Brivido Sportivo n.37

www.brividosportivo.it [email protected] 84 - n. 37 - Martedì 26 Ottobre 2010

COPIAOMAGGIO

UN’ALTRA POSSIBILITA’ PER ADRIAN IL FENOMENO di Alessandro RialtiAdrian Mutu domenica prossima sarà a disposi-zione di Sinisa Mihajlovic per la difficile trasferta di Catania. In fondo era questa l’unica soluzione, sep-pur provvisoria, possibile. La Fiorentina non poteva assumere un provvedimento definitivo prima che la magistratura non avesse fatto fino in fondo il pro-prio lavoro. Sarebbe stato come anticipare un giu-dizio che prima che sportivo doveva essere giudi-

ziario. Certo Adrian ha fatto l’ennesimo errore, per certi versi incredibile per uno che vive sempre sotto processo; lui ha spiegato che è stanco di sentirsi dire: Zingaro e rumeno di m…. Resta il fatto che dopo due anni formidabili nei quali ha ampiamente meritato il titolo di Fenomeno, dopo aver contribuito ai momenti d’oro della Fiorentina di Prandelli, dopo che lo stesso attuale ct. azzurro lo ha indicato come

«il giocatore più forte che io abbia mai allenato...» da una stagione circa è infilato, portandosi con se la Fiorentina, in un tunnel maledetto. Comunque si guardi resta la decisione della società viola che ha rinviato “sine die” ogni determinazione sul proprio giocatore.

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Diciamo la verità, su una cosa Mutu va capito. Chiedere di pagare il conto, magari con un po’ di insistenza, ad uno che deve già pagare 17 milioni di euro rischia di far saltare la mosca al naso. Per lo stesso motivo, è anche vero che la sanzione più inefficace che la Fiorentina pos-sa adottare per il comportamento del suo tes-serato è proprio quella di fargli una multa, che avrebbe lo stesso effetto della condanna ad un anno di galera inflitta ad un ergastolano. In re-altà, la decisione da prendere nei confronti del giocatore rumeno è semplicemente quella tra fare di necessità virtù, ritenendo la sua presen-za in campo indispensabile per la squadra e quindi passando sopra ai suoi comportamenti, o quella invece di scegliere una linea che privi-legi il rispetto di certi valori e che, quindi, faccia a meno anche delle prestazioni di un campione pur di mantenere una propria linea di compor-tamento. Diciamo semplicemente nel senso che la situazione è chiara, e non certo perché sia una decisione facile da prendere, però non c’è dubbio che da questa scelta dipende non soltanto il futuro tecnico della squadra, ma anche l’intendimento vero della so-cietà. Puntare ancora su Mutu, infatti, vorrebbe dire anche mantenersi in linea di galleggiamento anche a livello di costi, perché cacciarlo comporterebbe in-dubbiamente un ritorno sul mercato a gennaio per l’acquisto di un giocatore di prima fascia e di alto costo. Scelta in netta controtendenza per una società che

a gennaio non ha preso nessu-no per sostituire Mutu squalifi-cato e ad agosto non ha preso nessuno per sostituire Jovetic infortunato, puntando anzi pro-prio sul ritorno del rumeno. Pur essendo troppo facile ironizzare su “Save the Children” e “Kill the Barman”, non si può non notare che tra terzo tempo e fair play le risse, le pasticche dimagranti e gli incidenti domestici non è che ci stanno proprio a inca-stro. Anche perché un po’ tutti stiamo dando per scontato che Mutu tornerà a miracol mostrare, risolvendo d’incanto tutti i problemi che attanagliano la squadra. E se invece i dieci mesi di inattività, usati, come si è capito, non certo per fare percorsi benessere, pesassero al punto che Mutu, tornando in cam-po, non facesse la differenza? E, in ogni caso, se si perdona Mutu chi glie lo dice, dopo, a De Silvestri, o a Gamberini, o a Vargas (nomi a caso) di non fare tardi, di non bere o di non essere rissosi? Rimettere in campo Mutu significa insomma, a parer mio, venir meno a principi in nome del fatto che si pensa che senza di lui la Fiorentina rischi di andare in serie

B. Una doppia debolezza che la squadra, la società e la città non meritano, soprattutto dopo aver celebrato sabato sera il suo campione più vero, l’uomo senza macchia e senza paura che risponde al nome di Giancarlo Antognoni. Se proprio volete rimettere in campo Mutu, almeno toglietegli il 10. Quel numero, ora, non può proprio portarlo.

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Una vera e propria boccata d’ossigeno quella presa sabato sera al Franchi dalla Fiorentina che adesso non è più ultima ma resta sempre intruppata nel gruppo delle ultime della classe. La partita di domenica prossima non sarà semplice per-ché andare a giocare a Catania è sempre complicato, specialmente dopo che gli etnei se ne tornano a casa con una sconfitta. Ci aiuta un po’ la certezza che l’attac-cante più forte, l’argentino Maxi Lopez, non sarà della partita perché squalificato. Ma vediamo cosa ha funzionato e cosa no nella partita del Franchi contro il Bari. Sicuramente è piaciuta la compattezza della squadra e i pochi spazi concessi agli avversari in fase difensiva. Molto bene Donadel che piano piano è diventato l’elemento insostituibile del centrocampo viola in cui il capitano Montolivo gioca a scartamento ridotto per il problema alla caviglia. A tal proposito credo che do-vrebbe essere presa una decisione chiara e non procrastinare una situazione che non è per niente limpida. Se Montolivo dove andar avanti con le infiltrazio-

ni accusando dolore ogni volta che calcia, allora è bene che si fermi subito e si operi. Se invece la situazione dovesse essere in miglioramento entro qualche settimana, allora potremmo accettare il suo “sacrificio” per il bene della squadra. E’ andato bene anche Santana che per un’ora ha lottato in fase difensiva non disdegnando discese per lui contromano sulla sinistra; anche Marchion-ni è stato prezioso in fase di copertura anche se poco brillante in avanti. Veniamo infine all’accoppiata Ljajic-Gilardino: il giovane serbo ha avuto molte pause ma è stato protagonista degli episodi più importanti della partita con l’eccezione della rete di Donadel: sua l’azione che ha portato al raddoppio di Gilardino e suo il gol annullato all’inizio della ripresa. Il centravanti di Biella invece si è sacrificato molto e spesso è rimasto isolato, ma la zampata finale lo riabilita e gli dà ossigeno proprio come alla squadra, aspettando di risentire suonare il violino come in passato.

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OBIETTIVO CENTRATO Voci di spogliatoiodi Ruben Lopes Pegna

Tre punti d’oro quelli conquistati dalla Fiorentina con il Bari. Tre punti che per-mettono ai viola di lasciare l’ultimo posto in classifica e di affrontare i prossimi impegni, di Coppa Italia stasera con l’Empoli ma soprattutto di campionato domenica a Catania e quella successiva al Franchi con il Chievo, senza troppa ansia e paura. La vittoria con i pugliesi è stata meritata e non è mai stata in discussione. La Fiorentina ha creato diverse palle gol ma soprattutto non ne ha quasi concesse alla formazione di Ventura, che ha segnato con Parisi nel finale nell’unica occasione avuta. Non è stata una partita bella sotto il profilo del gioco quella di sabato. Ma non era il gioco la priorità per i viola in questa gara. Contava solo il risultato, che peraltro la Fiorentina ha ottenuto con pieno merito. La squadra gigliata ha interpretato l’incontro con lo spirito giusto, tra-scinata da Donadel, davvero straordinario e non solo per il gol segnato. Il me-diano veneto dà l’anima in campo ed è diventato un uomo indispensabile per il centrocampo gigliato. E’ stato lui il migliore. Insieme a Montolivo – buona anche la prova del capitano, che gioca stringendo i denti per il dolore alla caviglia – for-ma una coppia quanto mai assortita. E bene si sono espressi anche Santana e Pasqual, che ha disputa-to la sua miglior partita del campionato. Anche gli altri giocatori comunque sono stati tutti promossi, a comin-ciare da Gilardino, autore del suo terzo gol stagiona-le. Tuttavia per sapere se la Fiorentina è davvero uscita dalla crisi occorrerà atten-dere le prossime partite. La squadra viola finora non ha mai ottenuto più di due risultati positivi consecutivi (pareggio a Marassi con il Genoa e vittoria al Franchi con il Parma). Solo se riu-scirà a fare meglio, allora si

potrà dire con certezza che è sulla strada della guarigione, pronta a recitare un ruolo da protagonista in questo campionato. La sfida con il Bari ha inoltre con-fermato che Mihajlovic giustamente non guarda in faccia a nessuno e manda sempre in campo i giocatori che gli danno più fiducia. Basti pensare a Papa Waigo, rispolverato dopo tanta tribuna. L’esterno senegalese, nei 26 minuti in cui è stato impiegato, ha dimostrato di poter essere utile alla causa viola. Ha corso tanto, ha lottato su ogni pallone e non ha mai mollato. Ecco il tipo di gio-catore che vuole Mihajlovic al di là dello spessore tecnico. L’allenatore gigliato era giustamente soddisfatto per la seconda vittoria ottenuta in questo campio-nato. “Abbiamo disputato – ha affermato – una grande partita ed abbiamo am-piamente meritato la vittoria. Così abbiamo lasciato l’ultimo posto in classifica, che tanto ci faceva soffrire. I miei ragazzi sono stati molto bravi a non lasciare spazi al Bari, che ha giocatori molto veloci ed in grado di creare problemi a

qualsiasi squadra. Sapevamo di attraversare un momento particolarmente difficile. Non dovevamo assolutamente per-dere la partita, perché altrimen-ti le cose si sarebbero davvero complicate per noi. Per fortuna ho a disposizione tanti bravi giocatori, che però prima di tutto sono dei grandi uomini. E con il Bari si sono visti pri-ma proprio gli uomini. Basti pensare a Montolivo, che, a causa dell’infortunio alla ca-viglia, in pratica gioca con una gamba sola. E’ un esem-pio straordinario per tutta la squadra”. Stasera la Fiorentina torna in campo al Franchi per affron-tare l’Empoli in Coppa Italia. Mihajolovic non snobba l’ap-puntamento. “La coppa – af-ferma – ci interessa. Perciò manderò in campo la miglior formazione possibile”. L’Empoli è avvertito.

