Il Brivido Sportivo Stadio Fiorentina-Sampdoria 02.12.2012

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2 dicembre 2012

Fiorentina - Sampdoria

L’Esclusiva{

da pagina 4

L’Angolo del tifoso{

L’Intervista{

da pagina 21

da pagina 10

Martina stella e Paolo Beldì:

sogniaMo in viola

Claudio nassi:“Fiorentina alMeno

da terzo Posto”

KÁtia Bagnarelli:“ Mio Marito ,

il tacco di dio”

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3Il Brivido Sportivo STADIO - 2 Dicembre 2012 - FIOrenTInA - Sampdoria

di AlessAndro riAlti

C’ è voluta la Fiorenti-na, almeno un pez-zo più sostanzioso

per avere ragione della Juve Stabia che al seguito aveva quasi tremila tifosi innamorati del loro club e che finalmente potevano vederlo impegnato per un traguardo importante. C’ è voluta la Fiorentina di Borja Valero, Pizarro e Cuadrado per avere ragione dei ra-gazzi di un vecchio amico, Piero Braglia, che Firenze conosce bene. La prima Fio-rentina, quella che Montel-la aveva schierato all’inizio con il solo centrocampista cileno e solo giocatori se-mi-titolari, non era riuscita a chiudere il discorso per-ché per vincere e per esse-re Fiorentina, la squadra di Montella ha bisogno che quel reparto, quello centra-le, possa mettere in moto per intero il proprio cervel-lo pensante. Poi, dietro, si possono fare cambiamenti ed Hegazy ha dimostrato per esempio che può starci bene insieme ai Roncaglia, ai Savic, ai Gonzalo. E da-vanti, anche se falcidiati da tutti gli infortuni e dalle as-senze, può bastare in fondo anche il giovane Seferovic oppure, seppur non ancora in buone condizioni fisiche, il marocchino-olandese

L’Editoriale la CoPPa Ha ConFerMato CHenel Mezzo serve seMPrela testa di Pizarro Collegata a Quella di BorJa valero

Supplemento al n. 32de Il Brivido Sportivo

Direttore responsabileMichela Lanza

Consulente editorialeAlessandro Rialti

Editore e pubblicitàSalvini Editore srl

[email protected] e impaginazione

[email protected]

Stampa Grafiche Cappelli - Sesto F.noFoto La Presse

Hanno collaboratoAlessandro Rialti, Michela Lanza,

Alessandro Latini,Ruben Lopes Pegna,

Giampiero Tosi, Duccio Magnelli, Luca Capanni, Federico Pettini STADIO

Mounir El Hamdaoui per chiudere il conto. Ma nel mezzo, lì nel mezzo, ci vuo-le la testa di Pizarro collega-ta a quella di Borja Valero che arrivi poi fino a Caua-drdo. In caso contrario alla Fiorentina rischia di man-care l’ossigeno. Vale a dire il tasso tecnico che riesce poi a far la differenza. Questo è stato importante per arriva-re agli ottavi di una Coppa Italia che per la squadra viola deve avere un gran-de valore come ha sottoli-neato alla vigilia lo stesso tecnico. Questo deve esse-re importante per trovare e far trovare a Vincenzino Montella la forza di andare oltre la contingenza degli infortuni e delle mancanze, per riuscire a costruire una Fiorentina in grado di scan-sare con una spallata anche l’‘ingombro’ Sampdoria. La classifica è troppo bella - e troppo bella è la prospet-tiva di stare ancora lassù - per non cercare le forze necessarie per aggiungere punti ai punti e cercare di ottenere il decimo risultato consecutivo. Una vittoria contro la Sampdoria dareb-

be agli uomini di Montella l’ulteriore conferma che mai come adesso tutto è possibile, proprio quello che, con tutte le cautele del caso, ha confermato pochi giorni fa lo stesso presi-dente esecutivo viola Mario Cognigni che ha dichiarato di aver visto in questa sta-gione la grande opportu-nità per tornare da subito

protagonisti. Archiviata la fase di Coppa adesso c’è bi-sogno di un ulteriore scatto di reni. Che sia figlio del vecchio campione (Pizarro, Toni) o del giovane emer-gente (Seferovic, Hegazy) non importa. Adesso vale il risultato e dopo la Cop-pa Italia la Fiorentina deve prendersi sempre di più il campionato.

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4 Il Brivido Sportivo STADIO - 2 Dicembre 2012 - FIOrenTInA - Sampdoria

L’Esclusiva Esclusiva con Kátia BagnarElli, ultima compagna dEll’asso Brasiliano, viola nEl 1984: in uscita duE liBri

di MichelA lAnzA

Mancano due giorni al primo anniversa-rio della scomparsa

del Dottor Sócrates Brasilei-ro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, campione bra-siliano rimasto a Firenze una sola stagione ma mai dimen-ticato per la sua intelligenza calcistica, per la sua genero-sità, per la sua bontà, per una sensibilità fuori dal normale, per la sua idea politica di si-nistra, per il suo modo di con-frontarsi col popolo, per il suo predicar democrazia. Per quel suo volto da rivoluzionario in stile Che Guevara, per la sua raffinatezza sul manto verde e pure per quel suo gusto di bere birra che non ha mai na-scosto. Era un campione, un campione vero, capitano del Brasile ai Mondiali del 1982 e del 1986 (laureato pure in Medicina quinti colto), ma Firenze non se n’è accorta se non nel momento in cui, grazie al suo arrivo in viola nell’estate del 1984, fece re-gistrare il record di abbonati allo stadio, svolgendo così il principale compito per il quale la famiglia Pontello lo scelse per fargli indossare la maglia numero 8 della Fioren-tina. Del resto era arrivato un nazionale brasiliano, colui che

era soprannominato ‘Il tacco di Dio’ e la città non poteva che infiammarsi, anche per-ché Sócrates era la risposta di Firenze al colpo argentino del Napoli che ingaggiò Marado-na. Purtroppo, poi, non ri-

uscì a far vedere sul campo tutte le sue qualità. Non ri-uscì a dare tutto quello che poteva dare, per colpa anche di un ambientamento assai difficile in Italia, per il clima, per la lingua e non solo. Ma

lui era un artista nell’animo. Era un rivoluzionario del gol. Era un calciatore atipico che, nonostante tutto, ha lasciato il segno. Non tanto per i suoi 6 gol in 25 partite, quanto per la sua personalità. Era spe-ciale ed aveva una passione per il Corinthians, squadra brasiliana nella quale ha mili-tato per 6 stagioni, tant’è vero che in tempi non sospetti, nel lontano 1983, dunque prima di approdare in Italia, dichiarò: “Vorrei morire di domenica, nel giorno in cui il Corinthians vince il titolo”. E il destino, oppure Dio, lo ha accontentato: domenica 4 dicembre 2011 (nel giorno in cui il Corinthians ha vinto il ti-tolo) è scomparso all’età di 57 anni a causa di un’infezione intestinale, e i tifosi brasiliano lo hanno omaggiato andan-do in pellegrinaggio sulla sua tomba. Così come i tifosi viola lo hanno ricordato attraver-so un bellissimo striscione “Dottore vola in cielo per fare un tacco da Dio” a firma del viola club Settebello. Così lo

salutarono i supporter fioren-tini prima del match contro la Roma. E oggi vogliamo cele-brarlo con ancora maggio-re orgoglio noi del Brivido Sportivo. Per farlo abbiamo intervistato la sua dolce metà (la terza moglie), la bellissi-ma Kátia Bagnarelli, che lo ha ricordato in esclusiva per noi svelandoci che molto pre-sto uscirà un libro sulla sua vita. Anzi due…Kátia, iniziamo dal raccon-tare come vi siete conosciu-ti con Sócrates e quanto è durata la vostra intensa sto-ria d’amore.«Ci siamo conosciuti sul la-voro. Sono a capo di una so-cietà di marketing sportivo in Brasile e lavoro anche nella produzione di cinema e tv. Lo assunsi per tenere delle con-ferenze per un cliente della mia compagnia, precisamen-te per i dirigenti delle vendite di apparecchiature elettroni-che. E poi abbiamo lavorato insieme in un programma TV, del quale io ero direttrice, e dove lui faceva il presentato-

