savic, il risultato è stato iden-tico. Niente è cambiato, tutto è rimasto uguale. Idem a cen-trocampo dove pur non avendo avuto a disposizione per quasi tutte le prime undici giornale

Aquilani, pur avendo dovuto fare a meno di Pizarro già in un paio di occasioni, Montella ha mandato in campo alternative che non hanno fatto sentire la mancanza dei ti-tolari. Uomini con caratteristiche diverse (Olivera non è Pizarro, così come né Romulo né Migliaccio né Mati Fernandez sono Aquilani), ma che non hanno cambiato la menta-lità del gruppo che è quella di gio-care sempre e comunque a calcio. Di fare la gara. Di non buttare via un pallone. Di fare girare palla e ‘comandare’ la partita su ogni cam-po. Di divertire e divertirsi (perché l’impressione è che quello viola sia un gruppo che si sta divertendo proprio tanto). Di ‘giocare’ a calcio nel significato più puro del termi-ne, con la testa libera, senza pensa-re che sia una regolare professione con tanto di doveri da rispettare e per questo ‘stressante’. Niente im-porta se qualche volta il giochino non riesce. È la mentalità che fa la differenza. Il carattere. La volontà di esprimere un calcio brillante in-dipendentemente dagli interpreti. In avanti, poi, si sono alternati tutti gli elementi dell’organico e nessu-no ha sfigurato, seppur in qualche momento ci sia stato (e ci sarà an-cora) di che rammaricarsi per il mancato arrivo di una punta da 15-20 gol a stagione. Punta che, però, non avrebbe assolutamente avuto la funzione del leader perché lea-der della squadra di Montella – e ci piace ribadirlo – è solo e soltanto il gioco. Non c’è un nome che preva-le su tutti. Lui (l’Aeroplanino), col suo fare sfuggente e schivo fuori dal campo, tratta tutti allo stesso modo, non ci sono titolari né riser-ve, non ci sono campioni o giovani da svezzare e far crescere. Magari

anche lui avrà dei preferiti, ma a differenza di altri tecnici non lo dà a vedere. E nel frattempo sono arrivati domenica i primi cori per il tecnico ex Roma che ha ricam-biato salutando con la mano, ma che da persona che conosce bene l’ambiente-calcio sa benissimo che i cori possono trasformasi in fischi nel momento in cui qualcosa do-vesse cominciare ad andare storto. E questo perché sa anche che que-gli applausi sono dovuti solo e sol-tanto ad un lavoro di ‘campo’, non mediatico da ‘mano sul cuore’ che ti regala un credito anche quando i risultati smettono di arrivare…Testimone della teoria del ‘tutti uguali’ è anche il giro che ha fat-to la fascia di capitano sul braccio dei giocatori viola la scorsa estate a Moena. Tutti l’hanno indossata, giovani e ‘vecchi’, nuovi arrivi e ve-terani, perché tutti si devono senti-re parte integrante del ‘Fiorentina-show’, anche se poi è giustamente il ‘grande vecchio’ Pasqual a portarla regolarmente e con orgoglio ogni domenica, o comunque ogni volta che gioca. La squadra di Montella, dunque, ha il suo leader indipen-dente da ogni singolo (il gioco cora-le) e con la sua intercambiabilità, figlia delle squadre che hanno nel dna un gioco inculcato dal proprio tecnico, è possibile fare una lunga strada. Più lunga del momento di grazia di un singolo campione che ti può fare la differenza per 10 par-tite per poi abbandonarti al tuo destino. Intanto la strada ha por-tato la Viola di Montella a sedersi al quarto posto con 4 splendidi gol segnati ad un Cagliari che veniva da 4 vittorie consecutive… pare davvero una Fiorentina ‘forza 4’!

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Celebrare uno come Fa-cundo Roncaglia o elo-giare le giocate di Borja Valero e Pizarro è fin troppo facile, anche per-ché loro sono stati cata-pultati in una realtà fin da subito positiva e non si portano dietro le sco-rie di stagioni buie di-sputate in maglia viola. Oggi vogliamo puntare il mirino su un giocato-re che troppo spesso ha corso nell’ombra e che probabilmente è uno de-gli uomini più importanti dell’intero spogliatoio. Ci riferiamo naturalmente a Manuel Pasqual, il ca-pitano di questa splendi-da Fiorentina che dome-nica contro il Cagliari ha riposato, ma che dovreb-be tornare ‘titolarissimo’ contro il Milan. Di boc-coni amari ne ha digeriti parecchi e adesso si sta giustamente prendendo le rivincite che merita. Messo in croce (troppo spesso) anche per colpe non sue, in questi anni si è dimostrato un profes-sionista serio, ancora pri-ma che un buon terzino. E pensare che di motivi per lamentarsi ne avreb-be avuti, come quando di punto in bianco Pran-delli decise di spedirlo

in panchina (o peggio ancora in tribuna) dopo che alla prima stagione a Firenze fece la fortuna con i suoi cross (ben 10) di un prorompente Luca Toni. Ha lavorato in silen-zio giorno dopo giorno, conquistandosi la stima dei dirigenti e di Andrea Della Valle, oltre che due rinnovi del contratto. Ha attraversato la difficol-tosa era-Mihajlovic (con quest’ultimo che gli ave-va restituito fiducia e un posto da titolare) ed è stato protagonista nella tumultuosa parentesi di Delio Rossi. Ci ha messo l’anima anche quando non era facile ben figu-rare come adesso. Il mo-dulo lo relegava terzino, c’era da correre anche per chi non lo faceva e so-prattutto non era in gra-do di liberarlo al cross. I Pizarro, i Borja Valero e gli Aquilani sono un lus-so che adesso Manuel si gode volentieri, da capi-tano.LA FASCIA DI GER-RARD. E proprio quella fascia lo rende orgoglio-so. Arrivato all’ottava stagione di militanza in viola la voleva e la sen-tiva sua. Lo scorso anno, quando la società ha no-minato capitano Gam-berini e Jovetic vice, ci