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Emozione per il giro di campo dell’amatissimo “unico 10”

ANTONIO, L’ORGOGLIO DI FIRENZENiente Pauradi Michela Lanza

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Dieci minuti di brividi incondizionati. Giancarlo Antognoni ha messo i piedi sul manto del Franchi intorno alle 20.30, è stato applaudito, vezzeggiato, abbracciato idealmente dal tutto il pubblico presente sabato scorso allo stadio. Impeccabile nella sua camminata elegante, è partito da sotto la tribuna centrale da dove ha mostrato orgoglioso il calco d’orato del suo piede,

ovvero il “Golden Foot”, accompagnato dalla presenza della sua maglia incorniciata e concessa dall’Associazione Museo Calcio Fiorentina, e si è diretto verso la curva Ferrovia per iniziare il suo giro di campo. Strette di mano e foto con l’amministratore

delegato viola Sandro Mencucci e poi, sulle note di “Firenze Santa Maria Novella” di Pupo, la gente del Franchi si è commossa, rimanendo in piedi per tutto il tempo del suo saluto e applaudendo di continuo. “…la colazione con i bomboloni e guai a chi parla male di Antognoni…”. Una semplice strofa di una canzone che racchiude molto di più, una verità che non ha età, né scadenza. Guai a chi parlava male – ieri – di Antognoni, guai a chi parla male – oggi – di Antognoni. L’unico 10, la bandiera mai ammainata della Fiorentina è il simbolo della storia del calcio di Firenze. Nel suo giro di campo, sciarpa viola al collo e braccio alzato per salutare tutti, Antognoni è passato anche sotto il “formaggino” dei tifosi ospiti che lo hanno applaudito unendosi alla nostra festa. Addirittura – ed è questa la scena più significativa che indica la notorietà, l’importanza e la grandezza di Antonio – un giocatore del Bari, in campo per il riscaldamento, è andato incontro al Capitano ed ha voluto stringergli la mano. Un gesto che racchiude la stima di tante generazioni di calciatori che non possono che ammirare campioni del calibro del nostro Antognoni. Poi una camminata sotto la Maratona, saluti a ripetizione, fino all’arrivo sotto la Fiesole. Antonio ha proseguito su un tappeto rosso ed è arrivato nel centro del cuore del tifo viola ricevendo affetto, amore, stima.

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“Uno di noi, Antonio uno di noi”, “Unico 10, Antonio unico 10”: questi i cori più cantati, ma… non è mancato quello che simboleggia la voglia di una città di rivedere il suo mito all’interno della società: “Antognoni è il mio presidente”. Finito il giro di campo, il campione dei campioni ha lasciato la scena all’inizio della gara. Quando lui è uscito dal terreno di gioco, è come se si fosse spenta la luce e, all’ombra di un ricordo incan-cellabile, ha avuto inizio la par-tita contro il Bari che con cuore e grinta i gigliati hanno vinto. Forse è stata la spinta di An-tognoni, ma quella vittoria si è portata con sé un qualcosa di magico. Del resto, non capita tutti i giorni di vedere uomini piangere come bambini in se-guito ad un’emozione troppo forte per poterla trattenere. Sensazioni reciproche: “Se-rata indimenticabile – ha detto Antognoni – mi sono commosso. Grazie Fiorenti-na, grazie Firenze e soprat-tutto grazie meravigliosi tifo-si viola”.

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Furio lo ripete da tempo immemore: «Quando si prende uno come il rumeno, si prende il pacchet-to completo; giocate da campione e gol, ma anche birre, di-scoteche e scazzot-tate». Il Furio in questio-

ne, ovviamente, è Valcareggi: uomo di calcio pragmatico e schietto, abile agente di mercato (procuratore della anche stellina nascente Giac-cherini), figlio del leggendario Ferruccio e, so-prattutto, tifoso viola da sempre. Viola non sbia-dito, fiorentino verace, “viola scuro” come ama definirsi lui. Il rumeno in questione, ancor più ovviamente, è Adrian Mutu: incallito detrattore dell’«errare humanum est» a cui preferisce ine-sorabilmente il «diabolicum perseverare». Niente riesce a frenare la sua vita spericolata così piena di guai che nemmeno Vasco Rossi la canterebbe meglio; le multe fanta-milionarie non lo placano, né le reiterate squalifiche, né la Fiorentina che vuole chiudergli il rubinetto dello stipendio. L’ultima sua marachella, termine sfac-ciatamente eufemistico per definire un’ipotesi di reato, è andata in scena proprio nella notte che ha preceduto l’Antognoni day. «Trovarmi in mezzo a tanti bambini che mi chiedevano l’au-tografo mi ha colpito nel profondo, è incredibile, visto che loro non mi hanno mai visto giocare», ha confessato sabato sera il nostro “unico 10”. Il nostro attuale “10”, invece, un esempio per i

bambini non potrà mai esserlo. Sabato mattina, dopo la scaramuccia nottur-na davanti al Full Up, ha partecipato regolar-mente all’allenamento. Nottata già smaltita, mani in tasca della tuta, ghigno sornione e sguardo dritto che sembra-va trasmettere le parole di Al Pacino in Scar-face: «Voi avete bisogno di gente come me, così potete puntarmi il dito addosso e dire quello è un uomo cattivo. Beh, e dopo come vi sentite, buoni? Voi non siete buoni! sapete solo nascondervi, io non ho questo problema. Io dico sempre la verità anche quando dico le bugie. È l’ultima volta che lo vedete un cattivo come me, ve lo dico io». Mutu ha una scorza dura, bisogna ammet-terlo, e forse Mihajlovic si riferisce ad essa quando dice che gli somiglia di carattere. An-che Sinisa, come Furio, era stato profetico: «Adrian è in grande forma fisica e sta bene anche di testa… questa è la cosa più difficile per lui». Detto fatto, il sole tramonta e, prima che sorga di nuovo, Mutu si scatena in strada. In attesa di scatenarsi in campo (il 28 ottobre scade la squalifica) e di trascinare la Fiorenti-na verso nuove vittorie, a meno che la Fioren-tina non decida davvero di metterlo fuori rosa. Domandone finale: tutto ciò era prevenibile? Possibile che a nessuno in società viola sia venuto in mente di tenere lontano dai guai il giocatore più decisivo della squadra? Eppure, cosa ci fosse nell’all-inclusive del “pacchetto Mutu” l’avevano capito tutti ormai. Forse an-che i bastioni del Forte Belvedere, che sono i più duri di Firenze...

L’Angolo del tifosodi Luca Capanni ALL-INCLUSIVE MUTU

In questi giorni Ma-radona e Pelè fe-steggiano il loro compleanno, mentre Giancarlo Antognoni viene acclamato dai tifosi viola che non hanno dimenticato che il loro campio-ne è stato l’unico ad aver rinunciato, per

amore di una maglia e di una città, a vittorie e suntuosi ingaggi. A modo suo, giusto per non passare inosserva-to, un altro numero dieci ha deciso di partecipa-re alla grande parata dei fuoriclasse, inventan-dosi qualcosa di “straordinario” che lo renderà indimenticabile agli occhi dei suoi tifosi. Solo una settimana fa avevamo scritto che Fi-

renze aspettava Adrian Mutu con grande spe-ranza, ma anche con il timore di chi non sa che giocatore scenderà in campo. Un campione ritrovato oppure qualcuno anco-ra in cerca di una propria identità? La risposta rimane sospesa tra la follia e il sangue di una triste e malinconica alba fiorentina. E diventa così difficile trovare un equilibrio di giudizio in questo inizio di stagione della Viola, nel quale la buona sorte sembra volersi riprendere, con gli interessi, quello che secondo alcuni aveva regalato nelle stagioni passate. La squadra continua a fare fatica − anche se ha mostrato qualche progresso nelle ultime giorna-te − e sembra prigioniera di un disagio da cui non riesce a liberarsi. E nonostante tutto questo, alcune sue compo-nenti sembrano voler viaggiare in direzione osti-nata e contraria, quasi avessero deciso di non

pagare il conto aperto con squadra, società e tifoseria. Forse è giunto il momento di chiuderlo, questo conto, anche a costo di rimetterci dei soldi. Anche perché, adesso, sorgono dei pesanti dubbi sulla reale tenuta nervosa di Mutu e sulla sua capacità di disciplinarsi in campo. Gli avversari potrebbero approfittare di questa fragilità, cercando di provocarne reazioni vio-lente. E l’ultima cosa di cui la Viola ha bisogno è di un giocatore psicologicamente debole (anche per-ché le lacrime dello spogliatoio di Genova non depongono a favore della stabilità umorale di alcuni componenti della squadra). Intanto, Firenze aspetta. Si sente tradita. Dopo essersi coccolata il numero dieci di ieri, non si aspettava tutto questo dal numero dieci di oggi.