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Esclusiva con Kátia BagnarElli, ultima compagna dEll’asso Brasiliano, viola nEl 1984: in uscita duE liBri

re, ragione per cui eravamo insieme 24 ore su 24, dal pri-mo giorno in cui ci siamo co-nosciuti. Ma per conquistarmi ricordo che durante una con-ferenza, precisamente a Rio de Janeiro, mi ha cantato una poesia che aveva composto per me (perché lui era anche un cantante e difatti ha re-gistrato 4 album). E io, dopo

quella dichiarazione, non ho resistito. Non ho resistito alla sua dolcezza e alla sua sen-sibilità. Mi sono innamorata e siamo stati insieme per 3 anni che sono valsi come 30. Infatti lui amava ripetere che mi aveva cercato per 30 anni e alla fine mi aveva trovata».Siamo a pochi giorni dal pri-mo anno della scomparsa di

Sócrates, un grande cam-pione che anche Firenze ha conosciuto. Cosa le manca di lui?«Sócrates mi manca in ogni secondo, in ogni istante della mia vita. E non solo a me, ma a tutto il mio Paese e al mon-do intero. Era un uomo molto presente, un marito esem-plare, un amante intenso, un

artista che amava trascorrere pomeriggi (i nostri pomerig-gi) a dipingere e comporre musica. Poi scriveva quotidia-namente articoli di giornale e io li correggevo. Parlavamo di tutto. Vivere senza di lui per un anno è stata per me un’e-sperienza di apprendimento, come se avessi dovuto nasce-re di nuovo».Sócrates e la Fiorentina, cosa le ha raccontato della sua esperienza in viola?«Mi ha parlato molto di Firen-ze e mi ha lasciato molte let-tere e una autobiografia... In queste missive, per esempio, ha raccontato com’è stato la-sciare il Brasile in un periodo politicamente importante, quando lui era completa-mente impegnato con il po-polo brasiliano. Provava tanto dolore per il fatto di dover partire. Nella prima lettera, che sarà la mia guida quando verrò a Firenze, ha racconta-to come è stato lo sbarco a Roma, le sue sensazioni nel momento in cui prese l’auto-strada per Firenze e dell’acco-glienza della città al suo arri-vo allo stadio. Ha detto che aveva paura perché lui non parlava italiano. Che era stan-co, ma che riusciva comun-

que ad assorbire la stanchez-za del suo cuore attraverso i suoi occhi che ammiravano la bellezza della Toscana. In poco tempo si è innamorato di Firenze, ma i suoi giorni nel capoluogo toscano non sono stati facili. Non si è mai abituato al freddo, e ben pre-sto ebbe un infortunio anche a causa del quale non riuscì a dare il meglio sé in campo per la Fiorentina. Ha sofferto un po’ le pressioni del club e, per questo, si è avvicinato al popolo fiorentino, come ave-va sempre fatto in ogni paese in cui era stato. Era una sua caratteristica, lui amava il po-polo. Anche il dover tornare in Brasile dopo un anno non è stato facile, ma ci è tornato». E di Firenze come le ha par-lato?«Bene. In uno dei passag-gi della sua lettera descrive esattamente, per filo e per se-gno, quello che sentiva al suo arrivo a Firenze, dicendo di essersi innamorato della città e dell’accoglienza ricevuta». E’ arrivato a Firenze da campione, ma qualcuno o qualcosa hanno ostacolato il suo ambientamento, in-fatti è rimasto un solo anno. Le ha raccontato qualcosa?

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Qualche curiosità legata allo spogliatoio...«Sì... Sócrates ha sofferto di adattamento climatico ed ha trovato difficoltà di comu-nicazione. Se avesse avuto l’aiuto personale e professio-nale per far fronte a queste difficoltà, avrebbe potuto fare molto di più per la maglia del-la Fiorentina».C’è un compagno al quale era particolarmente lega-to? E chi invece lo ha fatto stare più male...«Sócrates non ha mai parla-to male di nessuno. Né qui in Brasile, né nel suo periodo alla Fiorentina. Era un uomo molto saggio e le divergenze che c’erano in campo, rima-nevano in campo. Non por-tava niente fuori dallo stadio. Credo, inoltre, che abbia ‘tur-bato’ molte persone per avere avuto un certo tipo di atteg-giamento e per aver avuto un comportamento in difesa dei suoi pensieri e della visione del gioco».Lei è a conoscenza che il Dottore (è così che veniva chiamato Sócrates) fre-quentava spesso la casa del popolo delle Vie Nuove, ov-vero un luogo molto comu-ne a tutti i cittadini di classi medio-basse, dove parteci-pò anche a dibattiti politici?«Sì, lo so, ne abbiamo parlato. Amava parlare ai e coi giovani

che frequentavano la casa del popolo. Una volta arrivato a Firenze, venne a conoscenza di queste riunioni durante le quali si parlava di politica, ma anche di sport. Lui, grande conoscitore e amante della politica, non si tirò indietro e partecipò anche a dibat-titi durante i quali amava esprimere la sua idea. Qui, in Brasile, non abbiamo questa abitudine, la nostra gente non sa come combattere per i propri diritti: forse è anche per questo che lui rimase affascinato da quel modo di confrontarsi. Personalmente, siccome so che anche lui ne sarebbe felice, mi piacerebbe

organizzare qui assemblee cittadine del genere, magari prendendo spunto da quello che Sócrates mi raccontava. Mi ha parlato molto di questa casa del popolo e mi ha detto che tutto era discusso dalla gente. Sono rimasta sorpresa e deliziata dalla grande parte-cipazione politica organizza-ta dal popolo».Le ha mai raccontato che grazie al suo acquisto la so-cietà viola fece il record di abbonati (circa 30.000)?«Mi ha detto tante cose ma non sapevo niente di questo record. Che orgoglio!»La Fiorentina continuava a seguirla?

«Sì, abbiamo guardato tutti i campionati della squadra vio-la e continuerà a farlo…».Sarebbe stato felice di ve-derla giocare così bene oggi?«Certo! Non avrebbe mai mancato un solo spettacolo. Gli sarebbe piaciuto stare con la maglia della squadra in tut-te le partite, applaudendo in piedi accanto ai tifosi, come fosse tra la folla».Sócrates in tre parole...«Genio, rivoluzionario e sen-sibile».Lei sta scrivendo un libro sulla storia di Sócrates, vero?«Sì, o meglio, due biografie.