è rimasto male. Nessuna polemica, ci manchereb-be, anche perché già da tempo aveva maturato la convinzione che si può es-sere leader anche senza fascia al braccio. Il cruc-cio è svanito definitiva-mente all’inizio di questa stagione, quando Montel-la gli ha comunicato che il capitano sarebbe stato lui. Scelta logica e giusta, perché Manuel quella fa-scia se la merita davvero. Il motivo principale è che per i compagni è il punto di riferimento, in campo e fuori. Molti dei nuovi lo hanno dichiarato anche pubblicamente. E poi perché la gente si rico-nosce in lui, lontano anni luce dallo stereotipo del calciatore moderno. Poca o nulla vita notturna, il sorriso sempre pronto e una disponibilità non comune. Educato e col-to come pochi, vive una vita fatta soprattutto di semplicità e normalità. La gente in un leader vuole questo. Pochi fron-zoli, lo si capisce anche guardando le persone che gli stanno intorno. Se vi aspettate di trovare un calciatore gestito da una serie di procuratori affa-mati vi sbagliate di gros-so. Manuel ha lo stesso agente di quando era un

giovane di belle speran-ze, semplice e schietto proprio come lui. Per dire la verità, uno sfizio se l’è tolto di recente. La fascia di capitano che viene usata in Premier League lo faceva impazzire e con l’aiuto di Aquilani è riu-scito ad ottenere proprio quella di Steven Gerrard, con tanto di autografo del capitano del Liver-pool. D’ora in poi sarà la fascia da trasferta ed a giudicare dal risultato della partita di Genova (la prima volta che l’ha indossata) siamo certi che non la toglierà più.SOGNO NAZIONA-LE. Ma uno che è capita-no della squadra più pro-positiva del campionato e le cui prestazioni sono sempre ampiamente so-pra la sufficienza, può non essere preso nem-meno in considerazione per una convocazione in Nazionale? Finora è sta-to così anche se Cesare Prandelli lo conosce mol-to bene. Tutto l’ambiente viola ha iniziato una sor-ta di battaglia per rivede-re Manuel in azzurro, an-che (e soprattutto) per-ché la concorrenza non appare certo irresistibile sulla fascia sinistra. Sono partiti già da settimane alcuni appelli su vari so-

cial network, intanto a Genova Pasqual ha se-gnato e giocato benissi-mo proprio sotto gli occhi di Venturati, uno dei col-laboratori più stretti del ct azzurro. Nell’attesa Pa-squal lavora sodo rincor-rendo il sogno della con-vocazione (e se arrivasse in vista dell’amichevole del 14 novembre contro la Francia?) che rende-rebbe davvero magica questa rinascita colorata di viola.FUTURO VIOLA. E quando sarà il momento di appendere le scarpe al chiodo, sembra pro-prio destinato a ricopri-

re un ruolo in società. Come accennavamo pri-ma, Andrea Della Valle è rimasto letteralmente conquistato in questi anni dal comportamento esemplare di Pasqual e la conseguenza naturale è che gli potrebbe essere proposto un nuovo incari-co dopo che avrà smesso di giocare. Già adesso la Fiorentina si fa rap-presentare dal capitano nei momenti più intensi ed istituzionali fuori dal campo. Il suo legame con Firenze è sano e indisso-lubile ed i segnali che ar-rivano fanno pensare che sarà ancora molto lungo.

Otto anni in viola e non sentirli: veterano del gruppo viola, ora ha pure la fascia di Gerrard

Pasqual s’è ripreso la Fiorentina: che farà Prandelli?

7Il Brivido Sportivo - Mercoledi 7 novembre

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I viola ritrovano l’ex capitano che ha scelto di non rinnovare per tentare il salto al Milan

di alessandro latini

Toh, chi si rivede! Le strade della Fiorentina e di Ric-

cardo Montolivo tornano ad incrociarsi in un po-meriggio di novembre, precisamente quello di domenica prossima. I vio-la ritrovano l’ex capitano proprio nel momento in cui sembra essere più in forma, specialmente sot-to porta, perché nell’ul-timo periodo tra Milan e Nazionale ha messo a se-gno tre gol, anche di pre-gevole fattura. In campo non sarà una vera e pro-pria sfida contro un ex c o m -

pagno di squadra, perché della Fiorentina in cui giocava lui è rimasto ben poco. Ritroverà Pasqual, Jovetic, Ljajic e pochi al-tri, magari saluterà con piacere qualche magazzi-niere e qualche dirigen-te (forse non tutti), ma soprattutto si troverà di fronte ai suoi vecchi tifo-si. Gli stessi che nel corso degli anni a Firenze lo hanno coccolato, lo han-no visto crescere e sboc-ciare, prima di sentirsi traditi. Una pugnalata alle spalle secondo molti, arrivata da un giocatore che la gente aveva indivi-

duato come la bandiera del futuro, il punto di ri-ferimento per tanti anni a venire. L’addio è stato traumatico e probabil-mente mal gestito da tutte le parti in causa, anche se la quasi totalità dei tifosi viola ha fatto in fretta a dimenticare quel numero 18. Le giocate di Borja Valero e Pizar-ro (in attesa di Aquilani al massimo della forma) hanno avuto l’effetto di un digestivo particolar-mente efficace. Le pole-miche sul farlo giocare o mandarlo in tribuna sono lontane anni luce sebbene la frattura si sia consumata praticamen-te solo pochi mesi fa. La Fiorentina guarda il Mi-lan in classifica dall’alto verso il basso ed esprime probabilmente il miglior gioco in Italia, Montoli-vo arriva alla sfida dopo la standing ovation del Meazza al momento del-la sua uscita dal campo contro il Chievo. Dopo un inizio balbettante, com-plici tutte le difficoltà dei rossoneri, è riuscito infatti ad imporsi a suon di gol e belle giocate. Per Allegri (e per Prandelli) è un titolare inamovibile, l’unico a centrocampo in grado di verticalizzare la