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La notte, senza fretta, lascia spazio al giorno. Sono le cinque di matti-na di una sabato qualunque. Qua-lunque non per tutti. La Fiorentina, infatti, quel sabato, deve giocare (e vincere) una partita qualunque ma che può decidere la sorte di molte persone. Alla cinque di mat-tina, però, quando ancora è buio e sull’orizzonte ancora non fa capoli-no il Sole, succede qualcosa. Una bottiglia di troppo, una parola di troppo, un pugno di troppo. Mutu, atteso come il Messia già da dome-nica con il Catania, ecco che per

una consumazione non pagata stende un cameriere e lo lascia lì. Querela, forse denuncia, ancora il penale non ha fatto il suo corso. Come se nulla fos-se, lui, Adrian, va all’allenamento e svolge tutta la sgambata con i compagni. Intanto radio, siti e televisioni parlano di lui. Non per il fatto che manca solo una partita e può tornare a giocare, ma per un altro fatto extracalcistico. Hai una multa da 17 milioni di euro, una squalifica infinita per subitramina, stai per tornare a fare quello che ti piace più della vita, forse, e quello che ti ha fatto avere un certo tipo di vita, sicuramente. E invece, ecco che un pugno vola, un setto nasale si rompe e invece di commentare una punizione che toglie le ragnatele dall’incrocio, a Firenze si ragiona di tutt’altro. Andrea sbuffa per un altro comportamento che non ci doveva essere in un momento come questo e con uno sponsor come questo. In fondo, e l’abbiamo ben visto, per i Della Valle l’immagine viene prima di tutti. La domanda che sorge spontanea però non è sul perché e sul per come è andata la faccenda, ma perché Mutu alle cinque del mattino si trovasse lì. Sicuramente non avremo mai risposta.Intanto la Fiorentina scende in campo con il Bari. Il buio della sera prende il sopravvento sul giorno, che se ne va così presto ora che l’inverno ha rubato del tutto le gioie dei colori dell’estate. Tutto è grigio, così come una squadra che deve assolutamente ripartire e ricominciare a vincere, almeno in casa. Paura nelle gambe per molti giocatori

nella prima parte della partita, l’occasioni latitano e Natali si ritrova a impostare la manovra. Questo spiega tutto. C’è chi gioca con una gamba e mez-zo e non ha paura di guidare la sua squadra alla vittoria, e si chiama Riccardo Montolivo. Il Capitano fa vedere a tutti che è arrivato il mo-mento di gettare il cuore oltre l’ostacolo, stringere i denti nonostante il dolore, fisico, e le sofferenze di una classifica per una squadra che, solo un anno fa, macinava vittorie e conquistava il prima-to del suo girone di Champion’s League. Tra il grigiore della sera e qualche fumogeno che è costato anche un daspo, ecco che la fiamma della squadra che davvero brucia, Marco Donadel, s’inventa un goal che riscalda gli animi del pubblico e sbrina appena dalla fredda paura la Fiorentina. Bellissimo il suo goal, come i pochi fatti in carriera, un ulteriore premio ad un giocatore che, quando gioca, lotta sempre fino alla fine. Proprio come piace a Sinisa. E come piace a noi, ultimi tifosi attaccati ad una maglia e a chi lotta per quella. Che non rischiava nonostante il risultato, o forse si. Ma non lo sapremo mai. Questo perché anche Gila riesce a marcare il suo goal al Franchi, pressato e in scivolata. Difficile e di rapina, come piace a lui. Poi la partita scorre lenta. Acclamato dal pubblico entra Papa Waigo, che toc-ca tre palloni ma è sempre Papa Waigo, l’ultimo eroe rimasto (ciao Osvaldo, ciao Pazzini, ciao Ufo, ciao vecchio caro Martino, ciao mio buon Dainelli, ciao Gobbi) dell’ultima vittoria viola in quel di Torino con i gobbi. Chissà, magari martedì con l’Empoli troverà spazio e, sempre magari, riuscirà a far ricredere chi non crede in lui e per due anni lo ha mandato a giro per il mondo. Così come Bolattone, che manca poco purga nel mondiale di Sudafrica e si perde in panchina a Firenze, così come Babacar, perso tra un allenamento manca-to, un dolore ad un piede e un feeling con il Mister mai sbocciato. Poi la testa di Parisi fa tornare le paure e il sillogismo aristotelico che da sempre accom-pagna la squadra viola: la Fiorentina finisce ogni partita in sofferenza, il tifoso viola è abituato a soffrire, il tifoso viola soffre ogni partita.Non siamo più ultimi in classifica. E già questa può essere una notizia. Cor-vino sta già pensando a Natale e a chi portare qua in riva all’Arno. Sinisa sa bene che questo è solo l’inizio e in fondo poco importa se Mutu dà qualche cazzotto a giro per locali. In fondo, ha raccontato giulivo che pure lui in tribu-na ha fiondato qualche schiaffone. Andrea intanto pondera la decisione da prendere nei suoi confronti, ma sa con tutto il suo cuore di tifoso che solo Mutu può risollevare questa squadra, con il suo talento e le sue giocate. Che in campo e fuori fanno, in un modo o nell’altro, sempre discutere.La vittoria con il Bari riesce a dare fiducia. C’è la speranza che forse qualco-sa è cambiato, che ad averne di Donadel in campo e che a patire c’è sempre tempo. Montolivo insegna. La speranza che ha portato la vittoria è viva, ci riscalda e ci consola. Fino alla prossima partita, poi si vedrà.

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UNA COPPA DA NON SNOBBAREPresentazione di Ruben Lopes Pegna

Stasera torna la Coppa Italia. La Fiorentina, dopo la vittoria di sabato con il Bari affronta l’Empoli, reduce dal prezioso pareggio di Reggio Calabria (la squadra azzurra è quarta in classifica ed è l’unica imbattuta nel torneo cadetto) al Franchi per i sedicesimi di finale in gara unica. Mihajlovic ed Aglietti, i due allenatori, non snobberanno l’impegno anche se il campionato per le due formazioni ha un interesse primario. I viola hanno il dovere di onorare l’impegno, anche perché probabilmente solo un successo nella manifestazione – cosa peraltro non semplice – darebbe loro la possibilità di tornare a giocare l’anno prossimo in Europa. Sulla carta la Fiorentina è favorita, ma l’Empoli

non parte battuto. La differenza di categoria in coppa talvolta non si nota. E il Genoa, la scorsa settimana, ha sconfitto a fatica a Marassi, e solo nei tempi supplementari, il Grosseto. La squadra di Aglietti poi può contare su un gruppo di giovani talenti, che bene si stanno comportando in campionato e possono creare dei problemi anche ai viola. Il derby ha comunque un sapore particolare ed è una gara nella quale tutto può accadere. La Fiorentina, che l’anno scorso in coppa Italia fu fermata in semifinale dall’Inter che poi si aggiudicò il trofeo, non vince la coppa da dieci stagioni. L’ultima

volta la conquistò nel 2000/01 con Mancini in panchina. Da allora sono passati due lustri ma in realtà sembra trascorso un secolo. La voglia di rimettere le mani su questo prestigioso trofeo è tanta ma l’impresa è tutt’altro che facile. Intanto, però, la Fioren-tina deve cominciare a battere l’Empoli.

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“Damm’una pasticchina, damm’una pa-sticchina, co’ una pasticchina e sarò su-per-nonno fino a domattina!” e lo canta-no e’ licantropi, compresso liornese. Ora premesso che di chelle pasticchine a i’ nonno e gni ci vorrebbe la misura panfor-te, la Fiorentina ‘n vece e la l’ha presa la pasticchina co’ i Bari. A scanso d’equinozi e si parla di VIAGRA, l’antidopinghe e po’ sta’ carmo, e un c’entra, e ci manchereb-be sortanto scatenare un casino lì. Che la l’abbia presa o che la un l’abbia presa, la viola comunque e gli ha corso e preso e tre punti, fondamentali, ‘ndispensabili. Ora e si respira un po’ più fondo ma ‘nvece che fino a domattina e si dee andare fino ‘n Si-cilia a piglianne artri tre, se no gli è moglie di’maiale. E siam tutti lì, ma noi e siamo sempre tre quelli meno lì.Ma un corriamo e veniamo a noi. Frittati-na pe’ appari’ più truce e s’è fatto cresce’ anche la barba, a me e mi fa scappa’ da ri-dere! Anche Eupalla e si dee esse’ mosso a compassione e gni ha diretto un piattone che volea esse’ un crosse a scavarca’ la-metta (o che si po’ chiama’ Gillette un por-tiere?) batte’ ni’ palo e go’. Da un credici, e un

ci credea nemmen lui! Queste partite e un tu le po’ perdere, quando Eupalla e ti dà di chesti segnali e gli è tua, un c’è discor-si. Ora e gli è staa nostra anche perchè i Bari e giocaa alla meno. Meno male che Ventura e li fa’ gioha’ bene! Chissà se li facesse gioha’ male! E un la vedean mai mentre e nostri, con Caravaggio all’Enri-co Toti, i’chitarrista de’ giorni meglio, i’già citao frittata miracolato da Eupalla e diri-gean le danze.e gli era poho, e un si sa mai, la cazza-ta finale e la ci sta sempre (e la c’è staa anche questa vorta, ma e s’era belle fat-to i’secondo, se Dio vole). Così prima e gnene annullano a icce2, e poi glielo para lametta, ma sulla respinta, iGGila e si ri-corda icche gli è lì afare e…zacchete! e ci si po’ anche permette’ la bischerata finale oramai di prassi se no e un si po’ anda’ a dormire. Comunque tre e gli era-no e tre e sono stati e punti. I’nonno e gli ha potuo sorseggia’ tranquillo i’ su’ gotto, senza fasselo andare a traverso come gli era costume di questi tempi. Anzi, proprio perché e gni è sembrao più bono e gli ha raddoppiao, e po’ triplicato e poi e s’è addormentao tranquillo com’un bambino. Ora e si risveglia a i’Cibali, a ciballi e ci si pensa noi e poi e si pigliano all’amo que’ ghiozzi! Ora e dean esse’ artri tre, e c’è da ripiglia’ i’tempo perso.Forza Violaaaaaaaaa!

i’ Nonno Piladedel nostro inviato in cantina

S’E’ PRESO LA PASTICCHINA

Maurizio Pistocchi a Mediaset Premium, nel commentare il tuffo in area di rigore di Krasic, getta benzina sul fuoco delle recenti tensioni tra Italia e Serbia: ‘Mi dispiace per Krasic che credevo fosse serio, invece è solamen-te un serbo.’*Piccolo e immancabile show a Quelli che il calcio, su Raidue nel corso di Bologna-Juventus. Simona Ventura: “Entra? Chi entra?”. Massimo Caputi: “Entra Mutarelli”. Simona Ventura: “Esce? Chi esce?”. Massimo Caputi: “Ekdal”. Simona Ventura: “Secondo me entra Adailton…”.Massimo Caputi: “No, no Mutarelli”.Simona Ventura: “Cosa mi avete messo qui? Mi avete cambiato la partita? Fate i furbi?”