Una si intitola “Il diario di Katia Bagnarelli e Sócrates Brasileiro. L’amore per il calcio, l’arte della vita” ed è scritta da me e da una rinomata biografa brasi-liana, Regina Echeverria, (Edi-tore Prumo/Rocco). In questo libro sono raccontati la nostra storia, il nostro incontro, il nostro matrimonio, il nostro lavoro nel sociale e nella po-litica, il nostro stare insieme per lottare contro la malattia e tutto quello che abbiamo condiviso.L’alto libro è un’autobiogra-fia scritta interamente da lui, tramite la quale racconta di alcuni problemi di cui non ha mai parlato e che non ha

7Il Brivido Sportivo STADIO - 2 Dicembre 2012 - FIOrenTInA - Sampdoria 7

mai commentato. In questo libro, che si può definire una vera e propria eredità, si parla dell’Italia, della Nazionale bra-siliana del 1982 e del 1986 e di molto altro ancora. Questo libro, si chiama “L’eredità del Dr. - Autobiografia inedita di Sócra-tes” (Editore Prumo/Rocco in Brazil)».Lei verrà a Firenze?«Sì. Come ho già detto Sócrates mi ha lasciato molte lettere e in una di queste mi chiede di tornare a Firenze e di andare personalmente nei luoghi dove lui ha vissuto qua in Italia, a Fi-renze. Non vedo l’ora di farlo, e non vedo l’ora di andare allo stadio per ‘conoscere’ la Fioren-tina, che ancora non conosco. E poi so che la città è bellissima. Arriverò il 23 gennaio e rimarrò fino al 4 febbraio. Voglio sapere tutto, voglio vedere e conosce-re tutto: la Fiorentina, la città, la casa del popolo delle Vie Nuo-ve, i luoghi che mi ha chiesto di visitare. E poi vorrei incontrare gli italiani che hanno gioca-to con lui, i dirigenti del club: devo ringraziare Firenze e l’Ita-lia per l’amore e l’opportunità che hanno dato a mio marito. Devo dire grazie a tutti perso-nalmente».

“Il viaggio non fu tra i migliori. L’ansia rispetto a quello che mi aspettava non mi lasciò dormire, tantomeno calmarmi. Trascorrere un anno in un paese lontano dal mio, affrontare una cultura che era sicuramente diversa dalla mia, mi faceva paura, quasi terrore. Ho sempre avuto difficoltà ad affrontare il nuovo. Forse perché ho lasciato casa dei miei molto tardi, dove trovavo anche troppa pro-tezione. Per questo è cosi comoda la casa della mamma. Anche e soprattutto per via della realtà vissuta in quel periodo: ero molto coinvolto dalle cose che succedevano al mio popolo (al popolo bra-siliano) e al mio paese. Comunque sia, fu una mia scelta e dovevo sfruttare al meglio quella esperienza che provocava tanta insicurez-za in quel momento. Sbarcai a “Fiumicino”, l’aeroporto internazio-nale di Roma, e mi aspettava lì un autista molto ben vestito nel suo completo impeccabile, cravatta rettilinea e scarpe accuratamente lucidate. Purtroppo non ricordo il suo nome, ma che era una per-sona speciale, l’ho capito subito. Un signore elegante, educato, che mi accolse molto bene. Salii sulla Mercedes guidata da lui e pren-demmo la strada per Firenze, la famosa Autostrada A1. Sulla strada cominciammo a comunicarci con difficoltà, perché io non parlavo nulla di italiano. Mi ricordo quando mi scappò la parola “permane-cer” (“permanere”) dalla mia bocca e lui subito mi disse: “si, è que-sto, lei già comunica in italiano” – almeno capii così. Rimasi felice e molto più animato da lì in poi, per non dire commosso per il suo tentativo di mettermi a mio agio.

***Mentre tentavamo di comunicare, facevo attenzione ai posti dove passavo, ma prima di questo una cosa mi impressionò: la velocità impressa dai veicoli. Qualcosa intorno a 200 km l’ora. Per me, era una follia. Però, il manto stradale era così uniforme e i segnali così chiari che dovevano evitare molti incidenti che, a quelle velocità, avrebbero potuto essere di grandi proporzioni. I cartelli stradali a volte indicavano località che sembravano intime come Assisi di San Francesco, Arezzo o Viterbo, che mi ricordava la mia vicina di Ri-beirão Preto Santa Rosa, mentre altre mi intrattenevano come Cor-tona, che mi promisi di conoscere un giorno. Dopo poco più di due ore, ci avvicinammo a quella che sarebbe la mia casa nei prossimi tempi. Entrammo a Firenze, che continuava a chiamarsi “Florença” nella mia testa, dal pedaggio dove sarei passato tante volte e mol-to vicino a quello che sarebbe stato il mio focolare nei dodici mesi seguenti. Immediatamente lui mi disse che saremmo andati diret-tamente allo stadio Comunale, dove “la città” mi avrebbe accolto.

Chiamarono la mia attenzione l’architettura, i motorini che molti giovani utilizzavano per il trasporto e soprattutto la cura degli affre-schi che scorgevano da ogni palazzo che si avvicinava. Finalmente arrivammo e lì mi aspettava la dirigenza del club, molti giornalisti e qualche centinaio di tifosi che, anche se fuori dallo stadio, erano lì per salutarmi e darmi il benvenuto. Dopo le presentazioni, mi por-tarono a un piccolo auditorium per il primo contatto con la stampa.

***In quell’esatto momento percepii che avrei avuto problemi di com-prensione, però in quell’istante scorsi la presenza di un personaggio più che interessante. Se non sbaglio, lui aveva qualche rapporto con delle compagnie aeree o qualcosa del genere. Percepii come un tentativo di sfruttare in qualche maniera la situazione e lo mandai via pensando di essermi liberato di lui. Invece rimasi sorpreso nel ve-derlo arrivare in quella conferenza stampa, presentandosi per fare da traduttore. In un certo momento, capii che lui non traduceva esattamente quello che io volevo dire e si manifestava come voleva, senza rispettare la mia posizione e le mie convinzioni. Lì, decisi – e lo dissi chiaro – che avrei rinunciato a quell’“interprete”. Fu il primo attrito tra le mie posizioni e l’interesse degli italiani. Forse rimasero scioccati, ma non potevo accettare quel che stava succedendo. La sorpresa provocò stupore e interruppe per qualche tempo il dibat-tito finché un’altra figura, questa di miglior qualità e che diventò dopo un grande amico, Gianluca Segatto, un ragazzo che aveva studiato e imparato un po’ di portoghese, si mise a disposizione per aiutarci, il che fu subito accettato. Così, potemmo proseguire con le domande fino a che tutti fossero soddisfatti.

***Sognavo un buon e silenzioso letto per riposare, però dopo la pre-sentazione ai tifosi mi portarono a mangiare. Il posto era magnifico. No magnifico: splendido. Un parco nel mezzo della città con un pa-norama sui principali monumenti come Ponte Vecchio e il Duomo, che si raggiungeva attraverso una strada sinuosa salendo una col-lina e arrivando a un piazzale dove predomina una copia in misura reale della celebre immagine del David di Michelangelo. Un quadro imparagonabile ben davanti al ristorante dove ‘sbarcammo’ per il pranzo. Mi sentii leggermente in imbarazzo, perché il posto mi sem-brò “chic” per chi era vestito con maglietta (T-shirt), jeans e scarpe da ginnastica, in contrasto con tutta la formalità degli italiani in completo e cravatta…”.