manovra. I tifosi del Mi-lan hanno imparato ad apprezzarlo e ad applau-dirlo, ma dal confronto con il passato non si può scappare.PENTITO O NO? E lo stesso Montolivo quel passato colorato di viola lo ha ricordato finora po-chissime volte ribaden-do di non essere pentito della scelta di andare al Milan. D’altra parte ci poteva anche stare. E’ ca-pitato in un Milan sicura-mente più debole rispet-to a quello degli ultimi anni e beffardamente ha lasciato Firenze proprio quando è stato deciso di dare una sterzata netta al famoso progetto. Nien-te rimpianti, anche se a leggere le parole rilascia-te in un’intervista di non molto tempo fa viene il dubbio che proprio a cuor leggero non se ne sia an-dato: «Mi è dispiaciuto andare via così, dopo set-te anni bellissimi e ricchi di soddisfazioni. Il mio cruccio è quello di non essere mai riuscito a par-lare con i Della Valle, ma solo con la dirigenza con cui sono nati i problemi. Le cose sarebbero andate diversamente con una ge-stione diversa». Dichia-razioni a parte, rimane

la sensazione che, come dicevamo poco fa, l’inte-ra vicenda non sia stata gestita bene. E togliergli la fascia di capitano, ha rappresentato una sor-ta di controsenso logico, perché pur non avendo la fascia e pur avendo il contratto in scadenza, Montolivo è rimasto lea-der dello spogliatoio fino alla fine. Fino a salvezza acquisita. Fin dal ritiro estivo la squadra fece sa-pere che se ci fosse stata una votazione per eleg-gere il capitano avrebbe vinto di nuovo Montolivo. Poi le parti sono andate avanti per mesi tramite messaggi trasversali a mezzo stampa, che hanno finito per rompere defi-nitivamente un rapporto che si stava lentamente incrinando.ODIO ED AMORE. I ti-fosi viola si sono spesso divisi sul Montolivo gio-catore. Tra chi l’ha amato e chi l’ha odiato c’è sem-pre stata una battaglia continua nel corso degli anni. Elegante in campo ma ritenuto con scarsa personalità, c’è anche chi lo ha accusato di non essere mai stato decisivo nei momenti importan-ti. Questione di punti di vista e di modi di inten-

dere il calcio, quel che è certo è che Montolivo la Fiorentina se la porterà nel cuore. Con la maglia viola addosso ha percorso le tappe per diventare un giocatore vero. Ha segna-to il primo gol in Europa contro l’Everton, il primo in Champions League contro il Debrecen ed ha esordito in Nazionale contro il Sudafrica. Que-sti sono solo alcuni dei momenti più significativi di un’esperienza sicura-mente positiva, anche se travagliata. L’ultima sta-gione ha rovinato un po’ tutto, soprattutto quel feeling con i tifosi che non riescono a perdonar-gli l’essere andato via a parametro zero. Adesso non c’è più spazio per le recriminazioni e le pole-miche. Montolivo dome-nica si prenderà qualche fischio e giocherà con la maglia del Milan, quella della squadra di cui – si mormora – sia sempre stato tifoso. E chissà se mai si sarebbe aspetta-to di dover inseguire in classifica proprio la ‘sua’ Fiorentina.

Riecco Montolivo: ma Firenze lo ha già messo in archivio

8 Il Brivido Sportivo - Mercoledi 7 novembre

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La nuova Fiorentina è nata a San Siro sette mesi fa

AMArCOrd

di ruben lopes pegna

E’ un’esagerazione affermare che la nuova Fiorentina,

quella che tutta l’Italia calcistica sta lodando ed ammirando, è nata alla vigilia della partita di San Siro con il Milan del 7 aprile scorso, vinta dai viola per 2-1? Riteniamo di no. La rifondazione vio-la è iniziata, infatti, nei giorni che precedettero la sfida con i rossoneri di Allegri. E’ stato allora che scesero in campo sia Andrea che Diego Della Valle. E fu allora che spie-garono a tutti il loro pro-getto sulla nuova squadra, quella che, dopo aver ot-tenuto la salvezza, avreb-be dovuto tornare a lotta-re per l’Europa. Le parole dei due massimi dirigenti gigliati servirono a ricom-pattare, in un momento di crisi, all’indomani della sconfitta casalinga con il Chievo, la squadra e tutto l’ambiente e a disegnare nel contempo gli scena-ri per il futuro prossimo, quello che Firenze sta ora vivendo con gioia ed orgoglio. E soprattutto quegli interventi furono la conferma che la fami-glia Della Valle sarebbe rimasta più salda che mai al timone della Fiorentina per riportarla ai vertici del calcio.Riviviamoli allora quei giorni nei quali la Fioren-tina sembrava sprofonda-re in maniera irreversibi-le verso la serie B.