Qualcuno spieghi alla regina plastificata delle domeniche pomeriggio che Adailton non gioca più nel Bologna ..Sempre nel corso di quelli del calcio, Aldo Biscardi, inviato alla partita Par-ma-Roma, è particolarmente sdegnato: ‘Basta, questi stranieri non servono al nostro calcio, Okaka oggi non ha toccato un pallone’. Per la cronaca Okaka è italiano *Sabrina Gandolfi, su Raidue: “Mutu è caduto in un loop sbagliato’. Ma non sarebbe meglio parlare in un modo un pochino più semplice?

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Intervista sul presente e sul passato calci-stico dell’ex libero della Fiorentina, Roberto Galbiati che nelle pagine del Brivido Sportivo racconta di quella Fiorentina bella come quella di Prandelli che nel 1982 sfiorò l’im-presa di portare a Firenze il terzo scudet-to. Attualmente allenatore della squadra di Serie D, Fortis Juventus e quindi residente a Firenze è ancora molto affezionato alla squadra gigliata che come la sua adesso sta attraversando un momento delicato della sta-gione, ma che sicuramente saprà reagire e riprendersi la posizione di classifica che meri-ta. L’esordio in serie A appena diciottenne nella partita Sampdoria Inter al Marassi; si dice che per un difensore sia sempre più difficile “rompere il ghiaccio” con il cam-po proprio a causa della grande responsa-bilità del ruolo che si ricopre. Lei come ha vissuto la sua prima in nerazzurro? “Devo ammettere di essere stato leggermente av-vantaggiato rispetto ad altri miei colleghi di-fensori, poiché in quegli anni ricoprivo ancora il ruolo di centrocampista; per quanto riguar-da l’esordio non posso che ricordarlo come un momento indimenticabile della mia car-riera sportiva, soprattutto perché avvenuto quando ero davvero giovanissimo per i tempi che erano. La prestazione di quel giorno fu comunque soddisfacente e dopo qualche tentennamento iniziale dovuto all’emozione, riuscii anche a giocare senza alcun blocco mentale”. Per Galbiati tre stagioni con l’In-ter; come ha vissuto quei due campionati che per la sua carriera segnavano una sorta di linea spartiacque tra la Primavera e la prima squadra? “Negli anni Settanta la società nerazzurra faceva davvero un lavoro molto importante su quello che era il proprio vivaio, considerato forse più di adesso una risorsa fondamentale. Detto questo ci tengo a sottolineare che l’Inter ha un valido settore giovanile anche adesso ma è innegabile che la forza della squadra di Benitez sono fuoriclasse affermati, molti dei quasi stranieri; ci possiamo solo augurare che nei prossimi anni esor-discano sempre più calciatori come Balotelli e Santon, vere e proprie promes-se del calcio italiano”. Nel 1978 il passaggio alla Fiorentina; quali furono le sensazioni che accompagnarono il suo passaggio in maglia viola? “Beh, Firenze è una piazza nella quale tutti vorrebbero giocare, non solo per il bla-sone e la storia della squadra ma anche per la bellezza della città e il calore della tifoseria, quest’ultima che avevo ben conosciuto in veste di avversario e che mi era sempre parsa molto appassionata. Non potevo che essere fe-licissimo per questa mia scelta!” Il primo anno in maglia viola vide un suo immediato inserimento; che spogliatoio era quello di fine anni Settanta? “Uno spogliatoio meraviglioso che mi aiutò davvero tanto a sentirmi a proprio agio in maniera rapidissima; ricordo con grande affetto i miei ex compagni di squadra Antognoni e Galdiolo, soprannominati “Antonio” e “Pappa”, quest’ulti-mo purtroppo gravemente malato”. Lei ha vissuto una Fiorentina di transi-zione, che passava dall’assetto societario del Presidente Martellini, alla famiglia Pontello; come cambiarono le cose durante questo passaggio di proprietà? “E’ innegabile che le possibilità economiche della Famiglia del Conte Flavio erano ampiamente superiori a quelle della precedente società che comunque aveva fatto grandissimi sacrifici per la Fiorentina; dopo l’ac-

quisizione della società, i Pontello apportarono grandi cambiamenti alla squadra, portando a Firenze giocatori di grande valore come Graziani, Massaro, Cuccureddu, Pecci, Casagrande e l’ar-gentino Bertoni e scegliendo un tecnico di grande valore come Giancarlo De Sisti, allenatore che sfiorò davvero la vittoria del terzo scudetto”. Dopo le esperienze lavorative di Torino e Lazio, de-cide di tornare a Firenze; come mai la deci-sione di fare ritorno in una piazza alla quale già aveva dato tanto ? “In primo luogo perché Firenze è sempre Firenze! Dopo quattro anni avevo l’occasione di tornare a “casa” con la mia famiglia dopo quattro anni vissuti lontano quin-di non avrei saputo vedermi con una maglia più importante che quella gigliata; la Fiorentina era allenata da un mister che conoscevo molto bene, ossia Eugenio Bersellini, allenatore molto valido che però quell’anno d Firenze non fece molto bene, portando la squadra a salvarsi alle ultime battute”. Se dovesse scegliere una partita da ricordare delle cinque stagioni complessive giocate con la Fiorentina quale sceglierebbe? “Personalmente credo che tutte le partite giocate nella stagione 1981/1982 siano state egualmen-te importanti; i campionati della Fiorentina di De Sisti credo che siano stati i più importanti degli ultimi trent’anni, assieme a quelli più attuali della Fiorentina di Prandelli. Comunque devo dire che la mia scelta è abbastanza impopolare, infatti se dovessi scegliere una gara da ricordare sarebbe l’ultima, quella contro il Cagliari dove nonostante la beffa sia stata evidente e sconcertante, l’amore di Firenze per la sua squadra sia stato davvero

enorme; ripensare a tutti quei tifosi che ci seguirono in Sardegna è davvero toccante e credo davvero sia inimmaginabile la mortificazione di quelle perso-ne per quanto accaduto”. Dal suo addio al calcio giocato, Galbiati ricopre il ruolo di allenatore; dopo le varie esperienze nel calcio giovanile il presente la vede alla gui-da della squadra di serie D, Fortis Juventus. Il ruolo dell’allenatore, una prospettiva tutta particolare rispetto all’essere calciatore, non trova? “Certamente, sia come responsabilità che come tensione, anche se devo am-mettere che chi ha giocato per molti anni è un po’ avvantaggiato nel ricoprire tale ruolo; si conoscono meglio le dinamiche dello spogliatoio, si è più pronti a capire gli stati d’animo e le difficoltà tecniche. Con la Fortis ultimamente stiamo passando un periodo non molto felice per quanto riguarda i risultati ottenuti, prendiamo un po’ troppi goal e facciamo fatica a trovare la giusta quadratura del cerchio, ma sono sicuro che una volta trovati determinati equilibri la mia è una squadra che ha i mezzi per trovare una comoda salvezza, per navigare nelle zone medie della classifica”. Faceva riferimento all’inizio non ottimale dei suoi; qualcosa che l’accomuna alla Fiorentina direi.... “Già, decisamente! La Fiorentina sta pagando in maniera deleteria i gravi infortuni dei suoi uomini migliori, tegole che non solo portano via valore tecnico ai viola ma destabiliz-zano anche qualsiasi equilibrio tattico. I tifosi però devono avere ancora un po’ di pazienza e stare ac-canto ad una squadra che per ora non ha mai deluso”.

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Quella con il Catania di domenica sera sarà la partita di Sinisa Mihajlovic, ex tecnico ros-sazzurro, ma sarà soprattutto quella di Adrian Mutu, al probabile rientro dopo la lunga squa-lifica. Il “fenomeno” rumeno è già stato protagonista al Massimino. E’ accaduto il 23 settembre 2007, nella gara va-lida per la quarta giornata di campionato.

La Fiorentina si presenta in Sicilia ancora imbat-tuta, con 5 punti in classifica. Dopo il successo all’esordio al Franchi con l’Empoli, ha pareggiato a San Siro con il Milan e a Firenze con l’Atalanta. Il Catania di Silvio Baldini è fermo a quota 2, grazie ai pareggi di Parma e con il Genoa tra le mura amiche. Al Massimino Prandelli manda in campo la seguente formazione, schierata con il 4-3-3: Frey; Ujfalusi, Dainelli, Kroldrup, Balza-

retti; Kuzmanovic, Donadel, Mon-tolivo (Pazienza dal 58’); Santana (Semioli dal 62’), Pazzini (Vieri dal 68’), Mutu. Solo 6 giocatori dei 14 scesi in campo a Catania fanno ancora parte della rosa viola. Nella squa-dra di Baldini ci sono tra gli altri Vargas, Martinez, Stovini, attuale capitano dell’Empoli, e Mascara. La partita si mette subito in disce-sa per la Fiorentina, stanca anco-ra per la fatica sostenuta tre giorni prima a Groningen in Coppa Uefa. E’ Mutu, infatti, dopo appena 4 minuti a portare in vantaggio la squadra di Prandelli, che da quel momento può controllare il match. E’ il gol partita quello segnato da Mutu, perché gli attacchi del Cata-nia vengono bloccati dalla difesa viola. E così la Fiorentina, grazie a que-sto successo, si porta a Firenze tre punti che le valgono il secondo posto in classifica, con Atalanta e Inter, alle spalle della Roma.