UN EStrattO DaLLE LEttErE LaSCiatE Da SóCratES aLLa MOgLiE Kátia BagNarELLi

il riCordo del ‘dottore’ attraverso le sue Parole…


Il Personaggiodi MichelA lAnzA

Questa sera la Fiorentina scenderà in campo al Franchi per affrontare la

Sampdoria per quello che sarà il posticipo della 15° giornata di campionato. Sarà una partita alla portata dei viola, di-ciamoci la verità, anche se mai e poi mai la squadra di Montella dovrà com-mettere l’errore di sottova-lutare il proprio avversario, cosa che potrebbe diven-tare decisamente contro-producente. Resta il fatto che, dopo aver pareggiato a Torino conquistando per 24 ore il 2° posto in classi-fica (salvo poi ‘retrocedere’ in terza posizione in segui-to alla vittoria del Napoli a Cagliari di lunedì scorso) e dopo aver fatto da spetta-trice interessata ai match di ieri e di quest’oggi pomerig-gio, la Fiorentina stasera non potrà fare sconti. A nessuno. Tantomeno a Ciro Ferrara che, dopo aver perso 7 partite di fila, oggi andrà alla ricerca del terzo risultato utile con-secutivo mandando in campo una formazione giovane, grin-tosa, ma tecnicamente inferiore a quella viola. La Fiorentina dunque non può fallire nell’intento di centrare l’ennesima vittoria anche se Montella dovrà ancora rinun-ciare alla sua ‘arma segreta’ (si fa per dire) Stevan Jovetic.

il ritorno di JovetiC Per FardeCollare Quel Pensiero stuPendo

aspEttando il montEnEgrino, la FiorEntina ha comunquE Fatto BEnE, pErò lui sErvE pEr FarE il salto

Il giocatore ha voglia di tornare in campo, di giocare, ma il tecnico napoletano dovrà aspettare ancora, nella speran-za di poterlo impiegare sabato prossimo a Roma, in un match che si preannuncia già spetta-colare. Ancora qualche giorno di pazienza, dunque, e poi ci sarà da divertirsi…

9 gOL OrFaNi Di JO-JO. Fino a poche setti-mane fa sembrava im-pensabile poter fare a meno di Jovetic perché era opinione comune che la squadra fosse JoJo-dipendente. Con-vinzione che non po-teva essere biasimata, figlia di una stagione, quella passata, dove senza Jovetic i viola fa-cevano acqua da tutte le parti. Dove in 11 gare senza l’apporto dell’unico fuoriclas-se in rosa, il monte-negrino appunto, avevano raccolto solamente 1 vittoria, 4 sconfitte e ben 6 pareggi. Insomma, era palese di quanto il suo impiego fosse importante, deter-minante, incisivo. Ma

quest’anno qualcosa sembra essere cambiato. I viola hanno dimostrato che anche senza Jo-vetic sanno essere competitivi. Sanno fare male. Sanno fare gol e punti. Una squadra che senza il suo numero 8 in campo, nelle ultime tre partite di campiona-to, ha registrato due vittorie e un pareggio (per un totale di 7

punti) mettendo a segno ben 9 reti. E quel che conta, giocando bene. A tratti pure meglio. Que-sto non può che essere un mo-tivo d’orgoglio per chi ama la Fiorentina e che ogniqualvolta si trova costretto a sentir parla-re di probabili forfait di Jovetic può tirare in ogni modo un pic-colo sospiro di sollievo pensan-do ad un organico comunque competitivo che, pur orfano del top player, è riuscito a rag-giungere le posizioni più alte della classifica. Però attenzione, perché Jovetic sta tornando. E allora…L’UOMO iN PiÙ. E allora, ades-so tocca a lui. Non appena farà il suo rientro in campo dovrà dimostrare, più di quanto non abbia già fatto fino ad ora, di es-sere il ‘top player’ tanto decan-tato (giustamente) dalla pro-prietà, dalla società, dalla città e dalla stampa. Jovetic è il talento della Fiorentina. Il giocatore più rappresentativo. L’oggetto del desiderio di molti club italiani ed europei. Quello che oggi più che mai può spostare gli equili-bri della squadra e farla diven-tare da ‘forte’ a ‘fortissima’. È ar-rivato il momento che si carichi la squadra sulle spalle e che la diriga verso traguardi ambizio-si, più di quanto preventivato.

Se la Fiorentina oggi è da terzo posto, con il montenegrino in campo può diventare assoluta-mente da primato. E se davvero esiste, da qualche parte, un so-gno ‘proibito’ chiamato scudet-to, non può che diventare realtà grazie alle giocate e ai gol del numero 8 viola che possono (e devono) far fare l’ulteriore salto di qualità ad una squadra già brillante di suo, già bella e brio-sa senza di lui, già convincente così. Lui potrebbe essere l’ago della bilancia viola che pende dalla parte di chi ha più chance per vincere. Insomma che sia Stevan a farci vivere ‘IL’ sogno. Ora è davvero arrivato il mo-mento di dimostrare al mondo intero di essere un numero uno e solo facendo fare il salto di qualità alla sua Fiorentina po-trà sorprendere chi ancora ha dubbi su di lui, chi ancora non lo ritiene all’altezza dei suoi più famosi o illustri colleghi che già militano in squadre-top. Mon-tella ha bisogno dei suoi gol e dei suoi guizzi perché, da buon conoscitore di calcio, sa quanto Jovetic può dare alla Fiorentina. E sa che i suoi colpi potrebbero dar vita, davvero, a quel ‘pensie-ro stupendo’.


L’Intervista l’Ex ds viola in Esclusiva al Brivido sportivo: «il Futuro di JovEtic? tutto ha un prEzzo…»

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Piombinese di nascita, da queste parti è cono-sciuto per essere uno

dei grandi saggi transitati da Campo di Marte. Comincia come apprezzato giornalista, poi diventa direttore sportivo. E dopo un lungo peregrinare arriva anche alla Fiorentina. Stiamo parlando di Claudio Nassi, un uomo che il calcio lo conosce come le sue tasche e che il Brivido Sportivo ha voluto intervistare nel giorno in cui si affrontano due sue ex squadre: la Fiorentina (nella quale nel 1986 stava portando un certo Marco Van Basten) e la Sampdoria.La schiettezza non gli man-ca. Per lui il calcio è rimasto il gioco semplice di una volta. Ognuno deve fare (bene) il la-voro per il quale è pagato: dal dirigente al giocatore passan-do dal magazziniere. In questo gioco non si inventa alcunché, niente succede per caso. Ed è su questa base, che nasce una bella chiacchierata sullo sport più praticato al mondo. Ovvia-mente il tutto in chiave viola, senza dimenticare gli avver-sari di turno della squadra di Montella.Claudio Nassi andiamo subi-to al dunque. Qual è il repar-to più forte della Fiorentina?

«Sicuramente il centrocampo. Mi sorprende la facilità con la quale gioca questa squadra. Borja Valero è un giocatore completo, lo definirei fanta-stico, mentre Pizarro diventa devastante quando le squa-dre avversarie si adeguano al suo ritmo di gioco. Al fianco di questi due c’è Aquilani, che purtroppo ha avuto qualche problema fisico ma ha ottimi piedi. A calcio, per l’appunto, si gioca proprio con i piedi. Anche gli altri sono tutti otti-mi giocatori, ma con questa linea mediana la Fiorentina può puntare a qualsiasi tra-guardo».Si spieghi meglio: cosa signi-fica qualsiasi traguardo?«Penso e spero che la Fiorenti-na arrivi almeno al terzo posto. Ci sono tutti i presupposti per farlo anche se non mi porrei obiettivi. Io dico solo che la Fiorentina ha la possibilità di arrivare ai massimi livelli in Ita-lia e poi anche all’estero».

Quanto l’ha stupita l’impat-to che ha avuto Montella su questa squadra?«Indubbiamente è un uomo intelligente che conosce il calcio. Io dico però che l’alle-natore non va in campo e non fa gol: se non hai calciatori buoni è dura. Lui è stato bravo nel mettere la gente al proprio posto, ma questa è una cosa normale. Per un allenatore do-vrebbe essere sempre così. Sta facendo bene cose semplici, quindi gli faccio i miei compli-menti».Quanto pensa possa influire nel lavoro di Montella uno staff composto da dieci per-sone?«Questa mi sembra un’esage-razione. Io credo che meno persone mettono bocca e me-glio è. Quelli che ci sono devo-no lavorare dalla mattina alla sera, perché il calcio pretende questo. Poi è normale che più dati uno ha e più è avvantag-giato nel preparare le partite.