GIOVEDÌ 5 APRILE: SCENDE IN CAMPO ANDREA DELLA VAL-LE. Il presidente onora-rio arriva a Firenze due giorni prima del match di Milano, quando la for-mazione di Delio Rossi è quartultima in classifica, con cinque lunghezze di vantaggio sul Lecce che deve affrontare allo sta-dio di via del Mare alla penultima giornata. Parla con la squadra, con il tec-nico, con i singoli giocato-ri e con i tifosi. Cerca di tranquillizzarli e li invita a riempire in massa lo sta-dio il mercoledì successi-vo per il match infraset-timanale con il Palermo. “Dobbiamo uscire tutti insieme – spiega Andrea Della Valle – da questa situazione. L’ambiente si deve compattare. E devo-no capirlo anche i nostri tifosi, dei quali capisco lo stato d’animo. Ma gio-care al Franchi rischia di diventare un problema (soprattutto dopo la scon-fitta per cinque a zero con la Juve n.d.r.). E, invece, non deve essere così. A fine campionato esporrò il mio programma per il futuro. Ma le idee chiare le ho già. Voglio riconqui-stare la gente, avere di nuovo la loro stima. Que-sto per me conta più che far quadrare i bilanci, che pure è una cosa molto im-portante”.VENERDÌ 6 APRILE: È IL MOMENTO DI DIE-GO DELLA VALLE.Dopo cena a Milano nel ritiro viola, dopo aver parlato con i dirigenti, Mr. Tod’s

incontra per circa mezz’o-ra la squadra, cosa che non accadeva da tempo immemorabile. “Eravamo partiti in questa stagione – afferma – per tornare in Europa. E invece ci trovia-mo a lottare per la salvez-za. C’è troppa tensione in tutti voi e non va bene. Vi voglio ricordare il motto della mia famiglia, quel-lo delle tre “d”, che deve diventare anche il vostro oggi e nel futuro: digni-tà, dovere, divertimento. Usando questo motto, uscirete da questa situa-zione. Andate in campo

ricordandovi chi siete, an-che se la sfida con il Mi-lan è difficile. Però se la affronterete con cuore e coraggio, qualunque sarà il risultato, questo sarà l’inizio di un nuovo ciclo”. SABATO 7 APRILE: LA FIORENTINA SBANCA SAN SIRO. Delio Rossi contro i rossoneri, leader del campionato, manda in campo la seguente for-mazione, schierata con il 3-5-2: Boruc; Camporese (Felipe dal 69’), Natali, Nastasic; De Silvestri, Kharja (Olivera dall’83’), Behrami, Lazzari, Pa-

squal; Ljajic (Amauri dal 77’), Jovetic. La Fiorenti-na parte discretamente ma il Milan va in vantag-gio al 31’ con Ibrahimo-vic su rigore. Il penalty molto dubbio è concesso dall’arbitro Celi per un presunto fallo di Nastasic su Maxi Lopez (in realtà è l’attaccante rossonero a strattonare per primo il difensore viola). La squa-dra di Allegri sfiora il bis, colpendo una traversa con Maxi Lopez. La Fio-rentina è giù di morale, anche perché il Lecce alla fine del primo sta vincen-

do due a zero sulla Roma e virtualmente è a meno due dalla squadra di Ros-si. Nella ripresa è tutta un’altra musica. Dopo due minuti c’è un lancio filtrante in verticale di De Silvestri. Mexes sbaglia l’intervento, Jovetic con-trolla il pallone e poi re-alizza il gol del pareggio. Il Milan non punge più e a meno di un quarto d’o-ra dalla fine Delio Rossi gioca il tutto per tutto, inserendo Amauri al po-sto di Ljajic, che pure sta facendo bene. Su un altro errore di Mexes al 44’, Jo-vetic con un assist perfet-to serve un pallone d’oro ad Amauri. Il centravanti brasiliano non sbaglia e realizza il suo primo gol con la maglia gigliata. Così la Fiorentina, alla vigilia di Pasqua, sbanca San Siro e torna a Firenze con tre punti preziosi per la salvezza. La scossa del-la famiglia Della Valle è servita. La vittoria è meri-to anche loro. La squadra ha mostrato dignità, tutti i giocatori hanno fatto il loro dovere, regalando nel contempo ai tifosi mo-menti di grande diverti-mento, visto che non era facile ribaltare il risulta-to. Il motto delle tre “d” di Diego Della Valle è sta-to immediatamente rece-pito dalla squadra.

9Il Brivido Sportivo - Mercoledi 7 novembre

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Non abbiamo bisogno di seminatoridi zizzania

L a prima puncicata la diamo più che volentie-ri alla D’Amico e alla troupe di Sky per come hanno intervistato Jovetic. Dice la signora

(che noi pungiamo sempre volentieri): “Montella ha detto che ancora non sei perfetto, ma cosa in-tende per perfetto Montella? Più di 25 reti, essere sempre decisivo, cosa?” e poi, alla replica ovvia (“Chiedetelo a lui”), è passata, insieme ai colle-ghi, all’esegesi del calcio al cartellone: “Perché hai avuto quel gesto di stizza?”. Il fatto che un at-taccante non segni da tre domeniche e che abbia anche sbagliato due rigori (uno con la Nazionale) in rapida sequenza, non è motivo sufficiente per giustificare un gesto di rabbia o di sollievo quando finalmente si mette il pallone in rete? No, ci deve essere la dietrologia, il sottintendere chissà quali incomprensioni con l’allenatore, istigarle o crea-re il ‘casus belli’. Di seminatori di zizzania non ne abbiamo assolutamen-te bisogno. La Fioren-tina, dopo due anni di baruffe chiozzotte, è un ambiente sano, se-reno e tranquillo, e qui sta anche la sua forza. Ogni tentativo per tur-barlo ci troverà sempre vigili e pronti a sca-tenare le api ed i loro pungiglioni roventi.