Amarcorddi Ruben Lopes Pegna

C

AL CIBALI ZITTI E MUTU

GALANTE – Continua ad allenarsi a Ponte Buggia-nese dove risiede, in attesa di trovare una sistema-zione in Italia. Nelle ultime settimane l’ex difensore del Livorno, ha rifiutato offerte provenienti da Ara-bia Saudita, Dubai, Romania, Polonia e Cipro. SPEZIA – Igli Vannucchi e Luca Saudati raggiun-gono a Spezia un altro ex dell’Empoli, il tecnico Alessandro Pane, subentrato da alcune settimane

all’esonerato D’Adderio.PRATO – L’ex diesse Filippo Giraldi, è il nuovo re-sponsabile del settore giovanile del Brescia. Defi-nito in casa laniera l’ingaggio dell’esterno Sacenti, svincolato dalla Sangiovannese, da alcune setti-mane aggregato in prova al gruppo di Bellini.CIBOCCHI – L’ex difensore della Colligiana, ha fir-mato per il Deruta, sodalizio umbro di serie D.

BELLE’ – Scende in serie D l’ex attaccante della Lucchese e del Grosseto, che ha accettato l’of-ferta del Tavolara.PONTEDERA – Torna Marco Masi sulla panchi-na dei pisani dopo l’esonero di Vitali. Masi ha vinto la concorrenza di Paolo Indiani.PONSACCO – Crisi dirigenziale in seno alla società della Valdera, con il presidente Antonio Passerai che ha confermato la sua intenzione di farsi da parte, in contrasto con l’amministrazione comunale, accusata di “averlo lasciato da solo nella gestione’’.FORTE DEI MARMI – Cambio della guardia an-che sulla panchina dei versiliesi. Stefano Brondi è stato sollevato dall’incarico e al suo posto è stato chiamato, Bizzarri, nell’ultimo campiona-to su quella del Cascina e che sarà affiancato dal secondo, Stefano Santini, ex allenatore due stagioni fa proprio della formazione del patron, Ciancilla. Sciolto anche il rapporto con i fratelli Ferretti, giocatori legati allo stesso Brondi e nel loro passato con esperienze in serie C.MASSESE – Luciano Filippi, ex del Montevar-chi, è il nuovo allenatore – direttore sportivo della società bianconera, con un incarico alla ‘Fergu-

son’. Filippi prende il posto di Spilli e di Tommasi, tecnico e diesse, avvicendati dal presidente Turba dopo i non lusinghieri risultati ottenuti dalla forma-zione apuana nelle prime giornate di campionato.MONTECATINI TERME – L’ex viola Ennio Pellegri-ni, è il nuovo allenatore della società termale, par-tecipante al campionato di Promozione. Pellegrini, nella passata stagione alla guida del San Miniato Basso, prende il posto dell’esonerato, Lazzini.MARINI – Torna a Quarrata alla corte di Sechi, il difensore Marini, in uscita dal Figline – Gialloblù e al centro di un ‘giallo’ in merito al suo precedente tesseramento da svincolato con la neonata socie-tà fiorentina e che potrebbe sfociare in una pena-lizzazione per il sodalizio e in una squalifica per il giocatore. Sono attese novità, a tal proposito, nei prossimi giorni da parte della commissione disci-plinare del comitato regionale toscano della Figc.

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«No, il rigore non c’era. L’arbitro è stato ingannato, ma sono cose che non capitano solo alla Juve. Krasic è un ragazzo sensibile e credo sia dispiaciuto per quello che è successo», Alberto Aquilani.L’avete capito. Oggi parlo di Juventus, d’altra parte questo è pur sempre l’angolo del gobbo e

allora… Ma ne parlo come sono solito fare io, con la mia visione del mondo, del calcio (sport che continuo ad amare nonostante tutto) e del fair play. In questo caso non c’è, però, nessuna premessa da fare perché quello che è successo è sotto gli occhi di tutti, il grande fratello televisivo è impietoso, giustamente impietoso, e le cose che ho sentito in difesa del laterale serbo mi lasciano, a dir poco, perplesso.Krasic ha fatto una cazzata, punto. E spero che sia squalificato come da regolamento (sono uno dei pochi italiani che crede ancora nelle leggi e nelle regole!), così impara e non ci riprova più, senza dimenticare che d’ora in avanti gli arbitri italiani avranno nei suoi confronti un atteggiamento diverso e, potete starne certi, pagherà caro, al di là della squalifica, il volo ‘pindarico’ esibito contro il Bologna.Per la mia Juventus un’altra occasione persa per recuperare credibilità e uno stile che, forse, non ha mai completamente posseduto (nel calcio lo stile è di per sé un optional a qualsiasi latitudine). Da aretino non posso non ricordare la sconfitta interna contro Lo Spezia. Quella sconfitta, con la Juve già promossa in A, regalò ai liguri la salvezza, condannando l’Arezzo all’allora serie C1. Quando, infatti, la Juventus accettò la B, salvando il deretano a Milan, Lazio e Fiorentina, con tutto quello che ne conseguì, sperai che fosse per i bianconeri l’occasione per un giro d’Italia di riconciliazione con se stessa, la sua storia e i propri tifosi, così non fu.Quest’anno è ripartita con un progetto e, soprattutto, con un allenatore preparato, un progetto che ha bisogno di tempo, non di rigori regalati e nemmeno di allucinanti furbate, ma di lavoro quotidiano, qualità e grinta. Un progetto che stenta a decollare per tanti motivi diversi, uno dei quali riguarda l’attacco, perché senza un bomber da 20 gol a stagione è inutile sognare grandi traguardi.

Milos Krasic ha iniziato bene la stagione, ha fatto vedere cose egregie, ma ultimamente pare aver contratto il virus del ‘furbino’, gol contro il Salisburgo compreso: si vede nettamente che tira la maglia del difensore (che aveva tirato la sua) e l’arbitro doveva fischiare, annullando il gol, cosa che mi pare di non aver letto da alcuna parte, mah.La società in questo momento cercherà di proteggerlo per non perderlo psicologicamente, anche se la tempra dei serbi è rinomata, ma speriamo che la squalifica gli serva veramente di lezione. Per fortuna, poi, c’ha pensato Viviano San Giovanni, perché come eravamo soliti dire da bambini: «San Giovanni non vuole inganni».Un’ultima parola per Malesani, ci risparmi le sue filippiche, perché non è certo lui che può dare lezioni di fair play…

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Quanti papà e quante mamme stanno pensando di iscrivere il proprio figlioletto a una scuola di calcio, onde garantirgli un futuro agiato, pie-no di soldi, fame e donne? Bene, cari genitori moderni, fate un passo indietro. Non nel senso che spingere i ragazzi a giocare a calcio sia sbagliato, non sia mai, ma serve prima un corso propedeutico: bisogna andare in piscina. Perché il nuoto fa bene ed è uno sport completo? Perché lavorare in acqua sviluppa la muscolatura senza caricare la colonna vertebrale? Perché il nuoto garantisce uno sviluppo armonico di tutti i muscoli? Se volete, anche per questi motivi ma la ragione fondamentale è che, più che stare in vasca, serve imparare a lanciarsi dal trampolino.I tuffi sono la base del calcio, saperne fare di credibili in area è uno dei fondamentali. Già, dopo la performance di Krasic di domenica scorsa, il cascatore professionista è tornato di moda. Da Luciano Chiarugi in poi, le fila di quelli furbi è andata aumentando ogni giorno di più. E pro-prio la squadra di Krasic è riuscita a sfornare negli anni alcuni tra i più grandi talenti del settore, come non citare Inzaghi e Nedved, specializ-zato anche nel rotolare otto o dieci volte dopo la caduta? Ma dalle parti di Torino, si sa, hanno un’altra classe: sono riusciti perfino a vincere una Coppa dei Campioni dopo una caduta fuori area di Boniek che è riuscito, graziosamente e opportunamente, a rotolare appena più in là, dentro l’area appunto. L’accusa di essere un cascatore tocca a turno un po’ tutti gli attaccanti, grava forte il sospetto su Lavezzi, Totti, Milito e, a turno, chiunque tran-siti per mestiere nell’area di rigore. Perché si sa, il concetto di saperci fare, in Italia, collima pericolosamente con quello di fregare. E allora, tutti in piscina, mister Cagnotto è prenotato.

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Iniziamo la nostra martingala puntando i nostri riflettori su Genoa-Inter. La squadra di Benitez cercherà la vittoria per non perdere di vista la vetta della classifica occupata dalla Lazio. I tre punti sono decisamente alla portata della squadra campione d’Europa. Segno 2 pagato bene a 2,15. Il Cagliari cer-cherà di tornare alla vittoria dopo la sconfitta rimediata all’Olimpico contro la Lazio. Il Bologna non rappresenta uno scoglio insormontabile. Vittoria sarda bancata a 1,85. Uno degli incontri più attesi sarà Milan-Juventus. Entram-be le formazioni punteranno alla vittoria con determinazione. Vediamo leggermente favorita la squadra di Allegri e per questo puntiamo il segno 1 che ha una quota di 2,10. Una partita incertissima sarà quella che vedrà opposte il Palermo e la Lazio. I siciliani non stanno attraversando un ot-timo periodo di forma, mentre la Lazio non sbaglia un colpo e guarda le altre squadre dall’alto della classifica generale. Tutti si stanno chiedendo quanto durerà il miracolo di Reja. Potrebbe arrivare uno stop in un campo difficile come quello del Palermo e quindi diciamo 1. Quota interessante a 2,25. Chiudiamo con Parma-Chievo, due squadre con stati d’animo contrapposti. Il Chievo viaggia con il vento in poppa e oc-cupa un prestigioso quarto posto in classifi-ca. Il Parma invece è ultimo in coabitazione con il Cagliari. Potrebbe arrivare il giorno della riscossa per la squadra di Pasquale Marino. Segno 1 con una quota di 2,05. Riassu-mendo:

Genoa-Inter 2 (2,15)Cagliari-Bologna 1 (1,85)Milan-Juventus 1 (2,10)Palermo-Lazio 1 (2,25)Parma-Chievo 1 (2,05)Quota totale della martingala è 38,53. Puntando la cifra di 8€ otteniamo una bol-letta da 308,21.