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Oggi è più semplice conoscere gli av-versari viste tutte le riprese televisive che ci sono: un allenatore intelligente lo capisce come mettere in campo una squadra al meglio. Devo dire che, a questo proposito, gli avversari della Fiorentina ancora non hanno capito come affrontarla, un po’ come è suc-cesso lo scorso anno alla Juventus, che aveva in Pirlo l’allenatore in campo».Però c’è un dato di fatto: al Centro sportivo della Fiorentina c’è un gran via vai di allenatori che studiano i metodi di Montella.«Nel calcio non c’è da inventare molto, tutto è di una semplicità sconcertante anche se quelli che ci girano intorno credono talvolta di scoprire l’acqua calda. Se fai le cose semplici non hai mai problemi. Le cose da fare sono molte per un allenatore: oltre a prepa-rare gli uomini c’è da tenere il rapporto con la stampa e con la società, c’è da mantenere un certo tipo di equilibrio. Non so cosa possano andare a vedere gli altri allenatori. Quando uno in mez-zo al campo ha Borja Valero, Pizarro e Aquilani deve inventare poco, non vedo grossi problemi nel trovare le ge-ometrie. Se poi a questi ci aggiungi un esterno destro fortissimo come Cua-drado e un giocatore a sinistra come Pasqual che mette al centro dei cross perfetti ottieni i risultati che sta aven-do la Fiorentina. Questa qualità non ce l’hanno in molti».Da ex direttore sportivo come giudi-ca il lavoro di Pradè e Macia?«Hanno lavorato bene, hanno preso tanti buoni giocatori, con Borja Valero che è sicuramente il gioiello più pre-zioso su cui sono riusciti a mettere le mani. Complimenti a loro».

ad oggi si può dire che la Fiorenti-na è la squadra che gioca meglio in italia?«Senza dubbio, la Fiorentina è una squadra divertente e con le idee chiare. Ma mi devo ripetere per rispondere a questa domanda. Le partite si vincono a centrocampo e la Fiorentina ha la sua forza proprio nei centrocampisti che fanno girare la squadra. A Torino giocava senza Jovetic e Pizarro ed ha avuto la forza di riprendere due volte la partita, non mi sembra un segnale da poco».Viviano è al centro del dibattito. Lei si schiera tra quelli che lo criticano o tra quelli che lo difendono?«Lasciamo perdere le critiche, quelle le regaliamo volentieri agli altri. Noi an-diamo avanti così e pensiamo a vincere più partite possibile».resiste sempre il discorso del nuovo attaccante a gennaio. Lei se fosse Pradè lo prenderebbe?«Se c’è un calciatore di grande qualità si va a prenderlo, altrimenti si rimane con quelli che abbiamo. Va preso un calciatore giovane e non importa se non è pronto subito per la serie A. L’im-portante è che sia di grande prospetti-va e che venga bruciata la concorrenza. Tutto questo va fatto in rigoroso silen-zio, proprio come la Fiorentina ha lavo-rato quest’anno».Da grande esperto di calcio, si è fatto un’idea su quello che potrà accadere a Jovetic la prossima estate? Sarà ce-duto o rimarrà a Firenze?«A me hanno insegnato che ogni cosa ha un prezzo: quindi quando c’è l’of-ferta giusta bisogna vendere. Ma la cosa importante non è questa. Come dicevo poco fa bisogna essere pronti a

prendere il meglio che offre il mercato: con le idee chiare si può acquistare un giocatore non di mol-to inferiore a lui e farlo crescere».Oggi l’avversario della Fiorentina è la Sam-pdoria reduce da due vittorie consecutive in campionato. Che partita si aspetta?«Per la Sampdoria è una partitaccia, se non giocano accorti tatticamente vanno sempre in difficoltà. Se ten-gono il ritmo di Pizarro sono rovinati, quindi devono mar-care lui ed in seconda battuta Borja Valero. Ma secondo me l’uomo in più della Fiorenti-na in questo momento è Pa-

s q u a l , che è in una forma fisica invidia-

bile e ha un piede con il quale mette la palla dove vuole. La Sampdoria deve stare attenta anche a lui, se non gioca una partita esemplare sarà dura per i blucerchiati. La Fiorentina deve avere comunque grande rispetto, perché le partite si vincono quando l’arbitro fischia la fine. La differenza tra le due squadre però non è poca: la Sampdo-ria dovrà giocare al trecento per cento delle sue possibilità per uscire imbat-tuta dal Franchi. Per la squadra di Fer-rara la Fiorentina è l’avversario peggio-re che le potesse capitare».

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1) Juventus 32 14 10 2 2 7 5 1 1 7 5 1 1 29 10

2) Napoli 30 14 9 3 2 7 5 2 0 7 4 1 1 23 11

3) Fiorentina 28 14 8 4 2 7 6 1 0 7 2 3 2 25 12

4) Inter 28 14 9 1 4 6 3 1 2 8 6 0 2 26 16

5) Lazio 26 14 8 2 4 7 5 1 1 7 3 1 3 22 17

6) Roma 23 14 7 2 5 7 3 2 2 7 4 0 3 28 23

7) Parma 20 14 5 5 4 7 4 3 0 7 1 2 4 17 18

SquaDRa P g v n p g v n p g v n p F S SquaDRa P g v n p g v n p g v n p F S SquaDRa P g v n p g v n p g v n p F SPaRTITE PaRTITE PaRTITEIn CaSa In CaSa In CaSagoL goL goLIn TRaSFERTa In TRaSFERTa In TRaSFERTa

15) Palermo 14 14 3 5 6 7 3 3 1 7 0 2 5 14 21

16) Genoa 12 14 3 3 8 7 1 2 4 7 2 1 4 14 22

17) Chievo 12 14 3 3 8 8 3 3 2 6 0 0 6 13 25

18) Siena◆ 11 14 4 5 5 7 3 3 1 7 1 2 4 13 14

19) Bologna 11 14 3 2 9 6 2 2 2 8 1 0 7 15 19

20) Pescara 11 14 3 2 9 8 2 1 5 6 1 1 4 9 25

Penalizzazioni: * -1 punto; ° -2 punti; ◆ -6 punti

8) Catania 19 14 5 4 5 7 5 1 1 7 0 3 4 18 20

9) Milan 18 14 5 3 6 8 4 0 4 6 1 3 2 21 18

10) Atalanta° 18 14 6 2 6 7 4 0 3 7 2 2 3 14 20

11) Sampdoria* 16 14 5 2 7 7 3 1 3 7 2 1 4 17 19

12) Cagliari 16 14 4 4 6 7 2 2 3 7 2 2 3 13 17

13) Udinese 16 14 3 7 4 6 2 3 1 8 1 4 3 18 23

14) Torino 15 14 3 7 4 7 2 2 3 7 1 5 1 15 14

la classifica

Le sosteOltre a quelle di Natale (non si gioca domenica 30 dicembre, ma si riprende all’Epifania) e Pasqua, ci saranno altri “vuoti domenicali” in occasione degli impegni della Nazionale (9 settembre, 14 ottobre e 24 marzo).