SI SONO ASFARTAI EORA E SI COMINCIAA FA’ SU I’ SERIOE ve l’avea detto i’nonno che

si vendicava e cugini pan-fortai! Quattro gnen’avean

date e quattro gni se n’è rese alla truppa di Cellino! Ora e si comin-cia a fa’ su’ i serio! Ma guarda un po’ che da quando la banda de’ quattro (Valeri, Tagliaivven-to, Gianni lo Gnoccaro e Guida) e son andai a fa’ danni artrove, e ci hanno mandao arbitri normali, e s’è fatto nove punti ‘n tre par-tite! Duralla e dicea qui’ canino! Perché domeniha e c’è una partia sospetta. A S. Siro (che gli ha di già dimostrao d’essere un santo che ci ha sulle palle), contro la banda d’Allegri, che gli hanno ricominciao a ride’ sortanto ora davanti a i’ pandoro, la prima con l’ex-capitano da ex. Immaginassi che nell’arte sfere (‘ndo gni piace di facci gira’ le palle) e vedrebben bene una vittoria de’ predestina-ti a strisce e una sconfitta nostra che s’è rizzao troppo (pe’ loro) la cresta e un n’è vole’ pensa’ male pe’ forza. Anche se chi pensa male spesso e ci azzecca, cioè e ci dà. ‘Nsomma che e ritirassen fori

uno della banda de quattro o un amiho indottrinao bene e un ci sorprenderebbe miha. Perciò vi-gili e pronti se no alla fine della partia dietro e s’ha e bruciori. Ma torniamo a domeniha. I’primo tempo un s’è miha fatto un gran che. Gonzalo e gli ha marcao alla sverta e dopo e ci siam messi un po’ sull’imbraha, lasciando far a

loro che, se tu li lasci fare, armen correre e gni riesce. Così alla fine e c’è riuscio falli pareggiare gra-zie alla tecnologia umana, cioè

per corpa di quella figura nova che gli è i giudice di porta. Ma chi l’ha ordinao? I’segnalinee sban-diera, l’arbitro gli anulla, e lui, i’Pierino che, di dreo, e un vede una smania, e dice “no, l’è bono!”. Ma quando vu la metteree la mo-viola! Comunque sia, ni’ secondo tempo e si sono asfartai. Dopo i’ 3-1 di Luhone grande carcio, e se ne potea far un corbello, ma ci siam fermai a quattro, appunto pe’ rendigli quelli deì cugini. Ora e siam quarti, recuperata anche la Lazio che gli ha preso una gran-dinaa a Catania. Ora ci manca i’Napoli e poi e siamo a’prelimi-nari di Scempionse, du’punticini soli, bada lie! Quelli che ci hanno “rubao” alla prima partita in qui campo da bicce soccher! Ma gni si ripiglieranno, anch’a loro, i’tempo gli è galantuomo. Però comincia-mo co’ prossimi tre a S. Siro, an-che pe’ levassi di torno questi stri-sciai ‘n disgrazia. Un gli facciamo ritira’ su i collo. Giue gli hanno a stare a leggici la targa. Forza Vio-laaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

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Serate di sport e letteratura al Torrino: il 12 novembre tocca al ciclismo nel ricordo di Bartali

di Michela lanza

Ed eccoci arrivati a pochi giorni dalla terza puntata de ‘I lunedì del Tor-rino – serate di sport e letteratura’

che si svolgerà lunedì 12 novembre e du-rante la quale, questa volta, il protagonista sarà uno sport che in Toscana ha sempre riscosso molto successo grazie ai campioni ‘nostrani’ che si sono affermati negli anni. Stiamo parlando del ciclismo e del libro che verrà (ri)presentato al ‘Torrino’ lunedì, un volume che narra la storia di un uomo amato dall’Italia intera, un uomo dal naso importante, diventato una delle leggende e uno dei campioni più rappresentativi del Novecento insieme all’amico-nemico Cop-pi: stiamo ovviamente parlando di Gino Bartali, più comunemente chiamato ‘Gi-nettaccio’. La storia del ciclismo sarebbe stata probabilmente diversa, se non ci fos-sero stati Coppi&Bartali. E, seppur tanti articoli e libri sono stati scritti sul burbero campione nato a Ponte a Ema nel 1914, la biografia che può raccontarlo meglio non può che essere quella che ver-rà mostrata al Torrino di San-ta Rosa: ‘Gino Bartali, mio papà’, scritta dal figlio dell’e-roe di ciclismo, Andrea Bar-tali.Così, dopo la pallavolo con la Ruini e il pugilato con Bundu, Firenze vuol commemorare un altro grande campione (forse ‘IL’ campione), legando ancora la passione dello sport all’importanza culturale del-la letteratura, per celebrare un suo fiore all’occhiello, an-

che in vista del Mondiale di Ciclismo del 2013 (dal 22 al 29 settembre) che verrà ospitato proprio da Firenze e dalla Toscana. Sarà un piacevole momento in cui torne-ranno alla luce ricordi e aneddoti, e in cui (probabilmente) non mancherà un po’ di commozione, ma al contempo orgoglio nel ripercorrere le tappe della vita sportiva e umana di ‘Ginettaccio’ attraverso i racconti del figlio. Alla serata, condotta dal giorna-lista Andrea Da Roit, interverranno Dario Nardella (vicesindaco di Firenze), Alfredo Martini (ex ct nazionale di ciclismo), Clau-dio Rossi (direttore generale Mondiali di ciclismo 2013) e ovviamente l’autore del libro e figlio del campione, Andrea Bartali.L’evento, organizzato dall’Associazione Rondinella del Torrino in collaborazione con la Biblioteca d’Oltrarno e con il patroci-nio del Comune di Firenze e del Quartiere 1, prevede l’ingresso libero e sarà precedu-to da un apericena a buffet (dal costo di 5 euro) che avrà inizio alle ore 20 (per preno-tazioni 331 6545552).