La Mandrakatadi Massimo Gianni

LO STROLOGO DI BROZZI... INTERROGAPREVISIONI FRA RAGIONAMENTI E SFERE DI CRISTALLO

Ora che anche pe’ viola e rivale la tripra lo strologo gli è più contento. O che’mportava esse’maghi pe’ ndovina’ che si perdea sempre? No ora e si vince, e lo strologo pe’ favvi vede’ la paura che vu’ gli fae e dice che si ri-vince, anche a Catania, co’ apoteosi di’ tigre (ora se la va’ male e lo buttan fori e mi son giohato la carriera!). Allora a Catania “2” fisso che son milioni e tre punti! Bari-Udinese: Frignolin dopo avenne perse quattro di seguito

ora e n’ha vinte tre. O male male o bene bene, lu’ pe’ pareggi e un c’è. O che lo farà a Bari? Un n’è miha difficile: “X”. Cagliari-Bologna: partio ‘n trom-ba i’Cagliari gli è ‘n crisi, probremi di spo-gliatoio, ma se un vince e si gira pagina e mi sa, Un artro “X”? Brescia-Napoli e ten-de a i “2” anche i Brescia e gli ha buttao la maschera, o ‘ndo tu vo’ che vada? Cesena-Sampdoria, eccon un artro che l’era partio ‘n tromba e ci ha le rote sgonfie. Se la Samp la sta attenta e po’ essere un artro “2”. Ge-noa-Inter, quest’Inter di Benitezze ancora la un va miha e i’Genoa ‘n casa…Diciamo “X”. Milan-Juventus: nonostante la ripulsio-ne da DNA pe’ i bianconero e sare’ portato a prevede’ i’corpaccio pe’ chi ha voglia di ri-schiare, pe’ più paurosi l’“X”. Palermo-Lazio: fine della corsa per Reja? I’Palermo gli è ‘n mattana, ma se lo trova ne’ giorni boni…”1”. Parma-Chievo. O Marino e vince o comincia a pizzicagli e i Chievo di Pioli, a differenza di quell’artre tre partite a mille, per ora e reg-ge “X”. Roma-Lecce e sembrerebbe roba da telefono azzurro, ma e lo dicea anche Eriks-sonne tant’anni fa e ci perse uno scudetto! Comunqe la palla la un mi dà spunti pe’ al-lontanammi da un logico “1”.Ovvia e così anch’ oggi e v’ho sistemao, ma, come sempre, di risurtati e ci’mporta d’uno, tutti quegli artri e son nessuno! Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!


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Il conto alla rovescia è già cominciato e in città l’attesa per il Test Match di rugby fra Italia e Australia cresce. La scorsa settimana, a un mese esatto dall’appuntamento del 20 novembre allo stadio Franchi, il sindaco Matteo Renzi ha incontrato il ct della nazionale Nick Mallett, che poi nel pomeriggio si è trasferito al campo Padovani per dirigere un allenamento con un gruppo di giovani delle società Consiel Firenze Rugby 1931, Bombo Rugby, Sesto Rugby e Cavalieri Prato. In occasione della visita in Palazzo Vecchio il sindaco Renzi ha invitato ufficialmente Mallett a ricoprire il ruolo di Magnifico

Messere al torneo 2011 di Calcio Storico Fiorentino e ha aggiunto: “Sono certo che Firenze riserverà all’evento del 20 novembre una grande accoglienza e se poi per ‘Sei Nazioni’ a Roma ci fossero problemi, noi ci siamo…”. Che tradotto significa: se lo stadio Flaminio non fosse più a disposizione come sede azzurra per il “Sei Nazioni”, il Franchi è disponibile. Se sono rose…

fioriranno. “Con l’incontro Italia-Australia – ha detto il vicesindaco e assessore allo sport Dario Nardella – si chiude un anno di grande sport per Firenze, che ha ospitato le nazionali di pallanuoto, pallavolo, basket, calcio e, appunto, rugby. Per la prima volta lo stadio Franchi vivrà il ‘battesimo’ della palla ovale per un Test Match contro una nazione che ha grandi tradizioni in questa disciplina. L’Australia è considerata infatti una delle favorite alla vittoria mondiale e quindi avversario di prestigio per la nostra nazionale, ma anche l’occasione per organizzare a Firenze un appuntamento rugbistico come non si era mai visto. Ed è per questo che abbiamo lavorato in stretta sinergia con la federazione rugby e con la Fiorentina per ottenere questo evento che sarà un’occasione unica di richiamo per sportivi, appassionati e turisti”. “Il rugby – ha aggiunto Nardella – è uno sport in forte crescita e sta raccogliendo grandi consensi anche nella nostra città, perché interpreta valori etici e insegna ed educa al rispetto, alla lealtà, alla tenacia. L’Amministrazione Comunale ha colto questo segnale e sta predisponendo un piano per l’impiantistica e in particolare col nuovo stadio che sarà realizzato a San Bartolo a Cintoia, sostenendo il progetto che riguarda lo storico impianto Padovani e con l’adeguamento del campo di Sorgane”.


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Si chiama Andrea Brogi, classe 1942, ed è indubbia-mente una delle colonne portanti del Tiro a segno di Firenze, sia come atleta che come uomo in quanto membro dell’attuale collegio dei probiviri della sezione gigliata. Andrea, com’è avvenuto il primo impatto con questo sport? “La prima volta fu in visita con un ami-

co, l’idea mi piacque e mi iscrissi, avevo 18 anni. La scelta istintiva fu subito per la ca-rabina. L’attività agonistica è invece inizia-ta nel 75’/76’, le attrezzature erano quelle che erano e ricordo che, essendo mancino, c’era una sola carabina adatta e ce la pas-savamo io ed un mio amico.”Come fu l’impatto con le prime gare a livello agonistico? “ Nel 76’ cominciai a gareggia-re, la prima giacca me la fece un certo Sordi e dopo le prime gare i punteggi cominciaro-no ad essere talmente buoni che mi permi-sero l’ingresso in squadra di Carabina Libe-ra a terra e Carabina Libera 3 posizioni, con la Carabina a 10 metri sparavo ma con una carabina destra.”Delle 3 specialità che hai elencato, quale

può essere definita la preferita? “ La mia specialità pre-ferita è sempre stata la Carabina Libera 3 posizioni an-che se ho dovuto lasciarla per via di problemi articolari al ginocchio, adesso mi dedico alla Carabina a 10 metri e alla Carabina Libera a Terra, passando alla categoria Master mi sono qualificato per le finali nazionali di Ca-

rabina a 10 metri negli ultimi 2 anni.”La tua gara più bella quando e dove si svolse? “ Si svolse negli anni 80’ a Pietrasanta, ovviamente nella Carabina Libera 3 Posizioni, dopo un 198 a Terra e un 191 in Piedi, in Ginocchio rovinai tutto e chiusi un pun-teggio totale di 565 con il quale chiusi al terzo posto.”Oltre al tiro sportivo hai ricoperto anche cariche impor-tanti all’interno del Tiro a Segno di Firenze.“Sì, ho fatto parte del Consiglio del Tiro a Segno di Fi-renze per ben due legislature e allo stato attuale faccio parte del collegio dei Probiviri della sezione.”Cosa prevedi per il futuro? “Il futuro è un futuro da Master, quindi fino a che la salute regge ho intenzione di continuare a tirare sia di Carabina a 10 metri che di Carabina Libera a Terra, tant’è che recentemente ho acquistato una Steyr aria compressa.”Con più di 30 anni di attività sulle spalle ti è mai venuta l’idea di mettere questo bagaglio di esperienza al servi-zio dei giovani nella veste di allenatore? “ Se vi sarà la possibilità e l’occasione in futuro darò il mio contributo d’esperienza ai giovani che sempre più numerosi si av-vicinano a questo splendido sport.”Enrico Bacci

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Lo abbiamo visto al cinema in tanti film. Nelle storie di Francesco Nuti (da “Madonna che silenzio c’è stasera” a “Io amo Andrea”) e in quelle di Ales-sandro Benvenuti (da “Ad ovest di Paperino” ai due capitoli della saga dei “Gori”), al fianco anche di Moana Pozzi in “Amami” e, in televisione, nei “Ce-saroni”: è Novello Novelli, splendido attore ottantenne da Poggibonsi, Siena.Ti piace il calcio? “Sì certo. Purtroppo lo posso seguire solo attraverso la tv, ma mi piacerebbe tornare a vedere le partite allo stadio. Ho conosciuto diversi giocatori della Fiorentina e anche i Della Valle, con la loro idea della Cittadella Viola”.Tifoso della Fiorentina?“Certo, figurati! Fin da ragazzo. Il giocatore viola che ricordo con più stima e affetto, il ‘mio’ campione è Giancarlo Antognoni, di cui un giornalista scrisse: ‘è un calciatore che gioca guardando le stelle’. Ed era vero. Una volta andai allo stadio a vedere un allenamento della squadra. I giocatori palleggiavano fra loro. Antognoni mi tirò il pallone sulla gamba e io lo ‘accarezzai’ e lo misi in terra. Allora mi disse: ‘Ma te hai giocato a calcio!’. Infatti, ho fatto la serie C con il Poggibonsi. Ero ala destra, una punta. Dovevo andare ad Empoli, ma mi ruppi la clavicola e lì la carriera finì. Potevo diventare un giocatore di serie B”.Qualche ricordo particolare?“Sì, sul nonno di Christian Vieri. C’era una partita di campiona-to del Poggibonsi. Eravamo a Campi Bisenzio. In porta c’era appunto il nonno di Christian Vieri. Io feci un tiro, che non en-trò, ma prese il palo. E Vieri mi dette dietro e mi fece fare

mezzo giro di campo: un inseguimento in piena regola. Anni dopo, a Empoli, in occasione di una partita di beneficenza, un amico mi disse: ‘Lo sai chi c’è lassù? Il nonno di Vieri, quello che ti dette dietro!’. Allora andai da lui e ci si abbracciò. Or-mai, dopo tanti anni, pace fatta”.E una tua memoria della Fiorentina?“La partita per Stefano Borgonovo. L’ho seguita in televisione, ma vedere quel campione sulla car-rozzina a rotelle mi rimase impresso. Un’emozio-ne che andava al di là del calcio”.Oltre ad Antognoni hai conosciuto altri calciatori viola?