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proBaBili FormazioniLa Fiorentina va a cac-cia del decimo risul-tato utile consecuti-

vo e contro la Sampdoria tornano in campo tutti i titolari, dopo il riposo concesso a qualcuno in Coppa Italia nella vitto-riosa sfida contro la Juve Stabia. Montella continua ad affidarsi al 3-5-2 e man-da Viviano in porta, pro-tetto dalla consueta linea difensiva composta da roncaglia sul centro-de-stra, gonzalo rodriguez nel mezzo e Savic sulla sinistra. A centrocampo spazio per Cuadrado a destra e Pasqual a sini-stra, con Pizarro e Borja Valero che occuperanno la loro classica posizione. Il ballottaggio riguarda il sostituto di Aquilani, con Romulo, Migliaccio e Mati Fernandez in lizza per una maglia da titolare. In que-sto momento l’ex Palermo sembra in vantaggio, an-che perché il cileno do-vrebbe avanzare di qual-che metro la sua posizio-ne. In attacco è appurato il nuovo forfait di Jovetic. Scontata anche l’assenza di Ljajic che starà fuori per almeno 15 giorni. La cop-pia d’attacco potrebbe quindi essere quella com-posta da El Hamdaoui (solo mezza partita per lui in Coppa Italia) e da Mati Fernandez. Da valutare in extremis anche la condi-zione di Luca Toni dopo il colpo alla testa ricevuto a Torino: potrebbe recupe-

stadio artemio Franchi - orE 20.45

viviano

savic

Pasqual

el Hamdaoui

Borja valero

Pizarro Migliaccio

Cuadrado

Mati Fernandez

g. rodriguezroncaglia

Fiorentina 3-5-2

1 viviano

4 Roncaglia, 2 G. Rodriguez, 15 savic;

11 cuadrado, 21 migliaccio, 7 pizarro, 20 Borja valero,23 pasqual;

14 mati Fernandez,9 El hamdaoui

allenatore: vincenzo montella

La formazione

rare per andare in panchi-na. La prima alternativa, in ogni caso, sembra essere rappresentata da Seferovic.La Sampdoria arriva al “Franchi” reduce da due vittorie consecutive con-tro Genoa e Bologna. Fer-rara non sembra orientato a fare esperimenti, anche perché non ha ancora a disposizione Eder, Pozzi e Maxi Lopez e quindi con-ferma il 4-5-1 che lo ha trascinato, per ora, fuori dai guai. In porta ci sarà romero, che di fronte a sé avrà una linea compo-sta da Mustafi a destra e Berardi a sinistra, con la coppia centrale che sarà formata da capitan ga-staldello e rossini. Il folto centrocampo dovrebbe prevedere Krsticic e Poli larghi sulle fasce, con Ma-resca, Munari ed Obiang nella zona centrale del campo. In attacco dovreb-be essere schierato ancora una volta il giovane icardi. Per l’ex viola De Silvestri si profila un’ulteriore pan-china.

saMPdoria 4-5-1

22 romero

8 mustafi, 28 gastaldello,35 rossini, 13 Berardi;

25 Krsticic, 4 maresca,11 munari, 14 obiang,16 poli;

98 icardi.

Krsticicicardi

PoliMaresca

Berardirossini

gastaldelloMustafi

romero

allenatore: ciro Ferrara

anCora Fuori Jo-Jo,toni in duBBio,sPazio ad el HaMdaoui

obiangMunari

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s’È Fatto Male Pure iCCe2 Ma vinCenzino e Ci FarÀ un artro MiraHolo

I’nonno Pilade

Chiusa anche la pratiha di Coppa, eli-minaa una Juventusse, che, anche se mi ripeto, e gli è sempre una goduria,

e si torna a pensa’ a i’ campionao. E si torna a pensacci co’ pensieri, perché e siam più spuntai d’un lapisse da pizzicagnoli! Ora e s’è fatto male anche “icce2”! Oddio, definillo punta uno che di go’ e ne fa quasi punti, e gli è un corpo di fantasia, però un attaccante gli è e, urtimamente, e gli andaa anche benino. Così con Lucone co ‘ i mar di capo, “Icce1” che s’è fatto male alla sehonda gamba mentre e si curaa la prima (speriamo che gni funzioni la terza armeno), e “icce2” ‘n restauro anche lui e un ci resta che i’marocchino e lo svizzero che ‘nsieme, come s’è visto ancha ‘n Coppa, e fanno le capocciae peggio che Luhone con Glic-che! E allora come e si fa? O icche gli ‘nventerà Vin-cenzino nostro? Un n’è miha facile. Ippiù faci-le e sarebbe fa’ gioha’ “icce1” che le versioni ufficiali e dihan gua-rito ma tenuo da par-te come le cose sante. Ora e un c’è più caccole, se gli sta bene che giochi per-ché se no e gni tocca a riallenassi a i’ nonno!Comunque Vincenzi-no e ci farà un artro

miraholo, miha pe’ nulla e gli è nao vicino alla città di S. Gennaro, o va’ a insegnagnelo a lui come e si mette i’ lume alle candele! Certo Eupalla che dovea esse’ i’ nostro protettore pe’ pareggia’ e protettori di quegli artri, quelli co’ i’ fischio ‘n bocca, un sembra miha volecci tanto bene con questa morìa d’attaccanti. Ora, se s’impegna a facci vince’ di riffa o di raffa, magari anche di culo, sempre 1-0, a noi e ci va bene anche così, però poi e un faccia-mo scherzi, perché quando e siamo ‘n bilico schizza’ di là gli è un lampo.‘Nsomma tutto questo panegirico pe’ di’ che oggi e bisogna vince’, poche gnegne, e si ri-comincia da tre (alla vorta), perché a corre’ forte e ci siamo abituati e un ci si vo’ ferma’ più. E ci mancherà di sihuro Aquila della Notte, ‘n restauro pe’ un par di settimane a anda’ bene, ma, pe’ i resto, e ci potrebben anche esse’ tutti, magari fasciati come En-rico Toti, quello della stampella, quello co’ un “t” solo, no’ i’ giallozzozzo, ma gagliardi e pronti a combatte’ pe’ questi tre punti novi. Pe’ preparassi anche i’ nonno e ci ha le su’ procedure, bere pe’ festeggiare, la vittoria ‘n Coppa (ma e un so così sofistihato, a me e mi va bene anche un bicchieraccio da cu-cina, basta che sia bono icche c’è dentro!) e ribere pe’ augurio alla vittoria ‘n campionao. Se e vo ‘n coma etiliho, meglio, così e patisco meno, poi però, se s’è vinto, raccontaemela. ‘Nquell’artro caso vu’ mi potee lascia’ dormi-re. Forza Violaaaaaaaaaaaaaa!

il Pungiglione

Ma PerCHÉ si Considera la Fiorentina seMPre un’eterna outsider?

Se uno tra noi dice che pensa di vin-cere lo scudetto si può prendere anche di bischero, così su due pie-

di. Però se quello che si ritiene il Gior-nale Sportivo d’Italia, la rosea, lancia un sondaggio su chi è il vero, principale avversario della Juventus ed estende il certame a Inter e Napoli e basta, ci fa sicuramente incattivire e gli sciogliamo le api. La Fiorentina viene da una striscia utile di otto partite, sei vinte e due pareggiate, ed è quindi in te-sta nella classifica di queste ultime otto giornate. E’ terza a pari punti con l’Inter nella classifica genera-le alla vigilia della quindicesima giornata: perché a dispetto di tutti i discorsi di facciata la si deve con-tinuare a considerare, a dispetto di tutti, un eterno outsider? Un sondaggio del genere, a questa altezza del campionato andrebbe esteso al minimo a 4-5 possibili candidati, perché solo ai soliti due?Per questo partano le api, in direzione Milano, e com-piano la loro missione col pungiglione rovente. Già che ci sono facciano una capatina da Berlusconi che, dopo aver detto che “Pato è un problema” ha fatto rapidamente marcia indietro dando la colpa dello scarso rendimento e delle continue ricadute del qua-si genero al destino cinico e baro. Una puncicatina a tutta la famiglia riunita non ci sta male. Noi non sap-piamo perché li pungiamo, però da quelle parti dove pungi, pungi, difficile sbagliare.


Amarcorddi rUBen loPes PeGnA

tre ex viola nelle file della Sampdoria che stasera affronta la Fiorentina.