Quella leggenda delle due ruote chiamata Ginettaccio

Le prossime date12 novembre:

“Gino Bartali, mio papà” di Andrea Bartali19 novembre:

“Andiamo a Correre” di Fulvio Massini26 novembre:

“Il calcio fiorentino. Le origini, le partite gloriose, i protagonisti”di Sandro Bennucci, Uberto Bini, Filippo Giovannelli

3 dicembre:“Antognoni, 10 modi per dirti ti amo” di Luca Calamai

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D’OLTRARNOP i e t r o T h o u a rBIBLIOTECAAssociazione Rondinella del Torrino

12 novembre

“Gino Bartali, mio papà” di Andrea Bartali

Con l’autore partecipano:

Dario Nardella, vicesindaco di Firenze

Alfredo Martini, ex ct nazionale di ciclismo

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il Centro Ginnastica Firen-ze, che nel weekend appe-na trascorso ha arricchito la sua bacheca di meda-glie e titoli. A difendere i colori gigliati è toccato per prime alle atlete della sezione di artistica femmi-nile, protagoniste – sabato 3 novembre a Montevar-chi (AR) – della finale re-gionale del campionato di Specialità. Dopo la prima prova, disputata lo scorso giugno, le ginnaste erano chiamate al secondo ap-puntamento, che ha asse-gnato anche i titoli toscani ai quattro attrezzi volteg-

gio, parallele asimmetri-che, trave e corpo libero (valido il miglior punteg-gio ottenuto tra le due prove). Ambra Buglioni è salita a podio in entrambe le specialità in cui si è pre-sentata, portando a casa il titolo di campionessa regionale alle parallele e il bronzo al corpo libero sia nella gara di giornata che nella classifica finale; così come Bianca Boretti, prima classificata al corpo libero in gara e in campio-nato, terza alla trave nella gara di sabato (quinta in campionato). Maristella Bonafede si è piazzata al settimo posto alla trave e al corpo libero, men-tre Sofia Spulcioni ha ot-tenuto il secondo posto al volteggio, che è diventato poi bronzo in classifica re-gionale. Doppio argento – nella gara del giorno e in campionato – per il corpo libero di Lisa Menghini, e ancora un secondo po-sto alle parallele, che le è valso il quarto piazzamen-to finale. Assente sabato perché in fase di recupero da un infortunio, Ilaria Materassi si è laureata comunque campionessa regionale al volteggio, in virtù dell’esito della pri-ma prova, oltre a portare a casa il terzo posto alla tra-ve; Viola Vanzi ha dovuto

invece rinunciare in extre-mis alla finale, a causa di un infortunio a soli due giorni dalla competizio-ne, ma è risultata in ogni caso vice-campionessa to-scana al volteggio e setti-ma alla trave. Domenica mattina è stato il turno dell’artistica maschile, e precisamente degli al-lievi, impegnati a Prato nella finale del Torneo under 15, dove il ginnasta di seconda fascia Jacopo Gaito si è messo al collo la medaglia d’oro nella gara del giorno, che gli è valsa il titolo di campione regio-nale della sua categoria; due bronzi invece per Ric-cardo Chiti, sul podio sia della seconda prova, sia della classifica finale to-scana. Buona anche la prova degli atleti di prima fascia Elia Awad, Niccolò Bartoloni, Matteo Casel-la, Andrea Curia, Lorenzo Giani, Marco Silei, Pietro Venni, e di Duccio Abate, di seconda fascia; hanno migliorato poi la propria classifica – rispetto alla prima prova – anche i piccoli atleti della sezio-ne di ginnastica generale che hanno partecipato al campionato: Mirko Bigaz-zi, Cosimo Donati, Niccolò Falciani e Pietro Sansom. (fotografie di Laura Pieri).

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Andrea, è dal 2009 ormai che il Castello Huelva partecipa ai nostri campionati (nel 2009 come formazione di C5): ci fa

una panoramica storica della vostra squadra? «Tutto è cominciato nel 2009. Eravamo nel mese di novembre e i campionati erano già co-minciati. Luca Maré (responsabile Midland) aveva dei problemi con una squadra di nome La Rasa e mi chiese se volevo formare una squa-dra che potesse prendere il posto di quest’ulti-ma. Feci un giro di telefonate e in meno di tre giorni trovai sei ragazzi disponibili, che ancora oggi militano nello Huelva. Automaticamente ci iscrivemmo nel campionato C5 con il nome di ‘Castello Huelva La Rasa’. Insomma, questa fantastica storia, arricchita col tempo da trion-fi e risate tra amici, è partita per caso. L’anno dopo ci iscrivemmo al campionato di C7 dove a maggio ci laureammo campioni provinciali di Firenze. Un bell’inizio no?».L’anno scorso sono mancati i suoi gol ai ragazzi dello Huelva (anche se la squadra ha sopperito a quella mancanza in fase offensiva con Mazza-rani e Flachi). Quest’anno qual è il suo obietti-vo come punta di diamante dei giallo-verdi? E Flachi sarà ancora dei vostri?«Posso dire che Mazzarani e Checco (Flachi, ndr) mi hanno sostituito dignitosamente, anche se per sostituire un bomber come me abbiamo dovuto ingaggiare un signore che ha fatto più di 120 reti tra serie A e B… Scherzi a parte, quest’anno non so se Francesco giocherà con noi, perché questa cosa ha creato diversi pro-blemi l’anno scorso alle altre squadre. Si sono dette e scritte cose molto brutte, tipo che lo pagavamo a gettone (100€ a partita) per gio-care con noi. Roba da pazzi. Detto questo, mi preme sottolineare che lo Huelva, l’anno prima dell’arrivo di Flachi, tra più di 120 squadre si è laureata la più forte anche senza lui, quindi le chiacchiere stanno a zero. Noi lasciamo parlare sempre e solo i campo».