“Come no? Ancora, quando si va al Giglio Amico, al Museo del Calcio di Coverciano, li incontro tutti: più vecchi, come Giuliano Sarti e Kurt Hamrin, e più giovani. Oppure Ferruccio Valcareggi. E poi sono stato uno dei soci fondatori della Fonda-zione Maledetti Toscani, nonché allenatore della squadra di beneficenza. Con me c’erano Celeste Pin, Claudio Desolati, Claudio Merlo, Luciano Chiarugi, a volte veniva anche Enrico Albertosi. Si giocò una volta anche in Mugello contro i piloti di Formula 1: c’era pure Schumacher. In un’altra partita dei Maledetti Toscani, stavolta a Roma, contro i giornalisti, venne anche Francesco Nuti. Lui giocava bene davvero”.Segui altri sport?“La boxe. Mi piaceva Muhammad Alì. Prima guar-davo anche il ciclismo, ora meno. Ero tifoso di Gino Bartali”.C’è qualche tuo spettacolo di argomento anche calcistico?“Nel ‘Mitico 11’ c’era tutta la squadra dell’Atletico Ghiacciaia!”

“QUEL PALLEGGIO CON ANTOGNONI…”Calcio anch’io

di Enrico ZoiNovello Novelli ed il suo amore per la Fiorentina

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2. Sponsor viola del 1991/1992.

3. Il Lojacono viola tra 1957 e 1960 e nel 1963-64.

4. Cesare, ct della Nazionale.

5. Il tedesco Stefan in viola tra 1992 e 1994.

6. Lo è ognuna delle due squadre che gioca l’ultima partita di un torneo.

7. Ha per capitale Copenhagen.

8. Sergej, difensore della Nazionale russa.

9. Squadra di calcio di Mosca.

10. Il danese Martin in viola tra 2004 e 2010.

11. Città e squadra di club tedesca.

12. Luigi, portiere viola dal 1938 al 1943 e nel 1945-46

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Ieri sera al Palanovoli si sono disputate le fina-li del 9’ New Season C5. Ad affrontarsi per il 3° e4° posto due formazioni che hanno meritato ampiamente di arrivare fino a questo punto e di giocarsi il terzo gradino dei vincitori, i TRALLAL-TRO e gli ANTANI. La giovane formazione degli ANTANI ha messo in difficoltà i galletti ruspanti che però non si sono scomposti fino ad arrivare ai rigori per decretare il vincitore, dopo un 2 a 2 tiratissimo! Dal dischetto molti gli errori da en-trambi le parti e la lotteria è stata vinta alla fine dagli ANTANI, ottenendo così l’agognato ter-

zo posto! Per chi volesse leggere un commento più dettagliato sul match può farlo sul sito www.trallaltro.it (solitamente commenti sopra le parti). Nella finalissima si sono affrontati i PUKA FC con-tro i MARA CANA’, ormai famosi per conquistare sempre posizioni di rilievo in ogni competizione! Il match è apparso inizialmente dominato dai PUKA FC che chiudono la prima frazione di gioco su un 3 a 0 anche giustificato dall’assenza dei 2 portieri dei MARA CANA’. Ma i bianco rossi non si sfaldano e nel secondo tempo si rifanno sotto fino a portarsi sul 4 a 2, ci pensa però il numero 11 dei PUKA a

spegnere le speranze degli avversari dribblando mezza squadra e depositando in rete per il 5 a 2! Il match finsce poi 6 a 3 ma il MARA CANA’ pur lot-tando su ogni pallone si rende conto di aver perso l’occasione per portarsi a casa il primo titolo della stagione, molla quindi la presa nei minuti finali.. Si consola invece Stefano Grassi, bomber di razza che anche ieri nella finale ha siglato 2 gol inutili per il risultato ma utilissimi per la classifi-ca marcatori, da lui conquistata con ben 21 reti!!! NC

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12° ED. CAMPIONATI AMATORIALI 2010/11 Calcio a 5, a 7 FEMMINILI C5 e OVER 35 C5 eC7ISCRIZIONE GRATUITA - INIZIO MANIFESTAZIONI IL 25 OTTOBRE 2010. Iscrizioni dal 01/07 al 18/10

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ALLE SEMIFINALI I TORNEI PRE-CAMPIONATOCalcio Toscana

PRE-CAMPIONATO C5 FEMMINILESono Firenze C5, Smatte F.T., Aton Green e Meeting Place le squadre che si conten-deranno la vittoria del Pre-Campionato di calcio a 5 femminile.Al termine dei due gironi eliminatori Firenze C5 e Smatte F.T. hanno ottenuto il primo posto in classifica: il Firenze C5 vanta il miglior reparto offensivo in assoluto, essendo riuscito ad andare a rete ben 25 volte; le Smatte F.T. invece detengono la difesa meno battuta fra le 8 partecipanti al torneo, avendo incassato appena 4 reti.Nelle semifinali in programma questa settimana non mancheranno certo le emozioni: il Firenze C5 incontrerà il Meeting Place, mentre le Smatte F.T. affronteranno l’Aton Green che, grazie al successo nell’ultima gara del girone contro il Mappet, ha ottenu-to l’accesso alle semifinali.PRE-CAMPIONATO C7Kosova FC - CS Sorgane e Polis Multietnic C7 - I Ragnoni sono le semifinali della Fase Finale A. Il Kosova FC aveva ottenuto il secondo posto nel girone eliminatorio prima di vincere le gare degli ottavi e dei quarti di finale senza incassare reti. Il CS Sorgane, vincitore del Torneo nella passata stagione, ha superato l’AC Bandino Pa-paya Viaggi (negli ottavi) prima di imporsi nei quarti di finale sulla Dinamo Florentia. La Polis Multietnic C7 ha avuto la meglio su Il Problema E’ Lo Sbam (ottavi) e sull’FC Breccia (quarti). Infine I Ragnoni hanno messo prima k.o. il Cariparma e poi si sono imposti al termine dei calci di rigore sul Club Zio & Company.PRE-CAMPIONATO C5 SESTO-CALENZANOSi giocheranno questa settimana le tre gare valevoli per le finali del Pre-Campionato della zona di Sesto-Calenzano.Aprirà le danze il match valevole per il 5° e 6° posto fra FC Arsenal e Pes United: queste due formazioni hanno superato rispettivamente, nelle sfide delle semifinali di consolazione, Alla Faccia Tua (ai calci di rigore) ed Atletico Ragnaia (per rinuncia di questi ultimi).La seconda gara della serata vedrà impegnate per il 3° e 4° posto Steaua (vincitrice della passata edizione) e Caritas (eliminato ai rigori dal Club Zio & Company), che si ritrovano dopo essersi già affrontate nel girone eliminatorio.Ultimo match della serata è quello che vedrà difronte Final Blow (vincitori in semifi-nale sulla Steaua) e Club Zio & Company (ai quali i rigori sono stati fatali nel match del calcio a 7, ma sono valsi la finale nel Torneo di calcio a 5) e che decreterà la squadra vincitrice di questa manifestazione. PRE-CAMPIONATO C5 FIRENZEIl Pre-Campionato C5 di Firenze vedrà la disputa delle semifinali sia della Fase Fina-le A che della Fase Finale B. Relativamente a quest’ultima fase le gare in program-ma questa settimana metteranno difronte la Corte Dei Conti al Valleloadì, ed il Real Prosecco al Club 70: le vincenti, sempre in settimana, si sfideranno nella finalissima.Si giocheranno entrambe alla Sancat le partite di semifinale valevoli per la vittoria

del Torneo: I.G.M. - AC Giglio ed Aston Vino - Real Mandarino sono le gare dal-le quali scaturiranno i nomi delle due squadre che si contenderanno la Coppa più prestigiosa. L’I.G.M. ha eliminato dalla competizione prima i campioni in carica del Real Cerveza e poi la Polis Multietnic C5. L’AC Giglio si è imposto nettamente su Melopuppi (ottavi) e La Taverna (quarti). L’Aston Vino ha sofferto molto sia con i W.C. Cani Al Sole che cul Fruttangelo. Infine il Real Mandarino raggiunge le semifinali per il secondo anno consecutivo dopo aver eliminato Succhi D’Arancia e Chelsea.

SABATO 30 OTTOBRE 2010 PRESENTAZIONE DEI CAMPIONATI c5/c7Sabato 30 Ottobre 2010 alle ore 15.00 presso la sala del Museo del Calcio in Via Aldo Palezzeschi 20 a Firenze (sul retro del Centro Tecnico di Coverciano), si svol-gerà la riunione con le società partecipanti ai Campionati c5/c7 maschili e femminili del CALCIO TOSCANA. Durante l’incontro saranno presentati i calendari Ufficiali dei Campionati e della Coppa Toscana e le norme organizzative 2010/2011 con una particolare attenzione alle principali novità della prossima stagione sportiva. All’interno della sala sarà in funzione un servizio check-point per le società che avranno bisogno di completare le operazioni di iscrizione e/o di tesseramento. Dalle ore 15.00 alle ore 15.30 inoltre sarà possibile visitare gratuitamente il Museo, all’in-terno del quale sono esposti numerosissimi cimeli dal 1934 a oggi: palloni, medaglie, scarpe, coppe, maglie, fotografie, ecc.