Sono Enzo Maresca, gianni Munari e Lorenzo De Silve-stri. Nessuno dei tre, però, ha lasciato a Firenze ricordi stra-ordinari. Maresca in una sta-gione da dimenticare con la salvezza raggiunta solo all’ulti-ma giornata grazie alla miglior classifica avulsa nei confronti del Parma e del Bologna co-munque non aveva comunque sfigurato. Munari, invece, non ha avuto l’anno scorso il tempo per dimostrare il suo valore di centrocampista eclettico e di-namico. De Silvestri, dal canto suo, dopo una prima stagione esaltante non si è più ripetuto a grandi livelli nelle due successi-ve. Da lì la decisione di cederlo. Ma quella di stasera sarà una partita speciale anche per Vin-cenzino Montella, ex sampdo-riano. L’Aeroplanino quando af-frontava la Fiorentina si scate-nava e molto spesso la puniva a suon di gol. Meglio, dunque, averlo sulla panchina viola che ritrovarselo da avversario.ENZO MarESCa. Il centro-campista di Pontecagnano ha giocato a Firenze una sola sta-gione, nel 2004/05. Era venuto alla Fiorentina in comproprietà dalla Juventus ma non fu ri-scattato nonostante un cam-pionato per lui tutto sommato

Fiorentina-saMPdoria? È anCHe una Bella riMPatriata di eX

da montella a maresca, da munari a de silvestri: quanti… blucerchiati & viola

positivo. Non rientrava, però, nei piani di Corvino e Prandelli che nell’estate del 2005 stavano ricostruendo la squadra salva-tasi solo all’ultima giornata. Ma-resca a Firenze (oltre ad essere convolato a nozze) ha collezio-nato 25 gettoni di presenza, realizzando 4 reti negli incontri Reggina-Fiorentina (1-2), Fio-rentina-Roma (1-2), Fiorentina-Milan (1-2) e Lazio-Fiorentina (1-1), quella del famoso fallo di mano di Zauri non rilevato dall’arbitro Rosetti. Giocatore dotato di grande personalità, buona tecnica, ottima visione di gioco oltre che di un buon tiro, è alla Sampdoria dall’inizio

di questa stagione. Al suo attivo in campionato 10 presenze con 2 gol al Chievo e all’Atalanta.giaNNi MUNari. Il centrocam-pista di Sassuolo è restato a Fi-renze solo nei primi mesi della stagione 2011/12. Fu acquista-to dal Palermo nel mercato esti-vo (anche se gli ultimi campio-nati li aveva giocati a Lecce) e ceduto alla Sampdoria in quello invernale. Per lui in maglia viola solo 11 gettoni di presenza e nessun gol. Ma sicuramente sul suo rendimento non particolar-mente positivo ha influito an-che quello negativo di tutta la squadra. In blucerchiato Munari ha contribuito alla promozione della formazioni di Iachini in

serie A. Al suo attivo in questo campionato 11 presenze con 2 reti, alla Roma e all’Inter.LOrENZO DE SiLVEStri. Il ter-zino romano è rimasto a Firenze per tre stagioni dal 2009/10 al 2011/12, collezionando 74 get-toni di presenza e realizzando 2 reti, entrambe al Parma. Non rientrava, però, nei piani di Vin-cenzo Montella. Così è stato ce-duto alla Sampdoria in prestito con diritto di riscatto. Anche a Genova, però, finora con Fer-rara ha trovato poco spazio. E al suo attivo ci sono appena 5 gettoni di presenza per com-plessivi 131 minuti. Davvero pochi per De Silvestri che con la

Fiorentina era arrivato persino alla Nazionale.ViNCENZO MONtELLa. Tre stagioni alla Sampdoria dal 1996/97 al 1998/99. Ha gioca-to tutti e sei gli incontri con la Fiorentina, da titolare per lo più, o partendo dalla panchina. Il bilancio per i blucerchiati è sta-to positivo: 2 successi a fronte di una sconfitta e tre pareggi, tutti per 1-1. E l’Aeroplanino ha lasciato molto spesso il suo segno. Ben sei le reti rifilate ai viola. Ha firmato il pareggio nel 1996/97, all’ultima di cam-pionato nell’ultima partita di Claudio Ranieri sulla panchina gigliata dopo il gol di Robbiati. Il suo primo centro al Franchi nel 1997/98 per l’1-1 finale dopo la rete di Batistuta. Poi nel match di ritorno a Genova con una doppietta condannò la Fiorentina alla sconfitta per 2-0. Nel 1998/99 ancora a Marassi nella sfida di ritorno (all’andata i gigliati si erano imposti per 1-0) siglò due reti nell’incontro vinto dalla Sampdoria per 3-2. Insomma per Montella contro i viola 6 reti in altrettante partite. Lo avesse a Firenze un attaccan-te forte come lui…

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L’Angolodel tifoso

di lUcA cAPAnni

È una Fiorentina che sogna e fa sognare: a quattro punti dal primo posto, i

tifosi accarezzano l’idea di tor-nare nel firmamento europeo e forse… perfino qualcosa di più. A proposito di stelle, ce n’è una di nome e di fatto, brillan-te attrice in molte pellicole di successo da ‘L’ultimo bacio’ in poi. Martina Stella, neomam-ma (di una bellissima bambina di nome Ginevra), fiorentina verace, nata all’Impruneta e… nata viola.Martina, dove può arrivare la nostra squadra del cuore quest’anno? «Sono tifosa da sempre, ma non posso definirmi un’intenditrice di calcio quindi non saprei fare una previsione precisa. Il fatto che stia andando così bene mi fa inorgoglire, perché Firenze è la mia città e ci tengo molto». Qualche anno fa ha interpre-tato un film a lieto fine intito-lato ‘Nemmeno in un sogno’. i tifosi viola oggi stanno viven-do il remake? «Sicuramente è un bel periodo, e quel titolo non ci starebbe male. Sognare fa sempre bene e noi sogniamo di raggiungere grandi obiettivi». grandi obiettivi come un piazzamento in Champions?

«Eh no, ve l’ho detto, non chie-detemi pronostici: quelli lascia-moli agli esperti. Pur abitando a Roma da tanti anni, continuo a leggere e a farmi raccontare come va la Fiorentina, la seguo con il cuore senza inoltrarmi ne-gli aspetti tecnici. Ultimamente non sono più venuta allo stadio a causa dei crescenti impegni ma continuo ad amare la mia città e la squadra della mia cit-tà». Un amore puro per una città altrettanto pura nello spirito e nell’ironia. La nostra curio-sità, proprio a sfondo scher-zoso, è questa: la sua fede viola non è mai stata a rischio di contagio bianconero in tempi passati… soprattutto per colpa di un certo Lapo Elkann?«Ma no, nessun contagio bian-conero. Non sarebbe mai potu-to accadere perché io sono sta-ta e resterò sempre innamorata della Fiorentina e di Firenze. Anzi, voglio fare il mio in boc-ca a lupo a tutti i ragazzi della nostra squadra: continuate così, forza viola!». Imboccata la via dell’ironia, quale modo migliore di man-

tenerla se non interpellando un vero maestro? Paolo Beldì, re dell’intrattenimento scoppiet-tante, arcinoto regista televi-sivo (‘Quelli che il calcio’ è una sua creatura) e arcinoto tifoso viola. Qual è il traguardo stagionale più logico per la Fiorentina?«Darò una risposta chiara. Se all’ultima giornata ci trovassi-mo tre punti davanti alla Juve, il traguardo più logico sarebbe lo scudetto…». in tal caso dobbiamo gua-dagnare altri sette punti sui bianconeri: dopo quattordici giornate, infatti, la Fiorentina è terza a quattro lunghezze dal vertice. Se lo sarebbe mai aspettato? «Sinceramente no, forse perché ero deluso dalle stagioni prece-denti. Vedevo sempre nero ed invece siamo tornati al posto che ci compete, a quella situa-zione che mi ha fatto innamo-rare della Fiorentina negli anni ’50 e ‘60». Ma in attesa di arrivare all’ul-tima giornata, in questo mo-mento non è definibile un traguardo specifico?«Il traguardo deve essere quello