Nel girone ITALIA chi vede come favorita per la vittoria finale?«Penso il New Garden, la squadra più accredi-tata per il campionato. Sono i più forti».Fra due settimane giocherete ‘El Clasico’ con il New Garden. Siete già con la testa a quell’in-contro oppure vi state preparando prima per il match contro gli University of Florence, new-entry nel settore?«‘El Clasico’? Per noi non è il match dell’anno e non è nemmeno molto sentito, a differenza loro, e spiego perché. Da quando giochiamo a calcio a 7 abbiamo vinto tutto: il primo anno i provin-ciali e il secondo anno anche il campionato, alla faccia di chi metteva in dubbio le qualità dello Huelva. Quindi tornando alla domanda, per noi ‘El Clasico’ non esiste e non esisterà mai… C’è solo il Castello Huelva!».RISULTATI DAL WEB, GRAZIE A VOI.Seconda giornata di campionato con i primi ri-

sultati comunicati dai nostri amici di facebook: Marco Palma ci ha comunicato la vittoria per 7-4 del CDP Vingone contro il Seven Ugnano nel girone Olanda C7, dove ha trovato risalto una splendida tripletta di Ceccantini per la for-mazione di casa. Daniele Ciappi ha riportato la

vittoria del suo New Garden 4-2 contro gli Uni-

versity of Florence, grazie alle reti (per il New

Garden) di Palmisano M., Rosi, Semoli e De-

lussu. Sconfitta invece dei Capezzoli&Cavalli

comunicata da Fabrizio Borchi: la formazione

giallo-blu ha perso di misura per 5-4 contro la

Dinamo Buster. Vittoria del Grioli C5 grazie

alle reti di Riahi, Biagiotti, Ceccarelli, Benozzi

e Biagiotti per il 5-3 finale contro l’Atl. Passera:

Michele Ceccarelli l’inviato speciale dei verde-

nero. Direttamente dalla giocatrice bomber di

turno, ci è arrivata invece la comunicazione del

4-1 delle Caselline F contro le Ci-Esse Firenze

F con tripletta di Alessandra Schirano e una

rete di Caterina Ravenni. 6-3 per la Seleçao Ar-

gentinos ai Lungarno, con Gennarelli che ci ha

riportato nota dei gol bianco-azzurri di Durin

(2), Cioni G. (2), Innocenti e Giannetti. Ultimo

report quello dell’A-Team2 di Tamborrino che

ha vinto 10-3 contro gli Sharks.

“Pronti per dimostrare d’essere ancora i più forti. Flachi? Vedremo”

Intervista ad Andrea Del Lungo, bomber e responsabile del Castello Huelva (girone Italia 7)

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14 Il Brivido Sportivo - Mercoledi 7 novembre

FC Devastanti e CS Sorgane C7i precampionati C5 E C7

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Sono terminati la settimana scorsa i Tornei Precampionato di calcio a 5 e calcio a 7 che hanno permesso

alle squadre del Calcio Toscana di pre-pararsi in vista dell’imminente inizio dei Campionati. FC Devastanti (calcio a 5) e CS Sorgane C7 (calcio a 7) hanno vinto i rispettivi tornei, ma la formula di questi Precampionati ha consentito a tutte le formazioni di giocare sino alla fine di ottobre, con premi a disposizione sia per le finaliste della Fase Finale A che per quelle della Fase Finale B. An-che nel calcio a 5 femminile si è svolto un torneo con sei squadre che si sono sfidate in un girone unico con gare di sola andata: la vittoria è andata al Cral Dipendenti Comunali Femminile che ha chiuso la manifestazione a punteg-gio pieno (15 punti), precedendo l’ASD Firenze 2008 (seconda classificata con 12 punti) e l’ECE Plast (ex Aton Green, terze classificate a 9 punti).Precampionato C5 maschileÈ andata al FC Devastanti la finalissima della Fase Finale A del calcio a 5 ma-schile: dopo aver recentemente trionfa-to nella prestigiosa Coppa Campioni, il FC Devastanti ha conquistato un altro titolo piegando con un netto 15-7 i Final Blow. Un risultato che ha premiato con merito i neo-campioni, anche in virtù del fatto che i Final Blow erano un av-versario di tutto rispetto, una squadra che ha portato a casa numerosi trofei in questi anni. Il terzo posto è andato all’Atletico Ragnaia che, al termine dei calci di rigore, ha avuto la meglio dell’AB Ceres: il fatto curioso è che le prime quattro squadre classificate si ri-troveranno nello stesso girone nel Cam-pionato (raggruppamento pertanto di ottimo livello) e la prima giornata met-terà nuovamente di fronte AB Ceres ed Atletico Ragnaia. Nella Fase Finale B il successo è andato alla Polis Multietnic C5 che, come l’Atletico Ragnaia, è stata premiata grazie alla maggior precisione nei tiri dal dischetto: infatti la finale contro l’I.G.M. si era chiusa sul punteg-gio di 3-3 prima dell’epilogo dei tiri dai sei metri. Terzo posto per il FC Invicta che si è imposto per 6-2 sul Gallo Nero.

Precampionato C7Il CS Sorgane C7 ha superato per 2-0 il Riddim e si è aggiudicato il Precam-pionato di calcio a 7, bissando così il successo ottenuto nel 2009 (anche in quell’occasione il CS Sorgane C7 man-tenne inviolata la propria porta, impo-nendosi per 3-0 sull’AC Bandino Papaya Viaggi). I vincitori del torneo sono in un eccellente stato di forma, pronti a di-fendere il titolo ottenuto nel proprio gi-rone di Campionato la passata stagione. Per il Riddim è sfumata invece anche quest’anno la possibilità di aggiudicar-si il primo posto: nella scorsa edizione, infatti, il Riddim chiuse al terzo posto, dopo essere stato sconfitto in semifina-le proprio dai vincitori (FC Barrettino) della competizione. Al terzo posto si è piazzato l’Atletico Coverciano che nella finale di consolazione ha dilagato (8-0) sulla Dinamo Florentia, mentre il FC Breccia (favorito alla vigilia per la vit-toria finale) ha chiuso al quinto posto. Nella Fase Finale B successo per l’AC Club 1989 che al termine di un’avvin-cente finale ha avuto la meglio (3-2) sul Dagnene Secche, mentre è stato più lar-go (5-1) il successo del Ceppo Club sui Blues nella finale per il terzo e quarto posto. Infine nella Fase Finale C il pri-mo posto è andato alla Polis Multietnic C7 che si è imposta sui Bastardi (4-0).