IL CORSO ALLENATORI c5/c7 AL TERZO INCONTROE’ in corso di svolgimento presso i locali del Centro Sportivo Sancat a Coverciano, il Corso allenatori rivolto agli allenatori e dirigenti delle società che partecipano ai Campionati c5/c7 del CALCIO TOSCANA. Questa settimana si è svolta una delle lezioni centrali del corso in quanto la materia era la “Tecnica, tattica e psi-copedagogica calcistica” che proseguirà anche nel prossimo incontro in programma GIOVE-DI 28/10/2010. Il corso si concluderà SABATO 06/11/2010 con uno sta-ge finale sul campo alla Sancat.


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La squadra fiorentina è bronzo nella seconda prova regionale di C2

Seconda prova, secondo podio per le ginnaste della sezione agonistica femminile del Centro Ginnastica Firenze. La formazione fiorentina si piazza terza nel secondo appuntamento del campionato regionale di serie C2, che si è svolto domenica scorsa proprio presso la palestra di Sorgane (in concomitanza con la seconda prova di serie C1, cui hanno preso parte quattro team toscani), con la partecipazione di 18 squadre provenienti da varie parti della regione. Le atlete hanno raggiunto il punteggio finale di 119.750, frutto di due prove per ogni attrezzo; nel dettaglio: Camilla Lombardi e Sofia Spulcioni hanno eseguito due salti a testa al volteggio, ad Ambra Buglioni e ancora alla Lombardi è toccata l’esecuzione alle parallele asimmetriche, di Lisa Menghini e di nuovo della Buglioni gli esercizi alla trave; infine, Menghini e Spulcioni (ancora un gran punteggio per lei, dopo l’exploit della prima prova, con meno di un punto detratto per penalità d’esecuzione) sono salite in pedana per la performance al corpo libero. In veste di riserva, per una temporanea indisposizione, la ginnasta Anita Bartolozzi, presente comunque in campo gara al fianco delle compagne.Ora le ginnaste allenate da Lara Poggiali e Cristiano Furelli hanno un’ultima opportunità – il 14 novembre a Livorno, per la terza prova, che concluderà la fase regionale – di raccogliere punti preziosi per aspirare alla qualificazione alla finale nazionale del prossimo dicembre: dopo l’abolizione della fase interregionale del torneo, infatti, la qualificazione (ad eccezione della prima classificata di ogni regione, che accede di diritto alla fase nazionale) avviene in seguito alla redazione di una classifica cumulativa, comprensiva dei punteggi ottenuti da tutte le squadre d’Italia.

Ginnasticadi Maria Consiglia Grieco

ATLETICA CASTELLO Sez. CALCIO di Matteo Dovellini

Quando si parla di Scuola Calcio, a Castello, si aprono le porte di un Mondo molto esteso, pieno di persone: responsabili tecnici, istrutto-ri, bambini e genitori. La società bianco verde offre una gamma di squadre e categorie ac-cessibili a tutti quanti volessero provare que-sta esperienza fatta di disciplina, divertimento ed educazione. Ancora per qualche setti-mana sarà possibile provare gratuitamen-te le strutture dei nostri allenamenti, dagli anni 2006 fino al 1999. Le strutture sono: per i più piccoli(2006-2004 compreso) la palestra di Via del Pontormo 88, coperta e riscaldata per tutto l’inverno, utile e funzionale per chi volesse muovere i primissimi passi nel Mon-do del calcio. Per i più grandicelli(2003-2001 compreso) la società offre una struttura bel-lissima e nuovissima: campi a 5 in erba sin-tetica, spogliatoi ampi ed accoglienti, spazio verde tutto intorno, bar e ristorante usufruibile su prenotazione. Tutto questo in Via Regi-naldo Giuliani 518(dove si svolge in estate la Festa Biancoverde). Dal 2000 in su tutte le squadre si allenano presso il campo principa-

le di Castello, sempre in Via del Pontormo 88, proprio accanto alla palestra. Per tutti gli atleti la società offre l’opportunità di essere seguiti passo passo da istruttori qualificati FIGC, pronti a soddisfare la voglia di giocare e divertirsi dei principianti. Quindi c’è anco-ra pochissimo tempo per sfruttare questa occasione, la Scuola Calcio gratuita(fino ai primissimi di Novembre). Basterà recarsi di persona alle strutture sovra indicate e parte-cipare agli allenamenti. Parlando delle varie squadre, poi, questa settimana si sono resi protagonisti i Giovanissimi classe ’96 allena-ti da mister Campolmi. Battendo 4-0 il Se-sto Calcio 2010(doppietta di Faggi, Frazzi e Trama), si sono proiettati da soli in testa alla classifica a punteggio pieno. Una squadra, quindi, che sta rispettando le aspettative di inizio stagione: vincere e divertire, come vuole lo stile di Castel-lo. I recapiti Segreteria: via del Pontormo 88, 501441 Firenze, tel. 055-4250989, [email protected] www.societaatleticacastello.it

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SERIE C FEMMINILE: CGF ANCORA SUL PODIO!


19Centro Ginnastica Firenze a.s.d. APERTURA ISCRIZIONI DAL 1 SETTEMBRE

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Avrebbe tante qualità, Wayne Rooney. Fisico, piedi buoni, senso del gol...pec-cato che gli manchi una caratteristica importante, fondamentale se vuoi esse-re amato dai tifosi. Wayne è irrimediabil-mente, totalmente infedele. Conti su di lui e all’improvviso ti tradisce, moderno Bruto anglosassone che accoltella sen-za preavviso. Non è stato fedele alla moglie Coleen, e quello può capitare, Terry per una scappatella ha perso la fa-scia da capitano in nazionale....ma se il

difensore dei Blues riserva la sua parte monella alla camera da letto, l’attaccante la esprime in ogni occasione possibile. Non è stato fedele, mai, alla squadra del suo paese, specie durante i mondiali. Nel 2006 l’ha praticamente eliminata con un fallo stupido che gli è costato l’espul-sione e che ha costretto i leoni inglesi a giocare in dieci contro il Portogallo. In Sudafrica, forse, ha fatto peggio. Non ha segnato nemmeno un gol, è stato pra-ticamente invisibile, e non ha trovato di

meglio da fare che prendersela coi tifosi dopo il pareggio contro l’Algeria. Ma no-nostante tutto, è ancora lì. Ed era ancora nel Manchester United, un grande club, cui tanti giocatori aspirano. Fino all’altra settimana, quando una mattina si è sve-gliato e ha deciso che voleva andare via, che non ha più stimoli e che la squadra non lo soddisfa. Ma per caso crede di essere il principe Harry o il principe Wil-liam? Sarà bene ricordargli che viene dal porto di Liverpool e che tutto quello

che ha lo deve ai Red Devils...I tifosi si sono sentiti traditi, e minacciano di fargli pagare caro il suo capriccio. Beh, secon-do me dovrebbero ignorarlo e guardare avanti. hanno fatto a meno di Cristiano Ronaldo, possono fare a meno anche di lui. Dargli troppa importanza serve solo a far crescere la sua smisurata presunzio-ne. Lasciatelo andare, non lo rimpiange-te. Magari farà la fine di Ibrahimovic che se ne andò dall’Inter per vincere qualco-sa in Europa...

SEGUE DALLA PRIMA

ROONEY, PIU’ CAPRICCI CHE GOALL’Unghiatadi Angela Giulietti

Alessandro Rialti

Magari più avanti lo cederà ma adesso ha bisogno di quel che resta del formidabile giocatore di qualche mese fa. Ha bisogno del miglior Mutu perché i progressi finalmente visti in occasione della partita vinta con il Bari hanno bisogno di essere rafforzati con una serie di risultati positivi. La Fiorentina di Mihajlovic ha biso-gno di Mutu e di continuità. Intanto il tecnico serbo (che ha raccontato in questi giorni che pure lui ogni tanto davanti agli insulti reagiva con qualche schiaffone come fece proprio a Firenze quando era gioca-tore dell’Inter) si può accontentare del ritorno di Adrian. Lo stesso Sinisa lo aveva detto im-mediatamente: «Se dipende da me Mutu gioca sempre, è fondamenta-le, ha quel qualcosa in più che ci può far fare il salto di qualità». Parole dette quando a Firenze era molto più forte la tentazione alla condanna senza se e senza ma del rumeno. Lui, Mihajlovic, però doveva pen-sare alle difficoltà dell’attuale squadra viola e quindi non aveva alternativa alla richiesta esplicita di riportare dentro un giocatore come Adrian. Ma adesso tocca proprio al giocatore dimostrare che la fiducia del suo allenatore (ma anche della maggioranza dei tifosi viola) era ben riposta. E deve dimostrarlo subito, anche se non sarà al top della condizione deve far vedere di essere disposto a dare il cuore in campo. Un modo per chiedere scusa a tutti, ai propri compagni per prima. Il comunicato fatto ieri era un atto atteso e indispensabile ma adesso è sulla prova del campo che Adrian deve dimostrare di tenere davvero alla maglia. Per cancellare, almeno un po’, le sue performance notturne. Lo farà? Mihajlovic è convinto di sì, e una cosa è certa: per Mutu questa è forse l’ultima occasione fiorentina. Lui ha grande orgoglio e questo dovrebbe sospingerlo a cercare in partita la miglior parte di se. Se così sarà la Fiorentina potrà finalmente ritrovare, dopo infortuni, pasticche con la sibutramina e litigate varie, quel campione che indiscutibilmen-te Corvino aveva acquistato qual-che anno fa e che Prandelli aveva difeso fino all’ultima energia. Fino a diventare meno... simpatico ai padroni viola.

Brivido Sportivo n.37

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