di entrare in campo per vincere partita dopo partita, non ser-virebbe stabilire un altro tipo di obiettivo. Personalmente, poi, ho sempre un po’ di paura ad illudermi. Non tanto per scaraman-zia quanto perché la Fiorentina è il nostro amore ed è un amore che negli ultimi anni ci ha deluso spesso. Ecco perché tendo alla pru-denza. Ovviamente se ci ritroviamo al vertice tanto meglio. E se capi-ta uno scudetto… non lo buttiamo via». Una prudenza che riscon-triamo in buona parte della tifoseria che ha ritrovato entusiasmo e felicità ma al contempo si sforza di tenere i piedi per terra. Secondo lei è sintomo di una maturazione o di un ‘rincoglionimento’? «A me sembra senz’altro una maturazione. Ma magari a chi lo vede da fuori può sembrare un ‘rincoglionimento’, e parlo del mio caso, non della tifoseria. Comunque, rimanere con i pie-di per terra è sempre consiglia-bile. Ciò non toglie che si possa

ben sperare, e farlo senza limiti».Quelli che… sperano? «Quelli che… se fossero da-vanti di tre punti rispetto alla Juve nell’ultima giornata di campionato, punterebbero allo scudetto. Come diciamo noi in Piemonte… ‘ciapa’ (che vuol dire ‘prendi’)».

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L’evento

la storia del CalCio storiCo ele sue iMMagini suggestive

domani ultimo appuntamEnto con ‘i lunEdì dEl torrino’

Ultimo appuntamento da non perdere as-solutamente al Torrino di Santa Rosa. Do-mani, infatti, si chiuderà il ciclo ‘i lunedì

del torrino – serate di sport e letteratura’ con la (ri)presentazione del libro ‘il Calcio fiorenti-no. Le origini, le partite gloriose, i protago-nisti’ (a cura di Sandro Bennucci, Uberto Bini, Filippo giovannelli, foto di giuseppe Sabel-la), che darà modo agli appassionati di sport e della tradizione fiorentina, di conoscere più da vicino, addentrandosi nei suoi particolari, il me-raviglioso, colorato ed emozionante mondo del Calcio fiorentino. Dopo avere avuto l’onore di ospitare, lunedì scorso, Giancarlo Antognoni ed il suo ’10 modi per dirti ti amo’, accompagnato dagli alcuni amici di sempre (Moreno Roggi, Fu-rio Falcareggi e Daniele Amerini), il Torrino apri-rà dunque le porte ad uno sport, anzi ad una disciplina che affonda le sue origini in tempi molto antichi, e che è stata, è e rimarrà sempre vanto di Firenze. L’ultima puntata delle sei serate che hanno dato vita al binomio ‘sport e letteratura’ esaltando le gesta di personaggi o realtà mitiche, storiche e leggendarie di Firenze (dalla pallavolo col mito della Ruini al pugilato col campione Bundu, dal ciclismo grazie ai ricordi sul leggendario Bartali alla ‘semplice’ corsa, dal calcio con la ‘bandiera’ di Firenze Antognoni fino, appunto, al Calcio fiorentino) è ormai alle porte. Domani sera, 3 di-cembre, scenderanno in campo (o saliranno sul palco) gli autori del libro (Bennucci, Bini, gio-vannelli) e, oltre a loro, parteciperanno alla se-rata: Michele Pierguidi (presidente del Calcio Storico Fiorentino), lo storico Luciano artusi, il fotografo giuseppe Sabella e i presidenti dei

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D’OLTRARNOP i e t r o T h o u a rBIBLIOTECAAssociazione Rondinella del Torrino

3 dicembre

“Il calcio fiorentino.

Le origini, le partite

gloriose, i protagonisti” di Sandro Bennucci, Uberto Bini,

Filippo Giovannelli

Con gli autori partecipano:

Michele Pierguidi, presidente Calcio Storico

FiorentinoLuciano Artusi, storico

Giuseppe Sabella, fotografo

I presidenti dei quattro colori

Dalle 20 apericena a buffet (5 euro).

Info: 055/213921 – 331/6545552

“I lunedì del Torrino”Serate di sport e letteratura

Torrino di Santa Rosa, lungarno Soderini 2 ore 21.15. Ingresso libero

col patrocinio di:

Fuorigioco

di dUccio MAGnelli

C’era tanta paura in giro e molti pensavano che per la squa-dra − e per Montella − sarebbe stato difficile trovare la soluzione al problema. Almeno tre partite (quattro con

quella di stasera) da giocare senza l’uomo migliore. E invece, con grande sollievo di tutti, i risultati sono stati oltremodo sod-disfacenti e superiori alle attese: nove gol in tre partite (senza l’attaccante più prolifico), sette punti importantissimi per una classifica che si sta facendo preziosa. Con la squadra che ha continuato a giocare spavalda e sicura, come se niente fosse accaduto. Prove tecniche di un futuro prossimo venturo? Si-curamente qualcuno, dopo ciò che è successo, sta iniziando a immaginare una Fiorentina competitiva anche senza la sua stel-la, Stefan Jovetic. Il futuro, con la possibile partenza del monte-negrino, potrebbe fare meno paura. Strano come il calcio, infido e carogna, si diverta talvolta a confondere le acque. Per chi c’era e ricorda, sembra di essere tornati indietro di trent’anni, a quel funesto 1981 quando la maligna zampata del portiere genoano Martina fece uscire di scena Giancarlo Antognoni, rendendo la Fiorentina orfana del suo miglior giocatore. Sembrò una perdita irrimediabile. Ma la squadra trovò dentro di sé la soluzione al problema. Come per uno scherzo del destino, un talento così grande fu infatti sostituito in modo eccellente da Luciano Mia-ni, un Carneade del calcio che proprio in quei pochi mesi a Fi-renze raggiunse il punto più alto della sua carriera. Sappiamo tutti come andò a finire quella lontana e perfida stagione, con il quasi certo spareggio per il titolo scippato alla Viola nell’ulti-ma giornata per ‘ragioni di Stato’. A noi piace credere che con Antognoni a disposizione tutto l’anno, la squadra viola quello scudetto l’avrebbe vinto.La Fiorentina di oggi, con Jovetic, potrebbe anche farci un pen-sierino alla lotta per il tricolore. Ma se i muscoli del montenegri-no cominciassero a fare i capricci, allora sì che avrebbero buon gioco i pompieri di turno che buttano acqua sul fuoco dei sogni. Insomma, che Dio ce lo mantenga in salute, Jo-Jo. E che le stel-le siano sempre in campo. Non a guardare i miracoli dei piccoli grandi Miani di turno.

… e CHe le stelle non stiano a guardare

quattro colori. E loro, tutti loro, racconteranno quel-lo che rappresenta la suddetta disciplina fiorentina attraverso l’esperienza vissuta sul campo, ormai da anni e anni, nella splendida cornice di Piazza Santa Croce. L’evento, organizzato dall’Associazione Rondi-nella del Torrino in collaborazione con la Biblioteca d’Oltrarno e con il patrocinio del Comune di Firen-ze e del Quartiere 1, prevede l’ingresso libero e sarà preceduto da un apericena a buffet (dal costo di 5 euro) che avrà inizio alle ore 20 (per prenotazioni 331 6545552).

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Il Brivido Sportivo Stadio Fiorentina-Sampdoria 02.12.2012

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