FASE FINALE GARA RISULTATO1°/2° posto A FC Devastanti - Final Blow 15-73°/4° posto A AB Ceres - Atletico Ragnaia 3-4 d.c.r. (2-2)5°/6° posto A Koori Sushi Poggibonsi - Il Fortino 0-61°/2° posto B Polis Multietnic C5 - I.G.M. 8-7 d.c.r. (3-3)3°/4° posto B Gallo Nero - FC Invicta 2-65°/6° posto B AS Tronzi - FC Fuoriforma 6-0

FASE FINALE GARA RISULTATO1°/2° posto A CS Sorgane C7 - Riddim 2-03°/4° posto A Dinamo Florentia - Atletico Coverciano 0-85°/6° posto A Bisquit - FC Breccia 2-41°/2° posto B AC Club 1989 - Dagnene Secche 3-23°/4° posto B Blues - Ceppo Club 1-51°/2° posto C Polis Multietnic C7 - Bastardi 4-03°/4° posto C Maccabi Ataf FC - Sporting Chupacabras 5-4

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primi match vedendo il lavoro di Montella che, come ha detto il ct Prandelli, è riuscito ad as-semblare con grande rapidità un gruppo di ottimi giocatori. I tre successi consecutivi hanno dato poi spessore alla classifica dei viola: è venuta la prima vit-toria in trasferta quindi la gara col Cagliari, dopo un primo tem-po difficile, ha dato lo stesso ri-sultato delle precedenti partite. Ora i viola hanno da superare un doppio esame: c’è la trasfer-ta di Milano sponda rossonera con il rischio di trovare il mi-glior Montolivo di sempre, un Pazzini che sta ritrovando il gol e una squadra, quella di Allegri, che deve assolutamente vincere per non restare inesorabilmente staccata. L’altro esame è quello di dover affrontare una partita così complicata senza Jovetic. Il montenegrino cercherà fino in fondo di realizzare un miracolo e recuperare per il match di San Siro, ma onestamente allo stato delle cose ci pare perlopiù un sogno. Sarebbe già fantastico se Stevan riuscisse a recuperare per la gara interna con l’Atalanta. Gli esami vengono però sempre per far fare un salto di qualità alla squadra dei Della Valle, così ci sarà la possibilità di vedere la Fiorentina in trasferta con una grande e verificare se gli attac-canti viola possono andare anche al di là dell’assenza di Jovetic. E un’occasione per Ljajic che po-trebbe dare continuità al bel gol segnato contro la Lazio. Sarà una importante verifica anche per Luca Toni: pure lui come Ljajic arriva dal gol, il terzo finora, dal-le gare contro Lazio e Cagliari. Potrebbero inoltre avere un’oc-casione altrettanto ghiotta anche l’atteso El Hamdaoui e perché no il giovane Seferovic. Insomma a Milano la Fiorentina giocherà per dimostrare di essere davve-ro capace di fare un salto triplo, sperando di superare gli ostacoli e le assenze e avvicinando ancor di più il sogno del ritorno in Eu-ropa e magari in Champions Le-ague.

di duccio Magnelli

Andrea Della Valle non vuole più sen-tir pronunciare la

parola ‘Cittadella’. Secon-do lui, porta male. E come dargli torto, visto quello che ‘non’ è successo dopo la presentazione del fa-moso e rivoluzionario pro-getto (tra l’altro, il terre-no che era stato scelto è ancora sotto sequestro e chissà per quanto tempo lo rimarrà). Per fortuna, nonostante gli anni tra-

Lo stadio dei nostri sognire italiano usano per giu-stificare gli stadi vuoti). I tifosi viola sperano con tutto il cuore che Andrea e Diego riescano a scar-dinare il lucchetto del si-stema per poter arrivare a festeggiare in discoteca scudetti veri e non virtua-li. Magari con la soddisfa-zione, per una volta, di essere felicemente ‘ladri’ ma primi. E non solo, tri-stemente, onesti ma se-condi.

Segue dalla prima

scorsi, i Della Valle non hanno mollato la presa. All’indomani della parti-ta con la Lazio, ADV ha assicurato che incontrerà il sindaco dopo le prima-rie del Pd di novembre per mettere finalmente nero su bianco il progetto di costruzione del nuovo stadio di Firenze. Speria-mo però che Matteo Ren-zi abbia tempo, perché se dovesse vincere le prima-rie non sarà facile parlar-

gli, impegnato come sarà per la campagna elettora-le… Se poi dovesse vince-re anche le elezioni, allo-ra diventerà il nuovo Pre-sidente del Consiglio e si dimetterà dalla carica di sindaco. Lungi da noi la tentazione di augurare a Renzi la sconfitta, ma c’è dunque la possibilità che ADV debba fronteggiarsi con un altro sindaco, che magari amerà alla follia il progetto ‘Cittadella’ or-

mai messo in soffitta dai Della Valle. E si rischia così che il Franchi resti ancora per molto tempo lo stadio di Firenze, no-nostante la buona volontà delle forze in campo. Del resto nel nostro Paese può accadere che ostacoli apparentemente supera-bili diventino, all’improv-viso, muri invalicabili. Ma la costruzione di uno sta-dio è considerata il punto di partenza imprescindi-

bile per restare ai vertici del calcio giocato. Come avevano capito benissimo i Della Valle quando pre-sentarono il loro progetto. Nel frattempo, la Ger-mania e molti altri paesi hanno non solo messo su carta, ma anche costruito stadi confortevoli e fun-zionali. E sono perfino riusciti a riempirli, nono-stante le televisioni (un alibi, questo, che troppo spesso i padroni del vapo-

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